Oneshots || Shadowhunters (Serie TV)

di Ninaly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** OS - Alec Lightwood/Magnus Bane || Serie tv post 1x04 ***
Capitolo 2: *** "Alexander." Parte 1 ***
Capitolo 3: *** "Alexander." Parte 2 ***



Capitolo 1
*** OS - Alec Lightwood/Magnus Bane || Serie tv post 1x04 ***


Alec Lightwood/Magnus Bane


"No, il demone sta mentendo.." aveva detto prima di spezzare il cerchio. Tutto ciò che venne dopo fu un susseguirsi di azioni confuse e disperate per salvare Jace, che non si sa come era finito fra le braccia del demone. Qualche minuto più tardi si trovano tutti intorno al biondo che giace a terra privo di sensi, Clary gli tocca la schiena più volte scuotendolo, nel vano tentativo di risvegliarlo. Il suo parabatai si inginocchia al suo fianco e lo guarda preoccupato, il senso di colpa che aumenta i battiti cardiaci del giovane impedendogli di pensare con lucidità. Lo scambio verbale fra Magnus e la rossa rimane qualcosa di confuso alle sue orecchie, ciò che occupava la sua mente era ben altro.

Quando finalmente il ragazzo si risveglia con un paio di colpi di tosse Alec si alza lentamente cercando di non farsi notare più di tanto e si allontana, sollevato ma pur sempre terrorizzato all'idea di dover spiegare la sua reazione al parabatai. Dopo qualche passo si volta per guardare la scena: Jace di fronte a Clary, gli occhi dei due che si incontrano, i volti ad una minima distanza fra loro, uno scambio di sguardi talmente intimo che lo costringe a voltarsi nuovamente pur di non vedere altro.
Con sua grande sorpresa pochi secondi dopo il giovane stregone lo raggiunge, si aspettava qualche rimprovero ma non fu ciò che sentì. "Non ti devi vergognare.." gli dice semplicemente fermandosi al suo fianco. Al suono di quelle parole Alec irrigidisce la mascella ed il suo sguardo si fa più freddo. "Non so di cosa tu stia parlando." afferma con voce gelida, gli occhi blu rivolti verso un punto indefinito per evitare di incontrare quelli del ragazzo, sicuro che avrebbe letto la sua mente con una semplice occhiata.
"Lo capirai.." risponde Magnus prima di allontanarsi, il cacciatore si volta nella sua direzione e lo segue con lo sguardo fino a quando non sparisce nell'oscurità di un lungo corridoio. Dopodiché anche Izzy tenta di parlargli ma Alec, pur amando la sorella con tutto il cuore, non può fare altro che voltarle le spalle per uscire dall'edificio ed incamminarsi verso il centro della città in cerca di un po' di pace.

Un'ora dopo Jace, Clary ed Isabelle erano già tornati all'Istituto per far riposare il biondo, nonostante lui continuasse a ripetere di stare bene entrambe le ragazze sapevano quanto ne avesse bisogno dopo essere quasi morto per mano di un Demone Superiore, che sorprendentemente l'apprendista cacciatrice aveva ucciso senza fatica. Alec invece non si era fatto vedere e quando Hodge aveva chiesto alla sorella dove fosse lei aveva risposto con un'alzata di spalle ed un "Da Simon per controllare le sue condizioni". Subito l'uomo si era insospettito, conosceva il ragazzo fin troppo bene da sapere che sarebbe stato l'ultimo ad interessarsi della salute di qualcuno incontrato da poco al punto da fargli visita. Alla fine però le aveva concesso il beneficio del dubbio e si era concentrato sull'altro giovane dell'Istituto.

Nel frattempo Alec aveva la testa immersa nei ricordi di quella stanza, di quel momento imbarazzante e assurdo che aveva creato scompiglio. Era a causa di quel malinteso che Jace aveva rischiato di essere ucciso, aveva rischiato di perdere il suo migliore amico e fratello per una stupidaggine solo perché si era fatto prendere dal panico, lui che si doveva prendere cura dei due fratelli essendo il più grande si era trovato ad essere il più debole quel giorno. E quando il ragazzo, troppo distratto per fare caso a ciò che lo circonda, gira in un vicolo buio non si rende nemmeno conto di una cosa insolita. Solo quando un bagliore bianco si avvicina velocemente a lui alza lo sguardo giusto in tempo per riuscire a schivare un attacco buttandosi verso destra andando a colpire il muro di un edificio. Dopo pochi secondi una seconda lama tenta di ferirlo ma questa volta è preparato e contrattacca agilmente allontanando il suo primo aggressore con un pugno allo stomaco seguito da un calcio sul naso. Purtroppo quello non era solo, aveva portato degli amici ed Alec pur essendo un cacciatore di alto livello non poteva sconfiggere quattro membri del Circolo da solo.

Ed è in quel momento che un bagliore azzurro arrivato dalle sue spalle colpisce uno dei seguaci di Valentine stordendolo, naturalmente quando si volta la figura dello stregone dagli occhi felini appare davanti a lui. Non sapendo come reagire decide di combattere contro gli altri due rimasti, non era più solo ed aveva una possibilità. Le domande a dopo.. si dice mentre colpisce uno degli uomini.

In seguito ad un lungo combattimento dal quale Alec esce con un livido sulla guancia ed un paio di ossa doloranti, lo stregone ed il cacciatore si allontanano insieme per trovare riparo e, quando finalmente riescono nel loro intento, si siedono uno accanto all'altro per terra senza dire una parola, un silenzio che dura una decina buona di minuti. Nessuno dei due sapeva da dove iniziare.

"Hai avuto modo di distrarti?" azzarda Magnus dopo un attimo di incertezza volgendo lo sguardo alla sua destra per misurare la reazione del bel ragazzo. In risposta gli occhi freddi di Alec si spostano in quelli dello stregone, che lentamente vede l'altro addolcirsi appena. Doveva ammettere che l'espressione più serena gli donava parecchio, anche se non poteva lamentarsi dello sguardo serio e freddo da cacciatore che aveva quel pizzico di sensualità che lo stregone amava nei giovani ragazzi.

"Credo che un attacco dei membri del circolo distrarrebbe chiunque.." risponde con una punta di ironia nella voce per poi provare ad alzarsi. Un tentativo che va a vuoto dal momento che la mano Magnus afferra velocemente la sua trascinandolo di nuovo per terra.

"Sei sempre così evasivo o sono i Nascosti a farti questo effetto?" chiede sinceramente curioso di capire qualcosa in più sul suo modo di agire nei confronti degli altri. Aveva visto come era scappato dopo l'incidente con il demone ed aveva anche capito il motivo della fuga, chissà perché lui continuava a negare l'evidenza, era qualcosa che sfuggiva alla comprensione dello stregone. Proprio quando non se lo aspetta, in risposa riceve una risata fra il divertito e l'irritato, il che lo confonde ulteriormente. Allora Magnus glielo fa gentilmente notare con un'alzata di sopracciglio, invitandolo con un cenno della testa a spiegarsi. Alec alza gli occhi al cielo ed un sbuffo esce dalle sue labbra ma, quando lo stregone sembra doversi arrendere al silenzio, la voce roca del giovane cattura nuovamente la sua attenzione.

"Non sono i Nascosti, sono uno Shadowhunter e devo proteggere gli accordi. Questo spesso include anche voi. Semplicemente non mi piace interagire con le persone." risponde alzando appena le spalle mentre il suo sguardo si abbassa verso le loro mani, che incredibilmente si stavano ancora toccando. Quando i suoi occhi incrociano quelli felini del ragazzo al suo fianco un lieve rossore dipinge le sue guance portandolo a distogliere lo sguardo e spostare la propria mano sulle ginocchia. Quel gesto sembra divertire Magnus perché ad un certo punto una risata rompe il silenzio imbarazzante che si era appena creato.

"Devi davvero capire che non c'è nulla di cui vergognarsi Alec." ripete una seconda volta nella giornata quelle parole guadagnandosi uno sguardo gelido da parte del giovane dai capelli neri. Al che si vede costretto a dover aggiungere qualcosa per non essere frainteso. "Intendo dire che i sentimenti non sono qualcosa che si può controllare, ci sono e basta. Appaiono quando meno ce lo aspettiamo. Si deve solo imparare a seguirli oppure a reprimerli."

"Ma tu non puoi capire." risponde Alec sospirando prima di guardare lo stregone al suo fianco. A quel punto si rende conto che lo sguardo di Magnus stava gridando 'lo capisco', era proprio come un'insegna al neon. Ed è in quel momento che una scintilla anima il blu dei suoi occhi dandogli un motivo per sorridere. C'era davvero qualcuno in grado di capirlo, e forse, se Magnus aveva vissuto un'esperienza come quella e ne era uscito, lo poteva fare anche lui.

Forse alla fine una speranza c'è.





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Capitolo 2
*** "Alexander." Parte 1 ***


”Alexander.” Parte 1



Lo stilo si stava lentamente avvicinando al polso di Alexander Gideon Lightwood quando un cigolio interruppe l’avanzare di quella punta che avrebbe segnato la fine della sua libertà. In sincronia tutti i presenti si voltarono verso l’ingresso e ciò che videro lasciò quasi tutti a bocca aperta. Persino Jace ed Izzy sembravano sorpresi di vedere il sommo stregone di Brooklyn, Magnus Bane, fermo in mezzo alla sala con lo sguardo fisso su Alec.
“Izzy, Alec ha invitato Magnus?”
“Sono stata io. Ma non credevo si sarebbe presentato.” rispose lei con una voce piena di speranza, forse lei non era riuscita a convincere il fratello ad annullare il matrimonio, ma di certo conosceva qualcuno in grado di farlo. Spostò lo sguardo dallo stregone e lo puntò su Alec, vide diverse emozioni sul suo volto, ma la principale era decisamente la sorpresa. Avevano discusso a casa di Magnus, non si aspettava di rivederlo tanto presto, e di certo non si aspettava di vederlo al proprio matrimonio, pronto a lottare fino alla fine per impedirgli di fare quel grande errore che li aveva portati a litigare.
Il ragazzo era troppo confuso, troppo sconvolto, per notare la madre che si era alzata e con passo deciso si era avvicinata allo stregone che aveva fatto irruzione con grande stile. Lo stava intimando a lasciare il matrimonio ma la determinazione nello sguardo di Magnus faceva intendere che non sarebbe stato tanto facile mandarlo via. “Me ne andrò se me lo chiederà lui.” stava dicendo mantenendo gli occhi fissi in quelli azzurri dello shadowhunter all’altare. La donna rimase immobile, visibilmente sconvolta dalla sfrontatezza di quel Nascosto che non solo stava interrompendo un momento sacro, ma stava cercando di far intendere qualcosa di più grave alla comunità dei Cacciatori. Sarebbe stato difficile fraintendere lo sguardo che aveva rivolto al figlio non appena aveva fatto il suo ingresso nella sala, Maryse sperava soltanto che i presenti fossero troppo sconvolti dall’interruzione per notarne il motivo principale.

***



“Credi che io abbia bisogno del discorso di incoraggiamento di un vampiro moralista per tornare sulla via dell’Angelo. Non è così?” disse con un tono di voce che difficilmente qualcuno avrebbe potuto fraintendere, improvvisamente l’aria nella stanza sembrava essersi raffreddata, la tensione non faceva che salire secondo dopo secondo ed il cacciatore iniziava a sentirsi a disagio. Raphael aveva capito che c’era qualcosa di diverso nello sguardo di Alec, mancava quella luce che aveva visto nei suoi occhi alla festa di Magnus, mancava quel pizzico di spensieratezza di un giovane innamorato. Aveva sentito del matrimonio ma non ci credeva fino in fondo, aveva avuto modo di conoscere Magnus e sapeva che non si sarebbe arreso tanto facilmente davanti ad una tale ingiustizia nei confronti del suo protetto dagli occhi blu.
“A dire il vero sto cercando di far sopravvivere entrambi. Ma da quel che ho capito, a te questo non importa. E’ per questo motivo che hai fatto irruzione in un hotel colmo di vampiri armato fino ai denti. Questo è decisamente qualcosa da evitare se si vuole sopravvivere.”
“Senti Raphael ti risparmio la fatica. Niente di quello che dirai mi farà cambiare idea o modo di agire.” Ci ha già pensato qualcun’altro a cambiarmi. aggiunse la sua mente, ma evitò di ripeterlo ad alta voce per non rendere quella situazione ancora più irritante. Se avesse lasciato trapelare anche un solo dettaglio sarebbe finita male per entrambi.
“Va bene.” gli concesse il vampiro, irritare uno dei figli dell’Angelo non era certo nei suoi programmi quel giorno, quindi si limitò ad assecondarlo. “Da quel che ho capito vuoi combattere, fatti sotto.” lo sfidò lanciandogli uno sguardo divertito, uno sguardo che lo avrebbe sicuramente fatto cadere nella rete. Ed eccolo il sorriso trionfante di Alec, come se avesse appena ottenuto tutto ciò di cui aveva bisogno. Fece roteare la spada angelica e si mise in posizione di combattimento, ginocchia leggermente piegate e braccia in avanti, pronto a colpire l’avversario. Raphael fece schioccare la lingua sul palato e scosse la testa in segno di disapprovazione. “Quella..” fece un cenno con la testa in direzione della lama lucente “non è ammessa. Ho detto che voglio combattere, ma deve essere uno scontro alla pari.” concluse con un tono di voce quasi divertito.
“Io ho la spada e tu le zanne. Dove sta il problema?” chiese Alec sinceramente confuso dall’atteggiamento codardo del vampiro che si era offerto di combattere. “Mi sembra più che equo.” concluse facendo intendere che la spada sarebbe rimasta al suo posto, fra le mani del cacciatore che piegò le labbra in un sorriso di sfida prima di lanciarsi verso il vampiro, la lama fendeva l’aria provocando quel dolce suono che Alec aveva imparato ad amare ancora di più nell’ultimo mese. Dopotutto forse Raphael non aveva torto riguardo al suo istinto suicida.

“Alexander.”

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Capitolo 3
*** "Alexander." Parte 2 ***


”Alexander.” Parte 2


“Alec..” lo chiamò Lydia scuotendolo appena, con delicatezza e senza attirare troppo l’attenzione su di sè. Capiva la situazione ma in quel momento doveva fare qualcosa per allontanare gli sguardi confusi e indagatori dal ragazzo al suo fianco, troppo sconvolto per dire anche una sola parola. Come se l’Angelo avesse ascoltato le sue preghiere trovò lo sguardo di Alec fisso nel suo, il blu scuro del ragazzo nell’azzurro cielo dei suoi, e sospirò.
“E’ tutto okay.” gli sussurrò stringendogli appena la mano, la stessa che poco prima stava per segnare con la runa del matrimonio. Gli sorrise con dolcezza cercando di infondergli coraggio ma lui sembrò non capire la situazione. In un’altra occasione forse avrebbe riso davanti a quell’ingenuità tanto adorabile, ma in quel caso doveva solo essere cauta con le parole e i movimenti. “Non devi farlo per forza.” aggiunse abbassando ulteriormente la voce, tutto d’un tratto però la sala sembrava essere piombata in un silenzio surreale, come se qualcuno avesse tolto il volume lasciandoli comunicare con i soli sguardi.
“Magnus.” lo sentì dire, un filo di voce quasi inudibile. Lo stregone però sembrava aver capito perché gli sorrise avvicinandosi all’altare con un passo lento ed elegante come solo lui riusciva ad essere. La madre di Alec non aspettò molto per seguirlo e posizionarsi al suo fianco, di fronte a suo figlio che improvvisamente si irrigidì e abbandonò la mano che Lydia stava stringendo. Lei non fece caso alla brusca interruzione del loro contatto, bensì si concentrò sullo sguardo della signora Lightwood che sembrava cercasse di comunicare mentalmente con Alec. Lui nel frattempo continuava a spostare lo sguardo dal ragazzo alla madre senza capire esattamente quale sarebbe stata la mossa più intelligente e corretta in un momento come quello. “Vattene.” rispose infine con voce tesa come una corda di violino. Cercò di limitare gli incontri con lo sguardo dello stregone che sembrava sconvolto dall’ordine che gli era appena stato dato dal ragazzo. Non credeva alle proprie orecchie, aveva scelto. Non lui. Quando Alec alzò lo sguardo per capire la reazione dello stregone vide il nulla, era svanito. Allora il ragazzo si voltò verso Lydia ed il matrimonio riprese dopo un momento di pausa nel quale il giovane Lightwood si chiese quale fosse davvero la scelta giusta. Spezzare il cuore al ragazzo che aveva imparato ad amare o la famiglia? La sposa notò lo sguardo del compagno che pian piano si stava raffreddando, era un punto di non ritorno.

***



“Alexander.” gridò una voce in lontananza, un tono quasi sconvolto che fermò lo shadowhunters all’istante. Nel giro di pochi secondi si ritrovò senza armi, che prontamente vennero scaraventate dalla parte opposta della stanza dalla magia dello stregone che aveva appena fatto il suo ingresso all’hotel Dumort. Gli occhi blu di Alec si spostarono lentamente verso quella figura snella ed elegante che avrebbe riconosciuto fra migliaia, e se solo fosse stato ancora armato si sarebbe lasciato cadere spada e coltello dalle mani alla vista di quel ragazzo che proprio lui aveva ferito.
Raphael nel frattempo si era portato una mano sul braccio sanguinante nel tentativo di fermare l’emorragia, il coltello dello shadowhunter aveva tagliato in profondità la sua pelle chiara ed il potere angelico gli impediva di curarsi con la solita facilità. Magnus si avvicinò subito all’amico, anche se nessuno dei due avrebbe mai ammesso la natura di quella relazione, e curò la ferita con qualche scintilla azzurra che spuntò dalle sue mani e scomparve subito dopo, esattamente come il vampiro che lasciò i due da soli quando ebbe recuperato le forze. Lo stregone sembrava evitare il contatto diretto con lo sguardo di Alexander, non trovava la forza di sostenerlo dopo quello che gli aveva fatto passare. Non poteva dire che i sentimenti per lui fossero svaniti, per quello aveva bisogno di un po’ di tempo, forse anche troppo, ma poteva affermare che, se il giovane Lightwood dagli occhi blu avesse voluto il suo perdono, si sarebbe dovuto impegnare per ottenerlo.
Alle orecchie dello stregone giunse un rumore simile ad un tonfo che subito lo preoccupò, in quel momento si maledì diverse volte per essersi girato a guardare Alec, perché ciò che vide davanti ai suoi occhi fu devastante per il suo cuore.
Gli occhi azzurri del ragazzo, privi di quella scintilla di innocenza ed ingenuità che aveva visto la prima volta che si erano incontrati, si accesero come due grandi fari, la luce della luna che filtrava dalle finestre quasi interamente coperte fece notare a Magnus un luccichio in essi. Un luccichio che gli spezzò il cuore una seconda volta. Alec stava piangendo, ed era stata solo la sua apparizione ad innescare qualcosa dentro di lui, qualcosa che il matrimonio aveva bloccato dietro ad un mare di responsabilità e bugie.
Senza nemmeno rendersene conto si era precipitato accanto a lui e lo aveva stretto in un abbraccio quasi disperato, come se il contatto fra i loro corpi gli fosse mancato più dell’aria, come se avesse deciso di mettere da parte l’orgoglio per sentire le braccia di Alec attorno a sè. In pochi secondi si ritrovarono nell’appartamento di Magnus, dove sarebbero stati lontani da occhi indiscreti. A quel punto lo stregone dagli occhi felini prese il viso d’angelo di Alexander con entrambe le mani, fece scivolare i pollici sulle sue guance umide per mandare via le lacrime e mormorò un dolce ‘Ssh’, come se si stesse rivolgendo ad una creatura estremamente debole e bisognosa di supporto. E forse una minima parte di quel paragone corrispondeva alla realtà, forse quel ragazzo, che si era caricato addosso il peso di un’intera famiglia, aveva davvero bisogno di una spalla sulla quale poter contare nei momenti più difficili.
“Alexander.” lo chiamò Magnus con dolcezza invitandolo ad alzare lo sguardo per incontrare il suo, ma, come si aspettava, lui rifiutò scuotendo appena la testa facendo così ondeggiare i capelli scuri un po’ troppo lunghi. Lo stregone forse non riusciva a capirlo ma per Alec quella situazione era fin troppo assurda, surreale quasi e decisamente troppo dolorosa. Era fra le braccia della persona che aveva ferito di più, stava versando lacrime in sua presenza e sospettava che il sostegno che gli era stato dato fosse solo una mera opera di carità verso qualcuno troppo stupido da avventurarsi in un covo di vampiri. La voce con la quale gli si era rivolto, quella di certo non poteva esserlo, c’era troppa emozione perché lo fosse.
Io non faccio la carità. quella frase improvvisamente inondò la sua mente dandogli una speranza che non si era reso conto di aver perso, Magnus l’aveva detto che non avrebbe mai lavorato gratuitamente. Forse l’aiuto che gli stava dando non era dettato dal senso del dovere ma da un sincero sentimento di amore, anche se in quel momento gli sarebbe bastata anche solo la sua amicizia. La cosa importante era averlo al suo fianco.

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