To The Moon

di TomClemm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 'Come ogni sera ormai...' ***
Capitolo 2: *** 'Sono ormai centodue giorni...' ***
Capitolo 3: *** 'Piccolo barlume...' ***
Capitolo 4: *** 'I suoi occhi...' ***



Capitolo 1
*** 'Come ogni sera ormai...' ***


Dedico questa piccola storia ,tanto, troppo sdolcinata , a me stessa che pur odiando tanto il San Valentino sono un'inguaribile romantica e anche a chi, come me, è perdutamente innamorata di Luke Hemmings e Michael Clifford.
 

   

 

 


Come ogni sera ormai, quasi come fosse un rituale, dopo aver rifiutato categoricamente di cenare, Michael salii le scale e si sedette sul davanzale della grande finestra,che era la protagonista,nella sua piccola e quasi vuota cameretta.

Si sedette con le gambe piegate e strette al petto, cominciò ad osservare la sua unica e più fedele amica, la luna.

Quando lui e Luke furono costretti a dividersi, si promisero che nonostante non potessero più sentirsi e vedersi avrebbero comunicato in qualche modo, con qualche mezzo, e fu così che scelsero di parlare attraverso la luna.


Da grande poeta del ventunesimo secolo qual era , Luke non avrebbe potuto scegliere niente di più romantico e questo andava bene a Michael; il ragazzo dalla testa colorata odiava qualsiasi persona mostrasse effusioni d'affetto in pubblico, odiava le persone appiccicose, odiava i baci umidi e gli abbracci troppo lunghi e soprattutto odiava il San Valentino, 'Perché ridursi a dare rose e cioccolatini il 14 di Febbraio quando si possono dare tutto l'anno? Chi lo festeggia è solo un grande esibizionista' pensava.

Michael Clifford non odiava l'amore, odiava solo le persone che fingevano d'amare.

Lui sapeva per davvero che cos'era l'amore e ne era follemente innamorato.

Lui amava Luke Hemmings semplicemente perché lui era amore nella forma più pura e perché sapeva che Luke non avrebbe mai fatto tutte quelle moine, non gli avrebbe mai regalato fiori che sarebbero poi appassiti il giorno dopo o cioccolatini destinati a sciogliersi, perché Luke aveva la sua poesia ed era tutto ciò che gli bastava per avere Michael sotto il suo controllo.

Devo confessarvi che Michael di certo non respingeva il biondo, loro si abbracciavano per ore e ore, loro si baciavano con passione...ma ora non poteva più avere niente di ciò e non accettava baci e abbracci che non provenissero dal suo Luke.

Sospirò e aprì le due ante della finestra, l'aria si infiltrò nella sua stanza, gli accarezzò il viso e i brividi presero il possesso del suo corpo; d'un tratto  si ricordò di una frase che il suo poeta dalla chioma bionda gli disse l'ultima volta che si erano visti...


'Quando il vento soffierà sul tuo viso delicato e vallate di brividi percorreranno la tua chiara e liscia pelle, ricordati di me, di quando ti accarezzavo nelle notti in cui increduli scappavamo dai nostri letti,per incontrarci e di quando io sussurravo nel tuo orecchio le mie poesie, quelle che ti piacevano di più, quelle che parlavano di te.

Davvero non so come hai fatto ad innamorarti di un ragazzo che s'improvvisa poeta, come me.'


'Se tutto ciò che dici è solo vera improvvisazione, sono lieto di essere il tuo unico spettatore, conduci lo spettacolo più bello di sempre e tu, Luke , sei uno spettacolo ogni singola volta.'

E gli occhi gli si velarono di lacrime nel ricordare le parole che si erano scambiati l'ultima volta.

CONTINUA...

 

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Capitolo 2
*** 'Sono ormai centodue giorni...' ***


 The loneliness is haunting me and the weight of the world's getting harder to hold up.



Michael

Prese una pausa, prese un sospiro, inalò ancora una volta il vento freddo d'inverno che stranamente soffiava su Sydney.

Nonostante la città avesse un clima mite tutto l'anno, quella notte, era talmente fredda da gelare il cuore di Michael che, forse, già ghiacciato era.


'Dai riposo al sole, sicurezza alla notte, ascolti chi più di te ha bisogno, raccogli parole che non verranno mai dette, solo unicamente sussurrate o solo unicamente gridate al vento e trasportate via ,diventando così leggere nonostante siano cariche del peso dei nostri sentimenti.

Sei così lontana eppure sembri così vicina.


Tu, luna, quante ne devi sentire?

Quante storie raccogli dentro i solchi della tua superficie, quanti futili o sporchi o genuini segreti devi custodire? Quanti sguardi cerchi di legare? Quante anime devi illuminare?

Quante domande ricevi senza mai dare una risposta? O forse la tua risposta sta proprio in questo grande silenzio?

Sono ormai centodue giorni, sei ore e cinque minuti che cerco una risposta a queste domande che ti pongo, ma tu sei fin troppo stronza ed inanimata per rispondermi.


Sono ormai centodue giorni, sei ore e cinque minuti che ti parlo ogni sera, rifiutando la cena, sfruttando il momento in cui sei più alta nel cielo e mi prendo occhiatacce dai vicini che pensano che io sia pazzo...e forse non hanno tutti i torti.

Mi chiedo ancora perché parlo a te quando dovrei utilizzarti come mezzo per parlare con Luke, sarà forse perché sono passati centodue giorni, sei ore e ormai sei minuti, da quando hanno deciso che per noi non ci sarebbe stato nessun futuro ed io non riesco ancora ad accettarlo.

Non so in realtà nemmeno perché sto portando avanti questa stronzata, forse perché riesco ad immaginare il mio poeta felice di ciò, riesco a vedere le sue labbra piegarsi in un dolce sorriso e lo posso immaginare con la sua testa bionda sul mio grembo che mi fissa ,con lo sguardo da bambino curioso che ama la vita perché non l'ha mai realmente vissuta, mentre ti parlo.


O forse lo faccio solo perché, infondo, mi piace tanto.

Posso parlare di ciò che amo senza restrizioni, senza giudizi...posso parlare del MIO Luke.

Sai Luna, le mie parole saranno pure insensate, folli e disconnesse tra di loro, ma lui è il mio argomento preferito, la mia canzone preferita, la mia immagine preferita, il mio profumo preferito, la mia brezza marina, il mio essere umano speciale e niente al mondo potrà mai far morire le mie parole e i miei sentimenti dedicati solo ed esclusivamente a lui, nessuno potrà mai distruggere le tracce del nostro amore su
questa terra...nessuno.

Io credo a quei 'TI AMO' sussurrati nel bel mezzo della notte, io credo a quelle promesse fatte stringendo i mignoli come due bambini, io credo alla sua poesia e alla sua arte, che parlava di NOI.

E se ci credo veramente vuol dire che almeno un fondo di verità c'è? No?'


Terminò quel suo doloroso soliloquio chiudendo definitivamente gli occhi per quella notte, addormentandosi con le sue speranze ancora accese e con l'immagine del suo poeta vivida nella mente.

CONTINUA...

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Capitolo 3
*** 'Piccolo barlume...' ***


 It comes in waves, I close my eyes.
Hold my breath and let it bury me.  

LUKE

 

'Era quel piccolo barlume nel buio immenso

Della solitudine, quella luce nell'oscurità della Terra,

quella piccola briciola di bene nel male,

l'ossigeno nel vuoto del mio cuore in cui ormai

avevo rinchiuso i miei sentimenti irrazionali;

niente era più razionale, nella mia mente

regnava la totale illogicità, mi stavo illudendo

di poter provare ancora quel sentimento nascosto,

ma può un cuore ancora amare quando ormai non ne

rimane più nemmeno una fibra?

Può un cuore amare quando l'amore che conteneva era stato ormai riversato

Nel corpo di un'altra persona?

Lui era quel piccolo barlume,

dolce e luminoso, destinato a spegnersi,

a non illuminare più la via dell'amore,

ma deciso a depositare una scintilla

nel mio inesistente cuore per farlo

esplodere del tutto.'

Recitò i versi che  ripeteva appena si addormentava, subito dopo che si risvegliava.

Dedicava ogni singolo respiro al suo 'barlume luminoso', si chiedeva se il suo LUI ancora avesse le stesse speranze che ormai aveva perso, era fuori di testa.

Cercava i suoi occhi nelle stelle, i suoi soffici capelli nelle nuvole che velavano il cielo, le sue labbra nel sole cocente, la sua pelle nella candida luna a cui, anche lui ,si rivolgeva ogni notte però chiamandola col nome che amava tra tutti e che gli faceva venire i brividi solo a pronunciarlo.

Amava ancora, e l'avrebbe fatto per altri mille anni, il modo in cui il suo timbro di voce combaciasse alla perfezione con il nome 'Michael'

Lo immaginava con l'orecchio alla finestra a sentire i versi che fuoriuscivano dalle sue labbra screpolate e che nell'atmosfera galleggiavano, lo immaginava perfettamente imperfetto come sempre, lo immaginava luminoso così come già lo aveva ribattezzato.

'Tanti versi si ripetono copiosi in questa notte fredda, chissà se anche tu come me, Michael , senti il cuore immobile'

Puntò ancora gli occhi azzurri, ormai non più quelli di un bambino curioso ma di un uomo distrutto, cerchiati da segni violacei, sulla luna, sul suo Michael e sussurrò per la centesima volta in quell'anno

'Buonanotte mio luminoso barlume'.

CONTINUA...

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Capitolo 4
*** 'I suoi occhi...' ***


'Cause I've got a jet black heart  

 Let's forget who we are
And dive into the dark 

Michael

Con ancora la fronte imperlata di sudore e le maniche del pigiama, fin troppo spesso, piegate fino all'avambraccio, Michael si accese una sigaretta e si sedette sul davanzale della finestra rivolgendo lo sguardo e i pensieri, per la seconda volta in quella notte, alla luna.

Sembrava quasi una scena bizzarra vista da lontano: questo ragazzone dalla testa rossa, con il pigiama dei Pokèmon e una sigaretta tra le labbra, parlava ,talvolta gesticolando, all'aria...dato che non riusciva a sopportare la flebile luce bianca che la luna infondeva, quasi come se fosse uno sguardo umano pronto a giudicarlo e che non sarebbe, sicuramente, riuscito a reggere.

'Tutto mi sarei aspettato questa notte tranne il fatto che mi sarei rivolto di nuovo a te.

Non è una notte come tante, mi sono svegliato poco fa di soprassalto, con la fronte grondante di fastidioso sudore e con la voglia matta di ritornare a dormire per poter recuperare, in un modo o nell'altro, il sogno che avevo aspettato per fin troppo tempo.

Li ho sognati.

Ho finalmente sognato i suoi occhi, mi sono apparsi quasi come un immagine divina , mi sono apparsi come un miracolo, mi hanno catturato portandomi in un dolce limbo tra realtà e pura fantasia, mi hanno fatto precipitare in un abisso senza fine, tormentandomi il cuore, prendendo in un pugno il mio stomaco e sbriciolando il mio cervello, lasciando un vuoto alla fine che era riuscito a svegliarmi... eppure io sapevo che erano ancora lì fissi nei miei.

Per un momento immaginai Luke accanto a me sotto le coperte, con le gambe longilinee che quasi uscivano fuori dal letto tanto erano lunghe, con una mano ad avvolgermi il fianco ed una reggergli la testa mentre mi analizzava con lo sguardo.

Quasi immaginai di essere ritornato al passato.

Cercai di allungare le mani per capire se la mia fervida immaginazione si stesse prendendo gioco di me, ma non ci riuscii, ebbi quel familiare formicolio che mi intorpidiva le braccia e quel senso di paura nell'accorgermi dell'ennesima illusione, che ostacolava i miei movimenti e così cercai di alzarmi ma lo feci così velocemente tanto da causarmi un capogiro che mi appannò la vista fino a vedere tutto nero per qualche secondo.

Avrei tanto voluto avvolgermi nel nero e sprofondarci dentro ma tu, luna, me l'hai impedito ancora una volta.

Prima di andare a dormire dimenticai di chiudere la finestra e forse sei stata proprio tu a volerlo.

Dovrei ringraziarti o forse no?

In ogni caso questo è il motivo per cui sto consumando i miei polmoni e perché rischio di prendere un'influenza davanti questa finestra, tu e Luke Hemmings avete deciso di tenermi sveglio con una delle cose che più amo di lui, i suoi fottuti occhi.

Se dovessi fare un libro intitolato '100 ragioni per amare Luke Hemmings' credo che riserverei solo un unico libro per descrivere cosa i suoi occhi davvero sono.

I suoi occhi erano estremamente sinceri ai quali non poteva scappare la minima bugia, non erano solo in grado di catturare mille immagini, attimi, momenti ma erano così potenti da racchiudere e conquistare il mondo intero rendendomi loro prigioniero, ed era proprio per questo che spesso mi chiedevo se i suoi fossero solo piccoli organi in grado di migliorare, stravolgere e, al tempo stesso, rovinare la mia vita o armi divine capaci di conquistare tutto ciò che Luke volesse.

Non so precisamente descriverti che colore fossero i suoi occhi dato che non erano blu come il mare d'estate o celesti come il cielo senza nubi di primavera o come quello dopo una pioggia autunnale e tantomeno non erano trasparenti come il ghiaccio di un inverno nel circolo polare artico, posso solo dirti che solo alla vista di quegli occhi curiosi e vogliosi di scoprire l'amore, il peccato, la felicità e ,talvolta, la tristezza il mio cuore avvertiva dentro di sé l'arrivo di tutto e quattro le stagioni in un solo momento.

Ecco anche spiegato il perché io non senta né più il freddo o né più il caldo

Infondo solo il mio Luke con le sue stagioni mi faceva provare ciò che si chiamano brividi.'

Michael solo dopo aver finito il suo soliloquio fu in grado di notare come il sole rimpiazzò la luna e che erano rimasti in due: il mozzicone di una sigaretta ormai terminata e il corpo di un'anima ormai consumata.

ANGOLO AUTRICE:

Saaaalve popolo questo è il mio primo angolo autrice,wow.

Mi scuso per  l'attesa e per il capitolo 'non fantastico' che vi propongo oggi,spero non ci siano errori e che fin qui la storia vi stia piacendo.

Devo rivelarvi che scrivere questa storia non era nei miei piani e che sarà ricca principalmente di pensieri dei singoli personaggi...

So inoltre che avrete sicuramente molti dubbi sulla storia dei nostri Muke...quindi se ne avete vi prego di scriverli in un commento e magari ci scriverò un capitolo su :3

Questo è tutto raggi di sole(o di luna? battuta che non fa ridere,ok) spero di ricevere tante recensioni.

Sempre vostra

-Tom o solamente Carla

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