Fuoco e sangue di ValorosaViperaGentile (/viewuser.php?uid=881844)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Splendore di drago, bellezza di fenice ***
Capitolo 2: *** Nessun freddo ***
Capitolo 3: *** Buon sangue non mente ***
Capitolo 4: *** Forse sarà il mio uovo a schiudersi. Sarebbe splendido ***
Capitolo 5: *** Amore ***
Capitolo 1 *** Splendore di drago, bellezza di fenice ***
I
Splendore di drago, bellezza di fenice
◆
Non c'è morte nel fuoco, ma nuova vita.
Per il suo Khal, per se stessa, per le uova.
Drogo cavalca lontano, verso le stelle eterne[1], su di uno stallone fatto di auri vapori.
Lei resta sulla terra, e rinasce – non è un cavallo, è un drago, non vive di biade né d'erbe, ma di lacrime d'incenso[2], dei fumi odorosi dei sacrifici[3]; non è sola, è una madre, che cova fra le fiamme.
Avvolta fra collane d'oro, gialle e rosa e vermiglie, screziate di blu, simili ad aurore e tramonti liquidi, osserva l'incendio sciogliere il lungo sonno dei suoi bambini, farli carne – nel rosso sono stati generati, i draghi, nel rosso sono ora partoriti.
Piccoli musi di pietra le sfiorano la pelle e lei li bacia, mentre abbraccia fuoco e sangue.
E quando il chiarore lunare si è dissolto, alza gli occhi al cielo ancora nero per i vapori.
Emergono, la madre e i tre figli, dal fumo profumato. Caldo effluvio, speziato. Odora di legna e carne affumicate, di ossa calcinate.
Fauci spalancate, Drogon emette il suo primo vagito.
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Note:
[1] Nella Casa del Bianco e del Nero di Braavos, l'Uomo Gentile dice ad Arya che nelle Terre della Notte, nome col quale il popolo dothraki definisce il mondo ultraterreno, le stelle brillano in eterno.
[2] Da Le metamorfosi di Ovidio.
[3] Nell'antica Grecia, si credeva che le divinità si nutrissero dei fumi delle offerte sacrificali. |
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Capitolo 2 *** Nessun freddo ***
II
Nessun freddo
◆
L'inverno sta per arrivare, ma lei è madida di sudore.
Sente il fuoco da dentro, che brucia nel ventre gonfio, un guscio che non è più pietra morta, ma cosa rinata, come le sue uova, schiuse dopo secoli passati nell'ombra[1] – ansima un'altra volta per il dolore di quel bambino[2] di una vita fa, deforme, con la pelle di rettile, cieco, con un moncherino di coda, piccole ali fibrose.
La maegi aveva giurato.
Che avrebbe generato solamente morte. Mai più vita – così l'aveva accontentata, prendendosi la sua, fra le fiamme, il primo dei tributi al drago; così l'aveva sfidata, allattando ai seni i figli del fuoco e quelli degli altri[3], come sangue del suo sangue.
Ora, il sole sorge ad Ovest e tramonta ad Est. I mari si sono asciugati, le montagne son volate via, come foglie al vento.
Drogo è ancora fra le stelle e lei ha un altro re.
Ma il suo ventre maledetto si muove adesso, porta dentro un alito caldo.
È vicino adesso, il suo piccolo drago del Nord, così vicino.
Arriva sulle ali di un nuovo inverno, dolce bacio sulla pelle che scotta – perché è una Targaryen, lei, e non prova alcun freddo.
Urla il piccino, vivo e forte.
Ha il sangue dei Primi dentro, e il potere dei Signori[4] che gli scorre nelle vene.
Daenerys guarda i suoi capelli del Nord e i suoi occhi di Valyria – è fuoco e ghiaccio fusi insieme, suo figlio, ma non prova alcun freddo quando sfiora le sue minuscole dita.
Note:
[1] La frase richiama l'espressione "passare attraverso l'ombra" usata nell'universo creato da George R. R. Martin per indicare un viaggio ad Asshai, città dell'estremità meridionale della Terre delle Ombre, una penisola. L'Ombra: così viene chiamata anche l'area di Asshai e della Terre delle Ombre, da dove provenivano le uova di Daenerys.
[2] Rhaego, il figlio di Daenerys e di Drogo.
[3] I draghi e tutti gli uomini, donne e bambini a cui ha fatto da signora e madre.
[4] I Primi Uomini ed i Signori dei Draghi.
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Capitolo 3 *** Buon sangue non mente ***
III
Buon sangue non mente
«Io sono Daenerys Nata dalla Tempesta della Casa Targaryen, del sangue della Vecchia Valyria.»
La Libera Fortezza[1] è sua madre quanto Rahella.
È figlia dei Signori dei Draghi, che in corpo hanno guerra e conquista: le urla sono ornamento naturale, nobile vezzo per le orecchie dei vittoriosi, come ricca gemma che pende ai lobi di un nativo delle Isole dell'Estate[2], e il petto si gonfia di antico orgoglio Targaryen mentre ascolta le grida di Kraznys mo Nakloz[3], in fiamme, e degli altri padroni massacrati dalla lance degli Immacolati.
Drogon volteggia alto, colorando il cielo di incandescenza.
Non è folle come suo padre, lei, ma è fatta di fuoco e sangue.
NOTE:
[1] L'antico regno che aveva per capitale Valyria.
[2] Qui mi sono divertita a far il verso al grande William Shakespeare.
[3] Schiavista di Astapor che vende a Daenerys gli Immacolati in cambio di uno dei draghi, ma alla fine della puntata viene bruciato vivo da Drogon.
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SPAZIO DELL'AUTRICE:
Questa drabble è stata scritta per Drabbleggiamo?, contest organizzato sul forum di Efp da Grazianaarena.
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Capitolo 4 *** Forse sarà il mio uovo a schiudersi. Sarebbe splendido ***
IV
Forse sarà il mio uovo a schiudersi. Sarebbe splendido
Feti di roccia dormono nell'antico grembo d'un sogno secolare – palpebre fuse e respiri fossilizzati, in attesa; rinchiusi dentro pance di pietra, il mondo è ancora al sicuro.
Orfani di chi ha deposte, le uova riposano fra le dita della loro nuova, giovane madre d'Occidente[1] e come gioielli preziosi le ornano le mani rovinate.
L'argentea regina dei cavalli depone il nero figlio sui tizzoni: le braci non sono però le Quattordici Fiamme[2] e nulla muta – nemmeno la sua pelle bianca, quando riprende con sé il sopito bambino di fuoco[3].
NOTE:
[1] Anche se i Targaryen provengono dalla Fortezza Libera, da tempo si sono insidiati nel Continente Occidentale e lì è nata Daenerys.
[2] L'antica catena montuosa da cui, secondo gli abitanti di Valyria, i draghi provenivano.
[3] Al contrario degli altri, Daenerys sembra immune al fuoco: quando solleva l'uovo dalle braci, la sua pelle, a differenza di quella di Irri, non presenta alcuna scottatura.
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SPAZIO DELL'AUTRICE:
Questa drabble è stata scritta per Drabbleggiamo?, contest organizzato sul forum di Efp da Grazianaarena. Il titolo della drabble, che conta novanta parole esatte, è una citazione dal racconto Il cavaliere misterioso, che narra le gesta di Egg, cioè Aegon V Targaryen, e di Duncan l'Alto.
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Capitolo 5 *** Amore ***
V
Amore
Inquinato dalla vergogna della povertà e dell'esilio, il sentimento che li unisce: lede la carne, veste la pelle di macchie quando il drago viene liberato[1].
I cuori gentili sono per i fortunati, e lei non ha avuto affetto fuori dalla porta rossa della dolce casa braavosiana[2] – solamente sogni lontani e doni troppo generosi, che spaventano; ferite che vengono dalla bocca incurvata, dalle mani impazienti di Viserys.
Nessun mercante ama la sua merce – chi può amare le cose, le bestie o gli schiavi?
«Darei il consenso a tutta la tribù di fotterti, tutti i quarantamila uomini coi loro cavalli, se fosse necessario», sussurra suo fratello. Prima di un bacio.
NOTE:
[1] Mi riferisco, naturalmente, alla minaccia solita che Viserys adoperava per spaventare la sorella.
[2] La casa dove, per un po' di tempo, Daenerys e Viserys vissero, sotto la protezione di Willem Darry.
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SPAZIO DELL'AUTRICE:
Questa drabble è stata scritta per Drabbleggiamo?, contest organizzato sul forum di Efp da Grazianaarena.
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