Il ballo in comune di Sophie_moore (/viewuser.php?uid=117125)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Il complotto di Mirajane ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: L'auditorium della Fairy Accademy ***
Capitolo 3: *** Capitolo due - Si parte con la preparazione ***
Capitolo 1 *** Prologo - Il complotto di Mirajane ***
Il ballo in comune
Prologo – Il complotto di Mirajane
Una chioma bianca si infilò velocemente dentro l'ufficio della preside della sua scuola, una donnina bionda e dalla corporatura minuta. La chiamavano la preside fantasma, in quanto solo in pochi potevano dire di avere avuto il privilegio di parlare con lei.
«Preside Vermillion.»
Mirajane Strauss fece un leggero inchino e si accomodò sulla poltrona in pelle scura, accavallando le lunghe gambe.
«Dimmi tutto, Mirajane.» la donnina si voltò verso di lei, pur rimanendo in piedi sulla cattedra. Ad osservare che non cadesse, il Vicepreside Makarov stava con gli occhi spalancati. «Volevi parlarmi del ballo di fine anno, giusto?»
«Esattamente. Ho pensato fosse dispendioso portare avanti un progetto del genere da soli, la nostra scuola non ha molti fondi. E lo stesso problema è stato riscontrato nella scuola femminile che frequenta una mia amica d'infanzia. Perciò, in questo momento, sta discutendo con il suo preside per proporgli questo: un ballo in comune.»
«Un ballo in comune?»
Mirajane annuì, sorridendo enigmatica. «Si tratta di unire le nostre due scuola per creare un ballo degno di questo nome, senza contare che i fondi sarebbero raddoppiati, dando così la possibilità di organizzare qualcosa di molto divertente ed unico, soprattutto.» spiegò accuratamente, smuovendosi i capelli da davanti al viso con una calma quasi meccanica.
Prima che la preside potesse parlare, e stava per farlo con l'indice alzato ed una lucina che le brillava negli occhi verdi, si sentirono dei forti schiamazzi provenire dal cortile. In quel momento c'era l'intervallo, ma non erano quel tipo di urla. Tornò a fissare la finestra, la spalancò per sporgersi dalla ringhiera e vedere meglio cosa stava succedendo.
«Quegli sbandati, sempre loro!» brontolò il vicepreside, scuotendo la testa esasperato. Mirajane ridacchiò a bassa voce, mentre la preside se la rideva di gusto.
«Sono sicura che i nostri Fernandez, Dragneel, Fullbuster e Redfox ne beneficeranno.» Mavis Vermillion sogghignò,poi voltò leggermente il capo per guardare negli occhi cristallini di Mirajane. «Ti occuperai tu dei dettagli, giusto?»
«Assolutamente.»
«Molto bene. Allora il mio permesso è accordato su tutta la linea. Makarov!»
Il vicepreside saltò sul posto ed interruppe la maledizione che stava mandando ai ragazzi in cortile. «Sì, preside?»
«Lei aiuterà Mirajane per quello che servirà. Mi raccomando, dovrà essere tutto perfetto! E che quei quattro abbiano qualcosa da fare, o distruggeranno tutto quanto.» ordinò, perentoria come un generale in guerra.
«Col suo permesso, preside Vermillion, mi metto subito al lavoro.» la ragazza si alzò in piedi e fece di nuovo un lieve inchino, poi si dileguò dalla stanza. Sentiva la preside ed il vicepreside che discutevano e bisticciavano, sicuramente perché la donna aveva proposto qualcosa d'assurdo per il tema del ballo, ma lei aveva altri piani.
Degli uccellini per i corridoi della scuola avevano sentito di una qualche pseudo relazione tra i quattro scapestrati e delle ragazze nella scuola di Erza, tra cui lei stessa, e di sicuro non poteva farsi sfuggire questa opportunità per scoprire come sarebbero andate avanti le cose.
Si sfregò le mani: non vedeva l'ora di iniziare!
***
«Preside Dragneel!»
Erza spalancò la porta della presidenza con il fiatone. Appena ricevuta la conferma da parte di Mirajane si era fiondata a cercare il preside della sua scuola d'élite nel suo ufficio, ma non era andata proprio come aveva sperato.
«Vicepreside Geer…»
Riconobbe la fluente chioma nera legata in una coda, ma non vide i capelli sbarazzini del suo superiore.
«Signorina Scarlett. Cercava il preside?» l'uomo si mise in piedi, lisciando la poltrona girevole in modo che il preside non se ne sarebbe accorto una volta che ci si fosse seduto sopra. «Al momento non è qui, sta intraprendendo una ricerca antropologica ad est.» spiegò, sfiorando il profilo della cattedra in legno pregiato, quella che sembrava nuova a causa dei continui spostamenti di Zeref Dragneel.
«Oh. Sarebbe possibile chiamarlo? Per Skype, magari?» Erza non era a proprio agio col vicepreside, aveva un sorriso spesso poco rassicurante e pareva che dietro ai suoi occhi si celasse una verità indicibile. Onestamente, avrebbe preferito poter fare di propria iniziativa, ma visto che servivano i soldi della scuola non poteva muoversi senza il permesso di preside e vicepreside.
Il vicepreside sbuffò, aprì il portatole sulla scrivania e lo accese. In una manciata di minuti il viso regolare e fin troppo stanco del preside Dragneel sostituì il salvaschermo con i pesci.
«Erza!» l'uomo si avvicinò allo schermo del cellulare, in modo da far scorgere il meno possibile del paesaggio circostante.
«La signorina ha insistito tanto per parlare con lei, credo voglia proporle qualcosa.»
«Parla allora!!»
«Stiamo pensando di organizzare un ballo in comune con un'altra scuola, servirebbero le vostre autorizzazioni.» spiegò Erza, in posizione perfettamente eretta come un bravo soldato.
Zeref Dragneel si guardò intorno, come a decidere sul da farsi, poi scrollò le spalle e tornò a fissare l'obiettivo del telefono. «Io sarò fuori per altri due mesi almeno, sarò presente per i vostri esami di fine anno, ma per l'organizzazione dovrete fare affidamento sul preside dell'altra scuola. Chi è, a proposito?»
«Mavis Vermillion, mi pare.»
Gli occhi dell'uomo si sgranarono e aprì la bocca in un chiaro segno di stupore. Il vicepreside Geer fece un sorrisetto che la sapeva lunga ed Erza rabbrividì. «Devo andare, buona organizzazione, hai il mio consenso!»
Ed il viso di Zeref scomparve nel nulla, facendo tornare l'oceano ed i pesciolini che ci nuotavano dentro.
«Quindi...»
«Non voglio saperne nulla. Faccia lei, signorina Scarlett. La riterrò pienamente responsabile del fondo della scuola, e saprò chi incolpare o a chi dare il merito.» decretò formalmente il vicepreside Geer, così che Erza potesse uscire da quell'ufficio e mandare subito un messaggio alla sua amica.
“I giochi hanno inizio.”
Sophie's sapce___
Avete presente quando si ha un'amica splendida e speciale, un'amica che considerate una srella? Ecco, adesso immaginate di non poterla avere tra le braccia il giorno del suo compleano... che tristezza, vero?
Ecco perchè ho dciso di pubblicare il prologo oggi, perchè Alsha compie gli anni e non posso farle un regalo decente =D
Ebbene sì, questo è il sequel della mia prima long "Il bagno in comune". Come potete notare qualcosa in comune c'è sempre... speravate di esservi liberati di me, vero? E invece sono di nuovo qui! *risata malvagia*
Bene, spero che vi piaccia e che mi seguiate in tanti come con la scorsa long =D
Ringrazio tantissimo la mia Tetsu che mi sta aiutando a progettare il tutto, che mi supporta e si trova sempre i miei messaggi imbecilli con idee per scene strampalate XD Grazie Tetsu <3
Vi abbraccio e vi voglio già un mondo di bene <3 <3 <3 <3 <3 <3 |
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Capitolo 2 *** Capitolo 1: L'auditorium della Fairy Accademy ***
Capitolo
uno - L'auditorium della Fairy Accademy
- Per
quanto Gajil si sforzasse, ci pensasse, cercasse di trovare un buon
motivo per cui era in quel posto da snob damerini, non ce la faceva.
Sapeva solo che lui e gli altri tre suoi amici erano stati
accompagnati direttamente dal vicepreside. E anche lì,
nell'auditorium della scuola più prestigiosa di Magnolia,
quel
vecchietto in versione tascabile continuava a fissarli. Insomma,
pensava che non avessero un briciolo di autocontrollo!
- Sbuffò
e brontolò qualcosa di incomprensibile, digrignando i denti
e
puntando gli occhi rossi sul palco davanti a lui.
- Non
gli piaceva affatto stare in quella scuola, c'erano troppe cose che
gli ricordavano il gamberetto e lui voleva dimenticare tutto quanto.
Da quando la sua “punizione” era finita e non
l'aveva più dovuta
accompagnare ogni giorno, lei era scomparsa. Era passato più
di un
mese e ancora nulla, per cui aveva capito che era il caso di
lasciarla perdere e radere al suolo ogni ricordo che aveva con Levy
McGarden.
- Eppure
sembrava che stesse andando così bene… scosse la
testa e si
costrinse a non pensarci. Doveva
dimenticare.
- D'un
tratto le porte si aprirono
e dal fondo della stanza sbucò la testa rosso fuoco di Erza,
seguita
da tutte le studentesse in fila per due dietro di lei. Si andarono a
sedere nella parte sinistra dell'auditorium, mentre la Scarlett
proseguì fino al palco, per poi salirci sopra e soffiare sul
microfono per vedere se funzionava.
- Dalla
parte destra si alzò
Mirajane e raggiunse l'amica, ponendosi di fronte ad un'altra asta. A
vederle così vicine non si sarebbe detto che una frequentava
un
liceo d'élite e l'altra una classica scuola superiore
pubblica, fin
disastrata per certi versi.
- «Compagne
e nuovi arrivati,
benvenuti!» Erza parlò e tutto tacque.
- Natsu
saltò in piedi, ma venne
immediatamente rimesso al proprio posto dal vicepreside Makarov che
gli tenne una mano premuta contro la bocca perché non
parlasse e
rovinasse tutto.
- «Per
suggellare la profonda
amicizia che lega le nostre due scuole, abbiamo deciso di proporre un
ballo in comune.»
- Mirajane
prese la parola e tutti
i ragazzi del suo istituto si ammutolirono. «Sarà
un'occasione di
festa e di gioia, un momento per conoscere situazioni nuove e persone
nuove, oppure per incontrare vecchie amicizie.» fece un
sorriso
eloquente a Gajil, che venne percorso dai brividi: come faceva quel
demonio in bianco a sapere di lui?
- «Le
nostre due scuole sono
piccole, ma sarà solo per gli ultimi due anni, per cui una
grossa
fetta di noi avrà un compito ben preciso. Io e Mira ci siamo
consultate a dovere e siamo arrivate a costruire delle ottime
squadre.» Erza fece un sorriso alla sua amica, per poi
togliere le
aste ed i microfoni e portare in avanti un tavolino sui cui stavano
tante buste bianche con altrettanti nomi dentro.
- «Secondo
te chi ha progettato tutto?» mormorò Levy a Lucy,
sprofondando
nella seggiola di legno.
- «Mirajane,
sicuramente. Solo lei sa di noi e loro – diede uno sguardo ai
ragazzi che stavano iniziando a scalpitare dalla parte opposta del
salone –, per cui penso sia stata un'idea sua…
anche perché sta
puntando Gerard, la vedete?» Lucy si sporse in avanti,
tirando
leggermente i capelli di Juvia, che stava seduta di fronte a lei.
- «Juvia
vorrebbe tanto lavorare con Gray-sama…» la ragazza
dai capelli
celesti si voltò verso la parte dell'auditorium con un
sospiro
lamentoso, puntando gli occhi sulla zazzera nera di Gray, che
guardava ovunque tranne che dalla sua parte.
- «Avete
litigato?» Lucy le accarezzò la testa, sorridendo
mesta.
- «No…
ma Juvia vuole stargli più vicino.»
abbracciò forte un portachiavi
a forma di pupazzo Gray e si dondolò sulla seggiola,
mugugnando e
lamentandosi.
- «Heartphilia,
Lockster, McGarden!» Erza si alzò in piedi,
afferrando il microfono
e pronunciando i cognomi delle sue amiche. Le tre drizzarono le
orecchie e puntarono gli occhi sul palco, dove la rappresentante
d'istituto sogghignava soddisfatta. «Venite qui, per
favore.»
- Lucy
si alzò per prima, immediatamente seguita da una Levy
particolarmente imbronciata ed una Juvia che non faceva altro che
mandare baci e cuori a Gray. Dopo poco raggiunsero le due ragazze sul
palco, per poi accomodarsi lentamente sulle sedie.
- A
quel punto, Erza passò il microfono a Mirajane, che
balzò in piedi
e fece un sorriso inequivocabile.
- «Alberona,
Denger, Dragneel, Dreyar, Fernandes, Fullbuster, Justine, Moss,
Redfox, Strauss Elfman e Strauss Lisanna. Potete
raggiungerci?»
- Il
gruppo si alzò, bisbigliando e cercando di capire come mai
avessero
chiamato anche loro, ma fu chiaro a tutto l'auditorium quando
Mirajane continuò a parlare: «Questo
sarà il comitato per il ballo
studentesco. Ora potete tornare a seguire le lezioni nelle rispettive
classi, noi rimarremo qui per questioni interne al comitato.»
con un
clic spense il microfono e tornò a sedersi, mentre aspettava
che il
suo gruppo si avvicinasse abbastanza per poterli incastrare.
- Per
prime uscirono le ragazze dell'istituto femminile, nell'ordinata fila
in cui erano arrivate, poi uscirono i ragazzi della scuola pubblica,
capeggiati dal vicepreside Makarov e dalle sue minacce di punizioni e
verifiche a sorpresa.
- Quando
nell'auditorium fu calato finalmente il silenzio ed i ragazzi si
furono avvicinati, iniziò la vera programmazione del ballo.
- «Per
prima cosa dovremmo scegliere il tema.» affermò
decisa Erza,
battendo il palmo della mano sul tavolo. «Lucy, prendi
nota.»
- La
bionda annuì, tirando fuori dalla tasca della giacca una
pennina
rosa ed un blocco note quasi alla fine.
- «DRAGHI!»
Natsu strillò così forte che la maggior parte del
comitato si tappò
le orecchie per un paio di secondi.
- «Che
cazzo di tema è “Drgahi”?»
bofonchiò Gajil, dondolandosi
avanti e indietro sulla sedia.
- «Almeno
lui ha proposto qualcosa.» Levy gli lanciò
un'occhiataccia
infuriata, come se avesse voluto ucciderlo.
- Gajil
ricambiò lo sguardo furente, pronto a ribattere per le rime,
ma
Mirajane richiamò all'ordine con un sorriso educato.
- «Juvia
propone il tema Gray-sama!» Juvia si lanciò di
peso dalla parte
opposta del tavolo, cercando di finire in braccio al suo amato.
- «Non
ci penso neanche!» Gray si scansò, terrorizzato, e
la povera
ragazza crollò a terra, ma sempre soddisfatta per essere
vicina als
uo adorato Gray-sama.
- «Non
si può fare il tema Gray, Juvia…» Lucy
provò a riportarla alla
ragione, però non c'era più nulla da fare: si era
appesa alla sua
gamba blaterando di quanto sarebbe stato bello tappezzare la sala
delle foto di lui, e poi avrebbero servito il punch attraverso una
statua di ghiaccio raffigurante lui in una posa eroica, magari mentre
stava cercando di uccidere un enorme drago sputafuoco…
- «Ma
perché i Draghi non vanno bene?» si
lamentò il ragazzo dai capelli
rosa, mettendo su il broncio di un bambino di cinque anni.
- «Perchè
non puoi renderli un tema per una festa, idiota.»
ringhiò Laxus dal
suo angolo, scostandosi appena una cuffia da un orecchio.
- «Notte
stellata?» non che ne fosse troppo convinta, ma Levy ci
provò
ugualmente. Continuava a pensare al fatto che avrebbe dovuto passare
del tempo con Gajil obbligatoriamente, e la cosa la faceva
innervosire ed emozionare allo stesso tempo. Voleva scoprire
perché
ce l'aveva così tanto con lei.
- Evergreen
scosse la testa, muovendo il ventaglio come accompagnamento.
«Banale,
banale. Che dite del tema “Fate”?»
- «Le
fate non sono da uomo!» strillò Elfman, facendo
prendere un colpo a
tutte le ragazze attorno alla scrivania. «Propongo il tema
“virilità”!»
- «Ti
pare che una fata come me possa accettare una cosa del
genere???»
Evergreen si sporse sul tavolo ed iniziò a picchiare in
testa il
ragazzo col ventaglio, mentre questo si lamentava che non poteva
reagire con la sorella minore.
- «Tema
“panna e fragole”!» gli occhi di Erza si
illuminarono di
emozione.
- Lucy
le posò la mano sulla fronte, preoccupata.
«Erza… non credo si
possa fare, sai?»
- «Perchè
non “rosso”?» Gerard le diede un occhiata
dolce quanto la torta
che aveva nominato Erza ed entrambi arrossirono, abbassando lo
sguardo.
- Mirajane
si coprì la bocca, fiera del suo lavoro da cupido.
«Oh cielo… e
se ci travestissimo da persone col sesso opposto?»
- All'improvviso
calò il silenzio sull'allegro gruppetto. I maschi si
lanciarono
certe occhiate che non servivano parole, poi Laxus deglutì
sonoramente.
- «In
che senso?» mormorò, pregando tutti i santi di
aver capito male.
- «Per
esempio, io potrei travestirmi da pistolero e tu da ballerina di
can-can! Sarebbe divertente, no?» lo sguardo della ragazza
era
talmente innocente che per un secondo nessuno osò dire
nulla. Non si
capiva quasi mai quando Mirajane scherzava o diceva la
verità, ma
era sempre meglio cercare di salvare il salvabile.
- «No,
affatto!» il coro che si levò fu composto solo dai
ragazzi di sesso
maschile, tutti con gli occhi sgranati ed il terrore che aleggiava
sopra le loro teste. Era chiarissimo che il pensiero comune era
“neanche morto”.
- «Gray-sama…
perché non proponi tu qualcosa?»
esclamò Juvia, sempre appesa alla
gamba di Gray. Era pronta a sostenere qualsiasi proposta del ragazzo,
a prescindere.
- «Tanto
quello si sveste a prescindere.» Natsu lo interruppe
bruscamente ed
alzò le spalle, ridacchiando sotto i baffi.
- «Che
hai detto imbecille?»
- «Dove
sono i tuoi pantaloni, stupido stripper?»
- Gray
si guardò in basso e sgranò gli occhi
riconoscendo solo i suoi
boxer larghi. «Gwaaaaaa, ti ammazzo!!!!» con una
naturalezza
invidiabile si scollò Juvia di dosso e si lanciò
addosso a Natsu,
facendolo cadere dal palco e dando inizio alla solita rissa, a cui
presto si unì anche Elfman.
- Lisanna
provò a fermare il fratello, però fu
più interessata da una Lucy
con lo sguardo perso nel vuoto e la matita che tamburellava sulle sue
labbra. «A che pensi, Lucy?» le domandò
riportandola sulla terra.
- Lucy
scosse la testa, ricambiando il gesto cordiale. «Forse ho
avuto
un'idea…» disse con un filo di voce.
- «Spara!»
la incoraggiò la ragazza dai capelli argentei, annuendo.
- La
bionda fece per aprire la bocca, alzò la matita,
sbatté le palpebre
e…
- «Laxus!»
la voce di Fried si alzò sopra tutti e gli altri si
voltarono verso
di lui, chi confuso e chi sorpreso di sentire la sua presenza.
- «Cosa
Laxus?» il tono di Erza era molto cauto.
- «Il
tema! Leopardato, muscoli, pelle e musica a palla!»
spiegò, come se
fosse la cosa più normale del mondo.
- «Sì!
Laxus! Laxus!» gli diede man forte Bixlow, immaginandosi
tutte le
ragazze della Fairy Accademy vestite di pelle e con stampe animalier.
Era un motivo nobile, il suo.
- Lucy
e Lisanna si accasciarono sulla scrivania, mormorando la stessa cosa:
«La fiera del pessimo gusto, in pratica…»
- «Non
voglio altra gente vestita come me.» brontolò il
nipote del
vicepreside Makarov, scuotendo la testa, categorico.
- «Comunque,
cosa stavi per dire prima che la fangirl impazzita ti
interrompesse?»
ridacchiò Lisanna, inclinando la testa di lato.
- «Ehi!
È solo che ammiro davvero tanto Laxus, e
quindi…»
- «Piantala,
sei imbarazzante.» Laxus lanciò un'occhiataccia a
Fried e quello
tacque, imbronciandosi.
- «Se…
mhm… anni '50?» sussurrò Lucy,
arricciando le labbra pensosa.
- «Anni
'50?» domandò curiosa Mirajane, girandosi verso di
lei.
- «Sì
beh… per le ragazze c'è la moda della vecchia
Hollywood, per i
ragazzi è il periodo gangster…»
spiegò la sua idea senza
crederci troppo, ma le ragazze sembravano particolarmente
soddisfatte.
- «Gangster!»
Natsu si scrostò Elfman e Gray e si mise in posa, facendo
con le
mani il segno di una pistola.
- «Questa
sì che è una grande idea!! Sarà tutto
così elegante e raffinato…»
Mirajane volteggiò con la mente sulla palestra della Fairy
Accademy
guardando tutti i ragazzi delle ultime classi vestiti in modo
impeccabile e si divertono, e ridono e ballano…
- Erza
annuì e diede una pacca amichevole sulla spalla dell'amica,
che si
sbilanciò in avanti. «Molto bene. Siete tutti
d'accordo, vero?»
passò lo sguardo su tutti i presenti che si irrigidirono e
fecero
dei leggeri cenni d'assenso col capo. «Perfetto, allora
adesso
possiamo iniziare a distribuire i compiti.» dalla borsa
tirò fuori
una lista stampata su un foglio: si schiarì la voce e si
alzò in
piedi per essere ancora più imponente.
- «Come,
non li scegliamo noi?» un brivido di terrore percorse la
schiena di
Gajil, che posò gli occhi color rubino nella sua compagna di
scuola
che sorrideva innocentemente.
- «No,
sono prestabiliti.» rispose diplomatica Erza.
- «Per
prima cosa, abbiamo pensato di assegnare la scelta della musica a
Levy e Gajil.» annunciò Mirajane dopo aver
raggiunto la sua amica
dai capelli rossi, mantenendo quel sorriso dolce ed inquietante allo
stesso modo.
- «Cosa?
No! Non ci penso neanche! No!» Levy saltò sulla
sedia, battendo le
mani sul tavolo. «Non voglio lavorare con
quell'idiota.»
- «Paura
di lavorare, gamberetto?»
Gajil si sorprese nel vederla così imbufalita: era lui che
doveva
essere arrabbiato, non lei!
- «Non
chiamarmi gamberetto.» ringhiò a denti stretti,
fulminandolo con lo
sguardo.«Non
voglio stare da sola con lui, fatemi fare qualcos'altro.»
- Erza
alzò le spalle e scosse la testa, mentre Mirajane faceva una
smorfia
dispiaciuta. «Ormai abbiamo deciso…»
- «Ma…!
Non si può fare niente???» provò a
lamentarsi anche il ragazzo,
che venne immediatamente zittito da un quartetto d'occhi che
mandavano fulmini e saette.
- Levy
si accasciò sulla sedia, incrociando le braccia al petto e
stringendo le mascelle. «Me la
pagherai…» sussurrò, non si
sapeva bene a chi.
- Mirajane
si schiarì la gola, per niente interdetta da quello che era
successo. «Poi, al
cibo penseranno Lucy, Natsu, Cana e Laxus.»
- «Ma
Cana?» Natsu si guardò attorno, cercando la sua
compagna di classe.
Era stranamente silenziosa, eppure si ricordava di averla avuta come
capofila quando si erano avvicinati.
- «Dorme…
dietro di voi.» gli fece notare allora Lucy, grattandosi la
testa
imbarazzata. Si voltarono indietro e videro la ragazza castana che
sonnecchiava beata ed ignara su una sedia in disparte.
- Laxus
roteò gli occhi al cielo. «Come al
solito…»
- «Conviene
che ci dividiamo cibo e bevande, così almeno siamo
più precisi…»
propose la bionda, sorridendo.
- «Io
lavoro con Lucy! Laxus è noioso!» Natsu
saltò su, avvicinandosi
all'amica con la sedia. Cana rantolò ma rimase addormentata.
- «Mi
sta bene, non voglio che mi venga mal di testa.» si difese
allora
Laxus, alzando le spalle.
- «Ehm…
poi sarà da svegliare Cana ed
avvisarla…» i due compagni
annuirono, molto poco interessati, perciò la giovane
Heartphilia
ebbe il sospetto che sarebbe stato compito suo farlo.
- «Juvia
e Gray si occuperanno delle decorazioni…-»
Mirajane non fece in
tempo a finire la frase che Juvia si era illuminata al pari di una
stella e si era spiaccicata sul ragazzo.
- «Juvia
è così felice!!! Gray-sama, lavoreremo
insieme!» strusciò la
guancia contro quella di Gray, che stava cercando in tutti i modi di
allontanarla e non farle male. E, soprattutto, cercava di non
toccarle il seno morbido ed invitante che lei gli strusciava addosso
senza un minimo di ritegno. Non che non volesse, per carità,
ma
l'idea di sopportare altre avances decisamente più spinte ed
esplicite non lo attraevano affatto.
- «Non
potete farmi questo! Per favore! Non…»
- «Cosa
c'è che non va?» Erza inclinò la testa
e lo guardò confusa:
potevano parlare tranquillamente, tanto Juvia era partita per uno dei
suoi viaggi in Grayland.
- «Cosa
c'è? E me lo chiedi? La conosci la tua amica, sai
com'è fatta, si
incanta, si perde… adesso non sta neanche
ascoltando!» gracchiò,
arrendendosi alla presenza opprimente di Juvia attaccata alla sua
vita che blaterava di quanto sarebbe stato bello vivere insieme in
una grande casa sul lago, che poi come diavolo ci era arrivato? Che
ragionamento logico aveva seguito?
- «Vedrai
che con te saprà fare il suo lavoro.» lo
rassicurò la rossa,
intenerita. Alla fine Gray era un ragazzo molto buono, andava bene
per Juvia.
- «Io
non credo…» brontolò, sbuffano.
- «Hai
detto qualcosa, Gray?» lo chiamò Mirajane,
sorridendo.
- Gray
rabbrividì e scosse la
testa, irrigidito come un tronco.
- «Bene.
Elfman, Lisanna,
Evergreen e Bixlow vi occuperete dell'intrattenimento.»
continuò a
leggere dalla lista.
- Evergreen
ed Elfman ripresero a
stuzzicarsi, fissandosi negli occhi come una vecchia coppia di
sposini, mentre Lisanna e Bixlow si batterono il cinque,
probabilmente gli unici davvero entusiasti dell'incarico ricevuto:
già pensavano a come incastrare la vecchia coppia scoppiata
e a
creare cose divertenti per far passare il tempo al ballo.
- «Infine,
io, Fried, Mirajane e
Gerard penseremo alla pubblicità dell'evento.»
concluse Erza,
educata. Piegò lentamente il foglio e lo infilò
di nuovo nella
borsa di cuoio accanto alla sua sedia e osservò le reazioni.
In
pochi erano contenti di quello che avrebbero dovuto fare, ma era un
prezzo che avrebbe pagato molto volentieri per aiutare la sua amica
dai capelli bianchi a far accoppiare tutti i suoi amici sbandati.
- Si
ricordava di quando le aveva
proposto quell'idea, era così luminosa ed emozionata! Diceva
che
solo delle ragazze come loro avrebbero potuto placare gli spiriti
ribelli di quei quattro; non aveva proprio potuto dirle di no. Ed in
fondo le serviva un po' di svago prima degli esami di fine liceo.
Sophie's space____
Bentrovati, carissimi
fan! Adoro il fatto che con il solo prologo (cortissimo, tra le altre)
siete accorsi in così tanti, addirittura dieci! Non me
l'aspettavo, davvero! Siete adorabili, ed io sono fortunatissima ad
avervi u.u
Questo capitolo
è un po' di passaggio, sappiate che ho in serbo una serie di
disavventure che... beh, leggete e scoprirete! ;)
Un mega abbraccio,
Sophie <3
|
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Capitolo 3 *** Capitolo due - Si parte con la preparazione ***
Capitolo
due – Si parte con la preparazione
Il
giorno dopo, appena finite le lezioni, in entrambi i licei l'aria che
si respirava era tesa.
Nessuno
aveva osato rivolgere la parola a Gajil per l'intera giornata,
neanche Natsu che di solito se ne fregava dell'aura nera e andava a
rompere le scatole comunque, e furono tutti contenti quando
uscì
dalla stanza, imprecando in un modo particolarmente volgare.
«Non
credo l'abbia presa molto bene,» biascicò Gray
mentre rovistava tra
le sue cose alla ricerca della sua camicia. Com'era possibile che la
perdesse senza accorgersene?
«Non
ho capito perché, però,» Cana scese dal
suo banco, si smosse i
capelli castani e sbadigliò, tirando fuori dal suo zaino una
fiaschetta argentata.
Natsu
scrollò le spalle e guardò fuori dalla finestra
il suo amico che
faceva ancora più paura del solito. «C'entra
Levy,» asserì
sicuro.
«E
che ne sai?» Gray alzò gli occhi su di lui ed
inclinò la testa:
non era il tipo che si impicciava degli affari degli altri, per cui
era strano che sapesse una cosa del genere.
«Beh,
se non è lei non saprei proprio. È l'unica che
gli fa cambiare
umore.»
Cana
e Gray si scambiarono un'occhiata e sospirarono: speravano che
passare del tempo con lei lo rendesse meno scontroso, perché
se
prima era inavvicinabile, così era davvero ingestibile.
«Ciao
ragazzi.» Eflman e Lisanna sbucarono dalla porta, salutando
gli
amici con una mano.
«Andiamo
insieme alla scuola delle ragazze?» domandò
allegramente la più
piccola dei fratelli Strauss, sorridendo emozionata. Probabilmente
era l'unica, insieme a Bixlow, ad essere entusiasta dell'idea di sua
sorella.
Gli
altri annuirono e si unirono a loro per raggiungere il resto della
combriccola della scuola pubblica.
«Gajil?»
Laxus si guardò attorno e si sorprese nel non vedere quello
sguardo
rosso e perennemente corrucciato e l'ammasso di piercings.
«Già
andato.» rispose prontamente Cana, dondolando la testa. Il
suo amato
liquore rubato dalla dispensa del padre stava iniziando a farla
sentire allegra senza motivo apparente. Aveva assolutamente bisogno
di un aiutino per sopportare una giornata intera con Laxus,
perché
Lucy e Natsu sarebbero andati per i fatti loro alla ricerca di cibo.
Okay, forse dondolare la testa non era proprio la cosa migliore per
lei al momento.
«Ma
ha già bevuto?» Elfman la osservava confuso.
Conosceva Cana da una
vita e sapeva benissimo quanto amasse gli alcolici.
«Come
farei a sopportare una bellissima
giornata con Laxus? Noi due, soli soletti?»
cantilenò la ragazza, andando un po' di qua e un po' di
là e quindi
costringendo tutti a rallentare.
Laxus si
passò le mani tra i
capelli disordinati e sbuffò sonoramente. Mise le mani
possenti
sulle spalle della sua amica d'infanzia e cercò di guidarla
dritta.
Probabilmente avrebbe voluto anche lui farsi un goccetto per riuscire
a gestirla.
«Lo vedi che
non mi parla
neanche?»
Levy fece sobbalzare
Lucy sul
posto con quella domanda.
«Mhm,
perché non provi a
parlargli tu?»
La ragazza dai capelli
blu
spalancò gli occhi e scosse forte la testa. Gajil stava
parlando
animatamente con Juvia, sembrava che fosse tutto normale, ma quando
era arrivato non l'aveva degnata di uno sguardo né tantomeno
l'aveva
salutata o presa in giro come al solito. La cosa la faceva
imbestialire, tremava e riusciva a trattenersi a stento dall'andare
da lui e prenderlo a pugni.
«Stare con
lui ti ha cambiata,
sai?»
Si voltò a
guardare la sua
migliore amica, che aveva uno dei suoi classici sorrisi luminosi sul
volto. Con quel sorriso non sapeva neanche come prendere la frase
appena pronunciata.
«Intendo
dire, vi influenzate a vicenda. Tu sei diventata molto più
energica,
più reattiva, e per una come te è un bene enorme!
Lui… lui penso
che sia diventato un pochino più socievole,» fece
una pausa, si
picchiettò la matita sul labbro, poi continuò:
«forse…»
Levy
scrollò le spalle e spostò
lo sguardo su Erza, che confabulava con Mirajane.
L'auditorium con solo
loro sei
all'interno sembrava davvero desolato e spoglio.
Stava per accasciarsi
sul sedile
quando un rumore fortissimo la distrasse e la spaventò.
Subito
guardò nella direzione delle porte e le diventò
tutto più chiaro.
«Siamo
arrivati gente!» strillò
Natsu, dando una spiegazione a quel trambusto.
«Natsu
perché urli…?»
biascicò Cana, da sopra le spalle di Gray. Ad un certo punto
lui
aveva dovuto prenderla a spalle a causa del troppo ondeggiare, aveva
rischiato di inciampare troppe volte per lasciarla sotto le mani di
Laxus.
«E tu
perché sei ubriaca?
Dovresti smettere di bere, almeno in orario scolastico,» la
rimproverò il ragazzo mentre la faceva sedere su uno
sgabello.
«Gray-sama!
Sei nudo…» Juvia
abbandonò immediatamente Gajil e corse incontro a Gray, che
aveva
perso per strada la camicia bianca della divisa.
«Stripper!»
lo prese in giro
Natsu, sganasciandosi dalle risate.
Il
moro deviò abilmente Juvia verso lo sgabello di fianco a
Cana con
una mossa degna di un ninja e si lanciò addosso all'amico,
buttandolo a terra e dando inizio ad una rissa, che presto
tirò al
suo interno anche Elfman, Bixlow e Gajil.
Lucy li guardava
esterrefatta,
con la bocca spalancata e probabilmente gli occhi terrorizzati.
«Quanto
tempo è passato?»
domandò Evergreen a Fried, che si tirò su la
manica della camicia.
«Da quando
siamo entrati? Cinque
minuti esatti,» rispose, per poi sospirare e guardare il suo
beniamino, che si era già seduto sul palco dell'auditorium
ad
ascoltare la sua musica spaccatimpani. Meno male che lui non era come
quei bruti dei suoi amici…
«Bene, ora
che siete arrivati,
possiamo dare inizio alla riunione!» pigolò
Mirajane, sedendosi di
fianco a Laxus ed accavallando le gambe snelle.
Aspettò un
paio di secondi che i
ragazzi si placassero, ma visto che non successe, diede uno sguardo
eloquente ad Erza.
La rappresentante
della Fairy
Accademy scrocchiò le dita e il collo e poi
infilò le mani in quel
groviglio di muscoli e testosterone. Tirò fuori i maschietti
uno ad
uno per la collottola – o, nel caso di Gray, per un orecchio
– e
li fece accomodare poco elegantemente sugli sgabelli della prima
fila.
«Grazie,
Erza. Bene, adesso
possiamo fare un piccolo ripasso generale e poi vi lasciamo andare
per adempiere ai vostri compiti.»
Tutti annuirono,
probabilmente
spaventati dallo sguardo omicida di Erza, in piedi di fianco a
Mirajane.
«Gray e
Juvia, dove avete
intenzione di andare a cercare le decorazioni?»
domandò la rossa,
appoggiandosi al palco.
«Ancora non
lo sappiamo,»
iniziò a parlare Gray, ma venne immediatamente interrotto da
una
Juvia particolarmente invadente, che gli si sedette in braccio e lo
abbracciò stretto.
«Juvia vuole
andare in giro per
il centro! Ci sono tanti negozi, tante cose belle, così
Juvia e
Gray-sama potranno comprare qualcosa anche per la loro nuova
casa!»
«Nuova
casa?» Gray provò a
spingerla giù, a togliersela di dosso almeno, ma quella
sgusciava
tra le sue mani e se la ritrovava sempre più attaccata. Per
un
attimo pensò bene di baciarla per farla stare ferma e zitta,
ma ci
ripensò quasi subito: e se non avesse reagito come voleva?
Se
l'avesse preso come una sottospecie di invito? Lui voleva solo stare
tranquillo!
«Levy e
Gajil?» Erza ignorò
spudoratamente i deliri di Juvia per concentrarsi sulla ragazza meno
entusiasta del gruppo.
Levy lanciò
un'occhiataccia al
suo compagno di disavventure ed alzò le spalle.
«Non lo so,
non credo che al
gamberetto piacerebbe la musica che faccio io…»
«Se provassi
a chiedermelo
magari! Invece spari sentenze a caso, neanche lo sai cosa mi
piace!»
la voce di Levy era gutturale e non presagiva niente di buono, per
nessuno.
«Va bene.
Allora oggi andiamo
dove vado di solito.» la sfidò lui, sicuro al
cento per cento che
la marmocchia avrebbe cambiato idea. Non era proprio vero che lui
ascoltava solo musica di un certo tipo, gli piaceva quella ben fatta,
con una predilezione per l'Hard Rock, ma non voleva dire che fosse di
mentalità chiusa. Era comunque certo che lei non avesse mai
sentito
niente di quel tipo e che avrebbe avuto paura.
«Va
bene.» ringhiò la ragazza,
sostenendo il suo sguardo con le mascelle strette. Forse lui non
aveva ben capito con chi avesse a che fare…
«Gruppo
cibo?» proruppe
Mirajane con il suo solito tono deciso seppur estremamente dolce.
«Io e Cana
ci occuperemo delle
bibite, Natsu e Lucy del cibo.» spiegò brevemente
Laxus, osservando
Cana che sbadigliava stravaccata su un seggiolino. Non aveva voglia
di portarla a spalle tutto il pomeriggio, di certo avrebbe fatto in
modo di svegliarla.
«Noi quattro
andremo in
biblioteca a prendere qualche film ambientato negli anni '50 per
avere qualche idea, poi andremo a guardarli a casa Mira-nee.»
sorrise entusiasta Lisanna, battendosi il cinque di nascosto con
Bixlow. Si erano sentiti, la sera prima, e avevano escogitato una
serie di trucchetti per far mettere insieme Elfman ed Evergreen, che
si ostinavano ad essere sempre distanti.
«Quando
l'abbiamo deciso?»
«Puoi non
essere sempre così
antipatica, Ever?» ridacchiò Bixlow, guardando la
sua amica di
sbieco.
«Non
chiamarmi Ever!»
«E pensa che
non abbiamo ancora
iniziato…» sussurrò Lisanna a suo
fratello maggiore, che deglutì
sonoramente. Era preoccupato per come sarebbero andate le cose, e
soprattutto era preoccupato che quella ragazza avrebbe potuto
ucciderli tutti se solo avesse voluto.
«Stai
calma…»
«Non dirmi
di stare calma!
Energumeno senza cervello!» Evergreen arrossì e lo
prese a
ventagliate in testa, senza che lui potesse fare niente per
difendersi.
Lisanna e Bixlow si
guardarono
complici e si strizzarono l'occhio.
«Ne, sono
entrati nell'ottica
della preparazione, hai visto Erza?» Mirajane si
voltò verso la sua
amica e batté leggermente le mani, emozionata da tutta
quell'energia.
Erza
li guardava confusa, con le sopracciglia aggrottate. Forse Mirajane
aveva ragione, ma prevedeva sarebbero sorti parecchi problemi.
*§*
Gruppo musica
– Levy e Gajil
Levy sentiva i suoi
capelli lisci
che si arricciavano ad ogni minuto che passava in silenzio, a non
parlare. Era quasi un'ora che camminavano per le strade di Magnolia,
e ad ogni angolo le pareva di addentrarsi sempre di più in
città.
Onestamente, non poteva dire di conoscere quella parte, nonostante ci
fosse nata, ma di certo non poteva ammettere a Gajil che non sapeva
di cosa stesse “parlando”.
Decise comunque di
rompere quel
silenzio snervante, brontolando: «Manca ancora
molto?»
Gajil
ridacchiò, insaccando
ancora di più le mani nelle tasche dei pantaloni sdruciti.
Andare in
giro con lei non era così male come pensava, alla fine.
Sentiva che
stava per esplodere, che si stava riempiendo di energia, e che presto
sarebbe esplosa, ma voleva portarla in quel posto prima che
accadesse. Diede uno sguardo breve all'orologio del cellulare e
rabbrividì: forse si era dilungato troppo per le strade e
aveva
perso la cognizione del tempo, doveva darsi una mossa.
«No, ma sei
troppo lenta,» le
annunciò, abbassando gli occhi su di lei.
Levy fece per
ribattere, pronta,
non aspettava altro, ma si sentì afferrare e tirare su.
L'aveva presa in
braccio. O
meglio, se l'era messa a spalle come aveva fatto una serie di volte
prima di smettere di parlarsi.
«Mettimi
giù! Ma sei scemo? Che
ti passa per la testa? Gajil!» iniziò a scalciare,
menare pugni sul
suo ampio petto, ma lui non ebbe nessun tipo di reazione.
«Gajil!»
«Sei
semplicemente lenta.»
«E tu sei
semplicemente un
idiota.»
Si arrese, comunque,
ammosciandosi su di lui. Aveva capito che continuare a ribellarsi non
aveva senso, non in quella situazione.
«Perchè
mi odi?» disse, a
bassa voce. Avrebbe voluto urlarlo, ma non credeva sarebbe stata la
scelta migliore. Già si sentiva osservata abbastanza,
lì sopra,
visto che chiunque incrociassero li fissava stranito.
«Odiarti?»
Gajil sbuffò.
«Non mi
parli più, non mi
scrivi, non mi calcoli… che cosa ti ho fatto?»
«Non
è il momento.»
«Non
è mai il momento. Sai
cosa, hai rotto! Io mi sono rotta le palle, okay?»
«Gamberetto,
stai calma…»
«No! No
perché mi sono rotta!
Non voglio più starti dietro! Fai sempre quello che ti pare,
ma non
ti curi di quello che pensano gli altri. Mi sono rotta!» le
sfuggì
l'ennesimo pugno.
«Gamberetto…»
«Parla!
Santo cielo parla! Hai
paura di me?»
«Gamberetto!»
«Che
c'è?!» strillò,
arrossendo subito dopo.
Lui la fece quasi
cadere
mettendola giù. Si erano fermati di fronte ad un cancello
arrugginito che dava ad un giardino sul retro di qualcosa, forse.
Levy non capiva, non
conosceva
quella zona, non sapeva cosa ci fosse là dietro.
«Siamo
arrivati.»
Gajil lo spinse,
facendolo
cigolare. Camminò, con la ragazza al seguito, per un paio di
minuti
e spalancò le porte di quello che si rivelò un
club, fumoso e
rumoroso.
«Che posto
è?»
«Gajil!
Fratello, sei tornato!»
Un ragazzo dai capelli
chiari,
non si capiva benissimo, smise di suonare la chitarra e scese dal
piccolo palco con un balzo, andando a salutare Gajil.
«Sono di
passaggio, Mash.»
Levy si sentiva
tremendamente
intimorita da quella situazione, ma non poteva assolutamente dirlo a
voce alta. Perciò gonfiò il petto e si sporse da
dietro il ragazzo,
porgendo la mano.
«Ciao, io
sono Levy!»
Mash, quello che
doveva essere
qualcosa tipo un amico di lunga data di Gajil, la guardò di
sbieco,
un po' come si guardava un cucciolo.
«Ti sei
messo a fare il
babysitter?»
I capelli tornavano ad
arricciarsi per la frustrazione.
«Veramente
abbiamo la stessa età, Mash.»
sibilò.
«Un cucciolo
che mordicchia!»
Mash ridacchiò, poi mise una mano sulla spalla del suo
amico,
«Occhio che se la fai vedere troppo, qui dentro, te la
mangiano.»
«Non mi
faccio toccare da
nessuno. Ce l'avete con questa storia, solo perché sono
piccola, ma
potrei essere io a mangiarvi,» sbottò, pestando i
piedi a terra
forte.
Mash
scoppiò a ridere,
definitivamente. Le mise un braccio attorno alle spalle, portandosela
vicino prima che Gajil reagisse, e disse: «Mi piaci ragazza,
vieni!
Ti faccio conoscere gli altri!»
E il giovane Redfox
rimase a
bocca aperta, sconvolto da quella presa di posizione del gamberetto.
Sì, però doveva recuperarla prima che quegli
altri se la rapissero!
Gruppo cibo
– Lucy e Natsu
«Natsu…
non ce la faccio più…»
Lucy si sentiva
scoppiare. Aveva
anche dovuto allargare la cintura della sua minigonna per non
sentirsi costretta!
«Dai,
andiamo ancora in quel
posto!»
Lucy gemette, ma
trascinò i
piedi fino al pub che Natsu stava indicando con così tanta
energia.
Ma lui un fondo non ce l'aveva? Era da quando si erano separati dopo
la “riunione” che non smettevano un attimo di
mangiare per
provare il catering.
«Io non
mangio più, però,»
asserì mentre si lasciava cadere su una seggiola di legno e
si
teneva la pancia. Si sentiva tirare tutta e non era una bellissima
sensazione.
«Ma non
posso mangiare solo io!
E se scelgo qualcosa che non va bene?» Natsu si
imbronciò,
aggrottando la fronte come un bambino.
«C'è
ancora tempo eh… non possiamo girare tutti i posti
oggi!»
«Ma
io ho fame!»
Lucy fece per
ribattere che era
umanamente impossibile che avesse effettivamente ancora fame, che
ormai il suo stomaco avrebbe dovuto essersi strappato –
perché lei
stava morendo, ma lui aveva mangiato il doppio se non il triplo in
ogni ristorante/pub/locanda/qualsiasi cosa – e avrebbe dovuto
stramazzare al suolo senza forze, vomitando per evitare di esplodere.
Eppure rimase in silenzio, sorridendo e scuotendo la testa.
«Facciamo
che assaggio quello
che prendi, poi decidiamo,» inclinò leggermente la
testa di lato e
alzò il braccio per fermare una cameriera.
«Benvenuti
al Sabertooth, avete scelto cosa ordinare?» indicò
il menù con gli
occhi nocciola. Aveva i capelli lisci come spaghetti ed una frangetta
spostata di lato che le incorniciavano alla perfezione il bel viso
ovale.
«Ciao!
Vorremmo assaggiare qualcosa per il ballo scolastico della Fairy
Academy…
avete un servizio di catering?»
spiegò brevemente Lucy, cordiale come sempre.
«Certo!
Vi presentiamo le nostre proposte!» e la cameriera si
allontanò.
Lucy aveva un strana
sensazione
riguardo a lei, era come se avesse dentro una tristezza immensa, ma
non sapesse come farla sfogare.
«Ehi
Lucy…»
Venne riportata sulla
Terra da un
Natsu con le bacchette infilate nel naso che faceva smorfie senza
ritegno.
«Ma sei
scemo? Smetti di fare
così!» lo rimproverò, anche se sentiva
che stava per scoppiare a
ridere. Quel ragazzo aveva un tempismo che rasentava l'impossibile
talmente era preciso. Ogni volta che si sentiva giù, che un
ombra le
oscurava gli occhi, lui irrompeva nei suoi pensieri con una carica
esplosiva e la faceva ridere. Sempre. Non c'era stata una volta che
avesse fatto un discorso serio con lui, era sempre finita a ridere
per qualche scemenza che combinava.
«Quella
ragazza è molto triste…
che dici se la invitiamo al ballo?» propose, sfilandosi le
bacchette
e poggiandole sul tavolo.
«Non
sappiamo neanche come si
chiama!»
«Eh
beh?» Natsu la guardò
confuso, come se davvero non capisse il senso dell'obiezione che
aveva fatto la sua amica, «Cosa significa?»
«In genere
non si invita al
ballo una persona che non si conosce…»
«Ma
è triste!»
«Lo vedo
anche io, ma non è una
nostra amica e non possiamo aiutarla… lo capisci?»
«No.»
Lucy si
spalmò le mani sul volto
e scosse la testa, consapevole che lui avrebbe fatto di testa sua a
prescindere dalla sua opinione.
«Eccomi
ragazzi! Allora, qui abbiamo i piatti principali del servizio, se per
caso voleste qualcosa di più c'è un supplemento
di venti jewel ad
ogni pietanza. Di base, comunque, è duecento jewel senza
dessert,
duecentocinquanta con dessert,» sorrise ed iniziò
a poggiare le
pietanze sul tavolo. C'era di tutto lì dentro, piatti per
vegetariani, piatti per vegani, piatti per carnivori convinti, piatti
per uccellini e per dinosauri: praticamente ogni scelta di
alimentazione era contemplata e chiunque avrebbe potuto mangiare come
si doveva.
A Natsu brillavano gli
occhi,
mentre a Lucy veniva quasi da piangere. E leiavrebbe dovuto
assaggiare tutta quella roba? Sarebbe morta.
«Senti, come
ti chiami?»
La cameriera
inarcò un
sopracciglio alla domanda di Natsu, che aveva già iniziato a
mangiucchiare una coscia di pollo.
«Yukino,
perché?»
Natsu
ingoiò il pezzo, si battè
una sonora pacca sulla pancia e sorrise smagliante.
«Che ne dici
di venire al ballo
della Fairy Academy?»
Lucy rimase
esterrefatta, e come
lei anche Yukino, che non sapeva bene come comportarsi.
«Perchè…?»
«Sembri
molto triste, così
magari al ballo ti diverti!»
La sua compagna di
avventura
scosse la testa. Natsu era, probabilmente il ragazzo più
imbecille
che avesse mai incontrato, ma era anche il più buono e
dolce, perciò
decise di dargli man forte e sostenerlo. Aveva un sesto senso,
diceva, che gli faceva capire quando intervenire e quando no.
«Beh,
sarebbe bello che venissi
anche tu! Così potresti anche controllare che il servizio
sia come
si deve e che tenga alto l'onore del ristorante,» ecco,
sì, almeno
lei aveva dato una spiegazione un po' meno da esaltata.
Yukino si
inchinò e ringraziò,
scomparendo dalla loro vista in un batter d'occhio.
«Secondo te
ha detto di sì?»
domandò Lucy, appoggiando il gomito al tavolo ed iniziando a
giocare
con un pisellino verde solitario.
«Verrà,
lo so!»
Gruppo cibo
– Laxus e Cana
«Ti
è andata bene, sai?»
esclamò Cana, ridacchiando di gusto.
«In che
senso?» Laxus la guardò
dall'alto, spostandosi una cuffia di lato per poterla ascoltare.
«Finire in
coppia con me! Sono
esperta di alcolici,» spiegò come se fosse la cosa
più logica del
mondo.
«Già…
sei sempre ubriaca,»
berciò lui. Sinceramente non capiva perché
dovesse prestarsi a
quella inutile organizzazione, tanto era sicuro che non sarebbe
andato al ballo. A lui non importava un accidente di quelle
stronzate, non era il tipo che si metteva in tiro e ballava sulle
note di un lento.
«Non
sono sempre
ubriaca, lo sono spesso,
che è ben diverso,»
borbottò, incrociando le braccia al petto prosperoso e
accelerando
il passo. I tacchi delle sue scarpe risuonavano distintamente sul
ciottolato, ma lei si sentiva sicura di sé, «Come
se poi tu ne
capissi qualcosa di alcol… è una cosa troppo
raffinata per un
amante dell'animalier selvaggio,» sghignazzò,
iniziando a dondolare
di qua e di là.
Laxus
sbuffò, si passò una mano
sulla faccia e schioccò la lingua al palato.
Perché? Perché
Mirajane aveva dovuto scegliere loro due come accoppiata? Forse
preferiva di più andare in giro con quell'idiota di Natsu
piuttosto
che con Cana.
La verità
era che la conosceva
da quando era bambina, da quando portava dei vestitini dai colori
pastello e aveva almeno l'aspetto di una ragazza; mentre ora era una
specie di scaricatore di porto ubriaco, sempre pronto a far baldoria
o ad azzuffarsi, e si portava costantemente dietro una fiaschetta.
Chi aveva mai visto una ragazza bere da una fiaschetta? Neanche fosse
stata nel proibizionismo, per la miseria. Non sapeva più
come
rapportarsi con lei, ecco qual era il vero problema.
«Allora? Ti
sei incantato?»
Cana gli passò la mano davanti al volto, sulle punte per
poterci
arrivare per bene.
«Non
sono un amante dell'animalier.»
«I
tuoi vestiti gridano l'opposto, invece,» Cana
roteò gli occhi al
cielo, smuovendosi i folti capelli castani con una mano,
«Comunque
prima lo facciamo e prima finiamo, se vuoi accompagnarmi…
altrimenti faccio da sola, tanto mi conoscono.»
«Dove?»
per un attimo si preoccupò. Davvero la conoscevano in quei
posti
loschi? Quante sbronze si era presa? Quante bevute di troppo? E se
qualcuno le avesse fatto del male mentre era ubriaca?
Cana alzò
un angolo della bocca
in una smorfia esasperata: lui proprio non aveva idea di chi fosse.
«Faccio
la cartomante, per questo mi conoscono. Senza contare tutti i soldi
che spendo per gli alcolici…» sogghignò.
«Non
credi sia il caso di smettere?»
«Di
leggere le carte?» sapeva a cosa si riferiva, ma non aveva
voglia di
entrare in un discorso del genere senza avere neanche una birra
scadente di fronte.
«Di
bere…»
«Oh
ma dai, sul serio pensavi non avessi capito?» gli
lanciò
un'occhiataccia, per poi tornare a guardare di fronte a sé.
Molti
avrebbero avuto paura a parlare in quel modo a Laxus, che rande e
grosso com'era avrebbe potuto spezzare le ossa di chiunque
praticamente, ma lei no. Lo conosceva bene, sapeva che era buono e
non aveva la minima paura di lui. Neanche un pochino, «Dove
vado di
solito mi trattano come se fossi una figlia, nessuno ha mai provato a
farmi del male, o se ci ha provato è stato cacciato e preso
a calci.
A me piace stare in quei posti, mi sento bene, mi sento tranquilla.
Insomma, è come se avessi tanti papà che provano
a fare qualcosa di
buono per me.»
«In
ogni caso, è un hobby dispendioso e poco salutare.»
«Ma
pensi che io mi ubriachi tutte le sere? Ogni tanto capita che mi
prenda una sbronza, ma sono sempre lucida abbastanza da smettere
prima di star male. Al massimo mi addormento,»
spiegò
tranquillamente. Ci mancava solo Laxus che provava a farle la
paternale, poi le aveva viste davvero tutte, «Comunque sia,
non sono
affari che ti riguardano. Mi accompagni alla vodkeria o no?»
«Vodkeria?»
esisteva davvero un posto del genere? «Non dovevamo occuparci
delle
bibite normali?»
Cana
scoppiò a ridere,
trattenendosi addirittura la pancia per lo sforzo, «Sul
serio? Pensi
davvero che un ammasso di ragazzi della mia età andrebbe ad
un ballo
sapendo che non ci sono alcolici?»
«Forse
no, ma non credo che Mira ne sarebbe contenta.»
«Hai
paura di Mirajane?» lo prese in giro, pungolandogli il fianco
muscoloso. Alla fine non era così male andare in giro con
quell'energumeno.
«No,
ovviamente no,» si affrettò a rispondere,
distogliendo lo sguardo.
«Ovviamente,
certo,»
la ragazza scosse piano la testa e prese l'amico a braccetto,
iniziando a tirarlo verso una porticina rossa, «Eccoci
arrivati!»
«Sicura
sia il posto giusto? Sembra una casa…»
«Sembra,
esatto! Ma qui dentro ci sono le vodke più buone della
città, posso
assicurartelo.»
Cana bussò
alla porta, che venne
aperta di un filo per osservare chi fosse.
«Cana!
Bentornata! Era da un po'
che non ti facevi viva!» un uomo la fece entrare, sorridente
e
allegro, «E lui chi è? Il tuo nuovo
fidanzato?»
Laxus
sgranò gli occhi, mentre
Cana ridacchiò come se la cosa non la toccasse minimamente.
«No,
no… è un amico, diciamo.
Stiamo organizzando una festa, ci servirebbe il tuo alcol
migliore.»
Il ragazzo si sorprese
nel vedere
con che nonchalance si rapportasse con quell'uomo decisamente
più
grande di lei.
«Ciao
comunque, Cana non ci ha
neanche presentati!» l'uomo dai capelli rossi strinse la mano
di
Laxus, sorridendo tranquillo.
«Gildarts,
lui è Laxus, un mio
compagno di scuola; Laxus, lui è Gildarts, mio
padre.»
Il ragazzo dai capelli
biondi
quasi non si mise ad urlare. Quello era suo padre?
Sophie's
space______
Mi vergogno
un pochino per
essere scomparsa nel nulla così… mi spiace, mi
spiace davvero.
Non voglio
accampare scuse per
nessun motivo, vorrei solo che ci crediate… mi spiace, mi
spiace
davvero.
Detto
ciò, spero che il
capitolo vi piaccia! Dopo ci saranno altri piccoli pezzi sulle altre
coppie/gruppi, in modo che ognuno abbia un bel momento specifico =)
Quindi non
disperate, ce la
farò a concludere anche questa storia! Errore mio che mi
sono messa
a pubblicare prima di aver concluso di scrivere… spero
possiate
perdonarmi >.<
Nonostante
tutto, VI VOGLIO
BENEEEEEEEEE
Alla
prossima,
Sophie
<3
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