Drink! It's for science!

di TonyCocchi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fase 1: I giovani ***
Capitolo 2: *** Fase 2: Quelli un pò meno giovani ***
Capitolo 3: *** I postumi - Parte prima ***



Capitolo 1
*** Fase 1: I giovani ***


snk alcol

Salve a tutti, lettori di Shingeki no Kyojin in vena di grasse risate: se avete aperto questa fanfiction significa che è quello che cercate, e vi assicuro che non rimarrete delusi! XD

Ogni tanto mi fa bene abbandonare i toni seri, i temi, le riflessioni e i sentimenti per tornare alle sane care stupidate! L’idea di base è semplice, ovvero rispondere alla domanda che a lungo vi ha assillato, ancora più del mistero della cantina degli Jaeger a Shiganshina: come diventerebbero i personaggi di Attacco dei Giganti in preda a una ciucca delle peggiori? Quali lati nascosti e bizzarri verranno alla luce? Gioite! Un epico duo sta per scoprirlo!

Buona lettura e buon divertimento!

 

PS: Messaggio serio: qui si ride, ma bevete responsabilmente che ubriacarsi è brutto e fa male ^__^

 

 

 

La vulcanica Hanji Zoe picchiettò con trepidazione diabolica la matita sul bordo del proprio blocchetto d’appunti.

“Uh uh uh! Sarà fantastico! Non vedo l’ora di cominciare!”

Seduto al suo fianco, braccia conserte, il ben più composto Levi era un monumento allo scetticismo: “Davvero hai intenzione di farlo, Quattrocchi?”

“Naturalmente! È la scienza che me lo chiede, e io rispondo alla sua chiamata!”
“Si, scienza, come no…” –roteò gli occhi al cielo il piccolo caporale- “La verità? Quando una persona come te ha del tempo libero non può che uscirne qualcosa di terribile.”

Hanji sbuffò: “Senti, mister rompiscatole, so che ti sembrerà strano detto da me, ma l’uomo non vive di soli Titani, per una volta voglio avventurarmi in un campo di ricerca del tutto diverso… E poi sarà divertente da morire! Ah ah ah!”
Levi, sul “morire” ebbe un brivido dietro la schiena.

Guardò la bottiglia e i bicchierini poggiati sul tavolo davanti a sé: “Far ubriacare i cadetti per documentarne le reazioni… Oh, si, sarà senza dubbio uno studio affascinante.”

“Ah, si?” –lo rintuzzò la donna, sempre più stufa del suo atteggiamento così poco partecipe, quando lei era tutta un fremito in attesa di cominciare- “Allora se lo trovi così sciocco perché sei ancora qui?”
“Perché mi hai chiesto di aiutarti a condurre il tuo esperimento in qualità di testimone!” –sbottò lui.

Hanji per tutta risposta, esibendo un sorriso a mille denti, gli si avvicinò all’orecchio: “E vuoi dirmi non è anche perché muori dalla voglia di vedere quei “bambocci” dare i numeri? Non la bevo! Anche tu non vedi l’ora di vedere come diventano se si ubriacano, ammettilo!”

Levi non poté fare a meno che girarsi dall’altra parte, pur sapendo che era un tacito modo per darle ragione: “Non finirà bene, già lo so.”

“Suvvia, ho preso le mie precauzioni ovviamente: io tengo alla loro salute, e poi una piccola sbronza non ha mai fatto male a nessuno!” –sorrise lei.

“……”

Levi afferrò la bottiglia e staccò l’etichetta fasulla con la quale Hanji aveva coperto quella vera, di colore nero, che recava un teschio con le ossa incrociate…

“…… Orsù! Diamo inizio allo studio!” –levò come nulla fosse la matita al cielo, come un generale leva la spada per ordinare la carica!

“Sigh… Un’ultima cosa, mi spieghi come hai fatto a far accettare loro una cosa del genere?”

Hanji arrossì: “Ho detto loro che l’esercito vuole studiare la soglia massima di alcol che mantiene i soldati operativi.”
“E loro l’hanno… “bevuta”?” –domandò con ironia l’altro.

“Ho anche detto loro che se non avessero accettato mi avrebbero aiutato a dar da mangiare ai miei Titani…”
“Ci avrei giurato…”
“Entrino le prime vittime… Cioè cavie… Cioè soggetti!”

“Vittime.” –ribadì Levi.
Se non altro, meglio essere da quel lato della scrivania con lei, piuttosto che davanti a lei, e a un bicchierino ricolmo!

 

“Wow, che risultato inatteso!” –esclamò Hanji con gli occhi luccicanti- “Questa ricerca è proprio iniziata coi migliori auspici!”

“Per la miseria…” –spalancò gli occhi incredulo il suo “assistente”.

“Sigh! Uffaaaa…” –gemette uno stordito Eren, malfermo sulla sedia, per poi prendere a battere il pugno sul tavolo- “I Titani sono… CATTIVI! CATTIVI! CATTIVI! Non vogliono essere miei amichetti! Ma perché? Mi trasformo anche in uno di loro! Sigh!”

D’altra parte, sulla sedia accanto la sua, Mikasa non dava il benché minimo segno di reazione alla sua dose di intruglio ad alta gradazione, e si era dunque unita agli altri occhi osservatori di quel malefico esperimento, colma di preoccupazione per il fratello.

“Perché nessun titano vuole essere mio amico? Sarebbe così figo avere un amico alto quindici metri!”

“Potremmo mettere Armin su dei trampoli…”
“Non è la stessa cosa, Mikasa!” –esplose di rabbia il poveraccio, per poi tornare a piangere sulla scrivania- “Titaniiiiii… Perché non mi volete bene e mi fate i dispetti? Sigh!”

Levi si coprì la faccia, un po’ per lo sgomento, un po’ per evitare di svelare involontariamente un’espressione che tradisse ad Hanji il suo rinnovato interesse per quella sua follia! In effetti, se quelle erano le premesse c’era da aspettarsi di tutto! Meglio però non darlo a vedere, quella Quattrocchi si emozionava fin troppo in fretta quando le si dava corda!

“E così si scoprirono i tormenti interiori del ragazzo-titano…” –annotò sul taccuino la folle sperimentatrice- “Tu piuttosto, Mikasa, non sembra ti abbia fatto per nulla effetto.”

“Uno si: sono molto arrabbiata per come avete ridotto, Eren!” –protestò carezzandogli il capo.

“Noi Ackerman siamo geneticamente resistenti all’alcol, nemmeno io mi ubriaco mai per quanto beva.”

“Pure questo? Certo che siete proprio dei gran raccomandati voialtri!”
“EHI!” –gridarono i coro i due del letale clan di stermina-giganti resistenti al condizionamento mentale nonché guastafeste alcol-refrattari!

“Oh, beh, suppongo possiate andare…”

“Siiiigh… Mikasaaaa…”

“Vieni Eren, ti porto a letto.”

“……”
“CHE AVETE DA GUARDARMI IN QUEL MODO?!” –arrossì la tanto, tanto, tanto amorevole sorella di Eren! Lo rialzò e lo accompagnò alla porta, sostenendolo per le spalle.

“Cattiviiiii…”

“Su su, ora ci pensa tua sorella che è tanto buona con te… Tanto…”

“Troppo…” –aggiunse Levi non appena si richiuse la porta, temendo per il destino di un Eren ubriaco in completa balia di Mikasa, prima di notare altro di preoccupante- “Ehi, che stai annotando ora?”
“Oh, niente… robe tecniche…” –rispose Hanji, continuando a scrivere con noncuranza…

 

<< Nota per me stessa: inventare un alcolico capace di sbronzare gli Ackerman per poterli studiare (aggiungere risata malvagia qui) >>

 

“Avanti il prossimo!” –annunciò poi con voce squillante!

 

“Mmm, direi che siamo di fronte ad un’ubriacatura del sottotipo “strafatto” o “psichedelico”.” –analizzò con fare scientifico ciò che aveva di fronte.

Ossia un Armin Arlert con la bocca socchiusa e lo sguardo da pesce lesso fisso nel vuoto da più di un minuto ormai: dalle labbra gli usciva un lungo e monotonale mugugno.

Levi incuriosito gli passò una mano davanti la faccia, senza apprezzabili reazioni.
“Mi sa che è andato.”

“Riesco a vedere la trama del tempo… Oh, si… Le esistenze si stanno fondendo davanti a me… Danzano felici e splendide come gemme… Fantastico…”

“Mi correggo, è più che andato: l’abbiamo perso.”

Hanji deglutì: “Non me l’aspettavo…”
“Osi ancora dire che questo parto malato della tua malatissima mente è del tutto innocuo per questi marmocchi?”
“No, non è questo che intendevo… Non ha bevuto alcol…”

“Che?”
“Cioè, non quanto gli altri: per sbaglio gli ho servito il sidro di mele che tenevo da parte per noi, che è anche meno alcolico di una comunissima birra.”
“Uuuuh, le stelle vogliono coronarmi d’alloro e farmi costellazione… Che bello…”

“Lascia perdere la psichedelia, Hanji, siamo di fronte semplicemente a un’autentica schiappa.”

Soglia di tolleranza all’alcol di Armin Arlert: zero spaccato.

L’occhialuta rabbrividì: “Non oso pensare a che sarebbe successo se gli avessi servito il liquore col teschio… Beh, andiamo avanti col prossimo.”

“Cavolo, ha pure iniziato a sbavare! Io fuori non ce lo porto!”

 

“Tu cosa ne pensi, Levi?”
“Indubbiamente abbiamo una gran varietà di tipi di sbronza: c’è quello che fa finta di nulla ma è il più rincoglionito…”

“Ah ah ah! E questo dovrebbe farmi ubriacare?” –pompò i pettorali Reiner, malgrado il naso rosso e il dondolio della testa non lasciassero adito a dubbi- “Macché! Sto benissimo! Ah ah ah! Sto talmente bene che potrei sfondare un muro a spallate coi miei muscoli! I miei super-muscoli, ma che dico, titanici! Una corazza di muscoli! Ah ah ah! Si potrebbe quasi dire che io sia un fottuto corazzato tita…”
Il suo sproloquio venne interrotto da un cazzotto in testa del suo altissimo amico: “Reiner, chiudi quella cavolo di bocca!”

“C’è il tipo che inaspettatamente regge più degli altri…” –commentò Levi nei riguardi di Berthold.

Ma Hanji non era per nulla soddisfatta della cosa: “Andiamo Berthold, dov’è il divertimento… cioè, dov’è il senso dello studio se resisti? Lasciati andare!”

“Urgh…” –gemette tenendosi la testa che pulsava- “Non so se questo sia un nuovo tipo di interrogatorio, ma da noi non saprete niente!”

“Perché, hai qualche segreto?” –incalcò Hanji.

“…… ANNIE, PERCHÉ NON MI AMIIIIII????” –e menò una testata al tavolo.

“Toh, è passato di botto alla forma di sbronza “rabbiosa”.” –non si scompose Levi.

“Ooooh!” -andò in fibrillazione Hanji- “Una dichiarazione in piena regola!”
Peccato (o forse per fortuna) che la destinataria, lì accanto a lui, non era in condizione di capire alcunché.

“Sigh! Sigh! Armin… Quando hai cominciato a guardarmi con quegli occhi?”
“Ed ecco la sbronza triste.” –concluse Levi le sue considerazioni, mettendosi ad ammirare una Annie Leonhardt in vesti decisamente insolite.

Singhiozzò e si asciugò gli occhi: “Perché ti limiti a guardare e non ti fai mai avanti? Perché non ti prendi le tue responsabilità?” –nascose le guance arrossate tra le mani- “Vuol dire che mi stai solo ingannando? Come puoi giocare così col cuore di una ragazza? Sigh!”

“Non me lo sarei mai aspettato da Arlert!” –borbottò l’altra donna nella stanza, a dir poco indignata- “Non appena lo rivedo gli farò un bel discorsetto!”

“Comincia con lo scusarti con lui per quello che gli hai fatto piuttosto… Una volta che sarà tornato in questo mondo, chiaro.”

A dirla tutta avrebbe fatto meglio a scusarsi anche con quei tre: per quanto per certi versi sospetti… li aveva proprio ridotti male!

“Sigh! Perché a noi ragazze piacciono sempre gli uomini sbagliati? Oh, Armin! Sigh!”

“Perché Annie è così fredda? Perché io sono così timido? Perché Reiner è così stupido?!?!?”

“I CAME IN LIKE A WRECKING BAAAAAAL! AH AH AH AH!”

“Va bene, dopo aver sentito Reiner cantare direi possiamo passare ai prossimi, Quattrocchi.”

“Vediamo chi ho nella lista adesso…” –controllò su un foglio- “Oh oh! Il dinamico duo!”

“Mi preparo al peggio…”

 

“Dai Levi, non sono mica così male.”
“Beh, si, in effetti sono piacevoli: dopo allucinazioni, lacrime e testate, la loro bonaria idiozia era quel che mi ci voleva per tirarmi su.”

Naturalmente Connie e Sasha erano partiti al primo bicchiere come Armin, ma la loro reazione era stata molto più “vitale”. I due si erano tolti le giacche ed erano saltati sul tavolo, cominciando a cantare a squarciagola e a ballare scatenati su una musica esistente tutta nelle loro teste, suonando chitarre invisibili, scuotendosi, saltando, girando, dandosi il cinque, intonando il ritornello a versi alternati.

 

“Hey, now, you're an All Star, get your game on, go play!”

“Hey, now, you're a Rock Star, get the show on, get paid!”

“And all that glitters is gooooold…”

“Only shooting stars break the mooooold!”

 

(NDA: Cantano questa canzone XD >>> https://www.youtube.com/watch?v=O0b9ggBvGXE )

 

Hanji rise: “Guardali come si divertono, proprio come noi due, vero?”

“Aggiungici un paio di cervelli e forse è un paragone passabile…”

I due finita la canzone scoppiarono anch’essi a ridere, cercando di tenersi su appoggiandosi l’uno all’altra per non cadere, ma nemmeno una caduta avrebbe guastato il loro buon umore a briglia sciolta: classico esempio di sbronza allegra disinibitoria, all’apparenza innocua, ma a cui fare attenzione, considerato il rischio di trasformazione in sbornia molesta.

“Ah ah ah, dai Connie! Andiamo a rubare l’intera riserva di cibo della Legione Esplorativa!”
“Whoa! Andiamo! Che matta che sei, ti adoro, Sasha!”
“E io adoro te, bella testolina rasata! Diamoci dentro, yeah!”
“Yeah!” –gridò in risposta, correndo via con lei come due calamità naturali pronte a far danni!

Ancora una volta stava alla voce calma e posata di Levi esprimere il suo giudizio: “Erwin si arrabbierà di brutto.”
“Non li fermi?”
“No, tanto incolperò te.”

“Eh eh eh, che mattacchione!” –ribatté con una spinta alla spalla tanto calorosa… da farlo quasi cadere dalla sedia!- “Proseguiamo! Mi sa che c’è da aspettarsi qualcosa di interessante dalle prossime due!”

 

“Urgh! Dannazione, secondo me dovevo scegliere di dare la pappa ai titani…”
“Come mai così tesa, Ymir?” –chiese Hanji vedendo la ragazza, di solito tanto sicura di sé, preoccupatissima come lo diventava Moblit ogni volta gli annunciava di aver ideato un nuovo esperimento.

“Perché questo esperimento può rivelarsi terribilmente pericoloso!” –esclamò col volto colmo di terrore.

“Ah, finalmente qualcuno che mi da soddisfazione.” –intervenne Levi- “Per quanto mi faccia piacere sapere che c’è altra gente col del sale in zucca oltre a me, non mi sarei aspettato tanto senno proprio da te.”

“Ho visto cose che voi umani non potete immaginare…”

“Perché, non sei umana?”

Ymir tossì: “Quello che sto dicendo è che l’alcool può liberare degli autentici mostri! Voi non avete idea di come diventi Christa quando si ubriaca! È completamente un’altra persona! Un’altra persona che non si chiama neanche Christa ma…”

“Ehi, splendore con le lentiggini…”

“Oh, no…” –mormorò, troppo spaventata per girarsi.

Troppo tardi! La sua amica dai capelli dorati era subito partita e adesso era lì, a un centimetro dal suo viso, a graffiarle le guance col suo respiro caldo e sensuale.

“Voglio cuccare forte con te e lo voglio adesso…” –disse con voce suadente la “non-Christa” carezzandole il viso con una mano, e chissà cos’altro con l’altra mano non in vista…- “Molliamo questi due rompiscatole e facciamo un esperimento che si chiama << trova le zone erogene di Ymir >>…”

Hanji arrossì e si risistemò gli occhiali: “Un simile esperimento sarebbe alquanto… poco ortodosso…”

“E IL TUO LO È?????” –non riuscì a non esplodere Levi!

La sua indignazione era tale da distrarlo dal superbo, incredibile spettacolo che si stava svolgendo dinanzi loro due esaminatori: la piccola dea, Christa Lenz, che sdilinquita dall’alcol lasciava fuoriuscire i suoi più demoniaci istinti, facendo grattini al mento di una Ymir alla sua mercé per il terrore che incuteva, soffiandole seducente nell’orecchio, in modo da tentare di risvegliare anche la sua di passione, ma non ottenendo altro che paralizzarla ancora di più!

“Aiutatemi…” –li supplicò Ymir con un filo di voce.

“Uh uh uh, chi l’avrebbe detto! È sempre la più timida, vero Levi?”

“Ehi, voi due! Qui, anche se non si direbbe, si sta conducendo una ricerca, quindi se volete pomiciare andate altrove.”

“Levi, perdi sangue dal naso…” –gli fece notare Hanji.

Allora era un essere umano dopotutto!

Christa, o meglio l’altra persona in lei venuta allo scoperto, accolse molto volentieri il suggerimento del caporale, e in men che non si dica, eccola portarsi via Ymir trascinandola sul pavimento!

“Un momento!” –provò a fermarla Hanji- “Ymir non ha bevuto nulla! Non abbiamo raccolto alcun dato su di lei! Come diventi quando ti ubriachi?”

“Non così infoiata…” –rispose la ragazza dalle lentiggini, che ora si pentiva di non essersi fatta anche lei un goccetto: l’avrebbe decisamente aiutata per quello che l’aspettava!

“Chissà in che occasione aveva già visto Christa da ubriaca, eh Levi?”

“Mah…”

 

(NDA: In questa! Ovvero un’altra mia fanfiction di qualche tempo fa ^__° Dateci un’occhiata! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3309101&i=1 )

 

 

“Finora abbiamo raccolto molti dati interessanti!” –disse Hanji, scorrendo soddisfatta i fogli pieni di annotazioni del suo taccuino- “E tu che mi dici?”

Jean Kirschtein si atteggiò in una posa da figo, col gomito poggiato sul tavolo e la tasta sulla mano: “Umpf, che ci vuole ben altro con me! Non aspettatevi che il sottoscritto scada tanto da umiliarsi per il vostro diletto: ho una certa immagine da mantenere, sapete?”

Appena ebbe finito di parlare, il gomito gli scivolò facendogli menare una capocciata al tavolo, ma lui imperterrito riassunse la sua espressione un po’ spaccona.

“Dicevo… Non aspettatevi che io mi riduca a un ebete piagnucolante come quello scemo di Eren! Finora ci avete ridotti male, ma io non ve la darò questa soddisfazione!”

Un altro tipo tosto, considerato mostrasse di reggersi ancora bene con un quantitativo che aveva già steso gli altri prima di lui: tanto di cappello al suo organismo, e ancor più al suo smisurato ego che gli impediva di cedere alle nebbie etiliche. Tuttavia, Hanji sapeva esattamente cosa fare con lui.
Scambiò uno sguardo d’intesa con Levi: “Quando vuoi, è tutto tuo!”

“Dunque, Kirschtein, tu sei un tipo troppo serio e in gamba per qualcosa di tanto basso come ubriacarti, è così?”

“Si!” –rispose lui tra due singhiozzi.

“Sei uno tosto che sa controllarsi, dico bene?”

“Eh eh eh, beh, non volevo dire proprio così per non sembrare troppo vanitoso, ma in effetti…”

“E quindi vuoi dirci che non hai intenzione di farti ammirare sbronzo da me ed Hanji, è così?”

“Temo di no.”

Nel frattempo però Levi aveva già avviato il conto alla rovescia per il rilascio della sua faccia terrorizzante brevettata, che non appena Jean terminò di parlare si abbatté su di lui in tutta la sua oscura terribile potenza!

Piantala di sparare balle, mammone! Bevine un altro e fammi divertire!”

“A-a-a-a-agli ordini!”

Jean strappò la bottiglia di mano ad Hanji si servì un bicchiere e lo vuotò di colpo.
Ansimò e tossì, prima di sputare il rospo: “Si, lo ammetto, sono un mammone! Mi manca tanto la mia mamma! Mi mancano le sue omelette! Sigh!”
“E?” –lo incalzò Levi senza pietà.

“E i miei lineamenti fini ed allungati potrebbero in qualche modo ricordare un equino!”

“E?” –lo pungolò Hanji imitando il compagno aguzzino.

“Voglio farmi Mikasa! Di brutto!”

“Oh, questi giovani, sempre a pensare all’amore!” –gongolò Hanji.

“Non c’è altro?” –proseguì l’interrogatorio Levi.

“Quando mi ubriaco parlo troppo!”

“Ci puoi giurare, fuori di qui.” –annuì indicandogli la porta con un cenno brusco del capo- “Avanti, marsh!”

“Sigh… << Hic! >>!”

Hanji ridacchiò: “Prontamente classificato alla voce “sbronza ciarliera”! Aveva solo bisogno di un po’ d’incoraggiamento!”

Il rumore di Jean che sbatteva barcollando contro la porta la fece sobbalzare.

“Ouch…”
“Guarda il lato positivo: forse la botta gli ha accorciato il muso.”

 

“Sbronza rabbiosa.”
“Senza dubbio.” –annuì Hanji, annotando il quadro- “Piuttosto, te lo aspettavi?”

“A dire il vero un po’ si.”
“Sul serio?”

“Beh, dopotutto finora abbiamo assistito ad altre “versioni inedite”, come “Annie debole fanciulla in lacrime” o “Christa stupratrice”: è chiaro, l’alcol o ti esaspera o ti capovolge.”

“Che deduzioni brillanti! All’inizio non volevi saperne ma ora il mio studio ti ha preso, dì la verità!”

“Ma per favore!”

“EHI, VOI! Non provate ad ignorarmi!” –protestò un ciucco e imbufalito Marco sbattendo le mani sul tavolo.

“Ah ah ah, scusaci! Stavi dicendo?” –lo invitò a proseguire Hanji.

“Che sono stufo marcio di essere considerato “il bravo ragazzo”! Posso anch’io perdere le staffe, ne ho il diritto!” –e lo esercitò appieno rovesciando la propria sedia con un calcio- “Quelle teste di cavolo! Nell’esercitazione ero il capogruppo e non mi stavano mai a sentire! Avrei voluto finissero tutti in un burrone! Perché no, io sono Marco, sono tanto buono e calmo… VE LO FACCIO VEDERE IO CHI È CALMO!” –urlò mettendosi a strozzare una innocente pianta in vaso nell’angolo della stanza.

Hanji si mostrò solidale: “Indubbiamente il ragazzo ha delle frustrazioni nascoste…”

Levi un po’ meno: “Ed eccolo che mi sparge terriccio e foglie dappertutto… Senti, sarai pure ubriaco, ma io sono uno che non tollera il disordine, quindi se non ti dispiace…”
“Eccone un altro! Un altro che pensa di mettermi i piedi in testa!”

Marco tra una perdita d’equilibrio e l’altra tornò alla scrivania facendo smorfie minacciose: “Avanti, tappo, esci fuori e risolviamo la faccenda!”

Gli occhi di Levi si rimpicciolirono come punte di coltelli: “Ragazzo, bada a come parli: potrei tagliarti a metà prima che tu finisca di dire “lentiggini”!”

“Ah ah ah!” –rise nervosamente la quattrocchi- “S-suvvia, ma che tagliare a metà! Su, su, tranquilli!”

Era meglio cercare di calmare le acque: l’alcol rende le persone capaci di imprese inimmaginabili, come sfidare in quel modo l’irascibile e pulitissimo soldato più forte dell’umanità, ma il buon Marco andava fermato prima di divenire la prima “vittima” della sua ricerca nel vero senso del termine… E pensare era stato proprio Levi a preoccuparsene all’inizio!

“Andiamo, ragazzi… Non possiamo sistemare tutto con una bella bevuta?”

“…”

“…”

“…… No, eh?”

Siccome Marco non voleva rinunciare a farsi valere, e siccome Levi non rinunciava al proposito di fargli pulire il terriccio da terra con la lingua, la scaltra Hanji fu abile ad allestire un compromesso: lei avrebbe pulito l’ufficio, e Levi avrebbe immediatamente rilasciato un documento da lui firmato che attestasse che Marco Bodt era anche lui “un duro”.

 

Levi, confuso, inarcò un sopracciglio: “E questi chi sarebbero?”

Nella stanza dell’esperimento erano ora comparsi da chissà dove altri due strani tizi.

L’uno era uno spilungone con l’aria seriosa e i capelli neri in un ridicolo taglio a scodella: dopo un paio di bicchieri era in preda a un imperioso delirio moralista…

“Fanculo la Gendarmeria! È una riprovevole marmaglia di spocchiosi e di corrotti! Sono una vergogna! Ma le cambierò io le cose! Arriverò in cima e farò piazza pulita, mi avete sentito? Pulizia!”

L’altra era una tipetta bionda dall’aspetto volpino che non smetteva un secondo di ridere e strusciare la guancia sulla scrivania.

“Ah ah ah! Sei solo chiacchiere e distintivo! Chiacchiere e distintivo! Ah ah ah!”

“Sono Marlo Freudenberg e Hitch Dreyse, del corpo di Gendarmeria.” –spiegò Hanji leggendo i loro nomi da un foglio di annotazioni- “Lui appena è venuto a conoscenza di questo “studio” sull’operatività dei soldati in condizioni di obnubilamento da sostanze si è offerto volontario per l’esperimento, quanto a lei, pare che fosse semplicemente interessata a bere qualcosina gratis.”

“Lui mi garba: grande abnegazione e soprattutto ha delle idee interessanti su quei bastardi della Gendarmeria.”

“Vi credete tanto fighi a vendere equipaggiamenti militari al mercato nero, eh? Vedrete quanto sarò figo io quando vi sbatterò in galera!” –minacciò con voce impastata!

“Ah ah ah! Figo tu? Con quei capelli? Ah ah ah!”

“Che ne è del dovere? Che ne è della responsabilità verso i cittadini? Questo mondo va a rotoli!”

E non solo il mondo, anche la sua amica, caduta dalla sedia, continuava a ridere fino a soffocare rotolando in lungo e in largo sul pavimento.

“Chi dice che l’alcol fa uscire la parte peggiore di una persona? In fondo, se vogliamo, anche prima si potrebbe dire che Christa sia diventata più “sincera” piuttosto che una maniaca sessuale!”

“Sicuro…” –fece sarcastico Levi- “Come prima Arlert non era strafatto ma stava solo “espandendo le sue vedute”…”

“RIVOLUZIONEEEEEE!” –proclamò Marlo!

“ROTAZIONEEEEEEE!” –roteò per terra Hitch colpendolo alle caviglie e facendolo cascare per terra!

 

Levi si stiracchiò sulla sedia ed incrociò le mani dietro la testa: era contento di essere arrivato alla fine di quella malsana idiozia sano e salvo, cosa che non si poteva certo dire di Eren e tutti gli altri ragazzi. Due sole cose al mondo devi pregare non posino gli occhi su di te: i giganti, ed Hanji Zoe quando ha un’idea!

“Oh, beh, direi che li hai passati in rassegna tutti, quindi abbiamo finito. Soddisfatta?”
“Uh uh uh, molto! È stato interessante e a tratti sorprendente! Allora, che mi dici, non ho avuto una bella idea?”

“Hai avuto un’idea riprovevole Quattrocchi, ma ormai sono tuo complice quindi devo prendermi le mie responsabilità.”

“Questo è parlare, Levi, tu sei che sei un uomo! Allora possiamo andare avanti con i prossimi!”
Levi sussultò e rischiò di ribaltarsi dalla sedia: “Q-quali prossimi?!”

Hanji tirò fuori dalla tasca un foglio di carta: “Uh uh uh, questo studio mi piace troppo, ecco perché darò seduta stante il via a una nuova tranche di esperimenti! Ho ancora molti soggetti da analizzare, me li ero tenuti per riserva! Muahahahahah!”

“Oh, no…”

“Oh, si!”

Credeva di essere arrivato al fondo del boccale, invece avevano appena raschiato la superficie!

“Moblit! Puoi venire un attimo?”

Il suo fido assistente, che finora aveva avuto il compito di attendere fuori la porta e far entrare a turno i partecipanti, entrò e si mise sull’attenti.

“Comandi!”

“Potresti per favore andare a chiamare le persone scritte su questa lista? Si passa alla Fase 2!”

“Agli ordini!”

Fece per voltarsi…

“Oh, Moblit, un’altra cosa…”
“Si?”

Si girò e vide il sorriso maligno del suo caposquadra puntato su di lui come un predatore punta la preda, mentre con una mano gli presentava un bicchierino ricolmo dal quale si innalzava una candida nuvoletta a forme di teschio: “Quando torni ti dispiacerebbe bere questo?”

“……”

“Eh eh eh!”

 

 

 

Ahi, ahi, Moblit, mi sa che sei il prossimo…
Beh, che ne dite finora? XD Interessante? Avevo inizialmente previsto una one-shot, ma le idee han continuato a venirmi una dopo l’altra e come altre volte è capitato il brodo si è allungato troppo! Chi saranno quindi i prossimi ad avvicendarsi davanti la loro scrivania? Curiosi? Attendete il continuo allora!

 

PS: Un piccolo bonus, un fumetto spassoso che penso abbia contribuito all’ideazione di questa storia >>>

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Capitolo 2
*** Fase 2: Quelli un pò meno giovani ***


Ehilà! L’aspettavate con ansia questo secondo capitolo, vero? XD

Ciò che si inizia va portato fino in fondo! Perciò, dopo aver fatto sbronzare i nostri ragazzi, adesso tocca a quelli più grandicelli far vedere come diventano quando alzano troppo il gomito! Preparatevi a un bell’assortimento di facce, esplosioni emotive e risate! La premiata coppia Hanji e Levi è pronta a documentare tutto, incurante dei rischi: riusciranno a spuntarla o faranno anche loro le spese della loro “marachella”?

Buona lettura a tutti!

 

PS: Bevete responsabilmente e non ubriacatevi mai ^_°

 

 

“Ci è una cossssa che volevo dirle da moooolto tempo, caposquaaadra!”

I tentativi di Moblit di articolare una frase senza strafalcioni si mostravano ripetutamente infruttuosi malgrado gli eroici sforzi.

“Che demonio, non hai risparmiato nemmeno lui.”

“Ovvio! Come potevo lasciare proprio Moblit fuori?” –inveì Hanji scandalizzata, come punta sul personale- “Lui è con me da tanti anni, mi da un aiuto impagabile, non gli avrei mai negato la possibilità di contribuire alla mia ricerca! Mi è molto caro e so di poter fare affidamento su di lui, e per questo…”
“Lo ripaghi distruggendogli il cervello e il fegato…”

“Lo ripago offrendogli una occasione per svagarsi un po’! Poverino, sempre a starmi dietro, gli ci voleva un momento di relax, dico bene?”
“Iiin effetti mi sento mooolto rilasciato…” –fece con voce strascicata il suo assistente biondo, forse rilasciandosi troppo e rischiando di cadere a terra…- “Peeerò lassssci che le dica quesssto!” –alzò in dito in maniera drammatica, o perlomeno ci provò- “Moblit è molto di più di un ffffido assistente! Molto di più del tipo che le sssta sssempre appreeeeesso! Llllei mi fa ombra, caposquadra! Voglio spiccare! Moblit non è una comparsa! Moblit può essere il proootagonista!”

“Oh, che tenero!” –gongolò Hanji, guardandolo come si guarda un dolce cucciolotto brillo- “Sente il bisogno di maggiore considerazione! È così vero? Vuoi ribellarti a come ti vedono gli altri: vuoi essere qualcosa di più del “tipo che sta sempre appresso quella pazza di Hanji Zoe”, è così?”
“Si! Si! Eeeeessattamente!”

“Meno male che “pazza” te lo dici da sola…”

“Ora vi fascio vedere io di cosa è capace il Moblit!”

“Ma perché parla di sé stesso in terza persona?” –si grattò la testa Levi.

“Guardate! Il Moblit spicca il volo!”

Non capirono fino a che non iniziò a prendere la rincorsa…

Hanji rise: “Che grande che è! Vuole stupirci mostrando di saper volare!”

“Ma che cavolo blateri?! Pensa a fermarlo piuttosto!”

Ma Moblit ormai si era già scagliò a tutta corsa contro la finestra, lanciando il suo grido di battaglia!
“NELLA NOTTE OSCURA, MOBLIT SENZA PAURAAAAAAA!”

“Cavolo!”

“Tranquillo, Levi! Siamo appena a un metro dal terreno.”

<< CRASH! >>
“Non mi preoccupavo per lui, ma per la finestra infatti…”

“Oh…”

Da oltre il vetro rotto non giungeva più alcun suono, segno che il bisogno di attenzioni di Moblit si era spento in una sonora dormita sull’erba del prato lì di fuori: nulla di cui preoccuparsi, si sarebbe ripreso tra qualche oretta, con i piedi per terra e un gran mal di testa.

“Bene! Questo mi ha aiutato a conoscere meglio i pensieri del mio buon Moblit! E adesso è il tuo momento, Levi!”
“Io non bevo!” –rispose categorico, tanto non avrebbe potuto ubriacarsi neanche volendo.

“Ma che hai capito! Ho una sorpresa per te!”
“Lo sai che se mi dici una cosa del genere non mi tranquillizzi affatto, anzi, mi spaventi ancora di più… Oh, no… Dimmi che non è quello che penso…”

“Ih ih ih, credo di si!”

Levi sospirò e si appoggiò una mano sul volto: “Lo sai che potrei non riuscire più a vederli allo stesso modo dopo una cosa del genere, vero?”
“Se non hai cambiato modo di vedere me, che ho organizzato tutto ciò, non penso tu debba preoccuparti.”
“E chi dice non l’ho fatto?”
“Sei ancora qui, no? Forza, proseguiamo! Moblit, falli entrare!”

Un lievissimo russare giunse alle sue orecchie.

“Oh, giusto! Eh eh eh, che sbadata! Avanti i prossimi!” –chiamò a gran voce!

 

“Non meritavano una fine del genere…”

Fu tutto ciò che Levi riuscì a dire avendo di fronte a sé il fiore all’occhiello degli sterminatori di giganti, la Squadra per le Operazioni Speciali, la sua squadra, ridotta allo scatafascio più totale…

“Uuuurgh!” –crollò sulla scrivania Gunther in preda ai giramenti- “Non mi sento per niente bene… Eld! D-dammi una mano! C-cado! Sostienimi…”

“Agli ordini, amico! Ti sostengo eccome!” –rispose il biondo, reso viceversa ilare ed energico, rialzando il suo povero compagno… tenendolo per i piedi!
“Argh! N-non così! Mi hai alzato a testa in giù! V-vomito!”

“A testa in giù dici?” –domandò Eld strizzando lo sguardo per osservare meglio i suoi scarponi!

“A-al contrario! Sostienimi al contrario!”
“Tutto quello che vuoi, amico mio!”

Come risultato, Eld lo mollò lasciandolo cascare a terra, e si mise a sua volta a testa in giù: una posizione difficile da mantenere anche da sobri, sicché in men che non si dica piombò a terra pure lui sulla schiena dello sventurato Gunther.

“Ehi? Dove sei finito? Come faccio a sostenerti se non ti vedo?”

“Uuuurgh… A-aiuto…”

“Oh, eravate così affidabili un tempo…” –enunciò Levi come stesse facendo un elogio funebre alla loro intelligenza, ma soprattutto quella di Eld…

Altri due campioni di stupidità intanto si scontravano sulle altre due sedie davanti la loro scrivania.

“Eh eh eh!” –ridacchiò Oluo avvicinandosi con intenti spudoratamente non casti il proprio viso a quello di Petra- “Ehiiii, Petraaa… Oggi sei ancora più radiosa del solito! Che ne dici di andarci a prendere qualcosina da qualche altra parte, magari un bel posticino tranquillo, soli io e te? Che ne dici?”

“Morditi la lingua, rospo!” –fu la risposta roca e brutale della solitamente composta e dolce ragazza dai capelli rossi- “Non vedi che sto cercando di sedurre il caporale Levi? Gli sto mandando segnali con lo sguardo da cinque minuti, di sicuro mi noterà!”

“Oh, era questo che stavi facendo? Credevo volessi incenerirmi con gli occhi.” –disse il caporale in tutta calma, ben sapendo di non dover dar retta a quel che dicevano, anche se tutto quel che dicevano poteva essere usato contro di loro, specie se avessero preso ad insultarlo...

I cosiddetti “segnali con lo sguardo” di Petra forse volevano essere ammiccamenti, occhioni dolci, gesti piacenti, o altre simili armi delle donne innamorate per conquistare il proprio principe; fatto sta che non le uscivano altro che minacciosi sguardi con gli occhi strizzati e strane smorfie facciali. Levi, pur non dandolo a vedere, iniziava a sentirsi parecchio a disagio…

“Uffa, Levi, Levi, sempre Levi!” –mugugnò Oluo, strappandosi dal bavero la cravatta bianca che indossava a imitazione del caporale e tirandola in testa ad Hanji- “Perché non te lo sposi?”

“Con uno sguardo del genere temo più che voglia stuprarlo…” –commentò Hanji, anche lei troppo scioccata da quei quattro per annotare alcunché.

“Daaaaai, cara la mia Petra, gira la tua testolina, guarda me coi tuoi dolci occhi!”

Le prese la testolina rossa tra le dita di una mano e delicatamente la girò verso di sé, rivolgendole uno sguardo da casanova patentato.

Lo sguardo di Petra divenne ancora più spaventoso, e Levi, sudando freddo, non si stupì di vederla afferrare a sua volta la testa di Oluo, ma per sbatterla con violenza sul tavolo! Inutile a dirlo che, nel processo lui, oltre a svenire, si era morso la lingua…

“Ecco fatto!” –esultò all’improvviso Eld, contento di essere riuscito a rimettere Gunther “relativamente” in piedi- “Ehi, ho sentito che qualcuno si sposa? Chi si sposa? Petra e il caporale si sposano?”

Gunther sussultò: “Petra e il caporale si sposano? Davvero?”

“Felicitazioni!” –gridò il biondo ormai a ruota libera!

Con Gunther a continuare a venirgli dietro: “Oh, che bella notizia, io… Quasi mi commuovo… Sigh!”

Lo sguardo “seducente” si sciolse in una maschera di timido rossore: “S-s-s-spo-sposarmi? I-io? C-col caporale? M-ma io…”

“Petra, stai bene?” –si preoccupò Levi osservando quel cambiamento repentino.

“Uaaah! No! Non posso! Io e il caporale che ci sposiamo!”
“Petra, calmati! Qui nessuno sposa nessuno, tantomeno ci sposiamo noi! Sono questi due imbecilli che…”
“Non sono abbastanza ubriaca per questo!”
“Eh?”

Fulminea, agguantò la bottiglia e prese a vuotarla a grandi sorsi!
“Oh, no…”

“Petra!”

“Fortuna che ho altre bottiglie!”
“Fanculo, Quattrocchi!”

Petra finì la bottiglia, la posò, e sospirando emise una fiatata di gradazione tale che i due esaminatori rischiarono di perdere i sensi! Poi guardò fisso davanti a sé…

“Ora lo sono.”

<< STONK! >>

E infine svenne sul tavolo accanto ad Oluo.

“Ah ah ah! Che bello! Viva gli sposi!” –saltellava Eld- “Io voglio fare il testimone!”

“Sigh! Come sono felice!” –piagnucolava un Gunther più emotivo che mai.

Levi doveva porre un freno: “Ok, ragazzi, la festa è finita! Prendete questi due e portateli di là a riposare, e prendetevi un po’ di riposo pure voi.” 

“Ah ah ah! Agli ordini, grande capo! Ci pensiamo noi!” –fece Eld con aria sicura di sé… afferrando e tirando via Oluo per i piedi…
“Vi auguro tanta felicità!” –si accomiatò il commosso Gunther, issandosi Petra sulle spalle a mo’ di sacco di patate.

Levi tornò a sedere sulla sedia: incrociando le dita, la sua squadra ce l’avrebbe fatta.

“Ehi, Levi! Senti, se mai ti sposassi, che tipo di donna…”
“Hanji, un'altra parola e ti faccio sostenere da Eld.”

“Ok, forse dopo…”

 

Ma le proporzioni assunte dalla ricerca di Hanji avevano ormai raggiunto livelli tali da saltare all’occhio: il suo “innocente” passatempo dal gran valore cultural-scientifico si era spinto troppo in là, ed era solo questione di tempo prima che “lui” si facesse vedere.

“Allora…” –cominciò Erwin richiudendo la porta dietro di sé.

Neanche a dirlo il suo pomeriggio di esperimenti, scoperte e grasse risate non aveva ricevuto alcuna autorizzazione ufficiale dal grande capo!

Hanji deglutì: “Levi…”

“Cavatela da sola…”

“Che fine ha fatto il “mi prendo le mie responsabilità”?!?!?! Sei il mio complice, non puoi piantarmi in asso adesso!”

Levi guardò altrove con tale convinzione che gli sarebbe potuta spuntare un’aureola in testa.

“Non fare lo gnorri, maledetto!”
Erwin richiamò la loro attenzione con un paio di colpetti di tosse, e i due drizzarono rigide le schiene sulle sedie, come scolaretti colti in flagrante dal maestro nella marachella.

“Mi volete spiegare perché oggi la mia Legione pullula di ubriachi allo stato brado? Ho dovuto far arrestare Connie e Sasha con l’accusa di appropriamento indebito di scorte militari, e Mikasa per tentate molestie sessuali ai danni di incapace di intendere e di volere…”
“Lo sapevo…” –storse il naso Levi!

“Uh uh uh! La gioventù!” –sghignazzò Hanji.

“Quindi, se non vi spiace, mi dareste delle spiegazioni in merito?” –una richiesta espressa con parole calme e misurate, non c’era bisogno di alcuna nota di rabbia o imperiosità affinché coloro a cui erano rivolte si sentissero schiacciare come da un peso d’acciaio; Hanji solo ora si rendeva conto di quanto fosse bello averlo dalla propria parte, solo ora che non lo era.

Azzardò una risata: “Beh, inizio col dire che ciò che mi propongo… Quello che c’è da sapere sul valore delle informazioni che…”

“Che è successo a quella finestra?!”

“Eeeeeehm…”

Guardandola arrampicarsi sugli specchi, Levi sapeva bene che la Quattrocchi non poteva spuntarla: l’unico modo per salvarla, e già che c’era salvarsi, era giocare d’anticipo.

“Erwin” –intervenne non sperato sulla scena zuppa del sudore di Hanji- “Potremmo stare qui a raccontarti di cosa sta succedendo e perché, oppure potresti sederti qui insieme a noi e farti un goccio in compagnia.”

Prese un paio di bicchieri, li riempì e poi ne gliene porse uno con tutta la naturalezza con cui altre volte avevano bevuto insieme.

Hanji rimaneva ai margini della scena, sgomenta dell’intervento di Levi, ma anche del fatto che potesse funzionare. Cercò di decifrare lo sguardo severo di Erwin, finché questi non parlò.

“So che c’è qualcosa sotto e vuoi prendere tempo… ma suppongo se non bevessi perderei il rispetto come comandante.”

“Questo è parlare da capo, Erwin, non ti sei mai tirato indietro dalla prima linea, non comincerai ora.” –si complimentò il suo miglior combattente- “Su, ti faccio compagnia.” –lo incitò prendendo l’altro bicchiere, sapendo di essere al riparo grazie ai suoi geni Ackerman.

Erwin si sedette alla scrivania: “D’accordo, brindiamo pure, ma poi dovrete dirmi esattamente cosa state combinando, intesi?”

“Ma niente, te l’assicuro! Sto solo provando un nuovo campo di ricerca!”

“Intendi stendere i titani con l’alcol?”
“…… Erwin, ti bacerei!”

Ma prima c’era da mettere nero su bianco quel suggerimento!

Levi trattenne un imprecazione: “Erwin, cosa dicemmo quella sera sul non fornire nuove idee ad Hanji?”
“Non rammentiamo quella sera…” –ebbe un brivido il comandante- “Alla salute.”

Con cozzare di bicchieri, i due mandaron giù. Levi non era sicuro di ciò che faceva, come aveva ben detto Erwin era un modo per prendere tempo; ma se c’era qualcosa che poteva aver imparato dalla sua vicinanza da anni ad Hanji Zoe, era a non aver paura delle proprie ispirazioni, possono portare a risultati inaspettati…

 

“……”

“……”

“… è fermo come una statua da qualche minuto ormai…” –sussurrò Hanji.

“Sarà un modo per metterci sotto pressione psicologica prima dell’interrogatorio.” –bisbigliò Levi, impegnato a reggere quello sguardo deciso e immobile puntato su di loro.

La sua amica gesticolò un po’ con le dita davanti i suoi occhi.

“Secondo me è in stato catatonico…”

“Macché, ora te lo dimostro.”

Levi si alzò, si mise di fianco alla sedia di Erwin e prese un enorme respiro per gridare…


“AVANZATEEEEEEEE!”

 

“……”
“Dannazione!” –restò sgomento come davanti un capolavoro di scultura- “Se non reagisce a questo stimolo non so a che cosa! Allora è veramente al tappeto!”

Ancora una volta il liquore col teschio aveva colto nel segno, pietrificando, seppure in una posa di fierezza degna di lui, il loro beneamato leader!

“Fiuuuu! Eh eh eh! L’abbiamo spuntata, Levi!”

Ricambiò un attimo il suo buonumore, prima di ricomporsi: “Non c’è da festeggiare, Quattrocchi del cavolo: se quando si riprende si ricorda di come ci è finito in questo stato saranno guai ancora peggiori!”

“Non ci resta che goderci il presente nel frattempo, caro mio, e il fatto che possiamo continuare il nostro studio! Ah ah ah!”
“Tu sei matta… Ma al diavolo, visto che comunque finirò davanti la corte marziale…”

Perlomeno in galera si sarebbe portato dietro tanti ricordi divertenti: da gente fuori da testa a quel bel tomo di Erwin ridotto in stato vegetativo!

 

I successivi due tuttavia furono i meno divertenti in assoluto, segnando così un primo e unico insuccesso tra i risultati trionfali del loro studio sull’ubriachezza.

Hanji si grattò il capo nel vedere un terzo bicchierino posarsi vuoto sul tavolo, senza che Hannes facesse una grinza, anzi, ferendo il suo orgoglio di ricercatrice, mostrando pure un broncio deluso.

“Allora?”

“Bah, non sento granché… Potrei avere qualcosa di più forte?”

Ancora più devastante, al punto da far slogare la mandibola a Levi, la piramide di dieci bicchieri che il comandante Pixis aveva costruito sul tavolo.

“Niente male!” –si rassettò soddisfatto i baffi- “Ma ho bevuto roba più “gagliarda”, sinceramente.”

“I soggetti sono troppo assuefatti…” –annotò delusa Hanji- “Risultati nulli.”

Levi era sgomento e indignato: a un tratto la sua innata resistenza da Ackerman non era più nulla di speciale!

Hannes scrollò le spalle e sorrise: “Oh, beh, perlomeno era gratis: una bevuta gratis non si rifiuta mai!”
“Vieni, Hannes.” –si alzò il comandante Pixis, rosso in viso ma ancora del tutto in sé- “Conosco una bettola nei sobborghi di Trost dove trovi la roba più forte al di qua delle mura! Naturalmente offro io.”

“Oh, troppo generoso! Lei è un gran capo! La seguirei fino in capo al mondo! La più forte ha detto?”

“Umpf, figurarsi se lasciavo che i titani conquistassero la città col mio bar preferito! Dovranno passare altri cent’anni prima ch’io lo permetta!” –proclamò fiero il capo della Guarnigione, dando una lettura del tutto nuova alla battaglia di Trost!

Diede un sorso alla sua fiaschetta e salutò: “Noi ci accomiatiamo: Levi, Hanji, Erwin.”

“Buona giornata, comandante.” –fece il saluto militare il signor Hannes, rivolgendosi alla “salma” di Erwin rimasta sulla sua sedia accanto la parete per tutto il tempo!

Incassato il colpo, i due rimasero nuovamente a tu per tu.

“Hanji, si può sapere perché non abbiamo nascosto Erwin? Fa un po’ senso…”

“Portarlo nel suo ufficio in quello stato sarebbe faticoso, ma soprattutto ci faremmo beccare: se invece lo teniamo qui, seduto a monitorare il corretto svolgimento della ricerca col suo piglio severo, nessuno potrà insospettirsi! È un po’ come la nostra autorizzazione vivente… anche se al momento “vivente” è relativo.”

“Ma qualcuno potrebbe accorgersi che è catatonico! Non saranno guai allora?”
“Il comandante Pixis e Hannes mica se ne sono accorti!”
“Oooooh, giuuuuusto!” –ebbe un esplosione di sarcasmo l’Ackerman- “Due vecchi alcolizzati rincoglioniti non si sono accorti che Erwin seduto zitto e immobile come una statua probabilmente ha qualcosa che non va! Siamo proprio in una botte di ferro allora!”
Ma Hanji aveva il suo modo di neutralizzare il sarcasmo: un tocco di disarmante sincerità.

“Se ci sei tu al mio fianco a tirarci fuori dai guai come prima lo siamo davvero… Grazie!”

Levi scostò lo sguardo: “Tsk, dannata Quattrocchi…”

Anche se non la guardava più, Hanji continuò a sorridergli.

 

Inaspettatamente, nemmeno il soggetto successivo si accorse della plastica incoscienza di Erwin. La sua vecchia conoscenza Nile, il capo del corpo di Gendarmeria, seppure poteva aver avuto un minimo di sospetto iniziale, l’alcol lo aveva immediatamente messo a tacere, e al momento era in scena un confronto inedito e senza quartiere tra due comandanti, l’uno rimbambito, l’altro pietrificato.

“Ehi, Erwin!” –biascicò Nile brandendo il bicchiere vuoto sotto il naso dell’”impassibile” rivale- “Lo sai qual è l’età pensionabile per quelli dell’Esplorativa? Oh, scusa! Nessuno ci è mai arrivato vivo all’età pensionabile! Ah ah ah! Ti rode, eh? Andiamo, non fare la statua di cera con me, non attacca, bello!”

“In quello stato potrebbe davvero prendersela con una statua di cera.” –osservò Levi.

“E invece quello davanti a lui è proprio l’originale!”

“Io scommetto su Erwin: lo vincerà lui questo confronto.”

“Forza, Erwin, sei tutti noi!” –iniziò a tifare Hanji- “Fagliela vedere a quelle pappemolli della Gendarmeria qual è il corpo coi contro-attributi!”

“Ben detto!” –si lanciò con lei Levi, preso dallo spirito di corpo- “Perlomeno noi non indossiamo stupidi unicorni da finocchi sull’uniforme.”

Di solito Nile, per quanto avverso alla Legione potesse essere, non era un tipo provocatorio, ma ora l’alcol aveva ribaltato al di fuori tutti i vecchi screzi con Erwin che attendevano di essere regolati.

“Andiamo, reagisci, maledetto! Non vuoi darmi soddisfazione, eh? Ti credi migliore di me, vero? Però alla fine Marie ha sposato me! Allora, non ti rode neanche questo?”

“……”

“Fottuto…!!! Quanto mi fai incazzare! Usciamo fuori e risolviamola da uomini!”

“……”

“Cosa? Non sei abbastanza uomo da incrociare i pugni col tuo vecchio amico Nile? Hai paura, eh?”

“Proprio non se ne accorge…”

“Inizia a farmi pena…”
“A me no.” –fece spallucce Levi, considerando che forse sarebbe stato comunque bello vederlo mollare un pugno ad Erwin prima di metterlo a nanna prima che diventasse troppo molesto.

“Hai proprio deciso di ferirmi nel profondo, eh bastardo? Cosa ti ho mai fatto per meritare tanta freddezza da te? Vero, abbiamo percorso strade diverse e abbiamo idee diverse, ma pensavo in fondo ci saremmo sempre rispettati! Alzati e battiti con me, Erwin!”

“Ok, basta, se diventa drammatica poi non ci divertiamo più.”

Levi stese Nile con una bottigliata e, non avendo perso i sensi con gli occhi aperti come l’altro, dovette nasconderlo dietro la libreria.

Hanji sorrise: “Dietro ogni grande rivalità si nasconde una grande amicizia!”
“Si ma non facciamo altre vittime, non abbiamo altri posti per nasconderle.”

“Possiamo sempre metterle fuori dalla finestra accanto a Moblit.” –fece lei con noncuranza.

“Oh, vero, dimenticavo.” –fece lui, noncurante al quadrato.

 

Dopo Nile, fu la volta di un ospite illustre… Illustre quanto prolisso…

“Oh, questo mi fa venire in mente una storia divertente…” –proseguì il giudice Dallis Zackley con le palpebre cadenti- “Per la verità forse più che divertente è solo lunga. Tutto cominciò venti anni fa, o forse erano quindi? A quei tempi chiamavamo “giganti” quelli molto alti, e “quei teppistelli là fuori” i giganti veri e propri, proprio dei bei tempi! Così, mentre io e altri tre miei amici giganti stavamo importunando le cameriere di quella taverna dove si giocava a biliardo, che a quei tempi veniva chiamato “acchiappa la talpa”, ecco che ti salta fuori l’allibratore di mia moglie che pianta un bottone che non la finisce più e allora io, che il giorno prima avevo concimato le begonie di mio cugino, un grande campione di “acchiappa la talpa”, quando non si dedica allo sfoltirsi i peli delle orecchie… Che stavo dicendo? Ricomincerò daccapo…”

Levi ed Hanji, che si tenevano la fronte, annoiati e storditi neanche avessero i postumi di sbornia, accolsero la cosa con smorfie amareggiate.

“Sta blaterando ininterrottamente da venti minuti…”

“Sigh! Fatti coraggio Levi, è pur sempre il giudice Zackley: se lo interrompessimo e si innervosisse potrebbe condannarci a morte o chissà a cos’altro!”

“Sigh! Quasi quasi accetto la morte…” –gemette lui, lasciandosi andare sulla scrivania senza forze residue!

“Persino Erwin che è incosciente si sta afflosciando sulla sedia!” -fece notare Hanji, imbottendosi di carta le orecchie per non dover più subire quello strazio!

“Oh, ai miei tempi si che sapevamo afflosciarci! Pensate che il cognato della cugina di quella megera di mia moglie…”

 

A dar loro la sveglia dagli effetti soporifici di tanta sconclusionata logorrea, nulla di meglio di una persona che aveva fatto delle urla il suo marchio di fabbrica!
“IO SONO IL SERGENTE MAGGIORE KEITH SHADIS, VOSTRO CAPO ISTRUTTORE! << HIC! >> DA ADESSO LA PRIMA E L’ULTIMA PAROLA CHE USCIRÀ DA QUELLE FOTTUTE BOCCHE DEVE ESSERE “SIGNORE”, SONO STATO CHIARO?! << HIC! >>”

“Signor si, signore! Ah! Poche parole, semplici e concise!” –si commosse Hanji.

“Così lui è di quelli che con l’alcol si “potenziano”, eh?”

“Voi valete meno di zero! Siete un branco di inutili sgorbi buoni solo a diventare cacca di titano! Ma io vi plasmerò e farò di voi delle fottute macchine da guerra pronte a battersi per il genere umano!”

“Tsk, i titani non defecano, giusto Hanji?” –era stata proprio lei a spiegarglielo durante una delle missioni, subito dopo che le aveva impedito per un soffio di dimostrare la cosa di persona facendosi ingoiare da uno di loro…

Ma qualcuno non gradì quella correzione: “CHI HA PARLATO?! CHI CAZZO HA PARLATO?! CHI è QUELL’INFIMO MICROBO SACCENTE EMOTIVAMENTE STITICO CHE HA FIRMATO LA SUA CONDANNA A MORTE???”
Hanji si sturò l’orecchio e poi indicò Levi.

“Colpevole.” –ammise Levi, incrociando le braccia senza alcun timore degli occhi infossati e iniettati di sangue fissi su di lui- “E comunque io non sono più una recluta da parecchio tempo e sterminare i giganti lo so già fare benissimo, quindi…”

<< STONK! >>

Shadis lo aveva ribaltato dalla sedia con una testata.

Quando riaprì gli occhi, vide in alto la minacciosa ombra dell’istruttore, nel meglio del proprio delirio militaresco, oscurare il soffitto coi suoi occhi strabuzzati e col dito indice puntato contro di lui.
“IN PIEDI! TU QUI NON PARLERAI! TU QUI NON TE LA TIRERAI! QUI SI RIGA DRITTO E BASTA, BRUTTO SACCO DI MERDA FORMATO MINI! ORA VATTI A  FARE CINQUANTA GIRI DI CAMPO!”

Appena le urla si placarono, riuscì a giungergli alle orecchie il suono soffocato di Hanji che cercava in tutti i modi di non farsi sentire mentre rideva a crepapelle.

“Me la pagherai questa…”

 

“Su, Levi, un incidente di percorso può capitare!” –disse con gentilezza Hanji, cercando di sciogliere il broncio in cui si era rinchiuso Levi dopo la testata di Shadis.

“Ahio…” –sibilò lui toccandosi il cerotto che gli copriva il bernoccolo sulla fronte.

“Non pensarci più, e goditi questo spettacolo! Ah ah ah!”

Andava in scena infatti la inflessibile e rigorosa Riko Brzenska: il suo palcoscenico era la scrivania, sulla quale era balzata euforica, e loro il ristretto pubblico di fortunati che avrebbero testimoniato il suo più completo dare di matto!

“Ah ah ah ah! Come mi sento bene! Come mi sento leggera!” –esultò saltellando e ballando sul tavolo- “Niente più lavoro, niente più comandanti ebeti, sono liberaaaaa! Libera come un uccello! Libera di spassarmela! Ah ah ah ah! Guardatemi! Sono fuori di testaaaaaa! Yeah!”

“Si, lo vediamo.”
“Ah ah ah! Guardatemi, posso ballare! Posso cantare! LA-LA-LA-LAAAAAAAA! Posso sbottonarmi la camicia e far vedere che lo spacco ce l’ho anch’io! Chi è quella col sesso confuso ora, eh?” –li punzecchiò protendendosi col busto in avanti.

“Hanji.” –rispose Levi senza dubbi.
“EHI!!!”

“Umpf!”

“Tsk!”

Se era un modo sottile per far aprire anche a lei un bottone o due poteva scordarselo!

“Ah ah ah! Un altro bicchiere!”
“Aspetta, potrebbe farti male!”

Ma l’ebbra Rico l’aveva già vuotato in un sorso: “Aaaaah! Niente può farmi del male! Nessuno mi può fermare adesso! Me ne andrò a divertirmi! A ballare! A rimorchiare bei ragazzotti! Glielo farò vedere a tutti quanto sono femminile! Anzi, lo sarò ancora di più!”

“Rico, non far cose di cui potresti pentirtene!” –cercò di tirarle le briglie Hanji.

“Tipo? Farmi le extension, smaltarmi le unghie, truccarmi, comprarmi delle nuove scarpe col tacco alto e darmi allo shopping lanciando occhiolini a tutti i bei manzi della città? SI! LO FACCIO!”

“Rico!”
“AH AH AH AH AH! VIVA LA VITAAAAAAAA!”

Sfondò la porta con un calcio e filò via prima che potessero fare alcunché.

Levi ridacchiò: “Qualcuno domani si sveglierà con una bella chioma fluente e piangerà lacrime amare.”

Hanji provò a prenderla con filosofia: “Oh, beh, un cambio di look ogni tanto non fa poi male.”

“Anche uno shampoo ogni tanto, sai?”

“Anche le proteine durante l’età dello sviluppo.”

“…… Uno a uno…”

“Eh eh!”

 

Giunse così il momento fatidico dello stiracchiamento sulla sedia.

“Beh, sembra proprio che abbiamo finito.”

Rivolse poi a Levi un sorriso ironico: “Che peccato, eh?”

“Un po’ si.”

“Davvero?” –chiese entusiasta.

“Davvero, testata a parte, e a parte anche i brividi che quella statua-Erwin mi mette ogni volta la guardo…”
“Si, neanch’io lo metterei mai nel mio salotto.”

Voleva essere sincero con lei, dopotutto era stato un bel passatempo, ed ora era a conoscenza di tanti bei particolari imbarazzanti con cui rider dietro, e in faccia, a cadetti, colleghi e superiori!

“Non ci resta che un’ultima cosa allora…”
Aveva parlato troppo presto forse: “Sarebbe?”

“Tocca a noi due!”

Gli presentò in una mano la bottiglia di sidro, quello che aveva messo ko Armin, e nell’altra mano due bicchieri puliti.

Si rasserenò: “Umpf! In effetti vedere gente che beve ti mette sete. Dì la verità però, ti dispiace di non poter vedere ubriaco anche me.”
“Tranquillo, su quello ci lavorerò!”

“……” –come non detto…

“Brindiamo! Al mio complice!”
“A quella tua testaccia, Quattrocchi! E a tutti quelli che domani si sveglieranno coi postumi!”

“Mmm, in effetti non pensi dovremmo analizzare anche i postumi per concludere il nostro lavoro?”

 

 

 

Non lo pensate anche voi, cari lettori? ^__°

Non si può certo lasciare conclusa così questa assurdità parto della mia mente malata quasi quanto quella di Hanji! XD Penso ci siano tutti gli ingredienti almeno per un altro capitolo, che sperò vedrà la luce a breve, e col quale spero di continuare ad intrattenervi e rallegrarvi.

Certo il paragone tra Shadis e il sergente Hartmann è un po’ scontato e già usato per altre parodie, ma non ho saputo resistere XD Zackley trasformato in un “Nonno Simpson” invece è stata una bella trovata secondo me XD

Un grazie a tutti coloro che hanno commentato il primo capitolo e un altro anticipato a tutti coloro che commenteranno questo! Il vostro buonumore significa molto per me!

A presto!

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Capitolo 3
*** I postumi - Parte prima ***


Ehilà! Tutto bene? ^__^

Che dire, doveva essere una storia breve, da scrivere di getto e senza pensieri… Poi prima le idee si accumulano e si allunga il brodo, poi la vita e i suoi pensieri si intromettono, poi i cali di ispirazione… Perdonatemi! >__< So di starla trascinando e di aver rallentato molto il ritmo, ma credetemi, farò del mio meglio per portarla a termine: vi ho promesso i postumi, e i postumi avrete! XD
Siccome mi sono accorto di quanto avevo già scritto nel frattempo, e considerate le parti mancanti, non volevo ne uscisse un capitolo eccessivamente lungo, quindi ho deciso di spezzarlo in due parti, di cui eccovi la prima!

Mi auguro sia di vostro gradimento e di non essere sceso di qualità e mordente… Perdonatemi, è un periodo un po’ così >__< Spero mi direte nei commenti!

Buona lettura a tutti!

 

 

Il mattino seguente Hanji procedeva ben tre passi avanti Levi e Moblit, ansiosa, spasmodica, elettrizzata, eccitata all’idea di osservare gli effetti tardivi e i risultati finali del suo studio sugli effetti dell’alcol sulle persone; inteso come persone alla portata delle sue grinfie.

“Uh uh uh! Uh uh uh! Uh uh uh uh!”

“Per quante volte io senta questa risata, mi sembra sempre la prima…” –disse Moblit.

“Tutto a posto tu?” –gli domandò il caporale che procedeva al suo fianco, adocchiando i cerotti che aveva qui e là sul viso.

“Si, signore: non si può essere l’assistente di Hanji Zoe se non resisti neanche a una defenestrazione.”

Da un metro da terra poi…

L’impetuosa occhialuta spalancò le porte della sala comune, ai cui tavoli aveva riunito le sue adorate cavie, prese un bel respiro, ed esordì con un raggiante: “Buongiorno!”

Cui fece eco un coro di grugniti stanchi, gemiti lancinanti, sospiri esausti, bofonchi irritati.

Non erano per niente entusiasti di vederla, né potevano in alcun modo condividere, quel mattino, il suo concetto di “buongiorno”…

“Come ci sentiamo oggi, cari?” –domandò a quel coacervo di facce stomacate e mani che tenevano su le fronti pulsanti.

“Capacità di leggere l’ambiente, zero.” –commentò Levi.

“Caposquadra…” –sospirò Moblit.

“Avete i postumi della sbornia, eh? Non vi preoccupate! La vostra Hanji ha portato apposta per voi un ritrovato miracoloso che vi rimetterà in sesto in men che non si dica! Mostra, Moblit!”

Il suo assistente, da improvvisato valletto, esibì niente più che una caffettiera formato maxi.

“……”

“Naturalmente ve lo somministreremo non appena avremo raccolto gli ultimi dati!”

Un lamento esplose nella sala, insieme al rumore di facce che si schiantavano sui tavoli.

“Ci siamo tutti?”

“Quasi.” –esordì Erwin alzandosi dalla propria sedia a braccia conserte- “Il giudice Zackley stamane mi ha mandato un messaggio per chiedere di ringraziarvi: dice che erano anni che non si sentiva così giovane.”

“Evvai!” –esultò a voce bassissima Hanji, nascondendo un’esultanza a pugno chiuso.

“Umpf!” -anche Levi si rilassò: l’avevano sfangata! 

Non avevano idea di dove fosse andato il giudice una volta lasciato lo studio (dopo averli subissati di blaterio al limite della sopportazione), ma in qualunque modo quel vegliardo ringalluzzito dall’alcol avesse passato la serata, doveva essersela spassata alla grande!

Erwin si accigliò: “Ringraziate la vostra fortuna sfacciata, per stavolta vi è andata bene! La sola ragione per cui non vi ho già degradati e mandati a raccogliere patate nei campi è che non ricordo assolutamente nulla delle ultime ventiquattro ore, quindi non ho nulla per cui incriminarvi!”

“Signore!” –alzò la mano Sasha- “Insisto affinché raccolgano le patate, signore!”

“Aggiungeteci che Nile della Gendarmeria è stato visto aggirarsi furtivamente in mutande per tornare al suo quartier generale, notizia che mi ha divertito oltremodo, posso anche fare lo sforzo di perdonarvi…”

Levi, autore dello scherzetto all’antipatico comandante rivale, rise a crepapelle… dentro di sé e mantenendo fuori la sua espressione statuario, ovvio!

“Ma dovrete pagare la finestra che avete rotto coi soldi che decurterò dalla vostra paga, più una multa per il disordine e i ritardi causati alle attività della Legione!”

Hanji e Levi si misero obbedienti sull’attenti, disposti ad accettare una comunque giusta punizione.

“Agli ordini, comandante!” –fece Hanji- “Lei è troppo buono.”

“Non eri male come statua da giardino.”

“Hai detto qualcosa, Levi?” –si girò di nuovo Erwin.

“Niente…”

“Levi, ringrazia che non ci ho aggiunto anche i danni morali, perché dovreste risarcire alcuni dei presenti al punto da ridurvi in mutande!”

Si udirono da un angolo i singhiozzi di una insolita Rico Brzenska: cercava di dare il meno possibile nell’occhio, ma coi capelli lunghi e fluenti, dita smaltate del loro stesso colore, tracce di ombretto ancora sugli occhi e lenti a contatto, non faceva che attrarre le attonite occhiate di tutti quelli che la ricordavano un tantino più sobria…

“Sigh! Non guardatemi! Sembro una battona! Sigh!”

“Dai, non esagerare!” –la tirò su Sasha.

Jean si unì a lei, avvicinandosi anzi per osservarla meglio, con un sorrisetto stampato in volto: “Infatti, non sei niente male: non pensavo potessi essere così femminile!”

“Io non dovrei essere femminile! Dovrei sembrare una seriosa e imbronciata segretaria rompiscatole! E invece in tasca ho gli indirizzi di ben tre ragazzi! Che cosa ho fatto?! Cosa sono diventata?! Un mostro! SIGH!”

“Puoi pensare di essere diventata un mostro, o accettare il fatto che questo taglio di capelli ti stia molto bene.” –poi si girò, si mise in una posa sgargiante col mento tra le dita e scagliò la sua freccia- “Anche se non sono belli come i capelli di Mikasa, certo.”

“Spiacente, Jean.” –fece il suo bersaglio, più che mancato, senza neppure girarsi verso di lui- “Non sono abbastanza ubriaca per dar retta alle tue avance.”

“M-ma hai detto che voi Ackerman non potete ubriacarvi, giusto?”

“Appunto.”

E in un istante il baldo casanova si ritrovò in un blocco di ghiaccio.

“Umpf, saprei fare di meglio…” –commentò dal suo posto una Annie piena di occhiaie.

Intanto Hanji, subita la doverosa ramanzina, si decideva a scrutare un po’ meglio l’ambiente: “Che aria torva che c’è qui…”

“Cosa si aspettava, caposquadra?” –si grattò la testa Moblit, a cui Hanji aveva dato il “ritrovato miracoloso” anti-sbornia in anticipo- “Ha fatto una strage! Non ha risparmiato nemmeno me!”
“Ma se ti avessi risparmiato avrebbe significato non tenerti in alta considerazione come appunto è!”

Moblit arrossì: “Beh…”

“Eh eh, dì la verità, se non ti avessi coinvolto ci saresti rimasto male, lo sai anche tu.”

Il biondo rise imbarazzato: “Andiamo! Ecco, forse…”

“Infine Moblit, la tua caposquadra non è rimasta sorda al tuo grido d’angoscia! Attraverso l’alcol hai rivelato il tuo desiderio di essere protagonista, e così sarà!”

“Preparati, ora arriva la mazzata…” –gli bisbigliò Levi!

Hanji estrasse fulminea dalla tasca penna e taccuino e glieli porse: “Sarai tu oggi a condurre le interviste!”

“I-io?! C-cioè, che dovrei…”

“Solo raccogliere le impressioni delle vittime, cioè, dei gentili partecipanti!”

“Ho sentito solo io << vittime >>?”- chiese Armin ai suoi compagni di sventura!

“Come si sono sentiti, cosa ricordano, come si sentono, se si sono risvegliati nudi nel letto di qualcuno (a qualcuno sarà successo di sicuro…), robe così! Un incarico di grande responsabilità! Sei senza parole, eh?”

Più che altro perché impegnato a deglutire al pensiero di doversi gettare in prima linea in mezzo a quella selva di malumore e occhiatacce che la sua caposquadra aveva generato! Purché non volessero sfogare su di lui il loro desiderio di vendetta!

“Nel frattempo Levi, ci prendiamo anche noi un po’ di caffè?”
“Tsk, bevila tu quell’acqua sporca! Dov’è il mio tè?”
“Qualcuno dovrà andare a farlo, ma Moblit deve raccogliere i dati… Erwin, ci pensi tu a…”
Tre semplici parole e uno sguardo terrificante: “Catena di comando.”

“E va bene, vado a farlo io! Uffa, ma che avete tutti stamattina?”

“……” –rimase senza parole Levi.

Lasciò che Hanji uscisse imbronciata dalla sala e, procuratosi una sedia, volle osservare, curioso com’era, e anche un po’ sadico, cosa avevano da dire gli altri: di sicuro ci sarebbe stato ancora da divertirsi!

I primi a cui si rivolse Moblit per l’indagine a lui appioppata furono Eren e Mikasa.

“Sigh! La mia immagine è rovinata! Prima divento un titano, poi dico di volere un amico titano… Ci manca solo inizi ad addentare la gente! Chi mi starà più a sentire quando sbraiterò di volerli sterminare tutti adesso?”
“Veramente non ti stavamo a sentire neanche prima…” –sbuffò Jean.

Sasha, subodorando il pericolo, cercò di agire in anticipo: “Eren, se prometti di non addentarci ti do questa patata… Facciamo mezza…”

“Sono finito! Finito!”

“Su con la vita…” –provò a rassicurarlo in maniera incerta il buon Moblit- “Tutti abbiamo detto, o fatto, cose strane dopo aver alzato un po’ il gomito, non darci troppo peso! E tu che mi dici, Mikasa?”
“Che non ho fatto niente! Niente per cui dovessi essere arrestata!” –si impuntò la ragazza corvina, di solito sempre posata, e ora irritata al punto da sbattere la mano sul tavolo- “Ve l’ho detto: stavo togliendo i vestiti ad Eren solo per metterlo a letto!”

“Si, come no.” –fece Erwin, rimanendo convinto della bontà della sua decisione- “Figurarsi se ti avessimo lasciato campo libero con lui in quelle condizioni cosa saresti stata in grado di fare!”

Mikasa si impettì: “Credetemi, non ho certo bisogno dell’alcol per abbracciare Eren mentre dorme.”

“Cosa fai mente dormo?” –chiese sbalordito il fratello!

L’intervistatore cercò di acquietare i toni: “Si sa, l’alcol può rendere particolarmente affettuosi a volte, non c’è da vergognarsene.”

“Mikasa, a che si stanno riferendo?”

Lesta, sua sorella gli strinse la mano e, circondandosi di luccichini, lo guardò dritto negli occhi: “Eren, qualunque cosa tu possa sentire, ricordati che tua sorella ti vuole un bene grandissimo, e non desidererebbe mai per te qualcosa di spiacevole.”

“…… Mikasa, se fai così non mi rassicuri affatto, anzi, mi stanno venendo i brividi…”

Moblit pensò non fosse bello intromettersi in quel bel quadretto familiare e passò oltre!

“Potresti descrivere l’esperienza che hai vissuto?”

Armin alzò lo sguardo, estasiato nel riportare alla mente sensazioni, luci, colori, forme, suoni, stati d’animo: “Fuori dal comune, straordinaria: ciò che non mi è stato portato via dall’oblio del giorno dopo è sublimato in una condensazione di tale impatto che la mia mente soffre nel tentativo di tenerla racchiusa in sé.”

“Sarebbe a dire?”

“Che mi scoppia la testa!” –spiegò, racchiudendosi tra le mani la chioma bionda, come a volersi tenere la bionda capoccia tutta insieme!

“Non ho mai sperimentato un’emicrania peggiore… Inoltre, mi è venuto da pensare che mi piacerebbe tanto rifarlo, quindi inizio ad avere il terrore che potrei diventare un alcolizzato! Sigh!”
Levi liquidò la cosa con uno sbuffò: “Considerata la quantità d’alcol che ti basta per partire in quel modo, non corri affatto questo rischio!”

Ma ormai Armin era a ruota libera: “Addio neuroni, addio piani, addio trucchetti psicologici! Il mio futuro è a un angolo di strada come barbone in attesa che il fegato mi molli! Perdonatemi amici, sono una delusione! Sigh!”

Eren e Mikasa si guardarono tra loro incerti…

Moblit annotò il caso come “postumi depressivi” e provò a rivolgersi a qualcuno un tantino più allegro.

“Voi come vi sentite? Lamentate anche voi emicrania o altri sintomi rilevanti?”

“Veramente no, io sto benissimo!” –rispose Sasha raggiante.

“Anch’io, anzi, sto una favola!” –le venne dietro l’inseparabile Connie- “Ieri è stata una delle serate più spassose di sempre, vero Sasha?”
“Oh, andiamo!” –sbottò Levi, irritato dal vederli così raggianti a dispetto dell’ecatombe imperante intorno a loro- “Non è possibile non abbiate avuto alcun effetto negativo! Niente vertigini? Niente torcimenti di budella? Niente danni cerebrali permanenti?”

Il suo torvo sguardo inquisitore affrontò, per lunghi secondi, i loro innocenti e disarmanti sorrisi ebeti.

“…… Lasciamo stare.”

Non c’era alcunché da danneggiare in quelle due zucche!

“Ah ah ah, in effetti ieri ci siamo scatenati!” –iniziò a raccontare Sasha- “Ci siamo intrufolati nei magazzini della Legione di nascosto, sembravamo proprio due spie, che emozione! E abbiamo trovato tantissima roba squisita!”

Connie sbavò con lei: “Già! Peccato però che poi ci hanno scoperti e arrestati…”
“Vero…” –si abbacchiò Sasha, ma solo per un’istante- “Però poi siamo riusciti ad evadere! Connie ha usato un pezzo di pane secco per piegare le sbarre!”

<< Ma quanto era vecchio quel pane?! >>

<< Nota mentale: basta risparmiare sul budget per le celle… >> -fece tra sé e sé Erwin, colpevole all’epoca di aver lesinato sulla qualità dei materiali, e di aver sottovalutato la potenza del pane raffermo.

“Poi siamo andati a divertirci insieme per la città! Anche se non ricordo niente da un certo punto in poi…”

“Neanche io… Chissà che abbiamo fatto?”

Levi scosse il capo: “Da voi due ormai posso aspettarmi di tutto!”

In quell’istante le porte della sala si spalancarono fragorose: “Connie Springer e Sasha Blouse! Sono presenti?” –chiamò con voce imperiosa il capo dei Gendarmi Nile in persona, alla testa di un gruppetto dei suoi!

Il tempo per Levi di girarsi e Sasha e Connie si erano vaporizzati sotto il tavolo!

“Ho qui un ordine d’arresto! Siete accusati di schiamazzi, disturbo della quiete, oltraggio a pubblico ufficiale ed atti osceni in luogo pubblico!”

Levi reagì solo all’ultima voce, tirandoli fuori dal tavolo per le orecchie: “Frena, frena! Atti cosa?!”

I due rossissimi lo guardarono straniti e poi si guardarono tra loro, incapaci di dare una spiegazione per via dell’amnesia!

“Guarda chi si vede, Nile.” –si alzò Erwin- “Ti sei scomodato di persona?”

“Tu non ti impicciare, Erwin!” –ribatté lui brusco- “Ho un conto in sospeso con te, mister “superiorità”!”

“Cosa?”

Prima che potesse chiedere spiegazioni, i due ragazzi gli si gettarono ai suoi piedi imploranti: “Comandante la prego, ci salvi! Abbiamo esagerato ma non eravamo in noi! Sigh!”

“Ehi, Nile” –si erse ad affrontarlo Levi con aria strafottente- “Ti pare coerente arrestare questi due con una simile imputazione con quello che si sente dire in giro su di te?”

“Dannato piccolo…” –si trattenne per un pelo davanti il sorrise del colpevole di quel brutto scherzo- “Le altre accuse sono più che sufficienti: ieri quella testolina rasata ha vomitato sulle scarpe di due gendarmi!”

“Ecco dov’erano finiti gli effetti negativi.” –si spiegò Moblit.

Erwin intanto, incapace a resistere oltre agli sguardi da cuccioli spaventati di Connie e Sasha si decise ad intervenire: “Nile, ascolta, non puoi punire questi due ragazzi per qualche paia di stivali sporchi, anche noi abbiam combinato guai con l’alcol quando eravamo giovani, senza contare poi che non sono neanche loro i veri responsabili…” –precisò lui, ben conscio di trovarsi in una riunione di “vittime” innocente della follia altrui- “Non possiamo arrivare a un compromesso? Non c’è niente che ti farebbe ritirare le accuse?”
“Beh…”

 

<< In un modo o nell’altro ci sono finito in mutande… >> -pensò Levi, costretto a rimanere davanti a tutti in stivali e boxer per il diletto dell’ispido Nile.

Un atto osceno per cancellarne un altro!

“Eh eh eh, rimani così ancora un minuto, il tempo di stamparmi in mente la tua immagine in questo momento!”

Levi per accontentarlo si mise addirittura in posa: col gesto dell’ombrello.

“Voi due teste di cavolo, spero mi siate riconoscenti.”

“Su, ringraziate il caporale.” –li incoraggiò Erwin.

Sasha e Connie piegarono il capo in segno di scuse: “Grazie, signor caporale, ci perdoni! Non alzeremo mai più il gomito!”

“Bah!” –perlomeno il suo spogliarello aveva avuto un significato educativo.
“Il tè è pronto!” –arrivò in quel momento Hanji con un bel vassoio fumante.

“……”

“……”

Gli occhiali di Hanji si appannarono: “… Per me? Oh, ti ho solo portato il tè, non dovevi, Levi! Ih ih!”

Levi si fece di fuoco: “QUATTROCCHI DI M…”

“C-che ne dice, caporale, vogliamo proseguire le interviste tutti insieme?” –lo trattenne Moblit appena in tempo.

Moblit, Hanji e Levi sorseggiarono dalle loro bianche tazze all’unisono e poi osservarono, come in uno specchio, i tre di fronte a loro.

“Allora… qualcosa da dichiarare?”
“Mi sento uno schifo, come se dei titani stessero facendo le capriole dentro la mia pancia…” –mugugnò un pallido Reiner tenendosi la testa, un quadro del tutto opposto alla spacconeria del giorno prima- “Stamattina devo aver vomitato quanto uno di loro…” 

Al sentirlo recidivare, Berthold fece subito partire uno scozzetto dietro la nuca.

“Ahio! Non è che la mia testa sia messa meglio, pietà!”

“Caro Reiner, i titani, così come non defecano, neanche vomitano.” –spiegò Hanji con aria saccente.

“Non ne sarei così sicuro…” –badò di non farsi sentire il muscoloso biondo…

“Tsk, patetico.” –storse il naso Levi: sono tutti bravi a dirsi capaci di reggere l’alcol, fintanto che non devono affrontarne le conseguenze…

Moblit intanto osservava compassionevole i volti apatici di Berthold e Annie.

“Tutto… tutto a posto?”
“Certo…” –scrollò stancamente le spalle lo spilungone.

“A meraviglia…” –aggiunse la bionda a testa bassa.

“Dopotutto non mi sono mica dichiarato involontariamente alla ragazza che amo prima che fossimo entrambi emotivamente pronti…”

“Già, come io non ho piagnucolato come una bamboccia con la cotta rovinando per sempre la mia immagine…”

“Esatto, mica ho sentito Annie dire che vorrebbe che Armin si facesse avanti con lei…”

“E figuriamoci se io mi ricordo di Berthold che sbatte la testa sul tavolo chiedendosi perché io non lo ami…”

Ad ogni frase la nube di depressione sulle loro teste di faceva più cupa, facendo formare un immenso gocciolone dietro la testa di Moblit.

“Ehm… Certo… Possono succedere cose “strane” mentre si è sbronzi, ma in fondo finisce lì.”

Hanji fece l’occhiolino: “Nessuno lo saprà mai, dico bene?”
“MA LO SAPREMO NOI PURTROPPO!” –piansero in coro Berthold e Annie spalmando le facce tristi e imbarazzate sul tavolo!

“Non avrò mica cantato mentre ero ubriaco, vero?” –chiese Reiner preoccupato, continuando a tenersi lo stomaco- “Faccio schifo a cantare…”

Incredibile a dirsi, ma il tavolo successivo fu addirittura più depresso del precedente!

“Oi…” –esclamò Levi, per nulla contento di riavere di nuovo la sua squadra nel pieno delle facoltà mentali: non in quello stato almeno.

Lui, Hanji e Moblit non avevano avuto neppure il coraggio di sedersi insieme a quei quattro, tanta la cappa di oscurità che aleggiava sul loro tavolo, né loro alzavano lo sguardo, mentre prendevano la parola l’uno dopo l’altro; sui loro volti era dipinto un mesto ma sicuro sorriso, di chi è caduto in fallo ed ora, tornato in sé, è pronto a pagarne il prezzo.

“Caporale Levi… Ci perdoni, siamo indegni.” –iniziò Gunther.

“Ci siamo comportati come dei deficienti…” –proseguì Eld.

“E come delle bestie…” –aggiunse Petra.

“Capiremo benissimo se vorrà trovarsi una nuova squadra.” –finì Oluo.

“Ma di che diavolo state parlando?!”
Non a tutti purtroppo, dopo una notte brava di eccessi, è dato il consolo di un’amnesia per non dover fare i conti con le cavolate che si è combinate, come era stato per Connie e Sasha!

“Ragazzi, non ho la minima intenzione di sbarazzarmi di voi. Anzi, se può farvi stare meglio potremmo tutti insieme pestare la Quattrocchi che vi ha trascinato in questa assurdità.” –non che lui non meritasse una dose di pestaggio per non averla fermata.
“Oh, Levi, il tuo attaccamento alla tua squadra è davvero toccante…” –fece lei sarcastica.

“Sentite, quello che è accaduto in quella stanza, resterà in quella stanza: nessuno verrà mai a sapere che vi siete comportati da perfetti idioti, del tuo “sguardo seducente” e dei modi poco ortodossi di Eld di soccorrere la gente. Siete pur sempre la mia squadra, siete i migliori, e non mi sogno neanche di rimpiazzarvi. Con chi dovrei farlo poi? Il ragazzo-titano? Sua sorella, Miss Simpatia? Faccia da cavallo? I due soliti idioti?”

“EHI!” –reagì in malo modo la platea!

I suoi quattro compagni trovarono così il coraggio di rialzare il capo.

“Grazie, caporale!”
“Ehm…” –si schiarì la voce Petra, arrossendo man mano col proseguire delle parole- “Caporale Levi, c-ci… terrei a chiarire che quando ieri ho provato a “sedurla” e tutta la faccenda di s-sposarvi… Ecco, ovviamente la mia stima nei vostri confronti è puramente professionale, niente… nient’altro ecco…”

“Ma certo Petra, non l’ho messo in dubbio neanche un secondo.”

“…… Neanche… un secondo?”
“No, puoi stare tranquilla, il pensiero che provassi davvero qualcosa per me non mi ha neanche sfiorato.” –la “rassicurò” con veemenza.

“……”

Eld e Gunther si scambiarono un’occhiata, e girandosi verso l’amica riuscirono a vedere l’esatto istante in cui la sua anima abbandonò il suo corpo!

“Uh?”

Hanji e Moblit lo fissarono scuotendo la testa all’unisono: “Non le capisci proprio le donne.”

“DA DOVE ESCE QUESTA ADESSO?!?!?”

Oluo non ci mise un’istante a precipitarsi a consolarla: “Sai, Petra, se ti può tirar su di morale, quell’invito di ieri a prendere qualcosina insieme è ancora valido.”

“Non sono abbastanza ubriaca…”
“Ma se usciamo potresti diventarlo!”

“Sigh! A questo punto… forse si potrebbe provare…”

“EvvAUCH!” –spezzò il suo giubilo la solita inopportuna lingua!

“Come si sente, comandante Shadis?” –chiese Moblit.

“Molto bene, ho subito dei postumi peggiori. << Coff! Coff! >> Purtroppo tutto quell’urlare (più del solito) mi ha fatto venire una brutta laringite.” –rispose il roccioso addestratore con una vocetta acuta e stridente, più che mai dissonante dal suo aspetto da duro- “<< Coff! Coff! >> Accidenti, così non spavento nessuna recluta.”

“Pffff!” –fu la reazione di Hanji e Levi nel tentativo di non farsi scappare da ridere!

Ma Shadis non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno: “Come sta la fronte, piccoletto?”
“Urgh…”
“Che stile, anche con la vocina!” –esclamò Moblit, sicuro che la cosa fosse degna di essere annotata sul taccuino!

Dopodiché i tre intervistatori si alzarono, sgranchendosi, e prendendosi un momento di pausa e di analisi.

“Mmm, molto strano…”

“Cosa, caposquadra?”

“… Ancora non è saltato fuori nessuno che si è svegliato nudo nel letto di qualcuno!”

“E io che pensavo stessi per fare una considerazione seria…” –fece Levi con voce trascinata.

“Ma vorrebbe dire che la mia teoria è sbagliata!”

“Datti tempo, Quattrocchi: ne hai ancora altri a cui chiedere.”
“PERCHÈ LO DICE GUARDANDO PROPRIO ME?!?!?!? BUAAAAAH!” –scoppiò in lacrime la povera Rico (per inciso risvegliatasi nel suo letto con ancora tutti i vestiti).

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