...We Belong Together...

di Vaporeon_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The life reserves for you always unexpected things ... ***
Capitolo 2: *** Chapter Two: ***
Capitolo 3: *** Chapter Three: ***
Capitolo 4: *** Chapter Four: ***
Capitolo 5: *** Enough to a sweet gesture, at the right moment, for forget about anything! ***
Capitolo 6: *** Chapter Six: ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven: ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight: ***
Capitolo 9: *** Chapter Nine: ***
Capitolo 10: *** Sometimes things do not always, go as we want...but enough to to adapt! ***
Capitolo 11: *** Chapter Eleven: ***
Capitolo 12: *** Chapter Twelve: ***
Capitolo 13: *** Chapter Thirteen: ***
Capitolo 14: *** Chapter Fourteen: ***
Capitolo 15: *** Chapter Fifteen: ***
Capitolo 16: *** Chapter Sixteen: ***
Capitolo 17: *** The smiles of your child, sews every bloody wound... ***
Capitolo 18: *** Chapter Eighteen: ***
Capitolo 19: *** Chapter Nineteen: ***
Capitolo 20: *** Chapter Twenty: ***
Capitolo 21: *** Chapter Twenty-One: ***
Capitolo 22: *** Sometimes make certain choices…figure out what the best solution…is difficult! ***
Capitolo 23: *** Chapter Twenty-three: ***
Capitolo 24: *** Chapter Twenty-four: ***
Capitolo 25: *** Chapter Twenty-five : ***
Capitolo 26: *** Meeting in London. ***
Capitolo 27: *** Chapter Twenty-seven : ***
Capitolo 28: *** Choose well your card, choose well the right guy for you. ***
Capitolo 29: *** Chapter Twenty-Nine ***



Capitolo 1
*** The life reserves for you always unexpected things ... ***


                                                                      
                                                                                                                                                                      (Banner di Sara_Scrive)
                                                                                                  
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                



Voglio evadere da questa prigione! Possibile ritrovarsi a Giugno, piena estate, con i libri in mano e studiare?
Ma non esiste, e ti pare invece giusto vedere tua sorella 13enne e tuo fratello 14enne, belli freschi e rilassati in piscina che se la spassano?
No! Esatto…uffa loro sono passati senza problemi nelle classi successive, sono passati senza debiti, anzi mia sorella il prossimo anno frequenterà una scuola nuova; andrà alle

Superiori, ed è un bel passo avanti.
É brava e penso che non si troverà in difficoltà con lo studio; insomma diciamo che ho una sorella e un fratello secchioni. Io invece sono sempre stata “Abbastanza brava”  me la sono sempre cavata bene, diciamo che più su del 7/8 non andavo.
Invece gli altri due sono sempre stati secchioni loro prendono di media 8/9: il detto dice: ‘Il sole bacia i belli’ io invece la modifico questa frase dicendo: ‘Lo studio bacia i belli e i volenterosi’ .

Dunque per me le vacanze vere non sono ancora incominciate, perché devo dare l’esame di Maturità quest’anno…e meno male che non sono mai bocciata, e quindi lo sto facendo per la prima volta ora, sennò ti immagini farlo due volte? Da spararsi.
Però è un angoscia alla fine, perché è dalla fine di Maggio che non faccio altro che studiare, e studiare per poter prendere il massimo punteggio (che è 100) per questo “Benedetto” esame.
E quindi mi ritrovo (come una prigioniera rinchiusa in carcere, che vuole uscire perché non resiste più) ancora qui il 20 Giugno, con il naso sui libri sembrando un topo da biblioteca come “Geronimo Stilton”…uffa!

Oddio ma si possono fare questi ragionamenti/discorsi, a quasi 18 anni? Direi di no!
Però il caldo, lo stress pre-esame, l’invida di vedere quei nanerottoli (a cui voglio un bene infinito) in piscina, mi fa perdere la ragione acciuffa!! Voglio andare anch’io in piscina!, Lo esigo! anzi lo pretendo!! Mmm l’acqua bella fresca, il caldo sparisce, e quindi non vorresti mai uscire; e poi ti abbronzi così bene.
Senza sentire le urla dei bimbetti al mare: “Mamma voglio andare a fare il bagno” e la mamma: “No Matteo non si può hai mangiato ora” cioè ditemi voi se quello è relax da spiaggia. Invece piscina a casa tua, oddeo! Paradiso!
Sto sognando ad occhi aperti bellissimo, ahaha! l’idea allettante che stavo pensando mi ha fatto cadere, la bavetta dalla bocca, come nei film poi ci si mettono Veronica e Alessandro:

-“Dai Sara vieni con noi…?” 

É no! No! Non mi potete fare così, io sto studiando a forza, non so chi mi trattiene legata a questa sedia e questo tavolo; e te mi vieni a dire: “Vieni in acqua con noi?” Allora prendi in giro? Me lo fai apposta, vuoi proprio che ti affoghi appena entrerò, in quella bellissima acqua cristallina, e così fresca, piccolo elfo maligno.
Scherzo io amo i miei “Pulcini” fisso la piscina troncando una matita in due, poi una mano pesante mi mette la testa, dentro il libro di matematica, già matematica ho detto tutto, poi mi ci conficchi anche la testa e no!
Ribellione time…mi libero Ah!
Già mi dimenticavo di tenere conto che accanto a me, vigila il mio supervisore di questo “Studio-Maturità-in-corso” cioè mio padre.
Lo guardo con una faccia leggermente incacchiata, lui mi guarda e mi dice:

-“Che c’è? Ho fatto qualcosa che non dovevo fare? Studia piuttosto che l’esame ce l’hai domani…” 

Lo guardo, mi alzo dalla sedia e scatto in piedi, come una matta e comincio ad urlare:

-“Papà ho studiato giorno e notte, dai sono pronta per domani…ma ora basta ripasserò prima di andare a letto…” 

-“Guarda che ti controllo!! E se non studi, vedrai niente vacanza…” 

-“Ma come fai a controllarmi se non ci sei...?” 


Oddio per la prima volta penso, di aver messo mio padre in imbarazzo. Cioè sapere che i tuoi, non stanno più insieme è già una cosa bruttissima, un colpo che forse non riuscirai mai ad accettare, una ferita che mai e poi mai si rimarginerà, ma poi vedere che tuo padre passa tutto il giorno a casa tua, (quella dove stai con tua madre e i tuoi fratelli) vederlo con i propri occhi che va d’accordo con tua madre, più ora che neanche quando erano sposati, fa strano.
E poi ad un certo punto lo vedi andare via, la sera e sai che non dormirà li con i suoi figli e con sua moglie!
E li in quel momento ti prende tristezza, e vorresti che sbucasse dalla porta dicendoti: “Era uno scherzo, non vado da nessuna parte, dormo qua a casa con voi..” ma poi ti svegli e ti rendi conto che, stavi solo guardando un bellissimo film, proiettato dal tuo cervello adolescente.
Comunque papà sembra non farci caso più di tanto:

-“Telefonerò a tua madre per assicurarmi, che tu studi…non mi freghi piccola volpe…” 

Sorrido e lo abbraccio, mentre io corro per tuffarmi in piscina, e raggiungere gli altri due, lui va in casa e accende la tv, decide di mettere la musica. Il volume alto delle casse dolby sour and arriva fino fuori, (meno male che ho un padre molto moderno) ora che ci penso per forza che è molto moderno, lui fa parte di un gruppo musicale famoso in Italia.

É uno dei rapper del gruppo “Gemelli Diversi”; lui è Emanuele Busnaghi in arte “Thema”. Insieme a Luca Aleotti in arte “Grido” loro sono i rapper della situazione mentre Francesco Stranges in arte “Strano” lui è il cantante, ed ha un timbro di voce simile che emette una melodia diversa rispetto a gli altri due.
Mentre Alessandro Merli in arte “THG” lui si occupa della musica dei sound, il ritmo ecc. ecc…lui in pratica è il Dj della band.
E tutti e quattro sono fratelli e lavorano insieme, praticamente loro sono i nostri zii, a cui vogliamo molto bene.
Comunque nella mia famiglia oltre a mio padre e miei zii, ad essere nel mondo della musica, c’è anche mio fratello Alessandro che si sta avvicinando piano piano, al mondo della composizione, sta scrivendo canzoni, e devo dire che sono anche belline.

Per i miei gusti se la cava bene il ragazzo, spero che un giorno il suo sogno di diventare un cantate si realizzi, anche il prima possibile, ma mio padre non è tanto d’accordo sulla decisione di mio fratello, di fare carriera ora.
Perché dice che adesso non c’è spazio per scegliere, questa professione, deve solo pensare a finire prima la scuola, poi una volta finita la scuola dice che vedrà, di accontentarlo. Dopo aver passato una bella giornatina in piscina, ed è stata tanto rilassante, mi sono anche rinfrescata fortunatamente perché, in questi giorni si muore dal caldo.
E come promesso mi metto a ripassare, sennò se non passo l’esame addio bella vacanza in Cina, e in Spagna.
Accendo un po’ lo stereo, decido di mettere la stazione radio stasera, perché voglio sentire nuove canzoni e svagarmi la mente, nello stesso tempo.

Lo tengo a volume basso, quando una bella canzoncina passa di qui, prima la ascolto, ma poi piano piano inizio a canticchiarla, perché la musica è orecchiabile, e le parole ti cominciano ad entrare nella testa dopo un solo ritornello.
Dopo averla ascoltata una sola volta, si potrebbe azzardare a dire che l’hai imparata a memoria, poi a guastare la festa arriva mio padre, e mi spegne lo stereo dicendomi che mi distrae, e che devo pensare allo studio.
Ma finirà prima o poi questo Santissimo Esame di Stato?. 
 
 
Spazio Autrice:
Salve a tutti voi lettori! Allora cosa dite di questo capitolo? Non è il massimo lo so, ma se procederemo velocemente arriverà presto il momento in cui ci saranno i ragazzi xD
Ah volevo anche dirvi, che io amo scrivere dei capitoli stile i libri, ovvero un capitolo può anche durare dieci pagine, quindi quando trovate scritto 'Chapter two' ecc significa sempre che fa parte del capitolo. Invece quando c'è un titolo diverso è iniziato un altro capitolo xD Spero di non avervi confuso le idee. Mi raccomando recensite, recensite, recensite pleaseeee *-*  
Baci, a presto Sara!!! <3 <3

Vi consiglio questa bellissima Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1

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Capitolo 2
*** Chapter Two: ***


                                                  
                                                                                                                                          (Banner di Sara_Scrive)



**
La prossima sono io, oh mamma che ansia! I risultati li stanno dando a tutti, lentamente in fila, uno per uno avanziamo quando ci sentiamo chiamare per cognome, procediamo fino alla lunghissima cattedra con tutti i professori; e daranno ad ognuno di noi i risultati dell’Esame.
Sono emozionata talmente tanto che mi tremano perfino le gambe, poi penso alla mia vacanza con Aurora la mia migliore amica, speriamo di non essermela giocata, giro la testa guardando in fondo all’aula e vedo tutta la mia famiglia riunita che aspetta con ansia insieme a me il verdetto.
Poi guardo mio padre, lui mi sorride e mi fa un segno con le mani, dicendomi che andrà tutto bene.
Ecco hanno chiamato Aurora, e dopo sta a me ‘Oddio Sara stai calma!’. Dalla cattedra si sente pronunciare un bel 100, si perfetto, bellissimo lei ce l’ha fatta…sono così orgogliosa di lei che non vedo l’ora di abbracciarla e congratularmi.

-“Busnaghi!

Oddio hanno chiamato me, con passo lento e sicuro mi avvicino ai professori, mi guardano e mi dicono:

-“Lei non è mai stata così intraprendente, in tutto l’Anno Scolastico come in questi esami, si vede proprio che ce l’ha messa tutta….brava!”

Sospiro, mi sto massacrando i diti dal nervoso:

“Credo che un bel 100 le si addica proprio…complimenti!”

 Yuppiiiiii! Ce l’ho fatta il mio obbiettivo di prendere un bel cento, all’esame finale è stato raggiunto ed ottenuto.
Finalmente da ora in poi potrò avere tutto il relax, che dovevo già avere da un mese pieno.
Potrò pronunciare finalmente la parola VACANZA. Così educatamente torno al mio posto a sedere, accanto ad Aurora, la quale le sto stringendo la mano dalla forte emozione! Giro lo sguardo verso la mia famiglia, li vedo sorridere felici del mio risultato finale; io sentendomi fiera inclino la testa di lato, alzo i pollici e pronuncio un sorriso enorme, mentre mio fratello ritrae questo momento in una fotografia. 
Un bel pranzetto come una famigliola normale ci voleva proprio; siamo andati al solito ristorate dove andiamo, o per lo meno dove andavamo per gli eventi speciali, dove meritavano di essere festeggiati.
I miei genitori mi hanno comprato perfino un bel mazzo di fiori, per festeggiare il grande evento finalmente raggiunto.

I fiori che mi hanno regalato, sono proprio i miei preferiti: rose bianche con sfumature rosa all’inizio del petalo.
Lo hanno fatto per la gioia del mio successo ottenuto con tanta fatica, sono cosi sono orgogliosi e fieri di me, che perfino lacrimano come se mi dovessi sposare.
Ahah, sono un po’ esagerati ma li amo, però mio padre è un po’ più raggiante e felice, perché è stato lui a seguirmi nello studio sennò forse senza la sua rigidità, la sua severità non sarei arrivata dove sono arrivata ora e non avrei preso un bel 100.
Mi abbraccia forte, trasportandomi contro il suo petto, in una morsa assai coccolosa, facendomi assaporare il suo profumo, poi staccandomi da lui, mi sorride e felice mi dice:

-“Dove vuoi andare oggi?”

Ci penso un po’ alzando, gli occhi al cielo…poi sussurro appena:

-“Portami alle giostre papà…”

Mi guarda per qualche istante, rimanendo fermo nella stessa posizione, ovvero perplesso:

-“Come alle giostre? Hai quasi 18 anni oramai…”

Lo guardo piuttosto seria, e gli afferro una mano:

-“Le giostre è stata l’ultima volta, dove eravamo una vera famiglia riunita…è stato l’ultimo posto dove sono stata felice con te e la mamma…”

Mi guarda, e con delicatezza mi accarezza una guancia, dicendomi dolcemente:

-“Sarai sempre la mia bambina…qualunque cosa tu mi chieda…”

Mi attira verso se, e mi stringe di nuovo in un bellissimo abbraccio.
La macchina è arrivata a destinazione, i fiori li lascio dentro, e poi correndo mi avvio ad una giostra che mi ha cresciuta, si chiama il ‘Tunnel dell’Amore’.
Da piccola ci andavo sempre con mio papà, fingendo che lui fosse il mio Principe Azzurro, la malinconia dei vecchi ricordi mi fa cadere una lacrima, poi papà mi abbraccia da dietro le spalle e mi dice:

-“Scommetto che tu vuoi proprio salire qua…”

Annuisco con la testa , va dal signore dei biglietti e ne prende uno solo per noi.
Da cavaliere mi fa passare per prima, poi si siede accanto a me mettendo il suo braccio, dietro contro la mia schiena.
Il signore passa ad allacciarci la cintura, ma papà non si fida e la controlla pure lui, lo guardo e gli dico:

-“Ma papà dai lasciagli fare il suo lavoro…”

Lui ridendo un po’ si pronuncia:

-“Voglio solo essere sicuro..…tu sei la mia Principessa e io veglierò sempre su di te! Ricordatelo…!”

Papà mi ha sempre riempita di attenzioni, (come del resto anche ai miei fratelli) però non so come spiegarmi, ma fra me e lui c’è un bellissimo rapporto basato su semplicità, sincerità, complicità, siamo e andiamo tutt’ora d’accordo, e ci vogliamo un bene che forse è indescrivibile, dall’immensità che è.
La giostra parte e papà mi tiene stretta stretta a se, a tal punto che non riesco a muovere nessun arto.
Mi diverto così tanto che vorrei premere il tasto Pausa per sempre, vorrei che questo momento non andasse mai avanti. Bello ed immenso….dovrebbe rimanere così; semplice e puro per il resto della vita.
Ma purtroppo non abbiamo un telecomando a nostra fortuna/sfortuna, che possiamo mandare avanti/indietro, pausa, i nostri momenti, gli attimi che viviamo giorno per giorno.

La vita scorre alla velocità che deve scorrere; quindi cercherò di memorizzarlo bene nella mia mente.
Il pomeriggio è passato velocemente, avrei voluto che non finisse mai, ma niente e nessuno è eterno quindi mi accontenterò.
Comunque è stato breve ma piacevole, eccoci siamo arrivati a casa, uno sbadiglio mi parte perché la macchina mi ninna, mi fa addormentare e poi sono le nove, quindi è sera motivo in più per schiacciare un bel pisolino.
E poi ora che ci penso cioè dobbiamo ancora cenare, e chissà a che ora finiremo di fare le faccende; papà apre la porta, ci fa entrare anche noi, ma è tutto buio qui, perché non accende la luce? Non trova l’interruttore, cioè ragazzi…spiegatemela questa!

Ooooh! Finalmente l’interruttore è stato trovato, e la luce arriva in un secondo ad illuminarci, ma non è sola, un grido di “Sorpresaaa!” l’accompagna.
Ci sono i genitori di Aurora, c’è la mia best, ci sono i miei zii Grido, THG, Strano, e poi altri amici d’infanzia e di classe.
Cioè i miei genitori, dopo una bella giornata indimenticabile come quella di oggi pomeriggio al ristorante, alle giostre, mi hanno anche organizzato una festa?
Ma che io li amo l’ho già detto? Mi avvicino a loro, e li abbraccio fortissimo, li riempio di “mille” grazie; poi papà tira fuori un biglietto bianco e celeste, da un cassetto di un mobile in salotto dove siamo ora, e mi dice:

-“La tua vacanza…il tuo regalo…”

Guardo il biglietto: ‘Cina-Spagna partenza l’08/07/10’ e l’altra partenza è prevista per il 19/07/10 oddio!
Il mio sogno, poi mi giro e vedo Aurora con lo stesso biglietto in mano, ci abbracciamo e urliamo felici  poi all’improvviso stelle filanti, coriandoli e palloncini vengono tirati in aria, e tutti insieme ridiamo.
Hanno acceso la musica, hanno levato dei lenzuoli et voilà un lungo tavolino, pieno di cibo appare ai nostri occhi! 
Si diano inizio alle danze, il buffet è aperto alle bocche affamate di tutti, mentre addento un crostino con il burro e sopra il salmone, zio Grido mi si avvicina e mi abbraccia forte:

-“E così la mia piccola nipotina si è Maturata…questo è per te! Tesoro di zio…”

Mi porge un pacchetto dalle sue mani, tutto colorato, sotto l’occhio vigile del mio sguardo assai preoccupato, mi ha trattata come una bambina di due anni, oh signore.
Apro il pacchetto, e trovo un CD, non conosco questo gruppo, non li ho mai sentiti cantare, sono dei ragazzi giovani; avranno all’incirca 16/17 anni.
Guardo mio zio Luca e gli dico:

-“Ma chi sono? Perché non li conosco…”

Mi guarda sbalordito, facendo un esclamazione facciale assai buffa, la quale mi fa contorcere dalle risate, d’altronde lui è il mio zio preferito, non posso nasconderlo:

-“Ma come non li conosci? Le ragazzine della tua età circa, vanno matte per loro, sono arrivati terzi all’ultima edizione di X-Factor in Inghilterra…ma dove vivi nipote mia!?!”

Lo guardo sperando che mi dica il nome di questa band, perché io non sono mica un indovina, pur quanto lo desidererei:

-“Ah! Si scusa loro sono i One Direction…”

Guardo questo CD, lo rigiro tra le mani…leggo alcuni titoli di canzoni, mai sentiti prima d’ora, e ancora mio zio dice:

-“Questo non è il loro disco originale, qui dentro ci sono le canzoni che hanno cantato a X-Factor…perché non sono ancora sfondati, nel grande mondo della musica…”

Ringrazio zio Luca del bellissimo regalo che mi ha fatto, dandogli un bacio sulla guancia, e corro subito a mettere il CD in camera mia per la paura che venga rotto.
Saluto il resto degli inviatati, e la serata va avanti, continuando sopra il ritmo, delle bellissime note delle canzoni estive, che passano alla radio in questo periodo.



Spazio Autrice:
Buon pomeriggio gentee! Come state? Io bene bene, oggi ho fatto i gavettoni con mia sorella xD sono distrutta. Anyway, cosa pensate di questo capitolo? Che trovata lo zio Luca che regala il cd non ufficiale dei ragazzi alla nipote eh? Daii daii voglio il parere di tutti voi che state leggendo :P è importante per me :( :/ Vi voglio bene! Kiss 
Sara<3
 
Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:

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Capitolo 3
*** Chapter Three: ***


                                              
                                                                                                                                                    (Banner di Sara_Scrive)




**        
                  
Bè! la Cina e la Spagna dovranno, aspettare ancora un po’.
Il mio sogno di fare immediatamente i bagagli e trasferirmi la è stato posticipato più avanti.
Ora ho capito perché ci hanno prenotato la partenza l’otto di Luglio: ci hanno imbrogliate.
Come hanno potuto fare ciò a noi? Due ragazze che hanno dato anima e cuore per quel maledetto esame? Raggiungendo con tanta fatica l’obbiettivo previsto?.
Fino al tale giorno, dobbiamo passare per forza le vacanze con le nostre famiglie in Sardegna…
Dobbiamo, per forza stare ancora incollate ai loro piedi, come due bambinette.

Ora ci troviamo in questa bellissima regione, e giuro che non ho niente contro la Sardegna, anzi sin da bambina sognavo sempre di venirci, e ammirare la sua bellezza spesso rinomata.
Il punto è che siamo sempre con i nostri genitori, mentre noi preferiamo viaggiare da sole libere per il mondo, alla ricerca di nuove terre da scoprire, insieme alla propria migliore amica.
Ma comunque questo non vuol dire che non lo possiamo fare, è solo una questione di giorni, e poi bye bye cari genitori.
Nel mentre della mia lunga riflessione dentro la mente, Aurora ed abbiamo disfatto i bagagli ed ora, ce ne andiamo un po’ in giro per il paesino, dove si fermerà la nostra permanenza.
Dal momento che ci dobbiamo rimanere alcuni giorni, vogliamo girarci intorno e costatare se, i tanti complimenti che riversano sull’isola siano veri.

I giorni passano in maniera veloce per fortuna, ma qui però non succede niente di speciale, passiamo tutta la giornata dalla mattina alla sera al mare!.
Per l’amor del cielo mi piace il mare, ma da quando siamo qui (sono passati 8 giorni) le uniche parole che sentiamo, pronunciare sono: mare, spiaggia, sole, acqua.
Sono d’accordo che siamo venuti qui per rilassarci, goderci il bellissimo mare Sardo ecc., però non si fa altro e io mi annoio a morte.
Ma per fortuna stasera si cambia ‘musica’ noi giovani cioè io Aurora, suo fratello, mio fratello e mia sorella, andiamo in discoteca, a divertici come dovrebbero fare in realtà i giovani.
Mentre i ‘vecchietti’ cioè gli adulti, vanno alla sagra, ad abbuffarsi e a fare i classici balletti, che anche mia nonna sa a memoria.
Aurora ed io stiamo contando i giorni, che ci trattengono ancora qui con questi fanatici del mare! Per fortuna sono pochi, soltanto 8…ovvero un'altra settimana.
Pensavo peggio sinceramente.

Così potremo esaudire il nostro piccolissimo sogno, visitare quelle città bellissime viste solo in cartoline o su giornali di ‘Travel’.
Il viaggio che aspettavamo dall’inizio dell’anno, e soprattutto possiamo fare quello che vogliamo, senza andare dietro a loro come dei cagnolini!
Alla fine stasera, abbiamo dovuto cenare con loro alla sagra, perché così erano già li senza andare più tardi e perdere magari i posti.
La cena non è mai stata così rapida per me ed Aurora come quella di questa sera, e in ogni modo siamo tornate a casa a cambiarci; non possiamo mica andarci come ci vestiamo tutti i giorni.
La serata richiede un abbigliamento diverso, un po’più elegante, tacchi, un po’ di trucco non tanto pesante…ecc.!
Bene siamo pronte (io sono vestita così: http://weheartit.com/entry/42965355  Aurora così: http://weheartit.com/entry/42792441 e infine Veronica così:http://weheartit.com/entry/42703378) in nemmeno mezz’ora ci siamo vestite e truccate; nel frattempo i maschietti già pronti e ben vestiti, hanno chiamato un taxi, che ci porterà dritto dritto in quel posto magico, dove l’adrenalina ti sale e ti imprigiona nella sua rete.
Discoteca aspettaci.

Perfetto ora c’è da fare anche la fila, chissà quando entreremo.
Poi all’improvviso un gruppo di ragazzi iniziano a guardarci insistentemente, e sembrano confabulare qualcosa, cerco di origliare quella che sembra essere una strana conversazione, ma non avendo l’udito sviluppato come Clark Kent, non riesco a sentire nulla.
Si avvicinano a passo felpato, venendo da noi, ci chiedono se possono spiegarci ciò che hanno in mente per far si di entrare tutti e dieci.
Ovvero far finta di essere tutti un gruppo per poter entrare facilmente! Altrimenti se vogliamo entrare solo noi, o solo loro l’attesa da aspettare è troppa; perché un gruppo con tante persone riesce ad entrare meglio.
Almeno questo è la spiegazione che ci sta dando il tipo moro, con occhi color cioccolata.

Comunque se è solo questo il favore, e dopo ognuno va per i fatti loro ok! Ci stiamo no problem…il tipo con cui ho parlato fino ad ora, va dal buttafuori e gli dice che siamo in dieci, il buttafuori ci guarda per un breve momento, deve dire qualcosa al tipo.
E tornando da noi, sorride e dice che possiamo entrare.
Una volta entrati ci presentiamo, e come promesso loro vanno per conto loro, senza crearci dei problemi, anche perché se lo viene a sapere mio padre, succede un fini mondo. Dopo aver girato tuta la discoteca, decidiamo di buttarci nella mischia e iniziamo a ballare, a scatenarci…perché è quello che di solito si fa li dentro, oltre che parlare e bere cocktail.
Mi sto divertendo un mondo, Aurora ed io balliamo in sintonia, girando lo sguardo noto che due ragazzi non riescono a toglierci gli occhi di dosso, ci guardano e sorridono, si stanno avvicinando, la mia migliore amica sorridiamo…abbiamo in mente uno stratagemma per liberarci di loro due.

Vado da mio fratello, lei dal suo e sussurrandogli negli orecchi, chiediamo loro un favore: essere i nostri finti fidanzati, perché non abbiamo voglia di attaccare bottone stasera.
I nostri fratelli, decidono di stare al gioco, infatti ci fanno ballare, ci stanno attaccati (ma non troppo) ci abbracciano, e i due tipi sembrano aver ricevuto il messaggio, ringraziamo i nostri (brothers) e andiamo a prendergli qualcosa da bere per ricompensare il favore.
Una volta al banco del bar, mi ritornano in mente le parole di mio padre: ‘Mi raccomando affido i tuoi fratelli a te che sei la più grande…’ e poi anche questo: ‘Ricordati che loro sono minorenni e non possono prendere alcolici…’ quindi per mia sorella e mio fratello ordino due cocktail analcolici, per andare sul tranquillo.
Aurora fa lo stesso per suo fratello (che tra l’altro ha l’età di mio fratello Alessandro) la mia puffa invece per se, ordina un cocktail non troppo forte.

Io invece conoscendomi quanto sono in grado di reggere l’acool, ordino un ciupito; sono qui ferma che sto aspettando i drink; quello di Aurora è pronto, due minuti e pure il mio è pronto.
Quando però una voce sussurra qualcosa al mio orecchio:

-“Wow due cocktail addirittura…”

Il barman, sorridendo mi porge anche il mio ciupitino, quando cerco di andarmene e non dar peso a chi possa essere stato a pronunciare la frase, sento bloccarmi la spalla insistendo ancora:

-“Certo che però con gli alcolici ci vai giù pesante eh? Hai l’aria della brava bambina…”

Mi giro lentamente per guardare in faccia, chi è questo sbruffone che ci prova con me!.
Lo guardo con gli occhi incrociati stile minaccia, lo squadro dalla testa ai piedi, oh ma stasera che è la serata del ‘Ci provo con Sara?’ Ce ne voleva un altro no? Già quelli di prima non bastavano?, ora anche questo, ma perché non mi lasciano in pace? Ma è possibile che quando sanno che sei di nuovo in ‘piazza’ ti cercano tutti? Io voglio essere lasciata stare da questi maschi, voglio godermi la vacanza in santa e Benedetta pace assoluta!

Comunque guardandolo bene, devo dire che non è brutto, anzi direi proprio che è davvero carino…ecco la vocina ‘Sara cosa fai ti contraddici’.
Però a guardarlo bene, mi sembra anche un po’ piccolo per me, è no! Dei ‘bambini’, io un ne voglio ci siamo intesi? Certo che ripensando ai suoi discorsi attacca-bottone il ‘bambino’ cioè il ragazzo, ci sa proprio fare…eh bravo! Bè sai che c’è provoca? Vuole giocare?  E allora giochiamo, ovvia!:

-“E sentiamo…io secondo te voglio fare la brava bambina?”

Prendo in mano il mio “mini” cocktail, e me lo scolo in un secondo, prendo quello di Aury, guardo il ragazzo gli strizzo l’occhio e me ne vado tornando in pista.
Dopo aver fatto altri due salti in pista, decido di andare fuori all’aria aperta; tutte le sedie e i bungalow sono occupati, e non ho voglia di stare in piedi, poi soprattutto perché ho dei tacchi altissimi, e faccio già un sacrificio mortale ballarci, quindi se posso rilassarmi le gambe per qualche minuto lo gradirei tanto.
Vabbè vorrà dire che mi siederò, su uno scalino…apro la borsetta, tiro fuori il pacchetto di sigarette le ‘Marlboro Light’ le mie preferite, l’accendo e la fumo rilassata con calma, poi così nel bel mezzo dei miei pensieri mi scappa un sorriso, perché non riesco a non pensare a quel ragazzo, poi ad interrompermi dal mio momento-riflessione, è una frase:

-“Sai che devi essere una persona interessante da conoscere…”

Non ci credo è il tipo di prima; ma cosa vuole questo ancora? Si siede accanto a me, senza neanche chiedermi il permesso.
Ok! Lo scalino non è mio, e va bene lo confesso! Ma se per esempio, non lo volevo accanto? Non ha tenuto conto di questo…

-“Posso sedermi…?”

Il fumo della sigaretta esce dalla mia bocca, disegnando una grande nuvoletta grigiastra, con un sorrisetto sarcastico, ironico, rispondo semplicemente:

-“Veramente ti sei già seduto…fai un po’ te!!!”

Sorride, mostrando quel labbro carnoso, all’apparenza rilassato, ma quasi nervoso allo stesso tempo, come se avesse incassato il colpo, chinando di lato la testa, mi osserva e si pronuncia:

-“Certo che sei una tipetta te eh? Non hai proprio i peli sulla lingua…ma almeno il tuo nome, me lo puoi dire, o per te è essere troppo invadenti?”

Lo guardo dritto negli occhi, e mi soffermo ad osservarlo; certo però che attizza proprio questo qui, ha uno sguardo bellissimo, intenso, intraprendente, un po’sbruffoncello, ma al tempo stesso anche dolce, gentile, solare.
E per finire il colore dei suoi occhi!
Mi affascina e rapisce le mie pupille, sono così VERDI! Bellissimi quasi trasparenti!
Mi riprendo dopo averlo guardato, per circa qualche minuto, spengo la sigaretta, tendo la mano e con un mezzo sorriso sulle labbra, gli rispondo...



Spazio Autrice:
Saaaalve genteeeee :D 
Come andiamo? Io bene ;)
Allora ho fatto presto ad aggiornare? Ringraziate il vicino che ha acceso ora il wireless xD. Comunque torniamo al capitolo...vi è piaciuto?? Avete capito chi è il ragazzo che incontra Sara? *-* Da ora in poi vi avverto che 'questo' ragazzo compariranno per un paio di capitoli, poi tutto cambierà xD ma non vi voglio svelare altro. Grazie per tutte le visite, e per le recensioni fatte da:
-Ludo1Dff
-Clouds of Cream
- _Giorgia_
Non smettete di recensire please! E chi non l'ha ancora fatto cosa deve fare?  RECENSIRE, RECENSIRE E RECENSIRE *-*
Sara
 
Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1

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Capitolo 4
*** Chapter Four: ***


                                                
                                                                                                                                                     (Banner di Sara_Scrive)




**
-“No! Non è essere troppo invadenti…”

Continua a guardarmi, non spostando mai quei occhi così verdi, dal mio volto, così raggiante:

-“Comunque io sono…Sara!”

Mi stringe la mano tenendola saldamente racchiusa nella sua, ci guardiamo ancora intensamente negli occhi, sorridiamo come due cretini.
Poi d’un tratto, si alza in piedi, va un attimo al bar, cerco di seguirlo con lo sguardo ma nel frattempo il mio cellulare squilla, e mi distrae.
É Aurora che mi ha appena, scritto:

“Allora hai rimorchiato un'altra volta?!? Brava amorino mio! Comunque nemmeno io sono sola, ho conosciuto un ragazzo, è carino se mi raggiungi in pista te lo faccio conoscere…”

Rispondo con un semplice ok! E uno smile sorridente.
Rimetto il cellulare nella borsetta, e poi quel ragazzo torna di nuovo da me con due sciortini, lo guardo e gli dico:

-“A cosa devo l’onore di questo brindisi?”

Mostrando sempre quel bel sorriso, mi sussurra in un orecchio, con tono assai provocatorio:

-“Al nostro incontro voluto dalla sorte…”

Sorride, sorrido e insieme buttiamo giù, tutto d’un fiato questo cocktail micidiale, mi guarda con una faccia schifata e mi dice:

-“Ma come fai a berlo?”

Gli strizzo l’occhio, e sussurrando nello stesso modo come lui ha fatto prima, premo leggermente la mano, sull’incavo del collo, bisbigliando nel suo orecchio:

-“È un segreto…”

Mi guarda serio, arrossisce un po’…poi si avvicina velocemente con le sue labbra, portandosi dietro quella massa di ricci castani, che mi accarezzano le tempie.
Faccio in tempo a deviare il bacio che stava per darmi.
Non so perché l’ho fatto, di conseguenza lui abbassa la testa, sorridendo maliziosamente credo, sembra che non se la sia presa…
Aury mi rimanda un altro messaggio, ma decido di essere un po’ egoista per una volta, voglio passare un po’ di tempo con questo ragazzo, di cui non so ancora il nome.
Si alza in piedi, mi aiuta e poi mi fa vedere che un bungalow si è liberato, e mi consiglia di levarmi le scarpe per il fatto che magari potrebbero darmi fastidio, camminando nella sabbia con i tacchi alti, (che ragazzo premuroso) e poi all’improvviso, come un cavaliere mi prende in braccio, facendomi sentire una Principessa.

E sentendomi come tale appoggio la mia testa sotto il suo mento, dove i suoi ricci così spumosi e così morbidi accarezzano di nuovo parte del mio viso.
Camminiamo, e dentro di me sento che qualcosa è cambiato da quando l’ho conosciuto, cioè sento che sta nascendo piano piano un interesse per lui, sarà passata un ora, forse due, non è che sono passati dei giorni e quindi è plausibile che non riesci a non pensarlo.
Però non so come spiegare, è come se dentro di me stesse nascendo un uragano, di ormoni impazziti: adesso usare una parola come SENTIMENTO è presto, ma non posso fare a meno di sentire un cambiamento positivo, oh no!
Aspetta aspetta, ecco siamo apposto, mi comincia anche a battere un po’ il cuore in maniera più accelerata…ma forse è solo perché ho la capacità di auto-mettermi ansia da sola. Non voglio preoccuparmi non voglio correre, ma mi sa che mi sono INNAMORATA, ovvero il classico colpo di fulmine! Cioè mi sento anche un po’ ridicola ma cosa ci posso fare? Mi distende sul bungalow, si siede accanto a me sempre sorridendo, con delicatezza mi prende la mano e la porta sopra la sua e la racchiude in una stretta forte ma delicata.

Decido di conoscerci meglio, inizio a fargli qualche domanda per intrattenere le ore che iniziano a trascorrere:

-“Allora tu vivi qua? Sei del posto voglio dire?”

-“No! Io sono in vacanza con un mio amico…io abito a Holmes Chapel nel Cheshire…in Inghilterra”

Hai capito ho agganciato un Inglese, ahah!! Lui continua:

-“Tu invece sei di qui?”

Annuisco di no con la testa, e gli dico che io abito in Toscana a Viareggio…e che sono in vacanza con la mia famiglia e la famiglia della mia migliore amica.
Poi racconto che fra qualche giorno io e la mia amica, ce ne andiamo da sole in Cina e in Spagna perché questo è il regalo di Maturità, che ci hanno fatto i nostri genitori, lui mi guarda un po’ preoccupato, spalancando quegli occhioni così belli, sbattendo fortemente le ciglia mi chiede:

-“Allora tu hai 18 anni?”

Lo guardo, e facendo apparire un piccolo sorriso al lato della bocca rispondo:

-“Quasi…ne ho 17 e mezzo…fra qualche mese ne compirò 18…tu invece?”

Girandosi, i pollici cercando di farli acchiappare tra di loro mi risponde:

-“Bè io 18 li ho già fatti…”

Lo guardo come per dire “Ma se ne dimostri molti di meno” mi giura che è vero, e quindi ok! Va bene non voglio essere la solita rompiscatole, che non ci crede…dandogli un piccolo pizzicotto nel fianco, gli domando una cosa:

-“Scusa ma dato che io ti ho detto come mi chiamo…vorrei sapere anche il tuo nome se posso?”

-“Harry Styles piacere…”

Sorrido, direi che è proprio un bel nome.
Nel mentre avvicina le sue mani al mio viso, socchiude gli occhi, e dolcemente posa le sue labbra accaldate sulle mie; il cuore ha ripreso a battere in modo veloce, e intenso, accelerato e forte; ora socchiudo gli occhi anch’io, mi lascio trasportare da un sentimento irrefrenabile che cresce sempre più dentro di me…questo istante, questo momento è perfetto, è bellissimo.
I suoi baci sono perfetti, sono veloci e brevi ma anche lunghi, intensi e soprattutto travolgenti. Inizia a girarmi la testa; credo che è l’emozione che sto provando in questo momento, Harry mi piace, e forse è per questo che sono così felice ed emozionata: certo forse è troppo presto per dire che mi piace, è solo qualche ora che lo conosco, ma cosa posso farci se io sento che il nostro è amore a pima vista?.

Era già un po’di tempo che non riprovavo queste inondazioni di ormoni dentro di me! Le sue mani accarezzano delicatamente il mio corpo, e lui è gentile, è dolce nel farlo…mi sta mandando in un altro pianeta, la testa è leggera direi quasi vuota, è come se mi fossi drogata, e non capisco più niente, ma io sto bene, solo che la mia ‘droga’ è proprio Harry, e ne sono felice.
Poi uno schiarirsi di voce all’improvviso, interrompe questo momento magico fra me e Harry; vorrei sapere chi è lo stronzo o la stronza che ci ha interrotti.
Quel che penso lo dico, senza starmi a fare degli scrupoli, ma non faccio in tempo a rimangiarmi tutto, che mio padre si inginocchia davanti a me.
Ma possibile che mio padre è una sanguisuga? Mi segue da tutte le parti, oddio non lo sopporto a volte:

-“Sara vuoi presentarmi questo tuo ‘nuovo amico’?”

Harry titubante, mi guarda stringendomi forte la mano, mentre con l’altra la tende verso mio padre:

-“Piacere sono Harry…”

Mio padre, lo osserva un paio di minuti e controbatte:

-“Piacere io sono Emanuele il padre di Sara…si può sapere che intenzioni hai con mia figlia?”

Harry arrossisce sentendosi a disagio, io invece ho capito che è l’ora di andare, papà mi lancia certe occhiatacce ma io invece gli mostro un bel sorriso a trentasei denti.
Harry mi prende per un braccio, mi trascina davanti ai suoi occhioni verdi smeraldo, mi guarda per qualche secondo sorridendomi, poi mi chiede il cellulare lo prendo, glielo consegno.
Muove velocemente sulla tastiera del mio telefono touch, le sue dita, dicendomi che mi ha salvato il suo numero di telefono.
Infatti un numero c’è ‘346/2316782’ eccolo li, ho il suo numero, il cuore mi batte a mille poi io faccio lo stesso con il suo.
Lo saluto con un bacio sulla guancia mentre mio padre, mi tira per un braccio portandomi via come una bambina piccola.
















Spazio Autrice:
Hoola ragazze! Allora siete contente  che sto aggiornando così in fretta? Per fortuna ho la connessione in questi giorni. Ma torniamo al capitolo, come lo avete trovato? C'è già un po' di pepe tra i protagonisti non trovate? Il numero me lo sono invetato caso mai lo domandate xD. Ma non fate parlare me...voglio sentire VOI. Quindi RECENSITE, RECENSITE vi prego, non la leggete e basta mi sento una nullità così :(
Fatemi felice please!! :3
Ci vediamo al prossimo capitolo ok? Baci baci...
Sara 
 
Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



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Capitolo 5
*** Enough to a sweet gesture, at the right moment, for forget about anything! ***


                                                                        Basta un gesto dolce, e al momento giusto, per scordarti qualsiasi cosa!

                                       

                                                                                                                                            (Banner di Sara_Scrive)

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           


-“Non ti avevo detto di controllare i tuoi fratelli? Sei la più grande, li avevo affidati a te!”

-“Ah! Allora perché sono la più grande, non posso divertirmi come tutte le ragazze, perché devo fare da babysitter a loro…”

-“No! Però devi pensare prima a loro…poi ti ricordo che tua sorella a solamente tredici anni e non ci potrebbe nemmeno entrare in discoteca…però qui mi conoscono da anni, e allora facendola entrare; insomma mi hanno fatto un favore…”

-“Oddio papà sono stanca della tua popolarità, sono quasi diciotto anni che ti gasi…che ti senti figo…insomma falla finita! Io voglio godermi la vita…e sappi che domani io Harry lo rivedrò…e tieniti i bambocci insieme a te…”

Eh! No basta, ora sono proprio stufa:

-“Sara Emily Busnaghi, chiedimi immediatamente scusa…”

Non mi giro nemmeno, cammino sui tacchi perfettamente nemmeno avessi fatto un corso apposta, poi apro la porta della macchina e me ne entro dentro, con un muso nero dalla rabbia.

Mia mamma, quella santa donna, se ne accorge subito e mi domanda:

-“Sara che c’è? Perché sei arrabbiata?”

Nel frattempo, entrano anche gli altri, persino la mia ‘puffa’, che con delicatezza prende la mia testa, facendola poggiare sulla sua spalla:

-“Chiedilo a papà…”

Mamma, alza gli occhi al cielo, e sospirando pone la domanda a mio padre:

-“Emanuele ora cosa hai combinato? Ti sei messo di nuovo a spiarla con il binocolo? Ti sei messo dietro una pianta a origliare le sue conversazioni? Insomma ma che hai fatto per farla arrabbiare?”

Papà mette in moto la macchina, non potendo fare a meno di urlare…inizia:

-“Ah! Io cosa avrei fatto? Piuttosto chiedilo alla signorina li presente con un vestito talmente corto, che fra un po’ le fanno la radiografia di come è fatta anche dentro…comunque stava pomiciando con un tipo…”

Io, controbatto altamente irritata, del fatto che ha dato ad Harry l’aggettivo ‘tipo’:

-“Quel tipo ha un nome…si chiama Harry…”:

-“Si cosetto insomma…ma il bello è che Alessandro e Veronica erano insieme al fratello di Aurora…che tra l’altro nemmeno la signorina non era con Filippo…comunque loro tre erano in pista che ballavano fra di loro…”

Mamma, guarda mio padre con la faccia, di chi non trova niente di sbagliato in tutto ciò:

-“E allora dov’è il problema…?”

Papà, sembra avere gli occhi di fuori dalle orbite, perché è sempre il più melodrammatico in famiglia:

-“Dov’è il problema Morena? Sono stati lasciati a loro stessi, perché le sorelline erano troppo impegnate a pomiciare con due sconosciuti….”

Ora non ne posso veramente più, e basta, ma ti pare che devo litigare ancora con lui??:

-“Papà o la smetti, o fermi la macchina e io ti giuro che proseguo a piedi…”

-“Allora ti conviene scendere qui, perché non ho proprio intenzione di finirla…”

-“Bene!”

-“Bene!”

Mio padre quando ci si mette è testardo, peggio di un mulo, mi da sui nervi, via scendo, mi levo i tacchi, e vai tacco punta, punta tacco; Aurora mi accompagna e inizia a raccontarmi, dell’incontro tra lei e quel ragazzo che mi voleva far conoscere.
Mi sta raccontando che il ragazzo con cui è stata tutta la sera, è simpatico, semplice, ma che soprattutto è bellissimo, occhi color nocciola, e profondi, ha la pelle olivastra liscia, ma la sua voce mi dice che le fa venire la pelle d’oca, e ora mi sta dicendo il suo nome.
Si chiama Zayn Malik, ed ne è già letteralmente pazza.

L’incontro è stato casuale, lei stava cercando me e lui stava cercando il suo amico Harry che è stato per un po’con me.
Nel camminare all’indietro si sono scontrati schiena contro schiena, si sono imbarazzati tutti e due, poi dopo Zayn è stato il primo a partire a chiacchierare, si sono seduti fuori sul bordo della piscina della discoteca, e hanno cominciato a ridere, poi Zayn l’ha presa per i fianchi, ballavano attaccati l’uno all’altra, e dopo un po’di feeling è scattato il bacio.
Ma il modo in cui l’ha baciata mi fa venire in mente i cartoni animati della disney.

Da biancaneve, cenerentola, la bella addormentata nel bosco; lei ha inclinato la testa all’indietro, e lui ha iniziato prima a baciare il suo collo, e poi salendo è arrivato alle sue labbra morbide e, profumate di Vodka alla fragola.  
È tutta emozionata, le tremano le mani perché ripensa alla scena, sorrido insieme a lei…anche a me ritorna in mente Harry e i suoi modi gentili, provocanti ma dolci.
Poi nel mezzo della nostra conversazione, una macchina si affianca a noi; mi giro eh! Papà:

-“Salite…”

-“Per sentire te che brontoli non ci penso davvero…”

-“Non fare la bambina e salite…”

Sbuffo, e saliamo, per fortuna mio padre, riesce a starsene zitto per davvero:

-“Oh! Senti che pace…certo che avere una figlia e un marit…cioè vuoi due siete insopportabili quando litigate…finché andate in armonia siete dolci come il miele…ma sennò apriti cielo spalancati terra…povera me!”

Mamma è l’unica che ride, invece mio padre dallo specchietto mi guarda un po’ arrabbiato, e io che faccio? Giro lo sguardo verso il finestrino della macchina.
La serata è stata piena di emozioni, ma è stata anche stancante per via dei tacchi, ma ne è valsa la pena; perché ho potuto conoscere Harry.
Ora, dopo aver messo, una t-shirt happiness, cioè un vecchio regalo i miei per un mio compleanno con su scritto ‘Tutte le mamme fanno i figli belli, ma la mia ha proprio esagerato’ e sul retro ‘E papà è geloso’ mi infilo nel letto.
Un bel sonnellino è quello che ci vuole, sto per socchiudere le palpebre, ma un rumore stile ‘driin drinn’ del cellulare, fa si che le pupille ricomincino a mettere a fuoco, ogni cosa che giunge ai miei occhi:
                         
                                                                                                       “Buonanotte mia Principessa a domani mi manchi già…Harry!”

 
Che adorabile ragazzo, mi ha mandato un sms della buonanotte.
Mentre premendo alcune lettere per completare, la risposta da inviargli, sorrido felice.
Allungo il braccio, spengo la luce, promettendo, imponendo al mio cervello, al mio cuore e al mio inconscio di sognarmi il mio principe azzurro dai riccioli castani. 
 
-“Buongiornooooo a tutti…”

Soffermando un attimo ciò che stavano facendo prima del mio urlo, tutta la mia famiglia, si gira a guardarmi come se fossi anomala:

-“Che avete da guardarmi tutti in quella maniera…?”

Mia sorella, addentando un croissant alla nutella, ridacchia dicendomi:

-“Non ti abbiamo mai vista così felice…cioè è tanto che non sorridi di prima mattina…”

Pronuncio un sorriso, mi vado a sedere accanto a Veronica, mentre nel tempismo giusto, mamma mi passa la tazza con il latte e il caffè, e appoggiando i gomiti al marmo mi dice:

-“Allora ti ha già mandato un messaggino Harry?”

Annuisco di no, con un accenno del capo, avendo la bocca occupata, a sgranocchiare a piccoli bocconi, la mia adorabile croissant alla crema, ma mamma sembra rassicurarmi:

-“Vedrai che ora ti chiama e ti dirà che vorrà passare tutto il pomeriggio con te…”

-“Ma brava dagli pure corda…”

Ma ti pare che mio padre non ci deve mettere becco , uffa però…

-“Oddio Emanuele ma io e te cosa abbiamo fatto da giovani? Ci siamo divertiti, quanto è durato il tuo corteggiamento? Tanto…e poi a 20 anni cosa è successo? Abbiamo avuto Sara, quindi ci siamo goduti poco la vita…lasciala stare lei…lasciala divertirsi…”

Mi piace ascoltare come mia madre e mio padre si sono conosciuti, mi piace ascoltare la loro storia, spero un domani quando sarà arrivato il mio momento, di poter raccontare una bella storia d’amore, come è stata quella dei miei genitori (finché non si sono separati) ai miei figli.
E sarebbe davvero bello vederli attenti, che ascoltano la storia di come si sono conosciuti i loro genitori.
Scendo dallo sgabello e vado ad abbracciare forte forte mamma, meno male che lei mi capisce, meno male che c’è lei che mi comprende!
Papà sta per farneticare qualcosa, ma la suoneria del mio cellulare suona giusto in tempo dal salvarmi dalle sue lamentele.
Leggo chi è; lo sapevo è lui è Harry. Guardo mamma sorridendo, e lei mi strizza l’occhio, vado in soggiorno.

Torno dopo poco, in cucina con un sorriso a tutto spiano:

-“Mamma ma sei una maga, dimmi come hai fatto ad indovinare che Harry mi avrebbe chiamata…e soprattutto come facevi a sapere, che mi avrebbe detto che vuole passare, tutto il pomeriggio con me…?”

Mamma, semplicemente mi risponde:

-“È normale i ragazzi innamorati fanno così…anche tuo padre ha fatto le stesse cose di Harry, solo che non lo vuole ammettere…”

Io, esultando dalla gioia le chiedo:

-“Mamma ma dici che si è innamorato di me?”

Lei, accarezzandomi la guancia, si espone:

-“Se non è innamorato, per lo meno gli interessi…sennò non ti avrebbe chiamata no? Elementare Watson…”

Io mia mamma la adoro, se non esistesse, dovrebbero inventarla.
L’abbraccio, e le dico che vado a prepararmi, mi domanda se pranzo a casa mentre sono già in salotto, le do una risposta negativa, aggiungendo anche che forse rientrerò stasera.
Le giornate con Harry stanno passando troppo in fretta per i miei gusti, e purtroppo dico purtroppo oggi è già il sette Luglio.
Domattina ho la partenza per il viaggio-vacanza in Cina, insieme alla mia ‘puffa’, e sono un po’ triste perché da una parte non vorrei andare via, vorrei rimanere qui in Sardegna e passare i pomeriggi interi con Harry, per stare insieme a lui.
Ma dall’altra parte invece, voglio andare in vacanza a tutti i costi, perché questo viaggio-premio me lo sono meritato, è un anno che aspetto questo momento e adesso cosa faccio esito? No, no assolutamente no…però è anche vero che quando avevo progettato di fare il viaggio con Aurora, Harry non era stato previsto, non lo conoscevo nemmeno.

Comunque sto così bene con lui, che quasi quasi sento se vuole venire insieme a noi; perché non sarei felice in vacanza senza di lui; pensando che magari lui può acchiappare altre ragazze, in mia assenza.
É no! No, no assolutissimamente! Harry è mio chiaro?  ‘Don’t Touch my Baby’ guai a chi tocca il mio ricciolino preferito; potrei perfino perdere il controllo di me stessa.
E poi sottintendo che anche Zayn è invitato, non potrei vedere la mia migliore amica triste perché non ha accanto a lei il ragazzo che le piace.

-“Ehi piccola cosa hai, sembri pensierosa…?”

Gli accarezzo la mano, fissando le scogliere, mentre le onde vanno a ‘morire’ tra di essi:

-“Domani parto…i miei genitori, insieme ai genitori di Aurora ci hanno fatto come regalo di Maturità, un viaggio-vacanza. Destinazione Cina-Spagna…”

È difficile dirgli queste cose, e immaginare nella tua testa che lui purtroppo ti dirà ‘No! Non posso venire mi dispiace divertiti…’ sapendo con certezza, che questi sono gli ultimi giorni in cui lo vedrai, quando l’Inghilterra te lo ruberà definitivamente.
Tu invece aspetti e speri soprattutto, che quelle labbra lasciano prima spazio a quel sorriso bellissimo, che solo lui sa fare, quel sorriso che ti acceca, quel sorriso che ti scombussola lo stomaco, è come se tu avessi le farfalle nello stomaco, quel sorriso che ti sa rassicurare.
Quel sorriso che ti fa innamorare perdutamente incompletamente di lui; e allora dopo che sei pazza di lui ti rendi conto che lui è davvero speciale, e che deve partire con te. Speriamo che Harry dica il contrario di quello che temo, dopo fatta la mia proposta…


Spazio Autrice:
Salve gente, scusate del ritardo, ma il vicino non attaccava il wireless. Comunque cosa ne pensate del capitolo? Troppo, banale, troppo prevedibile? Dite la vostra...Secondo voi cosa farà il nostro Hazza andrà o non andrà con Sara in vacanza??
Per scoprirlo attendete, il prossimo capitolo!
E RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE...non smetterò di dirlo xD
Baci, baci...<3 <3
Sara
 
Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



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Capitolo 6
*** Chapter Six: ***


                                               
                                                                                                                                              (Banner di Sara Scrive)


**
-“Harry, io rientrerò solo i primi di Agosto…e non so se ci rivedremo, se mio padre decide di anticipare il rientro a casa, forse questo è l’ultimo giorno che stiamo insieme…”

Mi tremano leggermente le mani, prendo il mio labbro inferiore tra i denti e comincio a torturarmelo.
Lui mi guarda, dritto negli occhi, poi mi accarezza una guancia, e con dolcezza sussurra:

-“ Zayn ed io, il mio amico, che ha incontrato casualmente la tua amica, in discoteca la stessa sera in cui ci siamo incontrati anche noi…’

Continua a parlare, scuotendo ogni tanto quei ricci così morbidi, così belli solo a vedersi:

-“Insomma noi, dobbiamo rientrare a Londra i primi di settembre…”

Mostro un piccolo sorriso, non sapendo nemmeno perché…curiosa di sapere cosa mi dirà ancora:

-“E con questo significa che posso…o meglio voglio venire con te dovunque decidi di portarmi…non ho problemi economici, entrambi i miei genitori mi hanno dato parecchi soldi…”

Enuncia letteralmente un sorriso fantastico, mostrando la sua perfetta dentatura.
Non può darmi notizia migliore, gli salto addosso dalla felicità e inizio ad urlare come una stramba, sono troppo contenta da comportarmi decentemente…
Poi purtroppo, dalla bocca mi scappa una domanda, la quale sarebbe meglio non domandassi:

-“Harry, ma perché hai specificato che entrambi i tuoi genitori, ti hanno dato i soldi per la vacanza? Non ha l’aria di essere una normale affermazione…ecco, tutto qui!”  

Harry mi guarda, abbassando leggermente il suo volto, che man a mano si è rattristato, ed è diventato particolarmente cupo.
Rialza lo sguardo, divenuto malinconico, rispetto a prima che era sereno e felice:

-“I miei genitori si sono separati tanti anni fa, quando io ero ancora un bambino, avevo solamente sette anni…e ho vissuto e io tutt’ora vivo con mia madre e mia sorella Gemma…e mi viene spontaneo parlare così, come se fossero due persone estranee e distanti ora…”

Oh, ecco perché ha parlato in quella maniera.
Capisco, il suo stato d’animo, capisco come si può sentire, e anche se i miei nel contesto della separazione e divorzio, sono spesso insieme, li considero anche io come due persone estranee, e distanti anni luce, da quello che era stato un matrimonio felice.
Poggio la mia piccola mano sopra la sua spalla, sovrappongo come altro sostegno anche il mento, guardo a distanza ravvicinata i suoi ricci, dalle mille sfumature castane, e gli sussurro leggermente vicina al suo orecchio:

-“Mi dispiace tantissimo, ma sai so esattamente come ti senti, so esattamente cosa si prova e cosa si è passato…avevo due anni più ti de quando è capitato lo stesso anche a me…”

Gira la testa, e punta lo sguardo sul mio viso, che ha preso lo stesso velo malinconico, sfumato dalla lieve tristezza che mostra il suo volto così perfetto.
Sbarra i grandi occhi verdi smeraldo:

-“Oh, mi…mi dispiace, non pensavo che anche i tuoi fossero, cioè sono divorziati…”

Un piccolo, e inaspettato sorriso, compare sulla fine dalla bocca:

-“Non, preoccuparti, non lo potevi di certo sapere…e poi oramai sono quasi dieci anni…ho imparato ad accettare la cosa…e a rispettare le loro idee, di non amarsi più come un tempo…il tempo in cui tutto andava bene, e dove la felicità e l’amore colorava i muri della nostra casa, colorava di rosa e di rosso, i loro volti…”  

Ci abbracciamo, per un po’ per riempire il voto che dentro di noi c’è, per consolarci a vicenda…poi per tirare su il morale ad entrambi Harry se ne esce così:

-“Comunque nonostante tutto quello che di spiacevole ci siamo detti, l’uno dell’altro lo sai che sei incredibile? Sei pazzerella, e dolce quanto basta per farmi girare la testa e sentirmi un bambino timido, in preda al panico ogni volta che ti vedo…ed è per questo che se anche in poco tempo, credo di essermi innamorato di te!”

Ehm ma che carino, mi ha spiazzata.
Non credevo arrivasse a dire tanto.
Prendo coraggio, prendo un bel respiro profondo e dico a Harry, tutto quello che ho provato/provo da quando l’ho visto una sola settimana fa in discoteca.
Lui arrossisce, come un bambino e nervosamente, si massaggia i riccioli più del solito.

Le sue mani sfiorano, le mie spalle, l’atmosfera intorno a noi è quella giusta, e avvicinando lentamente le sue labbra vicino alle mie, le posa delicatamente sopra.
La sua lingua spunta fuori, e ungendo con la saliva il labbro inferiore va in cerca della mia, fino a quando non la trova ed allora decide di non lasciarla scappare più, per una buona manciata di muniti. 

È arrivata l’ora di salutarci, stavolta lo saluto con un bacio leggero sulla guancia, mentre lui avrebbe preferito sulle labbra.
Me ne torno a casa sorridendo, pensando a Harry e me saltellando qua e la per la strada, sembrando una capretta impazzita.

**
-“Saraaa…sbrigati che sennò fai tardi al check in…”

Scendo le scale del piano di sopra, con fatica perché le mie borse sono enormi e pesanti.
Meno male che in aeroporto ci sono i carelli per trasportarle, altrimenti sarà difficile portarle da sola…
Saluto mia madre che non smette di farmi le ultime raccomandazioni, con la sua solita ansia che la sovrasta, accarezzandomi i lunghi capelli castani, con alcuni riflessi rossastri. Saluto i miei fratelli, abbracciandoli forte, e dopo qualche istante salgo in macchina con papà.

Eccoci, siamo giunti aeroporto.
Entro dentro con mio padre alle calcagna, cerco di vedere dove si trova Aurora è arrivata, la vedo e infatti le corro incontro, come se non la vedessi da diversi mesi.
Siamo felici perché trascorreremo finalmente il resto delle vacanze da sole, senza genitori e per di più con i “nostri amici”.
La cosa è molto di più che piacevole, e come delle bambine adolescenziali ridiamo e saltiamo dalla gioia.
D’un tratto mi sento accarezzare dal dietro i lunghi capelli, mi giro e davanti a me ho la ragione della mia felicità.

Harry.

Mi saluta con un affettuoso abbraccio, così potente che rilascia tutto il suo calore e profumo.
Sorride con il suo solito sorriso, i capelli un po’ scompigliati per via che i ricci, non stanno mai al loro posto, anche se li sistemi meglio che puoi.
E io sapendolo bene, perché oramai sono anni che mi ritrovo sulla mia testa un ammucchiata di bellissimi ricci castani, ondeggiare lungo la schiena, li ammiro; sorridendo a mia volta.

Le sue iridi vivaci brillano, accosta la sua mano al mio fianco, e poggiando la sua bocca, mi lascia un piccolissimo e delicato bacio sulle labbra.
Direi che questo è un ottimo ‘buongiorno’ vorrei fosse così ogni mattina, ma nel be mezzo dei miei sogni ad occhi aperti, una uomo biondo con una bella voce, che diventa insidiosa quando vuole non riesce ad evitare di star zitto:

-“Ehi voi due; biancaneve e principe azzurro! Ci siete?”

Ma no dai, non ci credo. Perché mio padre deve sempre rovinare, questi bellissimi momenti tra me e Harry?
Era tutto così bello, finché non ha annientato quella graziosa bolla, di sapone in cui io ed Harry ci trovavamo fino a qualche minuto fa?
Giro prima la testa, poi accompagno con movimenti lenti e precisi anche il resto del corpo, e rispondo a puntino, con un tono acido al signor Emanuele Busnaghi:

-“Adesso mi dici cosa c’è ancora che non va?”

Mio padre, inarcando i sopraccigli e intrecciando le braccia, mi guarda con aria interrogativa:

-“Non capisco perché il tuo “principe azzurro” qua presente e l’altro “aladino” sono qua in aeroporto…e per di più con le valigie…sono forse in partenza?”

Nel pronunciare le ultime parole, si nota una vena spiritosa, e di puro entusiasmo nel sperare che io confermi la sua risposta affermativa che dentro la sua testa si è creato.
Mi lancia perfino uno sguardo minaccioso ma alla fine non più di tanto, perché forse ha intuito quello che sto per dirgli:

-“Loro vengono in vacanza con noi, punto!”

-“Cosa?”

-“Cosa non hai afferrato bene, nella frase ‘Harry e Zayn vengono in vacanza con noi?’ Papà?”


-“Non osare partire insieme a loro!”

-“Altrimenti cosa fai? Mi sbatti fuori casa? Non ne saresti capace…e dentro di te, lo sai che non avresti il coraggio, perciò lasciami andare!”

Dopo una piccola litigata anche in mezzo a tante persone, come si può immaginare ci sia in aeroporto, prendo le mie borse, mentre con l’altra afferro la mano di Harry, portandomelo di fianco. Saluto mio padre con un semplice ‘Ciao papi’ e insieme agli altri ci avviamo all’imbarco.


[…]                                          

Bene, perfetto dopo tantissime di ore di volo (credo sedici all’incirca) invece di essere stanca, e quindi non avere la forza mentale per non pensare a niente; il mio cervello siccome è un po’ masochista, (assai) va a ripescare la litigata con mio padre avvenuta in aeroporto.
Ripensandoci scoppio a ridere da sola mentre camminando dietro Harry, mano nella mano, cerchiamo di uscire dall’aeroporto ingorgato.
Cioè è stata una scenata, da perfetti Italiani; della serie che ci facciamo riconoscere da tutte le parti.
E questo sono sicura che sarebbe uguale, non cambierebbe per niente anche se fossimo, Turchi, Francesi, o Spagnoli, la famiglia Busnaghi è da fumetto: si fa sempre riconoscere.

Lui non accettava, e credo che tutt’ora non accetti, il fatto che i ragazzi siano in viaggio con noi; ed è per quello che abbiamo cominciato a discutere vivacemente.
Ho anche sottolineato che santo cielo abbiamo quasi la maggiore età, e che non siamo più delle bambine, e quindi siamo in grado di decidere noi della nostra vita.
Quello che vogliamo fare di bene e di male, e soprattutto con chi andare in vacanza.
Ma siccome lui non lascia mai perdere nulla, anche su questa mia decisione ha avuto da controbattere: ‘Finché starai sotto il mio tetto comando io…che tu sia maggiorenne o meno…non me ne frega, se sarò all’antica, sono io il capo

Ma io dico, perché non possiamo avere un bel rapporto, dove andiamo d’amore e d’accordo, anziché comandarmi a bacchetta?
Non riesce a comprendere che usando questo atteggiamento, non si risolveranno così i problemi e i diverbi.
Quindi per l’ennesima volta abbiamo di nuovo discusso.
Credo e penso di non essere mai stata in imbarazzo così tanto come oggi, la gente che ci guardava male da ogni angolo dell’aeroporto; mio padre che urlava, Harry e Zayn che ridevano piegati in due dal dolore, io e la mia migliore amica, eravamo invece nere dalla rabbia.
No, era abbastanza imbarazzante, e nello stesso tempo anche buffo.

Ma del resto se ho un padre così, come non puoi attirare attenzione e fare certe figurette?!?

Insomma, con tanta fatica morale ce l’abbiamo fatta; siamo arrivati a destinazione Shanghai.
Abbiamo già deposto i bagagli in camera ‘nostra’, e dopo aver sistemato i nostri abbigliamenti negli armadi Harry ed io ci buttiamo a capo fitto nel letto.
Ci soffermiamo a farci due carezze, a rilassarci un oretta prima che Aurora e Zayn, ci trasportino, nell’esplorazione degli usi e costumi della città.
Riempiendo la memoria della mia povera macchinetta fotografica di foto, in foto.

Girare per le vie della città mano nella mano, con il tuo fidanzato, ammirando il panorama, è veramente bello e romantico.
Se poi ci aggiungi, che puoi baciarti con lui quanto vuoi, sapendo che puoi farlo liberamente senza avere il timore, di avere gli occhi puntati addosso dei tuoi genitori (di mio padre in questo caso, perché mia madre mi capisce in pieno, e non le da alcun fastidio) è ancora più bellissimo.
Harry mi fa divertire tanto, mi fa innamorare di lui ancora di più, ora dopo ora; e in più mi riempie di attenzioni ogni minuto, si assicura sempre che ogni cosa vada per il verso giusto, e soprattutto che sia perfetta.
Controlla che le nostre gite siano pronte, all’ora giusta, controlla che l’acqua del mio bagno in vasca, con l’idromassaggio sia della temperatura giusta.

Harry è super, è il migliore ragazzo che abbia mai trovato in vita mia...
Questa è la vacanza che sognavo dall’inizio dell’anno scolastico; anche se Styles non era nei miei piani, ma che la sta rendendo più bella del previsto.
E quindi con la vacanza giusta, con l’amica e il ragazzo giusto cosa si può volere di più ancora?
Mi rilasso tantissimo, mi diverto e vivo l’amore qui a Shanghai insieme a Hazza.
Suo soprannome, me lo ha rivelato l’altra sera, mentre distesi su due sdraie, tenendoci per mano, ammiravamo le stelle esprimendo un desiderio, sperando coincidesse.

La notte mentre lui dorme beato, tra le mie braccia, rimango a guardarlo, ad osservarlo finché esausta crollo anche io.
Vederlo dormire tranquillo e bello come solo lui è per me, mi da una gioia dentro che non so spiegare, le farfalle iniziano a farsi sentire creando una voragine dentro lo stomaco, che si manifesta brontolando.
Vedere i suoi riccioli così perfetti sul cuscino, vedere le sue labbra ferme, e carnose, pronte ogni mattino a darmi un bellissimo bacio dicendomi un allegro ‘Buongiorno Amore’ mi fa sentire di nuovo viva; già viva…come non sono riuscita ad essere da più di un anno.
Il resto della notte, oltre a guardarlo dormire, mi soffermo a pensare alla rottura avvenuta con il mio ex; mi ero giurata tempo indietro di non innamorarmi mai più di nessuno, perché ero dell’idea che tutti i ragazzi fossero uguali, e del concetto che non sarei stata felice mai più, con nessun altro come lo ero stata con lui.

Ma mi sbagliavo, allora non sapevo ancora che avrei incrociato  Harry nel mio cammino.
Lui non è come gli altri per fortuna, lui è un po’ pazzo certo come qualsiasi ragazzo della nostra età, è divertente, romantico, simpatico, iperprotettivo e geloso.
Ho la vaga sensazione, che sia anche sincero e fedele, ogni volta che sussurra un ‘Ti voglio bene’ più accentuato, del classico ‘Ti Amo’ che forse è più impegnativo.
Il nostro è stato un incontro direi particolarmente casuale, avvenuto in discoteca.
E anche se sono appena poche settimane che ci frequentiamo, sentiamo entrambi di esserci innamorati.

E non posso nascondere che in tutta questa bella situazione che si è creata, io mi sento la ragazza più felice di questo pianeta, eppure lui non fa niente di straordinario, da farmi girare la testa.
Non è il classico ragazzo che fa scrivere il mio nome nel cielo con un aereo, non mi compra tutto quello che vedo.
Ma quelle piccole cose che fa per me, per esempio abbracciarmi quasi tutto il giorno, svegliarmi la mattina e trovare la colazione, pronta vicino al letto con un fiore in un vasetto, nel vassoio tutto pronto per quando mi sveglio.
A volte sembra farmi gli scherzi, perché mi dice di guardare a sinistra oppure a destra per farmi vedere una cosa, poi mi rigiro perché mi sono accorta che non c’è niente; e alla fine mi ritrovo a sfiorare le sue labbra, sentendomi dire che c’è un suo bacio pronto ad aspettarmi.

Tutte queste impercettibili attenzioni, queste piccole cose, mi riempiono il cuore, e allora mi convinco che io ed Harry siamo fatti per stare sul serio insieme.
Siamo destinati forse a una vita bella e felice, come una qualsiasi coppia.
Sento dentro di me, che ci apparteniamo.
Mi domando e mi chiedo, perché le giornate con lui passano così velocemente, che quasi non ce ne accorgiamo, il giorno giriamo per le bellissime stradine, adornate da incantevoli fiori.
Facciamo escursioni, insomma le nostre giornate sono impegnative.

E la sera per rilassarci, tutti e quattro ci buttiamo in una discoteca che dista, qualche chilometro dal nostro lussuoso, albergo a quattro stelle.
E quando rientriamo, verso le tre, andiamo a nanna fino alla mattina seguente.
 
Spazio Autrice:
Saaalve people! Come andiamo? Io bene...che dire di questo capitolo? Harry è andato con Sara a Shanghai, i due si divertono molto, per la prima volta Hazza, confessa ad una ragazza la faccenda dei suoi genitori ecc... Ok, basta tanto avete letto :) e io ora sono di fretta xD
Mi raccomando RECENSITE, RECENSITE, per me è molto importante, magari commetto qualche sbaglio e non me lo dice nessuno. Se parlate posso anche modificare. Spero vi sia piaciuto questo capitolo.
Grazie a tutte le persone, che hanno inserito la storia tra le preferite, e grazie a chi recensisce.
Ciauu. Vi mando un bacio. 
Sara.
 
Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1

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Capitolo 7
*** Chapter Seven: ***


                                                     
                                                                                                                                           (Banner di Sara_Scrive)



**
Ultimo giorno a Shanghai.
C’è sempre una fine di tutto e per tutto; quando tutto sta andando per il verso giusto, quando tu e la felicità, e il destino andate a braccetto; arriva la cosiddetta tristezza, a rompere la tua bolla di sapone.
Cosa alquanto strana.
Eccoci qua, come tutte le mattine, ci svegliamo l’uno nelle braccia dell’altra, addentiamo le nostre bocche a sun di morsotti, trasformati in baci piccanti.

Harry come qualche mattina precedente, ha preso a giocherellare con il bordo delle mie mutande.
La mia mano non sa ancora se permettere alla sua di entrare, e diciamo così di fargli ‘esplorare’ la zona, alla quale è molto interessato.
E non soddisfatto, inizia a provocarmi con un metodo infallibile; il solletico.
Nel ridere e dimenarmi dalla sua stretta, la sua mano inizia a palpeggiare il mio seno, nudo e libero dalla morsa del reggiseno.
La schiena, automaticamente prova quella sensazione di piacere, che il mio cervello vuole nascondere.

Cerco nuovamente di liberarmi, perché ho la sensazione che la cosa possa svilupparsi ancora di più.
Non sono ancora pronta a farlo, non sono ancora pronta a donare il mio corpo, ad un ragazzo.
Anche se il ragazzo in questione, è proprio il ‘mio ragazzo’.
Harry, mettendosi a cavalcioni sopra di me sussurra…

-“Non ti libererai di me, così facilmente riccia…”

Le mie gote, iniziano a vivacizzarsi velocemente, in maniera diffusiva per tutto il viso…la gola si fa secca e io non so cosa rispondergli.
L’imbarazzo e la vergogna si impadroniscono della mia voce.
Poi dopo una frazione di minuti, lo guardo con un aria, quasi da sfida.

-“Scommettiamo che ci riesco riccio?”

Aspetta una mia mossa, una qualunque.
Avvicino la sua bocca, verso il mio collo. Lascio via libera, lascio entrare la sua lingua, che sa ancora della notte appena trascorsa, dentro la mia bocca.
In cerca della mia, la sua mano inizia a scendere, nella zona lombare. I miei slip vengono abbassati leggermente.
Prendo il suo corpo e lo stringo di più al mio, da sentirmi così vicina a lui, facendogli credere di avermi ‘sua’.
Le mie mani finiscono immediatamente, in quei meravigliosi ricci color cioccolata, per poterlo stordire, per mettere così in atto il mio piano.

Passo a massaggiargli il collo, e poi inizio a baciarlo.
Premo forte la bocca, e faccio scivolare per un breve momento la lingua su di esso.
I suoi occhi, sono entrambi fuori uso, sono così ben chiusi, che sembra dormire…ingerisce poca saliva per volta, vedo la sua gola più volte ripetere quell’azione. Bene è come se fosse ipnotizzato.
Continuo a baciarlo, continuo a massaggiargli i capelli, mentre me ne esco lentamente dal letto.

-“Riccia, dove te ne vai? Non abbiamo né cominciato né finito. Torna qua dai…”

Ridacchio, perché sembra entrato in un momento, intenso di preghiera buddista.
Gira la testa e noto una grande voglia, rossastra, violacea predominare sulla fascia del suo collo.
Scoppio a ridere, non riuscendo più a trattenermi.
Gli ho fatto veramente un bel succhiotto, in un punto poi straordinario.
Hazza si alza dal letto ancora in boxer; e con il suo membro in erezione, evidente.

Mi chiede cosa ha di strano, per il fatto che io non riesco a smettere di ridere.
Faccio cenno con la mano di guardarsi il collo contro lo specchio, accenno ancora un ultima risata.
Poi inizio a correre per la stanza con solo l’intimo addosso.

-“Ma che cazzo mi ha fatto?”

-“Un succhiotto non si capisce? Non si vede?”

-“Si che lo vedo, ma ora come faccio a non farlo notare? Eh, me lo spieghi riccia dispettosa?”

Rido e corro. Corro, rido e cado per terra.

-“Ti ho preso adesso! Posso farti tutte le torture del mondo!”

Nel intento, nel provare a privarmi dei pochi indumenti rimasti, Harry si ferma perché Zayn ed Aurora entrano in stanza, con una delicatezza pari a zero.

-“Ma cosa combinate eh voi due? Mascalzoni, fate i giochini piccanti, di prima mattina? Ma che bravi…”

-“Zayn non è come pensi…”

Rispondo, inerme dalle mie forze.
Inerme delle mie mani.
Harry ne è in possesso.

-“Ah no!? E quello allora come lo spiegate? Hazza è così…è così…”

-“Coglione è così cosa?!”

-“Enorme…ecco!”

Harry, si rimette in piedi e io pure.
Cerco il mio vestito arancione e lo indosso senza problemi, mentre Harry cerca una soluzione per coprire ciò che sono stata capace, di produrre con la mia bocca e i miei denti.
Fondotinta e un foulard, è la soluzione alla quale si è aggrappato.
Dopo che Aury e Zayn sono usciti dalla stanza Styles mi afferra per un braccio e si pronuncia:

-“Sei folle, ed eccezionale, tu questo lo sai no? Sei riuscita a farmi provare piacere, con poche movenze. Tu mi mandi fuori binario, sei come una dipendenza alla quale non so resistere.”

Le mie labbra si distendono a tal punto, da esprimere al meglio uno dei miei sorrisi migliori.
Ci abbracciamo, uniamo le nostre bocche, in un bacio carico d’amore.

“E prima o poi tu sarai ‘mia’. Ed io sarò ‘tuo’. Sappilo.”

Dopo esserci vestiti, dopo aver fatto colazione, ci buttiamo a capofitto tra le vite stracolme, di cinesini, giapponesini, thailandesi e turisti vari per visitare il mercato, a comprare vari souvenir da portare a casa.
Passeggiamo nella solita stradina di sempre, dove c’è un chioschetto all’aperto.
Come al solito c’è la signora così gentile, e disponibile verso la sua clientela.

La signora Chan, vende gioielli di bigiotteria.
E come tutte le mattine do un occhiata, qua e la…mentre chiacchiero con quest’ultima.
E poi eccomi li; come usuale mi soffermo sempre su un anellino finto, alla quale mi sono innamorata.
Un piccolo solitario: ogni volta alla vista di quel grazioso anello, i miei occhi iniziano a brillare.
Harry mi accarezza una spalla ogni volta, non so per quale motivo lo fa.

La signora si avvicina e ci immerge a parlare con lei come sempre, racchiudendoci in un bellissimo abbraccio.
Le chiedo così per puro caso, quanto costa quell’anellino; me lo fa provare perché ha capito che mi piacerebbe comprarlo, e poi mi dice che il costo non è alto come pensavo, pur essendo finto.
Queste parole sono musica per i miei orecchi, però sarei ancora più contenta, se me lo comprasse il mio ragazzo.
Non sono una che ama chiedere, mai niente a nessuno, quindi rimetto apposto l’anello, saluto la donna, e mi incammino da sola con la testa bassa stracolma di tristezza.

Un piccolo broncio compare sulle mie guance, perché speravo che Harry me lo avrebbe preso stavolta, ma invece non è così nemmeno oggi.
Poi d’un tratto Harry mi raggiunge, appoggiando la sua mano, sul mio fianco…mi sorride, e mi sforzo a sorridere anch’io, mi prende la mano, e mi dice:

-“È questo l’anello che guardavi, e che volevi da più di dieci giorni…riccia?”

Tira fuori, dalla tasca dei suoi jeans, una scatoletta blu.
La apre e al suo interno vi trovo, un anello.
Lo mostra ai miei occhi, ammirando la bellezza di questo piccolo oggettino.
Rimango senza parole:

-“Oh! Styles…io non so cosa dire!…” 

Guarda, i miei occhi brillare nuovamente, come qualche ora fa in quella camera.
Dove tra baci e altri gesti, abbiamo dimostrato nel piccolo, di amarci. Mi bacia, trattenendomi con forza a se:

-“Ora sei la mia fidanzata a tutti gli effetti…”

Sorrido e annuisco, la mia testa finisce sotto il suo mento.
Sospiro, e poi nuovamente le nostre labbra si avvicinano l’una, a quelle dell’altra.

La signora, ci distrae…ci chiama, dichiarando di avvicinarci al suo chioschetto; perché ci deve mostrare una cosa.
Sorridiamo ed andiamo.
Ad un certo punto prende le nostre mani, e le stringe nelle sue, ci guarda negli occhi e ci dice:


-“Voi due siete una coppia bellissima… Sento che il vostro amore è grande, e potente l’uno per l’altra. È destinato a durare per sempre…”

Oddio questa signora sta dicendo delle cose bellissime, Harry mi sorride, strizzandomi un occhio. 
Mentre io rifletto alcuni minuti; penso alle cose che ci sta dicendo Chio Chan.
Sono le stesse cose, che ho sempre sentito dentro il mio cuore.
Le stesse precise, ed identiche.
Lo dicevo, che non mi sbagliavo.

I miei sentimenti, non sbagliano mai, sono troppo chiari ed evidenti per me.
Anche se, non posso negare che è pochissimo che ci conosciamo.
Tira fuori una scatola, che si trova nel mobile posizionato dietro di lei.
Apre e vi prende un cofanetto…e all’improvviso tira fuori da esso una collana.
La guardo la osservo, ma che strana…da una parte è bianca e dall’altra nera.

La prende, tra le sue mani, e la divide in due parti.
Che figo, una collana che si sdoppia, non ne ho mai vista prima.
La gentile vecchietta Chio, mi prende la mano e delicatamente ci posa la collana dalla parte nera, e lo stesso fa con Harry ma dandogli la parte bianca.
Sorride:

-“Cari ragazzi, dovete sapere che questa che vi ho appena dato, è una collana antica cinese… É molto speciale è chiamata Yin-Yang… In realtà possono essere due collane se lo si vuole, ma vengono messe insieme quando un amore grande, viene racchiuso in un'unica anima… Vi spiego meglio…”

Si sofferma qualche secondo, per riprendere fiato:

-“Ci sono tante leggende che la rappresentano… Io vi ho parlato di amore, perché siete giovani, e vedo e sento che vi volete tanto bene… Ma sappiate che la collana in se per se ritrae l’opposità. Per farmi capire meglio vi faccio dei banali esempi. Bianco-nero, luce-buio, giorno-notte, poco-tanto…in entrambe le collane c’è un po’ dell’opposto dell’altro… Per esempio cara ragazza tu nella “logica”, nella tradizione,  chiamiamola così, sei rappresentata con il colore bianco, per poter definire la tua femminilità, mentre il tuo ragazzo con il nero, per definire la maschilità. Ma tu non indossi la tua ‘parte’. Ma la sua. Perché è come se tu mantenessi un contatto, spirituale con la sua anima. Se guardi attentamente, nella collana c’è una piccola pallina bianca. Cioè tu sei raffigurata in lui, nella sua vita. Nella sua vita c’è una parte nascosta di te, una parte caratteriale uguale a te, che egli stesso non sa di avere…”

Riposa qualche altro minuto, sorseggiando un goccio d’acqua fresca, e continua dopo aver fatto un bel respiro profondo:

-“Nella collana del tuo ragazzo, il colore cambia, diventa più chiaro. Cioè bianca. Perché ritrae ‘te. Lui mantiene il contatto con te, con la tua anima attraverso la tua ‘parte’ indossata da egli stesso. Come nella tua collana, c’è una piccola sfera, stavolta nera. Perché lui è raffigurato nella tua vita, anche tu come lui, hai una parte nascosta di lui, che assomiglia al tuo carattere, ma che nemmeno tu sai di avere…”

Si siede su una sedia, e riprende:

-“Ragazzi questa collana, non si regala a chiunque…o a nessun tipo di coppia normale… Questa collana è il simbolo del vero amore, quello grande e immenso… Io so con certezza che rimarrete insieme, per tutta la vita. Perché un amore come il vostro, in tutta la mia vita non l’ho mai visto…congratulazioni!!”

Ma, ma lei chi è? Che sia una maga? Sono d’accordo su tutte le cose, che ha detto! Salutiamo Chio Chan, e continuiamo a camminare, facendo i nostri giri.
Prima di tornare in albergo, e preparare i bagagli perché la nostra vacanza continua, ma ad Ibiza stavolta…

**
Bè devo dire che Ibiza, è totalmente diversa da Shanghai.
In Cina si vive solo di sera, uscendo in discoteca o in vari pub; la vita laggiù è solo esclusivamente di notte.
Mentre di giorno è tranquilla, anche se è piena di macchine, apini, treni e pullman che vanno su e giù dalla mattina alla sera, rilasciando un marea di smog inquinando tutto l’ambiente.
Comunque, posso assicurare che non ha niente a che fare con la Spagna.

La Spagna rispetto alla Cina, regna sovrana!.
Qua è una vita movimentata ventiquattro ore su ventiquattro; c’è la musica ogni singolo minuto, si balla sempre, si beve sempre.
Ma per fortuna non manca il sole, il mare e la voglia di divertirsi anche qua.
Devo dire che mio padre e mia madre, hanno saputo proprio organizzarmi una bella vacanza post-esame, una vacanza rilassante.

Non come in Sardegna, li era sempre mare e sagra.
E poi c’erano sempre gli adulti e i piccoletti di famiglia.
Stavolta i miei hanno superato loro stessi.
Qua si beve sangria, si mangia paiella, si canta e si beve, fino a mattina inoltrata.

Tante feste spopolano per le vie Spagnole, Aurora e Zayn che non fanno altro che scommettere, a chi riesce reggere meglio l’alcol.
Naturalmente, la mia amica paga sempre pegno, essendo quasi e ripeto quasi, astemia.
Le escursioni, gite, non mancano nemmeno qui.
Di giorno ci teniamo occupati, per poi scatenarci la sera.
L’altra sera, io sono stata nominata in discoteca, miss maglietta bagnata, e Harry mister macho man.

Zayn è stato nominato mister ubriaco duemila dieci, ed Aurora infine miss coniglietta sexy.
Ci stiamo divertendo a tutta birra, ce la spassiamo.
Ma purtroppo come è successo in Cina, il tempo vola.
Sembra ieri essere atterrata con lo scambio, che abbiamo preso dalla China, per attraccare nella terra dei domatori di tori.

Domani come al solito, abbiamo di nuovo l’imbarco per tornare a casa, in Italia.
Abbiamo passato dei bei momenti tutti insieme.
Ho avuto la possibilità di conoscere per telefono gli altri amici, dei due ragazzi.
Liam, Louis, ed Niall. Sono tutti e tre simpaticissimi.
Ho constatato, e poi anche Harry me lo ha confermato, che Niall ha l’accento irlandese, e per questo lo rende ancora più amabile.

I ragazzi come Zayn ed Hazza, sono sparpagliati in giro per le vacanze, dopo essere stati testimoni (tutti e cinque) dell’avventura ad X-Factor.
Tempo indietro.
Inoltre ad aver fatto amicizia (a distanza con Payne, Horan e Tomlinson) abbiamo fatto amicizia, anche con tutti i baristi delle discoteche, e con il personale del solito ristorante dove cenavamo.
Non posso scordarmi che abbiamo corso, come due matti per la strada, un pomeriggio, così senza nessun motivo, ci andava di farlo, e lo abbiamo fatto.

La gente che ci scambiava, per scimmie ambulanti pazzoidi.
Oh! Santo cielo che risate…e Zayn e Aury che hanno ripreso tutto con la macchina fotografica.
A volte il tempo per certi momenti, vola troppo in fretta.














Spazio Autrice:
Hola people. Lo so che è tardissimo, (sono tipo le 00:40) ma il vicino ha attaccato solo ora il wifi e dato che ero sveglia, ho deciso di postarvi il capitolo. Che dire sono stata brava? Quindi merito per forza una recensioncina xD
Che dire del capitolo? Vi piace fa schifo? Raccontatemi tutto!! Voglio le vostre opinioni.
Ringrazio davvero di cuore, chi ha messo questa FF nelle rispettive categorie: Preferite/Ricordate/Seguite.
E chi mi ha aggiunto, come 'autore preferito' o cose simili.
Mi fate sentire apprezzata. Un bacio e un grande abbraccio a tutti.


Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:

♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1

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Capitolo 8
*** Chapter Eight: ***


                                                         
                                                                                                                                                 (Banner di Sara_Scrive)


**
L’ultima sera della nostra vacanza, è giunta al termine.
Siamo stati in discoteca per tutta la serata/nottata, dove tra balli e una serie irrefrenabile di cocktail, ci siamo divertiti, e abbiamo salutato Ibiza nel migliore dei modi.
Ubriachi e felici allo stato puro.
Stiamo rientrando in hotel, da quel che riesco a vedere e a ricordare.
Sono le quattro del mattino, ed è a dir poco fuori orario, fra meno di sei ore abbiamo il volo diretto per riportarci a casa, in Sardegna.
Dove tutto è incominciato, dove tutto ha avuto uno splendido inizio.
Entrati in hotel ci dirigiamo barcollando, di sopra per le scale, in cerca della nostra camera.

Ma siccome siamo completamente ubriachi fradici, non riusciamo nemmeno a trovare il numero della stanza.
212’.
Eccola finalmente.
Harry afferra il portachiavi con lo stemma del hotel, dalla tasca interiore della mia borsa; e a seguire infila la chiave, dopo una serie di tentativi falliti.
Entrati finalmente in stanza, come prima cosa che mi sento in dovere di fare, è togliermi di dosso quei fastidiosi tacchi.
Dodici centimetri, non dico altro.
Ho costretto i miei poveri piedi, ad un elevata sofferenza per tutta la sera.

La testa gira…e gira anche abbastanza forte se devo essere sincera.
Harry invece si è rinchiuso in bagno.
Mi avvicino lentamente in direzione della toilette, spalancando bene gli occhi, cercando di fare passi leggeri  sicuri, in modo da evitare di farmi male.
Aguzzo l’orecchio, vicino alla porta bianca in legno massiccio, quando all’improvviso sento alcuni rumori, spalanco la porta e trovo Styles piegato in terra impegnato a dare di stomaco.
Ad espellere tutto quell’alcol, che ha ingerito in discoteca, dal suo corpo.

Chiudo e vado verso il letto, barcollando.
Mi aiuto tenendo appoggiate le mani, al muro.
Siedo sul letto, cercando di rimanere ferma il più possibile.
Ma poi la mia gola richiede la necessità primaria, di bere assolutamente dell’acqua fresca.
L’accontento alzandomi. E come se non l’avessi fatto, cado immediatamente per terra.
Sovrappongo le mani alla sponda del materasso, e con le poche forze mi rimetto in piedi.

Dopo un po’ mi ritrovo distesa sul letto.
Chissà come ci sono arrivata.
Il giramento di testa finalmente se n’è andato, tutto è tornato ad essere stabile e normale, ma ha ceduto il posto a un piccolo dolore insistente, alle tempie che mi travolge immediatamente.
Come se nella mia testa, persiste un noioso ronzio la quale non vuole andarsene; portandomi al punto di essere intollerabile.
Intontendomi e rendendomi impacciata, più di quanto non lo sono già di mio.
Mi alzo in piedi, piano oserei dire.

Lasciando le braccia libere lungo i fianchi; gli occhi sono dischiusi, non so nemmeno spiegarmi il perché.
Sento poggiarmi due mani, alla lunghezza della vita.
Ed improvvisamente le palpebre si spalancano.
Puntando le mie pupille castane/ambrate adornate da quella piccola sfumatura verde che si intravede appena; in quelle verde accese di Harry.
Lui è posizionato davanti a me, fermo immobile sulle sue gambe.
Mi sta fissando in maniera diversa dal solito.

Qualche istante fa era concentrato sul mio viso, ora invece il suo sguardo è disceso, e bloccato rispettivamente sul mio seno.
Almeno per quel che riesco a vedere, da sbronza…
Cos’ho di diverso dagli altri giorni? Forse faccio ridere da ubriaca? Sicuramente.
Avvicina il suo busto, contro il mio petto.
Stringe le mie braccia intorno al suo collo, racchiudendomi in un abbraccio.
Scosta la testa lateralmente, dando una giusta direzione ai suoi ricci indomabili.
Posa le sue labbra sulla mia cervice, poco distante dall’orecchio destro; inizia a baciare con tatto, con delicatezza la parte nuda del mio collo.

La sua lingua spunta fuori e massaggia quest’ultimo, che rabbrividisce a quel magico contatto.
La sua mano nel frattempo si è persa, tra la massa dei miei lunghi ricci color corteccia, con alcuni riflessi dorati che secondo Styles stesso, illuminano il mio volto.

-“Sono così caldi e soffici i tuoi boccoli…sono molto meglio dei miei sai?”

-“Non dire fesserie riccio…”

Tira su il volto, puntando le sue iridi dentro nelle mie.
Prende i miei lunghi capelli, che arrivano a sfiorare piano piano a lungo andare il fondoschiena.
Li sposta con leggerezza sulla spalla sinistra.
E riprende a baciarmi.
La mia lingua entra per prima dentro la sua bocca, mentre la sua mano entra senza consenso nella coppa del reggiseno, procurandomi quel piccolo piacere, che riesce a scendere, ad arrivare fino nella mia intimità.
Prende e mi gira, le mie braccia pur essendo lasciate libere, ritrovano i suoi bellissimi capelli.
Harry, posa le sue mani sul mio sedere…massaggiandolo con una tattica abbastanza provocante, eccitante.
La zip dell’abito viene abbassata del tutto, e io mi sento già libera e spoglia come una foglia.

Le sue dita, sfiorano le mie scapole che man a mano, fanno scivolare via il vestito dal corpo.
Continua a baciarmi, quando all’improvviso la mia schiena viene inarcata in avanti, la testa scivola all’indietro, e la sensazione di piacere è alle stelle.
La sua erezione spinge forte contro i miei slip.
Come se combattesse per uscire dai boxer del riccio.
Mi giro e cercando di togliergli la camicia, trovo come sorpresa il suo torace nudo di fronte a me, che attende solo di essere preso e fatto prigioniero, dalla passione che entrambi ci lega.
Sorride maliziosamente…

-“Sono arrivato prima di te…”

Abbasso lo sguardo, e perfino i pantaloncini sono spariti dalle sue gambe.
Ma ci sono ancora i boxer da sfilare.
E Non può privarmi di toglierli.

-“Questi lasciali a me…”

-“Certo…”

Lo guardo un po’ titubante, prima di iniziare a sfilarglieli.
Non sono titubante né di lui né dell’amore, che sento di provare.
Ma è solo che sono leggermente preoccupata, dell’azione che fra meno di una manciata di minuti arriveremo a fare qui, in questa stanza d’albergo.

-“Harry…io non so come procedere…”

-“Ti fidi di me?”

Annuisco con la testa.

-“Allora lasciati guidare da me…ti voglio, ti desidero da parecchie settimane!”

-“Harry, anche io ti desidero dallo stesso tempo. Dalla prima volta che mi hai baciata. Ma vedi questa per me è la…”

-“Prima volta lo so…faremo tutto alla perfezione…”

Annuisco appena, con la testa. E lui continua.

-“Sarà bella ed indimenticabile…proprio come le sei tu adesso…”

Dio mio, quanto è dolce, quanto è perfetto in un momento speciale come questo.

Guardandolo direttamente negli occhi.
Con l’imbarazzo che sento salire, sulla mia pelle come una vampata.
Il cuore che comincia a pompare, dei battiti sempre più frequenti e più forti.
Afferro per i bordi, i suoi boxer blu notte.
Li accompagno discendendo lentamente dal suo bacino, fino ad arrivare all’inguine.
Un nodo in gola, misto tra l’eccitazione, e la vergogna arriva dritto a fiondarsi alla fine della trachea.

-“Solo se vuoi, non voglio obbligarti a fare nulla, contro la tua volontà…”

-“Harry io lo voglio più di quanto tu pensi!”

Sorride felice, credo.
I suoi boxer sono stati buttati per terra, accanto al resto degli altri indumenti.
Abbasso la testa e ammiro, il suo bellissimo membro in piena fase di erezione.
Prende la nuca e porta le mie labbra incollate sulle sue.
Mentre io con la mia mano, ‘giocherello’ con la sua parte intima, il gesto che sta compiendo la mia mano, diventa sempre più veloce, sino a quando distaccandola trovo del liquido biancastro, melmoso.

-“Scusami…stavi andando così bene che mi sono lasciato andare, senza avvisarti…”

Poso l’indice sulla bocca e lo bacio.
Il suo pollice accompagnato da altre dita, si divertono con il gancetto del mio reggiseno.
Scende e fa la stessa cosa con il bordo delle mie mutandine.
Decide di farla finita, ponendo così fine alla tortura.
I seni nudi, appariscono rigidi senza il reggiseno…ma al contatto con la sua mano calda, si rilassano e sembrano adorare quel leggero palpeggiamento.
Adagia la sua lingua, sopra di essi, disegna una linea curva sotto la mammella…e una circolare intorno al capezzolo.

Succhiando leggermente.
Toglie gli slip; e si rende conto che con poco è riuscito ad eccitarmi, sorride astutamente…
Mi prende in braccio e mi deposita accuratamente sul letto, lui invece si inginocchia sopra di me.
Mi avvicino alla zona del suo bacino, guardandolo felice. 
Le sue mani si posano, sulla mia nuca, avvicinandola di più verso il suo membro, e le sole parole che udisco sono…

-“Non devi essere così nervosa…è un gesto naturale alla fine…e se non vuoi, passeremo ad altro!”

Ma nel mentre che lui finisce la frase, le mie mani sono congiunte sulla sua erezione, oramai imminente al primo contatto fisico.
La mia bocca come accompagnatrice alle mani, si sofferma sulla punta e mano a mano, inizia a dargli lievi baci.
Le mani pressano il suo bacino.
Mentre le labbra adesso, hanno qualcosa con cui condividere il mio e il suo sapore.
La sua erezione è grossolana ed è diventata calda al contatto con la mia saliva.

Harry, appare alquanto soddisfatto, la sua schiena è inarcata, i suoi ricci sono tutti, scompigliati, le sue mani, sono sperdute in quella massaia dei mie boccoli. Geme, e io pure…le sue possenti mani, premono sulla mia testa e la sua bocca esprime appena un ‘Continua, ti prego non fermarti, fino a quando non sarò io a chiedertelo’. 
Per la prima volta in vita mia, sono riuscita a far eccitare il mio ragazzo.
Non essendo molto esperta e brava credo di aver superato la prova.
Prendo velocità e domestichezza, i miei occhi sono all’unisono con la bocca e le mani.

Fino a quando una specie di liquido da un sapore particolare, entra dentro il mio palato, lasciandomi sbalordita e all’inizio un po’ schifata.

-“Sara mi dispiace…non volev…oooh!”

Pulisco rapidamente la bocca, per poi riprendere a fare, quello per cui mi ero soffermata e esitato giusto un attimo.
Le sue mani, sfiorano il mio fondoschiena nudo.
Harry, lancia un urlo, io pronuncio un gemito pieno di eccitazione e gusto.
Il riccio non la smette di provare piacere, per tutte le bellissime sensazioni, la quale sono in grado di fargli collaudare.
Con forza afferra la mia schiena, e la stende sul materasso nuovamente.

-“Se ti faccio male dimmelo…non osare stare in silenzio! Non voglio che senti alcun male!”

Annuisco con lo sbattere ripetitivamente delle ciglia.
Il suo corpo si poggia sopra il mio, schiacciandolo un po’.
Con un braccio afferra una coscia, la alza e in men che non si dica, la sua parte intima entra dentro la mia, con un colpo deciso e assai piacevole.
I suoi gesti si ripetono all’infinito, riuscendo ogni volta a farmi scappare un piccolo urlo di godimento.
Hazza ride, felice; lo vedo appagato dal modo in cui brillano nel buio i suoi occhi.
Il suo cuore è contro il mio, sono diventati uno solo.

Il suo membro esce, e si pone sul mio ventre, dove rilascia quello stesso liquido biancastro, che avevo prima in mano.
Dopo una serie d’ore, Harry esausto si butta sul letto.
Il respiro è affannato, il suo corpo emana quel calore paragonabile alla febbre.
Così caldo e rosso.
Seduta sull’angolo del letto, con le gambe incrociate mi domando se ho fallito, o se sono stata davvero brava, come lui mi ha fatto credere, fino a pochi secondi fa. Mi distendo di fianco a lui, adagiando la mia testa sul suo petto, a contatto stretto con il suo cuore.

-“Ehy, lo sai che sei stata davvero l’unica, in grado di farmi provare piacere, più di una volta nell’arco delle ore che abbiamo appena trascorso?”

I miei occhi brillano all’udire, di quelle parole.
Per la prima volt in vita mia, sono davvero felice ed appagata.

-“Sei felice?”

Domando, sperando in una risposta sincera…

-“Mai stato meglio e soddisfatto prima d’ora. Tutto merito tuo!”

**                                                                                                                                  
Mmm…ma chi è di prima mattina che cerca di entrare in camera?’ Possibile sentire dei rumori appena sveglia?
Il mio cervello cerebralmente sta ancora dormendo.
Ora che ci penso, la cameriera di certo non può essere; abbiamo lasciato detto, e richiesto con precisione alla gentile receptionist dell’ hotel, ieri sera se le pulizie potevano essere rimandate dopo la nostra partenza.
Abbiamo persino messo il classico cartello ‘Don’t Disturb’ quindi i segnali erano abbastanza chiari.
Giro e rigiro nel letto, con gli occhi ancora chiusi, dimenticandomi che qualcuno sta tentando di entrare, nella nostra camera da letto.
Poi di scatto, si spalancano da soli, e trovo davanti a me Harry ehm…senza vestiti, completamente nudo.

Con la faccia di chi ha trascorso una delle notti più folli, della sua vita.
Alzo le coperte…e con una faccia meravigliata, scorgo che anche io sono nuda.
Priva di ogni indumento intimo.
Vorrei tanto sapere, come è potuto succedere!
Fatemi capire bene, Harry ed io ieri sera abbiamo fatto l’amore? Nah! Dai è piuttosto impossibile.
Cerco disperatamente di ricordare, ogni passo compiuto con lui, ogni parola detta a lui a me e viceversa.

Desiderando di ricordare assolutamente, ciò che è successo stanotte in questa stanza.
Nel mentre che penso, mi abbaglia un flash!  ‘Solo se vuoi, non voglio obbligarti a fare nulla, contro la tua volontà…
Oddio allora è successo davvero.
Perché adesso ne sono spaventata in parte, di ciò che di bello abbiamo fatto?
Massaggio le tempie, e un altro flash abbaglia la mia mente, ricordo che Harry mi ha confessato, che ha mentito sulla sua età.
Non ha diciotto anni, come mi ha fatto credere, ma bensì sedici.

Che danno gravoso, che ho fatto…sono andata a letto con un minorenne, o mamma!
Ora mi metteranno in carcere…per questo.
Oddio non voglio andarci a finire…‘Su su Sara stai calma…basta non dirlo a nessuno no!?!’ ma ora che ci penso, io non sono ancora del tutto maggiorenne; quindi forse me la scampo.
Yeppa.
Finalmente Hazza ha aperto gli occhi, mi guarda mostrandomi le sue meravigliose fossette.

Rendendole così soffici.

-“Harry dimmi che non è successo niente, di quello che i fatti invece dimostrano? Dimmi che non è vero che hai sedici anni, ma bensì diciotto!”

Styles inizia a ridere, mi fa quasi innervosire questo suo modo, di prendere le cose alla leggera.
Possibile che giochi con una cosa così importante?
Prende il mio viso tra le sue mani…

-“Beh amore è successo… Si tesoro abbiamo fatto l’amore. Ma sbaglio o noi due siamo fidanzati? Hai anche l’anello, che ti ho regalato non ricordi? E poi mi dispiace dirtelo, si ti ho mentito sull’età…è vero ho sedici anni…e non diciotto come ti ho fatto credere”

Crollo con la testa, e il resto del corpo sul cuscino con la massima pesantezza:

-“Mio padre mi ammazza…mi ammazza sul serio stavolta…non mi manderà mai più da sola in vacanza…”

Hazza, non può fare a meno di ridere, e di farmi notare che sono troppo, che sono esageratamente melodrammatica.

-“Eddai non abbiamo fatto nulla di stupido… Eravamo ubriachi ed è finito così, era da un po’ che ci desideravamo…ed è successo. Dai amore abbiamo mica, ci siamo scordati di usare delle precauzioni… Non fare la tragica!”

Momento di silenzio, momento di leggero imbarazzo, e di totale confusione!
Perché Harry mi guarda con due occhi così spalancati?
Come se è titubate di un azione, compiuta o non compiuta.
Oddio mi devo preoccupare ? Ingollo un groppo posizionato, sul fondo della gola e mi pronuncio:

-“Harry…Harry…cosa c’è? No ti prego non spaventarmi così…”

Scoppia in una risata scema, lo odio quando fa così. Cristo!

-“Ma dai scherzo…si che li abbiamo usati. Li tenevo sempre in tasca, da quando siamo partiti dalla Sardegna…”

Brutto pervertito, maniaco, depravato che non è altro.

-“Ah! Bravo…”  

E una lotta con i cuscini parte, tra me e lui…le piume volano e finiscono sulle nostre testa.
Quando poi una voce acuta, ci distrae…

-“Sara, Harry…ma cosa fate ancora nel letto? ”

Aurora è entrata in stanza.
Ecco chi è che cercava di forzare la serratura.
Arriva verso la sponda del letto con un aria seria.
Sembra che la mia best e Zayn, non si siano accorti di altro, meno male.
Aurora incrocia le braccia:

-“Siete ehm…nudi? No! Non ditemi che avete fatto l’amore!?! Sara…ma cosa mi combini…”

Io, nascondo un sorriso tra una mano…

-“Amore mio…eravamo ubriachi ieri sera…si sa che da cosa nasce cosa no!?!”

Ci prende i vestiti lanciati per terra, ieri sera.
Stanotte per esattezza.
E ce li scaraventa sul letto, poi passando da calma e rilassata urla...

-“Fra un ora e mezzo abbiamo l’aereo. E adesso per vostra informazione, dovremmo essere già la a fare il check in…Per favore vi volete muovere? Alzate quel sederino dal letto, e vestitevi! Questo è un ordine!”

Oh mamma! Harry per prendere in giro Aurora, le fa il gesto del ‘Si! Signor Capitano!
Portando la mano lateralmente alla fronte.
Ma la mia amica, per caso è diventata una soldatessa?...

-“Muovetevii o vi lasciamo in Spagna… E dopo dimmi, come glielo spiego a tuo padre…”

No mi correggo!
É diventata mio padre due, in versione femminile.
Ma che strazio, che noia, uffa di solito sono io così, diciamo la più responsabile, la più matura.
Mentre Aurora, è quella che combina sciocchezze, stupidaggini, è lei che agisce senza pensare, non io.
Cosa mi è successo? Sto forse perdendo il cervello per  colpa/grazie a Harry? Mi sono davvero innamorata di lui? Mah, con un leggero calcetto, butto giù il mio fidanzato poltrone dal letto…

Prima di vestirci una bella corsa stile “acchiappino” ci vuole, per renderci attivi, essendo ancora parecchio assonnato.
E dopo aver fatto tutte le cose, dopo aver pagato il conto alla receptionist bionda tinta, dopo aver consegnato la chiave, e aver chiamato un taxi, partiamo in direzione dell’aeroporto per tornare in Sardegna. 
Ma prima di imbarcarmi sull’aereo, e salutare questo posto bellissimo, dove ho vissuto pace e amore con la persona che amo, ci sono due notizie che mi rendono piacevole, il rientro in Sardegna.
La prima è che mia mamma, ha inviato la mia domanda di assunzione, in una famosa casa di moda di Londra, dove voglio lavorare come aiuto-stilista; creando bellissimi vestiti per i migliori stilisti del mondo.

Sperando che mi assumano al più presto! Sarebbe uno dei tanti sogni, che colleziono da sempre nel cassetto.
Uno dei tanti che si potrebbe avverare.
E la seconda bella notizia, è che Harry ha saputo che i suoi genitori sono venuti insieme, ad aspettarlo all’aeroporto; e si fermeranno qualche giorno prima del loro rientro definitivo a Londra.
Ma la seconda notizia, è la più bella che mi potesse dire.
Mi vuole presentare ai suoi, come ufficialmente la sua ragazza.

Ecco dopo queste belle notizie, sono la ragazza più felice del mondo.
Allora lasciando un bel sorriso a Ibiza, come ricordo, varco la porta ed entro sull’aero, in cerca di un posto con cui sedere vicina ad Harry.
Piena di speranze e gioie, per il mio futuro insieme a Harry Styles.
E per il mio futuro lavorativo. Si lo so, sono un po’ una  ragazza che sogna ad occhi aperti.

 











Spazio Autrice:
Eccomi ragazze! Si lo sono sono in un ritardo assurdo. Ma il vicino dall'ultima volta non ha più acceso la connessione. Anyway, cosa ne dite del capitolo? Vi piace? Io lo trovo decisamente dolce, romantico, divertente e pieno di sensualità assoluta. Dai please. RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE. 
 
With love, Sara.
 

Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



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Capitolo 9
*** Chapter Nine: ***


                                                                          A volte le cose non vanno sempre come vogliamo...ma basta adattarsi!
                                                 

                                                                                                                                                             (Banner di Sara_Scrive)

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

Con l’atterraggio dell’aereo, posso affermare con certezza che le mie vacanze, sono definitivamente finite.
La cosa mi deprime molto, perché questo sta a significare che non vedrò più Harry; lo sapevo che la lontananza prima o poi ci avrebbe separati.
Lui a Londra, io in Italia. Credo che il pessimismo si stia per divulgare nel mio cervello.
Non funzionerà, mai…oggi non sarà un arrivederci, ma un vero e proprio addio.
Ma poi penso che forse, potrei andare io a Londra, oppure lui potrebbe scendere in Toscana.
Ci vedremo così per il momento. Poi chissà se son rose fioriranno.
Riflettendo accuratamente, non ci attenderebbero nemmeno tante ore di viaggio: ma bensì solamente due ore.

E cosa sono due ora di distanza, l’uno dall’altra quando c’è l’amore? Un bel niente.
So per certo, quanto persiste la durata del volo, avendo degli zii in Inghilterra, dove mi rifugio appena posso, calcolando più o meno l’ora in cui atterra l’aereo.
Vorrà dire che Hazza ed io, ci sentiremo molto spesso per telefono, e ci vedremo nei fine settimana.
Non è così poi complicato avere una storia a distanza, basta saperla gestire…mantenere il contatto e soprattutto crederci, fino in fondo.
Noi ce la faremo, ne sono certa, voglio crederci per una volta.
Si lo so, mi contraddico da sola…questo è il mio carattere, sono fatta così prima pessimista; e poi di colpo ottimista.
L’unica cosa di cui avrò un serio timore, nell’arco di tempo in cui non vedrò Harold, sarà la mia gelosia ingestibile.

La mia gelosia marcia. Avendolo lontano dal mio corpo, dalla mia bocca, dal mio cuore.
Sarà difficilmente dura da dirigere, ma chi dice che io non ce la possa fare!?! Cambiamo argomento e torniamo con la mente, sulla terra ferma.
Ci stiamo dirigendo tutti e quattro dentro l’aeroporto, Zayn e Aurora sono davanti a Styles e me.
Camminano con le stesso passo svelto, combaciando l’alternarsi dei piedi, destro sinistro, sinistro desto.
Harold Edward Styles, con un braccio destro mi avvicina a se, facendo unire i suoi ricci morbidi e profumati alla mela, con i miei lunghi sostanziosi e voluminosi boccoli.

-“È stata la più bella estate della mia vita, non ti dimenticherò mai…”

-“Chissà a quante lo hai detto caro Styles, non devi farlo! Non devi dimenticarmi perché io, non mi dimenticherò mai di te…non ci riuscirei credo!”

Le sue incredibili fossette arrossate, compaiono sulle sue gote, rendendolo un angelico riccio dai capelli castani cioccolata e dagli occhi, color muschio.

-“Never. It’s a Promise!”

-“Mai. È una Promessa!” 

Con gli occhi lucidi, colloca le sue labbra sopra la mia fronte.
Dischiudendole, forma un delicato e soffice bacio.
Serra gli occhi, si lascia scappare un…

-“I love you, curly.”

-“I love you too Styles.” 

Oltrepassiamo l’entrata della hall dell’aeroporto, vedo arrivare di corsa i miei fratelli.
Mi vengono in contro con un sorriso stampato sul volto, stanno urlando come pazzi, lasciando da una parte il povero Hazza.
Una stretta fortissima arriva da dietro la mia schiena, le braccia dei miei piccoli tesorini vanno a stingere, in una morsa pieno d’affetto le mie.
Harry si sente messo da parte, lo vedo…ha una faccetta triste…così lo prendo per mano, avvicinandolo a me.
Lo bacio amorevolmente…rassicurandolo.
Tutto questo, sotto l’occhio vigile di mio padre, che sembra essersi irritato da quell’innocuo gesto.
Torno concentrata alle parole di Alessandro.

Dalla sua bocca, proviene una notizia importante.
Il suo viso è raggiante, disteso, rilassato e felice.
Chiede a mia sorella Veronica di dargli un foglio, certamente la piccoletta sa a quale documento, si riferisce nostro fratello.
Prende il pezzo di carta, e me lo scaglia in linea retta in faccia:

-“Alessandro Busnaghi junior…se allontani quel foglio dal mio viso, di qualche centimetro. Magari riesco anche a leggere; visto che così non posso proprio…non trovi?”

Lo toglie, lo piega adagiamente, riponendolo dentro la borsetta di Veronica:

-“È lo stesso lascia perdere, sono troppo emozionato e contento. Ti spiego meglio…”

Si sofferma un attimo, creando la giusta e noiosa, suspance.

-“Sara mi hanno preso a ‘Io Canto’…”

Lo guardo con una faccia, abbastanza incerta. Ho capito bene? Non è che ho frainteso alcune parole?
Mia sorella mi guarda, anzi ora tutti gli occhi sono puntati su di me.

-“E che sarebbe questo ‘Io Canto’ ”

Alessandro sembra divertito, alla domanda alquanto idiota che ho fatto.
Lo ammetto, ho appena formulato una frase scema. È si quando sbaglio, lo confesso.

-“Sorella mia, lo dice la parola stessa, ‘Io Canto’. È quel programma televisivo, che conduce Gerry Scotti su canale cinque. Un programma, dove scoprono giovani talenti, nel mondo della musica… È come un X-Factor Americano, o Inglese; tipo…insomma il nostro è Italiano. ”

-“No sai pensavo fosse turco, o greco, o filippino. Comunque è come quello della Clerici via…”

Annuisce, mantenendo quella felicità che sprizza, da tutti i pori della pelle.
Sono convinta di non aver captato bene, tutti i concetti del “Mi hanno preso”.
Credo di non aver afferrato bene, tutti i punti. Quindi questo vuol dire, che ci andrà per davvero?

-“E tu, beh che fai ci andrai?”

-“Ovvio che si…che domande!” 

Con un gran bel sorriso, mi da la conferma.
Cioè ora comincio ad incavolarmi, sul serio.
Ma perché tutte le ingiustizie devono succedere a me??.

-“E papà cosa ha detto riguardo ad andarci? Ti ci manda insomma…?”

Alessandro replica:

-“Si certo…è stato, il primo ad incoraggiarmi!”

Sono veramente senza parole.
Io che sono la più grande, la figlia maggiore…colei che può fare tutto prima rispetto ai fratelli minori, a me mio padre non mi lascia, andare e fare nulla.
Per fare questa vacanza da sola, con la mia migliore amica c’è voluta tutta la forza, l’incoraggiamento e l’aiuto di mia madre; quella santa donna.
Penso che gli dovrebbero fare, una statua prima o poi.
Già solo per aver sopportato, così tanto mio padre come marito.
Adesso lui cosa fa? Decide di mandare mio fratello quattordicenne, a Roma da solo, per fargli inseguire il suo sogno.
E per di più gli permette di smettere la scuola.
No, no ma qui stiamo scherzando non è così? Non può farmi questo a me…Io che non volevo continuare la scuola, volevo andare a lavorare mi ha costretto a fare la maturità; quasi con la forza di un militare.

Ci sono state punizioni, uscite vietate o sorvegliate con il mio ex, e con Aurora.
Oh! Ma che sistema è qui? Ora mi sono stufata, di queste ‘preferenze’ vado a dirgliene quattro, al signor Emanuele Busnaghi dei Gemelli Diversi:

-“Papà si può sapere perché ai miei fratelli, gliele dai tutte vinte, permetti loro di fare tutto, mentre a me non permetti nulla?  Io devo sempre sudare, per ottenere quello che voglio…mentre loro ciò che vogliono ottengono!”

Mio padre, alza un sopracciglio, mostrando una faccia strana. E poi con la sua finta calma…mi risponde:

-“Ben arrivata…! La vacanza mi sa, che non ha dato buoni risultati alla fine, non è vero? Mamma mia sei già acida. Si comincia bene…sei arrivata da appena cinque, minuti e sei già così snervante? Delafia…siamo messi bene!”

-“La vacanza ha dato ottimi risultati, fino a cinque minuti fa io ero al settimo cielo…ma sei tu che rovini la mia felicità!”

Con le mani incrociate, sto ancora aspettando una sua risposta, e lui semplicemente:

-“Semplice tu sei abbastanza grande, è vero. Mi sembri sempre un po’ immatura a volte, come adesso vedi…devi ancora crescere…Alessandro è diverso, è già più grande della sua età. Poi un maschio è normale che sappia cavarsela…”

Io, su tutte le furie ribatto:

-“Che maschilista che sei papà. Mamma ma lo senti…voglio le distanze da lui…”

Urlo guardando mia madre, che se la ride piegata in due.
Meno male che stavolta, non  c’è molta gente e quindi le figurette, ce le siamo risparmiate.
Poi come se non bastasse, allontanandomi un po’ da papà, arriva dritto nel mio sedere, un calcio.
Mi giro e lui è li che, fischietta spensierato…bello tranquillo; guadando il soffitto della hall dell’aeroporto della serie “Io non sono stato…”.
Certo come no! Torno da mio fratello Alessandro, cercando di mostrargli tutto il mio appoggio e sostegno, per essere stato scelto a quel talent.
Prima ammetto di essermi comportata, da bambina…ma avevo le mie ragioni.
Salto al collo del quattordicenne castano, dagli occhi celesti, e me lo strapazzo di coccole.
Sono molto felice che il suo sogno, possa avverarsi il prima possibile.

Harry, afferra il mio polso. Portando poi il resto del corpo accanto alla sua spalla.

-“Vieni ti devo far conoscere delle persone!”

Tre figure, alte si mostrano davanti ai miei occhi.
La prima a salutarmi, è una donna abbastanza giovane mora, con un bel viso e degli occhi verdissimi.
Ora capisco da chi li ha presi, Hazza.
A sua volta, una ragazza magra con i capelli castani, con occhi castani mi saluta con una stretta di mano.
Un uomo alto ben tenuto, con occhi castani, e i suoi capelli biondo cenere tendenti al castano chiaro, mi saluta allegramente abbracciandomi.

-“Riccia, ti presento la mia famiglia. Mia madre Anne, mia sorella Gemma. E infine mio padre Des.”

Saluto tutti, ricambio la stretta di mano ad ognuno presentandomi.

-“Quando vuoi venire a Londra Sara, sarai la benvenuta!”

Le parole di Anne, suonano melodiose dentro la mia testa.

-“Adesso potrò avere la sorella, che non ho mai avuto. Dobbiamo scambiarci i numeri di telefono.”

-“E così tu avresti fatto perdere la testa a mio figlio, eh ricciolina? Non mentiva quando diceva che eri bella…lo sei davvero!”

Ok, adesso posso comunicare al mondo, che io adoro follemente la famiglia, Styles!

**
Io non riesco a capire perché i giorni, i momenti più belli della tua vita, passano velocemente come una folata di vento.
Trascorrono in maniera troppo rapida per i miei gusti.
Mentre i momenti brutti, ci mettono mezzo secolo, impiegano il loro tempo, a sparire dalla circolazione con molta, molta lentezza.

[…]

Oggi, è già Ottobre. La giornata è una di quelle grigie, piuttosto fredda, e la pioggia e la neve si alternano.
La neve è un po’ precoce, di questi tempi…ma rende magica, l’atmosfera.
Rende ancor di più l’idea,  dell’aria invernale. É un po’ di tempo, che non ricevo più notizie di Harry.
E la cosa mi rattrista molto, ho come l’impressione che di me, si sia dimenticato davvero.
Non sono mai potuta andare a Londra, e ne lui è mai venuto in Toscana; tutte le promesse che ci eravamo fatte, sono diventate solo un mucchio di menzogne.
Una serie di nuvole di fumo, alla quale non si riesce ad acciuffare. 
Di solito dopo il vero rientro a casa di entrambi, ci vedevamo tutti i giorni (fino a qualche giorno fa) su Skype con la Webcam.
Non è che sia passato, molto tempo…saranno appena alcune settimane.

All’inizio ridevamo come matti, pure davanti a un computer.
Sembrava che la distanza non ci fosse, che avessimo vinto noi contro di lei; invece adesso sembra l’incontrario.
Siamo dei perdenti. Mi ha confessato tramite un messaggio, dieci giorni fa che porta ancora la collana, al collo.
E alcune volte la mostrava, in via webcam e controllava se anch’io ce l’avevo sempre.
Ha visto che porto ancora l’anello, e ne era veramente felice.
Gemma ed io come aveva già previsto quest’ultima, siamo diventate molto amiche.
Ieri sera l’ho chiamata, per sentirla e per avere notizie di Harry.

Ma stranamente mi ha detto che lei, non sa niente del fratello.
Ora che non sappia dov’è, o cosa faccia suo fratello mi sembra alquanto strano.
Cosa che non succede in casa mia; io dei miei fratelli so tutto; so sempre dove sono, con chi sono eccetera…sono molto protettiva nei loro confronti.
Quindi mi sembra strano, ed assurdo che Gemma non sappia niente.
Mi sta per caso nascondendo qualcosa? Perché non vuole dirmi dov’è il mio ricciolino?
Tre o quattro giorni fa, mi aveva detto che Harry è molto impegnato, con quei ragazzi della band, tra cui fa parte anche Zayn.

Mi ha anche detto il nome della band, aspetta fammi ricordare.
Momento di pausa riflessiva. Ah! Si ecco si chiamano One Direction.
E che ora stanno cercando, di sfondare come band internazionale.
E siccome sono proprio agli esordi iniziali, devono dedicarsi tanto ad ogni cosa. Interviste, foto shoot, promozioni, video musicali eccetera.
Quindi non possono permettersi distrazioni, rischierebbero di mandare tutto all’aria; tutti gli sforzi fatti sin ora.
E ha sottolineato che nel concetto di “Distrazioni”, io non devo rientrare.

Io me ne devo stare fuori…mi ha fatto capire, che non può più perdere tempo, con una come me.
È stata limpida e chiara. Non è giusto che noia potevo dare io? La mia mente, comincia ad essere, anche un po’maligna.

Si sta ponendo alcune domande. Sarà vero tutto quello, che Gemma mi ha detto? O sono solo bugie, per coprire qualcosa?
Magari copre il fratello, che ha un'altra ragazza adesso. Per esempio.
No Harry non può avere un’altra ragazza, io sono la sola ragazza che deve avere.
Sono la sua ragazza cavolo, e nessuno può prendere il mio posto.

Sono io la sua dolce metà, che lo completa, come lui completa me.
Lo ha detto, Chio Chan che io e lui ci apparteniamo…che siamo destinati ad essere legato, l’uno all’altra per sempre.
Se potessi andrei volentieri a Holmes-Chapel, a vedere cosa combina il mio riccio.
Il mio Harry Edward Styles. Ma purtroppo non posso andare, per non so quale assurda ragione.

Adesso, sto mangiando un bel panino come merenda.
Perché ho veramente fame. Anzi per dire la verità, ora che ci penso, è già qualche mese, che il mio appetito si è sviluppato.
Sto mangiando di più senza accorgermene. Forse avrò preso qualche strana malattia in Cina?
Il clima li è caldo e tropicale, ci sono gli insetti che trasmettono a tutta birra la malaria.
Oddio e se fosse così? Se avessi la malaria per davvero?
Tempo fa prima di partire, mi documentai sulle tipologie di malattie che si possono contagiare, in quelle zone.
E la malaria è una tra le cause di morte in tutto il mondo. Questo significa che, se ce l’ho adesso mi dovrei far curare subito all’istante.
E che magari non mi rimarrebbe, più tanto tempo da vivere….

Cristo santo, sono troppo giovane per morire.
Lascio perdere il panino, e corro subito a chiedere aiuto, possibilmente a mia madre.
La cerco per la casa, ma non la trovo. Chissà dove sarà andata. 
Mentre sono seduta sull’ultimo scalino delle scale, spunta mio padre dalla sala registrazione.
Mi si avvicina, sedendosi accanto a me:

-“Che c’è Sara…? Cosa è successo? Sembri disperata, sconvolta…posso aiutarti?”

Avendo le lacrime agli occhi, io bisbiglio:

-“Papà....dov’è la mamma?”

Papà, stendendo una sua mano sulla schiena, cerca di essere più disponibile possibile:

-“È uscita con tua sorella a fare shopping…perché di che cosa hai bisogno? Dimmi ci sono qua io…pronto ad aiutarti…” 

Scoppio in lacrime.
Tiro su con il naso, cercando di esporre al meglio il mio discorso:

-“Papà è importante…non ti arrabbiare però…okay!?!”

Mi guarda, con una faccia serissima, molto preoccupato.
Non l’ho mai visto così. Chissà quale sarà la sua reazione…

 


                                                                                                                                                     


Spazio Autrice:
Eccomi salve, scusate per l'attesa. Ma finché il vicino non attacca il wifi, non mi posso connettere T.T
Comunque cosa ne dite di questo capitolo!?! Vi piace, a me moltissimo. Mi sono rattristata nella parte in cui Sara ed Harry si salutano. xD Secondo voi Sara avrà davvero la Malaria? E se sarà così come la prenderà la famiglia!?! Vi aspetto al prossimo capitolo, intanto RECENSITE. Please. 
Un bacio.
Sara.


Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1

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Capitolo 10
*** Sometimes things do not always, go as we want...but enough to to adapt! ***


                                                                     
                                                                                                                                                                        (Banner di Sara_Scrive)



**
Mio padre continuando a far scorrere, la sua mano sulla lunghezza dei mie ricci, sospira e si lascia scappare con voce flebile…

-“Okay…ci proverò…”

Lo guardo, puntando i miei occhi contro i suoi castani, assicurandomi che mantenga la promessa…

-“Prometti e giura…”

Lo obbligo, deve per forza giurarmelo, per cercare di mantenere, il più possibile la calma interiore:

-“Quanto sei noiosa…lo giuro…lo prometto…che altro devo dire?”

Prendendo, un respiro abbastanza profondo, inclino la testa…cercando di deviare i suoi occhi, il suo viso tenebroso.
Punto lo sguardo sui miei braccialetti…

-“Papà credo di aver preso la malaria in Cina…”

Mi guarda e non dice nulla. Mi guarda con uno sguardo, normale, spento.
Anomalo per ciò che gli ho appena detto. I suoi occhi color nocciola, di colpo adesso sono diventati spalancati.
Delle palpebre non c’è più traccia. Poi passando dal ‘essere super preoccupato’ scoppia a ridere!
E io come una cretina, disperata rimango con il volto sconvolto, e incredula. Perché si è messo a ridere!?.
Io sono preoccupata, che poi se stiamo a guardare, la sua risata non ci sta per niente bene.
Fa il classico gesto di asciugarsi la fronte inondata di sudore e mi dice…

-“Oddio ma sei sicura? Non che non ti creda. Ma mi sembra strano. Come l’hai contagiata?. Scusa se prima sono scoppiato a ridere, ma il panico mi ha sovrastato! Poi sinceramente pensavo ad un'altra cosa, un'altra notizia scioccante… Ma ora non perdiamo tempo, corriamo in ospedale per fare subito delle analisi…”

Si alza dallo scalino dove vi era seduto fino ad ora, sbatto ripetitivamente le ciglia.
Offuscando la vista, a quale notizia scioccante si riferiva? A cosa ha pensato?
Un nodo in gola si forma, lo stomaco inizia a brontolare. Cosa mi sta succedendo?
Prendo coraggio e gli domando.

-“Signor, Emanuele Busnaghi a cosa si riferiva esattamente, prima con quella frase?”

Si gira e mi osserva. Passa una sua mano, tra i capelli biondi tinti.
Evidenti agli occhi di tutti.

-“Vedi che il ramo dell’avvocato ce l’hai nelle vene? Ti viene spontaneo parlare, formulare certi paroloni tecnici. Legali ecco si. Tu devi diventare come tuo nonno…un avvocato con due…”

-“Signor Busnaghi, mi vuole rispondere alla domanda, da me formulata poco fa?”

Pensa a cosa stava per dirmi prima, vedo i suoi occhi cercare la risposta essendo puntati e concentrati, su una cosa ben precisa, come le sue scarpe, per una manciata di minuti.

-“ Ahi, si ecco ricordo...”

Silenzio di tomba, peggio del verdetto finale che deve esporre, il giudice in tribunale.
Faccio cenno con le mie mani, di muoversi, non posso stare tutto il giorno per una frase che deve cacciare dalla sua bocca.

-“Nel mio cervello si è formulata l’ipotesi, che sei rimasta incita di quell’Inglese…”

-“Ehm papà…ma tu con questo vuoi dire che sai che io…ho…non…oddio che vergogna!”

-“Guarda lasciamo stare l’argomento, che fa strano a te, quanto a me…”

Il leggero imbarazzo che si è creato fra di noi, è così evidente che…per non so quale motivo, camminiamo distaccati l’uno dall’altra.
Evitiamo il contatto visivo, quello è molto più imbarazzante.
Camminando per il vialetto, che porta dietro al garage, dove si trova la macchina, scoppio in una risata fragorosa.
Ripenso alle parole di mio padre, non è possibile, non è possibile che accada, che sia accaduto questo.
Harry ed io, siamo stati attenti su questo punto, abbiamo usato tutte le precauzioni che c’erano da usare.
Sarà solo un malinteso, oppure un'altra malattia, non tanto grave, credo, spero.

Durante il tragitto a regnare è il silenzio. Papà ogni tanto accenna qualche piccolo fischietto intonando le canzoni che passano alla radio.
Jovanotti, Emma, Marco Mengoni. Poi di colpo alza il volume dello stereo, una loro canzone passa sulla stazione di Radio Italia.
Fotoricordo’. Tutto fiero, inizia a cantarla facendo un mini concerto, in macchina mentre guida.
E senza gli altri compari. Lo ammetto questa canzone mi è sempre piaciuta.
Così mi unisco a lui, e cantandola insieme mi sembra di rivivere tutti gli anni che abbiamo vissuto insieme come una vera famiglia, dove la felicità prevaleva nel mio cuore.
Lui sorride, fiero e orgogliosa che sua figlia, ami, ammiri teneramente la sua musica, quella che fa con il cuore.

 Entriamo nella hall dell’ospedale…andiamo all’accettazione, dove ci attende l’infermiera.
Iniziamo con il farle delle domande, cercando di informarci un po’.
Lei con tanta gentilezza e pazienza, ci spiega alcune cose fondamentali.
Forse una zanzara asiatica mi ha punta, io non me ne sono accorta ed ecco com’è che l’avrei contagiata.
Mi spiega che c’è anche una tassa molto alta, di mortalità che è causata, se la malattia non si è presa in tempo.
Il cuore inizia a pompare battiti sempre più forti, le vene sembrano esplodermi da un momento all’altro.
Mentre la mia testa inizia a pensare, ha come avverrà la mia morte, (se ci sarà).

Si domanda se sarà lenta e dolorosa o rapida e indolore. Delle serie, il pessimismo è entrato in me.
Poi dopo aver finito, vede i nostri volti, sconvolti e preoccupati.
Sto per piangere da un momento all’altro, le lacrime sono ai bordi dei miei occhi.
Sorridendomi, e accarezzandomi una guancia con tanto ottimismo mi da anche una bella notizia; mi confessa che la malaria è curabile, facendo delle terapie endovena.
Finalmente ci voleva tanto? Ora sono leggermente più ottimista.
Porge a mio padre, dei fogli da riempire dandogli una penna, e indicandogli un tavolino alla quale si può appoggiare, per compilare tutte le mie necessarie informazioni che deve dare all’ospedale.
Mentre rivolgendosi a me, mi dice di seguirla, che mi prelevano subito del sangue per avviare le tanto attese analisi. 
Mi fa entrare in una stanza, entra dicendomi di seguirla, chiama per nome una dottoressa, e le spiega la mia situazione credo.  

L’infermiera se ne va via, salutandomi…mentre quest’ultima mi fa accomodare sul lettino; dicendomi di spiegarle tutti i miei sintomi, di dirle cosa c’è che non va in me: così potrà dirmi con precisione, di cosa si tratta.
Inizio con il precisare le nausee mattutine, che di solito sono di una frequenza calcolata, e puntuali.
Continuo dicendo  del mal di stomaco che mi prende, subito dopo aver consumato il pasto, vado avanti sottolineando gli sbalzi d’umore che spesso mi travolgono.
Ormoni impazziti, voglie improvvise, mescolando il dolce con il salato, l’amaro con quintali di zucchero; alcuni giramenti di testa che spesso mi mettono in crisi.
Mi ascolta attentamente, poggiando il mento sopra la sua mano destra; si toglie gli occhiali da vista neri, e a fine dei miei sintomi, mi pone una
domanda…

-“Mmm…senti quand’è stato l’ultimo ciclo tesoro…?”  

La guardo impaurita, incredula. Non so nemmeno se risponderle o no.
E non so davvero quando è stato l’ultimo. Perché adesso mi ha domandato questa cosa?
Attende una mia risposta, inizio a pensare…dopo un po’le rispondo, che all’incirca penso verso la metà di luglio/agosto non ricordo bene, con precisione.
Ho vissuto parecchie emozioni, e anche un po’ di stress in questo periodo, che purtroppo ho perso il conto…il ritmo.
Mi osserva per alcuni minuti, mi sottolinea che queste cose vanno segnate, quando c’è di mezzo un ragazzo.
O tenute bene a mente; ma io che ci posso fare se il ciclo era l’ultimo, dei miei pensieri in questi mesi?
E se ho una mente priva di concentrazione? Mi fa notare, con un movimento circolare del suo indice, che è un po’lontana come data, evidenziando che siamo già alla metà di Ottobre.

Ora inizio a spaventarmi, cosa mi vuol far capire? Cosa vuole insinuare?
Non mi può far intendere, che il mio problema più grande, non è la malaria come sospetto io, ma qualcos’altro di meno grave, anzi una bella notizia per esattezza.
Ad un certo punto, inizia a fissare, un cartellone, bisbigliando qualcosa molto piano da non riuscire a sentirla.
Un cartellone davanti a se, che ritrae una donna incinta vista dall’interno dove spiega, la procreazione e la crescita del feto; lo punta ancora una volta e poi scende a guardare me…
É inquietante questa visita, di colpo senza nemmeno chiedere mi alza la maglietta, e osserva senza toccare la mia pancia…poi posa con assai tatto, le sue mani fredde sopra di esse.
Massaggiando prima a destra, poi a sinistra ed infine nel mezzo, puntando verso la zona del basso ventre.
Provocandomi un po’ di dolore.

 Ma aspetta un attimo, non può dirmi che sono incinta!
Io non posso esserlo, cazzo abbiamo usato il preservativo quella notte, me lo ricordo bene…quindi non è così, non può essere, e soprattutto non deve essere così.
Mettiamo che alla fine non lo abbiamo usato, io avrei avuto la sfortuna di rimanerci la prima volta?
Lo abbiamo fatto a modo una volta, quella sera e ci sono rimasta lo stesso?
Mi dispiace dirlo ma, questa è pura sfiga. L’ansia, prevale dentro il cuore…inizio a pensare e ripensare, prima che mi venga un collasso.
Harry ed io, abbiamo fatto tutto con precisione, come sarebbe potuto succedere?
Mi ricordo a mala pena che eravamo ubriachi, che abbiamo fatto i preliminari come si devono…eh!

Oddio, calmiamoci forse la dottoressa ha ragione; perché di solito, a regola…quando sei ubriaco non ti reggi nemmeno in piedi, e figuriamoci, se stai attento a metterlo…e addirittura nel modo corretto.
Quanto vorrei che in questo momento mi confermassero, che è malaria, e non un bambino…
Si sarà stupido, idiota il mio pensiero. Perché un bambino non è mai un danno, un errore e regala gioia e amore alla vite di quel genitore.
Ma sono super spaventata, la mia vita subirebbe un mutamento troppo grande…per non parlare poi di quella di Styles, che in fin dei conti sarebbe suo padre. Che cosa gli dico dopo mesi di totale assenza, che aspetto un figlio da lui?
E poi, lui accetterebbe di starmi accanto nella crescita del piccolo, rinunciando alla sua carriera appena instaurata?
E se si rifiutasse, lasciando a me tutte le responsabilità? Io come faccio? Perché purtroppo potrebbe succedere anche questo. 

Che cosa farei dunque? Alla fine dovrei crescerlo da sola, come ragazza-madre?
Bellissimo, davvero una bellissima prospettiva di vita straordinaria per il piccolo.
Verrebbe fuori una vita, da schifo per quel piccolo esserino innocente, un bambino ha bisogno di un padre e di una madre…di entrambi genitori….
Io nel mio piccolo, so cosa vuol dire crescere senza entrambi i genitori accanto, solo negli ultimi tempi si sono riavvicinati, ma ormai la mia infanzia infelice, era già stata fottuta dalla tristezza e dalla malinconia.
Quindi non voglio che mio figlio, provi questo calvario.

Non so se potrò garantirgli un padre presente nella sua piccola vita, nel caso suo padre a deciderebbe di abbandonarlo, perché sta diventando una Star Mondiale.
Ha fatto finalmente, in conclusione per ora mi ha solo sentito/massaggiato la pancia, e mi ha prelevato il sangue.
Non vedo l’ora di sapere l’esito delle risposte.
Con il braccio indolenzito, torno dall’infermiera dell’accettazione, dopo essermi persa per i corridoi almeno tre volte; mio padre si alza dalla poltroncina scomoda, e mi si avvicina.

 Mi domanda cosa mi hanno detto e cosa mi hanno fatto, gli rispondo che per ora mi hanno fatto solo alcune domande, riguardo a cosa ho mangiato e bevuto sul posto, ha cosa ho toccato ed altre cose.
Mento spudoratamente, non sono mai stata brava a dire le bugie, ma credo di aver imparato da adesso.
Continuo dicendogli che mi hanno fatto, un prelievo di sangue, e altri accertamenti.
Non voglio metterlo in ansia, su una cosa che potrebbe essere vera quanto falsa.
Devo esserne assolutamente certa per parlarne, e soprattutto non voglio che faccia, una delle sue solite scenate qui all’ospedale.
L’infermiera mora con gli occhi color cobalto chiaro, cattura la mia attenzione…

-“Sara tu sei maggiorenne?”

La guardo, tenendo sempre piegato il braccio dolente:

-“Non ancora…fra un mese diventerò maggiorenne, perché ?”

Lei facendo una smorfia con la bocca, mi dice…

-“No perché, se eri maggiorenne potevi venire a ritirare, tu stessa le analisi…”

 Ecco, io dico per una volta che potevo avere la fortuna, dalla mia parte essendo maggiorenne, la sfiga si presenta nuovamente e mi sfotte pure, perché come al solito mi vanno sempre storte le cose.
Ma una manina dal cielo che mi aiuta no eh!?!
Ho capito che è chiedere troppo…uffa! 
Poi alla fine per forza, che dopo ti dai della sfigata da sola (tristezza pura).
Mio padre replica prima di me…

-“Mi scusi signora, mah allora come dobbiamo fare…ce le spedite per posta, o dobbiamo venire noi genitori a ritirarle?”

La gentile infermiera, enunciando un piccolo sbadiglio risponde cortesemente:

-“Se preferite ve le mandiamo per posta…”

Oh! Dio, ti prego ascolta questa mia preghiera; fa che mio padre gli risponda che va bene la posta, così almeno in quel campo, posso avere la possibilità di acchiappare la lettera prima che la becchino, i miei genitori.
Guardo mio padre, implorandolo (con la faccia da cucciola) che accetti quella condizione, rispondendo che va bene.

-“Si va bene ce le mandi per posta, così non dobbiamo tornare. Ah e quando pensa che arriveranno?”

Oh! Grazie, allora esisti davvero tu lassù.
Mi hai ascoltata per una volta, grazie mille.
La donna ancora insiste nel parlare…ha voglia di intrattenerci, con i suoi discorsi.
Io invece non ho più voglia di stare qui dentro.

-“Oggi è lunedì…mi faccia pensare. Credo che venerdì saranno pronte…”

Papà sorride e la ringrazia, consegna i fogli da lui compilati, mi prende per mano e insieme andiamo verso l’uscita.
Il viso mi diventa viola dal nervoso, rosso e nero invece dalla paura.
Devo attendere quattro giorni? Quattro giorni, per sapere se sono incinta o no?
Che poi credo già di sapere la risposa, ma finché non sarà nero su bianco, faccio finta che non sia vero.
Io protesto, per tutti questi giorni di attesa.
Vedrai quando il mio infarto sarà passato, quando leggerò sul foglio che il risultato è ‘negativo’ tornerò in ospedale, andrò in dirigenza e protesterò che ci sia un servizio migliore, di questo scarso che abbiamo ora…

Ma roba da pazzi, papà nota il mio umore turbato, e triste…mi accarezza la guancia delicatamente sovrapponendo le sue labbra, sopra la mia fronte.
Mi guarda e mi dice affettuosamente…

-“Vedrai tesoro…qualsiasi cosa sarà, o malaria, o un'altra malattia…noi ci saremo per aiutarti…”

Sorrido, non convinta delle sue parole, ma le accetto volentieri in questo momento.
L’occhio mi cade sui suoi jeans, a vita bassissima direi…

-“Papà ma te li vuoi tirare su i calzoni? Non lo so vuoi far vedere, il sedere a tutte le infermiere? Dopo la mamma è gelosa…ops”

Si gira di scatto, al suono delle mie ultime parole…

-“Cosa hai detto della mamma? É gelosa? Allora prova ancora qualcosa per me…”

Sorride felice, credo di non averlo visto così da tanto tempo…

-“Ascolta io non sono, mica vecchio ho 38 anni per favore. E poi almeno le infermiere si rifanno, gli occhi ogni tanto…”

Scuoto la testa, è un caso perso.
Squilla il suo telefono, papà risponde, e capisco subito che è zio Strano.
Quell’uomo biondo tinto, gli sta spiegando le cose.
E a sentire dal telefono, sento dire da mio zio che ci raggiunge subito a casa...bene un’allegra serata ci aspetta.
Sapesse quante voglia ne ho io.
Saliamo in macchina, papà un po’felice perché ha saputo da sua figlia, che la sua ex-moglie è ancora innamorata di lui.
Mentre io invece comincio ad avere, qualche pensiero per la testa.
Non vedo l’ora di avere i risultati nelle mie mani.
Non vedo l’ora che questi quattro fottutissimi, giorni passino alla svelta.

 



Spazio Autrice:
Allora ragazze cosa ne dite? Si capisce già benissimo che è incinta no!?! Ma lei aspetta solo la conferma...come reagiranno tutti alla notizia? E Harry verrà avvisato? Ditemi sinceramente come avete trovato questo capitolo con una RECENSIONE. 
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno messo la storia tra le categorie. Se avessi in ogni capitolo una vostra recensione sarebbe bellissimo, però va bene mi accontento di quelle che ho. Non si può avere tutto dalla vita no? E poi meglio pochi e buoni che tanti e falsi (mi riferisco alle recensioni) :)
Un abbraccio, un bacio.
Sara.


Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1

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Capitolo 11
*** Chapter Eleven: ***


                                                                   
                                                                                                                                                                 (Banner di Sara_Scrive)


**
Venerdì. Un giorno indifferente per molti, mentre per me è così importante.
Finalmente il fatidico giorno tanto atteso è arrivato…e chissà cosa mi rivelerà.
Oggi in conclusione avrò l’esito delle risposte, e non so cosa mi riserverà il destino!.
Sono inequivocabilmente tesa da quando mi sono alzata.
Le vene del mio collo sono così evidenti a occhio nudo, pulsando dei battiti emessi dal cuore a una velocità spaventosa.
Le mani sono inondate dal sudore che le ghiandole sudoripare della pelle, non riescono a trattenere.
Sono troppo agitata e in ansia, che il loro lavoro diventa tutto inutile.
La fronte è accaldata, scotta come se avessi la febbre; ma non è così, lo so per certo…è solo una conseguenza dell’ansia e dello stress.

Lo stomaco è in continua lotta con se stesso, causandomi alcune fitte da farmi piegare in due dal dolore.
Dovrei calmarmi lo so…ma è più facile a dirsi che a farsi…io non ci riesco, sarei troppo brava, e io non lo sono assolutamente.
La sensazione di nausea è sempre più frequente, e molto forte.
Non faccio altro che correre in bagno per dare sfogo, alla mia preoccupazione…oppure sarà uno dei tanti sintomi della gravidanza, se nel caso è così?
Non so a cosa pensare, non sono un medico…quindi martello insistentemente la mia testa, con tante assurde domande.
Non riesco a non andare avanti e indietro per casa, da stamattina.
Alle sette in punto i miei occhi si sono spalancati, erano belli vispi e così vivi…da farmi preoccupare un po’.
Non è una cosa normale.
Pensare che ho perfino fatto colazione con mia sorella, che andava a scuola…cosa che ha notato pure lei essere anomala per una, che prima delle dieci e mezzo non vuole sentire la parola ‘sveglia’ o anche ‘alzarsi’, sta a significare che sono letteralmente angosciata.

Salotto, cucina, giardino e ancora salotto, cucina, giardino…sto aspettando con ansia che il postino, arrivi a consegnarmi quella maledetta lettera, con il logo del laboratorio dell’ospedale in cui sono stata.
Oggi proprio oggi, sembra che si diverta arrivando in ritardo, arrivando con una calma piatta…facendomi patire le pene dell’inferno.
Verso le dieci ho chiamato Aurora, tanto per ingannare il tempo…tanto per fare qualcosa nel mentre che aspetto quel rincoglionito, del postino.
Abbiamo parlato del più e del meno, mi ha raccontato con tanta eccitazione che ieri ha sentito Zayn per telefono, e che tramite Skype ha conosciuto Doniya, Waliyha e Safaa; le sorelle di Malik.
Mi raccontava prima tramite quell’apparecchio nero metallizzato, che sono così carine, così dolci…che subito si è affezionata a loro, con stupore.
Dopo un po’ le ho spiegato cosa mi è accaduto nel corso dei giorni passati…e nel mentre che continuavo a raccontare, di sua spontanea volontà, mi ha rivelato che anche lei, ha i mie stessi sintomi, precisi, identici.
Come me ha fatto le analisi, e adesso le sta aspettando in ansia.
Mi vien da pensare che questa si che è unione tra amiche.
 
L’orologio allacciato al mio polso, enuncia con un leggero suono che sono le undici e trenta spaccate.
Possibile che tardi così tanto? Non è mai arrivato a quest’ora.
Poi uno squillante ‘bip bip’ viene catturato dal mio super udito; esco dalla porta secondaria della cucina che da sul giardino, eccolo…sta imbucando la posta nella cassettina. ‘Non ci credo è arrivato! Alla buon ora signor Enea…ci voleva tanto per consegnare una busta così importante? A una povera ragazza la quale, quella risposta potrebbe per sempre cambiarle la vita?
Il cuore inizia a batte fortissimo è più agitato di qualche minuto fa.
Le guance hanno appreso quel lieve rossore, che piano piano si diffonde su tutto il viso.
Enea mi vede e pronuncio…
 
-“Dalle a me Enea, tanto ti ho visto arrivare…”
 
-“Eccola la Saretta che ogni giorno viene a salutarmi, e a recuperare la posta che le porto…allora per caso, ti ha scritto il fidanzatino…che non stai più nella pelle? Hai un visino così pulito, radioso…anche se hai alcune occhiaie tesoro mio. Stai forse male per lui? Non patire per uno che non ti merita, questo è il mio consiglio!”
 
-“Ehm no sto bene tranquillo, solo stanchezza accumulata e sonno arretrato…tutto qui! Riguardo a se mi ha scritto o no, non saprei cosa dirti finché non mi porgi le lettere…”
 
-“Mi fa piacere sentire che stai bene. Ah si! Giusto, giusto…eccole, tieni…buona giornata cara ragazza…a presto!”
 
-“Che lo sia anche per te Enea…certo alla prossima ciao!”
 
Che brava mentitrice che sono, di certo non posso raccontargli i fatti miei…anche se lo conosco da quando sono piccola, praticamente mi ha vista crescere anno dopo anno.
Questo però non sta a significare che può o deve sapere i miei problemi, d’altronde non è neanche un parente…quindi perdonami Enea, ma ho dovuto per forza mentirti.
Do le spalle al cancello, e camminando lentamente mi dirigo verso l’entrata che porta in cucina; tra tutte le buste di carta che ho tra le mani ci deve essere per forza, quella che io aspetto da ben quattro giorni.
Leggo una per una le lettere, alcune indirizzate a mio padre, altre a mia madre ed infine una a me.
Eccola. Adesso quella maledetta comunicazione è nelle mie mani.
Giro e rigiro la busta bianca tra le dita…il respiro è diventato affannoso, attaccherei a piangere come una bambina, da un momento all’altro.
Incerta, codarda di conoscere la verità, fifona…paura, tanta paura.

Sospiro, inspiro…respiro e in un meno di un minuto la apro.
 I miei occhi scorrono rapidi, sulle prime righe.
Inizio a leggere piano piano, in modo da percepire tutti i concetti, tutti i punti fondamentali. ‘
Siii’ tiro un urlo taciturno dentro di me. Non ho la malaria che bello…tiro un sospiro di sollievo, saltando più alto possibile.
Come una scema, inizio a correre per tutto il giardino dalla felicità.
Poi dopo essermi stancata per bene, finisco di leggere le ultime righe della lettera producendo un grande respiro, in maniera abbastanza tranquilla in stile ‘Evvai pensavo di essere incinta, dopo quello che mi aveva fatto capire la dottoressa’.
Mi fermo di colpo notando un asterisco, in un punto dove credo non ci debba essere; con su scritto qualcosa che secondo me non deve essere per niente positivo.
 
Oh! No…no porca miseria…no, no e ancora no.
Cristo Santo…non è possibile; non ci credo…ditemi che non è assolutissimamente vero vi prego…ho bisogno che qualcuno mi dica che è tutto uno scherzo, o una farsa.
Mi domando come è potuto succedere questo.
Le lacrime puntuali arrivano a inondare le mie iridi…continuano a scendere, fino al punto di attraversare prima gli zigomi, poi le guance finendo la corsa ovvero ‘morendo’ sotto il mento, sotto il collo, per poi riiniziare tutto da capo.
Sono scoppiata letteralmente a piangere, rileggo attentamente punto per punto, riga per riga…non mi sono sbagliata per niente.
C’è scritto nero su bianco, al cento per cento che io sono ‘INCINTA’ mi domando come sia possibile che io aspetti un bambino da Styles…siamo stati attenti quella notte, se non ricordo male.
Se la memoria non fa cilecca; credo che lo abbia messo, si c’è un vago ricordo che gironzola dentro la mia mente: dove io su ordine di Harold introduco il profilattico nel suo membro.
Quindi si devono essere sbagliati nel reparto analisi, nel laboratorio voglio dire.
Non è che hanno scambiato le provette contente il sangue, confondendo il mio con quello di un'altra paziente?
 
E ora cos’è che si fa in questi casi? Si va in ospedale, si fa un test di gravidanza?
Cosa diamine si fa…il panico inizia a sovrastarmi.
Sono sicura che se, entro in casa e dico ai miei genitori che aspetto un bambino a soli diciassette anni e mezzo, quelli mi ammazzano entrambi; e mi tirano fuori di casa…
Non so cosa fare…sono presa dalle mie preoccupazioni, che mia madre mi sta chiamando; cosa dico una volta varcata la soglia della porta?
Della gravidanza voglio dire… racconto la verità, oppure fingo…inganno i miei per ora, cercando di cavarmela da sola?
Sono forte e quindi sono in grado di reggere con le mie forze, ovvero questo colpo…
Oppure sono debole e incapace di farcela da sola, volendo l’aiuto di mia madre?

Lo devo scoprire… farò quello che mi sentirò di fare, appena oltrepassata la porta… ‘Fai un bel respiro Sara ed entra...
Mia madre si mostra allegra e di buon umore, apparte qualche battibecco scambiato con mio padre due secondi fa…già si sentivano anche fuori:
 
-“Amore per caso è arrivata della posta?”

Annuisco con la nuca, restando in silenzio.

-“C’è una lettera anche per te vedo…sono arrivate finalmente le analisi?”

Già anche mia madre è stata messa all’occorrente della presunta, finta malaria. ‘Giustamente’. Ecco ci siamo…e ora cosa mi invento!?!

-“Ehm…beh, niente…mamma, non dicono un bel niente queste analisi…apparte che non ho la malaria.”

-“Tutto apposto quindi?”

-“Si tutto apposto…”

Mamma corre ad abbracciarmi tirando un bel sospiro di sollievo, l’ho fatta preoccupare per nulla, per una cosa che non ho mai avuto dall’inizio, per una cosa totalmente diversa dalla malaria.
Mi abbraccia, riempiendomi di baci…esultando fortissimo.
Mio padre, è al mio fianco che attende di potermi abbracciare…mi accarezza una guancia, mi stringe tra le sue muscolose braccia.
Sorride e inizia a farmi quella che ha l’aria della morale…

-“Lo sai che sei una scema? Ci hai fatto prendere un colpo…tua madre ed io eravamo seriamente preoccupati. E pensavamo ad un'altra cosa…che beh fammi tirare un sospiro di gioia anche per quello…solo all’idea mi vengono i brividi sulla pelle…”

Si gira verso mia madre, guardandola un po’ serio…

-“E io che pensavo di diventare nonno a trentotto anni in verità. Non sai la rabbia che saliva sulla pelle, l’incoscienza che avrebbe avuto nostra figlia, se fosse stato vero…mi era già venuto un accenno d’infarto. Oggi giorno ci sono tanti contraccettivi per non rimanere incinte, e invece che fanno questi giovani? Non li usano ma te ne rendi conto…preferiscono crescere i figli, che vengono sempre scaricati ai nonni perché essendo troppo giovani hanno voglia (giustamente) di vivere la loro vita da adolescenti…che giovani irresponsabili che ci sono in questo mondo!”

Mamma, sembra ascoltarlo seriamente…

-“E io sarei diventata dunque nonna a quarant’anni? Sarebbe stato troppo presto per diventarci…e nostra figlia sarebbe stata giovane per diventare mamma…no lei deve vivere la sua vita da adolescente. Arriverà il momento dei figli…c’è tempo. Tempo al tempo diceva mia madre. Sarebbe stato un grande dolore per me, sapere che invece di avere la malaria aspettava un bambino. E poi quel ragazzo, Harry ora è partito per Londra e sta iniziando la sua carriera artistica, nel mondo della musica, sarebbe tutto complicato. Come minimo poi dovrei aiutarla crescere  il piccolo o la piccola, perché nostra figlia, non saprebbe da che parte cominciare, si troverebbe impacciata.”

Si sofferma qualche minuto per riprendere fiato…stanno parlando tra di loro, non tenendo conto che io sento tutto.
E non stanno dicendo delle cose carine, no per niente.
Come se non fossi nella stessa stanza in cui si trovano loro, roba da ignoranti ecco, l’ho detto.

-“Comunque Emanuele, possiamo stare tranquilli sull’argomento bambini con Sara; lei non ci da di queste preoccupazioni per adesso ringraziando il cielo…è Veronica che mi preoccupa invece, ha sempre un ragazzo diverso ogni mese…mah, giovani d’oggi, valli a capire!”

Oh, finalmente si sono accorti che sono li con loro.
Colpevole! Presente! Eccomi mi mostro ai vostri piedi, ammazzatemi, perché quello che blaterate da dieci minuti non è vero, io sto aspettando un figlio da Harry si…e non so cosa fare, sono disperata, spaventata e insicura.
Provo a dire la mia sull’argomento –gravidanza in età adolescenziale-

-“Ma se fosse successo che ‘vostra figlia’ mettiamo della mia età, scoprisse di aspettasse un bambino inaspettatamente, quasi come se fosse impossibile…e mettiamo caso che il suo ragazzo è così lontano…oppure se lui non volesse la paternità del piccolo voi cosa fareste? Aiutereste a crescere il bambino di ‘vostra figlia’?”

Mio padre, cambia espressione diventa cupo, serio…ascolta attentamente ogni mia parola…

-“Credo che la soluzione migliore sia l’aborto in quel caso…è terribilmente brutto, ma non potrebbe  funzionare la cosa…ne soffrirebbe il bambino. E poi per ‘nostra figlia’ a quell’età, noi genitori ci aspetteremmo qualche altra cosa bella, qualche altra occupazione anziché fare la mamma ventiquattro ore su ventiquattro…  ”

Punto il mio sguardo triste verso mia madre…spero lei non mi deluda come papà ha appena fatto in questo momento…

-“A malincuore dico anche io l’aborto. La ragazza dovrebbe farsi una vita, studiare per diventare qualcuno…io sono la prova che volevo fare tante cose, di
tutti i miei sogni, progetti non si è avverato nulla. Sono diventata mamma a vent’anni…e guardami sono sempre stata e sono tutt’ora una mamma e una casalinga, non ho fatto nient’altro nella mia vita. E volevo…volevo fare davvero altro, nella mia giovane vita. Ma tutto ciò non incolpo i miei figli, se non ho potuto realizzare quello che amavo fare…se non ci sono riuscita, perché dovevo pensare a loro; che sono la gioia più bella della mia vita…”

-“Ma così è uccidere un bambino innocente, che di colpe non ne ha nessuna. Se i genitori hanno fatto un errore, una cavolata, tutti e due insieme, o mettiamo caso anche uno solo, deve occuparsi di lui…non si può incolpare lui di tutto. Lui è solo il risultato dell’amore fatto e ottenuto in una notte. Non si può ucciderlo…odio le persone che lo fanno, sono delle bestie…degli assassini.”

Mia madre e mio padre, rimangono a fissarmi stupefatti, forse mi sono lasciata andare troppo.
Mi sono fatta scappare quelle parole senza rendermi conto di chi ho davanti.
Sono uscite così istintivamente dalla mia bocca che non me ne sono accorta.
Non avevo mai sentito mia madre parlare così della sua vita, dei suoi figli che in qualche maniera le hanno intralciato i suoi sogni…come adesso in questo momento.
L’idea che io abbia presto un neonato piangere per casa, non va a genio a nessuno dei due…




 





Spazio Autrice:
Ehilà gente, come andiamo? Scusate del ritardo nel postare questo capitolo. Ma siccome avevo già scritto tempo fa questo capitolo ho dovuto risistemarlo perché non mi convinceva molto com’era prima. Dunque dunque…qui abbiamo la netta sicurezza/certezza che Sara aspetta un piccolo Styles, i genitori non sembrano molto felici all’idea che la figlia li renda presto nonni. Nono lo ha detto esplicitamente ma lo ha fatto intendere. Vi piace questo capitolo? Siate sincere quando recensite…Convoco le lettrici silenziose a recensire anche voi. Apparite al mio cospetto; non ho mai mangiato nessuno e accetto i vostri consigli/complimenti. Ringrazio ancora una volta, coloro che seguono la Fiction e che l’hanno messa tra le categorie. Preferite/Seguite/Ricordate. Sarebbe bello anche qui se in ogni capitolo ci fosse una recensione di tutte e 17 ovvero, voi che leggete per davvero (credo). Vi adoro. Vi lascio una piccolissima anteprima del prossimo capitolo. Ah! Non dimentichiamoci che queste sono Fan Fiction inventate…dove è tutto diverso dalla realtà, pur quanto ci si possa avvicinare. Sono delle Fiction dove sogniamo insieme ai nostri idoli…quindi non calcate troppo la mano. Tenetelo sempre presente.
Avete visto ‘This is Us’??. È emozionante, divertente, fenomenale, straordinario, magnifico. Io e la mia amica abbiamo pianto e riso tutto il tempo…è stato veramente bellissimo. Sembrava di stare ad uno dei loro straordinari concerti.*-*. Ok ora mi dileguo xD

-“Sara dammi il foglio bianco. Voglio leggere con i miei occhi cosa dicono in verità le analisi… ”
-“Sei all’incirca alla fine del 3°mese…e mi dispiace dirtelo…ma non sei più in tempo per abortire…”

Vi lascio con queste due frasi, pensate da chi sono dette e come verranno collegate. E come mai quest’ultima persona dice così? Forse la nostra protagonista stava pensando seriamente all’opzione dell’aborto!?! Lo scoprirete presto.
Un bacio, un abbraccio.
Sara.


Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



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Capitolo 12
*** Chapter Twelve: ***


                                                                       
                                                                                                                                                              (Banner di Sara_Scrive)



**

Rimango immobile, ferma davanti a loro…con gli occhi sbarrati che continuano a fissarli.
Incredula di ciò che ho appena sentito, le mie emozioni vengono schiacciate da massi enormi.
Se prima avevo una sola, e dico una sola intenzione di parlare della gravidanza, con almeno uno di loro con questa prova…è meglio rinunciare, e tenere il ‘segreto’ per me, nascosto nel silenzio.
Per evitare qualsiasi cosa.
La speranza che mi comprendessero amorevolmente, la speranza di essere aiutata e non aggredita era riposta dentro di me, fino a poco fa.
E pensare che mi stavo autoconvincendo, di una cosa.
Che se nel caso decidessi di tenere il bambino, sarebbe andato oppure andrebbe tutto bene…e che le cose prima o poi si aggiusterebbero, ma evidentemente mi stavo solo sbagliando.
Mi stavo solo illudendo di avere due genitori comprensivi.

La mano destra che tiene saldamente il foglio con su scritte le risposte delle analisi, si rilassa andando di fianco alla mia coscia…lasciando penzolare nell’aria quel pezzo di carta.
Le ciglia sbattono rapidamente e continuamente cercando invano di trattenere le lacrime, che stanno cercando di venir fuori a forza.
Perché vogliono rovinare tutto proprio adesso!?!.
Sanno benissimo che se escono, mi metteranno nei guai.
Sotto lo sguardo severo, rigido e preoccupato dei miei genitori…io per la prima volta mi sento soffocare.
Mi sento sotto esame peggio neanche stessi facendo la maturità, con tutti gli occhi puntati addosso di professori e compagni di classe.
Diversa’ ‘Sporca’, ‘Svergognata’ ‘Peccatrice’ ‘Bugiarda’ è così che mi sento in questo momento.
E potrei andare ancora avanti. Mi vergogno a stare davanti al loro capezzale.
Sento mancarmi l’aria, le pareti della muscolatura della laringe, si congiungono l’una attaccandosi all’altra come se stessi per avere uno shock anafilattico in corso.

Il respiro sta diventando affannoso, il cuore sta emettendo battiti sempre più frequenti, uno dopo l’altro…duellando con l’ansia che sta salendo.
Assumendosi un carico troppo grande per lui.
La testa inizia a girarmi…improvvisamente tutto gira ad una velocità impressionante mentre io sono immobile; di conseguenza tutto si fa sfocato tutto sembra diventare lontano e così trasparente.
Il colorito della mia pelle sta sbiancando, da impressionarmi…sono così pallida viste le mie mani, che devo andare a distendermi un po’; altrimenti sverrò davanti ai miei.
E così scopriranno il mio ‘segreto’ e potrò dire addio alla tranquillità, alla pace.

-“Sara dammi il foglio che hai tra le mani. Voglio leggere con i miei occhi, cosa affermano in verità le analisi… ”

Ecco ci si mette anche lui, dopo tutta l’agitazione, l’ansia che sto passando adesso anche Emanuele Busnaghi a deciso di scassare.
In parte lo comprendo, non sono di certo una stupida…comprendo la loro preoccupazione, vogliono sapere il senso di quella frase/domanda geniale.
Ma ora che so le cose come stanno, cioè che non mi farebbero tenere il bambino una volta scoperta la mia gravidanza…sono arrivata alla conclusione che non posso dirlo.
Non posso e non posso, non voglio uccidere un bambino. Il mio bambino soprattutto.
So che mi ucciderebbero, mi butterebbero fuori di casa, una volta raccontato com’è capitato.
No Sara, non glielo puoi dare quel maledetto fogliaccio’.
Scoprirebbero tutto, e io non sono pronta emotivamente per sentirmi sgridare.
Perché certe situazioni si devono complicare ancora di più di quello che già sono!?!

In più se consideriamo anche che mio padre è bravissimo, nell’ostacolare le persone e i loro piani.
Siamo apposto no!?!.
Continua a fissarmi con il palmo della mano aperta, aspettando i risultati delle analisi, ma prendendo un iniziativa che è arrivata come un fulmine a ciel sereno, nel mio cervello prendo quel pezzo di carta…lo accartoccio, faccio un bel respiro e rispondo che tanto non c’è scritto nient’altro di importante.
Rispondo dicendo, che ci penserò io personalmente a disfarmene.
Ribatto che tanto quello che volevamo sapere, lo abbiamo saputo…non  ho la malaria, sto benissimo punto.
Svelta, correndo quasi…salgo le scale.
Appoggio la schiena al muro, e portando di conseguenza la testa all’indietro.
Socchiudo gli occhi per alcuni minuti, e inizio a pensare che forse sarebbe meglio, e corretto se andassi in ospedale ad accertarmi del fatto che sto aspettando un bambino.
Così prima di tutto saprò a quale settimana della gestazione sono, e forse potranno aiutarmi in qualche modo, a dirlo ai mie genitori, oppure a prendere una decisione qualunque riguardo al bambino.

Sono terribilmente disperata, non so esattamente cosa voglio fare di questo piccolo esserino, che chissà da quanto tempo ha cominciato a vivere nella mia pancia.
Non so se voglio crescerlo a soli diciassette anni e mezzo.
E poi questo avverrà con la mia famiglia?, oppure solamente con Harry?…o addirittura come succede a molte ragazze…mi ritroverei a crescerlo da sola?
Non so cosa fare, non so più in cosa credere.
Non so più cosa voglio, cosa ritengo giusto o sbagliato per me…per lui.
So solo che sono spaventata…all’idea che devo cambiare totalmente la mia vita a breve, abbandonare le discoteche, lo shopping sfrenato con Aurora; le notti in bianco per via delle sbronze…insomma non sono sicura di volere abbandonare la mia vita da adolescente.
Mi troverei a fare la mamma anziché la ragazzina spensierata.
Io…io non so se ce la farò; se ne sarò capace.

Non so se sarò in grado di badare a qualcun altro oltre a me stessa, poi si tratterebbe di un neonato…e beh hanno bisogno di tutte le attenzioni possibili. Pappine, biberon pannolini, visite dal pediatra…i primi dentini che spuntano, i primi passi…la prima parola.
Questo è il mio futuro…mi chiedo: io ci riuscirò!?! Sarò una brava mamma!?!
È questo quello che voglio!?! Io premetto che adoro i bambini, ma un conto è adorare quelli degli altri, un conto sono i propri.
E poi diciamo che avrei preferito avere qualche anno in più, prima di formare una famiglia…altri dieci anni e sarei stata apposto.
Io adesso voglio vivere, voglio spassarmela alla grande la mia vita da neppure diciottenne; voglio andare in giro per il mondo, voglio sentirmi libera e indipendente…voglio coronare tutti i miei sogni, voglio diventare una scrittrice, voglio fare l’avvocato come mio nonno, voglio lavorare in una casa di moda Londinese.
Insomma io devo realizzare tanti sogni racchiusi in un cassetto, la quale aspettano solo il via libera…e quindi adesso un bambino rovinerebbe tutto. Rovinerebbe tutto perché scombussolerebbe tutti i miei piani, i miei progetti.
Lo so che è una brutta cosa quello che ho appena detto, perché un bambino non è mai un errore, un ostacolo, un intralcio.

Ma è piuttosto la gioia, la luce che entra ad illuminare la tua vita; e mia madre ne è l’esempio che per noi, ha rinunciato ai suoi sogni.
Ma…ma se mettessi al mondo questo piccolo Styles, lui in qualche maniera soffrirebbe…sentendomi dire che per me è stato un ‘peso’ cosa che io ho provato e provo tutt’ora con mia madre essendo la primogenita.
Anche se a pensarci bene, non avrei mai il coraggio di dire a mio figlio che lui è stato un peso, un ostacolo alla mia carriera, ai miei sogni.
Quindi io con mio figlio, non voglio che accada questo. 
Entrata in camera, prendo alcuni vestiti a caso dall’armadio e mi vesto di corsa.
Prendo la borsa che sta dietro la porta, nascondo all’interno la lettera…
Scendo di corsa le scale, prendo le chiavi del motorino e dirigendomi verso la porta principale di casa, annuncio ai mei genitori con una tonalità alta di voce, che vado a fare un giro in passeggiata; precisamente verso Lido di Camaiore.

Si avvicinano con aria scettica domandano con chi vado, mentre io mostrando un aria calma e tranquilla, rispondo che non sarò da sola ma insieme a delle amiche di scuola.
Poi una voce si intromette nella nostra conversazione, meno male stavolta non è mio padre, ma bensì è mio zio THG (Alessandro) offrendosi volontario per un passaggio fino al luogo dove mi devo recare.
Rifiuto, ribadisco che con il motorino faccio prima, meno traffico, respiro un po’ d’aria fresca…ma non c’è verso, lui insiste di più.
Ma cos’è qui? Una congiura contro di me? Perché i maschi della famiglia Busnaghi, sono così intromissivi nelle cose degli altri?
Papà praticamente mi spinge tra le braccia di suo fratello, aggiungendo che si sente più sicuro se sono accompagnata da qualcuno.
Ok, va bene quaggiù prima o poi ci scappa il morto, che sarei io.
Nel senso che prima o poi qualcuno saprà della gravidanza.

[…]

Nel tragitto:

Zio mi guarda con un aria spensierata, e di conseguenza lo è anche la sua domanda…

-“Allora come sta la mia nipotina…?”

In casa mia, mi trattano ancora come se io avessi otto/nove anni, ma dico è possibile!?!
Ah questa si che è una bella domanda…alla quale io non so cosa rispondergli.
Le gambe iniziano a tremare, la pelle inizia a tralasciare quelle goccioline di sudore, che vanno a evidenziarsi centralmente sulla fronte.
Ma se tipo io gli racconto del mio segreto lui sarà in grado di mantenere il segreto, o lo andrà a spifferare subito a mio padre!?!
Ho bisogno di parlare con qualcuno, non ce la faccio più a tenermi tutto dentro.

-“Beh ecco…potrebbe andare meglio…”

Continua a guidare, guardando la strada davanti a lui…dopo appena un minuto incurva i sopraccigli, e mi dice…

-“Perché, cosa c’è che non va? Qualche ragazzo ti infastidisce per caso?”

Giocherellando con i braccialetti che mi ha regalato zia Monica, sua moglie balbettando un po’ replico…

-“No, no non c’è nessun ragazzo che mi infastidisce, o mi interessa al momento se non Harry. Comunque zio beh è…tutto complicato…”

Prendendo una curva sulla destra, posa per pochi minuti il suo sguardo sul mio volto…

-“Farò uno sforzo per capire…magari posso esserti d’aiuto!”

Oh ragazzi ma non molla…io vorrei sapere che cos’è questa storia.
Mio padre lo ha forse pagato per farmi parlare!?!
A questo punto anche zio THG è come mio padre, ma no ora che ci ripenso per fortuna almeno zio Luca è diverso; se ne sta per i fatti suoi, domanda poco e niente…e proprio per questo abbiamo un bellissimo feeling.
Più che altro lui si occupa del mio stile musicale, mi propone sempre cose nuove, e carine, oramai sa che tipo di musica mi piace.
Mentre zio Strano, è un po’ come mio padre diciamo solo che urla meno, e a volte e sottolineo a volte prende le mie difese contro mio padre; e mi sento apprezzata…
Ma Sara torna con i piedi per terra per piacere’ nel mentre di tutte queste riflessioni, stiamo imboccando la strada per la passeggiata del Lido, quando prendendo un bel respiro butto fuori questo…

-“Zio non devo andare in passeggiata…”

Incrocia il suo sguardo curioso, contro il mio…

-“E dove allora dove ti devo scendere?”

Arrivo a contare fino a tre, respiro…un altro e via…

-“In ospedale…”

Si gira di scatto, mi guarda con uno sguardo spaventato e dopo poco, mi domanda perché.
Un po’imbarazzata e arrossendo in viso gli dico schiettamente della mia gravidanza, senza starci a girare tanto intorno.
Di colpo inchioda la macchina, andando a finire su un marciapiede.

-“Sara…ma cosa? Sei impazzita? Ti prego dimmi che è uno scherzo?
Dimmi che non è vero, sei troppo giovane…e poi di chi è il bambino che aspetti?
Mio fratello lo sa? Sa che sei incinta?
No perché se non lo sa nessuno, e io per puro caso sono il primo che lo sa…sono convinto che mi trovo in guai seri…”

Una lacrima, due…tre.
Le guance arrossate e calde, sono completamente inondate da quelle lacrime salate…

-“Il bambino è di Harry, quel ragazzo che ho conosciuto in vacanza in Sardegna.
No zio non è uno scherzo, è ciò che c’è scritto sul foglio…e credo che non menta.
Infatti sto andando in ospedale per accertarmi meglio se è vero che risulta una gravidanza dentro il mio corpo…
No, non lo sa nessuno. E si sei il primo a cui lo dico…e non credo che tu sia in guai più seri di me! Ti prego però di mantenere il segreto…”

È rimasto letteralmente scioccato, spero solo che non chiami mio padre per dirglielo, ma bensì che mantenga il segreto come gli ho gentilmente chiesto di fare.
Dunque siamo dentro l’ospedale e mi sto dirigendo verso l’accettazione.
Finalmente arrivata, trovo la stessa infermiera dell’altra volta; mi sorride…credo si ricordi di me…che fortuna!
Innanzi tutto la saluto, e posando una sua mano sulla mia spalla mi dice con un gran sorriso stampato sulle gote…

-“Hai visto che non è malaria…ma un bel bambino invece?”

Porge il suo sguardo sulla figura alta e distinta, di mio zio e si rivolge così a lui…

-“È lei il futuro papà?”

Zio Ale scoppia a ridere, mentre io le rispondo che lui è mio zio, non di certo il mio fidanzato.
Capendo che ha fatto una figuraccia si massaggia ripetitivamente i capelli.
Ricercando la sua attenzione le domando...

-“Mi scusi, non che io voglio mettere in dubbio la sua professione…o quella dei medici.
Ma è proprio sicura che i miei risultati dichiarano che io sono incinta?”

Annuisce di si con la testa, accompagnato sempre dal solito sorriso.
Merda…porca miseria. Molto agitata le richiedo nuovamente…

-“Mi scusi vorrei farle un'altra domanda. Sa mica dirmi di quante settimane sono?
E poi nel caso ci fosse tempo, potrei abortire?”

Mi lascia li da sola con zio Ale, per poi tornare con una ragazza alta capelli lunghi, castani e lisci.
Ha un camice diverso dal suo.
Probabilmente è una dottoressa quest’ultima.
Si piazzano davanti a me, e l’infermiera dall’aria simpatica e impacciosa mi dice…

-“Sara, ti ricordi della dottoressa Edwards?
Lei…ti spiegherà tutto quello che vuoi sapere, è una ginecologa bravissima…ci sa fare con le ragazze giovani come te. Dai vai con lei!”

La giovane dottoressa mi sorride, prendendomi a braccetto mi guida verso un corridoio.
Per poi farmi entrare dentro in una stanza, calda…dalle pareti colorate, ha un aria familiare…molto rilassante.
Sulla porta c’è la targhetta con il nome della dottoressa, ‘Summer Edwards-Ginecologa Pediatrica’ deve essere Americana, anche se conosce l’Italiano meglio di me. Mi sento un po’ spaesata, anche se l’aria è accogliente come dicevo prima… mi siedo di fronte a lei…

-“Allora Sara giusto? Come stai? Cosa ti porta da me? Cosa vuoi sapere?”

Di nuovo un'altra domanda fastidiosa, alla quale risponderei volentieri ‘Sto di merda!’ ma non posso naturalmente, un po’ di contegno ci vuole.
Come pensa che posso stare? E poi secondo lei cosa ci faccio qui in un ambulatorio ginecologico?
Sono venuta per prendere un caffè e una brioches?
Magari…già ma lei poverina non sa cosa sto passando, non è dentro la mia situazione.
Tremando un po’con la voce le rispondo…

-“Vorrei cominciare ha farle una serie di domande.
Io non capisco come possa essere rimasta incinta, dal momento che abbiamo usato il preservativo…?”

-“Tu prendi la pillola?”

-“No…”

-“Ok allora sta innanzitutto di fatto, che tu molto probabilmente quella notte come tutta la settimana può darsi che eri entrata nei giorni fertili…e bisogna stare attenti se non si desideri una gravidanza inaspettata…come poi è successo.
Quindi potevi rimanerci anche il giorno prima o il giorno dopo.
Il fatto che avete usato il profilattico può essere valido come no, magari c’è stato un momento in cui l’hai sfilato via e tu non te ne sei accorta.
E quindi basta che se lui nel momento, che entra dentro e rilascia il suo liquido che va ad incontrare i tuo prima di uscire…il gioco è fatto…così ci puoi benissimo rimanere…”

-“Ecco come dev’essere successo, perché non mi spiegavo la cosa…
Rispondendo alla sua domanda di prima insomma non va bene…anzi va proprio male a dire la verità.
Sono qui perché sono disperata e impaurita.
Comunque vorrei sapere, altre informazioni in più sulla mia gravidanza…prima di tutto di quante settimane sono.
E poi le dovrei fare una domanda piuttosto delicata, che mi vergogno anche a farle per la brutalità della cosa.”

-“Sara allora sentiti libera di dire ciò che vuoi qui dentro.
La nostra conversazione rimane tra me e te…io ho il segreto professionale ricordalo.
Si mi ricordo che eri venuta una settimana fa giusto!?! E ti avevo già accennato che poteva trattarsi di gestazione, anziché malaria ricordi?”

Annuisco con la nuca, e chi se lo scorda.

-“Per sapere di quante settimane sei, basta che sali sul lettino così diamo un occhiata.
Per quella cosa che si chiama interruzione di gravidanza comunemente chiamato aborto, dobbiamo sempre vedere se sei in tempo come fascia di settimane.”

-“Ma se mettiamo caso sono ancora in tempo, e che la soluzione migliore per me è quella dell’aborto, come posso fare per non informare i miei genitori in quanto essendo minorenne?”

Prende un bel respiro, posa le sua mani sopra le mie dandomi tutto l’affetto necessario…

-“Dal momento che tu richiedi l’interruzione di gravidanza funziona così:
Hai a disposizione sette giorni per pensarci, e se cambi idea e non vuoi più farlo basta chiamare in direzione e cancellano l’appuntamento.
Ma se ne sei sicura davvero di volerlo fare, prima lo fai e meglio è per te…e per noi.
Se non vuoi informare mamma e papà…allora verrai indirizzata ad un consultorio per ragazze, dove standoti accanto ti accompagneranno da un giudice tutelare.
Che dopo un colloquio con te, potrà darti l’autorizzazione necessaria da presentare qui in ospedale.
Tutto sotto forma di anonimato, e tutto completamente gratuito.
L’intervento dura un paio d’ore, sarai sotto un anestesia leggera e verrai inserita in dayhospital, in giornata uscirai.
Il problema di queste cose è che ci sarà sicuramente il crollo psicologico.
Prevaleranno i sensi di colpa, il rimpianto, il rimorso…ma soprattutto subirai un trauma di ciò che avrai fatto.
Volendo e se vuoi, in questo percorso ti seguirà, ti starà accanto una psicologa.
Io devo informarti su tutto, in base alla tua domanda…”   

Dire ‘interrompo una gravidanza’ sembra facile a parole, ma non è davvero così semplice.
Potrò vivere con i sensi di colpa, con il rimpianto di non avere tra le braccia il mio bambino perché era un peso, un intralcio per la mia vita?
Potrò vivere con il rimorso di aver ucciso mio figlio? Credo che non me lo perdonerei mai.
Mi vengono i brividi lungo la schiena, solo a pensarci.
Mi aiuta a salire sul lettino, distendo la schiena, e alzo la maglietta mentre lei accende il monitor.
Abbasso un po’ di più i jeans, e lei spruzza del gel trasparente freddo sulla pancia; inizia a massaggiare con l’ecografo su tutta la linea del  ventre, provocandomi dei leggeri dolori per il pressare dell’attrezzo.
Abbasso lo sguardo, verso la mia pancia, e inaspettatamente mi prende un emozione dentro che non so spiegare, non so nemmeno io per quale motivo sorrido leggermente.
Pensare che se nel caso tenessi il bambino, la mia pancia accrescerebbe subendo delle proporzioni smisurate, subirebbe una tale trasformazione che sarebbe impossibile tenere nascosta ai genitori.
Appoggio le mie mani sul grembo materno, distanti dal rullo… ‘Chi sa a chi assomiglierebbe il/la nostro/a bambino/a eh Harry una volta nato?’ Già a proposito ma devo avvisare anche lui…oh cavolo me ne stavo dimenticando.
Forse è solo perché il bambino è dentro di me e lo sento ‘solo’ mio, non per altro…perché se avessi accanto Styles andrebbe tutto bene.

Summer finisce, mi asciuga un po’ la pancia con della carta…lasciandomi finire e sistemarmi.
Resto seduta sul lettino mentre lei ricomincia a parlare…

-“Tesoro sei tra la dodicesima e la tredicesima settimana, nel calendario del concepimento…”

La guardo con tantissimo interesse, nemmeno in classe ero stata così interessata ad un argomento.
Anche se ammetto che non ho la più pallida idea di cosa sta dicendo. Continua…

-“Sei all’incirca tra la fine del terzo mese, e l’inizio del quarto; e mi dispiace tanto dirtelo, perché ho captato che tu eri favorevole per l’interruzione di gravidanza. Ma…non sei più in tempo per farlo, perché vedi…”

Arriva a posizionarsi accanto a me sul lettino…

“Dalla seconda all’ottava settimana il bambino è chiamato embrione, e non tutte le parti del corpo o alcuni apparati sono ancora formati quindi è possibile effettuare un interruzione di gravidanza.
Ma tu sei alla tredicesima settimana, le parti del corpo del feto anche se sono piccole si sono già formate…per non parlare di tutti gli apparati che il bambino ora ha.
Respira, il sistema nervoso è attivo, anche quello digerente, circolatorio…per non parlare poi di questo…ascolta.”

È un minuto, la gioia che provo…l’eccitazione che mi scorre nelle vene, la felicità che sto provando ora.
Il suo cuore è vivo, pulsa dei piccolo battiti accelerati, forti e pieni di vita.
Io stavo per uccidere un esserino così innocente e senza colpe?
Scoppio a piangere per la brutalità di ciò che stavo per fare.
Dopo aver spento il dolce suono del suo piccolo cuore continua…

-“Capisci ora perché non puoi abortire? Il tuo bambino è letteralmente vivo dentro di te.
Sarebbe davvero un omicidio.”

Non posso negare che il mondo mi è crollato addosso, perché questo vuol dire che io dovrò prima o poi affrontare la gravidanza con papà e mamma…ma non posso uccidere il mio bambino, soprattutto ora che ho sentito il suo cuoricino battere così forte, sembra che abbia il mio stesso carattere…la mia stessa forza. Piccolo mioinsieme ce la faremo…non ti abbandonerò, non ti ucciderò…sei parte di me oramai.

-“Vedi Sara, questi piccoli piccoli sono i piedini e le manine…”

Mi accarezza il viso e mi dice…

-“Vuoi sapere se è un maschietto o una femminuccia ?”

-“Possiamo già?”

-“Mhm…si possiamo già…tu cosa vorresti?”

-“A me basta sapere che è sano…poi quello che il signore vuole mandarmi mi va più che bene!”

-“Bene allora conosciamo il futuro nascituro…”

Annuisco di si con la testa, asciugando qualche lacrima che scorre lungo la parete del viso.
Ingrandisce l’immagine che aveva fermato prima, e mi dice di guardare dove ci sono, una serie di puntini bianchi…   


-“Congratulazioni tesoro, avrai presto una bella principessina…sarai presto mamma di una splendida bimba!

Sto aspettando una bambina!?! Sono così emozionata, così felice che non so come mai ma tutte le paure che ho avuto fino ad ora, stanno sparendo piano piano.
Vorrei chiamare Harry e dirgli in questo istante che aspettiamo una bambina…ma non posso, prima devo spiegargli tutto con molta calma, prima che gli prenda un collasso.
Dopo un po’ la dottoressa Edwards mi domanda, il motivo della mia scelta di abortire; le spiego la situazione che si è creata tra Harry e me.
Che è come se fosse sparito dalla circolazione, per via della sua carriera musicale da poco iniziata, le spiego che Gemma sua sorella mi ha riferito che in questo momento non può essere disturbato, tra interviste varie…tour, promozione cd e altre cose, io sarei d’intralcio, di troppo.
Mi suggerisce di insistere, e di far capire a quest’ultimo che non si tratta di un capriccio, ma bensì di una cosa seria.
Deve conoscere la nostra situazione, ovvero che stiamo aspettando una bambina e che come me, insieme a me se ne deve occupare anche lui.

Continua a dirmi che alla fine, dopo un po’di tempo anche i miei genitori accetteranno la situazione, costretti dal loro amore per i figli.
Dopo avermi prescritto delle vitamine e del calcio per rinforzare le ossa, e anche una dieta non troppo drastica da seguire, per tenere sotto osservazione il peso; mi rassicura che la gravidanza nonostante fosse stata trascurata fino a oggi, sta procedendo bene.
Mi prenota la prossima ecografia verso gennaio ad anno nuovo, dal momento che è già la seconda volta che mi vede, ha deciso di seguirmi lei in questa ‘avventura’.
Mi consiglia di non fare alcun tipo di sforzo…e niente di pericoloso per la piccola.
Anche se sarà difficile, dura…non mi separerò da lei, affronteremo tutto insieme, non sarà una passeggiata, ma lei deve rimanere con me.
Saluto Summer abbracciandola…mi è stata davvero di grande aiuto, mi ha fatto capire cose veramente importanti…che gentilmente mi ha voluta accompagnata da mio zio.
Dopo che quest’ultima ha girato l’angolo corro da THG, e abbracciandolo forte gli dico…  

-“È una femmina…è una femmina zio.
E qualsiasi cosa accada sia nel bene, che nel male la terrò con me.
Mamma e papà potranno sgridarmi, potranno buttarmi fuori di casa…Harry potrà non volere sua figlia…come può darsi che voglia stare con noi, potrà succedere di tutto, ma lei starà per sempre con me…perché non può pagare lei per  uno sbaglio, che hanno commesso suo padre e sua madre…”

Mio zio mi abbraccia molto forte inizia a piangere, come un bambino.
Mi guarda commosso e mi dice…

-“Mio fratello si sbaglia…tu sei più matura delle ragazze della tua età.
Certo sei rimasta incinta…e anche in questo caso potevate avere occhio…ma per il resto decidi di crescere una figlia, quasi da sola, contando solo sulle tue forze…sei veramente una nipote in gamba, hai davvero una forza interiore.
Vieni qui e fatti abbracciare di nuovo…”

Siamo tornati a casa.
Con la complicità di zio sono stata in farmacia, a comprare la ‘classica pancera’ che nasconde la pancia, per le prime settimane…in modo da avere la solita linea slanciata, senza che nessuno si accorga di niente.
Per ora non voglio che notino ancora la mia pancia crescere, non vogliono che sospettino nulla fino a quando io non sarò pronta a dirlo.
Si è da codardi fare queste cose lo so…ma facciamo un passo per volta, intanto ho deciso di tenere la bambina ed è già un traguardo importante.
Salgo velocemente le scale, perché mio padre è in zona…nascondendo la pancera sotto la maglia, onde evitare che la veda.
Quando all’improvviso papà mi spaventa…








Spazio Autrice:
Ehylà bella gente come andiamo!?! Scusate l'attesa per l'aggiornamento del capitolo, ma in questi giorni sono stata impegnatissima. Ma non ve ne frega. Allora che dire del capitolo? Vi piace? Come lo trovate...? Le stesse domande d'altronde xD
Ho cercato di immedesimarmi meglio che potevo nel personaggio di Sara...voi al posto suo come avreste reagito!? Vi chiedo scusa se il capitolo è troppo lungo...ma non potevo dividerlo in due parti. Non uccidetemi. Vi lascio un anteprima del prossimo capitolo :')


Dear Harry,
How are you? I'm fine ... I miss you every day ..."

 -“Pronto? Harry…”

-“No sono Gemma…cosa vuoi Sara?” 
 
Mmmm come mai Gemma avrà questo tono duro con la protagonista!?! Lo scoprirete presto voi intanto recensite susu...
Un bacio.
Sara.
 
Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1

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Capitolo 13
*** Chapter Thirteen: ***


                                                                           
                                                                                                                                                                    (Banner di Sara_Scrive)



**

-“Come mai sei a casa così presto? La mamma ed io ti avevamo dato il permesso che potevi rientrare anche per le sette! A noi andava bene.”

Guarda il suo orologio posizionato al polso sinistro e dice ancora…

-“Tu che rientri a casa un ora prima!? È successo qualcosa per forza…”

Sbuffo alzando un po’ le spalle, ma perché di ogni singola parola o cosa deve farne sempre un dramma!?!

-“No papà, non è successo niente…sono solo stanca! Va bene!? Non si può essere stanchi!?!”

Mi guarda con la coda dell’occhio mentre mi dirigo di sopra in camera mia.
Reggendomi al passamano delle scale che si trovano appoggiate al muro, per non perdere l’equilibrio.
Non ho voglia di stare ogni volta a spiegare ogni mio comportamento, ogni mia parola o gesto.
Con mia madre non succede così. Quella santa donna, che io adoro.
Mio padre è protettivo in maniera troppo soffocante, per non parlare che poi è molto impaccioso, vuole sempre sapere tutto.
Rimango ferma sullo scalino con il cellulare in mano, con la schermata sul nome ‘Harry’ devo chiamarlo.
Il mio pollice sta per posarvici sopra; ma ora non è il luogo adatto.

Poi di sfuggita vedo passare mia madre andando verso il salotto, chiacchierando ad alta voce.
Con chi sta parlando!?! Inaspettatamente sento un gran chiasso, oltre la voce di mamma sento anche quella di papà: stanno litigando ancora.
Scendo alcuni scalini per portarmi il più vicino possibile alla fine delle scale; senza fare un minimo rumore, altrimenti mi scopriranno.
Mi metto di fianco al muro per origliare la conversazione, ora cos’hanno?
Qual è il motivo di questo trambusto!?!
Adesso sta parlando mamma…

-“Emanuele sai che c’è!?! Te dai troppa libertà a Veronica e Alessandro, che sono i più piccoli.
Loro avrebbero bisogno di un freno. Mentre a Sara, non le permetti di fare quello che fanno i suoi fratelli.
Ti sembra giusto!? Dopo ti lamenti se ti evita, se è arrabbiata con te!? Se non ti sopporta?
Sai saresti noioso anche per me, anche io mi arrabbierei sempre con te cavolo.
Lei che è la più grande la tieni al guinzaglio come un mastino napoletano…neanche fosse un cane”

Go mamma go, ti abbraccerei fortissimo, tu si che mi capisci.
Vedi perché è facile andare d’accordo con lei!?!
Lei è comprensiva, mi da il mio spazio…cosa che mio padre non fa.
Ora ribatte lui…

-“Ma brava, dai la colpa a me, tanto lo fai sempre.
Comunque se tengo nostra figlia al “guinzaglio” come dici te, è perché ho paura che si cacci nei guai…”

Inaspettatamente e in automatico accarezzo la mia pancia.
Le mani la sfiorano, massaggiandola dolcemente…cercando di tranquillizzare la bambina; l’istinto materno è entrato dentro di me così naturalmente.
Forse lei mi aiuterà a crescere, forse lei sarà un bene per me…‘Forse la nostra piccola ci riavvicinerà Harry...ne sono certa’.
Lotterò per lei, lotterò per farle avere una vita felice, lotterò per far si che i mei genitori accettino la bambina, e se non dovessero farlo dovranno buttarmi fuori di casa.
E non credo che a loro convenga questa cosa…lotterò per proteggerla da tutti e da tutto il male che c’è in questo mondo.
Se non avessi guardato il monitor cui la raffigurava, i suoi piedini, le sue manine, il suo nasino…se non avessi avuto ‘quel’ cuore che adesso sento vivo dentro il mio petto; lei ora non sarebbe nella mia pancia, non sarebbe qua con me…non sarebbe ‘viva’.
È stato il battito del suo cuoricino ha farmi capire che stavo per distruggerla.

Stavo per fare di lei il nulla, ne polvere ne carne…avrei ucciso la sua anima, avrei ucciso la sua vita, la sua voglia di vivere, la sua voglia di gridare forte ‘mamma’, la sua voglia così accesa di abbracciarmi…avrei distrutto il suo spirito così puro, così innocente.
Se ripenso che qualche ora fa, spinta dalla follia, dalla paura…e soprattutto spinta dallo stato disperato che sentivo vacillare nello stomaco, l’avrei annientata, scacciata dalla mia…anzi dalla nostra vita.
Ripensare che ero capace di fare una cosa simile, capace distruggere una vita innocente per i miei ‘capricci’ tutto questo mi fa credere di essere un mostro.
Mi fa contorcere il ventre…mi fa troppo male.
I brividi salgono lungo le braccia, mi vergogno pesantemente di ciò che stavo per fare.
Non volevo rinunciare a niente, ero troppo egoista, troppo crudele, troppo bambina, da non poter pensare ad un altro essere umano.

Non volevo prendermi delle responsabilità, non volevo crescere nel momento in cui ho scoperto della bambina.
Volevo rimanere io stessa una bambina, senza dover crescere per forza, senza accaparrarmi dei veri e propri obblighi che una madre riversa in una figlia.
Io stessa volevo essere figlia…non madre.
Ma ho quasi raggiunto la maturità, sono quasi diciottenne ed è arrivato proprio il momento di crescere; maturare prendersi le responsabilità, ovvero accudire e crescere nostra figlia.
Lei è il frutto nato dall’amore fra me e Harry, è stata concepita inaspettatamente è vero, ma è nata dall’amore puro, così bello, che provano i suoi genitori. Quella notte piena di passione, piena di attrazione chimica che ci ha fatto unire in un solo corpo, è arrivata ad arricchire le nostre vite.
Questo è il tipo di guaio che sicuramente intende mio padre.
Rimanere incinta di un ragazzo, e crescere completamente da sola il bambino.

Non hanno idea che la preoccupazione di papà ben presto sarà visibile ai loro occhi, si è avverata, fra non molti mesi la mia pancia accrescerà e a loro prenderà un colpo.
Tutta la fiducia che ripongono in me verrà disintegrata dal dolore, quel dolore di vedere la propria figlia diciassettenne incinta, e per di più senza il fidanzato accanto.
Anche se spero che nel mio caso non sia così, Harry deve starmi accanto è il padre biologico della nostra piccola stella.
Sicuramente mi bombarderanno di domande, una tra le tante sarà chiedermi come ho fatto ad accorgermi che il ciclo non mi veniva; ma non accetteranno mai la mia risposta…ne sono così sicura!

Avvicino di più l’orecchio al muro, sporgendo un po’ in fuori la testa. Stanno litigando ancora…

-“Ti è capitato di notare che nostra figlia, è diventata un po’misteriosa in questi giorni?
Ha la testa tra le nuvole, sembra preoccupata su una questione abbastanza seria, la trovo anche un po’ distaccata.
Non la trovi un po’ingrassata…? Voglio dire la sua linea sembra abbia subito una mutazione, rispetto a prima.”

Mio padre e il suo occhio di lince, a lui non sfugge mai nulla santo cielo.
Devo seriamente preoccuparmi.
Mamma alzando la testa e puntando gli occhi al soffitto replica….

-“Non trovo che nostra figlia sia ingrassata più di tanto, in questi giorni ricordi che stava aspettando le analisi per sapere se aveva la malaria!?!
Sarà stata preoccupata per quello, Dio mio smettila di essere così opprimente, così ossessivo, lasciala vivere questa figliola…Cristo Emanuele, sei una palla!”

Papà non molla, continua a dire la sua opinione, continua con le sue intuizioni.
Neanche fosse Sherlock Holmes…

-“Io spero che non si avveri quella cosa che il mio cervello, sta pensando possa accadere tra un paio di mesi.
Ti sei chiesta come mai non ci ha fatto vedere le analisi, quando le ho chiesto di mostrarmele?
Scusa se è vero che risulta che non ha la malaria, cos’ha da nascondere?”

Mia madre emette un grandissimo respiro, e poi ‘esausta’ della ‘conversazione’ con mio padre le risponde….

-“Non te le ha mostrate, perché sei troppo impaccioso. Ecco il perché signor Busnaghi.
Comunque non posso nascondere che da una parte hai ragione…”

Papà si comporta come un bambino alla quale si è dato ragione, mostra il suo bellissimo sorriso e rilassandosi un momento, ribatte…

-“Oh, ma grazie per essertene accorta. Sono proprio curioso di vedere, come si evolverà la situazione…cara Morena!
Giuro che se avrò ragione, io sorriderò davanti a te con un sorriso a trentasei denti…”

Mia mamma lo guarda in cagnesco, accompagnata anche da uno sguardo indifferente.

-“Bene, ok vedremo chi avrà ragione!”

Mio padre molto soddisfatto…

-“Bene…vedremo allora!”

Risalgo le scale decisa, vado di corsa in camera mia senza farmi sentire.
Senza starci tanto a pensare, accendo immediatamente il computer, mi collego a internet.
Emetto un sospiro carico di forza, ma al tempo stesso anche un po’ agitato e nervoso.
Faccio scorrere le mie dita sulla tastiera del mio portatile nero, ho deciso di prendere in mano la situazione, sto iniziando a scrivere un e-mail a Harry.
Lui deve sapere della bambina, perché è suo padre al cento per cento, deve prendere una decisione, non posso negarli nulla.
Deve condividere con me questa angoscia, e gioia al tempo stesso se vuole.

Avrà paura, ansia, felicità, sorpresa e tante altre cose…io ci sto passando, io saprò aiutarlo.
Scoppio a piangere, questa gravidanza porterà troppi problemi, troppe liti e la sofferenza della nostra bambina; mi arrabbio con me stessa, per il fatto che quella notte non ho controllato bene se il preservativo fosse rotto, o pieno.
Dovevo seguire attentamente il flusso del ciclo, invece no non rientrava nelle mie preoccupazioni.
Se mi fossi accorta prima di essere incinta, se forse avessi deciso di abortire…ora tutte queste complicazioni, non ci sarebbero.
Basta Sara! Levatelo dalla testa…oramai la bambina c’è, cerca di superare tutto con le tue forze!’.
Mi alzo dal letto, vado a chiudere la porta a chiave, è meglio che non entri nessuno, giro la chiave nella serratura, e riprendo a scrivere...

A: ‘HarryStylescupcake@live.it’
From: ‘Swarosky92@gmail.com’
Object: ‘I really need talk to u’


Dear Harry,

How are u? I'm fine ...
I miss u every day, the memories of our vacation always come back in my mind ...
The crazy nights in Shanghai, time on the beach in Ibiza ... in certain moments I would return right back to where we were here days, just u and me.
I sent u this mail cause, I must tell u of a fact that has changed in my life, even into our! Harry I am pregnant ...
I'm thirteenth week and I don’t know if I have an abortion, but let me know what u think! Please is important for me to know immediately your answer, let me know your news! Did u disappear so fast leaving a great emptiness in me, please made to feel as soon as possible.


I miss u Haz…
By Sara.” 


Quello che gli ho scritto, parla chiaro.
Non sono stata a girarci intorno, gli ho scritto della gravidanza, chissà come la prenderà.
Gli ho chiesto gentilmente di farmi sapere cosa ne pensa, e cosa vorrebbe fare…e di farmi sapere come l’ha presa.
Ho dovuto dirgli che purtroppo è tardi per abortire, la bambina io la tengo con lui o senza di lui.
Per me è importante avere la sua opinione.
Mi manca, ogni giorno, ogni notte lo cerco dentro i miei sogni per sentirlo ed averlo vicino.
Perché non mi ha mai chiamata in questo tempo!?! Mi manca, sempre più…in ogni momento lo vorrei avere al mio fianco.
Posiziono il portatile sulla scrivania, accendo la casse e faccio partire la musica da iTunes.
Cerco di non pensare, ne alla risposta che Harold mi darà, ne a nient’altro…in riproduzione casuale passa “Ovunque andrai” di Matteo Branciamore (Marco dei Cesaroni) una canzone più allegra no eh!?!

Non nascondo che trovo consolazione in alcune parole che la canzone presenta, sono masochista il cervello parte e inizia a pensare; non nego che a volte mi trovo a mio agio con il dolore, lo elaboro fino al punto, fino al momento in cui non rinasco forte.
Alcune lacrime, scendono silenziose lungo le guance…lasciando il segno, una riga semitrasparente che fa da spia, non ho ancora pianto, non mi sono sfogata come intendo io…come voglio io.
Ho trattenuto tutto dentro, cercando di credere che fossi abbastanza forte; mi sbagliavo.
Non sono forte, sono debole…e sofferente.
Ho trattenuto tutto senza dire niente a nessuno, eccetto mio zio.
Sono sicura che non mi avrebbe capita nessuno; ma al contrario mi avrebbero dato della sgualdrina da quattro soldi che si vende al primo che incontra…ma io Harry l’ho amato e lo amo tutt’ora, e purtroppo in questo nostro grande amore ci sono rimasta fregata io.

Torno sul letto, svuoto la borsa cacciando da parte quello che non mi serve…poi eccola tra le mie mani la foto dell’ecografia….la cercavo, mi mancava.
La guardo, la guardo ancora quando iniziano a tremarmi le mani; quella è la nostra piccola principessa.
Lei è quella personcina che ci cambierà la vita Harold, te ne rendi conto!?!
Continuerà a crescere sempre di più, dentro la mia pancia…la sentirò muoversi dentro di me, scalcerà…mi farà capire che ha fame, e io diventerò grossa come una balena, ma non mi importa.
Di nuovo dal nulla riscoppio a piangere; quasi mi metto ad urlare senza sapere, senza avere un valido motivo.
Scendo, mi metto davanti allo specchio, mi giro di profilo…cavolo mio padre ha ragione, la mia linea così perfetta, ha subito un piccolo cambiamento, di poco si nota che ho preso qualche chilo, forse due, forse tre.
La mia pancia lievemente si sta gonfiando, dopo aver passato dieci minuti ad osservarla mi siedo sulla sedia, apro una finestra di google chrome, ed inizio a guardare delle foto di donne incinte che stanno all’inizio del quarto mese di gravidanza, per vedere se sono ingrassata troppo, o se sono nella norma.

I miei occhi scorrono a destra e sinistra notando che quelle donne, all’incirca sono come ne troppa e poca pancia, bene questa è una buona notizia…scendendo, noto che il sito afferma che l’aumento del peso varia anche dalla linea iniziale della persona.
Ecco bene, ottimo…speriamo di non ingrassare tanto, almeno il tempo per rivelare la notizia ai miei giocherà dalla mia parte.
Socchiudo gli occhi, massaggio le tempie…chissà come sarà dirlo ai miei, chissà cosa dovrò aspettarmi.
Dopo una serie di riflessioni, sento un suono provenire dal portatile, un minuscolo ‘click’ per essere precisi, corro alla scrivania con il pensiero che Harry possa avermi già risposto.
Con lo sguardo agitato, cerco subito di capire di che cosa si tratta.

É un e-mail, ne ero assolutamente certa.
Apro la finestra dedicata alla posta ricevuta; Harry mi ha risposto, volontariamente faccio una serie di respiri, strozzati l’uno dentro l’altro; inizio a leggere cercando di mantenere la calma…ma la calma in un momento come questo, è andata a farsi fottere  insieme alla speranza, la paranoia, all’illusione, alla tristezza  e malinconia.
Il cuore sta ricevendo una scarica di adrenalina fortissima, batte più forte del previsto, i neuroni non stanno connettendo come dovrebbero.
Fa che almeno Harry mi sostenga! Ti prego…






Spazio Autrice:
Salve ragazze, scusate del lungo tempo dall'ultimo capitolo postato, a questo. Che ne dite di questo capitolo? Sono riuscita a far trapelare tutti gli stati d'animo della protagonista? Riuscite ad immedesimarvi in lei!? Come trovate la decisione di tenere la bambina? Giusta, sbagliata. Avoi i commenti.
Harry; sarà veramente lui che risponderà alla e-mail della fidanzata? Come prenderà la notizia, nel caso fosse davvero lui? Questo è un capitolo di passaggio, non piace molto nemmeno a me scusatemi, ma serve per collegare il capitolo precedente a quello successivo. RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE please! 
Ci vediamo fra tre/quattro giorni.
Un bacio Sara. 


Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
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Capitolo 14
*** Chapter Fourteen: ***


                                        
                                                                                                                 (Banner di Sara_Scrive)


In questo capitolo viene nominata una persona realmente esistente. Non ho nulla contro questa persona. Il modo di parlare, di raccontare è nell'ambito della storia. Dal mio punto di vista questa persona non mi/ha recato/a alcun fastidio. Ripeto è solo per ambito del testo, della storia. Buon proseguimento di lettura...Sara.  

___________________________________________________________________________________________________________


**
HARRY’S POV:

Le grida delle fans affollano ancora la mia mente, mentre con passo veloce mi dileguo nel backstage.
Il primo concerto importante della carriera del nostro gruppo, i One Direction si è appena concluso dietro le mie spalle, riesco tutt’ora a sentire quelle grida potenti che emettono le ‘nostre’ Directioner.
E devo dire che è andato alla grande, molto meglio di come lo avevamo programmato e sognato in questo frattempo.
Mille pensieri iniziano ad assieparsi dentro la mia testa, alcuni riguardano la mia carriera appena intrapresa con i miei amici, altri pensieri sono per la mia famiglia la quale potrò dare un buon contributo economico e poi c’è il pensiero più bello, che ci possa essere, lei che è così lontana da me…Sara.
Mi domando cosa stia facendo adesso in Italia, chissà a cosa starà pensando, chissà se la casa di moda per cui voleva tanto andare a lavorare l’abbia già contattata per assumerla, sarei così felice per lei…ma soprattutto sarei felice se fosse vicina a me qui a Londra, ma sopra ogni cosa sarebbe vicina al mio cuore.

A volte quando mi perdo tra i miei pensieri, e di conseguenza quando trovo del misero tempo libero da dedicare alle mie passioni, e hobby mi domando se…se mi pensa ancora come quando alcuni mesi fa in vacanza ci siamo conosciuti, e a sua volta innamorati.
Io la penso ogni giorno, e sento crescere dentro il mio petto quel sentimento che provavo quando stavo con lei.
Non mi importa se la distanza adesso sta vincendo contro di me uno a zero, ma prima o poi riuscirò a batterla perché lei è la sola che ha la chiave per veder batter il mio cuore, la quale le ho donato così velocemente.
A volte fantastico un po’ e mi metto a pensare…e se fosse diventata una nostra fan? Se anche lei come molte altre ragazze è una Directioner? La mia, è la sola mia Directioner.
In cuor mio lo spero, lo desidererei tanto perché ogni canzone che compongo, che canto adesso o che mi trovi su un palco, o in sala registrazione è dedicata interamente a lei.

Ogni singola parola che a sua volta compone una frase, e poi una strofa tratta di lei, sa di lei…posso ipotizzare a dire che le parole sono opera del mio amore, del mio cuore che dentro la mia mente focalizza bene il suo viso, i suoi occhi…il suo profumo.
Posso sentirlo anche in questo momento se mi impegno.
Lei la ragazza che sorride a testa bassa, lei la ragazza che in ‘One Thing’ è la mia criptonite, lei la ragazza che vorrei fosse tra le mie braccia sempre, lei che riesco ad amarla più di così…più di quanto la ami già adesso ogni giorno.
Lei che sa far girare la testa alle persone, e io ne sono la prova più evidente, lei che ha illuminato il mio mondo, lei che è timida se la guardo negli occhi, lei che arrossisce per niente, lei che riesce a far battere più forte il suo cuore quando le sono accanto, lei che è solo lei per me.
Come posso non parlare di lei nelle mie canzoni? Dire che è la mia musa è un po’ poco secondo me, lei mi ispira lei rende così naturali le mie frasi, le mie rime i testi delle canzoni. 

Ogni giorno spero in una sua mail, in un suo messaggio…controllo e ricontrollo la posta elettronica ma niente non c’è traccia di Sara.
Ho aspettato fin troppo e ora mi sono imposto che se nei prossimi giorni, settimane non mi cercherà lo farò io…perché ho bisogno di lei, della sua forza, del suo amore, della sua allegria, del suo appoggio.
Fregandomene di Niall, Zayn, Liam e perfino di Louis che esultano insieme a manager, assistenti la fantastica riuscita del concerto, io vado a nascondermi in camerino per cercare di scrivere una mail decente a colei che ha in possesso il mio cuore.
Apro la porta e trovo Gemma davanti al mio portatile, mentre di fianco compaiono anche mia madre Anne e mio padre Des…per non parlare degli altri parenti dei ragazzi che sbucano qua e la; sono tutti riuniti qui perché sono venuti ad assistere alla prima tappa del nostro tour.

-“Gemma cosa stai facendo?”

Le domando dandole un fortissimo abbraccio da dietro le spalle.
Lei sorpresa del mio arrivo, quasi spaventata direi sobbalza sulla sedia, cangiando il colorito del volto…e all’improvviso anche il volto di mio padre sembra irrigidirsi e diventare un po’ cupo.

-“Niente Harry stavo solo navigando in rete!”

Mentre mia madre sta chiacchierando tranquillamente con Johannah la madre di Louis.
All’improvviso con una tale velocità chiude in automatico il monitor del pc; per un attimo ho la strana sensazione che mi nasconda qualcosa…un qualcosa che non vuole che io sappia per nessun motivo: ma questi sono solo supposizioni, che svaniscono in un battito di ciglia.
Gemma è mia sorella cosa mi dovrebbe nascondere? Perché mio padre e mia sorella hanno quelle facce strane e misteriose?.
Aspetto che se ne vadano tutti, mi siedo al suo posto posizionandomi davanti al portatile e riaccendo il computer, aprendo con fare robotico la mail.
Sono ormai giorni, settimane, mesi che non faccio altro che controllare la posta elettronica in arrivo di un messaggio di Sara, gli ultimi oramai hanno una data così lontana anni luce che non rammento più.
Niente, ovviamente…niente nemmeno oggi.
Gli occhi verdi che mi ritrovo si velano di lacrime, sono li sul bordo delle palpebre che attendono di scendere e gocciolare lungo le mie guance, ma adesso non posso…non posso piangere.



**
GEMMA’S POV:

Appena uscita dal camerino dove ho lasciato mio fratello inizio a camminare, con passo felpato per il lungo  corridoio che da all’uscita laterale.
Devo prendere una boccata d’aria fresca…non sono abituata a comportarmi così, a far del male a mio fratello…a giocare con i suoi sentimenti, a giocare con la sua vita.
Accidenti Gemma c’è mancato davvero poco, se Harry fosse arrivato qualche minuto prima avrebbe capito tutto…avresti rovinato tutto’ pronuncio tra me e me angosciata.
Accendo una sigaretta per placare il sistema nervoso che comprime sul cervello, anche se una sigaretta non è la soluzione migliore al problema essenziale ‘Sara aspetta una bimba dal mio Harry’.

-“Gemma ti rendi conto che tuo fratello stava quasi per beccarci!? Potevi mandare a monte il piano capisci?”

Ecco adesso anche mio padre viene a farmi la ramanzina perfetto, ottimo.

-“Si lo so ho sbagliato, ho sbagliato ok? Ma per fortuna ho fatto in tempo a cancellare la mail di quella stupida ragazzina incinta che potrebbe rovinare per sempre la carriera di Harry.”

-“Sei sicura che hai cancellato la mail? Gemma non dobbiamo correre nessun rischio, specialmente se Harry verrà a conoscenza che gli abbiamo tenuto segreto, il fatto che presto avrà una figlia. Lo sai quanto tempo ho dedicato a far si che tuo fratello sfondasse nel mondo della musica non è vero!?”

-“Si papà lo so…ho in programma di tenere sotto la mia vigile attenzione, la posta e il cellulare di Haz…in modo che se Sara si rimetterà in contatto con lui troverà me e non il suo ragazzo…non temere papà ho ben presente il nostro piano. Harry non dovrà mai venire a conoscenza di avere una figlia. Harry non saprà mai che tra alcuni mesi diverrà padre.”

-“Gemma noi dobbiamo fare l’impossibile affinché la storia spopoli sul web…non possiamo permettere che una stupida, ingenua ragazzina distrugga la carriera appena intrapresa di Harold. Non posso accettare e vedere mio figlio che si fa rovinare la vita, da una bambina a cui ci vorranno le mille attenzioni. Harold non può cambiare pannolini a soli sedici anni, lui deve vendere dischi, diventare il sex simbol della band…deve far sciogliere il cuore di tutte le ragazzine del mondo…e tu mi aiuterai figlia mia non è vero? Tu insieme a me impedirai che accada questo, perché nelle tue vene scorre il vero sangue degli Styles. Non sei come quel sempliciotto di tuo fratello, lui è debole, ingenuo…farà soldi tanti soldi per la sua splendida voce ma nient’altro. Tu diventerai come me, perché tu assomigli a me molto più di quanto pensi.”

Non mi piace essere la cattiva della situazione, per niente…io voglio un mondo di bene a mio fratello, e questa situazione in parte mi fa stare male…ma so anche quanto duro lavoro ha fatto nostro padre con lui, e non può essere mandato tutto all’aria solo perché quella sciocca, stupida ragazzina senza cervello è rimasta incinta e presto partorirà mia nipote, sempre che il padre sia Hazza.
Non posso, il rimorso mi rovinerà l’esistenza lo so…lo tengo già in conto ma meglio che rovini me piuttosto che lui…e questo non mi sembra egoismo, salvare qualcuno che ami alla follia per vederlo felice. 


                                                                                                                                                                                                                                                                    













Spazio Autrice:
É notte inoltrata lo so perdonatemi fanciulle, ma domani non potevo postare il capitolo perché devo mettermi in pari a leggere le Fiction che seguo sia qui che su Face. Scusate anche il mio gigantesco ritardo per postare questo quattordicesimo capitolo, ma sto passando un periodo difficile che dura ben un anno e otto mesi, quindi a volte non mi sento di scrivere. Ma passiamo ad altro. Allora un capitolo così con doppia 'parola' ve lo aspettavate? Sopratutto pensavate che Gemma e Des Styles fossero in grado di fare ciò? Questo è il capitolo che farà capire tutto più avanti, tenetelo ben presente nella mente più in la che proseguirà la storia. Che altro dire? Ah si, un grazie va a voi lettrici che recensite, che avete messo la storia tra le tre categorie. Un grazie va anche alle lettrici silenziose che leggono...vedo il numero delle visite che salgono :P e mi fa piacere. Ma devo ringraziare una ragazza che oggi mi è stata davvero di grande aiuto...oggi ero bloccata, non riuscivo a scrivere e lei è arrivata in mio soccorso. Se il capitolo vi piace è anche merito suo. Mi sentivo una fallita prima e me lo sento ora. La trama è farina del mio sacco (come anche il pov di Gemma) mi sembrava giusto dirlo a voi, e sopratutto a lei che ha taaanta pazienza con me, che tanto poi vede il ringraziamento. Grazie Giorgia. SE RECENSITE, SCRIVETE PIù DI 10 PAROLE, ALTRIMENTI LA RECENSIONE NON VALE E DOVRETE RIFARE TUTTO DA CAPO. 
Ci vediamo presto bellissime.
Un bacio.
Sara.



Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
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Capitolo 15
*** Chapter Fifteen: ***


                                
                                                                                                             (Banner di Sara_Scrive)

In questo capitolo viene nominata una persona realmente esistente. Non ho nulla contro questa persona. Il modo di parlare, di raccontare è nell'ambito della storia. Dal mio punto di vista questa persona non mi/ha recato/a alcun fastidio. Ripeto è solo per ambito del testo, della storia. Buon proseguimento di lettura...Sara.
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**
Non è possibile! Non ci credo…ditemi che non è vero quello che i miei occhi stanno vedendo davanti allo schermo del portatile.
Rimango paralizzata dal contenuto della mail…solo le ciglia riescono a sbattere l’una contro l’altra ad una velocità inarrestabile.
Non mi aspettavo davvero di trovare una risposta simile, una risposta così distaccata; la mail appena arrivata vi contiene parole fredde, dure piene d’odio piene di disprezzo.
Perché questo atteggiamento nei miei confronti!?! Perché vengo trattata come se io volessi incastrare Harry con la notizia della gravidanza!?!
Cosa ho fatto di male!?! Mi definisce una perfida calcolatrice che punta ai soldi, che ha degli scopi precisi.
L’unico scopo reale che ho, che voglio è vedere Harry che si prende le sue responsabilità di padre.
Nient’altro…perché volendo io ho già tutto questo (apparte la celebrità) ma non me ne importa niente non mi importa niente se Styles non è accanto a me a crescere nostra figlia.

Di certo è tutta colpa mia se sono rimasta incinta, non è vero Gemma!?!
Ti credevo mia amica si in poco tempo era come se lo fossi diventata, anzi lo eri diventata davvero.
Ci volevamo bene…avevi anche aggiunto che forse ero diventata un qualcosa di più di una semplice amica; tutto questo adesso sembra non contare più.
Sembra che la nostra amicizia sia svanita nel cielo come una folata di vento, come una nuvola passeggera…tu per me non eri un’amica passeggera, tu ci saresti stata sempre; ma hai deciso di comportarti così per un motivo che non so.
Perché adesso ti comporti così con me!?! Eh Gem perché? Mi piacerebbe tanto sapere cosa ti passa per la testa, ma sei così lontana da me.
Rileggendo quelle righe, così dure così cattive Gemma posso solo dirti che hai rovinato la mia vita; perché alla fidanzata di tuo fratello, alla madre di tua nipote non puoi scrivere ‘Harry non deve sapere niente della bambina, non deve capito? Tu non devi assolutamente rovinargli la vitala carriera altrimenti io la rovinerò a te…voi siete solo uno sbaglio per lui. La tua bambina è un errore, uno sbaglio!

Come possiamo essere uno sbaglio per lui? Per la sua vita? Invece con noi, la sua vita diverrebbe migliore si arricchirebbe.
Perché Gemma non vuoi capirlo? Perché stai facendo degli interessi sbagliati?
Ok, va bene lascio perdere me, se io sono uno sbaglio per lui posso rinunciare al mio riccio anche se sarà difficile, terribilmente difficile.
Sarei pronta a sacrificarmi per lei.
Ma nostra figlia dovrebbe avere un padre come tutte le bambine, lei è innocente…pura.
Lo sbaglio è stato nostro quella sera, quella notte magica dovevamo stare attenti…dovevamo essere prudenti; lei non è altro che il frutto nato dal nostro amore, dall’unione dei nostri corpi.
Lei non ha colpe non centra nulla; che colpe vuoi dare a una piccola creatura!?!.
Lei deve avere il suo papà accanto, durante la nascita, durante la sua crescita, deve avere quel papà che sicuramente l’amerebbe più della sua stessa vita; mi domando come una piccola creatura innocente può essere considerata un errore, uno sbaglio.

Come può rovinare la vita ad un altro essere umano? Come si possono dire queste parole terrificanti ad una futura madre?
Con che cuore Gemma riesci a pronunciarle? Come potrai guardarti allo specchio giorno dopo giorno, sapendo che tu hai separato una bambina da suo padre, nonché tuo fratello…nonché tua nipote eh?
Dimmi come…È inutile parlare da soli, non si risolve niente.
Dov’è finita quella dolce ragazza che ho conosciuto in Sardegna!?!
Gem perché sei diventata così cattiva…prima non lo eri. Chi diamine ti ha fatta diventare così? Chi?
Vorrei saperlo, vorrei che tu…che tu mi dica che è tutto uno scherzo.
Ma invece non assomiglia per niente ad uno scherzo. Questa è la dura realtà da accettare.
Mi hai delusa, mi hai fatto male...mi stai facendo troppo male, non lo merito…non lo meritiamo.

Perché non ha risposto Harry alla mail? D’altro canto era per lui, non per lei.
Perché lei si è intromessa? Chissà se suo fratello saprà che stiamo aspettando una bellissima bambina; chissà se è riuscito a leggere le righe più importanti della mia mail…chissà.
Non è giusto non può andare come vuole lei, non posso stare alle sue regole; qui si tratta di una bambina che deve avere accanto il suo papà nella sua vita, nel suo futuro.
Basta, la Sara depressa, debole fa spazio a quella forte…a quella che sa prendere il comando in certe situazioni, che sa avere polso duro.
Sfilo il cellulare dalla tasca dei miei jeans, sblocco lo schermo dove vi è raffigurato il volto di Duncan James, e inizio a digitare con il dito un numero sullo schermo touch del telefono; ‘346/2316782’ troppo concentrata a digitare non mi accorgo nemmeno che quel numero, è salvato nella mia rubrica con raffigurato il volto di Hazza salvato in ‘Harry my love’

Silenzio, sembra un mortorio dall’altra parte del telefono…ma poi finalmente sento sparire quel suono insistente e ripetitivo, che mi intratteneva rendendomi nervosa.  

*Inizio telefonata*

-“Pronto Harry…?”

-“Non sono Harry, ma bensì Gemma. Sara cosa vuoi ancora?”

È ancora lei, ma cosa devo fare per mettermi in contatto con Harry?
Io voglio parlare con lui perché è così ostinata a non capirlo?
Giuro che se non mi lascia parlare con lui, non so fino a quanto riuscirò a trattenere la voglia di urlarle contro certe parole piuttosto offensive.

-“Gemma voglio solo parlare con Harry per piacere, passamelo dai si tratta di una questione piuttosto importante…”

Comincia a scaldarsi, la sua voce si fa sempre più acuta, più acida…

-“So di cosa vuoi parlare con lui…ho capito qual è la questione. Ma tu proprio non hai afferrato bene ciò che ti ho scritto nella mail non è vero? Mio fratello devi scordartelo, devi lasciarlo in pace…tu vuoi incastrarlo, vuoi troncargli la carriera.”

Adesso si mette pure a fare la sarcastica con me!?! Ma che faccia tosta, ma che cuore di pietra si nasconde dietro quella bella faccina.

-“Quella bambina rovinerebbe tutto, quella bambina non può avere un padre che freme di più per una carriera intrapresa, che freme dalla voglia di vedere il mondo…che freme dalla voglia di fare concerti e vendere dischi piuttosto che cambiarle i pannolini e darle il biberon. La tua bambina avrà solo una madre ricordalo bene. Te la devi crescere da sola la bambina. Anzi meglio ancora…la soluzione migliore sai qual è!?! L’aborto, è meglio per tutti noi!”

Una lacrima, due lacrime arrivano puntuali fuoriuscendo dalle mie palpebre.
Un battito…due…il cuore si è fermato a sentir queste parole così letali.
Come fa a essere così indifferente? Come fa a parlare di aborto quando io porto in grembo sua nipote?
I battiti sono tornati stabili normali, ma è dura mandare giù quel ‘masso’ chiamato dolore, rabbia, odio.
Quelle parole bruciano nello stomaco, bruciano nel cuore…bruciano ferendo la mia anima che non riesce a farsele scivolare addosso.
Bruciano, fanno male…fanno troppo troppo male. 

-“Harry deve sapere che stiamo aspettando una bambina. Tu non riuscirai ad impedirmelo, tu non controlli la sua vita, tu non sei sua madre, tu sei solo la sorella maggiore che spesso non viene ascoltata. Gemma tu non sei nessuno in questa situazione, non sei nemmeno la zia di nostra figlia, perché una zia non si comporterebbe come stai facendo te. Dovresti essere la prima a congratularti con me che presto sarò una futura mamma. Ma niente cerchi di distruggermi la vita. In un modo o nell’altro riuscirò a dirglielo prima o poi, costi quel che costi! ”

Silenzio totale, cosa le è preso!?! Non si aspettava tutta questa grinta da parte mia?

-“Ti conviene stare zitta Sara, non costringermi a fare cose che non vorrei nemmeno pensare. Devi interrompere la gravidanza chiaro!?! Se non lo fai, giuro che vengo a casa tua, mi piazzo davanti alla porta... e credimi che cambierai subito idea…all’istante”

*Fine telefonata*

La telefonata è stata interrotta dalla stessa Gemma che mi ha ordinato di abortire.
La stessa Gemma che fino ad alcuni mesi fa era mia amica…quella Styles che mi voleva bene.
In questo momento mi sento così fragile, mi sento così debole così inutile, così…così sbagliata; non riesco nemmeno a descrivere al meglio come mi sento.
Il mio mondo, quello che credevo bello che credevo fosse indistruttibile sta letteralmente cadendo a pezzi, uno dopo l’altro stanno precipitando.Distruggendosi, distruggendomi, distruggendoci.
Mi sento così impotente, schiava del dolore che mi hanno procurato.
Vorrei poter urlare contro gli Styles tutto il dolore che mi mangia dentro, quel dolore che mi divora la pace interiore.
Quel dolore che non mi fa stare bene…quel maledetto dolore che mi corrode fegato, stomaco cuore…quello che riesce ad indebolire la mia persona, che rende incapace il mio voler reagire.

Sono debole, sono troppo distrutta.
Non sono io…non sono io, sono come mi vogliono loro, incapace, distrutta, devastata…sono una perdente, sono abbandonata da Harry per causa loro.
Perché non credo vivamente che Gemma stia architettando tutto questo solo con le sue forze, solo con la sua mente diabolica; qui c’è dietro qualcuno con molta più esperienza, con molta più cattiveria.   
Il tempo di prendere un fazzoletto per asciugarmi gli occhi stracolmi di lacrime, e sento vibrare il mio cellulare; lo sblocco e leggo ‘nuovo messaggio’.
Lo apro ‘Harry ti prego fa che sia realmente tu stavolta’.

Da: Harry my love
A: Sara

‘Non ti amo più, ho una carriera favolosa, ho una nuova ragazza…ti ho dimenticata, per piacere fallo anche tu con me. Addio XoXoHarry’


Non è vero, non è vero…questa è Gemma.
Ma stavolta potrebbe non esserlo. No, no…con le mani alle orecchie scoppio in un urlo silenzioso, non posso farmi sentire dai mei.
Perché a me? Perché a me è toccato un destino così crudele…perché? Corro sul letto ed inizio a piangere sul serio, dando spazio al dolore facendolo uscire.
La testa comincia a girare, la vista si offusca…il cuore emette battiti troppo potenti, troppo veloci ma nonostante sono preoccupata per la mia salute e quella della bambina, non riesco a smettere di piangere.
Conficco le unghie negli avambracci, premendo così forte da non sentire dolore…da non percepire nessuna sofferenza fisica, prendo il piumone tra le braccia portandolo alla bocca, inizio a morderlo con forza, con brutalità immaginando la faccia di Gemma…fino a quando senza forze, esausta crollo dal nulla girata su un fianco, con gli occhi chiusi privi di lacrime e con il battito del cuore debole.
Mi sono affaticata troppo. 


***
Apro la porta del bagno, portando i vestiti puliti che indosserò non appena sarò uscita dalla doccia e mi sarò asciugata il corpo.
Prima ero caduta in sonno profondo, da poter pensare che fossi svenuta; l’ho presa troppo di petto, devo cercare di…non pensarci, almeno fare un tentativo. Comunque per fortuna la porta della mia camera era sempre stata chiusa a chiave, non avrei voluto immaginare la scena se i miei genitori mi avessero vista in quelle condizioni, in uno stato pietoso.
Torno in camera mia e camminando in direzione della porta, trovo davanti mia sorella che mi domanda cos’ho di strano, dal momento che la mia faccia assomiglia a quella di un cadavere, pallida e cerea.
La guardo e le dico una bugia per farla rassicurare, inventandomi che ho solo un mal di testa atroce.
Dal momento che sono in camera, non perdo tempo e nascondo l’ecografia fatta tempo fa, sotto un mobile posizionandola bene in fondo; dove per trovarla ci vuole tutta l’immaginazione possibile.
Devo essere prudente con i miei, almeno per ora non voglio che lo sappiano.  

Dopo aver preso anche la ‘pancera’ per nascondere la piccola pancina che si intravede appena, faccio scorrere l’acqua calda nella doccia, mentre mi privo degli indumenti.
Riesco in tempo a chiudere la porta, a momenti stava per entrare mio fratello Alessandro…‘Sara, non puoi permetterti passi falsi!’.
Entro sotto la doccia portandomi dentro i cattivi pensieri. L’acqua mi scivola addosso leggera massaggiandomi la pelle ma in particolare le spalle, immaginando che mi stia abbracciando; scivola via dal mio corpo, poi ricomincia lo stesso identico percorso, perché è questo che mi manca adesso; un abbraccio da qualcuno.
Riattacco a piangere, singhiozzando batto i pugni contro la parete della doccia, imprecando.
Abbasso lo sguardo puntandolo sul mio ventre, accarezzo quella pancia che adesso ‘accoglie’ tutta la mia vita, l’unico vero amore che ho adesso e che avrò per sempre.

-“Tu piccolina non hai colpa di niente, tu non sei uno sbaglio come ha detto zi…Gemma. Tu sei la cosa più bella che mi sta capitando adesso, sono giovane ed inesperta è vero, ma non vuol dire che non mi saprò prendere cura di te. La mamma ti ama e ti amerà sempre, perdonami se ho pensato di ‘buttarti via’ come un giocattolo…se ho pensato che era meglio se tu non esistessi. Ma se lo avrei fatto era solo per non arrivare a questo punto, per proteggerti. Non volevo e non voglio tutt’ora farti soffrire, non voglio che ti manchi il tuo papà; ma per il momento non posso fare nient’altro. Non sono poi così forte come tutti credono!”

Un singhiozzo dopo l’altro fermano per qualche istante il mio pianto.
Prendo i miei lunghi capelli e inizio a tirarli molto forte per via della rabbia che circola dentro le vene; ma purtroppo non mi solleva neanche questo, non aiuta a superare il dolore. 

-“La mamma sta male, la mamma amore mio non può darti un papà come hanno tutte le bambine che nascono in questo mondo. Mi dispiace tantissimo io sto malissimo per questo, non so darmi pace. Rinuncerei al suo amore, purché lo dia a tesua figlia!”

 ‘Mamma’…devo abituarmi a questa nuova parola, non è facile pensare e soprattutto accettare che lo sarò tra poco.
Presto, molto presto sarò una ‘giovane mamma’.
Vorrei avere accanto la mia mamma in questa ‘avventura’  vorrei averla vicina, vorrei essere abbracciata da lei, vorrei avere quei suoi saggi consigli che spesso mi da…ma non riesco a confessarle di mia spontanea volontà di essere incinta, mi blocco non ci riesco.
Esco dalla doccia tutta accaldata tremando un po’ dal freddo, prendo la spazzola pettino i lunghi capelli e poi mi vesto con molta velocità, perché inizio ad avere di nuovo i brividi di freddo lungo il corpo.
Una volta infilati i pantaloni, arriva la parte più delicata devo mettere la pancera.
Farà male a lei? Mi accarezzo il ventre, ed inizio a pensare…aspettare un bambino dovrebbe essere la gioia più bella del mondo, un lieve evento che porta felicità gioia e amore in una casa; ma in questo momento senza il mio Hazza, in parte io la sto vivendo male, mi rende triste per ciò che Gemma mi proibisce di darle.
Un padre.
Presto dovrò procurarmi dei vestiti abbastanza larghi, la pancera sta stringendo troppo, ma se non voglio che in casa mia scoppi la terza guerra mondiale devo sopportare e stringere i denti il più possibile; ma poi quanto tempo riuscirò a resistere senza svelare niente a nessuno?.


***
-“Buon compleanno…maggiorenne!”

Apro un occhio di soprassalto tenendo l’altro chiuso; per una volta che dormivo così bene arrivano e mi svegliano, roba da pazzi.
E poi lo sanno che non voglio essere svegliata prima di mezzogiorno…ah diamine perché non rispettano le mie regole così semplici?
Perché non prendono sul serio il cartello alla maniglia della porta che evidenzia il ‘Non disturbare grazie’?.
Una volta che entrambi gli occhi sono spalancati, mettendo bene a fuoco la vista associando lo sbattere delle ciglia ripetitivamente, dopo un attimo mi ritrovo davanti mia madre e mia sorella che sorridono, facendo spazio ad una torta colorata con sopra una candelina con scritto ‘18’, sorrido e soffio sul numero che evidenzia i miei anni.
Ma non appena apro la bocca puntuali si presentano le classiche nausee mattutine, in teoria dovrei andare in bagno a rigettare tutto, ma se mi alzo noteranno la mia pancia rilassata, libera dalla morsa della pancera così stretta.
Già sono passate alcune settimane, e sono a cavallo tra la fine del quarto e l’inizio del quinto mese…nel frattempo ho preso due chili e si sono posizionati nel centro del ventre; quindi se prima la mia pancia si intravedeva appena ora si vede già di più.
E la cosa mi terrorizza parecchio.

Va bene ok lo ammetto, non resisto non riesco a trattenerle.
Quindi con movimenti veloci, scendo dal letto infilandomi di seguito le ciabatte, tengo il busto piegato in avanti camminando in maniera strana, come se avessi male alla schiena per far si che la pancia venga nascosta, ma non sono sicura di riuscire nel mio intento.
Apro il secondo cassetto, prelevo la fascia sotto una serie di camice di cotone a quadri neri e rossi.
Gira che ti rigira scopriranno tutto, da un momento all’altro’.
Dopo un po’ esco dal bagno abbastanza sconvolta; ho una faccia peggio di quella del giorno prima, portando lo sguardo in alto noto che il mio seno è aumentato di una taglia, ed è magnifico fico!
Mia madre si avvicina a me, abbracciandomi e rinnovando gli auguri…

-“Auguri amore, ora sei finalmente maggiorenne…fa attenzione il mondo la fuori è brutto, ma di più lo sono le persone! ”

Sorrido appena, si comincia bene direi eh?
Che carica di ottimismo che infonde dentro di me, che carica di felicità che emana; già da un forte incoraggiamento che ti passa la voglia di tutto…pazienza. Ora credo che abbia notato il mio colorito, poco roseo…poco rasserenante per una madre.

-“Sara tutto bene? Stai male per caso? Vuoi che chiamo il medico?”

No! Per favore ci manca anche che il medico le spifferi il mio segreto.
Assolutamente no, niente medico.
Guardandola negli occhi, cerco di rassicurarla dicendole una banale bugia alla quale sembra credere perfettamente.
Accendo il telefono, ma la batteria sembra non reggere…sicuramente è scarica evidentemente stanotte mi sono dimenticata di spengerlo come faccio sempre.
Veronica ad un tratto facendo il trenino dietro le mie spalle, mi costringe a scendere le scale.
Scendo l’ultimo gradino e a mia grande sorpresa vi trovo la casa tempestata di palloncini colorati attaccati qua e la ai lati dei mobili.
Per un breve momento mi sembra di avere ancora sei anni, quando ogni anno i miei genitori allora ancora felicemente sposati mi facevano trovare questa sorpresa che per me era la più bella di tutte, perché loro due insieme la rendevano speciale.
Mi facevano avviare un bellissimo risveglio, per continuare poi con la caccia al tesoro architettata da papà. Sorrido rimpiangendo il passato…il mio caro vecchio passato.

Silenziosamente faccio colazione con una tazza abbondante di latte e cereali, e nel mentre che il cucchiaio arriva all’altezza della bocca penso a Harry e a oggi che è il mio compleanno.
Spero di ricevere un suo messaggino contente i suoi auguri per me, lo desidero lo voglio…ma il senso della convinzione sa già che ciò che più vorrei non si realizzerà né oggi né mai.
E allora che senso ha spegnere le candeline esprimendo un desiderio che non si potrà mai avverare!?!
Soffio sul ‘18’ senza pensare a niente, senza pensarci due volte…così decisa come non lo sono mai stata, la fiamma sulla candela svanisce in un minuto lasciando nell’aria una scia di fumo grigio.
Grigie come saranno presto le mie giornate.

Mio fratello è a Roma precisamente agli studi del programma ‘Io Canto’ impegnato nelle prove, impegnato a vincere quel programma a cui tanto tiene; mio padre è andato a prenderlo insieme a zio Luca, per festeggiare tutti insieme il mio compleanno stasera; mentre mamma e Veronica sono uscite a fare la spesa…in occasione di una bella cena per la serata speciale in mio onore.
Il mio diciottesimo compleanno. 
Quindi per una volta da non so quanto casa mia è libera, non c’è nessuno, posso essere a mio agio.
Posso parlare da sola per la disperazione senza che nessuno mi senta, e poi alzo la maglietta e tolgo la pancera…finalmente la mia pancia avrà qualche ora libera dalla morsa della fascia enfatizzante apposta per la linea, comunemente nota come ‘pancia piatta’.
Finalmente posso essere me stessa, posso essere la diciottenne incinta che sono poi in verità; le mani congiunte accarezzano, sfiorano l’ombelico dove c’è un rialzo…dove la pancia ha più rotondità.

Chiudo gli occhi e parlando a voce alta, le chiedo scusa per la forte stretta che l’avvolge dalla mattina alla sera tutti i giorni, le chiedo anche scusa per la scarica di adrenalina, di nervoso che ultimamente sente in me.
Seduta sugli ultimi tre scalini della rampa delle scale, inizio a pensare ad un bel nome dolce che le darò al momento del parto, al momento in cui lei verrà alla luce, al momento in cui potrà stare nelle mie braccia.
Ma non appena inizio a pensare ad alcuni nomi che iniziano con la lettera ‘A’, un rumore proveniente dal campanello della porta, mi distrae…serro gli occhi e poi li apro con sveltezza.

Scendo e decido di avvicinarmi alla porta, prendendo tra le mie mani il pomello della maniglia, ma poi un flash illumina la mia mente, decido di sbirciare dalla finestra per vedere chi è che si trova la fuori cercando di non farmi vedere, altrimenti è inutile.
Con la mano destra prendo la tenda bordeaux e la sposto di lato, analizzando attentamente non conosco nessuno, anche la ragazza sembra passarmi indifferente.
Ma alcuni minuti dopo, continuando a sbirciare i suoi capelli castani svolazzano in aria, delle lunghe e snelle gambe si incrociano tra di loro, una folata di fumo va a spargersi nell’aria autunnale, divenendo poi il nulla mentre una sigaretta viene pestata, schiacciata con tanta forza, un piede batte con aggressività su quell’arteficeche porta il cancro ai polmoni sicuro.

La ragazza castana dalle belle gambe, si sposta un altro po’ girando anche leggermente il viso…quei lineamenti, quel sorriso, quelle labbra ora tutto è familiare. Lei è qui, Gemma è arrivata a casa mia come mi aveva promesso.
Cosa sarà venuta a fare? Sarà venuta a controllare se ho interrotto la gravidanza?
Chi è quell’uomo che è con lei di cui non riesco a vedere il volto!?!
Adesso cosa faccio, apro la porta o fingo di non essere in casa?  






Spazio Autrice:
Ciao ragazze, innazitutto chiedo scusa per il ritardo per aver postato il capitolo, ma tra che ero indaffarata tra che il wi-fi del vicino era sempre sconnesso ho fatto le 23:51 di stasera xD.  Vi voglio anche chiedere scusa per aver fatto un capitolo tristissimo, noioso, palloso stressante e tutti gli aggettivi che vi pare, ma dovevo farlo in base a ciò che è stato scritto nel precedente. Insomma tutto si doveva/deve collegare, questa è la reazione della protagonista come vi sembra? Esagerata? Oppure no? Nel prossimo capitolo la protagonista rivelerà per pura sbadattagine ai genitori di aspettare una bambina...chissà cosa succederà vi anticipo solo che il padre NON LA PRENDERà PER NIENTE BENE. ASSOLUTAMENTE. Quindi immaginate voi. ^^
Devo ringraziare come sempre coloro che recensiscono ogni capitolo, che seguono la FF, che l'hanno inserita tra quelle tre meravigliose categorie. E in più un grazie va ANCHE A VOI LETTRICI SILENZIOSE, che leggete vedo il numero delle visite aumentare *^*. Volendo potete anche recensire non mordo tranquille. Via ora si saluto belle mie.
Un bacio come sempre.
Sara.



Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.





Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1
 

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Capitolo 16
*** Chapter Sixteen: ***


                                     
                                                                                                           (Banner di Sara_Scrive)




**
Ancora incerta sul da farsi se aprire la porta oppure no, emetto un grandissimo respiro ampliando i polmoni e dilatando il diaframma per cercare di calmarmi. Sovrappongo la mano tremante sul pomello, girando piano…la serratura è scattata, ormai non ho più scampo devo per forza aprire la porta.
Gemma si gira, e nel mentre i suoi lunghi capelli castano scuro si posizionano sulle guance, mentre altri sulle labbra, facendola assomigliare ad un angelo, (anche se quest’ultimi io li immagino con i capelli biondi); facendola passare per un’innocua ragazza.
Ci guardiamo intensamente negli occhi, non riesco a ritrovare la Styles che conoscevo prima, quella ragazza dal volto allegro, solare dal volto spensierato.
Di fronte a me ho un'altra Gemma, una ragazza che non conosco una ragazza dallo sguardo divenuto cupo, rigido triste; uno sguardo severo ed asociale, uno sguardo mutato con la forza.
E tutta questa trasformazione sembra non appartenerle, no: non le appartiene!

L’uomo che le sta accanto cerca di attirare la mia attenzione, e per ottenerla schiarisce la voce portando il suo volto davanti al mio con una tale prepotenza, mai vista sino ad ora. Improvvisamente fa freddo, l’aria autunnale è discesa sulla città e di conseguenza sui nostri corpi come un velo gelato; e all'istante il muscolo cardiaco che emette con frequenza i battiti per alimentare la mia vita, si ferma di colpo.
Immobile, rigida confusa mi trovo davanti ad un uomo dall’aria gentile, simpatica…ma al tempo stesso dall’aria ambigua, non riesco a capire se potermi fidare di lui oppure no.
Mi fidavo di Gemma, la sorella del mio Harry, mia ‘cognata’ mi fidavo di lei, le volevo bene…e invece lei ha deciso di essere la cattiva della situazione, ma non credo che sia la sola cattiva in questa situazione…qualcuno la deve per forza aiutare.

E quindi non so bene se potermi fidare di questa persona, che sembra avere dei lineamenti molto simili a quelli della castana dall’aria cupa.
Des Styles si trova davanti alla mia porta, ma per quale strana ragione!?! Per caso saprà della mia gravidanza?
Sua figlia gliene avrà parlato? E se sa cosa sta architettando Gemma lui da che parte starà!?!
Sarà qui per difendermi davanti agli occhi e orecchi della figlia, oppure starà dalla sua parte!?!
Devo conoscere i suoi pensieri, le sue intenzioni…il suo piano.

Gemma continua a puntare il suo sguardo freddo contro i miei occhi.
Poi modifica la sua espressione non appena i suoi occhi cambiano direzione discendendo all’altezza del mio ventre; credo che si sia accorta che non ho eseguito ciò che lei stessa mi aveva ordinato di fare.
Non sono stata alle sue regole, le sono andata contro…ho fatto di testa mia; e questo lei non se lo aspettava, non credeva che sarei stata capace di tenere la bambina anche trovandomi sola senza Harry…anche senza lui accanto.
Non credeva che avrei continuato a portare avanti la gravidanza nonostante le sue ‘minacce’.
Con un piede avanti all’altro blocca la porta non appena io porto quest’ultima contro di lei, cercando invano di chiuderla; con il braccio da una lieve spinta, per cercare di allontanarmi ed avere l’accesso libero.

Come una graziosa danzatrice pronta a scendere sul palco Gemma avanza rapida in casa, facendo chiudere a suo padre la porta; ‘Ma prego entra pure, fai come se fosse casa tua e per caso vuoi anche dei pasticcini e una tazza di thè!?!’.
Suo padre mi guarda con uno sguardo abbastanza strano; oserei dire quasi malefico, e per una manciata di secondi mi sembra di essere nella tana dei lupi dove io sono il pasto del giorno, e loro sono pronti a divorarmi da un momento all’altro.
Con fare veloce Gemma afferra la mia t-shirt grigia con alcune sfumature rosate, e di colpo la tira su scoprendo la rotondità della mia pancia, che ha acquisito con l’aumentare dei mesi e del peso.
Si mia figlia riesce ha farmi mangiare tanto, ed ecco il risultato.
I suoi occhi si spalancano mostrandosi più grandi del solito, l’espressione del suo volto subisce quasi uno shock, non si aspettava di trovare una cosa simile.

-“Non mi avevi detto che avevi interrotto la gravidanza? O perlomeno che lo avresti fatto?”

La guardo un po’preoccupata lo ammetto, mi sta letteralmente prendendo il panico.
Non so cosa inventarmi, cosa dire…se parlare, se rimanere immobile e in silenzio.
Cerco dentro di me quella forza che tutti mi dicono di avere, quella forza che io chiamo debolezza e fragilità, quella forza che in questo momento mi serve…quella forza che poi è chiamata coraggio.
Inspiro e respiro per cercare di mantenere il controllo emotivo, non devo perdere il controllo, non devo mostrarmi intimorita da lei.
E se fosse anche che Des sta dalla parte di sua figlia…non devo farmi vedere debole, non devo farmi intimorire da entrambi.

-“Nella mail scritta settimane fa, ho stilato chiaramente che non avevo più tempo per abortire. Ero già fuori tempo per eseguire l’interruzione di gravidanza, quando ho scoperto di essere incinta era troppo tardi per fare ciò, e per pura coincidenza al quarto mese non si è più in tempo per abortire…per fortuna mi hanno impedito di commettere questo omicidio, che tu volevi si compiesse. Ho scritto tutto nella mail indirizzata a Harry che tu hai letto. A te non ho promesso niente, ti ho fatto credere che avrei fatto ciò che volevi per toglierti dai piedi, per sbarazzarmi di te. Io voglio parlare con Harry, devo informarlo che presto noi avremo una…”

-“Non penso proprio che tu riuscirai a parlare con Harry. Vedi sia io che mia figlia abbiamo una copia della sim del cellulare di Harold, e possediamo l’indirizzo e-mail e la password della sua posta elettronica. Se vogliamo possiamo intercettare un messaggio, una chiamata di troppo; una fastidiosa mail. Come ad esempio la tua. Cara ricciolina ingenua, stupida…tu non ci fai paura con la frase ‘prima o poi io riuscirò a dirlo a Harry’! Chiaro? Tu non riuscirai mai a far sapere al mio Harold che aspetti una stupida bambina di cui fai passare per sua…tu Harry te lo devi dimenticare! Qui comando io, non tu cara ragazza dagli occhi color ambra…capito?”

Suo padre mi ha interrotta prima mentre parlavo, suo padre mi ha offesa, suo padre mi ha quasi minacciato, suo padre mi fa paura, suo padre mi ha letteralmente sconvolta…ma chi è suo padre? Un terribile padre, marito, futuro nonno, un terribile uomo.
Le sue parole sono uscite così glaciali, così perfide da quella bocca carnosa, la stessa che ha suo figlio, la quale molte volte ho preso a morsi…mi manca il contatto delle sue labbra sopra le mie, le sue labbra che si strofinavano al contatto dei miei seni nudi contro i suoi addominali.
Le labbra di Harry che mi solleticavano l’interno coscia, quando con la lingua cercava l’accesso nella mia intimità, dove mi faceva emettere una serie di gemiti prima di fare l’amore.

Il mio corpo e la mia mente a quel contatto piacevole, si intorpidiva perdendo perfino la lucidità della ragione.
Perché in Des Styles ritrovo alcuni lineamenti simili a quelli di suo figlio se, caratterialmente sono così diversi?
Des si appoggia con la schiena contro il muro sorridendomi beffardamente, guardandomi da lontano si pronuncia ancora.

-“Tu non hai capito, che io ho lottato una vita intera per far si che mio figlio divenisse un cantante. Che si affermi nel mondo della musica, Harry ha talento, Harry è bravo…è bello, può sfondare e fare un sacco di soldi, può fare carriera. È questo ciò che vuole Harold nella sua vita, lui sogna da quando aveva tre anni di fare il cantante, sogna da sempre di far innamorare milioni di ragazze con il solo potere della sua formidabile voce. Non sogna di certo di cambiare pannolini e dare pappine a giornate, a un neonato.”

Sembra avere bene chiaro, bene a mente i pensieri di suo figlio.
Harry sogna di far innamorare milioni di fan con solo il potere della sua voce!?!
Beh con una persona c’è riuscito…con me. Io sono la sola che ha fatto innamorare ora adesso, alcuni mesi fa…e voglio che sia accanto a me, accanto alla suafamiglia.
Des, e Gemma non possono spezzarmi il cuore in questo modo così umiliante, così perfidamente…non possono provare gusto in ciò che fanno.
Va contro natura perché stanno facendo del male anche a lui, soprattutto a lui negandogli l’esistenza futura di una bambina…nonché sua figlia.

-“Non posso permettere che una ragazza sciocca e stupida come te, rovini il progetto costruito da una vita. Non posso permettere che lui rinunci a tutto quel ben di dio che piano piano sta conoscendo, che sta avendo, che sta assaporando. Quella notte potresti aver calcolato tutto, lo avresti incastrato benissimo. Dalla vostra separazione tu sarai andata sicuramente con altri ragazzi, e questo non significa che è sua figlia…quella bastarda potrebbe essere di chiunque.”
-“Non si permetta di dire altro in casa mia, davanti alla mia intelligenza. Non le permetto di trattarmi come una qualunque donnaccia di strada, io amavo suo figlio quando mi sono donata a lui. La bambina è di Harry quanto Harold stesso dice si essere è figlio suo. Le dico una cosa…sa perché ha paura a dire a suo figlio di questa piccola ed innocente creatura? Perché sa benissimo che Harold come lo chiama lei, sceglierebbe mesceglierebbe noila sua vera e sola famiglia. E a lei tutto questo da fastidio, lei ha paura di perdere tutto quel finto castello che ha costruito intorno a suo figlio, facendolo innamorare di una cosa che lui stesso non ha mai amato”

Des rimane un attimo perplesso non si aspettava di credo una serie di risposte così pungenti, non si aspettava che forse io riuscissi a capire meglio suo figlio di lui.
Ma a dire la verità io ho solo detto quella frase per creare un effetto sorpresa, per pungerlo su qualcosa.
A Harry piace cantare me lo ha detto, lo faceva sin da piccolo.
Io ho solo cercato di colpevolizzare ancora di più Des, perché non posso perdonargli ciò che ci sta facendo.

-“Tu proprio non vuoi arrenderti eh!?”

-“Mai, non lo farò mai. Harry è il padre della mia bambina e lo deve sapere!”

-“Oppure no…senti parliamo da persone civili, senza esagerare con le parole e il tono con cui le pronunciamo.”

Questa sua finta calma non mi piace per niente.
Cos’ha in mente Styles senior!?!
Incrocio le braccia inclinando il fianco destro, aspettando con ansia la sua proposta.

-“Tagliamo la testa al toro, ti ho già detto che non voglio assolutamente che Harry lo sappia. E tu non devi dirgli niente…perché giuro che se lui decide di interrompere la sua carriera con gli One Direction, ti farò pentire di essere nata, diventerò il tuo peggiore incubo sia di giorno che di notte; sarò io stesso a rovinarti.”

E meno male che dovevamo parlare con calma, da persone civili soprattutto.
Possibile che non ci sia un’altra via d’uscita? Un altro piano?
Credo che, che sia giunto il momento di arrendermi, non riesco  a sentire altre parole così pesanti infondo non ho fatto nulla di male, sto solo portando in grembo una bambina concepita per puro caso, non era progettata non era stata calcolata.
É stata concepita dopo una notte di pura follia.

Se questa è la mia colpa, il mio peccato più grande la quale il cielo non riesce a perdonarmi perché avevo pensato di ucciderla, allora ammetto le mie colpe mi ritengono una peccatrice come tante, e alla fine come tutte quante merito una punizione.
Crescerò una bambina contando sulle mie forze, senza dargli un padre la quale l’amerebbe più di lui stesso; soffrirò in silenzio vedendola infelice per il resto della mia vita: si questa è la mia punizione. 

-“Va bene…va b-bene prometto che non dirò…”

È dura, è dura dover pronunciare quelle parole sapendo che il tuo cuore non smetterà mai di sperare, non smetterà mai di cercare Harry e dirglielo, non smetterà mai di lottare per la cosa migliore da fare.
Gli occhi strabuzzano di lacrime, che fuoriescono dalle palpebre rigando le guance calde e rosee, ingrigendo di più il mio volto.

-“P-prometto che non dirò niente a suo figlio, della bambina. Prometto di lasciargli vivere la sua vita da pop star, prometto di non intralciargli il cammino musicale. Ma…”

-“Ah c’è anche un mah quindi!?!”

-“Sta zitta Gemma!”

Des sembra curioso di sapere cos’altro ho da dire.

-“Ma…voglio una ricca somma di denaro per mantenere il segreto. Perché in fin dei conti è lei che mi costringe a fare una cosa mostruosa come questa. Quindi cacci fuori un libretto degli assegni dalla sua tasca dal completo gessato, lo riempia con tanti zeri da permettermi una casa per me e la mia bambina, lontana da Harry e da tutti voi. Altrimenti mi farò in quattro per trovare suo figlio, in giro per il mondo.”

-“Sei veramente tosta ragazza, molto più di quello che Gemma mi ha raccontato; ma al tempo stesso sei ingenua, debole fragile. Raccogli quelle lacrime, fatti la ragione di non aver mai conosciuto Harold. Va avanti e goditi la vita con tua figlia.”

Appoggia il blocchetto contenente gli assegni e ne riempie uno, mentre io furba e svelta prendo un foglio bianco e inizio a scrivere.

Io Des Styles in compagnia qui presente di mia figlia Gemma, propongo a titolo personale nel dare una ricca somma di denaro, alla ex fidanzata del mio secondogenito Harold. Affinché mantenga segreta la paternità di mio figlio, sulla bambina avuta allora dalla attuale fidanzata ovvero Sara Emily Busnaghi. Mi prendo tutte le colpe, tutte le responsabilità benché è mia personalmente la decisione di non rivelare ad Harold la notizia di avere una figlia, per non far si che la sua carriera artistica musicale vada in rovina. In fede Des Styles

-“Visto Gemma non è poi tanto difficile trattare con le ragazzine innamorate…”

Li guardo sentendomi devastata, le mani tremano il cuore piange, gli occhi sono lucidi.
In questa situazione ne sono uscita sconfitta; loro hanno vinto io ho personoi abbiamo perso Harry piccolina, abbiamo ‘perso’ il tuo papà.

-“È un piacere fare affari con te ragazzina.”

-“Sara per piacere. Mi chiamo Sara capito!?”

-“Si beh ciao ragazzina. Anzi addio. ”
 
Chiudo la porta dell’ingresso, accostando le spalle contro di essa.
Gli occhi che prima erano divenuti lucidi, ora sono gonfi, rossi e inondate dalle lacrime.
Mi fanno male, pizzicano e io in più li sfrego con il dorso della mano, mi implorano pietà mi implorano di smetterla di dare un freno alla delusione; ma io non ci riesco non riesco a frenare il dolore.
Nel mentre che cerco di fare un lungo respiro, per il bene della bambina il cellulare squilla, spero solo che non siano quei due che fino a poco fa hanno definitivamente distrutto la mia vita.

Sblocco il cellulare, e vi trovo un messaggio di Aurora che mi lascia un po’ perplessa e meravigliata; non mi aspettavo che si facesse viva.
Leggo il messaggio contenente gli auguri che mi ha mandato, e inoltre mi domanda dove sono sparita in tutto questo tempo, mi domanda come mai non la chiamo più e soprattutto come sto.
Rispondo a tutte le sue domande, naturalmente mentendo non voglio deluderla non voglio.
Una fitta allo stomaco mi fa piegare in due dal dolore, ho troppa rabbia dentro troppa delusione trattenuta con la forza; e contenerla fa male alla bambina lo capisco.
Ma con chi mi posso sfogare per alleviare il dolore fisico della piccola?

Con nessuno, non posso sfogarmi con nessuno.
E allora cosa posso fare per tirare fuori tutta quella rabbia, quella delusione che ho dentro?
Cantare: è l’unica soluzione migliore adesso che posso fare, almeno non piango e soprattutto non le faccio troppo del male.
Così do un giro di chiave alla porta, bene è chiusa posso andare giù in sala registrazione, quella dove mio padre e i miei zii registrano le canzoni che compongono per i CD e dare sfogo a tutte le mie emozioni.

Entro dentro spalancando la porticina lasciandola di seguito accostata; accendo tutti i macchinari capendoci ben poco.
Ci vorrebbe mio zio Alessandro lui si che è un genio in queste cose, vabbè non potrò fare dei danni no!?!.
Scelgo la tracklist che mio zio Luca ha creato appositamente per me, selezionando una serie di canzoni da quelle tristi a quelle allegre, da quelle movimentate a quelle melodiche; perché sa che spesso mi diletto a canticchiare qualche canzone.
Per sfogarmi, per divertimento, per passione, mi piace cantare in generale ma non potrei mai diventare una cantante.
Indosso le cuffie e sento partire una canzone che rammenta dentro la testa certi ricordi…è la nostra canzone, riesco a riconoscerla.
Come potrei non riconoscere ‘Total Eclips of the Heart’ !?!
Quella che Harry ha dedicato al nostro amore, quella che ci rappresenta al meglio.

‘And I need you now tonight 
And I need you more than ever 
And if you only hold me tight 
We'll be holding on forever 
And we'll only be making it right 

Cause we'll never be wrong together 
We can take it to the end of the line 
Your love is like a shadow on me all of the time 
I don't know what to do and I'm always in the dark…’


Questa canzone sa esprimere al meglio quello che vorrei gridare al mondo intero, quello che avrei voluto gridare prima in faccia alla famiglia Styles.
Quello che vorrei che Harry sapesse. Questa canzone è così profonda, è così vera come l’amore che vi è tra me e Styles.
Le corde vocali si intrecciando tra di loro facendo assumere alla mia voce, un tono diverso molto più aggraziato.
Le mani cominciano a muoversi seguendo il ritmo della musica, vanno ad accarezzare la lunga chioma di ricci che ricoprono le mie spalle fino ad entrare nell’incavo del collo, immaginando Harry che vi posa le sue labbra succose sulla mia pelle nuda.
La prossima scelta è ‘
I Wish Were Here’ di Avril.
 
I can be tough 
I can be strong 
But with you, it's not like that at all 
There's a girl 
That gives a shit 
Behind this wall 
You just walk through it…



And I remember all those crazy things ya said 
You left them running through my head 
You're always there 
You're everywhere.

Damn

In questo momento vorrei che il mio Styles mi accarezzasse la pancia, e vorrei che provasse quella sensazione che provo io ogni volta che la sfioro; vorrei che riuscisse a provare le stesse emozioni e sensazioni che provo ogni giorno…vorrei vederlo sorridere, sussurrando piano quelle parole magiche: insieme riusciremo a superare tutto
Harry mi manchi, mi manca tutto di te…la tua voce soave e al tempo stesso attraente che sussurrava quel ‘Ti voglio bene’ reso così importante, così indispensabile; quella voce che sussurrava il buongiorno, la mattina e la buonanotte la sera.
Ma la cosa più bella era sentire pronunciare il mio nome dalla tua bellissima voce, che fuoriusciva dalle tue labbra carnose e seducenti.

Vorrei riassaporare quei baci pieni di passione, ma altrettanto casti a volte che tu mi davi a dismisura…erano la mia ninfa vitale.
Vorrei rivedere ancora una volta, quei tuoi occhioni verdi pieni di vita e felicità che sprigionavano quando eravamo insieme felici; quegli occhi color smeraldo, color muschio color prato color speranza.
Quegli occhi che mi amavano davvero, quegli occhi che parlavano senza che tu dessi voce alle parole.
I suoi occhi parlano come parla il mio cuore.

Ieri ho capito che… 
E´ da oggi che comincio senza te… 
E tu.. l´aria assente… 
Quasi come se io fossi trasparente… 
E vorrei fuggire via… 
e nascondermi da tutto questo… 

Ma resto immobile qui… 
Senza parlare...non ci riesco a staccarmi da te… 
E cancellare tutte le pagine con la tua immagine… 
E vivere… 

Come se non fosse stato mai amore…’

Dovrò, devo andare avanti…non dovrò guardare indietro al passato, ma bensì guardare al presente.
Pensare a come allevare la nostra bambina, in attesa che arrivi il prima possibile quel giorno in cui tu verrai a conoscenza di lei.
Non sarà facile e non prometto di riuscirci entro una data di scadenza, ma lotterò per impegnarmi per salvaguardare le nostre vite.
Scorgo con la coda dell’occhio la collana che sta al di sotto della felpa, la prendo tra le mani premendola forte immaginando la presenza di Harold accanto a me, che mi accarezza le spalle.
La osservo mi manca quella parte, mi manca la mia parte. 
Poi con un impulso non controllato la sfilo da collo e con forza la lancio lontana da me…la getto via, dimenticandola dimenticandolo.  

 
‘Va bene: c'è un perché…   
se sei sicuro che non c'è posto al mondo… 
più per noi… 
ma so che in fondo hai solo… 
un po' paura… 
e che tu non mi… 
dimenticherai…


Perché siamo una scintilla… 
d'acqua e d'elettricità… 
io sarò… 
dove sei… 
scriverò sui muri… 
ovunque andrai… 
ci sarò…
ci sarai… 
per sempre…’

Anche se cercherò di dimenticarti, mi sarà in parte impossibile perché guardando il volto di nostra figlia, tu tornerai a prendere il posto fisso dentro la mia mente…perché tu sei parte di lei.
L’hai creata…hai creato insieme a me i suoi cromosomi, i suoi lineamenti quello che poi sarà il suo carattere; insieme a me l’abbiamo creata, abbiamo creatocolei che sarà la cosa più bella che abbiamo fatto in tutta la nostra vita, lei che è nata dalla forza del nostro amore.
Lei che sarà il sacrificio più importante della mia vita, lei che un giorno sarà parte della tua.





Spazio Autrice:
Salve ragazze. Voglio subito cominciare nel dire che mi dispiace di aver postato dopo una settimana netta il nuovo capitolo; ma ho avuto degli impegni e in più ho dovuto accontentare mia sorella (stare insieme a lei giocando alla wii xD) aiutare mia madre, e era difficile trovare il tempo per scrivere. Come provavo arrivava sempre qualcuno...ma a voi giustamente non ve ne frega! Mi dispiace di avervi detto che questo sarebbe stato il capitolo della rivelazione della gravidanza, da parte di Sara ai genitori ho cofuso i capitoli D: perdonatemi davvero. Ma quello dopo lo sarà davvero ;). Perdonate anche la schifezza di come alla fine è uscito fuori questo capitolo...stavolta lo ammetto non ho saputo fare di meglio e sicuramente avrò deluso tutte voi. :( Cos'altro dire!?! Ah si che siete troppo buone, troppo gentile e stanno aumentando le persone che seguono la Fiction. In totale siete 32 persone che la suguono (sarebbe bellissimo avere una recensione da ognuno di voi in tutti i capitoli *.* ma vabbè io mi accontento) e per me è davvero tanto, è una cosa che non ci speravo assolutamente.Un bacio a tutte voi! Ci vediamo presto spero stavolta xD
Un bacio.
Sara.
 


Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.





Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1

 

 

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Capitolo 17
*** The smiles of your child, sews every bloody wound... ***


                                                                                         Il sorriso di tuo figlio, cuce ogni ferita sanguinante...
                                           
                                                                                                       
(Banner di Sara_Scrive)

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Dopo aver dato sfogo alla rabbia, alla delusione ed infine alla tristezza spengo tutti i macchinari che si trovano dentro la sala registrazione; ripongo le cuffie al loro posto, prendo il cellulare che avevo poggiato sul divanetto per non essere disturbata da nessuno. 
Di conseguenza sblocco la schermata del telefono per vedere che ore sono dal momento che dovrò calcolare bene l’orario in cui tutta la mia famiglia sarà di ritorno a casa.
Cosa mi tocca fare per colpa della mia vigliaccheria, per colpa di colei che mi fa vivere insicura che mi fa vivere giorno dopo giorno con la paura di essere scoperta, con la paura di essere una delusione per i miei genitori.
Se solo avessi il coraggio di pronunciare ‘Mamma, papà sono incinta’ se solo avessi il coraggio di quelle ragazze che si trovano nella mia stessa situazione, se solo fossi forte…ma al contrario loro io sono una codarda…sto solo aspettando che la pancia parli per me, sto aspettando da troppo tempo che la pancia cresca ancora evidenziando la mia gravidanza, divenuta quasi al termine.

Non ho il coraggio di fare questo passo  e di conseguenza di pronunciare quella frase, perché credo di essere un enorme fallimento per tutti quelli che mi vogliono bene.
Un fallimento che insomma si ripete di generazione in generazione.
Mia madre vedendo me con la pancia, con la stessa pancia che aveva anche lei quando portava in grembo me sua figlia, rivivrà i suoi vissuti con mio padre presente che le stava accanto, con quel ragazzo che era troppo giovane per divenire padre, con i litigi avvenuti con mia nonna.
Lei rivivrà tutte le sensazioni che provava allora avendo me dentro di lei, avendo quella piccola farfallina che la rendeva così felice, così matura così insicura ma così radiosa.
I ricordi si riaffioreranno tutti dentro la sua mente, da provocargli forse un pianto liberatorio associato alla delusione che lei stessa diede a sua madre, paragonando lei a me.
Entrambe madri in un età dove il divertimento, dove gioire di ogni cosa che ti propone la vita il mondo è di regola…l’unica regola che devi seguire.

Con che cuore quindi posso darle questa delusione!?! É anche vero che prima o poi dovrò farlo e il motto ‘via il dente via il dolore’, è giusto cade a pennello.
Sicuramente mi sgriderà ancora una volta rinnovando le sue vecchie avvertenze, le sue riproponibili raccomandazioni per non commettere la stessa incoscienza fatta da lei e mio padre.
Sicuramente la prenderà malela prenderanno male…e a quel punto sarò veramente da sola, sarò veramente lasciata a me stessa, lontana dall’amore della mia famiglia, lontana dal cuore e dall’amore di Harry.
Perciò non riesco a sbloccarmi e a convincermi che alla fine andrà tutto bene, che la mia famiglia accetterà di avere una diciottenne incinta in giro per casa, una giovane ragazza divenuta maggiorenne da poche ore che presto diverrà mamma, invece di andare in giro per il mondo con le amiche, questa giovane mammacambierà pannolini sarà sommersa da pappine, canterà una serie di ninne nanna la sera per addormentare la figlioletta tra le sue braccia, e una volta cantate quelle melodiose poesie trasformate in armoniche canzoncine, le saprà a memoria.

Una giovane mamma che non si perderà le prime gattonate della figlia, una giovane madre che insegnerà alla sua bambina a pronunciare la parolaMamma’ con molta costanza e dedizione.
Quella mamma che la notte sarà pronta a cullarla ogni qualvolta che i dentini faranno male, perché le inizieranno a spuntare.
Quella giovane mamma che le starà accanto non appena inizierà a muovere i primi passi. Una giovane diciottenne che per prendersi cura della sua bambina dovrà rinunciare all’Università, una ragazzina che dovrà sacrificare la sua vita per un figlio.
Tutte cose che mia madre ha fatto per l’amore che riponeva, ripone in noi figli. 
Un applauso inaspettato cattura la mia attenzione, un gruppo di persone stanno battendo le mani in tempismo coordinato quasi da far paura.
Man a mano che gli applausi continuano le persone avanzano piano di fronte a me, quando poi sotto la luce riesco a riconoscere i volti di tutta la mia famiglia al completo, zii compresi.
Mio padre e mia madre mostrano uno sguardo severo rigido deluso, contro il mio impaurito perso, triste…per quale motivo hanno quell’espressione?

Zio Luca, inizia con farmi gli auguri per il mio compleanno abbracciandomi fortemente contro il suo petto così muscoloso, quel torace che sa infondermi protezione e sicurezza ciò che in questo momento, dentro di me sento di avere un necessario bisogno.
Dopo avermi abbracciato anche zio Francesco, rinnovando anch’egli i suoi auguri facendo perfino la conta degli anni con i miei orecchi, come quando ero solo una bambina spensierata…arriva di colpo Alessandro (mio zio).
Si butta a capofitto tra le mie braccia, stringendomi forte contro di lui emanando quel calore corporeo che mi mancava ricevere.
Dopo circa mezzo minuto avvicina il suo viso verso il mio orecchio sussurrando ‘Tuo padre e tua madre, sospettano qualcosa Sara, hanno trovato la fascia di sopra…’ e nel momento in cui finisce la sua frase si stacca da me, tornando al suo posto cercando di riacquisire quel volto tranquillo che continuava ad avere fino a qualche minuto fa, stando accanto a mio padre.
Mentre io rimango rigida sulle mie gambe, con gli occhi ben dilatati con il calore del mio corpo che ribolle dentro la mia pelle, con il sangue caldo che scalda ad una temperatura troppo elevata il cuore, con il muscolo cardiaco che batte così forte, corre una corsa contro le sue paure, che poi in verità sono le mie.

Scopriranno tutto è la fine, non poteva accadere in una giornata migliore di questa. Il solo pensiero di dirlo conoscendo le loro reazioni, mi fa salire il tremolio alle mani, fino ad avere perfino quel fastidioso nodo alla gola, così massiccio da soffocarmi a momenti.
Hanno visto la fascia, non ce l’ho addosso e la mia pancia purtroppo si intravede abbastanza e si capisce più che bene, che sto aspettando un bambino.
Cosa faccio, cosa mi invento più che altro!?!. Credo sia arrivato quel momento che tanto speravo arrivasse il più lontano possibile, devo tirare fuori il coraggio e pronunciare quelle parole, quelle parole che mi fanno gelare il sangue solo a ‘pensarle’ ad alta voce.

 -“Posso farti una domanda?”

Mio padre ha iniziato il suo classico ‘interrogatorio’ padre-figlia.
Devo rimanere lucida, calma il più possibile. Annuisco con la testa, senza muovere un solo lato delle mie labbra.
Continua  a puntarmi contro quella sua espressione così seria, quasi da mettermi paura, oltre all’ansia che già si è infondata dentro di me.

-“Per curiosità questa a cosa ti serve?”

Da dietro la sua schiena porta davanti a se la fascia che spesso usavo per nascondere il ventre arrotondato.
La passa in mano a mia madre che inizia a guardarmi con aria confusa, osservando accuratamente quella specie di morsa che agonizzava la mia bambina ogni qualvolta che la mettevo.

-“Cosa ci nascondi Sara?”

Ecco la classica frase che non volevo sentire, quella frase così dura da mandare giù.
Mio zio Alessandro mi guarda con il volto preoccupato, delle piccole gocce di sudore stanno scendendo lungo i bordi della fronte fino a calarsi sulle guance.
Gli ho confidato un grande segreto da tutelare come se fosse più suo anziché mio, povero non so come ha fatto a resistere così a lungo, gli devo davvero tanto. 

-“Papà andrò dritta al sodo senza girarci tanto intorno…” 

Incrocia le braccia l’una dentro l’altra, mentre però con una mano si massaggia il mento e quando fa così ‘Sara aspettati il peggio’ non è un buon segno, assolutamente no.

-“Mamma papà, sono incinta…”

Come avevo previsto iniziano tutti a fissarmi la pancia, tranne zio Ale che gira per la stanza portandosi le mani alla nuca, respirando pesantemente.
Mamma rimane concentrata per un po’ sul mio ventre, le mani incominciano a tremargli…e sul suo bel viso calano alcune lacrime, che le rigano quelle guance rosee che aveva fino a poco fa.
Le lacrime scendono giù silenziosamente, in maniera veloce rapida; ma al tempo stesso discendono piano mostrando il dolore, associato alla delusione che mia madre sta provando tacitamente dentro di se.
Al contrario mio padre sta prendendo a pugni il muro di fronte a se, mostrando un'altra forma di delusione, mostrando un'altra forma di dolore; quel dolore che una ragazzina diciottenne nonché sua figlia ha procurato dentro di lui. Il primo passo è stato fatto, adesso devo continuare non posso di certo fermarmi qui anche perché loro vorranno sapere tutto, prendo un bel respiro anzi più d’uno e continuo.

-“Aspetto un bambino da Harry, anzi in verità è una bambina!”

Di nuovo l’attenzione ricade su di me per forza, mamma che fino a poco fa stava in silenzio si avvicina a me; porta il suo sguardo deluso amareggiato contro il mio, e così senza pensarci due volte tira uno schiaffo contro la mia guancia.
Credo in parte di meritarlo quello schiaffo, non riesco a replicare nessuna parola, in fondo ho sbagliato, noi dovevano stare attenti, io non dovevo deludere i miei genitori, io non dovevo creare una situazione di delusione, di rabbia dentro il loro cuore; più volte mi avevano avvisata, più volte mi avevano preparata a come si può rimanere incinta; più volte mi avevano quasi pregata di non dar loro una delusione così grande.
Ma è stato tutto inutile, perché è accaduta la stessa identica cosa a mia madre, e ora diciotto anni dopo a me.
Alessandro mio fratello invece è l’unico credo ad aver preso bene la notizia, così su due piedi viene ad abbracciarmi fortemente, tale da spiazzarmi; non credevo possibile che qualche membro della mia famiglia potesse prendere bene, o per lo meno non criticare più di tanto quello che mi è capitato.
Mi accarezza la pancia, e inaspettatamente posa le sue labbra sopra di essa…lo osservo e non riesco a trattenere una lacrimuccia che se ne va via dalle mie palpebre, discendendo così calda sopra lo zigomo. 

-“Ci regalerai presto una nipotina, che bello non vedo l’ora di diventare zio!”

Nel mentre chiama vicino a noi anche Veronica, che emozionata sfiora il mio addome arrotondato, provando gioia nel vederlo.
Alessandro la guarda, la tira a sé abbracciandola e a bassa voce le dice…

-“Diventeremo zii non è fico Vero? Dai lasciati andare e si felice per nostra sorella!”

Ripeto non era nelle mie aspettative che qualcuno provasse gioia e non rabbia, per la mia notizia shock rivelata alcuni momenti fa.
Non credevo possibile che i miei due folletti provassero gioia e non paura nel diventare zii così presto, in un età così giovanile…in parte mi rende serena, in parte mi sento apprezzata e non più sola, in parte mi sento felice.
Ma vorrei anche che i mie genitori e il resto della famiglia fossero felice per me, so che non è facile accettare che tua figlia appena diciottenne così dal giorno all’altro ti rivela di essere incinta, e soprattutto la sua pancia è la prova evidente e schiacciante.
So anche che per loro sarà come rivivere il loro passato, le stesse emozioni e paure vissute, ma in questo momento mi sento così abbandonata e lontana da tutti che avrei bisogno di qualcuno, che mi aiuti in questa nuova ‘avventura’ vorrei che mi infondessero caloreamoresicurezza, e protezione…tutto qui.
So che sarà dura per loro accettare che presto diverrò mamma così in giovane età, so che scombinerò tutti i loro piani; non potrò andare all’Università di Giurisprudenza come avevamo stabilito perché dovrò prendermi cura della bambina, so che non potrò fare tante altre cose, ma al contrario loro io non mi pento di trascorrere del tempo con la mia bambina, non vorrei mai perdermi la sua crescita.

Abbassando la testa per non farmi vedere cerco mio padre con lo sguardo, fino a quando lo scorgo seduto sull’ultimo scalino della rampa delle scale che porta dalla sala registrazione al salotto.
Le sue mani sono immerse nei capelli biondastri tinti, le braccia che sorreggono la testa sono appoggiate sui ginocchi; la testa china abbassata verso il basso puntando il suo sguardo tristeinfelice amareggiato sul pavimento color panna.
Continua a tenere la fascia tra le mani, rigirandola più volte la osserva e di conseguenza scoppia a piangere come un bambino, e posso dire che questa è la prima volta in cui vedo mio padre piangere.
Faccio un passo nella sua direzione per cercare di spiegare meglio la storia, mia madre mi guarda e mi afferra per un polso facendomi capire che è meglio non proseguire adesso; preferisce che lasci sfogare l’amara delusione che ha in questo momento quel trentottenne biondo, quel trentottenne che sta sui gradini deluso come un bambino quando riceve una brutta notizia.
Quel cantante rapper si alza dallo scalino e il suo corpo si slancia, e inoltre a quello anche la sua bocca si schiude ed iniziano a volare una serie di parole non molto carine alcune tra cui…

-“Sei una disgraziata…per anni io e tua madre ti abbiamo spiegato tante di quelle cose, oramai dovresti essere al corrente di tutto, di tutto. Per anni ci siamo raccomandati che non ti succedesse quello che è capitato a noi…per anni abbiamo fatto in modo che tu ragionassi con la testa. E ora tu ha appena diciottenne cosa mi vieni a dire da un giorno all’altro? Che sei incinta di quell’Inglesino ricciolo viziato, presuntuoso che non è altro? Mi dispiace dirtelo ma sei un incosciente…non hai saputo ragionare con la testa!”

-“E certo perché tu da sbronzo riesci a ragionare eh caro papà!?!”

-“Vuoi dirmi che avete concepito quella bambina da sbronzi!?! Ma vi rendete conto che non è un giocattolo la sua vita?”

Rimango in silenzio, non pronuncio nemmeno una sola piccola parola.
Il ‘vi rendete conto…’ diventa per forza e per ragione ‘ti rendi conto…’.
Harry come vorrei che tu fossi qua vicino a me ad affrontare questo momento così imbarazzante difficile insieme a me…cerco la nostra collana intorno al mio collo, ma non c’è…ah già prima l’avevo lanciata via dalla rabbia, adesso vorrei averla al collo per sentirti in parte vicino.
È il destino ancora una volta, siamo così lontani distanti che non riusciamo a ritrovarci più.

-“Ripeto sei un incosciente, ti ritenevo matura cara figlia…non lo sei stata e non lo sei tutt’ora.”

È stato giovane anche lui, ha vissuto la mia stessa identica situazione, eppure non riesce a capirmi non riesce a capire nulla; in questo momento gli riesce solo che brontolare, lamentarsi e gettarmi contro la sua rabbia e delusione, quanto vorrei che in questo momento fosse me.
Forse e dico forse, diminuirebbe le sue lamentele, le sue urla e capirebbe che urlare adesso in questo momento non serve a niente, anzi mi distrugge e basta.
Mi distrugge proprio come hanno fatto gli Styles, in un modo diverso certo…ma mi sta distruggendo pure lui. 

-“Ma io dico, perché non siete stati attenti, voglio dire tu sai come si deve stare ‘attenti’ se non vogliamo avere bambini così inaspettatamente…ti abbiamo preparato una vita perché non succedesse questo.”

-“Mamma eravamo ubriachi, e siamo stati ‘attenti’ giuro ma è ‘sfuggito’ da un momento all’altro e non ce ne siamo resi conto. Questo è quanto mi ha saputo spiegare una dottoressa.”

-“Ah sei stata dal medico…senza di me! Beh almeno sono ‘contenta’ che tu ti sia fatta vedere. Sei andata da sola?”

Zio per il momento è bene che tu rimanga alla larga da questa storia, te lo meriti dopotutto hai mantenuto un segreto che potevi benissimo non custodire…potevi spifferare tutto a tuo fratello, ma hai scelto di non farlo quindi questo è il mio ‘ringraziamento’ per aver mantenuto il segreto. 

-“Si sono andata da sola…”

-“Dunque hai deciso di tenerla? La bambina intendo…”

Annuisco con la testa, mia madre sembra aver addolcito il suo tono e modo di esprimersi con me.

-“E hai già pensato ad un nome!?! Se vuoi possiamo sceglierlo insieme?”

-“Ho cercato vari nomi sul tuo libro dei nomi che tieni in soffitta, l’ho spolverato era pieno di polvere…avrà si e no…”

-“La tua età…si proprio così! Lo comprai quando ero alla fine del quinto mese…ero così indecisa sul nome ne avevo tanti in mente, infine dovetti comprare un libro per valutarli tutti e scegliere quello che mi piaceva di più. Ero così giovane ed inesperta. Volevo che tu avessi il più bel nome di sempre, una volta per tutte poi scelsi ‘Sara’ perché in arabo significa ‘Principessa’ e tu eri così bella, sai eri la principessa del tuo papà.”

Mia madre si avvicina a me, mi guarda dritta negli occhi e scoppia a piangere tirando il mio corpo contro il suo da racchiudermi in un abbraccio caloroso,intensopieno d’affetto.
Si distacca da me…scopre la pancia alzando la maglietta, con le sue mani la sfiora delicatamente l’accarezza esitando un po’ ed infine la bacia.
La massaggia con quell’amore che solo una madre può donare ad un figlia in stato interessante in piena fase dell’adolescenza.
Inizia di seguito a parlare alla sua nipotina presentandosi come la nonna, la mamma della sua mamma e nel farlo si commuove ancora una volta.
Mio padre guarda mia madre, quella donna che l’ha reso padre per ben tre volte.
L’ascolta attentamente…un velo di tristezza di colpevolezza appare chiaro, limpido nei suoi occhi color nocciola…quel nocciola che ha colorato una parte delle mie iridi, fondendosi con l’ambra e il verde muschio.  

-“Smettila, mi fai solo rabbia nel vederti così indifferente di fronte alla gravidanza della nostra prima figlia.”

-“Se non ti fosse abbastanza chiaro sto soffrendo anche io, non solo te. Se non hai visto bene prima le ho dato anche uno schiaffo. Secondo te se non stessi come te, delusa, arrabbiata le avrei tirato senza motivo quel ceffone?”

-“Non credo, ma sta di fatto che tu le accarezzi la pancia, la baci…io non riesco ad avvicinarmi come fai tu.”

-“So che per te, che sei padre accettare la gravidanza di tua figlia significa vederla crescere troppo in fretta, sta a significare che diventerà presto una mamma, una donna…mentre per te è solo ancora la tua bambina che devi proteggere. Ma vedi Emanuele anche per me è la stessa cosa…anche per me Sara è ancora la mia bambina, e vederla presto madre mi spaventa…mah adesso dobbiamo farcene una ragione, adesso dobbiamo accettare la sua gravidanza e aiutarla, sostenerla in questa nuova avventura. In questa avventura così ardua per chi come lei è alle prime armi. Accetta a basta. Tieniti per te la rabbia.”

-“Ma io non posso, non riesco…io vado da quell’Inglese lo acchiappo per il cravattino e gliene canto quattro.”

Mamma in questo momento sembra una leonessa pronta a proteggere la sua cucciolata, in questo caso il suo cucciolo che sarei io.
Mio padre esplode di colpo, riacquisendo quell’aria ferita, arrabbiata che mostrava prima quell’espressione seria, tesa, dura.

-“Vai vai a Londra, ma dimmi un po’ quando avrai preso per il cravattino il ragazzo cosa farai eh!? Niente te lo dico io…Emanuele non puoi fare niente. Devi solo accettare che presto diventeremo nonni, devi accettare che presto in questa casa arriverà una bella bambina a rallegrarci, e a regalarci amore nella nostra dimora.”

-“No! Io non me ne farò una ragione, io non accetto che mia figlia sacrifichi la sua vita per stare dietro ad una neonata. Adesso la porto in ospedale e le faccio interrompere la gravidanza! Lo sai che io per lei ho in mente altri progetti anziché insegnarle a cambiare i pannolini. Deve diventare un Avvocato di grande successo come suo nonno…come mio padre! Lo sai anche tu che questo è il suo sogno.”

-“Si perché glielo hai ripetuto dal giorno che è nata, tu hai conficcato nel suo cervello quell’idea.”

Ora basta, è giunto il momento che io metta fine a questa litigata basata su quello che voglio fare della mia vita.

-“Io voglio diventare Avvocato, papà mi ha solo fatto capire quanto io sia adatta per quel ruolo. E papà io non verrò con te ad abortire in ospedale, io voglio tenere la bambina…prima o poi riuscirò a laurearmi in Giurisprudenza! E poi oramai non posso più abortire!

Mio padre è rimasto stupefatto del mio comportamento mostrato di fronte a lui, non si aspettava di certo che mi rivolgessi a lui con quel tono.

-“E perché non puoi più abortire?”

-“Perché…” 


Spazio Autrice:
Buonasera ragazze sono tornata. Voglio innanzitutto scusarmi con voi meravigliose lettrici per l'enorme ritardo nel postare il diciassettesimo capitolo (che è questo) lo so sono tredici giorni che non posto niente. Perdonatemi ma in questi tredici lunghi giorni ho avuto un imprevisto/impegno dopo l'altro. Mia madre, mia sorella e mia cugina c'entrano xD hanno sempre ostacolato ogni mio tentativo di postare un capitolo; mentre nell'ultima settimana invece ho anche iniziato le fisioterapie ad una spalla e mi prendono tutto il pomeriggio. Ma passiamo ad altro. Cosa ne pensate del capitolo? Troppo banale, troppo dolce? Troppi sentimenti che circolano? Ma d'altronte questo capitolo rivela in parte l'emozioni dei genitori della protagonista e del fratello/sorella. La notizia shock doveva suscitare un po' di scompiglio in famiglia xD. Secondo voi sia la madre che il padre reagiscono troppo male alla notizia? Voglio dire la loro reazione è troppo esagerata? Io spero di no...spero di aver fatto un buon lavoro per voi. Perché è per voi che scrivo, è per voi che lavoro 'sodoè per voi che mi impegno così tanto...è per voi che sono così severa e pignola con me stessa. 
Voglio inoltre ringraziare tutte le LETTRICI CHE RECENSISCONO LA Fiction, e voglio ringraziare anche le LETTRICI SILENZIOSE, vi vedo tutte xD.
Un grazie anche a chi HA INSERITO LA FF NELLE CATEGORIE. 
E un grazie speciale va a _Giorgia_ che ha inserito la storia tra le SCELTE! NON CREDEVO DAVVERO, meritasse la mia storia.

Ci becchiamo presto stavolta spero. Un bacio.
Sara.


Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.





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Capitolo 18
*** Chapter Eighteen: ***


                                           
                                                                                                                                                   (Banner di Sara_Scrive)



**
Mio padre continua a puntarmi i suoi occhioni color avellana, un colore molto simile al nocciola contro i miei ambrati con alcune sfumature verdastre.
Il suo sguardo rigido severo burbero, non si è mai disorientato un solo momento è sempre stato fermo su di me sul mio ventre arrotondato, arricchito dalla presenza della mia principessina.

-“Dammi un buon motivo…dammi una ragione valida del perché non sei più in tempo per abortire!?!”

-“Non posso più abortire per il semplice fatto che sono entrata nel quarto mese…e tu lo sai bene che dopo la fine del terzo tutti gli organi vitali sono vivi attivi e funzionanti. Lo sai benissimo che il muscolo cardiaco comunemente chiamato cuore, pulsa dei battiti al minuto che grazie a una sonda ecografa si riesce ad udire bene. Lo sai più che bene che abortire adesso, è come uccidere il bambino. È come uccidere tua nipote.”

-“Dammi una certezza dammene solamente una…”

-“Io ero con lei Emanuele e quello che tua figlia ti sta dicendo adesso è la verità…la bambina è formata quasi del tutto e tu non puoi imporle l’aborto. Non è la soluzione adatta per nessuna delle due…semplicemente dovrai abituarti all’idea di diventare presto nonno.”

Mio zio si accosta alla mia spalla poggiando su di essa il suo braccio, mentre la sua mano sta massaggiando i miei capelli.
Quando sono tesa nervosa, è l’unica soluzione per rendermi calma e rilassata…per tener a bada le mie emozioni e sensazioni.

-“Se fossi stata ancora in tempo in un certo senso avrei abortito ma…no, alla fine l’avrei tenuta lo stesso la bambina. E il destino ha fatto in modo, mi ha permesso di tenerla anziché farla morire…tu non puoi capire il dolore psicologico che procura l’interruzione della gravidanza in una donna. Avresti preferito vedermi depressa nel letto ad ansimare, a singhiozzare dall’enorme senso di colpa che mi avrebbe divorato l’anima e spezzato il cuore? Avresti voluto vedere i miei polsi in uno stato pietoso la quale ti puoi benissimo immaginare? Avresti voluto ricorrere ad uno specialista per riportarmi alla ‘vita’? Avresti retto una situazione del genere? Tu e la mamma sareste stati in grado di aiutarmi, di gestire una situazione triste come la perdita di un bambino?”

-“Tu lo sapevi? Tu eri con lei? Ma come hai potuto non dirmi niente…eh come? Io che sono tuo fratello…lei che è mia figlia e non la tua…Alessandro come hai potuto tacere fino ad ora? Come hai potuto non avvertirmi…sei stato dalla sua parte alla fine? Complimenti, sei stato davvero molto leale nei miei confronti…”

Mio padre sembra scagliare tutta la sua rabbia su zio Ale, e da una parte è dura ammetterlo ma posso capirlo benissimo…ed è colpa mia se adesso mio padre e mio zio stanno litigando.
Il dibattito che mai avrei voluto si divulgasse in questa casa, sta avvenendo ora davanti ai miei occhi…e per di più per colpa mia; sono un disastro.

-“È stata una mia idea quella di chiedere a zio Ale, ti mantenere il segreto. È stata una mia decisione quella di pregarlo di non rivelarvi niente…sono sempre state mie le scelte che ho preso. Come quella di andare dalla dottoressa…come quella di tenere la bambina. Sono state le mie scelte, sulla mia vita.”

-“Perché lo hai detto a lui e non a noi? Noi che siamo i tuoi genitori, coloro che ti hanno messo al mondo…coloro che ti hanno insegnato il bene e il male, il giusto e lo sbagliato…l’educazione, coloro che ti amano più della loro stessa vita. Coloro che darebbero la vita per te. Perché Sara non ti sei rivolta almeno a tua madre?”

In questo momento credo di essere riuscita a ferire nuovamente quel trentottenne biondo che vive a suon di rime, formate da ciò che gli propone il cuore…quel trentottenne che vive con la musica che gli pulsa nelle vene…quel trentottenne che vive per la musica dal giorno che è nato.

-“Non potevo rivolgermi alla mamma perché ormai tu l’hai condizionata. Per certe notizie lei reagisce nella stessa maniera in cui reagisci tu…appena rivelata la notizia lei te ne avrebbe parlato e tu saresti andato su tutte le furie come stai giustamente facendo ora. Non volevo creare un disagio a voi, non volevo creare nessun problema semplicemente volevo cavarmela da sola.”

Mia madre si avvicina a me prendendo il posto di zio Ale che va ad appoggiarsi alla parete del muro tinteggiato d’oro. 

-“Perché volevi cavartela da sola? Noi siamo e saremo sempre al tuo fianco noi siamo qui per sorreggerti quando cadi…e adesso mi sembra che tu stia cadendo a pezzi. Mi sembra che tu abbia bisogno d’aiuto più che mai…lo sai che non faremo mai niente per vederti infelice.”

-“Mamma io…non so perché ho deciso di cavarmela da sola!”

Non riesco a finire di parlare che scoppio a piangere buttandomi a capofitto tra le sue braccia, percependo nell’incavo della nuca il buon profumo che il suo corpo emana rilasciando quell’aroma di rosa, amalgamata dall’intensa fragranza che l’arancio proscioglie; il tutto legato dalla travolgente essenza di pesca.
Ho sempre gradito quel buon odore, l’aroma dell’agrume unito con la bontà della pesca e arricchito dall’essenza della rosa, un mix di perfetto di piaceri sensazioni e emozioni…direi che questo è il più bel regalo che la natura possa farci.
Una serie di ricordi circolano tutti dentro la mia testa creando quasi una voragine piacevole, una ventata di gioia amore e affetto è entrata nell’aria…creando una vera e propria atmosfera familiare.
Le sue dita scorrono lungo la mia schiena, salendo sempre più fino ad accarezzarmi la testa spostando a destra e a sinistra i suoi polpastrelli; amplia il suo palmo
afferrando i miei ricci con una morsa delicata e amorevole.

-“Non capisco…non capisco niente di questa storia. Una cosa è certa: in casa mia vive una figlia svergognata e nella mia famiglia esiste un fratello traditore, un giuda. Non riesco a stare un secondo di più davanti a voi, non posso mi avete ferito e deluso entrambi.” 

Di scatto si gira e prende la direzione delle scale, poggia con forza con rabbia con irruenza le sue gambe sugli scalini di marmo bianco.
Un passo una lacrima, adesso ho la prova schiacciante che io Sara Emily Busnaghi ho spezzato il cuore a l’uomo che mi ha donato la vita, ho spezzato il cuore a mio padre…ed devo fare il possibile per risanare per ‘incollare’ quel muscolo sanguinante, devo andare da lui e chiedergli scusa e cercare di renderlo più docile.
Perché lui è mio padre e non potrà odiarmi per tutta la vita, e io non posso non parlargli per un eternità per una mia mancanza d’attenzione…siamo capaci di arrabbiarci, di deluderci siamo capaci anche di distaccarci un po’ l’uno dall’altra; ma siamo destinati a volerci bene per sempre.
Non appena la mia intenzione di seguirlo appare chiara dentro la mia testa, all’improvviso un ronzio del motore di un automobile cattura quella poca attenzione che è rimasta stabile nel mio cervello; perfetto ha messo in moto la sua macchina e se ne è andato via…chissà poi dove. 

[…]

Il mio portatile è sempre acceso, e sempre funzionante in camera mia; perché lui attraverso le casse dolby surround trasmette la musica.
Ovvero colei che mi sa cullare in ogni momento in ogni situazione…anche adesso che sono preoccupata, perché non so ancora dove sia mio padre…lei in un certo senso sa infondermi positività.
A momenti posso trarlo dalle parole che ella narra…vi trovo parole confortanti, riesco a percepire tutto dalla melodia che viene trasmessa, dalle parole contenute nei testi le quali sto ascoltando. In un secondo momento mi accorgo di riconoscere due voci in particolar modo, ma una che sinceramente mi lascia per qualche istante perplessa…decido quindi di prendere il cd per vedere i volti di questa band tutta al maschile.

Non può essere lui…Sara lui non può essere sempre al centro dei tuoi pensieri, non puoi vederlo dove non c’è…’ mi ripeto dentro di me, ma il sangue non mente…l’amore che provo per quel dannato riccio non mi fa sbagliare.
Il cd finisce sulla moquette lilla con alcune rifiniture in blu avio rimbalzando quasi ai miei piedi. ‘Harry, fa parte di una boy band emergente! Sara ma lo sapevi questo…si ma non sapevo che fosse nel gruppo che da un paio di mesi ha iniziato a piacermi…’ di nuovo il cuore ha preso a ‘parlare’ attraverso le emozioni che sta sentendo vive dentro di lui.
Pure Zayn è nella stessa band di Harold…Aurora ed io siamo state le loro fidanzateper un’estate. Non immaginavo potesse accaderci una cosa simile.

Nuovamente la mia testa e il mio cuore hanno preso a ‘parlare’ tra di loro, e io non posso che trovarmi partecipe in questa ‘conversazione’ tra parti del mio corpo, tra parti del mio essere…
Mi siedo sulla mia comoda sedia con le ruotine, che mi permettono di spostarmi per la camera come se fossi una segretaria in piena carriera, oppure in preda a mille fotocopie da fare o semplicemente spedire dei file, a clienti vari della compagnia per la quale potrei essere una perfetta candidata e un ottima lavoratrice.
Apro il programma della musica dove il cd sta risuonando, scorro nella lista e come prima canzone faccio partire ‘Isn’t she Lovely’ cantata dal mio riccio dagli occhi color muschio, color prateria color speranza; la sua voce è a dir poco incredibile, a dir poco bella sensazionale ed emozionante…a dir poco sexy a dir poco dolce. 

Potrà sembrare stupido ma lo sento così vicino a me quando canta, se chiudo gli occhi potrei persino intravedere le sue mani sfiorarmi il viso le guance; potrei persino riuscir a vedere e assaporare le sue morbide e succose labbra discendere e posarvi come un petalo delicato sopra la mia bocca.
Sentirlo cantare mi fa immaginare tutto questo e sono sicura che non smetterei mai di ascoltare le loro canzoni, le loro voci la sua voce… ‘Total eclipse of the Heart’ di Bonnie Tyler ricantata da tutti loro è uscita fuori un qualcosa di straordinario, meraviglioso, unico e speciale ma soprattutto magico.
Dopo essermi presa un po’ del tempo per stare da sola con mia figlia facendole sentire la voce straordinaria del suo papà, decido come un lampo a ciel sereno di andare a cercare mio padre; non posso starmene con le mani in mano…non sono capace, non è questo quello che voglio.
Metto addosso qualcosa di più pesante e anche un po’ più decente…fuori si gela e io non posso permettermi di ammalarmi.

Mentre cerco la mia tracolla dispersa chissà dove per la stanza, un flash abbaglia la mia mente…all’incirca so dove si trova quel biondo così testardo così ottuso, quel biondo dalla testa dura, ma dall’animo buono come il pane.
Forse è in un posto a me…anzi a noi familiare, un posto importante per noi e di conseguenza solo nostro e mai condiviso con nessun altro membro della famiglia. Probabilmente si trova sulla spiaggia, nel nostro piccolo angolo nascosto…in quel piccolo luogo appartato contenuto dagli scogli dove da bambina, con lui costruivamo una serie di castelli creati con la rena umida, con la sabbia piovigginosa che l’acqua del mare bagnava e rendeva perfetta per una delle creazioni di papà.
In tutto il suo lavoro nel rendere perfetti quei castelli alla vista della sua primogenita, contribuivo nell’aiutarlo con il fare dei mucchietti di sabbia che a sua volta avrebbe poi versato nel secchiello e compattato il tutto; in quel ‘lavoro’ io lo guardavo, lo abbracciavo e mi sentivo la bambina più felice del pianeta.
Dopodiché si metteva a sedere sopra gli scogli, e teneva me la sua piccola figlia sulle sue muscolose e forti gambe…facendomi ammirare il fantastico panorama, facendomi ammirare l’incredibile spettacolo che il tramonto con quei colori caldi riusciva ad illuminarmi ed ha scaldarmi il viso, come se fosse una calda carezza. 

Quei colori mi rendevano una bambina raggiante, quel cantante biondo mi teneva stretta tra le sue braccia emanando quel calore corporeo, emanando quell’affetto di padre che ora in questo momento come allora desidero ricevere da lui, desidero essere rassicurata ed amata come faceva allora.
Ed è per questo che io devo andare da lui, devo andare alla nostra spiaggia perché forse lui sta aspettando che dentro la mia mente riviva quei ricordi che hanno fatto parte della mia infanzia, sta aspettando me per restare da soli e parlare.
Quindi dopo aver preso tutto, scendo rapidamente a due gli scalini delle scale quasi saltando…sul tavolo del salotto afferro con sicurezza le chiavi del motorino, dall’attaccapanni della specchiera sfilo il casco, lo porto sopra la testa lo aggancio sotto il collo e una volta pronta appoggio la mano sul pomello della porta.
Ma qualcuno sembra impedirmelo…



Spazio Autrice:
Vi chiedo scusa per questo lunghissimo arco di tempo che è passato da un capitolo all'altro; ma sono stata fuori per Halloween sono rientrata e mi si sono aggiunti un sacco di impegni. Ho avuto moltissimo da fare in queste settimane, non sono stata bene ecc. Insomma non sto a parlare molto adesso, che ne dite di come è uscito questo Diciottesimo capitolo!?! Non vi piace, è brutto? Banale, noioso ridicolo? Comunque il prossimo capitolo che posterò ovvero il Diciannovesimo sarà finalmente l'ultima parte della confessione/reazione dei genitori della protagonista alla scoperta della gravidanza, ho deciso di dividerlo sennò sarebbe stato un capitolo troppo lungo. Spero non vi annoiate leggendo la mia storia, i miei capitoli.
Quindi (non sono così sfacciata ma) dato che ho postato, vi ho dato un'anteprima e tra circa un ora è il mio Ventunesimo compleanno me le lasciate qualche recensione in più!?! *-* *vi fa anche gli occhi dolci*
Siccome devo leggere altri capitoli, faccio un unico GRAZIE A TUTTE VOI CHE LEGGETE ...We Belong Together...
Un bacio.
Sara.


Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse il riccio naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del cantante. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo: subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il suo sapore. Quando le mani di lui scivolarono lungo la sua schiena, Harmonie sentì l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provasse a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 


Harmonie sa perfettamente cosa siano l'abbandono e la tristezza. 
Proprio quando tutto sembra crollare per sempre, Harry la fa tornare a vivere davvero, facendola entrare in un "mondo" che in fondo, le appartiene. 
Nella Fanfic sono presenti parenti e amici dei ragazzi, famosi e non. 
[LittleMix, EdSheeran, TaylorSwift, 5Sos, collaboratori principali della band.]

“Ragazzi, salutate gli H²!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.


Trailer: http://img855.imageshack.us/img855/7339/oi5mgsqztpkzaauwnkgngn.mp4





Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1

 

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Capitolo 19
*** Chapter Nineteen: ***


                                               
                                                                                                                                                          (Banner Sara_Scrive)

**

-“Dove pensi di andare nelle tue condizioni? Addirittura esci in motorino!?! Così corri il rischio di mettere in pericolo la vita di tua figlia…non ci hai pensato?”

Sospendo in aria la mano, riflettendo bene alle parole che zio Francesco mi ha appena detto, in effetti non ha tutti i torti; nella mia situazione andare in motorino è piuttosto rischioso; se dovessi avere un’incidente se dovessi subire una colluttazione urtando contro un auto, contro un autobus o contro un motorino la bambina rischierebbe la vita…o addirittura rischierebbe di perderla.
E io non potrei accettare che per una mia distrazione, per una mia mancanza di maturità il frutto nato dalla passione carnale tra me e il mio Hazza perda la vita… non riuscirei a perdonarmelo per il resto dell’eternità.
Non posso permettermi di perdere la nostra bambina lei è troppo importante; lei è tutto quello che mi è rimasto di Harry, del nostro noi è rimasto solo lei...mi è rimasta solo lei che continua a vivere dentro di me; suo padre stavolta mi è stato portato via per sempre.  

-“Voglio andare a cercare papà…”

-“Ma non sai nemmeno dove si trova…credi che sia possibile cercarlo a zonzo per la città!?!”

-“Zio è qui che ti sbagli…credo di sapere dove si trova!”

Quell’ormai trentanovenne, dalla voce canora…dalla folta capigliatura nera come la pece, dagli occhi scuri come il colore della cioccolata…mi guarda, mi fissa con uno sguardo perso quasi confuso.

-“E perché non lo hai detto prima!?!”

-“Forse perché me lo sono ricordato solo ora!?!”

La domanda effettuata con il mio tono sarcastico, fa scoppiare in una risata rumorosa mio zio…tale da sorprendermi giusto un poco…gli uomini della
famiglia Busnaghi non li capirò mai


[…]


-“Dov’è che stiamo andando di preciso!?”

-“Alla spiaggia!”

-“Come al mare?”

-“Se ti dico spiaggia perché te devi dire mare? Comunque è li che si trova papà…credo…”

Più passa il tempo più mi rendo conto che mio zio assomiglia molto a mio padre, nonché suo fratello…gli altri due sono così diversi quasi non diresti che sono fratelli.
Scesa dalla macchina inizio a percorrere la passerella della spiaggia, quella che ti permette di non scottarti i piedi nel momento in cui la sabbia è piuttosto rovente…un passo dopo l’altro, asciugando qualche lacrima fuoriuscente dagli occhi.
So di essere stata una delusione per i miei genitori, so di aver mentito per così tanto tempo e riacquistare la loro fiducia sarà molto difficile, so di non aver mantenuto la promessa da me fatta; ovvero non permettere che accadesse quello che è accaduto a loro.
So di essere stata una bugiarda…so di essere un totale disastro come figlia…ma sono pur sempre la loro bambina e nel bene e nel male dovranno starmi accanto.
Continuo a percorrere la passerella fino a quando non scorgo con la vista offuscata per via delle lacrime una figura maschile in lontananza…è lui l’ho trovato.

Invio un messaggio di conferma a mio zio che mi sta aspettando in macchina, mi risponde dicendo che lui ha visto la sua auto parcheggiata in fondo alla strada.
Dopo aver inviato nuovamente un altro sms, prendo coraggio esprimendo a gran voce un sospiro di sollecitazione ai miei organi interiori principali nonché cuore e testa, la quale hanno bisogno di una spinta per iniziare nel pronunciare delle scuse ad un padre ferito e deluso.
Tolgo le scarpe tenendole tra le mani, affondo i piedi nudi privi delle calzature lasciando pian piano l’impronta sulla sabbia, dirigendomi verso la riva del mare dove quel rapper biondo tinto sta fumando la sua solita sigaretta pomeridiana.
Il suo sguardo sempre pieno di voglia di vivere, il suo sguardo così raggiante risulta ai miei occhi adesso privo di quel bisogno di esistere, risulta essere privo di qualsiasi cosa lo faccia stare bene; di fianco a lui attendo in piedi un suo gesto, una sua parola per poter dare il via a delle valide spiegazioni…anche se risulteranno inutili, false alle sue orecchie.

-“Sai stavo riflettendo da un paio d’ore, anzi per dire la verità stavo pensando più attentamente dove io e la mamma abbiamo sbagliato con te in tutti
questi anni!”

Colpo basso, questo è decisamente un colpo basso sferragliato alla spalla dove vi si può infliggere maggior potenza al nostro avversario se dato a corta distanza.
Se stessimo disputando un incontro di boxe in questo momento mio padre avrebbe tirato quel gancio mostrando la sua chiusura per eccellenza, mandandomi Knock Out al tappeto senza aspettare i dieci secondi per un eventuale ripresa dell’avversario, in tal caso io.
Sa benissimo che loro non hanno sbagliato niente nella mia educazione, sa benissimo che loro sono stati degli ottimi genitori anche da separati…sa benissimo che sono stata io a sbagliare, ma si tormenterà l’anima per il resto dei mesi.
È colpa mia, non ho avuto abbastanza cervello dovevo prevedere un finale così per una diciassettenne in cerca di un amore estivo…dovevo tenere conto del ‘rischio’ gravidanza…lui semplicemente non centra niente e arriverà a capirlo prima o poi, anche se si sentirà responsabile per me per ancora un po’ di tempo.

-“Papà tu non…voi non avete sbagliato in nessun punto, voi non siete responsabili della mia gravidanza ma lo siamo solamente Harry ed io…”

-“Già quell’Inglese dai ricci castani…ti ha costretto a concederti a lui…non è vero!?! Sono sicuro che tu non avresti voluto…tu sei ancora la mia bambina e non riesco ad immaginarti priva della tua dote più preziosa…non riesco a immaginarti madre, non riesco ad elaborare nella mia mente di vedere un neonato tra le tue braccia…semplicemente non ci riesco e non vorrei nemmeno accadesse questo.”

-“Harry non mi ha costretto a fare niente...abbiamo unito i nostri corpi, perché sapevamo di provare un amore così grande da arricchirlo ancora di più. Ci amavamo in quel momento, sentivamo esploderci nel cuore un amore così forte l’uno per l’altra…ci amavamo da un tempo abbastanza necessario da fare l’amore. È l’unico ragazzo con cui io mi sono sentita sempre me stessa, l’unico ragazzo da farmi desiderare una vita felice e contenta sempre accanto a lui…l’unico alla quale riesco a credere nel ‘per sempre felici e contentil’unico alla quale donerei anima e cuore…l’unico alla quale vorrei che i nostri figli somigliassero, l’unico alla quale voglio invecchiare accanto, è l’unico amore della mia vita…nemmeno la morte riuscirà a dividerci, l’unico con cui vorrei riposare nell’aldilà insieme…per sempre!”

-“…non mi sono mai reso conto di quanto tu amassi, ami quel dannato ragazzo! Ma ciò nonostante non toglie il fatto che sei rimasta incinta di lui a soli diciotto anni…dopo anni di raccomandazioni, dopo anni persi a avvertirti a ‘istruirti’ su come una ragazza può rimanere in stato interessante. Non riesco ad accettare la cosa, proprio non ci riesco.”

-“Devi abituarti invece…o ti abitui e a quel punto accetti la mia gravidanza, accetti il fatto che diverrò presto madre…oppure me ne vado di casa ancor prima che tu mi cacci…scegli bene hai due opzioni…una rischi di perdermi per sempre però!”

-“Adesso ti metti anche a dare ordini? Non credo che sei nella condizione di poter dire a tuo padre cosa dovrebbe fare. Ti ricordo che tu hai tenuto la tua gravidanza nascosta per mesi ai tuoi genitori…hai finto ogni sintomo, hai finto tutto con tutti…apparte con mio fratello. Hai sconvolto tutti…hai sconvolto la mamma, me…più ci penso più mi domando come abbiamo fatto ad essere così ciechi, non accorgendoci di nulla. Sono allibito, sconvolto, deluso sono…veramente sconfortato da una notizia simile che riguarda la mia primogenita.”

Poggiando le mani sopra la nuca racchiudendole quasi a formare un cerchio emette un rumoroso sospiro, alza la testa…la vista verso l’orizzonte del mare che si mostra calmo limpido e amico ai nostri occhi.
Dalla sua bocca fuoriesce del fumo che svanisce nell’aria nel giro di mezzo minuto.

-“Non mi dai scelta non è così!?! Sai perfettamente che non posso perderti nemmeno se commettessi l’errore più grande della tua vita, sai che rimarrai sempre la mia principessa anche con il passare degli anni…sai bene che ti amo più della mia stessa vita, darei ogni singola cosa pur di averti per sempre con me…darei qualsiasi cosa pur di vederti felice.”

-“A me nessuno ha dato scelta su niente…ho solamente imparato, ho dovuto imparare ad adattarmi alle conseguenze che le persone mi hanno costretto a vivere. Ognuno ha imposto una scelta su di me…hanno dettato una regola senza nemmeno chiedermi se mi sta bene, ognuno di voi ha gridato la propria rabbia il proprio dolore contro di me…colei che per prima è arrabbiata che per prima è delusa, triste e addolorata. Quindi non ti rimane che adattarti alla ‘mia’ regola se non vuoi perderci…”

Dopo un dialogo stile film, ovvero molto acceso avvenuto con papà…un dialogo dove la parola respirare non ha voce in capitolo, lo strano ‘meccanismo’ degli ormoni sembra partire a tutta birra.
Un pianto rumoroso, sincero, spontaneo proviene dal mio cuore ampliato dal suono della mia voce…mio padre a quel punto mi afferra la mano oramai ghiacciata dal freddo che circola nell’aria, riscaldandola regalandole un po’ del calore necessario che le serve.
L’inverno si è presentato nel migliore dei modi congelando il mio corpo rinfrescando le mie gote, da renderle rossastre…spaccando il labbro inferiore facendo spuntare fuori del sangue che non rimane li per molto.

-“Ti chiedo di perdonarmi se ne sei capace…ti chiedo di farlo ciò nonostante so che ti riesce difficile…ti chiedo di farlo perché io sono e rimarrò pur sempre tua figlia sebbene ho commesso un ‘errore’ che influisce e influirà sulla mia vita, ti chiedo di farlo perché nei mesi avvenire, negli anni futuri tu sarai l’unica parte maschile associabile al ruolo più vicino del papà che mia figlia avrà…”

Non appena finisco la frase, scorgo immediatamente lo sguardo mutato di papà…è confuso, è preoccupato è decisamente ‘impaurito’ credo su ciò che ho espresso molto lentamente.

-“Credo di non aver afferrato tutti i punti, cosa vuol dire che tua figlia avrà me come unica parte maschile associabile al ruolo di padre!?! Il riccio non vuole prendersi le responsabilità di padre? È così? Spero sul serio di sbagliarmi…”

-“No Harry non sa niente della gravidanza, non sa che stiamo aspettando una bambina…non sa nulla perché Gemma sua sorella ha intercettato le mie chiamate e la mia email…e poi è arrivato il peggio!”

-“Cosa è successo dopo?”

-“Prima che voi rientraste tutti a casa…loro Gemma e suo padre si sono presentati alla porta di casa nostra.”

-“Hanno cercato di saperne di più sulla gravidanza? Per caso hanno detto che diranno loro a Harry della bambina?”

-“Non è andato proprio per niente come ti immagini papà. In poche parole mi hanno minacciata…di cosa non lo so…dire che mi hanno minacciata di morte
credo sia esagerato…ma hanno aggiunto che se io rovino la carriera appena intrapresa di Harry, loro mi rovineranno la vita. E io per mantenere il segreto
allora…ho accettato del denaro offerto da Des…dove dichiara che io non devo rivelare l’esistenza della bambina a suo figlio Harold. La colpa se le prende tutta
lui, ma ho lo stesso il timore di non potermi fidare di quell’uomo…ho paura tanta e al tempo stesso ho una voglia alquanto pazza. Vorrei volare a Londra cercare Harry mostrandomi con il pancione, e gridare con voce assordante che nella mia pancia c’è sua figlia.

-“…e tu hai affrontato tutto questo da sola?”                                                           

Annuisco con la testa, mentre lo sguardo vaga a zonzo per la battigia in cerca di un qualcosa che possa distrarmi da questi discorsi completamente.

-“Ma tu non dovevi affrontare una situazione del genere da sola …dovevi prendere quel benedetto telefono e dovevi chiamare uno di noi.”

-“La mamma era fuori con Vero, tu eri a Roma con Ale…non volevo disturbare nessuno…volevo cavarmela da sola come un’adulta.”

-“Potevi chiamare gli zii…cristo Sara ti rendi conto che così da sola hai complicato di più la situazione? Capisci che hai distrutto per sempre la vita di tua figlia…le hai reso una vita infelice.”

-“Non sono io che ho fatto questo…sono stati gli Styles lo capisci. Capisci che se loro non si fossero intromessi troppo in questa circostanza adesso andrebbe tutto bene!?! Non dare la colpa a me…io te l’ho detto mi sono dovuta adeguare!

…nemmeno lui mi capisce, addirittura mi da la colpa per aver rovinato la vita a mia figlia…

All’improvviso immersa nei miei pensieri, immersa nel dolore immersa nella rabbia e altri sentimenti vari…arriva a ‘toccarmi’ il cuore con un gesto spontaneo quanto bello.
Mio padre fa scivolare lungo la mia schiena le sue braccia, formando un abbraccio…ma non è il solito abbraccio, dentro di esso vi sento e vi assaporo ogni cosa.
Protezione, affetto, amore, sicurezza e presenza…è il più bell’abbraccio che potessi mai ricevere in un momento delicato come questo…ma soprattutto da lui. In un secondo momento porta la mia testa sotto alla zona del suo petto, poggia il suo mento contornato dal suo unico e inimitabile pizzetto abbastanza pungente sulla mia testa.
Chiudo gli occhi per un momento lasciando qualsiasi preoccupazione fuori dalla mia testa, grazie a uno dei cinque sensi in questo caso l’udito riesco a sentire il suo cuore caldo, muscoloso emettere battiti accelerati e lenti; quasi come un sussurro si avvicina al mio orecchio destro pronunciando dolcemente questa frase:




-“Ti ricordi cosa ti dissi quando uscimmo dall’ospedale dopo che ti avevano levato il sangue per fare le analisi?”

Mostrando un aria abbastanza perplessa, accenno a un no con la testa.

-“Ti dissi esattamente queste parole… Vedrai tesoro…qualsiasi cosa sarà ci saremo per aiutarti…ed è quello che farò. Ti starò vicina quanto basta, quanto è necessario per aiutarti a superare questa difficoltà, ti aiuterò in qualsiasi modo con la bambina. Insieme alla mamma, ai tuoi fratelli noi riusciremo a cavarcela anche senza un papà vero e proprio per lei…anche se non sai cosa pagherei per andare da quel Des Styles e cantargliene quattro; sarei perfino pronto ad andare in tribunale.”

-“Papà non devi fare tutto questo per me…non devi rovinarti la vita per me…”

-“Lo farei per te per tua sorella e per tuo fratello…voi siete i miei figli e farei tutto per voi. Lo farei per te perché ti voglio un gran bene come del resto a loro, adesso in
questo momento sei quella che ha più bisogno d’amore d’affetto, quella che in questo momento ha bisogno dei suoi genitori vicino. Perché tu per noi sei ancora la nostra bambina! La mia bambina…

-“Smettila di fare lo sdolcinato…hai deciso di farmi piangere per caso? Torna a fare il papà rompi scatole di sempre…caro il signor Thema rapper dei GiDiVi…ahahah!”

Le sue mani si fermano sui miei lunghi capelli, li accarezza in maniera delicata…in maniera diversa dalle altre volte.

-“Papà lo sai che con te non sono molto brava con le parole…spesso siamo cane e gatto, spesso anzi sempre noi passiamo il tempo a litigare…ora per una buona volta
voglio dirti grazie. Grazie per l’impegno che stai già mostrando nel cercare di mettere da parte la tua rabbia, la delusione il dispiacere che ti ho causato...so che per te non è facile, non lo sarà forse mai; ma grazie perché se non ci foste te e la mamma sarebbe tutto più difficile.”

-“Parlando d’altro…sei stata brava a trovarmi sai? Sapevo che ti saresti ricordata di questo mare…di questa spiaggia, del nostro posto soprattutto.” 

-“Signor Emanuele Busnaghi lei mi sottovaluta sa!?! Certo che me lo ricordo, ricordo ogni cosa di questo posto…tanti ricordi si riaffiorano dentro la mia testa…abbiamo condiviso con il mare tante stagioni, dall’estate calda all’inverno gelato vestiti fino alle orecchie con capelli e sciarpe di lana. Sapevo di trovarti qua perché tu proprio come me lasci che ogni pensiero vada a perdersi tra le forti onde che il mare ci mostra a noi comuni mortali…tu come me speri di trovare sollievo dando solo uno sguardo all’acqua cristallina di questa riva.”

Mi stringe ancora tra le sue braccia, rilasciando quella giusta quantità d’amore paterno necessario da farmi sorridere…

-“Parli esattamente come tua madre…sapete trarre fuori perle di saggezza da ogni singola cosa materiale o no!”

Con sottofondo il rumore delle onde del mare che si tuffano l’una dentro l’altra quasi fossero una leggera spuma marina, ci dirigiamo verso l’auto in direzione di casa.


Spazio Autrice:
Saaaaaaalve people come state!? Siii sono viva se ve lo state chiedendo xD. MI SCUSO PER UN MESE TONDO DI TOTALE ASSENZA DAL POSTARE IL CAPITOLO. Lo so che non vi interessa xD ma in questo mese me ne sono capitate di tutti i colori per non parlare del mio umore che ancora è un po' vacillante...problemi con le amiche problemi con la famiglia e poi altri problemi ancora ç_ç vi dico tutto questo per farvi capire che è stato un periodo di schifo totale. Comunque vi dico che il capitolo sulle spiegazioni ai genitori è finalmente terminato xD non potevo far un unico capitolo ho dovuto suddividerlo in tre capitolo (17, 18, 19) perché in totale su word sono 20 pagine, sarebbe uscito un capitolo chilometrico e vi avrebbe annoiato sicuramente. Parlando di questo diciannovesimo come lo trovate? A me fa cacare sinceramente ç_ç è stato più duro che partorire credetemi ahahah. Non avevo tempo, non avevo idee, non avevo nulla di nulla... Vi accenno che il prossimo cpitolo sarà 'memorabile' ovvero ci sarà il parto della nostra giovane protagonista...cominciate ad indovinare il nome se volete xD. Inizia con la lettera A e finisce con la stessa A...date svago alla vostra fantasia!
Ci ribecchiamo credo la prossima settimana! Se riesco forse domani ;)
Un bacio.
Sara.

PS: non occorre che vi dica di recensire vero!?! ^^ <3


Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1
 

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Capitolo 20
*** Chapter Twenty: ***


                                                        
                                                                                                                                                                         (Banner di Sara_Scrive)






Cara piccola Styles, spero che tu la smetta di chiedere alla tua mamma di mandare giù del cibo per te…la mia pancia sta per esplodere; e adesso è faticoso persino camminare, assomiglio ad una balena’.
Si adesso ho preso a parlare alla mia bambina ancor più di prima…soprattutto da quando la mia pancia sembra voler espellere chi vi è dentro.
Oggi è una giornataccia, non solo ho gli ormoni che mi fanno diventare matta per i frequenti sbalzi d’umore che questi comportano, oggi perlopiù mi duole la schiena in maniera apocalittica.
Le caviglie sono gonfie e le sento anche molto pesanti, sembro un mix perfetto tra una mongolfiera e un elefante.
Si spesso ho l’abitudine di identificarmi in un animale per la somiglianza…se non si fosse capito prima, sono entrata da poco nella quarantesima settimana, e non ne posso veramente più perché vorrei che la mia patatina anziché continuare a scalciare uscisse al più presto, prestissimo dal mio ventre.

Scesa dal letto vado in cerca della valigia pronta in caso che avvengano la rottura delle acque da un momento all’altro, controllo che ci sia tutto…non deve mancare niente.
Calzini, mutande camicia da notte per me ok ci sono, la tutina i calzini la canottierina i pannolini, il ciuccio per la mia bambina…perfetto sembra esserci proprio tutto.
Ah! No che sbadata mancano le ecografie che ho fatto in tutti questi mesi, le ultime magari possono essere importanti chi lo sa.
Me le sono portate dietro per ogni evenienza, metti caso che me le chiedono e io non le ho con me come faccio?
Non posso mica far prendere un aereo che da Londra porti in Toscana a mio padre o mia madre solo per prendere quei documenti!
Già in un momento delicato come questo, che potrei partorire da un momento all’altro dato che il tempo per cui era prevista la nascita della bambina è scaduto da ormai due settimane, mio padre ha deciso che era giunto il momento di fare una vacanza tutti insieme; dio lui e il tempismo, lui e le sue genialate folli.

-“Noi andiamo a prendere le pizze che abbiamo ordinato sei dei nostri?”

-“Papà ti pare posso venire? Con questo pancione vi sarei solo d’intralcio…oramai lo sai che faccio fatica anche a camminare voi andate, io aiuto la mamma e zia Monica ad apparecchiare la tavola.”

-“Ehy piccolina ma quando hai intenzione di farti conoscere da questa famiglia desiderosa di darti tanto affetto? Quando hai intenzione di venire al mondo per regalare
tanta felicità alla tua mamma? Siamo ansiosi di vederti sai…”

È così bello veder adesso mio padre accarezzarmi la pancia, darle dei lievi baci e parlare con quella personcina che senz’altro non è che sua nipote.
Mio padre ed io dopo quel giorno alla spiaggia ci siamo riavvicinati molto e non so se forse dipende dal fatto che sono incinta oppure se l’aver saputo che Harry non farà parte del nostro futuro abbiamo smesso di litigare.
Non so se quella triste notizia ha fatto in modo che sia nato un nuovo rapporto padre-figlia, cui la base principale sarà affetto amore e protezione seppur ce ne sia stato anche prima ora, con questo evento si è accentuato ancor di più e io non posso che non esserne felice…dopotutto siamo come si può dire ripartiti da zero ecco.

-“Anche la sua mamma non vede l’ora di vederla…la sua mamma la ama più della sua stessa vita. Via papà vai a prendere le pizze che qui noi abbiamo fame!”

Indico la pancia come se stessi dando voce ai pensieri della piccola Styles, nonostante so che Harry non potrà venire a conoscenza della nascita della bambina, nonostante so che Harry non sarà nelle nostre vite continuo a dire a voce alta e dentro la mia testa che nostra figlia porti il suo cognome.
Continuo a chiamarla ‘piccola Styles’ quando (per una strana ambizione di famiglia dettata con arroganza dal padre di quest’ultimo)…in verità Styles non sarà, non è il suo cognome.
Purtroppo continuo a sperare che la piccola prenda quel cognome, il suo cognome.
Vado in cucina per aiutare un po’ mamma e zia, mentre mi dirigo prendo in mano il cellulare per guardare l’ora, sono le 19:30 cavoli devo accendere immediatamente la tv c’è un programma su Mtv che seguo da un po’ di tempo.
La sigla di ’16 and pregnant’ inizia, alla fine lascio perdere la tavola e con gran fatica mi siedo sul divano intenta ad osservare il programma…

-“Stasera chi è la protagonista?”

Domanda mia sorella interessata come me nel seguire la tv.

-“Corinne, ma è il continuo della puntata di ieri sera!”

-“Ah e come mai, hanno dato una storia divisa in due sere?”

-“Perché dopo c’è un altro programma…”

Mia sorella mi ascolta attenta, chissà perché le interessa tanto questo programma.
Da quando sono rimasta incinta abbiamo legato un po’ di più, prima non è che andassimo proprio d’accordo

-“Posso farti una domanda?”

-“Certo!”

-“Ti rispecchi in quelle ragazze? Voglio dire senti la tensione, vivi la paura come loro essendo una ragazza madre?”

-“Purtroppo lo sento, lo vivo proprio come loro…”

-“E allora perché continuare a farsi del male in questa maniera, guardando sempre questo programma?”

-“Perché realizzo che non sono sola a vivere una situazione come la loro…o loro come la mia. Più la prima che la seconda, lo guardo per non sentirmi la sola ragazza madre incinta senza un compagno, è come se fossi più forte!”

-“Ma non sei sola hai tutti noi…siamo una grande famiglia.”

-“Lo so ma quella incinta e senza un ragazzo in famiglia sono io. Se tu fossi nelle mie stesse condizioni capiresti…”

-“Probabilmente hai ragione!”

Non avevo mai avuto una conversazione così aperta con mia sorella riguardo la mia gravidanza, non sapevo quanto lei ‘soffrisse’ nel vedermi guardare il programma delle adolescenti incinte.
In realtà non pensavo proprio che mia sorella sia preoccupasse per me…noi abbiamo un rapporto strano, un giorno ci amiamo l’altro ci evitiamo.
Questa gravidanza alla fine ha fatto bene alla mia famiglia, molti rapporti sono migliorati…mentre altri si sono persi.  

-“Mamma ma non sono ancora rientrati gli uomini di casa? Io…anzi noi abbiamo fame!”

-“Non ancora…”

-“Li sentiresti se fossero arrivati…”

Aggiunge mia zia Monica disponendo i piatti sul tavolo.

-“Ma quale piatti e piatti…qua si cena nel cartone è più rustico!”

-“No è solo vagabondismo nel non voler lavare i piatti mio caro DJ…”

-“Ma mamma fa più effetto preso la pizza…dai mamma su!”

Ecco la mandria al completo è giunta a casa con le pizze, gnam gam.
Nicole la mia cuginetta di cinque anni ha preso proprio dal papà Alessandro, il senso comico il senso di non aver voglia di fare mai nulla.

-“Vedi ha ragione mia figlia…give me five baby”

Zio Ale fa il batti cinque con sua figlia, questa mossa pur quanto possa essere stata infantile è stata molto dolce nei riguardi della piccola.

-“Ah giusto se approva le tue idee è figlia tua se approva le mie o fa qualche sbaglio allora è figlia mia è non è così!?”

Mamma passa accanto a zia dandogli una pacca sulla spalla sussurrando la parola ‘uomini’ al suo orecchio, sono piuttosto brava nel leggere il labiale.

***
Inizio ad aprire le scatole della pizza passando ognuna ai propri destinatari.

-“Una domanda ma perché hai dato l’intera pizza cotto e funghi a tua madre? Non ho nemmeno un pezzo io…e un’altra domanda perché Veronica ha quella hai wurstel? Guarda bellino Fra con la pizza stracchino e salsiccia, Luca ti ci sei messo pure tu?”

Si ferma un minuto ad osservare ognuno di noi mangiare la propria pizza.

-“Volevo assaggiare uno spicchio di quella con il salamino piccante…”

-“Ema non so se te ne sei accorto ma ognuno ha la propria…non è spicchi.”

-“E a me chi la ordinata e come se posso saperlo?”

-“La mamma te l’ha ordinata speck e mascarpone…lo sa che ti piace così!”

Lo sguardo dei miei genitori l’uno verso l’altra è tenero e così bello.
La mamma arrossisce lievemente mostrando un piccolo sorriso che di li a poco svanisce facendo restare solo il rossore sulle gote, papà invece la fissa intensamente nei suoi occhi grigio/celesti mostrando come la volta in cui la conquistò il sorriso dei Busnaghi.
Semplice, vero, dolce...sensuale.
Rammentando credo nella propria mente i momenti vissuti insieme come una coppia.

-“Ah grazie dell’informazione Ale, ma allora dove sta la mia?!”

-“Qui dentro papà…”

Rispondo io battendo delicatamente la mano sul ventre, mentre con l’altra pulisco la bocca sporca di mascarpone e pomodoro.

-“La piccola aveva voglia della tua…ma tranquillo puoi benissimo mangiare la mia, io anzi noi siamo apposto!”

Si siede con fare inasprito, guai a toccargli la sua pizza potrebbe addentarti una mano ahah!
Ma no, sto scherzando ma guai sul serio a rubargliela, e io adesso l’ho appena fatto ed è grandioso…perché non può farmi nulla con la scusa che la bambina aveva voglia di quella pizza.

[…]

…proprio ora devo andare in bagno? Avevo trovato la posizione cui dormivo bene e anche la piccola sembrava stare d’incanto…e poi odio svegliarmi nel cuore della notte!

Guardo l’ora sul displey della sveglia posta sul comodino della suite dell’hotel dove alloggiamo, sono le 04:30 di mattina.
Non appena scendo dal letto una serie di dolori allucinanti mi fa piegare in due dal dolore, ‘…oh merda mi sono fatta la pipì addosso, ci mancava solo questa…

-“Mammaaaa”

Dopo nemmeno un minuto eccola che arriva in camera.

-“Non accorgendomene mi sono fatta la pipì addosso, mi aiuti ad alzarmi e a portarmi in bagno? Ho dei dolori sotto la pancia che non riesco a camminare.”

-“Ehm Emily, questa non è pipì…ti si sono rotte le acque è giunto il momentoil tuo momento!

-“Il nostro mamma…”

-“Corro a dare disposizione a tutti ognuno deve rispettare la tabella di marcia! Corro corro…”

…mia figlia avrà una bambina devo mantenere la calma, per darle sicurezza ed essere un punto di forza per lei…’ sento pronunciare dal corridoio che porta in salotto.

-“Amore che cosa è success…”

Che botta! Mio padre come al solito è…svenuto! Lo ha fatto anche per le ecografie.

-“Ema tua figlia sta per partorire fai l’uomo su!”

Zia Monica schiaffeggia in faccia mio padre per farlo riprendere, mi guarda e mi dice:

-“Ho sempre sognato di schiaffeggiare tuo padre per tutte le prese in giro che mi fa…

[...]

HARRY’S POV:

Non ci posso credere domani sarà il giorno più bello della mia vita, ora che ci penso meglio non lo sarà solo per me ma anche per Louis, Niall, Zayn e Liam.
Domani i ragazzi ed io firmeremo il contratto con la Syco Records che ci seguirà per un anno e se andremo bene, se il nostro stile musicale piacerà alle fans magari avremmo l’opportunità di essere seguiti da una casa discografica più grande.
Non voglio sognare in grande stile, non voglio farmi vedere un montato dalle nostre fans, non voglio che mi vedano come un gasato ragazzino sedicenne ‘…Harry devi restare con i piedi per terra, ricordati da dove provieni…ricordati chi eri e rimani così semplice e genuino…anche se adesso se già l’idolo di molte ragazzine!’.
Voglio che mi vedano per il ragazzo semplice che è cresciuto a Holmes Chapel dove fino a un anno fa faceva il panettiere…voglio vederle sorridere per la mia semplicità, voglio vederle felici mentre canto.
Vorrei incontrare ognuna di loro stringergli la mano e dirle ‘…sono felice di essere il tuo idolo, colui che ti fa sorridere…’.

Pronuncio un sospiro piuttosto rumoroso, spero di non svegliare nessuno dei ragazzi domani dobbiamo alzarci presto e non voglio privarli del sonno come è successo a me; qualcuno non qui presente mi ha privato del riposo.
È lei la causa della mia insonnia. ‘…chissà se sono il suo idolo, chissà se le manco…chissà cosa farà adesso: sicuramente dormirà visto che tra il fuso orario Londinese e quello Italiano c’è solo un ora di differenza.
Chissà se mi pensa, se mi ama ancora…giuro che appena posso appena avrò un po’ di pausa dal Tour, dalla promozione del nuovo album, dai photoshot che dovremmo fare a breve, e da altre cose che ora nel cuore della notte non mi tornano in mente; andrò a trovarla.
Andrò in Italia a casa sua e starò con lei…sempre che non abbia un altro ragazzo, perché a quel punto sarebbe stato inutile continuare ad amarla e ad aspettarla
.’

-“Non dormi è Haz? Stai pensando a Sara non è vero?”

-“Boo sei in grado di leggere nel pensiero adesso?”

-“Non ancora purtroppo ma so che quando te ne stai zitto e in disparte pensi a lei. E quale miglior momento per pensare a lei se non la notte?”

-“A volte mi spaventi sai?”

Mi alzo dal letto, mettendomi seduto appoggiando la schiena contro il muro rigirandomi tra le mani la collana dello Yin Yang.

-“Ti manca non è vero?”

-“Giorno e notte…è così difficile vivere lontano da lei, non avere il suo amore che sapeva emanarmi come un profumo, e il bello è che solo io ero a conoscenza della composizione di quella fragranza!”

-“Cosa stai farneticando nel cuore della notte Harold?”

Abbiamo svegliato Daddy spero non ci sgridi.
Se Liam non dorme diventa leggermente suscettibile.

-“Di solito quello che farnetica nel sonno la notte è Nialler perché da nomignoli al cibo, ti ha per caso contagiato?”

Ecco ora abbiamo svegliato anche Zayn.

-“Ehy ehy cosa c’è di sbagliato nel dare nomignoli alle cose che ami?”

E non volevi che pure Niall si unisse alla chiacchierata notturna!?! Della serie no Horan no party.

-“I nomignoli Horan si danno alle persone non alle cose! Dunque di cosa stavate parlando voi?”

-“Di Sara!”

Aggiunge il castano dagli occhi color mare.
Improvvisamente la luce della stanza si accende e noto Niall con in mano un sacchetto di caramelle gommose, anche di notte mangia incredibile.

-“Ne vuoi parlare?”

Pronuncia un Zayn parecchio assonnato.

-“Hai una sua foto Haz? Sai io Louis e Niall non l’abbiamo mai vista…tu Zayn ci sapresti dire com’è la ragazza del nostro Harry?”

…attento Malik pronuncia con attenzione ogni singola parola…la ragazza è mia.

-“È bella, molto bella…ha occhi castani che al contatto con il sole o con un qualsiasi tipo di luce brillano, diventando ambrati e intorno all’iride compare del verde assomigliando al muschio, è alta magra e ha dei capelli lunghissimi fino al fondo schiena. Ma la cosa più bella che possa avere è il sorriso…ti affascina ti rapisce.”
-“Malik ti faccio notare che la ragazza cui stai parlando è la mia ragazza!”

-“Qualcuno qui è geloso uhuh…”

Già sono geloso, lei è mia…e di nessun altro.
Continuiamo a parlare di lei fino a che dimenticando l’ansia per domani crolliamo tutti in un sonno profondo.   













Spazio Autrice:
Buonasera a tutte voi! Come state? Io adesso meglio molto meglio...allora con cosa incomincio? Sarà il terzo capitolo in cui vi chiedo scusa per la troppa assenza da EFP ma sto passando un periodo di due anni tra poco non belli non tranquilli legati alla mia famiglia e a volte sparisco. Quando sparisco è perché non sto bene non ho più voglia di niente, pensate che a volte non mi importava nemmeno più di questa Fiction. Ma come ogni caduta c'è sempre un rialzo e stavolta non so perché ma mi sento più forte. Bando alle ciance vi chiedo scusa se il parto si sta allungando, ma già questo capitolo è lungo 7 pagine di word e io non voglio fare capitoli lunghi che possono annoiare il lettore quindi nel prossimo nascerà definitivamente la bambina. ^^ avete già pensato ad un probabile nome che le assegnerò? Inizia e termina per 'A' e non credo sia italiano il nome xD. Ah cosa nuova avete visto il banner vi piace che ne dite? Finalmente la protagonista ha un volto...e che volto Chloe Bennet. Che altro dire? Che ci vediamo tra quattro giorni ovvero il 26 per un nuovo aggiornamento. Spero in qualche recensione in più. Oggi ho veramente dato (come sempre) particolarmente anima e cuore...al capitolo! 
Ci vediamo presto!
Baci.

Sara.

Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1
 
 

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Capitolo 21
*** Chapter Twenty-One: ***


                                                               
                                                                                                                                                                         (Banner di Sara_Scrive)

https://www.youtube.com/watch?v=O86HevzXQi4


**
-“Devi restare calma tesoro, andrà tutto bene ci sono io accanto a te!”

-“No, non andrà tutto bene se Harry non è accanto a me…mamma voglio Harry portatelo qui.”

-“Sara lo sai meglio di me che si…insomma Harry non potrà assistere alla nascita della tua bambina.”

-“Della nostra mamma…è figlia sua quanto mia ricordalo sempre.”

Quel tocco leggero che solo la mano di mia madre può avere, non riesce a tranquillizzarmi per niente.
A dire la verità in questo momento non c’è niente che riesce a placare la rabbia dell’assenza di Hazza, né tanto meno il dolore che una donna ha durante il travaglio in atto.
L’unica cosa che in parte riesce a essermi di conforto è l’immagine di Harry con indosso il camice celeste di fianco al letto, che mi sussurra parole di incoraggiamento ‘…vedrai amore insieme ce la faremo…’ ‘…respira, uno due tre dai Sara continua così…’.

-“Sara perché piangi?”-

-“Lo voglio qui, senza di lui non riesco a far nascere questa bambina.”

-“Amore non si può…sai che se fosse per me, andrei a setacciare tutte le cittadine di Londra e non solo.”

-“Fallo papà, fallo ti prego…ho bisogno di lui. Abbiamo bisogno di lui per stare bene.”

Non so se fa più male pensare che lui non sarà qui con me ad assistere a questo grande evento, oppure la testolina della mia piccolina che preme forte contro il basso ventre.

-“Quanto fa male, datemi qualcosa vi prego…”

-“Vado a cercare un infermiera, cerca solo di resistere un altro po’. Le ore del travaglio amore sono cominciate cerca di resistere.”

***
-“Bene Sara al mio tre comincia a spingere più forte che puoi, così presto potrai conoscere la tua bambina!”

-“No, non voglio…non voglio senza Harry!”

All’improvviso sento una voce.
È la sua voce che sta cantando, o meglio…mi sta parlando.
…Harry dove sei? Fatti vedere non mi piace giocare a nascondino lo sai.

-“Alla radio stanno trasmettendo gli One Direction Sara, guarda c’è Harry…”

Mio fratello con fare molto esaltato, annuncia una notizia che in parte allevia le mie sofferenze.

-“Dove…vi prego ditemi dov’è Harry!”

Emetto un urlo, altri due…inizio a piangere. Fa troppo male, fa tutto troppo male in questo momento.

-“Harry meno male che sei arrivato, senza di te lo sai che non sarei stata capace di farla nascere…tu devi restare con noi. Lo sapevo che saresti venuto, l’ho sempre saputo e sperato. Sai spero prenda il colore dei tuoi occhi, spero prenda anche i tuoi bellissimi ricci e la loro morbidezza.”

-“Tesoro ma cosa stai dicendo? Dottoressa mia figlia ha preso a delirare è una cosa normale?”

-“Non sto delirando mamma, Harry è qui in questa stanza non lo vedete!?!”

-“Continua ad aiutare la tua bambina a venire al mondo Sara!”

Le parole della dottoressa sembrano perdersi nell’aria, come polvere.

-“Hazza spero solo…che stavolta resterai per sempre con noi…”

-“…è solo l’effetto dell’anestetico signora è normale, non si preoccupi…”

Non è solo l’effetto dell’anestetico che le è stato dato, per alleviare un po’ le sofferenze che il parto le sta procurando.
Sara e Harry per un breve ma intenso momento sono entrambi nella stessa stanza.
I due giovani innamorati stanno assistendo per la prima volta alla nascita della loro figlia, e ora più che mai sono entrambi legati da un sentimento che va oltre l’amore.
Entrambi saranno presto, prestissimo dei neo genitori.


-“Resta concentrata devi aiutare la piccolina a nascere, affinché potremmo tenerla tra le braccia.”

-“Ma tu non sei con me. Come faccio, ho paura che da sola senza di te…io non sono in grado.”

-“Ehi, ehi calma chi ti ha detto che io non sono qui con te? Insieme riusciremo a vincere tutte le guerre…insieme adesso ci impegneremo per farla nascere. Non vedo l’ora di vedere se ha ereditato il tuo stesso sorriso.”

-“Harry amami. Harry torna da noi.”

-“Non dubitare del mio amore. Quando meno te lo aspetti ci rincontreremo di nuovo…amore mio.”

-“Ora concentrati, torna in te abbiamo la piccola Styles da far nascere…”

Il suo riccio come lo ha sempre chiamato, per un breve momento è qui.
È di passaggio ma è qui con lei, è qui con loro…per un breve momento sono una famiglia quasi al completo.
Il ragazzo dalle dolci fossette non è fisicamente presente certo, ma spiritualmente lo è…in questo momento le sta tenendo la mano. Il suo spirito ha vagato per tutte le cittadine presenti nel Regno Unito per arrivare fino all’ospedale; dentro di se il giovane cantante sentiva già da qualche ora, che lui in questo momento doveva essere in un posto che non assomigliasse a una casa discografica.
Ma bensì al Warrington and Hale Hospital, che dista soli trenta minuti di distanza da Manchester dove lui in realtà si trova.




HARRY’S POV:   


[…]

-“Bene ragazzi siamo apposto, anzi no un momento…signor Styles abbiamo bisogno di un suo autografo qua, vede!?!”

-“Un autografo? Che vuol dire Boo?”

-“Hazza, una firma…l’autografo è il sinonimo di firma…”

-“Ah, mi scusi oggi sono un po’ distratto…”

-“Non c’è problema…”

Bene dopo aver fatto l’ennesima firma che serviva per concludere la procedura del contratto, con la casa discografica con cui lavoreremo per ben due anni; adesso siamo liberi di rilassarci nel nostro bus per una mezzoretta circa.
I ragazzi ed io emettiamo degli urli di gioia, di felicità…il sogno che abbiamo in comune da tempo ora finalmente si è realizzato e gireremo il mondo tutti insieme, cantando ciò che comporremmo.
Ci abbracciamo, ci saltiamo addosso…intoniamo il testo di ‘Forever Young’ senza sapere in realtà perché lo stiamo facendo; ma una cosa è certa…non siamo mai stati tanto felici come oggi.
Questo giorno rimarrà inciso nel nostro cuore, come il più bello della nostra vita.
Oggi sarà una giornata intensa, e proprio per questo motivo potrei provare a chiudere gli occhi e riposare visto che stanotte ho riposato male, a causa di una strana visione proiettata dalla mia testa.

Paul il nostro manager ci ha da poco informati che oggi ci sarà parecchio da lavorare, nel senso che dovremmo spostarci molto sul bus per promuovere il disco, per far sentire il nostro nuovo singolo che si intitola ‘Gotta be You’, di cui ne vado molto fiero perché l’ho composto pensando a Sara.
Saremo in giro fino a tarda serata.
Ma soprattutto ci ha annunciato che ci aspettano molte interviste in tanti luoghi diversi, ma che tutte quante tratteranno la stessa questione.
La notizia che si sta diffondendo con gran voce, in gran parte dell’Europa è quella che riguarda il nostro contratto con la Syco Records.
Se ripenso che poco fa dentro quello stabilimento, con queste mani ho firmato un contratto che vale milioni di sterline, a momenti svengo dall’emozione…non riesco a crederci, l’adrenalina che ho in circolo nel corpo mi fa sembrare pazzo.
È incredibile non riesco a trattenere l’euforia che c’è in me.

Il mio sogno…quello che coltivavo fin da bambino, il desiderio di fare il cantante, ma non per la fama che poi ci viene affibbiata come un’etichetta, il sogno di fare il cantante poiché la gente cantasse continuamente le canzoni che avrei composto…fino a poche settimane, mesi fa continuava a stare dentro lo scrigno dei sogni irrealizzabili; invece adesso si è realizzato e a stento riesco ancora a crederci.
A volte nel corso delle giornate in cui siamo spesso impegnati nelle prove per i concerti, oppure mentre siamo riuniti tutti insieme per scrivere i pezzi del nuovo album insieme ai parolieri…mi capita di chiedere agli altri, di darmi qualche pizzicotto per rendermi conto se sono sveglio, o se da tantissimo tempo sto facendo un bellissimo sogno.
Ma dopo aver letto che abbiamo firmato un contratto da due milioni di sterline, con una delle tante e rinomate case discografiche come la Syco Records, beh credo che sia giunto il momento di iniziare a vivere questo sogno finalmente realizzato.

Quando inizio a pensare che adesso finalmente tutto si sta realizzando, e che mi sento l’adolescente, il ragazzo più fortunato del mondo perché ha avuto la fortuna di coronare il suo sogno…si abbozza un gran sorriso tra le mie fossette che lei, la mia riccia dagli occhi color ambra amava così tanto, mi capita di pensare alla mia famiglia a quanto li ho resi fieri di me.
Ma il pensiero più intenso e più frequente è rivolto a Sara; mi capita più volte di pensare se per caso un giorno, diventerà anche lei o se lo è già una di quelle nostre fans sfegatate.
Spero un giorno di poterla vedere in prima fila ai nostri concerti, e cantare insieme a me le canzoni che per lei, e solo per lei ho composto.
Penso a quanto mi manca stringerla in un caloroso abbraccio, sfiorare il suo corpo nudo con le mie mani.

Mi manca sentire ancora una volta il gusto fruttato di ciliegia dovuto, dal suo darsi costantemente il burro cacao sulle sue labbra che si infondeva dentro la mia bocca.
Quanto vorrei che fosse insieme a me…a condividere questo mio momento felice.
Perché per me oggiè il più bel giorno della mia vita.

-“Hey Hazz, stai dormendo?”

-“No, Liam non sto dormendo…con una giornata elettrizzante, come questa chi riesce a chiudere occhio?”

-“Hai ragione…ti volevo chiedere…ma poi stanotte cosa ti sei sognato di preciso?”

Giusto l’incubo/sogno di stanotte riguardava Sara…e me…e c’era pure una bambina che doveva/stava nascendo.
Era molto, molto strano…chissà mai perché ho fatto un sogno del genere.

-“James, se te lo dico promettimi che non ti metterai a ridere, e che non mi prenderai in giro.”

-“A promess.”

Chiudo gli occhi ed è un attimo, nel giro di pochi secondi rivivo dentro la mente il sogno nel quale ero coinvolto…con una serie di brividi che partono dalla schiena, per poi arrivare nell’incavo del collo li riapro.

-“Liam, stanotte verso le quattro e mezzo/cinque di mattina ho sognato che…stavo assistendo al parto di Sara…”

-“Come dici Hazza?”

-“Si lei era entrata in travaglio e la stavo aiutando, a partorire…nostra figlia. L’ho vista in preda al panico, in preda al dolore e io dovevo aiutarla in qualche
modo. Cosa vuol dire secondo te? Che sto impazzendo forse?”

Liam come suo solito fare quando sta riflettendo intensamente in base a ciò che gli è stato detto, prende a massaggiarsi il mento con la mano destra…mostrando uno sguardo perplesso e concentrato sulla risposta da dare.

-“Harry amico mio tu non ti stai inclinando verso la pazzia. Semplicemente forse sei così innamorato di Sara che il tuo subconscio, in qualche maniera pensa ad un futuro insieme a lei. Esprimendo persino il desiderio di avere dei figli da lei.”

-“Ma no Liam, tu non capisci…è da stamattina che non faccio altro che sentirmi sempre fuori luogo. È da quando ho avuto quel sogno che dentro di me sento viva una voce, che mi chiama…mi prega di aiutarla e di starle accanto oggi. Liam in poche parole io sento che oggi dovevo essere, tutt’altro che qui insieme a voi. Dentro di me sento che avrei dovuto vivere un altro tipo di felicità.”

Il ragazzo ha ragione, questa mattina non è dove deve essere in realtà.
Lui sarebbe dovuto essere accanto alla ragazza che ama così intensamente, avrebbe dovuto starle accanto ad assistere alla nascita della loro piccola e innocente Styles.
Ma nonostante fisicamente non è con lei, ha mandato la sua anima…il suo spirito ha vagato e raggiunto il Warrington and Hale Hospital senza nemmeno rendersene conto.
Perché questa mattina, non smette mai un secondo di pensarla…e così una parte di lui l’ha raggiunta.


Prendo il cellulare, inserisco le cuffie e mi isolo tra i miei pensieri…riguardanti il sogno di stanotte.
Mi spiace dirlo ma difficilmente mi sbaglio su ciò che sento a pelle, questo per me è un segno che il destino ha cercato di dirmi…anzi per meglio dire che ha cercato di mostrarmi.
Come se io avessi fatto un sogno premonitorio…oppure semplicemente è come ha detto il nostro daddy della situazione: sono così innamorato di Sara che penso già al nostro futuro insieme.
Quando insieme avremo dei figli nostri, e che magari il primo nato dall’unione del nostro amore fosse una bambina, io avrei già in mente un bel nome.
Vorrei tanto chiamarla…Alyssa! Ecco…questo è il nome che un giorno vorrei dare alla mia prima figlia.
 


SARA’S POV:


-“Dottoressa io non ce la faccio più…”

-“Lo so che fa tanto male, che sei stanca e che le forze cominciano a mancarti…ma tesoro manca poco, davvero poco credimi.”

-“Mamma aiutami, ti prego. Parlami di Harry…”

-“Harry tu lo ami così tanto non è vero? Beh vedrai che presto verrà a sapere della piccola…vedrai che prima o poi potrete stare insieme…”

-“Non in questo modo…devi descrivermelo. Parlami della bellezza delle sue fossette così irresistibili…i suoi ricci così profumati aromatizzati dall’essenza del cocco, per via del balsamo che usa sempre. Parlami dei suoi occhi…ah che dolore! Mi fa male… già i suoi occhi così verdi, come il muschio…come il prato, così verdi…come lo è il colore della speranza.”

-“Ce l’hai quasi fatta Sara, la testa è fuori…continua a spingere, non ti fermare su che fra non molto potrai tenere fra le braccia questo angioletto.”

-“Ma fa male…tanto male.”

…insieme dai, insieme facciamola venire al mondo. Voglio conoscerla...

-“Di chi è questa voce?”

-“Quale voce amore?”

-“Quella che ha parlato…che mi ha detto ‘…insieme dai, facciamola venire al mondo. Voglio conoscerla…

Mia madre guarda preoccupata la dottoressa, che nemmeno fa caso al suo sguardo stanco e disperato, poi prende ad accarezzarmi la fronte con il suo solito modo di fare…un tocco delicato, un tocco pieno d’amore; poggiandovi poi sopra un panno asciutto per asciugarmi il sudore presente nel volto.

-“Dai un ultima spinta amore, impegnati coraggio.”

Nel momento in cui metto in atto l’ultima pressione dal ventre, sento all’improvviso mancarmi le forze…mi sento completamente esausta.
Non credevo fosse così doloroso e difficile mettere al mondo un figlio…

-“Dottoressa…dottoressa è normale essere, così stanchi?”

Silenzio, non mi risponde…perché!?!

Ma nel mentre che provo a riformulare la domanda, il mio udito percepisce un suono acuto.
È un pianto ne sono certa…è il suo pianto.
Improvvisamente la forza, l’energia che avevo appena esaurito mettendo la nostra bambina al mondo, torna ad essere viva in me.
Con l’aiuto delle braccia, cerco di sistemarmi per bene nel letto evitando dei bruschi movimenti.

-“Amore, la tua…la vostra bambina è bellissima…ti assomiglia. Ha il tuo stesso nasino!”

-“Fatemela vedere, datemela in braccio…”

Boom, boom…’ questo sembra il classico suono di una bomba, oppure non saprei a cos’altro associare questo suono…ma per me, so che cos’è: è il mio cuore che è rinato.
Questo è il classico suono che emette il muscolo cardiaco di una madre, cui ha appena dato la vita a suo figlio.
Avvolta in un lenzuolo me la presentano davanti ai miei occhi; una bambina dal colorito lievemente arrossato…con due occhi grandi leggermente scuri, ben visibili ai miei.
Un nasino minuscolo…e tanti, ma tanti capelli scuri.
Una bocca né fine…né carnosa, un misto tra la mia e quella del suo papà.
Un corpicino gracile ma non troppo…infine le mani; così graziose…così belle come gemme.
Con una mano le sfioro il suo piccolo e innocente visino, soffermandomi un attimo sulle sue piccole e paffute gote, con l’altra invece accarezzo una delle sue aggraziate manine.

Non riesco a staccare il mio sguardo dal suo…sembra avere un’aria felice nonostante tutto quello che dentro la mia pancia ha passato.
Così decido anche seppur mia figlia mi conosce già…di presentarmi a lei, come quella piccola donna coraggiosa che nonostante tutte le difficoltà ha deciso di tenerla e di metterla al mondo.

-“Ehi, tesoro mio…finalmente sei venuta fuori da dentro la mia pancia. Ero ansiosa di conoscerti. Amore mio io sono la tua mamma…e non sai quanto ti amo.”

Mamma, esce dalla stanza e va a dare la bella notizia a papà e agli altri, nel frattempo ancora una volta poso lo sguardo su di lei portandomela contro il petto. Non riesco ancora a focalizzare bene l’idea, di aver partorito una bambina oggi.
La nostra bambina Harry…non riesco ancora a crederci, eppure lei emette gemiti forti da farsi sentire fin fuori…come per ‘svegliarmi’ dai miei pensieri. La cullo tra le mie braccia, chiudendo gli occhi lascio fuoriuscire alcune lacrime, che come una carezza sfiorano le mie guance; non c’è dubbio, oggi è il giorno più bello della mia vita, e rimarrà inciso nel mio cuore.




-“Fatemi vedere questa signorina qua…”

Mio padre, entra in stanza con fare molto veloce per adagiarsi accanto al letto, e salutare quella piccola creatura che per lui è niente meno che la sua prima nipotina

-“Dio mio, avete fatto un capolavoro…tu e il riccio. Dammela un po’ in braccio, questa principessa…”

Lascio la mia bambina tra le braccia del suo giovane nonno, che non fa che coccolarla e riempirla di baci…da me accorrono mio fratello e mia sorella ad abbracciarmi, mentre gli zii sono seduti tutti e tre sulla parte restante del letto, mentre Nicole è in braccio a mia zia Monica.
Complimenti, baci carezze…non fa che ricevere questo nostra figlia Harry, ma nessuno mai potrà sostituire i baci e le carezze che dovresti dargli tu in questo momento.
Mi manchi, ti voglio qui con noi perché tu fai parte di medi lei.

-“Allora cara nipotina hai già scelto un nome?”

-“In effetti zio Luca, ho in testa un nome da due mesi...solo che fino a prima non mi sembrava appropriato per lei…ma adesso guardandola credo proprio che le calzi a pennello.”

-“Quindi sorellina, nella nostra famiglia quale altro nome con un significato importante, come ad esempio il mio che significa ‘protettore degli uomini’ oppure come quello di nostra sorella Veronica, ‘portatrice di vittorie’ e anche ‘offerta di Dio’; per non parlare del tuo che significa ‘principessa’ che nome porterà mia nipote?”

Socchiudo gli occhi respirando affannosamente per via della stanchezza accumulata in queste ore…inspiro e un ronzio nella testa sembra pronunciare un nome. ‘…Alyssa è questo il nome che darei a mia figlia…’ spalanco velocemente le palpebre.
L’ho pensato veramente io questa cosa, oh cos’altro può essermi capitato? Come posso sentire delle voci?
Soprattutto sentire pronunciare lo stesso nome che da due mesi ho scelto per la bambina!?!.
Sarà l’effetto della stanchezza e tutto un po’.

-“Alyssa, la nostra bambina si chiama Alyssa…”

-“Credi ancora che Harry verrà? Che Harry farà parte della vita della tua bambina? Forse è meglio se da adesso, ti impegni a dimenticarlo. È brutto dirlo, ma pensa che oramai lui appartiene ai bei ricordi del passato.”

-“Papà, anche se questo non avverrà né ora né mai…lei è nata dall’unione del nostro amore. Come posso non parlare al plurale? Alla fine è lui che l’ha procreata e io che l’ho portata dentro di me…alla fine anche se dovrò impegnarmi a dimenticarlo per me stessa, ciò non vuol dire che devo farlo anche per lei. Le parlerò sempre del suo papà dell’amore che la sua mamma ha provato per lui e viceversa…non posso fare finta che per lei non esista, anche se in realtà purtroppo è così. Io non posso farlo, non me lo perdonerei mai.”

Un infermiera dall’aria gentile arriva a prendere la bambina , per portarla a fare tutti gli accertamenti che si fanno quando una creatura viene al mondo. Prende un braccialetto bianco, un pennarello e mi domanda.

-“Che nome e cognome devo mettere per registrare la piccolina?”

Prendo forza, e infine pronuncio.

-“Alyssa Busnaghi…”

-“Mi scusi signorina, ma noi Inglesi siamo pignoli…vorremmo che tutti i nascituri avessero sempre un secondo nome. Ha già pensato al secondo nome?”

-“Certo. Allora scriva Alyssa Giselle Busnaghi.”

-“Bene, grazie mille ora registro anche la nascita. Oggi è il 15 Maggio 2011 e la bambina è nata alle ore 06:00. Bene fra non molto gliela riporto, lei nel frattempo si riposi un po’.”

Guardo andare via, il mio gioiello…perché il vero gioiello che una donna può avere è il proprio figlio, non c’è paragoni né con i diamanti né con gli zaffiri o altro ancora.

-“Allora questo significato quando arriva?”

-“Alyssa è di origine greca, oppure si dice che sia anche di origine inglese, e c’è chi ipotizza persino che sia di origine germanica. Deriva dal nome Alice, e ha
tante varianti…uno tra cui è Alyssa come ho scelto io ma con la ipsilon. Il suo significato sembra non essere uno solo, ma bensì tre…per ogni origine a cui si è legato il nome. Significa ‘creatura del mare’ e ‘ninfa’ per quanto riguarda l’origine greca; significa ‘nobile’ per l’origine inglese e per quanto riguarda l’origine germanica, significa ‘di bell’aspetto’. Ecco svelato il significato del nome della nostra bambina.”

Sono rimasti tutti a bocca aperta, il silenzio sembra dominare nella stanza…e io in balia ancora del dolore, in balia della stanchezza fisica a cui è stato sottoposto il mio corpo oggi, mi lascio cadere in un sonno profondo…un sonno necessario per riacquistare al più presto le mie energie.

Spazio Autrice:
Ehilà ragazze sono tornata con un nuovo capitolo! Parto con il farvi delle IMMENSE SCUSE per questo gigantesco ritardo nell’avere postato questo capitolo, spero che lo attendevate in tante. Voglio cercare di spiegarvi, il perché a volte posto con un ritardo di un mese o più i capitoli della storia. I miei genitori come tanti altri…si stanno separando…e già questo per un figlio (che sia grande come me, oppure che sia piccolo) è una perdita, una delusione. Nel mio caso la separazione non è civile come a molte coppie capita; mio padre non rende la vita facile a nessuno della mia famiglia…tanté che io non ci parlo. Poi oltre a questo sono successe molte altre cose, alcune persino brutte…che però non mi sento di parlarne a mezzo sito (efp). Quindi in parole povere sono due anni che sto in una specie di tunnel, a volte sono molto molto giù che non apro nemmeno il mio portatile, perché la testa si rifiuta di scrivere, perché è troppo presa ad elaborare il dolore che porto nel cuore. Altre volte come adesso, (ma già da una settimana sono su di morale perché ho deciso di rimettermi in carreggiata, perché ciò che non ci abbatte ci fortifica. In poche parole la vita deve andare avanti) mi sento bene e pronta a riprendere le redini di ‘…We Belong Together…’. Vi starete chiedendo forse perché mi sto ampliando a raccontare qualcosa di me a voi; lo sto facendo perché ho paura che possiate giudicarmi in chissà quale maniera. Ho sentito il bisogno di parlarne con voi che siete le lettrici della fiction…per spiegarvi che se non posto non è perché non ho voglia, o perché mi mancano le idee…anzi le idee dentro la mia testa non finiscono mai. Ma semplicemente è perché sto affrontando una situazione molto delicata, brutta e difficile, e vorrei da voi solo la pazienza di stare dietro alla fiction se ne siete veramente affezionate. Ora mi dileguo ho scritto anche troppo, vi sarete sicuramente annoiate leggendo questo monologo. Voglio solo dire altre due cose importanti: devo ringraziare una persona. È grazie a lei se ho trovato la forza, la voglia di finire questo capitolo.
horanhugsmile grazie mille delle belle parole che mi scrivi nei messaggi privati…e grazie per dimostrarmi il tuo costante apprezzamento per ‘WBT’ non sai quanto è importante per me vedere che ciò che produco piace a voi! *.*. Stavolta non posso darvi anticipazioni, perché sennò non finirei più di scrivere…ma se volete avere quelle anticipazioni potete trovarmi o su facebook (Sara Rossi), su ask (Little_reader) oppure anche qui su EFP (Free to Dream_).
Un saluto a tutte voi.
Sara.
PS: Le parti colorate, sono narrate dal punto divista del narratore esterno, e in alcuni casi è sottoforma di 'fantasma' del nostro Harry. ^^ Recensite e mi farete felice.! *.*



Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1
 
 

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Capitolo 22
*** Sometimes make certain choices…figure out what the best solution…is difficult! ***


                                                 A volte fare certe scelte…capire qual è la soluzione migliore…è difficile!                                           
                                          
                                                                                                                    (Banner di Sara_Scrive)

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Una nuova giornata è appena iniziata, sono le sei di mattina ed è giunta l’ora per me di alzarmi.
Ripensando attentamente…qualche tempo fa, prima che avessi la piccola Alyssa non mi sarei mai svegliata a quest’ora, ero troppo pigra e troppo svogliata per alzarmi all’alba e ammirare il sole che accresce sempre più, arrivando a posizionarsi in alto nel cielo azzurro.
Si insomma solo un anno fa avrei scelto di restare rannicchiata al caldo nel lettuccio a dormire, ma adesso le cose sono cambiate rispetto allora…adesso ho la piccola Alyssa di quattro mesi a cui badare; il mio unico raggio di sole.
Parlando dei raggi del sole, uno sta cercando di intrufolarsi nella mia stanza attraverso le stecche della persiana semi aperta, cercando di svegliare quel piccolo angioletto che sta dormendo beatamente, nella sua culla rosa.

Come prima cosa da fare appena sveglia, è dare un piccolo e delicato bacino sulla guancia della mia principessina.
Di conseguenza poi prendo un pullover pulito dal cassetto dell’armadio color blu notte; e in silenzio senza svegliare nessuno del resto della famiglia mi precipito fuori a sedermi sul dondolo, prima di iniziare a sfaccendare per casa.
Sul tavolo della cucina trovo il pacchetto mezzo vuoto di sigarette di papà, ne prendo una e l’accendo; lascio che per i primi minuti la leggera brezza settembrina assapori il gusto della Marlboro Light, poi avvicinando la bocca inizio ad inspirare il fumo, per poi gettarlo via con un soffio leggero.

-“Adesso Sara Emily Busnaghi hai preso a fumare?”

Rilassando i muscoli delle gambe su un piccolo puffo di legno, sorrido riuscendo a provare un breve istante felice che sembra essere uscito così dal nulla.
Abbasso la testa cercando invano di nasconderla tra i lunghi capelli ricci-mossi, come se ripararmi dalla vista degli occhi di mio padre potesse nascondere, ormai l’evidente verità.
Riesaminando la sua domanda…è possibile che non gli sfugga mai niente?

-“Veramente papà è già da un po’…sono quattro mesi che fumo le tue sigarette!”

-“Ma davvero? Secondo te perché ho iniziato a comprare tre pacchetti al giorno? Due per me…e uno purtroppo per te.”

I colori del cielo la mattina presto verso le cinque e mezzo sei…sono straordinari.
Si uniscono tra di loro il celeste che ricopre metà parte, poi sussegue il rosso che a sua volta lascia spazio all’arancione, che di conseguenza innalza la tonalità giallastra creando una serie di sfumature, che appaiono rassicuranti e rilassanti agli occhi degli umani.

-“Posso sapere perché hai preso a fumare? Non ti ho mai vista adatta a ricoprire il ruolo della classica ragazza fumatrice!”

-“Ah perché bisogna essere adatti per fumare, una banale sigaretta? Tipo che ne so devi avere il volto, oppure un espressione particolare?”

-“È per quell’inglese che hai iniziato a fumare, dico bene?”

-“No! Non è vero…”

-“In tutti questi quattro mesi non ti abbiamo più sentito menzionare, il nome del padre della piccola Alyssa…non ho più sentito quel nome, com’era…Harry mi pare no?”

-“Ma lo stai facendo apposta per caso?”

-“Cosa starei facendo apposta?”

-“Ti piace per caso riaprire vecchie ferite e stuzzicarle? Perché adesso mi parli di lui? Sai quanto mi costa ricominciare una nuova vita senza di lui. Sai per me quanto era importante, e decidere di intraprendere questa strada senza lui accanto mi costa un certo sforzo psicologico…sai bene quanto lo amavo, perciò evitiamo di parlarne.”

-“Non hai mai detto lo amavo riferendoti a Harry…voglio dire coniugando il verbo amare, al passato…ora forse posso capire quanto deve essere davvero difficile per te. Sei sicura che seguendo il consiglio che la tua giovane e brillante mente sia la cosa migliore per il cuore?”

-“Dimmi ho altre scelte? Se il mio cuore continuerà a sanguinare sarà solo…un suo problema. Ho una bambina adesso a cui badare…e poi ad un certo punto, dovrò pur riprendere in mano la mia vita!?! Perciò mi ostino, perciò forzo il muscolo cardiaco ad accettare il fatto che Harry ed io siamo stati felici un tempo. Siamo stati felici solo per tre miserevoli mesi…perciò mi sforzo, cerco di condurre una vita più serena che posso, per la mia bambina…solo per lei. Ma di certo voi non mi siete di grande aiuto, in questa fase della mia vita…se non fate altro che nominare quel nome.”

-“Vorrei esserti veramente d’aiuto tesoro, ma non so cosa fare.”

-“Inizia solo con lo smettere di nominare quel nome…ti prego riferiscilo a tutti. Perfino agli zii…solo così potete essermi tutti d’aiuto. Fate finta che lui…non sia mai esistito e che Alyssa è frutto dell’inseminazione artificiale. So che non è la stessa cosa…ma non voglio più sentire il suo nome, nemmeno se si tratta della bambina; altrimenti sono sicura che cadrei nello sconforto ancor più…grazie ai ricordi che mi legano a lui.”

Dopo aver finito la sigaretta, con passo svelto e deciso mi dirigo in cucina, pronta per preparare la colazione ai miei fratelli e a mia madre compresa.
Una tazza, due…tre, appoggio delicatamente i cereali sul tavolo fino a quando mio padre mi afferra per un braccio.

-“Posso farti un ultima domanda?”

Annuisco con la testa, rimanendo con gli occhi serrati di fronte ai suoi…

-“Ma tutto ciò ti rende felice? Intendo dire…ricominciare una vita senza di lui, accettare il fatto di lasciarti il passato alle spalle, ed eseguire gli ‘ordini’ che suo padre ti ha imposto?”

-“Le cose cambiano, le persone cambiano… e purtroppo anche i piani che una persona progetta la mattina prima di svegliarsi ad un tratto…subiscono una drastica modifica! Devo adattarmi al volere di Des Styles, ho firmato una specie di contratto…chissà a cosa potrei andare in contro se decidessi di non rispettare il suo volere. Sai in fondo se non penso a lui, e se non sento il suo nome…non è poi così difficile come pensi tu.”

-“Ma se poco fa mi hai fatto capire che invece soffri, anche in questa maniera!?! Figlia mia, non ti capisco…non arrivo a percepire le tue parole; e poi non sei brava nel dire bugie, non le sai proprio dire!”

Mi giro di spalle per poter dare la libera uscita a qualche lacrima di troppo, che fremeva di uscire dai miei occhi…accarezzandomi le guance in segno di comprensione.
Mi soffermo su un pensiero, che senza rendermene conto fuoriesce dalla mia bocca quasi come un sussurro…  

-“Si invece, sono brava a dire le bugie!”

Perché queste domande mi vengono fatte ora e non due mesi fa?
Perché non riesce ad accettare la mia scelta di lasciarmi il passato alle spalle?
Perché non ci riesce…perché l’essere umano non è mai contento di quello che ha?
Voleva che dimenticassi Harry perché tanto non potendolo avere avrei sofferto le pene dell’inferno…adesso lo sto facendo, lo sto dimenticando ma sembra che non vada bene nemmeno così…e allora mi domando cos’altro dovrei fare.

Preparandomi per la prima poppata della giornata per Alyssa, che tra l’altro si è appena svegliata.
Le sue urla mi fanno intuire che deve avere molta fame, inizio a pensare a lui…a me alla nostra piccolina, ha quello che potrebbe avere il mio riccio, se solo suo padre e sua sorella non si fossero messi in mezzo.
Mi ero promessa che una volta nata la bambina, non avrei più pensato a lui e che avrei continuato la mia vita, il mio nuovo percorso insieme ad Alyssa e nessun’altro; ma pare che in questa casa sia impossibile farmelo fare.
Perciò voglio andarmene al più presto, per trovare la serenità che in questa casa non ho…e per sentirmi responsabile da sola della mia piccolina.
Non appena mia figlia avrà compiuto il primo anno di vita e non appena avrò un lavoro, partirò alla ricerca di un posto dove stare…un posto dove possano accogliere amorevolmente una ragazza madre.

-“Comunque apparte tutto tesoro…mi ha donato una nipotina bellissima. Sono così fiero di te…”

-“No papà non lo sei…non sei orgoglioso di me perché ha soli diciotto anni ho avuto una bambina, a quest’ora dovrei già essere iscritta alla facoltà di legge e frequentare il
primo anno d’università…e invece momentaneamente sto solo facendo la mamma a tempo pieno. Perciò con tutto questo casino che ho creato, non vedo come tu possa essere felice della tua primogenita.”

-“Io invece lo sono devi credimi. Pensi che fare la mamma sia un lavoro da nulla? È il più bello e il più faticoso che possa esistere, specie poi se si è da soli senza il partner a badare al proprio figlio. Ora ti saluto, raggiungo gli altri in sala registrazione, perché dobbiamo comporre delle canzoni per il nuovo album…ci vediamo nel pomeriggio. Dai un bacio alla mia nipotina da parte del suo…”

-“Nonno papà…sei suo nonno!”

-“Già…così giovane poi. Beh per lei sarà una cosa a suo vantaggio…ciao tesoro.”


[…]


Mettendo il bucato nella lavatrice sento affiorarsi nella zona della lavanderia, una melodia allegra soave…leggera; un bel ritmo accompagna delle voci straordinarie; sento provenire questa bella musica dal salotto dove si trovano mio fratello e mia sorella.
Così lascio perdere per un paio di secondi la lavatrice, e curiosa come sono decido di andare a vedere meglio di cosa si tratta.

-“Ma chi è che sta cantando questa bellissima canzone?” Le voci dei cantanti sono sorprendenti…”

-“Ah…non li conosci Sara, non ti perdi niente dammi retta.”

-“Veronica invece ti sbagli, hanno delle voci meravigliose…e poi proprio perché non li conosco è un buon motivo per farlo ora.”

-“Sara, forse sarebbe bene che tu questo video non lo vedessi…”

Perché tanto mistero, su un video con dei semplici ragazzi che cantano!?! Mah proprio non capisco.

-“Ale ma cosa stai dicendo…tanto prima o poi lo vedrebbe in giro su youtube. Quindi i nostri tentativi di ‘proteggerla’ risulterebbero invani.”

-“Cosa state farfugliando voi? Proteggermi…tanto lo vedrebbe su youtube prima o poi!?! Per esattezza cosa mi state nascondendo voi due? Per caso non mi avete mica ripresa mentre dormo…vero? Si insomma quando parlo nel sonno voglio dire…”

Lascio che i miei fratelli si spostano, scoprendo così lo schermo della tv.
All’inizio vedo cinque ragazzi che si tuffano per modo di dire nel mare, cantando le note di quella bella canzone…

-“Come si chiama la canzone?”

-“What makes you Beautiful…”

-“Carina, molto molto carina…probabilmente dopo la scaricherò.”

Gli occhi dei miei fratelli continuano a guardarmi in un modo strano, mi fissano come se avessi detto una grandissima stupidaggine, ma io non bado nemmeno ai loro commenti che continuo a guardare il video.
Ad un certo punto noto un volto familiare…

-“Ma quello è Zayn…ha messo su una band adesso? Ora voglio proprio ascoltare la sua voce…”

-“Sara vedi in quella band non c’è solo Zayn…”

-“Zitta Veronica voglio ascoltare bene…”

Continuando ad ascoltare e a guardare il video, i miei occhi scorgono un altro volto familiare.
Stavolta è un ragazzino dai capelli ricci, con una camicia a quadri blu e nera con delle sfumature biancastre, e pantaloni color crema.
Non può essere…non ci credo, ditemi che non è lui…ditemi che ho la vista annebbiata, e che a forza di parlare di Harry con papà stamattina adesso lo vedo nel video a cantare.

-“Ma quello…quello…è…

-“Noi ti avevamo detto che era meglio se non guardavi.”

Solo quando ad un certo punto la schermata della tv mostra i primi piani, del suo bellissimo viso mi rendo conto che lui ora più che mai è distante da me; dal mio cuore…anni luce e che io adesso l’ho definitivamente perso.

-“Harry…

-“Si è lui in persona…”

-“Come si chiama il suo gruppo? Ci sono altre canzoni?”

-“Sara ma…perché devi farti del male da sola?”

-“One Direction…”

Pronuncia a mala pena, con un filo di voce mia sorella.

Rimanendo immobile impassibile non so cosa rispondere, so solo che provare a forzare il mio cuore per cercare di dimenticarlo è inutile…forse fa più male quello, che pensarlo tutto il giorno.
Senza che io acconsentissi, una lacrima sbuca fuori dalla mia pupilla cercando di intraprendere un percorso rigando la gota destra…lasciando un evidente segno di sofferenza.

-“Me lo aveva detto, si che il suo sogno più grande era quello di fare il cantante. Comporre pezzi per me ogni giorno, cantare di fronte a milioni di fans di tutto il mondo…e poi la sera, una volta finiti i concerti sarebbe  tornato da me a riempirmi d’amore, ha riempirmi di coccole.”

-“Perché non vai ha farti un giro per distrarti un po’? Prendi le chiavi della tua macchina e parti senza avere una meta precisa…fermati solo quando avrai trovato il posto adatto.”

-“E la bambina a chi la lascio?”

-“Ci siamo noi…a cosa servono i fratelli sennò? Non possiamo solo romperti le scatole, dobbiamo esserti anche d’aiuto. E poi tanto c’è anche la mamma a casa.”

-“Cosa farei senza di voi!”
 

**

-“Dove stai andando?”

-“A fare un giro…ho appena visto Harry, il mio Harry che si stava per baciare con una brunetta in un video musicale. C’è la fatta papà è riuscito a coronare il suo sogno…quello di diventare un cantante.”

-“Sara d’ora in avanti ce ne saranno altre di more, castane, brune e bionde…se lui adesso è un cantante devi farci l’abitudine. Devi rassegnarti e accettare il fatto che lui non è più tuo…

-“No è qui che ti sbagli lui è ancora mio…e prima o poi andrò a riprendermelo.”






Spazio Autrice:
Buon pomeriggio a tutte voi care lettrici, come state? Io meglio anche se fino a poche ore fa ero su di giri con la Vodafone -.-" ma tralasciamo questo particolare. Allora parto con il dirvi che avrei potuto postare questo capitolo anche a inizio settimana, ma tra impegni...tra andare in cerca di lavoro (che non si trova nulla D:), tra cercarlo in rete tramite il centro per l'impiego e più altre milioni di cose...alla fine s'è fatto Venerdì, spero mi perdoniate recuperando con questo ventiduesimo capitolo. Poi che altro dire...ah si spero vi sia piaciuto tutto, o quasi il modo di scrivere, la visione dei fatti ecc perché a me all'inizio piaceva, poi ora non lo posso nemmeno vedere T.T. Come avrete notato sono trascorsi un paio di mesi, ho accellerato i tempi, altrimenti facevamo notte all'incontro tra la protagonista e il suo amato...che avverrà nel prossimo capitolo. Eh che sorpresona vi ho svelato/regalato. :D ;) Già perciò in questo scritto ho dovuto introdurre alcuni cambiamenti; la bambiba adesso ha quattro mesi (non che sia rilevante però ci stava bene xD), Sara ha la patente...accenna a voler riprendere in mano la sua vita trasferendosi quando sarà il momento giusto lontando dalla famiglia. Insomma è un capitolo/riepigolo introduttivo per il prossimo... Che altro posso aggiungere?!? Che ho già pronto un pezzettino del ventitresimo capitolo e chi lo volesse leggere può farlo attraverso facebook; dove mi trovate al nome Sara Rossi (Dreamer), oppure tramite ask.fm mi trovate al nome Little_reader (Sarina :3) o semplicemente qui su EFP! Beh ora mi dileguo...un saluto a tutte voi.

PS: Per favore, per favore non è che stavolta potreste fare uno sforzo e recensire in tante questo capitolo? Per me significa molto vedere che tenete alla storia, siete l'unica soddisfazione bella che ho ultimamente. Detto questo...

With love.
Sara.


Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"&HYPERLINK "http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1"i=1
 

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Capitolo 23
*** Chapter Twenty-three: ***


                             
                                                                                               (Banner di Sara_Scrive)




Cinque mesi dopo…


-“Alessandro Busnaghi, tu ce la puoi fare!...chiaro? Sei o non sei mio fratello?”

-“In che senso sono o non sono tuo fratello?”

-“Mi spiego meglio: io riesco a tirare su una bambina di nove mesi da sola, senza l’aiuto di nessuno? E credimi non è per niente facile, quindi se io sono in grado di cavarmela da sola…anche tu puoi farcela ad esibirti davanti a mezzo mondo, sul palco dell’Ariston.”

-“No, non ci riesco…sai che non è la stessa cosa? Accudire una bambina da sola, è diverso dal dover cantare di fronte a tanta gente! Posso andarmene a casa?”

Rimango un minuto intero ad osservare mio fratello, dondolandomi sulle punte dei piedi.
Sono come dire esterrefatta…secondo me non si rende veramente conto, di quanto sia difficile accudire da sola la propria figlia senza l’aiuto del fidanzato o marito.
Non si rende conto di quanta attenzione richieda un bambino, non è a conoscenza che il ruolo del genitore è quello più faticoso al mondo…specialmente poi se una persona si trova da sola a gestire la creatura.
Non immagina nemmeno cosa voglia dire vedere il proprio bambino piangere, dimenarsi nella culla e non sapere cosa fare per tranquillizzarlo, per calmare il suo dolore.
Non immagina il dolore che prova una donna allattando al seno la creatura appena nata.

Mio fratello non immagina quanto sia dura per me, allevare la bambina senza Harry al mio fianco.
Alla fine Alessandro non sa niente sui bambini perché lui stesso lo è ancora; magari adesso è un bambino un po’ cresciuto in fase adolescenziale ma si in fondo è solo un ragazzino.
Perciò in base alla sua giovane età, la sua unica difficoltà adesso è cantare di fronte a milioni di persone; l’ansia che sale…le mani che tremano, la voce roca…e le ginocchia che cedono.
È già…forse riflettendo attentamente ha ragione; questa per lui è una prova durissima.
Ma io lo stesso dentro di me, in silenzio continuo a domandarmi quanto possa essere difficile esibirsi sul palco del Festival di Sanremo!

Ecco come al solito ci siamo, la sua solita ansia prima di salire sul palcoscenico e cantare di fronte al pubblico…è di nuovo entrata in lui.
Avvicina la mano destra verso la bocca e come immaginavo, incomincia a mangiucchiarsi le unghie distruggendo quell’insieme di molecole morte, che ricoprono come una lastra trasparente il segmento delle dita.

-“Dai non può essere tanto diverso, dall’aver cantato sul palco di ‘Io Canto’. Non può essere tanto diverso aver cantato la sera della finale, quando tra gli spettatori a casa e quelli in diretta dal programma erano milioni. Cosa c’è di tanto diverso stasera? Non sei con Gerry Scotti ma sarai presentato da Gianni Morandi un grande cantante, è questo forse che ti innervosisce!?!. Ricordi che ad ‘Io Canto’ eri in gara con tanti ragazzi pieni di talento!?! Proprio come adesso, gareggerai con nuovi ragazzi molto talentuosi, e se vogliamo forse potrai trovarne alcuni più bravi di te…ma ricordati che anche da Gerry Scotti, eri in competizione con due e tre ragazzini della tua età…ma alla fine hai vinto la prima edizione del programma.”

-“Quindi cosa stai cercando di sostenere da tre ore!?!”

-“Che tu mio caro sei un Busnaghi, hai la forza dentro di te…a prescindere se alla fine del Festival di Sanremo ne uscirai da vincitore o da non classificato. Ecco questo volevo dirti. Ah…e anche che non devi scoraggiarti ed andare avanti.”

-“E allora anziché star a girare sulle parole, perché non hai detto solo e semplicemente questo subito!?!. Perché a volte ho la sensazione che te e la radio andate parecchio in sintonia? Quando inizi a parlare si insomma…non smetti più!”

-“Ma io lo faccio per te…cerco di spronarti, di rassicurarti…di tranquillizzarti. Non mi trattare male ti prego…”

-“Scusa ma è che sono così agitato, ho i nervi a fior di pelle e le corde vocali tese come corde di violino.”

Mi avvicino a lui, spalancando le braccia cercando di trasmettergli mediante un abbraccio un po’ di tranquillità interiore.

-“Bene è giunto il momento mio piccolo Ale…”

-“Ehi non sono più il tuo piccolo Ale, ora ho quasi 15 anni.”

-“Ah giusto, giusto sei quasi un ometto…”

-“Ehi non prendermi in giro…”

-“Ti voglio bene Alessandro!”

-“Anche io…”

**

-“Ecco adesso, è giunto il momento di far entrare il primo concorrente in gara delle nuove proposte. Alessandro Busnaghi, eccolo qua il ragazzo...stai un po’ meglio!?!
Che si esibirà per la prima volta sul palco dell’Ariston con la canzone ‘È Vero’. Il direttore d’orchestra è Maurizio Bassi e l’autore della canzone è…avanti dai dillo tu.”

-“Emiliano Bassi e Matteo Bassi.”

Ecco adesso l’ansia s’impadronisce di me, del mio corpo…e si che non è la prima volta che vedo mio fratello cantare davanti a molte persone, oppure in televisione.
Ma vederlo qui dal vivo, e non come a casa sul divano con l’enorme pancione, e una scodella piena zeppa di pop corn in mano pronti per essere divorati, non appena inizia il programma…è un’altra cosa.
È completamente diverso e l’emozione sale a mille.
Stare dietro le quinte non mi è concesso dal momento che sono una qualsiasi persona; ma dato che Ale ha sottolineato ai registi, ai microfonisti, alle assistenti eccetera che da solo non sarebbe salito sul palco, per via dell’ansia da palcoscenico…questa cosa ha come dire, avuto il suo effetto. E adesso stare qui mi da qualche vantaggio per godere di un’ottima vista.

La mia attenzione è puntata su quel piccolo folletto dal volto angelico, le parole della sua canzone le so a memoria ero insieme a lui quando l’ha composta…pensando a una ragazzina in particolare; una sua compagna di classe.
Mi pare di ricordare vagamente il suo nome aspetta com’era…ah si Giulia.
Mentre me ne sto bella tranquilla a canticchiare la canzone, lasciandomi cullare dalla dolce melodia incoraggio il mio corpo a dondolarsi di qua e di la…cercando di ballare a tempo del ritmo della musica.
Ma proprio non appena mi sbilancio verso sinistra un forte colpo, mi stordisce facendomi ruzzolare per terra.
Diamine cosa è successo? Cosa è caduto per farmi addirittura precipitare per terra, procurando dolore al mio povero fondoschiena?
Apro gli occhi e noto subito una figura maschile porgermi la mano…assumendo quasi una forma angelica…un angelo dai capelli biondi e occhi color acqua…mi aiuta a rialzarmi.

-“Ti sei fatta tanto male?”

-“Beh senz’altro prima stavo meglio…”

-“Oh mi dispiace tanto, è tutta colpa mia sai stasera sono sbadato…anzi nervoso è la parola più adatta.”

-“Dai non preoccuparti, senza ombra di dubbio sono atterrata sul morbido…anche se spero di non trovare un bel livido domani sulla zona lombare della mia schiena.”

-“Di nuovo mi dispiace…non so come poter rimediare, se fossimo in Inghilterra per farmi perdonare perché per colpa mia ti sei fatta male, ti porterei a mangiare al mio
ristorante preferito. Niente meno che da Nando’s…fa dei piatti pazzeschi…”

Questo ragazzo dagli evidenti capelli biondi tinti più o meno avrà la mia età, ed è molto simpatico…chissà come si chiama e chissà come mai si trova qua dietro le quinte, forse è come me un parente di un giovane cantante in gara stasera.
Poi è Inglese…io amo gli Inglesi…

Specialmente uno in particolare. Se non mi sbaglio è un riccio dagli occhi verdi…non è forse vero…eh Sara!?!

…E tu chi diavolo sei? E da dove sbuchi?

Io sono ehm…la tua coscienza, e il tuo cuore…se vogliamo, e ti sorveglio sempre!’

…vuoi per caso iniziare anche tu a metterti nel mezzo come mio padre!?! Comunque non ti sbagli e lo sai bene…ora sparisci, come sei arrivata sei pregata di andartene.

-“Non c’è bisogno che ti scusi, va bene così tranquillo. Posso farti una domanda?”

Il biondino della quale non so ancora il nome, annuisce con la testa mostrandomi un bellissimo sorriso, che però viene nascosto in parte dall’apparecchio che porta; un vero peccato.

-“Prima hai detto che sei nervoso…se non è una cosa troppo personale, ti va di dirmi come mai?”

-“Prima di tutto, non mi sono ancora presentato…piacere io sono Niall Horan.”

-“Oh tanto piacere Niall, io sono Sara…Sara Busnaghi.”

Il suo volto all’improvviso, sembra cangiare…non so spiegare bene nemmeno io stessa che espressione appena assunto il suo bellissimo viso.

-“Sono nervoso, perché io canto in una band…sai abbiamo sfondato da poco, e stasera siamo stati invitati a cantare il nostro primo singolo, in modo da farci conoscere anche qui, in Italia.”

-“Oh ma che cosa stupenda…per voi sarà un esperienza bellissima, meravigliosa insomma straordinaria. Arrivare a farvi conoscere in molti paesi, città, nazioni sarà una esperienza bellissima che questo gioverà alla fine alla propria autostima. Come si chiama il vostro gruppo?”

-“Si per noi è un esperienza bellissima credimi, ma soprattutto è incredibile…a stento riesco ancora a credere di stare in una band, con degli amici fantastici. Sai solo 9 mesi fa abbiamo firmato un contratto con una delle più famose case discografiche, mi ricordo ancora il giorno. Era esattamente il…ecco si era il 15 Maggio 2011.”

15 Maggio 2011…è stato un bel giorno per molte persone a quanto vedo, chi mai riuscirà a togliersi quella data dalla testa!?! Senz’altro io no di certo.
Che coincidenza questi ragazzi quel giorno hanno vissuto il più bel giorno della loro vita, coronando il sogno di cantare in giro per il mondo.
Esattamente come il mio Harry.
Mentre anche io, lo stesso giorno ho vissuto una grande emozione…diversa ma altrettanto carica di gioia.
Anche per me quel giorno è stato il più bello della mia vita, dando alla luce la piccola Alyssa Giselle Busnaghi.

-“La vostra band come si chiama…non me lo hai ancora detto. Non mi dispiacerebbe andare su youtube e ascoltarmi qualche vostra canzone.”

-“Giusto perdonami, ma sai non ci sto tanto con la testa. Comunque si chiama One...”

-“Ehi Niall ma dove eri finito…sempre a rimorchiare le ragazze te eh, Irlandese!?!”

Scuoto i capelli con un balzo di testa, aiutandomi con una mano a togliergli dagli occhi.
Non appena punto gli occhi sul ragazzo che ha appena chiamato Niall, rimango sconvolta a guardare quel giovane.
È una cosa strana, curiosa…ma soprattutto non è possibile.
Ripeto non è possibile, ditemi che sto sognando ad occhi aperti, sarebbe la risposta più logica.

-“Tempismo perfetto Styles, ti volevo presentare giusto a punto questa ragazza; lei si chiama...”

-“Sara…”

-“Harry…”

-“Niall…aspetta ma vi conoscete, voi due?”

Niall ci guarda con uno sguardo perplesso, girando la testa una volta a destra e una volta sinistra…con aria confusa parecchio confusa.

-“Scusa Harry ma come fai a conoscere il nome di questa ragazza? Lo so io per puro caso perché le sono andato a sbattere contro ma tu…”

-“Niall, lei è la mia Sara.”

-“Lei cosa!?! Ah…aspetta la ragazza della spiaggia, la ragazza della collana, la ragazza della foto…la ragazza che ha la chiave del tuo cuore!?! Lei è quella Sara!?!”

-“Si lei è quella Sara…

Ancora incredula, con gli occhi serrati in quelli verdi di Harry rimango ferma, impalata sulle gambe che stanno per giocarmi un brutto scherzo; mentre Niall nello stesso tempo, mi salta addosso stringendomi forte…fortissimo.

-“Tu non sai quanto Harry ci parla di te…ci riempie la testa dalla mattina alla sera, inizia la mattina dicendo che vorrebbe trovarti nel suo letto per iniziare insieme la giornata, per poi terminare in tarda serata dicendo che vorrebbe chiudere gli occhi, e catapultarsi nel mondo dei sogni in tua compagnia. Insomma ragazza lo hai proprio stregato il nostro Styles.”

-“One Direction…Harry tu fai parte di questa band?”

Sono le uniche parole che riesco a pronunciare dalla mia bocca, in questo momento mi sento privata delle mie emozioni.
Quali sono se non, agitazione, gioia, dolore, ansia io in questo momento non sento niente.
Mi sento come un personaggio di una storia fantasy…che ha un potere strano, anormale agli occhi degli essermi umani.
In questo momento sono priva delle emozioni, e sensazioni.

-“Si, amore mio!”

…Amore mio…che belle parole, le sento vere…e venute dal profondo del suo cuore.

-“Sara devi sapere che lui ha già composto molte canzoni ispirandosi a te, dice che sei la sua musa.”

-“Niall se non ti dispiace vorrei rimanere un attimo solo con lei, sono quasi due anni che non la vedo…mi è mancata terribilmente giorno e notte, e tu lo sai bene perciò…se non ti dispiace ti raggiungo dopo dai ragazzi.”

Niall se ne va via lasciandomi da sola con Hazza.
In questo momento ho come dire paura…ma non di lui ci mancherebbe, di ciò che dovrò fare…di ciò che dovrò dirgli.
Ferirlo sarà la cosa più brutta che avrò fatto in tutta la mia vita.
Abbasso la testa nascondendola tra i capelli, improvvisamente mi sento tirare leggermente su il mento…e non appena decido di aprire gli occhi, le sue labbra abbastanza carnose si posano leggere sopra le mie.

Il muoversi insieme delle nostre bocche, era una delle tante cose di lui che mi è mancata da morire.
Contemporaneamente le sue mani si allineano lungo i miei fianchi, scendendo per poco a filo raso del mio fondoschiena.
La sua lingua cerca di entrare dentro la mia bocca alla ricerca della mia, con un gesto delicato e al tempo stesso romantico…le sue mani adesso hanno preso a scorrere dall’alto verso il basso, della schiena facendomi un piacevolissimo massaggio; provocandomi alcuni brividi di piacere.
Come una volta al solo sfiorare delle sue dita sul mio sedere arrossisco come una bambina di cinque anni…

-“Mi mancava vedere le tue gote arrossire, ogni volta che sfioro delicatamente il tuo sedere…mi piace vedere l’imbarazzo che provi in un gesto così naturale. E adesso dopo tanto tempo, avevo voglia di rivederlo dal vivo, e non tramite un ricordo che vive dentro la mia testa. Dio quanto mi sei mancata riccia mia…”

-“Harry io…anche tu mi sei mancato, da morire. Non sai quanto ti ho pensato, non sai quanto ho continuato ad amarti nonostante il tempo sia trascorso. Ma sai adesso sono cambiate un paio di cose nella mia vita.”

-“Anche io amore mio, ti ho pensata tanto…ti sogno tutte le notti. Anche io nonostante sia trascorso tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti, ti amo come allora…non ho mai smesso di farlo. Perché solo tu hai la chiave per accedere al mio cuore.”

Perché il destino deve essere così crudele con me!?!
Dopo queste parole come posso dire una sola parola che possa spezzargli il cuore?
Dopo queste parole, dovrei dirgli della nostra piccola Alyssa ma…non posso.
Perché la vita con noi deve essere tanto cattiva? Cosa abbiamo fatto di tanto male nell’amarci intensamente?

…mi ama ancora, non ha mai smesso di farlo. Era questo che mi volevo sentire dire, e adesso…e adesso dovrò spezzargli quel cuore cui solo io possiedo la chiave per maneggiarlo.’

-“Vedi, anche se sono passati quasi due anni…il destino ci ha fatto rincontrare di nuovo, per me questo è un segno. Vuol dire che siamo destinati a stare veramente insieme.”

Mentre pronuncia queste belle, bellissime parole sorride mostrandomi quel sorriso che tanto mi è mancato da troppo tempo.
Prende la mia mano, la sfiora con il labbro inferiore lasciandomi un delicato e soffice bacio…l’accarezza e poi sembra soffermarsi su un piccolo anellino di bigiotteria: un piccolo ma bellissimo solitario.

-“Porti ancora l’anello che ti comprai a Shanghai dalla signora Chan…”

-“Ti ricordi ancora della signora Chan?”

-“Certo che si…della sua collana. Yin e Yang ma soprattutto non posso dimenticarmi delle bellissime parole che ha speso per il nostro amore.”

Avanti Sara, digli che nemmeno tu hai dimenticato niente…digli che vive ancora tutto dentro la tua testa.

…ma non posso lo capisci?

…lo so capisco la tua situazione, ma tu lo ami quel benedetto ragazzo…senti come sta battendo forte il tuo cuore!?!’ 

…lo amo, ma non posso averlo. Quindi perché continuare a farsi del male!?!

-“Si mi ricordo esattamente tutto…ed è stato così bello però…”

-“Non sai quanto ho cercato di ricordarmi il tuo indirizzo di casa, non sai quanto ho fatto per cercarti…e adesso che ti ho ritrovata non ti lascerò più andare. Verrai con me in Inghilterra gireremo il mondo insieme, io comporrò pezzi per te e tu non farai altro che ispirarmi sia di giorno e di notte.”

-“Harry, vorrei tanto venire con te ma non posso…”

Silenzio, per la prima volta dopo dieci minuti che stiamo parlando è calato un imbarazzante silenzio.
Gli occhi del mio riccio diventano cupi, quasi tristi…e io sto già per sentirmi male.
Sto per infliggere una serie di spade bollenti nel cuore di Hazza, sto per auto infliggermi dolore da sola.

-“Come sarebbe…che non puoi venire!?”

-“Harry affrontiamo la realtà…tu sei un cantante, io sono una persona normale, comune tra la folla. Tu sei famoso io non sono niente…non potrebbe funzionare tra di noi una storia di questo genere, lo capisci!?!”

-“È di questo che ti preoccupi?”

Annuisco con la testa, lasciando che una lacrima sfugga di miei occhi color ambra…

-“A me non importa se per la gente non sei nessuno, tu per me sei il mio tutto...riesci a capirlo questo? Quindi il resto non mi importa…so che noi ci amiamo e che staremo insieme, questo mi basta e dovrebbe bastarti anche a te.”

-“No riccio, accetta la realtà per quella che è veramente…”

Come avevo previsto inizia ad agitarsi, comincia a dare una serie di pungi ad una parete…ho rovinato tutto; non dovevo fare così non dovevo fargli questo…ma non avevo altra scelta.
Mi odio così tanto in questo momento…il mio vero odio è per Des.

-“Io ti amo tanto, davvero tantissimo riesci a metterlo al primo posto? Riesci a fare si che questo sia la cosa più importante per noi?”

-“Riesci a capire che…ti amo anch’io e proprio perché ti amo troppo devo lasciarti andare? Devo lasciarti vivere il tuo momento di gloria…credi che per me sia facile? Cerca di capire…”

-“No, non posso riuscire a capire niente se tu non sei al mio fianco…ti amo, ti amo…quante volte devo ripetertelo!?! Non posso accettare di fare una bella carriera, se tu che sei la ragione per cui compongo i testi che le fan amano…non ci sei.

-“Puoi ripetermelo quante volte vuoi, ma non sarebbe lo stesso necessario, perché non capisci che grande cosa sto facendo io, ti sto lasciando vivere la tua fama…dovresti ringraziarmi!”

-“Dovrei ringraziarti per il fatto che ci stiamo lasciando? Dovrei ringraziarti per il fatto che non vuoi più stare con me?”

-“Hazza…ci siamo lasciati da quasi due anni. Se non te ne sei accorto, nonostante continuiamo ad amarci…è finito tutto nell’estate del 2010.”

-“Non puoi farmi questo…”

…nemmeno tuo padre poteva farmi questo, non ha avuto pietà di noi…di suo figlio soprattutto. Perciò spero che un giorno tu possa perdonarmi.

-“Addio Harry, è stato bello vivere dei bellissimi momenti con te…ti amerò per sempre.”

Le mie labbra dopo quelle parole, cercano il contatto con le sue…che nonostante tutto non rifiutano il bacio che gli sto dando, anzi sembrano voler incatenare le mie sopra alle sue, rendendole prigioniere dell’ amore che le lega.

-“Comunque adesso li conosceremo meglio e sono qui…proprio qui dietro che stanno arrivando. One Direction…”

-“Harry devi andare ti hanno chiamato a cantare sul palco.”

-“Dimmi solo una cosa…”

Accenno un si con un movimento leggero della testa.

-“Sei una Directioner? Ti piacciono le nostre canzoni?”

-“Non esistono canzoni più belle delle vostre…”

Ci abbracciamo ed entrambi scoppiamo a piangere, non doveva andare a finire così…non in questa maniera.
Mentre la figura del mio riccio comincia ad allontanarsi, riesce a gridare…

-“Non smettere mai di ascoltarle, non smettere mai di amarmi nonostante tutto…”

-“Non ho mai smesso, e non intendo farlo proprio adesso.

La bellissima melodia di ‘What makes you Beautiful’ parte…i ragazzi tra di loro si abbracciano, guardando increduli le persone del pubblico presenti al Festival.
Harry mi porge un ultimo sguardo triste…mentre io chiudo la tenda; è giunto il momento di andare avanti.

Da: Papà
A: Sara

‘Dove te ne vai? Il Festival non è ancora finito…cosa è successo? Sta male Alyssa per caso?’
Da: Sara
A: Papà

‘Ho incontrato Harry dietro le quinte, sto male…malissimo, vado in albergo da mia figlia. L’ho lasciato definitivamente, quindi niente domande nei prossimi giorni.
Notte papà ti voglio bene. Sara’
 
Da: Papà
A: Sara.

‘Ok tesoro parlerò io con il resto della truppa, stai tranquilla.
Ti voglio bene anche io, saluta zio Alessandro la piccola Nicole e Monica. Ma soprattutto…dai un bacio alla mia nipotina. Papà’

 
 



 
Spazio Autrice:
Buonasera/buongiorno a tutte...scrivo questo in base a che ora leggerete il capitolo! ^^ Come state mie care!?! Io male...sono influenzata alla grande, e mi sa che sto covando anche la febbre visto che mia nonna e mia sorella l'hanno avuta a 39 D:
Ho postato come promesso il capitolo, ieri non avevo il wi-fi acceso e poi stavo male e non riuscivo ad alzarmi dal letto...oggi non è che sto meglio, è che mi dispiaceva non mantenere almeno questa piccola promessa e non farvi leggere il capitolo...visto che eravate curiose di sapere cosa sarebbe successo stavolta. xD
Passando allo scritto come lo trovate!?! Vi piace, fa schifo...vi aspettavate una reazione simile dei protagonisti? Sicuramente non comprenderete la decisione di Sara e vi capisco nemmeno io la comprendo xD e ne sono ' l'autrice' xD. Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo!?! Se vi va raccontatemi se avreste cambiato qualcosa in questo capitolo...e poi una mia curiosità. Se c'è una piccola microscopica parte che vi ha colpito, vi ha fatto 'emozionare' me la scrivereste?!? *-*
Detto ciò credo proprio che adesso mi ritirerò sotto le coperte al caldo, ho troppo freddo ç_ç.
Ci vediamo fra 3/4 giorni quindi tra venerdì e sabato...se vedete che non aggiorno sarò stata contagiata in pieno anche io, o probabilmente non avrò il wi-fi per aggiornare -.-" Per ogni vostra curiosità che volete domandarmi sulla FF, e anche su altro vi lascio i siti dove potete trovarmi: Facebook Sara Rossi (Dreamer), Ask Little_reader oppure semplicemente qui! ^^
PS: Me lo fate un regalino come io l'ho fatto a voi aggiornando nonostante sto poco bene? Recensireste in tante questo capitolo? Please *-*
With Love...<3
Sara.



Vi consiglio questa Fan Fiction di un autrice che trovo molto brava *.*
Ecco la trama:
♥ 

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca. 
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra. 
Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore. 

[...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.


Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.



Eccovi il link:
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Capitolo 24
*** Chapter Twenty-four: ***


                                                                                                                                                                  
                                                                                                                                                                                                             (Banner di Sara_Scrive)


 

Nei giorni successivi…
 

-“Emily dove vai? Parti senza darmi neppure una spiegazione?...Ma mi stai ascoltando?”

Mio padre arriva quasi correndo in salotto con Alyssa in braccio, che sta giocando con un pupazzetto…anzi no è quella paperella gialla, piuttosto rumorosa…un regalo di mio fratello per la sua nipotina. Dopo essere stata distratta, a mente fredda cerco di riflettere sulle cose da portare a Londra e quelle eventuali da lasciare a casa. Controllo di nuovo il trolley, per vedere se ho preso tutto il necessario, per questo piccolo viaggio che durerà meno di una settimana…anzi se tutto procede secondo i miei piani, nel giro di tre massimo quattro giorni sarò a casa.

-“Tesoro ti stavi dimenticando il biglietto per il check in.”

Ecco vedi che c’era qualcosa che mi stavo scordando!?!
Ma nonostante mi sforzavo a pensare a cosa non avessi preso…il biglietto non era nei miei pensieri!
Oggi ho proprio la testa altrove…

-“Oh, grazie mamma…sono così sovrappensiero, poi papà con il suo modo confusionario di chiedere le cose non mi aiuta di certo a mantenere la concentrazione.”

-“Ecco ora è colpa mia…vedi Alyssa devi sapere che anche se il nonno non vive più in questa casa, la colpa è sempre sua.”

Come al solito sta tenendo un discorso con sua nipote, per attirare la nostra attenzione.

-“Non vivi più qui con noi come facevi prima questo è vero, ma vorrei sapere perché alla fine sei sempre qui! Tanto vale che dormi sul divano e festa finita…”

-“Si da il caso che sono sempre qui perché…tua madre ha bisogno di me. Poi adesso la coincidenza vuole che te ne vai per qualche giorno nel paese della regina Elisabetta, e come sai tua madre lavora, i tuoi fratelli sono a scuola quindi chi baderebbe alla piccola?”

-“Veramente mamma ed io ci siamo messe d’accordo. Lei non andrà a lavoro in questi giorni, ha chiesto un permesso per occuparsi di Alyssa…”

-“Oh, questo non lo sapevo, io sono sempre l’ultimo a sapere le cose qui dentro.”

Seduto sul divano continua a farneticare qualcosa da solo, come se fosse un vecchietto rincoglionito affetto dal morbo di Alzheimer. 

-“Ma smettila di brontolare, ti lamenti sempre. Comunque sai riflettendo e analizzando il vostro comportamento tu e la mamma voglio dire; ho notato che siete la coppia più strana di separati che conosco. Cioè andate più d’accordo ora che non siete più sposati anziché prima, e voglio dire adesso non è che sia cambiato granché rispetto a pima, anche perché tu in qualche modo sei sempre a casa con noi. È una cosa strana, i separati valli a capire…mah.”

-“Comunque tu non hai ancora risposto alla mia domanda…si può sapere dove vai?”

Mentre cerca di mettere la bambina nel passeggino, tiene lo sguardo fermo sul mio volto in attesa di una risposta.
Sciolgo i capelli dalla coda di cavallo che avevo fatto nelle ore precedenti, affinché alcune ciocche non andassero negli occhi….pensando alla risposta da dare al rapper biondo tinto.

-“Sto partendo per Londra, ho deciso di prendermi qualche giorno di vacanza…soprattutto dopo quello che è successo con Harry.”

Dopo essere riuscito a mettere la piccolina nel passeggino, mi si avvicina con un aria poco convinta di ciò che ho appena detto, poggiando una sua mano sulla mia spalla.

-“Tutto qua? Cioè per prenderti qualche giorno di vacanza vai fino in Inghilterra? Non mi convince tanto sta cosa…avanti cosa c’è sotto?”

-“Non c’è nulla sotto…”

-“Si e io sono un biondo naturale. Avanti dimmelo cosa ti costa!?!”

-“Mi costa il fatto che tu non capiresti, cominceresti a brontolare come fai sempre. Finendo per non approvare mai le mie decisioni…personali.”

-“Se lo faccio è perché ti voglio bene, e voglio che tu non faccia scelte sbagliate di cui poi potresti pentirti un domani.”



***


-“Vengo con te…dovunque tu stia andando, così magari in aereo mi spiegherai qual è la meta.”

Come se non bastassero già le grida di Alyssa a farmi impazzire, adesso vedo sbucare alla mia destra mio padre preparato pronto per uscire, anzi per meglio dire in partenza…colmo di domande: di nuovo.
Quell’uomo riesce sempre a farmi innervosire.

-“Se ti dico adesso dove ho intenzione di andare, e cosa fare prometti che mi lasci in pace e te ne stai a casa buono e tranquillo?”

-“Vedremo…”

-“Sto andando da zia Alice e zio Daniel a Londra contento? Sto da loro per qualche giorno per svagarmi e prendermi un momento di relax…va bene adesso signor
poliziotto?”

-“Ah, vai da loro? Perfetto è un buon motivo per rivederli dato che è passato un bel po’ di tempo dalla nostra ultima visita come famiglia unita. Carico i bagagli in macchina e andiamo diretti all’aeroporto…”

No! No dannazione lui doveva stare a casa…non volevo che scoprisse così presto che ho intenzione di andare a vivere in Gran Bretagna il prima possibile.
Non doveva scoprire che proprio nei giorni della mia permanenza a casa di mia zia ho un incontro con l’agente immobiliare per l’acquisto di una casa; ma purtroppo verrà a conoscenza di tutto questo, perché ha deciso di seguirmi come una bambina.
Saluto mamma dandole un fortissimo abbraccio e ringraziandola già in anticipo per l’aiuto che mi sta dando con la piccolina.
Poi arriva quel momento, arriva il suo momento…la sua mamma la deve salutare perché sta andando a pianificare il nostro futurola nostra vitaaccanto a quella del suo papà in un certo senso.
La prendo in braccio riempiendola di baci, carezze…annuso centimetro per centimetro la sua pelle; quel profumo nei giorni a venire mi mancherà da morire, perché il corpo dei bambini ha un buon odore.
Prendo le sue manine e le riempio di baci…la guardo nel suo dolce visino, accarezzo quelle sue piccole ma paffute gote rosate; la stringo forte a me trasmettendole tutto il mio amore.

La mamma ti ama amore…e farà di tutto per farti avere il tuo papà, come di diritto.




[…]



-“Ci siamo la casa dovrebbe essere questa…provo a suonare!”

Dopo aver premuto il campanello, attendiamo che qualcuno ci venga ad aprire.
La porta si spalanca di fronte a noi, e quando mi accorgo chi ho davanti salto addosso a questa persona tirando un piccolo urlo.

-“Finalmente sei arrivata che bello, così potremmo stare qualche giorno insieme. Mi sei mancata così tanto…”

Abbraccio mia cugina Ilaria che io chiamo da sempre Hilary, mi piace di più il suono che fa il suo nome così.
Hilary nota anche che non sono sola, così va incontro a mio padre abbracciandolo.

-“Mi devi raccontare tante cose, è una vita che non ci vediamo e scommetto che sono successe tante cose belle…non è vero Emily?”

Eccome se ne sono successe di cose dall’ultima volta che ci siamo viste.

-“Hilary ti ci metti anche tu a chiamarmi con il mio secondo nome? Lo sai bene che lo detesto…”

-“Scusa me lo ero dimenticato…dai su entrate che il pranzo è quasi pronto, direi che siete venuti in perfetto orario.”

Entriamo in casa, Hilary porta subito i nostri bagagli di sopra nella camera degli ospiti che mi aveva preparato…ora dovranno prepararne un'altra per via di mio padre. Entro in cucina e trovo zia Alice davanti ai fornelli, presa a cucinare qualcosa…ad un certo punto si gira e si accorge di me.

-“Mi scusi chi è lei? No guardi non le faccio nemmeno perdere tempo, non compro nulla…non voglio cambiare nessuna compagnia per il gas, o la luce o il telefono, arrivederci.”

-“Zia, ma sono io…Sara, non mi riconosci?”

-“Sara? La figlia di mia sorella? Oh cielo come ti sei fatta grande…non ti avevo proprio riconosciuta!”

Le vado in contro sorridendole, sono passati dieci anni dall’ultima volta che siamo venuti qua da loro, mi sono mancati un sacco. Io avevo solo nove anni, mentre i miei fratelli ne avevano cinque e quattro; e i miei genitori erano ancora sposati.

-“Oh madonnina quanto tempo che è passato, ma come ti sei fatta bella.”

Continua a stringermi in uno dei suoi abbracci stritolanti, il bello di mia zia è che quando ti abbraccia non ti lascia più e tu non riesci nemmeno a respirare…e alla fine amo questo tipo di abbracci.

-“Allora come stai eh? Che mi racconti di bello? Il fidanzatino ce l’hai?”

-“No comment zia…”

-“Alice, cara Alice come stai?”

-“Toh guarda la…c’è anche il rapper dei Gemelli Diversi qui con noi, quale onore è averti in casa mia.”

Papà entra in cucina ridendo e scherzando subito con zia, i due si baciano sulle guance scambiandosi anche un abbraccio; poi nel bel mezzo della riunione con i parenti il mio cellulare sulle note di ‘What makes you Beautiful’ inizia a squillare e leggo il nome ‘mamma’ sul display; spero non sia successo niente ad Alyssa in mi assenza.

-“Devo rispondere mi allontano un attimo, scusate.”

Finita la conversazione con mia madre, torno in cucina e noto che tutti si sono già messi a tavola pronti a divorare il pranzo preparato da zia.

-“Sara, che bello averti qua con noi…dio quanto tempo è passato!”

-“Zio Daniel…quanto mi siete mancati.”

Anche zio finalmente è arrivato dal lavoro, e come zia Alice mentre mi abbraccia mi dice che sono diventata più bella e che è contento che adesso mi fermo qualche giorno da loro.
Mi siedo in mezzo a mio padre e a mia cugina, che subito non perde tempo a raccontarmi un po’ quello che le è successo in questi anni.

-“Sara che voleva tua madre?”

Ma perché non si fa mai gli affari suoi?

Semplice perché tuo padre è curioso…vuole sapere sempre tutto, lo sai.

Grazie dell’informazione, che cosa farei senza di te…maledetta vocina.

Saresti perduta cara mia…

Ok adesso sta zitta, fammi questo favore.

Dopo aver fatto una piccola conversazione con la mia coscienza, torno a guardare papà che insiste nel sapere cosa ci siamo dette la mamma ed io.
La sua tenacia nel volere sapere per forza le cose è frustante, mette a dura prova la mia pazienza…e io non vorrei dire che ho una bambina al resto della famiglia, inizio a dargli una serie di calci alle gambe per fargli capire che deve smetterla con queste domande…ma sembra non funzionare.

-“La mamma…”

Prendo un bel respiro ed inizio a parlare in maniera veloce, senza mai fermarmi.

-“La mamma voleva sapere dove ho messo il latte per Alyssa prima di partire.”

I miei zii smettono di mangiare, guardandoci in maniera strana, direi piuttosto confusi.

-“Emanuele, tu e mia sorella avete fatto un'altra figlia e non ce lo dite?”

Papà inizia ad innervosirsi non sa bene come spiegare che Alyssa non è figlia sua, ma bensì sua nipote così cerco di aiutarlo nel suo inutile tentativo di spiegare agli zii la verità.

-“Mamma e papà non hanno avuto un'altra bambina…ma bensì io.”

Zia, spalanca gli occhi guardandomi un tantino sconcertata….mentre zio Daniele sputa l’acqua che aveva appena bevuto dal bicchiere, e Hilary gioisce come una bimbetta.

-“Avete capito bene, ho una figlia...ha nove mesi e si chiama Alyssa.”

Come avevo previsto, in soggiorno è calato il silenzio…l’imbarazzo per una notizia simile è ben visibile sul volto dei miei parenti; oggi giorno non è proprio una vera novità trovare delle giovani ragazze madri quindi perché tanto stupore.

-“Ci hai colti impreparati, non ci aspettavamo di ricevere una notizia del genere. Anche perché sei così giovane e sapere che sei mamma a questa età, è proprio una notizia scioccante ecco. Comunque non sei né la prima e né l’ultima ad essere mamma a soli…diciotto anni?”

-“Dato che siamo in tema di novità…ci sono altre cose che non sappiamo?”

Prendendo un pezzo di torta al cioccolato e lamponi rispondo…

-“Alessandro ha vinto la prima edizione di ‘Io Canto’ ha vinto nella categoria nuove proposte a Sanremo e…mamma e papà sono dieci anni che sono separati.”

Altra notizia sconvolgente, loro hanno sempre creduto nell’amore che univa i miei genitori e forse questo annuncio è peggio dell’aver saputo che io ho una figlia a soli diciotto anni.

-“Ma come? Perché vi siete separati insomma vi volevate bene…vi amavate, eravate una bellissima coppia. Noi credevamo nel vostro matrimonio…”

Un suono diverso proviene dal mio cellulare, sicuramente sarà un messaggio vado a vedere chi lo manda, e il suo contenuto.

Da: Papà
A: Sara
‘Grazie per avermi messo in imbarazzo, adesso mi toccherà dare delle spiegazioni
…’

Da: Sara
A: Papà
‘E tu cosa hai fatto con me? Mi hai messo in imbarazzo quando dovevo dire di Alyssa a loro. Quindi caro Busnaghi senior siamo pari. :P’






***
Dopo aver chiacchierato tutto il pomeriggio si è fatta l’ora del thè, e da veri Inglesi hanno già predisposto il salotto per un elegante thè in famiglia.
Hilary sta aiutando sua madre per addobbare il tavolo con una serie di biscottini, zollette di zucchero…latte, limone e altre cose.
Zio Daniel accende la tv, girando di canale in canale quando ne trova uno che parla di gossip sulle celebrità del momento; solo al pensiero che possa parlare di Harry della sua band dentro di me, una serie di attacchi d’ansia, misti tra la felicità e la tristezza si presentano…ma devo essere forte e resistere, d’altro canto se verrò a vivere qua dovrò farci l’abitudine.

-“Sara, a proposito prima non ti ho chiesto quando potremmo vedere la piccolina, quando pensi che potremmo scendere in Italia?”

-“Zia non credo che sarà necessario che voi scendiate in Italia.”

“Perché?”

Mi domanda mio padre, con un aria confusa guardandomi serio molto serio…

-“Perché ho intenzione di venire a vivere qua, in Gran Bretagna…per esattezza ho trovato una casa a Middlewich che spero vada bene per me e la mia bambina.”

-“Ah quindi hai intenzione di trasferirti da sola? Senza la tua famiglia…solo tu e Alyssa!?!”

-“Si.”

-“E perché? Cosa ti manca da noi? Perché vuoi venire a vivere in Inghilterra da sola con la tua bambina?”

-“Perché voglio essere indipendente, voglio sentirmi realizzata come ragazza…come madre. Da voi non mi manca niente…ma voglio cavarmela da sola.”

-“E tua madre lo sa?”

-“Mamma sa sempre tutto…il problema era dirlo a te, perché per tutto fai una polemica. Per ogni cosa inizi a brontolare e a dire che non ti sta bene. Questa papà è la mia
vita…e queste sono le mie decisioni, le mie scelte, che ti piacciono o no.”

-“Bene ancora una volta io sono sempre l’ultimo a sapere le cose. E quando…”

-“Domani pomeriggio ho l’incontro con l’agente immobiliare a Middlewich per vedere quella casa…e vorrei che mi accompagnassi papà…”

-“Zio quanto ci vuole da qui ad andare a Middlewich, in macchina o metropolitana ecc.?”

-“Se non sbaglio mi sembra ci vogliono tre ore…”

La conversazione finisce con papà che se ne va in giardino a fumare una sigaretta, mentre Hilary ed io ce ne andiamo a fare un giro per calmare le acque.

 


 












 

Spazio Autrice:
Salve ragazze buon pomeriggio, scusate del ritardo nel postare il capitolo…ma non sapete cosa mi è successo! Il vicino a cui scroccavo il wi-fi (xD) ha messo la password a quest’ultimo e io adesso non posso più connettermi…quindi ho passato una settimana disperata, ero incavolata nera e avevo lasciato perdere anche il capitolo. Comunque troverò sempre un modo per postare il capitolo, oggi per esempio sono da mia zia xD e quindi ho approfittato per postare siete contente? Ma parlando del capitolo allora vi piace? A me sinceramente fa schifo e non mi sa proprio di niente…c’è una svolta come avrete capito. Sara è a Londra per vedere di acquistare una casa perché ha intenzione di andare a abitare a Middlewich, una cittadina vicinissima a Holmes Chapel…che dista solo tre minuti di distanza. Tutto questo lo fa per Harry e la piccola Alyssa, si erano lasciati nel ventitreesimo capitolo è vero…ma lei non smette di amarlo, e nonostante le minacce del padre di lui vuole che la piccola Styles abbia il suo papà accanto. Quindi questo capitolo apre quello che ha in mente la protagonista…attendete ancora altri due/tre capitolo e vedrete cosa succede tra il nostro Harry e la nostra protagonista. Come sempre se avete delle curiosità da chiedermi fatelo pure su ask, (Little_reader) o su facebook Sara Rossi (Dreamer) o naturalmente qui, vi risponderò molto volentieri.
Detto questo ora mi dileguo, un bacio…ci vediamo la prossima settimana.
With Love,
Sara.


 

Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
 Ecco la trama:
 ♥

“Io mi sto innamorando di te.” Le disse naufragando dolcemente nei suoi occhi chiari.
 Lei non risposte, ma agì. Baciò con lentezza il viso del riccio. Si soffermò sul naso, sulla mandibola, sulle palpebre, sulla fronte, per poi fermarsi a un millimetro dalla bocca.
“Sta succedendo anche a me, Harry.” La rossa non diede tempo di gioire al ragazzo, che subito unì le loro labbra.
 Incerta, assaporò il sapore del cantante. Era dolce, le ricordava il cioccolato al latte. Sentì le mani di lui scivolarle lungo la schiena e l'adrenalina aumentare. Prendendo consapevolezza, ricordando cosa si provava a baciare, lambì le labbra del ragazzo con più forza. Lui intanto non riusciva a muoversi: nessuna lo aveva trattato con così tanto amore.
 [...]

“Ragazzi, salutate gli H2!” Disse Niall divertito.
“Acca alla seconda?!” La rossa lo fissò allibita.
“Esattamente!” L'irlandese le diede un colpetto sulla spalla.

 Con Harmony la vita non è stata di certo buona. Vincerà contro la malattia? La riuscirà a sconfiggere? Di sicuro, la combatterà. Insieme ad Harry.

 ♥

 Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2064823&i=1

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Capitolo 25
*** Chapter Twenty-five : ***


                                   
                                                                                                       (Banner di Sara_Scrive)




**

È possibile che ritardi così tanto l’agente immobiliare? Sono qui da venti minuti e non si è ancora visto, dannazione!

Guardo l’orologio posto come sempre al polso sinistro; perfetto sono le sedici meno dieci e io sto morendo dal freddo che le cittadine Londinesi rilasciano nella prima e seconda metà dell’anno.
A dire la verità qui a Londra è quasi sempre freddo quell’aria gelida, quell’aria invernale discende sulla città piuttosto silenziosa simile a un batuffolo di neve che viaggia libero nel cielo per poi posizionarsi sul suolo, o sui gradini dei portoni delle case dallo stile Inglese.
Perciò anche l’aria invernale, si presenta silenziosa ad inizio ottobre, procurando all’essere umano, un bel raffreddore e perché no anche un fastidioso mal di gola.

Essa non è ben amata da molti; anzi molto spesso ce l’hanno con lei perché secondo tali non è capace di farsi amare per colpa del freddo gelido, che arriva da lontano ogni anno, portandoselo dietro.
Ce l’hanno con lei anche per l’aria triste e malinconica che accompagna tutto quel clima polare, quelle giornate piovose, quelle giornate umide e noiose che partono da ottobre per poi terminare a metà aprile; quando poi la primavera portando via ogni nuvola grigia, ogni foglia secca sospendendo le piogge fredde, e spazzolando via i mucchi di neve posti ai lati delle strade…fa spazio alle belle giornate, governate da un sole caldo e piacevole.
Ma in tutto l’odio che l’essere umano ripone nell’inverno, c’è solo un periodo dell’anno in cui quest’ultimo ama tutta quell’aria fredda, tralasciando da una parte la malinconia e la tristezza per un paio di settimane.

Nel periodo Natalizio, durante i festeggiamenti quel clima tanto odiato non può mancare, deve essere presente e regalare qualche sorriso ai bambini, che vestendosi in maniera assai pesante scendono in strada a giocare a palle di neve…formando una sorta di battaglia tra di loro.
Senza quella magica atmosfera non sarebbe Natale, senza quella magica atmosfera, non ci sarebbero le grandi urla dei bambini che ansiosi fanno il conto alla rovescia per aprire i loro regali.
Non ci sarebbero nemmeno i loro grandi occhi sbarrati, nel mentre che aprono i pacchi riposti con cura sotto l’albero da mamma e papà, trovando di seguito il giocattolo che desideravano da molto tempo.

È inutile dire che senza l’aria magica che sa tirare fuori il freddo polare e l’atmosfera invernale, non ci sarebbero nemmeno quei sorrisi felici dei loro genitori…che insieme provano gioia nell’aver reso felici i loro amati figli.
E non c’è persona come me, che ama da morire tutto questo…con la differenza però che io amo l’inverno anche quando non è Natale; amo l’inverno e ciò che lo riguarda lo circonda…sempre.
Lo amo con le sue giornate tristi e malinconiche dove mi danno la possibilità di riflettere; lo amo con le sue giornate fredde in cui uscendo mi sbaruffa i capelli.
Lo amo con le sue giornate piovose, dove una cioccolata calda, un film e il camino acceso che arde o semplicemente il comodo e caldo letto, predominano e vincono uno a zero sulla giornata, che per molte persone può essere definita noiosa…tutto questo ci sta proprio bene.

Perciò credo che non avrò problemi a vivere in una città dal clima perfetto come questo, e dalla quale sono innamorata da tantissimi anni…e che in fondo sogno di abitarci da quando ero solo una piccola adolescente.
Riguardo l’orologio dal laccetto color avorio con il quadrante pieno di brillanti, un vecchio regalo ricevuto qualche anno fa; si sono fatte le quattro in punto, quando il cellulare inizia a squillare incessantemente.

*Inizio telefonata*

-“Salve signorina Busnaghi, sono il signor Petersen dell’agenzia immobiliare, volevo sapere se lei è già arrivata nel quartiere di Middlewich.”

Ah finalmente si è degnato di farsi sentire…alla buon’ora.

-“Salve signor Petersen, si sono arrivata nel quartiere da ben venticinque minuti.”

-“Oh, mi scusi per il ritardo…ma ho avuto un impresto dell’ultimo minuto, se me lo concede ancora tra dieci minuti sarò da lei…e sarò a sua completa disposizione per
qualsiasi cosa.”

-“D’accordo l’aspetto.”

E meno male dicono a me che sono sempre in ritardo, e che sono un irrecuperabile ritardataria. E questo tizio allora cos’è? Direi che è proprio un caso perso…

-“Vedrà che con quello che ho da mostrarle, riuscirà a perdonarmi il ritardo.”

È seriamente convinto che possa accadere questo eh? E poi cosa fa…perde tempo a fare il cascamorto con me? Roba da matti…

-“Con la casa intendo…non fraintenda. Mi creda, la casa che le ho trovato è una vera chicca.”

-“Questo spetta a me dirlo, non a lei. Comunque la ringrazio in anticipo, ci vediamo fra poco.”

*Fine telefonata*  

Bene mi tocca aspettare altri dieci minuti…che sicuramente con il lungo andare poi saranno venti; per fortuna a zia Alice non ho dato un orario preciso in cui sarei rientrata nella loro villetta a schiera, ma tuttavia per non farla preoccupare le ho lasciato detto, che non appena avrei concluso l’affare se in tal caso la casa mi avesse colpita, avrei chiamato per avvisare del mio rientro.
Con ancora il cellulare tra le mani, per ingannare il tempo decido di guardare tramite la galleria…il portale dove vengono raggruppate tutte le foto che sono state scattate dalla fotocamera del cellulare; le foto della mia bambina.

Ma nello scorrere delle varie finestre, l’indice finisce sull’icona della rubrica telefonica.
All’inizio non bado molto ad alcuni nomi che noto presenti ed evidentemente salvati sul telefono; nello scorrere delle lettere riposte ai lati, trovo dei numeri da eliminare…perché oramai non sento più determinate persone dai tempi della scuola, e alla fine è giusto dare un taglio al passato.
Così una volta cancellati vari numeri, decido di premere il tasto che mi riporterebbe al menù principale, ma poi non essendomi accorta a che lettera sono finita, riesco a vedere un nome farsi ‘spazio’ tra gli altri…fino a quando non riesco a leggerlo chiaramente: Aurora. 

Un leggero brivido mi oltrepassa la schiena, è passato un anno e mezzo dall’ultima volta che l’ho vista, nonostante abitiamo più o meno vicine…non ci siamo mai riviste, è come se ci fossimo tolte il desiderio e la necessità di vederci; nonostante siamo state grandi amiche ci siamo tolte anche il saluto.
Non so se è giunto finalmente il momento di recuperare il rapporto; un rapporto perso per colpa della paura, che mi ha portata a nascondermi da lei, dalla mia migliore amica.
Non so se adesso poi sia il momento giusto per riallacciare l’amicizia lasciata in sospeso, dal momento che se tutto va come voglio fra un paio di mesi circa mi trasferirò qui a Londra, perdendola di nuovo per colpa della distanza.
Non so ancora se sono pronta adesso di rivelarle l’esistenza di Alyssa, non so lei come possa reagire ad una notizia del genere…ho paura di sentire la sua voce delusa, amareggiata per avere un’amica tanto sciocca come me.

*Inizio telefonata*

-“Ciao Aurora sono Sara.”

-“Sara…da quanto tempo che non ci sentiamo.”

Una breve prima pausa, arriva in questa strana telefonata…una telefonata che dovrebbe essere tutt’altro che stana, tra due migliori amiche.

-“Sara puoi spiegarmi adesso, cosa ti ho fatto per stare un intero anno lontana da me? ”

-“Aurora tu non mi hai fatto proprio nulla, sono io che ho fatto qualcosa. Ho fatto una cosa della quale provo una certa vergogna. Una un passo più lungo della gamba,
assai più lungo…ho combinato un vero e proprio casino…la quale tutt’ora non riesco a parlartene.”

-“Dio, così mi spaventi…cosa avrai mai fatto? Non può essere così terribile no?”

No, non è una cosa terribile, al contrario è una cosa meravigliosa.
In effetti Alyssa non è una cosa terribile, non lo è mai stata, nemmeno quando era un piccolo esserino di poche settimane dentro la mia pancia, e mai lo sarà.
Anzi la mia piccolina, è la cosa più bella che mi sia capitata...ma di certo parlarne con un’amica, anzi la propria migliore amica è un po’ imbarazzante perché avendo avuto la bambina in piena giovinezza, è come se la deludessi di me, da ciò che ho fatto con Harry quella notte.

È come dire che la nostra azione è stata sbagliatache noi due siamo sbagliati…che siamo stati incoscienti, che siamo stati dei perfetti idioti non essendo stati attenti ad ogni particolare. In questo momento ho paura di essere giudicata malamente anche da lei…ho paura che possa smettere di volermi bene, e reputarmi una persona irresponsabile.
Ho paura di non essere più degna della sua amicizia.

-“È successa una cosa con Harry, una cosa inaspettata, una cosa non pianificata…”

Il suo silenzio non mi aiuta per niente, non mi aiuta a confessargli della presenza di Alyssa nella mia vita.
Vorrei che dicesse almeno qualcosa, anche un minimo ‘mmm, continua’ o che mi dicesse che qualsiasi cosa io abbia combinato non scombussolerà la nostra amicizia, ma lei invece da brava ascoltatrice qual è continua a rimanere in silenzio.

-“Aurora abbiamo fatto un casino, un casino con i fiocchi…e io adesso mi ritrovo da sola a fare da ma…”

Non riesco in tempo a finire la frase, che un rumore dietro di me proveniente da un cespuglio di foglie mi impaurisce.
Molto probabilmente è l’agente immobiliare che essendo arrivato in orario come stabilito, non vuole disturbarmi, permettendomi di finire la chiamata.
Questo almeno è quello che penso io, perciò forse è meglio se chiudo questa telefonata, e mi precipiti a vedere la mia futura casa.

-“Senti Aurora devo andare, mi ero dimenticata di avere un appuntamento importante…mi dispiace, sarebbe stato bello poter continuare a parlare. Mi sei mancata tanto.

-“Non ti preoccupare capisco, anche io ho un impegno…mi sono completamente scordata che devo andare da Nathan.”

-“Hai un nuovo ragazzo?”

-“Ehm? Si esatto devo andare proprio da lui…mi sta aspettando. Mi sei mancata anche tu.

-“Ciao.”

-“Ah Sara, per la cronaca…non sei l’unica ad aver fatto un casino con Harry, la stessa cosa è capitata anche tra me e Zayn. E credimi so che non è facilema non ti devi vergognare di nulla. Ti voglio bene, ci sentiamo presto, ciao.”

*Fine telefonata*   

‘…ma non ti devi vergognare di nulla. Cosa vorrà dire questa frase? Non sarà mica che forse anche lei con Zayn hanno avuto...’ ad interrompere i miei pensieri, è una figura alta e slanciata che fa capolino dal cespuglio che si trova appena dietro di me, cattura la mia attenzione per via dell’andamento misterioso dei suoi movimenti.
La sagoma di questa persona indossa una felpa nera, con indosso anche l’imminente cappuccio dalla quale fuoriescono alcune ciocche di capelli…non so per quale strano motivo ma il mio istinto mi sta autoconvincendo che quello è mio padre.

-“Come investigatore privato fai proprio schifo papà.”

Una sigaretta viene gettata a terra; il ciclo rilasciato dalla nicotina è finito, e di conseguenza viene schiacciata dal piede di mio padre.

-“A volte mi spaventi sai? Dove lo tieni nascosto il terzo occhio? Come hai fatto a capire che ero io quello riposto dietro la pianta?”

-“Non ho un terzo occhio, ma ho un istinto micidiale. Lo so per il semplice fatto che tu essendo un padre troppo geloso delle proprie figlie, le segui anche in capo al mondo. Di fatti sei venuto a Londra con me.”

-“Perché non hai detto a Aurora di Alyssa?”

-“Perché no…non mi sento ancora pronta.”

-“Se aspetti di essere pronta Alyssa potrebbe anche prendere il diploma nel frattempo, sai?”

-“Sono affari miei questi non tuoi.”

-“Tu sei mia figlia, sono affari miei.

-“Con la mamma come va? Vedo che ultimamente state ancora più vicini del solito. Stai tentando di riprovarci con lei?”

Silenzio totale. Come mettere mio padre in imbarazzo?
Parlandogli della propria ex moglie, facendogli notare che nonostante tutto, nonostante gli anni di separazione lui continua a provare amore per lei…quella donna che anni prima gli fece perdere la testa, e il cuore.
Il suo è un amore che però cela nell’abisso del silenzio, un innamorato non ricambiato.
Un amore che trasformatosi poi parecchi anni fa in odio, è arrivato a sfiorare l’amicizia che i due continuano a tenere per amore dei propri figli…un amore che adesso almeno da parte di uno dei due è tornato allo stadio base.

Amore più odio di solito dovrebbe dare come risultato odio, un po’ come più per meno, meno…ma questo è ad eccezione di Emanuele Busnaghi; per lui il risultato rimarrà sempre invariato, lui resterà sempre innamorato di lei.

-“Smettila di mettere sempre in mezzo tua madre, e la scusante che la amo ancora pur di non parlare di ciò che imbarazza te.”

-“Uso la tecnica dell’occhio per occhio come tu fai con me. Però perché non rispondi alla mia domanda come io ho fatto con la tua? Hai qualcosa da nascondere?”

-“Certamente che no. Vuoi sapere se amo ancora tua madre?”

Annuisco con la testa, lo voglio sapere…anche se dentro il mio cuore conosco già la risposta, conosco già la situazione.

-“...Allora?”

-“Allora cosa?”

-“La ami ancora la mamma?”

Momento di pausa. Non parla…vediamo se con un bel pizzicotto adesso mi dice la verità.

-“Ahia, si la amo d’accordo.”

Lo sapevo, lo sapevo…ne ero certa, perché gli si legge benissimo negli occhi.

-“Ma è tutto complicato Sara…è complicato come tra te e il riccio Inglese. Non esattamente nei minimi dettagli, ma è complicato anche per noi. Forse per noi lo è di più visto che siamo stati insieme per tanti anni, forse perché abbiamo qualche anno in più rispetto a voi, forse perché invecchiando aumenta anche l’orgoglio. Forse perché siamo stanchi di soffrire e di far soffrire l’altro.”

-“Dai papà non fare così, ci sono io con te.”

Camminiamo a passo lento vicini l’uno all’altra, andando in su e giù per la stradina per ingannare ancora una volta l’ennesimo ritardo del signor Petersen; quando mio padre inizia a farmi alcune domande.

-“Perché non mi hai mai detto in tutti questi mesi, che avevi intenzione di venire a vivere da sola con la bambina qui a Londra?”

-“È complicato papà, non te l’ho mai detto fin ora per alcuni motivi. Non te l’ho detto semplicemente perché tu non mi avresti dato il permesso, semplicemente perché mi avresti fatto un sacco di domande. Per esempio una domanda che mi avresti fatto sicuramente è, come farò a mantenere me e Alyssa dal momento che non ho un lavoro, mi avresti detto che sono troppo giovane per poter vivere da sola e per di più con una bambina piccola.”

-“È vero come farai…come riuscirai a fare tutto da sola, senza noi che ti guardiamo la piccola quando non sei a casa? Come farai a lavorare, a badare alla casa e a occuparti di tua figlia contemporaneamente? Non voglio impedirti di fare le tue esperienze, ma solo non voglio che tu sia in difficoltà, tutto qui.”

-“Papà credimi è tutto sotto controllo, non farei questo passo se non fossi sicura di aver calcolato ogni cosa. La casa di moda dove mandai il curriculum un anno e mezzo fa per un posto di lavoro, mi ha mandato un’email tre settimane fa comunicandomi che c’è un posto libero adesso, e io ho accettato per cui assumendomi dovrò vivere qua; inizierò a lavorare verso Maggio. Perciò la questione lavoro è risolta, per l’acquisto della casa ho i soldi di Des Styles che presumo mi dovrebbero più che bastare…quel vigliacco ha staccato un signor assegno pur di non far sapere a suo figlio, che è diventato padre di una bellissima bambina. Poi ho letto che qua in Inghilterra ci sono ottimi asili anche vicino ai posti di lavoro, così aiutano le mamme a non spostarsi troppo in qua e la per la città perdendo alcune ore lavorative. Ho sentito dire che qui la gente è molto cordiale, gentile, disponibile e soprattutto che aiutano anche le ragazze madri sia economicamente che per altre cose. Perciò papà credimi ci troveremo bene qui, non ti devi preoccupare.”

Con le mani infilate nelle tasche laterali dei pantaloni, lo sguardo basso rivolto alla strada mi domanda con un’aria malinconica.

-“Perché hai scelto di venire a vivere proprio in Inghilterra? In una cittadina che dista solo tre minuti circa da Holmes Chapel? Lo fai per Harry? Per la piccola Alyssa?”

-“Vuoi una risposta sincera? Ebbene si lo faccio per lei, perché in tutto questo lei non ha colpa, non è giusto che lei cresca senza un padre per via di suo nonno Des, che non vuole che suo figlio interrompa la carriera di cantante appena intrapresa per stare con la sua famiglia. Perciò si, mi sono trasferita qua per cercare di farsaper in un modo o nell’altro a Harry dell’esistenza di nostra figlia. E in più voglio essere una ragazza responsabile da sola per me stessa e per la mia bambina, voglio essere la colonna portante della mia famiglia.

-“Sono fiero di te…sei una madre e una ragazza eccezionale. E so che mi mancherai moltissimo, molto di più di quanto tu pensi.”

Possiamo essere cane e gatto quanto vogliamo ma ci vogliamo un bene immenso alla fine…e credo che si, mancherà tanto anche a me.

-“Dai papà, infondo l’Inghilterra non è poi così lontana dall’Italia, dista solo due o tre ore d’aereo. Al massimo se ti manca tanto litigare con qualcuno puoi sempre telefonarmi, o al limite puoi venire da me per qualche giorno, e possiamo stare a litigare anche tutta la notte.”

-“Credo che si possa fare, credo proprio che accoglierò molto volentieri la tua offerta.”

Ci guardiamo dritti negli occhi, è così bello avere questi momenti commuoventi con il proprio padre che a volte vorrei che non smettessero mai.
Si avvicina a me, tende a raccogliere le mie braccia per poterle posizionare dietro alla sua schiena e racchiudermi in un abbraccio confortevole, in un abbraccio di speranza, di fiducia, di coraggio.
Mi mancheranno un sacco i suoi abbracci, e le sue parole di conforto in un momento triste come di solito mi prende; ma questo è il ‘prezzo’ da pagare per cominciare a riportare ordine nella mia vita.
La magia che si stava ‘respirando’ fino a poco fa nell’aria, viene improvvisamente interrotta da un suono, da una voce in particolare.

-“Signorina Busnaghi? Sono il signor Petersen dell’agenzia immobiliare.”

Mi distacco dalle braccia di mio papà, e sistemandomi i capelli mi giro per rispondere.

-“Ben arrivato…dov’era finito in tutto questo tempo?”

-“Ehm mi scuso per l’immenso ritardo, ho avuto un imprevisto per la quale sono dovuto correre in ospedale. Mio figlio…giocando a football con gli amici, si è fatto male a una gamba.”

-“Oh mi dispiace, spero nulla di grave!”

-“No per fortuna ha solo una micro frattura, deve stare a riposo per alcuni giorni…grazie per averlo chiesto. Comunque adesso sono qui con lei per farle vedere la casa, sempre se lei voglia vederla ancora.”

-“Certo che si, adesso più che mai sono determinata a trovare una casa, andiamo.”

-“Prego mi segua allora.”

E così dopo aver aspettato un tempo che sembrava infinito abbracciata a mio padre, vado a conoscere quella che spero sia la casa dei miei sogni.
                                                                                                                             


















Spazio Autrice:
Buon pomeriggio a tutte ragazze come state? Io sto meglio adesso, ho passato alcuni mesi non bellissimi, anzi direi proprio pessimi e come al mio solito sono finita per rinchiudermi in me stessa, allontanandomi da tutto e da tutti persino dalla scrittura, dalle mie pagine di facebook, dai siti come efp eccetera. Ma per fortuna sono già alcune settimane che sto meglio come ho detto sopra, e mi sono detta che era l’ora di riprendere in mano le vecchie abitudini; perciò ho ripreso a scrivere i capitoli di We Belong Together, e spero che ne siate felici. Dunque erano parecchi mesi che non aggiornavo cinque mesi per esattezza, e dove eravamo rimasti? Eravamo rimaste che Sara era andata in Inghilterra alloggiando dagli zii materni, per vedere di acquistare una casa per lei e la figlioletta. So che questo capitolo non parla molto, non dice niente di nuovo continua quello precedente insomma, ma ho voluto scriverlo così per chiudere in bellezza questa parte, questo pezzo dedicata al passo in avanti che farà poi la protagonista. Come avete visto dopo non so quanti capitoli ricompare anche se per poco l’amica della nostra protagonista, le due hanno iniziato a parlarsi di nuovo, hanno iniziato a fare un passo avanti per riavvicinarsi. Ma Sara non sa ancora che anche Aurora costudisce un segreto e che segreto. Nel prossimo capitolo la protagonista incontrerà casualmente una persona al supermercato e chissà la reazione di entrambi. Beh vi ho anticipato qualcosa non troppo perché altrimenti non vi rimane addosso quella suspance che ci vuole quando si legge e segue una storia. Volevo chiedervi una cosa, se vi piace la storia e la seguite veramente…quando preferite che io aggiorni? Vi torna se io aggiorno una volta o due alla settimana? Che giorni preferite? E soprattutto a che ora vi torna di più leggere e recensire? Vi chiedo tutto questo perché io ci tengo ai vostri pareri e cerco di mettervi a vostro agio il più possibile. Detto questo adesso scappo ho una visita dall’oculista da fare e che rimando da troppo tempo. Ci sentiamo presto…
Baci.
Sara.
PS: rispondetemi almeno a queste minime domande a titolo informativo.
    



Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
 Ecco la trama:
 
N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n} 
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.” 
“E se uno viene sottratto all'altro...” 
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo. 


Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati. 

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"
 
 Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2356207&i=1


E se volete altre storie sui One Direction passate da Cassandra_97 e andate a leggere la sua Fanfiction Horizon, vi lascio la trama.

“Lily ci sei?” si interrompe subito per richiamare la mia attenzione.
“Ehm, si. Stavo solo pensando.”
“A cosa?”
“A te.”
“E cosa pensi di me?”
“Che su un palco staresti divinamente.”
“Non esagerare. Sono intonato, va bene, ma non diventerò mai un cantante professionista.”
“Secondo me potresti farlo. Già ti vedo, fra qualche anno, ad incantare una platea con la tua voce.” Abbassa lo sguardo e si fa più serio. Starà pensando quello a cui ho pensato io. 
“Perchè non provi ad entrare in un vero Talent Show? Finalmente potresti cantare di fronte ad un pubblico vero, e non solo di fronte a me.”
“Il mio vero pubblico sarai sempre tu.”
 
E il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2463217&i=1

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Capitolo 26
*** Meeting in London. ***


                                                                                                   Incontrarsi a Londra.

                                                 
                                                                                                           (Banner di Sara_Scrive)

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Ed eccoci qua, una nuova vita qui nella cittadina di Middlewich nella contea del Cheshire si è da poco avviata.
Sono qui da soltanto poche settimane e non mi sono mai sentita così a casa prima d’ora, nemmeno in quella villetta dove sono cresciuta, dove ho trascorso tutta la mia infanzia, adolescenza… si insomma la mia vita.
Quella vita vissuta tra spensieratezza e dolore causato dalla separazione dei miei genitori, tra gioie e dolori… tra pianti e risate, tra festeggiamenti ed eventi poco piacevoli, in quella casa sono stata amata ed io stessa ho amato quelle quattro mura.
Da tempo sentivo che era giunto il momento di spiccare il volo, sentivo che avevo bisogno di crescere come persona, come madre e prendermi le proprie responsabilità; soprattutto da quando mia figlia è entrata nella mia vita.
Ho capito che in qualche modo dovevo staccare il cordone ombelicale che continuava a legarmi alle dipendenze dei miei, sentivo da tempo che dovevo provvedere da sola alla mia bambina e a me stessa. 

Perciò mi sono fatta forza e coraggio da sola, e non appena ottenni la risposta della casa di moda (la quale non vedevano l’ora di assumermi a tempo indeterminato visti i mei disegni e gli abiti che ho cucito a mano), decisi che era giunto il momento di comprare una casa e stabilirmi definitivamente qua.
In questa città dove a far da padroni sono la neve con le sue giornate fredde e piovose d’inverno, e l’abbagliante e caldo sole d’estate.
La scelta di venire ad abitare in una cittadina dove nessuno ti conosce, dove sicuramente non verrai giudicata… e dove posso permettermi di riprendere in mano la mia vita da dove l’ho lasciata, non è così casuale.
Per questo motivo ho scelto l’Inghilterra per ricominciare una nuova vita, perché le persone sanno essere tanto accoglienti e calorose con i nuovi arrivati, ed io ho bisogno di questo adesso…ho bisogno di sentirmi ben voluta in un paese per me estraneo.
D’ora in poi saremo soltanto Alyssa ed io, noi due insieme…mamma e figlia.

Ma confido un giorno di poter allargare il nostro piccolo cerchio, ed estenderlo affinché un altro membro possa farne parte per sempre; Harry il suo papà.
Già proprio lui, non ho mai nascosto a nessuno i sentimenti forti che provo ancora per quel riccio dagli occhi smeraldo, i quali sono stati ereditati da una piccola puffettina di un anno che mi riempie le giornate d’amore.
Non ho mai tenuto all’oscuro a nessuno che un altro motivo principale, per la quale ho scelto come mia nuova dimora proprio Middlewich sia il fatto di poter avere la fortuna di incontrare Harry.
La sua città natale Holmes Chapel, dista solo tre minuti circa in auto, dal mio paesino… e forse chi lo sa se avrò fortuna riuscirò a incontrarlo e a riavvicinarlo a me.

**
Bene si è fatta l’ora di alzarsi, il sole oramai è sorto in alto nel cielo già da un po’.
Un clima abbastanza caldo sembra prospettarsi per tutta l’intera giornata… una cosa che sfrutterò a mio vantaggio, dal momento che oggi gli impegni sembrano aumentare a vista d’occhio.
La grande festa che sto organizzando da giorni per la mia bambina si terrà nel pomeriggio, e riflettendoci bene non ho poi così tante ore a disposizione per preparare il primo compleanno di Alyssa.
Palloncini, festoni addobberanno il terrazzo fuori che da sul grande giardino, la musica farà ballare tutti grandi e piccini, e infine non mancheranno i regali da scartare per la festeggiata, il buffet le foto e la torta con la prima candelina che Alyssa da sola o con il mio aiuto spegnerà. 
           

‘Oggi è il primo compleanno di Alyssa che festeggerà insieme ad amici e parenti, la prima candelina da spegnere…il primo traguardo raggiunto con fatica, con un po’ di sofferenza, ma altrettanto con le piccole gioie della vita.
15 Maggio 2011-15 Maggio 2012 un intero anno è passato dal giorno in cui io la tua mamma, ti donavo la vita dandoti alla luce, e presentandoti al mondo come il gioiello più prezioso che possiedo.
Un anno è passato da quando hai aperto quegli occhietti vispi che tanto amo, e li hai mostrati alla società guardandoti intorno con tanta curiosità.
Un anno esatto è passato da quando tu piccola puffetta dai piccoli ricciolini castani, hai dato a noi, la tua famiglia la gioia più grande…quella di vederti crescere piano piano, giorno dopo giorno.

Un anno è trascorso da quando hai iniziato a mettere su i primi dentini da latte.
Dodici mesi, pieni di te della tua allegria, delle tue prime esperienze, dalle gattonate ai primi passi che da poco tempo hai deciso di imparare.
Per te questo tuo primo anno di vita è tanto importante, quanto lo è anche per me.
Ho vissuto questi dodici mesi pienamente stravolta dal tuo arrivo, solo un anno fa ero una ragazza impreparata impaurita e impacciata.
Ma credimi piccolina adesso mi sento una giovane donna forte, e questo è stato il più bel periodo della mia esistenza.
Da domani dobbiamo guardare al futuro perché so che come questo primo anno magico e pieno di emozioni, ce ne saranno altrettanti belli davanti a noi e li festeggeremo sempre insieme uno dopo l’altro, mantenendo la stessa felicità, la stessa gioia di questo momento.
Perciò bambina mia la tua giovane e inesperta mamma ti fa i migliori auguri, ti augura tutta la felicità del mondo…ti augura di avere un futuro più sereno e meno complicato, rispetto a quando sei venuta al mondo.
La mamma adesso ti stringe tra le sue braccia, forti sicure e protettive…come un angelo veglierò sempre su di te, come un custode silenzioso ti accompagnerò piano piano nel cammino della tua vita.

Come un bravo genitore ti spiegherò che nel mondo esiste il bene e il male, come un bravo genitore ti insegherò l’educazione verso gli altri e verso te stessa, da brava mamma correggerò i tuoi sbagli, ti preparerò alla cattiveria e alla bontà che si cela nel cuore delle persone.
Da brava mamma ti sosterrò sempre nei tuoi sogni, e ti incoraggerò ad inseguirli e a non rinunciarvici mai.
Tanti auguri piccina mia, goditi la festa…le canzoni di buon compleanno che ti canteranno nel pomeriggio, goditi i complimenti che ti faranno, goditi e scarta i regali che ti porteranno.
Ma soprattutto goditi l’attenzione che tutti ti riverseranno, perché oggi la piccola stellina compie 1 anno, ed è il primo traguardo importante di un bambino.’ 


 

Una lacrimuccia scende, è inevitabile in un giorno così importante come questo…dentro la mia testa a rallentatore come accadrebbe in un film si è riavvolto il nastro della mia vita, più che della mia vita…si è riavvolta la pellicola degli avvenimenti accaduti negli ultimi due anni; dal primissimo incontro con Harry ad oggi.
Ma adesso non c’è tempo di stare a piagnucolare come una normale mamma che si lascia trascinare dall’emozione, per il primo compleanno della propria bambina; no non c’è proprio tempo.
Pertanto come prima cosa da fare oltre ad alzarmi dal letto e dare un ultimo sguardo e una carezza sulla fronte ad Alyssa che sembra dormire beata nel lettone della sua mamma, devo preparare la colazione.
Un lampo di genio mi ricorda che devo chiamare i miei genitori per ricordare loro della festa, perciò cercando come una disperata il cellulare in giro per la cucina, dopo averlo trovato compongo il numero di casa.


*Inizio telefonata*

-“Pronto mamma buongiorno…”

-“Pronto, ah buongiorno tesoro come state tu e la mia nipotina?”

-“Oh benissimo grazie, mi sono appena svegliata. Ti ho chiamato per dirti del compleanno di Alyssa.”

-“Ah giusto allora eravamo rimaste d’accordo per oggi vero?”

-“Si si mamma per oggi pomeriggio verso le quattro/quattro e mezzo. Voi verso che ora avete il volo?”

-“Verso l’una, ma se vuoi possiamo anche venire prima…oppure possiamo arrivare da te con il primo aereo disponibile.”

Gironzolo per il salotto mantenendo la concentrazione sulla conversazione con mia mamma, quando all’improvviso vedo un ombra arrivare nella mia direzione.
Non ci posso credere ‘Alyssa’ esclamo con il cellulare appoggiato all’orecchio, rimanendo sbalordita e quasi senza fiato.

-“Che succede Sara, cosa ha combinato la bambina?”

-“Non so come possa essere successo, ma si è svegliata ed è…uscita dal lettone dove dorme con me.”

-“Cosaaa? Non si sarà mica fatta male? Guardale la testa immediatamente.”

Come diavolo ha fatto a scendere dal lettone? Come ci è riuscita? Insomma il letto è anche abbastanza alto voglio dire.
Beh c’è di buono in tutto questo che non l’ho sentita piangere, e a vedere sembra che non abbia nulla di rotto ma soprattutto non ci sono perdite di sangue… posso tirare un sospiro di sollievo.

-“Stai tranquilla mamma credo che non si sia fatta nulla, altrimenti a quest’ora piangerebbe invece dovresti vedere com’è serena e contenta. Comunque ora dovrei andare a comprare delle cose per oggi, e alcuni addobbi perciò non credo di essere a casa entro l’una.”

-“Oh va bene d’accordo, allora noi verremo per l’ora già stabilita.”

-“Grazie mamma, ci vediamo più tardi un bacio. Ah e mi raccomando avvisa tutti, anche gli zii.”

-“Certo stai tranquilla, ciao tesoro.”

*Fine telefonata*


-“Aly, andiamo a vestirci così andiamo a comprare tante cose per la tua piccola festa, sei contenta?”

La bella bambina che ho di fronte a me, seduta a terra intenta a giocare con la sua paperella gialla che le ha regalato lo zio Alessandro (mio fratello) alza il suo visino rotondo mostrandomi un bellissimo sorriso, socchiudendo gli occhietti vivaci battendo in sintonia quelle manine paffutelle, come per annunciarmi che questa cosa le piace e le mette allegria.

 

***

-“Alyssa vuoi stare ferma un secondo? Dai su fatti mettere dalla mamma il vestitino, su che così poi andiamo!”

Quando si tratta di vestirla è un vero e proprio dramma, non sta ferma un secondo…io le infilo gli indumenti e nel men che non si dica lei se li è già tolti; credo che per farla stare abbastanza ferma in modo che io possa svolgere il lavoro in santa pace, mi servirebbero un altro paio di mani ahaha.
Ci siamo, finalmente siamo pronte…siamo riuscite a vestire e pettinare, si insomma a rendere bella questa signorina per portarla a fare compere.
È un attimo quando non faccio in tempo ad indossare la giacchetta della tuta, tirando su la zip e mettermi al collo una sciarpina di cotone leggero, infilare il cellulare in borsa e prendere le chiavi della macchina e quelle di casa che erano riposte sul tavolo in salotto, per riuscire ad intravedere la mia bambina di appena un anno sorreggersi al bracciolo del divano e mettersi in piedi da sola.
Incredula rimango ferma sulle gambe, piantonate a terra a fissarla, sbattendo ripetitivamente le ciglia.

Lei abbassando la testa da uno sguardo ai suoi piedini sorridendo, rimane concentrata pensando cosa da li a pochi minuti sarà in grado di fare… ad un certo punto li muove un pochino ed emettendo un suono gradevole inizia a ridere e urlare.
Non riesco a credere che intanto è riuscita ad alzarsi da sola, dato che fino a tre giorni fa non era ancora in grado.
Sorride maestosamente battendo le manine e urlando, non si direbbe che è tanto felice come non mai se non la si vedesse di persona; credo che per lei essere arrivata a questo punto la renda immensamente soddisfatta, per il grande salto di qualità che ha appena compiuto.
Inginocchiandomi mi asciugo gli occhi, resi lucidi da alcune goccioline di lacrime che sono schizzate fuori dalle pupille... inizio a chiamarla, incoraggiandola a camminare fin dove mi trovo. 

-“Dai Alyssa vieni dalla mamma ce la puoi fare.”

Il suo sguardo fermo è puntato contro il mio, sta ascoltando le mie parole.
Un ultimo sguardo a me, uno ai suoi piedini e ci siamo…ha mosso entrambe le gambe.
Sicura di se procede con un passo alla volta, destra sinistra e avanti…piano piano mi sta raggiungendo, sorride e mi spalanca le sue inermi braccia.
Mi avvicino per scorciarle la strada, ad un certo punto perde l’equilibrio e… cade; ma non si lascia intimorire da questo ‘fallimentosi rialza e di nuovo mettendo un piede davanti all’altro riprende a proseguire il cammino.
Con questa dimostrazione mi ha fatto capire che lei dentro di se ha un bel carattere, non si lascia spaventare dalle prime delusioni, quale è stata la caduta a terra dopo aver mosso i primi passi.
Manca poco, davvero poco… quando è un millesimo di minuto.
Eccola la mia piccolina ce l’ha fatta, mi ha raggiunta buttandosi a capofitto tra le mie braccia.
 
La riempio di baci, di complimenti, la prendo e la porto in aria facendola roteare…facendola sentire fiera di se stessa per ciò che da sola oggi, è riuscita a fare.
Non ci sono gioie più belle di queste, non c’è soddisfazione più grande nel vedere tuo figlio fare i primi passi.

E tu Harry dove sei? Perché tuo padre ti impedisce tutto questo?
Perché per colpa del suo egoismo è riuscito a farti perdere i primi passi di una bambina, che ti somiglia sempre di più come una goccia d’acqua ogni giorno che passa?
Hai una soddisfazione più grande del vedere la tua ricciolina farsi spazio nel mondo?
Hai qualcosa che ti riempia il cuore quanto vederla serena e felice insieme a te?
No, scommetto che non ne hai, perché vuoi mettere a paragone l’essere circondato da migliaia di fans che acclamano il tuo nome, ai vostri concerti quanto ad un evento raro ed unico come questo?

No, ma forse sono io a sbagliarmi, forse per i tuoi diciassette anni quali hai, è quella la più bella soddisfazione della tua vita.
La più grande gioia che la vita ti sta dando in questo momento magico, ma mentre tu rendi felici tutte le ragazze del mondo, con la tua voce con le vostre bellissime canzoni d’amore e non; ma sai chi c’è a rendere felice me?
C’è lei, una piccola puffetta di un anno.
Tua figlia.

Che con poco sa rendermi pienamente contenta e soddisfatta del lavoro che ho fatto, da sol fin ora.


[…]


-“Alyssa vuoi stare ferma? Non puoi prendere ogni cosa che vedi tra gli scaffali. Su forza dammi la bottiglia di birra e che hai tra le mani.”

Continuo a girare il super market ripensando a cosa possa mancare ancora da prendere per l’evento di oggi.
Do uno sguardo a ciò che fin ora ho preso, mancano soltanto piattini, bicchieri e posate di plastica ma poi noto una cosa che non dovrebbe stare nel mio carrello, non rientra proprio nella lista delle cosa da comprare.
Dunque cos’è questo…? Chi diamine ha messo una bottiglia di vodka tra le cose da comprare?
Guardo la piccola peste con un’aria minacciosa, deve essere stata lei per forza io di certo non l’ho presa, e dato che siamo solo noi dure a fare la spesa chi potrà mai essere stata?

-“Signorinella ma non sarà un po’ troppo presto, per iniziare a darsi alla pazza gioia con l’alcool?”

Una signora che ha assistito a tutta la scena scoppia in una risata rumorosa, e io di certo non posso proprio darle torto e la sua risata alla fine finisce per contagiare anche me.
Procedendo in direzione della cassa per pagare ciò che ho preso, perché tanto abbiamo finito, e adesso basta solo andare a casa e iniziare a preparare tutto di corsa.
Ma nel mentre che la fila sembra non scorrere più di tanto, indietreggio per vedere se un'altra commessa arriva in soccorso della collega indaffaratissima, ma ad un tratto girandomi in direzione del reparto dei bambini scorgo un viso familiare.
Quella ragazza ha un che familiare… mi ricorda una persona. Che sia lei? Impossibile che si trovi a Londra.

Spinta dalla curiosità mi precipito in quella corsia tralasciando la fretta di correre a casa in tempo per organizzare la festa; ma una volta arrivata giovane biondina non c’è più.
Forse ho visto male, ho confuso una persona con un'altra… ma proprio mentre afferro una scatola di biscotti Plasmon sento pronunciare il mio nome.

-“Sara!”

Chi può essere se qui non conosco nessuno? I miei genitori?
No, è improbabile loro non possono essere, visto che prima di tutto non sanno dove si trova questo market, e secondo dovrebbero arrivare molto più tardi.
Mi giro lentamente, e di conseguenza muovo anche il carrello con Alyssa che si ciuccia il pollice, e con mia grande sorpresa trovo davanti a me… la mia migliore amica.

“Aurora?”

Enuncia un piccolo sorriso triste, ma anche sollevato…quasi trionfante, come se si fosse tolta un peso dal cuore.

-“Si sono io… e lui è Nathan.

Si riferisce a quel bel bambino che tiene in braccio, con grande soddisfazione e ammirazione.

-“Tuo figlio e di… Zayn?

Annuisce di si tristemente, e lascia trasparire che sarebbe stato meglio se non lo fosse affatto.

-“Si lui è mio figlio.”




Spazio Autrice:
Buonasera a tutte care lettrici, come state? Io bene grazie, voglio subito scusarmi con voi se non sono riuscita a postare due volte nella settimana passata, ma io non riesco a capire una cosa: perché quando decido che oggi dedicherò la giornata a scrivere il nuovo capitolo di We Belong Together arrivano parenti a casa la quale va data udienza, aumentano le cose da fare e i giri con mia madre a destra e sinistra? Voi avete una vita scolastica e non indaffaratissima, io invece dal momento che non ho ancora trovato un lavoro e anche mettersi in lista i tempi non si scorciano, ho mille cose da fare in casa e fuori -.-“. Va beh che vogliamo farci nulla…purtroppo. Anche se ormai è già Giovedì e non più Mercoledì ed è mezzanotte inoltrata ho deciso di aggiornare ora lo stesso, anche se molte di voi staranno dormendo, perché domani si che mi sarebbe stato impossibile farlo e anche il resto dei prossimi giorni. Vi annuncio che i giorni in cui posterò saranno due come su richiesta di amoreperniall, (spero che vada bene a tutte) saranno il Mercoledì e il Sabato salvo imprevisti. Ma che dire di questo capitolo? Non è il massimo delle mie riuscite lo ammetto, a me personalmente non piace molto…non dice niente questo scritto lo so, ma è un apri pista per il capitolo successivo perché tanto avete capito chi ha incontrato la protagonista no? Ecco nel prossimo capitolo scopriremo come mai le due amiche si sono allontanate e il significato della frase ‘-“Tuo figlio e di… Zayn?” Annuisce di si tristemente, e lascia trasparire che sarebbe stato meglio se non lo fosse affatto.’. Che altro dire? Ah si giusto, c’è stato il primo compleanno della figlioletta di Sara, i primi passi…sono (credo, e spero) riuscita a farvi sentire la dolcezza di una giovane mamma emozionata per degli eventi così unici e rari, attraverso delle righe. Non so cosa mi spinga ad essere soddisfatta di me stessa in questi pezzi, ma lo sono tant’è che ho gli occhietti a cuoricino per questo *-*. Beh dai ora vado a nanna ad immaginare nella mia mente il nuovo capitolo, noi ci vediamo Sabato per il nuovo aggiornamento.
Tanti bacini, a presto.
Sara.




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 Ecco la trama:
 
N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n} 
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.” 
“E se uno viene sottratto all'altro...” 
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo. 


Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati. 

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"
 
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E se volete altre storie sui One Direction passate da Cassandra_97 e andate a leggere la sua Fanfiction Horizon, vi lascio la trama.

“Lily ci sei?” si interrompe subito per richiamare la mia attenzione.
“Ehm, si. Stavo solo pensando.”
“A cosa?”
“A te.”
“E cosa pensi di me?”
“Che su un palco staresti divinamente.”
“Non esagerare. Sono intonato, va bene, ma non diventerò mai un cantante professionista.”
“Secondo me potresti farlo. Già ti vedo, fra qualche anno, ad incantare una platea con la tua voce.” Abbassa lo sguardo e si fa più serio. Starà pensando quello a cui ho pensato io. 
“Perchè non provi ad entrare in un vero Talent Show? Finalmente potresti cantare di fronte ad un pubblico vero, e non solo di fronte a me.”
“Il mio vero pubblico sarai sempre tu.”
 
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Capitolo 27
*** Chapter Twenty-seven : ***


                                        
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https://www.youtube.com/watch?v=vfO3-vGYOSE




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Suo figlio, ma come è possibile? Vuol dire quindi che anche lei e Zayn hanno…? Si insomma le è successa la stessa identica cosa che è accaduta a me. Forse ora ho capito perché non si è fatta più viva, le sarà mancato il coraggio…la vergogna avrà iniziato a tormentarla, facendola così rimanere nell’oscurità senza mai dirmi nulla.

-“Finalmente hai scoperto il mio segreto. Un ‘segreto’ di appena un anno. Mi dispiace di non averti mai detto niente, mi è mancato il coraggio…non trovavo le parole giuste. Avevo paura che tu potessi giudicarmi e darmi dell’incosciente quale sono.”

 -“Non preoccuparti, non incolparti…io ho fatto una cosa uguale alla tua. Perciò se ti colpevolizzi, accusa anche me per la mancanza di coraggio, accusa anche me se ti ho tenuta all’oscuro dell’esistenza della mia bambina.”

Un leggero sorriso arriva a farsi spazio su quelle guance rosee come i fiori del pesco, togliendo di torno quell’aria triste e colpevole che vi si era posata fino ad alcuni minuti.
Quell’aria malinconica che si è celata nel suo cuore per troppo tempo. Il bambino che tiene in braccio inizia a sorridermi, mostrando fiero di se i suoi primi quattro dentini mentre cerca di pronunciare qualche parolina incomprensibile.
Gira lo sguardo puntandolo dritto a quello della sua mamma puntando freneticamente la sua piccola manina contro di me.

-“Lei è Sara, una specie di zia!”

Sorrido sentendomi per la prima volta felice dopo tanto (apparte i primi passi avvenuti stamani dalla mia ricciolina preferita, che mi hanno resa la mamma più felice del mondo).
Aver passato un periodo complicato, da sola senza Aurora, la mia amica…è stato piuttosto difficile, non poter ricevere consigli da qualcuno…quel qualcuno che ti conosce così bene che ti avrebbe aiutata.
Aver vissuto degli eventi spiacevoli come il ricatto di Gemma e Des Styles, aver lasciato definitivamente Harry, e aver tenuto segreta la gravidanza ai miei genitori senza lei è stato brutto, era come vivere in un incubo…l’unica che poteva darmi una mano, l’unica che poteva consigliarmi ero io.
Me stessa…ma a volte non è abbastanza.


Per un momento socchiudo gli occhi, liberandomi di tutta l’ansia trattenuta in dodici mesi, assaporando quella sensazione piacevole alla quale non ero più abituata.
La bellissima emozione che sto vivendo in questo momento è forte, e forse nessuno può capire cosa sto provando se non ha vissuto ciò che ho passato nell’ultimo anno. Non riesco ancora a capacitare l’idea di essere arrivata fin dove sono, contando esclusivamente sulle mie forze e naturalmente con l’aiuto dei miei genitori, ma soprattutto non riesco a capacitare il fatto che Aurora adesso sia qua con me. 

-“Beh adesso anche tu hai scoperto il mio segreto.

Lei mi sorride, ascoltandomi e incoraggiandomi a continuare, ed io ingollando un nodo di malinconia legata alla strana situazione continuo dicendo…

-“E lei è Alyssa…la figlia di Harry.
 



***

-“Bene ci sediamo su questa panchina?”

-“Ma la tua spesa…devi preparare qualcosa per pranzo?”

-“No in verità non proprio per pranzo, oggi pomeriggio ho organizzato il compleanno di Alyssa, verranno anche i miei genitori con Veronica e Alessandro, e a regola anche i miei zii.”

-“Che bello il primo compleanno non si dimentica mai vero? Allora vai a casa a preparare tutto, non voglio trattenerti.”

-“Non fare la guastafeste, è un anno che non ci vediamo…la festa può attendere. Io voglio parlare con te, voglio sapere tutto, cosa hai fatto in tutto questo tempo…voglio sapere del piccolo Nathan, e soprattutto del suo papà.”

Abbassa la testa, tenendo ben fermo lo sguardo sul suo bambino…senza perderlo di vista nemmeno un minuto, i suoi occhietti vispi ricordano tanto quelli dell’Anglo-Pakistano, dalla pelle olivastra.

-“Ma non c’è tempo, per raccontarti tutto ci vorrebbe un giorno intero…e poi i bambini ci disturberebbero con le loro vocine, non che lo facciano apposta ma…abbiamo bisogno di calma e silenzio per parlare.”

-“Alyssa sta dormendo beata nel passeggino, la macchina la rilassa tanto le fa quasi da sonnifero. Nathan è li bello tranquillo che gioca con il sonaglino…anzi mi sa che fra non molto raggiungerà Aly nel mondo dei sogni. Perciò io non vedo perché non potremmo cominciare a parlare almeno un po’.”

Accenna un sorriso, e per un minuto alzando gli occhi al cielo si lascia sfuggire una lacrima che non essendo stata catturata dalle mani di Aurora, percorre tutto il tratto delle guance per poi andare a morire prima sotto il mento, ed infine cadendo leggera per terra, nella sabbiolina che ricopre il suolo del parco.

-“Sei ostinata… proprio non ti arrendi eh?”

Annuncio un ‘no’ muto con il movimento prima a destra e poi a sinistra della testa, tiro furi il pacchetto di sigarette e accendendola mi preparo ad ascoltare la sua lunga storia.

-“È tutto difficile Sara, anzi è tutto complicato da quando…Zayn se n’è andato.

Nelle sue parole c’è un velo di tristezza, un velo di malinconia di sofferenza chiamatela come volete.
C’è un qualcosa che va al di là dell’amarezza, forse la parola esatta è la delusione… forse si o forse no.
Ma qualsiasi cosa lei stia provando nel raccontare la sua storia adesso, quel qualcosa sta riaffiorando piano piano anche dentro di me.
Come una catena il dolore di una è anche quello dell’altra, seppur le vicende siano andate credo diversamente.

-“Andato? Come Aurora Jawaad se n’è andato?”
 
Giocherella con un braccialetto che tiene allacciato al polso sinistro, prende tra le dita un ciondolo con un iniziale a forma di zeta piena di brillanti, quella lettera deve rappresentare il nome di Zayn.

-“Si se n’è andato e non c’è nulla che si può fare, per farlo tornare da me... da suo figlio. Comunque tutto è successo dopo poco che scoprì di essere incinta. Un pomeriggio di Ottobre lo chiamai, per dirgli che avevo voglia di vederlo, avevo voglia di stare con lui perché mi mancava …e sottolineai che avevo bisogno di parlargli il prima possibile. Così convinsi i miei genitori all’oscuro di tutto naturalmente, di poter andare a Londra per stare qualche giorno con Zayn…non so ancora come feci a convincerli, sta di fatto che andai da lui.”

Appoggia fortemente la sua schiena contro la panchina, accavallando la gamba destra su quella sinistra …portandosi le braccia dietro la nuca, emettendo un sospiro travagliato. Non deve essere facile per lei raccontare tutto, raccontare di un ragazzo che la lasciata da sola con un figlio.

-“Andai da lui, passammo una settimana bellissima insieme, non mancarono coccole, cene fuori e tutte le attenzioni possibili. Ma poi una sera dopo aver fatto l’amore, sdraiati sul letto notò un rigonfiamento alla mia pancia. Con tono scherzoso mi disse com’era possibile che mi avesse messa incita quella stessa notte. Lo guardai negli occhi con le lacrime che stavano per oltrepassare la soglia oculare, gli dissi che ero incinta già di qualche mese…e che ero venuta a parlargli proprio di questo fatto, accaduto nell’estate precedente in vacanza ad Ibiza.”

Le stringo la mano con una presa salda, le infondo coraggio tramite un abbraccio…cerco di rincuorarla ad andare avanti con la storia, provando inquietudine ad ogni sua parola.

-“E poi cosa è successo?”

Le domando quasi con timore; con il timore di sapere il brutale continuo della storia.
Gli alberi intorno a noi, all’interno del parco sembrano essersi rattristiti tutto d’un tratto, sembrano aver perso quella vitalità di poco fa.
I movimenti ondulatori dei rami sono a loro volta cessati; le foglie sono diventate impassibili all’oscillare del lieve venticello che le accarezza dolcemente.
Il parco sembra essersi spento, sembra aver assunto l’aria malinconica che possiede il caldo deserto…sembra rispecchiare il nostro stato d’animo.

-“Non appena gli dissi che ero incinta, e che avevo deciso di tenere il bambino mi domandò se era lui il padre. Risposi di si, che lui e soltanto lui era e poteva essere il genitore della creatura che portavo in grembo. Mi disse che se volevo tenere quel bambino, dovevo crescermelo da sola perché lui non ne voleva sapere…era troppo giovane per pensare ad un neonato nella sua vita. E mi sottolineò più volte che lui…non vuole avere figli, né con me né con altre ragazze.”
 
-“Ma che razza di persona è uno che dice queste cose? Oddio scusa, non volevo offenderlo davanti a te!”

-“Fa niente, sapessi io con quanti nomi lo chiamo…pensa che prego persino che non trovi una ragazza. Prego che tutte le cose gli vadano per il verso sbagliato.”

Il destino non è stato clemente nemmeno con Aurora, neanche a lei non le ha riservato delle buone prospettive nella vita.
Le ha dato un ragazzo che ha preferito lasciarla sola a crescere un bambino, per il semplice motivo che lui non vuole avere un figlio ma vuole vivere la sua giovinezza.
Non riesco ancora a credere che Zayn possa aver detto delle cose così cattive, alla ragazza che tanto amava.
Come può aver abbandonato intenzionalmente suo figlio? Un bambino così dolce, così vispo…così bello; un bambino che necessita anche l’affetto del suo papà.

-“E allora tu cosa hai fatto, dopo aver saputo che Zayn non ha intenzione di far parte della vita di Nathan?”

Adesso appare un sorriso, ma non un sorriso di felicità…è un sorriso che lascia trasparire orgoglio, soddisfazione e gioia.
Prende in braccio il bambino, per dargli il biberon pieno di latte e biscotti.

-“Con i miei genitori non facevo altro che litigare da quando scoprirono che ero in attesa di un bambino, naturalmente non dissi nulla di Zayn altrimenti chissà cosa avrebbero detto e sicuramente fatto; dissi solo che era una mia scelta crescerlo da sola e non immagini le polemiche, le pesanti parole che volarono. Perciò decisi che era meglio cambiare aria, così andai ad abitare dai miei nonni materni in Lombardia fino al parto…momento in cui mi riappacificai con mia madre e mio padre. Sai lassù vicino alle montagne stavo veramente bene, nonostante tutta la spiacevole situazione ero serena felice…avrei voluto crescerlo li Nathan ma non potevo, quindi non appena mi dimisero dall’ospedale. Tornai a casa con la condizione che del padre del bambino non se ne sarebbe più parlato, e così è stato…così è ancora.”

-“Sei veramente un osso duro!”
 
Le sorrido, scherzo con lei su tutta questa strana e complicata situazione, cerchiamo per un momento di prenderla per un altro verso, proprio per non far riaffiorare il dolore dento di noi.

-“Ho una domanda: vivi qui adesso, o stai a casa dei tuoi genitori?”

-“Vivo ancora con i miei genitori, sono venuta qua per cercarti…perché non sopportavo più l’idea di tenerti all’oscuro di tutto. Tu sei la mia migliore amica e non dirti
niente, non mi faceva vivere bene.”

-“E come hai fatto a sapere che io adesso abito qui?

-“Tua madre. Un giorno sono passata a casa tua con Nathan per mostrarti il mio bambino ma tu non c’eri. E così tua mamma mi ha raccontato tutto quello che di brutto è successo anche a te, ma dovevi vedere quanto è fiera di te. Dice che vederti realizzata anche se sei da sola a crescere Alyssa, le si riempie il cuore.”
-“Quindi sai cosa è successo con Gemma e Des?”
-“Si so tutto, so come sei riuscita a comprarti la casa, so che hai un bel lavoro…so che continui ad amare Harry nonostante la sua famiglia ti abbia rovinato la vita. So anche che hai scelto proprio questa cittadina per provare a riportare Harry da te, da lei.
-“Dal momento che tu sai tutto…posso evitare di raccontare la mia storia? Lo stomaco non riesce ancora ad ingollare quel nodo, il cuore sanguina ancora sai?”
-“Certo che puoi, sei libera di fare ciò che vuoi. Comunque sono convinta che prima o poi le cose si aggiusteranno tra te e Styles.”
-“Sono convinta che un giorno Zayn busserà alla tua porta, e come un coglione ammetterà di aver fatto una grande cazzata abbandonando suo figlio…e ti implorerà di perdonarlo.”
 
-“Credici Sara, credici…non accadrà mai.”

Alyssa si è svegliata, e aprendo quella sua piccola bocca emette un grande sbadiglio.
Guardando l’orologio mi ricordo che ho una festa da preparare, e che se faccio tardi gli ospiti si infurieranno…e passerei da una pessima padrona di casa.

-“Senti Aurora adesso io devo proprio andare, il compleanno di Alyssa mi attende. Ma tu non te ne vai…vieni  a casa mia e festeggi con noi.”

-“No Sara non posso accettare davvero.”

-“Non voglio sentire né ma nè mi…vieni e basta. A proposito quando è nato il tuo bambino?”

-“Perché me lo domandi, comunque è nato il 18 Aprile.”
 
Faccio due calcoli mentalmente, mentre Aurora continua a fissarmi impaziente.

-“Perfetto oggi faremo doppio compleanno, festeggeremo Alyssa e Nathan.”

Sistemo la spesa al bracciolo del passeggino e avviandoci verso la mia macchina le dico…

-“Lo sai che Nathan ti assomiglia moltissimo?”

Socchiude gli occhi per far si che la risata riesca bene, mi erano mancate quelle iridi verdi come il prato, come le colline straripanti di margherite.
In realtà mi era mancata proprio lei.

-“Ah e per la cronaca tu e il piccolino, alloggerete da noi per tutto il tempo della vostra permanenza a Middlewich, senza trovare delle scuse per non restare.”







Spazio Autrice:
Buonasera mie lettrici come state? Che cosa state facendo di bello? Io sto guardando Ballando con le Stelle...ma va beh parliamo d'altro, anzi parliamo del capitolo. 
Come l'avete trovato? Vi è piaciuto? In questo capitolo ho dovuto dare spazio alla migliore amica della protagonista...ho dovuto ritagliarle del tempo, e ho dovuto dare la spiegazione del perché anche lei era 'sparita'. Avete capito che cosa ha combinato Zayn? Ve lo aspettavate da lui? Ho voluto fare una storia 'diversa' per loro. In pratica troviamo due famiglie divise da una parte abbiamo Aurora con Nathan figlio di Zayn che non ne vuole sapere del suo bambino; e dall'altra parte troviamo Sara e Alyssa figlia di Harry la quale non sa nemmeno di avere una bambina. Mi scuso per non aver postato nel pomeriggio, ma non essendo riuscita a scrivere tra giovedì e ieri, mi sono ritrovata a scrivere il capitolo dalle 16:00 di oggi fino alle sette. Se trovate degli errori fatemelo notare (anche se il capitolo l'ho letto 3 volte prima di postarlo). Bene adesso vi saluto io mi dedico alla tv stasera, e attendo con ansia con formento le vostre recensioni (spero che tornino alla media di 8 come sempre). Noi ci vediamo come routine adesso Mercoledì 15 Ottobre. 
A presto ragazze.
Tanti bacini.
Sara.




Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
 Ecco la trama:
 
N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n} 
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.” 
“E se uno viene sottratto all'altro...” 
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo. 


Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati. 

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"
 
 Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2356207&i=1
 
 

E se volete altre storie sui One Direction passate da Cassandra_97 e andate a leggere la sua Fanfiction Horizon, vi lascio la trama.

“Lily ci sei?” si interrompe subito per richiamare la mia attenzione.
“Ehm, si. Stavo solo pensando.”
“A cosa?”
“A te.”
“E cosa pensi di me?”
“Che su un palco staresti divinamente.”
“Non esagerare. Sono intonato, va bene, ma non diventerò mai un cantante professionista.”
“Secondo me potresti farlo. Già ti vedo, fra qualche anno, ad incantare una platea con la tua voce.” Abbassa lo sguardo e si fa più serio. Starà pensando quello a cui ho pensato io. 
“Perchè non provi ad entrare in un vero Talent Show? Finalmente potresti cantare di fronte ad un pubblico vero, e non solo di fronte a me.”
“Il mio vero pubblico sarai sempre tu.”
 
E il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2463217&i=1

 

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Capitolo 28
*** Choose well your card, choose well the right guy for you. ***


                             


 

                                                Scegli bene la tua carta, scegli bene il ragazzo giusto per te.




Agosto:


 

-“Beh si Aurora sono d’accordo con te il biondino dagli occhi verdi era carinissimo…”

-“Ma poi hai visto come ti guardava Sara?”

-“Dici? Perché non sono convinta che guardasse me…”

-“Dico, dico amica mia…hai fatto breccia nel suo cuore.”

-“Ma lui non ha fatto breccia nel mio…”


Nel mentre che rientriamo in casa, mi soffermo ad osservare il volto stanco e addormentato del mio piccolo angelo, reduce da una lunga e faticosa giornata al mare in compagnia del suo amichetto Nathan. È incredibile quanto somiglia ad Harry, ogni giorno che passa diventa la sua perfetta fotocopia…è inutile continua a ricordarmelo sempre, oppure è il mio cervello che continua a tenerlo nella mente, andando a braccetto con il mio cuore? Come ora ad esempio…Aurora ed io stiamo parlando di un ragazzo ‘conosciuto’ alla spiaggia, e invece che essere contenta di aver fatto conquiste, io penso a lui…e mi sento in colpa; anzi mi sembra di averlo tradito. Lo so sono strana, lo sono stata da sempre credo...e sono certa che una reazione come la mia non è normale diciamocelo chiaramente. Un’altra ragazza al posto mio avrebbe archiviato il ‘caso Harry’ e sarebbe andata alla ricerca di un nuovo amore…io no. Resto ferma sul ‘MIO’ amore, su quello che ancora sento di amare, desiderare e rincontrare anche solo una volta, per poter rivedere quelle fossette tanto sexy, per poter riveder quegli occhioni verdi e arrossire di fronte a lui e sentirmi piccolina come una bambina, imbarazzata e in preda alla vergogna per niente. Mi manca sentirmi così…e mi dispiace dirlo, ma il ragazzo di oggi non mi ha fatto questo effetto…anzi per il mio stomaco è stato indifferente, le farfalle non hanno volato…ma attendono pazienti dentro me di poter spirare le ali difronte a Styles, perché solo lui è colui che le rende liberedi aleggiare al di fuori di me.

Ma tornando a me…

-“Stai pensando a Harry vero? Non dirmi bugie perché ormai ti conosco mascherina…”

-“Si sto pensando a lui non posso non ammetterlo, ma lasciamo perdere. Prima o poi non so quando, riuscirò a superare questa cosa, questa fase d’abbandono dal mio amore. Forse ho bisogno ancora di un po’ di tempo. Comunque io direi di mettere i piccoli nelle loro stanze, sono sfiniti e sul passeggino non credo che si dorma poi tanto bene.”



15:30 pm.



Ora di merenda sia per i nostri piccolini che per noi, per loro decido di preparare un bel frullato di frutta visto che siamo in piena estate ci sta molto bene, per lo più rinfresca il corpo da questo caldo torrido, oltre a contenere molte vitamine fondamentali, per la crescita dei nostri piccini. Mentre per me ed Aurora opto qualcosa di più sfizioso e calorico…crepes alla nutella, anche se fa caldo quelle non possono mai mancare. Accendo la tv e come d’abitudine parte la musica, visto che vediamo molto spesso quei canali. Al momento stanno trasmettendo Miley Cyrus con il video ‘The Climb’ apro il frigorifero e dopo varie ricerche arrivo alla conclusione che il latte è terminato, perciò dovrò andare a comperarlo al supermarket dietro casa, altrimenti non potrò preparare il frullato, e nemmeno le crepes visto che il latte serve pure per quella preparazione. Prendo le chiavi di casa e il telefono che con un suono mi fa notare che ho un nuovo messaggio non visualizzato, e facendo scorrere il dito a destra lo sblocco e di conseguenza leggo il testo.




Da: Mamma

A: Sara

Buon pomeriggio tesoro, hai bisogno che badi a Alyssa nella serata?’




Rispondo a mia volta con un ‘no mamma stasera non esco sto a casa, perciò non ti preoccupare'’ e mentre prendo gli occhiali da sole un nuovo suono arriva ancora dal cellulare, vediamo chi è questa volta. Benissimo una chat di gruppo…e per di più della mia famiglia che bello.






Da: Ale (fratello), Veronica, e Papà.

A: Sara

Ale: ‘Ehi sorellina, ma come stai a casa di venerdì sera? Non esiste…tu che puoi andare a ballare, non ci vai?. Ma insomma esci e divertiti…non puoi fare sempre la mamma. Stasera o esci, oppure vengo li e rapisco mia nipote e non te la do più indietro…ahah!’

Vero: ‘Sara se ti preoccupi per la piccola la teniamo noi, e magari può anche restare a dormire, e per non scomodarti vista magari la tarda ora, la passi a prendere domani…’

Papà: ‘Ragazzi calmi…ha detto che non esce e preferisce stare a casa? Benissimo io sono d’accordo, approvo questa cosa, non vedo perché dobbiamo forzare la mano e obbligarla ad uscire quando non vuole; tutto per il semplice fatto che vogliamo la nostra piccola Alyssa a casa. Perciò…zitti, fatevi i fatti vostri… Ma a proposito, come mai non esci, stai male? Depressione? Non sai dove andare? Non hai soldi? Hai litigato con qualcuno? Pensi al riccio…? (Spero di no ahaha).’





Ecco sono puntuali come al solito, arriva mamma nel chiedermi una cosa banale, un’informazione innocua che poi tutta la ciurma la segue con il fare cinquantamila domande, una dietro l’altra poi…prendendo le sembianze della mitragliatrice che spara a raffica; impicciandosi a più non posso. C’è da dire solo una cosa che sono…senza parole, sono irrecuperabili nemmeno la neuro risolverebbe il problema, che hanno loro nel DNA. Poi il bello della cosa, è che mio padre parte con il far rispettare le mie decisioni, rimproverando tutti e suggerendo di farsi gli affari propri, ma poi alla fine è il peggio di tutti perché termina, con l’essere il più impiccione padre dell’ultimo secolo che sia mai esistito. E non c’è modo di farlo incanalare nella retta via, nel fargli capire alcune cose tipo ‘caro papà fatti gli affari tuoi' è un caso irrisolvibile, non cambierà mai e non la smetterà mai di essere così con noi…con me che sono la primogenita. Poveri noi!




Da: Sara

A: Ale (fratello), Veronica, e Papà.

Ale, non ho voglia di uscire sto volentieri a casa…sai quante sere ho a disposizione per uscire fratello quasi sedicenne? :P’

Vero…vi ringrazio, ma sto volentieri a casa come ho detto a nostro fratello. Sono distrutta dopo aver passato un’intera giornata al mare con la piccola peste, adesso e per tutta la serata richiedo solo relax. Grazie comunque tesoro...’

Papà…ma sei normale? Dici ai miei fratelli di farsi i cavoli loro, e poi mi riservi una serie di domande, come se fosse un interrogatorio? Il come mai non esco, se penso ad Harry, ma insomma uno qui non può avere un po’ di privacy? Comunque sono stanca punto…adesso devo uscire un momento ciao a tutti.’





Finalmente la conversazione con i miei familiari su whatsapp è giunta alla fine, adesso che sono venuti ad abitare anche loro a Middlewich, (per fortuna a qualche isolato da casa mia) mi tartassano dalla mattina alla sera di messaggi, come se prima non lo facevano già abbastanza. Credo che non abbiano afferrato bene il concetto di ‘voglio vivere indipendentemente da voi'’ naturalmente loro hanno ribattuto che ‘lontani da me e dalla loro nipotina non sapevano stare'’ bah, scuse poco credibili; era troppo bello vivere indipendentemente in uno stato lontano dai tuoi genitori, senza che loro non ti seguissero. Quindi visto la vicinanza e per di più il fatto che loro sono la mia famiglia, è così che la mia privacy mi ha salutata nel momento stesso che loro hanno messo piede in Gran Bretagna; rimanendo solo un ricordo lontano e un obiettivo quasi raggiunto, una piccola sfumatura per metà realizzata nella mia vita. E dal momento che la mia famiglia mi ha seguita qui in Inghilterra, anche il resto dei parenti (i miei zii con le loro famiglie) hanno deciso di mettere radici nello stesso quartiere…perché ti pareva strano che loro stessero lontani dal proprio fratello (mio padre)? In poche parole la famiglia Busnaghi si è espansa qui, e ha deciso di rimanerci per un bel po’ di tempo. Con la mente torno a concentrarmi su cosa stavo facendo prima che leggessi e rispondessi ai messaggi, giusto devo andare al supermarket, con lo sguardo controllo di aver preso tutto, perfetto posso uscire. Ma nel mentre che porto il piede destro avanti, all’improvviso sento bloccarmi il braccio con una ‘stretta’ delicata, mi giro e trovo Alyssa che mi fissa attentamente con i suoi grandi occhioni spalancati, con il pollice in bocca ed infine le braccia che tendono verso di me, per farmi capire che vuole essere presa in braccio e venire via con me, della nanna non ne vuole proprio sapere.

-“Sara scusa ma la piccola deve aver sentito che stai per uscire, è voluta scendere per forza dal letto. Stava per mettersi persino a piangere.”

-“Non ti preoccupare Aurora, la porto con me e appena rientriamo la metto a nanna io.”

Rispondo con un aria dolce, e stanca…mia figlia è così legata a me che non mi lascia andare da nessuna parte senza di lei, tranne quando sta dai miei genitori, in quel caso io posso andare dove voglio perché li con loro, lei sta benissimo e non ha bisogno della sua mamma. La prendo in braccio dandole un bacio sulla fronte, e di conseguenza gliela accarezzo, lei sorridendomi mi dimostra il suo affetto, il suo amore per me abbracciandomi, e poi continuando a succhiare il suo pollice, appoggia la testolina sulla mia spalla ed infine usciamo.


**


Arrivati al supermarket faccio scendere Alyssa dalle mie braccia, e la lascio libera di camminare con le proprie gambe e da brava mamma chioccia la tengo per la manina, per la paura che possa cadere e farsi male. La mia principessina ha da poco compiuto 15 mesi, e non molto tempo fa ha iniziato a camminare…e devo dire che se la cava bene per essere all’inizio sa già sorreggersi sulle proprie gambe, e di fatti in giro per casa è una trottola, non la ferma nessuno, direi che non ha per niente l’aria di una principiante. Una volta entrate dentro, percorriamo i vari settori alla ricerca di quello giusto, ‘ frutta/verdura, no non ci siamo ancora’ concentrata sull’osservazione dello scompartimento da trovare, perché non ricordo molto bene dove si trovi il latte…all’improvviso sento un aggroviglio di voci, provenire nella mia direzione e nello stesso istante a momenti finisco per terra, ma per fortuna riesco a prendere la mia bambina in braccio in tempo, riuscendo a scansarmi.

-“Ma che diamine…un po’ di attenzione quando ci sono bambini piccoli in giro. Non è che si può correre in giro ed andare addosso alle persone.”

Controllando se la piccola sta bene, e per fortuna sembra stare bene…mi concentro su chi ci ha fatte quasi cadere, e alzando gli occhi noto un gruppo di ragazzi vicino a noi, sembrano essere in cinque. I due ragazzi castani si trovano accanto a me all’incirca, e mi guardano con un’aria amichevole, mentre io li osservo normalmente aspettando magari delle scuse, nei miei confronti. Il ragazzo con le bretelle e la maglia bianca a righe, si avvicina di più a me per dare attenzione alla bambina facendole il solletico, e la mia Alyssa proprio come la sua mamma di fronte a quei ‘pizzicori’ non sa resistere e così parte una piccola risatina dalla bocca della mia pulcina. Ad un certo punto alzo lo sguardo portandolo dritto nel viso del giovane che ho di fronte a me, e la prima cosa che mi colpisce sono le sue iridi: di un azzurro mai viste prime…dentro di esse vi posso percepire il mare, perché ritrae le stesse tonalità e sfumature. Mi sorride mentre continua a giocare con mia figlia, sembra che abbia un debole per i bambini…

-“Oh perdonaci non ti abbiamo proprio vista, e non l’abbiamo fatto apposta di venirti addosso con l’intento di farti cadere, per di più con una bambina piccola in braccio.”

Dice il castano dagli occhi color mare, sembrando veramente dispiaciuto per l’accaduto.

-“È tutta colpa dei paparazzi che ci stavano alle calcagna. Perciò ci siamo infilati di colpo in questo supermercato per seminarli, non badando a chi ci saremmo trovati davanti, a nome mio e di quello dei miei amici laggiù ti chiediamo scusa. Spero che tu e la tua sorellina non vi siate fatte male a causa nostra.”

Avvicinandosi al ragazzo dagli occhi color mare, una seconda voce con tanta dolcezza pronuncia le sue scuse indicando con una mano gli amici in lontananza, poi uscendo da dietro le spalle dell’amico spunta fuori il secondo ragazzo che avevo intravisto pochi minuti fa. Anche lui come il primo ha i capelli castani, mentre gli occhi sono un di un marrone nocciola, che sanno trasmetterti quel senso di pace e rilassamento, per via del calore che riesci a percepire fissandoli, così intensi sanno metterti a tuo agio, sorrido anche a quest’ultimo per poi rispondere a mia volta.

-“No per fortuna non ci siamo fatte niente. E comunque è mia figlia, non mia…sorella.”

-“Ah…hai già una figlia essendo così giovane? Hai un bel coraggio credimi, in ogni caso complimenti per la bambina…è bellissima. Che sbadato non mi sono nemmeno presentato, piacere io sono Louis.”

Questo ragazzo deve essere simpaticissimo oltre che ad essere molto dolce, fortunata sarà la ragazza che se lo prenderà. In seguito anche l’altro ragazzo torna a rivolgermi la parola…

-“E come si chiama questa principessina? Piacere io sono Liam, e quelli laggiù che vedi impalati davanti a controllare l’ingresso, sono i nostri amici. Ragazzi muovetevi su…abbiamo compagnia, non fate i maleducati, venite a presentarvi…”

Dicendo questo indica di nuovo quei ragazzi che continuano a darmi le spalle, perché concentrati a vedere se sono riusciti a seminare i paparazzi; questo è quello che poco fa mi ha spiegato Liam, perciò deduco che questi non debbano essere dei semplici ragazzi, mi passa per la mente un'idea poco credibile, ma comunque continuo a pensarla 'Che possano essere una band famosa?'.Ma dove li ho già visti questi due? Non so perché ma ho l’impressione che i loro volti non mi siano nuovi, ripenso a dove e quando ho visto i loro visi, ma per ora non mi viene in mente nulla.

-“Si chiama Alyssa.”

Rispondo tranquilla ma sempre concentrata a ripensare a quei volti, perché ostinata come sono a volte finché non risolvo la questione, non abbandono mai la ricerca. Una strana immagine passa dentro la mia testa, un cd che mi venne regalato da mio zio Luca come regalo per la maturità, si incastra dentro il cervello rimanendo fermo, come per darmi una mano a ricordare, mi manca solo da mettere a fuoco quei volti e il nome di quella band, e magari il gioco è fatto. Poi ad un certo punto intravedo uno tre ragazzi che fino adesso era all’ingresso del supermarket, venire nella direzione dei suoi amici, e un urlo che mi fa rabbrividire arriva verso me…a momenti prendo un accidenti.

-“Saraaaaa. Ma che bello rivederti dopo tanto tempo. Cosa ci fai di bello qui a Middlewich?”

Serro gli occhi su quelli del ragazzo che ha appena emesso quel suono così acuto, da far diventare sordi chiunque, e trovo con mio grande stupore che si tratta di Niall, il ragazzo che incontrai dietro le quinte a Sanremo tutto agitato, e con la quale scambiai due parole prima che ci interrompesse…Harry! Niall canta nella band chiamatasi ‘One Direction’ insieme a Harry e Zayn l’ex ragazzo di Aurora, la mia amica. Ma non è che adesso il fatto che il biondino si trovi qui…vuol significare che anche Harold è nei paraggi? Perché se la cosa sta così io sono morta, cioè non è possibile che accada una cosa del genere…non è proprio il momento adatto, non lo è visto che ho con me Alyssa e non posso rivelargli chi è quella bambina per lui. Perché deve essere tutto così difficile?

-“Ciao Niall, anche io sono felice di vederti. Adesso abito qua…a Middlewich voglio dire, non da molto però.”

Louis picchiettandomi una mano sulla spalla mi chiede se può prendere Alyssa in braccio, io non capendo più niente, perché ovviamente ho già il cervello sovraccarico di domande, e sovraccarico d’ansia alla fine acconsento…a quanto pare questi due sono amici del biondo, perciò posso fidarmi...più o meno. Horan si avvicina da me racchiudendomi in un abbraccio molto forte, accogliente…parecchio caloroso, e pieno d’affetto, e io non posso non fare altro che assecondare quella stretta, in fondo anche se conosco Niall da poco sento già di volergli bene. Così il biondino dagli occhi azzurri staccandosi dall’abbraccio, si rivolge di nuovo a me, sorridendomi e incredulo forse di ciò che ho appena detto.

-“E così non abiti più in Italia, ma stai qui in Inghilterra? Wow che bello se tu vuoi potremmo vederci più spesso, che ne dici? Ora che ci penso…sai che una persona sarà felicissima di questa notizia? Anzi adesso lo chiamo.”

No, ti prego Niall non mi dire che chiamerai Harry e gli dirai dove sono, in modo che così ci incontreremo e succederà il finimondo, perché come al solito dovrò ferirlo,dovrò dirgli che non voglio più stare con lui, che deve continuare la sua vita senza di me…tutte cose che non voglio dirgli, tutte cose che non sento e non sono vere, tutte cose che odio arrivare al punto di dire. A quel punto il biondino per un momento mi da le spalle, e portandosi una mano vicino alla bocca prendere ad urlare…

-“Harry, lascia perdere quel telefono e vieni a vedere chi c’è. Sbrigati che non te ne pentirai.”

Perciò lui adesso è proprio qui, perciò adesso dovrò affrontarlo, e affrontare me stessa dal momento che dovrò tirare fuori la mia parte peggiore per poi fare i conti dopo a casa, finita questa tortura. È in quel momento che lo noto, i suoi bei ricci arrivano prima del grazioso viso, i suoi occhi verdi che spiccano e brillano ancora di più poiché illuminati dai raggi del sole, e nel momento preciso che lui si gira, incontra il mio volto triste, ma allo stesso modo…felice, felice di vederlo nonostante tutto. Sentito il richiamo dell’amico, e chiudendo la telefonata Harry rimane a fissarmi impassibile, come se volesse fare il duro e dimostrarmi che non mi ama più, come se volesse farmi capire che ha accettato e preso sul serio le parole che gli dissi a Sanremo: ‘ci siamo lasciati da quasi due anni. Se non te ne sei accorto…’ e anche l’altra, molto più dura della prima ‘Addio Harry, è stato bello vivere dei bellissimi momenti con te…ti amerò per sempre.’ Mi guarda con uno strano sguardo, come se provasse della rabbia (più che giusta ovviamente) nei miei confronti, come se quelle frasi continuassero a rimbombargli dentro la testa, rigirando la ferita che in tutto questo tempo non si è mai rimarginata; ma malgrado ogni sentimento, malgrado ogni cosa…i suoi occhi continuano a brillare per me, nella stessa maniera in cui si sono incrociati la prima volta, contro i miei…era alchimia sin da subito. Abbassando lo sguardo che fino ad ora era concentrato sul mio, Styles fa un cenno al ragazzo che si trova a pochi centimetri da lui di seguirlo, e nel mentre che si incammina prima lentamente…all’improvviso prende a correre in maniera veloce verso di me facendosi spazio tra Niall e Liam…sorridendomi, sorprendendomi ancora una volta.

‘…mi ama ancora…

Penso tra me, con un velo di speranza negli occhi…nel cuore. In una frazione di secondo il mio corpo viene scaraventato e fatto volteggiare per aria, non ci posso ancora credere sono fra le braccia del mio Harry…e questo non è un sogno…è la realtà. Toccando di nuovo con i piedi per terra, realizzo che tutto potrebbe essere così ogni giorno se solo suo padre non avesse rovinato ogni cosa, persa tra questi pensieri sento le sue mani accarezzarmi la schiena e avvicinarmi lentamente al suo petto, dove con l’orecchio posso percepire le palpitazioni del suo cuore accelerarsi sempre di più.

-“Sara…Sara…tu qui, è quasi un sogno.”

Pronuncia il mio ricciolino preferito venendomi incontro, trasportandomi tra le sue braccia…calde, piene d’amore, quell’amore che nonostante tutto non smette di provare per me. In quel momento perdo il senno della ragione, mi abbandono dalla mia rigidezza delle promesse fatte a Des, suo padre…mi lascio trasportare dalle emozioni che sto provando in questo momento, lo abbraccio forte e non posso far a meno di lasciarmi cadere una lacrima da un occhio, infondo posso essere forte quanto voglio…ma alla fine sono fragile come tutti. A questo punto manca solo Zayn ad unirsi al branco, ma proprio nel mentre che ho pensato questa cosa eccolo che arriva ad unirsi ai suoi amici…notando anche me.

-“Ciao Sara…come stai? Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti eh?”

Il moro si avvicina a me e salutandomi con due baci sulle guance mi sussurra all’orecchio…

-“Visto che ti trovi qui, credo che tu sappia cosa è successo tra me e Aurora, e mi piacerebbe spiegarti il mio punto di vista su questa faccenda…non vorrei che tu dessi dei giudizi affrettati, e sbagliati a questa cosa.”

-“Mi dispiace ma quello che ho saputo mi basta e mi avanza…e poi quella cosa è un bambino, e avrebbe bisogno di un padre presente, non uno che se ne sbatte del proprio figlio. Quel bambino si chiama Nathan…caro Zayn.”

Mi distacco da lui tornando tra le braccia del mio Styles, assaporando ogni centimetro della sua pelle, stringendolo forte contro il mio petto, mentre la mano di Harry si posa teneramente sulla mia testa, accarezzandola e baciandola. Questo è ciò che voglio, questo dovrebbe essere il mio Happy Ending Mr. Styles Senior, che tu privi a me...a noi. Zayn continua a fissarmi, rimanendo immobile dietro il mio riccio preferito, continuando ad implorare con lo sguardo, di poter spiegare la sua versione dei fatti, ma io non demordo e mantengo l’aria fredda e dura, perché nonostante tutto, nonostante la nostra amicizia, non approvo quello che sta facendo alla mia amica. Ma la cosa che non accetto di più, è che in questo modo sta facendo del male a Nathan…suo figlio.

-“Liam…di chi è questa bambina che hai in braccio?”

Domanda Harry, mostrando un'aria curiosa...perdendosi nello sguardo della nostra ricciolina, la sua piccola erede.

-“Di questa ragazza che stai abbracciando. Anzi di Sara...la tua Sara.

Risponde Liam facendo l'occhiolino rivolto a Harry, per poi tornare a giocare con Alyssa che è ancora tra le braccia di Louis, con cui sembra stare a suo agio.

-“Sara…tu hai una figlia?

Le sue iridi si soffermano contro le mie ambrate, mi tiene ancora stretta a se...mostrandomi un enorme sorriso, poi torna a guardare la bambina...quelle piccole gemme color smeraldo, lo rapiscono...come rapirono me al nostro primo incontro.

-“Ehm si Harry...Alyssa è mia figlia…”

Scatta di nuovo a guardarmi, mostrando una strana aria adesso, forse ha capito qualcosa...e per il nostro bene, sarebbe opportuno tornare a casa. Oggi mi sono esposta troppo, oggi ho messo quasi in pericolo la mia vita e quella di mia figlia, devo mantenermi concentrata sul nascondere l'identità di Alyssa a Harry, altrimenti non so cosa potrà farci Des.

-”Pa...pa...Papà!”

Serro gli occhi, girandomi a mia volta per fissare il volto della mia bambina. Il sangue si gela in un baleno, facendomi assumere il colorito di un cadavere, l'ossigeno non arriva al cervello, non riesco a formulare dentro la testa alcun pensiero, non riesco a capire più niente. Il mio cuore si è appena fermato, dopo questo colpo sferratomi casualmente da mia figlia che, rivolgendosi a Harry, tendendole le braccia come a fargli capire che vuole essere presa in braccio, gli si rivolge chiamandolo come dovrebbe essere chiamato realmente. PAPÀQuesto è il segnale che sto forse, davvero giocando con il fuoco...e comincio ad avere paura nell'affrontare questa battaglia da sola, senza il mio cavaliere al mio fianco a difendermi da suo padre. E una domanda comincia a martellarmi dentro la testa, come fosse una canzone cui il ritornello si ripete all'infinito...arrivando poi a canticchiarla. 'E adesso cosa faccio?'.

 

Spazio Autrice:

Salve, buonasera prima di tutto care lettrici...so che sono sparita da un anno e più forse, e so che le parole che dirò subito questo discorso forse saranno già state dette. Ma stavolta è vero, perché mi sono fissata l'obbiettivo di terminare questa long che va avanti da troppo tempo xD...volevo dirvi che sono tornata a scrivere su questi due. Ho postato questo capitolo cui sono soddisfatta (caso strano) con la speranza di farvi di nuovo innamorare di We Belong Together, anche se il capitolo precedente risale a tanto tempo fa. Spero che teniate ancora alla FF quanto me :3 anche se però non sembra. Che altro dire...stay tuned per i prossimi aggiornamenti ;)

Un bacio.

 

Sara.



Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
 Ecco la trama:
 
N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n} 
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.” 
“E se uno viene sottratto all'altro...” 
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo. 


Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati. 

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"
 
 Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2356207&i=1
 
 

E se volete altre storie sui One Direction passate da Cassandra_97 e andate a leggere la sua Fanfiction Horizon, vi lascio la trama.

“Lily ci sei?” si interrompe subito per richiamare la mia attenzione.
“Ehm, si. Stavo solo pensando.”
“A cosa?”
“A te.”
“E cosa pensi di me?”
“Che su un palco staresti divinamente.”
“Non esagerare. Sono intonato, va bene, ma non diventerò mai un cantante professionista.”
“Secondo me potresti farlo. Già ti vedo, fra qualche anno, ad incantare una platea con la tua voce.” Abbassa lo sguardo e si fa più serio. Starà pensando quello a cui ho pensato io. 
“Perchè non provi ad entrare in un vero Talent Show? Finalmente potresti cantare di fronte ad un pubblico vero, e non solo di fronte a me.”
“Il mio vero pubblico sarai sempre tu.”
 
E il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2463217&i=1
 

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Capitolo 29
*** Chapter Twenty-Nine ***


                                   
                                                                                     (Banner di Sara_Scrive)



** 
 

La chiave entra dentro la serratura, la maniglia della porta si gira, e in poco tempo entro dentro casa, con il cuore che sembra voler esplodere ed uscire dalla gabbia toracica. Respiro, ed inspiro lentamente cercando di ritrovare la calma, quella che avevo prima di entrare nel market, prima di vedere Harry là dentro e sentir pronunciare la prima parola della nostra bambina.
Quelle parole sono uscite così all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, destabilizzandomi completamente, facendomi sprofondare di nuovo nell'abisso del dolore, e delle menzogne. Come ho potuto togliere Alyssa dalle braccia di Louis, e andarmene? Come ho potuto fare in modo che Harry non sfiorasse nemmeno una manina della nostra principessa? Come ho potuto mentire alla mia bambina? Come ho potuto fare tutto questo? Perché sono così vigliacca? Crudele, meschina...ecco ciò che sono, e tutto questo lo devo a mio 'suocero'.
Perché non mi sono ribellata a Des in quel momento? Visto che era l'occasione perfetta per far sapere a Harold della piccola Styles? Semplicemente perché sono da sola a combattere questa battaglia, Des mi ha sconfitta, e non credo ci siano risvolte dove mi vedano vincitrice, anziché perdente.

- “Sara allora, il latte dov'è?”

Aurora mi riporta con i piedi per terra, e dicendo quelle parole mi sono resa conto, che in tutta questa confusione, ho dimenticato di prendere l'oggetto per cui ero uscita di casa.

- “Era finito….”

Ribatto a mia volta, cercando di voler tenere per me quello che era successo poco prima al market, ma non mi è possibile visto che Alyssa, scesa dalle mia braccia gironzolando per casa, prende a pronunciare la parola 'papà', con grinta...con felicità mai vistale prima su quel visino.
Torna da me camminando un po' più forte, la invito ad andare più piano, ma non ne vuole sapere, mi afferra una mano...mi piego sulle ginocchia e di nuovo gridando più forte il nome 'papà', prende ad indicare la zona della porta, come a farmi capire che fuori da quella porta, c'è colui che sta chiamando.

- “Si quello era il tuo papà, amore mio.”

Non posso darle un altro colpo al cuore, non posso essere di nuovo così meschina, non posso farle di nuovo del male.
Non posso diventare come Des, no! Non voglio diventare assolutamente come lui...perciò do la conferma alla mia bambina, che il tato che prima ha visto parlare con la mamma, con quei bellissimi ricci...è il suo papà.

- “Perdona la mamma per aver detto prima il contrario.”

Prendo Alyssa e la stringo forte a me chiedendole scusa.
L'accarezzo e la riempio di baci, mentre lei ancora continua a ribattere la parola 'papà', andando a cercare forse il suo amichetto Nathan, che si trova in salotto per terra a giocare con le costruzioni.

- “Sara ma che è successo? Perché Alyssa grida in giro per casa, la parola papà? E come mai hai impiegato così tanto tempo, per andare e tornare se nemmeno il latte c'era?”

È il momento delle spiegazioni, è il momento di rivivere l'incontro, di rivedere Harry dentro la mia testa, sentendolo vivo nel cuore.

- “Al market ho incontrato...Harry, e Alyssa...ha detto la sua prima parola.”

Dico quasi tutto d'un fiato come a volermi togliere quel peso dal cuore, ma sapendo che non otterrei ciò che voglio, e che comunque egli continuerebbe a vivere li dentro, come se sapesse che io non riuscirei a liberarmi del tutto da quel ricordo tanto bello, quanto doloroso.

- “Immagino sia...papà?”

Faccio cenno di si con il capo, per il momento mi limito ad affermare così senza proseguire…

- “E lui che ha fatto? Immagino il dolore che stai provando in questo momento...”

Nel mentre che ripenso alla scena, mi avvicino al divano in pelle per sedermi…

- “Era confuso giustamente, ma non smetteva di guardare Alyssa, i suoi occhietti vispi ed il loro colore, credo lo abbiano rapito, come capitò a me quella sera. La guardava, e non riusciva a distaccare le sue pupille dalla bambina, le sorrideva ed ad un certo punto le ha detto, che lui non poteva essere il suo papà.”

Faccio una piccola pausa, cercando di mandar giù il primo pezzo dell'enorme masso…

- “Guardando me ha aggiunto che se lo fosse stato, ne sarebbe stato a conoscenza...e poi ad un certo punto, sembrava avere gli occhi velati di lacrime.”

Il groppo alla gola è tornato, fa male riaverlo di nuovo. Impedisce di proferir parola, impedisce alla mia gola di far circolare il respiro, mi impedisce d'esser felice, costringendomi a viver nella paura e nel dolore.

- “Ho paura che abbia capito tutto Aurora. Se non ci è ancora arrivato, ho paura che presto comincerà a far due calcoli. Partendo ad esempio dall'età che ho adesso, l'età della piccola, ripensando a quando abbiamo avuto il nostro primo 'incontro'...”.

Con la testa cerco di far capire alla mia amica che non posso entrare troppo nei dettagli, per via che i bambini sono vicino a noi, e non va bene parlare di certi argomenti in loro presenza. Aurora sembra capire, poggia una sua mano sulla mia tremolante…

- “Sai che ti dico? Che forse è stato un bene se oggi vi siete incontrati, forse finalmente potrete essere una vera famiglia...perché lo meritate tutti e tre. E se Des dovesse venire a cercarti, penso che Harry gliene direbbe quattro, visto che a quel punto gli avrai già raccontato tutto.”

- “È questo il problema, ed il bello della situazione...Harry mi crederà? Harry mi vorrà ancora dopo tutte le bugie? Harry accetterà la bambina?”

- “Sara...Harry ti ama. Non devi preoccuparti di altro, l'amore supera tutto, l'amore vince su tutto. All'imite dagli un po' di tempo per accettare la cosa, visto che per lui è tutto nuovo, visto che si deve adattare all'idea di avere una figlia. Noi abbiamo avuto nove mesi di tempo per pensarci ed accettare il fatto, per gli uomini è diverso non funziona come per noi.”

Mi accascio sulla spalla della mia saggia amica, e così mi lascio andare in un pianto liberatorio...abbracciandola stretta, quando anche lei fa lo stesso.

- “Sai c'era anche Zayn con Harry e gli altri...”

Dico, cercando di riprendere il controllo di me stessa, e delle mie emozioni.
Ma adesso il velo di tristezza lo vedo negli occhi di Aurora, che come me non sta vivendo una bella e classica storia d'amore, con il ragazzo per cui ha perso la testa.

- “Malik sa, o per lo meno è convinto che tu mi abbia detto cosa è successo tra di voi...e vorrebbe spiegarmi il suo punto di vista, ma io diciamo che in un certo senso, mi sono rifiutata...non vorrei sentire nessun discorso. Mentre dall'altro vorrei capire...capire il perché del suo gesto, ma non voglio ferirti perciò non farò nulla.”

Accarezzo la spalla della mia amica, come a darle conforto mentre lei sospira.

- “Se vuoi sapere, cercalo e fatti dire tutto...così magari mi racconti ogni sua parola detta, e magari salta fuori che sono io che non ho mai capito nulla in tutto questo tempo. Si credo che tu come amica, debba sentire anche la sua versione.”

- “Sei sicura? Guarda che non sono poi così curiosa di sapere...”

Le dico, facendole una pernacchia per farle ritrovare il sorriso, poi all'improvviso il mio cellulare prende a suonare.
Mi alzo e vado a prenderlo, lo sblocco e vi trovo un messaggio non letto, poiché è appena arrivato...da parte di...Zayn? Che vorrà adesso? E perché ha cercato me e non Aurora?

From: Zayn

To: Sara


'I need to talk, meet me at the park…

Zayn!'


Deve parlarmi e vuole farlo al parco, dove immagino che Aurora non ci sia.
Sembra davvero determinato a voler raccontare la sua versione dei fatti, sembra in un certo senso tenere alla cosa.
Spiego ciò che ho appena pensato alla mia amica, chiedendole se può badare ad Alyssa, nel mentre che io sono via.


 

Al Parco…

La mia casa dista molto poco dal parco, perciò in nemmeno cinque minuti sono li e nel frattempo della 'passeggiata' mi domando, cosa abbia spinto il giovane Anglo-Pakistano nel voler prendere le distanze dal proprio figlio.
Mi domando come si possa fare una cosa del genere ad un bambino, poi penso a Des e ciò che sta facendo a suo figlio Harry, e di conseguenza a sua nipote Alyssa. Poi ci sono io, succube dei ricatti di quell'uomo sto facendo la stessa cosa di Zayn, ma all'incontrario...e allora smetto.
Smetto di giudicare Malik e il suo gesto, smetto di giudicare gli altri...quando io sono la prima che sta sbagliando tutto in questa vita.
Provo a smettere anche di pensare, faccio del mio meglio...ma quello beh no...quello non mi riesce ancora.
Apro il pacchetto bianco delle sigarette, e ne prendo una...portandola alla bocca, aspetto di trovare l'accendino, e una volta tra le mani, farei azionare la fiamma che andrebbe ad accenderla, quando poi sento una mano che si poggia morbida sulla mia spalla destra.

- “Sei arrivata finalmente...non credevo che avresti accettato l'idea di vederci.”

- “Sono qui per sentire cosa hai da dirmi...perciò perché non dovevo venire?”

- “Prima non volevi sentire ragione, mi avevi dato torto a prescindere da tutto.”

Sorrido e non so nemmeno perché, e mi sento scema nel far quell'azione senza senso.

- “Prima era prima...e poi un uccellino mi ha fatto cambiare idea.”

- “Aurora? Sai dove vive adesso?”

Annuisco in segno di risposta affermativa, poi sorrido per un vero motivo stavolta e continuo.

- “A casa mia...insieme al vostro meraviglioso bambino.”

Sospira portando la sigaretta alla bocca, per poi far espellere da essa nuvolette grigie di fumo...proprio come sto facendo io in questo momento.

- “Mi sbaglio o tu visto che hai una bambina non dovresti fumare? Per via dell'allattamento intendo.”

- “Già a regola è così, ma visto che fumavo anche prima di rimanere incinta, il medico ha detto che sarebbe stato peggio smettere...”

Ci fissiamo senza dire niente, per un breve momento, quando poi Zayn sorridendo dice.

- “Sai che assomiglia tantissimo a Harry...la piccola.”

Lo sapevo, prima o poi qualcuno se ne sarebbe accorto...e prima o poi verrà fuori questa storia, anche all'orecchio di Styles stesso.

- “Lo so, è la sua fotocopia...difatti dicono che le femmine tendano ad assomigliare al papà mentre i maschietti, alla mamma. Ma tuo figlio, ha il tuo stesso taglio d'occhi...ed è un peccato che tu non voglia conoscerlo, e nemmeno far parte della sua vita.”

Dico sorridendo, ma provando tristezza per quel povero bambino.

- “Vedi Sara è tutto complicato...”

Dice quasi bisbigliando, sospirando rumorosamente si ferma...per poi ripartire.

- “Io non voglio figli adesso, mi ritroverei a fare il padre e...”

- “Ed è una brutta cosa...Zayn?”

- “No che non lo è ma a trent'anni, quaranta. Io adesso ho una carriera musicale da portare avanti, siamo sempre in giro per l'Inghilterra, e poi presto gireremo l'Europa e poi il mondo intero. Non avrei tempo per mio figlio, non lo vedrei crescere, non gli sarei accanto come dovrebbe fare invece un padre. La mattina non riuscirei ad accompagnarlo a scuola, il pomeriggio non potrei andare a riprendere dallo sport che praticherebbe, non ci sarei per i suoi compleanni, non potrei esserci per lui quanto invece ci sono per la musica.”

Dice con l'amaro in bocca perché si percepisce che non è facile per lui, affrontare questo tipo d'argomento.

- “Per questo ho detto ad Aurora che non volevo avere figli, per questo l'ho ferita. Perché è la verità non voglio aver figli...da deludere, e veder soffrire. Non è il momento giusto...”

- “E quale sarebbe il momento giusto Malik?”

- “Non lo so di preciso...di sicuro il momento ideale, sarebbe quando la mia carriera avrebbe raggiunto una certa fama, quando avrei ottenuto tutto. La cosa potrebbe accadere anche tra dieci anni se ci impegniamo, o quindici non lo so...”

Punta le iridi nocciola, contro il sole...contro il cielo e vi si lascia perdere, permette all'inconscio di fondersi in quei colori, lasciandolo privo di pensieri.

- “D'accordo capisco il tuo ragionamento, e non dico che sia sbagliato...hai ragione, ciò che hai detto è veritiero ma…adesso che Nathan c'è, cosa hai intenzione di fare? Lo lasci crescere a Aurora, e tra dieci anni ti presenti da lui, dicendogli che sei suo padre, e tutto ciò che hai appena detto a me?”

Appoggio dolcemente una mano sulla sua spalla, e portandomi di fronte a lui gli dico.

- “Non puoi più continuare a pensare tale cosa, adesso il piccolo fa parte della tua vita quanto a quella della mia amica...perciò io credo che dovreste fare i genitori insieme. La ami ancora Aurora...o c'è già un'altra ragazza, nel tuo cuore e nella tua vita?”

Scrolla la testa in segno negativo.
Perché non accetta l'idea che ormai il bambino c'è e che se ne deve prendere cura in quanto padre.
Mi fa salire la rabbia sentire e vedere, un comportamento simile.

- “Non c'è nessun'altra nella mia vita, il mio cuore appartiene soltanto a lei...e si ne sono ancora innamorato.”

Dice sorridendo, con convinzione, con sincerità...felice di provare ancora quella gioia, solo nel pronunciare 'ne sono ancora innamorato', a me lacrimano gli occhi nel sentire come Zayn, tiene alla mia amica.

- “Non l'ho nemmeno mai visto il piccolo sai? Prima ero così chiuso in me, e non riuscivo a vedere la situazione se non in questo modo. Anche i miei genitori e le mie sorelle, hanno provato a convincermi ma...non c'è mai stato nulla da fare.”

- “Puoi continuare la tua carriera di cantante, e potrai fare il padre se ad ogni tournée avrai accanto Nathan e Aurora, senza rinunciare a niente. Non era così difficile come cosa da studiare, ed accettare.”

Gli strizzo un occhio, e gli do un pizzicotto al braccio, per fargli capire che era una cosa tanto semplice, e che con il suo modo di fare si è perso molti avvenienti importanti, nel percorso di vita del piccolo Malik.

- “Beh nel cellulare avrei delle foto da mostrarti, ma sarebbe meglio poter vedere Nathan dal vivo non credi? È veramente un bellissimo ed intelligentissimo bambino Zayn, complimenti.”

Dico, sorridendo...con quel tono però di malinconia, perché forse ho rimesso insieme una famiglia, mentre la mia è sfasciata...divisa per colpa dell'odio di un uomo mostruoso.

- “Perché tieni nascosta l'esistenza della piccola a Harry?”

- “È complicato...credimi Zayn, non è una cosa tanto semplice...a me è stato imposto di non rivelare ciò che Alyssa è per Harry, la cosa è ben diversa, e non mi fa di certo piacere. Ho smesso di vivere bene da quando sono rimasta incinta, tutto è diventato più difficile e...brutto.”

- “Ma chi ti impedisce di dire a Hazza della bambina?”

- “Non posso dirtelo, correresti da lui in cinque minuti...e gli riveleresti tutto, creando una terribile frattura nella sua famiglia, e allora passerei davvero guai seri.”

- “Ma...”

- “Zayn qui non ci sono ma...è così punto. Prima o poi me ne farò una ragione, ci proverò...almeno spero.”

Mi incanto a guardare un sassolino per terra, con lo sguardo perso...spento. Poi prendendo sotto braccio il moretto, dico mostrando un'aria serena.

- “Dai andiamo a conoscere tuo figlio, credo che a tutti voi farà bene passare del tempo insieme, come una vera e felice famiglia.”



[…]


Ecco perfetto, sono in ritardo anche questa mattina…

'Grazie Alyssa...la mamma ti ama tanto quando le fai fare tardi la sera…'

La sera precedente è stata una di quelle impossibili, se fossi una super mamma, una di quelle con i super poteri, in grado di riuscire a fare tutto, io sicuramente avrei scelto di possedere il potere dell'ipnosi: indubbiamente sarei riuscita a farle prendere sonno.
Andando a lavoro, mentre guidavo pensavo a quando era più piccola, e stava attraversando il periodo dei primi dentini che le spuntavano dolorosi dalle gengive, nemmeno in quel momento Alyssa, era così irrequieta a tal punto da non riuscire a prendere sonno.
Mentre ieri sera, sembrava non voler proprio dormire, un'aria estremamente vivace le si leggeva sul visino, come se tutta quell'energia incanalata nel corpo le avesse impedito il riposino...ma alla fine dopo la lettura della Bella e la Bestia, e della Sirenetta (due storie complete mi sono letta, povera la mia gola) è crollata tra le mie braccia, per poi riporla al caldo nel suo lettino.

Perciò questa mattina sono riuscita ad arrivare al lavoro con bene dieci minuti di ritardo, uscendo con i capelli arruffati e la giacchetta agganciata ad un solo bottone, per infilare le scarpe è stata una tragedia; ne mettevo una saltellando qua e la, nel mentre che Alyssa disperdeva carta igienica in giro per la sua cameretta.
Nell'indossare l'altra, ad un certo punto è mancato pochissimo prima che potessi fare un capitombolo per terra, visto tutte le costruzioni in giro per il salotto, deduco che questa sia opera di Nathan: un bel ricordino...o meglio una 'trappola mortale' lasciato prima di andare a nanna.
E alla fine ho dovuto aspettare il ritardo della baby-sitter; la terza nel giro di tre settimane, va a finire che se non dura nemmeno questa nuova, e dato che non sta nemmeno all'asilo nido, Alyssa la farò tenere ai miei genitori...ovvero l'ultima spiaggia.


 

Seduta alla mia postazione, infilando l'ago nella stoffa del vestito cucendolo via via, ripenso allo spiraglio benevolo che ha preso la vita di Aurora, e del piccolino...l'incontro con Zayn è stato a dir poco commuovente e fortunato...è capitato al momento giusto.
Ricordo come l'altra settimana Malik entrò in casa mia, con l'intento di riunire la propria famiglia, riprendendosi la fidanzata che tanto ama, che tanto continua a pensare, e tenerla nel cuore...e andando a conoscere, il figlio non voluto, non amato...quasi rinnegato.
Chiusa la porta alle spalle, andò in salotto dove il piccolo si divertiva con le costruzioni, e le macchinine...era così preso dal giocare con i giocattoli, che non si accorse che qualcuno lo stava osservando.
Zayn si inginocchiò restando ad osservarlo in silenzio, via via qualche lacrima scese dalle sue iridi color nocciola, simili alle mie ma leggermente più scure; io nel mentre andai a chiamare Aurora per farle assistere alla scena, e poco dopo il nostro ritorno, trovammo Zayn con Nathan in braccio, che se lo coccolava...come un vero padre.

La mia amica, di fronte a quella scena non riuscì a trattenere le lacrime, e mi domandò se si stava trattando di un sogno o della realtà, per poi raggiungere con calma i suoi due uomini, dove diede a Nathan la notizia che Zayn era il suo papà.
Ad un certo punto il piccolo Malik tutto contento, tornò a giocare con le macchine, così che Zayn ed Aurora poterono abbracciarsi, e parlare.
Decisa a lasciarli da soli come una famiglia, andai dalla mia principessina che dormiva beata nel suo lettino, cercai di non svegliarla, sedendomi per terra vicino al letto, guardandola e passando con movenze delicate una mano sulla sua testolina, sperando in un finale da fiaba anche per noi un giorno o l'altro.


Il primo abito è terminato, l'orlo alla balza della gonna è stato fatto, le cuciture adesso sono state realizzate alla perfezione, e non perché l'ho realizzate io...è solo che la ragazza che lo aveva imbastito non aveva fatto un gran lavoro, anzi a dire il vero aveva sbagliato tutto su questo vestito...perciò mi era stato affidato il compito di rifarlo...da capo.
Adesso è uguale all'originale che ha realizzato lo stilista nel suo bozzetto su carta, ma non sarà l'ultimo, poiché Samantha il mio capo, si è accorta che la solita ragazza ha cucito in quel modo altri quattro abiti, e ovviamente devo metterci mani anche li: ho capito questa sera non credo di essere a casa prima delle diciannove, perciò riesco ad inviare un messaggio al volo ai miei genitori.


Da: Sara

A: Family (gruppo)


 

Io: 'Ehi ci siete? Ho bisogno che qualcuno di voi badi ad Alyssa fino alle diciannove circa. La baby-sitter tra due ore se ne va...e io non riesco ad essere a casa prima di cena, sono immersa di lavoro'.

Mamma: 'Non ti preoccupare tesoro, allora verso le due vado a prendere la piccola...stasera perché non vieni a cena da noi?.'

Io: 'D'accordo mamma, scusatemi ma credevo di essere a casa prima che Elizabeth andasse via, mi hanno dato da cucine cinque abiti entro le diciotto'.

Papà: 'Lo sapevo, lo sapevo che avevo una figlia capocciona….ma non fino a questo punto, quando ti deciderai che è meglio se Alyssa la teniamo noi quando sei a lavoro? Risparmi soldi, e puoi fare tardi quanto vuoi...tanto non scappiamo'.

Mamma: 'Ehm, tesoro questa volta mi trovo a dar ragione a tuo padre'.

Papà: 'Cosaaaaa? Fermi tutti...la mia ex-moglie mi ha dato ragione? Stappiamo lo Champagne'.

Io: 'Papà ma se nemmeno ce l'hai...comunque vedrò, al più presto prenderò una decisione...grazieeeee a stasera'.


 

Continuo a cucire i vestiti, ripensando alla mia amica, che molto presto...probabilmente andrà a costruire con Zayn il loro nido d'amore, e se non ho capito male sono già alla ricerca di una casa tutta loro.
Sono felice per loro, non vedevo l'ora che anche per Aurora ci fosse un bellissimo finale perfetto...sorrido da sola, mentre guardando il vestito osservo come il secondo sia quasi terminato, e tra poco la pausa pranzo mi regalerà una bella mezz'ora di relax...ma all'improvviso una voce dietro le mie spalle, mi raggiunge e mi fa persino sobbalzare dalla sedia.

-“Ottimo lavoro Busnaghi...adesso ricordo perché ti ho assunta, hai una buona tecnica di lavoro. Rendi perfetti gli abiti...”

Già sono finita in Inghilterra, per fare la...sarta.
Non posso dire di prendere poco di stipendio, non posso dire di non essere apprezzata per ciò che faccio qui in sartoria, ma le mie aspettative erano diverse...credevo di avere un futuro come stilista, pensavo che questa fosse una specie di scuola che ti insegna come fare per diventarci.
Invece lo stilista ci manda i bozzetti da realizzare, descrivendoci ogni cosa, ogni materiale, ogni misura e quant'altro...non che non mi piaccia, ma miseriaccia mi aspettavo altro.
Rispondo al mio capo con un sorriso, abbassando la testa in segno di gratitudine, mentre lei aggiunge…

-“Ah questi, ogni modo dovrebbero essere tuoi...li ho trovati in giro per l'atelier, per piacere puoi tenerli per te e non lasciarli in giro? E ti consiglio di tenerli uniti con una graffetta, un romanzo non deve avere le pagine in disordine.”

Posa con delicatezza sulla mia scrivania una pila di fogli, scritti a mano, passo una mano sopra ogni foglio, cercando di capire di cosa si tratti, poi comincio a capirci qualcosa.
Serrò gli occhi, assumendo un aria stupita...su quelle pagine, ci sono i miei pensieri, il mio racconto autobiografico sulla storia tra me e Harry.
Deglutisco piano, diventando persino rossa in viso, immaginando e sperando che lei, Samantha o nessun altro abbia letto qualche riga, di quella storia, perché mi ritroverei a dar spiegazioni, e meno persone sanno la mia storia meglio è.
Ho scritto una storia lo ammetto, ovvero ho trascritto tutto quello che fino adesso mi è capito, praticamente è la mia vita raccolta in quei fogli, ma ho cambiato alcuni dettagli, come i nomi ad esempio...ma non credevo di averli messi per sbaglio nella borsa e poi confuse con le carte della sartoria.
Mannaggia, accidenti a me, alla mia sbadataggine...e ancora, accidenti a me.

-“Tutta via, l'ho trovato davvero interessante come storia...ha un che di unico, e irreale...perché quale padre, vorrebbe nascondere la figlia di suo figlio a quest'ultimo? Ma comunque sia mi piace brava, hai avuto una bella inventiva...vieni un momento nel mio ufficio, che vorrei presentarti una mia amica editrice.”

Ed eccoci qua, 'Sara complimenti ti sei incasinata da sola...ma brava, ti meriteresti un premio...' la storia, voglio dire il romanzo lo ha letto e già in partenza, questo fatto sta a significare un gran problema, se comincia a fare due più due, chiedendosi cosa ha di simile la mia storia, con quella nel racconto.
Ma la cosa più grave è che vuole farmi conoscere una sua amica editrice, e metti caso che la seconda decidesse di pubblicarlo nel caso potesse piacergli...quella sarebbe la mia fine.
Ma come sono dannatamente stupida...se potessi, senza dare nell'occhio mi picchierei da sola.

-“Samantha la ringrazio, ma il mio è solo un passatempo...e poi il romanzo non è niente di che, niente di speciale...e per lo più è ancora da terminare, non è completo.”

-“Credo che al momento sia una cosa così irrilevante. Dunque vuoi seguirmi? Lascia perdere gli abiti per il momento...se non riesci a portarli a termine tutti, posso concederti qualche ora extra domani.”


Mi invita a seguirla, da una parte è un bene che io abbia a disposizione anche il giorno successivo per finire di cucire i vestiti, ma il lato negativo è che adesso devo incontrare la sua amica editrice.
Avanzo con il romanzo stretto tra le mani, poggiate sul petto, l'aria serena di poco prima è sparita, è come se stessi andando ad affrontare Des in persona, è come se stessi andando incontro alla mia sciagura, come se mi stessi condannando da sola...avviandomi verso il patibolo.
Entro nello studio luminoso di Samantha, osservo la grande scrivania color nocciola chiara, una finestra grande regala la vista della piccola cittadina di Middlewich, un bellissimo sole sta entrando dentro la stanza, sprigionando la sua energia, in modo da poterne assorbire qualche piccola particella, ed incanalarla nel nostro corpo.
La direttrice mi presenta la signora che a sua volta si presenta rivelandomi il suo nome, e porgendomi la mano...senza perdere tempo, espone la prima domanda.
Che il calvario abbia inizio…

-“Senta cara...posso farle una domanda riguardo al romanzo?”

Annuisco di si con la testa, ingoiando un magone che stava quasi per strozzarmi, devo mantenere la concentrazione, senza farmi vedere troppo invasa dai sentimenti...altrimenti potrebbero giocarmi brutti scherzi, e farmi scoprire.

-“Il romanzo è autobiografico? L'ho notato in alcuni passaggi, in alcune frasi scritte...ma sopratutto da come lei si immedesima nella protagonista...da sembrare quasi un'unica persona.”

Un velo di tristezza mi colpisce, immaginavo di averci messo tutta me stessa, forse troppa me, ma non credevo che si sarebbe notato così tanto.

-“No il romanzo non è autobiografico, è frutto della mia fantasia...e poi è solo che io ho sempre adorato scrivere, e quando lo faccio finisco sempre con il trovarmi immischiata nella vita, delle creature cui do vita con la mia immaginazione. Quando scrivo automaticamente divento colei, o colui che ho inventato diventando una persona sola, sentendo su di me vive le stesse emozioni che prova essa/esso...ed è una delle cose che più mi rende felice ed orgogliosa.”

La signora mi osserva con un fare quasi strano, portando la mano sul mento intenta a seguire il mio parlare, poi ad un certo punto riversa l'indice contro di me esprimendosi con fermezza nel timbro della voce.

-“Samantha sai cosa ti dico? Abbiamo appena scoperto una futura scrittrice.”

Rivolge a me lo sguardo dicendo...con dolcezza.

-“Senti cara...a me in verità non importa molto se il romanzo è autobiografico o no, importa solo che porti a termine questo testo, mi piace molto il racconto, e non immagini quanto sono curiosa di sapere come andrà a finire la storia tra i due innamorati; perché avrei intenzione di pubblicartelo. Sei una rivelazione sorprendente che davvero merita, popolarità nel mondo letterario.”

Rimango pietrificata, di sasso...con gli occhi spalancati, increduli...il tutto trasmesso dalla paura che il corpo sente e vive come una sorta di paralisi.
Rispondo che sono molto colpita che la mia storia potesse piacere a qualcuno, a tal punto da esser pubblicata, ma poi la domanda di Samantha mi riporta alla realtà crudele, spiazzandomi completamente…lo sapevo che quella donna ha una memoria di ferro.

-“Sara mi sbaglio o tu hai una storia simile? Hai anche una figlia giusto?”

Rimango in silenzio non mi aspettavo una domanda così diretta e personale, ma sembra che il piccolo interrogatorio non abbia visto ancora la fine.

-“E hai anche un fidanzato vero? Sai mi piacerebbe conoscerlo...e visto che non ho mai avuto l'opportunità, perché non me lo fai conoscere nella pausa pranzo?”

Rimango seduta sulla sedia, con la schiena diritta e le mani che ricadono morbide sulle gambe, sto per rispondere alla domanda fatta, quando un ticchettio risuona sulla porta d'ingresso dello studio e vi entra un ragazzo, lo si riconosce dalla voce maschile.
Giro la testa in direzione della porta, i miei occhi si posano sulla figura alta del ragazzo dai capelli castani e due iridi color azzurro chiaro rimanendo rapita dal fascino di egli, lo osservo per un momento quando noto che sta consegnando dei cappuccini e dei cornetti, a Samantha e Sophie tenuti su un vassoio d'argento.
E poi arriva di nuovo Samantha che mi invita a corrispondere alla sua richiesta.
Il panico entra dentro me, ma cerco all'esterno di non farlo notare 'E ora dove diamine lo trovo un finto fidanzato da presentarle e tra l'altro nell'ora di pausa? Ok Sara calma rilassati e vedrai che si sistemerà tutto' le mani iniziano a tremare, gli occhi del barista si posano sulla mia figura, mi strizza leggermente un occhio, ed io non posso che arrossire.
Poi un lampo di genio illumina la mente...posando lo sguardo sulla figura maschile di fianco a me.

-“Ehm Samantha...veramente il mio ragazzo è lui...”

Mi alzo dalla sedia con un movimento veloce, ma cercando comunque di non dare nell'occhio mi avvicino al ragazzo, e accostandomi al suo orecchio per fingere un bacio sussurro con sveltezza nel parlare 'Ti spiegherò tutto dopo se ne avrò modo...ma tu tienimi il gioco per il momento...' vedo la confusione venire in evidenzia nel suo volto, e con la coda dell'occhio osservo come il mio capo sia scettico, guarda te cosa devo fare per mantenere segreta la mia vera vita.
Dunque poso delicatamente le labbra su quelle carnose del ragazzo, sentendo dentro di me come sia difficile baciare chi in realtà non ami, per dare prova dell'innamoramento che ho verso il 'mio' ragazzo, chiudo gli occhi facendo sembrare quel bacio, vero...vivo.

-“E si ho...abbiamo una bambina.”

Speriamo che la falsa regga, speriamo che il ragazzo non mi tradisca proprio ora...sarebbe il momento meno adatto, ma un paio di braccia avvolgono il mio corpo trasmettendomi sicurezza e calore, come in un film stiamo...sto recitando una coppia innamorata per salvaguardare la mia vita. 






Spazio Autrice:

Buon pomeriggio care lettrici, scusate se ho impiegato un secolo nel postare il capitolo, ma non sapete quante volte lo avrò riscritto da capo -.-" questo alla fine è uscito decente, ma l'ho scritto a pezzi, poiché avevo sempre da fare come al solito...le cose non cambiano mai. Ma parlando del capitolo lunghissimo (su word sono ben 14 pagine xD) mi piace per come in sostanza è venuto fuori, la mia parte preferita è quella in cui Sara è al parco con Zayn che gli racconta il suo punto di vista. Voi avete una parte che vi è piaciuta di più? In questo capitolo ho dato spazio anche alla coppia Auora-Zayn perché mi sembrava giusto parlarne, non potevo non dargli spazio poverini xD. Riguardo al prossimo aggiornamento non credo sarà com'era prima, se riesco a trovarmi un piccolo spazio sarà non uno ogni tre mesi, se mi riesce ne farò uno al mese so che è pochissimo e mi dispiace, ma io sto diventando sempre più una giovane casalinga disperata -_-.
Alla prossima ragazze, e che dire spero che vi sia piaciuto *--*

Kiss.
Sara.





Vi consiglio questa Fan Fiction *.*
 Ecco la trama:
 
N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n} 
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.” 
“E se uno viene sottratto all'altro...” 
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo. 


Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati. 

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"
 
 Eccovi il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2356207&i=1



 
E se volete altre storie sui One Direction passate da Cassandra_97 e andate a leggere la sua Fanfiction Horizon, vi lascio la trama.

“Lily ci sei?” si interrompe subito per richiamare la mia attenzione.
“Ehm, si. Stavo solo pensando.”
“A cosa?”
“A te.”
“E cosa pensi di me?”
“Che su un palco staresti divinamente.”
“Non esagerare. Sono intonato, va bene, ma non diventerò mai un cantante professionista.”
“Secondo me potresti farlo. Già ti vedo, fra qualche anno, ad incantare una platea con la tua voce.” Abbassa lo sguardo e si fa più serio. Starà pensando quello a cui ho pensato io. 
“Perchè non provi ad entrare in un vero Talent Show? Finalmente potresti cantare di fronte ad un pubblico vero, e non solo di fronte a me.”
“Il mio vero pubblico sarai sempre tu.”
 
E il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2463217&i=1

 
                                                                     

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