FIGLI DELL'ETERNITA'

di SHERAZARD
(/viewuser.php?uid=61193)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IN UNA NOTTE DI LUNA BLU... ***
Capitolo 2: *** COMPLICAZIONE...... ***
Capitolo 3: *** DECISIONE ***
Capitolo 4: *** SOLO UN ARRIVEDERCI ***
Capitolo 5: *** VOLTERRA ***
Capitolo 6: *** NOSTALGIA ***



Capitolo 1
*** IN UNA NOTTE DI LUNA BLU... ***


Salve gente! Questa è la mia prima ff su Twilight. Voglio dedicare questa storia a Kisa_chan perché con la sua ff ”hot n’ cold” mi ha ispirato il racconto!!! Fatemi sapere cosa ne pensate.

Era una notte buia e tempestosa. La pioggia imperversava da giorni ormai sul capoluogo e il cielo era squarciato regolarmente da lampi e fulmini che, diramandosi, creavano meravigliosi effetti visivi. La temperatura stava man mano scemando e di lì a poco l’acquazzone si sarebbe trasformato in una tempesta di neve con i fiocchi. Era una notte di luna piena, anche se il meraviglioso astro era nascosto, ormai da giorni da una pesante coltre di nuvoloni plumbei. Su Novosibirsk regnava un’atmosfera inquietante e sinistra. Tutto nella grande città sembrava prepararsi a un catastrofico evento, e forse era anche così……………… Un forte ululato echeggiò per tutti i vicoli della periferia della capoluogo risuonando a lungo e rendendo ancora più sinistra l’atmosfera. L’ululato proveniva dall’interno di una villetta della periferia, molto imponente e isolata rispetto agli standard del luogo. La villetta era simile a quella dei film dell’orrore: circondata da erba alta e incolta, il profilo dell’abitazione era aguzzo e spettrale, l’effetto era anche aggiunto dalle numerose crepe e scollature dell’intonaco presenti sulle pareti esterne e dalle sbarre alle finestre. E se questo non fosse bastato, come ulteriore argomento avremmo potuto citare i due proprietari: entrambi molto alti, dalla pelle cadaverica, i capelli neri e una bellezza mozza fiato, i due si erano trasferiti da circa un paio d’anni, dopo il loro matrimonio, e nessuno dei loro vicini sapeva nulla di questi due misteriosi individui a parte che non uscivano mai alla luce del sole e non si vedevano quasi mai! I più superstiziosi avevano detto che fossero delle creature delle tenebre emerse dall’inferno per portare caos e distruzione sulla terra. Queste persone erano state ritenute pazze dagli altri cittadini che avevano sostenuto che quei due fossero solo delle comuni persone che tenevano particolarmente al loro anonimato e alla privacy si sa che a volte i pazzi riescono a percepire la realtà meglio degli altri. Un altro ululato squarciò il silenzio immoto della periferia, seguito da dei guaiti di dolore. Nella casa le luci erano tutte spente, i proprietari dell’abitazione non avevano bisogno della luce per distinguere ogni singolo dettaglio o sfumatura del luogo che li circondava. I lamenti provenivano da una stanza da letto al primo piano.
/Ma porca miseria! E adesso cosa diavolo faccio?? Lascio che faccia tutto da sola o mi rimbocco le maniche e tento di darle una mano??/ si chiese una delle due persone presenti nella camera mentre continuava a tormentarsi le dita.
/Ma cosa diavolo sto dicendo?? Certo che mi devo rimboccare le maniche e aiutarla! Ma come?? Io non so assolutamente nulla di medicina! Dove diavolo devo mettere le mani?”/. Un altro guaito di dolore, più forte degli altri, ruppe il silenzio teso della stanza e i pensieri angosciosi dell’uomo
/Avanti! Fatti venire in mente qualcosa di sensato/ si incitò l’uomo. Non sapeva proprio da che parte voltarsi e aveva paura, per la prima volta in vita sua lui aveva capito cosa fosse quella sensazione che provavano le sue vittime quando capivano con chi si trovavano a che fare. Dopo momenti interminabili di pura indecisione decise di fare la cosa più sensata che gli fosse venuta in mente: sdraiarsi per terra accanto a lei, accarezzandola e sussurrandole di non mollare, che sarebbe andato tutto bene che lui era lì con lei e non l’avrebbe mai lasciata. La povera creatura sofferente si avvicinò più che poteva all’uomo in cerca di conforto. Dei grugniti sommessi fuoriuscivano dalle due file di denti aguzzi, come pugnali, serrati in una morsa ferrea della creatura che cercava di darsi un contegno per non sembrare debole agli occhi del suo compagno, in fondo lei era un licantropo non una qualunque donna umana! Non poteva certo comportarsi come una di loro, no, no di certo avrebbe stretto i denti e sofferto in silenzio, come al solito.
/Dannazione!! Perché deve perdere tutto questo sangue??? Come cavolo faccio a rimanere impassibile e aiutarla se l’aria è satura dell’odore del suo sangue? Perché deve essere tutto così complicato perché??/ Un altro ringhio sommesso.
“Resisti tesoro! Tra poco sarà tutto finito, te lo prometto” disse l’uomo carezzando dolcemente il collo del licantropo che per risposta emise un gorgoglio soffocato. Passarono due ore. Due interminabili ore in cui i due avrebbero preferito non sperimentare mai. L’uno perché la sua più grande paura si stava materializzando sotto i suoi occhi: la sua donna che soffriva e lui non poteva fare nulla per aiutarla, poteva solo guardarla e pregare, quel dio a cui non aveva mai creduto in vita sua, affinché tutto andasse per il meglio e che finisse al più presto. Lei perché aveva paura di deludere l’amore della sua vita: fin da piccola aveva dato di se l’immagine di una persona fredda, padrona di se in qualunque circostanza e incapace di provare qualunque sentimento, cosa che era molto cambiata da quando aveva conosciuto il suo “vampiro coccoloso” come lo definiva lei, e al suo “vampiro coccoloso” piaceva il fatto che fosse una donna tutto d’un pezzo e con quel suo comportamento che definiva “frivolo e patetico”, temeva di perdere la stima e quindi l’amore della persona che per lei era al di sopra di tutto e tutti. Improvvisamente, così com’era cominciato tutto cessò. Nella camera tutto era fermo e silenzioso, il peggio era passato.
“ È tutto finito tesoro mio!! Sei stata bravissima” sussurrò il vampiro più morto che vivo, per un certo qual verso quel parto era stato più faticoso per lui che per la sua compagna!! Il vampiro diede un dolce bacio alla donna e si alzò dirigendosi verso la finestra
“ Che ne dici di aprire un po’ la finestra?? La stanza puzza di chiuso e poi un po’ d’aria vi farà bene” non era esattamente vero ciò che aveva detto: era verissimo che un po’ d’aria fresca gli avrebbe fatto bene ma non era per quello che voleva aprire la finestra, il motivo era che l’aria di quella stanza era completamente satura dell’odore del sangue della licantropa, e questo mandava il vampiro in estasi. Era una tortura per lui quella!! Percepiva l’odore più raffinato e seducente che avesse mai fiutato, quello che gli faceva bruciare la gola nonostante si fosse nutrito da poco, quello che minava fortemente il suo autocontrollo e nonostante questo non poteva e non voleva che quel sangue gli scorresse giù per la gola quietando l’arsura che il suo paradisiaco odore provocava. Spalancò le persiane e immediatamente una folata di vento gelido lo colpì in pieno portando l’odore selvatico della steppa siberiana, respirò profondamente e a lungo, improvvisamente alzò lo sguardo al cielo e notò che aveva smesso di piovere e che ora grossi fiocchi di candida neve cadevano dal cielo ma la cosa che lo colpì i più fu un’altra: nei suoi occhi sanguigni si riflettè l’immagine di una luna piena da un insolito colore bluastro, uno spettacolo che non aveva mai visto nei suoi 570 anni di vita, trasse un altro profondo respiro e richiuse la finestra lasciando però aperte le tapparelle, cosicchè la luce lunare illuminasse la stanza, per poi voltarsi. Uno spettacolo meraviglioso si presentò ai suoi occhi: un enorme lupo nero dagli occhi sanguigni era sdraiato al centro della stanza, sopra un tappeto e stava allattando tre cuccioli dalle dimensioni di un cane di taglia media del medesimo colore della madre. Il vampiro sorrise dolcemente e con passo silenzioso si avvicinò ai quattro licantropi e gli si sedette dietro per poi appoggiare la testa sulla schiena della moglie e sussurrarle:
“Ti amo Ginger” il grande licantropo emise un ululato stanco ma contento per poi fissare amorevolmente i suoi tre cuccioli e leccarli teneramente.

Allora? Cosa ne pensate? spero che piaccia! fatemi sapere e mi raccomando RECENSITE!XD

p.s. provate a indovinare chi è il vampiro


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** COMPLICAZIONE...... ***


/Neve/fu il primo pensiero che si insinuò nella mente della donna non appena si fu svegliata. C’era un forte odore di neve tutto intorno a lei, odore di neve e candeggina, uno schifosissimo odore di candeggina che le si insinuava nelle narici e le faceva girare vorticosamente la testa                                                                                                 
“Ma che cavolo di ore sono” bisbigliò ancora confusa e assonnata “ e soprattutto chi è l’idiota che usa tutta questa candeggina a quest’ora infame??” Bhe la risposta era ovvia dato e considerato che in quella casa abitavano solo in due! Anzi no, non erano solo in due,  ora c’erano anche i suoi tre cuccioli e a proposito di loro! Dov’erano? E dov’era suo marito?? Con una grande forza di volontà si mise seduta su letto e si guardò intorno: tutto era perfettamente pulito e in ordine e l’odore del sangue era completamente sparito ma al suo posto c’era quello insopportabile della candeggina                                                                                                                                                                                          

 / Dio!! Ma se lo sopporto a malapena io questo tanfo, lui come cavolo fa??/ pensò la bella licantropa arricciando il naso, con una lentezza estenuante si voltò verso il comodino alla sua destra per guardare la piccola radiosveglia: 10:17! Non era poi così tardi come pensava; con una grande forza di volontà scostò il pesante piumone e si alzò in piedi emettendo un piccolo gemito, ogni singolo muscolo del suo corpo stava giurando vendetta contro la ragazza!!                                                                                                                                                                         
  
/Uffy! Lo sapevo io che non dovevo dare ascolto al succhiasangue! Guarda come sono ridotta, alla stregua di un ferro vecchio!! /                                                                                                   
 
“Ginger è meglio se non mangi altrimenti potresti sentirti male” fece il verso la donna                                                                                               
“Io lo sapevo che non dovevo dargli retta! Ogni volta che mi trasformo e non mangio poi mi sento uno straccio figurati a trasformarmi senza mangiare e per di più sfornare tre cuccioli” si lagnò Ginger parlando tra se e se poi però fu colta da un’altra ondata di dolore che la costrinse a sedersi sul letto.                                                                              
/Mi sa che è meglio non strafare per oggi! Tanto con i cuccioli c’è il padre quindi non devo preoccuparmi!/ non appena finì di formulare questo pensiero però notò una cosa che la inquietò molto: l’assoluto silenzio.                               
/Questo silenzio non mi piace!! Ok che il succhiasangue averlo in casa o non averlo è la stessa cosa ma caspita ci sono tre cuccioli sotto questo tetto  e almeno loro qualche rumore lo dovranno pur fare no??/ considerò la donna cominciando a figurarsi strane cose, per esempio che la sua “dolce” metà avesse infilato i cuccioli nel forno a microonde per tenerli al caldo(vabbè questa era un’esagerazioneXD),oppure in un momento in cui lui era distratto uno dei piccoli avesse ingoiato qualcosa che avrebbe potuto andargli di traverso                                                                                                                                                                                        
/Oh Oh! io ieri pomeriggio ho aperto la scatola delle perline per fare i bracciali e l’ho lasciata sul tavolo della cucina……..Oddio mio!/Ginger si alzò di botto ignorando l’intenso dolore che si diramava nel suo corpo a ondate e corse in cucina. Due secondi dopo era arrivata nella stanza che si trovava al piano di sotto                                                                                                                                                    
/Qui non c’è nessuno!! E la scatola è ancora dove l’ho asciata ieri e non mi sembra che manchi niente. Pfiuuuuu/ Ginger emise un lungo sospiro di sollievo                                                                                                                          
/Sono stata davvero stupida! Come ho potuto pensare che Demetri  si potesse distrarre anche un solo secondo, è una cosa inconcepibile! Non  permetterebbe mai che succeda loro qualcosa/pensato questo si voltò per continuare la ricerca, tese le orecchie al massimo: un lievissimo rumore proveniva dal piano superiore, era un debole fruscio come di un tessuto che sfrega contro la pelle e Ginger era sicura provenisse proprio dal bagno. Con una velocità decisamente non umana si fiondò nuovamente al piano superiore, la porta del bagno era quasi completamente chiusa ma dal piccolo spiraglio era possibile vedere una piccola porzione di stanza , Ginger diede una rapida occhiata prima che le si sciogliesse il cuore. La stanza era tutta in soqquadro, le piastrelle del pavimento color blu erano cosparse di soffice schiuma e da grandi pozzanghere d’acqua, in ogni dove c’erano flaconi di shampoo e sapone liquido e un mucchio di asciugamani ma la cosa che più colpì la donna fu vedere il marito seduto per terra che indossava solo un paio di jeans slavati e completamente fradici che teneva in braccio uno dei tre bambini asciugandolo dolcemente, mentre gli altri due erano sdraiati, lì vicino, nei seggiolini portatili, tutti imbacuccati nei loro pagliaccetti colorati. Ginger non poteva perdersi per nessun motivo quello spettacolo perciò si fiondò in camera sua, prese qualcosa da un cassetto e tornò in bagno. La stanza fu illuminata per un secondo da una luce bluastra, il vampiro strizzò gli occhi che erano stati feriti da quella luce.                                                                                 
“Devi usare per forza il flash??” chiese Demetri stropicciandosi gli occhi con la mano destra.                                                                                            
 
“Ops! Scusami tanto mi sono dimenticata di toglierlo” pigolò la licantropa facendo un’altra foto ai suoi 4 amori, ‘sta volta senza flash.                                                                                                                                                                                  
 
“Sai che sei proprio tenerissimo così” disse Ginger poggiando la macchina fotografica sul ripiano del lavello e andando a sedersi vicino al marito,  avvicinando ancora di più a loro i due piccoli che stavano dormendo placidamente  nei loro seggioloni, esausti dopo il bagnetto.                                                                                                          
 
“Sono davvero bellissimi” sussurrò prendendo in braccio quello che il marito stava asciugando poco prima che lei irrompesse nella stanza.                                                                                                                                                                        
“Come li chiameremo?? Ci hai già pensato?” chiese Ginger appoggiandosi alla spalla del marito, cominciando a cullare il piccolo che la fissava dritto negli occhi dello stesso colore di quelli di lei.                               
“ Veramente no! Che ne dici di rimanere sul classico? Senza cercare nomi particolari” propose lui                                                                             
“Ok, allora? Hai delle proposte da fare? Parla ora o taci per sempre” lo schernì la donna                                                                     
 
“Ahah! Ma quanto sei spiritosa” le fece il verso lui che non era molto propenso alle risate.                                                                                  
“Bho, non so. Che ne dici di…………… em? Yuri, Vladimir, Igor, Boris, Andrey, Sergey”                                                                                    
“Boris è sicuro! E sarai tu a chiamarti così” sorrise la donna parlando con il frugoletto che aveva in braccio                                             
“Gli altri 2 puoi sceglierli tu” squittì Ginger dando un bacio sulla guancia del marito                                                                                                               
“Beh! E allora vada per Sergey e………….. Igor! Ok?” propose il vampiro                                                                   
“Perfetto! Allora cuccioli? Chi di voi 2 si vuole chiamare Sergey??” domandò la donna ai due piccoli che dal canto loro dormivano della grossa.                                                    
“Allora……… tu sarai Sergey” esclamò accarezzando il pancino al bambino più vicino a lei “ mentre tu ti chiamerai Igor” trillò felice infine. Non le sembrava vero, lei non aveva mai creduto nell’amore e tanto meno aveva creduto di potersi innamorare, tantomeno di un vampiro e invece eccola lì: seduta sulle piastrelle del bagno con l’amore della sua esistenza a scegliere il nome ai loro tre frugoletti. Improvvisamente Ginger sentì Boris sgusciarle via dalle braccia, smise subito di guardare i due bambini e si girò, davanti a lei c’era un enorme vampiro (tutto bagnato) che la fissava con due occhi famelici color del sangue e con in braccio un piccolo batuffolo dalla pelle diafana e i capelli neri.                                                                                        
“Perché mi hai rubato il mio cucciolo??” chiese la donna con l’atteggiamento da bambina antipatica a cui è stato portato via un giocattolo per poi cercare di riprenderselo, ma fu fermata prontamente dal marito che avvicinando le sue labbra all’orecchio di lei, le sussurrò:                                                                                                                                                                      
“Amore, per quanto io apprezzi questo tuo “abbigliamento”” solo allora Ginger si accorse di essere completamente nuda “ non credi sarebbe il caso che tu ti andassi a vestire? Potresti prenderti un malanno e inoltre non sarebbe molto carino dare spettacolo davanti ai bambini”  concluse dando un rapido bacio alla donna sulla spalla                                                                                       
“I licantropi non si ammalano”disse fissando Demetri strabiliata                                                                                                                                                  
/Ma possibile che i maschi sappiano pensare solo a quello?? Però ha ragione poverino!! Sono 8 mesi che sta in campana! Cucciolo^^/ pensò sporgendosi verso il marito per dargli un bacio a stampo, dopodiché si alzò e lentamente uscì dal bagno. Un ringhio sommesso le giunse da dietro, girò la testa e vide suo marito con le zanne scoperte che la fissava con desiderio, per tutta risposta lei gli mandò un bacio volante per poi dirigersi in camera da letto. Arrivata lì, aprì l’armadio, prese un paio di jeans azzurri aderenti molto chiari, strappati all’altezza del ginocchio e una canottiera nera di materiale sintetico che le arrivava sotto l’ombelico poi durante il tragittò verso il letto fece una sosta alla cassettiera dell’intimo, prese un completino nero per poi buttarsi sul letto per cominciare a vestirsi.

 

“ Gin! Guarda che poi stai male!” Era la millesima volta  che ripeteva quella frase e la licantropa stava cominciando a stufarsi dell’insistenza del vampiro                                                                                                                                     
“Tu non dovevi portare i TUOI figli a fare una passeggiata?? E comunque se starò male saranno affari miei tu di cosa ti impicci?? Vai a farti un giretto al parco vai !”lo rimbeccò la donna  / Oddio! Non ci credo, mi sto trasformando in una di quelle mogli inacidite che trattano i mariti come zerbini!! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO/ Non voleva diventare una così, si pentì immediatamente di aver risposto al suo amore in quel modo antipatico                                                                                                              
“NO AMORE MIO SCUSAMI NON VOLEVO DIRE QUELLO CHE HO DETTO MI DISPIACE SCUSAMI TESORO MIO PERDONAMI TESORO AMORE MIO, TI AMO TANTO TANTO TANTO” disse tutto d’un fiato la donna saltando in braccio al marito e tempestandolo di baci, per Ginger il vampiro, e dalla sera precedente anche i suoi 3 cuccioli, era l’unica ragione di vita e non avrebbe mai fatto nulla per ferirlo in alcun modo, anche se doveva ammettere che quando faceva il marito apprensivo diventava insopportabile.                                                                        
 
/Ma non bastava avere una moglie che è un licantropo, doveva essere pure schizofrenica??Ma dovrei cominciare a preoccuparmi per questo comportamento??/ pensò il vampiro spaventato dall’atteggiamento della donna.                                                                                                                                                                                                                                 
“Hai ragione amore mio!! Non dovrei mangiare così tanto” disse la donna guardando l’immensa pila di piatti sporchi che erano poggiati sul tavolo                                                                                                                                                                  
“Sai cosa facciamo adesso per smaltire tutta questa roba?? Una bella passeggiatina al parco con i cuccioli” disse alzandosi e mettendo velocemente i piatti nella lavastoviglie per poi cominciare a preparare i cuccioli.

 

Passeggiavano ormai da circa un paio di ore. Si trovavano in un parco dalle discrete dimensioni che a quell’ora era desolatamente deserto , gli umani a quell’ora preferivano stare rintanati nelle loro casette a farsi una pennichella. L’unico rumore che teneva compagnia ai due coniugi e ai loro 3 cuccioli era il lieve venticello che creava, di quando in quanto, dei piccoli mulinelli di soffice neve per poi lasciarla cadere al suolo di botto come fosse un’enorme cascata corso, poi riprendeva il suo corso procedendo nella stessa direzione dei 2.                                                                                                                                                                                                       
“Amore? Sai che anche quando sono nata io c’era la luna piena?? E poi ha cominciato a nevicare?? E non ha smesso per una settimana??” trillò Ginger stringendosi ancora di più al marito.                                                                                                       
“Simpatica coincidenza!!” rifletté lui con la sua solita dimostrazione di felicità(uguale a 0XD)                                                                                              
“E quando sei nato tu?? Che tempo c’era?” chiese Ginger  puntando i suoi occhi color cobalto in quelli rossi del marito.                                                                                                                                                                                                             
 
“Bho! Credo ci sia stato il sole.” Rispose laconico il vampirone giocherellando con la manina di Igor che stringeva teneramente tra le sue forti braccia.                                                                                                                                                       
 
“Non essere così entusiasta mi raccomando” lo schernì la donna staccandosi un nanosecondo dal suo amore per sistemare la copertina azzurra di pile che copriva Boris, seduto nel passeggino dietro al fratello.                            
“Scusa tanto se non mi sono mai interessato a che tempo faceva il giorno in cui sono nato” la scimmiottò lui sistemando meglio il piccolo che si era addormentato.                                             
“Non so se ti scuserò!” lo prese in giro lei “ ci devo pensare”                                                                                                                                                                                                 
 
“Mmm, ma come siamo spiritose quest’oggi”sussurrò Demetri avvicinandosi  a Ginger e carezzandole dolcemente la guancia dopodiché si chinò su di lei schioccandole un dolcissimo bacio sulle labbra
 
“Sai, penso che ti scuserò” rispose Ginger ancora in estasi per quel bacio                                                                                                                                  
 
“Dovrei baciarti più spesso allora!” rispose lui dandole un altro bacio dolcissimo, poi le cinse la vita con un braccio.  Ripresero a camminare.                                                                                 
 Dem, secondo te i cuccioli che cosa mangeranno? Da chi avranno preso secondo te?”                                                                                              
“Non ne ho idea, penso che abbiano preso da tutti e due. Comunque sia credo proprio che lo scopriremo presto!” rispose il vampiro carezzando dolcemente la testolina del bimbo che teneva in braccio.                                                                                                                 
“Secondo me però ha preso da te!” continuò Demetri                                                                                                                                                                                                                 
“Cosa te lo fa pensare?” chiese stupita la donna                                                                                                                                                                                                                             
“Bè, i loro cuori battono! Quindi presumo che la loro anatomia  sia simile , se non identica alla tua. E quindi presumo che abbiano bisogno di cibi solidi ma non è escluso il fatto che possano avere bisogno di sangue.”                                          
“ Sai che forse…” cominciò Ginger ma non finì la frase. Improvvisamente la donna divenne tutta rossa e si allontanò di qualche cm dal marito. In quel momento il piccolo Igor si destò dal suo sogno e prese a fissare intensamente la madre, poi protese le sue braccine verso la donna. Demetri invece fissava preoccupato la moglie: aveva una faccia strana, tra lo schifato e il confuso, era sbiancata in faccia e tremava leggermente.                                                               
“Gin? Che hai?” chiese il vampiro ansioso ignorando il piccolo tra le sue braccia che continuava a cercare di farsi notare dalla madre.                                                                                                                                                                                                                     
“Niente!” rispose laconica lei “ Ma adesso devo tornare  a casa, subito.” Rispose                                                                                                           
 
“ Ma che stai dicendo? Igor stai fermo per favore?” aggiunse infine cercando di tenere fermo il figlio che si agitava.                                                                                                                        
 
“Io devo andare. Pensa tu a portare i bimbi a casa. Non preoccuparti sto bene.” detto questo la licantropa sparì lasciando il marito esterrefatto.                                                                 
“Ma che le è preso?” penso Demetri    E si può sapere cos’è preso anche a te? “ chiese rivolto a Igor che aveva ripreso a dormicchiare sulla sua spalla.                                                                                                                                                        

 

 

“Dannazione! Perché non me lo sono ricordata? Perché sono stata così stupida”pensava Ginger angosciosamente. Era seduta in bagno sul bordo della vasca da bagno avvolta in un asciugamano, e teneva le ginocchia strette al petto e con una mano reggeva un fazzoletto e aveva gli occhi fissi su di esso.

Da un minimo di 20 giorni a un massimo di 6 settimane

Queste erano le 12 parole che le si erano impresse nella mente a carattere di fuoco. Le 12 parole che sentiva ripetere dalla voce della presentatrice del documentario. Parole che per lei significavano una sola cosa: Demetri si sarebbe distaccato da lei per tutto quel tempo. Come faceva tutte le volte. Calde lacrime rigarono le guance della donna, una profonda tristezza la assalii, una tristezza più profonda e desolante rispetto a quella che aveva provato nella sua breve vita.                                                                                         
“No, Demetri, ti prego amore non farlo, non allontanarti di nuovo da me” singhiozzò la donna sconvolta mentre i singhiozzi si facevano sempre più forti e disperati. Pochi secondi dopo Ginger sentì il violento sbattere di una porta, provenente dal piano inferiore e esattamente 2 secondi dopo sentì una forte ventata e subito dopo Demetri comparve accanto a lei                                        
“ Ginny, che hai? Stai male? Cosa posso fare?” chiese il vampiro preoccupatissimo                                                                                                                 
 
“No, non sto male, però non voglio” rispose la donna preda dei singhiozzi                                                                                                                                                            
 
“Cosa non vuoi amore? Cosa? Che succede? Perché c’è tutto quest’odore di sangue? Cosa ti è successo” chiese Demetri asciugando le lacrime della moglie con i pollici, cercando di farla calmare e cercando di calmarsi lui stesso, l’odore di sangue aveva saturato quasi del tutto la stanza                                                                                                                    
“Demetri, io ti amo, non voglio, non farlo, ti prego amore non farlo, ti prego” singhiozzò Ginger gettandosi tra le braccia del marito e stringendosi a lui più forte che poteva. Non avrebbe sopportato di perderlo, non ora  che era finalmente riuscita a dare un senso alla sua vita grazie al bel vampiro, grazie a lui che per lei era diventato la sua vita, lui che era capace di farle battere il cuore a 1000 con un semplice sguardo, lui che la capiva come nessuno aveva mai saputo fare e lui che per il suo bene reprimeva i suoi istinti più animaleschi per resistere alla tentazione di affondare le zanne nel suo collo.                                                                                                                                                                      
“Amore, mi spieghi di cosa stai parlando? Cosa non devo fare? Tesoro per favore parlarmi!” le sussurrò all’orecchio stringendola forte a se e carezzandole i capelli per rassicurarla                                                                                                                                                   
/Gesù, Ginger perché il tuo sangue deve avere un odore così estremamente accattivante?  Cristo se continua così rischio seriamente di perdere il controllo, meglio trattenere il respiro/                   
“Ginny avanti, dimmi cosa ti è successo. Ti prometto che non farò nulla contro la tua volontà”                                                                                                                                                              
 
“Demetri devo dirti una cosa!”si riscosse Ginger smettendo di piangere                                                                                                  
 
“Ti ascolto!” ribadì semplicemente fissandola intensamente negli occhi e accarezzandole gli zigomi                                                           
“C’è una cosa che mi sono ricordata, una cosa brutta…” fece una piccola pausa. Demetri fremette impercettibilmente, un brivido freddo gli era corso lungo la schiena e il vampiro aveva cominciato a pensare a quale terribile notizie avesse la moglie da dargli                                                                                                                                                                                                           
/Una malattia incurabile? Qualcosa sulla natura dei cuccioli? I Volturi? E se avessero scoperto dei bambini? Cosa sarebbe successo? Avrebbero cercato di ucciderli?/ queste erano le congetture che gli frullavano in mente                                                                                                                                                                                    
 
“ Vedi Demmy, qualche tempo fa ho visto un documentario sulla gravidanza e il parto e diceva che dopo il parto…” fece una piccola pausa “ l’utero deve ritornare alle sua forma  normale  e per farlo deve espellere il proprio rivestimento interno e questo…”                                                                                                                   
“Ginny! Tutto ciò è davvero interessante! Ma potresti giungere al punto prima che ti salti addosso? Non hai idea di che effetto mi faccia l’odore di tutto questo sangue in una stanza così piccola” aveva ringhiato il vampiro con voce roca. Ginger lo fissò negli occhi, non erano più di quel rosso acceso della sera prima, bensì di un nero profondissimo e opaco. Le venne un altro attacco di pianto ma stavolta si impose di ricacciare indietro le lacrime e tornare ad essere la licantropa tutto d’un pezzo che il suo amore aveva conosciuto.                                                                                          
“In due parole? Avrò le mestruazioni per almeno 20 giorni” concluse schietta. Le ultime 7 parole furono per Demetri come un fulmine a ciel sereno. Il vampiro fissò negli occhi la donna per qualche secondo con uno sguardo perso.                                                                                                                                                                                                             
“20 giorni? MINIMO  20 giorni?” chiese Demetri sbalordito e terrorizzato. Quello era un problema, grosso anzi, grossissimo. Demetri riusciva a malapena a controllarsi nei 3 giorni del ciclo, cercando di starle il più alla larga possibile. figurarsi cosa sarebbe successo adesso. Ma per lei doveva assolutamente resistere, doveva placare la bestia sopita dentro lui e stringere i denti confidando anche un po' nella fortuna oltre che sul suo autocontrollo. Doveva farlo e doveva uscirne vincitore!                                                                                               
“Ti prego amore, non mi lasciare, non andartene via! Ti prego” stavolta però Ginger non pianse, lo disse come se gli avesse chiesto del tempo ma Demetri sapeva benissimo che in quella domanda c’era una profondissima sofferenza, sofferenza e tanta paura, paura di essere abbandonata di nuovo.                                                                                                 
“No amore mio! Non me ne andrò. Te lo prometto” rispose lui dandole un leggero bacio sulla fronte mentre stringeva convulsamente il pugno destro dietro la propria schiena, come se quel gesto potesse aiutarlo a desistere dal desiderio di sangue che lo aveva assalito.

Salve gente! Rieccomi con il secondo capitolo. Spero che vi piaccia. Ce la farà Demetri a resistere alla tentazione? Se volete saperlo dovrete continuare a leggereXD. Ringrazio molto le 3 persone che hanno recensito, ragazze vi adoro grazie 1000000000000000000000000000 per le recensioni è davvero gratificante sapere che qualcuno apprezza le tue “creazioni”

Kisa_chan: Ma quanti bei complimenti! ^^Grazie tante! Mi fa piacere che la ff ti piaccia. E lo so, hai ragione lo scorso chap è stato un po’ cortino ma spero di aver rimediato, almeno un po’, con questo! Comunque sì la storia è ambientata in Russia e per quanto riguardail passato di Ginger non ho ancora le idee molto chiare, però terrò in conto il tuo suggerimento. E sì non credo che in questa ff tratterò di Forks o dei Cullen ma poi chissà…… Grazie ancora per la recensione

  kikka_la cantante di edward: mi fa piacere che ti piaccia! Spero sia lo stesso per questo chappy

ka93: Ciau best mi fa piacere che ti piaccia! Hai ragione è molto intrigante questo amore! Spero che il capitolo ti piaccia. Un bacione tvtrb

Grazie anche alle  persone che l’anno messa tra i preferiti

1 - cesarina89
2 - egypta
3 - littlesheep

E grazie anche a chi solo letto. Ci sentiamo al prossimo chap. E mi raccomando RECENSITE!!!!!!!!!

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** DECISIONE ***


DECISIONE

 

Un urlo lacerante e angoscioso squarcia il silenzio immoto della notte. Ginger è seduta sul letto, madida di sudore, scossa da forti tremiti. Si guarda intorno spaventata cercando la presenza tangibile che le faccia trovare qualche indizio di ciò che è appena successo                                                                                                                                                                                                               
“Era solo un incubo…” constata facendosi ricadere pesantemente sul materasso. Non ricordava precisamente cosa avesse sognato ma qualunque cosa fosse l’aveva spaventata a morte. Lentamente si voltò sul lato sinistro, aveva di voglia parlare con Demetri, abbracciarlo, sentire il suo gelido fiato sulla sua pelle rovente per poi addormentarsi  dolcemente tra le sue forti braccia, ma al suo fianco nel letto non c’era nessuno.                                                                                                                                                                                     
“Dem?” un sussurro a mezza voce, nessuna risposta. Si alzò dal letto e lentamente cominciò a muovere qualche passo scrutando intorno a lei per cercare di trovare il marito. Tese le orecchie, ma non udì nemmeno il più lieve fruscio e anche l’odore del vampiro era tenue: Demetri non era in casa. Il suo cuore perse un battito: era SOLA in quella grande casa,sola e vulnerabile, e se LUI fosse tornato proprio quella notte? Se fosse tornato lei cosa avrebbe potuto fare? Assolutamente niente. Aveva paura, troppa paura e se lui fosse già stato li? Se avesse fatto del male ai bambini? Arrivò davanti alla grande culla e con sollievo vide che i suoi figli stavano benissimo: erano spaventati, probabilmente per l’immane urlo che aveva lanciato, ma stavano benissimo. Ginger prese uno per volta i piccoli in braccio e li adagiò dolcemente sul lettone per poi accoccolarsi con loro sotto le soffici e calde coperte. Il fatto che i piccoli stessero bene le aveva infuso un po’ di coraggio ma la paura era sempre tantissima. Continuava a guardarsi guardinga intorno e a tenere le orecchie tese e pregava che LUI si fosse dimenticato completamente di lei o più semplicemente che non tornasse proprio quella notte per adempire alla sua promessa, proprio in quella notte in cui Demetri non era accanto a lei.                                                                                                                                                      
“Avanti Ginger, non fare la fifona! Sei riuscita ad uccidere tutti i vampiri che hanno provato ad affondare i loro luridi dentacci nel tuo collo, LUI non sarà diverso.” Si incoraggiò stringendo a se Boris,Sergey e Igor.                        
“Ah sì? E Demetri dove lo metti?? Lui è vivo e vegeto. E poi sai benissimo come andrebbe a finire, non riusciresti a muovere un muscolo e faresti la LORO stessa fine” sussurrò la vocina della sua coscienza  e non a torto.                                                                                                                                                                              
Ginger strinse i pugni fino a piantarsi le unghie nei palmi, qualche goccia scarlatta fuoriuscì dalle piccole ferite andando a macchiare le candide lenzuola. Immediatamente i bambini cominciarono ad agitarsi, Ginger li fissò interdetta, era incredibile quanto avessero preso dal padre: i lineamenti, la carnagione, la corporatura e la sua stessa bramosia di sangue.                                                                                                                                                                                                                
“Coraggio cuccioli, è ora di fare la nanna” soffio la donna carezzando dolcemente i riccioli neri dei piccoli cercando di farli calmare “ Siete ancora troppo piccoli per bere il sangue” sussurrò          
“Sono tutti loro padre” pensò sorridendo intenerita, aveva sperato per tutto il tempo della gravidanza che i suoi figli somigliassero al padre e le sue speranze non erano state deluse.                                                                                                                                                                               
 
“Scommetto che da grandi diventerete dei bellissimi ragazzi come il vostro papà” mormorò Ginger completamente dimentica dei sentimenti che aveva avvertito poco prima e senza nemmeno accorgersene sprofondò in un sonno inquieto.                                                                                                                                                                                  

 

 

 

 

 Demetri sedeva sulle rive del lago, ormai ghiacciato da mesi, formato dall’Ob; aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era seduto li da molto tempo, addosso aveva uno strato di neve abbastanza spesso ma tanto a lui non importava, fissava la grande superficie perfetta del lago, perfetta tranne che per uno spacco grande un metro a poca distanza da lui che però si stava ghiacciando a vista d’occhio.                                                                                                                                                                                                       
“ Il lago sarà ghiacciato per almeno altri 2 mesi e anche nell’eventualità che trovino subito i cadaveri non c’è pericolo che possano risalire a me” aveva pensato il segugio mentre buttava il grande numero di vittime che aveva mietuto quella notte nelle acque profonde e gelide del lago, aveva preso tutte le precauzioni necessarie perché gli umani non avessero mai potuto stabilire chi fosse stato ad uccidere tutte quelle persone in una sola notte. Uomini, donne, bambini: non aveva guardato in faccia a nessuno, quello che gli premeva era soddisfare quella sete che gli attanagliava la gola, voleva placare quell’arsura che lo stava pian piano logorando anche se era perfettamente conscio che non ci sarebbe mai riuscito: quella notte si era nutrito del sangue di 18 persone e nonostante questo la sua sete non si era per nulla sopita e sapeva perfettamente il perché. Voleva lei. Voleva lei e soprattutto voleva il suo sangue, solo con quello avrebbe potuto placare quel desiderio, solo il suo sangue avrebbe soddisfatto la bestia. Nel corso della sua lunga esistenza non si era mai negato il piacere di sentirsi scorrere quel liquido viscoso e caldo giù per la gola, di sentire quell’insopportabile arsura placarsi; almeno non se l’era mai negato fino a quando aveva incontrato la sua ragione di vita, che dopo 570 anni era riuscita a far battere di nuovo quel suo vecchio cuore solitario. Non gli era mai capitato di sentire un odore così semplicemente paradisiaco e la bestia sarebbe stata disposta a tutto pur di assaporare quel superbo nettare. Ed era questo che affliggeva il segugio. In tutta la sua esistenza da vampiro nessun umano gli aveva suscitato un tale desiderio, nessun odore era mai riuscito a fargli perdere in quella maniera la testa, nessuno di loro era riuscito ad ossessionarlo, a fargli bramare fino all’ultima goccia di quel dolce nettare, nessuno tranne lei.                                                                                                                                                                     “Come ho fatto a resistere tutti questi anni senza di lei? Che senso aveva la mia vita prima che la incontrassi?” il segugio non aveva mai dato importanza a questo genere di cose, non gli era mai interessato sistemarsi e avere una famiglia,anzi, detestava i mocciosi e non gli interessava avere un rapporto fisso con una donna, per lui non era stato mai un problema avere delle avventure con donne che non avrebbe mai più rivisto,anzi. Con Ginger era stato diverso, lei non era come tutte le donne che aveva incontrato, lei non era frivola, svampita e lunatica, era una donna tutta d’un pezzo, implacabile e inaccessibile per i più ma a volte sapeva essere dolce,cosa che non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare se non lo avesse constatato di persona.  E poi era semplice e per niente pretenziosa: non le interessavano minimamente i suoi soldi e non passava tutta la giornata ad andare per negozi a comprare vestiti che poi avrebbe messo soltanto una volta in vita sua e soprattutto non rompeva i sacramenti per ogni cosa: lei era semplicemente diversa, diversa da tutte quelle stupide oche che aveva avuto la sfortuna di incontrare in vita sua.  

All’orizzonte una sottile striscia azzurrina indicava che l’alba non era lontana: era ora di rincasare. Con un  movimento rapido e fluido Demetri si alzò e scomparve, senza lasciare la minima traccia del suo passaggio

 

 

Si svegliò di soprassalto. Un altro incubo! Questo però era 1000 volte peggio del primo: sangue, tanto sangue e i tre corpicini dei suoi bambini dilaniati sul pavimento e poi LUI, alto e imponente come se lo ricordava e poi, quei suoi dannati occhi rossi che luccicavano di un’inaudita crudeltà; la fissava, con le zanne scoperte, il volto completamente imbrattato di sangue, e ringhiava: era tornato per tener fede alla sua promessa e sta volta non avrebbe fallito. Con un balzo le fu addosso e le affondò ,senza che lei avesse avuto il tempo per reagire, la paura l’aveva paralizzata, i lunghi canini nel collo, recidendo la giugulare, un fiotto di sangue cominciò a scendere sul suo corpo, un conato di vomito la assalì non per l’odore del sangue ma a causa dell’orrida sensazione che le procurava la lingua del vampiro sulla ferita                                                                                            
“Demetri” pensò mentre il gelo l’assalì completamente e le forze la abbandonavano. Il vampiro si stacco da lei e la buttò a terra, negli ultimi istanti di vita Ginger vide il suo ghigno malefico di soddisfazione e pensò ai suoi figli e al marito,poi con un singulto strozzato morì.

 Si sedette sul letto, madida di sudore, non le era mai capitato di avere così tanti incubi in un così breve lasso di tempo e a dire il vero questo la infastidiva, la faceva sentire debole, vulnerabile.  Si passò una mano sui lunghi capelli corvini spostandoli all’indietro, in quel momento un odore gradevole attirò la sua attenzione. Proveniva da un sacchetto di carta poggiato sul comodino del marito. Era un odore dolce, s’intristì non appena si rese conto di cosa si trattasse: cornetti alla nutella.                                                                                                                                       
L’ultima volta che Demetri glieli aveva comprati era stato prima del matrimonio, stavano giocando e Demetri ,inavvertitamente, le aveva sfiorato con i denti la spalla provocandole una profonda ferita che aveva impiegato ben due giorni per cicatrizzarsi; la mattina seguente Ginger aveva trovato sul comodino un sacchetto simile a quello, e poi non aveva rivisto il bel vampiro per due lunghissimi giorni. E adesso si stava per ripetere la stessa storia                                                                                                                                                                                                                          
 
Afferrò il sacchetto e in quell’istante si accorse di un “piccolo” dettaglio: i suoi bambini non erano più nel letto con lei.                                                                                                                             
“Ok Gin calma, non pensare subito al peggio. I bambini saranno con Demetri” fece per alzarsi quando notò che sul comodino c’era un bigliettino ripiegato su se stesso, lo prese delicatamente e lo aprì; in una grafia chiara ed elegante, leggermente inclinata verso destra, erano state vergate poche parole:                                                                               

 

Buon giorno amore mio,                                                                                                                                                                                                                                                   
 
spero che apprezzerai questo mio piccolo regalo                                                                                                                                                         
mi spiace che non sarò al tuo fianco quando ti sveglierai                                                                                                                                                                                 
spero che tu possa passare una bella giornata.                                                                                                                                                      
 
Tornerò sta sera tardi, non aspettarmi, i bambini li porto con me.                                                                                                                                                                     
Sento già la tua mancanza, ti amo      

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 

Sospirò sia sollevata che rattristata, i suoi bambini erano al sicuro ma nemmeno quel giorno avrebbe visto il suo Demetri, erano due giorni che non lo vedeva e gli mancava terribilmente . Sospirò nuovamente e si sedette sul letto addentando un cornetto e perdendosi nei suoi pensieri.

Mezz’ora dopo Ginger stava camminando per l’affollato centro di  Novosibirsk, non aveva una meta precisa e neppure le importava avercene una, voleva solo perdersi nei suoi pensieri e magari arrivare a capo di una soluzione di quell’assurda situazione. Le strade erano affollate, ricche di profumi e di persone e questo Ginger lo odiava, non tollerava il caos della folla e la sua disorganizzazione, lo trovava estremamente irritante come trovava irritante che quegli stupidi umani continuassero a fissarla, come se non avessero mai visto una donna in vita loro. Forse era una rarità, in Russia, vedere una donna con i capelli neri gli occhi blu scuro e che avesse un seno abbondante ma porca miseria, era snervante. E cosa ancora più snervante era il fatto che ogni qual volta mettesse piede fuori casa  qualche cretino l’abbordava con la presunzione di avere anche qualche remota chance  di poter avere un appuntamento con lei ma, scommetteva che se avessero saputo chi era in realtà ci avrebbero pensato 1000 volte prima di pensare di avvicinarsi a lei. Un’altra cosa snervante era il caldo, afoso e insopportabile; lei era un licantropo e come tutti quelli della sua specie adorava il freddo, la neve e la pioggia ma il caldo proprio no! E con il passare del tempo il caldo peggiorava.                                        
“Uffy, eppure siamo solo agli inizi di febbraio; non dovrebbe fare così tanto caldo” brontolò aumentando il passo, voleva finire le commissioni   al più presto possibile e tornarsene a casa.                                                                                                          
 
Come ultima cosa fece un salto al supermercato, non ci resto più di una ventina di minuti. Uscì dal negozio con due grandi buste della spesa e si diresse a passo spedito verso casa                    
“Questa volta sono stata fortunata, non ho incontrato nessuno scocciat….”                                                                                                         
“Hey bellezza!” una voce roca le arrivò dalle spalle                                                                                                                                                                     
“Come non detto” pensò la donna accelerando il passo per tentare di seminare quel rompiscatole                                                                    
“Hey tesoro, aspetta. Guarda che parlo con te” Ginger sentì una mano sulla spalla e questo le fece montare una furia omicida indescrivibile                                                                                                                                                                                           
“Nessuno può permettersi di toccarmi, tranne Demetri” pensò digrignando i denti senza nemmeno voltarsi                                    
“Sembrano davvero pesanti quelle buste, lascia che ti aiuti. Una bella ragazza come te non dovrebbe faticare” ribattè lui con aria sorniona lasciandole la spalla e parandosi davanti a lei.              
 
Ginger vide un ragazzino, di non più di 25 anni, che le si era parato davanti; era almeno 10 cm più basso di lei, capelli lunghi biondi lasciati sciolti e occhi verdi e aveva la faccia di un completo deficiente.                                                                
 
“Se vuoi ti porto le buste a casa e dopo magari possiamo andare a prenderci qualcosa insieme” sogghignò divertito. Ginger si era irrigidita, non aveva nessuna intenzione di perdere tempo con quell’essere disgustoso, lo fissò negli occhi per qualche secondo e poi con uno scatto felino lo superò e continuò dritta per la sua strada. L’uomo però non si diede per vinto e la inseguì.                                                                                                                                                                
“Siamo difficili, vero miele? Avanti non essere timida, lasciati andare” soffiò l’uomo passando un braccio attorno alle spalle della licantropa. Un conato di vomito la assalì, quello era il colmo nessuno poteva permettersi di osare tante, quell’uomo l’avrebbe pagata cara. Cercando di non mettergli subito le mani alla gola Ginger appoggiò delicatamente le buste della spesa per terra e si voltò verso quell’uomo e gli rivolse un sorriso a 32 denti.                                                                                                                                                                                                                    
“ Vedi dolcezza? Non era tanto difficile, basta lasciarsi andare un po’” ghignò l’uomo                                                                             
 
In un millesimo di secondo il sorriso dal volto di Ginger sparì, con una mossa fulminea lo afferrò alla gola e lo sollevò di peso sbattendolo contro il muro più vicino, stringendo sempre di più la presa sul suo collo.                                                                                                                           
 
“Stammi a sentire sottospecie di essere, nessuno può prendersi il lusso di sfiorarmi. Men che meno uno come te, capito?” e senza nemmeno aspettare la sua risposta lo scaraventò a terra facendogli prendere una forte botta alla schiena. Lentamente la donna si avvicinò all’uomo steso per terra, lo fissò per un millesimo di secondo prima di tirargli un calcio in pieno stomaco facendogli sputare sangue                                                                                                                                   
“La prossima volta che ti azzardi anche solo a guardarmi ti spedisco all’altro mondo, hai capito?” sussurrò la licantropa con un tono glaciale. Il giovane era terrorizzato dolorante e non ascoltava nemmeno ciò che gli veniva detto.                                                                                                                                                                                        
“E tanto per chiarire le cose, io sono sposata” sussurrò la donna poi, con estrema calma, raggiunse le due buste che giacevano a pochi metri da lei e raccogliendole, si incamminò verso casa.

 

Durante il tragitto Ginger ripensò a quanto successo e a come avrebbe voluto ridurre quell’insetto che l’aveva infastidita, ma sapeva che non poteva nemmeno volendo, era già stata fortunata a passare inosservata e non poteva permettersi che qualcuno scoprisse a sua vera natura. I suoi pensieri però furono interrotti da un negozio, la vetrina non era sgargiante e “abbigliata”come quelle di tutti gli altri negozi ma nonostante ciò era la risoluzione ai suoi problemi. La fissò estasiata per alcuni secondi                                                                                           
“Demetri ci resterà male” pensò. Stette ancora qualche secondo ferma davanti a quella vetrina, indecisa sul da farsi, poi riprese il cammino verso casa. Appena arrivata a casa sistemò la spesa e si mise a fare pulizie, erano due giorni che quella casa non vedeva nemmeno l’ombra di uno straccio. Durante i lavori domestici Ginger fu completamente assorta dal pensiero di attuare l’idea che le era venuta in mente , valutandone attentamente i pro e i contro. Finite le pulizie si fece una bella doccia gelata, il freddo oltre a piacerle per natura l’aiutava anche a schiarirsi le idee. Infine prese la sua decisione, si vestì velocemente e uscì di corsa di casa.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 

Eccoci qua. Scusate per l’enorme attesa ma la scuola porta via tanto tempo. 

Ringrazio molto le persone che hanno messo tra i preferiti

Cesarina89

Egypta

Littlesheep

Roby the best

a chi l’ha messa tra le ff seguite

Silvia15

E a chi ha recensito

Ka93:Ciauuuuuu, e no, nn sarà facile resistere ma lui ce la farà xkèDemmy è un grandeXD lieta ke t piacciano i nomi^^ Spero che ti  sia piaciuto anche qst chap. Fammi sapere tvtrb

Silvia 15:mi fa piacere ke il chap ti sia piaciuto, spero valga la stessa cosa anche x qst

 

Mi raccomando recensite in tanti!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** SOLO UN ARRIVEDERCI ***


Solo un arrivederci

“Ma cosa diavolo mi è saltato in mente?”                                                                                                                                                                                                                 
Era mezzanotte e la vecchia casa era completamente buia, Ginger era seduta sul grande letto matrimoniale e continuava a fissare quei 3 biglietti che rappresentavano la causa dell’immensa tristezza che l’attanagliava dal momento in cui era uscita dal negozio. Sospirò rassegnata e si alzò dal letto, senza nemmeno accendere le luci scese al piano inferiore e cominciò a sistemare le ultime cose nella valigia.                                                                                                    
“ È doloroso ma necessario” continuava a ripetersi come una litania. Quando ebbe finito portò il bagaglio in soggiorno e poi tornò al piano superiore, in camera da letto. Un senso di impotenza l’assalì: Demetri se ne sarebbe andato e lei ne era completamente responsabile. Si sdraiò sul letto e si accoccolò stringendo il cuscino del marito al petto, aspirando la fragranza di pino che emanava, un odore fresco e selvaggio allo stesso tempo, un odore che amava e che le faceva girare la testa. Chiuse gli occhi e ripensò a tutti i momenti passati con suo marito. Era sul punto di addormentarsi quando il rumore della serratura della porta d’ingresso la fece ridestare del tutto. Era arrivato il momento di affrontare il marito. Lentamente si alzò dal letto e con passo strascicato scese nuovamente al piano di sotto. Demetri era in cucina, in piedi davanti al tavolo e stava togliendo i cappottini ai figli.                                                                                                                                                            
“Adesso togliamo i vestitini e poi andiamo tutti a fare la nanna” sussurrò il vampiro, Sergey emise un piccolo sbuffo in segno di protesta                                                                                                                                                                        
“Puoi lamentarti quanto ti pare ma andiamo a fare la nanna lo stesso” sorrise il vampiro dando un bacio sulla testa del figlio                                                                                                           
“Demetri dobbiamo parlare” disse Ginger avvicinandosi lentamente al marito, aspettandosi da un momento all’altro che Demetri si girasse per ascoltare quanto lei avesse da dirgli ma lui non lo fece, anzi continuò quello che stava facendo come se non avesse neppure sentito quello che la moglie gli aveva detto.                                            
“Deme..” cominciò Ginger sfiorando un braccio al marito                                                                                                                             
“STAMMI LONTANA” ringhiò di rimando il vampiro fissandola con astio, Ginger indietreggiò spaventata; mai,da quando l’aveva incontrato, Demetri aveva alzato la voce; la donna sentì qualcosa dentro di lei incrinarsi e un dolore assalirla.  Stettero entrambi immobili per qualche minuto, fissandosi a vicenda e Ginger in  quel poco tempo credette di trovarsi di fronte ad un perfetto estraneo: gli occhi del vampiro erano di un nero talmente scuro da far paura, le occhiaie non erano mai state così scure e profonde, gli abiti erano spiegazzati e imbrattati da grandi macchie di sangue rappreso, i muscoli di tutto il suo corpo erano tesi e persino il suo odore era diverso non era più quell’ odore pungente e selvaggio da cui era attratta e che caratterizzava il suo vampirone ma un’insopportabile puzza di sangue, sangue e morte.                                                                                                                                                                                                                                              
“ Demetri, che hai fatto? Amore va tutto bene?” Ginger cercò nuovamente di avvicinarsi al marito ma lui indietreggiò di qualche passo                                                                                 
 
“Gin  ti prego, non rendermi le cose più difficili di quanto non siano” disse senza guardarla negli occhi mentre cercava di far calmare i bambini che dopo aver sentito il padre urlare si erano messi a piangere.                                                                                                              
“Lascia fare a me” sospirò rassegnata prendendo in braccio Igor e Sergey cominciando a cullarli, in poco tempo i piccoli si calmarono e poi si addormentarono tranquillamente. Con la scusa di rimettere i figli nei loro seggiolini Ginger si avvicinò a Demetri e senza darlo a vedere lo osservò di sottecchi, non l’aveva mai visto ridotto in quello stato e questo le faceva male.                                                                                                                                                                                                                                                                                  
 
“Devo parlarti” sussurrò avvicinandosi a lui e poggiando le mani sul suo torace, un fremito scosse il vampiro che chiuse gli occhi e smise immediatamente di respirare                                                                                                                                                                   
“Parla, ma fa presto” concesse lui                                                                                                                                                                        
“Da domani non dovrai più sopportare questo supplizio”  rispose risoluta.                                                                                                                                          
Demetri aprì lentamente gli occhi e fissò la donna per qualche breve istante con fare interdetto prima di domandarle                                                                                                                                                                                                                                                          
“Prego? “                                                                                                                                                                                                                                                                          
“Hai capito perfettamente, da domani non sarai più costretto ad evitarmi perché te ne vai”                                                                                         
 
“Credo di non aver compreso bene la situazione!” ribattè Demetri sulla difensiva incrociando le braccia al petto                                                                                                                             
“Allora te la faccio più semplice” rispose acida Ginger, odiava quando si comportava in quel modo infantile!                      
“Tu domani prendere valigia, andare aeroporto e far sparire il tuo bel sederino da Russia per un mesetto” sibilò lei cercando di essere perentoria e  convincente ma come già sapeva quel tentativo non valse a nulla                                                                      
“Ma nemmeno per sogno, io non mi muovo da qui! E comunque sia, dov’altro potrei andare? Sotto i ponti” frecciò il vampiro allontanandosi un poco dalla moglie                                                                                                                                                    
“Punto primo, tu salirai sull’aereo domani pomeriggio, punto secondo non andrai a stare sotto i ponti ma te ne torni un po’ a Volterra e ci resti finchè non ti sei schiarito le idee punto terzo smettila di fare il grande uomo e cercare di evitare l’inevitabile perché mi fai stare solo peggio” concluse tremando                                                                                                   
“Sai che nemmeno a me piace questa situazione, ma è necessario. Si tratta solo di un mesetto in fondo” cercò di rassicurarlo ma dal suo tono si capiva che non credeva nemmeno lei alle sue parole.                                                                                         
“Volterra… sono anni che non ci vado. Chissà che combina Fix”                                                                                                                                                       
“Ecco vedi? Hai già trovato qualcosa da fare e poi quella è stata la tua casa un tempo” constatò lei abbracciando il marito                                                                                                                                                                                                                                                                           
“Gin staccati, potrei farti male” ringhiò stringendo i pugni fino a farsi male                                                                                                       
“Smettila di fare il vampirone giudizioso e abbracciami” lo sgridò lei accoccolandosi meglio sul suo petto                                                                    
Un ringhio sordo risuonò nella stanza, poi Ginger sentì due braccia forti e gelide avvolgerla nella loro morsa ferrea. Stettero a lungo in quella posizione, Demetri piano piano si era abituato all’odore del sangue, si era rilassato e aveva cominciato ad accarezzare la schiena della ragazza                                                                                                                                                                      
“Lo vedi che ho ragione a dire che sei un vampirone coccoloso” sorrise la licantropa dandogli un bacio sul collo, come risposta Demetri emise uno sbuffo di disapprovazione                                                                                                               
“Dem, visto che ci siamo che ne dici di sfidare la sorte??” soffiò Ginger. Demetri abbassò lo sguardo su di lei incuriosito.                                                                                                                                                                                            
“Che ne dici di darmi un bacino?” azzardò lei carezzando la nuca dell’uomo nel tentativo di addolcirlo                                             
“E tu che ne dici se andassi a comprare una bella camicia di forza e te la mettessi?” le rispose                                                                                                                
 
“Adesso te ne accorgi che sono pazza? Però Demmy devo dire che sei perspicace” lo prese in giro lei                                                                                                           
“Non era una battuta la mia”                                                                                                                                                                                                                                                   
“Demmy ti prego, uno solo” lo implorò con una vocina da bambina                                                                                                                                                                                                     
Il vampiro si chinò sulla donna e sfiorò le sue labbra per un secondo, si fissarono per un istante negli occhi  leggendo ognuno il desiderio di vicinanza dell’altro prima di cominciare a baciarsi appassionatamente. Il cuore di Ginger prese a battere all’impazzata e una sensazione gradevole le avvolse il petto: era felice, felice di poter baciare di nuovo quelle labbra morbide e ghiacciate, felice di poter abbracciare l’uomo che amava.                                                                                                                                                                   
“Contenta adesso?”soffiò Demetri sul collo della donna cominciando a darle dei rapidi baci                                                                                                                                      
“Tantissimo” sospirò reclinando la testa di lato, piccoli brividi freddi le percorrevano la pelle laddove il vampiro poggiava le sue labbra; improvvisamente Demetri si fermò e Ginger capì subito che c’era qualcosa che non andava! Per primo Demetri l’aveva stretta a se con troppa forza  e in modo brusco, secondo sentiva tutti i muscoli del vampiro tesi e come ultima cosa avvertì i due canini premerle sul collo in corrispondenza della giugulare, irritandole la pelle. La pressione dei canini sulla pelle aumentò                                                                                                                                       
 
/Almeno morirò tra le sue braccia/ pensò stringendosi forte a lui mentre una lacrima solitaria le solcava una guancia                                                                                                                                                                                                                                                               
“Scappa stupida” ringhiò il vampiro stringendo ancora di più la donna contro il suo corpo, Ginger rimase perfettamente immobile poi, improvvisamente, avvertì un intenso dolore allo stomaco e qualche secondo dopo andò a sbattere contro la parete della cucina che si trovava a circa 3 metri dal tavolo, frantumandola.                                                                                                                 
L’aria era piena di polvere e il pavimento ricoperto di pezzi di mattoni. Ginger tentò di alzarsi, avvertì un dolore lancinante alla schiena; con un’immensa fatica si mise a sedere e barcollando si alzò in piedi                                                                         
 
“Credo che tu abbia ragione, sarà meglio per tutti che io me ne vada” Era stato più che un sussurro ma Ginger lo udì distintamente e pochi istanti dopo  si sentì strattonare e poi si ritrovò sdraiata sul letto                                                                                                                             
“Dove ti fa male?” una voce aspra e astiosa le giunse da qualche parte ma lei non riuscì a capire da dove. Si guardò intorno e sulla sua destra vide inizialmente un’ombra poi una sagoma umana e poco dopo riuscì a distinguere i tratti del marito                                                                                                                                                                                                                           
“Ti ho chiesto dove ti fa male!” ripeté il vampiro spazientito                                                                                                                                                   
“La testa, rimbomba tutto” piagnucolò “e poi la schiena” aggiunse                                                                                                                                                                                   
“Chiamo un dottore” soffiò irritato afferrando il cellulare da sopra il comodino                                                                                                                              
“Non chiamare nessuno” replicò lei cercando di alzarsi ma Demetri l’afferrò per un braccio e la ributtò di forza sul materasso                                                                                                       
 
“Adesso facciamo quello che dico io! Ti sei divertita a sfidare la sorte? Dovevi aspettarti che sarebbe potuto succedere” ringhiò il vampiro componendo velocemente il numero                                                                                                         
 
“Oh certo, chiama pure un medico. E cosa gli racconterai di preciso? Che un vampiro ha lanciato un licantropo contro una parete? E che il licantropo ha mal di schiena”                                                                                                                    
 
Demetri la fissò interdetto poi buttò il telefono sul comodino e si sedette sul letto appoggiando le braccia sulle gambe e tenendo la testa reclinata verso il basso                                                         
 
“Cosa devo fare con te Gin?” sospirò il vampiro                                                                                                                                                                                                                      
 
“Non è stata colpa tua amore”                                                                                                                                                                        
“No certo, hai frantumato un’intera parete per  divertimento” frecciò acido lui                                                                                                                                                                        
“Non preoccuparti, non mi sono fatta nulla e il dolore tra poco passerà” rispose Ginger ansante a causa del male                                                                                                             
 “Avevo giurato che non ti avrei mai messa in pericolo e invece…”                                                                                                                                             
“Diventi noioso quando t’impunti su qualcosa”                                                                                                                                                                                                           
Un sorriso amaro increspò le labbra del vampiro                                                                                                                                                                                                                  
“La mia piccola lupacchiotta” pensò divertito                                                                                                                                                                                                                                                   
“Ti ho già preparato la valigia, è di sotto in soggiorno”                                                                                                                                                                                                                      
“Da quanto tempo hai prenotato il volo?” Demetri si girò verso la moglie e lei si accorse subito che il suo volto si era incupito                                                                                                        
“Ho comprato i biglietti sta mattina, ho visto in vetrina una locandina in cui c’era l’immagine del Colosseo e diceva che c’era un’ampia disponibilità di voli e quindi sono entrata. Visto Demmy? Ho imparato a leggere senza che tu mi aiuti. E sta mattina sono riuscita a leggere il tuo bigliettino senza incartarmi”esultò                                                                                                     
“Io te l’ho sempre detto che alla fine ci saresti riuscita. È per questo che ti ho lasciato quel messaggio” sorrise accarezzando la guancia alla licantropa                                                                   
“Come va?”                                                                                                                                                                                                                                                                      
“Meglio. E se non respiro va ancora meglio”                                                                                                                                                                                                                           
“Vieni qui” sorrise abbraciandolo, facendolo sdraiare sulla sua pancia e accarezzandogli i corti capelli neri                                                                                                
"Sai 
che sei davvero sexy con i capelli corti? Hai fatto bene a tagliarli” constatò lei                        
“Lo so!” rispose beffardo                                                                                                                                                                                                                
“Pallone gonfiato. Quando li hai tagliati?”                                                                                                                                                                                                                              
“Ieri sera, prima di andare a caccia”                                                                                                                                                                                                                         
“ Ti stanno davvero bene, adesso sembri un bel soldatino”ridacchiò, seguì qualche minuto di silenzio                                                                                                                                          
“Mi mancherai, sarà un incubo il prossimo mese” mormorò il vampiro                                                                                                                                                                                                                                                                                           “ Mi mancherai anche tu, e mancherai tanto ai tuoi figli. Però è meglio così per tutti, in questo modo eviteremo altri “piccoli incidenti” come quello di poco fa e poi Volterra è la tua seconda casa, rivedrai i tuoi vecchi amici, non sarà poi così brutto. ” lo consolò stringendolo più forte a se                                                                                                                 
“Vuoi che porti i bambini con me?”                                                                                                                                                                                                                   
“No, preferisco tenerli io! E poi che vacanza sarebbe con 3 bambini? Non ti darebbero il tempo di respirare e poi non credo che agli altri piacerebbe avere 3 pesti che piangono e hanno bisogno di essere cambiate ogni 3 per 2”                                                                                                                                                                                                                                      
“Cosa molto vera” constatò il vampiro perdendosi nei ricordi. Seguì un altro lungo silenzio                                                                                                                                               
“Ti telefonerò tutti i giorni”esclamò improvvisamente Demetri                                                                                                                                                                                                  
“È una minaccia?” scherzò Ginger sogghignando                                                                                                                                                                            
 
“Assolutamente sì” rispose sollevandosi e gattonando fino a riuscire a guardare la licantropa dritta negli occhi; lentamente si chinò sulle labbra della donna e cominciò a darle dei brevi e dolci baci                                                                                                                                 
“Adesso a chi serve la camicia di forza?” gli rispose fintamente indignata                                                                                                            
“A te!”                                                                                                                                                                                                                                                             
“Perché a me? Sei stato tu a cominciare” piagnucolò mettendo un finto broncio e buttando il marito nella sua parte di letto.                                                                                                                                                                                                                                                                     
“Perché sei tu che mi tenti” rispose riavvicinandosi alla donna                                                                                                                
“Va meglio?”                                                                                                                                                                                                                          
“Cerco di non pensarci. Coraggio vieni qui” la esortò allargando le braccia, Ginger era incerta sul da farsi ma poi si fece coraggio e si rifugiò tra le forti braccia del marito.                                                                                                                                      
“Sei più freddo del solito”                                                                                                                                                                                    
“Mi dispiace” mormorò allontanandola da se                                                                                                                                                                                                                  
“No fermo, che fai? Mi piace” mormorò stringendosi nuovamente a lui                                                                                                                                                                              
“Ok, ma adesso cerca di dormire” sussurrò cullandola dolcemente “Hai bisogno di riposo”                                                                                                                                           
“Ti amo Dem” sospirò la donna prima di scivolare  in un sonno profondo                                                                                                                                                                    
 
“Anche io piccola” disse lui freddamente, stringendo i pugni tanto che le nocche assunsero un colorito bianco. La prima volta le aveva mentito, la seconda aveva eluso la domanda: non andava per niente meglio, anzi. L’arsura era più insostenibile che mai e sentiva sempre in bocca il sapore del veleno, sarebbe impazzito di li a poco. Anche se detestava ammetterlo quella partenza era una manna dal cielo. Sospirò rassegnato, avrebbe passato tutto il resto della notte al fianco della sua lupacchiotta, l’avrebbe trattata da regina quelle poche ore che avrebbero passato insieme la mattina e alle 3 sarebbe salito sull’aereo, sarebbe tornata a casa esattamente un mese dopo e le cose da quel momento in poi sarebbero ritornate alla normalità. Quella era una sfida, la più ardua che gli fosse mai capitata in vita sua e come tutte le sfide che aveva affrontato l’avrebbe superata. Almeno questo è quello che sperava di riuscire a fare

 

 L’aeroporto di Novosibirsk era gremito di gente,  migliaia di persone cariche di bagagli che si affrettavano per non perdere l’aereo.                                                                          
 
“Scommetto che ti sentirai in paradiso qui. Vero Demmy?”scherzò Ginger                                                                                                                                                                      
“In effetti ho solo l’imbarazzo della scelta” le diede corda “ A te chi piace piccolino?” chiese il vampiro al figlio che teneva in braccio, Andrey fissò il padre negli occhi per poi gettargli le piccole braccine al collo e stringere il colletto della camicia nelle sue piccole manine.                                                                                                                                                                      
 
“Gli piaci tu” disse Ginger accarezzando la testolina al figlio                                                                                                                                                     
Il tempo antecedente l’imbarco sembrò volare e senza che nemmeno se ne fossero accorti arrivò l’ora di partire.                                                                                                                                                                                                                                                    
“Allora Demmy, questo è il biglietto per Mosca, poi questo è per Roma e infine quello che da Roma ti porterà a Volterra…. Oh cielo ma dove l’ho messo” esclamò frugando disperatamente nella borsa, dopo aver rovistato a lungo lo trovò                                                                                                                                                                                                                                           
“Ecco il biglietto, mi raccomando, mettili nel portafogli e non perderli.”                                                                                                  
“Grazie mamma”                                                                                                                                                                                                                                               
“Bè, credo che questo sia tutto. Ora è meglio che tu vada”                           
“ Niente scenetta strappa lacrime? Nessun tentativo di convincermi a restare?”                                                                                                            
“Te ne vai o no?” sbuffò Ginger                                                                                                                                                                                              
 
“Va bene, capisco quando non sono desiderato” disse in tono fintamente offeso “Mi mancherete tantissimo” sospirò abbracciando Ginger                                                                  
“Mancherai anche a noi”                                                                                                                                                                                     
“Ciao piccolini, papà deve andare ma tornerò presto e vi porterò tante belle cose” promise accarezzando le guanciotte paffute dei figli.                                                                                                                                                                                           
“Sicura che non vuoi che li porti con me?”                                                                                                                                                                 
“Non ti preoccupare, va e pensa solo a divertirti. Ci penso io a questi tre porcellini” disse prendendo Andrey dalle braccia del padre                                                                                                                                                                                        
“Allora arrivederci”  sospirò baciando la donna sulle labbra e cominciando a incamminarsi verso l’aereo                                                                                     
“DEMETRI, aspetta un attimo” urlò Ginger ricordandosi improvvisamente di una cosa, il vampiro si fermò all’istante e tornò indietro                                                                                                                                                                                                          
“Mi ero scordata di darti questi” sussurrò con fare cospiratorio estraendo dalla borsa una piccola borsa frigo nera                                                                                                                        
“Nel caso ne avessi bisogno”                                                                                                                                                                                                                                        
“Cos’è? “ domandò Demetri  aprendo la cerniera e scrutando all’interno                                                                                                                            
 
“Dove l’hai preso tutto questo sangue?” chiese senza staccare gli occhi dalle bottigliette colme di quel liquido vermiglio contenuto della borsa                                                                         
“Non è umano, e non è nemmeno tanto fresco! Però è meglio di niente, no?”                                                                                                                                                                               
“Sei un angelo Ginny” rise dando un bacio sulla fronte alla ragazza                                                                                                                                                                                            
“ È il minimo, adesso però vai prima che partano senza di te” gli sorrise                                                                                                        
“ Ti chiamo quando arrivo” promise prima di sparire tra la folla                                                                                                                                                                                                                                                                     
“Ok, abbi cura di te mi raccomando” sussurrò Ginger sapendo che il vampiro, seppur molto lontano, l’avrebbe sentita. Rimase all’aeroporto fino a quando vide l’aereo decollare, dopodiché con passo lento si avviò fuori e proprio mentre usciva cominciò a piovere, facendo in modo che le lacrime della donna si mescolassero alle gocce di pioggia nascondendo l’immenso dolore che si era impossessato di lei.

Aggiornamento record! Scusate ma sono di frettissima! Grazie a tutti quelli che hanno letto, recensito e aggiunto ai preferiti o alle seguite.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** VOLTERRA ***


Best mia,questo chap è tutto per te sperando che ti porti tanta fortuna per domani. Sappi che pregherò per te, dimostra a quella prof quanto vali^^ tvtrb

Volterra

Demetri P.O.V

Pioggia. Freddo, vento e pioggia! Questo è lo scenario che mi accoglie non appena esco dalla stazione ma a me non importa, anzi in un certo senso, abbastanza ironico se ci fate caso, questo è lo scenario degno di me                                                                                                                                                                                         
“Non avrei mai creduto di rimettere piede in questo posto” mormoro al vento cominciando ad incamminarmi  verso quel luogo che per tanto tempo ho chiamato casa ma che di casa non aveva nulla. L’unica cosa che mi faceva sentire a mio agio era Felix, l’unico vero amico che abbia ma avuto.                                                                                                          
“Ci mancavano soltanto i sentimentalismi” sbruffo scocciato, in giro non incontro anima viva come del resto avevo ipotizzato durante il viaggio, d’altronde sono le 6 e 30 del mattino .  Non ho avvisato nessuno del mio arrivo, almeno per adesso non voglio incontrare nessuno che non sia Felix. Scivolo silenziosamente tra i vicoli stretti della città e finalmente mi ritrovo nei famigliari corridoi sotterranei. Silenziosamente mi dirigo verso la mia stanza. È rimasta esattamente com’era e di questo sono felice. Mi butto a peso morto sul grande letto matrimoniale che troneggia in mezzo alla stanza, afferro il cellulare e chiamo la mia cucciola; sono quasi 20 ore che non sento la sua voce eppure mi sembra già passata un’eternità. Il tempo sembra volare e senza accorgermene arrivano le 10, a malincuore la saluto perché sebbene non ne sia particolarmente entusiasta devo andare da Aro, non sarebbe contento di scoprire da terzi che io sono sotto il suo stesso tetto e non mi sono fatto vivo. Prima però decido di fare una capatina in camera di Felix che è proprio quella affianco alla mia. Busso, un leggero tocco e poi aspetto ma la porta non si apre!                                                                     
“Felix ci sei?” chiedo entrando nella stanza. Rimango immobile guardandomi intorno spiazzato                                                         
“Mi sa che ho sbagliato stanza” penso facendo un  passo indietro ma poi osservando meglio mi accorgo che quella è proprio la camera di Fix: stesso televisore al plasma appeso alla parete, stesso armadio di metallo, stesso comodino con le stesse fotografie, stessi modellini delle prime macchine che danno bella mostra di se su quattro mensole montate sopra allo stesso grande letto matrimoniale ricoperto dallo stesso piumone azzurro. Insomma tutto è rimasto esattamente uguale a 2 anni fa tranne per il fatto che tutta la stanza è sommersa da tanti inutili suppellettili di colore rosa!!        
“Questo è l’inconfondibile stile di Heidi, e bravo Fix”penso ridacchiando                                                                                                                                                                                                                                           
“Dimmi che non sono l’unico a dover subire questa oscenità”                                                                                                                                                      
 
“Sì sei l’unico sfigato” rispondo ghignando, un brontolio sordo mi giunge alle orecchie                                                                                                                                                  
“Non serve lamentarsi, non cambierà niente! E comunque non devi farlo con me. Dì ad Heidi di far sparire tutta questa robaccia”                                                                                                                                                                                                                        
“Servirebbe a qualcosa??” chiede speranzoso Felix                                                                                                                                         
“No” rispondo sadicamente                                                                                                                                                                                                                                
“Stronzo” sibila superandomi, andandosi a buttare sul letto “ vieni dentro”                                                                                               
“Grazie” rispondo accomodandomi accanto a lui e prendendo tra le mani un peluche                                                                             
“Quanto mi dai se faccio sparire tutta questa robaccia? È un lavoretto facile facile e privo di rischi”                                                                       
“Tu falla sparire e poi vediamo” risponde Felix fissando il peluche che ho in mano con aria disgustata                                             
“Detto fatto! Da quanto dura questa cosa?” chiedo con noncuranza buttando il pupazzo nel cestino                                                                                      
“Un anno” risponde facendo fare a un altro pupazzo la stessa fine di quello che avevo in mano                                                         
“Un anno tre mesi una settimana cinque giorni 17 ore un minuto per la precisione” cinguettò qualcuno sedendo misi in braccio e fissandomi storto 
“I secondi no?” chiedo io sarcastico, Heidi dal canto suo contiunua a fissarmi trucemente                    

“ Perché hai buttato i miei coniglietti nella spazzatura? Li avevo appena lavati e pettinati, adesso mi tocca rifare tutto da capo”                                                                   
“E a me??” rispondo strafottente dandole una spinta e buttandola in braccio a Fix                                                                                    
“Amoreeeeeeeeeeee, mandalo via” piagnucola Heidi                                                                                                                               
“Heidi fa la brava è appena arrivato”                                                                                                                                 
“Sai che nemmeno i miei figli fanno queste scenate? Perché non cresci? Hai 700 anni suonati” adesso si arrabbia come una iena, ne sono certo la conosco troppo bene: mai ricordarle la sua età      “Brutto demente, come ti permetti?” ringhia saltandomi addosso e cominciando a riempirmi di pugni “ IO non ho 700 anni, ne ho solo 697 e comunque questi non sono fatti tuoi. Guai a te se ti azzardi ancora a…” improvvisamente si blocca e mi fissa direttamente negli occhi                                                                                                                                         
“Cosa hai detto?” chiede sibilante. Ok se prima credevo che Heidi fosse strana ora ne ho l’assoluta certezza                                                               
“Che hai 700 anni suonati?” chiedo titubante                                                                                                                                                
“Prima di ricordarmi quanto sia vecchia” ora il suo tono rasenta l’isteria                                                                                                 
“Ti ho chiesto quando ti deciderai a crescere”                                                                                                                                                                                             
“Mi prendi per scema?? Credi che sia stupida vero?? Ti ho sentito non prendermi in giro” ringhia fuori di se mostrandomi le zanne, sono seriamente confuso sapevo che Heidi era suscettibile riguardo la sua età ma non era mai arrivata a quei livelli, non aveva mai guardato nessuno con quegli occhi iniettati di sangue e quella collera immotivata                                                                                                                                              
“Didi perché non andiamo a farci una doccia fredda?” Felix giunge in mio aiuto prendendo in braccio la sua ragazza e trascinandola a forza in bagno, prima di sparire nella stanza limitrofa a quella in cui siamo Felix mi lancia un’occhiata cui capisco immediatamente il significato: mi spiegherà tutto al più presto. Silenziosamente esco dalla stanza dirigendomi nel salone principale

 

 

“Demetri! Quale immenso piacere rivederti dopo tutto questo tempo” esclama Aro spalancando le braccia e avvicinandosi a me  “Anche se speravo di poter conoscere la tua consorte. È qui? Gradirei molto conversare con un esemplare tanto affascinante come lei” conclude fissandomi intensamente                                                                                                                              
“Spiacente signore, lei non è qui a Volterra” sono sull’attenti come un soldato che fa un rapporto al suo generale                                                                                                                                                                                                                
“Ma che peccato, davvero un grande peccato ma suppongo che ci sia un più che valido motivo per cui quell’adorabile creatura non sia qui con noi oggi” Marcus e Caius sbuffano disgustati, non hanno mai approvato le stramberie di Aro e in particolare non riescono a capacitarsi del suo interesse nei confronti dei licantropi.                                                                                                                                                                                                      
“Sì signore, c’è una ragione più che valida per cui lei non è qui” non mi va di dilungarmi in futili dettagli sullo stato di Ginger anche perché so che a poco mi chiederà di potermi sfiorare, e l’idea non mi va affatto a genio, non mi va di condividere con lui i miei pensieri più intimi ma purtroppo dovrò farlo.                                                                                                                            
“Potrei…” lascia sospesa la frase, allungando una mano verso di me. Ecco, come non detto                                                                           
“Certo signore” rispondo da bravo soldatino ubbidiente tendendogli una mano, Aro la afferra con forza, passano svariati minuti di assoluto silenzio, carico di tensione, dopodiché Aro lascia la mia mano                                                    
“Ma quale deliziosa sorpresa!” esclama congiungendo le mani e tornando a sedersi sul suo scranno                                                         
“Questo credo sia una ragione molto più che valida! Congratulazioni mio caro ragazzo è davvero una notizia stupenda. Ma perché non ci hai dato immediatamente questa novella?”                                                                                                                                
“Non ho ritenuto che fosse rilevante” comincia ad innervosirmi questo suo atteggiamento da hippy                                                                                                                    
“ A cosa vi state riferendo?” E figuriamoci se Jane non doveva ficcare il naso                                                                                                                                                   
“Perché non te lo fai spiegare da Demetri mentre lo riaccompagni in stanza? Scommetto che sarà più che felice di conversare con te. Sono certo che avrete molte cose da dirvi”                                                                                                      
“Ok, viene Dem” giuro che quando usa quel tono da superiore le staccherei la testa a morsi ma tanto non servirebbe a nulla farlo, non se ne accorgerebbe nemmeno, senza replicare la seguo fuori dalla grande sala                               
“Cosa devi dirmi?” dopo tanto tempo non riesco ancora a capacitarmi di come faccia un esserino tanto piccolo a essere così assolutamente e irreparabilmente irritante         “Niente”                                                                                                                                                                                                                                                     
“COSA DEVI DIRMI?” strilla piazzandosi davanti a me, fissandomi astiosa negli occhi                                                                                                                                       
“Dovresti sapere che odio essere ignorata! Specialmente da te” sussurra maliziosa                                                                                                                            
“Scordatelo” ringhio superandola, dirigendomi in camera mia                                                                                                                         
“Che cosa devo scordarmi?”                                                                                                                                                                                  
“Qualunque cosa ti stia passando per la testa!”                                                                                                                                                                                                                    
“Nemmeno un po’ di sesso?” sussurra saltandomi sulla schiena e ancorando le sue gambe alla mia vita                                                                       
“NO” ringhio io cercando di scrollarmela di dosso ma con pochi risultati                                                                                                                       
“Perchèèèèèè noooooo? Daiiiiii”                                                                                                                                                                                                      
“Perché sei solo una mocciosetta senza cervello” ghigna una voce divertita alle mie spalle, improvvisamente Jane si stacca da dosso e io mi volto in direzione di quella voce rimanendo profondamente impressionato da quella visione: una donna  altissima che però non dimostrava più di 18 anni che somiglia quasi in tutto e per tutto a Ginger tranne per i capelli riccissimi che le arrivano poco sopra il sedere e gli occhi di un rosso scarlatto intensissimo. Indossa un paio di pantaloncini di jeans molto(ma veramente molto) corti, una maglietta nera aderente senza maniche con uno scollo a v che mette in bella mostra , ballerine nere e dei guanti del medesimo colore senza dita, insomma una vera bellezza…                                                                                                                                
“Che ci fai qui? Non dovevi essere in giro a procacciare la cena?” ringhia Jane estremamente irritata                                                  
“Sono qua fuori, li ho lasciati un momento con Gianna così da poter venire a darti il tormento”                                                         
“Brutta stronza questi non sono affari che ti riguardano, pensa alle faccende tue e lasciami in pace”                                                                                        
“Per non vederti più dare di matto per ogni minima sciocchezza?? No grazie” risponde con sufficienza,  le 2 si fissano per qualche secondo poi la bruna  si avvicina lentamente a me fissandomi negli occhi.                                                          
“ Demetri suppongo, piacere io sono Glafira” si presenta, in russo, stringendomi la mano                                                                                                                                                
“Indovinato, piacere di conoscerti” replico guardando di sottecchi Jane ormai livida di rabbia                                                                                              
“Questa me la lego al dito brutta strega” ringhia Jane per poi sparire alla velocità della luce                                                                                                                
“I piccoli piaceri della vita” mormora tra se e se la vampira che mi sta di fronte poi, improvvisamente, come se si fosse appena ricordata della mia presenza mi guardò ammiccante                  
“Tra poco sarà pronta la cena, se vuoi unirti a noi...” detto questo si voltò e sparì per i lunghi e intricati corridoi. Sospirai divertito, chiunque riuscisse a tener testa a Jane riusciva a guadagnarsi immediatamente la mia simpatia e quella “piccola” vampira mi aveva già completamente conquistato;  mi avviai silenziosamente nella grande “sala da pranzo”                                        

ka93: E ma 1 mese è tanto mio tesoro... e tu lo sai bnXD  ma tnt poi tu sai cm va a finire quindi...^^ tvukdbxs p.s. in bocca al lupo x l'esame... escine a testa alta, so ke puoi farcela                

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** NOSTALGIA ***


 

 

“Cosa stai cercando di combinare, brutto porcello?!”
Sergey, sdraiato sul lettone, sta cercando di togliersi il pagliaccetto
“Nonono, non ci si può spogliare specialmente dopo la fatica che mammina ha fatto per mettertelo” sgrido amorevolmente il mio bambino prendendolo in braccio per rimettergli a posto il vestito. Adesso i bambini sono pronti ed è quindi ora di portarli un po’ a spasso. Non amo particolarmente questa parte del mio essere genitore, egoisticamente parlando non li farei mai uscire di casa. Non vorrei che i miei bambini stessero a contatto con quegli insulsi e disgustosi esseri umani ma so che la socializzazione con loro o meglio coi loro cuccioli, per quanto io la trovi rivoltante, è necessaria.
Cammino a lungo per le strade del centro, cercando di contenere i miei istinti omicidi ogni qual volta una di quelle insopportabili vecchie si avvicina ai miei figli cominciando a dirmi quanto siano belli, quanto siano buoni, quanto impegnativo debba essere avere 3 gemelli e blablablabla
Dopo l’attacco dell’ennesima vecchia decido che è ora di reagire o meglio di cambiare zona, mi avvio verso la periferia e mi dirigo al parco giochi dietro casa mia. Nonostante cominci a fare freddo gli umani non hanno ancora fatto ritorno a casa propria. Seduta su una panchina molto in disparte da quelle creature, le osservo di sottecchi mentre muovo ritmicamente la carrozzina dei gemelli per cullarli. Sono davvero delle creature patetiche; sono rimasta su quella panchina all’incirca una mezz’oretta e in questo brevissimo tempo ho sentito quei dannati mocciosi frignare per inutile sciocchezze
“Mamma mi ha rubato la palla” “Papà mi sono sbucciato il ginocchio” “Mamma ho paura di quell’ animaletto” e piangono come se queste scuse fossero davvero valide, bha valli a capire. Una cosa sola mi lascia l’amaro in bocca: vedere i genitori del moccioso che si è ferito prendersi cura di lui.
/Demetri/ provo un’invidia indescrivibile per quella coppia, vorrei più di ogni altra cosa che mio marito fosse qui accanto a me e ai piccoli, vorrei sentire il suo profumo inebriante, vorrei guardarlo mentre prodiga attenzioni ai piccoli. Ma lui non c’è e questo mi devasta
/Andiamo non cominciare a frignare anche tu, sono solo pochi schifosissimi giorni/
Sarebbe masochista rimanere qui a guardare quel’allegro quadretto familiare, così me ne torno a casa.

 

Sono circa le 11 30, i bambini sono nelle loro culle e io ho finito tutte le faccende di casa.
/E ora che faccio? Se Demetri fosse stato qui la notte sarebbe appena cominciata/
Mi infilo sotto le coperte cercando di scacciare i pensieri funesti che mi ingombrano la mente
/ Ormai sono solo 2 giorni che se ne è andato e il suo odore è già sparito dalle coperte/
Non ricordavo quanto fosse dura la solitudine, quanto mi pesassero quei silenzi, quanto non sopportavo il dover restare con le mani in mano aspettando una manna dal cielo ma soprattutto non sopporto più l’assenza del suo odore, dei suoi occhi che mi osservano beffardi, il suo viso perfetto, le sue grandi mani e il suo corpo gelido che mi infonde sicurezza e tranquillità. Mi alzo improvvisamente, buttando le coperte all’aria e mi dirigo in salotto per prendere una foto dal cassetto, tornando in camera da letto prendo una camicia di mio marito e la indosso. La sua fragranza mi invade immediatamente, tranquillizandomi. Tornata sotto le coperte appoggio la foto affianco al mio cuscino e la fisso per un po’. La foto raffigura Demetri sdraiato sul letto a pancia in su e con le braccia dietro la nuca, gliel’avevo scattata una settimana dopo il matrimonio e a tutt’ora restava una delle mie preferite. Non so come ma quegli espedienti si erano rivelati essere un palliativo discreto: non ero felice ma non ero nemmeno più così irrimediabilmente depressa. Chiusi gli occhi sperando di sognare l’uomo che ormai da 2 anni aveva sconvolto la mia intera esistenza.

Ringraziamenti:

ka93: no tra best, ci penso io a quella cosa!!!! Non sporcarti le zampine tra..... fammi sapere che pensi di questo capitolo un po' melodrammatico

silvia15: mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto=) scusa per l'immensa attesa, a quest'ora ti sarai persino dimenticata di quesa storiaXD  Solo perchè hai detto che ami Demetri hai conquistato un miliardo di punti simpatia^^

Grazie anche a coloro che hanno letto!

Allora dopo questo capitolino smielato e melodrammatico ci buttiamo a capofitto a Volterra(sperando in tempi abbastanza brevi)
Ciao alla prossima
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=340983