le due facce della medaglia

di sony_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una svolta inattesa ***
Capitolo 2: *** la medaglia ***
Capitolo 3: *** persi ***
Capitolo 4: *** l`attacco ***
Capitolo 5: *** casa dolce casa ***
Capitolo 6: *** la notte stellata ***
Capitolo 7: *** la verità ***



Capitolo 1
*** una svolta inattesa ***


-sei proprio sicuro di volerlo fare? Loki potrebbe tradirti in qualsiasi momento…-
-non abbiamo altra scelta, lui è l`unico a conoscere un`altra via per lasciare Asgard.-
-ma Jane porta l`Aether dentro di sé, lui potrebbe prenderlo.-
-non glielo permetterò! Avanti ragazzi, siete stati i miei compagni fedeli per secoli, fidatevi di me un`ultima volta!-
Il sodalizio guardò Thor; tutti sembravano riluttanti, tranne me. Per qualche morboso motivo ero agitata ed eccitata allo stesso tempo. Volevo gettarmi nell`avventura, vivere fino infondo ogni istante in questo mondo fantastico. Dopotutto, il pericolo ha un certo fascino.
-allora è deciso, vado a liberare Loki.-
A quelle parole lo sguardo di tutti si indurì. Avevo sentito dello scompiglio che aveva causato sulla Terra, ma non lo avevo mai visto di persona.
-aspettami qui, tornerò presto.-
Mi disse Thor, con tono confortante. Annuii, e lui si avviò.

Poco dopo era di ritorno, accompagnato da un un uomo alto, con i capelli corvini. Doveva essere Loki. La sua figura pareva esile paragonata a quella di Thor. Si fermò a pochi passi da me e cominciò a squadrarmi. Notai che aveva gli occhi azzurri, come suo fratello, ma incutevano timore anziché conforto.
-beh, che hai da guardare?-
Esordii. Forse avrei potuto articolare meglio, ma mi stava mettendo a disagio e volevo che la smettesse.
-così sei tu l`umana che ha fatto perdere la testa a mio fratello. Sapevo che aveva gusti strani ma non pensavo fossero così mediocri.-
-cosa…come ti permetti?!…-
Stavo per dargli uno schiaffo quando Thor afferrò la mia mano, diretta con vigore verso la guancia di quell`arrogante, e la tirò verso di sé. Ci incamminammo, Loki dietro di noi. Ero indignata, e la sua presenza mi infastidiva; chissà perché avevo l`impressione che mi stesse ancora osservando con quel ghigno beffardo. Che insolente.
-questa è la navicella, sali io arrivo subito.-
Mi disse. Guardai la navicella e non potei fare a meno di ridacchiare.
-ma…ha una forma ridicola…come faremo ad uscire da qui senza farci crollare il tetto in testa?-
-è la stessa cosa che ho cercato di dirgli io.-
Si intromise Loki, con tono borioso. Gli lanciai un`occhiataccia, come per dire «non provare a rivolgerti a me ancora, brutto arrogante», ma quel suo sorrisetto compiaciuto mi costrinse ad addolcire lo sguardo. Accennai un sorriso, prima di incamminarmi verso quella sottospecie di astronave. Fui raggiunta quasi subito da Thor e Loki, e la corsa cominciò. Loki non restò zitto un secondo: continuava a fare la telecronaca al fratello, informandolo di quante colonne aveva demolito o di quanto folle fosse stata la sua idea. Io nel frattempo ero raggomitolata a terra; mi sentivo pesante, i muscoli mi dolevano quando cercavo di muovermi. L`Aether stava prendendo il sopravvento. Svenni, e mi svegliai soltanto quando eravamo già a Svartalfheim. Non sprecai tempo a chiedere come ci eravamo arrivati.
-Malekith è qui. Deve aver sentito l`Aether avvicinarsi.-
Disse Thor.
-allora che stiamo aspettando…-
Mormorò Loki. E la battaglia cominciò. Prima, con l`inganno, fecero in modo che Malekith si riprendesse l`Aether, e poi cercarono di distruggerlo. Io ero al quanto stordita, quindi non riuscii a registrare quello che stava avvenendo. Ad un certo punto però, ripresi lucidità. Vidi Loki e Malekith che combattevano, Loki era a terra e Malekith lo stava per trafiggere con la sua lancia. Loki, ormai convinto di morire, suppongo, gli lanciò addosso una specie di bomba ad implosione che assorbe tutto ciò che tocca. Ma Thor accorse in suo aiuto, e fu risucchiato insieme a Malekith in quel buco nero senza ritorno.

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Capitolo 2
*** la medaglia ***


 

La luce riprese a percuotere le mie palpebre. Ma non era la luce del giorno, bensì una luce proveniente da una fonte più circoscritta, che illuminava con intensità intermittente. Era un fuoco. Sollevai la testa di scatto, allarmata.

-qualche problema con il fuoco?-

Disse Loki, facendomi trasalire di nuovo.

-dove siamo?-

Chiesi, mettendomi una mano sulla testa come per tenerla ferma.

-siamo stati catturati da Malekith e adesso dobbiamo rimanere in questa cella rocciosa finché Ragnarok non verrà.-

Cantilenò.

-cosa?!-

Esclamai spaventata.

Ma Loki rise.

-ti stavo prendendo in giro! È esilarante guardarti trasalire.-

Disse, con un tono malizioso.

-adesso hai deciso di schernirmi anziché ignorarmi?.-

Mormorai.

-precisamente...-

Lasciò sfumare le ultime lettere, dando un tono seducente alla frase.

-non fare così.-

Dissi, imbarazzata da quel suo sguardo inquisitore, intento a studiare il mio corpo.

-preferisci che ti ignori?-

-si, piuttosto che spogliarmi con lo sguardo.-

Esclamai. A quelle parole, non che fossero particolarmente significative, Loki tornò serio. Ero portata a pensare che fosse combattuto da sentimenti ambivalenti, e che ora avesse rinunciato ad un approccio con cui sperava di conciliare le cose tra di noi, o semplicemente di ricominciare a scambiarci frecciatine. In ogni caso, adesso era di nuovo serio, e non pareva intenzionato a deridermi di nuovo.

Sospirai e mi misi seduta, appoggiando la schiena alla roccia. Mi guardai attorno: eravamo davvero in una caverna. Onestamente non riuscivo a vederne l'uscita, ma non mi preoccupai troppo, dopotutto, da qualche parte dovevamo pur essere entrati. Sospirai di nuovo, e lasciai cadere la testa all'indietro, ma la ritrassi all'istante poiché sentii qualcosa di freddo e bagnato sulla cute. Loki notò la mia reazione, con aria ancora vagamente divertita.

-è linfa, viene dalle rocce. Fa schifo ma è molto nutriente. Faresti meglio ad abituartici perché non mangerai altro finché saremo qui.-

Colsi al volo il consiglio. Raccolsi la linfa con le mani e la portai alla bocca. Aveva ragione: faceva schifo, sembrava una sorta di miele acido. Ma non mi importava granché, bastava mettere qualcosa nello stomaco: stavo veramente morendo di fame.

Notai che Loki si era tolto la tunica e la stava stendendo a terra per usarla come lenzuolo. Scivolai al suo fianco, mettendomi in ginocchio. Adesso che lui aveva esaurito le frecciatine, decisi di cominciare io. Forse volevo tentare di dare seguito al suo tentativo di conciliazione, o forse, ero semplicemente curiosa.

-come hai scoperto di essere stato adottato?-

Domandai. Troppo personale forse?

-non sono affari tuoi.-

Rispose, accigliato.

-dai, è solo per fare conversazione! Finiremo per annoiarci altrimenti.-

Ma si girò dall`altra parte.

-d`accordo, allora comincio io. Ho conosciuto Thor quando è stato scagliato su Midgard da vostro padre…-

-SUO padre.-

Puntualizzò.

-domando scusa.-

Risposi con enfasi, e continuai il mio racconto.

-era esilarante devo dire, io e i miei amici credevamo che fosse ubriaco. Ciondolava in giro gridando al cielo «martello! Martello!», sembrava proprio un pazzo!-

-risparmiami i dettagli della vostra sdolcinata storia d`amore.-

Disse, irritato. A quel punto mi zittii; evidentemente avevo scelto la persona sbagliata con cui confidarmi. Stupida ingenua. Una ragazzina annoiata, ecco cos`ero! Morbosamente attratta dal pericolo e da chiunque ne rappresentasse una fonte. Loki era perfetto da questo punto di vista; ma, come tutto quello che da sempre mi aveva intrigata, anche lui mi avrebbe delusa. E, infatti, stava perfettamente soddisfando le mie aspettative.

-ti arrendi così in fretta? Ti credevo più ostinata.-

Disse, con l`intento di provocarmi.

-non hai versato neanche una lacrima per il tuo grande amore: o sei molto forte o poco innamorata.-

Si rigirò.

-quale delle due?-

Chiese, con un sorrisetto curioso.

-perché dovrei risponderti? Tu non hai risposto a nessuna delle mie domande.-

Esclamai.

-d`accordo. Allora continuiamo pure con questo gioco del silenzio, per me è indifferente.-

Disse, rimettendosi sdraiato. Mi faceva innervosire sempre di più. Che presuntuoso.

-la seconda.-

Confessai. Loki mi guardò, piacevolmente sorpreso dalla mia resa.

-quindi lo hai ingannato. Complimenti, sono impressionato.-

-no, non l`ho ingannato!-

Sbottai, cercando di difendere la mia innocenza.

-volevo solo andarmene dal mio mondo, e lui mi ha dato la possibilità di farlo.-

-ma lui crede che tu lo ami, questo si chiama inganno.-

-io non gliel`ho mai detto, è stata una sua deduzione.-

-non avrà certo fatto congetture però, l`avrà dedotto dai tuoi atteggiamenti.-

Disse, rievocando quel tono malizioso.

Deglutii, imbarazzata.

-ricambiando i suoi baci, le sue carezze, seguendolo nel suo letto…-

-tu che ne sai di che rapporto c`è tra noi?-

Esclamai, elevando le mie difese il più in alto possibile.

-oh, quindi non ti sei ancora concessa a lui.-

-non ho detto questo.-

-ma ti si legge in faccia.-

Disse, mettendosi seduto.

-le tue guance sono diventare rosse, e muovi velocemente gli occhi in cerca di una roccia sotto cui nascondere la verità che ti imbarazza.-

Rise fragorosamente.

-in ogni caso non avevo intenzione di ferirlo, volevo solo lasciare quel mondo così monotono, conformista e…-

-…ipocrita?-

Aggiunse Loki, con mia sorpresa.

-non sei certo la prima né sarai l`ultima a desiderare qualcosa di diverso. Questo non giustifica l`inganno.-

-tu invece hai una giustificazione valida per aver tradito la fiducia che tuo padre aveva in te?-

-lui non è mio padre!-

Gridò, alzandosi in piedi. Mi alzai anch`io, per fronteggiare la sua aggressione.

-ma ti ha amato e cresciuto come un figlio…questo non merita un minimo di riconoscenza?-

Vidi i lineamenti del suo volto indurirsi davanti alle mie accuse. Capii che non gli suonava nuova questa considerazione: evidentemente si era già posto tale interrogativo.

-cosa ti impedisce di perdonarlo?-

Sbuffò, voltandomi le spalle.

-parli proprio come mio fratello…-

Mormorò.

Ciondolò verso la parete scura della grotta, su cui puntò i pugni. Mi avvicinai, incuriosita dalla sua reazione. Forse stava emergendo un altro aspetto della sua personalità, l`altro lato di quella medaglia che era il suo cuore. Il ragazzino confuso e avvilito che avevo scorso in precedenza si stava ridestando.

-non ti manca quello che avevi prima?-

Continuai. Meglio battere il ferro finché è caldo.

-e che cosa avevo prima?-

Domandò, rigirandosi verso di me.

-un palazzo, in cui ero l`ombra di Thor, l`ombra di Odino! Quello di cui nessuno si fidava, quello che tutti guardavano con diffidenza!-

Mi si avvicinò, incombendo su di me.

-mi hanno disprezzato fino da quando ero bambino, tutti gli dei, senza eccezioni, dal primo all`ultimo. Ero innocente, e non volevo altro che essere considerato uno di loro. Mi hanno offeso e maltrattato, mentre io offrivo loro ogni servigio pur di guadagnare il loro rispetto. Adesso per lo meno hanno una valida ragione per odiarmi…-

Sibilò, come un serpente che sussurra alla preda prima di carpirla.

-quindi sei quello che loro hanno fatto di te.-

Affermai.

-precisamente.-

Confermò Loki, sempre adirato, ma con un'aria vagamente sorpresa.

-e non pensi che dimostreresti superiorità se invece non facessi il loro gioco?-

Loki sbuffò.

-fare il loro gioco?-

-si!-

Continuai.

-l`hai detto tu: sei quello che loro hanno fatto di te, quindi sei come loro. Saresti superiore invece se li ignorassi, dimenticassi tutto e diventassi te stesso, indipendentemente da quello che loro ti hanno fatto patire.-

Mi guardava incuriosito, attento ad ogni mia parola. Capii che era estraneo a tale visione, ma che non per questo l`avrebbe ignorata. Era interessato, si vedeva lontano un miglio, ma non l`avrebbe mai ammesso.

-agh…-

Borbottò, avviandosi verso l`uscita della grotta, che solo in quel momento riuscii ad identificare.

-ehi! Dove vai?-

Esclamai, ma, ovviamente, Loki non mi prestò attenzione.

-Loki!-

Ripetei, ma rinunciai subito. Evidentemente voleva stare da solo.

Mi sedetti, e sospirai profondamente. Da un lato ero fiera di me per aver parlato così sinceramente e con fermezza, ma dall`altro ero sconfortata, poiché sapevo che, anche se le mie parole gli avessero aperto gli occhi, non me ne avrebbe mai reso il merito. Il mio ardire non sarebbe mai stato premiato, e sarei stata di nuovo sola, con soltanto le mie parole come conforto. Inutile, come sempre.

Smisi quasi subito di autocommiserarmi e mi raggomitolai sul pavimento, esausta.

Non passò molto tempo, che mi svegliai. Avevo freddo, stavo battendo i denti. Mi guardai attorno, scrutando l`oscurità alla ricerca di Loki. Ma non lo vidi. Era buio, ma non abbastanza da celare le forme, e della sua non c`era traccia. Un pensiero mi sfiorò ma lo scacciai all`istante. Accolsi invece più cordialmente l`idea di infilarmi la sua tunica.

Era meravigliosamente calda, e profumata, come se lui fosse proprio lì. Respirai a pieni polmoni e ripresi sonno, avvolta da quel tepore confortante.

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Capitolo 3
*** persi ***



All`improvviso tutto era silenzioso, una quiete pungente, giunta troppo in fretta e senza motivo. Il deserto ci circondava, incombendo su di noi come un avvoltoio in attesa del momento giusto per attaccare. Le rocce e la sabbia si alzavano sospinte dal vento che, con mio grande sollievo, fischiava nelle mie orecchie rompendo il silenzio. Scossi la testa per riprendermi e notai con disgusto che ero rimasta sola proprio con Lui, il Dio dell`Inganno. Proprio così: ero sola nel deserto di Svartalfheim con Loki. Ci scambiammo un`occhiata ed entrambi divenimmo consapevoli della medesima realtà. Soli, noi due, sconosciuti, se non per la sua pessima reputazione. E adesso? Loki mi guardò perplesso, poi si guardò attorno, infine tornò serio. Si alzò da terra e si incamminò. Mi alzai anch`io e lo seguii. Camminava con passo sostenuto, tanto da rendermi difficile seguirlo.

-ehi...-

Mormorai timidamente.

-cosa...dove andiamo?-

Domandai.

-io, a godermi a libertà, tu ad aspettare che vengano a riprenderti.-

Disse, quel menefreghista spietato.

-cosa?! Non ho intenzione di stare qui ad aspettare!-

-allora accendi un fuoco e fai i segnali di fumo, magari riuscirai ad attirare qualche elfo.-

-elfo?-

Ridacchiò.

-siamo nella terra degli elfi oscuri, certo non incontrerai le fatine dei boschi.-

Disse, beffardo. Forse aspettare non era una cattiva idea: almeno gli sarei stata lontana.

-ma tu dove vai?-

-te l'ho detto!-

-no ma...-

Sbuffai.

-tu devi aiutarmi!-

-non credo proprio, quello che ti succede non mi riguarda minimamente.-

Sentenziò, con tono arrogante.

-potresti rallentare?!-

Mi lamentai. Faticavo a correre e riflettere e parlare allo stesso tempo.

-non riesco a starti dietro!-

-è proprio questo l'intento.-

-Loki!-

Gridai, esasperata.

-per favore! Io non so cosa fare!-

Mi fermai, sperando che lui facesse lo stesso. Povera illusa.

-non è un problema che mi riguarda.-

Okay, qui bisogna cambiare atteggiamento, mi dissi. La vittima implorante non riceve la minima compassione da parte sua. Vediamo allora di provocarlo.

-non pensi a tuo fratello? Forse è morto per te e tu abbandoni la sua ragazza nel bel mezzo del nulla! Di certo non gli farebbe piacere!-

Non rispose. Bene, avevo toccato il suo cuore (se ne aveva uno). Meglio continuare.

-aspetta!-

Sospirai, e mi fermai di nuovo a riprendere fiato, riflettendo sulla prossima frecciatina.

-Loki! Vuoi davvero che un'altra donna amata da tuo fratello perisca davanti ai tuoi occhi?-

A quelle parole si fermò, e strinse i pugni. Quando si girò aveva gli occhi lucidi di rabbia. Mi venne in contro con passo sicuro e il suo sguardo truce mi fece trasalire.

-non osare nominarla! Piccola insulsa mortale!-

Ringhiò, afferrandomi per il collo.

-non ti permettere…-

Ripeté a denti stretti. Nel suo sguardo vedevo ira, ma anche rimpianto e frustrazione. Prediligeva la rabbia, ma davanti ad occhi attenti come i miei non passavano certo inosservate le emozioni di cui si vergognava.

-dovevi volerle molto bene…benché non fosse la tua madre naturale.-

Bisbigliai, boccheggiando. Distolse lo sguardo e vidi il riverbero di una lacrima nel suo iride chiaro. Quegli occhi frigidi forse non erano poi così insensibili. Adesso aveva un aspetto totalmente diverso: un giovane confuso, col cuore infranto, abbandonato a sé stesso da coloro che amava. Provai quasi pietà per lui.

-non sono cose che ti riguardano.-

Sibilò, dopo essersi ripreso, e mi lasciò cadere a terra. Tossii ma mi rialzai all`istante. Loki esitò un secondo, ma poi riprese a camminare, più lentamente per mia fortuna. Decisi di non parlare per non infierire ulteriormente, e lo seguii in silenzio.

Camminammo a lungo, senza proferire parola. Mi sembrava di girare in tondo poiché il paesaggio era sempre uguale: rocce, sabbia, terra. Era monotono.

-hai una qualche idea di dove stiamo andando?-

Domandai, ma non ottenni risposta.

-Loki!-

Corsi per raggiungerlo e lo afferrai per un braccio, che lui ritirò con un gesto spasmodico.

-vuoi dirmi dove stiamo andando?!-

Esclamai.

-dove credi di essere, eh? In un villaggio di campagna? Qui siamo a Svartalfheim, è un deserto! Senza inizio e senza fine!-

-quindi non hai idea di dove stiamo andando.-

Sentenziai. Lui guardò a terra, palesemente infastidito dal non potermi contraddire.

-fantastico. Quindi che facciamo?-

Loki ridacchiò.

-tu cosa suggerisci, tesoro?-

Mi guardai attorno.

-come siamo arrivati qui?-

-con una barca.-

-beh potremmo usare quella.-

-sarebbe una buona idea, peccato che i rottami non volano.-

Disse, con quel suo solito sorrisetto beffardo.

-ma potremmo cercare di aggiustarla, o per lo meno usare i rottami per ripararci!-

Loki allargò le braccia.

-accomodati, se riesci a tornare da dove siamo partiti...-

Sbuffai.

-siamo persi, non è vero?-

Sospirai rassegnata. Lui fece spallucce, ostentando menefreghismo. Io invece cominciavo ad avere veramente paura. Fino a quel momento la situazione, benché spiacevole, era stata avventurosa. Avevo ottenuto il tanto desiderato pericolo, ma adesso rischiavo di non riuscire a tornare a casa per raccontarlo.

Mi guardai attorno e la vastità di quel territorio cominciò a farmi venire la nausea. Mi misi a girare su me stessa nella speranza di vedere qualcosa, qualunque cosa che non fosse sabbia…o rocce… o terra. La testa mi girava, era pesante… tanto pesante. Le gambe cedettero, e caddi. Mi aspettavo di sentire il caldo della sabbia sulla schiena, ma invece mi ritrovai tra le sue braccia.

-si può sapere che hai?!-

Sbottò Loki. Aprii gli occhi, noncurante dello sforzo. Dovevo essere sicura che non fosse un miraggio.

Non lo era.

Ridacchiai.

-il Dio dell`Inganno che accorre in aiuto di una mediocre umana, certo non ti si addice.-

Lo provocai.

-non tentarmi, potrei benissimo scavare una fossa e seppellirtici dentro.-

-allora perché non lo fai?-

Dissi, con tono di sfida. Loki mi guardò per un po', con un'espressione indecifrabile. Poi increspò le labbra e, non troppo delicatamente, mi rimise a terra. Un'altra lezione: non offendere il suo orgoglio o tentare di smentire la sua reputazione di cattivo ragazzo.

-quindi? Ora vai a scavarmi la fossa?-

-non mettere il dito nella piaga!-

Mi ammonì. 

Ottimo consiglio. Rinunciai, e mi incamminai dietro di lui. Devo dire che, per quanto arrogante e presuntuoso, era intrigante. Non mi dispiacevano le nostre frecciatine, per lo meno era divertente. Oltre al pericolo, adesso cominciavo a gradire persino la compagnia degli assassini, fantastico! In ogni caso, tutto era meglio della vita sulla Terra.

-hai intenzione di stare al passo o devo trascinarti?-

Mi rimproverò.

-se tu rallentassi le mie scarse prestazioni atletiche non ti infastidirebbero.-

Risposi, e mi meravigliai di me stessa: di solito non avevo mai la risposta pronta, adesso invece ero stata in grado di rispondergli per le rime. Un progresso.

-touché.-

Esclamò, alzando una mano in segno di scuse.

-conosci le espressioni della Terra? O si dice anche ad Asgard?-

-la prima. Al contrario di Thor io conosco anche la mente degli altri mondi oltre alle loro armi.-

Disse, sprezzante verso il fratello.

-conosci anche la nostra storia?-

-più che altro conosco le vostre storie mitologiche su di noi.-

Sorrisi. Quindi era istruito il burlone.

-quando è stata scoperta l'America?-

Lo interrogai.

-secondo la vostra datazione era l'anno 1492.-

-e la Dichiarazione d'Indipendenza?-

-4 luglio 1776.-

-promosso!-

Esclamai, ridacchiando. Purtroppo la conversazione cadde subito, ma almeno adesso ero al suo fianco anziché nella sua ombra.

Camminammo a lungo, senza meta. Anche Loki sembrava infastidito dalla monotonia del paesaggio. Io ero stanca, l`Aether mi aveva indebolita, e adesso cominciavo a sentirmi come durante i postumi della febbre: uno schifo.

-possiamo rallentare, per favore?-

Bisbigliai. La voce faticava ad uscire.

-meglio di no, si sta facendo buio e dobbiamo trovare un posto dove passare la notte.-

Disse, incurante del mio tono affaticato. Ciondolai ancora per qualche metro e poi l'oscurità prese il sopravvento, lasciandomi cadere a terra, spossata.





Eccomi qui! Nel primo capitolo ho scordato di fare una piccola introduzione, quindi colgo l`occasione con questo nuovo capitolo. Sono pazzamente innamorata di Loki quindi è probabile che tutte le storie che scriverò avranno come protagonista lui! Quindi spero che le mie storielle vi piacciano (se siete anche voi fan del burlone>.<), in ogni caso le recensioni sono piu che gradite. Grazie in anticipo e buona lettura!

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Capitolo 4
*** l`attacco ***


 

Aprii gli occhi, stiracchiandomi. La luce del sole filtrava da dietro la roccia, scaldandomi. Notai con piacere che ero ancora avvolta nella tunica di Loki.

Cosa?

Mi alzai di scatto.

Ma che stai combinando?!

Mi rimproverai. In ogni caso, era strano che Loki non me l`avesse strappata di dosso. Mi guardai attorno, e ancora di lui non c`era traccia. Cominciai a preoccuparmi. Gli era successo qualcosa? Oppure…

Corsi fuori e fui accecata da una luce pungente. Il sole sembrava molto più vicino che sulla Terra, tanto che faticavo a tenere gli occhi aperti persino all`ombra. Notai che eravamo su di una scarpata che, fortunatamente, pullulava di rocce. Mi arrampicai su di esse fino a raggiungere la pianura che sovrastava la nostra grotta. Era deserto, una pianura arida e sconfinata. Il sole quasi si rifletteva su quella terra così secca e pallida. L`aria vibrava, sfuocando i contorni di quel nulla che si imponeva alla mia vista. Vuoto, desolazione: esattamente ciò che dimorava nel mio cuore.

-Loki!-

Lo chiamai. Ma dov`era… Non poteva averlo fatto, non poteva avermi lasciata da sola.

No, no, deve essergli successo qualcosa!

Veramente avevo interpretato male ogni sua reazione? Davvero avevo creduto di aver visto una medaglia con due facce anziché un solo volto pieno di menzogne?

Continuai a scrutare l`orizzonte, nella speranza di vedere qualcosa, qualcuno… Loki. Respirai a fondo, cercando di obliterare completamente ciò che avevo provato per lui la notte precedente, ciò che neanche allora avevo voluto ammettere. Volevo dimenticare di aver mai provato quella sensazione, volevo che qualcuno mi trovasse e mi portasse a casa, dove avrei potuto tornare a sognare. Sola, senza prendere parte a nessun`avventura, ma per lo meno, sicura. I sogni non deludono, non possono: sono irreali. Dolci illusioni confortanti, capaci di allietare persino la più squallida delle esistenze. Sogni che, quando Loki era con me, avevo creduto realtà.

Povera illusa.

Scossi la testa per allontanare quei pensieri e mi raddrizzai, fronteggiando a testa alta l`ignoto. Una volta ricomposta mi voltai e ridiscesi il pendio. Mi affrettai a rincasare, bisognosa di un luogo in cui sentirmi sicura. Ma, prima di giungere al nostro giaciglio, nel breve tunnel di rocce che lo divideva dal mondo esterno, sentii dei rumori.

-Loki…-

Bisbigliai, ingenuamente speranzosa. Ma non ottenni risposta. Continuai ad avanzare, sempre più lentamente. I rumori si facevano più forti ad ogni passo: sembrava che qualcuno stesse grattando la roccia. Non era Loki…oh no, non poteva essere lui…

E infatti non lo era.

Non appena il mio piede commise il fatale errore di posarsi su di un ciuffetto di erba arsa, allo scricchiolio che emise, i graffi cessarono. Dei passi disumani che decisi si dirigevano nella mia direzione mi misero in fuga.

Erano lupi, lupi!

Gridai nella mia testa, mentre correvo fuori affannata. Scalai frettolosamente le rocce, con le mani che tremavano dalla paura. I loro ululati mi inseguivano, minacciandomi con le loro fauci affamate. Raggiunsi la pianura e mi ci gettai sopra, come se fosse una cornucopia colma di salvezza. Goffamente mi alzai e iniziai a correre, intralciando i miei stessi passi con la mia frenesia. Corsi, corsi, soffocando il desiderio di girarmi e vedere in faccia quelle creature mostruose. Sentivo l`adrenalina correre dentro le mie vene, sentivo il mio volto sbiancare, lanciando il sangue a tutta velocità nelle gambe. Finalmente capii cosa voleva dire lottare per la propria vita, quanto difficile fosse pensare razionalmente quando ciò che una decisione errata ti farebbe perdere, è la vita. Non un`occasione, non un`opportunità esclusiva, ma ogni cosa. Correvo per la mia vita, senza domandarmi se avessi intenzione di continuare a viverla. Correvo per salvarmi, poiché il mio istinto più primitivo sapeva; sapeva persino ciò che non avrei mai fatto giungere alla consapevolezza: che non intendevo rinunciare a quella medaglia.

La curiosità vinse la paura, e mi voltai.

Occhi rossi come il sangue, peli neri e acuminati come artigli, zampe possenti che laceravano quella terra arsa. Non ebbi neanche il tempo di contarli che caddi a terra, urlante. Mi raggomitolai coprendomi la testa con le braccia, pronta all`impatto. Ma la mia attesa non fu soddisfatta.

Il fragore che udii non furono gli artigli di quei mostri che si conficcavano nella mia carne, bensì il tonfo che i loro corpi bestiali produssero schiantandosi al suolo.

Mi alzai di scatto, incuriosita, e, questa volta, le mie speranze non si rivelarono vane.

Loki era lì. 

La sua figura imponente si scagliava contro il sole, brillando come un angelo. Aveva i capelli spettinati e il volto affaticato. Mi rivolse un lungo sguardo, pieno di significati che ero troppo stordita per cogliere. Volevo parlare, dirgli qualcosa, ma un`ombra scura e minacciosa me lo impedì. Uno di quei mostri era tornato e lo aveva scaraventato a terra.

Lo guardai impotente mentre sbatteva le fauci, producendo un tintinnio agghiacciante. Ignara delle mie intenzioni, corsi verso di lui e iniziai a picchiare i pugni su quel manto ruvido. Evidentemente non lo scalfii neanche, ma, infastidito, il lupo si girò e mi diede una forte spinta con il cranio possente. Caddi al suolo, e sentii quel colpo come una compressione fortissima sulla gabbia toracica. Mi ritrovai incapace di respirare, e, in preda ad inspirazioni inefficaci, venni trascinata per una decina di metri. Quegli artigli pungenti mi avevano afferrato la gamba che, dopo una scossa di dolore lancinante, non sentii più. A quel punto ogni cosa perse nitidezza: tutto divenne offuscato, confuso. Loki e una macchia nera si muovevano velocemente, respingendosi a vicenda. Non riuscivo a percepire lo scorrere del tempo, tanto meno a cogliere il mutare delle forme. Ripresi lucidità solo quando una delle due figure sparì, permettendo ai miei nervi di rilassarsi.

Loki mi si avvicinò, sollevandomi la testa. A mano a mano che si avvicinava i suoi lineamenti riacquistarono chiarezza. E finalmente lo vidi, quel volto preoccupato e spaventato, così dolce, ora che mostrava un`emozione sincera. Finalmente era con me, finalmente ero sicura, adesso che era tornato…

Un momento.

-dove diavolo eri!-

Esclamai, ristorata dalla rabbia. Mi dimenami tentando di allontanarmi da lui.

-ehi ehi, sta buona.-

Mi ammonì, stringendomi più forte per farmi stare ferma.

-no! Lasciami!-

Gridai, e puntai i piedi con l`intento di alzarmi. L`errore più grande della mia vita.

Un dolore lancinante si espanse a partire dal polpaccio sinistro, maciullato da quell`immonda creatura. Evidentemente non ero nella condizione di opporre resistenza.

-che diavolo credi di fare?! Stai ferma! Rischi solo di aggravare la ferita!-

Mi rimproverò Loki. Sbuffai, ma mi arresi subito. Il dolore era più grande del rancore.

-adesso torniamo nella caverna e vediamo se quelle bestie hanno lasciato intatta la mia tunica.-

Disse.

-che è molto più importante di me, non è vero?-

-precisamente.-

Sentenziò Loki. Ridacchiai, ormai rassegnata all`ambiguità del suo sarcasmo.

Mi prese in braccio, facendomi ricordare della mia schiena dolente. Emisi un grido di dolore sommesso.

-lo so, lo so, tra un attimo ti metto giù.-

Disse, con aria nervosa.

-volevi andartene, non è vero?-

Ripetei. 

Non rispose.

-bene, continuiamo pure questo gioco del silenzio.-

Lo canzonai.

-per me è indifferente.-

Rise.

-non demordi, eh? Sempre sfrontata e cocciuta.-

Smisi di ascoltarlo, troppo assorta nel mio dolore. La schiena era veramente indolenzita, tanto che la sua mano pareva un carbone ardente. La gamba poi, meglio non parlarne. Pareva vi fossero conficcati dentro migliaia di coltelli incandescenti. Me la immaginavo lacerata e grondante di sangue. Oddio, chissà che cicatrice avrebbe lasciato su questo corpo già sufficientemente imbarazzante.

-com`è messa la mia gamba?-

Chiesi, preoccupata, e sentii il mio volto sbiancare davanti a quella consapevolezza.

-non troppo male. Basterà trovare qualche brandello di stoffa per fasciarla.-

Disse, mentre, con agilità inaudita, saltava giù per le rocce. Sulla pianura sottostante vidi le carcasse di due dei lupi che ci avevano attaccati; l`altro, quello che mi aveva assaggiata, era rimasto sopra.

-rimarrà la cicatrice…-

Mormorai, sconfortata.

-non sarà certo quella a renderti meno bella.-

Disse. Lo guardai meravigliata: aveva veramente detto che ero bella? Continuai a fissarlo con la speranza che ricambiasse, ma non lo fece. In quegli occhi permaneva l`ineffabilità.

Tornammo nella grotta, che trovammo in uno stato di squallore indescrivibile: le pareti scuoiate, la linfa che sgocciolava dal soffitto, i brandelli della tunica di Loki seminati qua e là.

-beh, direi che siamo fortunati se non ci cadrà in testa.-

Disse, ironico come al solito.

-adesso tu aspetta qui, io vado a prendere qualcosa per pulire la ferita.-

E mi appoggiò a terra delicatamente, tanto che il dolore alla schiena non si ripresentò. Lo guardai uscire dal nostro ricettacolo, con il passo sicuro e i pugni stretti. Era sempre teso, come se fosse in perenne lotta con l`altro lato di quella medaglia, quella parte di lui che voleva rinnegare, ma che gli impediva di obliterare il suo passato.

Lasciai cadere la testa, nonostante i sassi pungenti. Il dolore faceva tutto il possibile pur di distrarmi dalle mie riflessioni; e ci riusciva non poco bene. Feci uno sforzo e guardai la mia gamba.

Lanciai un grido terrorizzato. No, no! Non poteva essere la mia gamba.

-Loki!-

Gridai. I tagli erano talmente profondi che la pelle tra uno squarcio e l`altro pareva aver perso la sua forma, completamente staccata dai muscoli sottostanti. Cominciai a piangere, in un misto di preoccupazione e paura.

-Loki…-

Chiamai ancora, più silenziosamente. Il male si ripresentò, lanciandomi scosse di dolore lungo tutta la gamba. Gridai.

-eccomi. Sta calma, adesso la mettiamo a posto.-

La sua voce mi diede conforto all`istante. Mi sollevò leggermente per mettermi a sedere, appoggiandomi alla parete della grotta. Raccolse qualche pezzo di stoffa e strappò un lembo del mio splendido abito turchese.

-okay, guardami.-

Disse, con tono serio. Teneva in mano una specie di radice marrone, attaccata ad un ciuffo d`erba secca.

-questo è un disinfettante naturale, brucerà ma è necessario pulire la ferita.-

-no, aspetta! Ti prego!-

Lo bloccai, prima che tagliasse la radice per riversarne il contenuto sul mio arto maciullato.

-ho paura…-

Mormorai, piangendo. Allora Loki parve addolcirsi.

-tranquilla, va tutto bene.-

Disse, mettendomi un braccio attorno alle spalle e lasciandomi appoggiare la testa sulla sua spalla. Lo strinsi forte, lasciando che tutte le lacrime che avevo represso inondassero il suo petto. Lacrime, non solo di dolore fisico, ma anche per il travaglio cui il mio cuore era stato sottoposto dall`arrivo a Svartalfheim. Mi sfogai, sicura di essere compresa. Respirai il suo profumo, avvolta in quell`abbraccio caldo. Respirai, e piano piano mi calmai.

-va meglio?-

Chiese. Annuii con un cenno della testa.

-metti questo in bocca, così non rischierai di morderti la lingua.-

Disse, porgendomi un pezzo di stoffa arrotolato. Obbedii, e mi preparai a stringere i denti.

Il suono che quel liquido scuro emise riversandosi sulla mia gamba fu lo stesso di un carbone ardente che viene smorzato dall`acqua fredda. Tante piccole molecole taglienti mi percossero, facendomi urlare senza poter aprire la bocca. Durò a lungo, troppo per poterlo raccontare. Una volta finito Loki mi fasciò con quel po’ di stoffa che aveva trovato e assicurò le bende con un nodo stretto.

-ecco fatto. Adesso è a posto. Shh..è tutto finito.-

Sussurrò, tornando ad abbracciarmi. Mi lasciai andare, esausta. 

Cullata da quella dolce, confortante effusione, mi addormentai, sperando di risvegliarmi in quello stesso sogno.

 

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Capitolo 5
*** casa dolce casa ***


 

-era ora!-

Quella voce, ormai famigliare, mi svegliò.

-la bella addormentata si è svegliata finalmente.-

Mi stiracchiai, e, a fatica, mi misi a sedere.

-a dire la verità stavo ancora dormendo.-

Ribattei.

-beh, ormai sei sveglia, ed è ora di andare.-

Disse, piegandosi verso di me.

-e come credi che possa camminare con questa gamba?-

Domandai, ma lui già mi stava rispondendo.

-Ehi!-

Esclamai, quando mi prese in braccio.

-hai intenzione di portarmi in giro così per tutto il giorno?-

Chiesi, infastidita dal dover essere dipendente dal suo aiuto.

-no, solo finché non troverò un altro lupo a cui darti in pasto.-

-spiritoso...-

Sbuffai.

Mi arresi, e mi lasciai sollevare senza opporre resistenza. Uscimmo dalla grotta e, con la solita agilità aliena, Loki raggiunse la pianura. Eravamo di nuovo nel deserto. Pallido, secco, sconfinato deserto. Iniziava a darmi la nausea.

-non dici nulla?-

Domandò, distogliendomi dai miei pensieri.

-cosa dovrei dire?-

Fece spallucce, increspando le labbra.

-qualche altra stupida domanda, del tipo dove stiamo andando, o qualcosa su mio fratello...-

-fratellastro.-

Lo corressi.

-completamente estraneo geneticamente, se vogliamo essere precisi.-

Puntualizzò Loki. Sorrisi e lui ricambiò, tenendo lo sguardo basso.

-dove stiamo andando?-

Chiesi, con un sorrisetto beffardo.

-come ho detto, è una domanda stupida, dato che i deserti non hanno né inizio né fine, ma questa volta è un'aberrazione.-

Disse. Lo guardai meravigliata.

-vuoi dire che abbiamo una meta?-

-se così vogliamo definire un luogo di cui conosco l'esistenza ma non l'ubicazione, allora si, abbiamo una meta.-

Affermò.

-falla finita con queste risposte sibilline e dimmi semplicemente dove stiamo andando.-

Esclamai, irritata.

Loki accennò un sorriso, quel suo solito ghigno malizioso.

-lo scoprirai presto, piccola.-

Sibilò, guardandomi negli occhi. Respinsi all'istante il suo sguardo, e guardai altrove. Mi metteva a disagio quel suo atteggiamento...provocante.

Onestamente non avevo mai permesso a me stessa di pensare a Loki in quel modo, di ammettere che era bello e attraente. Tanto meno avevo considerato l'ipotesi di cedere a quelle che avevano tutto l'aspetto di avance.

Però chissà, forse stava veramente cercando di sedurmi. E a me andava di essere sedotta? Non avevo mai osato chiedermelo.

Dopotutto, era davvero attraente…

Scossi la testa, distogliendomi da quei pensieri. Avevo questioni più importanti da risolvere. Pensai alla sera precedente...o era oggi?

Mi resi conto che era quella mattina che ero stata attaccata dai lupi; quindi doveva essere passata solo qualche ora dal nostro caloroso abbraccio. Arrossii lievemente a quel pensiero. Era stato così dolce, ma adesso, era tornato il Loki di sempre. Beh, forse un po' meno ostile, però non avrebbe mai accennato a quel momento di affetto.

Sospirai, e cercai di fare mente locale. C`era qualcosa di ancora più importante di quell`abbraccio: il discorsetto della sera precedente.

Era servito? Era grazie a quello che adesso Loki pareva più disponibile e meno distante? Cercai di ripercorrere ogni suo gesto da quando mi ero svegliata, alla ricerca di una prova inconfutabile che confermasse il mio merito, ma non trovai altro che dilemmi.

In ogni caso, c'erano questioni ancora più importanti da chiarire.

-perché mi hai salvata?-

Chiesi, incapace di lasciar correre.

-Ero ferita, avresti potuto facilmente sbarazzarti di me. Cos`è, ti piace salvare le povere mediocri umane indifese?-

-veramente di solito mi accontento delle concubine.-

Risposte, ironico.

-d'accordo, non sei ancora pronto per rispondere.-

Dissi, concedendogli il primo indizio della mia indagine sulla sua interiorità. Tuttavia non ci fece molto caso, apparentemente, e continuò a camminare alla ricerca di quel luogo misterioso.

-spero che non sia un'altra grotta infestata dai lupi.-

Dissi, stimolando le risa di Loki.

-quei lupi non sono di qui, vengono da un altro mondo. Sono arrivati qui grazie alla Convergenza, attraverso una di quelle stesse porte che hanno permesso all'Aether di raggiungerti.-

Annuii a bocca aperta.

-questo è un bene o un male?-

Domandai.

-dipende: così puoi tornare a casa senza alcuna fatica, ma anche le creature mostruose degli altri mondi possono raggiungere casa tua senza il minimo sforzo.-

-una medaglia ha sempre due facce.-

Dissi, riassumendo.

-precisamente.-

Confermò Loki.

-comunque io non voglio tornare a casa.-

Ribadii.

-allora dovresti sposare Thor.-

Disse, con quel tono indecifrabile.

Io non risposi.

-lo faresti?-

Domandò.

-non lo so...-

Ammisi, confusa.

-non sai se vuoi restare ad Asgard o se vuoi sposarlo facendogli credere di amarlo?-

-vuoi smetterla con queste domande!-

Esclamai, irritata. 

-perché vuoi sapere tutte queste cose su di me?-

Domandai, genuinamente curiosa.

-è più facile ingannare qualcuno che conosci bene.-

Disse, con tono severo.

-questo è quello che ad Asgard si dice di te. Qual è il vero motivo?-

Chiesi. Loki mi rivolse uno sguardo stupito.

-che ti fa pensare che non abbiano ragione?-

-io non ho dimenticato quello che mi hai detto ieri sera, Loki, e ti ho creduto. Non mi importa se tu sosterrai di avermi mentito, io so che almeno un briciolo di verità c`era.-

Rivelai i miei pensieri con una tale fermezza che rimasi meravigliata io stessa più di Loki. Si fermò per scrutare il mio volto. Di nuovo vidi nell`azzurro di quegli splendidi occhi il riverbero di una lacrima, in un`espressione smarrita e addolorata. L`altro lato di quella medaglia pulsante si stava mostrando sempre più spesso. Sembrava un ragazzino adesso, anziché l`uomo che sicuramente era (inutile chiedere l`età ad un Dio millenario, supposi).

-hai troppa fiducia in me…-

Disse, abbassando la testa e riprendendo a camminare.

-finirai per fare male solo a te stessa credendo di vedere qualcosa di più dentro a questo cuore di ghiaccio.-

Mormorò. E finalmente aveva abbassato le sue difese, rinunciando alla maschera che si era costretto a portare per non deludere le aspettative altrui. 

-e se invece avessi ragione? Non potrei fare almeno un po’ di bene a te?-

Domandai, speranzosa. Lui sospirò.

-sei giovane, Jane, troppo giovane e ingenua per capire.-

-spiegami allora.-

Accennò un sorriso nervoso.

-tu credi che sia facile, che le parole bastino a far riemergere la parte migliore di me, rendendomi così libero dal peso del rancore…Ma ti sbagli. Non è semplice.-

-perché no?-

Scosse la testa.

-perché non possono bastare le parole? Dopotutto sono loro a guidare le nostre azioni, sono le parole che pensiamo nella nostra testa a spingerci ad agire. Se cambi quelle parole diventi un`altra persona… potresti stare meglio.-

Sbuffò.

-sei presuntuosa a pensare che io stia male. Non dai troppo peso alle tue fantasie?-

-può darsi.-

Ammisi, abbassando la testa.

-non mi hanno portato che delusioni finora, però non ho modo di reprimerle, quindi posso solo sperare che l`ennesimo tentativo mi renda felice.-

Scosse la testa di nuovo e volse lo sguardo altrove, con aria contrariata e dispiaciuta.

-allora mi dispiace che tu abbia incontrato me.-

E con quelle parole mi zittì. Una parte di me era commossa e soddisfatta, felice di aver trovato qualcuno di diverso e comprensivo, e orgogliosa di averlo spinto a riflettere su sé stesso. Dall`altra parte ero dispiaciuta, poiché sapevo di non essere d`accordo con lui: era la persona migliore che mi potesse capitare, ma sapere che lui si riteneva così senza speranze mi feriva. 

Rimanemmo in silenzio a lungo, ciascuno guardando l`orizzonte. Pensai a cosa sarebbe successo in seguito, se qualcuno ci avesse trovati, se non ci avessero trovati. Divenni presto consapevole che se qualcuno di Asgard ci avesse trovati, Loki sarebbe stato ricondotto in prigione, e sicuramente l`unico modo per evitare ciò, sarebbe stato scappare. Perciò, che ne avesse avuto l`intenzione o meno, ad un certo punto avrebbe dovuto lasciarmi. Quell`idea, dovetti riconoscere, mi rattristava; anzi, mi distruggeva. Non avevamo passato molto tempo insieme, ma mai mi ero sentita più… giusta per la situazione in cui mi trovavo. Esatto, con tutte le frecciatine e i rischi, ero stata felice, una felicità nuova, che avevo da sempre ritenuto una prerogativa dei sogni. Provavo qualcosa per lui, qualcosa di profondo, che non volevo perdere. 

Lo guardai: quella pelle diafana, quegli occhi smarriti, quei capelli corvini…

Si girò verso di me, e io distolsi lo sguardo all`istante, imbarazzata. Cosa mi stava facendo?

-siamo arrivati.-

Sentenziò.

Mi guardai in giro.

-dove?-

Domandai, non vedendo altro che sabbia, sabbia e deserto.

Loki mi posò delicatamente a terra.

-forse non sarà un posto molto piacevole se soffri di claustrofobia, ma per lo meno è sicuro e attrezzato.-

Iniziò a palpare il suolo, scostando la sabbia. 

-eccoti qui…-

Bisbigliò, e cominciò a scavare. Sentii un cigolio, come una trave di legno che si incrina, e subito dopo Loki tirò fuori dalla sabbia un fune. Era spessa, e pareva robusta nonostante i fili che si ribellavano dall`intreccio originale. La tirò forte, e una botola si aprì. 

-casa dolce casa!-

Esclamò, ridacchiando.

Mi sporsi per guardare, ma non vidi che buio.

-aspettami qui.-

-no, penso che andrò al bar a prendere un café.-

Dissi, sarcastica. Lui accennò un sorriso, ma probabilmente non comprese. Avevo dimenticato che non eravamo sulla Terra: forse ad Asgard non avevano il café, tanto meno i bar.

Loki saltò nella botola, e pochi istanti dopo comparve la luce.

-salta!-

Disse.

-cosa?!-

-non temere, ti prendo io.-

Mi rassicurò.

Non molto convinta, scivolai verso la botola, lasciandoci cadere dentro le gambe. 

-sicuro? È alto!-

Dissi, titubante.

-dubiti forse delle mie abilità divine?-

Domandò, con tono indignato.

-no, ma ho paura! La gamba mi fa ancora male!-

-Jane, o salti o vengo io a spingerti giù!-

Mi ammonì. 

-okay, okay, arrivo.-

Feci un respiro profondo, e mi lasciai cadere nel vuoto.

Non potei trattenere un grido, che però si spense all`istante, quando, aprendo gli occhi, mi ritrovai tra le sue braccia.

-visto, ti puoi fidare di me.-

Disse, senza togliere lo sguardo dai miei occhi.

-lo so.-

Risposi; entrambi consapevoli dell`ampio significato di quelle parole, ci scambiammo un sorriso.

Sempre stringendomi forte a sé, Loki avanzò, e mi posò su un letto. Mi guardai attorno, esplorando la zona. Era una piccola stanza, con qualche mobile, un lavandino, un tavolo. Dietro di me, oltre al letto, c`erano scatoloni con dentro vestiti, cianfrusaglie e soprammobili. Mi soffermai sul contenuto di un solo scatolone. Luccicava. Allungai la mano per prenderlo e notai che era la cornice di un quadro. Lo sollevai con delicatezza, per evitare di rovinarlo.

-ehi, che stai facendo!-

Esclamò Loki. 

-mettilo giù!-

Mi ordinò, protendendosi verso di me per togliermelo dalle mani. Ma io lo schivai.

-dai, voglio solo dare un`occhiata…-

-non sono affari tuoi, mettilo giù!-

E saltò sul letto, cercando di togliermi il quadro dalle mani. Ma io non avevo intenzione di cedere. Più lui si avvicinava, più io scivolavo verso i cuscini, sventolando il quadro nella direzione opposta a quella verso cui lui si stava lanciando. Iniziammo a ridere, giocando ad evitare l`altro. Io mi aggrappavo alle lenzuola, scappando da lui. Poi Loki mi afferrò, tirandomi verso di sé, ma aveva ormai perso l`intenzione di recuperare il quadro. 

Ad un certo punto scivolai, lasciando cadere il quadro dentro allo scatolone a cui l`avevo sottratto, e mi fermai. Loki era sopra di me e mi teneva per un braccio. Posò l`altra mano dietro alla mia testa, per non farmi cadere. Sospirai e rimasi a contemplare il suo volto. L`armonia di quel viso mi ammaliava con una dolcezza ineffabile, tanto bello da sembrare irreale. Aveva un`espressione assorta, forse intento anche lui a contemplarmi. Ma nel contempo pareva agitato, e spaventato. Erano ormai i suoi attributi fissi: paura e tensione, e talvolta anche insicurezza. In situazioni normali avrei cercato una causa per ciascuno, ma in quel momento avevo altro per la testa. Impercettibilmente iniziai a muovermi verso le sue labbra, ma non feci in tempo ad assaporare il suo profumo, che Loki si allontanò.

Con un movimento fulmineo si era alzato dal letto, e mi dava la schiena.

-non dovresti frugare tra quelle cose. Non sono affari tuoi.-

Ribadì, evidentemente assorto nei suoi pensieri, che erano lungi dall`incolumità della sua privacy. Delusa e rifiutata, ripresi in mano il quadro, che ancora non ero riuscita a guardare.

Era una famiglia, con due bambini: uno biodo e l`altro coi capelli scuri come la notte. La madre e il padre erano giovani, e orgogliosi, entrambi raggianti.

-è la tua famiglia…-

Mormorai.

-non lo sono mai stati.-

Disse.

Io ridacchia, ormai abituata.

-non demordi, eh?-

-è cosi che stanno le cose.-

Disse, mentre frugava nei cassetti di un vecchio mobile.

-eh allora? Perché devi continuare a ripetertelo…-

Sospirai, posando il quadro sul comodino.

-loro non mi hanno mai trattato come uno della famiglia.-

Sentenziò, sempre dandomi le spalle.

-o forse eri tu che non ti sentivi tale e hai esteriorizzato il tuo disagio accusando loro di esserne la causa.-

Loki rise, venendo verso di me con un ciotola in mano.

-sei veramente molto fantasiosa!-

-non è fantasia, è semplicemente come stanno le cose.-

Gli rivolsi le sue parole.

-d`accordo, adesso smettila di pensare a me e concentrati un po’ su questa gamba.-

Disse, inginocchiandosi davanti al letto. Con mio stupore, non si era arrabbiato. Le opzioni potevano essere solo due: o aveva deciso di smettere di ascoltarmi, o forse aveva ascoltato e finalmente aveva capito, accettando anche l`altro lato della medaglia. Conclusi che era irrilevante, poiché, qualunque fosse la ragione di tale mutamento, il suo comportamento era cambiato. Mi costrinsi a prendermene il merito, convincendovi che aveva riflettuto sulle mie parole della scorsa notte, e che per questo, stava abbandonando il rancore.

-ahi!-

Esclamai, mentre Loki mi toglieva le bende. Ritrassi la gamba di scatto, sottraendomi alla sua presa.

-senti, le devo togliere! Mi dispiace se ti fa male, ma non c`è altro modo.-

-okay…-

Mormorai, permettendogli di continuare.

-brucia ancora?-

Chiese.

-no, più che altro la sento indolenzita.-

Una volta tolte tutte le bende mi fece distendere sul letto e stese un asciugamano sotto alla mia gamba.

-un altro unguento miracoloso?-

Domandai.

-già, ma questo è meno doloroso…e anche più miracoloso.-

Prese una pastella verdastra dalla ciotola e cominciò a spalmarla sulla ferita.

-guarda…-

Disse. Mi sollevai sui gomiti per osservare, e rimasi sbalordita. Una volta che la miscela era stata stesa, la pelle sottostante cominciava a rigenerarsi, facendo sparire ogni singolo taglio. 

-così non dovrai preoccuparti di nessuna cicatrice.-

Disse Loki.

Io sorrisi, quasi commossa dalla sua premura. Non potei trattenermi, e gli gettai le braccia attorno al collo. Lui rimase immobile, colto alla sprovvista dal mio gesto. Ma presto si riprese, e ricambiò l`abbraccio posando le mani sulla mia schiena. 

-grazie…-

Gli sussurrai all`orecchio.

-non mi pare un gesto degno di tale riconoscenza.-

Ribatté.

-sai che non è solo per questo.-

Dissi. Loki appoggiò per un attimo la testa sulla mia spalla, ma poi si allontanò.

-dovresti mangiare qualcosa.-

Disse, alzandosi, e portando via la ciotola.

Io guardai di nuovo la mia gamba, tornata bella e liscia come un tempo, ma poi tornai a sentirmi rifiutata e insoddisfatta. Perché non accettava neanche un minimo gesto di affetto?

Il mio stomaco bramoso non mi permise di soffermarmi troppo sulla questione, e accettai la ciotola che Loki mi porse, qualunque cosa fosse.

 

 

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Capitolo 6
*** la notte stellata ***


 
 
CAPITOLO 6


Una volta finito di mangiare decisi di provare la mia «nuova gamba». Mi alzai e scoprii con piacere che non faceva più male, neanche un leggero fastidio.
-straordinario, vero?-
Disse Loki.
-altro che. Sulla Terra ci vogliono mesi affinché una ferita del genere si cicatrizzi, e poi resterebbe il segno.-
-siete indietro.-
Sbottò Loki.
-lo so.-
Mormorai, e feci un altro giro della stanza.
-che facciamo?-
Chiesi, spontaneamente. Forse non era una domanda molto pertinente, ma cominciavo a sentirmi talmente a casa che non mi sentivo più in obbligo di moderare le mie reazioni istintive.
Loki ridacchiò.
-siamo in un bunker sotto al deserto… quali sono le attività che si svolgono in tale abitacolo per non annoiarsi? Se sei così esperta dimmelo, perché io onestamente ho poca esperienza in materia.-
Disse, con tono ironico.
-beh, potremmo uscire, per esempio.-
Loki aggrottò le sopracciglia.
-ma è notte, sarà buio ormai.-
-e allora?-
Dissi, allargando le braccia.
-abbiamo forse il coprifuoco?-
Domandai. Loki mi guardò titubante, come alla ricerca di una ragione di questa mia richiesta forse un po’ infantile. Ma io non mi sentivo imbarazzata: volevo uscire, e passare più tempo possibile con lui.
-come vuole, principessa.-
Sospirò, posando la scala sotto alla botola. Stupidamente, mi sentii lusingata da quell`epiteto.
E così, con la mia gamba nuovamente funzionante, uscimmo allo scoperto.
Il panorama che si impose davanti ai miei occhi era impagabile, un cielo talmente straordinario da affascinare anche un astronauta, che di stelle e meraviglie è veterano. Mi sdraiai sulla sabbia, ancora calda dalle ore di sole. Respirai a pieni polmoni, assorta in quel paradiso stellato. Era talmente vasto e sconfinato da farmi venire le vertigini. Una sensazione unica, mai provata prima. Sentivo l'adrenalina nelle vene come se stessi correndo su una strada infinita con il mio scooter, ma ero ferma. Non tremavo, né sentivo il bisogno di sfogarmi: tutto quello che volevo era continuare a contemplare quello scenario magico. Finalmente ero serena, felice, e completa. Questo significava trovarsi in sintonia con la natura? Non lo sapevo. Mi bastava sapere che ero in pace con me stessa, e con la migliore compagnia che potessi desiderare.
-come possiamo essere tristi quando abbiamo tali meraviglie davanti agli occhi?-
Domandai, vagante in un'altra dimensione.
Loki si sdraiò accanto a me.
-perché è molto di più quello di cui abbiamo bisogno.-
-per esempio?-
Mise le mani dietro la testa, e sospirò rumorosamente.
-governare, controllare i nostri simili, e instaurare una gerarchia per non vivere nel caos. Ma evidentemente le divergenze sono inevitabili, e ci ritroviamo comunque a lottare tra di noi.-
Sorrisi, piacevolmente sorpresa dal ritrovare me stessa nelle sue parole. Era anche lui molto critico, e per questo incompreso.
-sono pienamente d'accordo.-
Mi girai verso di lui, sostenendomi la testa con la mano.
-siamo dei rinnegati quindi, senza patria e senza regole.-
Loki rise.
-non mi sembra che suoni male.-
-neanche a me.-
Dissi, ed entrambi ci guardammo, per la prima volta senza un briciolo di imbarazzo. Non sembrava più temere di mostrare le sue emozioni; ormai era diventato un tutt'uno con l'altro lato della medaglia. La maschera che portava e la persona che vi si celava si erano ormai fuse, diventando un uomo migliore. Era sereno, e, osai credere, felice.
Loki accennò un sorriso rivolto al cielo, e poi si girò verso di me.
-sai, c'è un piccolo gioco di suoni che si origina nel deserto, quando cala la notte...-
Disse, alzandosi, e tendendomi la mano, che accettai senza esitazioni.
-quando la sabbia viene sollevata dal vento, il fruscio che genera pare la melodia di un ballo di Asgard.-
Affermò, con tono eccitato, e forse anche un po' orgoglioso. Sorrisi, ricambiando il suo entusiasmo, ma mi guardai intorno dubbiosa.
-quindi...dobbiamo aspettare che arrivi il vento?-
Domandai. Loki ridacchiò.
-sono un Dio: io non aspetto, io comando.-
E con un gesto della mano fece comparire una leggera brezza, che piano piano divenne più intensa, fino ad acquisire la forza necessaria per sollevare ingenti porzioni di sabbia.
Osservavo meravigliata, con gli occhi e la bocca spalancati per lo stupore. Evidentemente non mi ero ancora abituata all'onnipotenza di questi dei. I granelli di sabbia cominciarono a presentarsi alle mie orecchie sotto forma un sibilo sommesso. Poi il suono si evolse, costituendo un ritmo, che si addolcì sempre di più, fino a diventare una melodia. Le note si susseguirono e dopo poco tempo si poteva distinguere chiaramente una canzone.
-è sbalorditivo...-
Mormorai, affascinata. Oltre al suono, anche la coreografia: la sabbia, danzando, creava dei piccoli vortici, che si intrecciavano e fondevano, originando nuove forme più complesse.
Mi girai verso Loki e vidi che mi tendeva una mano con il palmo rivolto verso l'alto.
-volete concedermi l'onore di questo ballo?-
Domandò, con tono teatrale. Io, incapace di credere a quello che stava accadendo, presi la sua mano senza proferire parola.
Danzammo cullati da quella melodia irreale, tanto dolce da sembrare un'allucinazione. Il deserto pareva ancora più incantevole sotto la luce della luna. Era un paesaggio totalmente diverso da quello diurno, luminoso, benché immerso nell'oscurità. Allo stesso modo, Loki era cambiato. Neanche mi soffermai sulle ragioni di tale cambiamento, ero troppo felice per riflettere. Volevo solo vivere quel momento, che fosse reale o meno.
-mi sembra un sogno...-
Mormorai.
-cosa? Vedere un cielo così pieno di stelle?-
Chiese Loki.
-no...-
Gli posai una mano sulla guancia, percependo il suo calore.
-...ballare con te.-
Dissi, e lui sorrise, quasi imbarazzato.
-non so cosa mi stai facendo...-
-non lo so neanch'io.-
Mormorai, e i nostri sguardi collisero. Mi persi nell'azzurro di quell'iride intrigante, inebriandomi sempre più del suo profumo a mano a mano che i nostri volti si avvicinavano. Loki si protese verso il basso per raggiungere le mie labbra e, chiudendo gli occhi, le posò sulle mie.
Sentii una scossa di adrenalina corrermi nelle vene, dal cuore si espanse fino a raggiungere ogni estremità. Assaporai quel momento con tutti i miei sensi, abbandonandomi alle sue braccia, che mi sorreggevano. Iniziò a muovere le sue labbra sulle mie, accarezzandole dolcemente. La mia mente era offuscata, come se fossi ubriaca. Ma purtroppo, quella vocina che era la mia maledetta razionalità, non voleva tacere. Mi martellava in testa, cercando di contrastare l'impulso di lasciarmi condurre senza opposizione dentro alla nostra casa sotterranea. E fino a quando la botola non fu chiusa sopra alle nostre teste, la vocina rimase al suo posto. Cominciò però a martellare più forte quando Loki, appoggiato sopra di me su quel piccolo letto, iniziò a sollevare il mio vestito.
-aspetta!-
Lo fermai. Lui mi guardò deluso, e anche un po' preoccupato.
-devo sapere...dov`eri ieri notte, prima di salvarmi dai lupi…per favore, dimmi la verità.-





Rieccomi! Chiedo scusa per la lunghiiissima attesa, è che sono stata parecchio impegnata :/
La storia sta per giungere al termine! Vedrò di pubblicare al più presto il seguito:) 

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Capitolo 7
*** la verità ***


 

CAPITOLO 7

 

Le stelle sparirono e la melodia del deserto abbandonò la mia memoria. Ero precipitata nella realtà, cruda e triste. Innamorata del lato oscuro dell'amore, capii finalmente che non avrei mai ricevuto altro che dolore da questa mia morbosa predilezione.

Loki mi guardò addolorato, e poi si mise in ginocchio. Strinse i pugni e scese dal letto, tenendo gli occhi bassi.

-non demordi, eh…-

Sospirò, palesemente avvilito.

-devo sapere.-

Affermai, scendendo dal letto.

-non posso basare il mio amore su futili speranze. Devo sapere tutta la verità Loki…-

Mi accorsi che anch`io stavo stringendo i pugni, addolorata da ciò che mi sentivo costretta a chiedere, ma che non avrei mai voluto sapere.

-ebbene.-

Disse, girandosi verso di me. I suoi lineamenti erano duri, il volto contratto in un`espressione di rabbia.

-sarà qui che finirà quindi. Dopotutto è meglio così per entrambi, non avrebbe mai funzionato…-

-non dire così!-

Esclamai, alterata.

-non è per allontanarti che te lo chiedo ma per rafforzare il nostro amore!-

Dissi, posandogli le mani sulle spalle. Lui sbuffò, e distolse lo sguardo.

-se non ti conosco davvero come posso amarti?-

Mormorai, sempre più convinta che i miei sospetti erano fondati.

-quindi vuoi che sia sincero… Bene allora, sarò sincero!-

Disse, quasi gridando, e si sottrasse alla mia presa.

-quella notte hai dato voce a tutti i miei dubbi, hai detto tutto ciò che non avevo mai concesso a me stesso di pensare perché...non volevo ammettere di aver sbagliato.-

Mi si avvicinò, incombendo minacciosamente sulla mia esile figura.

-mi hai fatto desiderare di essere diverso, e non potevo ammettere di provare un tale desiderio poiché avrebbe significato che la mia famiglia aveva ragione, e io torto…come al solito. Ti ho odiata profondamente, ho desiderato di non averti mai incontrata!-

Gridò.

-e in preda all`ira mi sono incamminato nel deserto, distruggendo ogni roccia che ostacolasse i miei passi. Quindi sì, volevo andarmene, ti volevo lasciare, perché non potevo più sopportare di udire un`altra sola parola uscire dalla tua bocca!-

Concluse sospirando, come se si fosse finalmente liberato di un peso. Un pesante fardello che adesso gravava sulle mie spalle. La verità. Questo avevo sempre detto e preteso, e questo adesso mi distruggeva. Non capivo se ciò che mi aveva detto era positivo o meno, sapevo solo come mi sentivo: distrutta. Ma il dolore non mi vinse, e subito l`avvilimento si trasformò in rabbia.

Voleva scappare. Solo questo rimase nella mia testa. Voleva scappare, voleva lasciarmi. Solo questo doveva contare.

-lo sapevo.-

Lo spinsi e mi avviai verso la scala, avevo bisogno d`aria.

-lo sapevo! Come ho potuto essere così stupida da pensare di potermi fidare di te! Non ci posso credere!-

-aspetta…-

Bisbigliò Loki. Adesso la sua voce era fievole, pareva quasi spossato.

Venne verso di me e mi fermò prima che posizionassi la scala sotto alla botola.

-aspetta!-

Ripeté, afferrandomi per un braccio.

Lo guardai, e lui sembrò esitare.

-non è tutto…-

-ho sentito abbastanza!-

Esclamai.

-ho finalmente capito di aver commesso un errore credendo che tu provassi qualcosa per me. Che stupida! Non avrei dovuto fidarmi di qualche sorriso e quelle stupide smancerie con la sabbia…-

Lo spinsi via e scoppiai a piangere. Mi girai verso la parete per nascondere la mia debolezza. Non volevo dargli la soddisfazione di vedermi soffrire per mano sua.

-non è tutto...-

Ripeté, sussurrando.

Strinsi i denti e rimandai indietro le lacrime. Una parte di me, quella irrazionale e masochista, anelava ancora la sua voce confortante.

-ti ho forse dato motivo di non fidarti di me?-

-sì, l`hai fatto lasciandomi!-

-ma prima di quello, se non fossi stata a conoscenza della mia reputazione non avresti dubitato di me! Non lo capisci, ti stai comportando anche tu come loro!-

Disse, afferrandomi per le spalle.

-ma che stai dicendo, Loki, smettila! Guarda in faccia la realtà! Sei tu il traditore! Hai delle ottime ragioni per aver fatto quello che hai fatto e ti capisco e…mi odio per questo! Perché ti vorrei perdonare, perché dentro di me so che non mi volevi lasciare, però…-

-Jane…-

Sussurrò, prendendomi il viso tra le mani.

-no!-

Gridai, dimenandomi.

-però mi hai lasciata! Per quanto non fosse nelle tue intenzioni, lo hai fatto! Ed è questo che conta, non quello che senti dentro…-

Mormorai, sconfortata, poiché quella consapevolezza era la cosa che più di tutte mi aveva da sempre afflitta.

-perché no?-

Chiese. Non riuscii più a trattenere le lacrime e piansi.

-non lo so…perché sono così stupida…-

-no, non dire così. Jane, guardami.-

Mi sollevò il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.

-io mi sono innamorato di te! Ma…-

Vidi il suo volto contrarsi in uno sforzo immane.

-…sono un codardo, e scappo quando sento che sto cominciando a rinunciare all`odio, che sto… abbandonando la vendetta.-

I singhiozzi cessarono e adesso lo guardavo piacevolmente sorpresa. Mai avrei creduto di avere l`onore di trovarmi faccia a faccia con l`altro lato di quella medaglia che era il suo cuore. Mai…

-tu mi hai aperto gli occhi, Jane, mi hai fatto capire i miei sbagli e… quella notte, dopo averti odiato con tutto me stesso...-

Mi lasciai sfuggire una risata nervosa.

-...ho finalmente capito che tu eri l'unica che mi aveva trattato senza pregiudizi, l'unica che aveva cercato di capirmi anziché evitarmi. Ho capito che ti amavo... Ma ormai ero scappato...-

Terminò la frase in un sussurro.

Tutto quel merito, di averlo liberato dal suo rancore semplicemente essendo me stessa, di essere riuscita a riconciliarlo con l`altra faccia del suo cuore, mi commosse. E poi, non solo aveva fatto schizzare la mia autostima alla stelle, ma aveva anche affermato di ricambiare il mio amore! All'improvviso dimenticati tutto: bugie, verità. Sapevo che era sincero, e per la prima volta non mi sentivo in obbligo di dubitare di lui. Io lo sapevo, e la mia fermezza sta volta era irremovibile.

-quindi...-

Mormorai.

-...è questa la verità?-

-sì, tutta la verità.-

Si affrettò a rispondere.

-bene.-

Dissi.

-allora direi che...il sentimento è reciproco.-

Sorridemmo entrambi.

Mi sentivo la mente offuscata, quasi incapace di formulare una frase di senso compiuto. Volevo ringraziarlo per avermi detto la verità, per per avermi permesso di aiutarlo, per amarmi. Ma non riuscivo a trovare le parole.

Ma dopotutto ormai, le parole non servivano più ormai.

-ti amo Jane… ti amo.-

Disse. E quelle, erano le uniche parole che meritavano di essere dette in quel momento.

Mi strinse a sé e mi baciò. Mi sollevò da terra dolcemente per posarmi nuovamente sul nostro giaciglio, dove sta volta rimanemmo fino all'alba.

 

 

 

 

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