Tre giorni per tornare grande

di Miss_McCall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Giorno ***
Capitolo 2: *** 2 Giorno ***
Capitolo 3: *** 3 giorno ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1° Giorno ***


Salve questa storia è nata quasi per caso, spero che vi piaccia...... (recensite numerosi). E' grazie alla mia beta se questa storia ha preso forma.
Inoltre a fine capitolo troverete le frasi del giorno.
baci Miss_McCall



Intro: Peter e Scott sono in missione per ordine di Deaton, in una caverna appena fuori Città del Messico.
Qualcosa di sinistro si nasconde tra le mura, ed è loro compito capire di cosa si tratta, e successivamente porvi fine.
Ma le cose non vanno mai come le programmiamo infatti un mago ombra risedente da molti anni in quella caverna, decide di usare il potere da True Alpha di Scott per liberarsi sottraendoglielo.
Ma qualcosa va storto, l’entità oscura colpisce il mannaro con un incantesimo che con un forte boato lo riporta all’ età di 3 anni.
Peter si affretta per raggiungerlo, gli si avvicina cautamente notando che Scott senza vestiti, piangeva spaventato ed impaurito dal buio, esitante lo prende in braccio cercando di calmarlo. Lo avvolge nella sua Giacca portandolo all’esterno per poi tornare a Beacon Hills.
L’entità oscura decisa a prendersi a tutti i costi quel potere si aggregò clandestinamente ai mannari mimetizzandosi nei panni del ragazzo.
 
 
1 giorno

 
 
-Si può sapere cosa è successo? Brutto bastardo cosa hai fatto al nostro Alpha?- chiese Stiles furibondo avventandosi contro Peter e  facendo spaventare il piccolo ancora aggrappato alla giacca dell'uomo.
- Stiles calmati non vedi che lo spaventi?- rispose l'uomo indietreggiando posando inconsciamente la mano sul capo del bambino che piangeva terrorizzato dalle urla del ragazzo.
- Stiles la situazione è delicata e per quanto odi dar ragione a mio zio, questa volta devo.- disse Derek interrompendo le urla del ragazzo. Guadagnandosi un cenno di ringraziamento dall'uomo.
- Bene Papà  siamo tutti impazienti di sapere come sono andati veramente i fatti- interruppe Malia affiancata da Lidya che osservava curiosa il piccolo fagottino che ancora scosso dai singhiozzi si aggrappava alla maglia dell'uomo tremando e nascondendo il viso reso rosso dalle lacrime.
Peter rincuorato dall'intervento di sua figlia tentò di mettere Scott seduto sul divano.
 
Il Piccolo sentendosi allontanare al quel corpo caldo che fino a poco tempo prima lo aveva protetto aumentò la presa sulla maglia scuotendo la testa in segno di protesta.
- Scott....Scott ascoltami, io devo parlare un attimo con queste persone, tu aspettami qui tornerò presto- disse Peter tentando di calmare il bambino facendogli allentare la presa.
- No....- rispose il bambino scontrando gli occhi color cioccolato pieni di lacrime con quelli verdi del più grande.
Tutto il branco guardava ,Peter accarezzare ed  interagire amorevolmente con quel bambino ,senza parole,
- Cavolo e chi lo avrebbe detto che Lo zio Psicopatico avesse un cuore-interruppe il silenzio Stiles
- Stiles per favore sta zitto- disse Lidya alzandosi dal divano ed avvicinandosi a Peter.
 
Sentendo i passi della ragazza avvicinarsi Peter alzò lo sguardo – Posso?- chiese la rossa indicando il bambino.
L'Uomo annuì tenendo sempre il bambino tra le braccia. - Ehi ometto! -disse Lidya attirando l'attenzione del cucciolo su di se continuando- Mi stavo chiedendo…ti va di lasciare per un po' la maglia di Peter e venire con me? - disse osservando il piccolo amorevolmente.
- Dove vuoi portammi? - chiese titubante Scott allentando un po’ la presa per osservare meglio la ragazza che aveva davanti.
- Io pensavo di andare di là in cucina a prendere un bel gelato da mangiare tutti insieme, ma mi serve un aiuto. - disse la rossa mettendo su un muso triste che fece mollare la presa al bambino.
- Se io vengo dopo mi riporti da Peter? - chiese con due occhioni da cucciolo Scott mentre si affrettava a lasciare il corpo dell'uomo solo per aggrapparsi a quello di Lidya.
- Certo, piccolo. - disse Lidya sorridendogli e prendendolo in braccio.
- Peter io vado a prendere il gelato con la signorina ma tonno subito tu non te ne andare va bene? - disse Scott serio solo come può esserlo un bambino di 3 anni, mentre Lidya lo portava in cucina.
-Va bene piccolo ti aspetto qui- disse Peter, senza accorgersi che stava sorridendo, mentre Lidya e il bambino sparivano in cucina.
 
Si girò verso il resto del branco e si sedette sul divano pronto a fare un resoconto dettagliato su tutto.
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Erano passati una decina di minuti e Peter era intento a spiegare a grandi linee dove si trovava la grotta, nella quale si era recato con Scott, quando fu interrotto da un piccolo uragano moro che gli saltò in braccio con un gelato al cioccolato in mano.
 Lidya si trovava pochi passi indietro e non nascose il suo ghigno divertito nel vedere quella scena.
 
La rossa con grazia passò i gelati, che aveva sul vassoio, al resto del branco lasciandosene due per lei e Peter che era impegnato a tenere lontano Scott, con il viso sporco di cioccolata.
Tentò più volte di allontanare il piccolo tentando inutilmente di metterlo a sedere tra le sue gambe rivolto verso il branco.
Quest'atteggiamento non passò inosservato dal resto del branco che lo guardava divertito vedendo andare in fumo ogni suo tentativo.
Derek osservava suo zio interagire col bambino senza successo- Ehi Scott, dimmi un po’ ti è piaciuto il gelato? - decise di intervenire prima che Peter perdesse la pazienza.
A quella domanda il bambino smise momentaneamente di dimenarsi volgendo lo sguardo verso Derek che intanto si era munito di una salviettina imbevuta, datagli da Malia, con l'intento di ripulirlo dal cioccolato.
Derek si alzò dalla sedia solo per accovacciarsi affianco al bambino, che spaventandosi nascose il viso nella maglietta del più grande sporcandola.
- Der mi sa proprio che la salviettina non ti serva più- disse Stiles iniziando a ridere, facendo spostare lo sguardo di Peter verso il bambino e soprattutto verso la sua maglietta.
- Ma che cazz…- Peter bloccò l'imprecazione non appena vide tutti i presenti donargli occhiatacce.
- Peter è solo un bambino, certe parole non dovrebbe sentirle, soprattutto dalla bocca di un adulto- disse parentorio Lidya non nascondendo il suo ghigno di soddisfazione.
-Vieni Scott perché non andiamo a ripulirci un po’- si intromise Malia avvicinandosi a suo padre per prendere il bambino.
-No. Non voglio lassami butta...... voglio stare qui con Peter – iniziò a urlare Scott ricominciando a piangere stringendosi ancora di più all'uomo facendo indietreggiare la ragazza che si andò a sedere di nuovo al suo posto, lasciando suo padre a gestire la situazione.
 
Peter teneva quel bambino piangente tra le braccia senza sapere cosa fare, voleva chiedere aiuto al branco ma il suo orgoglio glie lo impediva. Ad un tratto qualcosa nel respiro del bambino lo mise in allarme.
Abbassò lo sguardo giusto in tempo per vedere il piccolo respirare a fatica.
Lo mise a sedere meglio sulle sue gambe, Scott aveva il viso rosso ed ansimava pesantemente, una manina andava a stringere la sua maglia all'altezza del cuoricino mentre l'altra andava d'istinto a posarsi sulla sua gola.
- Scott Ehi piccolo che ti prende...- chiese Peter allarmando anche il resto del branco, che d'istinto si avvicinò
- Mi... fa male...- disse il bambino mentre due lacrimoni gli rigavano il viso. - Cosa ti fa male Scott? -chiese ora Derek accarezzando la fronte imperlata di sudore del piccolo.
- Qua...non iesco a respirare. - disse il bambino terrorizzato indicando a fatica il petto.
Questa risposta mise il branco ancora più in agitazione. - Aspettate! - urlò Stiles avvicinandosi al bambino osservandolo- Credo che abbia un attacco d'asma... mi ricordo che Scott prima ci soffriva-disse il ragazzo prendendo dal suo zaino un inalatore porgendolo a Peter.
-Aspetta! È troppo piccolo per l'inalatore Peter- lo fermò Lidya prima che l'uomo accostasse il farmaco vicino alle labbra del bambino.
- Che devo fare allora? - chiese Peter preoccupato, - Stendilo sul letto e calmalo, in questo momento sei l'unico di cui si fida – disse Deaton che appena arrivato aveva assistito alla scena.
Peter cercò di mantenere la mente lucida, si alzò dalla sedia col bambino ancora ansimante e si diresse verso il letto di Derek, vi appoggiò il bambino sdraiandosi pure lui – Scott ...Ehi Scott calmati respira piano, concentrati sul mio respiro lentamente. - disse Peter iniziando ad accarezzargli la schiena con movimenti dolci e circolari.
Il bambino se pure a fatica tentò di fare quello che l'uomo gli aveva chiesto, chiuse piano gli occhi rossi e stanchi e si concentrò sul respirare del più grande calmandosi e riuscendo a mettere fine all'attacco. - Bravo continua a respirare- disse Peter rincuorato non accorgendosi che intanto il bambino si era addormentato.
 
Assicurandosi per l'ennesima volta che il bambino respirasse adeguatamente durante il sonno Peter si alzò, cercando di muovere il letto il meno possibile.
Si Avvicinò di nuovo al resto del branco con l'aggiunta di Deaton e iniziò a raccontare i fatti che quel giorno avevano colpito entrambi.
 
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Arrivati alla fine del racconto, l'uomo notò che Lidya sotto direttive del druido aveva preso appunti molto dettagliati sulla faccenda.
- …. Ed è così che mi sono ritrovato con uno Scott di tre anni tra le mani- concluse alzandosi finalmente dalla sedia per stiracchiarsi un po’.
 - Peter vorrei visitarlo fargli delle analisi e fargli delle domande se tu permetti. -disse Deaton con fare medico avvicinandosi all'uomo che lo guardava stupito.
- Fa quello che credi non devi mica chiedermi il permesso io vado in camera mia … Non è mio figlio. - disse Freddo l'Hale salendo le scale e sparendo sotto gli occhi scioccati di tutti.
 
Dopo buoni 5 minuti di stupore per il comportamento di quest’ultimo, tutto il branco si spostò di nuovo sui divani a fare il punto della situazione.
- Ragazzi la faccenda è seria, non sappiamo cosa può succedere col nostro Alpha in quelle condizioni- disse Derek prendendo la parola attirando l'attenzione di tutti i presenti.
 
-Concordo Der. Ma cosa possiamo fare? - disse Stiles alzandosi dalla sedia solo per avvicinarsi a Scott che ignaro di tutto stava dormendo rannicchiato dentro la giacca di Peter.
- Io propongo di portarlo alla clinica posso occuparmene io visto che Peter non sembra propenso ad accollarsi il bambino così potrò fargli tutte le analisi che occorrono mentre voi pensate a cosa inventarvi- Intervenne Deaton avvicinandosi al piccolo prendendolo in braccio senza svegliarlo con l’aiuto di Lidya.
-D’accordo doc allora lo affidiamo a te, io vado a dirlo a mio padre. - disse Malia correndo al piano di sopra nella stanza di suo padre.
 
 
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-Papà? posso entrare? - chiese Malia dando un paio di colpi alla porta.
-Che succede Tesoro? - disse Peter aprendo la porta solo per vedere sua figlia schizzare sul suo letto.
“Ma quanti anni ha 4?” pensò l’uomo richiudendo la porta avviandosi verso sua figlia che intanto aveva preso una rivista dal comodino – Deaton ha portato Scott alla clinica, dice che se ne occuperà lui dato che tu te ne sei tirato fuori- iniziò a parlare la ragazza mentre sfogliava la rivista.
-Malia io non me ne sono tirato fuori, ho solo pensato di essere l’ultima persona alla quale affidare un bambino così piccolo-rispose Peter sedendosi affianco a sua figlia abbandonando la testa sul cuscino.
-Forse la tua è solo paura psico…psicosomatica, cioè è nella tua testa, pensi di non riuscire ad occuparti di Scott e te ne convinci. - rispose Malia senza alzare lo sguardo dalla rivista.
-Non so se hai ragione, ma quando ho visto Scott nella grotta che piangeva impigliato nei suoi vestiti per un momento sono andato nel panico- disse l’uomo mentre sua figlia si girava appoggiando la testa sulle sue gambe incrociando i suoi occhi continuando –Non sapevo cosa fare e ho seguito l’istinto, mi sono avvicinato per constatare che almeno stesse bene, ma appena ha riiniziato a piangere l’ho preso in braccio e da quel momento non si è staccato più fino a che non si è addormentato- disse l’uomo chiudendo gli occhi concentrandosi sul respiro di sua figlia.
Passarono quelle che per Peter erano sembrate ore stava scivolando nel dormiveglia quando – Papà ho trovato!!!!- urlò la ragazza facendo sobbalzare l’uomo – Malia ma che cazz…- disse Peter non finendo la frase troppo preso a vedere sua figlia che si era trasformato in un uragano puntando il suo armadio e tirandone fuori un jeans e una maglietta sportiva –Alza il culo da quel letto vatti a lavare e vestiti, ce l’ho andiamo a riprendere- disse Malia obbligando suo padre ad ubbidirle.
Dopo una buona mezz’ora scesero nell’atrio- noi andiamo da Scott ce lo andiamo a riprendere, chi viene? - disse Malia sprizzando gioia da tutti i pori.
-Tutti! -disse Lidya ricevendo sguardi d’assenso da tutto il branco. - Stavamo già pensando di andarlo a riprendere, è un lupo oltre ad essere il nostro Alpha e il branco deve restare unito- disse Derek prendendo la sua inimitabile giacca di pelle ed avviandosi verso la porta seguito dal resto del branco. 
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Clinica veterinaria.
 
Deaton era arrivato alla clinica con Scott ancora placidamente addormentato. Scese dalla macchina e con un gesto quasi istintivo alzò gli occhi al cielo- Oh cazzo!!!- si lasciò sfuggire dalle labbra non appena si rese conto che quella sera la luna sarebbe stata piena.
 
In fretta prese il bambino ancora addormentato e lo portò all’interno della clinica.
Posò il bambino momentaneamente sul tavolo da lavoro, andando a chiudere tutte le entrate, tranne quella di dietro.
 
Intanto Scott disturbato da quegli incessanti rumori si svegliò di soprassalto scrutando la stanza attorno a se.
-Dove sono? chi sei tu? E dov’è Peter? - disse il bambino spaventato iniziando a singhiozzare ciò che il druido non mancò di notare. – Ciao Scott, per favore non ti agitare- disse il veterinario avvicinandosi al bambino che lo guardava terrorizzato. – Chi…chi sei? - chiese balbettando Scott attendendo una risposta sempre mantenendo una notevole distanza dall’uomo.
- Io mi chiamo Deaton, sono un dottore, e da oggi starai con me. –disse l’uomo cercando di avvicinarsi al piccolo – Io non voglio stare con te, voglio Peter……-urlò il cucciolo piangendo come un disperato tentando in tutti i modi di scendere da quel tavolino freddo.
Deaton gli fu subito vicino per impedirgli di cadere e solo allora notò che il bambino mentre piangeva aveva le pupille di un rosso acceso e che dalle labbra spuntavo due piccoli canini appuntiti “così piccolo assomiglia ancora di più ad un lupetto” pensò l’uomo che fu costretto a interrompere quel pensiero quasi subito.   
Scott era ruzzolato giù dal tavolino battendo il braccino con forza.
Avvicinandosi Deaton notò subito che il piccolo si teneva la manina sul braccino dolorante urlando tra le lacrime.
-Ehi piccolo fammi vedere che ti sei fatto- disse il dottore avvicinandosi e prendendo il braccino del cucciolo senza preavviso.
- Lassami mi fai male cattivo- urlava ora il bambino dimenandosi senza sapere che così il dolore aumentava.
Approfittando della momentanea disattenzione del piccolo, Con una piccola pressione il veterinario rimise l’osso di nuovo al suo posto provocando però l’ennesima fitta dolorosa al piccolo che ormai aveva innescato la trasformazione e seguendo il suo istinto inconsciamente si lanciò contro l’uomo tentando di azzannarlo.
L’uomo indietreggiò portando il cucciolo nello stanzino dove aveva sistemato una gabbia tempo addietro a disposizione del branco nel caso qualcuno non riuscisse a controllarsi.
Con non poca fatica riuscì a chiudere il piccolo in quella cella dove aveva messo dei plaid colorati a terra e dei cuscini.
Si allontanò lentamente,
Chiuse la porta alle sue spalle lasciando un piccolo Scott terrorizzato a piangere seduto al centro della gabbia.
 
Deaton sentiva il cucciolo piangere, avrebbe voluto fare qualcosa, prese il cellulare e compose in fretta il numero di Stiles
 
-Pronto doc? ......che è successo? -disse Stiles incastrando il cellulare tra la palla e l’orecchio. – Stiles dove sei? Sei ancora da Derek? - chiese l’uomo attendendo – No doc in verità stiamo venendo alla clinica, pensiamo di riprenderci Scott, sa abbiamo pensato che siccome stanotte la luna è piena forse era meglio tenerlo col branco- disse Stiles sperando di essere stato convincente almeno un po’.
-Penso sia una buona idea, con voi c’è anche Peter? -chiese ancora l’uomo – si è qui con noi stiamo in macchina di Derek stiamo arrivando- disse il ragazzo osservando gli altri occupanti della macchina. – Bene anche perché Scott ha tentato di attaccarmi, e ho dovuto rinchiuderlo nella gabbia di sicurezza- disse Deaton senza lasciare trasparire la sua preoccupazione per il piccolo che ancora urlava e piangeva. – ricevuto Doc siamo fuori- questa volta fu Peter a rispondere avendo ascoltato la conversazione.
 
Deaton si affrettò ad aprire la porta sul retro ritrovandosi di fronte tutto il branco – Lui dov’è? - disse Peter scavalcando gli altri ed entrando nella saletta. – Peter calmati- disse duro Derek. – Nipote non rompere, voglio solo sapere il bambino dov’è- rispose rimando Peter. – Si Der Peter ha ragione, il bambino è di là dove c’è la gabbia- disse il veterinario porgendogli la chiave indicando la porta bianca in fondo.
Peter non se lo fece ripetere due volte aprì la porta e come una furia si catapultò dentro.
 
La stanza era in penombra e non appena scorse la sagoma del bambino si precipitò vicino alla gabbia rimanendo per un attimo sciokkato.
Il bambino stava piangendo rannicchiato in un angolo della gabbia, sta tremando e Peter grazie ai suoi sensi da licantropo riesce a percepire che è terrorizzato a morte.
-Ehi piccolo…-disse Peter aprendo la gabbia avvicinandosi al cucciolo che in un primo momento spaventato fece per allontanarsi – Scott sono io… Peter, sono venuto a prenderti –disse l’uomo afferrando inconsapevolmente il braccino ancora molto dolorante del piccolo facendolo urlare e mollare la presa spaventato – Che ti è successo piccolo ti fa male il braccio? - disse l’uomo alzando con due dita il viso bagnato del piccolo scontrandosi con quegli occhi marroni del più piccolo.
Scott non appena riconobbe Peter fece di “si” col capo lasciandosi prendere in braccio. - Ora torniamo di là va bene piccolo? -chiese L’uomo donandogli un bacio sulla fronte. – No! -scosse la testa il piccolo emanando di nuovo quell’odore di paura che Peter notò subito- Scott ascolta ora noi andiamo di la, Deaton ti rimette a posto il braccio e poi c ne andiamo a casa insieme-disse sorridendo Peter notando che il bambino si era calmato – Va bene ma resto con te- disse il piccolo mettendo su un finto broncio – Ok, Ok peste- rispose l’uomo ridendo avviandosi verso la porta.
 
-Doc. può rimettere a posto il braccio di Scott così lo riporto a casa- disse Peter chiudendosi la porta alle spalle con Scott che poggiava il capo sulla sua spalla. - Certo fammi vedere- disse Deaton avvicinandosi al bambino che intanto si arpionava al più grande. – Scott mostra il braccio al dottore ti prometto che non sentirai tanto male- disse Peter prendendo delicatamente il braccino del cucciolo iniziando ad assorbirne il dolore.
-bene piccolo ora sentirai un poco di dolore ma ti prometto che subito passa-disse il veterinario iniziando a sistemare l’osso del cucciolo con un leggero movimento.
 
Scott non staccava gli occhi dal dottore quando una fitta lo costrinse a chiudere gli occhi, - Ecco fatto- disse Deaton fasciando con una benda stretta il braccio di Scott sorridendogli.
 
Una volta sicuro che quell’uomo non gli toccasse più il braccio Scott lasciò scivolare tutta la tensione arpionandosi a Peter piangendo. – Shhhhhh ehi piccolo sei stato bravo è tutto finito ora ce ne torniamo a casa- disse Peter sorridendo al bambino lasciando il resto del branco, che nel frattempo era rimasto in disparte, allibito.
 Si incamminò col cucciolo tra le braccia verso l’uscita ringraziando Il druido seguito dal resto del branco.
 
-Ehi campione, come ti senti? -chiese Lidya accarezzandogli la testa. - Non lo so…-rispose il piccolo con gli occhi ancora umidi per il pianto, accucciolato sulla spalla di Peter.
-Ehi amico, ci dispiace non essere arrivati prima scusaci- disse Stiles posando una mano sulla piccola schiena rannicchiata senza ricevere alcuna risposta dal piccolo.
 
Mentre salivano in macchina il piccolo pancino del bambino iniziò a brontolare attirando l’attenzione – Piccolo hai tanta fame vero? - disse Malia sorridendo attirando l’attenzione del cucciolo. –Che ne dite di fermarci a prendere una pizza? -disse Derek rivolgendosi a tutti ricevendo tutte risposte affermative meno una. – Ehi piccolo non la vuoi pure tu la pizza? -chiese Peter notando che Scott non aveva detto nulla. – Non lo so...-disse il piccolo abbassando lo sguardo imbarazzato – Io la pizza non la mangio...-continuò.
-Come non la mangi? Ma se la mangi sempre- disse Derek avvicinandosi al piccolo. - E dimmi vorresti qualche altra cosa piccolo? - disse Lidya notando l’imbarazzo del piccolo.
-Peter mi fai le poppette??- chiese innocentemente Scott mettendosi il pollice tra le labbra, ignorando gli altri (come se ci fossero solo loro).
 
-Le COSAAAAA!? –chiese Peter squadrando il piccolo ignorando le risate che il resto del branco.
-Papà come non hai capito? Vuole che gli fai le polpette- disse Malia tra le risate.
-Tiiiiiiii dai le poppette, le poppette. Urlò il cucciolo ridendo e sfrenandosi tra le braccia dell’uomo. - Peter non ti preoccupare c’è un Take away aperto poco più in là... Io, Derek e Malia andiamo a prendere le pizze, ci vediamo al loft -disse Stiles sorridendo avviandosi con i due Hale.
- Bene andiamo a prendere queste Maledettissime polpette- disse Peter rivolto a Lidya che intanto si metteva al posto di guida sorridendo.
 
Dopo essere passati a prendere le polpette, Scott insistette per avere anche una porzione abbondante di patatine che ora stringeva tra le manine tra le braccia di un Peter leggermente preoccupato per la sua maglietta.
 
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-C’è ne avete messo di tempo per prendere solo delle polpette- disse Stiles mentre Peter, Scott e Lidya entravano nel loft.
- Già qualcuno non riusciva a decidere a che gusto prendere il gelato per il dopocena – disse Lidya sorridendo aiutando Malia ad apparecchiare.
- Su maschietti tutti a lavarsi le mani che tra un po’ si mangia- disse Lidya con tono autoritario facendo ridere il piccolo Scott.
- Hahaha Sembri la mamma quando tonno dal parco…-disse il piccolo rattristandosi subito.
Quell’affermazione mise tutti in silenzio. Fino ad allora per tutta la giornata il piccolo non aveva menzionato nemmeno una volta la mamma.
-Ascolta campione, ho chiamato la tua mamma prima, mi ha detto di tenerti con noi fino al suo ritorno, ok?- disse Peter inventando la prima scusa che gli era venuta in mente. Il bambino annuì non del tutto convinto.
- Bene andiamo a lavarci le mani se no Lidya diventa peggio della mamma- la schernì Derek facendo scappare una risata al piccolo e guadagnandosi un occhiataccia dalla ragazza.
 
-Pericolo scampato-disse Malia alla rossa – Si ma se non risolviamo al più presto questo problema le bugia di Peter non avrà più valore-rispose la ragazza zittendosi non appena i ragazzi tornarono.
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-Scott stai attento che le polpette scottano- disse Peter addentando una fetta di pizza al pomodoro, senza mai staccare lo sguardo dal bambino intento a pasticciare con la salsa delle polpette, nel tentativo di mangiare i piccoli bocconi che precedentemente Peter gli aveva tagliato.
-Uffa non…. Là pochetta è toppo grande- si imbronciò il piccolo col musino e le manine tutte ricoperte di salsa.
-Ehi peste aspetta- disse Peter prendendo un tovagliolo di carta cercando alla miglior modo di ripulirlo dalla salsa.
Questo gesto “totalmente disinteressato” non passò inosservato dal resto del branco, Stiles e Derek cercarono di nascondere malamente un sorriso mentre le ragazze con occhi sognanti ammiravano quel ”amore paterno” che Peter inconsciamente dimostrava che a parer di tutti era un po’ inquietante.
 
 
A fine cena dopo aver riordinato la cucina e buttato i cartoni delle pizze, tutto il branco si riunì in salotto.
Scott seduto sul divano vicino a Peter sbadigliò rumorosamente.
 
– Ehi piccolo mi sa che è ora che tu vada a dormire- disse Peter notando l’aria stanca del cucciolo, che a stento riusciva a tenere gli occhi aperti.
 
-No! Non sono stanco posso ancora restare veglio- disse il piccolo, mutando inconsciamente il colore degli occhi in rosso sotto lo sguardo allibito di tutti.
 
- Mi sembra giusto!!!!…. Allora che ne dici se andiamo a fare un bel bagnetto, ci mettiamo quel bel pigiama che ci ha portato Lydia e scendiamo a guardare le tv tutti insieme sul divano? -propose Malia attirando l’attenzione del bambino.
 
-Va bene- rispose il cucciolo facendo tornare di nuovo i suoi occhi normali – Però io il bagno lo faccio solo con Peter- disse innocentemente sorridendo.
 
- Eh no ora basta il bagno no! - sbottò l’uomo – perché non vai a farti fare il bagno con Derek e Stiles, su io ti aspetto qui e non mi muovo- continuò l’uomo procurandosi uno sguardo omicida dal nipote.
 
- Tiiiiiiii, va bene……ma tu poi mi apetti? - chiese poi Scott con occhioni languidi verso l’uomo.
 
– Si Piccolo ti aspetto qui – disse sorridendo.
 
 
-Dai Derek alzati, andiamo a fare il bagno ha detto Peter – disse il cucciolo tirando la maglia del ragazzo.
 
– Dai Surwolf non vorrai farlo mettere a piangere vero? - disse ridendo Stiles non appena Derek abbandonò il divano, dirigendosi in bagno, mentre Stiles preso in braccio il cucciolo lo seguiva ghignando.
 
 
 
-Hahahahaha……oddio ne verrà fuori un film ricordo pazzesco- disse la rossa ridendo come una pazza attirando l’attenzione di Peter e Malia.
 
-Lid cara si può sapere cosa hai combinato? - chiese Peter letteralmente terrorizzato dalla rossa.
 
-Guardate- disse tra le lacrime la ragazza aprendo il pc, facendo guardare i due Hale.
 
- Oddio ma quelli sono Derek, Stiles e Scott nel bagno. - disse Malia ridendo alle spalle del cugino, che correva per la sala da bagno tentando di fermare un piccolo Scott semi-nudo.
 
-Tesoro sei fantastica. Ma quante ne hai messe di telecamere? - chiese Peter letteralmente terrorizzato dalla risposta.
 
– Uhm solo un paio tranquillo, sono innocue- disse la rossa, mentre continuava a fissare lo schermo del pc.
 
- Non vorrei esserci, quando Derek vedrà la registrazione-disse Malia nascondendo tutta l’ammirazione per l’idea geniale dell’amica.
 
- Oh cara non lo verrà a sapere fino a che questa storia non sarà finita- affermò fiera Lydia, mettendo fine alla conversazione.
 
 
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Nel Bagno di casa Hale:
 
 
-Scott per favore fermati, non correre senza vestiti……STILESSSSS!!!!!!!! logorroico umano vieni a darmi una mano. SUBITO!!!!!-urlava Derek, mentre tentava di acchiappare il piccolo lupetto, che gli correva attorno ridendo.
 
-Der ma che cavolo ti urli, guarda che ci sento e poi se non riesci a prenderlo tu che sei un lupo, cosa posso fare io? - disse Stiles ghignando, sotto sotto si stava divertendo da matti a vedere l’Hale correre dietro a un bambino, ancora di più sapendo che quel bambino era Scott, il suo Alpha.
 
-Non lo so cosa puoi fare, ma fai qualcosa- urlò ancora Derek, tentando per l’ennesima volta di prendere il bambino.
 
-Scott ora basta fermati subito- urlò poi al bambino, mentre Stiles se la rideva alla grande poggiato allo stipite della porta.
 
-Gno- urlò Scott continuando a correre, sfuggendo dalle mani del più grande, il quale durante l’ennesimo tentativo di bloccarlo inciampò nei pantaloncini del cucciolo lasciati a terra, trovandosi a contare le piastrelle del pavimento.
 
-Scott ora basta, dai vieni a fare il bagno e lascia stare Derek- disse l’umano tra le risate, inginocchiandosi a terra e attirando l’attenzione del bambino, tirando fuori un mazzo di chiavi.
 
-Grazie al cielo, Stiles ma che aspettavi a dargli quelle chiavi?!- sibilò irritato Derek, mentre il bambino si avvicinava a Stiles, prendendo le chiavi e facendosi sollevare in braccio.
 
-Bagno, bagno…. Con le iavi… ti iavi- urlava il bambino felice, muovendo le braccia e ridendo mentre Stiles lo metteva nella vasca piena di schiuma.
 
-Delle chiavi!! … ma perché non ci ho pensato prima…- sussurrò tra sé Derek sfinito -Chiavi !!! Strano però quelle chiavi mi pare di averle già vist……STILESS!!!!!-Urlò poi alzandosi come una furia dal pavimento.
 
–Si Der, quel è il problema, vuoi fare il bagno pure tu?-gli chiese l’umano, mentre insaponava la schiena di Scott.
 
-Stiles ti prego dimmi che quelle che ha Scott in mano, non sono le chiavi della mia Camaro- disse tra il furioso e adirato Derek, molto propenso a staccare la testa a morsi all’umano.
 
-E che ne posso sapere io, ho trovato quel mazzo di chiavi e l’ho preso- disse sbiancando Stiles, quando osservando meglio le chiavi riconobbe lo stemma della Chevrolet.
 
–Scott caro, da bravo dai allo zio Stiles le chiavi di Derek- disse calmo l’umano, tentando di prendere le chiavi da mano al bambino.
 
-No! Le iavi no Derek… Mie! -piagnucolò risoluto Scott, stringendo con le manine insaponate le chiavi.
 
-Scott va bene sono tue, ma non le bagnare, le chiavi non si mettono in acqua si rompono- cercò di spiegare Derek, nascondendo il suo stato d’animo, tentando di salvare le sue povere chiavi.
 
-No in acqua? - fece pensieroso il bambino, fingendo di rifletterci su. –Va bene ecco…-disse poi porgendo le chiavi ad un Derek leggermente sollevato, quando le chiavi ormai insaponate scivolarono dalle mani del cucciolo, andando a finire irrimediabilmente nell’acqua.
 
-Ops…. Sono cadute-ansimò Scott con la vocina acuta, mettendosi entrambe le manine sul musetto con una faccia sconvolta.
Stiles notando tutta la scena non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
 
-STILES!!! Io ti uccido!!!-urlò Derek al culmine della sopportazione, alzandosi non appena l’umano iniziò a correre fuori dal bagno, seguendolo e lasciando inconsapevolmente il bambino da solo nella vasca.
 
-Vado io- disse Malia alzandosi ridendo, avendo visto tutto dal pc di Lydia, lasciando suo padre e la rossa a ridere sul divano.
 
-Ehi Scott usciamo dalla vasca così andiamo da Peter- disse Malia aiutando il piccolo ad uscire dalla vasca e iniziandolo ad asciugare.
 
-Dove tono andati Derek e Tails? -chiese curioso il bambino, facendosi asciugare per bene restando fermo.
– Vedi piccolo quei due stanno giocando ad acchiapparello- disse Malia ridendo, mentre asciugava i capelli del cucciolo col phon.
 
 
Dopo una decina di minuti Scott era bello pulito e profumato.
- Finito- disse Malia abbottonando gli ultimi bottoni del pigiamino tutto d’un pezzo, che gli aveva procurato Lydia.
 
-Ora andiamo da Peter? -chiese il bambino facendosi prendere in braccio e insieme a Malia lasciando il bagno.
 
 
…………………………………………………………………………………………..
 
 
-Derek Scusa ma che ne potevo sapere che Scott avrebbe fatto cadere le chiavi- si giustificò Stiles braccato in un angolo da un Derek con tanto di occhi azzurri.
 
-Ok basta, tanto ho i doppioni, ma la prossima volta ti apro la gola con i denti- fece minaccioso Derek, iniziando subito dopo a ridere seguito da Stiles.
-Stiles ho la sensazione che ci siamo dimenticati qualcosa-disse il mannaro rivolto all’umano.
 
– oddio e cosa …? -chiese curioso Stiles.
 



 
 
–SCOTTT!!!!!!!!-urlarono insieme, correndo verso il bagno, rischiando di scontrarsi con Malia, che aveva in braccio uno Scott sorridente e asciutto.
 
-Grazie al cielo- disse Stiles appoggiandosi al mannaro, socchiudendo gli occhi per lo spavento.
 
-Ragazzi mi dovete un favore- disse la ragazza, scendendo le scale per andare in salotto dove Peter e Lydia avevano messo via il pc
 
 
Mezz’ora più tardi si ritrovarono tutti seduti sul divano a guardare un film.
Lydia e Malia avevano la testa poggiata ognuna su un bracciolo del divano, mentre Derek e Stiles dividevano un piccolo divanetto e Scott dormiva beato con la testa poggiata sulle gambe di Peter, ciucciandosi il ditino.
 
-Ragazzi io porto il piccolo a dormire-sussurrò l’uomo, alzandosi dal divano e prendendo Scott in braccio attento a non farlo svegliare.
 
-Bene allora vado a dormire pure io- disse Malia, mentre si alzava stiracchiandosi seguita da Lydia.
 
-Io torno a casa, ci vediamo domani mattina-disse quest’ultima puntandola porta.
 
-Bene anche io ora me ne vado- disse Stiles alzandosi, sfregandosi un occhio con la mano.
 
–Non credo proprio, tu e mio nipote dovete prima ripulire quel casino che avete fatto in bagno e poi potrete andare a dormire-disse perentorio Peter salendo le scale.
 
– Ma è stato Scott a schizzare l’acqua-si difese Stiles, aprendo le braccia indignato.
 
– E con questo?! È solo un bambino, quindi niente storie e iniziate a pulire-si intromise la rossa ferma sulla porta.
 
- Ok –disse Stiles sconfitto – Ehi Surwolf vedi di alzare quelle tue chiappe mannare dal divano e vieni a darmi una mano-disse poi tirando il mannaro per un braccio, sparendo entrambi nel bagno.
 
-Bene buonanotte ragazze-disse Peter, salutando definitivamente e chiudendosi in camera con il piccolo.
 
-Notte Lid- sussurrò Malia accompagnando l’amica alla porta.
 
-Notte cara-la salutò quest’ultima uscendo dalla porta del loft.
 
 L’indomani sarebbe stata un’altra giornata piena.


Le frasi del giorno:

-Peter mi fai le poppette??-

-Uffa non…. Là pochetta è toppo grande-

-Dai Derek alzati, andiamo a fare il bagno ha detto Peter –

-Scott per favore fermati, non correre senza vestiti……STILESSSSS!!!!!!!! logorroico umano vieni a darmi una mano. SUBITO!!!!!-

-Bagno, bagno…. Con le iavi… ti iavi-

–Si Der, quel è il problema, vuoi fare il bagno pure tu?-

-Scott va bene sono tue, ma non le bagnare, le chiavi non si mettono in acqua si rompono-

-Ops…. Sono cadute-


 

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Capitolo 2
*** 2 Giorno ***


 
Buona sera..... mi rubo solo un momentino del vostro tempo, per ringraziare tutti coloro che hanno recensito la storia, chi ha messo tra le ricordate , seguite e anche chi legge semplicemente. grazie di cuore spero che il secondo capitolo vi piaccia e come sempre recensite!!!!
baci Miss McCall

2 giorno
 
 
Ma certo! - esultò Deaton balzando dalla sedia, che l aveva ospitato per tutta la notte. -Forse ho trovato la soluzione per Scott, dopo il turno vado a parlarne col branco-mormorò stiracchiandosi.
Gettando poi un’occhiata l’orologio, che segnava le 8.00 di mattina, andò nella casa situata sopra la clinica per darsi una rinfrescata e per prepararsi così da poter aprire la clinica.
 
 
 
Intanto a casa Hale:
 
-Buongiorno papà, dormito bene stanotte? -chiese Malia intenta a preparare la colazione.
 
–Sì, cara grazie, Scott si è svegliato una sola volta per andare in bagno-disse Peter sedendosi su una sedia continuando- a proposito tesoro dov’è tuo cugino? - le chiese afferrando una tazza e riempiendola con del caffè -In camera non c’era – concluse soffiando sul liquido bollente.
 
-Non lo so - ammise la ragazza, mettendo una padella su fuoco per fare i pan cake.
 
-Gionno! -disse Scott tutto assonnato, mentre con una manina si strofinava gli occhi, avvicinandosi ancora barcollando per il sonno a Peter.
 
-Buongiorno piccolo, hai dormito bene tesoro? -chiese Malia spegnendo momentaneamente la fiamma sotto la padella, mentre donava un bacio sulla guancia al piccolo.
 
-Tii……ove ta Derek? Momme ancola? -chiese il cucciolo a Malia, desideroso di una risposta.
 
-Non lo so Scott, vieni andiamo a vestirci e dopo lo cerchiamo –disse l’uomo prendendo in braccio il cucciolo per portarlo in camera.
 
 
Dopo una mezz’oretta:
 
-Scott vai in bagno a lavarti il viso e le mani, che scendiamo a fare colazione-lo istruì Peter, mentre il bambino usciva dalla stanza per andare nel bagno, tornando indietro come una furia.
-Scott che è successo? -chiese Peter sentendo che il piccolo lo tirava per i pantaloni.
 
– Dommono in bagno, vieni- disse esaltato il bambino, trascinando anche Peter in bagno, saltellando sui piedini scalzi.
 
 
 
Derek appoggiato alla vasca con Stiles, che a sua volta poggiava la testa sulla spalla di quest’ultimo, se la dormivano alla grande ignari di avere spettatori.
 
Scott lasciando la presa sul pantalone dell’uomo si avvicinò a Derek, tastandogli un braccio muscoloso.
 
– Derek, Derek vegliati-lo picchiettò il bambino, scuotendolo.
 
–Ma che succed…O CAVOLO! -urlò il mannaro, alzandosi di scatto in piedi senza notare Stiles, che intanto aveva sbattuto la testa sul pavimento svegliandosi di colpo.
 - Der ma che ti è preso mi hai fatto mal … o bontà divina-si bloccò dolorante, rendendosi conto di dove si trovava.
 
Poco dopo tutti e quattro scesero per la colazione, con Stiles che ancora si massaggiava la tempia e lo zigomo doloranti.
 
- Ah bene, vedo che li avete trovati-disse Malia, mentre metteva sul fuoco l’ennesimo pan cake.
 
-Ti, tavano dommendo nel bagno-disse Scott con quel visino da cucciolo, mentre apriva una stipetto ai piedi della ragazza.
 
- Scott, ma che stai facendo? -chiese curiosa la mannara, vedendolo tirare fuori una piccola padella.
 
-Io aiuto, come con la mamma-disse sorridendo il piccolo, sedendosi a terra iniziando a giocare mimando le mosse di Malia.
 
 
-Bene ora che hai giocato posa la padella e vieni a mangiare-disse esasperato Derek dopo l’ennesimo tonfo, che la padella faceva sul pavimento.
 
–Gno non tono ponte le fittelle- disse il cucciolo mettendo il muso.
 
–Non me ne frega che non sono pronte mi stai facendo venire mal di testa! Dammi quella padella-urlò esasperato Derek, tentando di prendere la padella.
 
–Der non penso sia una buona ide…-
 
SBAM!!!!!!!
 
-appunto! -finì la frase Stiles, iniziando a ridere.
 
Scott nell’intento di non far prendere la sua padella al mannaro gliel’aveva suonata in testa, andandosi poi a nascondere dietro le gambe di Peter, che era piegato sul tavolo della cucina a ridere.
 
-Der, tutto bene amico? -chiese Stiles tra le risata, aiutandolo ad alzarsi.
 
-Io ADESSO LO AMMAZZO!! Al diavolo che è l’Alpha- urlò Derek mutando gli occhi in direzione di Scott, che continuava a tremare dietro le gambe di Peter.
 
-Cugino calmati! È solo un bambino, voleva solo giocare-cercò di rabbonirlo Malia, prendendo Scott in braccio e facendolo sedere sulla sedia di fronte al tavolo, accanto a suo padre.
 
…………………………………………………………………………………………………………
 
 
-Buongiorno ragazzi! - salutò Lydia irrompendo nell’loft con un sacchetto pieno di cornetti.
 
-Ciao Lid- ricambiarono in coro Stiles e Malia con due sorrisi identici.
 
-ragazzi dove sono Peter e gli altri?-chiese la rossa sedendosi in cucina.
 
–Sono di là, ha chiamato Deaton … ci sono novità- disse Stiles addentando un cornetto al cioccolato.
 
-Di che tipo?- chiese la ragazza, allungando una mano ad afferrare una tazza e riempiendola con del caffè.
 
–Riguarda la condizione di Scott, sembra sia temporanea –intervenne Malia.
 
-Tidyaaaaaaa!!!!!- urlò il bambino correndo incontro alla rossa, lasciando la mano di Peter.
 
- Ciao campione come stai? -gli chiese la ragazza prendendolo in braccio. - Ti va di mangiare un cornetto al cioccolato? -chiese poi porgendogliene uno.
 
-Ehi Peste perché non resti in cucina a mangiare il cornetto con Malia, io devo parlare un attimo con Lidya- disse Peter mentre faceva alla rossa un chiaro segno di seguirlo- Va bene!!!-disse il bambino addentando il croissant dirigendosi verso l’altra ragazza.
 
 
 
 
-Allora Peter cosa ha detto Deaton riguardo a Scott? -chiese Lydia, sedendosi sul divano seguita subito dall’uomo.
 
–Deaton ha scoperto che la regressione di Scott è solo temporanea, una sorta di incantesimo che gli permette di rivivere un determinato momento della sua infanzia, è una cosa che allora non ha potuto fare e che potrebbe aumentare ancora di più i suoi poteri- spiegò l’uomo incrociando le gambe.
 
–Ho capito quindi basterà capire che cosa voleva Scott a tre anni, fargliela vivere e lasciare che l’incantesimo si compia. - suppose la rossa.
 
-Esatto, ma ora il problema è: scoprire cosa manca a Scott – intervenne Stiles che fino a quel momento aveva ascoltato seduto affianco a Derek.
 
-Non so cosa manchi a quel moccioso, ma spero che la ritrovi in fretta prima che perda la pazienza e lo uccida- ringhiò Derek alzandosi dal divano ed avvicinandosi alla portafinestra, per guardare fuori.
 
-Ma che ha stamattina, si è svegliato con la luna di traverso?-bisbigliò Lydia ad un orecchio dell’uomo.
 
–No Lid, diciamo che stamattina la piccola peste gli ha dato un buongiorno speciale-disse nascondendo una risata.
 
-Tranquilla Lid te lo spiego io dopo-intervenne Stiles vedendo l’amica confusa.
 
-Papà ora che si fa?-chiese Malia uscendo dalla cucina con Scott tra le braccia.
 
–Io e Derek potremmo andare a casa di Scott, dato che Melissa non c’è e vedere se troviamo qualcosa che ci possa aiutare- intervenne Stiles.
 
–E cosa pensi di trovare genio?-intervenne scocciato Derek, ma notando che Stiles non lo ascoltava anzi lo snobbava per quel moccioso.
 
–Non lo so ma qualcosa dovrà pur esserci … comunque Peter, perché non lo porti al parco, mi ricordo che a Scott piaceva- disse l’umano ignorando Derek.
 
-Tiiiiiiii Peter andamo al pacco a giocare?-chiese sprizzando energia il piccolo.
 
-Se fai il bravo forse andiamo nel pomeriggio-disse l’uomo, mentre accendeva la tv e si sistemava meglio sul divano con Scott, che seduto a terra giocava con delle costruzioni. .
 
………………………………………………………………………………………………………
Al parco:
 
 
-Scott non correre che se cadi non ti vengo a prendere- lo avvertì Peter leggermente scocciato, sedendosi su di una panchina vuota, mentre osservava il bambino correre da una giostra a un’altra.
 
-Va beneeee!!!-urlò il piccolo, che non guardando dove metteva i piedi ruzzolò finendo col viso a terra.
 
-Scott!!!-urlò l’uomo avvicinandosi al bambino a grandi passi.
 
Scott si alzò quasi subito, pulendosi le meni sui calzoncini che gli aveva dato Lydia quella mattina.
 
- Non mi sono fatto niente … cusa tono inciappato- disse mogio il bambino, abbassando la testa aspettandosi una strigliata, che con suo sommo stupore non arrivò, anzi al contrario si sentì accarezzare i capelli ancora sporchi di sabbia.
 
–Va bene piccola peste ma la prossima volta stai attento dove metti i piedi-disse sorridendo il mannaro, mentre il cucciolo riprendeva a giocare.
-Moccioso iperattivo- borbottò tra se andandosi a stravaccare su di una panchina.
 
-Ah i bambini, non si può mai stare tranquilli con loro nei paraggi- esordì una donna avvicinandosi a Peter, sedendosi di fianco – Sa prima la osservavo con suo figlio, siete veramente molto carini-continuò non notando il fastidio dipinto sul viso del mannaro.
 
-“Ma che vuole questa befana”- pensò tra se l’uomo spostandosi un po’.
 
La donna continuava a parlare a vanvera tanto che Peter non le prestava la benché minima attenzione, al massimo gli riservava delle occhiate omicide da sotto le Ray-Ban nere lucide.
 
“Ma questa è peggio di quell’umano logorroico di Stiles quando parla”- pensò quando si accorse che qualcuno gli tirava il braccio.
 
–Scott che succede?-chiese notando il bambino imbronciato .
 
-Voglio andare là- disse il cucciolo indicando l’altalena vuota.
 
–Va bene e io che devo fare?-chiese l’uomo non capendo dove il piccolo voleva andare a parare.
 
–Uppaaa!!! Io non ci arrivo e poi non so pingermi da solo-spiegò imbronciato il bambino.
 
Quella era una buona occasione per scrollarsi di dosso quella donna fastidiosa pensò.
 
–Ok tu inizia ad andare che ti raggiungo-disse Peter alzandosi dalla panchina ,stiracchiandosi e seguendo subito il bambino.
 
 
 
-Più in altoooooo!!!-urlava ridendo Scott da buoni 10 minuti, mentre Peter col “massimo entusiasmo” appoggiato ad una appiglio della giostra lo spingeva con una mano.
 
-Peter voglio scendere,-disse poi il bambino arrossendo.
 
Peter bloccando il dondolare dell’altalena lo aiutò a scendere senza proferire parola.
 
-Scott ma che hai?-chiese il mannaro notando che il cucciolo lo fissava imbarazzato.
 
–Devo fare pipì, mi scappa- disse il bambino mettendosi le manine sulla patta dei pantaloncini, guardando imbarazzato il più grande.
 
-Ok è una cosa normale -disse tra se prendendo il piccolo in braccio, dirigendosi ai bagni pubblici.
–Vai io ti aspetto fuori-disse il mannaro posando il bambino di fronte ai bagni.
–E ora che c’è? Non hai detto che ti scappava?! E allora va’ -disse l’uomo notando che il bambino continuava a fissarlo.
 
–M….mi devi aiutare…..ehm.. da solo non lo so ancora fare-disse imbarazzato il bambino.
 
–Dimmi che stai scherzando Scott- esalò Peter, alzandosi sulla testa gli occhiali da sole.
In tutta risposta il bambino scosse la testa abbozzando un sorriso.
“Quanto è carino” pensò per un attimo Peter.
 
–Va bene ti aiuto ma bagnami i vestiti o le scarpe e giuro che prendo e me ne vado, lasciandoti col tuo cosino da fuori-disse l’uomo prendendo in braccio il bambino, entrando nella toilette degli uomini.
 
 
 
Pochi minuti dopo…
 
 
-Scott ma che cavolo almeno il water potevi centrarlo-sbuffò esasperato il mannaro al cucciolo, che rideva come un matto, mentre con dei tovagliolini si asciugava le scarpe bagnate di pipì.
 
-Dai Peste vai a giocare nella sabbia che tra un po’ ce ne andiamo lo avvertì annoiato Peter, mentre si lavava le mani.
 
Scott ormai libero non se lo fece ripetere e come una fulmine si fiondò nel recinto della sabbia pronto per giocare.
Intanto Peter era tornato a sedersi osservando Scott giocare quando:
–Pensavo che lei signore, mi avesse lasciato a parlare da sola-disse di nuovo la donna, attaccando per l’ennesima vola a parlare …
 
“Prima di andarmene io a questa la strozzo parola mia” pensò minaccioso.
 
Perso nei suoi pensieri non notò la piccola rissa, che si era andata a creare nel recinto della sabbia.
Scott, che stava giocando con una bimba pressappoco della sua età, stava litigando con un bambino leggermente più grande di lui, mentre la bambina piangeva rintanata in un angolo.
 
Peter venne ridestato dai suoi pensieri, sentendo la bambina piangere giusto in tempo per vedere Scott attaccare un altro bambino.
 
-Si può sapere cosa sta succedendo qui?- chiese il mannaro avvicinandosi soprattutto a Scott con aria minacciosa, spaventando il piccolo che non lo aveva mai visto così arrabbiato.
 
- Non colpa mia –disse tra i singhiozzi. –Io e la bimba stavamo giocando e questo bambino ci ha spinto, dicendo che doveva giocare lui-spiego Scott mentre due lacrimoni scendevano a bagnare il suo viso.
 
-E velo signore quel bimbo ha spinto Cott a terra e poi pure me, Cott si e alzato e ha detto di giocare intieme ma lui lo ha coppito -Spiegò a grandi linee la bambina, preoccupata che il suo amico venisse sgridato.
 
-Non e vero siete dei bugiardi-urlò il bambino più grande scappando.
 
-Scott, ora calmati, è così che sono andate le cose?- chiese ora calmo Peter.
 
–Si!!-disse il cucciolo stringendosi al collo dell’uomo.
 
–Dai saluta, che ce ne torniamo a casa a darci una bella lavata-disse Peter accarezzandogli la testa piena ormai di sabbia.
Scott abbozzò un sorriso e con la manina salutò la bimba, che subito ricambiò con un sorriso.
 
-Allora bell’uomo se ne torna a casa, se le va possiamo fare un po’ di strada insieme-disse nuovamente la donna.
 
Peter posò Scott a terra.
 
-Senta! Con tutto il dovuto rispetto: lei oggi mi ha letteralmente macinato i coglioni! E una volta per tutte: a me non interessa niente di lei, di suo figlio e della sua vita, guardi suo figlio invece di rompere le palle a me!-sbottò Peter prendendo di nuovo in braccio il piccolo, dirigendosi alla macchina, mentre Scott poggiato sulla spalla dell’uomo se la rideva.
 
 
 
 
 
-E anche questa ripresa è fatta!!-disse Lydia, posando finalmente la telecamera.
 
-Scusa Lid, ma io non capisco: perché abbiamo seguito mio padre fino al parco per filmarlo con Scott.-la riprese Malia, mentre sgranocchiava un pacco di patatine.
 
- Tesoro, mettiamola così: non vedremo mai più Peter comportarsi così, è meglio avere un ricordo e poi detto tra noi … era davvero buffo prima sporco di sabbia-disse Lydia iniziando a ridere.
 
–Hai perfettamente ragione Lid- concordò Malia seguendola nelle risate, mentre la rossa metteva in moto la macchina per tornare a casa.
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Sera a casa Hale
 
 
 
-Scott, dai finisci di mangiare cosi andiamo a farti il bagno-continuava a ripeter Peter, mentre tentava di far mangiare al piccolo un po’ di verdura, che c’era per contorno.
 
-Gno! Non la voglio!- disse risoluto il bambino, scuotendo la testa.
 
-Peter non credo che lo convincerai tanto facilmente-disse tra le risate Derek.
 
Approfittando di quel momento di distrazione dell’uomo, Scott scivolò dalla sedia tentando di dileguarsi.
 
-Ehi piccoletto, dove pensi di andare? Devi andare a farti il bagno-disse Malia sorprendendolo e prendendolo in braccio.
 
-Io vado a letto-disse subito Derek sparendo dalla circolazione, non voleva ripeter l’esperienza dei giorni precedenti.
 
-Io vado a lavare i piatti- rispose subito Malia - Papà mi sa che stasera tocca a te fare il bagno a Scott- aggiunse dileguandosi anche lei come Derek, lasciando suo padre allibito senza parole.
 
“Quei due gliel’avevano fatta” prese a guardare Scott, che intanto fissava curioso il pavimento.
 
-Allora?.....dai vieni a farti il bagno nanetto, che dopo andiamo a vedere la televisione-disse Peter prendendolo di peso e portandolo nella sala da bagno.
 
 
-Ehi Zio! Volevo farti una domanda … ti piace la piscina al coperto?-chiese Derek, apparendo solo con la testa dalla sua camera, fissando l’uomo nel corridoio.
 
-Ma neanche morto, nipote perché?-chiese Peter, lanciandogli un’occhiata interdetta.
 
–Nulla … forse lì non dovresti entrare allora- rispose Derek tornando in camera.
 
Peter non capendo a cosa suo nipote si riferisse, portò il piccolo in bagno, iniziando a spogliarlo, mentre riempiva la vasca.
 
-Bene … la vasca è piena, dai Scott vieni a fare il bagno-disse l’uomo, guardando il bambino che tentava di allontanarsi- Senti prima facciamo e prima andiamo a vedere la tv-continuò prendendo alla sprovvista il bambino e immergendolo nella vasca.
Scott iniziò ad agitarsi non poco, mentre fiotti d’acqua uscivano dalla vasca, finendo in terra.
Uno spruzzo più forte fece arrivare l’acqua sui pantaloni di Peter, che fino a quel momento era riuscito a tenersi a debita distanza dal bordo bagnato.
 
-Scott stai facendo un macello, dai esci dall’acqua cosi ti asciugo-disse il mannaro avvicinandosi per prendere il bambino.
 
-Gno- urlò Scott, mentre si dimenava nell’acqua, bagnando interamente Peter, che intanto si era avvicinato.
 
 
 
-Piaciuto il tuffo in piscina zio?-chiese Derek appoggiandosi allo stipite della porta ridendo a quella scena.
 
-Der lascia che mi asciug…- ma non riuscì a finire la frase, distratto anche dall’arrivo di sua figlia.
 
-Dio! Papà che cosa è successo? Sembra quasi che con Scott nella vasca ci sia entrato pure tu con tutti i vestiti addosso- disse Malia trattenendo le risate.
 
-Tesoro non iniziare pure tu, ti prego- chiese quasi supplicando Peter, mentre preso un asciugamano tentava di asciugarsi alla miglio.
-Tesoro potresti asciugare Scott, mentre pure io mi asciugo?-chiese poi iniziandosi a togliere la maglietta bagnata restando a petto nudo.
 
Malia acconsentì e aiutata controvoglia da Derek ad asciugare il cucciolo, dandogli così la possibilità di cambiarsi.
 
 
 
Dopo il “tuffo in piscina” come lo definiva Derek, ma soprattutto dopo aver messo a nanna Scott, tutti e tre come di rito, andarono a godersi la compagna della televisione.
Passò un’ora abbondante, quando il film fu interrotto dalle urla di Scott provenienti dalla camera di Peter.
 
 
-Mamma…dove sei? - urlava tra i singhiozzi il bambino.
Urla che raggiunsero le orecchie di tutti e tre i mannari, che stavano già a metà strada sulle scale.
 
-Scott! –urlarono i mannari spalancando la porta, ma non aspettandosi di trovare quel simile spettacolo.
 
Scott seduto al centro del letto a due piazze piangeva come un disperato, trasformato con gli artigli piantati nelle manine, scrutando nell’oscurità della stanza
La prima cosa che venne in mente a Derek fu accendere la luce in modo da segnalare al piccolo la loro presenza
 
-Ehi piccolo…-gli corse in contro Malia sedendosi sul letto, abbracciando il cucciolo, tentando di mettere fine a quel pianto senza successo.
 
–V-voglio la mia ma…mma- mugolava tra le lacrime Scott, piangendo ancora più forte, mettendo a dura prova l’udito del tre mannari.
 
-Scott ora basta…controllati cazzo e togli quelle unghie piantate nelle mani, che ti fai solo più male-urlò Derek, prendendo con forza le braccine del piccolo, facendogli aprire le mani così da evitargli altro dolore.
 
–Lassiami, sei cattivo io voglio la mia mamma, tu va dalla tua- urlò ancora il cucciolo non sapendo di aver toccato un tasto dolente del Mannaro.
 
–Fa come vuoi moccioso, io ne ho piene le palle dei tuoi capricci-disse Derek scuro in viso, lasciando la stanza di corsa, rinchiudendosi con un tonfo della porte nella sua camera.
 
-Derek!-provò a richiamarlo Peter ma fu bloccato da Malia.
 
–Papà gli parlo io tu cerca di far calmare Scott, è disperato-disse la mannara, lasciando il piccolo ancora piangente sul letto, dirigendosi verso la camera di suo cugino, non prima però di aver dato un bacio sulla guancia a suo padre.
 
-Scott, piccolo…..ascoltami- tentò di rabbonirlo Peter, attirando la sua attenzione riuscendoci.
Scott con il viso ancora rigato dalle lacrime, che non smettevano di scendere, si girò incatenando i suoi occhioni color nocciole con quelli azzurri dell’uomo.
 
-Volio la mia mamma, dov’è la mia mamma….?-chiese di nuovo il piccolo aspettandosi una risposta che non tardò ad arrivare.
 
-La tua mamma piccolo non può venire … è dovuta uscire per lavoro … ma vedi che tornerà presto –disse calmo Peter, sedendosi accanto al piccolo.
 
–Ma io la voglio lo tesso……- disse tra le lacrime il bambino, abbracciando il corpo di Peter, che lo accolse tirandoselo sulle gambe.
 
-Lo so piccolo, ma ascoltami: piangere non la farà tornare prima- disse infine il mannaro sperando che per un bambino quella risposta potesse bastare.
 
Scott non parlò per un paio di minuti cercando di trattenere le lacrime.
 
–Peter….Pecchè Derek se ne è andato pima???-chiese Scott facendo notare all’uomo che aveva smesso di piangere.
 
-Vedi piccolo la mamma di Derek non c’è più e non tornerà come farà la tua mamma-cercò di spiegare Peter.
 
–e Pecchè lui non piange mai?-chiese il piccolo asciugandosi le ultime lacrime.
 
–Vedi piccolo, Derek anche se non lo ha fatto vedere, ha già pianto, tanto tempo fa quando era piccolo……-spiegò Peter ricordando nella sua mente quando trovò molti anni addietro suo nipote che piangeva disperato vicino ad un tronco di un albero.
 
-Voglio andale da lui, mi ci potti?-chiese Scott facendosi prendere in braccio.
 
–Certo piccolo-disse Peter dirigendosi verso la camera di Derek.
 
 
 
 
-Derek!-disse il piccolo non appena Peter aprì la porta, mostrando la figura di suo nipote sdraiata sul letto affianco a Malia.
 
-Ohhh qualcuno ha finalmente smesso di piangere-disse Malia alzandosi e prendendo Scott dalle braccia di Peter, portandolo sul letto di Derek.
 
-Ha il suo odore ed ha anche pianto-disse Scott mentre annusava il cuscino del mannaro.
 
–Sta zitto nanerottolo che non sei altro- disse senza cattiveria Derek, sentendosi chiamato in causa.
 
Il piccolo gli sorrise e lasciando tutti i presenti stupiti abbracciò il corpo del mannaro.
 
–Mi dipiace per la tua mamma… ma se non piangi, quando vene la mia ti faccio avere anche a te le coccole-disse senza malizia il piccolo, lasciando Derek di stucco.
 
-Certo, certo moccioso….-disse Derek accarezzandogli la testa –Su ora vai a dormire che è tardi. -continuò cercando di sciogliere quell’abbraccio.
 
-Gno io dommo con te, nel tuo letto. -disse Scott staccandosi dal corpo caldo del mannaro ed infilandosi sotto le coperte sorridendo.
 
-Ma non se ne parla proprio- disse Derek ridendo, quando anche Malia si mise sotto le coperte affianco al cucciolo.
 
–Decidi Der o dormi con noi o vai a dormire con Peter- gli diete l’ultimatum Malia sorridendo insieme a Scott.
 
–Io questo cavallo di mio nipote nel mio letto non ce lo voglio!- ribatté risoluto Peter - quando era piccolo poteva andare, ma ora non se ne parla- aggiunse spingendo Derek verso il letto.
 
–Guarda che non vengo a dormire con te neanche se fosse l’unica soluzione del mondo-disse il ragazzo infilandosi anche lui sotto le coperte di fianco a Scott, che subito gli posò la manina sul petto.
 
-Buona notte -disse infine Peter, spegnendo la luce e dirigendosi verso la cucina per prendersi un bicchiere d’acqua.
 
Quando salì di nuovo, prima di entrare in camera, diede un ultimo sguardo nella stanza di Derek per accertarsi soprattutto che il piccolo stesse dormendo.
La scena che vide lo lasciò estasiato: Scott dormiva con la testa poggiata sotto al collo di Derek, con quest’ultimo che gli cingeva il fianco con un braccio , mentre Malia dormiva beata tenendo la mano di Scott tra le sue, facendo sorridere Peter, che una volta socchiusa di nuovo la porta, si diresse in camera sua.
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Capitolo 3
*** 3 giorno ***


Buon pomeriggio, ringrazio chi legge e sopratutto chi recensisce. Vi informo che questo è l'ultimo capitolo prima dell' epilogo.
buona lettura.


 

3 giorno
 
-Derek, oggi Scott resterà con te fino al primo pomeriggio, io ho delle cose da fare con Deaton- disse Peter ad un Derek mezzo addormentato, mentre si metteva la giacca.
 
-COSA!!!!No Peter perché non chiedi a Malia o a Lidya o addirittura a Stiles di tenere il marmocchio…perché io?- chiese Derek risvegliandosi quasi del tutto dopo quella notizia.
 
-Perché io e Lid oggi andremo fuori città e Stiles aveva delle cose da fare con lo sceriffo-spiegò Malia, mentre si preparava per uscire.
 
-Fantastico, non so nemmeno come fare …che gli faccio fare? –chiese confuso il ragazzo.
 
-Che ne so Der … portalo a giocare nella riserva, dopotutto non dimenticare che è un lupo-disse Malia sparendo oltre la porta seguita da suo padre.
 
 
 
Derek ormai rassegnato decise che era ora che il marmocchio si svegliasse e facesse colazione.
Salì nella sua camera e si accomodò su una piccola parte di lette dove riposava spaparanzato Scott.
 
-Marmocchio….ehi marmocchio svegliati- provò varie volte, pronto per perdere la pazienza – Scott svegliati che usciamo, andiamo alla riserva-riprovò Derek, sorridendo quando il bambino aprì un po’ controvoglia gli occhioni assonnati.
 
- Derek che ciuccede? Dov’è Peter?-chiese allarmato il piccolo con i sensi in allerta, non sentendone l’odore .
 
–Peter e Malia sono usciti e ti hanno lasciato con me-spiegò Derek sperando che non si mettesse a piangere.
 
Scott stava per dire qualcosa, quando il suo pancino parlò per lui.
 
–Sento che qualcuno qui ha fame……ti va di vestirci e scendere a fare colazione?-gli propose Derek, notando il rossore sulle guance del piccolo, che assentì scendendo dal letto per andare a prendere i suoi vestiti che la sera prima erano rimasti in camera di Peter.
Ritornando a vestirsi insieme al più grande.
 
………………………………………………………………………………………………………
 
 
 
-Scott, prima di uscire sei andato in bagno?-chiese Derek, mentre si abbottonava la giacca.
 
-Non ci devo andare-rispose sicuro il bambino.
 
–Va bene ma spero per te che non ti venga durante la strada, perché non torniamo indietro e te la lascerò fare addosso- ribatté deciso Derek prima di chiudere la porta del loft.
 
-Scott dammi la mano-disse Derek mentre porgeva la mano in direzione del bambino, camminando velocemente tirandoselo dietro.
 
-Derek…! Derek …-chiamò più forte Scott tirandolo per la gamba.
 
–E ore che c’è Scott?-sbottò il mannaro guardando storto il piccolo
 
-Ehm…..Ehm…..io…..io …Devo fare pipì- disse sottovoce il bambino abbassando la testa imbarazzato.
 
- E ti pareva , te l’ho chiesto 5 volte se dovevi andare al bagno……-sbottò Derek guardandolo.
 
-Lo so ma mi scappa ora…-ribatté il bambino mettendo le manine sul cavallo dei pantaloncini.
 
-Uff….Ok torniamo indietro-disse Derek esasperato prendendo il piccolo in braccio e iniziando a correre verso casa.
 
-Scott hai fatto???- chiese per l’ennesima volta Derek battendo il piede sul freddo pavimento del loft.
 
-Derek!!!non ci iesco non esce- urla dal bagno il bambino, sperando di essere sentito.
 
-Concentrati vedrai che ci riesci- disse esasperato il mannaro, facendosi scappare un sorriso appoggiandosi alla porta del bagno.
 
Finalmente mezz’ora dopo erano riusciti ad arrivare in prossimità della riserva di Beacon Hills.
 
-Ohhh che bella, davvero ci possiamo entrare? – chiese ingenuamente il bambino indicando la catena che gli sbarrava la strada.
 
–Certo marmocchio questa è la nostra riserva –disse Derek scavalcando la catena con il bambino in braccio.
 
Mentre si inoltravano nel folto della riserva, Derek si ripassava mentalmente tutte le raccomandazioni che Peter la mattina gli aveva fatto:
 
“ Ricorda ha detto Deaton … di non lasciarlo mai da solo in spazi aperti, soprattutto se non si sa controllare durante la trasformazione, tenerlo lontano da cervi o altri animali … il lupo, tecnicamente più forte, potrebbe prendere il sopravvento e istigarlo alla caccia, quindi ad allontanarlo”
 
Mentre continuava a ripetersi quelle poche regole, non si era accorto di aver lasciato la mano del cucciolo.
 
-Scott non ti allontanare-disse Derek mentre si sedeva sotto l’ombra di un albero così da avere una panoramica su tutta la zona.
 
-Derek guadda una faffalla – disse il bambino avvicinandosi al più grande per mostrargli la sua piccola preda.
 
-Scott lasciala libera-disse Derek accarezzandogli la testa sorridendo. - A te piacerebbe se qualcuno più grande di te ti catturasse? -continuò Derek.
-No! Non mi piaserebbe. – rispose Scott lasciando libera la farfalla
 
Passarono svariate ore da quando erano arrivati.
Derek aveva deciso di fermarsi dove una volta era situata la vecchia casa della sua famiglia, stava rilassato sotto l’albero, dove lui era solito giocare da piccolo, senza mai perdere d’occhio Scott che come un cucciolo alle prime armi correva e saltava facendo mille domande a volte anche stupide.
 
-Derek!!!! Guadda- lo richiamò ad un tratto il bambino indicando un cervo, che lo fissava curioso.
 
Il mannaro si alzò di scatto avvicinandosi al bambino, che continuava a fissare l’animale immobile.
 
-Scott lascialo in pace, vieni qui da me-disse lentamente Derek avvicinandosi al cucciolo immobile.
 
-Pecchè? -chiese ad un tratto Scott mostrando gli occhi rossi e gli artigli in bella mostra.
 
-Perché quello che stai pensando non si fa- disse il più grande, avvicinandosi ulteriormente al cucciolo
Tentò di afferrarlo a tradimento per un braccio, ma in contemporanea Scott lo evitò iniziando inconsciamente la caccia al povero cervo, che nel frattempo fiutato il pericolo stava scappando.
 
 
-Scott torna qui- urlò Derek, partendo di corsa dietro il cucciolo.
 
 
Il tempo si stava oscurando, chiaro segno che tra meno di un paio d’ore sarebbe scoppiato un temporale.
 
 
-Dannazione! Se inizia a piovere non riuscirò più a seguire le tracce di Scott –sbottò Derek ad alta voce con tutti i sensi in allerta.
 
Si trovò in mezzo ad una radura da solo: Lo aveva perso!
 
E per completare l’opera stava iniziando a piovere, non c’era soluzione, aveva bisogno di aiuto.
 
 
-Derek che succede?-rispose dopo il secondo squillo Peter.
 
– Peter dove stai? Vieni subito alla riserva, non trovo il piccolo – disse spaventato Derek.
 
-Der calmati sto arrivando, dimmi precisamente dove sei. -urlò Peter tentando di calmare il nipote e riattaccando il telefono.
 
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Scott sentiva Derek dirgli qualcosa ma non riusciva a comprendere cosa, nella sua testa vorticava una sola parola “Cacciare”.
 
Non si rese conto di essersi messo a correre.
Sentiva Derek chiamarlo, voleva fermarsi, ma il lupo dentro di lui era molto più forte.
Finalmente smise di correre, il cervo ormai non si vedeva più.
 
Il lupo si era calmato.
 
-Dove sono???- si chiese tra se il bambino, ritornando lucido guardandosi attorno spaventato.
-Derek! Derek! Derek dove sei???-lo chiamò impaurito, iniziando a piangere.
 
Derek non rispondeva.
Era solo.
Aveva paura.
 
Un tuono ruppe il silenzio facendolo saltare dalla paura.
Non gli piacevano i tuoni, gli facevano paura.
 
Iniziò a correre piangendo senza sapere dove andare, la pioggia stava scendendo bagnandolo tutto.
 
Ruzzolò sbattendo il viso nel fango.
Piangendo si alzò dolorante.
 
–Derek! Dove sei? vieni ho paura……- lo chiamò ancora Scott, sedendosi ai piedi di un albero accucciandosi vicino ad una delle enormi radici che sporgevano da terra.
Aveva freddo ed era tutto bagnato.
 
Un fulmine lo spaventò, facendogli cacciare un ruggito strozzato dalle lacrime.
 
 
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-Derek, Derek hai trovato qualcosa? -chiese Peter, mentre correva contro il nipote.
 
-E colpa mia, mi sono distratto un attimo ed è sparito…esattamente come successe quella volta-disse in uno stato quasi catatonico il mannaro.
 
-Der non è stata colpa tua, nemmeno quella volta con Cora, vedrai che lo ritroveremo-disse Peter sapendo esattamente come il nipote si sentisse.
 
-Papà, Derek, avete trovato Scott? -urlò Malia fradicia, seguita da Lydia e Stiles entrambi fradici.
 
-No tesoro, continuiamo a cercare: Stiles, Lidya voi cercatelo con Derek -disse Peter nascondendo la sua preoccupazione e sparendo nella foresta seguito da Malia.
 
 
 
-Der dai andiamo-urlò Stiles scuotendo il braccio del mannaro che non dava segno di volersi muovere.
 
-E colpa mia, non dovevo distrarmi-continuava come un mantra il mannaro.
 
-Der non è colpa tua, poteva succedere a chiunque anche a me o a Stiles- cercò di rincuorarlo Lydia avvicinandosi
 
Un colpo forte al viso lo fece barcollare.
 
-Ora basta fare il cretino Derek! Vedi di muovere quel tuo culo peloso e andiamo a cercare Scott- urlò Stiles con tutto il fiato che aveva in corpo, nonostante il rumore incessante della pioggia.
 
 
Un ruggito strozzato riecheggiò in tutto il perimetro.
Derek scattò sull’attenti e senza aspettare i due umani, prese a correre in direzione di quel richiamo.
Si trovò inspiegabilmente di fronte al Nemeton, sensibilizzò ancora di più l’udito e l’olfatto inspirando.
Sentì un tenue respirare dalla parte opposta di quel maestoso albero, e senza pensarci lo aggirò.
 
Lo aveva trovato, rannicchiato vicino ad un’imponente radice tremante e bagnato come un pulcino.
 
-Scott! Ehi piccolo. - disse Derek prendendolo in braccio, era gelido, le piccole labbra erano diventate viola.
 
Lydia, che li aveva appena raggiunti, dalla sua borsa firmata cacciò uno scialle di lana dandolo a Stiles, che insieme a Derek ci avvolse il bambino.
 
-Mi hai sentito…io ti ho chiamato ma tu non r…ri…riippondevi- disse il piccolo aprendo finalmente gli occhi.
 
-Scusami piccolo. - disse Derek coprendolo ancora di più, rifugiandosi con entrambi gli umani sotto ad un albero.
 
-Dobbiamo chiamare Peter e Deaton, Scott è congelato potrebbe andare in ipotermia- disse Lydia, porgendo il telefono a Stiles, mentre lei con un tovagliolino di pezza asciugava il viso del piccolo, che aveva ripreso a piangere
 
 
 
Pochi minuti dopo li raggiunsero anche Peter e Malia, che intanto erano andati a prendere la macchina.
 
-Scott!! Urlò Peter avvicinandosi al bambino, prendendolo in braccio.
 
– Peter!!!... Il cevvo colleva e io dovevo pendello-disse il piccolo tentando di sorridere senza successo, svenendogli tra le braccia.
 
-Scott, Scott svegliati piccolo- iniziò ad alterarsi Peter.
 
Derek prese il cucciolo dalle braccia dell’uomo, lo caricò sui sedili posteriori dell’auto, mentre gli altri entravano e con Peter alla guida partirono per il loft.
 
Deaton sarebbe arrivato da lì a poco.
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Peter spalancò la porta del loft per dar la possibilità a Derek di entrare col bambino tra le braccia, il loft era freddo e Stiles seguito da Lydia si adoperarono per accendere il camino elettrico, al quale erano collegati tutti i termosifoni della casa.
 
-Der portiamolo in camera tua -disse Peter salendo le scale a due a due seguito dal nipote, intanto che Malia si era chiusa in cucina a preparare qualcosa di caldo.
 
-Peter è strano però…Scott è un mannaro e noi non ci ammaliamo- sussurrò il ragazzo, mentre appoggiava il cucciolo nel suo letto, coprendolo fino a sotto il mento.
 
- Sai ci stavo pensando pure io, è strano, non appena arriva Deaton glielo voglio chiedere- rispose l’uomo accarezzando la fronte di Scott – Oh cavolo Derek è bollente, vai in cucina e fatti dare un po’ di ghiaccio da Malia- aggiunse mentre Derek scendeva di corsa.
 
-Ehi piccolo! Svegliati- disse l’uomo sedendosi al fianco del bambino, accarezzandogli la fronte bollente.
 
- Papà che ci fai qui? Non devi lavorare? Io sto buono e aspetto la mamma- disse delirando per la febbre Scott, lasciando interdetto Peter, che lo strinse ancora più forte a sé.
 
“ Questo bambino tra la mamma, perennemente impegnata all’ospedale e suo padre, che non c’era mai, era sempre solo”- pensò Peter sentendo montare dentro una rabbia omicida -“con che coraggio si poteva lasciare un bambino così piccolo da solo in casa…….”- Il suo pensiero passò in secondo piano, quando Derek entrò nella stanza con la borsa del ghiaccio.
 
Senza perdere tempo Peter prese il ghiaccio dalle mani del mannaro e lentamente lo posò sulla fronte del cucciolo senza fare pressione.
Il contatto del corpo caldo con quello freddo del ghiaccio, fece sussultare il bambino, che lentamente tentò di aprire gli occhi.
 
– Peter… -disse Scott con la voce impastata dalla stanchezza.
 
–Ehi piccolo sono qui – disse l’uomo scombinandogli i capelli.
 
– Dov’è Derek... io non lo trovavo e avevo paura-biascicò il piccolo riiniziando a singhiozzare.
 
-Tranquillo alla fine lui ti ha trovato, sei a casa ora –lo tranquillizzò l’uomo, sentendo col super udito l’arrivo del druido al piano di sotto. –Scott ascoltami, ora qualsiasi cosa succede devi stare fermo e fare il bravo- disse l’uomo tentando di farsi capire dal cucciolo, che lo guardava sconcertato.
 
 
-Ciao Scott, come stai? -chiese Deaton apparendo sulla porte con Derek.
 
Scott spostò lo sguardo da Peter all’uomo sbiancando.
Peter accortosi del repentino cambio di odore del cucciolo, gli si avvicina ancora di più accarezzandogli la schiena.
 
–Scott tranquillo ci siamo io e Derek qui con te-cercò di tranquillizzarlo Peter, facendo cenno al nipote di avvicinarsi.
 
-Bene Scott adesso misuriamo la temperatura –iniziò il dottore prendendo dalla sua borsa un termometro avvicinandosi.
 
–Gno…-gli ringhiò contro il cucciolo, visibilmente affaticato, facendo cadere il termometro da mano all’uomo.
 
-Scott!! Non incominciare-disse perentorio Peter, non appena il piccolo gli cinse il corpo nascondendo il viso nel suo petto, iniziando ad avere anche difficoltà a respirare.
 
-Peter so che questo non sarebbe il modo giusto, ma devo capire come curarlo, perciò potresti bloccarlo anche contro la sua volontà? - chiese Deaton amareggiato.
Vedere il suo pupillo impaurito, lo faceva stare male, ma era l’unica soluzione.
Scott si comportava come un cucciolo alla prima visita veterinaria.
 
 
Peter rimase per un attimo schioccato da quella richiesta, ma fece come gli era stato chiesto.
Cercando di non incrociare lo sguardo del cucciolo, lo staccò con forza dalla sua maglia solo per stenderlo sul letto, bloccandogli le braccia ed ogni movimento.
 
Scott sentendosi staccare con a forza dal corpo di Peter, iniziò a dimenarsi senza successo, non capiva perché Peter lo aveva bloccato e questo lo terrorizzava.
 
Deaton gli si avvicinò riuscendogli finalmente a misurare la febbre e a fargli altri accertamenti di routine, inoltre approfittando della momentanea immobilità del cucciolo gli inietto nel braccino un antibiotico abbastanza forte per guarire sia la parte umana che quella animale.
Scott piangeva anche se non ne aveva la forza, gli occhi chermisi e gli artigli sfoderati non servirono a nulla dato che Peter lo teneva bloccato.
 
Dopo una ventina di minuti finalmente Deaton finì i controlli e Peter iniziò ad allentare la presa lentamente.
Scott sentendosi finalmente libero, iniziò a ringhiare e a piangere contemporaneamente facendo spaventare anche il resto del branco, che si precipitò nella camera senza nemmeno bussare.
 
-Che è successo? -chiese Derek, avvicinandosi allo zio, vedendo il piccolo con la testa sotto il cuscino tremante con gli artigli sfoderati, che non perdevano l’occasione di graffiare il coprimaterasso involontariamente.
 
-Nulla ora deve solo riposare, noi andiamo a parlare di sotto- disse Deaton facendo preoccupare il branco.
 
-Voi scendete io vi raggiungo. - disse Peter intimando gli altri a scendere.
 
-Scott piccolo ti prego guardami- tentò di parlare Peter avvicinando il viso al cuscino, che copriva i singhiozzi del cucciolo.
 
-Perché mi hai fatto fare male da quel signore? -chiese tra i singhiozzi il bambino, fronteggiando il più grande.
 
-Perché era necessario piccolo, e poi dopo quello che ti ha fatto dovresti sentirti meglio –spiegò l’uomo accarezzando il cucciolo, che aveva abbandonato il cuscino abbracciandolo.
-Piccolo ora dormi un po’ hai ancora la febbre alta io torno subito va bene? -chiese Peter, toccandogli la fronte, facendolo stendere dandogli un bacio in fronte ed alzandosi.
 
Scott fece come Peter gli aveva detto, chiuse gli occhi e si addormentò con il corpo ancora scosso dai singhiozzi.
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-Allora che cos’ha? Non dovrebbe ammalarsi essendo un mannaro- esordì Peter, mentre scendeva le scale affiancando suo nipote.
 
-Teoricamente hai ragione Peter, ma diciamo che c’entra l’incantesimo -tentò di spiegare Deaton.
 
–Che intendi dire?-chiese Derek curioso.
 
-Intendo dire che: l’incantesimo non solo lo ha riportato all’età di tre anni, ma gli ha anche annullato le difese, in poche parole lo ha trasformato in un mannaro privo di protezione- spiegò infine Deaton prima di andarsene seguito da Lydia.
 
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-Peter ora che si fa?-chiese Stiles sperando che l’uomo avesse la risposta.

- Non lo so ragazzi! Sinceramente non so come comportarmi-rispose il mannaro, iniziando a camminare in circolo. 

-Peter, vieni ho fatto un brutto sogno! - Disse Scott piangendo in cima alle scale, destando tutto il branco dai loro pensieri.

-Scott che ci fai in piedi, dovresti stare a letto! - disse Peter salendo le scale per prenderlo in braccio, il piccolo scottava ed era tutto sudato.

-Ho fatto un brutto sogno, mi sono svegliato e tu non c’eri… e poi non volevo dormire da solo-disse il cucciolo, arrossendo mentre il respiro affaticato, dovuto alla febbre, gli rendeva difficoltoso respirare.

-Che sogno hai fatto piccolo? -chiese Derek accarezzando il cucciolo.

-Non lo so……ero in una cavenna come quella delli orsi nei documentari di Derek, c’erano delle persone trapparenti …mi volevano pendere e portare con loro, Peter era dall’altra parte della caverna … io l’ho chiamato e quando si è avvicinato, una luce gialla ……mi ha dato una spinta e io sono caduto… una voce -spiegò il cucciolo con gli occhi rossi dalle lacrime.

Peter e gli altri si guardavano sconcertati, il racconto riassuntivo di Scott coincideva a grandi linee con la spiegazione di Peter riguardo alla trasformazione di Scott.

-E poi piccolo ti ricordi cosa è successo? -chiese Stiles apprensivo.

Scott scosse la testa in una risposta negativa, riprendendo a piangere.

–Ho paura non voglio dommire da solo- gettò fuori fra i singhiozzi il piccolo. 

Tutto intorno c’era un silenzio assordante nessuno parlava, persi in chissà quali pensieri.

-Ok Scott! Hai ragione non è bello dormire da soli, vieni ora io e Malia ti cambiamo il pigiamino sudato e poi ti portiamo da Peter- disse Stiles ridestando tutti, prendendo il bambino dalle braccia di Peter, quest’ultimo non appena ebbe le braccia libere salì in camera seguito da Derek.

-Peter, che succede?-chiese Derek seguendo lo zio in camera.

– Questo mi prende, Derek- disse l’uomo prendendo una cartellina di carta da dentro ad un cassetto.

-Cosa sono?- chiese Derek prendendo alcuni fogli in mano.

–Sono tutte le ricerche che insieme a Deaton abbiamo fatto riguardo al caso di Scott- disse l’uomo porgendo al nipote un foglio sottolineato.

-Peter qua dice che….-si interruppe Derek non credendo a quello che leggeva. 

–Esatto Der, la perdita di controllo alla clinica, l‘involontaria trasformazione quando vuole qualcosa, la febbre ,il sogno e la costante paura di Scott sono tutte conseguenze che secondo questi fogli possono rendere un mannaro violento ed incontrollabile.- Spiegò a grandi linee l’uomo.

-Cavolo! Dovremmo avvertire Deaton…-Disse Derek componendo il numero del veterinario.
Mentre i due Hale cercavano di venire a capo della situazione creatasi. Un ombra prese a sgusciare a ridosso dei muri uscendo di soppiatto dalla stanza, diretta verso il bagno , dove Malia e Stiles stavano cambiando Scott.
“Ecco l’occasione che aspettavo” disse tra se l’ombra, e approfittando della momentanea distrazione dei due ragazzi oltrepassò il piccolo corpo dell’Alpha, piegandolo al suo volere.
“ Uccidili tutti” mormorò l’ombra alle orecchie del mannaro.
Gli occhi del cucciolo mutarono improvvisamente in un rosso rubino, iniziando a ringhiare puntando i due ragazzi che ignari discutevano su quale pigiama far indossare a Scott.
Tentò di attaccare Malia, la quale riuscì a stento a bloccarlo, aiutata da Stiles.

-SCOTT!!!!!!- l’urlo contemporaneo di Stiles e Malia, destò l’attenzione dei due Hale, che intanto erano scesi al piano di sotto per chiamare Deaton.
Mentre Derek attendeva la risposta del druido, Peter prese a correre verso il bagno dove provenivano le urla dei ragazzi.

-Papà aiutaci – urlò Malia tra le lacrime, mentre insieme a Stiles cercavano di tenere il corpo del bambino scosso da spasmi violenti, il più fermo possibile.

Scott si dimenava come un indemoniato, trasformandosi involontariamente nell’Alpha che era.

-Scott , basta calmati….piccolo ti prego va tutto bene calmati-urlava Peter mentre sostituiva le mani di sua figlia sulle spalle del cucciolo, mettendoci tutta la forza per tenerlo fermo.

Il rumore della pesante porta del loft li ridestò dallo stato di allerta.
Scott ,trasformato, approfittando della distrazione del momento, si liberò della stretta di Peter dirigendosi fuori dal bagno, diretto nella sala sottostante come richiamato da qualcosa.

-Derek fermalo!!!- urlò Stiles, mentre insieme agli altri si lanciava all’inseguimento del mannaro. 
Derek si lanciò contro il piccolo, che lo scansò senza fatica graffiandolo…..


-Scott, stupido sacco di pulci vieni qui!!!-una voce ovattata nell’atrio stava richiamando il mannaro, il quale sembrava ubbidirgli docile.

Appena arrivati nell’atrio del loft tutto il branco rimase sbalordito: una persona coperta interamente da un mantello nero stava accovacciato a terra e cosa più scioccante era che stava accarezzando la testa del bambino sorridendo.
Avvertendo lo sguardo di tutti su di loro, il piccolo mannaro iniziò a ringhiare parandosi davanti all’uomo, che sogghignando si levò il cappuccio mostrando il viso deturpato da molte vene nere coperto per metà faccia da una maschera nera.

-E tu chi cazzo sei? Da quale buco provieni? - urlò Peter in preda alla collera dando il via alla trasformazione seguito da Derek e Malia, che si misero subito in posizione d’attacco.
Stiles invece non possedendo nessun potere particolare, si rifugiò in cucina tornando pochi minuti dopo, con la sua inseparabile mazza da Baseball.

La risata contorta dell’uomo risuonò in tutto il loft, facendo rizzare i peli ai mannari.

– Povero imbecille ……sono venuto insieme a te e all’Alpha, quando siete tornati dal Messico. - disse la creatura finendo con un ghigno.

-Sei stato tu a trasformare Scott, cosa gli hai fatto? – disse tra i denti Peter ringhiando.

-Cosa hai fatto al nostro Alpha?- chiese Stiles aumentando la presa sull’elsa della mazza.

- Insulso umano come osi rivolgermi la parola, dovresti strisciare chiedendo perdono come un verme-gli urlò in faccia la creatura, avvicinandosi pericolosamente e facendo spaventare Stiles.

-Non lo toccare bastardo- urlò Derek ,mettendosi dinanzi a Stiles proteggendolo.

Scott ringhiò pronto ad attaccare il suo stesso branco quando: – Fermo inutile sacco di pulci non è ancora il momento……-lo fermò la creatura facendo apparire una catena dal sottosuolo, che si andò a chiudere attorno al collo del bambino a mo’ di guinzaglio.

Quell’immobilità fece adirare ancora di più Scott, che riprese a ringhiare, ma questa volta contro la creatura, che continuava a guardarli divertita.

-Bene mi odi Scott? Sei pronto per il prossimo passo – disse la creatura, posando una mano sulla testa del bambino, da dove vi scaturì una potentissima luce gialla.

La luce si irradiava contro il piccolo, facendolo gemere dal dolore, accasciandosi al suolo agonizzante urlando.
Peter insieme agli altri perse il controllo, attaccando la creatura, che prontamente si difese innalzando una barriera tra il branco e Scott.


Intanto durante tutto questo trambusto il piccolo corpicino di Scott, stava mutando … le ossa iniziarono a scricchiolare dolorosamente, facendo aumentare il dolore.
Nel giro di pochi minuti, le urla vennero sostituiti da ringhi e ululati.

Tutto il branco si bloccò di colpo.
Un grosso lupo adulto di colore marrone si aizzava minaccioso, mostrando gli occhi rossi al suo branco, che a causa della forza dell’incantesimo, fu costretto a inginocchiarsi di fronte al loro Alpha, sottomettendosi.

-Ha, ha, ha, ha bravo cucciolone ora il tuo potere deve appartenere a me…… quindi prostrati ai miei piedi –ordinò la creatura .

-Non ancora bastardo, ci sono ancora io- urlò Stiles fronteggiando la creatura. 
–Scott amico ti prego torna in te, abbiamo bisogno di te- urlò ancora l’umano, indietreggiando mentre la creatura avanzava nella sua direzione.

-Scott ti prego reagisciiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!! Sei un Alpha, con un branco che ti segue … ruggisci…-disse Lydia urlando a squarciagola.

Scott a quell’urlo parve rinvenire un attimo:
“Che sto facendo non capisco, dove sono… loro sono in pericolo…..Stiles, Derek, Peter, Malia e Lydia…loro sono….IL MIO BRANCO!!!”, con questi pensieri il lupo si scagliò contro la figura che inveiva contro Stiles sbattendolo contro il muro con un rumore sordo.


Con timore Scott si avvicinò al branco, appurando l’effettiva integrità di ogni membro per poi scagliarsi di nuovo contro la gola della creatura.

–Scott NOOOOOOO!!!!!- urlò Peter, ma senza successo infatti il lupo si era scagliato contro la creatura solo per strappargli un medaglione che aveva al collo, nel quale era conservata sia l’anima che la magia della creatura.

-NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!-Urlò la creatura, mentre Scott ancora trasformato si allontanava col medaglione tra le fauci posando il medaglione a Stiles, che lo prese e con tutta la forza che possedeva lo scaglio a terra rompendolo in mille pezzi.

-Noooooooo!! Sconfitto da un branco di cani pulciosi e un umano….-urlò la creatura abbandonando il mantello al suolo, dissolvendosi nell’aria.

Tutto il branco era intento a guardare quella cosa sparire e nessuno si accorse, che nell’esatto momento in cui il medaglione si era rotto, Scott con un latrato sofferente si era accasciato al suolo tremante, riprendendo la sua forma di bambino, svenendo in preda agli spasmi di dolore.


-Oddio Scott!!!-urlò Peter facendo girare anche il resto del branco.

Scott tornato bambino, giacque inerme sul freddo pavimento dell’loft.
Peter senza pensarci lo prese tra le braccia, portandolo subito in camera sua e mettendolo al caldo sotto le coperte, accarezzandolo dolcemente, bisbigliando di svegliarsi.

-Ehi Scott ti prego cucciolo svegliati……-continuava a ripetere l’uomo, cullando il bambino sotto gli occhi tristi di tutto il branco.
Scott non dava nessun segno, giaceva immobile tra le coperte, Lydia e Malia piangevano una poggiata alla spalla di Derek e l’altra a quella di Stiles.
Un colpo di tosse li fece girare tutti verso il letto.

-Peter… ho freddo!!!-disse Scott stretto tra le sue braccia con una voce flebile. 

–Ehi piccolo come ti senti? -gli chiese l’uomo, mettendolo meglio sotto le coperte e sorridendo.

Tutto il branco gli fu attorno, c’era chi piangeva e chi sorrideva, Scott si guardava attorno incerto non sapeva cosa fosse successo, l’unica cosa che provava era una profonda stanchezza.

-Peter…ho sonno! -disse il Piccolo assopendosi.

-Ok dormi piccolo, è tutto finito adesso-disse sottovoce l’uomo, baciandogli la testa.

–Ragazzi andiamo a dormire –sussurrò Stiles, tirandosi dietro tutti, guadagnandosi un sorriso da Peter che intanto si era sdraiato affianco a Scott, che dormiva beatamente.



Il sonno lo colpì subito tanto da non accorgersi della luce azzurrina, che avvolgeva il piccolo corpo trasformandolo in quello di un ragazzo di 18 anni profondamente addormentato.
 

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


 
Buon Pomeriggio chiedo scusa per l'enorme ritardo nel postare, l'Epilogo.
spero che questa storia vi sia piaciuta (apparte eventuali errori)
Buona lettura 
baci Miss_McCall


 
Epilogo
 
 

-Haaaaaaaaaaaaaaaa! – 

L'urlo di Scott si propagò per tutto il loft, svegliando i membri del branco, che erano rimasti lì per la notte.

-Scott ma che ti prend…Oh Cazzo sei nudo… e sei un ragazzo. –urlò a sua volta sconcertato Peter, guardandolo più assonnato che sveglio.

-Perchè? ero una ragazza prima?!- urlò ancora, afferrando con mani tremanti il lenzuolo e portandoselo sotto il mento.

-Papà che è successo? Haaaaa! Scott! Sei grande. – urlò Malia buttandosi al collo dell’Alpha, che ora guardava il branco sconcertato,

- Un attimo qualcuno può dirmi che ci faccio nudo nel letto di Peter, e che vuol dire questo? – chiese spiegazioni Scott, mostrando il piccolo pigiamino azzurro.

-Scott dimmi una cosa, qual è il tuo ultimo ricordo? – chiese Derek appoggiato alla porta, non sapendo da che parte guardare-

-Beh, ero con Peter nell’Iglesias in Messico, e poi tutto è confuso. –spiegò Scott, mentre si metteva dei vestiti, che gli aveva passato Stiles.

-Bene allora lasciamo a dopo i convenevoli e scendiamo giù a fare colazione. – li interruppe Malia, tirandosi dietro uno Scott ancora più confuso.

-Malia non è più un bambino. –disse Peter seguendo il resto del branco.






-Allora si può sapere cosa è successo? E soprattutto cosa ci facevo nel letto con Peter? - chiese per l’ennesima volta Scott, mentre mandava giù l’ennesimo pan Cake, seduto a tavola circondato dagli amici.

-Scott ora sta venendo Lydia con Deaton e ti spieghiamo tutto. –disse Malia, mentre versava l’ennesima ciotola piena di Pan cake al cioccolato nella padella.




Un oretta dopo finalmente Lydia, accompagnata da Deaton, varcò la porta del loft raggiante come al solito sui suoi tacchi alti e un abitino corto.

-Salve ragazzi scusate il ritardo, allora dov’è quel cucc…Oddio Scott sei di nuovo tu, e io che non volevo crederci. –disse la rossa abbracciando il suo Alpha.

-Ciao Doc! allora mi puoi spiegare che sta succedendo? – chiese Scott al limite della pazienza, sperando di ricevere almeno una spiegazione dal Druido.

-Scott credo sia meglio che ti sieda. – gli rispose pacato l’uomo, mentre l’Alpha faceva quanto richiesto.

-Bene mentre voi parlate, io e Malia andiamo un attimo di là a fare un servizio. – si inserì Lydia tirandosi dietro Malia e il portatile di Peter.





-Allora amico ora non ti incazzare… - iniziò Stiles posizionandosi sulle ginocchia di Derek, forse più per sicurezza che per altro.







-Malia dentro Prada c’è una chiavetta usb, prendimela, così passo il video di Scott e lo vediamo alla tv. - disse sbrigativa Lydia, ridendo in anticipazione alla scena, che di li a poco si sarebbe andata a creare.

-Nella borsa?- chiese spaesata la ragazza, guardandosi intorno.

-No, nel cane!- rispose in uno sbuffo la rossa -certo nella borsa- aggiunse sollevando gli occhi al cielo.

-Ok! Fatto! Andiamo! – esultò Malia, rigirandosi la chiavetta tra le dita e seguendo l'altra in cucina.


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Quando le ragazze tornarono nella stanza regnava il silenzio.
Con calma, Lydia prese Scott per un braccio, tirandolo di nuovo nel soggiorno, facendolo sedere sul divano, seguiti a breve distanza dagli altri.

Scott sconvolto sul divanetto, continuava a guardarsi le mani in silenzio.
L’area era cupa.


- Ragazzi che ne dite di vederci un bel film? –esordì Lydia smorzando la cupezza del momento, mentre Malia accendeva lo schermo piatto, mettendo successivamente la chiavetta.

Seduto sulla poltrona, Derek strinse tra le dita i fianchi di Stiles, che seduto sulle sue cosce, cercava in qualche modo di rilassare il compagno.

Le immagini nella televisione si susseguivano lente, mostrando Scott negli ultimi 4 giorni… 

La serata polpette, ma glia di Peter imbrattata di pomodoro, le chiavi di Derek in ammollo nella vasca da bagno, ancora Derek in ginocchio dolorante e Scott che brandiva una padella come arma, Scott al parco che correva raggiante e felice e Peter che cercava di stargli dietro, e di nuovo Scott che faceva uno scherzo a Derek...

Decisamente quella ripresa sembrava mostrare quanto Derek Hale avesse sofferto in quei quattro giorni.

Quando il cortometraggio finì, Scott non aveva il coraggio di guardare nessuno, soprattutto Derek e Peter, che seduti sulle poltrone stavano fulminando una Lydia al dir poco soddisfatta del suo operato.
La risata di Stiles ruppe quel silenzio assordante, attirando l’attenzione dei mannari.

-Dai ragazzi è stato divertente, quel video dovremmo conservarlo. –proruppe Stiles tra le risate, muovendosi scompostamente sulle gambe di Derek. 
-No dico sul serio Scott, quella padellata in testa è stata forte. – continuò a ridere l’umano, portandosi una mano all'addome.

A Scott scappò un sorriso, che si interruppe subito, quando Derek iniziò a ringhiare.

-Der che succede? – chiese l’umano alzandosi dalla sua posizione, momentaneamente zittito dalle vibrazioni del suo sedile.

-Scott, spero che tu sappia correre molto velocemente, perché se ti prendo, al diavolo l’Alpha ti uccido – ringhiò Derek, facendo leva con le mani sui braccioli e spingendo l'umano ad alzarsi in piedi.

-Amico se fossi in te inizierei a correre. – ansimò Stiles preoccupato, cercando di fare resistenza con le braccia e tenere sulla poltrona il compagno, così da dare all'amico un qualche vantaggio.


E mentre Scott iniziava a correre sullo schermo comparve a caratteri cubitali:

Ps. Nessun animale è stato maltrattato ... a parte Derek Hale…. 



Fine :)

Ps. Sono ancora io grazie a tutti voi che avete seguito questa storia a presto!!!!
 
 
 

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