C'eri sempre stato.

di Aleshia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


C’eri sempre stato

A Kageyama and Hinata Fanfiction by Aleshia

 

Capitolo 1

“Kageyama! Quante volte ti ho detto di non lasciare questa confusione ogni volta che fai la doccia?!” – strepitò Hinata, così forte che probabilmente la novità era giunta anche ai disinteressati vicini – “Guarda qua! Hai buttato per terra l’asciugamano e l’accappatoio, e lo scarico è completamente intasato dai tuoi capelli!”

“Sei sicuro che siano miei? Magari sono i tuoi, ti sei fatto la doccia prima di me!” – replicò seccamente Kageyama dal divano, più concentrato sulla partita di pallavolo alla televisione che sui lamenti del suo coinquilino.

“Sono neri, idiota!!!”

Oh beh, effettivamente come ragionamento non faceva una piega. Tuttavia, Kageyama mantenne la stessa indifferenza di prima e non rispose, volgendo di nuovo lo sguardo verso la tv. Ma chi gliel’aveva fatto fare di andare a vivere con questo lamentoso del cavolo? Eppure, quando Hinata glielo aveva proposto due mesi prima, gli era parsa una buona idea. Del resto, erano stati entrambi accettati in un’università di Tokyo, la quale, oltre a poter vantare l’eccellenza dal punto di vista dello studio, era una delle più rinomate per la pallavolo universitaria, un vero trampolino di lancio per essere reclutati a giocare in una squadra professionista. Sarebbe stato molto più conveniente prendere un appartamento insieme, si era detto Kageyama. Inoltre, visto al liceo trascorrevano così tanto tempo in compagnia da vivere praticamente in simbiosi, non sarebbe poi cambiato molto. E fino ad allora, a dire il vero, non era nemmeno andata così male. Hinata era molto versato nella cucina, visto che era quasi sempre lui a prendersi cura della sua sorellina minore, Natsu, quindi non gli dispiaceva affatto occuparsi dei pasti. Avevano trovato un appartamento spazioso con una camera per ciascuno di loro, una cucina e un soggiorno, e il prezzo non era molto esoso, vista la posizione piuttosto distante dal centro. Infatti, impiegavano mezz’ora a piedi per raggiungere l’università, ma questo non era affatto un problema, anzi: ne approfittavano per fare jogging, anche se in realtà puntualmente si trasformava in una gara di velocità tra i due. Arrivata la pausa pranzo poi, prendevano i loro bento (entrambi preparati da Hinata la sera prima) e si incontravano in cortile, dove approfittavano del momento libero per palleggiare, come era loro consuetudine fin dai tempi del liceo. Una volta finite le lezioni, si recavano in palestra per l’allenamento, da cui uscivano solo a tarda sera, per poi rientrare a casa insieme e cenare guardando, il più delle volte, partite di pallavolo alla tv. Talvolta si sfidavano anche ai videogiochi, ma solitamente trascorrevano il resto della serata parlando di schemi e idee per nuovi possibili attacchi. Nelle loro giornate erano più i momenti che trascorrevano insieme che quelli che passavano separati, ma ormai già da tempo ognuno di loro era diventato, bene o male, una figura di riferimento nella vita dell’altro. Insomma, in realtà fino ad allora la convivenza con quel piccoletto si era rivelata, contrariamente alle aspettative preliminari di Kageyama, assai piacevole.

“Kageyama! Kageyama!” – lo chiamò nuovamente Hinata, stavolta dalla cucina – “Visto che non ti degni di pulire decentemente il bagno, vuoi almeno concedermi il privilegio della tua presenza quando la cena è pronta?”

“Che c’è da mangiare?” – inquisì l’altro, senza alzarsi dal divano e pensando quasi di chiedergli di consumare il pasto lì sopra.

“Il curry di maiale con osen-tamago!”

Kageyama si alzò all’istante, abbandonando il telecomando dietro di sé, improvvisamente motivato ad abbandonare la comoda posizione.

“Arrivo!” – disse con fervore, eccitato all’idea di poter degustare il suo piatto preferito, con un sorriso che solo in queste occasioni gli si vedeva sul volto.

 

Note al capitolo 1

Ciao a tutti! ^__^

Mi sono divertita così tanto a scrivere la mia prima fanfic che ho deciso di continuare e di iniziarne una seconda, incentrata sempre sulla mia coppia preferita, Kageyama e Hinata. Volevo immaginarli all’università e quindi ho deciso di fare una collage AU in cui si trovano a convivere insieme. Spero che vorrete seguirla e farmi sapere cosa ne pensate! 
Nota: riporto la descrizione di quello che, come si può leggere nel manga, è il piatto preferito di Kageyama: curry di maiale con onsen- tamago (letteralmente “uova delle terme”; vengono cotte lentamente e a bassa temperatura). 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


“Allora, sei pronto?” – lo sollecitò Kageyama, mettendo la divisa nel borsone e avviandosi verso l’uscita. Come sempre, erano rimasti ad allenarsi più a lungo degli altri membri della squadra e quindi spettava a loro il compito di chiudere lo spogliatoio.


“No! Ancora mi devo vestire!” – urlò Hinata, in modo che la sua voce non fosse completamente ovattata dal rumore del phon con cui si stava asciugando i capelli.

“Cosa? Hai ancora i capelli molli?! Dai, ho fame! Voglio andare a casa!” – replicò con voce sconfortata e piuttosto irritata Kageyama. Affacciandosi nella stanza in cui si trovavano le prese per gli asciugacapelli, vide un cespuglio di disordinati ciuffi da cui partivano gocce che contribuivano ad aumentare la già enorme pozza sul pavimento. Hinata indossava delle ciabatte e un asciugamano che gli copriva solo la vita, lasciando scoperti gli addominali formati durante gli anni di duro allenamento alla Karasuno.  

“E allora inizia ad andare, no? Perché non inizi a preparare la cena? Per una volta tanto, non mi dispiacerebbe sedermi direttamente a tavola, anziché dover sempre fare tutto io!” – disse ironicamente, rivolgendo una linguaccia al suo pigro inquilino.

“Cosa staresti insinuando?” – replicò l’altro, mettendo su quel broncio che Hinata ormai conosceva bene.

“Niente, niente! Ma sul serio, perché non ti avvii? Tanto io corro molto più veloce di te, probabilmente ti raggiungerò anche prima che tu arrivi a casa!” – lo sfidò con un’altra linguaccia.

“Pfff! Sì certo, come no! Ci vediamo tra un’oretta, considerando i tuoi tempi!”
 
[…]
 
Sulla via di casa, Hinata era ancora confuso. Davvero era successo? A lui? Beh certo, aveva 19 anni, era normale che prima o poi…ma lui non ci aveva mai nemmeno riflettuto su queste cose. Anzi, a dirla tutta, non ne aveva mai sentito il bisogno. La sua vita era già impegnata così come era, anzi, in realtà era lui che inevitabilmente sfruttava ogni attimo libero per giocare a pallavolo, e ancora gli sembrava che non bastasse per raggiungere il suo obiettivo. Anzi, il loro obiettivo, suo e di Kageyama. Hinata non si era scordato di quando, il primo anno di liceo, si erano ripromessi che un giorno avrebbero giocato sullo stesso campo, che fosse stato il primo in Giappone, o il primo al mondo. In realtà, quella di Hinata era stata una vera e propria dichiarazione di guerra: aveva giurato che in tale occasione avrebbe fatto ciò che non era riuscito a compiere alle medie, e cioè che avrebbe sconfitto il re che governava il campo. Col tempo i contorni di quel voto erano però cambiati. Entrambi si erano infatti resi conto che erano molto più forti insieme che singolarmente, e che erano dotati di una coordinazione che spesso molti giocatori non riuscivano ad ottenere nemmeno dopo anni di esperienza. Strano a dirsi, ma si completavano. Hinata era dotato di una resistenza e di riflessi invidiabili, e Kageyama riusciva a svolgere la sua funzione di alzatore come fosse una vera e propria vedetta di controllo che riusciva ad analizzare, e persino anticipare, i movimenti di tutti gli altri giocatori in campo. Rafforzando ulteriormente anche i propri talenti individuali, erano di conseguenza riusciti a perfezionare anche le loro combo, e ciò era sicuramente stato uno dei fattori che aveva più contribuito alla conquista del titolo nazionale della loro squadra. Tuttavia, là fuori, nel mondo, c’erano altri giocatori, più bravi e più talentuosi di loro, e proprio questo li aveva motivati a proseguire nel loro percorso verso, questa volta, la vittoria a livello mondiale. L’avrebbero fatto insieme, perché entrambi avevano fame di sfida, di conquista…non tanto di un titolo come un altro, ma del diritto di restare più a lungo in campo. Di poter restare ancora in campo a giocare con Kageyama…

“Finalmente sei tornato! Che fine avevi fatto?” – Kageyama lo accolse alla soglia mentre si stava slacciando le scarpe, con un ridicolo grembiule avvitato in vita e una padella in mano che aveva tutta l’aria di essere stata rovinata per sempre.

“Ah, scusa. Sono stato trattenuto”.

“Pfff come no. Non cercare scuse, sei solo lento e basta! L’uovo si è freddato! Adesso non sarà più buono!"

Hinata, una volta rivolte ordinatamente le scarpe in direzione delle porta e sistemato il borsone in un angolo dell’ingresso, si recò in cucina per trovare un tentativo di quello che, fino a prova contraria, doveva essere un piatto di cibo.

“Ehm…Cosa ci hai messo dentro?” – chiese dubbioso, non riuscendo ad identificare gli ingredienti dell’alimento, se così era possibile definirlo.

“è tamago kake gohan! Non si vede? Idiota!”

Hinata fece la temeraria mossa di avvicinare il viso verso la scodella per cercare di carpirne il contenuto. E quindi quella marmaglia nericcia che pareva quasi un’alga doveva essere in origine un uovo. Il solo pensiero di Kageyama ai fornelli che cercava con tutte le proprie forze di cucinare il suo piatto preferito lo fece istintivamente ridere. Kageyama, pensando che lo stesse prendendo in giro, bofonchiò un “ehi!”, offendendosi per la reazione.

“Nono, non è per quello che rido! È che… in realtà prima stavo scherzando dicendoti di preparare la cena… e invece tu hai fatto questo per me… grazie!” – Hinata in quel momento sorrise, sorrise come solo lui sapeva fare. Un sorriso di quelli puri, sinceri, che partivano dal cuore per approdare direttamente al viso.
A Hinata sembrò che le guance di Kageyama divenissero leggermente rosse, mentre borbottava un “prego” in risposta.

“Beh, allora buon appetito!” – augurò Hinata prendendo le bacchette e avventandosi sul suo piatto come se fosse il più gustoso al mondo.

Kageyama si sedette vicino a lui, e iniziò anch’egli a mangiare. E alla luce di una tenue lampadina, in una cucina in totale disordine, i due consumarono insieme quel riso, con il solo rumore delle bacchette a fargli da sottofondo. 
 

Note al capitolo 2 

Sono 4 mesi che ho pubblicato il primo capitolo di questa fanfiction, e non l'ho mai aggiornata, nonostante avessi già vari capitoli pronti. Che vergogna. Spero che a qualcuno piaccia questa storia, e che voglia ancora seguirla. Sono ancora molto inesperta e piuttosto incostante, ma se qualcuno apprezzasse il mio lavoro nonostante questi due grosse lacune, ne sarei davvero molto felice ;^; D'ora in poi vedrò di aggiornare con più regolarità. Grazie a chiunque abbia dedicato un po' del suo tempo a leggere le mie storie fino ad adesso! 

Nota: Da Wikipedia: Il tamago kake gohan (卵かけご飯) (le tamago sono le uova, kake significa mettere e con gohan si indica il riso bianco) è una pietanza tipica della cucina giapponese, molto utilizzata per la colazione.
 

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