Defeat me

di Recchan8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Appearance ***
Capitolo 2: *** Deal ***
Capitolo 3: *** Drastic Solution ***
Capitolo 4: *** Aim ***
Capitolo 5: *** Amended Deal ***
Capitolo 6: *** Enjoy ***
Capitolo 7: *** Spite ***
Capitolo 8: *** Spotlights ***



Capitolo 1
*** Appearance ***


Quando aprì gli occhi, si rese conto di non trovarsi nella stanza dell'albergo a due stelle in cui alloggiava da un paio di giorni: non le sembrava di ricordare che il letto fosse a due piazze e che la parete a destra del letto fosse una finestra a nastro che si affacciava su di un'immensa distesa di edifici e palazzi.
Si alzò lentamente a sedere e si stropicciò gli occhi, guardandosi attentamente intorno. Sembrava una stanza di un hotel di lusso: c'erano due poltrone e un divano a sinistra del letto, e davanti a esso un grande tavolo rotondo di vetro con quattro sedie; un lampadario di cristallo regnava sull'enorme camera e il pavimento era ricoperto da una morbida moquette bordeaux; le tende della finestra a nastro erano in tinta con la moquette e...
Se ne rese conto solo allora: non era sola.
C'era un ragazzo appoggiato alla parete di fronte al letto. La lieve luce dell'alba lo aveva aiutato a nascondersi nella penombra.
-"Ehi"- lo chiamò decisa.
Il ragazzo, le braccia incrociate al petto, non si mosse. La ragazza si tolse il lenzuolo di dosso e si alzò in piedi, continuando a tenere gli occhi fissi sulla figura davanti a lei.
-"Ehi!"- ripeté. -"Sei stato tu a portarmi qui, vero? Dove sono?"-.
Finalmente il ragazzo si mosse e la luce lo colpì: indossava una maglia nera aderente e senza maniche con disegnati sul petto un cuore e un rombo rossi, dei pantaloni bianchi, delle scarpe nere coi tacchi e la punta all'insù, dei bracciali dorati sotto le spalle e ai polsi; i capelli mossi arancioni erano tirati all'indietro e sugli zigomi aveva una stella e una lacrima. Il ragazzo mosse qualche passo in avanti e incrociò nuovamente le braccia al petto. La squadrò da capo a piedi più volte e aggrottò le sopracciglia fini.
-"Permettimi di farti una domanda"- disse andando a sedersi su una delle sedie attorno al tavolo di vetro. -"Perché... sei in intimo?"-.
La ragazza abbassò di scatto la testa e constatò con orrore che il tipo di fronte a lei aveva ragione: era davvero in reggiseno e slip. Dov'erano finiti i suoi vestiti? Si guardò intorno ma non li vide da nessuna parte. Che il ragazzo-pierrot l'avesse spogliata e le avesse nascosto i vestiti? Che fosse uno di quei maniaci feticisti che si divertono a collezionare gli indumenti delle ragazze carine?
Con uno strattone tolse il lenzuolo dal letto e se la avvolse frettolosamente intorno al corpo. Indietreggiò di qualche passo fino ad avere le spalle contro il muro e cercò con lo sguardò qualcosa con cui difendersi; purtroppo, l'unico oggetto vagamente difensivo e allo stesso tempo offensivo era il cuscino. Se avesse usato i poteri del suo Nen, avrebbe rischiato di mandare in pezzi l'intera camera e di uccidere sul colpo il ragazzo, a meno che non fosse un maniaco in gamba. Purtroppo, a volte le accadeva di non riuscire a controllare il suo Nen.
-"Perché ti sei coperta? Avevo voglia di ammirarti ancora per un po'..."- disse il ragazzo maliziosamente.
-"Maniaco...!"- sibilò a denti stretti. Allora era proprio come aveva pensato. Strinse i pugni e sentì il sangue ribollirle nelle vene. No, doveva in tutti i modi tentare di mantenere la calma.
Il ragazzo si alzò e le si avvicinò. Le afferrò il mento con due dita e avvicinò il viso della ragazza al suo.
-"Io sarei un maniaco? Sei tu che ti sei intrufolata nella mia stanza"- sussurrò.
Non riuscì a ribattere subito: era rimasta incantata dagli occhi gialli da Stregatto del ragazzo.
-"Cosa?"- domandò poi riprendendosi.
-"Hai capito. Non fare la finta tonta e dimmi come hai fatto a entrare qua dentro... E anche per quale motivo l'hai fatto"-.
Improvvisamente sentì qualcosa di affilato contro il collo. Pensò si trattasse di un coltello, ma quando abbassò lo sguardo, la ragazza si rese conto che era una carta da gioco: un sei di picche. I suoi occhi verdi incontrarono quelli gialli del ragazzo, che le sorrisero sornioni.
-"...Non lo so"- disse tentando di essere più calma possibile. -"Ero convinta fossi stato tu a rapirmi e a portarmi qui"-.
Gli occhi le caddero sulla carta da gioco. Che il ragazzo-pierrot avesse davvero intenzione di tagliarle la gola con una semplice carta? Quanto doveva essere affilata?
-"Davvero? Che strana situazione... In questo caso, lasciami porti un'ultima domanda: preferisci morire ora o adesso?"-.
Lo guardò negli occhi, spaventata: faceva sul serio.
-"Hai tre secondi per rispondere. Uno... Due..."-.
La ragazza scansò con decisione la mano del ragazzo, lo spinse all'indietro e gli assestò un calcio nello stomaco. Il ragazzo si accasciò a terra, così la ragazza ne approfittò per gettarsi sulla porta... che era chiusa a chiave.
-"Lasciamelo dire"- disse il ragazzo alzandosi in piedi. -"Mi hai davvero sorpreso. I miei complimenti. Ti meriti un premio"-.
La ragazza si sentì improvvisamente tirare verso di lui. Si aggrappò alla maniglia della porta, ma la forza era troppo potente. Era come se un filo molto resistente la stesse tirando per le spalle. Finì dritta tra le braccia del ragazzo-pierrot, che si chinò e la guardò negli occhi.
-"Sì, decisamente"- mormorò, e la baciò violentemente, ficcandole la lingua in bocca e intrecciando una mano tra i capelli di lei, facendo in modo che non potesse tirarsi indietro. La ragazza, però, era più forte di quanto si aspettasse: gli tirò uno schiaffo sonoro, gli torse il polso e si liberò. Lo strano tipo la guardò con gli occhi socchiusi e un sorrisino compiaciuto sulle labbra; si passò una mano sulla guancia dove era appena stato colpito e si lasciò scappare una lieve risata.
-"Ma come siamo violenti!"-.
-"Sei tu quello violento! Cosa vuoi da me?!"- gridò lei. Sentì la mano diventare improvvisamente bollente, e per un attimo pensò di fregarsene di tutto e di utilizzare il potere del suo Nen.
Il ragazzo rimase immobile in silenzio per qualche secondo, poi sorrise di nuovo e si diresse verso la porta della camera. Posò una mano sulla maniglia e si voltò.
-"Il tuo nome?"- le domandò.
-"Hylia"- rispose lei senza pensare.
-"Divertiti durante la mia assenza... Hylia!"-.
Fece per uscire quando Hylia lo richiamò.
-"Non mi hai detto il tuo!"-.
-"Hisoka"- rispose il ragazzo-pierrot senza voltarsi. Aprì la porta e uscì, chiudendo a chiave Hylia dentro la camera.





NOTE DELL'AUTRICE
I primi tre capitoli di questa fanfiction risalgono a quasi due anni fa D: Sistemando i file del mio PC mi sono ricordata della sua esistenza e sì, ho deciso di metterla qui su EFP e di continuarla. 
La storia si svolge durante la saga dell'Arena Celeste (come si capirà nel capitolo successivo). Non sarà una fanfiction lunga come "Le Bizzarre Avventure di JoJo: Deep Memories", ma nemmeno breve come "Just be Friends"; credo che come lunghezza si avvicinerà a "Chance".
A presto col prossimo capitolo! ^^

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Capitolo 2
*** Deal ***


Hylia tentò più volte di aprire la porta, ma ogni suo sforzo si era rivelto vano. Avrebbe potuto sfondarla utilizzando il Nen, ma voleva davvero fuggire in reggiseno e slip? Non sapeva neanche dove si trovasse, avrebbe potuto esserci gente peggiore di Hisoka oltre quella porta. Prima di tutto doveva capire in che razza di posto fosse capitata, in che modo ci era arrivata, e che fine avessero fatto i suoi vestiti e la sua borsa.
E, soprattutto, chi diavolo fosse Hisoka.
Doveva per forza aver utilizzato lo Zetsu, l'annullamento dell'anima, altrimenti non sarebbe riuscita a spiegarsi per quale motivo non si fosse accorta della sua presenza. No, molto probabilmente si era servito dell'In, la forma avanzata dello Zetsu.
Lasciò il lenzuolo sul letto e si aggirò per la camera in intimo. Aprì la cabina armadio, convinta di trovare là dentro i suoi vestiti, ma vi trovò solamente una miriade di abiti simili a quelli che indossava Hisoka, però di colori diversi. Hylia scosse la testa e si convinse acora di più di avere a che fare con un manicao utilizzatore di Nen, ergo un maniaco molto pericoloso.
Si spostò nel bagno, grande quasi quanto metà della camera, e non riuscì a resistere alla tentazione di guardarsi allo specchio. Se ne pentì subito. Si avvolse i capelli mossi color cannella in un asciugamano e si sciacquò il viso. Gli occhi le caddero su dei trucchi abbandonati alla rinfusa sul bordo del lavandino e stentò a credere che appartenessero a Hisoka. Si trattava di un eyeliner nero e di almeno cinque o sei matite colorate. Lì per lì rimase basita, poi si ricordò dei disegni sugli zigomi del ragazzo: non erano dei tatuaggi ma dei disegni che lui, evidentemente, si faceva ogni mattina. Quindi forse... Cercò un porta lenti ma non lo trovò da nessuna parte.
-"I suoi occhi sono davvero gialli..."- sussurrò pensosa. -"Come il topazio..."-.
Si rese conto di quello che aveva appena detto e si diede due schiaffetti sulle guance: non era il momento di perdersi in simili pensieri, doveva assolutamente escogitare un piano per uscire da quella camera causando meno danni possibili.
Hylia non era come suo fratello maggiore. Lui non si preoccupava minimamente delle conseguenze delle sue azioni, agiva e basta. Era stato lui a insegnarle i quattro principi fondamentali del Nen e ad accorgersi che il suo Nen apparteneva alla Manipolazione: Hylia era riuscita a svilupparlo in modo da controllare il suo sangue, fino a usarlo come arma. Dopo averle insegnato le basi del Nen, suo fratello aveva lasciato la famiglia per sostenere l'esame per diventare Hunter. L'aveva superato, ma non aveva più fatto ritorno a casa e non aveva fatto avere sue notizie. Erano passati due anni da quando suo fratello aveva sostenuto l'esame, e Hylia si era decisa a partire alla sua ricerca. Anche lei sostenne l'esame e lo superò. Sfruttando la licenza da Hunter aveva iniziato a raccogliere informazioni su Nile, conosciuto come "l'Hunter glaciale".
Hylia riemerse dal fiume dei suoi ricordi e, dopo essersi tolta l'asciugamano dalla testa, uscì dal bagno e andò a sedersi su di una poltrona. Lanciò un'occhiata fuori dalla finestra e, a giudicare dall'altezza del sole, pensò che dovessero essere più o meno le otto del mattino. C'era una televisione a schermo piatto appesa alla parete di fronte alla poltrona dove si era seduta. La accese e il volume troppo alto la spaventò.
-"Buongiorno a tutti!"- esclamò una ragazza coi codini fucsia e un microfono in mano. -"Qui è Lily che vi parla, la vostra speaker preferita in diretta dall'Arena Celeste!"-.
-"Arena Celeste?"- ripeté Hylia abbassando il volume della televisione. Aveva già sentito nominare quel posto da qualche parte.
-"Tra meno di un'ora avrà luogo il primo incontro della giornata, nonché il più atteso!"-.
La speaker scomparve e al suo posto mandarono le immagini di un'arena composta da lastre bianche e circondata da spalti stracolmi di persone euforiche.
-"Proprio così, amici spettatori! La vostra Lily seguirà in diretta e commenterà per voi lo scontro tra Nemell e Hisoka, il ragazzo che sta scalando i piani dell'Arena Celeste a una velocità impressionante! La regia mi dice infatti che Hisoka vanta ben cinque vittorie e zero sconfitte!"-.
Sullo schermo passarono alcuni spezzoni presi dai video dei combattimenti di Hisoka. Per qualche strano motivo, sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Prese il lenzuolo dal letto e se lo avvolse intorno al corpo, tornando poi a guardare la televisione con gli occhi spalancati. Stando a quanto stava dicendo la speaker, Hisoka aveva vinto tutti gli incontri in meno di un minuto, e solo una volta su cinque l'avversario non aveva subito danni permanenti. Quello con cui Hylia aveva a che fare non era un semplice maniaco combattente.
L'Arena Celeste era un grattacielo composto da più di duecento piani in cui si riunivano i combattenti più esperti e più forti per disputare incontri in cui il vincitore guadagnava un'ingente somma di denaro. Per chi amava combattere ed era forte, frequentare l'Arena Celeste era un metodo veloce e pratico per racimolare soldi. Una volta superato il centesimo piano, si aveva diritto a una stanza dove alloggiare; Hisoka quindi aveva superato il centesimo piano dell'Arena.
-"Attenzione!"- esclamò a un certo punto Lily. -"Mi comunicano che Nemell ha abbandonato l'incontro!"-. Dalla folla emersero boati di disappunto. -"Hisoka guadagna la sua sesta vittoria consecutiva e il diritto di avanzare fino al centoquindicesimo piano!"-.
Hylia spense la televisione e gettò il telecomando sul divano accanto alla poltrona. Aveva sentito abbastanza e si era resa conto che la sua fuga sarebbe stata molto più difficile del previsto. Probabilmente la cosa migliore da fare era chiamare aiuto all'esterno. Quel ragazzo era troppo pericoloso. Aveva quasi ferito a morte un avversario servendosi solamente di un mazzo di carte.
Come i suoi vestiti, anche la sua borsa era sparita, e con essa il cellulare. Fece per buttarsi sul telefono della camera, ma si bloccò quando sentì la porta aprirsi.
-"Buongiorno!"- esclamò Hisoka chiudendosi la porta alle spalle. -"Ancora con il lenzuolo?"-.
Hylia gli lanciò un'occhiata sprezzante e si girò dall'altra parte, ignorando la sua frecciatina.
-"L'incontro che ho appena visto alla televisione era una registrazione?"- gli domandò.
-"No"-.
Hisoka era tornato in camera in meno di dieci secondi. Impressionante.
-"Con permesso"- disse il ragazzo sparendo dietro al bagno. Pochi secondi dopo Hylia sentì scorrere l'acqua della doccia. Si alzò lentamente in piedi e si avvicinò alla porta della camera, convinta di trovarla aperta.
-"Maledizione...!"- sibilò.
Si guardò intorno ma non vide da nessuna parte nemmeno l'ombra di una chiave. Il rumore dell'acqua si interruppe e Hisoka rise.
-"E' inutile che ci provi, è chiusa!"-.
-"Me ne sono accorta, grazie tante!"- sbottò Hylia.
Hisoka rise nuovamente e riaprì l'acqua della doccia.
-"Guarda sotto il letto!"- disse cercando di sovrastare lo scroscio dell'acqua.
Hylia alzò un sopracciglio e guardò la porta del bagno strizzando gli occhi. Che Hisoka la stesse prendendo in giro? C'era davvero la chiave sotto al letto? C'era un solo modo per scoprirlo. Fece dietrofront, allungò una mano sotto al letto e tastò qualcosa di morbido. Non era la moquette... Si trattava dei suoi vestiti e della sua borsa. Li recuperò e diede loro una rapida controllata, verificando che non fossero sporchi o scuciti: era tutto a posto. Passò poi a controllare il contenuto della borsa e si sentì un po' più sollevata quando trovò il suo portafoglio, la foto di suo fratello, la licenza da Hunter e la collana con una falce di luna come pendente. Se la rimise subito al collo per sicurezza.
-"Visto?"- disse Hisoka comparendo alle sue spalle.
Hylia si alzò di scatto in piedi, stringendo al petto le sue cose. Quel ragazzo faceva un uso spropositato di In; evidentemente amava spaventare a morte le persone.
-"Quindi ammetti di avermi rapita”- iniziò Hylia. -”Altrimenti non vedo come..."-. Si bloccò. Credeva che Hisoka si fosse rivestito prima di uscire dalla doccia, invece aveva solamente un asciugamano avvolto attorno ai fianchi. Aveva un fisico asciutto ma allo stesso tempo ben scolpito; di sicuro era un ragazzo agile e forte. Era struccato e i capelli bagnati gli ricadevano in parte sugli occhi. Per un attimo Hylia si perse nella sua contemplazione e finì persino per pensare che fosse un ragazzo attraente.
-"Assolutamente no. Purtroppo non sono stato io a spogliarti"- disse Hisoka mettendosi le mani sui fianchi. La sua voce aveva tradito una certa nota di rammarico che aveva fatto rabbrividire Hylia. -"Quando sono tornato qui ieri notte ti ho trovata nel mio letto senza vestiti"-.
-"Allora perché non mi lasci andare via?"- gli domandò.
Hisoka tornò in bagno e poco dopo ne uscì con un altro asciugamano in testa. Si sedette su una poltrona e iniziò ad asciugarsi i capelli. Solo allora Hylia notò l'enorme tatuaggio sulla schiena di Hisoka: un ragno nero a dodici zampe con un 4 disegnato sull'addome. Le ricordava qualcosa, ma in quel momento non riuscì a collegarlo a niente.
-"Carpe diem"- disse Hisoka.
-"Cosa?"-.
A un tratto i vestiti e la borsa che Hylia teneva stretti al petto le caddero dalle braccia e si sentì strattonare per un polso: doveva trattarsi di nuovo della forza di prima. Piantò i piedi per terra e si oppose con tutte le sue forze.
-"Hai detto di chiamarti Hylia, giusto? Dì un po', Hylia... Sai cos'è il Nen?"-.
Doveva pensare a come liberarsi dalla sua presa e magari anche a capire che tipo di tecnica Hisoka stesse utilizzando; decise così di mentire.
-"No"- disse a denti stretti.
Hisoka socchiuse gli occhi e sorrise beffardo.
-"Non sei brava a mentire..."-.
Hylia sussultò e si girò di scatto. Se lo ritrovò di fronte, con ancora l'asciugamano attorno ai fianchi e il secondo sulla testa; indietreggiò di un passo ma il ragazzo la afferrò per un braccio e la tirò verso di sé.
-"Sei un Hunter, non puoi non conoscere il Nen"- disse, il suo viso a pochi centimetri da quello di Hylia.
-"Hai frugato nella mia borsa!"- esclamò lei indignata.
-"Ti propongo un patto"- disse ignorandola. -"Combattiamo. Se vinci tu ti lascerò andare. Se vinco io..."-. Prese il pendente a falce di luna e cominciò a rigirarselo tra le dita. Chiuse di scatto la mano intorno a esso e la guardò negli occhi.
-"Se vinci tu...?"- lo incalzò Hylia.
-"Sarai mia per sempre"- le sussurrò nell'orecchio, facendo poi roteare la punta della lingua attorno al lobo. Lasciò la presa sulla collana e si allontanò di qualche passo, godendosi l'espressione sconvolta sul viso di Hylia.
-"Allora? Accetti?"-.
Portandosi una mano all'orecchio, gli occhi le scivolarono sul pendente della sua collana e decise di tentare. Hisoka era sicuramente un avversario temibile, ma lei non era da meno. Se il gruppo sanguigno di Hisoka fosse stato uguale al suo, con un po' più di concentrazione avrebbe potuto manipolare il sangue del ragazzo, e a quel punto per lui sarebbe stata la fine. Nel caso in cui il suo gruppo fosse stato diverso, Hylia si sarebbe arrangiata col suo stesso sangue. In sintesi, era sicura di avere la vittoria in pugno.
-"Accetto"- disse Hylia. -"Ma prima vorrei vestirmi. E, ti prego, fallo anche tu"-.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Drastic Solution ***


Hisoka uscì dalla cabina armadio con lo stesso completo nero e bianco. Notò l'occhiata di disappunto di Hylia e fece spallucce.
-"Ne ho più o meno cinque di questi"-.
Hylia finì di abbottonarsi la camicietta bianca e levò dalla tasca posteriore degli shorts di jeans gli spiccioli che le erano avanzati dalla cena della sera precedente. Si allacciò gli anfibi e si stiracchiò le braccia, preparandosi allo scontro. All'ultimo si ricordò del pacchetto di caramelle che teneva nella borsa. Ne mangiò una, sotto le occhiate curiose di Hisoka.
-"Dove andiamo?"- gli domandò ignorandolo e mettendosi la borsa a tracolla. Hisoka alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere.
-"Da nessuna parte! Lotteremo qui"-.
Lo guardò, convinta che stesse scherzando.
-"D'accordo. Dove andiamo?"- ripeté.
Hisoka estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni un mazzo di carte e ne prese cinque in mano.
-"Non ho mai combattuto contro una ragazza... Dev'essere di sicuro emozionante!"-.
Con un rapido movimento del polso lanciò una carta che le sfiorò la guancia: Hisoka aveva appena dato inizio al duello. Hylia sentì il sangue fuoriuscire dal taglio e colare lentamente verso il mento. Passò due dita sul rivolo di sangue, lo condensò fino a farlo cristallizzare e lo lanciò contro Hisoka sotto forma di tre aghi appuntiti. Hisoka li schivò agilmente e frappose tra lui e la ragazza il tavolo di vetro.
-"Quale sarà il tipo del tuo Nen?"- si domandò a voce alta, mescolando il mazzo di carte. -"Concretizzazione? Hai creato quegli aghi sottili dal nulla..."-.
-"Sei fuori strada"- gli disse Hylia lanciandogli un altro ago di sangue.
Hisoka, schivato anche quello grazie al dorso di una carta, alzò gli occhi dal mazzo e la scrutò in viso. I suoi occhi gialli si soffermarono sul taglio sulla guancia e Hylia vide gli angoli della sua bocca alzarsi.
-"Capisco... Ora il tuo pendente ha senso. Capisco perché sia così affilato"-.
Si lanciò verso la ragazza, col chiaro intento di strapparle dal collo la collana. In quei pochi secondi Hylia si tagliò il palmo della mano con la falce di luna. Manipolò il sangue e gli diede la forma di uno stiletto. Hisoka scomparve dal suo campo visivo e annullò la sua aura. Quella camera era dannatamente grande e la luce non era sufficiente a illuminarla tutta. Dove si era cacciato il pierrot?
-"La tua pelle è bianca come la neve"- lo sentì dire da qualche parte. -"E il motivo è la particolarità del tuo Nen. Tu appartieni alla Manipolazione e hai deciso di specializzarti nella manipolazione del sangue. Ciò implica che nei combattimenti utilizzi il tuo stesso sangue... E questo comporta delle crisi anemiche. Sbaglio? Ah, e anche dei frequenti cali di zuccheri. Si spiega così la caramella che hai mangiato prima"-.
Finalmente Hylia avvertì la sua presenza, ma ormai era troppo tardi. Hisoka ricomparve alle sue spalle, le passò un braccio intorno alla vita e le strappò la collana dal collo.
-"Questa la tengo io"- disse avvicinando le labbra all'orecchio di Hylia.
La ragazza tentò di colpirlo con l'impugnatura dello stiletto, ma il colpo finì nel vuoto. Si voltò e ricevette un pugno nello stomaco. Non era un problema, incassare colpi faceva parte della sua strategia: più sangue fuoriusciva, più possibilità aveva di uccidere l'avversario. Suo fratello Nile le aveva insegnato a combattere col Nen, ma non a mani nude. Nei combattimenti corpo a corpo Hylia era nettamente in svantaggio.
Si rialzò in piedi, sputò del sangue nel palmo della mano e lo plasmò a forma di due kunai che lanciò intorno a sé, nella speranza di scovare Hisoka che era nuovamente sparito. Tese lo stiletto di fronte a sé e respirò lentamente, cercando di fare meno rumore possibile e di tendere le orecchie. Quattro carte arrivrono dalla sua destra; le deviò con una parete di sangue che subito dopo l'impatto tornò allo stato liquido, macchiando la moquette.
-"Questo mi costerà parecchio"- disse Hisoka con un finto tono dispiaciuto.
Riapparve alla sinistra di Hylia, la prese per le spalle e le leccò la guancia, eliminando il sangue rimasto dal piccolo taglio. Hylia sciolse lo stiletto e, stringendo la mano volutamente ferita, si fece uscire altro sangue per creare una katana. Tirò un fendente e riuscì a ferire Hisoka al braccio. Il ragazzo-pierrot indietreggiò con un balzo e si guardò il taglio, alzando un angolo della bocca.
-"Ma dai..."-.
Quello era il momento giusto. Hylia lasciò sciogliere la katana e concentrò il Nen sul sangue di Hisoka. Probabilmente Hisoka capì quello che stava succedendo, perché per un attimo passò nei suoi occhi un lampo di sorpresa. Purtroppo Hylia si rese conto troppo tardi di essere caduta nella sua trappola. Il sangue di Hisoka non era del suo stesso gruppo sanguigno, e quando la ragazza tentò di creare una nuova arma, Hisoka si avvicinò lentamente a lei, battendo le mani.
-"Lo show è terminato!"- proclamò.
Hylia lo fissò, i suoi occhi pieni di odio, e si guardò intorno cercando qualcosa con cui tagliarsi: Hisoka le aveva sottratto la collana, e, per qualche assurdo motivo, sul palmo della sua mano era già iniziata la coagulazione del sangue.
-"Il mio Nen appartiene alla Trasformazione. Hai presente la forza che ti ha attirato a me? Be', si trattava di fili composti da Nen elastico, la stessa sostanza che ha bloccato la fuoriuscita del sangue dalla tua mano. Guardare per credere! Usa il Gyo"-.
Hylia non se lo fece ripetere due volte. Concentrò la sua aura negli occhi e solo allora si accorse dei fili rosa che le avvolgevano il braccio e il palmo della mano. Tentò di strapparli, ma, come aveva detto Hisoka, erano composti da Nen elastico e vischioso.
-"Hai sviluppato un'abilità interessante"- continuò poi Hisoka. Posò il mazzo di carte sul tavolo e attirò nuovamente a sé Hylia. Utilizzando il Nen, le legò i polsi dietro la schiena e la afferrò per i fianchi. -"Chi te l'ha insegnata? Il tuo caro fratello?"- le domandò sorridendo malignamente.
Hylia spalancò gli occhi e avvertì un moto di rabbia pervaderle il corpo.
-"Come fai a saperlo?! L'hai incontrato?!"- gridò.
-"Incontrato e ucciso"- disse Hisoka. Guardò con piacere gli occhi della ragazza riempirsi di lacrime, poi scoppiò a ridere e le sfiorò la guancia con un dito. -"Sto scherzando!"- esclamò trattenendo a stento le risate.
-"Stai scherzando...?"- riuscì a domandare Hylia con un fil di voce.
-"Chissà!"-.
A quel punto, accecata dalla rabbia e dalla frustrazione, la ragazza compì un gesto che nessuno dei due si sarebbe aspettato. Tirò con forza una testata a Hisoka, abbastanza forte da far svanire il Nen che le bloccava i polsi e da farle annebbiare la vista, facendola svenire e stramazzare al suolo.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Aim ***


"Una testata. Ma davvero?".
Hisoka lanciò un'occhiata a Hylia stesa priva di sensi sul suo letto e scosse la testa. Si poteva davvero essere così stupidi? Come le era venuto in mente di tirargli una testata?
Era incuriosito dal potere del suo Nen. Non aveva mai incontrato una persona specializzata nella manipolazione del sangue. Quando Hylia aveva tentato di manipolare il sangue di Hisoka... A quel ricordo, il ragazzo-pierrot si sentì pervadere da una strana sensazione e un brivido gli percorse la schiena. Se Hylia fosse riuscita nel suo intento, probabilmente Hisoka sarebbe morto. Fortunatamente per lui, la ragazza era stata istruita male e non sapeva che per controllare il sangue dell'avversario c'era bisogno di una tecnica dell'Emissione. Lei, appartenente alla Manipolazione, poteva imparare una tecnica legata all'Emissione e diventare una dominatrice del sangue?
"Cosa succederebbe se lo diventasse?", si chiese Hisoka divertito. "Potrebbe essere interessante", sorrise.
Prese la borsa della ragazza dalla cabina armadio e cercò la foto del fratello di Hylia. Gettò la borsa ai piedi del letto, si lasciò cadere su una delle poltrone e osservò la foto che aveva già guardato precedentemente. Quel ragazzo aveva un che di familiare: gli occhi verdi e vispi, i capelli castano ramato tagliati corti, il naso stretto e all'insù, e il neo sotto il labbro inferiore... Dove lo aveva già visto? Fece spallucce e lasciò la fotografia sul bracciolo della poltrona.
Probabilmente era stato lui a istruire la sorella, e, evidentemente, lo aveva fatto male. Forse volutamente. Quali erano le possibili conseguenze di una tecnica del genere? Crisi anemiche, cali di zuccheri, e, nel peggiore dei casi, morte per dissanguamento. Hisoka aveva notato che Hylia non utilizzava mai il sangue che toccava il suolo, ma solo quello che le usciva dal corpo. Perché?
"Perché le mancano i fondamenti dell'Emissione, ecco perché. Se riuscisse a impararli, non solo potrebbe manipolare il proprio sangue caduto a terra, ma anche quello degli altri... Le manca un insegnante disposto a prenderla sotto la sua ala protettrice... Che fortuna che ha avuto a capitare qui!".
Annuì lentamente, pensando a quanto potenziale avesse quella ragazza. Socchiuse gli occhi e si trattenne dallo scoppiare a ridere. Lanciò un'occhiata a Hylia e si passò la punta della lingua sulle labbra. Si immaginò la sua pelle candida come la neve striata di un bellissimo rosso scarlatto e i suoi occhi verdi sbarrati, rivolti verso di lui in una silenziosa preghiera. Hisoka, allo stesso tempo, si sentiva attratto e minacciato da quella misteriosa ragazza. Sì, si sarebbe divertito molto con lei.
"E una volta che sarà diventata una manipolatrice del sangue, una degna avversaria... la ucciderò".

 

 

NOTE DELL'AUTRICE
Capitolo brevissimo. La sua "lunghezza" è dovuta alla mia scelta di isolare i pensieri di Hisoka dalla storia. Il nostro pierrot, pur non avendo la più pallida idea di come Hylia sia finita nella sua camera, decide di compensare gli insegnamenti mancanti di Nile e di istruire la ragazza affinché diventi un'abilissima Hunter, per poi combattere contro di lei e ucciderla. Un bel passatempo, insomma!
Molto probabilmente, per compensare la lunghezza di questo capitolo, pubblicherò anche il prossimo :)
Alla prossima! ^^

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Capitolo 5
*** Amended Deal ***


Hylia guardò il suo piatto, quello di Hisoka e infine la faccia del ragazzo, che la stava fissando con le mani congiunte sotto al mento e gli occhi ridotti a due fessure.
-"Ripetimi per quale motivo mi sono fatta trascinare qui"- disse finalmente.
-"Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala!"- rispose Hisoka senza muoversi di un millimetro.
Hylia alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.
-"Ieri sera ti sei dimenticata di ritirare i soldi dal tuo conto e stamattina ti sei accorta che quei pochi spiccoli che tenevi nelle tasche degli shorts non ti sarebbero bastati per il pranzo. Giusto?"-.
"Maniaco saccente", pensò Hylia sprezzante.
Dopo averla svegliata, Hisoka le aveva proposto di pranzare insieme in un ristorante nei dintorni dell'Arena Celeste.
-"A pranzo col mio rapitore? Non se ne parla proprio!"- aveva esclamato.
-"Ma io non sono il tuo rapitore, te l'ho già detto"- aveva replicato con calma Hisoka.
-"Già, scusa. A pranzo con un maniaco? Non se ne parla proprio!"-.
-"Ma io non..."-.
-"Ho detto no! Lasciami andare via. Faremo finta di non esserci mai incontrati e tutto tornerà alla normalità. Che ne dici?"- gli aveva proposto. Si era messa in spalla la borsa e si era avviata verso la porta. Hisoka l'aveva seguita con lo sguardo ed era scoppiato a ridere, dicendole poi che il pranzo lo avrebbe offerto lui e che le conveniva accettare l'invito.
-"E' una minaccia?"- aveva domandato Hylia guardinga.
-"Oh, no. E' un consiglio"-.
-"Chi mi garantisce che, una volta fuori da qui, tu non mi ucciderai?"-.
-”E chi mi garantisce che, una volta fuori da qui, tu non fuggirai?”- l'aveva imitata.
-”Aah, lo farò di sicuro!”- aveva ringhiato Hylia.
-"Sai, io non ho alcuna intenzione di ucciderti. Parola di Hunter"- aveva giurato Hisoka mettendosi una mano sul cuore.
Hylia lo aveva guardato, alzando un sopracciglio.
-"Hunter?"-.
Il ragazzo-pierrot aveva tirato fuori dai pantaloni bianchi una tesserina e l'aveva lanciata verso Hylia. La ragazza l'aveva afferrata al volo ed era impallidita nel constatare che si trattava proprio di una licenza da Hunter. Aveva alzato di scatto la testa verso Hisoka, gli occhi spalancati per la sorpresa.
-"Già, sono un Hunter. E ti dirò di più: non ti conviene fuggire, so della tua promozione fantasma"-.
-"...Come fai a saperlo?"- gli aveva domandato Hylia portandosi una mano alla collana. Nessuno, a parte il presidente Netero e gli Hunter sostenitori delle prove dell'esame, era a conoscenza della sua promozione poco ortodossa.
-"Allora... Andiamo a pranzo?"- le aveva chiesto con un sorrisino sulle labbra.
Hylia si passò una mano sul viso e lanciò un'occhiataccia a Hisoka, il quale le rispose con una strizzatina d'occhio. Come diavolo era venuto a conoscenza della sua promozione? Che avesse sostenuto l'esame con lei e, a un certo punto, l'avesse vista sparire?
-"Che esame hai...?"- iniziò.
-"Duecentosettantaseiesimo"- rispose subito Hisoka.
"Merda!", pensò la ragazza. "Deve averlo notato!".
-"Stai tranquilla, non siamo qui per parlare della tua promozione fantasma"- la rassicurò appoggiandosi allo schienale della sedia e incrociando le braccia al petto. Squadrò la cameriera che era venuta a portare loro il conto e storse le labbra. -"Ho visto di meglio..."- mormorò.
-"Che stai facendo?!"- gli domandò Hylia.
Hisoka la guardò e alzò le mani.
-"Sono un uomo, non te ne sei accorta?"-.
-"Sei un pervertito"- lo corresse.
Hisoka liquidò la faccenda con un gesto della mano e appoggiò un gomito sul tavolo, sorreggendosi la testa con una mano.
-"Come ti stavo dicendo prima, non siamo qui per parlare di te o di me, ma per parlare di noi"-.
-"Noi?!"- esclamò Hylia, facendo girare nella loro direzione i vicini di tavolo.
-"Ho una proposta da farti"- disse Hisoka ignorando Hylia e gli sguardi curiosi della gente del ristorante. Evidentemente l'avevano riconosciuto. -"Rimani insieme a me e lascia che ti insegni a usare il Nen"-.
La proposta del ragazzo spiazzò Hylia. Corrugò la fronte e cercò di capire se fosse serio o se la stesse prendendo in giro. Un Hunter maniaco e pervertito come maestro?
-"Rifiuto"- disse con decisione.
Hisoka chiuse gli occhi annuì.
-"Sapevo avresti risposto così. Be', lascia che ti spieghi un paio di cosette. Il tuo Nen appartiene alla Manipolazione e tu sai usare solo tecniche legate alla Manipolazione. Sapevi che, con un po' di allenamento, è possibile imparare tecniche delle altre categorie?"-. Dallo sguardo di Hylia comprese che la ragazza, come si era immaginato, non lo sapesse. -"Bene. E sapevi che ora, con le tue conoscenze, ti è impossibile manipolare il sangue altrui, anche se del tuo stesso gruppo sanguigno? Quello che ti propongo è di accettare i miei insegnamenti. Non mi sembra una cosa tanto sconveniente, non trovi?"-.
Hylia abbassò lo sguardo sul suo piatto; pochi secondi dopo venne portato via dalla stessa cameriera di prima, e Hylia si ritrovò a fissare la tovaglia blu cobalto. Possibile che suo fratello l'avesse ingannata? Le aveva detto che era impossibile imparare tecniche appartenenti alle altre categorie del Nen; perché il maniaco che aveva tentato di ucciderla e l'aveva poi portata a pranzo stava sostenendo il contrario?
-"Stai mentendo"- disse Hylia dopo un po'.
-"Assolutamente no"- rispose Hisoka scuotendo lievemente la testa. -"Puoi rivolgerti a qualunque specialista di Nen; ti direbbe esattamente ciò che ti ho detto io. Provare per credere"-.
-"Cosa ci guadagneresti a insegnarmi a padroneggiare la manipolazione del sangue?"-.
Hisoka sorrise e si alzò dal tavolo.
-"Niente. Solo del puro e semplice divertimento"- sussurrò chinandosi su di lei. Sorrise nuovamente e andò alla cassa a pagare il conto. Hylia, presa com'era dal suo dilemma interiore, si rese conto del vociare intorno a lei solo qualche minuto più tardi.
-"Quello è Hisoka, vero?"-.
-"Il combattente dell'Arena Celeste!"-.
-"E' uno dei prodigi di questo periodo! Ho sentito che ci sono anche due ragazzini che stanno facendo impazzire il pubblico"-.
-"E' la prima volta che lo vedo di persona. Certo che è un tipo niente male!"-.
"Bla bla bla", pensò Hylia irritata. "Ma guarda, il pervertito è famoso". Si passò una mano tra i capelli, sospirando. Cosa aveva fatto di male per capitare tra le grinfie di un ragazzo del genere? La questione della sua apparizione nella camera dell'Arena Celeste era ancora rimasta in sospeso. Né lei né Hisoka sapevano dare una spiegazione.
"Io non mi sono mossa dal letto dell'albergo e lui sostiene di non avermi rapita. Bene, benissimo!".
Fatto stava che adesso Hisoka le aveva proposto di restare con lui e di ricevere degli insegnamenti sul Nen. Hylia guardò Hisoka di sottecchi: era ancora alla cassa a chiacchierare maliziosamente con la solita cameriera bionda. E lei avrebbe dovuto avere una persona come lui come maestro? Uno che circa sei ore prima aveva tentato di ucciderla e che adesso stava facendo delle proposte indecenti a una stupida cameriera tutta tette e niente cervello?
-"Te lo scordi!"- sussurrò Hylia alzandosi in piedi. Si mise la borsa a tracolla, lanciò un'ultima occhiata a Hisoka e si avviò verso la porta del ristorante. Se ne sarebbe andata, avrebbe preso il primo dirigibile in partenza e si sarebbe allontanata il più possibile da quella città. Da qualche parte nel mondo c'era suo fratello, e lei doveva ancora trovarlo. Fanculo la promozione fantasma!
Aveva già messo una mano sulla maniglia della porta quando avvertì una presenza inquietante dietro di lei. Si voltò di scatto e si ritrovò faccia a faccia con Hisoka: la stella fucsia sotto lo zigomo destro del ragazzo era in netto contrasto coi suoi occhi gialli.
-"Hai preso una decisione?"- le domandò.
-"S-sì"- rispose Hylia. Si girò ed uscì, sperando che il ragazzo-pierrot non la seguisse.
-"E quale sarebbe?"- le chiese invece correndole dietro.
-"Non è ovvio?"- gli rispose senza voltarsi. -"E' un no. Rifiuto la tua offerta"-.
Hisoka la raggiunse e la afferrò per una spalla, girandola con forza verso di sé.
-"Be', mettiamola in questo modo: se accetterai di seguire i miei insegnamenti, ti dirò ciò che so su tuo fratello"-.
Sentendo nominare suo fratello, Hylia si irrigidì e si fece più attenta. Scansò la mano di Hisoka dalla sua spalla e indietreggiò di qualche passo.
-"Immagino che per te sia una persona importante"-.
-"Ovvio che lo sia!"- sbottò Hylia.
Hisoka mise su un'espressione pensosa e storse le labbra, alzando lo sguardo al cielo soleggiato.
-"Io non ho la più pallida idea di cosa si provi ad avere qualcuno a cui si vuole bene. Ho sempre pensato fosse una grandissima debolezza"- disse piano. -"Ad ogni modo, la mia proposta finale è la seguente: prendi lezioni da me e io ti dirò tutto ciò che so su Nile"-.
-”Non...”-.
-”Mi dispiace, ma non accetterò un altro rifiuto come risposta. Sarebbe uno spreco non raffinare un diamante grezzo”- insistette Hisoka.
Hylia, attratta dalla possibilità di ricevere delle informazioni su Nile, iniziò a pensare seriamente alla proposta del suo presunto rapitore. Apparentemente, l'unica a trarre dei vantaggi dall'accordo sarebbe stata lei.
Hisoka portò il peso del corpo su una gamba e incrociò le braccia al petto, contemplando in silenzio l'espressione combattuta sul volto della ragazza.
-”Quando hai detto “Rimani insieme a me” intendevi...?”-.
-”...Condividi con me la camera dell'Arena Celeste, sì”- confermò Hisoka.
Hylia fece per ribattere, ma improvvisamente l'aura di Hisoka si manifestò minacciosamente tutta attorno a lui. La ragazza, sorpresa e inquietata, retrocedette di un passo e afferrò il pendente affilato della sua collana. Si tagliò e puntò una spada di sangue cristallizzato contro Hisoka. Detestò ammetterlo a se stessa, ma sapeva bene di non avere alcuna possibilità di fuggire da lui; la differenza tra i loro Nen era fin troppo evidente. Avrebbe dovuto assecondare il maniaco per un po' se voleva trovare un modo per sfuggire alle sue grinfie pervertite.
Hylia sciolse la spada e lasciò che il sangue colasse a terra formando una pozza sul lastricato grigio della strada. Hisoka si lasciò scappare un sorrisetto compiaciuto e si avvicinò alla ragazza, prendendole la mano e leccando la ferita. Hylia sobbalzò e tentò di liberarsi, ma Hisoka la strattonò e le passò una mano attorno ai fianchi, attirandola a sé e chinandosi su di lei.
-”Ci divertiremo un sacco, Hylia...”- sussurrò, gli occhi tutto fuorché amichevoli.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE
"Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala!" è una citazione dal mio film Disney preferito (indovinate quale!). 
Hylia ha preso parte allo stesso esame a cui hanno partecipato i protagonisti di HxH, ma la sua promozione è stata poco ortodossa; perché? Si scoprirà tutto, abbiate fiducia :)
Alla prossima! ^^

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Capitolo 6
*** Enjoy ***


Grazie alla fama, all'influenza e all'aura pericolosa del ragazzo-pierrot, Hylia ricevette il permesso di soggiornare a tempo indeterminato nella camera di Hisoka e di usufruire delle strutture per l'allenamento riservate ai combattenti dell'Arena. Nessuno fece domande sull'identità della ragazza che Hisoka si stava portando dietro, e ciò fece capire a Hylia che, anche se avesse chiesto aiuto a qualcuno all'interno dell'Arena Celeste, nessuno sarebbe accorso in suo soccorso. Avrebbe dovuto fare affidamento unicamente sulle proprie forze.
-”Non ho altri incontri in programma per oggi”- disse Hisoka una volta che furono rientrati in camera. Si lasciò cadere su una poltrona e iniziò a mescolare con aria distratta un mazzo di carte che aveva appena tirato fuori dalla tasca dei pantaloni. -”Possiamo cominciare subito l'addestramento”- proclamò con una strizzatina d'occhio rivolta a Hylia.
Prima iniziamo, prima finiamo”, pensò la ragazza stringendosi nelle spalle.
-”Dunque dunque...”- cantilenò Hisoka senza distogliere gli occhi dalle carte. -”Prima dovrai imparare a estendere la tua aura agli oggetti che ti circondano, in particolare al tuo sangue, perciò il nostro punto di partenza sarà lo Shu. Sai cos'è, vero?”- le domandò alzando brevemente lo sguardo e lanciandole un'occhiata tagliente.
-”Ovviamente”- confermò stizzita. Per chi l'aveva presa? Hylia sapeva bene che lo Shu era la versione potenziata del Ten, ma, non avendo mai dovuto ricorrere a una tecnica del genere, non era in grado di padroneggiarla appieno. Le uniche tra le sette tecniche Nen avanzate che sapeva usare eccellentemente erano il Gyo e il Ryu.
Hisoka sorrise e, sporgendosi verso il basso tavolino rettangolare posto al centro del semicerchio formato dal divano e dalle due poltrone, aprì il mazzo a ventaglio sulla superficie di questo. Con un gesto della mano invitò Hylia a sedersi accanto a lui.
-”Sto bene in piedi, grazie”- disse secca.
-”Come vuoi”- replicò Hisoka, gli occhi gialli ridotti a due fessure divertite. -”Per rendere le mie carte affilate come lame mi servo appunto dello Shu. Prendine un paio e facciamo qualche prova”- le ordinò.
Hylia, un poco scettica, prese il sette di fiori e il tre di denari. Si rigirò le carte tra le dita, osservandone il retro, poi si infilò il tre in tasca e si concentrò sulla carta dal seme nero. Doveva solamente estendere la sua aura e concentrarla sulla carta; semplice, no? Allora perché non ci stava riuscendo? Ricorse al Ryu e bilanciò il Nen in modo tale da averne l'80% in attacco e il 20% in difesa. Forse utilizzando una maggiore quantità di Nen... Gli occhi le scivolarono per un momento sulla figura di Hisoka e Hylia, rendendosi conto di trovarsi in una situazione in cui la sua difesa era più che vulnerabile, modificò la distribuzione del Nen fino ad averne il 40% in difesa.
Trascorse qualche minuto, ma la carta non era ancora stata avvolta dall'aura della ragazza.
-”Non è difficile”- ruppe il silenzio Hisoka. -”E' un po' come usare il Gyo: concentri il Nen in un punto e poi lo estendi. Mano, carta”-.
Irritante”, fu il pensiero di Hylia. Appena finì di pronunciare quella parola nella sua mente, il Nen ricoprì il sette di fiori. Hisoka fece un fischio di finta ammirazione e batté le mani un paio di volte.
-”Al momento dipende tutto da te; alla fin fine la mia presenza è superflua. Credo che andrò a seminare un po' di panico... Amo il terrore negli occhi delle persone!”- proclamò Hisoka alzandosi dalla poltrona. -”Tornerò più tardi per testare i tuoi progressi, sweetie”- le sussurrò all'orecchio. Hylia rabbrividì e il suo Nen si estese fino a ricoprire le carte adagiate sul tavolino. Hisoka le lanciò un'occhiata di sbieco e sogghignò. Gli occhi gialli ridotti a due strettissime fessure, salutò la ragazza con un gesto della mano e chiuse la porta della camera. Hylia non provò nemmeno ad aprirla: sapeva che l'avrebbe trovata bloccata.
Gettò la carta per terra e si buttò sul divano, nascondendo il viso tra i cuscini. Come diamine aveva fatto a ritrovarsi in quella situazione? Rapita (forse, boh, chissà) da un Hunter pervertito, segregata in una lussuosa camera dell'Arena Celeste e costretta a prendere lezioni di Nen dal suddetto Hunter. Più ci pensava e più sentiva di allontanarsi dalla soluzione del mistero. Sembrava destinata a non conoscere la verità.
Carpe diem”, aveva detto Hisoka quella mattina.
Già, forse doveva prenderla come lui, con filosofia e approfittando dell'occasione che il fato le aveva riservato. Aveva la possibilità di allenarsi e di diventare una manipolatrice del sangue a tutti gli effetti; perché rifiutare una tale offerta? Quel ragazzo, Hisoka, non era di certo il miglior maestro che si potesse desiderare, ma non si poteva negare che fosse un combattente in gamba.
Mi allenerò duramente e migliorerò le mie capacità combattive, così potrò andarmene da qui in poco tempo!”, pensò motivata.
Prese la sua borsa e tirò fuori da essa tre magliette, un altro paio di shorts, un paio di pantaloni lunghi, delle scarpe da ginnastica, e una serie di mutande, calze e reggiseni. Appallottolò il tutto e lo buttò nella cabina armadio senza tanti complimenti. Posizionò la mini-trousse da viaggio su un ripiano in bagno e tornò alla sua postazione sul divano.
-”Non ho intenzione di restare qui per più di tre giorni, perciò... diamoci da fare!”- si disse a denti stretti.

 

 

Dopo aver fatto pratica con lo Shu per circa quattro ore consecutive, Hylia impilò le carte in un unico mazzo, lasciandolo esattamente al centro del tavolino, e decise di farsi una doccia. Si spogliò, gettando i vestiti ai piedi del letto a due piazze, e si legò i capelli con un gommino trovato rovistando nella borsa. Prese dalla cabina armadio un accappatoio pulito e andò in bagno. Appese l'accappatoio bianco dietro la porta e aprì l'acqua, attendendo qualche secondo per farla diventare calda. Entrò nella doccia e rimase un attimo perplessa riguardo le pareti trasparenti di questa.
Utilissime”, pensò sarcastica.
Piano piano sentì la tensione sciogliersi grazie all'acqua quasi bollente. Prese la boccetta del bagnoschiuma e se ne versò un po' sulla mano.
Non ci penso nemmeno a usare la spugna del maniaco!”.
Hylia si stava insaponando le braccia quando la porta del bagno si aprì e un Hisoka con un asciugamano attorno ai fianchi fece il suo ingresso. Hylia sussultò e si sentì arrossire violentemente; si coprì come meglio poté il seno e le parti intime e si voltò di schiena.
-”A quanto pare la doccia è occupata”- disse Hisoka grattandosi la testa. Si strinse nelle spalle e uscì. -”Aspetterò il mio turno”- disse oltre la porta.
Hylia si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e, dopo qualche imbarazzato colpetto di tosse, tornò a insaponarsi.
-”Sì, come no...”- mormorò la voce di Hisoka nel suo orecchio.
Hylia, sia per pudore che per paura, non ebbe il coraggio di voltarsi. Come aveva fatto quel tipo a entrare nella doccia senza che se ne accorgesse? Lui e l'In dovevano essere un tutt'uno.
-”Sei pregato di levarti di torno”- riuscì a dire Hylia con voce poco ferma.
Le braccia di Hisoka le cinsero la vita e la attirarono verso di lui. Hylia spalancò gli occhi, colta alla sprovvista.
Cosa...?!”.
I suoi pensieri vennero interrotti di botto dalle mani di Hisoka che si erano spostate sui suoi seni, avvolgendoli e stuzzicando i capezzoli. Il mento del ragazzo si appoggiò sulla spalla sinistra di Hylia e le sue labbra presero a baciarle il collo. L'acqua calda continuava a uscire dalla cornetta della doccia; Hisoka le sciolse i capelli color cannella e se li attorcigliò attorno a una mano, costringendo Hylia a reclinare la testa all'indietro.
-”...Basta...”- riuscì a mormorare la ragazza. La sua mente e il suo corpo erano in totale disaccordo. Era sbagliato, completamente sbagliato! Abbandonarsi così al nemico, lasciare che le sue mani la toccassero ovunque, che le sue labbra la baciassero così delicatamente ma al tempo stesso appassionatamente... Ma il suo corpo non la pensava così: il suo corpo, ingordo, non voleva che Hisoka si fermasse.
Il ragazzo-pierrot fece voltare Hylia e le passò una mano sotto la nuca, fissando gli occhi da Stregatto in quelli verde smeraldo della giovane Hunter. Il rossore che le aveva colorato la pelle diafana, causato dall'acqua e dall'eccitazione, lo faceva impazzire. Si chinò a baciarla sulle labbra, per poi scivolare lentamente sul collo e sui capezzoli. Sentì la mano di Hylia intrecciarsi ai suoi capelli bagnati e sorrise, le labbra premute contro il capezzolo turgido di lei. Era da quella mattina che i suoi seni, così sodi e perfetti, lo stavano chiamando. Come poteva ignorarli? Il respiro della ragazza era corto e irregolare; doveva forse lasciarla sul più bello?
Assolutamente sì”, pensò sogghignando.
Si staccò da Hylia, prendendole il mento con due dita e con un sorriso beffardo stampato sul volto. Era confusa, terribilmente confusa. Si allungò oltre di lei e chiuse l'acqua. Uscì dalla doccia, si avvolse l'asciugamano attorno ai fianchi e lanciò una rapida occhiata a Hylia, portandosi poi un indice alle labbra come a dire “Che resti tra noi”.
Il cuore le martellava all'impazzata nel petto e sentiva le parti intime pulsarle convulsamente. Guardò la schiena di Hisoka sparire oltre la porta; le ginocchia le si piegarono e Hylia si accasciò sul pavimento della doccia.
Cos'era appena successo? Perché gliel'aveva lasciato fare? Perché non aveva reagito? Perché non gli aveva assestato un bel pugno in faccia e non l'aveva cacciato dal bagno?
La testa bagnata di Hisoka fece capolino dalla porta.
-”Te l'avevo detto che ci saremo divertiti, no?”- ammiccò.

 

 

NOTE DELL'AUTRICE
Non ho mai scritto una fanfiction del genere, e suppongo si veda >w< Mentre scrivevo la scena della doccia, mi sono ritrovata più volte a pensare "Oddio, come sono impacciata!". Spero di prenderci la mano *ride*
Alla prossima! ^^

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Capitolo 7
*** Spite ***


Hylia, con indosso solo l'accappatoio, spalancò con un calcio la porta del bagno, si tagliò il palmo della mano col pendente da cui non si separava mai e lanciò con rabbia il coltello che aveva appena plasmato. Hisoka, seduto sulla poltrona a leggere un libro, alzò una mano, e il coltello andò a conficcarsi nella carta che il pierrot stringeva tra due dita. Il ragazzo era rivolto di spalle e non si mosse di un centimetro, se non per cambiare pagina.
-”Tu!”- gridò Hylia lanciandogli un altro coltello. Hisoka lo schivò chinando il capo verso sinistra. -”Come ti sei permesso?!”-.
L'Hunter chiuse il libro e lo posò sul bracciolo della poltrona. Si voltò verso la giovane e sorrise sornionamente. Si era infilato una vestaglia lilla e sul suo volto non c'era traccia né della stella, né della lacrima; i capelli umidi gli ricadevano in parte sugli occhi di quel colore assurdo.
-”Perché, ti ha fatto schifo?”- la spiazzò.
Hylia boccheggiò, non sapendo come rispondere. Ovviamente non le aveva fatto schifo, anzi... La sensazione delle mani di Hisoka che le stringevano i seni le ritornò in mente e Hylia si ritrovò ad arrossire e a chinare il capo.
-”Appunto”- disse Hisoka facendo spallucce. -”Preferisci ordinare la cena in camera o andare al ristorante?”- le domandò.
Hylia strinse i pugni lungo i fianchi e serrò la mascella, indignata.
-”Preferisco mandarti in culo!”- sbraitò, e si chiuse in bagno.
Hisoka scosse la testa e sorrise, passandosi poi la punta della lingua sulle labbra.
-”Se il culo in questione è il tuo, mi va più che bene!”- sghignazzò.
Hylia, il sangue che le ribolliva nelle vene dall'odio, attese che Hisoka se ne andasse a cenare da qualche parte per uscire dal bagno. Gettò con rabbia l'accappatoio nella cabina armadio, indossò un paio di slip e si infilò la maglia oversize che usava come pigiama. Non si curò nemmeno di asciugarsi i capelli col phon. Si sedette sul divano, portandosi le gambe al petto e nascondendo il viso tra le ginocchia. Come aveva potuto farsi manipolare in quel modo da Hisoka? Perché non era riuscita a liberarsi dalle sue mani? Di sicuro agli occhi del pierrot doveva apparire come un semplice passatempo, una fonte di divertimento e di piacere sessuale. Quel ragazzo era un maniaco, un pazzo, un sociopatico, un... Si passò pesantemente una mano sul volto e sospirò rumorosamente. Digrignò i denti, lasciandosi poi sfuggire un grido impregnato di rabbia, e si tagliò il palmo della mano destra. Usò la katana di sangue per fare a brandelli i due cuscini adagiati agli angoli del divano, infierendo più e più volte sull'imbottitura di questi.
-”Figlio... di... puttana!”- mormorò a denti stretti, scandendo ogni parola con un affondo.
Una volta che ebbe disintegrato i cuscini, gettò la katana contro la porta della camera: un'enorme macchia di sangue iniziò a colare e a gocciolare sulla moquette bordeaux. Hylia non se ne curò e manipolò una serie di coltelli che prese a lanciare contro la parete dietro al grande tavolo rotondo. Presto il muro venne ricoperto da numerose macchie scarlatte.
Se non si fosse data una calmata avrebbe rischiato di distruggere la camera.
Chi cazzo se ne frega della camera!”, pensò piantando un pugnale nella moquette e osservandolo mentre si scioglieva. Immaginò che al posto della moquette ci fosse Hisoka e vi conficcò con più forza un secondo pugnale. Si tirò su in piedi, si passò il dorso della mano sulla fronte e si guardò attorno, compiacendosi del lavoro compiuto. Al suo ritorno il ragazzo-pierrot avrebbe trovato una bella sorpresina ad attenderlo.
Hylia si ritenne finalmente soddisfatta del suo operato. Sfogarsi in quel modo le aveva fatto bene. Coi poteri del suo Nen fu in grado di accelerare la coagulazione del sangue e la ferita che si era inferta nel palmo della mano si chiuse. A piedi scalzi, facendo attenzione a non camminare sulle pozze di sangue disseminate per la stanza, raggiunse il letto; gettò uno dei due cuscini per terra e si sdraiò al centro del materasso a due piazze, come a voler dire “E' tutto mio, non c'è posto per te”. Erano solo le sette e mezza di sera ed era a stomaco vuoto, ma a Hylia non importava. Tirò le tende, spense le luci e si infilò sotto le coperte, mandando un'ultima volta a quel paese Hisoka.

 

 

Hisoka premette il pulsante che indicava il piano dov'era situata la sua camera e fissò svogliatamente le porte dell'ascensore chiudersi. Incrociò le braccia al petto e attese pazientemente.
Per cena era tornato nello stesso ristorante in cui aveva pranzato con Hylia. La cameriera bionda era sempre lì, come se avesse aspettato tutto il giorno il ritorno del ragazzo dagli occhi di gatto. Sul momento Hisoka se ne era compiaciuto, ma dopo averla osservata meglio si era accorto che non valeva la pena perdere tempo dietro a un'oca del genere: non era un Hunter, non sapeva padroneggiare il Nen, non costituiva un degno avversario. Aveva un bel corpo, certo, ma quindi? Anche Hylia lo aveva. Anzi, quello di Hylia era di gran lunga migliore.
Le porte dell'ascensore si aprirono e Hisoka, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, percorse il corridoio fischiettando. Svoltò un paio di volte fino a raggiungere la propria camera.
Chissà cosa sta facendo...”, si domandò passando la tessera magnetica nella fessura adibita a serratura.
-”Sono tornato, swee...”-. Le parole gli morirono in gola quando, grazie alla luce proveniente alle sue spalle, intravide una pozza di sangue sull'uscio. Facendo attenzione a non camminarci sopra, entrò nella camera e si chiuse la porta alle spalle, notando che anche quella era sporca di sangue. Accese la luce e uno spettacolo che da molti sarebbe stato definito “inquietante” si parò davanti ai suoi occhi: la moquette, le pareti, il divano e le poltrone erano macchiati di sangue; due cuscini fatti a pezzi erano abbandonati per terra, così come uno dei due cuscini da letto.
-”Oh”- fu il commento di Hisoka. Il pierrot scosse lentamente la testa e trattenne una risata, recuperando da terra i resti dei due piccoli cuscini e posandoli sul divano. Sorrise beffardamente, pensando al fatto che Hylia si fosse comportata esattamente come un cucciolo che fa gli spregi al padrone. Passò accanto al letto, meravigliandosi un poco che la ragazza non si fosse svegliata a causa della luce; probabilmente l'aver usato tutto quel sangue l'aveva sfinita. Hisoka si spogliò e rimase con solo gli slip addosso. Andò in bagno e cominciò il suo solito rituale della sera: sciacquarsi i capelli per togliere il gel, struccarsi, lavarsi i denti, togliersi...
Si bloccò, una mano tra le scapole pronta a staccare il telo che, grazie al suo Nen, portava sempre attaccato alla schiena. Hylia lo aveva già visto; la scomparsa di un tatuaggio di quelle dimensioni non sarebbe passata inosservata. Hisoka non sapeva nulla di quella ragazza, e perciò non poteva permettersi che la sua copertura saltasse a causa sua. Decise di lasciare il telo con sopra disegnato il ragno della Brigata Fantasma dov'era, e uscì dal bagno, pronto ad andare a dormire.
Oh, non starà facendo sul serio...?”, si domandò divertito mettendosi le mani sui fianchi e osservando la figura di Hylia stesa nel mezzo del letto. La ragazza, avvolta nelle coperte, era sdraiata su un fianco, rivolta verso la finestra a nastro; i lunghi capelli mossi erano ancora un poco umidi. Si sedette sul bordo del letto e seguì con lo sguardo la curva dei fianchi di Hylia. Se le avesse tolto le coperte di dosso se ne sarebbe accorta? Si sarebbe svegliata? Hisoka tese una mano ma la ritrasse subito dopo; non aveva voglia di sorbirsi le lamentele isteriche di quella ragazza. Lanciò un'occhiata al divano e fece schioccare la lingua. Dormire lì sopra? Non se ne parlava nemmeno. Recuperò da terra il cuscino, lo sprimacciò un poco e lo gettò sul letto, seguendolo poco dopo. Spense le luci e volse le spalle a Hylia, preparandosi mentalmente alla giornata successiva.

 

 

 

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Capitolo 8
*** Spotlights ***


Fu un lieve raggio di sole proveniente da uno spiraglio tra le tende a svegliare Hylia. La ragazza si stropicciò gli occhi e si tirò lentamente su a sedere. L'intera camera mostrava ancora i segni del suo sfogo della sera precedente. Le macchie di sangue si erano asciugate ma i mobili, la moquette e le pareti portavano ancora addosso il rosso scarlatto.
Hylia si tolse le coperte di dosso e fece per scendere dal letto quando si rese conto che alla sua sinistra stava dormendo Hisoka. Il ragazzo, con indosso un semplice paio di slip neri, le dava le spalle e il suo respiro era appena udibile. Lo sguardo verde di Hylia venne ipnotizzato dall'enorme tatuaggio che deturpava la schiena muscolosa di Hisoka. Quel ragno a otto zampe la affascinava e la inquietava al tempo stesso. La giovane posò delicatamente un dito sul dorso del ragno e iniziò a seguirne il contorno. Hisoka, dopo un lieve spasimo, cambiò posizione e si mise prono, voltando il capo verso Hylia. Struccato e coi capelli mossi e arancioni che gli ricadevano sul viso, Hisoka sembrava un'altra persona; non aveva niente del pazzo maniaco che l'aveva quasi violentata nella doccia.
Che parolone! Ammettilo che ti è piaciuto!”, la riprese una vocina sentenziosa nella sua testa.
Hylia si sentì avvampare e si allontanò rapidamente da Hisoka, tornando nella sua metà del letto. Non le piaceva per niente la piega che avevano preso gli eventi, assolutamente no. D'accordo, Hisoka le stava insegnando i segreti del Nen e le avrebbe rivelato qualche indizio importante su Nile, ma la ragazza dai capelli color cannella aveva quasi la certezza di essere stata fregata. Cosa poteva guadagnarci Hisoka nell'addestrare qualcuno e nel dare delle informazioni senza chiedere nulla in cambio? Possibile che il pierrot avesse previsto un pagamento “in natura”?
Porca puttana, ma questo è pazzo!”, pensò iniziando ad agitarsi.
All'improvviso la mano di Hisoka la afferrò per un polso. Evidentemente i movimenti convulsi di Hylia lo avevano svegliato.
-”Buongiorno sweetie...”- mormorò sorridendo sornionamente.
Hylia si liberò dalla presa con uno strattone e gli piantò un calcio nelle costole, facendolo rotolare giù dal letto. Gattonò fino al bordo del materasso e si godé la vista di Hisoka steso a pancia in su con un'espressione lievemente dolorante sul viso.
-”Buongiorno un cazzo”- rispose riducendo gli occhi verdi a due fessure.
Hisoka seguì con lo sguardo Hylia fare il giro del letto e chiudersi in bagno. Si tirò su a sedere massaggiandosi la schiena e un leggero sorriso beffardo fece capolino dalle sue labbra. A quanto pareva era ancora arrabbiata per la storia del giorno prima. Fece di tutto per resistere, ma alla fine scoppiò a ridere. Adorava l'imbarazzo e la pudicizia di certe ragazze; quelle erano le più difficili da conquistare e soggiogare. Hylia, tra le altre cose, era anche un Hunter dai poteri pericolosi.
Oh sì, mi divertirò un sacco!”.

 

 

Per qualche motivo a lei sconosciuto, Hisoka non amava mangiare nei ristoranti dell'Arena Celeste; tendeva a frequentare locali esterni al monumentale grattacielo. Per colazione la portò in un piccolo café lì vicino. Non appena misero piede nel locale, molte delle persone sedute ai tavolini si voltarono nella loro direzione e iniziarono a confabulare animatamente. Hisoka, dopo aver fatto accomodare Hylia a un tavolino vicino alla vetrata che dava sulla strada, le riservò un'occhiata gongolante. Sotto sotto amava sentire la gente sparlare alle sue spalle. Senza nemmeno aprirlo, passò il menu a Hylia.
-”Lo conosco a memoria”- si giustificò con un'alzata di spalle. -”Vuoi che ordini anche per te?”-.
-”No”- rispose secca Hylia, e aprì il menu. Strinse le labbra quando lesse i prezzi dei dolci e delle bevande. Perché quel maniaco si ostinava a frequentare posti piuttosto cari e che non tutti potevano permettersi? Gli lanciò un'occhiata tagliente da sopra il menu ma distolse subito lo sguardo quando vide che Hisoka la stava già fissando con quei suoi maledetti occhi gialli.
-”Hai chiamato il servizio delle pulizie?”- gli domandò cercando di nascondere l'imbarazzo fin troppo evidente dalle sue guance rosse.
-”No”- rispose il pierrot guardandosi le unghie. -”Voglio che sia tu a pulire”-.
Hylia fece schioccare la lingua e voltò pagina.
-”Sì, credici”- borbottò.
-”Puoi farlo col Nen”- spiegò Hisoka. -”Sarebbe un ottimo esercizio; e, nel caso in cui tu non ci riuscissi, potresti pulire tutto con quella linguaccia tagliente che ti ritrovi”- aggiunse in un sussurro minaccioso che fece rabbrividire la ragazza.
Hylia abbassò di scatto il menu sul tavolino e alzò un braccio, richiamando la cameriera che era appena passata loro accanto. Hisoka, gli occhi ridotti a due fessure, guardò divertito Hylia ordinare un semplice cappuccino. Ogni volta rimaneva estasiato di fronte alla sua purezza; provava sempre più spesso l'impulso di macchiare di nero la sua tela bianca. Come poteva una ragazza così innocente essere riuscita a diventare Hunter? Doveva esserci un motivo importante e serio dietro la sua promozione fantasma.
-”Aggiungi una Sachertorte, un espresso e un pain au chocolat”- si intromise a un tratto. La cameriera si voltò di scatto verso di lui e lo guardò con occhi sognanti. -”La Sacher è per la signorina”-.
La cameriera si defilò in quella che a Hylia parve un'aura di zucchero rosa. Si domandò se in tutto il mondo esistesse almeno una ragazza in grado di resistere alle finte buone maniere di Hisoka.
Tu dovresti essere una di quelle ragazze intelligenti”, le disse la vocina sentenziosa.
Già: avrebbe dovuto.
In un batter d'occhio la cameriera si ripresentò portando loro le ordinazioni. Guardò scettica la fetta di Sacher e spinse il piattino verso Hisoka, il quale lo rispedì indietro senza scomporsi.
-”Non mi va”- si limitò a dire Hylia.
-”Ieri sera non hai cenato e hai perso molto sangue. Devi mangiare qualcosa”- ribatté il ragazzo.
-”Ooh, come siamo premurosi!”- lo beffeggiò Hylia facendo roteare gli occhi. -”Sono molto più resistente di quanto tu possa pensare”- sibilò a denti stretti.
Hisoka versò una bustina di zucchero nel caffè e sorrise.
-”Certo, infatti mi è bastato toccarti un poco per farti sciogliere. Eh, sweetie?”-.
Hylia, punta sul vivo, batté un pugno sul tavolino, richiamando a sé l'attenzione di tutto il locale. Si alzò in piedi e si sporse in avanti, puntando alla gola di Hisoka un bisturi fatto di sangue. Quando si era tagliata il palmo della mano? Il giovane non l'aveva notato...
-”Stai zitto...”- ringhiò sottovoce, il suo viso vicino a quello stupito ma al tempo stesso divertito del pierrot. Hisoka, dopo averla guardata negli occhi verdi per qualche secondo, posò un indice sulle sue labbra rosee, godendosi l'espressione confusa di Hylia.
-”Non sai quanto sesso mi ispiri quando ti arrabbi...”- mormorò.
Posò le sue labbra sull'indice e spinse delicatamente Hylia a sedere. Quel bacio indiretto provocò un fitto vociare tra i tavoli, talmente intenso da sovrastare i pensieri sconvolti di Hylia. La giovane, non sapendo come ribattere e volendo uscire da quel posto il prima possibile, si buttò sulla propria colazione, bevendo in due sorsi il cappuccino e divorando la fetta di torta in quattro bocconi. Odiava quando Hisoka faceva o diceva qualcosa di inaspettato e lei non sapeva come rispondere a tono. Era abituata ad avere l'ultima parola su tutto. Sempre.
Hisoka bevve con calma il suo caffè, assaporando i pettegolezzi che iniziavano a sbocciare attorno a lui. In quanto prestigiatore non poteva negare che da un lato amasse stare sotto i riflettori mentre dall'altro era più che contento di evitarlo. In quel momento della sua vita, però, avvertiva il bisogno di sentir parlare di sé.
Oh, quanto egocentrismo!”, si schernì da solo.
Hylia aveva terminato la sua colazione da un pezzo e lo stava fissando, intimandolo a darsi una mossa. Hisoka era tentato di costringerla ad aspettarlo ancora per un po', ma alla fine, mosso dall'idea dei suoi futuri piani, si alzò con ancora mezzo pain au chocolat in bocca e andò a pagare.
-”Offro io...!”- canticchiò passando accanto a Hylia.
La ragazza dai capelli color cannella scattò in piedi e si precipitò verso l'uscita, superando Hisoka e correndo all'esterno.
-”Mi piace che tu non veda l'ora di riprendere gli allenamenti...”- commentò trattenendo a stento una risata.
Hylia lo fulminò con un'occhiataccia e gli puntò un dito contro. Hisoka alzò un sopracciglio ben disegnato.
-”Ti ricordo che abbiamo un patto”- gli fece notare. -”Devi parlarmi di mio fratello”-.
Gli occhi da Stregatto di Hisoka si illuminarono per un momento e il ragazzo alzò le mani in segno di resa, incrociando le caviglie.
-”Ops, quasi dimenticavo... Che sbadato, eh?”-.
Hylia fece schioccare la lingua e lo superò dirigendosi a passo spedito verso l'Arena Celeste. Hisoka rimase un minuto buono a fissare il fondoschiena della ragazza. Gli venne da ridere pensando al fatto che lui, in realtà, non sapeva praticamente niente di Nile.







NOTE DELL'AUTRICE
Mi scuso per averci messo così tanto ad aggiornare ma negli ultimi tempi sono stata completamente assorbita dalla mia fanfiction su JoJo >w< Chiedo umilmente perdono, sono una brutta persona D: Cercherò di staccarmi un po' dai miei lavori su JoJo e di concentrarmi su tutte le storie che ho trascurato; purtroppo l'ispirazione non si può comandare :/
A ogni modo, ci tengo a farvi sapere che "Defeat me", così come tutte le mia fanfiction, non è interrotta :) 
Alla prossima (e scusate ancora)! ^^"

 

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