Le Cronache di Weshaweesht: la disfatta di Elleràllera

di Kikkakokkole98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Imperatore Chonhgwanh! Imperatore Chonhgwanh! Elleràllera è sotto assedio!".
"Imperatore, invocate il potere dela Sacro Mandhur! Se lo invocherete, saremo tutti salvi, Imperatore Chonhgwanh!".
"Miei fidati piedi destri" disse l'Imperatore, "...il potere del Sacro Mandhur sarebbe tale da spazzare via per sempre questo nostro mondo, pur terribile, in cui viviamo. E no, non potremmo permetterlo. Meglio è che la nostra stirpe sia sacrificata in nome della Dea Vita, piuttosto che questa lo sia per noi. Senza la Vita è solo la Morte, miei amati sodali, che siete come figli per me! ...Ahi lasso!", guardava sul balcone, "...le truppe volanti del Tremendo Ullglurrghd stanno sparando raggi epsilon a quattro pissometri al quadrato. Ahi lasso, raggi tremendi, che incrostano istantaneamente i bellissimi Templi Ossiadici sulla Collina di Anhma'ry, fatti di quel nobilerrimo marmo crestenso che fu super-raccolto dai miei valorosi antenati del futuro durante la Campagna dei Cent'Anni".
"Imperatore, non indugiate in chiacchericciazioni! Facciate qualcosa! Agli Inferi la Vita, che porta solo illusioni e scempiagginerie".
"Imperatore, Vi preghiamo: invocate il potere del Sacro Mandhur!".
"Giammai, sodali ostinati".
"E invece sì, imperatore!".
"E invece no, sodalazzi!".
"E sì!".
"E no!".
"E sì!".
"Basti quanto basti ciò che basti! La mala parlatura vostra mi infuoca i cervelli octoghiandolari! Ché ostinatevi ad ordinarmi di far tali empietà agli occhi dell'Universo Santo?...ahimé, in nome della Vita Universale: ordino voi di suicidarvi!".
"Giammai!".
"Giammai! Non è vinto ciò che non è ancora vinto!".
"Invece sì: è Destino Fatale, codesto, scritto negli antichi Codici Gandolfini, che solo io posso consultare. Nulla devesi oppugnare al Destino Fatale, che è la conesplicazione stessa dello stesso Universo! Non siate empi, ed uccidetevi in nome della Vita".
"Vile siete, o Imperatore Chonhgwanh!".
"Concordo, sodale".
"Ah, sì? Sì osate sfidarmi? Eh? EH??!! Ebbene, sodalazzi infingardi. Sarò io ad uccidere voi, se vogliamo metterla in codesta guisiera! Avanti, fatevi sotto alla mia forza brutale! Ahahahahahahahah!!!!".
E l'Imperatore Chonhgwanh allungò le sue dita e le indurì esercitanto un flusso bilioso straordinariamente tale da renderle più dure del titanio. Mossa delle Dita Titaniche, si chiamava, quella. Era una delle mosse più potenti che era capace di fare l'Imperatore Chonhgwanh: l'aveva imparata studiando sotto la formidabile ed immortale guida del Maestro Otphorrghyuynnhasll'rdu.
Infilò le sue dita titaniche nei due occhi dei due suoi spacciati sodali, che iniziarono a rigurgitare tutti i loro organi interni. Vennero in tal modo completamente depauperati del loro vitalico essere.
Le ultime parole del Sodale Primario furono:
"Imperatore Chonhgwanh: verrà un giorno in cui una nuova stirpe fortiliosa e pansessanta riuscirà a prendere le redini di questo mondaccio, e riportarlo nell'auge apogeico della Nuova Eta' Platiniria...or ora mi mancano le forze! Sto morendo!".
Le ultime parole del Sodale Secondario furono:
"Anch'io muoio. Addio mondo crudissimo e crudele e crudo! Forse troveremo al di là di questa laida esistenza una nuova voluttà soffice e lasciva. Speriamo dell'ultima speranza che ci rimane in questi ultimi millisecondi...addio!".
"Addio!" disse loro l'Imperatore Chonhgwanh, in preda ad un'epilacrima blu per causa del dolore che gli procurò questo gesto oltremodo necessario.
Appena in tempo perché l'epilacrima si sgualcisse, e un'armento ordalico di Soldatesse Ullglurrghdesche sfondò la porta e fece inginocchiare l'imperatore usando un raggio inginocchificatore.
"Cosa volete, qualora mi capite?" disse l'Imperatore inginocchiato.
"Splurrm Wlaarrrm Sproongf Chraampf Dwoom Kwaanx Zwooltr!" disse una delle Soldatesse.
Ma ecco arrivare all'istante dinanzi all'Imperatore nientemeno che il Tremendo Ullglurrghd, affamato di qualsivoglia bile scorresse nell'ultracorpo dell'Imperatore.
"Eh eh, yecozi di novo" disse il Tremendo Ullglurrghd con il suo caratteristico accento, "...gardate l'ipperatore! Eh eh, gardate l'ipperatore, come esso è zinocchificato! Allo potere dello razzo zinocchificatorio! Eh eh eh eh eh eh eh eh eh !", tossì vomitando qualche ovulo, "...Eh eh ! Eh, e chindi, e che voi fare ancora, ipperatore? Eh eh ! Fine ora tua vene, ora! Eh eh eh!".
"O Tremendo Ullglurrghd: anche se la fine mia sarà tremenda quanto il nome che porti tu e la tua amarerrima discendenza, nella Verità, ebbene, la Vita giammai morrà. Perché la Vita è la Vita, e per ciò bisogna difenderLa" disse l'Imperatore Chonhgwanh.
"Eh eh eh! Cante vuvvate che vai a dire in ziro, ipperatore!" disse il Tremendo Ullglurrghd, "...ora tazete per sempre, ipperatore! Eh eh eh eh eh eh eh eh eh eh !!!".
Il Tremendo Ullglurrghd giustiziò di sua mano l'Imperatore, che venne gondamente scarnificato e squallificato. La sua ghiandola animosa venne estirpata dai vasi biliosi putrescenti, e venne rinchiusa in un forziere di Cristallo Kok.
"Shcroompk Xwalln Joondr Ftellrg Hyaaxs!!!" dissero le Soldatesse spremendosi i miniseni per la gioia.
"La vittoria è mia! Eh eh eh eh eh eh eh eh eh eh eh eh eh!!!" disse il Tremendo Ullglurrghd, mentre Elleràllera crollava per sempre. 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Weshaweest Un mese prima...

"Squaam! Squaam! Squaam!" squammeggiava la sveglia alle settordici di trasmeriggio. Le sveglie degli alieni, come si sa, son di due tipi: ci sono quelle che squammeggiano emettendo onde kappa, e ci sono poi quelle che gaglieggiano emettendo onde ypsilon (queste ultime sarebbero letali per gli esseri umani, perché gli sconquasserebbero in maniera tale il labirinto che non si potrebbero orientare più, in maniera tale che passerebbero a girare in torno a se stessi sbavandosi il collo fino a che campano).
"Uffa! Che aliencazzo!" sbuffava la giovane Weshaweesht, che doveva svegliarsi perché doveva andare alla lezione di Cattarinologia che si teneva oggi all'Università, a cui non poteva mancare.
"Uffa! Che aliencazzo!" sbuffava Weshaweesht, "...altri cinque minutoni!".
Weshaweesht impostò la sveglia per il risquammeggiamento post-cinque-minutoni. Era così assonnata, però, che con i suoi due pollici si sbagliò ad impostare la sveglia: invece che a cinque minutoni, la rinviò a...sessantacentotrilliardi di anni luce!!!
E così Weshaweesht la dormigliona saltò senza volerlo la lezione di Cattarinologia, continuando a ronfare fino alle quanquindici di sergiorno.

"Sgnorinela! Sgnorinela! Ve dovede esveliar! Devo polir la cassa e refar lo leto!" diceva la signora delle pulizie che abitava nella casa accanto alla sua, e aveva le chiavi di casa di Weshaweesht.
"...eeehhm? Che c'è? Ahhh...ohhh...che ore aliene sono?" chiese Weshaweesht a Rosalindunsar, che era immigrata dalle Terre di Logharrnnddtt.
"Sgnorinela! Son le quanquindissi di serzorno. Non l'avevade la lessione a l'Universidà?".
"Oh fottutissimo aliencazzo!!!...MA PORCA TRIPOLPETTA!!" imprecò Weshaweesht, "...come aliencazzo faccio io!!! Ma perché tutte a me!!! Avevo impostato bene l'ora, io!!!".
"No sgnorinela, ve state esbaliando. Avevade empostada la prossima esvelia a seissantassentotriliardi de ani lusse!" disse Rosalindunsar.
"O crappapolla cinquina!" imprecò ancora Weshaweesht, "...il professor Chgraahnphgqtraajpoowlos mi ucciderà! Come faccio io, come faccio! Sono disperata! Rosina aiutami tu, passami i reggiseni e lo svelvestito da uscita al volo".
"Ecolo sgnorinela, al volo" disse Rosalindunsar.
Si vestì al volo, trangugiò al volo della bava di crasillo, e si lavò al volo con del brodo di bluzza. Ringraziò poi Rosina per averla svegliata. Al volo.

"Gaaaaglie! Gaaaaglie!" suonava la campana del campus, ad indicare la fine delle lezioni aliene.
Weshaweesht doveva sbrigarsi inderogabilmente e pedissequamente per recarsi ossequiosamente a chegger la mercede al severerrimo professor Chgraahnphgqtraajpoowlos.
Tuttavia, ogni volta che entrava nel campus dell'Università Imperiale di Elleràllera, non poteva fare a meno di emozionarsi, tanto l'Università era imponente e impressionante al guardo.
La porta dell'Università era un Arco di Strionfo, che celebrava e narrava, con raffigurazioni bassorilevate adornate con Pietra Worras, Gemma Pikk e Cristallo Kok, gli episodi della Campagna dei Cent'anni.
Era un arco iperparallelepipedico roteante su se stesso a tre fornici di egual misura che, nell'atto della rotazione, si alternavano come entrata nel campus; un po' come accade con le porte girevoli tridimensionali sulla Terra, in cui ognuna delle rientranze è alternativamente la via di accesso o d'uscita, ad arbitrio della rotazione dell'asse centrale del marchingegno.
Passando per una delle tre fornici, si veniva catapultati in un iperspazio in cui si era sottoposti in pochi tachisecondi a degli allungamenti delle articolazioni volti a rilassare il corpo, in maniera tale da donare all'entratore od uscitore un radioso quanto subitaneo a giungersi stato di benessere psicofisico.
Weshaweesht vi entrò, e ne fu subito molto rilassata.
"Ah che goduria, è come fumare erba croptasillina, anche se per qualche tachisecondo...!" disse Weshaweesht fra sé e sé.
Uscita dall'iperspazio, entrò nel campus dell'Università.
Il campus era un grande giardino in stile alienclassico: sviluppava su tre livelli di altezza, ovvero tre immensi piedistalli in cristallo Kok di cui uno sopra l'altro, collegati fra loro da colonnati laterali di colonne diconiche spiralmente scanalate, che fungevano anche da ascensori antigravitazionali.
Weshaweesht si trovava sul piedistallo di mezzo, la piattaforma da cui si entrava; per accedere al Dipartimento di Medicina Aliena, doveva salire al piedistallo superiore.
Prese una colonna diconica-ascensore antigravitazionale con alcuni altri studenti.
Incontrò la sua migliore amica, Qhrallarqwaashte'annh, detta Suh, che studiava Storia dell'Arte Aliena.
"Amica aliena mia!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, "...ti vedo solo ora! Che fine hai fatto? Stamattina non c'eri alla fermata dell'alienbus!".
"Ohi Qhrallarqwaashte'annh detta Suh..." disse Weshaweesht, "...lasciamo stare guarda! Un inferno alieno totale oggi! Mi era suonata la sveglia questo trasmeriggio e l'avevo reimpostata pensando di reimpostarla bene...ma ero tutta assonnata...e l'ho impostata male! Falienculo!".
"Weshy!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, contristata e dolente per l'amicuzza sua.
"Già! Non me lo dire. E meno male che mi ha svegliato Rosalindunsar, altrimenti altro che qua, ancora a ronfare stavo, porca tripolpetta!".
"Ok ok calma...!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, "...non dir queste blasfemie parlinique! Può capitare...!".
"Sì, scusa...è che sono arrabbiata...avevo una lezione importante, che fra l'altro mi interessava pure molto seguire...diamine, il prof mi ucciderà! Vuoi per un motivo vuoi per un altro, questa tessimana sono mancata tre aliengiorni!!!".
"Weshy...mi spiace! Se posso fare qualcosa..!".
"No guarda lasciamo stare...me la dovrò vedere da sola con Chgraahnphgqtraajpoowlos...".
"Uhm..." fece Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, che non sapeva come aiutare la sua amicazza.
Weshaweesht fissò Qhrallarqwaashte'annh detta Suh per un attimo, poi le venne un ideona.
"Senti...scusa se te lo chiedo, ma se te lo chiedo è perché mi fido di te e so che sei brava con queste cose, anche se te ne vergogni perché sei una ragazza aliena discreta...".
"Dimmi" disse sospettosa.
"Allora..." disse Weshaweesht, "....potresti sbriluccicare le fricchiappe del prof. Chgraahnphgqtraajpoowlos?? Così gli verrà il buon umore e non mi rimprovererà!".
"Oh ma sentila!!!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh "ma come ti permetti?!? Sei pazza dai...dillo che sei pazza, che sei tu quella da far curare al surcervello!!".
"Eddai ti prego, sbrilluccicagli per bene quelle fricchiappettine malsane e ammoscite dalla poltrona della vita accademica!!".
"No! Sei un'aliena completamente pazza...finiamola qui!".
"Ti pago ottoquattrodieci pecunie!".
"Ok lo faccio! Ihihih!!!".
"Brava amichetta mia".
Si misero così d'accordo. Ah, a proposito, amatissimi leggitori: siccome l'ascensore antigravitazionale superava la velocità della luce nel teletrasporto, tale conversazione fra Weshaweesht e Qhrallarqwaashte'annh detta Suh era durata un trimiliardesimo di un plancksecondo, grazie alla tecnologia dell'intesa conversazionale telepatica superluminale che veniva impiantate nei parlacervelli dei neonati alieni alla nascita gratuitamente (grazie al Nuovo Atto Aliensanitario erogato da Chonhgwanh II nell'Anno Universale 3 547 564 782, che rendeva qualsiasi servizio aliensanitario completamente aliengratuito).
Weshaweesht e Qhrallarqwaashte'annh detta Suh giunsero quindi sul piedistallo superiore istantaneamente. Essendo quello che stava più in alto, era il piedistallo che riceveva più luce naturale dai tre soli. Al posto delle colonne diconiche ascensorialantigravitazionali, sul perimetro dell'ultimo piedistallo vi era una serie di tricipressi bluetti fluttuanti alternati a statue barbesche di divinità tradizionali minori della religione imperiale, quali la Dea Vertigine, la Dea Fluttuanza, la Dea Danzante e la Dea Spaziotemporale.
"Vedi i cipressi e le statue" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, "come si alternano bellamente ed in perfetta armonia matematica rispetto alle colonne dei piedistalli superiori?".
"Sì" disse Weshaweesht.
"Ecco, a te quest'armonia matematica sembrerà cosa banale. A te, che sei presa dai tuoi problemi quotidiani, senza aver conto alcuno dei veri problemi dell'Esistenza Universale. Vedi, prima del 3 547 554 370 circa gli alienarchitetti non riuscivano a risolvere il complicatissimo Conflitto Angolare dell'Ordine Aliendorico del Tricipresso Bluetto Fluttuante al di Sopra di un Piedistallo al di Sopra di una Colonna Diconica Spiralmente Scanalata Ascensorialantigravitazionale! Vedi, tu ti lamenti delle sveglie! Che cosa avrebbero dovuto dire quei poveracci di architetti genialissimi al posto tuo, eh?".
"E che aliencacchiolo sarebbe questo Conflitto Angolare dell'Ordine Aliendorico Tricipresso Bluetto Fluttuante al di Sopra di un Piedistallo al di Sopra di una Colonna Diconica Spiralmente Scanalata Ascensorialantigravitazionale?" chiese Weshaweesht.
"Ebbene" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh "il Conflitto Angolare dell'Ordine Aliendorico del Tricipresso Bluetto Fluttuante al di Sopra di un Piedistallo al di Sopra di una Colonna Diconica Spiralmente Scanalata Ascensorialantigravitazionale consta delle problematiche che concernono la simmetria artistica del rapportarsi visivo fra le colonne diconiche ed il fregio di statue e tricipresi che le sovrastano, in ossequio al rispetto della Divina Proporzione del Rapporto Platinirio, detto anche Numero della Vita, che equivale circa a 3,158838 x 10^-26. Infatti, come egregiamente argomentato dall'alienarchitetto Ma'araqwatrawazyphahawa'alanh, il problema consisteva nello squilibrio che si poteva dare vuoi per il fatto che, nel numero e nelle misure dei cipressi e delle statue stabiliti dal Canone, l'asse simmetrico del tricipresso ricavabile dall'intersezione delle tre altezze geometriche dipartenti dai segmenti idealmente tracciabili dai punti individuati dalla proiezione sul piano xy delle tre arborescenze del tricipresso
non costituisse un'unica retta assieme all'asse simmetrico della colonna diconica sottostante, vuoi per il fatto che...".
"Qhrallarqwaashte'annh detta Suh" disse Weshaweesht.
"Si?" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh.
"Due cose: STATTI ZITTA NON CE LA FACCIO PIU' A SENTIRTI PORCA TRIPOLPETTA E VATTENE A SBRILLUCCICARE LE FRICCHIAPPE DI CHGRAAHNPHGQTRAAJPOOWLOS!!!!!!".
"Ma non sono due cose queste qua!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh.
"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!! Porca Puttaliena!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" disse Weshaweesht.
"Cattiva! Cattiva sei!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh.

Weshaweesht stava seduta ad aspettare mentre Qhrallarqwaashte'annh detta Suh era andata a sbrilluccicare le fricchiappe del professor Chraahnphgqtraajpoowlos.
Weshaweesht si era messa ad aspettare nel Corridoio delle Aspettanze, un corridoio in cui gli studenti attendevano di essere ricevuti dai docenti negli studi di questi ultimi.
Ad un certo punto una voce al fonofono disse: "La signorina Weshaweesht Bupshurty Khwoolwowaaynh è attesa nello studio del professor Chraahnphgqtraajpoowlos".
Weshaweesht si fece coraggio, sperando che il lavoretto affidato all'amichetta fosse andato a buon fine.
Varcò la soglia. Nel ricco studio, intonacato di intonaco alieno infrarosso, vi erano molte cose per uno studio alieno: vi erano una, due, tre sedie aliene addirittura (mentre gli studi alieni più moderni non ce l'avevano, poiché avevano a disposizione un antigravitazionalizzatore capace di far fluttuare e sdraiare le persone aliene nel vuoto).
Le prime due sedie erano occupate dal professor Chraahnphgqtraajpoowlos e da Qhrallarqwaashte'annh detta Suh. Sulla terza sedia prese posto...indovinate un po'? Il crascalotto (una sorta di cane alieno) del professor Chraahnphgqtraajpoowlos, ovviamente. Weshaweesht si sdraiò quindi per terra.
Il professor Chraahnphgqtraajpoowlos era serissimo, mentre Qhrallarqwaashte'annh detta Suh era attonita e stupefatta.
"Salve professore" disse Weshaweesht, "mi dolgo delle mie inademp...".
"Taci" disse il professor Chraahnphgqtraajpoowlos, "Ti prego di ascoltarmi. Weshaweesht, mia prediletta, migliore fra i miei discenti in tutta la Facoltà di Medicina Aliena! Ecco la lieta novella che vo annunziandoti: hai superato il Test della Verità! Evvivaaaaaaaaaaaaaa!!!".
"Eh?" disse Weshaweesht.
"Ahahah, mi prendi in giro!" disse il professor Chraahnphgqtraajpoowlos, "...tu ovviamente lo sai di aver superato il test, ovviamente!....OVVIAMENTE, NON E' VERO?!?!".
"...sì..." disse Weshaweesht confusa, che nel dubbio decise di assecondare il professore.
"Ebbene, mia cara, avevo architettato tutto fin dall'inizio. Come saprai sicuramente, il test consisteva in questo: nell'ultima verifica scritta che avete fatto in aula magna avevo nascosto, nelle frasi delle domande, dei codici segreti che, se risolti, avrebbero comunicato il messaggio segreto che vi avevo nascosto. Il messaggio segreto era: non presentarsi quest'oggi a lezione, perché altrimenti un'orda di bestie calculoniche vi avrebbe sbranati e uccisi. Eheh!".
"..." disse Weshaweesht.
"" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh.
"Nessuno dei tuoi colleghi è sopravvissuto: tu sei l'unica che è sopravvissuta, grazie alla tua capacità di interpretare i codici! Bravaaaaaa!!!!" disse il professor Chraahnphgqtraajpoowlos.
"Prof...io...non so che dire..." disse Weshaweesht, che guardava inquietantemente fissa nell'occhio Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, che escretava gocce fredde di pisellina dal suo naso destro per l'angoscia.
Ci fu un milliminuto di silenzio, che venne però alla fine rotto da Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, che ebbe una crisi isterica per l'ansia.
"No no no no no!!! Non è giusto!!!" diceva Qhrallarqwaashte'annh detta Suh "...non è giusto tutto questo!!! E' terribile, tremendo, blasfemo, disalieno!!!".
In cuor suo, Weshaweesht non poteva che esser d'accordo con la sua amica; tuttavia, non poteva, non doveva far trapelare alcuna emozione al suo professore. Aveva ormai capito ciò che da molto sospettava: il professor Chraahnphgqtraajpoowlos era un alienpazzo schizzoide.
"...Non ce la faccio!!! Aiutatemi voi, Dea Vita e Dea Verità!!! Aiuto!!! Aiuto!!! E' scioccantissimo!!! Non ce la faccio, glielo dobbiamo dire, Weshaweesht...!!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh.
"Scusami: che dovremmo dirgli?!?" chiese Weshaweesht.
"Tutta la verità, nient'altro che la verità!!!" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh, "...è blasfemo dire il falso. In onore della Dea Verità, ecco la verità: Weshaweesht non è venuta non perché avesse indovinato chissà quale codice, si figuri, bensì perché aveva impostato male la sveglia aliena! Ecco tutto, professore!".
"QHRALLARQWAASHTE'ANNH DETTA SUH MA CHE ALIENCAAAAAAAAZZZZZZZZZZZ!!!!! PORCA TRIPOLPETTA PORCA PUTTALIENA E PORCA SCAFAGGINA AAAAAHHHH!!!!!!!" urlò Weshaweesht di disperazione contro Qhrallarqwaashte'annh detta Suh e contro il Destino Fatale.
Il professore allora girò la testa facendo scricchiolare urlosamente gli ossetti paraplinici, e la squadrò terribilmente con il suo occhio. Anche il crascalotto del professore guardò malissimo Weshaweesht con i suoi 746 occhi.
"Ebbene, se la mettiamo così" disse il professor Chraahnphgqtraajpoowlos, "...c'è solo una cosa da fare. TUUUUUUU. DEVIIIIIIII. MORIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!... Mentre tu Qhrallarqwaashte'annh detta Suh puoi andare, anzi ottimo lavoro per la tua onestà intellettuale e soprattutto per il bel lavoretto di sbrilluccicamento che mi hai fatto, eheheh!!! Che nemmeno mia moglie e le mie tre amanti aliene sanno fare una roba così, eheheh!!!".
"Grazie" disse Qhrallarqwaashte'annh detta Suh "arrivederLa professore, buon proseguimento" poi si rivolse a Weshaweesht "...mi dispiace!!! Sono addolorata per te!!!".

Mentre Qhrallarqwaashte'annh detta Suh se ne andava dallo studio, il professor Chraahnphgqtraajpoowlos usò un raggio inginocchificatore per neutralizzare le difese di Weshaweesht. Si preparava a giustiziarla, aiuto!!! Aaaaaaaahhhhhhhhh!!!!!!

Ce la farà Weshaweesht a salvarsi??? Eh??? Ce la farààà???? Lo saprete nella prossima puntata di Le Cronache di Weshaweesht: la disfatta di Elleràllera. O yeaaassss!!!!!!





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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Weshaweesht Weshaweesht era stata inginocchificata dal raggio inginocchificatore del professor Chraahnphgqtraajpoowlos.
"La morte avrai tu! Or ora!!! Muhahahahahah!!! Perché sei traditora! Traditora tu sei! Cercavi di buggerarmi, eh, traditora puttaliena scazzarda!!" diceva il professor Chraahnphgqtraajpoowlos a Weshaweesht.
"No!!! Non morrò! Dea Vita mia, aiutami tu!! Anche se ti bestemmio sempre! Aiutami!!!" diceva disperata Weshaweesht, che stava per essere decapitata.
Dalla finestra dello studio, si presentò una divinità minore del Pantheon Alieno. Era il Dio Bonovello, che veniva volando su un UFO. Il vero nome degli UFO è MAV, cioè Macchina Aliena Volante.
Bonovello quindi era un Dio dalla Macchina.
"Bonovello! Aiutami tu! In nome della Vita, uccidi il professor Chraahnphgqtraajpoowlos!" gli chiedeva disperatamente Weshaweesht.
"Aiutoooooooooo!!! Nooooo!!!" implorava il professor Chraahnphgqtraajpoowlos, "...è colpa sua, che non ha superato lo sciame dei codici segreti del mio esame!!!".
Ma il Dio Bonovello disse: "Ciò che è detto è presto fatto: or t'aiuto mia fanciulla; ciò ch'è fatto è stato detto, e il cattivo qui morrà".
"Trullallero trullallà" cantarono le sette antenne caputiche del Dio Bonovello.

Il professor Chraahnphgqtraajpoowlos venne demiaturizzato e crocifellato per sempre dal potere sarcangelo del Dio Bonovello.
"Grazie a te, Dio Bonovello! Ave a te, Dio Bonovello! Lode a te, Dio Bonovello!" diceva Weshaweesht al Dio Bonovello.
"Non ringraziarmi. Son venuto qui per salvarti, perché debbo assegnarti una missione. Altrimenti, in nome della Suprema Dea Vita, ti avrei fatta morire" disse il Dio Bonovello.
"Una missione?... Chi? Io? No...! ...Sì? Cioè...davvero? Insomma? Ma...perché? Perché...perché?" diceva Weshaweesht.
"Weshaweesht mia: tu sei superdetta fra le donne aliene, e superdetto è il nome del figlio che partorirai!" disse Bonovello.
"Un figlio? Io? Ma dai? Che aliencazzo dici? Ho solo trecentoottantasett'alienanni!" disse Weshaweesht.
"Weshaweesht mia: il Destino Fatale e la Dea Vita nel Mondo Universale e nell'Impero sono nelle tue mani da questo momento in poi. Il motivo di ciò ti sarà dato da sapere quando sognerai questa notte".
"Dio Bonovello mio...dimmi...è giunta forse la fine?"
"Sì".
"La fine di cosa?".
"Boh".
"Ma è sicuramente una fine?".
"Sì".
Weshawesht tacque per un istante. Voleva chiedere altre cose al divino corriere, ma questo se ne andò via per sempre. Con la sua macchina.

Weshaweesht se ne andò via dall'Università di Elleràllera che erano le millezero di mattinotte.
Weshaweesht era molto traumatizzatissima dall'esperienza vissuta; pensava che tutti erano pazzi e cretini, e che lei era alienschifosa e merdalienosa.
"Meglio era" parlava la bocca destra di Weshaweesht agli orecchi sinistri, "se non mi fossi destata, che Rosalidunsar mi faceva dormire per sempre, per tutti quegli anni luce là, che avevo erratamente impostati. Anzi, addirittura, meglio era se fossi morta, per mano del professor Chraahnphgqtraajpoowlos. Or che ci penso, chieggomi perché ho invocato il Dio Bonovello. Dice ch'ho a fare una qual missione, ch'egli nemmeno sa dirmi...ma se morivo era meglio. Così non avrei più ascoltato, mirato, toccato, odorato, gustato, cromellato, brastonato, ciffonato, rigghionato, pascogato, vilmonato, ecceterato...perché, infatti, si nasce con tutti questi sensi??".
"Secondo me" parlava la bocca sinistra di Weshaweesht rivolgendosi alla bocca destra, "secondo me, ecco, secondo me egli è che se tuo nonno aveva due occhi era un falgter. E però non c'hai a ragionare così e costì, di quello e quell'altro che poteva essere di qui e di lì. Goditi la tua morte ora, tu che volevi morire, che tanto si muore tutti i giorni, e tutti i giorni noi alieni ci merdalieniamo. Vedi: i nostri piedi e sinistri e destri si pomalchiscono continuamente a partire dalla nascita, e le antenne caputiche si afflosciano ed irrigidiscono ed ingialliscono giorno per giorno. Certo, si vede che uno ha il desiderio di morire, quando che non carpisce pienamente quanto egli muoia sempre. Oh, veruntame, se si riuscisse a concentrare la sensazione della morte in una subitanea ed etterna sperienza, come con una aliendroga. Se ci fosse un'aliendroga capace di mortificarci eternamente in un infinitesimo di plancksecondo, questo sì sarebbe bellerrimo".
"Scusatemi" disse l'orecchio destro superiore di Weshaweesht rivolgendosi alle bocche, alle altre orecchie, ed anche alle altre parti dell'ultracorpo (anche a quelle più stupide come i miniseni e la viasghina), "ma se andiamo a dormire? Meglio che dormiamo, dai".
"Ok" dissero tutti.
Weshaweesht riadunò la sua coscienza nei suoi cervelli, e continuò a camminare da sola verso casa.
Amatissimi leggitori: dovete sapere, che gli alieni, che sono più evoluti e complessi di noialtri esseri umani, quando parlavano fra sé e sé, non avevano quella vocina fioca e confusa interiore che ci sentiamo noi esseri umani, bensì adottavano un meccanismo evolutivo emotivamente più appagante: dividevano la propria coscienza piena di contraddizioni nei vari pareri che si contraddicevano a vicenda, ma ch'erano valide weltanschauung e weltordnung e weltschmerzung in lor medesime, e li riconducevano, tramite complessi segnali impulsomagnetici del sistema aliennervoso, alle varie parti del corpo. Alla fine della discussione, poi, le parti del corpo rimandavano messaggi magnetici speculari ai cervelli centrali, tramite gli specializzati alienneuroni specchiochirurghi, che unificavano e sintetizzavano la riflessione avuta.
E voi umani, invece? A voi umani piacerebbe far ciò?
Immaginate di fare lo stesso anche voi: anziché arrovellarvi il cervello e il budello con le vostre neurotiche contraddizioni, non sarebbe bello dar ordinatamente parola ad ognuno dei vostri sentiri, assegnadogli una specifica parte del corpo? Pensiamo ad Odi et Amo di Catullo. Era certamente in piena contraddizione, Catullo, questo sconosciuto. Ebbene, se avesse trasferito l'Odi, per così dire, all'alluce e l'Amo, per così ridire, al mignolo sinistro, ecco: costoro avrebbero potuto discorsare ordinatamente senza sovrapporsi a vicenda. Magari, sarebbero giunti ad un dignitosissimo compromesso, o addirittura ad un socievole accordo. Così, Catullo, ritrovata la pace interiore, non avrebbe più dovuto crucciarsi a soffrire, e pur a scrivere Odi et Amo, eccetera, eccetera, eccetera, eccetera.
Detto ciò, Weshaweesht aveva riadunato la discussione della sua coscienza che si era sdoppiata nelle sue parti del corpo. Dal riadunamento sintetico della discussione, aveva concluso che, nella Verità, non c'era niente da concludere. O meglio, si concludeva solo che ci sono due tipi di Morte: una Morte che ti trascina con lei continuamente, in una meta senza meta, e ti tortura pianpianinamente come una goccia aliensinica, che ti sgualcisce l'ipotempie, e che ti fa impazzire, senza farti mai veramente morire; e un altro tipo di Morte che vien subito, e ti appaga, e l'adori, perché ti brucia e ti divora e ti sbrana e ti sputa in un istante per sempre, e crogiolandotici gualdarescardamente ed assuefattamente assai l'ami.
Weshaweesht, come tutte le anime aliene superiori, amava quest'ultimo tipo di Morte.

Weshaweesht tornò a casa, e si mise a dormire. Ah, prima fece questa cosa: prese la sveglia squammeggiante, e la buttò via dall'alienfinestra, in un momentino di noscialanza esistenzialistica. La lanciò, senza volerlo, addosso ad un aliensene; costui, vecchio e rincitrullito, funne affatto addolorato al capalieno, e perciò morì. La coda orchestrale di quella prima suttoccata tipologia di Morte.
Weshaweesht si mise quindi a dormire, quindi. Sapete, gli alieni, quando sognano, a differenza degli esseri umani, rimangono comunque in una certa guisa coscienti, poiché essi sanno sempre a preprescindere che le visioni che gli capitano sono il mesto-languidoso frugimentare della loro psiche psicologica. Nonostante questo, al pari degli esseri umani, nei di loro sogni vi è comunque una grandissima presenza dell'inconscio alieno, che era molto più complesso del nostro.
Generaliter, l'intera alienmente era ben più complessa della nostra.
Infatti, mentre noi umani si può dire che, con una certa chissassé discutibile approssimazione, che abbiamo una incoscienza e una coscienza in quella caritante nousina della mente nostra, gli alieni avevan ben 777 stati di coscienza offizialmente tassonomificati dal Ministero Imperiale dell'Alienpsiche; per non parlar poi dei ben oltre 74638 apocrifi stati di coscienza che non eran ancora stati offizialmente ricanosciti dalla convenzione scientifica riferentesi all'istituzionalità suddetta.
Dei 777 stati suddetti, comunque, 354 si potevano classificare in una macrocategoria che, nelle linee essenziali, corrisponde all'inconscio umano; 282 in una che corrisponde invece al conscio; le rimanenti in sottocategorie di transizione che non si possono riferire propriamente né all'inconscio né al conscio umano, ma che posson talora, pur nella loro trascendentalosa simpletticità, assimilarsi alle prassi meditative del Buddhismo Yattamana.
Weshaweesht si assopì adunque.
Nello stadio del sonno alieno, la mente aliena regredisce dagli stati più coscienti e algebrici a quelli più confusi ed sconsci attraverso una buonparte delle 777 fasi, ognuna delle quali corrispondente ai suddetti stati di coscienza.
Raramente però, nel sonno alieno si riesce ad arrivare fin sotto alla fase 30, corrispondente all'inconscio-30, che corrisponde al sonno profondo umano.
I santi monaci alieni, fra i quali massimamente figuravano San Orrthpollgnall'rsihaad, San Xleohoollclootlclottpurrnlaarsdth e San Q, nelle loro visioni, riuscivano a regredire fino alla 23esima fase; i più capaci, addirittura alla 18esima.
Ma non vi era alcuna notizia storica negli oltre tre miliardi anni trascorsi dal Big Ben che qualche alieno fosse riuscito ad andare oltre la fase 15.
Detto ciò, ecco, or ora, voi non riuscirete a credere a quello che sto per dirvi (avendo peraltro sentito voi finora da me cose molto savie e assennate e credibilissime): Weshaweesht riusci fino allo STADIO 0 o ZERINFINITO, che è lo stadio dell'ESSERE!!!!!! Aaaaahhhhh!!!!
Quali qualità, quante quantità, nonché quidi quiddità, particolarerrime avesse Weshaweesht, non si può dirlo con certezza. La Dea Vita aveva scelto Lei non perché Weshaweesht avesse una mirabile ascendenza o una forte autodeterminazione. La Dea Vita, nei suoi vari interventi nella Storia del Cosmo, si era da sempre circondata di profeti umilissimi, poiché essa amava gli esseri umili e vertenti in potenza alla grazia.
Weshaweesht era in essenza umile, nonostante fosse, come notabile, scialba e un po' sciocca in formalità; e non credeva poi di valer alcuncheuccio; il che era d'altronde vererrimo, non avendo peraltro una qual solda nozione del supremo valore intellettuale e morale. Fino ad allora. Eeeehhhh!!!
Adunque, insomma, ecco, io, cioè, però, quindi, intanto, ecco, perciò, ecco: così dunque incominciò il sogno di Weshaweesht, che le avrebbe rivelato il suo Destino Fatale, come attestato dal Dio Bonovello, il divino Corriere della Sera.
Vi avverto leggitori: questo sogno vi sconvolgerà. E per renderlo ancora più sconvolgente, eheh, lo metterò in corsivo...orsivo....rsivo...sivo...ivo...vo...o...[eco della sfumanza della voce fuori campo].

...Weshaweesht vede dinanzi a lei una creaturina triangolare arancione dagli occhietti mesti e stanchi
che si lascia trasportare
dal flusso della bile sempiterna
delle vene cervellari,
arriva per esse fin dentro al surcervello
e da lì si lascia intrappolare da un marchingegno
che le ficca degli elettrodi sul capo
che le recano profonde visioni mistiche.
Weshaweesht è il soggetto del sogno mistico della creaturina triangolare arancione:
Weshaweesht corre sopra il crascalotto della sua infanzia
era dolce, di color crema al caffè
di quella che poi piace pure a te.
Aveva 576 occhi ultravioletti dolcissimi.
Sopra il suo crascalotto
Weshaweesht galoppava nella villa tenuta dagli Alienduchi del Lago di Ha*ah
(* era il suono sacro della lingua dell'Impero),
che si trova nei pressi di Elleràllera.
Ad un certo punto
compaiono dei cristontòmuri
(specie di pecore che somigliano a giraffe che somigliano a cammelli, comunque sempre di artiodattili parliamo...anche se però assomigliavano anche a cavalli che, attenzione, non sono affatto degli artiodattili, essendo difatti dei perissodattili, anche se a buona ragione a prima vista assomigiano molto agli artiodattili...i cavalli fanno parte di un altro ordine al quale se non ricordo male -potrei sbagliarmi, eh!- fanno parte pure i rinoceronti e gli ippopotami....ihihih....d'altronde, gli ippopotami sono dei cavalli di fiume....ihihihih!!!!....che è cosa diversa dai cavalli di mare....che sono i cavallucci marini....iuhihihihih, che carini!!!! Ihihihih!!!!.....per non parlare poi dei cavallucci marini che abbiamo dentro ai nostri cervelli....gli ippocampi....ihihih!!!!:...sapete senza ippocampo si sopravvive, però non si riesce più a ricordare niente...c'era ad esempio un signore che negli anni cinquanta soffriva di epilessia e allora per curarlo gli avevano tolto l'ippocampo...la cosa brutta è che ora il signore stava bene, ma non riusciva più a formare nuovi ricordi. E' andata a finire che gli dicevano una cosa e il secondo dopo già se l'era scordata...così per ovviare agli inconveniente che gli avrebbe procurato una simile esistenza visse sempre sotto osservazione medica...fino a quando morì in tarda vecchiaia, credendo ancora di avere l'età in cui era stato operato, cioè poco più che ventenne...pover'uomo...come si fa a vivere in questo modo...Signore, aiutami tu, ti prego...accogli questa tua anima perduta e furente).
Weshaweesht vide i cristontòmuri cavalcando il suo crascalotto
e volle correre con loro nelle praterie con il suo crascalotto
quando ad un certo punto
si perse in una selva oscura
dove vide SATANALIENO
che era il Satana degli alieni
che la voleva uccidere con lo sguardo e la voleva mortificare e possedere e risucchiare
all'interno del suo pinguoso ventre.
Weshaweesht era senza speranza, ma vide poi una luce nera.
Vi si gettò con tutti i cuori e con tutta l'anima
(perché i cuori sono cinque, ma l'anima è unica)
ed entrando nel vuoto quintessenziale
dello stadio zerinfinito
a lei venne in sogno a parlare
 la Dea Vita...

"Ma...dove sono...cioè...dove sono...io....oh, non mi son mai sentita così, eh, oh! Eh!" diceva Weshaweesht.
"Certo che non ti sei mai sentita così, mia santa creatura universale" disse la Dea Vita, "tu sei nello stadio zerinfinito, lo stadio mentale a cui nessun alieno finora è mai giunto".
"Chi sei?" chiese Weshaweesht.
"Io sono Colei che sono: Io sono la Vita: Io sono Io, e Voi...".
"...non siete un cazzo".
"Oh, perché dici così, piccola mia?".
"Perché? Perché non merito né di vederti, né d'udirti, né di parlarti, Vita Mia. Io sono l'ultima alienruota dell'aliencarro. Io non valgo nulla. Sono solo una delle solite fanciulle che sono intelligenti ma non si applicano, studiano solo per avere un domani economicamente sicuro, e che si fanno gli affari propri".
"Weshaweesht, figlia mia. La Grazia ti si è mostrata. Vedi, or ora, come sei perita e saputa nel giudicarti? Come lo sei? Con i tuoi sentimenti e i tuoi intellegamenti?".
"Oh, Dea Mia, ciò è vero. E' forse vero, perché sono nello stadio zerinfinito?".
"Lascia stare lo stadio zerinfinito. Questo è solo un nome. Lascia stare i nomi. Bisogna prima sapere che questo non è una pipa, prima di sapere che questo è una pipa nella misura in cui lo è tramite il linguaggio, e in uguaglianza e in differenza".
"Vita Mia, i Verbi tuoi mi son chiarore all'anima mia, e pur tenebre all'intelletto mio".
"Weshaweesht mia: il Vero ti si invererà col Tempo, ma col Tempo del tuo Spirito, non col Tempo che vien detto dagli altri".
"Vita Mia: ti ringrazio che volesti meco ragionare. Ma or or chieggomi: ché a me sola dicesti queste cose? Non ha merto qualsivoglia creatura universale, in quanto tale, di pascersi di codesta Santa Mensa? Non devono il Vero, il Bello e il Buono, pertinere a qualunque essere alieno, e non solo ad un'elitta malvagia, ad un'oligarchia, ad una monaschia, ecco, che plasmi il mondo a propria mala virtute e canoscenza, e al proprio malo velle?"
"Weshaweesht mia: la Verità, la Beltà e la Bontà sono Grazie pertinenti a tutte le Creature dell'Universo Santo. Pul troppo, la Legge vuole che siano poche Creature ch'ardano di seguitarle".
"Cos'è questa Legge?".
"E' la Legge della Morte. E' la legge che disvita ed immorta i lanternini del mondo. E tu devi non pugnare alla Morte, ma la devi comprendere, devi attraversarla, e poi scioglierla. Così vivrai, mia fanciulla aliena: Vivendo, Vincendo sulla Morte".
"Vita mia: che fare, che fare?".
"Weshaweesht, ora tu sai qual sia la tua teleologia, la quale è vincere sulla Morte. Or ora, ti priegherò di destarti. Quando ti sarai destata, subitamente vedrai quale sarà la contingenza che ti permetterà di realizzare questa Nostra Contingenza che vuol farsi Necessità tramite sua Virtù".
"Or ti ascolto, Dea Vita".
"Or ora, ti canterò una ninnananna, acciocché tu ti possa destare".
"Niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa".
"Oh, che musica surceleste".








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