Music is Life - Life is Love

di DawnArisu12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Like waking up from a fantasy ***
Capitolo 2: *** Rudiments ***
Capitolo 3: *** You're The One Running Through My Brain ***



Capitolo 1
*** Like waking up from a fantasy ***


 

Like Waking Up From a Fantasy

Di una cosa Alec era certo: odiava le feste. Ma non per questo doveva per forza odiare la musica, o qualsiasi strumento musicale. Anzi, Alec adorava suonare la batteria, la sua meravigliosa batteria Pearl color blu elettrico. Quando si sedeva su quel seggiolino rovinato dal tempo - ma comodissimo- e vedeva i tamburi che lo circondavano si sentiva veramente in pace, bene, rilassato. Suonare era come una droga per lui, poteva cominciare una sessione di prove, perdere la cognizione del tempo e terminarla anche sette ore dopo. Ma non si stufava mai, anzi ne voleva di più.

Ma cosa ci trovava di tanto affascinante? Adorava il particolare e unico suono che ogni tamburo riproduceva, adorava suonare ad occhi chiusi, adorava accordarli, ma anche percuoterli fuoriosamente con le sue bacchette. Sì, perché per suonare la batteria non serviva una particolare delicatezza, non che Alec fosse mai stato un ragazzo particolarmente rozzo. Adorava il fragore dei piatti quando li colpiva all'inizio di un ritornello. La musica era la sua vita, era come il sangue: senza di essa non si vive. Il silenzio è morte.

Quello strumento lo faceva sentire importante ed allo stesso tempo protetto: la batteria era la base di ogni canzone -era ritmo puro- era lei che guidava gli altri musicisti. Alec adorava questa responsabilità che si era volontariamente caricato sulle spalle. Per quanto riguardava la sensazione di protezione, Alec sapeva che il posto riservato al batterista era sempre il più nascosto e al buio, su qualsiasi palco, così non rischiava di sentirsi troppo a disagio. Se avesse dovuto occupare il post del frontman sarebbe di sicuro morto di crepacuore per l'ansia.

Fu proprio Alec a contagiare Jace -suo fratello minore adottivo- con la sua passione per la musica. Infatti, durante un noioso giorno delle scuole medie, il maggiore aveva visto nella bacheca degli avvisi un volantino che pubblicizzava una modesta scuola di musica locale. L'aveva poi mostrato a Jace che aveva accettato di partecipare ad una lezione di prova, scegliendo però la chitarra elettrica. Francamente, Alec non avrebbe mai pensato che Jace si sarebbe appassionato alla chitarra così tanto, era più un tipo da sport estremi.

Dopo molte molte prove e un pizzico di fortuna, avevano formato un duo e avevano cominciato a suonare in giro per piccoli locali venendo pagati con pizze e birre. Ed eccoli lì anche quella sera a suonare su un piccolo palco: Jace, il frontman, suonava con energia la sua Gibson, i capelli e gli occhi dorati illuminati dalle luci del locale e Alec leggermente più nascosto che si scatenava tra i tamburi, i ciuffi corvini appiccicati alla fronte e gli occhi che brillavano. Non poteva certo mancare Isabelle, la sorella di Jace e Alec, che li seguiva in ogni loro serata e che puntualmente si trovava sotto al loro palco a saltellare e ballare a ritmo della musica suonata dai fratelli.

Ma quella non era una normale serata e Alec se ne era accorto appena si era accomodato alla batteria. C'era qualcosa di diverso nell'aria o…nel pubblico. Il ragazzo non sapeva perché il suo sguardo era stato attirato proprio in quel punto della sala e Alec non era nemmeno solito osservare il pubblico con particolare attenzione -a differenza di Jace che faceva vagare lo sguardo alla ricerca di belle ragazze. Ebbene, appena si era seduto ed aveva alzato lo sguardo per sistemare uno dei suoi crash* ecco che i suoi occhi avevano messo a fuoco quella figura. Si trattava di un ragazzo ai margini della sala, abbigliato e truccato in modo molto eccentrico -Alec poteva notare la quantità immensa di glitter sui suoi capelli e sulle sue palpebre anche dalla sua posizione- ma anche curato. Ma la cosa che lo stupirono di più furono sicuramente i suoi occhi verde-ambra dal taglio orientale: Alec ci affondò, sprofondò, annegò.

Di una cosa Alec era certo: quella sera non avrebbe suonato ad occhi chiusi.

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Ciao a tutti! Riposto ora il primo capitolo, perchè, non so come, ieri mentre aggiungevo il secondo capitolo, il primo è stato totalmente eliminato -.-
Spero che questa mia idea vi piaccia ^^
*Crash: piatto della battera
 

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Capitolo 2
*** Rudiments ***


Rudiments

-Siete stati fantastici, ragazzi!- esclamò Isabelle non appena i due furono scesi dal palco. Li accolse con un abbraccio entusiasta e un sorriso luminoso.

-Grazie, Izzy- disse Alec, un'espressione modesta sul volto.

-Grande performance, fratello!- affermò invece Jace, mettendo un braccio attorno alle spalle del moro con fare spavaldo. Tipico di Jace. Alec non era abituato al contatto e si ritrovò ad arrossire al complimento: sentiva spesso a disagio quando era il suo fratellastro ad avvicinarsi. Okay, forse Alec aveva una cotta per lui. Forse. E comunque, gli capitava spesso di pensare, non sarebbe cambiato nulla: Jace era palesemente etero, ogni sera conquistava una ragazza diversa con il suo portamento da chitarrista sexy.

-Farete strada ragazzi!- disse la sorella, facendo loro l'occhiolino. La solita esagerata, alla fine erano solo una specie di cover band. Ad Alec non interessava il successo, suonare lo faceva star bene, per questo lo faceva, lì sul palco si sentiva al suo posto. Era come una magia, lui il timido Alec, quando ci saliva si trasformava, infatti riusciva a suonare davanti ad un mucchio di persone, ma non riusciva a non arrossire ad uno sguardo di Jace.

Proprio in quel momento Jace rivolse lo sguardo alla folla che aveva assistito alla loro esibizione, era molto concentrato, come se stesse cercando qualcosa -o qualcuno- in particolare. E infatti poco dopo disse:

-Scusate ragazzi, devo andare. Voglio vedere se ritrovo quella ragazza che ho adocchiato dal palco!- e si lanciò all'inseguimento

-Sempre il solito- decretò Isabelle, scuotendo la testa in direzione del fratello

-Già- disse Alec incrociando le braccia al petto. Lo doveva ammettere, almeno a se stesso: gli dava fastidio vedere Jace andare via così per "andare a caccia di ragazze". Più che fastidio, lo feriva. Ma Alec non avrebbe mai ceduto, non gli avrebbe mai detto che era gay, solo Izzy lo sapeva già. Forse se gliel'avesse detto non avrebbe neanche più voluto suonare sullo stesso palco con lui. Figuriamoci dirgli che lui era la sua prima cotta. No, assolutamente no.

Quando si destò dai suoi pensieri, la sorella se ne era già andata, probabilmente a prendersi una birra.

L'immagine dell'eccentrico sconosciuto gli era tornata in mente appena in quel momento: dove poteva essere? Aveva già lasciato il locale? O era rimasto? Alec non capiva nemmeno perché si stesse facendo tante domande su di lui. Probabilmente perché per tutta l'esibizione si era sentito il suo sguardo verde-ambra addosso, forse perché quel ragazzo l'aveva seguito in ogni suo movimento, non perdendosi neanche un istante.

Ancora con le bacchette in mano, attraversò la folla per raggiungere ai tavoli sua sorella, che, a quanto pare, aveva fatto già amicizia con… un nerd?

Si sedette accanto a loro poco convinto.

-Alec, questo è Simon. Simon, il mio fratellone Alec- li presentò lei. Il ragazzo allungò una mano verso Alec, il quale la strinse cortese. Era un ragazzo semplice: niente piercing, giacche di pelle borchiate o creste colorate, cosa che sorprese Alec; era lontano dagli standard di Isabelle, era solita frequentare ragazzi che a volte lui stesso riteneva pericolosi -o quanto meno poco affidabili- e si ritrovava a condividere la preoccupazione dei suoi genitori.

-Sembra che Jace abbia trovato la misteriosa ragazza- disse Isabelle indicando il chitarrista che beveva una birra al bancone con una ragazza. Aveva i capelli rossi ed era alta almeno due teste meno di lui e sì, lui ci stava palesemente provando con lei. Lei gli parlava sorridendogli, alternando lo sguardo da lui alla sua lattina di birra e Alec pensò che questa volta Jace sembrava veramente interessato a quello che lei gli stava dicendo.

-Che fine ha fatto quel ragazzo, fratellone?- chiese improvvisamente Izzy, Alec sussultò

-Chi?- fece lui

-Ma come chi, quel tipo che non ti ha mai staccato gli occhi di dosso mentre suonavi. Non dirmi che non l'hai notato- rispose lei con uno sguardo eloquente

-Mmh, non lo so Izzy. Sai che non sto mai attento al pubblico- mentì lui

-Sì, certo- disse lei poco convinta. Alec sapeva di non saper mentire, ma voleva evitare frasi del tipo "Vai a parlarci!". La sorella ritornò a parlare con il nerd, che le stava spiegando come funzionava Dungeons and Dragons…Un momento, cosa? Alec non poteva crederci, lei stava veramente ascoltando le regole di quel gioco che fino al giorno prima avrebbe definito "da sfigati".

Sbuffò, appoggiandosi allo schienale della sedia, perché, a quanto pare, quella sera tutti avevano trovato qualcosa da fare, o almeno qualcuno di interessante da ascoltare. Tutti tranne lui,.Forse i suoi fratelli avevano ragione quando gli dicevano che non sapeva divertirsi. Il suo sguardo vagò sulla folla: un sacco di persone che chiacchieravano, alcuni ballavano al ritmo della musica che proveniva dalle casse, ma nessuna traccia dello sconosciuto. Insomma, non poteva essere così difficile da trovare, era ricoperto di glitter dalla testa ai piedi. Alec scosse la testa, lo stava seriamente cercando? Perché? Cosa c'era che non andava col suo cervello quella sera? Grazie al cielo non beveva…

La serata non passò cosi in fretta, ma Alec riuscì comunque a sopravvivere. Si era accorto subito di non sopportare il post-esibizione, anche perché non gli piaceva girare per locali, ci andava solo per suonare. Ma Isabelle e Jace sembravano divertirsi cosi tanto, che Alec non poteva costringerli a tornare a casa subito.

Alec cominciava ad apprezzare il locale quando cominciava a svuotarsi e loro sgomberavano il palco, o meglio Alec lo faceva. Jace aveva solo la sua chitarra e il suo amplificatore da portare, mentre il batterista aveva una mole più considerevole. Ma gli piaceva, anzi non permetteva a nessuno di toccare i preziosi pezzi del suo strumento, proprio per questo motivo si ritrovava da solo -nel locale semi deserto- a prendere tamburo per tamburo e a caricarlo sul furgone. Il tutto con molta calma.

Prese prima di tutto i piatti: hi-hat, crush e ride. Poi passava ai tom-tom e via così. Aveva preso contemporaneamente il rullante e le sue bacchette, quando una di queste gli sfuggì di mano. Cadde sul palco, dove rimbalzò con un rumore secco per poi atterrare in posizione verticale sul pavimento vero e proprio del locale. Con l'ultimo tonfo la bacchetta si spezzò a metà, i due pezzi rotolarono malamente, uno tornando verso il palco, l'altro andando verso il centro del locale.

Alec sgranò gli occhi per la sorpresa, non gli era mai capitata una cosa simile. Scosse la testa, mise giù con cautela il rullante e scese dal palco per recuperare la bacchetta rotta.

-Incredibile- disse tra sé e sé - Mai vista una cosa simile-

Trovò subito il primo pezzo, ma il secondo? Non poteva essere andato troppo lontano. Si alzò in piedi per cercarlo.

Vide una figura venire verso di lui, camminando con sicurezza. Portava dei pantaloni neri aderenti, una maglia totalmente ricoperta di lustrini viola, una giacca nera e ai piedi delle Dr. Martens. La sua pelle era color caramello, i capelli scuri sparati in aria e cosparsi di gel glitterato, gli occhi dal taglio orientale e dal colore verde-ambra, anch'essi contornati da glitter. Alec deglutì, era il ragazzo che l'aveva osservato durante lo spettacolo e che l'aveva colpito fin dal primo sguardo. E stava venendo verso di lui. E Alec se ne stava così, lì in piedi, con una bacchetta spezzata tra le dita. Ma perché stava andando verso di lui? Oddio, e ora cosa doveva fare?

-Credo che questa sia tua- gli disse con voce cortese, mostrandogli l'altra metà della bacchetta

-Oh ehm, sì. Grazie mille- rispose Alec, le labbra che si increspavano automaticamente in un leggero sorriso -Anche se non credo di poterci fare poi molto, ora-

Lo sconosciuto fece un passo avanti e avvicinò la metà che aveva trovato a quella che si trovava tra le mani del ragazzo. Le fece quasi combaciare. Alec arrossì, senza un apparente motivo, a parte il leggero contatto tra la sua mano e quella del ragazzo.

-Già, suppongo che tu non possa semplicemente incollare le due metà- disse e piegò leggermente la testa di lato sorridendo. I suoi occhi si illuminarono. E il cuore di Alec perse un battito. Si muoveva con sicurezza e scioltezza, mentre Alec era lì rigido, quasi pietrificato davanti a lui. Cosa doveva dire ora? Si ritrovò a maledirsi, perché non aveva la battuta sempre pronta come Jace?

-Magnus Bane- disse il ragazzo davanti a lui, con semplicità, tendendo una mano verso di lui

Alec si risvegliò dal suo torpore, allungò una mano tremante verso Magnus e la strinse. Ora doveva presentarsi, si ricordò solo alcuni secondi dopo -Alexander Lightwood. Ma, ma puoi chiamarmi Alec- arrossì

-Alexander. Bel nome, imponente, mi piace.- commentò Magnus

-Alec, può bastare- ripetè

-Bene, Alexander. Serve aiuto?-

Quel nome così "imponente" non faceva per lui, per questo preferiva il suo diminutivo. Eppure pronunciato da lui, non era poi così tremendo.

-Ehm, io stavo solo sgomberando il palco…- cominciò lui -Perché no- gli sfuggì subito dopo, stupendosi di se stesso. "Sul serio Alec?" pensò "non hai mai fatto toccare la tua batteria nemmeno a tuo fratello, cosa ti salta in mente?" Ma Alec sentiva di potersi fidare, qualunque cosa avesse dato a Magnus, lui l'avrebbe portata sana e salva al furgone.

Si girò verso il palco, prese il rullante e lo passò al ragazzo -Occhio, non è così leggero come sembra- lo avvisò. Lui stesso aveva fatto una figuraccia agli inizi del suo percorso musicale. Il suo insegnante gli aveva infatti chiesto di aiutarlo a spostare dei rullanti da una stanza all'altra, ma quando gliel'aveva dato in mano, era rimasto spiazzato dall'inaspettato peso e aveva rischiato di farlo cadere. Nonostante tutto, l'aveva affidato a Magnus.

-Grazie dell'avvertimento- disse lui, facendogli un occhiolino. Questo gesto fece diventare gelatina le gambe di Alec, il quale fece fatica a non mettersi seduto sul palco. E, ovviamente lo fece anche arrossire. Mettere il batterista in difficoltà sembrava la sua specialità. Alec si schiarì la voce.

-Bene, questo era l'ultimo.- affermò, avviandosi verso l'uscita assieme a Magnus che camminava fianco a fianco a lui. Quando uscirono dal locale trovarono Isabelle, Simon, Jace e la ragazza dai capelli rossi che chiacchieravano in gruppo, non si resero conto di loro, perciò Alec si avviò a passo spedito verso il portellone aperto del furgone, dove si trovavano gli altri pezzi della sua batteria. Il ragazzo entrò nel furgone e allungò le braccia verso Magnus, il quale gli passò il rullante affinché Alec lo mettesse al posto giusto.

-E tu carichi sempre da solo tutta questa roba?- chiese curioso

-Sì, ho sempre fatto così- rispose Alec annuendo, seduto sul bordo del furgone

-Come mai?-

-Mmh, io di solito non mi fido- disse -preferisco portare tutto da me-

-Ma non questa sera- puntualizzò Magnus, con un pizzico di soddisfazione nella voce, alzando l'indice della mano destra. Il batterista si rese conto solo in quel momento che aveva le unghie smaltate di nero e viola, un particolare che trovò molto interessante

-Non questa sera- ripetè Alec sorridendogli istintivamente.

-Temo di dovermi congedare, Alexander- disse Magnus

-Oh sì, tranquillo, anche…anche noi dobbiamo andare-

Alec si alzò e Magnus fece per andarsene, ma poi, come se avesse dimenticato qualcosa, si girò di nuovo verso il batterista. Si avvicinò e Alec per un attimo pensò di svenire. Si fermò accanto al suo orecchio

-Eccellente performance- sussurrò - Alla prossima- e si ritrasse

-Ti…Ti ringrazio- si affrettò a dire Alec, le guance imporporate e il fiato corto -Ci vediamo-

Quella serata era stata davvero molto interessante, pensò Alec, mentre suo fratello guidava il furgone fino a casa. E, mentre rivedeva quegli occhi verde-ambra, si rese conto che aveva ancora in mano metà della sua bacchetta e che Magnus aveva l'altra.

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Eccomi con il secondo capitolo ^^
Innanzitutto, grazie mille per le views numerose e le recensioni che mi avete lasciato :D Sono così contenta =DD
Ho messo tra i generi anche la song-fic perchè ho l'intenzione di inserire alcune canzoni nella trama :)
Grazie ancora per aver letto ^.^
Alla prossima ^^
P.S. I rudimenti (rudiments in inglese) sono le prime cose che si imparano studiando batteria, sono praticamente figure musicali base da imparare per poter eseguire composizioni musicali più complesse.

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Capitolo 3
*** You're The One Running Through My Brain ***


You're the one running through my brain


Alec aveva già ispezionato tre volte tutti gli scaffali del negozio di musica, e ancora non riusciva a trovare ciò che cercava. Ovviamente non perché non sapesse dove cercare - quello era infatti il suo "negozio di fiducia" - ma perché ciò che gli serviva sembrava non esserci proprio. Fece un ultimo giro, ma poi si vide costretto a chiedere informazioni.
Il commesso era appoggiato al bancone di vetro, attraverso cui si potevano notare gli ultimi CD usciti, plettri multicolore e accessori a tema musicale, come toppe e portachiavi. Il registratore di cassa si trovava alla sua sinistra, mentre sulla parete alle sue spalle erano disposti diversi modelli di chitarre e bassi. Alzò lo sguardo non appena Alec gli si avvicinò, pronto ad ascoltarlo, ma continuando a picchiettare le dita sul piano di vetro seguendo il ritmo della musica diffusa nel locale.

-Bacchette, presumo- disse, osservando Alec

-Ehm, sì- rispose Alec. Sebbene quello fosse il suo negozio di musica preferito, non aveva idea di come si chiamasse quello strano ragazzo che se ne stava appoggiato al bancone: aveva i capelli di un biondo chiarissimo, quasi argentato, gli occhi neri e la pelle olivastra, tendente quasi al verde. Sembrava un tipo eccentrico, ma comunque una persona per bene.

-Mi spiace, ma ho venduto l'ultimo paio qualche ora fa-

-Davvero? Non hai proprio nulla?- indagò Alec, facendo vagare lo sguardo. Alec aveva rotto il suo ultimo paio di bacchette la sera prima, in un modo anche piuttosto stupido e insolito.

-No, niente. Ma se ti può consolare domani arriveranno nuove merci, e tra quelle ci saranno sicuramente delle bacchette. Sono certo di averne ordinate un paio- lo rassicurò

-Grazie mille, passerò domani!- affermò Alec, sollevato. Il commesso lo salutò e il batterista si diresse verso l'uscita del negozio.

La giornata di Alec non era cominciata nel migliore dei modi, ma almeno era certo che il giorno dopo si sarebbe risolto tutto, avrebbe comprato tre (o forse quattro) paia di bacchette e avrebbe potuto riprendere ad esercitarsi. Gli dispiaceva il fatto di non poter provare con Jace quel giorno, ma fortunatamente non avrebbero dovuto suonare al locale la sera, altrimenti Alec si sarebbe trovato in guai grossi.
La sera stessa Alec e Jace sarebbero andati comunque al locale per assistere all'esibizione di un gruppo che suonava brani tratti dalla musica classica rivisitati in chiave jazz. Alec era molto curioso e non vedeva l'ora di sentirli suonare.

Alec ebbe giusto il tempo di varcare la soglia e chiudere la porta di casa prima che Izzy si precipitasse da lui. La ragazza puntò le sue iridi castane in quelle più chiare del fratello e mise le mani sui fianchi, mentre un'espressione curiosa e minacciosa allo stesso tempo le si dipingeva sul volto. Sebbene Isabelle fosse parecchi centimetri più bassa di lui, a volte Alec era terrorizzato dalla sua sorellina, che poteva essere tanto dolce quanto spietata, a seconda dell'occasione.

-Alexander Gideon Lightwood- tuonò, facendo trasalire il fratello

-Oddio- bisbigliò lui, cominciando ad indietreggiare. Toccò la porta di casa con la schiena. Nessuna via di fuga

-Devi raccontarmi tutto- aggiunse poi, avvicinandosi al ragazzo - TUTTO - scandì

-Riguardo a cosa?- chiese Alec, mentre un sorriso nervoso si faceva strada sulle sue labbra. Sapeva esattamente dove sua sorella voleva arrivare

-Riguardo a cosa?!- ripeté lei -Riguardo al ragazzo di ieri sera ovviamente!- esclamò afferrando poi il braccio del fratello e portandolo in camera sua.

-Non c'è niente di interessante da raccontare, Izzy- mentì lui, mentre entrava. La stanza di Isabelle era molto diversa dalla sua: molto più colorata, disordinata e glitterata.

Lei lo guardò scuotendo la testa: -Siediti- ordinò

Alec si sedette immediatamente sul sul letto, coperto da una copriletto rosa shocking che gli faceva quasi male agli occhi

-Ti aspetti che io me la beva? Tu che parli con un ragazzo meraviglioso e che gli lasci portare un tamburo della tua batteria non sarebbe qualcosa di interessante?-

-Rullante, non tamburo- precisò Alec

-Appunto. Nemmeno Jace ha il permesso di toccarne uno- puntualizzò lei, puntando le sue iridi castane in quelle blu di Alec.
Aveva perfettamente ragione e il ragazzo non poteva negarlo. Alec avrebbe potuto dirgli che poteva cavarsela da solo, che era così che andavano le cose ogni sera, che nessuno tranne lui poteva toccare la sua batteria. Bastava anche un "no" secco, non era certo tenuto a dare spiegazioni ad uno sconosciuto. Eppure alla sua domanda "Serve aiuto?" aveva risposto "Perché no" senza nemmeno pensarci su. E questo era un atteggiamento anomalo: Alec non diceva o faceva mai una cosa senza averci pensato su almeno due volte, valutando pro e contro.

-Io…Io non lo so cosa mi sia passato per la testa- cominciò Alec, passandosi una mano tra i capelli scuri -Mi ha chiesto se mi serviva aiuto e io ho risposto subito sì, senza neanche pensarci su- concluse, le sopraccigli alzate in un'espressione sorpresa.

Lo sguardo della sorella si addolcì e le sue labbra si aprirono il un sorriso

-Come si chiama?-

-Magnus Bane- rispose Alec immediatamente, mettendoci forse troppa enfasi. Si rese conto solo ora quanto suonasse bene quel nome…E quanto gli piacesse pronunciarlo.

-Wow, molto particolare- commentò Isabelle. Ecco, "particolare" era certamente un aggettivo adatto a Magnus.

Alec gli raccontò di come la sua bacchetta si era rotta, di come Magnus avesse raccolto l'altra metà, una scena degna dei migliori film d'amore, a detta di sua sorella.

-Non ti ha lasciato il suo numero di telefono?- chiese lsabelle

-No, certo che no. Chi darebbe il suo numero ad un tizio appena incontrato? E poi che differenza fa?-

-Oh andiamo Alec, chiunque ti darebbe il suo numero al primo incontro. Te lo darei anche io! Certo, se non fossi tua sorella e non sapessi che preferisci un altro tipo di compagnia- disse lei, facendogli l'occhiolino

-Isabelle! Qualcuno potrebbe sentirci!- la ammonì lui a voce bassa, lo sguardo che schizzava verso la porta socchiusa. Era leggermente arrossito e il suo sguardo era preoccupato. La sorella gli strinse le mani tra le sue.

-Stai tranquillo, fratellone. Non c'è nessuno in casa, inoltre non hai nessun motivo per preoccuparti, né per vergognarti- gli disse, in tono rassicurante

-Sai come la penso, Izzy. I nostri genitori non prenderebbero bene questa notizia e sarebbe una catastrofe se Jace lo venisse a sapere.- affermò il ragazzo, abbassando lo sguardo e mettendo particolare enfasi sulla parola "catastrofe".

-Alec, ti vogliamo tutti bene, siamo la tua famiglia- disse Izzy -Qualunque cosa tu decida di fare, io ti supporterò sempre-

-Grazie, Izzy- disse Alec, rivolgendole un timido sorriso

-Di cosa? Sono tua sorella, sono qui per questo, no?- e così dicendo lo abbracciò.

 

Quando Alec, Jace e Isabelle varcarono la soglia dell'Ars Magica, il locale dove abitualmente i due fratelli si esibivano, la band era già sul palco.
Alec aveva cercato di ingannare se stesso, ma la ragione principale per cui era così entusiasta di uscire di casa e tornare al locale non era assistere all'esibizione di quella band; era l'idea di poter rivedere Magnus Bane. Era incredibile, ma Alec era rimasto impressionato da quel ragazzo che aveva incontrato appena la sera precedente e aveva pensato spesso a lui. Non riusciva a togliersi dalla mente i suoi occhi a mandorla circondati da una nuvola di glitter e le immagini del loro incontro continuavano a passargli davanti agli occhi.
La band era composta da tre ragazzi, un tastierista, una batterista e un contrabbassista, che dovevano avere qualche anno in più di Alec. Vedeva la batterista e il tastierista parlare, mentre quest'ultimo gli indicava qualcosa sui suoi spartiti. Invece il contrabbassista stava in piedi al centro del palco e ogni tanto pizzicava qualche corda.
Alec si era appena voltato verso Jace, quando lo vide dirigersi al bancone, facendo lo slalom tra i tavolini. Lo seguì con lo sguardo e si bloccò quando lo vide abbracciare la ragazza dai capelli rossi della sera prima; si scambiarono dei sorrisi e Alec non poté non notare lo come gli occhi del suo fratellastro si fossero illuminati.
Il batterista sentì una fitta allo stomaco. Sapeva che Jace non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, ma ogni volta che lo vedeva con una ragazza stava male. E stava ancora peggio quando una di loro gli spezzava il cuore, un cuore coperto da una corazza d'acciaio, ma che poteva essere fragile come il vetro.

Jace fece un cenno alla ragazza, la quale guardò dritta verso Alec e Izzy, e subito dopo si diressero verso di loro. Alec era già nervoso.

-Ragazzi, questa è Clary- esordì Jace, indicando con un gesto ampio i fratelli.

-Piacere Clary, io sono Isabelle- si presentò lei entusiasta, stringendo poi Clary in un abbraccio. Alec, che non voleva essere maleducato, le tese semplicemente la mano

-Alec- disse monotono, stringendo la mano di lei.

-Piacere- disse lei, un sorriso ancora stampato sul viso.

Dopo qualche sguardo imbarazzato Jace e Clary tornarono al bancone, mentre Izzy e Alec scelsero un tavolino a cui accomodarsi. Diciamo che non l'avevano proprio scelto, Alec era semplicemente crollato sulla prima sedia libera che aveva visto.
Era arrabbiato e deluso. Jace si era messo d'accordo con quella ragazza per rivedersi quella sera e non gli aveva detto niente.

-Alec? Tutto bene?- gli chiese Isabelle, vedendo che si era incupito tutto d'un tratto

-No, Izzy. Non va tutto bene- rispose, concentrandosi sui disegni che le vene del legno disegnavano su l tavolo

-É per Clary?- domandò. In tutta risposta Alec la guardò con un sopracciglio sollevato e un'espressione scocciata. -Non puoi continuare così e lo sai anche tu, Alec. Guarda Jace- disse lei, indicando con un cenno della mano sinistra il biondo.

Alec si voltò verso Jace e lo vide parlare con la rossa; ad un tratto il fratello scoppio a ridere e lei lo seguì subito dopo. Alec conosceva Jace meglio di chiunque altro e si accorse che non stava recitando una parte, come aveva fatto altre volte per conquistare una ragazza. Questa sera era se stesso e sembrava felice, e Alec mise per un attimo da parte la gelosia. Se suo fratello era felice, lo era anche lui.

-Sembra felice- osserò, rivolgendosi a Izzy

-Vero? E potresti esserlo anche tu Alec- il ragazzo roteò gli occhi, non voleva affrontare quel discorso -Nella stessa sera abbiamo incontrato tutti e tre qualcuno. Io ho conosciuto Simon, Jace Clary e tu Magnus. Non ti pare curioso?-

-Non molto- mormorò poco convinto

-Prova a conoscere quel ragazzo- gli disse Isabelle, rivolgendogli un sorriso dolce. Alec annuì, e forse stava veramente considerando quell'opzione. -E dai una chance a Clary- il ragazzo arricciò il naso.

Alec ebbe l'impressione che sua sorella volesse dirgli qualcos'altro, ma furono interrotti dal tastierista della band che salutava il pubblico, con voce emozionata, e dava il via alla loro esibizione. Il batterista rimase stupito dall'abilità con cui avevano rielaborato i brani della tradizione classica, non si aspettava una tale creatività. Non avrebbe mai pensato che lo spettacolo gli sarebbe piaciuto così tanto, dato che non era tipo né da jazz né da musica classica.
Quando la band concluse la sua esibizione, Alec e sua sorella si unirono all'applauso del pubblico; anche Jace e Clary, appoggiati al bancone, battevano le mani.
Dopo pochi minuti suo fratello e la rossa si avvicinarono al loro tavolo e si sedettero con loro. Ad Alec non andava molto a genio la cosa, ma decise di dare un'opportunità a quella ragazza, memore dei consigli di sua sorella.

-Bravi, eh?- commentò Jace, rivolgendosi ad Alec

-Sì, veramente bravi, sono rimasto sorpreso!- gli rispose lui

-Ho una grande news per la band- continuò Jace, mentre il batterista si chiedeva cosa fosse questa grande novità -Clary suona la tastiera e sa anche cantare-

Alec deglutì, Izzy si voltò verso di lui con aria preoccupata. Immaginava dove suo fratello volesse arrivare

-Quindi, volevo chiederti, ovviamente solo se a te va bene, se Clary potesse suonare con noi- concluse Jace, scambiandosi uno sguardo complice con la rossa.

Alec avrebbe potuto fare una scenata, dopo tutto si erano appena conosciuti e suo fratello gli stava praticamente chiedendo se lei poteva entrare nella band, ma decise di stare calmo.

-Credo che non sarebbe male provare un paio di volte tutti insieme- concordò Alec, annuendo. Ebbe la conferma di aver fatto la cosa giusta quando vide il viso di Jace illuminarsi.

-Grazie mille, fratello- disse Jace, dandogli delle pacche amichevoli sulla spalla

-Grazie mille, Alec- disse poi Clary, sorridendogli. Alec annuì e sorrise debolmente.

Ordinarono da bere e rimasero seduti al tavolo a chiacchierare. Alec non provò neanche a far finta di seguire la conversazione, si concentrò invece su come le bollicine nel suo bicchiere si staccavano dal fondo e risalivano lentamente verso l'alto. I suoi pensieri tornarono di nuovo a Magnus e Alec si accorse di essere dispiaciuto di non averlo rivisto quella sera. Ma alla fine che ne sapeva lui di quel ragazzo? Aveva dato per scontato il fatto di ritrovarlo all'Ars Magica, ma magari non avrebbe nemmeno rimesso più piede in quel posto. Magari la sera prima era capitato lì per caso e Alec non l'avrebbe più rivisto. Non sapeva nulla di lui.
Non lo conosceva, voleva conoscerlo, ma aveva anche paura di farlo.

Quando si alzarono per tornare alla macchina, il barista – che era anche il proprietario – lo chiamò. Ormai era da un anno che suonavano in quel locale, quindi Mike li conosceva, ma Alec non capiva perchè avesse bisogno di lui. Si avviò verso il bancone.

-Hai bisogno di qualcosa, Mike?- chiese

-Avrei una cosa da darti- ripose, cercando qualcosa sotto il bancone -Questa mattina è passato di qui un ragazzo, un tipo abbastanza strano, vestito in modo eccentrico- raccontò gesticolando

Alec spalancò gli occhi, poteva essere Magnus? Fece cenno al barista di continuare.

-E mi ha lasciato questo, chiedendomi di consegnartelo non appena ti avessi visto- gli porse una specie di scatoletta dalla forma lunga e rettangolare coperta da una carta regalo madreperla, e una piccola busta.

-Oh, ehm, grazie- disse con voce incerta al barista, mentre osservava gli oggetti

-Di nulla- fece quest'ultimo e lo salutò, tornando al lavoro

Alec rimase appoggiato al bancone. Non sapeva che fare. Decise di scartare la scatola. Cominciò a staccare il nastro adesivo, molto lentamente, mentre le mani gli tremavano. Quando tolse la carta e vide cosa si nascondeva sotto di essa, rimase per un attimo senza fiato: una confezione di plastica trasparente contenente due bacchette di colore azzurro mare.

-Oddio- sussurrò, un'espressione incredula sul viso. Si passò una mano tra i capelli con fare nervoso e si guardò intorno

Passo alla busta, la aprì e ci trovò dentro un bigliettino. In una calligrafia elegante e particolare c'era scritto:

 

Fanno pendant con i tuoi occhi

M.

 

Le guance di Alec si imporporarono improvvisamente e un sorriso spontaneo gli incurvò le labbra. Girò il bigliettino e sull'altro lato trovò un numero di telefono. Inspirò ed espirò profondamente.
Magnus gli aveva fatto un regalo e gli aveva lasciato il suo numero di cellulare.
Allora non era stato il solo a pensare tutto il giorno al ragazzo incontrato la sera prima. Anche Magnus aveva pensato a lui. Un'ondata di felicità lo percorse da capo a piedi, non si era mai sentito così in tutta la sua vita, neanche la prima volta che aveva suonato davanti ad un vero pubblico assieme a suo fratello.
Anche Magnus aveva pensato a lui.
Magnus voleva conoscerlo e Alec decise di mettere da parte la paura e provarci.

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Lo so, lo so, sono passati 4 mesi dall'ultimo capitolo, vi prego non picchiatemi >.<  
Cmq se a qualcuno dovesse interessare ancora questa fan fiction, ecco qui il terzo capitolo. Ci ho lavorato tantissimo sopra ed è stato molto diffcile scriverlo, e cmq non sono soddisfatta del risultato xD spero che almeno a voi piaccia :D
Lasciatemi la vostra opinione, ditemi se vi piace, se è brutta, se devo gettarmi dal balcone per ciò che ho scritto...
Alla prossima ^^

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