Il desiderio nascosto

di lfmartem21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Era passato del tempo da quando Penny aveva convinto Sheldon a non avere un figlio con Amy tramite gravidanza surrogata. Entrambi, però, continuavano a pensare al loro ipotetico bambino. Sognavano che avrebbe conquistato il mondo, anche se sapevano che nè i loro amici nè la loro famiglia avrebbe accettato la loro scelta.
Erano consapevoli che la soluzione sarebbe stata sposarsi e avere dei figli in modo tradizionale, ma il solo pensiero provocava loro panico e confusione.                                                                                     Sheldon, dopo lunghe riflessioni era arrivato alla conclusione che non aveva intenzione di permettere ad altre persone di intromettersi nella sua vita e in quella di Amy. Per una volta si sentiva convinto delle proprie azioni.
Quel pomeriggio avrebbe visto Amy. Era in salotto, seduto al suo solito posto. Si sentiva nervoso. Voleva parlarle della possibilità di avere finalmente il bambino tanto desiderato insieme. Sperava che fosse disposta ad andare contro il volere di tutti. 
Era immerso nei suoi pensieri, quando sentì bussare alla porta. Era lei. Si alzò e la fece entrare.
"Ciao Amy, è un piacere vederti" 
"Ciao Sheldon"
"Vuoi che ti prepari una bevanda calda?"
"È molto gentile da parte tua, grazie"
"Sei mia ospite e sto solo rispettando le convenzioni sociali"
La fece accomodare nel posto vicino al suo e si diresse verso la cucina per far bollire l'acqua.
Travasò il liquido in due tazze e gliene porse una.
"Perché hai voluto vedermi?" chiese lei
"Volevo parlarti di un argomento molto delicato"
"OK. Parla, ti ascolto"
"Dunque... Ultimamente abbiamo pensato molto alla possibilità di avere dei figli..." fece una pausa e la fissò negli occhi.
"Si, è vero... Ma abbiamo smesso di considerare la cosa quando Penny ti ha convinto che tua madre non avrebbe approvato"
"Ecco... Io, però, desidero ancora avere dei figli e... Se tu sei ancora d'accordo, vorrei ugualmente intraprendere questo viaggio. Anche se non ho l'approvazione di chi amo"
"Sheldon... Io sono d'accordo. Come non potrei? L'importante è che siamo entrambi convinti"
"Io lo sono e tu?"
"Si, anche io" 
Si guardarono negli occhi e ci fu un silenzio imbarazzante. Fu Amy a parlare.
"Sheldon... Diventeremo genitori. Riesci a crederci?"
"Auguri Amy Farrah Fowler!"
"Auguri Sheldon Cooper"


Vi prego di essere buoni. Accetto tutti i consigli che vorrete darmi. Scriverò al più presto il prossimo capitolo. Spero vi sia piaciuto.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Sheldon ed Amy avevano visitato diverse cliniche della fertilità. Però avevano deciso che non avrebbero usufruito di una madre surrogato. Amy sarebbe rimasta incinta. La fecondazione sarebbe comunque avvenuta in laboratorio; entrambi giudicavano il coito un mezzo disordinato e anti-igienico di procreare. Quella mattina la neurobiologa osservava dalla finestra le macchine che passavano, aspettando il taxi che avrebbe condotto lei e Sheldon alla clinica. Le sarebbe stato impiantato l’embrione. Il fisico aveva deciso di accompagnarla. In fin dei conti era il futuro padre del bambino e doveva starle vicino. Il taxi era arrivato. Si precipitò giù per le scale raccattando la sua borsa. Non appena il fisico le fu davanti, gli salto al collo. << Amy!!! Smettila! Cosa diavolo stai facendo? >> Lei, mortificata, mollò la presa << Scusa Sheldon… Non so cosa mi sia preso >> << Non importa… Ti perdono >> disse cercando di evitare la catastrofe. Ma era troppo tardi… La donna era scoppiata in un mare di lacrime. << Scusa >> riuscì a dire tra un singhiozzo e un altro. MALEDETTI ORMONI!! Pensò lui. Da quando aveva cominciato a prenderli, il suo comportamento era diventato completamente irrazionale. Fortunatamente sapeva cosa fare. Le si avvicinò e le cinse goffamente con le braccia il busto. Poteva sentire le lacrime della donna bagnargli la maglietta. Che schifo. Quando si fu ricomposta salirono sul taxi alla volta dell’ospedale. Alla clinica. Sheldon ed Amy stavano aspettando. Si avvicinò loro un’infermiera << Signorina Fowler? >> << Sì, sono io. >> << Prego mi segua >> << Aspetti… Posso venire anche io? >> chiese Sheldon << Certo >> rispose la donna << Sheldon… Non è necessario che tu venga >> << Invece sì. Voglio essere il primo a vederti. Non mi fido di questa gente >> << Ti ringrazio >> << Figurati >> Una volta nella stanza, Amy era entrata in bagno per cambiarsi, mentre Sheldon si era seduto sulla poltrona che gli era sembrata più comoda. << Sheldon? Puoi venire un attimo in bagno, per favore? >> Lui si alzò e bussò alla porta: knock knock knock << Amy? >> knock knock knock << Amy? >> knock knock knock << Amy? >> << Entra >> Entrò nel bagno e richiuse attentamente la porta. << Puoi legarmi il camice, per favore? >> << Va bene… girati >> In quel momento il fisico non potè fare a meno di notare la pelle nuda della ragazza. Quel camice le copriva a mala pena le cosce. Arrossì e ne rimase ipnotizzato. << Allora? >> chiese infastidita Amy. Lui si avvicinò e le legò il camice. Poi uscì il più velocemente possibile dal bagno. Entrò un'altra infermiera. << Amy Fowler, è ora… >> disse facendola coricare su una barella. << Ok. Ci vediamo dopo Sheldon >> << A dopo Amy >> Vorrei ringraziare ShamyBae per essere stata la prima persona a commentare la mia storia. Spero che ti piacerà anche il secondo capitolo.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Era ormai un'ora che Sheldon stava aspettando... Cominciava a spazientirsi. Continuava a fissare il bouquet colorato che aveva comprato per Amy. Era preoccupato. Sperava solo che stesse bene. Improvvisamente vide arrivare il medico.
"Allora dottore?" disse alzandosi dalla poltrona
"Non si preoccupi. È andato tutto bene"
"La ringrazio"
"Mi raccomando! Per le prime 48 ore dopo l'impianto deve stare ad assoluto riposo"
"Va bene. Grazie ancora"
"Si figuri" Il medico se ne andò sorridendo.
Sheldon si voltò e vide arrivare Amy coricata nella barella. 
"Ciao Amy. Come ti senti?"
"Ciao Sheldon. Sono solo un po' indolenzita"
"Devi riposare" la portarono nel suo letto e lui le sistemò i cuscini.
"Questi sono per te" disse mostrandole i fiori
"Sono bellissimi. Grazie"
"Figurati" lei chiuse gli occhi e si assopì quasi subito.
Qualche ora dopo la stavano già dimettendo.
Sheldon aveva chiamato un taxi e ora stavano viaggiando verso casa.
"Il dottore mi ha detto che dovrai stare ad assoluto riposo per almeno i prossimi due giorni"
"Me la caverò. Non ti preoccupare"
"Certo che mi preoccupo! Non possiamo mettere a repentaglio la salute del nostro bambino!"
"Pensi che io voglia danneggiarlo?"
"Certo che no... Però non puoi stare a riposo se abiti da sola"
"Potrei sempre far venire mia madre da me per qualche giorno"
"E non finireste con il litigare?"
"Hai ragione... Cosa proponi?"
"Potrei venire io da te"
"Sei sicuro?"
"Sì. Tu hai bisogno di assistenza continua e io mi sentirei più sicuro avendoti sotto controllo"
"D'accordo."
"Bene. Ci porti al 4A di Pasadena." disse rivolgendosi al conducente.
"Cos'hai intenzione di fare? Perché non andiamo a casa mia?"
"Devo pendere le mie cose. Non penserai mica che io dorma con una tua vestaglia?"
Vi ringrazio ancora. Dato che non sarò a casa nei prossimi giorni e ho diverse idee, ho deciso di scrivere più capitoli oggi. Aspetto con ansia i vostri commenti.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Sheldon entrò nel suo appartamento. Doveva fare in fretta perché Amy lo stava aspettando in taxi.
Si diresse verso la sua camera, ma prima che potesse entrarci, sentì la voce di Leonard "Ehi!!! Shelly!!"
"Ciao Leonard" fece per aprire la porta, ma lui lo bloccò.
"Come mai oggi non eri a lavoro?"
"Mi sembra di averti lasciato un biglietto accanto al comodino"
"Si. L'ho visto. Ma speravo che potessi dirmi qualcosa di più" gli porse il biglietto su cui era scritto: -oggi non vengo a lavoro. Niente di grave. Ho già parlato con l'Università e ho preso un giorno di ferie-
"Mi sembra di averti dato tutte le informazioni necessarie"
"Di' la verità... Sei stato con Amy tutto il giorno. Ho saputo che anche lei non era a lavoro" chiese con aria maliziosa
"Sì. È vero. Siamo stati insieme oggi." disse Sheldon con normalità
"E cos'avete fatto tu e la tua "amica" oggi?"
"Questi sono affari che non ti riguardano. Ora scusami, ma devo andare in camera" aprì la porta
"Furbastro!" gli urlò.
Sheldon preparò tutto l'occorrente alla velocità della luce e lo mise nel primo borsone che trovò. Uscì dalla stanza e percorse rapidamente il corridoio ed il salotto. Doveva evitare Leonard. Ma proprio mentre stava per uscire...
"E ora dove stai andando?"
"Mannaggia! Starò via per qualche giorno"
"Ma dove?"
Sheldon non voleva dire al coinquilino di Amy, così inventò una scusa
"Vado in Texas. Emergenza di famiglia..."
"O mio dio! Qualcuno sta male?"
"Non lo so. Non mi hanno informato del motivo. Ora se vuoi scusarmi... Non vorrei perdere il volo"
"Certo... Vuoi che ti accompagni all'aeroporto?"
"No grazie, c'è un taxi che mi aspetta qui fuori. Ciao Leonard."
"Ciao Sheldon"
All'appartamento di Amy
Il taxi parcheggiò nel piazzale e l'autista aiutò Sheldon a prendere il borsone. Il fisico lo pagò e gli chiese di aspettare. Portò nell'appartamento la borsa e poi scese per aiutare Amy. Si avvicinò al taxi e la prese a mo' di principessa.
"Sheldon! Ti farai male!"
"No... Non ti preoccupare" si aspettava che fosse molto più pesante, ma non era così. Probabilmente quei cardigan e quelle camicie arrotondavano la sua silhouette, facendola apparire più in carne di quanto non fosse. Percorse le scale senza nessuna fatica.
"Eccoci. Amy, riusciresti ad aprire la porta?" lei prese le chiavi e l'aprì.
Una volta dentro Sheldon la posò sul divano e richiuse la porta.
"Allora... Come stai?"
"Abbastanza bene, ti ringrazio. Vuoi una bevanda calda?"
"Si, ma non ti scomodare... La preparo io. Tu la vuoi?"
"Sì, grazie"
Sheldon si diresse verso la cucina e mise a bollire l'acqua.
Quando si girò vide che Amy era in piedi.
"Cosa stai facendo?" la rimproverò
Lei si girò con aria innocente e rispose: "Devo andare in bagno"
"No! Non lascerò che tu ci vada da sola! Ti porterò io" così dicendo la prese in braccio, la portò in bagno e la posò sul water
"Quando avrai finito e sarai decente, chiamami ed io ti verrò a prendere"
Uscì e andò a spegnere il fuoco sotto l'acqua che bolliva. La travaso nelle due tazze e prese le bustine. Quando sentì la voce di Amy, andò a prenderla e la fece sedere sul divano. Prese le tazze e si sedette accanto a lei sporgendogliene una. 
"Grazie Sheldon"
"Grazie a te, Amy, per aver intrapreso questo viaggio con me"



 

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


La settimana era stata molto divertente per Sheldon ed Amy. Entrambi erano stati a casa. Lui aveva costretto Amy a riposo per tutta la settimana, prendendosi cura di lei.
Amy era rimasta molto colpita dal comportamento del fisico. L'aveva trattata come una principessa e non l'aveva mai lasciata sola. Le permetteva di scegliere tutte le loro attività e non si era nemmeno lamentato di dormire sul divano.
Nel corso dei 7 giorni avevano inventato diversi giochi insieme. Era bello per entrambi aver trovato una persona così affine. Erano felici.
Purtroppo, però, la settimana era finita. Sheldon aveva raccolto tutte le sue cose ed era tornato a casa, lasciando Amy da sola.
Erano passati altri tre giorni e quel pomeriggio avrebbero scoperto se sarebbero diventati genitori.
Erano all'Università. Amy sarebbe passata dallo studio di Sheldon ed insieme sarebbero andati all'ospedale.
La neurobiologa era nel suo laboratorio e stava cercando di condurre un esperimento, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare era l'appuntamento di quel giorno. E se non era incinta? Se tutti gli sforzi, sia economici che fisici non fossero serviti a nulla? Al solo pensiero di quella possibilità si mise a piangere. 
No. Basta. Niente era sicuro. Ma non doveva essere pessimista. Tra qualche mese lei e Sheldon avrebbero tenuto fra le braccia un piccolo homo novus. Ne era sicura. Doveva.
Era l'ora dell'appuntamento con il fisico. Doveva andare.
Arrivò davanti alla porta dello studio di Sheldon. Bussò e attese la risposta.
"Entra pure, Amy"
"Permesso.."
"Prego"
Amy se ne stava in piedi in mezzo alla porta. Tremava.
"Amy, hai freddo?"
-mannaggia! Se n'è accorto- pensò lei
"No... Sono nervosa"
"Capisco..." ci fu un breve silenzio "Anche io lo sono" disse poi con un filo di voce.
"Andiamo o faremo tardi"
"Va bene"
Alla clinica
Sheldon ed Amy erano stati accompagnati in uno studio dove stavano attendendo i risultati del test delle urine. Per tutta l'attesa, Sheldon non aveva fatto altro che lamentarsi. Amy cominciava a non poterne più. Fortunatamente entrò il dottore nella stanza che le evitò di prenderlo a calci.
"Buongiorno signorina Fowler, buongiorno signor Cooper"
"Buongiorno" risposero in coro.
"Ho qui i risultatiti del suo test"
Amy e Sheldon di impulso si presero la mano.
Il medico prese i risultati e li lesse sorridendo
"Congratulazioni signora... Lei è incinta"
Amy abbracciò Sheldon che, per una volta, non la rimproverò.
"Grazie dottore" disse la donna tra le lacrime.
"Bene... Ora bisogna controllare che il feto stia bene e che la gravidanza stia avvenendo nel modo giusto"
"OK" rispose Amy
"Seguitemi... Faremo un'ecografia"
Li condusse in una stanza buia, fece accomodare Amy sul lettino e le spalmò un gel sulla pancia. Sheldon si sedette accanto alla testa della donna. Il medico prese un macchinario che al fisico ricordava un joystick e lo passò sul ventre della futura mamma.
La stanza si riempì del suono di un battito cardiaco.
"Vede qua..." disse indicando una macchiolina sullo schermo "Questo è vostro figlio".
Amy guardò Sheldon che le mise le mani tra i capelli accarezzandoglieli 
"Amy... Ecco il nostro homo novus"
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Sheldon aveva invitato Amy a cena da lui quella sera. Le aveva dato appuntamento per le 7 in punto.
Mancavano ancora 5 minuti all'ora stabilita, ma Amy era già fuori dalla porta dell'appartamento 4A.
 -Mannaggia!- pensò -Ora dovrò aspettare qui fuori fino alle 7. Non posso arrivare prima... Farei la figura della persona che arriva sempre in anticipo.-
Passò i successivi 5 minuti a fissare l'orologio e solo quando fu certa che fossero le 7 in punto, non 1 secondo prima e non un secondo dopo, bussò alla porta. Le aprì Leonard.
"Ciao Amy, Sheeeeldoooon! È arrivata Amy!" urlò verso la stanza.
"Ciao Leonard" rispose Amy
"Mentre aspetti Sheldon, comincia ad accomodarti. Arriverà tra poco"
La donna si girò in direzione del divano, scoprendo che c'erano quattro persone che la stavano fissando.
Il momento imbarazzante fu interrotto dall' irruzione di Sheldon
"Buonasera Amy, scusa, ma ho trovato finalmente una svolta alla mia teoria" 
"Non ti preoccupare. Sono contenta per te"
"Grazie. Come ti senti?"
"Molto bene, grazie"
"O ma guardate gli Shamy" irruppe Penny "Sono fatti l'uno per l'altra"
"Shamy!?" chiese Amy con una faccia schifata
"È un modo puerile per chiamarci. Consiste nel fondere i nostri nomi" rispose Sheldon scettico
"Capisco... Non mi piace, non farlo mai più" disse Amy rivolgendosi a Penny.
"Ti avevo detto che non le sarebbe piaciuto" rincarò Sheldon con aria di superiorità.
Fatte le dovute presentazioni, tutti si sedettero per mangiare.
Amy, non avendo un posto, si sedette a terra.
Quando Sheldon, che stava prendendo i piatti dalla credenza in cucina, si girò e la vide, la riprese.
"Amy!! Cosa fai lì?"
Tutti lo guardarono con aria interrogativa.
"Mi pare ovvio... Sto aspettando la mia razione di cibo"
"OK, ma perché sei seduta a terra?!"
"Beh... Non c'era posto..."
"Alzati subito!" le disse con tono arrabbiato.
"Su Sheldon..." intervenne Leonard "Non esagerare! Non sporcherà il tappeto!"
"No!! Tu non capisci!! Potrebbe prendere qualche malattia! Non è igienico"
"Su Sheldon..." questa volta a parlare fu Howard "Due acari non hanno mai fatto male a nessuno!"
"Questo lo dici tu, ma ora ti chiedo Howard...  Tu hai le competenze per poterlo affermare?"
"NO!! Non mi sono laureato in acarologia!" disse con tono ironico
"Bene, quindi non puoi affermare con sicurezza che ad Amy non accadrà nulla"
"Solo a me questa conversazione" disse Penny "sembra inutile e ridicola?"
"Già, perché non cominciamo a mangiare?" intervenne Bernadette
"Non è affatto inutile e, in quanto a te, Amy, alzati!"
La donna si alzò.
"Se pensi che qualcuno di noi cederà il suo posto perchè tu ti preoccupi che la tua ragazza muoia per essere stata seduta sul tappeto, sei fuori strada" disse Leonard ricevendo l'approvazione degli altri presenti
"Lei non è la mia ragazza, è una mia amica! Ve l'ho già detto più volte!"
"E allora perchè ti preoccupi così tanto per lei?" chiese Penny con aria di sfida.
"Perché lei è incinta!" urlò il fisico.
Penny sputò l'acqua che stava bevendo e gli altri rimasero con la bocca aperta.
Il silenzio venne interrotto dalla risata di Raj
"Hahahaha! Che bello scherzo! Questa volta ti sei proprio superato! Hahahahah!"
"Non sto scherzando."
"Hahahaha! Ma per favore! Basta! Sei troppo forte!"
"No Raj, non sta scherzando..." disse Leonard esterrefatto "Non ha detto bazinga" 
"Cosa?!" urlarono tutti
"Giusta osservazione Leonard. Vedo che allora fai attenzione quando parlo."
"Amy, se vuoi, puoi sederti al mio posto"
"Grazie Leonard"
"Bene... Ora possiamo cominciare a mangiare" disse Sheldon sedendosi soddisfatto
Ci fu un breve ed imbarazzante silenzio. 
"Allora Amy com'è il nostro Shelly a letto?" intervenne Howard
Lei lo scrutò con aria interrogativa "Come potrei saperlo?" poi rivolgendosi a Sheldon "Hai ragione fa proprio delle domande stupide"
"Cosa ti avevo detto... Gli ingegneri" la donna annuì
"Guarda che la mia domanda non era stupida... Se tu sei incinta ed il bambino è di Sheldon, tu e lui.... Insomma..."
"Mi stai chiedendo per caso se io e Sheldon ci siamo impegnati in un coito?"
Howard fece un cenno con la testa
"No. Io ho concepito nostro figlio tramite laboratorio"
Ci fu un nuovo silenzio.
"Beh.. Penso di dovervi fare le mie congratulazioni" disse Bernadetre, seguita a ruota dagli altri.
"Grazie" dissero gli Shamy.
Quando tutti ebbero finito di mangiare, Leonard e Penny andarono nel 4B, mentre Howard, Bernadette e Raj andarono a casa.
Sheldon ed Amy rimasero soli.
"Allora... Penso che sia ora che me ne vada"
"Aspetta! Ti ho preparato una cosa" 
Il fisico tirò fuori dal borsello un foglio
"Ho abbozzato una dieta per la gravidanza. Puoi guardarla e poi possiamo variarla a seconda delle tue abitudini alimentari"
"D'accordo. Grazie"
"Figurati"
"Allora vado"
"Sei sicura di essere in grado di guidare? Se vuoi chiamo Leonard"
"Sheldon... Non sono malata. Sono incinta."
"Va bene. Scusami"
"D'accordo. Buonanotte"
"Buonanotte"

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Nelle settimane successive si verificarono tutti i primi sintomi legati alla gravidanza.
Una mattina Amy si svegliò prima del previsto. Appena cercò di fare un piccolo movimento, sentì un senso di nausea fortissima. Si alzò dal letto e corse in bagno arrivando giusto in tempo al water. 
Quando senti che non avrebbe più vomitato, si diresse verso la cucina e provò a stuzzicare qualcosa. Si sentì meglio, anche se cominciò ad avvertire un intenso mal di testa.
Quella mattina sarebbe dovuta andare a prendere Sheldon ed insieme sarebbero andati al lavoro. Lui non avrebbe tollerato neanche un secondo di ritritardo, così cominciò subito a prepararsi.
Alle 8 in punto la donna stava bussando alla porta. Ad aprirle fu Leonard.
"Ciao Amy"
"Ciao Leonard. Dov'è Sheldon?"
"Sta arrivando. Ti senti bene? Non sembri molto informa."
"A dire il vero no, non sto bene"
"Cos'hai?"
"Malattia di mattina"
"Oh!! Sei sicura di riuscire a guidare e a lavorare oggi?"
"Sì, grazie per l'interessamento"
"Figurati"
"Ciao Amy, sei in perfetto orario" irruppe Sheldon
"Grazie"
"Andiamo?"
"OK. Ciao Leonard"
"Ciao Amy"
Si diressero verso la macchina. 
Per tutto il viaggio Sheldon non fece altro che parlare. Ad Amy stava per scoppiare la testa.
Fortunatamente erano arrivati. Sheldon scese dall'auto.
"Grazie Amy, ci vediamo a pranzo"
"Figurati. A dopo"
Laboratorio di Amy
Erano le 12, Sheldon passò a chiamare Amy per mangiare insieme.
Arrivò nel laboratorio e la vide con la testa appoggiata alla scrivania.
"Amy, stai bene?" sembrava preoccupato
"No Sheldon" sollevò la testa "Ho avuto la malattia di mattina"
"Oh.... Mi dispiace. Ora come ti senti?"
"Ho un fortissimo mal di testa e mi sento stanchissima"
"Te la senti di mangiare?"
"Possiamo provare"
Lui l' aiutò ad alzarsi e insieme andarono in mensa.
Nella mensa
Erano seduti uno difronte all'altra. Amy non poteva fare a meno di sentire l'odore di cibo. Le dava il volta stomaco.
"Tutto bene?" le chiese uno Sheldon visibilmente preoccupato.
"Non molto. Vado in bagno" si alzò e corse verso la toilette più vicina.
Sheldon la seguì. Non voleva lasciarla sola.
Arrivò davanti al bagno delle donne e decise di entrare. 
"Amy? Dove sei?" sentì dei conati di vomito provenienti da uno dei bagni. Era lei.
"Puoi aprirmi?" rimase impressionato dalle parole che gli uscirono di bocca. Era anti-igienico, ma lei era la futura madre di suo figlio e la sua migliore amica.
Amy sbloccò la serratura e lui aprì la porta. Si chinò dietro di lei, le raccolse i capelli e con una mano le massaggiò la schiena con movimenti circolari. Quando si fu ripresa, l'aiutò ad alzarsi a la condusse fino al lavandino. Lei si sciacquò la bocca e poi si lavò i denti.
"Scusa Sheldon"
"Non importa. Vorrà dire che d'ora in poi mangeremo nel mio ufficio." le rispose sorridendo.


 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Amy si annoiava. Quanto si annoiava. Tutto era iniziato la settimana precedente, quando aveva finalmente concluso il suo esperimento sulle dipendenze. Aveva lavorato duramente nell'ultimo periodo per poterlo finire prima della nascita del bambino. Peccato che la sua testardaggine unita alla sua intelligenza, l'avessero spinta a raggiungere l' obbieobbiettivo addirittura con sei mesi di anticipo. Così, per il resto della gravidanza, sarebbe rimasta a casa per scrivere le sue conclusioni che poi sarebbero state pubblicate. Sicuramente le sue scoperte erano importanti e la rendevano fiera, però ora si sentiva assolutamente inutile. Non poteva più entrentrare in laboratorio. Da un lato, era un bene, perchè certi esami le avrebbero causato dei problemi nel suo stato. Però, dall'altro, le mancava entrare in Università tutti i giorni. "Penso che sia meglio che tu elabori il tuo articolo a casa. Possiamo vederci una volta al mese per discuterne" le aveva detto il suo capo. Sarebbe potuta essere una grande occasione per ogni futura mamma, Ma non per Amy. Lei voleva lavorare. Era talmente annoiata che aveva chiesto a Sheldon di darle lezioni di fisica, che aveva scoperto essere abbastanza interessante. Pensava di essere la migliore alunna che il fisico avesse mai avuto, e probabilmente era vero, ma lui non l'avrebbe mai ammesso. Dopo numerose lamemtele, Sheldon le aveva addirittura permesso di andare con lui a lavoro tutti i giorni. In cambio, però, lei doveva rimanere a casa un giorno alla settimana: il giovedì. Ed era giovedi. "Che noia!" sbuffò. Era una persona inutile. Accese il cellulare... Nessun nuovo messaggio. Sheldon le aveva promesso che, uscito da lavoro, sarebbe passato da lei per tenerle compagnia. Improvvisamente sentì il rumore del cellulare. "Dev'essere lui!" disse prendendo in mano l'oggetto. ..... Amy, sono uscito ora dall'ufficio. Tra 30 minuti sarò lì..... "Si!! Finalmente" disse dirigendosi verso il bagno. Dopo una doccia calda, entrò nella stanza, alla ricerca di qualcosa da mettere, ma dopo numerosissime prove, nulla sembrava andarle. Tutti i suoi abiti le stringevano sul seno e sui fianchi. Si guardò allo specchio e si mise a piangere. "Non solo sono inutile, non mi entra neanche più un vestito!" Nel frattempo Sheldon stava salendo le scale dell'appartamento di Amy. Doveva ammettere che ultimamente l'aveva vista molto annoiarsi. L'aveva stressato talmente tanto da convincerlo a farla venire nel suo ufficio a scrivere. Certo, era molto fiero di lei, perchè era riuscita a concludere il suo studio, ma ora cominciava ad invadere il suo territorio: la fisica e, doveva ametterlo, non era niente male. Imparava alla velocità della luce e senza nessuna difficoltà. "Sta attento Cooper o la tua amica risolverà la teoria delle stringhe prima di te" gli aveva detto un giorno Kripke. "No, lei è una novellina, non potrà mai superare me, Sheldon Cooper" si ripeteva spesso. D'altro canto Amy stessa l'aveva rincuorato riguardo il suo scarso interesse per la materia. "Sheldon, lo faccio solo perché non ho intenzione di passare i prossimi sei mesi della mia vita a letto" Si fermò davanti alla sua porta. Knock knock knock "Amy" Knock knock knock "Amy" Knock knock knock "Amy" "Vieni.... è ap..aperto" Aprì la porta, ma di Amy non c'era traccia. "Amy?" "Sono in camera da letto. Arrivo subito" Sheldon sussultò quando la sentì singhiozzare "Amy, è tutto ok" "Si.. No Sheldon, non è OK" disse scoppiando a piangere "Cosa succede? Stai male? È il bambino?" chiese preoccupato avvicinandosi alla porta. "Sto bene è solo che...." non finì la frase e si ruppe in un nuovo singhiozzo "Posso entrare?" disse appoggiando la mano alla porta. "OK" Sheldon scivolò nella stanza e vide Amy in accappatoio di fronte allo specchio. Le spalle si alzavano e si abbassavano freneticamente. Stava piangendo. "Cosa succede?" le mise una mano sulla spalla. Lei si voltò e si trovò di fronte i suoi occhi azzurri. "Oh Sheldon!!!" lo abbracciò Il fisico rispose timidamente all'abbraccio. Ormai era abituato. "Sh... Calmati. Cosa succede?" cercò di rassicurarla accarezzandole la schiena. "È che non mi sta più niente" Sheldon si staccò dall'abbraccio e la fissò con sguardo confuso. "Stai piangendo per questo?!" chiese irritato Lei si allontanò e ricominciò a piangere urlandogli contro. "Tu non scapisci!!! Tu non sai quello che sto passando!" Sheldon non ci vedeva più dalla rabbia. "Cosa pensi? Che io, invece, stia passando un periodo meraviglioso?!" "Ah si! E dimmi tu, a che cosa stai rinunciando?" "Alla mia libertà!" "Ma sentilo! Tutto ad un tratto sei diventato un hippy?" "Beh potrei anche diventarlo perché mi stai facendo perdere la sanità mentale!" "Sicuro di avercela mai avuta?" "Io non sono pazzo, mia madre mi ha fatto controllare" "Sicuro che fosse un buon medico? Mi piacerebbe fare qualche esperimento su di te! Magari, così, avrei qualcosa da fare" Sheldon rimase in silenzio e la guardò negli occhi. Lei continuò a sfogarsi. "Mi sento inutile! Tutto ciò che devo fare è mettere per iscritto ciò che ho scoperto. Non posso entrare in laboratorio, non posso lavorare. Allora a cosa servo?" "Amy, tu sei importante, tu stai aspettando un bambino. Il nostro bambino. Il futuro dell'umanità. Non ti sembra importante?" Sheldon le chiese, cominciando a capire. Avvicinandosi e abbassando la voce. "Sheldon, puoi dirmi quanto possa essere poetico essere incinta, ma tu non sai cosa vuol dire" "Mi sembra di saperne abbastanza su come avviene la gravidanza" "Puoi saperlo dal punto di vista teorico, ma non sai cosa voglia dire perdere il controllo del prprio corpo. Voler mangiare alimenti che non mangeresti mai, avere costantemente la nausea, sentirsi stanco per qualsiasi cosa. Sapere che dentro di te c'è un essere umano che cresce e che potresti danneggiare in qualsiasi momemto. So che prendere qualche chilo non è un grande problema, ma per me è stata l'ennesima conferma che non posso fare ciò che voglio. Non posso nemmeno lavorare!" Si sedette sul letto tenendosi la testa fra le mani. "Amy... Mi dispiace che tu ti senta in questo modo" Le si avvicino e si sedette al suo fianco. "Sai qual è la cosa che mi fa sentire peggio?" si guardarono negli occhi "Quale?" "Quando vado al parco e mi guardo in torno, vedo delle donne che vivono per i loro bambini, che rinuncerebbero a tutto per loro. Ma io non sono così. Se dovessi scegliere tra il Nobel e mio figlio cosa pensi che sceglierei?" "Non lo so" "Probabilmente se scegliessi nostro figlio, solo per non sentirmi in colpa, poi lo odierei per avermici fatto rinunciare. Ma se scegliessi il Nobel, mi sentirei male. In ogni caso sarei una madre orribile" ricominciò a piangere. "Oh Amy, tu non sarai mai una madre orribile." le mise una mano sulla schiena. "E tu come fai a dirlo?" si guardarono intensamente. "Perché solo il fatto di preoccuparti di esserlo ti rende una buona mamma" Amy lo guardò stupita. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante. "Sheldon?" "Si?" "Posso abbracciarti?" "Certo Amy" Si avvicinò e la cinse con le sue braccia. Lei appaggiò la testa sulla sua spallla e lo strinse forte. Dopo qualche attimo lei si raddrizzò e lo guardò. "Grazie" Le tolse una ciocca di capelli dal viso e le disse: "che ne dici se andiamo a comprare qualche nuovo vestito?" Lei sorrise "Va bene!" Più tardi... In un negozio lì vicino.... "Non posso crederci, mi sono incastrato da solo!" borbottò Sheldon mentre portava a posto l'ennesimo vestito che Amy aveva scartato. "Donne.." Eppure lo sfogo della ragazza gli aveva dato tanto dispiacere. Non pensava che si sentisse così sola ed inutile. Non sapeva come, ma il fatto di non essersene mai accorto, lo faceva sentire in colpa. Come se avesse fallito. "Amy non può più vivere da sola. Ha bisogno di me, ora." Avrebbe potuto chiedere a Leonard di lasciarle la sua stanza. Di sicuro avrebbe capito e poi se anche non l'avesse fatto, era lui che dava gli ordini in casa sua e suo figlio era più importante del coinquilino. Beh, in effetti, era come se avesse appena ammesso che Amy era più importante di Leonard. Ma un attimo.... Se il bambino aveva la priorità ed era nel ventre di Amy, per la proprietà transitiva Amy era più importante. Si diresse verso i camerini dove una Amy emotivamente distrutta lo stava aspettando. "Allora? Hai trovato qualcosa?" gli chiese lui speranzoso. "Che ne dici di questo?" Uscì dal camerino con un abito a fiori. Era bellissima. "Penso che ti stia molto bene" Fece una piroetta e lo sguardo di Sheldon cadde sullo scollo lungo la schiena. "Amy Farrah Fowler! Ti devo ricordare che presto sarai madre? Quest'abito non ti si addice" "Di' quello che vuoi, ma io lo compro." "Bene. Sappi che lo fai contro la mia volontà" "D'accordo" Sheldon rimase impietrito. Si, quella donna si sarebbe dovuta trasferire da lui al più presto. Non poteva permettere che andasse in giro da sola vestita in quel modo. I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Amy. "Penso di aver preso tutto" "Bene! Ora andiamo a casa?" "No! Aspetta mi servono ancora dei reggiseni nuovi" Il fisico avvampò "È proprio necessario comprarli oggi?" "Su Sheldon! Se arrossisci solo perchè ho menzionato la parola reggiseno, come farai quando allatterò nostro figlio?" A quel pensiero, sbiancò. "Ehm... Io..." "Bene, dunque andiamo"

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Bussò alla porta e uno Sheldon apparentemente molto stanco le venne ad aprire.
"Ciao Amy, come ti senti?"
"Ciao Sheldon. Tutto bene e tu?"
"Sono solo un po' stanco, ma entra."
"Grazie. Buona sera a tutti"
"Ciao Amy" dissero tutti in coro.
Da qualche tempo Sheldon aveva deciso che Amy avrebbe mangiato con tutti i suoi amici nel suo appartamento, con non poche lamentele da parte degli altri..
"Leonard, d'ora in poi, Amy mangerà da noi tutte le sere e, per questo, cambieremo anche i nostri menù. Lei ha una dieta ben precisa da seguire."
"Sheldon, io non sono d'accordo. Non voglio avere Amy a casa mia tutte le sere. Quella ragazza è davvero offensiva."
"Oh scusami?! Ti rammento che questa è la MIA casa e che Amy è la futura madre di mio figlio, quindi non si discute. E poi non vedo come possa essere offensiva."
"Beh... È anche casa mia! Lei insulta la nostra intelligenza costantemente! Non dirmi che non te ne sei accorto"
"Lei può farlo perchè è molto più intelligente di voi."
"No. Io sono contrario"
"Non mi interessa. Anche perchè quando tu e Penny venivate a casa, io ho sopportato in silenzio, quindi ora tocca a te!"
"In silenzio, ha detto?!"
"Si Leonard, forse non ci senti?"
"No scusa, in silenzio?!"
E così si era conclusa la discussione. Esattamente il giorno successivo Amy aveva cominciato a fare cena da Sheldon.
"Allora Amy, come stai?" chiese Penny seduta sul divano
"Bene, grazie"
"E il bambino? È tutto ok?"
"Si. Pensavo che Sheldon ti tenesse aggiornata"
"E così è, ma sai... Penny si dimentica molte cose" rispose Sheldon dalla cucina
"Davvero? Ma dimmi... Ti capita spesso?" riprese Amy
"No"
"E invece sì. Forza Penny. Dille come si chiamava il tipo con cui sei uscita lo scorso venerdì" intervenne nuovamente Sheldon
"Ehm... Io non me lo ricordo in questo momento"
"Bene. Saresti contraria seti collegassi ad un macchinario con degli elettrodi? Mi piacerebbe studiare il tuo cervello"
Penny non rispose, anche se era evidentemente offesa.
Ci fu un lungo silenzio, nessuno osava parlare.
Amy era in piedi, come al solito.
"Ah Amy?! Quasi dimenticavo! Ho una sorpresa per te"
Sheldon scomparve nella sua stanza per poi tornare qualche minuto più tardi trasportando a fatica una grossa scatola.
"Forza, aprila" la guardò negli occhi.
Amy si avvicinò timidamente. Cominciò a scartarlo e.... Una bellissima poltrona.
"Oh Sheldon...... È magnifica!" stava ricominciando a piangere tra lo stupore di tutti i presenti.
"Ho pensato che ti sarebbe piaciuta. Ho cercato in molti negozi per trovare proprio questa."
"Grazie" gli disse abbracciandolo.
Sheldon la strinse a se.
Quando si staccarono, guardarono gli altri che li fissavano con occhi sconvolti.
"Che c'è? Voi non avete mai fatto un regalo a qualcuno?"
"Noi si, ma tu no, Sheldon."
Ci fu un lungo silenzio imbarazzante.
"Allora, cosa si mangia?" chiese Amy
Sheldon prese il cibo che aveva diviso e servì tutti.
"Ho sentito che hai terminato il tuo progetto, Amy" chiese Leonard.
"Si. È vero"
"Beh complimenti! Ne parlano tutti all' Universita."
"Grazie"
"Parlano anche della tua bravura in fisica, se è per questo. C'è chi dice che tu sia ancora più brava di Sheldon" continuò Howard.
"Sarà stato di sicuro Kripke. Quell'invidioso!" rispose uno Sheldon furioso.
"Non penso di essere più brava di lui, ma se anche fosse, la fisica non mi interessa. Preferisco la neurobiologia."
"Capisco..."
Dopo l'ennesima cena imbarazzante, tutti se ne andarono il più velocemente possibile, lasciando Sheldon ed Amy da soli.
"Penso che me ne andrò anche io"
"Aspetta! C'è una cosa di cui mi piacerebbe parlarti" la fermò Sheldon.
"Va bene"
"Senti Amy... Io penso che sia giunto il momento di dire ai nostri genitori del bambino"
"Penso che tu abbia ragione"
"Sono contento che tu la pensi così"
"Come non potrei?" si portò la mano al ventre.
Quel movimento inconscio, fece sciogliere Sheldon.
Sempre continuando a guardare la piccola sporgenza della pancia di Amy, disse : "Bene, penso che sia meglio dirlo prima a tua madre e poi, se ti sentirai, andremo in Texas dalla mia famiglia."
"Perfetto"
Sheldon alzò una mano in direzione del ventre della ragazza, ma, a metà strada si fermò.
"Scusami"
Amy che aveva visto il movimento, gli prese la mano e se la portò in grembo.
Il fisico rimase stupito, non c'era movimento, era troppo presto, ma quel piccolo rigonfiamento lo fece sentire strano.
Alzò lo sguardo ed incrociò i suoi occhi verdi. Rimasero così, in silenzio a lungo.
"Amy... Ti ringrazio"
"Ed io ringrazio te"
Anche dopo che se n'era andata, continuava a pensare a quella sensazione.
Doveva riposarsi, la stanchezza fa brutti scherzi.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Amy arrivò davanti alla porta di Sheldon e bussò. Ad aprirle fu Leonard.
"Ciao Amy"
"Ciao Leonard"
"Prego, entra. Chiamo subito Sheldon. Sheeeeldooon!!"
"Ciao a tutti" Amy si rivolse agli altri ragazzi che la stavano osservando.
"Ciao Amy" dissero in coro.
"Allora, come stai?" le chiese Penny
"Tutto bene. Tu?" le rispose mentre si sedeva sulla sua poltrona.
"Non c'è male, grazie"
Ci fu un lungo silenzio imbarazzante che venne interrotto dalla voce di Sheldon.
"Ciao Amy."
"Ciao Sheldon. Come stai?"
"Bene e voi?" 
Si mise difronte a lei e le sfiorò il ventre.
"Stiamo bene"
Si sistemò al suo solito posto.
Raj sussurrò qualcosa nell'orecchio di Howard che dovette ripeterlo.
"Raj vuole sapere se abbiate già scoperto se avrete un maschio o una femmina"
Prima che Sheldon potesse rispondere, Amy prese la parola.
"Mutismo selettivo.... Interessante. Ti dispiacerebbe farmi da cavia?"
"Cavia?!" rispose Howard.
"Sì, potrei curarti senza l'aiuto di uno psicologo. Solamente lavorando sul cervello"
"Ma riusciresti ad aiutarlo?"
"Direi proprio di sì. Ho già in mente un modo. Che ne dici?"
Raj ci pensò su un attimo e poi si avvicinò all'orecchio di Howard per sussurragli qualcosa.
"Ci sta, nonostante il tuo sguardo da pazza"
"Bene. In tal caso ci vediamo domani nel mio laboratorio"
Questa volta fu Sheldon a parlare.
"Come?! Mi sembrava che avessimo concordato che non saresti più entrata là dentro fino alla nascita del bambino!"
"Ma Sheldon! Non vedi quanto è interessante questo caso? Potrei applicare le mie conoscenze per aiutare Raj"
"Ma là dentro è pericoloso. E se dovessi inalare qualcosa di pericoloso?"
"Non userò alcun gas nocivo."
"E non ti farai trascinare in qualche altra ricerca?"
"No!"
"E il tuo articolo?"
"L'ho già quasi finito, non ti preoccupare"
"Io non sono d'accordo"
"Non capisci?!"
"Cosa non capisco?"
"Passo tutta la mia giornata a casa! Prima scerivo il mio articolo, poi leggo delle riviste, pulisco casa, cucino, mangio e dormo. Mi sento inutile"
"Ne abbiamo già parlato, non sei inutile"
"Ma non sono felice!"
"Come non potresti? Darai alla luce il futuro dell'umanità"
"Sì, ma nell'attesa non posso non far nulla."
"Studiare fisica, cucinare, scrivere l'ararticolo e pulire non è abbastanza per una donna nelle tue condizioni?"
"Sheldon non sono malata! E no, non mi basta, voglio tornare a fare il mio lavoro"
"E mettere a repentaglio la vita di mio figlio"
"È anche mio figlio e non gli farei mai del male"
"A me non sembra. Forse, tutto sommato, non sei una buona madre"
A quelle parole Amy si sentì morire. Come poteva dire una cosa così brutta? Lei era una buona madre. Stava sacrificando la sua vita per quella creatura che ancora non era nata.
Si alzò in piedi e prese le sue cose.
"Dove vai?" le chiese Sheldon
"A casa. Almeno lì non c'è nessuno che mette in dubbio il mio istinto materno"
"Bene, allora vai! E non tornare fino a quando non ti sarai schiarita le idee"
"Ciao a tutti."
Amy si chiuse la porta alle spalle. Come poteva insinuare che non amasse il loro bambino? Cosa gli dava così fastidio? Era sbagliato che lei tornasse a lavorare anche per poche ore al giorno? Insomma lei non era solo un utero, era anche una scienziata! Non avrebbe rinunciato a tutta la sua vita solo perchè sarebbe diventata madre.
Scese le scale velocemente e salì in macchina.
Non appena la mise in moto, scoppiò in lacrime. L'unica persona che l'avrebbe mai apprezzata per quello che era, ora voleva cambiarla.
Uscì dal parcheggio e si diresse a casa.
Mentre saliva le scale del suo appartamento, non poteva fare a meno di pensare a quelle parole "Forse, tutto sommato, non sei una buona madre".
Il fatto che a dirlo fosse stato Sheldon la fece soffrire ancora di più. Lui, che le era così affine, non riusciva a capirla? Allora nessuno l'avrebbe mai capita.
Entrò nell'appartamento e si diresse cerso il bagno.
Sì, aveva proprio bisogno di una doccia.
Mentre si svestiva si guardò allo specchio e sussurrò in direzione della pancia "Tuo padre è un idiota"
Poi entrò nella doccia. L'acqua calda l'aiutava sempre a calmarsi. Anche nei momenti peggiori.
Dopo quelle che sembravano ore, si decise ad uscire dalla doccia.
Chiuse l'acqua e aprì la tendina. 
Nel momento in cui mise il primo piede a terra scivolò perdendo l'equilibrio.
Cadde sul pavimento freddo. Rimase un attimo intontita.
Quando provò ad alzarsi avvertì un dolore lancinante alla caviglia che la costrinse a desistere,  ma tutto quello a cui riusciva a pensare era il bambino. E se avesse compromesso la gravidanza con la sua caduta? E se il bambino fosse morto? Sarebbe stata tutta colpa sua. Doveva chiamare qualcuno. Ma dov'era il telefono? Nella sua borsa. Dove l'aveva posata? 
Si guardò intorno e la vide appesa sulla maniglia della porta.
Strisciò sul pavimento fino ad arrivare alla borsa. Riuscì a prenderla e trovò il telefono. Compose il primo numero che le venne in mente e pochi secondi dopo sentì la voce calma di Sheldon.
"Pronto, Amy?"
Non riusciva a rispondergli, era come bloccata, terrorizzata.
"Amy?! Qualcosa non va?"
La sua voce era sempre più preoccupata.
"Amy?! Rispondimi?!!
"Sh....Sheldon" stava piangendo.
"Si?"
"Io s..sono caduta. Ti prego, lo so che sei arrabbiato con me, ma vieni. Per favore" la sua voce tremava, era nel panico.
"Amy? Dove sei?"
"Sono a casa, in bagno. Mi sono fatta una doccia e sono caduta. Ti prego, ho paura che sia successo qualcosa al bambino."
"Calmati. Ti sei fatta male?"
"Penso di essermi slogata una caviglia, non riesco ad alzarmi. Ti prego, vieni."
"Sto arrivando. Non ri preoccupare."
"OK" 
Chiuse la chiamata. Sperava che ci avrebbe messo poco.


Circa cinque minuti dopo Sheldon e Leonard stavano salendo le scale velocemente.
Quando aveva ricevuto la telefonata di Amy era già in macchina diretto al suo appartamento. Penny e Leonard, infatti, l'avevano convinto a scusarsi faccia a faccia. Avrebbe dovuto ringraziarli più tardi.
Si ritrovò davanti alla porta di Amy.
Knock knock knock "Amy?"
Knock knock knock "Amy?"
Knock knock knock "Amy?"
Leonard non l'aveva mai sentito bussare così velocemente in tutta la sua vita.
Non sentirono risposta, così Sheldon tirò fuori dalla tasca la chiave della casa di Amy.
Avevano deciso di scambiarsela quando lei era rimasta incinta in caso di emergenza.
Sheldon entrò in casa e, meccanicamente si diresse verso la camera da letto e poi il bagno.
"Amy? Sei qui?"
"Si, entra"
Shelon aprì la porta e la vide seduta a terra, coperta solo da un corto asciugamano. Istintivamente si accovacciò davanti a lei.
"Cos'è successo?"
"Sheldon. Scusami" aveva gli occhi pieni di lacrime.
"Cos'è successo?"
"Sono caduta"
"Come stai? Hai male da qualche parte?"
"La caviglia"
Sheldon mise una mano sulla parte dolorante per esaminare la gravità della situazione.
"Ahi! Mi fai male!"
"Scusami"
Sì, probabilmente era slogata.
"Dobbiamo andare all'ospedale. Devono controllarti la caviglia e poi preferirei essere sicuro che il bambino stia bene"
Lei annuì guardandolo negli occhi.
Senza dire una parola, lui si alzò e la prese in braccio, portandola in camera.
La appoggiò sul letto.
"Dimmi cosa ti devo passare"
"Prendimi un completo dal primo cassetto e poi la maglia e la gonna appesi davanti all'armadio"
Fece come le era stato detto. 
L'aiutò a vestirsi, senza nemmeno fare caso al fatto che la stesse vedendo nuda.
Quando fu completamente vestita la riprese in braccio e la portò in salotto, dove c'era Leonard.
"Amy, come stai?"
"Dobbiamo portarla all'ospedale" fu la risposta di Sheldon.
Leonard annuì e si incamminarono giù per le scale.
Amy si teneva saldamente alle spalle di Sheldon. 
"Va tutto bene, non ti preoccupare" lui le ripeteva, cercando di calmare le sue lacrime.
Arrivarono alla macchina e Sheldon si sistemò nei posti posteriori con Amy. Leonard mise in moto la macchina e sfrecciarono verso l'ospedale.
Amy cominciava a sentirsi strana: le girava la testa, si sentiva svenire e a tratti vedeva tutto scuro.
"Amy, cosa succede?"
"Mmmh... Io"
Sheldon la prese e si appoggiò la testa della ragazza sul petto.
"Stai sveglia. Leonard vai più veloce!"
"Ci siamo quasi. Resisti ancora un attimo"
"Amy?"
"Sheldon..."
Il suo colorito era sempre più giallognolo e la sua pelle sempre più fredda.
"Va tutto bene" 
Non sapeva se lo stesse ripetendo per lei o per sè.
Fortunatamente arrivarono all'ospedale.
"Vado a chiamare qualcuno" avvertì Leonard.
"Siamo arrivati" disse a Amy.
Continuava ad accarezzarle i capelli bagnati.
Pochi secondi più tardi, Amy era su una barella e Sheldon le correva dietro.
"Non può entrare" lo fermò un'infermiera.
"Voglio entrare. Devo! Devo vedere come sta"
"Signore, la sua fidanzata è in uno stato abbastanza critico e la sua presenza complicherebbe solo le cose. Aspetti qui fuori, il dottore le dirà appena possibile"
"No! Voglio vederla"
"Non può!"
"Sheldon lascia fare a loro. Sanno cosa fanno" intervenne Leonard che l'aveva appena raggiunto.
"No Leonard! Amy e mio figlio sono là dentro, io devo andare con loro."
Scoppiò in lacrime.
Leonard lo abbracciò stretto.
"Andrà tutto bene. Ora andiamo a sederci"
Si sedettero in silenzio.
Le ore passarono, i loro amici arrivarono e se ne andarono, ma Sheldon rimase lì fermo, senza fare nè dire niente.
Sembravano passati giorni quando finalmente il dottore gli si avvicinò.
"È lei il fidanzato della signorina Amy Farrah Fowler?"
Stette in silenzio per qualche secondo. Voleva dirgli di no, che lui era solo il padre del bambino, che Amy non era la sua ragazza, ma dalla sua bocca uscì solo un debole "Sì"
"La sua fidanzata è fuori pericolo. C'era un aborto in atto, ma siamo riusciti a fermarlo. La terremo per qualche tempo in osservazione e, se andrà tutto bene, potrà tornare a casa."
"La ringrazio. Posso andare da lei?"
"Sì. È stanca, quindi non l'affatichi troppo"
Sheldon annuì e poi si diresse verso la camera di Amy.
Lei era lì, coricata.
"Ciao" gli disse.
Lui le si avvicinò e le prese la mano.
"Ciao"
Era collegata a diversi macchinari.
"Cosa sono tutti questi cavi?"
"Servono per monitorare me e il bambino"
"Capisco"
"Vedi questo?" gli disse indicandone uno collegato al suo addome.
"Si"
"Sta monitorando il battito del cuore del bambino"
La guardò a lungo e poi scoppiò in lacrime.
"Cosa succede?"
"Ho avuto paura"
"Anche io ho temuto di perdere il bambino"
"Sì, ma anche di perdere te"
Amy rimase colpita da questa affermazione.
"Ho temuto di non poter più vedere i tuoi occhi, il tuo sorriso"
"Sheldon.."
Lui le si avvicinò e l'abbracciò con tutta la sua forza.
"Va tutto bene. Siamo qui tutti e due"
"Grazie" disse tra i suoi capelli
"Di cosa?"
"Di non essere morta"
Si tirò su e la guardò negli occhi.
"Vieni qui, vicino a me?" Gli chiese sfiorando lo spazio accanto al suo.
"Non so se vi faccia bene"
"Ti prego"
"D'accordo" 
Sheldon si coricò sulla coperta, vicino a lei che si appoggiò sul suo petto prendendogli la mano.
"Sai... Mi dispiace per il litigio di oggi"
"Non fa niente. Ti ho perdonato."
"E comunque se vorrai fare questo esperimento con Raj non sarò certo io ad impedirtelo."
"Grazie"
"E poi... Non sarai una cattiva madre"
"Neanche tu sarai così male come padre"
"Amy?"
"Mh?"
"Niente, dormi"
Non poteva dirle che l'amava. Non così, non in quel momento e non senza esserne sicuro. 



 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Sheldon era pronto, stava aspettando Leonard e Penny nell'ingresso.
Finalmente le due settimane di convalescenza di Amy erano finite e quel giorno sarebbe tornata a casa. Era contento che si fosse ripresa e non vedeva l'ora di andarla a prendere all'ospedale..
"Eccoci Sheldon" disse Penny mentre entrava mano nella mano con Leonard.
Doveva ammettere che tutti i suoi amici lo avevano aiutato, ma loro due erano stati presenti per qualunque cosa in ogni momento.
Penny si era occupata molto volentieri di Amy, facendole compagnia e Leonard l'aveva confortato nei momenti peggiori, accompagnandolo anche più volte al giorno all'ospedale o a casa.
"Bene, andiamo"
Scesero le scale e salirono in macchina.
"Sei emozionato, Sheldon?" gli chiese Penny.
"Cosa ti fa pensare che io possa essere emozionato?"
"Beh... Finalmente Amy verrà dimessa e potrete tornare alla normalità"
"A dire il vero non torneremo esattamente come eravamo prima, in fin dei conti io starò da lei fino a quando non starà meglio"
"Sai quello che intendevo" 
"No, a dire il vero non lo so"
"Non importa, lascia stare"
"D'accordo"
Per il resto del viaggio non ci fu altro che silenzio.
Quando arrivarono all'ospedale, si fiondarono verso la stanza di Amy.
Lei era già pronta con il borsone in braccio, ansiosa di uscire.
Quando vide Sheldon, il suo volto si illuminò con un sorriso.
"Ciao"
Lui le si avvicinò e l'abbracciò forte.
"Ciao"
"Non vedevo l'ora che arrivassi"
"E io non vedevo l'ora di arrivare"
Tra di loro si era creata una certa confidenza e complicità.
"Ciao Amy" intervenne Penny.
Lei lasciò la presa su Sheldon e le sorrise.
"Penny!"
"Come ti senti?" le si avvicinò.
"Pronta per uscire"
"Sono felice"
"Ti devo ringraziare per quello che hai fatto per me"
"Figurati, mi ha fatto piacere"
"Dov'è Leonard?"
"Sta parcheggiando l'auto" rispose Sheldon.
"Cosa stiamo aspettando? Andiamo!" Disse un'Amy molto entusiasta.
"Bene"
Poco dopo erano già in macchina.
"Sono molto contenta" disse Amy guardando Sheldon.
Lui amava vederla così felice.
Doveva ammettere che, anche con la caviglia slogata e le braccia piene di ematomi per le flebo, era bellissima. 
Ora cominciava proprio a mostrare i segni della gravidanza e, ad un occhio attento, la sua condizione non sarebbe sfuggita.
Giunsero all'appartamento di Amy e l'aiutarono a percorrere le scale che conducevano alla sua porta. Entrarono e lei rimase a bocca aperta quando dall'oscurità emersero le voci dei loro amici che gridavano.
"Sorpresa!"
Si girò verso Sheldon che aveva un'aria notevolmente sospetta.
"Sei stato tu?"
"Adire il vero si. Ti piace?"
"Grazie mille, sei fantastico"
Dopo ore di festeggiamenti, gli invitati se ne andarono lasciando i futuri genitori soli.
"Grazie Sheldon"
Amy era seduta sul divano e guardava il fisico intento a preparare due bevande calde.
"Figurati, era solo una festa" rispose lui.
"Non solo per questo, per tutto ciò che hai fatto"
"Era il mio dovere" le rispose mentre le porgeva la tazza contenente il liquido fumante.
"Sai... Stavo pensando che dovremmo dire del bambino ai nostri genitori"
Il fisico si sedette sul divano accanto alla ragazza.
"Amy, sei appena uscita dall'ospedale... Forse dovremmo aspettare che tu ti rimetta in sesto"
"Ma io ora sto bene"
"Ma non puoi permetterti di prendere un aereo"
"E se li invitassimo qui?"
"Tutti?!"
"Si. Non possiamo aspettare ancora tanto. Voglio dirlo a mia madre prima che se ne accorga da sola. Non credi?"
"Ti capisco. Va bene. Chiamerò la mia famiglia"
"Grazie. Io chiamerò mia madre"
"Figurati"
Si guardarono negli occhi.
"Amy ho una cosa per te" disse il fisico alzandosi dal divano e andando a prendere una borsa dalla sua valigia.
Le si avvicinò e gliela diede.
"Sheldon non avresti dovuto"
"Aprilo"
Amy scartò il pacchetto per poi trovarne altri due al suo interno.
"Questo è per te e questo è per il bambino" disse indicandone prima uno e poi l'altro.
"Quale devo aprire per primo"
"Apri il tuo"
Fece come le era stato detto e rimase a bocca aperta.
"Oddio.... Sheldon..."
"Ti piace?"
Era una bellissima collana dorata con inciso il suo nome.
"È splendida, ma non posso accettarla, chissà quanto ti sarà costata"
"Sono contento che ti piaccia. Perchè non la provi?"
"Potresti aiutarmi a metterla?"
"Certo"
Si diresse verso il retro del divano, lei alzò i capelli esponendo il suo collo nudo. Le mise la collana e rimase a fissare la sua pelle nuda.
"Hai fatto?"
"Si"
"Puoi passarmi lo specchio? È nel primo cassetto del mio comodino."
Fece come gli era stato detto.
Amy si guardò allo specchio.
"Grazie Sheldon, è bellissima"
"Figurati"
"Ora penso che aprirò il regalo del bambino"
"Bene"
Strappò la carta e vide una splendida tutina color crema con la scritta: sono il tuo piccolo koala, coccolami!
"Non ho potuto fare a meno di prenderla, quando l'ho vista"
"È molto tenera"
Amy se la mise sulla pancia.
"Che ne dici?" Disse ridendo.
"È perfetta" mise le mani sopra alle sue.
"Sai.... Non riesco ancora a credere che nostro figlio sia lì dentro" disse Sheldon.
Amy gli sorrise.
Rimasero così, in silenzio a guardarsi dritto negli occhi. Poi, il fisico le si avvicinò sempre più fino a quando le sue labbra non furono a pochi pollici da quelle della donna.
"Sheldon?" Il suo respiro era sempre più affannato.
"Mh?"
In quel momento accadde qualcosa di magnifico, le loro labbra si toccarono.
Non fu un bacio appassionato, no, fu un movimento delicato che durò pochi secondi, ma che racchiudeva tutti i loro sentimenti.
Si guardarono intensamente.
"È stato...." cominciò Amy.
"Si, è stato...." ripetè Sheldon.
La neurobiologa gli si avvicinò e lo baciò di nuovo.
Era una sensazione fantastica, per la prima volta nella sua vita si sentì amata.
Poi, si fermarono improvvisamente.
"Hai sentito anche tu?" Chiese lei agitata.
Lui annuì e riposizionò la mano sull'addome della donna.
"Pensi che...." 
Prima che il fisico potesse terminare la frase, sentirono un altro calcio
"O mio dio! Si muove" disse Amy.
"Il nostro bambino"
Sheldon alzò maglia di Amy, mostrando il pancione, poi si chinò e cominciò a baciarlo.
"Sheldon. Cosa fai?" disse la ragazza ridendo.
"Mi fai il solletico!"
Quel movimento gli aveva smosso qualcosa.
Guardò Amy e le disse: "Amy! Saremo genitori!".

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Sheldon passeggiava ansiosamente nel suo salotto con il cellulare in mano in attesa della chiamata di sua madre che gli avrebbe annunciato l'arrivo ormai imminente della sua caotica famiglia.
Squillò il cellulare e rispose velocemente.
"Si madre. D'accordo saremo lì tra 10 minuti."
Chiuse la chiamata e rivrivolse lo sguardo ad Amy che era seduta sul divano.
"Sono arrivati, io vado a prenderli."
"D'accordo. Ci vediamo dopo"
Sheldon uscì dalla porta e si diresse alla macchina. Da quando Amy aveva avuto quell'incidente, lui aveva cominciato a guidare e, doveva ammettere che gli piaceva anche era ancora convinto che fosse molto pericoloso.
Salì sull' auto di Amy. Avrebbero dovuto cambiarla, pensò, perché questa non era adatta ad un bambino. Certo era pulita e sicura, ma non sarebbe stata comoda per montare il seggiolino e il bagagliaio era troppo piccolo per un passeggino.
Dopo dieci minuti arrivò all'aeroporto e lì, di fronte all'ingresso, c'era la sua famiglia. Fece un grande respiro e aprì la portiera.
Sua madre gli venne incontro emozionata.
"Shelly! Quanto mi sei mancato"
Lo abbracciò così forte che pensò che gli stesse rompendo qualche costola.
"Buon giorno, madre"
"Ciao tesoro" gli disse la nonna.
"Ciao nonna" 
Non poteva dirlo ad alta voce, ma era la persona che più gli era mancata.
"Ti ho portato i biscotti" gli diede un cesto pieno zeppo delle sue migliori leccornie.
"Grazie"
"Ciao fratellino." lo salutò una Missy che non era cambiata affatto dall'ultima volta.
"Ciao Missy" le rispose con disinteresse.
"Ciao George" si rivolse ad un uomo alto e muscoloso con l'aria da stupido.
"Ehi Shelly! Non sapevo che sapessi guidare"
"Certo che so guidare, è solo che non l'ho mai fatto."
"Forza, salite in macchina"
La nonna era seduta davanti, vicino a Sheldon, mentre la madre era tra Missy e George.
"Allora..." disse quest'ultimo "dove l'hai trovata quest'auto?"
"È di Amy"
"Perché non è venuta lei a prenderci" continuò Missy.
"Di recente è caduta e si è slogata una caviglia quindi non può guidare"
"Oh povera! Ma come sta adesso"
"Bene, solo che deve restare un po' a riposo."
"E dov'è adesso?"
"È a casa che ci aspetta"
"Allora Sheldon, com'è?" Intervenne nuovamente George.
"Com'è che cosa?"
"Amy, zuccone"
"Beh lei è molto intelligente, fa la neurobiologa e tra poco pubblicheranno una sua ricerca su una rivista scientifica famosa"
"Si, grande ma non è questo a cui mi riferivo"
"Non capisco"
"Volevo sapere se è bella"
Sheldon divenne tutto rosso come un pomodoro.
"La bellezza è una questione soggettiva"
"Cosa centra?! Se lei è gnocca come Penny, tutti la troveranno affascinante"
"Questo non è vero, perché io non ho mai trovato Penny affascinante"
"Allora non sei umano"
"Grazie, questo è il primo complimento sensato che mi viene fatto"
"Questo non era... Non importa"
"Eccoci, siamo arrivati"
Scesero dalla macchina e Sheldon li aiutò con i bagagli.
Quando furono di fronte la porta del suo appartamento, Sheldon bussò.
Knock knock knock "Amy"
Knock knock knock "Amy"
Knock knock knock "Amy"
Dopo qualche istante lei venne ad aprire.
"Buongiorno, scusate ma con queste stampelle mi è un po' difficile far veloce. Prego, entrate"
Richiuse la porta.
"Sheldon, hai bisogno che ti aiuti?"
"No Amy, non ti preoccupare, mi aiuterà George"
"Vieni Amy, siediti qua con noi" le disse la madre di Sheldon.
Amy si sedette vicino a Missy.
"Beh.. Piacere io sono Amy Farrah Fowler"
"Ciao io sono Missy"
"Io Mary, la mamma di Sheldon"
"E io sono la nonna"
"Allora Amy.. Sheldon ci ha detto del tuo incidente, com'è successo?" chiese Mary
"Mi stavo facendo la doccia e quando sono uscita, sono scivolata. Fortunatamente Sheldon era già vicino a casa mia e mi ha portata all' ospedale con Leonard"
"Leonard c'è?" intervenne Missy.
"No, è via con Penny"
"Ah... E Howard?"
"Lui è a casa, ma penso che avesse in programma un appuntamento con Bernadette, la sua ragazza"
"E Raj"
"Oh lui è libero"
"È ancora spaventato dal parlare con le ragazze?"
"Si, però ci stiamo lavorando."
"Shelly ci ha detto che sei una neurobiologa" intervenne la nonna.
"Sì, è vero. È per questo che sto aiutando Raj"
"Ti prego, dimmi che non ne capisci nulla della fisica" disse George.
Stava per rispondere, ma il fisico riuscì a batterla sul tempo.
"Purtroppo per te, George, Amy capisce molto bene la fisica. Infatti, da quando ha meno da fare per il suo lavoro, le do lezioni ed è la migliore allieva che abbia mai avuto"
Si voltò verso Amy che gli sorrise, guardandolo negli occhi.
A Mary non sfuggì quello sguardo, nè gli abiti larghi con cui si era vestita Amy, nè la delicatezza con cui suo figlio la toccava o le porgeva qualcosa. E poi c'era quella strana luce che aveva negli occhi. Se quelli non erano segnali, non sapeva cos'altro potessero esserlo.
Continuò ad osservarli per tutto il pomeriggio e quando venne l'ora di cena ne fu quasi sicura.
Stavano preparando il pasto e Missy prese dalla borsa frigo che avevano portato il pollo che era ancora da pulire.
Nel momento esatto in cui Mary cominciò ad estrarre le interiora, Amy divenne bianca come un cencio.
"Scusatemi solo un attimo" disse Amy mentre si dirigeva il più velocemente possibile verso il bagno.
Sheldon, capendo la situazione la seguì.
"Amy?" chiamò attaccato alla porta del bagno.
"È aperto"
Sheldon entrò e la vide accasciata su pavimento con le braccia intorno al water. Richiuse la porta e le si avvicinò.
"Va tutto bene?"
La risposta fu un conato di vomito.
Fece giusto in tempo a raccoglierle i capelli prima che si sporcassero.
"Sheldon..."
"Si?"
"Penso che tua madre se ne sia accorta"
"Come fai a dirlo?"
Un altro conato.
Il fisico le massaggiava la schiena e le accarezzava i capelli.
Appoggiò la testa al petto dell'uomo seduto accanto a lei che le accarezzò la pancia.
"Non devi far star male la mamma così."
Amy sorrise.
Knock "Amy, Shelly?" era la voce di Mary.
"Tutto OK?"
"Si mamma, tutto bene, non ti preoccupare"
"Ho portato dell'acqua e limone, può farla star meglio. Posso entrare?"
"Vieni pure" rispose Amy.
La donna entrò nel bagno e, vedendo la scena, si commosse della tenerezza con cui Sheldon stringeva la ragazza.
"Questa la prendevo quando aspettavo i miei figli e ha sempre funzionato." disse mentre porgeva il bicchiere alla ragazza.
"Madre. Tu non sei arrabbiata?"
"Perché dovrei esserlo?"
"Perché noi non siamo sposati."
"Sheldon.... Io sono religiosa e credo nel matrimonio, ma questo non vuol dire che amerò mio figlio o mio nipote meno se non la pensano come me."
"Anche gli altri lo sanno?"
"No. Potrete ancora fare il vostro annuncio"
"Grazie signora Cooper per l'acqua e limone"
"Figurati. Spero che tu ti senta meglio"
"Si, la ringrazio"
"Non darmi del lei e chiamami Mary"
"Va bene, Mary"
"Grazie madre" 
Sheldon le si avvicinò e l'abbracciò.
"Non ci posso credere... Il mio bambino sarà un papà"
Amy voleva lasciarli soli in quel momento, ma appena si alzò la donna la prese per un bracciò.
"Ora fai parte della famiglia, anche tu devi abbracciarmi"
Rimasero tutti e tre abbracciati.
Più tardi, quando venne il momento, Sheldon si alzò in piedi.
"Devo darvi una notizia. Amy è incinta"
Tutti rimasero a bocca aperta e si voltarono a guardarla.
"Amy, fa vedere loro"
La neurobiologa si alzò in piedi a fatica, sorretta dal ragazzo. Tirò leggermente la maglia che indossava per far intravedere la pancia.
"Ooooooo" fu la risposta della famiglia Cooper.
Si avvicinarono uno ad uno per congratularsi.
Era andata meglio del previsto ma i guai dovevano ancora venire.

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