Fuoco e sangue

di ValorosaViperaGentile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Splendore di drago, bellezza di fenice ***
Capitolo 2: *** Nessun freddo ***
Capitolo 3: *** Buon sangue non mente ***
Capitolo 4: *** Forse sarà il mio uovo a schiudersi. Sarebbe splendido ***
Capitolo 5: *** Amore ***



Capitolo 1
*** Splendore di drago, bellezza di fenice ***


I

Splendore di drago, bellezza di fenice
 


 
 
Non c'è morte nel fuoco, ma nuova vita.

Per il suo Khal, per se stessa, per le uova.

Drogo cavalca lontano, verso le stelle eterne[1], su di uno stallone fatto di auri vapori. 

Lei resta sulla terra, e rinasce – non è un cavallo, è un drago, non vive di biade né d'erbe, ma di lacrime d'incenso[2], dei fumi odorosi dei sacrifici[3]; non è sola, è una madre, che cova fra le fiamme.

Avvolta fra collane d'oro, gialle e rosa e vermiglie, screziate di blu, simili ad aurore e tramonti liquidi, osserva l'incendio sciogliere il lungo sonno dei suoi bambini, farli carne – nel rosso sono stati generati, i draghi, nel rosso sono ora partoriti.

Piccoli musi di pietra le sfiorano la pelle e lei li bacia, mentre abbraccia fuoco e sangue. 

E quando il chiarore lunare si è dissolto, alza gli occhi al cielo ancora nero per i vapori.

Emergono, la madre e i tre figli, dal fumo profumato. Caldo effluvio, speziato. Odora di legna e carne affumicate, di ossa calcinate. 

Fauci spalancate, Drogon emette il suo primo vagito.


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Note:

[1] Nella Casa del Bianco e del Nero di Braavos, l'Uomo Gentile dice ad Arya che nelle Terre della Notte, nome col quale il popolo dothraki definisce il mondo ultraterreno, le stelle brillano in eterno.
 
[2] Da Le metamorfosi di Ovidio.

[3] Nell'antica Grecia, si credeva che le divinità si nutrissero dei fumi delle offerte sacrificali.

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Capitolo 2
*** Nessun freddo ***


II

Nessun freddo
 


 
 
L'inverno sta per arrivare, ma lei è madida di sudore.

Sente il fuoco da dentro, che brucia nel ventre gonfio, un guscio che non è più pietra morta, ma cosa rinata, come le sue uova, schiuse dopo secoli passati nell'ombra[1] – ansima un'altra volta per il dolore di quel bambino[2] di una vita fa, deforme, con la pelle di rettile, cieco, con un moncherino di coda, piccole ali fibrose. 

La maegi aveva giurato.

Che avrebbe generato solamente morte. Mai più vita – così l'aveva accontentata, prendendosi la sua, fra le fiamme, il primo dei tributi al drago; così l'aveva sfidata, allattando ai seni i figli del fuoco e quelli degli altri[3], come sangue del suo sangue.

Ora, il sole sorge ad Ovest e tramonta ad Est. I mari si sono asciugati, le montagne son volate via, come foglie al vento.

Drogo è ancora fra le stelle e lei ha un altro re.

Ma il suo ventre maledetto si muove adesso, porta dentro un alito caldo.

È vicino adesso, il suo piccolo drago del Nord, così vicino.

Arriva sulle ali di un nuovo inverno, dolce bacio sulla pelle che scotta – perché è una Targaryen, lei, e non prova alcun freddo.

Urla il piccino, vivo e forte.

Ha il sangue dei Primi dentro, e il potere dei Signori[4] che gli scorre nelle vene.

Daenerys guarda i suoi capelli del Nord e i suoi occhi di Valyria – è fuoco e ghiaccio fusi insieme, suo figlio, ma non prova alcun freddo quando sfiora le sue minuscole dita.

 



Note:

[1] La frase richiama l'espressione "passare attraverso l'ombra" usata nell'universo creato da George R. R. Martin per indicare un viaggio ad Asshai, città dell'estremità meridionale della Terre delle Ombre, una penisola. L'Ombra: così viene chiamata anche l'area di Asshai e della Terre delle Ombre, da dove provenivano le uova di Daenerys.

[2] Rhaego, il figlio di Daenerys e di Drogo.

[3] I draghi e tutti gli uomini, donne e bambini a cui ha fatto da signora e madre.

[4] I Primi Uomini ed i Signori dei Draghi.

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Capitolo 3
*** Buon sangue non mente ***


III

Buon sangue non mente
 


 
 

«Io sono Daenerys Nata dalla Tempesta della Casa Targaryen, del sangue della Vecchia Valyria.»

La Libera Fortezza[1] è sua madre quanto Rahella.

È figlia dei Signori dei Draghi, che in corpo hanno guerra e conquista: le urla sono ornamento naturale, nobile vezzo per le orecchie dei vittoriosi, come ricca gemma che pende ai lobi di un nativo delle Isole dell'Estate[2], e il petto si gonfia di antico orgoglio Targaryen mentre ascolta le grida di Kraznys mo Nakloz[3], in fiamme, e degli altri padroni massacrati dalla lance degli Immacolati.

Drogon volteggia alto, colorando il cielo di incandescenza.

Non è folle come suo padre, lei, ma è fatta di fuoco e sangue.

 



NOTE:

[1] L'antico regno che aveva per capitale Valyria.
[2] Qui mi sono divertita a far il verso al grande William Shakespeare.
[3] Schiavista di Astapor che vende a Daenerys gli Immacolati in cambio di uno dei draghi, ma alla fine della puntata viene bruciato vivo da Drogon.


 
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SPAZIO DELL'AUTRICE:

Questa drabble è stata scritta per Drabbleggiamo?, contest organizzato sul forum di Efp da Grazianaarena.

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Capitolo 4
*** Forse sarà il mio uovo a schiudersi. Sarebbe splendido ***


IV

Forse sarà il mio uovo a schiudersi. Sarebbe splendido



Feti di roccia dormono nell'antico grembo d'un sogno secolare – palpebre fuse e respiri fossilizzati, in attesa; rinchiusi dentro pance di pietra, il mondo è ancora al sicuro.

Orfani di chi ha deposte, le uova riposano fra le dita della loro nuova, giovane madre d'Occidente[1] e come gioielli preziosi le ornano le mani rovinate.

L'argentea regina dei cavalli depone il nero figlio sui tizzoni: le braci non sono però le Quattordici Fiamme[2] e nulla muta – nemmeno la sua pelle bianca, quando riprende con sé il sopito bambino di fuoco[3].



NOTE:

[1] Anche se i Targaryen provengono dalla Fortezza Libera, da tempo si sono insidiati nel Continente Occidentale e lì è nata Daenerys.
[2] L'antica catena montuosa da cui, secondo gli abitanti di Valyria, i draghi provenivano.
[3] Al contrario degli altri, Daenerys sembra immune al fuoco: quando solleva l'uovo dalle braci, la sua pelle, a differenza di quella di Irri, non presenta alcuna scottatura.


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SPAZIO DELL'AUTRICE:

Questa drabble è stata scritta per Drabbleggiamo?, contest organizzato sul forum di Efp da Grazianaarena. Il titolo della drabble, che conta novanta parole esatte, è una citazione dal racconto Il cavaliere misterioso, che narra le gesta di Egg, cioè Aegon V Targaryen, e di Duncan l'Alto.

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Capitolo 5
*** Amore ***


V

Amore



Inquinato dalla vergogna della povertà e dell'esilio, il sentimento che li unisce: lede la carne, veste la pelle di macchie quando il drago viene liberato[1].

I cuori gentili sono per i fortunati, e lei non ha avuto affetto fuori dalla porta rossa della dolce casa braavosiana[2] – solamente sogni lontani e doni troppo generosi, che spaventano; ferite che vengono dalla bocca incurvata, dalle mani impazienti di Viserys.

Nessun mercante ama la sua merce – chi può amare le cose, le bestie o gli schiavi?

«Darei il consenso a tutta la tribù di fotterti, tutti i quarantamila uomini coi loro cavalli, se fosse necessario», sussurra suo fratello. Prima di un bacio.




NOTE:

[1] Mi riferisco, naturalmente, alla minaccia solita che Viserys adoperava per spaventare la sorella.
[2] La casa dove, per un po' di tempo, Daenerys e Viserys vissero, sotto la protezione di Willem Darry.


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SPAZIO DELL'AUTRICE:

Questa drabble è stata scritta per Drabbleggiamo?, contest organizzato sul forum di Efp da Grazianaarena.

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