NocturnA

di sickgirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Changes ***
Capitolo 2: *** Awake ***



Capitolo 1
*** Changes ***


Nocturna
Non ho mai amato particolarmente il mio liceo, come tutti ben saprete sono le classiche tappe da intrapendere,
a ogni modo, con piacere o meno lo si affronta giorno per giorno convivendoci.. nel mio caso cercando di sopravvivere.
La mia vita non ha mai avuto svolte clamorose, niente di cui andare fiera, nè altro per cui essere grata a qualche divinità "X".
Il "mio" poco amato liceo conta pochi alunni, rispetto a quelli delle grandi città, fatto sta che per occupare il proprio tempo la gente si diverte a ficcare in naso negli affari altrui, tanto per fare del gossip (malsano, ma questo resta sempre un mio parere).
L' unico che può vagamente interessarmi è quello fra le care coppie alternative, per lo meno mi sembrano avvicinarsi alla sincerità, prerogrativa in un rapporto amoroso.
Qui sperduti come siamo in una provincia si risente molto meno delle bizzarre mode che si susseguono nelle grandi città..
E ogni gay non è così ben accetto. Sembra quasi che per il resto sia tutto roseo e incantato, ma devo ammettere che tra i coetanei c' è sempre quel gruppo di idoli, puntualmente snob e con la puzza sotto al naso.
Semplicemente ci ignoriamo a vicenda, anche se mi circondano avendone la maggior parte in classe e quei pochi altri componenti sparsi per le altre aule.
Vi lascio immaginare le idiozie che devo cibarmi, per questo ora sono qui, nel mio rifugio anti-idolidiot.
Ammetto che questo mio modo di fare, di essere, può sembrare infantile, ma potete darmi torto se preferisco tenermi le cose per me e appena posso me la svigno sulla terrazza del liceo?

Sarà questa vicinanza col cielo ad aiutare i miei sogni a prendere forma, mi basta della tranquillità per lasciar fluire attraverso la biro disegni di una dimensione ideale, fatata e lontana. Non potrei stancarmi di queste nuvole, labili, mutevoli e profonde,
l' essenza stessa dell' animo umano.

- Controllo l' ora, il tempo mi è sfuggito di mano, meglio restare sulla terrazza e aspettare il cambio dell' ora per rientrare.
Delle voci provengono dal lato opposto..
Ci avrei scommesso, è lui, ebbene si il SIGNOR DAMIEN HARRIS:
 l' eroe senza calzamaglia e valori, che regna sovrano in tutti i cuori delle liceali. Neanche fosse dIO in persona,
lo adorano a priori e senza la minima traccia di pudore.
 Il motivo? Per.. Per.. Ok ci penso, mi vengono in mente ben poche cose:

-"per la sua sbruffonaggine?"
-"per la sua tanto acclamata bellezza?"
-"o per la sua maleducazione?"
A voi la scelta.

Eccolo lì tutto preso con la solita espressione di superiorità che minaccia e strattona un malcapitato.
Dietro di lui ovviamente ha il branco di seguaci accondiscendenti, che via via si dileguano per paura delle conseguenze,
come se finire dal preside sia una novità, per loro.
Ora ha lasciato in pace anche il povero tizio, mentre io metto alla prova la mia capacità di mimesi restando perfettamente immobile per non produrre il minimo rumore, non ho alcuna voglia di farmi sentire, parlargli e discuterci magari...
NO! L' unico rimasto con lui è Daniel.
Altro popolarissimo ragazzo fidanzato con una delle biondine tipiche, rigorosamente fra le più popolari.
Come altro potrebbe essere altrimenti, tacite leggi scolastiche.
Spalanco gli occhi per mettere a fuoco meglio, quei due, si stanno proprio abbracciando..
Sono quasi teneri, ancora stretti l'uno all' altro, per la divinità è a dir poco ambiguo.
Il più duro della scuola quale bisogno improvviso può aver avuto per avvinghiarsi in questo modo a Daniel?
**DRIIIIIIIIN**
Ecco la campanella, anche loro rientrano mentre io resto a tirar fuori uno schizzo di ciò che ho appena visto,
anche se non sono le persone che mi ispirano più simpatia voglio immortalare la scena,
tralasciando per il momento i soliti paesaggi fatti in serie da quassù o le copie delle brutte copie di opere d' arte.
Rientrata in aula tutto prosegue come al solito: rumore ,risa e battutacce per qualche motivo a me ancor oggi del tutto oscuro. Finalmente a casa, nella mia tetra camera lilla ove il caos domina ogni singolo centimetro.
Fogli e indumenti sparsi ovunque come un tappeto di foglie autunnali. Riordinare mi rovinerebbe l' umore,
proverei malinconia nel rivedere tutti quei disegni in cui MANCA sempre quel qualcosa di profondo, quell' emozione che cerco di raggiungere affannatamente ma che non afferro mai.
Riprendo il bozzetto di oggi e d' istinto lo completo fino a assopirmi raggomitolata sulla scrivania.

Sobbalzo, mi sento toccare,
ed è mio fratello, sennò chi altro poteva essere?
Indolenzita mi preparo sperando di eliminare la mia faccia stanca.
Perennemente in ritardo mi affretto a entrare in classe, già rumorosa di prima mattina. Il mio solito banco in ultima fila.
L' unica persona con cui l' ho condiviso si è trasferita da tempo, troppo ormai da aver perso il conto dei giorni e con essi ogni traccia di sorriso.
Nell' aria si avverte qualcosa di strano, tensione, guardandomi intorno mi accorgo che Daniel non è venuto,
mentre l' altro, Damien non vanta la solita aria spensierata, e se ne sta silenzioso al suo posto.
Mah magari qualche ragazza non c' è stata, fatico a crederci ma non trovo un altra cosa che potrebbe rammaricare una persona come lui.
E' sempre stato così, fin dal primo anno, l' attenzione tutta volta verso lui, invidiato da ognuno, mentre io mi godo appieno la mia invisibilità dedicandomi alle mie poche passioni.
Finalmente l' ultima ora, non che lo debba sottolineare ma amo storia dell' arte, l' unica materia che riesce a farmi tornare con la testa al presente.
Non che sia apprezzata al resto della classe, a meno che un tipetto idol avesse posato chessò.. Per Tiziano a mon di Venere di Urbino, allora si che farebbero lo sforzo di VEDERE veramente.
Pur senza la collaborazione del sig. Harris sembrano tutti impazziti, e il professore di arte spazientito ci rifila una cara punizione con tanto di fiocchi.
Scocciatura peggiore: Compito da svolgere in coppia.
Classico momento in cui preferirei che la morte entrasse da quella stramaledettissima porta e indicandomi mi portasse con se trascinandomi per i capelli mentre nell' altra mano tiene salda la falce (fa molta scena).
Tornando alla realtà, già so come andrà a finire, dato che siamo solo in due a non avere il compagno.
Il professore con espressione rassegnata:
-Mi spiace Moonshadow ma dovrai lavorare con Harris, magari con una ragazza potrà concludere un compito!-
Si certo certo me lo immagino proprio in camera mia a fare lo studente modello..
Sconvolta e particolarmente urtata non possoche dire a stento:
"..Vedremo".
Lui si volta verso la mia direzione, forse è la prima volta in cinque anni.
Mi avvicino a lui prima che esca dall' aula:
-Senti, so benissmo che a te non frega assolutamente nulla del compito, quindi visto che dovrei farlo comunque, lo porto pronto lunedì e tu ci metti solo un tuo autografo, così siamo apposto entrambi.-
Non dice nulla e resta impalato a guardarmi, avrà bisogno di tempo per formulare la frase..
-Magari sarebbe più facile così, ma non voglio debiti con te, quindi dimmi dove e lo facciamo insieme questo stupido complito. -Come preferisci Harris, allora vieni a casa mia stasera, così non ti rovino il weekend e le spasimanti non me ne vorranno male!- Prende il foglietto col mio indirizzo e prima di uscire dall' aula stranito dice:
-Non ho nessuna amante, se fossi meno distratta lo avresti sentito dalla solite e poco discrete pettegole, io con Nadia ho chiuso.
-A dopo C... Cl.. Moonshadow.-
Come immaginavo non sa neanche il mio nome di battesimo.

Al tramonto eccolo che suona.
-Ciao Harris, vai pure di sopra! Ora ti raggiungo devo solo finire di preparare delle cose per mio fratello.
-La mia camera è quella con più disordine lo trovi sicuramente.
Con mio fratello, Jacob, finiamo di incartare le pietanze da portare a casa della sua ragazza.
Salgo nella mia camera, chi avrebbe mai pensato che il "Principe Harris" arrivasse addirittura in camera mia per studiare.
Seduto sul mio letto si fonde bene nel mio caos, strano trovarlo così a suo agio qui, lui che sembra fatto di solarità.
-Hey dai iniziamo così dopo puoi uscire.
-Non ho impegni.- Pronunciò quelle parole con un velo di tristezza, inedita sulle sue labbra.
Sapete lui è fuoco, essenza della vita.. sempre pieno di forza lo si vede correre ovunque col suo skate, lui che gareggia,
sfreccia quasi toccando il cielo, mettendo tutta l' anima su quella piccola tavola.
Come ho già detto la nostra è una cittadina terribilmente ridotta quindi ogni piccolo evento era motivo per far festa.
Ed è stato inevitabile capirlo. Mi ripresi dicendo:
- Va bene, ma iniziamo. Comunque il mio nome è Claire, vedi di non dimenticarlo che non lo ripeterò.
-Non lo scorderò.
Rimasto di spalle, seduto sul mio letto, non accennava a smuoversi.
-Su alzati!. Mi venne incontro. Notai che fra le mani teneva qualcosa.
-Ma.. Quello lo hai portato tu?
- Ah, no scusa. Credo sia opera tua.. Allora ci hai visti..
- Si ero sulla terrazza anch' io, sembravate così uniti, non volevo fare l' impicciona.
-Posso tenerlo?
-Certo anche se non è nulla di speciale, fanne quel che vuoi!
-Ma cosa dici sono tutti belli, anche se non so bene di chi siano, mi ricordano vagamente qualcosa di già visto.
-Allora meglio iniziare il compito;
stavolta mi rivolsi a lui con un leggero imbarazzo, non avevo neanche pensato a togliere i disegni di mezzo.
-Dai analizziamo quest' opera.
Dissi aprendo il libro sul quadro di Hayez("un pensiero malinconico").
Tutto preso a osservarlo se ne stava in silenzio, concentrato.
-Dimmi pure, che ne pensi?
Con tono insicuro:
-Ha dei bei colori, sono alternati questi vivi dell' abito a quelli monocromi dello sfondo.
-Giusto, ma a te cosa esprime?
-Mmm.. Mi da l' idea che la donna ha provato un grande dolore,è infranta nella sua tristezza, sembra che le scelte intraprese nella sua vita l' abbiano portata a un infelicità senza alcun ritorno, e ora non può che contemplare la sua malinconia, questo è tutto..

Allibita riesco malapena a balbettare:
-Bene, direi che sia un ottimo commento di mio aggiungo qualche nota sulla vita dell' autore.
-Hai detto tutto quel che pensavo.. Strano, vero? Rido quasi istericamente.
Risentito si scansa da me e dal libro che ci aveva quasi avvicinato, intellettualmente parlando.
-Mi consideri così stupido? Non avrò la tua cultura ma percepisco cosa pensi.
-E cosa dovrei pensare, di te?
-Che non sono niente di buono, oltre a un perfetto buffone, vuoto e superficiale.
-Questo è quel che ho potuto vedere di te, non ti ho mai conosciuto e non ho mai avuto tutta questa gran voglia di farlo, che colpa ne ho?
-Bè grazie..
- Cosa te ne importa di quel che penso, hai tutti gli amici che vuoi, di certo non rimpiangi la mia amicizia.
- Allora torno domani. Immagino che non hai da fare, no? Non sei certo tipa da sabato in centro, quindi vengo qui!
-No.. NO! Cosa dovremmo fare IO E TE?
-Certo certo protesta pure. A domani.
E mi lasciò più sconcertata che mai.

Arrivato il giorno seguente alla solita ora sento suonare, incredibile ma vero, si prospettava un sabato in sua compagnia.
Quante mi ucciderebbero per prendere il mio posto?
.. Troppe, e resto dell' idea che di questa assurda situazione non si venga a sapere in giro.
Gli apro con il mio solito modo stanco, e lui sfoggia quel suo sorriso abituale, innocente.
- Che hai con te? Ti sei portato dietro i tuoi seguaci accuratamente tagliuzzati e riposti in ogni busta?
-No, scema. Sono solo snacks.
-Mah.. Per quanto hai intenzione di restare?
-Fino a quando non mi stancherò!
- Mi sembra giusto programmareuna permanenza a lungo termine oltre ad autoinvitarsi.
Accomodandoci in salotto inizio col primo horror-splatter.
Con tanta noncuranza si adagia togliendosi le grosse scarpe da skate.
-Wow, questo film l' ho visto troppe volte!
-Peccato speravo di farti scappare.
Con quello sguardo ceruleo tanto limpido e trasparente che potrebbe specchiarsi nei miei occhi così cupi, dal banalissimo color nocciola .
- E' inutile che ci speri ancora, non mene vado tanto facilmente, dovrai stancarti di fare la dura.
Mi sfugge un sorriso.
Devo ammettere che mi ha stupita ancora.
Improvvisamente inizia a parlare, fissando i titoli di coda del film.
-Volevo confidarti qualcosa, non so credo che tu sia una persona affidabile, non ti lasci mai immischiare da nessuno, resti sempre tra i tuoi pensieri e mi piace questo lato del tuo carattere.
-Si insomma.. Io mi fido..-
Volta vero di lui aspetto che si confidi, ma lui resta immobile, fisso su quello schermo ormai nero.
-Da dove inizio, è così difficile per me, con gli altri non ci si confida mai, è uno dei tanti rapporti non veri, che non si spingono mai oltre alle apparenze, anche se si trascorre molto tempo assieme, non so se mi accetterebbero con le mie debolezze, i miei dubbi o i miei problemi, loro mi credono invincibile.
Vedi io col mio migliore amico, non so come siamo arrivati a questo, ma ci siamo baciati e non so come comportarmi ora. Lasciando la mia ragazza per non farla soffrire più del dovuto ora non so più con chi sbattere la testa-.
-Mi sento così stanco vorrei che il resto scomparisse.
Mi schiarisco la voce e spiazzata provo a rassicurarlo.
-Ora tranquillo, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi, non c' è niente di male in quello che hai fatto. Evidentemente qualcosa è cambiato fra di voi.. Poi vedi anch' io sono bisessuale.. Se lo dici a qualcuno ti uccido, è una promessa.
Stavolta quasi in un sussurro, come se faticasse a parlare:
-Io non ho più alcuna attrazione per le donne, e se gli altri lo sapessero mi ritroverei solo..
Dispiaciuta per le sue ansie e per non aver saputo dir niente di giusto,presi delle coperte.
-Ora non pensare a nulla, resta pure quanto vuoi.

E da quella notte iniziò quella bizzarra amicizia
non so spiegare il perchè
Era scritto nel destino?
Non saprei dirlo,
forse mai riuscirò a spiegarmelo
ma qualcosa di molto sottile ci teneva uniti

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Capitolo 2
*** Awake ***


Awake Quella notte posso dire di averla vissuta in tutta la sua pienezza, parlammo fino allo sfinimento. Gli confessai che non ricordavo neanche da quanto non parlavo tanto a lungo da ritrovami col fiato spezzato, avete idea di cosa significhi?
Io e lui eravamo come olio e acqua, io l' acqua pesante che vive nella sua stasi e nell' ombra, lui leggero fluttuava elegantemente con naturalezza abbagliando anche i pianeti. Suscitando l' invidia del cosmo intero.

Lui tirava fuori il meglio di me, con quel suo sorridere per il piacere di farlo, lui con la sua forza in una sola notte è riuscito ad abbattere quel muro che con tanta cura ero riuscita ad innalzare intorno a me.
Una gabbia in cui nessuno aveva accesso, vi racchiudevo le mie vecchie ombre ferite, ancora sanguinanti.
Io che nella vita avevo perso ogni fiducia.
Mi ricredetti, solo per mano sua.

Ci ritrovammo sera dopo sera su quel divano troppo stretto per entrambi a curarci reprocicamente le ferite, riscoprendo quel lato dolce, che amava lasciarsi sfiorare dalla semplicità delle parole come di una casta carezza.
Sensazioni rimosse, forse mai provate, ma con inaudita rapidità me ne affezionai facendone tesoro, le conservo ancora in qualche angolo del mio cuore.

Come posso pensarlo tutt' oggi?

Non so ditemelo voi, io non riesco ad odiarlo.
Anche se ora  ho solo il ricordo di quegli occhi traslucidi, lui ha tutto il merito di aver fatto affiorare tante sfaccettature di cui non conoscevo l' esistenza.
Era travolgente, rinchiuso ora in un luogo a me ignoto.
 
Ora che SO di aver bisogno di lui, non posso che sentirne la mancanza nella voragine che si è aperta nella mia esistenza.

Ho affrontato il mio unico legame trascurato, e quasi dimenticato in sua presenza. Avevo un ragazzo anch' io. E solo grazie alla sua saggezza sono riuscita a troncare questo legame falso.
Di riflesso ho assorbito quel pò di forza che mi occorreva per trovare il coraggio di ammettere a me stessa che è inutile fingere di aver bisogno di qualcuno.
Di provare qualcosa per qualcuno.
E ora che l' ho fatto, lui è svanito.

L' ultimo ricordo è quel giorno in cui in preda alla disperazione gli confessai di avere un ragazzo di Milano, con cui non mi vedevo spesso nè avevo questo gran bisogno di farlo.
La sua espressione.. Sbalordita e stupita come quella di un bimbo.
Come dargli torto se fino a poco prima stava tranquillamente parlando del suo ormai quasi-ufficiale ragazzo dalla bellezza di un cherubino, ne ero felice sia chiaro, era felice, ma ormai non parlava d' altro.
A lui bastava poco per comprendermi, poche parole anche quelle non dette, i miei silenzi.
In breve capì che non ne ero felice.
Ed aveva ragione.

Ma ora che mi sentivo così persa e si era spalancato quel dolore lui dov' era?
Restai a casa più del solito dimenticandomi degli esami e di tutto il resto. Tormentavo per ore le chiavi di casa sua, in cui da mesi ormai conviveva con il suo ragazzo.

Un mese era trascorso, al limite della mia forza psicologica mi decisi ad andare.
Con fatica mi trascinai fin sotto casa sua, nell' incertezza citofonai senza alcun esito. Fu un tempo infinito solo per riuscire a trovare la chiave giusta, non avevo mai avuto bisogno di usarle , visto che era sempre lui a venire da me..

Entrai cercando di far poco rumore e vidi accasciato a terra lui, Daniel.
Mi precipitai vicino a lui.
-Daniel, Daniel! Che hai? Rispondi!
Sollevò a fatica la testa e quando vide chi ero iniziò a piangere fino a tremare, fino all' ultima goccia, esausto..
Lo lasciai sfogare mentre bagnava la mia maglia di calde lacrime.
Lo aiutai a stendersi sul divano, porgendogli del thè caldo.
-Se hai voglia di dirmi cosa è successo, io non so nulla e sono molto preoccupata ormai è un mese che non ho sue notizie.
-Anch' io..-
-Scusa se sono piombata qui senza avviso ma ho provato a citofonare..
-Speravo venissi ma non avevo coraggio a venire da te visto che non ci siamo mai parlati direttamente.

Lo lasciai raccontare.
E così era scomparso lasciandogli un biglietto, ironia della sorte anche lui era partito per la Francia con sua madre.
Avevano avuto dei problemi con la famiglia di Daniel, ed io che CREDEVO di conoscere tutto in realtà non ne sapevo nulla, e non avevo neanche dubitato di niente.
Restavo coi miei dubbi e col suo ragazzo, e quel forte desiderio di sentirlo ancora un pò mio.

Eravamo io e Daniel con la forte nostalgia, sembravamo gli unici a sentirne la mancanza, ma non potevo che sentire quel tono.
Con quale tono osava parlare del mio Damien.
Era dolore
Rancore
Finì per essere logorante odio
Capìì come è labile il confine fra Amore e Odio.
E il confine tra i due per Daniel era andato dissolvendosi.


Ma con tutto il dolore come lo si può odiare?
sunshine
Così lo chiamava il suo amore, bè per me era altrettanto splendente, ma lo era ancora, lui e solo lui aveva portato la luce.
Magari potessi dimenticarlo.

Vidi giorni peggiori, altri migliori, in cui riuscivo quasi a dimenticare del suo arrivo sulla mia strada.
Tornai a vivere nel mio mondo fatto solo per me, mentre in altre sentivo il bisogno di quel sempre più logoro divano, dove potevo sentire il suo profumo, percepire una sua piccola traccia che rasserenava momentaneamente la mia anima.

Cominciai ad uscire con un uomo.
Si un Uomo, era molto più grande di me, mi divertiva mi distraeva.
Altro legame inutile, ma lui stava alle mie condizioni.
Nessuna pretesa, nessun rimorso.

Cercavo di sentirmi viva, invano.


RISVEGLIO


Stavo dormendo raggomitolata sui cuscini del divano, malapena capivo che stessero bussando alla porta, così continuai a rigirarmi nel mio dormiveglia.
Una voce, leggera..
Quella voce
Mi commosse nel sonno
Quella voce che sognavo spesso
La sua Voce

Mi sussurrò all' orecchio:
-Disturbo?
Altre calde lacrime mi rigarono il viso assonnato.
Era il momento giusto per svegliarsi.
Finalmente era arrivato il momento di ricominciare a vivere.
Mentre si infilava sotto le coperte mi strinse forte a se, come mai aveva fatto..
-Dormi Piccola..
-Solo se sarai qui al mio risveglio..
Con una dolcezza tutta nuova, stavolta soltanto mia.
-Certo resto qui, non preoccuparti di nulla adesso resto quanto vuoi..








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