Wasteland di cricrifanficlover01 (/viewuser.php?uid=790630)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
WASTELAND
CAPITOLO
1
(
Astrid's pov )
Non
mi sarei mai immaginata che una cosa simile sarebbe potuta accadere.
Non avrei mai immaginato che Hiccup fosse una persona simile. Mi era
sembrato un ragazzo così dolce, sensibile...lo conoscevo da
quando
avevo solo tre anni, eravamo cresciuti assieme. Eppure a quanto pare
non lo conoscevo abbastanza bene, o forse una parte di lui, quella
più oscura e nascosta, mi era ignota. È
incredibile quante cose si
scoprano vivendo.
Lui
ha lasciato un deserto dentro di me.
Avevamo
iniziato a frequentarci quando compii diciassette anni. Ero
totalmente consapevole delle mie azioni, ero grande e responsabile.
Volevo quel tocco di libertà e indipendenza bramata da tutti
gli
adolescenti e sapevo come cercarla. La cercai in lui, infatti. Ero
rimasta totalmente presa dai suoi occhi, quando li vidi dopo tanti
anni. Ci eravamo distaccati quando lui aveva compiuto dieci anni, non
ci eravamo più visti per così tanto tempo. Ma lui
era diventato
famoso a Berk. Era chiamato con nomignoli come “Il primo
cavaliere
dei draghi”, “Il cavaliere di Furia
Buia”...quando le voci mi
arrivarono rimasi basita da tutto ciò. Avevo sempre creduto
ai
draghi come creature del male, nemici da sconfiggere. Fin da piccola
avevo sempre vissuto preparandomi a diventare una guerriera degna del
suo nome, ma lui mi aveva sorpassata in poco più di due
settimane,
un tempo molto ridotto rispetto al mio addestramento, mi aveva
battuta con l'astuzia e l'intelligenza. Cose così mi fanno
irritare
e imbestialire, normalmente. Fu così, accadde, ovviamente.
Lo andai
a cercare di mia iniziativa. Sapevo dove abitava, essendo il figlio
del capo.
Uscii
di casa di sera tardi, per non essere vista da nessuno. Chiunque
avrebbe potuto pensare a qualcosa del tipo : “Astrid
Hofferson
frequenta il figlio del capo!”, e io non volevo che nessuno
lo
pensasse. Non avrei mai immaginato avrei avuto una relazione con lui,
ma evidentemente non conoscevo nemmeno me stessa.
Quando
arrivai alla casa degli Haddock mi arrampicai fino all'unica finestra
al piano di sopra, guardando dentro alla stanza per assicurarmi fossi
nel posto giusto. Ero esattamente dove dovevo essere. Entrai
silenziosamente, guardando dove mettevo i piedi. Osservavo Hiccup
dormire apparentemente molto profondamente, e ciò poteva
essere
credibile : era quasi mezzanotte. Pensavo l'avrei colto alla
sprovvista, ma a quanto pare lui era sveglio, non dormiva affatto.
Feci
uno scatto in avanti, sfoderando fuori un pugnale e bloccandoglielo
sul collo. La lama glielo sfiorava, ma stavo attenta a non lasciargli
nemmeno un graffio. Non volevo fargli del male, chissà in
quali guai
sarei potuta finire solo per un segno leggero. Era il figlio del
capo, aveva tutto il potere di questo mondo nelle sue mani.
Quello
che ne uscì non fu però uno sguardo preoccupato,
una respirazione
accelerata....i suoi occhi si aprirono lentamente. Mi guardava mentre
sulle sue labbra si formava un sorriso. Tutto ciò fu
abbastanza
inquietante, in effetti.
–Ciao,
Astrid.– mi disse, con la sua voce così profonda e
perfetta da
sembrare quella di un dio. Rabbrividii, non riuscendo a distogliere
gli occhi dai suoi. –Cosa ti ha portata qui? Con un
pugnale...a un
millimetro dal mio collo?
Feci
un respiro profondo, togliendogli il pugnale di dosso. Non mi ero
immaginata questo grande cambiamento in lui, una volta era sempre
così fifone...cosa l'aveva fatto cambiare in tale maniera?
–Ciao
Hiccup, è tanto che non ci vediamo...– dissi,
schiarendomi la voce
con un colpo di tosse. Lui rimase steso sul letto, sembrava non
avesse intenzione di alzarsi. Forse era davvero così, non mi
riputava così importante.
–Concordo.
Rabbia.
Gli avrei spaccato volentieri la faccia, se solo avessi potuto.
Perché si comportava così? Perché non
faceva nulla, non alzava
nemmeno un dito? Si comportava tranquillamente, senza fretta. Come se
avessimo avuto ore intere per parlare, e se avessimo finito troppo
presto poi ci saremmo annoiati.
Non
parlammo di molto quella sera. Il fatto importante è che non
smisi
una sera di andare a trovarlo. Era diventato una sorta di droga per
me, non riuscivo a fare a meno di vederlo. Perché? Cos'era
successo
per farmelo piacere? Vorrei tuttora saperlo.
L'unica
cosa che so è che ora sono bloccata in camera mia, con le
lacrime
che scendono sulle mie guance. Non riesco a fermarle, lui mi ha
trasformata. Mi ha dato tutto ciò che volevo e poi me l'ha
tolto
senza preavviso, rendendomi tutt'a un tratto debole. Troppo debole.
Dopo
i nostri numerosi incontri lui si era un po' aperto. Aveva iniziato a
mostrare interessi nei miei confronti, facendomi sentire realizzata.
Non desideravo altro. Mi ero innamorata di lui, totalmente. Del suo
fisico, del suo modo di fare. E non so come, non so
perché...una
sera iniziammo a baciarci, senza neppure aver mai espresso a parole i
nostri sentimenti. Le sue labbra erano calde, come avevo immaginato.
Si univano perfettamente alle mie, come se fossimo stati fatti l'uno
per l'altro.
Mi
portò contro la parete, non prepotentemente, ma dolcemente.
Questo
era l'Hiccup che conoscevo quand'ero bambina, ma non fece altro che
confondermi così. Quell'Hiccup non esisteva più,
mi stava prendendo
in giro. Voleva farmi credere di essere un altro.
Ma
io ero così attratta da lui che non mi fermai un attimo a
pensare
quando lui cominciò a baciarmi sul collo...i pensieri erano
bloccati
dentro una scatola chiusa con un lucchetto le cui chiavi erano
difficili da trovare, solo se fossi andata via le avrei trovate. Ma
io non volevo andare via, io volevo rimanere lì con Hiccup.
Mi
sentivo una regina a pensare di averlo fatto cadere ai miei piedi, ma
non era così.
Quando
me ne resi conto era troppo tardi, ormai. Erano successe già
troppe
cose tra di noi, mi ero già unita a lui. Non ero stata
totalmente
consapevole delle mie azioni, in quell'istante. Sapevo di volerlo, ma
non ero sicura di volerlo fare. Poco dopo però tutte le mie
inibizioni sfuggirono nel nulla. Mi lasciai andare forse per la prima
volta nella mia vita. Feci qualcosa senza preoccuparmene troppo, mi
comportai come una vera adolescente. Come una ragazza audace,
coraggiosa qual ero.
Mi
disse “Ti amo” infinite volte, e io gli credetti.
Feci male,
molto male. Tutti gli ammonimenti dei miei genitori quand'ero
piccola, del genere “Non ti fidare di
nessuno”...tutti buttati
via come un foglio sul fuoco, a bruciare. Ma una volta arrivati alla
cenere non si può più ricostruire la carta. Se
avessi solo
strappato io foglio sarei riuscita a rimettere insieme i pezzi, per
quanto piccoli e tanti fossero, ma io non l'ho fatto. Io ho scelto la
prima opzione, sono stata totalmente ingenua. Mi odio ora. Nel
momento in cui soffro. Soffro così tanto che darei di tutto
per
tornare indietro. È troppo tardi, però. Non si
torna indietro.
Non
avrei mai immaginato che lui avrebbe fatto la stessa precisa cosa con
Rikke.* Eravamo grandi amiche da bambine, poi ci siamo allontanate un
po'...quando lei è arrivata a casa mia le ho letto negli
occhi le
stesse parole pensate da me. Cose di questo genere : “Ci sono
cascata”, “Dovevo stare più
attenta”, “Perché l'ho fatto?”
Una
volta dopo aver scoperto che lei aveva subito le mie stesse cose
sempre da parte di Hiccup mi sono girata e sono corsa in camera mia.
A piangere come sto facendo ora. Lo faccio ogni sera, ormai. Penso
che sia l'ora di reagire, però. Alzarmi, uscire da qui e
dirgli in
faccia ciò che penso davvero. E se non gli farà
nessun effetto,
beh...almeno mi sarò sfogata.
Lui
ha lasciato un vuoto dentro di me.
Un
vuoto che se voglio può essere colmato, non sono
irrecuperabile. Non
posso lasciarmi cadere in un oceano di emozioni. Ho già
toccato il
fondo, ormai sono bloccata quaggiù...ma se voglio posso
rialzarmi,
nuotare fino all'aria. Posso ancora farcela. Nulla è perso.
Stiamo
parlando di Hiccup, quello che era spaventato da me quand'era
bambino. Posso farlo spaventare anche adesso, se ci provo.
Mi
alzo in piedi, apro la porta e scendo le scale velocemente. Esco di
casa sbattendomi la porta alle spalle e cammino spedita verso la casa
del traditore più miserabile della storia. Il figlio del
capo così
bastardo...mhm, cattiva cosa. Non sarà un buon capo,
presumo. Solo
l'idea che in futuro comanderà lui a Berk mi fa
rabbrividire.
Entro
nella sua camera dalla finestra come sempre, guardandolo sul letto
schifata.
*Rikke
= personaggio inventato, da prendere come possibile ragazza di Berk
che non fa parte del gruppetto di cavalieri che noi conosciamo.
ANGOLO AUTRICE :
EEEE....CRICRINA
E' TORNATA, GENTE!
Bruh!
*ridacchia*
Allora..come
avete potuto notare questa storia è parecchio diversa dalle
mie
solite, e...no, non sono arrabbiata con nessun ragazzo, né
niente
del genere. Mi piacicchia solo questa idea che ho avuto.
Come
mai sono tornata? Mi sto annoiando un sacco.
Dov'ero
finita? Boh, giudicate voi.
A
scuola.
Lol.
Sì,
ho ancora la fissa dei lol.
Se
questa trama assomiglia a qualche trama di qualche altra ff ditemelo,
non leggo molte ff ultimamente. Anzi, non leggo nulla a parte libri
best sellers XD
L'ispirazione
per questa fanfiction è in parte grazie a una canzone di una
band
che io reputo davvero FANTASTICA, poco famosa, che sta facendo la
propria carriera principalmente su YouTube.
La
canzone si chiama “Wasteland” come la ff, che, per
chi non lo
sapesse, significa appunto deserto, parola detta almeno una volta
nella ff. ( frase “lui ha lasciato un deserto dentro di
me” ) Sta
a significare che ha lasciato un vuoto totale, come un deserto.
La
canzone è questa : https://www.youtube.com/watch?v=ya-SzODPFVc
Io
la ADORO. L'avrò ascoltata 10000 volte. Se vi interessa il
nome
della band per trovare il loro canale YouTube si chiamano
“Against
the current”
Con
questo mi dissolvo!
Spero
la ff vi piaccia!
Ciao!
By
cricrina01.
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
CAPITOLO
2
Stavolta
non ho portato
nessun pugnale, perché non ce ne sarà bisogno.
L'unica cosa che
voglio fare è vendicarmi, e quanti modi di farlo esisteranno
in
questo mondo? Sono sicura che non sia così duro e freddo
come mi ha
fatto credere..non esiste più l'Hiccup di una volta in lui,
però
una traccia ne è rimasta.
–Haddock.–
dico, con
tutto l'odio iniettato nei miei occhi.
–Cosa
c'è, Astrid? Non
ti sei ancora stufata di aver a che fare con me?– chiede,
ignorandomi totalmente. Ha lo sguardo rivolto verso un libro che
tiene tra le sue mani. Vorrei tanto sapere cosa sta leggendo, ma
decido di saltare questa tappa e invece prenderglielo e
buttandoglielo fuori dalla finestra senza degnarlo di un solo
sguardo.
–Ti
ricorda qualcosa il
nome Rikke?
Si
tirò leggermente su,
chiudendo per un millesimo di secondo gli occhi. Finalmente si
girò
verso di me. Imprecai nella mia mente. Magari non l'avesse fatto. Non
so cosa di preciso nei suoi occhi, però...essi hanno uno
strano
potere di farti dimenticare tutto, ogni cosa. E come se non fosse
successo nulla tu finisci nella sua trappola. Stupida e fottuta
trappola.
Tu
sei più
intelligente Astrid. Non lasciarti abbindolare.
–È
una delle
pochissime ragazze castane del villaggio, ovvio che mi ricordo di
lei.– risponde, abbassando lo sguardo nuovamente e alzandosi
dal
letto. Rabbrividisco. Per mia fortuna vuole solo prendere un altro
libro, perché si dirige verso la libreria addossata alla
parete e ne
prende uno a caso, senza nemmeno guardare il titolo.
–Sto
parlando
seriamente, bastardo!– dico, diventando
sempre più
infuriata.
–Io
sono serio.
Basta,
non ne posso più.
Mi
avvicino a lui,
prendendolo per un braccio e tirandolo in piedi. Lo guardo negli
occhi, restando concentrata. Lui cerca di baciarmi, sfacciato
com'è,
ma io non glielo permetto, spostandomi di qualche centimetro da lui.
–Se
mi baci lascio
stare te e tutte le ragazze del villaggio, okay?– dice, e
sembra
sincero. –Solo se mi baci.
Io
sbuffo, ma decido di
assecondarlo, perché voglio che questa storia finisca. Ma
nel
preciso momento in cui le nostre labbra si toccano, il mio punto di
vista sulle cose si stravolge. Il suo tocco è
così dolce e
deciso..cerco di ricordare cosa ha fatto, ma mi sembra così
irreale.
Sembra un ragazzo così dolce, com'è possibile che
non so sia
realmente? Che sia un mostro?
–Resta
qui con me
ancora una notte.– mormora contro le mie labbra,
implorandomi.
Vorrei rispondergli di no, ricordargli che la condizione era un solo
bacio...ma la realtà è che lo voglio,
più di quanto ci abbia fatto
caso. E se la cosa sta bene ad entrambi...che male c'è?
“Sarà
l'ultima volta”,
prometto a me stessa.
***
La
situazione è tornata
normale, più o meno. Non posso dimenticare il passato, ma a
quanto
dice Rikke, amica di numerose ragazze del villaggio, Hiccup ci ha
dato un taglio.
“Fortunatamente”
mi
ritrovo a pensare, mentre le parlo.
–Ma
mi spieghi cosa gli
hai fatto per farlo convincere?– mi chiede lei dopo un po',
nella
nostra conversazione.
–Nulla
di particolare,
davvero. Forse ha capito che si stava comportando in modo non
opportuno, soprattutto per essere il figlio del capo.–
rispondo con
calma, non spaventandomi quando Rikke mi rivolge una faccia un po'
scettica, come se non credesse alle mie parole. –Che
c'è?– le
chiedo.
–Hiccup
non fa mai
così, davvero.
Non
so cosa intenda di
preciso con queste parole, ma non voglio scoprirlo, perciò
le
rivolgo uno svogliato –Ciao, ora devo andare. ed esco il
più in
fretta possibile dalla sua camera. Ma Rikke è veloce,
esclusivamente
nel scendere da camera sua, perché non lo fa come una comune
mortale. Lei scende dalla finestra, come facevo io con la finestra
della stanza di Hiccup. Io però, a differenza sua, lo facevo
perché
ero obbligata : non potevo farmi vedere da Stoick.
–Astrid!
Fermati!
Prende
a corrermi dietro,
seguendomi ovunque io vada. Alla fine mi blocco su un sentiero,
stanca di correre senza una meta precisa. Non voglio tornare a casa,
là c'è mia zia, che comincerà a
parlarmi come se non ci fosse un
domani. È una persona molto loquace, troppo loquace.
–Astrid,
io non te lo
sto dicendo per farti star male. Lui non ha davvero mai fatto
così.
Non ha mai smesso davvero.
–Il
problema qui non è
dalla parte delle ragazze, okay?
–In
che senso, scusa?–
mi si mette davanti, guardandomi con i suoi occhioni color nocciola.
Essi straripano di curiosità, ma sono sicura che sia anche
molto
confusa.
–Se
non volete che lui
usi la sua stupida trappoletta dei suoi occhi verdi, allora stategli
alla larga. Sinceramente l'ho visto rarissime volte fuori da casa
sua, e stava cavalcando Sdentato. Il problema vero sono io, okay?
Sembra
ancora più
confusa, ora. –Cosa c'è che non va in te, Astrid?
–Io
sono innamorata di
lui, Rikke. Ma lui continua a comportarsi da stupido.– mi
predo la
treccia tra le mani, strattonandola. –Non so cosa fare.
Lei
non risponde subito,
come fa di solito. Di solito ha sempre la risposta pronta, ma questo
l'avrà lasciata spiazzata più del normale.
–Cercati
un altro.
Si
gira di spalle e
cammina via, portandosi con lei tutte le mie speranze di un Hiccup
diverso, quello che conoscevo da piccola. Quello dolce, sensibile,
altruista. Dev'esserci ancora quell'Hiccup, nascosto in qualche
oscura parte di lui. Ne sono sicura.
Qualcosa
passa sopra la
mia testa a gran velocità, qualcosa di grande. È
sera, perciò non
riesco a capire cosa sia. Poco dopo però passa nuovamente,
atterrando davanti ai miei occhi. Sdentato, con Hiccup naturalmente.
–Vieni
a fare un giro,
audace?
Io
lo guardo infastidita
dal suo nomignolo. –No, grazie, Haddock.– rispondo,
girandomi
dall'altra parte e decidendo di tener duro, di cercare di
dimenticarlo. Cammino spedita, in modo che non gli venga minimamente
in mente l'idea di provare a seguirmi.
Quando
arrivo a casa mi
sento strana : una parte di me è orgogliosa di averlo fatto,
l'altra
mi sta imprecando contro. Lo desidero così tanto...eppure
non è il
massimo che potrei trovare. Anzi, è il peggio.
Perché?
Perché mi sta
succedendo questo?
Salgo
in camera e mi
ritrovo con la schiena contro la porta un'altra volta, un'altra volta
in lacrime. Non voglio dargliela vinta, non voglio che si prenda
tutto ciò che ho e poi mi lasci senza niente...ma se non
inizio a
dimenticarlo, succederà esattamente questo. Ce la posso
fare, devo
solo ritornare in me stessa.
Raccolgo
la mia ascia da
dove l'avevo lasciata precedentemente, ovvero sul letto, e mi dirigo
fuori casa di nuovo, verso uno dei boschi intorno al villaggio. Non
voglio fare nulla in particolare, voglio solo fare la cosa che mi
viene più naturale : scaricare la rabbia tirando l'ascia
contro i
tronchi degli alberi. Non è una cosa positiva,
perché così la
corteccia si danneggia, ma sinceramente mi ricorda solo le mie
“ferite di guerra”. Qualcuno di noi nasce capace,
forte, potente;
qualcun altro purtroppo è l'esatto contrario : incapace,
debole,
ignorato da tutti. Ormai non so più a quale delle due
categorie io
faccia parte. Sembra che io stia precipitando dalla prima alla
seconda, mentre Hiccup sta diventando sempre più forte. Ma
lui non è
più l'Hiccup che conoscevo..accetta davvero di essere
così, per
diventare forte? Non lo riconosco.
Sento
la presenza di
qualcuno alle mie spalle, degli occhi puntati su di me, ma mi impongo
di ignorare questa sensazione. Non voglio neppure sapere chi sia,
voglio solo avere un po' di tempo per chiarirmi le idee.
ANGOLO
AUTRICE :
You
tell me “take
this”, but I don't wanna wake up in your wasteland.
Gahhh,
non sapevo proprio
che scrivere per rendere il capitolo un po' più lungo XD
Quindi...boh. È già un miracolo che sia riuscita
ad aggiornare.
Perciò...
Addio.
By
cricrina01.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
CAPITOLO
3
Apro
gli occhi,
guardandomi intorno. Dove sono? Alzo la mano e me la porto davanti
agli occhi, cercando di capire se è la realtà o
solo un sogno.
Effettivamente è la realtà. Mi tiro su, cercando
qualcosa a cui
aggrapparmi; alla fine trovo un ramo e lo stringo tra le dita della
mia mano destra, sentendo la sua sottile corteccia tracciarmi graffi
sulla pelle del palmo.
Quando
sono del tutto
sveglia mi accorgo di essere nel bosco dov'ero...ieri? A quanto pare
dovevo essermi addormentata. Cavolo. Do un'occhiata in giro, per
capire se nessuno è stato qui o se invece ho avuto delle
visite.
Tutto apposto. Nessuna orma fuori posto, almeno per quanto io possa
vedere. La mia ascia è a terra poco distante dal punto
dov'ero
distesa. Ma c'è qualcosa di strano nell'atmosfera. Non so
cosa,
sento che qualcosa non va. Poi sento un leggero pizzicore sul braccio
sinistro, quindi mi porto la mano su di esso per grattarmi. Ed
è in
quel momento che mi accorgo di cosa non va : sul braccio c'è
un
lungo taglio, già rimarginato.
–Oh,
no!– esclamo,
cominciando a controllarmi ossessivamente alla ricerca di altre
ferite. Fortunatamente non ce ne sono altre, quindi sospiro e
raccolgo l'ascia. Come me la sono fatta questa ferita?
Cammino
via da quel
posto, dirigendomi verso un lago poco distante. Lo conosco molto
bene, perché da bambina ci andavo spesso, sia per lavarmi
che per
pescare. È un semplicissimo laghetto circondato da alberi,
un grande
masso rimasto bloccato sovrasta l'acqua sul lato nord. Mi piace
questo posto, c'è sempre molta tranquillità.
Non
appena mi avvicino
all'acqua, però, trovo Hiccup con Sdentato con lui.
È immerso
nell'acqua fino al bacino, senza maglia. Non capisco cosa ci faccia
qui, non l'ho mai incontrato in questo posto prima d'ora. Le opzioni
sono due, ora : o sta cercando ogni modo per darmi fastidio, o ha
scoperto questo posto solo ora. Spero tanto per lui che sia la
seconda la sua idea.
–Ma
guarda chi si
vede!– esclama, lanciandomi un'occhiata.
–Cosa
ci fai tu qui?–
chiedo, brandendo la mia ascia.
–Tu
che dici?– mi
chiede, uscendo dall'acqua e scuotendo la testa, bagnandomi con le
gocce d'acqua che c'erano sui suoi capelli. Io mi giro dall'altra
parte, non fregandomene minimamente di lui e inizio a camminare via.
Pensavo che mi avrebbe lasciata andare, senza nemmeno provare a
fermarmi. Invece mi corre dietro, prendendomi un braccio. Io mi giro
sospirando, perché tanto...cosa mi costa ripetergli un'altra
volta
di lasciarmi in pace e poi lasciarlo solo?
Mi
guarda con i suoi
soliti occhi verdissimi, fisso. Alcune gocce scendono veloci sul suo
petto bagnato, formando rivoli d'acqua. È davvero bellissimo
così,
eppure so cosa mi ha fatto, cos'ha fatto a più di una
ragazza.
–Astrid..
–Avevi
promesso.– gli
ricordo, guardandolo con gli occhi lucidi.
–Sì,
sì, lo so. Ma...
–Ma
niente, Hiccup.
Mi
rigiro, tornandomene a
casa. Non voglio sentire nulla oggi.
~~~
I
pensieri nella mia
testa infuriano come se volessero uscire, ma non possono. Non capisco
perché io continui a ritrovarmelo sempre in giro, appena mi
giro lui
è lì. Vorrei che se ne andasse una volta per
tutte dalla mia vita,
ma a quanto pare se deve tormentare una persona lo fa per bene.
Forse
sono io a dovermene
andare. Tanto vivo da sola. Non cambia nulla a nessuno se faccio un
viaggetto.
Raccolgo
le mie cose in
fretta, per quanto ridotto possa essere il loro numero; poi esco
velocemente dalla casa, correndo via anche se in ogni modo chiunque
si accorge di me, dato il sole spaccapietre. Non m'importa
più
nulla, voglio solo mettere fine a questa storia. Sorrido.
Scendo
al molo, salutando
i vichinghi che incontro. Ho una buona reputazione su quest'isola, ma
ho bisogno di lasciarla almeno per un attimo. Non è fuggire,
non è
arrendersi. È trovare un altro modo per ottenere
ciò che si vuole.
Ci
sono solo due navi
attraccate, ma è la mia giornata fortunata,
poiché una è proprio
di Johann, il mercante che commercia con tutti i popoli conosciuti,
naviga ovunque. Mi porterà lui da qualche altra parte, in un
posto
isolato.
–Buongiorno
Johann!–
esclamo, sorridendogli.
–Oh,
salve a te,
Astrid! Cosa ci fai qui? Ti serve per caso una nuova ascia? Ti
conviene sbrigarti, perché sto per salpare.
Io
sorrido nuovamente, è
proprio quello che cercavo! Una nave pronta a partire!
–No,
non mi serve
nulla, ma...potresti accompagnarmi su un'isola?
Guardo
il mio borsellino
e mi chiedo se io abbia delle monete da scambiare con Johann per il
viaggio, in caso me le chieda.
–Certo,
non c'è
problema! Quale isola?
A
quanto pare è già
ricco sfondato. Cerco di ricordare qualche nome di isola, qualche
isola già frequentata in passato, su cui sono già
stata, oppure
semplicemente qualche isola di cui conosco il nome. Non mi viene
nulla in mente, però. –Non lo so, una qualsiasi
isola disabitata.
–L'isola
deserta.
Una volta era popolata dai draghi, ma i vichinghi li sterminarono
tutti. Ora come ora è un vero e proprio deserto. Non ci vive
nessuno, se non i soliti arbusti selvatici e qualche cinghiale che
non manca mai.
La
conversazione dura un
po'. Mi dà qualche informazione in più
sull'isola, mi chiede il
perché del volermi trasferire, domanda a cui io non
rispondo. Poi
arriva l'ora di andare.
Johann
saluta gli ultimi
clienti. L'ultima cosa che vedo di Berk è proprio lui, che
mi
osserva dall'alto, in volo con il suo drago. Spero non mi segua,
né
chieda informazioni riguardanti la mia posizione. Sto andandomene
proprio per staccarmi da lui, non chiedo altro che
tranquillità.
Quando
arrivo sull'Isola
deserta parto subito per all'esplorazione. Non mi piace trovarmi in
luoghi sconosciuti, voglio sempre conoscere tutto. Tutte le insidie,
tutte le meraviglie. Non mi lascio ingannare da nulla.
In
realtà non c'è un
granché di sorprese..come mi aveva annunciato Johann, le
uniche cose
che continuo a vedere sono sterpi e cespugli rinsecchiti. Dei
cinghiali nessuna ombra, fortunatamente. So che prima o poi
spunteranno fuori, ma posso riuscire a conviverci, in qualche modo.
Penso siano della stessa mentalità dei draghi : lascia stare
me e io
lascio stare te. Nessun animale è aggressivo di natura, in
questo
mondo. Ognuno dev'essere provocato per diventare crudele. Per gli
uomini è un altro discorso.
La
sera arriva presto,
molto probabilmente perché mi trovo in una valle in mezzo a
delle
montagne, perciò i raggi del sole non riescono a restare
sopra le
cime molto a lungo. Inoltre è giusto la fine dell'inverno,
quindi
tutto quadra. Non mi sono portata molto per passare la notte, solo
una coperta di lana più o meno pesante. Farà
freddo, ne sono
consapevole, ma sopporto temperature molto basse. Ormai sono
totalmente abituata a ciò.
Decido
di arrampicarmi su
un albero e passare la notte su una biforcazione costituita da due
rami a mio avviso abbastanza spessi da sostenermi senza che si
rompano mentre dormo. Sarebbe una cosa davvero tremenda cadere da
questa altezza mentre dormi. Spero non succeda.
Una
volta finito di
preparare questa sorta di giaciglio, lo occupo appisolandomi
immediatamente.
Un'immagine
sfocata mi
passa davanti agli occhi. Non riesco a capire cosa sia, o chi sia.
Forse è una persona. Già, probabilmente lo
è. Sta correndo, non si
ferma. Aspetto vari minuti affinché lo faccia. Ma quando si
ferma e
mi guarda con i suoi occhi ipnotizzanti avrei voluto che non si fosse
mai fermato. Mai.
A
metà tra la rabbia e
lo spavento inizio a correre via. Il vento trattiene la mia treccia a
mezz'aria, mentre essa inizia a sfilacciarsi. Sento che mi sta
seguendo. Il mio battito cardiaco aumenta, fino quasi a impazzire.
Vorrei fermarmi a prendere una boccata d'aria, ma lo ammetto..ho
paura. Non voglio che mi raggiunga. Poi sento una mano sul braccio, e
capisco che è troppo tardi.
Urlo
per lo spavento. Mi
ritrovo di nuovo sul mio albero. Cos'è successo? Uno dei
miei comuni
incubi? Di nuovo? Sospiro, portando indietro la testa fino a
poggiarla contro il tronco dell'albero. Le mie mani sono madide di
sudore, così come la mia fronte.
Mi
perseguita ovunque.
Persino nei sogni.
ANGOLO
AUTRICE :
If
I fall, let me fall...it might take time, but I'll find my own way
out.
So
che è una vita intera
che non mi faccio viva su questo sito, e mi scuso. Sorry not sorry.
Per
quelli a cui
interessa qualcosa della mia vita, ovvero nessuno, ma come sapete
ormai mi piace parlare da sola (lol), sono viva!
Veramente
l'ultima volta
che ho postato qualcosa qui doveva essere tipo marzo o aprile, ma non
sono mai tornata davvero. Non ero io, cricrina. Nel senso..non
è che
fosse un'altra persona ad aggiornare le mie storie, ma mi sono
sentita persa tutto l'anno senza le persone che ho conosciuto qui.
E...dato che è il cinque giugno, mi sembra l'ora di tornare.
Già...sta
finendo
scuola. Non so se ridere o piangere. Probabilmente piangerò.
Ora
aspetto solo il vostro supporto, dato che senza di
voi...dov'è che
vado? In riassunto ho conosciuto persone fantastiche al liceo e mi
sono ambientata abbastanza, ho temuto di non farcela perché
prendevo
solo insufficienze, ma poi è andata bene. Non mi sono
più ritrovata
sola in stazione, perché ho conosciuto un ragazzo
fantastico. OwO
Mi
piacerebbe che
qualcuno di voi tipo HHH, una delle due Chiara del fandom ( che sia
Stormfly77 o Astrid4ever fa lo stesso, io amo tutti qui ), RECTIA (
mia supportatrice numero uno ) o tu che stai leggendo si facesse vivo
con una recensione o con un messaggio privato. CAVOLO, MI MANCATE
TUTTI TROPPO.
So
che sono strana negli
angoli autrice, ma chissene frega.
Tanto
peace and love,
By
cricrina01, pazzoide
numero 1 in circolazione.
Ps.
Se vi siete sentiti
esclusi perché non vi ho citati sopra ( poco probabile, ma
passiamo
oltre...), non preoccupatevi. Io ci tengo a tutti voi. TUTTI. Ho
citato le prime persone che mi venivano in mente, probabilmente
perché sono state le ultime che ho sentito.
Ps2.
Non c'è un ps2.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
CAPITOLO
4
Scendo
dall'albero,
guardando l'orizzonte durante la discesa. Tra poco sarà
l'alba.
Sospiro, raccogliendo tutte le mie cose e camminando nella direzione
dove secondo il mio istinto si trova la costa. Mentre attraverso il
bosco, però, sento qualcosa alle mie spalle : è
come se un grande
branco di animali si stesse avvicinando alla carica.
–Cavolo!
Ci mancava
solo questa!– esclamo sbuffando. Subito dopo, consapevole di
cosa
succederà, mi metto a correre il più veloce
possibile. Sento dei
colpi. Dei versi gutturali, delle esplosioni. Mi giro, contemplando
degli alberi in fiamme, intenti a bruciare velocemente. Penso subito
si tratti di un gruppo di draghi, perciò ricomincio a
correre, ma
poi mi ricordo che Johann mi ha raccontato che sull'Isola deserta non
ci sono draghi.
–Cosa
sta succedendo?
Poi
improvvisamente cala
il silenzio, un silenzio così profondo che riesco persino a
sentire
i battiti del mio cuore. Riesco a riprendere fiato, poi dal bosco
spunta fuori un drago interamente nero. Urlo per lo spavento, poi
scuoto la testa, assumendo un'espressione arrabbiata. Cosa ci fa
ancora qui? Basta, basta!
–Smettila
di seguirmi!
Vuoi per caso che te lo intagli da qualche parte con la lama di
questo pugnale?– gli chiedo, stringendo i denti
così forte che
sento male alle mascelle.
–Vorrei
solo che tu mi
lasciassi parlare un attimo.– dice, balzando a terra in un
modo
così agile e svelto. Sembra un predatore alla ricerca della
sua
preda preferita. Rimango lì, perché voglio
davvero sentire cos'ha
da dire. Forse per farmi due risate, forse per dare una spiegazione
al suo comportamento. Non dovrei sperarci troppo, certi ragazzi sono
così naturalmente.
–Va
bene. Avanti.
Spara. Tutto quello che vuoi dirmi, è la tua unica occasione
per
farlo.
–Tu
dici?– mi chiede,
con un sorrisetto che mi fa venire voglia di spaccargli la faccia a
pugni. Gli lancio un'occhiataccia.
Sembra
proprio che debba
preparare un discorso per bene : inizia a camminare su e giù
davanti
a me, con la mano sinistra posata sul mento. Dopo qualche secondo si
ferma e mi guarda. Poi si avvicina, prendendomi le mani tra le sue.
Rabbrividisco, ricordando cosa hanno saputo fare quelle mani, insieme
alle sue labbra. –Scusa. Davvero, scusa. Non so, cosa posso
fare
per farmi perdonare?
Io
lo guardo in modo
accusatorio. –Farti perdonare? Mi dispiace, impossibile!
–Astrid,
tu mi manchi.
Mi manchi. Come mi manca la neve d'estate e invece il sole d'inverno.
Mi sento vuoto, mi sento come se mancasse qualcosa in me. Vorrei
sentire nelle vene la tua freddezza, perché d'altronde sei
così, ma
mi piaci così come sei. E mi manchi. Oh, quanto mi
manchi.– scorgo
i suoi occhi, lucidi, nonostante io sia girata dalla parte opposta.
–Ti
manco io?–
non riesco a credere che lo stia dicendo sul serio! Probabilmente
l'ha detto a tutte le ragazze che ha conosciuto.
–Sì,
tu. E non mi
manca solo il tuo corpo, non mi manca il sesso. Sai bene che potrei
benissimo farlo con un'altra ragazza se lo volessi. E se te lo stai
chiedendo..no, tu non hai nulla di particolare fisicamente.
È
soltanto che...tu sei tu! Sei spettacolare, straordinaria. Ti prego,
Astrid. Perdonami.
Non
riesco a crederci che
lo stia dicendo per davvero. Una parte di me vorrebbe dimenticare
tutto e ricominciare da capo, l'altra invece è quella
fredda, quella
che non perdona e non dimentica mai.
–Perché
dovrei
perdonarti?
Capisco
di aver colpito
nel segno quando mi guarda come se tutto quanto che vorrebbe fuggisse
da lui. Forse è davvero così, ma mi ostino a
pensare che non posso
essere ciò. Voglio parlare prima con Rikke. Non mi posso
fidare di
lui. Non ancora. Certo, teoricamente anche Rikke potrebbe mentirmi,
ma perché dovrebbe? Ha già perso Hiccup, neanche
l'avesse voluto
con lei.
–Non
lo so, Astrid.
Siamo umani, possiamo sbagliare.
–Non
tirare fuori
queste vecchie scuse da quattro soldi. Non significano nulla, lo sai
anche tu.
Dopo
questa la mia
fiducia inizia a disintegrarsi totalmente. Se mi volesse davvero
allora avrebbe potuto pensare a una motivazione migliore,
più
credibile perlomeno. Forse è l'effetto della disperazione.
Potrebbe
essere disperato? No, non penso. Non lo sembra. Strattono via le mani
dalle sue, distaccandomi di qualche centimetro. Potrebbe passare una
persona tra di noi, adesso. I suoi occhi da lucidi sono ancora
più
belli.
–Dovrai
fare ben altro
che seguirmi per avermi.– gli dico, per
terminare la
conversazione il prima possibile. –E fidati...non mi hai mai
avuta.
Detto
ciò mi stacco
totalmente da lui, ritornandomene per conto mio. So che mi
seguirà
ancora. So che continuerà a osservarmi da lontano per
capire. Capire
me, capire ciò che penso davvero.
Mi
manca anche lui, in
realtà. Il suo modo di agire come se non gliene fregasse
niente,
come se cercasse solo uno svago per riempire le sue giornate. Sembra
che quella parte di lui sia scomparsa da quando gli sto alla larga, e
ho paura che non tornerà più se continuo a
comportarmi così. Però
non voglio tornare troppo presto da lui. Non voglio essere sua.
Qualche
giorno dopo
ripassa Johann. Decido di ritornare a Berk, perlomeno per un
viaggetto, per chiacchierare un po' con Rikke.
–Com'è
andata
sull'Isola deserta, cara Astrid l'audace?– Quel nomignolo mi
fa
ridere, non dovrei più meritare di essere chiamata
così. Sto
fuggendo da un ragazzo, santo Odino!
–Male.
Non ho trovato
cosa cercavo.
–Mi
dispiace. Ma devo
dire che su quell'isola non si trova molto. Ti ho mai raccontato di
quella volta in cui ho passato due settimane per il mare
per...–
iniziò a chiedere Johann, interrotto da me.
–Si,
Johann, me l'hai
già raccontata. E comunque io cercavo solo
tranquillità.
–Troppi
cinghiali, eh?
–Già,
troppi
cinghiali.– risposi con un sorriso ammiccante. Paragonare
Hiccup a
un cinghiale mi diverte. È il minimo che potrei fare, in
effetti.
Una
volta arrivati a
Berk, dopo un paio di tappe in altri villaggi, mi dirigo
immediatamente verso la casa di Rikke. Busso tre volte sulla porta,
come mio solito, ma non me la apre nessuno. Decido di entrare, seppur
sena permesso. Non c'è nessuno al piano terra. I suoi
genitori
devono essere a svolgere qualche mansione al centro del villaggio.
Chissà se Hiccup è tornato oppure no, se mi ha
seguita o è ancora
all'Isola deserta. Spero sia ancora là e ci rimanga per un
po'.
–Rikke?
Ci sei?–
chiedo, salendo le scale. Arrivo davanti alla porta della sua camera
e busso anche lì. Sento dei passi lì dietro. Mi
sento
improvvisamente a disagio. Sono entrata in casa sua senza il suo
permesso.
–Astrid!
Non eri andata
all'Isola deserta?– mi chiede, con aria assonnata.
Quand'è andata
a dormire stanotte?
–Sì.
Sono tornata
soprattutto per parlare con te.
Lei
mi fa segno di
entrare in camera sedermi sul suo letto con lei. –Cosa volevi
dirmi di tanto particolare?
–Ho
bisogno di un
consiglio. Tu conosci Hiccup meglio di me, più o meno. Se
lui ti
dicesse che tu gli manchi e ti chiedesse di perdonarlo, tu cosa
faresti?
Lei
mi guarda per qualche
istante, poi si blocca a pensare. Io mi guardo in giro. Riconosco
ogni minimo dettaglio della stanza di Rikke. Non è cambiato
nulla.
–Non
so di preciso cosa
abbia fatto a te, ma se dovessi tenere in considerazione quello che
ha fatto a me..non lo perdonerei. Davvero. Ci sono tanti ragazzi in
giro Astrid. Lui non è l'unico. So che è forse il
più bello del
villaggio, ora come ora. Ma prova a ricordartelo a quattordic'anni,
quando nessuna se lo filava. Basandoti su questa immagine di lui,
forse puoi riuscire a dimenticarlo. Pensa a lui come uno che sta
approfittando della sua fama. Solo per aver addestrato un drago prima
di tutti, vuole avere tutte le ragazze?
Non
è poco, devo
ammettere. Forse Rikke questo non l'ha notato. O forse lei l'ha
già
dimenticato, e quindi sta solo cercando di aiutarmi sul serio.
–Ma
lui mi manca almeno
quanto io manco a lui.– ammetto, alquanto imbarazzata.
Lei
mi guarda confusa,
assottigliando gli occhi. –Non fidarti. Non permettere che
lui
diventi per te qualcosa che non puoi controllare. Divertiti, se vuoi.
Ora puoi fare quello che vuoi con lui, puoi ferirlo per un po', fin
quando ti dà corda.
I
pensieri di Rikke sono
così crudeli che quasi non la riconosco più.
Eppure io lo farei, se
fosse un qualsiasi altro ragazzo. Mi divertirei a prenderlo in giro
come ho sempre fatto. Ma con lui non ci riesco. Non ne ho voglia.
–Grazie
dei consigli,
ma dubito li terrò a mente. Penso tu non possa capire, e ne
sono
lieta. Non augurerei mai a nessuno di trovarsi nella mia stessa
situazione.
Mi
alzo, salutando Rikke
e scendendo lentamente le scale.
ANGOLO
AUTRICEEEHH :
So
many thoughts
that I can't get out of my head
I
try to live
without you, everytime I do I feel dead
I
know what's best
for me, but I want you instead
I'll
keep on wasting
all my time
Hello,
bella gente. Come
vanno le vacanze? A me male, per ora. Ma dai che scherzo! ( magari )
Sappiate
che una
personcina carina mi ha dato un'idea in una recensione, quindi
aspettatevi tanta roba. MUHAHAHAHAHAH. Abbiate paura. Ve lo
consiglio, da brava consigliatrice, come Rikke.
Sto
adorando scrivere
questa fanfiction, sappiatelo. E abbiate ancora più paura.
Bene,
detto questo volevo
farvi una domanda : spesso io scrivo di tutto e di più
nell'angola
autrice, e non so, vi da fastidio codesta cosa? Perché se
no,
continuerei con la #cricridomanda.
Vorrei
augurare buona
fortuna a tutti quelli che hanno gli esami di terza media o di
maturità. <3 Posso solo dire a quelli di terza che
sono veramente
una ca*ata, davvero. Io ho passato l'estate più bella di
tutte in
compagnia degli esami, perché come sapete, o forse no, mi
sono
divertita troppo a stare al parco giochi con i miei ex compagni e
lanciare il cellulare nel prato XD
Per
quelli della maturità
non posso dire niente, dato che io non ci sono ancora arrivata.
Però
buona fortuna comunque. L'unica che mi viene in mente è
camilove97,
se non mi sbaglio. :)
Mi
piace citare persone
negli angoli autrice, mi sento potente. Della serie...scelgo te,
camilove97!
Okay,
questa faceva pena.
#cricridomanda
(
mi piace farmi i cazzi degli altri ) : cosa
farete
quest'estate?
#cricririspostaallacricridomanda
: probabilmente non farò nulla di particolare
come al solito, ma
voglio rivedere le mie migliori amiche ogni tanto :) Se ci riesco.
By
cricrina01.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
CAPITOLO
5
Non
farei mai quello che
Rikke mi ha consigliato. Non sono una persona che lascia scorrere,
però non ferisco le persone se non c'è un motivo
abbastanza grave.
Per ora non mi sento particolarmente ferita, soltanto un po'
arrabbiata e tanto, tanto confusa.
Hiccup
sarà già
tornato, a quest'ora. penso, camminando per le vie piene di
gente
del villaggio. Johann è tornato, per questo c'è
una grande
concentrazione di persone in giro. Di solito se si incontra qualcuno
si è fortunati. Di solito sono tutti occupati a lavorare. Se
Hiccup
spunta fuori, cosa faccio? Lo evito per l'ennesima volta, o decido di
dargli una chance? Voleva divertirsi con me, è vero.
Però...ci
dev'essere un motivo per cui non riesce a starmi lontano, per cui io
gli manco più di qualsiasi altra ragazza. Non può
star mentendo,
oppure a questo punto sarebbe già sparito, non l'avrei mai
più
visto.
No,
voglio affrontarlo.
Mi dirigo a casa Haddock, la quale sicuramente sarà vuota,
se non
per Hiccup. Il figlio del capo, nonostante la sua età,
è quasi
perennemente a casa, se non quando è con Sdentato a volare
in terre
sconosciute, fin dove i loro occhi riescono a vedere.
–Hiccup!–
lo chiamo,
una volta accertatami che non ci fosse nessuno al piano terra.
Soprattutto, non Stoick. –Hiccup!
Mi
dirigo su per le
scale, facendo meno rumore possibile. Quando mi ritrovo la porta
della sua camera davanti, alzo una mano a pugno, decisa a bussare. La
porta però, al contrario di quanto pensassi, si apre un
secondo
prima che la mia mano possa toccare il legno. Mi ritrovo davanti
Hiccup, con i suoi occhi verdi che mi fissano quasi sorpresi. Forse
è
normale. Forse non dovrei neppure essere qui. Forse è tutto
fuori
posto.
–Astrid?–
mi chiede,
non distogliendo un attimo gli occhi dai miei. Ormai quasi odio la
sua voce. Il ricordo di essa è legato alle migliaia di
parole da lui
pronunciate. Le odio tutte. Ognuna di esse. Odio lui. –Cosa
ci fai
qui?
Sospiro.
Non posso
crederci di farlo davvero. –Ho deciso di..darti un'altra
possibilità. Forza, stupiscimi! Cos'hai intenzione di fare
quest'altra volta?
Scorgo
l'ombra di un
sorriso sulle sue labbra. Forse ne ha bisogno davvero e sto facendo
la cosa giusta. Le storie di Rikke pullulano nella mia mente
inferocite e senza tregua. Mi sento come se non doverei essere io a
scegliere cosa fare. Come se il mio destino fosse già stato
scritto.
Non
credo che Hiccup stia
veramente piangendo, non può essere così. Ma ci
sono delle lacrime
nei suoi occhi. –Hiccup?
–Hai
davvero deciso di
tornare da me? Dopo tutto quello che ti ho fatto?– si gira
come per
tornare in camera sua, si siede sul letto. Non voglio seguirlo. Non
voglio tornare un'altra volta lì dentro. Mi sentirei
rinchiusa, come
se fossi in una gabbia. Nella sua trappola.
–Senti,
se mi vuoi,
bene. Altrimenti io me ne vado molto volentieri.
Non
riesco a capire quale
emozione stia provando in questo momento. Non so se stia ridendo
dentro di sé dato che il suo era soltanto un altro tentativo
di
imbrogliarmi, o se sia davvero felice che io sia proprio davanti a
lui. Che non stia correndo da nessuna parte, che sia ferma. Immobile.
Ma lui non dice una parola. È troppo silenzioso, m'inquieta.
–Hiccup, non rimarrò qui per sempre. Deciditi! Fai
qualcosa!
Parla, muoviti.
–Come
mai hai deciso di
darmi un'altra possibilità?
Io
sospiro. Come mai
mi fai queste domande così stupide? –Me
l'hai chiesto tu. Te
lo sei dimenticato, per caso?
Mi
verrebbe voglia di
tirargli un pugno. Dopo tutto quell'insistere, ora mi chiede
perché
l'abbia fatto. Dovrebbe semplicemente accettarmi, perché non
lo fa?
–No.–
risponde,
guardando fisso in un punto della camera in cui non c'è
nulla di
particolare. Poi si alza in piedi, avvicinandosi a me
improvvisamente. –Ho semplicemente paura.
Ciò
che ha detto per me
non ha nessun significato. Paura di cosa? Per quale motivo? Come?
Lui, paura? Tutto quanto mi sembra impossibile. Probabilmente sta
mentendo.
–Paura
di cosa,
Hiccup?– lo guardo senza ombra di emozione sul mio volto.
Voglio
arrivare in fondo a questa storia. Sono stanca di venir presa in
giro. Sono stanca di farmi trattare come se non fossi quello che in
realtà sono.
–Di
amarti.
Mi
sento improvvisamente
confusa. Quindi mi ama? O forse sto correndo troppo veloce a quella
che mi sembra una conseguenza delle sue parole, ma magari non lo
è?
Forse significa che dato che ha paura di amarmi, non mi
amerà. Ma da
quando mi ama? Non mi ha mai dato questa sensazione. Tutto
ciò che
mi ha dato sono realizzazioni di suoi propri bisogni. Non mi sono mai
sentita davvero amata da lui.
–Allora,
se hai tanta
paura, non amarmi!
Nel
momento in cui mi
giro, lui mi afferra un braccio. Sussulto, a metà tra
l'essere
arrabbiata e scocciata. Come osa anche solo toccarmi, dopo tutto
quello che ha fatto? –Se fossi un po' meno dura, forse
sarebbe più
facile farlo. Voglio provarci, non è che una persona se ha
paura non
supera i propri timori. Ma permettimelo, perlomeno!
Spalanco
gli occhi,
capendo. È davvero innamorato di me. Non me lo sono
immaginata, non
è stato solo un sogno. Forse l'amore arriva proprio
inaspettatamente
a volte, da persone che non avresti mai pensato sarebbero mai state
interessate a te.
–Mi
serve del tempo,
Hiccup. Io non sono dura con te solo perché ho voglia di
esserlo. Lo
sono perché non so se posso fidarmi di te. Non ancora.
I
suoi occhi mi dicono di
sì, mi dicono che posso tranquillamente fidarmi di lui;
però non
voglio pentirmi un'altra volta di un errore così banale, ma
al tempo
stesso così fatale.
–Va
bene. Ti darò
tutto il tempo che cerchi. Ma tu promettimi che tornerai da me.
Sospiro.
Sembra davvero
disperato. –Te lo prometto. Ciò non significa
però che non ti
lascerò mai; questo dipende da come ti comporterai.
Lui
mi lascia andare.
Resisto all'impulso di correre via, mi affretto ad avvicinarmi e a
dargli un leggero abbraccio. Le sue braccia sono delicate, quasi
avesse paura di farmi del male. Non mi strige, è come se
potessi
scivolargli via in un attimo. Ed è proprio ciò
che succede. Lui
sibila un “ciao” fra le labbra appena socchiuse, io
gli rispondo
con più enfasi.
Sono
passate ben tre ore.
Il suo volto non esce dalla mia mente, continuo a pensare a lui. Non
ne trovo una spiegazione. Mi sto forse innamorando? Ma
perché mai
dovrei innamorarmi di Hiccup? Mi ritornano in mente una volta ancora
tutti i ricordi sulla mia infanzia legati a lui. Di come una volta
eravamo quasi migliori amici, di tutti i posti scoperti ed esplorati
insieme...e poi di come tutto è stato spezzato
così all'improvviso.
Di come abbiamo smesso di vederci, di frequentarci. Di come io sia
cresciuta sempre pronta alla guerra, alla battaglia contro i draghi,
puntando sulla forza, e di come lui invece sia cresciuto stando nella
sua bolla, evitando i pensieri degli altri e contando sulla propria
intelligenza per rivoluzionare il modo di pensare di tutti. Non
poteva essere altrimenti, tanto è il figlio del capo. Il
futuro
capo. Devono ascoltarlo, almeno dargli una possibilità.
E
ora mi ritrovo
chiaramente a capire di come lui mi abbia distrutta fin dall'inizio.
Di come abbia bruciato al vento ogni cosa io facessi, lasciando un
deserto ovunque io passassi.
Perché
dovrei
perdonarlo? Forse perché non l'avrebbe fatto apposta?
Sento
di non potermi
fidare di nessuno. È una sensazione orribile. Come si
può anche
solo pensare di poter affrontare una vita da soli? Sena nessuno su
cui contare?
Decido
di andare nel
bosco a fare una passeggiata solitaria. Il bosco era considerato
pericoloso poiché popolato da un sacco di draghi, ma ora
come ora
ben pochi lo evitano. Dopo ciò che ha fatto Hiccup.
Passo
fra due tronchi di
albero, bloccandomi all'improvviso. Davanti a me c'è un
drago, un
Uncinato Mortale di un bellissimo colore azzurro, che mi ricorda il
colore dei miei occhi. Appena si accorge di me, scaglia una fila di
spuntoni verso di me, ma riesco a proteggermi per un soffio
nascondendomi dietro uno dei tronchi. Quando però me lo
ritrovo
davanti mi ritrovo indecisa : dovrei utilizzare le tecniche che ho
sempre imparato, o forse dovrei provare ad addestrarlo come fa
Hiccup?
–Hey...ciao,
caro...drago.
Sono
senza armi, non ho
scelta. Devo cercare di conquistare la sua fiducia. Eppure lui sembra
voler solo farmi a pezzi.
–Cara
draghessa, mi sa
tanto che stai spaventando la mia amica.– dice una voce con
un
tocco di sarcasmo.
Un'altra
volta mi ha
seguita. Ma stavolta mi ha salvata.
ANGOLO
AUTRICE :
*morte
immediata di cricrina*
LOL.
Salve
gente. Qualcuno di voi a 'sto punto si sarà chiesto dov'ero
finita,
se ero morta...dato che mi sembra di aver detto qualcosa del genere
“sarò più attiva” in qualche
capitolo fa...la verità è che
sì, sono morta.
Ok,
non ci crede nessuno. Che tristezza.
No,
la verità è semplicemente che il mio tempo
è stato ristretto in un
modo assurdo LOL e non so quando scrivere. No, non è vero
del tutto.
Non ho impegni in particolare.
È
che, voi non ci crederete mai, ma questa ragazza qui si è
fidanzata
LOL. E cavolo, boh. Non so che dirvi, volevo solo farvelo sapere. So
che non è una scusa decente, ma avere un fidanzato porta via
UN
SACCO DI TEMPO. Lol.
Notizie
sulla fanfiction? Nulla in particolare, ho la trama bella pronta in
testa ora, ma non so dirvi quanti capitoli mi mancano prima che
finisca. Non so proprio nulla sul mio futuro, vuoto totale. In questo
periodo mi sento così confusa...vabbé.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione se volete.
Vorrei
salutare hiccstrid perché boh, mi sembra una personcina
molto carina
e disponibile. Non lo so, mi stai un sacco simpatica ( anche se a me
stanno quasi tutti simpatici, ma dettagli )
#cricridomanda
: avete visto i nuovi episodi di RTTE?
#cricririspostaallacricridomanda
: no T_T , ma ci sto lavorando su LOL
Ciau!
By
cricrina01.
Ps.
Avevo scritto “buy cricrina01”....qualcuno vuole
comprarmi?
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
CAPITOLO
6
Allunga
una mano davanti
i miei occhi e la posa sul muso del drago. Non ci credo che riesca a
farlo come se niente fosse. Sembra che sia una cosa da nulla farlo,
ma in realtà non lo è. O lo è, ma io
sono troppo impedita per
farlo. Poco probabile, mi stava per ammazzare.
–Gra...–
mi dice
Hiccup, facendomi un sorriso un po' inquietante.
–Gra?–
chiedo
confusa, guardandolo stupita. Non riesco ancora a capire se mi segua
semplicemente o se ci sia qualcosa sotto. Non è possibile
che me lo
ritrovi dietro in ogni istante.
–Grazie,
Astrid.
Grazie.– finisce di dirmi, visibilmente seccato.
–Di
niente.–
rispondo, sorridendogli e camminando via.
Non
so perché io l'abbia
fatto. So solo una cosa : non riuscirò a seminarlo in nessun
modo.
Forse però inizierà a capire che deve smetterla.
Probabilmente
succederà qualcosa che lo farà smettere.
Mi
dirigo verso casa mia,
ormai l'unico posto in cui posso stare un po' da sola. Prendo degli
oggetti pesanti presenti al piano terra e blocco la porta in ogni
modo, in caso decidesse di seguirmi pure qui.
Mi
metto a pensare a
quello che è successo. Di come lui sia riuscito a toccare
quel drago
come se nulla fosse. Forse ha davvero qualche dono come dicono le
altre persone. Quel ragazzo è un tremendo caos. La cosa che
sa fare
meglio non è addestrare draghi, ma incasinare la mia testa.
Ci
riesce alla perfezione.
Forse
potrei dimenticare
tutto quello che ha fatto, fare una sforzo. Devo ammetterlo, mi
manca..mi manca il suo carattere, il suo vero carattere..mi manca
l'Hiccup che non mi segue ovunque e non fa il romantico. Mi manca
l'Hiccup a cui non frega nulla oltre che se stesso. Quello egoista.
Non
posso continuare a
fuggire per sempre, soprattutto non posso fuggire da ciò che
voglio.
Mi
precipito verso la
porta, togliendo tutti gli ostacoli causatemi da sola. Sono solo una
stupida, perché fuggire da lui? Lo desidero probabilmente
più di
quanto lui desideri me.
Mi
metto a correre senza
pensarci troppo, diretta verso il bosco. Se sono fortunata
sarà
ancora lì, giocherellando con il nuovo drago. Si diverte a
giocherellare un po' con tutti. Ma a quanto pare non mi interessa
molto.
–Hiccup!–
grido a
squarciagola quando arrivo nel bosco. Non c'è più
traccia di lui.
–Hiccup!
Un
fruscio di foglie
sopra la mia testa. La alzo, guardando attentamente in giro.
Sicuramente sarà con Sdentato, volando a un millimetro sopra
gli
alberi. Mi avrà sentita? Cammino cauta, cercando di farmi
notare in
qualsiasi modo senza sembrare pazza. Quando si deciderà ad
atterrare? Sento dei passi dietro di me, e desidero con tutta me
stessa che sia proprio lui.
–Hiccup?
–Come
mai a cercarmi?
Proprio tu, Astrid? Cercarmi?
Mi
giro sorpresa. Riesce
ad essere sempre nel posto giusto, non sbaglia mai. In un secondo dal
cielo scende sul suolo, esattamente come un angelo. Purtroppo non
penso sia giusto accomunarlo con un angelo. Se fosse un angelo certe
cose non le farebbe..
I
miei occhi sono accesi,
ghiacciati ma non troppo. Sono sul limite, in bilico tra il fidarmi e
il dubitare...cosa dovrei fare? Non diciamo una parola, ma
continuiamo a scrutarci attentamente. Starà solo aspettando
che io
faccia qualcosa, ma io sto facendo la stessa cosa nei suoi confronti.
Sento qualcosa in me, un forte desiderio. Voglio i suoi baci come
fossero la cosa migliore del mondo, l'unica cosa capace di
soddisfarmi, nonostante tutto quello che mi ha dato, oltre i baci.
Voglio qualsiasi cosa da lui. Il cuore comincia a battermi
più
veloce, ma nulla di incontrollabile. Vorrei solo che le nostre labbra
si toccassero ancora dopo tutto questo tempo, ma come potrei fare per
baciarlo? Devo essere proprio io? Il mio sguardo si fa più
dolce,
compare un sorriso sul mio viso. Non so cosa mi stia accadendo di
preciso, non sono io a decidere le mie emozioni..non potrei essere
mai io, però è così strano..non avevo
provato nulla del genere con
lui fino ad ora.
–Astrid.–
ripete il
mio nome, non distogliendo un attimo gli occhi dai miei.
Decido
di avvicinarmi a
lui, cautamente. Dopo pochi secondi, però, gli occhi non
riescono a
rimanere più fissi sui suoi, cominciando a lacrimare. O
forse mi sto
trattenendo dal piangere? Mi ritrovo a correre verso di lui, colmando
lo spazio che ci divide e buttandomi letteralmente fra le sue
braccia. Questa volta sento le sue braccia posarsi sulla mia schiena,
e poi stringermi forte contro di lui. Sento la sua testa sprofondare
sulla mia spalla, il suo respiro caldo contro la pelle del mio collo.
Mi ritrovo a sorridere senza pensarci, probabilmente felice. Non ho
mai sorriso davvero in questo modo, così spontaneamente.
Quando
ci stacchiamo
l'uno dall'altra lo guardo ancora per qualche istante.
–Scusa.–
sussurra
così basso che quasi non riesco a sentirlo. Forse
perché si
vergogna di questa parola, dopo quello che ha fatto. Perché
è
diventato così? Cosa gli è successo nel corso di
questi anni?
–Chi
ti ha messo quella
pietra al posto del cuore che avevi una volta?– gli chiedo,
con uno
sguardo malinconico.
–Me
la sono messa da
solo, evidentemente.
–Hiccup,
cos'è
successo?– gli chiedo, sedendomi in un posto qualunque e
invitandolo a fare lo stesso. Dato che mi si siede accanto, io mi
sposto davanti a lui, in modo da guardarlo mentre parla.
–È
una storia
lunga...e poi non ci crederesti comunque se te la raccontassi.
–Sì
che ti credo.–
gli dico, cercando di convincerlo. Voglio assolutamente sapere il
motivo per cui si comporta così. Una volta era un ragazzo
così
dolce...eppure evitato da tutti. Ora che piace anche ad alcuni
ragazzi della nostra età, perché si comporta
così?
Lui
fa un gran respiro.
–È iniziato tutto qualche anno fa. Avevo appena
fatto sapere a
Berk che avevo addestrato una Furia Buia, tutti avevano iniziato a
conoscermi e finalmente qualcuno dei ragazzi della mia età
mi
accettava. Mi giravano tutti intorno, volevano diventare miei amici
solo perché ero diventato un mito, per quel poco che avevo
fatto.
Però io non volevo esattamente amici. Certo, è
bello avere degli
amici, ma c'era una sola persona che avrei voluto avere con me in
quel periodo e quella persona però non la vedevo ormai da
anni..non
sapevo più dove fosse, ma la volevo con me. Io mi ero
innamorato di
una ragazza e avrei avuto bisogno solo di lei se ci fosse stata..ma
lei non c'era. Quindi cominciai a comportarmi come sai tu. Quando una
ragazza qualunque del villaggio si interessò a me per la
prima
volta, allora iniziai a perdere la testa. Non potevo avere lei,
ma perlomeno avevo una bella ragazza disposta a stare con me. Non
l'amavo però questa ragazza, che si avvicinò a me
solo per secondi
scopi. Non ho mai amato nessuna delle ragazze che sono state con me,
per anche più mesi. Perché aspettavo lei.
La
rabbia comincia a
salire in me. Prima mi dice che amava una ragazza e poi dice che non
ha mai amato nessuna ragazza che è stata con lui, ovvero non
ha mai
amato nemmeno me. Cosa passa per la testa di questo ragazzo? Decido
di non fiatare e continuare ad ascoltarlo.
–Con
il passare del
tempo...beh questa ragazza non arrivava più. Ovvero,
continuava a
non arrivare. Era inutile aspettarla. La mia vita si
trasformò in un
divertimento casuale. Non aveva più senso, come me stesso.
Non
sapevo più in cosa mi fossi trasformato. Cos'ero? Cosa sono
ora? Non
lo so.
E
indovina che è
successo poi?
Silenzio.
Resto a
guardarlo negli occhi, ipnotizzata dal verde.
–Cosa?–
gli chiedo.
–Lei
è arrivata.– un
attimo di silenzio. –All'inzio ho continuato a comportarmi da
stronzo, perché ormai io ero diventato così e
sinceramente non me
ne importava più davvero tanto di lei..era passato del
tempo, me ne
ero dimenticato. Ma poi..l'ho guardata negli occhi e ho capito che
non mi ero mai dimenticato di lei. Che io ero ancora innamorato di
lei. E lo sono adesso. Sono innamorato di te, Astrid.
Il
finale mi lascia senza
parole. Non avrei mai immaginato di essere stata così tanto
per
Hiccup. Avevo sempre pensato che il distaccamento da lui fosse stato
naturale e comunque fosse stato una cosa okay per entrambi, non
avesse creato molti problemi. Io mi ero quasi dimenticata di lui
completamente e senza fatica, ma per lui è stato diverso :
lui ha
continuato ad aspettarmi per anni, ma io non sono più
riapparsa.
–Io..-
inizio a
parlare, con il fiato bloccato in gola. Arretro di un passo, poi di
un altro. Lui mi guarda, i suoi occhi ormai pieni di lacrime. Respiro
a fondo. –...anch'io ti amo.
Dopo
aver pronunciato
queste parole mi giro dall'altra parte e fuggo via.
Come
una codarda. Come se
avessi paura dei miei sentimenti.
ANGOLO
AUTRICE :
Salve
gente. Sono viva,
una volta ancora. Mi sembra di star più sopravvivendo che
vivendo,
lol.
In
ogni modo, sono
tornata magicamente su questo sito molto carino perché
sì,
ultimamente mi mancava questa mia passione dello scrivere. Mi
mancavano un po' quelle recensioni, quei lettori carini. Mi mancavano
le persone che mi facevano stare bene e mi facevano sentire felice.
Parlando
della storia,
Wasteland è una fanfiction su cui io ho personalmente
lavorato
davvero tantissimo in passato, ci ho dedicato molto tempo, ma
nonostante ciò non ho avuto il tempo necessario per
continuarla
periodicamente, infatti l'ultimo capitolo risale a luglio dell'anno
scorso (…). Non so se riuscirò a terminare questa
storia una volta
per tutte, ma sarebbe uno dei miei desideri più grandi,
perché mi
fa un po' pena il fatto che, se qualcuno ancora segue questa storia,
debba aspettare mesi per leggere un nuovo capitolo xD.
In
sintesi nella mia vita
sono entrate un sacco di nuove passioni che hanno occupato tutto il
mio tempo, ma don't worry, ci sarà sempre uno spazio per la
mia
amata scrittura, che in realtà è una delle poche
cose che so fare
bene ( si spera, mi dicono così, perciò ci credo
)
È
tutto direi!
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cricrina01.
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