Serva me. Servabo te.

di Arianne_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Il non sapere niente, porta al vuoto. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12. ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Era successo in pochi secondi. E tutt’ora non riesce a capacitarsi all’idea di averla persa.
Il goal decisivo.
Il fischio dell’arbitro.
Il goal annullato.
Il tempo ormai scaduto.
Lei che implorava aiuto.
Lui che non riusciva a focalizzare l’accaduto, rimanendo così impassibile ai suoi occhi pieni di lacrime.
Il terreno che si riduceva in mille pezzi sotto i suoi piedi.
Lei che cadeva nella lava.
Il suo ultimo urlo.

 
Tre mesi dopo…
 
-Devo sapere qualcosa in particolare?-
-Cosa vuoi sapere di preciso?-
-Anche il più piccolo ed insignificante dettaglio. Ad esempio…- disse aprendo una cartella ed estraendo una foto al suo interno. -… che mi dici di lui?-
L’altro individuo presente in quella stanza sbuffò.
-Ha perso la sorella tempo fa…-
 

Il giorno dopo…
 
Una figura alta, snella, con una chioma rosso fuoco, con occhi viola e la carnagione pallida, si stava avvicinando al campo degli allenamenti dell’Inazuma Japan, seguita a ruota dall’allenatore Kudou. Appena arrivarono nel campo da calcio, quest’ultimo attirò l’attenzione dei giocatori.
-Allenatore, chi è questa ragazza?- chiese un po’ intimorito Kabeyama.
Kudou stava per rispondere al giocatore dalla maglia numero tre, quando la rossa con un gesto della mano, indicò all’allenatore di non parlare.
-Sono Himeko Scars. Sono la nuova manager dell’Inazuma Japan.- e dopo un attimo di esitazione aggiunse –Sono la sostituta di Haruna Otonashi.-
 

 
 
 
 
 
 
INFORMAZIONI CAPITOLO 1.
 ANTICIPAZIONE PROSSIMO CAPITOLO: "-Io sono venuta qui per lavorare, e per portare l’Inazuma Japan alla vittoria del Football Frontier Internecional Beta.-"
 DATA PUBBLICAZIONE CAPITOLO:   02/01/13
 ORARIO PUBBLICAZIONE CAPITOLO: 16:30
 
Spero che il prologo sia stato di vostro gradimento e che vi abbia incuriosito ;)
Ari.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-Hikari Scars. Sostituta di Haruna Otonashi. Sono la nuova manager dell’Inazuma Japan.-
Guardò attentamente giocatori e staff, leggeva nel loro volto un misto di rabbia e incertezza, e questa incertezza che leggeva nei loro occhi la portò a chiedere: -Per caso, dovete chiedermi qualcosa?-
-Una domanda io voglio chiedere: allenatore, per quale assurdo motivo ha deciso di rimpiazzare la morte di Haruna con questa domanda?- esordì Fuduo.
-Fudou ha ragione! Perché una nuova manager?- chiese Endou.
-Allenatore perché questa scelta?- chiese Fubuki.
-Allenatore ci vuole dare delle spiegazioni? Perché ha sostituito Haruna?- quasi, urlò Gouenji.
E altre domande si sopraggiunsero ad esse, senza dare il tempo, al povero allenatore di rispondere. E qualche minuto dopo, quando calò di nuovo il silenzio, Himeko rispose al posto di Kudou.
-Il vostro allenatore mi ha chiesto di diventare la vostra manager perché ha notato le mie ottime qualità nel ricoprire questo ruolo. Sono cose che succedono nel mondo dello sport, come in altri, ok? È una cosa normalissima sostituire una manager con un’altra. E ora basta con ‘ste inutili lamentele! Ebbene sì, i vostri sono lamenti sotto forma di domande! E se dovete farmi qualche domanda, me la ponete e basta, però solo se si riferisce solo ed esclusivamente a me.. e che giustamente, non siano lamentele, o cose simili!-
La neo manager, con quel discorso, spiazzò tutta la squadra, compreso Kudou.
-Ecco una domanda per te: cosa sei venuta a fare qui?- chiese Kogure un po’ infastidito dalla presenza di Himeko.
-Io sono venuta qui per lavorare e per portare alla vittoria l’Inazuma Japan al Football Frontier Internecional Beta.-
Quest’anno, l’Inazuma Japan era stata invita a partecipare alla versione Beta del FFI.
In questo campionato erano state invitate le squadre più forti del FFI; questa versione consisteva nel giocare delle partite brevi che si svolgevano più di una volta in un giorno e nell’utilizzare solo una volta per partita una tecnica speciale.
-Ma tu sei giapponese o americana? Te lo chiedo perché Scars è un cognome americano risalente ai tempi gotici.- chiese Kazemaru.
-Padre americano. Madre giapponese. Da qui Himeko Scars.- rispose in maniera secca e veloce.
Dopo aver risposto a quest’ultima domanda, la rossa si voltò verso le altre due manager, e notò che una di loro si stava trattenendo dal dire qualcosa.
-Ehi capelli color oliva, se hai qualcosa da dire, dilla.-
-Dici a me? Chiese Aki sentendosi addosso lo sguardo penetrante di Himeko.
-No, alle olive- concluse quest’ultima ridendo.
E vedendo l’atteggiamento presuntuoso che aveva assunto la ragazza, Aki decise di dire quello che fino ad si era trattenuta.
-Allenatore, perché ha rimpiazzato Haruna con questa qui? Io, Natsumi e Fuyuka non le bastiamo? E poi, non ha pensato a Kidou? A come si sarebbe sentito una volta saputo della sostituzione? Lo sa che è ancora molto debole per via di ciò che è successo ad Haruna, e le che fa? La sostituisce? Mi dispiace, ma io non lo posso accettare!- urlò Aki in preda alla rabbia e alle lacrime.
-Mister, Aki ha ragione. Noi possiamo provare ad accettare Himeko, ma non penso che Kidou ci riuscirà.- aggiunse Endou.
-Non mi importa. Kidou Yuuto dovrà accettare la mia presenza.- si limitò semplicemente a dire la ragazza non vista di buon occhio da tutta l’Inazuma.
-A cosa mi dovrei abituare?- chiese Kidou ritornando, proprio in quel momento, dal mercato con Fuyuka.
L’Inazuma Japan si voltò verso il loro compagno; poi i giocatori si divisero in due lati, per far sì che Kidou vedesse la nuova arrivata, che, non tardò a rispondere alla domanda del giovane regista.
-A me.- disse con il classico tono da bimba viziata.
-Chi sei?-
-La sostituta di Haruna Otonashi.-
-Che?- fu l’unica parola che riuscì a dire.
-Sono Himeko Scars. Ho sedici anni e sono la nuova manager dell’Inazuma Japan.-
Kidou, scioccato da quella rivelazione, guardò per primo l’allenatore Kudou, successivamente guardò i suoi compagni, e per finire, guardò anche la sostituta di sua sorella, però, dopo averla vista negli occhi, Kidou corse via, e insieme a lui, se ne andò anche Aki.
 
Kidou corse per vari isolati, per poi fermarsi in un piccolo vicolo cieco. Si appoggiò al muro, per poi scivolare da terra, avvolto da un mare di lacrime.
-È tutta colpa mia!- ripeteva. –È tutta colpa mia!- urlava a se stesso. Ancora oggi, non era riuscito a capacitarsi che la sua amata sorellina era ormai divenuta un angelo che volava nei cieli stellati. Almeno, quello a cui credeva Kidou; era questa sua idea che gli aveva portato almeno un pizzico di pace dentro di se.
-Non è colpa tua, Kidou!-
-Aki…-
La ragazza si inginocchiò di fronte al compagno, e gli poso delicatamente la mano sul braccio. Tolse a Kidou i suoi occhiali da aviatore, per poi guardarlo negli occhi e dirgli: -Non è colpa tua..- gli ripeté con un tono più dolce, gentile, sereno, rassicurante.., che potesse mai esistere.
-Sì, invece.-
-No.. Kidou, tu hai fatto tutto il possibile per salvarla, e Haruna lo sa! Sono sicura che, dovunque si trovi adesso, non vorrebbe vedere il suo amato Onii-chan in preda alla disperazione. Devi cercare di non darti la colpa, sennò prima o poi morirai dentro!, e questa è l’ultima cosa che vorrebbe vedere tua sorella!-
-Aki.. – sorrise –Grazie.. Ma non capisco il motivo che ha spinto Kudou ad assumere quella lì.-
-Neanche io riesco a comprendere il motivo. Oggi pomeriggio si è comportata da vera e propria stronza, e ha sempre avuto un tono perfido, menefreghista e gelido nei nostri confronti! Bo’.. si vede che ha qualche qualità che ha spinto l’allenatore a contattarla… ora non ci resta solo che sopportarla.- concluse Aki sorridendo e facendo l’occhiolino a Kidou.
-Eppure.. c’è qualcosa che non torna.-
-A cosa ti riferisci?-
-Se è vero che mia sorella è stata sacrificata per far risorgere il Signore dei Demoni, allora perché non è successo niente? In quanto a quello che ha detto Dextra, una volta sacrificata la vittima, sarebbe iniziata una nuova era, e invece non è successo niente. Sai Aki, ti potrà sembrare l’idea assurda di un povero ragazzo andato fuori di testa dopo aver perso la sua Imooto-chan, ma.. secondo me.. Haruna è ancora viva.- concluse Kidou assumendo un atteggiamento serio.
-No, non sei pazzo. Io ho pensato a ciò che hai detto ogni notte. E ti posso assicurare che tua sorella, che la mia migliore amica, è ancora viva!-
 
Una lacrima solcò il viso dell’individuo che aveva ascoltato quel dialogo.
 







INFORMAZIONI CAPITOLO 2.
Anteprima capitolo: “-Non puoi permetterti errori! Altrimenti..., sai cosa succederà.-“
Data pubblicazione: capitolo: 18/01/13
 
Ringrazio:
Si99;
Marty_love jonas;
Juddina4ever;
Alaska fredda.
Per aver lasciato una recensione e per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :)
Dovete sapere che “Imooto-chan” in giapponese signifaca “sorella minore” in maniera affettiva, ovvero “sorellina”.
Vi auguro un felice e sereno anno nuovo, ricco di felicità e di tante belle sorprese ♥
Un beso,
Ari.
 
(p.s.)= ho deciso di pubblicare prima il capitolo per problemi di linea.

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Capitolo 3
*** Il non sapere niente, porta al vuoto. ***


Non sapere dove andare.
Qual' è la mia meta?
Un miscelarsi di ricordi che annebbiano la mia mente.
È tutto confuso.
Dove sono?
Chi è quel ragazzo con due paia di ali?
Sono forse in paradiso?
Non so nulla di cosa sia successo quel giorno, non ricordo niente.
Solo immagini sfocate che ogni tanto riaffiorano nella mia mente, poi.. il caos più totale.
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 








*Angolo della ragazza che chiederà scusa un’infinità di volte*
Ehilà! Indovinate un po’? Dopo essere scesa a compromessi con la vicina e con  mia madre.. Eccomi qua! Con un computer preso in prestito e con un modem preso in prestito! Tutto preso in prestito! :D
Mi scuso per non aver pubblicato il capitolo a tempo debito, e rimedierò domani pubblicando il capitolo due, che si trova salvato nel computer di mio nonno, e con due sorprese per farmi perdonare :3
Questo non è un capitolo, b
ensì una piccola introduzione per i capitoli successivi.. per farvi capire un po’ la storia.. anche se è molto corto, ma dietro queste nove righe, si cela un significato profondo..
Un beso,
Ari 

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


-Basta!- ripeteva -Basta! Niente lacrime! Non puoi permetterti errori, altrimenti.. sai cosa succederà...-
 
Il giorno dopo nella stanza delle riunioni dell'Inazuma...
 
-Oliva, dammi le cartelle e accendi il monitor.-
-Non chiamarmi "Oliva"!-
-Ok, senti.. siamo partite col piede sbagliato.- sbuffò -Per favore, se non ti è di troppo disturbo, mi passi quelle maledette cartelle e accendi il monitor?-
-Aiutati da sola!- 
-Io l'ho chiesto a te.-
Già di prima mattina, Aki e Himeko stavano litigando.
Himeko mostrava una tale indifferenza e tranquillità nei confronti di Aki, che per poco quest'ultima esplodeva dalla rabbia.
-Ecco, tieni.- disse improvvisamente Natsumi porgendo ad Himeko le cartelle che tanto desiderava.
-Ho anche accesso il monitor, e cortesemente, finitela di litigare! Già non ne posso più.. e comunque, i ragazzi stanno per arrivare, quindi prendetevi una bella camomilla e rilassatevi.- disse allontanandosi per andare ad aiutare Fuyuka.
-Hai visto com'è stata gentile? Oliva, prendi esempio da "Io sono tutto e tutti".-
-Come mi hai chiamata?- chiese irritata Natsumi, lasciando in tredici la povera Fuyaka.
-"Io sono tutto e tutti".-
-E quale sarebbe il motivo?- chiese ancora più irritata.
-Perhé ti sento sempre dire: "Io sono il capo del consiglio dell'amministrazione; quando parlo io è come se parlasse la direzione della scuola!"-rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
-E tu come fai a saperlo? Natsumi diceva così solo quando l'Inazuma era agli inizi della loro carriera.- chiese un po' preoccupata Aki.
-Lo so e basta.-
-No, ora voglio sapere come fai a saperlo- insistette Aki.
-Oliva non ti sapevo così insistente, sai?- sbuffò –Comunque, lo so perché un giorno sono andata a mangiare in un ristornate di zona che mi avevano consigliato, e poco prima di entrare ti ho sentita pronunciare quella frase, ho visto che il locale era pieno e me ne sono andata. Contenta, ora?-
-Sì.. molto..- concluse acida Aki.
--Ragazze, eccoci..- comunicò Endou seguito a ruota da tutta l’Inazuma.
-Ok, prendete posto e state in silenzio, così io, Oliva, “Io sono tutto e tutti” e Fuyuka, vi illustreremo tutto quanto.-
-Scusa, ma perché a Fuyuka nessun soprannome?- chiesero all’unisero Aki e Natsumi ancora più arrabbiate.
-Perché ancora non le ho trovato un soprannome.., ma tornando a noi.- prese il telecomando facendo comparire sullo schermo del monitor uno schema. –Queste sono le squadre che parteciperanno al Football Frontier Inernecional Beta: squadra italiana; squadra argentina; squadra americana; squadra coreana; squadra innominata; squadra spagnola, squadra francese; squadra scozzese; squadra tedesca. Il campionato si divide in due gruppi: A & B. Noi siamo nel gruppo B, e con noi ci sono anche la squadra Spagnola, Tedesca, Italiana e Scozzese. Nel gruppo A, invece ci sono la squadra Argentina, Americana, Coreana, Innominata e Francese. Ogni settimana ci saranno tre incontri: primo giorno scontro tra due squadre del gruppo A; secondo giorno scontro tra le due squadre vincitrici dei due giorni precedenti. Noi siamo dopo domani contro la squadra Scozzese, capitanata dal centrocampista Ojo Takumi. Questo è quanto. Potete andare ad allenarvi.- concluse in maniera molto tecnica e precisa, Himeko.
-E le loro tecniche speciali? E il girone A?- chiese Kidou.
-Non utilizzano mosse speciali. E degli altri non vi deve importare nulla. Dovete solo allenarvi e vincere.-
-Ma da dove viene la squadra Innominata?- chiese Endou.
-Da un paese straniero.-
-Ok, andiamo ragazzi.- concluse Endou.
-Aspettate.- disse Himeko.
-Cosa c’è?- chiese Gouenji.
-Dovete allenarvi seguendo una precisa e dettagliata scaletta che vi mostrerà Oliva e in questi due giorni che ci separano dall'incontro, non vi allenerete per nessuno motivo, alle tecniche speciali.-
-Come?- chiese scioccato Endou.
-Niente tecniche, solo esercizi fisici. E ora andate. Oliva, vai anche tu.-
-Sì..- e detto ciò, Aki uscì da quella stanza insieme ai giocatori dell’Inazuma.
-Certo che una manager peggiore di te la potevano trovare, Haruna è insostituibile- commentò Kagemaru.
Quelle parole, ferirono la ragazza dalla chioma rossa.
 
Di sera..
 
Himeko era andata in un prato vicino ad un piccolo laghetto, con solo presente un albero dove si appoggiava la schiena per poi guardare le stelle… 
Quel posto, era il suo posto.. andava sempre la, ogni qual volta che si sentiva sola e triste.
Quella giornata è stata dura, nessuno voleva seguire i suoi schemi, e in la sfottevano. Che ingrati quei ragazzi, invece di apprezzare gli sforzi di Himeko, la deridono..
-Che ingrati!- disse dando un pugno a terra. -Ma forse.. è troppo difficile, non ci riuscirò mai!- disse appoggiando la testa fra le ginocchia.. 
Successivamente, sentì un rumore provenire da dietro l'albero.
-Chi è?- chiese voltandosi.
Appena vide il ragazzo uscire da dietro l'albero, Himeko restò imbambolata. 
-Io.- disse il ragazzo.
-Kidou..- disse Himeko.
Che ci faceva lui qui? E come mai sapeva dell'esistenza di quel posto? 
-Ciao- rispose lui sorridendo.
-Che ci fai qui?- chiese lei.
-Quando sono triste, vengo sempre qui..- rispose lui.
-E ora sei triste?- chiese nuovamente lei.
-Sì..- disse Kidou sedendosi accanto a lei.
-Perché?- gli domandò.
Kidou la guardò un istante negli occhi, e poi le rispose.
-Perché sento molto la mancanza di mia sorella..- le rivelò lui con un velo di malinconia negli occhi.
-Se ti manca, allora perché non la chiami, o cerchi comunque di metterti in contatto con lei?- chiese in maniera innocente Himeko.
-È un po' difficile.. Neanche so dov'è.. se è ancora viva.. non sai quanto vorrei averla tra le mani e abbracciarla, per non lasciarla più..- confessò il ragazzo.
-Kidou..- disse Himeko abbracciandolo. -Sono sicura che un giorno la ritroverai..- lo rassicurò lei.
-Grazie Himeko.- disse lui stringendola ancora più forte a se.
'Cosa stava succedendo?' si domandò la ragazza. 'Un attimo prima mi detesta, e un attimo dopo mi abbraccia..'
Himeko chiuse gli occhi..
'Però.. devo ammettere che tra le sua braccia mi sento al sicuro
Arrossì.
Come le era venuta in mente quella frase?
 Voleva sciogliere quell'abbraccio, ma non ci riusciva. Quelle possenti braccia non la volevano lasciare andare.
'Haruna' sentì mormorare..
-Kidou, lasciami!- disse sprigionando tutta l'aria che aveva nei polmoni.
L'abbraccio si sciolse.
-Scusa- le disse. 
Himeko continuava a guardarlo.. 
-Scusa- ripeté imbarazzato -non so che mi è preso. Sai, una volta ho fatto vedere questo luogo ad Haruna, e lei ne rimase meravigliata. Non so perché ti stai dicendo tutto questo.. però.. quando ti ho abbracciata, in te ho sentito il suo odore. Un odore pieno di amore e innocenza. E così, mi sono lasciato trasportare dalle emozioni.-
A sentire tutto ciò, Himeko si alzò da terrà e iniziò ad incamminarsi verso la via del ritorno.
-Aspetta!- urlò Kidou prendendola per un braccio.
-Cosa c'è?- chiese lei senza voltarsi.
-Come fai a sapere di questo posto?-
-Perché mi ci ha portato una volta una persona a me cara..- 
Himeko si liberò dalla presa di Kidou, e senza voltarsi, se ne andò... 
Lasciando Kidou scioccato da quella rivelazione.
 
 























































INFORMAZIONI CAPITOLO 3
ANTICIPAZIONE: "Siete riusciti a scoprire dove si nasconde?"
DATA: Appena finisco di studiare diritto D:
 
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e mi scuso per il ritardo.
Ho il pc rotto, e sono connessa da quello di mio nonno. D'ora in poi, cercherò sempre di rispettare le scadenze, promesso!
Ringrazio:
Si99;
Marty_love jonas;
Juddina4ever;
Alaska fredda;
Laughing Out Loud;
NipaH_Girl.
Per aver lasciato una recensione e per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :)
Un beso,
Ari ♥



HIMEKO SCARS [foto presa dal web]


Himeko Scars

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


-Come sta procedendo?-
-Mio signore, ma voi siete proprio sicuro della scelta che avete fatto? Come mi avete chiesto, ho seguito quell'individuo che voi tanto vi ostinate a proteggere, ma forse avete fatto un errore a concedergli una possibilità. Ieri sera si è lasciata andare troppo con quel suo simile..-
L'altro, sbuffò.. 
-Non fa niente.. infondo posso capirla, vedrai che non ricapiterà più..-
-Ma.. mio signore! Perché si ostina tanto a proteggere quell'individuo di basso rango rispetto a voi? Perché mi chiedete di vegliare sempre su di lei?-
-Quanto sei chiacchierone stamani.-
-Lo so mio signore, ma vi pregherei di darmi una risposta..- 
L'altro, si girò verso una finestra, e guardando fuori, verso il cielo, pensò 'Cosa significa per me.. quella ragazza (?)'
 
 
Quella stessa mattina, nel campo dell'Inazuma Japan..
 
 
-Questo è lo schema di oggi- comunicò Himeko - L'allenamento di oggi durerà sino a mezzo giorno. Farete vari esercizi per allenare il vostro fisico, niente allenamenti speciali.-
-Ma come!, pure oggi. Io preferirei ultimare la mia nuova tecnica speciale in vista della partita di domani!- disse Kazemaru.
-No!, niente tecniche speciali.. più tosto iniziate ad allenarvi, o salterete il pranzo.-
-No, il pranzo no!- si lamentò Kabeyama.
-Bene.. Ora vi dirò quali allenamenti dovrete fare:
-Dalle 8:00 alle 9:00 farete una corsa intorno al campo con legati alle vostre vite una corda legata a sua volta da uno pneumatico;
-Dalle 9:01 alle 10:00 farete le flessioni con sopra la vostra stra schiena uno pneumatico;
-Dalle 10:01 alle 10.10 farete una piccola pausa. Giusto il tempo di riprendere le forze;
-Dalle 10:11 alle 11:30 farete un percorso ad ostacoli;
-E, per finire, dalle 11:31 fino alle 12:00 farete una partita di allenamento senza usare le tecniche speciali e con addosso dei pesi sui polsi e sulle caviglie.
-Dopo di che i farete una doccia per poi andare in sala mensa dove vi aspetterà una porzione di riso al curry seguito da un'insalata. Bene, iniziate.-
Toramaru stava per  dire qualcosa, ma Himeko lo fulminò con lo sguardo, e il povero ragazzo decise di tacere. 
-Himeko, non credi di aver esagerato un po' con gli esercizi?- le chiese dolcemente Fuyuka.
-No, se vogliono vincere contro i giocatori della Scozzia. "Innocence", non preoccuparti più di tanto, e vai con le altre a prendere i pneumatici.-
-"Innocence"? Sarebbe il mio nomignolo? E cosa significa?- chiese innocentemente.
-Quante domande? Forse ho sbagliato a chiamarti "Innocenza" in inglese.-
- Perché "Innocenza"? Perché hai l'aria di essere una ragazza troppo innocente per i mie gusti.. e ora vai a prendere i pneumatici!-
-Sì, Himeko-chan..- disse allontanandosi.
'Ho fatto bene a chiamarla "Innocence", quella ragazza è troppo buona per i miei gusti.. per me, nasconde qualcosa..' pensò.
Qualche minuto dopo, i giocatori dell'Inazuma iniziarono il loro "allenamento".
 
Durante l'allenamento delle 9:01-10:00...
 
Himeko era andata a riempire le bottiglie con dell'acqua in previsione dalla pausa che si sarebbe tenuta tra dieci minuti..
-Marò, che caldo.. forse avrei fatto meglio a mettermi un top, invece di indossare  questa inutile divisa scolastica.. Questa maglia porta più calore di maglione di lana!- 
-Però, dai.. questa maglia ti dona lo stesso..-
-Chi è?!- chiese allarmata Himeko voltandosi. -Ah, sei tu.. cosa vuoi?-
-Ti aspetto al parco dopo gli allenamenti.. Ci vediamo alle 16:00, ok?-
-Cos'è.. un appuntamento?-
-No, vorrei semplicemente passare una giornata in tua compagnia..-
-E cosa ti porta a passarla proprio con me?-
-Perché voglio scoprire chi sei realmente.- 
-Cosa?- chiese leggermente allarmata.
-Scherzavo, dai.. voglio solo passare una giornata in compagnia della nuova manager, tutto qua- fece spallucce -voglio scoprire che tipo sei, tutto qui.- disse in maniera quasi innocente.
-Verrai?- chiese.
-Non so.. non è che mi piaccia molto l'idea di uscire con te..-
Il ragazzo si avvicinò ad Himeko, le diede un bacio sulla fronte, e prima di andarsene, disse sorridendo: -Io ti aspetto.-
E scomparve..
-Ma ché..- disse Himeko toccandosi la fronte, dove un attimo prima si erano poggiate le calde labbra del giovane. 
 
Una persona nell'ombra, aveva visto tutto...
 
In cucina..
 
Himeko, stava lavando i piatti, quando arrivò Aki.
-Che intenzioni hai?-
-Mm?- 
Si voltò..
-Oliva.. che intenzioni dovrei avere?-
-Ho visto tutto, sai?- 
-Tutto.. cosa?- chiese un po' stranita, Himeko.
-Quello che è successo stamattina con lui.-
-Lui chi?-
-Gouenji.-
-Il pranzo era delizioso ragazze, complimenti!- dichiarò entusiasta Kabeyama, interrompendo il dialogo tra Aki e Himeko.
-Oh, sono felice che ti sia piaciuto. Sai, è stata la nostra Himeko a preparare il pranzo, oggi.-disse Aki.
-Himeko hai un dono!- disse con troppe energie Kabeyama.
-Grazie.- si limitò a dire lei.
Kabeyama porse il piatto, che teneva nelle mani, verso Himeko.
-Posso averne ancora?-
-No.- disse con un tono talmemente freddo, che il povero Kabeyma corse subito via, lasciando il piatto ad Aki.
Ora le ragazze erano di nuovo sole.
-Allora?- chiese Aki.
-Allora cosa?-
-Andrai all'appuntamento?-
-Non lo so.-
-Senti.. non so quali intenzioni tu possa avere nei confronti di Gouenji, ma ti avverto: lui era, anzi è, il fidanzato di Haruna, quindi se doves..-
-Basta!- urlò Himeko dando un pugno dentro l'acqua, facendola così schizzare. 
-Hi.. Himeko...-
-Ma per chi mi hanno presa? Per la sostituta di Haruna in tutto e per tutto? Io l'ho solo rimpiazzata nel lavoro, e non nella sua vita personale! Prima Kidou, ora anche Gouenji! E basta! Ma per chi mi hanno presa? Puoi stare tranquilla, io con quello lì non ci esco!- disse tutto d'un fiato e andandosene via tutta infuriata, lasciando la povera Aki in preda al terrore.
 
Durante il tragitto per andare verso casa, Himeko pensò alla conversazione con Aki, tenutasi qualche minuto fa. 
'Perché?!' pensò..
Quando arrivò a casa, salì in camera sua, si cambiò e si distese sul suo letto. 
Iniziò a guadare il tetto, mettendo come sottofondo musicale una canone degli Evanescence, "Lost in Paradise"..
Le parole di Aki le risuonavano nella mente, non le davano tregua, come non le dava traugua il bacio ricevuto da Gouenji..
'Come si fa a tradire la propria fidanzata?' si chiese.
-Che devo fare..- mormorò.
Poi, si girò verso il fianco sinistro e si rannicchiò abbracciando il suo cuscino.. 
L'atmosfera che si era creata in quella stanza, si era impadronita della ragazza..
 
Un ragazzo..
Un paio di ali..
Himeko si trovava in un prato, indossava un semplice vestito bianco di seta, e si trovava davanti ad un ragazzo che non conosceva.
-Chi sei?- chiese.
-Non ti ricordi di me?-
Himeko fece cenno di no con la testa.
Il ragazzo sorrise malinconicamente.
Himeko non capiva..
-Sei un angelo?- chiese innocentemente.
-Una via di mezzo..-
-Un.. Nephilim?- chiese.
Tempo fa, la sua professoressa di religione aveva spiegato che,  dopo la caduta, alcuni angeli si erano uniti alle donne mortali, e con la loro unione, poi, nacque un ibrido chiamato "Nephilim". Questi esseri avevano l'aspetto di un essere umano, ma ognuno di loro, possiede un potere che li rende diversi dagli altri.
-No..- rispose.
-Allora, chi sei?- 
-Devi stare attenta.-
-A cosa? E chi sei?-
Era un sogno, certo, ma quella situazione, non la preoccupava neanche un po'.. sentiva, dentro di sé, che stando insieme al quel ragazzo, sarebbe stata al sicuro, protetta.
-Himeko..-
-Cosa?- chiese dolcemente.
-Svegliati!- urlò.
E un attimo dopo, si ritrovò nel suo letto, con una mano di Gouenji sopra il suo fianco sinistro. 
Imbarazzata da quella situazione, Himeko si alzò bruscamente dal letto, e scaraventò a terra il povero Gouenji. 
-Ma che ti è preso!- urlò il ragazzo massaggiandosi la testa.
-Pervertito!- urlò lei.
-E per cosa? Non mi sembra di aver abusato di te mentre dormivi!-
-Allora perché mi hai toccato il fianco!-
-Per svegliarti!- urlò.
-Cosa?-
-Volevo svegliarti dolcemente, e invece ho ottenuto il risultato opposto!-
-Ben ti sta! Così la prossima volta ci pensi due volte prima di svegliarmi "dolcemente", come dici tu.- 
-Sbagliando si impara.- disse.
-Come.. come fai a sapere che abito qui?- chiese.
-Ti ho seguita.- confessò lui, portandosi una mano dietro la testa imbarazzato.
-Questo si chiama Stalking.-
-Addirittura! Ti ho seguita perché sapevo che non saresti venuta al parco, e infatti così è stato. Ho fatto bene a seguirti, così il nostro incontro non è saltato, si terrà qui, in camera tua.- 
-Pervertito- ripeté Himeko.
-In camera mia? Sai, non è un luogo adatto per discutere.-
-Oh..-
-Che c'è?-
-Pensavo che.. sai.. in questo momento sembri Haruna.- 
-Come?- chiese con un velo di rammarico.
-Sai.. anche lei all'inizio della nostra relazione si comportava esattamente come te.. Ciò sta a significare che.. mm!- 
Gouenji si ritrovò nel letto di Himeko con lei di sopra, uniti in un bacio.. e con la mano di lui, che palpava un seno di lei, con forza, imposto da lei stessa.
Con tutte le energia che aveva in corpo, Himeko aprì di più la bocca, in modo tale che le loro lingue potessero trovarsi meglio, assaporarsi meglio..
Fu un bacio che durò appena un minuto, ma era ricco, ricco di passione.
Quando il bacio finì, Himeko si tolse da sopra Gouenji, e si andò a sedere sopra il tavolo della sua scrivania, e nello stesso tempo riprendeva fiato.
Intanto, Gouenji, ancora disteso nel letto, non era riuscito a capacitarsi di ciò che era successo. Guardò la mano che un minuto fa stava toccando il seno sinistro di lei, ancora incapace di mettere a fuco l'accaduto. Anche lui stava cercando di riprendere fiato, quel bacio gli tolse tutto il respiro che aveva nei polmoni.
-Allora, ti sembro ancora Haruna?- chiese Himeko, portando alla realtà Gouenji.
Lui, si alzò dal letto, e andò verso la porta della stanza, aprendola.
-Dove vai?- chiese lei.
-A casa..- disse con un filo di voce, senza guardarla.
-Non ha risposto alla mia domanda.-
-Quel che penso? Per me tu sei una ragazza dolce, e questo atteggiamento che usi, non ti rispecchia affatto. Forse, neanche a te piace, ma ti atteggi lo stesso da presuntuosa, da arrogante, perché non vuoi che gli altri ti conoscano realmente.. È una maschera che serve a proteggerti.. pure ora, con quel bacio..-
Himeko restò scioccata da ciò che le aveva riferito il ragazzo.. e intanto lui, se n'era andato...
 
 
 
 
 
-Allora, siete riusciti a scoprire dove si nasconde?-
-No, mio Lord, purtroppo abbiamo fallito..-
-Tsé.. Se quel bastardo non si fosse intromesso, a quest'ora il suo destino si sarebbe compiuto.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
INFORMAZIONI CAPITOLO 3
ANTICIPAZIONE: "-Mio signore si stanno muovendo!-
                          -Come?-
                          -Ieri ho visto un loro servitore che perlustrava la zona!-"
DATA: 26/01/2013
 
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e come vedete, sno riuscita a pubblicare anche il capitolo tre! :D 
Ringrazio:
Si99;
Marty_love jonas;
Juddina4ever;
Alaska fredda;
Laughing Out Loud;
NipaH_Girl.
Per aver lasciato una recensione e per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :)
Un beso,
Ari ♥
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
HIMEKO E GOUENJI DURANTE IL BACIO [foto presa dal web]
Himeko e Gouenji durante il bacio [foto presa dal web]



Questa, invece, è la mia versione di Himeko. L'ho disegnata io, spero vi piaccia ^-^
Mia versione Himeko

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 ***


-Armaros, che succede?-
-Mio signore si stanno muovendo!-
-Come?-
-Ieri ho visto un loro servitore che perlustrava la zona!-
Armaros si accorse che il suo Signore era turbato..

Nella camera di Himeko..


Himeko guardava la finestra.. Guardava la le piccole gocce di acqua che scivolavano lentamente nel vetro.. Piccole gocce che scendevano piano, fino a trovare un'altra goccia, un suo simile, per congiungersi.. Sino a crearne una nuova.
Quelle gocce, facevano a pensare ad Himeko il pomeriggio passato con Gouenji. 
E se Gouenji avesse capito..?
No, impossibile. Non è così furbo. 
Era vicino alla verità, e lei doveva fare attenzione, se veniva scoperta, sarebbe scoppiato il caos più totale.
Doveva fare qualcosa.. Ma cosa?

Il giorno dopo, nella sala riunioni dell'Inazuma.

-Buongiorno Himeko-chan!- disse Fuyuka facendole il miglior sorriso che possedeva (?) 
-Di 'buono' non c'è niente, comunque buon dì anche a te.- rispose.
-Positività zero?- chiese Natsumi.
-Tu pensa per te..- rispose la rossa.
-HIMEKOOO!- si sentì urlare.
-Ma che cazz..?-
-Due punti, veloci, veloci. Primo: non provare più ad usare quest'espressioni! La volgarità qui è vietata, capito? V-I-E-T-A-T-A! Secondo: Ma come diamine ti sei vestita? Qui non siamo nel pub, per non dire altro.. Secondo te è un abbigliamento adeguato indossare una mini gonna viola a quadretti bordoux, con le calze a rete, un paio di tacchi gialli, abbinati ad un top color neve, con una croce per ciondolo, con i codini e con un trucco stile Avril Lavigne?- 
-Wow! Oliva tu mi stupisci sempre di più! Come fai a conoscere Avril Lavigne? Pensavo che una come te non ascoltasse certi tipi di musica..-
-Himeko!-
-Ok, ok.. ho capito.. Sei andata in America a trovare il tuo fidanzato, vero?- 
Quella domanda fece arrossire Aki.
-Non sono fatti tuoi!- disse nervosamente.
-Comunque, oggi avevo voglia di cambiare. Dobbiamo andare allo stadio, e quindi la divisa è inutile.. e poi.. Oggi c'è un caldo bestiale!- disse gesticolando con la mano sinistra un 'Mamma mia!, che caldo!
-Sì, ma così farai distrarre i ragazzi!-
-E allora? Sono pur sempre dei ragazzi- disse facendo spallucce.
-Ma tu sei proprio una..-
-Buongiorno ragazze!- disse Endou, interrompendo così la discussione.
-Ciao ragazzi.- disse Fuyuka.
L'Inazuma Japan si soffermò a guardare per troppo, troppo tempo, Himeko.
E Aki le lanciò delle occhiatacce.
-Invece di fissarmi, prendete posto.- disse sbuffando.
-Ehmm.. sì.- disse Fubuki.
I ragazzi presero posto.
-Ci siete tutti?-
-Sì.- risposero all'unisono.
-Bene.- disse appoggiandosi sulla scrivania e incrociando le gambe.
-Tra un'ora, dovrete affrontare la squadra Scozzese, capitanata da Ashley Green. Ora, andate a casa e riposatevi in vista della partita e non allenatevi. Potete andare..-
Senza protestare, l'Inazuma si alzò e se ne andò.
-Ci vediamo tra un'ora allo stadio, ragazze.-
E anche Himeko se ne andò.

Un'ora dopo, durante il tragitto per andare allo stadio..

-Spero che la partita vada per il verso giusto..- disse tra sé e sé Himeko.
-Ehi, aspetta!- gridò una voce proveniente dietro Himeko, che veniva da lontano.
La ragazza si voltò, e vide un ragazzo che correva verso la sua direzione.
-Dici a me?- chiese.
-E a chi altri sennò!- disse il ragazzo una volta arrivato e recuperando fiato.
-E.. posso sapere chi sei e cosa vuoi da me?-
-Mi chiamo Bernael, ho 16anni e ti ho fermata perché volevo chiederti se sai dov'è lo stadio.. È da poco che mi sono trasferito in Giappone, e volevo vedere la prima partita dell'Inzuma Japan. Sai, durante il campionato del Football Frontier Interenecional non mi sono perso neanche una loro partita, e ci tenevo a guardare anche questa..- disse con aria innocente.
-È un po' complicato da spiegare..-
-Tu dove stai andando?-
-Allo stadio.-
-Posso venire con te?- le chiese imbarazzato.
-Per me..-
-Grazie mille!- disse abbracciandola.
-Ehi, ehi! Neanche so chi sei e già mi abbracci?- disse quest'ultima lamentandosi.
-Scusa, mi sono lasciato trasportare dall'emozione- disse grattandosi il capo della testa.
-Andiamo dai..- disse prendendolo per mano e iniziando a camminare insieme a lui.
'Però.. che bel ragazzo.' pensò Himeko. 'Alto, moro, occhi verdi, pelle scura, labbra carnose, abbastanza muscoloso.. E poi, ha anche un bel nome.. Bernael, proprio un be nome.'
-A cosa stai pensando?- d'un tratto il ragazzo.
-A niente!- rispose arrossendo violentemente.
-Allora perché sei arrossita?- chiese lui.
-Perché.. sono fatti miei!- disse arrossendo ancora di più.
-Ok..- disse con voce maliziosa. -Posso sapere come ti chiami?-
-Himeko, tu?-
-Ehm.. mi pare di avertelo detto circa qualche minuto fa.-
-Ah.. già vero. Scusa, stavo pensando ad altro.-
-Ah, ah!-
-Cosa?- chiese lei a sentir esclamare Bernael. 
-Visto che stavi pensando a qualcosa? Ora voglio sapere cosa.- disse lui mettendo il broncio.
-Stavo pensando ad una strategia per far vincere l'Inazuma Japan. Ecco a cosa stavo pensando, Brontolo.-
-Brontolo? Mi hai dato il nome di uno dei sette nani?-
-Sì.-
Le diede un dolce bacio sulla guancia.
-Ma che fai!- quasi urlò Himeko toccandosi il punto della guancia in cui si erano posate le calde e dolci labbra di Bernael.
-Brontolo. Mi piace.-
-E per tanto dai baci alle sconosciute?-
-Non ha tutte. Solo alle più carine.-
Lei si girò verso di lui fermandosi.
-Come?-
-Ho detto che sei carina, che c'è di male?- chiese.
-Suppongo.. niente.-
-Quindi.. sei la manager dell'Inazuma Japan?- chiese ricominciando a camminare.
-Sì.- rispose.
-Capisco.. Oh!, guarda!- esclamò lui, indicando un vicolo cieco.
-Che c'è?-
-Un gattino!-
-Un cosa?- chiese lei.
-Su vieni.- disse lui prendendola per il polso e trascinandola dall'altra parte della strada.
-Allora, dov'è questo gattino?- chiese Himeko.
-Dovrebbe essere qui da qualche parte.. Qui, micio, micio.- poi, voltandosi verso Himeko disse: -Tu prova a cercarlo vicino i bidoni.-
-E perché io?- 
-Perché il mio olfatto è molto delicato.-
-Perché il mio no?-
-Be', se poi mi vuoi vedere vomitare..-
-Ok, ok, ok! Ci vado io.- disse dirigendosi verso i bidoni. 
-Qui, micio, micio.- continuava a ripetere. -Bernael, ma tu sei sicuro che sia entrato qui dentro?-
-Sì-
-Ok.. Qui, micio, micio.-
Ripeté quel "qui, micio, micio" per altri due minuti, ma il gatto non si faceva vedere.
-Bernael ma tu sei sicuro che.. mmm!- 
Himeko si sentì un fazzoletto bagnato che le copriva bocca e naso. Poi, sentì il braccio sinistro di Bernael cingerle la vita, per poi palparle il seno destro. Glielo palpava forte, quasi violentemente. La sua stretta era talmente forte, che una lacrima rigò il viso di Himeko.
Lei, in tanto, cercava di liberarsi, voleva gridare aiuto, ma non ci riusciva. Perché diamine si era fidata di lui? Si sentiva sempre più debole, le forze la stavano abbandonando proprio in quel momento critico. Aveva sonno, voleva chiudere le palpebre, ma sapeva che, se le avesse chiuse, per lei sarebbe stata la fine. 
Un battito di ciglia. Un altro. Un'altro ancora. Poi, il nero.

Bernael la lasciò, facendo cadere la povera Himeko priva di sensi a terra. 
-Un lavoro sporco, ma ben riuscito.- disse lui gettando il fazzoletto nella spazzatura. 
Fece per prendere Himeko, quando si accorse di una presenza.
-Cosa vuoi?-
-Lasciala.- 
-Ci serve.-
-Deve venire di sua volontà, tu l'hai attirata con l'inganno.-
-Non importa come l'ho ottenuta. Non fa nessuna differenza.-
-Ti ricordo che il tuo Signore la vuole vergine.-
-E allora? Mica l'ho sverginata. Le ho solo palpato il seno destro. Un po' di divertimento ci sta.. Tanto, è comunque un essere umano, e io adoro la carne delle femmine.. È così succulenta..-
L'altro gli diede un pugno che colpì Bernael in pieno volto.
-Non ti azzardare più a dire una cosa del genere su di lei!-
-E perché? Tanto a te non interessa, giusto?-
-No, ma è preziosa per..-
-Il tuo Signore? Non mi dire che si è preso una sbandata per questo misero essere inferiore.. Bene..- il suo sguardo si spostò sul corpo privo di sensi di Himeko. -Per questa volta te la lascio.. ma la prossima volta.. tutto sarà compiuto.-
Detto ciò, Bernael, scomparve.
L'altro, rimasto solo con Himeko, decise di portare la ragazza in un luogo sicuro. 


Di sera, nella stanza di Gouenji..

Un ragazzo alto, biondo, con addosso uno strano vestito, e con imbraccio Himeko, ancora priva di sensi, attirò l'attenzione di Gouenji, interrompendo così il suo studio.
-Gouenjii Shuuya?- chiese.
-Ehmm.. sì- disse lui spostando il suo viso incredulo da Himeko al ragazzo che la teneva imbraccio. 
-Prendila.- disse porgendogli Himeko. 
Quest'ultimo, guardò il fragile corpo della ragazza tra le sue braccia.. Le accarezzò la fronte, poi spostò il suo sguardo al ragazzo misterioso.
-Chi sei?- chiese.
-Mi chiamo Armaros.-
-Aspetta un attimo.. Ma tu sei..-
-Proteggila.- disse.
-Come? Proteggerla? E da che cosa? Da chi? Cosa centri tu con lei? Cosa le è successo?-
Armaros si girò verso la finestra.
-Troppe domande.. e poco tempo.- detto ciò, sparì.. 
Lasciando Himeko tra le braccia di Gouenji.

-Mio Signore, l'ho trovata. Si nasconde all'interno dell'Inazuma Japan, e ricopre il ruolo della loro manager.-























INFORMAZIONI CAPITOLO 4:
ANTICIPAZIONE:-Ascoltami!-
                         -Cosa vuoi?- chiese trattenendo le lacrime.
                         -Chi sei in realtà..-
                         -Non lo so.-
DATA: 03/02/13

Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento 
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Per aver lasciato una recensione e/o per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :3
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Ari  ♥

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 ***


“Vorrei proteggerla, ma non posso spingermi oltre. Devo trovare al più presto una soluzione” pensò guardando un cielo che ormai era privo di colore.
 
 
Nella camera di Gouenji.

Il giovane ragazzo dalla maglia numero dieci, non riusciva a smettere di pensare all’accaduto.
Perché Armaros portava Himeko sulle sue braccia? E perché è priva di sensi? E perché l’ha portata da me, chiedendomi di proteggerla?”  troppi perché sbocciavano nella mente del ragazzo.
Vecchie ferite si sono schiuse con la comparsa di quell’ibrido. Ma in questo momento Gouenji non doveva lasciarsi trasportare dalle emozioni, però doveva chiedere aiuto a qualcuno; sapeva che da solo non ci sarebbe riuscito. Chi poteva chiamare?
Endou? No, conoscendolo, potrebbe raccontare tutto a Kazemaru.
Natsumi? No, con i suoi comportamenti stravaganti e inquietanti, darebbe troppo nell’occhio.
Kidou? No, se venisse a conoscenza della comparsa di Armaros, il mondo gli ricadrebbe di nuovo addosso.
E allora chi..? Chi poteva confidare tutto ciò, stando sicuro che il suo “segreto” sarebbe rimasto tale?
-E se provassi con..- si domandò tra sé e sé.
Prese il telefonino, e vi digitò sopra il numero.
Il telefono squillava senza sosta e ancora, nessuna risposta da parte del destinatario.
Ormai senza speranza, il ragazzo terminò la chiamata.
Si mise le mani tra i capelli, angosciato. La presenza di quell’essere lo aveva turbato.
Una lacrima solcò il suo candido viso; una lacrima che esprimeva tutto il dolore che provò a soffocare per tre, lunghi e interminabili, mesi.
-Perché, perché sei dovuta entrare nelle nostre vite così, portandoci solo odio e  dolore!- disse soffocando un urlo, spostando il suo sguardo, precedentemente fisso sul pavimento, nel suo letto, dove vi risiede una ragazza dai capelli rosso accessi, distesa su di esso, priva di sensi.
Gouenji rimase a guardarla per un istante, e in quell’istante si accorse quanto era fragile e minuto il suo corpo, come il suo viso esprimeva una pace e dolcezza in volto, che a Gouenji sembrò di vedere Haruna distesa su quel letto, e non Himeko.
Uno squillo ruppe quella strana atmosfera che si stava creando.
Gouenji, ripresosi da quella specie di trans in cui era caduto, prese il telefonino senza vedere chi fosse e rispose.
-Pronto?- sussurrò.
-Scusami se prima non ti ho risposto. Mi stavo asciugando i capelli.-
-Non.. non ti preoccupare.- balbettò Gouenji tenendo lo sguardo fisso su Himeko.
-Gouenji..-
-Sì?-
-Perché mi hai chiamata?-
Quella domanda riportò il ragazzo alla realtà.
E se prima il suo sguardo era sereno e incantato, ora era serio.
-Armaros è venuto da me qualche ora fa.-
-Armaros?-
-Sì, l’assistente di quell’ibrido schifoso, che tre mesi fa ci ha.. ci ha..- non riusciva a terminare la frase, il solo pronunciare portati via Haruna, gli avrebbe ricordato che, la sua amata, ormai, non sarebbe più tornata.
Fortunatamente, colui che stava dall’altra parte della cornetta, aveva capito tutto.
-Basta, non ci pensare, ok? Ora dobbiamo solo capire il perché della sua ricomparsa. E anche il motivo per cui è venuto da te, oggi.-
-È venuto da me con imbraccio Himeko priva di sensi e mi ha chiesta di proteggerla.-
-Cosa? E ora che cosa centra quella li? Non solo ha rovinato le nostre giornate, ma è anche legata a quelli li!-
-Calmati per favore! Ora dobbiamo solo capire cosa sta succedendo.-
-E cosa intendi fare?-
-Non lo so. È questo il punto. Forse, non vogliono commettere lo stesso errore due volte?-
-E allora non sarebbe più sensato se avessero chiesto a Kidou di proteggerla?-
-E riaprire vecchie e profonde ferite il lui? Non credo proprio. L’unica cosa che non capisco è perché proprio io. Potevano chiedere a chiunque altro, come Fubuki..-
-In effetti..- ammise.
-Aiutami a scoprire cosa sta succedendo..-
-Ti aiuterò, e non ne farò parola con nessuno..-
-Ti ringrazio.- disse chiudendo la chiamata.
Si concesse un sospiro, per poi ritornare da Himeko.
Iniziò a guardarla, per scrutare ogni minimo particolare che potesse aiutarlo a capire qualcosa in più. Anche un piccolo tatuaggio lo avrebbe aiutato.
-No..- sentì pronunciare dalla giovane.
-Ti sei svegliata..-
No, la ragazza stava ancora dormendo.
-Chi sei?- diceva, incominciandosi ad agitarsi.
- Cosa vuoi?- continuava a chiedere.
E mentre Himeko continuava ad agitarsi nel sonno, Gouenji continuava ad osservarla in silenzio, convinto che, la rossa avrebbe detto qualcosa di utile.
-No.. lasciami! Lasciami!- incominciò  ad urlare.
-Non voglio lasciare Kidou!- gridò facendo fuoriuscire una piccola lacrima, e incominciando ad agitarsi pericolosamente.
Solo allora Gouenji la strappò via da quell’incubo.
-Calmati! Calmati, Himeko! È tutto finito!- quasi urlò Gouenji tendendo stretto a sé la ragazza.
Lei, però, non smetteva di agitarsi e di piangere.
-Himeko! Himeko!- gridava.
Non sapendo come calmarla, Gouenji pensò all’unico modo per svegliarla.
Allontanò di qualche centimetro Himeko, e le diede un dolce bacio a fior di labbra.
E proprio in quel preciso istante, si svegliò.
-Gouenji...Ma cosa?- chiese come si si fosse risvegliata da una ipnosi.
Dopo aver fatto mente locale, diede uno schiaffo a Gouenji nella guancia.
-Ma come ti sei permesso, pervertito! Ti sei approfittato di me, mentre dormivo!- quasi urlò toccandosi, con le dita della mano sinistra, le labbra.
-E che cosa ci potevo fare io se non ti svegliavi? Mica ti potevo svegliare dandoti uno schiaffo o gettandoti un bicchiere d’acqua addosso. Non sono il tipo che sveglia le ragazze brutalmente!-
-Ah, e allora le baci tutte le ragazze che dormono?-
-No! Solo quelle più carine!- si pentì subito di ciò che aveva detto.
-Ah, quindi baci solo le ragazze più belle? E quante ne hai baciate fino adesso?-
-Nessuna, a parte Haruna! Si può dire che tu sia la prima!-
-Come? Allora.. mi trovi.. carina?- chiese abbassando la testa.
-Sì.- confessò.
Com’erano finiti in quella situazione?
E solo allora Gouenji si rese conto che Himeko era ancora sopra le sue gambe.
“Che situazione imbarazzante”  pensò.
Nessuno dei due aveva il coraggio di dire qualcosa, e nessuno dei due, smetteva di arrossire violentemente.
Solo il rumore del campanello, lì riportò alla realtà.
-Dev'essere mio padre che è tornato da lavoro- dichiarò ancora leggermente imbarazzato.
Lei, si limitò solo a muovere il capo, ancora chino verso il basso, in segno di approvazione.
-Ehmm.. sarà meglio che mi tolga da sopra di te. Tuo padre potrebbe pensare male, se ci vede così.- disse sussurrando un attimo dopo.
-Ehmm.. sì!- non smetteva di balbettare. 
Per evitare che si riformasse quell'atmosfera imbarazzante, Gouenji, prese un po' di coraggio, e le chiese ciò che doveva domandarle sin dall'inizio.
-Come ci sono finita qui?- chiese lei, un attimo prima che Gouenji aprisse bocca.
-Ti ci ha portato in braccio Armaros.-
-E chi è?- chiese lei.
-Come fai a non conoscerlo?- chiese stupito -È stato lui a portarti qui, ed è stato sempre lui a chiedermi di proteggerti!-
-Mi dispiace, ma io non so proprio chi sia.-
Gouenji notò che Himeko stava cercando di contenersi dall’urlare e dal piangere; una parte di sé voleva fermarsi e non chiederle più niente, mentre l’altra doveva capire cosa stesse succedendo.
-Ascolta, voglio capire cosa sta succedendo, e per capire, ho bisogno del tuo aiuto.., Himeko. Forse c’è un collegamento che ti lega a..-
-Non voglio sentire più niente!- urlò lei, interrompendo bruscamente Gouenji, e portandosi le mani alle orecchie.
-Lasciami in pace, non voglio più ascoltarti!-
-Himeko..- disse prolungando di qualche secondo il nome, e prendendole un braccio, ma senza riuscire a staccarlo dall’orecchio.
-No, no, no! Lasciami in pace, ho detto!- urlò lei chiudendo gli occhi.
-Ascoltami!- urlò lui ad un certo punto, staccando con forza il braccio di Himeko, che teneva ancora stretto.
Lei, si zittì e aprì i  occhi.
-Cosa vuoi?- chiese trattenendo le lacrime.
Gouenji esitò un attimo prima di rispondere.
-Chi sei in realtà?- chiese d’un tratto.
-Non lo so.- fu l’unica cosa che riuscì a dire in quel momento.
Himeko ormai non sapeva più chi era, all’inizio era una ragazza che amava lo sport, era una ragazza arrogante, prepotente, che diceva tutto in faccia senza temere le conseguenze. Era sicura di sé.. mentre ora.. Ora si sentiva come se fosse un’anima senza meta, si sentiva come un’anima vagabonda, come se questo posto non fosse più il suo. Come se occupasse un corpo che non le appartiene.. in quest’ultimo periodo, si sentiva come un’intrusa.
Non riusciva a prendere sonno, e se ci riusciva faceva degl’incubi.
Era stanca, voleva solo finire di trascorrere la sua adolescenza per poi andare in Spagna per trovare lavoro; sin da piccola desiderava andare lì, amava tutto ciò che riguardava la Spagna: lingua, coltura, costumi, abitudini, tradizioni.. tutto. Infatti, si era ripromessa che un giorno sarebbe andata a vivere a Madrid per risiedere lì, fino alla morte.
Tutto quello che riuscì a fare Gouenji, era abbracciarla.
Ci sono certe volte in cui un abbraccio è più efficace di mille parole.
Ed era quello che tentò di fare Gouenji abbracciandola.
-Gouenji.. io non so chi sia questo Armaros e non ti so dire cosa mi lega a lui, però..-
-Non ti preoccupare..- la interruppe Gouenji –Riuscirò a capire perché Armaros è tornato..-
-Come?- disse una voce a loro familiare, accompagnata al rumore della porta che si apriva.
-Armaros è tornato?- chiese quasi incredulo, come se non volesse accettare ciò che sino ad ora aveva sentito.
 
 
-Mio signore, sono passati all’azione! Oggi pomeriggio hanno tentato di rapirla! Cosa intendete fare ora?- chiese Armaros preoccupato.
Aveva fatto bene a dire tutto al suo signore? E soprattutto, aveva fatto bene a consegnarla a Gouenji? Forse sarebbe stato più sensato se l’avesse portata da Kidou.. No, ma che stava pensando? Se Kidou avesse scoperto del loro ritorno.., non osa immaginarsi cosa sarebbe accaduto. In fondo, era anche colpa loro, se non potrà più vedere la sua amata sorella..
-Non so che dirti Armaros. Vorrei tanto fare qualcosa, più di quello che ho già fatto, non posso.- confessò con un velo di malinconia nella voce.
“Ho l’ultima carta da giocare, ormai non mi resta che quella” pensò.
 
Intanto, in un luogo sinistro e oscuro…
 
-Allora Bernael, ci sono novità?-
-Mio Signore, l'ho trovata. Si nasconde all'interno dell'Inazuma Japan, e ricopre il ruolo della loro manager.-
-Perfetto, allora è tempo di riprenderci ciò che è nostro.-

 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
INFORMAZIONI CAPITOLO 6
ANTICIPAZIONE: “-Himeko devi andare via da qui.-
                               -Non capisco.-
                             -Devi abbandonare per sempre il pianeta Terra e tornare da me.-“
DATA:10/02/13
 Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che vi abbia incuriosito ;)
Ringrazio:
Si99;
Marty_love jonas;
Juddina4ever;
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NipaH_Girl;
CeleDayDreamer.
Per aver lasciato una recensione e/o per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :3
Un beso,
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Capitolo 8
*** Capitolo 6 ***


‎-Gouenji.. io non so chi sia questo Armaros e non ti so dire cosa mi lega a lui, però..-
-Non ti preoccupare..- la interruppe –Riuscirò a capire perché Armaros è tornato..-
-Come?- disse una voce a loro familiare, accompagnata al rumore della porta che si apriva.
-Armaros è tornato?- chiese quasi incredulo, come se non volesse accettare ciò che sino ad ora aveva sentito.


-Kidou…- dissero all’unisero, sorpresi di vederlo lì, davanti a loro. 
-Cioè, fatemi capire… Avete appena detto che quel bastardo è tornato?- chiese incredulo, con un velo di rabbia nella voce. 
E come biasimarlo? Tutti si sarebbero comportati allo stesso modo al suo posto. E poi, proprio ora che Kidou si stava riprendendo, doveva tornare? Dopo tre lunghi e interminabili, mesi. Tre orribili e dolorosi interminabili mesi.
Gouenji girò di il viso in direzione della finestra; Himeko notò attentamente il suo sguardo: frustrazione e rabbia.
Questi due sentimenti riusciva a leggere nel suo sguardo, nell'espressione del suo viso, nei suoi movimenti… Probabilmente, Gouenji aveva tentato di non far scoprire niente a Kidou per non farlo soffrire, ma il suo sforzo è stato invano, perché alla fine, ha scoperto tutto. 

Himeko voleva fare qualcosa, ma cosa poteva fare lei? Che era la causa di tutto ciò? 
Forse, era giunta l’ora di tornare nel suo luogo d’origine, e lasciare una volta e per tutte, l’Inazuma Japan in pace e tranquillità, come lo era prima del suo arrivo. 
Sono la mela della discordia, pensò. È meglio che torni a casa, per stasera. Ho già combinato abbastanza guai.
Si alzò dalle gambe di Gouenji, con lo sguardo rivolto verso il basso.
-Ehmm.. ragazzi io me ne torno a casa. Scusate per tutto.- disse incominciando a camminare verso l’uscita, ma venendo subito fermata per un braccio da Gouenji.
-Ti ha affidata a me. Devi restare qua.. Himeko.. chan.- disse.
-Gouenji… Te l’ho detto: io non so chi sia questo Armaros… E ora, per favore, lasciami andare via…- chiese malinconica.
Il ragazzo però, non voleva lasciarla, solo dopo aver intravisto per qualche secondo il suo sguardo, capì che era meglio se la lasciava andare… Il suo volto trasmetteva una tristezza incolmabile, solo le lacrime sarebbero riuscite a calmarla…
Gouenji le lasciò il braccio, e quest'ultima, senza guardare in faccia Kidou, se né andò da casa Gouenji.
I due ragazzi, rimasti soli, incominciarono a parlare...
-Non posso credere che sia tornato.- dichiarò Kidou con un velo di tristezza negli occhi.
-Kidou... perché non ti siedi e parliamo con calma?- gli chiese Gouenji, invitandolo a sedersi sopra il suo letto. 
Kidou accolse l'invito, e andò a sedersi nel punto in cui, si era seduta precedentemente Himeko.
-Allora.., mi spieghi cosa sta succedendo?- chiese un po' seccato e arrabbiato.
-Oggi pomeriggio è venuto Armaros con Himeko in braccio priva di sensi, e mi ha chiesto di proteggerla..- 
-E cosa centra lei in tutto questo?- 
-Secondo me.. Himeko ha qualche collegamento con Haruna- confessò, rattristandosi in volto.
-Come?- chiese Kidou incredulo.
-Kidou... Himeko assomiglia molto a tua sorella.-
-Ma se sono l'esatto opposto!- quasi urlò.
-Fisicamente no, ma il loro carattere.. molto spesso mi ha riportato alla mente Haruna.-
-Ma che stai dicendo? Secondo me la ricomparsa di quell'ibrido ti ha fatto andare in cortocircuito il cervello.-
-No, Kidou. Sono serio. Himeko è una persona dolce e timida.-
-Ma con noi si è sempre comportata in modo crudele e freddo. Non ci ha mai portati rispetto! Come puoi anche solo paragonarla ad Haruna!- quasi urlò dalla rabbia.
-Kidou, calmati! Io conosco tua sorella, e ho imparato a conoscere Himeko... te lo posso assicurare, si assomigliano.- 
-E che me lo dimostri!- urlò. -Gouenji, non ti azzardare più ad infangare il nome di mia sorella con quella lì.- disse puntandogli il dito contro.
-Ti faccio solo una domanda, e poi se vuoi te ne puoi anche andare..-
Ma Kidou già si era alzato, abbastanza arrabbiato, e iniziò a camminare in direzione della porta.
-È successo qualcosa, dopo il sacrificio?- chiese Gouenji un attimo prima che Kidou varcasse la soglia della porta della sua stanza. 
-No...- disse dopo un attimo di esitazione, quasi in sussurro, prima di andarsene.
Avrò fatto bene a raccontargli tutto? si chiese il giovane, una volta rimasto solo nella sua stanza.

Per strada...

Himeko stava tornando a casa sua, dopo essersi fermata nel luogo segreto in cui la portava suo fratello quand'era piccola; non aveva niente di ché, era solo un prato con un solo albero al centro, e un piccolo ruscello a pochi metri da lì. Vi ci aveva portato suo fratello Miroku quando aveva solo cinque anni, la notte in cui i loro genitori si erano separati; di sera, da quel posto si potevano ammirare le stelle che illuminavano il cielo notturno e la città di Tokyo priva di ogni qualsiasi colore, a parte il nero, il colore dell'oscurità, delle tenebre.
Ogni volta che Himeko andava lì, ne rimaneva sempre affascinata per la sua semplicità e per lo spettacolo che donava a chi, come lei, andava lì di sera.

Andava sempre lì, quando stava male, ma questa volta neanche le stelle riuscirono a calmarla, rimase lì per una mezz'oretta circa, e pianse tutto il tempo.
-Sono una stupida! Perché ho accettato? Perché?- chiese a sé stessa.
-Perché volevi darti un'altra chance.- disse una voce a lei familiare.
-Cosa ci fai tu qui?!- chiese lei, guardandolo dritto nei suoi occhi viola.
-Sono venuto per te.- si limitò a dire.
-Per me? Non ti è bastato tutto il casino che hai combinato oggi pomeriggio?- chiese irritata.
-Cosa dovevo fare? Lasciarti nelle mani di quelle bestie? O portarti dal tuo amatissimo...-
-Non pronunciare il suo nome!- lo interruppe lei, agitata.
-Come vuoi..- risposte spostandosi una ciocca bionda dei suoi capelli con la mano.
-Vattene.- 
-Non posso, devi venire con me. Lui ti deve parlare.- disse lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso.
-Cosa vuole quello lì?- 
-Porta rispetto a chi ti ha dato nuova  vita.-
Himeko fece per rispondere, ma si fermò.. Aveva ragione, se non fosse stato per il suo Capo, a quest'ora lei sarebbe solo un corpo privo di vita.
-Andiamo- disse.
Lei annuì, e solo dopo aver ricevuto risposta, Armaros aprì un portale che conduceva dentro la dimora del suo padrone.
Himeko varcò il portale, non sapendo che Kidou aveva visto tutta la scena.

Dopo tanto tempo, Himeko era tornata dentro quel castello in cui aveva vissuto per vari mesi.. Per essere un castello abitato dal bene, metteva un'inquietudine anormale.
-Mio signore, eccola.- comunicò Armaros ad un ragazzo alto, dagli occhi color smeraldo.
-Himeko!- esclamò lui preso dall'entusiasmo.
-Felice di vederti, anch'io- rispose lei in maniera sarcastica.
-Ascoltami..- iniziò a dire, ritornando ad essere serio, dopo qualche secondo.
-Perché mi hai fatta ritornare qui?- chiese interrompendo il suo discorso, ancor prima di iniziarlo.
-Himeko, so che saresti voluta restare ancora un altro po' al suo fianco, ma...-
-Arriva al punto.- disse interrompendolo di nuovo.
-Himeko...- disse scendendo dal suo trono per raggiungerla, per poterla guardare negli occhi.
-Ti hanno trovata, e in più c'è chi sospetta di te. Devi ritornare qua, e stare al mio fianco. So che questa notizia non ti piace per niente e che ti sarebbe piaciuto restare un altro po' al suo fianco, ma ti prometto che...-
-Ok.- disse lei all'improvviso. Interrompendolo nuovamente. 
-Come?- chiese lui, come se non avesse capito ciò che gli aveva appena riferito la ragazza.
-Capisco la situazione, ed è meglio che io rimanga qui..- e dopo un attimo di esitazione, aggiunse - per sempre. Il mio posto non è più sulla terra, ma la tuo fianco.-
-Oh, Himeko!- disse abbracciandola per la troppa felicità.
Lei ricambiò il suo abbraccio, ma non riuscì a trattenere una lacrima che le solcò il viso.



























INFORMAZIONE CAPITOLO 7.
ANTICIPAZIONE: "-Himeko non farà più parte dello staff dell'Inazuma Japan.- 
                            comunicò l'allenatore."
DATA: 15/02/13

Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che vi abbia incuriosito ;)
Ringrazio:
Si99;
_Girella_;
Juddina4ever;
Alaska fredda;
Laughing Out Loud;
NipaH_Girl;
CeleDayDreamer;
Kidou_10;
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Per aver lasciato una recensione e/o per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :3
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Ari ♥












(p.s.)= quanti di voi guarderanno Sanremo? E quanti di voi porteranno i Modà alla vittoria? ♥
-4 all'uscita di Gioia *------------*

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Capitolo 9
*** Capitolo 7 ***


-Himeko non farà più parte dello staff dell'Inazuma Japan.- comunicò l'allenatore.
Quasi tutta l'Inazuma ne fu felice, altri invece, si chiesero il perché, ma quel perché non arrivò mai. 
L'allenatore disse solo che era dovuta ripartire immediatamente per l'America e che i ragazzi dovevano continuare ad allenarsi come se niente fosse.


Due settimane dopo, in un posto indeterminato..



-Armaros, ci sono novità?- 
-Mio signore, quei esseri non si sono dati per vinti! Stanno continuando a cercarla; hanno intuito che la ragazza non si trova più tra l'Inazuma, ma non smettono di partecipare al torneo. Secondo me, questa volta, vogliono distruggere Yuuto e Shuuya una volta e per tutte.-
-No! Questo non deve accadere! Armaros, vai sulla terra e fatti ammettere come nuovo giocatore!-
-Non posso! Mi riconoscerebbero subito, anche se mi camuffassi! Purtroppo conoscono le mie strategie di gioco, e anche se le modificassi, se ne accorgerebbero subito.-
-Tzé! Come sta?- chiese un po' preoccupato.
-Non posso mentirle.. Sta male. Si vede che vuole ritornare da lui, ma allo stesso tempo, capisce la situazione ed evita di aggravare la sua posizione e i suoi amici con la sua presenza..- confessò.
Lui, invece, rivolse lo sguardo al cielo, e, concentrandosi, fece comparire l'immagine di una ragazza alta, con i capelli rossi, lunghi sino alla vita, e un abito a dir poco regale, che guardava il cielo dalla sua finestra.. 
Lui, si focalizzò sul suo viso, e vide un paio di occhi viola che trattenevano a stento le lacrime, ma che allo stesso tempo, cercavano di farsi forza, ed affrontare anche questo giorno... L'unica cosa che le era stato concesso, fu quello di tenere il suo Mp3, contenete solo le canzoni degli Evanescence...
-And now, I'm lost in paradise...- canticchiò.
L'unica sua distrazione.
And now I'm lost in paradise, la sua frase preferita. 
La frase che l'ha sempre ritratta; la canzone parla di una ragazza che non potrà mai sentirsi normale e che non potrà mai stare con il suo amato, perché la morte è venuta a prenderla prima del dovuto. 
In un certo senso, era quello che le era successo mesi fa, portata via dalla morte e non poter più vivere una vita normale, perché la vita che conduceva prima, ormai non esisteva più. Aveva tentato di ritornare insieme a lui, ma era tutto inutile.
Aveva tentato, aveva cambiato personalità, aveva cambiato tutto!, ma quelle bestie erano riusciti a trovarla anche là, le hanno riportato via la sua identità. 

Si sentiva sola e persa dentro una vita rubata, dentro un labirinto senza uscita, in un mondo quasi simile al Paradiso, una via di mezzo.
E ora, Himeko era sola e persa in Paradiso..
Il suo posto, ormai, era accanto a quel ragazzo che la salvò tempo fa.
-Himeko...- sussurrò Lui, capendo la situazione.
Non poteva aiutarla, non poteva salvarla. 
L'aveva salvarla dalla morte, ma non dai ricordi..

-Ragazzi, dobbiamo prepararci per la semifinale dell FFB.- comunicò Aki.
-Chi dobbiamo affrontare?- chiese Endou.
-La squadra italiana.- rispose.
-Quindi giocheremo di nuovo con Fidio!- rispose entusiasta Endou.
-Sì, Endou.- disse Aki rispondendo al suo entusiasmo.
-E del girone B, invece? Cosa sappiamo?- chiese Kidou.
-Le squadre che si giocano la finale sono la squadra Spagnola e la squadra Innominata.- disse Natsumi.
-Ma la squadra Innominata non era nel nostro stesso girone?- chiese.
-Sì, ma ha chiesto agli organizzatori di posizionarli nel girone B, al posto della squadra Italiana.-
-Mi stupisco del fatto che abbiano accettato la loro richiesta.- disse placido.
-E io che Fidio abbia accettato lo scambio.- disse Fubuki.
-La squadra Italiana a poco di ché lamentarsi, quando c'è di mezzo l'organizzazione del torneo.- ribatté Natsumi.
Kidou spostò il suo sguardo al di fuori della finestra, oltre il cielo.






*Flashback*

Kidou spostò il suo sguardo al di fuori della finestra, oltre il cielo.
Pensava, pensava, pensava ad Himeko e a tutte le menzogne che aveva raccontato a Gouenji.
L'aveva rivisto. L'aveva rivisto insieme ad Himeko.
Armaros.
Uno dei tanti ibridi che l'avevano separato per sempre da Haruna.
-Kidou-kun. Kidou-kun, mi senti?- chiese, l'innocente Julia, al regista, riportandolo alla realtà, tirandogli il mantello rosso.
-Uh?- chiese (?) [Perché, quella è una domanda? NdMe] Kidou, volandosi.
-Piccola Julia, cosa c'è?- chiese alla bambina, prendendola in braccio.
-Yuuto sai dov'è Himeko?- chiese sorridendo.
-No, piccola, non lo so..- rispose dopo un attimo di esitazione.
-Perché mi fai questa domanda?- chiese, dopo.
Lei, per tutta riposta, indicò un "così" facendo spallucce.
Yuuto, ricambiò il suo sorriso.
-Oh... che teneri!- esclamò Aki, scattando una foto con il telefonino, a Kidou e Julia.
-Sembrate fratello e sorella!- esclamò un attimo dopo.
-Eh no, così non va bene! Devo diventare geloso?- chiese Shuuya andando contro Kidou e Julia; buttandosi sopra di loro e iniziando a fargli il solletico.
-No... basta! Onii-chan!- lo supplicò Julia, non riuscendo a smettere di ridere a crepapelle.
-Ok, ok... la smetto.-comunicò alzando bandiera bianca.
-Julia, perché non vai a telefonare a Kaori per farti dare i compiti che hanno lasciato oggi a scuola? Lo sai che papà potrebbe tornare da un momento o l'altro..- 
-Mmm... ok.- e la bambina sconfitta uscì dalla camera del suo fratellone.
-Ok, parliamo di cose serie, adesso..- disse Kidou.
-Ovvero?- chiesero all'unisero Aki e Gouenji.
-Ieri ho visto la nostra cara Himeko incontrare Armaros, ed attraversare un portale insieme a lui.-
-Come?- chiese Gouneji incredulo.
-E meno male che non lo conosceva.- disse.
-E da stamani, non fa più parte della nostra squadra.- replicò.
-Quella ci nasconde qualcosa.- aggiunse Gouenji amaramente.
-Ragazzi...- li interruppe Aki.
-Che c'è?- chiesero all'unisero.
-È giunta l'ora che io vi parli.-

*Fine Flashback*






















INFORMAZIONI CAPITOLO 8.
ANTICIPAZIONE:"Era veramente lei? Era veramente Haruna?"
DATA: 26/02/13.
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Capitolo 10
*** Capitolo 8 ***


*Inizio Flashback*
Arinne stava revisionando il capitolo otto, quando si accorse che aveva scritto una schifezza per capitolo. 
Eliminò definitivamente quel povero testo e, dopo essere stata due ore davanti alla pagina bianca di Microsoft Word, decise che lo avrebbe riscritto il giorno successivo.
Dopo aver perso la scuola per non aver sentito le trecentocinquantamila sveglie, e dopo aver aiutato la madre con le faccende di casa, prese il pc del fratello, che, precedentemente aveva lasciato in costudito, e decise di (ri)scrivere il capitolo.
-Ok, ora inizio a scrivere il capitolo!- si disse.
Aprì la pagina di Word, scrisse “Capitolo 8” , e…
-Voglio vedere un video di Yugi e Atem!- annunciò quasi urlando la ragazza.
Mise in icona la pagina di Microsoft Word e andò su You tube per vedere la sua amatissima coppia.
Scelse il video, e, dopo 0:27 secondi, si ricordò del capitolo.
-Ah.. quanto sono belli …!- disse cercando di trattenere la bava e con gli occhi che le luccicavano. 
-Oh santo cielo! Il capitolo!- urlò, dopo essersi svegliata dal trance in cui era caduta.
-Addio.. mio piccolo e adorato Yugi!- disse chiudendo internet e ritornando su Word. 
Iniziò a scrivere le prime righe del capitolo, quando le venne uno dei suoi soliti attacchi da Yugiite.
-Voglio vedere Yugi!- urlò.
-No, devo scrivere il capitolo..- disse piangendo.
-Ma Yugi.. Yugi…- disse cercando di drammatizzare la scena.
-Ok, basta con i miei scleri. Finiamo di scrivere questo benedetto capitolo, che già s’è fatto aspettare parecchio.-
E fu così, che dopo un’ora e sei minuti, finì di scrivere il capitolo.
*Fine Flashback*





Lui  la guardava sempre, non voleva ammetterlo, ma si era innamorato di lei. 
Sapeva però, che questo sentimento che nutriva nei suoi confronti non avrebbe trovato un lieto fine. 
Il suo cuore appartiene a quell’umano. 
Ormai la sua storia d’amore con quel ragazzo, è finita già da un po’, però, i pensieri della sua amata, nonostante tutto, erano rivolti sempre a lui.
Il tempo oramai non era più dalla sua parte. 
Il tempo… il tempo gioca a sfavore delle persone. 
Questa volta però, Lui avrebbe realizzato un suo desiderio. L’avrebbe resa felice.
Qualcosa doveva pur fare, no?
-Ehi…- disse una voce femminile alle sue spalle. 
Lui si girò, e vide una splendida ragazza con addosso un abito regale, quasi principesco che metteva in risalto gli occhi viola e la chioma rossa impegnata in una lunga e morbida treccia, appoggiata delicatamente sulla sua spalla destra.
Ai fianchi era blu petrolio, mentre il décolleté era bianco, decorato con vari motivi floreali; il cinturino del vestito era marrone, tendente al cioccolato, anch'esso con piccoli, ma semplici motivi tendenti al marrone scuro, che ne richiamava la scollatura, dalla quale partiva la manica dell'abito, la quale a sua volta, andava ad allargarsi, fino ad arrivare al polso. Il suo colorito, era sull'azzurro sfumato col bianco; dal cinturino partiva l'ampia gonna suddivisa in tre balze con ciascuna lunghezze differenti: la prima richiamava il colore presente nei fianchi del vestito, il blu petrolio, la seconda, invece, sfumava con l'azzurro, ed infine, la terza balza, andava a richiamare il colore del cinturino e della scollatura, con la sfumatura del marrone presente in esse e con dei piccoli motivi presenti nella bordura, a finire della gonna, simili a quelli presenti nel décolleté. 
Lui, ne rimase affascinato.
-Wow..- fu l'unica cosa che riuscì a dire, quasi in sussulto.
Lei,, arrossì leggermente, e rispose al complimento di Lui mostrando un piccolo sorriso, quasi involontario.
-Il vestito lo ha realizzato Himoe..- disse un attimo dopo, per spezzare quell'atmosfera imbarazzante, ma intensa che si stava creando.
-Himoe è un'ottima sarta.- disse Lui, raggiungendo la sua dama.
-E da quando?- chiese lei, con un pizzico di dolcezza.
-Da quando è riuscita a realizzare un abito perfetto, per una ragazza perfetta.- disse guardandola negli occhi.
La damigella, volse il suo sguardo altrove, per non incontrare gli occhi smeraldo del giovane che la stava ammirando in tutta la sua bellezza.
-La perfezione non esiste.- disse la ragazza dalla chioma rossa, tenendo sempre il suo sguardo verso un punto cieco della stanza. 
-Eppure..- iniziò a dire, prendendo il candido viso della ragazza fra le sue calde e vellutate dita, permettendo così, ai loro occhi di incontrasi. -qui davanti a me c'è una ragazza perfetta.- concluse con un tono alquanto seducente.
-Forse un tempo.. ora, non lo sono più. Sono una non-morta. E le non-morte non sono perfette, sono solo dei corpi con dentro un anima che ormai non dovrebbero far più parte di loro.- disse con un velo di malinconia nella voce, per poi far dissolvere quel dolce contatto che si era creato con quel ragazzo che mesi fa, le aveva salvato, se così si può dire, la vita.
-Himeko..- la chiamò lui, cercando di compatire il suo dolore.
-No.- negò lei. -Himeko, ormai, non esiste più.- disse cercando di trattenere a stento le lacrime. -È morta nel momento in cui, tu l'hai strappata dalla morte..- concluse mordendosi il labbro inferiore con forza, impedendo così alle lacrime di solcare per l'ennesima volta, quel viso che ormai, non riusciva più a trovare un po' di felicità. 
Anche se, dopo tutti gli avvenimenti che erano successi in pochi mesi e che le avevano cambiato la vita drasticamente, solo una volta si ricordò che sapore aveva la felicità. Solo una volta. 
Solo nel momento in cui Gouenji aveva capito chi era realmente.
Solo quella. 
Solo un attimo di felicità che aveva fatto in modo che Himeko uscisse dall'oscurità che la circondava... per poi, ritornarci un attimo dopo.
-Vuoi tornare?- chiese Lui, interrompendo così, i pensieri della ragazza.
-Tornare.. dove?- chiese rispondendo con una domanda.
-Dal regista.-
-No...- disse dopo un attimo di esitazione -.. Lo farei solo soffrire. Gli ricordo la sorella. Gli ricordo Haruna.- concluse con una goccia di malinconia e presunzione nella voce.
-Haruna?- chiese Lui, stupito di risentire quel nome.
-La conosci?- chiese lei inarcando un sopracciglio, capendo che la persona che aveva di fronte, sussultò a sentir nominare quel nome.
-N-no!- rispose balbettando.
-E allora perché balbetti?- chiese in un primo momento. -No, non mi interessa. La conoscevi, non la conoscevi, e chi se ne frega? A me, non interessa.- disse in un secondo tempo, suscitando così, la curiosità del ragazzo.
-Cos'hai in mente?- chiese lui, con sospetto.
-Niente. A me non interessa più il passato, o meglio, non ci voglio pensare più. Scusa..- disse, iniziando a camminare -me ne torno in camera.- 
E si avviò verso l'uscita di quell'enorme stanza.
-Aspetta!- urlò lui, attirando l'attenzione di Himeko facendola fermare.
-Cosa c'è?- chiese un secondo prima, di ritrovarsi tra le possenti braccia del ragazzo.
-Cosa fai!? Mettimi giù!- urlò lei, dandogli uno schiaffo nella guancia.
-Calmati!- le impose. -E fidati di me.- aggiunse dopo. 
Qualche minuto dopo, arrivarono davanti ad una vecchia porta.
-Perché siamo venuti qui?- chiese Himeko.
-Vai..- disse Lui, facendola scendere dalle sue braccia delicatamente.
-Come?- chiese stupita. 
-Ti prego, vai. Sembra di no, ma ti capisco Himeko. Tempo fa ho vissuto la tua stessa situazione con un'altra ragazza, solo che a lei non è finita bene. Non voglio commettere lo stesso errore due volte, e in più.. io non voglio perderti. Un proverbio terrestre dice "Se ami qualcuno lascialo andare...". Vai, per favore. 
-Sein..- riuscì solo a dire.
Sein, puntò il suo sguardo verso il basso, verso l'erba, unica testimone di ciò che stava accadendo.
Himeko si avvicinò a lui, appoggiò la sua mano sinistra sulla guancia destra di lui, mentre, sulla guancia sinistra, vi si appoggiarono delicatamente, le morbide e calde labbra. 
-Grazie- sussurrò nel suo orecchio, per poi sparire attraverso la porta.

Sulla Terra, nelle strade di Tokyo...

Due ragazzi della stessa età, stavano discutendo della partita di oggi.
Italia Vs. Giappone.
Nessun risultato.
La partita non si era iniziata.
Il Giappone aveva vinto a tavolino.
-Eppure.. senti Kidou! Secondo me ci sarà un motivo logico per cui la squadra di Fidio non si è presentata allo stadio!- disse un Gouenji poco convinto di ciò che aveva appena detto.
-No, secondo me, è successo qualcosa. La squadra italiana è sparita dal nulla! Qualcosa dev'essere pur successo!- replicò il regista.
-A questo punto, non so cosa dirti...- ammise.
-Parliamo di Himeko e di quello che ci ha detto Aki, invece...- disse Kidou.
Proprio in quel momento, da un vicolo cielo, spuntò una luce bianca da cui uscì una ragazza con addosso un abito regale e con una chioma rossa legata in una treccia.
I due giocatori, rimasero di sasso.
-Hi..-deglutirono. -Himeko..- dissero all'unisero.
-Ciao ragazzi...- disse lei debolmente, trattenendosi a stento sulle proprie forze.
Il passaggio che conduce alla Terra l'aveva sfinita.
-Ma cosa...- chiese Kidou incredulo.
Lei non rispose. Cedette alla stanchezza, e si lasciò andare, ma venne sorretta da Gouenji, un attimo prima che toccasse il suolo.
-Wow.. devo essere proprio esausta per farmi tenere in braccio da te..- disse ridendo sarcasticamente.
-Himeko, cosa ti è successo?- chiese Gouneji preoccupato.
-È una lunga storia...- ammise.
-Ma che diamine?! E adesso chi è?- chiese Kidou alquanto allarmato e seccato, impedendo così a Gouenji di rispondere.
I due ragazzi spostarono i loro volti su una luce abbagliante, una luce che stava comparendo nel punto preciso in cui era comparsa Himeko.
Ma, stavolta, ne fuoriuscì una ragazza dai capelli lunghi e blu come la notte, con gli occhi dello stesso colore, tendenti al grigio.
Kidou per poco non cadde a terra dallo stupore, dalla felicità, e dalla incredulità.
Ma soprattutto, dalla felicità.
Himeko e Gouneji rimasero di sasso.
-Haruna...- sussurrò.
Era proprio lei? Era veramente Haruna? 
-Onii-chan..- pronunciò.
























































INFORMAZIONI CAPITOLO 9
ANTICIPAZIONE: "Ormai, il suo compito era giunto al termine. Doveva andarsene."
DATA: mi dispiace, ma ho riscontrato vari problemi con il pc e non so quando potrò aggiornare :c in compenso, però, domani, dal computer della scuola, intorno alle 8:20/30 pubblicherò una sorpresa :3
Come vi è sembrata la descrizione del vestito di Himeko? Vi è piaciuto? 
In teoria, dovrebbe essere questo: http://joechip.net/liana/
uploads/morning-glory-blue-and-white-princess-gown-rescan-tabbed.png *-*
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Jtp994ever;
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Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***


Kidou per poco non cadde a terra dallo stupore, dalla felicità, e dalla incredulità.
Ma soprattutto, dalla felicità.
Himeko e Gouneji rimasero di sasso.
-Haruna...- sussurrò.
Era proprio lei? Era veramente Haruna? 
-Onii-chan..- pronunciò.

 
-Onii-chan..- pronunciò.
Il bagliore del passaggio finì, e Kidou riuscì finalmente a vedere chiaramente il volto di sua sorella.
Era sempre la stessa, corporatura esile, occhi blu come la notte tendenti al grigio, occhiali rossi appoggiati sopra la testa, l’unica cosa che aveva di diverso, erano i capelli.
Le erano allungati sino alla vita.
Indossava un vestito bianco, lungo sino alle ginocchia, con le bretelline.
-Onii.. chan!- disse di nuovo, però stavolta con più convinzione, come se avesse parlato un bambino che aveva incominciato da poco a parlare.
-Haruna!- esclamò Kidou, con le lacrime che ormai, avevano iniziato a solcare il suo viso.
Lei sorrise, e istintivamente andò ad abbracciare il fratello, ma quell’abbraccio non arrivò mai, perché Haruna svenne tra le braccia di Kidou..
-Haruna.. Haruna cos’hai? Haruna!- urlò in preda alla preoccupazione.
-È semplicemente svenuta.- gli comunicò Himeko, che nel mentre si era alzata, sciogliendo così, quel calore che poco prima Gouenji le aveva donato.
-E come fai a saperlo?- chiese Kidou, stupito da ciò che gli aveva appena detto la rossa.
-Il portale.. Il passaggio intra dimensionale le ha esaurito le forze.- rispose.
-Com’è possibile (?)- disse usando un tono alterato.
-Il portale, impiega molte energie da parte nostra. Prendi me, ad esempio. Anch’io stavo svenendo, proprio come lei..-
-E perché tu sei sveglia, mentre lei no (?)!-
-Dipende da quanto è lontano il pianeta da dove ha aperto il portale.- disse, continuando ad usare un tono diplomatico.
-E tu come fai a sapere tutte queste cose?- chiese a quel punto, Kidou.
-Le so e basta..- disse dopo un attimo di esitazione e arrossendo leggermente.
-Qualunque sia il motivo..- incominciò a dire Gouenji, che, fino a quel momento aveva preferito tacere.
-Qualunque sia il motivo, ora dobbiamo portare Haruna al sicuro.- finì di dire.
-Ok...- disse Kidou, mentre Himeko, fissava Gouenji.
Il suo Gouenji  pensò.
No, ora che era tornata Haruna, Gouenji sarebbe ritornato da lei.
Himeko non aveva nessuna chance con lui, e in cuor suo, lo sapeva.
Kidou prese in braccio Haruna, e, insieme a Gouenji ed Himeko, si avviò verso casa.
 
Quando arrivarono a casa, Kidou posò il corpo fragile della sorella sopra il suo letto. L’appoggiò sopra il materasso delicatamente, come se stesse tenendo in braccio u  neonato, e, sempre delicatamente la coprì.
Passò un’ora, prima che Haruna si svegliasse.
Un ora che a Kidou parve un’eternità.
-Uhm?- mugolò quasi in sussurro.
-Haruna!- esclamò con troppo entusiasmo Kidou.
-Calmati Kidou! Si è appena svegliata, non farla spaventare.- lo rimproverò Gouenji.
Per tutta risposta, Kidou lo fulminò con lo sguardo.
Intanto, Haruna si stiracchiò, e si girò in torno.
-Ma dove sono?- si chiese.
-Sorellina sei a casa.. – le rispose Kidou. -.. finalmente.- aggiunse dopo.
-Onii-chan!- esclamò lei, scendendo dal letto e abbracciandolo.
E Haruna gli diede un caldo abbraccio, uno di quei abbracci pieni di calore, un calore che solo i fratelli sanno dare.
-Oh, Haruna! Non puoi capire quanto ho desiderato (ri)abbracciarti!- disse Kidou, in preda alle lacrime.. In preda alla gioia, ma anche alla disperazione.
Gioia, perché finalmente aveva ritrovato la sorella che credeva perduta.
Disperazione, perché anche se era felice, si sentiva triste, si sentiva male, perché sentiva dentro di sé un’emozione che non si può descrivere, si sentiva male, perché fino in quel momento, credeva che non l’avrebbe più rivista, più abbracciata.
Era un misto di emozioni che non riusciva più a capire.
-E invece ti posso capire, Onii-chan. Perché anch’io ho desiderato tantissimo (ri)abbracciarti!- disse, sentendo una lacrima che le solcava il volto.
-Ma ora, siamo di nuovo insieme, no? Quindi non dobbiamo più temere niente!- disse Kidou, rassicurandola.
Lei, confermò le sue parole, dandogli un bacio sulla guancia.
-Sì.- sussurrò dopo.
Quando i due fratelli sciolsero quell’abbraccio, Haruna si accorse anche della presenza del suo Gouenji.
-Shuuya..- sussurrò il suo nome dolcemente.
-Ciao Haru..-sorrise.
Lei si avvicinò a lui, e dolcemente, gli diede un bacio a fior di labbra.
Himeko, che fino ad allora era rimasta in silenzio, si lasciò sfuggire un piccolo gemito di dolore, che, per sua sfortuna, tutti sentirono, facendo provocare in lei, un imbarazzo colossale accompagnato da una arrossatura violenta.
-Chi sei?- chiese Haruna.
-Ehmm.. io sono.. Sono Himeko Scars. Sono la nuova manager dell’Inazuma Japan, e sono anche la tua sostituta.- disse balbettando all’inizio, ma ricomponendosi alla fine, e assumendo così, un tono di vagamente arrogante nei suoi confronti.
-Oh..- disse sospirando.
Kidou, le lanciò uno sguardo omicida.
Gouenji, la guardò, semplicemente la guardò dritta nei suoi stupendi occhi ametista,
e un perché Himeko raccolse negli occhi neri come la pece di lui.
-Vabbè, non fa niente!- disse Haruna sorridendo e andando verso Himeko.
-Ora sono tornata, e posso riprendere tranquillamente il mio ruolo, nell’Inazuma! Senza togliere il lavoro a te, ovviamente. – disse sorridendo.
Himeko continuava a guardarla con fare interrogativo.
Dove vuole arrivare, questa qui?  pensò.
-E poi..- incominciò a dire tendendo la sua mano verso la rossa.
-Potremmo diventare ottime amiche, no?-
-Mai!- quasi urlò rifiutando la stretta.
Haruna indietreggiò di qualche passo, finendo sopra le gambe di Gouenji, e quest’ultimo, guardò tristemente Himeko.
Lei, invece si alzò dalla sedia in cui era seduta e se ne andò.
Lasciando un’Haruna sorpresa, un Kidou arrabbiato e un Gouenji malinconico.
-Ma cosa le ho fatto?- chiese Haruna innocentemente.
-Niente… Haru.. Niente.- la rassicurò Gouenji, tenendo il suo sguardo al di là della porta.
-Haruna, per favore, ci puoi dire cosa ti è successo?- chiese un attimo dopo.
-Ehmm.. sì!- disse andandosi a sedere sopra il letto.
Gouenji si accorse che Haruna era leggermente spaesata.
-Mentre cadevo nella lava,  ho visto una piccola roccia sporgere dalle altre, e mi sono aggrappata ad essa. È stato un colpo di fortuna, perché altrimenti a quest’ora neanche il mio scheletro esisterebbe più! Comunque, ho aspettato un bel po’ prima di incominciare a scalare quella parete di roccia. Quando sono riuscita ad arrivare in superficie, ho iniziato a girare quel posto, con molta cautela, per cercare di uscire.. E non so come, ma mi sono ritrovata nel giardino dell’Eden! Non sapevo come uscire, e così mi sono nascosta in quell’enorme castello sino ad oggi.- raccontò tutto d’un fiato.
I due ragazzi rimasero scioccati.
-Wow! Sei più coraggiosa di quanto pensassi!- disse ironicamente Gouneji, per spazzare la tensione che si stava creando.
-Be’, sono la tua ragazza!- disse facendo la linguaccia teneramente.
Gouenji si stupì di quella frase.
-E come sei riuscita a tornare?- chiese Kidou.
-Ho visto Armaros utilizzare il portale, poco prima che arrivassi io.-
-Quindi Armaros è in città?- chiese Gouenji.
-Non te lo so dire..- disse Haruna.
-Non importa.. L’importante è che adesso sei qui..- disse amorevolmente, Kidou.
In quel momento i ragazzi sentirono un botto.
Era il portone di casa che era stato chiuso.
 
In un vicolo cieco…
 
Una figura incappucciata prese per un braccio Himeko e la trasportò dentro.
-Ahi!- si lamentò Himeko, dopo essere stata scaraventata a terra.
-Sssh!- le indicò l’altro.
-Ok, ok!-
-Avverto una nuova presenza, che in teoria non dovrebbe esistere.-
-Lo sai benissimo di chi si tratta!-
-Non è possibile! Non dovrebbe esistere! Come è potuto accadere?-
-Non lo so!, è questo il punto!-
L’altro non parlò.
-Devo andarmene, vero?-
-Come?-
-Lei è tornata, io non servo più.-
Ormai, il suo compito era giunto al termine. Doveva andarsene. Pensò l’individuo.
-No, non è ancora giunto al termine.-
Mi servi, nonostante tutto, sei ancora un’abile pedina.
























































INFORMAZIONI CAPITOLO 10
ANTEPRIMA CAPITOLO: “Chi sei veramente? Perché tu non esisti!”
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento e che vi abbia incuriosito ;)
Ringrazio:
Si99;
_Girella_;
Juddina4ever;
Alaska fredda;
Laughing Out Loud;
NipaH_Girl;
CeleDayDreamer;
Kidou_10;
Resha_Stark;
Kikkalove;
Jtp994ever;
Okiyo;

Jtp994ever;
CeleDayDreamer;
GiadaJoestar.
Per aver lasciato una recensione e/o per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :3
Un beso,
Ari

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Capitolo 12
*** Capitolo 10 ***


Ari: Dime a quien quieres y te hace feliz! Abrazameeee! *urla*
Coscienza: Dovresti scrivere il capitolo -.-“
Ari: Y te hace feliz.. *finisce la canzone diminuendo il tono della voce*
Coscienza: Devi scrivere il capitolo +_+
Ari: Devo scrivere il capitolo! ^o^
Coscienza: Ormai è andata *sbatte la mano in faccia (?)*
 
 
 
 




-Lei è tornata, io non servo più.-
Ormai, il suo compito era giunto al termine. Doveva andarsene. Pensò l’individuo.
-No, non è ancora giunto al termine.-
Mi servi, nonostante tutto, sei ancora un’abile pedina.
 
 
-No, non è ancora giunto il termine.-
-Ormai io non servo più! E tu lo sai bene.-
-Vuoi mollare, forse?-
-No.. E solo che.. ecco io..- balbettò Himeko, facendo diventare il suo tono sempre più cupo e triste.
-Ehi, piccola.. non fare così.- disse addolcendo il suo tono. 
Himeko spostò il suo sguardo negli occhi ametista di lui, e quest’ultimo si accorse che i suoi occhi, del suo stesso colore, tendenti al grigio, erano velati dalle lacrime.
-Sai, non mi ero mai accorto che avessi degli così.. strani..- disse.
-Io sono tutta strana.- disse con un velo di malinconia.
-No, hai degli occhi particolari.. Rari, direi!- disse cercando di donarle un po’ di serenità.
-Sono viola, ma alcune volte diventano grigi..- disse ironicamente.
-Un bel dono, non credi?-
Non se né accorto, quindi non penso che questa rarità sia così importante.
-No, per me è lo stesso.. Ora però, voglio sapere cosa dovrei fare per rimanere..-
Lui, la fissò per qualche secondo, prima di incominciare a parlare.
 
Quindici minuti dopo…
 
-Non posso credere che mi abbia chiesto di fare una cosa del genere..., per rimanere!- disse fra sé e sé.
-Che cosa farfugli?-
-Eh? Io non sto farfugliando..oh!- comunicò andando a sbattere contro Endou.
-Aio! Ma cosa.. Endou..- disse allontanandosi da lui troppo velocemente per poi appoggiarsi ad un palo per non cadere.
-Ti senti bene?- chiese con un velo di preoccupazione nella voce.
-Sì, sì..- disse gesticolando con le mani ciò che aveva appena finito di dire.
-Ma, aspetta! Himeko sei tornata!- disse mostrando un sorriso a trentadue denti.
-Ehm.. sì (?)- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Che bello! Ma dov’eri?- 
-Ero.. ero andata al concerto degli Evanescence!- disse d’un fiato.
-Ad un concerto.. CI hai mollati per un concerto?- chiese quasi scioccato.
-Sì.- disse con molta sicurezza.
-Be’, ma almeno ti è piaciuto?- chiese mostrando di nuovo quel suo coinvolgente sorriso.
-Ehm.. sì, certo che mi è piaciuto! Altrimenti non vi avrei abbandonati nel bel mezzo del torneo!- disse giustificandosi.
-Himeko..- iniziò a dire Endou, guardandola dritta negli occhi.
-Cosa c’è?- chiese lei imbarazzata, indietreggiando.
-I tuoi occhi sono grigi.- concluse.
-Eh?- chiese stupita.
-I tuoi occhi sono viola. Ora invece sono grigi.. non avevo mai notato questa tua particolarità! Il cielo notturno li mette molto a risalto, sai?- le disse sorridendo, e assumendo così quel suo atteggiamento da bambino innocente.
-Oh.. grazie.- disse arrossendo leggermente.
 
-Devi fare così, se vuoi rimanere.- disse assumendo un tono serio.
-Non posso farle questo! Come puoi chiedermi una cosa del genere!- quasi urlò.
-Himeko, cosa conta di più per te? Lei o lui?- 
-Non puoi mettermi davanti ad una scelta! Non posso scegliere tra loro due!- urlò in preda alla disperazione.
-Hai tempo fino a domani.- 
Detto ciò, scomparve.
-Non posso tradirlo. Come posso fare l’unica cosa che mi ha supplicato di non fare.. e adesso?-
 
 
Ricordatosi della discussione avvenuta poco prima, Himeko guardò Endou terrorizzata.
-Ehi, aspetta! Perché stai andando via così?- chiese alquanto dispiaciuto.
Ma non ricevette nessuna risposta.
 
Dopo aver corso per vari chilometri, Himeko si ritrovò davanti all’entrata del ristorante di Hibiki.
La ragazza guardò l’orologio e si accorse che, nonostante l’ora, il ristorante era ancora aperto. 
Rimase a fissare l’entrata come una stupida, indecisa se entrare o meno.
Passarono altri minuti, e il suo stomaco le disse che forse era meglio entrare.
E così, Himeko varcò la porta che la separava da quel piccolo ma grazioso locale.
-Buonasera.- disse utilizzando un tono di voce gentile.
-Oh, ciao Himeko!- disse una voce a lei familiare.
Haruna.
Ecco perché il ristorante era ancora aperto.
-Ciao.- si limitò a dire.
Dentro quella piccola stanza, erano presenti anche Kidou e Gouenji.
-Himeko! Alla fine sei venuta. Su, avanti, cosa vuoi preparato da mangiare?- chiese Hibiki, felice di vederla lì.
-Scusi tanto Hibiki.. ma facciamo un’altra volta, ok?- 
Detto ciò, uscì dal ristornate.
-Aspetta!- esclamò.
-Cosa vuoi?-
-Perché te ne sei andata?- chiese.
-Perché mi è passata la fame.- rispose.
-È a causa mia, vero?- chiese usando un tono triste.
-Senti..- disse voltandosi nella sua direzione.
-.. sono affari miei se mangio oppure no. Ok? Quindi non mi rompere e ritornatene dal tuo fidanzatino.- disse con tono.
-Ti piace, vero?- 
-Come?-
-Shuuya.-
-Per niente!- disse arrossendo.
-Allora perché sei arrossita?-
-Fatti miei!- quasi urlò.
-Cosa ti ho fatto di male? Il mio Onii-chan mi ha detto che..-
-Chi sei realmente?- chiese d’un tratto, interrompendo la piccola Haruna.
-Come?- chiese leggermente turbata, sperando di aver capito male. 
Lei sapeva benissimo a casa si riferiva.
-La vera Haruna non dovrebbe esistere.- dichiarò, confermando ciò che aveva appena detto.
-Ma sono qui, di fronte a te.- disse, incrociando le braccia.
-Io ero presente quel giorno. Ho visto tutto, non mentirmi.- 
-Hai sentito la conversazione avvenuta dopo, quindi dovresti sapere cos’è successo realmente.- 
-Tu sai chi sono.-
-No, chi sei?- chiese con un velo di malizia nella sua voce.
In quel momento, Haruna le sembrò una di quelle gattine che trovi agli Auto Stop.
Okay, non era un bel pensiero quello che era sorto (?) in testa di punto in bianco, ma era questa l’impressione che le aveva dato.
Himeko stava per rispondere, quando vide una figura avvicinarsi alle spalle della gattina, per poi appoggiare delicatamente la sua mano destra sulla spalla nuda di colei che, in teoria, doveva essere morta.
A sentir quel dolce contatto, Haruna fu percorsa da un brivido, una sensazione piacevole di cui il suo corpo doveva riabituarsi. 
-Shuu...- sussurrò dolcemente. 
-È meglio rientrare.. tuo fratello si sta innervosendo.- le sussurrò dolcemente.
Una fitta travolse il fragile cuore di Himeko.
Basta. Non poteva sopportare oltre. 
Conosceva benissimo il rimedio per porre fine a tutto ciò.
Avrebbe seguito il consiglio di Armaros.
Ora la sua meta era cambiata.
Le dispiaceva, perché così facendo avrebbe tradito la sua migliore amica, ma non c’era altro rimedio.
Stava per andare da lui, non preoccupandosi delle conseguenze.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 








*Sono passati mesi, ma adesso.. la pazzoide è tornata*
*Angolo della ragazza in fragole (?)*
Hola chicas :D
Scusate per l’enorme ritardo nella pubblicazione di questo capitolo. 
Lo so, sono passati quasi cinque mesi dall’ultima volta che ho aggiornato e mi dispiace moltissimo, veramente, scusatemi!
Ho avuto molti problemi in questi mesi, e tra questi, c’è anche il fatto che io non ho un più un computer e per tanto non ho potuto più continuare dopo la chiusura della scuola per le vacanze estive..
Lo so, potevo aggiornare gli ultimi giorni, ma, sono talmente fortunata che hanno tolto la linea ai computer, e credetemi quando vi dico che non è per niente facile aggiornare dalla Nintendo :c
Infatti, sto pubblicando questo capitolo dal pc di mio padre e spero tantissimo che questo capitolo vi sia piaciuto, perché ho deciso di dedicarlo a tutte voi :3
Vi ringrazio per avermi seguita fino a questo punto; sappiate che tra circa tre capitoli la storia arriverà al termine.
Ringrazio:
Si99;
_Juddy_;
_Girella_;
Alaska fredda;
Laughing Out Loud;
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CeleDayDreamer;
Kidou_10;
Resha_Stark;
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Jtp994ever;
Okiyo;
Jtp994ever;
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GiadaJoestar.
Per aver lasciato una recensione e/o per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :3
Un beso,
Ari ♥


 

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Capitolo 13
*** Capitolo 11 ***


 Quattro mesi e due giorni. 
Cavolo, io al posto vostro sarei impazzita! Comunque, mi scuso per il ritardo #depressione
Dedico questo capitolo a Sissy-chan, Juddy-chan e Okiyo-chan <3


Che sia l'amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell'amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.
-Emily Dickinson
真実
Shinjitsu

Strade buie e prive di vita dominavano Tokyo. 
Ogni cinque passi una luce fioca proveniente dai lampioni dava un po' di luminosità al terreno pieno di cemento. 
A quell'ora della notte, tutti dovrebbero restare dentro le loro case e non aggirarsi mai in quartieri disabitati.. La notte, come ben si sa, porta guai.
Ma tutto ciò ad Himeko non importava. 
Camminava e camminava stando sempre concentrata su ciò che aveva appena fatto. Un atto ignobile, disgustoso, aveva compiuto pur di rimanere insieme a lui. L'amore porta a fare cose che mai ci saremmo sognati. Ci fa superara il nostro limite, fino a portarci all'estremità delle forze. Ma nonostante ciò, fa sentire bene. Ti entra dentro come un vortice pieno di emozioni, ma quando va via, ti trafigge l'anima come un coltello avvelenato. 
Ormai quel che fatto è fatto.. Si ritrovò a pensare la sua fragile mente.
Camminava e camminava. Doveva tornare a casa, ma non era sicura che avesse intrapreso la via per il ritorno. Qual'era in realtà la sua meta? Aveva un meta da seguire? Un motivo per non soccombere alla disperazione? 
Himeko si fermò sotto il debole bagliore che emanava uno dei tanti lampioni. Riprese fiato. 
Poteva anche decidere di lasciarlo una volta e per sempre, ma prima doveva risolvere un problema. E non se ne sarebbe andata prima di aver scoperto la verità. 
D'un tratto però, i suoi occhi vennero attirati da qualcos'altro.
.-Uh?- mugolò la giovane, assumendo un espressione piena di dubbi ed innocenza.
I suoi occhi erano stati attratti da un ombra. Era un ombra a lei sconosciuta, ma mise a fuoco la sagoma e riuscì a riconoscere il mantello rosso del regista dell'Inazuma Japan.
-Ma quello è.. Kidou...- sussurrò lasciando sospesa la frase per un breve attimo, lasciando trapassare un velo di incertezza nella voce nel pronunciare quel nome.
-Himeko..- la chiamò, facendo sì che la luce di quel lampione potesse dare un po' del suo calore anche alla carnagione pallida di lui. 
Il suo volto, era l'ultimo che la giovane Himeko volesse vedere.
-Cosa ci fai qua a quest'ora?- le chiese dopo.
-Perché?- chiese d'un tratto lei.
-Cosa?- rispose automaticamente.
-Perché ti ostini tanto a rendere la mia vita un tormento? Ci trovi così tanto gusto, per caso?- confessò, pronunciando ogni singola parola con rabbia e disprezzo, digrignando i denti e cercando di trattenere delle inutili lacrime.
-Non capisco..- le rispose semplicemente. Ed effettivamente, era proprio quello che pensava. Questa ragazza è lunatica , pensò.
-Lascia stare.. sono io che sono fusa.- dichiarò, dandogli le spalle ed iniziando a ripercorrere il tragitto da lei compiuto qualche minuto fa, ma non ebbe il tempo di fare il secondo passo che Kidou la prese per un braccio e con forza la portò ad un soffio da lui.
Himeko sentiva su di sé il respiro affannoso del ragazzo, sentiva il suo calore, il suo battito.
-Ki..- non poté finire di pronunciare il suo nome poiché quest'ultimo aveva azzerato le loro distanze con un bacio. 
Appena le loro labbra diventarono un tutt'uno, Kidou la lingua di lei, per poi trovarla quando la ragazza cessò di opporsi, dando inizio così ad un bacio pieno di foga e passione. 
Himeko si era lasciata andare. Non le capitava una cosa del genere dall'ultima volta in cui.. ormai non aveva alcuna importanza, quelli erano solo vaghi, ma piacevoli, ricordi. Ogni qual volta che si tocca il cielo con un dito, poi si è costretti a ritornare con i piedi per terra; ritornò alla realtà, fermando bruscamente quel bacio.
Solo dopo Kidou si rese conto di ciò che aveva appena commesso.
-Scusa- sussurrò imbarazzato.
Himeko lo guardò stupita. Quelle scuse non le bastavano.
Qualche secondo dopo, le guancia destra di Kidou si dipinse di rosso. 
-Aio!- si portò la mano sulla guancia dolorante. 
-E ringrazia che non ti abbia spaccato la faccia!- gli urlò piena di rabbia.
-Ma ammetti che ti è piaciuto.-
-Come, prego?- chiese, facendo finta di non aver capito, permettendogli così di cambiare la frase. 
-Il bacio.- no, sfortunatamente per lui, la sua mente non aveva captato il consiglio per evitare di peggiorare la sua situazione -Dopo un po' ti sei lasciata andare anche tu, e caspita, come si è sentito!- annunciò orgoglioso.
Himeko si stava innervosendo sempre di più.
-Perché sei diventata tutta rossa?- le chiese notando un arrossimento molto acceso che le invase tutto il viso.
Himeko iniziò a ridere dal nervosismo. Si stava seriamente innervosendo.
Dopo, si sentì un tonfo.. BOOM!
-Aio!- si lamentò lui.
-Idiota pervertito!- gli urlò, cercando di trattenere nei limiti della normalità la sua arrabbiatura.
-Haruna..- pronunciò lui, sorpreso.
-E adesso cosa centra quella micia morta in tutto questo?- chiese esasperata. Possibile che in ogni cosa che facesse/capitasse, ci sia anche Haruna? Mica è al centro dell'universo quella gatta.
-Lei diceva sempre.. ehi, aspetta, come l'hai chiamata?- chiese d'un tratto, dopo aver capito il significato di quel soprannome.
-Sssh!- portò un dito sulle labbra -E adesso spiegami per quale motivo l'hai tirata in ballo.- gli ordinò.
Per qualche strano motivo, Kidou non protestò.
-Come stavo dicendo prima che mi interrompessi- la fulminò con lo sguardo -.. lei diceva sempre quella frase.- le spiegò.
Himeko lo guardò disgustata.
-Ma cha cazz..? Baciavi tua sorella?- chiese alquanto scioccata.
-Ma che hai capito! Non mi permetterei mai, è sangue del mio sangue!- si difese lui -lo diceva sempre a Gouenji quando lui faceva cose che non doveva fare.. Lei credeva che io non la sentissi, ma la sentivo sempre..- si mise a ridere.
-Comunque sia, rimani sempre un idiota pervertito.- gli annunciò con gusto.
-Okay, sinceramente, non so se fartela pagare o fare finta di niente, per questa volta,- sottolineò -e limitarmi a chiederti il motivo per cui ad un certo punto mi hai fermato.- le disse alzando un sopracciglio e facendo il tipico sorrisetto di chi si sente furbo.
-Come?- Himeko era buona, gli aveva dato un'altra chance.. in sua insaputa, ovviamente.
-Intendo.. prima.- specificò, non afferrando al volo l'altra chance donatagli dall'amica.
-E perché mai dovrei risponderti?- chiese leggermente irritata.
-Non sei costretta a dirmelo se vuoi..- le rispose sussurrando. 
-Infatti non voglio!- si affrettò a dire lei -Scusami, ma devo andare a casa- aggiunse dopo con troppa fretta -..è abbastanza tardi, non credi?- gli fece notare l'orario nel dispay del suo telefonino.
Erano le 2:45. 
A Kidou venne un colpo nel costare a suo malgrado che le parole di Himeko erano vere. 
-A quest'ora dovresti essere nel paese dei sogni. Diamine Kidou, domani c'è la finale, accidenti!- si lamentò lei.
-Hai perfettamente ragione.- ammise.
-Io ho sempre ragione, caro Kidou.- sottolineò lei. 
Kidou le fece la imitò.
-Che fai, mi prendi in giro? Non ti conviene, dear.- gli urlò con troppa sicurezza.
-Ah, ah, ah. Quanto sei spiritosa, Himeko..- le riferì sarcasticamente -Ehi, ma dove stai andando?- le chiese, dopo essersi accorto che la ragazza aveva iniziato a camminare. 
-A casa mia. È tardi!- gli comunicò in lontananza, dandogli le spalle.
-Nemmeno un saluto?- le urlò.
Come tutta risposta, Himeko gli fece un cenno con la mano.
-Mah, che maniere!- borbottò.
Kidou prese il telefonino; era meglio avvisare il padre che stara rincasando, prima che avesse chiamato la polizia.
Quando il display si illuminò, notò che gli era arrivato un messaggio.

Ho fermato il bacio perché assomigli 
molto a mio fratello, Nuts. 
È venuto a mancare sei mesi fa.

Himeko.
(p.s.): se provi a raccontare a qualcuno dell'accaduto di stasera, giuro che ti ammazzo!


Kidou ci rimase malissimo. Tutto si aspettava tranne che quella risposta così.. così triste e dolorosa. Però.. cavoli, quella ragazza aveva il dono di leggerlo nel pensiero! 

Come diamine hai fatto a capire
che lo avrei raccontato?


Kidou.
(p.s.): mi dispiace molto per tuo fratello.


Dopo circa dieci secondi, arrivò la risposta di Himeko.


IO. SONO. OVUNQUE. E.
SO. SEMPRE. TUTTO. !.
NON. SCORDARLO. MAI. CARO.
KIDOU.

Himeko.
(p.s.): Già, anche a me. 'Notte


Okay, era ufficiale. Himeko era una strega. Meglio non farla arrabbiare.
'Notte ♥

Kidou.


Non gli piaceva inserire nel testo le faccine, ne tanto meno i cuori, ma dopo che Himeko si era confidata con lui, in qualche modo doveva darle un po' d'affetto no?
D'ora in poi ti chiamerò "femminuccia".

Himeko.
Decise di mandarla al diavolo e iniziò ad incamminarsi verso casa.

Quella notte Himeko non riuscì a prendere sonno. Si girava e rigirava nel letto pensando a quello che aveva fatto e alla grande menzogna che aveva raccontato a Kidou: suo fratello era vivo e sano come un pesce.
-Perché devo sempre mentire!- disse con rabbia -Maledizione!- sbatté i pugni contro il materasso riproducendo così il suono di un tonfo, una caduta. Si alzò dal letto e iniziò a calpestare con i piedi nudi il gelido pavimento in legno. Uscì da camera sua e iniziò a scendere le scale una ad una, facendo attenzione a dove metteva i piedi per evitare che i suoi familiari potessero svegliarsi. 
Come se lei, avesse realmente una famiglia.
 Il legno era freddo, e ogni qual volta che i suoi piedi lo toccavano, un brivido la percorreva per tutta la schiena.
Finalmente arrivò al piano terra e si diresse in cucina. 
Himeko restò incantata dal colore che assumeva la parete ogni notte.
Sembrava come e fosse un cielo stellato che andava a sfumare con il lilla.. più che lilla era.. grigio atlantico. Amava quel colore, anche se non sapeva spiegarsi il perché.
Puntò il suo sguardo oltre la finestra della cucina.
Una lacrima solitaria le rigò il volto.



Erano tutti emozionati.
Il giorno della finale era arrivato.
E tutti erano già arrivati allo stadio, pronti a sconfiggere i loro avversari e portare così a casa un'altra vittoria.
I ragazzi si stavano riscaldando in attesa del grande inizio.
E Haruna, guardava da lontano tutti i suoi cari amici, felice di essere tornata da loro.
Ancora nessuno sapeva del suo ritorno, ma questo ormai era un dettaglio trascurabile, perché il suo rientro era ormai prossimo.
-Sei pronta?- le chiese dolce mente il suo Oni-chan, prendendole delicatamente la mano. 
Gli rispose facendogli un cenno con la testa.


-Endo, sai dov'è Kidou?- chiese Aki -Non ho nemmeno visto Himeko- aggiunse dopo, leggermente preoccupata.
A sentir nominare il nome della ragazza, il capitano della Inazuma arrossì violentemente.
E Aki se ne accorse.
-Endo.. kun?- lo chiamò, non capendo la sua strana reazione.
-Ha.. Ha..Haruna!- esclamò Mamoru, indicando una giovane ragazza dai capelli blu scuro tendenti al grigio, in compagnia di Kidou Yuuto.
Aki, seguì con gli occhi il braccio teso del ragazzo tanto amato, e lì la vide.
A pochi passi da lei, c'era la sua migliore amica. 
Haruna Otonashi.
Immediatamente i suoi occhi si riempirono di lacrime.
-Haruna!- urlò il suo nome, anche per auto convincersi che la sua amica fosse realmente lì, insieme a lei!
-Aki..- sussurrò il suo nome. 
E in quel momento, la ragazza dai capelli olivastri corse immediatamente verso di lei, finendole addosso, stringendola forte verso il suo esile corpo, assaporando il suo profumo, perdendosi nei suoi morbidi capelli, perdendosi in quell'abbraccio tanto desiderato, come se stasse abbracciando la sua migliore amica a distanza. 
Ed effettivamente, alle amicizie a distanza, un po' la loro ci assomigliava.
La voglia di vederla, di abbracciarla, di sentirla sua, di poter vivere nella sua vita quotidiana, dandole consigli e appoggiandola sempre; consolandola e facendole capire ciò che è giusto e ciò che sbagliato. Asciugare le sue lacrime, starle sempre vicino e soprattutto, di non vivere nel costante timore che arrivi un qualcuno che possa sostituirti, facendole dimenticare di te.
Finalmente si erano ritrovate.
Aki stava per perdere le speranze.
-Amica mia!- la chiamò, con le lacrime che avevano preso il svravvento su entrambe.
-Aki! Mi sei mancata tantissimo!- le comunicò.
-Mi sei mancata anche tu!- le dichiarò. -Dai, adesso basta piangere, okay?- le consigliò sorridendo, ponendo fine anche al loro lungo abbraccio.
Le due amiche si guardarono per un secondo negli occhi, poi, sorrisero.
A quel punto, tutta l'Inazuma si scaraventò addosso alla piccola Haruna; dopo aver lasciato a quest'ultima e ad Aki, il loro momento.
Era bello.
Era tutto bello.
Era tornato tutto alla normalità.
Ma c'era chi non poteva sopportare tutto ciò, e per tanto, si coportava da stronza.
-Oh, my God!- esclamò una ragazza americana cresciuta in Giappone.
Tutti si voltarono verso di lei.
-Ma come diavolo sei vestita?!- le urlò contro Natsumi, già fuoriosa per il suo arrivo.
Tacchi a spillo neri, pantacollant con linee verticali alternate col bianco e il nero, pantaloncini a jeans e una felpa nera, con disegnato al centro un disegno rappresentante una stella all'interno di un cerchio a sua volta all'interno di un altro cerchio formato da tanti piccoli rombi; assomigliava tanto al simbolo del contratto dell'Anime/Manga di Yana Toboso, Kuroshitsuji.
I capelli li aveva lasciati sciolti e i suoi occhi erano stat coperti da un pesante trucco.
-Fare tante moine per una stupida ragazzina! Per cortesia!- continuò, a dire, ignorando ciò che le aveva appena detto Natsumi.
-Haruna è tornata! Tu adesso puoi andare a farti fottere!- si liberò finalmente Fubuki.
-Sono la manager dell'Inazuma Japan fino alla fine del torneo. E Haruna o no, io ricoprerò il mio incarico fino alla fine.- rispose, facendo congelare Fubuki, ma non solo lui, sul posto.

Mancavano cinque minuti all'inizio della partita e i loro avversari ancora, non si erano presentati.
Temevano di vincere la partita a tavolino. Non era nello stile dell'Inazuma. 
Loro volevano giocare.
E la partita non tardò ad arrivare.
Nessuno si sarebbe aspettato che, dopo una strana nube comparsa dal nulla, si sarebbe fatta nitida la presenza di Desuta.
Istintivamente, Kidou fece scudo alla sorellina con il proprio corpo, insieme a tutta la Inazuma Japan.
-Ehilà Yuuto. Come te la passi?- chiese, sorridendo beffardamente.
-Bastardo! Che cosa vuoi ancora?!- gli urlò contro. 
-Ma come, pensavo lo sapessi, ormai.-
Per tutta risposta, Kidou prese la mano di Haruna e la strinse forte; la fece arretrare di qualche passo, sussurrandole -Questa volta ti protegerrò, sei al sicuro con me.-
Ad Himeko venne una fitta al cuore, ma nello stesso tempo si sentiva al sicuro.
Desuta rise di gusto.
-Yuuto, mi stai prendendo in giro, vero? Io non voglio quella.- comunicò. -Io voglio lei.- sorrise, si stava divertendo.
Indicò il dito sul corpo di Gouenji che faceva da scudo ad Himeko.
Ma nonostante i suoi sforzi, con un solo schiocco di dita, Desuta teletrasportò Himeko tra le sue luride braccia. 
La teneva stretta dai polsi.
Il suo punto debole.
-Lasciala!- urlò Gouenji.
-Oh, ma allora il fidanzatino se n'è accorto!- esclamò ironico.
Spostò il suo sguardo negli occhi ametista di lei.
-Era da tanto tempo che volevo riaverti, sai? - si avvicinò al suo viso -ti devo fare i miei complimenti, ti sei nascosta molto bene, tesoro.- le sussurò infine.

-Se pronuncerai quella parola, l'incantesimo svanirà.-
-Me lo hai già detto- rispose seccata.
-Devi stare molto attenta! Guarda che la tentazione di pronunciarla sarà molto forte non appena ritornerai in quel mondo! Non potrò più agire, una volta che l'incantesimo sarà spezzato! Non potrò venire in tuo soccorso!-
-Sain, ho capito!-
La guardò con occhi malinconici.


-Oni-chan!- urlò.
E in quel preciso istante, il suo corpo venne pervaso da un'intensa luce d'orata.
I lunghi capelli rossi si accorciarono diventando di un blu scuro tendente al grigio.
I suoi occhi ametista assunsero lo stesso colore dei capelli.
La sua carnagione assunse un colorito più pallido.
La sua corporatura divenne ancora più snella.
Ed infine, la sua statura si accorciò di qualche centimetro.


Tutti rimasero a bocca aperta.
In quel momento l'Haruna tenuta per mano da Kidou riassunse il suo aspetto originario.
Una ragazza dai capelli biondo platino e dagli occhi della cenere.
E in quel momento, Kidou realizzò che sua sorella, quella vera, era stata presa in ostaggio da Desuta.
Ancora una volta.
In quel momento, tutto era tornato alla normalità.





*Angolo della ragazza in fragole*
Sissy, perdonami perché la tua teoria era giusta, avevi capito e io ti ho fatto credere di aver preso un granchio, ma non potevo dirti che avevi capito tutto, altrimenti ti avrei rovinato il finale :c
Scusate ancora per il ritardo e spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto ^^
Ringrazio:
Yssis;
_Juddy_;
_Girella_;
Alaska fredda;
Laughing Out Loud;
NipaH_Girl;
CeleDayDreamer;
Kidou_10;
Resha_Stark;
Kikkalove;
Jtp994ever;
Okiyo;
Jtp994ever;
CeleDayDreamer;
GiadaJoestar.

Per aver lasciato una recensione e/o per aver messo questa storia tra le preferite/seguite :3
Un beso,
Ari  ♥

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Capitolo 14
*** Capitolo 12. ***


Prima che qualcuno faccia del mio corpo un mare di sangue, sappiate che sono la prima io a pensare che sia una vera e propria mancanza di rispetto nell'aver fatto aspettare, per ben tre anni, la conclusione di questa storia alle persone che hanno deciso di seguirla.
Chiedo umilmente perdono.

"L'amore
è qualsiasi cosa ti faccia star bene."
- Anonimo




La palla stava entrando nella porta avversaria di quel campo da calcio così deserto e sinistro.
Chi mai avrebbe pensato ad una grotta per potervi giocare a pallone?

Finalmente stava andando tutto bene, solo pochi istanti ed Haruna sarebbe tornata tra le braccia del suo amato Onii-chan.. perché lui ce l'aveva fatta! Era riuscito a salvarla, a proteggerla ancora una volta!
Le lacrime stavano incominciando a farle compagnia, questo avvenne senza l'autorizzazione della ragazza.
Lei era così felice quando alle sue orecchie arrivò il suono del fischio dell'arbitro che stava annunciando la fine della partita!
Ed allora, perché il fratellone aveva tolto i suoi occhiali da aviatore e la stava fissando con uno sguardo carico di tristezza? Non era contento di aver vinto?

«Onii-» venne interrotta nel suo richiamo interrogativo per notare di come il suo amato Gouenji si fosse abbandonato al suolo, producendo un suono chiuso.
Il suo sguardo era dipinto dalla rabbia e sembrava come sotto shock.
Tutti i suoi amici sembravano aver assunto delle espressioni simili.
Ebbe solo il tempo di capire quello che stesse succedendo, un attimo prima che il suolo sulla quale si trovava incatenata incominciasse a tremare tutto, fino a creare uno squarcio che inghiottì la giovane Otonashi senza lasciarle nessun tipo di scampo.
E mentre la ragazza sprofondava in quell'abisso di un nero che le metteva paura, dall'altra parte suo fratello imponente piangeva ed urlava disperatamente.
"Onii-chan" riuscì a pronunciare con la vista annebbiata dalle lacrime un attimo prima di perdere i sensi per la troppa tensione.
L'ultima immagine che riaffiorò nella mente della giovane manager fu quella di lei e di suo fratello insieme ai suoi genitori... un piccolo ricordo di cui neanche lei sapeva ancora di possedere, gli attimi felici prima dell'imminente tempesta.
Non voleva morire... voleva stare ancora tra le braccia dell'unica persona di cui mai le sia importato oltre a Kidou, il suo Gouenji: non avrebbe più rivisto quelle bellissime pozze nere che riempivano e colorivano il suo sguardo. Quel suo meraviglioso sorriso e quella chioma biondo platino che infrangeva il colorito della sua pelle rendendolo ancora più bello, non avrebbe più rivisto quella sua tipica espressione da chi non si da mai per vinto e che cerca sempre di pensare in positivo, avrebbe perso tutto a causa di uno stupido braccialetto che era riuscito a soggiogare la sua volontà! Le faceva rabbia tutto questo, ma adesso... che ci poteva fare?

Poteva solo piangere... piangere quelle sue ultime lacrime amare prima di diventare la causa che avrebbe portato il mondo alla distruzione.

"Quanto tempo è passato?"
"Tre mesi, mio signore."
"Quanto tempo ancora ci vorrà prima di poter vedere di nuovo quei suoi bellissimi occhi?"
"Mio signore, perché mettere in subbuglio il proprio animo per un essere inferiore a voi?"
L'altro lo guardò. "Inferiore, dici?"
Eppure, più la osservava e più qualcosa cresceva in lui.
Non riusciva ad indentificarlo ma poco importava, lo faceva sentire bene quindi perché preoccuparsi?

Con una delicatezza quasi sovrumana, le prese la mano sinistra ed iniziò ad accarezzargliela e senza neanche rendersene conto, iniziò a fantasticare su come sarebbe cambiata la vita a palazzo dopo che quelle gemme azzurre avessero ripreso la loro vitalità.
Automaticamente, lasciò andare la mano per potersi impossessare di una ciocca del medesimo colore di quegli occhi di cui non riusciva a togliersi dalla mente. Erano ben impressi dentro di lui.

Perché si sentiva così? Così bene eppure così preoccupato.
Neanche la conosceva! Magari era divinamente fantastica fuori e marcia dentro, oppure il suo animo gentile si rifletteva anche in quel che faceva... per questo è così bella. Un angelo, perché lui era un angelo, che prova delle strane e benevoli sensazioni per un essere umano.
E se tutto ciò fosse sbagliato? Non gli interessava. Desiderava ardentemente in suo risveglio. Solo questo chiedeva.

Aspetta, aspetta, aspetta. E se poi volesse tornare da quell'umano con la maglia numero dieci? O da quell'altro con quei curiosi occhiali? No, no. Adesso lei apparteneva a questo posto, Sein lo sapeva, o meglio... ne era convinto. Lo dava già per scontato senza sapere i pensieri della giovane che continuava a prolungare il suo riposo in una stanza tanto spoglia, priva di un qualsiasi colore che potesse tenere testa alla sua eleganza.
Ahi, ahi, Sein! Sei messo proprio male se adesso ti preoccupi pure di piccoli dettagli che prima neanche notavi.
"O-O-Oni...chan."
Un flebile mormorio lo aveva riportato a quel ciuffetto di capelli che insisteva a tenere tra le sue dita.
Molto lentamente, portò i suoi occhi verdi in quelli blu di lei mentre Armaros continuava a chiamarlo, felice.
"Haruna... ti sei svegliata, finalmente." continuava a guardarla, incredulo, mentre delle lacrime prepotenti volevano inondare le sue iridi.
"Cos... Dove sono?" chiese portandosi su con le spalle, appoggiandosi con molta cura nella ringhiera in legno del letto, scoprendo così parte del suo incarnato.
"Ecco.. sei dentro il giardino dell'Eden, ti ho salvata un istante prima che ti trasformassi in cenere." le disse dopo un attimo di esitazione. Cosa ci poteva fare se si era perso nell'ammirare il colorito della sua carnagione che si confondeva con il colorito dell'abito che stava indossando? Era troppo bella.
"Il fratellone e Shuu sanno che sto bene, vero?"
Come dentro di sé aveva già immaginato, tutta la sua preoccupazione era rivolta per quelle due persone.
"No. - le rispose con un tono secco pentendosene subito dopo - Loro non lo sanno.. Cioè... loro sono convinti che-
"Sono morta?" concluse lei per lui, interrompendolo.
"Esattamente." ammise, con un velo di rammarico negli occhi.
"Non posso tornare da loro, vero?" era una domanda retorica, quella?
"Certo che puoi!"
Sein che stai dicendo?
"C'è un modo per tornare da loro."
Fermati Sein. Vuoi perderla?
"Solo che... ecco, devi avere molto autocontrollo."
Basta così, Sein. Hai già detto troppo.
"Sono disposta a tutto pur di tornare dai miei amici."
Occhi decisi.
Un intenso mare in tempesta tenuto a bada in un paio di occhi fermi e coraggiosi.
Come poteva spegnerli?
Chi era lui per impedirle di tornare dove sapeva che l'attendeva la sua felicità?
Nessuno. È per questo che non voleva ascoltare le fitte che gli stava mandando il suo cuore, perché voleva vederla felice!
Assurdo.
Mai si sarebbe aspettato di assumere questo atteggiamento nei confronti di una misera umana.
No, lei non era "misera". Lei era lei.

"Sein, è passata una settimana. Tre da quando Himoe mi ha dato questo nuovo aspetto."
Ed ancora non si era abituata.
L'incantesimo pronunciato da quella ragazza con dei fluenti capelli biondo platino, era in una lingua antica. Avrebbe azzardato con il latino, ma chi può dirlo dato che lo aveva studiato solo un paio di volte con la sua madre adottiva.
Giusto, la sua famiglia adottiva! Che anche loro pensassero che Haruna fosse morta?
Era giusto tutto quello che stava facendo?
"Haruna...- la chiamò dirigendosi verso di lei - Queste, sono le chiavi del tuo nuovo appartamento." concluse, porgendole una chiave d'acciaio. Non aveva appena finito di parlare al plurale? Dov'erano le altre?
"Devo sapere altro?"
"Solamente che nessuno deve sapere la tua nuova identità e che non devi assolutamente, assolutamente dire "Onii-chan"." le spiegò.
"Okay, qualcos'altro che non so già?" quante volte glielo aveva ripetuto?
"Haruna... - chiamò il suo nome abbattuto - Se pronuncerai quella parola, l'incantesimo svanirà."
"Me lo hai già detto."
"Devi stare molto attenta! Guarda che la tentazione di pronunciarla sarà molto forte non appena ritornerai in quel mondo! Non potrò più agire, una volta che l'incantesimo sarà spezzato! Non potrò venire in tuo soccorso!"
"Sain, ho capito!"
La guardò con occhi malinconici.
Tutto quello che poteva fare per lei, lo aveva fatto.
Con un gesto, fece apparire dinnanzi a loro un portale.
"Ti condurrà nella tua nuova casa." si affrettò a dire.
La blu sorrise per poi avviarsi dolcemente verso quel giovane che le aveva dato una seconda opportunità, e poggiare affettuosamente le sue labbra nella candida guancia destra di lui.
Era un segno di ringraziamento.
Si avviò verso quell'immensa luce bianca.
"Haruna!"
Lei si voltò, sorridendogli.
"Armaros si è già messo in contatto con il tuo allenatore."
"Come ha fatto?" un pizzico di stupore.
"Segreto professionale!" e le fece l'occhiolino.
Sorrise ancora una volta.
"Da adesso, per loro sarai Himeko Scars."
"Eh già..." sospirò.
Si immerse per un'ultima volta in quegli occhi smeraldini per poi scomparire.
Sein rise. E permise ad una lacrima solitaria di rigargli il volto.
Spalancò le ali ed iniziò un volo che lo avrebbe condotto in una delle tante stanze remote presenti in quel triste palazzo.

Himeko si ritrovò in una stanza dove il colore delle pareti veniva messo in luce dal colorito dei mobili e da un letto posto sotto una finestra con le tende viola, che si trovava nella parte sinistra della camera.
La prima cosa che fece, fu quella di aprire le ante dell'armadio per rimanere scioccata dalla raffica di vestiti che si stavano presentando sotto i suoi occhi.
Passò ad esaminare la scrivania, messa nella parete opposta al letto, e vi notò una piccola busta con dentro del denaro, sufficiente per poter arrivare tranquillamente a fine giornata per i prossimi mesi.
Sorrise malinconicamente.
Sein aveva pensato proprio a tutto.
Era davvero un bravo ragazzo.
Quel suo sorriso si spense quando notò la sua immagine riflessa in uno specchio, ornato con dei piccoli disegni barocchi ai bordi, appeso sopra quel piccolo e modesto scrittoio.
Come se fosse un gesto involontario, portò le sue mani al viso.
Delle lacrime iniziarono a trapelare da delle pupille ametista, un colore completamente diverso da quello di Haruna. Solcarono quella carnagione leggermente olivastra; le sue unghia erano nere. Lei non amava il nero, i suoi capelli le arrivavano in vita ed avevano assunto un colore così vermiglio!
In quel momento realizzò che sia la sua corporatura che la sua altezza, erano variati di poco. E questo le poteva anche andare bene, ma non era lei!
Anche la sua voce.... anche la sua voce era cambiata. Era più profonda, più dura.. forse, più matura.
E già.. in fin dei conti, non era più Haruna Otonashi.
Era Himeko Scars.
Una ragazza con origini, in parte, americane.
Con un carattere stronzo, strafottente e pieno, pieno di dolore.
Questa era la nuova realtà dei fatti e doveva esserne grata perché avrebbe potuto rivedere la sua migliore amica, il suo ragazzo e suo fratello. Yuuto... quanto gli mancava.
Domani, sarebbe andata a parlare con l'allenatore Kudou.
Si gettò di peso sul letto e stanca, si addormentò.
Chissà cosa sarebbe successo da lì in poi.






 

*Angolo delle arance*

Eeeee....sono tornata, in ritardo di tre anni, ma sono tornata.
Mi scuso ancora!
*Va a nascondersi sotto le coperte*
So che è passato davvero tanto tempo, ma diciamo che ho passato un periodo che non so come descrivere. Poi, dopo un anno di assenza, ho scoperto Wattpad e solo l'estate scorsa ho incominciato a scrivere anche lì. E sapete, cosa? Ho capito quanto la scrittura mi faccia sentire viva!
Ora, so che mi sono arrugginita e non lo dico tanto per, ma spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto!
Allora, allora, allora.
Finalmente abbiamo scoperto quello che ha passato la piccola Otonashi. Soddisfatti? O rimborsati.
Dico, vi è piaciuta questa "risposta" alla più grande-? domanda che gira intorno a questa storia?
Kyaa, sono contenta di aver finalmente aggiornato!
Un ringraziamento enorme, va a tutti coloro che hanno letto fino a qui e che hanno aspettato tanto, ma davvero tanto!
Un beso,
Arianne.

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