Cubicles.

di jacksmannequin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Permesso dell'autore per tradurre qui. Storia originale qui.
Questa traduzione è disponibile anche su Wattpad.
Ulteriori note a fine capitolo.
***


Secondo Frank, lavorare in un ufficio era incredibilmente noioso. Era troppo monotono; il suo scompartimento da otto per otto lo inseriva in un postazione di lavoro che sembrava soffocare chi si trovava al suo interno. Dei muri alti lo separavano dai suoi colleghi, e questa era l'unica cosa che potesse aiutarlo.

Tutto quello che aveva in quel posto minuscolo era una piccola scrivania con un computer dell'età della pietra che prendeva la maggior parte dello spazio disponibile, costringendolo a portarsi dietro il suo portatile, che non era comunque migliore di quello dell'ufficio.

Carta, penne, quaderni per appunti e post-it erano distribuiti disordinatamente sulla superficie della scrivania, due tazze sporche giacevano in un angolo e un cactus in un vaso era sullo scaffale. 

Quando guardava fuori dalla finestra, poteva vedere il cielo grigio e il profilo della città allungarsi sempre di più; al primo impatto sembrava fantastico, quasi straordinario, ma lentamente diventava noioso e monotono. Era solo qualcosa di carino, e non è che fissare la finestra tutto il giorno fosse chissà quale divertimento. Al lato della finestra sempre chiusa, c'era un condizionatore dal quale proveniva dell'aria asciutta e sintetica, e questa era un'altra cosa che doveva sopportare. Ogni volta che metteva piede nell'edificio, l'aria fredda attaccava i suoi sensi, facendogli colare il naso - cosa che era comunque l'ultimo dei suoi problemi.

Lo scompartimento di Frank era incastrato nell'angolo del nono piano della Warner Bros. Music. Non aveva mai vere e proprie conversazioni con i suoi altri colleghi. Alcuni gli rivolgevano la parola ogni tanto e davvero pochi erano suoi veri amici (un paio di questi erano Ray e Bob dello studio di registrazione al decimo piano), come ad esempio il suo compagno del caffè, Brian, con il quale si trovava a suo agio a parlare, ma che non lavorava nella sua stessa sezione. Oltre a questi, non aveva fatto altre grandi amicizie, perciò preferiva stare da solo.

Un lunedì mattina, Frank stava scrivendo dei documenti per le vendite sul suo computer scadente, digitando velocemente con le sue dita sottili, completamente concentrato sullo schermo. I suoi occhi seguivano il susseguirsi di numeri e lettere su di esso, facendo calcoli nella sua mente, quando venne interrotto. Frank fece un salto quando sentì qualcuno pungolarlo, facendo quasi cadere il caffè sulla tastiera, salvandolo però per un pelo. Dopo aver sollevato lo sguardo, vide il suo datore di lavoro, Mr. Parish, in piedi con un altro uomo.

"Buongiorno, Iero, vedo che stai eseguendo il lavoro che ti avevo assegnato." Mr. Parish lo salutò con un sorriso.

Frank deglutì, sentendo la sua bocca diventare improvvisamente asciutta. Generalmente Mr. Parish non si faceva mai vedere sul posto di lavoro, era sempre occupato in altri impegni.

"Sì, signore." rispose, schiarendosi la gola.

"Bene. Ora, se potessi mostrare il luogo a Mr. Way, saresti davvero d'aiuto." 

Mr. Parish sorrise educatamente. Frank annuì, sapendo che avrebbe dovuto fare ciò che il suo capo gli aveva detto. Si alzò, assicurando a Mr. Parish che avrebbe fatto quello che gli aveva chiesto. Quest'ultimo lo ringraziò, per poi andarsene, lasciando Frank con quello sconosciuto. Frank fissò quel tizio con una sensazione di disagio e un sorriso nervoso sul viso. Non sapeva cosa fare, davvero. Avrebbe dovuto agitare una mano? Salutarlo? Stringergli la mano? E se avesse avuto problemi col contatto fisico? Non lo sapeva e non voleva farlo. Fortunatamente, lo sconosciuto lo salvò dall'imbarazzo e si presentò da solo.

"Hey, mi chiamo Gerard."

Lo sconosciuto sorrise, mostrando dei denti un po' storti e delle labbra screpolate.

"Io sono Frank."

La vocina all'interno di Frank lo sgridò per aver reso imbarazzanti le cose. Riusciva a trascorrere del tempo con qualcuno senza fargli sentire cinquanta sfumature differenti di disagio, come no!

Si passò una mano fra i capelli e parlò di nuovo, cercando di non sembrare troppo strano.

"Allora, sai dove lavori?"

"Sì, ma ho solo bisogno di aiuto... Potresti mostrarmi il posto? Mi perderei dopo nemmeno cinque minuti, questo posto è enorme." Gerard rise, aggiustandosi la cravatta.

"Okay, sicuro, prima però andiamo a prenderci un caffè, il mio si è raffreddato."

"Caffè? Cazz- cioè, cavolo, sì!"

Frank si ritrovò a ridere di Gerard.

"E' stata proprio una perfetta censura."

Gerard fece un sorrisetto.

"Crede? Grazie, gentile signore."

Frank rise ancora, nascondendo il viso dietro la mano destra e sentendosi stranamente imbarazzato per sé stesso e Gerard.

"Andiamo, mostrami il posto, amico", Gerard sorrise, strattonando Frank per un polso, "You can show me the world! Shining, shimmering, dancing!"

"Sono abbastanza sicuro che le parole non siano così." Frank ridacchiò, lasciandosi poi trascinare alla macchinetta del caffè.

Gerard non è così male, pensò. Magari avrebbe finalmente trovato un amico su quel piano e, in base al momento, sperava anche un migliore amico.



***
Hola! 
Ultimamente sto postando troppe cose, devo fermarmi D: In poche parole, come avrete già capito, questa fanfic non è mia ma di PenceyPr3p di Wattpad che mi ha dato il permesso di tradurre le sue storie. L'avevo già postata su Wattpad, ma ho deciso di aggiungerla anche qui, idk, magari può interessare a qualcun altro. Non lo so, ok. Cercherò di caricare i capitoli abbastanza in fretta :) Che dire, spero vi piaccia.
Until next time,
-Dan x

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Capitolo 2
*** 2. ***


Dopo un'ora o due spese a mostrare a Gerard il posto, Frank decise di presentarlo a Ray e Bob. Gerard era eccitato dall'idea di conoscere nuove persone, arrivando persino a essere lui a condurre Frank all'ascensore; quest'ultimo però lo bloccò a metà strada e lo fece voltare, spingendolo verso le scale, ricevendo così dal moro un gemito di protesta.

"Amico, dobbiamo proprio prendere le scale? L'ascensore è là!"

"Esattamente. Ora taci, dobbiamo dimagrire." Frank sorrise ironicamente, flettendo i suoi muscoli inesistenti. Gerard gli colpì il braccio.

"Giuro, se fossi un cartone animato, questi ti cadrebbero a terra."

Frank alzò gli occhi al cielo e colpì appena il maggiore, trascinandolo subito dopo verso le scale.

"Forza, culo moscio, stai per conoscere delle persone fighe, pensavo li volessi incontrare."

"Beh, lo voglio, ma non pensavo che sarei dovuto morire per farlo - e, comunque, anche tu lo sei, non è abbastanza per un giorno?"

Le guance di Frank si colorarono di un lieve rosa, ma cercò di fare finta di niente.

"Dai!"

Gerard sospirò e lo seguì nella tromba delle scale, salendo i gradini con lui; dopo nemmeno cinque passi, Gerard stava già ansimando.

"Dio, stai bene?" domandò Frank, mentre sul suo viso appariva un'espressione preoccupata.

"Troppo... Lontano..." Gerard ansimò, indicando con una mano la porta in cima alle scale.

"Come cavolo hai fatto a farti assumere?" gli chiese Frank, divertito e incredulo allo stesso tempo.

"Zio Ted - o come lo chiami tu, il signor Parish - è il cugino di mio padre. Mio padre gli ha detto che ero un 'caso senza speranza' e che 'dovresti assumerlo perché è un bravo ragazzo', ma 'è davvero pigro e lavorare con te lo aiuterebbe a maturare'. Praticamente, mio padre l'ha supplicato e siccome a Ted piaccio davvero, mi ha assunto... Comunque, sono abbastanza sicuro che se non l'avesse fatto mio padre l'avrebbe preso a calci in culo."

Frank scoppiò a ridere. "Sei come l'animaletto della maestra alle elementari!" Iniziò a sghignazzare, facendo rimbombare la sua risata per tutte le scale.

"Mi odi solo perché non puoi essere me." Gerard ridacchiò.

"Ti piacerebbe.

Allora, stai meglio ora?"

"Sì, credo."

Gerard si stiracchiò, lasciandosi sfuggire un lamento quando avvertì la propria schiena scrocchiare. "Okay, andiamo a incontrare queste fantomatici tizi fighi di cui stai parlando."

Corse su per le scale, mentre Frank rimase interdetto a metabolizzare quello che aveva appena sentito. Gerard era davvero un essere reale? Sembrava più un alieno arrivato dallo spazio che non capiva davvero i comportamenti degli umani.

Lo seguì e entrò nella sala di registrazione, guardandosi intorno per trovare il suo nuovo amico idiota. Dopo qualche secondo di ricerca, vide Gerard aspettarlo mentre Ray e Bob giocavano a carte. Gli si avvicinò e lo afferrò per un polso, per poterlo trascinare dai due dietro di loro, che stavano litigando su chi di loro stesse barando e per decidere se iniziare un'altra partita (sto pezzo non mi convince smh).

"Hey ragazzi, abbiamo un ospite." L'urlo di Frank li interruppe, facendo sollevare lo sguardo a Ray, che fece un sorrisetto.

"Hey, nanetto!"

"Hey Frank! - lo salutò Bob - chi è questo?"

Si alzò subito dopo per andare ad aprire il minifrigo che tenevano in un angolo dello studio e offrirgli da bere.

I due accettarono l'offerta e si sedettero al tavolo.

"Hey, io sono Gerard, grazie per la bibita!"

"Di niente, io sono Bob e il nostro afro power qui è Ray."

"Allora," lo interruppe Frank, mostrandosi più interessato a ciò che aveva da chiedere piuttosto che alla loro conversazione. "avete trovato qualche nuova proposta interessante?"

"Niente di niente. E tu? Come vanno le cose nel tuo spazietto?"

"Laggiù è sempre la stessa fottutissima noia, ora che Webber è in maternità devo pure svolgere il suo lavoro."

"Bambini, ew." Gerard fece un verso di disgusto, facendo ridere gli altri tre.

Mentre giocavano a carte, parlarono delle loro esperienze passate e di tutto ciò che gli passava per la mente, come se fossero già dei vecchi amici. Frank li stava a guardare, osservando soprattutto Gerard, che usava la sua idiozia e le sue stranezze per rendersi ancora più simpatico agli occhi di Ray e Bob. La sua tattica sembrava funzionare, a giudicare dalle risate isteriche provenienti dai due e dalle loro lacrime alla fine del suo discorso su "Perché dovrebbe esistere una giornata nazionale dei sottaceti" e altri argomenti ancora più insensati.

Dopo che si furono calmati, Ray si schiarì la gola, l'ombra di un sorriso ancora sulle sue labbra.

"Allora, fra circa due settimane andremo a vedere una band suonare al bar alla fine della strada. Voi due venite?"

Gerard annuì, voltandosi verso Frank.

"Ovvio. Tu vieni?"

Normalmente Frank avrebbe rifiutato l'offerta, ma questa volta, si disse, si meritava anche lui un po' di divertimento.

"Okay, vengo."

Ray quasi urlò, prendendo a pugni l'aria mentre Bob indirizzò a Frank un sorrisetto. Quest'ultimo ricambiò, confuso, ma non fece domande.

"Ah, credo che dovremmo tornare al lavoro, prima che ci licenzino-" Frank tentò di parlare, quando Gerard lo interruppe con un gesto insofferente della mano.

"Nah, tranquillo, non succederà niente."

Frank sorrise. "Se lo dici tu."

"Fidati, conosco il tuo capo come le mie tasche, non licenzierà né me, né te. Ti ha chiesto di mostrarmi il posto, no? E poi, mio padre lo ucciderebbe con un cucchiaio se lo facesse... E poi ucciderebbe anche me con lo stesso cucchiaio."

Frank sbuffò, bevendo un sorso della sua bibita.

"Come ti pare, Gee."

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Capitolo 3
*** 3. ***


Nelle due settimane successive, Frank e Gerard iniziarono ad entrare sempre di più in confidenza.

Quest'ultimo gli aveva dato il suo numero il primo giorno; "nel caso mi dovessi perdere", aveva detto. Ma Frank sapeva che era solo la prima scusa che gli era venuta in mente.

Andavano a prendere il caffè insieme la mattina, si scambiavano messaggi ogni volta che ne avevano la possibilità, si sedevano insieme durante la pausa e alla fine della giornata Frank portava Gerard a casa sua in macchina, che si trovava lungo la strada che percorreva abitualmente per arrivare alla propria abitazione.

Quando finalmente venerdì arrivò, Frank era agitato. Continuava a muoversi freneticamente per la camera, cercando dei vestiti che si abbinassero almeno un po'. Si stava comportando in un modo troppo strano per una serata tra amici, ma lui era Frank ed era sempre strano.

Indossò finalmente un paio di jeans neri, una maglietta dei Black Flag e una giacca, cercando di non dare l'impressione di aver pensato troppo a cosa mettere.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca per mandare un messaggio a Gerard, mordendosi il labbro inferiore mentre digitava rapidamente sulla tastiera a schermo dell'apparecchio.

Hey G, vuoi che ti venga a prendere? -frnk.

Poco dopo, ricevette la risposta.

Heeey, sì, okay, perfetto. Muoviti. -g.

Frank sorrise, rimettendo il telefono in tasca, e si diresse velocemente verso la porta dopo aver indossato le scarpe, prendendo le chiavi. Dopo aver chiuso la porta, corse giù per le scale, invece di usare il malridotto ascensore del condominio, e raggiunse il garage, ansimando appena. Camminò fino alla sua Fiat scassata, entrò e mise in moto, diretto a casa di Gerard per recuperarlo.

Arrivato a destinazione, vide Gerard in piedi, davanti al portone del condominio dove abitava; fumava. Lo osservò aspirare una lunga boccata, avvelenandosi gli organi con il tabacco. Vide la macchina di Frank poco dopo; fece uscire il fumo con un sospiro e la raggiunse camminando velocemente, per poi aprire la portiera dal lato del passeggero e sbirciare all'interno dell'abitacolo.

"Hey, Frankie!"

"Salta dentro, perdente, andiamo a fare shopping!" urlò Frank dal nulla.

"Amico, hai seriamente citato Mean Girls?!"

"Cazzo, sì" urlò ancora, "ora, seriamente, muoviti ad entrare."

"Okay, okay."

Gerard ridacchiò e entrò velocemente nella macchina, abbassando manualmente il finestrino.

"Gesù, la tua macchina è dell'età della pietra. Vuoi?" chiese, porgendogli la sua sigaretta.

Frank lo ringraziò e la prese fra le dita, fece un tiro e gliela restituì.

Oh, wow, abbiamo raggiunto un nuovo traguardo dell'amicizia, condividere le sigarette, pensò Frank.

"Allora, sai che band stiamo andando a vedere?"

"Ad essere sinceri, non ne ho la più pallida idea." rispose Frank, tentando di non andare a sbattere contro qualcosa mentre guidava.

Non era certo il miglior guidatore là fuori. 
Gerard gli passò nuovamente la sigaretta. La prese, aspirò un'altra boccata e gliela restituì, mentre un'espressione più rilassata si formava sul suo viso.

"Questo mi ricorda di quando avevo qualcosa come ventidue, forse ventiquattro anni, e andavo sempre a vedere questa band figa a un bar del posto. Adoravo da morire la loro musica, non puoi immaginare. Non so se li conosci, ma si chiamavano Pencey Prep, e fammelo dire, erano pazzeschi."

Frank si voltò di scatto verso Gerard, rischiando di farsi venire uno strappo e allo stesso tempo di andare a sbattere con la macchina contro un bidone della spazzatura. L'inquietante stridio degli pneumatici sull'asfalto mentre frenava bruscamente e la faccia scioccata di Gerard, a cui si aggiunse anche un urlo che il ragazzo non era riuscito a trattenere, furono il risultato delle acrobazie di Frank. Parcheggiò la macchina sul lato della strada; gli tremavano troppo le mani per riuscire a guidare.

"Hai detto- hai detto Pencey Prep? Pencey Prep?"

Gerard lo guardò con gli occhi spalancati, le labbra che si schiudevano e richiudevano, tremante sul sedile.

"Sì, Pencey Prep. L-li conosci?"

Frank rise, facendo un sorrisetto mentre saltava sul suo sedile, "Conoscerli? Gerard, ero il frontman di quella band! Ero il cantante, amico, conosci seriamente i Pencey?"

Gerard fissò Frank con una faccia da pesce lesso.

"Okay, aspetta, a parte che mi hai quasi ucciso... Mi stai dicendo che eri quel ragazzino con i capelli rosa? Cazzo, stai così bene ora, ti sei tinto i capelli di nero, e- Gesù Cristo, il tuo gruppo era fottutamente fantastico!"

"Grazie!"

Accese il motore e ricominciò a guidare, stando ben attento a non colpire niente questa volta, e cercando di non far venire un infarto a Gerard.

"Qual era la tua canzone preferita?" gli chiese Frank, sorridendo a trentadue denti mentre guardava la strada.

"Adoravo Trying To Escape The Inevitable e Cotton Candy, sono fantastiche. Ho ancora il CD a casa."

"Ho la cassetta di Inevitable da qualche parte nella macchina, controlla nel cruscotto."

Gerard obbedì e trovò l'album. Fece un urletto, aprì la custodia e, subito dopo aver trovato una matita e averla usata per riavvolgere il nastro, tirò fuori la cassetta. La inserì nel lettore e ridacchiò. "Macchina preistorica."

"Almeno io ho una macchina." Frank gli fece la linguaccia.

Gerard premette 'play' e la canzone partì al massimo volume nel piccolo veicolo.
Cantarono insieme alla cassetta, mentre Gerard faceva finta di suonare una chitarra immaginaria, finché non arrivarono al bar. A quel punto, Frank non era più tanto sicuro di volere entrare. Voleva solo andare a casa e parlare ancora un po' con Gerard.

Uscirono dalla macchina e Frank la chiuse a chiave, nonostante nessuno avrebbe mai pensato di rubare quel catorcio.

Camminarono lentamente dentro il locale, mentre la band stava già suonando le loro canzoni e il cantante saltava da una parte all'altra del palco, urlando nel microfono. Frank iniziò a setacciare il posto con lo sguardo per trovare Ray e Bob, finché non li vide seduti al bancone nell'angolo. Afferrò Gerard per un polso e se lo trascinò dietro fino a dove si trovavano i suoi amici, salutandoli una volta arrivati.

"Hey! Abbiamo ordinato per noi ma non sapevamo cosa voleste voi, scusa!" Ray dovette urlare per farsi sentire sopra la musica.

"Va bene, io non bevo. Grazie lo stesso, comunque." Gerard sorrise educatamente e si sedette. Frank fece lo stesso e esclamò a voce alta, cercando di parlare sopra la musica, "Yay, sono io quello che guida stasera!"

"Come ti pare. Qualunque cosa faccia galleggiare la tua barca*." Bob si strinse nelle spalle.

"L'acqua tiene a galla la mia barca!" puntualizzò Frank, tentando di sembrare intelligente.

"Woah, pure la mia! Amico, l'acqua è usata dalle piante, no? Gli alberi sono piante. L'acqua che tiene a galla le nostre navi viene usata per innaffiare l'albero, l'albero dell'amicizia, il nostro albero dell'amicizia, così i frutti dell'amicizia possono comparire e rafforzare il nostro legame-"

Frank posò una mano sulle labbra di Gerard per zittirlo. "Amico... oggi hai raggiunto un livello totalmente nuovo di stranezza."

Avvertì qualcosa di umido scorrergli sulla mano e strillò, "Mi hai appena leccato la mano?!"

"Sai di cuoio... Bizzarro."

"Fanculo, riprenditi i tuoi germi." gemette disgustato, pulendosi dalla saliva di Gerard passando la mano sulla sua maglietta, facendo gridare l'altro.

***
I quattro si divertirono parecchio quella sera. Parlarono, risero e scherzarono fra di loro. Bob sogghignava ogni volta che Frank guardava Gerard e viceversa, come se sapesse qualcosa - ma qualcosa cosa, poi? Frank non riusciva a capire il motivo che spingeva Bob a fare quella faccia; non gli importava molto, comunque. Bob era un po' strano. Gerard, invece, era del tutto strano, e lo stava dimostrando di nuovo quella sera. Mentre sorseggiava il suo Shirley Temple**, tirò fuori un pacchetto di Skittles*** e le distribuì a tutti, divertendosi a mettere a confronto i colori che assumevano le loro lingue dopo averli messi in bocca.

"La mia è rossa, guarda!" strillò Gerard, tirando fuori la lingua.

"E' uguale a com'era prima, cretino."

"La tua è blu! Oddio, Bob! La tua è verde! Quella di Ray è arancione, siamo un arcobaleno!"

"Quante cavolo ne hai mangiate?"

"Non tante... Qualcosa come due pacchetti e una tazza di caffè."

Frank si sbattè una mano in fronte, borbottando qualcosa sul fatto che Gerard non avesse bisogno di diventare ancora più iperattivo di quanto già non fosse. Quest'ultimo cercò di convincerlo del contrario, ma Frank lo ignorò e tirò fuori la lingua, che era, infatti, colorata di blu dal confetto.

"Hey, Frankie, vuoi renderla viola?" disse Gerard con un tono di voce basso.

Frank lo guardò confuso. Gerard gli stava chiedendo un bacio... Davanti a tutti? La sua lingua era blu, quella di Gerard rossa, blu e rosso insieme creano il viola... I suoi pensieri iniziarono a confondersi dopo la domanda di Gerard. 
Il suo viso assunse una scura tonalità di rosso, quando Gerard tirò fuori due skittle, uno rosso e uno blu, allo stesso tempo e se li ficcò in bocca. "Modalità viola, attivata!"

"Sei un cretino!" esclamò Frank con il viso ancora rosso.

"Invece è adorabile." si intromise Ray, prendendo un sorso della sua birra.

"Sono cretinabile." esclamò Gerard dal nulla. Frank ridacchiò, sbattendosi nuovamente una mano sulla fronte.

Finalmente la band abbandonò il palco, lasciando posto ad altri gruppi, mentre l'alcol iniziava a sortire i suoi effetti su Bob e Ray. Era appena scoccata la mezzanotte, quando Frank iniziò a lamentarsi di essere stanco.

Bob fece una specie di lamento, "Dai amico, smettila di rompere." Frank si morse il labbro ma prese comunque il telefono per mandare un messaggio a Brian - un altro suo collega - e chiedergli di venire a recuperare quei due idioti.

Hey, Brian, puoi venire a prendere Bob e Ray? Siamo al bar vicino a casa di Bob e io non ho abbastanza spazio nella mia macchina -frnk.

Pochi minuti dopo, ricevette la risposta di Brian. Diceva che sì, sarebbe andato a prenderli, ma che gli dovevano un enorme favore.

"Allora, stiamo tornando a casa?" chiese Gerard, avvicinandosi a lui per non dover urlare per farsi sentire. Frank arrossì, per poi annuire subito dopo.

"Uhm, sì, se non è un problema."

"Nah, va bene, sta iniziando a venirmi sonno." mormorò Gerard nell'orecchio di Frank, appoggiando subito dopo la testa sulla sua spalla e facendolo così arrossire ancora di più.

"Ce ne stiamo andando, Brian verrà a prendervi." comunicò ai due idioti ubriachi che chiamava amici. Prestarono a malapena attenzione a ciò che il ragazzo aveva detto, ma annuirono comunque, facendolo scoppiare a ridere.

"Dai, Gee, andiamocene." esclamò Frank alzandosi. Gerard si alzò in piedi ma si appoggiò a Frank.

"Puoi portarmi in braccio? Sono stanco." Sbadigliò per sottolineare il concetto, coprendosi la bocca con la mano e strofinandosi gli occhi.

"Ma che cazzo, amico, pesi più di me!" 
Sì, Gerard era adorabilmente strano, ma questo non significava che Frank se lo sarebbe portato dietro in braccio.

"Per favore?" lo supplicò il più grande, sporgendo il labbro inferiore in fuori e facendo gli occhi da cucciolo.

"Va bene, okay." Frank sbuffò, girandosi di spalle per far salire Gerard sulla sua schiena, facendo un verso di lamento quando avvertì il suo peso cadergli addosso. "Cristo, quanto cazzo pesi?"

Gerard sorrise.
"Chiudi quella fogna e muoviti!"

Frank uscì dal bar in quel modo, portandosi Gerard sulla schiena. Una volta arrivato alla sua macchina, fece scendere subito Gerard, facendolo sospirare di sollievo. Aprì la portiera e entrò all'interno dell'abitacolo, un'espressione stanca sul viso. Voleva solo dormire, non riusciva a credere che avrebbe dovuto portare Gerard a casa e poi tornare indietro.

"Vuoi rimanere da me stanotte?" mormorò Gerard dietro di lui, spostandosi i capelli neri dal viso.

"Mh, sicuro?"

"Ovviamente! Non serve che tu ti faccia tutta la strada fino a casa, puoi stare benissimo da me. Guarderemo un film o qualcosa del genere."

Frank sorrise. "Grazie, amico.

"Nessun problema, Frankie, nessun problema."

* La frase originale è "Whatever floats your boat", che sarebbe il nostro "fai come ti pare". 
** Un drink analcolico. 
*** Palline di cioccolato ricoperte di zucchero colorato (?). Per intenderci assomigliano agli M&M's.

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Capitolo 4
*** 4. ***


Una volta raggiunto - finalmente - il condominio di Gerard, Frank portò la macchina nel parcheggio sotterraneo e lasciò la macchina nel posto riservato al più grande, ovviamente vuoto. Uscirono entrambi barcollando e, una volta controllato di aver chiuso per bene la macchina, entrarono nell'edificio. Gerard premette il pulsante dell'ascensore, e una volta arrivato entrarono entrambi, attendendo che raggiungesse il quarto piano.

Frank era nervoso: era la prima volta che rimaneva a casa di Gerard la notte. Il solo pensiero gli faceva venire le farfalle allo stomaco.Il rossore sul suo viso non accennava a sparire, causato dal modo in cui il ragazzo si comportava intorno a lui; e non erano nemmeno ubriachi. Una volta usciti, Gerard lo condusse al suo appartamento e aprì la porta.

Frank si tolse le scarpe prima di entrare, lasciandole poi vicino alla porta di ingresso, in attesa di Gerard; quest'ultimo riapparve,mordendosi il labbro inferiore.

"Scusa per il casino-"

"Non fa niente, è apposto. Quindi..."

"Quindi, ci guardiamo un film?"

"Oh, va bene."

"Ho dei vestiti che possono andarti bene, se vuoi. Credo che dormire in jeans sia abbastanza scomodo, no?"

"Ma non devi-"

Gerard lo interruppe con un gesto della mano. "Però voglio."

Frank si morse il labbro, spostando lo sguardo prima sulle labbra screpolate dell'altro, e subito dopo ai suoi occhi, prima di mormorare un "Okay".

Non mosse un muscolo per andare a prendergli quei vestiti, rimase semplicemente a fissare Frank negli occhi, e l'altro ricambiava lo sguardo.

Frank si accorse che Gerard si stava avvicinando e il cuore iniziò a battergli più velocemente nel petto.

Oddio...,pensava, mentre le farfalle nel suo stomaco davano di matto; in quel momento squillò il telefono.

I due sbatterono gli occhi e distolsero i loro sguardi; Frank si schiarì la gola, evitando il suo sguardo. Frank poteva giurare di aver udito Gerard mormorare un "cazzo", o qualcosa del genere, ma non ne era sicuro.

Si raddrizzò e guardò Gerard rispondere al telefono, borbottando cose che non riusciva a sentire.

Stava davvero per baciarlo? Non lo sapeva, ma gli sembrava quasi normale, nonostante non si conoscessero nemmeno da tanto tempo.

Sentiva Gerard parlare al telefono, scocciato e imbarazzato allo stesso tempo.

"Che vuoi, Mikey? No, c'è un mio amico a casa, non puoi venire. Mikey. Va bene, passo domani. Taci, ora devo andare. Sì, ciao."

Frank lo fissava a disagio, grattandosi con due dita la nuca, quando Gerard tornò indietro, le guance arrossate. "Scusa, era mio fratello. Allora, vogliamo vedere questo film?"

"S-sì, lo metto io, se vuoi." Frank ridacchiò nervosamente, indicando con la mano all'enorme collezione di DVD di Gerard.

"Grazie, ti vado a prendere dei vestiti."

Annuirono entrambi, ridendo quasi nervosamente mentre ognuno andava verso la propria destinazione. Frank prese un film a caso mentre Gerard tornava, con addosso un pigiama e in mano un paio di pantaloni e una maglietta.

Frank sorrise e ringraziò il maggiore, per poi andare nel bagno di Gerard per cambiarsi. Si tolse velocemente i vestiti e mise quelli che gli aveva appena portato il ragazzo, guardandosi allo specchio una volta fatto, notando così il proprio viso ancora rosso. Sospirò e si rinfrescò con dell'acqua fredda, pensando al quasi-bacio di poco prima; smettila, si disse. Pensarci non avrebbe cambiato nulla.
Piegò i propri vestiti e se li mise sotto il braccio, per poi uscire una volta finito. Tornato nell'altra stanza, trovò Gerard avvolto in una coperta rossa sul divano con il telecomando in mano. Posò i vestiti piegati su una sedia, controllando di non aver dimenticato nulla, e si sedette sul divano, buttandosi addosso una coperta blu.

Gerard premette 'play' e i titoli di Watchmen partirono sullo schermo della televisione. Frank si ritrovò a metà film con la testa appoggiata sulle gambe di Gerard, addormentandosi poco dopo mentre quest'ultimo giocava con i suoi capelli.

***

Furono amici per un po' di mesi, ma sembravano quasi anni. I due erano praticamente inseparabili. Durante il lavoro, finivano in fretta tutto quello che avevano da fare, in modo da poter uscire dopo e guardare dei film, o andare al parco, o semplicemente stare in compagnia. Dopo il lavoro, passavano il tempo a casa di entrambi,fino al punto di avere vestiti e spazzolino dell'uno a casa dell'altro.

Mr. Parish non aveva problemi con Frank e Gerard finché facevano il loro lavoro, e non poteva licenziare quest'ultimo o Mr. Way avrebbe preso a calci nel sedere sia lui che il figlio. Gerard sapeva che se avesse fatto casini sarebbe finito nella merda: sarebbe stato impossibile rendere felice di nuovo il padre, che aveva sopportato le sue idiozie per parecchio tempo.

Pensavano che la loro amicizia non potesse diventare più forte di così, ma si sbagliavano alla grande.

Accadde a fine gennaio: Frank si ritrovò sulla porta di casa un Gerard ancora con i capelli bagnati, tremante e con le labbra blu. Frank,non sapendo che fare, lo lasciò entrare, alzando subito i termosifoni e cercando delle coperte per il maggiore.

"Gerard, che è successo? Perché hai i capelli bagnati, si muore di freddo!"

"E'a-andata via la corrente a-appena avevo finito la d-doccia-"

"Va tutto bene, vai a farti un'altra doccia calda mentre ti preparo qualcosa da mangiare. Come sei arrivato fin qui?!"

"C-camminando."

"Oh, cristo, potrebbe venirti un'ipotermia! Avresti dovuto chiamarmi. Ti vado a fare un po' di minestra, okay? Vai e basta, usa tutta l'acqua calda che vuoi, io non ne ho usata per niente."

Gerard annuì, cercando di ringraziare Frank, e si diresse verso il bagno, mentre il più piccolo cercò del ramen da cucinare. Non aveva nient'altro che fosse abbastanza facile da cucinare, perciò quella era la sua unica opzione. Tirò fuori della minestra di pollo, provando così una ricetta che gli aveva mostrato sua nonna, e la versò in due scodelle, sperando che a Gerard andasse bene. Dopo, versò l'acqua bollente in due tazze e ci aggiunse del caffè istantaneo, facendolo nel modo in cui piaceva ad entrambi.

Appoggiò tutto sul tavolo di fronte al divano e accese la televisione, preparando una maratona di Harry Potter, mentre aspettava Gerard tornare, quando si ricordò che l'uomo aveva bisogno di vestiti.

Frank riuscì a ripescare dei pantaloni del pigiama di qualche taglia più grandi e una felpa enorme e bussò alla porta del bagno. Dopo poco, Gerard aprì con un asciugamano sulle spalle; tremava ancora, nonostante le sue labbra fossero tornate al loro colore naturale e il suo viso avesse ripreso una tonalità normale.

"Hey, grazie per i vestiti."

"Di niente, ho preparato qualcosa per cena."

"Grazie davvero, Frankie. Sei il migliore."

Con quell'ultima affermazione, Gerard chiuse la porta e Frank tornò sul divano ad aspettarlo, prestando a malapena attenzione al film. Dopo qualche minuto, Gerard comparve, i capelli ancora bagnati; i vestiti gli andavano alla perfezione, ma stava ancora tremando visibilmente.

"Forza, ho messo Harry Potter e il prigioniero di Azkaban." affermò Frank,indicando la TV.

Gerard si lasciò cadere a lato di Frank, adocchiando all'istante una coperta e gettandosela addosso. Mangiarono entrambi la loro cena mentre guardavano Harry Potter; dopo un po' di tempo, Gerard smise finalmente di tremare. Una volta finito di mangiare, restarono semplicemente a guardare il film, mentre Gerard appoggiava la testa sulla spalla di Frank.

Lo sguardo di quest'ultimo fu attirato verso il basso, stabilendo così un contatto visivo con l'altro; si voltò quasi subito, ma sentiva ancora gli occhi di Gerard fissi su di sé. Il suo cuore batteva rapidamente e le sue guance erano già più rosa del normale. Era in ansia? Realizzò che era così.

Era sempre notevolmente agitato quando si trovava vicino al maggiore, e sentiva le farfalle nello stomaco ogni volta che lo toccava, abbracciava o addirittura gli parlava, quando gli argomenti di cui trattavano si facevano troppo seri. A volte, si ritrovava a fissare le labbra di Gerard e, altre volte, trovava l'altro a fare lo stesso con le proprie.

Ricordava la prima volta che era andato a casa di Gerard, come si erano quasi baciati, interrotti da una chiamata al cellulare. Era tutto nella sua testa, ma sapeva per certo, a quel punto, di provare qualcosa per Gerard.

Non erano al liceo, comunque. Non aveva certo intenzione di nascondere i propri sentimenti o di fare il timido su come si sentiva veramente.Voleva che Gerard sapesse.

Passò esitante le mani fra i capelli neri inchiostro del ragazzo,spostandoglieli dal viso pallido, avvertendo il calore che emanava il suo viso sui polpastrelli delle dita. Il più grande non si mosse; sospirò e basta, avvicinandosi maggiormente a Frank, trovandosi a respirare piano sul suo collo e facendolo ridacchiare.

Frank continuò a fissarlo, passando la propria mano fra i suoi capelli con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Frank...?" sussurrò all'improvviso Gerard, il film ormai dimenticato.

"Mh?"

Gerard si tirò su, ritrovandosi così a fissare le labbra dell'altro. Il respiro di quest'ultimo si bloccò quasi all'improvviso, ma si avvicinò maggiormente, finché le sue labbra non toccarono quelle di Gerard. Il bacio iniziò lentamente, con i due che si scambiavano dei leggeri baci a fior di labbra, mentre Frank teneva le mani appoggiate delicatamente sulle guance di Gerard. Le sue mani tracciarono una linea dalla nuca fino al collo di Gerard, approfondendo il bacio mentre l'altro ricambiava, tenendo le mani sulle spalle di Frank.

Il più giovane si ritrovò dopo poco a spostarsi sulla schiena dal tocco delicato dell'altro, che nel frattempo si sporgeva verso di lui, ricominciando a baciarlo, mentre passava le mani fra i capelli di Frank, scompigliandoli.

Dovettero riprendere fiato, alla fine; le loro bocche si separarono e rimasero fronte contro fronte a guardarsi negli occhi.

"Non sai da quanto aspettavo questo momento." Gerard sorrise timidamente, mentre arrossiva ulteriormente.

"Idem." Frank ridacchiò, lasciando un leggero bacio sul naso di Gerard

"Per quanto?" mormorò l'altro ragazzo, evitando di incontrare lo sguardo di Frank con gli occhi. Frank portò una mano alla guancia di Gerard, permettendogli così di guardarlo. "Per un bel po' di tempo, in realtà."

Frank circondò il corpo di Gerard con le braccia, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. "Andiamo, coccolamico, finiamo questo film."

"Solo se uscirai con me."

"Non mi dispiacerebbe."

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Capitolo 5
*** 5. ***


Prima di avere una qualsiasi opportunità per uscire, furono entrambi impegnati con i preparativi per una festa che una band avrebbe tenuto di lì a poco per festeggiare l'uscita del loro primo album. Frank doveva precipitarsi di qua e di là per essere sicuro che i suoi calcoli fossero corretti, mentre Gerard non faceva altro che girare per l'edificio cercando di aiutare con le decorazioni e Mr. Parish controllava che tutti gli impiegati svolgessero il loro lavoro. I loro due piani erano responsabili della supervisione di tutto ciò che riguardava la pubblicazione dell'album, e Frank non aveva idea di cosa si occupassero gli altri; non che gliene importasse molto, per la cronaca.

Passarono in questo modo almeno due mesi prima che l'album fosse pubblicato, e i due erano talmente occupati da non avere tempo da dedicare all'altro - nonostante cercassero sempre di trascorrere insieme il fine settimana.

A Frank piaceva pensare che lui e Gerard fossero una specie di coppia, e Gerard non aveva mai obiettato. La loro relazione non era complicata, era semplice, ed era una cosa che apprezzavano entrambi.

Il giorno della festa, Frank si era oberato di lavoro, cercando di perfezionare tutti i documenti, mentre Gerard aveva impegnato ogni sua energia ad aiutare la squadra dei lavori, facendo così emergere tutti i suoi talenti artistici e le sue manie di perfezionismo. Nemmeno Mr. Parish ebbe qualcosa da dire sul suo lavoro; evidentemente, aveva apprezzato lo sforzo.

Frank era finalmente tornato a casa, in tempo per tentare almeno di rendersi presentabile per la festa, cioè per qualcosa a cui non aveva nessuna voglia di partecipare. Sì, avrebbe visto Gerard vestito elegante (cazzo, sì, aveva pensato) e avrebbe avuto l'occasione di ingozzarsi di antipasti, ma in tutta onestà, avrebbe preferito di gran lunga starsene a casa davanti alla TV con Gerard, o andare a farsi una passeggiata con lui, o qualcosa del genere.

Si trovava nella sua cabina armadio, alla ricerca di una cravatta decente da abbinare al vestito, quando il suo cellulare lo avvertì di un messaggio che era appena arrivato.

hey vagina! -g.

Rise allo stupido saluto del suo ragazzo, ma preferì reggergli il gioco.

taci, scoreggia. -frnk.

oh fanculo mi sono offeso :( comunque, mi vieni a prendere o no?? ah, e non vestirti di rosso, mi ci devo già vestire io -g.

sei proprio un cretino, sono vestito di blu. e comunque non è che tu abbia una macchina haha. -frnk.

sssssssssh, non ricordarmelo. onestamente vorrei solo uscire con te, ma se non vado ted e papà mi prenderanno a calci -g.

e allora muoviti a vestirti, prima che vengano a cagarti addosso -frnk.

che schifo fai? comunque okay, ci vediamo. -g.

Frank alzò gli occhi al cielo, sorridendo mentre prendeva una cravatta blu e se la annodava al collo. Dopo essersi messo delle scarpe nere, prese la giacca, le chiavi e il telefono, poi uscì dalla porta, chiudendola dietro di sé mentre si aggiustava i capelli con una mano.

Dopo essere entrato in macchina, mandò un messaggio a Gerard dicendogli che stava arrivando. Mise in moto la macchina una volta fatto e accese lo stereo, alzando il volume per sentire la voce di Bert McCracken dei The Used invadere il veicolo.

Una volta arrivato all'appartamento di Gerard, trovò quest'ultimo in piedi sull'ingresso, i capelli neri tutti disordinati come al solito; stranamente, però, era vestito in maniera presentabile. Raggiunse la macchina di Frank e vi entrò, sporgendosi verso il suo ragazzo una volta seduto per lasciargli un bacio sulla guancia. "Mi sei mancato."

Frank arrossì. "Anche tu."

"Non voglio andare, dio."

"Sembra che io ti stia costringendo a pisciare, fai silenzio. Potremmo andarcene prima, se a Mr. Parish va bene."

"Okay. Credo che servano anche della torta.."

"Visto? Un'altra ragione per andare. Ora, fammi vedere quel tuo bel sorriso così possiamo andarcene dal tuo parcheggio."

Gerard fece un sorriso stupido, mostrando praticamente tutti i denti.

"Ti ho detto di sorridere, non di farti scoppiare una vena nel collo."

"Haha, molto simpatico."

***

Frank odiava quella stupida festa. Era magnifica, era stato tutto pianificato alla perfezione grazie a lui e a tutti i suoi colleghi. La band era okay, erano bravi, ma non li ascoltava molto volentieri. Gli mancavano i Pencey Prep, gli mancava essere in una band. Gli mancava esibirsi e cercare di fregare una sigaretta o una canna a qualcuno. Sentiva la mancanza della sensazione che provava stando sul palco, contribuendo ad aumentare l'energia della folla; lo voleva di nuovo, lo desiderava ardentemente. Vedere tutte quelle band firmare contratti e vivere le loro vite lo faceva sentire di merda, ma non amava soffermarsi troppo su quell'argomento, dal momento in cui, apparentemente, i suoi giorni con i Pencey Prep sembravano essere finiti.

"Perché quel muso lungo?" mormorò una voce delicata nell'orecchio di Frank, facendolo sussultare. Lanciò un'occhiataccia a Gerard per averlo spaventato, ma rispose comunque.

"Voglio andare a casa e stare con te, sai?"

Gerard annuì, ridendo. "Già, anch'io."

"Vieni con me in bagno, mi devo dare una sistemata ai capelli."

"Sei proprio strano." Gerard scoppiò a ridere, ma lasciò che Frank lo trascinasse verso il bagno sul retro.

"Sono il tuo strano." urlò Frank oltre la musica, spingendo poi Gerard nel bagno, che stava borbottando qualcosa sulle stupide, ma allo stesso tempo carine, frasi del suo ragazzo, mentre veniva spinto dentro una cabina vuota.

"Sei serio?" Gerard sbuffò, sollevando un sopracciglio.

"Cosa?"

"In un bagno?"

Frank arrossì. "Dai, stai zitto."

"Pensavo che ti volessi sistemare i capelli." Gerard rise nuovamente, toccando con un dito una delle guance arrossate di Frank.

"Beh, avevo altro in mente."

Gerard ridacchiò, ma si sporse per sussurrare nell'orecchio del più basso. "Se proprio vuoi."

"Esatto, voglio."

Frank portò una mano alla vita dell'altro, facendo un sorrisetto mentre seguiva un percorso immaginario con la sua mano, prima di venire fermato velocemente dalla mano di Gerard.

"Io no, stanno servendo il dolce."

La mandibola di Frank cadde letteralmente a terra mentre fissava l'altro ragazzo, che lo spinse semplicemente via da sé mentre gli lasciava un bacio sulle labbra, prima di uscire e mandare un bacio volante all'idiota perplesso e ancora voglioso nella cabina; alla fine uscì dal bagno e si diresse verso dove stavano servendo la torta.

"Non vorrei essere nei tuoi panni, amico. Gettato via per della torta." Sentì Brian esclamare dalla cabina di fianco a lui. Frank sussultò nel sentire la voce dell'uomo, preso alla sprovvista dalla sua presenza, per poi sospirare e mormorare un "Sono innamorato di un idiota."

"Frank, tu sei un idiota."

"Brian, continua a cagare e non parlarmi mentre lo fai, è disgustoso."

Udì Brian scoppiare a ridere mentre usciva dal bagno e andava a cercare il cretino che rispondeva al nome di Gerard.

Dopo qualche minuto, lo trovò in piedi in un angolo a affondare letteralmente la faccia in un dolce alla crema e fragole, sporcandosela tutta di bianco (e non in quel modo) e assomigliando parecchio a un ragazzino di sei anni. Aveva delle fragole ancora sul bordo del piatto, probabilmente lasciate lì per mangiarle per ultime, e un sacco di crema lasciata da un lato, che invece non avrebbe mangiato.

"Sembri un bambino." Frank ridacchiò mentre si avvicinava all'altro, che ora stava recuperando una fragola fra quelle che aveva lasciato in disparte.

"Quindi questo ti rende un pedofilo?"

"Haha, divertente."

Gerard tirò fuori la lingua, prendendo subito dopo una fragola per sventolarla davanti a Frank.

"Vuoi?"

Frank fece un piccolo sorriso e aprì la bocca, permettendo a Gerard di mettergli la fragola dentro. Masticò il frutto, schiacciandolo fra i denti.

"Ha il tuo stesso sapore, solo più dolce."*

Pensava che Gerard avrebbe riso, sarebbe arrossito, che avrebbe fatto qualcos'altro che non fosse strozzarsi con la torta, facendosela uscire quasi dal naso, mentre la sua risata era diventata una mezza tosse. Frank dovette colpirlo un paio di volte sulla schiena per farlo respirare. "Gesù, stai bene?"

"Hai- hai davvero-" cercò di dire, tenendo il piatto stretto fra le mani per non farlo cadere. "Sei un cretino!"

Frank stava ridendo talmente forte da iniziare a lacrimare. "Oddio, non pensavo che ti saresti strozzato, che hai di sbagliato?!"

"Io- mi fa male la gola!"

Frank sbuffò, cercando di asciugarsi le lacrime che gli rigavano il viso. "Sei una testa di cazzo, giuro su Dio-"

"Non sono io quello che ha citato i Fall Out Boy!"

Frank alzò gli occhi al cielo, reprimendo un ulteriore risata. Prese un'altra fragola dal piatto e la portò alle labbra di Gerard.

"Apri." mormorò, dondolandogliela davanti agli occhi. Gerard sorrise e subito dopo aprì la bocca, aspettandosi di mangiare il frutto rosso. Invece, all'ultimo minuto, Frank ritirò la mano e lo portò alla propria bocca, facendo scappare a Gerard una risata esasperata. "Cretino!"

"Sono il tuo cretino."

"Un cretino smielato."

"Puoi dirlo forte."

***

Terminata la festa, i due si trascinarono alla macchina di Frank, scambiandosi risate e baci. Gerard stava strofinando il naso sul collo dell'altro, facendolo ridacchiare. Si sedettero sul cofano, finalmente liberi dal lavoro e con l'opportunità di rilassarsi per un po'. Gerard iniziò a lasciare svariati baci sul collo del più basso, finché non lo sfiorò per sbaglio col naso.

"Il tuo naso è freddo!"

"E tu hai un buon profumo."

"Sei il ragazzo più strano che io abbia mai avuto, e sono uscito con un tizio che collezionava preservativi usati."

Gerard si fermò all'improvviso e scoppiò a ridere così forte che dovette tenersi alla macchina da un lato mentre tentava di respirare, con il braccio destro attorno alle spalle di Frank.

"Ma cosa cazzo?!" riuscì finalmente a dire. Frank iniziò a ridere a sua volta, cercando di spiegargli la situazione.

"Sì, credici, dopo ogni scopata prendeva il preservativo-"

"Okay, ci credo, ci credo! Cristo, so di non essere nella posizione per giudicare cos'è normale e cosa no, ma questo è totalmente pazzo!"

"Pensava che Starry Night fosse una sinfonia."

"Beh, dovrebbe (A/N: la frase originale è "Gogh Bach to grade nine art", dove Gogh dovrebbe stare per "go" e Bach per "back". Arte, sinfonia, Bach... Non so come tradurlo, ma avete capito. Spero.)"

"Hai davvero detto-"

"Doppio gioco di parole, figlio di puttana!"

Gerard mise su il broncio, facendo avvicinare Frank per baciarlo delicatamente. Si separarono dopo poco e si scambiarono un sorriso, senza dire nulla e godendosi semplicemente il silenzio.

"Vuoi tornare a casa mia?" chiese Frank dopo un po'.

"Sì, ma solo se dormiremo nel letto questa volta, sai, il tuo divano è fantastico e tutto ma il mio collo chiede pietà dall'ultima volta."

"Okay, come ti pare, Gee."

Rientrarono in macchina, accendendo subito dopo la radio per mettere i Blink-182 e cantare a squarciagola insieme, con Gerard che stonava apposta e Frank che tentava di non ucciderli entrambi con le sue grandi abilità alla guida. Raggiunsero l'appartamento di Frank che parcheggiò velocemente, per poi correre in ascensore e raggiungere il decimo piano. Camminarono lungo il corridoio illuminato a giorno fino alla porta di Frank, che aprì una volta arrivati, per poi prendere l'altro per mano e tirarlo all'interno, prima di chiudere la porta dietro di sé.

Si diressero entrambi verso la camera da letto e si tolsero i vestiti, posandoli ordinatamente sulla poltrona che Frank aveva nella stanza. Rimasero entrambi in boxer e canottiera, troppo pigri per cercarsi un pigiama. Gerard si infilò in fretta sotto le lenzuola, sbadigliando e strofinandosi gli occhi. Frank non aveva ancora finito, ma il più grande gli fece notare la sua impazienza.

"Muoviti, ho freddo." si lamentò, allargando le braccia. Frank sorrise pigramente e si intrufolò nel letto qualche secondo dopo. Gerard gli circondò il corpo con le braccia, gli lasciò un bacio sulla guancia e alla fine coprì entrambi con la coperta.

"Buonanotte, Frankie."

"Notte, Gee."

"Ti amo, stronzo."

"Lo so, idiota. Ti amo anche io."
 

*"Tastes like you only sweeter" -Thnks Fr Th Mmrs, Fall Out Boy.

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Capitolo 6
*** Epilogo. ***


Siamo alla fine, direi. Non ho molto da dire, perciò... Enjoy!
-Dan
***


 

Due settimane dopo, Frank si trovava nel suo scompartimento, bevendo caffè dalla sua tazza blu scuro con le zampette disegnate sopra. Stava portando a termine un incarico, prendendosela con comodo: era parecchio in anticipo rispetto alla data di consegna.

"Hey, Frankie." la voce di Gerard lo fece distrarre da ciò che stava scrivendo e alzare lo sguardo verso di lui.

Si voltò. "Hey, Gee!"

"Devo dirti una cosa importante."

Gerard sembrava esitante, curiosamente entusiasta e ancora più bizzarro del solito. Appoggiò la tazza sulla scrivania e lo guardò con curiosità. "Okay...".

"Frank... Ho avuto una promozione!"

Le labbra di Frank si incurvarono in un sorriso sincero, mentre si alzava velocemente in piedi per gettarsi su Gerard e stringerlo in un abbraccio. "E' fantastico! Oddio, ero sicuro che avrebbero apprezzato il tuo lavoro, è incredibile!"

"Questo significa che ora sono il tuo capo."

"Così sembrerebbe." Frank fece un sorrisetto ironico.

"E tu sei licenziato."

Non era certo niente che si sarebbe mai aspettato.

"Che?" rispose a fatica. Aveva sentito male? Aveva dell'acqua nelle orecchie? Cosa cazzo...?

"Ho detto, sei licenziato." Gerard sorrise.

Frank non capiva perché stesse ridendo, ma stava iniziando ad agitarsi. "Che significa che sono licenziato? In che modo potrei pagare l'affitto? E poi, che cavolo ho fatto?"

Frank si stava evidentemente arrabbiando, ma il sorriso dell'altro continuava ad aumentare.

"Non posso uscire con i miei impiegati, Frank-"

"Spero che tu stia scherzando!"

"Frank, calmati un attimo. Ti sto licenziando perché ti ho messo sotto contratto con l'etichetta discografica."

Frank si sentì come se gli avessero dato un calcio nello stomaco. Rimase semplicemente a fissare Gerard come se avesse lo sguardo perso nel vuoto.

"Aspetta... Cosa?" mormorò in una vocina quasi inudibile.

"Ho parlato con gli altri ragazzi dei Pencey Prep e ho pensato, perché no? So che vorresti tornare a esibirti, ed è per questo che sei licenziato, figlio di puttana."

"Non so che dire, Dio..."

"Un semplice bacio sarebbe-" Frank afferrò Gerard per la maglia prima ancora che potesse finire la frase e fece unire le loro labbra, passando la mano sinistra fra i suoi capelli. Preso alla sprovvista, Gerard ricambiò il bacio mantenendo gli occhi aperti, chiudendoli però gradualmente dopo qualche secondo, ricambiando il bacio. Si separarono dopo poco, rimanendo fronte contro fronte. Frank sorrideva, ancora intontito dalla notizia. Portò nuovamente le labbra su quelle di Gerard, il quale era contento di averlo reso così felice con così poco.

"Gee, sei fantastico, grazie davvero, sei il migliore!" mormorò il più giovane mentre lo abbracciava nuovamente, stringendosi all'altro mentre quest'ultimo ricambiava la stretta, giocando con i suoi capelli.

"Non serve ringraziarmi. Allora, sei pronto per uscire di qui e incontrare i ragazzi allo studio di registrazione?"

"Ci puoi scommettere." Frank sorrise ancora, allontanandosi di poco dal fidanzato per guardare tutte le sue cose sparse sulla scrivania. Il suo scompartimento avrebbe avuto bisogno di una bella ripulita, dato che non gli sarebbe più servito; questo pensiero gli provocò una strana sensazione allo stomaco. Non avrebbe più dovuto lavorare in quello spazio angusto, o almeno così sperava. Finalmente sarebbe potuto tornare ad esibirsi, e a fare ciò che realmente amava.

"Lo faremo più avanti, ora andiamo." disse Gerard, dopo essersi accorto la direzione che lo sguardo di Frank aveva preso.

Quest'ultimo gli si avvicinò nuovamente e si sporse verso il suo viso, lasciandogli un bacio sulle labbra, per poi sussurrarvi tre parole.

"Ti amo, idiota."

"Lo so, cretino. Ti amo anche io."

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