Similar...but not identical

di Ashlein
(/viewuser.php?uid=38131)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primi giorni di libertà ***
Capitolo 2: *** CATTIVO ***
Capitolo 3: *** GITE ***
Capitolo 4: *** TUTTA LA STORIA ***
Capitolo 5: *** I CULLEN ***
Capitolo 6: *** ADDII ***
Capitolo 7: *** LA MIA VITA NON HA SENSO ***
Capitolo 8: *** MICHAEL ***
Capitolo 9: *** FATALITA' ***
Capitolo 10: *** 2^PARTE ***
Capitolo 11: *** ULTIMA BATTAGLIA ***



Capitolo 1
*** Primi giorni di libertà ***


Salve a tutti…sono di nuovo qui (che strano vero

Similar…but not identical

 

Salve a tutti…sono di nuovo qui (che strano vero?) e stavolta vi porto un nuovissimo personaggio accanto a Edward Cullen (che non è né Ashlein Shadowin, né Bella Swan) ma una ragazza un po’ complessata che proviene dal carcere minorile di Phoneix (sinceramente non sono certa che ne esista uno, quindi consideratelo come mia invenzione) e della quale Edward Cullen scoprirà la fragilità emotiva solo dopo averla conosciuta fino in fondo. Commentate, please!

 

http://www.bedo.it/uploads/g/Ginny/24311.jpg

PRIMI GIORNI DI LIBERTÀ

 

1°GIORNO.

 

Butto a terra le valigie, davanti alla mia nuova casa. Non credevo che potesse mancarmi il carcere minorile da cui provengo, ma davanti a questa sottospecie di castello enorme e grigio riesco a ricredermi. Il mio vecchio padre ha finalmente tirato le cuoia e la sua eredità è andata tutta a me. Non credo fosse nei suoi piani morire e di certo non avrebbe voluto lasciare tutto a me, la sua figlia ribelle ed attaccabrighe che gli aveva rovinato la reputazione con vari scandali. Io mi godo la vita, sempre e comunque, rischiando il tutto e per tutto in un braccio di ferro continuo con la morte…fino ad ora ho vinto. Non ho mai pensato realmente di morire, sono sicura che mio padre pensava molto di più alla mia morte, ma solo come una liberazione da tutti i suoi guai. Ma io gli ho sempre detto che doveva campare ancora un bel po’ prima di vedermi schiattata al suolo e così è stato…alla fine è morto prima lui. E questo mi rende orgogliosa di me stessa. È incredibile quanta indifferenza ho provato quando mi è stato comunicato che mio padre era morto e che avevo ereditato tutto io…sono rimasta sorpresa solo del fatto che il vecchio avesse lasciato tutto a me invece che alla sua bellissima e giovanissima moglie brasiliana, come la mia defunta madre. A lei ho voluto molto bene, eravamo molto simili, ma se n’è andata troppo presto: lei non ha resistito a mio padre, io sì. Con l’ingente somma di denaro che ora è depositata sul mio conto in banca sono riuscita a pagare il mio avvocato che è riuscito a strappare al giudice una specie di libertà vigilata con l’impossibilità di muovermi al di fuori degli USA per sei mesi (il resto della pena che avrei dovuto scontare in carcere). Ero felice di essere fuori dal carcere finché non ho visto Forks, la cittadina più umida di tutto lo stato di Washington. A quel punto la mia felicità era scemata in un attimo. 3.120 abitanti, un posto umido e verdeggiante, troppo verdeggiante, dove il posto più popolare era probabilmente la spiaggia di La Push nella riserva di un clan di cui non ricordo il nome…qualcosa con la Q…mah, poco importante per ora. Ora, guardando la casa di mio padre, mi chiedo perché ho deciso di andarmene dal carcere che era quasi, quasi più accogliente di questo castello medievale che di certo si trova sprovvisto di qualsiasi tipo di tecnologia. Un edificio in pietra degno di un palazzo ducale, con decorazioni antiche ed un giardino gigantesco, molto principesco…non mi sorprenderei se trovassi una fontana sul retro o un labirinto di siepi alte ed inespugnabili. Mi avvicino al grande portone in legno resistente e lo apro con il mazzo di chiavi, trovando anche un telecomando per sbloccare l’antifurto…EVVIVA!TECNOLOGIA!Entro e rimango a bocca aperta: l’interno è tanto tecnologico e moderno quanto l’esterno è vecchio ed antico. Mi correggo: amo Forks. Ed in questo momento amo anche mio padre per il ben di dio che mi ha lasciato. Mi piazzo davanti all’enorme televisore al plasma e tasto il divano bianco per vedere se è di mio gradimento. Passo alla cucina super moderna e salendo le scale passo alle camere ed ai due bagni. La mia stanza è interamente bianca, con i vari mobili neri lucidi…onice direi. Butto le valigie in terra…avrò tempo di sistemarle nei prossimi giorni. Mi guardo allo specchio e scopro di non essere poi così sfatta come pensavo: i capelli castani sono puliti e morbidi, pettinati. Ho gli occhi azzurri, quasi blu, grandi e contornati da ciglia folte e scure. Le labbra hanno una bella forma, ma sono troppo carnose per me, spiccano molto. Mi piace il mio viso nel complesso: credo sia interessante, con i lineamenti dolci ed il mio sguardo invece è furbo e sensuale. Sono molto magra ora come ora, colpa del carcere, ma ho delle curve superiori piuttosto prorompenti…temo troppo a volte. Non sono molto alta, infatti porto spesso i tacchi per non sembrare un tappetto. Mi piace il colore dorato della mia pelle, segno che per metà sono brasiliana e per metà inglese. Somiglio molto a mia madre: sono una bella mezza brasiliana piuttosto vanitosa. Scendo di sotto in cucina e cerco qualcosa da mangiare: ovviamente non c’è niente. Mi tocca uscire di fuori, ma prima scendo al piano di sotto e trovo un garage pieno di tutte le mie auto, probabilmente portate qui da mio padre o da qualcuno per lui. Forse anche dal notaio. Vedo la mia moto ed il mio vecchio cinquantino preparato da me…mi piace fare il meccanico, i veicoli mi interessano molto, soprattutto sapere come funzionano e quali sono gli elementi che li compongono. Inutile dirsi che dopo poco ho imparato parecchi trucchi ed ho cominciato a preparare le macchine che compravo con i soldi del papi. Fino ad adesso ho preparato una MINI della BMW, una LAMBORGHINI e una PROSCHE 911 TURBO, oltre al mio vecchio Aerox Yamaha, il mio primo veicolo preparato da me. Poi c’è l’Intoccabile, la mia Ferrari f430 spider. Rossa, lucida, stupenda e soprattutto perfetta. Non ha alcun bisogno di preparazione quella macchina…le vetture della Enzo Ferrari non hanno bisogno di niente. Sono progettate e prodotte alla perfezione. Raggiungo la mia moto, HONDA CBR 900 RR, nera, grigia, con delle scritte di un giallo arancio molto spiccante e ci salgo. Non prendo il casco, non ne ho voglia ed esco. Rispettare i limiti di velocità non è decisamente il mio forte e se posso evito di dare le precedenze…io odio dare la precedenza a qualcuno, ma è indispensabile certe volte. Mi piace la velocità, la adoro. Adoro il vento che mi scorre tra i capelli quando accelero al massimo ed adoro sorvolare sull’asfalto indisturbata.

Mi fermo accanto ad una Mercedes s55 AMG nera, lucida. Però…penso…bella vettura. Al volante c’è una specie di dio greco: capelli biondi, occhi dorati, pallido come la morte e con un viso stupendo. Deve avere circa vent’anni…noto subito che ha la fede al dito (peccato) ed indossa il camice da dottore. Un paraninfo del genere lavora all’ospedale di Forks?!Povere infermiere. Il tizio si volta ed incrocia il mio sguardo. Per evitarmi figure di m***a paradossali gli mimo un “bella macchina”. Mi sorride e mima un “bella moto”. Gli faccio il segno “ok” con la mano e poi gli schizzo davanti allo scattare del semaforo verde…sperando che il tizio abbia dei figli della mia età (ovvero 17). Non è affatto difficile, né divertente, trovare il supermercato, l’unico di Forks, perché ci sono indicazione sparse ovunque dal tanto è piccola questa città. Parcheggio il più vicino possibile all’entrata e mi immergo tra i vari rifornimenti di cui il super è provvisto. Devo ammettere che è la prima volta che faccio la spesa da sola, seriamente si intende, perché prima ero abituata ad essere servita a casa mia ed in carcere certamente non avevo una così larga libertà da poter andare a fare la spesa. Cerco di comprare il mino indispensabile (cosa alquanto difficile per me) dandomi della stupida per aver portato la moto piuttosto che la macchina.

<< Grazie per il sorpasso al semaforo, comunque >>mi dice una voce melodiosa alle spalle ed io sobbalzo. La scatola di tampax che ho in mano mi cade…meno male che non dovevo fare figure di m***a.

Mi volto verso il bel biondo con una smorfietta e gli rispondo<< Prego >>. Raccolgo la scatola e la butto nel cestino insieme alle altre cose che ho comprato.

<< Sei nuova di qui, vero? >>mi chiede, cordiale. Non riesce a nascondere una certa dose di curiosità e mi lascio sfuggire un sorrisino.

<< Si nota tanto? >>rispondo, lasciando intendere la risposta affermativa.

<< Non tutti possiedono una HONDA CBR 900 RR qui a Forks… >>mi risponde. Evviva!Qualcuno con il senso dell’umorismo!Non ci speravo vista la cittadina.

<< Su questo ci puoi scommettere >>dico ed intanto mi avvio verso la cassa. Lui mi segue, ha comprato poca roba, probabilmente perché la sua sete di curiosità non è ancora placata. Non mi da fastidio in realtà, è una compagnia piuttosto piacevole…spero solo non ci veda sua moglie.

<< Allora, posso sperare di sapere il tuo nome? >>mi chiede.

<< Pagare! >>gli rispondo, ridacchiando, ma poi glielo dico<< Sono Claire, (pron: Cleeir) Claire Redfield (il nome l’ho copiato dal gioco della PS2 Resident Evil Code: Veronica X, ma non centra niente con il mio personaggio…NdMe) >>.

Gli stringo porgo la mano e lui la stringe dopo un attimo di esitazione. È ghiacciata, ma non mi da fastidio.

<< Carlisle…dottor Carlisle Cullen >>mi dice e sorride. Ormai siamo arrivati alla cassa ed io ho pagato.

<< Bene, Carlisle…penso ci rivedremo abbastanza presto >>gli dico.

<< Come fai a dirlo? >>mi chiede.

<< Tzè, in una cittadina con 3120 abitanti vuoi che non ci vediamo almeno una seconda volta? >>gli rispondo e me ne vado.

Prendo la mia moto e torno a casa. La mia nuova casa. Ma mi chiedo: posso chiamare casa un posto in cui sento solo freddo e solitudine?

 

<< Forks High School >>. Ecco che cosa annuncia il cartello davanti ad una raccolta di case tutte uguali di mattone rosso scuro. Mi chiedo con nostalgia dove sia l’atmosfera tipica dei luoghi pubblici e poi mi ricordo che mi trovo a Forks dove gli studenti saranno massimo 300. Parcheggio la mia BWM MINI di un bianco panna con il tettuccio nero (l’unica tra le mie macchine che non spicca troppo) davanti al primo edificio su cui risalta la scritta << segreteria >>. Scendo con malavoglia dall’auto e mi accorgo che piove…peggio di così non poteva proprio andare…quindi mi calo il cappuccio del mio giubbino nero sulla testa ed avanzo, cercando di schivare le pozzanghere e di non scivolare con i tacchi dei miei stivali neri…grazie a dio che il senso dell’equilibrio non mi manca…e riuscendo ad arrivare davanti alla porta indenne…a parte la mia cartella che più bagnata non potrebbe essere. Entro ed il caldo e la luce mi confortano subito. Dietro il bancone ci sono tre scrivanie, ma solo una è occupata da una donna rossa di capelli<< Posso esserti d’aiuto? >>mi chiede, gentile.

<< Sono Claire Redfield >>la informo e vedo i suoi occhi accendersi. Tutti mi aspettano in quella scuola, devo essere la novità…sarò l’unico volto sconosciuto dell’istituto. Un po’ mi piace, un po’ no. Mi piace perché adoro essere al centro dell’attenzione, non mi piace perché di certo le attenzioni saranno troppo tante…e la curiosità non è mai una buona cosa quando si ha a che fare con una come me. Mi domando se tutti siano stati messi al corrente del mio passato…forse sì, forse no. Sinceramente non mi interessa più di tanto, sono orgogliosa della mia vita e non mi nascondo dietro a niente. Ho preso le responsabilità delle mie azioni, sono fatta così.

<< Certamente…eccoti una piantina e l’orario delle tue lezioni >>. Sistema sul banco parecchi fogli e me li mostra. Poi mi congeda con un<< benvenuta a Forks >> a cui rispondo con una risatina isterica. Esco e ne ho già abbastanza della pioggia. Gli studenti sono arrivati ed io seguo il traffico facendo il giro della scuola. Tutte le auto sono molto poco appariscenti, la mia spicca di certo, ma con sollievo riesco a trovare un posto accanto ad una Volvo C30 tirata a lucido, di un bel grigio metallizzato…con quella macchina farei meraviglie…ma cerco di non pensarci. Non devo farmi venire le manie da cleptomane: una Volvo ce l’ho già a casa, una bella S80 AWD nera.

Apro la portiera, metto fuori un piede e…SPLASH!

<< NO!!! >>mi lamento<< Che inizio del cavolo! >>. Mi asciugo con la manica del giubbino gli stivali inzuppati, ma mi riscuoto sentendo una risata cristallina.

Alzo lo sguardo ed incontro quello di una ragazza molto bella, pallida, i capelli corti e neri…è così magra che sembra un folletto.

<< Non ridere! >>le dico, minacciandola scherzosamente con un dito. Mi defilo prima ancora abbia il tempo di parlare e raggiungo la mensa, dalla quale trovo l’edificio numero 3, il cui numero spicca sulla facciata del muro. Appendo il mio giubbino ad una lunga fila di ganci, imitando due ragazze pallide, una bionda ed una castana. La mia carnagione stride alquanto qui…probabilmente avrei perso l’abbronzatura, ma essendo mezza brasiliana mi ci sarebbe voluto un po’. Poco male, tanto mi avrebbero notato ugualmente: io sono la novità. Porto il modulo al professore di inglese che mi guarda come se cadesse dalle nuvole…che reazione incoraggiante…aspetto pazientemente che firmi il modulo e poi mi piazzo in ultima fila con la mia lista di letture…avevo già letto tutto nel carcere minorile…e mi rilasso al caldo. Mi guardano tutti, ma io sono sfuggente e misteriosa…nessuno può penetrare il bozzolo che creo tra me è gli altri. È necessario se si vuole sopravvivere in carcere e nella vita che faccio io. È per questo che mia madre è morta, perché non è stata capace di mettere un velo tra gli altri e lei, come faccio io. Ho smesso di soffrire da tempo per questo motivo, anche se so che il mio equilibrio è precario: un altro dolore e potrei cadere di nuovo nel buio. Ecco perché non mi lego mai a nessuno, così evito di soffrire e posso continuare la mia vita tranquilla: sono amichevole con tutti, simpatica nel gruppo, ma non mi lascio mai andare a confidenze o a rapporti più profondi. È questa la vita di Claire Redfield.

Il suono ronzante della campanella mi distrae dalle mie elucubrazioni ed un ragazzo allampanato, con i capelli neri…il classico secchione rompi scatole…si sporge dalla sua fila e mi guarda.

<< Sei Claire Redfield, vero? >>mi chiede dopo avermi contemplato un bel po’.

<< Sì…sono io >>rispondo e nel raggio di tre banchi si voltano tutti a guardarci. Sfodero un sorriso a trentasei denti verso “tutti” che tornano alle loro attività con un certo imbarazzo…so che stanno ancora ascoltando ogni mia parola, ma almeno non mi sento tutti quegli sguardi addosso.

<< Dov’è la tua prossima lezione? >>mi chiede.

<< Edificio 6 >>rispondo.

<< Io vado al 4, vuoi che ti accompagni? >>mi chiede<< Ah, mi chiamo Eric >>.

Troppe attenzioni…<< Okay >>rispondo, magari alla fine scopro che è simpatico.

<< C’è una bella differenza tra qui e Phoneix, vero? >>mi chiede. Tra qui ed il carcere intende?O semplicemente tra Forks e Phoneix. Non lo so, quindi decido che è meglio restare sul vago.

<< Già >>. Okay…avevo detto vago, ma sono stata lapidaria. Poco male, non sembra tipo che si scoraggia facilmente.

<< Sei molto abbronzata >>commenta, osservandomi un po’ troppo a lungo…chi me lo ha fatto fare di mettere una maglietta scollata?

<< Sono mezza brasiliana >>gli spiego.

<< Oh… >>. Sembra in imbarazzo…chissà cosa pensa. Me lo immagino: la classica figlia nata dalla scappatella di un riccone con una bella e giovane brasiliana. Ma si sbagliava di grosso: mio padre aveva amato molto mia madre e lei aveva amato molto lui, era un uomo migliore finché lei non era morta. È morta di solitudine, perché mio padre, Alfred Redfield non era stato in grado di darle le attenzioni e la vita di cui lei aveva bisogno. L’aveva imprigionata in una casa piena di servitù, spezzando e sopprimendo il suo spirito libero e spensierato, finché non era morta. Da allora mio padre mi guarda con diffidenza, da allora io sono cambiata dopo che sono sopravvissuta al…cerco di non pensarci. Non voglio ritornare sulle ragioni che mi hanno spinto a fare quel gesto. O potrei rifarlo.

Eric mi lascia davanti alla porta dell’aula di trigonometria e si allontana verso la sua lezione. Il professore mi fa presentare davanti alla classe ed io mi limito a dire il mio nome, il mio cognome, dove abito e della mia passione per i motori. Non aggiungo altro e mi siedo in ultima fila, accanto ad una ragazza di nome Jessica, molto più bassa di me, ma con una folta chioma di riccioli che compensa tutto il divario.

Nel complesso le due ore successive procedono tranquille…credo di essermi anche appisolata un attimo durante trigonometria…e comincio anche a riconoscere alcuni volti ed ad associarli ai nomi dei ragazzi che si rivolgono a me, dimostrando un’audacia che non avrei mai immaginato. Il mio sguardo cupo e tenebroso di certo non è fonte di incoraggiamento…sarà che sono vitale nel modo di pormi e di parlare.

Scatto in piedi al suono della campanella che indica la fine della lezione di spagnolo e l’inizio della pausa pranzo. Jessica mi accompagna in mensa e mi fa sedere ad un tavolo di suoi amici, che si presentano, ma io dimentico quasi subito i loro nomi. È in quel momento, impegnata a rispondere alle domande di sette sconosciuti troppo curiosi, che li vedo per la prima volta.

Sono cinque, non parlano, non mangiano…anche se hanno davanti cinque vassoi pieni di cibo…e sono seduti nell’angolo più isolato della mensa. Non mi guardano come tutti gli altri studenti, così posso osservarli tranquillamente. Ma non è questo cha attira la mia attenzione. Non si somigliano per niente: dei tre ragazzi, uno era grosso, nerboruto come un sollevatore di pesi professionista, i capelli neri e ricci, uno era più alto e magro, ma comunque muscoloso, con i capelli biondo miele ed il terzo era smilzo, meno robusto, con i capelli rossicci e spettinati. Sembra molto più giovane degli altri. Le ragazze sono sedute di fronte a loro. Quella più alta è statuaria, il genere di bellezza che infligge duri colpi all’autostima delle donne…non alla mia, mi piaccio come sono e penso che i miei difetti siano anche quelli dei pregi…con lunghi e morbidi capelli biondi. La ragazza più bassa è quella che ho incontrato nel parcheggio, una specie di folletto, magrissima, dai tratti delicati ed i capelli corvini, corti e scompigliati.

C’è qualcosa che li rende tutti somiglianti: ognuno di loro è pallido come il gesso, i più pallidi di tutti gli studenti, avevano occhi molto scuri…nonostante il diverso colore di capelli…e cerchiati da ombre pesanti, violacee, simili a lividi…forse sono andati a botte o soffrono di insonnia…eppure il resto dei loro lineamenti è dritto, perfetto, spigoloso.

Ma non è neanche per questo che non riesco a distogliere lo sguardo. Li guardo perché tutti i loro volti sono di una bellezza devastante, inumana. Sono volti che sembrano dipinti da un vecchio maestro sotto fattezze di angeli. Sicuramente il più bello è quello con i capelli di bronzo.

Vedo la ragazza dai capelli neri alzarsi e dirigersi verso l’uscita, con tanta grazia che sembra danzi, gettando l’intero contenuto del vassoio intatto nella spazzatura…con tutti i bambini che muoiono nel mondo poteva anche risparmiarselo…e gli altri rimangono immobili, guardando in parti diverse, lontano da qualsiasi cosa…forse sono autisti (affetti da autismo) o semplicemente evitati...strano però, chi sano di mente allontanerebbe tanta bellezza?

<< E quelli chi sono? >>mi decido a chiedere, senza rivolgermi a qualcuno in particolare.

Mentre Jessica alza lo sguardo per capire di chi parlo, lui la guarda, il più magro, quello rosso, ma i suoi occhi si incatenano quasi subito ai miei. Distoglie lo sguardo immediatamente, come se il nostro contatto visivo lo avesse scottato, assumendo un’espressione stranita, forse sorpresa, e di certo confusa.

Jessica ridacchia, vagamente in imbarazzo, e mi risponde<< Sono Edward ed Emmett Cullen, assieme a Rosalie e Jasper Hale. Quella che se n’è andata era Alice Cullen. Vivono tutti assieme al dottor Cullen e sua moglie… >>.

<< Carlisle? >>chiedo, interrompendola.

<< Sì... >>è irritata per la mia interruzione<< non sono veramente fratelli, tranne Rosalie e Jasper, quelli biondi, sono stati adottati dalla coppia. E stanno insieme, intendo insieme, insieme…Emmett con Rosalie e Jasper con Alice >>. Ovviamente il fatto che vivono tutti insieme causa indignazione in una cittadella di mentalità ristretta come Forks…ci vivrei anche io con quei quattro paraninfi in casa (intendo i maschi Cullen).

<< Comunque si sono trasferiti dall’Alaska due anni fa, mi pare >>aggiunge. Alaska???Uhm…freddo, ghiaccio, neve…non è il mio genere credo. Adoro la spiaggia ed adoro il caldo ed il sole…non che il freddo mi infastidisca più di tanto, in effetti, anzi spesso è molto piacevole.

<< Aspetta un attimo…quello con i capelli rossicci chi è? >>chiedo, notando solo adesso un piccolo particolare: lui è solo.

<< Oh, quello è Edward Cullen…ovviamente è uno schianto, ma non perderci tempo: nessuna di noi gli sta bene… >>mi risponde con disprezzo.

<< È solo? >>. Mi sembra alquanto strano.

<< Oh, sì, ma io personalmente credo che abbia qualcuno fuori… >>mi risponde, con fare cospiratorio…la trovo alquanto divertente.

<< Non mi sorprenderebbe…un tipo così non resta solo a lungo, a meno che… >>dico, ma poi mi blocco.

<< A meno che…cosa? >>mi incita Jessica. Con la coda dell’occhio osservo Edward e noto subito che mi sta guardando, con un’espressione sempre più concentrata. Immediatamente rilassa la fronte corrugata in un atteggiamento di sorpresa mista a delusione?Delusione?Mah…strano tizio anche quello.

<< A meno che non sia pericoloso e quindi le ragazze gli stiano alla larga >>rispondo, con un sorrisetto furbo. Jessica mi guarda e poi si mette a ridere.

<< E tu, Claire, sei libera? >>mi chiede un ragazzo di nome Tyler, che a quanto pare non s’è perso una sola parola di quello che abbiamo detto.

<< Non per te, Tyler >>gli rispondo e guardo di nuovo verso Edward. Noto che le sue guance sono alzate, come se stesse ridendo anche lui…mi domando di cosa visto che i suoi fratelli sembrano impassibili. Mah…forse ride da solo, ci vuole un po’ di autoironia al mondo.

Al suono della campanella, una ragazza di nome Angela mi accompagna all’aula di biologia, ma lei ha già un compagno…tutti i tavoli sono occupati da due persone, tranne uno. Accanto al corridoio centrale riconosco gli strani capelli di Edward Cullen, seduto accanto all’unico posto libero…puzza così tanto che tutti lo evitano?Lo tengo d’occhio mentre raggiungo la cattedra e, quando gli passo accanto, si irrigidisce e mi guarda furioso. I suoi occhi sono neri come il carbone, pozzi profondi che promettono solo morte. Non capisco quell’ostilità…non gli ho pestato un piede, forse s’è offeso perché non l’ho salutato o perché l’ho guardato a mensa o ancora non gradisce le mezze brasiliane…lascio perdere e raggiungo il professore che controlla il modulo e lo firma.

<< Hai seguito un corso di Biologia prima d’ora? >>mi chiede con un sopracciglio inarcato. Sa benissimo che nel carcere minorile non si insegna che la base di biologia.

<< Su questa questione preferirei non discutere, professore, perché rischierei di finire in classe con i primini…non che io abbia copiato il test di valutazione, intendiamoci, mi limito a dire che ogni tanto la fortuna si sofferma anche su di me >>gli rispondo, confondendolo con il mio discorso contorto…ogni tanto mi sembra di parlare come capitan Jack Sparrow di Pirati dei Caraibi.

<< Ehm…okay…siediti accanto al signor Cullen >>mi dice, indicandomi vagamente la direzione come se non fossi capace di vedere che l’unico posto libero è quello vicino a quel tizio strano che si ostina a fissarmi come se fossi una torta succulenta da mangiare…insomma, so che posso essere appetibile, ma non gli pare di esagerare?Mi siedo e lo guardo allontanarsi il più lontano possibile da me…forse sono io che puzzo…e voltarsi dall’altra parte. Questo non è decisamente il mio giorno fortunato, anzi, come inizio scuola oserei dire che non è affatto incoraggiante. Sospiro e sposto i capelli sulla spalla destra, come sono solita fare, ed il dolce profumo del mio shampoo alla ciliegia arriva alle mie narici. No, non puzzo. Guardo ancora Edward che è meno buttato dall’altra parte del tavolo, come se la lontananza dei miei capelli influisse. La lezione è sull’anatomia cellulare, un argomento che non ho mai trattato in maniera approfondita. Eppure quando il professore mi fa una domanda, cogliendomi in un momento di appisolamento (e contemplamento del dio greco che mi trovo accanto) riesco a sparare un termine che sono certa di non aver mai sentito nominare e…azzecco la risposta!

<< Yeah! >>mi lascio sfuggire e grazie al cielo il professore non mi sente. L’unico che può avermi sentito è il mio strambo vicino di banco, che infatti mi guarda stranito, ma sempre rigido. Riesco a vedere il pugno chiuso appoggiato sulla gamba sinistra, i tendini in tensione sotto la pelle pallida. Tiene le maniche della camicia bianca arrotolate fino al gomito e l’avambraccio che ne spunta è sorprendentemente sodo e muscoloso…ma quando lo avevo visto smilzo???Non si rilassa per tutta la lezione…chissà cosa potevo avergli fatto…forse non gli piace essere fissato e quindi lo avevo offeso guardandolo a mensa. No…c’è qualcosa di strano, un normale essere umano non si comporterebbe così con un altro, a meno che questo non gli avesse ammazzato qualcuno…e per quanto possa essere psicopatica non sono un’assassina…un odio così puro e profondo è troppo da sopportare per un normale essere umano. Edward Cullen è strano. Ne sono convinta…ma dove si trova il limite della normalità?E soprattutto, è strano per me e per tutti oppure per altri è una persona normalissima?Mi volto di nuovo a guardarlo, stavolta apertamente…tanto so che mi ha visto che lo fissavo…ed incontro il suo sguardo nero di disprezzo ma mi pare di scorgere anche qualcos’altro…dispiacere, forse?Nah…impossibile…a meno che…quello sguardo mi sembra d’un tratto famigliare. Io conosco quello sguardo…è il mio stesso sguardo o meglio era il mio sguardo quando ho tentato di…non ci devo pensare. Io so cosa significa quello sguardo: lui disprezza stesso…ma perché?Mi piacerebbe scoprirlo, ma dubito che sarà facile avvicinarlo. A quanto pare io risveglio in lui il suo disprezzo di stesso. Se Edward Cullen è strano, allora lo sono anch’io. E tra strani ci si comprende, no?Lo spero.

Il suono della campanella interrompe le mie riflessioni e balzo in piedi come una molla, veloce, ma mai quanto Edward Cullen che sembra scappare via dall’aula prima ancora che gli altri abbiano il tempo di alzarsi. Lo osservo andare via, ma lo vedo giusto un secondo fuori dalla porta che mi guarda, senza odio stavolta, ma con una profonda tristezza. Quello sguardo mi da un gran fastidio…l’ho appena conosciuto, ma già lo vorrei veder sempre felice, come se lo conoscessi da secoli e forse è così perché lui è simile a me. Nessuno meglio di me può capirlo, credo. Persino suo padre, che è la persona più vicina a lui, è diverso, in lui non c’è quella tristezza e quel disprezzo che ci sono invece in Edward.

<< Sei tu Claire Redfield? >>chiede una voce maschile.

Alzo lo sguardo ed incontro quello di un ragazzo molto carino, il viso da ragazzino ribelle, i capelli biondo cenere raccolti in punte ordinate, che mi sorride con aria molto amichevole. Allora non ho un cattivo odore!!!!

<< Sono io >>cantileno con un sorriso, spero altrettanto amichevole.

<< Io sono Mike…Newton. Piacere >>mi dice e mi stringe la mano.

Mi accompagna fino in palestra. È un gran chiacchierone, simpatico…anche lui viene dalla California…nel complesso mi piace molto.

<< Ma per caso hai cercato di ammazzare Edward Cullen?Non l’ho mai visto fare così… >>mi chiede.

<< Lo confesso: c’ho provato ma non mi è riuscito >>gli rispondo seria e poi scoppio a ridere, scomparendo nello spogliatoio femminile. Non mi piace molto educazione fisica…mi piace fare sport, come nuotare o ancora meglio giocare a calcio, ma solitamente non mi piace essere valutata in base ad esercizi sciocchi o a sport che non mi piacciono come la pallavolo. Comunque mi tocca e quindi lo faccio. Quel che mi tocca, lo faccio almeno bene. E a me tocca la pallavolo. La professoressa mi da una divisa, ma per quella lezione mi limito a guardare. Quando suona la campana esco e mi dirigo verso la segreteria e di fronte a me trovo Edward Cullen…i suoi capelli arruffati e bronzei li riconoscerei ovunque. Sta parlando con la segretaria, usando un tono basso e seducente, per cercare di spostare l’ora di biologia un altro giorno, qualsiasi altro giorno. Sì, vuole evitarmi, ma tanto tutti i corsi sono occupati e neanche lui può ottenere tutto ciò che vuole.

Mi faccio avanti con il modulo e gli passo accanto. Lui si irrigidisce e si volta verso di me lentamente, fulminandomi…il suo viso è di una bellezza assurda e devastante…con uno sguardo penetrane, pieno d’odio. Mi viene la pelle d’oca, ma non per lo sguardo, bensì perché nel passare il foglio alla segretaria ho sfiorato leggermente il suo braccio. È incredibilmente freddo, ma non è quello a scuotermi. Sento una scossa elettrica ed un improvvisa voglia di toccarlo ancora. Alzo lo sguardo dal punto in cui la nostra pelle s’è sfiorata e noto che sta guardando anche lui in quel punto con uno sguardo confuso. Alza il viso e mi penetra con il suo sguardo nero, ma non è cattivo.

<< Com’è andato il primo giorno, cara? >>mi chiede la segretaria, imbarazzata dalle nostre occhiate.

<< Una meraviglia >>rispondo, sempre guardandolo, e poi me ne vado, fuggendo da quel contatto.

Sento la segretaria dire ad Edward che non è possibile spostargli biologia e…evviva…lui è confuso e distratto quanto me nella risposta.

Credo mi stia seguendo…sì, la sua immagine si riflette nelle pozzanghere, ma faccio finta di niente. Arrivo alla mia macchina, la apro, mi volto e…è sparito nel nulla. Poco male…sopravvivrò.

VALUTAZIONE GIORNATA: ecco, diciamoci la verità, conoscere una specie di dio non è roba da tutti i giorni, ma scoprire che standogli accanto lo fai disprezzarsi è brutto. Comunque sapere che sono molto simile a lui è bello, davvero bello. Poi ci sono Mike, Jessica ed Angela che sono certamente aspetti positivi, Eric e Tyler un po’ meno, ma sopportabili. Le lezioni mi annoiano almeno quanto quelle che seguivo in carcere. Comunque alla fine la giornata è stata BUONA.

 


2°GIORNO.

 

Ciao, bellissima, mi manchi sai?Non tanto in effetti, ma non sapevo cosa dirti di carino…= P…il lavoro è sempre lo stesso, controlla, rimetti all’ordine, ammanetta…il lavoro di una normale guardia del carcere, credo. Ora che non ci sei tu sono tutti più tranquilli, sai?Piccola diavola che non sei altro…era colpa tua se erano tutti indisciplinati questi giovani educati e pacati. Ovviamente scherzo, è sempre il solito manicomio casinista. Spero comunque che il tuo primo giorno a Forks sia stato di tuo gradimento…ti voglio bene. La tua guardia preferita, Kris.

 

Ho appena scaricato la posta, ma l’unica e-mail che ho ricevuto è quella di Kris, una delle guardie del carcere che mi ha sempre dato cibo o agi extra. Lui mi adora ed io adoro lui. È un po’ il fratello che non ho avuto, il padre che ho desiderato a lungo. Detenuti e guardie non vanno d’accordo, ma tra noi era stata amicizia a prima vista. Niente amore. È troppo simile a me perché ci possa essere dell’attrazione tra noi. Ci siamo ripromessi di sentirci tutti i giorni e lui sta mantenendo questa promessa…durante il giorno ci scriviamo anche qualche sms, ma non molti perché lui lavora a tempo pieno e torna a casa solo la sera. Gli scrivo raccontandogli del mio primo giorno a Forks, invio, e parto per andare a scuola. Arrivo più tardi e fatico a trovare un parcheggio. Lo trovo in fondo, molto lontano dalla mensa…pazienza, oggi non piove (per ora)…e un po’ di camminata non mi fa di certo male. Vedo i Cullen scendere dalla Volvo metallizzata…sono quattro, lui non c’è…sarà disperso in Alaska. Scendono e si avviano con una grazia inumana verso la loro lezione. In inglese Mike si siede accanto a me. Mi piace, è un ragazzo veramente simpatico e piacevole…forse gli piaccio un po’ troppo  ma posso sopravvivere alle sue avance. Il pranzo arriva proprio quando ormai m’ero rassegnata a dormicchiare sul banco ed io mi siedo insieme alla compagnia di amici più numerosa e popolare della scuola. Tutti vorrebbero entrar a far parte del nostro gruppo…tranne i Cullen che se ne stanno per i fatti loro. Edward non c’è davvero, sento la sua mancanza, mi mancano proprio i suoi sguardi pieni d’odio. A Biologia posso stravaccarmi sul banco libero senza problemi, spargendo tutte le mie cose, occupando ogni centimetro della superficie rettangolare di marmo. Il professore mi risveglia dal mio coma con una domanda e la prima risposta che mi balza in testa la dico. Inutile dire che è quella giusta. Io sono fortunata. Dalla nascita…neanche aver incontrato Edward Cullen credo sia una sfortuna.

Nel parcheggio salgo sulla mia Mini e mentre aspetto che il parcheggio si svuoti, vedo i due Cullen e i gemelli Hale salire sulla Volvo metallizzata. Mi fissano, Rosalie e Jasper con irritazione, Emmett tranquillo, Alice sembra aver una gran voglia di venirmi a salutare. Strana famiglia. Sono vestiti benissimo, semplicemente, con capi d’abbigliamento sicuramente disegnati da qualche stilista…per me starebbero bene anche con degli stracci…quindi sono sia belli che ricchi. Sembra un’esagerazione, ma il denaro non gli ha comprato la benevolenza di Forks, anche se sono fermamente convinta che il loro isolamento è volontario. Come ho detto, chi chiuderebbe la porta in faccia a tanta bellezza?Nessuno sano di mente. Chissà se riesco a farmi adottare dal dottor Cullen…uhm. Torno a casa tutta sola…l’unica mia consolazione è l’e-mail di Kris.

 

Ah, ah, ah!Non avrei mai pensato che qualcuno potesse rimpiangere il carcere, tesoro, ma da te mi devo aspettare di tutto. Lo sai di essere strana, vero?Ma strana forte…però ti voglio bene così come sei. Ho visto il tuo amico Steve oggi e mi ha lasciato detto di dirti: ciao. Comunque, ora ti lascio cara, sono morto di sonno e ho bisogno di risposo. Aspetto la tua e-mail…ho proprio voglia di farmi due risate. Ciao, un bacio, Kris.

 

Mio caro Kris…o la smetti di ridere oppure ti prelevo i denti uno ad uno…la mia giornata è andata perfettamente, ho azzeccato tutte le domande dei professori. Edward Cullen s’ è perso in Alaska, se ti fa piacere, nel tentativo di scappare da me…non sa che potrei raggiungerlo e trovarlo con facilità…ed i suoi famigliari mi guardavano come se fossi una specie di animale raro che desta grattacapi ed irritazione. Effettivamente è vero perché io sono unica e casinista, nessuno può pareggiarmi e sono inimitabile. Dì a Steve che verrò a trovarlo appena mi sarò ambientata un po’…non mi sembra il caso saltare già la scuola appena arrivata, anche se mi piacerebbe assai. Concludo perché Resident Evil CODE: Veronica X mi attende e non posso ignorare il suo insistente richiamo. Un bacio, tua piccola peste, Claire.

 

Steve Burnside, carcerato, quasi maggiorenne ed accusato di aver ucciso la sua ragazza. Ovviamente io so che non è vero, lo sanno in molti, ed infatti ho dato disposizione al mio avvocato, il più abile in piazza, di indagare sul caso e trovare le prove. Voglio bene a Steve, speravamo di uscire insieme di prigione e di guadagnare la libertà, ma il suo caso è più complicato del mio. Steve è strano come me, sembriamo gemelli molte volte ed anche il legame che ci lega è quello tra due gemelli. Lui e Kris sono le persone più importanti per me dopo la morte di mia madre. Non li amo come si amano dei fidanzati, li amo come si amano dei parenti stretti. Ormai sono diventata cinica, lo ammetto, non credo molto nell’amore passionale eterno, ma piuttosto nella quotidianità. Ogni individuo, dopo che ha provato varie esperienze con vari compagni, sceglie quello con cui si trova meglio ed inizia una convivenza basata sulla quotidianità, sulla fiducia, sull’affetto. Ma l’amore non è eterno negli umani e spesso è confuso con la completa dedizione che due persone provano reciprocamente. Se l’amore esistesse veramente, allora non ci sarebbero divorzi o tradimenti. Se l’amore vero esistesse, tutti si sarebbero sposati alle medie o ancora meglio alle elementari (ma anche all’asilo). Si crede di amare una persona, ma in realtà è un legame diverso. Ognuno di noi sceglie colui che lo fa sentir felice, che gli fa provare emozioni forti, e quando queste scemano sceglie se vuole restare con lui per abitudine oppure no. Lo so che sono cinica, ma così evito di soffrire.

VALUTAZIONE DELA GIORNATA: dunque, contenta perché come sempre ho azzeccato le domande dei professori (trigonometria e biologia), scontenta perché mancava Edward e perché infastidisco i Cullen a quanto pare. Contenta perché ho sentito Kris ed ho nuove notizie di Steve, non molte in effetti, quindi nel complesso è stata una giornata media. Dimenticavo che sono super felice adesso perché sto per giocare alla PS2, ma soprattutto al mitico gioco horror-azione “Resident Evil CODE: Veronica X”.

KRIS

http://www.bedo.it/uploads/g/Ginny/24312.jpg

3°GIORNO

 

Bellissima, hai dimenticato che sei vanitosa e narcisista fin nel midollo. Hai sempre la solita fortuna…le risposte ti piovono in mente appena ti fanno la domanda ed alla fine è sempre la risposta giusta. È un ingiustizia bella e buona questa, tu approfitti della tua innata fortuna per non studiare e non è affatto bello. Comunque, piccolo animaletto raro, Steve mi ha detto di riferirti: non sei obbligata a restare in contatto con me. Ci tengo a dire che sembra depresso, quindi una tua visita potrebbe fargli piacere. Spero che il tuo super avvocato sia a buon punto con il suo caso, è ora che esca da questa topaia e che torni a respirare aria sana e pulita. Edward Cullen è stato avvistato, braccato dalle renne dell’Alaska…ha deciso di darsi alla caccia ed al vagabondaggio dopo che ti ha vista. Fai questo effetto a tutti?No, perché se no ci sono alcune ragazze che vorrei presentarti così me le spedisci lontano da me. Ti dispiacerebbe?Attenta che a giocare con quei giochi horror ti caghi addosso, tesoro, detto molto volgarmente. Ciao, Jack Sparrow, alla prossima e-mail. Bacini, Kris.

 

Ciao orribilissimo, sai che scherzo vero?, per prima cosa dì a Steve che vengo perché voglio e non per altro. Non so quando però, farò una sorpresa carina, carina. Osa controbattere e sei morto. Le tue parole sono dettate dall’invidia perché io sono bellissima e fortunatissima, mentre tu no. Dovresti vivere un po’ accanto a me così ti passo un po’ di “fortuna Redfield”. E comunque si da il caso che Edward potrebbe benissimo essere malato o morto sotto un treno, non necessariamente assente a causa mia…cosa alquanto dubbia in effetti…comunque faccio questo effetto solo al pubblico maschile, quindi mi dispiace per te ma te la devi sbrigare da solo con le tue corteggiatrici. Eh, eh, mi sento la signora della scuola!!!!Mi salutano tutti, ormai sono un idolo almeno quanto lo ero in prigione. Presto diventerò la padrona del mondo, vedrai!Comunque io almeno mi cago addosso per un motivo, tu lo fai per sport. Ci vediamo all’inferno, baby…eh, eh, ciao Kris. Baci, Red.

 

4°GIORNO

 

Ciao, Red. Ora ho capito perché sei zitella, se fai scappare tutti gli uomini così, ci credo che rimani sola. Dai o mezzosangue del cavolo, smettila di tirartela che con me non attacca e lo sai. Sei fortunata che ti vojo bene, altrimenti ti avrei già imbevuta d’acqua per farti abbassare la crestina. Sei stupenda, amore, lo sai che sei l’unica donna che potrei mai volere, quindi non mi uccidere per favore sono ancora giovane ed in forma per morire. Se mai ci vai tu all’inferno, io sono buono e generoso, quindi mi aspetta il paradiso, ricordatelo. Davvero non è tornato?A questo punto sospetto sia davvero disperso oppure aspetta che tu muoia investita da qualche automobilista pazzo di Forks. Steve dice che ti vuole bene. Era vagamente più allegro quando gli ho riferito il tuo messaggio. Scusa se oggi sono stringato ma c’è stata una rissa e sono stanchissimo. Ti adoro, non giocare agli zombie che ti fa male e poi non dormi e diventi scorbutica e successivamente muori perché ti addormenti alla guida di quella specie di macchinina che ti ritrovi. Ciao, Red, baci Kris.

 

Mio dolcissimo ed adorabilissimo…morto!Io sono orgogliosa di essere mezzosangue, perché la mia parte brasiliana mi rende sexy ed appetibile e non puoi negarlo. Vai all’inferno, fidati, i narcisisti vanitosi come te e me non finiscono in paradiso. Neanche oggi è tornato, comincio a sentirmi sola. Comunque credo che l’unico automobilista pazzo sia io qui a Forks e si da il caso che io non abbia la suddetta crestina che tu desideri ardentemente abbassarmi.  La giornata è passata, mi salutano tutti nel parcheggio, ma non conosco la nome della maggior parte…prima o poi l’imparerò. Mike è sempre più simpatico, ma sempre più attaccato a me…meglio lui che Eric comunque. Jessica parla sempre, è snervante a volte. Ah, oggi ho avuto un battibecco con una smorfiosa peggio di me, Lauren, ma alla fine ho trovato la risposta giusta al momento giusto e l’ho zittita. Sono un mito!!!!E quindi ho il diritto di tirarmela un po’, c’è chi può e chi non può, io e te possiamo!Chiudo perché gli zombie mi aspettano, ciao tesoro, dai un bacio a Steve da parte mia!!!!Claire.

 

4°GIORNO

 

Perdonami ma non sono proprio riuscito a dare un bacio a Steve da parte tua. Non pendo su quella sponda mi dispiace…sono a casa per il weekend finalmente posso divertirmi con i miei amici. Stasera andiamo per pub, troverò da rimorchiare magari, quindi se domani non ti scrivo non ti offendere. Ovviamente scherzo!Non ti potrei dimenticare, sei come una figlia per me!Sono triste perché non hai la crestina…vabbè me la farò io e me la abbasserò da solo. Ma dove vuoi andare con quella macchinina Mini che va si è no a 50 km/h!Dai, eh!Non farmi ridere!Appena ritorna Edward me lo devi far sapere…anche se torna come cadavere. Lauren?Chi può volerti male?Ora la uccido, dammi nome e cognome, indirizzo, telefono…la faccio arrestare subito!Quando vieni da Steve?Credo ne abbia bisogno…così mi saluti pure a me!!!Ciao, Red, un bacione. Krissuccio.

 

Aaaaah…sabato, Krissuccio mio, oggi sono allegra e felice. Ho sistemato casa, fatto la spesa e riposato. La sera sono uscita a fare un giro insieme a Jessica, Mike, Angela, Tyler ed Eric. Devo dire che è stato divertente, abbiamo trovato persino un bar aperto dove appostarci a chiacchierare. Visto che sei il mio consigliere ti devo rivelare che mi manca davvero vedere Edward, non so perché, ma sento che siamo simili. Molto simili, però diversi. È un pensiero strano, tipico di una Jack Sparrow come me, quindi sarebbe inutile cercare di spiegarti perché la mia mente viaggia su un’onda più stramba della tua. Non è un’offesa credimi, se mai è un’offesa a me stessa perché mi auto dico che sono strana. Strana, strana…ma alla fine, chi lo sa dov’è il limite della normalità?Chi lo sa che cos’è NORMALE?Ce ne saranno poi altri come me, quindi per me è NORMALE essere così, sei tu quello STRANO, mentre per te quella STRANA sono io e tu sei quello NORMALE. Non credi?Domani vengo a Phoneix, così mi accompagni da Steve…fatti trovar preparato e pulito, ubriacone, o potrei vendicarmi!Non so proprio come possano odiarmi in questo modo…sono così dolce ed adorabile. La mia Mini va benissimo, ti voglio bene, Krissuccio!A domani, tua Red.

 

STEVE

http://www.bedo.it/uploads/g/Ginny/24313.jpg

4°GIORNO

 

Odio categoricamente e senza alcuni sconti la sveglia mattutina. Quella che quando ti svegli la notte e guardi l’ora ti sembra lontanissima, ma che poi pare suonare solo cinque minuti dopo che ti sei riaddormentata. Quella che quando sai che manca poco al suono resti in attesa e non suona quasi mai…suona quando ti sei quasi riaddormentata. Quella che in ogni caso, sempre e comunque, scandisce il ritmo della tua giornata. Ecco, se non fosse perché rivedrò a breve Kris e Steve, quella sveglia avrebbe segnato l’inizio di una giornata terribile. Comunque posso sopportare. Mi alzo e mi vesto, un paio di blue jeans, stivali con tacco bianchi come la maglietta ed il giubbino, cintura bianca e borsa. Faccio una breve colazione e poi parto con la mia Mini verso l’aeroporto di Port Angeles. Impiego circa quaranta minuti ad arrivare, solo perché la mia guida è piuttosto spericolata e ignara dei cosiddetti limiti di velocità, ma questo l’ho già detto. Ho davvero voglia di rivedere i miei due angeli, spero di trovare Steve più su, ma ne dubito. Essere condannato alla prigione quando si è innocenti non è bello per niente. La prigione ti cambia la vita, ti rovina l’adolescenza e lui è dentro da quasi un anno. Povero tesoro…appena il mio avvocato lo tirerà fuori di prigione…perché so che lo farà…lo ospiterò a casa mia. Lui non ha nessuno, non ha più i parenti o amici che gli vogliano bene. Ha solo me e Kris in misura minore. Non lo posso abbandonare. La voglia di rivedere quei due mi spinge ad andare ancora più veloce. Per mia fortuna l’aereo è in orario, quindi prevedo che alle nove dovrei essere a Phoneix. Viaggiare in prima classe è comodo, ma non si fanno grandi incontri. Ci sono per lo più personaggi vestiti eleganti, boriosi, gente che è abituata ad avere i soldi e che sa come utilizzarli per comprarsi il rispetto della gente. È un genere di persona che non mi piace per niente. Mi siedo il più lontano possibile da loro. Il viaggio mi sembra più lungo, anche perché uno degli altri cinque passeggeri della prima classe, un giovane imprenditore probabilmente, continua a fissarmi come se mi volesse spogliare. Non mi piace quello guardo e sono più che felice di scendere dall’aereo e di scappare lontano da lui. L’aeroporto è pieno come sempre…tzè, figuriamoci…così mi è sempre difficile trovare la mia preda. Dopo essermi guardata in giro per un bel po’…probabilmente lui mi ha già avvistata ma col cavolo che viene a prendermi…lo vedo. È in disparte rispetto al resto della folla ed ignora gli sguardi delle ragazze che lo fissano insistentemente. Ha occhi solo per me. La sua finta sorellina, la sua finta figlioletta. Vent’anni portati benissimo, i capelli scurissimi, un viso misterioso ed abbronzato. Le labbra sono piene, grandi e seducenti, ben formate e gli occhi sono incredibilmente azzurri. Profondi come il mare e vasti come il cielo. È molto magro, ma dalla camicia scura sbottonata si intravedono i suoi muscoli ben tonificati. È veramente bello. Lo vedo, eppure non riesco a provare altro che un grandissimo affetto. Gli corro incontro e lo vedo sorridere: ha capito che l’ho visto. Allarga le braccia pochi secondi prima che io mi schianti contro di lui e nello stringermi mi solleva praticamente da terra. Sembro così piccola e minuta nel suo abbraccio!Ed a quanto pare peso come una piuma.

<< Ciao, Red… >>mi saluta e poi ridiamo entrambi. Red viene da Redfield…lui mi chiamava così quando era di guardia e doveva consegnarmi o riferirmi qualcosa.

<< Krissuccio caro >>rispondo. Non mi sono ancora staccata da lui. Non ci vediamo da neanche una settimana eppure mi accorgo che mi è mancato tanto. Sono molto affezionata a lui. È come un mio parente stretto.

Mi prende per mano e mi guida verso il parcheggio e la sua macchina, un’AUDI A5 nera. Mi piace…ci metterei volentieri le mani in quel motore, ma per Kris la sua macchina è INTOCCABILE. Pace…lavorerò sui miei modelli. Kris guida bene, non veloce quanto me…essendo un poliziotto penso che i limiti di velocità li rispetti quando può…ma accettabile.

<< Allora, non mi hai ancora detto com’è Forks >>commenta con un sorrisino divertito.

<< Ah, ah…stupendo. C’è tanto sole, fa caldo e ci sono tante persone interessanti… >>gli rispondo e lui ridacchia.

Si fa serio tutto d’un tratto e mi dice<< Lo sai che mia casa è tua casa, vero? >>. Mi guarda e io gli sorrido.

<< Lo so…ma dirlo è una cosa…provare una convivenza con me è un’altra tesoro. E poi, tu hai la tua vita, io sarei solo un peso. Fidati, è meglio così >>gli dico, cercando di non offenderlo.

Lui scrolla le spalle<< No, un peso no >>.

S’è risentito…so che mi vuole bene, ma lui ha frainteso le mie parole<< Kris…lo so che mi vuoi bene e che saresti contento di avermi vicino, ma prova pensa anche solo al discorso “ragazze”…credo che se ci fossi io non avresti tutta la libertà di portarle in casa o perlomeno saresti in imbarazzo… >>.

La mia logica è schiacciante<< Bè, sì, quello è vero… >>risponde, rassegnato.

<< E allora…smettila di preoccuparti per me. Forks non mi ucciderà >>gli dico sorridendo e gli scocco un bacio sulla guancia.

<< Non posso smettere di preoccuparmi per te…preferirei averti vicino anche per controllarti e poi se ti serve qualcosa sarei più vicino >>mi dice e con un braccio mi circonda il collo e le spalle.

Gli bacio la mano che ha appoggiato sulla mia spalla<< Non è la distanza che conta…avverto il tuo affetto anche se sei lontano. E quando ti voglio vicino basta che io pensi a te ed è come se mi fossi accanto >>gli dico. Solitamente non mi piace parlare di sentimenti, ma con Kris è sempre naturale. Con Steve è diverso…non abbiamo bisogno di parole per capirci. Il nostro affetto non deve essere descritto, neanche quello mio e di Kris, ma lui ha bisogno di rassicurazioni. Siamo arrivati al carcere. Un edificio grigio, con una rete alta più di due metri ed un cancello in ferro inaccessibile. Bisogna suonare un campanello per farsi aprire ed è quello che facciamo. Riconoscendo la macchina e Kris ci lasciano entrare senza la solita procedura. Kris parcheggia nel suo posto riservato e mi accompagna nella sala “accoglienza”. Entrarci adesso come visitatrice non è lo stesso che entrarci come detenuta. Ci avviciniamo alla guardia di turno al controllo e facciamo chiamare Steve. Ci portano nella sala visite, dove un vetro impossibile da infrangere separa noi dai detenuti. Si comunica attraverso un telefono. La guardia mi fa sedere al posto in cui verrà portato Steve (dall’altra parte le cabine sono divise in modo che non ci siano contatti con gli altri detenuti) ed aspetto. Steve è considerato un detenuto pericoloso perché accusato di omicidio, quindi non mi è permesso vederlo nell’altra sala visite in cui non ci sono vetri ma si entra in contatto col detenuto, controllati da guardie e chiusi dentro.

<< Tu resta…io chiedo se è possibile vederlo di là >>mi dice Kris e scompare.

Una guardia arriva dall’altra parte, tenendo Steve ammanettato. Se non fosse per la divisa arancione e per lo sguardo cupo non si direbbe che è un prigioniero, perché Steve, a differenza di altri, è sempre pulito e curato. In qualche modo deve sopravvivere anche lui lì dentro ed in quel modo cerca di mantenere una certa umanità. Il carcere non l’ha cambiato molto, almeno credo, è solo più triste ed ogni giorno sembra sempre più stanco…rassegnato. Spero che non perda la speranza…è l’unica cosa che lo aiuta a sopravvivere. Lo fanno sedere con uno spintone, slegandogli le mani per poi chiuderlo nella cabina a chiave. Mi guarda. È felice. I suoi occhi verdi brillano e sorride vagamente. La pelle è pallida, probabilmente per la lontananza dal sole, i capelli scuri sono scompigliati ma comunque puliti. È molto magro, più di Kris, però s’è fatto anche i muscoli a stare lì dentro. È davvero carino, molto. Anche lui ha diciassette anni, come me, e quando compirà diciotto anni sarà probabilmente mandato al carcere vero e proprio.

Prendo il telefono in mano e così fa anche lui, accostandoselo all’orecchio.

<< Ciao… >>mi saluta. La sua voce è profonda, ma è ancora quella di un ragazzino.

<< Ciao, Steve…come stai? >>gli chiedo. Non ha ancora distolto lo sguardo dal mio.

Sorride triste<< Come vuoi che stia?Sono in prigione pur essendo innocente… >>mi risponde. Come pensavo, la sua speranza sta scemando…credo stia pensando di morire qui dentro. E non è il massimo.

<< Non morirai qui, Steve >>gli dico.

<< No, infatti…morirò nel carcere per adulti >>risponde, sarcastico.

<< Ti tirerò fuori di qui…anche a costo di tirarti fuori io stessa >>gli dico e lo guardo negli occhi sicura. Sa che sarei capace di farlo, ma è dubbioso sulla riuscita del mio piano. Effettivamente non sono molto brava con queste cose, però potrei anche riuscirci volendo…in fondo la fortuna è sempre dalla mia parte.

A quel punto entra la guardia dentro nella cabina di Steve e Kris mi si affianca<< Andiamo…ti porto nell’altra sala…ma guai a te se fai qualcosa di storto >>. Più che sentire ho letto il labiale…sono piuttosto brava in questo.

Kris ed io andiamo dall’altra strada e ci portano in una delle stanze che usano per gli interrogatori. Io entro, mentre Kris resta fuori con la guardia che conosce per distrarla e lasciarci un po’ di intimità. Steve è già seduto, con le mani ammanettate dietro la schiena. Lo raggiungo e lo abbraccio con dolcezza. Non puoi stringermi, ma appoggia la testa contro la mia spalla. È adorabile. Il suo profumo è buonissimo, mi è sempre piaciuto. Mi manca non poterlo vedere tutti i giorni…peccato non posso sentirlo neanche per telefono...o forse sì?

<< Ma…non ha diritto ad una telefonata alla settimana? >>gli chiedo, accarezzandogli i capelli.

Lui si stacca un po’ per guardarmi<< Sì…ma non l’ho mai usata, lo sai che non ho nessuno >>mi dice. Non c’è più tristezza nella sua voce. Ormai è normale essere solo per lui.

<< Adesso hai me >>gli dico. Si illumina e mi stampa un bacio sulla fronte e sul naso. Ci abbracciamo ancora, o meglio io abbraccio lui, e restiamo così finché la guardia non ci dice che è scaduto il nostro tempo.

<< Ti voglio bene… >>mi dice.

<< Anche io, Steve…allora ci sentiamo. Chiamami tu sul cellulare quando puoi…non negli orari scolastici però, potrei non riuscire a rispondere >>gli dico e gli bacio la guancia<< Non smettere di sperare >>aggiungo e lui annuisce. Gli accarezzo ancora i capelli, ma poi ci separano e io non lo vedo più. Mi sento triste e felice nello stesso tempo. Triste perché sento già la sua mancanza, felice perché so che lo sentirò e vedrò presto.

Il resto della giornata lo passo con Kris. Andiamo in giro per Phoneix, andiamo anche alla spiaggia e facciamo il bagno. Kris in costume è stupendo, ha un fisico scolpito e sodo. Attira molti sguardi femminili, che però cambiano strada quando vedono anche me: anche io faccio la mia bella figura…non ho un chilo di troppo e di questo vado fiera. Kris riesce a farmi piacere anche la beach volley e ci giochiamo appena usciti dal mare. Mi porta a cena in un ristorante semplice, ma carino e ci divertiamo. Mi racconta cosa fa durante la giornata, cerca di farmi divertire e mi accompagna anche all’aeroporto. Il nostro saluto sembra quello di due amanti, ma non mi interessa.

<< Mi mancherai… >>mi dice.

<< Tornerò >>gli rispondo e poi lo bacio sulla guancia. Scappo via, agitando la mano e risalgo sull’aereo che mi porta a Forks.

VALUTAZIONE GIORNATA: stupenda.

 

Per la vostra felicità il capitolo è finito…spero che mi lascerete un commentino piccolo, piccolo, anche per dirmi che è orribile o per criticare. Accetto tutto: complimenti, critiche, consigli…magari non insulti…= )!!!Buona giornata!Ah, per chiunque non riesca a vedere le immagini ho lasciato l’indirizzo di ognuna…se digitate quello le vedrete sul mio blog che avevo usato precedentemente per le altre FF.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CATTIVO ***


PER CHIUNQUE NON FOSSE RIUSCITO A VEDERE LE IMMAGINI PRECEDENTI, IN QUESTI INDIRIZZI CE NE SONO ALTRE…SPERO VI PIACCIANO

PER CHIUNQUE NON FOSSE RIUSCITO A VEDERE LE IMMAGINI PRECEDENTI, IN QUESTI INDIRIZZI CE NE SONO ALTRE…SPERO VI PIACCIANO!!!

 

CLAIRE REDFIELD: http://img116.echo.cx/img116/3954/adriana10pk.jpg

                        

http://www.horozz.net/galeri/data/media/6/adriana-lima-wallpaper_11.jpg

 

KRIS: http://www.alfemminile.com/star/foto-493684-jonathan-rhys-meyers.html

        

STEVE BURNSIDE: http://www.freewebs.com/myinferno/q3.jpg

 

DISEGNO CHE CLAIRE DA AD EDWARD: http://byfiles.storage.live.com/y1p0jp5_JHXo8vfSaEPxPxuCpVoMvVWKPtHM4aOeI7j0OVUCnzynI3OJfc48qw2a2MMEZhhtzkUGUg

 

 

CATTIVO

 

1°GIORNO

 

Odio senza nessuna riserva, l’inventore del lunedì mattina. Anzi, odio l’inventore della scuola stessa!La scuola è una società che uccide ogni libero alunno. Lo so e lo dico. Anzi lo ripeto. Lo so: quello che ci tocca, ci tocca, quindi facciamolo almeno bene.

Senza contare che oggi fa anche più freddo che la settimana prima…meno male che il weekend è stato così bello da farmi restare allegra, altrimenti sarebbero stati guai per tutti quelli che avrebbero usato rivolgermi la parola. Lo so che sembro una pazza psicotica ma non ci posso fare niente. Mi preparo per andare a scuola, metto un paio di jeans scuri, una felpa fucsia con cappuccio, abbinata ad una maglietta a maniche corte, scollata, una cintura fucsia e le mie scarpe da ginnastica preferite, nere e fucsia. Guardo l’ora e decido che sono troppo in ritardo per mangiare qualcosa…prenderò una merendina dalle macchinette se proprio mi verrà fame. Scendo in garage e prendo la mia Mini, partendo veloce. Nel parcheggio della scuola molti posti sono già occupati, ma non sono ancora arrivati tutti, quindi non ero poi così in ritardo. Ad inglese mi siedo vicino a Mike, ma il professore ci da un questionario a sorpresa su CIME TEMPESTOSE. Non riesco a capire se è facile o difficile, perché le risposte mi vengono da sole e scrivo tutto ciò che mi passa per la testa. Mi sento più a mio agio di quanto mi aspettassi il primo giorno. Quando usciamo però vedo volteggiare qualcosa di bianco e grosso come palle da ping-pong. Molti studenti urlano e schiamazzano allegri. Il vento è freddissimo e di certo mi ha arrossato le guance. Mi punge il naso che sembra ghiacciato…non lo sento più. Per il resto tutto bene, ho vissuto a Londra prima di arrivare in America, quindi sono abituata al freddo…anche perché ho trascorso dei mesi in Canada. Gli unici effetti che mi fa sono guance rosse e naso gelido. Sopportabile direi. Ma c’è qualcosa che mi punge più del naso: il cuore. Perché la neve risveglia in me dei bei ricordi, che però sono passati e che non avranno un seguito. Perché mia madre è morta e più nessuno mi porterà in montagna a sciare. Più nessuno mi racconterà storie sulla neve per farmi dormire. Perché solo mia madre poteva farlo, ma ora lei non c’è più e mai più tornerà. Ora anche i miei occhi pungono per le lacrime, ma non piango. Non piango più ormai. Ho pianto abbastanza ed ora sono diventata più insensibile…o almeno credo.

<< Nevica! >>esclama Mike, accanto a me. I batuffoli si stanno già ammassando lungo il marciapiede ed ovunque c’è spazio libero. Anche sul tetto nero della mia Mini.

<< Bello >>commento, per niente entusiasta.

<< Non ti piace la neve? >>mi chiede lui, guardandomi.

<< No, la neve mi piace, è solo che oggi non sono dell’umore giusto >>rispondo ed in quel momento qualcuno colpisce sulla nuca Mike, probabilmente Eric, e io mi dileguo<< Ci vediamo dopo…preferisco rientrare >>mormoro e mi allontano. Lui annuisce e comincia ad inseguire Eric.

Per tutta la mattina parlano solo della neve. È la prima nevicata dell’anno e la celebrano come se fosse la cosa più entusiasmante del mondo. E forse lo è. Forse sono io che non riesco a vedere la bellezza nella neve…penso di essere giustificata. È strano: ormai non dovrebbe più farmi questo effetto vedere i fiocchi cadere e poggiarsi sull’asfalto, sono passati anni, eppure certe cose restano sempre. Purtroppo. Alla fine della lezione di spagnolo, mi avvio insieme a Jessica verso la mensa. Stranamente rispetta il mio silenzio volontario, forse ha notato qualcosa nella mia espressione ed in effetti non devo essere particolarmente amichevole oggi. Lo so, ma non posso farci niente. Mentre faccio la fila per prendere il cibo insieme a Jessica, butto un’occhiata al solito tavolo e vedo che i Cullen sono in cinque. Sorpresa. Felicità. Timore. Non so bene quale dei tre sentimenti prevalga e non ci tengo neanche a saperlo. Perdo letteralmente l’appetito, ma per istinto di sopravvivenza, prendo lo stesso un po’ di pasta ed un insalata. Faccio per andare a sedermi quando mi vedo arrivare contro Mike, che puntualmente scivola sul bagnato e con un grido si dirige verso di me come un missile. Riesco a spostarmi giusto in tempo, ma scivolo anche io e cado con il sedere a terra ed il vassoio con il cibo sopra la testa. Ho salvato tutto. Non posso dire lo stesso di Mike che è sommerso da circa un quintale di pasta al sugo e piselli.

Mi metto a ridere. È impossibile non farlo e dopo un secondo mi segue tutta la mensa. Persino Mike ridacchia. Io mi alzo in piedi e sbircio verso i Cullen. Ridono. Edward, Jasper ed Emmett hanno i capelli pieni di neve ed Alice e Rosalie cercano di spostarsi da Emmett che si sta scrollando la neve dai capelli. A differenza di tutti però loro sembrano usciti da un film.

Mentre mi siedo al mio posto, noto che c’è qualcosa di diverso. Osservo Edward con più attenzione. È meno pallido e le occhiaie sono molto meno evidenti, ma non è solo questo. C’è un particolare che mi sfugge e questo riesce incredibilmente a farmi dimenticare il mio malumore.

<< Attenzione, spostatevi che arriva Mike! >>ride Tyler, quando il biondo ci raggiunge con un nuovo vassoio, i capelli puliti e la maglietta cambiata…fortuna che abbiamo educazione fisica e che quindi s’era portato il ricambio.

Non ho ancora tolto gli occhi di dosso da Edward e Jessica se ne accorge<< Che cosa guardi, Claire? >>mi chiede. In quell’istante, gli occhi di Edward guizzano come lampi e incontrano i miei. Non distolgo lo sguardo finché non sono obbligata a farlo ed a quel punto li pianto in quelli di Jessica, dipingendo un sorriso sulle mie labbra<< Pensavo che non dev’essere bello per Edward fare il “candelino” >>rispondo. Grazie alla mia buona sorte che mi permette di tirar fuori le risposte adeguate in ogni momento.

<< Candelino? >>ripete Jessica, confusa.

<< Sì, si usa per indicare le persone che sono sole insieme a tutte coppie… >>spiego, compiaciuta del fatto che l’espressione di Edward non era stata sprezzante o piena d’odio. Era curioso e in qualche modo insoddisfatto. Strano lui.

<< Sì…bè, in compenso ti sta guardando >>risponde Jessica.

<< Chi? >>chiedo, ancora persa nei miei pensieri.

<< Edward >>risponde<< Di solito non fanno molto caso agli altri i Cullen, ma lui non ti stacca gli occhi di dosso...non sembra neanche sbattere le palpebre >>aggiunge.

<< Le batterà nello stesso istante in cui le batti tu. Ora smettila di fissarlo >>sibilo e lei distoglie lo sguardo a malincuore. E come darle torto?Resterei a guardarlo per ore anche io!Mi è tornato il buonumore, quindi partecipo più attivamente alla conversazione, anche se verte su un’epica battaglia di neve. Jessica accetta subito di unirsi a loro, io preferisco non espormi troppo…potrei tornare di cattivo umore e non voglio deludere nessuno. Mike mi accompagna come sempre fino alla mia classe, ma quando arriviamo di fuori, tutti quanti lanciano un lamento di delusione: piove. E la pioggia lava via la neve. Mi alzo il cappuccio della felpa rosa e cammino verso l’edificio 4, con Mike accanto che si lamenta di continuo. Finalmente in classe, mi accorgo che il mio banco è vuoto, ma non ci rimango troppo male, o almeno non lo do a vedere. Mi limito a sedermi al mio posto, osservando il professore che distribuisce allegro dei microscopi…uno per ogni tavolo. Prendo il mio quaderno e comincio a scarabocchiare...disegno un piccolo teschio con un occhio a forma di cuore. Non fa per niente paura, al contrario. Sento la sedia accanto alla mia smuoversi, ma non mi volto, continuo imperterrita a scarabocchiare cuori, stelle, spirali…tutto ciò che mi passa per la testa.

<< Ciao >>dice una voce bassa, melodiosa.

Alzo gli occhi dal foglio ed incontro lo sguardo di Edward. È seduto lontano da me, ma almeno è girato interamente dalla mia parte…evviva, progressi!I suoi capelli sono fradici, spettinati, ma anche conciato in quel modo sembra appena uscito da una pubblicità di gel a lunga tenuta. Il suo viso splendente è amichevole, luminoso, con l’ombra di un sorriso sulle labbra perfette, ma il suo sguardo è cauto. Sta valutando la situazione.

<< Mi chiamo Edward Cullen >>continua imperterrito nonostante il mio silenzio<< La settimana scorsa non ho avuto occasione di presentarmi. Tu devi essere Claire Redfield >>.

Mi sforzo di sorridere e mi viene naturale<< Hai indovinato. E chi se non io?Piacere, Edward >>gli rispondo e gli tendo la mano. Lui la guarda indeciso e dopo un secondo la stringe. È ghiacciata. Ma la mia stretta resta salda, nonostante ho sentito una scossa elettrica percorrermi il braccio appena l’ho toccato. Distolgo lo sguardo dal suo e sfilo la mano quando il professore inizia la lezione. Quel giorno dobbiamo fare un esercizio: lavorando in coppia dobbiamo etichettare epitelio di cipolla in base alla fase di mitosi in cui si trovano. Senza i libri. Argomento che per altro non ho mai fatto. E per di più abbiamo solo venti minuti di tempo.

<< Iniziate >>dice il professore.

<< Prima le donne, collega? >>mi chiede Edward, amichevole. Alzo lo sguardo e vedo un sorriso beffardo tanto bello da catturarmi come un’idiota.

Mi riscuoto subito e sorrisi<< Tzè…non sai quello che fai… >>gli rispondo.

<< Preferisci che cominci io? >>mi chiede, confuso.

Io ridacchio<< No, faccio io >>rispondo e prendo il primo vetrino, posizionandolo sotto la lente del microscopio. Guardo giusto un secondo e mi balza in testa una risposta<< Profase >>sparo.

<< Posso controllare anch’io? >>mi chiede, ma io sto già passandogli il microscopio. Lui lo prende e mi sfiora la mano. Sento una fitta alla mano di nuovo, come una scintilla di corrente elettrica, ma è lui il primo a ritrarla dalla mia.

Esamina il vetrino e poi concorda con me<< Profase >>. Lo scrive in bella grafia nella prima casella del nostro foglio di lavoro e poi estrae subito il secondo vetrino, dandogli uno sguardo distratto<< È anafase… >>mormora<< Vuoi controllare? >>.

Ma questo è pazzo. Mi scappa una risatina<< No, no, lascia stare >>. Prendo comunque il microscopio e cambio il vetrino.

<< Posso sapere perché ridi sempre quando dico qualcosa? >>mi chiede, vagamente risentito, ma anche incuriosito.

Guardo nel microscopio e poi rispondo<< Non rido di te…rido perché le cose che dici sono assurde. Nel senso che sono assurde se dette a me, non che tu sei assurdo >>e poi aggiungo<< Interfase comunque >> e gli passo ancora il microscopio. Lui guarda distratto e scrive quello che ho detto, o meglio sparato.

<< Non capisco cosa intendi >>ammette. Gli da parecchio fastidio questo, lo si capisce dalla smorfia che fa.

Ridacchio ancora…è più forte di me, male che vada mi prende per down…e rispondo<< Perché tu pensi che io sia capace di fare quello che sto facendo, ma in realtà non è vero…si tratta di fortuna sfacciata o qualcosa del genere >>.

Finiamo molto prima degli altri, così posso concentrarmi su di lui. Mi sta guardando, sempre con quell’aria di inspiegabile frustrazione. Ecco cos’ha di diverso!Gli occhi!

<< I tuoi occhi cambiano colore! >>esclamo e lui mi guarda stranito. Quel giorno sono di uno strano ocra più scuro di una caramella, ma con riflessi dorati, mentre mi ricordo chiaramente che la prima volta che l’ho visto erano neri. Neri come la morte e freddi. Oggi invece sono più caldi e esprimono felicità.

A quel punto il professore si avvicina al nostro tavolo e ci chiede perché non stiamo lavorando e poi controlla la nostra tabella.

<< Scusa, Edward, perché non hai lasciato utilizzare il microscopio anche a Claire? >>chiede.

<< Ne ha individuati lei tre >>risponde.

Il professore mi guarda con aria scettica<< Seguivi un corso avanzato in carc… >>.

Sta per dire “carcere” e io lo blocco<< Esattamente. Embrioni di coregone >>.

Se ne va e io riprendo il mio quaderno, ricominciando a scarabocchiare.

<< Spiegami perché dici che dico cose assurde >>mi dice Edward. Sembra che si senta in dovere di parlare con me, forse per riparare alla sua uscita poco carina della prima volta che ci siamo visti.

Sorrido<< Perché io non ho mai fatto questo esperimento. E non ho mai studiato un capitolo di questo libro >>rispondo.

Mi guarda scettico<< E vorresti dirmi che la tua è tutta fortuna? >>mi chiede.

<< Puoi crederci e non crederci…a me non cambia quello che tu credi perché io so qual è la verità >>rispondo. Riesco a confonderlo un poco, ma si riprende subito.

<< Ti sfido: quanti anni ho? >>mi chiede.

La risposta mi balza subito in testa ma…è impossibile che sia quella giusta!<< Credo che se mi chiedi tu non funziona… >>mormoro.

<< Perché? >>mi chiede. È chiaramente beffardo.

<< Perché la risposta alla tua domanda è 104 >>rispondo semplicemente. Si irrigidisce impercettibilmente e questo mi fa insospettire parecchio. Edward è strano…ma fino a che punto lo è?Capisce che la sua reazione mi ha insospettito e si lascia andare ad una risata leggera, che però non coinvolge i suoi occhi che esprimono preoccupazione, timidezza…tristezza. È perennemente triste.

<< Sei matta >>mi dice ed io sorrido. Meglio lasciargli credere che mi ha fatta fessa…così non sarà troppo circospetto ed attento.

<< È un complimento >>rispondo e mi volto verso il professore che mi fa una domanda a cui sparo subito la prima risposta che mi viene in mente…GIUSTA!Mi volto verso Edward e gli indico che questa è la dimostrazione alla mia teoria. Lui scuote il capo, ma un leggero sorriso resta impresso sulle sue labbra.

<< Peccato per la neve, eh? >>mi chiede Edward.

<< No, per niente >>rispondo subito.

<< Il freddo non ti piace >>non era una domanda.

<< No, al contrario. Spesso è molto piacevole. È la neve a non piacermi >>rispondo.

<< Perché? >>chiede. È curioso, lo capisco, ma non gli rivelerei mai, ora come ora, dettagli così intimi della mia vita. Dettagli che io stessa cerco di dimenticare con tutte le mie forze. Senza riuscirci.

<< Diciamo che è legata a momenti che non voglio ricordare >>. È più di quanto avrei detto ad un altro…spero si accontenti. Vorrebbe chiedermi di più, ma si trattiene.

<< E allora perché ti sei trasferita qui?A Phoneix di certo non c’era la neve… >>chiede.

Io sorrido<< Suona molto come: torna al tuo paese, lo sai? >>lo stuzzico.

<< No…ero solo curioso…sto cercando di capire come sei e non è facile >>mormora, impensierito. Sembra affascinato dalle mie parole…ancora meglio sembra affascinato da me in generale. Mah…strano tizio.

<< Ti sto prendendo in giro…diciamo che sono venuta a Forks a causa di forze maggiori >>dico.

<< Mi risponderai mai chiaramente? >>chiede di colpo.

<< No…non rispondo mai chiaramente…altrimenti non c’è gusto >>dico.

<< Dai…per piacere >>mi implora. Mi guarda con uno sguardo da cucciolo, irresistibile.

<< Mmm…solo perché sei tu…mio padre è morto e mi ha lasciato l’eredità, che comprende una casa tipo medievale in cui adesso abito >>rispondo.

<< Oh…mi dispiace per tuo padre >>mormora. Pensa di avermi offeso o intristito…ah, se sapesse la vera storia.

<< Non dispiacerti troppo…non lo faccio io, non farlo neanche tu >>gli dico. Sta per chiedermi qualcosa, ma io lo blocca<< Ah, non chiedere…tanto non te lo dirò il perchè >>.

<< Però qui non sei felice >>mi dice, ma non è molto sicuro.

<< Tu sei veramente strano, Edward Cullen, mettitelo in testa se non lo hai già fatto. Comunque, non ho mai avuto così a cuore un posto tanto da farmi influenzare l’umore da esso >>rispondo e lui sbuffa spazientito. Mi diverto a rispondergli e non rispondergli alle domande che mi fa…perché lui si tartassa per capire ed io glielo rendo quasi impossibile. Ma è intelligente…prima o poi capirà quello che intendo, non ne dubito.

Appoggia un gomito al banco ed appoggia la testa sopra il palmo della sua mano, studiandomi di sbieco, lo sguardo intenso e rapito…mi manca poco e perdo la bava: è stupendo!Sembra sul punto di dire qualcosa, ma poi si ferma e riflette<< Perché continui a non volermi rispondere? >>chiede alla fine.

<< Io ti ho risposto…e comunque perché ti dovrebbe interessare se sono felice o no? >>ribatto.

<< Questa è una domanda molto sensata >>bofonchia, così piano che penso stia parlando tra sé e sé. Questa volte è il mio turno di sbuffare perché capisco che lui non andrà oltre quella risposta<< Ti do fastidio? >>mi chiede.

<< No…al contrario, sei una piacevole compagnia quando non mi guardi come se volessi sbranarmi >>gli rispondo. Si irrigidisce e stringe i pugni<< Vedi che se ti rispondo chiaramente non sei così contento come dovresti? >>dico, per smuovere quella tensione che s’è creata in un secondo. Ci riesco e lui si rilassa, ma resta comunque guardingo…è sempre sulle sue. Mi accorgo che lo sono anche io. Con tutti. Siamo davvero simili.

<< Sei difficile da leggere…non riesco a capire come sei >>mormora, fissandomi sempre più desideroso di capire.

<< Dovrai essere un bravo lettore per riuscire a leggermi, Edward… >>gli dico. Nessuno riesce a penetrare il mio bozzolo…neanche Steve e Kris che sono le persone più legate a me. Con loro ho lasciato cadere la barriera che mi protegge dai sentimenti…ma nessuno può penetrare nella barriera che protegge la mia mente.

<< Di solito lo sono >>dice e si illumina di un gran sorriso, sfoggiando una schiera di denti bianchi e perfetti.

A questo punto il professore richiama la classe all’ordine e io mi volto per ascoltarlo, ma mi annoio quasi subito così torno a scarabocchiare sul mio quaderno. Mi piace molto disegnare e sono anche piuttosto brava. Adesso sto disegnano due ragazzi che si abbracciano, più precisamente lui è seduto e lei, in ginocchio, lo abbraccia da dietro. Sono stilizzati, con la faccia rotonda e gli occhi grandi. Lui ha una frangia tipo EMO con i capelli castani, lei ha una normale frangia con i capelli ondulati e neri. Vedo Edward che guarda quello che sto facendo e dalla sua espressione deve piacergli. A me sembra orribile, però non è importante. Lo finisco e gli scrivo dietro anche una scritta con la mia penna fucsia:  a te che sei il mio vicino…così quando lo guarderai ti ricorderai della tua vicina di banco un po’ pazza.

Lo firmo e glielo passo. Lui mi guarda sorpreso<< Per me? >>io annuisco<< Perché? >>mi chiede, ma non si aspetta realmente che io gli risponda davvero…anche perché non lo so neppure io il motivo.

<< Leggi la dedica >>gli rispondo ed a quel punto suona la campana. Mi alzo ed esco prima che lui abbia il tempo di dire qualcosa. Mike mi affianca ed adiamo ad educazione fisica insieme…l’unica materia che proprio non ho in assoluto voglia di fare. Ma mi tocca e quindi lo faccio. Penserò ad Edward.

<< Quei vetrini sembravano tutti uguale, dannazione >>commenta Mike, innervosito.

<< Nah…sono sicura che un piccolo particolare differente lo avevano >>ridacchio io.

<< Di fisso…oggi Cullen sembrava amichevole >>dice e chissà perché non ne sembra affatto contento.

<< Ce ne sono in giro di lunatici… >>rispondo io vaga, ma ormai sono convinta che sotto ci sia qualcosa di più e nessuno mi convincerà del contrario, a meno che non mi sappia mostrare delle prove certe.

Pensare ad Edward mi fa bene e riesco a passare la lezione con tranquillità. Nel parcheggio noto che ha smesso di piovere, quindi mi libero del cappuccio e lascio i capelli liberi di svolazzare un po’ al venticello che s’era creato nel frattempo. In macchina, mentre sto per uscire, vedo una piccola sagoma bianca, immobile. Edward Cullen è appoggiato alla portiera anteriore della Volvo, a tre auto di distanza, e guarda fisso verso di me. Ingrano la retromarcia e mi inserisco nel traffico. Passandogli accanto lo saluto con la mano e lui alza appena la sua in risposta. Sono sicura che sul suo viso c’è l’ombra di un sorriso.

 

Ciao, tesoro…mi manchi già lo sai?Quando vieni la prossima volta?Spero (speriamo perché c’è anche Steve di mezzo) sia presto…comunque dimmi un po’ come ti è andata la giornata…scommetto che sarai stata felicissima di tornare a scuola, vero?Ti adoro piccola, baci Kris.

 

Ciao Krissuccio mio!Mi mancate anche voi, verrò il prima possibile, magari il prossimo weekend, tanto non penso avrò granché da fare. Devo dire che oggi è andata molto bene. È tornato Edward dall’Alaska e mi ha pure parlato!Abbiamo conversato amabilmente per tutta la lezione di biologia…o meglio, lui faceva le domande ed io rispondevo non rispondevo. È stato divertente. Salutami tanto Steve, ora vado tesoro, ci sentiamo. Ti vojo bene, baci. Claire

 

2°GIORNO

 

Quando mi sveglio c’è qualcosa di diverso. C’è più luce nella mia stanza. Guardo di fuori e…niente più nebbia, solo uno strato spesso di nuvole grigie e l’aria è satura di umidità. La pioggia di ieri è ghiacciata e c’è un sottilissimo strato di neve, probabilmente caduta durante la notte. Scendo velocissima in garage e monto le catene alla Mini, per sicurezza. Il tempo che mi rimane lo uso per prepararmi, quindi come sempre esco senza fare colazione…di questo passo perderò altri chili così diventerò un bel fantasmino e come i gatti passerò dovunque passerà la mia testa.

Sono contenta di andare a scuola perché vedrò Edward Cullen…e questo non è per niente normale, ma io normale non lo sono quindi è tutto nella norma. Guidare con le catene è divertente, ma noto che la macchina perde leggermente quando curvo verso destra…devo ricontrollare il mio lavoro…così cerco di stare più attenta. Arrivo e parcheggio nel primo posto libero che trovo. Mi avvicino al retro della mia macchina per controllare i pneumatici. Sistemo una ruota che non era ben avvolta dalle catene ed è in quel momento che sento un rumore strano. È un fischio acuto, una frenata, sempre più vicina ed inquietante. Alzo gli occhi, sbigottita. Vedo parecchie cose, ma niente rallentatore. Anzi, la vampata di adrenalina accelera l’attività del mio cervello e quindi recepisco molti dettagli in un solo colpo: Edward Cullen, a quattro auto di distanza, mi fissa terrorizzato. Il suo viso emerge in una massa di altri volti, tutti quanti con la stessa espressione di terrore. Ma l’elemento più importante è il furgoncino blu che sbanda, le ruote bloccate e stridenti….una trottola impazzita nel parcheggio ghiacciato. E indoviniamo dove si sta dirigendo?Ma verso di me, ovviamente!E dove se no?Non ho neanche il tempo di chiudere gli occhi. Un istante prima che il furgone si schiantasse su di me, proprio nell’attimo in cui stavo cercando di saltare sul cofano della macchina, qualcosa mi colpisce, forte, ma il colpo non viene da dove mi aspettavo. Sbatto la testa contro l’asfalto ghiacciato e sento qualcosa di duro e freddo che mi tiene giù. Sono sdraiata sull’asfalto, dietro l’auto scura accanto alla quale avevo parcheggiato, ma la corsa del furgone non è ancora finita e si dirige contro la mia Mini. Struscia in derapata contro la coda della mia macchina…sciagura…ed in testa coda si dirige ancora verso di me!Sento mormorare un’imprecazione poco carina e mi accorgo che accanto a me c’è qualcun altro…la voce è inconfondibile. Due mani affusolate e bianche mi si parano di fronte per proteggermi ed il furgone si arresta di colpo…ad una spanna dal mio viso. Le grandi mani sono affondate nella carrozzeria, dentro una provvidenziale, profonda ammaccatura del furgone. Poi agiscono così velocemente da diventare invisibili. Una fa presa sotto il furgoncino e lo sposta lontano dalle mie gambe, mentre l’altra mi tiene ancora bloccata al suolo. Per un istante il silenzio è assoluto, ma dopo un attimo iniziano le urla. In quel pandemonio sento urlare il mio nome, ma io sono interamente concentrata su Edward Cullen.

<< Claire?Tutto a posto? >>mi chiede la voce bassa ed affannata di Edward.

<< Starei meglio se la smettessi di spiccicarmi a terra >>rispondo e lui allenta un po’ la presa. Lo sento sospirare...sembra sollevato. Cerco di alzarmi, ma lui mi inchioda contro il suo fianco…inutile cercare di spostarlo, è impiantato lì in quel punto.

<< Attenta >>mi avverte<< Hai preso una bella botta in testa >>.

Botta in testa?Non sentivo dolore…<< E cosa te lo fa pensare? >>gli chiedo.

<< Ehm… >>non sa cosa rispondere.

Glielo risparmio. Mi aggrappo al suo collo e mi tiro su<< Vedi?Tutto nella norma >>rispondo<< A parte che sono appena stata salvata da superman >>aggiungo.

Lui mi sfiora la testa e sento un leggero bruciore…allora ho davvero battuto la testa<< Ma cosa dici?Ero qui accanto a te! >>esclama.

<< Ma mi prendi anche per scema adesso? >>rispondo<< Ah!Lascia perdere!Fammi alzare piuttosto >>.

<< Aspetta che arrivi l’ambulanza >>risponde.

<< Assolutamente no!Non mi avranno mai viva! >>.

<< Sei una bambina, Claire!Ti porterò all’ospedale anche a costo di portarti in braccio! >>dice. È imperterrito e con un’aria quasi solenne. Se la situazione non fosse critica sarebbe divertente.

<< Okay… >>acconsento<< Però mi prendi in braccio >>. Mi siedo sopra di lui e mi sento subito bene. È freddo, ma mi prende uno strano calore lungo tutto il corpo. Lui mi stringe piano, quasi credesse di darmi fastidio.

Ci vogliono due infermieri e due insegnanti per spostare il furgoncino e lasciar passare le barelle fino a noi. Edward rifiuta di salirci e io faccio lo stesso, tappando la bocca ad Edward quando cerca di dire che ho battuto la testa<< Provaci e ti pentirai di avermi salvato >>gli dico. Lui sospira rassegnato e sale con me sull’ambulanza.

All’ospedale, Edward mi accompagna in una stanza dove hanno già trasportato Tyler, sdraiato su un letto, pieno di tagli e graffi.

<< Claire!Mi dispiace! >>mi dice.

<< Niente sangue, niente danno >>rispondo, bloccando il suo flusso di scuse. Mi siedo anche io su un letto ed aspetto paziente che arrivi il dottore a controllare. Edward mi guarda con quel suo sorriso furbesco, seduto sul bordo del mio letto.

A questo punto spunta un dottore e…<< Dottor Cullen! >>esclamo<< Che piacere! >>.

Edward mi guarda stranito, mentre Carlisle mi sorride<< Hai sorpassato qualcuno e sei caduta in moto? >>mi prende in giro.

<< No, direi che non è andata proprio così >>rispondo.

<< E come stai? >>mi chiede, sorridendo.

<< Nella norma >>rispondo.

Le dita fredde del dottore mi massaggiavano piano il cranio. Avevo un leggero fastidio in un punto particolare, ma niente di insopportabile.

<< Hai una soglia del dolore molto alta >>commenta<< Il colpo lo hai preso, eppure sembri insensibile >>.

<< Provi a darmi un'altra batosta…vedrà come reagisco bene >>rispondo con un sorriso, ovviamente evitando accuratamente di dare una risposta alla domanda implicita.

Sento Edward ridacchiare, ma si blocca quando noi puntiamo lo sguardo su di lui.

<< Ehm…scusate >>dice.

<< Dunque, se dovessi avere capogiri, problemi di vista, torna qui immediatamente >>conclude Carlisle.

<< Se ho problemi di vista non mi metto alla guida della macchi... >>mi interrompo<< LA MIA MINI!!!!!! >>urlo e scappo giù dal lettino. Non fanno in tempo a fermarmi ed io di certo devo andare dalla mia macchina.

Sono a metà corridoio quando qualcuno mi blocca. Mi volto e mi trovo il viso di Edward ad una spanna di distanza.

<< Sei sicura di star bene? >>mi chiede.

<< Sì, davvero….comunque prima o poi mi dovrai spiegare >>rispondo.

<< Claire, non c’è niente da spiegare. Ero lì accanto a te e ti ho spinta via appena in tempo >>.

Sbuffo poco elegantemente<< Edward, piantala. Non dirò niente a nessuno, ma smettila di campare una scusa dopo l’altra, per piacere >>.

<< Non puoi semplicemente ringraziarmi e dimenticare? >>sibila, fissandomi con quei suoi occhi dorati accesi dall’irritazione.

Annullo la distanza che c’è tra noi, piano, e gli do un bacio sulla guancia, leggero<< Grazie >>dico.

<< Ma non puoi dimenticare, vero? >>sussurra, dopo aver realizzato che l’ho baciato.

<< Non è facile dimenticare, anche se certe volte lo si vorrebbe >>rispondo.

<< Quindi è un no…bè, spero che sopporterai la delusione >>conclude, sempre fissandomi dall’alto del suo metro e ottanta. Sembra una montagna di neve gigantesca e possente.

<< Se tu mi dicessi tutto subito non ci sarebbe neanche gusto a scoprire…più la sfida è difficile meglio è per me >>rispondo con un sorriso furbo.

<< Non è un gioco >>sibila lui, sempre più irritato.

<< No…tu non sei un gioco e lo so bene >>rispondo e me ne vado. Lui mi segue pochi passi più indietro. Non dice niente, io non dico niente. Mi accompagna persino a scuola con la macchina dove controllo i danni riportati alla mia Mini. Bè…è solo un po’ bugnata e la vernice scrostata. Dovrei riuscire a sistemarla da sola. Sento la presenza di Edward costantemente dietro di me, come un angelo protettore. Non mi da fastidio averlo intorno, però credo di averlo fatto arrabbiare e impensierire…il suo segreto dev’essere veramente terribile se il pensiero che io possa scoprirlo lo spaventa così tanto.

<< Hai l’assicurazione? >>mi chiede.

<< Ovvio >>gli rispondo.

<< Allora ti pagheranno i danni >>conclude.

Io annuisco<< Bè…grazie del passaggio. A domani >>lo saluto e salgo in macchina. Lui non dice niente, si limita a spostarsi dalla mia traiettoria ed a tornare verso la scuola.

Vado a casa meditando su quello che è successo. Non riesco a capire cosa possa esserci in lui di così terribile. Parcheggio la Mini nel garage e chiamo subito la mia assicurazione ed il mio meccanico per avere il preventivo di riparazione da presentare a Tyler. Non sono uno strozzino, ma quel che è giusto è giusto. Io i miei debiti li pago e ci tengo che lo facciano anche gli altri, soprattutto se sono in debito con me.

Scrivo una e-mail a Kris, dove gli scrivo tutto quello che è successo oggi e poi mi siedo in poltrona e gioco alla play…ovviamente a Resident Evil CODE: Veronica X.

Sto sparando ad un paio di zombie di troppo quando il mio cellulare suona. Faccio pausa, lo prendo e vedo che il numero è sconosciuto.

Pronto?

Ciao.

Steve!Ciao!Aspettavo la tua chiamata!

Ho notato…hai risposto subito

Che c’è non sei contento?

Al contrario…sono felice di avere qualcuno che mi vuole così bene e che pensa me.

E io sono felice di avere un gemello finto come te…anche se è in prigione.

Non mi concedono molto tempo…come stai?

Come stai tu piuttosto!

Io sto bene…sei tu quella che, a sentire Kris, ha problemi con un certo Edward Cullen.

Non sembra geloso…mi sta solo stuzzicando, ma sono certa che vorrebbe aiutarmi, così gli racconto un po’ quello che è successo in questi giorni. Mi ero dimenticata com’è facile parlare con Steve e ritrovare adesso il piacere delle chiacchierate tra noi mi fa sentire felice.

Devo andare purtroppo…ricordati che siete simili. Anche tu nascondi qualcosa di importante alle persone e non vorresti che nessuno lo sapesse. Andare sulla difensiva è normale in queste situazioni, lo fai anche tu. La tua situazione è simile a quella di Edward. Simile, ma non identica. Ed a volte la verità è meglio non saperla. Ciao, piccola, ti voglio bene.

Anche io, Steve…ci vediamo presto.

Il telefono dall’altra parte suona occupato. Chiudo il cellulare e mi metto a pensare. Non sono riuscita a capire che cosa intenda dire Steve con “la verità è meglio non saperla”. Forse ha capito da quello che gli ho detto che il segreto di Edward è davvero terribile…è possibile che lui abbia capito in cinque minuti tutto ciò che c’è da sapere su di lui?Conoscendo Steve non mi sorprenderebbe molto, al contrario sarebbe normale. Perché Steve è sveglio, molto più di me…non sembra, perché è molto tranquillo, timido, si fa sempre i fatti suoi, ma in realtà lui osserva sempre e conclude in maniera esatta. Però forse lui sa qualcosa in più che invece io non so e quel qualcosa gli ha permesso di capire che cos’ha, o meglio cos’è, Edward Cullen.

Vado in cucina e tiro fuori dal frigorifero il gelato alla panna, il mio preferito. Tiro fuori l’intero recipiente e con un cucchiaio enorme comincio a mangiarlo. Non contenta accendo il mio stereo a volume spacca timpani e mi metto a ballare (in lingerie azzurra e con il mano gelato) sopra il divano. Sto ballando sulla canzone “The boy does nothing” di Alesha Dixon quando mi accorgo che è ora di andare a dormire. Spengo tutto, chiudo casa con l’allarme…non che a Forks serve particolarmente…e mi infilo a letto. Quella notte sogno per la prima volta Edward Cullen.

Nel sogno è buio. L’unica luce è lui, che non mi guarda. Lo seguo, lo chiamo, finché lui non si volta verso di me. A quel punto lui mi corre incontro e mi travolge con un bacio. Poi però scompare. E qui mi sveglio, in ansia e per un tempo che mi pare interminabile, non riesco a prendere sonno.

 

PASSA UN MESE…1°GIORNO

 

 

Odio Tyler Crowley. Odio quel dannato incidente. Ed odio Edward Cullen. Perché?Semplice: Tyler s’è messo in testa di farsi perdonare ed ora si è aggiunto alla fila dei miei pretendenti. Mi sta praticamente attaccato tutto il giorno. È colpa dell’incidente se lui fa così. Ed Edward poteva benissimo evitare di piombarmi addosso e salvarmi così mi avrebbe risparmiato questo supplizio. E dimenticavo: odio Forks. Odio Forks da quando Edward ha messo le distanze ed è diventato inavvicinabile. Odio Forks perché per colpa sua sono tornata a soffrire di nuovo. E per un tizio strambo di cui non so praticamente nulla!Stupido possessore di Volvo metallizzata. E, in aggiunta, tutti quanto mi chiedono sempre del mio incidente, ma nessuno, dico proprio NESSUNO, stressa Edward Cullen perché lui mantiene le distanze e non ha un visino dolce ed aperto…DISPONIBILE…come il mio. Odio Edward Cullen. L’ho già detto?Bene, perché voglio essere sicura di ripeterlo. Ogni volta che entro in classe mi sembra di stare al polo nord e non perché il suo corpo è freddo, ma perché è lui che è freddo come un iceberg. Non si degna neanche di salutare. Eppure gli ho pure regalato il mio disegno!Ma chi me lo ha fatto fare di darlo proprio a lui?Avrei potuto darlo a Mike che è sempre gentile, disponibile…e invece no!L’ho dato a quell’ingrato di Cullen. Ora, in programma ci sono due eventi che sono assolutamente impedibili…almeno a sentire gli altri…e che sono: il ballo di primavera, assolutamente impedibile, quindi sicché è così non ci andrò, e la gita alla spiaggia, non ho idea di quale spiaggia, so solo che non smette di piovere e che di certo la suddetta spiaggia non potrebbe reggere minimamente il confronto con quelle di Phoneix. Voglia di partecipare a questi due eventi?Zero. Voglia di andare a scuola?Meno cinquanta. L’unica cosa di cui avrei voglia è sotterrarmi sotto terra oppure rinchiudermi in una bara e fare come il conte dracula: spaventare chiunque provi ad avvicinarsi ed a disturbarmi. Quel giorno sono anche più depressa ed inacidita più del solito perché mi sono accorta che l’unica che presta così tanta attenzione ad ogni minimo movimento di Edward Cullen sono io. E meno male che non ho ancora cercato di capire il motivo!Arrivo a scuola più scazzata che mai con la mia Volvo nera, tirata a lucido e con qualche piccola modifica al motore che ringhia quasi come quello di una Ferrari. Altri occhi puntati addosso.

<< Bella macchina! >>si complimenta Jessica, affiancandomi<< Nuova? >>.

<< No…ce l’ho da un po’ >>rispondo.

<< Ah…senti, volevo chiederti, sì ecco, insomma, ti darebbe fastidio se invitassi Mike al ballo? >>chiede. Gli inviti toccano alle ragazze…che fortuna.

<< No >>dico<< Fai pure >>.

<< Sicura? >>.

<< Sì >>. A questo punto lei si lancia in una serie di pettegolezzi vari a cui non presto molta attenzione. Passo l’ora di inglese in totale stato di apatia, ignorando Mike che mi parla, sempre più nervoso. Non ne capisco proprio il motivo. Durante spagnolo e trigonometria noto che Jessica non è allegra coma al solito ed a mensa mantiene il muso. Mi dispiace per lei qualsiasi cosa le sia successo, ma non è proprio il giorno adatto per le consolazioni. Sono più depressa di lei, peggiorerei solo che la situazione. Mike mi accompagna come al solito a Biologia ed io gli rispondo a monosillabi…questo lo scoraggia dal parlarmi?Ovvio che no. Anzi, aspetta che io mi sia seduta al mio posto, accanto all’Odioso, e poi si siede sul banco. La presenza elettrica di Edward la sento benissimo e lui è seduto tanto vicino da poterlo toccare, ma anche tanto lontano da apparire un prodotto della mia immaginazione. Strana sì, ma pazza no…almeno non fino a questo punto!

<< Insomma… >>dice Mike, guardando il pavimento e poi me<< Jessica mi ha invitato al ballo >>.

<< Bello >>rispondo, annoiata.

<< Bè… >>balbetta, spiazzato un poco dalla mia risposta poco entusiasta e disinteressata. Non è giusto trattarlo così, lui non c’entra niente. Cerco di sorridergli, ma mi sento tirare tutti i muscoli della mascella e sono più che certa che il mio sorriso sia più simile ad una smorfia…ma a lui sembra bastare.<< Ecco…io avrei voluto andarci con te >>.

<< Non penso sia il caso >>rispondo.

<< Perché? >>.

<< Uno, sono via quel weekend, vado a Seattle, due non voglio entrare in contrasto con Jessica. Ho già abbastanza grattacapi per la testa, quindi scusa, ma non sono incline ad ottemperare alla tua richiesta >>dico.

<< Eh? >>.

<< Vuol dire no >>specifico. Lui se ne va afflitto e io torno di nuovo nella mia fase di apatia post depressione. Vedo che Edward mi sta guardando, curioso, gli occhi scuri di nuovo venati da quel filo di frustrazione<< Che c’è? >>gli chiedo, fissandolo anche io…è la prima volta da mesi che mi guarda.

<< Cullen? >>chiede il professore e lui è costretto a voltarsi verso di lui, ma non ne sembra felice. Stupido professore inutile.

<< Il ciclo di Krebs >>risponde e io mi immergo nel mio bozzolo di appisolamento scolastico che sono solita adottare. Mi sveglio quando la campanella suona e raccolgo le mie cose con una lentezza così lenta che annoia persino me stessa.

<< Claire? >>. La sua voce non dovrebbe suonarmi così famigliare, come se la conoscessi da una vita, anziché da settimane.

Mi volto lentamente, con uno sguardo tutt’altro che amichevole e pianto i miei occhi nei suoi.

<< Cosa?Hai deciso di rivolgermi la parola? >>chiedo, irritata. Spero per lui che non cominci a rompere le scatole come suo solito o potrei saltargli addosso. È la giornata buona per picchiare qualcuno.

<< No, non proprio >>ammette.

<< E allora, Edward, che cosa vuoi dalla mia vita? >>domando.

<< Mi dispiace >>. Sembra sincero<< Sono molto maleducato, lo so. Ma è meglio così, credimi >>.

Ha l’aria molto seria, che mi fa venire i nervi<< No, tu non sei maleducato, Edward Cullen. Tu sei snervante ecco cosa sei e non mi spiego neanche a cosa serva questa conversazione visto che hai deciso che non dobbiamo essere amici. Se proprio vuoi starmi alla larga, non rivolgermi neanche la parola, no? >>. Okay…sono schizzata. Sono peggio di una mina vagante, anzi di un campo pieno di mine ed una era appena scoppiata, causando una reazione a catena<< E se proprio vuoi saperlo, avrei preferito che lasciassi che il camioncino mi trasformasse in una frittatina di Redfield così ti saresti risparmiato tutto questo rammarico e per una volta mi avresti fatto un favore liberandomi di questa vita di merda, okay >>.

È sbigottito. Mi fissa, incredulo.

Quando si decide a rispondere sembra più impazzito di me<< Stai dicendo che pensi che io sia dispiaciuto di averti salvato la vita? >>.

<< È una delle poche cose di cui sono certa >>rispondo, facendo un respiro profondo.

<< Tu non sai niente >>. Sì, era pazzo furioso.

Mi volto, piena di sdegno ed irritazione, e me ne vado, uscendo con aria trionfale dalla classe. Di fuori trovo Eric che mi aspetta, con aria imbarazzata<< Osa anche solo provare ad invitarmi al ballo e commetterò un omicidio >>lo minaccio. Mi passa accanto Edward ed aggiungo<< Più omicidi…a catena >>. Oggi non è proprio giornata. E per di più mi tocca educazione fisica. Bene, felicità!Grazie al cielo oggi c’è una specie di teoria, altrimenti avrei usato le racchette da bad-minton per uccidere qualcuno…il primo che mi sarebbe capitato a tiro. Nel parcheggio vengo raggiunta anche da Tyler.

<< Ciao, Claire!Mi domandavo se volevi venire al… >>comincia.

<< Ballo di primavera? >>finisco per lui<< No, grazie >>.

<< Perché? >>mi chiede.

<< Perché io odio il ballo di primavera e quindi non verrò!Sarò fuori città a Seattle a farmi i cavoli miei, chiaro? >>rispondo.

<< Chiaro…sarà per quello di fine anno >>mi dice e ne va’.

Sento una risatina soffocata e vedo Edward che cammina davanti alla mia Mini, lo sguardo dritto davanti…trattiene un sorriso. Metto in moto e mi inserisco nel traffico senza fare danni. Ovviamente, giusto perché non sono già abbastanza irritata, Edward con la sua Volvo si pianta davanti a me in attesa dei suoi fratelli. Okay…ancora due minuti e lo uccido. Prendo il mio pupazzetto anti-stress, un orrendo maialino rosa che mi guarda e comincio a stringerlo. Desidero che gli esploda la testa, ma non succede. Per lo meno la Volvo ed il suo stupido possessore sono svaniti ed io posso tranquillamente tornare a casa…o meglio posso tornare a casa, lasciamo perdere il tranquillamente. Cerco di scrivere un’e-mail tranquilla a Kris, ma tanto sono sicura che lui capirà che c’è qualcosa che non va bene. Poco male…almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare.

 

1°GIORNO

 

Il mattino dopo sono vagamente più calma. Ha smesso di piovere, Edward mi ha rivolto la parola, tutti i miei possibili pretendenti sono già stati sviati ad altre persone ed io sono libera come l’aria. Appena esco dalla macchina respiro liberamente…questa sì che è aria di libertà…neanche Edward Cullen potrebbe rovinarmi questa giornata. Faccio per avviarmi ma mi cade di mano la chiave che finisce…nella pozzanghera. Ti pareva. Addio alla bella giornata. Mi chino per raccoglierla, ma una mano bianca spunta dal nulla e l’afferra per prima. Mi alzo di scatto e trovo Edward Cullen a pochi centimetri da me, appoggiato alla mia Mini.

<< Uno, togli il tuo regale sedere dalla carrozzeria della mia macchina, due: ma come diavolo fai? >>lo apostrofo in maniera poco gentile.

<< Acidina oggi, eh? >>ridacchia e non si sposta giusto per farmi un dispetto<< Come faccio cosa, a proposito? >>chiede.

<< Ad irritarmi così tanto forse?No quello lo so…come fai a spuntare fuori dal nulla così >>,

<< Claire…sei tu che sei distratta >>. La sua voce è tranquilla come al solito, vellutata e smorzata.

Osservo il suo viso perfetto e noto che gli occhi sono di nuovo chiari, di un miele intenso.

<< Oh, oh, oh…merry Christmas everyone! >>esclamo.

<< E questo cosa significa? >>chiede, stranito.

<< Niente…semplicemente che se tu sei umano, io sono Babbo Natale >>rispondo, facendo spallucce<< E ora spostati dalla mia macchina >>aggiungo.

Lui lo fa…non ci speravo…e mi guarda<< Tu stai vanificando, Claire >>dice, guardandomi intensamente negli occhi. E che adesso mi fa anche gli occhi dolci?Eh, no, bello mio!Non funziona con me!

<< Sarà la demenza senile, sai com’è…l’età avanza >>rispondo e prendendo la mia cartella mi avvio verso la scuola.

Lui mi sta dietro ed è una cosa che odio…è fastidiosa<< Vuoi almeno camminarmi accanto?Mi sembri un cagnolino che mi segue ovunque così >>.

Lui accelera il passo e mi affianca<< Mi spieghi perché ieri hai deciso di irritarmi a morte?Pensavo avessi deciso di fingere che non esisto >>gli chiedo.

<< Non sto fingendo che tu non esista >>risponde.

<< Allora hai deciso di irritarmi a morte visto che sbadatamente, visto che casualmente ti trovavi accanto a me ed eri preda a manie supereroiche, hai evitato che il furgoncino mi spiattellasse? >>ipotizzo.

<< Sei assurda >>. La sua voce era bassa e fredda. Io mi allontano, seccata, ma lui mi raggiunge di nuovo. Mi prende per un braccio e la scossa che mi procura quel contatto mi fa voltare verso di lui, che ritira immediatamente la mano<< Scusa >>mi dice<< Scusa se sono stato maleducato, non dico che non sia vero, ma è stato cattivo dirtelo, ecco >>.

<< Perché non mi lasci stare? >>gli chiedo, guardandolo stralunata<< Risparmieresti tanti grattacapi ad entrambi >>.

Mi guarda intristito<< Okay…lasciamo stare >>gli dico<< Va’ avanti per favore o finirò per tirarti fuori le parole a forza…o potrei leggerti nella mente attraverso l’occlumanzia >>. La butto sul ridere e lo vedo fare una smorfietta<< Sei depressivo, Edward >>lo prendo in giro.

Lui ridacchia<< Volevo chiederti una cosa, ma mi hai fatto perdere il filo del discorso >>. Ha recuperato il buon umore…almeno lui.

<< Soffri di doppia personalità!Ecco cosa sei!Ci sono arrivata! >>esclamo.

<< Cosa? >>chiede lui, con urgenza. Sì…qualsiasi cosa sia lui, teme una mia reazione se lo scopro.

<< Scherzavo >>.

<< Non sviarmi di nuovo per favore >>dice<< Mi chiedevo se, sabato prossimo…hai presente, il giorno del b… >>.

<< Non pronunciare quel nome >>lo avverto.

<< Quel giorno lì, ti ho sentita dire che volevi andare a Seattle e mi chiedevo se volevi un passaggio >>. Questa non me l’aspettavo. Ma non mi fido molto.

<< Un passaggio da chi? >>chiedo, guardandolo diffidente.

<< Da Babbo Natale…da me, no? >>.

<< Più che Babbo Natale, tu sei una Befana >>gli dico<< Ma non capisco perché me lo chiedi…ricordi?Io, te, non amici…l’hai detto tu >>.

<< Ho detto che sarebbe meglio se non diventassimo amici, non che non voglio >>.

<< Perché? >>..

Mi fermo e lo guardo dritto negli occhi. Lui è serio<< Sarebbe più…prudente che tu non diventassi mia amica, ma non posso più evitarti e non voglio, Claire >>. Il suo sguardo è celestiale, intenso…la sua voce calda come non lo era mai stata<< Vieni con me a Seattle? >>chiede con lo stesso tonto, più un velo di speranza.

<< Sì >>rispondo e lui mi sorride.

<< Sarebbe meglio se mi stessi lontana, sul serio >>mi avverte.

<< Sei tu a cercarmi, Edward… >>gli rispondo e lui spalanca gli occhi sorpreso. Se ne va meditabondo lasciandomi lì con un “ci vediamo a lezione”.

Ovviamente io arrivo in ritardo alla lezione di inglese, ma non me ne preoccupo più di tanto. Mike non si siede vicino a me, ma all’uscita lui ed Eric mi aspettano come sempre, quindi mi hanno perdonato. Mike sta ancora organizzando quella gita alla spiaggia ed a quanto pare presto non ci sarà la pioggia, anche se la temperatura massima sarebbe sempre stata intorno ai 10 gradi massimo. Il mio entusiasmo non riesce proprio a decollare…sarà che quando voglio posso andare a Phoneix oppure perché non trovo niente di entusiasmante ad andare in una spiaggia in una riserva di indiani dove non gira anima viva. Il massimo che potrei incontrare è un granchio che ha smarrito la strada per i tropici.

A quel punto mi raggiunge Jessica che mi afferra il braccio e comincia a chiacchierare sul…ballo di primavera. Me lo dovevo aspettare, è l’evento più importante di questa scuola, è logico che tutti ne parlino.

<< Tu verrai al ballo, vero? >>mi chiede.

<< Nah >>rispondo<< Non fa per me >>.

<< Se è perché non hai un accompagnatore, tranquilla, balleranno tutti con te una volta >>mi dice. Se solo sapesse che il suo Mike aveva chiesto prima a me e poi aveva accettato il suo invito. Se solo sapesse che tre dei ragazzi più decenti avevano chiesto proprio a me di andare l ballo…e se sapesse che probabilmente andrò a Seattle con Edward Cullen, sempre che non mi sono immaginata tutta la conversazione di questa mattina e la luce dei suoi occhi, comunque, se solo sapesse tutto questo, morirebbe d’invidia. Ma io sono tendenzialmente brava, quindi resto zitta.

<< Edward Cullen ti sta fissando di nuovo >>mi dice Jessica. Ma ha il radar peggio di me questa?Io non l’ho ancora visto<< Chissà perché se ne sta tutto solo >>aggiunge. Guardo nella sua direzione ed osservo Edward che ride sotto i baffi, seduto ad un tavolo vuoto, dalla parte opposta a quello che occupa di solito.

<< Vuole te? >>chiede Jessica.

<< Non lo so…a meno che non sia strabico direi di sì >>rispondo<< Ci vediamo a fisica…che meraviglia >>la saluto e mi avvio verso Edward. Mi appoggio al tavolo con i gomiti ed il busto e lo guardo. Non si aspettava arrivassi così vicina, e la situazione lo lascia un attimo in imbarazzo.

<< Volevo chiederti una cosa… >>esordisce<< Tu stamattina mi hai detto che sono io a cercarti il più delle volte… >>.

<< Sempre >>lo correggo.

<< Sempre…volevo sapere se ti da fastidio che io ti cerchi >>conclude, fissandomi con i suoi occhi dorati tristi.

<< Sciocco >>gli rispondo e mi siedo davanti a lui con un sorriso<< Non mi da fastidio, al contrario >>.

Sorride anche lui, chiaramente felice della mia risposta e mi chiede<< Allora mi fai compagnia oggi? >>.

<< Sei diverso… >>dico.

<< Bè…ho pensato che se proprio devo andare all’inferno, tanto vale farlo in grande stile >>.

<< Ma tu sei già all’inferno, tesoro >>gli dico, sorridendo furba. Mi guarda stranito ed aggiungo<< Sei entrato nell’inferno appena mi hai parlato…capirai perché >>.

<< Non credo…io non ti capisco >>dice e sembra piuttosto allarmato da questo fatto.

<< Ma come no?È così semplice la mente mia… >>rispondo, ridacchiando.

<< È tutto fuorché semplice la tua mente >>mormora, incantato da qualcosa che mi riguarda, non so cosa…forse il mio sguardo.

<< Vedrai che ti sbagli…a cosa devo tutto ciò comunque?Tutto questo improvviso interessamento nei miei confronti… >>gli chiedo, fissandolo.

<< Te l’ho detto…sono stanco di sforzarmi di starti lontano, quindi rinuncio a cercare di fare il bravo. D’ora in poi farò solo ciò che mi va e mi prederò quel che viene >>risponde, nella voce una punta di durezza.

<< Ah, ah! >>esclamo<< Ora ho capito!Tu sai di essere egoista e ti piace esserlo in questo caso, quindi ti disprezzi perché la tua razionalità ti dice che non dovresti far così >>concludo.

Lui sfodera un sorriso sghembo mozzafiato<< Quando parlo con te mi lascio sempre scappare troppe cose. Questo è uno dei problemi >>dice.

<< Bene, così, invece!Avrò un futuro come psicologa se riesco a capir te >>ridacchio.

<< Tu scherzi sempre ed io non riesco a capire se per te è tutto un gioco oppure no >>mormora e poi si blocca. Ha detto troppo di nuovo. Gli prendo una mano e lo sento sussultare di sorpresa, ma non la ritrae…bene, è già qualcosa. È rapito dalle nostre mani ed io seguo il suo sguardo. Sul fattore abbronzatura il confronto con me non gli fa onore, ma è anche vero che la mia mano nella sua sembra piccola e fragile. Muovo la mano ed intreccio le mie dita alle sue, con il palmo contro il tavolo. Lui segue i miei movimenti e dice<< Mi piace se mi tieni la mano >>.

<< A volte sono i gesti più semplici quelli che ti fanno sentire grande >>gli rispondo e lui sorride, leggermente intristito. Conosco quell’espressione. È quella di una persona che per la prima volta trova qualcuno che lo prenda per quello che è, senza spiegazioni, senza niente…semplicemente così com’è. Anche io mi sento così a volte. Anche io mi sentivo così a stare in casa con mio padre senza mia madre.

<< Dovresti evitarmi >>mi dice, accigliato.

<< Continua a ripeterlo…è possibile che prima o poi ti darò ascolto, anche se io faccio sempre e solo quello che mi pare >>lo prendo in giro e lui mi guarda imbronciato<< Dai…non fare il bambino…se non ti dispiace vado a cacciare qualcosa da mangiare >>. L’ho sentito sussultare quando ho detto il verbo “cacciare”…chissà perché. Prendo solo un po’ di pasta al sugo, un’insalata, l’acqua minerale ed una banana.

<< Non hai molta fame? >>mi chiede, appena mi siedo di fronte a lui.

<< Non mangio mai tanto >>rispondo e ripenso alla scatoletta di gelato che mi sono gustata il giorno dell’incidente. Ridacchio e lui mi guarda stranito<< Ehm…niente >>. Gli sorrido sorniona e riesco a farlo divertire…è già qualcosa!

<< A cosa pensi? >>mi chiede, curioso.

Strana domanda<< Cerco di capire cosa sei >>rispondo.

Lo vedo sussultare, ma si riprende subito…è un bravo attore<< E hai fatto qualche passo avanti? >>chiede.

<< Alcuni sì, effettivamente >>rispondo. È un idea malsana e folle quella che vortica nella mia mente dal giorno dell’incidente…quindi chi se non una folle e strana ragazza come me può rendere quell’idea paranormale, normale?Nessuno. A parte me, nessuno potrebbe mai pensarlo. Tanto ci sono abituata alle mie stranezze, ma lui potrebbe anche prenderla male.

<< Hai una teoria? >>chiede.

<< Sì, ce l’ho >>rispondo dopo un secondo.

<< Ma non me la vuoi dire… >>intuisce.

<< No, non credo lo farò >>concordo, con un sorriso furbo.

<< Questo è dannatamente frustrante, lo sai? >>si lamenta.

<< Benvenuto all’Inferno, baby! >>rispondo, facendo spallucce, ma guardandolo con uno sguardo brillante ed allegro. Lui si ritira sulla sua sedia ed io per sdrammatizzare gli offro un pezzo di banana<< Fame? >>.

Suo malgrado mi sorride<< No, non ho fame >>risponde. Io faccio spallucce ed ingoio il resto del frutto. Ovviamente lo faccio per farlo ridere e ci riesco…ho un futuro come psicologa comica. Mi sento importante.

A questo punto mi metto a giocare con il mio anello d’argento, che porto sempre al pollice e che ogni volta rischio di perderlo perché è a misura da uomo. L’ho rubato a mio padre infatti, quindi lo tengo un po’ come trofeo, anche se adesso è inutile perché lui è morto e sepolto. Penso che lo sia, sicché non ho partecipato al funerale. A volte è imbarazzante sentire quanta indifferenza provi nei suoi confronti, ma è stato lui a fare tutto. O forse è un po’ anche colpa mia, non lo so. Non ricordo con chiarezza cosa ci ha fatto allontanare…ricordo solo i mesi orrendi passati a vedere nei suoi occhi il disprezzo di me. Sua figlia. Sangue del suo sangue. Sangue sporco, per lui, a quanto pare.

<< Ora a che pensi? >>mi chiede, vedendomi persa nel mio mondo.

<< A mio padre >>rispondo, tornando a metterlo a fuoco. Sembra impensierito poverino, così sorrido<< Non fare quella faccia. Tra me e mio padre non c’era il rapporto che c’è tra te e tuo padre >>lo rassicuro<< Anzi… >>.

<< Infatti…è appunto questo che mi fa dispiacere >>.

<< Non farlo >>dico<< Non devi essere triste per me. Non voglio vederti triste, altrimenti divento triste anche io…quindi SMILE! >>esclamo e sorrido, mettendomi due dita alle due estremità orizzontali delle mie labbra, evidenziando così il sorriso. Lui mi guarda stralunato.

<< Va bene. Io non sarò triste…in cambio però, posso avere una risposta? >>chiede, guardandomi con quei suoi occhioni dorati a cui resisto con difficoltà.

<< Una >>gli dico.

<< Spiegami UNA teoria…giuro che non mi metto a ridere >>. Scuoto la testa e lui abbassa lo sguardo. Poi da sotto le lunga ciglia nere, lancia un’occhiata dorata che mi trafigge. << Per favore >>sussurra, avvicinandosi a me.

<< Chi persevera si sa, nessuno ostacolo avrà, ce la farai, credi a me >>canticchio, prendendolo in giro. Lui si scosta da me e si risiede, cupo. Non gli ha fatto piacere. Prendo la sedia e mi sposto, fingendo di farlo per coglierlo di sorpresa, e mi piazzo accanto a lui, che non mi ha levato gli occhi di dosso per un secondo<< Dai che mi vuoi bene >>gli dico e lo guardo con il mio sguardo da cerbiatta dolce. Sembra intontito ed imbarazzato. Siamo molto vicini, due centimetri e potrei baciarlo…mi accorgo che ne ho pure voglia. Mi ritraggo un poco, non voglio fare cavolate, e gli prendo di nuovo una mano, eliminando la barriera che ci divide formata dalle sue braccia conserte.

Mi metto la sua mano sulle gambe e la tengo stretta tra le mie. È freddissima, ma non mi infastidisce. Io sono calda, ne ho di calore da trasmettere.

<< Una teoria >>acconsento e mi sorride, felice.

<< Sei ET >>sparo.

Prima guarda se sto scherzando, poi risponde<< Non ci siamo proprio >>.

<< Superman >>.

<< No, anche se non capisco cosa te lo faccia pensare >>.

<< In effetti direi che c’è solo la forza perché tu non sei così down come superman che va in giro a salvare tutti e quando è il suo momento di morire non lo guarda nessuno >>rispondo.

<< Tutta roba da supereroi…ma se io non fossi il supereroe?Se fossi il cattivo? >>. Sorride. Cerca di scherzare ma il suo sguardo è impenetrabile.

Lo fisso anche io<< No…puoi essere pericoloso, ma non sei cattivo. Potresti diventare cattivo se volessi, ma non lo sei perché tu non vuoi essere cattivo. Ti nascondi perché non vuoi che gli altri sappiano la verità e ti giudichino. Tu vorresti essere normale, ma non riesci a vedere quello che ti rende speciale. Tu non sei cattivo. Né diverso. Tutti siamo diversi, nessuno è uguale. C’è chi è molto diverso come me e te, c’è chi invece segue la massa e quindi è considerato normale, comprendi? >>rispondo.

<< Ti sbagli >>. La sua voce è quasi impercettibile. Guarda giù e mi prende l’anello, iniziando a giocherellarci<< Io sono cattivo >>aggiunge.

<< Nah, non ho sbagliato e lo sai anche tu >>mormoro e mi alzo. Gli tendo la mano<< Vieni? >>chiedo, quando lui mi fissa come se fossi l’incarnazione della Vergine Maria.

<< Non vengo a lezione >>risponde e fa per restituirmi l’anello. Io gli prendo la mano e glielo infilo al pollice.

<< Tienilo >>.

<< Ma… >>.

<< Fallo e basta. Ora andiamo >>.

<< Non vengo a lezione te l’ho detto >>ripete.

<< Mi hai forse sentito nominare la parola “lezione”? >>gli sorrido furba e lo prendo per mano.

Usciamo di fuori e cominciamo a camminare. Mi tiene sempre la mano e sembra contento quanto lo sono io.

<< Per curiosità…che lezione abbiamo saltato? >>chiedo.

<< Gruppi sanguigni >>.

<< Tzè…roba da Vampiri >>commento e lui si blocca. Mi guarda e poi scoppia a ridere forte. Come minimo lo sentono anche in Alaska, ma lui sembra assolutamente felice, piegato in due, quindi lasciamolo fare<< Ehm…ti senti bene, tesoro? >>chiedo, preoccupata.

Si raddrizza veloce e mi raggiunge, prendendomi ancora la mano<< Benissimo >>.

Mi fa entrare nella sua macchina…la super Volvo C30…e lui si siede sul sedile del guidatore.

<< Cosa si fa? >>chiedo, con un sorriso. Sembra in difficoltà, così prendo l’iniziativa<< Vabbè, dai, l’importante è non fare niente di scolastico. Vediamo un po’… >>commento ed accendo il lettore CD dell’auto. Una dolce melodia si diffonde nell’abitacolo<< CLAIRE DE LUNE? >>chiedo, sorpresa.

<< Conosci Debussy? >>. Anche lui sembra sorpreso.

E come potrei non conoscere Debussy?Mia madre mi aveva fatto un’intera cultura su di lui. Quelle melodie dolci e struggenti la facevano piangere. Piangeva la libertà che in quella casa non aveva. Piangeva il suo amore che ormai era troppo preso dai soldi per badare a lei ed a sua figlia. Piangeva per tante cose mia madre, ma era stata anche felice e solare. Certi ricordi sono duri da dimenticare ed alle volte tornano a galla a causa di qualcosa di così semplice come una melodia di un CD. Gli occhi mi si riempiono di lacrime, non posso evitarlo, ed una mi sfugge e rotola lenta giù dalla mia guancia. È la prima volta che piango da anni.

<< Claire!Tu piangi! >>esclama sorpreso. Si avvicina a me di scatto e con la mano mi cattura la lacrima che scendeva solitaria<< Che cos’hai?Dimmelo ti prego… >>mormora.

Non riesco a guardarlo negli occhi<< Debussy…Claire de Lune…era la canzone preferita di mia madre >>rispondo.

<< Eri molto affezionata a lei, vero? >>mi chiede, cupo.

<< Sì. Era speciale. Sapeva vedere la bellezza negli altri, soprattutto forse quando gli altri non erano in grado di vederla in loro stessi… >>. Sorrido. Immancabilmente devo sorridere quando penso a mia madre, la mia dolce ed indifesa mamma. Prigioniera di un amore sfumato. Io avevo preso molto da lei. Anche io tendo a trovare le cose belle in tutti, ma difficilmente riesco a vederle in me stessa. Parlo sul piano caratteriale e psicologico, non fisico.

<< Quanti anni hai, Claire? >>mi chiede, dolce. Sembra abbattuto e non mi piace vederlo così. Desidero con tutte le mie forze vederlo sempre sorridere.

<< 104 >>rispondo e lui fa un sorrisetto strano, che non capisco<< Ne ho diciassette >>.

<< Non li dimostri >>mormora.

<< Neanche tu >>rispondo io, stranita. Non capisco perché è così triste…ci tiene davvero così tanto a me?

<< Pensi che tua madre avrebbe approvato il tuo ragazzo, su chiunque cadesse la tua scelta? >>mi chiede all’improvviso. Non capisco perché questo discorso, ma mi fa pensare.

<< Suppongo che sarebbe stata felice se io lo fossi stata. Lei si fida di chi mi fido io. Avrebbe accettato chiunque, sì…o comunque non avrebbe giudicato superficialmente >>rispondo.

<< Bè, ma se tu avessi portato a casa un ragazzo spaventoso?Non penso sarebbe stata contenta… >>commenta, quasi acido.

Sorrido. Ho capito dove vuole arrivare<< Intendi dire se io avessi portato a casa te?Bè…non avrebbe avuto niente da dire al contrario, anche se penso che tu possa essere spaventoso se lo volessi >>commento.

Lui sorride impercettibilmente<< Hai paura di me adesso? >>.

<< No, sul serio…devi fare molto peggio per spaventarmi >>rispondo e lui si rilassa<< Ti va di venire alla spiaggia questo venerdì? >>chiedo ad un tratto.

<< Non mi pare di essere stato invitato…Newton mi detesta >>.

<< Ti sto invitando adesso e lascia perdere Mike >>.

<< Che spiaggia? >>mi chiede.

Faccio per rispondergli ma mi accorgo che non mi ricordo il nome<< Aspetta!Non ho dimenticato il nome, è scappato via dalla mia mente urlando…aspetta….aspetta…forse ci sono…aspetta…no…La Push >>concludo e agito le braccia in segno di vittoria.

<< Sei matta >>mi dice<< Comunque non credo sia il caso, davvero. Non che non voglia, ma non frequento molto volentieri quella spiaggia >>. Capisco che non vuole parlare del motivo, quindi lascio perdere.

<< Allora domani non ci vediamo >>annuncio.

<< Perché? >>. Sembra allarmato.

Sorrido<< Perchè starò a casa fingendo una malattia improvvisa che mi eviti di partecipare alla gita…sai com’è non ne ho voglia >>.

<< Se ci fossi stato io, saresti andata? >>mi chiede

<< Sì >>rispondo semplicemente<< Allora, a lunedì >>lo saluto ed esco dalla sua macchina, dirigendomi alla mia.

A casa scrivo a Kris estasiata e vado a dormire, dimenticandomi di cenare (mi sveglierò a mezzanotte per lo spuntino) e mi sento assolutamente felice.

VALUTAZIONE GIORNATA: stupenda. Adoro Edward Cullen. E adoro Forks.

 

Ciao a tutti!Perdonate se aggiorno così lenta come una lumaca ma purtroppo con tre FF da mandare avanti, i compiti da fare, lo studio e gli amici non ho davvero un attimo di pausa. Sono veramente dispiaciuta…sigh sigh. Spero che capitolo riscatti il mio ritardo, se non è così autorizzo tutti a prendere in mano i forconi ed a cacciarmi come si faceva con le streghe. Passo allo spazio delle recensioni…sono felicissima di vedere che ce ne sono già tante!Cinque recensioni nel primo capitolo proprio subito all’inizio è il mio record. Sono proprio contenta, grazie a tutti, spero passerete ancora!

Nene_cullen: ciao!come vedi ho messo altre immagini, spero riuscirai a vedere almeno quelle. Altrimenti mi dai il tuo indirizzo di posta che te le mando se vuoi!Sono felice che ti sia piaciuta la mia FF, spero che questo capitolo non ti deluda!Baci!XD

Marin93: ma grazie…mi dispiace che questa volta la parola “presto” non sia entrata nel mio vocabolario temporale…spero di aumentare un po’ i tempi adesso che sono in vacanza!grazie per i complimenti, spero passerai ancora!KISS

Snow Fox: ciao!!!è vero ogni tanto spunti anche tu in questa o in quell’altra FF…mi fa piacere sapere che se anche non passi ci sei e mi segui!Sono felice anche solo per quello io!Effettivamente Claire è un personaggio molto più umano anche perché un po’ mi sono ispirata a come sono fatta io (solo per le parti: sclerata, schizzata, ribelle...sì dai, sono anche abbastanza vitale, dipende dai giorni =D ) e quindi il risultato è questo che hai appena letto. Per adesso mi pare stia uscendo abbastanza bene, però devo dire che i suoi cambiamenti di umore mi fanno girare un po’ la testa…eh eh…grazie per la recensione!Ci vediamo alla prossima!Baci!!!!

Francullen: grazie!Sono proprio contenta!Devo dire che anche a me piace sempre di più scriverla!Baci!!!

Losch: brava!complimenti!hai capito il mio piano: farne vedere un bel po’ ad Eddino Edduccio caruccio che con Bella aveva troppo piazza libera…vedrai che Claire lo farà impazzire (un po’ comincia già in questo capitolo) e non sarà per la demenza senile ma per ben altro!Spero che la mia FF non ti abbia già annoiato dopo un inizio così apprezzato…la rima è puramente casuale, lo giuro…al prossimo capitolo se ti farà piacere passare!Ciao, baci!!!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** GITE ***


GITE

GITE

 

 

1°GIORNO

 

Mi sveglio fresca e riposata, ma con un leggero vuoto allo stomaco. Mi ricordo che ieri sera non ho mangiato niente, così per prima cosa scendo di sotto e faccio colazione…è da tanto che non lo facevo, diciamo dal mio primo giorno di libertà dopo il carcere. Tornarci ogni weekend per vedere Steve e Kris è quasi comico…solitamente gli ex galeotti non ritornano tanto spesso alla prigione…specifico, non ci tornano per visitare qualcuno, al massimo ci tornano per rientrare…invece io sono stranamente legata a quel posto. Lì avevo persone che mi volevano bene, come Steve e Kris…il carcere è quasi la mia casa. Molto più del palazzo in cui vivo adesso. Sospiro: sono veramente strana. Metto una tuta azzurra, a vita bassa e con le gambe larghe, una canottiera bianca che mi lascia scoperto l’ombelico ed abbastanza scollata. Oggi non fa per niente freddo, c’è persino il sole…pallido sole freddo. Per precauzione prendo anche la felpa della mia tuta e me la lego in vita. Dunque: occhiali da sole stile mosca, presi, borsa con spuntini vari, presa, scarpe da ginnastica, indossate, cellulare, preso, voglia di andare a fare trekking in montagna, c’è. Esco di casa e mando un messaggio a Jessica dicendole che sono malata e che quindi non verrò a scuola…probabilmente non mi risponderà fino all’ora di pranzo, ma è meglio così. Voglio andare alla riserva di Goat Rocks, a sud del monte Rainier, dove ci sono gli orsi. Bè…effettivamente è un posto piuttosto strano dove fare trekking, ma io amo il pericolo e le avventure, quindi è tutto nella norma. Prendo la Mini preparata, di un bel rosso spiccante: è l’unica macchina in grado di affrontare la salita che mi aspetta. Arrivare al monte Rainier è semplice ed intorno a me vedo solo che alberi. Bellissimi alberi che contornano il monte carico di neve. Gli alberi sono altissimi, il loro tronco è così grosso che se ne abbracciassi uno non arriverei neanche a metà della circonferenza. Sono maestosi, incredibilmente belli e rigogliosi, eleganti. Mi ricordano quasi, quasi Edward. Che strana cosa…penso a lui ogni minuto della mia giornata. Sono pazza di lui. Su questo non c’è alcun dubbio. Comincio a camminare su per un sentiero che si snoda in mezzo agli alberi (non sono sicura sia un sentiero, ma va bene comunque). Non arriva neanche un filo di luce, la coltre di alberi e nubi è troppo spessa, però i raggi arrivano abbastanza da permettermi di vedere con chiarezza dove metto i piedi. Mi piacerebbe arrivare fino alla vetta della montagna, ma mi ci vorrebbe una giornata intera. Bè, il tempo non mi manca di certo, le provviste le ho, quindi posso ritenermi soddisfatta. Camminare da sola mi fa incredibilmente bene. La mia mente si svuota e posso rilassarmi tranquilla. Cammino circa per tre ore ed allora decido di fare una pausa. Vedo che un albero ha i rami molto grossi ed abbastanza bassi, così mi arrampico e mi siedo. Cerco nella mia borsa e tiro fuori una barretta energetica al miele (in realtà mi fa vomitare, ma dicono che fa bene e che fa recuperare le forze). La mangiucchio in silenzio, contemplando i piccoli sprazzi di cielo che riesco ad intravedere dall’albero e mi accorgo che è più alto di quanto mi aspettassi…quasi, quasi provo ad arrivare in cima. Sento un rumore e mi volto di scatto. A pochi metri da dove sono io c’è un orso grigio. È enorme, così enorme che farebbe impallidire persino Emmett Cullen e sta fiutando l’aria. Guardo la mia barretta e…<< O cacchio… >>mormoro. L’orso si fa avanti, pestando con le sue zampone le foglie e respirando pesantemente. Cerco di arrampicarmi il più in fretta possibile e ci riesco ma il cellulare mi scivola dalla tasca e cade ai piedi dell’albero. Sembra integro ma l’orso arriva e lo pesta…come non detto. Si alza sulle zampe posteriori e comincia a grattare l’albero facendo il suo verso…come si chiama il verso dell’orso affamato?Ringhio?Ululato?Non lo so e non voglio saperlo!Gli tiro il resto della mia barretta e la ingoia al volo. Questo lo fa solo diventare più insistente.

<< Vattene via! >>esclamo<< Non ne ho altre! >>. Come non detto. Il grizzly sembra sul punto di arrampicarsi…e che adesso gli orsi si sanno anche arrampicare?...ma spero non arrivi fino a me. Per sicurezza cerco di salire ancora più in alto.

<>urlo al cielo, ma mi blocco quando sento l’orso urlare ancora più di me. Okay…sono morta. Valuto l’idea di arrivare fino in cima all’albero e poi gettarmi su un altro, tipo spiderwoman, ma non sono sicura delle mie capacità di equilibrio. Sento un altro scricchiolio, ma molto più leggero, così mi volto verso la direzione del rumore, temendo il peggio.

 

EDWARD CULLEN

 

1°GIORNO

 

Non mi piace stare lontano da Claire per più giorni di fila. Ma ne ho un assoluto bisogno. La gola mi brucia ormai così tanto che comincio a chiedermi come mai non vado già a fuoco. Così mi sono fatto accompagnare da Emmett alla riserva di Goat Rocks. Lui non mi capisce. Nessuno della mia famiglia capisce perché mi ostino a soffrire per stare vicino a Claire. Per loro è solo una piccola e fragile umana. Certo, anche Emmett che sta con Rose ha dovuto ammettere che è bella, molto bella, ma si chiede perché ho scelto lei quando ci sono miliardi di Vampire pronte a farmi la corte. Ma lui…loro non sanno quello che provo a stare con lei. La voglia che ho di baciarla e di morderla allo stesso tempo. Nessuno mi fa provare emozioni così forti e non è solo perché il suo sangue mi fa un effetto devastante. C’è qualcosa di più. Molto più profondo. Ho aspettato per cent’anni qualcuna che mi amasse per quello che sono, qualcuna da amare senza restrizioni per l’eternità. Questa qualcuna è Claire. Non ho più dubbi. Ma io sono un Vampiro e lei è solo una piccola e fragile umana. La MIA piccola fragile umana. E la amo. La amo sopra ogni cosa. È tutto per me. Una sua parola, un suo sorriso, un suo gesto…sono capaci di farmi impazzire. Lei è capace di farmi impazzire. So che non potrò nasconderle la mia identità a lungo e so anche che a quel punto la perderò. Ma vorrei conoscerla prima, capirla e non è facile. Per me lei è impenetrabile, illeggibile. Non so niente di lei, è troppo chiusa per confidarsi con me. Lei è come me. Siamo simili e so che lo ha capito anche lei, ma siamo anche diversi. . .troppo diversi temo. E questo mi fa star male, molto male. Perché io sono sempre stato sbagliato. Anche in questo momento lo sono. Non posso darle niente, se non il mio amore. Ma il mio amore è una cosa pallida ed irrilevante rispetto a tutto quello che un uomo umano potrebbe darle: calore, famiglia, sicurezza…un figlio. Io invece non posso. Ed è per questo che dovrei andarmene. Dovrei andarmene prima di farla soffrire e di soffrire io stesso. Dovevo andarmene appena ho capito che mi ero innamorato. Ma non l’ho fatto e non lo faccio. Perché non ci riesco. È più forte di me, io non posso lasciarla…e non voglio. Darei la mia vita per poterla stringere almeno una volta tra le mie braccia…darei tutto per poterla proteggere per sempre…darei tutto per poter stare accanto a lei per tutta la sua vita. Ma è troppo sperare che lei mi accetti per quello che sono. Appena saprà la verità, scapperà a gambe levate ed io non farò niente per fermarla.

<< Eddy…smettila di pensare a quell’umana >>mi rimprovera Emmett mentre camminiamo per il sentiero che porta fino alla cima del monte Rainier. Non mi legge nel pensiero, ma lo capisce dalla mia espressione rapita.

<< Sarebbe come se io ti dicessi: smetti di pensare a Rose >>ribatto. Perché io so che lui la pensa. Sempre. Lo sento perché IO leggo il pensiero. Ed è davvero imbarazzante a volte. Nonché deprimente essendo l’unico Vampiro single della famiglia. A volte riesco ad isolarmi, ma è come se le persone volessero riversare nella mia mente i loro pensieri, così come si riversano le parole in un orecchio. E non è facile non ascoltare qualcuno che vuole insistentemente parlarti. Ma con la mia famiglia ci provo. Glielo devo e così evito di impazzire. Devo dire che quando sono con Claire è tutto più semplice perché mi concentro interamente su di lei. Non ho ancora smesso di cercare di leggerle la mente, ma lei è come una cassaforte blindata per il mio “dono”. L’unica mia eccezione. L’unica mia tentazione. Lei è la mia mela, così come quella di Adamo ed Eva. Resta da aspettare che io cada in tentazione e la addenti (non solo in senso figurato). Se così fosse stato, se l’avessi uccisa…non sarei sopravvissuto. Ed Alice lo sa. Perché lei ha visto quali sono le due possibilità: o Claire diventa come me oppure muore. Ed ad ucciderla sarò io. In entrambi i casi. Ma sei io trovassi la forza di andarmene, forse le salverei la vita. Ma sono un’egoista, lei ha ragione, e per quanto la mia mente mi dica di lasciarla, sono io che non voglio.

<< Insomma, Edward!Come puoi essere attratto così da un’umana? >>mi chiede Emmett, sempre più scettico. So che pensa sia solo un mio capriccio. Ma non posso dargli torto: lui non può capire.

<< Queste cose non si controllano, Emmett! >>rispondo. Sentiamo in quel momento un odore dolce, non molto appetibile però, e lo seguiamo. Ci sono due orsi in una radura. Io mi avvento su quello più vicino. Mi piace cacciare. È l’unico momento in cui mi abbandono completamente ai sensi. In quel momento mi sento libero dalla prigionia del mio essere “umano”. In quel momento sono solo un predatore e la mia preda è l’orso. Gli salto addosso con precisione ed affondo i miei canini affilati nel suo collo, proprio nel punto in cui il sangue pulsa di più. Non posso evitare di immaginare di avere Claire tra le mani, invece di quest’orso. Mi sento un mostro, ma è un mio desiderio bruciante. Sono dilaniato tra il desiderio del suo corpo e del suo sangue. Ma non so che cosa prevarrà. Ho così sete che risucchio l’animale in pochi minuti. Una volta svuotato come una spugna, lo lascio a terra e mi rialzo in piedi, perfetto come sempre. Io e Carlisle siamo gli unici ad avere una certa classe nel cacciare. Guardo Emmett e mi viene da ridere: si è strappato la maglietta, che è intrisa di sangue. Ma credo che lui lo faccia apposta comunque…gli piace lottare, quindi si lascia sempre trasportare e gioca.

<< Levati dalla faccia quel sorriso soddisfatto, Eddy, o te ne pentirai amaramente >>ringhia Emmett, scagliandomi addosso la maglietta come se fosse un missile.

La schivo e rispondo<< Sei solo invidioso >>. Lui sogghigna. A quel punto sento un altro buon odore e mi lascio andare. Non lo avessi mai fatto. Un altro odore, sublime, seducente, dissetante mi arriva alle narici e mi ubriaca. Riconoscerei quel profumo ovunque, ma in questo momento lei è la mia preda. Scatto verso il punto in cui la fragranza è più intensa, ma una presa d’acciaio mi blocca. Mi dimeno come un pazzo, mordendo l’aria e cercando di scansarmi di dosso Emmett. Ma lui è più forte di me. Anche se io sto cacciando e sono in preda all’adrenalina più pura perché la mia preda è lei, Emmett riesce a tenermi fermo.

<< Edward!Calmati. Te ne pentirai se la uccidi >>ringhia Emmett.

L’immagine di Claire pallida e fredda tra le mie braccia, in un lago di sangue mi riscuote. Smetto di combattere contro Emmett che mi lascia andare ed io scivolo in ginocchio. Cerco di recuperare la calma. Sento un grido e mi alzo in piedi di scatto. Devo raggiungerla, vedere come sta. Sento Emmett dietro di me che mi segue, ma non bado a lui. Arrivo nella foresta e la scena che mi si presenta davanti agli occhi è quasi comica. C’è lei, accovacciata sul ramo di un albero, piuttosto in alto, assediata da un grizzly enorme. Si voltano entrambi verso di me, ma, a differenza di Claire, l’orso scappa via. Ha percepito il pericolo: sono arrivato giusto in tempo. Stringo i pungi al pensiero che per poco Claire stava per essere uccisa. Da me e dall’orso. Mi avvicino all’albero su cui è seduta, e mi arrampico fino a lei. Mi guarda meravigliata, quasi fossi un Angelo, ma se solo sapesse quanto sono andato vicino dall’ucciderla…tremerebbe di paura.

<< Che ci fai qui? >>le chiedo.

<< Potrei farti la stessa domanda >>risponde. Ancora una risposta che però non chiarisce i miei dubbi. Se vado avanti così impazzirò. La guardo. È bellissima, non ci sono altre parole per descriverla. Mi viene voglia di toccarla e lo faccio. Le sfioro una mano. E come dice il detto, gli dai una mano e si prende il braccio, lei mi assale e si attacca a me. Il suo profumo mi colpisce come un pugno allo stomaco e sento la gola ardere di nuovo, ma meno rispetto ai primi giorni. Sto migliorando sempre di più. Ma so che non sono scattato adesso solo perché ho appena cacciato. Se fosse stato un giorno qualunque, l’avrei ammazzata. Sospiro di soddisfazione: mi piace stringerla tra le braccia.

<< E poi dici che non sei un supereroe! >>esclama lei, ancora stretta me. Mi lascio andare ad una risata leggera ed incredibilmente mi viene naturale, spontanea. Sono felice di averla qui. Sono felice di averla tra le mie braccia.

<< Infatti non lo sono…la fortuna è la tua eroina >>le rispondo e lei ridacchia.

<< Credo che la mia fortuna faccia cilecca in questo periodo…a parte che… >>dice e poi si ferma e mi guarda con un’espressione strana. Oddio…non dirmi che sono sporco di sangue. Ti prego fa che non sia così. Non so neanche chi sto pregando, ma ti prego fa che non sia sporco di sangue.

<< A parte cosa? >>chiedo, in ansia.

Sorride. È dolcissima ed io mi sento sciogliere<< A parte che mi ha fatto incontrare te >>mormora e osserva la mia reazione.

Io sono felice, molto, ma mi sento in dovere di rispondere<< Non considererei il nostro incontro un colpo di fortuna, almeno per te >>. Le sorrido e lei capisce quello che intendo. Interrompe il contatto con i miei occhi ed appoggia la guancia contro il mio petto.

<< Come può non essere una fortuna, se sto così bene tra le tue braccia? >>mormora, chiudendo gli occhi. Me lo chiedo anche io. Forse sbaglio, forse c’è davvero un futuro per noi. Posso sperarlo?Non lo so, ma lo voglio fare. Voglio provare. Forse me ne pentirò, ma meglio mille rimorsi che un solo rimpianto. Però le devo dire la verità. Ma non trovo il coraggio…non riesco a confidarglielo così. Mi immagino la scena. “Ehm…ciao, Claire…mi sono dimenticato di dirti che sono un Vampiro. Sai com’è mi passa sempre di mente questo piccolo particolare”. Mi viene di ridere, ma cerco di trattenermi…non voglio che pensi che io rida di lei.

Le accarezzo i capelli perché non so cosa dire e poi la prima cosa che mi viene dal cuore gliela dico<< Se stai bene tra le mie braccia non lasciarmi >>.

<< Sei tu che mi allontani >>risponde subito lei. Non so cosa dire. Mi lascia sempre senza parole.

<< EDWARD!!!!! >>urla Emmett, lontano e mi salva da una situazione piuttosto difficile.

<< È mio fratello >>le spiego. Scendo dall’albero e l’aiuto a fare lo stesso, prendendola per i fianchi e facendola attaccare a me. Pesa ancora di meno di quello che pensavo. È davvero molto magra, chissà perché. Emmett arriva nel momento in cui l’ho appena poggiata a terra e ci vede squadrarci con intensità.

Che sguardo caspita…pensa, ma poi cambia la direzione dei suoi pensieri.

<< Eccoti >>esclama, raggiungendoci<< Che è successo? >>chiede, guardando prima Claire poi me. Ovviamente lo sa, ha visto tutto, ma dobbiamo recitare un po’…anche se credo che non la faremo fessa a lungo.

<< Niente…un grizzly aveva pensato bene di farsi uno spuntino con me, ma qualcuno gli ha rovinato la festa >>risponde lei, occhieggiandomi. È incredibile. Nonostante Emmett sia senza maglia, chiaramente bellissimo per qualsiasi umana, lei ha occhi solo che per me. Se ci fosse Rosalie potrei anche capire, ma siamo solo noi e lei guarda solo me. O meglio, principalmente guarda me, ovviamente deve guardare anche Emmett per non essere scortese.

Okay…te lo concedo. Se neanche mezzo nudo mi guarda un secondo di più, vuol dire che a te tiene davvero.

Questo è Emmett ed io sorrido. Credo cominci a trovarla simpatica…meglio, voglio che lei sia felice a tutti i costi e voglio che la mia famiglia la faccia sentire a casa.

<< Bè…visto che sei qui, cosa ne dici se andiamo a fare un bagno al laghetto, così almeno recupero la mia maglietta? >>chiede Emmett, guardando Claire.

<< Okay >>risponde e gli sorride. Mi prende per mano e seguiamo Emmett che s’è già avviato.

 

CLAIRE REDFIELD

 

Vedere spuntare Edward mi rende incredibilmente felice. Ma veder scappare l’orso a gambe levate mi impensierisce parecchio. Continuo a guardare Edward che si avvicina all’albero e poi sale. Mi arriva così vicino e mi fissa con uno sguardo così caldo da sciogliermi. È stupendo, davvero.

Non trovo un aggettivo più adatto, anche se ne avrei molti a disposizione.

<< Che ci fai qui? >>mi chiede con voce profonda e suadente.

<< Potrei farti la stessa domanda >>rispondo, riprendendomi un attimo dallo stato di trance in cui i suoi occhi mi avevano gettato.

Il suo sguardo brilla divertito e poco dopo mi prende la mano. È la prima volta che lo fa lui, solitamente sono sempre io. Sento un incredibile bisogno di averlo più vicino, così lo abbraccio.

Si irrigidisce un attimo, ma si rilassa immediatamente e, mi sbaglierò, ma mi sembra abbia sospirato lievemente.

<< E dopo dici che non sei un supereroe! >>esclamo, felicissima di poter stare tra le sue braccia. Lui si lascia andare ad una risata leggera…felice. Edward è felice di avermi tra le braccia, ne sono convinta.

<< Infatti non lo sono…la fortuna è la tua eroina >>mormora, dolce.

<< La mia fortuna fa cilecca in questo periodo… >>dico. Venir assalita da un orso comprende anche una buona dose di sfortuna, io penso<< …a parte che… >>. Mi blocco e lo fisso intensamente. Forse non è vero che la mia fortuna è svanita. Perché è grazie a tutti i miei incidenti che mi sono avvicinata ad Edward. Penso di amarlo. Quasi ne sono certa perché lo penso ogni secondo.

<< A parte che cosa? >>mi chiede, in ansia. Che sciocco, si allarma per niente.

Gli sorrido con dolcezza ed il suo sguardo si fa ancora più caldo<< A parte che mi ha fatto incontrare te >>mormoro.

<< Non considererei il nostro incontro un colpo di fortuna, almeno per te >>mi dice, un’altra volta intristito. So cosa intende, so che lui si considera pericoloso per me. Ma io non ho paura di lui, anche se so che potrebbe farmi facilmente del male. Appoggio la testa al suo petto ed inspiro il suo profumo. Sorrido. È come pensavo: il suo cuore non batte. Edward è un Vampiro. Ormai ne sono certa. Ma lo voglio lo stesso. Lo vorrò sempre e comunque.

<< Come può non essere una fortuna, se sto così bene tra le tue braccia? >>mormoro, stringendomi ancora di più a lui. Non dice niente. L’ho lasciato senza parole. Però mi accarezza i capelli e mi basta. Ma c’è qualcosa, un brutto presentimento, che mi impedisce di essere completamente felice. Perché io dentro di me so che lui se ne andrà. Appena comincerà a pensare, capirà che tra noi è troppo difficile e mi lascerà. Lo sento, eppure non posso stargli alla larga e non voglio. Così avrò dei bei ricordi quando lui se ne andrà. Meglio mille rimorsi che un solo rimpianto.

Mi accarezza di nuovo i capelli e mi stringe di più a sé.

<< Se stai così bene tra le mie braccia non lasciarmi >>mormora.

<< Sei tu che mi allontani >>gli dico semplicemente io. Devo dire la verità. Non so fingere purtroppo. L’ho messo in imbarazzo di nuovo, ma questa volta arriva suo fratello a salvarlo.

<< EDWARD!!! >>chiama una voce maschile e potente.

<< È mio fratello >>dice e si separa da me, cominciando a scendere dall’albero. Appena a terra si sporge verso di me e mi prende per i fianchi, così mi fa scendere. Le sue mani fredde sulla mia pelle mi fanno venire i brividi, ma non di freddo. Anche lui è rapito da me, lo vedo dal suo sguardo, perso sul mio viso. Mi mette a terra e mi fissa. I suoi occhi dorati sono caldi, brillanti.

In quel momento compare Emmett Cullen, senza maglietta<< Eccoti! >>esclama. È una bella vista, non posso dire il contrario, ma l’unico che vorrei vedere mezzo nudo è Edward. Credo di essere davvero impazzita perché non reagisco minimamente alla vista di un ragazzo come Emmett semi nudo. Ho bisogno di un manicomio.

<< Che è successo? >>chiede Emmett, guardando un po’ me, un po’ Edward.

<< Potenzialmente niente…un grizzly aveva pensato bene di farsi uno spuntino con me, ma qualcuno gli ha rovinato la festa >>rispondo, guardando Edward che pare piuttosto soddisfatto. Chissà per cosa.

<< Bè…visto che sei qui, cosa ne dici se andiamo a fare un bagno al laghetto, così almeno recupero la mia maglietta? >>chiede Emmett, guardandomi.

<< Okay >>rispondo, sorridendogli. Prendo una mano di Edward ed insieme andiamo verso il fantomatico lago. È un semplice laghetto piuttosto piccolo, alimentato da un piccolo getto d’acqua. È circondato da una vegetazione più bassa degli alberi che ho visto per tutto il giorno. Mi piace…sarebbe romantico se non ci fosse Emmett di mezzo. Il moro s’è già liberato dei pantaloni e tuffato nel laghetto. Lo trovo alquanto divertente. Io ed Edward siamo seduti su una roccia, vicini. Lui sembra imbarazzato, indeciso se spogliarsi o meno. Lo faccio io prima di lui (tanto avevo messo sotto il mio costume azzurro, il mio colore preferito). Mi sembra di essere un animale raro da come mi guarda Edward. Non capisco se è concentrato più sul mio seno, sul mio sedere o sul mio ventre incredibilmente piatto (e ci credo, mi dimentico persino di cenare). Okay, lo ammetto, sono in imbarazzo, credo anche di essere diventata rossa, ma cosa non si fa per Edward?

<< Complimenti! >>esclama Emmett con un ghigno divertito e malizioso. Se potessi lo ucciderei. Mi tuffo in acqua per vincere l’imbarazzo e guardo verso Edward, che ancora mi guarda seduto sulla roccia. L’acqua è fredda ed il sole è di nuovo coperto da uno strato di nuvole spessissimo. Mi volto e comincio a nuotare verso Emmett e poco dopo sento che Edward s’è tuffato. Sorrido…qualcosa di giusto lo faccio anche io.

 

EDWARD CULLEN

 

Se prima ero grato a mio fratello per avermi salvato da una situazione imbarazzante, ora penso di odiarlo perché ha peggiorato solo che le cose.

Mi ha portato ad un laghetto ed ora si sta facendo tranquillo il bagno, per niente imbarazzato, mentre sa benissimo che io a queste cose non ci sono per niente abituato. Almeno Claire non sembra messa meglio di me. Siamo seduti come due inetti su una roccia piccola e guardiamo Emmett nuotare tranquillamente senza il minimo pudore.

Ora voglio proprio vederti, fratellino

Digrigno i denti e desidero di poterlo uccidere. Sento Claire alzarsi e togliersi la maglietta. Amo mio fratello!Bè, a costo di sembrare un pervertito, non ho intenzione di perdermi lo spettacolo. Claire è bellissima, almeno ai miei occhi, non so a quelli degli altri, però non mi interessa. È davvero magra. La sua pelle dorata è perfetta così come il suo seno formoso ed il suo sedere sodo.

Mi guarda ed arrossisce. È la prima volta che la vedo arrossire ed è dolcissima. Cerco di guardarla meno con la bava alla bocca, ma non è facile.

<< Complimenti! >>sento Emmett urlarle dietro e lei credo desideri ucciderlo almeno quanto me.

Eddai, Eddy!Spogliati anche tu…ah, te lo concedo, è carina

Claire s’è tuffata e sta nuotando verso Emmett…chissà se vuole cercare di ucciderlo. Sarebbe una scena divertente. Poi capisco che lei lo ha fatto per me, per non mettermi in imbarazzo. Mi spoglio velocemente e mi tuffo dietro di lei. La raggiungo prima che lei raggiunga Emmett e la prendo per i fianchi. La sua pelle è calda anche sott’acqua e lei si volta verso di me, sorridente. Siamo vicinissimi ed il suo odore con l’acqua è buonissimo.

Attento, Edward

Emmett ha ragione, devo stare attento, ma come faccio a separarmi da quel corpo meraviglioso?

Lei mi nuota più vicino e mi abbraccia, circondandomi interamente il collo con le braccia. Cerco di respirare, ma il suo odore mi avvolge completamente. Se fossi umano starei annaspando, ma sono un Vampiro e l’unico effetto che ho è il risvegliarsi del mostro dentro di me. No, no, no. Mi ripeto. Mi riempio la testa dell’immagine di Claire morta tra le mie braccia e la mia voglia di morderla scompare all’istante. Sostituita però dalla voglia del suo corpo. Oddio!Sono davvero un pervertito. Me lo devo mettere in testa. Cerco di rilassarmi e di calmarmi. Non è facile avendola così vicina, ma ci riesco. Assaporo con piacere il calore e la morbidezza del suo corpo. Lei non trema nel mio abbraccio, quindi non ha freddo. Al contrario, è rilassata e mi accarezza piano i capelli. Vorrei baciarla, stringerla più forte e farla mia. Dopo anni e anni di castità è strano sentire come il mio corpo reagisce al contatto con lei. Nessuna mi aveva mai fatto questo effetto. Perché nessuna era lei.

Vorrei dirle che la amo, vorrei baciarla, vorrei dirle tutta la verità, vorrei tenerla con me per sempre. Ma non è facile. Non ci riesco purtroppo, così mi limito a stringerla.

<< Ehi, Claire! >>chiama Emmett. Ci voltiamo entrambi verso di lui. È vestito e tiene in mano qualcosa<< Questo è tuo? >>chiede. È un cellulare.

<< Sì! >>risponde<< Rotto? >>chiede.

<< No…funziona >>risponde<< Vi conviene uscire…è ora di andare! >>aggiunge.

Non ho ancora lasciato Claire, ma devo farlo<< Vai >>mi dice<< Io arrivo subito >>aggiunge e si immerge. Io esco dall’acqua e mi rivesto in fretta, cercandola con lo sguardo. Resta immersa per un tempo che a me sembra interminabile, ma che in realtà equivale ad un minuto circa e poi riemerge, sorridente. Mi sono appena accorto che non è truccata a differenza di tutte le ragazze di Forks. La sua pelle è stupenda così. A questo punto ha ormai raggiunto la roccia ed io l’aiuto ad uscire dall’acqua.

<< Sei un inguaribile cavaliere >>mi dice ed io sorrido. Lei si veste ed io cerco di non guardarla, più per rispetto che per altro, e lei sembra gradire perché mi sorride.

Emmett le porge il cellulare e lei lo prende<< Grazie >>.

<< Prego >>risponde e poi aggiunge a voce bassissima<< Sorellina >>. Lei non può averlo sentito, ma io sì e lo apprezzo. È chiaro che la nostra caccia è finita, così riaccompagniamo Claire fino alla sua macchina. Lungo il tragitto lei mi tiene la mano, ma parla di più con Emmett…a dire la verità si prendono in giro. Dai pensieri di Emmett capisco che la trova davvero simpatica e lei sembra allegra. Sento una fitta di gelosia per niente piacevole, ma lascio perdere. È mio fratello, non mi farebbe mai una cosa simile e Claire vuole me. Lo ha capito persino quello scimmione, quindi non devo preoccuparmi. Facile a dirsi, ma non a farsi.

 

CLAIRE REDFIELD

 

Emmett mi è sempre più simpatico. È sempre pronto a scherzare e ci prendiamo in giro su tutto. Edward invece sta zitto per tutto il viaggio. Una presenza silenziosa accanto a me. Il mio Angelo silenzioso. Gli tengo la mano ed ogni tanto lo guardo. Credo sia geloso di Emmett. Che sciocco!Come può pensare che io voglia qualcun altro al di fuori di lui?Vorrei che lui mi rivelasse tutto. Vorrei che fosse giunto il momento di rivelargli che so la verità, ma qualcosa mi dice che non è arrivato. Lui ha ancora paura, troppa…penso di dovergli lasciare ancora un po’ di tempo per carburare l’idea che io possa sapere di lui. È buffo: lui ha paura che io lo lasci, mentre io ho paura che in un futuro lui possa andarsene. Temo anche di soffrire. Non sono riuscita a ripararmi questa volta ed ora sento di dipendere da Edward. Non riesco a pensare di poter vivere senza di lui.

Arriviamo alla mia macchina e sorrido quanto sento l’esclamazione meravigliata di Emmett.

Edward è più discreto, si limita ad osservare la mia Mini preparata con gli occhi fuori dalle orbita.

<< Sì…l’ho fatta io >>rispondo alla implicita domanda di Emmett.

<< Posso? >>mi chiede il moro ed io annuisco. Lui entra…è un miracolo che ci stia dentro quella macchina…ed accende. Il rombo del motore è stupendo ed Emmett sembra entusiasta.

<< Neanche Rose ha mai fatto niente del genere! >>esclama.

<< Rosalie è un meccanico? >>chiedo, guardando Edward.

Lui mi sorride, guardandomi con dolcezza. Amo quando mi guarda così, mi fa sentire amata<< Sì…non si direbbe, ma è così >>mi risponde.

Va a finire che io mi siedo sul sedile posteriore, gli altri due davanti e torniamo a casa insieme con la mia Mini. Mi lasciano davanti a casa con la macchina. Emmett si allontana un po’ per lasciare me ed Edward da soli.

<< Sei sicuro che non vuoi un passaggio? >>gli chiedo.

Mi sorride<< No…non ti preoccupare. Facciamo una passeggiata >>. Sembra sorridere di una battuta che solo lui sa e non si aspetta che io sappia quello che intende.

<< Allora ciao >>mormoro e mi alzo in punta di piedi. Questa volta si avvicina e si lascia dare un bacio sulla guancia.

<< Non morire durante il weekend, ti prego >>mi dice all’orecchio.

<< Penso di poterci riuscire >>rispondo e, ridacchiando, rientro in casa.

 

2°GIORNO

 

La mia coscienza mi dice che sto sognando, però mi sembra di essere di nuovo nella luce verde della foresta. Sono sola. Mi guardo intorno ma non c’è niente, come al solito. Quella è la mia vita. Poi dalla vegetazione spunta Edward. La sua pelle irradia una luce fioca, i suoi occhi sono neri e minacciosi. Con la mano mi invita ad avvicinarmi ed io faccio un passo avanti, verso di lui. Mi sorride, i canini sono lunghi ed affilati.

<< Fidati di me >>dice, con voce vellutata.

Faccio un altro passo ed a quel punto afferro la sua mano. Lui la prende e mi tira verso di lui. Finisco tra le sue braccia e lui avvicina i denti al mio collo. Ma non mi morde. Mi bacia. E poi scompare ed io sono di nuovo sola.

<< NO! >>urlo e mi in piedi di scatto. Nel buio mi pare di scorgere una figura, ma appena accendo la luce non vedo nient’altro che lo specchio del mio armadio. La mia immagine riflessa mi spaventa. Sono pallida e ho lo sguardo sconvolto. Ed era solo un sogno. Non mi è difficile immaginare come starei se Edward mi lasciasse davvero. Non sopravvivrei. Lo so. Perché sono quasi morta per molto meno. Cerco di non pensarci. Non è salutare pensare a quel giorno ed ai motivi che mi hanno spinto a fare quel gesto. Perché non devo ricaderci. Non ora che ho trovato Edward. Il mio Edward. Il mio Vampiro. Il mio Angelo. Qualsiasi cosa sia, lui è mio.

Guardo l’ora: sono le cinque e mezza. Di domenica. Sbuffo e vado in bagno. Una doccia fredda è quello che ci vuole per svegliarmi. Ricordo ancora con chiarezza il corpo freddo di Edward premuto contro il mio. Ricordo il suo profumo, ogni dettaglio del suo viso. E i suoi occhi. Quegli occhi bellissimi. Grandi e caldi. Sorrido: sono una sciocca ragazza innamorata. E quel che è peggio, sono felice di essere così. Felicissima!Mi viene voglia di saltellare e lo faccio. Saltello per la stanza raccogliendo qualcosa da mettere. Non sono mai stata così felice ed al diavolo i brutti presentimenti. Se davvero lui mi avesse lasciata…avrei affrontato la cosa quando sarebbe successo. È inutile rovinarmi la vita adesso.

Scendo di sotto e leggo le e-mail.

 

Ciao, tesorina mia. Devo dedurre con piacere che Forks comincia davvero a piacerti…o no, forse è Edward Cullen che ti piace sempre di più. Sono veramente felice per te, tesoro, sei speciale e meriti qualcuno che possa amarti come meriti. Vorrei essere io, ma non posso…ti vedo come una sorella e lo sai. Credo che lo stesso valga per Steve. Noi ci siamo sempre per te, quindi per qualsiasi cosa…la mia casa è aperta. Lo sarà sempre, ricordatelo. Mi piacerebbe che tu mi dicessi che il tuo avvocato è avanzato con il caso di Steve, ma penso che se così fosse già me lo avresti detto. Quel ragazzo non merita di stare lì dentro, lo sappiamo entrambi. Le tue visite ed il tuo affetto sono le uniche cose che gli impediscono di uccidersi o di farsi uccidere…sai com’è facile lì dentro irritare a morte qualcuno ed essere ammazzato per questo. Mi piacerebbe conoscere questo Edward un giorno e penso che lo stesso valga per Steve…così nel caso ti faccia soffrire possiamo riconoscerlo e vendicarci. Piccola, ti adoro tantissimo, spero di vederti presto. Un bacio.

 

L’e-mail di Kris mi fa sorridere. Lui è il ragazzo più dolce che conosca…il mio fratellone. Lo adoro senza confini, con lui mi posso sempre confidare, con lui e con Steve. Sono i miei amorini. Sono sorpresa di trovare anche una lettera dal mio avvocato, Jones Davy.

 

Ciao, Claire. Ho trovato sufficienti prove che scagionino Steve Burnside, ma finché non avranno trovato il vero colpevole il massimo che posso ottenere è una libertà vigilata. Ma c’è un altro problema: Steve al di fuori non ha nessuno, come tu sai, quindi dovremmo trovare un posto in cui farlo stare. Non avrà il permesso di muoversi molto. Dove arriva dovrà stare, con un massimo di qualche chilometro. Ed inoltre dovrà stare vicino a Phoneix…quindi pensavo se ti andava di ospitarlo tu. Se è un problema troverò un’altra sistemazione per lui. Ti prego di rispondere il prima possibile perché devo avviare il processo.

 

Prendo subito il telefono e chiamo il mio avvocato. Mi risponde subito.

Pronto.

Ma lei è matto!Ovvio che lo voglio qui!Assolutamente, non lo vorrei da nessun altra parte!

Bene…me lo immaginavo. Inizierò subito il processo perché ho scoperto che non hanno prove concrete in quanto ci sono delle altre impronte sul corpo della ragazza oltre alle sue…e le altre sono chiaramente quelle dell’assassino.

Ma Steve deve aver visto qualcosa!

Non ne parla. Lo sai. In realtà speravo che tu…

Farò del mio meglio. Lo tratterò benissimo, vedrai. Sarà come se fosse mio fratello. Fammi solo sapere quando inizierai il processo.

Lo farò…non dire niente ancora a Steve. Aspetta che ti informi della buona riuscita.

Sì, meglio non dargli false speranze.

Brava. A presto allora.

Spero con buone notizie, buona giornata.

Sono super felice!Ora è davvero tutto perfetto. Confido nel mio avvocato, Jones è bravissimo, il migliore…tirerà fuori Steve al più presto, ne sono certa. Scrivo subito un’e-mail a Kris.

 

Tesoroooo!!!!Il mio avvocato sta avviando un processo per dare a Steve la libertà vigilata in quanto non ci sono prove che lo incolpino. Lo sapevo!Alla fine tutto va sempre per il meglio!Ti voglio bene…ah, non dire niente a Steve ancora, ti farò sapere io. Spero di portare anche Edward quando verrò a prendere Steve perché lo voglio portare a casa mia…è la cosa migliore. Ciao bello, un bacio. Ti vojo bene!!!!Claire!

 

Solo assolutamente ed indiscutibilmente felice. Ho una voglia matta di andare a casa Cullen e dire ad Edward che lo amo. Eh, eh…chissà come la prenderebbe. Meglio non saperlo, come minimo gli viene un (finto) infarto. Mi squilla il telefono ed io vado a rispondere.

Ciao, Claire sono Jessica.

Ciao, Jess, come stai?

Bene, sei tu quella malata non io.

Oh, io sto bene!Va molto meglio oggi!

Ascolta…verresti a Port Angeles con me e Angela?Dobbiamo provare i vestiti per il ballo e ci farebbe comodo una critica costruttiva.

Certo…a che ora?

Passo a prenderti io alle due.

Va bene, allora a dopo. Ciao.

Sì, a dopo…ciao!

Sono assolutamente di buon umore oggi. Ho proprio voglia di un po’ di shopping sfrenato. Jessica è puntuale come sempre, quindi alle due sono fuori di casa. Mi viene a prendere con una vecchia Mercury bianca ed insieme andiamo a prendere Angela che ci sta già aspettando di fuori.

Jess guida abbastanza bene, troppo piano per i miei gusti, ma mi accontento. Durante il tragitto scherziamo sul ballo, cantiamo, spettegoliamo. Sono davvero contenta e mi diverto moltissimo. Port Angeles è una piccola, bellissima trappola per i turisti, molto più caratteristica e raffinata di Forks. Jessica ed Angela la conoscono bene, quindi non si soffermano ad osservare il pittoresco molto al centro della baia. Tutte insieme facciamo rotta verso il grande magazzino della città.

Angela e Jessica si stupiscono quando rivelo loro che non sono mai stata ad un ballo…bè, in carcere non ne organizzavano di certo…così cerco di sviare.

<< Diciamo che sono stata costretta a rinunciare a causa di forze maggiori >>rispondo.

<< Bè…qui la gente ti invita, ma tu rifiuti sempre >>commenta Jess.

<< Tranne Tyler >>aggiunge Angela.

<< Cosa? >>chiedo, spalancando gli occhi.

Entrambe sorridono<< Bè…ha detto a tutta la scuola che andrai al ballo di fine anno con lui >>mi dice Jess con un sorrisetto divertito.

<< Non c’è peggior sordo di quello che vuol sentire solo ciò che piace a lui >>rispondo, facendo spallucce. Loro sbuffano, stufate delle mie risposte enigmatiche ed io sorrido, divertita.

Jessica sceglie un vestito blu elettrico, corto poco sopra il ginocchio, mentre Angela ne trova uno rosa pallido che le slancia la figura snella. Mi complimento con loro perché sono davvero molte carine…quasi, quasi mi viene voglia di provarne uno. Mi guardo in giro e ne vedo uno che mi attira particolarmente (VEDI IMMAGINE: http://www.wallpaperez.info/wallpaper/models/Adriana-Lima-image-794.jpg ) molto sexy e lo provo. Bè…devo ammettere che mi sta proprio bene.

<< Caspita, Claire! >>esclama Jessica<< Sei uno schianto >>. È sincera. Le sorrido. Mi piace, non lo metterò mai ma mi piace. È un vestito sexy, provocante, ma anche elegante. Cerco anche un paio di scarpe da abbinare e trovo dei sandali dal tacco a spillo, neri come l’abito. Perfetto. Acquisto e decido di andare a fare un attimo un giro.

<< Sei sicura?Se vuoi ti accompagniamo >>dice Angela.

Io le sorrido<< Tranquille. Oggi è il vostro giorno. Io torno presto. . .non mi perdo, tranquille >>rispondo ed esco dal negozio con la mia borsa in mano.

Vago per le strade, già affollate dal traffico di fine giornata, ma non presto una grande attenzione alla mia meta. Penso a lui quando vedo un certo modello di Volvo metallizzata parcheggiata lungo la strada. Stupido, inaffidabile, vampiro. Lasciare una macchina così senza curarsi di controllarla. Scuoto le testa: magari non è neanche lui. Guardo varie vetrine, ma non vedo niente che mi interessi particolarmente. Sbuco in una strada che porta a dei capannoni e la gente che incontro va per lo più verso la direzione opposta alla mia. Dall’angolo di fronte a me spunta un gruppo di quattro uomini, vestiti in maniera troppo casual per essere appena usciti dall’ufficio, ma anche troppo trasandata per essere turisti. Appena mi avvicino capisco che non sono poi tanto più grandi di me, si scambiano battute e risate, dandosi pugni per scherzo. Sto per passare quando uno dice<< Ehilà >>. Alzo lo sguardo e noto che due si sono fermati, gli altri rallentano. Il primo a parlare è stato il più vicino, un ragazzo ventenne, tozzo, con i capelli scuri.

<< Ciao >>dico e mi dirigo verso l’angolo della via. Ridono dietro di me e questo mi fa innervosire, ma lascio perdere<< Ehi, aspetta >>urla ancora uno di loro, ma io vado avanti.

Mi trovo su un marciapiede che corre lungo il retro di una serie di capannoni dai colori tetri, ognuno dotato di grandi porte d’acceso ai magazzini, ormai chiuse. Sul lato sud della strada niente marciapiede, solo una rete con del filo spinato in cima. Mi sono allontanata parecchio dalla zona di Port Angeles…cosa che avrei dovuto evitare. Stanno anche tornando le nuvole ed il cielo è già quasi buio. Spero almeno non piova. Mi coglie un brivido di gelo, come un presentimento e, voltandomi, vedo che dietro di me ci sono due uomini che mi seguono. Fanno parte del gruppetto di poco prima. Sto attenta ai loro passi, troppo silenziosi ed attenti perché abbiano buone intenzioni. Raggiungo l’angolo ma vedo subito che si tratta di un vicolo cieco, quindi mi tocca tornare sul marciapiede. La strada termina alla traversia successiva, in corrispondenza di un cartello di STOP. Li ho distanziati, ma so di per certo che mi stanno seguendo…su queste cose non mi sbaglio. Anche perché non mi hanno ancora levato gli occhi di dosso. Raggiungo l’ultima traversa e vedo due auto che attraversano l’incrocio verso il quale sono diretta, quindi dopo avrei incontrato la strada meno deserta. Volto l’angolo e mi blocco. La via corre tra due file di muri spogli, senza porte né finestre. Soltanto due isolati più avanti vedo qualche lampione, auto e altri pedoni, ma sono irraggiungibili. Perché a metà strada ci sono gli altri due membri del gruppo che mi fissano sorridenti ed eccitati. Fortuna?Non comprendo il significato di quella parola. Dietro di me ci sono gli altri, lo so per certo. Sono in trappola eppure l’unica cosa che sento è una vampata di adrenalina e la voglia di spaccare la faccia ad uno di quelli…ho una scelta abbastanza vasta ed almeno sarei andata all’inferno in grande stile.

<< Eccovi >>esclama il ragazzo tozzo dai capelli scuri. Ce l’ha con quelli alle mie spalle. Io sono immobile.

<< Già >>risponde qualcuno dietro di me<< Abbiamo preso solo una deviazione >>.

L’uomo tarchiato si avvicina a me, lento e quando è a pochi passi mi metto ad urlare. Caccio un urlo talmente acuto che questo indietreggia. Bene. Gli arrivo una pugno in faccia, seguito da uno spintone in pancia con il piede. Riesco a sbatterlo a terra, ed a quel punto tiro una borsettata ad un tizio che s’è avvicinato troppo dietro di me.

<< Troia! >>urla il tarchiato<< Questa me la paghi! >>aggiunge. Si avventa su di me, ma io mi scanso e gli faccio lo sgambetto. Cade a faccia in giù, ma qualcuno mi afferra da dietro e mi solleva letteralmente da terra. Scalcio come una furia e riesco a colpirlo nelle parti basse…o almeno credo. Mi lascia andare. In quel momento spuntano due fari accesi e un’auto che quasi investe il tipo tarchiato, costringendolo a rotolare di lato. Peccato. Mi butto in mezzo alla strada, ma la macchina inchioda derapando e la portiera del passeggero si apre a pochi centimetri da me.

<< Sali >>ordina una voce furiosa. Sono salva. Mi sento invadere dalla sicurezza prima ancora di montare in macchina…mi è bastato sentire la sua voce. Salto sul sedile e chiudo la porta, sbattendola. L’auto è buia, niente luce di cortesia, il suo viso è illuminato solo dalla luce debole del cruscotto. Non mi importa…conosco il suo viso a memoria ormai. La gomme stridono sull’asfalto e l’auto punta verso nord con un violento colpo d’acceleratore, sbandando in mezzo ai teppisti sbalorditi. Mentre la macchina si raddrizza e schizza verso il molo, con la coda dell’occhio vedo uno di loro tamponarsi il naso, mentre quello basso ha un occhio nero. Sorrido soddisfatta…lo dicevo io che se dovevo andare all’inferno lo facevo con stile.

<< Allacciati la cintura >>ordina lui.

<< Nah…tanto se ci schiantiamo a questa velocità crepo comunque…e poi così è più eccitante >>rispondo. Lui svolta bruscamente a sinistra ed inizia ad accelerare, superando molti STOP senza fermarsi mai. È un idolo. Semplicemente un idolo. Il mio idolo. Mi sento totalmente al sicuro, totalmente felice. Vedo il suo volto e provo sollievo, ma non centra con il salvataggio. Perché io se sono senza di lui mi sento in ansia. Studio i suoi lineamenti perfetti e mi accorgo che la sua espressione è rabbiosa, come quella di un assassino.

<< Stai bene? >>chiedo.

<< No >>risponde, furibondo.

Resto in silenzio, osservandolo mentre guida senza staccare gli occhi dalla strada, ma all’improvviso inchioda. Finisco quasi contro il vetro, ma mi tengo appena in tempo.

<< Claire? >>chiede, cercando di misurare la voce.

<< Puoi anche urlare se vuoi >>gli dico.

Sorride, ma il sorriso non coinvolge gli occhi<< Tu stai bene? >>. Continua a guardare altrove, ma la furia sul suo volto è evidente.

<< Sana come un pesce >>rispondo.

<< Per favore…fai qualcosa per distrarmi >>mi dice. La sua voce è strozzata e lui sta tremando per la rabbia repressa.

<< Abbracciami >>dico<< È un ordine. Non un suggerimento >>aggiungo. Lui mi guarda, finalmente, con espressione stralunata, ma obbedisce.

<< Meglio >>commenta.

<< Sono afrodisiaca >>rispondo<< Penso che ucciderò Tyler Crowley >>aggiungo.

Non lo vedo in faccia, ma so che sta sogghignando<< Perché? >>.

<< Va dicendo che mi porterà al ballo di fine anno…ma io gli darò buca. Così sarà divertente >>. Sto macchinando le peggiori torture da infliggergli, ma non ne ho trovata ancora una che si addica perfettamente al caso.

Edward tira un sospiro di sollievo e finalmente apre gli occhi.

<< Va meglio? >>chiedo.

<< Un po’ >>.

<< Cos’hai, tesoro? >>chiedo.

<< Ridillo >>ordina.

<< Cos’hai… >>inizio.

<< Non quello >>mi interrompe.

<< Tesoro >>dico e lui sospira.

<< Mi piace se lo dici >>mormora. Gli metto una mano sul viso e lo accarezzo.

<< Sei il mio tesoro, Edward >>gli sussurro all’orecchio, con dolcezza.

<< A volte ho dei problemi di impulsività, Claire >dice sottovoce<< Ma non sarebbe affatto una buona cosa fare marcia indietro ed assalire quei… >>. Cerca di tenere a bada la rabbia<< Perlomeno >>riprende<< è ciò di cui mi sto tentando di convincermi >>.

<< Io propongo di tornare indietro subito, invece >>dico io, di slancio. Si stacca da me e mi guarda. Ha il mio stesso sguardo. Chiediamo entrambi vendetta. Siamo complici. Mi sorride malizioso ed io ricambiò ghignando.

<< E sentiamo, come vorresti fare? >>mi chiede, beffardo.

Io sogghigno ed estraggo dalla borsa la mia compagna preferita. Lui spalanca gli occhi<< Una Ruger Redhawk KRH-444? >>mi chiede.

<< Esatto >>rispondo<< Non mi guardare così, ho la licenza! >>.

Edward guarda prima me e poi la pistola che tengo in mano. Me la prende con delicatezza e la rimette nella borsa<< Scusa, ma non mi piace vederti con armi potenzialmente pericolose in mano >>dice.

Io sbuffo, ma gliela lascio vinta: in fondo mi ha salvato.

<< Mi domando perché non l’hai usata, comunque >>dice, guardandomi stranito.

<< Bè…non avevo tempo e poi non me la stavo cavando male >>rispondo, sorridendo<< Jessica ed Angela saranno preoccupate >>gli faccio notare. Tanto lo so che sa dove deve andare.

Infatti mette in moto senza dire niente, raggiungendo di nuovo il centro di Port Angeles. È tutto illuminato ed Edward si inserisce a meraviglia nel traffico, superando praticamente tutti. Trova un parcheggio parallelo al marciapiede e ci si infila dentro senza sforzo. Siamo davanti alla “La Bella Italia”, dove Jessica ed Angela procedono a passo svelto davanti a noi.

Sento la portiera che si apre e, voltandomi, lo vedo scendere<< Mi è concesso di sapere che cosa stai facendo? >>chiedo, dopo essere scesa dall’auto.

<< Chiama Jessica ed Angela, non voglio inseguire anche loro per Port Angeles. Non credo resisterei se dovessi incontrare ancora i tuoi amichetti >>. Il suo tono minaccioso mi eccita alquanto.

<< Che noioso che sei >>lo prendo in giro<< JESS!!!ANGELA!!! >>urlo e loro mi sentono.

<< Grande acuto >>commenta.

<< Dove sei stata? >>mi chiede Jessica.

<< Mi sono persa >>rispondo.

<< Ed io l’ho recuperata >>conclude Edward.

<< Non ti si può lasciare sola un attimo, Claire! >>esclama Angela, divertita e Jessica ridacchia.

Faccio spallucce come per dargliene atto<< Comunque noi abbiamo già mangiato, scusaci >>aggiunge Jessica.

<< Nessuno problema. A casa ho un gelato che mi aspetta e non posso ignorare il suo dolce richiamo >>rispondo con un sorrisino.

<< Veramente preferire mangiassi qualcosa di più sostanzioso >>si intromette Edward e poi si rivolge a Jessica<< La riporto io a casa, non vi preoccupate >>.

<< Se era un invito a cena, l’hai fatto male >>gli dico.

<< In effetti… >>dice Jessica<< Comunque, va bene. Ci vediamo, Claire >>.

<< Certo!A trigonometria!Ciao, Angie! >>saluto e poi guardo Edward.

Mi fissa con quel suo sguardo severo, ancora irritato<< Furgoni, grizzly, molestatori…cos’hai in mente di ripropormi ancora? >>chiede.

Mi accorgo che è piuttosto divertito<< Ma dai che ridi pure tu!Almeno fai qualcosa no? >>lo prendo in giro. Lui ride e mi prende per mano, trascinandomi nel ristorante. Il locale è poco affollato e la maitre che ci viene incontro è una ragazza molto poco bionda naturale e più alta di me di un bel pezzo. Riserva ad Edward un’accoglienza molto più calorosa di ciò che sarebbe il limite etico e professionale, guardandomi come se fossi l’incarnazione di satana in persona.

<< Un tavolo per due? >>chiede, con voce seducente.

<< No, per venti >>dico io, cosicché mi guadagno una fulminata. Poco male, tanto il biglietto per l’inferno ce l’ho già, quindi qualche maledizione in più non mi farà male. Ci guida verso un tavolo per quattro al centro della zona più affollata del locale.

<< Non c’è qualcosa di più appartato? >>domandiamo insieme io ed Edward.

Ci guardiamo e lui mi sorride, timido. Irato, beffardo, divertito ed ora timido. Che ragazzo!

<< Certo >>risponde questa e ci fa strada attraverso un divisorio tra la sala e una fila si separè tutti vuoti.

<< Questo va bene? >>chiede.

<< Perfetto >>risponde lui e sfodera il suo sorriso luccicante, abbagliandola per un secondo.

Lei sbatte le ciglia, frastornata<< La cameriere arriva subito >>e si allontana con passo incerto.

<< Che cattivo che sei…non dovresti trattare così le persone >>lo prendo in giro.

<< Trattarle come? >>.

<< Abbacinarle a quel modo per fare colpo >>rispondo. Sembra confuso<< Eddai…non dirmi che non ti rendi conto dell’effetto che fai! >>. È una cosa ridicola.

Inclina la testa di lato, il suo sguardo si fa curioso<< Faccio colpo su tutti? >>.

<< Su Mike Newton, no >>rispondo, sorridendo.

<< Abbaglio anche te? >>.

<< Non si vede? >>rispondo. Lui non può sapere se è sì o no. Infatti sbuffa, irritato.

<< Sei fastidiosa >>mi dice.

<< Lo so, amore >>gli dico. Sussulta quando lo chiamo amore, ma non ho tempo di dire niente perché arriva la cameriera.

<< Ciao, cosa vi porto da bere? >>. Parla ovviamente solo con lui, che mi guarda interrogativo.

<< Una birra media >>dico, ma poi ci penso e mi correggo<< Meglio di no. Un’acqua minerale >>.

<< Anche per me >>ingiunge lui.

<< Ve le porto subito >ribatte la ragazza con un sorriso superfluo. Lui non se ne accorge perché guarda solo me.

<< Cosa c’è? >>chiedo.

Non stacca gli occhi dal mio viso<< Come ti senti? >>.

<< Al solito >>rispondo.

<< Non ti senti scossa, con la nausea, infreddolita? >>.

<< Un po’ infreddolita >>ammetto, guardandolo maliziosa. Non credo abbia capito, infatti mi passa il suo giaccone, rivelando il suo abbigliamento: indossa un dolcevita bianco che gli mette in risalto i muscoli del petto.

Lo prendo, ma lo appendo alla mia sedia<< Non avevi freddo? >>chiede, stranito.

<< Tesoro…sei così ingenuo che mi domando come fai a non cadere preda di tutte quelle che ci stanno provando con te in questo momento >>. Gli sorrido e lui abbassa lo sguardo.

<< Spiegami >>mormora.

<< Io ti dico che ho freddo, non perché voglio la tua giacca, ma perché voglio che mi abbracci >>spiego e lui spalanca gli occhi, sorpreso. Mi viene da ridergli in faccia, ma evito. Non voglio offenderlo. Avvicina la sedia alla mia ed i mi stringo a lui. Non mi interessa se è freddo, non me ne accorgo neanche, e lui sembra soddisfatto.

<< Chi è che ci sta provando con me, scusa? >>chiede, divertito.

<< Io, la cameriera, la caposala, quella ragazza seduta con il suo fidanzato che ti guarda e quel gatto >>rispondo.

<< Un gatto? >>chiede, stupito.

<< Sì, un gatto >>confermo io, seria. Lui mi guarda e si mette a ridere.

Arriva la cameriera che mi guarda come se volesse uccidermi, probabilmente perché ho toccato troppo Edward e chiede<< Siete pronti per ordinare? >>. Guarda solo Edward, che però guarda me.

<< Ravioli al brodo >>rispondo.

<< E per te? >>chiede, rivolgendosi ad Edward.

<< Per me niente >>risponde. Come può essere altrimenti?

La cameriera se ne va di nuovo con un sorriso, ma lui è sempre concentrato su di me e lei se ne va scontenta.

<< Mi hai voluto abbracciare solo perché volevi far ripicca alla cameriera? >>mi chiede, infastidito.

<< Tu la sai la verità >>rispondo e gli bacio la guancia. Lui sorride e mi passa il cesto del pane<< Non sono in stato di shock >>dico.

<< Dovresti invece. Una persona normale reagirebbe così >>. Pare insoddisfatto. Mi guarda negli occhi e noto che le sue iridi sono più chiare e dorate del solito, come caramellate.

<< Ma io non sono normale, quindi è tutto nella norma >>rispondo<< Se sto con te non ho paura >>.

Scuote la testa, corrucciato<< è più complicato di quanto credessi >>dice tra sé e sé.

<< Se hai gli occhi chiari sei di buon umore >>commento, per distrarlo da ciò che lo ha reso cupo e tenebroso.

<< Cosa? >>. Mi guarda sbalordito.

<< Quando hai gli occhi neri sei sempre intrattabile. E stavolta ho una teoria >>.

<< Ancora? >>chiede.

<< Già >>.

<< Fammi indovinare: non me la dici >>esclama lui, sarcastico.

<< Hai capito >>ridacchio io<< Diciamo che se rispondi ad alcune mie domande potrei anche dirti ciò che ho scoperto >>.

Sussulta. Ha capito che ho capito. Stringe le mani a pugno ed io gliene prendo una, così lui si rilassa piano. Il suo respiro è tremulo, impaurito. Ha paura di perdermi, ma non sa che io non posso lasciarlo. Io penso che lui stia pensando che io sto pensando ad un modo per dirgli chiaro e tondo che non voglio più vederlo. Ecco perché si tormenta. Mangio, in silenzio. Non gli lascio mai la mano e lui la lascia inerme, sul mio grembo. I suoi occhi sono vacui, sembra sotto shock. Mangio in fretta e lo porto via dal ristorante. È lui a pagare il conto, ma ignora completamente la cameriera. Sta veramente male. Io non so se un Vampiro può cadere sotto shock, ma so che lui c’è quasi arrivato. Non l’ho mai visto così. Pallido, leggermente tremante. Ho paura per lui. Lo porto alla prima panchina che trovo e ci sediamo. Dopo un po’ lui si avvicina lento a me, con timidezza. Io mi avvicino e gli bacio il collo. Il tempo si ferma per un istante. Sento il suo respiro aumentare ed il suo corpo scosso dai tremiti. Mi prende le mani, intreccia le sue dita alle mie, e mi avvicina a sé.

<< Non lasciarmi >>. È una preghiera. Un’implorazione di un ragazzo disperato che dopo essere stato solo per tanto tempo non riesce a tollerare l’idea di perdere la persona che ama.

<< Non ti lascio >>gli prometto.

<< Non promettere, ti prego, se non sai la verità >>mi dice.

<< Vampiro >>sussurro, guardandolo negli occhi. Non vedo niente perché non faccio in tempo. Lui mi stringe forte a sé ed io mi trovo praticamente inginocchiata sulle sue gambe, la sua testa appoggiata contro il mio seno. Sta ascoltando i battiti del mio cuore. Mi fa sedere sulle sue ginocchia ed io lo abbraccio, così come lui fa con me. Respiro il suo profumo. È buonissimo, mi inebria e lui fa lo stesso. Però io non devo combattere con la gola che brucia, lui sì. E mi dispiace.

<< Piccola, davvero non mi vuoi lasciare? >>mi chiede, ancora incerto.

<< No >>rispondo, semplicemente<< Non posso e non voglio >>.

<< Dovrei andarmene io. Non vorrei metterti in pericolo così >>mormora, tormentato.

<< Sarà sempre così, Edward. Lo sai bene anche tu >>.

<< Lo so. Però questo non mi impedisce di desiderare di poterti tenere al sicuro >>mormora.

<< Ci sono due cose veramente importanti nella vita di un uomo, Edward: quello che un uomo può e quello che un uomo non può >>. Mi guarda confuso<< Prendi me, per esempio: io posso lasciarti perdere, ma non posso più sopportare una vita senza di te, comprendi? >>chiedo e dopo un secondo annuisce<< Okay, quindi questo ci porta a te: tu puoi vivere accanto a me sapendo che mi metti in pericolo sempre e comunque, o non puoi? >>chiedo.

<< Posso…per ora >>risponde.

<< Allora non mi serve altro >>dico e gli bacio, leggera la fronte.

Ora ci siamo solo io e lui. Il resto non mi importa. Non mi importa il futuro. Non mi importa di niente se non di Edward. Il mio Angelo. Il mio Vampiro. L’unica mia ragione di vita.

 

 

 QUESTE SONO ALCUNE DELLE IMMAGINI (OLTRE A QUELLA DEL VESTITO CHE VI HO PIAZZATO SOPRA)

 

COSTUME DI CLAIRE (CHE FA PERDERE LA BAVA AD EDDY): http://www.orangetre.it/imagebay/o_azz.jpg

 

MINI PREPARATA:

http://static.blogo.it/autoblog/mini_dragster_01.jpg

 

http://static.blogo.it/autoblog/mini_dragster_02.jpg

 

LAGHETTO NELLA FORESTA:

http://www.padovando.com/x14sfondi/cascata.jpg

 

QUESTA NON HA BISOGNO DI COMMENTI:

 

http://media.photobucket.com/image/Kellan%20lutz/UselessMidnight/Twilight/EmmettKellanLutz.jpg

 

E ORA PASSO AL COMMENTO DEL CAPITOLO. AMMETTETELO CHE SONO STATA VELOCE, DAI, NON POTETE DIRMI DI NO!!!SPERO LASCIATE ALTRI COMMENTINI!!!!ORA RISPONDO AI VOSTRI:

 

Losch: Ciao!Se era tenero quello di prima, questo cos’è secondo te?Per me un miscuglio di tutto: azione, erotismo, romanticismo, “demenzialismo”…sì, sì, la frase l’ho presa da lì perché quella scena di HP mi è rimasta proprio impressa ed ho dovuto metterla…me lo sentivo!XD!Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, spero di non aver messo troppi errori di ortografia ma l’ho scritto a mezzanotte!Eh eh!Al prossimo, se mi lasci un altro commentino sarò felice, felice!XD!!!!

 

KikyCullen: ciao!Sono passata da te e ho letto…mi piace un botto, ti ho anche lasciato un commentino!Comunque spero che questo capitolo ti piaccia e che mi lascerai un altro commento!Basi e morsi!!!!!

 

Nene_cullen: BOOM!!!!Bomba esplosa!!!Eddy è in stato di shock e Claire non sa più cosa fare. Hihi, no dai…ora stanno bene insieme tutti tranquilli e felici. Ovviamente non lo rimarranno a lungo perché conoscendomi mi verrà in mente qualcosa con cui sconvolgerli…eh eh!Spero che il capitolo ti sia piaciuto e che passerai ancora!Ciao, morsetti!!!!XD XD

 

Snow Fox: sì, è vero, ti fai tutta una cultura dei miei pensieri più profondi con Claire. Povere voi costrette a leggere le mie demenzialità!Ihih!Sono contenta che sei riuscita a passare, quindi ho deciso di scrivere ancora questa storia ed è il mio record di aggiornamento: un giorno!!!!Oggi faccio festa perché è sono stata brava!!!Hihi!!!Anche io non lo sopporto Jacob, quindi non aspettarti di vederlo perché non sarà così ed anche perché io ho in mente ben altro, sicché quando Bella si mezza innamora di Jake non mi piace per niente…rovina tutta la storia d’amore secondo me. Quindi Jacob è BOCCIATO!Al massimo lo metto come morto!Ihih!Spero che il ciappy ti sia piaciuto e che passerai ancora!Ciao, un bacione!!!!XD

 

Millyray: eccomi!Sono andata avanti subito!Sei contenta?Ihih!XD!Sì, Claire ha un bel po’ di cose da nascondere, ma non le rivelerà subito ad Eddy…alcune cose sì, ma solo quelle che io ho già detto (ex carcerata, famiglia in crisi, Steve, Kris, ecc.) ma lo vedrai se continuerai a seguirmi perché di questa FF ho in mente quasi tutto, ecco perché aggiorno così in fretta!Spero passerai ancora a lasciarmi un commentino!Baci baci!!!!

 

Fracullen: ciao!sì, come vedi Claire ha capito!E sì penso proprio che diventerà la migliore amica di Alice come Bella, solo che a differenza di Bella, Claire adora lo shopping. Spero passerai ancora!Ciao, bacini!!!!

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** TUTTA LA STORIA ***


TUTTA LA STORIA

TUTTA LA STORIA

 

Siamo in macchina, mi sta portando a casa. Va a circa 160 km/h, ma la macchina non sbanda di un millimetro. Io lo osservo e lui osserva me. Gli tengo ancora la mano e lui mi guarda, guardingo e diffidente. Non so proprio cosa devo fare per convincerlo che non lo voglio lasciare.

<< Posso farti una domanda? >>chiedo.

<< Tanto scopriresti la verità anche da sola >>mi dice.

<< Non imitare le mie risposte, Cullen >>ridacchio<< Tu puoi leggere nel pensiero, vero? >>. Me ne sono accorta quando sapeva sempre cosa dicevo agli altri, anche se lui si trovava lontano. Come per il weekend a Settale. Lui non era mai stato abbastanza vicino da sentire, eppure sapeva tutto. Anche quando ha trovato Jessica ed Angela senza che io gli dicessi niente.

Lui mi guarda, sbalordito<< Sì >>dice<< Mi dici come hai fatto a capirlo? >>.

Non credo si aspetti che io gli risponda, così lo sorprendo<< Più che altro quando mi hai chiesto di venire con te a Seattle. Ecco, tu mi hai detto che “mi avevi sentita dire che…” ma io sono sempre concentrata su di te, quindi so che eri troppo lontano per capire. E poi credo che tu non riesca a leggermi nella mente…questo l’ho capito dalla tua aria frustrata ogni volta che ci provava o anche dal fatto che mi chiedi sempre: “cosa pensi?” >>.

<< Non sono così infallibile come credevo, allora…se tu sei riuscita a capirlo, forse devo cominciare a stare più attento >>commenta, impensierito.

<< Tranquillo…è solo perché io sono ossessionata da te e quindi non ti levo mai gli occhi di dosso >>rispondo, con un sorriso e lui ricambia.

<< Sei la mia unica eccezione >>mormora<< Ed è altamente frustrante perché faccio fatica a leggerti anche in viso >>.

Per forza, dopo anni che mi alleno a nascondere ogni più piccola emozione. Credo sia anche per quello che lui non riesce a leggermi nella mente, perché io chiudo i miei pensieri e le mie emozioni con una specie di schermo. Non mi lascio mai andare. Non lascio mai intravedere quello che penso. Mai. E quindi Edward non riesce a sentirmi.

<< Come hai fatto a capire che sono un Vampiro? >>mi chiede, guardandomi curioso.

<< Non ti batte il cuore >>rispondo e lui si illumina: si è ricordato del giorno nel bosco<< Sei pallido e freddo come la morte >>.

<< Ti da fastidio? >>chiede, ansioso.

Sorrido<< No. Al contrario. E poi sei incredibilmente veloce e forte. Gli elementi c’erano tutti. Mi è bastato pensare un po’ per capirlo, anche se… >>.

<< Anche se, cosa? >>.

<< Anche se avevo già deciso che non mi importa cosa sei >>.

<< Come? >>chiede<< Non ti importa se sono un mostro?Se non sono umano? >>. C’è un filo di cattiveria nella sua voce, ma non mi lascio impressionare più di tanto.

<< Se fossi un mostro mi avresti già ucciso. E no, non mi importa perché ormai non posso più stare senza di te >>rispondo.

Sospira e si rilassa. Mi prende di nuovo la mano che prima aveva lasciato andare ed io la rinchiudo tra entrambe le mie. Quasi non riesco a contenerla tutta dal tanto è grande.

<< Sei così piccola e fragile >>commenta, guardando le mie mani che tengono la sua.

<< Proteggimi, allora >>gli rispondo. Lui sorride e mi tira verso di lui, abbracciandomi un collo con il braccio. Mi slaccio la cintura per avvicinarmi di più a lui, che mi fa appoggiare la testa contro la sua spalla.

<< Ci provo >>mi dice.

<< Ti nutri di sangue? >>chiedo.

<< Sì…ma caccio solo animali. Io e la mia famiglia ci consideriamo vegetariani >>mi risponde.

<< Che bravo… >>.

Ridacchia e mi accarezza, dolce<< Così sembro meno mostro >>dice.

<< Perché non puoi uscire alla luce del sole? >>.

<< Te lo farò vedere un giorno >>.

<< Quindi domani non ci vediamo?C’è il sole >>dico, dispiaciuta.

Lui mi stringe<< Esatto >>.

<< Hai già qualcosa in programma da fare? >>chiedo, cogliendo al volo l’occasione.

<< No…perché? >>chiede, stranito.

<< Pensavo di bruciare scuola e di stare con te >>. Lo guardo negli occhi speranzosa, ma lui sembra accigliato<< Se non ti va, non importa >>preciso.

<< Mi va anche troppo, Claire >>risponde.

<< Non dovrebbe essere così? >>chiedo, stranita.

<< Non è solo la tua compagnia che amo, ricordatelo >>risponde.

<< Quello che un uomo può e quello che un uomo non può…puoi?non puoi? >>canticchio e lui sorride.

<< Posso >>mormora, con il viso nei miei capelli<< A domani mattina >>.

Annuisco e gli bacio la guancia, mentre lui mi stringe. Sembra non volermi lasciare andare ed io rimarrei volentieri tutta la notte tra le sue braccia. Esco dall’auto di malavoglia e lo guardo andare via. Resto fuori finché non mi è più possibile vedere la sua macchina ed a quel punto rientro.

Salgo in camera ed apro l’armadio per cercare un omino per il vestito. Lo trovo e lo appendo con cura, sedendomi poi sul letto e prendendo il mio computer portatile.

Apro la posta e leggo l’e-mail di Kris.

 

Evviva, amore!!!Tanto so di certo che il tuo super avvocato è infallibile, quindi. Bene. Bene. Non vedo l’ora che tu venga e ricordati di portare anche Edward!Scusa per la brevità ma ho sonno, quindi buona notte. Baci, baci.

 

Sto per rispondere quando sento un rumore lieve ed Edward compare davanti a me.

È seduto alla fine del mio letto e mi guarda<< Che ci fai qui? >>chiedo, avvicinandomi a lui.

<< Voglio provare una cosa… >>risponde con voce seducente. Si avvicina a me pericolosamente. Le sue labbra a pochi centimetri dalle mie<< Ferma, ti prego >>mi dice ed io mi immobilizzo meglio di un Vampiro. Poi le sue labbra ghiacciate si poggiano sulle mie, calde. Cerco di restare immobile, ma come posso stare ferma se lui mi prende per i fianchi e mi tira addosso a lui con la forza di un orso?Mi tira così forte che finisco schiacciata contro di lui, le braccia attorno al suo collo e la bocca invasa dalle sue labbra fredde. Mi ha letteralmente assalita!Mi bacia con foga, accarezzandomi i fianchi e le gambe nude. Okay…è troppo. Perdo i buoni propositi di stare ferma e mi stringo a lui, eccitata. Il suo respiro si fa più affannato, almeno quanto il mio e lui mi spinge sul letto con fermezza. Sento il suo corpo freddo premere contro il mio e sono colta dai brividi. Lui trema di piacere e lo sento emettere un ringhio basso e cupo. Si stacca bruscamente da me, nascondendo il viso contro la mia spalla. Ispira forte il mio odore, tremante (non so se per la voglia del mio corpo o del mio sangue). Mi sorprende perché credevo si staccasse, invece lui riavvicina le labbra alle mie e mi bacia, sempre con passione. Io ricambio, assaporando il suo sapore di miele, una mano nei suoi capelli e l’altra intrecciata alla sua mano. Ha insinuato le mani sotto la mia canottiera aderente, quando si stacca da me con un balzo. È talmente eccitato e confuso che inciampa nella mia borsa e finisce seduto sulla sedia a dondolo che ho portato dal piano di sotto fino in camera mia. Un Vampiro che inciampa?Mah...

Ha il respiro affannato, gli occhi affamati e mi fissa, indeciso se tornare da me oppure no. I suoi capelli sono ancora più in disordine…ma è incredibilmente sexy. (qui mi sento in dovere di censurare perché se avessi messo davvero quello che una di noi penserebbe a trovarsi davanti un ragazzo così direi che non sarebbe bastato neanche il raiting rosso…=D…NdMe). Io non sono messa meglio di lui: i miei occhi sono lucidi ed enormi, le labbra rosse ed i capelli sfatti. Mi immagino di vedere entrare quel bacchettone di mio padre proprio adesso, ma non è possibile.

Edward mi fissa e io gli sorrido<< Io sono stata ferma comunque >>preciso.

<< Ti ho assalita, mi dispiace. Non so cosa mi è preso >>mormora.

<< Qualsiasi cosa sia, spero ti prenda di nuovo >>rispondo io.

Lo vedo sorridere, ma poi il suo viso diventa una maschera di tristezza. Si alza con lentezza e si avvicina alla porta finestra della mia camera.

<< Non posso mai perdere il controllo con te >>mi dice, fissandomi.

<< Non andare via >>. Lo sto implorando con lo sguardo e lui per la prima volta riesce a capire chiaramente quello che voglio, quello che sto provando in questo momento. Non può dire di no al mio sguardo, infatti si avvicina di nuovo, sedendosi sempre sul fondo del letto.

<< Hai deciso di tenere le distanze? >>gli chiedo, per sciogliere un po’ l’imbarazzo.

Mi sorride e si avvicina, cauto. Mi fa sedere tra le sue gambe divaricate ed io mi appoggio al suo petto duro come il marmo. Mi stringe con le sue braccia fredde ed appoggia il mento sulla mia testa.

<< Ti va di dirmi qualcosa di te? >>mi chiede, all’improvviso.

<< Se ci tieni a dormire… >>rispondo. Prendo la foto che ho sul comodino e gliela mostro. Ritrae mio padre, mia madre ed io piccola, quattro anni forse. Lui la prende e la guarda.

<< Mio padre, Alfred Redfield e mia madre, Danielle Redfield…quella piccola sono io >>dico.

<< L’avevo capito >>dice lui, inalberato.

<< Lo so, ti prendevo solo in giro >>rispondo<< Si sono sposati molto giovani e un anno dopo hanno avuto me. Mio padre al tempo aveva appena ereditato l’azienda di famiglia, la miglior produttrice di tabacco e sigarette, ma non era ancora ossessionato dal denaro. Ha cominciato a trascurarci quando io avevo quattro anni e da allora è cambiato. Mia madre è morta intrappolata dalle mura domestiche, la sua libertà soppressa. Da allora mio padre mi guardava con disprezzo ed io mi sono trasferita a Phoneix, lontano da lui. Sono tornata quando s’è risposato con una donna inglese, che non reggeva neanche minimamente il confronto con mia madre. Il giorno del matrimonio ha osato insultare mia madre, dicendo che non sapeva come mio padre avesse potuto sposare una come lei. E io non c’ho visto più e l’ho assalita. Diciamo che le ho tirato un pugno e qualche calcio. Se vedi le foto del matrimonio ha un occhio nero. Se non mi avessero fermato l’avrei uccisa, senza problemi, ma la polizia mi ha bloccato e sono finita nel carcere minorile di Phoneix, dove ci sono rimasta fino al giorno in cui non sono arrivata qui a Forks >>.

<< Sei…stata in carcere? >>chiede, sbalordito. Non c’è accusa nella sua voce, né disprezzo…solo sorpresa.

<< Sei mesi >>confermo<< Direi che ormai è la mia casa, anche perché lì ho conosciuto Kris e Steve…i miei due “fratelli” come li chiamo io >>aggiungo.

<< Anche loro erano in carcere? >>mi chiede, interessato. Sembra tranquillo, credo si fidi di me.

<< Kris è una guardia. Steve è in carcere per omicidio. Aspetta però…tutti sanno che non è stato lui ad uccidere la sua ragazza, infatti il mio avvocato ha avviato il processo per ottenere una libertà vigilata in quanto sono state riscontrare le vere impronte dell’assassino. Steve è in carcere da un anno. Era presente il giorno dell’omicidio, l’hanno trovato in stato di shock e tutt’ora si rifiuta di parlarne >>rispondo<< Vorrebbero conoscerti, se tu vuoi. Gli ho parlato di te, ovviamente non gli ho detto niente di compromettente, però credo che Steve abbia capito ancora prima di me che sei un Vampiro, solo ascoltando quello che io gli raccontavo >>.

<< Cosa te lo fa credere? >>mi chiede, allarmato.

<< Non lo so…le sue parole, sembrava quasi cercasse di mettermi in guardia, però non voleva allontanarmi da te. Solo di stare attenta e di non cercare troppo la verità perché potrebbe fare male >>rispondo, pensierosa.

<< Credo sia possibile che è entrato in contatto con uno di noi, magari non vegetariano, ed allora ha capito subito di chi stavi parlando >>mormora.

Sussulto e lo guardo. Ci capiamo all’istante<< Può essere che uno di voi sia l’assassino della sua ragazza? >>chiedo.

<< Non della nostra famiglia, ma è possibile. Difficile individuarlo però, siamo in tanti ed i Vampiri che si nutrono di sangue umano sono per lo più nomadi >>risponde<< Strano però che Steve sia sopravvissuto >>.

<< Già…bè, credo sia inutile cercare di capire ora come ora, non avendo prove concrete >>concludo.

<< Steve verrà da te? >>mi chiede. Ora sì che l’ho sentita la gelosia. Che sciocco.

<< Sì, ma tesoro io voglio solo te, davvero >>gli dico e lui mi bacia, staccandosi però subito, di riflesso. Io sorrido e lui pure. Mi bacia dolce, tranquillo. Sobbalziamo entrambi quando suona il mio cellulare.

Pronto?

Ciao, Claire, sono Jones. Scusa l’ora ma c’è un problema. Il giudice è disposto a dare la libertà vigilata a Steve, a patto che lui rimanga a Phoneix. Non si potrà muovere di lì e sarà sorvegliato da qualcuno.

Uhm…credo di sapere di chi hai bisogno. Penso che la nostra guardia Kris sarà più che felice di tenersi Steve.

Bè…fammi sapere.

Okay, ciao, ciao.

<< Scusa, tesoro, un attimo e torno da te >>dico ad Edward, baciandogli la guancia. Lui mi sorride, tranquillo.

Chiamo Kris e lui mi risponde subito.

Ciao, tesoro!Se mi chiami vuol dire che ti serve qualcosa, giusto?

Ah, ah, ah. Senti Krissuccio, non è il momento. C’è un problema.

Gli spiego tutto quello che mi ha detto l’avvocato.

Ma certo che può stare da me. Senza problemi!Lo porterò anche a fare una certa vita sociale, così si sveglia un po’. Poi ci verrai a trovare, ovviamente, quando vuoi. Meglio casa mia che il carcere, comunque!

Oh, io non ne sarei così sicura…

Offendi la mia ordinatissima casa?

Ti prego, puliscila, o tornerà in carcere appena messo il piede in casa.

Potresti farlo tu, visto che sei così brava a parole!

Ehi, hai vent’anni!Semmai sei tu che devi badare a me, non il contrario.

Va bene…ma chi me lo ha fatto fare di accettarti come sorellina?Mah. Comunque ora vado, ho sonno. Non farti uccidere va la che non c’è sempre Edward a salvarti…almeno lo spero…CIAOOOOO.

Non pensare di farla franca. Mi vendicherò della tua ultima uscita, sappilo. Ciao, Krissuccio.

Ciao, Red.

<< Red? >>chiede Edward.

<< Red, Redfield… >>spiego, buttando il cellulare sul comodino<< Verrai vero, quando andremo a tirare fuori Steve? >>chiedo, guardandolo con uno sguardo dolce.

<< A Phoneix c’è il sole, mia cara…è un po’ difficile per me. Ma vengo volentieri, se riusciamo a trovare il modo >>mi sorride. Non è una scusa, lo capisco dal suo sguardo.

<< Mi basta questo…io e te insieme possiamo fare tutto >>sussurro e mi accoccolo meglio.

Poco dopo mi addormento, con lui che mi stringe tra le braccia e canticchia una dolce ninna nanna.

 

EDWARD CULLEN

 

Dorme. La mia piccola mela dorme. Alla fine sono caduto in tentazione ed è stato meglio, molto meglio, di quanto mi sarei aspettato. Il sapore del suo corpo è così sublime…tremo ancora al pensiero. Non è la prima volta che vengo qui di notte, a guardarla, a sentirla parlare nel sonno. È l’unico momento in cui io riesco a capirla. Stasera mi ha rivelato molto della sua vita e credo di aver sbagliato a giudicarla. Lei non è così forte come sembra, anzi, sotto è molto più fragile di qualsiasi persona normale. Eppure, il modo in cui mi ha raccontato tutto, con un tono di voce così distaccato, mi impensierisce. È come se avesse apportato una barriera tra lei ed i suoi ricordi, che le permettono di non soffrire più. Non so decidere se questa è una cosa buona oppure no. La storia di Steve mi ha colpito parecchio: non credevo che qualcuno potesse sapere di noi, potesse addirittura riconoscerci attraverso i racconti di qualcuno. Devo parlarne con Carlisle. Sono curioso di conoscere questo Steve…dev’essere intelligente e sveglio. Vorrei conoscere anche Kris e devo ammettere che è per capire il rapporto che c’è tra lui e Claire. È sciocco da parte mia essere geloso dopo che lei mi ha accolto tra le sue braccia pur sapendo la verità. Non riesco ancora a capacitarmi della mia fortuna. Forse la “fortuna Redfield” è ricaduta anche su di me. Sorrido al pensiero e la guardo. È così bella, delicata, fragile. Potrei ucciderla senza fare il minimo sforzo. “Quello che un uomo può e quello che un uomo non può”. Ed io posso. Io voglio potere. Voglio fare l’egoista per una volta. Non voglio più essere solo. Ho paura della solitudine.

<< Edward… >>mormora Claire nel sonno ed io sorrido. Sembra tranquilla, felice. Si stringe di più a me ed io ricambio la stretta. Il freddo non le da minimamente fastidio. Siamo davvero perfetti l’uno per l’altra. Non posso più negarlo. Anche i nostri corpi combaciano alla perfezione e ne ho avuto la prova poco fa. Il resto lo possiamo affrontare insieme. Io e le possiamo fare tutto. Correrei fino alla luna con lei. Le accarezzo i capelli e lei si rilassa. Ormai è profondamente addormentata. Guardo l’ora: sono le cinque. Si sveglia di solito alle cinque e mezza, sei. Mi alzo piano dal letto, poggiandola sul cuscino. Sembra infastidita, ma non si sveglia. Le do un bacio sulla guancia, lieve.

<< Torno presto, piccola >>sussurro e salto dalla finestra.

Corro. Corro veloce. Sono il più veloce della famiglia e si vede. Arrivo a casa in due minuti ed entro. Sono tutti in piedi, ovviamente, nessuno di noi dorme. I Vampiri non dormono mai. E per chi non ha un compagno con cui passare le notti è davvero una tortura. Io le passavo per lo più a comporre, a studiare, a pensare. Ora le mie notti le passo con lei, da due mesi circa.

Alice ovviamente mi salta addosso e pretende che le racconti tutto. Mi accorgo che tutti sono puntati verso di me, persino Rosalie è curiosa (da quanto sa che Claire è un meccanico la trova simpatica) e dimentica per un attimo tutta la sua bellezza.

<< Dai, Eddy!Racconta! >>mi incita Emmett.

<< Sì, sì, dai!Ho visto solo ben poco >>ingiunge Alice. La mia irritante sorellina veggente. Spesso e volentieri la strozzerei. Ma mi vuole bene ed io ne voglio a lei.

<< Cos’hai visto di preciso? >>chiedo, cercando di sviare il discorso.

<< È inutile che cerchi di sviare…prima racconti e prima torni da lei >>commenta Rosalie.

Sbuffo irritato ed alla fine mi decido a rispondere<< Bè, l’ho salvata da degli stupratori >>dico.

<< Lo sappiamo >>dicono tutti.

<< Ho già anche provveduto >>ingiunge Carlisle. Meglio. Quattro molestatori in meno…avrei voluto occuparmene io, gli avrei fatto molto più male e c’avrei pure goduto nel farlo.

Mi riscuoto<< L’ho portata a cena e mi ha rimproverato perché abbaglio le persone. Mi ha fatto presente che c’erano parecchie donne che ci provavano con me…compreso un gatto >>dico, ancora stranito.

<< Ah, ah, ah!Vero!L’ho visto! >>esclama Alice.

<< Ah!Ah!Ah!Fai colpo proprio su tutti!Anche sulle prede che ti mangi!!! >>ride Emmett, sganasciato come non mai. Sono combattuto tra l’imbarazzo, l’indignazione e l’ilarità. Alla fine scelgo tutte e tre.

<< A quel punto mi ha fatto capire che aveva capito chi sono >>dico a bassa voce. Si irrigidiscono tutti, tranne Alice che è allegra<< Bè, credo di essere rimasto scioccato perché ricordo che lei mi ha trascinato di fuori e mi ha fatto sedere su una panchina… >>.

<< E ma le combini proprio tutte >>mi prende in giro Emmett. Tutti lo guardano male, interessati dal mio racconto.

<< Mi ha baciato sul collo e le ho chiesto…l’ho implorata di non lasciarmi. Lei me l’ha promesso ed io le ho detto di non farlo se non sapeva la verità >>mi blocco. Tutti stanno trattenendo il fiato, tesi. Potrei avere un futuro come cicerone o come aedo.

<< Poi? >>chiede Emmett, impaziente.

<< Poi ha detto: “Vampiro” >>concludo io<< E poi ha cominciato coni suoi ragionamenti strani…ho impiegato un po’ a capirli, ma alla fine credo di esserci riuscito >>ammetto. Jasper ridacchia…anche lui è una specie di filosofo. Quando parla, lo fa per enigmi. Sarebbe divertente mettere a confronto lui e Claire…chissà che manicomio. Sorrido al pensiero della Mia Mela che dorme tranquilla. Mi preme un’urgenza di andare da lei che mi sconvolge.

<< Bè, facendola in breve l’ho portata a casa, sono venuto qui con la macchina, sono tornato da lei di corsa e l’ho spaventata perché le sono comparso davanti. A quel punto l’ho baciata e…ammetto di averla praticamente assalita >>racconto.

Eh, bravo fratellino, finalmente…pensa Emmett. Rosalie s’è già disinteressata al racconto e gli altri sembrano soddisfatti. Me ne vado in camera e mi cambio il più velocemente possibile. A quel punto corro di nuovo da lei, lontano anche dalle situazioni imbarazzanti che si sono create in casa. Sussulto quando vedo il suo letto vuoto ed entro come un pazzoide nella stanza. Sento l’acqua della doccia scendere ed il suo odore sublime. Mi lascio inebriare un attimo e poi mi siedo sul letto, in attesa. Poco dopo la sento uscire dalla doccia ed in un secondo rientra in camera.

<< AH! >>grida quando mi vede e per poco non lascia cadere quel piccolo asciugamano che la copre. Chiudo gli occhi.

<< Ti prego…vestiti >>le dico<< Sei troppo bella e seducente perché io resista >>aggiungo.

La sento cercare i vestiti e mi sforzo di non guardarla. Perderei il controllo del mio corpo di certo.

<< Scusa…se mi avvertivi prima >>commenta e la sento vestirsi.

Apro gli occhi e la guardo. Indossa un paio di pantaloncini di jeans neri, cortissimi, sotto dei leggings fucsia della stessa identica tonalità della felpa, mentre la maglietta scollata è nera. Indossa anche una cintura fucsia, ma la tonalità e vagamente diversa, però è uguale al colore del suo smalto.

Non ho mai visto niente di più bello in vita mia. È assolutamente perfetta. Allargo le braccia con un sorriso e lei mi si butta addosso ridendo. La coccolo un attimo e lei si rilassa tra le mie braccia.

<< Non dovevi andartene… >>mormora, infastidita.

<< Avevo bisogno di cambiarmi >>ridacchio io.

<< E per cosa?Tanto non puzzi >>risponde lei ed io scoppio a ridere.

<< Sei così buffa >>commento.

Lei si stacca da me e mi guarda imbronciata. È adorabile. Le sfioro le labbra con un dito e lei me lo cattura, succhiandolo. Sorride, furba, sempre con il mio dito in bocca ed io ricambio. Mi offre il suo dito ed io, ridendo, lo addento piano. Non sembra infastidita, quindi non credo di averle fatto male. Poi mi ricordo che ha una soglia del dolore particolarmente alta…una cosa strana per un’umana così piccola e fragile. Siamo da immortalare. Sembriamo…anzi siamo due imbecilli che si succhiano un dito a vicenda, sorridendosi come se fosse la cosa più bella del mondo. Devo ammettere che mi piace parecchio, il sapore della sua pelle è sublime, mi viene voglia di affondare i denti nella carne, ma reprimo quel desiderio. Non le farò del male. Me lo sono imposto e manterrò il mio proposito a tutti i costi.

 

CLAIRE REDFIELD

 

2°GIORNO

 

Stringo tra le mani un voglio di carta. Un semplice foglio di carta vergato dalla calligrafia elegante e sinuosa di Edward. Sto malissimo, mi gira la testa e le orecchie fischiano. Il mio cuore è attanagliato da un dolore acuto, fortissimo, i miei occhi pulsano e piangono incredibilmente. È come se il mondo sotto i miei piedi non ci fosse più, come se tutto intorno a me fosse svanito. L’unica cosa vera e reale è quel pezzo di carta bianco, un pezzo di carta che il mio Angelo mi ha lasciato.

 

Claire Redfield. Ti ho amata. Ti amo. Ti amerò per sempre. Ed è per questo che lo faccio. È per questo che vado in Italia a cercare la morte. Perché tu possa vivere la tua vita. Perché io non cada nella tentazione di tornare da te ed in inginocchiarmi ai tuoi piedi chiedendoti di riprendermi con te. Ti amo piccola. Sei la mia Mela. Lo sei sempre stata e sempre lo sarai. Ed è per questo che devo uccidermi. Perché chi cade in tentazione merita la morte. Ma tu no. Tu no mio piccolo angelo, tu meriti la felicità. Una felicità che io non posso darti perché sono un mostro. E quella felicità l’hai trovata, l’ho visto. L’hai trovata in Steve e so che lui ti proteggerà sempre. Mi ha fatto male vedere che mi avevi dimenticato. Malissimo. Vederti felice mentre io muoio è stato un duro colpo per me. La perdita di tutte le mie sciocche speranze, delle mie sciocche illusioni. Perché io mi illudevo, io speravo, che tu potessi aspettarmi, che tu potessi ricordarti sempre di me. Che tu potessi amarmi nonostante la mia menzogna. Nonostante io ti abbia detto che non ti amavo più e che non ti volevo. Che terribile bestemmia. Merito di andare all’Inferno anche perché ti ho fatto piangere per la mia stupidità. So di averti dato la vita e di avertela poi strappata, ma sei forte riuscirai ad andare avanti. Io invece non posso, non ci riesco. E quindi devo morire. Morirò con il tuo ricordo nel cuore. Perché ti amo, Claire. Ti amo piccola mia. Per sempre.

 

Le mani mi tremano, gli occhi piangono. Non capisco più niente. Cado in ginocchio, ma non tocco terra. Perché non c’è più una terra da toccare. Non c’è più un mondo in cui vivere per me. l’unica cosa che voglio è urlare il mio dolore. E lo faccio. Urlo, perché non posso parlare. Urlo, perché il mio amore è morto per sempre. Urlo, perché voglio sfuggire a quest’incubo. E ci riesco.

Mi sveglio di soprassalto nella mia camera da letto. Mi guardo intorno, angosciata, le guance bagnate. Non c’è. Edward non c’è. Vado in panico. Mi sento tremare. Cerco di calmarmi. Respiro profondamente. Mi alzo e mi butto sotto la doccia, cercando di eliminare i residui del sogno. Ma quel sogno è insidioso, si dirama in me e mi avvolge come un cancro. Non deve succedere. Non voglio che vada così. NON andrà a finire così. Stringo i denti, decisa: avrei fatto di tutto per evitare che quel sogno si avverasse. Per evitare di ricevere quella lettera. Per evitare di ferire Edward a morte. Questa consapevolezza mi fa sentire più rilassata. Esco dalla doccia e mi lego un asciugamano attorno al corpo. Esco dal bagno e lo vedo. Bellissimo, sdraiato sul mio letto.

Sussulto. Il mio cuore fa una capriola e non posso evitare di urlare. Quasi faccio cadere l’asciugamano e lui si copre prontamente gli occhi.

<< Ti prego…vestiti >>mi dice<< Sei troppo bella e seducente perché io resista >>.

Sono imbarazzata, ma anche molto lusingata dalle sue parole. Da brava bambina che sono, raccolgo i vestiti e li indosso<< Scusa…se mi avvertivi prima >>dico, allegra. È fantastico come vederlo mi ha fatto dimenticare immediatamente il brutto sogno. Perché so che non andrà così. Me lo sento.

Apre gli occhi e mi guarda. Spalanca le braccia con un sorriso irresistibile…un richiamo impossibile da ignorare. Mi butto allegra tra le sue braccia e lui mi stringe a sé, dolce ed appassionato. Il mio dolcissimo Vampiro.

<< Non dovevi andare… >>gli dico, infastidita. Non averlo accanto mi fa sentire in ansia. Se fosse per me gli starei attaccata tutto il giorno.

<< Avevo bisogno di cambiarmi >>ridacchia lui, divertito, ma anche lusingato e felice.

<< E per cosa?Tanto non puzzi! >>esclamo io, rilassandomi.

Lui scoppia a ridere<< Sei così buffa >>mi dice, con affetto.

Io mi fingo imbronciata e lui mi sfiora lievemente le labbra con un dito gelido. Di riflesso glielo addento e lo succhio. Gli sorrido furba e lui ricambia. Gli offro il dito e dopo un secondo lui imita il mio gesto. Ci guardiamo come due bambini. È bellissimo avere questa intimità con lui. Lo guardo e capisco che è felice. Questa è l’unica cosa che mi importa. Lui deve essere felice, io devo renderlo felice a tutti i costi. Tolgo il dito dalla sua bocca e lui fa lo stesso. Succhio il mio dito per assaggiare il suo sapore. Sa di miele. Lui sorride e fa lo stesso. Io mi alzo per cercare le scarpe.

<< Sai che hai appena assaggiato il mio veleno? >>mi chiede, sorridendo leggero. Bene, significa che con me si sente rilassato e si fida.

<< Pace…era buono >>rispondo facendo spallucce.

<< Questo è più buono… >>dice. Non faccio in tempo a dire niente perché lui mi è tornato vicino in un lampo e mi ha dato un bacio. Lo ricambio e lui, colto da un altro momento di passione, mi prende per i fianchi e mi tira su. Io sono costretta a circondargli i fianchi con le gambe ed il collo con le braccia. Lui sembra gradire perché mi stringe ancora di più.

Dopo un po’ si separa e mi guarda con un sorriso soddisfatto<< Sempre meglio, tesoro >>.

Ricambio il sorriso e lui mi lascia andare. Mi prende per mano e mi trascina giù di sotto. Mi fissa mentre mi preparo la colazione ed io mi sento un po’ a disagio…manco stessi facendo chissà ché…ma non lo do a vedere. Mi siedo di fronte a lui con la mia tazza di latte e cereali, cominciando a mangiare.

<< Sei interessante quando mangi >>commenta ad un tratto con un sorriso sfavillante.

<< E poi sono io quella matta >>dico io, mettendo la tazza da lavare. Lui mi porta di sopra e mi lascia giusto il tempo di lavarmi i denti. Poi mi porta giù e io lo guido in garage. 

Dire che resta a bocca aperta è dire poco. Comincia a gironzolare intorno senza neanche guardarmi, osservando la sfilza di macchine che posseggo.

<< Ah, com’è facile essere messa in secondo piano rispetto ad un’auto >>commento, fingendomi triste ed abbattuta. Non lo vedo neanche, ma un attimo dopo mi ha già preso tra le braccia.

<< Sì, le auto sono più interessanti di te >>dice, sarcastico.

Mi sento davvero piccola stretta nel suo abbraccio. Il mio metro e sessanta contro il suo metro e ottanta si notano piuttosto tanto. Mi viene di nuovo in mente la lettera del sogno e lo stringo più forte.

<< Cos’hai? >>mi chiede, dolce ed ansioso.

<< Niente…sono solo felice >>rispondo. So che non c’è cascato, ma non dice niente. Vorrei che potesse leggermi nella mente, così vedrebbe quello che mi tormenta, così potrebbe sollevarmi e rassicurarmi. Ma non può. Mi stacca delicato da lui ed io lo guardo: i suoi occhi si fanno più scuri, significa che ha sete.

<< Se hai bisogno di andare a caccia, vai >>gli dico. Lui mi sorrise, lusingato dalla disinvoltura con cui parlo della sua dieta.

<< No, non ti preoccupare. Posso farcela >>mi sorride sfavillante ed io mi fido. Salgo sulla Mini e lui mi guarda stralunato.

<< Vuoi prendere la Ferrari? >>gli chiedo, confusa.

Lui scuote la testa<< Preferirei non guidassi tu >>risponde.

<< Non ho mai fatto incidenti >>replico e lui sospira rassegnato.

Parto velocemente appena lui mi indica la strada da seguire. Mentre guido tiro fuori dalla bora un chupa chups, lo scarto e me lo metto in bocca: è alla ciliegia, il mio preferito.

<< Qual è il tuo colore preferito? >>mi chiede.

<< Azzurro >>rispondo<< O anche il fucsia…dipende dal giorno >>.

<< Oggi? >>chiede.

<< Non si nota? >>rispondo<< Il tuo qual è? >>chiedo.

<< Il colore dei tuoi occhi >>ammette. Ovvero una specie di azzurro-blu.

<< Cosa c’è nel tuo lettore CD? >>mi chiede ed io devo pensarci un attimo.

Cerco nel cruscotto e tiro fuori un CD masterizzato con varie canzoni moderne, altre vecchie. Le mie preferite. Lui lo esamina attento<< Mi piacciono tutte, tranne questa >>mormora ed indica Angels dei WITHIN TEMPTATION.

<< Credo sia perché non cogli il senso >>gli rispondo<< Lei è stata tradita, eppure non manda a lui demoni, maledizioni, gli manda gli angeli perché lui possa cambiare. Nasconde un amore profondo quella canzone, o almeno è ciò che penso io >>. Gli sorrido e lui sembra pensieroso.

<< Hai ragione >>dice.

<< Come sempre >>rispondo, ridacchiando.

Ad un tratto mi chiede dei miei parenti e io gli descrivo quelli che ho conosciuto, ovvero solo la mamma di mia madre. Poi mi chiede dei ragazzi che ho avuto e io ci penso un attimo prima di rispondere.

<< Bè…erano solo delle uscite così, più per divertimento che per veri sentimenti >>rispondo.

<< Perciò non sei mai uscita con qualcuno che ti piaceva? >>mi chiede, sorpreso. Non si fida.

<< Non a Phoneix >>dico e lo guardo maliziosa. Il suo sorriso si tende, ma dopo un attimo torna a rilassarsi.

<< A cosa pensi? >>chiede.

<< A dove stiamo andando >>rispondo.

<< In un posto dove mi piace stare quando c’è il sole >>dice<< Ti piace quello che stai mangiando? >>chiede. Io gli passo il chupa chups e lui lo assaggia. Sembra gradire per un attimo, ma poi me lo restituisce con una smorfia<< Mi piaceva solo perché sapeva di te >>dice. Io ridacchio e me lo rimetto in bocca. Per un attimo sa di miele, ma poi torna la ciliegia<< Mi piace, sì >>dico.

<< Jessica sa che vengo con te oggi? >>chiede.

<< Non lo sa nessuno >>rispondo.

<< Perché? >>mi chiede, nervoso.

<< Ho pensato che se dovesse finire male, così almeno nessuno avrebbe sospettato di te e della tua famiglia >>rispondo, facendo spallucce.

<< Cioè, spiegami, tu pensi ai guai che potrei passare io se tu non torni a casa? >>chiede, il suo sarcasmo è velenoso.

<< Sì >>rispondo<< La mia vita è futile rispetto a te >>aggiungo.

Lui si ritira imbronciato sul sedile e per il resto del viaggio non vola una mosca. Almeno non si lamenta per la velocità o per la mia guida. Era incredibilmente arrabbiato, ma non avevo niente da dire per rilassarlo. La strada termina e si trasforma in un sentiero stretto, indicato solo da un piccolo ceppo. Parcheggio nel poco spazio disponibile a lato della strada. La temperatura s’è alzata, così mi levo la felpa e la lego in vita. Guardo Edward: anche lui si è tolto la felpa ed indossa una camicia senza maniche, sbottonata, e la pelle bianca e liscia del collo scende tesa sul profilo marmoreo del petto. La muscolatura non più nascosta dai vestiti spicca in tutta la sua perfezione. È davvero perfetto. Mi tende una mano, incerto ed io la prendo.

<< Ti porterò a casa >>mi sussurra all’orecchio.

<< Lo so >>rispondo io semplicemente e lui si rilassa.

Non seguiamo il sentiero, ovviamente, ci avviamo lungo il terreno per lo più regolare ed Edward leva tutti gli ostacoli che giudica pericolosi per me. È veramente molto dolce e premuroso. Nessuno s’era mai comportato così con me, persino mia madre si dimenticava di me quando era presa dal suo rammarico. Camminiamo per lo più in silenzio, ma ogni tanto buttava lì qualche domanda che gli passava per la testa. Quando mi chiede dei miei animali domestici mi viene da ridere.

<< Perché ridi? >>chiede.

<< Dai, Eddy, cosa pensi?A mala pena so badare a me stessa, vuoi che mi prenda cura anche di un animale domestico?Anzi, ti dirò di più, è una fortuna che non mangi >>dico.

<< Perché? >>mi chiede confuso.

<< Così se ti sposo non devo cucinare anche per te >>rispondo. Ovviamente sto scherzando, eppure vedo i suoi occhi brillare per un secondo al pensiero, ma poi si fanno subito tristi e tormentati. Gli abbraccio i fianchi per distrarlo e ci riesco. Dopo molte ore la luce che filtra dal tetto di foglie cambia, da un tono oliva scuro ad un giada luminoso: è uscito il sole.

<< Non siamo ancora arrivati? >>lo stuzzico, fingendo di lamentarmi.

<< Quasi >>sorride del mio tono<< Vedi che là c’è più luce? >>.

Osservo la vegetazione e rispondo<< No >>.

Ridacchia<< Forse è un po’ presto per i tuoi occhi >>.

<< Non ho bisogno di occhiali se è questo che intendi >>rido io e lui sghignazza.

Dopo un centinaio di metri anche io noto tra gli alberi un chiarore, una chiazza di luce gialla, anziché verde. Accelero, sempre più impaziente e lui lascia che lo preceda. Raggiungo i confini della chiazza di luce e, dopo aver oltrepassato le ultime felici, entro in una radura piccola, perfettamente circolare, piena di fiori di campo. C’è anche la musica di un ruscello strusciante nei dintorni. Cammino guardando estasiata ciò che mi sta attorno e poi mi volto verso Edward, ma lui non è alle mie spalle. Mi guardo attorno, cercandolo e lo noto ai margini del prato, nascosto nel fitto della foresta. Mi sta guardando con aria circospetta. Faccio un passo verso di lui, che sembra incerto, riluttante…spaventato quasi. Gli tendo la mano, fermandomi a pochi metri da lui. Lo vedo fare un respiro profondo e poi esce nella luce abbagliante di mezzogiorno, afferrando la mia mano.

Alla luce del sole è veramente sconvolgente. La sua pelle bianca è scintillante, come ricoperta da piccoli diamanti. Se ne sta perfettamente immobile nell’erba, la camicia aperta sul petto iridescente, le braccia nude e sfavillanti. Le palpebre, pallide e luminose, sono chiuse. Una statua perfetta, lucente come cristallo e liscia come il marmo.

Di tanto in tanto le sue labbra di muovono veloci, quasi stessero tremando: canta sottovoce, troppo piano perché io lo senta.

Anche io mi godo il sole. Mi sono tolta i leggings, rimanendo in pantaloncini, e senza felpa e scarpe. La mia pelle dorata quasi splende come la sua. Avvicino lenta un dito e gli accarezzo lieve il dorso della mano, immobile a pochi centimetri da me. è soffice come seta, fredda come la pietra. Sembra quasi delicata, ma so che con quella mano potrebbe facilmente distruggere un macigno. Alzo lo sguardo ed incontro i suoi occhi: sono ancora dorati, ma iniziano a farsi più scuri.

Mi sorride<< Non ti faccio paura? >>mi chiede scherzoso, ma è veramente curioso di saperlo.

<< Non più del solito >>.

Il suo sorriso si allarga ed i suoi denti brillano al sole. Sego il profilo del suo avambraccio, seguendo la linea delle vene ed il profilo dei muscoli.

<< Ti da fastidio? >>chiedo.

<< Al contrario >>risponde e poi sospira gravemente<< Vorrei mi toccassi di più >>mi confida.

<< Girati a pancia in giù >>gli dico.

<< Perché?Tanto non mi abbronzo a metà, tranquilla >>mi dice.

Io ridacchio<< Dai sciocco, fai come ti dico per una volta: fidati >>dico e lui obbedisce. Gli levo la camicia e lui non mi ferma. Poi passo ad accarezzargli la schiena, lenta, ma non lieve per non stuzzicarlo troppo. Gli massaggio i muscoli contratti per l’emozione e lui sospira quando gli accarezzo i capelli sulla nuca: è il suo punto più sensibile.

<< Devo fidarmi più spesso >>mormora. Sembra un gatto che fa le fusa<< Perché mi hai fatto giare?Non capisco…non potevi fare lo stesso lavoro davanti? >>chiede, curioso.

Ridacchio<< Diciamo che è per un discorso di sensibilità >>rispondo<< Siediti >>gli dico. Lui lo fa ed io gli massaggio, nello stesso modo in cui gli ho massaggiato la schiena, il ventre piatto. Il suo respiro si fa subito irregolare, quindi smetto. Mi prende la mano e la riporta dietro il suo collo, tirandomi contro di lui.

<< Hai capito perché? >>lo stuzzico e lui ridacchia, imbarazzato. Poi mi annusa e lo sento fremere<< Il tuo odore, Claire…sei come la mia qualità preferita di eroina >>mormora, il viso nascosto nel mio collo.

<< Se così fosse, dipenderesti da me >>rispondo.

<< Ma io dipendo da te >>mi dice, squadrandomi confuso.

<< Non quanto me, però >>gli dico, sincera.

<< Di cosa hai paura? >>coglie.

<< Di vederti sparire >>.

<< Dovrei farlo, ma non posso. Non riesco >>mormora ed io mi rilasso<< Il tuo calore è straordinariamente piacevole >>.

<< Anche il freddo >>gli dico, accarezzandolo.

<< Ho così paura di farti del male >>dice, dopo un po’.

<< Perché? >>.

<< Claire, odierei me stesso se dovessi farti del male. Non puoi immaginare, che tormento sia stato il pensiero di te pallida, fredda e morta tra le mie braccia. Non potrei resistere senza vederti corrermi incontro sorridente, non potrei vivere senza sentirti fare i tuoi ragionamenti strani >>dice e poi aggiunge, guardandomi con il suo sguardo profondo<< Sei la cosa più importante della mia vita adesso >>.

Mi avvicino a lui, piano, prendendogli il viso tra le mani ed appoggiando la fronte alla sua, per guardarlo negli occhi<< Tu non sei la cosa più importante della mia vita, amore >>gli dico<< Tu sei la mia vita >>. Gli accarezzo dolcemente il viso, il collo, le labbra perfette che al contatto con il mio dito si schiudono. Mi avvicino piano a lui, che apre gli occhi e mi guarda con uno sguardo affamato che mi scuote nel profondo. Eppure non ho paura.

<< Vorrei…sentissi la complessità…la confusione…che provo. Vorrei che potessi comprendere >>dice e mi sfiora i capelli con delicatezza.

<< Spiegamelo >>.

<< Non ne sono capace. Da una parte ho sete di te e questo è il tratto più semplice da riconoscere. Ma ho un altro tipo di…fame e quelli mi sono del tutto estranei >>mormora<< Funziona sempre così? >>chiede, curioso.

<< Sì, ma per me mai prima di oggi. Perché tra noi non c’è solo piacere fisico, o attrazione, c’è sentimento. E non lo avevo mai provato in maniera così forte come ora >>rispondo.

<< Non so come fare a stare così con te >>mormora, impensierito<< Non so se ne sono capace >>.

<< Perché non provi >>dico io e lui mi guarda, indeciso. Poi mi sfiora lento le labbra, appoggiando una mano sul mio collo. All’improvviso, con grande delicatezza, posa la guancia fredda nell’incavo del mio mento, sulla gola. Io ascolto il suo respiro regolare e gli accarezzo i suoi capelli di bronzo, scompigliati dal vento. Con lentezza calcolata mi spinge a terra e fa scivolare le mani sul mio collo, lungo il mio corpo, fino alle cosce, risalendo poi e fermandosi sui fianchi. Sposta il viso di lato, sfiorandomi la clavicola con il naso. Infine, si accuccia con il volto appoggiato dolcemente al mio petto.

Ascolta il mio cuore.

Gli sfugge un sospiro.

Restiamo immobili così per non so quanto tempo. Lui mi prende una mano e con l’altra disegna dei ghirigori sul mio ventre. Io invece gli accarezzo i capelli ed il collo. Poco dopo si stacca da me, ma non si allontana, avvicina il volto al mio viso, sorreggendosi sopra di me con gli avambracci. Mi guarda, lo sguardo dorato accesso dall’eccitazione e dalla malizia. Mi bacia veloce, non lo vedo neanche avvicinarsi, ma non mi interessa. Ormai c’ho fatto l’abitudine. Riesce a sconvolgermi come sempre ed il mio cuore fa le capriole, mancando qualche battito. Lui se ne accorge perché poggia delicato una mano sul mio seno, senza malizia, solo per ascoltare il mio cuore. Rallenta il bacio, ma non diminuisce la sua passione o il suo amore. Mi bacia più a lungo, ma appena sente che si sta eccitando troppo si scosta. Mi accorgo quando si separa da me che una sua mano s’era insinuata sotto la mia maglietta e mi aveva accarezzato il ventre.

Bè, visto che ci sono e che lui è senza maglietta me lo rimiro anche bene. Non c’è neanche paragone con Emmett, Edward è perfetto, bellissimo e sfavillante. Non potrei desiderare niente di più bello. Credo abbia intuito i miei pensieri perché mi sono lasciata molto andare oggi, infatti mi sorride, indeciso tra l’imbarazzo e la malizia. Mi tende entrambe le mani ed io le afferro, facendomi tirare su. Mi tira troppo forte, o forse l’ho fa apposta, comunque finisco di nuovo tra le sue braccia. Io piccola, lui un colosso. Meno male che non è grosso come Emmett, altrimenti scomparirei tra le sue braccia.

<< Piccola e fragile umana >>mormora, accarezzandomi i capelli.

<< Non lasciarmi mai, Edward >>gli dico e lui mi stringe più forte. Non me lo promette. Non può. Ed io lo so bene. Perché prima o poi lui se ne andrà. Arriverà il momento in cui si fermerà a pensare ed a quel punto lo perderò, me lo sento, ma non posso evitarlo. Dovrò solo affrontare la realtà quando mi si presenterà davanti agli occhi.

<< Posso mostrarti una cosa? >>chiede, lo sguardo acceso da un entusiasmo improvviso.

<< Cosa? >>chiedo, sospettosa.

<< Il modo in cui io mi sposto nella foresta >>dice. Nota la mia espressione stranita e le sue labbra disegnano un sorriso sghembo adorabile. Il mio sorriso sghembo<< Dai, amore, sali in spalla >>dice ed io obbedisco. È come aggrapparsi ad una roccia, lo posso stringere quanto voglio, tanto non gli fare mai del male.

Mi sorprende quando all’improvviso afferra la mia mano e se la mette davanti al naso, ispirandone il sapore<< Sempre più facile >>mormora e poi inizia a correre.

Sfreccia veloce tra le piante del sottobosco denso e scuro come un proiettile, come un fantasma. In assoluto silenzio, sembra che i suoi piedi siano sempre sollevati da terra. Respira regolare, senza alcun sforzo. Gli alberi ci passano davanti a velocità mortale, mancandoci ogni volta di pochi centimetri. Percepisco la sua eccitazione, la sua euforia, e mi scopro a condividerla. Amo la velocità. Lui ama la velocità. Amiamo la velocità. Ma tutto finisce in un attimo. In pochi minuti siamo tornati alla Mini.

<< Elettrizzante, eh? >>chiede, entusiasta, su di giri.

Rimane immobile, in attesa che io scenda, ma non ne ho voglio<< Se resto qui sopra ti dispiace? >>chiedo quando sento la sua ansia. Si rilassa e sospira.

<< Fai pure se vuoi >>mi dice, ridendo sotto i baffi. Scioglie con delicatezza la mia presa e mi fa scivolare di lato, come una bambina<< Sei adorabile >>mi dice e io gli sorrido.

Lo faccio guidare, così è più sereno.

<< Hai davvero 104 anni? >>chiedo.

<< Sì, sono nato a Chicago nel 1901. nel 1918 stavo morendo di spagnola. Fu in un ospedale che mi trovò Carlisle. E siccome non avevo speranze mi ha salvato >>mormora<< Un’esperienza assolutamente dolorosa. Ma per Carlisle dev’essere stato peggio. Pochi di noi possiedono l’autocontrollo necessario. Se io dovessi trasformare te… >>inizia, ma si blocca, rabbrividendo.

<< Sapresti fermarti >>gli dico sicura<< Non puoi uccidermi. Puoi arrivarci vicino, ma alla fine non ci riuscirai. Vedrai >>.

<< Ti sbagli >>.

<< Io so tutto >>.

Mi racconta la storia della sua famiglia e sento nella sua voce tutto l’affetto che prova (penso che la storia dei Cullen la conosciate tutti, quindi evito di scriverla…NdMe). Scopro che Emmett, Alice, Carlisle ed Esme lo appoggiano, gli altri non capiscono perché lui si intestardisce con me. prima me lo chiedevo anch’io, ma ora so perché. Lui mi ama, non ho alcun dubbio su questo. E sarà proprio perché mi ama che se ne andrà. È una sensazione che ho addosso da sempre, dalla prima volta che l’ho visto. Dalla prima volta che ho capito che lui era diventato la mia unica ragione di vita.

Ad un tratto, mentre siamo fermi con la macchina nel mio garage, il mio stomaco reclama cibo e lui sussulta<< Scusa…mi ero dimenticato che devi cenare >>. È dispiaciuto.

<< Non ti preoccupare, lo avevo dimenticato anche io >>.

<< Allora, ti lascio >>dice. Non ne è felice.

<< Perché non resti? >>propongo e vedo i suoi occhi illuminarsi.

Scende dall’auto e mi apre la portiera, come un cavaliere. Io gli sorrido e lo prendo per mano. Saliamo di sopra e mi precipito subito in cucina. Tiro fuori dal freezer una pizza surgelata e la metto nel microonde. Edward si è seduto sullo sgabello del tavolo e mi fissa, affascinato.

<< Non vedo l’ora che arrivi stanotte >>dice, ad un tratto.

<< Perché? >>chiedo.

Sembra indeciso, chiaramente pentito di aver aperto bocca<< Perché parli nel sonno >>dice, alla fine.

Gli sorrido<< Lo so, lo faccio sempre da… >>stavo per dirgli del mio piccolo incidente volontario, ma non lo faccio<< …uhm…credo da quando sono entrata in carcere >>mi fingo pensosa e lui abbocca. Non voglio rivelargli quella parte della mia vita. Non voglio riportarla a galla. Ho impiegato anni per cancellarla, per renderla indolore. Non posso tirarla fuori adesso o cederei di nuovo.

<< Hai pronunciato il mio nome >>ammette, con uno sguardo molto caldo.

<< Tante volte? >>chiedo.

<< Qual è la soglia del “tante”? >>.

Mi viene da ridere. Sono imbarazzata, ma non posso fare altrimenti. Lo sogno e non me ne vergogno per niente<< Bè…ti sogno è vero. Sempre direi e sinceramente sono anche felice di farlo >>dico, sfidandolo con lo sguardo.

Mi abbraccia<< Se fossi capace di sognare, sognerei te. E non mi vergogno a dirlo >>mi sussurra all’orecchio e io lo stringo. È compiaciuto dei miei gesti d’affetto, lo sento gongolare. Fa tenerezza.

Mi tiene compagnia mentre mangio, chiacchierando su tutto. chiedendomi spiegazioni sui vari elettrodomestici. Se ci si mette non la finisce più. Alla fine rinuncio a mangiare e lo seguo per tutta la casa. Guarda ovunque, ispeziona il mio spazio vitale, e solo dopo un’ora buona andiamo in camera mia.

<< Arrivo subito >>gli dico e vado in bagno. Ritorno pronta per dormire e lo trovo seduto sul letto in completo relax. Mi butto sul letto accanto a lui e gli rimbalzo addosso. Lui mi prende, divertito.

<< Ti trovo accaldata >>commenta ed avvicina il suo viso al mio, sfiorandomi con la guancia ghiacciata. Gemette con un respiro profondo. Con il naso mi sfiora l’incavo del collo e con la mano mi tira indietro i capelli, scoprendo la pelle delicata dietro l’orecchio, per posarvi sopra le labbra. Con le mani mi accarezza piano il collo, le spalle e poi giù fino ai fianchi. Mi metto a cavalcioni sopra di lui e lo bacio. Le sue mani si insinuano sotto la mia maglietta intima e mi accarezzando con delicatezza. Gli passo entrambe le mani dal ventre fino al petto e poi al contrario finché non lo sento ringhiare e stringermi più forte. Forse ho esagerato. Infatti lui mi stacca da lui un poco<< Non esagerare, amore >>mi dice, guardandomi malizioso.

<< Sei tu che mi fai impazzire con i tuoi tocchi calcolati >>rispondo, guardandolo allegra.

Mi sorride compiaciuto<< Sei ottimista oggi >>commento.

<< E non dovrei esserlo?Stringo tra le braccia una ragazza stupenda, che sa cosa sono e che è disposta a morire pur di starmi accanto. Dimenticavo che la amo da impazzire >>dice e mi sorride<< Non dovrei essere egoisticamente felice? >>.

<< Sì, lo devi essere sempre >>. Lo guardo negli occhi intensamente.

<< Se stai come me lo sarò >>mi dice.

<< Sarò sempre con te. Sempre. Anche se mi lacerai io sarò sempre con te. Per l’eternità >>gli mormoro all’orecchio. Dopo poco mi addormento tra le sue braccia.

 

ALTRE IMMAGINI (RICERCARE LE IMMAGINI DEI PERSONAGGI MI PIACE UNA CIFRA...HIHI)

 

ALFRED REDFIELD:

http://www.iesb.net/images/stories/productionstills2/lucius-malfoy.jpg

http://xoomer.virgilio.it/magichschool/lucius_malfoy3.jpg

DANIELLE REDFIELD:

http://static.blogo.it/tvblog/aida-yespica-nella-gabbia-di-matti/aida_yespica01.jpg

http://www.gossipnews.it/mondanita/calendario_nena_ristic_per_matrix/images/sexy_aida_yespica_56b2.jpg

SECONDA MOGLIE DI ALFRED: http://image013.mylivepage.com/chunk13/959326/804/cristina%20aguilera.jpg

http://img2.timeinc.net/people/i/2006/celebdatabase/christinaaguilera/christina_aguilera1_300_400.jpg

 

Salve a tutti!Sono tornata!Dunque come vedete in questa mia FF Edward è un tantino più…uhm…espansivo con le effusioni amorose, però ha comunque il solito blocco che ha anche l’Edward originale di S. Meyer. Resterà da vedere come va a finire. Personalmente le idee le ho ben chiare (stranamente) quindi penso che dovrei riuscire ad aggiornare abbastanza frequentemente…contenti?Hihi!Spero lascerete un commentino!!!CHIEDO SCUSA IN ANTICIPO SE CI SARANNO ERRORI DI BATTITURA MA SE VOGLIO POSTARE ADESSO NON HO TEMPO DI RILEGGERE TUTTO!!!!SCUSATE!!!LO SISTEMERÒ IN SEGUITO!!!!

Snow Fox: io ti dico che tutto ciò che va male…è colpa di Jacob. Quindi in questa mia FF l’ho letteralmente tagliato fuori. Andando avanti la trama sarà sempre più diversa perché come sai Jacob è una parte importante dei libri originali e se qui non c’è…puoi solo immaginare la diversità. E poi, intendiamoci, Claire è un personaggio fuori dalla norma completamente perché è un miscuglio di alcuni miei pensieri e di quelli di altri personaggi (Jack Sparrow è un esempio). Volendo potrebbe benissimo diventare una killer sanguinaria un giorno ed una poliziotta un altro. Ovviamente non succederà. Spero passerai presto visto che mi sembra di essere stata abbastanza veloce!!!A MORTE JACOB!!!!HIHI!!!BACI

Losch: sì, quella scena della pistola è piaciuta molto anche a me. Mi immagino la scena e la faccia di Edward…mi viene da ridere da sola!!!Quella del non lasciarmi è la più dolce e triste che ho mai fatto mi sa, mi sono proprio espressa. Hihi!Sono proprio contenta che questa FF ti abbia catturato così tanto!!!Spero di continuare a farlo!!!Eh, eh!!!Un bacio, alla prossima recensione….ti aspettoooooooooooooooo

Nene_cullen: ma ciao!!!!Ho aggiornato presto????Comunque il capitolo è fantastico solo perché c’è Eddy…hihi…e la pistola ovviamente!!!Spero che questo capitolo ti piaccia, vedrai quando Claire andrà a casa Cullen…ci sarà da divertirsi…eh, eh!!!MORSETTI!!!

Fracullen: ciao!come vedi Claire ha rivelato qualcosa ad Eddy, ma non tutto. ci sono parecchie cose che scoprirà molto più tardi e magari non direttamente da Claire (vedi Steve o Kris). Spero che il capitolo ti piaccia!!!!Baci!!!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I CULLEN ***


I CULLEN

I CULLEN

 

1°GIORNO

 

Ennesimo giorno di cielo coperto. Speravo che il sole potesse durare più a lungo. Invece no. Il mio risveglio sarebbe stato depressivo se non mi fossi trovata tra le braccia fredde e dure di Edward. Ho un leggero inghippo alla schiena: per quanto possa essere bello dormire tra le braccia di Edward, lui non è per così dire il cuscino ideale in quanto è duro quanto il marmo. Piccoli inconvenienti nell’avere un compagno Vampiro senza essere Vampiro a sua volta. Sopportabile comunque. Per poter stare con lui farei di tutto. Anche rinunciare alla mia Ferrari, che è la cosa a cui tengo di più. (cosa, non PERSONA). Una mano fredda si infila nei miei capelli: ha capito che mi sono svegliata.

<< Non mi riuscirà mai di coglierti di sorpresa? >>chiedo, guardandolo. Mi sorride, i suoi occhi sono caldi, ma sempre più scuri.

<< Mi sorprendi sempre, in realtà >>risponde. Ha un’espressione strana, che non capisco.

<< E perché tu dici questo? >>gli chiedo, curiosa.

<< Non fai mai quello che mi aspetto tu faccia >>risponde.

<< Per esempio? >>chiedo.

Lui sbuffa<< Non lo so…non reagisci come una persona normale >>mormora.

<< Ma io non sono normale >>rido e mi stringo di nuovo a lui, appoggiando ancora la guancia sul suo petto. Un impellente bisogno di usare il bagno mi costringe a lasciare il rifugio amoroso delle braccia di Edward, ma solo per qualche minuto. Quando torno dal bagno lo trovo sempre lì nel letto.

<< Ancora a letto? >>esclamo<< Rampa fuori, o pigrone! >>.

Edward balza in piedi come una molla e con un salto così potente da raggiungermi senza poggiare piede una seconda volta. Lo guardo: indossa ancora la maglietta ed i jeans del giorno prima, quindi non è andato via.

<< L’ho fatto per farti contenta >>mi dice, seguendo il tuo sguardo<< E poi dovevo ascoltare quello che avevi da dirmi nel sonno >>aggiunge, con ancora quello sguardo strano.

<< E cosa ho detto di così interessante? >>chiedo, uscendo intanto dalla mia camera. Entro in quella che un tempo era la camera di mio padre e mia madre, quando vivevano qua quando ero piccolissima. L’arredamento è meno moderno e funzionale del mio: c’è un letto a baldacchino, con le coltri viola scuro, e i mobili sono di legno pregiato. C’è anche un tappeto ai piedi del letto, un orso bianco, ovviamente vero. Che schifo. Cerco di non pensarci troppo ed avanzo: se non fosse per la cameriera che fa le polveri quando io sono a scuola sarebbe tutto impolverato.

<< Allora?Mi dici cosa ho detto? >>chiedo, quando vedo Edward guardarsi intorno, incuriosito. Mi siedo sul bordo del letto e lo osservo con la testa piegata di lato.

<< Hai detto che mi amavi >>dice, infine.

<< Ti amo >>dico, prendendogli le mani. Lo tiro un po’ e lui si avvicina a me. Mi prende delicatamente in braccio e mi appoggia sul letto. A quel punto mi bacia. Credo ci abbia fatto l’abitudine. I suoi baci hanno sempre il potere di mandarmi in estasi, di confondermi, di farmi dimenticare tutto quanto. Penso solo a lui quando lo bacio. Alle sue labbra fredde sulle mie, alle sue mani che mi accarezzano, alla sua pelle fredda ed ai suoi muscoli che si tendono al mio tocco per il piacere. Quando sto con lui così non ho paura, mi sento amata e posso amarlo davvero, posso fargli sentire quanto ho bisogno di lui, anche se non so se lui se ne rende conto. Ovviamente si stacca sempre troppo presto per i miei gusti: io passerei la giornata a baciarlo, ma lui rischia sempre di superare il limite e non vuole. Non vuole perché ha paura di farmi del male.

<< Volevi provare anche questo letto, per caso? >>mi chiede, sghignazzante.

<< No…ti avevo portato qui per trovarti qualcosa da mettere…a meno che non vuoi una mia gonna >>lo guardo con gli occhioni spalancati e lui ride, felice. Mi prende di nuovo in braccio con una velocità ed una forza sorprendente, rimettendomi a terra, davanti all’armadio.

<< Illuminami…come mi vestiresti? >>chiede, divertito.

Io apro l’armadio e scopro che è un vero e proprio camerino, più grande del mio, perché contiene anche gli abiti di mia madre<< Uff…ci perderò una giornata >>commento, ma poi mi accorgo che è tutto perfettamente diviso. In una zona ci sono le camicie, in un’altra le giacche, nell’altra i pantaloni, poi le scarpe, i cappotti, i cappelli, i guanti, ecc. Tutto ciò che un uomo ricco e rispettabile come mio padre deve avere per essere sempre al meglio. Ci sono anche parecchi abiti di mia madre che potrei utilizzare, ma non ci riesco. Un po’ lo faccio per rispetto, un po’ perché mi viene la malinconia solo a guardarli: alcuni hanno ancora il suo profumo.

<< Sei forse un po’ troppo diciassettenne per indossare gli abiti di mio padre, ma tanto staresti bene con qualunque cosa >>commento. Gli passo una camicia nera a maniche lunghe e poi mi infilo a cercare un paio di jeans. Ho poche speranze. Eppure ne trovo un paio, ovviamente di classe, ma pur sempre jeans. Evviva!Glieli passo, ma prima controllo se la vita più o meno c’è.

<< Cintura…mi serve una cintura >>commento e di nuovo vado alla ricerca. Edward mi guarda esasperato, ovviamente non mi da una mano, preferisce lasciarmi alla ricerca disperata di una cintura. La trovo. Nera di pelle. Può andare. Gliela consegno e lo spedisco nel bagno di mio padre. Ora sono io a sdraiarmi sul letto in attesa. Ci impiega meno di quanto pensassi. La camicia gli va giusta, ma ha dovuto rimboccare le maniche fino a metà perché è troppo lunga. I jeans sono un po’ larghi…gli faccio segno di girare su sé stesso…ma gli fanno un bel culo.

<< Hai un bel culetto, sai? >>lo prendo in giro e lui si volta verso di me, esasperato.

<< Sei incorreggibile >>mi dice.

S’è sistemato anche i capelli, ma sono sempre scompigliati<< I tuoi capelli…sono proprio così o sei tu che te li spari in aria? >>chiedo.

<< Sono così. Qualche anno fa…molti anni fa…mi toccava farmeli “lisciare” da Alice perché i capelli scompigliati non andavano molto di moda >>mi risponde.

<< Avevi il ciuffetto, scommetto (VEDI TWILIGHT FILM: la scena in cui Bella scopre che Eddy è un Vampiro e si immagina la scena dove lui la morde. Sono vestiti un po’ da antichi e lui quando si stacca da lei perde il sangue da un lato della bocca [veramente sexy] ed ha i capelli lisci con il ciuffo…NdMe) >>dico, sorridendo.

<< Come lo sai? >>chiede, sorpreso.

<< Si vede da come sono tagliati i tuoi capelli >>rispondo semplicemente. Lui mi fa alzare e scendiamo in cucina. Mi siedo sul piano della cucina con un salto e lo guardo<< Cosa mi prepari di bello? >>chiedo.

<< Cosa ti piacerebbe mangiare? >>mi chiede, confuso.

<< Un grizzly >>rispondo ed il suo sguardo si accende di allegria<< Ma penso che mi accontenterò dei cereali, okay? >>. Mi alzo e cerco la tazza, il latte ed i cereali. Mi faccio una tazza bella piena di cereali e di latte, che poi inizio a mangiare, sempre sotto lo sguardo attento di Edward.

<< Vuoi qualcosa anche tu?Se gradisci ci sarebbe un gatto che gira nel mio cortile e che continua a lasciarmi “ricordini” poco gradevoli quando cammino senza pensare a dove metto i piedi >>propongo.

Lui alza gli occhi al cielo e mi prende di mano la ciotola ed il cucchiaio. Si mette ad imboccarmi. Io per un po’ oppongo resistenza, ma alla fine lo lascio fare: chiaramente si sta divertendo, quindi contento lui. Assumo l’aria della bambina rassegnata e lui sorride ancora di più. È altamente umiliante essere imboccata, ma Edward è così terribilmente carino che non gli posso dire di no.

<< Oggi cosa mi proponi? >>chiedo, curiosa.

<< Uhm… >>si fa pensoso. Scommetto che ha già in programma tutto, ma non vuole darlo a vedere<< Cosa ne dici di venire a conoscere la mia famiglia? >>mi propone alla fine. Ho fatto centro: chissà da quanto ci pensa.

<< Se non sono inclusa nel menù… >>rispondo, guardandolo seria. In realtà lo sto prendendo in giro.

<< Non ti faranno del male, non devi avere paura >>mi dice lui, protettivo.

Mi fingo intimorita e lui mi abbraccia. Mi sento disgustosamente un’approfittatrice…mi piace la cosa. Lui mi stringe a sé con dolcezza, per tranquillizzarmi, e io respiro il suo profumo. Gli bacio il collo e poi sotto il mento, scendendo fino alla gola. Capisce il trucco.

<< Tu non hai paura! >>mi accusa, guardandomi torvo.

Io sorrido sorniona<< Per niente >>rispondo e poi scoppio a ridere.

<>dice lui, fingendosi arrabbiato.

<< Dai… >>gli dico, abbracciandolo e lui mi perdona subito. Non resiste al mio sguardo da cucciola dolce. Mi prende in braccio e mi trasporta in camera. Mi spedisce a vestirmi senza troppi complimenti: non ammetterebbe un “no” come risposta<< Scegli tu >>gli dico, aprendogli il mio armadio.

Lui mi fissa imbarazzato ed io gli indico ancora di scegliere: non ammetto un “no” come risposta.

Alla fine si immerge nel mio armadio, setacciando ogni mio singolo capo d’abbigliamento. Tira fuori una gonna di jeans…minigonna…a sacchetto, un paio di leggings neri e poi prende la mia solita felpa fucsia con la maglietta nera.

<< Mi piace come ti sta questa felpa >>commenta e mi passa i vestiti.

<< E dai, ammetto che hai gusto >>concedo e lui sorride, passandomi anche la cintura, ovviamente fucsia. Mi vesto velocemente e poi prendo le mie scarpe-sandalo fucsia, tacco a spillo da 10 centimetri. Mi metto di fianco a lui e noto che così il divario è meno evidente.

<< L’hai fatto apposta? >>mi chiede con un sorriso beffardo, osservandomi quasi senza abbassare la testa. Sottolineo il quasi.

<< No, no >>rispondo io, abbracciandolo. Stavolta non si deve abbassare più di tanto per baciarmi. Lo fa con delicatezza, cercando di controllarsi…mi sono appena vestita, vorrei ben vedere.

<< Andiamo? >>mi chiede con quella sua voce calda e seducente, una volta spezzato il contatto tra le nostre labbra.

<< Al patibolo? >>chiedo, innocente.

<< No, a casa mia >>risponde, prendendomi per mano.

<< Quasi preferivo il patibolo >>commento e lui scoppia a ridere.

Scendiamo il garage, ma invece che dirigermi verso la Mini vado verso la Ferrari. Lui mi segue, gli occhi brillanti, e io gli lancio le chiavi<< Schiantati e rimpiangerai veramente di essere stato trasformato da Carlisle >>lo minaccio.

<< Farò del mio meglio, amore >>mi assicura.

<< Per schiantarti o per evitare di schiantarti? >>chiedo, ridacchiando.

<< Mah… >>risponde, misterioso. Gira la chiave ed il motore canta. Lui accelera e partiamo veloci verso casa sua.

Edward ferma la macchina in una radura, al centro del bosco, che può benissimo essere un giardino dal tanto è curato. Sei antichissimi cedri fanno ombra ad un acro intero e la loro ombra arriva fino alle mura della casa, che svetta in mezzo, e rende inutile la veranda che circonda il primo piano.

La casa è…VEDI: http://i32.tinypic.com/23vb53k.jpg

Si sente il fiume scorrere nei dintorni.

<< Però… >>commento.

<< Ti piace? >>mi chiede lui subito.

<< Sì >>rispondo e lui mi sorride. Mi apre la portiera e mi prende subito per mano, senza pensarci.

<< Sei bellissima >>mi sussurra all’orecchio ed io mi giro per baciarlo. Riesco a coglierlo di sorpresa, oppure semplicemente voleva anche lui questo contatto tra noi.

Attraversiamo l’ombra scura fino alla veranda. Lui con il pollice disegna cerchi sul dorso della mia mano. Apre la porta e mi fa entrare.

L’interno è…VEDI: http://lullabyforbella.files.wordpress.com/2009/02/casa-cullen.jpg

Tutto è molto luminoso, arioso e ampio. Sul retro si apre un’enorme vetrata che continua per tutti i tre piani della casa. Mi piace molto di più della mia casa attuale. C’è un’aria molto più accogliente. Ad accoglierci, in piedi su un rialzo dove svetta uno spettacolare pianoforte a coda, troviamo i genitori di Edward. Carlisle me lo ricordavo bene, ma Esme…bè, direi che regge il confronto. Il viso a cuore è incorniciato da soffici capelli color caramello. È molto minuta, esile, ma un po’ più rotonda dei suoi figli. Il suo sorriso è caldo, accogliente…materno. Mi ricorda molto mia madre, sebbene non si somigliano affatto. Entrambe hanno quello sguardo dolce di chi sa amare tutti senza pregiudizi, di chi dona affetto a tutti…occhi quasi ingenui, a volte.

È Edward a spezzare il breve silenzio in cui ci siamo occhieggiati un po’ tutti<< Carlisle, Esme, vi presento Claire >>.

<< Benvenuta, Claire >>. Carlisle si avvicina e mi tende la mano, che io stringo.

<< Piacere di rivederla, dottor Cullen >>.

<< Sei la ragazza di Edward…quindi puoi chiamarmi Carlisle >>mi dice, sfoderando un sorriso ampio e luminoso.

<< Carlisle >>acconsento, ricambiando il sorriso. Mi sento subito a mio agio qui, c’è un’atmosfera famigliare, di affetto reciproco.

Esme mi sorride e si avvicina. Mi stringe la mano con una stretta forte, decisa, proprio come me l’aspettavo<< Sono davvero felice di fare la tua conoscenza >>mi dice e nei suoi occhi leggo solo sincerità ed affetto.

<< Anche io ne sono lieta, veramente >>rispondo con un sorriso caloroso. Edward finalmente si rilassa…era più teso di me. E sì che sono io quella che potrebbe finire mangiata. Mah…

<< Cavoli…Edward tua madre ha meno rughe di me… >>mi lascio sfuggire e poi mi tappo la bocca, imbarazzata. Mi hanno sentito ovviamente, infatti ridono tutti e tre<< Oggi sono entrata ufficialmente a far parte del club “viva la tola” (tola: figura di m***a) >>commento.

<< Tola? >>mi chiede Edward, smettendo di ridere come gli altri.

<< Sì è un modo carino per dire: figura di m… >>dico, lasciando la frase in sospeso.

<< Vabbè…tanto tu ne fai tante quindi ormai ci hai fatto l’abitudine >>commenta Edward.

Tutti aspettano una mia risposta ed io faccio per ribattere. Poi però mi metto a pensare e poi scrollo le spalle<< Hai ragione >>ammetto. Carlisle ed Esme scoppiano di nuovo a ridere.

<< Ci voleva qualcuno che vi facesse ridere, ah? >>chiedo, divertita.

Loro si bloccano, pensando di avermi offesa, ma io sorrido tranquilla. Certo dai genitori del mio ragazzo mi sarei aspettata di peggio, ma loro sono una famiglia particolare, quindi anche le loro priorità sono particolari. E poi, Eddy sa badare a stesso e sa badare anche a me volendo.

<< Per caso c’è stato uno spopolamento di Cullen di recente? >>chiedo, osservando la casa vuota.

<< Sono a scuola a differenza di noi due >>mi risponde Edward.

<< Oh, bè…poveri loro >>commento e mi guardo intorno<< Chi ha arredato la casa ha davvero buon gusto >>commento.

<< Ecco…hai conquistato il cuore di mia moglie >>commenta Carlisle. Mi volto verso Esme che mi sorride entusiasta. È così facile scambiarla per una ragazzina piuttosto che per una mamma!

Si avvicina a me e mi trascina di qua e di là, chiedendomi cosa mi piace e cosa mi piace di meno. Ci troviamo subito, abbiamo gli stessi gusti su molte cose. È mentre stiamo analizzando il divano che vedo Carlisle parlare con Edward. Le sue labbra si muovono velocissime, ma riesco comunque a leggere le parole “vampiri”, “nomadi”, “attento” e poi il mio nome. Non è difficile formulare la frase: ci sono dei Vampiri nomadi in giro, stai attento a Claire. Torno ad ascoltare Esme per niente preoccupata: Edward mi proteggerà, ne sono sicura. Se c’è lui non ho paura.

Esaminati tutti i mobili, mi avvicino al piano, seguita dallo sguardo indagatore di Edward, e lo fisso assorta. Mi ricorda bei momenti passati con mia madre, quando mi insegnava alcune note, poi alcune canzoni, che poi suonavo ogni tanto quando venivano degli ospiti a trovarci. All’epoca mio padre era orgoglioso di me, ma già cominciava a diventare freddo, distaccato…il classico pater familias dei tempi addietro.

<< Suoni? >>mi chiede Esme, dissolvendo i miei pensieri. Le sono grata perché mi mettono sempre malinconia i ricordi, per quanto belli possano essere. E io non voglio più essere triste.

<< Ssssssì…ehm…tiro avanti, diciamo >>rispondo, sorridendo<< È tuo? >>chiedo.

Lei ride<< No, Edward non ti ha detto che è musicista? >>.

<< No >>. Mi volto a guardarlo sorpresa e la sua espressione è innocente. Sembra uno di quegli angioletti dei dipinti delle chiese<< Ma immagino che avrei dovuto saperlo >>.

Esme alza le sopracciglia delicate, confusa.

<< Edward è capace di fare tutto, no? >>dico e Carlisle soffoca una risata, mentre Esme lancia ad Edward un’occhiata di rimprovero.

<< Spero non ti sia vantato troppo…non è per niente educato >>dice Esme.

<< Giusto un pochino >>si lascia sfuggire lui, con una risata e scambia con sua madre uno sguardo complice.

<< Suona per me, dai >>gli dico.

<< Non è maleducato? >>chiede lui a sua madre.

<< Se è lei a chiederlo no, anzi, è scortese rifiutare >>risponde questa. È buffo: Edward il cavaliere super galante che prende lezioni di galateo…è proprio una famiglia strana.

Edward mi trascina accanto a lui sul seggiolino. Prima di abbassare lo sguardo sui tasti mi fissa con espressione implorante. Non leggo nella mente, ma quell’espressione è inconfondibile. Gli abbraccio il collo con delicatezza ed appoggio la testa sulla sua spalla. Lui sospira e le sue dita iniziano a pigiare delicate sui tasti d’avorio. Il salone si riempie del suono di una composizione complessa, dolce, triste, struggente…malinconica in alcuni punti. Tra le note riconosco anche la mia ninna nanna, quella che ogni sera mi canticchia dolce all’orecchio.

<< L’hai ispirata tu… >>mi dice, a bassa voce. La musica si riempie di una dolcezza insostenibile. Sono senza parole, mi viene solo da dire una cosa<< Claire’s Lullaby >>.

Annuisce sorridendo ed io gli bacio delicata il collo. Esme e Carlisle non ci sono più, ma anche se ci fossero stati l’avrei fatto comunque.

Sospira felice e soddisfatto. La mia canzone finisce con le note più malinconiche ed il silenzio del salone sembra rendere omaggio ad Edward ed alla sua bravura. Non ho niente da dire, mi limito a baciargli dolce le labbra, so che lo apprezza di più di mille parole. Non c’eravamo mai baciati con così tanta dolcezza. Solitamente era la passione a dominarci e l’amore passava un attimo in secondo piano. Ma questa volta ci baciamo con dolcezza e l’amore tra noi è ben visibile, quasi palpabile. Si stacca da me dopo istanti che mi sembrano interminabili e mi guarda con quei suoi occhi dolci, caldi e grandi.

<< Mi fai impazzire, amore >>mi dice, intensamente.

<< Amore, tu sei già pazzo >>sghignazzo io, ma lo stringo per dirgli che lo stesso vale per me.

<< Ci sono dei nomadi in giro, amore? >>chiedo, innocente.

Lui si stacca da me e mi guarda confuso<< Come lo sai? >>mi chiede.

<< Ho letto il labiale mentre parlavi con Carlisle >>rispondo, facendo spallucce.

Mi sorride, sorpreso<< Tu mi sorprendi sempre, amore…non so mai cosa aspettarmi da te >>.

<< Amore mio, tu da me devi aspettarti qualunque cosa! >>gli dico, sorridendo e lui mi stringe di più. Il contatto col suo corpo freddo è piacevolissimo, ma lui si stacca troppo presto. Si alza in piedi e mi prende per mano<< Ti mostro il resto della casa >>annuncia, sorridendo<< Dai, dimmi cosa ti aspettavi di trovare in casa mia… >>chiede, sinceramente curioso, ma anche un po’ divertito.

<< Almeno una bara…al posto di quella croce almeno >>rispondo quando ci fermiamo alla fine del corridoio del primo piano, dove svetta una grandissima croce di legno.

<< Questa è del padre di Carlisle >>annuncia.

<< Ammazza…è vecchio bene anche lui >>commento, sorpresa.

<< Ha compiuto da poco trecentosessantadue anni >>mi informa Edward.

<< Fagli gli auguri da parte mia >>ridacchio io.

La storia di Carlisle è davvero interessante ed Edward me la racconta mentre giriamo per la casa. Finisce proprio mentre arriviamo davanti alla sua camera. Ho persino scoperto che i Vampiri non respirano…dovevo aspettarmelo visto che i loro organi sono morti, ma è stata comunque una sorpresa…una stranezza. Edward mi è parso malinconico dopo che mi ha rivelato ciò e che io sono rimasta senza parole, ma non capisco il perché. Scopro anche che è difficile uccidere un Vampiro, ma questo già l’avevo capito da sola. È la prima volta che sento parlare dei Volturi, i capi supremi dei Vampiri, che controllano e puniscono i trasgressori. È strano pensare ai Vampiri come ad una società organizzata in modo “gerachizzato” come è effettivamente e questo mi affascina molto, soprattutto il modo in cui i Volturi puniscono e controllano. Sono affascinata dal racconto di Edward e lui sembra compiaciuto di avermi catturato così tanto. A quel punto mi racconta la sua storia e scopro che per un certo periodo aveva rinnegato la dieta vegetariana di Carlisle, saziandosi di umani che lui capiva “cattivi” dai pensieri. Ma alla fine era tornato di nuovo da suo padre.

<< Non sei disgustata dal sapere che il tuo ragazzo è un assassino? >>mi chiede, triste e contrito. Teme una mia condanna<< No >>rispondo sincera.

<< Perché no? >>.

<< Perché mi sembra una scelta ragionevole…io in prima persona non so se farei come te e tutta la tua famiglia >>ammetto.

A quel punto ci fermiamo di fronte all’ennesima porta, all’ultimo piano<< La mia stanza >>annuncia e mi entrare.

La camera è rivolta a sud, con una grande vetrata al posto della parete. Le anse del fiume sono ben visibili, come la foresta vergine. Il lato ovest della stanza è completamente occupato da scaffali di CD…più fornito di un negozio. Nell’angolo c’è l’impianto stereo, ovviamente sofisticatissimo. Niente letto, solo un divano di pelle nero, molto invitante. Il pavimento è ricoperto da uno spesso strato di tappeto dorato e dalle pareti penzolando drappi pesanti, leggermente più scuri…probabilmente migliorano l’acustica.

Ai piedi del divano c’è un tavolino, pieno zeppo di diari<< Cento anni di diari, amore? >>chiedo, con un sorriso.

<< Sì…ehm…io non li leggerei…a meno che non soffra di insonnia >>mi risponde, imbarazzato.

<< Okay… >>acconsento io e passo ad altro.

<< Puoi!...se vuoi >>aggiunge ed io gli sorrido.

<< Non ho bisogno del passato, ora voglio viverti nel presente. Più avanti magari potrei dargli una sbirciatina >>rispondo, facendogli l’occhiolino. Mi accorgo che a parte in giro per la stanza ci sono parecchi libri sparsi, custodie di CD ed anche i diari sono tutti in disordine: Edward Cullen è meno ordinato di quanto pensassi. Puntiglioso su certe cose, ma molto poco su altri.

<< Amore, non sei così ordinato e puntiglioso come sembri >>commento, voltandomi vero di lui, ma il suo sguardo è assente, pensoso.

<< Che c’è? >>gli chiedo, avvicinandomi.

<< Immaginavo che mi sarei sentito…sollevato. Farti sapere tutto, non aver più bisogno di segreti: non doverti più mentire. Ma è ancora meglio. Mi fa sentire felice >>si stringe nelle spalle e si illumina.

<< Sono contenta >>dico e lo abbraccio. Lui mi accarezza dolce, baciandomi delicato i capelli. La situazione si fa piuttosto intima perché tutte queste rivelazioni ci hanno avvicinato ancora di più. Non sono in imbarazzo, per niente, sono felice, ma le cose rischiano di sfuggirci di mano.

<< Temo che prima o poi tu scapperai per la paura, per qualcosa che ho detto >>commenta.

<< Mi dispiace deluderti, ma non sei affatto pauroso >>rispondo, usando il suo stesso tono di voce, basso e complice.

Alza le sopracciglia per mostrarmi un’ostentata incredulità e poi sfodera un sorriso, quasi un ghigno<< Questo non dovevi dirmelo, amore >>.

Inizia a ringhiare, scattando in un’altra posizione: mezzo acquattato con i muscoli tesi, pronto a balzare. Mi mostra i suoi denti perfetti ed a quel punto si scaglia su di me. finiamo fuori dalla finestra. Io sono di spalle, non vedo niente. Lui mi tiene stretta e poi lo sento scontrarsi con qualcosa…forse un albero?Lo spero. Mi prende con delicatezza con una mano e mi fa stringere alla sua schiena. Siamo di nuovo il Koala e l’albero, solo che l’albero (Edward) è attaccato ad un altro albero.

<< Amore, attaccati a me >>mi dice. Come se già non lo fossi. Inizia a salire velocissimo su per il tronco, come un ragno. Arriva in cima e si lancia su un altro albero. È stupefacente, l’adrenalina che ho addosso è impareggiabile. E la vista è stupenda. Posso vedere chiaramente il fiume, molto in basso rispetto a me. Mi fa sedere su un ramo e si avvicina a me<< Allora?Hai paura adesso? >>chiede, con un ghigno.

<< No…sei con me, quindi no >>rispondo. Il suo ghigno si allarga e lui scompare dalla mia vista.

So che ritornerà, non so quando. Comunque non resterò ad invecchiare su un albero. Mi preparo per saltare su un altro albero la cui discesa è più agibile, ma qualcosa mi ferma a mezz’aria.

<< Che stai facendo? >>ringhia Edward, irritato. Mi tiene inchiodata a sé ed io non chiedo altro.

<< Smaschero la tua bugia >>ridacchio io e lo sento rilassarsi. Non molla la presa e mi va benissimo.

<< Sei davvero piena di sorprese, amore >>commenta<< Illuminami, se io ti avessi lasciata lì davvero? >>chiede, malizioso.

<< Mi sarei messa ad urlare…non sei l’unico Vampiro in giro >>rispondo<< Oppure in qualche modo sarei scesa, non dubitarne >>.

<< Non ne dubito amore…non posso dubitare di te >>risponde e mi bacia. Di nuovo. Ma è solo un bacio a stampo. Peccato. Ad un tratto sembra un attimo pensoso e poi sorride<< Vieni, amore, rientriamo >>mi dice. Mi prende in braccio e salta giù dall’albero. La discesa mi mozza il fiato e lui atterra delicato come un Angelo. Edward è un Angelo. Un Angelo un po’ sanguinolento e violento forse, ma pur sempre un Angelo. Il mio Angelo.

Appena entro in casa sento subito odore di cibo…umano. Qualcuno sta cucinando. Edward mi porta nella loro modernissima cucina, dove tutti i Cullen si stanno dando da fare.

<< Ciao, Claire! >>esclama Alice e si avvicina a me. Mi abbraccia ed io ricambio<< Hai un ottimo odore, non me n’ero mai accorta >>commenta.

<< Claire, lei è Alice, mia sorella >>annuncia Edward, fissando Alice accigliato<< Lui è Jasper >>dice, indicandomi un Vampiro biondo, alto e leonino.

<< Molto piacere di conoscerti >>dice questo, tenendo le distanze.

<< Sembra tutt’altro >>commento e il biondo sorrise.

<< Lui è il vegetariano più recente…ha ancora qualche problema ad adattarsi alla nostra dieta >>spiega Edward.

<< Eri un soldato nella tua vita precedente? >>chiedo ad un tratto.

<< Sì >>risponde, confuso.

<< Si nota >>commento con un sorriso.

<< Da cosa? >>mi chiede Alice, curiosa.

<< Dal portamento impettito…è il classico atteggiamento militare >>rispondo<< Sull’attenti!Signor sì signore! >>esclamo e mi metto in posizione militare.

Ridono tutti quanti e Jasper si rilassa…non avrò i suoi poteri calmanti, ma direi che ci so fare comunque.

<< Emmett lo hai già conosciuto >>annuncia Edward ed Emmett agita un coltello enorme in segno di saluto…è intento a tagliuzzare verdure.

<< Piacere di rivederti! >>saluto, angosciata.

<< E questa è Rosalie >>. Mi giro verso la bionda statuaria che mi guarda come se fossi una mosca o qualcosa del genere.

<< Ciao, Rosalie >>saluto, circospetta. Lei mi incenerisce con lo sguardo e si limita ad annuire.

Uno mi vuole mangiare, l’altro mi vuole sgozzare e l’altra mi preferirebbe morta. Che bello. Fortuna migliore non mi poteva capitare.

Edward è più teso di me ed anche altamente arrabbiato. Mi stringe, ma non posso evitare di sentire una sorta di gelo. L’aura famigliare è svanita. Che sciocca…quasi avevo pensato di poter chiamare questo posto “casa”. Mi sono sbagliata di nuovo.

<< Ragazzi…siate un po’ più gentili >>li rimprovera Esme, guardandomi preoccupata. Non vuole che l’atteggiamento dei fratelli di Edward mi induca a lasciarlo. Non so se è solo per Edward o se è perché un po’ s’è affezionata a me.

<< No, non ce n’è bisogno >>mormoro<< Non posso piacere a tutti >>concludo.

<< Lo sapete benissimo che io non sono d’accordo >>dice Rosalie<< Non ho niente contro di te Claire, anzi sei fin troppo coraggiosa e ti ammiro. Ma il pericolo a cui siamo esposti è innegabile >>.

<< Sì, bè, nel caso dovessi finire come pasto potreste inscenare un mio incidente in moto…o in macchina…nessuno avrebbe niente da dire sicché sanno tutti che in macchina ed in moto vado veloce >>propongo io con un sorriso. Carlisle tossicchia e gli altri ridacchiano.

Emmett lascia il coltello e si avvicina a me. Mi guarda dall’alto del suo metro e novanta e poi mi stringe, sollevandomi letteralmente da terra<< Sorellina, sei troppo forte! >>esclama.

<< Emmett…grazie dell’affetto…lo ricambio completamente, ma mi stai…soffocando! >>dico e lui mi lascia così in fretta che cado in terra. Mi guardano tutti e poi scoppiano a ridere.

<< Dannati Vampiri >>sibilo.

<< Su, coraggio che devi mangiare >>esclama Emmett e mi tira in piedi senza troppi complimenti. Poi mi butta addosso ad Edward, che mi afferra prontamente.

<< Ehi, scimmione, guarda che è un tantino più delicata di te >>commenta Rosalie, sorridendo a…me!Non ci credo. Ricambio il sorriso e pure Edward sembra più allegro. In quel momento osservo Carlisle che sta per azionare il frullatore senza il tappo.

<< NO! >>esclamo e corro a tappare il contenitore. Ci riesco proprio nel momento in cui Carlisle schiaccia per far partire.

<< Avevo dimenticato il tappo >>commenta Carlisle<< Però sei veloce >>.

<< Fortuna Redfield >>rispondo. Edward mi ha raggiunto di nuovo ed io lo abbraccio.

<< Ehi, fratellino…lasciale un po’ di aria poverina >>lo prende allegramente in giro Emmett.

Edward lo ignora e guarda me, che ovviamente gli sorrido<< Parla proprio lui >>dice Edward, sogghignando verso Emmett.

<< Touché >>dice Emmett, che abbraccia Rosalie. Altre risate.

Alla fine il pranzo è migliore di quello che mi preparo io…ed è la prima volta che cucinano. Ma mangiare con sette occhi puntati addosso non è il massimo…anzi direi che non aiutano la mia digestione. Capendo il mio imbarazzo si mettono tutti a chiacchierare, un po’ di auto, un po’ di sport, un po’ di moda, di caccia.

<< Ottimo >>esclamo quando ho assaggiato un po’ di tutto. Hanno cucinato per un esercito.

<< Abbiamo esagerato con le dosi? >>chiede Esme, accigliata.

<< Giusto un pochino >>rispondo<< Se vi pago mi cucinate sempre? >>chiedo.

Sghignazzano tutti<< E come ci paghi? >>chiede Emmett.

<< Con il gatto che Edward ha rifiutato stamattina >>rispondo, sorridendo sorniona.

<< Che gatto, Eddy? >>chiede Alice.

<< Un gatto che lascia ricordini nel suo giardino >>risponde Edward, esasperato.

<< E tu non l’hai aiutata? >>chiede Jasper sbalordito<< Che razza di gentiluomo sei? >>.

<< Mangiatevelo voi un gatto! >>ribatté lui.

<< Ma amore…io non ti ho detto di mangiarlo!Potevi semplicemente catturarlo, o investirlo col Volvo >>gli faccio notare e lui mi fa la linguaccia. Lo guardiamo tutti straniti e poi scoppiano a ridere. È un miracolo se non crolla la casa. Abbraccio il mio Vampiro ancora sconvolto e lui ricambia. Capisco che ha fatto apposta a sembrare sconvolto. Sta imparando. Sghignazzo insieme a lui, mentre gli altri ridacchiano.

<< Ora Eddy, lavi i piatti >>annuncio.

<< No! >>esclama lui, lamentoso<< Non ho voglia >>.

<< Te la fai venire! >>rispondo.

<< Non voglio farmela venire! >>ribatte.

<< Io voglio che tu voglia volere aver voglia di lavare i piatti >>dico e lui mi guarda, stavolta sconvolto per davvero.

Jasper ride<< Significa che devi farti venire la voglia di lavare i piatti >>spiega.

<< Ma come fai? >>chiede Edward a Jasper. È abbattuto poverino.

Jasper fa spallucce<< Bisogna avere il cervello per fare certe cose >>risponde, strizzandomi l’occhio.

<< Appunto, amore, quindi non ti sforzare. Limitati a venire a lavare i piatti >>dico. Lui si alza rassegnato e mi segue. Tutti spariscono all’istante, ovviamente per non essere assunti come lavapiatti insieme ad Edward. Così rimaniamo di nuovo da soli. Un piatto alla volta laviamo e ci divertiamo anche. Ad un certo punto soffio in faccia le bolle di sapone ad Edward, che poi mi prende in braccio e mi obbliga a tirargliele via con la guancia. Ridiamo entrambi come due idioti, ma finiamo da bravi il nostro lavoro.

<< Hai visto che sei bravo se vuoi? >>dico ad Edward. Siamo abbracciati, io appoggiata alla cucina, lui a me.

<< Me la devi ancora pagare per la tua uscita di prima >>esclama. Mi prende al volo in braccio e con un salto ci butta entrambi sul divano. Mi inchioda sotto di lui e si finge minaccioso con un ringhio. Poi, a sorpresa, mi bacia con passione. Si separa da me prima del solito ed io capisco quando vedo arrivare Alice e Jasper. Lui mi prende in braccio e mi pettina i capelli con le dita.

<< Abbiamo sentito strani rumore…se stavi per mangiare Claire ne vogliamo anche noi >>ride Alice.

<< Eh!Mica mi faccio mangiare da tutti io! >>esclamo, indignata.

Edward ride divertito<< Mi spiace, ma lei è solo mia >>annuncia con fare possessivo.

<< A dir la verità non siamo qui per banchettare >>aggiunge Jasper, lanciandomi uno sguardo rassicurante<< Alice dice che stasera ci sarà il temporale e quindi pensavamo ad una partita. Sei dei nostri? >>.

Lo sguardo di Edward si accende di entusiasmo, però poi esita.

<< Ovviamente porta anche Claire >>cinguetta Alice.

<< Vuoi venire? >>mi chiede Edward, entusiasta.

<< Verrei a vivere sulla luna con te, amore >>gli rispondo.

<< Bene! >>esclama Alice, allegra<< Il temporale colpirà la città!Nello spiazzo saremo all’asciutto >>.

<< Ora ti lasciamo al tuo banchetto, Eddy >>ci dice Jasper.

<< Sì, sì, noi andiamo a chiedere a Carlisle se si unisce a noi >>aggiunge Alice.

<< Come se già non lo sapessi >>ride Jasper ed i due spariscono.

<< A cosa giocate? >>chiedo curiosa ad Edward.

<< Baseball >>risponde<< Lo sport americano per eccellenza >>risponde.

Vampiri che giocano a Baseball?Ma in che film horror siamo finiti?0.o!

 

Stiamo andando a casa.

<< Ehi!Guarda! >>esclamo, indicando un punto nero in mezzo alla strada.

Lui ferma la macchina ed io scendo per guardare. Edward si avvicina a me.

<< Un gatto…morto >>commenta Edward.

<< Signore… >>dico io<< …grazie per questo segno >>abbasso di nuovo lo sguardo che avevo puntato in alto ed osservo il gatto che mi aveva tormentato con i suoi bisogni nel giardino e dico<< è vero, è vero: c’è sempre qualcuno che sta peggio >>. Assumo un’aria solenne ed Edward mi guarda seriamente preoccupato. Mi appoggia la mano sulla fronte ed aggrotta le sopracciglia<< Forse non è il caso che tu venga: stai delirando >>.

<< No, Eddy, dobbiamo apprezzare il segno del signore… >>dico e mi dimeno ridendo quando lui mi prende in spalle come un sacco di patate e mi mette di nuovo in macchina.

<< Resta ferma, amore >>mi dice, baciandomi le labbra imbronciate. I miei occhi ed i suoi brillano per il divertimento.

Riparte con la macchina e parcheggia nel viale di casa. Nel mentre io mi preparo per la partita imminente, lui si immedesima cuoco e mi prepara la cena.

Indosso un paio di pantaloni della tuta bianchi, aderenti, corti sopra il ginocchio. La maglietta a strisce nere e bianche, tipo arbitro, un cappellino nero e le scarpe da ginnastica bere.

Scendo di sotto ed Edward mi da una bella occhiata prima di farmi accomodare. Ha preparato un po’ di pesce che ha trovato nel freezer con il sugo.

<< Che bravo il mio Vampiro cuoco >>sorrido e lo bacio.

Lui mi scosta ridendo<< Mangia il pesce non me! >>.

<< Oh, scusa…avevo fatto confusione!Siete così simili! >>lo prendo in giro con aria innocente e comincio a mangiare. Lui si fa più vicino a me, mi abbraccia i fianchi ed avvicina il viso al mio collo, appoggiando il mento sulla mia spalla. Lo sento respirare ed il suo alito fresco mi fa venire i brividi.

<< Che fai? >>chiedo. Non ho paura, sono solo stranita.

<< Voglio provare una cosa >>mormora e lo sento mordicchiarmi il collo. Mi sembra piano<< Senti male così? >>chiede, staccandosi.

<< No >>rispondo sincera.

Lui si riavvicina e preme più forte, ma non mi fa male<< Neanche così >>lo informo. Stringe ancora più forte, ma continuo a non sentire niente. A quel punto si stacca e commenta<< Sei proprio strana… >>dice.

<< Perché? >>chiedo, stranita.

<< Perché quasi ti lacero la carne con i denti e tu non senti il minimo dolorino >>risponde.

<< In realtà è stato…ehm…piacevole >>dico. Ho in mente altri termini ma nessuno di questi è consono al momento.

Sfodera un sorriso allegro, ma poi torna serio<< Non è il massimo, Claire…potresti farti male e non accorgertene neanche >>commenta.

<< Ci sarai tu ad accorgertene per me >>rispondo e lui mi sorride. Mi mordicchia il labbro ed io sorrido.

<< Ora andiamo… >>annuncia Edward.

Usciamo di fuori e lui mi prende in spalla. Stiamo per correre ed io sono entusiasta.

<< CORRI AMORE!!! >>urlo e lui ridendo scatta.

Edward scivola veloce sul terreno, come se volasse. Io intrufolo il viso tra il braccio e la sua scapola per capire com’è la sensazione senza vedere. Sembra di essere fermi, di navigare su un mare calmo.  Ascolto il suo respiro regolare e poi spalanco gli occhi. Siamo già nella foresta inoltrata e lui schiva con precisione tutti quanti gli alberi, senza mostrare il minimo sforzo. Mi piace un sacco e lui condivide la mia euforia. Finisce sempre tutto troppo presto. Mi fa scendere, ma io inciampo e cado di sedere sull’erba umida. Lui si volta e mi fissa incredulo. Poi mi scoppia a ridere in faccia. Io mi alzo con un salto e controllo i miei pantaloni…il giubbino lungo ha riparato il tutto grazie al cielo. Salto addosso ad Edward che ancora ride e lo sento irrigidirsi un attimo. Poi mi prende il viso con foga e mi bacia. Mi stringe così forte che mi sembra di soffocare e forse è davvero così perché mio gira la testa. Mi manca il respiro e cerco di scostarmi da lui, che però è troppo preso e non si accorge dei miei sforzi di separarmi. È possibile morire soffocata da un bacio?Bè…sarebbe una morte dolce perché a baciarmi è Edward, ma fortunatamente torna in sé e si separa da me.

Prendo un bel respiro e noto lo sguardo addolorato di Edward<< Claire…scusa io non mi ero accorto…io… >>comincia. Gli chiudo le labbra con un dito.

<< Non ti preoccupare, amore…capita >>. Gli sorrido.

<< Claire, ti stavo soffocando! >>esclama lui, irritato<< Come puoi dire che è normale? >>.

<< Per noi è normale >>.

<< Vorrei poterti proteggere da me stesso, amore…essere più forte per starti accanto come una donna desidera… >>mi accarezza i fianchi, lo sguardo basso<< Ma non so se ci riesco e ti devo mettere in pericolo sempre… >>.

<< Amore, non potrei essere più felice >>gli dico, sincera. Non voglio che sia triste!Edward deve essere felice, sempre.

<< Ti amo >>mi dice<< è una giustificazione banale per quel che faccio, ma sincera >>.

<< Il tuo amore per me…il nostro amore…non è banale, Edward. Non pensarlo neanche per un secondo >>dico e lui mi stringe in un abbraccio dolce e di nuovo delicato. Non posso evitare di pensare che davvero è pericoloso per me stare con Edward. Se dovesse perdere il controllo…mi ucciderebbe molto facilmente. Posso dire di aver paura?No, non temo la morte e morirei volentieri per mano sua. Purché lui sia sempre felice. Se lui è felice lo sono anche io. È tutto ciò che chiedo. Forse chiedo troppo, ma è un mio desiderio. Desidero anche stare con lui per sempre, ma la cosa più importante per me è che lui sia felice. Non è forse questo l’amore?Volere sempre e comunque la felicità dell’altro?Fare della felicità dell’altro anche la propria, della tristezza dell’altro la propria, del dolore dell’altro il proprio?L’amore non è condividere le emozioni?Io penso di sì. O almeno è come io vedo l’amore. E l’amore di un Vampiro dura in eterno. Ecco cosa vorrei anche. Vorrei essere una Vampira per amarlo in eterno. Vorrei essere una Vampira perché così il mio amore per lui non si trasformerebbe in quotidianità come succede tra tutte le coppie umane. Io amo Edward e vorrei farlo per sempre. Ma so che lui non mi trasformerà mai, dovrei pregare in un colpo di fortuna o chiedere a qualcun altro…forse Carlisle potrebbe decidere di aiutarmi, ma non ne sono sicura.

<< A cosa pensi? >>mi chiede Edward, il viso affondato nel mio collo.

Glielo devo dire?Non voglio mentirgli<< All’amore >>. Non è una bugia…è una mezza verità.

<< Che pensieri profondi! >>esclama lui.

<< Solo perché tu hai il cervello e la capacità emotiva di un bradipo, Eddy, non vuol dire che gli altri non siano in grado di formulare pensieri profondi >>lo prendo in giro. Lui ci rimane un po’ male<< Sto scherzando, amore, lo sai >>gli dico e lo accarezzo. Si illumina di nuovo. Che ascendente che ho su di lui!Incredibile. Anche lui ha lo stesso ascendente su di me che io ho su di lui. Forse siamo davvero destinati a stare insieme, forse niente potrà cambiare questa cosa, forse supereremo tutti gli ostacoli insieme perché siamo fatti per stare insieme. Vorrei avere un minimo di preveggenza a lungo termine, ma non ce l’ho, quindi non mi resta altro da fare che vivere al presente.

<< Ora a che pensi? >>chiede ed intanto ci avviamo, mano nella mano.

<< Vorrei avere una preveggenza a lungo termine >>rispondo con un sorriso.

<< Anch’io >>ammette<< Anch’io >>.

Cade il silenzio ed in             quel momento entriamo in un grande campo, il doppio più grande di un normale stadio di Baseball.

Sono tutti lì: Esme, Emmett e Rosalie, seduti su una roccia, a cento metri da noi, Jasper ed Alice sono impegnati a lanciarsi qualcosa avanti ed indietro, una palla probabilmente, Carlisle invece sta marcando le basi, molto lontane tra loro. Quando ci vedono i tre che erano seduti si alzano. Rosalie agita una mano e noi ricambiamo, mentre Emmett ed Alice si avvicinano a noi.

<< Veniva da te il rumore che abbiamo sentito, Eddy? >>chiede Alice.

<< Sembrava un orso con il catarro >>precisa Emmett.

Sorrido<< Era lui >>.

<< Senza volerlo, Claire mi ha fatto ridere >>spiega Edward per chiudere in fretta il discorso.

<< Come? >>mi chiede Emmett all’orecchio.

<< Sono caduta di sedere >>rispondo ed Emmett ridere.

<< Peccato…sarebbe stato meglio vederla dal vivo piuttosto che sentirla raccontata >>commenta Emmett.

<< Il momento è arrivato >>annuncia Alice ed a quel punto un tuono cupo e profondo fa tremare la foresta alle nostre spalle.

<< Inquietante, eh? >>mi stuzzica Emmett e mi fa l’occhiolino.

<< Mai quanto te, scimmione >>gli rispondo.

<< Questa me la paghi… >>mi minaccia ed Alice lo prende per mano. Sfrecciano insieme per il campo. Lei corre come una gazzella, lui altrettanto aggraziato e veloce, ma somiglia a ben altro animale.

<< Pronta, amore? >>mi chiede Edward con un sorriso raggiante, impaziente. Mi sistema il cappellino con un gesto amorevole e io sorrido.

Gli bacio le labbra a stampo<< Falli secchi, tigre >>gli dico e lui sorride. Mi accarezza il viso e poi corre. La sua corsa è più aggressiva, somiglia ad un ghepardo, e supera i due facilmente. Tanta grazia e potenza mi tolgono il fiato. È così forte e sexy!

<< Scendiamo anche noi? >>mi chiede Esme con voce morbida e melodiosa.

Io smetto di fissare Edward e annuisco. Ci avviamo a passo umano. Lei resta a qualche metro di distanza, forse per paura di spaventarmi ed io mi avvicino a lei, noncurante.

<< Non giochi con loro? >>chiedo curiosa.

<< Preferisco fare da arbitro >>risponde lei contenta che io non mantenessi le distanze. È davvero affezionata a me. Mi sento amata con lei accanto. Di un amore materno che mi manca da molto.

<< Barano? >>chiedo, ghignando.

<< Oh, sì!Dovresti sentire le litigate! >>ride lei<< Sono come miei figli…Edward ti ha detto che ne ho perso uno? >>.

<< No >>.

<< Sì…il mio unico figlio naturale. Morto poco dopo il parto povero piccolo >>. Sospira<< Mi si spezzò il cuore…è per questo che mi lanciai dallo scoglio >>.

<< Edward mi ha detto che…eri caduta >>.

<< Il solito gentiluomo >>ride<< Edward è stato il primo dei miei figli, anche se è più vecchio di me tecnicamente…sono così contenta che ti abbia trovata e che tu lo ami così tanto. Perché si nota, sai?Fate tutto proiettandovi reciprocamente verso l’altro…e lui ha vissuto in solitudine troppo a lungo. Vederlo così isolato mi ha sempre fatto soffrire >>.

<< Non ne dubito…dev’essere stato difficile per lui, solo in mezzo a tutte le coppie con un dono così fastidioso >>mormoro io, impensierita.

<< Sì…anche ora gli da fastidio e spesso e volentieri era sempre fuori casa…ma non ha mia voluto trasferirsi da nessuna parte. Non c’è nessuno luogo in cui lui si sentiva a casa… >>dice. Sembra lasciare intendere qualcosa.

<< Pensavo…secondo te verrebbe volentieri a vivere da me? >>chiedo, insicura. Non so cosa potrebbe pensare…cosa potrebbero pensare tutti.

Il sorriso di Esme si fa estasiato<< Ne sarebbe felicissimo!Oh…devo cercare di non pensarci, non posso rovinargli la sorpresa >>esclama.

<< Cantiamo una canzone, così non ci pensi >>propongo. Canticchiamo insieme la canzone di Edward. Lui arriva (era andato a recuperare una palla lanciata da Emmett) e ci sente. Sorride nella nostra direzione. Poi cantiamo la canzone WE ARE THE CHAMPIONS dei QUEEN ed è a quel punto che Alice ha un sussulto. Io sto guardando Edward e mi accorgo della sua testa che scatta verso di lei. I loro sguardi si incrociano ed a quel punto Edward sparisce e compare al mio fianco come per magia.

<< Alice? >>chiede Esme nervosa.

<< I nomadi…ci hanno sentiti giocare ed hanno preso una deviazione. Dannazione, se ne stavano andando! >>esclama Alice, mortificata.

Mi fissano tutti<< Se volete posso mimetizzarmi o fingermi morta come fanno gli opossum >>dico, seria. Sette Vampiri sbuffano esasperati, ma la tensione si allenta un po’.

<< Non rubarmi il lavoro, carina >>mi dice Jasper, fingendosi minaccioso.

<< AUGH, capo! >>esclamo e mi metto sull’attenti.

<< Tra quanto? >>chiede Carlisle.

Sul viso di Edward si dipinge uno sguardo intenso e concentrato<< Meno di cinque minuti. Stanno correndo…vogliono giocare >>. Si rabbuia<< Non posso farcela e poi potrebbero sentire la scia ed iniziare a cacciare >>.

<< Quanti? >>chiede Emmett.

<< Tre >>.

<< Allora lascia che arrivino! >>. I fasci di muscoli d’acciaio si flettono sulle braccia massicce.

Decidono di tornare a giocare, ma Edward resta con me, così Esme gioca al suo posto.

<< Mi dispiace, Claire…è stato stupido ed irresponsabile esporti a questo rischio >>dice Edward, furioso.

<< Aspetta, amore…forse ho un’idea >>commento.

<< Complimenti, Claire! >>esclama Alice, entusiasta<< Potrebbe funzionare!Vado a dirlo agli altri! >>esclama e svolazza.

<< Che idea? >>mi chiede Edward, speranzoso.

<< Per quanto riesci a resistere baciandomi, Edward? >>chiedo e lui mi guarda, irritato<< Sul serio >>.

<< Non lo so >>.

<< Bè…resisti il più possibile >>rispondo e lo bacio. Nello stesso istante i Vampiri sbucano dal confine della foresta.

 

EDWARD CULLEN

 

Sono un emerito idiota. Esporre la mia Mela a questo pericolo per un’inutile partita a Baseball è stata la più grande cazzata della mia vita. Ed adesso lei rischia la vita, eppure mi bacia lo stesso. Non capisco il suo piano, non mi resta che resistere. Ma è difficile, averla così vicina…stare con lei così. Devo resistere alla tentazione. Ma sono già eccitato, lo sento chiaramente in mezzo alle gambe. Uff…e che cavoli!Sono stato in astinenza per cento anni, devo cominciare proprio adesso?Lei sembra più rilassata, forse è più abituata di me, o forse è solo un’impressione mia. Sono così pervertito che penso solo a quello in un momento così delicato come questo. Ma una cosa la so: nessuno oserà fare del male a Claire, prima dovrà passare sul mio cadavere, non una volta, ma all’infinito.

Eccoli, sono arrivati. Il primo ad entrare è un maschio, Laurent. Il secondo si chiama James e lascia l’altro davanti, eppure non è Laurent il capo. Laurent è un unito, James sta con l’altra, una rossa, Victoria.

Laurent è incuriosito dal nostro stile di vita umanizzato, vorrebbe adottarlo, mentre James…mi irrigidisco: ha avvertito nell’aria l’odore di Claire, ma per ora pensa sia solo un odore di passaggio.

<< Ci sembrava di aver sentito giocare >>dice il primo con un leggero accento francese<< Mi chiamo Laurent, questi sono Victoria e James >>.

Carlisle indica tutti i membri della mia famiglia<< Quei due laggiù sono Edward e Claire…ehm…perdonateli, sono come si sul dire…appena trovati, sapete com’è, no?Faticano a stare nella stessa stanza separati >>dice mio padre, fingendo imbarazzo.

Claire è un genio. La sento sogghignare e mi godo di più il bacio. Forse stiamo esagerando, ma almeno ho lo scusante. Le lascio giusto il tempo di respirare, sperando non se ne accorgano.

Carlisle li sta pregando di interrompere le loro attività venatorie perché potrebbero recarci problemi e Lauren garantisce. A quel punto si decidono a giocare. Forse l’abbiamo scampata. In quel momento una folata di vento scompiglia i capelli di Claire.

Ma è un’umana!!!Che odore!!!

Pensa James e si avvicina a noi, ringhiando. Io mi acquatto in posizione d’attacco e ringhio più forte che posso. Gli farò passare la voglia di bersi la mia Claire. Tutti quelli della mia famiglia mi affiancano.

<< Ti sei portato lo spuntino? >>chiede James.

<< Lei è con noi >>dice Carlisle, repertorio.

Ma guarda questo come ci tiene alla piccola umana!Sembra voglia staccarmi la testa a morsi…interessante…

Tremo internamente quando sento tutti i perversi pensieri di James su Claire. Ho capito solo adesso che è un segugio.

<< Calma, ragazzi…James, Victoria, per favore >>dice Laurent. James si rilassa, ma continua a pensare. Ormai Claire è la sua preda. Dannazione!<< Dovremmo conoscerci meglio >>commenta Laurent.

<< Sì >>risponde Carlisle<< Edward, Claire…andatevene >>ordina. Io mi alzo e prendo Claire in braccio. Non trema. Fissa James negli occhi. Coraggiosa la Mia Mela. La amo ancora di più. Emmett ci segue e cominciamo a correre fino alla sua jeep. Un secondo e ci raggiunge anche Alice. Saliamo in macchina. Claire dietro insieme ad Emmett, Alice accanto a me. Vorrei aver vicino Claire, in realtà, ma sono troppo nervoso, rischierei di farle del male

Non so sinceramente cosa fare. Oltre a scappare. Sento Claire che mi accarezza il capo e sospiro. Amo Claire. Non permetterò che le facciano del male.

<< Edward… >>mi chiama.

<< Cosa? >>chiedo, cercando di non urlare.

<< Non puoi venire con me >>mi dice, semplicemente ed io ringhio, disperato. Non mi vuole più con sé?è arrabbiata perché l’ho messa in pericolo?<< Ascoltami, ascoltami. Tu sai quanto odi separarmi da te. Lo sai. Ma James ha visto la tua reazione e penserà che sei sempre con me. Ma non può seguirmi neanche Emmett perché lo ha osservato bene e se restate a casa avrete più possibilità di scontrarvi >>.

<< E dovrei lasciarti andare da sola? >>chiedo, arrabbiato. Sono pronto ad esplodere.

<< L’accompagneremo io e Jasper >>annuncia Alice.

No!no!no!Non voglio!Mi si attorciglia lo stomaco al pensiero di lasciarla. Non voglio allontanarmi da lei…trovate un’altra soluzione vi prego!Ma non ce n’è un’altra ed io lo so.

<< Perfetto. Resta qui per un paio di giorni, fai girare intorno James e fagli perdere le mie tracce. Poi mi raggiungerai e ce ne andremo, ovunque vorrai e non ci troverà mai >>mi propone e mi afferra una mano. Io la stringo, chiudo gli occhi, sento il suo calore e poi li riapro.

<< Dove ti raggiungo? >>le chiedo.

<< A phoneix. Ora insceniamo le cose per bene…chiamerò Kris e gli dirò che sto venendo da lui. Mi crederà, ma ovviamente alla fine ci nasconderemo in albergo >>annuncia<< Così lui cercherà da tutt’altra parte perché non crederà che io vada dove dico di andare >>.

<< Diabolica la ragazza >>commenta Emmett con un sorriso.

<< E se non funziona? >>chiedo.

<< Phoneix ha milioni di abitanti >>mi risponde<< Fidati amore mio….fidati di me, non ci separeranno a lungo >>.

<< Mi fido di te >>acconsento alla fine e la bacio. Alice prende il voltante divertita ed Emmett sbuffa. Ma non mi interessa di loro in questo momento. Voglio solo Claire. La Mia Mela. La mia vita. Il mio unico amore.

 

 Neanche una recensione piccola piccola…sono davvero demoralizzata…= (

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** ADDII ***


ADDII

ADDII

1°GIORNO

 

Sono in viaggio insieme ad Alice e Jasper. Verso Phoneix. Ho lasciato Edward da dieci minuti e già mi manca. Abbiamo fatto le cose per bene: Rosalie ed Esme hanno indossato i miei vestiti, per confondere l’odore ed io ho indossato alcuni vestiti di Alice perché altri mi erano troppo larghi. James ha seguito Edward, Carlisle ed Emmett che sono sulla jeep e Victoria ha seguito Rosalie ed Esme che sono sulla mia Mini. Noi siamo sulla Mercedes di Carlisle e per ora il segugio non ha capito il trucco. Non ci impiegherà molto ad accorgersene, è troppo intelligente ed abile per farsi abbindolare a lungo. Convincere Edward che non ci sarebbe successo niente è stata la cosa migliore, ma non ne sono veramente convinta.

<< Questo si chiama imbrogliare >>commenta Jasper che ha sentito le mie emozioni ed ha capito a cosa penso.

<< Questo si chiama convincere ed autoconvincersi >>rispondo sorridendo. Mi sento incredibilmente stanca e credo di essermi addormentata poco dopo aver dato indicazioni ad Alice e Jasper sulla direzione da seguire per trovare l’aeroporto di Phoneix. Mi sono addormentata guardando le palme, le autostrade, le macchie verdi dei campi da golf e le pozzanghere turchesi delle piscine. C’è troppo smog. È l’ultima cosa che ho pensato prima di appisolarmi.

Mi sono svegliata completamente verso le tre di notte, in una stanza di albergo. Fuori è completamente buio ed io non vedo ad un palmo dal naso. Cerco una lampadina e la trovo.

Nello stesso istante in cui la luce si dirama nella stanza, Alice bussa alla porta<< Posso? >>chiede.

<< Ovvio >>rispondo e lei apre la porta piano.

Mi squadra per bene, con sguardo indagatore<< Dovresti dormire ancora un po’ >>mi dice.

Si avvicina alla finestra e tira le tende. Ricordo vagamente di essermi addormentata sulla sua spalla durante il viaggio in macchina. Con lei mi sento incredibilmente a mio agio ed Alice ne sembra alquanto felice.

<< Hai sete? >>mi chiede, guardandomi.

<< No, tutto bene…tu? >>.

<< Niente di ingestibile >>. Mi sorride<< Ti ho ordinato qualcosa da mangiare…Edward mi ha detto di ricordarmi che ti nutri più spesso di noi >>.

Mi sorride e mi prende per mano, trascinandomi in salotto. Jasper è seduto sul divano ed osserva il notiziario senza il minimo interesse. Mi siedo in terra, davanti al tavolino con sopra un vassoio pieno di cibo ed inizio a mangiucchiare. Ho lo stomaco chiuso. La lontananza di Edward non mi fa sentire bene e sapere che tutti rischiano la vita per me mi fa stare altrettanto male. Dannazione…capito sempre nei momenti meno opportuni. Sarebbe stato meglio se fossi rimasta in carcere o se fossi morta, ancora meglio.

<< Che hai, Claire? >>mi chiede Jasper.

<< Mi domando se non fosse stato meglio per tutti se io fossi rimasta in carcere >>rispondo, smettendo di mangiare e fissandolo<< Se dovesse succedere qualcosa alla vostra famiglia, non potrei più guardare in faccia nessuno >>.

<< Claire, smettila!Ti preoccupi delle cose sbagliate!Nessuno di noi rischia niente, credimi!Ascoltami, la nostra famiglia è forte, l’unica paura che abbiamo è quella di perderti >>dice Jasper, fissandomi intensamente.

<< Sai che perdita! >>esclamo, sarcastica.

Alice si avvicina e mi sfiora il capo<< Edward è rimasto solo per quasi un secolo. Ora ha trovato te. Dopo tutti questi anni passati insieme a lui, certi cambiamenti non ci sfuggono e lui ora è diverso. Pensi che avremmo il coraggio di guardarlo in faccia per i prossimi cent’anni, se ti perde? >>.

Sorrido<< Non mi perderà…dovrete campare ancora un bel po’ prima di vedermi schiattata al suolo >>dico e loro ridacchiano.

Gironzolo per la sala e trovo la mia borsa, da cui estraggo una scacchiera. La metto sul tavolo e mi volto verso i due Vampiri<< Chi gioca? >>chiedo.

Jasper sogghigna e si fa avanti, mentre Alice fa da spettatrice. Per un attimo dimentichiamo la tensione, ma tutti siamo sempre in attesa della chiamata di Carlisle.

<< Per diventare Vampiri bisogna essere morsi da un Vampiro, vero? >>chiedo, spostando la mia torre e mangiando il cavallo di Jasper, che però s’è già gustato il mio alfiere.

<< Come lo sai? >>chiede Alice. È un sì<< Edward non voleva lo sapessi >>.

<< L’ho sognato >>rispondo con un sorrisino.

A quel punto sto per mangiare la regina di Jasper, ma Alice balza giù dal divano<< Qualcosa è cambiato >>dice, non parla con nessuno in particolare. Sta avendo una visione forse.

Jasper la fa sedere di nuovo<< Cosa vedi? >>le chiede.

<< Una stanza, lunga, ci sono specchi ovunque. Il pavimento è di legno. Lui è nella stanza, in attesa. C’è dell’oro…una linea dorata sugli specchi, corre per tutta la stanza. Arriverà nella stanza presto, oggi o domani. Ora è al buio, guarda la TV…no, un videoregistratore, in un altro posto ma è troppo buio >>.

<< Cos’altro c’è nella stanza degli specchi? >>chiedo io.

<< Solo gli specchi e l’oro. Ci sono un tavolo nero con sopra un impianto stereo molto grosso e un televisore. Lui tocca il videoregistratore ma non lo guarda come nella stanza buia. Lui aspetta qui >>. Alice fissa il vuoto e poi rimette a fuoco Jasper. Non c’è nient’altro.

In quel momento il telefono squilla ed Alice lo prende in mano, poggiandoselo all’orecchio.

<< Carlisle >>risponde<< Sì >>e mi guarda<< Mi è apparso poco fa >>descrive la sua visione<< Arriverà in quella stanza >>si ferma<< Sì >>si rivolge a me<< Claire? >>.

Mi porge il cellulare e io lo prendo.

<< Sì >>dico.

<< Claire >>mi dice Edward.

<< Dove sei? >>chiedo.

<< Appena fuori Vancouver. Claire, mi dispiace: l’abbiamo perso. Si muove con prudenza, riesce a starci lontano abbastanza da impedirmi di sentire cosa pensa. Ora è sparito…forse è tornato a Forks >>.

<< No >>dico<< Non andrà a Forks, Edward…sa che sono qui. Non è stupido >>gli dico.

<< Se lo dici così allora hai avuto una qualche rivelazione >>commenta, impensierito<< Vengo a prenderti e ce ne andiamo >>annuncia.

<< Ti amo >>gli dico.

Lo sento sospirare<< Credimi se ti dico che malgrado ciò che stai subendo a causa mia, ti amo anche io >>.

<< Ci credo, amore…a presto >>.

<< Sì, amore…a presto >>dice e chiude la telefonata.

Mi volto per restituire il telefono ad Alice e la trovo intenta a disegnare la stanza della sua visione.

<< Una scuola di danza? >>chiedo, riconoscendo subito le forme famigliari.

<< Hai già visto questa stanza? >>mi chiede Jasper.

<< Sì…qui a Phoneix >>. Gli indico tutti gli elementi che la compongono.

Il silenzio cade tra noi. Io mi ritiro sul divano e guardo la televisione, senza vederla. Alice e Jasper parlano tra loro, ma non voglio sentire quello che dicono. Cerco di capire cosa abbia spinto James ad andare in quella scuola. Ma non ne vengo a capo. Il telefono squilla ed Alice risponde.

<< Pronto?...no è qui accanto >>Alice mi passa il telefono, dicendomi sottovoce che è una voce maschile.

<< Pronto? >>chiedo.

<< Claire!Claire! >>è Kris, sembra preoccupato.

<< Kris… >>dico<< Calmati >>.

Continua ad urlare al telefono, con un tono di voce che mi suona famigliare…mi pare di averlo già sentito, eppure non ne sono sicura<< Calmati, Kris!Non sclerale per favore! >>.

Si interrompe e per un attimo c’è silenzio<< Bada, non aprire bocca finché non te lo dico >>. La voce che sento è inattesa, sconosciuta. È James, lo so per certo.

<< Sì >>rispondo.

<< Non è il caso che io faccia del male al tuo amichetto, perciò fai tutto ciò che ti dico e io lo lascerò andare >>.

<< Okay >>rispondo.

<< Dì: No, Kris resta dove sei >>. Io ripeto ciò che mi ha detto ad alta voce<< Cambia stanza ora, così non ti vedono in faccia >>. Io mi ritiro un secondo in camera, cercando di essere il più naturale possibile e di sopprimere le mie emozioni<< Dì, Kris ascoltami per favore >>mi dice James ed io ripeto<< Sei sola? >>chiede.

<< Sì >>.

<< Ti sentono? >>.

<< Ovvio >>.

<< Molto bene >>prosegue<< Dì: Kris, fidati di me >>ed io lo faccio<< Sai, è stato facile rintracciare il tuo amico, una volta sentito il suo nome, il suo lavoro e Phoneix…c’è solo un carcere minorile e l’unica guardia di nome Kris è lui. Lo lascerò andare, ma tu devi venire da me…puoi farcela? >>chiede.

<< Non lo so! >>rispondo.

<< Pensavo fossi più fantasiosa…ricordati che dipende la vita di Kris dalla tua risposta >>mi dice James.

<< Forse sì >>acconsento.

<< Da sola. Alla scuola di danza. Ora dì: grazie, Kris, ti voglio bene >>ripeto ciò che mi ha detto<< Ora dì: ci vediamo presto, Kris >>.

<< Ci vediamo presto, Kris >>dico.

<< Ciao Claire…non vedo l’ora di vederti >>.

<< Pure io >>rispondo, fingendo entusiasmo e lo sento ridere dall’altro lato del telefono. Poi riattacca. Ora sì che sono vicina alla morte. Ma non ho paura, anzi mi sento molto decisa. Nessuno farà più del male a qualcuno che amo. Tanto meno James. Lo affronterò e morirò, ma mi porterò dietro dei bei ricordi, su questo sono sicura. Torno dagli altri, che mi guardano curiosi<< Kris era preoccupato perché non arrivavo. Voleva venire a cercarmi a Forks, ma l’ho convinto a rimanere >>dico. La mia voce è priva di vita.

<< Penseremo noi alla sua sicurezza, Claire, tranquilla >>mi dice Alice. Io mi volto e prendo un foglio dell’albergo<< Consegnala a Kris, se puoi >>dico ad Alice e lei annuisce. Poi scrivo.

 

Edward,

ti amo. Mi dispiace per tutto quello che ho fatto passare a te ed alla tua famiglia. Ma ora non vi dovrete più preoccupare. Non prendertela con Alice e Jasper, prenditela solo con me. Non venire a cercarmi, non arriveresti in tempo e staresti solo peggio. Fai come se non fossi mai esistita, troverai qualcuna che si adatti meglio a te, perché te lo meriti. Non andare in Italia. Sono le uniche cose che ti chiedo. Sei tutta la mia vita, Edward…vivi anche per me e sii felice, sempre. Ti amo, scusami se ti lascio, Claire.

 

Poche parole per salutare l’amore della mia vita. L’avrebbe letta, ne sono certa. Spero solo che possa capire e che non faccia sciocchezze. La imbustai con cura e la diedi ad Alice che la mise nella borsa. Non ho più un cuore, perché gliel’ho lasciato. Ed ora vado ad affrontare la morte a testa alta.

 

Siamo all’aeroporto. Il volo di Edward atterra al terminal 4, quello più affollato. È proprio ciò di cui ho bisogno. Tanta gente che gira e la possibilità di sgattaiolare via. Non avrei più rivisto il viso di Edward prima di morire. Se volevo scappare devo farlo prima. E non posso permettere che Kris muoia a causa mia, mai. Nessuno soffrirà più per me. Nessuno. Mano a mano il volo per Seattle si avvicina sempre di più alla cima della tabella degli arrivi. Ho solo dieci minuti.

<< Ho fame >>annuncio.

<< Ti accompagno >>dice Alice.

<< Preferirei venisse Jasper mi sento un po’… >>dico ed assumo un’aria terrorizzata.

Jasper acconsente, mentre Alice mi guarda confusa: attribuisce il cambiamento delle sue visioni ad un cambiamento dei piani di James.

Jasper cammina in silenzio accanto a me, tenendomi una mano sulla spalla, come per guidarmi. I primi bar li scarto<< Fa tutto schifo, non ho intenzione di vomitare addosso ad Edward >>. Lui sorride e ci crede…ho una carriera anche come attrice. Alla fine trovo il bagno del terzo piano, che stavo aspettando<< Ti dispiace? >>chiedo a Jasper<< Giusto un attimino >>sorrido, timida e lui annuisce<< Ti aspetto qui >>mi dice.

Entro in bagno e non appena la porta è chiusa alle mie spalle comincio a correre. Quel bagno ha due uscite ed una porta agli ascensori, quindi né Alice né Jasper possono vedermi. Trovo gli ascensori e mi butto dentro uno di essi, poco prima che chiuda le porte. Quando si riaprono, schizzo fuori all’istante e corro verso l’uscita. Salto fuori dalle porte a vetri automatiche e trovo un taxi proprio libero davanti a me. Mi ci butto dentro e do subito l’indirizzo. Mi immagino Edward fermo sul ciglio della strada nel punto in cui la mia scia termina. Chiudo gli occhi ed anziché farmi prendere dal panico come farebbe una persona normale, penso ad Edward. Immagino di essere rimasta in aeroporto, e lo immagino dirigersi aggraziato verso di me. Gli sarei corsa incontro e lui mi avrebbe stretta tra le sue braccia. Invece non sarebbe successo niente del genere. Mai più avrei sentito il suo abbraccio, mai più. Almeno ho dei bei ricordi da portare all’inferno. Il mio cellulare squilla ed io leggo il display: Edward. Resisto alla tentazione di rispondere e dopo un po’ parte la segreteria telefonica. Mi ha lasciato un messaggio. Sorrido. Non speravo di poter sentire ancora la sua voce. Apro il telefono e lo ascolto. Mi dice poche parole, ma quelle parole mi toccano il cuore<< Claire, ti prego >>mi dice<< Non lasciarmi…non andare >>. Poi lo sento ringhiare ed il messaggio si chiude. Chiudo anche io il cellulare. So che verrà a cercarmi, l’ho capito dal suo ringhio disperato contro qualcuno, non so chi. Il taxi mi lascia proprio di fronte alla scuola di danza ed io pago l’autista. Mi avvicino alla porta e la apro, con un bel respiro profondo.

L’atrio è buio, e vuoto. L’unica luce è quella del fuoco che arde in un punto della stanza, non so perché. Comincio a camminare ed i miei passi rimbombano nella stanza. Mi guardo attorno, ma non vedo altro che la mia immagine riflessa. Poi una voce, quella di Kris<< Claire!Claire! >>quel tono isterico, spaventato…ora ricordo. Mi volto e vedo la mia immagine. Siamo in prigione, mi hanno appena infilzato il polso con un coltello di plastica e sanguino copiosamente. Il video è quello delle telecamere di sorveglianza. C’è Kris che mi ha raggiunta e mi urla di non chiudere gli occhi. A quel punto il video si interrompe e nella sala piomba di nuovo il silenzio. Mi volto lentamente. Lui è lì, in piedi, immobile come una statua. È accanto all’uscita posteriore, per questo non l’avevo visto. Stringe nella mano un telecomando. Mi fissa ed io fisso lui. Mi guarda da capo a piedi. Ho un paio di short di jeans blu, una canottiera bianca e scarpe da tennis. Un normale abbigliamento da Phoneix. Eppure c’è qualcosa nel suo sguardo nero oltre alla sete…attrazione?Può essere attratto da me?Sogghigna. Forse sì.

<< Mi dispiace per la messa in scena, Claire…meglio così comunque. Kris non c’entra un bel niente >>la sua voce è cordiale, profonda. Si avvicina a me ed io noto che i suoi capelli sono biondi. È bello, ma non mi attira per niente. Al contrario di lui a quanto pare.

<< Sei arrabbiata con me? >>mi chiede, fingendosi dispiaciuto.

<< No >>rispondo. Nella mia mente intanto sta sorgendo un piano. Da un lato vedo il fuoco che brucia inesorabile il pavimento di legno. Quanto ci impiegherà a bruciare ogni cosa?Non lo so, preferisco non saperlo.

<< Dici davvero >>commenta<< Sei incredibilmente bella per essere un’umana…ora capisco cosa deve aver spinto Edward ad invischiarsi con te >>. Si avvicina ed io non mi muovo. Lo fisso negli occhi. Mi sfiora il viso con una mano gelida e poi scorre giù fino alla gola. Si ritrae di nuovo, fissandomi. Prende una videocamera ed accende: vuole filmare tutto.

<< Questo è il mio messaggio per Edward…così vedrà per bene come passiamo il nostro tempo >>. Annuncia e mette la videocamera in un punto in cui riprende tutta la stanza<< Sai…è incredibile quanto il tuo odore sia simile a quello di Alice e della ragazza del tuo amico, Steve >>commenta.

Questa volta reagisco e sussulto di sorpresa<< Cominciavo a pensare fossi di ghiaccio >>aggiunge, divertito dalla mia reazione.

<< Alice? >>chiedo, curiosa.

<< Già. Stava in manicomio, poverina, perché aveva delle visioni. E quando il Vampiro che s’era preso una cotta per lei ha capito che la stavo importunando, l’ha salvata. Non ha sentito niente dal tanto era intontita poverina…le sarebbe toccato l’elettroshock se fosse rimasta in manicomio. Ormai non potevo più cibarmi di lei e per vendetta ho distrutto il vecchio >>la sua risata malvagia mi fa venire i brividi. Ora sono davanti ad un vero Vampiro terrificante. I Cullen a confronto sembrano agnellini.

<< Cosa centra Steve? >>chiedo, mentre lui gironzola attorno a me, valutando ciò che vede.

<< Ho ucciso la sua ragazza. E lui ha assistito. È entrato in stato di shock poveretto…era troppo divertente lasciarlo in vita, così non l’ho ucciso. Infatti è finito in prigione al posto mio e se non sbaglio non ha il coraggio ancora oggi di parlare di me >>risponde, ghignando al pensiero. James è davvero un mostro, di quelli che spereresti non esistano, invece ci sono e prima o poi ti imbatti in loro.

<< Tu sei più bella però di loro due >>commenta e si avvicina di nuovo. Mi prende i capelli tra le mani ed annusa<< Sai di ciliegia…fragola…rose >>commenta<< Davvero succulento >>. Mi rimette a posto i capelli e con le dita sfiora il mio viso. Sento i conati di vomito, ma spero di resistere. Se il mio piano funziona, James non si divertirà come spera<< Quasi mi dispiace ucciderti, sai?Forse potrei anche trasformarti e tenerti con me, ma a quel punto credo che tu correresti di nuovo da Edward…almeno posso esaudire un tuo ultimo desiderio… >>. Mi incoraggia a parlare ed io colgo l’occasione.

<< Il mio unico rammarico è di lasciare questa vita senza aver fatto almeno una scopata decente >>dico (scusate la volgarità ma non mi veniva altro in mente). Vedo i suoi occhi accendersi di desiderio e malizia. Sta valutando la mia implicita richiesta. E meno male che era legato a Victoria.

<< Non lo so…la mia compagna è Victoria, potrebbe accorgersi dell’odore >>commenta, lasciandomi in attesa. Io lo fisso con malizia, fingendo un desiderio che non provo. In realtà davanti agli occhi vedo solo Edward e quindi è facile apparire interessata.

<< O sì o no, James…posso chiamarti James? >>dico e lui ride. La sua risata malvagia mi fa accapponare la pelle e per un attimo desidero di non aver mai proposto niente di niente.

Mi si avvicina così veloce che non lo vedo neanche e mi bacia con forza. Non è come baciare Edward. Lui non mi bacia come mi bacia Edward. Lui mi vuole dominare lo sento, si vuole divertire. Io vorrei solo morire di infarto, ma ovviamente il mio cuore regge. Figuriamoci, mai una volta che sta dalla mia parte. Ricambio il bacio, pregando di non vomitare, e sento le sue mani insinuarsi sotto i miei vestiti, sulla mia pelle. È meno insicuro di Edward, sa quello che fa. Ma le uniche mani che io desidero sono quelle del mio Angelo. Chissà dov’è adesso. Riesco a farlo indietreggiare e raggiungo il fuoco. È a pochi centimetri da esso…spero non se ne sia accorto, ma non posso esserne sicura. Mi stacco un secondo per respirare e lo guardo. Le mia mani gli accarezzano il ventre ed i suoi occhi sono piene di desiderio ed eccitazione.

<< Uhm…ne è valsa la pena di seguirti fin qui >>commenta e mi prende di nuovo le labbra con le sue. Gli accarezzo il petto e quando sento che la sua eccitazione è arrivata al massimo mi stacco da lui e gli assesto un calcio dritto in mezzo allo stomaco. Riesco a coglierlo miracolosamente di sorpresa e lui si sbilancia. Uno. Due. Tre. E finisce nel fuoco. Appena le fiamme lo scottano si sbilancia e cade nel fuoco. Sento le sue grida di dolore, ma non guardo.

<< SCIOCCO!PENSAVI CHE IO POTESSI VOLERE QUALCUNO AL DI FUORI DI EDWArD? >>grido. Esce dal fuoco. Si rotola a terra e si spegne. I suoi vestiti sono bruciati quasi completamente, la sua pelle è segnata da ustioni. Lo avevo detto che io andavo all’inferno, ma una parte di lui veniva con me. Il suo ringhio è spaventoso e risuona cupo ovunque. Si acquatta e mi salta addosso. Mi scaraventa in aria ed io finisco contro gli specchi. Sbatto forte e sento il vetro frantumarsi. Cado qualche metro a terra tra i detriti. Mi sanguina la testa, ma non sento dolore…non ancora per lo meno. La vista però mi si è sfuocata e lo vedo avanzare. I suoi occhi sono assetati e l’odore del mio sangue sta minando il suo autocontrollo. Forse morirò in fretta, o forse no visto quello che gli ho fatto.

<< Pagherai l’affronto >>mi dice e mi schiaccia il petto con un piede. Sento uno scricchiolare di ossa, forse le costole, ma non grido. Sento solo un leggero dolore e non gli darò soddisfazione.

<< Ah, è così? >>chiede<< Non urli?Bene…vediamo cosa ne pensi di questo >>annuncia. Mi prende una mano di scatto ed affonda i denti nella mia carne. Sento la mano bruciare, ma non è insopportabile. Il bruciore si dirama in tutto il braccio in poco tempo ed io mi dimeno infastidita. Voglio spegnerlo, ma non ci riesco. Sto per andare alla deriva, ma a quel punto sento un ringhio, famigliare. Un ruggito pieno di furia, selvaggio. Forse sono morta. Sento la voce del mio Angelo che mi chiama per nome, che mi guida verso l’unico paradiso che voglio. Il mio Angelo geme, soffre…non deve soffrire. Non per me.

<< Edward… >>sussurro, ma non ho la forza per dire altro.

 

EDWARD CULLEN

 

Le parole di Claire mi bruciano ancora il cuore morto. Quella lettera…non dev’essere il mio ultimo ricordo di lei!No!No!NO!Corro veloce per le strade di Phoneix. Non mi interessa se qualcuno scorge il bagliore della mia pelle. Ora voglio solo salvare Claire. Sono più veloce e distanzio gli altri. Trovo subito la scuola di danza e finalmente sento il suo odore. Mi s’è spezzato il cuore in due quando non l’ho più sentito sul ciglio della strada fuori dall’aeroporto. Chissà se ha sentito il mio messaggio. Entro e la vedo subito. L’odore del suo sangue impregna tutta la stanza ed io sento la mia gola bruciare, ma reprimo l’istinto di cacciatore e mi concentro su James. È piegato su di lei, non vedo neanche cosa sta facendo. Mi scaglio contro di lui con un ruggito bestiale e lo scaravento lontano. È molto forte, ma non gliela darò vinta. Gli stingo la gola, impazzito, furioso e lui fa lo stesso. Non sento il dolore, sento solo il bisogno di vendetta. In quel momento sento qualcuno che mi ferma<< Lascia fare a noi >>. È Emmett. Io gli ringhio contro. Tutto ciò che voglio è vendicarmi<< Claire ha bisogno di te >>mi dice e questo mi fa scattare. Mi volto e la vedo stesa a terra in una pozza di sangue. James si accorge nel mio tentennamento e mi scaraventa via, ma Emmett non gli permette di scappare. Io cado poco lontano da Claire e mi avvicino subito a lei.

<< Oh, no!Claire! >>urlo, le mani sul suo viso. Perde molto sangue, il suo sguardo è vitreo e fatica a mettermi a fuoco<< Carlisle! >>urlo. Mi sta lasciando, sento il suo cuore che rallenta i battiti. No!No!NO!<< Ti prego, Claire!Non mi lasciare! >>. Inizio a gemere disperato, ma questo non mi fa sfogare. Aumenta la mia disperazione. Sento Carlisle vicino a me, ma sono concentrato su Claire che sembra affogare. Il respiro è mozzo<< CLAIRE! >>urlo.

<< Ha perso sangue, ma la ferita alla testa non è profonda >>mi dice Carlisle, concentrato<< Ha le costole rotte >>aggiunge. Ringhio di rabbia e di dolore ed a quel punto la sento.

La sua voce è chiara, ma colgo perfettamente le sue parole<< Edward… >>mi dice.

<< Claire, sono qui, andrà tutto bene!Claire, mi senti?Ti amo >>le dico e le prendo la mano. Il suo sangue mi bagna subito. Sollevo il braccio e lo guardo.

<< L’ha morsa >>dice Carlisle, sbigottito. Non è più tranquillo.

Smetto di respirare terrorizzato. Non voglio che lei si trasformi. Non con il veleno di quel bastardo!

<< Devi succhiarle via il veleno se vuoi salvarla, mentre io mi occupo della ferita alla testa >>mi dice Carlisle. Io lo guardo e lui legge tutta la mia disperazione. Ho paura. Il suo sangue è troppo buono.

<< Carlisle, io…non so se ce la faccio >>mormoro, agonizzante.

<< Io non posso aiutarti. Se tu succhi il sangue dalla mano io devo fare in modo che smetta di sanguinare dalla testa >>mi dice.

<< EDWARD! >>grida Claire in quel momento ed apre gli occhi. Questa volta mi fissa intensamente, so che mi può vedere. Stringo i denti e le immobilizzo la mano. Poi mi chino su di lei ed avvicino le mie labbra alla sua pelle. Prendo a succhiare. La sento dimenarsi, infastidita, ma non grida di dolore. E forse è meglio così. Il suo sangue è buonissimo. Mi scorre nella gola e mi disseta, mi rinvigorisce. Non ho mai assaggiato niente di più buono e seducente in tutta la mia esistenza. Ed è così caldo e buono nonostante la morfina. Non posso fermarmi. Non ci riesco.

<< Edward, così la uccidi! >>esclama Carlisle.

Apro gli occhi che avevo chiuso per assaporare al meglio quel nettare divino e incontro lo sguardo di Claire. È tranquilla, ha smesso di dimenarsi e mi guarda. L’immagine di lei pallida e morta tra le mie braccia in un lago di sangue mi terrorizza. Allontano i denti dalla sua carne, le stringo la mano, le labbra contratte nello sforzo di trattenermi.

<< Edward >>mi chiama.

Non posso parlare, lo fa Carlisle per me<< è qui, Claire >>.

<< Resta, Edward…resta con me, amore >>mi dice.

Non posso non risponderle. Prendo un bel respiro e resisto alla tentazione<< Resto >>dico trionfante. Mi avvicino alle sue labbra e la bacio delicato. Sento la sua mano delicata sulla testa e sorrido. È salva. La Mia Mela è salva. È come se il sangue fosse svanito nel nulla. Come se la mia sete fosse svanita nel nulla. Le accarezzo i capelli e lei sta per addormentarsi.

<< Grazie, Edward >>mi dice.

<< Ti amo >>le rispondo.

<< Lo so >>mi dice e sorride soddisfatta<< Il video…guarda il video… >>mi dice.

<< Portiamola via >>dice Carlisle. Sento i miei fratelli che stanno dando fuoco ai resti di James ed a tutte le prove...domani non ci sarà più una scuola di danza di Phoneix.

La prendo in braccio con delicatezza e lei si stringe a me<< Dormi, amore… >>le dico, ma lei già lo sta facendo. È serena. Ed è con me. Non potrei volere altro che questo.

 

Apre finalmente gli occhi. Siamo in ospedale a Phoneix. Le hanno dovuto fare delle trasfusioni perché aveva perso molto sangue. Ed il suo odore è stato per un attimo alterato. Ha parecchie contusioni, ma l’unica cosa rotta sono miracolosamente solo le costole. È piena di tubicini.

Muove la mano verso l’ossigenatore che ha nel naso e fa per strapparselo, ma io la fermo.

<< Ferma lì >>.

Solo quando la tocco si volta verso di me e mi vede, il mento appoggiato la suo cuscino.

<< Edward! >>esclama ed i suoi occhi brillano almeno quanto i miei. Poi aggrotta le sopracciglia, pensosa…è bellissima<< Cos’è successo? >>mi chiede.

<< Era quasi troppo tardi…stavo per arrivare troppo tardi >>le dico, con tormento. Il pensiero di averla quasi persa ancora mi brucia dentro e mi fa stare malissimo.

<< Non potevi arrivare più in orario >>mi dice, allungando la mano verso i miei capelli. Me li sfiora delicata ed io mi sento subito bene, come tutte le volte che lei mi tocca.

<< Hai visto il video? >>mi chiede. Annuisco. Non mi fa piacere sapere che lei ha baciato un altro…anche se la scena è stata molto interessante. Ho capito che Claire è davvero pericolosa quando vuole, è riuscita a fare del male ad un Vampiro fortissimo utilizzando solo l’astuzia e la seduzione<< Steve? >>chiede.

<< Abbiamo già pensato a tutto, modificato ogni cosa e lasciato le prove al tuo avvocato. Per tutti quanti tu ti sei miracolosamente salvata perché noi siamo arrivati a cercarti e lui è scappato >>le dico in breve<< Ora lui è di sotto…insieme a Kris >>. Sono rimasto molto sorpreso…tutta la mia famiglia è rimasta sorpresa di scoprire che Kris e Steve conoscevano il nostro segreto da tempo. Steve sa dei Vampiri dal giorno in cui James ha ucciso la sua ragazza, Kris è stato sotto le cure di Carlisle nei tempi in cui io lo aiutavo in ospedale, quindi ha capito subito tutto guardandoci ancora uguali. Non sono sembrati sconvolti…quasi mi viene da pensare che siano tutti parenti di Claire perché non hanno mostrato la minima paura. O forse a questo modo ci sono davvero persone pronte ad accettare tutti quanti, anche se pericolosi come noi.

<< Lasciamoli giù ancora un po’… >>mi dice e mi guarda<< Come hai fatto? >>mi chiede.

So cosa intende. Il ricordo del sapore del suo sangue ancora mi fa tremare di desiderio<< Non lo so…era impossibile fermarsi. Impossibile ma ci sono riuscito >>mormoro con dolcezza. Le prendo la mano fasciata e lei stringe la mia con delicatezza…è ancora molto debole<< Mi pare evidente che ti amo >>.

Mi sorride<< Non avevo dubbi, amore >>mi dice.

Mi passa in testa ancora la sua lettera. È un ricordo che mi tormenta ogni minuto. Capisce il mio tormento perché mi accarezza il volto con una mano. Io la guardo, cupo<< Non cercare mai più di sparire dalla mia vita >>le dico.

Mi guarda seria, con quell’espressione calda ed amorevole che solo lei ha<< Ci proverò >>mi promette ed io cerco di rilassarmi. Le sorrido e lei ricambia. Poi mi torna in mente un’altra cosa alquanto strana<< Sai…c’hai veramente sorpreso, amore… >>commento e lei mi guarda stranita<< Quando il veleno di un Vampiro ti entra in circolo è dolorosissimo, ma tu…tu non hai urlato neanche un attimo, sembravi insensibile. Hai urlato solo il mio nome per dirmi di sbrigarmi fuori a decidere >>. Lei ridacchia della mia uscita finale e lo faccio anche io.

Torna seria<< Sinceramente…non lo so perché sono così. Credo sia perché sono abituata a soffrire molto di più emotivamente ed allora non sento il dolore fisico. Oppure c’è un’altra spiegazione…bè, in questo caso è stato meglio così. Di certo non mi dispiace >>mi risponde.

<< Abbiamo rischiato di non accorgerci di niente, Claire… >>le dico, serio.

<< Allora sarei stata diventata come te >>mi risponde ed io mi irrigidisco. Come fa a saperlo?<< Perché non hai lasciato che il veleno si diffondesse? >>mi chiede.

Stringo i pugni<< Non sai cosa stai dicendo >>mormoro, cercando di trattenere la rabbia.

<< Ti sto chiedendo perché non hai lasciato che diventassi come te >>mi dice<< Sarebbe stata la fine dei nostri problemi >>aggiunge.

La guardo sconvolto. Non posso credere stia parlando sul serio. Non posso credere che rinuncerebbe alla sua umanità…alla sua vita per me!<< Claire…sei pazza!Tu vorresti rinunciare alla tua vita? >>le chiedo, incredulo. Non mi sono mai arrabbiato con lei come adesso!Lei vorrebbe rinunciare alla sua vita solo per me. Non si immagina neanche che cosa significhi essere un mostro!Non le piacerebbe questa vita, se ne pentirebbe.

<< No…io non rinuncerei alla mia vita, amore… >>mi dice<< Non ricordi? >>aggiunge.

<< Cosa? >>chiedo, cercando di non aggredirla verbalmente.

<< La mia vita sei tu, Edward e io ti voglio per sempre >>mi risponde, guardandomi con quei suoi occhi che mi incantano sempre. Cerco di rimanere concentrato.

<< Ma mi hai già, amore >>le dico, cercando di convincerla con lo sguardo. Non funziona, con lei non funziona mai.

<< Sì, ma non sopporterei di invecchiare mentre tu resti giovane…se non lo fai finirò per odiarti, fidati…per come sono fatta io sarà così >>mi dice<< Ovviamente se non vuoi stare con me per sempre lo posso capire… >>.

<< Amore!Smettila di dire cavolate!Io ti voglio sempre!Come puoi pensare che io possa vivere senza di te? >>le chiedo, stranito. È proprio pazza.

<< E allora perché? >>mi chiede.

<< Perché non voglio privarti anche della tua umanità. Non voglio che tu diventi un mostro >>mormoro, straziato.

Lei legge il mio tormento, ma resta impassibile. È decisa, sa quello che vuole. Non cambierà idea…sarebbe pronta ad andare dai Volturi per farsi trasformare nel caso non decidessi di farlo io<< Tu non sei un mostro e non lo sarò neanche io. Gli uomini sono già dei mostri, Edward!Si uccidono a vicenda!Sono pronti ad uccidere il loro parente più stretto per qualcosa di subdolo come il denaro >>mi dice.

<< Ti prego… >>le dico<< Non chiedermi questo… >>.

Mi guarda e sospira<< Non lo farò…non adesso >>dice.

Io mi rilasso e la accarezzo. Sento il bip del monitor aumentare. Sogghigno, lei anche. Avvicino le mie labbra alle sue ed il monitor impazzisce. Mi stacco da lei quando smette all’improvviso di suonare e mi rilasso solo quando riprende. Mi tira di nuovo verso di lei ed io non le dico di no. La mia piccola Vampira. No, no, la mia Mela. Sospiro, rassegnato…qualcosa mi dice che alla fine l’avrà vinta lei. E di certo c’è un motivo se lei ha ceduto così facilmente. Sa qualcosa che io non so. E non posso più scommettere contro di lei, perché Claire, in un modo o nell’altro, sa sempre tutto.

 

CLAIRE REDFIELD

 

È inutile far star male Edward adesso. Sta già combattendo contro il pensiero di avermi quasi persa per sempre. Preferisco lasciarlo tranquillo per adesso…quello che succederà, succederà se deve accadere. E poi meglio non forzare troppo Edward…potrebbe convincersi che il modo migliore è sparire dalla mia vita.

<< A cosa pensi, amore? >>mi chiede.

<< A te >>rispondo<< Ed alla tua salute psicologica >>aggiungo con un sorrisetto.

Lui sorride e si rilassa<< Come ti senti? >>mi chiede.

<< Bene… >>rispondo, sincera.

<< Arrivano Kris e Steve >>mi annuncia. Io gli prendo la mano ed in quel momento la porta si spalanca. Compaiono Kris e Steve, che puntano subito lo sguardo su di me.

<< Sei sveglia! >>esclama Steve, avvicinandosi. Mi prende l’altra mano e mi sorride. Il suo sguardo è pieno di gratitudine.

<< Già!Falso allarme anche stavolta! >>ridacchio.

<< Che fortuna! >>esclama Kris, sarcastico. Mi da un bacetto sulla guancia ed il bip del monitor resta regolare…non come quando mi si avvicina Edward.

<< Fortuna che Edward si trovava di passaggio, direi >>aggiunge Steve.

<< Mi sembra ovvio…è il suo lavoro salvarmi >>rispondo, guardando Edward che mi sorride, divertito. Adoro il suo sorriso…adoro il mio Angelo.

<< Un lavoro a tempo pieno, allora >>commenta Kris, sorridendo.

Restano ancora un po’ a parlare con noi. Steve s’è trasferito da Kris e sta cercando un appartamento ed un lavoro. Probabilmente studierà per diventare medico…potrebbe anche fare l’apprendistato con Edward o Carlisle. Sembrano tutti a loro agio, nessuno ha qualche problema con Edward, al contrario lo trovano simpatico. Sono felice che gli unici miei due “parenti” ancora in vita siano a loro agio con il mio ragazzo. Non devono esserci problemi tra noi. Siamo proprio una bella famiglia.

 

Ballo di fine anno. Non lo so come quel dannatissimo Vampiro abbia fatto a convincermi. Non lo so proprio e preferisco non saperlo o potrei anche commettere un omicidio. E la mia vittima sarebbe quell’adorabile bellissimo ragazzo che mi sorride in smoking ed ogni tanto guarda la scollatura del mio abito…pervertito…quello che avevo comprato a Port Angeles insieme ad Angela e Jessica.

<< Sei stupenda >>mi dice ad un tratto.

Siamo quasi arrivati a scuola<< Non servirà a rabbonirmi >>gli dico acida.

<< Uffa! >>si finge dispiaciuto, ma so che non lo è per niente.

Evito di rispondere, quindi facciamo tutto il viaggio in silenzio. Vedendo il mio broncio, lui perde un po’ del suo entusiasmo<< Sul serio non ti va proprio di venire? >>mi chiede, fissandomi con i suoi occhi dorati.

<< Sai che farei qualsiasi cosa con te…ma questo non cambia che io odi i balli di fine anno…anzi, i balli in generale, soprattutto se comprendono abiti da sera e smoking!Andiamo in una discoteca, invece! >>esclamo.

Lui non dice niente. Non è contento della mia uscita. Parcheggia il più vicino possibile all’entrata e mi apre la portiera come un gentiluomo. Mi prende per mano delicatamente<< Solo un ballo >>promette. La palestra è decorata con decorazioni alquanto squallide, la musica è scelta da uno studente, però sembra che tutti si divertano un mondo. Ci sono anche Alice, Jasper, Rosalie ed Emmett che danzano con tanta grazia che nessuno osa avvicinarsi per ballare con loro…ovviamente per non fare brutte figure.

Edward mi guida incerto sulla pista da ballo ed io ricordo tutti i ricevimenti a cui ho partecipato quando ancora vivevo con mio padre. Mi piace ballare, in realtà, e sono anche piuttosto brava. Lui se ne accorge e sembra compiaciuto. La musica ci avvolge e non siamo più in palestra. Ci troviamo in un’altra dimensione, nella dimensione del nostro amore. Non voglio che finisca. Non voglio che ci sia qualcuno o qualcosa a mettere la parola FINE al nostro amore. Voglio che il nostro amore duri per l’eternità e per far questo io devo vivere per l’eternità, come lui.

<< A cosa pensi? >>mi chiede Edward. Mi ha portata di fuori ed ora siamo seduti su una panchina. Lui guarda la luna e poi guarda me quando non gli rispondo. Nota la mia espressione malinconica e si allarma<< Cos’hai amore? >>mi chiede, accarezzandomi il volto premuroso.

<< Pensavo al crepuscolo >>mormoro<< Ed alla fine di tutto >>aggiungo. Mi guarda accigliato ed io spiego<< Sto pensando che anche il nostro amore farà come il crepuscolo…finirà >>.

Lo vedo intristirsi. Ha capito dove voglio arrivare<< Tu non dici sul serio >>.

<< Sì, invece. Io vorrei che il nostro amore durasse in eterno…vorrei poter vivere in eterno per coltivare per sempre quello che provo per te. Invece tutto questo svanirà perché io sono umana. Tra qualche anno io non ti amerò più, mi sarò semplicemente abituata a te e ci starò male, perché tu mi amerai sempre come solo un Vampiro sa fare >>rispondo. Non lo guardo. Guardo la luna. Così bella…eppure anche lei non è eterna, come non è eterno il sole, ma ha molti più anni davanti di me.

<< Se io non fossi un Vampiro, se io fossi umano, non faresti questi discorsi >>dice, straziato dall’idea di essere sbagliato.

<< Se tu non fossi un Vampiro non saresti tu. Se tu non fossi un Vampiro probabilmente non ci ameremmo come ci amiamo adesso. Il punto è che tu sei un Vampiro ed io sono indegna di starti accanto perché non ti posso amare come ti amerebbe una Vampira. Ma io voglio amarti così e non potrò mai se resto umana >>dico. Ancora non lo guardo. Non voglio vedere la sua espressione e non voglio che veda la mia.

<< Ci tieni così tanto? >>mormora, tormentato.

<< Lo sai >>rispondo.

Mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi. Capisce che sono sincera, che lo amo e che ci soffrirei se dovessi perderlo o peggio se dovessi smettere di amarlo.

<< Sei pronta alla fine, allora? >>mi chiede, guardandomi serio. Vedo l’incertezza nei suoi occhi. Forse in parte ci sta pensando.

<< Non è la fine. È il prolungarsi del nostro amore in eterno…è l’inizio del nostro amore. Non è la fine. La mia vita sei tu. La mia vita è il nostro amore. Se il nostro amore muore, muoio anche io >>dico.

<< Non sono degno >>mormora, sempre più indeciso e tormentato.

<< E chi se non la mia unica ragione di vita? >>dico.

Mi guarda triste<< Vorrei poter credere che questa è la strada migliore…e forse lo è davvero. La mia eternità è stupenda se penso a te, se so che tu sarai con me… >>mormora. Il suo sguardo è caldo, di nuovo lo sguardo che mi fa sentire amata.

<< Non devi per forza farlo ora >>gli dico<< Mi basta sapere che ci pensi >>aggiungo.

Sorride e si avvicina al mio viso<< Ti amo >>mi dice.

<< Anche io…ti amo, sempre >>mormoro e le sue labbra si posano delicatamente sulle mie.

Oggi non è il giorno. Arriverà il tempo in cui la decisione sarà presa. Ma non è questo il giorno. Oggi è il giorno delle indecisioni, dei pensieri, delle possibilità.

Oggi è ancora il giorno dell’amore tra un Vampiro ed un’umana.

Quando si separa da me sembra infastidito<< Cos’hai, amore? >>chiedo.

Sembra imbarazzato<< Bè…sai com’è sto sentendo i pensieri di Mike e Jessica e non è piacevole… >>mi sorride<< Finché siamo nell’ambiente scolastico è ancora sopportabile perché il massimo che le coppiette si scambiano è un bacio, ma così… >>si interrompe<< E con la mia famiglia è anche peggio…vorrei potermi isolare a volte, ma spesso è quasi impossibile >>. Mi guarda e mi sorride, divertito ed esasperato.

<< Sai…stavo pensando… >>comincio<< Tu non puoi leggermi nella mente ed intorno a casa mia non gira mai nessuno…se ti va potresti…trasferirti da me >>propongo, guardandolo negli occhi.

Il suo sguardo brilla e lui sembra splendere dalla felicità<< Dici sul serio? >>mi chiede. Io annuisco e lui mi stringe a sé<< Certo che sì! >>esclama ed io ricambio l’abbraccio ridendo.

<< Non sarei così felice, amore…scoprirai che la convivenza con me è peggio dell’inferno >>ridacchio io, accarezzandogli il volto.

<< Ma io sono già all’inferno, no? >>ride lui. Niente potrebbe scalfire la sua felicità in questo momento. E lo stesso vale per me. Convivere con un Vampiro?Mah…si vedrà come andrà a finire.

<< Benvenuto all’inferno, baby >>gli sussurro all’orecchio e lui mi bacia di nuovo. È delicato, come sempre, ma mi accorgo che andando avanti si fa sempre più impaziente. Vorrebbe fare l’amore con me…ne ha bisogno, ma qualcosa lo blocca. Bè…si sbloccherà prima o poi, magari anche con un aiutino da parte mia. Mi sento una schifosa seduttrice, ma a mali estremi…estremi rimedi, giusto?Pensiamola in quest’ottica che è meglio.

 

LA SCENA QUI POTREBBE FORSE FARSI PICCANTE, MA NON ANCORA DA ROSSO…O ALMENO CREDO.

 

EDWARD CULLEN

 

Sto tornando a casa. A casa di Claire, che ora è diventata la mia casa. Sono stato a caccia con Alice e lei è così felice di vedermi felice che quasi si metteva ad abbracciare la sua preda. Adoro mia sorella, a volte…spesso…è alquanto irritante, ma le voglio molto bene. Sono stati tutti felici per me quando ho annunciato che mi trasferivo da Claire. Ho anche scoperto che mia madre sapeva già tutto…chissà come ha fatto a nascondermelo per così tanto tempo…perché Claire gliene aveva parlato alla partita. Il ricordo di quel giorno ancora mi fa male e mi fa paura. Ho sempre paura di perderla, ma cerco di non essere troppo protettivo per non infastidirla. In realtà le sto intorno tutto il giorno, la seguo ovunque tranne quando ha bisogno di privacy, eppure lei non sembra affatto infastidita dalla mia presenza. Anzi spesso e volentieri mi abbraccia e mi bacia. Sto seriamente pensando di trasformarla. Ma il pensiero che lei possa pentirsene in un secondo tempo mi blocca alquanto. Eppure lei sembra sempre così convinta…forse dovrei andarmene. Lasciarla e vedere come va avanti. Ed in caso decidere se tornare e fare come dice lei oppure lasciarla per sempre. Temo di vedere che lei mi dimenticherà, anche se lei me lo ha già in parte annunciato. La mente umana prima o poi dimentica, lo so bene. E forse non è meglio che la lasci davvero?Così non la costringerei più, non la priverei più di una vita normale. Saprebbe essere felice anche senza di me?Non ne sono certo. Ricordo il suo viso la prima volta che l’ho vista. Quella tristezza profonda, quella disperazione e quel disprezzo di sé erano molto simili ai miei. Ho sempre desiderato di cancellare quella tristezza e se sta con me lei è felice, completamente. Lo sarebbe anche con qualcun altro?Non posso saperlo, ma se non provo. Certamente di ragazzi che le stanno attorno ce ne sono parecchi, ma tra tutti lei ha scelto me. Perché forse davvero siamo legati, orma comincio a credere anche io che esista solo un grande amore. Dio li fa e poi li accoppia. Forse era destino che io non morissi nel 1918 perché lei non era ancora nata. Ma se io decido di stare con lei, forse dovrei anche fare l’amore con lei. Potrei riuscire a controllarmi?A non farle del male?Recentemente ho scoperto che lei ama disegnare ed in un album ha fatto un disegno che mi ha scosso e se possibile mi ha bloccato ancora di più. Lei ha disegnato un Vampiro ed una ragazza umana, ma non è questo che mi ha sconvolto. Perché il disegno rappresenta la difficoltà di amare un’umana per un Vampiro. In breve il disegno conteneva un Vampiro ed un ragazza piena di lividi…il segno del suo amore per lui. (VEDI: http://homepage.ntlworld.com/musclecat/docs/vampire.jpg ). Quando le ho chiesto lei mi ha detto che è una possibilità e lo sa bene, ma che sente che c’è qualcosa di diverso tra noi. In poche parole si fida di me e sa che non le farei del male. Sono io però a non fidarmi di me stesso. Sono arrivato a casa. Salgo le scale veloce, non vedo l’ora di vederla. Spalanco la porta della sua camera e la vedo. Dannazione, non sarò umano ma uomo sì!Mi da le spalle, ma non è questo il punto. Il punto è che è in biancheria intima alquanto sexy. La rimiro per un secondo. Il pizzo del suo intimo è seducente e quel colore fucsia cupo, quasi rosso, si sposa benissimo con la sua carnagione. I capelli neri…di recente ho scoperto che li tinge spesso tanto per fare…sono ondulati, quasi ricci e sono morbidi e perfetti come lei. Faccio un passo avanti e lei si volta, sorpresa. Mi guarda<< Edward… >>dice in un sussurro. Qualcosa nella mia espressione l’ha allarmata?Non lo so, di certo devo sembrare affamato, ma non di sangue, di lei. Non le rispondo. Il bisogno di sentirla e toccarla si fa bruciante e con uno scatto la prendo e la spingo sul letto. La tengo perché non si faccia male e lei mi bacia, ridacchiando. Pensa che sto scherzando?Aderisco di più a lei che si fa seria. Ha sentito la mia eccitazione, ma non ha paura, al contrario mi accarezza più decisa. Le mie mani percorrono il suo corpo affamate e la mia bocca si separa dalla sua solo per lasciarla respirare. Ho bisogno di sentirla più vicina e lo capisce anche lei perché mi slaccia i bottoni della camicia con una lentezza torturante. Quando arriva all’ultimo bottone tiro un sospiro di sollievo e mi scrollo di dosso la camicia. Le aderisce a me ed io sento un gran calore in tutto il corpo. Non smetto di accarezzarla e lei fa lo stesso con la mia schiena. È più delicata di me, mira a stuzzicarmi, mentre io voglio solo esplorare ogni centimetro del suo corpo, io voglio solo toccarla. Apro gli occhi e la guardo. È bellissima, mi fa morire di desiderio<< Fai l’amore con me, ti prego >>le chiedo, la voce incredibilmente roca e lei spalanca gli occhi. Sono turchesi, stupendi, profondi…mi perdo in essi.

<< Non devi neanche chiederlo >>mi risponde, dolcissima.

La bacio di nuovo ed il suo disegno mi torna in mente. Mi irrigidisco e lei se ne accorge<< Non succederà, amore >>mi sussurra all’orecchio<< Mi fido di te >>aggiunge.

<< Sei vergine? >>le chiedo.

<< No >>risponde.

<< Io sì >>le dico con un sorrisino.

<< Allora sarà stupendo, amore >>mi promette e mi bacia. Sento il fuoco dentro.

Mi slaccia i pantaloni ed io già non penso più a niente. Sono in balia di lei, del suo corpo. La voglio. Immediatamente. Non riuscirei più a resistere. Mi lascio andare e lei fa lo stesso. Ci perdiamo entrambi nel piacere dei sensi. Siamo una sola cosa. E la nostra unione è assolutamente perfetta.

*

Dorme profondamente tra le mie braccia. Il pensiero dei momenti che abbiamo appena passato mi fa ancora bruciare di desiderio. La guardo: è ancora in biancheria. Sento l’eccitazione farsi largo nuovamente in me, ma cerco di tranquillizzarmi o da bravo pervertito che sono rischierei di svegliarla e di prenderla di nuovo. Sono diventato un malato del sesso in una volta sola…figuriamoci più avanti. La guardo bene. Sembra integra. Non vedo lividi o contusioni, anche se non credo di essere stato molto delicato. Non credevo potesse essere così stupendamente appagante fare l’amore con lei. È stato molto più bello di quanto mi aspettavo. E lei è stata meravigliosa…lei è meravigliosa. Nonostante sia umana è riuscita ad appagarmi completamente, ad appagare un Vampiro. La Mia Mela è sempre piena di sorprese. Sembra così piccola e fragile adesso, mentre invece è riuscita a contenere perfettamente la passione di un Vampiro come me. È davvero perfetta. Si gira un po’ e la luce della luna illumina il suo braccio. C’è un livido a forma di mano sopra…della mia mano…però sembra leggero. Mi dispiace, di certo non ha sentito niente, ma questo non cambia che per un attimo la mia presa è stata troppo forte su lei. Se voglio fare ancora l’amore con Claire devo imparare a controllarmi meglio, a stare più attento…farei tutto pur di farla ancora mia. E sì che le braccia sono il punto che ho toccato meno…e non c’è un punto del suo corpo che io non abbia toccato o un punto del mio corpo che le sue mani calde non abbiano sfiorato. Ho ancora il suo profumo addosso e mi piace alquanto. I nostri odori sono mischiati e creano una fragranza molto dolce…dolce come il nostro amore…ma anche passionale…passionale come il nostro amore. Due fragranze che si uniscono perfettamente, così come hanno fatto i nostri corpi.

<< Edward… >>mormora nel sonno e sospira felice. Sorrido anche io. Mi fa piacere che lei mi sogni, così come per anni io ho sognato lei ad occhi aperti. Mi dispiace di non poter dormire…sarebbe stupendo svegliarmi e trovarmela tra le braccia. Ma è bello anche così, la posso osservare ed accarezzare piano, aspettando che si svegli per salutarla. Guardo dalla finestra e vedo il sole sorgere ed illuminare la sua pelle. Il livido c’è, ma è davvero solo quello. Sospiro sollevato, per un attimo avevo temuto il peggio. La sento stiracchiarsi un po’ e due secondi dopo incontro i suoi occhi. Brillano alla luce del sole e lei mi sorride, un po’ dolce, un po’ maliziosa.

<< Buongiorno… >>mi dice.

Io le sorrido<< Buongiorno, seduttrice di Vampiri innocenti >>rispondo io.

Lei ridacchia<< Innocenti…non ti stai comprendendo vero? >>mi prende in giro. Si piazza interamente sopra di me, il mento appoggiato al mio petto e mi guarda<< Come stai? >>mi chiede.

<< Io bene, amore…tu? >>le chiedo.

<< Non potrei stare meglio >>mormora felice ed è sincera.

<< Anche se ti ho fatto del male? >>chiedo, impensierito, guardandola serio. Mi guarda stranita<< Guarda il braccio >>aggiungo. Lei ci prova ma non riesce a vedere niente. È buffa. Si alza e sparisce dal mio abbraccio. Mi sento incredibilmente solo e la guardo specchiarsi. Che visione…cerco di controllarmi e lei ritorna da me<< Cosa vuoi che sia, amore…tra un giorno neanche non ci sarà più niente >>mi dice e sorride<< Allora…che ne pensi del sesso? >>mi chiede.

<< Bè…penso che potrei farci l’abitudine >>dico pensoso e poi la guardo, intensamente, negli occhi<< Seriamente è stato stupendo >>le sorrido.

<< Perché siamo fatti per stare insieme, amore >>dice lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. E forse è davvero ovvio. Dopo stanotte lo penso anche io. Io e lei ci apparteniamo, sempre<< E se non fosse perché ho un insistente bisogno di andare in bagno ti sedurrei di nuovo immediatamente >>aggiunge, maliziosa. Si alza e mi trascina con lei. Mi annusa come fa un cagnolino<< Amore…hai bisogno di una doccia >>mi dice ed io sbuffo esasperato.

<< I Vampiri non sudano >>le dico, divertito.

<< Lo so…ma io sì e tu hai addosso il mio odore, quindi non ammetto repliche >>ordina e mi trascina in bagno. Non so cosa ha in mente ma lo scopro quando mi trascina nella doccia insieme a lei…non avevo un’idea così perversa della doccia, ma ora devo proprio ricredermi.

 

Ma salve a tutti!!!!Che bello, mi sentivo vuota senza i vostri commentini!!!!Comunque, ci tengo a precisare che il titolo Addii lo scelto perché: si dice addio a James che è passato dall’altra parte, Steve dice addio alla prigione finalmente, Kris dice addio alla speranza che Claire stecchisca (ovviamente scherzo), Edward dice addio alla sua verginità. Comunque, ovviamente vi sarete tutte accorta che l’Eddy qui nella mia FF è leggermente più arrapato di quello originale…comunque non credete sia tutto finito, perché ci saranno altre sorprese!!!Hihi!!!!Ora passo a rispondere ai vostri commenti!!!

Snow Fox: ma ciao!Beata tu che sei partita, io sono ammalata!!!Che strazio, però niente scuola!!!!Hihi!!!Mi sei mancata sai?Ma ora sei ritornata, quindi sono contenta. Ecco la mia variante di James è un po’ più da pervertiti….come tutto il capitolo in realtà…penso sia la malattia a farmi questo effetto…però alla fine non cambia molto a parte il fatto che Claire ha contribuito a fare del male al Segugio…che bulla…comunque come ho già detto succederà presto qualcosa…ma non anticipo anche perché succederà penso già nel prossimo capitolo quindi. Già il fatto che non c’è Jacob comunque deve farti pensare perché sarà sicuramente diverso dal New Moon originale, ma non dico altro se no ti racconto tutto quello che ho in mente!Hihi!Al prossimo capitolo, aspetto la tua recensione!!!Ciau, cara, un bacione!

Nene_cullen: effettivamente Claire è molto comica in certi punti…sempre diciamo…è proprio lei che mi esce comica, poveretta, non ha neanche colpa lei è proprio così di natura. Ovvero pazza. Spero che il capitolo ti piaccia e che passerai ancora!!!!Ciao, bacini!

Fracullen: ciao!Claire pensa di essere umana e la mia idea di base era che fosse effettivamente un’umana un po’ strana, però mi è venuta in mente un’idea in questi giorni e forse cambierà qualcosa. Per ora comunque tieni in conto che lei è un’umana strana, ma pur sempre umana. Poi vedrò perché non sono ancora sicura di niente su quel punto. Spero che il capitolo ti sia piaciuto, un bacio. Alla prossimaaaaa!

Losch: ciao!!!!Appena ho aggiornato ho visto che hai aggiornato anche tu!!!Mi piace un casino la tua FF!!!!Ma questo te l’ho già detto, hihi…comunque come noti è stata un po’ strapazzata perché purtroppo è umana anche lei (o quasi come ho detto a Fracullen qui sopra) però a strapazzato un po’ anche James. Credo che ormai potrei darle il soprannome di Seduttrice di Vampiri…ah, l’ha già fatto Eddy…hihi. Sì è vero a rileggerla quella parte di Jasper è proprio carina!!!Comunque c’avevo pensato sai che Edward arrivava e trovava James e Claire a giocare tranquilli a poker o a scala 40 come amici di vecchia data, ma poi non ci stava più la mia scena di seduzione, quindi…hihi…il prossimo capitolo impiegherò un po’ di più a postarlo mi sa perché questi li avevo già pronti da un casino solo che il mio internet aveva qualche problema e non riuscivo a connettere!Cercherò di fare in fretta anche perché devo anche aggiornare le mie altre due FF che è un casino che non le aggiorno!!!Al prossimo capitolo o alla tua prossima risposta alla mia recensione!!!Ciauuu!!!!Baci!

RINGRAZIO ANCHE TUTTI QUELLI CHE MI HANNO AGGIUNTO AI PREFERITI O ALLE SEGUITE…E ANCHE A CHI HA LA PAZIENZA DI LEGGERE LE MIE CAVOLATE!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** LA MIA VITA NON HA SENSO ***


Tremate

Tremate!!!Arriva un capitolo di New Moonmuahahahahah!!!

 

LA MIA VITA NON HA PIÙ SENSO

 

1°GIORNO

 

<< Tanti auguri a me, tanti auguri a me!Tanti auguri a me, tanti auguri a me! >>canticchio saltellando da un lato all’altro della stanza. Sto cacciando i vestiti per la festa di compleanno che Alice mi ha organizzato per questa sera. Trovo una minigonna di jeans nera, con una corona d’oro ricamata sulla tasca posteriore destra, le mie scarpe sandalo d’oro e la maglietta senza maniche d’oro con una scollatura a forma di cerchio che mi lascia scoperta la curva del seno. Lascio la giacca di jeans abbinata alla gonna sul letto e vado in bagno. Attualmente i miei capelli sono biondo scuro, con qualche colpo di sole. Li pettino bene e prendo i miei orecchini d’oro a forma di cerchio grande e sottile. Un velo di trucco, il mio profumo preferito e sono pronta. Tre ore in tutto per prepararmi. Ehm…dettagli. Raggiungo la mia giacca e la prendo, indossandola. A quel punto sento delle braccia fredde che mi abbracciano da dietro e mi appoggio contro il petto marmoreo di Edward.

<< Amore…ti ho dato le chiavi per entrare dalla porta, non dalla finestra come un ladro >>ridacchio, mentre lui scende con le labbra sul mio collo. Ho i brividi, ma non di freddo. Se fosse per me resterei a fare l’amore con Edward tutto il giorno ma lui (e la mia irritante situazione umana) mi impediscono di fare ciò che voglio. Fare sesso con un Vampiro è alquanto stancante, di certo ora come ora non posso mantenere il suo ritmo. Eeehh, vabbè…mi accontento.

<< Sì, ma dalla porta non vedo certi spettacoli >>ridacchia lui e la sua risata vibra sul mio collo.

<< Guardone >>lo accuso.

<< Senti chi parla!Mi scegli i vestiti solo per guardarmi il sedere! >>mi prende in giro lui. Cacchio, non pensavo se ne fosse accorto.

<< Chi io?Ma no, ma no, ti sbagli >>rido e lui ride con me. Le sue mani ghiacciate si insinuano sotto la mia maglietta, ma io lo blocco<< Amore mio, ho una festa di compleanno oggi, quindi levati dalla testa le tue idee perverse ed andiamo >>lo sgrido.

Lui si separa da me sbuffando ed io finalmente lo posso guardare in viso. È stupendo, come sempre. I capelli sparati in aria, di quel rosso bronzeo che amo, gli occhi dorati accesi dall’allegria e dall’eccitazione. Non ho mai visto un Vampiro più bello di lui…e di Vampiri ne ho visti una decina. Mi sorride dolce e mi guarda<< Sei bellissima >>mi dice<< Terribilmente seducente. Sarà un’impresa starti lontana stasera >>.

<< Se preferisci mi metto una tunica da suora >>commento.

<< Saresti sexy anche con quella, amore >>ride lui<< Soprattutto visto che so quello che porti sotto >>aggiunge. Io lo guardo sconvolta: da quando è diventato così malizioso?Lui vede la mia espressione e scoppia a ridere, prendendomi per mano.

Scendiamo le scale e poi usciamo. In questi mesi la camera degli ospiti è diventata la camera di Edward. Siamo andati insieme a scegliere tutti i mobili e le cose che gli potevano servire e piacere. Lui è praticamente sempre con me. Ho comprato anche un pianoforte a coda bianco per lui, così non dovevamo spostare quello di casa sua. Sono stati giorni fantastici, euforici, ma è da un po’ che sono inquieta. Sento qualcosa di brutto nell’aria, non so cosa. Anche Alice sembra meno allegra del solito, però cerca di nasconderlo. Scuoto la testa: oggi è il mio compleanno, voglio divertirmi.

<< Diciotto anni >>commento mentre siamo in macchina<< Sono più vecchia di te, amore >>aggiungo con un ghigno.

<< Tecnicamente sì >>risponde lui, sorridendo.

<< Comunque la nostra relazione è tecnicamente pedofila, amore >>commento.

Lui ride<< No, ormai sei maggiorenne >>risponde<< Fino a poco fa lo era >>ammette<< Comunque…ehm…non ti spaventare se ci vedi un po’ tutti su di giri, sai com’è l’ultimo a festeggiare un compleanno è stato Emmett nel 1935 >>aggiunge, con un sorrisino.

<< Tutti? >>chiedo<< Ci sono anche Emmett e Rosalie? >>aggiungo. Non erano in Africa?

<< Ci tenevano >>risponde Edward con un sorriso. Mi sento ancora più allegra. È un peccato che Kris e Steve non ci siano. La convivenza tra loro aveva portato ad una condivisione di parecchie cose, comprese le malattie ed erano entrambi a letto con l’influenza. Mi immagino già in che stato sarà ridotto l’appartamento di Kris.

<< Come vanno gli studi di Steve? >>mi chiede Edward. Steve sta studiando per diventare medico.

<< Bè, è ancora al liceo, come sai…poi si iscriverà all’università penso >>rispondo. Non ne sono sicura: Steve non ha molti soldi da parte, la sua famiglia non gli ha lasciato niente. Non ne hanno più voluto sapere di lui, neanche adesso che è stato discolpato. A lui non interessa, ma ci sono parecchi vantaggi nell’avere una famiglia…viva o morta. Ed io lo so bene.

<< E tu, amore, cosa farai? >>mi chiede Edward. È fissato. Ha deciso che io devo andare al college, ma non riuscirà a convincermi. Quella non è la mia strada.

<< Farò il meccanico, te l’ho detto. Meglio ancora progetterò auto, magari le Ferrari >>ridacchio. Lui fa una smorfia<< Non andrai al college? >>chiede, speranzoso.

<< A malapena ho voglia di finire il liceo, amore!Dai, c’è chi è portato e chi no. Io non lo sono, punto è basta >>rispondo. Lui lascia cadere la questione, per ora, ma so che ci ritornerà. In tal caso so bene come distrarlo.

Ci avviciniamo alla meta. Le finestre dei primi piani sono accese ed appese alla veranda svettavano lanterne giapponesi, il cui bagliore riflette sui cedri che contornano l’edificio. Grossi vasi di fiori (rose rosa) decorano la scalinata di fronte alla porta principale.

<< E il tappeto rosso dov’è? >>chiedo, capricciosa.

Edward scoppia a ridere, di nuovo di buon umore<< Fai la brava bambina, amore >>mi dice.

<< Ma è la mia festa! >>protesto, fingendomi insofferente. Lui mi bacia così all’improvviso che quasi cado<< Guastafeste >>gli dico, quando si stacca da me con un ghigno.

Tutti mi stanno aspettando nel salotto e quando entro mi salutano con un<< Buon compleanno, Red! >>. Ogni centimetro della stanza è ricoperto da candele e da vasi di cristallo colmi di rose.  C’è pure una torta di compleanno gigantesca…se sperano che la mangi tutta sono pazzi…ed anche una montagna di regali avvolti in carta argentata.

Incontro per primi Carlisle ed Esme, che mi abbracciano, ormai senza timore. Se sopravvivo al sesso con Edward, direi che posso sopravvivere anche agli abbracci…ho ancora qualche dubbio con Emmett, in realtà, ma almeno oggi non sembra sfoggiare un coltello gigantesco.

Dietro di loro ci sono Emmett e Rosalie. Lei mi sorride e mi mima un buon compleanno con uno sguardo di compassione che io ricambio. Capisco quando Emmett mi abbraccia e mi solleva come se fossi una piuma…mi sento alta…il perché.

<< Buon compleanno, sorellina! >>esclama<< Ti pensavo diversa, ma sei sempre piccola e magrolina >>commenta.

<< Tu sembri sempre più grosso invece >>dico, mezza soffocata. Riesco ad uscire con la testa dal suo abbraccio, rossa come un pomodoro e parecchi scoppiano a ridere. Persino il giorno del mio compleanno ridono di me…mah…che famiglia ingrata. Emmett mi lascia finalmente andare quando Rosalie gli fa allegramente notare che sono ormai diventata cianotica. Se non ci fosse lei, sarei già morta probabilmente. Rosalie mi stringe brevemente, non siamo grandi amiche, ma è già un passo avanti e poi arriva Alice che mi salta praticamente addosso. Come misura siamo alla pari, quindi evito di essere soffocata almeno da lei. Jasper mi sorride, allegro ed amichevole, ma mantiene le distanze. Per ridere un po’, fingo di abbracciarlo con le braccia<< Felice di abbracciarti, Jasperino >>dico. Lui imita il mio gesto<< Anche per me >>. Sembriamo due ciechi che non riescono a trovarsi e quindi abbracciano l’aria. Ci guardano tutti per un secondo.

<< Manicomio >>dice Emmett, rassegnato.

<< Pensavamo di poterlo evitare, ma ormai… >>aggiunge Carlisle.

<< Vado a chiamare >>aggiunge Alice, fingendosi tetra. Fino a poco tempo fa la parola “manicomio” la faceva scattare, ma ormai c’aveva fatto l’abitudine.

<< Se tutti gli strani di questo mondo fossero in manicomio, tutte le città di ogni singolo stato sarebbero deserte, credimi >>dico io, con un sorriso allegro.

Prima di passare all’apertura dei regali scattiamo qualche foto…molte foto…con la mia macchina fotografica digitale. Ovviamente io compaio in ognuna, tranne in quelle che scatto personalmente. È mentre mi sposto per andare ad aprire i regali che Edward si volta e senza accorgersene mi scaraventa con un braccio contro il tavolo. Ovviamente cado tra i piatti e la torta mi cade praticamente in testa. La scena sarebbe stata divertente ma il ringhio spaventoso di Jasper, seguito da quello di Edward, non mi fanno affatto ridere. Mi pulisco gli occhi e vedo Edward che blocca Jasper, impazzito, lo sguardo affamato puntato su di me…sul mio braccio. Seguo il suo sguardo e capisco: il mio braccio è tagliato dal polso al gomito e perde parecchio sangue. Vedo Emmett bloccare Jasper, che viene trascinato via a forza anche da Rosalie.

Carlisle è l’unico rimasto calmo<< Alice prendimi la borsa e portala in cucina >>dice. Alice sparisce. Io sono intontita, ma sento chiaramente Edward prendermi in braccio.

<< Perdonami >>mi sussurra all’orecchio. La sua voce è straziata e mi fa più male del braccio. Gli accarezzo il viso, con la mano opportunamente illesa, e lui chiude gli occhi. Li riapre, ma leggo solo dolore nel suo sguardo, dolore e dispiacere. Si morde il labbro e mi fa sedere sulla sedia. Carlisle è di fronte a me, una lampada mi illumina il braccio.

<< Ci sono troppi vetri nel braccio >>commenta. Io non lo ascolto. Guardo Edward accanto a me. Non respira, i suoi occhi sono incredibilmente neri ed ardono per la sete.

<< Vai, amore… >>gli dico. Lui mi guarda e scuote la testa, imperterrito.

<< Ha ragione Edward, vai a parlare con Jasper…la tratterò bene, tranquillo >>dice Carlisle.

Edward si alza, mi guarda un attimo, e scompare.

Restiamo solo io e Carlisle. Lui mi estrae i vetri uno alla volta…sento solo un leggero pizzicorio.

<< Mi domando come tu faccia, Claire >>commenta ad un tratto.

<< A fare piazza pulita di Vampiri? >>ridacchio io.

<< No >>ride<< A non sentire il minimo dolore >>spiega.

<< Oh…bè ci sono tante cose su cui mi interrogo, ma ancora non ho la risposta >>dico<< Per esempio, mi chiedo perché i Vampiri esistano. Ci dev’essere un motivo >>aggiungo.

<< Ci dev’essere un motivo anche per cui esistono gli umani >>risponde Carlisle.

<< Infatti. Io credo che…visto che sei qui a portata di mano…anzi io non credo esista una vita al di là della morte. E quindi considero la vita da Vampiri come una fortuna che tutti vorrebbero avere o ancora magari voi ci siete perché il vostro scopo non è ancora stato raggiunto. Perché io penso che ognuno di noi ha uno scopo in questo mondo. Quelli che muoiono significa che l’hanno raggiunto, quelli che non muoiono significa che non l’hanno ancora fatto e quindi devono continuare >>dico.

<< E come spieghi i bambini che muoiono appena nati? >>chiede Carlisle.

<< Non hanno uno scopo oppure lo hanno già prefissato con un semplice respiro. Non sempre gli scopi da raggiungere sono difficili, senza contare che sono ignoti >>rispondo.

<< E i Vampiri che vivono per l’eternità?Senza mai morire? >>chiede, ancora, incuriosito.

<< Semplicemente non hanno raggiunto il loro scopo. O ancora il mondo ha bisogno di loro. O ancora sono persone talmente malvagie, come James, che non hanno scopi, ma che sono talmente cattive che anche la morte fugge da loro >>rispondo.

<< Stai delirando >>ride Carlisle.

<< Probabile >>rispondo.

<< Anche Jasper la pensa così >>annuncia Carlisle.

<< Lo credo bene, mica per niente io e lui siamo così intelligenti. Per esempio non credo affatto sia un caso che tu abbia trovato Edward ed abbia deciso di salvare proprio lui >>rispondo.

<< In realtà è stata sua madre a convincermi. Li avevo in cura tutti e due. Si somigliavano molto. E lui era davvero bello, aveva un bel viso nonostante sfigurato dalla malattia. Volevo che il volto di mio figlio fosse così. Con quei capelli singolarmente bronzei e gli occhi verdi. Sua madre è morta poco prima di lui, ma sapeva cosa ero e mi ha chiesto espressamente di salvarlo. Non so come potesse desiderare questa vita per suo figlio >>dice Carlisle.

<< Donna intelligente >>rispondo<< Come puoi dire che la tua vita è brutta?Non hai forse Esme accanto?Ti pesa il pensiero dell’eternità sapendo che hai lei accanto e dei figli che ti vogliono bene? >>domando, curiosa.

<< No >>sorride<< Ora che ci penso, no >>.

<< Io ho sempre ragione >>dico.

Lui ride, ma poi restiamo in silenzio. Ed è il silenzio che io volevo evitare. Perché ora che c’è silenzio posso pensare a ciò che inevitabilmente accadrà. Avevo detto che non c’avrei pensato finché non sarebbe arrivato il momento, ora il momento è arrivato. Ed io temo di affrontare l’argomento. Mi torna in mente il mio sogno e la lettera di Edward. Qualsiasi cosa ma non quello. Non andrà così, punto e basta. A quel punto vedo Edward rientrare. È teso, ma respira tranquillo. Mi raggiunge e si inginocchia accanto a me. Gli appoggio la mano buona sulla testa e lui chiude gli occhi, sospirando. Ormai Carlisle ha ricucito tutto. Si alza, mi sorride, e ci lascia da soli.

C’è silenzio per un po’. Del silenzio io ho una gran paura. Lui mi vede turbate e mi abbraccia. Io ricambio ed il profumo della sua pelle, il suo corpo, mi tranquillizzano.

<< Perdonami, Claire, io… >>dice, ma si blocca<< Non ho scusanti per quello che ho fatto. Dovevo stare più attento, io… >>.

Lo blocco con un bacio e lui non si stacca da me. Cerca il contatto con me con disperazione, amore. Mi prende in braccio e mi guarda<< Ti porto a casa >>mormora, guardandomi. Prende i regali e le mie cose. Sento incredibilmente freddo. È la prima volta da quando sono tra le braccia di Edward. Mi stringo a lui più forte perché so che questa è la fine. Le fine di tutto. La fine dei miei sogni.

Mi fa sedere in macchina con delicatezza e sale velocemente al posto di guida. Mi porta a casa, in silenzio. Io mi stringo nella giacca perché ho freddo. Molto freddo. Vorrei piangere, ma le lacrime sono ghiacciate, vorrei dire qualcosa ma le parole sono ghiacciate. Così sto in silenzio, come lui.

Entriamo in casa, lui sembra indeciso se restare o meno. Io non dico niente, non ne ho la forza, purtroppo. Tutto ciò che direi sarebbe inutile. Entro in camera e in bagno. Mi guardo allo specchio. Ho un aspetto terrificante. Mi lavo via il trucco e un po’ dell’apprensione che mi avvolge. Mi libero dei vestiti con un calcio e mi siedo sulla vasca. Solo una volta sono stata così male e me la ricordo fin troppo bene.

Sento qualcuno bussare alla porta<< Claire… >>dice Edward. Io mi alzo, cerco di tranquillizzarmi, ed esco. Me lo trovo davanti, alto e bello come sempre, ma è triste. Un tempo brillava ogni volta che mi vedeva, sprizzava felicità ovunque. Ora è tetro, cupo. Siamo tetri e cupi. Ci sediamo a letto insieme e lui mi porge i regali.

<< Vuoi aprirli? >>mi chiede, cercando di spezzare la tensione.

Sorrido ed annuisco<< Aiutami, dai >>gli dico.

Lui mi abbraccia e mi fa sedere contro di lui, tra le sue gambe aperte. È anche lui in mutande. Non ha senso stare vestiti adesso dopo mesi che dormiamo insieme. Anche se le circostante ora non sono delle più rosee. Il primo regalo che scarto è quello di Emmett, Rosalie e Jasper. È una chitarra classica, delle migliori. Io ho rotto la mia pochi giorni fa. Sorrido e la accordo, mentre Edward mi accarezza dolce. Sembra tornato tutto alla normalità, ma allora perché sento ancora quell’apprensione che mi chiude lo stomaco come una morsa?

<< La metto via io…non si sa mai >>ridacchia lui e la appoggia delicatamente nel posto in cui prima c’era la mia vecchia chitarra.

Ridacchio anche io e lui mi porge il regalo di Carlisle ed Esme: sono dei biglietti aerei per…<< Londra? >>chiedo.

Lui annuisce<< Non ti piace? >>chiede.

Londra. Mi piace l’idea. Sorrido, ora più spontaneamente<< No, mi piace molto >>dico. Lui si rilassa e mi passa il suo regalo e di Alice. È un CD. Lo metto nel mio lettore e la mia ninna nanna si dirama nella stanza. È un CD delle sue composizioni. Forse tutte.

Ascolto senza parole, ammaliata. Ho le lacrime agli occhi, ma le caccio indietro, come sempre.

<< Amore, che hai? >>mi chiede, preoccupato.

<< Non potevi farmi regalo più bello, Edward…è bellissimo >>dico.

<< L’idea era quella di fare l’amore con te mentre la ascoltavamo >>sussurra, indeciso. È teso, nervoso. Mi giro e lo guardo. Il suo guardo è caldo, come sempre. Raggiungo le sue labbra, esplorando il suo ventre ed il suo petto con le mani e lui mi stringe. Ribalta la situazione e mi fa dimenticare l’apprensione come solo lui e nessun altro sa fare.

Ma c’è qualcosa di diverso tra noi. E me ne accorgo poco prima di addormentarmi. È stato molto dolce, appagante, ma c’era un sottofondo di disperazione, di paura…di perdita. Come se quello fosse un addio. Mi stringo a lui che mormora al mio orecchio la mia ninna nanna e poco dopo mi addormento.

Sono al buio. Completamente buio. Poi vedo una luce. Bianca, pura. La luce prende forma ed io vedo Edward. Lo chiamo e lui si volta verso di me. Mi sorride con il suo sorriso sghembo e poi si volta e si incammina. Corro per raggiungerlo, ma non ci riesco. E lui sparisce dalla mia vista. La luce scompare. C’è il buio. Poi però scompare anche quello e non c’è più niente.

Mi sveglio di soprassalto<< Ti ho svegliata? >>mi chiede Edward, apprensivo.

<< No >>rispondo<< Ho fatto un brutto sogno >>rispondo e mi stringo a lui.

Lui ricambia e io mi rilasso fino a riaddormentarmi.

 

2°GIORNO

 

Freddo. Gelo. L’unica cosa che sento. Il caldo che avevo provato a fare l’amore con Edward è svanito di nuovo. Lui è distante, sempre più lontano da me. Come dopo il mio incidente, quando ancora non sapevo con chiarezza cosa fosse e cosa volesse da me. Mi guardo allo specchio. Sono pallida, sembro malata, eppure fisicamente sto bene. Come sempre d’altronde. Sono il cuore e la mente che fanno male. Edward nota il mio stato ma non dice niente. Io suoi gesti sono gli stessi di sempre, ma sono automatici. Come se fossimo una vecchia coppia di umani che stanno insieme da anni e si sono abituati a fare le piccole cose che comprendono la loro quotidianità. Il mio peggiore incubo si sta avverando, lo sento nel cuore, nella carne, nel sangue, nelle ossa. Ogni parte del mio corpo è avvisata dal cervello che sa già tutto, che già comprende tutto. Vorrei non comprendere. Vorrei godermi questi ultimi attimi, ma non posso, non ci riesco. È più forte di me io mi devo sempre preoccupare del futuro oltre che del presente. Angela è l’unica ad accorgersi del mio stato. L’unica mia vera amica. Alice non c’è. È un brutto segno. Ma me lo aspettavo. È tutto come lo avevo sempre immaginato nei miei incubi peggiori. Le ore passano, ma io perdo la concezione del mondo che mi sta attorno. Non sento niente. Sento solo freddo. Ed Edward si rifiuta di scaldarmi.

Non ricordo con chiarezza come siamo arrivati alla radura poco dopo che io ho pranzato. Non ricordo con chiarezza tutto il giorno appena trascorso in realtà. Ricordo solo il freddo, perché lo sento anche adesso. Anche adesso che sono ferma davanti a lui e lo guardo sento freddo. Lui appoggiato ad un tronco d’albero, mantiene le distanze, il suo sguardo è indecifrabile, freddo.

<< Vai al sodo per favore >>sussurro. Colgo una leggera scintilla di dolore nel suo sguardo, ma l’oro dei suoi occhi torna immediatamente a ghiacciarsi. Non lo dimenticherò quello sguardo. Mai.

<< Stiamo per andarcene. Io e la mia famiglia. E non voglio che tu venga con me >>dice, freddo.

Credo di aver fatto lo sbaglio più grande della mia vita. Ho creduto che lui potesse veramente amarmi, ma ora che lo guardo capisco che per lui non è mai stato niente. Io sono stata il suo giochino per un po’, ma ormai non sono più niente.

<< Pensaci, perché non avrai una seconda possibilità >>sussurro.

Annuisce<< Vorrei chiederti un favore, se non è troppo >>dice.

<< No. È troppo >>lo blocco<< Da ora in poi non esisto, quindi non chiedere favori che non manterrò. Hai messo FINE a tutto quanto. Non ti devo niente. Addio Edward >>dico, altrettanto fredda.

Mi volto e mi allontano. So come ci si sente. Lo ricordo bene, eppure non potevo credere fosse anche peggio. Cammino per la foresta. Poi corro. Seguo la strada che mi riporta a casa. Ma non è più la mia casa. Io non sono più niente. Non sento più niente. Sento freddo. Non riesco a pensare a niente se non al fatto che la mia vita non ha un senso. Non l’ha mai avuto. Mi sono solo illusa, in questi mesi, che potessi valere qualcosa per qualcuno, ma non è così. Edward non mi vuole, i Cullen sopravvivranno, così come Kris e Steve. Agli altri non penso neanche. Il tempo di qualche lacrima e tutto sarebbe passato. Senza di me non sarebbe cambiato niente a nessuno.

Cosa si fa quando l’unica tua ragione di vita non ti vuole più e ti lascia?Smetti di vivere.

È la risposta più logica. E breve. La morte è breve. E così non riceverò mai la lettera. Raggiungo la strada proprio nel momento in cui passa una macchina, alla guida una signora, va veloce…abbastanza veloce. Salto e chiudo gli occhi. Mi investe pesantemente e vengo sbalzata via. Non c’è dolore. C’è silenzio. E buio.

 

EDWARD CULLEN

 

Ho visto la morte nei suoi occhi. Ho visto la morte dei miei occhi rispecchiarsi nei suoi. Non ha voluto parlarmi. Non ha protestato. L’ho vista svanire dalla mia vista e sono scappato verso i miei famigliari per non rincorrerla. Il ricordo dei suoi occhi mi perseguiterà per sempre. Per l’eternità.  Ancora di più del ricordo del suo corpo caldo unito al mio. Salgo in macchina con Alice e Jasper. Sento i pensieri di lui. Si sente in colpa. Soffrono entrambi per Claire. Non soffrono per me, sono arrabbiati con me. Io non sento niente. Non credo di vivere in questo momento. Sento solo freddo. Gelo. I pensieri di Carlisle ed Esme si aggiungono nella mia testa quando li raggiungiamo con la macchina. Ma non mi smuove niente.

Poi succede qualcosa. Vedo nella mente di Alice delinearsi un’immagine. Una visione. Jasper frena ed anche Carlisle davanti a noi.

<< NO! >>grido quando la visione di Alice prende una forma chiara<< ALICE! >>urlo. La scuoto e lei si riprende.

<< Cos’hai visto? >>chiede Jasper, preoccupato.

Carlisle ed Esme ci hanno raggiunto. Lei mi guarda<< Claire…la macchina…c’è buio >>dice.

Buio. Sento il mondo crollarmi addosso. Scappo fuori dalla macchina e corro velocissimo. Devo controllare. Non ci posso credere. Non riesco a crederci. No. No. No. Ora sento chiaramente la disperazione. Mi attanaglia la gola, lo stomaco, il cuore. Non ci posso credere. Rifiuto categoricamente che lei posso averlo fatto. La Mia Mela. La mia vita. Non ci credo. Raggiungo il luogo dell’incidente e la vedo. La signora nella macchina non ha ancora realizzato niente. Lei è a terra, pallida. Volo su di lei e mi avvicino al suo cuore. Non sento niente per un attimo. Poi un lievissimo battito. Sospiro. Carlisle mi ha raggiunto subito<< Non toccarla. Potrebbe avere qualcosa di rotto >>mi dice e compone il numero dell’ambulanza. Non lo ascolto. La guardo e singhiozzo. È così bella. Sembra così in pace. Arrivano anche gli altri. Sento chiaro il singhiozzo di Esme e di Alice.

<< Carlisle… >>chiamo. Lui si volta e mi guarda, apprensivo. Io non lo guardo, guardo lei<< Quante possibilità ha? >>chiedo.

<< Non lo so. La situazione sembra stabile…vedremo in ospedale >>mi dice.

Io non chiedo più niente. Resto vicino a lei. Non la portano in ospedale a Forks. La portano con l’elicottero a Seattle. Mi concedono alla fine di salire con lei. Posso ottenere quello che voglio. Degli infermieri mi tengono d’occhio. Hanno paura che cada sotto shock e io credo di esserci già dentro. La ricoverano in terapia intensiva. Poco dopo mi raggiunge anche Carlisle. Ci è permesso di guardarla attraverso un vetro, ancora non mi lasciano entrare.

Arriva un dottore affannato. I capelli neri, scompigliati, gli occhi verdi. Ci guarda un attimo e poi sbircia dentro la stanza<< Non di nuovo… >>mormora ed entra. Tirano le tende e noi restiamo all’oscuro. Io non ho più il controllo del mio corpo. La mia mente è rinchiusa nel dolore. Io e Carlisle ci voltiamo quando esce il dottore.

<< Siete parenti? >>chiede, guardandoci.

<< Sono il fidanzato >>dico. La mia voce è atona, incredibilmente vuota.

<< Bè, dato che non ha nessun altro, suppongo che a qualcuno dovrò dire come sta >>mormora e sospira<< Questa è la seconda volta che capita una cosa del genere >>esordisce.

<< Seconda? >>chiede Carlisle.

Sono totalmente concentrato sul dottore, che annuisce<< Quattro anni dopo la morte di sua madre s’è buttata da uno scoglio. Ovviamente non è morta. Ma è entrata in una specie di coma voluto. E si rifiutava di svegliarsi, come se la sua mente temesse di riaprire gli occhi per paura di ciò che potrebbe vedere. Stavolta lo shock sembra ancora più grande perché fisicamente non ha niente, mentre precedentemente ha rischiato di annegare e quindi comunque c’erano già più problemi >>spiega. Seconda volta. È la seconda volta che tenta il suicidio ed io non lo sapevo. Non me lo ha mai detto.

Sento la sorpresa di Carlisle nella sua voce. È strano non sento i suoi pensieri, neanche quelli del dottore<< Quando s’è svegliata la prima volta? >>chiede mio padre.

<< Dopo tre giorni. Una notte ha mormorato un nome e la mattina dopo aveva aperto gli occhi, vispa ed attiva >>risponde.

<< Che nome? >>chiede Carlisle. Io non riesco a parlare.

<< Edward >>risponde il dottore<< Quando poi s’è svegliata e le abbiamo chiesto chi fosse, c’ha risposto che era il suo angelo. Per un po’ è stata dalla psicologa ed alla fine l’abbiamo rimandata a casa. Le abbiamo parecchie volte chiesto di rappresentare questo Edward, ma lei ci ha sempre detto che era un’immagine che teneva nel suo cuore. Teneva un diario…è possibile che l’abbia disegnato lì >>aggiunge.

<< Quante possibilità ci sono che si svegli? >>chiede Carlisle.

<< Non lo so. Se voi le state vicino e le parlate è probabile che si convinca che la realtà non è così brutta, altrimenti… >>si blocca<< non si sveglierà mai più. E se il suo notaio ha qualche sua volontà, saremo costretti a staccare la spina… >>. Si blocca e mi guarda. Io non sento niente. Mi sento solo malissimo. Sono uno stupido. Ormai lo so perfettamente. Lei mi sognava ancora prima di conoscermi, lei sapeva di me. Io la proteggevo. Ero il suo Angelo e l’ho tradita nei peggiore dei modi.

<< Ehi…il ragazzo sembra in stato di shock >>commenta il dottore, ma io non lo sento. La mia mente è lontana, proiettata ad un giorno piovoso di diciotto anni fa circa. Nelle strade grigie come il cielo di Londra. Una madre, una donna bella, dai colori scuri rispetto a quelli dei londinesi, ma non marocchina. Bella. Molto bella e sensuale. Con un passeggino. All’interno una bambina piccola, allegra, due granchi occhi blu. Gli occhi blu che amo. Claire da piccola. Claire da grande. L’ho amata da quel giorno. Da quel giorno il mio colore preferito è il blu. Inconsciamente l’ho aspettata, l’ho seguita. Ed ora l’ho uccisa.

Delle mani fredde mi prendono per le spalle e mi scuotono<< Edward!Se entri in stato di shock adesso non aiuterai nessuno!Claire ha bisogno di te, svegliati! >>.

Apro gli occhi e la mia mente si riapre alle altre persone. Sento la preoccupazione di Carlisle e lo guardo<< Sto bene >>dico. La mia voce mi sembra così strana. Entro nella camera di Claire e mi siedo accanto a lei. La guardo. È pallida, ma bellissima. Gli occhi sono chiusi, chissà cosa vede. Le prendo delicato la mano fasciata e medicata. Avvicino il viso al suo, la bocca all’orecchio e le sussurro piano<< Sono qui, amore. Non ti lascio. Ti amo. Svegliati >>. Lei non da segno di svegliarsi, ma io non cedo. Non posso cedere. Mai. Per lei non cederò. Le starò accanto. Non ci sarà una fine. Se dovesse aggravarsi so cosa farò. Lo so con certezza, quella che mi è mancata in questi mesi. Ora c’è, è presente in me ed io non la ignorerò. Non la posso ignorare. Non posso stare senza Claire e lei non può stare senza di me<< Ce la faremo amore mio, te lo prometto >>le sussurro ancora, accarezzandole piano i capelli. Mi concentro sul bip del monitor che segnala le sue pulsazioni e comincio a canticchiarle all’orecchio la mia ninna nanna, anche se lei già dorme.

<< Dove sei piccola? >>le chiedo<< Lasciati raggiungere… >>mormoro.

 

CINQUE GIORNI DOPO

 

Sto impazzendo. Lentamente scivolo alla deriva. Mi lascio cullare dalla dolcezza dell’incoscienza, ma poi mi accorgo che io sono perfettamente sveglio. Non ho lasciato un solo secondo Claire. I miei famigliari hanno avvertito Steve e Kris, l’avvocato di Claire, tutti quelli che la conoscevano. Steve ci ha annunciato che arriverà al più presto, così come Kris che però arriverà un attimo dopo perché il suo capo non gli concede di allontanarsi negli orari di lavoro. Bastardo. Quella è la gente che dovrebbe morire, non Claire. Le parlo in continuazione. Tutti le parliamo, ma lei non reagisce. È persa. Il dottore passa regolarmente e sembra sempre meno ottimista. È arrivato a dire che lei è già morta dentro, che forse è meglio stia così perché è in pace…così non soffre più. Io ho cercato di tenere lontano quel pensiero, il pensiero di non vedere mai più i suoi occhi, il suo sorriso, ma lentamente quell’idea mi brucia, mi corrode. Non posso evitarlo. Le danno da mangiare con la flebo, anche se le sue funzioni vitali sono perfettamente attive, anche il suo cervello è attivo secondo il dottore. Solo che lei s’è rinchiusa e non vuole tornare ad aprire gli occhi. E per quanto io le parli è inutile, lei non si sveglia. Le tengo la mano, il mio viso sfiora il suo, quando sento una mano calda sulla mia spalla. Mi volto e vedo Steve. Ero così concentrato su Claire che non ho sentito i suoi pensieri.

<< Come sta? >>mi chiede, prendendo tra le sue la mano libera di Claire. Sembra un fratello che guarda la sua sorellina.

<< Non si sveglia >>dico. Non ho la forza di dire altro, lui se ne accorge. Prende una sedia e si siede accanto a me, tenendole sempre la mano.

<< Logico >>risponde<< L’hai ferita troppo >>.

<< Come lo sai? >>chiedo.

<< Sei l’unico che potrebbe scatenare in lei una reazione suicida…mi chiedo come tu non abbia fatto a capirlo >>mi dice. Non c’è accusa nella sua voce, c’è comprensione. Io invece vorrei solo che mi urlassero in faccia quanto sono deficiente e quanto mi merito di perderla. Ma nessuno lo fa, perché nessuno lo pensa. Neanche Rosalie. L’unica in cui avevo sperato.

<< Perché l’hai lasciata, Edward?Non riesco a capirlo >>mi chiede.

Sento di poter parlare con lui<< Perché non sono giusto per lei. Rischio di ucciderla ogni cosa che faccio. E la privo di tutto ciò che un umano può darle >>mormoro.

<< E cosa può darle un umano, Edward?Che umano pensi potrebbe volerla? >>mi chiede Steve.

Io alzo gli occhi di scatto e lo guardo<< Come chi la vorrebbe? >>sibilo.

<< Calmati. Non sto dicendo che non sia bellissima, dolcissima e tutto il resto. Perché lo è. È una delle persone migliori che esistano al mondo ed io lo so >>mi sorride, ma poi torna serio<< Ma chi sposerebbe una ragazza che non può dargli un figlio? >>chiede.

<< Cosa? >>chiedo io, sbalordito. Non capisco cosa sta dicendo. E poi comprendo all’improvviso.

<< Edward…Claire è sterile >>rivela Steve.

Sterile. Sterile. Sterile. Quella parola mi tormenta la mente. Lei che non può avere un figlio. Lei che guardava sempre con malinconia le mamme che stringevano al petto i loro figli piccoli. Lei che disegna spesso fate con il pancione. Non l’ho mai saputo. Non l’ho mai capito. Ecco perché non lo ha mai considerato un ostacolo tra noi.

<< Solo tu la vorresti >>mi dice Steve.

<< Come lo sai? >>gli chiedo, per distrarmi o rischio di andare al suicidio.

Steve sospirò<< Bè…diciamo che quando eravamo in prigione, abbiamo ideato un piano >>si fece serio e fece una smorfia<< Io l’avrei messa incinta e lei sarebbe uscita. Poi avrebbe fatto ricorso affinché il padre del bambino, ovvero io, potesse lavorare per mantenere lei ed il bimbo…mi avrebbero fatto uscire >>dice<< Non giudicarci male, avremmo amato nostro figlio o nostra figlia. Non ci saremmo separati ed io l’avrei sposata. In fondo ci vogliamo bene. Abbiamo provato. Innumerevoli volte, ma niente. Così lei ha richiesto una visita dal medico e le hanno comunicato che lei non era in grado di concepire. Non si è capito perché e lei non lo ha voluto sapere. Ovviamente io non l’ho abbandonata, non avrei mai potuto farlo. Abbiamo smesso di fare sesso ed io non ho chiesto aiuto a nessun altra >>mi dice<< Questo è quanto, Edward, quindi ora sai perché lei è sempre stata contenta di sapere che tu eri un Vampiro >>.

Ora mi sento anche peggio. Le ho tolto tutte le speranze. Tutte le speranze di avere un futuro, un uomo con cui stare. Forse qualcuno l’avrebbe voluta lo stesso, ma in pochi vorrebbero un figlio adottato adesso come adesso. Mi avvicino ancora a lei e le bacio la fronte. Il bip del monitor impazzisce un attimo…sorrido: alcune abitudini sono dure a morire.

<< Non capisco comunque perché non si svegli >>mormoro.

<< Dille ciò che vuole sentire >>dice Steve<< Ciò che lei più vuole che tu le dica >>mormora. Si alza e lascia la stanza. Prima di uscire si ferma accanto a me<< Non temere…non ti lascerà >>dice.

Io annuisco e resto di nuovo solo, ma per poco. Arriva Kris e mi dice le stesse cose di Steve. Le parla un po’, la rassicura, e poi se ne va: per loro è inutile restare, sanno che l’unica voce che lei vuole sentire è la mia. Sanno che l’unico che può riportarla in superficie sono io.

<< Edward… >>mi chiama Alice ed io mi volto verso di lei. Il suo sguardo è cupo, spento. Ma mi ha perdonato per averla costretta a lasciare la sua migliore amica. Si avvicina e mi porge qualcosa. È un diario, rosa, con una scritta bianca: Claire Redfield . Apro la prima pagina e c’è un disegno. Sono io. È un mio ritratto, datato quattro anni fa. È così somigliante che mi sembra di guardarmi in uno specchio. http://i26.tinypic.com/1zzielx.jpg

Leggo ciò che c’è scritto accanto.

 

Sono da poco uscita dall’ospedale dove mi hanno tenuto chiusa per due settimane. Lo so perché. Perché ho tentato il suicidio e loro mi credono pazza, ma io non lo sono. Semplicemente non avevo un motivo per vivere. Che cosa è cambiato da prima?Un sogno. Mentre dormivo all’ospedale mi è apparso in sogno un ragazzo, talmente bello da togliermi il fiato. E luminoso. Brillava di una luce così pura che non poteva non essere un Angelo. Mi sorrideva e mi diceva di aprire gli occhi che mi stava aspettando. Poi mi ha detto il suo nome…Edward. Mi piace, è un nome da Angelo. Non c’è un nome migliore. Poi ho aperto gli occhi. Non ricordavo il suo volto, ricordavo il suo nome e basta. I dottori mi hanno chiesto chi fosse ed io gli ho detto che è il mio Angelo. Credo sia per questo che mi credevano pazza, infatti mi hanno mandato dalla psicologa…tzè…quella è più pazza di me e non mi sta dietro se ragiono. Alla fine mi hanno lasciata andare e la prima cosa che ho fatto è disegnare quello che mi veniva in mente se pensavo ad Edward. Così ho ricordato il suo volto. E lo guardo sempre. Guardo il mio disegno e mi chiedo chi sia. Chissà se esiste davvero. Sperso di sì e spero di incontrarlo, perché sento che è l’unico che mi amerà davvero.

 

Chiudo di scatto perché non riesco a leggere oltre. Lei credeva che io fossi l’unico a poterla amare…mi chiedo cosa avrà pensato quando ha letto l’indifferenza nel mio sguardo. Di sicuro avrà pensato che s’era sbagliata, che s’era illusa. Io ero la sua speranza. È gliel’ho distrutta, pensando di fare il suo bene. Mi avvicino di nuovo a lei e le prendo il viso tra le mani<< Amore… >>dico. La mia voce trema<< Ti trasformerò, te lo giuro. Quando vorrai. Staremo insieme per sempre, il nostro amore sarà eterno, ma ora svegliati, apri gli occhi ti prego >>la imploro. Nascondo il viso tra le braccia conserte, appoggiato sul letto vicino a lei e piango. Non verso lacrime ma è come se lo facessi. Perché il mio cuore morto piange per me, al posto dei miei occhi che non possono.

Piango fino a sera. Non cerco di darmi un contegno neanche quando l’infermiera le da il mangiare con la flebo. Non vedo l’ora di portarla a mangiare un gelato, uno di quelli che le piacciono tanto. Ma ho paura che non lo potrò mai fare.

È notte fonda quando la sento. La sua voce è lieve, ma dice il mio nome<< Edward… >>mormora.

Io le stringo la mano<< Sono qui amore, ti amo. Non ti lascio. Svegliati e staremo per sempre insieme, come vuoi tu, come voglio anche io…farò tutto ciò che vuoi >>le dico, ma lei non apre gli occhi.

Mi sembra di morire in quel momento. Tutto ciò che faccio è inutile!Completamente inutile!Lei non si sveglierà mai più. Nascondo di nuovo il viso tra le braccia. La mia testa gira. Forse sto per entrare in stato di shock, o magari sto per abbandonarmi anche io per sempre.

Poi un tocco. Lievissimo. Sulla mia testa. Una mano calda e morbida si poggia sul mio capo come una benedizione. Sospiro. Forse sono morto e questo è davvero il paradiso. Poi mi rendo conto della situazione in cui sono e spalanco gli occhi di scatto, balzando ritto e guardandola. Ha le sopracciglia corrugate, ma mi guarda. Gli occhi sono aperti, vispi, coscienti.

<< Sono in Paradiso >>mormoro, stupefatto. Non riesco a credere che lei si sia svegliata<< Carlisle ha sempre avuto ragione >>dico. Mi guarda stranita ed io faccio lo stesso. Ci squadriamo per un attimo.

Lei apre la bocca per dire qualcosa, ma poi cambia idea. Alla fine chiede<< Chi sei? >>.

Oddio. Ha dimenticato tutto!Non ci posso credere!<< Sono Edward Cullen, amore…il tuo fidanzato… >>dico, la voce spezzata.

Lei ghigna<< No…tu non sei ancora il mio fidanzato, amore…non mi hai dato l’anello né chiesto di sposarti >>dice. E ride. Io rido con lei, poi però mi avvicino e la bacio, con passione. Lei mi stringe, dopo un attimo di sorpresa e mi ricambia. Mi stringe il più possibile, ignorando i vari tubicini, come faccio io. Le accarezzo il viso e sento che sta piangendo.

<< Non piangere, amore, ti prego >>le dico.

Lei mi stringe<< Non lasciarmi e non lo farò >>mi risponde.

<< Non lo faccio. Te lo prometto >>le dico.

<< L’hai già fatto >>mi ricorda. Trema nel mio abbraccio, come un pulcino bagnato.

<< Ma non ti avevo promesso un’eternità di dannazione con me >>le ricordo. Lei si stacca e mi guarda.

<< Lo farai? >>sussurra.

Io sospiro<< Comincio a credere che tu tenga di più all’immortalità che a me >>la prendo in giro.

<< Stupido >>mi dice e mi ribacia. Io le accarezzo i capelli, lentamente, con dolcezza. Cerco di trasmetterle tutto il mio amore e ci riesco perché lei si rilassa. Sono di nuovo il suo Angelo.

<< Scusami amore >>le dico, guardandola. Sono vicinissimo a lei, che non mi ha ancora lasciato del tutto<< Credevo che lasciarti fosse la cosa migliore. Sono stato cieco e ti ho fatto star male, ti ho quasi uccisa…come se fossero state le mie mani a spingerti sotto la macchina… >>mi interrompo. È troppo doloroso pensarci, figuriamoci parlarne. Lei mi poggia un dito sulle labbra e mi sorride<< Non è importante. Quello che conta è che mi ami davvero >>dice.

<< Ti amo davvero tanto, amore >>le assicuro, guardandola.

<< Allora mi basta…per l’eternità >>dice e ridacchia.

La bacio con dolcezza e lei non dice di no. Al contrario, mi coccola come se fossi io quello malato e steso in un letto di ospedale e non lei. Ricopio i suoi gesti e la accarezzo dolce. Si separa da me e questa volta ha il sorriso sulle labbra.

<< Mia piccola fragile umana…  >>le dico con un sorriso.

Lei si illumina come me<< Mio dannato Vampiro… >>mi dice, ma lo fa con dolcezza.

Sorridiamo entrambi e ci fissiamo negli occhi. In quel momento sento i pensieri di Alice avvicinarsi. Sta pensando ad un modo per consolarmi, ma quando vede la scena la sua mente urla di gioia almeno quanto lei che si catapulta nella stanza.

<< CLAIRE!!! >>grida e io mi sposto per lasciarle abbracciare. Non perdo il contatto con la mano di Claire, lei non lo vorrebbe, anche se sembra felice di vedere Alice…molto felice<< Non sai quanto ci hai fatto preoccupare! >>esclama e singhiozza felice.

Claire le da dei colpetti sulla spalla<< Su, su, Alice!Andiamo!Sono qui, no?E poi ormai lo sappiamo che se non rischio la vita non sono contenta >>ridacchia.

Sospiro quando sento i pensieri di tutti gli altri: speravo di poter stare solo con lei, ma a quanto pare devo aspettare.

<< Esme sarà felicissima di… >>comincia Alice.

Ma mia madre è già entrata e si è catapultata ad abbracciare Claire<< Piccola mia!Che sollievo!Sono stata così in pensiero per te! >>dice Esme, strapazzando la mia ragazza.

<< Mi dispiace, mamma >>sussurra lei. Non so se lo fa spontaneamente oppure c’ha pensato, ma è sincera e mia madre lo sente perché irradia gioia ed affetto da ogni poro. Se potesse piangerebbe di gioia.

<< Dov’è la mia sorellina combina disgrazie? >>tuona Emmett<< Seppellita sotto mia madre! >>ride.

<< EMMETT! >>urla Claire, sorpresa. Non voglio vedere come la concia Emmett, ma incredibilmente resta delicato. A turno la salutano tutti ed io leggo sollievo e commozione nei loro pensieri. Anche Kris e Steve arrivano e siamo tutti felici finalmente. Mai più la lascerò. È una promessa. Dovessi morire se lo faccio. La proteggerò sempre e comunque. E sarà la mia Vampira. E la Mia Mela insieme. La mia vita. La mia eternità.

Lasciano tutti la stanza e rimaniamo soli.

<< Amore…c’è qualcuno che vuole parlarti >>le dico<< Mi allontano un attimo, ma sarò qui. Tu chiamami ed io arrivo subito >>la assicuro. Vedo la paura nei suoi occhi, ma poi mi guarda e si rilassa.

Io mi allontano e guardo Jasper. È nervoso, ma si fa avanti comunque. Resto lì dietro, so che non le farà del male. E so che ha bisogno di parlarle, di chiederle scusa. È un suo diritto, glielo devo concedere.

 

CLAIRE REDFIELD

 

Vedo entrare Jasper nella stanza. È guardingo. Capisco perché Edward ha voluto allontanarsi, però non riesco a non provare un po’ di angoscia, anche se non sento più quella brutta sensazione addosso. Edward è sincero. Mi ama. Ed io lo sento. Guardo Jasper e gli sorrido, per tranquillizzarlo. Si siede accanto a me, sulla sedia dove stava Edward prima.

Mi fissa per un istante, poi inizia a parlare<< Claire, io, mi dispiace tanto. Non ci sono scuse per il modo in cui mi sono comportato. Sono la causa di tutto quanto, è per colpa mia che sei qui dentro e mi dispiace >>.

<< Jasper…non ti preoccupare. Quello che doveva succedere sarebbe successo comunque. Il problema non eri tu, il problema è sempre stato tra me ed Edward. Tu hai solo scatenato una reazione che in ogni caso sarebbe venuta. Non ti porto rancore, Jasper…sei come un fratello per me. Non posso dimenticare come mi hai aiutato a Phoneix, come mi hai rassicurato. Tutti fanno degli errori, anche i Vampiri >>gli sorrido e lui ricambia.

Si china su di me e mi bacia piano la fronte. Sono sorpresa, ma contenta. Voglio bene a Jasper. Pensiamo allo stesso modo e non voglio che tra noi ci siano imbarazzi<< Niente imbarazzi, okay?Jasperino? >>dico.

Lui ridacchia<< Promesso >>mi dice e poi assume uno sguardo malizioso<< Ora vado a chiamarti Edward. È un peccato che siete in ospedale, sai com’è, dopo sei giorni di astinenza… >>lascia intendere e se ne va’. Io scuoto la testa, rassegnata e mi sento esplodere di felicità quando vedo comparire Edward sulla soglia. Gli tendo le braccia e lui vola nel mio abbraccio. Mi stringe e mi bacia<< Dovresti dormire >>mormora, quando si stacca da me.

<< Ho dormito sei giorni, ricordi?E poi abbiamo degli arretrati, amore e tu devi farti perdonare >>gli dico. Non ammetto repliche e lui non lo fa. Sta per baciarmi quando lo blocco. Vedo il mio diario sul mio comodino e lo guardo interrogativo.

<< Ce ne ha parlato il tuo dottore…a quanto pare infestavo i tuoi sogni da molto prima >>mi dice, con un sorriso dolce, da innamorato. È contento. Lo vedo ed io gli sorrido. Lo ritiro verso di me, prendendolo per la camicia, e lui si avvicina. Le mie labbra bramano le sue. Io bramo il suo corpo, ma non è proprio per così dire il luogo adatto. Vabbè…ora mi accontento dei baci e delle carezze, avremo tempo dopo.

<< Comunque… >>mi dice<< Il ritratto che mi hai fatto… >>.

<< Sì? >>.

<< Ecco, per essere un Angelo ho una faccia un po’ inquietante >>commenta, divertito.

<< Bè, ma amore, tu inquieti >>dico io, guardandolo innocente.

<< Ah sì? >>ringhia lui e poi mi bacia di nuovo. Sei giorni sono lunghi da recuperare!

 

 8°GIORNO

 

Ho dovuto parlare con i medici ed assicurare loro che semplicemente non ho visto la macchina arrivare e le sono piombata davanti. La signora che mi ha investita per sbaglio è venuta a trovarmi e mi ha chiesto scusa circa mille volte. Solo l’intervento di Jasper è riuscito a calmarla. Alla fine mi hanno concesso di andarmene ed adesso, seduta in macchina accanto al mio Edward che mi tiene la mano, sto tornando a casa. Alla nostra casa. Lui canticchia una canzone degli anni sessanta, completamente felice ed io lo guardo. Si sente osservato e smette di cantare per fissarmi. Si assicura che stia bene e poi si rilassa.

<< Amore…potresti dirmi quando intendi farti trasformare?Così mi posso preparare >>mi dice, tranquillo. Ormai è decisissimo a farlo.

<< Non lo so >>mi fingo pensierosa ed il mio sguardo si accende di malizia<< Pensavo che prima vorrei ancora fare qualche esperienza umana con te >>lo guardo e lui ricambia il mio sorriso malizioso<< Comunque non voglio arrivare ai vent’anni >>preciso<< E non voglio una ruga in più di te >>aggiungo.

Lui ride allegro e mi accarezza la testa con delicatezza<< La mia piccola mela… >>commenta.

<< Eh? >>chiedo.

<< Mela…tu sei la Mia Mela >>ride lui<< La mia tentazione, il frutto più buono che abbia mai assaggiato e l’unico che voglio mangiare in eterno >>mi spiega.

Sorrido compiaciuta e lui se ne accorge perché mi scompiglia i capelli con la mano.

Fuori casa mia vedo un auto della polizia. E davanti alla porta d’entrata c’è un poliziotto che tiene per mano un bambino.

Scendiamo entrambi dalla macchina e ci avviciniamo al poliziotto.

<< Cosa succede, agente? >>chiedo.

L’uomo mi guarda<< Lei è Claire Redfield? >>chiede ed io annuisco<< Sua madre è morta e ha affidato suo figlio a lei >>disse indicando il bambino<< Deve tenerlo con sé almeno ventiquattro ore, poi farete richiesta di affidamento o lo restituirete ai servizi sociali >>spiega.

Io sono sconvolta. Mia madre?Ma mai madre è morta da anni!<< Ma…agente mia madre è morta >>.

L’uomo sorride<< Un’altra delle bugie del signor Redfield…buona giornata >>dice e si allontana.

Io guardo Edward. Ci guardiamo. E poi insieme puntiamo lo sguardo sbalordito sul piccoletto che abbiamo davanti. Sette o otto anni, massimo. Capelli castani, scuri e occhi blu, come i miei.

<< Ciao, mamma! >>mi saluta e poi guarda Edward<< Ciao, papà! >>.

<< Ciao… >>rispondiamo ed è tutto ciò che riusciamo a dire adesso come adesso.

 

PER L’IMMAGINE DEL BAMBINO CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO!!!HIHI

Speravate che per una volta Claire fosse stecchita vero?E invece no. Mi dispiace per voi ma ve la subirete ancora ed ancora. Comunque vi starete tutti domandando da dove salta fuori questo bambino…ebbene…lo scoprirete più avanti. Aspetto i vostri commentini!!!!

_ki_: ma dai…così arrossisco però!Grazie!^-^!Sono proprio felice che la mia FF di piaccia. Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, anche se ho bloccato sul più bello. Non mi ammazzare, tornerò presto…PROMESSO!Baci!Spero passerai ancora!

Zije600: ma ciao cara!!!Che palle, sono costretta ad usare la linea normale perché l’altra non va!Ma ti pare?Uffa…=(…sì, anche io sono affezionata di più a Claire adesso perché mi somiglia di più…intendiamoci, non ho manie suicide io!Comunque spero che il capitolo ti piaccia!!Ciao, cara, un bacio!Ci sentiamo appena mi sistemano per bene la linea!T.v.t.b.

Snow Fox: in questo capitolo se l’è fatte le seghe mentali va la…anche troppe!O, mi dispiace, ma neanche io posso fare miracoli con lui!Hihi!Edward è così o ce lo teniamo o lo facciamo fuori…poi tanto quello che lo sopporta è Claire. Hihi. No dai, sono stata ancora brava…solo era un po’ depressivo in questo capitolo. Comunque come vedi è un po’ diverso!Spero ti sia piaciuto!Ora arrovellati e chiediti chi è il bambino che hanno allegramente scaricato davanti alla sua porta di casa!Al prossimo capitolo!Ti aspetto, mi raccomando!!Baci!PS: Pensa al rating della mente di Eddy come schizza!!!!= )

Nene_cullen: no, no, non l’avevo capito che ti piaceva...hihi…sono felicissima!Ti sei preoccupata per Claire o avevi già capito che risolvevo tutto subito?Hihi!Al prossimo capitolo, ciao, bacini!

Losch: eh sì Eddy poveretto è piccolo e ingenuo, non aveva provato le gioie della vita…piccolo e ingenuo?Ma dove?Lo ha traviato Claire!Ormai è un pervertito…resta da chiedersi se adesso farà anche il paparino oppure no!Hihi!Un pargolo in arrivo…eh eh!Bè, è logico che ti faccio i complimenti se la tua FF è bellissima!!!!Ciao, cara, ci vediamo alla prossima!!!Baci baci!!!Aggiornaaaa!!!= )

Fracullen: ciao, tesoro!Eh, sì, Eddy si lascia andare…anche con la violenza però!Povera Claire!Tra un po’ la spediva in Cina con il suo braccio!!!Hihi!!!Atterraggio morbido sulla torta, in compenso!Spero ti piaccia il capitolo!Aspetto la tua recensione!Ciao, baci!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** MICHAEL ***


http://www

MICHAEL

 

1°GIORNO (CONTINUA)

 

Sto ancora cercando di capacitarmi di quell’esserino così piccolo che osserva me ed Edward con due enormi occhi blu azzurro…i miei stessi occhi…gli occhi di mio padre. Chiaramente non può non essere figlio di Danielle ed Alfred. I capelli castani come i miei, la pelle è più chiara della mia, ma i lineamenti del viso…mi somiglia incredibilmente. Sembro io in miniatura. Guardo Edward cercando un aiuto, ma il Vampiro è messo peggio di me, quindi torno a guardare quella pulce microscopica. È magro, minuto, però abbastanza alto per la sua età…sei anni?Sette?Mah. Non saprei dirlo con esattezza. Lui ancora ci sorride imperterrito ed io sento nascere in me una grande dolcezza verso quel piccolo esserino. Tendo le braccia, in un gesto istintivo, e lui mi salta in braccio.

<< Ouf! >>esclamo<< Pesi! >>.

Lui ride e mi infila le mani nei capelli, stringendosi a me. Guardo Edward che ci guarda con uno sguardo dolce e pieno di affetto. Mi sorride ed io ricambio. Entriamo dentro, lui prende la piccola valigia del bambino e ci segue. Il ragazzino scalpita tra le mie braccia ed io lo faccio scendere. Corre entusiasta di qua e di là per la casa, io ed Edward ci dirigiamo in cucina e chiudiamo la porta.

<< Cosa facciamo? >>chiedo ad Edward.

<< Cosa centro io?è tuo fratello! >>mi risponde lui.

Io lo guardo esasperata<< Amore mio, tu gli farai da padre, cosa credi che lo tiri su da sola? >>ridacchio io<< Se prendi me, prendi anche lui >>.

Lui mi sorride<< Parli già come una mamma, amore… >>mi prende allegramente in giro. Ed io sorrido dolce. Io mi sento una mamma. Ho sempre voluto un figlio, da quando ho saputo che non ne potevo avere, e quel ragazzino…così ingenuo, puro, così affettuoso e dolce. Risveglia in me il desiderio di proteggerlo da tutto e da tutti.

<< Perché io mi sento una mamma >>rispondo sorridendo.

Lui mi abbraccia e sorride insieme a me. Mi sento inspiegabilmente felice, completa, siamo una vera famiglia adesso<< Amore… >>mi dice<< Sai che non sarà semplice, vero? >>.

Annuisco<< Non posso abbandonarlo >>.

<< E io non voglio che tu lo faccia >>aggiunge lui sicuro e poi sorride<< Mi sono già affezionato a lui…sai ti somiglia molto anche interiormente >>commenta. Io lo guardo stranito e lui ride<< Non gli posso leggere la mente! >>esclama.

<< Bè…è pur sempre mio fratello!Buon sangue non mente! >>rido ed a quel punto sentiamo bussare molto vigorosamente alla porta.

<< MAMMA!!!!PAPINOOOO!!!! >>chiama il ragazzino.

Io guardo Edward divertita e lui mi fa la linguaccia. Apriamo la porta e lui ci guarda, gli occhi sempre più grandi ed un sorriso<< Ho fame! >>dice.

<< E cosa ti piacerebbe mangiare? >>chiedo io, accigliata.

Lui mi guarda<< Pizza! >>esclama.

Mi rilasso…Edward è un mago con la pizza, a differenza mia che sono una vera frana in cucina.

Edward si fa avanti e tende la mano al bambino<< Vieni, piccolo, andiamo a preparare la pizza >>ridacchia. Sembra incredibilmente a suo agio.

Il bambino gli prende la mano…così grande rispetto alla sua…ed io lo sento chiedergli<< Hai freddo, papi? >>. Edward ride, ma non sento la risposta perché si sono già chiusi in cucina.

Ringrazio Edward mentalmente. So che l’ha fatto apposta. So che sa che ho bisogno di temo per riflettere. È chiaro che il ragazzino è figlio di mia madre e mio padre…i tratti sono quelli, non c’è la presenza di un’altra donna o di un altro uomo. Ma questo significa che la morte di mia madre è sempre stata solo una farsa. Forse è per quello che la bara è sempre stata chiusa. Ma perché?Non riesco a capirlo. Perché non mi ha detto niente?Sospiro. Guardo la valigia del mio fratellino ed apro. All’interno c’è una busta con i documenti di adozione ed una lettera. È di mia madre, lo so di per certo.

 

Claire, so di per certo che ti starai chiedendo molte cose adesso, ma è rischioso per me scrivertele su una lettera. Se stai leggendo allora significa che sono morta…piccoli inconvenienti della vita…ma non me ne vado senza lasciarti qualcosa. Ti lascio Michael, è tuo fratello, e so che solo tu gli vorrai bene come ad un figlio. Perché se non puoi fare figli è colpa mia, ma non ti posso spiegare ora come ora. Devi andare dall’unica parente che ti è rimasta, sperando non l’abbiano ancora uccisa. Lei sa tutto. Lei sa perché me ne sono andata, perché ti ho lasciata sola…lei sa perché tuo padre ha finto la mia morte. So che questa lettera non può farti dimenticare i brutti anni che hai passato, niente ti potrà ripagare della sofferenza che hai subito, amore mio. Mi sembra inutile dirtelo perché probabilmente mi starai odiando, ma ti voglio bene, e spero che, una volta parlato con Lei, riuscirai a capirmi ed a perdonarmi. Prenditi cura di Michael, te ne prego, siete tutta la mia vita e la cosa più giusta che ho fatto, ne sono certa, è quella di mettervi di nuovo insieme. Addio piccola, ti voglio bene, mamma.

 

Stringo la lettera e l’accartoccio nel mio pugno. Rabbia. Dolore. Affetto. Non so quale prevale. Li provo tutti intensamente e sento che sto per scoppiare. Ma non piango, cerco di non farlo e ci riesco. Respiro profondamente e penso. L’unica parente ancora in vita è la madre di mio padre, Margareth Redfield ed abita a Londra. Devo andarci il più velocemente possibile, ma prima devo conoscere e far conoscere Michael alla mia famiglia. Cosa gli devo dire di loro?Gli posso rivelare che sono dei Vampiri?Non lo so. Guardo nella busta e trovo una scheda con le informazioni di Michael. Nato il 16 Gennaio 1998. Ha cinque anni, ne deve compiere sei l’anno prossimo, tra pochi mesi ovvero, visto che siamo alla fine di agosto. Ma ora non è questo il problema. Prima di rivelargli la verità sulla mia famiglia…ormai la posso considerare come tale…devo capire fin quanto può essere intelligente. Mi è sembrato sveglio, ma è ovviamente ingenuo come solo un bambino può essere. Devo complicargli la vita?O aspettare?Io cosa vorrei?Probabilmente sapere la verità, ma la mia vita è stata rovinata dal principio. Lui invece è ancora puro, felice…non conosce il dolore a quanto pare. Forse non sa neanche di nostra madre. Non so cosa pensare. Sento che mi sta per esplodere la testa. In questi momenti so bene cosa riesce a tranquillizzarmi. Entro in cucina ed incontro lo sguardo dorato e rassicurante di Edward. Del mio Angelo. Mi sento subito più tranquilla. Guardo lui e Michael che stanno infornando la pizza.

<< Mamma!Hai visto che bravo?Ho aiutato il papà! >>esclama e corre da me, inzuppato di farina.

Io lo prendo al volo, ridendo, con lui, che mi stringe<< Bravissimo, Michael >>gli dico.

<< E io chi sono? >>chiede Edward, fingendosi inviperito.

<< Mamy…il papà è geloso >>commenta Michael ed io lo guardo. Il suo sguardo mi sorprende: non è più ingenuo, al contrario è furbo, quasi adulto. Come se lui conoscesse cose e sapesse meglio di chiunque che cosa significa vivere. Quello sguardo…è simile al mio. Gli sorrido e gli accarezzo i capelli.

<< E allora, accontentiamolo >>gli rispondo, facendogli l’occhiolino. Mi avvicino ad Edward con Michael in braccio e lui ci stringe entrambi. Mi bacia le labbra a stampo e poi da un bacio sulla testina anche a Michael, che gli accarezza il viso. Non sembra sentire il freddo…è come me. Sorrido all’idea. Ed Edward fa lo stesso, capendo cosa sto pensando.

Mi siedo sullo sgabello, con in braccio Michael ed entrambi guardiamo Edward<< Allora, amore, dov’è la pizza? >>chiedo io e nello stesso momento Michael chiede<< Allora, papi, dov’è la pizza? >>.

Lui guarda prima me e poi Michael, mettendosi le mani nei capelli e sbuffando<< In che situazione mi sono cacciato… >>commenta e si volta verso il forno. Io sorrido e schiocco un bacio a Michael…gli voglio già bene e lui ne vuole a me.

Ci sediamo a tavola ed Edward ci serve la pizza come un vero cameriere, ammiccando verso Michael, che sorride felice.

<< Allora, Michael…dove hai vissuto fino ad ora? >>chiedo, guardando mio fratello.

<< Con una signorina che diceva che mi avrebbe portato dalla mia mamma…tu…appena ti avremmo trovata >>mi risponde. Signorina…di certo è mia madre…ma perché raccontargli una bugia?Perchè dirgli che sono io sua madre, quando non è vero?Ed io come devo comportarmi.

Interviene Edward, accarezzando i capelli di Michael<< Ed alla fine ha mantenuto la promessa >>gli dice.

Michael annuisce sorridendo. È incredibilmente felice ed io penso solo a questo. Se lui è felice lo sono anche io. Guardo Edward che sorride…rettifico, se Michael è felice siamo felici entrambi.

<< Ti piace la pizza? >>chiedo, guardandolo abbuffarsi.

<< Sì, sì…è la più buona che ho mai mangiato >>risponde.

<< Modestamente >>ride Edward.

<< Tiratela di meno, amore >>lo prendo in giro e lui mi guarda offeso. Io gli accarezzo una guancia e lui si illumina. Ci guardiamo intensamente e con amore per un secondo, poi torniamo a guardare Michael. La mia mano cerca quella di Edward sotto il tavolo e sento subito la mano fredda e grande del Vampiro stringere la mia piccola e calda. Finiamo di mangiare ed accompagniamo Michael nella camera dei miei genitori…useremo l’altra camera degli ospiti come sua camera, ma ora non abbiamo tempo di prepararla. Edward cerca nella sua valigia mentre io gli mostro il bagno. Sa già fare tutto da solo, quindi, nessun problema. Si lava i denti con lo spazzolino ed a quel punto io esco dal bagno e raggiungo Edward che mi ha chiamato.

<< Amore…credo avremo bisogno di shopping >>mi annuncia sorridendo.

Il guardaroba di Michael è in effetti molto scarso, come se chiunque avesse preparato quella valigia fosse stato molto di fretta. Riusciamo a trovare il suo pigiama, blu chiaro, con dei disegnino e glielo passo dal bagno. Sento le sue manine afferrarlo e ritorno in camera con Edward. Lo abbraccio e lui mi bacia con dolcezza. Non mi separo da lui finché non mi sposta. Capisco perché quando Michael esce dal bagno, sbadigliando. Mi corre incontro ed io lo prendo al volo…a forza di far così mi farò i muscoli…e lo deposito nel letto.

<< Allora…qualsiasi cosa ti serve, vieni pure a svegliarci…ora sai dove dormiamo, okay? >>gli chiedo accarezzandogli i capelli.

Lui mi guarda con due occhioni enormi e mi chiede<< Mi racconti una favola? >>.

Io gli sorrido e bisbiglio ad Edward di andare a prendermi il mio vecchio libro delle fiabe. Lui va e torna in un attimo, solo come un Vampiro può fare e ci sediamo entrambi sul lettone, in mezzo a noi Michael, che prende il libro e guarda le figure. Sa già leggere benino, ma preferisce che legga io al posto suo. Gli leggo la fiaba di Peter Pan, una delle mie preferite.

 

In una limpida serata estiva, in una stanzetta di una casa del centro di Londra, i piccoli Wendy, John e Michael, si erano appena coricati.........
La loro mamma li aveva lasciati poco prima salutandoli con tenerezza, ed anche la dolce cagnetta Nanny aveva finito di distribuire i suoi affettuosi bacetti.
All’improvviso, dalla finestra lasciata aperta, entrò volando un ragazzino sconosciuto, completamente vestito di verde, che con un grande sorriso ammaliatore invitò Wendy a seguirlo nell'Isola-che-non c’è.
Nanny,fiutando qualcosa di insolito, tornò sui suoi passi e visto ciò che accadeva, si avventò sul ragazzino, che fu lesto a volar via con un grande balzo.
Fu talmente veloce, che la sua ombra si staccò e rimase sul pavimento; Wendy la raccolse, la piegò e la ripose nel suo cassettino, per restituirla alla prima occasione.
Wendy aveva infatti riconosciuto in quello strano visitatore Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere.
In effetti, Peter, nato da pochi giorni, volò accompagnato da una fata all’Isola-che-non-c’è, l’isola dove si realizzano i sogni di tutti i bambini, e qui desiderò di non diventare mai grande.
La richiesta fu esaudita, e tuttora Peter era un ragazzino poco più che tredicenne.
La serata successiva Peter Pan, assieme ad una minuscola fatina luminosa chiamata Trilly, tornò per riprendersi l’ombra e non trovandola, si mise a piangere sconsolato.
Wendy allora gli si avvicinò, dicendogli:
- Caro Peter, pazienta un pochino; cucirò io stessa l’ombra alle tue scarpette, in modo che non venga più via.
Peter Pan le fu molto riconoscente, e per sdebitarsi la volle a tutti i costi portare all’Isola-che-non-c'è per farle vivere straordinarie avventure.
Wendy svegliò i suoi fratellini, dicendo loro:
- se non volete perdervi questa magnifica occasione, venite con me, Peter e Trilly! - e, spalmandosi un pochino di polvere magica delle fate sulla schiena, si innalzò in volo ed attraversò la finestra.
John e Michael non se lo fecero ripetere una seconda volta, ed in un baleno volavano tutti verso l’Isola-che-non-c’è.
Peter non voleva dimenticarsi l’indirizzo, e così continuava a ripetere ad alta voce:
- seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino.
In fondo, era piuttosto facile! volare era piacevolissimo, ed estremamente veloce!
In men che non si dica si trovarono in vista dell’isola, ma l’accoglienza non fu delle migliori: da terra infatti Capitan Uncino e la sua banda di pirati si era accorta della loro presenza e aveva cercato di centrarli con una grande palla di cannone!
Schivato il colpo, Peter prese terra in una piccola radura in un bosco, e qui fu attorniato da una banda di bambini esultanti per il ritorno del loro capo e dei suoi ospiti.
Fu organizzato un banchetto colmo di ogni prelibatezze e tutti si divertirono molto.
Più tardi, l’allegra banda si rifugiò in una spaziosa casetta sotterranea, molto carina e confortevole.
Già dalla giornata successiva cominciarono le avventure: di prima mattina si presentò trafelata Trilly, che disse subito:
- Presto Peter, e’ stata rapita l'indianina Giglio Tigrato, la figlia del gran capo Orso Amico.

e’ stato sicuramente il malvagio pirata Capitan Uncino, e deve averla portata sul suo galeone!- Velocemente tutti I ragazzini presero le loro spade, compresi Wendy ed i suoi fratellini, e si lanciarono all’attacco verso la baia dove si trovava all’ancora il galeone pirata.
Uncino, che aveva organizzato il rapimento proprio per far accorrere Peter ed ucciderlo una volta per tutte, appena li vide arrivare ordinò:
- Peter Pan deve essere lasciato a me! - e si lanciò a sua volta alla carica.
Quando Peter vide che Uncino sopraggiungeva, chiese al suoi fidi di tenerlo occupato, mentre lui, di soppiatto, si sarebbe introdotto sulla nave ed avrebbe portato in salvo la piccola pellerossa Giglio Tigrato.
Così fece, ed in pochi istanti l'indianina era in salvo, tra le braccia di Orso Amico. ma già Trilly, che li aveva seguiti, diceva concitata:
- presto, Peter; adesso Uncino è riuscito a catturare Wendy, e minaccia di gettarla in pasto al coccodrillo Sveglia! A Peter veniva ancora da ridere quando si ricordava lo spavento di Capitan Uncino quando durante una battaglia, l’enorme coccodrillo gli aveva inghiottito la mano,compresa la grossa sveglia che stava per essere scagliata addosso a Peter.
Da allora il coccodrillo segnava rumorosamente il tempo, ed era stato chiamato sveglia per questo!
Il nostro amico partì in gran carriera ed arrivò un istante prima che Wendy fosse gettata in mare.
Allora si lanciò con la spada sguainata contro ad Uncino, che, preso alla sprovvista si appoggiò con forza alla balaustra del galeone.
L’impeto fu tale che il legno si ruppe e il pirata precipitò proprio in mezzo alle fauci di Sveglia.
Tutti si strinsero attorno a Peter Pan per congratularsi, e Wendy, per riconoscenza, gli diede un grande bacio affettuoso.
Passarono alcuni giorni in allegri festeggiamenti, ma ben presto quella vita di fantasia stancò Wendy ed i suoi fratelli.
Un giorno la ragazzina si avvicinò a Peter Pan, e gli disse:
- è molto bello stare qui con voi, ma cosa dirà la mia mamma della nostra assenza?
Fu organizzato il viaggio di ritorno nel pomeriggio stesso, e Peter volle accompagnare personalmente i tre bambini nella loro cameretta del centro di Londra.
Anche Trilly era presente, e i saluti commossi non finivano mai.
Finalmente Wendy, John e Michael si addormentarono, e Trilly e Peter Pan poterono tornare all’Isola-che-non-c’è sicuri che non sarebbero stati mai dimenticati.

Chiudo il libro e noto che Michael dorme già profondamente. Guardo Edward e ci alziamo piano. Bacio leggera la fronte di Michael e così fa anche Edward. Lasciamo accesa la luce ed andiamo in camera mia. Non faccio neanche in tempo ad avanzare che Edward mi prende in braccio, baciandomi con quella dolcezza mista ad una potente passione che solo lui sa usare. Mi spinge sul letto con delicatezza, ma deciso e mi accarezza. Sfioro quel corpo freddo e duro che amo e lui fa lo stesso con il mio. Ci ritroviamo dopo un tempo che a noi è parso infinito e facciamo l’amore finché non crollo addormentata tra le sue braccia, con lui che mi canta dolcemente la mia ninna nanna.

 

2°GIORNO

 

La prima cosa che sento è quel dolce profumo di miele e freddo che caratterizza la pelle di Edward. Mi sembra incredibile svegliarmi ancora tra le sue braccia, nonostante ho rischiato la morte. Non ricordo niente dei giorni in cui sono rimasta incosciente e forse è meglio così. Evito di parlarne, lo fa soffrire incredibilmente e non voglio che lui stia male. E poi non ho bisogno di parlarne, io sono tranquilla, sento che lui non mi lascerà mai più. Ed ora abbiamo anche Michael a cui pensare. Credevo che la mia priorità fosse farmi trasformare ed è ancora una mia priorità: amo Edward sopra ogni cosa e mi farò trasformare da lui il prima possibile. Il mio amore per Michael non cambierà le cose e questo amore non cambierà una volta che sarò diventata Vampira. Le sue mani mi accarezzano dolcemente i capelli ed il viso. Lo guardo sorridendo. I suoi occhi sono neri come il carbone, le occhiaie profondissime…è dal mio incidente che non va più a caccia.

<< Amore…hai sete >>dico, dispiaciuta.

Lui mi guarda sorridendo<< Tranquilla…dopo che ho temuto di perderti è stato molto più semplice reprimere la mia voglia di morderti. Non potrei mai farti del male, amore >>mi dice.

<< Non ho paura infatti! >>rispondo indignata. Come può pensare che io abbia paura di lui, che non mi fidi di lui?<< Sciocco, io sono dispiaciuta perché non stai bene! >>.

Edward mi bacia dolcemente. Mi separo da lui e raccolgo le mie cose. Metto un paio di pantaloni fucsia, della tuta, ed una canottiera bianca. Vado in bagno e mi rinfresco un attimo. Ritorno in camera e lo trovo vestito con una maglietta a maniche corte nere, aderente ed un paio di pantaloni di cotone grigi. È terribilmente sexy con quella maglietta, ma cerco di non pensarci troppo o gli salto addosso di nuovo. Lui sembra pensare la stessa cosa perché, per distrarsi, si avvicina a me e mi prende per mano. Andiamo a vedere nella camera di Michael e lo troviamo profondamente addormentato. Scendiamo in silenzio in cucina e ci sediamo.

<< Allora?A che conclusioni sei arrivata? >>mi chiede, guardandomi curioso.

<< Ho trovato una lettera di mia madre nella busta dove ci sono i documenti per l’adozione e lei mi dice che devo andare dalla madre di mio padre…è l’unica mia parente ancora in vita >>gli rispondo.

<< Dove abita? >>.

<< Londra >>rispondo<< Ed i tuoi mi hanno regalato due biglietti…andremo io e te >>annuncio e poi sorrido<< Così conoscerai la terribile Margareth Redfield >>.

Lui ridacchia<< E Michael? >>mi chiede.

<< Oggi pensavo di portarlo a conoscere i tuoi, se vuoi…poi penso che Rosalie sarebbe felicissima di fargli da tata per due giorni…e anche Alice >>rispondo sorridendo.

<< Credo dovremmo dirgli la verità >>mi dice Edward<< è intelligente, pur essendo piccolo, sarebbe molto più semplice. Si chiederà perché mio padre è così giovane sai?Non è sciocco ed ingenuo, per quanto possa sembrare piccolo >>.

Annuisco<< Sì…lo credo anch’io… >>mormoro.

Ovviamente lo avremmo fatto poco prima di andare dai Cullen<< Però…tu resti suo padre, lo stesso ed io suo madre. Non roviniamoli la felicità proprio ora >>aggiungo.

<< Ovvio che sì >>risponde lui, allegro. Non sembra preoccupato, al contrario è allegro e felice.

Vedendolo così ottimista mi rallegro anche io e poco dopo sentiamo dei passi lievi e strascicati scendere dalle scale. Michael compare stropicciandosi gli occhi. I capelli sono una balla di fieno, ma lo trovo dolcissimo.

<< Amore… >>dico, prendendolo in braccio. Lui mi stringe e sbadiglia. Le sue manine mi accarezzano i capelli. Entro in cucina e Michael avvicina una mano ad Edward che la prende tra le sue.

<< Ma perché papi hai sempre le mani così fredde? >>chiede Michael, però non è infastidito. Prende la mano di Edward tra le sue, come per scaldarla. Vedo lo sguardo di Edward addolcirsi.

<< Perché papà è un Vampiro, Michael >>rispondo io, aspettando la sua reazione.

<< Davvero? >>chiede lui sorpreso ed affascinato. Guarda suo padre<< Di quelli cattivi che mangiano le persone? >>chiede.

<< No, amore…tuo padre è un Vampiro buono…è il mio Angelo e ci proteggerà sempre >>mormoro, accarezzandolo. Michael tende le braccia verso Edward ed io glielo lascio, osservandoli. Il bambino guarda il “padre” e gli osserva i denti<< Ooooo >>esclama<< Ha i denti appuntiti >>aggiunge.

<< Hai paura? >>gli chiede Edward, guardandolo serio.

Michael scuote la testa<< No >>risponde<< Non mi fai paura…io ti voglio bene, sei il mio papà…come posso avere paura di te? >>chiede. È confuso, ma le sue parole sono sincere.

Edward sorride<< Allora oggi conoscerai la tua famiglia, amore…siamo Vampiri >>gli dice.

Michael spalanca gli occhi sorpreso ed entusiasta<< Sì, sì!Anche io voglio fare il Vampiro! >>esclama.

Edward scoppia a ridere<< Sei uguale a tua madre! >>esclama, guardandomi malizioso. Io gli faccio la linguaccia.

<< Anche mamma è un Vampiro?Ma lei è calda… >>mormora Michael.

<< No, non lo sono… >>rispondo<< Però lo diventerò presto >>aggiungo, guardando Edward. Non si irrita è tranquillo ed allegro. Ha davvero deciso di trasformarmi. Sorrido soddisfatta.

<< Allora anche io! >>esclama Michael.

Io rido e lo raggiungo, schioccandogli un bacio sulla guancia<< Amore, non vorrai smettere di crescere come Peter Pan, vero? >>.

<< No >>risponde subito lui<< Io voglio essere come il papà >>aggiunge, guardando Edward<< Non gli somiglio… >>. Sembra triste. Lui gli accarezza la testa con dolcezza.

<< Perché sei uguale a tua mamma, Michael…e poi, non mi assomiglierai fisicamente, ma qualcosa da me l’avrai preso…si spera >>lo consola Edward, sorridendo.

<< Mamma…mi fai i capelli rossi? >>chiede.

Io rido<< No, amore, magari quando sarai più grande >>rispondo. Lo abbraccio e lui si lascia coccolare un po’<< Ora andiamo a conoscere gli zii ed i nonni, amore… >>aggiungo.

Lui batte la mani entusiasta e lo accompagniamo di sopra a cambiarsi. Si lava e si veste da solo, come un piccolo adulto, ma non è capace di allacciarsi le scarpe. Glielo insegna Edward mentre io mi vesto. Quando torno in camera li trovo abbracciati. Un quadretto davvero stupendo. Edward mi guarda e mi porge un braccio. Io mi rifugio nel suo abbraccio, abbracciando Michael. Edward ci stringe entrambi. Siamo una nuova famiglia. Scendiamo di sotto, in garage, e prendiamo la Volvo di Edward. Michael non sta fermo un attimo. Chiacchiera, si guarda intorno, fa domande…non sta proprio mai zitto!Ma è impossibile non essere di buon umore con lui nei paraggi. Io ed Edward sorridiamo per tutto il viaggio. Lui mi tiene la mano in grembo ed io la stringo tra le mie. Mi sembra impossibile pensare che fino a poche ore fa stavo per morire ed ora sono qui a fare da madre ad un bambino...mio fratello, per giunta, di cui ignoravo l’esistenza. Se dovessi soffermarmi a pensare a tutto quello che ho scoperto in queste ore, probabilmente mi esploderebbe il cervello, quindi evito di farmi troppe domande. Anche se forse quello è il modo migliore per avere le risposte esatte, come mio solito. Quando avvistiamo casa Cullen, Michael esclama un “wow” e si appiccica al finestrino per guardare meglio.

<< Michael! >>esclamo<< Così rompi il finestrino! >>lo prendo in giro. Lui si stacca e mi fa la linguaccia, poi sorride. Scendiamo dalla macchina e subito vediamo spuntare Alice che si dirige velocissima verso Michael.

<< Ciao!Io sono Alice, tua zia! >>si presenta, allegra, stringendo la mano di Michael.

<< Io sono Michael >>risponde lui, imbarazzato dall’esuberanza di Alice.

<< Alice… >>la rimprovera Edward<< Lo stati sconvolgendo >>aggiunge con un ghigno.

<< Ma no >>risponde lei<< Se non s’è sconvolto con te, direi che con me è impossibile >>aggiunge e ridacchia.

Entriamo in casa, Michael si avvicina a me ed ad Edward, vagamente intimorito. Edward lo prende in braccio e lo stringe, come per proteggerlo. Ovviamente ci sono tutti: Carlisle ed Esme sono vicini al pianoforte, come quando Edward mi ha presentato ufficialmente, Emmett e Rosalie sono seduti sul divano ed Alice è in braccio a Jasper sulla poltrona. Ci guardando tutti. La prima a farsi avanti è Esme, che sorride a Michael con affetto<< Ciao, piccolo…io sono tua nonna >>dice. Nonna?Ma se sembra più giovane di me a momenti. Michael la guarda stranito e poi chiede<< Anche tu sei un Vampiro? >>. Beata innocenza.

Esme sorride<< Non ti faremo del male, tranquillo >>gli dice e gli schiocca un bacio sulla fronte. Lui le accarezza i capelli ed Esme lo prende in braccio. Edward glielo concede di malavoglia…ho il vago sospetto che si stia divertendo a fare il papà. Lo prendo per mano e seguiamo Esme che ha portato Michael da Carlisle. Il padre di Edward è ovviamente sempre gentilissimo e riesce a renderlo a suo agio come fa con i pazienti. Persino Jasper saluta Michael, stando un po’ sulle sue come sempre.

<< Jasper è un Vegetariano recente, Michael…ha ancora un po’ di problemi ad abituarsi alla dieta >>gli spiega Edward, sicuro che Michael avrebbe capito. Infatti annuisce, ma saluta comunque allegro Jasper. Bontà sua. Saluterebbe anche il suo assassino se si trovasse nella situazione di averlo davanti. Emmett è come al solito quello più esuberante. Prende in braccio Michael e lo fa svolazzare in aria…temo che stia per lanciarlo come una palla da rugby, ma non lo fa.

<< Ciao, scricciolo!Io sono Emmett, lo zio! >>annuncia allegro e Michael ride felice.

Rosalie resta un attimo in disparte, incantata. So che desidera molto avere un figlio…scambierebbe tutto quello che ha pur di poterne avere uno. Sono certa che sarà la zia più affettuosa di Michael. Si avvicina al ragazzino e gli sorride, tranquillizzandolo con lo sguardo. Michael resta un attimo intimorito di fronte alla sua bellezza, ma poi sorride e tende la mano verso di lei, che la prende fra le sue. Credo sia inutile dire che Michael piace subito a tutti…e come si fa a non farsi piacere un Redfield?

<< Credo proprio che sia ora di andare a fare un po’ di shopping! >>trilla Alice poco dopo. Povero Michael…mi sento molto compassionevole nei suoi confronti mentre Alice lo prende in braccio e lo catapulta nella macchina di Edward. Sembra confuso poverino…quel bambino resterà sconvolto a vita!Edward ride e mi trascina. Faccio giusto in tempo a salutare e poi mi trovo subito in macchina, sul sedile davanti. Dietro Alice batte le mani insieme a Michael, insegnandoli uno di quei giochini che ti fanno diventare scemo dopo un po’.

<< Mamma, dove andiamo? >>chiede Michael, impaziente. È sempre così entusiasta, così curioso!Lo trovo semplicemente adorabile!

Mi volto verso di lui e gli sorrido<< Andiamo a riempirti il guardaroba, amore >>rispondo<< Hai bisogno di vestiti >>.

<< E di giochi! >>aggiunge lui, abbracciandomi e baciandomi la guancia. Io lo accarezzo ed annuisco<< E di giochi >>acconsento.

Lui si risiede composto sul sedile, per niente impressionato dalla guida da pazzo di Edward…bene, crescerà in mezzo a Ferrari e Porsche, è un bene che si abitui alla velocità, perché noi in famiglia ODIAMO andare piano. Arriviamo a Port Angeles in quarantacinque minuti…un record…ma prima di buttarci nel centro commerciale, compriamo a Michael un gelato al bar. Ce lo dividiamo io e lui, che ride allegro. Spero di vederlo sempre così felice. Alice si improvvisa consulente di moda. È lei a scegliere tutti i vestiti di Michael, tranne alcuni che hanno colpito particolarmente me ed Edward, e glieli facciamo provare. Sembra uno di quei bambini modelli. E si diverte pure!Credo sia più narcisista di me quel bambino…si diverte a stare al centro dell’attenzione. Noi esprimiamo i nostri pareri di genitori, ma finiamo per comprare tutti i capi di abbigliamento che gli abbiamo fatto provare, più alcune scarpe, mutande, canottiere, calzini, sciarpe, guanti, giubbotti, per non parlare dei cappellini!A quel punto, possiamo anche andare nel reparto giocattoli e facciamo scegliere a Michael ciò che più gli piace. Gli prendiamo anche i giochi per la Play Station perché non credo che i miei giochi siano adatti ad un bambino. Non gli compriamo l’altalena di plastica…ma gli promettiamo che Edward ed Emmett gliene costruiranno una ancora più bella. Alice insiste per comprargli anche dei costumi, ma dubito che li userà tanto spesso…per lo meno non quando c’è il sole. Anche se nel mio giardino una piscina potrebbe anche starci…eh, eh. Usciamo dal centro commerciale con Edward carico di pacchi ed anche Alice, costretta perché il mio Vampiro da solo non riusciva a portarli tutti…avrebbe destato troppi sospetti, inoltre, per quanto forte possa essere, ha pur sempre due sole mani!Ormai è già tardi, quindi andiamo al ristorante a mangiare. Cerco di dissuadere Michael dal prendere un’altra pizza e ci riesco…mi sento potente…e lui mangia qualcosa di diverso: deve pur provare vari piatti prima di decidere qual è il suo preferito!Ci divertiamo davvero: Michael è sempre allegro, socializza con tutti e riesce ad addolcire la cameriera scorbutica (ho scoperto che aveva lasciato il numero di telefono ad Edward sul conto, ma che lui non l’aveva mai chiamata) perché era stata rifiutata da Edward e perché invece io lo avevo accalappiato per bene. Ovviamente a pagare è di nuovo Edward…credo che il suo portafogli si sia parecchio alleggerito oggi, ma non sembra preoccupato, per forza ha i soldi anche nelle mutande quello lì. Mi viene da ridere al pensiero. Quando finiamo di cenare è tardissimo e Michael fatica a stare sveglio. Infatti in macchina si addormenta. Lo guardo dormire: è veramente dolcissimo. Ho lasciato Alice davanti ed adesso accarezzo i capelli del mio fratellino, che si stringe a me, nel sonno. Non riesco ancora a capire perché mia madre ha voluto tenerlo lontano da me, non riesco a capire perché gli ha detto che sono io sua madre. Forse sapeva di avere vita breve. Qualcosa mi dice che è così. Ho paura a chiedermi il perché, quindi non lo faccio: mi spiegherà tutto mia nonna. Margareth. Mi viene un brivido a pensare a quel nome. Non ho un bel ricordo di mia nonna. Così fredda, austera…seguivo da lei le lezioni di portamento e di galateo. Era veramente terrificante…spero che l’età l’abbia addolcita. Bè, di certo ora non mi farò mettere i piedi in testa come quando ero una bambina. Voglio delle spiegazioni e le avrò a tutti i costi…anche a costo di torturarla. Mi sento perfida e lo sono, ma sono determinata ed avrò ciò che voglio. Michael si rigira nel sonno ed io lo accarezzo per tranquillizzarlo. Gli voglio già molto bene e farei di tutto per lui. Farei di tutto per vedere sempre quel sorriso dolce ed allegro che regala a chiunque. Se qualcuno ha ucciso davvero mia madre, dovrà passare sul mio cadavere prima di fare del male a Michael. Mio fratello. Mio figlio. Sangue del mio sangue, alla fine. Arriviamo a casa ancora più in fretta ed Alice ci aiuta a portare in casa i pacchi. Io porto Michael, che dorme nonostante lo scombussolamento, ed entriamo in casa. Lo deposito sul letto, togliendogli le scarpe e la cintura dei jeans.

Poi scendo di sotto e ci fermiamo in cucina.

<< Allora? >>chiede Alice, guardandoci.

<< Non sappiamo niente >>dice subito Edward.

<< Mia madre mi ha lasciato scritto di andare da mia nonna >>aggiungo<< Lei sa qualcosa e ce lo dirà >>.

Alice annuisce<< Sì…vi vedo a Londra, ma non vedo altro per ora >>dice.

<< Vedrai, appena andremo >>la rassicura Edward.

<< Pensavo di andare il più in fretta possibile. Penso questo weekend. Potrei lasciare Michael da voi o al massimo da Kris o da Steve >>dico.

<< Baderemo noi a lui >>dice subito Alice ed io sorrido. Effettivamente non lascerei molto volentieri Michael in mano a quei due…è già tanto che sanno badare a loro stessi. Non li vedo da molto. È come se un muro si fosse contrapposto tra noi, ma non riesco a capire perché. E mi dispiace, ma non posso farci niente. Non mi spiego perché, comunque. Siamo sempre stati in buoni rapporti, mi domando perché adesso sia caduto tutto. Forse sono io che li ho distanziati da me, che mi sono concentrata troppo su Edward o forse sono loro che si sono rifatti una vita. Non lo so. Vorrei saperlo, ma ora non posso, non ho tempo. Spero di non arrivare troppo tardi.

Alice se ne va ed io ed Edward restiamo da soli. Saliamo a controllare Michael e lo troviamo dormiente, così ci ritiriamo in camera e per dei bellissimi momenti posso dimenticare tutte le mie preoccupazioni e pensare solo a lui. Ad Edward. Al mio Angelo. Al mio Amore.

 

WEEKEND

 

Voliamo verso Londra. Il viaggio che si prospetta davanti a noi è lungo, ma io sono in compagnia di Edward, quindi non mi interessa. Ho lasciato Michael a casa dai Cullen. Mi si stringe ancora il cuore al ricordo delle lacrime che ha versato, del suo attaccamento a me ed ad Edward. Ha paura di perderci. Ha paura di tornare solo. Gli ho promesso che lo avrei chiamato e l’ho già fatto. Anche Edward è dispiaciuto, ormai Michael è suo figlio a tutti gli effetti. E non solo perché abbiamo legalizzato le carte. Ma perché ormai Michael ci è entrato nel cuore. E siamo una famiglia, una bella famiglia. Niente ci dividerà, ne sono certa. Edward sembra rilassato, ma so che è più nervoso di me. Mia nonna è l’unica mia parente dopo Michael e lui crede ancora che mi importi qualcosa della mia famiglia. Non so come fa a non capire che la mia famiglia è lui. E Michael. Senza di lui non vivrei, non potrei vivere. E l’ho ampiamente dimostrato. Si sente osservato probabilmente perché apre gli occhi e mi guarda. Sorride ed io ricambio. Si avvicina a me e reclama un bacio. Che io ovviamente gli concedo. L’ho già detto che passerei la vita a fare l’amore con lui?Bè, in caso lo ripeto. È un concentrato di sensualità, dolcezza e passione incredibile. Un Dio. Il mio Angelo. È assolutamente perfetto.

<< Ti amo, piccola >>mi dice.

<< Anch’io…tanto >>rispondo. Lui sorride. Quel suo sorriso sghembo che amo. E che amerò per sempre. E poi mi bacia di nuovo. Arriva la hostess ad interromperci in maniera poco cortese, lanciando sguardi languidi ad Edward, che però non la considera minimamente. Sarò vanitosa, ma sono molto meglio io di lei!Prendo una bottiglietta d’acqua e lui ordina anche un panino…è fissato perché secondo lui non mangio abbastanza. Ma io sto benissimo così!Sempre a preoccuparsi della mia salute quando sono sana come un pesce. Mah…strano tizio. Piuttosto dovrebbe preoccuparsi per sé, visto che è morto!Mi metto a ridere e lui mi guarda stralunato. Io lo bacio e lui si distrae…com’è facile fargli dimenticare le cose!Di nuovo la hostess…comincio proprio ad odiarla…ma lui si limita a prendere le cose ed appoggiarle sul tavolino, senza staccarsi dalle mie labbra. Sono più che contenta di lasciare il panino a più tardi e dedicarmi a qualcosa che mi piace davvero mangiare, ovvero le sue labbra. Sto per proporgli di imboscarci in bagno quando si stacca da me e mi consegna il panino. Dannato panino. Lo scarto e lo mordicchio sotto il suo sguardo attento ad ogni mio minimo movimento…sarebbe capace di imboccarmi se non lo mangio tutto.

<< Mangi troppo poco >>si lamenta<< Dovresti mangiare di più >>.

<< Edward, smettila di stressare!Sto benissimo così come sono! >>ribatto io.

<< Sei bellissima >>dice subito lui<< Ma mangi comunque troppo poco >>continua, imperterrito.

<< Pace >>rispondo e continuo a mangiare.

Dopo un po’ sento la sua mano accarezzarmi la guancia ed i capelli. Voltandomi vedo che mi guarda con aria dispiaciuta: odia battibeccare con me, perché dopo io so fargli venire i sensi di colpa. Gli sorrido e finisco il panino.

<< Com’è tua nonna? >>mi chiede, curioso…forse per evitare di cadere di nuovo nella tentazione e di saltarmi addosso.

<< Ehm…bè, è una signora molto…molto…austera >>rispondo. Oltre che fredda, razzista, vanitosa, schizzinosa.

<< Wow >>commenta Edward, tetro.

<< Amore!Sei un Vampiro, non avrai paura di una vecchietta? >>lo prendo in giro e riesco a farlo sorridere…meno male.

Atterriamo all’aeroporto e con un taxi raggiungiamo un quartiere lussuoso in cui abita mia nonna. Il cielo è coperto, come sempre, quindi Edward passeggia tranquillo accanto a me. Ricordo vagamente alcuni momenti che ho passato passeggiando su questa strada, vicino a questa casa in cui un tempo abitavamo e dove ora abita mia nonna. È una villa molto elegante, ma non grandissima. Ci avviciniamo al cancello ed io suono. Il cancellino si apre con un cigolio inquietante…che accoglienza…ma entriamo. Prendo Edward per mano e ci avviciniamo alla porta, aprendola.

Non mi aspettavo un così buon gusto da mia nonna. Me la ricordavo come una persona rigida ed impettita, ma questa casa è così allegra, colorata…il tempo cambia le persone.

<< Chi è? >>chiede una voce, vecchia, ma forte. Margareth Redfield era stata una gran donna, davvero.

<< Nonna… >>dico io ed entro nel soggiorno. Mia nonna è lì e mi guarda con i suoi occhi blu. Il volto è solcato dalle rughe, ma si intravede ancora una certa bellezza, degna di un Redfield. I capelli bianchi sono legati in una crocchia elegante e le mani ben curate sono strette in grembo. Ci guarda e si apre in un sorriso amichevole…sì, è davvero cambiata.

<< Claire… >>dice e si alza, allargando le mani. Io la abbraccio imbarazzata e lei poi si punta su Edward<< Ah! >>esclama<< Se tuo padre fosse qui adesso gli esporrei il ragazzo con trionfo…lo sapevo che alla fine avresti scelto lui, un Vampiro! >>.

Grazie al cielo ho la decenza di non spalancare la bocca come un merluzzo…ma la tentazione c’è…ed anche Edward sembra alquanto sorpreso...chissà cosa gli passa per la testa.

<< Ma sedetevi, sedetevi >>dice Margareth e ci indica il divano di fronte alla poltrona su cui lei è seduta. Io mi accomodo ed Edward accanto a me. Ci fissiamo in silenzio.

<< Immagino che tu sia qui per Michael, giusto? >>chiede mia nonna ed io annuisco<< Bene…è una lunga storia, quindi mettetevi comodi… >>annuncia.

 

Tutto iniziò poco dopo il matrimonio tra Alfred e Danielle, quando i medici rivelarono alla coppia che lei era malata di tumore e che non sarebbe sopravvissuta a tre mesi. Alfred era disperato, avrebbe dato la vita per salvare sua moglie. Non so se lo sapete, ma suoi Volturi e Volterra c’è una specie di Leggenda, che dice che questa famiglia possiede un rimedio a tutte le malattie. E dopo aver provato tutto, Alfred si rivolse proprio a loro. Seppe che erano Vampiri e che la medicina miracolosa era il loro veleno. Ma in cambio di una boccetta di Veleno, loro pretendevano che il figlio o i figli che sarebbero nati da loro, avrebbero dovuto entrare a far parte della loro setta. Ad Alfred non era chiaro il motivo, ma accettò. Danielle bevve il Veleno e sopravvisse. Divenne più forte, ma pur sempre umana. Ecco, diciamo che il Veleno di Vampiro agisce e va a modificare i cromosomi di una persona, in questo caso di Danielle che si ritrovò ad avere un cromosoma del tipo XXV, come lo abbiamo chiamato noi. Questo cromosoma V, può fecondarsi come gli altri cromosomi. E così è successo. Tu, Claire, hai un cromosoma di tipo XV e non XX come dovresti. Dunque, questo lo abbiamo capito molto dopo, quando tu hai dimostrato di avere certe caratteristiche vampiresche, come una mente molto svelta, poca propensione al dolore, non soffri molto gli agenti esterni e guarisci troppo velocemente per essere una normale umana. Inoltre hai quel piccolo potere di sapere sempre ogni cosa…non è solo fortuna, tu sei speciale, Claire ed i Volturi sono molto avidi, soprattutto Aro. Ti volevano con loro, ma tua madre e tuo padre sarebbero morti pur di tenerti lontano dalle grinfie di quel perfido. Così scapparono. Tutti insieme, se ne andarono via. In quel periodo avete viaggiato, in lungo ed in largo, poi Danielle è rimasta incinta di Michael. Aro è in grado di leggere nella mente ed uno di loro è capace di seguire i pensieri delle persone e rintracciarle attraverso il loro aroma. Ma tu, tu sei speciale anche su quel fronte, perché nessuno può rintracciarti. Così inscenarono la morte di tua madre che scappò via. Tuo padre cominciò a fingere di disprezzarti, così tu ti sei allontanata da lui proprio come volevano. Non potevano più trovarti. E quando i Volturi hanno trovato tuo padre, lui s’è ucciso, cosicché non potessero scovare nella sua mente dove ti trovavi. Danielle intanto aveva messo in salvo suo figlio, Michael, ma sapeva che presto la avrebbero trovata. Così ti ha fatto seguire ed è così che è entrata in contatto con Steve e Kris ed ha saputo dei Cullen. Tua madre era molto sveglia, Claire, e lei ha capito subito che Steve e Kris erano i primi che avrebbero potuto portare i Volturi da te. Così ha detto loro di smettere di sentirti, di andarsene lontano, di non farsi trovare, e così loro hanno fatto. Per questo non ti hanno più cercato. Io non so dove vivono, non possono dirtelo finché anche tu non sarai una Vampira, come tuo fratello e sarete in grado di difendervi da loro. Quando ha sentito il pericolo, Danielle, che era diventata sensitiva grazie al Veleno, ha inscenato il tutto ed ha mandato Michael da te, sapendo che sarebbe stato il luogo più sicuro per lui perché ci saresti stati tu ed i Cullen, Vampiri forti quasi quanto i Volturi, ma soprattutto in grado di prevedere le loro mosse e di nascondervi in tempo. È superfluo dire che non puoi procreare perché il tuo corpo non può cambiare più di tanto. Credo tu sia eternamente giovane, hai l’aspetto di una donna giovane, ma già matura e più di così non maturerai, però morirai perché non sei immortale. Ora, non so che poteri possa avere Michael, non sappiamo se il suo gene è VY o XY, lo si capirà più avanti…voi lo capirete.

 

Si blocca quando mi vede letteralmente sconvolta. I Volturi. Il Veleno. Cromosoma XV. Mio padre mi ha sempre amata. Michael. Mia mamma. Credo sia troppo. Vedo la stanza vorticare e poi la vista mi si offusca. Chiudo gli occhi e li riapro non so quanto tempo dopo. Di fronte a me ci sono gli occhi blu di mia nonna e quelli dorati di Edward. Il mio Vampiro mi rinfresca la fronte con la mano e la nonna mi fa aria con un ventaglio. Credo di essere svenuta. Mi metto di nuovo a sedere, scrollando la testa che ritorna incredibilmente funzionante. Ora riesco a pensare coerentemente. Michael ha bisogno di protezione, è ovvio, ed anche io. Questi Volturi non mi convincono, so solo che presto dovrò trasformarmi, per potermi difendere e per poter sviluppare ancora di più il mio “potere” quello che io chiamavo “fortuna Redfield”. Devo parlarne al più presto con Alice, lei è l’unica che può tenerli d’occhio, e con Michael…deve sapere ogni cosa, tranne forse che io non sono sua mamma…o forse sì, glielo devo dire. Forse è meglio di sì.

<< Ti senti bene, cara? >>mi chiede mia nonna, dolce.

<< Sì >>annuisco<< Nonna, tu sei in pericolo almeno quanto noi!Non puoi stare qui! >>esclamo.

<< Oh, sciocchina…ormai le mie membra sono così stanche, non credo sopravvivrò ancora a lungo. Non abbastanza perché mi trovino. Comunque non ti voglio assolutamente al mio funerale, non devi esporti così. Basta che mi pensi ed io lo saprò >>mi dice, sicura. Io guardo in quegli occhi blu, gli occhi della mia famiglia, e poi la abbraccio. Sento un grande affetto verso di lei, così sola e forte, pronta a morire per me. Lei mi stringe e sento tutti i legami con il mio passato ristabiliti. Niente più odio. Niente più rancore o indifferenza. Ho ancora la mia famiglia, finalmente. Sono una vera Redfield adesso, non più una rinnegata. Sorrido a mia nonna e lei ricambia. Siamo molto simili. Dentro di noi arde lo stesso fuoco della determinazione e della passione…noi Redfield siamo passionali…ma il suo si sta lentamente spegnendo. Il mio invece arde e mai si spegnerà.

<< Vi fermate a cena? >>chiede.

<< Sì, dai… >>dico.

Lei si affaccenda in cucina, mentre io ed Edward restiamo in salotto.

<< Tu sapevi del Veleno? >>gli chiedo.

<< No…non credevo neanche fosse possibile trasformare solo parzialmente una persona come hanno fatto con tua madre. Pensavo che a bere il Veleno non succedesse niente, invece mi sbagliavo >>mormora e poi sorride<< Sei una Mezza Vampira allora >>.

<< Non credo…mia madre lo era…io non lo so >>rispondo, ridacchiando.

Ci guardiamo negli occhi e vedo la mia stessa determinazione in lui. Proteggerà me e Michael fino alla fine, lo so, ed io lo aiuterò il prima possibile. Non permetteremo a nessuno di fare del male a nostro figlio.

<< Glielo dirai? >>mi chiede.

<< Sì…ha il diritto di sapere…TUTTO >>rispondo<< Resta comunque mio figlio >>aggiungo.

Lui mi sorride e mi corregge<< Nostro figlio >>.

Mi avvicino a lui e gli do un bacio, un bacio che suggella la nostra promessa: la promessa di amarci per sempre e di proteggere per sempre nostro figlio. Per l’eternità.

 

 

Mie care lettrici scusate il ritardo ma in questi ultimi giorni non ho un attimo di tregua. Comunque spero che il capitolo sia di vostro gradimento, se trovate errori di battitura o altro non uccidetemi ma sono veramente stra volta. Queste immagini qui sotto rappresentano Michael, immaginatevelo con gli occhi azzurri…comunque presto metterò come immagine della mia pagina personale un mio fotomontaggio dei personaggi…appena ho tempo di farlo. Uhm…noto un calo demografico intenso delle recensioni…che sia diventata così pallosa sta FF?No, se è così ditemelo che la tolgo!Ciao a tutte!!!

Zije600: ciao, tesoro!!!!Ma quando ti connetti poi che non ti ho più vista in questi due giorni?Uff…sigh, sigh. Hai visto?Ho messo tutto un libro in pratica in un capitolo…sono una bulla. Comunque dimmi cosa ne pensi del ciappy, ne?Hihi…ciao bella, ci sentiamo!!!!XD

Fracullen: ecco cosa hanno fatto…hihi…spero ti sia piaciuto…alla prossima!ihih baci

 

MICHAEL REDFIELD

 

 

http://www.risingstar.to/new3/makn-ftloac-fr.jpg

http://www.risingstar.to/new3/makn20060109d.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn20061126g.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn20061126j.jpg

http://www.risingstar.to/new3/makn20060109f.jpg

http://www.risingstar.to/new3/makn20060109h.jpg

http://www.risingstar.to/new3/makn20060109q.jpg

http://www.risingstar.to/new3/makn20060109r.jpg

http://www.risingstar.to/new3/makn20060109t.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn-grudge-06.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn-grudge-07.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn20061126b.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn20061126c.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn20061126l.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn20061126f.jpg

http://www.risingstar.to/new4/makn20061126r.jpg

http://www.risingstar.to/new3/makn20060109u.jpg

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** FATALITA' ***


FATALITÀ

FATALITÀ

 

1°GIORNO

 

L’aereo su cui siamo atterra dolcemente all’aeroporto di Port Angeles. Sono le otto di sera, quindi tra un’ora neanche riabbraccerò Michael. Ho pensato molto a quello che mi ha detto mia nonna ed ho capito che siamo ancora in pericolo. Non posso permettere che Michael resti all’oscuro di tutto…devo dirgli la verità. So che questo lo farà star male, ma è giusto così. Preferisco lo sappia adesso piuttosto che più avanti, quando sarà abbastanza grande da provare rancore verso di me. Spero di non pentirmi della mia decisione. Edward capisce il mio turbamento e mi stringe la mano. Mi rilasso all’istante e gli sorrido: nel bene e nel male lui sarà con me. Sempre. Usciamo dall’aeroporto e troviamo subito la macchina di Edward, allegramente impegnata da Michael ed Alice. Michael si butta fuori dall’abitacolo e mi salta addosso. Io lo prendo al volo, ridendo felice e lui si stringe a me.

<< Mamma! >>esclama contento ed io deglutisco. Devo davvero dirgli che non sono la sua vera madre?Sento Edward abbracciarci entrambi e Michael accarezzare la guancia del mio Vampiro.

Sospiro e guardo Michael negli occhi<< Allora, amore…com’è andata la tua giornata? >>gli chiedo e lui sorride felice.

<< Mi sono divertito molto!La zia Alice mi ha portato a spasso e poi abbiamo giocato con lo zio Emmett…mi ha costruito l’altalena, sai? >>. Lo ascolto mentre mi racconta ogni singolo minuto della sua giornata con quella gioia innocente di tutti i bambini. Lo stringo a me sul sedile posteriore, ancora pensierosa. Non so davvero cosa fare. Lui mi somiglia molto, quindi è probabile la pensi come me. Michael è intelligente…capirà. Ho preso la mia decisione e la porterò avanti.

Entriamo in casa, Alice se n’è andata. Michael non sembra stanco così ci sediamo in salotto.

Lui ci guarda e comprende qualcosa dalla nostra espressione.

<< Cosa c’è? >>ci chiede, innocente.

Io lo guardo negli occhi…i miei stessi occhi…e per un attimo vedo un lampo di paura. Di cosa può avere paura?Non lo so. Ma lo scoprirò.

<< Michael… >>iniziò e lui impallidisce<< Non ti preoccupare, amore…non è niente di grave >>lo rassicuro e si rilassa<< Ma è importante >>aggiungo. Lui si fa serio ed attento. In quel momento somiglia molto a suo padre, le sopracciglia corrugate, lo sguardo freddo e calcolatore…attento ad ogni minimo particolare<< Quello che sto per dirti non cambia niente, ovviamente…ma…io non sono la tua vera madre, Michael >>dico tutto d’un fiato.

Michael impallidisce un attimo, sbarra gli occhi che diventano lucidi e poi diventa rosso. Il sangue gli affluisce alla testa ed io temo stia per sentirsi male. Lo raggiungo e lo abbraccio, ma lui si divincola<< Lasciami! >>urla<< Mi avete solo preso in giro!Tutti quanti! >>grida ancora e scappa di sopra in lacrime.

<< MICHAEL! >>lo chiamo e lo inseguo, ma lui si chiude in camera a chiave.

Resto appoggiata allo stipite e lo sento piangere. Busso, ma lui non mi risponde. Sento due braccia fredde stringermi e mi appoggio ad Edward, piangendo anche io. Sono proprio cambiata. Me ne accorgo e tutto con l’arrivo di Michael.

<< Shh…amore… >>mi dice Edward, cullandomi<< Gli passerà, vedrai…non ti preoccupare. Lascialo un attimo da solo >>mi sussurra. Io annuisco e lui mi prende per mano, trascinandomi di sotto in salotto.

 

MICHAEL REDFIELD

 

Non so come chiamare il dolore che provo al cuore…non so neanche se viene davvero dal cuore. So che fa male, molto male e vorrei potermi strappare il dolore con una mano. Ma per quanto ci provi non ci riesco. Ho creduto per un momento che davvero avessi trovato la mia famiglia…ma così non è. Sono un estraneo, non ho nessuno al mondo. Eppure ero così simile a Claire. Mi fa male non poterla chiamare “mamma” ma non penso ci riuscirò più dopo oggi. Non so se riuscirei a guardarla in faccia, sapendo che per lei non sono nessuno. La sento piangere contro la porta e bussare, poi sento la voce di mio…di Edward e si allontanano. Mi chiedo chi è veramente mia madre. Se io non sono un Redfield…allora chi sono?Cosa ci faccio qui?Perchè mi hanno mentito?Sono davvero Vampiri?Di certo sono particolari…non possono essere umani normali se sono così forti e veloci. Mi hanno detto una mezza verità…forse volevano proteggermi per non farmi soffrire. Ciò non cambia che io non faccio parte di questa famiglia. Apro la finestra. C’è un albero di fronte e mi butto sul ramo. Scendere non è difficile…sono abbastanza agile. Mi guardo indietro e dico addio a quella che per poco è stata la mia casa. Poi corro via nella sera.

 

EDWARD CULLEN

 

Sento che qualcosa non va. Nella camera di Michael c’è troppo silenzio…forse s’è addormentato. Claire dorme tra le mie braccia, sul divano. Ha smesso di piangere da poco. Mi fa male vederla così. Mi ha fatto male vedere Michael piangere. Ma sono convinto che è la scelta migliore. Deve sapere la verità…o da grande potrebbe volerci male perché gli abbiamo mentito. Salgo di sopra, stando attento a non svegliare Claire e raggiungo la camera di Michael. È ancora chiusa a chiave, ascolto, ma non sento alcun rumore. Impallidisco: la stanza è vuota. La fondo con una spallata senza alcuna fatica e la mia paura è confermata: Michael non c’è. Non c’è in bagno, non c’è nel letto…e la finestra è aperta.

Sento un suono strozzato e mi volto: Claire mi guarda, più pallida di me. Ha capito anche lei: Michael è scappato.

La abbraccio<< Non ti preoccupare, lo troveremo. Ora chiamo tutti e… >>. Ma non ce n’è bisogno. L’intera famiglia Cullen entra dalla finestra. Alice abbraccia Claire, che s’è tranquillizzata. Io le sorrido, tranquillo: troveremo Michael. Tutti insieme ce la faremo, senza problemi.

<< Edward…tu starai con Claire, ovviamente >>mi dice Carlisle<< Cercheremo di seguire le tracce al meglio >>la rassicura.

Claire annuisce e mi sale in spalla. Scatto fuori dalla finestra e cominciamo a seguire l’odore di Michael…va verso la foresta. Alice ha una visione e questa mi fa aumentare il passo. Dobbiamo sbrigarci…ne va della vita di Michael.

 

MICHAEL REDFIELD

 

Non so bene dove sono. Sto camminando da parecchio lungo un sentiero che si dirama nella foresta. È buio, non vedo dove vado e non ho neanche una pila. Fa freddo ed ho paura. La foresta è piena di strani rumori, mi sembra che qualcuno mi osservi. Che molti occhi mi osservino. Continuo ad avanzare ed il buio diventa sempre più fitto. Ho paura, ma allo stesso tempo sono curioso di vedere dove finisce questo sentiero…sempre che finisca. Mi pare di camminare per un’eternità e forse lo faccio davvero perché il sonno comincia a farsi sentire. Ma ho paura a fermarmi, così non lo faccio. Il sentiero finisce in una radura circolare ed in cielo vedo i primi chiarori dell’alba. Non so perché ma in questo posto mi sento sicuro, così mi sdraio e mi addormento in pochi secondi, pensando al mio letto caldo ed alle braccia di Claire, che mi leggeva le favole per farmi dormire. Una lacrima mi bagna il viso prima che io cada nell’incoscienza.

 

CLAIRE REDFIELD

 

L’ansia che provo l’ho provata solo il giorno in cui Edward mi ha lasciata. Non vedo Michael, non so se sta bene, non so dov’è finito. E ormai comincia ad albeggiare. Edward è più ansioso di me. I suoi movimenti sono frenetici, annusa di qua, tocca di là, ma le tracce di Michael si confondono e lui è continuamente confuso. Carlisle è quello più calmo, cerca di analizzare bene le tracce di Michael, ma il terreno è duro e queste si perdono mano a mano. Non penso abbia lasciato il sentiero, ma non capisco come possa essere arrivato così lontano. È solo un bambino per Dio!Cromosoma VY…forse è così…forse lui non è un bambino normale. È speciale, deve esserlo. E forse questo gli permetterà di salvarsi. Sento Edward irrigidirsi sotto di me e poi cacciare un ringhio pauroso. Guardo Alice e vedo lo sguardo vacuo. Impallidisco e mi gira la testa, ma i riscuoto.

<< Edward… >>chiedo.

<< Laurent… >>bisbiglia lui e poi scatta velocissimo.

Non sembra accorgersi che io sono attaccata a lui. È più veloce e distanzia subito gli altri. Dopo un attimo riconosco alcuni alberi: stiamo andando verso la nostra radura, ma non so cosa troveremo.

 

MICHAEL REDFIELD

 

 Non so che cosa mi sveglia. Uno strano presentimento forse. Un formicolio alla nuca che mi avverte del pericolo. Mi guardo attorno circospetto e poi vedo una figura, tra i cespugli, avanzare. Ormai è l’alba e quella poca luce mi permette di riconoscere un uomo. La pelle di uno strano tono olivastro, i capelli neri, lunghi. È bello, ma non è questo a spaventarmi. Perché l’uomo mi guarda con due grandi occhi rossi. Arretro, ma questo scatta veloce e me lo ritrovo ad un metro. Mi alzo, lentamente, attento ai suo movimenti.

<< So cosa sei… >>dico, più sicuro di quanto sia in realtà.

<< Uhm…sentiamo >>mi risponde questo. Ha un accento strano, diverso da quello di Claire. La voce è quasi untuosa, sgradevole.

<< Un Vampiro >>dico.

Lui ghigna in maniera spaventosa…Edward a confronto è un agnellino…ed i canini appuntiti e bianchi risplendono come non mai. Sto per morire, ma non ho paura. Sono stranamente determinato e tranquillo. La morte è facile…vivere è più difficile.

<< Ma che bravo… >>commenta<< Scommetto che è stata Claire a dirtelo, vero?O forse quel suo compagno Edward e la sua famiglia di Vampiri >>.

Annuisco…almeno perde tempo.

<< E come mai sei qui? >>mi chiede<< Sei forse scappato?La verità fa male, piccolo? >>chiede e ride. La sua risata mi fa rizzare i peli sulla nuca. È tremenda…lui è tremendo. L’immagine perfetta del Vampiro cattivo.

<< E come sai tutte queste cose? >>riesco a chiedere, la voce incredibilmente ferma.

Lui ghigna o forse è un sorriso, non lo so. Ma quello che dice mi fa gelare<< Questi non sono affari tuoi, mio caro, soprattutto non ho voglia di parlare con la mia preda, quindi… >>.

Ghigna di nuovo e si acquatta. Io indietreggio: vedo chiaramente tutti i muscoli tesi e sento il sangue gelarsi. Fa per scagliarsi, ma si scontra contro qualcosa che caccia un ruggito bestiale. Ma quel ruggito non mi fa paura. È famigliare.

<< PAPÀ! >>grido, sorpreso, poi sento due braccia calde afferrarmi e tirarmi indietro. Mi giro e stringo Claire, che mi accarezza.

<< Amore… >>mi dice ed io mi sento felice. Non mi importa se non sono davvero suo figlio…lei è la mia mamma, punto e basta.

Sento altri ringhi susseguirsi, ma Claire non mi permette di vedere…e forse è meglio così.

Sento dopo un po’ lo scoppiettare di un fuoco ed un fastidioso odore di incendio.

 

CLAIRE REDFIELD

 

Michael piange nel mio abbraccio ed io lo lascio fare, guardando la scena. Edward è terribilmente eccitante così mostruoso. Un Angelo Vendicatore. Si è scagliato contro Laurent appena in tempo e so di per certo che gli ha staccato un braccio. Sento le urla ed i ringhi del Vampiro, ma non riesco a vedere molto perché i Cullen mi coprono la vista. Esme è accanto a me. Non hanno bisogno di aiuto per farlo fuori…sono già abbastanza loro. Guardo Michael che mi fissa, gli occhi lucidi e pieni di affetto.

Lo guardo seria<< Non fare mai più una cosa simile, chiaro? >>gli dico, cercando di essere ferma, ma poi mi rilasso e lo stringo di nuovo a me<< Amore mio, non mi importa se non sei veramente mio figlio!Tu sei sangue del mio sangue e sarai per sempre mio figlio >>.

<< Ma io chi sono? >>mi chiede, guardandomi negli occhi serio.

Sorrido<< Mio fratello >>rispondo.

Lui si rilassa e mi sorride: almeno sa che è pur sempre mio fratello.

<< Posso chiamarti “mamma”? >>mi chiede.

Io sorrido<< Certo amore…io sono tua mamma >>gli dico e lui mi stringe, felice.

Guardo davanti e vedo Edward avvicinarsi. Ha il sole alle spalle, che illumina la sua figura perfetta. I capelli sono scompigliati dal combattimento, la camicia un po’ sgualcita. Ma è comunque bellissimo. Perfetto. Si avvicina e vedo che sorride. Mi guarda ed io guardo lui. Poi si accuccia velocissimo e stringe me e Michael insieme. La posizione è alquanto strana per tutti e tre, infatti Michael ride e spunta fuori tra le nostre braccia unite. Ci guarda e sorride. Edward gli accarezza la testa e lui lo guarda<< Grazie >>dice.

<< Tutto per mio figlio >>risponde.

Michael sorride ed i suoi occhi si fanno lucidi. Lo stringo a me ed Edward ci abbraccia tutti e due. So che non permetteremo più a nessuno di fare del male a nostro figlio. Nessuno. Tanto meno noi.

 

PASSANO ALCUNI GIORNI…

 

Io e Michael siamo seduti in salotto. Giochiamo insieme alla Play Station con un gioco stupido, ma mi diverto. L’importante è che lui sia con me. Gli ho raccontato tutto e lui ha capito la situazione…è più intelligente di quello che tutti pensavamo. Ma forse in fondo l’ho sempre saputo che lui era speciale…non per niente è un Redfield proprio come me. Sogghigno al pensiero mentre Michael mi batte clamorosamente. Credo sia la seconda volta.

<< Mamma! >>si lamenta<< Non sei proprio capace! >>mi prende in giro.

Effettivamente…<< Ah sì? >>ghigno io e gli salto addosso. Lui ride e mi abbraccia, infilando le mani nei miei capelli. A quel punto sentiamo la porta di casa aprirsi ed Edward fa capolino nel salotto. Io lo guardo intensamente, lui fa lo stesso e Michael corre incontro a suo papà, che lo prende al volo, sorridendo. Badare a Michael non è difficile, né pesante…lui è adorabile e gli vogliamo molto bene. Non vogliamo perderlo come lui non vuole perdere noi. Edward si avvicina ed io noto che ha un’aria strana, più tesa del solito. Non è niente di grave…è solo nervoso. Lascio perdere, prima o poi sarà lui a dirmi quello che lo turba. Edward ci prepara la cena ed io riprendo a giocare con Michael. Nei momenti in cui sono sola sento la mancanza di Kris e Steve. Mi chiedo dove sono, se stanno bene e spero che i Volturi non li trovino. Alquanto improbabile visto che si sono trasferiti prima che sapessero dei contatti con me. Mi chiedo se Steve ha finito la scuola, mi chiedo se Kris abbia finalmente trovato una ragazza. Sorrido all’idea…li vorrei vedere felici, ma adesso come adesso non mi è possibile. Sospiro e Michael mi guarda, ma io gli sorrido, rassicurandolo. Non voglio che sia in pensiero per me…lui deve essere felice, così come Edward.

Michael si è appena addormentato e sono in camera con Edward. Mi guarda, sempre teso e nervoso…non capisco proprio cos’abbia!

<< Claire… >>comincia.

<< Sì, amore? >>lo incoraggio, quando si blocca.

Si avvicina, mi prende la mano e si inginocchia davanti a me, che spalanco gli occhi, sorpresa…ma una piccola idea si fa largo nella mia mente…<< Amore… >>comincia lui di nuovo<< Ti amo più della mia stessa vita, lo sai ed amo anche Michael. Io…vorrei che fossi mia moglie >>respira e poi aggiunge<< Claire Redfield, vuoi sposarmi? >>chiede, gli occhi che brillano.

Io resto un attimo imbambolata…un attimo solo…poi sento il cuore in subbuglio. Felicità, amore, gioia, pazzia. Non so che cosa prevalga in me, ma mi butto addosso ad Edward, riuscendo a farlo sbilanciare. Lo bacio con passione, sconvolgendolo e rispondo<< Sì! >>. Non avevo mai pensato al matrimonio…non credevo potesse essere un mio desiderio. Ora so che è così.

Lui ricambia il bacio più deciso stavolta, mi stringe a sé, ma poi si separa e mi guarda. Spalanca una scatolina in raso blu e mi mostra l’anello, un ovale dorato, tempestato di diamanti. Fine ed elegante come lui. Me lo infila all’anulare con grazia e poi mi ribacia. Sono passata da galeotta, ex galeotta, seduttrice di Vampiri, ragazza di un Vampiro, neo mamma ed ora sono fidanzata di un Vampiro!Non potrei essere più felice e lui è d’accordo con me. i suoi gesti sono frenetici, possessivi…è letteralmente su di giri, manco l’avessi drogato. Ovviamente so di per certo che se lasceremo fare tutto ad Alice la cerimonia sarà a dir poco sensazionale…ma per me l’importante è che lui sia con me. Sempre.

 

2°GIORNO

 

Sono insieme a Michael, a casa nostra. Edward è andato a caccia con i suoi fratelli da poco. Tra un mese ci sarà il mio matrimonio con lui. Michael è stato subito felicissimo. Ho invitato anche Kris e Steve…non potevo permettere che lui non ci fosse. Anche mia nonna ho invitato…neanche un Volturo potrebbe rovinarmi il giorno perfetto. Siamo seduti sul divano e ci stiamo annoiando incredibilmente. Non abbiamo voglia di giocare alla Play, abbiamo già disegnato, già letto.

<< Ti va di fare un giro con la Ferrari? >>propongo, sorridendo.

Lui salta subito in piedi e mi salta in braccio<< Sì!!! >>risponde. Io sogghigno…è proprio uguale a me. Scendiamo in garage e lo faccio salire sulla mia F430 spider…rossa fiammante. Lui si butta dentro, tanto è una decappottabile, ed io parto subito a raffica. Lui si allaccia da bravo bambino la cintura. Corriamo un po’ per le strade, saltando alcuni semafori, ma poi ad un tratto sono costretta a fermarmi. La strada è deserta all’infuori di una figura sottile che è bloccata in mezzo alla strada. I capelli mossi dal vento sono ricci ed incredibilmente folti. Lei si avvicina e quando la riconosco spalanco gli occhi. Il mio primo pensiero è Michael. Lui è con me e quella Vampira è qui per me, lo so per certo. Avanza lenta, un ghigno felino sul volto. Non me la ricordavo così terribile.

<< Victoria… >>sussurro.

Lei ghigna e con uno scatto sale sopra la mia macchina. Lo sguardo da pazza. Io apro la portiera e butto fuori Michael<< SCAPPA! >>gli urlo.

Lui piange, non capisce, ma ubbidisce.

Victoria è a pochi centimetri dal mio viso, gli occhi rossi e un ghigno tremendo. Deglutisco e lei se ne accorge<< Paura? >>mi chiede e ghigna. In tutta risposta le sputo in faccia e la centro in pieno occhio. Ghigno anche io e lei mi molla uno schiaffo, ma non fa male.

<< Dolce sarà il sapore della mia vendetta… >>sibila.

 

EDWARD CULLEN

 

Sono assolutamente ed indiscutibilmente felice. Tra poco sposerò Claire, è l’unica cosa che voglio. Sorrido al pensiero di lei con il vestito bianco…non vedo l’ora. Sono a caccia con tutta la mia famiglia, quando Alice ha una visione. Nello stesso momento il mio cellulare suona ed io rispondo subito.

<< Claire? >>chiedo, preoccupato. La visione di Alice è confusa, almeno quanto la sua mente.

<< Papà!!!! >>urla Michael<< Una signora rossa ha preso la mamma!!!Vieni presto!!!! >>.

Sta piangendo, ma colgo benissimo le sue parole<< Dove ti trovi, Michael? >>chiedo, apprensivo.

Nella mai mente mi balza solo un nome: Victoria. Victoria. Victoria.

Lui cerca di spiegarmi ed io capisco subito<< Okay, amore, arrivo >>gli dico.

Lui chiude la comunicazione ed io scatto subito. Arrivo prima di tutti e trovo mio figlio rannicchiato nella Ferrari. Trema, è spaventato. Io mi avvicino a lui, cercando di mantenere la calma. Sento il profumo di Victoria e quello di Claire. È ancora fresco, forse la posso ancora salvare.

Accarezzo Michael, che mi prende la mano e mi guarda. In quel momento sento anche tutta la mia famiglia dietro di me<< Esme…prenditi cura di lui >>le dico e lei annuisce. Non la vedo, ma sento i suoi pensieri. So che farà quello che le ho chiesto. Sono pronto a partire e la mia famiglia è con me. Carlisle ha già sentito le tracce.

Sento la stretta di Michael farsi più salda ed io incontro il suo sguardo. Mi sembra di vedere Claire<< Salva la mamma >>mi dice, solo questo e poi si stacca e segue Esme.

Lo farò…te lo promettopenso e poi comincio a correre. Carlisle davanti, segue le tracce meglio di quanto faccia io. Sono costretto ad andare più piano e questo mi irrita. Victoria ha puntato verso la foresta…sembra quasi abbia voluto lasciare apposta le tracce. Siamo nei pressi di una radura, in alto, in montagna, dove la neve ricopre interamente il terreno. Ad un tratto mi colpisce forte l’odore di sangue umano…il suo sangue. Tutti lo hanno avvertito ed alcuni hanno smesso di respirare. Io no, non mi interessa, voglio solo trovarla. Entro come un pazzo e la vedo. È stesa a terra. La neve attorno a lei è tinta di rosso. La poca pelle che vedo perché libera dal sangue che la imbratta ovunque è pallida almeno quanto me.

Mi inginocchio subito accanto a lei, ma sento Victoria ridere di gusto. Pazza, almeno quanto me.

<< Così imparti Edward >>dice e poi la mia famiglia le si avventa contro.

Io ho occhi solo che per lei. Mi avvicino, le pulisco il viso. Le mie mani tremano, almeno quanto il mio cuore morto. Non posso credere che sia finita così, non ci credo. Ma lei è immobile, non respira, il suo cuore non batte. Appoggio la testa contro il suo seno e sento solo silenzio. Comincio a piangere e le stringo una mano ghiacciata. Ho fallito. E l’ho persa. Ho infranto la promessa fatta a Michael, fatta a lei. Non la vedrò mai in abito bianco, non la sentirò mai dire “sì” all’altare. Non la vedrò più sorrise, non vedrò più il suo sguardo illuminarsi. Non sentirò più niente di lei. Perché lei non c’è più. Un urlo nella radura…è il mio urlo…l’urlo di chi ha perso ogni cosa proprio come me.

 

Deponete i picconi ragazze…TO BE CONTINUE!!!!

Nene_Cullen: eh eh, lo so…però nell’immagine che ho messo come immagine della mia pagina iniziale sì!!!!Modificata da me ovviamente, dunque, mi scuso per la brevità del capitolo, ma è di transizione, quindi…aspetto una recensione!!!!Baci!!!

Bella95: eccomi…non ho aggiornato presto, però…ho avuto problemi con internet, ora risolti si spera. Comunque come ho già detto, il capitolo è breve, ma ne pubblicherò uno al più presto!Sì, Michael è adorabile…è il bambino che vorrei avere…e notiamo che io odio i bambini!Ihih…alla prossima!!!Baci

Millyray: ma grazie, effettivamente la mia mente naviga ovunque fuorché sul libro di greco che dovrei studiare…eeeeeh, vabbè…mi inventerò anche i termini!!!!Ihih…grazie per essere passata, baci!!!

Fracullen: ora ce n’è un altro!Claire è morta davvero oppure no?Non lo so di per certo in realtà, quindi aspettatevi qualunque cosa. Dipenderà da come mi sentirò nel momento in cui scriverò il prossimo capitolo. L’ho fatto breve appunto perché non so il continuo!!!Aspetto la tua recensione, come sempre!!!Ciao, cara, baci baci!!!

Zije600: ciao, tesoro…io amo gli omicidi, si nota?Credo che questo derivi un po’ anche dal San Valentino di Sangue che ho visto mi sa!Ihih…comunque, stasera dovrei esserci…sempre che non mi ricordi che ho altro da studiare oltre a quello che ho già studiato, il ché è probabile!!!Ihih, ciao bella, un bacione!!!!Tvb!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 2^PARTE ***


2^PARTE

2^PARTE

 

CLAIRE REDFIELD

 

Sono persa, momentaneamente persa. Volteggio nel buio più assoluto, un buio indolore, ma anche incolore. È il nulla più totale…non pensavo potesse essere così deludente la morte…poi ad un tratto mi trovo in un corridoio. Mi ritorna la percezione di me stessa e prendo a camminare per questo corridoio blu. Le pareti ed il pavimento sono uguali, sembra il corridoio infinito di un ospedale. Poi, due pareti opposte si aprono in due ampie vetrate ed io posso vedere tantissime culle con tanti bambini appena nati che aspettano i loro genitori. Ci sono sulle culle le targhette con i nomi dei genitori e con il nome del bimbo sempre che questo sia già deciso. Ma è una particolare bambina che mi colpisce. È la più piccola di misura di tutti, ma è anche l’unica che non piange e che mi guarda con gli occhi aperti. Occhi blu, come il mare. È davvero la più bella, con la pelle leggermente più scura di quella degli altri bambini. Fa un piccolo sorrisino con le labbra e mi indica di proseguire dritta. Io mi volto verso il punto che lei indica e vedo una porta aprirsi, una porta blu come la parete, sembra anzi proprio la parete ad aprirsi. E da questa porta esce uno spiraglio di luce. La raggiungo veloce e mi immergo nella luce più pura.

 

EDWARD CULLEN

 

Poggio ancora il capo sul petto di Claire, da cui non proviene un minimo rumore. La mia coscienza ormai è persa lontano da me, il mio corpo non mi appartiene più, sento solo un immenso dolore che dal petto si dirama in tutto il corpo. Mi tiene bloccato, mi spezza con la sua forza. Non credo mi alzerò mai più. O forse mi sbaglio. Ad un tratto sento un lieve rumore, come se un piccolo cuore stesse cercando di ritornare a battere. Mi concentro meglio e sento un altro battito, tremolante. Mi metto seduto ed osservo Claire, speranzoso. Non posso evitare di aggrapparmi a questa piccola speranza che mi viene proposta, anche se perderla significherebbe morire davvero. Lei respira, ma il suo respiro è il rantolo della morte, però è viva. Viva. Viva. Viva. È l’unica cosa che riesco a pensare.

Poi viene altro<< CARLISLE! >>urlo e mio padre mi raggiunge subito.

Dal suo sguardo capisco che la situazione è grave, proprio come temevo. Tremo interiormente e lui se ne accorge…anche il mio corpo deve aver tremato, ma io non me ne sono accorto.

<< Sta morendo, Edward… >>dice Carlisle<< Ha un’unica possibilità…mordila ed io cercherò di mantenere attivo il suo battito finché il veleno non sarà entrato in circolo >>aggiunge.

Io annuisco e mi avvicino al suo collo. L’odore del suo sangue è davvero sublime, ma non mi soffermo ad annusarlo, non ho tempo. Claire conta su di me per vivere e non voglio deluderla. Non posso deluderla, deluderei anche Michael…mio figlio. Poggio delicato le labbra sul suo collo che pulsa piano ed affondo i canini nella carne. Sento il veleno entrarle in circolo, ma cerco di non succhiare o rischio di levarle quel poco sangue che ha in circolo. Mi concentro sul lieve battito del suo cuore e chiudo gli occhi. Ogni tanto lo sento rallentare, ma poi riprende a pulsare…forse è Carlisle che lo mantiene attivo. Non voglio saperlo. Sento che potrei non aprire mai più gli occhi per paura di quello che potrebbe accadere.

Poi una mano tiepida mi si poggia sulla spalla<< A posto, Edward >>mi dice Carlisle.

Io spalanco gli occhi e mi stacco dal collo di Claire. Il segno del mio morso si rimargina completamente ed io lo guardo stranito. Poi sorrido quando sento la sua voce nella mia mente: io sono strana. E lo è davvero. Vedo tutte le ferite del suo corpo rimarginarsi, forse anche per azione del mio veleno, non lo so, comunque i segni che le ha lasciato Victoria non si notano più neanche un po’. L’odore di incenso diminuisce lentamente…avrei voluto farla fuori con le mie mani…peccato. Ma l’importante è che lei presto starà bene.

<< Portiamola a casa >>dico e la prendo in braccio. Sembra dormire, ogni tanto fa qualche scatto infastidito, ma dalle urla che di solito si produce per il dolore…direi che è molto poco.

 

CLAIRE REDFIELD

 

Fa incredibilmente caldo. Ed il caldo proviene proprio da dentro di me, come se tutto stesse bruciando. Non fa male, ma è altamente fastidioso. Non riesco a muovermi, ad aprire la bocca, sono bloccata in questo dannato calore. E penso ad Edward, al suo corpo freddo…quanto vorrei che lui mi toccasse. Poi ad un tratto, il mio viso si rinfresca e poco dopo anche tutto il corpo. Mi rilasso completamente. Non so cosa sta succedendo, in realtà, ma mi sento bene. Se questa è la morte, tanto valeva morire subito.

 

EDWARD CULLEN

 

L’ho portata a casa mia. Ora come ora è sdraiata sul mio grande letto dorato. È notte fonda. Io non mi sono più allontanato da lei. È già il secondo giorno di trasformazione e comincia a muoversi. È un buon segno…presto si sveglierà, ne sono felice. Non vedo l’ora di riabbracciarla, ma nello stesso tempo temo che lei possa pentirsi ed arrabbiarsi con me perché l’ho trasformata. Spero altamente di no e cerco di non pensare a questa eventualità, che però striscia serpeggiante e silenziosa, espandendosi nella mia mente come un cancro. Divento ogni minuto più ansioso.

Poi sento la sua voce…credo di essere pazzo…<< Edward… >>sussurra Claire.

Mi avvicino a lei, certo di non aver sentito quello che in realtà ho sentito, e le poggio una mano sul viso, con delicatezza, accarezzandola. Lei sospira tranquilla<< Fresco… >>mormora. Deve aver caldo. Anche i ricordi della mia trasformazione mi riportano al caldo oltre che al dolore. Mi appoggio delicato su di lei, accarezzandole tutto il corpo e lei mi stringe, probabilmente inconsciamente o forse no. La prendo in braccio e mi sdraio nel letto, la schiena appoggiata alla spalliera e Claire avvinghiata a me. Se non ricordassi che l’ho morsa, non penserei che si sta trasformando. Poi mi accorgo che mano a mano il suo cuore smette di battere, la sua pelle diventa sempre più fredda. Finché finalmente, all’alba del terzo giorno, lei si muove e spalanca gli occhi…guardandomi.

<< Non è possibile… >>mormoro stupefatto.

 

CLAIRE REDFIELD

 

TUM.

Un cuore che batte.

TUM.

Il mio cuore che batte.

TUM.

Si affievolisce sempre di più.

TUM.

E ora silenzio. Il mio cuore ha smesso di battere, il fuoco s’è spento, eppure io mi sento viva. Mi posso muovere tranquillamente, posso anche aprire gli occhi. E lo faccio. Incontro subito il viso di Edward…il mio Angelo. Dei ricordi vorticosi mi passano davanti agli occhi in un millesimo di secondo. La mia mente riceve ed analizza ancora più velocemente di quando ero umana…e già allora recepiva molto chiaramente. Mi ricordo di Michael, di mia madre, di mia nonna, di mio padre, del cromosoma XV e VY. Poi mi concentro su Edward, il centro del mio universo privato, la mia vita è lui. E lui s’è le presa. So che mi ha trasformato, lo capisco dal modo in cui vedo chiaramente tutti i particolari del suo viso, da come sento forte il suo odore buonissimo. Eppure la mia gola ora come ora non brucia…sono inebriata dall’odore di Edward e l’unico sangue che vorrei bere, se lui fosse umano, sarebbe il suo. Ma lui è un Vampiro…come me. Mi sembra strano pensare che ora sono davvero come lui, che finalmente non devo più temere il tempo che passa.

<< Non è possibile… >>mormora Edward. Ho formulato quei pensieri in un solo secondo…wow…mi stupisco.

Lo guardo, stranita, schioccando le labbra<< Cosa, amore? >>chiedo, curiosa.

Lo vedo concentrarsi sulle mie labbra e perdere per un attimo il filo del discorso. Poi ritorna ai miei occhi e continua a fissarmi in maniera alquanto strana.

Piego la testa di lato e gli sfugge un sorriso dolce…alcune vecchie abitudini umane me le sono portate anche nella mia nuovissima vita.

Ma che cosa c’è di così strano?

Mi chiedo e vedo davanti ai miei occhi un’immagine di me, pallida e bellissima, le labbra rosse, il viso perfetto…ma gli occhi…gli occhi sono ancora azzurri. Spiccano molto di più di prima, brillano almeno quanto quelli di Edward, ma non sono né rossi, né dorati, né neri. Cosa alquanto strana.

<< Credi che sia di nuovo una mezza Vampira? >>chiedo.

Lui mi guarda, stranito<< Come… >>inizia.

<< Ho chiesto ed ho visto >>rispondo e lui comprende.

Spalanca gli occhi dorati sorpreso e poi mi sorride<< No, amore…il tuo profumo non mente e neanche il fatto che il tuo cuore non batte più >>mormora. Sembra quasi dispiaciuto di questo, ma nel complesso è felicissimo.

<< Non hai sete? >>mi chiede, curioso.

<< No…in compenso ho fame >>rispondo con un ghigno malizioso.

Ovviamente lui non coglie…mi sa che adesso non coglierà proprio più niente con la faccia da poker che so usare da Vampira.

Mi guarda stranito<< Uhm…sei sicura? >>mi chiede, confuso.

Io annuisco e lo spingo sul letto. Gongolo nel sapere che posso farlo senza sforzo e gattono fino a raggiungere le sue labbra e baciarlo. Il povero ingenuo capisce e si infiamma subito. Mi stringe a sé con forza, senza più paura di farmi male, mentre io cerco di moderarmi…sono più forte di lui, rischierei di spezzargli le ossa povero. Sogghigno al pensiero e lui mi mette sotto con un movimento fluido che prima non avrebbe potuto usare.

<< Come può un essere così piccolo essere così fastidioso? >>ringhia e mi stacca un attimo, facendomi sedere su di lui. Capisco perché quando sento i veloci passi di Alice salire le scale. È ovviamente lei…ognuno di loro ha una camminata diversa, una cadenza diversa e solo ora me ne rendo conto.

<< Ciao! >>trilla con la sua voce squillante. Edward la guarda truce, mentre io le sorrido.

<< Edward, non guardarmi così!Avevi promesso!!! >>esclama lei. Io mi volto verso il mio…fidanzato. Oddio!!!!!Ma io mi devo sposare!!!!Come ho fatto a dimenticarlo?Edward sogghigna…dalla mia espressione deve aver capito che mi sono ricordata.

<< Non dalla tua espressione, amore… >>mi dice<< Quando ti distrai riesco a sentire quello che pensi >>sogghigna<< Hai uno scudo mentale e devi imparare ad usarlo, piccola >>mi dice e mi accarezza. Io faccio spallucce<< Non mi interessa…sono tua >>dico.

Lui mi stringe ed Alice ringhia impaziente. Edward sbuffa, divertito<< Va bene, Alice, porta qui quel dannato coso >>dice esasperato. Il viso di Alice si illumina e lei scompare velocissima. Ritorna con tutta la famiglia Cullen al seguito e con un enorme specchio.

<< Mi devo specchiare? >>chiedo con un sopracciglio alzato.

<< No, sorellina, devi sbatterci contro la testa >>mi sfotte puntualmente Emmett.

<< Attento che potrei vendicarmi adesso… >>lo minaccio e lui si finge terrorizzato. Devo dire che non mi ero mai accorta della loro bellezza fino ad ora. Posso chiaramente distinguere che i loro lineamenti sono perfetti, ma tutti si portano un piccolo difetto che avevano da umani. Alice, per esempio, ha le labbra eccessivamente sottili, Carlisle ha un naso vagamente più lungo del normale, Jasper ha gli occhi molto grandi (non ha cicatrici perché la sua storia non è come quella originale. Lui era un semplice soldato incappato in un Vampiro, che l’ha trasformato e gli ha insegnato a vivere. Successivamente Alice è andato a riprenderlo e la storia lì è come quella originale…NdMe), Emmett ha la bocca leggermente storta, Esme ha il viso dalle mascelle molto squadrate e Rosalie ha un sedere un po’ troppo grande. Grazie a Dio, Edward non può sentire i miei pensieri adesso, infatti sono concentrata. Sento come un palloncino nella mia testa e lo posso anche tendere verso l’esterno oppure toglierlo senza problemi. Interessante. Nel complesso comunque sono tutti bellissimi ed i loro difetti invisibili agli occhi umani li rendono ancora più affascinanti. Questa volta è il mio turno di guardarmi allo specchio ed Edward mi ci spinge con gentilezza. Per un attimo non mi riconosco. I capelli sono biondo scuro, castano chiaro, con dei riflessi biondi. Sono lucidi e perfetti come non mai. Il viso è il mio, ma i tratti sono molto più belli e sicuramente più pallidi. Non sono pallida come Edward, ma non ci manca molto. Le labbra sono rosse e molto carnose…sorrido…il mio difetto l’ho già trovato. Ma quello che mi piace di più sono gli occhi. Grandi occhi blu, incorniciati da ciglia nerissime. Splendono davvero, sembrano vivi quasi. Anche i canini appuntiti mi ispirano molto. Il mio fisico è pressoché uguale…solo che credo che adesso non avrò più bisogno di reggiseno.

<< Allora? >>chiede Alice, impaziente<< Che ne pensi? >>chiede ancora.

Io sogghigno<< Penso che dovrò dire addio alla mia abbronzatura >>rispondo.

Emmett ghigna, Edward pure, mentre gli altri si mettono a ridere. Sento due braccia tiepide stringermi ed l’inconfondibile profumo di Edward, della sua pelle. Ho voglia di stare sola con lui e credo che anche lui pensi questo, perché annuncia<< Credo sia ora di andare a caccia >>.

Lo guardo, i suoi occhi sono neri e solcati da occhiaie profonde…non dev’essere stato a caccia da parecchio. Più di un mese perché il giorno in cui mi ha rapito Victoria doveva andare a caccia. Povero…mi dispiace molto. Gli accarezzo la guancia con dolcezza e lui mi prende per male.

<< Addio >>saluto io ed insieme ad Edward esco in terrazzo. Salgo sulla ringhiera con grazia e l’equilibrio di un gatto, mentre Edward salta. Siamo al terzo piano, eppure lui atterra aggraziato. Ho osservato le sue mosse e le imito. Spicco un salto ed atterro con grazia sulle punte, drizzandomi subito.

<< Divertente >>ridacchio ed Edward mi guarda ammirato.

<< Graziosa >>mi dice ed io lo abbraccio. Lui mi solleva da terra…sono sempre la solita nana…e si mette a correre. So che potrei farlo anche io, ma mi piace fare così. Percepisco la velocità come vera stavolta e mi piace, molto. Lui mi lascia e provo a correre come lui. I piedi si muovono quasi automaticamente, schivo gli alberi con precisione. Cerco di andare il più velocemente possibile e lui mi guarda sorpreso. Deve aumentare il passo per raggiungermi, ma lui è sempre più veloce di me.

Mi fermo quando sento un delizioso profumo di sangue animale. È intenso, quindi forse è un branco. Ascolto attentamente con l’udito…è un branco. Mi avvicino silenziosa al punto esatto in cui si trova il branco di alci, seguendo il mio istinto ed il mio olfatto. Ce ne sono cinque adulte e due piccole. Ne osservo una che mi attizza particolarmente. Mi chiedo quale sia il modo più veloce e pulito di cibarmene ed il mio corpo si muove automaticamente. Salto in groppa, sorprendendola, e stringo le gambe al busto, affondando i denti nel collo. La pelliccia mi infastidisce alquanto, non mi piace, mi restano i peli sulla lingua, ma il sangue è veramente buono. Succhio e dopo un po’ l’alce smette di dimenarsi e si accascia al suolo. La prosciugo letteralmente e poi mi stacco dall’animale, stando attenta a non macchiarmi. Mi alzo e mi sistemo il vestito che Alice mi ha messo. È bianco, corto, con una fascia stretta attorno alle gambe. Mi piace. Levo i peli di animale dal vestito e osservo Edward che azzanna impeccabilmente un alce che aveva tentato di scappare. È davvero eccitante e sexy. La tecnica è uguale alla mia, ma lui è molto più preciso. Pochi minuti dopo si stacca e mi raggiunge, un sorriso raggiante sul volto e gli occhi finalmente più chiari. Mi stringe<< Sei brava, amore >>si complimenta.

Ma io sono già persa nel suo profumo, nella sua bocca seducente. Lo bacio e lui, sorpreso, mi ricambia con altrettanta passione. La sua lingua calda gioca con la mia in un gioco erotico e seducente. Le sue mani si insinuano sotto il vestito e mi accarezzando, così come io accarezzo il suo petto e la sua schiena da sotto la camicia. Apro gli occhi e lo guardo. L’oro è infuocato dalla passione e anche i miei devono essere come i suoi, perché lui ghigna soddisfatto. È così bello…

<< Anche tu, amore >>mi dice lui.

<< Uffa >>mi lamento e chiudo di nuovo la mente. Lui sembra offeso e io lo distraggo con un altro bacio. Mi prende in braccio e mi appoggia a terra, sotto un albero.

Lui affonda il viso nel mio collo con dolcezza, strusciando il naso contro la mia guancia<< Uhm… >>geme<< Amore… >>mi dice.

Lo so cosa vuole…lo sento dal calore che gli proviene dalle parti basse. Ed io non desidero altro, ovviamente. Gli levo la camicia con facilità e lui sospira soddisfatto. Mi prende con forza, ma non mi fa male. Al contrario il piacere è ancora più intenso di quando ero umana. Ci travolge così tanto da sorprenderci. Sento che potrei andare avanti a fare l’amore con lui per l’eternità, ma dobbiamo pensare anche a Michael. Comunque, questo giorno è tutto per noi. Appoggio la testa contro il suo petto e lui mi stringe con il suo braccio muscoloso e sodo…proprio come quando ero umana. Siamo completamente nudi, ma non c’è un minimo di vergogna. E come potrebbe esserci?Dopo le performance di poco prima, direi che non c’è punto del corpo di Edward che non conosco e non c’è punto del mio corpo che lui non conosca. Sogghigno al pensiero ed anche lui. Però non ha letto nella mia mente…semplicemente pensiamo sulla stessa onda in quel momento, perché in quel momento siamo un’unica persona.

<< Ti amo, amore >>mi dice, dopo un po’.

<< Anche io…sei la mia eternità, tesoro >>rispondo sicura e lui si rilassa. Ecco cosa lo turbava: temeva potessi restare delusa dalla mia nuova vita. Che sciocco!Si renderà presto conto di quanto lo ami e di quanto lo voglia accanto a me.

<< Michael? >>chiedo, curiosa.

Lui sorride<< È a casa, tranquilla. Ci sono Esme e Rosalie con lui >>risponde.

<< Non ero preoccupata…so che non lo lasceresti mai in cattive mani >>dico, accarezzandogli il petto, distrattamente. Ma la sua reazione è istantanea…dimenticavo che i Vampiri non si stancano. Sogghigno e lui fa lo stesso, mettendomi di nuovo sotto. Amo Edward Cullen.

 

MICHAEL REDFIELD

 

Sono a casa con Esme ed Alice. In questi tre giorni non ho visto mia mamma neanche una volta. Il mio papà mi ha detto che stava diventando una Vampira e che quindi non si doveva disturbarla. Però mi manca, uffa!Ho voglia di sentire la sua voce, di abbracciarla, anche se sarà fredda come il papà. Sento la porta aprirsi e finalmente la vedo. È diversa, più bella e pallida, ma è pur sempre lei. Gli occhi sono i suoi e mi guardano con lo stesso calore di sempre.

<< Mamma! >>esclamo e le salto in braccio. Lei mi stringe con amore, stando attenta a non farmi male ed io affondo le mani nei suoi capelli profumati. Il suo profumo mi piace è più intenso di prima, buono come quello del papà, che ci stringe entrambi. Non è cambiato niente. E sono felice. Siamo una famiglia felice è questo è l’importante. E poi, ora che la mamma è un Vampiro, non siamo più in pericolo…o almeno i miei genitori sono entrambi in grado di difendersi e di proteggermi. Con la mia famiglia non posso non sentirmi al sicuro.

<< Claire!!! >>trilla mia zia Alice. È troppo simpatica e divertente.

<< Sì? >>chiede mia mamma con un sorriso.

<< Devi provare il vestito >>annuncia.

Ah, giusto. Il matrimonio!Non vedo l’ora…così diventerò anche un Cullen. Sono felice per loro, significa che staranno sempre insieme ed è quello che voglio. E quello che vogliono anche loro.

 

CLAIRE REDFIELD

 

Matrimonio. Oggi è il giorno del matrimonio. E non ho ancora avuto l’asma solo perché sono una Vampira. In pochi giorni ho imparato a controllarmi perfettamente, come se fosse da cent’anni che seguo la dieta vegetariana. Sono un fenomeno della natura, ma questo già lo sapevo quindi tutto nella norma. Ho rivisto finalmente Kris e Steve. Non potevano non esserci in questo giorno speciale per me. Kris mi accompagnerà all’altare, in quanto mio padre non è qui con me. C’è anche mia nonna, Margareth, sempre più avvizzita e più debole. Sta per abbandonare questo mondo, la sua parte ormai l’ha fatta. È ora che anche lei trovi la pace dei sensi. Indosso il mio abito bianco (http://lh6.ggpht.com/albumwebboda/SAiIxoPDuGI/AAAAAAAAAgA/XBkWC94aYFQ/s576/Avance%20Pronovias-2009-Modelo%20hamlet_b.jpg purtroppo non si vede per intero, ma vabbè) e mi piace assai sapere che presto sarò la moglie di Edward. Nessuno potrebbe rovinarmi questo giorno perfetto, anche se l’ho già detto lo ripeto. La cerimonia la facciamo qui a casa, io non ho ancora visto le decorazioni di Alice, ma tanto so che non le vedrò perché mi concentrerò interamente su Edward. Sento la marcia nuziale partire e Kris mi raggiunge.

<< Ciao, Vampira >>mi prende in giro.

<< Ciao, rompipalle >>rispondo io.

Lui mi bacia i capelli<< Mi sei mancata, sai? >>chiede, con un sorriso.

<< Anche tu >>rispondo<< Non ci perderemo più di vista >>prometto.

Kris sorride e mi prende sottobraccio. Scendiamo insieme dalla scalinata. La sala è abbagliante e decorata alla perfezione. Ci sono tutti i miei amici, compagni di scuola, i parenti di Edward…il clan di Denali in pratica…e tutti trattengono il fiato nel vedermi scendere. Devo essere proprio bella. Anche Edward è compiaciuto…troppo compiaciuto. Che pervertito. Incontro il suo sguardo dorato e lo vedo brillare. È un’emozione intensa, quasi come fare l’amore. Lo raggiungo e Kris ci unisce le mani in un vecchio gesto umano, che però ci piace alquanto. La cerimonia non è lunga, ma piuttosto semplice. Mi sento addosso gli occhi di tutti, soprattutto quelli di Tanya, invidiosa perché io ho saputo prendermi Edward e lei no. Non diventeremo mai amiche, ma non ne soffro molto. I sorrisi più sinceri sono sempre quelli di Angela…la mia migliore amica. Mi mancherà non poterla vedere quando me ne andrò.

Durante la cerimonia guardo Edward e Michael. Mio figlio mi sorride, è davvero bello anche lui. Da grande avrà parecchio successo, non ne dubito affatto. Ci guarda con i suoi occhioni blu e poi ci porta le fedi. Ce le scambiamo e poi ci baciamo. Siamo uniti davvero finalmente…per l’eternità.

 

 

Come promesso pubblico ora la seconda parte del capitolo “fatalità”…mi sono divertita a farvi soffrire un po’, ma come potevo uccidere Claire?Assolutamente no. Avviso che questa FF sta volgendo al termine, a meno che non cambio i miei piani, comunque vi avviserò prima…volendo il prossimo capitolo potrebbe essere l’ultimo, dipende da come lo scrivo. In caso vi lascerò un avviso prima della pubblicazione del capitolo vero e proprio.

Ora passo alle risposte delle recensioni, la mia parte preferita…ihih!!!

Zije600: ma ciao!Ihih…no, dai, non potevo far fuori anche lei!!!!Comunque, grazie per il commentino. Ihih…spero che anche questa seconda parte ti piaccia!Muahahah…ora per un po’ non aggiornerò questa mi sa. Sistemerò un po’ le altre, o forse no, boh…si vedrà!Ora vado!!!!Ciao, baci tvtb…a stasera!!!

Lilyanne89masen: è vero, parli proprio come Edward!Ma no, dai, non potevo uccidere Claire, non sono così cattiva…insomma…anche in Vampiri ad Hogwarts devo sistemare le cose, perché sono indecisa su come andare avanti. Comunque volevo solo fare un po’ di suspence invece di pubblicare il capitolo tutto insieme….e ci sono riuscita a quanto vedo!Bene bene, sono proprio contenta!Ihih!Per oggi posso essere risparmiata dalle tue torture, o parente di Jane?Spero di sì…altrimenti poi come faccio ad aggiornare se mi lasci mezza morta?Ihih…penso che pur di evitare le torture scriverò all’infinito o pubblicherò una sola parola alla volta…divertente…ihih…ora vado, ciao, mia carissima fan!Ihih…grazie per i complimenti, spero mi piazzerai ancora un commentino…O.O…ihih!Baciii!!!!

Nene_Cullen: è già ritornata alla carica….ma come Vampira!!!Felice?Ihih…al prossimo capitolo con molta azione!!!Ciauuuu!!!!Baci

Millyray: ecco, ti pareva se non capivi subito che era solo uno scherzo…uffa…vabbè, dai, almeno sei contenta no?Ihih…baci!!!!

Bella95: ma no, suvvia…come potevo far fuori la mia Claire?Come vedi s’è pure sposata…i veri problemi vengono tra un po’, vedrai…ma tanto i Cullen-Redfield li risolvono subito!Ihih…ciao, baciii!!!Non sclerare, mi racco!!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** ULTIMA BATTAGLIA ***


L’ULTIMA BATTAGLIA

L’ULTIMA BATTAGLIA

 

ALICE CULLEN

 

Sto sistemando i miei nuovi abiti nell’armadio quando ho una visione.

Michael accerchiato da Vampiri…Vampiri dagli occhi rossi. Non sono malintenzionati…sono Volturi!!!

La visione si interrompe bruscamente…quindi non s’è ancora avverata, può essere modificata. Devo parlare subito con Edward e Claire…sperando di non interrompere niente. Sono diventati dei malati del sesso, ma come dargli torto?Edward è rimasto vergine per cento anni…è giusto che si goda la vita, anche se le improvvise visioni della loro passione mi danno un po’ fastidio. Sogghigno al pensiero e scappo di fuori.

 

EDWARD CULLEN

 

Sono insieme alla mia neo moglie Vampira. Ovviamente. Come tutte le sere che passiamo insieme, dopo che Michael s’è addormentato. Ma questa volta è diverso, questa volta arriva Alice ad interromperci. Sbuffo infastidito, ma mi blocco quando sento l’urgenza dei suoi pensieri. Claire è più impensierita di me…chissà cosa la sua mente da pazza sta pensando. I suoi poteri si sono amplificati parecchio e lei può sapere ogni cosa di qualsiasi persona. Basta che lei chieda nella sua mente, così Vede. Ogni tanto mi fa paura…se volesse potrebbe sapere tutto della nostra eternità, ma lei non lo fa. Dice che vuole scoprirlo sulla sua pelle…ed io sono d’accordo.

<< Alice… >>accolgo mia sorella, che entra nella stanza con un salto.

<< Ciao…ho visto… >>e mi proietta nella mente le immagini della visione. Impallidisco e stringo i pugni. Ma perché non possiamo mai stare in pace?

 

CLAIRE REDFIELD

 

Solitamente odio essere interrotta mentre sto facendo l’amore con Edward, ma questa volta Alice è più che giustificata. Vedo mio marito impallidire, probabilmente per quello che ha visto nella mente di Alice, così mi faccio la fatidica domanda ed anche io vedo tutto. Michael catturato dai Volturi, Michael Vampiro nella guardia dei Volturi. Non posso crederci, vedo il suo futuro, ma è un futuro buio, senza felicità, soggiogato dal potere dei tre fratelli. Non deve succedere, non voglio che mio figlio finisca così. Lui deve avere la possibilità di scegliere, ma se lo prendono i Volturi, lui una scelta non l’avrà. Ora mi resta solo da chiedere: c’è un modo per evitare tutto ciò?

E la risposta arriva chiara: distruggere i Volturi.

Ma come?

Con l’aiuto del clan di Denali, di tutti i Vampiri possibili. Ce ne sono parecchi che gradirebbero far fuori i Volturi, ma in quanto tempo li troveremo?

Quanto tempo abbiamo?

Tre mesi. Tre mesi prima che la visione di Alice diventi realtà, tre mesi per salvare il futuro di Michael. Lo farò, ci devo provare, anche a costo di farlo da sola. Anche se so che Edward sarà con me, sempre e probabilmente anche il resto dei Cullen.

<< Claire… >>mi scuote Edward.

Io lo guardo, lui capisce che so, che ho chiesto e visto<< Dobbiamo distruggere i Volturi…o Michael finirà nella Guardia >>rispondo.

Edward impallidisce ancora di più<< Come? >>mi chiede.

<< Dobbiamo chiedere aiuto…di tutti i Vampiri possibili ed esistenti, che sono contro i Volturi ed attaccare >>rispondo, sicura.

Alice annuisce<< Sì…vedo qualcosa del genere…una battaglia, a parità di forze più o meno. Ma non so chi vincerà, non riesco a vederlo >>.

<< Io posso… >>mormoro e il mio potere mi trasmette una sensazione positiva. Sorrido impercettibilmente…forse siamo abbastanza forti, forse. Lo spero, per Michael e per il suo futuro.

<< Bene! >>esclama Alice<< Vado a parlarne anche con gli altri! >>aggiunge e sparisce.

Meno male…ghigno al pensiero. Edward pensa la stessa cosa perché si sdraia nuovamente su di me e riprendiamo da dove ci siamo interrotti…abbiamo tre mesi, possiamo permetterci un po’ di svago, giusto per non cadere nella preoccupazione e nell’ansia più nera.

 

TRE MESI DOPO

 

Sono passati tre mesi dalla visione di Alice. Durante i quali ci siamo sia allenati che impegnati nella ricerca di alleati. E ne abbiamo trovati, tantissimi. Siamo più di sessanta, e circa trenta di noi hanno dei poteri particolari adatti a bloccare quelli dei Volturi. Ci sono nove scudi oltre a me, quindi ci siamo divisi in gruppi da sei. Ogni gruppo ha uno scudo, che terrà bloccati i poteri mentali di Jane ed Alec, i due gemelli. In questi mesi abbiamo studiato al meglio anche i poteri dei Volturi. Uno in particolare ci preoccupa, ovvero quello di riuscire a manipolare le relazioni tra di noi e costringere qualcuno a tradire ed a passare dall’altra parte. Tuttavia è facilmente bloccabile con lo scudo, quindi, non dobbiamo preoccuparci molto. In realtà più che altro dobbiamo preoccuparci della loro forza. Non abbiamo poteri in grado di attaccare, purtroppo, quindi le uniche nostre armi, sia dalla nostra parte, che dalla loro, saranno la forza e la abilità. I Volturi hanno molta esperienza, ma sono pochi rispetto a noi, senza contare che parecchi, come Jane e le mogli, non sono abituati a combattere. Non come noi, almeno. Inoltre ancora non si aspettano un nostro attacco…hanno qualche sospetto e si stanno organizzando, ma hanno cominciato troppo tardi. Sogghigno al pensiero…abbiamo quasi la vittoria in pugno.

<< Mamma… >>mi chiama Michael e mi raggiunge correndo. Io lo prendo in braccio e lo bacio con dolcezza.

Lui piange, non vuole che io vada, ma io devo essere dove si trova Edward<< Non piangere, amore… >>sussurro. Edward ci raggiunge e ci abbraccia per un attimo. Non sappiamo come andrà a finire per noi, io non ho chiesto niente, o rischierei di non partire. Voglio combattere per mio figlio, per il suo futuro e lo farò.

Kris sta aspettando che io gli lasci Michael. È l’unico rimasto umano, Steve s’è addirittura fatto trasformare pur di aiutarci ed è diventato un abile combattente, senza contare che ha trovato l’anima gemella in Irina, una delle tre sorelle del Clan di Denali, scatenando l’invidia di Tanya. Mi dispiace un po’ per lei…è l’unica rimasta sola della famiglia…chissà che non trovi qualcuno con cui stare, così forse smetterebbe di pensare ad Edward.

Anche Kris voleva farsi trasformare, ma io l’ho bloccato. Lui ha trovato l’anima gemella umana, si chiama Chantal, e non voglio che lui rinunci a lei. Gli affido Michael, certa che lo amerà come se fosse suo figlio, nel caso non dovessimo sopravvivere. Io morirò anche, ma io Volturi verranno con me…tutti. Nessuno deve minacciare il futuro di mio figlio.

Kris mi raggiunge e prende Michael per mano, che ancora piange<< Ciao… >>ci saluta Kris e si avvia. Staranno a Phoneix, a casa di Kris, penso.

Io guardo Michael che mi saluta con la mano dal finestrino dell’auto e sento il cuore stretto in una morsa…potrei piangere, lo farei, ma non è il momento. Edward mi stringe e mi bacia<< Sei pronta? >>mi chiede.

<< Se tu sei con me, lo sono sempre >>rispondo. Lui sorride.

<< Sono sempre con te, amore >>mi dice.

Io annuisco e lo guardo negli occhi con intensità. Se anche dovessi morire, morirei con il ricordo dei suoi dolci occhi dorati.

Ci uniamo al nostro gruppo, di cui lo scudo sono io. Degli altri gruppi gli scudi sono: Mary, una Vampira indiana, dalla pelle olivastra, simile a quella di Laurent, Sarah, sorella gemella di Mary, Allison, una Vampira bulgara, che conosce perfettamente l’inglese, Spike, un Vampiro tedesco alquanto inquietante e spietato, pronto ad uccidere i Volturi perché gli hanno ucciso la compagna, George, un francese veramente intelligente ed astuto, era stato lui, insieme a Steve, a progettare i vari gruppi e il piano d’attacco, l’ultimo scudo è Mike, un inglese che ce l’ha con i Volturi perché non gli permettono alcuni affari fruttuosi con gli umani.

Poi dentro ad ogni gruppo c’è una specie di generale, che dirige le mosse al meglio. I generali dei vari gruppi sono: Edward, Jasper, Rosalie, Carlisle, Steve, Kate ed Eleazar. Sono i combattenti più esperti. Gli altri Vampiri sono per lo più amici e parenti di questi e di quelli, tutti con buone motivazioni, tutti con odi repressi verso i Volturi. Ed è proprio su quegli odi che noi dobbiamo puntare per restare uniti. Ognuno di noi odia  i Volturi per i suoi motivi, ognuno vuole vendetta…e noi Cullen gli stiamo offrendo una possibilità. Ci mettiamo tutti in fila con ordine, come un vero esercito, e cominciamo la nostra corsa verso Volterra, in Italia, la città dove governano i Volturi…e dove ben presto moriranno. Alice ha visto che la battaglia non avverrà dentro la città: appena ci sentiranno arrivare ci verranno incontro e sposteremo il luogo del duello da un’altra parte. Io sono l’arma principale, perché conosco tutti i loro punti deboli, posso prevedere in tempo reale le loro mosse…posso prevedere gli attacchi. Edward è con me perché siamo riusciti a collegarci mentalmente…in realtà abbiamo scoperto che lo scudo di George permette a tutti gli altri scudi di comunicare tra loro, quindi ogni membro sotto questo o quello scudo può comunicare con i compagni di scudo e con gli altri fuori. È un meccanismo molto complicato, ma estremamente utile. Arriviamo all’aeroporto e saliamo sull’aereo: non vogliamo stancarci troppo per arrivare a Volterra a corse…abbiamo bisogno di tutte le energie possibili.

Edward si siede ovviamente accanto a me e per tutto il viaggio mi accarezza, mi bacia. Lo amo da morire e lo farò per sempre, nel bene e nel male e so che per lui vale la stessa cosa. Di tacito accordo non ho chiesto di noi al futuro…non voglio sapere…non voglio perdere la speranza o peggiorerò solo le cose.

<< Ti amo, piccola >>mi dice lui, mentre stiamo per atterrare a Volterra. Ogni tanto penso che forse sarebbe stato meglio se lui non mi avesse mai conosciuta…a quest’ora non sarebbe qui su quest’aereo, a rischio di morte. Ma forse mi sbaglio…e poi è inutile pensare così. Ormai il gioco è fatto, quindi continuiamo almeno con stile.

<< Anch’io, amore…dal primo giorno che ti ho visto >>rispondo.

<< Ma come? >>mi chiede, sconvolto<< Non mi odiavi? >>ghigna perfido.

Io ricambio<< No, amore…era solo irritazione la mia >>rispondo.

Lui si addolcisce e si apre nel suo sorriso sghembo mozzafiato…poi si avvicina e ci baciamo. Il bacio più dolce e disperato che mi ha mai dato in vita sua, forse neanche quello che mi ha dato prima di lasciarmi andare con Alice e Jasper ai tempi di James è più disperato e passionale di questo. Quando si separa da me, si rifugia nel mio collo ed io gli stringo la testa, accarezzandogli i capelli, così belli e morbidi al mio tocco. Lui sospira e trema un poco. Ha paura, dopotutto è normale, ma è determinato, so che non mi abbandonerà mai. Staremo sempre insieme, sia qui che nell’altra vita dopo la morte. Devo crederlo…o tornerò indietro seduta stante.

Scendiamo tutti insieme dall’aereo, confondendoci tra la folla che ci guarda curiosa. Poi ci avviamo verso Volterra, stavolta a corse…non ci affaticheremo molto. Se fossi ancora umana sarei già morta per infarto, ma sono una Vampira forte e quindi resisto. Tuttavia ho un attimo di apprensione quando mi trovo davanti alle mura alte e spesse della città. È quasi buio ormai, ma i miei occhi non ne sono infastiditi. Il contorno di ogni cosa è definito, luminoso quasi. Ci ho impiegato un po’ ad abituarmi, ma alla fine è diventato molto comodo. È questa mia vista, comune agli altri Vampiri, che mi permette di scorgere l’esercito dei Volturi che avanza lento verso di noi. Siamo in un bosco, fuori dalle mura, nascosti agli occhi degli umani che staranno come minimo cenando. La scena mi raggela un po’, non per il numero che è inferiore al nostro, ma perché tutti sono vestiti con una lunga mantella, di varie gradazioni di grigio, fino al nero. Ma in nero sono vestiti solo i tre fratelli, i più alti, i più imponenti…i più autoritari. Gli altri sono membri della guardia, alcune mogli. Sembrano minacciosi tutti. Non sono disposti a parlamentare, ma neanche noi. I nostri scudi sono già tutti attivi, siamo tutti pronti.

I tre fratelli si fanno leggermente più avanti quando ci troviamo di fronte. Sembrano esitare, impensieriti dal nostro gruppo e dai nostri scudi mentali.

Si levano tutti e tre il cappuccio dalla testa e ci guardano. Quello in mezzo, Aro, comincia a parlare<< Siete sicuri di quello che fate? >>ci chiede.

<< Sei sicuro che non dovremmo farla noi la domanda? >>rispondo io.

Lui sogghigna<< Oh, sì…non credere…di voi non resteranno neanche le ceneri >>risponde Aro.

<< Lo vedremo >>ringhia Edward, poco amichevole.

Aro annuisce e si allontana, tornando con il suo esercito. Quaranta contro sessanta. Possiamo farcela, direi, siamo in netto vantaggio ed alquanto preparati. Ce la faremo anche oggi, non so perché, ma lo sento. Segue un momento di silenzio, mentre tutti i Volturi si levano la mantella, mostrando fisici allenati e scattanti. Alcuni però sono intimoriti, come Jane e le mogli…non sono capaci di combattere molto bene, come avevamo immaginato tutti. Io invece mi sento carica ed accanto a me lo è anche Edward.

<< Puoi giurarci, amore… >>mormora lui, ghignando e facendo schioccare i denti. Ha sentito i miei pensieri, ovviamente.

I Volturi si acquattano tutti in posizione di attacco e lo facciamo immediatamente anche noi, in sincronia. Cacciamo tutti quanti un ruggito, che si espande ovunque nel bosco…ma siamo abbastanza lontani da Volterra e dai centri umani. Sento qualcosa di molto simile all’adrenalina scorrermi nelle vene piene di sangue animale. Mi sono nutrita più del solito ed ho energie da vendere come i miei compagni.

<< Insieme fino alla morte >>dico e tutti, per via dello scudo, sentono. Le grida di acclamazione di tutti quanti i miei compagni mi accendono ancora di più…ognuno di noi si accende per la determinazione di noi tutti e per un attimo, di fronte alla nostra rabbia, i Volturi tremano. Mai avevano tremato. Mai erano stati contrastati, figuriamoci superati di numero. In tre mesi i Cullen avevano creato un esercito…o meglio una famiglia pronta a combattere contro un nemico comune, per sopravvivere, per eliminare un peso dal loro capo.

Ci scagliamo contro di loro, insieme, come un’unica falange oplitica, ma loro si tirano leggermente indietro ed al posto loro entrano in scena circa venti Vampiri dagli occhi rossi. Ci attaccano scoordinati e noi impieghiamo poco a capire che sono dei neonati. Jasper, l’unico che avesse studiato i loro comportamenti, da ordini e noi lo seguiamo. Riusciamo ad eliminarli abbastanza in fretta, ma i Volturi veri e propri sono entrati in azione e ci combattono insieme ai neonati. Dopo un po’ comincio a perdere i miei compagni e mi concentro solo sui miei nemici e sul mio generale, ovvero Edward. Ne abbatto molti e godo nel sentirli urlare di dolore sotto le mie strette omicide. Alcuni di noi sono addetti agli incendi e bruciano i pezzi di Vampiri che abbattiamo, sprigionando un fastidioso odore di incenso. Ho appena abbattuto due Vampiri neonati quando mi trovo faccia a faccia con Aro, il mio nemico giurato, colui che vuole portarmi via Michael. Mi guarda e ghigna.

<< Finalmente ho davanti la figlia di Danielle ed Alfred…quale onore… >>mi dice.

Io sogghigno<< Per me non lo è affatto >>rispondo, senza peli sulla lingua come sempre.

Il sorriso sparisce dal suo viso malevolo e mi fissa con i suoi cattivi occhi rossi<< Ti pentirai…vi pentirete tutti >>dice e mi si scaglia contro.

È più forte di me, molto ed anche veramente agile, non come Jane e le Mogli. Io sono veloce e riesco a prevedere velocemente le sue mosse, parando ed attaccando come mi consiglia il mio potere. Credo si sia addirittura ampliato per la battaglia o forse è perché sono completamente in suo affidamento e quindi il suo effetto è più profondo. Ad ogni modo, Aro pare irritarsi sempre di più e comincia a combattere con rabbia, piuttosto che con tecnica, così fa un passo falso ed io gli stacco un braccio. Lui urla di dolore ed altri miei compagni si avventano su di lui, vedendolo indebolito. Io mi unisco, ma in quel momento vedo Edward accerchiato da Caius e Marcus. È spaesato e solo, i suoi compagni si sono gettati tutti su Aro. Vedo Caius che fa per avventarsi su di lui, ma mi contrappongo.

<< NO! >>urlo, riparando Edward con il mio corpo. Mi aspetto di sentire dolore, ma questo non accade. Perché non accade?Apro gli occhi che avevo chiuso di scatto e vedo Edward che mi guarda spaventato. Guardo dietro di me e vedo Caius e Marcus che si schiantano contro uno scudo bianco perlaceo e poi cominciano a bruciare, trasformandosi in cenere. Il mio scudo oltre ad essere mentale è diventato anche fisico!

<< Non sei uno scudo… >>mormora Edward<< Sei una specie di arma >>aggiunge e mi stringe con rabbia<< Non provarci mai più! >>esclama ed io lo stringo.

La battaglia ormai è quasi vinta, uccisi i tre fratelli, ci restano solo Felix, Demetri, Alec, Jane ed alcune Mogli incredibilmente resistenti. Vedo però che sono quasi tutti occupati, quindi penso di poter rimanere un attimo in disparte con Edward. Ho avuto la mia vendetta, direi, ho fatto fuori Caius e Marcus ed assaggiato il sangue di Aro, ferito per mano mia, morto grazie a me. Sogghigno sadica al pensiero ed Edward pare leggermente preoccupato, ma poi si rilassa quando io gli sorrido. Mi è piaciuto uccidere, non posso negarlo, ma solo ed esclusivamente perché quella feccia voleva fare del male a Michael. Guardo Edward con dolcezza e lui ricambia. Sappiamo entrambi cosa stiamo pensando: ora nessuno farà più del male a nostro figlio.

 

TANYA

 

Durante tutta la battaglia sfogo la mia rabbia contro coloro che hanno ucciso mia madre perché non aveva saputo resistere ed aveva trasformato un bambino piccolissimo in un Vampiro. Ed i Baby Vampiri erano vietati dalle regole dei Volturi perché non erano in grado di controllarsi. Così l’avevano uccisa e noi eravamo rimaste sole, finché non avevamo incontrato Carlisle, un padre per noi. Anche per lui avevamo accettato di seguirli in questa guerra che ora si stava rivelando azzeccata. Per lui e per vendetta.

Mi scontro ad un tratto in un Vampiro grosso almeno quanto Emmett, i capelli neri ed un viso da bastardo. Mi guarda e sogghigna. Felix. Lo si riconoscerebbe ovunque. Nonostante sia in netto svantaggio gli piace combattere e morirà con allegria.

<< Perché ridi? >>chiedo, stupita.

Lui sogghigna<< Perché mi diverto >>risponde, ma non mi attacca ed io non attacco lui. Ci fissiamo intensamente negli occhi.

<< Ti diverti a morire? >>chiedo, scioccata.

<< No…a vedere i miei dispotici padroni morire bruciati >>risponde, schietto.

<< Non avevi scelta? >>chiedo, sarcastica.

<< I traditori fanno la stessa fine dei trasgressori >>risponde e m fissa con uno sguardo strano. Poi, inaspettatamente, sorride, quasi dolce<< Sei molto bella, Tanya >>.

<< Come sai il mio nome? >>chiedo, sorpresa.

<< Ha importanza?Non sono un condannato a morte? >>chiede, sembra triste per un attimo.

Io mi avvicino e lui mi guarda, sorpreso. Vorrei poter avere i poteri di Edward o Aro per leggere i  suoi pensieri. Chissà se sta fingendo, se gli piaccio davvero o se è solo una messa in scena. Poco importa…anche se dovessi morire, non ho niente da perdere, proprio come lui. Non abbiamo nessuno, nessuno soffrirebbe più di tanto per noi. Certo le mie sorelle piangerebbero, ma ben presto avrebbero ripreso a vivere, come alla morte di nostra madre. Non come Carlisle non vivrebbe senza Esme, Emmett senza Rose, Jasper senza Alice, Steve senza Irina ed Edward senza Claire. No, loro non vivrebbero senza la loro anima gemella, se io e Felix morissimo non soffrirebbe nessuno. Avanzo ancora di un passo, Felix mi guarda, non è in guardia. Il suo sguardo è caldo e dolce nonostante il colore rosso intenso, alquanto inquietante. Mi tende una mano insanguinata ed io la prendo. Mi trascina contro di lui e mi stringe a sé con forza. Il suo profumo mi inebria come il vino con gli umani. Mi guardo intorno, ancora tra le braccia di Felix e vedo mia sorella Kate schiacciata al suolo da Demetri…ma stanno facendo ben altro che combattersi. Sogghigno, ma mi blocco quando Felix mi bacia dolcemente le labbra. Lo lascio fare, ricambio il bacio con passione e lui mi stringe con foga...subito eccitato. Ridacchio e lui ricambia, perso nell’esplorazione del mio collo. Sorrido…sono finalmente felice.

 

MICHAEL REDFIELD

 

Sono insieme a Kris, la sua ragazza, Chantal, è rimasta a Phoneix. È bionda, molto carina e simpatica, ma non è la mia mamma. Claire mi manca molto così come Edward. Non so cosa sia successo loro, non so come stanno. Ho paura di scoprire che non ce l’hanno fatta, che sono morti per me, per concedermi un futuro.

Kris cerca di distrarmi, ma poverino non sa più cosa fare anche lui. Gli voglio bene è simpatico, affettuoso…ma non è il mio papà. Edward è Edward. Claire è Claire. Loro sono loro. Nessuno potrebbe sostituirli nel mio cuore, per niente al mondo. Siamo rimasti a casa Cullen, invece di andare a Phoneix. La casa è più grande e qui ho tutte le mie cose. Sono via già da tre giorni, non sono più tornati, né hanno dato loro notizie. Io li aspetto di fuori, come sempre, seduto sulla sedia del portico. Poi vedo qualcosa, delle figure che si delineano lentamente nel folto della foresta. Li conto: sono otto. Troppo pochi per essere l’esercito dei miei genitori. Mi alzo, ma tanto è inutile scappare. Se sono Vampiri mi prenderanno in un attimo e forse così non toccheranno Kris. Poi le figure si delineano, due in particolare. Riconoscerei il profilo dei capelli di mio padre ovunque.

<< MAMMA!!!PAPA’!!! >>urlo e corro giù dalle scale.

Edward e Claire scattano più veloci di me e mi ritrovo tra le braccia di Claire. Sono arruffati e sporchi di sangue e polvere, ma non mi interessa. Sono salvi ed è questo che conta. In successione arrivano quelli della mia famiglia. Tutti interi, non feriti grazie al cielo.

Sospiro felice e mi rilasso.

<< Andrà tutto bene, amore…finalmente >>mi sussurra mia madre.

<< Lo so >>rispondo e sorrido<< Con due genitori come voi come potrebbe andare male? >>chiedo.

Claire ed Edward mi sorridono felici e mi stringono entrambi.

Mi prendono in braccio e mi portano in casa. Vedo Kris sopraggiungere ed abbracciare stretto Claire. Manca Steve…dov’è?

Lo chiedo e mio padre mi risponde<< Ha accompagnato Irina e le sue sorella in Alaska >>.

<< Quanti di noi sono morti? >>chiedo.

<< Ventitre >>risponde mia mamma, tetra<< Nessuno che conoscevi bene, comunque >>mi rassicura. Questo non mi fa sentire meglio. Loro sono morti, per me…o forse non per me, ma comunque io sono la causa scatenante di tutto.

Edward capisce il mio turbamento, forse perché anche lui è alquanto sensibile come me, e mi accarezza<< Loro l’hanno fatto per motivi loro, non devi sentirti in colpa. Sono convinto che sarebbe accaduto comunque >>mi dice.

Claire annuisce<< Vero >>risponde sicura e la guardo negli occhi. Di lei mi posso fidare…la mia mamma sa tutto. Mi sorride e mi bacia la fronte. Io ispiro il suo profumo dolcissimo ed accarezzo quei capelli morbidi anche dopo una dura battaglia. I Volturi non ci sono più, io lo so benissimo e ne sono contento. Non ci saranno più problemi d’ora in avanti, nessuno.   

 

CLAIRE REDFIELD

 

Sono passati dieci anni dalla morte dei Volturi. Sono rimasti in vita solo Alec, Jane, Felix e Demetri, che si sono arresi. Spike ha bloccato loro i poteri, per impedirgli di fare ancora del male, soprattutto quelli dei due fratelli.  I Vampiri ora si amministrano con il Consiglio dei Vampiri e le cose sono molto migliorate. Michael è diventato uno splendido sedicenne, ovviamente, tutto i suoi genitori. Sogghigno al pensiero, seduta in casa con il mio Angelo, Edward. Il tempo passa sempre velocissimo se sono con lui…ecco perché il pensiero dell’eternità non mi pesa. Guardo mio marito negli occhi e lui mi sorride, dolcissimo. Poi mi bacia e la dolcezza viene soppressa dalla passione e dal desiderio. Ecco una cosa che mi piace dell’essere Vampira: posso fare l’amore con lui anche tutto il giorno. O almeno finché Michael non torna da scuola…e per ora abbiamo un po’ di tempo. Sogghigno e mi lascio portare in camera a velocità vampiresca. Lui mi spoglia con le mani e con gli occhi…così come faccio io. Il suo corpo è sempre perfetto per me, mi accende sempre di un desiderio così potente da farmi male. E solo lui mi può colmare al meglio. Il mio Angelo. Lo amerò per sempre, proprio come avevo desiderato e mai la mia si trasformerà in quotidianità, MAI. Ci ameremo per sempre, di quell’amore puro che abbiamo scoperto di provare quando ci siamo conosciuti.

Nella vita solo due cose sono importanti: quello che un uomo può e quello che un uomo non può.

NOI POSSIAMO.

 

MICHAEL REDFIELD

 

La campanella suona interrompendo il mio appisolamento quotidiano. La scuola di Forks è sempre altamente noiosa. Non mi diverto per niente. Anche se oggi è arrivata una nuova studentessa…da Berlino. Mah…chissà com’è. Mi alzo in piedi e Jacob Black mi affianca. È uno dei miei migliori amici con cui la sera giriamo in cerca di ragazze…non che qui ce ne siano molte. Ovviamente sta già facendo progetti sulla nuova arrivata. Sospiro…non cambierà mai.

<< Allora, Cullen, hai già visto la nuova arrivata? >>mi chiede.

<< Non so neanche il nome >>rispondo, ridacchiando.

<< Mi pare si chiami Michelle >>dice, pensieroso.

Michael. Michelle. Che coincidenze. Entriamo in mensa e subito la noto. I capelli biondi ricci, il viso dolce da angelo. È davvero bellissima. Mi avvicino a lei, insieme a Jacob, e la saluto cordialmente.

<< Ciao…Michelle, vero? >>chiedo.

Lei mi guarda, spaesata ed imbarazzata. Io le sorrido, incoraggiante e lei ricambia, timida.

<< Sì… >>risponde e mi stringe la mano.

Sento una scossa elettrica e, guardandola negli occhi grigio verdi (veramente stupendi), capisco che l’ha provata anche lei.

<< Sono Michael >>le dico.

Il mondo intorno a noi sembra essere scomparso, ci siamo solo noi e le nostre mani unite. Ucciderei chiunque provasse ad interromperci, infatti Jacob lo capisce e si trattiene dal farlo. Questa volta gli è andata male…lei è solo MIA.

 

CLAIRE REDFIELD

 

Inutile dire che Michelle è diventata una Cullen al più presto. Adoro quella ragazza, è dolcissima ed ama Michael incondizionatamente. Senza contare che lo rende felice. Non sono stata gelosa, ma subito felicissima, come Edward. Ci hanno chiesto insieme di essere trasformati, appena Michelle avrebbe partorito ed il bambino o bambina fosse diventato abbastanza grande. Questo perché, come me, Michelle non vuole smettere di amare Michael…adoro quella ragazza. Ora la nostra famiglia è al completo, solo Kris e Chantal rimarranno umani. Presto si sposeranno, ovviamente…non vedo l’ora. Mi mancherà la mia guardia quando se ne andrà, ma è così che vanno le cose per loro. Per me, l’importante è che siano felici, sempre e comunque. In qualsiasi posto.

Sento una mano tiepida sulla mia ed incontro lo sguardo acceso di Edward. Certe abitudini sono dure a morire.

<< Pervertito >>lo prendo in giro.

Lui sogghigna<< Io posso >>mi dice.

Scoppio a ridere, ma lui mi tappa la bocca con un bacio ed i mie pensieri finiscono in altre parti.

*

Mi trovo al cimitero di Londra, in compagnia di Edward. Lui mi tiene per mano e mi fa forza. La lapide dei miei genitori è bianca come la neve che poggia delicata i suoi fiocchi sul terreno. Mi inginocchio a terra ed osservo la foto di mio padre e di mia madre. Guardo il viso dell’uomo che ho odiato e per cui adesso provo un grande affetto. Accarezzo quella foto e sorrido. Poi accarezzo quella di mia madre. La mia famiglia…spero che mi stiano guardando dal cielo, che siano orgogliosi di me. Perché io lo sono, tanto. Non mi pento di niente in assoluto…solo forse di non essere riuscita a dire quanto gli volevo bene. Ma spero lo sappiano già.

<< Amore… >>mormoro.

Edward mi si avvicina<< Cosa c’è? >>mi chiede, dolce.

<< Ti presento i miei genitori >>rispondo e gli indico le lapidi. Lui si inginocchia accanto a me e mi stringe, osservando le due foto. Poi sorride, dolce e mi bacia. Raggiungo la tomba di mia nonna Margareth e saluto anche lei. Ora non ho più conti in sospeso e posso vivere la mia esistenza in pace.

Si conclude così la mia vita…o meglio, la parte di esistenza che ho vissuto, il restante non la posso raccontare, perché io non voglio vedere cosa succederà in futuro. Mi basta sapere che il mio futuro è Edward, il resto passa in secondo piano. Il mio Angelo. L’unico ed eterno amore della mia vita.

 

THE END

 

Michelle: http://www.cbssoapswatch.com/wp-content/uploads/0000034594_20061021004229.jpg

http://images.tvrage.com/people/41/122990.jpg

 

Michael: http://www.tobyspinks.com/images/Tom.Welling.jpg

http://usuarios.lycos.es/gov/hpbimg/tom%20welling4%20copy.jpg

 

Ebbene, mie care lettrici e lettori se ce ne sono, giungo alla fine di questa mia FF su Twilight. Ringrazio tutti quanti quelli che mi hanno sempre seguito e recensito, quelli che l’hanno messa nei preferiti e nelle seguite. Ringrazio tutti quelli che hanno sopportato i miei momenti di blocco da scrittura senza uccidermi. Ora passo alle risposte alle recensioni, per l’ultima volta. Se mi commenterete magari posterò un capitolo con la risposta!!!!Grazieeee!!!!

Zije600: ihih…pazza omicida sì, ma fino ad un certo punto però!Ihih…spero che il capitolo ti piaccia!Ciao, baci!!!

Nene_cullen: ciao!!!!L’ultimo capitolo purtroppo!!!Aspetto il tuo commento!!!Baci

Lilyanne89masen: ma dai suvvia!!!Alla fine la Vanquish di Eddy è bella no?Ihih…sono sconvolta dalla tua recensione, mi hai fatto diventare pazza!!!Ovviamente ti aspetto sulle altre FF, né?Non osare non venire solo perché ho finito questa se no ti vengo a cercare io e stai tranquilla che divento peggio di zia Jane. Guarda l’ho tenuta in vita solo perché è tua parente…ihih. Comunque…lo sguardo in agonia ce l’ho anche io quando sono a scuola…muahahahah. Momento serietà…guarderai mica anche tu Colorado?Muahahah. Se sì perché, se no com’è, oppure va bè, eh?MORCHIA!XD! Ma sì dai, povero Eddy, cioè almeno è un po’ più sveglio qui…lo prendono in giro lo stesso povero però almeno si diverte!Ihih!!!Cetriolo ghiacciato?Direi cetriolone più che altro!!!XD XD!!!Ma sai che vedere Aro in quelle condizioni è il mio sogno proibito?Muahahah…solo che adesso è morto povero balla anche lui con il suo sguardo malefico. Uhm…posso sempre recuperarlo all’inferno!!!!Sì ma infatti e anche per avere un culo tirato su come se fossi balestrata, niente più reggiseno o robe così…troppo bello. Ihih…madonna sì così dopo ci strina tutte Jane!!!!Aiutooooo!!!!XDDDD!!!Ciao, alla prossima recensione di qualsiasi mia FF…mi raccomando vieni!!!!!Ciao ciao psicopatica, attenta che se ci leggono le recensioni e le risposte finiamo in manicomio tutte e due. XD

Bella95: uhm…mi dispiace ma penso che finirà proprio così. A meno che non decido di farne una su Michael e Michelle, ma non penso. Almeno per ora non ho queste idee. Nel caso avviserò comunque!Ihih….spero che il capitolo ti sia piaciuto!Ciao, baci!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=342393