Il ballo in comune

di Sophie_moore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Il complotto di Mirajane ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: L'auditorium della Fairy Accademy ***
Capitolo 3: *** Capitolo due - Si parte con la preparazione ***



Capitolo 1
*** Prologo - Il complotto di Mirajane ***


Il ballo in comune 


 
Prologo – Il complotto di Mirajane 

 

Una chioma bianca si infilò velocemente dentro l'ufficio della preside della sua scuola, una donnina bionda e dalla corporatura minuta. La chiamavano la preside fantasma, in quanto solo in pochi potevano dire di avere avuto il privilegio di parlare con lei. 
«Preside Vermillion.» 
Mirajane Strauss fece un leggero inchino e si accomodò sulla poltrona in pelle scura, accavallando le lunghe gambe. 
«Dimmi tutto, Mirajane.» la donnina si voltò verso di lei, pur rimanendo in piedi sulla cattedra. Ad osservare che non cadesse, il Vicepreside Makarov stava con gli occhi spalancati. «Volevi parlarmi del ballo di fine anno, giusto?» 
«Esattamente. Ho pensato fosse dispendioso portare avanti un progetto del genere da soli, la nostra scuola non ha molti fondi. E lo stesso problema è stato riscontrato nella scuola femminile che frequenta una mia amica d'infanzia. Perciò, in questo momento, sta discutendo con il suo preside per proporgli questo: un ballo in comune.» 
«Un ballo in comune?»  
Mirajane annuì, sorridendo enigmatica. «Si tratta di unire le nostre due scuola per creare un ballo degno di questo nome, senza contare che i fondi sarebbero raddoppiati, dando così la possibilità di organizzare qualcosa di molto divertente ed unico, soprattutto.» spiegò accuratamente, smuovendosi i capelli da davanti al viso con una calma quasi meccanica. 
Prima che la preside potesse parlare, e stava per farlo con l'indice alzato ed una lucina che le brillava negli occhi verdi, si sentirono dei forti schiamazzi provenire dal cortile. In quel momento c'era l'intervallo, ma non erano quel tipo di urla. Tornò a fissare la finestra, la spalancò per sporgersi   dalla ringhiera e vedere meglio cosa stava succedendo.  
«Quegli sbandati, sempre loro!» brontolò il vicepreside, scuotendo la testa esasperato. Mirajane ridacchiò a bassa voce, mentre la preside se la rideva di gusto. 
«Sono sicura che i nostri Fernandez, Dragneel, Fullbuster e Redfox ne beneficeranno.» Mavis Vermillion sogghignò,poi voltò leggermente il capo per guardare negli occhi cristallini di Mirajane. «Ti occuperai tu dei dettagli, giusto?» 
«Assolutamente.» 
«Molto bene. Allora il mio permesso è accordato su tutta la linea. Makarov!» 
Il vicepreside saltò sul posto ed interruppe la maledizione che stava mandando ai ragazzi in cortile. «Sì, preside?» 
«Lei aiuterà Mirajane per quello che servirà. Mi raccomando, dovrà essere tutto perfetto! E che quei quattro abbiano qualcosa da fare, o distruggeranno tutto quanto.» ordinò, perentoria come un generale in guerra. 
«Col suo permesso, preside Vermillion, mi metto subito al lavoro.» la ragazza si alzò in piedi e fece di nuovo un lieve inchino, poi si dileguò dalla stanza. Sentiva la preside ed il vicepreside che discutevano e bisticciavano, sicuramente perché la donna aveva proposto qualcosa d'assurdo per il tema del ballo, ma lei aveva altri piani.  
Degli uccellini per i corridoi della scuola avevano sentito di una qualche pseudo relazione tra i quattro scapestrati e delle ragazze nella scuola di Erza, tra cui lei stessa, e di sicuro non poteva farsi sfuggire questa opportunità per scoprire come sarebbero andate avanti le cose.  
Si sfregò le mani: non vedeva l'ora di iniziare! 


*** 

 
«Preside Dragneel!»  
Erza spalancò la porta della presidenza con il fiatone. Appena ricevuta la conferma da parte di Mirajane si era fiondata a cercare il preside della sua scuola d'élite nel suo ufficio, ma non era andata proprio come aveva sperato.  
«Vicepreside Geer…»  
Riconobbe la fluente chioma nera legata in una coda, ma non vide i capelli sbarazzini del suo superiore. 
«Signorina Scarlett. Cercava il preside?» l'uomo si mise in piedi, lisciando la poltrona girevole in modo che il preside non se ne sarebbe accorto una volta che ci si fosse seduto sopra. «Al momento non è qui, sta intraprendendo una ricerca antropologica ad est.» spiegò, sfiorando il profilo della cattedra in legno pregiato, quella che sembrava nuova a causa dei continui spostamenti di Zeref Dragneel.
«Oh. Sarebbe possibile chiamarlo? Per Skype, magari?» Erza non era a proprio agio col vicepreside, aveva un sorriso spesso poco rassicurante e pareva che dietro ai suoi occhi si celasse una verità indicibile. Onestamente, avrebbe preferito poter fare di propria iniziativa, ma visto che servivano i soldi della scuola non poteva muoversi senza il permesso di preside e vicepreside. 
Il vicepreside sbuffò, aprì il portatole sulla scrivania e lo accese. In una manciata di minuti il viso regolare e fin troppo stanco del preside Dragneel sostituì il salvaschermo con i pesci. 
«Erza!» l'uomo si avvicinò allo schermo del cellulare, in modo da far scorgere il meno possibile del paesaggio circostante. 
«La signorina ha insistito tanto per parlare con lei, credo voglia proporle qualcosa.» 
«Parla allora!!» 
«Stiamo pensando di organizzare un ballo in comune con un'altra scuola, servirebbero le vostre autorizzazioni.» spiegò Erza, in posizione perfettamente eretta come un bravo soldato. 
Zeref Dragneel si guardò intorno, come a decidere sul da farsi, poi scrollò le spalle e tornò a fissare l'obiettivo del telefono. «Io sarò fuori per altri due mesi almeno, sarò presente per i vostri esami di fine anno, ma per l'organizzazione dovrete fare affidamento sul preside dell'altra scuola. Chi è, a proposito?» 
«Mavis Vermillion, mi pare.» 
Gli occhi dell'uomo si sgranarono e aprì la bocca in un chiaro segno di stupore. Il vicepreside Geer fece un sorrisetto che la sapeva lunga ed Erza rabbrividì. «Devo andare, buona organizzazione, hai il mio consenso!» 
Ed il viso di Zeref scomparve nel nulla, facendo tornare l'oceano ed i pesciolini che ci nuotavano dentro. 
«Quindi...» 
«Non voglio saperne nulla. Faccia lei, signorina Scarlett. La riterrò pienamente responsabile del fondo della scuola, e saprò chi incolpare o a chi dare il merito.» decretò formalmente il vicepreside Geer, così che Erza potesse uscire da quell'ufficio e mandare subito un messaggio alla sua amica. 
“I giochi hanno inizio.”






Sophie's sapce___
Avete presente quando si ha un'amica splendida e speciale, un'amica che considerate una srella? Ecco, adesso immaginate di non poterla avere tra le braccia il giorno del suo compleano... che tristezza, vero?
Ecco perchè ho dciso di pubblicare il prologo oggi, perchè Alsha compie gli anni e non posso farle un regalo decente =D
Ebbene sì, questo è il sequel della mia prima long "Il bagno in comune". Come potete notare qualcosa in comune c'è sempre... speravate di esservi liberati di me, vero? E invece sono di nuovo qui! *risata malvagia*
Bene, spero che vi piaccia e che mi seguiate in tanti come con la scorsa long =D Ringrazio tantissimo la mia Tetsu che mi sta aiutando a progettare il tutto, che mi supporta e si trova sempre i miei messaggi imbecilli con idee per scene strampalate XD Grazie Tetsu <3 
Vi abbraccio e vi voglio già un mondo di bene <3 <3 <3 <3 <3 <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: L'auditorium della Fairy Accademy ***


Capitolo uno - L'auditorium della Fairy Accademy






Per quanto Gajil si sforzasse, ci pensasse, cercasse di trovare un buon motivo per cui era in quel posto da snob damerini, non ce la faceva. Sapeva solo che lui e gli altri tre suoi amici erano stati accompagnati direttamente dal vicepreside. E anche lì, nell'auditorium della scuola più prestigiosa di Magnolia, quel vecchietto in versione tascabile continuava a fissarli. Insomma, pensava che non avessero un briciolo di autocontrollo!
Sbuffò e brontolò qualcosa di incomprensibile, digrignando i denti e puntando gli occhi rossi sul palco davanti a lui.
Non gli piaceva affatto stare in quella scuola, c'erano troppe cose che gli ricordavano il gamberetto e lui voleva dimenticare tutto quanto. Da quando la sua “punizione” era finita e non l'aveva più dovuta accompagnare ogni giorno, lei era scomparsa. Era passato più di un mese e ancora nulla, per cui aveva capito che era il caso di lasciarla perdere e radere al suolo ogni ricordo che aveva con Levy McGarden.
Eppure sembrava che stesse andando così bene… scosse la testa e si costrinse a non pensarci. Doveva dimenticare.
D'un tratto le porte si aprirono e dal fondo della stanza sbucò la testa rosso fuoco di Erza, seguita da tutte le studentesse in fila per due dietro di lei. Si andarono a sedere nella parte sinistra dell'auditorium, mentre la Scarlett proseguì fino al palco, per poi salirci sopra e soffiare sul microfono per vedere se funzionava.
Dalla parte destra si alzò Mirajane e raggiunse l'amica, ponendosi di fronte ad un'altra asta. A vederle così vicine non si sarebbe detto che una frequentava un liceo d'élite e l'altra una classica scuola superiore pubblica, fin disastrata per certi versi.
«Compagne e nuovi arrivati, benvenuti!» Erza parlò e tutto tacque.
Natsu saltò in piedi, ma venne immediatamente rimesso al proprio posto dal vicepreside Makarov che gli tenne una mano premuta contro la bocca perché non parlasse e rovinasse tutto.
«Per suggellare la profonda amicizia che lega le nostre due scuole, abbiamo deciso di proporre un ballo in comune.»
Mirajane prese la parola e tutti i ragazzi del suo istituto si ammutolirono. «Sarà un'occasione di festa e di gioia, un momento per conoscere situazioni nuove e persone nuove, oppure per incontrare vecchie amicizie.» fece un sorriso eloquente a Gajil, che venne percorso dai brividi: come faceva quel demonio in bianco a sapere di lui?
«Le nostre due scuole sono piccole, ma sarà solo per gli ultimi due anni, per cui una grossa fetta di noi avrà un compito ben preciso. Io e Mira ci siamo consultate a dovere e siamo arrivate a costruire delle ottime squadre.» Erza fece un sorriso alla sua amica, per poi togliere le aste ed i microfoni e portare in avanti un tavolino sui cui stavano tante buste bianche con altrettanti nomi dentro.

«Secondo te chi ha progettato tutto?» mormorò Levy a Lucy, sprofondando nella seggiola di legno.
«Mirajane, sicuramente. Solo lei sa di noi e loro – diede uno sguardo ai ragazzi che stavano iniziando a scalpitare dalla parte opposta del salone –, per cui penso sia stata un'idea sua… anche perché sta puntando Gerard, la vedete?» Lucy si sporse in avanti, tirando leggermente i capelli di Juvia, che stava seduta di fronte a lei.
«Juvia vorrebbe tanto lavorare con Gray-sama…» la ragazza dai capelli celesti si voltò verso la parte dell'auditorium con un sospiro lamentoso, puntando gli occhi sulla zazzera nera di Gray, che guardava ovunque tranne che dalla sua parte.
«Avete litigato?» Lucy le accarezzò la testa, sorridendo mesta.
«No… ma Juvia vuole stargli più vicino.» abbracciò forte un portachiavi a forma di pupazzo Gray e si dondolò sulla seggiola, mugugnando e lamentandosi.
«Heartphilia, Lockster, McGarden!» Erza si alzò in piedi, afferrando il microfono e pronunciando i cognomi delle sue amiche. Le tre drizzarono le orecchie e puntarono gli occhi sul palco, dove la rappresentante d'istituto sogghignava soddisfatta. «Venite qui, per favore.»
Lucy si alzò per prima, immediatamente seguita da una Levy particolarmente imbronciata ed una Juvia che non faceva altro che mandare baci e cuori a Gray. Dopo poco raggiunsero le due ragazze sul palco, per poi accomodarsi lentamente sulle sedie.
A quel punto, Erza passò il microfono a Mirajane, che balzò in piedi e fece un sorriso inequivocabile.
«Alberona, Denger, Dragneel, Dreyar, Fernandes, Fullbuster, Justine, Moss, Redfox, Strauss Elfman e Strauss Lisanna. Potete raggiungerci?»
Il gruppo si alzò, bisbigliando e cercando di capire come mai avessero chiamato anche loro, ma fu chiaro a tutto l'auditorium quando Mirajane continuò a parlare: «Questo sarà il comitato per il ballo studentesco. Ora potete tornare a seguire le lezioni nelle rispettive classi, noi rimarremo qui per questioni interne al comitato.» con un clic spense il microfono e tornò a sedersi, mentre aspettava che il suo gruppo si avvicinasse abbastanza per poterli incastrare.
Per prime uscirono le ragazze dell'istituto femminile, nell'ordinata fila in cui erano arrivate, poi uscirono i ragazzi della scuola pubblica, capeggiati dal vicepreside Makarov e dalle sue minacce di punizioni e verifiche a sorpresa.
Quando nell'auditorium fu calato finalmente il silenzio ed i ragazzi si furono avvicinati, iniziò la vera programmazione del ballo.
«Per prima cosa dovremmo scegliere il tema.» affermò decisa Erza, battendo il palmo della mano sul tavolo. «Lucy, prendi nota.»
La bionda annuì, tirando fuori dalla tasca della giacca una pennina rosa ed un blocco note quasi alla fine.
«DRAGHI!» Natsu strillò così forte che la maggior parte del comitato si tappò le orecchie per un paio di secondi.
«Che cazzo di tema è “Drgahi”?» bofonchiò Gajil, dondolandosi avanti e indietro sulla sedia.
«Almeno lui ha proposto qualcosa.» Levy gli lanciò un'occhiataccia infuriata, come se avesse voluto ucciderlo.
Gajil ricambiò lo sguardo furente, pronto a ribattere per le rime, ma Mirajane richiamò all'ordine con un sorriso educato.
«Juvia propone il tema Gray-sama!» Juvia si lanciò di peso dalla parte opposta del tavolo, cercando di finire in braccio al suo amato.
«Non ci penso neanche!» Gray si scansò, terrorizzato, e la povera ragazza crollò a terra, ma sempre soddisfatta per essere vicina als uo adorato Gray-sama.
«Non si può fare il tema Gray, Juvia…» Lucy provò a riportarla alla ragione, però non c'era più nulla da fare: si era appesa alla sua gamba blaterando di quanto sarebbe stato bello tappezzare la sala delle foto di lui, e poi avrebbero servito il punch attraverso una statua di ghiaccio raffigurante lui in una posa eroica, magari mentre stava cercando di uccidere un enorme drago sputafuoco…
«Ma perché i Draghi non vanno bene?» si lamentò il ragazzo dai capelli rosa, mettendo su il broncio di un bambino di cinque anni.
«Perchè non puoi renderli un tema per una festa, idiota.» ringhiò Laxus dal suo angolo, scostandosi appena una cuffia da un orecchio.
«Notte stellata?» non che ne fosse troppo convinta, ma Levy ci provò ugualmente. Continuava a pensare al fatto che avrebbe dovuto passare del tempo con Gajil obbligatoriamente, e la cosa la faceva innervosire ed emozionare allo stesso tempo. Voleva scoprire perché ce l'aveva così tanto con lei.
Evergreen scosse la testa, muovendo il ventaglio come accompagnamento. «Banale, banale. Che dite del tema “Fate”?»
«Le fate non sono da uomo!» strillò Elfman, facendo prendere un colpo a tutte le ragazze attorno alla scrivania. «Propongo il tema “virilità”!»
«Ti pare che una fata come me possa accettare una cosa del genere???» Evergreen si sporse sul tavolo ed iniziò a picchiare in testa il ragazzo col ventaglio, mentre questo si lamentava che non poteva reagire con la sorella minore.
«Tema “panna e fragole”!» gli occhi di Erza si illuminarono di emozione.
Lucy le posò la mano sulla fronte, preoccupata. «Erza… non credo si possa fare, sai?»
«Perchè non “rosso”?» Gerard le diede un occhiata dolce quanto la torta che aveva nominato Erza ed entrambi arrossirono, abbassando lo sguardo.
Mirajane si coprì la bocca, fiera del suo lavoro da cupido. «Oh cielo… e se ci travestissimo da persone col sesso opposto?»
All'improvviso calò il silenzio sull'allegro gruppetto. I maschi si lanciarono certe occhiate che non servivano parole, poi Laxus deglutì sonoramente.
«In che senso?» mormorò, pregando tutti i santi di aver capito male.
«Per esempio, io potrei travestirmi da pistolero e tu da ballerina di can-can! Sarebbe divertente, no?» lo sguardo della ragazza era talmente innocente che per un secondo nessuno osò dire nulla. Non si capiva quasi mai quando Mirajane scherzava o diceva la verità, ma era sempre meglio cercare di salvare il salvabile.
«No, affatto!» il coro che si levò fu composto solo dai ragazzi di sesso maschile, tutti con gli occhi sgranati ed il terrore che aleggiava sopra le loro teste. Era chiarissimo che il pensiero comune era “neanche morto”.
«Gray-sama… perché non proponi tu qualcosa?» esclamò Juvia, sempre appesa alla gamba di Gray. Era pronta a sostenere qualsiasi proposta del ragazzo, a prescindere.
«Tanto quello si sveste a prescindere.» Natsu lo interruppe bruscamente ed alzò le spalle, ridacchiando sotto i baffi.
«Che hai detto imbecille?»
«Dove sono i tuoi pantaloni, stupido stripper?»
Gray si guardò in basso e sgranò gli occhi riconoscendo solo i suoi boxer larghi. «Gwaaaaaa, ti ammazzo!!!!» con una naturalezza invidiabile si scollò Juvia di dosso e si lanciò addosso a Natsu, facendolo cadere dal palco e dando inizio alla solita rissa, a cui presto si unì anche Elfman.
Lisanna provò a fermare il fratello, però fu più interessata da una Lucy con lo sguardo perso nel vuoto e la matita che tamburellava sulle sue labbra. «A che pensi, Lucy?» le domandò riportandola sulla terra.
Lucy scosse la testa, ricambiando il gesto cordiale. «Forse ho avuto un'idea…» disse con un filo di voce.
«Spara!» la incoraggiò la ragazza dai capelli argentei, annuendo.
La bionda fece per aprire la bocca, alzò la matita, sbatté le palpebre e…
«Laxus!» la voce di Fried si alzò sopra tutti e gli altri si voltarono verso di lui, chi confuso e chi sorpreso di sentire la sua presenza.
«Cosa Laxus?» il tono di Erza era molto cauto.
«Il tema! Leopardato, muscoli, pelle e musica a palla!» spiegò, come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Sì! Laxus! Laxus!» gli diede man forte Bixlow, immaginandosi tutte le ragazze della Fairy Accademy vestite di pelle e con stampe animalier. Era un motivo nobile, il suo.
Lucy e Lisanna si accasciarono sulla scrivania, mormorando la stessa cosa: «La fiera del pessimo gusto, in pratica…»
«Non voglio altra gente vestita come me.» brontolò il nipote del vicepreside Makarov, scuotendo la testa, categorico.
«Comunque, cosa stavi per dire prima che la fangirl impazzita ti interrompesse?» ridacchiò Lisanna, inclinando la testa di lato.
«Ehi! È solo che ammiro davvero tanto Laxus, e quindi…»
«Piantala, sei imbarazzante.» Laxus lanciò un'occhiataccia a Fried e quello tacque, imbronciandosi.
«Se… mhm… anni '50?» sussurrò Lucy, arricciando le labbra pensosa.
«Anni '50?» domandò curiosa Mirajane, girandosi verso di lei.
«Sì beh… per le ragazze c'è la moda della vecchia Hollywood, per i ragazzi è il periodo gangster…» spiegò la sua idea senza crederci troppo, ma le ragazze sembravano particolarmente soddisfatte.
«Gangster!» Natsu si scrostò Elfman e Gray e si mise in posa, facendo con le mani il segno di una pistola.
«Questa sì che è una grande idea!! Sarà tutto così elegante e raffinato…» Mirajane volteggiò con la mente sulla palestra della Fairy Accademy guardando tutti i ragazzi delle ultime classi vestiti in modo impeccabile e si divertono, e ridono e ballano…
Erza annuì e diede una pacca amichevole sulla spalla dell'amica, che si sbilanciò in avanti. «Molto bene. Siete tutti d'accordo, vero?» passò lo sguardo su tutti i presenti che si irrigidirono e fecero dei leggeri cenni d'assenso col capo. «Perfetto, allora adesso possiamo iniziare a distribuire i compiti.» dalla borsa tirò fuori una lista stampata su un foglio: si schiarì la voce e si alzò in piedi per essere ancora più imponente.
«Come, non li scegliamo noi?» un brivido di terrore percorse la schiena di Gajil, che posò gli occhi color rubino nella sua compagna di scuola che sorrideva innocentemente.
«No, sono prestabiliti.» rispose diplomatica Erza.
«Per prima cosa, abbiamo pensato di assegnare la scelta della musica a Levy e Gajil.» annunciò Mirajane dopo aver raggiunto la sua amica dai capelli rossi, mantenendo quel sorriso dolce ed inquietante allo stesso modo.
«Cosa? No! Non ci penso neanche! No!» Levy saltò sulla sedia, battendo le mani sul tavolo. «Non voglio lavorare con quell'idiota.»
«Paura di lavorare, gamberetto?» Gajil si sorprese nel vederla così imbufalita: era lui che doveva essere arrabbiato, non lei!
«Non chiamarmi gamberetto.» ringhiò a denti stretti, fulminandolo con lo sguardo.«Non voglio stare da sola con lui, fatemi fare qualcos'altro.»
Erza alzò le spalle e scosse la testa, mentre Mirajane faceva una smorfia dispiaciuta. «Ormai abbiamo deciso…»
«Ma…! Non si può fare niente???» provò a lamentarsi anche il ragazzo, che venne immediatamente zittito da un quartetto d'occhi che mandavano fulmini e saette.
Levy si accasciò sulla sedia, incrociando le braccia al petto e stringendo le mascelle. «Me la pagherai…» sussurrò, non si sapeva bene a chi.
Mirajane si schiarì la gola, per niente interdetta da quello che era successo. «Poi, al cibo penseranno Lucy, Natsu, Cana e Laxus.»
«Ma Cana?» Natsu si guardò attorno, cercando la sua compagna di classe. Era stranamente silenziosa, eppure si ricordava di averla avuta come capofila quando si erano avvicinati.
«Dorme… dietro di voi.» gli fece notare allora Lucy, grattandosi la testa imbarazzata. Si voltarono indietro e videro la ragazza castana che sonnecchiava beata ed ignara su una sedia in disparte.
Laxus roteò gli occhi al cielo. «Come al solito…»
«Conviene che ci dividiamo cibo e bevande, così almeno siamo più precisi…» propose la bionda, sorridendo.
«Io lavoro con Lucy! Laxus è noioso!» Natsu saltò su, avvicinandosi all'amica con la sedia. Cana rantolò ma rimase addormentata.
«Mi sta bene, non voglio che mi venga mal di testa.» si difese allora Laxus, alzando le spalle.
«Ehm… poi sarà da svegliare Cana ed avvisarla…» i due compagni annuirono, molto poco interessati, perciò la giovane Heartphilia ebbe il sospetto che sarebbe stato compito suo farlo.
«Juvia e Gray si occuperanno delle decorazioni…-» Mirajane non fece in tempo a finire la frase che Juvia si era illuminata al pari di una stella e si era spiaccicata sul ragazzo.
«Juvia è così felice!!! Gray-sama, lavoreremo insieme!» strusciò la guancia contro quella di Gray, che stava cercando in tutti i modi di allontanarla e non farle male. E, soprattutto, cercava di non toccarle il seno morbido ed invitante che lei gli strusciava addosso senza un minimo di ritegno. Non che non volesse, per carità, ma l'idea di sopportare altre avances decisamente più spinte ed esplicite non lo attraevano affatto.
«Non potete farmi questo! Per favore! Non…»
«Cosa c'è che non va?» Erza inclinò la testa e lo guardò confusa: potevano parlare tranquillamente, tanto Juvia era partita per uno dei suoi viaggi in Grayland.
«Cosa c'è? E me lo chiedi? La conosci la tua amica, sai com'è fatta, si incanta, si perde… adesso non sta neanche ascoltando!» gracchiò, arrendendosi alla presenza opprimente di Juvia attaccata alla sua vita che blaterava di quanto sarebbe stato bello vivere insieme in una grande casa sul lago, che poi come diavolo ci era arrivato? Che ragionamento logico aveva seguito?
«Vedrai che con te saprà fare il suo lavoro.» lo rassicurò la rossa, intenerita. Alla fine Gray era un ragazzo molto buono, andava bene per Juvia.
«Io non credo…» brontolò, sbuffano.
«Hai detto qualcosa, Gray?» lo chiamò Mirajane, sorridendo.
Gray rabbrividì e scosse la testa, irrigidito come un tronco.
«Bene. Elfman, Lisanna, Evergreen e Bixlow vi occuperete dell'intrattenimento.» continuò a leggere dalla lista.
Evergreen ed Elfman ripresero a stuzzicarsi, fissandosi negli occhi come una vecchia coppia di sposini, mentre Lisanna e Bixlow si batterono il cinque, probabilmente gli unici davvero entusiasti dell'incarico ricevuto: già pensavano a come incastrare la vecchia coppia scoppiata e a creare cose divertenti per far passare il tempo al ballo.
«Infine, io, Fried, Mirajane e Gerard penseremo alla pubblicità dell'evento.» concluse Erza, educata. Piegò lentamente il foglio e lo infilò di nuovo nella borsa di cuoio accanto alla sua sedia e osservò le reazioni. In pochi erano contenti di quello che avrebbero dovuto fare, ma era un prezzo che avrebbe pagato molto volentieri per aiutare la sua amica dai capelli bianchi a far accoppiare tutti i suoi amici sbandati.
Si ricordava di quando le aveva proposto quell'idea, era così luminosa ed emozionata! Diceva che solo delle ragazze come loro avrebbero potuto placare gli spiriti ribelli di quei quattro; non aveva proprio potuto dirle di no. Ed in fondo le serviva un po' di svago prima degli esami di fine liceo.



Sophie's space____
Bentrovati, carissimi fan! Adoro il fatto che con il solo prologo (cortissimo, tra le altre) siete accorsi in così tanti, addirittura dieci! Non me l'aspettavo, davvero! Siete adorabili, ed io sono fortunatissima ad avervi u.u
Questo capitolo è un po' di passaggio, sappiate che ho in serbo una serie di disavventure che... beh, leggete e scoprirete! ;)
Un mega abbraccio,
Sophie <3

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Capitolo 3
*** Capitolo due - Si parte con la preparazione ***


Capitolo due – Si parte con la preparazione




Il giorno dopo, appena finite le lezioni, in entrambi i licei l'aria che si respirava era tesa.
Nessuno aveva osato rivolgere la parola a Gajil per l'intera giornata, neanche Natsu che di solito se ne fregava dell'aura nera e andava a rompere le scatole comunque, e furono tutti contenti quando uscì dalla stanza, imprecando in un modo particolarmente volgare.
«Non credo l'abbia presa molto bene,» biascicò Gray mentre rovistava tra le sue cose alla ricerca della sua camicia. Com'era possibile che la perdesse senza accorgersene?
«Non ho capito perché, però,» Cana scese dal suo banco, si smosse i capelli castani e sbadigliò, tirando fuori dal suo zaino una fiaschetta argentata.
Natsu scrollò le spalle e guardò fuori dalla finestra il suo amico che faceva ancora più paura del solito. «C'entra Levy,» asserì sicuro.
«E che ne sai?» Gray alzò gli occhi su di lui ed inclinò la testa: non era il tipo che si impicciava degli affari degli altri, per cui era strano che sapesse una cosa del genere.
«Beh, se non è lei non saprei proprio. È l'unica che gli fa cambiare umore.»
Cana e Gray si scambiarono un'occhiata e sospirarono: speravano che passare del tempo con lei lo rendesse meno scontroso, perché se prima era inavvicinabile, così era davvero ingestibile.
«Ciao ragazzi.» Eflman e Lisanna sbucarono dalla porta, salutando gli amici con una mano.
«Andiamo insieme alla scuola delle ragazze?» domandò allegramente la più piccola dei fratelli Strauss, sorridendo emozionata. Probabilmente era l'unica, insieme a Bixlow, ad essere entusiasta dell'idea di sua sorella.
Gli altri annuirono e si unirono a loro per raggiungere il resto della combriccola della scuola pubblica.
«Gajil?» Laxus si guardò attorno e si sorprese nel non vedere quello sguardo rosso e perennemente corrucciato e l'ammasso di piercings.
«Già andato.» rispose prontamente Cana, dondolando la testa. Il suo amato liquore rubato dalla dispensa del padre stava iniziando a farla sentire allegra senza motivo apparente. Aveva assolutamente bisogno di un aiutino per sopportare una giornata intera con Laxus, perché Lucy e Natsu sarebbero andati per i fatti loro alla ricerca di cibo. Okay, forse dondolare la testa non era proprio la cosa migliore per lei al momento.
«Ma ha già bevuto?» Elfman la osservava confuso. Conosceva Cana da una vita e sapeva benissimo quanto amasse gli alcolici.
«Come farei a sopportare una bellissima giornata con Laxus? Noi due, soli soletti?» cantilenò la ragazza, andando un po' di qua e un po' di là e quindi costringendo tutti a rallentare.
Laxus si passò le mani tra i capelli disordinati e sbuffò sonoramente. Mise le mani possenti sulle spalle della sua amica d'infanzia e cercò di guidarla dritta. Probabilmente avrebbe voluto anche lui farsi un goccetto per riuscire a gestirla.

«Lo vedi che non mi parla neanche?»
Levy fece sobbalzare Lucy sul posto con quella domanda.
«Mhm, perché non provi a parlargli tu?»
La ragazza dai capelli blu spalancò gli occhi e scosse forte la testa. Gajil stava parlando animatamente con Juvia, sembrava che fosse tutto normale, ma quando era arrivato non l'aveva degnata di uno sguardo né tantomeno l'aveva salutata o presa in giro come al solito. La cosa la faceva imbestialire, tremava e riusciva a trattenersi a stento dall'andare da lui e prenderlo a pugni.
«Stare con lui ti ha cambiata, sai?»
Si voltò a guardare la sua migliore amica, che aveva uno dei suoi classici sorrisi luminosi sul volto. Con quel sorriso non sapeva neanche come prendere la frase appena pronunciata.
«Intendo dire, vi influenzate a vicenda. Tu sei diventata molto più energica, più reattiva, e per una come te è un bene enorme! Lui… lui penso che sia diventato un pochino più socievole,» fece una pausa, si picchiettò la matita sul labbro, poi continuò: «forse…»
Levy scrollò le spalle e spostò lo sguardo su Erza, che confabulava con Mirajane.
L'auditorium con solo loro sei all'interno sembrava davvero desolato e spoglio.
Stava per accasciarsi sul sedile quando un rumore fortissimo la distrasse e la spaventò. Subito guardò nella direzione delle porte e le diventò tutto più chiaro.
«Siamo arrivati gente!» strillò Natsu, dando una spiegazione a quel trambusto.
«Natsu perché urli…?» biascicò Cana, da sopra le spalle di Gray. Ad un certo punto lui aveva dovuto prenderla a spalle a causa del troppo ondeggiare, aveva rischiato di inciampare troppe volte per lasciarla sotto le mani di Laxus.
«E tu perché sei ubriaca? Dovresti smettere di bere, almeno in orario scolastico,» la rimproverò il ragazzo mentre la faceva sedere su uno sgabello.
«Gray-sama! Sei nudo…» Juvia abbandonò immediatamente Gajil e corse incontro a Gray, che aveva perso per strada la camicia bianca della divisa.
«Stripper!» lo prese in giro Natsu, sganasciandosi dalle risate.
Il moro deviò abilmente Juvia verso lo sgabello di fianco a Cana con una mossa degna di un ninja e si lanciò addosso all'amico, buttandolo a terra e dando inizio ad una rissa, che presto tirò al suo interno anche Elfman, Bixlow e Gajil.
Lucy li guardava esterrefatta, con la bocca spalancata e probabilmente gli occhi terrorizzati.
«Quanto tempo è passato?» domandò Evergreen a Fried, che si tirò su la manica della camicia.
«Da quando siamo entrati? Cinque minuti esatti,» rispose, per poi sospirare e guardare il suo beniamino, che si era già seduto sul palco dell'auditorium ad ascoltare la sua musica spaccatimpani. Meno male che lui non era come quei bruti dei suoi amici…
«Bene, ora che siete arrivati, possiamo dare inizio alla riunione!» pigolò Mirajane, sedendosi di fianco a Laxus ed accavallando le gambe snelle.
Aspettò un paio di secondi che i ragazzi si placassero, ma visto che non successe, diede uno sguardo eloquente ad Erza.
La rappresentante della Fairy Accademy scrocchiò le dita e il collo e poi infilò le mani in quel groviglio di muscoli e testosterone. Tirò fuori i maschietti uno ad uno per la collottola – o, nel caso di Gray, per un orecchio – e li fece accomodare poco elegantemente sugli sgabelli della prima fila.
«Grazie, Erza. Bene, adesso possiamo fare un piccolo ripasso generale e poi vi lasciamo andare per adempiere ai vostri compiti.»
Tutti annuirono, probabilmente spaventati dallo sguardo omicida di Erza, in piedi di fianco a Mirajane.
«Gray e Juvia, dove avete intenzione di andare a cercare le decorazioni?» domandò la rossa, appoggiandosi al palco.
«Ancora non lo sappiamo,» iniziò a parlare Gray, ma venne immediatamente interrotto da una Juvia particolarmente invadente, che gli si sedette in braccio e lo abbracciò stretto.
«Juvia vuole andare in giro per il centro! Ci sono tanti negozi, tante cose belle, così Juvia e Gray-sama potranno comprare qualcosa anche per la loro nuova casa!»
«Nuova casa?» Gray provò a spingerla giù, a togliersela di dosso almeno, ma quella sgusciava tra le sue mani e se la ritrovava sempre più attaccata. Per un attimo pensò bene di baciarla per farla stare ferma e zitta, ma ci ripensò quasi subito: e se non avesse reagito come voleva? Se l'avesse preso come una sottospecie di invito? Lui voleva solo stare tranquillo!
«Levy e Gajil?» Erza ignorò spudoratamente i deliri di Juvia per concentrarsi sulla ragazza meno entusiasta del gruppo.
Levy lanciò un'occhiataccia al suo compagno di disavventure ed alzò le spalle.
«Non lo so, non credo che al gamberetto piacerebbe la musica che faccio io…»
«Se provassi a chiedermelo magari! Invece spari sentenze a caso, neanche lo sai cosa mi piace!» la voce di Levy era gutturale e non presagiva niente di buono, per nessuno.
«Va bene. Allora oggi andiamo dove vado di solito.» la sfidò lui, sicuro al cento per cento che la marmocchia avrebbe cambiato idea. Non era proprio vero che lui ascoltava solo musica di un certo tipo, gli piaceva quella ben fatta, con una predilezione per l'Hard Rock, ma non voleva dire che fosse di mentalità chiusa. Era comunque certo che lei non avesse mai sentito niente di quel tipo e che avrebbe avuto paura.
«Va bene.» ringhiò la ragazza, sostenendo il suo sguardo con le mascelle strette. Forse lui non aveva ben capito con chi avesse a che fare…
«Gruppo cibo?» proruppe Mirajane con il suo solito tono deciso seppur estremamente dolce.
«Io e Cana ci occuperemo delle bibite, Natsu e Lucy del cibo.» spiegò brevemente Laxus, osservando Cana che sbadigliava stravaccata su un seggiolino. Non aveva voglia di portarla a spalle tutto il pomeriggio, di certo avrebbe fatto in modo di svegliarla.
«Noi quattro andremo in biblioteca a prendere qualche film ambientato negli anni '50 per avere qualche idea, poi andremo a guardarli a casa Mira-nee.» sorrise entusiasta Lisanna, battendosi il cinque di nascosto con Bixlow. Si erano sentiti, la sera prima, e avevano escogitato una serie di trucchetti per far mettere insieme Elfman ed Evergreen, che si ostinavano ad essere sempre distanti.
«Quando l'abbiamo deciso?»
«Puoi non essere sempre così antipatica, Ever?» ridacchiò Bixlow, guardando la sua amica di sbieco.
«Non chiamarmi Ever!»
«E pensa che non abbiamo ancora iniziato…» sussurrò Lisanna a suo fratello maggiore, che deglutì sonoramente. Era preoccupato per come sarebbero andate le cose, e soprattutto era preoccupato che quella ragazza avrebbe potuto ucciderli tutti se solo avesse voluto.
«Stai calma…»
«Non dirmi di stare calma! Energumeno senza cervello!» Evergreen arrossì e lo prese a ventagliate in testa, senza che lui potesse fare niente per difendersi.
Lisanna e Bixlow si guardarono complici e si strizzarono l'occhio.
«Ne, sono entrati nell'ottica della preparazione, hai visto Erza?» Mirajane si voltò verso la sua amica e batté leggermente le mani, emozionata da tutta quell'energia.
Erza li guardava confusa, con le sopracciglia aggrottate. Forse Mirajane aveva ragione, ma prevedeva sarebbero sorti parecchi problemi.

*§*

Gruppo musica – Levy e Gajil

Levy sentiva i suoi capelli lisci che si arricciavano ad ogni minuto che passava in silenzio, a non parlare. Era quasi un'ora che camminavano per le strade di Magnolia, e ad ogni angolo le pareva di addentrarsi sempre di più in città. Onestamente, non poteva dire di conoscere quella parte, nonostante ci fosse nata, ma di certo non poteva ammettere a Gajil che non sapeva di cosa stesse “parlando”.
Decise comunque di rompere quel silenzio snervante, brontolando: «Manca ancora molto?»
Gajil ridacchiò, insaccando ancora di più le mani nelle tasche dei pantaloni sdruciti. Andare in giro con lei non era così male come pensava, alla fine. Sentiva che stava per esplodere, che si stava riempiendo di energia, e che presto sarebbe esplosa, ma voleva portarla in quel posto prima che accadesse. Diede uno sguardo breve all'orologio del cellulare e rabbrividì: forse si era dilungato troppo per le strade e aveva perso la cognizione del tempo, doveva darsi una mossa.
«No, ma sei troppo lenta,» le annunciò, abbassando gli occhi su di lei.
Levy fece per ribattere, pronta, non aspettava altro, ma si sentì afferrare e tirare su.
L'aveva presa in braccio. O meglio, se l'era messa a spalle come aveva fatto una serie di volte prima di smettere di parlarsi.
«Mettimi giù! Ma sei scemo? Che ti passa per la testa? Gajil!» iniziò a scalciare, menare pugni sul suo ampio petto, ma lui non ebbe nessun tipo di reazione.
«Gajil!»
«Sei semplicemente lenta.»
«E tu sei semplicemente un idiota.»
Si arrese, comunque, ammosciandosi su di lui. Aveva capito che continuare a ribellarsi non aveva senso, non in quella situazione.
«Perchè mi odi?» disse, a bassa voce. Avrebbe voluto urlarlo, ma non credeva sarebbe stata la scelta migliore. Già si sentiva osservata abbastanza, lì sopra, visto che chiunque incrociassero li fissava stranito.
«Odiarti?» Gajil sbuffò.
«Non mi parli più, non mi scrivi, non mi calcoli… che cosa ti ho fatto?»
«Non è il momento.»
«Non è mai il momento. Sai cosa, hai rotto! Io mi sono rotta le palle, okay?»
«Gamberetto, stai calma…»
«No! No perché mi sono rotta! Non voglio più starti dietro! Fai sempre quello che ti pare, ma non ti curi di quello che pensano gli altri. Mi sono rotta!» le sfuggì l'ennesimo pugno.
«Gamberetto…»
«Parla! Santo cielo parla! Hai paura di me?»
«Gamberetto!»
«Che c'è?!» strillò, arrossendo subito dopo.
Lui la fece quasi cadere mettendola giù. Si erano fermati di fronte ad un cancello arrugginito che dava ad un giardino sul retro di qualcosa, forse.
Levy non capiva, non conosceva quella zona, non sapeva cosa ci fosse là dietro.
«Siamo arrivati.»
Gajil lo spinse, facendolo cigolare. Camminò, con la ragazza al seguito, per un paio di minuti e spalancò le porte di quello che si rivelò un club, fumoso e rumoroso.
«Che posto è?»
«Gajil! Fratello, sei tornato!»
Un ragazzo dai capelli chiari, non si capiva benissimo, smise di suonare la chitarra e scese dal piccolo palco con un balzo, andando a salutare Gajil.
«Sono di passaggio, Mash.»
Levy si sentiva tremendamente intimorita da quella situazione, ma non poteva assolutamente dirlo a voce alta. Perciò gonfiò il petto e si sporse da dietro il ragazzo, porgendo la mano.
«Ciao, io sono Levy!»
Mash, quello che doveva essere qualcosa tipo un amico di lunga data di Gajil, la guardò di sbieco, un po' come si guardava un cucciolo.
«Ti sei messo a fare il babysitter?»
I capelli tornavano ad arricciarsi per la frustrazione.
«Veramente abbiamo la stessa età, Mash.» sibilò.
«Un cucciolo che mordicchia!» Mash ridacchiò, poi mise una mano sulla spalla del suo amico, «Occhio che se la fai vedere troppo, qui dentro, te la mangiano.»
«Non mi faccio toccare da nessuno. Ce l'avete con questa storia, solo perché sono piccola, ma potrei essere io a mangiarvi,» sbottò, pestando i piedi a terra forte.
Mash scoppiò a ridere, definitivamente. Le mise un braccio attorno alle spalle, portandosela vicino prima che Gajil reagisse, e disse: «Mi piaci ragazza, vieni! Ti faccio conoscere gli altri!»
E il giovane Redfox rimase a bocca aperta, sconvolto da quella presa di posizione del gamberetto. Sì, però doveva recuperarla prima che quegli altri se la rapissero!

Gruppo cibo – Lucy e Natsu

«Natsu… non ce la faccio più…»
Lucy si sentiva scoppiare. Aveva anche dovuto allargare la cintura della sua minigonna per non sentirsi costretta!
«Dai, andiamo ancora in quel posto!»
Lucy gemette, ma trascinò i piedi fino al pub che Natsu stava indicando con così tanta energia. Ma lui un fondo non ce l'aveva? Era da quando si erano separati dopo la “riunione” che non smettevano un attimo di mangiare per provare il catering.
«Io non mangio più, però,» asserì mentre si lasciava cadere su una seggiola di legno e si teneva la pancia. Si sentiva tirare tutta e non era una bellissima sensazione.
«Ma non posso mangiare solo io! E se scelgo qualcosa che non va bene?» Natsu si imbronciò, aggrottando la fronte come un bambino.
«C'è ancora tempo eh… non possiamo girare tutti i posti oggi!»
«Ma io ho fame!»
Lucy fece per ribattere che era umanamente impossibile che avesse effettivamente ancora fame, che ormai il suo stomaco avrebbe dovuto essersi strappato – perché lei stava morendo, ma lui aveva mangiato il doppio se non il triplo in ogni ristorante/pub/locanda/qualsiasi cosa – e avrebbe dovuto stramazzare al suolo senza forze, vomitando per evitare di esplodere. Eppure rimase in silenzio, sorridendo e scuotendo la testa.
«Facciamo che assaggio quello che prendi, poi decidiamo,» inclinò leggermente la testa di lato e alzò il braccio per fermare una cameriera.
«Benvenuti al Sabertooth, avete scelto cosa ordinare?» indicò il menù con gli occhi nocciola. Aveva i capelli lisci come spaghetti ed una frangetta spostata di lato che le incorniciavano alla perfezione il bel viso ovale.
«Ciao! Vorremmo assaggiare qualcosa per il ballo scolastico della Fairy Academy… avete un servizio di catering?» spiegò brevemente Lucy, cordiale come sempre.
«Certo! Vi presentiamo le nostre proposte!» e la cameriera si allontanò.
Lucy aveva un strana sensazione riguardo a lei, era come se avesse dentro una tristezza immensa, ma non sapesse come farla sfogare.
«Ehi Lucy…»
Venne riportata sulla Terra da un Natsu con le bacchette infilate nel naso che faceva smorfie senza ritegno.
«Ma sei scemo? Smetti di fare così!» lo rimproverò, anche se sentiva che stava per scoppiare a ridere. Quel ragazzo aveva un tempismo che rasentava l'impossibile talmente era preciso. Ogni volta che si sentiva giù, che un ombra le oscurava gli occhi, lui irrompeva nei suoi pensieri con una carica esplosiva e la faceva ridere. Sempre. Non c'era stata una volta che avesse fatto un discorso serio con lui, era sempre finita a ridere per qualche scemenza che combinava.
«Quella ragazza è molto triste… che dici se la invitiamo al ballo?» propose, sfilandosi le bacchette e poggiandole sul tavolo.
«Non sappiamo neanche come si chiama!»
«Eh beh?» Natsu la guardò confuso, come se davvero non capisse il senso dell'obiezione che aveva fatto la sua amica, «Cosa significa?»
«In genere non si invita al ballo una persona che non si conosce…»
«Ma è triste!»
«Lo vedo anche io, ma non è una nostra amica e non possiamo aiutarla… lo capisci?»
«No.»
Lucy si spalmò le mani sul volto e scosse la testa, consapevole che lui avrebbe fatto di testa sua a prescindere dalla sua opinione.
«Eccomi ragazzi! Allora, qui abbiamo i piatti principali del servizio, se per caso voleste qualcosa di più c'è un supplemento di venti jewel ad ogni pietanza. Di base, comunque, è duecento jewel senza dessert, duecentocinquanta con dessert,» sorrise ed iniziò a poggiare le pietanze sul tavolo. C'era di tutto lì dentro, piatti per vegetariani, piatti per vegani, piatti per carnivori convinti, piatti per uccellini e per dinosauri: praticamente ogni scelta di alimentazione era contemplata e chiunque avrebbe potuto mangiare come si doveva.
A Natsu brillavano gli occhi, mentre a Lucy veniva quasi da piangere. E leiavrebbe dovuto assaggiare tutta quella roba? Sarebbe morta.
«Senti, come ti chiami?»
La cameriera inarcò un sopracciglio alla domanda di Natsu, che aveva già iniziato a mangiucchiare una coscia di pollo.
«Yukino, perché?»
Natsu ingoiò il pezzo, si battè una sonora pacca sulla pancia e sorrise smagliante.
«Che ne dici di venire al ballo della Fairy Academy?»
Lucy rimase esterrefatta, e come lei anche Yukino, che non sapeva bene come comportarsi.
«Perchè…?»
«Sembri molto triste, così magari al ballo ti diverti!»
La sua compagna di avventura scosse la testa. Natsu era, probabilmente il ragazzo più imbecille che avesse mai incontrato, ma era anche il più buono e dolce, perciò decise di dargli man forte e sostenerlo. Aveva un sesto senso, diceva, che gli faceva capire quando intervenire e quando no.
«Beh, sarebbe bello che venissi anche tu! Così potresti anche controllare che il servizio sia come si deve e che tenga alto l'onore del ristorante,» ecco, sì, almeno lei aveva dato una spiegazione un po' meno da esaltata.
Yukino si inchinò e ringraziò, scomparendo dalla loro vista in un batter d'occhio.
«Secondo te ha detto di sì?» domandò Lucy, appoggiando il gomito al tavolo ed iniziando a giocare con un pisellino verde solitario.
«Verrà, lo so!»

Gruppo cibo – Laxus e Cana

«Ti è andata bene, sai?» esclamò Cana, ridacchiando di gusto.
«In che senso?» Laxus la guardò dall'alto, spostandosi una cuffia di lato per poterla ascoltare.
«Finire in coppia con me! Sono esperta di alcolici,» spiegò come se fosse la cosa più logica del mondo.
«Già… sei sempre ubriaca,» berciò lui. Sinceramente non capiva perché dovesse prestarsi a quella inutile organizzazione, tanto era sicuro che non sarebbe andato al ballo. A lui non importava un accidente di quelle stronzate, non era il tipo che si metteva in tiro e ballava sulle note di un lento.
«Non sono sempre ubriaca, lo sono spesso, che è ben diverso,» borbottò, incrociando le braccia al petto prosperoso e accelerando il passo. I tacchi delle sue scarpe risuonavano distintamente sul ciottolato, ma lei si sentiva sicura di sé, «Come se poi tu ne capissi qualcosa di alcol… è una cosa troppo raffinata per un amante dell'animalier selvaggio,» sghignazzò, iniziando a dondolare di qua e di là.
Laxus sbuffò, si passò una mano sulla faccia e schioccò la lingua al palato. Perché? Perché Mirajane aveva dovuto scegliere loro due come accoppiata? Forse preferiva di più andare in giro con quell'idiota di Natsu piuttosto che con Cana.
La verità era che la conosceva da quando era bambina, da quando portava dei vestitini dai colori pastello e aveva almeno l'aspetto di una ragazza; mentre ora era una specie di scaricatore di porto ubriaco, sempre pronto a far baldoria o ad azzuffarsi, e si portava costantemente dietro una fiaschetta. Chi aveva mai visto una ragazza bere da una fiaschetta? Neanche fosse stata nel proibizionismo, per la miseria. Non sapeva più come rapportarsi con lei, ecco qual era il vero problema.
«Allora? Ti sei incantato?» Cana gli passò la mano davanti al volto, sulle punte per poterci arrivare per bene.
«Non sono un amante dell'animalier.»
«I tuoi vestiti gridano l'opposto, invece,» Cana roteò gli occhi al cielo, smuovendosi i folti capelli castani con una mano, «Comunque prima lo facciamo e prima finiamo, se vuoi accompagnarmi… altrimenti faccio da sola, tanto mi conoscono.»
«Dove?» per un attimo si preoccupò. Davvero la conoscevano in quei posti loschi? Quante sbronze si era presa? Quante bevute di troppo? E se qualcuno le avesse fatto del male mentre era ubriaca?
Cana alzò un angolo della bocca in una smorfia esasperata: lui proprio non aveva idea di chi fosse.
«Faccio la cartomante, per questo mi conoscono. Senza contare tutti i soldi che spendo per gli alcolici…» sogghignò.
«Non credi sia il caso di smettere?»
«Di leggere le carte?» sapeva a cosa si riferiva, ma non aveva voglia di entrare in un discorso del genere senza avere neanche una birra scadente di fronte.
«Di bere…»
«Oh ma dai, sul serio pensavi non avessi capito?» gli lanciò un'occhiataccia, per poi tornare a guardare di fronte a sé. Molti avrebbero avuto paura a parlare in quel modo a Laxus, che rande e grosso com'era avrebbe potuto spezzare le ossa di chiunque praticamente, ma lei no. Lo conosceva bene, sapeva che era buono e non aveva la minima paura di lui. Neanche un pochino, «Dove vado di solito mi trattano come se fossi una figlia, nessuno ha mai provato a farmi del male, o se ci ha provato è stato cacciato e preso a calci. A me piace stare in quei posti, mi sento bene, mi sento tranquilla. Insomma, è come se avessi tanti papà che provano a fare qualcosa di buono per me.»
«In ogni caso, è un hobby dispendioso e poco salutare.»
«Ma pensi che io mi ubriachi tutte le sere? Ogni tanto capita che mi prenda una sbronza, ma sono sempre lucida abbastanza da smettere prima di star male. Al massimo mi addormento,» spiegò tranquillamente. Ci mancava solo Laxus che provava a farle la paternale, poi le aveva viste davvero tutte, «Comunque sia, non sono affari che ti riguardano. Mi accompagni alla vodkeria o no?»
«Vodkeria?» esisteva davvero un posto del genere? «Non dovevamo occuparci delle bibite normali?»
Cana scoppiò a ridere, trattenendosi addirittura la pancia per lo sforzo, «Sul serio? Pensi davvero che un ammasso di ragazzi della mia età andrebbe ad un ballo sapendo che non ci sono alcolici?»
«Forse no, ma non credo che Mira ne sarebbe contenta.»
«Hai paura di Mirajane?» lo prese in giro, pungolandogli il fianco muscoloso. Alla fine non era così male andare in giro con quell'energumeno.
«No, ovviamente no,» si affrettò a rispondere, distogliendo lo sguardo.
«Ovviamente, certo,» la ragazza scosse piano la testa e prese l'amico a braccetto, iniziando a tirarlo verso una porticina rossa, «Eccoci arrivati!»
«Sicura sia il posto giusto? Sembra una casa…»
«Sembra, esatto! Ma qui dentro ci sono le vodke più buone della città, posso assicurartelo.»
Cana bussò alla porta, che venne aperta di un filo per osservare chi fosse.
«Cana! Bentornata! Era da un po' che non ti facevi viva!» un uomo la fece entrare, sorridente e allegro, «E lui chi è? Il tuo nuovo fidanzato?»
Laxus sgranò gli occhi, mentre Cana ridacchiò come se la cosa non la toccasse minimamente.
«No, no… è un amico, diciamo. Stiamo organizzando una festa, ci servirebbe il tuo alcol migliore.»
Il ragazzo si sorprese nel vedere con che nonchalance si rapportasse con quell'uomo decisamente più grande di lei.
«Ciao comunque, Cana non ci ha neanche presentati!» l'uomo dai capelli rossi strinse la mano di Laxus, sorridendo tranquillo.
«Gildarts, lui è Laxus, un mio compagno di scuola; Laxus, lui è Gildarts, mio padre.»
Il ragazzo dai capelli biondi quasi non si mise ad urlare. Quello era suo padre?







Sophie's space______
Mi vergogno un pochino per essere scomparsa nel nulla così… mi spiace, mi spiace davvero.
Non voglio accampare scuse per nessun motivo, vorrei solo che ci crediate… mi spiace, mi spiace davvero.
Detto ciò, spero che il capitolo vi piaccia! Dopo ci saranno altri piccoli pezzi sulle altre coppie/gruppi, in modo che ognuno abbia un bel momento specifico =)
Quindi non disperate, ce la farò a concludere anche questa storia! Errore mio che mi sono messa a pubblicare prima di aver concluso di scrivere… spero possiate perdonarmi >.<
Nonostante tutto, VI VOGLIO BENEEEEEEEEE
Alla prossima,
Sophie <3

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