Draghi, metallo e cavalieri: Libro 1, Il Drago e la Fenice

di LanceTheWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 03 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 04 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 05 ***
Capitolo 6: *** Capitolo speciale ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 ***


Capitolo 01


"Mia carissima Opal,
Nonostante mi stia divertendo un mondo come cuoco sulla nave di Iroh, mi sento solo. Tu sei nel Regno della Terra a portare avanti le trattative, Mako è a città della Repubblica, a continuare più che mai il suo lavoro di mantenere l'ordine mentre prosegue la ricostruzione. Asami e Korra sono ancora nel regno degli spiriti e Varrick e Zhou Li, terminata la luna di miele, si sono messi sotto con il lavoro, oltre a programmare la prossima generazione di Varrick. No non so ancora nulla ma non mi sorprenderebbe un annuncio che la coppia di sposini sia in attesa di un erede.
Come ti ho detto mi sento solo. Nonostante ciò le fonti di distrazione non mancano proprio. Lo sai che non avevo mai visto un vero Agni Kai? Beh se per questo non avevo neanche mai visto Iroh arrabbiato prima d'ora, cosa ben più importante. Non sto procedendo per ordine, vero? Scusa ma abbiamo passato un paio di settimane un po’ agitate. Tutto è cominciato dalla richiesta di Lord Zuko di visitare un piccolo arcipelago a sud della Nazione del Fuoco, il cui Daimyo, un suo vecchio amico, non dava notizie di se da anni. Nell'avvicinarci ad una di queste isole, la più grande, abbiamo notato già da lontano i segni di una battaglia tra dominatori del fuoco in atto, ma solo quando ci siamo ulteriormente avvicinati ci siamo resi conto che si trattava di cinque energumeni che cercavano di malmenare una ragazza. Nonostante il fatto che la giovane sembrasse perfettamente in grado di tenerli a bada, quella visione ha fatto ribollire di rabbia più di uno di noi, me compreso. Io, Iroh ed un altro paio di persone dell’equipaggio siamo intervenuti e la ragazza, nel sentire chi eravamo, ci ha sorriso e poi è crollata dalla stanchezza. Indovina un po’? Mokuren era proprio la figlia del signore locale che eravamo stati inviati a cercare. Purtroppo il padre è morto 15 anni fa in circostanze poco chiare ed un losco figuro di nome Hideki aveva preso il potere illegalmente, fidando che l'arcipelago fosse abbastanza isolato dal resto della Nazione del Fuoco da poter fare ciò che voleva. Purtroppo le brutte notizie non si fermavano li. Questo Hideki, dopo la morte di Touga, il legittimo Signore, aveva cercato in tutti i modi di combinare il matrimonio tra Mokuren e suo figlio, per legalizzare la sua presa di potere ma Kyana, la madre di Mokuren, negò sempre il suo assenso. C'è anche da dire che Mokuren alla mote del padre non aveva ancora 11 anni mentre il futuro sposo ne aveva già 24...non so se mi spiego. La cosa si strascicò per quasi 5 anni finché Mokuren, stanca delle pressioni, non dichiarò che solo chi l'avesse battuta ad Agni Kai l'avrebbe avuta. Il figlio del cattivone perse e malamente e la vendetta di Hideki fu tentare di abusare di Kyana. La donna, una dominatrice dell'acqua con spiccati poteri da guaritrice, rivolse contro di se il suo dominio, suicidandosi piuttosto che essere disonorata. Sono passati 10 anni da allora ma Mokuren ne soffre ancora e si capiva, anche se mentre lo raccontava era fredda ed inespressiva. L'unica reazione ottenuta da lei fu lo sdegno quando Iroh dichiarò che avrebbe sfidato Hideki ad Agni Kai...si sono fissati negli occhi seriamente ed io non capivo perché non parlavano più ma il secondo di Iroh mi spiegò che era una vecchia usanza della gente del fuoco. In pratica cercavano di intimorirsi a vicenda e vinceva chi faceva abbassare gli occhi all'altro....ha vinto Iroh ma credo abbia barato. Le ha sorriso all'improvviso e lei è arrossita ed ha abbassato il capo. Non devo nemmeno dirti che Iroh l'ha stracciato a quel bastardo, Vero? adesso Hideki, suo figlio ed i suoi sgherri sono in viaggio verso la capitale del Fuoco, dove verranno imprigionati per i loro crimini. Mokuren è stata quasi sul punto di uccidere il probabile assassino di suo padre ma Iroh l'ha fatta ragionare che non poteva scendere al livello di quella feccia. Ora Mokuren è con noi sulla nave e non vedo l'ora di presentarla a te, Asami e Korra....e poi t'immagini con mio fratello? Qualcosa del genere "Mako ti presento Moku"! non aspetto altro! Come sempre il prossimo messaggio al prossimo porto. Mi manchi da impazzire.
Tuo Bolin"

Jinora sollevò il viso dalla lettera con un sospiro << Mi dispiace per questa ragazza, brutta storia. >> Commentò e la ragazza dagli occhi verdi seduta al suo fianco annuì << Brutta storia davvero...ma perché tutte le amicizie di Bolin, qualche eccezione a parte, sono donne? >> Chiese con una smorfia e Jinora scosse il capo << Ma dai che ti adora. La tua agitazione è solo dovuta al fatto che sono due mesi che non lo vedi. In altre parole pura ansia da separazione. >> Opal sorrise appena alle parole dell'amica << Probabilmente hai ragione. >> Disse sospirando << Ma qui le trattative sono ancora in alto mare...chissà quando riuscirò a vederlo >> Le due ragazze si scambiarono un sorriso ed il discorso fu accantonato, insieme alla lettera.

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Capitolo 2
*** Capitolo 02 ***


Capitolo 02


 
"Mia adorata Opal,
Mai come in questo momento sento la tua mancanza. Ripartiti dopo quella brutta storia siamo tornati sulla rotta originale ma il mio morale non è dei migliori. Mokuren non è più abituata a parlare con le persone e, seppure troppo beneducata per rifiutarsi di parlare con chi le si avvicina, si vede che sono poche le persone con cui interagisce realmente. Nominalmente per ora solo io ed Iroh. Mi duole il cuore a vederla fissare il mare per lungo tempo persa nei suoi pensieri e con una espressione malinconica sul viso. Io non demordo dalla mia intenzione di farla uscire dal suo guscio e credo anche Iroh si sia prefissato lo stesso obiettivo. Avrei veramente bisogno di averti vicina ma so che quello che stai facendo è importante.
Ti amo tanto,
Bolin"
 
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La luna era alta nel cielo e meravigliosamente piena ad illuminare l'oscurità circostante e mandare bagliori argentei a riflettersi sulla superficie del mare, oscura massa d'acqua appena increspata attorno alla nave. Il ponte era deserto tranne che per una figura che rimaneva quieta ed immobile, persa ad ammirare quello spettacolo posata contro il parapetto della nave. Iroh la osservò a lungo prima di palesare la propria presenza, contento di poterla osservare invisto. Bagnata com'era in quella luce quasi ultraterrena era evidente che i tratti affilati del fuoco fossero in lei ingentiliti dal suo retaggio dell'acqua, complice anche la sua carnagione scura. Seppure alta il suo corpo era decisamente più formoso delle forme slanciate della stirpe del fuoco ed i lunghi capelli nero corvini erano liberi dalla spessa treccia solitamente sfoggiata, ed erano ondulati, quasi ricci. La sua caratteristica più magnetica erano però gli occhi allungati che, invece dei soliti colori tipici, erano di una varietà di ambra gialla appena rosato decisamente insolita ma piacevole, un po’ come alcune varietà del fiore di cui portava il nome. Avanzò per porsi al suo fianco, poggiandosi come lei al parapetto. << Principe Iroh  >> << Lady Mokuren  >> rispose garbatamente al suo saluto << Il sonno stenta ad arrivare?  >> Lei annuì << Piuttosto che rigirarmi nella mia cuccetta ho preferito prendere una boccata d'aria sul ponte.  >> Sembrò esitare un attimo per poi continuare << Avevo perso il conto dei giorni...non ricordavo che stanotte la luna fosse piena. Era da molto tempo che non mi fermavo ad ammirarla.  >> Lui spiò il suo profilo trovandovi l'ombra di un sorriso << Un magnifico spettacolo  >> Assentì << Non mi stanco mai di rimanerne affascinato, anche con i miei anni in marina.  >> Calò di nuovo il silenzio e per alcuni minuti i due rimasero così a contemplare la luna finché la voce di Iroh si udì nuovamente, anche se con tono più sommesso << Perché te ne sei andata?  >> Lei sospirò a quella domanda, quasi come se l'aspettasse << Ti sembra che abbia mancato al mio dovere, vero?  >> << Sono sicuro che tu abbia i tuoi motivi. Vorrei sapere da te quali sono, il tuo punto di vista.  >> Lei esibì un sorriso carico di amarezza abbassando il capo ad osservare l'acqua scura su cui baluginavano i riflessi lunari. << Grazie per la fiducia. Mio padre mi ha cresciuta con la consapevolezza che essere un Daimyo non è un privilegio, ma un dovere. Un daimyo ha sulle proprie spalle la responsabilità delle vite di ogni persona che viva nel suo dominio ed è necessario un delicato ma importante rapporto di fiducia con i propri sudditi. Nel mio caso quel rapporto si è sgretolato. Sono pienamente cosciente che i normali popolani hanno timore dei nobili, ancora di più dei dominatori, ma non riesco ad estinguere dal mio cuore il risentimento che provo nei confronti di coloro che ora dovrei guidare e proteggere. Con questo astio nel cuore io...ho il terrore di trovarmi ad essere ancora peggio di Hideki. Ho pensato sia a me stessa che a loro nel prendere questa mia decisione.  >> Nel dirlo si era voltata a guardarlo per la prima volta da che le si era accostato, sul viso un'espressione che parlava di sofferenza, vulnerabile una volta tanto, invece di sicura. << Tu credi che io mi stia perdendo nell'autoindulgenza? Io non faccio che chiedermi se ho mancato verso la memoria di mio padre.  >> Lui la osservò a lungo in quella luce, conscio di stare reprimendo il desiderio di stringerla al proprio petto e confortarla in qualche modo delle sofferenze di quei 15 anni. La ragazza faceva vibrare qualcosa dentro di lui che dubitava fosse mai esistita prima del suo arrivo nella sua vita. << Io credo che tu sia una donna coraggiosa, che nella sua giovane vita ha subito troppi lutti. Per quel che mi riguarda hai fatto la cosa giusta sia per loro che per te. L'arcipelago verrà governato in tua vece da un rappresentante scelto da mio nonno ed i tuoi figli futuri potranno tornarvi senza il peso dei ricordi della loro madre. Sono sicuro che se tuo padre era almeno un po’ come mio nonno, il Signore del Fuoco Zuko, avrebbe preferito saperti felice piuttosto che miserevole per dovere.  >> Lei non rispose ma una lacrima scintillò sotto la luce della luna mentre rotolava giù lungo la sua guancia riempiendo il petto di Iroh di dolore ed aumentando in lui il desiderio di stringerla forte a se. Lentamente, dandole tutto il tempo e l'opportunità di sottrarsi al suo tocco, le passò un braccio intorno alle spalle non incontrando alcuna resistenza anche quando, volgendosi verso di lei, l'avvolse tra le proprie braccia lasciando che posasse prima le mani e poi il capo sul suo petto a sfogare il suo dolore in un silenzioso pianto liberatorio. L'uomo non seppe dire per quanto tempo rimase vigile sentinella delle sue lacrime ma, quando parve calmarsi, avvertendo la pressione dei suoi palmi contro il proprio petto sciolse immediatamente la sua stretta allontanandosi di un passo. Lei si asciugò gli occhi sorridendo << Sei proprio un Principe, eh?  >> Iroh sollevò un sopracciglio con fare interrogativo a quella frase e lei spiegò divertita ma dolce << Gentile e galante. Non ti imporresti mai con la forza ad una donna.  >> Lui le sorrise a sua volta << E' così che sono stato cresciuto.  >> Il sorriso sulle labbra di lei si allargò e lui si trovò senza fiato perché quella era la prima volta che il sorriso della ragazza splendeva anche nei suoi occhi, enfatizzato dalla luce della luna. << "Il fuoco divora"  >> esordì lei ricordando le lezioni paterne di quando era piccola << "Il fuoco è l'elemento delle passioni e degli appetiti. La disciplina è necessaria per tenerlo a freno e non venirne divorati."  >> Lui sorrise a sua volta ricordando  le medesime parole pronunciate da Zuko quando aveva cominciato il suo addestramento << "Disciplina e dovere imbrigliano il fuoco, lo dirigono dove la volontà del dominatore vuole che vada, ma è l'onore personale del dominatore che rafforza la volontà."  >> Continuò la lezione sentita mille volte e lei continuò a sua volta << "Non negare gli appetiti ma che sia il tuo onore a guidarti nelle tue scelte, non il divoratore."  >>  Fu lui a terminare << "Non essere dominato dal fuoco ma sii il suo dominatore."  >> Rimasero così, a guardarsi sotto la luce della luna con un sorriso fino a che lo sguardo di Iroh si fece serio facendo un passo avanti ad avvicinarsi di nuovo, inclinando il viso verso quello di lei. Mokuren lo fissò in quegli incredibili occhi dorati mentre ripeteva dentro di se il mantra "Non sta per fare quello che penso stia per fare". Quando le loro labbra si sfiorarono appena i loro occhi si chiusero ed ogni pensiero si annullò nella dolcezza di quel bacio che li lasciò entrambi ansanti, nonostante il fatto che si stessero toccando solo con le labbra. Iroh si sentì il calore divampargli dentro come un incendio ed afferrò saldamente il parapetto con una mano come a riprendere controllo su se stesso, mentre la ragazza si era portata la mano al petto come a cercare di calmare i battiti del proprio cuore. Lui le sorrise << Forse è il caso che tu rientri nella tua cabina, Mokuren.  >> Lei annui e dopo un veloce buonanotte si avviò a passo svelto. Quando scivolò tra le coperte improvvisamente troppo fredde persino per quel clima di metà maggio, si sentiva ancora le labbra formicolare. Nonostante l'agitazione riuscì ad addormentarsi ricordando la sensazione di calore e conforto provata tra le braccia di Iroh, ed il modo in cui i raggi di luna si riflettevano nei suoi occhi.
 
 Cucinare era una cosa che a Mokuren era sempre piaciuta, fin dalle prime lezioni con sua madre. Creare qualcosa che altri avrebbero apprezzato era sempre una bella cosa, come diceva sempre la mamma. Si mise a tagliare le verdure che sarebbero servite come contorno per il pasto di quel giorno quando Iroh fece la sua comparsa sulla porta della cambusa. Non si volse a salutarlo, non perché fosse arrabbiata con lui ma perché dopo gli eventi della sera prima non sapeva come affrontarlo...lui e quei suoi dannatissimi occhi d'oro. Uno sguardo e si sentiva preda di mille brividi lungo il corpo e di un dilagante calore in petto. La voce di lui la distolse dal suo imbarazzo. << Ti chiedo scusa per ieri sera. Ho esagerato.  >> Lei non si volse continuando ciò che stava facendo come ad esorcizzare la nuova ondata d'imbarazzo alle parole dell'uomo. << Non ti ho esattamente rifiutato, Iroh.  >> Lui sospirò muovendo un passo appena nella stanza e fermandosi, raccogliendo i propri pensieri prima di parlare ancora. << Mokuren... a me piaci e molto. La tua bellezza va di pari passo al tuo carattere fiero ed abbiamo lo stesso concetto di giustizia ed onore. Più passo tempo con te più la tua compagnia mi risulta gradita. Ma questa notte sono stato invadente. Non fraintendermi: non rimpiango di averti baciata. Mi sto scusando di essere stato indiscreto.  >> A quelle parole finalmente Mokuren interruppe il suo fare e si volse a guardarlo << Mi hai colta di sorpresa, sicuramente, ma non rimpiango neppure io quel bacio. Il mio primo non fu un granché. Avevo 13 anni....ma il ragazzo con cui lo scambiai fu uno dei primi a lasciarsi allontanare da me dalla paura. In altre parole quel ricordo sarà sempre macchiato di amarezza. Quello di ieri sarà sempre un bel ricordo.  >> Disse sorridendo e poi voltandosi a continuare il suo lavoro. Riscaldato dalle sue parole Iroh avanzò verso di lei. Ricordava ancora la sensazione di lei tra le proprie braccia la notte prima e sentì quasi necessario avvicinarsi alla donna, pur riuscendo a trattenersi dall'allungare una mano a sfiorarla. Emise un sospiro quando si rese conto che Mokuren era l'unica donna che gli aveva quasi fatto perdere il controllo senza nemmeno provare, dove in molte avevano tentato e fallito. A quel sospiro la giovane si voltò di scatto, u pugno di fiamma pronto a colpire. Come a ricordare che non era più in un ambiente dove non poteva abbassare la guardia nemmeno un minuto, Mokuren abbassò il braccio lentamente emettendo a sua volta un sospiro e lui aprì bocca per chiederle scusa, soprattutto notando che la giovane si era tagliata con il coltello che stava maneggiando. << Mi dispiace, non volevo coglierti di sorpresa...ti sei tagliata per colpa mia.  >> Le disse contrito mentre lei gli rivolse un sorriso << E' solo un taglietto, Iroh.  >> senza nemmeno un attimo a starci a pensare Mokuren richiamò a se il suo dominio lambendo la ferita che, sotto gli occhi esterrefatti dell'uomo, cominciò a richiudersi per poi scomparire. << Tu...sei una guaritrice della fiamma...  >> Lei parve sorpresa dal suo tono quasi incredulo << Ti sorprende? Mi è stato detto che è un'abilità molto rara ma la tua espressione è quasi comica.  >> Lui si scosse a quelle parole << Non capisci, non è semplicemente rara... è qualcosa di quasi unico. Attualmente c'è solo una guaritrice della fiamma, in età avanzata oltretutto. Sviluppare la spiritualità del fuoco fino a quel livello è oltremodo difficile.  >> Le disse passando dallo stupito all'ammirato. << Come lo hai imparato?  >> Lei lo guardò negli occhi come a decidere se parlarne o meno poi cominciò a raccontare << Fin da quando ero piccola mi resi conto che vedevo cose che gli altri non vedevano.  >> << Gli spiriti.  >> Lei annuì sorridendo << Il mio primo compagno di gioco, il mio insegnante sia prima che dopo la morte di mio padre ed il mio unico amico durante gli anni da sola è stato un uccellodrago. Quando ero molto piccola e manifestai il fuoco i miei genitori festeggiarono perché, contrariamente a tutte le loro previsioni sul loro matrimonio misto, la loro creatura era una dominatrice. Io all'epoca mi lamentai che avrei voluto essere dell'acqua, per essere una guaritrice come mia madre. Il mio amico la prese come un offesa personale. Mi sgridò dicendomi che solo perché gli uomini non riescono a passare l'aspetto del divoratore e vedere cosa c'è oltre nella fiamma, questo non significava assolutamente che fosse tutto quello che il fuoco poteva essere. La fiamma, mi disse, poteva essere molto di più di una mera distruttrice. Si offrì di insegnarmi come poteva essere utilizzata per guarire ed io accettai. Non lo dissi ai miei, non subito...volevo presentarmi ai loro occhi con una certa pratica prima. Non ebbi mai la possibilità di dirlo a mio padre.  >> Iroh le sfiorò il viso per distoglierla dalla piega amara dei suoi ricordi << Sarebbe stato fiero di te. Tu non riesci ancora a capire quanto sia preziosa questa abilità.  >> Lei gli sorrise << Mi è stato mostrato l'equilibrio del fuoco, da un lato il lato distruttivo, il divoratore, ma dall'altro lato c'è l'energia stessa della vita. Non è un caso che il fuoco sia l'unico elemento che nasce, si nutre per crescere e se non trova nutrimento muore.  >> Lui la osservò parlare con un'espressione rapita e le sorrise con una dolcezza da toglierle il fiato. << Sei una continua fonte di piacevoli sorprese.  >> Le disse facendola arrossire. << E tu sei maledettamente affascinante.  >> Il sorriso di Iroh si allargò appena a quelle parole << Lo dici come se fosse una brutta cosa.  >> Lei sbuffò al suo tono divertito << Iroh... sei giovane come dominatore, anche se non sei un ragazzino e sei il principe della Nazione del Fuoco. Mi vuoi veramente dire che non c'è quanto meno una fidanzata ufficiale che attende il tuo ritorno?  >> Lui scosse il capo << I miei nonni furono fidanzati dai loro genitori. Tra mille peripezie si trovarono veramente innamorati ma si resero conto di essere stati veramente fortunati in questo e non mi hanno mai fatto pressioni in merito. Non nego di avere parecchie spasimanti alla corte, giovani che stanno tentando di tutto per attrarre la mia attenzione, ma io non le ho mai degnate di uno sguardo. Non mi attraggono le modelle tutte capricci né le arrampicatrici sociali per cui il fatto che io sia considerato un bell'uomo è solo un bonus. Tutte vogliono il principe, Mokuren, a nessuno interessa l'uomo dietro il titolo.  >> Lei assunse un'espressione cupa << Questo è terribilmente ingiusto...  >> Mormorò e lui ridacchiò << Vero. Sarà anche che dopo mia nonna e mia madre è difficile trovare una futura regina. Mio nonno tremava quando la nonna si arrabbiava, e non era una dominatrice.  >> << Deve essere stata una donna eccezionale.  >> << Molto. Mi dispiace che tu non possa conoscerla...Ti avrebbe adorato.  >> Un attimo di silenzio imbarazzato dopo quella affermazione e Mokuren fissò per un attimo il bancone << Io dovrei continuare a preparare il pranzo...  >> Lui le sorrise << Hai ragione. Solo una cosa... ti stai allenando in questi giorni?  >> << Al mattino, quando il ponte è ancora deserto.  >> << Capisco. Mi faresti il piacere di allenarti con me domattina, diciamo verso le 8?  >> Lei annuì << Al ponte alle 8 allora. A dopo, Mokuren.  >> << A dopo, Iroh.  >> Lui si mosse verso il corridoio mentre lei tornava alle sue verdure ma rimase sulla porta della cambusa ad osservarla per alcuni attimi, come riluttante ad andarsene, finché dei passi lungo il corridoi lo distolsero da quella contemplazione.
 
Il mattino dopo, le 8 in punto, i due si fronteggiarono sul ponte, si salutarono com'era di prassi e la sessione di allenamento ebbe inizio. Il ritmo cominciò lento, a riscaldarsi e saggiarsi l'un l'altra, aumentando la velocità di esecuzione dei kata man mano che procedevano facendola divenire una furiosa danza agli occhi degli astanti. Non notarono la folla che si andava creando intorno a loro e che osservava rapita, primo tra tutti Bolin. Quando i due unirono piccoli sprazzi di fiamma alle loro movenze quella danza divenne ancora più spettacolare e suggestiva, oltre che pericolosa, ma i due non sembravano accorgersi di nulla, concentrati com'erano. Alla fine tornarono nella posizione di saluto mettendo fine a quella intensa sessione tra gli applausi entusiasti dei presenti. Gli occhi dei due dominatori del fuoco erano incatenati gli uni negli altri in uno sguardo intenso quanto l'allenamento appena concluso. Distolsero gli occhi solo quando alcuni dei presenti si avvicinarono per congratularsi della loro abilità. Una dei pochi ufficiali donna si accostò a Mokuren con un sorriso << Complimenti! Tenere il ritmo del generale non è cosa da poco, e sei veramente abile. Sono Bai Mei Lin, dominatrice del metallo ed ufficiale della Forza di Difesa della Repubblica.  >> Si strinsero la mano e Mokuren le sorrise << Piacere mio. Yushoto Mokuren, Daimyo delle Isole del Sud.  >> Il sorriso della dominatrice del metallo si allargò << Sono felice di aver a bordo un'altra donna che sa battersi, spero avremo altre possibilità di parlare in questi giorni. Volevo parlarti da quando sei arrivata.  >> Mokuren la osservò per un attimo << Tu eri nel gruppo di quelli che sono intervenuti quando siete arrivati....ed eri nella scorta di Iroh quando c'è stato l'Agni Kai.  >> La donna annuì << Non sai che soddisfazione ho provato quando quel damerino ha opposto resistenza...  >> Disse con un ghigno ricordando come aveva steso il figlio di Hideki con un pugno e Mokuren ridacchiò al ricordo. << Detto tra noi speravo che qualcuno tentasse qualcosa...  >> << Hei Mei!  >> Le urlò uno degli altri ufficiali << Mi avevi promesso un incontro prima dell'inizio del turno!  >> La donna si volse ad apostrofarlo << Se sei così ansioso di farti calciare ancora nel didietro chi sono io per negartelo? Arrivo!  >> Poi si rivolse di nuovo all'altra ragazza << Più tardi ti presento le altre ragazze a bordo ma ora qualcuno ha deciso che vuole fare il suo turno dolorante e non sarò certo io a negarglielo.  >> Le disse con gioia sadica e le due donne si salutarono. Mokuren raggiunse Iroh vicino al parapetto accettando con un sorriso di ringraziamento la bottiglietta d'acqua che lui le porse. Rimasero per un po’ così a rilassarsi mentre osservavano gli altri sul ponte allenarsi. Mokuren era particolarmente interessata allo scontro di Mei Lin. La donna doveva essere poco più grande di lei, alta anche per gli standard della terra e formosa senza risultare massiccia. I lunghi capelli castano rossi erano raccolti in uno chignon lasciando solo due lunghe ciocche ad incorniciare, insieme all'ordinata frangia, il viso ovale dalla pelle ambrata su cui spiccavano gli occhi del medesimo colore. << E' brava.  >> Commentò dopo un po’ << Un tantino troppo aggressiva, forse.  >> Iroh sorrise << Mei è una dei miei migliori soldati. E' forte come dominatrice, ma anche come artista marziale. Detesta caldamente tutte le signorine di buona famiglia ed è convinta che ogni donna, dominatrice o meno, debba sapersi difendere in qualche maniera. La sua famiglia fa parte della nobiltà della Terra ma lei se ne andata quando aveva 16 anni. Suo padre è un tradizionalista e non ha mai accettato che fosse la sua secondogenita ad essere nata dominatrice e non il primogenito maschio. Se te lo stai chiedendo te lo dico perché non è un segreto. Mei è fiera di essersi rivoltata all'imposizione paterna di fare la brava donnina di casa e dimenticarsi di essere una dominatrice.  >> Mokuren assunse un'espressione orripilata << Ma se non sfoghi il dominio...  >> Iroh era cupo quando le rispose << A lord Bai non interessa. Non tutti sono fortunati ad avere dei genitori che li amino.   >> La ragazza represse un brivido a quelle parole e per alcuni minuti rimasero in silenzio. << Domani attracchiamo ad una delle isole di rotta. Sarebbe solo una fermata di rifornimento ma sull'isola in questo periodo c'è una festività locale in corso. Ci saranno una fiera, una rappresentazione ed uno spettacolo pirotecnico. Mi faresti l'onore di essere la mia accompagnatrice?  >> Lei rimase sorpresa a quella richiesta. << Come un appuntamento?  >> Iroh le rivolse un sorriso dolcissimo << Leva il come, Mokuren. Ti sto chiedendo un appuntamento.  >> Lei rimase a fissarlo inebetita e lui ne sembrò divertito. << Non ti ho chiesto una brutta cosa, vero?  >> << No!  >> Si affrettò a dire lei. << Certo che no.  >> Il sorriso di lui si allargò << Perfetto! Domani mattina alla passerella di sbarco, allora. Buona giornata Mokuren.  >> Prima che lei potesse riprendersi dal suo stupore l'uomo si era allontanato con passo marziale verso l'interno della nave ed era sparito ai suoi occhi. Bolin le si avvicinò ridacchiando con espressione saputa << A quanto pare il nostro aitante generale ti ha fregata, Moku.  >> Le disse con un sorriso negli occhi verdi e la giovane divenne rossa paonazza d'imbarazzo realizzando che l'amico aveva ragione.  
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 03 ***


Capitolo 03

"Mia adorata Opal,
Non crederai mai a quello che è successo dalla mia ultima lettera. Iroh, l'integerrimo generale, l'eroico principe e prode dominatore della fiamma è innamorato....e non di una qualsiasi ma della nostra Mokuren che, a mio giudizio, sembra ricambiare in pieno. Se devo essere sincero non mi ero accorto di nulla fino a che, qualche notte fa, non li ho beccati a baciarsi sotto la luce di una magnifica luna piena, ma del resto dovevo immaginarmi che Iroh fosse un romanticone. La mattina dopo quando sono sceso in cambusa Iroh era lì, andava via in quel momento e l'ho incrociato in corridoio. Quando sono entrato in cambusa Mokuren stava affettando delle verdure ma si vedeva che era in imbarazzo....che cosa romantica! La principessa guerriera prigioniera della sua isola che s'innamora dell'affascinante principe venuto a salvarla...devo scrivere a Varrick, potrebbe essere un meraviglioso soggetto per un movente. Dal giorno dopo Mokuren ha cominciato ad allenarsi con noi al mattino e lei ed Iroh hanno dato spettacolo. Avresti dovuto vederli, sembrava una danza, mortale e spettacolare, e devo dire che stare a guardare Mokuren muoversi è un piacere. E' tecnica e precisa quanto Iroh ma ha una fluidità di movimenti che mi ricorda fortemente Eska quando usa l'acqua. Ti avrei detto Korra ma lei non è così leggera...non dirglielo mai che l'ho detto, però. Intendo a Korra naturalmente. Mokuren ha anche fatto amicizia con le altre ragazze della nave, anche se sembra essere entrata in confidenza con Mei Lin, una dominatrice del metallo con un gancio destro micidiale...lo so per esperienza, fidati. E poi è successo: Iroh ha chiesto un appuntamento a Mokuren. Diciamo che l'ha estorto con l'inganno, per la verità, ma non l'ho sentita protestare. Difatti il giorno dopo sono scesi dalla nave insieme, in abiti civili, per mischiarsi alle celebrazioni dell'isola dove avevamo attraccato. E' stato carino vederli girare tra le bancarelle, vederli condividere cibi e dolci ed osservarli addirittura tentare la pesca ai pesci rossi coi ventaglietti di carta. Non sai quanto si sono fermati ad una bancarella che vendeva vari tipi di the, di cui a quanto pare sono entrambi estimatori. Non che li stessi seguendo, naturalmente, nossignore. Ero solo al momento giusto al posto giusto...almeno fino a che Mei non mi ha pizzicato ad osservarli e mi ha minacciato di infilarmi i cavi di metallo in.....non vuoi saperlo amore, fidati di me. Però dopo la fine dei fuochi d'artificio li ho visti ritornare insieme, mano nella mano, silenziosi ma sorridenti e la voce già si è sparsa sulla nave che Mokuren, in quanto interesse del generale, sia off limit. Sono così teneri a guardarli insieme ed io mi sento solo. Meno male che da qui a pochi giorni dovrebbero finalmente raggiungerci Korra ed Asami...Finalmente! La loro assenza cominciava a pesarmi veramente tanto.
A presto, Bolin"

Jinora ridacchiò << Questa lettera è meglio della colonna di gossip di un giornale. >> Commentò allegra. Alzò il capo trovando però un accigliata Opal. << Che c'è? >> Chiese titubante e la ragazza dagli occhi verdi sbuffò << Non fa altro che parlare di lei...guardarla muoversi è un piacere? >> Jinora sospirò a quell'atteggiamento dell'amica << Opal, ti farei notare che è felice del rapporto che si sta creando tra lei ed Iroh. Mi sembra che sia abbastanza per sapere che non ha interessi romantici per Mokuren. >> << Non ha detto una volta che gli manco. >> << Te lo dice sempre. >> Ragionò ancora la maestra dell'aria << Lo conosci, quando è entusiasta di qualcosa si focalizza. Non appena gli passerà tornerà normale. >> Ma Opal si era chiusa nei propri pensieri << E poi perché continua a nominare la sua ex... >> Bofonchiò mentre Jinora sospirava al suo atteggiamento. "Quei due dovevano passare un po’ di tempo insieme, e presto." Si disse, cosciente che parte delle insicurezze dell'amica venivano dalla prolungata distanza.
 
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La brezza della sera profumava di mare, di fiori di ciliegio e dei vari cibi in vendita nelle mille e una bancarelle che, con le loro luci ed i loro odori, contribuivano ad animare la festa isolana. Iroh e Mokuren, dopo lo spettacolo teatrale, si erano mossi in quel reticolo di mercanzie, giochi ed allegria immergendosi completamente nell'atmosfera gioiosa delle celebrazioni. Per entrambi era un modo per conoscersi, parlare e rilassarsi insieme, lontani dalla realtà più formale della nave. In quel luogo erano solo un uomo ed una donna che volevano passare una bella serata, condividendo takoyaki, sashimi e dango e scherzando mentre i ventaglietti di carta non riuscivano a trattenere i pesciolini rossi. Scoprire la comune passione per il the era stata un'altra piacevole scoperta ed ora, da uno dei giardini in penombra che si affacciavano sulla baia del porto, erano in attesa dei fuochi d'artificio, circondati da altri ma abbastanza isolati da poter parlare senza essere ascoltati. Rimasero comunque in silenzio in quell'attesa, ognuno perso nei propri pensieri.

Mokuren si rendeva pienamente conto di essere invaghita di Iroh...ma come darsi torto? Bello, imponente, affascinante oltre a condividere i suoi stessi principi di giustizia ed onore, tutte qualità che non poteva non apprezzare oltre al fatto di essere un potente ed abile dominatore. Disciplinato eppure passionale era l'incarnazione stessa di tutto ciò che un dominatore del fuoco dovesse essere per gli insegnamenti paterni. Veramente quel concentrato di avvenenza, potenza e gentilezza voleva lei, la "mezzosangue" che in molti avevano schernito per le sue ascendenze miste? Le sembrava così irreale, come svegliarsi da un incubo e ritrovarsi al posto di una principessa delle favole....solo che lei non era una principessina inerme in attesa del principe che giunga a salvarla. Eppure lui l'aveva salvata lo stesso e non solo da Hideki, ma anche da se stessa, impedendole di fare l'errore più grande della sua vita: uccidere Hideki. Si era trovata a torreggiare sull'assassino di suo padre, sulla causa del suicidio di sua madre, ed aveva sfoderato le due daghe gemelle che suo padre aveva forgiato per lei quando aveva controllato la fiamma per la prima volta. Attraverso il rosso velo di rabbia che le aveva annebbiato il cervello la voce di Iroh le era arrivata come un raggio di sole nelle tenebre "Non abbassarti al livello di questa feccia, non portarti il suo segno addosso per il resto della tua vita" le aveva detto...e aveva ragione. Facendo forza su se stessa aveva ricacciato indietro il divoratore capendo la saggezza di quelle parole. Aveva desistito dai suoi propositi di furia ma non senza un'enorme sforzo. Il primo scoppio di petardi la distolse da quei ricordi ed Iroh le sorrise puntando un dito verso il cielo nell'esatto momento in cui una scintilla sibilante partì sfrecciando verso l'alto esplodendo in una cascata di scintille dorate che lasciò Mokuren senza fiato.

Iroh la osservò godersi lo spettacolo ad occhi sgranati come una bambina. Nella sua vita l'uomo aveva incontrato innumerevoli donne e molte di queste avevano cercato di guadagnarsi il suo favore, sperando di conquistare con lui anche il titolo di Signora del Fuoco ma la verità era che nessuna era mai riuscita a smuoverlo tanto da desiderare di averla accanto a se, da farlo pensare a lei in ogni momento. Mokuren era riuscita a farlo senza neppure provarci. Era stata cresciuta con gli stessi principi che erano stati insegnati a lui ed il fatto che fosse un'abile dominatrice in grado di tenergli testa nonostante la propria esperienza superiore la rendeva a lui affine in una maniera che non sperava di raggiungere con nessuna. Il suo spirito non si era spento in quegli anni di affanni, come una fiamma che perduri sotto il ghiaccio e lui si era trovato a desiderare di nutrire quella fiamma, di proteggerla e tenerla vicina affinché potesse vederla tornare a splendere fulgida, come il sole.

Quando lo spettacolo finì lei tornò a guardarlo e lui le sorrise. << Quanto tempo era che non vedevi i fiori di fuoco? >> Lei sospirò << Da quando è morto papà. >> Abbassò il capo ma una calda mano maschile le carezzò il viso spingendola a rincontrare il suo sguardo in quella semioscurità. << Tra meno di 10 giorni giungeremo alla Capitale Imperiale. Non puoi dire di aver veramente ammirato i fiori di fuoco in tutta la loro magnificenza se non li hai visti durante le celebrazioni della Capitale. >> Nel dirlo le aveva circondato la vita con un braccio traendola a se, dandole però la possibilità di sottrarsi in qualunque momento a quella stretta. Lei non lo fece, circondandogli il collo con le braccia mentre le loro labbra s'incontravano di nuovo. Si baciarono con languido abbandono, con la dolcezza di chi si stia assaporando con gusto ma senza fretta fino a che le loro labbra si separarono appena mentre si scrutavano negli occhi. Poi Mokuren lo tirò di nuovo a se in un bacio più impetuoso di quello che si erano scambiati un attimo prima ma interrotti dai rumori della gente intorno a loro che camminava chiacchierando animatamente. I due si separarono a malincuore, ormai più che consci del desiderio che esisteva tra di loro. << Verrai a vedere quei fuochi con me? >> Le chiese lui con voce appena più bassa del normale e lei annuì non fidandosi della propria mentre quel suo tono mandava un brivido lungo il suo corpo. Lui parve accorgersene perché, dopo averla liberata dalla stretta delle proprie braccia, le prese una mano intrecciando le proprie dita a quelle di lei per poi portarsela alla bocca baciandone le nocche. Senza liberarla, si avviò con lei verso la nave, in silenzio, incurante di chi potesse vederli ma pago della consapevolezza che il suo turbamento interiore alla presenza della ragazza fosse ricambiato. Se qualcuno li vide rientrare così, mano nella mano e sorridenti, nessuno fece commenti.

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Il porto dove erano attraccati, uno dei più grandi dopo quello di Città della Repubblica, pullulava di vita come solo un porto in piena attività poteva fare. Passeggeri e ciurme di varie navi si riversavano dalle banchine alle imbarcazioni e poi di nuovo per il distretto del porto in un fiume umano che spinse Mokuren a non allontanarsi troppo dalla passerella di collegamento della propria nave. Osservò Bolin abbracciare le due ragazze con impeto ed un sorriso gioioso in viso ed osservò la giovane con i vestiti tradizionali dell'acqua del sud sollevarlo senza sforzo e piroettarlo intorno, mentre la bellezza mora li osservava con un sorriso dolce. Non temeva la rivelazione che quella allegra e gioviale ragazza fosse l'avatar, e come poteva? L'avatar era una figura positiva e rassicurante ed, a dirla tutta, Bolin aveva parlato così tanto di Korra ed Asami che Mokuren era genuinamente entusiasta di conoscerle. Si tenne comunque in disparte in modo da non intrudere in una riunione tra amici ed occhieggiò le mercanzie dei vari ambulanti presenti mentre aspettava che il terzetto si riavvicinasse alla nave.

Bolin era al settimo cielo nel riavere con se le ragazze e cominciò a parlare a raffica sugli accadimenti di quei mesi sotto lo sguardo altrettanto allegro delle due amiche. Nel voltarsi per condurle alla nave il sorriso gli morì sul volto notando in cima alla passerella un Iroh adombrato e dallo sguardo che non prometteva nulla di buono. Seguendo lo sguardo dell'uomo notò finalmente i 5 bellimbusti che avevano circondato Mokuren mentre uno di loro stava visibilmente infastidendo la ragazza che, per nulla spaventata, lo stava fronteggiando cercando di passare oltre e ritornare verso la nave. Bolin si adombrò a sua volta mentre anche Asami e Kora, notata la situazione, s'incupivano. L'uomo che stava circuendo Mokuren provò ad afferrarle un polso ma la giovane si divincolò torcendogli il braccio e mandandolo a gambe all'aria apparentemente senza sforzo. << Ben fatto! >> Esclamò Korra muovendo un passo per aiutarla ma fu subito trattenuta da Bolin << Bolin che... >> << Buona Korra, guarda. >> Le disse l'amico e difatti Iroh era già arrivato ad aiutare la ragazza dalla spessa treccia ed i due si occuparono senza difficoltà alcuna dei bulli che, malconci, se la diedero a gambe levate da lì a poco. Mokuren si volse inviperita verso Iroh ed i due si scambiarono poche frasi concitate finché la giovane s'incamminò con passo furente verso la nave, immediatamente seguita da un altrettanto furibondo Iroh. Bolin osservò la scena preoccupato e le due ragazze al suo fianco lo guardarono con espressione interrogativa per poi seguirlo quando si affrettò ad inseguire i due dominatori del fuoco.

Iroh riuscì a fermare Mokuren nel corridoio dove risiedevano gli alloggi della ragazza, fortunatamente deserto. << Si può sapere perché non avrei dovuto intervenire? >> Le chiese esasperato e lei si voltò come una furia << Non sono una principessina da salvare, Iroh! Sono una dominatrice del fuoco, un guerriero! Non ho bisogno... >> L'uomo, sempre più esasperato, batte il pugno sul muro accanto a lui interrompendo la sua tirata. << Non ho mai voluto insultarti! So benissimo che l'unica cosa in cui ti sono superiore è l'esperienza. >> Poi prese un respiro profondo come a calmarsi e continuò con tono più calmo << Non ti ho aiutata perché ritenevo che non fossi all'altezza della situazione, l'ho fatto perché mi sentivo di farlo. Perché non puoi accettare questo fatto e passare oltre? >> Lei lo osservò parlare, le labbra strette in aperto disappunto, ma quando parlò il tono non era più furioso ma velato di quella che sembrava rassegnazione. << L'hai fatto ancora. >> << Cosa ho fatto ancora? >> Le chiese lui perplesso e lei prese fiato come non trovando le parole << Tu...tutte le volte che provo a tenerti a distanza tu fai o dici qualcosa che mi riscalda dentro e me lo rende impossibile. >> Si guardarono negli occhi in un silenzio carico di emozione e poi Iroh le sorrise con dolcezza. << To ho detto subito che mi piaci, Mokuren. E' ormale che non mi faccia piacere che qualcuno cerchi di metterti le mani addosso, ma non sono venuto in tuo soccorso, bada bene, ma in tuo appoggio...è diverso. >> Poi fece un paio di passi verso di lei << Perché dovresti tenermi a distanza? >> Lei non si mosse ma prese un altro profondo respiro prima di parlare. << Quando sono con te mi sento stupida, goffa e vulnerabile, Iroh...la cosa mi spaventa, come mi spaventa l'entità delle emozioni che riesci a destare in me. Ogni volta che provo a fare un passo indietro per osservare la situazione in maniera più distaccata, tu ne fai due verso di me. Sapevo di starmi invaghendo di te...ma a questo punto... >> Un altro respiro profondo << Se per te è solo un gioco smettila ora, Iroh. Perché a questo punto sono... >> Un attimo di esitazione come se avesse voluto terminare quella frase in un modo e fosse insicura se pronunciare quelle parole per poi continuare con voce appena più bassa << Sulla buona strada per innamorarmi di te. >> L'attimo dopo aver pronunciato quelle parole Mokuren se lo sentì aderire addosso, schiacciata dal suo corpo forte contro il muro, mentre le sue labbra venivano catturate da Iroh in un bacio talmente intenso da sentirsi quasi divorata da lui. Non ebbe modo di non abbandonarsi a quella sensazione soverchiante e quando la bocca di lui abbandonò la sua per scendere sul suo collo, gemette rocamente il nome dell'uomo. A quel richiamo il viso di lui risalì a sussurrarle in un orecchio con voce bassa e roca << Ti ho sognata...sul mio letto, sotto di me ...i tuoi capelli sparsi sul mio cuscino mentre gridavi il mio nome. >> Lei tremò di eccitazione ed aspettativa a quelle parole e gli infilò una mano tra i corti capelli neri a tirarlo giù verso di lei a baciarlo ancora, mentre l'altra mano s'insinuava sotto la giubba della divisa di Iroh che reagì afferrandole entrambi i polsi e posizionandoli sopra le loro teste contro il muro, tenuti saldamente. Quando le loro labbra si separarono si fissarono in volto ansanti entrambi. << Nel momento stesso in cui arriveremo alla Capitale Imperiale conta tre giorni. >> Le disse con voce ferma e sicura << Il terzo giorno io ti sfiderò ad Agni Kai per il privilegio di averti al mio fianco per il resto delle nostre vite. >> Lei rimase a fissarlo ad occhi sgranati senza riuscire a proferire parola tanto era lo stupore che la pervadeva. << Il principe Imperiale del Fuoco non gioca, Mokuren. Preparati a perdere e divenire ufficialmente la mia regina, amore mio. >> La baciò ancora, stavolta con dolcezza, per poi lasciarla, ancora incredula, a scivolare in terra vista la sensazione di avere gelatina al posto delle gambe, mentre lo guardava andare via fino a che non scomparve alla sua vista.

Bolin emise in sommesso ma gioioso << Si! >> di trionfo dalla sua posizione dietro l'angolo. Lo sapeva che era una cosa seria tra quei due. Mentre si beava della buona riuscita di quel rapporto che aveva visto crescere, fu afferrato da due paia di mani ed allontanato dal corridoio dove Mokuren ancora fissava il vuoto con stupore. Mentre si allontanava con Asami e Korra sotto braccio la prima gli rivolse un sorrisetto << A quanto pare ci siamo perse parecchie cose durante questa vacanza. >> Disse divertita e Korra posò il capo su di una spalla del ragazzo con gli occhi grandi ed un sorriso dolce, quel sorriso dolce a cui Bolin non era mai riuscito a dire di no. << Racconta. >> Chiese carica di curiosità ed aspettativa. Lui non ebbe cuore di negarle nulla.

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Capitolo 4
*** Capitolo 04 ***


Capitolo 04


 
Mokuren camminò di buon passo lungo il giardino esterno del palazzo imperiale per raggiungere il giardino interno e ricongiungersi agli altri ospiti. Akane, la dama di compagnia assegnatale, camminava al suo passo, appena un po’ più indietro come era proprio, nonostante l'età avanzata. La donna era gentile ma energica, abituata ad avere a che fare con la nobiltà di palazzo, conscia di avere la protezione della famiglia regnante grazie al suo ruolo di governante degli appartamenti del principe Iroh. Mokuren non era stupida. Iroh le aveva affiancato come dama di compagnia una persona a lui così vicina come dichiarazione ufficiale che la giovane Daimyo era sotto la sua personale protezione, il che significava che si aspettava problemi. Mei l'aveva messa in guardia sulle "paperette", come le chiamava lei, le pretendenti al ruolo di fidanzata del Principe Imperiale. Più di una volta avevano cercato d'infiltrarsi sulla nave e lei e le altre ragazze dell'equipaggio avevano spontaneamente fatto fronte comune per difendere la privacy e la tranquillità del proprio superiore. Inutile dire che di fronte a rudi soldatesse le principessine erano fuggite inorridite. Mokuren mantenne la sua maschera impassibile visto che il giardino esterno era un luogo aperto ai normali frequentatori del palazzo, ma poteva sentire su di se gli sguardi dei presenti, nobili e guardie, reprimendo il desiderio di poter arrossire d'imbarazzo. Al suo arrivo alla capitale era rimasta talmente affascinata dalla sua maestosità che un divertito Iroh l'aveva condotta per tutto il lungo tragitto fino alla residenza Imperiale, ed all'interno di essa. Solo quando l'aveva lasciata nelle sapienti mani di Akane, la ragazza si era resa conto che l'aveva tenuta per mano tutto il tempo. Ai testimoni di quel fatto questo era un'altra chiara dichiarazione da parte del Principe. Mokuren non dubitava affatto che la voce dell'arrivo del principe mano nella mano con un'estranea avesse già fatto il giro del palazzo imperiale...se non di tutta la capitale. Una nota piacevole era la stessa Akane che aveva conosciuto in passato il padre di Mokuren e le aveva regalato dal suo arrivo parecchi aneddoti della giovinezza di Yushoto Touga. Represse il sorriso che voleva affiorare sulle sue labbra ed occhieggiò con sollievo la porta del corridoio che dava al giardino interno, ma la strada le fu di colpo sbarrata da una giovane donna vestita elegantemente, accompagnata da un'altra poco più vecchia di lei, una governante a giudicare dal mon che decorava un semplice collare invece che cucito o ricamato sugli abiti sobri. << Si è parlato molto della straniera che ha avuto l'ardire di entrare a palazzo mano nella mano con il Principe Imperiale.  >> Esordì la giovane mentre Mokuren la squadrava freddamente. I Lunghi capelli neri erano intrecciati in una complicata acconciatura, non uno fuori posto. Il vestito era lungo, di seta rossa e le avvolgeva il corpo in maniera un po’ troppo palese per i gusti della giovane che la osservava. Il viso perfetto dagli affilati tratti del fuoco, esaltati dal trucco, era sormontato da due occhi neri che la fissavano con aperto disprezzo. Diversi gioielli adornavano la figura, i capelli e le dita affusolate che stringevano il ventaglio d'avorio e che mostravano chiaramente, complici anche le lunghe unghie laccate, la loro totale estraneità a qualunque arte combattiva. Mokuren si trovò a pensare che quello era un tipo di vestiario eccessivo che lei non avrebbe accettato di rivestire neppure per la più sontuosa delle feste, figuriamoci per una semplice passeggiata. Come era suo privilegio in quanto dominatrice e titolata, distolse lo sguardo da quella bambola viziata, lasciando che fosse la propria dama di compagnia a parlare con lei. Akane mosse un passo avanti fissando con aperta disapprovazione la loro antagonista. << Lady Michiko, speravo che i vostri nobili genitori vi avessero impartito un'educazione migliore. Presentatevi invece di apostrofare direttamente qualcuno che vi è superiore in rango.  >> L'altra assunse un'espressione scandalizzata > La sua espressione mutò in sufficienza per poi puntarsi con aspettativa su Mokuren, che con suo disappunto la ignorò completamente. << Lady Akane, non perdiamo altro tempo. Detesto essere così scortese da fare aspettare chi mi attende.  >> Disse con tono neutrale ma fermo e la vecchia annuì. << Avete indubbiamente ragione, Daimyo Yushoto. Trovo anche io disdicevole fare attendere i vostri compagni di viaggio, ancora di più perché si tratta dell'Avatar e del suo seguito.  >> Poi si volse verso una furiosa Michiko << Seppure non cosciente di avere a che fare con un Lord Daimyo vi sareste dovuta rendere conto che la persona a cui vi stavate così irriverentemente rivolgendo veste in rosso ed argento, mia cara. Con tutta la vostra boria, voi vestite solo in rosso e bronzo.  >> Gli occhi della giovane nobile si puntarono increduli sui fregi delle vesti di Mokuren per poi spalancarsi di sorpresa << Ma...non è posssibile!  >> Biascicò prima d'incupirsi << Anche così la posizione a palazzo di mio padre...  >> << Michiko!  >> Sbottò Akane furiosa interrompendola  << Stai offendendo un membro dell'aristocrazia d'argento, un Lord Daimyo ed una maestra del fuoco...Vuoi veramente continuare?  >> La ragazza strinse le labbra a quel rimbrotto ma non concesse sconfitta. << Mio padre mi confermerà o meno le vostre parole!  >> Disse per poi voltarsi ed allontanarsi sprezzante a testa alta, seguita dalla governante che mostrò più garbo di lei inchinandosi prima alle due donne. Mokuren aprì il proprio ventaglio portandolo davanti parte del viso e sussurrando esterrefatta << Ha appena attaccato un ospite sotto la palese protezione del Principe Imperiale, messo in dubbio le parole della governante di quest'ultimo e crede di esserne uscita vittoriosa?  >>  Akane la imitò << Questo è il risultato degli insegnamenti materni.  >> Le sussurrò di rimando mentre la guardavano allontanarsi << Lord Haji lascia troppe libertà a sua moglie e sua figlia.  >> Le due donne si avviarono poi incuranti dei bisbigli che si erano alzati dopo quel confronto.
 
Una volta raggiunto l'interno della parte privata, e meno affollata, del palazzo Akane continuò il discorso con più tranquillità mentre avanzavano verso la loro meta a passo più rilassato. << Michiko è stata convinta da sua madre, Lady Akiko, di essere la più probabile candidata al ruolo di futura moglie di Iroh.  >> << Ed è vero?  >> La più vecchia scosse il capo << Se ci fosse mai stata una lista di candidate ti assicuro che Michiko non sarebbe presente in essa. E' viziata e capricciosa, superba e crudele oltre a vestirsi in modo eccessivo... tutti quei gioielli e quel trucco non sarebbero stati indicati per una festa, figuriamoci per una passeggiata pomeridiana nel giardino. E non farmi nemmeno menzionare il taglio rivelatore di quella veste e quella scollatura vertiginosa.  >> Il tono della donna era tra lo scandalizzato ed il rassegnato e Mokuren le sorrise << Paperette...la mia amica Mei chiama così le pretendenti di Iroh. Paperette starnazzanti, dalle piume lucide ed il cervello pieno di cipria e sciocchezze. Una volta mio padre mi disse che solo un uomo debole o stupido sceglierebbe coscientemente per se e come madre dei suoi figli una bambola vestita a festa. Donne la cui unica preoccupazione era accalappiare il miglior partito possibile prima che il tempo tolga loro la bellezza di cui vanno tanto fiere.  >> Akane ridacchiò << E' proprio da Touga dire qualcosa del genere.  >> << Perdonami, Akane...ciò che hai detto alla bambolina dalle mani morbide...che significa che io vesto in rosso ed argento?  >> La donna si fece perplessa << Touga non te ne ha parlato?  >> << Avevo solo 10 anni quando è morto.  >> << Ah, capisco. La famiglia Imperiale del fuoco veste in oro, a sottolineare la discendenza più diretta dal primo avatar del fuoco. Altre discendenze degli avatar rivestono il colore argento, per sottolineare il prestigio di avere uno o più avatar nella propria ascendenza. Gli altri nobili rivestono il colore bronzo, a sottolineare il proprio rango ma la carenza di questi illustri antenati. Nel tuo caso Yushoto era il 7° avatar del fuoco.  >> << Oh...  >> << C'è un'altra cosa che devi sapere, ragazza mia. Della tua generazione non c'è un solo dominatore proveniente dalle famiglie d'argento, ed in generale nessuna ragazza in età da marito. Tu sei l'unica.  >> << E' per questo che Michiko non si è resa conto del mio status?  >> L'altra annuì << E' vero che tra le famiglie di bronzo Michiko è la fanciulla in età da marito più alta in rango. Ma ora ci sei tu che la sovrasti. Sei della nobiltà d'argento, un Lord ed una dominatrice del fuoco. Curioso che proprio tu che hai una ascendenza mista sia non solo una dominatrice, ma una maestra della fiamma, un dominatore completo. Non lo trovi Ironico?  >> Mokuren sorrise annuendo, lieta che la sua ascendenza mista non fosse criticata.
 
Akane aveva salutato con calore Mokuren alle porte che davano sul giardino interno, e si accingeva a tornare sui suoi passi quando venne fermata da Iroh. << Akane. Ho saputo che a figlia di lord Haji ha infastidito ed insultato la mia ospite.  >> Akane annuì osservando l'uomo che aveva aiutato a crescere per più di quarant'anni. Le sorrideva ma al suo assenso gli occhi avevano preso un'espressione dura che mal si accompagnava a quel sorriso << E' ora che Haji si renda conto che solo perché non ha il carattere ne gli attributi per tenere a freno l'arpia che ha sposato, e quella che ha generato, non significa che il resto del mondo debba sopportarle.  >> Mormorò sovrappensiero << Sono d'accordo con te. La piccola ha tutti i difetti del fuoco senza alcun pregio a redimerla.  Hai già detto a tua madre e tuo nonno che hai trovato la tua regina?  >> Gli chiese cambiando discorso ed osservando con piacere la sua espressione tornare serena << Non appena ti ho lasciata con Mokuren mi hanno richiamato a colloquio privato per chiedermi il perché di queste manovre. Si fidano del mio giudizio ma sono curiosi. Tu cosa ne pensi di lei?  >> << Quel che vedo finora mi piace. Ha un gusto nel vestire che mi ricorda sia tua nonna che tua madre. Abiti dai materiali di qualità ma dalle linee semplici e che lascino libertà di movimento e permettano di nascondere le sue daghe. Nonostante la sua figura piena non ama i tagli troppo attillati ed è assolutamente disgustata dalle ampie scollature che le ragazze di oggi sembrano favorire. Come gioielli ha preferito un semplice e sottile girocollo, ed uno spillone per capelli. Sotto a tutto ciò i tradizionali stivali sabbiati di un dominatore del fuoco.  >> Sorrise nel dirlo mostrando la sua approvazione << La Mei che ha nominato è quella Mei Lin della nave? Quella che si è occupata più di una volta delle tue ammiratrici più...audaci?  >> Lui annuì << Una buona amicizia... approvo particolarmente la definizione di paperette.  >> Ridacchiò la donna ed il sorriso di Iroh si allargò << Qualcosa a che fare con penne lucide e cervello vuoto?  >> Rise a sua volta per poi tornare serio << Come ha preso l'attacco di Michiko?  >> << L'ha totalmente ignorata, come si conviene al suo ruolo ed al suo rango. Anche quando Michiko ha dichiarato che suo padre avrebbe confermato o meno le mie parole sul suo status.  >> Iroh strinse gli occhi in una espressione di furioso disappunto << Ti ha dato della bugiarda?  >> Sibilò e la donna annuì << Nel giardino esterno davanti a buona parte dei nobili e delle guardie, tutti testimoni illustri.  >> L’uomo emise un sospiro come a cercare di calmarsi << Devo parlare con lord Haji prima di quanto credessi.  >> Concluse. << Anche se non mi aspettavo che qualcuno agisse così presto.  >> << Nemmeno io...non avevamo contato il cervello pieno di cipria e sciocchezze.  >> Akane osservò di nuovo la sua espressione passare al sorriso, nonostante la rabbia. << A quanto pare la tua regina ha solo amicizie femminili agguerrite...come tua madre e tua nonna.  >> Lui annuì << Una soldatessa dominatrice del metallo e disgustata dalle damine delicate, Asami Sato che pur non essendo una dominatrice è uno dei cavalieri dell'avatar e l'avatar stessa.  >> << Ne vedremo delle belle a palazzo.  >> Sentenziò Akane soddisfatta ed Iroh annuì pensando al discorso che avrebbe intavolato da lì a presto con Lord Haji.
 
Mokuren si mosse ad occhi chiusi ripetendo i kata del fuoco con fluida velocità, rilassandosi nel familiare esercizio mentre la sua mente vagava altrove. Quei due giorni erano stati tranquilli rispetto a quello movimentato del loro arrivo, ma non meno ricchi. La ragazza aveva passato molti momenti con Bolin, Asami e Korra, altri con Akane, parlando di suo padre, della Nazione del Fuoco e della corte. La sera prima l'aveva passata con Iroh, una cena privata solo per loro, sulla balconata degli appartamenti dell'uomo ma con Akane nelle immediate vicinanze come accompagnatrice, com'era consono per una giovane nubile che interagisca con un affascinante celibe in un luogo privato. La serata era stata perfetta e la ragazza aveva quasi rimpianto la presenza garbata ma aleggiante della vecchia governante. Quasi, perché nonostante il desiderio di averlo tutto per se, si rendeva conto che per entrambi era importante rispettare certe consuetudini, ed i due non erano ancora ufficialmente fidanzati. Almeno non prima dell'Agni Kai, discorso che i due avevano accuratamente evitato durante la serata. Oggi, però, l'inquietudine sembrava non volerla abbandonare. Oggi: il giorno dell'Agni Kai. La sua mente era in subbuglio e, mentre il suo corpo si piegava alla disciplina della propria memoria, il suo pensiero andava ad Iroh. Era veramente sicuro di quello che faceva? Si era reso conto di cosa significasse per il principe della Nazione del Fuoco sposare una donna che, seppure proveniente da un lignaggio prestigioso, aveva un retaggio misto? Che cosa ne pensava la Famiglia Imperiale? Cercò di eliminare quei dubbi dal suo cuore dicendosi che Iroh non era uno sprovveduto, ma un generale, uno stratega, ma continuavano a girarle in testa.
 
Dalla sua posizione seduta accanto al tavolo di ferro battuto, in un angolo del cortile, Akane osservò la giovane di cui si era occupata in quei giorni utilizzare l'esercizio fisico per calmare il suo tumulto interiore. Quando percepì la presenza accanto a lei si volse procedendo poi ad alzarsi in segno di rispetto solo per essere fermata dalla mano forte di Lord Zuko sulla spalla. Lo sguardo dell'uomo era puntato sulla giovane dominatrice << Parlami di lei.  >> Le disse solo ed Akane fu ben lieta di accontentarlo. << E' la degna figlia di suo padre. Considera la nobiltà un onere invece di un privilegio ed è stata cresciuta non come una nobildonna ma con la disciplina mentale di un dominatore. E' pratica e modesta quanto le ragazzine di palazzo sono frivole e volgari, una vera boccata d'aria fresca. Riesce a mantenere una facciata impassibile, ma è emotiva, come ci si aspetta da qualcuno con il retaggio dell'acqua, ed è fortemente protettiva di coloro che le sono cari, anche se in questo momento il numero di persone così vicine a lei è comprensibilmente basso. Ha gestito con indifferenza la sfuriata di Lady Michiko e con gelida cortesia il tentativo di scuse di Lord Haji, affermando che era Michiko stessa che doveva prendere responsabilità delle proprie azioni, sia verso di lei che verso di me.  >> Poi sorrise << Ha fatto sudare freddo Lord Haji quando gli ha chiesto se Iroh era particolarmente arrabbiato quando gli aveva notificato il comportamento di sua figlia.  >> Zuko annuì << Dalla figlia di Touga non mi aspettavo altro  >> Sentenziò per poi tornare a chiedere << Lei ed Iroh?  >> << Francamente mio Signore?  >> << Certo.  >> Il sorriso sulle labbra della donna divenne dolce << Sono due perfetti idioti. Entrambi innamorati tanto da girarsi intorno e sentirsi goffi e stupidi uno alla presenza dell'altra, come solo un uomo ed una donna del fuoco cotti a puntino sanno fare.  >> L'uomo sorrise << Come mi sentivo io con la mia Mai.  >> Ricordò con rimpianto la moglie, combattiva eppure dolcissima. Come animato da quei ricordi si avviò verso la ragazza di cui parlavano, sorprendendo non poco Akane.
 
Mokuren fu acutamente cosciente dell'avvicinarsi di qualcuno, ma dal passo capì immediatamente che doveva trattarsi di un altro dominatore ancora prima di aprire gli occhi. Quando si vide di fronte in posizione d'attacco lo stesso Signore del Fuoco rimase non poco sorpresa << Mio signore?  >> << Concentrazione.  >> Le rispose lui secco prima di attaccare ed i due si trovarono ben presto invischiati in un furioso intrico di quella che ad esterni sarebbe sembrata una vorticosa e mortale danza.
 
Zuko si stava divertendo un mondo anche se mai lo avrebbe ammesso. La ragazza era abile, agile e veloce, e dopo la prima sorpresa non si era tirata indietro, affrontandolo a testa alta. Nonostante la ragazza favorisse sicuramente la madre in aspetto, a parte il colore di occhi e capelli, riusciva a vedere molto di Touga in lei, soprattutto negli atteggiamenti. Iroh non aveva esagerato sulla sua bellezza e su quella flessuosità che le derivava sicuramente dal suo retaggio dell'acqua e Zuko si trovò a ripensare all'amica Katara mentre la osservava così concentrata nello scontro. Ad un suo cenno ritornarono in posizione di saluto terminando quella improvvisata sessione. << Vedo che Touga ha insegnato bene a sua figlia.  >> Lei s'inchinò con rispetto << Mio padre sarebbe stato felice di sentirvelo dire, Lord Zuko.  >> Lui le sorrise << Niente formalità, ragazza mia. A breve avremo da parlare per scegliere il rappresentante che governerà per te le Isole del Sud. Iroh mi ha raccontato abbastanza da sapere che anche io non sarei potuto rimanere in quel luogo, al tuo posto.  >> Lei annuì poi inclinò appena il capo << Siete qui per l'Agni Kai di oggi?  >> << Cosa te lo fa pensare?  >> Lei prese un profondo respiro << IL mio lignaggio non è puro, Lord Z...Signore.  >> Si corresse ad una sua occhiataccia ma poi lo vide scuotere il capo << Il tuo lignaggio del fuoco è abbastanza puro da aver generato una dominatrice completa pur commistionato all'acqua. Inoltre sei una maestra del fuoco, una che ha padroneggiato anche la parte spirituale più difficile del nostro elemento. Non ci sono problemi per la tua ascendenza mista.  >> Poi le sorrise ancora << Era questo che ti preoccupava, vero? Che la tua ascendenza potesse essere criticata dalla famiglia di Iroh?  >> Lei annuì << Signore...c'è sempre la possibilità che un figlio mio e di Iroh non sia un dominatore...o nasca dell'acqua.  >> Il sorriso di Zuko si allargò << Vuoi dirmi veramente che avete intenzione di fermarvi al primo?  >> Lei arrossì << No.  >> << Brava ragazza. Voglio sentire di nuovo piccoli passi riecheggiare nel palazzo. E' stato silenzioso per troppo tempo, anche se non me lo sentirai mai ammettere ad alta voce.  >> La prese sotto braccio mentre la riconduceva verso Akane << Lo sai che perderai, vero? Iroh ti è superiore di esperienza ed ha troppo da perdere da questo Agni Kai per non metterci tutto se stesso.  >> Lei annuì con un sorriso << Vero, signore, ma ciò non significa che gli renderò le cose facili. Mi vuole in moglie? Che mi dimostri quanto.  >> Lui parve soddisfatto da quell'affermazione << Bene. Le cose più belle devono essere conquistate o perdono significato.  >> Una volta ricondotta la ragazza al tavolo l'uomo si congedò dalle due donne soddisfatto di aver lasciato una Mokuren notevolmente più rilassata. Non vedeva l'ora di vedere la faccia di quella vecchia incartapecorita quando le avrebbe detto che le aveva trovata un'altra guaritrice della fiamma... ma prima aveva un'Agni Kai da officiare.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 05 ***


Capitolo 05


 
"Mia adorata Opal,
Scusami il ritardo di questa mia lettera ma l'arrivo di Korra ed Asami ed il nostro spostarci dalla nave alla Capitale del Fuoco, mi ha tolto un bel po’ di tempo. Iroh ha fatto un'altra cosa romantica per Mokuren, una cosa grossa. Ti ricordi che ti avevo scritto che Mokuren aveva giurato che solo chi l'avesse battuta ad Agni Kai l'avrebbe avuta in moglie? Ebbene, l'ha fatto: l'ha sfidata davanti a Lord Zuko ed ai suoi dignitari. Lo stesso Signore del Fuoco ha officiato la semplice cerimonia ed i due si sono affrontati fuoco a fuoco. Iroh ha infine vinto, ma Mokuren l'ha fatto faticare parecchio. Dovevi sentire le ragazzine acide della corte come malignavano durante la dichiarazione d'intenti iniziale ma, man mano che lo scontro procedeva, impallidivano fino a rimanere zitte zitte ad osservare ad occhi sgranati. Uno dei Generali anziani ha anche commentato sugli ottimi gusti del principe in fatto di donne e si è lamentato di non trovarne di eguali per il proprio figlio. Al che un altro gli ha risposto << Che ti aspettavi dalla figlia di quel vecchio leone di Touga?  >>. Pare che il padre di Mokuren fosse molto rinomato a corte e tutti i vecchi guerrieri se lo ricordano con favore e rispetto. La sera poi c'è stato il fidanzamento ufficiale, una lunga e complicata cerimonia seguita da meravigliosi fuochi d'artificio che mi hanno lasciato senza fiato. Così Iroh e Mokuren sono fidanzati ed in tre mesi si sposeranno. Dobbiamo cominciare a pensare per un regalo adatto alla cerimonia...tu che dici? Come vanno le trattative? Spero di vederti presto.
Tuo Bolin"
 
Jinora sollevò gli occhi dalla lettera con un sorriso dolce << Perché Kai non fa nulla di così romantico per me?  >> Disse con espressione sognante ed Opal ridacchiò << Perché tuo padre lo terrorizza.  >> Un sospiro della maestra dell'aria << Vero.  >> Poi occhieggiò l'amica << Sei un po’ più tranquilla? Ti ha detto che spera di vederti presto.  >> << Vero.  >> Le fece il verso l'altra e Jinora tornò a sorridere vedendola sorridente a sua volta.
 
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Una volta terminato il cerimoniale dell'Agni Kai Iroh e Mokuren si ritirarono in uno dei salottini attigui al cortile dove si era svolto, e la ragazza non perse tempo iniziando a curare i danni da lei stessa procurati. L'uomo rimase seduto su di una sedia ad occhi chiusi, percependo il piacevole calore guaritore invaderlo di energia, mischiandosi all'adrenalina ancora in circolo. Si riscosse solo quando le mani di lei raggiunsero la bruciatura sul suo fianco, lo stampo a fuoco del palmo di lei, chiedendole di guarirla ma non di evitare che cicatrizzasse. << Perché vuoi tenerla?  >> << Questo sarà il ricordo dell'Agni Kai più importante della mia vita.  >> Le disse socchiudendo infine gli occhi a guardarla trovandola rossa pomodoro d'imbarazzo, con lo sguardo basso sul suo lavoro. Quando ebbe terminato, e si trovarono in piedi uno di fronte l'altra, Iroh prese le mani della ragazza nelle sue << Ora, finalmente posso chiederti ciò che avrei voluto chiederti da settimane.  >> Si portò una delle mani della ragazza alle labbra in un gesto familiare a Mokuren mentre l'altra lasciava il suo contatto solo per cercare qualcosa nella propria tasca. Mokuren non fu in grado di osservare le sue manovre poiché i suoi occhi sembravano incatenati a quelli d'oro dell'uomo che la guardava con quel miscuglio di dolcezza e desiderio che la faceva tremare. << Yushoto Mokuren, vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo accettando di essere la mia regina?  >> Il cuore di Mokuren martellava come mai prima ed ebbe il tempo solo di rispondere "Si" prima di scoppiare in lacrime di emozionata felicità mentre sentiva quell'abbraccio di metallo scivolarle intorno al dito. Riuscì a distogliere gli occhi da quelli dell'amato per osservare quell'anello, una piccola scultura di un drago in oro, allacciato ad una fenice d'argento, gli occhi del drago in ambra dorata, gialli quelli della fenice. Gli buttò le braccia al collo ed i due si baciarono per interminabili attimi prima che, complice l'emozione e l'adrenalina dello scontro, le loro mani cominciassero a vagare in cerca di maggior contatto. Le labbra di lui si staccarono a malincuore da quelle della giovane per scendere lungo il suo collo per strapparle un gemito e poi una roca implorazione del suo nome che diede nuovo vigore alla propria virilità già interessata. Premendola tra se ed il muro continuò a scendere con le labbra, sciogliendo il nodo che teneva chiusa la casacca di lei, scostando poi i tradizionali bendaggi che la avvolgevano alla ricerca della gloriosa visione dei suoi seni nudi. Una mano scivolò intorno ad una invitante rotondità, saggiandone appena la consistenza per poi stuzzicarle con il pollice il capezzolo eretto, strappandole un nuovo gemito. Sentì una delle mani della ragazza infilarsi tra i propri capelli e le unghie dell'altra conficcarsi nella propria schiena a tirarselo più vicino, chiedendo di più, mentre le proprie labbra scendevano sul capezzolo libero facendola gemere ed ansimare sotto quell'assalto. Mokuren si muoveva contro di lui alla ricerca del maggior contatto possibile tra i loro corpi, facendo intuire all'uomo di essere bramosa di essere conquistata da lui tanto quanto lui desiderasse prenderla. Tornò a baciarla, tacitando con le proprie labbra il lamento di disappunto che le uscì di bocca quando smise la dolce tortura sui suoi seni. Dopo quel bacio infuocato si staccò da lei quel tanto che bastava per sussurrarle rocamente << Mia.  >> La ragazza a quel dire gli si aggrappò ancora più stretta sollevando le gambe a circondargli i fianchi facendo aderire ancora più audacemente i loro corpi semivestiti, strappando un ansito ad entrambi << Tua.  >> Acconsentì lei con voce altrettanto bassa e le labbra di Iroh tornarono ad impossessarsi delle sue mimando con i loro corpi ciò che entrambi volevano, pur ancora separati dagli abiti. Nessuno dei due avvertì il clak della porta nell'aprirsi ma la voce squillante di Korra dal corridoio ruppe l'attimo bollente, ghiacciandoli sul posto.
 
Korra, seguita da Asami, raggiunse Bolin nell'attimo esatto in cui apriva la porta del salottino dove si trovavano Mokuren ed Iroh, ma prima che questi potesse spalancarla. << Bolin! Cosa diavolo stai facendo!  >> Il ragazzo si bloccò sul posto. << Volevo vedere come andavano le bruciature e dire ai ragazzi che il cortile è libero. E' quasi un’ora che sono lì dentro.  >> Lei scosse il capo << Ma dai! Non hai neppure bussato! Sei senza alcun tatto!  >> Lo rimproverò prima di scansarlo ed entrare nella stanza mentre Bolin bofonchiava sul fatto che lei avesse anche meno tatto di lui e fosse pure più curiosa. Asami li seguì scuotendo la testa bonariamente al loro comportamento ma quando entrò intuì immediatamente che qualcosa non le quadrava. Mokuren stava raccogliendo i teli di lino usati per pulire le ferite a capo chino e con mani malferme, ed il fiocco che prima le chiudeva la casacca era assente, sostituito da un frettoloso nodo oltretutto posizionato dalla parte sbagliata rispetto a prima. Asami sorrise saputa spostando lo sguardo su Iroh, ingaggiato in conversazione da Bolin e Korra. I due non sembravano minimamente rendersi conto che l'uomo era gentile ma teso mentre si rassettava la casacca che aveva rinfilato palesemente di fretta. La mora imprenditrice ridacchiò tra se e se, ripromettendosi di parlarne quanto prima con l'amica e svelarle cosa aveva interrotto.
 
L'occasione le si presentò dopo i fuochi d'artificio che chiusero la cerimonia ufficiale di fidanzamento del principe e della sua futura sposa. Stanche ma ancora eccitate dagli eventi della giornata le due ragazze si sedettero al tavolino in ferro battuto che si trovava nel piccolo patio appena fuori delle grandi portefinestre delle loro tre stanze. Asami fece notare effettivamente a Korra che aveva interrotto ben più della guarigione di bruciature ed abrasioni, anche se la ragazza non sembrò capire << E cosa avremmo interrotto?  >> << Korra...avevano appena concluso uno scontro rituale per potersi sposare.  >> << Oh...  >> all'esclamazione dell'amica Asami pensò "Dai che forse l'ha capito" << Dici che abbiamo interrotto la richiesta di matrimonio?  >> "No, niente da fare" << Korra, sono due dominatori del fuoco. L'adrenalina era ancora in circolo.  >> << E allora?  >> Asami sospirò esasperata << Korra, ma cosa facevate tu e Mako quando stavate insieme?  >> La sua era una domanda retorica, naturalmente, ma la ragazza rispose candidamente << Ci baciavamo e ci tenevamo per mano...perché?  >> Poi parve pensarci << Vuoi dire che si stavano baciando?  >> Asami si sentiva molto perplessa << Qualcosa del genere.  >> << Ma è stato Bolin ad interromperli aprendo la porta, non io.  >> Asami sorrise sorniona << Non credo abbiano sentito la porta e conoscendo Bolin avrebbe visto quello che succedeva, sarebbe arrossito, ma poi si sarebbe affrettato a richiudere prima di disturbare. Invece qualcuno ha urlato.  >> La ragazza si portò i pugnetti al viso in una posa da bimba mimando la voce di Korra ed urlacchiando << "Bolin! Cosa diavolo stai facendo?"  >> Quell'imitazione fece imbronciare l'interpellata << Io non urlo così.  >> Bofonchiò prima che una delle porte finestre si aprisse a far intravvedere il visetto mezzo addormentato di Bolin. << Hai chiamato, Korra?  >> Il broncio della ragazza si fece più intenso mentre Asami sorrideva dolce al ragazzo << Tranquillo, Bo. Torna a dormire. Stavo solo facendo il verso a Korra.  >> << Ah…ok. Notte.  >> Mormorò lui rientrando in camera e le due ragazze rimasero di nuovo sole. << Insomma, Asami, cosa abbiamo interrotto?  >> La ragazza sorrise << Sesso, Korra, quei due stavano per fare sesso.  >> Korra arrossì << Come fai a dirlo?  >> << Mokuren si era concentrata sugli strofinacci, le mani le tremavano ed era rossa in viso, oltre ad avere la giubba chiusa male. Iroh, invece si stava sistemando la casacca accuratamente perché nascondesse...  >> Non continuò sperando che la ragazza capisse ma Korra la fissò ad occhi sbarrati d'aspettativa << Nascondesse cosa?  >> La incalzò << La sua erezione, Korra. Una volta stimolata ci vuole un po’ ad un uomo per farsela passare, sai?  >> Gli occhi già sbarrati di Korra si allargarono ancora di più << Tu mi stai dicendo che mentre parlava con me e Bolin...  >> << Aveva un erezione che cercava disperatamente di nascondere. Perché pensi io vi abbia trascinato via quasi subito?  >> Korra ci pensò << Quindi quando siamo andati via...  >> La mora scosse il capo << No. Il salottino non era esattamente un luogo privato e non credo siano rimasti lì.  >> << E quindi?  >> Asami ridacchiò << E quindi io non credo che quei due stanotte dormiranno in letti separati.  >> Poi ripensò alle proprie parole ed il suo sorriso si allargò << Non credo dormiranno proprio.  >> Concluse facendo arrossire la sua interlocutrice che rimase zitta per alcuni attimi << Asami? Ma tu...che facevi con Mako quando stavate insieme?  >> Asami sorrise e tornò a farle il verso. << Ci baciavamo e ci tenevamo per mano.  >> Korra la fissò << Solo questo? Fino dove siete arrivati con Mako?  >> Asami la guardò con dolcezza, si alzò dal suo posto e schioccò un bacio sul capo dell'amica come si faceva con le bambine. << Buona notte, Korra.  >> Le disse solo infilandosi nella propria camera e chiudendosi la porta alle spalle mentre Korra cercava di raggiungerla << Ehi! Rispondimi!  >>
 
La stanza era avvolta nella penombra quando Iroh vi entrò dopo il bagno. I servitori avevano lasciato le grandi finestre aperte affare entrare la brezza notturna, lasciando accesa solo la torcia vicina al tavolo, dove lo attendeva il suo the serale. Si sedette davanti ad esso prendendo tra le mani la tazza e fermandosi ad aspirarne con piacere l'intenso aroma, quando un alito di vento appena più intenso lo fece volgere verso la finestra a lui più vicina. Mokuren era la, seduta sul davanzale, rivestita solo da un top e leggeri pantaloni, piedi nudi e capelli sciolti. Quelle due incredibili ambre gialle erano posate su di lui. <<  Mi hai detto di avermi sognata nel tuo letto. Se non ricordo male qualcosa sui miei capelli sparsi sul tuo cuscino.  >> Nel silenzio della notte quelle parole sussurrate erano un coro celestiale alle orecchie dell'uomo che le sorrise << Non ricordi male, amore mio.  >> Lei ricambiò quel sorriso passandosi poi la mano tra i folti capelli corvini facendo baluginare alla luce della torcia l'anello al suo dito. << Iroh...non vorrai veramente farmi aspettare altri tre mesi...vero?  >> Lui posò l'intoccata tazza di the alzandosi e muovendo pochi passi verso la giovane, tendendole poi una mano, il palmo rivolto verso l'alto. << No, amore mio. Non ho intenzione di aspettare ancora.  >> La vide rabbrividire a quelle parole ma muoversi verso di lui posando i piedi in terra e scendendo dal davanzale per poi posare una mano nella sua. Lui la tirò dolcemente verso di se tornando a baciarle quella mano mentre la avvolgeva alla vita con un braccio. Si baciarono con trasporto per poi staccarsi appena e posare la fronte l'uno contro quello dell'altra a guardarsi ancora negli occhi, il sorriso sulle labbra di entrambi. Dopo attimi eterni l'uomo la prese in braccio adagiandola poi sul proprio letto torreggiandole sopra << Sono qui, Iroh.  >> Mormorò lei con dolcezza << Non è un sogno. Sono tua e ti amo.  >> << Ti amo anche io, Mokuren...ma c'è un problema, amore.  >> Le disse con un sorrisetto << E sarebbe?  >> Chiese lei con una risatina << Non ti sento ancora urlare il mio nome.  >> La voce di lui si era abbassata e la ragazza era rabbrividita ma non certo di freddo se leggeva bene l'emozione in quegli incredibili occhi da gatta. << E tu impegnati a farmelo urlare.  >> Le gambe della giovane salirono a circondargli i fianchi facendogli perdere quasi il controllo << Con piacere.  >> Mormorò prima di cedere finalmente al desiderio.
 
Fine Primo libro

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Capitolo 6
*** Capitolo speciale ***


Capitolo speciale


 
L'ora era tarda ma l'operazione di polizia aveva richiesto più tempo del previsto per catturare tutti i membri della banda che aveva incautamente cercato di estorcere denaro a chi si occupava della ricostruzione di uno dei settori danneggiati di Città della Repubblica. Mako era irritato, assonnato ed alle prese con un rapporto che non ne voleva sapere di scriversi da solo permettendogli così di andarsene a casa a riposare. Fu durante quelle peripezie che gli passarono una telefonata. << Pronto?  >> Lo sentì rispondere Lin mentre gli passava una tazza di caffè, venendo ringraziata da un aperto sorriso del ragazzo. << Korra? Ciao, ma lo sai che ore sono?  >> Lin si volse per allontanarsi, la sua innata curiosità soddisfatta, quando lo sentì quasi strozzarsi con il sorso di caffè appena sorbito. << Che significa "fino dove mi sono spinto con Asami"?! Ma che domande sono?!  >> Lin tornò a guardarlo reprimendo una risata mentre il ragazzo diveniva paonazzo. << No. Non insistere, Kora. Sono fatti miei e di Asami. No, Korra, scordatelo!  >> La donna lo vide incupirsi << Che significa che dalla mia risposta dipende la mia incolumità? Ma chi credi di essere, Lin?  >> L'interpellata sollevò un sopracciglio mentre un ampio sorriso si faceva strada sul suo viso e si riavvicinava al ragazzo al telefono. << No, Korra, non sei nemmeno un decimo così intimidativa! Scordati di questioni che non ti riguardano e vedi di andare a dormire invece di disturbare chi lavora e non dorme da più di 24 ore!  >> Detto questo attaccò con violenza la cornetta bofonchiando "Ma tu guarda questa". Sorseggiò il suo caffè cecando di calmarsi per potersi rimettere al lavoro quando si rese conto della presenza al suo fianco che lo guardava. I suoi occhi d'ambra incontrarono quelli verdi di Lin che lo fissavano con un mezzo sorriso << Allora, Mako...fino a che punto sei arrivato con la giovane Asami?  >> << Capo!!  >>
 
 
Qualche giorno dopo Zuko e sua figlia Izumi si trovarono a prendere il the insieme. La donna occhieggiò il padre mentre parlavano degli accadimenti di quei giorni, << E quindi Iroh si è arrabbiato con te perché sei andato a parlare con Mokuren? Papà...gli avevamo promesso di non avvicinarla se non dopo l'Agni Kai.  >> L'uomo sorrise << Non avevo intenzione di parlarle, volevo solo chiedere di lei ad Akane. Poi l'ho vista tesa come una corda di violino...  >> La donna sorrise al genitore << E volevi sapere cosa la turbasse.  >> Finì per lui facendolo annuire << Benedetto ragazzo. Il suo retaggio misto era una forte fonte di stress per quella povera ragazza, come ha fatto a non accorgersene?  >> Lei ridacchiò. << Credo avesse altro per la testa. Com'è finita poi la sua rimostranza verso di te?  >> Il Signore del Fuoco ghignò << Gli ho semplicemente detto che lui poteva ignorare la mia trasgressione alla promessa fino a che io ignoravo che dall'Agni Kai Mokuren non ha più dormito nella camera assegnatale. Era molto tempo che non avevo il piacere di vedere tuo figlio arrossire, Izu. Ragazzino...crede veramente di essere l'unico che abbia mai avuto il sangue bollente verso l'amata?  >> << Piuttosto, papà, perché hai fissato il matrimonio tra soli tre mesi?  >> << Sono già due notti che sono intimi, posso fidarmi che in tre mesi riescano a non generare eredi fuori dal matrimonio...e poi vorrei evitare ripensamenti.  >> La figlia parve perplessa << Io non ho mai visto Iroh così convinto di qualcosa, Papà.  >> Lui la replicò serio << Parlavo di lei Izu.  >> Si fissarono in viso per qualche attimo, scoppiando poi a ridere entrambi di cuore.
 
 
 

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