Al Dievel

di Sylvie91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Il suo sguardo azzurro studia attentamente le sue vecchie armi, le ha sempre tenute nascoste dopo i diversi anni di pace che ha passato tra le Montagne del più profondo ovest; anche se la tentazione di prenderle e usarle qualche volta è stata forte.
La sua vecchia e pesante ascia ha ancora l’impugnatura scura e rovinata dagli infiniti allenamenti a cui si è sottoposta per diventare la guerriera, che ha sempre desiderato d'essere; anche la sua spada era leggermente smussata quando l’ha tolta dal nascondiglio, ma l’ha già riaffilata.
Sbuffa leggermente appoggiando le sue ultime armi sul tavolo e decidendo che ora è pronta a partire; deve anche muoversi velocemente durante la notte, dato che ha intenzione di raggiungere quanto prima la compagnia partita qualche giorno fa.
Partita senza darle uno straccio di preavviso, lasciandola con solo un bigliettino di addio in caso di morte.
Al solo pensiero tirerebbe per bene le orecchie di ogni singolo componente della compagnia, facendolo pentire di quello scherzo meschino; ovviamente aveva capito che qualcosa stava bollendo in pentola, bastava vedere l’entusiasmo mal contenuto dei suoi figli prima di scomparire.
Ecco loro sì che meriterebbero una bella punizione: dovrebbero spolverare casa per almeno un mese.
Si siede stanca in cucina davanti al tavolo, che fino a poco tempo fa accoglieva solo i suoi piatti saporiti e adorati dai figli e dai fratelli, ma che ora concentra un arsenale pronto per la battaglia: l’ascia da mettere dietro la schiena, la corta spada leggera e i piccoli pugnali da infilare nella cinta.
Sbuffa passando una mano tra i capelli mori e prendendo una mappa per studiare quale strada percorrere per essere il più veloce possibile, il suo vantaggio è appunto quello di saper leggere le mappe meglio di quel cretino di suo fratello.
Sa dove deve andare.
Fortunatamente i suoi figli non sanno parlare ad un volume basso e scoprire il primo punto di ritrovo è stato davvero troppo semplice; oltre al fatto che ricorda, come se fosse stato ieri, quando con le poche carovane che avevano hanno attraversato quel villaggio.
Sono passati invece troppi anni da allora, e in quel periodo credeva che le sciagure non avrebbero più colpito la sua famiglia; ovviamente si sbagliava di grosso, le disgrazie sono continuate a fioccare contro di lei e il suo sangue con davvero poche soste.
Una grossa lacrima scende a bagnarle il volto corrucciato, perdendosi poi nella sua barba scura e curata, fino a bagnare la mappa dove il suo percorso è segnato con una linea rossa; con stizza si asciuga il viso rimproverandosi che non è affatto ora di piangere, ma si deve muovere se vuole salvare il resto della sua famiglia.
Ormai non tornerà indietro e non ci sarà nessuno che potrà mai fermarla; la sua amica dai ricci capelli rossi ha cercato di bloccarla cercando di farle capire l’assurdità del suo viaggio, che probabilmente si sta mettendo in pericolo per niente, che potrebbe non tornare.
Tuttavia a lei non interessa tornare, a lei interessa salvare o almeno tentare di salvare.
Si alza di scatto dalla sedia facendola cadere con un tonfo sordo e inizia piano a sistemarsi i lunghi capelli in una comoda treccia, togliendo le perle o i fermagli che indicano il suo stato di sociale per non essere riconosciuta da terzi.
Lentamente fissa la ascia sulla schiena, come le è stato insegnato da quando era piccola, così come con la spada e i piccoli pugnali nella cinta; va verso l’uscita della sua casa non guardandosi indietro e raccogliendo da terra uno zaino, che aveva già equipaggiato precedentemente con cibo e farmaci, oltre a coperte.
Chiude la porta con un sospiro non sapendo se ritornerà mai indietro, dirigendosi verso la stalla.
Il sole che timidamente si fa notare dalle colline con i suoi raggi caldi e gialli, fa presumere che sarà una bella giornata per viaggiare; lei respira piano volendo godere dell’aria fresca che le riempie i polmoni e il naso dei profumi primaverili.
Avvicinandosi alla stalla guarda un attimo dietro di sé, vedendo il suo villaggio che pian piano si sveglia dal torpore e già una fragranza di pane appena cotto si disperde nell’aria; facendola, per colpa della sua golosità, barcollare nell’intento di iniziare il viaggio.
Il nitrito forte del suo pony la distrae, togliendo ogni ripensamento su quello che sta facendo e che non dovrebbe fare.
Accarezza delicatamente il suo animale dal vello nero e morbido, zittendo i suoi piccoli nitriti con una zolletta di zucchero presa da casa; sempre piano e attenta ad ogni rumore, che potrebbe insospettire lo stalliere che abita poco distante, la guerriera sella il proprio pony e sale con un sospiro.
Le è sempre piaciuto cavalcare, anche se sua madre più di una volta l’ha sgridata per questa sua passione ritenendola non confacente al suo rango; secondo sua madre avrebbe dovuto imparare a cucire o a ballare o a fare la civetta con i nobili.
Sorride triste al pensiero di sua madre che sicuramente la starà maledicendo per la sua testardaggine e intraprendenza, che sicuramente le avrebbe fatto un sermone senza fine vedendola così armata, ritenendola poco femminile.
Una risata allegra ferma la sua marcia davanti a un bivio, incontrando lo sguardo allegro di un giovane nano che conosce fin troppo bene, i suoi occhi scuri sorridenti la studiano da capo a piedi mentre tiene fermo il suo pony per le redini.
Anche lui è armato, con il suo arco e le sue frecce nere e inoltre ha legate alla vita un paio di spade una più corta dell’altra; le sorride maliziosamente tirandosi poi una piccola treccia scura come se stesse cercando un pensiero appena perso.
-Ti togli?- domanda la guerriera, non scendendo dal suo destriero.
-No.- ride lui; risata che lo rende ancora più gioviale e  distende le cicatrici che dividono il suo bel viso come se fossero una croce, segno di un duro passato difficilmente dimenticato.
-Come hai fatto a sapere della mia partenza?- interroga nuovamente, sempre scocciata da questa interruzione non voluta.
-Sai, era da tempo che non vedevo una delle tue armi alla fornace, sorellina.- continua lui senza accennare a spostarsi e grattandosi la barba nera con non curanza, chiudendo appena gli occhi per poi riaprirli come fanali neri su di lei –Non è stato difficile capirlo.-
-Bene, dato che lo sai togliti… non mi fermerai!- esclama la guerriera.
-So bene che non ti fermerò.- le sorride il nano –E proprio per questo verrò con te, Dis.-




Ciao!!! Come state?
Sono tornata con una nuova storia, oddio questa non è originale come la precedente intendo “Mahal, save the queen”; ma comunque cercherò di cambiare qualcosina, cosa che ho già fatto in questo piccolo primo capitolo!
Cosa dicevo nell’ultima storia? Che non mi sarei messa a fare long e che non avrebbero riguardato i nani… ovviamente essendo me faccio tutto l’inverso xD Spero che non spiaccia!
Insomma vediamo cosa combino! Il raiting potrebbe variare più avanti, ho in mente qualche capitolo ma niente di preciso… come al solito!
Ringrazio chi perderà un po’ di tempo a leggere, chi avrà il buon cuore di recensire e chi vorrà seguirmi in questa avventura (?) piccola o grande che sia!
Il titolo per chi se lo chiede è modenese vorrebbe dire “al diavolo” ed è anche un titolo di una canzone molto bella, che parla di resistenza : )
Grazie sempre e comunque!
A presto
Bisous
Syl
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Si può ben dire che Frerin sa come ottenere ciò che vuole, nel bene e nel male ha sempre avuto una certa influenza sui suoi fratelli sin da quando erano piccoli; sicuramente né Dis né Thorin non negano l’innata furbizia di Frerin.
Furbizia a cui Frerin deve la pelle.
Dis lo guarda cavalcare piano, davanti a lei, sul sentierino di ghiaia che passa vicino al bosco, sospira pensando che è stato davvero poco intelligente dare alla fornace le sue vecchie armi; Frerin non doveva venire con lei, doveva rimanere nel villaggio e guidarlo come avrebbe fatto Thorin.
Lo sente fischiare allegro seguendo con la testa il volo dei primi uccellini primaverili, e Dis non può non sorridere al pensiero che il tempo non sembra aver scalfito Frerin: è rimasto, nella superficie, il nano allegro e sorridente di sempre anche dopo le diverse disavventure passate.
-Sorellina, che cosa ti turba? Sei stranamente silenziosa.- rompe il silenzio il nano, girandosi appena con la testa, ma non guardando direttamente la nana dietro di lui.
-Dovevi rimanere al villaggio.- sentenzia secca Dis, spronando il proprio destriero per affiancarsi al pony del fratello.
-E perdermi te che massacri Thorin, per averti preso da sotto il naso Fili e Kili?- ridacchia il nano per poi incontrare lo sguardo azzurro e corrucciato di Dis –Giammai!- esclama ridendo.
-Io non massacrerò proprio nessuno! Sono una principessa e mi comporterò da tale.- brontola Dis, drizzandosi con le spalle e mettendosi il più composta possibile sulla sella; mentre Frerin ride divertito –Dis, Dis. Se tu sei una principessa; io sono un orco.-
La nana sbuffa irritata aumentando il trotto per distanziare Frerin che preso alla sprovvista sprona anche il suo pony, non avendo alcuna intenzione di farsi distanziare da sua sorella; alla fine è stato proprio un colpo di fortuna venir a sapere della sua imminente partenza e piuttosto di farla viaggiare da sola la legherebbe contro un albero.
In effetti quest’ultima sarebbe una cosa divertente da provare soprattutto per vedere la reazione, se non fosse ancora più esilarante il futuro scontro con Thorin; sarà proprio da mettersi seduti mangiando qualcosa mentre ci si gode lo spettacolo.
Anche se probabilmente sarà messo in mezzo anche lui nella discussione; Thorin è stato lapidario a prendere le varie decisioni inerenti al viaggio e lo ha escluso senza neanche pensarci sopra due volte, può comprendere che lo ha fatto solo per proteggerlo, ma comunque non dovrebbe essere lui a prendere questo tipo di decisioni.
Erebor è anche la sua casa, anzi lo è molto di più rispetto ai suoi nipoti e sarebbe stato meglio tenere a casa quei due scalmanati, invece che lui e la sorella essendo guerrieri più esperti; ma come ogni Durin anche i due giovani hanno manifestato una testardaggine pari a quella di un ariete.
Tuttavia Frerin sa bene che Thorin non avrebbe mai voluto la presenza dei nipoti in un viaggio così pericoloso; ma l’insistenza di Fili e Kili l’hanno convinto dopo mesi di preghiere e suppliche, e adesso il suo fratellone starà sicuramente pregando Mahal nella speranza che i due non combinino troppi guai.
-Andiamo per il bosco.- lo avvisa Dis, cominciando a prendere la strada che entra nella foresta sempre piuttosto rigogliosa, anche durante i mesi invernali, e fitta.
-Io continuerei a costeggiarlo; la strada è più lunga, però è anche quella più sicura.- afferma Frerin cercando di convincere la sorella.
-Dobbiamo arrivare al luogo di incontro il prima possibile, voglio riportare indietro Fili e Kili.- ribatte Dis, ferma sul punto, non avendo alcuna intenzione di perdere tempo.
-Il bosco è pericoloso, lo sai bene! Vieti questa strada ai tuoi figli e ora la vorresti prendere!- esclama il nano cercando di far ragionare la sorella che per tutta risposta volta il destriero verso l’interno della foresta.
Frerin la guarda allontanarsi, sbuffa pregando Mahal di donargli davvero tanto pazienza prima di abbandonare il sentiero sicuro e seguirla all’interno del bosco, con la netta sensazione che questa rotta non li porterà a nulla di buono.
 
-Preso!- esclama Bofur tirando su la sua lenza facendo così guizzare fuori dall’acqua un gran bel pesce rosso, per la gioia di tutti gli altri compagni di viaggio –E con questo sono in vantaggio su di te di cinque pesci, Nori!- gongola il giocattolaio, mentre il ladro guarda tristemente la sua lenza che si muove tenuamente per via della corrente.
-Tutta fortuna…- brontola sottovoce Nori piuttosto seccato, non essendo propriamente abituato a perdere.
-Dì la verità, non sai vincere senza imbrogliare!- stuzzica Bofur, mettendo nella cesta il pesce e distendendosi nuovamente sulla riva in attesa di un ulteriore preda.
-Non è vero… è solo che ti voglio lasciare un po’ di vantaggio iniziale!- continua Nori, continuando a guardare la sua immobile canna da pesca, mentre Bofur ridacchia divertito calando il suo capello sugli occhi e facendosi riscaldare dal sole primaverile.
-Che ne dici di fare una scommessa?- chiede Nori, volendo rendere più interessante la loro gara fin troppo noiosa e silenziosa.
-Sì, scommetto che non riesci a non parlare per più di dieci minuti.- ride Bofur –Ci credo che non prendi un pesce, sei silenzioso quanto una volpe nel recinto delle galline.-
Nori sbuffa, per poi impostare il suo solito sorriso malizioso –Pensavo di scommettere altro… tipo quanti balzi farà il sasso che lancerò in fiume.-
Bofur lo guarda un attimo da sotto il cappello non togliendo quell’aria sorridente e serena –La tua è una strana scommessa, difficilmente riusciresti ad imbrogliare in questo caso.- dichiara, guardando l’amico che già comincia a selezionare i vari sassi piatti da lanciare.
-Quanta poca fiducia che hai nel tuo vecchio compagno di scorribande…- sussurra Nori.
-Ci tengo a far notare che le scorribande erano più una tua iniziativa che mia.- ride Bofur per poi chiedere –Cosa vuoi scommettere?-
-I pesci che hai preso! Il sasso deve fare cinque salti, che ne dici?- ridacchia Nori trovando un sassolino scuro e adatto alle sue esigenze, mentre Bofur guarda un attimo la sua cesta piena di bei pesci da consegnare a Bombur per il pranzo –E se vinco io?- chiede il giocattolaio risedendosi e sistemandosi nuovamente il sempreterno cappello.
-Mmm… ti aiuterò a trovare la legna giusta per i tuoi giocattoli quando saremo ad Erebor.- afferma Nori, mentre Bofur lo guarda divertito –Faccio in tempo a dimenticare la scommessa una volta arrivati… che ne dici di fare l’assistente a Bombur quando cucina al posto mio e di Bifur?-
Nori ci pensa un attimo, sapendo che Bombur è piuttosto irascibile quando si tratta di cibo e potrebbe rischiare di venir schiacciato se scambia un’erba per un'altra; tuttavia non può fare a meno di rischiare anche in questo caso.
-Va bene! Pronto a perdere?- chiede il ladro preparandosi al lancio.
-Non cantare vittoria troppo presto Nori.- afferma Bofur togliendo le due canne da pesca dal fiume in modo da lasciare campo libero al compagno.
Nori si avvicina piano al fiume, ormai sono da un paio di giorni che lui e Bofur non fanno altro che inventarsi scommesse per passare il tempo; sono partiti assieme a Dori, Ori, Bifur e Bombur ma per il momento il viaggio è stato così tranquillo da sembrare noioso.
Fa per lanciare il sassolino quando Nori viene distratto da una vocetta acuta che fa scivolare il sasso dalle mani direttamente in acqua, entrambi i nani si girano guardando dietro di loro e vedono Ori leggermente intimidito, con sempre in mano il suo quaderno.
-Ori, spero che sia importante… ho appena perso una scommessa.- borbotta Nori, incrociando le braccia mentre Bofur ridacchia tranquillo –Dai Ori, dicci tutto.-
-D-Dori, ha detto che dobbiamo partire ora!- afferma il giovane nano –Siamo in ritardo nella tabella di marcia.-
-Come in ritardo? Non dovevamo trovarci dopodomani dallo scassinatore?- chiede Bofur confuso.
-Eh… no, dobbiamo essere lì per domani sera.-
 
Dwalin guarda l’ultima lettera ricevuta, è da quasi un anno che la legge e la rilegge cercando di trovare il modo di come rispondere; sa che avrebbe dovuto risponderle subito, tuttavia ogni volta che ha provato a buttare nero su bianco qualcosa si è sentito immensamente ridicolo.
Ormai lei avrà perso ogni speranza di ottenere una risposta per la lettera, come anche di rivederlo presto al villaggio dato che è da anni che ritorna solo per pochi giorni evitandola accuratamente arrivando all’alba e partendo la notte senza che nessuno se ne accorga, limitandosi semplicemente a sospirare quando passa davanti alla sua casa.
Il guerriero mangia silenzioso il suo grezzo pasto, sperando l’indomani di trovare una cucina capiente presso questo scassinatore di cui gli ha parlato Thorin per lettera; personalmente non gli va a genio che degli estranei entrino a far parte della compagnia per liberare Erebor, si tratta di affari che riguardano i nani e non vede alcuna necessità di coinvolgere tal mezz’uomo.
Tuttavia lo stregone ha garantito che quello hobbit avrebbe fatto la differenza e di certo lui, come semplice guerriero, non si mette a discutere; anche se i dubbi sono piuttosto leciti, ma sarà il tempo a dargli o meno ragione.
Dwalin guarda un attimo il fuoco davanti a sé, le fiamme vive e vivaci che si rincorrono per andare sempre più in alto, rompendo il cielo scuro con una linea di fumo grigia; per quanto utile il fuoco non gli è mai piaciuto, non che sia un amante dell’acqua, ma l’odore di legna bruciata gli ricorda sempre la morte di suo padre.
Si ricorda ancora quelle palafitte di legno disseminate sul campo di battaglia, ben distanziate l’una dalle altre, dove diversi corpi di valorosi guerrieri bruciavano e su una di questa pira ha visto il volto di suo padre venire lentamente mangiato dalle fiamme.
Sorride tristemente buttando un altro legno nel fuoco: forse anche lui morirà così.



Ciao : )
Rieccomi! Non prometto che le prossime volte io sia così veloce, siete stati fortunati che la voglia di studiare latita per il momento!
Allora il capitolo è tranquillo, niente di che, solo uno di passaggio dove non succede molto ma si lanciano dei sassi ecco per quanto riguarda il passato dei nani etc.
Vi ringrazio per aver letto! Ringrazio Leila 91, ThorinOakenshield e Tielyannawen per aver recensito :3 un altro ringraziamento in particolare a Benni che ha aggiunto la storia tra le seguite!
Spero a presto (?), fatemi sentire ciò che ne pensate ;)
Bisous
Syl
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Il sentiero all’interno del bosco è molto stretto, tanto che Dis e Frerin sono costretti a continuare il percorso l’uno dietro l’altra; il terriccio è umido data la difficoltà del sole di superare la folta e alta vegetazione, e le radici invadenti sembrano prendere di sorpresa i pony che, per poco, non incespicano sul sentiero.
Il rumore ritmato degli zoccoli viene ammorbidito dal terreno molle, tuttavia questo è comunque sostituito dal fischiare del vento serale sulle fronde più alte degli alberi che si muovono armoniosamente in una danza priva di musica.
Frerin si abbassa evitando un ramo che era al livello della sua testa, guarda un attimo sua sorella, davanti a lui, dritta come un fuso mentre continua la marcia senza far vedere alcuna debolezza; invece lui sente già le sue gambe intorpidirsi e le pancia brontolare per il misero pasto consumato velocemente a pranzo.
-Dis, che ne dici di fermarci a che ne so… mangiare, forse?- domanda ironico Frerin, massaggiandosi la pancia e sorridendo sentendo sua sorella sbuffare alzando le spalle come è solita fare.
-Dovremmo essere già fuori dalla foresta a quest’ora.- ribatte Dis seria, senza girarsi verso il fratello.
-Beh anche se ci riposiamo un paio di ore, non dovremo essere molto lontano dal sentiero principale che porta al villaggio hobbit.- ribatte tranquillo Frerin aumentando il passo, in modo da poter asfissiare meglio la sorella, finchè non deciderà di fermarsi solo per farlo tacere.
-La compagnia si incontra dopo domani con lo hobbit e ci voglio essere anch’io!- obietta la nana – Devo recuperare i miei figli e portarli a casa tirandogli le orecchie.-
-Non sei un poco esagerata?- chiede Frerin, cercando di zittire una risata che potrebbe maggiormente irritarla .
-No.- risponde neutra la nana, abbassandosi per schivare un ulteriore ramo.
Frerin sbuffa irritato, se c’è un modo per avere la meglio su sua sorella è far sì che sia lei a volersi fermare, cosa che per il momento sembra impossibile; tuttavia si può ben sfruttare quello che è il punto debole della nana e la sua unica paura.
-Sai cosa raccontano le vecchie storie su questa foresta?- chiede Frerin sorridendo alle spalle della sorella, sperando che il suo piano vada in porto.
-Non credo alle legende Frerin, lo sai.- sbuffa stanca la nana, dato che le piacerebbe continuare il viaggio in maniera più silenziosa e veloce; purtroppo conosce anche l’insistenza del fratello, capace di ripetere la domanda, fino ad farle venire un esaurimento, se non lo badasse.
-Anche se la leggenda parla di enormi ragni pelosi, che si cibano di animali ben più grandi delle mosche?-  chiede Frerin con noncuranza, sorridendo maliziosamente notando l’irrigidimento della nana sul pony.
-Sono sicura che ti stai inventando tutto per fare una sosta.- ribatte la nana, con la voce un pelo meno ferma e guardandosi attorno guardinga.
-No invece, sono molto serio. È stato Balin a raccontarmi questa storia e se non ti fidi di me, puoi sempre chiedere a lui quando lo vedremo.- continua Frerin tranquillamente, sapendo di aver innestato un po’ timore nell'animo della sua indomita sorella.
-Allora chiederò a Balin se le tue parole sono veritiere.- ribatte Dis.
-Ma sei così sicura di voler continuare? Insomma sono animali notturni e la luna dovrebbe essere già alta in cielo, potrebbero prenderci di sorpresa.- afferma il nano sempre più compiaciuto.
-Frerin, smettila.- ordina la nana, fermando il destriero e girandosi verso il fratello visibilmente compiaciuto della sua reazione.
-Sai bene che un bel fuocherello, metterebbe in fuga tutti gli occhi che ora ci stanno guardando.- afferma il nano avvicinandosi alla sorella –Fermiamoci per questa notte e facciamo i turni di guardia, è più sicuro per entrambi.-
Dis si guarda intorno preoccupata, se una cosa non gli piace sono proprio i ragni; non che abbia paura di loro, gli fanno semplicemente venir il ribrezzo con i loro mille occhi e le lunghe zampe pelose e poi se questi insetti sono grandi come un animale di media dimensione, ciò le piace ancor meno.
Anche se dare ragione a Frerin è davvero snervante.
-Va bene, fermiamoci qui…- acconsente sospirando Dis, guardando il fratello già sceso da pony alla prima parola e intento a sgranchirsi le gambe.
-Grazie sorellina.- sorride il nano legando il suo destriero ad un ramo lì vicino –Che cosa mangiamo di buono?-
Dis scende lentamente dal suo pony, togliendogli poi la pesante sacca contenente il cibo per il viaggio –Abbiamo della carne secca e un po’ di frutta, dovremo dividere la porzione… dato che l’avevo pensata solo per me.-
-Quanto sei acida sorellina!- ridacchia Frerin cominciando ad ammassare della legna con l’intenzione di fare un bel fuoco che possa riscaldarli durante la sosta e la notte.
-Non fare un fuoco troppo grande, potremo attirare l’attenzione.- avvisa la nana al fratello, preparando un piccolo giaciglio su cui sistemarsi, alla fine deve ammettere che questa pausa ci voleva, dato che sente le gambe tremare per lo sforzo.
-Certo, non sono uno sprovveduto. Sarà sufficiente per scaldare noi e magari anche quella carne secca.- sorride il nano alzando lo sguardo verso la sorella già ben accomodata contro un albero e un po’ più serena di quando stavano cavalcando.
Mentre il nano prepara la cena Dis lo guarda con gli occhi appena socchiusi, sente una forte stanchezza tanto che potrebbe cedere al sonno a momenti; l’idea di seguire i suoi figli, la preparazione del viaggio e il pensiero di abbandonare il suo villaggio è avvenuto tutto così velocemente.
E poi Frerin: da una parte è contenta di avere la sua compagnia, sa che con lui non si annoierà e che non soffrirà tanto la solitudine in questa prima parte di avventura; tuttavia questo viaggio è troppo pericoloso per lui, dopo la battaglia di Moria si era promessa di non mettere più in pericolo suo fratello.
-Tieni Dis.- la sveglia dall’improvvisa sonnolenza Frerin allungandole della carne ben scaldata e fumante.
-Grazie.- sorride la nana, dando un morso alla povera pietanza mentre il fratello si sposta sempre più vicino al fuoco e lo guarda pensieroso –Frerin, sei ancora in tempo per tornare a casa.- sussurra Dis timidamente e arrossendo, quando Frerin si gira verso di lei sorridente –No, Dis… se lasciamo da solo Thorin chissà cosa combinerà.-
 
 È ormai da quasi sei mesi lontano dal proprio villaggio, non pensava che quell’ultimo viaggio di lavoro l’avrebbe portato così lontano da sua sorella e dai suoi nipoti; spera comunque che parte dell’introito sia arrivato a loro e che non sia stato intercettato dai soliti briganti da quattro soldi.
Thorin si distende lentamente sull’erba appena a fianco del sentiero che sta percorrendo, sarebbe più comodo entrare in una locanda per affittare una camera; però questa sera il cielo è sorprendentemente limpido.
Le stelle si vedono bene in questa notte priva di nuvole, tanto che fanno sperare in una giornata soleggiata per l’indomani; e la luna è piena e illumina placidamente tutto l’ambiente circostante.
Forse questa è la sua ultima notte di pace, sa bene che da domani la sua impresa avrà inizio e potrà uscirne da Re sotto la Montagna o ucciso da Smaug, nell’intento di liberare la sua patria.
Tira fuori dalla tasca la lettera ricevuto tempo addietro da Dàin in cui rinuncia all’impresa, in un certo senso può capire suo cugino lui è il Lord dei Colli Ferrosi e ha il compito di prendersi cura della sua gente; diversamente da lui che in questa impresa ha tutto da guadagnare e niente da perdere.
Anzi qualcosa ha da perdere.
La vita dei suoi nipoti.
Thorin sbuffa appallottolando la lettera e pensando che non aveva nessuna intenzione di portarsi dietro Fili e Kili, sa che sono degli ottimi guerrieri e che sono cresciuti sotto i suoi insegnamenti, oltre a quelli di Balin e Dwalin; ma sono giovani e sconsiderati.
E se succede qualcosa a loro, come potrà spiegarlo poi a Dis?
Sicuramente lei non gli rivolgerebbe più la parola e non le darebbe nemmeno torto in fin dei conti.
Tuttavia ha la strana sensazione che questa volta è quella buona, contrariamente al tentativo fallito di suo padre; probabilmente è la presenza di Gandalf che lo rassicura o comunque un poco lo rincuora per la riuscita della missione.
Al contrario la presenza di quel mezz’uomo è tutt'altro che rassicurante; ha visto gli appartenenti a quella razza e sono tutti molli, flaccidi, anonimi e pigri a giudicare le loro abbondanti pance, che non sembrano aver mai provato la fame.
Sente anche una forte invidia per quelle dimore tutte ben curate e costruite nelle colline, pulite e linde; un posto che si può definire veramente come casa, dove sei sicuro di trovare il fuoco caldo e la dispensa piena, senza pensare a come razionare il cibo o il denaro del mese.
Probabilmente è meglio che quel scassinatore non venga e quasi spera in un suo rifiuto.
 
Dei lievi rumori fanno sobbalzare Frerin che si era appena appisolato sulla spalla della sorella ancora dormiente, si passa stanco una mano sul volto e si alza cercando di non svegliare la propria compagna di viaggio.
Con un ramo un po’ più robusto smuove le braci che si nascondo appena sotto la cenere, mentre dietro di lui i rumori continuano e sembrano quasi più vicini rispetto a prima; Frerin sbuffa seccato essendo certo che sia solo qualche animale notturno di poca importanza.
Tuttavia quando anche i pony iniziano a nitrire, Frerin si volta agitato verso l’interno della foresta dove lo scricchiolio del legno sembra essere più forte; per precauzione prende l’arco e libera sia il suo pony che quello della sorella, in modo che possano scappare in caso di pericolo.
Frerin sistema una freccia man mano che si muove lentamente e silenziosamente, guardandosi attorno guardingo; se fosse un animale grosso allora sarebbe meglio scappare, che affrontarlo a viso aperto.
Appena supera un cespuglio vede da dove provengono i rumori e nota un piccolo coniglio che salta veloce dentro la tana, Frerin sorride sollevato pensando che ora potrà tornare a dormire un po’ più sereno; ma appena volta le spalle un grugnito pesante e roco lo fa voltare e incontrare lo sguardo vermiglio di un grosso cinghiale che non sembra avere buone intenzioni.
Il nano torna indietro senza voltare le spalle all’animale e mettendosi nuovamente sulle spalle l’arco in modo da non allarmare l’animale, il quale continua a grugnire senza staccargli gli occhi.
-Dis, Dis…- bisbiglia Frerin cercando di svegliare la sorella ancora ben assopita contro il tronco.
-No… amad.- sussurra la nana, grattandosi la punta del naso e voltandosi, Frerin per tutta risposta le dà un lieve calcio sugli stinchi che la fa sobbalzare –Ma cosa?!- esclama lei confusa tirata su da terra dal nano che si para tra lei e l’animale.
-Dis, quando ti dico di scappare… scappa.- le ordina Frerin seriamente.
-Non capisco… cosa sta succedendo?- chiede Dis cercando di guardare oltre la schiena del fratello senza risultati.
-C’è un cinghiale molto grosso che non sembra amichevole.- la informa il nano –Conviene scappare con un animale del genere, ho già liberato i pony.-
Un grugnito forte avverte entrambi dell’arrivo dell’animale nello spiazzo che avevano preparato per la notte; Frerin piano si avvicina abbassando lo sguardo contro quello dell’animale, finchè non arriva vicino alle ceneri ancora calde e con un calcio le scaglia contro il cinghiale che comincia a guaire, mentre i pony spaventati si inoltrano nella foresta.
Frerin prende per mano Dis e comincia a correre dalla parte inversa dei loro destrieri sperando di ritrovarli fuori dal sentiero, dopotutto sono animali addestrati a ritrovare la strada di casa; tira la sorella in una lunga discesa avvertendola dei vari ostacoli e radici.
-Frerin! Dove stiamo andando?- chiede Dis confusa e ancora un poco spaventata.
-Verso il fiume! Sperando che non sia in piena!- esclama Frerin abbassandosi per l’ennesima volta per evitare un grosso ramo.
-Non potremo arrampicarci?- chiede Dis guardando gli alti alberi.
-Giusto.- afferma il nano fermandosi di colpo e girandosi verso la nana e alzandola verso il ramo più vicino, intanto un frastuono di rami calpestati mischiato a grugniti irati li raggiungono e solo per una manciata di secondi Frerin riesce a saltare su un ramo, evitando di venir investito dall’animale.
I due nani si arrampicano sempre più in alto, mentre il cinghiale comincia a prendere a testate il tronco facendo tremare i rami sotto le loro mani e piedi.
Quando sono arrivati a una misura di sicurezza Dis tira un sospiro di sollievo appoggiandosi al tronco, mentre Frerin guarda verso il basso, dove il cinghiale non sembra essersi calmato; prende una freccia sistemandola sull’arco per poi scagliarla velocemente, mancando l’animale.
Dis guarda il fratello che mira la sua preda ancora viva –Frerin… hai perso ancora vista?- domanda sottovoce la nana avvicinandosi verso di lui preoccupata.
Frerin brontola qualcosa e scocca un’altra freccia che contrariamente alla prima va a segno.



Ciao bella gente : )
Allora per prima cosa vi ringrazio tantissimo per il numero di lettori, soprattutto perché si tratta di una storia trita e ritrita ^^”
Come avevo preannunciato difficilmente sarà sempre puntuale nell’aggiornamento e nelle risposte ai commenti, vi prego sempre di avere tanta pazienza con me! Ringrazio sempre chi legge, segue, recensisce! :*
Un ringraziamento speciale a Tielyannawen che ha inserito la storia tra le seguite :*
A presto bisous
Syl
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Il fuoco scoppietta davanti agli occhi di Thorin, il suo profilo affilato e concentrato viene in parte illuminato da quelle fiamme così allegre e calde; fiamme che in questa strana casa sembrano portare solo calore e luce, quando lui può sentire ancora il dolore delle bruciature sulle braccia quando ha cercato di affrontare il drago.
Drago che gli ha sottratto la propria casa e tutto ciò che all’epoca aveva più caro al mondo, ricorda la solida roccia tremare sotto i suoi piedi e le urla delle donne, i pianti dei bambini, le preghiere dei soldati che quasi chiedevano una morte più veloce.
Presto saranno a casa e nessuno potrà fermare lui e la sua compagnia, anche se dodici nani e uno stregone è una squadra piccola, come Balin gli ha fatto notare poco prima; tuttavia ha piena fiducia di quei pochi che hanno risposto alla sua chiamata.
Conosce la loro storia e il loro passato, sa che può affidare la sua vita a loro senza alcun minimo dubbio.
Un brontolio lo distrae verso un angolo di quella grande e ben arredata stanza, dove il piccolo hobbit si è appena girato nel sonno scaldato appena da una piccola coperta che riesce appena a coprirlo.
Come aveva sospettato, prima ancora d’incontrarlo, quello hobbit non ha alcuna possibilità di sopravvivere alla loro avventura; probabilmente non accetterà e trova che Bofur sia stato fin troppo gentile a lasciargli il contratto sul camino ben piegato e visibile.
È troppo abituato alle sue comodità per mollare tutto e seguirli per le Terre Selvagge, dopotutto non avrebbe neanche senso la sua presenza in una compagnia di nani,  cosa vuoi che interessi a un mezz’uomo la conquista di una Montagna? Cosa vuoi che interessi, a lui, di Erebor, della sua casa? Niente.
Quel Baggins non parteciperà alla missione e sarà meglio per tutti, per la compagnia che avrà un peso in meno da tenere a bada e anche per lo stesso hobbit, che non sarà costretto a rischiare la vita per qualcosa di cui non sa nulla.
-Dovresti riposare.- afferma una voce bassa e ironica, che fa voltare nuovamente Thorin, facendogli distogliere lo sguardo dallo hobbit.
-Potrei dire la stessa cosa, vecchio mio.- sorride appena il moro stringendo in un forte abbraccio il suo vecchio amico di armi –E’ da un po’ che non ci si vede, Dwalin.- continua Thorin sciogliendo l’abbraccio e dando al guerriero una pacca sulla spalla.
-Solo un paio di anni, fare da guardia ai commercianti comporta lunghi viaggi, lo sai.- spiega Dwalin ricambiando la pacca.
-Lo so. Sei mancato ai ragazzi.- afferma Thorin, indicando con una mano Fili e Kili serenamente addormentati sul tappeto, come quando erano piccoli con i loro capelli che quasi si mischiano da quanto sono vicini.
Dwalin ridacchia alla scena, era da tempo che non vedeva quei due principi e in due anni sono cresciuti parecchio, anche se Kili non ha ancora una barba decente.
-Non avevo più niente da insegnarli.- ribatte Dwalin avvicinandosi a un poltrona libera, sedendoci stancamente sopra senza staccare gli occhi dai giovani principi –Sono sicuro che sono due ottimi guerrieri e magari più responsabili di quando li ho lasciati.-
-Sulla responsabilità non ci metterei la mano sul fuoco.- accenna un sorriso Thorin, sedendosi sull’altra poltrona libera con un sospiro –E proprio per questo non volevo che venissero.-
-Sono abbastanza grandi per scegliere da soli.- afferma tranquillo il guerriero appoggiando appena la testa allo schienale e socchiudendo gli occhi –Però questi hobbit, si trattano bene.-
-Fin troppo, se viene non sopravvivrà.- dichiara seriamente il moro –E’ meglio che rimanga qui. Sia per lui che per noi.-
-Non ti fidi delle parole dello stregone?- chiede Dwalin, cercando una posizione per poter dormire tranquillamente.
-Mi fido di voi, Gandalf sicuramente ha un altro motivo per aiutarci, oltre a pura beneficenza verso i nani. Altrimenti si sarebbe mosso prima.- riflette Thorin, guardando quelle piccole fiamme nel cammino spegnersi lentamente.
Dwalin sbadiglia stiracchiandosi –Comunque domani vedremo se ci sarà il quattordicesimo uomo della compagnia…-
-Non ne sarei così sicuro.- borbotta l’altro abbandonandosi a un sonno ristoratore.
 
-Un incubo, è stato solo un incubo.- sussurra Bilbo prima di aprire gli occhi, sperando di non trovare più nella sua casa quella marmaglia di nani da trattoria rozzi e invadenti, che hanno sporcato la cassapanca di sua madre oltre che rotto le tubature e fatto il disastro in cucina.
Il silenzio che regna gli fa presupporre che i suoi ospiti non voluti hanno lasciato la sua casa, a meno che non si siano tutti raccolti nella sua dispensa per la prima colazione, con le poche cose rimaste dalla sera prima.
Si guarda attorno senza alzarsi dal suo angolo e tenendo stretta la coperta contro di sé, nota sorpreso che il soggiorno è pulito e lindo come è sempre stato da quando è divenuto padrone di casa Baggins; Bilbo si alza lentamente decidendo di fare un giro di ricognizione.
-C’è nessuno?- domanda cambiando stanza e raggiungendo la cucina ordinata e pulita, tutto il contrario di come era presa poche ore fa, quando si arrese all’arrivo di quella compagnia.
Anche i corridoi sembrano stati appena tirati a lucido e puliti, ecco forse l’unica pecca è nella cristalliera dove nota la mancanza di qualche pezzo dell’argenteria di sua madre; probabilmente sarà stato quel nano dai capelli strani e castani, lo aveva visto più volte guardare con interesse le proprie posate.
Si dirige verso la dispensa, sperando quasi di trovarla di nuovo piena di salumi e formaggi; in modo da convincersi che tutta la baraonda della notte prima era solo un sogno, un maledetto incubo dovuto allo spuntino del dopo cena e all’erba pipa tagliata troppo grossolanamente.
Sospira tristemente quando la vede pulita e in ordine, ma vuota; senza neanche una crosta di formaggio per togliersi il languorino del mattino.
Ritorna sconfortato nel soggiorno e subito si siede sulla vecchia poltrona rossa di suo padre, dove spesso lo trovava a leggere il giornale della Contea con la pipa in bocca o a guardare il camino pensando a chissà che cosa.
E proprio guardando il camino Bilbo si accorge di un gran foglio più volte piegato e bloccato da uno dei suoi soprammobili, lo riconosce senza neanche sfogliarlo: è quel contratto che i nani gli hanno proposto, come se fosse cosa di tutti i giorni partire per andare ad ammazzare un drago.
Tuttavia si alza dalla poltrona e lo riprende in mano, scorrendolo velocemente con gli occhi sino all’ultima pagina dove nota la firma del capo della Compagnia; il nome di Thorin leggermente storto verso destra ma leggibile e sobrio, con poco sotto lo spazio per la sua firma.
La tentazione di accartocciare il contratto e buttarlo nel camino è davvero molto forte, in che modo potrà mai aiutare quei nani a conquistare la loro casa? Ma soprattutto perché Gandalf lo crede così fondamentale per il compimento della missione.
Quello stregone non ha mai portato nulla di buono nella Contea, a parte i fuochi di artificio che sono sempre stati un apprezzabile spettacolo nelle feste di Mezz’estate; in quelle feste da giovane si divertiva a correre in giro con una spadina di legno pronto a combattere contro i mostri più terribili, tra cui non mancava sua cugina Ofelia.
Bilbo scuote la testa, non deve pensare ai suoi sogni da ragazzo; ora lui è un hobbit adulto e rispettabile, padrone di casa Baggins come suo padre prima di lui e suo nonno. Ci deve essere sempre un Baggins a casa Baggins. Ma a che prezzo?
Il prezzo di aver accantonato il sogno di viaggiare e di conoscere, di vedere con sua madre gli elfi e le altre creature con cui condivide il mondo; il sogno di vedere la Gente Alta; il sogno di non essere solo un semplice hobbit.
No.
Lui non può abbandonare tutto quello che è stato sino adesso per andare dall’altra parte del mondo, con una compagnia di nani che sicuramente gli renderà il viaggio un inferno, senza riparo e in una terra che conosce solo attraverso le carte.
Bilbo sospira indeciso stringendo il pezzo di carta tra le sue mani, stropicciandolo appena sul bordo; chiude gli occhi e stranamente l’unica cosa che gli salta in mente in quel momento è la canzone la sera sentita origliando dall’altra stanza.
Tutte quelle parole malinconiche di chi non ha una casa; volge un attimo lo sguardo sul piccolo ritratto sorridente e vivace di sua madre, i boccoli neri che incorniciano il suo volto furbo e attento.
-Accidenti.- sospira Bilbo andando verso lo studio, prendendo velocemente la prima penna e scarabocchiando la propria firma, prima di prendere uno zaino mezzo vuoto e il vecchio bastone da passeggio correndo fuori casa, lasciando la porta di casa Baggins aperta.
 
Dis cammina veloce lungo il sentiero che dovrebbe portare verso la collina segnata dalle vecchie mappe di Fili e Kili, con Frerin che fatica a tenere il suo passo, tanto che teme di stramazzare al suolo se non fanno subito una pausa.
-Dis, ti prego siamo arrivati. Possiamo rallentare? Alla fine la riunione è sta sera. Giusto?- prega Frerin, senza ricevere risposta tranne che un grugnito seccato; per colpa di quel cinghiale hanno perso i pony e il cibo che avevano legato ad essi, oltre al fatto che hanno dovuto correre per diversi chilometri in modo da arrivare puntuali all’incontro.
-Dis, lì c’è un mercato potremo barattare la carne del cinghiale con i pony e altro cibo. Che ne dici?- continua Frerin cambiando discorso, tanto che Dis si ferma di botto e lo fissa iraconda –Prima andiamo dallo scassinatore e meglio è, poi penseremo a prendere il resto. Ricordati che è tutta colpa tua.-
-Colpa mia? Che ne sapevo io del cinghiale!- esclama il nano correndo per raggiungerla.
-Io non avrei fatto alcuna pausa.- ribatte la nana –Sarei andata avanti e sarei arrivata con un giorno di anticipo alla riunione!-
-E saresti caduta da cavallo per il sonno!- continua Frerin arrancando su quella che dovrebbe essere l’ultima salita, prima di arrivare a destinazione.
-Taci!- urla la sorella istericamente aumentando il passo, sino a fermarsi davanti ad una porta verde spalancata, con il cancello del giardinetto appena socchiuso –Dovrebbe essere questa la sua casa. Strano che sia tutto aperto.-
Frerin si ferma accanto alla sorella, guardando la strana porta rotonda piuttosto bassa anche per lui; senza dire una parola apre il cancelletto e si dirige nella casa seguito dalla sorella.
-Che strana abitazione, vero?- chiede Frerin rivolgendosi a Dis, che annuisce guardandosi attorno in cerca di segni di vita per poi chiedere –C’è qualcuno?-
Un botto da una stanza li spaventa e velocemente si muovono verso l’origine, sino ad arrivare in una grande stanza con uno scrittoio e delle mappe rovesciate per terra, le ante dei diversi armadi aperti e una strana signora dolorante seduta sul pavimento.
Dis si avvicina e le allunga una mano, ma questa si allontana come se fosse spaventata o inorridita nel vederla –Signora, ci scusiamo dell’intromissione voi siete la moglie del signor…-
-Boggins?- conclude la domanda Frerin notando l’esitazione della sorella.
-Qui non c’è alcun signor Boggins e voi sicuramente siete dei sporchi ladri!- urla con una vocetta acuta la signora –Questa è la casa di mio cugino, Bilbo Baggins ed ero venuta a trovarlo!-
-Per trovarlo aprite tutte le ante degli armadi? Non sapevo che ai mezz’uomini piacesse giocare a nascondino.- ridacchia Frerin divertito nel vedere quella strana signora assumere sfumature sempre più paonazze.
-Voi lo avete rapito! I vicini mi hanno avvisata che dei sporchi nani erano venuti a disturbarlo.- ringhia Ofelia, alzandosi in piedi e puntando il dito contro i due viaggiatori.
-Signora, voi non siete affatto gentile.- sorride Frerin, stoppando la sorella, prendendo la mano della hobbit e chinandosi per un baciamano, con tanto di occhiolino finale –Non tutti i nani sono rozzi, mi potete dire da che parte sono andati i nani secondo le voci di vicinato?-
Ofelia, sorpresa, trema dalla galanteria dimostrata dal quel strano nano –Ho sentito che si sono fermati al Drago Verde, in fondo alla vallata.- confessa con una voce più controllata e calma.
-Vi ringrazio, mia signora… scusate qual è il vostro dolce nome?- chiede Frerin con un sorriso, mentre Dis sbuffa in maniera seccata ed evidente.
-Ofelia.- risponde la hobbit con un sospiro.
-Ofelia… bellissimo nome.- continua Frerin divertito –Spero di rivedervi, presto.- sorride il nano per poi voltarsi verso Dis, che aspetta sbuffante e con le braccia incrociate –Andiamo.- borbotta lei, facendo un cenno col capo verso l’uscita.
-Certo.- afferma il nano seguendo la sorella, non senza prima strizzare l’occhio verso Ofelia che a momenti sviene a ricevere tutte quelle attenzioni; una volta fuori da casa Baggins Dis prende velocemente l’orecchio del fratello facendolo quasi urlare di dolore.
-E’ possibile che tu debba fare il buffone con ogni essere di sesso femminile?- gli domanda quasi urlando, mentre Frerin si tiene dolorante l’orecchio –Ma Dis, ha funzionato sappiamo dove andare! Basta solo prendere i pony, ora.-
-Su questo hai ragione. Su, andiamo.- borbotta nuovamente la nana incamminandosi sul sentiero che porta a valle, mentre Frerin la segue ancora dolorante per la tirata di orecchi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Bilbo sbuffa mentre cerca tra i cespugli le erbe che Bombur gli ha chiesto di trovare per la cena, il compito di per sé non gli dispiace, ma da quando è partito  da casa Baggins un forte mal di schiena lo ha colpito senza pietà, probabilmente dovuto alle diverse ore in sella.
Tuttavia non vuole lamentarsi più del dovuto, anche se la mancanza della propria casa si fa sentire giorno dopo giorno; qualche notte fa ha sognato la sua comoda poltrona e il suo studio, oltre alla dispensa nuovamente piena e non come la hanno lasciata i nani la mattina della partenza.
Sospira pesantemente chinandosi per l’ennesima volta a strappare un altro ramoscello, non sa ancora spiegarsi il perché abbia deciso di unirsi a questa compagnia; avrebbe la tentazione di tornare indietro e mandarli a quel paese all’istante, dato che ben pochi sembrano contenti della sua presenza.
Soprattutto Thorin lo tratta con una freddezza mai vista da alcuno, non che ci abbia fatto queste gran chiacchierate con il capo della spedizione; però in una settimana non c’è stata una volta che lo abbia chiamato per nome e non riesce a capire se questo è per rispetto o perché non gli interessa creare alcun legame d’amicizia con lui.
Bilbo scuote la testa decidendo di non pensarci più di tanto e di lasciar perdere per il momento, si siede su un piccolo spazio guardando la luna piena che illumina le cime degli alberi di candidi raggi; sorride quando sente un leggero venticello accarezzarlo e quasi gli ricorda la mano della madre che lo coccolava mentre si riposavano durante le loro  passeggiate nei boschi.
Al pensiero di Belladonna, Bilbo sente stringersi il cuore e gli occhi pizzicare; era da tempo che non pensava a lei e alle piccole avventure che lei inventava per farlo divertire come la ricerca degli elfi, forse sua madre sarebbe stata più adatta di lui per quest’avventura.
-Bilbo!- lo fa sobbalzare una voce squillante e perennemente allegra, allo hobbit non serve nemmeno voltarsi per riconoscere Bofur, che lo sta raggiungendo di corsa lungo il sentiero.
–Ti stavo cercando! Bombur ha bisogno delle erbe!- esclama mostrando un bel sorriso allo hobbit, che ricambia timidamente –Sì, ecco… ho trovato queste.- afferma Bilbo mostrando un cesto mezzo pieno di spezie varie.
-Ottimo, Bombur sarà entusiasta! Sei sicuramente più bravo di Nori in questo, lui non ne azzecca una di solito.- ride il nano dando una pacca sulla spalla a Bilbo che per poco non cade in avanti –Oh scusa, dimentico che non sei un nano.- si scusa subito Bofur non smettendo di sorridere.
-Beh almeno in qualcosa mi rendo utile.- borbotta Bilbo seguendo il nano verso il campo che i nani hanno preparato.
Bofur si gira verso di lui e il suo sorriso diventa quasi triste davanti allo hobbit –Non avere fretta di metterti alla prova Bilbo, le occasioni non mancheranno.- ribatte il nano, per poi continuare a percorrere la strada.
Il campo preparato dai nani si trova all’interno di una piccola incavatura nella roccia, che è stata controllata attentamente da Fili e Kili per evitare di trovare inaspettate sorprese come orsi o pipistrelli o altri esseri poco simpatici.
Il fuoco illumina e riscalda l’antro dove sono stati posti dei tronchi attorno a questo dove ci sono già un paio di nani seduti in attesa della cena, Bilbo raggiunge Bombur intento all’ennesimo assaggio della zuppa.
-Fratello basta assaggi, altrimenti non ci rimane niente!- esclama Bofur, sedendosi vicino ad Ori intento a disegnare sul taccuino, mentre Dori gli pettina i crespi capelli.
-Se non l’assaggio, non posso sapere se è perfetta.- brontola Bombur un po’ seccato aggiungendo le erbe passate da Bilbo.
-Neanche a me spiacerebbe mangiare un po’ di più, ad essere sincero.- interviene Dori tirando uno dei tanti nodi di Ori, facendogli segnare una linea dritta sul disegno rovinando lo schizzo –Dori, mi hai fatto sbagliare il ritratto.- piagnucola il giovane nano.
-Beh potresti anche pettinarti alla mattina, invece di tenerti questa sottospecie di cespuglio.- lo sgrida il maggiore, mentre Bofur lo rincuora con una mano sulla spalla –Dai Ori, non badarlo… farai un altro ritratto più bello e ricordati che alle nane piacciono di più i nani con i capelli ribelli.- scherza il giocattolaio facendolo sorridere.
-Beh allora tu dovresti avere la coda.- ridacchia Bombur prendendo in giro il fratello che per tutta risposta gli tira dietro uno stivale facendolo cadere con un tonfo –Ma sei impazzito? E se prendevi il calderone con la zuppa?-
-La rifacevi, tanto non sembra che ne sia rimasta molta.- afferma Bofur alzandosi ad aiutare il fratello, mentre Bilbo sorride nel gustarsi queste scene che sanno tanto di famiglia.
 
Dopo la cena un insolito silenzio si va a creare all’interno della compagnia, c’è chi come Gloin e Bombur si rintanano nei sacchi a pelo sapendo che dovranno poi svegliarsi per il secondo o terzo turno di guardia; c’è chi invece non riesce proprio a chiudere occhio, e tra quest’ultimi c’è proprio Bilbo.
Quasi preferiva avere il primo turno di guardia con Fili e Kili piuttosto che trovarsi a girarsi come un trottola tra le coperte per trovare la posizione giusta, in modo da non sentire il russare combinato di Oin e Bombur.
Si alza sbuffando, sotto l’occhio divertito di Gandalf che sta tranquillamente fumando appoggiato alla roccia e guardando la luna, ora un pelo coperta da pesanti nuvole che fanno temere un acquazzone per l’indomani o per i giorni successivi.
Bilbo silenziosamente, come solito fare, si dirige verso il suo pony accarezzandogli la criniera delicatamente, cavalcare gli farà anche venir mal di schiena ma non ha potuto non affezionarsi al suo destriero; dal sacco appeso alla sella prende una mela e gliela porge incoraggiandolo a mangiare.
Sicuramente i nani lo prenderanno per pazzo per aver dato un bene così prezioso, come una mela, al pony; ma si disinteressa alla fine anche quel piccolo destriero è costretto a sopportare la sua inesperienza a guidarlo e merita un premio.
Un ululato però lo fa sobbalzare e allontanare dalla zona più scura dell’accampamento, si volta verso Fili e Kili, che guardano da dove proviene il suono un po’ agitati.
-C-che cosa è stato?- chiede Bilbo balbettando.
-Orchi.- risponde Kili seriamente e guardando il fratello che conclude la frase –Sgozzatori, ce ne sono a decine, lì fuori… nelle Terre Selvagge.-
Bilbo trema alle loro parole; mentre i fratelli non sembrano per niente turbati anzi Kili continua cercando di installare del timore nell’animo dello hobbit –Attaccano nelle ore piccole, quando tutti dormono, lesti e silenziosi, niente grida solo tanto sangue.-
I due giovani sghignazzano quando vedono il loro piccolo compagno strofinarsi le braccia ansioso, finchè non li giunge all’orecchio la voce severa dello zio –Lo trovate divertente.- li riprende con uno sguardo di fuoco, passando vicino a Bilbo.
-Un incursione notturna degli orchi è uno scherzo per voi?- domanda Thorin ai nipoti che abbassano velocemente lo sguardo intimoriti e mortificati.
-Non volevamo intendere niente.- mormora piano Kili, alzando appena lo sguardo verso lo zio che rimane imperturbabile.
-No, infatti… non sapete nulla del mondo.- e detto questo Thorin si allontana, mentre Balin si avvicina ai due principi per consolarli –Non fateci caso… Thorin ha più ragione degli altri di odiare gli orchi.- afferma il mentore –Ma questo non vuol dire che non ha fatto bene a sgridarvi.-
Fili alza un attimo lo sguardo verso Bilbo che è ancora fermo e tremante davanti al fuoco semi spento, si sente un colpa per lo scherzo di prima, non voleva spaventarlo così tanto; il giovane principe si alza e va quindi ad abbracciarlo –Scusami Bilbo… io non volevo, insomma.-
Bilbo un po’ preso di sorpresa ricambia l’abbraccio, finchè non sente di essere schiacciato anche contro il corpo di Kili, che sembra abbia seguito l’esempio del maggiore.
 –Scusaci, siamo stati stupidi.- ribadisce il minore.
-Vi perdono se mi liberate dall’abbraccio.- afferma Bilbo, preoccupandosi nel sentire i due principi ridacchiare –Ma a noi piacciono gli abbracci.- ribatte Fili.
-A te non piacciono, Bilbo?- chiede invece Kili con voce volutamente innocente.
-Liberatemi!- esclama lo hobbit, agitando le mani fuori dall’abbraccio dei fratelli e sentendo vibrare la risata bassa e allegra di Balin.
 
E’ da giorni che piove interrottamente e ormai Dis non può fare a meno di preoccuparsi non avendo più notizie di suo marito e Dwalin, partiti per un viaggio di lavoro verso Brea; di solito dopo un paio di settimane sono già per casa, ma questa volta il ritardo è davvero esagerato e lei non riesce a essere positiva.
-Amad, quando smette di piovere?- chiede Fili con la sua vocina da bimbo e tirandogli la gonna, mentre lei era imbambolata a guardar fuori.
-Spero presto, ho davvero voglia di vedere il sole.- risponde Dis con un sorriso e prendendo in braccio il suo tenero bimbo di quattro anni.
-E quando arriverà il sole, arriverà anche adad.- afferma il bambino sorridente con una piccola finestrella davanti, che lo rende ancor più dolce e tenero.
-Certo. Che ne dici di preparare il suo dolce preferito? Sono sicura che ritornerà solo per mangiarlo…- propone la nana, prendendo il naso al bambino, che mette un immediato adorabile broncio –Ma adad come farà a sapere che gli abbiamo fatto il dolce?- brontola sorprendendo Dis.
-Beh il tuo adad è un golosone, sentirà il buon odore anche da lontano e verrà di corsa!- afferma la nana, mettendo a terra il bambino un poco più rasserenato che le sorride entusiasta –Bene, allora cominciamo amad. Voglio che adad torni presto.-
 
Dis guarda intenerita il suo bambino dormire sul divano ancora sporco di farina, Fili ha voluto rimanere sveglio nella speranza di vedere arrivare Vili appena sfornata la torta; tuttavia non è riuscito a resistere al sonno e alla stanchezza.
Avrebbe quasi la tentazione di mangiarsi la torta in modo da far credere a Fili che suo padre è tornato, e poi spiegarli che è dovuto ripartire subito; sarebbe una bugia, ma in questo modo potrebbe rendere contento suo figlio in un certo senso anche se per poco.
Un forte bussare la distrae dall’osservare il suo figliolo e Dis si chiede chi possa essere a passare da lei a quell’ora della notte; stringendosi nella vestaglia si avvicina alla porta sperando con tutto il cuore che sia suo marito.
Invece davanti a lei c’è un nano che conosce fin troppo bene, con il volto chinato a guardare il suolo e le spalle piegate in avanti.
-Dwalin… dov’è Vili?- chiede Dis tremante senza spostarsi dalla porta.
Il guerriero alzo lo sguardo verso la principessa, uno sguardo triste che parla più di mille parole; gli occhi azzurri di lui così malinconici li ha visti solo tanto tempo prima e lei capisce cosa è successo anche se non sa come.
Dis cade in ginocchio per terra singhiozzando cercando di trattenere le urla per non svegliare Fili, sente subito dopo le braccia forti di Dwalin circondarla come molto tempo prima e cullarla verso di sé –Mi prenderò io cura di te e Fili, Dis… ci sono sempre per te.-
E intanto la pioggia continua a scendere.
 
Dis si alza di scatto dal giaciglio guardandosi intorno non riuscendo più a capire dove si trova, vedendo solo alberi e cespugli che la circondano finchè non incrocia lo sguardo scuro e sveglio di suo fratello che la fissa incuriosito.
-Dis, tutto bene?- chiede Frerin avvicinandosi a lei, vedendola tremare leggermente.
-Io… io… ho sognato il giorno in cui è morto Vili.- risponde lei confusa appoggiandosi alla spalla del fratello con la testa –Era da anni che non ci pensavo, non so perché mi è venuto in mente.-
Frerin accenna un sorriso baciando il capo alla sorella –Capita sorellina. Per fortuna non sei sola.- sussurra tranquillizzandola con la sua voce rassicurante.
-Tu non sogni mai quel giorno in cui…-
-Sì.- la interrompe sul nascere Frerin, non avendo il desiderio di ricordare il passato e la brutta avventura che ha dovuto affrontare in battaglia –Ma dopo penso che la mia vita è magnifica e che i ricordi belli sono maggiori di quelli brutti. Ho un fratello testone, una sorella bellissima e piuttosto rompiscatole, e dei nipoti che per fortuna mi somigliano.- afferma Frerin, notando il dolce sorriso di Dis che si riaddormenta ascoltando le sue parole.




Ciao cari : )
Eccomi con un nuovo capitolo, per il momento sono tutti capitoli tranquilli; lo so… ma  dal prossimo prometto che ci sarà un pelo più di azione! Giurin giurello! <3<3
Non ho molto da dirvi a parte ringraziarvi : )
Ringrazio chi segue e chi recensisce! Grazie siete dei tesori a ritagliarvi un poco di tempo per me e la mia storia <3<3 un ringraziamento particola a Beegrrrl che ha aggiunto la storia tra le preferite! Grazie cara!
A presto (?)
Bisous
Syl
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Se c’è una cosa che Dori non sopporta è proprio la pioggia, la trova appena sopportabile quando la guarda cadere da dentro la sua bella e lontana casa con una tazza fumante di thè in mano, ma trovarsi in mezzo ad un acquazzone è tutto un altro paio di maniche.
La poggia batte violentemente sui loro capi appena coperti da dei zuppi cappucci, anche i pony soffrono per il tempo dato che fanno fatica a sollevare gli zoccoli, che sprofondano nel terriccio trasformato per lo più in fango.
Dori rivolge lo sguardo dietro di lui controllando appena il suo fratello più piccolo tremare nel suo cappotto marrone che gli ha cucito prima della partenza, sa che Ori ha paura dei tuoni e teme che possa cadere da cavallo se il cielo comincia ad essere ancor più tenebroso.
Lo rincuora il fatto che Nori gli sia accanto nel cammino, distraendolo con le sue continue buffonate; lui, Dori, non ne sarebbe capace e si rende conto di aver assunto un ruolo simile a quello di una madre con loro due, ruolo che però si è dovuto imporre più per necessità che per volontà.
I viaggi di lavoro di loro madre la hanno sempre portata fin troppo lontano dai suoi figli, per questo motivo Dori si è sentito responsabile nei confronti dei due fratelli minori e ha cercato di crescerli nel miglior dei modi, anche se forse si è dimostrato fin troppo protettivo.
Tentativo di protezione che ha portato a due situazioni completamente diverse: Nori ha cercato fin da subito una sua indipendenza, anche se truffaldina; al contrario di Ori che invece è proprio tramite questa avventura cerca di crescere, per considerarsi nano a tutti gli effetti.
Ori infatti tende a sminuirsi per via della sua timidezza e per il fatto che contrariamente ai principi non ha avuto alcuna educazione alle armi, ha imparato a difendersi da solo con la sua intelligenza e con la sua piccola fionda; non si accorge che proprio per questi motivi forse è il più coraggioso della compagnia.
Dori sospira esasperato quando l’ennesima goccia gelata gli percorre la schiena facendolo rabbrividire –Ehi signor Gandalf, non potete fare qualcosa per questo diluvio?- domanda ad alta voce tirando maggiormente il cappuccio sulla testa.
-Sta piovendo mastro nano e continuerà a piovere finchè la pioggia non avrà finito. Se desideri cambiare il clima del mondo dovrai trovarti un altro stregone.- afferma Gandalf tranquillamente, voltandosi appena verso Dori.
-Ce ne sono di altri stregoni?- chiede poi Bilbo.
-Noi siamo cinque. Il più grande dell’ordine è Saruman il bianco e poi ci sono i due stregoni blu, ed il quinto è Radagast il bruno.- spiega lo stregone.
-E’ un grande stregone o è più come te?- domanda di Bilbo, provocando intenzionalmente lo stregone; mentre Gandalf fa una smorfia che è tra l’indignato e lo stupito -Credo che sia un grandissimo stregone a modo suo, è un anima gentile che preferisce la compagnia degli animali agli altri, e tiene d’occhio le vaste foreste ad est.- conclude il discorso muovendo appena il bastone.
 
E poco dopo un fulmine squarcia il cielo seguito poi da un forte tuono, che fa spaventare i pony rendendoli difficilmente gestibili, cominciano infatti a nitrire incontrollati e cercano quasi di disarcionare i loro cavalieri; Bilbo si aggrappa goffamente al collo dell’animale che scalcia e poi inizia a correre contro gli altri, mentre altri tuoni si susseguono al precedente.
Lo hobbit chiude gli occhi spaventato non avendo la minima idea di come fermare l’animale e lasciandosi trasportare dalla sua folle corsa; finchè non sente che un altro destriero si sta avvicinando velocemente al proprio, volta appena la testa e vede Thorin che si allunga verso le sue redini tenendosi con un braccio al suo cavallo.
Quando finalmente Thorin riesce a tirare le redini del cavallo di Bilbo entrambi si fermano appena fuori dalla strada dove erano  gli altri, lo hobbit si sistema nuovamente sulla sella cercando di non  incrociare lo sguardo azzurro del nano che sente addosso.
-M-mi d-dispiace.- sussurra Bilbo leggermente intimorito, sentendosi profondamente in imbarazzo per essere stato l’unico a non esser stato capace a bloccare il proprio destriero.
Thorin lo guarda un attimo sapendo che probabilmente non può aspettarsi di più da quel mezz’uomo incapace perfino di fermare il proprio cavallo, rimane convinto che il viaggio non fa per lui e che dovrebbe ritornarsene a casa di corsa.
-Se ci sarà una prossima volta, stai attento.- brontola Thorin incamminandosi verso il sentiero, seguito da un silenzioso Bilbo che si rimprovera per essersi fatto distrarre dal quel fulmine, ma non ne aveva mai visto uno così grande e luminoso in pieno giorno e non gli è saltato proprio in mente che il pony poteva spaventarsi del seguente tuono.
Raggiungono il gruppo in silenzio, ma notano subito che mancano dei nani all’appello.
-Dove sono andati?- chiede Thorin rivolgendosi a Balin che è rimasto ad aspettarli assieme ad Oin.
Balin sospira piano –Ori è stato disarcionato, il suo pony è scappato da quella parte.- afferma il mentore indicando la strada intrapresa dagli altri nani.
Thorin guarda per terra notando un gran numero di impronte sul fango e subito sprona il suo destriero seguendo quel sentiero, lasciando indietro sia Bilbo che gli altri due nani.
-Ragazzo, non ci pensare; può capitare a tutti di perdere il controllo sul proprio pony.- afferma Balin notando il volto abbassato e sconfortato di Bilbo.
-Io non volevo essere un peso…- sussurra lo hobbit, stringendo le redini con frustrazione.
-Cosa? Ne aveva uno steso?- interviene Oin avvicinandosi ai due tendendo l’orecchio con la mano, facendo sghignazzare Balin e sorridete timidamente Bilbo.
-Ti spiegherò dopo, Oin!- urla Balin, il più vicino possibile alla tromba del suo amico –Ora seguiamo gli altri.-
I tre il più velocemente possibile seguono le varie impronte prima che la pioggia le cancelli, nel giro di pochi minuti sentono in lontananza delle urla in khuzdul seguiti poi da una voce più autoritaria e ferma, che tutti e tre riconosco immediatamente per quella di Thorin.
 
Quando arrivano la situazione sembra tutt’altro che tranquilla, sono davanti a un fiume in piena e in mezzo a questo c’è un pony con le redini incastrate tra le rocce; l’animale spaventato cerca di liberarsi da solo scalciando i massi e agitandosi rendendo più difficoltoso il salvataggio dei nani.
Dwalin tenta di prendere con un lazo il destriero ma ogni tentativo sembra vano, dato i movimenti veloci e incontrollati dell’animale; il guerriero s’avvicina a Thorin e Gloin per proporre un’idea capace di sbloccare la situazione.
-Vado nel ruscello.- afferma netto il guerriero, cercando con lo sguardo il consenso dei due amici.
-E’ una follia.- ribatte Gloin non convinto –Non mi sembra che tu sia questo gran nuotatore.-
-Non voglio che vadano i ragazzi.- continua Dwalin, dando un occhiata a Fili e Kili che stanno cercando di tirare su di morale Ori piangente –Mi lego la corda alla vita, se sarò in pericolo mi tirerete indietro.-
Thorin guarda un attimo il suo amico di sempre, sa che continuerà a insistere e, testardo come è, sarebbe capace di buttarsi in acqua senza fune di sicurezza –Va bene, hai un tentativo.-
Dwalin, velocemente e senza farselo ripetere un’altra volta, si lega la lunga fune intorno la vita passando l’estremità a Gloin e a Thorin.
L’acqua del torrente è ghiacciata e sembra che diventi sempre più fonda ad ogni passo, le pietre del letto sono anche scivolose e la pioggia che continua a scendere non aiuta per niente Dwalin a muoversi con agilità; tenta di reggersi sulle rocce in superficie sentendo talvolta la fune tirare, dato che tende a incastrarsi.
Il pony continua a scalciare anche quando il guerriero finalmente gli arriva vicino e allunga la mano per accarezzare il vello bagnato –Dai bello, sta buono.- incita il nano cercando di tirare fuori le redini da due rocce troppo vicine che le tengono bloccate.
Insiste per un poco e poi guarda un attimo dietro di sé, dove a tenere la fune si sono uniti a Gloin e Thorin, anche Dori e Bombur essendo tra quelli più forti; sospira prendendo un coltellino dalla propria tasca e cominciando a tagliare le grosse redini di pelle.
Fortunatamente il pony sembra essersi leggermente calmato con quelle poche carezze e si limita a cercare l’equilibrio tra i sassi per non cadere completamente in acqua e farsi trasportare dalla corrente, ora che le sue redini sono libere e rotte.
Dwalin infatti le tiene strette mentre cerca di guidare il pony tra i sassi, controllando dove le rocce sembrano più solide; sente ancora una piccola pressione alla vita, segno che i suoi compagni sono ben attenti a tirarlo fuori in caso di caduta.
Alla fine il guerriero raggiunge la riva seguito dal pony che raggiunge il suo padroncino piangente ancora seduto su un tronco assieme ai due principi, che cercano di tranquillizzarlo per l’accaduto.
-Bel lavoro, Dwalin.- afferma Thorin con una pacca sulla spalla del guerriero.
-Dubitavi?- chiede il guerriero divertito, cercando di asciugarsi con una coperta passata velocemente da Balin.
-Grazie per essere andato al posto dei ragazzi.- conclude il moro, andando a parlare con Gandalf per capire se per oggi è il caso di fermarsi essendo tutti un poco stanchi dell’avventura non richiesta.
 
Ori guarda il fuoco triste, non riesce ancora a capacitarsi per quanto successo durante la giornata; sa di non essere un guerriero eccezionale o di non avere la forza di Dori nel sollevare oggetti dalla massa enorme o la furbizia che dimostra Nori nell’ottenere sempre ciò che vuole.
Sa di valere, sa che potrebbe fare grandi cose; ha il coraggio per farle, ma non ha i mezzi: come potrà mai combattere lui che ha solo una fionda?
Sospira triste mentre butta un legnetto nel fuoco; Thorin gli ha dato il primo turno di guardia e sa che dovrebbe ringraziarlo, perché nonostante quanto successo vuole fargli capire che ha ancora fiducia in lui, tuttavia lui non ha molta fiducia in se stesso.
Si guarda intorno soffermandosi su ciascuno dei suoi compagni dormienti; la grotta, trovata da Nori non è molto grande e quindi è molto facile per lui controllarli senza staccarsi dal fuoco che un po’ lo riscalda e un po’ lo rincuora.
-Posso tenerti compagnia?- domanda all’improvviso Bilbo, facendo sobbalzare Ori sul tronco non avendo sentito lo hobbit arrivare alle spalle –Scusa non ti volevo spaventare.-
-N-no, tranquillo.- risponde Ori con un sorriso, facendo cenno a Bilbo di sedersi vicino a lui sul tronco.
-Non riesco a dormire, Bombur russa troppo.- brontola il mezz’uomo facendo spuntare un sorriso divertito nel volto del giovane nano.
-E’ questione di abitudine.- ribatte Ori, muovendo appena la legna buttata ad ardere con un altro ramoscello.
-Mi è dispiaciuto molto per oggi.- comincia Bilbo –Se non mi fossi distratto a guardare il fulmine, magari Thorin poteva aiutare te, invece di me.-
Ori lo guarda un attimo confuso prima di ridacchiare divertito, nascondendo il suo ingenuo sorriso con la mano –Bilbo, avrei perso il controllo comunque. Non è colpa tua, no, davvero.-
-Ma…-
-Niente ma.- lo interrompe con una mano il nano –Anch’io potevo stare più attento, e ho meno scuse di te.-
Bilbo lo guarda, per un attimo era stato come vedere un Ori diverso molto più deciso del solito da come lo ha fermato nel discorso –Comunque mi sento in colpa, dato che Thorin non mi dà turni di guardia posso farti compagnia?-
Ori sorride facendo un cenno di consenso, pensando che non tutto il male vien per nuocere e che forse così ha guadagnato un altro amico.





Un pelo più corto degli altri, ma almeno c’è una scena nuova… nel senso che nel libro la scena viene appena citata e io ho cercato di narrarla, spero solo che sia comprensibile e carina XD
Eheheh si sa che Bilbo nostro non ha subito un bel rapporto con Thorin, ma date tempo al tempo.
Questa volta ho deciso di accantonare Dis e Frerin, ma li rivedremo la prossima volta quindi non disperate che sono vivi e vegeti, almeno finchè non lo decido io :P
Credo che ci rivedremo fra due settimane, domani inizio un altro lavoro (perché sì, un lavoro+ studio è troppo poco per me xD) dopo il 25 di sicuro xD
Ciao a tutti e a presto :*
Bisous
Syl
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


I giorni si sono susseguiti velocemente da quando ha lasciato la sua casa e il suo villaggio alla ricerca dei figli, pensava di riuscire a riprenderli presto, molto presto; se non avessero perso tempo nella foresta o chiusi in una caverna per colpa della pioggia che non voleva smettere, forse ora li avrebbe già trovati.
Poi l’acquazzone di qualche giorno prima ha fatto perdere quelle poche tracce che la compagnia si lascia incurante dietro, in una grotta infatti hanno trovato un focolare spento insabbiato malamente; anche se c’è il dubbio che potrebbero essere altre persone ad averlo acceso.
Dis si sente sconsolata e preoccupata allo stesso tempo, non vuole gettare la spugna e ritornare a casa, ma hanno così pochi elementi per trovarli che le sembra una cosa impossibile; probabilmente se continuano ad andare avanti, lei e Frerin, troveranno la compagnia direttamente a Erebor.
E poi la presenza di Frerin la disturba, soprattutto perché il viaggio non è facile da affrontare e quel giorno in cui sono stati messi alle strette dal cinghiale lui ha sbagliato nello scoccare la sua prima freccia; era da tempo che non prendeva un arco in mano e di questo gliene deve dare atto, però sbagliare così grossolanamente la mira non è da lui.
Era da anni che non aveva problemi agli occhi o probabilmente lui ha mantenuto il silenzio per tutto questo tempo per non far preoccupare lei e Thorin; se non fosse stato per quella maledetta battaglia e se lei fosse stata più attenta quel giorno.
-Dis, cosa c’è?- le giunge la voce di Frerin, tranquilla mentre cavalca davanti a lei guardando attentamente attorno a sè, come a cercare dei segni a indicare la via.
-Niente.- risponde velocemente la nana, sicura comunque di non aver convinto il fratello che ridacchia tranquillamente –Non è vero, pensi troppo rumorosamente sorellina.-
-Io non penso rumorosamente…- sbuffa la nana avvicinandosi al fratello –Pensi che li troveremo mai?-
Frerin le sorride cordialmente –Certo che li troveremo! O al massimo ci rivedremo a Erebor, nella nostra vera casa.- afferma il nano, non tranquillizzando troppo la sorella che s’irrigidisce sul pony.
-Io vorrei trovarli prima. –ribatte la principessa –Pensavo di trovarli una volta giunti a hobbitville.-
-Sì, ma ti saresti persa tutta questa avventura. Da quanto tempo non uscivi da quella casa Dis? Da quanto tempo non partivi per un viaggio? Non dirmi che non ti mancava questa vita, da bambina non facevi altro che scappare da nostra madre per cercare i posti più strani e nascosti.- comincia Frerin fermando il cavallo e facendo quindi bloccare anche l’avanzata della principessa, che lo guarda con gli occhi sbarrati per poi riprendersi in maniera composta –Sono diventata una madre, Frerin. Quello che voglio passa in secondo piano.-
-Era prima di diventare madre che ti sei rinchiusa in casa.- ribatte il nano –Da quando avevi deciso di sposarti, cosa che io ti avevo sconsigliato.-
-Peccato che tu non puoi mettere becco nella mia vita. Sei solo mio fratello.- ringhia Dis e stanca del discorso sprona il pony per allontanarsi da Frerin, che comunque, non senza brontolamenti vari, la segue.
Continuano il viaggio in silenzio l’uno dietro all’altra pensando che il discorso iniziato non è per niente chiuso, che ci sono davvero troppe cose da discutere e altre che invece dovrebbero rimanere nascoste per sempre.
Dis guarda un attimo dietro di sé, notando Frerin che la fissa serio e irremovibile, molto diverso dal solito nano a cui piace fare il buffone alla prima occasione.
-Non hai alcun diritto di giudicarmi Frerin e desidero che tu non metta più in discussione le scelte fatte in passato.- afferma con voce ferma e perentoria la nana, senza però ottenere alcuna risposta da parte del fratello.
Frerin le guardia le spalle pensieroso, sarebbe contento di rivedere la vecchia Dis quella che partiva non tanto perché si sente, come ora, obbligata a farlo, ma perché aveva voglia di viaggiare e di conoscere, di vedere altri posti.
Si ricorda ancora quando la sua sorellina gli saliva sulla schiena armata di una piccola ascia di legno con tutte le intenzioni di sconfiggere Dwalin o Thorin a duello, quando all’epoca non arrivava neanche alle ginocchia dei due nani senza un rialzo.
Ovviamente non pensa che la maternità non gli abbia donato, anzi adora i suoi nipoti, li ha sempre adorati e continuerà a farlo; tuttavia il padre dei ragazzi in un certo senso ha cambiato sua sorella costringendola a stare a casa.
Poi il motivo per cui Dis ha sposato Vili, Frerin non lo capirà mai.
-Frerin!- esclama Dis distogliendo il nano dalle sue elucubrazioni –Non ti sembra strano questo posto?- domanda scendendo dal pony e cominciando a camminare per un grande spiazzo privo di alberi tenendo saldamente le redini.
Il nano si guarda attorno sorpreso, in effetti il posto è piuttosto strano sembra che qualcuno abbia tagliato gli alberi intorno, mettendo poi i tronchi ricavati intorno a quello che sembra un enorme focolare.
-Chi è passato per di qui deve essere bello grosso.- afferma Frerin –Tuttavia sembra abbandonato.-
-Non mi sembra una buona idea fermarci, Frerin.- ribatte invece Dis, affacciandosi a una caverna scavata nella roccia lì vicina da dove esce un puzzo di lercio da rivoltare lo stomaco.
Frerin per tutta risposta lega il proprio pony ad uno dei tronchi lì vicino e guarda le ceneri spente, proprio per vedere da quanto tempo il posto è disabitato –Se c’era qualcuno se n’è andato via sta mattina.- afferma il nano –Dai mi sembra un bel posto Dis, poi sta già scendendo la sera continuare a passeggiare nel buio non è proprio il massimo.-
Dis sbuffa allontanandosi dalla caverna e legando il suo pony al tronco assieme a quello del fratello –Vado a prendere della legna.- lo avvisa la nana stiracchiando la schiena.
-Va bene, rimani nei paraggi Dis.- afferma il nano, pulendo il focolare dalle vecchie ceneri.
Non sa bene per quale motivo, ma quel posto non le piace per niente e poi quell’odore strano provenire dalla caverna la fa preoccupare ancor di più; tuttavia uno spiazzo del genere dà la possibilità sia a lei che a suo fratello di riposarsi senza dover sistemare troppo il posto.
Un nitrito selvaggio e forte però la fa sobbalzare facendole cadere tutti i rami appena raccolti, corre velocemente verso il punto di ritrovo e rimane leggermente sbalordita nel vedere due enormi esseri grigi che cercano di accalappiare suo fratello, che cerca invece di ferirli alle gambe.
-Dis! Scappa!- le urla Frerin –Vattene via da qui!-
Dis si guarda attorno disorientata e spaventata, prima di prendere la spada e fare proprio il contrario di quanto suo fratello le ha detto; riesce ad infilzare più volte la propria arma sulle gambe dei mostri, ma ha come l’impressione che la sua spada per loro vale quanto uno stuzzicadenti.
Frerin riesce in qualche modo a far inciampare uno dei due facendolo cadere proprio sopra l’altro, prende velocemente Dis per mano dirigendosi di corsa verso la foresta sperando di trovare in essa la salvezza; sentono sempre più lievi i brontolamenti dei due mostri dietro di loro e rallentano credendosi in salvo.
-Stai bene, Dis?- chiede subito Frerin fermando la corsa e guardando con occhio clinico la sorella.
-I-io credo di sì.- afferma la nana, finchè il suo sguardo non viene distratto da un movimento nella foresta e appena si accorge di quello che sta succedendo, non riesce a far altro che indicare dietro la schiena del fratello limitandosi ad urlare.
 
Il fuocherello gioca allegro sul focolare riscaldando e cuocendo le pietanze all’interno del calderone, le quali vengono più volte girate con un gran mestolo da Bombur, mentre gli altri nani aspettano impazienti la cena dopo un giorno di dura marcia.
Negli ultimi giorni, fortunatamente per la compagnia, non ci sono stati inconvenienti e il tempo è stato sempre generoso dandogli la possibilità di recuperare quanto perso nei giorni precedenti.
Bilbo guarda un po’ preoccupato le catapecchie rovinate che si trovano nel luogo in cui hanno deciso di fermarsi, non sembrano distrutte da molto e c’è ancora della paglia del soffitto sparsa per terra e poco calpestata, oltre a quelli che sembrano vecchi utensili di legno non ancora marci per il passare del tempo.
E tutti questi particolari lo preoccupano parecchio, forse aveva ragione Gandalf nel continuare la strada piuttosto che fermarsi in un luogo tanto aperto; tuttavia non è lo stregone il capo della spedizione, ma Thorin e lui ha deciso così.
Comunque la presenza di Gandalf da un certo senso di sicurezza a Bilbo, che vorrebbe tanto rivedere quel cappello grigio e a punta il prima possibile; per quanto strambo possa essere lo stregone è una specie di punto di riferimento per lui, una garanzia che prima o poi potrà ritornare a casa.
Una leggera e fresca brezza fa rabbrividire Bilbo che decide pian piano di avvicinarsi al focolare dove sicuramente potrà trovare un poco di calore, guarda i nani seduti mentre Bofur li consegna la cena e non sa proprio se unirsi o meno a loro.
Delle volte si sente così fuori luogo.
-Bilbo, vieni con noi è pronta la cena!- lo chiama Bofur agitando il braccio e facendo sorgere un sorriso sincero sul volto dello hobbit, rendendosi conto che se non ci fossero determinati nani forse avrebbe già tagliato la corda.
-E’ via da parecchio.- afferma Bilbo massaggiandosi le braccia appena si avvicina al calore del fuoco.
-Chi?- chiede Bofur leggermente confuso, passando il piatto a Ori che ringrazia sottovoce.
-Gandalf!- esclama Bilbo seguendo con lo sguardo il giocoliere che ritorna verso il calderone sempre con un leggero sorriso sulle labbra –E’ uno stregone, fa quello che vuole quando vuole.- ribatte Bofur riempiendo due piatti e passandoli a Bilbo –Tieni, facci un favore, porta questo a Fili e Kili. Stanno ancora controllando i pony.-
-M-ma certo.- acconsente lo hobbit camminando piano nel tentativo di non rovesciarsi la zuppa addosso, dato che dal fumetto sembra molto, forse troppo, calda.
Quando arriva nello spiazzo pieno d’erba dove i pony pascolano tranquillamente Bilbo si guarda intorno alla ricerca dei due principi, pensava di trovarli proprio lì a bighellonare o a farsi scherzi a vicenda nell’attesa della cena.
-Fili? Kili? Se questo è un vostro scherzo non è divertente.- afferma Bilbo al nulla, girandosi di scatto temendo che uno dei due principi tenti di spaventarlo; insicuro si inoltra nella boscaglia sperando di trovarli almeno lì.
Ed infatti poco dopo riesce a vedere i due principi in piedi e immobili, intenti a fissare qualche cosa; Bilbo si avvicina ai due fino ad accostarli e a porgerli le ciotole, però notando l’espressione sconvolta di Kili capisce che sicuramente è successo qualcosa di poco divertente.
-Cosa succede?- chiede Bilbo alternando lo sguardo all’uno e all’altro nano.
-Noi dobbiamo pensare a badare i pony.- comincia Kili, senza distogliere lo sguardo davanti a sé.
-Solo che abbiamo incontrato un lieve problema.- continua Fili, indicando appena con il capo i pony che incuranti continuano a pascolare–Ne avevamo sedici, ora ce ne sono quattordici.-
I principi passano tra i pony ricontandoli nuovamente, mentre Bilbo li segue rimanendo con le ciotole in mano –Daisy e Bungo sono spariti.- afferma Kili.
-Cosa? Q-questo non va bene. Questo non va bene per niente.- ribatte Bilbo cercando di consegnare a uno dei due la zuppa, che per quanto calda comincia a bruciarli le mani –Non dovremo dirlo a Thorin?- chiede poi lo hobbit guardando il maggiore dei fratelli.
-Ehm… no, non facciamolo preoccupare.- risponde Fili, sperando che non sia affatto necessario chiamare lo zio, altrimenti una qualche strana punizione non gliela toglie nessuno –Come nostro scassinatore ufficiale magari ti va di indagare.- propone.
-I-io…- balbetta un attimo Bilbo, non del tutto convinto della proposta del nano anche se si potrebbe cominciare la ricerca da quell’enorme albero sradicato e riverso per terra –Q-qualcosa di grosso ha sradicato quell’albero. Guardate!- esclama indicando le radici totalmente emerse.
-Che spirito di osservazione.- afferma nervoso Kili chinandosi a guardare il terriccio nella speranza di trovare delle tracce.
-Qualcosa di molto grosso e potenzialmente molto pericoloso.- continua Bilbo con voce flebile, pensando che forse era meglio che fossero andati Dwalin o Gloin a portare la cena ai principi invece che lui.
Fili si guarda un attimo attorno finchè non nota una piccola e flebile luce in fondo alla foresta –C’è una luce, seguitemi.- afferma richiamando con una mano il fratello e cominciando a inoltrarsi sempre più nel folto della vegetazione.
-State giù.- ordina mentre si sistemano dietro un grosso tronco riverso a terra, fissando quella luce da cui provengono grugniti e basse risate, davvero molto poco rassicuranti.
-C-che cos’è?- domanda Bilbo spaventato.
-Troll.- risponde netto Kili superando con un balzo l’ostacolo e seguito poi dal fratello maggiore, Bilbo li segue anche lui portandosi dietro ovviamente anche le ciotole con ormai una zuppa più fredda che calda; corrono per un breve tratto tra la vegetazione, finchè non sono costretti a nascondersi dietro un albero e una roccia al passaggio di un enorme troll con in mano ben altri due pony.
-Seguiamolo.- ringhia Kili, mentre il fratello lo ferma –Fallo andare un po’ più avanti, se ci sente ci catturerà; poco, ma sicuro.-
-N-non credete che sia poco saggio seguirli? I-insomma… - interviene Bilbo guardando alternativamente Fili e Kili, il primo che guarda il sentiero aperto dal mostro, mentre il secondo freme aspettando l’appoggio del fratello.
Passano un paio di minuti nascosti, quando Fili ricomincia ad avvicinarsi alla tana dei troll seguiti dagli altri due, finchè non trovano una roccia abbastanza grossa in grado di coprire tutti e tre.
-Hanno preso quattro pony.- ringhia Kili colpendo il masso con un pugno.
-E n-non solo quelli.- s’intromette Bilbo indicando appena con la testa un palo impiantato per terra dove sono legati schiena contro schiena due nani.
-M-ma quelli sono… non è possibile Fili.- sussurra incredulo Kili al fratello.
-Stento a crederci anch’io fratellino.- ribatte il maggiore con gli occhi sgranati e con  le mani tremanti di rabbia.
-L-li conoscete?- chiede Bilbo confuso guardando i due fratelli che abbassano appena lo sguardo.
-Sono Dis e Frerin, fratelli di Thorin. Nostra madre e nostro zio.- risponde serio Fili.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Fili guarda la propria madre legata a quel lurido palo, i capelli lunghi che le nascondono il volto rivolto a terra come se si fosse arresa all’evidenza e si stia limitando a pregare Mahal per la sua vita e quella del fratello.
Sa bene perché si sono messi in viaggio entrambi, sicuramente sua madre vuole riportare lui e suo fratello a casa, mentre Frerin o vuole partecipare anche lui alla riconquista o è partito con la convinzione di proteggere la sorella dai pericoli che si possono nascondere.
Kili ringhia nel vedere la scena e se non fosse per Fili che gli tiene fermamente il braccio sarebbe già partito all’attacco con solo la sua spada; deve trovare un piano in modo da poter tornare presto dalla compagnia sani e salvi, oltre che rimandare sua madre e suo zio a casa.
-Fili, cosa aspettiamo andiamo!- sussurra Kili, guardando il fratello alla ricerca di un suo segno di consenso, che non arriva.
-Andate ad avvisare gli altri.- interviene Bilbo, guardando i due prigionieri che non si accennano a muoversi e sente una gran compassione per i due principi nel vedere i loro parenti ridotti così; sa cosa vuol dire perdere presto la propria madre ed è un dolore che non augura a nessuno.
-S-sei sicuro?- domanda Fili sorpreso, spostando lo sguardo sul piccolo hobbit che sembra tremare dalla paura e dall’agitazione.
-I-io… credo di sì.- risponde Bilbo sistemandosi la cintura e controllando di avere assieme ad essa il piccolo coltellino che usa per raccogliere le erbe.
Fili guarda ancora un’ultima volta sua madre e suo zio legati; non sa se fidarsi dello hobbit, suo zio sicuramente non lo farebbe, tuttavia c’è qualcosa che lo convince e, diversamente dai nani, lui ha delle qualità che gli possono assicurare la salvezza, come quel suo passo felpato che è davvero difficile da sentire.
-Kili vai avvisare gli altri.- ordina perentorio Fili.
-Ma… io voglio….- brontola invece il minore per poi fermarsi davanti un gesto del fratello –Ho detto vai. Bilbo, ti guarderò le spalle e in caso di pericolo non esiterò a intervenire.-
Kili abbassa lo sguardo, un poco deluso, prima di dirigersi di corsa all’interno della foresta per raggiungere il prima possibile i compagni; Fili segue il suo percorso con gli occhi finchè non scompare completamente dalla sua vista e si rivolge ancora a Bilbo – Libera mia madre e indad Frerin prima, se riesci i pony…-
-Fili, mi dispiace per Kili.- si scusa lo hobbit.
-Non  ti preoccupare, Kili deve imparare a controllarsi.- ribatte per poi fischiare verso i troll, spingendo Bilbo all’interno di un cespuglio in modo che non lo vedano.
I tre troll sembrano risvegliarsi  dal loro confabulare basso –Cosa è stato?- domanda quello seduto con il mestolo il mano.
-Sei tontolo, era un fischio.- ribatte il secondo appoggiando i pony dentro una recinzione dove ce ne sono altri due.
-I montoni fischiano?- interviene il terzo, ricevendo un pugno sulla testa da quello col mestolo –No, i montoni non fischiano, ma gli ominucchi, sì.-
-Carne umana, dolce succosa carne umana.- afferma il troll che aveva in mano i pony, per poi inoltrarsi nuovamente nella foresta passando davanti a un Bilbo seminascosto e continuando la strada seguendo gli altri fischi di Fili.
-A me non piace la carne di ominucchi: è così stopposa.- piagnucola un troll, mentre l’altro continua a girare la brodaglia; e proprio ora Bilbo decide di avvicinarsi silenzioso sempre mezzo nascosto nella vegetazione, finchè i due troll rimasti non cominciano a litigare fra loro e lui ne approfitta per avvicinarsi ai nani legati.
Dis alza lo sguardo sentendo qualcuno tirare la corda che le tiene legate le mani e si muove svegliando anche Frerin, che sembrava effettivamente mezzo svenuto.
-Chi sei?- domanda Dis scostando i capelli in modo che i suoi occhi azzurri possano studiare lo strano esserino che è venuto a liberarli.
-E’ il signor Boggins!- sussurra Frerin –Non vedi Dis, ha i piedi strani come quella hobbit che abbiamo trovato nella sua casa.-
-Baggins! Si dice Baggins.- corregge Bilbo infastidito, pensando che non è proprio il momento di mettersi a correggere i nani sul proprio cognome –Scusa, ma chi c’era a casa mia?- chiede poi lo hobbit rendendosi conto di quanto detto il nano.
-Shhh.- gli ammutolisce Dis, guardando preoccupata il ritorno del terzo troll con le mani vuote –Muoviti, signor Baggins.- ordina infine cercando di togliere le mani dalle corde già allentate da Bilbo.
-Preferite l’antipasto o sbudelliamo i ronzini.- chiede uno dei tre avvicinandosi un po’ troppo a dove sono i nani e lo hobbit, il quale cerca di nascondersi dietro ai primi due.
-Io prenderei anche l’antipasto, si può fare un bel bollito di nano.- risponde il troll con il mestolo in mano, per poi darlo in testa al compagno che si è alzato –Ti ho detto di stare seduto.-
Bilbo tira un respiro di sollievo continuando a tagliare le corde che tengono legati anche i piedi dei due nani.
-Mangiamo cavallo, sì o no?- chiede il terzo che sembra effettivamente quello più ansioso dei tre.
-Mangerai quello che ti darò io!- esclama il troll cuoco.
-Tu cucini male, sa tutto di pollo.- ribatte l’altro, spintonando il cuoco che lo spinge a sua volta.
Dis appena liberate le mani si butta per cercare di sfilare la corda che le blocca i piedi, senza molti risultati sembra infatti che queste corde siano molto più robuste delle precedenti e il coltellino dello hobbit è abbastanza affilato e non ha fatto esattamente un bel lavoro.
La nana si guarda intorno alla ricerca di qualcosa che può essere utilizzato per tagliare le funi, quando nota che legato alla cinta del troll c’è un lungo coltello ricurvo.
-Ehi signor Baggins prendete quel coltello.- sussurra Dis indicando con la testa l’arma, mentre Bilbo finisce di slegare le mani di Frerin e guarda nella direzione indicata dalla nana; ad essere sincero non avrebbe affatto voglia di avvicinarsi al sedere di quell’essere, tuttavia se vuole liberare quei due deve per forza cambiare utensile.
Bilbo si avvicina piano al troll cercando di allungarsi con le braccia per sfilare il coltello, l’odore che fuoriesce da quel sedere è a dir poco nauseabondo tanto che è costretto a trattenere il respiro prima di tentare di andare più vicino.
Purtroppo la fortuna non è dalla sua parte e quando sfiora il coltello viene acchiappato dal troll che lo usa come un fazzoletto, disgustando non solo Bilbo, ma anche Frerin e Dis che guardano inermi la scena.
-Mi caschi un occhio!- esclama stupito il troll –Guarda cosa mi è uscito dalla tromba! Ha braccia, gambe… tutto!-
-Che cos’è?- chiede l’altro, mentre Bilbo si muove sulla mano del troll cercando di trattenere il disgusto di essere stato sommerso da muco.
-Non lo so… ma non mi piace come si agita.- risponde il troll, gettando per terra lo hobbit che si rialza subito girandosi verso i mostri.
-Allora che sei uno scoiattolo fuori misura?- chiede uno dei tre tenendo in mano un ramo e agitandolo contro Bilbo, che alterna lo sguardo tra i nani che sembrano stare bene e i troll che lo guardano come se fosse la focaccia per la seconda colazione.
-Io sono uno scasss…hobbit.- risponde Bilbo correggendosi all’ultimo.
-Uno scasshobbit?- domanda il troll che l’ha sporcato di muco rivolto al secondo –E si può mangiare?-
-Non ti riempirebbe nemmeno la bocca, una volta spellato e disossato.- interviene un terzo bloccando la fuga tra la vegetazione di Bilbo e colpendolo con l’enorme mestolo di legno.
Bilbo tenta di fuggire evitando  di venir preso da quei troll, fortunatamente sono piuttosto lenti e goffi per lui, quindi riesce facilmente a schivare la loro presa.
-Vai scasshobbit, vai!- lo incoraggia Frerin, mentre la sorella si mette una mano in faccia vergognandosi dell’idiozia del suo fratello in un momento del genere –Sei proprio un idiota.- afferma avvicinandosi a lui –Dai dobbiamo aiutare lo hobbit. Slega i miei piedi e io slego i tuoi.-
-Va bene.- risponde Frerin cominciando a tirare e slegare le corde che legano i piedi della sorella, mentre Bilbo continua la fuga distraendo i due mostri, finchè non viene preso per i piedi e minacciato da un coltellaccio.
-Ce ne sono altri di voi piccoletti nascosti dove non dovreste?- chiede il troll continuando.
Bilbo si guarda attorno spaesato, non vuole tradire i suoi compagni di viaggio, ma dall’altra parte non ha neanche l’intenzione di finire i suoi giorni mangiato da tre troll con gravi problemi igienici; scuote la terza con forza negando mentre viene strattonato dal suo aguzzino per i piedi.
-Sta mentendo!- esclama l’altro –Mettigli i piedi sul fuoco.- propone spingendo il compagno verso il fuoco per poi urlare all’improvviso, spaccando i timpani a Bilbo che si tappa le orecchie prima di essere lanciato nuovamente a terra.
Non ci vuole molto per capire che sono arrivati gli altri nani a dargli man forte e appena riesce ad alzarsi infatti nota un gran mulinare di lame, che tentano di indebolire e magari anche uccidere i tre mostri; Bilbo non può che meravigliarsi nel vedere come i nani coordinano gli attacchi e come si difendono a vicenda.
Nota anche che Thorin e Dwalin si staccano appena dai compagni impegnati nella lotta dirigendosi velocemente verso Dis e Frerin che cercano ancora di liberarsi dai vari legacci.
Dis non abbassa la testa vedendo gli occhi irati del fratello maggiore che comincia a tagliare le grosse funi di Frerin –Voi due mi dovete delle spiegazioni.- ringhia liberandolo, per poi passargli una delle sue daghe.
-Non mi sembra il momento, fratellone.- ride Frerin lanciandosi nella mischia senza farsi tanto pregare, mentre Thorin brontola sottovoce e Dis viene liberata da Dwalin silenziosamente.
-Hai un arma, Dis?- chiede Dwalin senza guardarla negli occhi.
-No.- risponde netta la nana, alzandosi in piedi e pulendosi appena i vestiti con le mani.
-Tieni Spacca.- borbotta il guerriero passando una delle sue asce alla principessa, che senza tanti complimenti segue Frerin nella lotta non degnando di un’altra parola né Thorin né Dwalin.
I due amici si guardano un attimo pensando a cosa hanno mai fatto di male per far si che quei due li seguissero anche in questo in viaggio, Thorin sospira guardando un attimo il cielo e si china appena in tempo per evitare una manata da uno dei troll.
Dwalin fa un capriola evitando il colpo e ferendo tra le gambe uno dei mostri, unendosi velocemente agli altri della compagnia e dando man forte con la sua ascia bilama, tenendo d’occhio la principessa sapendo che è capace di compiere sciocchezze soprattutto ora che ci sono Fili e Kili in pericolo.
Bilbo in tutta questa confusione coglie l’occasione proprio per prendere il coltello del troll, che hanno lasciato abbandonato per terra, in modo da poter liberare e portare in salvo i pony ancora chiusi nel recinto che nitriscono spaventati.
Purtroppo questa azione dello hobbit non passa inosservata agli occhi dei troll che velocemente lo acchiappano in due e lo prendono per le braccia e le gambe tirandole.
-Incrociate le braccia!- ordina il troll guardando i nani che si schierati tutti dietro a Thorin –O gli stacchiamo le sue.-
Bilbo guarda Thorin con gli occhi sgranati e pieni di sensi di colpa, non voleva farsi prendere da quei mostri, non voleva essere un peso per i suoi compagni e spera con tutto il cuore che loro depongano le armi, anche se non merita questo sacrificio da parte loro.
Thorin ricambia per un attimo lo sguardo dello hobbit, sarebbe facile per lui lasciarlo morire mangiato dai troll; tuttavia, la decisione appare ovvia nella sua mente e nel suo cuore: quello hobbit, per quanto goffo e piuttosto inutile, fa parte della compagnia e non lo lascerà morire così.
Con un sospiro impianta la sua spada nel terreno arrendendosi implicitamente, per poi essere seguito da tutti gli altri che buttano le proprie armi; mentre Bilbo viene nuovamente scagliato contro i nani per essere quasi preso al volo da Frerin che con un sorriso ironico afferma –Ci rivediamo presto, scasshobbit.-



Ciao : )
Allora per fortuna sono riuscita a trovare dei piccoli spazi in cui scrivere, un oretta dopo pranzo e dopo cena, quindi mi sento alquanto fortunata ad aver buttato giù gli ultimi due capitoli anche se non so prossimamente sarò così fortunata ^^”
L’altra volta non sono riuscita a ringraziarvi, ero piuttosto di fretta e quindi vi ringrazio ora! So che la storia è trita e ritrita, ma comunque sono piuttosto contenta di rifarla  con la mia adorata Dis ^^ e anche con quel pazzo di Frerin!
Grazie per chi legge, segue e commenta! Grazie <3
Bisous
Syl
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


Frerin non può fare a meno di trovare la situazione alquanto buffa, guardando il suo fratellone legato, come se fosse un salame, come anche Dis e parte della compagnia, mentre l’altra parte è legata ad un girarrosto gigante.
Non che sia entusiasta della situazione, tuttavia ci vede un che di comico, sta per essere mangiato dai dei troll stupidi e puzzolenti, e comunque non riesce fare a meno di sghignazzare nel sentire Thorin e Dis litigare sottovoce, mentre Fili e Kili sbuffano un po’ irritati.
-Chi è a capo del villaggio se voi due siete qui?- domanda sottovoce Thorin alla sorella che gonfia le guance come se stesse per esplodere – C’è Groin e Glili che posso prendere il nostro posto!-
-Il tuo dovere era quello di stare a casa!- ringhia il maggiore.
-E il tuo era quello di badare i miei bambini e invece siamo legati come salami.- ribatte la nana, facendo arrossire sia Fili che Kili.
-Amad…- sospira il maggiore abbassando lo sguardo sconsolato, mai avrebbe pensato che il viaggio si sarebbe trasformato in una riunione di famiglia, d’ora in poi la strada verso Erebor sarà un inferno per lui e Kili.
-Taci Fili, sto parlando con tuo zio.- lo zittisce velocemente Dis.
-Se non fosse stato per il mezz’uomo ora staremo a riposare nei sacchi a pelo.- continua Thorin lanciando un occhiataccia a Bilbo, che tenta di nascondere invano la testa nel sacco vergognandosi per l’accaduto, è per colpa sua che i nani si sono dovuti arrendere.
-Peccato che lui è stato il primo a venir in nostro soccorso, senza conoscerci.- interviene Frerin tranquillamente facendo zittire i due litiganti  e attirando lo sguardo scuro e corrucciato del maggiore -Tu, più di lei, saresti dovuto rimanere a casa.- borbotta Thorin.
-Perché? Non ti piace questa riunione di famiglia?- ironizza Frerin per poi zittirsi sentendo il passo pesante di uno dei troll avvicinarsi sempre di più a loro, facendo tacere gli altri due mostri intenti a discutere se c’è troppa legna o meno a bruciare.
-Non perdere tempo a bruciarli! Sediamoci sopra di loro e spappoliamoli come gelatina.- propone il troll comparso nuovamente dalla foresta.
-Potremo farli saltati e grigliati con una spolveratina di sabbia.- ribatte uno che comincia a girare il girarrosto con i nani legati, i quali si muovono nel vano tentativo di uscire fuori dalle strette corde.
-Mi viene già l’acquolina.- afferma l’altro passando la grigia lingua tra le labbra, come a voler subito assaporare il gusto di carne di nano.
-L’alba non è lontana! Diamoci una mossa, non mi piace essere trasformato in pietra!- esclama il troll cuoco.
Bilbo  a queste parole si risveglia, se fino a poco fa si sentiva spacciato e ormai stava vagliando le varie opzioni per una morte il più impossibile indolore da proporre ai troll, ora c’è un minimo di speranza; se manca davvero poco all’alba l’unica cosa da fare è quella di distrarli.
Distrarli in qualsiasi modo.
-Aspettate state facendo un terribile sbaglio!- esclama Bilbo ancora disteso tra Balin e Gloin, che lo guardano stupefatti.
-Non si può ragionare con loro! Sono scemi!- urla di rimando Dori, mentre continua a girare sopra il falò; Bilbo irritato cerca di alzarsi anche se il sacco gli blocca i movimenti, saltella goffamente davanti ai troll -I-io parlavo del condimento!- riprende lo hobbit, attirando l’attenzione dei tre.
-Cosa c’entra il condimento?- chiede uno mollando il girarrosto.
-Ma li hai annusati? Ci vuole qualcosa di più forte della sabbia prima di servirli su un piatto!- ribatte Bilbo, concentrando su di sé le ire dei suoi compagni non propriamente contenti di questa affermazione davvero poco carina da parte del loro scassinatore.
Frerin da parte sua tace, non riesce a capire molto bene l’atteggiamento dello hobbit; prima ha tentato in tutti i modi di salvarli rischiando parecchio e ora trova molto strano che quel esserino svenda i propri compagni.
-Che ne sai di come si cucina un nano?- chiede irritato uno dei troll per poi essere immediatamente interrotto dall’altro –Zitto tu! Sentiamo lo scasshobbit che dice.-
-Emh beh…- balbetta un attimo Bilbo, finchè una voce limpida e chiara si aggiunge alla sua –Io aggiungerei un qualche liquore forte!-
Frerin si alza anche lui sotto gli occhi confusi e serrati dei nani, che lo guardano come se si fosse appena messo a cantare la canzone di Durin nudo come Mahal lo ha fatto; il nano dal canto suo invece sorride tranquillamente e fa un accenno con la testa a Bilbo.
-Secondo me un liquore invece renderebbe la carne troppo forte, sono meglio le spezie classiche: rosmarino e salvia. Però prima bisogna marinare la carne per un paio di orette.- continua Bilbo rivolgendosi al nano.
-Si vede che sei un ottimo cuoco, potresti dare una mano a loro a cucinarci.- afferma Frerin –Anche se la carne di nano è piuttosto stoppacciosa, signori troll.- continua il principe, sentendo dietro le voci brontolanti dei suoi compagni che contrariamente al giovane hobbit non hanno fatto correre il cervello.
-E quindi? Come li cuciniamo?- interrompe la discussione uno dei troll piuttosto impaziente.
Bilbo e Frerin si guardano un attimo, come per decidere la risposta.
-Sott'olio.- dice lo hobbit e contemporaneamente Frerin -In crosta.-
I due sobbalzano un attimo, cercando di mettersi nuovamente d’accordo vedendo i troll sempre più impazienti e i nani sempre più scocciati.
-In crosta.- afferma ora lo hobbit, mentre Frerin allo stesso momento esclama –Sott’olio.-
-Questo non me lo scordo!- esclama Dwalin puntando il dito verso i due che sbuffano, sentendo gli altri nani dietro di loro saltellare e muoversi come pesci appena pescati alternando esclamazioni come –Traditori!- o –Se ne usciamo vivi, la pagherete!-
Bilbo e Frerin sospirano sconsolati guardando il cielo che comincia a tingersi di tinte più rosate, devono resistere ancora un poco e poi forse saranno salvi.
-Ma che fesserie state babbocchiando! Ne ho mangiati una montagna crudi!- esclama uno dei troll riprendendo a far girare il girarrosto –Mandiamoli giù in fretta stivali e tutto.-
-Hai ragione non c’è niente di male, in un paio di nani crudi.- afferma l’altro prendendo in mano Bombur e tenendolo a penzoloni per le gambe, avvicinandolo sempre più alla bocca, finchè Bilbo non lo blocca –No, quello là è infetto!-
Il troll lo guarda stranito e Bilbo cerca in qualche modo di continuare in modo da spiegare la situazione –S-Sì lui ha i vermi.-
-Tutti loro hanno i vermi!- interviene Frerin, dando man forte allo hobbit; fortunatamente il troll butta Bombur contro il rimanente della compagnia, non proprio contenta di venire schiacciata dal poco leggero peso del nano.
-Sono infestati di parassiti nelle loro tubature e io non rischierei dico davvero!- continua Bilbo, mentre dietro di lui ricominciano le proteste per queste altre affermazioni.
Dis cerca invece di capire perché suo fratello si è unito alle diffamazioni, davvero poco lusinghiere dello hobbit; finchè non scorge da dietro le fronde correre Gandalf, prima di allora lo ha visto solo un paio di volte negli incontri di preparazione di questa avventura.
Cerca un attimo lo sguardo del fratello maggiore che da quando Bilbo ha cominciato a parlare non ha fatto altro che denocciolare una infinità di imprecazioni in khuzdul, che se ci fosse amad lo avrebbe già preso a schiaffi.
-Gandalf.- sussurra Dis attenta a farsi sentire da Thorin, che sembra aver capito il trucco dello hobbit e dà un sonoro calcio a Kili che si zittisce per un attimo, quando fino a prima non faceva altro che brontolare.
-Io ho parassiti grossi quanto un braccio!- esclama Oin.
-I miei parassiti sono i più grandi di tutti!- ribatte poi Kili, dando il via a una gara interna di chi è infestato dal parassita più grosso.
-Sentite, secondo voi, che ne facciamo di questi? Li lasciamo andare?- chiede uno dei troll davanti a Bilbo e a Frerin, entrambi che accennano a un sorriso di vittoria – Ma cosa credete? Che non sappia cosa vi rulla nel cervello? Questi due ci stanno prendendo per stupidi!- continua il troll prendendo Frerin per le gambe e alzandolo, come con Bombur.
-Frerin!- urla Dis dimenandosi nel sacco contro Thorin che invece mantiene un certo autocontrollo innanzi a quella situazione, anche se dentro di lui si sente ribollire di rabbia oltre il nervoso per essere al momento impotente contro quei mostri, spera solo che lo stregone intervenga il prima possibile.
-L’alba vi prenderà tutti!- esclama Gandalf comparendo improvvisamente sopra una roccia e attirando l’attenzione dei troll, oltre quella degli altri nani, mentre con il suo bastone spacca in due la pietra facendo comparire il sole che prende in pieno i mostri terrorizzati che inermi cercano di coprirsi gli occhi con le mani, mentre si trasformano pian piano in roccia.
 
I nani si liberano velocemente dai sacchi e dalle funi con l’aiuto di Gandalf, a parte il povero Frerin ancora costretto a stare a testa in giù con le gambe intrappolate nella mano del troll.
-Frerin, ti sei cacciato in un guaio.- afferma Gandalf, guardando il nano che, comunque a dispetto di tutto, è sorridente, contento di essere ancora vivo assieme agli altri –Buongiorno Gandalf, sono sicuro che qualche trucco lo conosce per liberarmi.-
-Meriteresti di rimanere lì, invece.- interviene Thorin, lasciando la sorella a curare i figli dai graffi riportati dalla battaglia.
-Dai fratellone, non sei contento di vedermi?- domanda Frerin ciondolandosi un poco per vedere lo sguardo irato di Thorin –No, sembrerebbe di no.- continua il principe più giovane.
-Tra te e lo hobbit, non so chi sia più inutile.- afferma Thorin; con l’intento di ferire il fratello non tanto per cattiveria, ma sperando che cambi idea e che si allontani il prima possibile da loro per tornare a casa, possibilmente portandosi dietro Dis.
-Peccato, che loro due sono gli unici che hanno avuto il buon senso di prendere tempo.- afferma Gandalf, zittendo Thorin che guarda prima lo stregone e poi il fratello che continua a sorridere, per nulla offeso dalle parole del maggiore, lo conosce fin troppo bene per prendere ogni sua parola alla lettera.
-Da quando i troll di montagna si avventurano qui a sud?- cambia discorso Thorin.
-Non di certo da un’era.- risponde Gandalf, vedendo i volto dei due principi rabbuiarsi in un attimo –Non da quando un potere più scuro guidava queste terre.-
Frerin sbuffa guardando i due –Scusate, capisco le varie preoccupazioni ma io sono ancora a testa in giù!-
-Sì, sì giusto.- ribatte Gandalf toccando appena con il bastone la mano del troll facendola sgretolare e cadere come un sacco di patate Frerin.
-La delicatezza non è il tuo forte, vero Gandalf?- chiede il principe aiutato dal fratello maggiore ad uscire, mentre lo stregone ridacchia divertito –Scusami, mastro Frerin.-
-Thorin, abbiamo trovato la caverna dei troll.- interviene Dwalin attirando l’attenzione dei tre, e mentre Thorin segue subito il suo compagno d’armi Gandalf si ferma un attimo con Frerin per curarlo dalle ferite riportate dalle corde troppo strette.
-Thorin ha ragione, non dovresti essere qui Frerin.- comincia lo stregone, guardando seriamente il nano che sembra rabbuiarsi improvvisamente –Siete stato voi a dire a Thorin di mettermi da parte per questa avventura?-
Gandalf sospira rassegnato, se c’è una cosa davvero dura è proprio la testa dei nani –Diciamo che il tuo destino doveva essere un altro.-
-Non è la prima volta che lo dici, Gandalf.- afferma Frerin –Ma questa è la mia famiglia. Se Mahal mi ha benedetto lasciandomi vivo, ci deve essere un motivo.-
-Andiamo nella caverna, hai bisogno di un nuovo arco.- s’arrende lo stregone con un accenno di sorriso, appoggiando una mano sulla spalla del nano e accompagnandolo nella caverna dei troll.
 
Dis, dopo aver guardato come erano ridotti i propri figli e sgridandoli per averli trovato molto, fin troppo, dimagriti, guarda incuriosita quella caverna troll da dove ha visto uscire suo fratello e parte della compagnia dei nani.
Senza attirare l’attenzione di nessuno e approfittando del momento in cui Gandalf si è rivolto a Bilbo per passargli una daga, anche lei si avvicina alla grotta avvicinando immediatamente un fazzolettino alla bocca data la puzza che fuoriesce da essa.
Prende una torcia ancora mezza accesa e guarda incuriosita l’ambiente circostante, sarebbe tentata di uscire immediatamente ma come Frerin e Thorin anche lei ha bisogno di un arma nuova, non ha alcuna intenzione di usare le armi di Dwalin, sono sempre state troppe pesanti per lei.
Si avvina a un mucchio di armi stranamente ben disposte fino a trovare un arma che sembra confacente a lei, un ascia dal manico lungo che può usarla sia come bastone sia come difesa a lungo tratto e non solo per il combattimento corpo a corpo.
Fa qualche fendente all’aria, per poi bloccarsi sentendo dei passi dietro di lei. Passi che potrebbe riconoscere tra mille.
-Il tuo posto non è qui.- afferma la voce bassa di Dwalin.
-Tu sei l’ultima persona che può darmi ordini.- ribatte la nana senza girarsi pur sentendo i passi di lui farsi sempre più vicini.
-Dis, torna a casa e portati dietro Frerin.- continua il guerriero.
-Tu sapevi che i miei figli avevano deciso di partecipare e non ti sei degnato di scrivermi né di vedermi, ero a conoscenza di quando eri nel villaggio. Anche se tu hai fatto di tutto per evitarmi.- ringhia Dis girandosi di scatto incontrando lo sguardo chiaro del nano.
-Ti ho evitato, perché io non ho cambiato idea su quello che…-
-Taci.- lo blocca Dis –La mia famiglia non saprà niente di niente… e tu cerca di non rivolgermi la parola per il resto del viaggio.- conclude la nana, lasciando Dwalin solo nella caverna guardando la sua schiena allontanarsi verso l’ingresso.




Ciao!
Eccomi come promesso il 27 ^^” eheheh allora la squadra si è riunita e i primi impicci saltano fuori!
Allora ringrazio come sempre chi legge, segue e recensisce. Un ringraziamento particolare va a Lucri che mi ha dato davvero una bellissima idea ^^ con la sua ultima recensione!
Un altro ringraziamento è per Idrilcelebrindal che ha inserito la storia tra le seguite!
Grazie di tutto!
A presto
Bisous
Syl
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Dwalin aspetta che la schiena di Dis scompaia dalla sua vista prima di prendere a calci i pochi e già rotti utensili che sono nella grotta dei troll, lei non doveva partecipare a questa missione, il viaggio è pericoloso e sarà una distrazione per tutta la compagnia, oltre che per lui.
Deve ammettere che i due anni passati senza vederla non l’hanno per niente cambiata sia fisicamente sia caratterialmente, e proprio questa caratteristica può rendere il viaggio ancor più difficile dato che sicuramente lei vorrà mettere becco alle decisioni di Thorin.
Sospira frustrato passandosi una mano sulla testa e aspettando ancora un poco prima di uscire dalla grotta e raggiungere gli altri senza dar troppo nell’occhio, anche se sicuramente Balin avrà notato sia l’assenza sua che quella della principessa, quindi probabilmente vorrà parlargli.
Anche se c’è davvero poco da dire in verità, almeno per quanto riguarda il breve colloquio avuto poco prima; per tutto il resto ci vorrebbe una vita oltre al fatto che Dis non vuole che si sappia niente sul loro passato.
Toglie da un taschino interno la vecchia e consunta lettera, guarda come incantato i bordi frastagliati e rovinati dalla usura; quanto avrebbe voluto bruciarla quella volta in cui l’ha ricevuta e le volte seguenti quando l’ha letta, ma qualcosa lo ha sempre bloccato.
Non c’era speranza in quelle parole, ma lui ha comunque cercato di trovarla.
Inutilmente, a vedere come sono andate le cose oggi e per come lo ha trattato, non che poteva aspettarsi di meglio dato il suo silenzio protratto per quasi due anni.
Tristemente nasconde nuovamente la lettera, non vuole far sapere alla nana che la conserva, come non deve sapere altre cose che la riguardano; si guarda un’ultima volta intorno cercando qualcosa che potrebbe essere interessante anche per lui.
Un piccolo luccichio attira la sua attenzione, si china per terra scostando un poco di terra da quella che sembra un antica spilla d’argento, trova strano che Gloin non l’abbia notata e chiusa nel suo deposito a lungo termine.
Sarebbe quasi tentato di lasciarla nel luogo in cui l’ha trovata, ma invece Dwalin se la infila in tasca ed esce nuovamente dalla caverna; fortunatamente i suoi compagni non hanno notato la sua assenza, troppo presi a riposarsi dalle fatiche della notte.
Come previsto Balin gli si avvicina con passo lento e lo prende per un braccio allontanandolo un poco dal resto del gruppo –Che cosa le hai detto?-
-Di tornare agli Ered Luin.- borbotta Dwalin –E’ una donna dovrebbe rimanere a casa.-
Balin sospira alla risposta del fratello che nasconde molto più di quello che effettivamente vorrebbe dire –Sai bene che Dis non è mai stata una donna da chiudere in casa. Se gli dici di tornare negli Ered Luin, lei farà il contrario solo per dispetto a te e a Thorin.- lo sgrida Balin –Ma c’è altro, vero Dwalin?-
Il guerriero guarda un attimo il fratello maggiore senza far trasparire alcuna debolezza, nessuno deve sapere niente del loro segreto, a parte la persona che lo stesso segreto nasconde.
-Niente Balin, sono solo delle tue paranoie dettate dalla vecchiaia.- ribatte Dwalin allontanandosi, volendo mettere fine alla discussione il prima possibile.
 
Seduto sopra uno dei tronchi usati dai troll come sedia Bilbo guarda come incantato la sua piccola e leggera spada, si chiede come fa una cosa così bella ad essere mortale al giusto tocco; più che un arma gli sembra un oggetto da mettere sopra il camino per bellezza.
Come può lui, un misero hobbit, usarla correttamente, non sa neanche tenerla in mano che il pensiero di ferire qualcuno gliela fa cadere per terra.
Il vero coraggio si basa non su quando prendere una vita, ma quando risparmiarla.”
Le parole di Gandalf gli rimbalzano in testa, non vuole avere questo onere, non vuole decidere il destino di un altro essere; lui non è un guerriero e non potrà mai diventarlo, non è un nano robusto e forte, ma è semplicemente un hobbit abituato alle dolci colline e al fluire lento del Brandivino.
È abituato a vedere le stagioni accavallarsi l’una dietro l’altra lentamente; gioendo per il sole estivo che accarezza le lunghe spine di grano, ascoltando la pioggia autunnale dentro casa seduto sulla poltrona e bevendo del caldo tea, ridendo dei piccoli hobbit che giocano con la neve invernale o che fanno delle ghirlande di fiori quando la primavera lo permette.
Butta per terra la spada quasi scottato da essa e nasconde il volto tra le mani, non vuole farsi vedere debole agli occhi dei compagni che già lo considerano come un peso, vuole solo raccogliere i pensieri e i ricordi della sua Contea in modo da sentirsi almeno un poco a casa.
-E’ una bella spada.- gli fa alzare lo sguardo una voce di donna.
Bilbo non ha mai visto una nana e deve ammettere che la sua immaginazione non le dava proprio giustizia, la sorella di Thorin, Dis, si può dire che è fin troppo bella; quegli occhi azzurri e indagatori sono dei laghi da quanto sono grandi e emanano uno strano calore, le labbra socchiuse e carnose mentre esamina la spada la rendono intrigante in qualche modo e i capelli lunghi e mossi danno il colpo di grazia.
Sicuramente avrà avuto davvero tanti pretendenti in passato pensa Bilbo guardando la nana che mima qualche fendente con la sua spada; ormai, dopo cinquant’anni di vita conosce la sua sessualità, ma se non fosse interessato ad altro sicuramente Dis avrebbe attirato in maniera diversa la sua attenzione.
-Non vi piace?- domanda la nana rimettendola nel fodero con un gesto secco.
-E’ inutile per me. Non la so usare.- ammette Bilbo riprendendo la spada dalle mani della nana.
-Nessuno nasce imparato, mastro Baggins.- ribatte Dis sedendosi vicino allo hobbit –Vi volevo ringraziare.-
-I-io non ho fatto niente.- afferma lo hobbit velocemente muovendo la mani davanti alla nana –N-non sono riuscito a liberarvi, anzi poi mi sono fatto anche catturare.-
Dis accenna un sorriso, quel piccolo uomo le ispira molta tenerezza e anche un senso di protezione, sembra così delicato e fragile come se stesse per rompersi da un momento all’altro.
-Ma dopo ci avete salvato.- lo rincuora dolcemente Dis, passandogli delicatamente la mano sulla guancia per una leggera carezza –Se volete vi posso insegnare io come usare la spada.- propone poi la nana –Non sono tra i migliori guerrieri, ma qualcosa so.-
-I-io non so cosa dire…- balbetta Bilbo visibilmente confuso.
-Credo che basti un grazie, anche se non so quanto mi ringrazierete quando cominceremo gli allenamenti.- ridacchia la nana, dando una pacca sulla schiena di Bilbo tanto forte da farlo quasi squilibrare in avanti –Scusami, le mie pacche di solito fanno il solletico ai nani.-
-S-sì, posso immaginarlo.- tossisce Bilbo.
Dis ridacchia nel vedere il piccolo hobbit continuare a tossire, può solo immaginare quanto sia stato difficile per lui questo viaggio sino ad adesso; spera solo che qualche nano gli abbia dato man forte, sa quanto possono essere riservati e scontrosi.
Un forte rumore tra le fronde degli alberi attira l’attenzione della compagnia che si sposta agitata verso l’origine del suono ovviamente già armati, Dis prende velocemente la mano di Bilbo tirandolo verso gli altri riunitisi in un cerchio difensivo aspettando con ansia un possibile attacco.
Thorin guarda stranito Dis che tiene ancora per mano lo hobbit che non sembra aver intenzione di staccarsi, il nano fissa il mezz’uomo insistemente finchè non è lui ad accorgersi e si libera velocemente dalla presa della nana.
Dopo pochi istanti delle urla sconnesse mettono in guardia i nani, finchè non vengono  raggiunti da uno strano tizio vestito in maniera davvero particolare, tralasciando il fatto che guida una specie di slitta trainata da conigli.
-Radagast!- esclama Gandalf rifoderando la spada –E’ Radagast il Bruno. Che cosa diavolo ci fai qui?- chiede lo stregone grigio avvicinandosi all’ultimo venuto.
-Ti stavo cercando Gandalf, c’è qualcosa di sbagliato, terribilmente sbagliato.- risponde Radagast, per poi fermarsi un attimo perdendo il filo del discorso e cercando di ricominciarlo –Avevo un pensiero, ma ora l’ho perso. Era proprio qui! Sulla punta della lingua.- afferma tirando fuori la lingua da dove sbuca un insetto.
-Devo parlare da solo con Radagast.- dice Gandalf rivolgendosi verso Thorin che rifodera la spada e fa un gesto di assenso allo stregone, ordinando alla compagnia di ritirarsi con un gesto della mano.
 
Frerin guarda i suoi nipoti parlare sottovoce lontano dagli altri, sembrano entrambi preoccupati e leggermente nervosi e qualcosa gli dice che la causa di questo trambusto è sua e di Dis; si avvicina fischiettando dandogli il  tempo di finire la conversazione.
-Allora nipoti, non salutate il vostro zio preferito?- chiede Frerin con un sorriso contagioso che viene pienamente ricambiato da Kili, mentre Fili si limita ad un cenno della testa.
-Diciamo che siete stati una sorpresa piuttosto inaspettata.- risponde il biondo, abbracciando il proprio zio e poi coinvolgendo anche Kili.
-Lo immaginavo, tuttavia non siete felici di vederci.- afferma Frerin dando una pacca ai nipoti –Immaginavo che non avreste salti di gioia…-
-Siamo solo un po’ preoccupati, indad.- ammette Kili abbassando lo sguardo davanti gli occhi scuri dello zio così simili ai propri –Temiamo che possa capitare qualcosa ad amad.- completa Fili.
Frerin ride apertamente –Vostra madre sa difendersi quasi meglio di Thorin.- ribatte il nano –Ha avuto il vostro stesso maestro dopotutto.-
-Solo che… non abbiamo mai visto amad combattere… e quindi…- balbetta Kili –Abbiamo paura che le possa capitare qualcosa…-
-E anche lei crede che vi possa succedere qualcosa ed è per questo che siamo partiti, per assicurarci che tutti voi stiate bene; ma ora non torneremo indietro.- spiega Frerin tranquillamente cercando di infondere un po’ della sua sicurezza anche ai nipoti.
-Voi siete ancora giovani per capire quanto possa essere doloroso  per una madre essere staccata dai suoi figli, lei non vuole mettervi i bastoni tra le ruote. Credo che invece vi tratterrà come compagni più che figli, a parte in rari casi e cioè quando farete una buffonata.-
Fili sospira passandosi una mano sulla faccia, movenza che a Frerin gli ricorda stranamente Thorin –Indad non possiamo fare finta di non preoccuparci, se amad fosse rimasta a casa noi ora saremo più tranquilli.-
Frerin accenna un dolce sorriso –Ragazzi voi avete deciso di partire liberamente, vero?-
I due si guardano un attimo e annuiscono seri, poi Kili aggiunge –E’ un nostro dovere.-
-E non è un dovere di una madre badare ai propri figli e non è suo diritto scegliere liberamente di seguirvi?- domanda lo zio mentre i nipoti abbassano lo sguardo senza avere delle repliche valide –Andrà tutto bene.- sussurra Frerin stringendo nuovamente i nipoti che ricambiano, trovando in lui una sicurezza diversa da quella solida e seria di Thorin.
Degli ululati e ringhi in lontananza fanno nuovamente irrigidire la compagnia e fanno sciogliere quel momento di tranquillità che si stavano godendo.
-Ci sono dei lupi qui intorno?- chiede Bilbo visibilmente agitato.
-No, quello non è un lupo.- risponde Bofur, per poi venir interrotto da un ringhio proveniente da dietro le sue spalle ed ecco dietro di lui un enorme mannaro pronto ad attaccare e infatti si slancia con forza contro Dis che pone la sua nuova ascia contro il collo del mannaro, finchè quest’ultimo non viene ucciso velocemente da Thorin.
-Un mannaro ricognitore! Un gruppo di orchi non deve essere molto distante.- sentenza Thorin.
-O-orchi hai detto?- balbetta Bilbo tremante.
-A chi hai parlato della tua impresa?- tuona Gandalf contro Thorin –Oltre che alla tua famiglia.-
-A nessuno.- risponde il nano.
-A chi glielo hai detto?- insiste lo stregone.
-L’ha detto solo a me e Frerin, Gandalf.- risponde Dis alzandosi da terra aiutata da Dwalin e Gloin –Nessun altro sapeva niente.-
-In nome di Durin che succede.- continua Thorin, mentre Gandalf si guarda attorno agitato –Ti stanno dando la caccia.-
-Dobbiamo andarcene da qui.- interviene Dwalin.
-Non possiamo!- esclama Ori –Non abbiamo i pony.
-Li depisto io.- afferma sicuro Radagast, dando un minimo di speranza alla compagnia.
-Sono mannari di Gundabad, ti raggiungeranno!- esclama Gandalf contro Radagast che con un certa sicurezza indica i suoi conigli –E questi sono conigli di Roshgobel. Vorrei che quelli ci provassero.-

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


Mai Gloin si era sentito così sfortunato, non è mai stata una sua passione correre e trovarsi ad attraversare la piana assieme agli altri sente già le gambe brontolargli per lo sforzo; non che sia stato sempre così, quando era un giovane guerriero faceva chilometri e si riteneva abbastanza veloce come nano anche se non riusciva mai a superare né Thorin né Dwalin.
Si è sempre considerato un guerriero da sfondamento pesante e ruvido, e una parte di lui gli urla di fermarsi e affrontare i nemici piuttosto che continuare questa corsa intramezzata da brevi pause dietro a dei grossi massi; tuttavia il pensiero di sua moglie e di suo figlio lo porta a seguire gli altri evitando rischi inutili.
Può quasi immaginarsi le risate di Glili nel vederlo correre così affannato, dato che più di una volta gli ha consigliato di rimettersi in forma non solo per il viaggio ma anche per il suo benessere piuttosto trascurato dalla vita sedentaria e da banchiere.
E non trova nemmeno tanto incoraggiante i continui guaiti dei mannari lanciati all’inseguimento di quello strano stregone amico di Gandalf; certo che se fosse stato un tipo più normale si sarebbe anche fidato maggiormente, ma a quel tizio è uscito un insetto stecco dalla bocca e va in giro con uno schitto di uccello in testa.
-Venite.- sussurra Gandalf dopo aver controllato che la via fosse libera e lanciandosi nella discesa lungo un pendio fatto di arbusti secchi e gialli con sporadici massi inutili per nascondersi, fin troppo bassi per coprirli lasciandoli visibili allo sguardo nemico.
È Thorin a capo della fila con Gandalf, entrambi cercano di rimanere i più concentrati possibile in modo da trovare dei punti di riparo per la compagnia allargata, lancia veloce uno sguardo ai suoi fratelli con Frerin che aiuta Dis a superare velocemente un dislivello.
Se prima temeva per la vita dei suoi nipoti ora come ora si sente anche responsabile nei confronti di Dis e Frerin, cosa potrebbe succedere se Dis cade nella corsa o se Frerin ha una momentanea ricaduta proprio ora; finirebbero entrambi spacciati, anzi probabilmente la compagnia si fermerebbe a combattere con davvero poche probabilità di sopravvivenza contro mannari e orchi assieme.
Dei ringhi e ululati troppo vicini bloccano la sua corsa, facendoli cambiare direzione velocemente e continuando la fuga fino a trovare un altro nascondiglio dietro a un enorme roccia, rimangono un attimo prudentemente fermi, finchè Gandalf non li sprona a continuare.
-Dove ci stai portando?- chiede Thorin, non riuscendo a riconoscere la strada ma sentendo nascere dentro di lui un sospetto legato alla discussione della sera precedente –Ci devi portare lontano da qui, ma non in mano agli elfi.-
-Non è tempo delle discussioni Thorin.- lo sgrida Gandalf facendo passare davanti a lui la compagnia.
-Non ho intenzione di elemosinare aiuto dagli elfi.- ringhia il nano affrontando lo stregone, finchè non viene letteralmente tirato via da Frerin che gli imprigiona il polso con fermezza –Ti pare questo il momento di fare polemica, fratellone?- domanda il nano, facendo tirare un sospiro di sollievo a Gandalf che continua con loro la corsa.
Superano ancora divere rocce e saltano velocemente i dislivelli cercando in qualche modo la salvezza, anche se Dis non vede proprio alcun riparo abbastanza duraturo per salvarsi dagli orchi, maledice sottovoce l’ambiente circostante troppo brullo e privo di vegetazione abbastanza alta da nasconderli; probabilmente avevano più possibilità di salvarsi rimanendo nella foresta.
Un'altra pausa dalla corsa dietro l’ennesimo masso le fa tremare le ginocchia, un ringhio basso proviene da sopra di questo, come se uno dei mannari si fosse fermato anche lui sentendo il loro odore o semplicemente per riposarsi.
Thorin fa un cenno a Kili che con sguardo complice esce allo scoperto con l’arco in mano pronto a scoccare una freccia e assieme a lui si unisce anche Frerin, l’uno puntando all’orco l’altro il mannaro in modo da dargli una fine rapida e pressoché silenziosa.
Scagliano velocemente le frecce, ma comunque dei rantoli e guati sfuggono all’animale ferito attirando l’attenzione degli altri nemici che abbandona l’inseguimento a Radagast per concentrarsi verso i nani, vero bersaglio della loro incursione.
L’orco ferito con un paio di frecce che escono dal costato si lancia contro Dis, la quale velocemente impugna l’ascia pronto ad accoglierlo come si deve; ma Dwalin si lancia contro il nemico con il suo grosso martello schiacciandogli la testa senza tanti complimenti e zittendolo in modo da evitare ulteriori urla inutili.
-Potevo finirlo da sola.- afferma Dis fredda e austera rivolgendosi al guerriero –Un grazie, una volta ogni tanto, non fa schifo Dis.- risponde il guerriero sollevando il martello dal cervello dell’orco.
-Non credo che sia il caso di litigare.- interviene Frerin sbuffando tirando fuori le frecce dalle carni del mannaro.
-Muovetevi! Correte!- esclama Gandalf sentendo sempre più vicine le urla degli orchi mischiate da varie imprecazioni in lingua nera.
Devono arrivare il prima possibile al passaggio nascosto, pensa Gandalf pensieroso notando che i massi su dove cercare riparo sono sempre più sporadici; nei suoi ricordi non dovrebbe essere lontano quel passaggio e dovrebbero riuscire a raggiungerlo sani e salvi, sempre che i mannari non siano più veloci.
C’è qualcosa che non va in questo viaggio, come fanno gli orchi a sapere della missione e perché ora questa caccia nei confronti dei nani; dubita che ci sia un traditore all’interno della compagnia, sono tutti nani fidati che sono partiti richiamati dal desiderio di servire il proprio Re.
Tuttavia ci deve essere stata una fuga di notizie, qualcuno che magari ha detto più di quanto doveva o si è lasciato tentare a scrivere qualcosa riguardante la missione ai suoi parenti; Gandalf scuote la testa innervosito, sempre più convinto che non possono essere stati i nani che sono fin troppo gelosi dei propri segreti, soprattutto se riguardano Erebor.
Non può essere stato neanche Bilbo a parlare, dopotutto è partito sorprendendo tutti e lasciando la casa aperta, inoltre non ha persona con chi può aver discusso di questo viaggio tra la notte della riunione e la mattina della partenza.
Gli unici che forse potrebbero sapere qualcosa sono Frerin e Dis; lo stregone si gira un attimo a guardarli e li vede correre mano nella mano, notando le difficoltà di lei nell’attraversare quell’erba troppo alta per le sue gambe da nana. Probabilmente dovrà parlare con entrambi, sperando che nel loro viaggio abbiano visto o sentito qualcosa di strano.
Altri ululati bloccano la loro corsa costringendo Gandalf a cambiare nuovamente posizione scendendo per una vallata con erba secca e ingiallita dal sole a picco; deve assolutamente trovare l’ingresso segreto per Gran Burrone prima che sia troppo tardi.
Ormai l’inseguimento sembra giungere al termine e lo scontro sembra inevitabile, Dis guarda i suoi figli preoccupata mentre Kili impugna l’arco e prepara già una freccia e Fili sguaina le sue due spade avvicinandosi il più possibile al minore.
-Siamo circondati!- urla Fili volgendo lo sguardo a Thorin.
-Stanno arrivando!- appoggia Kili tirando maggiormente l’arco.
-Kili! Uccidili!- ordina quindi il nano, cercando di trovare una soluzione adatta per salvare i suoi compagni; si guarda intorno cercando con gli occhi Gandalf che sembra momentaneamente scomparso.
Kili scaglia qualche freccia colpendo senza problemi i bersagli, purtroppo però si rende conto che non è abbastanza concentrato, la preoccupazione per sua madre si fa sentire e lo nota anche nei suoi tiri, che seppur mortali sono meno precisi del solito.
-Fili, raggiungiamo amad.- sussurra Kili, incontrando lo sguardo azzurro del fratello che piano annuisce anche lui preoccupato per questa situazione pericolosa; Frerin poco prima ha cercato di tranquillizzarlo sulle capacità di Dis come guerriera, ma comunque ha bisogno di saperla protetta.
I due fratelli si muovono veloci verso la madre e lo zio più giovane che stanno l’uno affianco all’altra indietreggiando piano, con le armi in pugno per accogliere gli orchi che si potrebbero, a momenti, buttare all’attacco.
-Fili, Kili dietro di noi!- ordina Dis perentoria, non venendo ascoltata dai figli che invece si piazzano davanti.
-No, Dis.- risponde invece Fili fermo e con le spade in pugno sorprendendo la nana, che per la prima volta non si sente chiamare “amad” dal figlio maggiore –Io e Kili, dobbiamo saperti in salvo per combattere al meglio.-
Dis sgrana gli occhi davanti a questa affermazione, non si era minimamente fermata a pensare a quale disagio poteva portare il suo arrivo ai figli; forse ha sbagliato nel voler ad ogni costo raggiungerli, forse i suoi bambini sono più adulti di quanto lei non creda.
-Dis, muoviamoci… uniamoci agli altri.- afferma Frerin prendendo per il braccio la sorella e andando a formare un cerchio difensivo con gli altri nani.
-Mantenete le posizioni!- urla Thorin sguainando la sua spada illuminata da un forte bagliore azzurro, come anche quella di Bilbo.
I ringhi si fanno sempre più vicini e minacciosi, Dwalin tiene stretto il suo grande martello spiando velocemente le posizioni di Thorin e di Gloin, anche se poi lo sguardo cade su Dis notando con celato orgoglio che gli ha insegnato davvero bene: le gambe solide ben ferme e leggermente piegate e l’enorme ascia, che ha scelto come arma, impugnata con entrambe le mani.
Spera solo che non faccia qualche sciocchezza.
-Per di qua! Stupidi!- esclama Gandalf spuntando da dietro una roccia, come se niente fosse.
-Muovetevi! Tutti voi!- esclama Thorin salendo sulla roccia vicina per assicurarsi che tutti si portano al sicuro prima di lui; Dis viene strattonata da Frerin verso l’entrata, ma si libera quando sente un ululato troppo vicino a loro.
Un orco sopra ad un mannaro cerca infatti di raggiungerli e con uno scatto corre verso i nani più vicini, Ori cercando di raccogliere dentro di sé quanto più coraggio possibile e gli scaglia addosso un sasso con la fionda senza risultato.
Il mannaro si avvicina, incurante anche delle frecce scagliate da Kili, sempre più ad Ori che chiude gli occhi impaurito; ma quando crede che la sua vita stia per finire sente di Dis urlare e poi la vede lanciarsi contro l’orco con l’ascia in mano.
Dis non avrebbe mai permesso a nessuno di toccare Ori, è il più piccolo e indifeso della compagnia oltre che lo considera quasi come un terzo figlio e fratello di Fili e Kili; dopo aver atterrato l’orco gli taglia di netto la testa e si gira per affrontare il mannaro.
Purtroppo non è stata veloce con i movimenti e il mannaro l’attacca facendola cadere per terra e tenta di morderla al collo, se non fosse che Dis mantiene una difesa ponendo l’impugnatura dell’ascia tra lei e il mostro.
-Scappate!- urla la nana –Fili, Kili mettetevi in salvo!- continua quando vede i suoi figli correre in suo soccorso con le armi in mano ignorando gli ordini di Thorin.
-Amad!- urla Kili quando Frerin lo carica di peso verso l’imboccatura del passaggio trovato da Gandalf.
-Ci penso io a lei! Voi due mettetevi in salvo!- esclama Frerin guardando Fili, che contrariamente al fratello si libera dalla morsa dello zio e corre verso Dis, saltando in groppa al mannaro e infilzandolo con entrambe le spade sul collo.
-Fili, Dis! Muovetevi!- urla Thorin aspettando il nipote e la sorella, essendo gli ultimi a entrare nel rifugio.
Fili velocemente libera la nana dal corpo del mannaro che gli è rovinato sopra, la prende in braccio e velocemente corre verso Thorin; Dis stanca guarda sott’occhi il figlio maggiore con i capelli illuminati dal sole e il volto serio tanto da ricordare il suo ex marito.
Dis sente a mala pena i ruggiti dietro di lei che continuano sempre più vicini e pericolosi, ruggiti mischiati ad urla disumane che le ricordano un passato che ha cercato più volte di dimenticare –F-Frerin.- sussurra la nana rivedendo nella sua testa l’immagine del fratello riverso a terra con il viso sfigurato e rosso.
Fili corre il più veloce possibile stringendo maggiormente Dis tra le braccia, è stato stupido voler uccidere il mannaro in quel modo, involontariamente ha ferito anche sua madre; aumenta la corsa vedendo la salvezza sempre più vicina.
Tuttavia altri mannari si avvicinano alla coppia fuggente e Thorin non riesce a raggiungerli impegnato a anch’egli a difendersi da un paio di mannari che cercano di seguirli anche all’interno del percorso segreto; il giovane principe biondo stringe comunque i denti anche se la sua corsa viene poi bloccata da degli orchi a piedi.
Non può buttare a terra Dis per combattere pensa Fili, sentendosi per la prima volta in crisi non sapendo esattamente cosa fare, non gli era mai capitato una situazione simile; sistema sua madre su una spalla e impugna la spada sperando di riuscirsi a difendere.
Tuttavia la sua difesa non è necessaria, un grosso martello si abbatte facendo piazza pulita degli orchi e Fili non può che rimanere stupito dalla forza del suo vecchio insegnante –Forza Fili, porta tua madre via da qui!- urla il nano affrontando gli altri  mostri che lo stanno pian piano circondando.
-Dwalin!- urla Thorin dalla roccia dopo essersi liberato degli ultimi mostri, il guerriero pelato lo guarda con un mezzo sorriso prima di ricominciare a mulinare il grande martello contro gli avversari che lo circondano; Thorin alla fine segue Fili e Dis all’interno del passaggio segreto sperando che questa non sia l’ultima volta in cui rivedrà il suo amico.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***


Il fragore delle armi non smette mentre la maggior parte della compagnia aspetta ansiosa l’arrivo del loro compagno impegnato in una dura lotta contro un numero per lui sproporzionato di orchi; Thorin guarda un attimo i suoi compagni, Fili e Kili che stanno attorno a Dis per il momento svenuta e Frerin che le tiene la mano fissando anche lui l’entrata del passaggio.
-Spingetemi su, devo aiutare Dwalin.- afferma Thorin sentendo un urlo di dolore del compagno.
-No, Thorin. Hai una missione, dobbiamo andare avanti.- risponde Gandalf –Sono sicuro che se la caverà.-
-E’ da solo!- sbraita il nano muovendosi verso l’uscita, finchè un corno rimbomba tra le rocce e il rumore di frecce scagliate precede le urla degli orchi feriti.
-Ora non più.- sorride Gandalf tranquillizzandosi, sapeva che gli elfi sarebbero arrivati in loro soccorso e sicuramente avranno tratto in salvo Dwalin e scortato a Gran Burrone –Andiamo Thorin.-
Il nano fa un gesto alla compagnia di seguire lo stregone lungo un corridoio di rocce, per poi avvicinarsi ai nipoti e al fratello –Come sta?- chiede facendo un cenno con la testa verso la sorella priva di sensi.
-E’ solo svenuta Thorin, si rimetterà presto.- risponde Frerin caricandosela sulle spalle.
-Doveva rimanere a casa.- borbotta il principe cominciando a seguire il sentiero, lasciando il fratello più giovane con i nipoti visibilmente preoccupati –Indad Frerin è tutta colpa mia.- afferma Fili, con voce quasi rotta così distante dal suo solito atteggiamento distaccato che ha cercato di imparare da Thorin.
-No, nipote… hai fatto quanto possibile per salvare tua madre e lei ha fatto il possibile per salvare te. Sono cose che possono accadere.- afferma Frerin con un tenue sorriso per rassicurare il biondo principe.
-E-e Dwalin?- chiede invece Kili.
-Dwalin lo troveremo presto. C’è un motivo per cui Thorin è così di malumore ed è perché incontreremo presto un po’ di elfi.- risponde il nano caricandosi meglio la sorella sulla spalla –Ma adesso gambe in spalla, altrimenti Thorin è capace di lasciarci indietro.-
-Vado avanti io.- afferma Fili, seguendo il sentiero.
Sentiero compresso tra due pareti rocciose talmente alte che il sole è quasi nascosto e invade il percorso con solo sporadici raggi, Bilbo guarda in alto il cielo sereno e terso così tranquillo e così in contrasto con il trambusto vissuto appena pochi minuti prima.
Si guarda intorno e non può fare a meno di notare il volto scuro di Thorin così concentrato nei suoi pensieri, può solo intuire le sue preoccupazioni: da una parte c’è sua sorella svenuta e forse con qualche trauma, dall’altra parte la perdita di un compagno; anche se la sicurezza di Gandalf dovrebbe infondere un po’ di speranza, questa non riesce a penetrare nella scorza dura del nano.
Poi un qualcosa di strano accarezza leggermente i sensi di Bilbo, come a volerlo accoglierlo in qualcosa di sicuramente più grande di lui; stranamente l’angoscia sembra diminuire e si sente avvolto in un vello caldo, è una sensazione nuova e se da una parte lo preoccupa perché sembra esserne l’unico affetto dall’altro vorrebbe rimanere sempre in questa bolla.
Si gira velocemente verso Gandalf sperando di ottenere delle spiegazioni per questa strana sensazione, vuole avere la sicurezza di non stare impazzendo proprio ora.
-Gandalf, dove stiamo andando?- chiede Bilbo.
-Tu riesci a sentirla?- domanda di rimando lo stregone fermandosi un attimo.
-Ehm… sì, non sono sicuro… ma sembra m-magia.- risponde titubante lo hobbit, non sapendo se effettivamente sia quella la definizione giusta per le sua sensazioni.
-Ed è esattamente quella.- afferma Gandalf –Una grande e potente magia.- conclude poi lo stregone riprendendo poi la strada.
-Signor Gandalf, c’è una luce lì in fondo!- esclama ad un certo punto Dori, facendo accelerare il passo agli altri; sino ad arrivare ad un spiazzo aperto che lascia libera la visuale verso delle splendide costruzioni che sembrano incastonate nella roccia.
Tutto l’ambiente sembra così armonioso e spettacolare che riempie gli occhi ai nani, che sono onestamente sorpresi da questo paesaggio così idilliaco e pacifico, Gandalf sorride soddisfatto sicuramente Elrond potrà dare qualche giorno di riposo alla compagnia oltre ad aiutarli a leggere la mappa; sempre che Thorin gliela faccia toccare.
-La Valle di Imladris. Nella lingua corrente è nota con un altro nome.- afferma lo stregone continuando il sentiero che porta verso Gran Burrone –Qui si trova l’ultima casa accogliente a est del mare.-
Thorin guarda irato lo stregone davanti alla fila, se non avesse bisogno di far riposare la sorella e di ritrovare Dwalin mai si fermerebbe in un riparo degli elfi, sicuramente questa sosta è un piano di Gandalf già la sera scorsa aveva espresso il desiderio di fermarsi a Gran Burrone.
Il nano batte seccato il pugno contro il muro roccioso, per poi continuare il cammino incrociando lo sguardo di Bilbo leggermente stupito nel vedere il gesto pieno di rabbia del nano.
-Non preoccupatevi, mastro scassinatore questa volta la mia rabbia non è per causa vostra.- sussurraa il nano passando affianco allo hobbit che manda giù la saliva preoccupato, sperando di non essere molto presto causa dell’ira del nano.
 
L’arrivo alle porte di Gran Burrone lascia a bocca aperta non solo Bilbo, ma anche i nani più giovani Fili e Kili si guardano attorno meravigliati e Ori ha una mezza idea di fare presto degli schizzi su questo luogo magico; passano sopra l’ennesimo ponte prima di arrivare a uno spiazzo rotondo che accoglie tutti i nani.
Un elfo scende dalle scale salutando con un lieve inchino Gandalf e scambiando un paio di parole prima che il suono di un corno, simile a quello che hanno sentito prima nel passaggio, allarma i nani che si chiudono in uno stretto cerchio con le armi in mano.
E velocemente si trovano circondati da alti elfi in sella a dei maestosi cavalli; Elrond guarda un attimo i suoi ospiti per poi rivolgersi a Gandalf tranquillamente informandolo degli orchi uccisi.
-Strano per gli orchi avvicinarsi così tanto ai nostri confini. Qualcosa deve averli attirati.- afferma in lingua comune il signore di Imladris passando la spada a un suo servitore.
-Magari siamo stati noi.- risponde Gandalf indicando con il bastone i nani con ancora le armi in pugno.
-Noto, che c’è un ferito tra voi.- ribatte Elrond, notando Dis ancora in braccio a Frerin – Narwain, scorta la nostra paziente in una delle camere, passerò io stesso per le cure.-
-Tu elfo, non toccherai mai mia sorella.- ringhia con ferocia Thorin con la spada sempre in pugno, finchè Frerin gli tocca il braccio per fargli abbassare l’arma lanciandogli uno sguardo serio e pieno di rimproveri –Il tuo orgoglio è più importante della salute di Dis, fratello?- domanda sottovoce.
Thorin guarda, sempre più innervosito, il fratello che non accenna di abbassare lo sguardo e davanti alla sua caparbietà accenna un segno di assenso, tanto che la compagnia rompe il cerchio facendo passare Frerin verso l’elfo indicato da Elrond.
-Vi ringrazio, signore di Imladris.- s’inchina appena Frerin, provocando dei rumorosi e bassi brontolamenti, ottenendo di risposta l’inchino di Elrond –Non preoccupatevi principe Frerin, passerò presto a vedere le condizioni della principessa.-
-Come fate a sapere chi sono?- chiede Frerin incuriosito.
Elrond accenna un sorriso –Ad ogni domanda arriverà una risposta mastro nano.-
Thorin intanto studia fermo e rigido i suoi anfitrioni che stanno accogliendo i suoi parenti più stretti, è sempre più convinto di non voler aiuto dagli elfi e soprattutto una domanda  lo rende sempre più ansioso e arrabbiato.
-Un nostro compagno è rimasto a combattere contro gli orchi. Dov’è?- chiede Fili con voce ferma anticipando il proprio zio.
Elrond si fa avanti con volto serio e fermo, scostando leggermente Gandalf per portarsi davanti ai nani che ormai hanno rotto la posizione di difesa e aspettano con ansia notizie riguardanti il loro compagno –Credo di essere portatore di infauste notizie. Quando siamo arrivati non vi era alcun nano a combattere contro gli orchi.-
A queste parole Thorin sgrana gli occhi come a non crederci e Balin cade in ginocchio privo di forze non riuscendo ad accettare che suo fratello sia stato eliminato da una mandria di orchi, Bilbo velocemente si fa vicino all’anziano nano assieme ad Ori.
-Non avete trovato il suo corpo Signore di Imladris?- chiede tremante Balin alzando lo sguardo tremolante verso l’elfo.
-Mi dispiace mastro nano, non è stato trovato niente se non i corpi degli orchi uccisi.- risponde l’elfo con una nota di tristezza nella sua voce, notando lo sconforto negli occhi e nei volti dei suoi ospiti –Vi prego riposatevi, poi sta sera potremo parlare con calma dell’accaduto.-
-Come potremo mai riposarci se un nostro compagno è stato ucciso o catturato?- brontola Gloin alzando anche le proteste degli altri nani, finchè Gandalf non batte per terra il proprio bastone –Vi riposerete perché avete una missione! Per Dwalin troveremo una soluzione, se non vi è il corpo non è detto che sia morto.- conclude lo stregone cercando di quietare gli animi.
-Manderò i miei guerrieri a perlustrare la zona.- afferma poi Elrond, guardando un paio di elfi ancora a cavallo che si girano, davanti all’ordine silenzioso del loro signore, per uscire galoppando da Gran Burrone.
I nani a questa proposta non sembrano meno rilassati, ma nonostante tutto seguono gli elfi verso l’interno dell’enorme edificio; Balin sembra non volersi muovere e guarda speranzoso verso il ponte da dove sono arrivati mentre cammina accompagnato da Bilbo e Ori.
-Principe Thorin.- lo ferma Elrond cercando in una sua tasca qualcosa –Questa credo che appartenga al suo compagno.- afferma passando a Thorin un foglio di carta piegato e macchiato di sangue che sembra fresco.
-Lo saprò presto.- ribatte con un grugnito il nano prendendo il foglio e seguendo la compagnia in quelli che sono i loro futuri appartamenti.
 
Dopo aver posto nella propria stanza le proprie armi, Thorin si distende nel letto placidamente, i muscoli cominciano a fargli male per la lunga corsa e per la fatica fatta la sera precedente nella lotta contro i troll; tira fuori dalla tasca la lettera che Elrond gli ha consegnato al loro arrivo e la apre, da una parte vuol essere sicuro che sia di Dwalin dall’altra si chiede chi mai potrebbe tenere una corrispondenza con il guerriero se non il fratello.
Ma già dalle prime righe si accorge di sbagliarsi, quella scrittura così minuta e raffinata non è di Balin, ma di Dis.
 
Dwalin,
ho ricevuto la tua ultima lettera e non ho potuto aspettare a risponderti.
Non so come poter definire i sentimenti che si sono alternati durante la lettura, ma uno ha prevaricato su tutti ed è la rabbia; non so quando tornerai agli Ered Luin, ormai manchi da quasi un anno, comunque non ti dovrai mai più avvicinare a me e ai miei figli.
Ovviamente quando ci sarà Thorin e Balin ti tratterò come se nulla fosse successo, ma se ti vedo con Fili e Kili a parlare di quell’argomento che avevamo deciso di mantenere segreto non rispondo delle mie azioni.
Soprattutto non avvicinarti a Kili, lui in assoluto non deve sapere niente.
Trovo inutile la tua dichiarazione nei miei confronti, inutile perché ormai quei sentimenti che provavo per te sono spariti da tempo e ciò per colpa tua; tutte quelle promesse con cui hai cercato di legarmi, tutti quei “se” rimasti ipotetici e così aleatori da non potermi dare alcun futuro.
Sei tu ad aver deciso per una vita tra le armi e da guerriero tanto tempo fa.
L’unica cosa di cui ti sono grata è che mi hai aiutata nel momento del bisogno senza chiedermi niente e senza pretendere niente, peccato che vuoi riscuotere il mio debito ora e mi chiedi proprio quello che non ti posso concedere.
Anche se ritornerai a casa considera questa lettera un addio Dwalin.
Dis.
 
Thorin rilegge un paio di volte la lettera con gli occhi sbarrati e pieni di ira, cosa gli nascondono sua sorella e Dwalin? Perché Dis sta cercando di tenere nascosto qualcosa?
Il nano si ferma prima di accartocciare la lettera tra i propri pugni, deve calmarsi e deve parlare con Dis, scoprire cosa c’è sotto a questa lettera che sembra così importante e che sembra nascondere un passato piuttosto turbolento.
 
 
Ciao ^^ lo so ci ho messo un po’ ad aggiornare questa volta, ma dovevo decidere come continuare all’inizio pensavo di fare ricomparire subito il ns guerriero pelato; poi mi sono detta “ se non lo faccio penare non sono io”… et voilà.
Spero che approviate la mia scelta, fatta anche per rendere più originale la storia!
A presto( esami permettendo^^)
Syl

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***


Ciao a tutti! Prima di lasciarvi alla storia vi chiedo umilmente scusa.
Scusate il ritardo, ma lo studio non mi lascia pace e il lavoro non aiuta. Non prometto che il prossimo aggiornamento sia presto questo perché dopo un esame parto per Roma per diversi giorni e poi quando torno devo preparare un esame pesantino… quindi boh.
Ringrazio ancora tutti quelli che stanno dietro con pazienza alla storia nonostante la lunga attesa, vi do un bacetto e un abbraccio.
Bisous
syl


Il pranzo di benvenuto si svolge stranamente silenziosamente, ad eccezione della musica di sottofondo delle arpi elfiche che invece di allietare il momento sottolineano l’assenza di Dwalin, Dis e Balin; l’ultimo  si è rinchiuso nelle stanze riservate alla principessa troppo scombussolato per la prematura scomparsa del fratello minore.
Ori guarda sconsolato il piatto di verdure che gli elfi gli hanno propinato, sarebbe quasi tentato di non mangiare se non fosse che Dori sarebbe poi capace di imboccarlo per non offendere troppo la tavola elfica su cui siedono.
Sbuffa alzando lo sguardo verso Fili e Kili anche il loro piatto è quasi pieno e si vede che sono visibilmente preoccupati per la sorte di Dis; Fili come sempre mantiene un certo contegno aspettando che la cena finisca e mangiando lentamente, diversamente da Kili che sembra avere gli occhi già pieni di lacrime trattenute malamente per quanto lucidi.
Qualche volta Kili si gira a guardare lo zio per ottenere un cenno di consenso per alzarsi e raggiungere il proprio mentore innanzi al capezzale della madre, tuttavia le sue speranze sono deluse quando vede Thorin parlare con Elrond della spada trovata nel covo dei troll e guarda il fratello con gli occhi languidi pregandolo quasi ad alzarsi con lui.
Fili lo capisce.
Anche lui vorrebbe correre via da quella tavola troppo stretta e raggiungere la madre per chiederle il suo perdono, alla fine è tutta colpa sua… se fosse stato più attento, se fosse stato più abile e soprattutto se avesse pensato ad un'altra maniera per uccidere il mannaro, ora Dis sarebbe lì con loro a controllare di nuovo le ferite riportate e Dwalin brontolerebbe per la mancanza di carne al convivio.
Invece Fili sente su di sé tutta la colpa e la disperazione per le conseguenze delle sue azioni, se continua così non potrà mai diventare un degno successore di Thorin e non potrà mai essere un buon Re per il suo popolo. È solo un ragazzino, ancora.
-Andrà tutto bene.- arriva sottile la voce di Bilbo a far girare di scatto le teste di Fili e Kili, che rimangono entrambi in silenzio a fissarlo, lo hobbit tossisce un attimo intimidito – Dovete avere fiducia nelle cure elfiche. Dis se la caverà, lo sento.-
-Che cosa ne vuoi sapere tu, hobbit?- ringhia Fili sottovoce, non riuscendo a calmarsi e non riuscendo a capire perché quell’esserino tenta di confortarlo quando lui non c’entra niente con loro.
-Gli elfi non ci aiuteranno.- continua il nano biondo senza staccare il suo sguardo azzurro da Bilbo, che dopo un primo momento di sorpresa per la risposta del principe risponde allo sguardo – E tu Fili che cosa ne sai degli elfi, oltre a quello che ti ha detto Thorin?-
Kili confuso guarda i due alternativamente trovandosi in mezzo, può capire la rabbia del fratello dovuta ai sensi di colpa per quanto successo ma perché indirizzarla verso Bilbo che è stato l’unico che ha cercato di sorreggerli non solo con gli sguardi ma anche a parole.
-Voi due dateci un taglio.- interviene lapidario Gloin con la sua voce bassa e cavernosa –Thorin vi sta guardando.- avvisa accennando con la testa alla tavolata isolata dove siede Thorin con Elrond e Gandalf.
Thorin guarda la schiena del nipote maggiore riconoscendo in lui vecchi atteggiamenti che da giovane teneva soprattutto nei confronti delle persone che cercano di avvicinarlo per confortarlo; ricorda che solo Balin e i suoi fratelli erano capaci di calmarlo quando l’intemperanza superava la ragione.
Il nano guarda di sottecchi Gandalf che dopo un sospiro accenna un segno di consenso, capisce che i nani non vedano l’ora di raggiungere la principessa per sincerarsi del suo stato di salute.
-Elrond, i miei amici sono stanchi dal lungo e pericoloso viaggio. Credo che agognino un meritato risposo.- afferma Gandalf rivolgendosi verso l’elfo che sorride tranquillamente –Certo. Si possono ritarare nelle loro camere se vogliono, come anche  passeggiare e scoprire Imladris. Siete miei ospiti e se avete bisogno basta solo che chiedere.-
-Vi ringrazio per l’ospitalità.- afferma con voce bassa e scura Thorin, nascondendo comunque un certo scontento per il fatto che è stata una scelta di Gandalf di fermarsi dagli elfi e non sua; nonostante la stanchezza sua e della compagnia avrebbe evitato come la morte questa situazione.
Fili e Kili sentendo le parole di Elrond si alzano velocemente dalla panca e dopo un piccolo inchino si allontanano seguiti poi pian piano dagli altri nani, tranne Bilbo che rimane ancora seduto sulla panca diviso da seguire i compagni o se lasciare a loro lo spazio per stare vicino a Balin e a Dis senza troppo intromettersi.
Sa di non essere ancora parte integrante della compagnia e che probabilmente non lo sarà mai, tuttavia Balin non lo ha mai trattato male anzi ha cercato sempre di coinvolgerlo o di distrarlo dalla solitudine che vive pur essendo circondato da tredici nani e si sente anche preoccupato per Dis che subito gli ha dimostrato uno spiraglio di amicizia.
-Dovresti andare da mia sorella.- lo fa sobbalzare una voce bassa e baritonale che riconosce come quella di Thorin; Bilbo si volta verso di lui piano, non si era accorto che tutti se ne sono andati compresi Gandalf e Elrond lasciandoli effettivamente solo loro nella stanza.
-Dopo dovrò parlare con lei in privato. E non vi lascerò entrare nella sua camera.- afferma lapidario Thorin dirigendosi verso l’uscita dando le spalle a Bilbo che dopo un attimo di sorpresa prende coraggio –Mi dispiace.-
-Perché dovresti?- domanda Thorin ringhiando e girandosi di scatto verso lo hobbit –Non conosci mia sorella. Non conosci Dwalin. Non conosci nessuno di noi per doverti preoccupare.-
Bilbo a queste parole si trova all’inizio spiazzato, ma quella nota di disprezzo che sente nella voce di Thorin lo fa in qualche modo scattare –E’ necessario conoscere una persona per volere il suo bene? È necessario che io abbia vissuto con Dwalin e Dis per piangere per loro? Credi che perché non ricevo segni di apprezzamento da voi, io non vi apprezzi? No. Credo che dopo mesi di viaggio posso dispiacermi per la scomparsa, spero temporanea, di Dwalin. Credo che per le parole scambiate ieri con tua sorella, io abbia il diritto di assicurarmi che lei stia bene e credo che voi potete buttarmi sulle spalle tutto il disprezzo che volete e comunque io non smetterei di stimarvi.-
Thorin rimane un attimo interdetto alle parole di Bilbo, in primo luogo non avrebbe mai pensato che quell’esserino avesse il coraggio di rispondergli in tal modo e con tanta veemenza, in secondo luogo si trova a pensare che ha ragione per quanto riguarda Dwalin e Dis;  si rende conto che forse si sta sbagliando nei confronti di quell’ometto, c’è qualcosa di nascosto che brilla nei suoi occhi e che in qualche modo non vede l’ora di scoprire se si tratta di rabbia o qualcos’altro.
-E’ meglio che tu vada allora.- conclude Thorin scostandosi dalla porta di uscita per far passare Bilbo, che non aspetta un attimo per togliersi da quella situazione per nascondere le sue guance arrossate dopo aver visto quel sorrisino appena tirato illuminare il viso del nano dopo l’iniziale sorpresa di lui.
 
Quei tuoni non tanto lontani che fino a poco fa spaventavano Fili e che lo facevano piangere, non si fanno più sentire, solo lo scroscio della pioggia sente mentre le sue mani corrono lungo le sue cosce accarezzandole e la sua bocca sembra volerle mangiare il collo.
Come sono arrivati a ciò, come si è potuto riaccendere quello che pensava di aver con fatica spento.
E lì seduta sul tavolo non riesce a negare quelle attenzioni, volendole sempre di più, volendo sentire lui perdersi dentro di sì; sapendo che domani se ne pentirà e mentre sente che lui si fa spazio tra le sue gambe incrocia i suoi occhi azzurri e sa che il passato non l’ha mai dimenticato né lei né lui.
Dis si sveglia di scatto, trovandosi su un letto a lei sconosciuto e sente il suo sudore su quelle che sono delle lenzuola di lino bianco; si ricorda di essere stata ferita e si tasta il petto sentendo ancora un poco di dolore ma comunque sopportabile.
-Ti sei svegliata, Dis.- la distrae la voce di Balin seduto su una poltrona vicina al letto –E’ bello che almeno tu stia bene.-
-Almeno io?- chiede allarmata Dis –Chi sta male?… Io non ricordo.- afferma spaventata guardando con occhi languidi il suo vecchio mentore.
-Dwalin è scomparso.- risponde Balin sedendosi sul letto e prendendo una mano della principessa –E’ uscito dal nascondiglio per salvare te e Fili.-
Dis lo guarda sbalordita coprendosi con la mano la bocca per soffocare gli singhiozzi, mentre le lacrime scendono piano a rigarle le guance per essere poi pian piano asciugate dalle mani un po’ ruvide di Balin che la stringe in un abbraccio.
 
Nel corridoio fuori dalla stanza di Dis seduto sul pavimento con gli occhi chiusi e intento a massaggiarsi la barba lentamente, Balin pensa tristemente alle pochissime possibilità di rivedere suo fratello ancora vivo anche se c’è un minimo di speranza per il fatto che gli elfi non hanno ritrovato alcun corpo.
Dwalin è sopravvissuto a situazioni estreme, è uno dei guerrieri migliori e un figlio di Durin, sa che resisterebbe con onore alle torture, anzi morirebbe sotto le torture degli orchi pur di dire una parola capace di rompere la segretezza del viaggio.
-Balin.- lo chiama Thorin, notando che il suo vecchio mentore non risponde al suo richiamo continua –Dovresti andare a riposare, dopo la cena ho bisogno del tuo aiuto.-
Il vecchio nano sospira tristemente –Avresti anche ragione Thorin, ma non riuscirei a chiudere occhio. Fortunatamente Dis sta già meglio e tutto il resto della compagnia si è riunita nella sua camera.-
-Ritroveremo Dwalin, Balin te lo prometto.- afferma fermo Thorin –Non entreremo a Erebor senza di lui.-
-No. Lui vorrebbe che andassimo avanti.- si alza piano Balin per poi essere aiutato dall’allievo quando comincia a barcollare stancamente –Questa avventura mi sta rendendo sempre più vecchio Thorin.-
-Balin non dire sciocchezze. Tutti noi abbiamo bisogno di te, altrimenti chi potrebbe farmi da voce della ragione.- scherza Thorin aiutando Balin prendendolo da sotto la spalla – Ti accompagno nelle nostre stanze.-
-Beh non sei più giovanissimo Thorin e dopo tutti questi anni dovresti aver imparato come raffreddare la tua testa calda.- accenna un sorriso Balin –Devo dire che Fili sa controllarsi più di te, è Kili che ti assomiglia talvolta.-
Thorin alle parole di Balin gli viene in  mente la lettera di Dis in cui si citano i ragazzi, stringe le labbra seccato insicuro se consegnare quella lettera a Balin o a Dis, insicuro se parlarne già ora con Balin sperando che lui gli possa dare una sua impressione.
-Ragazzo, cosa c’è? Conosco bene quello sguardo serio.- afferma Balin con un sorriso, mentre Thorin apre la porta della stanza del mentore.
-Elrond mi ha consegnato una lettera mentre cercavano Dwalin, sicuramente la teneva lui e la scrittura è di Dis.- risponde Thorin con voce ferma e seria, lasciando che Balin si sedesse sul letto prima di passargli lo scritto.
Balin incuriosito la apre e comincia la lettura, ritrovandosi a trovare diverse risposte a domande che per anni non hanno avuto alcuna soluzione, riuscendo a sistemare quello che era un puzzle di cui era convinto di non trovare tutti i pezzi.
Finalmente ha capito perché suo fratello ha deciso di allontanarsi dagli Ered Luin silenziosamente e velocemente, anche se ancora rimane in dubbio su quale sia la vera ragione della rottura tra Dis e Dwalin; solo un cieco non poteva notare ciò che li legava, e fortunatamente quel cieco era Thorin, tuttavia ci deve essere qualcosa in più e il fatto che Dis voglia proteggere Kili gli fa sorgere un dubbio di non poco spessore.
Guarda un attimo Thorin che aspetta un suo giudizio o una sua impressione, ma non deve essere a lui a dare una spiegazione di questa lettera dopotutto.
-Dovresti parlare con Dis.- afferma Balin ripiegando la lettera e riconsegnandola a Thorin che la rimette in tasca con un sospiro –Ero sicuro di riuscire ad avere qualche impressione da te.-
-Mi dispiace, ma credo che non dovresti avere spiegazioni da me, soprattutto perché le mie sono solo ipotesi.- spiega Balin distendendosi sul letto –Una cosa Thorin, qualsiasi cosa Dis dirà tieni in mente che non cambia niente.-
Thorin aggrotta le sopracciglia non riuscendo a capire le parole di Balin, un po’ deluso dalla risposta ma comprendendo la delicatezza di Balin di non toccare fatti che non lo riguardano –Ti lascio riposare Balin.- afferma prima di uscire dalla stanza del mentore chiudendo la porta per dirigersi verso la stanza della sorella.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


L’uscio della porta della camera di Dis si apre stridendo attirando l’attenzione dei nani verso di essa e interrompendo quindi le attenzioni che stavano dando alla principessa, la quale cerca di nascondere dietro un sorriso tirato le preoccupazioni nei confronti del nano che ha cercato di salvarle la vita.
-Uscite, devo parlare con mia sorella.- ordina Thorin entrando con le mani dietro la schiena e cercando lo sguardo azzurro e conosciuto di Dis.
-Ma Thorin siamo stati appena un mezz’ora…- ribatte Kili, invitando suo fratello ad appoggiarlo.
-Non era un suggerimento era un ordine.- puntiglia Thorin guardando il più giovane dei suoi nipoti stringere i pugni fino a far comparire delle vene azzurrognole lungo le irsute braccia, e calmarsi solo grazie al tocco gentile di Dis che sorridente afferma –Ascoltate Thorin, avremo tempo di parlare dopo.-
Alle parole della principessa la compagnia obbedisce  in maniera silenziosa non avendo alcuna intenzione di contraddire nessuno dei principi Durin, anche Frerin baciando prima la mano della sorella esce dalla stanza sentendo pressante lo sguardo di Thorin su di lui.
Il Principe Durin chiude la porta dietro di sé, non ha affatto intenzione che orecchie indiscrete sentano la conversazione tra lui e Dis, tantomeno se queste orecchie sono elfiche.
-Come stai?- domanda Thorin avvicinandosi al capezzale della sorella e sedendosi sul letto; muore dalla voglia di chiedere spiegazioni sul contenuto della lettera tuttavia sa benissimo che se vuole delle risposte da Dis deve metterla un minimo a suo agio, un interrogatorio serrato comporterebbe solo a un vaso di notte lanciato in testa.
-Sto meglio, grazie.- risponde tranquillamente la nana sollevandosi un poco per appoggiare la schiena al muro per poter parlare più comodamente con il maggiore –Tu schifi gli elfi, ma questi mi hanno salvata. Non sento alcun dolore, davvero.-
-Rimangono comunque degli elfi, non mi fiderò mai completamente di loro.- ribatte Thorin quasi ringhiando.
-Loro non sono gli elfi di Bosco Atro, non sono gli elfi di Thranduil ci stanno dimostrando cordialità e amicizia… dovremo mostrare un minimo di gratitudine.- afferma Dis, cercando di tranquillizzare il fratello senza affettivamente riuscirci; doveva immaginare che bastavano le parole “elfo” e “gratitudine” messe assieme per farlo impazzire.
-E come dovrei dimostrare la mia gratitudine dando a loro una parte del Tesoro?- domanda ironico Thorin alzandosi dal letto stizzito.
-Magari anche solo sorridendo e non come se stessi andando al patibolo!- risponde con veemenza Dis –Ci hanno appena dato un tetto, dopo giorni passati sotto le stelle all’addiaccio.-
-Io non ti ho chiesto di seguirmi all’addiaccio, sorella.- corregge Thorin con una voce nervosa e buttandosi sulla poltrona poco prima occupata da Balin –Io ti avevo chiesto di rimanere a casa, invece te e Frerin dovete fare sempre di testa vostra.-
-Ti sei preso i miei figli!- esclama Dis, sforzando l’addome per poi piegarsi su se stessa per la conseguente fitta –Ma li hai portati via, come mi hai portato via Vili.-
-I tuoi figli sono i miei eredi e non li ho di certo obbligati.- ribatte il nano –Come con tuo marito, a loro ho posto una scelta e quella scelta la stanno portando avanti.-
-Sai bene che io e Frerin vi seguiremo fino a capo del mondo.- affanna Dis tenendosi l’addome e guardando con uno sguardo di fuoco il fratello che lo sostiene freddo e fiero come sempre –Ormai non sarò io a fermarmi, contro la mia volontà fate parte della compagnia.-
-Bene. Su una cosa siamo d’accordo.- sorride stanca Dis –C’è qualcos’altro, vero? Sai di Dwalin?-
-No.- risponde netto Thorin, senza abbassare la testa –Non lo hanno trovato, gli elfi hanno preso da terra solo questa.- continua allungando a Dis la lettera che lei prende con mano tremante.
-Dopo tanti anni…- sussurra la nana aprendola e verificandone il contenuto –Lui ancora la teneva con sé.- bisbiglia mentre le lacrime piano piano cominciano a scendere lungo le guance e le mani a tremare.
Thorin nel vedere sua sorella così piegata e sofferente per una lettera si sorprende; Dis non piange, Dis non ha pianto nemmeno per la morte di Vili, ma allora qual è l’importanza di questa lettera cosa nasconde?
-Dis, sono tuo fratello… dimentichiamo i ruoli di Principe e Principessa, non ti ho mai visto così… cosa vuol dire quella lettera? Che ruolo ha Dwalin nella tua vita?-
Dis alza un attimo gli occhi lucidi verso il fratello e lo vede effettivamente preoccupato e ansioso per questa situazione, sospira pensando che forse è effettivamente arrivata l’ora di spiegare quanto accaduto tanto tempo fa.
-Io e Dwalin abbiamo avuto una relazione quando era mio insegnante di armi.- afferma tutto di un tratto Dis senza staccare gli occhi dal fratello, mentre quest’ultimo assume un colorito violaceo appena visibile sotto la barba –Io lo ammazzo.- sussurra.
-Un po’ difficile dato che non abbiamo idea di dove sia, non credi?- domanda sarcastica Dis –Ti racconto tutto, ma non devi fare le solite tue scenate. Promettilo.-
-Ma…-
-Promettilo, Thorin.- lo interrompe Dis con l’indice puntato – E se ritroveremo Dwalin non cercherai di ucciderlo.-
-Va bene, hai la mia parola.- si arrende il nano  assolutamente controvoglia, è sempre stato assurdamente iper protettivo con la sorella e il fatto che il suo miglior amico lo abbia fregato da sotto il naso gli fa andare il sangue alla testa; tuttavia mantenere la calma è l’unico modo per sapere e così avrà anche un motivo in più per trovare Dwalin, giusto giusto per scuoiarlo.
-Bene, dicevo che da giovani stavamo assieme e stavamo bene almeno finchè non è partito l’ennesima volta con Thràin, in quel caso gli avevo detto di scegliere o me o le varie avventure, guerre e quant’altro.- spiega Dis.
-Quando tornò eri già sposata con Vili.- concluse Thorin.
-Sì, non ne volevo più sapere di Dwalin… tuttavia dopo tre anni dalla nascita di Fili, Vili morì… tu non c’eri eri andato con Balin verso le Montagne Azzurre e quando ritornasti…-
-C’era Kili…- afferma Thorin –Kili è figlio di Vili vero?-
Dis tace a questa domanda pesante come la pietra che le ricorda quella sua unica debolezza, così  dolorosa e meravigliosa allo stesso tempo –Mentre tu non c’eri, Dwalin si prese cura di me e Fili; una notte di tempesta i vecchi argini si ruppero e niente… Kili non è figlio di Vili. Quando scoprii di essere incinta mi disperai, da una parte ero contenta di avere un figlio da Dwalin, dall’altra conosco le nostre leggi sull’adulterio.-
-Dovresti essere esiliata, ora.- ribatte freddo Thorin.
-Già… la lettera si riferisce a quasi tre anni fa, quando Dwalin aveva deciso di reclamare la paternità di Kili, dopo anni in cui non faceva altro che partire e tornare, facendomi promesse che non sarebbe mai stato capace di mantenere. Beh, non gli ho concesso questo diritto.- conclude la nana per la prima volta abbassando lo sguardo contro quello azzurro del fratello.
-Hai fatto bene, in questo modo hai  tutelato sia te che i ragazzi.- afferma Thorin, premendo delicatamente le spalle della sorella per farle appoggiare la schiena sul morbido materasso –Riposati, ora ne hai bisogno.- conclude stirando un piccolo sorriso e uscendo dalla stanza.
Thorin veloce si allontana dalla stanza di Dis e si reca innanzi ad un piccolo antro nascosto cominciando a menar pugni al muro, pensando quasi di distruggere la faccia di Dwalin; quando lo troverà passerà di sicuro un brutto quarto d’ora.


Ecco dopo tanti tanti tanti tanti mesi l'aggiornamento!!!
Si lo so mi odiate^^"""  e fate bene insomma ahahaha
ma davvero il perdere tutti gli appunti e tutto quello che avevo scritto in precedenza mi aveva fatto venir meno la voglia di recuperare la storia!
Ma ora spero di essere un poco più puntuale, non prometto la velocità di stesura da me tipica... però una certa costanza ve la prometto, almeno finchè non finisco tutte le storie, storielle in questo fandom.
sinceramente sto pensando di spostarmi un po' verso Got, ma prima mi devono venire in testa storie decenti.
un bacione a tutti!!!
e grazie se seguite ancora, ci tengo a ringraziare chi ha seguito o comincerà a seguire da oggi e ovviamente chi segue ancora!
un abbraccio
stay tuned
Syl

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