Pride & Purity

di Arcieoctz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La nuova compagna di classe ***
Capitolo 2: *** Compagni?! ***
Capitolo 3: *** Dragando la biblioteca ***



Capitolo 1
*** La nuova compagna di classe ***


“Fai il bravo a scuola, mi raccomando.” disse la signora Bradley al suo figlio adottivo che le sorrise: “Certo, non ti preoccupare. E guarderò a destra e a sinistra prima di attraversare la strada.”.

Il bambino dai capelli e gli occhi scuri salì sulla macchina che l'avrebbe portato fino all'istituto dove studiava.

Appena prese posto sul sedile posteriore, sospirò silenziosamente.

-Povera umana, è ancora convinta che io sia un semplice bambino indifeso. Non sa che si sta parlando del primo homunculus, il grande Pride, il maestro delle ombre, che certo non morirà investito da una macchina!- pensò il ragazzino pensando alla sua natura.

All'esterno potrebbe sembrare il piccolo ed indifeso Selim Bradley, ma dentro era Pride l'homunculus più forte di tutti e nessuno avrebbe potuto cambiare questo.

Però, per rimanere al sicuro, era necessario continuare a recitare questa parte.

“Le auguro un buon giorno signorino.” augurò l'autista fermandosi davanti alla scuola del piccolo che lo ringraziò e gli sorrise prima di scendere con la sua cartella.

-Ed ecco che andiamo.- pensò Pride con poco entusiasmo varcando i cancelli della scuola.

Due bambini della sua età (più o meno) gli corsero incontro salutandolo: “Selim!”.

“Ciao Riccardo, ciao Kurai.” salutò lui di rimando sorridendogli, Kurai (che aveva occhi neri e capelli scuri) gli chiese: “Ho sentito dire che da oggi avremo una nuova compagna di classe!”, l'altro (dai capelli biondi e gli occhi azzurri) gli chiese: “Secondo me è solo una voce che qualcuno a messo in giro!”.

I due stavano per cominciare ad azzuffarsi se Selim (chiamiamolo così) non gli avesse detto gentilmente: “Per favore, ragazzi, non vi picchiate o finirete col farvi male davvero.”.

“Hai ragione Selim.” ammise Riccardo che subito si scusò con il suo amico.

“Andiamo in classe!” incitò Kurai prendendo la via verso l'aula, gli altri due lo seguirono.

Pride appoggiò la sua cartellina sul suo banco e si sedette tranquillamente, mentre i suoi “amici” fecero lo stesso però in modo molto più disordinato e caotico.

I loro compagni arrivarono non molto tempo dopo e la maestra entrò dopo lo squillare della campanella.

I bambini si alzarono in piedi per salutarla e lei, con un gesto della mano ed un sorriso gli fece cenno di sedere.

Dopo aver compilato alcuni fogli, la signorina (perché era nubile e abbastanza giovane) Cheere annunciò a tutti i suoi alunni: “Piccoli miei, oggi ho una notizia importante per voi: da quest'oggi avremo una nuova compagna di classe. Conto su di voi per farla sentire a suo agio e per accoglierla a braccia aperte.”.

I bambini risposero emozionandosi ed eccitandosi, Pride fece finta di fare come il resto dei suoi compagni mentre, dentro se stesso, stava maledicendo questa nuova femmina che lo avrebbe chiamato “Selim Bradley” e trattato come il figlio del Generale Supremo. Nulla di speciale in somma.

“Ok, bambini, ora calmatevi.” disse la signorina Cheere, appena i bambini si furono risistemati con calma a sedere, la giovane uscì dall'aula un attimo per poi tornare subito con...

Pride squadrò per un attimo dalla testa ai piedi la sua nuova compagna di classe: una bambina poco più bassa di lui con una lunga chioma di capelli rossi e due occhi blu elettrico che si guardava attorno con timidezza.

“Vuoi presentarti ai tuoi nuovi compagni?” chiese la signorina Cheere alla piccola che rispose balbettando: “Va bene.”.

“Ciao a tutti, mi chiamo Noom Celestovolta, vengo da North City e adesso vivo qui.” si presentò la bambina rossa timidamente.

“E vuoi parlarci di North City? Scommetto che lì al nord nevica molto più che qui da noi!” affermò la maestra con un sorriso, Noom rise: “Già, fa molto freddo. In inverno cerchiamo di restare in casa il più tempo possibile quando è nuvoloso, ma quando c'è il sole usciamo e giochiamo a palle di neve. Il lago si ghiaccia completamente e allora giochiamo a hockey o pattiniamo. Ma quando ci sono le tempeste rimaniamo in casa al caldo. Il generale Armstrong comanda le nostre truppe, lei è fantastica, voglio essere proprio come lei da grande! Ho perfino il suo cappello! Le è caduto un giorno, io lo ho trovato e non l'ha rivoluto indietro.”.

Sembrava che la timidezza di Noom fosse volatilizzata in un attimo e lei iniziò a raccontare una delle avventure che aveva vissuto al nord con i suoi vecchi amici.

Ci avevano detto che non era prudente entrare nel bosco perché c'erano gli orsi e altri animali cattivi, ma non demmo retta ai grandi e, un giorno, andammo tutti nel bosco a cercare avventure.

Era freddo e i miei amici decisero di tornare al villaggio senza arrivare prima alla fortezza di Briggs come avevamo stabilito, ma io ero decisa! Sarei arrivata al forte perché ero abbastanza in gamba da farcela anche da sola.

Riuscì nel mio intento anche se i soldati mi puntarono contro le armi.

Però fu in quel momento che apparve Lei! E mi lasciò andare senza spararmi! E' stata così buona con me!

Ritornai dai miei amici trionfante.

Anche se i miei mi hanno tenuta chiusa in casa per un mese, è stata l'avventura più bella della mia vita!

Pensate che sono riuscita a sfuggire ad un orso!

 

Finito di raccontare questa sua avventura, che a molti dei suoi compagni sembrava spaventosa, lei iniziò a ridere.

Pride non era riuscito a smettere di sorridere per tutto il racconto e non riusciva a togliere il suo sguardo da quella bambina con gli occhi blu.

Appena sentì quella risata così piena di orgoglio sentì che qualcosa dentro di lui batteva forte come se stesse cercando di uscirgli dal petto.

Poi questa sensazione finì all'improvviso.

-Cos'è stato?- si chiese recuperando la sua calma.

Noom divenne seria all'improvviso e disse tristemente: “Ma è tutto così diverso da quando ci siamo trasferiti qui.”.

Pride si sentì ferito in qualche modo e nemmeno lui sapeva bene perché.

“Noom, cara, sappiamo tutti che un trasloco non è una cosa facile. Sappi che siamo tutti molto felici di averti qui.” disse la signorina Cheere dolcemente cercando di consolare la rossa che la ringraziò subito dicendo: “Non si preoccupi, io sto bene e non vedo l'ora di cominciare delle nuove avventure qui. Chissà?”.

“Molto bene, allora siediti vicino a Selim Bradley, il piccolo in prima fila.” la invitò la maestra cortesemente, Noom strinse la sua cartellina e si sedette vicino a Pride.

Appena la rossa ebbe sistemato le sue matite e le sue penne in modo ordinato sul banco si girò verso Selim che la guardò di rimando.

Dopo essersi fissati per un po', Noom affermò: “Sembri strano... mi piaci!” e sorrise.

Pride si sentì sciogliere dentro.

-Concentrati! Quella è solo una bambina come tutte le altre!- si ripeté l'homunculus.

“Anch'io sono felice di conoscerti Noom.” salutò lui mostrando un sorriso dolce, tutto una finzione per la sua copertura.

La maestra iniziò a parlare della storia di Amestris e tutti i bambini seguirono con estremo interesse... per quanto concerne a dei bambini.

Ovviamente la lezione tralasciava tutte le guerre e le battaglie sanguinose degli ultimi tempi, come la Guerra di Ishval che non era esattamente un argomento adatto a dei bambini.

Pride stava pensando a tutte quelle belle guerre che sono state combattute per conquistare i territori di Amestris per raggiungere l'intento del Padre. Lui era stato il primo dei suoi fratelli a nascere e aveva visto tutte le battaglie, nessuna esclusa.

“Riusciresti ad immaginartelo?” gli chiese all'improvviso Noom.

“Cosa?” domandò lui, lei si spiegò: “Vivere in quel periodo così diverso da quello attuale. Sapere che la tua nazione sta combattendo per espandersi... riesco appena a pensarlo.” lo disse con tristezza.

“Quante vittime e morti.” sospirò Noom riprendendo a scrivere.

“A questo non ci avevo mai pensato.” ammise Pride diventando per un secondo Selim, poi riprese le sue opinioni e disse: “Ma sono state combattute per il bene della nostra nazione.”, lei disse di rimando: “Già.”.

La rossa ridivenne triste e incominciò a disegnare qualcosa su un foglio.

-No, no, non fare così.- pensò Pride osservando la bambina, poi però si corresse da solo. -Ma cosa sto pensando?! E' solo una bambina coi capelli rossi, due occhioni blu, un sorriso bellissimo, una storia da raccontare e... è esattamente come tutte le altre bambine del mondo!-.

L'homunculus si sforzò di tornare a concentrarsi sulla lezione come i bambini beneducati.

Appena finì la lezione, Noom chiamò di nuovo l'attenzione di Pride.

“Selim, scusa.” disse la rossa timidamente, lui si girò verso di lei e allora lei gli diede il foglio sul quale stava disegnando durante la lezione e disse: “Questo è per te, spero ti piaccia.”.

Pride guardò quel foglio e gli sembrò di avere in mano uno specchio.

Quel disegno era un ritratto perfetto del suo volto, eccetto il fatto che stava sorridendo e aveva un'aria così normale.

“E' bellissimo, grazie.” la ringraziò Pride, Noom esibì nuovamente il suo magnifico sorriso contenta che la sua opera d'arte gli fosse piaciuta.

“Ascoltate, bambini.” la signorina Cheere richiamò l'attenzione dei suoi studenti.

“Vorrei che faceste un lavoro di gruppo sulla storia di una città della nostra amata Amestris dove lo descriviate e parlaste delle sue tradizioni. La scelta sarà interamente vostra, ma sarò io a decidere le coppie e lo farò senza favorire nessuno.” disse la maestra con un sorriso.

I bambini si disperarono.

Noom ristette e pensò -Non conosco nessuno, come farà la signorina Cheere a mettermi in coppia con qualcuno? Certo che Selim è simpatico, alquanto riservato devo dire e anche piuttosto carino... è così facile da disegnare. Magari lui potrebbe essere un compagno abbastanza bravo da potersi accompagnare a me.-.

In effetti, Noom non era soltanto una ragazzina carina, era una ragazza tosta e allo stesso tempo gentile. E' possibile essere tosti e gentili.

“Domani vi farò sapere con quale compagno farete coppia e spero di non dare dispiaceri a nessuno.” disse la maestra con un sorriso prima di alzarsi per prendere il libro di un'altra materia.

Noom guardò di nuovo Selim, che stava leggendo sul libro di storia quindi sembrava distratto, e pensò sicura -Il mio sesto senso mi dice che tu nascondi un segreto e non vedo l'ora di scoprire di che si tratta! Spero non le solite cose noiose che scopro con tanta fatica. Sarà meglio per te altrimenti... ti scarabocchierò tutta la faccia come ho fatto con l'ultimo che mi ha deluso!-.

“C'è qualcosa che non va?” le chiese Pride con il tono da Selim, lei rispose: “No, stavo solo ricordando uno dei miei vecchi amici e uno scherzo che gli ho fatto.”, lui le domandò incuriosito: “Che genere di scherzo?”, Noom ridacchiò: “Lui non poteva vederlo, ma gli altri sì! E non poteva... perché gli ho scarabocchiato la faccia.” trattenne una risata che si sarebbe potuta sentire anche al Quartier Generale.

-Certo che sa essere perfida.- deglutì Pride poi, però, pensò a quanto gli sarebbe apparso buffo un bambino con la faccia scarabocchiata con un pennarello nero, era un homunculus dopo tutto!

 

Il resto della giornata non fu tanto emozionante.

Alla fine delle lezioni la maestra salutò tutti i suoi studenti che uscirono a frotte dall'aula.

Kurai e Riccardo corsero da Pride e affermarono: “Beato te, Selim! La bambina nuova sta vicino a te!”, il primo dei due aggiunse: “Ti ha raccontato altro di eccitante riguardo alla sua vita?”.

“Potrei raccontarvi altro di persona , se volete.”.

I bambini si girarono per vedere Noom che era in piedi proprio dietro di loro, con la sua cartellina nella mano e rivolgeva a tutto uno dei suoi sorrisi.

“Voi siete amici di Selim da quello che ho potuto capire. E' un piacere conoscervi.” salutò lei teneramente, Riccardo salutò di rimando: “Sì, io sono Riccardo. Lui è Kurai.”.

“Dunque, cosa volete sapere?” domandò Noom, il biondo del gruppo rispose: “Ti prego raccontaci di quando sei arrivata alla fortezza di Briggs!”, l'altro disse tutto eccitato: “Sì! Sì!”.

Pride pensò a quanto fossero ridicoli quei due, ma dovette trattenersi per evitare di far saltare la sua copertura.

“Se ci tenete così tanto, intanto che aspetto la mia mamma, vi dirò di quando sono arrivata alla fortezza!” gli assecondò la rossa.

 

Ero fuori con la tempesta e da sola ormai, ma accidenti! Volevo arrivare a quella fortezza! E vedere il generale maggiore Armstrong, il mio idolo!

Mi strinsi nella mia pelliccia con lo stomaco che borbottava, avevo talmente fame che mi sarei mangiata anche un sasso.

Fu in quel momento che apparve l'orso, dalle fauci spalancate e sembrava volermi attaccare.

Ed io cosa feci? Accettai la sfida!

Mi allontanai con la mia pelliccia lacerata in due da un'artigliata.

Arrancai ancora nella neve e pensai sul serio di stare per morire congelata quando mi scontrai con un muro di metallo.

Chi ha messo un muro nel bel mezzo del nulla?” chiesi arrabbiata poi mi accorsi di essere arrivata alla fortezza di Briggs!!!

Ora cosa dovevo fare?

La risposta non arrivò da me, ma dai soldati armati che mi puntarono contro le armi.

Chi sei?” mi chiesero, io non potei rispondergli perché avevo la bocca congelata.

Allora sentì che mi stavano per sparare... ma fu in quel momento che apparve Lei!!

I suoi capelli lunghi e biondi e i suoi occhi azzurri mi fissavano con serietà, come per vedere se ero degna di vivere.

Fatela entrare. Fatela asciugare e trovatele dei vestiti più caldi.” ordinò ai suoi soldati che deposero le armi ed eseguirono gli ordini.

Fu l'esperienza più eccitante della mia vita!

Papà non mi aveva mai portata alla fortezza ed io non mi ero mai azzardata ad andare là da sola.

Feci il giro della struttura e mi divertivo così tanto che i soldati dovettero portarmi fuori di peso e darmi una scorta per farmi tornare al villaggio.

 

“E questo è tutto, poi sono arrivata a casa. Mio padre mi ha sgridata quando è tornato e poi mi ha messa in castigo. Ma è stata comunque l'esperienza più emozionante della mia vita!”affermò Noom.

“Sei fantastica!!!” urlarono Kurai e Riccardo all'unisono, sembra proprio che la piccola avesse già due spasimanti.

“Selim, tu non dici niente?”. La rossa si rivolse a Pride che era rimasto zitto per tutto il racconto.

“Davvero tuo padre è un soldato di Briggs?” le chiese.

Noom divenne triste tutto d'un tratto e stava per rispondere quando una donna piuttosto giovane e che le assomigliava in tutto e per tutto la chiamò.

“Noom! E' ora di andare a casa.” urlò la donna, Noom disse: “C'è la mamma, devo andare. Ciao ragazzi, ci vediamo domani in classe.”.

Pride si rese conto che c'era qualcosa che non andava in lei, appena aveva menzionato suo padre, si era intristita.

E non solo, c'era qualcosa in LEI che non andava!

Perché non faceva altro che preoccuparsi quando diventava triste? Perché trovava il suo sorriso splendido?

-Com'è possibile che mi stia riducendo a crucciarmi per una semplice umana!- pensò irritato Pride, era arrivato da poco a casa sua e non aveva fatto altro che pensare a Noom per tutto il tragitto scuola-casa.

Era andato nella sua stanza per cercare di distrarsi in qualche modo, magari leggere un libro lo avrebbe aiutato a togliersi dalla mente quella ragazzina con gli occhi blu.

Per questo appoggiò la sua cartellina sul letto per prendere i libri di scuola, ma cos'era la prima cosa che gli capitò tra le mani?

I suoi occhi si spalancarono increduli quando si ritrovò tra le mani il disegno che gli aveva fatto Noom.

“Perché mi perseguiti?!?!” urlò Pride rivolto al disegno e, intanto, pensando a Noom.

Dannazione! Non riusciva proprio a cancellarla dalla sua mente.

 

Noom era arrivata alla sua di casa, con sua madre.

I pensieri della rossa ritornarono, nostalgici, alla sua bella casa al nord, questa era troppo piccola in confronto all'altra.

Andò nella sua piccola camera e svuotò la sua cartellina dei libri di scuola e del suo blocco per i disegni.

Lei e sua madre erano riuscite a fare entrare tutti i mobili della sua vecchia camera in quella nuova: compresa la libreria con il quaderno segreto di Noom.

La rossa prese qualcosa dal suo blocco da disegno, prese della colla che spalmò dietro alla carta.

Poi prese il suo quaderno segreto o, per meglio dire, dei segreti! E lo aprì e fece scorrere le pagine fino a trovarne una vuota... dove ci appiccicò il pezzo del blocco da disegno dove aveva messo la colla.

Una volta che il pezzetto di carta fu perfettamente attaccato al quaderno, Noom prese un pennarello rosso e scrisse sopra il disegno due parole:

Selim Bradley

“Riuscirò a scoprire il tuo segreto, in un modo o nell'altro.” affermò la rossa in modo deciso, accarezzando il resto della pagina sotto il disegno, era ancora immacolata ed in attesa di venire riempita da una scritta, anch'essa rossa.

Nota autrice: forse cambierò il riassunto perché fa pena. 
Comunque, spero che a qualcuno piaccia la mia Noom che sta già facendo venire i drammi esistenziali al nostro caro Pride!
E' una tipina piuttosto forte come avete potuto notare.
Per qualsiasi consiglio: scrivetemi se devo aggiungere note o generi perché non sono brava a deciderli. Quindi aiuti graditi.

 

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Capitolo 2
*** Compagni?! ***


Pride era rimasto accasciato sul letto a pancia in giù, non aveva mangiato nulla a pranzo.

Quando la signora Bradley ritornò a casa da lavoro venne informata da uno dei servitori che le riferì: “Il signorino Selim non è sceso per pranzare, è chiuso nella sua stanza da quando è tornato.”.

La signora decise: “Ci penso io.”.

La donna salì le scale fino alla stanza del suo figlio adottivo, bussò alla porta e chiese il permesso di entrare.

Pride mugugnò qualcosa svogliatamente e si sforzò di mettersi seduto.

La signora Bradley entrò chiudendosi dietro la porta e accendendo la luce.

“Non dovresti stare troppo tempo al buio o finirai per rovinarti gli occhi.” lo rimproverò la donna dolcemente sedendosi accanto a lui.

Pride non disse nulla, era ancora perso nei suoi pensieri.

La signora Bradley si accorse, osservando il letto di suo figlio, che c'era un disegno dove, non poco tempo prima, doveva esserci stata la faccia di suoi figlio dato che erano rimaste le pieghe.

“Sei stato tu a fare quel disegno?” gli chiese la donna, lui fece di no con la testa e rispose: “E' stata una bambina che si è da poco trasferita qui, è una mia nuova compagna, si chiama Noom Celestovolta.”, lei affermò: “Beh, di sicuro ha parecchio talento. Sembra che ti abbia fatto una foto.”, lui disse: “Già.”.

Questo non lo aiutava!

Doveva togliersela dalla mente, non pensarci ancora di più!!!

“Magari più tardi mi parli di questa tua nuova amica, è ora di cena. Mi hanno detto che non hai mangiato niente a pranzo.” disse la signora Bradley con un tono di rimprovero e lo prese per mano.

Pride la seguì svogliatamente, sforzandosi di rimanere nel ruolo di Selim.

Avevano da poco iniziato a cenare (e l'homunculus non aveva ancora addentato niente) quando tornò a casa King Bradley... ovvero Wrath!

“Sei tornato a casa in tempo per la cena, caro.” lo salutò la signora Bradley invitandolo a prendere posto a tavola con lei e Pride.

“Selim, stai bene? Non hai ancora mangiato niente.” chiese Wrath, il “bambino” disse subito: “Adesso mangio.” e addentò un pezzo di carne.

Sempre con l'aria di essere in un altro mondo, mangiò tutto quello che aveva nel piatto.

Dopo cena, la signora Bradley lo convinse a restare con loro due in salotto, voleva evitare che suo figlio si richiudesse in camera al buio.

“Ci potresti parlare della tua nuova compagna di classe?” lo invitò l'unica donna del trio.

Pride non avrebbe voluto parlare di quella bambina davanti a suo fratello minore Wrath, ma ormai non aveva altra scelta.

“Si chiama Noom Celestovolta, ha dieci anni come me. Si è trasferita qui da North City con la sua famiglia. Ci ha raccontato di quanto fosse bello vivere al nord e di quanto sia diversa Central City dalla sua vecchia casa. La maestra l'ha fatta sedere nel banco vuoto accanto al mio. Durante la lezione di storia abbiamo parlato di non mi ricordo cosa (che bugiardo!) ed è diventata triste e anch'io mi sono sentito come lei. Al cambio dell'ora mi ha regalato un disegno che mi aveva fatto, quello che hai visto nella mia camera. Quando è finita la scuola, è venuta incontro a me e a Kurai e Riccardo e ci ha raccontato una sua avventura ed era così fiera e contenta di parlarne, ma poi... quando le ho chiesto se suo padre fosse un soldato di Briggs si è intristita di nuovo e prima che mi potesse dare una risposta, sua madre l'ha chiamata.”.

Pride terminò il suo discorso con un sincero: “Questo è tutto quello che so su di lei.”.

“Beh, sembra una ragazza simpatica.” affermò Wrath e la signora Bradley aggiunse: “Non preoccuparti, sono sicura che riuscirà ad ambientarsi velocemente. Invitala a venire qui se le fa piacere, mi piacerebbe conoscerla.”.

Il cuore di Pride perse un battito e sentì qualcosa bollirgli nelle guance.

“Certo. Sono stanco, me ne andrò a dormire.” disse l'homunculus sbadigliando.

“Buonanotte, tesoro.” disse la signora Bradley e Wrath aggiunse: “Dormi bene Selim.”.

Mentre saliva le scale, la donna disse: “Guarda che se, quando vengo a controllare, ti trovo ancora sveglio al buio ti prendo per le orecchie!”.

Pride si sentì come se un sasso l'avesse appena schiacciato.

Essere trattato come un bambino era inconcepibile per il suo orgoglio!

Entrò nella sua stanza e si preparò per dormire.

-La moglie di Wrath ha ragione. Noom, quella bambina, smetterà di interessarti appena si sarà ambientata e tutto tornerà come era prima!- pensò sicuro Pride una volta nel letto.

Si girò di lato e chiuse gli occhi pensando: -Finché non passa troppo tempo assieme a te... siamo al sicuro.-.

E si addormentò in poco tempo. Anche gli homunculus hanno bisogno di dormire.

 

Intanto, nel salotto, i signori Bradley erano ancora seduti sulle poltrone quando la signora Bradley non riuscì a trattenere un risolino.

Wrath la guardò come se chiedesse: “Cosa?”.

La moglie rivolse un sorriso a suo marito e rispose alla domanda sottintesa: “Il nostro Selim si è preso una bella cotta!”.

L' homunculus deglutì pensando a quanto ciò fosse improbabile se non impossibile: Pride in tutti i suoi secoli di vita non aveva mai provato affetto per una singola bambina/ragazza/ donna e di sicuro quella lì non sarebbe stata la prima.

“Pr...Selim... innamorato?” chiese Wrath balbettando, sempre incredulo, sua moglie rise: “E perché no? Non hai visto come era perso nei pensieri a cena? Come ha mangiato? Di come ne ha parlato? Quelli sono i segnali! Il suo primo amore! Non lo trovi incredibile?”, lui rispose: “Sì, proprio impensabile.”.

“Beh, così va la vita. Prima o poi sarebbe successo.” affermò la signora Bradley e Wrath pensò che, invece, non sarebbe dovuto succedere.

Di sicuro gli sarebbe passata, gli doveva passare! Perché non poteva innamorarsi di un'umana. Andiamo! Stiamo parlando di Pride!

“Sono proprio curiosa di conoscere questa Noom Celestovolta.” ammise la signora Bradley e Wrath affermò: “Già, lo sono anch'io.”.

Doveva capire cosa aveva di speciale quella bambina!

 

Il mattino dopo, Pride si sentì estremamente bene, come se si fosse già dimenticato di Noom.

Mangiò come faceva di solito alla “maniera di Selim” e si preparò per andare a scuola.

-Forse me la sono solo immaginata.- pensò durante il tragitto casa-scuola.

Scese dall'auto, si diresse verso l'entrata, tutto andava bene fino a quando...

“Fermo lì!”

Pride si sentì strano, la conosceva quella voce!

Seduta vicino all'entrata della scuola, nascosta dietro un blocco da disegno che le lasciava vedere solo i capelli rossi, Noom era intenta a disegnare.

“Ecco cosa mancava! Ti dispiacerebbe restare fermo con la gamba in avanti per un po'?” gli chiese guardandolo con quei suoi dolcissimi occhi blu elettrico con aria implorante.

“No.” la risposta gli uscì dalla bocca prima ancora che Pride potesse veramente pensarci.

“Grazie. Non ci metterò molto.” lo rassicurò riprendendo a tracciare linee con la matita.

-Ma che sto facendo?- si chiese da solo Pride guardando quella bambina concentrata nel suo lavoro, pensò -Devo assolutamente evitare di pensare a lei! Non pensarci!-.

Più se lo ripeteva e più continuava a fissarla.

“Ecco fatto!” esultò Noom, poi si rivolse a Pride: “Selim, adesso puoi muoverti. Vuoi vedere il mio disegno?”.

Lui si avvicinò continuando a ripetersi di non pensare a quello che era successo il giorno prima e si sedette accanto a lei.

Osservando il disegno vide l'entrata della scuola disegnata con una perfezione e attenzione per i dettagli incredibile. Le foglie dell'albero accanto al cancello erano leggermente mosse come se la giornata fosse lievemente ventosa, e anche nuvolosa dato che il cielo era quasi del tutto coperto, ad eccezione del sole che risplendeva. Le mattonelle del vialetto d'entrata erano tutte perfettamente rettangolari ed erano presenti delle buche proprio nei punti dove c'erano effettivamente nella realtà. E il dettaglio più curato, proprio al centro del vialetto, era lui con il volto in parte in ombra per rispettare i chiaroscuri e sembrava sul serio che ,da un momento all'altro, avrebbe preso vita e avrebbe camminato fuori dalla carta.

“Come fai?” le chiese Pride.

Noom si girò verso di lui con uno sguardo che diceva più cose di quante ne avrebbe potute formulare la voce.

“Sei talmente brava a disegnare... insomma, hai già fatto due disegni perfetti.” ammise lui, lei gli sorrise pensando -Veramente sono tre disegni perfetti.- e spiegò: “Anche la mamma dice che ho un talento innato per il disegno. Dice che riesco a cogliere la vera essenza delle persone a prima vista.”.

Questo fece pensare Pride: se davvero poteva vedere come erano davvero le persone... poteva capire che lui era un homunculus?

-E' solo un'umana! Non può fare miracoli del genere.- pensò lui osservando la rossa che stava risistemando in un astuccino una matita tutta consumata e una gomma ridotta alle dimensioni di un sassolino.

“Come mai sei già qui?” le domandò incuriosito, Noom sistemò il suo blocco per disegni nella cartellina e rispose: “Mia madre lavorava come bibliotecaria a North City ed è riuscita a trovare un incarico nella grande biblioteca qui a Central City. Il suo turno è di mattina presto quindi mi ha accompagnata a scuola molto prima del suono del campanella.”.

Gli rivolse un'occhiata di sfuggita e chiese: “Allora, Selim Bradley, sei davvero il figlio del Comandante Supremo?”, Pride rispose, mentendo come ormai era abituato: “Già, immagino che tua madre te l'abbia detto.” lei disse subito: “No, non lo ha fatto.”.

Questo lo lasciò un po' scombussolato.

“Ci sono arrivata da sola.” disse Noom, spiegò: “Tu, di cognome, fai Bradley e, il Comandante Supremo, si chiama King Bradley; non ho fatto altro che una supposizione.”.

Pride era rimasto con una faccia epica quando si era spiegata.

-Non è che ci siano molti Bradley in giro!- si disse per convincersi che quello che aveva fatto la bambina fosse normale.

Prima che potesse stupirlo ancora di più, due bambini arrivarono a razzo.

“Ciao Noom!” salutarono all'unisono fermandosi davanti alla rossa, che gli rivolse un sorriso e ricambiò il saluto di Riccardo e Kurai.

“Spero tanto che la maestra ci metta in gruppo assieme.” disse il biondo, Kurai gli diede subito una spinta: “E' quello che volevo dirle io!”.

“Non litigate!”.

Le due parole uscirono nello stesso momento da Noom e Pride.

“Toccati il naso!” gli disse la rossa toccandosi la punta del suo con l'indice, il moro chiese: “Perché?”, lei rispose: “Io e mio padre lo facevamo sempre quando dicevamo la stessa cosa nello stesso momento.”.

Allora, Pride fece come gli aveva detto.

Appena la guardò di nuovo, si accorse di una piccola cosa...

-Oh, no. Non di nuovo!- pensò l'homunculus vedendo che la bambina si era di nuovo intristita.

Per salvare la situazione, intervenne la campanella.

Noom non rivolse più la parola a Pride per tutto il resto della mattinata, fino a che la maestra non disse quelle parole.

“Ora vi dirò le coppie per il lavoro di storia.” annunciò prendendo il foglio suol quale aveva annotato i nomi dei bambini con il rispettivo compagno.

Kurai e Riccardo si rivolsero occhiatacce malefiche appena scoprirono che nessuno dei due era stato messo in coppia con Noom, erano delusi e allo stesso tempo soddisfatti: neanche l'altro era in gruppo con lei.

E poi, il macigno finì addosso a Pride.

Selim Bradley e Noom Celestovolta” lesse la maestra.

E il piano: “non stare più tempo con lei del necessario (cioè la scuola)” se ne andò a farsi friggere.

La bambina rimase col viso sul libro che stava leggendo.

-Ho paura che non finirà bene.- pensò Pride capendo che Noom non sarebbe stata per niente felice di fare coppia con lui, considerando quante volte si era intristita per causa sua.

Appena la campanella segnò la fine delle lezioni, Pride andò a parlare alla maestra del suo problema.

-Ricorda, lo stai facendo per Noom!- si ripeteva: -Non puoi lasciare che un gesto egoista distrugga la tua copertura!-.

“Selim Bradley, mi devi chiedere qualcosa?” gli chiese la maestra vedendolo avvicinarsi a lei, lui disse timidamente: “In effetti sì. Vorrei parlare riguardo alla sua decisione di mettermi in coppia con Noom. Non sono sicuro che sia stata una buona idea.”.

La signorina affermò: “Da come interagivate ieri, credevo che andaste d'accordo. Poi, l'ho messa in gruppo con te perché, essendo il migliore studente della classe e il figlio di un illustre personaggio della nostra nazione, potessi aiutarla ad ambientarsi. Non lo credi anche tu, Selim?”.

Pride si costrinse a fare un cenno di assenso per poi andare a cercare Noom.

Per suo stupore, corse a salutarlo appena lo vide uscire dalla scuola.

“Scusa per prima, avevo la luna storta.” ammise la rossa, Pride le disse: “Non ti preoccupare.” e come se fosse la cosa più normale di questo mondo, gli rivelò: “Devo ancora riprendermi dalla notizia dalla morte improvvisa di mio padre. E' per questo che mi sono intristita prima e anche ieri, scusa se non te l'ho detto prima.”.

Pride si sentì in modo strano: sul serio quella bambina gli aveva rivelato un particolare della sua vita privata con quella leggerezza?

Essere trattato in quel modo... lo faceva sentire speciale agli occhi di Noom.

“Quando ci vediamo per scrivere la nostra ricerca?” gli chiese la rossa sorridendogli, lui sentì di nuovo le sue guance ribollire e cercò di non farci caso.

“A me va bene qualunque giorno. Prima dobbiamo decidere su quale città fare la ricerca... che ne dici di North City?” le propose, vedendo lo sguardo che gli aveva rivolto Noom appena nominò la sua città natale, si spiegò: “Credo che il fatto che tu sai molte cose sulla città da dove vieni e che ami potrebbe rendere il lavoro più piacevole, potresti anche scoprire delle cose nuove che non sapevi.”.

La rossa pensò -Sul serio, vuole farmi fare una città che mi piace per aiutarmi? Non è mai successo a North City... è ok! Poi, in questo modo, potrò avere tutto il tempo che voglio per scoprire il suo segreto!-.

“Mi va benissimo! Credo che avremo parecchio lavoro da fare.” affermò Noom, poi aggiunse: “Chiederò alla mamma di aiutarmi a trovare tutti i libri che parlano di North City nella biblioteca.”.

“Posso darvi una mano anch'io.” disse Pride senza rifletterci.

Si mise una mano sulla bocca e si girò per maledirsi da solo.

-Non avevo stabilito che non ci dovevamo frequentare, accidenti!-.

“Sarebbe una cosa meravigliosa! Che ne dici di ritrovarci a casa tua? Immagino che tu debba avere una casa molto grande essendo il figlio del Comandante Supremo.” affermò Noom, lui ammise: “In effetti è così. Posso portarti direttamente io quando finisce la scuola.”, gli sorrise: “Sei gentile, grazie.”.

Riecco quel bel sorriso.

Le labbra di Pride si curvarono in su di istinto, anche in modo piuttosto involontario.

“Mi dispiace per tuo padre.” disse lui con un qualcosa che somigliava al sentimento dell'empatia nella voce, Noom affermò: “Per quale motivo? Non sei certo stato tu a causare la sua morte.”.

Eppure, l'homunculus aveva un pessimo presentimento al riguardo.

Nota autrice: spero che la storia non faccia schifo! 
Mi sento imbarazzatissima dato che sto sconvolgendo il personaggio fantasticamente diabolico di Pride, sono sicuro che ci sono delle fan che mi stanno odiando in questo momento, ma, lo devo ammettere, mi diverte da morire!
Noom è uno dei miei OC preferiti perché è dolcissima ed intelligente, ma quando si arrabbia... vedrete che vi combina!
OK, questo è il secondo capitolo, spero che a qualcuno sia piaciuto e... è tutto.
Abbracci virtuali da Arcieoctz!


 

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Capitolo 3
*** Dragando la biblioteca ***


Quello stesso pomeriggio, la bambina e il “non proprio bambino” si erano ritrovati davanti alla biblioteca di Central City per cercare i libri utili alla loro ricerca.

“Mia madre mi ha detto che i libri su North City sono situati in questa ala... qui.” disse la rossa fermandosi davanti a una decina di scaffali stracolmi di libri.

I due rimasero ad occhi spalancati: dovevano cercare dei libri utili in mezzo a quel migliaio di volumi!

“Beh, se non cominciamo a cercare adesso, non finiremo più.” affermò Pride a bassa voce, in biblioteca si fa silenzio come gli aveva già ricordato Alphonse Elrich pochi giorni prima. Aveva dovuto fare il bravo bambino, che cosa patetica!

“Sì giusto. Cominciamo.” incitò Noom, sempre in un sussurro e disse: “Io comincio da questo lato dello scaffale, tu cerca nell'altro.”.

E fece come le aveva detto; era una cosa così strana!

Non essere il leader, il più forte, si intende. Ma, ovviamente, non quello che prendeva le decisioni: il Padre, colui che lo aveva creato dalla sua Superbia, decideva tutto: il piano, il suo destino e quello dei suoi “fratelli”, gli ordini da dare... ed il suo compito era quello di obbedirgli.

Era una cosa strana per Pride accettare gli ordini di qualcuno che non fosse suo Padre.

“Hai trovato qualche libro che ti sembra importante?” gli chiese Noom quando arrivarono alla fine dello scaffale.

“Solo una decina di libri sulla storia della città e alcuni libri sulle tradizioni culinarie.” elencò Pride, poi aggiunse: “Suggerisco di vedere prima il resto dei libri, segnandoci i titoli di quelli che riteniamo importanti e poi decidere assieme quali prendere.”.

Noom affermò: “Mi sembra un'ottima idea!”.

Prese la sua cartellina, cercò il suo blocco da disegno e poi ci strappò via, il più silenziosamente possibile, due pagine.

Subito dopo, aprì l'astuccio e ne tirò fuori due matite, che erano ridotte a due monconi.

“Non ne ho altre che siano utilizzabili.” ammise la rossa.

Pride ne prese una e si diresse verso il secondo scaffale.

-Le servirebbero delle matite nuove.- pensò l'homunculus mentre segnava a fatica il titolo del libro che gli sembrava utile alla sua ricerca, -Potrei regalargliene... no! No! No! Che stai facendo?! Devi svegliarti! Quella bambina sta diventando un enorme problema!-.

Giunsero entrambi, con calma, al quinto scaffale dove un libro era stato sistemato dal lato sbagliato, quello dove c'erano le pagine.

-E adesso?- pensò Pride.

Era solo un libro... ma se fosse stato un libro super importante?

-So che non dovrei farlo, ma non ho altra scelta.-

Pride si guardò intorno per controllare se ci fosse qualcuno.

Ovviamente, non avrebbe mai chiesto aiuto! Sarebbe stato troppo per il suo orgoglio.

Una volta sicuro che non ci fosse nessuno, usò la sua abilità innata di homunculus.

Dalla sua ombra se ne allungò un'altra, più sottile e che terminava in forma di mano, che si arrampicò lungo lo scaffale per sfilare il libro che era stato infilato in modo sbagliato in mezzo agli altri.

Appena l'ebbe tra le mani, lesse il titolo: “North City: storia e tradizioni in formato leggero ed essenziale.”.

-Questo potrebbe servire.-

Dall'altra parte dello scaffale, Noom sentì la presenza di una strana energia.

-Sta succedendo qualcosa a Selim, ma che cosa?- si chiese, percependo chiaramente che quel flusso misterioso veniva dal suo compagno.

-Vado a controllare!-.

Pride sentì i passi della rossa che si avvicinava e anche molto in fretta.

In due secondi fece sparire la sua ombra e aprì il libro su una pagina presa completamente a caso.

“Selim.” chiamò Noom temendo che fosse successo qualcosa al suo compagno, invece era lì, tranquillo, col naso immerso in un libro.

“C'è qualcosa che non va?” le chiese Pride mantenendo il suo sangue freddo mescolato alla natura tenera di Selim Bradley.

“Questa domanda te la dovrei fare io. E' successo qualcosa di strano?” gli chiese guardandolo con un'aria seria e sospettosa.

Pride si sforzò di mantenere la calma, non poteva certo alludere ai suoi poteri di homunculus. Per favore! Quella bambina era solo un'umana!

“No, perché me lo chiedi?” domandò lui, Noom gli rispose, come se fosse la cosa più normale del mondo: “Ho sentito uno squilibrio nell'energia del mondo provenire da questa direzione e aveva paura che ti fosse successo qualcosa.”.

Pride deglutì silenziosamente continuando a ordinarsi di credere che quell'umana fosse solo una povera sciocca senza alcun potere sovrannaturale.

Inoltre, cos'era questa storia dell'energia del mondo?

“Che cosa intendi?” le chiese incuriosito, Noom spiegò: “Il mio maestro mi ha raccontato che per comprendere sul serio quando la mia forza interiore è al massimo mi devo concentrare al massimo per riuscire a percepire l'energia che governa il nostro mondo e lo mantiene in equilibrio. Se quest'energia sta aumentando in corrispondenza del mio corpo, potrò battermi in attacco senza alcun problema; invece, se è il contrario, è meglio concentrarsi sulla difesa. Quando ci sono degli squilibri, di norma, sta avvenendo qualcosa di molto particolare e che va contro qualsiasi natura umana.”.

Pride non aveva prestato molta attenzione a ciò che aveva detto, solo alle ultime due frasi quando parlava di cose oltre la natura umana... cioè lui e il suo potere.

“Io non ho sentito nulla di strano.” disse lui subito, Noom ammise: “In effetti, sono solo tre anni che so dell'esistenza dell'energia del mondo e faccio ancora fatica a capirne bene i flussi, forse li ho interpretati male.”.

“Ad ogni modo, ho trovato questo libro e credo che sia importante per il nostro lavoro.” comunicò l'homunculus cambiando il discorso.

“Fai un po' vedere.” ordinò Noom con una voce gentile che, allo stesso tempo, diceva: dammelo o vedrai cosa ti faccio.

Pride le diede il libro e lei lo studiò con estremo interesse.

“Perfetto. Ne abbiamo uno. Continuiamo a cercare, magari troviamo qualcos'altro di interessante.” propose Noom dopo essersi stretta al cuore il libro, come per cercarvi un po' delle sensazioni che aveva sempre provato a North City.

“Mi manca tanto la mia città.” ammise la rossa e aggiunse: “Anche mio padre, tantissimo.”.

Non stava mica per mettersi a piangere! Vicino a Pride! Che avrebbe pensato la gente!

L'homunculus dovette agire d'istinto e le disse, forzando la voce perché avesse un tono comprensivo: “So quanto può essere difficile cambiare casa.”.

Lei gli rivolse un' occhiataccia e urlò (ma rimanendo sottovoce): “No. Tu non lo sai! Nessuno di voi lo sa! Mi mancano i miei vecchi amici, qui sono da sola. Mi manca la neve, la tranquillità... voglio tornare a casa.”.

E con quelle ultime parole... gli diede una librata sulla testa, senza contenere la sua forza.

Pride le prese le mani per forzarla ad allontanare il manuale dalla sua testa, dove si era formato un bollo.

Gentilmente, le portò le braccia all'altezza dello stomaco.

“Non sei da sola. Hai la tua mamma, hai i tuoi nuovi compagni... e hai me.” affermò l'homunculus, si stupì delle ultime due parole che gli uscirono dalla bocca.

La rossa si calmò e lo guardò con dispiacere.

“Scusami. La colpa non è tua, sono io che soffro di nostalgia.” ammise Noom tristemente, poi allungò una mano verso la sua testa e accarezzò il punto dove era rimasto il bollo.

“Ti ha fatto tanto male?” gli chiese preoccupata, Pride affermò: “Tranquilla, ho la testa resistente.”.

“Meno male.” ridacchiò lei, aggiunse: “Pensa se l'avessi fatta sgretolare!”.

L'homunculus ci pensò, ma era un pensiero serio!

Non poteva distruggersi il suo prezioso contenitore! Non avrebbe più avuto un corpo in cui rientrare, sarebbe morto assieme alla luce appena il sole fosse stato anche solo oscurato da una nuvola.

“Meglio non pensarci.” disse semplicemente.

Poi realizzò una cosa: era riuscito a farla ridere!

Per due volte l'aveva intristita e si era sentito uno schifo anche lui; adesso l'aveva resa felice rimediando ad entrambi i danni precedenti e, cappero, si sentiva benissimo!

-Perché mi sento bene per una semplice umana?- si chiese Pride, si rispose da solo -Perché ti sei affezionato a lei.-.

No! No! Impossibile!

Non può essersi affezionato ad un essere umano come tanti altri che fantastica su cose inesistenti.

Poi, sarebbe stata solo una palla al piede: chi la sarebbe venuta a salvare se si fosse messa nei pasticci... cosa che era solita fare?

Lui non si sarebbe rotto la schiena del contenitore per salvare una bambinetta imprudente, mai e poi mai!

Noom rabbrividì quando sentì due cose che le venivano puntate contro la testa.

“Cosa hai fatto al signorino Selim?”

Uno dei due uomini vestiti di nero che avevano accompagnato il suo amico le aveva fatto quella domanda e, ovviamente, entrambi le stavano puntavano addosso le pistole.

“Gli ho solo dato una librata in testa. Non morirà certo per una botta!” affermò Noom, apparentemente senza dare peso alle parole che stava usando.

“Questa bambina è alquanto maleducata ed impertinente!” affermò il secondo uomo in nero.

Pride stava per intervenire, ma la rossa passò all'azione prima che potesse farlo lui.

Velocemente, Noom si spostò dal raggio di azione delle due pistole prima ancora che gli uomini potessero accorgersi della sua fuga.

Si mise in posa da combattimento (immaginatevi la posizione di un uomo che pratica le arti marziali) con le mani a coltello e una gamba pronta a dare lo slancio.

In un secondo, al primo degli uomini finì una gomitata nello stomaco, mentre all'altro arrivò un calcio.

Si piegarono in due per il dolore... e quella fu una pessima scelta.

All'uomo a cui aveva assestato il calcio, Noom colpì le spalle con la mano destra a coltello mandandolo al tappeto; l'altro, che aveva ricevuto la gomitata, si sentì la schiena distrutta dalla testata che gli aveva assestato la bambina. Si accasciò sopra l'altra guardia.

Noom riprese un respiro regolare e si tolse la polvere dai vestiti.

Quando si girò... Pride era rimasto a bocca aperta.

“Scusami! Mi hanno minacciata. Perché non resto io a guardare te mentre le tue guardie del corpo ti puntano le pistole alla testa.” disse lei sconcertata.

-E questo chi se lo aspettava?- si chiese Pride rimanendo ancora incredulo, perfettamente immobile, a fissarla.

Noom raccolse il libro che aveva lasciato cadere per poter combattere.

Guardò il suo compagno e disse dolcemente: “Chiudi la bocca Selim o ci entreranno le mosche!”.

“Quella...” provò a formulare la domanda, ma non riuscì ad arrivare in fondo alla frase.

“E' un'arte marziale che studio da quando avevo sette anni. Mio padre ha insistito tanto per fare in modo che un maestro venuto da Ching, sai quello che mi ha parlato dell'energia del mondo, mi insegnasse come difendermi a mani nude corpo a corpo. La uso solo per auto difendermi, mai per fare del male.” spiegò Noom sorridendo amichevolmente al povero homunculus.

“Vedrò di non minacciarti.” affermò Pride, lei rise: “Meglio per te!”.

In effetti: ha avuto la meglio su due uomini adulti, a mani nude e senza troppe difficoltà.

“Spero di non avergli fatto troppo male.” disse la rossa osservando i due uomini stesi a terra, Pride la rassicurò: “Si riprenderanno, non ti preoccupare.”.

Noom affermò: “Bene! Possiamo riprendere la nostra ricerca.” e si allontanò, col libro sempre stretto al petto e con un sorriso splendente sul viso.

Pride si ricompose e la seguì.

 

Uscirono dalla biblioteca quando il sole stava cominciando a tramontare.

“E' stata una bella esperienza. Mi sono divertita!”

Noom non si era staccata dal suo libro, infatti, dovettero prenderlo in prestito assieme ad un libro sulle leggende della città e sulle tradizioni culinarie.

“Sono contento per te.” ammise Pride, sul serio! Era felice per Noom.

Due secondi dopo che l'ebbe detto, due braccia lo circondarono con una tale forza che per poco non cadeva all'indietro e non rotolavano assieme giù per le scale.

“Grazie per avermi fatto capire che non sono da sola.” lo ringraziò Noom.

Pride, dopo essersi recuperato dallo choc di venire abbracciato da una bambina, ricambiò la sua stretta.

“Adesso devo andare, ho promesso alla mamma di incontrarla nell'ala dove lavora. Ci vediamo domani.”

Noom lo liberò dalla sua stretta e corse di nuovo nell'edificio.

Però, dopo aver risalito un paio di gradini, si voltò per salutarlo con la mano e sorridergli sinceramente.

Pride sentì la stessa sensazione che aveva provato la prima volta che gli aveva raccontato della sua avventura a Briggs, il cuore che batteva forte.

E questa volta c'era anche un'altra cosa.

Sentiva come se uno sciame di farfalle gli stesse volando nello stomaco tentando disperatamente di uscire fuori.

-Mi sarò preso una malattia.- decise Pride, non volendo pensare ad altre motivazioni del suo stato d'animo e fisico.

 

Quella sera, Noom stava tranquillamente cenando con sua madre nella cucina della loro casa (poveramente arredata), dopo aver ordinato del cibo in scatola già preparato dato che sua madre non aveva avuto molto tempo per prenderle tutti gli ingredienti per cucinare lei.

“Dunque, chi sarebbe quel giovanotto che è venuto in biblioteca con te?” le chiese sua madre ad un certo punto.

Noom tirò in bocca in un secondo lo spaghetto che stava mangiando, masticò in fretta e si pulì la bocca per parlare.

“Si chiama Selim, siamo assieme per il lavoro sulle città che ci ha assegnato la maestra.” spiegò la rossa.

Sua madre la guardò con intensità e le domandò: “Selim Bradley? Il figlio del Comandante Supremo?”.

“E' importante?” chiese lei innocentemente.

Sua madre saltò in piedi, corse dietro di lei e la fece volare nell'aria tra le sue braccia come faceva quando era piccola.

“E' assolutamente meraviglioso, bambina mia!” urlò la signora facendo girare un'altra volta sua figlia, che stava per finire preda di attacchi di conato se la cosa si fosse prolungata per troppo tempo.

“Pensa a quale onore! La tradizione della famiglia verrà rispettata: sposarsi con uomini di famiglia di alto livello che sapranno guidare la famiglia e, soprattutto, continuare la discendenza!” affermò la donna appoggiando sua figlia per terra che la guardò in modo strano.

“Cosa stai dicendo, mamma? Io e Selim... siamo solo compagni di gruppo. Poi, c'è qualcosa di strano in lui!” affermò Noom guardando sua madre negli occhi, la quale subito esclamò: “Questa è una bella notizia, no?”, la bambina ribadì: “Gli squilibri nell'energia del mondo non sono mai segni positivi. C'è qualcosa di innaturale in questa città e lui ne fa parte e io scoprirò di che si tratta!”.

La donna sospirò di rassegnazione e si sedette di nuovo al suo posto.

“Dovresti smetterla di credere a tutto ciò che ti ha detto il maestro Lee e cominciare a crescere.” disse sua madre seriamente, aggiunse: “Preoccuparti di cosa farai quando io non ci sarò più.”, Noom affermò: “Io voglio diventare una maestra di arti marziali come il signor Lee e aiutare tante altre ragazze a imparare come difendersi! Non mi servirà certo avere un marito a rallentarmi e, poi, se la cicogna ci consegnasse un figlio dovrei lasciare tutto!”.

La rossa divorò il resto della pasta che aveva nel piatto.

“Grazie per la cena.” disse alzandosi e andando in camera sua.

Si sdraiò sul letto e sprofondò la sua testa nel cuscino.

“A parte mia madre che sta decidendo il mio futuro, questa giornata ha dato abbastanza profitti.” disse decisa la rossa alzandosi e andando a prendere il suo Quaderno dei Segreti.

Fece scivolare velocemente le pagine fino alla scritta fatta col pennarello rosso due giorni prima e, presa una matita, aggiunse qualche nota nello spazio bianco sotto il disegno.

Figlio del Comandante Supremo.

Vive in una casa di lusso.

C'è uno strano ammasso di energia attorno al suo corpo e, quest'oggi, ho sentito un'anomalia: come se la sua energia fosse esplosa rafforzandosi.

Qualcosa di inumano l'ha coinvolto.

 

Noom prese un foglio dalla sua scrivania e, questa volta con la penna blu, scrisse in chiare lettere.

 

Domani, quando sarai a casa sua, cerca di scoprire il più possibile a suo riguardo.

Come farlo:

Parlando con sua madre, con un suo amico, con qualche domestico (di sicuro ce ne saranno una valanga); guardando che tipo di libri gli interessano, come è arredata la sua camera, se ci sono stanze dove non ti vuole fare entrare.

 

-Quanto amo le liste!- pensò piegando con cura il foglietto e infilandoselo nella tasca della giacca che avrebbe indossato il giorno seguente.

Infilò il suo quaderno tra i libri e, appena fu perfettamente allineato con il resto degli scritti, fece scorrere la mano su tutti i dorsi ruvidi dei volumi.

Molti riguardavano le arti marziali, l'Energia del Corpo e quella del Mondo.

Le ritornarono alla mente le parole del suo maestro.

Non fermarti quando raggiungi un obbiettivo, cerca sempre di migliorare.”

Dopo averle dato quella lezione, le aveva insegnato una combinazione di mosse che le aveva fatto giurare di usare solo in caso di reale emergenza.

“Forse non avrei dovuto usare le arti marziali davanti a Selim, potrei averlo spaventato.” si disse Noom, aggiunse: “Mi dispiacerebbe perdere un potenziale amico e... un potenziale marito!” le ultime parole le pronunciò imitando la voce di sua madre.

“So che papà era un soldato, quindi un uomo con tutti i requisiti che ha elencato mamma, però mamma lo ha sposato perché era innamorata! Non avrebbe senso se io sposassi Selim senza essere innamorata di lui, saremmo tristi entrambi.”

Le riflessioni poetiche di Noom Celestovolta!

Poi non aveva certo tutti i torti!

Sentì bussare alla porta e sua madre le chiese il permesso di entrare.

La donna si richiuse la porta dietro le spalle e si sedette sul letto di sua figlia.

“Scusa per come ti ho parlato prima. Non ho potere io per decidere del tuo futuro. Sono solo preoccupata per il mio nuovo lavoro a Central City, questo trasloco ha scombinato la vita di tutte e due... quello che ti voglio dire in breve è grazie.”

Noom rimase con gli occhi spalancati, confusa.

“Insomma, nonostante i pessimi avvenimenti degli ultimi tempi, sei rimasta la mia bambina coraggiosa e intelligente. Sono sicura che se riusciamo a vedere il lato positivo della nostra nuova casa anche per tuo padre sarebbe molto più piacevole vegliare su di noi. Possiamo provarci, vero?”.

La rossa andò ad abbracciare la sua mamma, appena ebbe capito che tutta questa storia era difficile anche per lei ed era stressata ancora più di una mamma normale.

“Certo.” rispose la bambina, la mamma aggiunse: “Nonostante le stranezze del signorino figlio del Comandante Supremo! Sono certa che quando scoprirai il suo segreto, non sarà nulla di sorprendente.”.

Noom rise quando sua madre definì Selim “signorino figlio del Comandante Supremo”, in effetti gli si addiceva parecchio.

“Domani mi dovrò fermare a casa di Selim per fare il nostro progetto, quindi non ti preoccupare se non mi troverai a scuola.” avvertì Noom, non aveva ancora detto a sua madre del loro incontro e prima non le era sembrato il caso.

“Oh, d'accordo. Ma ad una condizione! Dovrai far vedere al caro signorino quanto sanno essere forti e indipendenti le ragazze del nord. Non hai certo bisogno di un bambino nato con la camicia tu per vivere.” affermò sua madre giocosamente.

“Lo farò sicuramente!”

 

Intanto, nella villa della famiglia Bradley, Pride stava mangiando con gran nervosismo.

“C'è qualcosa che ci devi dire, Selim?” chiese Wrath osservando come suo fratello stesse mangiando, il ché gli ricordava vagamente la situazione del giorno prima.

“No.” rispose Pride infilandosi in bocca l'ennesimo pezzo di bistecca che era la sua cena, la signora Bradley domandò: “Sicuro?” facendogli capire che non gliela dava a bere, né a lei né a suo marito.

“Oggi Noom si è quasi messa a piangere in biblioteca, io ho provato a consolarla, ma lei si è arrabbiata ancora di più e mi ha dato una librata in testa. Poi le ho detto qualcosa al quale non avevo riflettuto bene prima di usare le parole e lei si è calmata. Quando ci siamo separati mi ha abbracciato.” concluse per poi bere un lungo sorso d'acqua.

La signora Bradley, nel suo cuore, era gioiosa perché ciò che aveva detto suo figlio adottivo confermava la sua tesi.

Non si poteva dire lo stesso di Wrath che, invece, stava maledicendo suo fratello.

Pride aveva appositamente evitato di parlargli del fatto che Noom studiasse arti marziali da quando era piccola e avesse steso le due guardie del corpo con facilità.

Pensandoci, gli ritornò in mente una cosa.

“A che ora apre la cartoleria?” chiese rivolto ai suoi genitori adottivi, poi specificò: “E' già aperta prima che io vada a scuola?”.

La signora Bradley rispose: “Sì, come mai?” domandò nascondendo la sua curiosità al riguardo.

“E' solo che... vorrei fare un regalo.” rispose leggermente imbarazzato.

La donna capì a chi doveva andare il regalo e si ravvide dal fare altre domande.

Invece Wrath (anche lui aveva capito chi era la destinataria del dono) pensò di andare più a fondo nella faccenda.

Quella notte, l'ultimo homunculus nato bussò alla stanza di suo fratello che, sbuffando, lo lasciò entrare.

“Cosa vuoi Wrath?” gli chiese Pride con la sua voce naturale, era piuttosto infastidito dalla presenza dell'altro.

“Vorrei che tu mi parlassi un po' riguardo a quell'umana, quella bambina.” ordinò (a tono) il minore dei due homunculus.

Pride affermò subito: “Non c'è nulla da dire, tutto ciò che devi sapere su di lei, l'ho già riferito in questi giorni.”.

Wrath disse con certezza: “Secondo me stai tralasciando dei particolari importanti che a nostro Padre non piacerebbero affatto. Lo sai qual'è il tuo compito, il NOSTRO compito. Non possiamo permetterci distrazioni!”.

Le ombre di Pride sgusciarono fuori per intimorire l'altro homunculus.

“Con chi credi di stare parlando Wrath? Io non mi sto facendo distrarre da Noom. LEI non ha alcun potere su di me!” affermò Pride senza rivolgere uno sguardo, che l'avrebbe potuto tradire, al fratello; aggiunse sibilando: “Non ti azzardare a dire nulla di così scioccamente umano a nostro Padre, e nemmeno agli altri!”.

Wrath concluse il discorso, senza sentirsi minacciato dal fratello, dicendo semplicemente: “Come vuoi tu, Pride.”.

Il minore degli homunculus pensò: -Se la cosa dovesse degenerare e il Padre lo dovesse venire a sapere... quella bambina potrebbe diventare un ostaggio.-.

Nota autrice: Rieccoci qui!
Chiedo scusa a quelli che hanno deciso di seguire questa fanfiction per aver tardato ad aggiornare così tanto e spero che gli sia piaciuto questo capitolo!
Spero di aver mostrato un lato nuovo della personalità di Noom, il mio OC di Fullmetal Alchemist preferito!
Detto questo! Saluto tutti quanti voi e vi mando abbracci digitali in quantità!

 

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