Breathless

di ilpiercingdiluke
(/viewuser.php?uid=312023)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***
Capitolo 5: *** IV ***
Capitolo 6: *** V ***
Capitolo 7: *** VI ***
Capitolo 8: *** VII ***
Capitolo 9: *** VIII ***
Capitolo 10: *** IX ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

PROLOGO




 

Il castello di Hogwarts era sempre più bello e inquietante ogni giorno che passava. Questo era ciò che Layla Hemmings pensava mentre, a braccetto con suo fratello e affianco al suo migliore amico, salivano la collina che li avrebbe poi portati alla Sala Grande.
Gli Hemmings e Michael si erano conosciuti al primo anno, quando tutti e tre erano stati smistati nella casa di Salazar Serpeverde e, tutti e tre, avevano notato quanto fossero simili caratterialmente. 'Che se anche Michael non parlava mai, comunque, diceva tutto.
«Luke, ti era mancato tutto questo?»
Luke si voltò confuso verso sua sorella, alzando poi un sopracciglio.
«Mi stai veramente facendo questa domanda del cazzo?»
«Naah! - ridacchiò Layla scuotendo i suoi capelli biondi - Troppo sentimentale?» disse scatenando le risate dei due ragazzi accanto a lei.
«Ma guarda un po'! - la voce di Rayn Tonks si fece avanti - I gemelli Hemmings e il ragazzo che non apre mai bocca! Clifford!»
«Cosa vuoi, Tassorosso?» sputò Layla, 'che nessuno si deve permettere di prendere in giro Michael, specialmente davanti a lei.
«Lay-Lay - sospirò teatralmente Ryan, avvicinandosi a lei per accarezzarle una guancia - Diventerei inappropriato dire proprio davanti al tuo gemellino cosa voglio.. Da te» sghignazzò, facendo ridacchiare i suoi due fedeli cagnolini. Abel Ramirez e Dallas King.
«Non ti azzardare a toccarla Tonks!»
Luke Hemmings strinse il polso del moro, puntandogli poi la sua bacchetta alla gola. I due si guardarono negli occhi per un tempo indefinito, mentre Michael iniziava a stringere i pugni già pronto ad ogni evenienza e Layla prese la mano di suo fratello, per evitare casini già il primo giorno. 'Che se partivano così era la fine.
«Forza! - urlò la voce del vecchio Hagrid - Quelli del ultimo anno fa questa parte!»
Ryan si scansò brutalmente dal biondo, facendo segno ai suoi scagnozzi di andare via.
«Giuro che entro la fine dell'anno scolastico io lo uccido!»
Micheal Clifford non parla mai, se non con chi se lo merita.
E Luke e Layla Hemmings se lo meritano, decisamente.





Medea Grindelwald era sempre, perennemente e disgraziatamente in ritardo. Stava correndo lungo i grandi corridoi di Hogwarts, sicura che Ashton l'avrebbe uccisa, per non parlare di Layla. Quello era l'ultimo anno, e lei era riuscita ad essere in ritardo anche in quell'occasione. Con il fiatone, si aggrappò malamente ad una delle pareti dell'edificio, sistemandosi la cravatta dei colori di Grifondoro. Prese un respiro e fece la sua entrata nella sala grande: finalmente era a casa. Raggiunse i suoi amici al tavolo della loro casa, fiondandosi tra le braccia di Ash.
Medea Grindelwald ed Ashton Irwin erano amici dal primo minuto in erano stati smistati nella stessa casa. Medea era una ragazzina estremamente timida, ma per sua fortuna era capitata affianco ad Ashton, che la timidezza non sapeva neanche che diavolo fosse. Ed era ancora più bello, per il suo ultimo anno.
«Non puoi capire quanto tu mi sia mancato, dannazione!»
Ash accadezzó delicatamente la schiena della sua migliore amica, lasciandole poi un bacio tra i capelli.
«Anche tu, Grindelwald, la vita è una merda senza di te!»
Medea rise, ma quel momento venne interrotto dagli inconfondibili tintinnii che il coltello di Silente provocavano sempre sul suo bicchiere, al momento dell'accoglienza.
«Benvenuti e bentornati nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, ragazzi..»
Il suo monologo durava sempre infiniti minuti, prima di procedere alla cerimonia dello smistamento di quelli del primo anno. A Medea non importava mai granché, ma quell'anno era diverso: toccava al suo fratellino, Kyle Grindelwald, e Medea sapeva bene quanto lui fosse in ansia.
Cosí, quando la professoressa McGranitt fece il suo nome, la maggiore dei fratelli Grindelwald balzó sul posto.
«Medea, stai tranquilla, alla peggio finirà dimenticato tra i tassorosso - cercó di sdrammatizzare, Ashton - oppure diventerá un coglione Corvonero come Calum Hood» cercó di sdrammatizzare, Ashton.
Medea lo guardó male, trattenendosi dal tirargli uno schiaffo sulla spalla, 'che l'unica cosa che voleva era un richiamo da parte della McGrannit il primo giorno, mentre suo fratello aveva in testa il cappello parlante.
«Fottiti, Ashton Irwin!»
Ash scoppió a ridere, ed il cappello urló: «Serpeverde!»
Lo sguardo di Medea saettó al tavolo della casa di Salazar Serpeverde e, in un attimo, vide Michael Clifford e Layla e Luke Hemmings alzarsi dal loro posto e lasciarsi andare ad urla di gioia ed entusiasmo. Medea non potè fare a meno di trattenere una risata, mentre Layla intercettava il suo sguardo e le scoccava un occhiolino, come a dirle: "Tranquilla, ci pensiamo noi a lui!".
Che certo di Layla e Michael si fidava, (forse), ma di Luke Hemmings proprio no e non voleva che il suo fratellino diventasse uno stronzo egocentrico della sua portata. Ridacchió, perchè se Ash e Layla l'avessero sentita, le avrebbero sicuramente tirato la loro solita menata di un'ora e mezza su quanto Luke fosse fantastico e bla, bla, bla..
«So a cosa stai pensando - ecco, appunto - ma hai già avuto la fortuna di avere Jack con te, nella tua stessa casa, almeno Kyle avrà i gemelli e Mike» la rassicuró il suo migliore amico.
Medea annuisce, Ashton ha ragione: tre anni fa anche suo fratello Jack Grindelwald era entrato nella scuola di Hogwarts come Grifondoro, e lei era stata super contenta. Sospiró, mentre un braccio le circondava le spalle e, girandosi, riconobbe Clarissa Jacobsen, Megan Lovegood e Stephan Reynolds, i loro insperabili compagni Grifondoro. Adesso sì che sono a casa, pensó Medea.





I gemelli Hemmings e Michael Clifford, dopo il grande banchetto, si stavano dirigendo alla sala comune. Layla e Luke si punzecchiavano animatamente, mentre Michael, ovviamente, stava in silenzio affianco loro, ridendo sotto i baffi delle stranezze dei suoi due amici.
«Non abbiamo ancora visto gli altri!» esclamó Layla.
Mike annuì e Luke non fece in tempo a dire nulla, 'che quel ragazzo alto, slanciato e moro che gli stava di fronte bloccandogli il passaggio, lo conoscevano bene tutti e tre.
«Calum!» urlò Layla saltando in braccio al moro, che rise a gran voce.
«Vipera!»
Calum Hood, diciassette anni, ultimo anno e prefetto dei Corvonero aveva sempre usato quel soprannome per la bionda, fin dal primo anno ad Hogwarts.
«Oh andiamo! – la voce di Luke si fece sentire, più dura del solito – Dovete fare i migliori amici proprio davanti a me?»
Michael gli tirò una gomitata nello stomaco, facendolo tossire e fulminare l'amico dai capelli rossi.
«Ciao Calum!» disse Clifford con un gesto della testa sorridendo leggermente.
«Clifford! – Calum allargò le braccia, 'che lui adorava, anche fin troppo, il contatto fisico – Vieni qua testa di cazzo!»
Lo abbracciò, mentre Mike sollevò le sopracciglia cercando con lo sguardo Layla in cerca di aiuto, facendola ridere fragorosamente.
«Dai Cal! – lo tirò via lei – Cosa hai fatto in questi tre mesi lontano da Hogwarts!»
«Il coglione, come sempre»
Calum si voltò corrucciato verso l'altro degli Hemmings.
«No, – finse di pensarci qualche secondo – A quello ci pensi già tu continuamente!»
Luke finse una risata, tornando poi serio.
«Sei simpatico come un pugno nel occhio, Hood!»
«Dici quello che ti darò tra poco?»
«Dico come tutti quelli che ti sei preso duranti questi anni.» sghignazzò Luke, fulminandolo con lo sguardo.
«Calum non abbassarti ai livelli di quello stronzo!»
La voce di Medea Grindelwald si fece largo tra di loro, suscitando un gridolino entusiasta di Layla, che le corse subito incontro abbracciandola.
«Mi sei mancata stupida Grifondoro! – le disse stringendola a se – È questo è per aver dato dello stronzo a mio fratello! Non ti sei mai sforzata di conoscerlo!» esclamò, tirandole un pugnetto sulla spalla esile della mora dagli occhi di cristallo, così tanto chiari da essere quasi inquietanti.
«Piccola Serpeverde! – rise – Lo sai che ci odiamo da sempre, e la cosa non cambierà proprio all'ultimo anno!»
«Io sarei qui se non ve ne foste accorte! – sbuffò Luke, osservando velocemente la mora per poi puntare lo sguardo su sua sorella – Andiamo in Sala Grande?»





Non c’era nessuno che riuscisse a mandare in bestia Medea Grindelwald, quanto Luke Hemmings. Non c’era un vero e proprio motivo, non si sopportavano e basta, era sempre stato così, dal primo anno. E sì che Layla, Ashton e, in quei rari momenti in cui Mike decideva di aprire bocca, anche lui, avevano sempre cercato di convincerla ad andarci d’accordo, o almeno provarci. Ma non c’era stato verso, nossignore, Medea non ne voleva sapere di Luke, e così lui. L’unico che era sempre stato d’accordo con lei, era Calum, che nutriva gli stessi sentimenti, nei confronti di Hemmings.
«Grindelwald! – quella era Layla, indubbiamente – allora, com’è andata l’estate?»
Medea si strinse nelle spalle, seduta sul divano, con la testa appoggiata al petto di Ashton, impegnato in una conversazione con Stephan Reynolds, Grifondoro convinto.
«Mi sono fatta qualche babbano qua e là..» disse, con un sorriso furbo.
Layla scoppiò in una risata, che attirò le occhiate di Mike, facendolo a sua volta scoppiare a ridere.
«Hai capito la secchiona dei Grifondoro – s’intromise Luke – ad Hogwarts tutta libri e biblioteca, ma fuori, chi l’avrebbe mai detto» aggiunse, con un ghigno malizioso.
Layla roteò gli occhi al cielo, mentre Medea sbuffava.
«Non hai niente di meglio da fare, Hemmings?»
Luke finse di pensarci su, poi scosse convinto la testa.
«A dire la verità no – disse, passandosi una mano sotto al mento – i racconti della tua estate sono molto avvincenti, ti prego, continua»
Medea strinse i denti, indecisa sul tirargli un cuscino o gettarsi direttamente addosso a lui e dare il via ad una rissa. Ma mentre la mora decideva sul da farsi, Ashton si mise in mezzo.
«Adesso vi dirò una cosa – cominciò, diplomatico – avete rotto il cazzo, tutti e due!»
Layla scattò in piedi, mentre Michael la guardava con un sorriso ad increspargli le labbra, ‘che il ragazzo dai capelli rossi ha sempre avuto un debole per lei.
«Sono d’accordo con Irwin! – urlò – siete più noiosi del professor Piton a pozioni, a proposito, ma poi ce l’ha fatta ad ottenere quel posto per arti oscure?»
Luke annuì, distrattamente, mentre guardava da un’altra parte.
«Alla fine sì, gliel’avranno ceduto per sfinimento»
«O forse perché ci sa davvero fare, a contrario tuo»
Luke le fece il verso ed Ashton si alzò dal divano.
«Propongo una tregua» disse.
Medea lo guardò confusa, ed anche Luke.
«Irwin, di che diavolo parli? Non puoi proporre una tregua tra me ed occhi di cristallo, abbiamo bisogno di divertirci anche noi!»
Medea annuì vigorosamente, per la prima volta d’accordo con lui.
«La parte venuta male degli Hemmings ha ragione!»
Luke si voltò verso di lei, stranito, non sapeva come interpretare quella frase.
«Grazie?»
Medea lo ignorò, mentre Ashton voltava lo sguardo verso l’altra, parte degli Hemmings. Quella che a detta di Medea, invece, era uscita bene. Ed Ashton Irwin la pensava esattamente come lei, nonostante Luke fosse uno dei suoi migliori amici.
«Rinunciamoci, Layla – fece, cingendole le spalle con un braccio – andiamo a brindare in onore dell’ultimo anno?».
I ragazzi accolsero con gioia quella proposta del giovane Grifondoro, che senza togliere il braccio dalle spalle di Layla, iniziò a distribuire i bicchieri ai suoi amici. Luke ne annusò il contenuto, storcendo poi il naso.
«Succo di zucca? – chiese, quasi indignato – stai scherzando, vero, Irwin?»
Ash scoppiò a ridere, mentre fece tintinnare il suo bicchiere con la gemella di colui che aveva sempre una buona scusa per lamentarsi.
«Vuoi ubriacarti il primo giorno, Hemmings? – disse Medea – credi che Silente ne sarebbe contento? Sono tutti convinti che tu sia la grande promessa della casa di Serpeverde, non vorrai deluderli»
Luke esibì un sorrisino, facendo scontrare il suo calice con quello della Grindelwald.
«Alla tua, Med»
Gli sorrise a forza, brinando insieme a lui.
«Al nostro ultimo anno! – urlò Layla – che sarà di sicuro il migliore!»
Ashton rise e Michael rovesciò sul tavolo di fronte a loro una quantità innumerevole di caramelle mou, sulle quali Layla si buttò per prima.
«Brindate senza di me?»
I ragazzi conoscevano bene quella voce: Clarissa Jacobsen, Grifondoro, corti capelli castani, labbra sempre rosse, gambe chilometriche, e soprattutto, fidanzata di Ashton Irwin. Quest’ultimo, si voltò verso la nuova arrivata, che subito posò gli occhi sul braccio ancora appoggiato alle spalle di Layla.
«Oh, Hemmings! – cominciò lei – che gioia vederti, e per lo più incollata al mio fidanzato!»
Clarissa imitò una risata e Medea, notando lo sguardo omicida della sua migliore amica, decise di correre ai ripari.
«Oh no, Clary, Luke ti ha tenuto un po’ di succo di zucca!»
Med rubò il bicchiere ancora pieno dalle mani del ragazzo, che la fulminò a sua volta con lo sguardo.
«Questa me la paghi» sussurrò poi all’orecchio della mora.
«Capirai – rispose con lo stesso tono di voce – non eri così entusiasta del tuo succo di zucca, prima»
Luke roteò gli occhi al cielo e Clary sorseggiò la sua bevanda.
«A cosa stavamo brindando?»
«A com’è bella la vita senza il suono della tua voce, Jacobsen!» disse piccata, Layla, con un sorriso furbo.
Ash la guardò, inespressivo, e tolse il braccio dalle sue spalle. Mentre Med, Mike e Luke dovettero soffocare una risata, ‘che i battibecchi tra quelle due li avevano sempre divertiti.
Medea era della stessa casa di Clarissa e passava molto tempo con lei, essendo anche la ragazza del suo migliore amico, ma Layla era stata chiara: “Devi odiarla anche tu, Med, è proprietà transitiva! Chi odio io, odi anche tu!” Medea però si era ben guardata dal farle presente che Layla, Luke non lo odiasse neanche un po’.
«Allora, Serpeverde – continuò Clary – sempre convinti di voler vincere la coppa delle case, per l’ultimo anno?»
«Convinti? – chiese Luke, retorico – noi non siamo convinti di vincere, noi ne abbiamo la certezza»
Layla ghignò, mentre Med roteava gli occhi al cielo.
«Oh, Hemmings, la convinzione fotte la gente, te l’hanno mai detto?»
«No, Grindelwald – fece convinto – e sai perché? Perché non credo a questi modi di dire babbani, al contrario tuo»
Medea aveva una grande passione per tutto ciò che era babbano, e gli altri non l’avevano mai capito.
«Questa volta devo dare ragione alla mia ragazza»
Layla roteò gli occhi al cielo, ‘che lei odiava Ashton Irwin quando c’era di mezzo Clarissa Jacobsen.

Medea all'inizio non riusciva a capire, come potessero fare finta di niente, finta che tra di loro non ci fosse mai stato nulla. Perchè Ashton e Layla erano stati insieme, il primo e il secondo anno, ma sembrava ricordarselo soltanto lei. Luke aveva smesso con il risentimento nei confronti del ragazzo per un solo motivo: Ashton Irwin era il suo migliore amico.
«Da quando, Ash? – gli chiese, sfrontata – non sei sempre stato per l’uguaglianza tra le case? Per la pace tra di loro?»
Ash non seppe che dire, Layla era sempre stata l’unica capace di togliergli la parola di bocca. Mike si schiarì la voce, perché lui lo sapeva che con Clarissa e Layla negli stessi metri, non era il caso di continuare quella conversazione.
«D’accordo, forse è meglio che adesso Serpeverde e Grifondoro raggiungano ognuno le proprie sale comuni – disse proprio Layla, cogliendo il segnale di Michael – non vorrei che Clarissa si sentisse troppo a disagio, in nostra compagnia»
Luke ridacchiò ed i tre se ne andarono, con Mike a braccetto con Layla ed Ashton che guardava le sua schiena, allontanarsi da lui.




#NOLO
Salve a tutte! 
Se qualcuna di voi aveva già letto da me una storia di questo tipo tranquille, è normale! HAHA
Era Oblivion e la scrivero insieme a @verdazzurro, purtroppo non è mai stata conclusa e quindi, avendo sempre avuto questa idea di mischiare Hogwarts con i 5sos e avendo con me Simona che mi ha convinta a iniziarne una nuova con lei, ecco qui Breathless! 
E niente, speriamo davvero che possa piacervi e che ci lasciate qualche vostro parere! 
Un grazie speciale a Lilac per il banner meraviglioso! <3 
Qui vi lascio i contatti di Simona, un bacione! (:

Twitter - COCOCHVANEL
Efp - Alaskha


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I ***


 

PRIMO CAPITOLO



 
Medea Grindelwald era ancora in ritardo, e Layla Hemmings avrebbe giurato che quello fosse il suo unico difetto. 
«Fai tanto la secchiona e poi sei sempre in ritardo, Med!» le disse la sua amica, già seduta a lezione di Storia della Magia. 
«Lo so - fece, prendendo posto accanto a lei - Clarissa mi ha tenuta sveglia fino a notte fonda, ho dormito pochissimo» si lamentò, sfogliando il suo libro.
«A parlare di cosa?» si fece curiosa, Layla.
«Di Ashton, ovviamente! - continuò stridula - spero si mollino il più presto possibile, non ne posso più»
«Già..»
Curthbert Rüf, il loro insegnante fantasma, comparse dal nulla facendo prendere a tutti un bello spavento, tranne a Layla, che rise come una matta.
«Signorina Gennings - tuonò - inizi il suo anno nel migliore dei modi, la prego»
«In realtà è Hemmings, professore» lo corresse la bionda. 
«È lo stesso, segua la lezione in silenzio»
Il professore iniziò a girare per la stanza, spiegando cose di cui Medea non poté fare a meno di prendere appunti.
«Layla - la riprese, ricurva sul suo quaderno - sei sempre la solita!»
«Che ci posso fare? - sussurrò la Hemmings - i fantasmi mi fanno ridere!»
«Che contraddizione..» pensò ad alta voce, Med.
«Dicevo, signorina Grindel, il tema di quest anno sarà?»
Medea sentì una presenza davanti a sè, ma non si lasciò intimidire.
«La caccia alle streghe nel Medioevo, signor Rüf»
Il fantasma fece un cenno col capo, risentito, convinto di beccarla impreparata. Ma era sempre stato un suo dono, quello di riuscire a seguire più conversazioni nello stesso momento.
«Ma come diavolo fa dopo sette anni a non ricordarsi i nomi dei suoi studenti?» le chiese a bassa voce Layla.
Med, in tutta risposta, si strinse nelle spalle e «È vecchio Lay!»
«È morto a quarant'anni – fece ovvia – Quindi non è vecchio, i fantasmi non invecchiano» 
Medea sbuffò un sorriso, 'che per la sua amica qualsiasi argomento era più interessante di quella lezione. 
«Layla abbiamo i M.A.G.O. quest'anno, e agli esami non ti potrò far copiare – le fece un segno verso il quaderno di fronte a lei – Prendi appunti e basta!» ridacchiò tornando a scrivere. 





«Grazie al cielo! – sbottò Layla alla fine delle lezioni – Non potevo reggere il professor Piton per un minuto di più!»
Luke Hemmings la guardò, mettendole poi un braccio intorno alle spalle mentre a passo veloce si dirigevano verso la Sala Grande. 
«Difesa contro le Arti Oscure non è così male dai» 
«No, certo che no – confermò Layla – Solo era molto più divertente quando c'era il professor Silente a insegnare» 
Luke scrollò le spalle. 'Che sinceramente a lui di quale fosse il professore che insegnava non gli interessava minimante, gli bastava solo riuscire a prendere il diploma con almeno la sufficienza. 
Mentre camminavano Layla osservò con attenzione due figure fin troppo conosciute nel giardino interno del castello. Ashton Irwin e Clarissa Jacobsen erano seduti in una panchina che si scambiavano effusioni. 
«Mi viene il voltastomaco» sussurrò la bionda continuando a guardarli e ricevendo l'attenzione di suo fratello che seguì il suo sguardo fino ai due. Sospirò un po' forte, stringendo la presa sulle spalle di Layla e costringendola a riprendere a camminare. 
«Lascia stare Lay, – le disse allora – Sono due coglioni e lui non sa che potrebbe avere di meglio»
«Tipo chi?»
«Lo sai»
Luke la guardò negli occhi così tanto uguali ai suoi. Sapeva che la piccola di casa - piccola di circa dieci minuti - aveva una cotta sproporzionata per quel idiota di Irwin, ma che l'avrebbe comunque negata fino alla morte. 
«Intendi me? Ma per favore Luke! – disse, appunto – È uno stupido Grifondoro! Non mi interesserà mai»
«Certo – ghignò lui – Come vuoi tu!» alzò le mani come a scusarsi. 
«Mike che lezione aveva?» cambiò discorso la ragazza. 
«Credo avesse Aritmanzia con la professoressa Vector» 
«Accidenti – scosse la testa facendo ondeggiare i boccoli biondi – Come diavolo fa a seguire quella materia volontariamente! Io provai lo scorso anno ma lasciai subito perdere, è la materia più difficile che esista!»
«Abbiamo un secchione come amico Lay! – rise lui – Ieri nel dormitorio stava leggendo "Il sistema numerico decimale", sarà avanti di almeno due argomenti anche in quella materia! E siamo solo al secondo giorno di lezioni!» 
I gemelli Hemmings scoppiarono a ridere entrando nella Sala Grande. 
Salutarono con un gesto della mano Medea e Calum, rispettivamente nella tavolata di Grifondoro e Corvonero, dirigendosi poi al loro posto. 
Ad aspettarli c'era Michael Clifford, con i suoi capelli rossi fuoco, Claire Skrewt, con il libro di pozioni davanti, e Douglas Kettleburn, il suo ragazzo da praticamente sempre, di fianco a lei. 
«Ciao stronzi!» sbuffò Layla sedendosi accanto a Mike. 
«Perché è così acida? – chiese Douglas – Intendo più acida del solito»
«Lasciala perdere Doug – gli rispose Luke – Abbiamo appena terminato una lezione con Piton» disse a mo' di scusa, facendo annuire comprensivo il castano. 
«Beh – intervenne Claire sbattendo la piuma sul suo quaderno – Almeno a lei il professor Lumacorno non ha dato da fare due rotoli di pergamena su qualche pozione inutile!» concluse, mangiando velocemente una cioccorana e riprendendo a scrivere. 





L'ansia era sempre stata una caratteristica del carattere di Medea, e chi la conosceva lo sapeva bene ed aveva imparato a conviverci. La Grindelwald uscì velocemente dall'aula di Alchemia, per dirigersi a quella di Rune Antiche e, indovinate un pó, era in ritardo! Pensó che doveva davvero smettere di restare quei dieci minuti in più a discutere con i professori di ció che era stato detto in aula a lezione. Afferró i suoi libri ed i suoi quaderni e distrattamente di immise nel corridoio, andando a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno. 
«Ma dannazione! - sbottó, chinandosi per raccogliere tutto ció che le era caduto dalle mani - guarda dove vai!»
Nel momento in cui stava per afferrare il suo libro di Alchemia, vide delle mani intente ad aiutarla. Alzó lo sguardo, ed incontró due occhi grandi, azzurri. Un azzurro che conosceva bene, da anni.
«Hemmings - sibiló - ma certo, chi potrebbe essere così imbecille da non guardare neanche dove mette i piedi!»
Luke ghignó, tenendosi stretto al petto il libro di Alchemia della mora.
«Carina e gentile come sempre, Grindelwald - la canzonó - perchè non impari le buone maniere? Quell'atteggiamento da stronza non si addice particolarmente a quegli occhioni che ti ritrovi»
Medea roteó gli occhi al cielo, 'che di Luke Hemmings ne aveva davvero abbastanza.
«Me lo ridai?» disse, riferendosi al suo libro.
«Ah -ah – negó lui, allontanandolo ancora di più dalla portata della ragazza – come si dice?»
Med sbuffó, era davvero molto in ritardo. 
«Luke, sono in ritardo, potresti ridarmelo?»
«Scommetto che la conosci, la parolina magica» continuò Luke, con quel suo sorrisino perennemente sulle labbra.
Medea non aveva mai notato come le sue labbra fossero
magnetiche, si ritrovó a fissarle, e smise solo quando Luke le si avvicinó talmente tanto, da poter sentire il suo profumo dolce di pergamena e lavanda. Due cose che Med amava, sa sempre.
«Med, piccola, ti sei incantata? - le chiese, mentre lei non potè fare a meno di sgranare gli occhi - finalmente ti sei decisa ad ammettere che nemmeno tu sei immune all'effetto che faccio»
«Vaffanculo, Hemmings!» ritrovó tutta la sua lucidità.
Luke scoppió a ridere e le porse il libro, Medea fece per prenderlo, ma lo ritrasse ancora. 
«Non ho sentito la parolina magica»
La mora sbuffó e portó una mano sul fianco, facendo per aprire bocca, ma una voce che si intromise tra di loro, non glielo permise.
«Signor Hemmings - tuonó il professor Piton - smetta di importunare la signorina Grindelwald, non vorrà arrivare in ritardo alla mia lezione»
Med arrossì di qualche tonalità, ed il professore sparì.
«Salvata da Piton - fece poi Luke, restituendole finalmente il libro - raggiungo Layla a lezione e tu farai meglio a correre - disse indicando la porta dell'aula di Rune Antiche chiudersi - non vorrai che Babbling inizi senza di te»
Medea afferró il libro velocemente e guardó Luke sparire verso l'aula di difesa contro le arti oscure. Si stava rendendo conto di essere davvero frastornata da quell'incontro con Luke Hemmings, come non lo era mai stata, quando lui si voltó nuovamente verso di lei, camminando all'indietro.
«E la parolina magica era per favore, comunque! - urló - ricordatelo, per la prossima volta!».





Da quando un occhiolino di quel Serpeverde di Hemmings la mandava così in confusione? Medea era seduta al tavolo dei Grifondoro, intenta a girare lo zucchero nel suo the caldo con la magia, 'che di trovare un cucchiaino non ne aveva la minima voglia. 
«Ehi, occhi di cristallo! - la sua amica Megan Lovegood si sedette affianco a lei - quante lezioni facoltative stai frequentando, quest'anno? Tutte come l'anno scorso?»
Medea rise, 'che quella pazza di Megan aveva sempre la capacità di farla ridere.
«No, Meg, Divinazione l'ho lasciata da parte» le rispose.
«Ma come?! - esplose la Lovegood, teatrale come suo solito - Cooman ne sarà sconvolto!»
Le due Grifondoro risero insieme, mentre Medea, con la coda dell'occhio, individuó i genelli Hemmings dirigersi al tavolo dei Serpeverde. Sia Luke che Layla la salutarono con un cenno della mano, e Med ricambió.
«Mioddio! - trilló Meg - che figo da paura Hemmings!»
Medea si voltó immediatamente verso la sua amica, alzando scettica un sopracciglio.
«Stai scherzando, spero»
«Affatto! - ribattè convinta - me lo farei anche qui, davanti a tutti!»
Med prese un sorso del suo the, cercando di ignorare quel moto di fastidio che stava sentendo allo stomaco. Perchè non sapeva di che diavolo si trattasse e, detto sinceramente, non aveva nessuna voglia di scoprirlo.
«Amiche mie - le accolse la voce di Ashton Irwin - di che state parlando? Perchè la Grindelwald ha quella faccia schifata?»
«Parlavamo di quanto sia figo Hemmings» rispose Megan.
Ash guardó la sua migliore amica, cingendole le spalle con un braccio.
«Meg lo sai che Medea è l'unica immune al fascino degli Hemmings»
Med voltó il viso verso di lui, per poi esibire uno dei suoi sorrisini sfacciati.
«Già, credo di essere l'unica in tutta Hogwarts a non avere una cotta per almeno uno dei gemelli Hemmings, dico bene, Ash?»
Med lo stava provocando, perchè conosceva meglio di tutti il debole che nonostante la sua relazione con Clarissa, provasse per Layla. Ashton negava, ma tanto con lei era tutto inutile, Medea Grindelwald conosceva Ashton Irwin meglio di chiunque altro.
Ash voltó lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, trovando Layla Hemmings intenta a ridere con suo fratello, Mike e altri due della loro casa. Esibì un sorriso malinconico e: «Già, dici bene, Med».



Ciao donne!
Siamo Giulia, Simona, Genn e Benji ma in realtà non abbiamo molto da dire.
sto aggiornando dal cellulare e non ho idea di che merda verrà, quindi vi chiedo scusa in anticipo.
e nulla, vi amiamo tutti e quattro e speriamo che questo secondo capitolo vi piaccia.
Lots of love.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** II ***



 
 
 

SECONDO CAPITOLO



Layla Hemmings stava camminando a passo veloce verso l'aula di pozioni. Per una volta era lei ad essere in ritardo.
I corridoi erano completamente vuoti, se non per i pochi ritardatari come lei che correvano da una parte all'altra.
Il mantello svolazzava a tempo con il suo passo, si sistemò la tracolla sulla spalla ed entrò in classe quando Lumacorno aveva già iniziato la lezione.
«Scusi professore» disse Layla, cercando con lo sguardo un banco vuoto, sorridendo quando vide Medea che le aveva tenuto il posto.
«Si figuri signorina Hemmings – fece Lumacorno – Prenda posto».
Si mise a sedere, posando la borsa in terra per poi salutare la Medea.
«Ha spiegato qualcosa di nuovo?» sussurrò la bionda.
«Ha solo accennato che quest'anno ci soffermeremo soprattutto sulla pozione restringente»
Med scosse le spalle, passando i pochi appunti presi alla sua amica che iniziò a ricopiarli velocemente.
«Allora ragazzi – chiese l'attenzione il professore – Chi mi sa dire cosa ci vuole per una pozione polisucco?»
«Professore – intervenne Layla dopo qualche istante di silenzio – Servono due mosche, una sanguisuga, erba fondente, un pezzo del corno di unicorno e un capello della persona nella quale si desidera trasformarci» rispose la serpeverde. D'altronde pozioni, insieme a divinazione e incantesimi, era la materia preferita della piccola Hemmings.
«Eccellente Layla!»
«Servono anche due foglie si centinodia!» continuò una Corvonero seduta nelle prime file.
«Sono abbagliato dalla vostra curiosità! – esclamò euforico Lumacorno – 5 punti a Serpeverde e a Corvonero per il vostro impegno! Adesso potete andare».
Layla raccattò velocemente i suoi libri rimettendoli dentro la borsa mentre aspettava che Medea chiedesse delle lucidazioni al professore.
Quando uscirono dalla classe parlando di quanto potesse essere strano il professor Lumacorno si scontrarono con Irwin.
«Ciao ragazze!» esclamò lui, salutando con un gesto della mano Layla e dando un leggero bacio a Medea. Med che, non appena vide Calum infondo al corridoio, sorrise furba e: «Ragazzi non uccidetevi a vicenda! Io devo scappare!» urlò mentre iniziava ad aumentare il passo verso il moro.
«Emh, okay – balbettò leggermente Ashton – Ti va di farmi compagnia in biblioteca?» le chiese, accennando un mezzo sorriso.
«Non è che la tua splendida sposina dopo è gelosa?»
«Non è la mia sposina, – le disse ruotando gli occhi verdi al cielo – E comunque non è qui»
«Quindi mi stai chiedendo di farti compagnia perché Clarissa non c'è al momento?»
Ashton sbuffò; 'che Layla Hemmings quando ci si metteva era davvero una bellissima rompi palle.
«Cristo Layla! – sbottò lui alzando le braccia al soffitto – Non c'entra nulla Clary! Ti ho solamente chiesto di farmi compagnia in biblioteca perché volevo la tua compagnia! Ma se non hai voglia va bene, vado da solo» concluse avviandosi a passo svelto dall'altro lato del corridoio.
«Ash aspetta – lo fermò la Hemmings, avvicinandosi di corsa a lui – Voglio venire con te, ti va ancora?»
E Ashton nascose un sorriso.
Layla Hemmings non si sarebbe scusata mai, per nulla, ma poi ti guardava con quegli occhi così tanto azzurri che avevi quasi paura a di caderci dentro e non ce la facevi a dirle di no, non ce la facevi proprio.
«Andiamo». Le disse infatti Ashton.





Calum Hood a Medea piaceva, per questo non appena lo vide molló Layla ed Ashton, 'che tanto un pó di tempo da soli non poteva fargli che bene.
«Ehi, Cal!»
Med si sbracció e non appena il moro la vide, le sue labbra si aprirono in un meraviglioso sorriso.
«Occhi di cristallo! - fece lui, abbracciandola di slancio - come mai non sei a lezione come al solito?»
Medea rise, 'che Calum lo sapeva che la ragazza dagli occhi più spaventosamente belli di tutta Hogwarts non riusciva a stare lontana dalle lezioni.
«Sono appena uscita da pozioni, con Layla»
«Oh, la Hemmings - disse - l'hai lasciata in intimità con Irwin? Io non l'avrei mai fatto»
Med lo guardó male.
«Cal, ti prego, ne ho abbastanza delle vostre stronzate!»
«D'accordo, d'accordo - disse lui, cingendole le spalle con un braccio - vieni con me in sala grande?»
La Grindelwald annuì, ed insieme fecero per dirigersi nel luogo indicato da Calum ma: «Ehi, angelo, ancora che ti accompagni a gente del genere?»
Medea lo sapeva, ed anche Calum: c'era solo una persona in tutta la scuola, che la chiamava così.
«Hemmings, la cosa ti disturba, per caso?» s'intromise subito Cal.
Luke alzó le mani, e scosse la testa.
«Affatto, Hood, dicevo per dire - cominció - è risaputo che Corvonero e Grifondoro, hanno sempre poco in comune, sai, è l'affinità che manca»
«Tra Serpeverde e Grifondoro è amore, invece?» lo sfidó.
Luke stava per ribattere, ma Medea si divincoló dalla stretta di Calum.
«Luke verresti un minuto con me? - la mora afferró il ragazzo per il suo mantello - Cal, ti raggiungo in sala grande!»
Calum imitó un saluto al generale, avviandosi senza di lei. Mentre Luke sbuffava, e Medea incrociava le braccia al petto.
«Si puó sapere che diavolo vuoi, da me? Adesso non posso neanche più frequentare chi mi pare?»
«Puoi fare quello che vuoi, Grindelwald - mise in chiaro Luke - volevo solo farti presente che Calum Hood, come tutti quanti i Corvonero, è un immenso coglione»
«Non molto diverso da te, allora - disse Med - strano che non andiate d'accordo»
I due rimasero a guardarsi per un pó, dopodiché Luke alzó un angolo della bocca, in un mezzo sorriso.
«Hai finito, angelo?» le chiese.
«E non chiamarmi così»
Luke sbuffó, facendo per andarsene.
«E adesso dove vai?»
«Ho lezione, posso andare?»
Medea non seppe cosa rispondere, 'che non lo sapeva nemmeno lei perchè volesse trattenerlo.
«Tanto tu hai appuntamento con Hood, non è così?»
La mora tentennó e: «Che lezione hai?»
«Divinazione»
«Quest'anno non seguo quel corso»
Luke annuì.
«Lo so»
«Lo sai?» chiese lei, curiosa.
«Cioè, volevo dire.. - Medea colse un pó di imbarazzo, nella sua voce - me l'ha detto Layla»
Med annuì, e Luke non disse più nulla.
«Grindelwald, ultimamente ti incanti troppo - le fece notare - hai scoperto quanto sono bello tutto d'un tratto?"» Medea sbuffó, 'che con lui non c'era davvero nulla da fare.
«Sei sempre il solito stronzo, Hemmings!».



Clarissa Jacobsen, Megan Lovegood e Stephan Reynolds erano già al tavolo dei Grifondoro, quando arrivó Medea.
«Lo odio» sentenzió la mora, non appena si sedette con loro.
«Bimba calma gli spiriti - disse subito Steph - chi è che odi?»
Steph Reynolds era bello e dannato. Faceva morire puntualmente tutte le ragazze del primo anno, ma a lui non importava nulla, dal momento che l'unica che vedeva era la sua amica Megan.
«Luke Hemmings, chi altro se no?» rispose proprio lei.
«Gli Hemmings sono davvero una piaga! - s'intromise Clarissa - Layla è la persona più invadente che io abbia mai conosciuto»
Med alzó un sopracciglio, e: «Clary, sai che siamo molto amiche, ti dispiacerebbe evitare qualsiasi tipo di commento di cattivo gusto relativo a Layla Hemmings in mia presenza? Ti ringrazio molto»
Clarissa si trovó spiazzata, così continuó a sfogliare il suo libro di difesa contro le arti oscure, senza dire più nulla.
«Allora, Grindelwald - fece Steph - qual'è il problema con Hemmings?»
«Hemmings in se stesso?» disse, retorica.
Reynolds scosse la testa, divertito, e Meg rise.
«Io lo trovo solo irrimediabilmente figo» sostenne.
Medea roteó gli occhi al cielo, prendendo una caramella mou dal dentro del tavolo.
«Sarà..» convenne Stephan, aggiungendosi allo studio con Clarissa.
«Med! - la voce di Calum Hood riempì nuovamente le sue orecchie - risolto con Hemmings? Posso sedermi affianco a te senza rischiare di prendermi un pugno in faccia?»
Medea ridacchió, mentre faceva posto a Cal.
«Certo»
«Non che la cosa mi disturbi, sia chiaro - continuó il ragazzo - lo prenderei volentieri a pugni anche adesso»
«Non ce n'è bisogno - fece Med - ma non voglio sentir nominare Luke Hemmings per almeno dodici ore di fila».
E mentre Calum rideva per quelle sue parole, Medea intercettó lo sguardo di Luke, appena arrivato al tavolo dei Serpeverde, insieme a Michael.
Lasció perdere, perchè i brividi del giorno prima non se n'erano ancora andati, e la poca voglia che aveva di scoprire di che cosa si trattasse, nemmeno.





Erano arrivati in biblioteca da almeno due ore, stavano ripassando alcuni capitoli di Rune Antiche e Layla già non ne poteva più.
«Ho fame» piagnucolò come una bambina facendolo ridacchiare piano per non disturbare il silenzio.
«Nel mio dormitorio ho un po' di scorte di caramelle mou – le sussurrò Ashton – Se mi accompagni le vado a prendere»
A Layla Hemmings le si illuminarono gli occhi.
«E cosa diavolo aspettavi a dirmelo? – annuì euforica – Andiamo su!»
Raccolsero i loro libri in fretta, lasciando poi la biblioteca e dirigendosi verso i corridoi.
«Tu e Michael?»
Ashton si morse la lingua. Che idiota!
«Cosa? – chiese confusa Layla, coprendosi meglio con il mantello – Siamo migliori amici e andiamo d'accordo come sempre» scrollò le spalle lei.
«Si, lo so.. – il Grifondoro si grattò la nuca imbarazzato – Chiedevo soltanto per parlare»
«Tu e Clarissa invece? Come va il vostro matrimonio?»
«Non ci riesci proprio a non essere ironica sulla mia..»
Un urlo lo interruppe facendoli fermare di scatto e sgranare gli occhi.
«Cosa è stato?» domandò nel panico la bionda, iniziando poi a correre insieme agli altri studenti verso la parte centrale del castello, da dove era arrivato quel grido. Una grande folla era già affollata in punto preciso, diffondendo in tutto il corridoio dei mormorii; "oh mio dio", "che è successo?", "povero ragazzo".
Layla si fece spazio tra i ragazzi, spintonando qua e là quelli che non la facevano passare, mentre in lei si faceva largo una brutta sensazione.
Quando arrivò in prima fila le mancò il respiro.
Michael Clifford, il suo Mike, era in una pozza di sangue, immobile e in terra.
«Lay..»
«Non toccarmi Ashton! – disse in lacrime – Non toccarmi!» gridò.
Si accasciò in terra, di fianco al suo amico, incurante del sangue che le stava sporcando tutta la sua divisa.
«Mikey – singhiozzò accarezzandogli i capelli rossi – Michael non puoi farmi questo. Tu.. – sospirò – Tu dovevi farmi copiare agli esami quest'anno lo sai vero? Non puoi lasciarmi ora!»
La bionda iniziò a scuoterlo leggermente, ripetendo il nome del suo amico come una cantilena.
La professoressa McGranitt si fece largo tra gli studenti, aspirando forte appena si trovò quella scena davanti.
«Forza avete delle lezioni da seguire! – urlò agli altri – Non c'è niente da vedere qua! Andate nelle vostre classi!» concluse prima di avvicinarsi ai due ragazzi in terra e ordinare ai due prefetti Serpeverde di portare il ragazzo in infermeria.
«Layla – la chiamò Luke, arrivato in quel momento di corsa – Layla vieni qui»
«Michael..»
«Shh – le sussurrò lui, prendendola in braccio e stringendosela al petto – Andiamo in infermeria con lui okay? – aspettò di veder annuire la sorella – Andrà tutto bene. Mike è forte e intelligente lo sai, dovrà solo dormire un po' e tornerà più sano di prima vedrai» concluse, non convincendo neanche se stesso.




 

Ciao fiorellini!
oggi l'angolo autrice lo scrivo io, Simona, perchè Giulia è una scansafatiche e non vuole accendere il computer.
per quanto riguarda il capitolo, che ve ne pare?
io vi dico solo che io e Giulia siamo troppo gasate e felici per questa storia e speriamo lo siate anche voi!
nulla, sono collassata sul divano e scusate se non sono di molte parole.
vi amiamo e anche genn e benji vi amano.
NOLO!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** III ***



 
 



TERZO CAPITOLO


La notizia di Michael Clifford aveva sconvolto tutti quanti. Era passato un giorno intero, e Mike ancora non si era svegliato. Stava lì, nel suo letto candido dell'infermeria, con Madama Chips. Layla sembrava la più a terra di tutti, e nemmeno suo fratello riusciva a tirarla su di morale. Dei ragazzi della casa di Salazar Serpeverde erano andati a trovarlo quel pomeriggio, e così Medea, dopo la lezione di Alchemia.
«Ehi..» salutó tutti, mettendo una mano sulla spalla di Layla.
La sua amica bionda giró la testa, sorridendole appena, accarezzando a sua volta la sua mano. Non aveva voglia di parlare, e Med lo capiva.
«Come sta?» domandó ancora.
Riusciva a sentire lo sguardo di Luke Hemmings addosso, lungo tutto il corpo. Le accarezzava il mantello dei Grifondoro e le entrava nelle ossa, mentre se ne stava appoggiato con le spalle al muro dell'infermeria.
«Nessun miglioramento, per ora, Medea - le rispose Madama Chips, ma poi notó lo sguardo affranto di tutti loro - state tranquilli ragazzi, andrà tutto bene, perchè non andate in Sala Grande? Layla, non tocchi cibo da 24 ore ormai»
Medea ritrovó impercettibilmente il sorriso, a sentire Madama Chips così premurosa, con loro.
«Io non mi muovo di qui» sostenne Layla, irremovibile.
«Vado io a prendere qualcosa da mangiare» si fece avanti poi Medea.
Luke scostò le spalle dalla superficie dura del muro, e: «Vengo con te».
Calum Hood valutó la situazione, ma non aveva voglia di litigare, con il suo amico Michael in quelle condizioni, e allora: «D'accordo, sto io qui con Lay».
Luke affiancó Medea, ed insieme si immisero nel grande corridoio che portava alla sala grande. La Grindelwald voleva fare rifornimento di caramelle mou e cioccorane, le preferite di Layla. Magari anche qualche caramella tutti i gusti più uno, giusto per farle recuperare solo un pó il sorriso.
Sentiva il mantello di Luke sfiorare il suo, e si sentiva talmente spaventata che avrebbe voluto stringergli la
mano. Medea odiava non sapere cosa stesse succedendo, lei odiava perdere il controllo.
«Stai tremando» disse poi Luke, spezzando il silenzio.
«E quindi?» ribattè lei, piccata.
Stavano per entrare nella sala grande, quando Medea si sentì afferrare il polso dalle dita possessive di Luke, ed in un secondo si trovó il suo corpo schiacciato da quello del ragazzo, contro il muro, nascosti da tutto e tutti.
«E quindi sta' tranquilla, non è niente»
Med trasalì, perchè era esattamente quello di cui aveva bisogno, in quel momento. Desiderava solo che qualcuno le dicesse che andava tutto bene, che Mike si sarebbe ripreso, che quello era solo un incubo molto reale.. E sì, le scocciava ammettere che Luke Hemmings avesse colpito nel segno. Lo guardó con i suoi profondi occhi per un pó, prima di gettarsi a capofitto tra le sue braccia, prima di lasciarsi andare.
«Lo so che non ti fidi granchè di me, ma se vuoi te lo prometto Med, passerá tutto»
Medea sentì le braccia di Luke stringerla forte, 'che non si era mai sentita così protetta, cosí al sicuro, ed il tutto in un mantello Serpeverde. La ragazza interruppe l'abbraccio per guardarlo e sibilare qualcosa, tra i denti.
«Cosa?» chiese Luke, confuso.
«Ho detto grazie..»
Medea non osava guardarlo negli occhi, e Luke sorrise, 'che quell'odiosa ragazzina Grifondoro sapeva infondergli una calma incredibile.
«Allora sei umana anche tu, iniziavo a credere che avessi anche il cuore di cristallo, oltre che gli occhi» fece, ridendo.
Medea lo seguì nella flebile risata, ed in quello scambio c'era sinceritá.
«Una cosa del genere» disse.
«Tranquilla, non lo dico a nessuno» scherzó Luke.
Med sorrise, forse un pó sorpresa o forse no, neanche lei lo sapeva cosa stava succedendo.
«Luke?»
«Sì?»
«Una volta di là torneremo ad odiarci, non è vero?»
«Certo che sì, angelo».





Una volta che Luke e Medea furono usciti dall'infermeria, Layla sospirò profondamente prendendo la mano di Michael; steso sul lettino senza dare segni di vita.
«Layla dovresti andare riposare – tentò cauto Calum – O perlomeno fatti un bagno caldo e poi puoi tornare qua»
«Non lo lascio solo okay? – gli rispose con voce rauca per la stanchezza – Non vado da nessuna parte, l'ho già detto».
Calum si zittì un secondo, avvicinando la sedia accanto a quella della bionda.
«Lay – le accarezzò i capelli delicatamente – Fallo per me e Med, e per tuo fratello! Cristo santo non ho mai visto Luke Hemmings così tanto preoccupato. – provò di nuovo – O fallo per Michael, non vorrai farti vedere tutta sporca quando si sveglierà vero? Eh sai non vorrei offenderti, ma inizi a puzzare un po'» concluse riuscendo a far sorridere la piccola Hemmings, che sbuffò piano.
«Okay – annuì – Mi faccio una doccia e torno. Tu non lasciarlo solo neanche un secondo, ti prego». Disse prima di alzarsi lentamente dalla sedia e avviandosi con passo strascicato verso l'uscita dall'infermeria.
Anche i corridoi che Layla aveva sempre amato, con Mike in quelle condizioni, le sembravano spogli e bui. E che diavolo era quel suono fastidioso? Sembrava quasi la voce di.. Layla si bloccó, quando i suoi sospetti furono confermati: Clarissa Jacobsen ed Ashton Irwin stavano facendo i cretini, amoreggiando nei pressi della sala comune dei Serpeverde, come se nulla fosse successo.
Layla strinse forte i pugni, e contó fino a dieci, 'che Medea le aveva detto tante volte che con i babbani era efficace e forse avrebbe funzionato anche con lei. Ma fu tutto inuitile.
Si avvicinò velocemente ai due, l'energie perse in quelle ventiquattro ore sembravano esserle tornate tutt'e insieme dandole un'adrenalina pazzesca.
«Sei uno stronzo! – urlò, spintonando Ashton – Un testa di cazzo, un verme, un vero bastardo!» continuò a gridare con, di nuovo, le lacrime agli occhi. Ashton la guardava con gli occhi spalancati, 'che proprio non si aspettava una Layla del genere.
«Si può sapere che ho fatto?» disse lui.
«Si esatto, – gli diede manforte Clarissa – Lascia stare il mio ragazzo!»
Layla tirò fuori dal mantello la sua bacchetta, puntandola alla gola della rossa.
«Tu devi assolutamente farti i cazzi tuoi!» ringhiò.
«Calmati Serpeverde»
«Michael è in coma! Non sappiamo se si risveglierà e non ci sono miglioramenti, e voi siete qui a ridere come due cretini mentre un vostro amico è in quello stato? – gridò in preda al nervosismo – Quindi, non dirmi.. Non dirmi fottutamente di stare calma, perché potrei lanciarti una maledizione sporca mezzosangue!» concluse avvicinando ancora di più la bacchetta al volto di Clarissa.
Ashton scattò prima che potesse succedere qualcosa, si mise Layla sulla spalla iniziando a camminare verso il giardino.
«Ash dove vai?»
«Vattene Clarissa!» sbottò.
Stavano raggiungendo i giardini e la bionda non aveva smesso di scalciare neanche per un istante.
«Ashton, dannazione!, mettimi giù!»
Irwin la mise in terra. Fortunatamente a quell'ora la maggior parte degli studenti erano chiusi nella Sala Grande a pranzare lasciandoli così la loro privacy, in quell'angolo di giardino.
«Lay..»
«Non chiamarmi Lay!»
Ashton bloccó la bionda spalle al muro.
«Adesso basta! - le disse, quasi urlando, autoritario - hai ragione, mi sono comportato da stronzo, ma tu devi darti una calmata, cazzo!»
Layla trattenne il respiro; non aveva mai visto un Ashton Irwin così arrabbiato. Si leccò le labbra secche prima di scoppiare nuovamente a singhiozzare forte.
«Tu non sei mai venuto a trovare Mike – balbettò – Non sei mai... Neanche per me, Ash! Tu sei stato il primo a vedermi quando abbiamo trovato Michael in quel maledetto corridoio! – iniziò ad urlare – Dovevi esserci, dovevi essere accanto a Michael in queste ore, dovevi essere anche accanto a me!»
Ashton trattenne le lacrime. 'Che nessuno tranne lui poteva solamente immaginare il dolore che provava a vedere Layla Hemmings in quello stato.
La stessa Layla Hemmings che non piangeva neanche per finta.
«E tu sei veramente uno..» Ashton la interruppe prima che potesse offenderlo nuovamente. Le prese con le mani le guance prima di attaccare le labbra alle sue, sentendola trattenere il respiro.
Gli sorrise sulla bocca, baciandola lentamente e asciugandole le lacrime con delicatezza.
La Hemmings sbarrò gli occhi dopo qualche secondo di paralisi, prima di tirare un sonoro schiaffo al castano di fronte a lei e allontanandosi di scatto.
Non poteva credere di aver baciato Ashton Irwin mentre il suo migliore amico era senza sensi in un maledetto lettino d'ospedale.
«Mi fai schifo!» gridò lei, prima di correre lontano da lui, aveva bisogno di Michael; cosciente o meno, aveva bisogno di sentire Mike con lei.
«Layla!» urlò Ashton cercando, inutilmente, di fermarla.
Layla Hemmings scomparve dalla sua vista.





Medea aveva fatto una doccia, aveva letto due capitoli di Divinazione, che alla fine aveva deciso di seguire, ed era passata ancora da Mike. Nulla di diverso: occhi chiusi, Madama Chips tra i lettini e Layla sulla sedia, affianco al suo migliore amico dai capelli rossi.
«Hai intenzione di prendere la residenza in infermeria?» le chiese, avvicinandosi un pó.
«Che significa?» le domandó di rimando la bionda.
Certo, Medea non poteva pretendere che gli altri conoscessero il linguaggio babbano quanto lei.
«Lascia stare - la liquidó, sedendosi su una sedia affianco a lei - sono passata per un saluto a Mike, sto andando in sala grande da Ash e Calum, ti va di venire con me?»
Quando Med fece quel nome, Layla trasalì.
«Lay, non ho mica nominato tusaichi, che hai da fare quella faccia?» le chiese divertita e spaventata.
«Devo dirti una cosa - confessó Layla, e Medea inizió a preoccuparsi, 'che la Hemmings non era mai stata una da confidenze tra migliori amiche - ma promettimi che non lo dirai a Luke»
«Da quando io e tuo fratello ci raccontiamo i segreti? Dimmelo e basta!»
«Ashton mi ha baciata»
Le parole le uscirono tutte in una volta, di getto, come un fiume in piena. Medea valutó l'ipotesi di scoppiare a ridere, ma poi notó l'espressione seria della sua amica.
«Okay, cosa cazzo significa che Ashton ti ha baciata? Con Mike in queste condizioni? E Clarissa da qualche parte lì fuori?»
Layla annuì e Medea capì che quelli non era il momento adatto, che l'unica ragazza serpeverde che sopportasse non sarebbe riuscita ad occuparsi anche di quello, in quel momento, così decise di pensarci lei.
«Me la vedo io con Irwin - sentenzió - tu sta' con Mike, ne avete bisogno entrambi».



Medea non disse neanche una parola, prima di tirare un sonoro schiaffo sulla guancia del suo migliore amico storico, seduto al tavolo dei Grifondoro.
«Ma sei completamente fuori di testa, Grindelwald?» urló Ashton, incredulo.
«Non sai quanto vorrei dirlo a Clary solo per poter assistere alla tripletta di schiaffi - sibiló Medea, al suo orecchio - ma resti comunque il mio migliore amico, stronzo»
«Sai di me e Layla?»
«Secondo te?» fece retorica.
Ash ci pensó un pó su e: «Quindi lo dirai a Clary?»
Med alzó un sopracciglio, come faceva sempre, quando era particolarmente sconvolta dal comportamento di qualcuno.
«Sei un vero coglione, Ash! - sbottó, tirandogli una manata sulla spalla - no, non lo diró a Clary, d'accordo? Tutto qui quello di cui t'importa?»
Ashton la guardó, confuso.
«Di cosa dovrebbe importarmi?»
«Mh, aspetta, fammi pensare.. - la mora fece finta di pensarci, e poi gli tiró l'ennesima sberla sul braccio - di Layla, per esempio!»
«Sei diventata troppo manesca, Grindelwald - fa, massaggiandosi il punto colpito, tornando poi serio - è normale che mi importi di Layla, ma che dovrei fare? L'ho baciata e mi ha preso a schiaffi!»
«Chi ha baciato chi?» intervenne luke, sedendosi al tavolo dei Grifondoro.
«Melanie Frey ha baciato un rospo a lezione di trasfigurazione, mioddio, avresti dovuto vedere la faccia della McGranitt!» inventó, su due piedi.
Ash la guardó sia sconcertato che riconoscente, nonostante tutto ed il suo comportamento, Med lo stava salvando. 'Che non voleva immaginare la reazione di Luke Hemmings, se avesse saputo del bacio con sua sorella.
Il biondo la guardó lievemente sconcertato, ma non riuscì a dire nulla, perchè qualcuno fu più veloce di lui.
«Irwin, Hemmings e la Grindelwald - la voce di Ryan Tonks s'insinuó tra di loro, facendo roteare gli occhi di Medea al cielo - ho saputo del vostro amico Clifford, quella testa rossa si riprenderà forse, chi puó saperlo, tanto sai che perdita..»
Med sentì Luke accanto a lei irrigidirsi, e giocó d'anticipo.
«Va' a farti fottere, Tonks!»
«È per caso una proposta, questa, Medea?» fece, viscido.
«Sta' alla larga da lei, coglione di un Tassorosso» s'intromise Luke.
«Un Serpeverde che difende l'onore di una Grifondoro, credevo di averle viste tutte» lo canzonó.
«Non hai davvero niente di meglio da fare? - intervenne Ashton - tipo farti leccare il culo da King o Ramirez?»
«Da quando t'importa della Grindelwald? - ma Ryan lo ignoró - Layla è tua sorella e lo comprendo, ma credevo che almeno con Medea il terreno fosse spianato»
Luke si alzó, andando a due centimetri da Ryan.
«Sparisci dalla mia vista, Tonks, e non provare mai più a fare il nome di mia sorella o di Medea, sono stato sufficientemente chiaro?»
Ryan tentennó, dopodichè esibì un sorrisino stronzo.
«Non mi fai paura, Hemmings»
«Vedremo»
Ryan Tonks se ne andó e Luke tornó al suo posto.
«I tassorosso - fece Ashton - più sono insignficanti, e più sono dei coglioni totali»
Medea voltó il viso verso quello di Luke, che intercettó il suo sguardo, Luke sapeva che due grazie in una sola giornata per lei sarebbero stati davvero troppi, e allora si accontentó. 'Che uno sguardo finalmente dolce da quegli occhi di cristallo, valeva mille parole.








Ciao piccole barbabietole. 
Quanto è carina la parola barbabietola? BARBABIETOLA
Okay, si, bene. 
Io, la Simo, Benji e Genn odiamo da morire Clarissa e Ashton è un piccolo stronzetto! Mentre dai Luke e Medea sono l'amore, non trovate? 
Quiiiindi, domande:
Cosa pensate di Luke e Medea (Ledea)?
E di Ashton e Layla (LASHTON)? 
Chi pensate sia successo al nostro piccolo, adorabile e bellissimo Mike? 
Fateci sapere con un piccolo commentino, 'che noi siamo così tanto orgogliose di questa storia e speriamo piaccia anche a voi! 
Vi amiamo tanto,
Giulia, Simona, Benjamin, Gennaro e NOLO!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** IV ***



 


QUARTO CAPITOLO


 
I corridoi di Hogwarts di notte, quando tutti gli studenti erano nei propri letti, passavano da rassicuranti e illuminati a terrificanti e completamente bui. 
Layla Hemmings stava camminando frettolosamente fuori dalla sala Comune dei Serpeverde, con la bacchetta a illuminarle dove metteva i piedi e con il terrore di essere scoperta fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco. 
Voleva dormire con Michael che, ancora dopo una settimana, non si decideva a svegliarsi. L'unica consolazione che aveva era che secondo Madama Chips in qualche giorno si sarebbe ripreso lentamente. 
Annullò l'incantesimo "Lumus" quando, arrivata fuori dalla porta dell'infermeria, sentì due voci parlottare tra di loro. 
«Il signor Clifford è sempre stato un ragazzo esemplare, non si meritava assolutamente quello che gli è successo» disse la voce dispiaciuta di quella che Layla riconobbe come Madama Chips. 
«Non ho idea di come possa essere entrato nella scuola – sussurrò la professoressa McGranitt – Madama Chips, la pregherei di non divulgare assolutamente a nessuno se non ai genitori del ragazzo cosa ha causato l'incidente del signor Clifford». 
Layla sbarrò gli occhi, che diavolo stava dicendo la McGranitt? Cos'era successo veramente al suo amico? 
Entrò velocemente nella stanza senza pensare alle conseguenze che la sua presenza lì a quell'ora avrebbe causato. 
«Cosa vuol dire che non deve saperlo nessuno? Cos'è successo davvero a Michael?» domandò dura la bionda, lanciando un'occhiata veloce al suo amico steso sul lettino. 
«Signorina Hemmings, non dovrebbe essere fuori dai dormitori a quest'ora di notte! Sarò costretta a..»
«Tolga pure dei punti a Serpeverde! – la interruppe arrabbiata – Ma mi dica immediatamente cos'è successo a Michael!»
«Non posso rivelarle nulla! – le rispose la professoressa - Mi dispiace Layla, è la mia ultima parola. Torni al suo dormitorio» concluse prima di lanciare uno sguardo fugace all'infermiera e uscire dalla stanza. 
«Signorina Hemmings..»
«Madama Chips, la prego» sussurrò stanca Layla. 
«Non le posso dirle niente signorina – iniziò la donna – Non posso assolutamente dirle che probabilmente un lupo mannaro è riuscito ad entrare a Hogwarts.»
Layla sorrise appena, tornando subito dopo a concentrarsi sulle parole appena sentite. 
«È questo lupo mannaro è ancora nella scuola?»
«Il preside Silente ha dato l'incarico a tutti i professori e a tutti i fantasmi di cercare in ogni angolo del castello – le disse Madama Chips – Non hanno trovato nulla di anomalo, probabilmente sarà scappato»
Layla annuì leggermente, com'era possibile che un licantropo fosse entrato nella scuola senza farsi notare da nessuno?
Si avvicinò alla sedia di fianco al letto di Michael, guardando supplichevole la dottoressa. 
«Sì, sì, puoi rimanere – le sorrise materna – Ma prova a dormire anche tu, ne hai bisogno»
«Grazie».
La Hemmings annuì leggermente, prima di poggiare la testa sulla mano del suo migliore amico e sperando con tutta se stessa che Mike potesse svegliarsi il prima possibile. 
«Mi manchi».





La Sala Grande era un po' il punto focale di Hogwarts, e Medea lo amava particolarmente, almeno lì potevano stare tutti insieme. Erano al tavolo dei Serpeverde, lei ed Ashton, anche se la Grindelwald ci aveva messo interi minuti, per farsi convincere. Layla Hemmings, seduta di fronte a lei, si stava mangiucchiando nervosamente le unghie, e Med lo aveva già capito: qualcosa non andava.
«Lay - cominció, quindi - non ti mangi le unghie da quando credevi che ti avrebbero cacciata per aver usato la magia per accorciare il tuo mantello, vuoi piantarla? Oppure dimmi cosa ti preoccupa e falla finita!»
Sbottó, la Grifondoro, mentre Luke si sedeva affianco a lei.
«Qualcuno è più acido del solito?»
Medea roteó gli occhi al cielo, 'che lei Luke Hemmings non lo avrebbe capito proprio mai. Non sapeva bene quali fossero i loro attuali rapporti e non capiva cosa stesse succedendo, quindi preferiva ignorarlo.
«Devo dirvi una cosa» esordì poi Layla.
Ashton lanció uno sguardo preoccupato a Medea, 'che forse aveva paura di una confessione della Hemmings a suo fratello. Magari lo faceva platealmente, così Luke avrebbe potuto riempirlo di botte in tempo reale.
«Lay, così mi spaventi - fece proprio Luke - cos'è successo?»
Layla deglutì pesantemente, e Medea le puntó i suoi occhi di cristallo addosso.
«Stanotte sono stata in infermeria, da Mike - inizió - ho sentito Madama Chips e la McGranitt che parlavano - la voce della bionda si incrinó - Michael è stato morso da un lupo mannaro»
Gli sguardi dei tre si fecero sconvolti e confusi in pochi secondi.
«Ma che cazzo..» cominció Luke.
Ashton aprì la bocca, senza sapere che dire, sentendosi stupido per essersi messo ancora una volta al centro dell'attenzione.
«Non è possibile - decretó infine, Medea - qualcuno se ne sarebbe accorto, prima o poi, della presenza di un lupo mannaro all'interno della scuola»
«La Grindelwald ha ragione - fece Luke - un lupo mannaro non è facile da nascondere, lo sappiamo tutti»
Layla annuì.
«È troppo strano»
Ashton aprì bocca, ma un'altra voce lo precedette.
«Fate una riunione e non mi invitate?» era Calum.
«Non è il momento, Hood - disse subito Luke - torna tra i Corvonero e levati dal cazzo»
Medea si accorse dell'aria che tirava e, nonostante non volesse lasciare Layla con Ashton, tiró Luke per la manica del mantello e lo costrinse ad alzarsi.
«Ma che fai?»
«Sono proprio in ritardo per Divinazione ed ho bisogno del libro che avevi detto mi avresti prestato..»
Med lasció aleggiare quella frase, mentre lo portava via, sotto gli occhi straniti dei loro amici. 
Una volta fuori dalla Sala Grande, Luke si divincoló dalla presa della mora.
«Ora puoi spiegarmi che diavolo fai? - chiese ancora - davvero, peró» precisó.
Medea gli puntó gli occhi addosso.
«Non ho voglia di sentirvi litigare - spiegó - Layla è uno straccio, io non so più che fare e adesso anche questa storia del licantropo, tu e Calum che vi insultate è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno»
Luke la guardó per un pó, dopodichè annuì.
«D'accordo - concesse poi - scusami, hai ragione tu»
Medea si lasció sfuggire un sorriso, e Luke non potè fare a meno di fare lo stesso.
«Allora non sei così coglione come credevo, ce l'hai anche tu un pó di buon senso»
«Era un tentativo di farmi un complimento?»
«Accontentati, per ora, Hemmings»
«Già, per ora».





«Allora - intervenne Calum spezzando quel silenzio imbarazzante - Chi mi spiega cos'è successo? Michael come sta?»
«Stavamo parlando di questo - rispose Layla, chiudendo per un attimo gli occhi - Stanotte ho sentito la McGranitt e Madama Chips che parlavano del morso di un lupo mannaro»
«Intendi dire che Clifford è stato morso?» alzò inconsapevolmente la voce. 
«Vuoi farlo sapere a tutti Hood?» sbottò Ashton, parlando per la prima volta. 
«Si, scusate - annuì, sedendosi accanto alla bionda - E adesso abbiamo un cagnolino inferocito per la scuola?» disse e se non fossero stati in quella situazione, Layla avrebbe riso. 
«No - negò lei - Hanno cercato in ogni angolo, del licantropo non c'è traccia».
Calum aggrottò le sopracciglia, non aveva senso. 
«E come diavolo ha fatto quella bestia ad entrare dentro la scuola? - chiese infine - Abbiamo più difese di qualsiasi altro posto, addirittura ai livelli della Gringott!»
«Non lo so! - sbottò la Hemmings - Non ci sto capendo più niente!»
«Okay basta! - esclamò Ashton, guardando velocemente la ragazza di fronte a sé - Non dormi più di due ore a notte da almeno una settimana, e quando sei sveglia non fai che preoccuparti per Michael. Hai bisogno di distrarti per almeno cinque minuti!» concluse.
«Sì, Irwin ha ragione! - annuì Calum - Quindi cambiamo discorso! Cosa c'è tra tuo fratello e Medea?» disse imbronciandosi il Corvonero. 
Layla spalancò gli occhi, guardandolo confusa. 
«Cosa?»
«Andiamo non avete notato come ultimamente si offendono meno spesso? - sbottò ovvio - Li ho visti addirittura sorridersi qualche giorno fa, capite? Si stavano sorridendo! Medea Grindelwald e Luke Hemmings!»
Layla rimase a bocca aperta e «Cosa?» ripeté incredula. 
«Ti sei drogata stamani Hemmings? - la fulminò Hood - Ho detto che..»
«Ho sentito cos'hai detto! - lo interruppe lei - No! No Calum, ti starai sicuramente facendo i tuoi mille film mentali. Io e Luke abbiamo sempre parlato di queste cose, figurati io e Med! Magari hanno deciso di prendersi una pausa dal picchiarsi ogni minuto solo per questa situazione, tranquillo» disse non convincendo neanche se stessa. 
Possibile che... Medea e suo fratello? No. 
Era solamente stanca e le parole del Corvonero l'avevano solamente condizionata, tra la sua migliore amica e Luke non c'era nulla, se non un odio mai spiegato. 





Medea si era sempre chiesta perchè i suoi occhi fossero di quel colore così freddo. Suo padre non glielo aveva mai saputo spiegare e sua madre nemmeno, prima di lasciarli. I suoi fratellini non avevano quegli stessi occhi, quelli di Kyle e Jack erano neri come la pece, e Medea davvero non se lo spiegava. A qualcuno riuscivano a mettere perfino paura.
«Occhi di cristallo - era stato proprio Luke Hemmings a coniare quel termine - cosa ne pensi del corso di Alchemia?»
Medea alzó la testa dal suo libro di Pozioni, seduta con il biondo in biblioteca. Molti dei ragazzi di Hogwarts li guardavano straniti, 'che una Grifondoro ed un Serpeverde che studiavano insieme si vedevano raramente, figurarsi Medea Grindelwald e Luke Hemmings.
«Cosa vuoi sapere?» gli chiese.
«Ne vale la pena?»
Luke non era uno che faceva le cose tanto per fare, se si cimentava in qualcosa, era perchè alla fine ne avrebbe tratto qualcosa. Quello che faceva aveva sempre, un suo scopo.
La mora aprì bocca per parlare, ma un braccio l'afferrò per la manica del mantello e si trovó Ashton Irwin a qualche centimetro dal viso.  
«Scusa Luke, ho un improvviso bisogno di Med, non ti dispiace vero? - non aspettó neanche che rispondesse - fantastico, a dopo!»
Ash la trascinó via, fuori dalla biblioteca, e Medea si divincoló dalla sua presa.
«Tu devi curarti!» sbottó, lisciandosi il mantello.
Irwin sbuffó, ed insieme camminarono verso la sala comune dei Grifondoro.
«Calum Hood è un coglione» disse poi.
«E questa è la trecentesima volta che te lo sento dire, mi hai trascinata via dalla biblioteca per ripetermi questa cosa? - chiese Med - Pozioni è decisamente il corso in cui vado peggio!»
Ashton sbuffó e: «Stavolta ho una motivazione»
«È un Corvonero non basta» puntualizzó la ragazza.
«Prima ha insinuato che tra te e Luke ci sia qualcosa - Med trasalì - ha detto che adesso vi sorridete, che parlate tanto, e se lo crede lui che ti muore dietro, allora forse un pó è vero e mi è venuto il dubbio che..»
«Ashton! - lo interruppe Medea - respira e calmati, credi davvero che tra me e Luke Hemmings possa mai esserci qualcosa? E dai! Ormai siamo migliori amici da quanto? Sette anni?»
Med scoppió a ridere, nervosamente, e mai come quella volta benedisse la voce di Layla.
«Ehi, ragazzi!»
«Ecco, arriva Layla! - fece Med, dando una pacca sulla spalla ad Irwin - risolvi con lei, piuttosto che inventarti mille storie su me ed Hemmings»
Medea se ne andó, ridendo tra sè e sè, sussurrando una serie di: "Ormai se le inventano tutte" e "Io ed Hemmings, che stronzata!"
«Dove va la Grindelwald?» chiese Layla, una volta raggiunto il Grifondoro, stranita.
«Non lo so - confessó lui - e sta anche parlando da sola, è tutta matta»
«Nah - ribattè lei, pacata, stringendosi nelle spalle - è soltanto Medea»
Ashton sorrise impercettibilmente, guardandola. Aveva sempre pensato che Layla Hemmings avesse i capelli più belli e morbidi di tutta Hogwarts. Ricordava com'era accarezzarli, sparsi sul cuscino o sulla sua schiena, ed in quel momento gli mancarono terribilmente.
«A cosa pensi?» gli chiese Layla.
Ashton scosse la testa, e lei inarcó un sopracciglio.
«Ti vedo meglio» sostenne lui.
Lay annuì.
«Ho dormito un'oretta - disse - non riesco a non pensare ad altro che non sia Mike in quelle condizioni, e di concentrarsi sullo studio non se ne parla proprio»
Ashton rimase in silenzio per un po', dopodichè si avvicinó a lei di qualche passo, incerto sul da farsi. Non sapeva più come e se toccarla, ma sapeva che aveva una matta voglia di farlo.
«Se hai bisogno di parlare, di sfogarti, di qualsiasi cosa, anche solo di prendere a pugni qualcuno, sappi che io sono qui» disse poi, con un sorriso dolce.
Layla non sapeva davvero cosa dire, cosa fare, e quindi abbozzó una risata malinconica.
«Grazie, Ash - disse, riconoscente - me ne ricorderó»
Lui annuì ed aggiunse: «A proposito, mi dispiace per l'altro giorno, non avrei mai dovuto»
Layla lo guardó con i suoi occhi scuri, e le venne quasi voglia di gettarsi tra le sue braccia, ma resistette. 
'Che finchè quelle braccia avrebbero stretto Clarissa Jacobsen, non avrebbero sicuramente stretto anche lei. Non più.
«Non importa» si affrettó a dire lei.
«Si invece»
La vicinanza tra di loro era pericolosa, ma (s)fortunatamente, la voce di Calum Hood, si frappose tra loro.
«Ragazzi! Layla! Ashton! - urló - correte! Mike si è svegliato!».





BUON ANNO A TUTTI!
Okay, innanzitutto vogliamo ringraziarvi per le recensioni, per i preferiti/le seguite/le ricordate!
Vi adoriamo da impazzire!
Poi: MICHAEL SI E' SVEGLIATO! *tralalalaaaa*
Mi dispiace per 'sto schifo di angolo autrice ma, con una mano sto tenendo pigiato il caricatore del pc che mi si è rotto, quindi non riesco a scrivere per bene AHAHA
Io, SimonA, Gennariello (lo stronzo) e Benji vi mandiamo un abbraccione e anche un bacio se ci lasciate qualche commentino!
A domenica prossima! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** V ***



 



QUINTO CAPITOLO
 

Ciò che disse Calum risuonò come una benedizione dal cielo, per Layla Hemmings. Ashton la seguì in infermeria ed i ragazzi davvero non potevano crederci, finalmente Michael era sveglio.
Layla aprì la porta come una furia, fermandosi solo un secondo per verificare che quegli occhi verdi che tanto le erano mancati fossero aperti davvero. Sorrise apertamente e si lanciò tra le braccia del suo amico. 
«Hey» 
Michael tossì, la voce roca e secca mentre stringeva con le poche forze che aveva la biondina singhiozzante sul suo petto. 
«Mi sai mancato così tanto – sussurrò lei, con le labbra umide sul collo del Serpeverde – Ho avuto paura»
«O hai avuto paura di essere bocciata, senza di me?» disse, facendo ridacchiare appena Layla.
«Mi hai fatto piangere per giorni interi, sai?» continuò a sussurrargli nell'incavo del suo collo. 
«Addirittura? – Michael sorrise appena – Posso ritenermi uno dei Maghi più importanti al mondo allora, ho fatto piangere Layla Hemmings!» disse, fintamente sconvolto. 
«Idiota» rise Layla, riuscendo finalmente per la prima volta, dopo più di una settimana, a ridere tranquillamente. 
«E tu Irwin non mi saluti?»
Mike sorrise anche al riccio rimasto sull'uscio, per permettere a loro di salutarsi per bene. 
«Hey Mike – si avvicinò ai due – Come ti senti?» 
Ashton era quasi imbarazzato, non sapeva come comportarsi. Era rimasto sconvolto alla vista di Layla in quello stato; in sette anni non l'aveva mai vista piangere così tanto. Forse non l'aveva mai vista piangere e basta. 
«Direi bene – annuì Clifford, facendo un po' di spazio alla sua amica in modo da poter stare entrambi sul lettino – Togliendo il fatto che non mi sento la gamba, tutto bene!» 
Il riccio sorrise, annuendo lentamente e lanciando un'occhiata alla piccola Hemmings, che non smetteva un solo secondo di sorridere e di guardare Michael, quasi come se avesse paura che da un momento all'altro potesse ricominciare l'incubo di quelle ultime settimane. 
«Ma tutti gli altri?» domandò Mike. 
«Hanno lezione – rispose Layla – Tranquillo, appena sapranno la novità non avrai più un attimo di pace! Verranno tutti qua» risero. 





Trasfigurazione, escluso Babbanologia, era il corso in cui Medea riusciva decisamente meglio. Calum ed Ashton chiedevano più delucidazioni a lei, che alla stessa professoressa McGranitt. I due quel giorno non si erano presentati a lezione e la mora si stava giusto chiedendo il perchè, quando vide Luke che correva. 
«Luke! - urló allora, e lui si fermó - ma dove corri?»
«Med! - era felice, si capiva dal suo bellissimo sorriso - Mike si è svegliato, vieni!»
Medea si lasció andare ad un sorriso e lo seguì di corsa. Arrivarono davanti alla porta dell'infermeria e ci si fiondarono dentro. 
«Clifford! - esclamó Luke - non azzardarti mai più a farmi prendere uno spavento del genere!»
Mike rise flebilmente, mentre Medea si avvicinava ad Ashton, in piedi di fianco al muro. Layla era sdraiata assieme a Michael, sul lettino. I due Grifondoro volevano che i tre si salutassero per bene. 
«Hemmings, non cambi mai! - poi si voltó verso Med - sempre ad importunare la mia ragazza dagli occhi di cristallo?»
«Mike! - anche la mora allora lo abbracció - eravamo tanto in pensiero..»
«Credevate di liberarvi di me?»
Risero tutti insieme, ed anche Calum si aggiunse a loro.
«Questo mai, Clifford - disse, entrando - come faremmo senza di te, testa rossa?»
Tra Cal, Ash e Luke non correva buon sangue, ma in quel momento anche Irwin ed Hemmings, i migliori amici secolari assieme a Michael, stavano ridendo per la sua battuta.
«Ragazzi, so che siete entusiasti per il signor Clifford, e credetemi lo sono anche io - intervenne Madama Chips - ma ora dovete uscire, vi richiamo io , d'accordo?»
«Grazie Madama Chips - fece Layla - a dopo Mikey!» gli mandó un bacio volante ed uscì insieme agli altri.
Ashton chiuse la porta, ed insieme si allontanarono dall'infermeria. Raggiunsero il grande spiazzo appena prima la sala grande, e Medea si lasció andare lungo uno dei tanti muri di Hogwarts, sedendosi a terra, finalmente felice e sollevata. 
Il sorriso di Layla era tornato. 
«Sono così contenta!» esclamó, infatti, mentre abbracciava suo fratello.
«Clifford è forte, vipera, te lo dicevo» disse Calum.  
«Detesto dargli ragione, ma Hood ha colpito nel segno, stavolta» fece Ashton. 
Layla si buttó in uno dei suoi discorsi senza capo nè coda, tutta presa dall'eccitazione del momento. E Luke raggiunse Med, appoggiando la testa al muro, come se finalmente potessero rilassarsi, mentre Calum li guardava di sottecchi.
«Finalmente» esordì Luke.
Medea voltó lo sguardo verso di lui, e lo trovó con gli occhi chiusi.
«Siamo tutti esausti» sostenne.
«Vero, angelo - disse, guardandola a sua volta - e credo che seguiró Alchemia»
«Ottima scelta - convenne lei - ma non chiamarmi angelo»
Si beccavano ancora, ma il loro tono non trasudava più cattiveria come una volta. Era quasi un rituale, era come se non potessero farne a meno. 
Luke si lasció andare ad una risata e: «Come ti pare, angelo».
Layla si interruppe un momento, ricordandosi di una cosa a cui non aveva dato molto peso fino ad all'ora. 
«Domani dopo le lezioni andiamo a Hogsmeade!» gridò eccitata come una bambina, facendo sorridere di sollievo Luke, 'che era davvero troppo che non vedeva sua sorella tranquilla in quel modo. 
«Io non vedo l'ora di essere ai 'Tre Manici di Scopa'! – esclamò quest'ultimo – È una vita non ci vado!»
«Diamine! – rispose Irwin – Voglio come minimo scolarmi tre bicchieri di Odgen Stravecchio!» 
«Ma se non reggi neanche una burrobirra!» gli disse Layla tirandogli una leggera gomitata. 
Ashton le prese d'istinto la mano, tirandosela poi addosso. 
«Ashton?» fece Luke, ancora seduto di fianco a Medea, guardandolo con le sopracciglia sollevate all'inverosimile. 
«Ehm, sì.. Sì scusatemi – disse balbettando ai due Hemmings. Luke che lo guardava come a fulminarlo da un momento all'altro e Layla con sguardo confuso – Io.. Devo scappare in biblioteca. Sapete no?! La professoressa Sprite vuole che le faccia un rotolo di pergamena sulle mandragole. Ci vediamo stasera» disse, quasi scappando da quella situazione scomoda e lasciando gli altri confusi da quell'atteggiamento. 
Layla guardó Ashton allontanarsi, e giurava di non aver capito nulla, degli avvenimenti degli ultimi minuti. Vide Medea voltare lo sguardo verso suo fratello, impercettibilmente, per poi alzarsi dal pavimento e pulirsi il mantello con le mani.
«Vado anche io - fece, lasciandole un bacio sulla guancia - Lumacorno voleva parlarmi»
Layla annuì, ritrovandosi con Luke che l'aveva raggiunta, e Calum.
«Tu - indicó il suo gemello - sta' lontano dalla mia migliore amica, intesi?»
Luke inarcó un sopracciglio e: «Di che diavolo parli, Lay? - si affrettó a negare - tu, piuttosto, vedi di non combinare altri casini con Irwin»
Layla roteó gli occhi al cielo, e Calum si mise in mezzo.
«Ha ragione Layla, che intenzioni hai con Med? Ci siamo accorti tutti del vostro improvviso cambiamento, cos'è, vi fate gli occhi dolci adesso?»
«Non sono cazzi tuoi - disse Luke - Mike si è svegliato, Corvonero, non ho più nessun motivo per essere gentile con te».





Layla si era stancata di sentire i continui litigi tra suo fratello ed il suo amico Calum Hood, così decise di andare dall'unica persona capace di migliorarle sempre l'umore.
«Ehi, Mikey..»
Ma quando entró in infermeria, rimase leggermente spiazzata.
«Ashton? - chiese, spaesata - che ci fai qui? E la tua pergamena sulle Mandragole?»
«Già fatta - disse alzandosi dalla sedia e stringendosi nelle spalle - vado forte ad Erbologia»
«Sì, lo so»
Layla ricordava le sue lezioni private, 'che del corso della Sprite la Hemmings non capiva mai troppo.
«Mike dorme da un'ora - disse, indicandolo con un cenno del capo - dovrebbe svegliarsi tra poco, ti lascio sola con lui»
Ashton fece per uscire, ma Layla lo bloccó per la manica del mantello.
«Ti va di farmi compagnia?»
Lui si meraviglió un pó, ma annuì subito, ed entrambi si accomodarono sul lettino affianco a quello di Michael.
«Allora domani ci sarai anche tu» cominció Layla.
«Come potrei mancare?» disse, ridendo.
«Già, sei proprio un ubriacone, Ashton Irwin!» lo riprese Layla, scherzando.
«Tu non sei mai stata da meno, Hemmings, devo ricordarti la festa del secondo anno?»
Ashton non ci fece nemmeno caso, se ne accorse due secondi dopo averlo detto, 'che no, forse non avrebbe dovuto ricordare quella festa, a nessuno dei due.
«Me la ricordo bene, senza il bisogno del tuo aiuto» disse infatti Layla.
«Mi dispiace, non volevo»
Layla annuì, guardando altrove. Ma Ash le afferró il viso, costringendola a guardarlo negli occhi.
«Se solo non ti avessi lasciata lì e se solo tu non fossi stata così testarda, Layla»
«Ci stavi provando con un'altra, Ash! - ribattè Layla - che avrei dovuto fare?»
«Lasciarmi spiegare - suggerì - o lasciarmi la possibilità di rimediare, se proprio la voglia di starmi a sentire non c'era»
«Cosa sarebbe cambiato, Ash?» chiese Layla, sconsolata.
«Forse tutto»
«Forse niente»
«Come possiamo saperlo?»
«Non lo sapremo mai - fece Layla, piccata - adesso hai Clarissa, ed io..»
«Tu?»
«Io non ho più voglia di soffrire».





 
prendimi per mano e ti amerò un'oraaaaaaa
ciao a tutte ragazze!
vi accolgo con la canzone che sto cantando da, appunto, un'ora. anche sotto la doccia.
stasera l'angolo autrice lo scrivo io (Simona), perchè Giulia è troppo scansafatiche e io la odio.
no non la odio tipo per niente però vabbeh, che dire? Mike è tornato tra noi.
Layla ed Ashton sono due idioti e Luke e Medea, beh, Luke e Medea nulla.
comunque io, Genn, Benni e Giulia vi salutiamo e vi amiamo.
tanti baci, i quattro sfigati.
A domenica prossima!





 
 
 


 
 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** VI ***


 


SESTO CAPITOLO

 
Medea Grindelwald stava odiando con tutta se stessa la professoressa Cooman per la sua incredibile capacità di divagare in argomenti che non c'entravano assolutamente nulla con Divinazione. Era seduta da sola in un banco nella terza fila e cercava di prendere appunti più velocemente possibile quando lo sbattere della porta la fece sobbalzare. 
«Signor Hemmings alla buon'ora!» disse la Cooman. 
«Meglio tardi che mai, non trova professoressa?» ghignò lui, facendo ridacchiare le ragazze in classe. 
Il biondo lanciò la borsa in terra, mettendosi a sedere di fianco alla Grifondoro. 
«Sbruffone» sussurrò Medea. 
Luke sollevò gli occhi al cielo e «Perché, tu non hai mai fatto ritardo?»
«Ma non ho mai sentito questa tua necessità di dover fare il coglione per far ridere quelle quattro galline» sbuffò lei. 
Hemmings ridacchiò, senza farsi scoprire dall'insegnante e le mise un braccio dietro la schiena. 
«Piccola Grifondoro tranquilla – le sfottè lui – Tu avrai sempre il posto d'onore nel mio cuore, non essere gelosa»
«Fottiti!» disse prima di ritornare a scrivere la lezione del giorno. 
«Signor Hemmings, dato il suo ingresso molto simpatico in classe – attirò l'attenzione su di sé la professoressa – Ci legga la mano della sua compagna. Infondo è stato l'argomento principale della scorsa lezione, non dovrebbe avere problemi»
Hemmings annuì, prendendo delicatamente la mano destra della Grindelwald e voltandola con il palmo verso il soffitto. 
L'accarezzò piano, seguendo tutte le linee da sinistra verso destra. 
«La linea del cuore dice che.. – Luke s'interruppe un secondo, corrucciando le sopracciglia e facendo preoccupare Medea. Che diavolo ci leggeva nella sua mano? – È a forma di semicerchio ed è interrotta da altre piccole linee. Quindi, subirà un forte dolore?» chiese conferma alla professoressa, facendola annuire soddisfatta dalla capacità del biondo. 
«Bene Hemmings – disse – 5 punti a Serpeverde per la sua capacità – continuò avvicinandosi per controllare anche lei la mano della mora – E signorina Grindelwald, mi dispiace così tanto, cara ragazza» concluse sconsolata. 
Medea si guardò urgentemente la mano, per poi puntare lo sguardo sul Serpeverde. 
«Che diamine significa che subirò un forte dolore? E perché la professoressa mi ha detto quelle cose?»
Hemmings scrollò le spalle, confuso. 
«Non darle retta – cercò di tranquillizzare quei due occhioni pieni di ansia – La Cooman è pazza, lo sai» le disse, sorridendo leggermente e facendola annuire piano. 
Erano arrivati quasi alla fine dell'ora, finalmente, Luke non l'aveva più distratta impegnandosi anche lui nel prendere appunti, o perlomeno era quello che Medea credeva stesse scrivendo nel quaderno rosso. 
«Ci vieni alla gita ad Hogsmeade alla fine delle lezioni?» le chiese lui. 
«Si, certo – annuì Med – Ci sei anche tu?» chiese con un tono esasperato. 
«Ah-ah – lui scosse la testa in disapprovazione – non fare finta che ti dispiaccia occhi di cristallo! Ovvio che ci sarò, una burrobirra non me la toglierà nessuno!» concluse dandole un pizzico sulla guancia già arrossita e uscendo dalla classe dopo aver preso la tracolla. 





Michael Clifford era davvero molto triste, di non poter accompagnare i suoi amici nella gita ad Hogsmeade. 
«E dai Mikey! - urló Layla, mentre Luke la prendeva sotto braccio - non fare quel musino! Mi fai quasi sentire in colpa!»
Michael la guardó male, 'che non gli piaceva proprio quando la sua migliore amica usava quel "quasi".
«Te la salutiamo noi, Madama Rosmerta!» disse poi Luke.
«Fottiti, Hemmings!»
Michael Clifford non parlava molto, semplicemente si limitava a non sprecare fiato. Ma il ragazzo dai capelli rossi sapeva sempre quando mandare affanculo uno dei suoi migliori amici, e prenderlo in giro per la sua cotta secolare nei confronti della proprietaria del pub più famoso di Hogsmeade, era uno dei momenti migliori.
«Ragazzi! - urló il professor Piton, per richiamare la sua casa - forza, andiamo, reputo questa gita una perdita tempo, non fatemi cambiare idea proprio all'ultimo minuto!».

I Grifondoro e la professoressa McGranitt erano giá arrivati da un pó, quando videro Piton con i Serpeverde.
«Ah, chi si vede!» disse Ashton.
Luke ghignó, avvicinandosi all'amico e: «I tre manici di scopa aspettano solo noi e non vedo l'ora di..»
Il biondo non finì di parlare, che una voce lo interruppe.
«Hemmings - tuonó il professor Piton - ho saputo dei cinque punti che ha fatto guadagnare a Serpeverde questa mattina, a lezione di Divinazione con la professoressa Cooman, la prego di non mandare in fumo l'ultimo anno in un solo pomeriggio»
Ashton dovette soffocare una risata, e Layla si lasció andare ad un ampio sorriso, che riuscì ad illuminare per qualche secondo l'atmosfera buia che caratterizzava Hosgmeade.
«Non si preoccupi, professor Piton, ci penso io a mio fratello!»
Piton la squadró, dopodichè si allontanó con un: «Vi tengo d'occhio, anche a lei, Irwin!»
«Mette i brividi» disse proprio quest'ultimo.
Luke scosse la testa e Layla gli lanció un'occhiata, lasciva: non avevano ancora parlato, dopo la loro ultima difficile conversazione. Ma la Hemmings non aveva nessuna intenzione di rovinare la gita a nessuno, tanto meno a lei.
«Eccomi!» a riscuoterla da quei pensieri, ci pensó la voce candida di Medea.
Lo sguardo di Luke Hemmings corse immediatamente a lei, mentre si aggiustava la cravatta rossa ed oro.
«Che stavi facendo, Med?» s'informó Ash.
«La professoressa McGranitt voleva parlarmi di un progetto di Trasfigurazione - disse, con un gesto veloce della mano, come a voler liquidare la faccenda - allora, entriamo?»
Layla annuì vigorosamente, ed appena misero piede nel pub, videro subito Calum seduto ad un tavolo con alcuni dei suoi compagni Corvonero.
«Non pensateci neanche - si affrettó a dire Luke - non mi siedo con Hood, sono qui per divertirmi»
«Totalmente d'accordo con Hemmings!» disse Ashton.
Medea roteó gli occhi al cielo, mentre Layla, sbuffando, cercava un altro tavolo.
«Questo va bene, rompi palle?» chiese la bionda. 
I due ragazzi annuirono, e si sedettero tutti e quattro. 
«Alle burrobirre ci penso io» fece Lay.
E stava per andare, ma Ash si alzó e: «Ti aiuto».
Così, Luke e Medea rimasero soli. Il Serpeverde aveva osservato la ragazza occhi di cristallo, e l'aveva trovata nervosa ed irrequieta. 
«Med?» la richiamó.
«Sí?» fece, voltandosi di scatto.
Medea si era mossa cosí velocemente, che l'odore dei suoi capelli aveva inebriato Luke.
«Tutto bene?»
Lei lo guardó per un pó, prima di obbligarsi ad annuire.
«Perchè me lo chiedi?»
«Sembri nervosa ed agitata - le fece notare - so che hai sempre l'ansia per qualcosa, ma siamo qui per divertirci e passare un pó di tempo fuori dal castello di Hogwarts, mi sembra esagerato perfino per te»
Medea sospiró, e si lasció andare.
«È per quello che ha detto la Cooman - disse - hai visto cos'è successo a Mike, non vorrei che c'entrasse qualcosa con questi strani avvenimenti..»
«Angelo, la Cooman è fuori di testa, te l'ho già detto - tentó di tranquillizzarla, come a lezione - e poi chi vuoi che ti si avvicini? Chiunque abbia anche solo la malsana idea di toccarti, dovrà vedersela con me, d'accordo?» 
Luke la stava guardando così profondamente, che a Medea sembró non ci fosse alcuna via d'uscita, da quegli occhi. Forse era quella, la sensazione che provavano gli altri quando guardavano i suoi, di cristallo.
«D'accordo - disse infine, sorridendo appena - grazie, Luke»
«Mi sfugge solo una cosa, peró» fece il ragazzo.
«Ah davvero? - scherzó Med - solo una? Sei gentile con te stesso, Hemmings!»
«Simpatica - disse, sorridendo comunque divertito - ma la cosa che non mi torna è, non mi dici di non chiamarti angelo, angelo?»
La Grifondoro sorrise, sinceramente, e si strinse ne spalle.
«Oggi no».





Layla stava tamburellando con le dita sul bancone in legno dei tre manici di scopa, aspettando impazientemente le quattro burrobirre. Ashton le stava affianco, ogni tanto la bionda sentiva il suo sguardo addosso, ne sentiva il peso. Lei lo guardò con la coda dell'occhio e lo vide aprire la bocca. Ma poi, incerto sul da farsi, la richiuse subito.
«Che c'è? – fece allora Layla – non hai mai avuto paura di dirmi qualcosa, che ti prende adesso?»
«Mi manchi» sbottò improvvisamente Ashton, facendole bloccare le dita sul bancone. 
«Cosa?»
«Ho detto che mi manchi – ripeté più sicuro il Grifondoro – Mi manca vederti arrossire per causa mia; mi manca quel tuo vizio di arricciare il naso quando ridi; mi manca il modo in cui continui a portare i capelli sciolti nonostante ti diano fastidio quando ti vanno davanti agli occhi; mi manca tenerti per mano e mi manchi tu – continuò, sotto lo sguardo sbigottito della bionda – E mi dispiace per come sia venuto fuori solo adesso quando avrei dovuto dirtelo cinque anni fa, ma mi manchi Layla»
«Sei un idiota! – gridò quasi lei – Tu.. Tu non puoi dire queste cose! Non puoi dirle mentre sto aspettando quattro fottute burrobirre per mio fratello e la mia migliore amica. Non puoi dirlo e basta Ashton, non quando dopo pochi mesi esserci lasciati ti sei messo assieme a Clarissa che, a proposito, dov'è? Perché non sei con lei e non mi eviti come fai dal terzo anno a questa parte?» sbottò tutto d'un fiato. 
«Clarissa è malata»
«Quindi la bellissima Clarissa non è disponibile e hai pensato bene di venire da me. Logico, no?»
«Ecco a voi le burrobirre ragazzi! – li interruppe Madama Rosmerta – Fanno quattro galeoni» 
Layla lasciò i soldi sul bancone, prendendo velocemente il vassoio e portandolo al loro tavolo. 
«Torno subito – disse in direzione di Medea, lanciandole un'occhiata che avrebbe dovuto dire "reggimi il gioco per favore" – Voi iniziate a bere intanto»
«Ma Lay dove vai?»
«Luke ti spiego dopo, okay?» sbottò nervosa. 
«No col cazzo! – la fermò il biondo – me lo dici ora!»
«Basta – li interruppe la Grindelwald, prendendo il Serpeverde per il polso e facendolo rimettere a sedere – Luke te lo dirà dopo, dai. Lascia perdere»
Luke Hemmings annuì, rilassandosi lentamente sulla sedia. Layla evitò di farsi domande sul comportamento fin troppo amichevole dei due, per il momento, aveva altro a cui pensare. 
Tornò velocemente verso Irwin, a cui lanciò uno sguardo truce e «Okay, ricominciamo: Sei un coglione! – urlò la bionda, attirando sguardi indiscreti che la innervosirono ancora di più – E cos'avete tutti da guardare?» 
Ashton alzò gli occhi al cielo, prima di prenderle il polso e trascinarla nella prima stanza a sua disposizione; lo sgabuzzino sul retro. Fortunatamente Madama Rosmerta li conosceva sin dal terzo anno, e, sicuramente, non li avrebbe sgridati per essere entrati nella stanza riservata al personale. 
«Che cazzo ci facciamo qui?» sbottò al limite dell'isteria Layla, sbattendo un piede a terra e spostando una scopa che le stava per cadere addosso. 
«Sei impazzita? – le rispose Ashton – Hai urlato nel mezzo di un locale pubblico dove, vorrei ricordarti, è presente anche tuo fratello!»
«E di chi pensi sia la colpa se io sono impazzita, Ashton? – allargò le braccia esausta – Mi rendi pazza e non riesco a starti dietro. Prima mi eviti quando c'è Clarissa, poi mi baci, poi ti scusi e mi eviti di nuovo come se non fosse successo nulla, da due giorni non fai altro che ricordarmi alcune cose che sono successe nel periodo in cui siamo stati insieme e adesso questo! – continuò tutto d'un fiato lei – Mi rendi pazza, Ashton te l'ho detto, io non ce la faccio più. Sei il ragazzo più st..»
Le labbra di Irwin si sovrapposero alle sue, zittendonla una volta per tutte. 
Layla non sapeva se dare retta al cuore o alla mente, ancora una volta. E nonostante suo fratello gemello si trovasse negli stessi metri quadri, decise di intensificare il bacio, schiudendo le labbra per permettere alla lingua di Ashton di fondersi con la sua. 
Le mani del Grifondoro si posarono sulle sue gambe, che Layla allacció abilmente ai suoi fianchi. Si lasció toccare ed esplorare da quelle dita che conosceva bene, rivivendo vecchi ricordi, che un po' la facevano sorridere sulle labbra di lui. 
Ashton chiuse la porta con un veloce incantesimo e appoggió delicatamente la bionda su degli scatoloni, spogliandola velocemente, mentre lei armeggiava con il suo mantello.
«Cosa dirà Clarissa?» sussurró Layla, con la voce spezzata.
«Non m'importa» disse Ash, mentre le lasciava una scia di baci languidi sul collo.
«Oh mio dio..» si lascio sfuggire lei.
Ma Ashton la zittì, con una mano sulla bocca.
«Lay..»
«No, non dire nulla»
E lo bació, insistentemente, come se le sue labbra non aspettassero altro da cinque anni, come se entrambi non vedessero l'ora di fare insieme l'amore, ancora, ancora e ancora.





Medea sapeva bene che in quello che stava combinando Layla, c'entrava anche Ashton. Ma sapeva anche che non voleva alimentare le preoccupazioni di Luke, e allora posó una mano sulla sua.
Il biondo si voltó di scatto verso di lei.
«Non dire nulla» fece lei.
Luke sorrise e prese un grande sorso della sua burrobirra. Med lo imitó, ma le sembró di notare un viso fin troppo conosciuto, guardando fuori dalla finestra.
«Luke, ma quello non è..« cominció, riducendo gli occhi a due fessure.
«Mica non dovevo dirti niente?» chiese lui.
Medea sbuffó e indicó fuori dalla finestra: «Guarda!»
«Ma cosa?» domandó Luke, confuso.
La mora si alzó e si precipitó fuori, mentre Luke la seguiva.
«Ma si puó sapere che succede? - domandó, fermandosi e sistemandosi il mantello - voi Grifondoro siete proprio dei..»
«Adesso tu mi spieghi che diavolo ci fai qui! - ma Medea non lo stava ascoltando, mentre incrociava le braccia ed arricciava le sue labbra, che Luke reputava irresistibili - Kyle Grindelwald, sei soltanto del primo anno e sei anche mio fratello, cosa ti ha fatto pensare di poter venire fino ad Hogsmeade?»
Medea era davvero arrabbiata, mentre urlava contro il suo fratellino ed i suoi due nuovi amici: Felix Lamark e George Norwest.
«Medea! - fece il piccolo Serpeverde - perchè sei qui?»
«Sono in gita scolastica, Kyle! E non devo dare spiegazioni a nessuno, io! - continuó, la sorella maggiore - voi piuttosto, cosa combinate?»
Kyle tentennó, mentre i suoi due fedeli compagni la guardavano, un pó abbagliati, 'che quei due occhi di cristallo sapevano ammaliare perfino i ragazzini del primo anno.
«Ehi, Kyle - così s'intromise Luke - vi metterete nei guai se Piton dovesse scoprire che siete qui..»
«Luke! - urlettó Kyle - noi volevamo solo provare la burrobirra!»
I suoi amici annuirono vigorosamente, 'che tutti e tre Serpeverde, vedevano Luke Hemmings come il loro idolo indiscusso. 
«Non se ne parla neanche!» urló Medea, autoritaria.
Luke la guardó per qualche secondo, prima di rivolgersi nuovamente a Kyle.
«D'accordo - concesse - ma vi fermate poco e restate con me, non voglio casini con Piton e, sinceramente, nemmeno con tua sorella!»
Kyle scoppió a ridere insieme ai suoi due amici, mentre entravano ai tre manici di scopa.
«Sei forte, Luke!» disse il piccolo Grindelwald, lasciandoli ancora soli.
Medea non poteva crederci, era fuori di sè dalla rabbia.
«Entriamo anche noi?» chiese Luke.
«Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? - sbottó - hai spinto mio fratello di undici anni ed i suoi amici ad ubriacarsi!»
Luke rise, mentre la mora pestava un piede per terra, indispettita e: «Che hai da ridere, Hemmings? Dannazione al cappello parlante che ha spedito Kyle nei Serpeverde insieme a te!»
Luke allora sbuffó e le prese il viso tra le mani, avvicinandosi a lei.
«Angelo, devi darti una calmata! - le disse - adesso entriamo, finiamo la nostra burrobirra, recuperiamo mia sorella e spediamo Kyle ad Hogwarts prima che Piton o La McGranitt possano accorgersene, d'accordo?»
«No!» sbottó. 
«Fidati di me, Med, non succederà nulla - la guardó per un pó - intesi?»
Medea tentennó, ma poi sbuffó e annuì. 
«Intesi».





Hogsmeade era sempre una delle mete preferite dei ragazzi di Hogwarts, per questo non erano mai contenti quando si trattava di tornare al castello. Luke stava ancora ridendo di Medea, che di smetterla di sgridare Kyle non ne aveva la minima intenzione, quando Layla affianco a lui, sospiró pesantemente.
«Mi dici cosa c'è? – intervenne Luke – È da tutto il giorno che non fai altro che sospirare»
Layla alzò gli occhi al cielo. 'Che proprio adesso non aveva voglia di discutere con il suo gemello. 
«Niente Luke, niente»
«Niente un corno! – la bloccò appena fuori dalla sala comune dei Serpeverde, nei sotterranei – Dimmi cos'hai!» 
Era irremovibile. Per questo la bionda sbuffò prima di superarlo di corsa, recitare la prova d'ordine ed entrare nella sala comune. 
«Quando crescono diventano impossibili!» sussurrò Luke scuotendo la testa e seguendola dentro la porta. Andò a sbattere contro di lei e «che diavolo fai qui ferma?» urlò a sua sorella, prima di alzare gli occhi e immobilizzarsi anche lui. 
La Sala Comunque era un totale caos. 
Alcuni degli altri studenti rientrati prima di loro erano accovacciati davanti i propri letti, controllando che a nessuno mancasse qualcosa. 
I divani della piccola sala erano completamente capovolti e i materassi e alcuni comodini fatti saltare in aria con un incantesimo. 
«Ma che diavolo è successo qui dentro?» 
Layla cercò l'attenzioni dei suoi compagni, che in quel momento erano spaesati e confusi quanto lei. 
«Io e Choo siamo state le prime a rientrare – disse Claire indicando una delle poche compagne non inglesi – Era già tutto così! Gemma è appena andata ad avvertire Piton e il preside» 
Luke annuì, prima di affrettare il passo verso il suo dormitorio e controllare dentro il suo bauletto che ci fosse tutto. Trattenne il fiato prima di fare un gesto urgente a sua sorella, che lo raggiunse velocemente. 
«Cosa c'è?»
«Lo hanno preso Lay» sussurrò, mostrandole il bauletto verde scuoro, ora, completamente vuoto.
«Luke che dici? Cosa c'era lì dentro?»
Luke deglutì leggermente, sapendo quanto si sarebbe arrabbiata di lì a pochi secondi Layla.
«Il diario di nostro nonno. – sussurrò, buttando con forza la piccola scatola in terra – Era lì dentro! Non lo avrebbe trovato mai nessuno!»
La Hemmings trattenne il respiro per pochi secondi, cercando inutilmente di non perdere la pazienza che le era rimasta. 
«Sei fottutamente impazzito? – gridò sottovoce – Che cazzo hai nel cervello Luke? Lo sai che non dovevamo portarlo nella scuola, potremmo mettere nei casini il nonno! Potrebbe essere arrestato – sbottò dando una spinta al biondo, che era seduto a terra con le mani nei capelli – E sai dove vanno i maghi che vengono arrestati? Li portano ad Azkaban!» 
Luke strinse i pugni e digrignò i denti. Si alzò in piedi all'altezza della sorella e «Dannazione, lo so! Lo so! – le rispose – Volevo solo studiare qualche incantesimo okay? E non le solite cazzate che ci insegnano qui! Volevo imparare qualcosa di più importante!»
«E non potevi farlo durante l'estate? Oh no, eri troppo impegnato a scopare alle feste di quegli stupidi babbani!» 
«Smettila okay? – urlò, attirando qualche sguardo – Ho fatto una cazzata, okay! Mi dispiace! Ma adesso qualcuno ha nelle mani quel diario e non possiamo dirlo a nessun professore o nonno ed io saremo in dei fottuti casini! – continuò – Quindi dovrò cercarlo personalmente. Sei con me o no?»
Di Layla Hemmings si poteva dire di tutto; che fosse una stronza, lunatica e perfino egoista. Ma non era cattiva.
«Sei un coglione – annuì tra se e se – Ma sono con te, sempre».


 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** VII ***




 
SETTIMO CAPITOLO

 
Michael era ancora in infermeria, e Layla Hemmings aveva promesso a tutti quanti, studenti e professori, che finchè il suo amico dai capelli rossi non si fosse ripreso a tal punto da raggiungerli in sala grande per pranzo, l'avrebbe fatto lei. Per questo Medea Grindelwald era seduta al tavolo dei Grifondoro con Calum ed Ashton.
«Dove sono gli Hemmings?» domandó Cal.
Med vide il suo migliore amico irrigidirsi, ma non ci diede peso, al momento.
«Lay è da Mike - inizió allora - e Luke, beh Luke..»
«Sono qui»
Il mantello Serpeverde di Luke Hemmings sovrastó la scena, mentre il biondo si sedeva affianco a Medea.
«Oh, che bello! - ironizzó Calum - non bastava Irwin, adesso anche Hemmings! - sia Ash che Luke non dissero nulla - Med, spero che tu capisca quanto io stia sacrificando per pranzare con te»
Ma quello era troppo, e Luke sbattè il pugno sul tavolo in legno.
«Chiudi quella cazzo di bocca, Hood! - tuonó - e levati dai coglioni una volta per tutte!»
Medea sgranó gli occhi e Calum si alzó, improvvisamente.
«Ma vaffanculo, Hemmings!»
Il Corvonero ne aveva abbastanza delle manie egocentriche di Hemmings, così si alzò, ed Ashton lo seguì.
«Vengo con te»
«Davvero?» fece Cal.
«Cammina!» continuó Irwin.
E Medea allora capì che c'era davvero qualcosa che non tornava, nel suo comportamento e beh, anche in quello della sua migliore amica Layla. Ma in quel momento aveva altro a cui pensare, come ad esempio un Serpeverde incazzato nero seduto affianco a lei.
«Luke, che diavolo ti è preso? Okay che sei sempre stronzo, ma ultimamente mi sembravi, non so.. diverso?» buttó lì Medea, incerta.
Luke la guardó di sottecchi, e poi sbuffó, infastidito.
«Levati anche tu, Grindelwald!»
Medea si sentì dapprima offesa, poi arrabbiata come non mai e, ancora dopo, delusa.
«Sai che ti dico? Ho sbagliato a cambiare opinione su di te, resti il bastardo che ho sempre creduto che tu fossi! Vai a farti fottere e sta' alla larga da me, Luke Hemmings!»
La Grifondoro recuperó il suo libro di Incantesimi e fece per andarsene, a passo spedito, ma Luke l'afferró per il polso, obbligandola a fermarsi.
«Med..»
«Lasciami!» sibiló, a denti stretti.
Allora Luke l'attiró a sè, davanti agli occhi indiscreti di tutti quanti, ma non gl'importava.
«Med, mi dispiace, okay? - cominció - non avrei mai voluto parlarti così»
«Perchè l'hai fatto, allora?»
Luke scosse la testa, senza staccare gli occhi da quelli di cristallo della Grindelwald.
«Vieni»
La trascinó fuori dalla sala grande, senza lasciarle la mano.
«Ma dove andiamo?»
Il Serpeverde non rispose, e Medea cercó di divincolarsi dalla sua presa.
«Luke! Dove mi stai portando?»
Finalmente si fermó, si guardó intorno ed aprì la porta di uno stanzino. La trascinó ancora dentro il minuscolo abitacolo, richiudendo poi la porta.
«Lumus» sussurró Luke, prendendo la sua bacchetta.
Med aprì la bocca, per urlargli contro qualcos'altro, ma lui gliela tappó con la mano, intimandole: «Shh» quando la spostó, Medea si rese conto di quanto fossero realmente vicini, e si ritrovó a boccheggiare, per la prima volta nella sua vita.
«Perchè siamo qui?» chiese poi, con un filo di voce.
«Immagino tu abbia saputo del casino in sala comune di noi Serpeverde»
La ragazza annuì.
«Hanno preso il diario di mio nonno, quello che contiene tutte le formule e gli incantesimi più segreti ed antichi e mi sento un coglione, perchè mamma e Layla me l'avevano sempre detto di non portarlo ad Hogwarts, perchè è vero avrei dovuto studiarle durante l'estate ma Lay ha ragione ho pensato solo a stronzate e..»
«Ehi! Luke! Fermati!» gli sussurró, appoggiando la fronte sulla sua.
Il ragazzo non aveva preso fiato nemmeno una volta, e dalla sua voce trapelava quella disperazione che aveva celato dietro la sua corazza da duro.
«Non è colpa tua, non è colpa di nessuno - lo rassicuró lei - smettila di dannarti l'anima, lo ritroveremo, d'accordo? Ritroveremo quel diario, te lo prometto»
Med aveva preso ad accarezzare il dorso della mano di Luke, e lui intrecció le sue dita con quelle della ragazza.
Annuì e: «Davvero hai cambiato opinione su di me?»
«Mi sembra evidente, no?»
Erano sempre più vicini e ormai stavano respirando l'uno sulle labbra dell'altro, Med socchiuse gli occhi e..
«Hemmings! Grindelwald! - tuonó la voce di Piton, che aveva appena aperto la porta dello stanzino in cui si trovavano - fuori di qui e di corsa a lezione, subito!».





Layla sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dire a qualcuno, di quello che era successo con Ashton, ma se non ci era riuscita nemmeno con Michael, a pranzo, allora forse doveva aspettare ancora un pó. Sospiró, che tanto ormai era un continuo sospirare e dannazione anche suo fratello se n'era accorto, e continuó a camminare verso l'aula di Erbologia, con la Sprite e, beh sì, anche Ashton.
Arrivò nel corridoio imbattendosi nelle ultime due persone al mondo che avrebbe voluto vedere. Ashton Irwin per mano alla sua dolce metà, Clarissa Jacobsen. 
«Ma che bella coppietta! – esclamò sarcastica avvicinandosi ai due Grifondoro, facendo irrigidire il riccio – Clarissa ti trovo bene, sei guarita?»
«Cosa vuoi Hemmings?» ringhiò quest'ultima, legandosi i capelli rossi in una crocchia disordinata e mostrando inconsapevolmente un succhiotto alla base del suo collo che fece male a Layla. Ma non era il momento di essere debole, si disse lei. 
«Già – annuì indicando con l'indice secco e lungo il livido della rossa – Ashton ci sa fare con la bocca, vero?» finse un sorriso malizioso, trattenendo le lacrime. Dannazione!, era una valida Serpeverde lei, non avrebbe pianto mai più per queste sciocchezze. 
Clarissa boccheggiò qualche secondo, guardando Ashton negli occhi. Occhi che sfuggivano al suo sguardo confuso. 
«Oh – fece Layla, portandosi teatralmente una mano sul cuore – Il piccolo Ashton non te lo ha detto che non sei l'unica ad aver provato la sua lingua? Eh sì – continuò fingendo entusiasmo e malizia – Quello che non fa con quella..»
«Smettila.» la interruppe Irwin, fulminandola con lo sguardo. 
«Ashy ma di che diamine sta parlando?» gli chiese la Jacobsen. 
«Stronzate Clary – le rispose – Lascia perdere»
«Già – annuì Layla, adesso più seria che mai – Solo stronzate, Clary»
Si sistemò la tracolla, entrando velocemente in classe giusto un attimo prima della professoressa Sprite. Si mise a sedere in quello che ormai era il suo banco, nella penultima fila, e lanciò con rabbia il libro e la sua piuma sul tavolo. 
«Buongiorno ragazzi – salutò la professoressa – Andate a pagina 287»
Layla iniziò a sfogliare il libro, guardando di scatto verso sinistra quando qualcuno si mise a sedere proprio accanto a lei. 
«Mi dici che cazzo ti è saltato in mente?» le sussurrò Ashton, dopo aver sistemato il suo quaderno di fronte a lui. 
Layla tornò a guardare davanti a lei cercando di non attirare l'attenzione della professoressa. 
«Dici cosa mi è saltato in mente a me di cercare di dire alla tua fidanzata con che razza di stronzo sta?» sussurrò in risposta, cercando comunque di scrivere gli appunti necessari. 
«Okay – le diede ragione Ashton – magari non mi sono comportato adeguatamente dopo quello che..»
«Non ti sei comportato adeguatamente? – lo interruppe lei, questa volta guardandolo negli occhi – Sei stato proprio un testa di cazzo, Ashton! Vorrei ricordarti che giusto ieri mi hai ripetuto che ti mancavo e giusto ieri abbiamo scopato in un cazzo di magazzino e oggi ti ritrovo per mano a Clarissa che ha pure un succhiotto sul collo!» sbottò.
«L'amore..» 
«Cosa?»
«Non abbiamo scopato – precisò lui – Abbiamo fatto l'amore»
«Non ci credo – ridacchiò istericamente – Sai una cosa? Vaffanculo Ashton – concluse Layla, alzando la mano e chiamando la Sprite – Professoressa non mi sento molto bene, posso uscire?» chiese, recuperando velocemente i suoi effetti e uscendo quasi di corsa dall'aula di Erbologia. 
Aveva bisogno di Medea, subito. 





Medea era ancora frastornata, per questo quando vide gli occhi dell'altra Hemmings, sobbalzó. La Grindelwald sapeva che Layla era gelosa oltre ogni confine, di suo fratello, per cui non le avrebbe detto nulla del loro quasi-bacio. Anche perchè, in realtà, avrebbe voluto dimenticarsene lei per prima. Quindi finse naturalezza.
«Ehi Lay! Che ci fai qui? - fece Med, riferendosi al giardino - non hai erbologia con Ash?»
Layla digrignó i denti e lanció la sua tracolla sulla panchina dove era seduta Medea, lasciandosi cadere affianco a lei.
«Okay, d'accordo, ho capito - disse la Grifondoro - vuoi finalmente dirmi cos'hai che non va?»
La bionda alzó gli occhi nei suoi, e mordendosi un labbro, trattenne le lacrime.
«Layla - Medea chiuse il libro di Babbanologia, dedicandosi completamente alla sua migliore amica - sei strana da quando siamo tornati da Hogsmeade, e lo sai che con me non devi fare finta di stare bene, lo so già che sei la migliore Serpeverde della scuola, non devi darmene prova»
Layla guardó il sorriso genuino di Medea e poi i suoi occhi di cristallo, che nonostante infondessero parecchia inquietudine, riuscivano anche a calmarla, sempre.
«Promettimi che Luke non lo saprà»
Med deglutì pesantemente, 'che prima avrebbe giurato seduta stante di tenere la bocca chiusa, ma non le piaceva più nascondere le cose a Luke Hemmings. Ma gli occhi grandi di Layla, la convinsero e: «Prometto», avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
«Io ed Ashton abbiamo scopato, ad Hogsmeade - confessó - anzi, "abbiamo fatto l'amore"» virgolettó poi.
Medea battè le ciglia un paio di volte, incolore. Dopodichè aprì bocca per parlare, ma la richiuse immediatamente. 
«Ti si è annodata la bacchetta, Med?» sbottó Layla.
La sua amica Grifondoro scosse la testa, come per riprendersi.
«Non mi stai prendendo in giro, vero?» si assicuró.
«Sedondo te?» ribattè la bionda, scocciata.
«Ma se ho visto Ash mano nella mano con Clarissa, pochi minuti fa!» si ribelló Medea, sconcertata.
«Già - assentì Lay - un vero stronzo, sei d'accordo?»
«Puoi giurarci!»
Ashton Irwin era il suo migliore amico da quando aveva messo piede ad Hogwarts, ma Medea odiava quando si comportava da bastardo con la sua migliore amica. 
«Se solo Luke lo sapesse..»
«Mio fratello non deve saperlo! - esplose subito Layla - e tu hai promesso di non dirglielo!»
«Certo, certo.. - fece Med, alzando le mani come a chiederle scusa - dicevo solo che, se lo sapesse, un pó di giustizia verrebbe fatta»
«E da quando vuoi che il tuo migliore amico si prenda un pugno sul naso da mio fratello?»
Layla inarcò un sopracciglio e, nonostante Medea si sentisse con le spalle al muro, era contenta di come fosse riuscita a regalarle un pó di buon umore, e a farla pensare ad altro.
«Da quando ti tratta come una merda, Layla» sostenne convinta.
La bionda la squadró per un pó, strizzando gli occhi.
«Ricorda! - fece Lay, puntandole il dito contro, che almeno non era la bacchetta, pensó la mora - ricorda Med, hai sempre pensato che una Grifondoro non si sarebbe mai abbassata ai livelli di un Serpeverde!»
«E quindi?» fece Medea, scrollando le spalle e fingendo calma.
«Quindi, non hai cambiato idea, per caso?» la interrogó, con fare furbo.
«No! - si affrettó a negare - ma che ti salta in testa!»
«E poi Luke è mio fratello - aggiunse - non hai idea dello schifo che proverei a vedervi insieme! Vomito lumache al solo pensiero! - ridacchió - vero Med?»
Medea scosse la testa, per poi abbozzare il sorriso più convincente che riuscì.
«Già, vero, Lay..».





Layla Hemmings non era una che amava far vedere cosa provasse realmente, un po' come suo fratello, e Medea Grindelwald lo sapeva bene. Quindi si limitava a sederle affianco, in infermeria, ad aspettare che Michael si svegliasse da quello che lui stesso aveva definito "riposino pomeridiano di un momentaneamente invalido", riposino che stava durando da almeno due ore. 
«Voglio dirlo anche a Mike» disse ad un tratto la bionda, facendo voltare Medea verso di lei. 
«Cosa?»
«Del fatto che è stato morso da un lupo mannaro. Dice di non ricordarsi niente ma deve saperlo – sussurrò Layla, evitando di farsi sentire dagli altri infortunati – E di Ashton» disse mordendosi il labbro. 
«Sono d'accordo, anche secondo me ha il diritto di saperlo – annuì – E, Lay, non devi starci male. Alla fine andrà tutto bene, okay? Ashton è un coglione ma capirà quello che si sta perdendo» concluse la mora. 
«Chi è che non sa cosa si sta perdendo?» sussurrò con voce ancora addormentata Clifford, stiracchiandosi le braccia. 
«Ashton»
«Che ha combinato Irwin 'sta volta?» chiese lui guardando immediatamente la sua migliore amica. 
Layla aprì la bocca per confessargli finalmente gli ultimi eventi accaduti in quei giorni, ma la richiuse subito quando Silente entrò in infermeria sorridendo ai tre. 
«Signor Clifford buonasera – salutò cordialmente – Come si sente oggi? – chiese, continuando a parlare dopo il "molto meglio signore" di Michael – Signorina Grindelwald, Signorina Hemmings ero venuto qua proprio per voi due»
«Cos'abbiamo fatto adesso professore?» fece Layla facendo ridacchiare gli altri tre. 
«Stranamente nulla – sorrise Silente – Ho fatto un annuncio poco fa, durante la cena. La sera prima delle vacanze di Natale, Hogwarts, organizzerà un ballo nella Sala Grande e dato che lei ci aveva avvertito che, finché il Signor Clifford non si fosse ripreso, non avrebbe mangiato insieme a tutti gli altri, sono venuto qui a dirvelo di persona» concluse sotto lo sguardo entusiasta di Medea e quello annoiato di Layla. 

Avevano appena lasciato Michael alle cure di Madama Chips e adesso stavano camminando una accanto all'altra per andare incontro agli altri ragazzi. 
«Eccole qua! – esclamò Calum avvicinandosi alle due e mettendo ad entrambe un braccio sulle spalle – Le mie donne!» concluse, facendo ridacchiare la Grifondoro e innervosire qualcun altro.
«Staccati Hood – sbottò Luke Hemmings – Subito»
«E perché mai?» sorrise furbo Calum. 
«Già, per quale motivo, Luke?» rincarò la dose Layla. Da quando suo fratello era geloso di Medea?
«Perché – iniziò dubbioso il biondo – Perché tu sei mia sorella!» chiarì imbronciandosi. 
«Ah – Calum lasciò Layla – Allora posso tenermi Medea?»
«No! – rispose immediatamente – No perché... Beh perché..»
«Perché è la mia migliore amica e io sono geloso di lei!» lo salvò Ashton, facendo annuire velocemente Hemmings e «Esatto! Ed io non voglio che Irwin si incazzi!»
Medea inarcó un sopracciglio, scettica, togliendo il braccio di Calum anche dalla sua, di spalla.
«Mi avete presa per un pezzo del mobilio, per caso? - fece, scocciata da quel loro comportamento - io non sono di nessuno, chiaro?»
Cal alzó le mani, come a chiedere scusa.
«Perdonami, occhi di cristallo! - disse, rubandole un sorriso - vorrà dire che l'invito al ballo te lo faró scritto»
Il corvonero le scoccó un occhiolino, e Med lanció un'occhiata veloce a Luke, che li stava guardando con la mascella serrata. 
«Beh, se Hemmings e Hood si stanno contendendo la ragazza occhi di cristallo, vorrà dire che mi butteró a colpo sicuro sulla bella gemellina, che ne dici, Luke?»
La voce di Ryan Tonks li fece voltare verso di lui mentre, con una calma quasi maniacale, si avvicinava a Layla.
«Cosa vuoi Tonks?» ringhiò quest'ultima. 
«Invitarti al ballo, dolcezza»
«Togliti dai piedi Tassorosso»
Ashton si mise difronte alla bionda tirando fuori la bacchetta.
«Oh-oh! Calmati Grifondoro – alzò le mani teatralmente – Vedo che anche la piccola Hemmings è off-limits, che peccato»
«Te lo ripeto un'ultima volta, vattene Tonks»
«D'accordo d'accordo! – sbuffò annoiato il biondino – Non voglio avere problemi con il gruppo che ha come amico un possibile lupo mannaro!» rise il Tassorosso, prima di fare segno ad Abel e Dallas di seguirlo e per poi sparire dietro un corridoio. 
«Lo sa – sussurrò Layla, guardando tutto il gruppo negli occhi – Come diavolo fa a saperlo?».





Medea era in ritardo per la sua lezione di Pozioni, con Lumacorno. Per questo motivo correva come una pazza per i corridoi di Hogwarts, attenta a non inciampare nel suo stesso mantello. Mentre tentava di arrivare indenne all'aula di Pozioni, si domandó cosa ci facesse un ragazzo, seduto per terra, appoggiato ad un muro. Ma poi tornó indietro nella sua folle corsa, e si accorse che quello non era solo un banale ragazzo.
«Luke? Ma che ci fai lì? Non hai lezione?»
Luke si strinse nelle spalle, abbandonato a se stesso. Allora Med sospiró e gli tese la mano, che lui guardó scettico.
«Che fai? Sei pazza? - chiese retorico - non vorrai deludere Lumacorno in questo modo!»
Medea sbuffó e: «Prima che cambi idea, Luke»
Il Serpeverde rise, alla fine, ed accettó la mano della sua, amica?, alzandosi.
«Se salti lezione tu, lo faccio anche io» disse poi la mora, stringendosi nelle spalle, fingendo noncuranza.
«Non ti riconosco più» fece Luke, continuando a ridere, mentre si puliva il mantello.
I due presero a camminare lontano dall'aula di Pozioni.
«Già, nemmeno io - convenne Med - che ci facevi seduto per terra? Da solo?»
«Pensavo - ammise Luke - il commento di Ryan mi ha sconvolto un pochettino, a dire la verità»
«Sì - annuì la Grifondoro - anche a me»
«E poi..» continuò lui, incerto.
«Poi?»
«Sono preoccupato per Layla»
Medea s'irrigidì, 'che in quella situazione non avrebbe mai voluto finirci, divisa tra i due Hemmings.
«Med? Ma che fai? Perchè ti sei fermata?»
«Io? No! - si affrettó a negare - che dici, Luke?»
Il biondo la guardó, lievemente sconcertato.
«Tu sai qualcosa?»
Medea non si mosse e non disse nulla, così Luke tiró la sua conclusione.
«Lo sai, sai cos'ha mia sorella!»
«Sì, Luke, lo so» ammise poi.
Med lo vide ridere, amaramente, mentre si allontanava da lei.
«Luke! Ma dove vai?»
«Lontano da te - disse, furioso - sai che sono preoccupato per lei, sei l'unica che sa cosa sto passando in questo periodo, e comunque non mi hai detto niente, credevo di potermi fidare di te, credevo che tra me e te..»
«Cosa? - lo interruppe lei - cosa, Luke? Cosa credevi?»
Si era stancata, di quei detti e non detti. Voleva sapere cosa pensava, una volta per tutte.
«Niente - fece poi infine - niente, Med, va' alla tua lezione, non ho bisogno di te»
«Ma certo, il grande Luke Hemmings non ha bisogno di nessuno, dico bene?» ironizzó lei, ancora una volta ferita dal suo comportamento.
«Non ho detto che non ho bisogno di nessuno - la corresse - ho detto che non ho bisogno di te, Medea Grindelwald».





 
i think i wanna marry giulia
ciao a tutte bimbe, sono simona, e inizio questo angolo autrici con una confessione in piena regola
ebbene sì, sono follemente innamorata di giulia e lei non lo sa nemmeno che io sto facendo l'angolo autrice, quindi è una sorpresa
e nulla, vi piace questo capitolo? credo che sia uno dei miei preferiti in assoluto
fanno il ballooooooo io non vedo l'ora del ballo
niente dai davvero non so più cosa dire ahahahah
io e giulia vi ringraziamo dal profondo del cuore anche solo per leggere la nostra storia, continuate a farlo e magari lasciateci qualche commentino
vi amiamo

firmato simo, giulia, ben e genn




 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** VIII ***



OTTAVO CAPITOLO

 
Medea Grindelwald si era svegliata male, quella mattina. Stava sistemando la sua cravatta rossa ed oro guardandosi nello specchio, quando vide la sua amica Megan Lovegood arricciarsi l'ultima ciocca di capelli con la sua bacchetta.
«Che incantesimo è quello?» chiese la mora.
«È fantastico, non è vero? - chiese di rimando lei, entusiasta - spero che funzioni!»
Med aggrottó le sopracciglia, sistemandosi la tracolla sulla spalla ed afferrando il suo libro di storia della magia.
«Funzionare? E per che cosa?»
Megan si voltó verso di lei, sorridendo a più non posso.
«Spero che Luke Hemmings mi inviti al ballo di Natale!»
La mora strinse i denti e si obbligó a sorriderle.
«Io spero per te di no - si avvicinó alla porta della sala comune - hai rune antiche dopo? Bene anche io, ci vediamo lì allora!»
Medea sparì prima che Megan potesse farle qualche altra domanda e si riversó nella folla di studenti per i corridoi di Hogwarts. Non aveva voglia di parlare con nessuno, era ancora scossa dopo quello che era successo con Luke, ma non poteva dirlo a nessuno e allora preferiva starsene da sola. 
Salutó con la mano il suo amico grifondoro Stephan Reynolds, immettendosi poi nell'aula di storia della magia. Si ritrovó quasi a sperare che Layla avesse saltato la lezione quel giorno, ma invano, ovviamente.
«Ehi Med! - la salutó la bionda - volevi ignorarmi per caso?»
La serpeverde rise, ignara del fatto che era proprio quello che voleva fare Medea.
«Ma no! Che dici?«
La grifondoro improvvisó una risata, e Layla inarcó un sopracciglio.
«Sei sicura di star bene, Med? - le chiese inquisitoria - ti conosco come le tasche di questo mantello, non puoi mentirmi!»
Medea stava rilettendo, ma a Layla non poteva certo dire che stava da cani per colpa di suo fratello Luke, quello che lei aveva sempre odiato.
Stava per aprire bocca, ma la gemella Hemmings la precedette: «È per quello che ha detto Ryan, vero?»
Medea la guardó spalancando i suoi occhi di cristallo e: «Sì, Lay, è per Ryan».
«Come immaginavo - fece Layla, abbassando la voce per l'imminente arrivo del professore - fantasma - non riesco a spiegarmi come diavolo faccia quell'idiota patentato di Ryan Tonks a sapere del morso del lupo mannaro!»
«Tu come l'hai scoperto?» cercó di farla ragionare Medea, 'che se si fosse concentrata sul vero problema del momento forse sarebbe riuscita a smettere di pensare a quello stronzo di Luke Hemmings e a quello che le aveva detto.
«Beh ho sentito la McGranitt che parlava con Madama Chips, lo sai - disse, ricordando - ma io sono furba e scaltra, insomma, sono una Serpeverde! Tonks è un Tassorosso e io..»
«E lei muore dalla voglia di riassumere la lezione della scorsa volta, non è vero signorina Hemmings?» la interruppe il professore.
Layla sbuffó e: «Perlomeno ha indovinato il cognome!».





I gemelli Hemmings erano nella sala comune dei Serpeverde: Layla stava provando un incantesimo insegnato da Vitious che non le riusciva bene, mentre Luke fingeva di ripassare il capitolo precedente di Storia della Magia, sfogliando distrattamente il suo libro. Quando, per l'ennesima volta, sbuffò distraendo nuovamente Layla. 
«Si può sapere cosa hai?» 
La Hemmings si mise a sedere sul divano, di fianco a lui.
«Nulla»
«E dai Lukey! – lo spintonò appena, chiamandolo con il nomignolo che gli assegnò da piccola – Sei mio fratello e stai di merda e io non voglio che tu stia così» 
Luke la guardò intenerito. 'Che Layla si apriva così tanto solo con lui ed erano passati troppi giorni da quando non parlavano, solo loro due. 
«Okay ascoltami – le rispose voltandosi a guardarla negli occhi uguali ai suoi – Prometti di non arrabbiarti e, sopratutto, non assillarmi per sapere il nome. D'accordo?»
«Che nome?»
«Prometti e basta!»
«Okay okay – alzò gli occhi a cielo – Te lo prometto, adesso dimmi»
Luke prese un respiro profondo prima di aprire bocca e: «Credo di essermi innamorato – disse tutto d'un fiato – È incredibile, vero? – ridacchiò da solo, sotto lo sguardo stupito della sorella – E fa schifo Layla. Fa schifo perché non cambierà mai niente, non potrà cambiare mai niente!» sbottò poggiando la testa all'indietro e tirandosi i capelli con disperazione. Layla gli prese le mani trattenendo tutte le domande che voleva porgli solo nella sua testa, e gli sorrise dolcemente. 
«E questa pazza si fa scappare Luke Hemmings? – spalancò gli occhioni azzurri sconvolta – Ma dico? Ti ha visto bene Lukey? Se solo tu non fossi mio fratello e non mi facessi quindi schifo..»
«Sei disgustosa Layla! – rise a gran voce il biondo, tirandosela sul suo petto e stringendola in un abbraccio – Ma ti amo, lo sai vero? Sei l'unica della nostra famiglia con cui posso essere me stesso» le sussurrò con le labbra premute sulla sua fronte. 
«Lo so – annuì piano – Però sai che mamma e papà anche se sono dei maghi tremendamente stronzi – disse facendolo ridacchiare – ci vogliono bene, vero?»
Luke annuì, chiudendo un po' gli occhi e godendosi la sua gemella tra le braccia. 
«Luke?» richiamò l'attenzione lei. 
«Mh?»
«Ti amo anche io, tantissimo»
Luke sorrise. 
«Lo so».
Non passò molto prima che il professor Piton entrasse nella sala comune dei Serpeverde cercando subito con lo sguardo i due biondi. 
«Signori Hemmings – li guardò – Seguitemi»
Luke e Layla si guardarono confusi, non perdendo però tempo a seguire il loro professore di difesa contro le arti oscure. 'Che avere un Piton innervosito non avrebbe sicuramente migliorato la giornata. 
Camminarono velocemente e in silenzio lungo i corridoi salendo le scale di corsa per evitare che si muovessero prima di fermarsi di fronte l'ufficio del preside Silente. 
«Cosa ci facciamo qua?»
Il professore sollevò gli occhi al cielo e: «Dovete entrare, Silente vuole parlarvi» facendo annuire i due gemelli e facendoli entrare nella stanza. 
L'ufficio del preside era situato nella torre più alta del castello, era di forma circolare, molto ampio e accogliente. Appesi alle pareti c'erano i ritratti di tutti i vecchi presidi di Hogwarts. Lo studio era pieno di oggetti magici di ogni genere, disposti in ordine su tavoli e mensole; ma sicuramente la cosa che colpiva di più l'occhio era il trespolo della fedele Fenice di Silente. Luke e Layla si incantarono a guardarla. 
«Buona pomeriggio signori Hemmings – li salutò Silente seguendo il loro sguardo – È bella vero? Si chiama Fanny» sorrise l'uomo, accarezzandole delicatamente la testa. 
«Professore perché siamo qui? Voleva parlarci?» chiese Luke, ansioso di poter tornare nel suo dormitorio. 
«Bene ragazzi tutti noi sappiamo ció che è successo a voi Serpeverde qualche giorno fa. Ebbene, voi due Hemmings, nascondevate qualcosa di così prezioso da far sì che qualcuno volesse mettere totalmente a soqquadro la vosta sala comune?» 
«E perché lo chiede a noi?» controbatté Layla, sentendo Luke al suo fianco irrigidirsi impercettibilmente. 
«Perché lo sto chiedendo a tutti gli studenti della vostra casa, Signorina Hemmings» rispose calmo Silente. 
«No. Non abbiamo nulla di valore. – continuò sicura la ragazza – L'unica cosa preziosa che potevamo avere era la collana di nostra madre. Ma è ancora al suo posto»
Il professor Silente annuì, spostando lo sguardo sul più grande degli Hemmings. 
«Niente, signore» confermò anche lui, leggermente più rilassato. 
«D'accordo – gli sorrise dopo qualche secondo di silenzio – Potete andare ragazzi – li congedò gentilmente – Se volete potete prendere qualche bacchetta magica alla liquirizia» concluse, indicando un secchio pieno di dolci.
Layla ne prese giusto tre o quattro, prima di salutare il loro preside e uscire seguita da suo fratello. 
«Beh – scrollò le spalle – Almeno abbiamo ricavato queste!» disse entusiasta, prima di iniziare a mangiare una liquirizia sotto le risate di Luke. 





Il tavolo dei Grifondoro era abbastanza affollato, ma Medea sedeva da sola. Layla era scomparsa chissà dove ed Ashton era a fare il coglione con Clary, ma tanto meglio, con tutta la rabbia che aveva in corpo lo avrebbe ucciso.
«Meddi?»
La mora occhi di cristallo si voltó subito, quando sentì quella voce. 
«Ehi, Jack! - chiuse il suo libro di Rune Antiche, e sorrise al suo fratellino - qualcosa non va? Tutto bene, vero?»
Era diventata più apprensiva, con i suoi fratelli, da quando era successo quello che era successo con Michael. Non se lo sarebbe mai perdonata se fosse successo qualcosa loro all'interno delle mura di Hogwarts, con lei presente.
«Io sto benone - fece lui, che ormai al terzo anno sembrava un mago grifondoro tutto d'un pezzo - tu mi sembri triste però, Rune Antiche è noiosa, vero?»
Medea scoppió a ridere, a tratti commossa dalla preoccupazione di Jack. Lo abbracció stretto e gli scompiglió un pó i capelli.
«Noiosissima, fratellino!»
Jack rise abbracciando a sua volta la sorella maggiore. Era sempre stato un ragazzino dolce e super attaccato alla sua sorellona, da quando poi la madre dei Grindelwald era tragicamente scomparsa, i piccoli avevano iniziato a vedere in Medea una figura materna.
«Dì un pó - attaccó proprio lei - con chi andrai al ballo di Natale?»
Jack ci pensó su, poi sorrise sornione e: «Credi che se invitassi Layla poi Ash ce l'avrebbe a morte con me?».
Med scoppió a ridere e poi fece per rispondere, ma qualcun altro fu più veloce di lei.
«Nah, credo che a te perdonerei l'affronfo, Jack!»
Ashton Irwin si sedette di fronte ai fratelli Grindelwald, mentre il più piccolo lo guardava con ammirazione.
«E secondo voi dirà di sì?»
«Ovviamente! - esclamó Med - corri a cercarla! Al massimo le puoi sempre rifilare un filtro d'amore!»
Ashton rise e Jack lasció un bacio sulla guancia di Med, che gli scompiglió ancora i capelli.
«Ehi! - s'indignó lui - mi rovini i capelli e poi io con chi ci vado al ballo se Layla mi vede così?»
«Chiedo scusa!»
«Stendila!» fece Ash, prima di guardare Jack sparire dalla Sala Grande.
«E tu invece stalle lontano - disse di getto Medea - non mi piace come ti stai comportando con lei, Ash!»
Il ragazzo inarcó un sopracciglio, ed afferró il libro della sua amica.
«A me invece non piace il tuo musino triste - fece - e sei anche più stronza del solito»
«Ridammi il libro» disse Medea, piccata.
«Piccola - cominció Ashton - lo tenevi al contrario, mi spieghi come fai a studiare Rune Antiche al contrario?»
Medea sbuffó, ed incroció le braccia al petto, come una bimba.
«Allora?»
«Allora Luke Hemmings è uno stronzo e dannazione, con tutti i maghi che ci sono a Hogwarts dovevo innamorarmi proprio di lui? Del più odioso, egocentrico, sbruffone, testa di cazzo Serpeverde che si sia mai visto!» esplose.
Ashton strabuzzó gli occhi, 'che non poteva credere alle sue orecchie.
«No, ferma, aspetta un attimo - cominció, sottovoce - hai davvero detto che ti sei innamorata di Luke? Luke Hemmings? Il mio migliore amico Luke? Il gemello di Layla? Stiamo parlando di quel Luke?»
«Quanti altri Luke ci sono ad Hogwarts?»
«A dire il vero un bel pó.. - riflettè Ashton - ma non è questo il punto, insomma Med, tu hai sempre odiato Luke..»
Medea annuì, piano.
«Lo so»
«Wow, lo sapevo che l'ultimo anno sarebbe stato pieno di sorprese»
«Non lo dirai a nessuno, vero?»
La Grindelwald guardó il suo migliore amico, ed Ashton in quegli occhi così belli lesse tutta la sua fragilità del momento. Allora scosse la testa e: «Stai tranquilla, Med, lo sai che su di me puoi sempre contare».
Medea sorrise e una folata di profumo di vaniglia invase le narici di entrambi i Grifondoro.
«Beh volete sapere l'ultima?» s'intromise così Megan Lovegood.
«Sarebbe?» fece Ash, curioso.
«Prima ero a Difesa contro le arti oscure, con gli Hemmings - cominció ed Ash lanció un'occhiata a Medea, che ostentó naturalezza - e beh, stavo guardando Luke prendere appunti quando, ad un certo punto lui alza lo sguardo e, bang!, occhi negli occhi! Il prossimo passo sarà chiedergli di venire al ballo con me. se non lo farà lui! Med, che ne pensi? Dici che accetterà? Chissà quanti inviti avrà già ricevuto!»
Ci fu un momento di silenzio, durante il quale Megan guardava speranzosa la sua amica, con gli occhi spalancati ed Ashton, non sapeva cosa dire, forse per la prima volta nella sua vita, non in presenza di Layla.
«Spiacente Lovegood! – ma fu così che Layla Hemmings arrivò alle sue spalle, sedendosi di fianco alla sua amica – Mio fratello non accetterà mai il tuo invito» sorrise fintamente. 
«Oh, o-okay – balbettò Megan. 'Che Layla l'aveva sempre intimorita – Adesso.. Adesso vado. Scusatemi» disse, prima di affrettare il passo e sparire dalla Sala Grande.
«Già.. - fece poi Med, schiarendosi la gola e alzandosi - vado a cercare Jack, o Kyle, insomma uno dei due si sarà cacciato in qualche guaio. Layla ci vediamo dopo..»
L'aveva ammesso a se stessa ed anche ad Ashton, non poteva reggere Meg che le parlava di Luke in quel modo, non poteva e basta. 





Layla ed Ashton si erano ritrovati completamente soli, cioè, sebbene il tavolo dei Grifondoro fosse colmo di gente, i loro occhi non riuscivano a guardare altro, volenti o nolenti.
«Quanta cattiveria, nei confronti della Lovegood» smorzò il silenzio, Ash.
Layla si strinse nelle spalle, noncurante.
«Sono pur sempre una serpeverde, no? - fece retorica - e poi è vero, Luke non accetterebbe mai il suo invito, Megan non è proprio il suo tipo»
«È una apposto» continuó il grifondoro.
«Vuoi scoparti anche lei?»
Quella domanda di Layla, sconvolse vagamente Ashton, che strabuzzó gli occhi, colpito dritto al cuore.
«Abbassa quella voce, Layla» sibiló.
La bionda sorrise, con malizia, avvicinandosi di più al viso del riccio.
«Che c'è? - fece lei, innocente e sottovoce - paura che la Jacobsen possa sentirti?»
«Sta' zitta e basta, non ho voglia di parlare di Clarissa con te, okay?» fece lui di rimando, stizzito.
«Come ti pare, Irwin - concesse Layla - allora, le hai già chiesto di venire al ballo con te?»
Ashton roteó gli occhi al cielo, leccandosi poi le lebbra, 'che ancora non se lo spiegava, ma diventavano subito secche non appena cominciava a parlare con la Hemmings.
«Tu piuttosto - ribaltó la domanda - con chi ci andrai?»
Era palesemente e fastidiosamente curioso, così Layla inarcó un sopracciglio.
«E a te che importa?»
Ashton si stava perdendo negli occhi grandi della bionda più bella dei Serpeverde, quando una voce conosciuta si fece largo tra di loro.
«Ehi! Lay ti ho cercata ovunque!»
Jack Grindelwald si palesó davanti ai due, con il fiatone ed i capelli leggermente scompigliati.
«Jack! - fece Layla, sinceramente felice di vedere il fratellino della sua migliore amica - mi stavi cercando? E perchè?»
«Volevo chiederti una cosa.. - cominció guardando poi Ash - ti da fastidio se lo faccio davanti a te?»
Ashton rise, alzando poi le mani, mentre Layla lo guardava confusa, con un mezzo sorriso ad incresparle le labbra.
«Di che si tratta, Jack? Adesso sono curiosissima!»
Guardó il ragazzo grifondoro dei Grindelwald negli occhi neri, che facevano un contrasto quasi spaventoso con quelli chiari della sorella, mentre si sistemava maniacalmente i capelli.
«Aspetta - fece la serpeverde, mettendo a posto il suo ciuffo ribelle - ecco, adesso sei perfetto»
Ashton guardava con amore quella scena, 'che la sua Layla, che ormai più tanto sua non era, era sempre stata così: si mostrava dura ed indistruttibile, ma davanti a due occhioni speranzosi come quelli di Jack, non riusciva a nascondere la sua dolcezza e vulnerabilità. Ed Ashton amava quei tratti della sua personalità.
«Mi chiedevo Layla - cominció - se ti andava di venire al ballo con me, quello di Natale, magari.. ma solo se vuoi..»
Layla scoppió a ridere, lasciando poi un bacio sulla guancia di Jack.
«Ma certo che vengo al ballo con te!»
«Grande! - esultó lui - allora.. beh, allora.. ci vediamo!»
La bionda lo salutó con la mano, tornando poi con gli occhi su Ash.
«Ecco con chi andró al ballo» fece lei, mentre lui la guardava in un misto di tenerezza ed apprensione.
«Che c'è? - gli chiese - perchè mi guardi come se qualcuno avesse appena usato la maledizione cruciatus su di me?»
«Perchè sei bella quando sei così piccola e dolce». 





Medea Grindelwald era arrabbiata. O forse era meglio dire; incazzata nera.
Era stata convocata dalla professoressa McGranitt per il più piccolo dei suoi fratelli. Kyle Grindelwald camminava di fianco a lei, con lo sguardo basso e le labbra imbronciate. Sono diretti alla sala comune dei Serpeverde, 'che Medea voleva controllare con i suoi occhi che andasse nel suo dormitorio senza combinarne un'altra delle sue, quando un Luke Hemmings le si parò di fronte. 
«Luke!» esclama entusiasta Kyle, dandogli un pugnetto sul braccio come saluto, facendo sorridere il biondo. 
«Hey Kyle! – lo salutò – Perché quella faccia arrabbiata?»
«Oh! Lui non deve neanche azzardarsi a ritenersi arrabbiato – sbottò la mora precedendo la risposta del fratellino – Io sono quella arrabbiata! E fidatevi, considerarmi in questo modo è un eufemismo» 
Luke sollevò le sopracciglia sorpreso, guardandola confuso. 
«Cosa è successo?»
«Già, Kyle, di un po' a Luke cos' hai fatto!» continuò Medea. 
«Meddi era solo uno scherzo! – Kyle batté un piede in terra, stringendo i pugni – Ho dato ad una mia compagna la pozione polisucco e l'ho fatta trasformare in un gatto!» spiegò, facendo sbuffare la più grande. 
«E perché diamine hai dovuto farlo?!»
«Perché pensavo durasse solo qualche minuto quella pozione! – si imbronciò il bambino – E poi era un gatto carino!». 
A quel punto Luke scoppiò a ridere di gusto. Tenendosi la mano sulla pancia e piegandosi appena per riprendere fiato. 
«Cristo! Sei una peste Kyle! – gli disse ridacchiando ancora – E ti adoro per questo!» concluse facendo nascere un sorriso orgoglioso sulle labbra del piccolo Grindelwald. 
«Luke!» lo sgridò la mora, fulminandolo con lo sguardo. 
«Andiamo Angelo! – sollevò le spalle lui – Per lo meno hai un fratello intelligente! Io al primo anno non sapevo distinguere una mandragola da della semplice ortica!».
«Smetti di chiamarmi Angelo, dannazione! – sbottò Medea, voltandosi poi verso suo fratello – Kyle vai da solo nel tuo dormitorio e, per Godric!, non combinarne un'altra delle tue, intesi?»
«Intesi» le rispose, salutando Luke con un sorriso e correndo verso i sotterranei. 
«Ascolta Med – Luke interruppe quei secondi di silenzio – Io volevo..»
«No Luke! Adesso stai zitto e ascolti attentamente, okay? – lo bloccò la ragazza con gli occhi di cristallo – Smetti di chiamarmi Med, o Angelo o in qualsiasi altro modo tu voglia! Anzi, fai una cosa – ringhiò – Non chiamarmi per niente. Tanto tu non hai bisogno di me, giusto?»
«Maledizione vuoi fottutamente ascoltarmi?» gridò il biondo, stanco di tutta quella situazione.
«No!»
«Mi dispiace!» sbottò. 
«Vaffanculo!» alzò il tono della voce anche Medea, guardandolo per qualche secondo prima di voltarsi e correre via.
Medea Grindelwald stava piangendo per un Serpeverde. 





Medea si stava dirigendo nella sala grande, asciugandosi ancora gli occhi. Detestava piangere, perchè le diventavano più rossi di due semplici occhi normali, e quindi non poteva nasconderlo a nessuno. Scorse i capelli biondi e vaporosi di Layla ancora al tavolo dei grifondoro, di fronte ad Ashton.
«Med! - urló Layla, prima di guardarla in faccia - ma che hai fatto? Perchè stai piangendo?»
«Non sto piangendo!» tentó, comunque.
«E io sono una Tassorosso! - disse - ommioddio, per tutti gli elfi, grazie al cielo non lo sono!»
Medea rise, 'che quella pazza sapeva sempre farla stare meglio con le sue stronzate. E Layla ne era davvero felice, di avere quel potere: odiava vedere la sua Grifodoro preferita in quello stato.
«Starà piangendo perchè Burbage le ha detto che non sarà mai una babbana!» scherzó Ash, facendola ridere.
In quel momento, Claire Skrewt, raggiunse i ragazzi. 
«Ciao ragazzi! Scusate l'interruzione ma, Layla, Lumacorno ti vuole parlare!»
«Oh, okay..».


Il professore di Pozioni più strane che Hogwarts avesse mai visto, pensó Layla tra sè e sè, diretta alla sala comune dei Serpeverde. Ma qualcos'altro, attiró la sua attenzione; un forte verso molto simile all’ululato di un lupo arrivò dall'esterno. Corrucciò le sopracciglia, uscendo nel retro del castello e guardandosi in torno. Un secondo ululato arrivò più forte e chiaro di quello di prima mentre qualche pipistrello spiccava il volo. Layla si voltò immediatamente verso la foresta proibita, estraendo dal suo mantello la bacchetta e facendo un incantesimo veloce per illuminare dove metteva i piedi. 
Si guardò alle spalle, sperando vivamente che nessun professore la vedesse entrare da sola nella foresta: non aveva assolutamente voglia di far perdere punti alla sua casa adesso che erano in vantaggio e, ancor meno, di essere espulsa. 
Si addentrò nella boscaglia, camminando il più lentamente possibile e alzando la guardia. Se li ci fosse stato un lupo, probabilmente era quello che aveva ferito gravemente Michael e lei, gliel'avrebbe fatta pagare. 
«Andiamo so che sei qui cagnolino!» sussurrò da sola, guardando a destra e sinistra.
«Lumus maxima» disse, aumentando la luminosità della sua bacchetta rialzando lo sguardo di fronte a lei e rimanendo shockata dalla scena. 'Che okay, si aspettava di vederlo diavolo!, era andata dentro la foresta proibita proprio per quello, ma immaginarsi un lupo era un conto e ritrovarselo di fronte era un altro; sopratutto per lei che non ne aveva mai visto uno. 
Un lupo dal pelo nero e le fauci spalancate come a volerla attaccare da un momento all'altro la fissava con due occhi gialli inquietanti. 
«Sei tu quindi il bastardo che ha quasi ucciso il mio migliore amico, vero?» chiese come se quella bestia potesse davvero risponderle. Il lupo ringhiò, iniziando po ad avvicinarsi minacciosamente alla bionda.
Layla gli puntò la bacchetta contro.
«Stupeficium!» 
La solita luce rossa partì dalla punta della sua bacchetta, sfiorando per un pelo il cane. Quest'ultimo dovette innervosirsi ancora di più e si avvicinò alla ragazza con velocità. 
Layla indietreggiò appena e: «Stupeficium!» ripetè, colpendolo alla zampa questa volta. Questo ululò per il dolore, scappando poi nel buio della foresta e facendo respirare pesantemente Layla. 
Aveva avuto paura e, anche se non era morto come Michael aveva rischiato di essere, sentiva di star leggermente meglio con se stessa. 
Layla tornò dentro la scuola, fortunatamente nessuno l'aveva vista o sarebbe stata nei casini. 
Guardò l'orologio, notando che fosse già entrato in vigore il coprifuoco e: «Lumacorno mi perdonerà per non essermi fatta vedere.».

 






 
oggi odio giulia, non vuole mai fare l'angolo delle autrici quindi lo faccio io (simona, ovviamente).
nulla, questo capitolo è definitivamente il mio preferito- lo adoro adoro a d o r o  A D O R O
okay, che dire? io shippo Lashton e Ledea, dove Lashton sono Layla e Ashton e non Luke e Ashton, ovviamente
anche se magari ci sarà un colpo di scena e Ash e Luke si dichiareranno amore eterno, chi lo sa?
io lo so, e no, non succederà. per il resto nulla. vi amiamo tanto.
ci sentiamo al decimo capitolo.
Ben, Giulia, Genn e Simona <3





 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** IX ***


Scrivo qua e verrà anche uno schifo perché sono da cellulare. Solo, scusateci per il ritardo! Ma io e la Simo siamo state un po' impegnate ultimamente!
Anyway, vi amiamo sempre.
Enjoy :)




NONO CAPITOLO

 


   

«C’è un motivo per cui odio i balli» cominciò Steph Reynolds, prendendo posto con Medea al tavolo dei Grifondoro.
«Sarebbe?» chiese la ragazza, voltando lo sguardo verso il suo amico.
«Questo! – fece ovvio, allargando le braccia per indicare lo spazio della sala grande – gente che si tiene per mano, che programma la serata e che si danna l’anima perché quello o quella che volevano invitare, ha già detto sì a qualcun altro».
Med guarda il Grifondoro un po’ sconcertata, senza capire realmente perché si stia comportando così. Steph era sempre stato uno diverso dagli altri, ma non così tanto da farsi venire un esaurimento nervoso per un ballo scolastico.
«Immagino tu non abbia ancora chiesto a nessuno, di accompagnarti.» disse poi la mora, aprendo il libro di Trasfigurazione.
«No – disse Steph, deciso – e non credo di farlo».
«Non verrai?» domandò Medea, sorpresa, alzando gli occhi dal suo libro.
«E per che cosa? – chiese retorico lui – per vedere questi stupidi conformisti innamorati che fanno a gara per impressionare il proprio partner? No grazie, rifiuto con piacere l’offerta».
Medea valutò quello che Steph le aveva detto, guardandolo mentre scriveva freneticamente un rotolo di pergamena per il professor Lumacorno. Si ritrovò a pensare che probabilmente non aveva tutti i torti e che forse anche a lei sarebbe piaciuto restare lontana dal ballo, soprattutto dopo quello che era successo con Luke. Sicuramente ci sarebbe andato con una di quelle tante oche senza cervello del loro anno che gli morivano dietro, e lei non aveva voglia di starsene in disparte a guardarlo mentre a lui di lei non gliene fregava nulla.
Stava per aprire bocca e dire a Steph che sì, aveva ragione, ma qualcuno fu più veloce di lei.
«Ragazzi, non potete neanche immaginare! – strillò Clarissa Jacobsen, arpionata alla mano di Ashton Irwin – il mio Ashy è stato così tremendamente dolce, nel farmi la proposta per il ballo!»
«Ecco, appunto – fece Steph, rivolto alla sua amica seduta a fianco a lui – io me ne vado, tanti auguri Med!»
Il Grifondoro raccolse la sua roba e si allontanò dalla sala grande, mentre Ashton e Clary si sedevano di fronte a Medea, confusi.
«Che ha Steph?» domandò Ashton, per primo.
Med si strinse nelle spalle, continuando a leggere una pagina del suo libro di Trasfigurazione.
«Oggi è particolarmente scettico» lo mise al corrente.
Ash annuì, mantenendo comunque una punta di confusione nello sguardo.
«Beh, probabilmente non ha nessuno da invitare al ballo – commentò malignamente Clarissa – è sempre così strano, quel ragazzo».
Medea scattò con lo sguardo sulla Jacobsen, riducendo i suoi occhi di cristallo a due fessure, profondamente irritata per le parole della ragazza del suo migliore amico.
«Beh, sai, non tutti siamo fortunati come te ed Ashton – disse allora, ironica – fortunati poi, si fa per dire».
«Oh, Med, ma non mi dire – fece ancora Clary – nessuno ti ha ancora invitata al ballo?» concluse, fingendo dispiacere.
La Grindelwald sbuffò, sapeva benissimo che a Clarissa Jacobsen non importava nulla che lei non avesse ancora ricevuto nessun invito.
«Fa’ la finita, Clary» disse Ashton, rivolgendo poi un sorriso quasi d’incoraggiamento alla sua migliore amica, sapendo perfettamente come stavano le cose.
«Fa niente Ash – disse Med, sorridendogli comunque di rimando – dov’è Layla?» chiese, aveva voglia di stare un po’ con la sua migliore amica ed era dalla scorsa notte che non la vedeva.
Ashton si strinse nelle spalle.
«Non la vedo da ieri».
Med annuì, chiedendosi se fosse stato il caso di preoccuparsi, ma l’irruenza con cui i riccioli biondi di Megan Lovegood invasero il suo campo visivo, non le permisero di formulare alcun pensiero.
«Potrei mettermi a piangere per quanto sono contenta!»
La Grifondoro si precipitò al fianco di Medea, con un sorriso che andava da un angolo all’altro del suo viso.
«Megan, così ti si deforma la faccia» la informò Ashton.
Med ridacchiò, per poi guardare la sua amica.
«Allora, Meg? Qual è la novità? Perché sei così felice?» chiese, curiosa.
«Luke Hemmings mi chiesto di andare al ballo con lui! – esplose, come se non fosse più capace di tenerselo dentro – non è meraviglioso?»
Medea sentì come un colpo al cuore, quando Megan pronunciò quelle parole. Luke, il suo Luke, che poi di suo non aveva proprio niente, le aveva chiesto di andare al ballo con lui. Sentì le lacrime pungerle gli occhi, e sentì lo sguardo di Ash addosso, ma piangere per lui due volte nel giro di una settimana sarebbe stato troppo da sopportare, per Med. Allora si sforzò di sorridere, prese il suo libro sotto braccio e si alzò dal tavolo.
«Meraviglioso, certo».





La Sala Comune di Serpeverde aveva i soffitti bassi, i muri in pietra e l'atmosfera cupa, principalmente a causa delle lampade verdi che illuminavano fiocamente l'ambiente. Si estendeva parzialmente sotto il Lago Nero e Layla aveva sempre adorato starsene sdraiata sui divanetti in pelle nera al centro della stanza. 
È appena tornata dalla lezione di rune antiche, che era stata deliziosamente noiosa come sempre, quando trovò suo fratello e Michael -uscito, finalmente, dall'infermeria- stravaccati nelle poltrone. 
«Vi state annoiando?» 
I due ragazzi annuirono, Mike con una smorfia per il fastidio che la ferita alla gamba ancora gli provocava. La cravatta verde e argentata era stata allentata e gli ricadeva mollemente sul petto. 
Layla si buttò in mezzo a loro due, poggiando la testa sul petto di Luke, che prontamente le avvolse le spalle con un braccio. 
«Cristo – sbottò Michael nel silenzio interrotto solo con lo scoppiettio del caminetto acceso – Mi prude da morire la ferita».
Layla si irrigidisce appena, sollevando lo sguardo agli occhi di Luke che già erano puntati su di lei. Rimasero in silenzio per pochi secondi, parlandosi con solo lo sguardo e, quando Luke annuì si voltò nuovamente verso l'amico. 
«Mike. – richiamò la sua attenzione – Tu ricordi nulla di quella sera?»
Michael aggrottò le sopracciglia, scuotendo la testa e: «Poco o niente, il dolore era così forte che ho perso i sensi quasi subito senza vedere nulla» rispose. Layla annuì lentamente, prendendo un respiro profondo prima di parlare di nuovo. 
«Qualche giorno fa ho sentito la McGranitt parlare con Madama Chips – iniziò, puntando i suoi occhi in quelli smeraldini del rosso. Si leccò velocemente le labbra. – Sei stato morso da un lupo mannaro». 
Boom. 
Diretta come solo Layla Hemmings era sempre stata; non era una a cui piaceva girare in torno alle cose, quelle serie almeno. 
Michael sollevò le sopracciglia, aprendo e chiudendo la bocca diverse volte non riuscendo a parlare. 
«Che cazzo significa? Adesso alla prima luna piena mi trasformerò? E cosa ci faceva un lupo mannaro nella scuola? E perché nessuno mi ha detto un cazzo di niente? Cristo no, no. I professori devono darmi il permesso di avere una pozione antilu..»
«Michael!» lo interruppe Luke, sedutosi composto qualche minuto prima. Mike non era uno che parlava tanto, o meglio, non parlava quasi mai, tranne quelle rare volte che il panico prendeva il sopravvento su di lui; e quella, era una di quelle. 
«Ho chiesto tutte le informazioni possibili alla professoressa. – Intervenne Layla, posando una mano sul braccio del suo migliore amico – Fortunatamente Madama Chips ti ha curato per un pelo, non avevi ancora del tutto in circolo il veleno del licantropo quindi no, non ti trasformerai.»
«Per mille mangiamorte infuriati! Menomale! – sospirò Clifford dopo qualche secondo – Non avevo intenzione di iniziare ad avere le pulci e i peli!» 
Layla ghignò leggermente scuotendo la testa, al contrario del gemello che scoppiò letteralmente a ridere. 
«Cioè io ti dico che sei stato morso da un lupo mannaro dentro la scuola e tu pensi alle pulci!?»
«E i peli Layla, i peli! – Rispose Michael, spalancando gli occhi teatralmente. – Chi pensi che verrebbe al ballo con me poi?!» 
Luke rise ancora, alzandosi in piedi prima di scompigliare i capelli a sua sorella e: «Vado a farmi una doccia, a dopo ragazzi». 
Layla si stiracchiò, poggiando la testa sul divano e le gambe lunghe su quelle di Michael.
«Alla fine con chi ci vai domani?»
Layla alzò un sopracciglio.
«Al ballo dici? Con nessuno, non credo di presentarmi. – ridacchiò scuotendo la testa – Quel moccioso di Grindelwald mi ha dato buca all'ultimo per, cito testualmente, "la più bella ragazza del suo anno"» concluse scrollando le spalle. 
«Ma chi? Kyle?»
«No, no! Il piccolo grifondoro, Jack – sorrise lei, me lo chiese qualche giorno fa e non me la sentivo di dirgli di no. Anche se a quanto pare non era proprio perso di me.» rise seguita a ruota dal rosso. 
«Andiamoci insieme, dai. – disse improvvisamente il ragazzo, facendosi guardare stranito cala sua migliore amica – È il nostro ultimo anno e poi.. Chi vorrebbe una palla di pelo come accompagnatore?» Le disse, riferendosi alla conversazione di poco prima e facendo ridere la bionda prima che annuisse e: «Ci sto! Però devo sbrigarmi a mandare una lettera a Madama McClan e pregare per Salazar che riesca a spedirmi un vestito entro domani!» disse, facendo un occhiolino a Mike e scappando fuori dalla Sala Comune per correre in guferia.





«Layla!»
Medea Grindelwald stava uscendo dall'aula di Difesa contro le arti oscure quando vede la sua migliore amica camminare tranquilla per i corridoi di Hogwarts.
«Ehi Grifondoro!» la salutó allegra Layla, raggiungendola.
«Ti stavo cercando» la mise al corrente, Med.
«Davvero? Andiamo in giardino allora, qui non si respira».
Layla afferró la sua amica per la manica del mantello, trascinandola fino ad un tavolo in pietra dove si sedettero l'una di fronte all'altra.
«Stavo pensando di non venirci, al ballo» disse distrattamente Medea, come se fosse una cosa da niente.
Ma la Serpeverde sapeva che non era affatto una cosa da niente: Medea Grindelwald non si sarebbe mai persa un evento mondano di Hogwarts, soprattutto un ballo di Natale. 'Che la Grindelwald amava il Natale: comprava sempre bastoncini di zucchero per i suoi amici e costringeva i suoi fratelli ad indossare il maglione natalizio.
«Cosa? - esclamó infatti Layla, sorpresa - ma non puoi non venire! E dai Med! Come faccio io senza di te?»
«Non andarci neanche tu - propone la Grifondoro - ce ne stiamo qui, in giardino, e prendiamo in giro tutte quelle stupide ragazzine che non sanno camminare sui tacchi! Che ne dici?»
Layla pensó che Medea aveva davvero un sorriso da psicopatica e stava urlando troppo, così capì che c'era qualcosa che non andava.
«Anche io e te non sappiamo camminare sui tacchi - le ricordó - e poi ho ricevuto un invito».
«Davvero? E da chi? Corvonero o Serpeverde? Non esci con i Tassorosso e dopo quella storia con Ashton, beh..»
«Sì, ti ringrazio per ricordarmi ogni singolo istante della mia patetica vita che saró costretta a vedere la Jacobsen incollata al mio ex ragazzo per tutta la sera del ballo - cominció Layla, tagliente - ma io mi divertiró con Mike, mio cavaliere per una notte».
«Oh, allora a quanto pare sono io l'unica sfigata a non avere uno straccio di accompagnatore..» si lamentó Medea.
«Che io sappia anche mio fratello non ha accettato nessun invito»
«No, peró ne ha fatto uno»
Layla guardó la sua migliore amica, con fare indagatorio. 
«E a chi l'avrebbe chiesto?»
«Megan»
Medea guardó qualsiasi cosa non fossero gli occhi della Serpeverde, così da non far trapelare tutto il risentimento che stava provando.
«Megan? Quella Megan? Megan Lovegood?» chiese Layla, sorpresa, di certo non in positivo.
«Sì Lay, non ti agitare peró, ci guardano tutti»
«E chi se ne fotte di tutti! Mio fratello ha invitato quella scialba sciaqcuetta da quattro soldi di Megan Lovegood e io sono l'ultima a saperlo? Giuro su Salazar che lo ammazzo!»
«Già, sì - taglió corto Med - ció non toglie che sia io, l'unica rimasta sola per il ballo» ripeté.
«Non proprio l'unica»
Lo sguardo malizioso di Layla incuriosì la Grindelwald, che si voltó nella stessa direzione verso cui erano puntati gli occhi della bionda: Calum Hood stava sfilando lungo il corridoio, con un sorriso smagliante in volto ed una mano in aria a salutare le due.
«Io vi lascio soli - fece Layla, lasciando un bacio sulla guancia di Medea, per poi allontanarsi - a dopo, Grifondoro!»
La Grindelwald le sorrise, per poi trovarsi il suo amico Corvonero proprio di fronte a lei.
«Ehi occhi di cristallo! - la salutó - sei bellissima oggi»
«Oh, che strano - disse Med, guardandosi - non ho fatto nulla al mio mantello».
Cal rise, leggermente in imbarazzo, e Calum Hood non era mai in imbarazzo, Medea lo sapeva bene.
«Pensavo che sarebbe stato carino, invitarti al ballo iniziando con un complimento - disse - ma non mi lasci altra scelta, allora, Med, ti andrebbe di accompagnarmi domani sera?»
La mora sorrise, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lei e Calum erano sempre stati ottimi amici e Medea era a conoscenza del debole che il Corvonero avesse nei suoi confronti. Ma a lei piaceva Calum, era simpatico, gentile, dolce e, soprattutto, non era un Serpeverde bastardo dagli occhi azzurri, quindi, perchè no?
«Certo, sarà un piacere».





Medea Grindelwald trotterelló fino alla sala grande, dove sapeva per certo che si trovassero i suoi amici. Era felice, felice da morire perché anche lei sarebbe andata al ballo di Natale insieme a loro con un ragazzo meraviglioso, e non aveva più bisogno di aggrapparsi alle parole scettiche e ciniche di Steph.
Niente avrebbe scalfito la sua felicità di quel momento, niente per davvero.. niente, certo, ma non nessuno. Luke Hemmings era seduto al tavolo dei Serpeverde, insieme ad Ashton e Layla, e questo le bastó per farle perdere il sorriso. Si ritrovó davanti a loro, con i suoi libri sotto braccio e gli occhi fissi su Luke, nonostante ogni parte della sua mente le stesse ordinando di guardare altrove.
«Ehi Med! - la salutó Layla - allora, Calum te lo ha chiesto?»
Ashton aggrottó le sopracciglia, confuso.
«Chiesto cosa?»
Ma Medea non aveva ancora scostato lo sguardo, nonostante anche Luke non riuscisse a toglierle gli occhi di dosso.
«Ragazzi? Ma che succede?» domandó Layla, senza capire a cosa fosse dovuto quello scambio di sguardi.
Luke fu il primo a scuotere la testa e guardare sua sorella, imitando un sorriso.
«Io vado - disse, alzandosi - Mike aveva bisogno di me per quel compito di Alchemia, a dopo, ragazzi»
Medea lo guardó allontanarsi, prima di sedersi a fianco ad Ashton.
«Se ti stai chiedendo perchè non l'ho ancora ucciso - cominció Layla - beh, non lo so neanche io, davvero, insomma, Megan Lovegood, ma ci credi?»
Med ridacchió, sotto lo sguardo di Ash.
«Già ma, possiamo parlare di altro?»
«E perché mai? - chiese Layla, stranita - adesso che Cal ti ha invitata al ballo verrai anche tu, non sei contenta?»
«Certo ma..» tentennó, Med.
«Ma scommetto che sei in ansia per il vestito, non è vero?» ci pensó Ashton, a salvarla.
«Giusto! - esclamó Med - e poi, ragazzi, ho intenzione di cercare qualche informazione in più sui lupi mannari, così, giusto per essere certi di essersi documentati il più possibile»
Layla si zittì immediatamente, ma nessuno dei due Grifondoro ci diede peso.
«Dovresti cercare nella sezione proibita - le fece presente Ash - lì potresti trovare qualche risposta»
«Probabilmente hai ragione - concesse Med - tu che ne pensi, Lay?»
«Eh? - fece la Serpeverde, come se fosse improvvisamente tornata tra di loro - sì, credo di si.. devo andare ad ammazzare Luke per quella storia di Megan, a dopo, okay?»
Layla si alzó di scatto e corse via, sotto lo sguardo stranito dei suoi amici.
«Vado anche io - disse Ashton, baciando la guancia della sua migliore amica - non ti preoccupare, Luke Hemmings rimane un coglione esagerato, tu sei tipo ventimila volte meglio della Lovegood».


Ashton Irwin delle volte si costringeva ad autoconvincersi che la sua storia con Clarissa Jacobsen fosse bellissima, che lui l'amava da morire e che sarebbe durata per sempre. Ma poi, quando si ritrovava a seguire Layla Hemmings per i corridoi di Hogwarts, non aveva altra scelta che ammettere a se stesso che no, non aveva dimenticato quella stronza Serpeverde dalla lingua lunga.
«Ma dove corri?»
Layla si voltó verso di lui, facendo oscillare il suo mantello.
«E tu che vuoi da me? - chiese, confusa - non dovresti essere a rimediare un bel fiore per la tua Clarissa? I migliori saranno già andati a ruba!»
Ash rise, avvicinandosi a lei.
«No, Clary ne farà a meno - disse - e Michael? Lui te lo porterà un fiore?»
«No - ribattè piccata Layla - perchè Mike mi conosce e lo sa, che io li odio i fiori»
«Io ti conosco - sostenne - per questo te lo porterei lo stesso un fiore, domani, perchè lo so che li odi ma so anche che riceverne uno ti piacerebbe, e tanto, nonostante tutto»
«Tu non sai niente, Irwin»
Layla tentó di scappare, ma Ashton l'afferró per la manica del mantello e la imprigionó, spalle al muro.
«Ti farei sentire una principessa e tu faresti finta di odiarlo, un pó come fai finta di odiare me»
«Io non faccio finta - replicó - io ti odio davvero»
«E allora perchè non te ne sei ancora andata?» sussurró, sulle sue labbra.
«Perchè mi stai bloccando.»
Ash alzó le mani in aria, lasciandole la strada libera per divincolarsi da lui.
«Puoi andare, se vuoi»
Layla rimase lì, spalle al muro, con il suo sguardo che oscillava tra le labbra e gli occhi di Ashton, mentre il suo profumo così vicino alla sua pelle le faceva girare la testa. 
«Te lo giuro che ti odio davvero»
«E perché io ancora non ci credo?»
«Perché sei una testa di cazzo e un coglione, ecco perché»
«Ti ringrazio, principessa»
Le loro labbra erano sempre più vicine, ed Ashton era sempre più convinto che Layla stesse mentendo.
«È tutta colpa tua - fece la bionda - perchè stai facendo questo, adesso?»
«Perché hai ragione tu, sono una testa di cazzo e un coglione, ma non sono un bugiardo Layla, non lo sono mai stato e non ho mai smesso di amarti»
Negli occhi di Layla fu come se si accese una luce, e sulle se labbra comparve un ghigno. Afferró Ashton per il mantello e lo avvicinó a sè, decisa.
«Dimostramelo, allora»
Ash sorrise sulla sua bocca, per poi impossessarsene completamente, dando il via ad un bacio intenso, quando Layla fece pressione con i denti sul suo labbro inferiore, mordendolo. Il ragazzo si lasció sfuggire un gemito di dolore, mentre lei sorrideva, furba.
«Perché l'hai fatto?»
«Non dimenticartelo mai, Ashton, io sono una Serpeverde».





Notte fonda, Hogwarts è avvolta nel buio, se non fosse per la lanterna che Medea Grindelwald teneva in mano per illuminare il corridoio del terzo piano su cui stava camminando. Non avrebbe dovuto essere lì, se l'avessero scoperta, sarebbe costato cara alla casa di Grifondoro e a lei, che sarebbe stata punita. O peggio, espulsa. Ma la curiosità era più forte di lei, per questo si trovava nella sezione proibita della biblioteca della scuola.
Si guardava indietro ogni minuto, con il terrore di poter essere scoperta da Gazza o, peggio ancora, da qualche professore se non il preside in persona. 
«Alohomora» sussurrò piano, aprendo il cancelletto che separava la biblioteca comune dalla sezione proibita. Lo richiuse alle sue spalle dirigendosi velocemente verso lo scaffale che racchiudeva tutti gli studi sulle creature del mondo della magia. 
«Acrumantule, Augurey, Basilisco, Chimere..» sussurrò leggendo i vari nomi delle creature, imbronciandosi non avendo ancora trovato quello che le serviva. 
Un rumore di una porta che si apriva la fece sobbalzare e aprire la bocca per cacciare un urlo istintivo quando, una mano calda e con qualche callo le tappò le labbra, spingendola contro il petto del proprietario della mano e finendo contro due scaffali così vicini che era quasi impossibile riuscire a respirare. 
«Shh – un profumo di menta e liquirizia la invase quando lo sconosciuto le sussurrò all'orecchio – Sono io, adesso tolgo la mano ma non fiatare. C'è qualcuno.» 
Luke la liberò non appena la mora annuì lentamente, con il cuore che batteva così forte da aver paura che anche lui potesse sentirlo. 
Luke la teneva stretta al suo petto, le mani incrociate attorno il ventre piatto di lei e il mento poggiato sulla sua spalla. 
Medea non aveva il coraggio di muoversi. 
«Angelo cosa ci facevi quassù?» le chiese così a voce bassa che quasi non lo sentì. 
«Potrei farti la stes-ssa d-domanda..» balbettò quando con la mano sinistra scavalco la maglia della divisa, iniziando ad accarezzarle il ventre con il pollice. Il contatto diretto con la sua pelle diede ad entrambi i brividi. 
«Credo che stessimo entrambi cercando la stessa cosa. – le rispose piano lui, soffiandole appena sul collo – Angelo»
«Smetti di chiamarmi Angelo»
«Ma lo sei».
Medea si immobilizzò giusto per qualche secondo, facendo finta che quell'ultima frase non avesse avuto nessun effetto su di lei. Quando sentì i passi allontanarsi e il portone chiudersi di nuovo per lasciarli soli lì dentro; si spostò immediatamente dal corpo del biondo, accendendo nuovamente la lanterna. 
«Smettila – sussurrò ancora, gli occhi appena più lucidi che non ne volevano sapere di incontrare il suo sguardo – Cerchiamo qualcosa sui lupi mannari e andiamo via. Non voglio passare un minuti di più qui dentro.»
Luke la guardò per qualche secondo, in silenzio, per poi stringere la mascella voltarsi verso la libreria e tirare fuori il libro che stavano cercando. 
«Qui dentro o con me?» le chiede in tono duro, iniziando a sfogliare l'antico quaderno mentre Medea lo affiancava per leggere. 
«Entrambe, forse».

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3330968