Draghi, metallo e cavalieri: Libro 2, Fiori di Metallo

di LanceTheWolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 03 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 04 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 05 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 ***


Capitolo 01


 
Wei Beifong non si era mai considerato una persona nervosa. Chi lo conosceva, o credeva di conoscerlo, avrebbe detto di lui e del suo gemello Wing, tutto il contrario. Sapeva cosa dicevano di loro. I gemelli, superficiali ed irresponsabili, i figli scapestrati della signora del metallo. Perfino i fratelli avevano questa idea di loro. L'unica a conoscerli bene era la loro madre che, più che cosciente delle reali capacità dei figli, ne aveva fatto le sue guardie del corpo. Ai due andava bene anche così: se la gente continuava a sottovalutarli perché non usare questo fatto come una maschera dietro cui nascondersi? Nessuno sospettava che dietro a quelle identiche facce da giocherelloni ci fossero le due menti più strategiche e politiche di tutta la nuova generazione di Beifong. Eppure oggi Wei si sentiva fortemente agitato. Andò con il pensiero a quasi 10 giorni prima, quando era cominciata quella situazione, ad un fatto che l'aveva scosso non poco. Si ricordava ancora quando era arrivata quella maledetta lettera che aveva fatto impallidire Mei, in una maniera di cui lui non avrebbe mai ritenuto capace la donna. In quei due mesi in cui aveva frequentato la corte del fuoco, al seguito di Bolin ed Opal, aveva avuto modo di conoscere la guardia del corpo e migliore amica di Mokuren. Diavoli! Ci si era scontrato più di una volta, incaponito a sfidarla dall'atteggiamento aggressivo e strafottente della donna, nonché dalla sua abilità di dominatrice. Vedere quell'esempio di indipendenza femminile andare in pezzi per un semplice pezzo di carta l'aveva scosso. Ricordava di essere riuscito a leggerla quando la lettera venne temporaneamente abbandonata in terra e di essersi sentito la furia montare dentro ad ogni parola. Han, il fratello della ragazza, aveva messo in guardia la sorella minore che suo padre stava considerando seriamente un'offerta di matrimonio per lei, con delle clausole assurdamente restrittive che l'avrebbero messa in sudditanza assoluta al futuro marito, Lord Cho, un nobile non dominatore famoso per essere una creatura oltremodo crudele e per aver già dilapidato il proprio patrimonio, ed in cerca quindi di una ricca dote. Han aveva cercato di protestare ma si era sentito rispondere che non si poteva fare altro per una figlia ingrata ed irrispettosa che aveva condotto per anni una vita licenziosa ed era ormai la vergogna della famiglia. Wei aveva tremato di rabbia, una furia cieca contro quel padre che non voleva ammettere i pregi di sua figlia, e quello che doveva divenire di fatto il padrone della ragazza. In un attimo si era formata nella sua mente un'idea che aveva immediatamente proposto a sua madre.  Suyin aveva ascoltato le sue argomentazioni ed aveva dato il suo assenso. Quando era arrivata quella stessa mattina aveva consegnato a suo figlio, con il sorriso soddisfatto sulle labbra, il contratto matrimoniale firmato da lei e dal padre di Mei, Lord Bai. Meno di due ore fa aveva chiesto ad un servitore di palazzo di portare alla ragazza la sua copia del contratto ed ora era lì, agitato, sperando che sua moglie non lo uccidesse per aver osato tanto senza consultarla.  Perché per contratto erano sposati dal momento preciso in cui quelle firme erano state apposte. Un contratto di fidanzamento comprendeva troppe clausole che sarebbero potute essere revocate, ma uno matrimoniale era definitivo. Lord Cho si sarebbe trovato un'altra sposa danarosa. Sospirò mentre giocherellava con il cibo del suo pranzo, consumato in compagnia della madre e del gemello nei loro appartamenti a palazzo. Di colpo la porta si aprì con un tonfo secco a lasciare entrare la forma seria ed adombrata di sua moglie che lo fissò scura per poi rivolgersi a sua madre. << Lady Beifong...credo che io e suo figlio dobbiamo parlare. >> Disse solo mentre Wing dava una pacca sulla spalla del gemello per poi ritirarsi dietro la forma divertita di sua madre. "Vigliacco" Si trovò a pensare Wei mentre Suyin annuiva tranquilla alla più giovane << Più che naturale, mia cara. E benvenuta in famiglia. >> Mei accennò un inchino alla donna per poi avvolgere le sue fruste di metallo intorno al neo marito, portandoselo via così legato.    
 
Wei fu così trasportato fino alla camera della ragazza dove fu sbattuto contro il muro e, con sua enorme sorpresa, baciato appassionatamente. Quando si staccò da lui gli occhi castano rossi della giovane si puntarono nei suoi << Perché? >> Gli chiese solo e lui si passò la lingua sulle labbra indolenzite da quel bacio furioso prima di rispondere seriamente. << Perché non era giusto. Nessuno dovrebbe essere tradito da chi l'ha generato. Nessuno dovrebbe essere convinto di poter possedere una persona come fosse un oggetto. E poi non potevo sopportare di vedere mettere in gabbia un aquila selvaggia con l'imposizione di comportarsi come un canarino. Ognuna di queste è vera ed ognuna non è l'unica ragione. Alla fine prima o poi anche io mi sarei dovuto trovare una moglie, quindi perché non unire due utilità? Tu ci guadagni di essere finalmente libera dalle imposizioni di tuo padre, l'entrata nel clan del Metallo e le clausole più libere che si siano mai viste in un contratto matrimoniale. Io ci guadagno una compagnia capace ed addestrata, che mi sappia tenere testa e l'alleanza con la futura Signora del Fuoco, la tua migliore amica di cui rimani la guardia del corpo. >> Lei strinse gli occhi << Lo stai dicendo come se non ti aspettassi d'innamorarti mai. >> Lui fece una smorfia << Con la fama che abbiamo io e Wing mi aspetto di non essere considerato materiale da matrimonio. Sempre per questa fama non ti ho detto nulla del mio piano. Non volevo inoltre darti false speranze nel caso che mia Madre non fosse stata d'accordo. >> << E mio padre non poteva rifiutare? >> Lui la guardò come fosse pazza. << Sono il figlio della Signora del Metallo, nipote di Toph Beifong e membro di una discendenza prestigiosa di avatar della terra. Quell'arrivista di tuo padre non poteva dire di no a mia madre. >> Lei considerò per un attimo la questione poi scosse le spalle << E tu... hai interessi in me come donna? >> Gli chiese a bruciapelo cambiando totalmente discorso e Wei prese un lungo respiro, scegliendo accuratamente le parole da dire, cosciente di essere ad un punto cruciale di quella conversazione.  << Non posso certo dirti di essere innamorato di te, ma mi hai colpito molto da quando ti ho incontrata, due mesi fa. Non ti nego che ti trovi interessante anche da un punto di vista fisico. >> << Quindi... >> esordì lei dopo un attimo << …Tu vedi solo cose buone da questa situazione e non mi costringerai mai a fare qualcosa che io non voglia? Pensi che ci possa essere una buona intesa tra noi e... mi trovi desiderabile? >> Lui le sorrise << Si, no, si e... diavolo si! >> Mei sorrise per la prima volta da che l'aveva vista quel giorno. << Quindi...siamo sposati. >> Gli disse posandogli le mani sul petto e facendosi a lui più vicina per poi allargare un sorrisone sornione. << Si, siamo sposati. >> Le rispose lui titubante a quel sorriso << Hai un erezione, maritino. >>  Lui sospirò << Una donna che trovo estremamente desiderabile mi tiene legato al muro e mi si struscia contro...scusa se ho dei sani istinti sessuali. >> Lei ghignò << Quindi posso fare il rodaggio al mio maritino, vero? >> La sorpresa di Wei era palese sul suo viso << Ma...sei seria? >> << Più che seria, monellaccio. >> Lui la fissò in viso e quando fu chiaro che non stava scherzando, soprattutto dopo che gli graffiò appena il petto attraverso gli abiti, le disse con un sorriso << Liberami e te lo faccio vedere io il monellaccio. >> Accettando quel palese invito lei lo baciò di nuovo mentre ritirava le fruste di metallo e lui la strinse a se, ribaltando le loro posizioni mentre la schiacciava al muro ed i due si divoravano a vicenda. Tra un bacio e l'altro Wei le sussurrò << L'hai mai fatto con un altro dominatore del metallo? >> E lei scosse il capo facendolo sorridere. Qualcosa cominciò ad avvolgersi intorno ai polsi ed alle caviglie della donna a scivolare poi lungo gli arti ad imbrigliarle il corpo in un'intima carezza. Mei si rese conto solo in un secondo momento che erano i cavi di metallo di Wei.
 
<< Non le hai detto nulla vero? >> Wei fissò il gemello come fosse impazzito << Che ti viene in mente, Wing? Certo che no. >> L'altro diede una scrollata di spalle << E che vi vedo affiatati dopo solo due settimane di matrimonio. Se non conoscessi la situazione penserei che siete davvero due sposini novelli che non riescono a non mettersi e mani addosso. >> Dalla sua posizione seduto sul davanzale Wei alzò gli occhi al cielo << Se la metti così è vero. Tutte le volte che rimaniamo da soli per più di mezz'ora finiamo a fare sesso. >> Wing quasi cadde dal proprio letto su cui era semi sdraiato a quella rivelazione. << Veramente? Oh...e com'è a letto? >> Wei sbuffò infastidito << Come se te lo venga realmente a dire. >> Bofonchiò guardando fuori dalla finestra ed ignorando l'espressione sorpresa del fratello << Ma ci siamo sempre raccontati tutto! >> << Ma questa è mia moglie, Wing, non il divertimento della serata, più interessata al mio cognome che a me. >> Sbuffò ancora << E' diverso. >> Wing sollevò le mani in cenno di resa << Ok, ok. Lo capisco. Ma almeno dimmi: ti sei trattenuto come al solito o la tua signora ti regge? >> Wei arrossì appena << Non mi sono trattenuto...non ci sono proprio riuscito. Diciamo che ci reggiamo a vicenda. >> Poi si volse verso di lui con un occhiataccia << Chiedimi di più e ti uccido. >> L'altro ghignò al suo fare << Ahh...siamo già così protettivi? >> Lo canzonò aumentando la sua irritazione << Wing. >> A quel tono cupo l'interpellato alzò di nuovo le mani << Ok, la smetto. >> Wei si massaggiò gli occhi con una mano sospirando. << Sono state due settimane stressanti. Anche contando Iroh e Mokuren che mi hanno trascinato in un angolo del giardino, qualche giorno fa, e minacciato che se faccio del male a Mei me la faranno pagare cara. >> L'espressione incredula di Wing era velata di ilarità << Beh...è bello che si preoccupino per lei. >> Disse facendo sorridere il fratello. << Molto. Lo sai che Mei ed Iroh erano amanti occasionali? >> L'altro inclinò il capo come a pensarci << Del tipo che non era una relazione seria ma c'è comunque un legame stretto? Amici con benefici, almeno prima dell'incontro di Iroh con Mokuren. >> Wei annuì << Me ne ha parlato la stessa Mei. Anche Mokuren ne è a conoscenza. >> Rimasero un attimo in silenzio poi l'espressione di Wing divenne un ghignetto << Allora... hai come termine di paragone le prestazioni sessuali del generale? >> Wei scese dalla finestra e colpì la forma del fratello << Ma come sei fastidioso, stasera! >> Disse con il broncio al che l'altro rispose  << Io sarò anche fastidioso ma tu ti sei preso una bella cotta per tua moglie. >> Wei si congelò sul posto per poi scurirsi in volto  << Buona notte, Wing, se devi sragionare me ne vado! >> Con questo uscì sbattendosi la porta dietro. Wing ghignò << Non ti conoscessi, Wei. >> Mormorò divertito.
 
<< Insomma...non riuscite a staccarvi le mani di dosso l'un l'altra? >> Mei annuì alla domanda dell'amica << Non so cosa mi sia preso per quel monellaccio. >> Disse quasi divertita << Sarà che se mi scateno veramente la maggior parte degli uomini scappa. Invece Wei si scatena a sua volta e... wow. >> Mokuren la osservò mentre parlava con un sorriso << Almeno sessualmente parlando vi siete presi bene...trovati. Volevo dire trovati. >> Arrossì la mora mentre l'altra ghignava al suo imbarazzo per le proprie parole. << Ah...vedi che sto riuscendo a corromperti mia povera ed indifesa santarellina? >> Mokuren scosse il capo esasperata << Dai sii seria. Abbiamo appurato che non è il goliardico ed inaffidabile idiota che le voci dicono in giro, inoltre tu mi dici che si trattiene in combattimento? >> << Esatto. L'ha fatto fin dalla prima volta che ci siamo scontrati, anche se credo di essermene resa conto solo io. Del resto sono anche l'unico altro dominatore del metallo oltre lui, Wing e la loro madre a frequentare il palazzo. >> << Cosa ne pensi? >> << Penso che ci sto impazzendo sopra, Ren. Sapere che c'è più di quella maschera è un sollievo, ma non sapere cosa è frustrante. >> Mokuren inclinò il capo ad osservare meglio il viso di Mei sdraiata sul letto su cui lei stessa era seduta. << Insomma...è diventato il tuo personale rompicapo. >> L'altra sbuffò << Esatto. >> << Mi sembri tanto me quando non riuscivo a capire le mie reazioni con Iroh. Non è che ti stai prendendo una cotta per il principino Beifong? >> << Chi, io? >> Le chiese l'altra quasi scandalizzata << Prendermi una cotta per quel monellaccio? >> La mora sorrise serafica all'amica e poi si alzò augurandole la buona notte, lasciandola sola. Mei si voltò dalla sua posizione sdraiata su di un fianco e le arrivò il sentore di Wei dalla stoffa del cuscino vicino al proprio. << Io...una cotta per Wei...ma andiamo. >> Sbuffò ancora respirando quell'odore maschile che le riportava alla mente fin troppi ricordi di quelle due settimane passate con il marito. Quando la porta della stanza si aprì, annunciando l'arrivo di Wei, si affrettò ad allontanare il viso dal cuscino del ragazzo.
 
Le celebrazioni per il matrimonio del Principe Iroh erano in pieno svolgimento e sarebbero durate per tutti i dieci giorni della luna di miele dei due sposini. La cerimonia era stata solenne e sfarzosa, come ci si aspettava dal matrimonio di due reali, ma molto più emozionante poiché era chiaro a tutti che i due sposi che si scambiavano le promesse nuziali erano perdutamente innamorati uno dell'altra. Mei osservava la scena con un sorriso dolce mentre, fra lei e Wing che piangeva di commozione, Wei rimaneva stranamente serio. Non che il ragazzo non avesse gli occhi lucidi ma aveva altri pensieri per la testa. A causa della situazione lui e Mei non avevano mai avuto una vera cerimonia ed il suo cervello continuava ad incastrarsi sul pensiero ricorrente di volerla vedere vestita da sposa per lui, magari guardandolo con lo stesso sguardo dolce ed innamorato che si poteva vedere sul viso di Mokuren mentre fissava negli occhi Iroh pronunciando le sue promesse. Wei sapeva di essere nei guai, guai seri, perché giorno dopo giorno la sua convivenza con sua moglie risultava sempre più piacevole e, complice Wing, doveva ammettere con se stesso di avere qualcosa di più che una cotta per sua moglie. E qui giaceva il problema. Sua moglie era tale non per sua volontà ma perché ci si era trovata e se non l'aveva ucciso per averle intessuto il contratto alle spalle, era solo perché l'alternativa sarebbe stata molto peggiore. Lo rodeva dentro pensare che gli slanci della donna fossero attrazione fisica mista a gratitudine, perché non dubitava di essere attraente ai suoi occhi, ma il sentimento che vedeva negli occhi di Mokuren era un'altra cosa. Sua madre l'aveva lasciato sfogare questi pensieri, ascoltandolo con serietà per poi consigliargli di corteggiarla, di osservare ciò che le piaceva o meno perché "ad una donna faceva sempre molto piacere vedere che il suo compagno tiene in conto i suoi gusti e le sue passioni". Wei si era sempre fidato dei consigli di sua madre e così aveva osservato ed aveva anche chiesto ad Iroh e Mokuren, per sapere cosa avrebbe fatto piacere alla ragazza. Piccole cose, come il suo cibo preferito, il suo dolce favorito o cose che le sarebbe piaciuto fare. Era persino riuscito a farle incontrare suo fratello Han, che non vedeva da anni, e la sua nipotina che non aveva mai incontrato. Riuscirci senza che il padre dei due ne fosse a conoscenza non era stato facile ma le lacrime di gioia di Mei mentre abbracciava la piccola Jin e suo fratello Han ne erano valse la pena. Ed anche il sorriso e l'abbraccio che gli aveva rivolto...e la nottata di fuoco passata in seguito. Eppure Wei si sentiva inquieto. Mei ogni tanto lo fissava con uno sguardo quasi duro, come gli sguardi di sua madre o di zia Lin quando cercavano di capire qualcosa che gli sfuggiva ma su cui si erano incaponite a comprendere perché ritenute veramente importanti, ed il ragazzo si sentiva sulle spine sotto quegli sguardi.
 
L'ora era tarda ma, nonostante la stanchezza, il sonno non riusciva ad impadronirsi dei sensi di Mei, resi acuti dal martellare del proprio cuore. Non era la cerimonia, seppure bellissima e toccante, ad averla emozionata a quel punto. Non ricordava di essersi mai sentita così agitata a causa di un uomo, perché sapeva bene che la causa di quel dolce tormento che la teneva desta era il ragazzo che dormiva sereno con le braccia intorno a lei a stringerla al proprio petto. Ricordava bene i giorni appena passati, i chiari tentativi di corteggiamento del più giovane, piccole cose ma che le avevano fatto immensamente piacere. E poi le aveva fatto il regalo più importante che poteva farle: l'incontro con suo fratello Han, che non vedeva da quasi 12 anni, e la piccola Jin, di 8 anni, che non aveva mai incontrato prima. Lo slancio con il quale si era letteralmente lanciata tra le braccia di Wei quella sera era stato la cosa più naturale del mondo. Il suo pensiero tornò alla cerimonia di quella sera, al viso stranamente serio di suo marito, all'urgenza con cui, una volta di nuovo nella loro camera, l'aveva stretta a se e baciata quasi con disperazione. Nello stesso modo, inusuale per il suo solito modo di fare, aveva poi proceduto a prenderla, ancora ed ancora, quasi come avesse paura che sparisse da un momento all'altro dalle proprie braccia, abbandonandosi poi in lei con quelle due parole che l’avevano sconvolta così tanto da negarle di scivolare come lui nell'oblio del sonno ristoratore. Mei sospirò osservando il ragazzo, i suoi bei lineamenti nel sonno ed i suoi capelli scarmigliati dal sesso. Ripensò con un brivido alla sua voce, che in quel momento nulla aveva di fanciullesco, mentre le sussurrava "amore mio", il tono arrochito di passione. La sua mente andò alla conversazione avuta con Suyin proprio il giorno prima. La donna voleva sapere quali fossero i sentimenti di Mei per il figlio e l'aveva chiesto in modo diretto, senza girarci intorno. Mei non si era voluta esporre inizialmente ma si era scordata che Suyin era la sorella di Lin ed aveva visto chiaramente attraverso le sue parole. Si era così trovata a dirle esattamente cosa pensava, e la donna, apparentemente soddisfatta delle sue parole, aveva parlato d'altro, trovandosi d'accordo su molte cose, tra cui il loro concetto di famiglia e lealtà familiare. Mei era convinta che Suyin fosse sincera quando le aveva detto che lei ed il figlio avevano la possibilità di fare funzionare davvero questo matrimonio ma dubitava fosse casuale che la donna fosse andata da lei a parlargli. Suyin Beifong non fa mai nulla per caso. Probabilmente aveva fatto già un discorso simile con il figlio...possibile che le avesse detto quelle cose perché i sentimenti di Wei per lei erano reali? Quell' "Amore Mio" detto da Wei era dunque ciò che il ragazzo provava veramente o solo l'effetto dell'intensità con la quale si erano uniti quella notte? Certo che se fosse stata la prima, dopo la cerimonia di quella sera la reazione particolarmente irruenta di Wei avrebbe avuto più che senso. Ed anche la visita di Suyin, che a modo suo le stava dando la sua approvazione, facendole sentire quel dolce calore al petto che le diceva che ormai faceva parte di una famiglia e non era più solo una "risorsa" per aumentare il prestigio del proprio casato. Come convincere quella testa dura di suo marito a parlarne? Sapeva fin troppo bene quanto cocciuto potesse essere un dominatore della terra, e Wei era troppo abituato a nascondersi dietro la propria maschera per poter semplicemente intavolare con lui quel discorso... Un'idea perfida si fece strada nella sua mente. Lei era un soldato. Una delle prime cose che impari come soldato, tristemente, è come sopportare più alcool possibile prima di perdere cognizione, e sapersi quindi fermare prima. Per quanto fosse resistente dubitava che Wei potesse reggere alcolici come lei e se lo avesse fatto bere abbastanza per sciogliergli la lingua, ma non abbastanza da renderlo incoerente, avrebbe potuto appurare la verità. Ci sarebbe voluto qualche giorno per preparare la "scena", ma con un piano da seguire per cercare di sbloccare quella situazione, finalmente Mei riuscì a rilassarsi tra le braccia di suo marito e scivolare anche lei nel sonno.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 02 ***


Capitolo 02


 
Mei Lin Bai non si era mai sentita così frustrata e furiosa come quel pomeriggio, se non quando se ne era andata dalla residenza di famiglia ad Omashu 12 anni prima. Furibonda e ferita anche se in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto mostrare più pazienza per la situazione. Come aveva detto a Mokuren era cosciente che Wei e Wing mostrassero al mondo una maschera dietro la quale nascondevano i veri se stessi e le loro capacità, ma saperlo era proprio l'origine della sua frustrazione, anche se sapeva che doveva conquistarsi la fiducia del marito prima di sapere perché. Eppure, nonostante questa consapevolezza, tutte le volte che qualcuno faceva un commento denigrante sui gemelli, e ce ne erano stati più di uno, lei si sentiva il veleno dentro ed il desiderio di strappare la lingua a qualcuno. Lady Michiko sarebbe stata la prima tra i suoi bersagli, il preferito. La piccola stronzetta aveva dovuto tacere nei suoi vaneggiamenti su Mokuren ed Iroh, quando la futura Principessa Consorte l’aveva duramente reguardita che se non sopportava più l'aria della corte poteva anche abbandonarla. Il padre era corso ai ripari, riprendendo per la prima volta, ed in pubblico, la figlia, conscio, contrariamente alla sua rampolla, che una simile affermazione era un chiaro avvertimento che, ad una nuova mancanza, sarebbe stata considerata persona non gradita a corte, intaccando così il buon nome della famiglia e distruggendo anche quelle misere possibilità che le rimanevano di sposare uno dei nobili che frequentavano il palazzo imperiale. Questo non significava che la giovane avesse smesso di malignare, ma solo che avesse spostato la propria attenzione altrove...nella fattispecie Mei e suo marito. O almeno l'aveva fatto fino a che Mei le aveva ricordato che poteva sfidarla a duello. La ragazza l'aveva guardata perplessa "Ma io non sono un dominatore" le aveva detto e poi era impallidita quando Mei le aveva sorriso maligna dicendole "Non è un mio problema". Verso lei e Wei non aveva più sentito altro ma dubitava che la lingua a sonagli di Michiko non avesse già trovato un nuovo bersaglio. Quella sua predisposizione malevola prima o poi l'avrebbe cacciata in guai da cui neppure suo padre l'avrebbe potuta salvare. In molti ne erano coscienti, visto che la ragazza si ritrovava a 23 anni ancora nubile con offerte matrimoniali provenienti solo dai casati minori, nonostante il rango elevato del padre a corte. Nemmeno quel pensiero riuscì a risollevarle l'umore e non si volse dalla sua posizione nel vano della finestra a guardare fuori, quando la porta della stanza si aprì. Wei entrò con sguardo perplesso richiudendosi la porta dietro le spalle e guardandola per un attimo esitante. << Mei...ma sei arrabbiata con me? >> Lei non rispose subito ed il ragazzo le si avvicinò titubante. << Che ho fatto? >> Lei prese fiato << Perché ti trattieni in combattimento? >> Gli chiese con voce atona, sentendo l'irritazione montarle dentro quando lui si stampò sul viso quel sorriso fasullo che ormai riconosceva immediatamente. << Non capisco proprio di che parli, mogliettina. >> << Smettila! >> Gli urlò contro lei << Non farlo Wei. Non insultare la mia intelligenza, non dirmi che non è vero e non spiattellarti quel sorriso fasullo da idiota sul viso. L'ho capito che tu e Wing recitate una parte, anche se non so perché. Cosa vi spinge a sopportare le maldicenze, i pettegolezzi e le incomprensioni? La stessa Opal vi tratta con sufficienza ed è vostra sorella...è frustrante, Wei. Ogni volta che sento e vedo questo atteggiamento generale verso di voi mi sento la voglia di far del male a chi sparla, Opal compresa.  >> Nel parlare Mei si era avvicinata a lui, accanto al tavolo di pesante legno e vi aveva sbattuto la mano più volte a sottolineare la propria rabbia. << Io non credo proprio che la Signora del Metallo si sarebbe fidata in battaglia ed in trattative importanti di due persone inaffidabili, così come so che l'idiota che mostri non è che una maschera, sicuramente non l'uomo che mi ha detto di essersi incazzato perché volevano mettermi in gabbia come un canarino. >> Il viso del ragazzo aveva assunto prima un’espressione sorpresa alle sue parole, poi triste per poi mutare in un'espressione dolcissima nel guardarla. << Mi stai dicendo che vorresti difenderci? >> Lei parve esasperata a quella domanda << E ti sorprende? Te lo sei scordato che ne so qualcosa di pettegolezzi e maldicenze? Per la nobiltà della terra del circolo di mio padre io sono una donna licenziosa, una figlia ingrata e la vergogna della famiglia Bai. Tutto perché non ho accettato di scordarmi di essere un dominatore e non mi sono lasciata vendere da mio padre al miglior offerente. >> Poi sbottò. << Mi manda ai matti, Wei. So che c'è una maschera che mi nasconde il tuo vero essere e mi manda ai matti non sapere cosa c'è dietro. >> << E tu vorresti? Conoscere il vero me, intendo. >> Lei non ebbe dubbi nella sua risposta. << Certo che sì. >> Poi prese un respiro come a calmarsi mentre il marito la fissava con stupore ma anche con un'altra espressione che non riusciva a definire. << Wei...mi rendo conto che tu e Wing recitate questa pantomima per un motivo e che tra me e te non c'è ancora il livello di fiducia necessario perché tu ti confidi con me...ma non mentirmi. Preferisco tu mi dica che non puoi parlarmene ma non mentirmi. Una cosa però dimmela...possibile che io sia l'unica che se ne sia accorta? Possibile che la tua stessa sorella non se ne sia resa conto? >> Lui continuò a fissarla negli occhi con sguardo mesto << La gente vede solo quello che vuole vedere, Mei. >> Le disse con voce addolorata mandando nuova forza alla sua rabbia. Prese a camminare nella stanza come una leonessa in gabbia, mentre bofonchiava su gente che doveva badare ai fatti propri, la malignità di certe persone e sulla stupidità di chi dia per scontato cose su situazioni di cui non sappia nulla. Wei la osservò nella sua furia in difesa sua e del fratello sentendosi riscaldare il cuore dalla sua considerazione. Era sveglia la sua mogliettina. Aveva capito subito che c'era una maschera a difesa di lui e Wing, aveva ragionato che doveva esserci un motivo e si rendeva conto di non essere ancora fidata abbastanza da saperlo. Improvvisamente il ragazzo capì qual era il problema. Mei non era furiosa con lui per quel segreto tra loro: era furiosa con chi sparlava e con chi, pur vivendo a contatto con loro, non si era neppure posto il problema di riconoscere il loro atteggiamento per la maschera che era. Quella consapevolezza contribuì a riscaldarlo dentro e vederla nella sua rabbia in sua difesa gli accese il sangue come poche cose erano mai riuscite a fare. La intercettò nel suo percorso furioso e la trasse a se baciandola con trasporto, sentendola immediatamente rispondergli con altrettanto ardore. Si staccò appena dalle sue labbra per affermare con voce roca << Non adesso, Mei. Ma ti giuro che ne riparleremo. >> Per poi tornare a baciarla con desiderio mentre la sollevava tra le braccia e la portava verso il loro letto.
 
La mattina di un paio di giorni dopo Wei si svegliò con la testa appesantita e la bocca impastata. Aprì gli occhi per poi richiuderli, quasi doloranti per effetto dell'alcool ingerito la sera prima. Un movimento accanto a lui gli disse che Mei era sveglia e quando riuscì ad aprire gli occhi senza che questi dolessero lei era lì a fissarlo. Era seria. << Buon giorno...mogliettina. >> Riuscì a bofonchiare nonostante la voce stentata ed accettò con gratitudine il bicchiere di acqua che lei gli porse e che sapeva appena di una punta di limone e che gli fece passare quella sensazione spiacevole in bocca. << Che ore sono? >> << Quasi le otto. Ti ricordi nulla di eri sera, Wei? >> Il ragazzo si sistemò seduto contro i cuscini mentre la moglie, posato il bicchiere sul comodino, gli si sdraiava quasi sopra, i suoi occhi nei propri. Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, chiaramente confuso da quella domanda. << Abbiamo bevuto...che cosa dovrei ricordare? >> Lei ridacchiò sollevandosi su di lui fino ad essergli a cavalcioni e Wei ammirò le forme procaci di sua moglie, appena fasciate da una striminzita magliettina. La ragazza gli circondò il collo con le braccia, protendendosi verso il suo viso con il proprio ma quando le loro labbra stavano per incontrarsi lei gli sorrise dicendo << Stanotte mi hai giurato il tuo eterno e sincero amore. >> Il ragazzo si congelò sul posto a quelle parole, sentendosi impallidire sotto lo sguardo della propria moglie. << Che cosa ho fatto? >> Chiese incredulo con un filo di voce sentendosi incredibilmente vulnerabile sotto quegli occhi castano rossi. << Mi hai detto che mi ami, Wei. Mi hai detto che durante il matrimonio non hai fatto altro che immaginarci al posto di Iroh e Mokuren, innamorati e felici a scambiarci promesse. >> Il ragazzo si sentì morire dentro pensando immediatamente che quella confessione ubriaca avrebbe provocato conseguenze negative ma la donna non aveva finito. << Dimmi se era la verità, Wei. Dimmi che erano i tuoi veri sentimenti per me e non l'alcool a parlare. >> Lui sospirò << E se fosse? Per te cosa cambia? >> Lei sorrise dolce e lui trattenne il fiato a quel sorriso, non sapendo cosa aspettarsi << Cambia tutto, Wei, questo cambia tutto...e non cambia nulla. Guarda che non sei l'unico che si è trovato a desiderare che questo sia un vero matrimonio. Non sei l'unico ad aver immaginato cose su noi due durante il matrimonio di Iroh e Mokuren. >>
 
Mei vide gli occhi del ragazzo spalancarsi a quelle parole per poi trovarsi sollevata di peso e schiacciata sul letto da quel corpo maschile che ormai adorava. L'espressione del più giovane era serissima, neanche l'ombra di una maschera. << Dimmi che sei seria e tutto quello che sono e sarò è tuo. >> IL suo tono era talmente intenso da darle i brividi. << Sono seria Wei. Era solo l'alcool? Dimmelo. >> Lui scosse il capo << Non era solo l'alcool, quello mi ha solo sciolto la lingua. >> Il suo viso si abbassò verso il proprio ma quando la ragazza si sollevò appena ad incontrare le sue labbra lui si scostò con un piccolo sorriso << Mei...mi vuoi sposare? Con cerimonia e promesse, gli amici e la famiglia, quella che conta. Non per un contratto ma perché è quello che noi due vogliamo. >> La donna si sentì l'umidore agli occhi << Non mi hai ancora detto la cosa più importante, Wei. Non da sobrio almeno. >> Lui ridacchiò nonostante le proprie lacrime di gioia. << Ti amo, Mei. >> << Ti amo anche io, monellaccio. >> Sorrise mentre gli accarezzava il viso con una mano << E... si, il mio è un sì. >> Poi uno sbuffo << Ma non azzardarti ad andare a dire in giro che mi sono messa a piangere come una ragazzina...che ti pesto. >> Lui ridacchiò << Sarà il nostro piccolo segreto, amore mio. >> Lei fu percorsa da un brivido meraviglioso al sentirsi chiamare così apertamente e lo baciò con foga, stringendolo a se e sentendolo partecipare con passione << Fa l'amore con me, Wei. >> Gli sussurrò labbra a labbra e lui rispose solo << Come desideri, amore. >> Mentre si abbandonava tra le braccia del ragazzo l'ultimo pensiero cosciente fu che mai e poi mai avrebbe rivelato ad anima viva, men che meno al marito, che l'aveva fatto bere apposta.
 
I giorni seguenti passarono idilliaci per la nuova coppia, ormai totalmente inseparabili anche se al ritorno degli sposini, Mei riprese il suo ruolo di guardia del corpo di Mokuren con la solita efficienza.  Pochi giorni dalla fine della luna di miele Korra invitò tutte le sue amicizie femminili ad una serata tra ragazze, felice di avere finalmente coetanee, o quasi, con cui chiacchierare. Asami si offrì di ospitare l'evento e fu così che in una ancora calda serata di fine settembre, sette giovani donne si trovarono a chiacchierare in una comoda veranda, saziate da un delizioso pasto ma intente ancora a rimpinzarsi di the e dolcetti mentre scherzavano tra loro. Asami, seduta sul più grande dei due confortevoli divani, osservava divertita le altre, assicurandosi che tutte avessero davanti dolci e bevande in abbondanza, da brava padrona di casa. Accanto a lei Korra fremeva di entusiasmo mentre cercava di dare un po’ di attenzione a tutte le presenti, facendo un gran baccano ma divertendosi un mondo. Mei Lin aveva scelto per se una enorme poltrona e, semisdraiata su di essa con le gambe oltre uno dei braccioli, partecipava con gusto al baccano di Korra.  Mokuren ed Eska sedevano vicine su altre due poltrone, composte ed educate ad osservare il chiacchiericcio generale, mentre sull'altro divano le due erranti si godevano i dolcetti di riso che Asami aveva fatto preparare apposta per loro. Le chiacchiere vergevano sugli argomenti più disparati ma visto il recente matrimonio della ragazza del fuoco presente fu facile finire sul discorso uomini. << Allora, sposina...il nostro aitante Iroh, com'è a letto? >> chiese una maliziosissima Asami facendo rosare appena le guance della giovane << Ho paura di non avere l'esperienza necessaria per fare paragoni...a me sicuramente piace. >> Asami non demorse << Ma li supera i 23 cm? >> Alla domanda e successiva faccia perplessa di Mokuren Mei scoppiò a ridere << Ohh... se parliamo della regola del 23 le cose si fanno interessanti. >> Korra era perplessa a sua volta << Cos'è la regola del 23? 23 cm di cosa? >> Asami sorrise << Scusatela, ragazze... è innocente, completamente innocente. >> Ci fu un << Ahh... >> Generale mentre la giovane avatar s'immusoniva. << Non fate le gradasse con me! Cos'è questa regola del 23? >> Fu Mei a rispondere << Se un uomo ha una misura "intima" pari o superiore di 23 cm si può ritenere un uomo molto fortunato. >> Korra spalancò gli occhi << Davvero? E quindi ditemi, o donne navigate, quanto sono fortunati i vostri uomini? >> Il ghigno di Mei si allargò sornione << Ohhh, il mio è estremamente fortunato...e anche io mi ritengo molto fortunata. >> Opal tossì violentemente quando rischiò di strozzarsi con il sorso di the appena sorbito a quella affermazione soddisfatta. Si ritrovò tutte le attenzioni addosso aumentando il già suffuso rossore d'imbarazzo a quel discorso. << Santo cielo, Mei! Ma non hai ritegno? E' mio fratello! >> L'interpellata la guardò per nulla pentita << Ed è mio marito, piccola. Se non ti va di sapere che ha sia le misure che l'abilità per farmi impazzire a letto sono fatti tuoi, ma io me ne vanto. Ed anche lui. >> La più giovane assunse un'espressione quasi offesa ma Asami s'insinuò nel battibecco con una domanda a bruciapelo. << Quanto è fortunato Wei esattamente? >> Mei le rivolse un sorrisetto saputo. << Hai presente quanto sono grossa anche per i canoni della terra? >> L'altra annuì e lei continuò. << La prima volta m'ha tolto il fiato, ed io non sono certo una verginella delicata. >> Poi assunse un'espressione sognante << E quanto ad abilità...è fantasioso. Diciamo che non guarderò mai più un cavo di metallo con gli stessi occhi. >> Finì ridacchiando lasciando molte delle presenti ad occhi spalancati per la sorpresa. << Ma andiamo! >> Protestò Opal scura in volto << E' uno dei gemelli, i gemelli! Ma che cosa vuoi che ne sappiano di sesso, e soprattutto di perversioni?! >> Mei s'irrigidì a quell'uscita puntando uno sguardo duro sulla cognata che parve perdere baldanza. Cercando di calmare gli animi Korra si volse di nuovo verso Mokuren << Allora sposina...l'integerrimo generale li supera i 23 cm? E' bravo a letto? >> La donna ridacchiò << Si che li supera, Korra. Ed è passionale, dolce e fantasioso. >> Asami sorrise ma prima che potesse dire qualcos'altro la voce di Mei aggiunse << Confermo. >> << Oh? Hai fatto sesso con Iroh, Mei? >> L'altra scosse le spalle con noncuranza << Sono stata imbarcata al suo comando per 10 anni, ragazze. Ci siamo avvicinati quando m'impedì di fare un'enorme sciocchezza ed eravamo amanti occasionali. Amici con benefici, insomma. Almeno fino al colpo di fulmine del mio amico e superiore per la nostra Mokuren. Credo di essermene accorta prima ancora di lui. >> << E lo dici con tanta leggerezza? >> Le chiese Opal crucciata per poi posare lo sguardo su Mokuren che sorrideva tranquilla. << Se te lo stai chiedendo, Opal, lo sapevo come lo sa anche tuo fratello. Iroh e Mei non ce lo hanno mai tenuto nascosto. >>  << E non vi dà fastidio? >> Chiese la ragazza dell'aria scurendosi ancora di più in volto << Sono una dominatrice del fuoco e conosco le reazioni di un uomo del fuoco. >> Intonò la donna seccamente mentre il suo sorriso si faceva tirato << Io non ho nulla da temere da Mei come tuo fratello non ha nulla da temere da Iroh. >> Disse con un tono di finalità ed una certa durezza che ricordò alla sua interlocutrice, ed alle altre ragazze presenti, che quella giovane curvacea dalla pelle scura era una nobile ed un daimyo. Per evitare ancora situazioni spiacevoli Jinora esordì con entusiasmo << Kai li supera i 23 cm! Ed è ancora in crescita! >> Korra fissò sbalordita il suo viso sorridente << Anche tu?! Ma sono veramente l'unica qui a non aver fatto sesso? >> Si volse speranzosa verso Opal che distolse lo sguardo imbarazzata << Ma insomma, Korra...è successo un paio di volte, ma non capisco l'attrattiva di certe attività. Non è stato un gran che. >> Poi arrossì << Mi ricordo solo che mi vergognavo. >> Asami perse il sorriso a quelle parole << Ma scusa, io so che Bolin è bravo come amante. Come ha fatto a non piacerti? >> L'altra strabuzzò gli occhi << Tu e Bolin? Quando? >> la domanda era stata posta quasi duramente ma Asami ignorò il suo tono di voce << Prima che vi conosceste. >> Rispose secca. << Io e Bolin eravamo come Mei ed Iroh. Oltre ad essere un bravo amante, passionale e dolce, e anche un altro estremamente fortunato. >> Mei parve interessata al discorso << Ed il fratello com'è? >> << Sempre molto fortunato ma meno di Bolin. >> << E chi è il migliore a letto? >> << Mi piacciono entrambi...ma se ti devo dire preferisco Bolin, ha decisamente più esperienza. >> Fu in quel momento che la voce di Eska si udì chiaramente mentre sospirava nel suo the. << E ti pare? Tu perdi tempo ad addestrarli e le altre ne traggono i benefici. >> A quel punto Opal diede in escandescenza << State parlando del mio ragazzo! Non mettetelo in mezzo alle vostre perversioni! >> Eska alzò gli occhi chiari fissandoli in quelli verdi dell'errante, esibendo poi un sorriso tutto denti che non si rifletteva minimamente nel suo sguardo. << Bolin è in parte del fuoco. >> Gli disse con voce atona << Se non puoi, o non vuoi, aizzare quella fiamma sono fatti tuoi. >> Poi riabbassò lo sguardo e sorseggiò un altro goccio del proprio the << Io e lui avevamo un'intesa perfetta a letto. L'ho lasciato per ben altri motivi, non certo perché non fosse bravo, sia come persona che come amante. Se due donne presenti su tre che sono state con lui ne cantano le lodi ed una è insoddisfatta forse il problema non è di Bolin, ma di quell'una. >> Opal scattò in piedi ma si sentì il polso immediatamente imprigionato dalla ferrea morsa di Jinora. Eska non aveva finito, però. << Fammi indovinare. L'hai fatto di malavoglia perché ti sentivi in dovere di concederti. Probabilmente ti sei anche vergognata e gli hai imposto di farlo al buio, come due che stiano facendo qualcosa di male. Dopo il paio di volte che dici tu Bolin si è reso conto che a te non piaceva ed ha smesso di cercarti sessualmente parlando. Il peggio è che tu te ne sei anche sentita sollevata, o sbaglio? >> Opal era impallidita a quel discorso << Ma...come fai... >> << Lo conosco. >> Sentenziò lapidaria la regina del nord facendo calare il silenzio sulla sala. Jinora osservò le presenti, la mano ancora serrata sul polso della ragazza dagli occhi verdi. Mei era seduta sulla sua poltrona in posizione rigida, come durante un'ispezione ufficiale, le gambe accavallate ed una mano posata su di un ginocchio a tamburellare nervosamente con le dita. Eska si era richiusa nel suo silenzio, come pure Mokuren, entrambe occupate con la loro tazza di the, anche se poteva vedere bene che la dominatrice del fuoco aveva gli occhi assottigliati, chiaro segno che fosse furiosa. Korra si era persa con lo sguardo nel vuoto, immersa nei suoi pensieri mentre Asami si stava distraendo controllando che il cibo e le bevande fossero ancora abbondanti sul basso tavolino in mezzo a loro. Prese con la mano libera un piatto di dolci di riso e, dopo aver strattonato l'amica riportandola seduta, lo piazzò sul suo grembo imponendole sorridente << Mangia. >> Opal parve capire il pericolo che correva perché, dopo un attimo di esitazione, cominciò a mangiare in maniera automatica chiudendosi nel mutismo più assoluto. Jinora era furiosa. Quella era la serata di Korra, una serata da ragazza tra ragazze che lei aveva desiderato per anni ed ora era rovinata per le paranoie di Opal. Cercando di salvare il salvabile si volse verso Asami e le rivolse un luminoso e sincero sorriso << Asami, dove hai trovato questi dolcetti di riso? Sono deliziosi >> La donna le sorrise dolce << Li ho presi in un negozio... >> Il discorso riprese sull'argomento cibo ed in molte delle presenti le sorrisero come a ringraziarla di quel cambio di atmosfera. 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 03 ***


Capitolo 03

 
Quando Mei Lin e Mokuren rientrarono alla loro residenza a Città della Repubblica, trovarono i loro mariti su due poltrone, tra di loro un tavolo con una scacchiera di Pai Sho e del sakè caldo. Wing dormiva saporitamente su di un divanetto poco distante. La partita dimenticata, regalarono alle loro compagne caldi abbracci di benvenuto, intuendo dai loro visi tirati che la serata non era stata delle migliori. Mokuren insistette di essere stanca augurando la buona notte all'altra coppia e ritirandosi nella sua stanza immediatamente seguita dal marito. Wei si prese in braccio la moglie, preoccupandosi non poco quando la sua battagliera compagna, invece di protestare a quel trattamento da principessina, gli posò il capo su di una spalla con un sospiro. Solo quando la ebbe nuda con lui a rilassarsi nell'acqua calda e profumata della vasca da bagno che la donna gli raccontò la serata. Wei scosse il capo << Sapevo che il discorso rapporti intimi la metteva in imbarazzo, ma addirittura accusaci tutti di perversione perché ci piace fare sesso... >> Mei gli si stirò vicino come una gatta rilassandosi contro il suo petto, complice l'abbraccio dell'acqua calda e delle essenze profumate. << Fosse solo quello. Tratta te e Wing come due idioti incapaci di pensiero coerente. Lo sai che lo odio. Oltretutto quello che ha lasciato intendere sul suo rapporto con Bolin, non mi piace nemmeno un po’. Io sono amica di quel ragazzo, come tutte le presenti. Dovevi vedere la faccia di Asami. Se Jinora non avesse cambiato argomento sarebbe esplosa. >> << Mia sorella si è fatta molte nemiche stasera con questo suo comportamento. >> << Ci puoi giurare, amore. Alla faccia della natura diplomatica degli erranti dell'aria. >> Lui sospirò tirandosi i capelli indietro. << Eppure prima non era così. Era dolce, premurosa, un po’ timida ma non esitava a farsi sentire quando necessitava e, soprattutto, ascoltava le opinioni altrui e non dava mai nulla per scontato. Ora è acida, esprime le proprie convinzioni come fossero le uniche verità valide e non si preoccupa più di appurare quale sia la realtà della situazione. Chi non è d'accordo con lei è semplicemente uno stupido. >> << E questo lo applica anche a Bolin. >> << Mi dispiace dirlo...ma sarebbe stato meglio per Bolin non ritornarci insieme. La ragazza di cui si era innamorato non esiste più. >> << Io non riesco a credere che lui sia così cieco da non vederlo. >> Wei accarezzò i capelli della moglie per alcuni attimi prima di ricominciare a parlare << Bolin è il tipo di persona che quando ha qualcuno o qualcosa a cui dedicarsi è felice e passa questa felicità a chi gli sta intorno. E' difficilissimo non rimanere coinvolti dalla sua personalità e sa sempre come tirarti su il morale. Io credo che sia molto più sveglio di ciò che dà a vedere, le cose le vede, ma apparentemente non ci dà peso. Ha un gran cuore ed inoltre possiede una grande qualità, a mio parere: la capacità di ammettere i propri errori e la volontà di porvi rimedio. Secondo me vede le mancanze di Opal ma ci passa sopra convinto che sia soltanto una fase. >> Mei sollevò il viso ad osservare il volto del marito << Ma tu non ne sei convinto. >> Lui sospirò << Vorrei sbagliarmi amore, credimi, ma sono convinto che tra quei due finirà...e finirà male. >> Mei non seppe che dirgli e lo baciò, cercando di distrarlo da quelle considerazioni ma condividendole in pieno.
 
Mako era appena rientrato a casa, ancora una volta ben dopo la mezzanotte, e non desiderava altro che il suo lettino caldo. Si fece una rapida doccia e s'infilò nel letto nudo, non trovando le forze necessarie per fare altro. Sospirò soddisfatto sentendosi scivolare nel giusto sonno ristoratore quando il crudele squillo del telefono lo riscosse. Riuscì a stento ad allungarsi a prendere la cornetta pregando che non fosse un richiamo alla centrale per una emergenza << Pronto? >> Poi dopo un attimo << Korra...ma lo sai che ore sono? >> Ancora una pausa << Ho fatto gli straordinari, Korra, sono stanco morto… non può aspettare domani? >> Sospirò << Va bene, va bene...che mi devi chiedere? >> Batté gli occhi come a cercare di tenerli aperti, cercando di snebbiare la mente << Perché io e te non abbiamo mai fatto sesso? Perché tuo padre mi ha minacciato di tagliarmelo con una lama di ghiaccio se sfioravo la sua principessa anche solo con un dito. >> Un attimo di silenzio << Sei ancora lì? Che vuol dire che non ho le palle per sfidare tuo padre? Ma sì che sei una donna desiderabile... Korra ho sonno. Ne riparliamo un'altra volta... e ringrazia di averlo un padre che si preoccupa per sua figlia. Notte. >> Senza aspettare risposte attaccò la cornetta e si accoccolò come un gatto sotto le coperte. Pochi secondi e dormiva già.
 
Era molto presto quando Bolin si mise a preparare la colazione per se e per la propria compagna. Si preoccupò di mettere insieme qualcosa di leggero ma sostanzioso, immaginando che le ragazze la sera prima si fossero rimpinzate di dolcetti, soprattutto viste le partecipanti, tutte golose di zuccheri. La sentì avvicinarsi a lui e si volse verso di lei con un sorriso rimanendo sorpreso dal suo aspetto. << Buon giorno...ma hai dormito? Hai due borse sotto gli occhi che parlano d'insonnia. Troppo the? >> Lei non gli rispose limitandosi a guardarlo negli occhi con sguardo torvo. << Con Eska è finita, vero? >> Lui rimase perplesso a quella domanda ed a quell'atteggiamento battagliero. << Certo che è finita. Ti ho raccontato come è andata. >> Lo sguardo di Opal si fece incerto << Quindi non provi più nulla per lei, visto che stai con me. >> A lui non piacque quel discorso ma le rispose comunque << Sono due cose differenti, Opal. Io ed Eska non torneremo mai insieme, di comune accordo. Questo non significa che non rimanga una persona importante del mio passato. >> Lo sguardo della giovane tornò duro << Quindi la ami ancora? >> Il tono era accusatorio e Bolin si tese come una corda di violino preparandosi per la discussione appena iniziata << Questo cosa centra con noi due? Eska è stata importante per me, non la dimenticherò mai, ma io sto con te, Opal, stiamo facendo progetti insieme. Ti da veramente così fastidio che la ricordi come un pezzo importante del mio passato quando il mio presente ed il mio futuro sono tuoi? >> Lei strinse le labbra << Dimmelo chiaramente: la ami ancora? >> Bolin si sentì terribilmente irritato dalla propria ragazza, visto che quella domanda gli dava ad intendere che non avesse minimamente capito, forse neppure ascoltato, le sue parole. << Si, Opal. Io amerò sempre Eska. >>
 
Opal si sentì le lacrime agli occhi per quella risposta sicura e diretta, senza un briciolo di esitazione e neppure un po’ di dispiacere nella sua voce od espressione. << Quando contavi di dirmi che mi devo contendere il tuo amore con un'altra? >> Lui scosse il capo mentre i suoi occhi verdi si assottigliavano, chiaro segno che non aveva intenzione di cederle su quell'argomento, cosa che la fece infuriare letteralmente, come pure le sue parole. << Non ti devi contendere assolutamente nulla, Opal. Io sto con te, ti amo, sei la persona con cui voglio passare la vita. >> << Perché lei ti ha scaricato! >> Gli gettò in faccia furibonda e lui parve accusare il colpo. Indispettita da quella reazione avanzò di un passo verso di lui come a volerlo intimidire << Se lei non lo avesse fatto chi avresti scelto tra me e lei? >> Bolin s'incupì << Se Eska non mi avesse negato di tornare insieme, e giustamente dopo quello che le avevo fatto, io non avrei mai guardato nessun'altra, Opal. >> Lei si sentì morire a quelle parole << E me lo dici così!? >>
 
<< Che devo dirti? Questa è la verità. Si chiama vita, Opal. Chiusa la situazione con Eska noi due abbiamo avuto la possibilità di incontrarci ed innamorarci. Io ti amo, lo vuoi capire? >> Lei puntò occhi accusatori nei suoi ma lui sostenne quello sguardo con determinazione. << Io non posso stare con qualcuno che pensa ad un'altra. >> Dichiarò la ragazza cocciutamente e Bolin si sentì realmente esasperato << Ma ti senti parlare? Ti rendi conto di quello che dici? Per stare con te uno non dovrebbe mai aver avuto una storia prima? >> << Non una di cui è ancora innamorato! >> << Scusami per essere stato sincero con te! >> Sbottò il ragazzo << Tu invece delle mie parole capisci solo quello che vuoi sentire! >> Lei arrivò fino al tavolo e ci batte i palmi con violenza << Non prendere quel tono con me e se non hai nulla di intelligente da dire stattene zitto visto che sei tu quello in colpa! >> Bolin si sentì morire dentro a quell'affermazione. Gli mancò il fiato a rendersi conto che la persona che lo stava trattando in quel modo era la donna che amava. Perso nella realizzazione di quanto poco valessero le sue parole per la ragazza rimase zitto, fissandola ad occhi sgranati, come la vedesse per la prima volta. Un dolore sordo si fece strada nel suo petto, rischiando veramente di farlo scoppiare in lacrime. Aveva tanto sperato che l'improvvisa aggressività di Opal nei suoi confronti e quella noncuranza per le sue opinioni, fossero solo strascichi della situazione di Kuvira, ma, a distanza di mesi non ne era più così sicuro. Era veramente cambiata così tanto? Oppure gli portava solo rancore per essersi lasciato abbindolare da quella donna che detestava tanto? In ognuno dei due casi non era più sicuro di poter sopportare oltre quell'atteggiamento.
 
Non cosciente dei pensieri di Bolin Opal approfittò dell'improvviso mutismo del ragazzo per portare avanti le sue argomentazioni. << Perché non puoi essere una persona normale? Questi sentimenti non li puoi avere per una persona che non sia la tua ragazza, te ne rendi conto? O forse no...dal fratello di Mako dovevo aspettarmi di tutto visto come si è comportato con Korra ed Asami. Non ho nessuna intenzione di fare la parte della fidanzatina mentre tu tieni il piede in due staffe! Ma del resto dal fratello di uno ... >> Qualunque altra cosa fu seccata da un'unica parola sibilata da parte di Bolin. << Vattene! >> Opal si riscosse dalla sua tirata ritrovandosi a guardare due occhi verdi ridotti a due lame furiose. << Scusa? >> Quello che la ragazza stava osservando non era il volto del gioviale ed arrendevole Bolin. Il suo sguardo in quel momento gli ricordava fortemente lo sguardo di sua madre Suyin quando aveva preso in consegna Kuvira dopo lo scontro di Città della Repubblica. Freddo, furioso, inclemente. << Raccatta le tue cose e vattene. Sono anormale? Ti faccio impazzire con le mie sciocchezze? Ti risolvo il problema io: abbiamo chiuso! >> << Bolin...aspetta... >> Lui strinse la mascella prendendo un lungo respiro come a calmarsi. << Aspettare cosa? Che tu insulti gratuitamente qualcun'altro che mi è caro e che non c'entra nulla in questa discussione? Che tu mi dica un'altra volta che le mie parole non contano, che tanto tu hai già deciso per tutti e due cosa è giusto o sbagliato? Che tu mi dica ancora che io ho sempre torto e tu sempre ragione? Sono stanco di aspettare che tu ritorni quella dolcissima ragazza di cui mi ero innamorato, Opal, stanco delle tue pretese, stanco delle tue critiche, stanco di darti attenzioni e non riceverne. E' finita. >> Le disse con la voce addolorata e furiosa, mentre quegli occhi verdi si velavano di lacrime. << Io vado a farmi un giro per calmarmi. Qualunque cosa ritrovo al mio ritorno, te compresa, finisce nella spazzatura. >> Lui si avviò verso la porta sotto lo sguardo incredulo della ragazza che gli urlò dietro << Non abbiamo finito! Non puoi lasciarmi così. >> Lui si bloccò sulla porta senza nemmeno voltarsi a guardarla. << L'ho appena fatto. >> Per poi svanire alla sua vista.
 
Korra, Asami ed Eska stavano facendo colazione quando Bolin arrivò da loro. Le tre si resero conto subito che qualcosa non andava ma fu Korra la prima ad alzarsi e raggiungerlo. << Che è successo? >> Lui la prese tra le braccia nascondendole poi il viso nella spalla ed a quel gesto insolito Asami ed Eska si preoccuparono ancora di più avvicinandosi a loro volta abbastanza vicine per sentire il basso bisbiglio che gli uscì dalle labbra. << Abbiamo...abbiamo litigato. L'ho lasciata. >> La giovane dagli occhi verdi lo abbracciò a sua volta mentre Eska fissava il ragazzo stretto fra le due ragazze. Il suo animo era pervaso di furia verso l'errante che aveva ferito Bolin. Non c'era dubbio che la discussione fosse partita a causa dei discorsi della sera prima ed il fatto che Opal avesse scaricato le sue frustrazioni sul compagno la faceva imbestialire. Nonostante questo rimase calma, lasciando che fossero Korra ed Asami a consolare nel loro caldo abbraccio il ragazzo. Decisa raggiunse l'apparecchio telefonico.
 
Il trillo del telefono destò Mako dal suo sonno senza sogni. Aprì gli occhi per poi richiuderli immediatamente, infastidito dalla luce del sole, segnale che era ormai mattina, Si stirò quasi più stanco di quando era andato a dormire ma allungò comunque un braccio ad afferrare la cornetta. << Pronto? >> Sperò ardentemente che non fosse Korra, intenzionata a riprendere qualunque discorso avesse intrapreso la notte prima. Non lo ricordava proprio...o l'aveva sognata? La voce che gli rispose lo sorprese non poco. << Eska? Ciao...come mai... >> Di colpo i suoi occhi assonnati si spalancarono, perdendo ogni confusione, estremamente vigili. << Che cosa?! >> Sibilò furioso << Dov'è ora? ... Arrivo. >> Poi dopo un attimo << Grazie. >> Attaccato il telefono si precipitò fuori dal letto, la stanchezza completamente dimenticata.
 
Nella residenza del Principe del Fuoco si era fatta ormai ora di pranzo ed i cinque giovani che vi abitavano, stavano pasteggiando tranquillamente, parlando del più e del meno. La tensione di quella notte sembrava svanita nel nulla e le loro chiacchiere erano allegre. Il telefono ruppe quell'atmosfera tranquilla e Mokuren si alzò per rispondere, mentre Wei apriva una lettera da parte di sua madre. Suo fratello si allungò per leggere a sua volta ed i due ragazzi cominciarono a scurirsi in volto sempre di più, facendo non poco preoccupare gli altri due a tavola. Quando però Mei aprì bocca per chiedere spiegazioni delle loro facce Mokuren ritornò a tavola << Bolin ed Opal hanno litigato e pare si siano lasciati. >> Annunciò ma Wei mise giù la lettera con un gesto di frustrazione << Mi spiace ma in questo momento ho problemi più grandi di un litigio tra innamorati. >> Il tono della sua voce era grave e Mei finalmente riuscì a porgli la propria domanda. << Che è successo? >> Lui emise un sospiro frustrato << Lord Cho non sa quando arrendersi, amore mio. >> Ringhiò rabbioso mentre il fratello gli posava una mano sulla spalla come a volerlo calmare. << Ha scelto il suo campione, da bravo nobile non dominatore, ed ha sfidato i Beifong nell'arena della terra. Il premio in palio sei tu e la tua dote, visto che accusa la mia famiglia di "illeciti" nella stesura del contratto. >> Mei era furiosa a quella notizia, scattando in piedi. << Ma non può farlo! A meno che... >> Wei sospirò ancora mentre gli occhi di sua moglie si fissavano nei suoi come a chiedergli di sconfutare quello che la ragazza temeva. Odiava darle quella notizia. << Si, Mei. Tuo padre appoggia questa pretesa. >> Nel dirlo si era alzato e le si era fatto vicino abbracciandola. I due ragazzi si tennero stretti mentre Mei nascondeva il viso nell'incavo del collo del marito. << Quando è la sfida? >> Chiese la voce tirata di un serissimo Iroh << Fra quasi due settimane. Il 10 di Novembre. >> Mei cominciò a singhiozzare quietamente, spezzando il cuore ad ogni presente. Wei se la prese in braccio portandosela via ed Iroh colpì il tavolo con un pugno, preda della rabbia che sentiva dentro. << Il Principe della Nazione del Fuoco e la sua Consorte presenzieranno alla sfida, in segno di appoggio ed amicizia alla famiglia Beifong >> Dichiarò e Wing si inchinò appena << La famiglia Beifong ringrazia infinitamente la famiglia del Drago per il loro appoggio e la loro amicizia. >> Poi sospirò << Se permettete ora vado da Asami, voglio vedere come sta Bolin, parlare con Opal e capire cosa diavolo è successo. >> Si congedò il giovane per poi uscire. Mokuren si accostò al marito, abbracciandolo alla vita in cerca di conforto, rilassandosi solo quando lui la strinse tra le braccia, inclinando poi il viso ad aspirare il profumo dei suoi capelli. << Come può...come può tradirla ancora una volta. Come può un padre fare questo a sua figlia? >> << Non lo so Ren. Non riesco proprio a capirlo. Ma una cosa la so: Lord Cho non vincerà. >> << Che intendi? >> Chiese lei alzando il viso a guardarlo. << L'accusa di illecito non regge, altrimenti l'avrebbero portata all'attenzione della corte, non dell'arena. La sfida è legittimata dal sostegno di Lord Bai quindi è valida. Tu pensi che Wei lascerà che gli portino via la sua amata senza combattere? Credo che il mondo stia per rendersi conto che la Famiglia Beifong non sta vivendo, come molti credono, sulla scia della gloria di Toph. >> Lei gli sorrise << Sai sempre cosa dirmi per risollevarmi il morale, vero? >> Iroh le baciò le labbra con dolcezza. << A me basta il tuo sorriso, mio cuore. >>

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Capitolo 4
*** Capitolo 04 ***


Capitolo 04


 
Era ormai l'alba ma neppure le prime luci del giorno che filtravano dalle imposte accostate, riuscivano a risollevare il morale del ragazzo seduto sul letto, la schiena posata contro l'alta testata imbottita. Il suo orologio interno lo aveva svegliato ancora prima del sorgere del sole, abituato a destarsi così presto per poi preparare la colazione... ma ormai non c'era più bisogno di camminare in punta di piedi per non svegliare chi gli dormiva vicino. Non doveva più stare attento a non svegliarla mentre faceva la doccia e poi preparava la colazione. Ormai doveva rendere conto delle proprie azioni solo a se stesso... ed a Korra, naturalmente. Era ancora un suo cavaliere, dopotutto. Il pensiero lo incupì e lo sollevò insieme. Era cosciente, e felice, di avere ancora persone per cui rimaneva importante ma che contributo poteva dare al team Avatar? Aveva dedicato tempo alla propria vita privata ed ora, naufragata questa, si chiedeva di quale utilità fosse realmente per il proprio Avatar. Mako era ormai il braccio destro di Lin e, con molta probabilità, il suo successore come capo della polizia. Asami aveva le risorse ed i contatti del suo impero economico. E lui? Cosa aveva lui? L'unica cosa di cui si era sempre sentito orgoglioso erano le sue capacità come dominatore. Certo c'era anche la sua fama come attore e giocatore di dominio, che potevano essere sicuramente usati per qualcosa di buono. Eppure il ragazzo sapeva di poter fare di meglio. Toph si era offerta di addestrarlo e Mokuren si era detta molte volte sicura di poter tirare fuori il fuoco da lui e se una leggenda vivente e l'unica guaritrice della fiamma della loro generazione credevano che avesse dei talenti che non aveva ancora esplorato chi era lui per negarlo? Chiuso l'ennesimo chiavistello all'ennesima porta di un fallimento, Bolin decise di concentrarsi unicamente sulle cose su cui era più bravo e più utile all'Avatar. Presa questa decisione si sentì più leggero. Il dolore era ancora lì ma ora lo sentiva più sopportabile, meno dilaniante nella realizzazione che aveva qualcosa da fare che lo avrebbe distratto da quei pensieri. Chissà se Asami era già sveglia? Doveva parlarle assolutamente.
 
Eska non era riuscita a chiudere occhio. Nonostante gli eventi ed il tempo passato, Bolin aveva ancora un posto importante nel suo cuore e vederlo crollare in quel modo non era stato per nulla piacevole. Non si pentiva di ciò che aveva detto all'errante, non puoi pentirti di aver detto il vero, ma che la giovane se la fosse presa con Bolin era a suo parere imperdonabile, oltre che codardo. La donna sospirò fissando senza vederlo il giardino, seduta dove tutto era cominciato, nel patio. << Buon giorno, Eska. >> La voce ben conosciuta la fece volgere ad incontrare gli occhi verdi di Bolin. Lo osservò per alcuni secondi notando le ombre sotto i suoi occhi, segno che aveva dormito poco e male, ma notando anche un sorriso sincero sul suo viso, un sorriso che parlava della forza interiore che lei sapeva bene albergasse in lui. << Buon giorno. Quel sorriso significa che ti sei reso conto che piangersi addosso non serve a nulla e che ci sono cose più importanti che necessitino la tua considerazione? >> "Non vale le tue lacrime" era il messaggio chiaro e l'espressione di lui si fece dolce << Mi conosci. >> "mi spiace se ti ho fatto preoccupare" fu la tacita risposta mentre si sedeva accanto a lei sul divanetto. << Fa male ma non morirò...sono uno dei cavalieri dell'Avatar, cuore infranto o meno, mica posso morire così, io! >> Lei sospirò << Cosi, come al solito, Korra rimane la tua ancora. >> Lui batte gli occhi come a cercare di capire il significato di quella affermazione ma lei parlò ancora. << Che hai intenzione di fare? Hai un piano, vero? >> Lui annuì a quella domanda. << Ho un paio di progetti personali ai quali dedicarmi. Starò bene, Eska, veramente. >> Lei annuì con un accenno di sorriso << Com'è andata veramente? Cosa ti ha detto per spingerti a cacciarla dalla tua vita? >> Lo vide perdere il sorriso ma non le negò la verità. << Stavamo discutendo. Mi ha chiesto se ero ancora innamorato di te. Quando non ha avuto la risposta che voleva mi ha detto che non era normale, che io non ero normale. Le ho fatto notare che i sentimenti non si spengono come interruttori e si è infuriata perché non le stavo dando ragione ed ha cercato di convincermi delle sue argomentazioni. Prima con le lacrime...poi, quando ha capito che non avrei mai ceduto su quel punto, che non avrei mai smesso di considerarti importante, ha sbattuto le mani sul tavolo, mi ha zittito dicendomi che ero io quello in colpa. >> Sospirò ripensando a quel momento. << Sono stato zitto, sai. Solo non per quello che pensava lei, non le stavo dando ragione. Mi sono trovato a ripensare a tutte le volte che ha cercato di impormi qualcosa da quando ci eravamo rimessi insieme e mi sono reso conto… che per lei era scontato che dovessi darle retta, per lei io dovevo darle retta perché nella sua ottica io sono quello che dovrà sempre farsi perdonare, sempre. >> La sua voce era triste ma Eska lo conosceva abbastanza da cogliere quella sottile inflessione che gli parlava di fastidio. << Poi...la frase precisa non la ricordo ma ha detto qualcosa di estremamente derogativo contro Mako e che non doveva aspettarsi da meno da qualcuno che gli fosse parente. Ho visto rosso. Non ricordo neppure cosa ho detto esattamente, credo anche di avere straparlato. >> Eska sentì la rabbia contro la Beifong montarle di nuovo, immaginando la furia del ragazzo. Anche lei aveva avuto solo Desna al suo fianco crescendo e poteva ben capire la reazione di Bolin. "Quella ragazza è stupida." << Pensavo avesse più moderazione di così, vista la sua condizione di errante. >> Commentò e lui scosse le spalle. << Io non le contesto la ragione, Eska. Quello che non tollero sono le maniere, l'isteria, la rabbia e le lacrime...tutto per impormi la sua visione delle cose. Era come se quella un po’ timida ma dolcissima ragazza che ho conosciuto a Zaofu non esistesse più. Si era trasformata in qualcuno che non ascolta più le opinioni e ragioni degli altri ma impone le sue. Mi sono sentito chiuso in un mondo ristretto in cui lei aveva sempre ragione ed io sempre torto...ed ad un tratto ho capito che non era così e mi sono sentito di dovermi liberare. Ora fa male, tremendamente, ma da una parte sento anche un'incredibile sollievo. >> << E questo ti fa sentire in colpa verso di lei? >>  Lui fece una smorfia << Non lo so...continuo a ripetermi che forse avrei potuto fare qualcosa di più perché non arrivassimo a questo punto...forse dovevo riuscire a capire prima che c'era qualcosa che le rodeva dentro... >> Eska si crucciò a quelle parole << Quante persone conosci che sappiano leggere la mente? >> << Nessuna. >> Rispose prontamente il ragazzo e lei annuì << Quindi come potevi capire che c'era qualcosa che non andava se lei non te ne ha mai parlato? Smettila di difenderla, Bolin! >> Sbottò quando lui aprì bocca facendogliela richiudere di colpo con aria colpevole << La verità è che ti ha trattato come una estensione di se stessa, una proprietà priva di volontà propria. Tu sei sempre stato attento ai suoi gusti, sempre pronto a farla sentire importante, con piccoli e grandi gesti, ma lei quante volte lo ha fatto con te? Dimmi almeno una volta in cui ti ha fatto realmente capire con un gesto od una parola che ti apprezzava al suo fianco? >> Lui parve pensarci per parecchi secondi e poi abbasso il capo sconfitto. << Non mi piace questa ragazza. Non mi piace proprio per te. Non è cattiva ma è immatura ed infantile. Si lascia adorare come una regina da te come le fosse dovuto ma non si cura dei tuoi bisogni e dei tuoi sentimenti e quando esprimi opinioni che non siano in linea con le sue supposizioni infondate di come vada la vita, ti tratta come tu sia un'idiota che non riesce a capire che la sua verità è l'unica valida. >> I due ragazzi si fissarono negli occhi << Tu sai cosa mi hai fatto, anche se è acqua sotto i ponti, ormai. Ma a lei non devi nulla, anzi. Sei stato onesto, pronto a parlare per rimettere le cose a posto e sai come so che è così? Perché tu mi hai giurato che non avresti mai più ricommesso gli errori del passato, ed io ti ho creduto all'epoca come ti credo adesso. Hai giurato, Bolin. >> Il ragazzo la guardò con sorriso triste ed occhi umidi di emozione. << Certo e ho mantenuto la parola, Eska. >> Mormorò con un fil di voce che la fece sorridere dolce. << Ascoltami bene: la prossima ragazza per cui perderai la testa dovrà essere una che io possa approvare, ci siamo capiti? >> Lui annuì e lei parve soddisfatta << Ora va a sciacquarti il viso, non credo che tu voglia spiegare le tue lacrime agli altri occupanti di casa, anche perché l'avatar sarebbe capace di prendersela con me. >> Il ragazzo si alzò e fece come suggerito ma un attimo prima di varcare la soglia di casa mormorò un leggero << Grazie. >> Per poi sparire. Eska aspettò che la porta si richiudesse prima di volgersi verso il giardino. << Questo soddisfa la tua curiosità, Capo Beifong? >> Chiese alla donna dietro una delle colonne del patio che le si avvicinò con il viso scurito. << Ho sentito abbastanza...da quanto sapeva che ero lì, maestà? >> << Da abbastanza. >> Fu l'asciutta risposta con il solito tono atono, che mal si comparava al tono dolce che aveva usato con Bolin poco prima. << Si sta riprendendo bene, ne sono sollevata. >> << Il suo ruolo di cavaliere di Korra è come sempre la sua roccia nella tempesta. Tua nipote deve ringraziare di non essere mai entrata in conflitto con mia cugina per le attenzioni di Bolin. Il risultato non le sarebbe piaciuto. >> La donna annuì << Sono molto legati, anche se non sembrano rendersene conto. >> Eska emise un lieve sospiro cambiando poi discorso. << Devo arguire che non prenderai a principio le difese di tua nipote? >> << Opal è mia nipote e le voglio bene...ma conosco Bolin da molto prima di conoscere lei, e ci sono affezionata. Non prenderò le parti di nessuno dei due. >> << Accettabile. Ora, se non ti spiace, vorrei ritirarmi per rinfrescarmi prima di colazione, >> Le due donne si salutarono e si avviarono in diverse direzioni. Nessuna delle due notò Asami affacciata al balcone sopra il patio, le mani strette sul corrimano in una stretta spasmodica, gli occhi accesi di furia.
 
Complice l'assenza di Korra, al tempio dell'aria, e di Eska, ripartita relativamente presto per il regno dell'acqua del nord, Asami e Bolin parlarono dei progetti del ragazzo e di come volesse alterare quelli già fatti in precedenza con la giovane per accomodare le nove alterazioni. Erano mesi che Bolin aveva preso una decisione che lui e l'amica avevano per ora tenuto nascosta per scaramanzia, ma finalmente un vecchio sogno di Bolin stava per diventare realtà: i Furetti di Fuoco dovevano tornare a combattere nell'arena ed il ragazzo non era più disposto a fallire. Tanto era la sua determinazione da essere riuscito ad accaparrarsi uno dei migliori dominatori dell'acqua che conoscesse: l'ex nemico Tahno. L'uomo era l'unico dei Pipistrelli Lupo a desiderare di tornare a dar battaglia come Giocatore di Dominio ed era stato ben felice di accettare l'offerta del dominatore della Lava. Naturalmente il ruolo di investigatore di Mako non gli avrebbe permesso di tornare a giocare ma aveva promesso di collaborare alle selezioni che volevano organizzare per il ruolo di Fiamma della squadra. Asami, sponsor ed organizzatrice, era stata felice quando quella mattina il ragazzo sembrava aver riacquistato brio e, chiamato Tahno, i tre si erano messi al lavoro per organizzarsi al meglio. Bolin era talmente soddisfatto del loro risultato che si era offerto di cucinare ed aveva lasciato i due soli a parlare. << L'avatar conosce i piani di Bolin? >> Le chiese Tahno appena furono soli ed Asami scosse il capo. << No. Voleva che fosse una sorpresa...e gli altri piani sono frutto della rottura con Opal. >> << Brutta storia. >> Lei sospirò << Ti spiace se non mi va di parlarne? >> Lui assentì. << A parte i giochi e Bolin noi due non abbiamo grandi argomenti...ma si trovano. >> Le sorrise e lei si trovò a ricambiare quel sorriso. << Dimmi una cosa: cosa ti ha spinto ad accettare la proposta di Bolin? Non eravate esattamente in buoni rapporti. >> Lui scosse le spalle con noncuranza << Siamo entrambi giocatori di dominio, un primo amore che nessuno dei due è riuscito a dimenticare. Poi aiuta che Mako non sarà in squadra. >> Ridacchiò << L'unico dominatore dell'acqua che sia mai andato d’accordo con lui è Korra, ma lei è l'avatar. >> Asami ridacchiò a sua volta << Ha un carattere un po’ particolare. >> Assentì e lui emise uno sbuffo ma senza perdere il sorriso. << Ma tu, lui e Korra siete ancora invischiati in quel tira e molla a tre? Lo so che non sono fatti miei ma sono curioso. >> La ragazza non parve offendersi a quella domanda << Non saprei che dirti. Nessuno ha ancora mosso passi in nessuna direzione, sentimentalmente parlando. >> Lui si fece serio vedendole perdere il sorriso << Insomma siete in una specie di limbo. >> << Già. >> Sospirò lei << Mi chiedo se ne usciremo mai. >> L'uomo scosse il capo << Testa di rapa, ha due bellissime donne che gli corrono dietro e non sa decidersi. Da una parte lo trovo dolce, non vuole fare soffrire nessuna delle due, ma così ci state male tutti e tre. >> Lei lo osservò con un mezzo sorriso << Mi aspettavo un discorso più duro su Mako...non siete stati acerrimi nemici? >> Lui le tornò a sorridere << Io credo che Mako sia veramente una brava persona, nonostante il caratteraccio che mostra. Io lo so bene. A dispetto dell'animosità che correva tra Pipistrelli Lupo e Furetti di Fuoco, quando ho perso il dominio... >> Asami lo vide tremare per un attimo al ricordo per poi continuare come non fosse successo nulla << ...stavo veramente male ed i ragazzi mi hanno aiutato. Se vuoi sapere come la penso Mako è come un randagio. Ha passato talmente tanto tempo a difendere se stesso ed il fratello, temendo calci da chiunque si avvicinasse, che ora non gli riesce di aprirsi totalmente con qualcuno. Mi dispiace dirtelo, Asami, ma se ne tu ne Korra siete mai riuscite ad oltrepassare le sue difese vuole dire che non siete quelle giuste per lui. >> Asami rimase senza fiato a quella considerazione e l'uomo le si rivolse ancora serio. << Toglimi una curiosità: tu sei sicura al cento per cento che tu e Korra non avete mai fatto nulla che abbia spinto Mako a richiudersi a riccio su se stesso? Puoi guardarti indietro e dire sinceramente che non è mai successo? >> Lei rispose con voce stentata, spiazzata da quel discorso. << Non lo so. Io sinceramente non lo so. >> Lui le sorrise incoraggiante << Grazie per la sincerità, Asami, la apprezzo molto. In vita mia ne ho fatte di cotte e di crude prima che la perdita del dominio mi spingesse a fermarmi e riflettere sulle mie azioni. Una cosa che ho capito è che i danni non si fanno mai da soli. Certo sei tu che decidi da quale parte girare ma le possibilità che ti si parano davanti sono originate da così tante situazioni pregresse che è difficile, a volte, dare una precisa colpa a qualcuno. >> Scosse il capo come a cercare di schiarirsi le idee per comunicare al meglio il suo pensiero. << Anche se da lontano io vi ho visti insieme. Voi tre e Bolin non siete solo una squadra ma una famiglia...e forse è tutto quello che dovreste essere. Da quello che ho capito parlando con Bolin, tutti i ricordi brutti sono legati ai tentativi di trasformare questo forte legame in qualcos'altro, o sbaglio? >> Lei annuì, rapita dalle sue argomentazioni e dal suo tono pacato. << Per quanto vi possiate voler bene, ci sono cose che non sono semplicemente destinate ad essere. Non significa gettare la spugna, bada bene, ma semplicemente prendere coscienza di una situazione e viverla nel modo più sereno per tutti. >> Asami sorrise al dominatore del ghiaccio. << Per me Korra, Bolin e Mako sono persone preziosissime, che non vorrei mai perdere...ed è vero che Mako si è richiuso a riccio. Se forziamo ancora questa situazione probabilmente potremmo finire col perderlo anche come amico...come ho fatto a non accorgermi che ci eravamo presi male dall'inizio? >> Tahno le sorrise a sua volta, con dolcezza nello sguardo. << Quando ti senti con la proverbiale acqua alla gola è difficile vedere vie d'uscita o ragionare razionalmente. E' importante avere il punto di vista di qualcuno che abbia osservato i fatti dal di fuori. Io potrei sbagliarmi, dopo tutto non so tutto quello che è successo tra voi, ma chiedi a qualcuno che c'era, che sa queste cose...solo non chiederlo a Bolin. >> Lei si crucciò a quella richiesta ma lui dovette intuirlo dalla sua espressione perché continuò << Mako è il suo adorato fratello, tu una cara amica e Korra il suo grande amore...contando anche la sua situazione attuale non buttiamo benzina sul fuoco. Non è ciò di cui ha bisogno, no? >> Lei annuì tornando a sorridere << No, non è proprio quello di cui ha bisogno. >> Il dominatore della lava scelse quel momento per rientrare ed annunciare che il pranzo era quasi pronto ed i due si affrettarono a seguirlo in cucina. Mentre camminavano Asami si trovò a pensare che non le sarebbe dispiaciuto lavorare a stretto contatto con Tahno nei prossimi mesi.
 
Sdraiata in terra dopo un'intensa sessione di allenamento, Mei si concesse un attimo di comunione con il proprio elemento, rimanendo lì immobile. Erano stati giorni intensi...l'arrivo a Zaofu, la riunione di guerra del Clan del Metallo, tutti i discorsi sulla sfida e, finalmente, la spiegazione di suo marito sulla necessità della maschera che lui ed il gemello portavano.  Suyin Beifong, da stratega quale era, aveva ordito la propria successione fin dalla nascita dei figli. Baatar Jr. doveva prendere, come figlio maggiore, nominalmente il titolo di nuovo signore del metallo. Huan, dominatore del metallo ma più artista che guerriero, sarebbe stato suo consigliere e primo ambasciatore di Zaofu, grazie alla sua vena artistica che lo rendeva sensibile alla comprensione dell'animo umano. I gemelli sarebbero stati di fatto il potere dietro il trono, la lancia e lo scudo addestrati fin da piccoli ad essere la mente militare del proprio popolo, capo delle difese l'uno, condottiero di un'eventuale forza di attacco l'altro. Ciò era evidenziato dalle garbate ma presenti differenze del loro vestiario, che faceva di Wei, affine alle linee tondeggianti, lo "scudo" e di Wing, caratterizzato da linee appuntite, la "lancia". Ad un occhio inconsapevole ma attento sarebbero sembrati solo la modalità per poter distinguere i gemelli l'uno dall'altro. La defezione del primogenito con Kuvira aveva costretto Suyin a modificare i propri piani. In quella necessità Wei aveva suggerito alla madre di approfittare dell'avidità di lord Bai per risolvere in un solo colpo il loro dilemma ed i problemi di Mei con suo padre. Mei avrebbe avuto la sua libertà dalle macchinazioni di suo padre ed il pieno appoggio del Clan del Metallo. In cambio Zaofu avrebbe avuto una futura signora del metallo, una dominatrice capace con disciplina militare ed anni di servizio nella Forza di Difesa della Repubblica, la raccomandazione personale di Lin Beifong e l'amicizia della futura Signora del Fuoco. Mei si era sentita inizialmente intimorita di essere paragonata a Suyin ma Wei gli aveva fatto notare che sua madre stessa la teneva in alta considerazione e non era certo una persona facile da impressionare. L'aveva anche fatta arrossire piacevolmente quando l'aveva paragonata ad un diamante, prezioso ma non fragile, quando ormai temeva di doversi accontentare di uno zircone, decorativo ma inutile. I momenti di dolcezza con suo marito erano serviti a rendere meno pesanti l'attesa della sfida, ma il nervosismo era lì, pronto a scatenarsi alla minima provocazione, come Opal si era subito resa conto. La ragazza aveva fatto di tutto tranne mentire per accaparrarsi le simpatie della famiglia per la rottura del suo fidanzamento ma aveva dovuto smettere di toccare l'argomento quando, ad una bassa insinuazione lamentosa su Bolin, Mei era esplosa in difesa dell'amico, spalleggiata dal marito e da Wing. Era più preoccupata per Bolin che per se stessa, solo furiosa con Lord Bai per quell'ennesimo tradimento. Socchiuse gli occhi a fissare il cielo di Zaofu e si trovò a sorridere. Era certa dell'esito della sfida. Lei era Mei Beifong, ormai e nessuno, men che meno Lord Bai o quel maledetto di Lord Cho, avrebbe cambiato questo fatto. Senza preoccuparsi di spolverarsi gli abiti si alzò da terra riavviandosi verso gli alloggi che divideva con suo marito. Una doccia calda e Wei...sperava proprio che il ragazzo fosse in camera.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 05 ***


Capitolo 05


 
"Mia cara Korra,
So che ora sei terribilmente arrabbiata con me ma lasciami spiegare perché me ne sono andato senza dirti nulla. La verità è che sapevo che eri l'unica persona che poteva convincermi a non andare. Si lo so: ora stai pensando "ma dove diavolo è andato quel cretino!" ma lascia che ti spieghi perché me ne sono andato, prima. Ancora una volta mi ritrovo il cuore spezzato, ancora una volta mi sono trovato a chiedermi che cosa avrei potuto fare perché le cose andassero in altri modi. Qualcuno mi ha fatto notare che questo non solo era inutile, ma dannoso in quanto mi impediva di riguardare al futuro. Questo, ed alcuni mie pensieri troppo lunghi e contorti da starti a spiegare, mi hanno fatto rendere conto che in questi anni ho trascurato una parte di me che era sempre stata per me importantissima: il mio dominio. Non ho mosso un solo muscolo per allenarmi con la lava, non ho mosso un solo muscolo per sviluppare il metallo ne, come mi ha sgridato più volte Mokuren, per sviluppare il fuoco. Mi sento pessimo. Il dominio è stato per me sempre una fonte di orgoglio e lo stavo trascurando. Ho deciso di accettare l'offerta fattami da Toph. Ferma lì! Non ti azzardare a partire armi e bagagli per la palude! Ti prego, Korra. Questa è una cosa che devo fare da solo. Cerca di capirmi almeno tu, per me è importante come è importante capire e credere che posso fare qualcosa per me stesso e per te. Sono il tuo cavaliere, Korra, non sviluppando le mie capacità indebolisco l'Avatar ed è l'ultima cosa che mi perdonerei. Partire senza salutarti e poterti dire queste cose di persona mi distrugge, credimi, ma non sarei riuscito ad andare altrimenti. Ti prometto che sarai la prima persona che contatto non appena ritorno, te lo giuro. Ti voglio bene,
Tuo Bolin
P.S. Ti vuole bene anche Pabu"
 
Korra aveva pianto dopo aver letto quella lettera ma aveva dovuto dare credito al suo amico. Lei sapeva come si sentiva, oh se lo sapeva. Inoltre non le era mai riuscito di rimanere arrabbiata a lungo con Bolin. Lei ed Asami si erano preparate una cioccolata calda e poi si erano bevute la bevanda calda per un po’, prima che una delle due parlasse. << Certo che ne sono successe di cose in questi mesi. >> Korra annuì alle parole dell'amica << Molte...alcune sono felice siano accadute, Mei e Mokuren sono due persone che sono felice di aver conosciuto, ma altre... >> Asami sospirò ben capendo la piega dei pensieri dell'altra. << Stai parlando di Opal, vero? >> L'avatar sbuffò. << Non capisco, Sami... sembra completamente un'altra persona. >> Asami annuì << Mi è fin troppo facile detestarla, Korra. Io e lei non siamo mai state amiche mentre Bo è una delle persone a me più care...io non la perdonerò mai per averlo ferito così. >> Korra rimase in silenzio per alcuni attimi per poi guardarla negli occhi << Stai meditando vendetta? >> L'altra le sorrise dolcemente. << Oh, Korra...come puoi pensare così male di me? >> << Quindi non le farai nulla? >> << Non le farò nulla...te lo giuro Korra. >> L'interpellata parve titubare al sorriso placido che aleggiava sulle belle labbra dell'amica. << Quindi Opal non ha nulla da temere da te...vero? >> Il sorriso dolce di Asami si allargò. << Nulla. A parte un determinato discorsetto se mai dovessi trovarmela davanti, ma mi fermerò alle parole e ti prometto che non me la andrò a cercare, contenta? >> Le due rimasero in silenzio per altri secondi finché Korra non sbottò << Ok, Asami: cos'hai fatto? >> Il sorriso sulle labbra di Asami non scomparve mentre ridacchiava, << Ti ricordi quella conversazione tra Eska e Bolin di cui ti ho riferito il contenuto? >> << Quella in cui Bolin spiegava cosa si erano esattamente detti con Opal? Certo, se non fosse perché li hai sentiti non avremmo mai saputo quello che era successo. >> << Credo di essermi lasciata sfuggire con poche e selezionate amiche di Bolin il contenuto di quella conversazione. >>   Korra si sentì sbiancare << Con chi? >> Asami tirò su la mano mostrando un ditino, come a contarle. << Mokuren. >> Annunciò con fare fanciullesco che fece rabbrividire Korra tanto quanto il nome pronunciato. La dominatrice del fuoco era dolcissima e protettiva coi suoi amici, e Bolin era decisamente tra questi. << Mei. >> "Ouch!" Pensò l'avatar. "Quella che di tutte le amiche di Bolin ha accesso ad Opal in questo momento." << Ed ovviamente Jinora ed Ikki. >> Le Autoproclamate sorelline minori sia sue che di Bolin, il che significava che tutto il tempio dell'aria, Kai primo tra tutti, sapeva di quella conversazione. Ora capiva perché Asami non aveva avuto problemi a giurarle che non le avrebbe fatto nulla: non ne aveva bisogno. Ricapitolando Opal si era guadagnata l'inimicizia della moglie di suo fratello, la futura signora del fuoco, la regina del Nord ed almeno un buon quarto degli erranti, quelli che erano più vicini al dominatore della lava. << Non conoscevo questo tuo lato sadico, Sami. >> << Lo tiro fuori solo con chi fa del male a chi mi è caro, Korra, voglio ben sperare che tu non lo conosca. >> Poi innocentemente << Altro the? >> << No grazie. >> << Piuttosto...ti sei mai fermata a riflettere su cosa sarebbe successo se nessuna di noi due si fosse mai innamorata di Mako? Tu probabilmente ti saresti messa con Bolin ed io, chissà...forse l'affascinante Iroh? >> L'altra inclinò il capo a guardarla. << Come mai questi pensieri? >> L'altra sospirò. << Sono felice che le cose per i nostri amici stiano andando bene, ma mi sento sola, Korra. Mi sono stufata di aspettare Mako. Non credo che si aprirà mai con una delle due come entrambe stavamo sperando. Se ne io ne te ci siamo riuscite in tutto questo tempo comincio a pensare che non faremmo male a decidere di rimanere tre buoni amici e null'altro. >> L’avatar sospirò a sua volta << Non ti nego di capire il tuo punto di vista. Come amici saremo sempre una famiglia, non ci lasceremo mai. Se insistiamo a sperare in qualcosa che probabilmente non accadrà mai rischiamo di farci il sangue cattivo e rovinare del tutto i rapporti. >> Asami annuì << La nostra amicizia è troppo importante, Korra. Tu, Bolin e Mako siete state le mie colonne quando non sapevo dove sbattere la testa. Guardandomi indietro ora mi rendo conto che abbiamo rischiato di rovinare questa meravigliosa amicizia. Non voglio. Non voglio provare risentimento per Mako, non voglio rimanere la tua eterna rivale...e non voglio che Bolin si trovi al centro di tutto questo spettatore di come siamo bravi a farci del male da soli. >> Korra annuì. << Sono d’accordo. Mako come amico è fantastico...ma come fidanzato è da lasciar perdere. >> Il tono era volutamente esagerato e le due ragazze si fecero una risata liberatoria. << Dimmi una cosa, Asami...ma c'è qualcuno che ti interessa? >> << Si. >> Quell'uscita sorprese perfino la ragazza che si rese conto di avere pronunciato quell'assenso e si affrettò a precisare. << Non ho intenzione di buttarmi di nuovo a capofitto con qualcuno, Korra. C'è una persona che mi potrebbe interessare ma prima di esserne certa voglio frequentarlo e conoscerlo. Inoltre è un mio collaboratore in un progetto che sto portando avanti e se le cose non andassero bene tra noi due sarebbe poi pesante continuare a lavorarci insieme, non credi? >> La ragazza annuì << Si, lo sarebbe. >> Sorrise con un'espressione dolce amara e l'amica le passò un braccio intorno le spalle. << C'è stato un momento in cui mi sono ritrovata ad aspettare ancora che Mako facesse qualcosa di incredibilmente romantico e dolce e mi facesse dimenticare tutte le cose brutte del passato. Poi ho visto Mokuren ed Iroh insieme...e mi sono resa conto che è quello il rapporto che voglio con una persona al mio fianco. >> << Lo so...ho pensato la stessa cosa. Quindi? Che facciamo? >> Korra le sorrise. << Ci recheremo nel regno della terra per presenziare alla sfida in cui Wei batterà il rappresentante di quel nobilastro... ed al ritorno a città della repubblica io te e Mako faremo una lunga chiacchierata. >> Asami sorrise e non poté che essere d’accordo.
 
L'arena era avvolta nel caos più completo mentre il rappresentante di Lord Cho scendeva in campo. Era un dominatore di una certa fama, più volte campione in quella stessa arena, e fissava Wei con sdegno, sicuramente sicuro, come molti, che la nuova generazione di Beifong stesse vivendo sugli allori della loro matriarca Toph, e non per loro reali meriti. Il ragazzo lo sapeva bene perché non era la prima volta che qualcuno lo fissava con quell'espressione carica di "tu sei solo un fottuto privilegiato mentre io sono quello che si è fatto il mazzo per arrivare dov'è". Quel dominatore gli faceva quasi pena perché, contrariamente al passato, oggi poteva finalmente togliersi i proverbiali guanti ed aveva carta bianca per fargli rimangiare le sue convinzioni. L'intero clan, compresa sua zia ed il ramo della famiglia del regno della Terra, erano dalla sua parte, schierati a fronteggiare il pubblico avverso. Spettacolare era stata l'entrata in scena in loro appoggio del Signore del Fuoco Zuko, accompagnato da Iroh e Mokuren, i due regnanti dell'Acqua del Nord, la Magnate dell'industria Asami Sato, il Granmaestro dell'Aria Tenzin, accompagnato da Sua figlia Jinora e da Kai, ed infine L'Avatar Korra accompagnata da Mako. L'arrivo di tanti visi celebri a sostegno della famiglia Beifong aveva fatto impallidire di rabbia Lord Cho e d'invidia Lord Bai, soprattutto quando Mei aveva salutato calorosamente molti di loro. Quest'ultimo in particolare aveva cercato di avvicinare la figlia che con aperta freddezza gli aveva risposto di essere Mei Lin Beifong, e di non avere altri padri se non Baatar, genitore di suo marito. Una furiosa occhiata da molti degli spalti Beifong aveva fatto fuggire l'anziano nobiluomo e Wei si trovò ad ammirare ancora una volta il sangue freddo della moglie, beandosi della visione delle sue curve piene rivestite dagli abiti del clan del metallo. Le sorrise << Ti vedo tranquilla mogliettina. >> Lei sorrise dolce << So già che vincerai, maritino. Oltre a conoscere le tue vere capacità quell'idiota ti sottovaluterà fin dall'inizio. Lo sta già facendo. >> << Allora vado a distruggerlo. >> La folla stava acclamando il suo favorito e Wei già immaginava che sarebbe stata molto più freddina con lui, ma non gli importava. Li avrebbe fatti ricredere. Mei ghignò avvicinandosi a lui quel che bastava per sussurrargli << Umilialo e stanotte puoi mettermi al collare. >> Un gemello ghigno si allargò sul viso del ragazzo. << Promesso? >> << Promesso. >> Wei la strinse a se cercando le sue labbra in un bacio al limitare dello scandaloso per il pubblico della terra e mentre scendeva nell'arena fu soddisfatto di notare che Lord Cho aveva spezzato il suo ventaglio in un attacco di rabbia a quello spettacolo. Il ragazzo sorrise divertito per tutta la lunga presentazione infastidendo non poco il suo avversario. << Hai fatto due grandi errori stasera. >> Gli disse con voce noncurante << E sarebbero? >> Wei scrocchiò il collo << Il primo è stato accettare di rappresentare quel nobilastro nel portarmi via la donna che amo. >> L'altro non perse baldanza << Ed il secondo? >> << Pensare di poter battere facilmente un avversario di cui non sai nulla. >>
 
<< Maestra Toph...come va lo scontro? >> Chiese Bolin entusiasta solo per poi beccarsi una pedata in faccia. << Zitto, zuccone di un allievo! Sto guardando mio nipote che trancia quel dominatore da quattro soldi! >> Il ragazzo non se la prese. << Ma chi c'è sugli spalti? >> << Mm...quel gran buontempone di Zuko con nipote e sua moglie, l'avatar, con due che non conosco, quella bella figliola dell’amica dell’avatar ed uno del fuoco alto. >> << Ah, Asami e Mako! >> << Ci sono anche i gemelli del Nord. Ora mi lasci guardare in pace l'incontro. >> << Ma voglio sapere come va! >> Un'altra pedata in piena faccia. << Se sviluppavi prima la tua spiritualità ora potevi guardarlo con me. Ora taci! >> Bolin mise il broncio. << Maestra... >> Quando non arrivarono ne commenti ne botte tentò ancora << Maestra... >> << Accidenti! >> Sbottò la donna << Non me lo lascerai guardare in pace questo incontro vero? >> Poi più ingrugnita. << E va bene, ma solo perché parteggi anche tu per mio nipote. >> Davanti ai loro occhi una piccola arena di terra si formò completa di due piccole figure che lottavano tra loro << Ed ora taci sciocco allievo! >> << Si maestra, grazie. >> Ma Toph già non l'ascoltava più. << Sii! Così nipotino! Fagli vedere chi sei! Maciullalo! Umilialo. >> Urlò la donna mentre una delle due figure inciampava su misteriosi effetti del dominio assumendo pose ridicole. Bolin pensò ridacchiando che Wei era proprio degno nipote di Toph.
 
La folla che prima aveva accolto freddamente Wei ora lo acclamava, impazzita ed entusiasta, sommergendo il ragazzo di applausi ed inneggiamenti a cui lui non diede peso mentre tornava al fianco di sua moglie che lo abbracciò stretto ridendo. << Sei stato eccezionale! L'hai praticamente umiliato davanti ad un pubblico che lo favoriva tirandoli tutti dalla tua parte. >> << Stavo combattendo anche per te, non potevo fare di meno. Lo sai che non ti considero da meno di me in Battaglia, vero? Se ho dovuto combattere io per te è stata pura politica. >> Lei annuì ed il sorriso del giovane si allargò << Oggi sei stata la mia principessa da difendere. >> << Per questa volta, Wei. >> Concesse e lui si fece più vicino a sussurrarle a fil di labbra. << Che ne dici di sparire tra la folla, trovarci un posticino appartato e scaricare l'adrenalina? >> << Adesso? >> Gli chiese lei sorpresa facendolo ridacchiare. << Mei, io ho un'erezione e tu non mi negare che ti sei bagnata a guardarmi umiliarlo per te. >> Lei arrossì appena, reprimendo a stento un brivido, non certo di freddo. << Stronzo… mi conosci fin troppo bene. >> Lui sorrise per poi spostare appena il capo ad incontrare gli occhi pieni di approvazione di sua madre. Mentre si perdeva come promesso tra la folla con sua moglie sussurrò << Spero ti sia piaciuto l'incontro, nonna. >>
 
Seduta davanti al grande albero Toph si concesse un sorriso dolcissimo. << Certo che mi è piaciuto. >> Bolin si volse a guardarla. << Maestra? >> << Zitto e torna a meditare...o ti faccio incontrare il signore dei cocomeri! >> << Eh? >> Chiese il ragazzo perplesso per poi beccarsi un'altra pedata << Ho detto medita! >>
 
Al ritorno a città della repubblica Mako, Korra ed Asami ebbero la loro chiacchierata. Non ci furono tensioni ne rabbia, solo un sapore dolceamaro che aleggiò nei cuori dei tre ragazzi che sapevano di stare facendo la cosa giusta preservando la loro amicizia. Quando si separarono ognuno prese la propria strada, bisognoso di stare un po’ da solo, e Korra si recò a casa di Bolin, per poter rimanere in pace con i propri pensieri. "20 giorni e mi manca già da morire." Si trovò a pensare mentre apriva la porta d'ingresso. << Bolin, sono a casa. >> affermò ben sapendo che nessuno le avrebbe risposto, men che mai Bolin. Si chiuse la porta alle spalle avanzando poi nell'ambiente in penombra, constatando che senza la presenza del suo proprietario a scaldarla, la casa sembrava molto meno accogliente. Posò sul tavolo il cartoccio con la propria cena, un tramezzino appena sbocconcellato, ed andò a farsi una doccia. Quando però, avvolta da un'enorme asciugamano, fece per prendere i vestiti dalla borsa che si era portata apposta, il suo sguardo cadde sul grande armadio della camera ed ignorò le proprie cose per aprire uno dei cassetti traendone poi una maglia che indossò come un vestitino, tanto le era grande. Soddisfatta spense la luce infilandosi poi nel lettone, avvolta completamente dal sentore del suo proprietario. Fissò la luna dalla finestra ed il suo pensiero tornò al dominatore della lava. << Vedi di tornarmi dominatore del metallo, zuccone. >> Bofonchiò << Perché se tutto questo tempo sarà stato inutile te lo faccio vedere io dove te lo metto il metallo. >> Sollevata in qualche modo da quella minaccia proferita si girò di fianco, abbracciò il cuscino che sapeva di Bolin e si addormentò quasi subito con un sorriso sulle labbra.
 
Fine Secondo Libro

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