Damn

di Vanex23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oh, damn ***
Capitolo 2: *** Same mistake ***
Capitolo 3: *** Confused ***



Capitolo 1
*** Oh, damn ***


                                                                                                                                                Oh, damn.

NB: vi prego con molta gentilezza di leggere con attenzione l'angolo autrice, vi verranno spiegate molte cose.

                                                                                                                                               ________________



"Stiles maledizione svegliati, non vorrai far tardi anche oggi che è il nostro primo giorno di scuola, vero?" Fui svegliato di soprassalto da una voce quasi sussurrata al mio orecchio. Aprii leggermente gli occhi e mi accorsi subito di essere nel mio adorato letto, quindi questo voleva dire che ero per fortuna, in camera mia. Mi girai lievemente per vedere in faccia chi mi aveva completamente rovinato il mio bel sogno, di cui però non ricordo niente, e mi ritrovai Heather a sorridermi a circa 5 cm di distanza, mentre con la sua mano mi stava ancora accarezzando la spalla, complice.
"Chi ti ha dato il permesso di entrare in camera mia e soprattutto chi ti da il permesso di interrompere i miei sogni erotici?" Chiesi sarcasticamente, beh, il sarcasmo sicuramente sarebbe stata l'unica cosa che mi avrebbe accompagnato fino alla morte.
"Ho dormito qui, non ti ricordi?" Chiese le perplessa.
"No." Affermai sinceramente, spalancando un po' gli occhi, impaurito da quest'ultima affermazione.
"Il solito." Commentò lei alzandosi dal letto e ridendo.
"Abbiamo fatto qualcosa..?" Chiesi ancora un po' preoccupato. Purtroppo ricordo vagamente cosa in realtà era successo la sera prima, anche perché tutti sanno che ho una pessima memoria quando si tratta delle feste e dell'alcool. Ma Heather era mia amica da praticamente sempre e sapere di aver fatto qualcosa con lei poteva essere davvero un brutto colpo per la nostra amicizia, non mi andava proprio di rovinare certi tipi di rapporti.
"Ma certo che no, signor Stilinski, non te lo avrei permesso io comunque." - Mi liquidò prima di uscire dalla stanza. - "Ti aspetto di sotto, ti prego fa presto, non voglio far tardi." Mi ricordò e dopo chiuse la porta alle sue spalle.
Decisi di alzarmi finalmente dal letto, i vestiti addosso li avevo quindi non stava mentendo, così andai in bagno, mi diedi una sistemata che, a dire il vero, ci voleva un'impresa edile a rimettermi in sesto per l'aspetto che avevo in quel momento e poi, chi mai poteva essere pronto a rivedere le solite facce dopo un'estate passata nel paradiso più totale? E chi soprattutto voleva tornare a scuola? Nessuno!
Tornai in camera di corsa, dando un leggero sguardo all'orologio, esattamente quindici minuti per essere salvato dalla campana, mi vestii velocemente, presi lo zaino anche se credo proprio fosse vuoto, ma poco importava e scesi subito le scale.
"Allora? Non sono stato veloce?" Chiesi soddisfatto mentre Heather era davanti a me, vicino alla porta.
"Velocissimo." Mi rispose ridendo.
"Mi merito un premio per questo." Dissi soddisfatto.
"Prima arriviamo a scuola e poi vediamo." Si limitò a rispondermi, prima di salire in macchina.

***


Appena arrivammo a scuola io ed Heather ci lasciammo, ognuno per i propri corsi. Lei era di un anno più piccola di me, era la mia vicina di casa ed eravamo sempre cresciuti insieme. Sapeva praticamente tutto di me ed io ogni tanto mi limitavo semplicemente a sorvegliarla e a starle accanto per capire cosa stesse combinando, quella ragazza quando voleva sapeva essere davvero molto astuta e pericolosa e mi piaceva anche per questo. 
Andai dritto verso il mio armadietto e come ogni santo anno, c'era sempre la stessa storia: non avevano ancora aggiustato la maniglia. Avevo fatto ben cinque segnalazioni, anche quest'anno mi toccava farne un'altra e saremo saliti a sei. Ma è mai possibile che per una fottuta maniglia bisogna fare sei segnalazioni?
Quindi, come mio solito ormai, decisi di attuare il metodo Stiles: aprire l'armadietto a forzatura. Cominciai a spintonarlo in avanti un paio di volte, cosicché appena la mia mano provasse a tirarlo all'indietro, per le leggi della fisica che avevo inventato io nel mio cervello e che dovevano darmi ragione, sarebbe stata maggiore la spinta per aprirlo. Ma come sempre le leggi della fisica, sappur inventate da me, non stavano mai dalla mia parte, ma se ne sarebbero pentite un giorno.
"Lo sai che fai più chiasso tu che tutto questo flusso di persone senza una meta il primo giorno di scuola?" Mi chiese una ragazza posizionandosi dietro di me, ridendo.
"Ciao anche a te Lydia Martin, sto bene grazie e tu?" Domandai non curandomi della sua presenza.
"Come siamo permalosi di prima mattina." Brontolò alle mie spalle ma io non le diedi più retta.
Poi di colpo, finalmente l'armadietto si aprì ed io riuscii nella mia impresa vittoriosa. Ero così soddisfatto della mia impresa mattutina che volevo davvero andarmene per tutto il corridoio saltellando come un pazzo, ma come sempre la sfiga aveva qualcosa in serbo per me e quel qualcosa o meglio, qualcuno, in quella giornata era proprio Lydia Martin.
"Cos'è, oggi ti hanno morso la lingua e non parli? Non mi ricordavo di te così taciturno!" Mi disse sospettosa.
"A quanto pare neanche io mi ricordavo di te così chiacchierona, soprattutto di prima mattina." Mormorai io, chiudendo il mio armaditto forte, perché aveva anche il difetto di rimanere aperta sta cagata.
"Quante cose si scoprono." Cantilenò lei sorpresa.
"Sono solamente tre mesi che non ci vediamo e già inizi a darmi fastidio, almeno risparmiati per la prossima settimana o qui bruciamo già le tappe." Le dissi facendole l'occhiolino.
Diciamo che con Lydia c'era sempre stato questo strano rapporto di amicizia e odio totale. Per un periodo eravamo stati anche grandi amici ma era durata solamente due mesi, tempo record comunque per Lydia Martin. Ma dopo era tutto finito, non ricordo neppure io perché, ci eravamo divisi per amicizie diverse forse. Io stavo sempre con Scott, ovvero il mio migliore amico praticamente da sempre, mentre lei aveva deciso di divertare amica del gruppo in cui faceva parte il suo ex ragazzo, meglio noto come Jackson Whittemore. Boh, a capirla.
Ad ogni modo io e Lydia non ci siamo mai sopportati veramente tanto. C'era stato un periodo dell'anno precedente in cui, me la ritrovavo praticamente ovunque e sapeva anche più o meno quello che facevo. Non che mi creasse qualche problema, ma non avevo neppure la mia intimità per qualche secondo, era molto inquietante come cosa.
"Ma va? Mica sei così credulone da pensare che ci stia provando con te, vero?" Mi chiese sospettosa.
"Lydia è stato un piacere vederti, ma adesso scusami ma ho di meglio da fare." Me ne andai subito, sperando di non doverla più incontrare per quella giornata. 
"Dove stai andando? La nostra classe è dall'altra parte, idiota." Mi riprese, ridendo.
Ah già, vero, avevamo anche la classe insieme.
"Grandioso!" Esultai per finta, pensando che la sfiga avesse finito lì per il momento.
Entrammo in classe e con grande sollievo per fortuna, mi ritrovai ad aspettarmi il mio caro amico fidato che mi aspettava sorridente come sempre. Non aveva mai sonno lui?
"Emozionato?" Mi domandò Scott, continuando a ridere.
"Scoglionato e tu?" Domandai sedendomi accanto a lui.
"Anche." Rispose smettendo di ridere e crollando sul banco. Adesso sì che riconoscevo il mio ragazzo preferito.
"Buongiorno anche a voi." Si sedette accanto a noi Isaac. 
"Bella sciarpa, non vedevo l'ora di tornare a scuola per vedere le tue sfilate armoniose delle tue sciarpe più belle del momento, magari poi me ne presti anche una per rimorchiare, sai, ne avrei bisogno." Dissi ad Isaac, mentre lui continuava a guardarmi storto, ma ormai ero abituato.
Scott scoppiò a ridere ma non mancò la sua ammonizione nei miei confronti per questa battuta. Io lo avevo detto che il sarcasmo mi avrebbe sempre accompagnato nel cammino della mia vita, ma nessuno voleva credermi. 
"Cosa c'è, la fidanzata non apprezza più il tuo stile?" Mi domandò Isaac ridendo. Duro colpo da buttar giù, non rispondere Stiles, fa finta di niente, non spaccare niente e non prendertela col mondo. Non devo assolutamente parlare, anche perché avrebbe sentito pure Lydia Martin e non avevo voglia di sopportare proprio loro due in quella giornata così odiosa che non aveva voglia di finire nemmeno lontanamente bene, visto che già l'inizio era stato pessimo.
Isaac però non poteva saperlo, nessuno poteva sapere in realtà com'erano andate veramente le cose, né tanto meno al momento potevano saperle. Dovevo tenermi tutto per me, come sempre del resto e sinceramente parlando c'erano cose più importanti a cui pensare piuttosto che piangermi addosso per una ragazza. 
"Stamattina parlare con te è come pretendere di voler risposte da un muro!" Sentenziò sempre Isaac, sbuffando sonoramente. Ormai noi due non litigavamo più come un tempo, ci punzecchiavamo ogni tanto, ma non era assolutamente nulla di serio, anzi, al contrario, capendo proprio l'intesa tra il mio sarcasmo e la sua ironia, il più delle volte riuscivamo anche a viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda.
"E' il primo giorno di scuola, cosa pretendi?" Domandai io, annoiato.
"Adesso sì che ti riconosco." Rispose lui ovvio.
E meno male.
Le nostre discussioni furono però interrotte dall'arrivo in classe della professoressa tanto amata di storia che, come sempre, non si risparmiava complimenti quando stava nella nostra classe.
"Siete al terzo anno ragazzi e il prossimo anno avrete gli esami, quindi cominciate già da ora a dare il massimo, prima si comincia e meglio si finisce." - Ci disse orgogliosa del suo discorso. Io non avevo seguito assolutamente niente, me ne stavo solamente seduto a giocare con la matita, era anti stress e mi piaceva. - "Mi sono permessa solamente di creare un gruppo all'interno della classe con le medie più alte per poter aiutare chi aveva solo una materia che destava problemi alla media complessiva." - Ci accennò prima di prendere il foglio con i nomi della classe. - "Ok, bene, ho deciso di raggrupparvi tutti insieme: Stilinski, McCall, Martin, Argent, Whittemore, Tate, Lahey e Raeken." Appena sentii pronunciare tutti questi nomi, mi girai di scatto guardando con una smorfia evidente sul volto Martin e subito dopo Tate. Mmh, la mia rovina in cinque secondi: loro due.


***

Le lezioni erano appena finite per fortuna e non vedevo l'ora di ritornarmene a casa già adesso, il primo giorno di scuola era stato molto più impegnativo del previsto e anche molto preoccupante e a me l'ansia non fa certo bene.
Stavo quasi per arrivare alla mia adorata e amata Jeep, l'unica che non tradirà mai il mio amore quando fui completamente rapito, perché di rapimento si trattava dalla grandissima ragazza delle gentilezze in persona: Lydia Martina.
"Ma ciao ancora." Salutai con un sorriso finto.
"Zitto e seguimi." Mi disse solamente tirandomi il braccio.
Andammo dietro il cortile della scuola e con allegria ritrovai tutto il gruppo al completo della lista che aveva dato la prof di storia. Scott e Isaac erano entusiasti tanto quanto me ovvero zero, mentre Theo era annoiato più che mai. Ah già Theo, non mi ero neppure ricordato della sua esistenza, sarà perché lo ignoravo praticamente da sempre? 
Allison era appoggiata ad un angolo del muro mentre Jackson stava seduto su una panca a guardarci con fare interrogativo.
"Ora che siamo tutti, spiegatemi che volete e perché mi avete costretto a rimanere ancora qui?" Chiese Jackson, sempre con modi molto fini ma che ormai avevo metabolizzato da tempo, conoscendo il soggetto.
"Sapete quanto tengo alla mia media, quindi organizziamoci adesso." Puntualizzò Lydia prendendo un foglio. Ma questa ragazza non era mai stanca?
"Vuoi organizzarti ora?" Domandai io sconvolto.
"Sì, perché?" Chiese lei senza neanche guardarmi.
"E' una follia, non abbiamo neppure i programmi e poi non so in quale materia sarò calante quest'anno." Spiegai io risentito.
"Storia come tutti gli altri anni."- Puntializzò ancora lei. Ecco forse perché non riuscivamo ad andare d'accordo: lei troppo precisa ed io troppo sarcastico per capirci. - "Scrivete su questo foglio le materie in cui andate male, dal primo anno." Disse lei facendo girare il foglio.
Tutti scrissero la loro materia, eccetto me che l'avevo già espressa, anche se in realtà era stata lei e non io.
"Tutto qui?" Chiese Jackson alzandosi.
"Quindi Scott vai male il biologia, Allison in chimica, Jackson in matematica, Isaac in matematica, Malia in matematica, Stiles in storia.. E Theo, tu?" Domandò Lydia stranita del perché non avesse scritto niente sul foglio.
"Non vado male in niente." Rispose lui facendo spallucce. Ah esisteva? Perché non me ne ero neppure accorto.
"Impossibile, ci sarà qualche materia in cui non sei capace." Riprese Lydia.
"Nessuna." Rispose secco lui. Certo che però pure Lydia a farsi rispondere così, se le cercava.
"E tu?" Domandai io alla reginetta delle materie.
"Ogni tanto anche per me la chimica è un po' dura ma riesco sempre a cavarmela perché studio e mi impegno." Mi rispose sfoderando un sorriso a 32 denti.
"Sì lo sappiamo quanto tu sia studiosa e precisina, quanto ami la matematica e la biologia, quanto tu sia dedicata all'informazione la futura ambizione al premio Nobel." Mormorai io, girando su me stesso. 
"Stiles.." Mi rispose lei stupita.
"E tu come fai a sapere tutte queste cose?" Mi chiese Scott curioso.
"Ma come? Non la sentite mai blaterare queste cose? Le dice sempre, da 8 anni che le ripete. Ma dove vivete ragazzi!" Esclamai stupito.
"Qui l'unico che se lo ricorda, veramente, sei tu." Disse ovvio Isaac. Ma cosa ne poteva sapere lui.
"Ragazzi, l'ascolto è importante e di sicuro voi non potete capirlo." Brontolai annoiato.
"Va bene, mi fa piacere che abbiate riscoperto il piacere della vita ma io dovrei anche andare a casa, abbiamo finito?" Si intromise Malia alla discussione, che non aveva smesso di guardarmi neanche per un secondo. Già, Malia.
"Sì certo." Si riprese Lydia da quella specie di assenza momentanea in cui era entrata.
"Perfetto." Sentenziò contento Jackson e ognuno di noi andò per la sua strada.
Io, Scott, Allison e Isaac, ci dirigemmo insieme verso la mia auto, tutti e quattro rigorosamente in silenzio però.
"Ah Stiles, mi raccomando stasera." Mi disse Scott, prima che mi mettessi a sedere sulla Jeep.
"Cosa?" Chiesi stranito per un attimo.
"Stasera è la sera." Mi richiamò lui all'attenzione.
"No Scott, non dirmi che stasera.." Non finii la frase perché avevo già capito a cosa si riferisse.
"Stasera ricominciamo." Mi guardò, cambiando il colore dei suoi occhi.
























Angolo Autrice:
 
HOLAAAAA! Adesso scrivo anche ff su teen wolf, una delle mie serie tv che più amo in assoluto. Allora, che dire, da dove posso iniziare? Diciamo che per scrivere questa ff su teen wolf me ne sono presa di tempo anche perché io non scrivo molto e sulle mie serie tv non ho mai scritto nulla e questa è la prima volta. Vi prego di fare molta attenzione a questo spazio autrice perché vorrei spiegarvi molte cose. Innanzitutto sono stata ispirata da un'altra ff che però non ha nulla a che vedere con lo stile che userò io per questa fan fiction e anche l'autrice di quella ff mi ha consigliato di buttarmici quindi la ringrazio già da ora (Grazie Francesca, tvb) e poi volevo spiegarvi molte cose.
Questa ff parla molto di Stiles, ma uno Stiles completamente diverso dalla serie tv. L'unica nota principale è il sarcasmo, cosa che devo essere onesta amo e che mi fa rispecchiare molto nel suo personaggio. Ho voluto eliminare per un momento quella nota da impanicato potente e lasciare solamente quella da impacciato quando si ritrova a parlare con Lydia, anche se il loro sembra un inizio molto travagliato ma è proprio questo che voglio. Diciamo che Stiles in questi primi capitoli vede Lydia come la vedevo io nella mia stagione, molto sulle sue e abbastanza arrogante mentre alla fine è la rivelazione della donna più forte che possa esistere nella storia di teen wolf, ma non temete, Lydia deve solo uscir fuori, non sarà perennemente così. Del resto neanche Stiles sarà così in eterno, diciamo che mi sono ispirata molto più al Nogitsune, ho lasciato la sua parte spiccante e condita da qualche punta di malizia per poi però far conoscere al vero lettore il vero Stiles che sarà ben oltre e forse anche più struggente della serie tv. Stiles è un personaggio fin troppo complesso e per analizzarlo ci vorrebbe molto più di questo spicciolo angolo autrice. La trama comunque è fondamentalmente la stessa, cambia il primo impatto con Stiles e il primo impatto con Lydia e soprattutto diciamo che forse qui si ribaltano i ruoli, non vedremo più uno Stiles sofferente alle sue condizioni sia da umano che da protagonista ma vedremo uno Stiles che imparara a crescere da ciò e poi ci saranno anche mille sorprese eheh, idem per Lydia, quindi occhio.
I personaggi sono sempre gli stessi, Allison non è morta, Jackson e Isaac ci sono ancora e soprattutto c'è Theoooooooo che amo da morire e che non ho intenzione di far fuori assolutamente quindi occhio, scontro fra titati.
Cambia solamente la trama iniziale, potrebbe cambiare qualcosa forse per Stiles e poi cambia la datazione, qui sono al terzo anno ma sanno già tutto mentre nella serie tv si comincia dal primo anno per arrivare all'ultimo.
Comunque ci tenevo molto a precisare questa cosa e tranquilli, non è nulla di diverso, semplicemente è una visione un po' mia particolare dei personaggi, soprattutto di Stiles e come me lo immagino senza alcuni lati del suo carattere più forzati rispetto ad altri.
Mi auguro comunque che questo capitolo iniziale vi sia piaciuto, buona lettura, xoxo Vanex23.




 

SPOILER:


[...]
"Ah e perché io non ne sapevo nulla?" Mi chiese Scott, dubbioso.
"Non puoi sapere tutto dalla vita, neanche io potevo immaginarmi di avere un migliore amico lupo mannaro e invece eccomi qui, con te.. E lui, che francamente non ho ancora capito cosa vuole." Dissi indicando la sagoma oltre gli alberi.
[...]

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Capitolo 2
*** Same mistake ***


  Same Mistake



Circa un anno fa.



Amavo molto i primi periodi delle vacanze estive perché non sapevo mai cosa fare ma sapevo che anche se avessi trovato soluzione troppo tardi non sarebbe mai stato così tardi come invece nelle giornate occupate prevelentemente dalla scuola e dallo studio, comunque cose che non servivano alla mia quiete mentale. Chiunque poteva pensare di me che ero un pazzo o addirittura uno schizzato mentale ma nessuno capiva che in realtà il più delle volte mi adeguavo alla stupidità che mi circondava e che per sopravvivere mi difendevo mostrando la realtà nuda e cruda agli occhi di chi preferiva ignorarla. Ero comunque sempre pronto a reagire.
Ma proprio in questa serata di fine giugno non avevo la benché minima idea di cosa farne della mia vita, ero spaparanzato completamente sul divano, aspettando forse una grazia divina che mi illuminasse saggiamente cosa fare nelle prossime ore. Sorseggiavo un po' di birra e controllavo ripetutamente il telefono, cercando anche di avere un briciolo di ispirazione, ma niente. Il mio cervello aveva deciso di andarsene in vacanza e non dirmi assolutamente nulla. Va bene Stiles, ci siamo solamente io e te, dissi al mio sarcasmo, proponimi qualche idea divertente e che sia possibilmente legale e io cercherò di trovarci solamente la positiva per farne diventare qualcosa di costruttivo, come sempre del resto. Ovviamente cosa non vera, ma questo non doveva saperlo.
Mi alzai tornando in cucina e posando la bottiglia della birra nel lavello, e rimasi un po' a pensare, che cosa strana, di solito non lo facevo mai, nemmeno sapevo cosa volesse dirne il concetto. Ma va? Io pensavo anche fin troppo e molto spesso la mia ansia derivava proprio da quello. Ma che persona ero? Proprio strano.
Allora decisi di andarmene al piano di sopra, avrei fatto una doccia, magari la doccia riusciva a portarmi consiglio e a rilassarmi di più, ma il mio piano fu interrotto da un lieve rumore provenire da dietro la porta di ingresso. Non che il mio udito fosse paragonabile a quello di un felino appena si apprestava a cacciare, come ad esempio un leone o un ghepardo, ma ero solo in casa e qualsiasi rumore estraneo sarebbe stato riconoscibile all'istante. Devo comunque ricordarmi di non divagare troppo nei concetti, forse è per questo che in storia non riesco a prendere un voto apprezzabile ma amo fare giri di parole immense per far perdere la pazienza alle persone.
Comunque avevo deciso di andare a controllore la causa dello strano rumore che avevo appena sentito e ovviamente non poteva mancare la mia amata mazza da baseball che mi accompagnava fedelmente da ormai un anno. Perché ne avevo viste talmente così tante in quegli ultimi due anno da non riuscire più a pensare che in questa città vivesse solamente gente 'normale'. E ho detto tutto.
Aprii pianissimo la porta cercando di fare il meno rumore possibile ma praticamente fu nullo paragonato al silenzio che vi era in casa, quindi avevo appena segnalato la mia posizione a chiunque avesse creato quel rumore sospetto pochi secondi fa come un radar e la cosa mi faceva stare davvero molto tranquillo, eh sì, tantissimo. Che idiota che sono!
Presi comunque un respiro profondo, mi posizionai dietro la porta, socchiusi gli occhi e quando li riaprii per impugnare meglio la mia amata mazza da baseball, ma fui bloccato dalla voce che sentii subito e che mi fece riaprire gli occhi.
"Stiles?" Mi chiese Scott, con un tono tra il divertito e il preoccupato.
Riaprii di scatto gli occhi, capendo la figura del coglione che stavo facendo per l'ennesima volta davanti al mio migliore amico, anche se era ormai indubbiamente abituato a tutto e mi calmai immediamente. - "Avevo sentito un rumore e ho pensato: a mali estremi, estremi rimedi." - Spiegai subito.
"Certo, con una mazza da baseball.." Disse lui dubbioso.
"Era la prima cosa che avevo trovato per casa, ok? E poi tra Kanima e lupi mannari assetati di vendetta credo di averne visti troppi per quest'anno, quindi dovevo equipaggiarmi no?" Domandai pungente. Ero umano, che cazzo!
"Ero solamente io e poi sai che non avresti concluso nulla con questa cosa." Mi spiegò indicandola.
"Vorrei ricordarti che non ho avuto la fortuna di poter avere come regalo un morso da un lupo mannaro uscendo una notte di luna piena per andare a gironzolare in mezzo al bosco, né tanto meno ho iniziato a frequentarne la gang, alquanto psicopatica e sconnessa per sapere le conseguenze del mio folle gesto. Nono!" Risposi gettando la mazza da baseball sul divano.
"Sai Stiles, certe volte penso che tu faresti male a chiunque senza poteri ma solamente aprendo la bocca a parlando." Commentò Scott dandomi una pacca sulle spalle.
"Grazie a Dio!" Esclamai felice.
"Comunque sono qui per chiederti se ti andava di venire ad una festa, ovviamente andiamo insieme." Mi disse Scott sorridendo.
"Qualcosa mi dice che ci sarà anche Allison, non è così?" Domandai curioso. Ormai Scott per me era come un libro aperto e poi ormai sapevo che tra lui ed Allison era nato qualcosa ma che nessuno dei due voleva ammetterlo e non si erano neppure messi insieme, che vergogna.
"Sì." Rinunciò subito lui, sospinto dal mio sguardo indagatorio. Non si può mentire al magnifico Stiles Stilinski.
"Dammi cinque minuti e andiamo subito a questa festa. Spero ne valga davvero la pena." Lo informai prima di andarmi a cambiare.
"Non te ne pentirai." Mi urlò lui dalla cucina soddisfatto.



***



In realtà aveva ragione, la festa era piuttosto accesa e non mi stavo affatto annoiando. Sarà che trovavo comunque un pretesto per scatenarmi, sarà anche stato ad influire la mia massima solarità con gente sconosciuta il fatto che comunque avevo bevuto anche più del necessario, ma mi ritrovai seduto su un divano con Scott e altre persone che non conoscevo minimamente mentre osservavo altra gente dimenarsi per la casa ballando o semplicemente limonandosi.
"Mi da fastidio." Mi disse Scott attirando la mia attenzione.
"Cosa?" Chiesi rivolgendomi a lui completamente distratto.
"Il tatuaggio." Brontolò scoprendo la parte del braccio sinistro tatuata, mentre si sistemava la benda.
"Amico, te lo dico sinceramente, toglimi subito questa visione orribile prima che io possa vomitarti addosso o possa addirittura svenire." Gli comunicai in modo molto sobrio.
"Come sei impressionabile." - Mi disse alzandosi dal divano. - "Ti dispiace se vado a cercare un attimo Allison? Non l'ho ancora vista da queste parti." Mi chiese guardandosi attorno.
"Va pure, io me ne starò buono buono senza fare casini." Gli dissi mimandogli un 'ok'. 
Ma dopo neanche un'ora mi ritrovai a ballare e a cantare col gruppo di Lydia Martin e il suo amorevole fidanzato Jackson Whittemore, in piedi su un tavolinetto di legno, mentre cercavo di far valere le mie mille doti nascoste.
"Allora ascoltatemi, indovinate cosa sto cantando!" Pronunciai prima di bere un altro sorso di non so che cosa e schiarendomi la voce.
"Sì, lo so, lo so!" Esclamò Lydia contenta.
"Ma se non ho ancora cantato?" Chiesi stupito.
"Ah." Disse solamente lei stranita.
"Siete pronti?" - Chiesi alzandomi di nuovo sul tavolo e tutti annuirono. - "But I wonder where were youuuuuuu, when I was at my wooooooooorst, dooooooown on my kneeeeeeeees, and youuuuuu said youuuuuuuuuu had my baaaaaaaaaaaaack, so I wonder where were youuuuuuuuuuuu, all the roads you took came back to meeeeeeeee, so I’m following the map that leads to youuuuuuuuuuuuuuu, the map that leads to youuuuuuuuuuuuuuu, ain’t nothing I can dooooooooooo.." Stavo continuando ma Lydia si alzò subito urlando di saperla e il mio udito ne stava risentendo parecchio.
"Sei Adam Levine!" Esclamò lei eccitata.
"Bravissima!" Esclamai anche io eccitato scendendo dal tavolinetto, per evitare altri imprevisti.
"Però non sai cantare per niente." Mi disse ritornando a sedere.
"Eh prova a cantarlo tu, magari ti riesce meglio." Borbottai ritornando a sorseggiare altra roba.
Precisamente non ricordavo neppure da quanto tempo ero lì con loro a ballare e cantare, né come ci ero finito, però non ci penai nemmeno tanto, soprattutto perché i miei pensieri in quel momento erano stati interrotti da Scott che continuava a chiamarmi insistentemente.
"Stiles!" Mi disse avvicinandosi ancora di più. Era accanto ad Allison, quindi pensavo volesse annucciarmi il loro finalmente fidanzamento, ma la sua espressione era troppo seria per volermi dire una cosa così tanto felice.
"Cosa?" Domandai un po' biascicando.
"Mi è appena arrivata una chiamata da tuo padre, visto che tu non rispondevi al telefono." Mi disse preoccupato, mentre io cominciavo a toccarmi le tasche per capire dove fosse il mio telefono.
"Merda. Cosa è successo Scott?" Domandai più preoccupato di lui.
"Si tratta di tua madre Stiles.." Riuscii a capire solo quello, dopodiché ho il vuoto più totale.



________


Adesso.



"Ricordami perché dobbiamo fare queste cose alle due di notte in mezzo al bosco? Ah già, perché ormai da due anni è la nostra quotidanietà!" Brontolai, tenendo una torcia ben puntata dritta sui miei piedi, per non ritrovarmi brutte sorprese come sempre.
"Lo sai che adesso più che mai soprattutto tocca a noi." Mi riprese Scott, camminando davanti a me.
"Ma non può uscire Derek alle due di notte in mezzo al bosco piuttosto che noi? Noi abbiamo scuola domani, noi siamo ancora adolescenti, noi abbiamo bisogno di dormire, io non ho super poteri." Gli ricordai premendo sull'ultima frase. Era vero.
"Derek è in Messico." Mi ricordò Scott. Già, era da quattro mesi che non si faceva più vivo in effetti. E spero come lui che non si rifaccia più vivo nessuno della sua stramba e pazza famiglia.
"Per fortuna non hai portato solamente me stasera ma anche Isaac e Allison, così capiranno cosa si prova a dover rimanere in giro nel bosco senza poter dormire." Ripresi di nuovo.
"A proposito di Allison.." Mi annunciò Scott pensieroso.
"Siete tornati insieme?" Chiesi speranzoso.
"No. Lei è tornata solamente da una settimana dalla Francia e ieri a scuola è stato il primo giorno che ci siamo visti. Io non le ho detto assolutamente nulla, si è proposta lei di fare la ronda di notte con me, te ed Isaac." Mi comunicò teso.
"Bene, no? Perché santo cielo non le parli così risolvete questa situazione una volta per tutte?" Chiesi esasperato, d'altronde poi dovevo sopportarlo sempre io e l'imbarazzo della password dovevo portarlo sempre io.
"Non è così semplice e sicuramente questa volta non sarà come la prima volta, mi rifiuterà e basta." Rispose lui secco. Ok Scott, non toccheremo più l'argomento, per ora.
"Fa come vuoi." Risposi solamente io.
"E tu invece, non c'è niente che vuoi dirmi?" Domandò girandosi verso di me e per un attimo lasciai la torcia puntata sulla sua faccia. Ok questa situazione mi metteva abbastanza terrore addosso.
"Cosa?" Chiesi innocente.
"No sai, perché ho chiesto a Malia se voleva unirsi anche lei alla ronda ma mi ha subito detto no, anche perché c'eri tu e mi ha anche spiegato che ormai vi siete lasciati quindi per il momento non vuole partecipare più. Che storia è mai questa?" Mi chiese sorpreso.
"Una storia.. Triste, molto triste, che però il tuo migliore amico ti chiede con gentilezza di archiviare al momento perché si sente a disagio a parlarne nel bosco, alle due di notte." Gli dissi cercando di evadere al discorso.
"Chi vuoi che ci senta nel bosco? Siamo da soli!" Mi rispose ovvio.
"Appunto, questa scena grottesca non mi fa esprimere al meglio i concetti, quindi dobbiamo rimandare." Lo liquidai subito, cercando di superarlo per andare più avanti con la torcia.
"Ah e perché io non ne sapevo nulla?" Mi chiese Scott, dubbioso.
"Non puoi sapere tutto dalla vita, neanche io potevo immaginarmi di avere un migliore amico lupo mannaro e invece eccomi qui, con te.. E lui, che francamente non ho ancora capito cosa vuole." Dissi indicando la sagoma oltre gli alberi.
"Cosa stai dicendo Stiles?" Mi domandò lui voltandosi in tutte le direzioni.
"Devo ripetere tutta la frase?" Chiesi seccato.
"No, di quale ombra stai parlando?" Domandò Scott, cambiando colore degli occhi. Ecco che ci risiamo.
"Quella." Indicai alzando la torcia, puntandola contro l'ombra che era rimasta proprio dritta e nascosta dove l'avevo vista io.
"Abbassa questa torcia razza di idiota, i miei occhi da lupo sono sensibili a queste cose." Mi rispose una voce che conoscevo fin troppo bene. Ma che palle, vedo che adesso siamo proprio tutti al completo.
"Jackson e tu che ci fai qui?" Domandò Scott, scrutandolo bene e ascoltando il suo battito cardiaco, lo capevo da come si posizionava e concentrava sul soggetto che parlava.
"Vi ho seguiti idioti? Da quando sono diventato un lupetto come voi anche io indago e non me ne sto con le mani in mano ma avevo sentito parlare e inizialmente non capivo da dove provenisse la voce." Rispose Jackson. Era sincero, lo avevo capito anche io e quando Scott mi guardò ne trovai la conferma.
"Che voce?" Chiese Scott avvicinandosi al ragazzo.
"Era una voce quasi sussurrata ma la traccia si interrompe proprio dietro quell'albero, per questo sono rimasto lì in silenzio ma Stiles come sempre è un genio del male e mi ha puntato la torcia contro." Comunicò Jackson infastidito.
"Sai com'è, l'anno scorso stavi quasi per uccidermi sottoforma di demone o chiamalo come ti pare, quindi adesso scusami se ti illumino la faccia per capire se sei tu o il tuo secondo." Spiegai abbastanza sarcastico.
"Scusami, lo sai che non lo avrei mai fatto se fossi stato davvero il me, anche se non vi sopporto così tanto non vi avrei mai uccisi." - Finì la frase in un primo momento il biondino. - "Davvero." Aggiunse dopo.
"E noi ti crediamo, vero Stiles?" Mi domandò Scott, lanciandomi uno sguardo di intesa.
"Io sinceramente non ti credo ma ringrazia che sia ancora vivo per poterti tormentare." Gli risposi girandomi.
In quel momento ci raggiunsero anche Isaac e Allison. Il primo stava correndo verso di noi, scuotendo la testa in segno di resa mentre la seconda stava tranquillamente camminando, portando con sé come sempre il suo arco con le frecce. Ormai Allison era senza dubbio la nostra cacciatrice preferita, si era schierata fin da subito con me e Scott e alla fine aveva convinto anche suo padre a stare dalla nostra.
"Non c'è nulla, per questa notte sembra tranquillo." Spiegò Allison rasserenata.
"Confermo." Disse anche Isaac.
"Bene, neanche noi abbiamo trovato nulla quindi possiamo anche tornare." Annunciò Scott, e insieme ritornammo alla mia Jeep.
Scott sarebbe ritornato sicuramente con me, mentre Isaac aveva deciso di tornarsene a piedi, anche perché casa sua era molto vicina al bosco. Jackson aveva la sua auto e se n'era già andato anche lui, quindi rimaneva Allison che stava ancora seduta su una panca a sistemare alcune frecce, ci teneva molto a perferzionale sempre.
"Se vuoi posso accompagnarti a casa." Aveva detto Scott cogliendo la palla al balzo. Bravo Scott, così si fa.
"Grazie." - Rispose Allison accettando l'invito. - "Con quale auto?" Chiese dopo curiosa.
"Ci darà un passaggio Stiles." Rispose prontamente lui, facendola salire in auto.
Che cosa? Da quando la mia Jeep era diventata un taxi?
"Bella mossa Scott, davvero." Gli dissi sottovoce, prima di mettere in moto e scorazzare i due piccioncini direttamente a casa.


***

Il campo elettrico, il campo elettrico, la costante, le leggi di non so chi, il circuito elettrico... Tutte queste parole e frasi sconnesse tra di loro mi rimbombavano nella mia testa da più di mezz'ora mentre stavo completamente col capo chino a dormire sul banco. Non so nemmeno io cosa sto sognando né tanto meno mi interessa, ma so solamente che i miei occhi si rifiutano categoricamente di aprirsi e di farmi seguire la lezione, e sono solo al secondo giorno. E' colpa di Scott, maledizione, i miei occhi hanno bisogno di riposo per non parlare del mio cervello. Stasera mi fingerò morto, almeno non potranno costringermi a fare qualcosa che non posso fare da vivo. E almeno non dovrò dilettarmi a fare l'autista per una coppia che non si decide ad essere coppia. In quell'auto ieri sera potevo sentire persino io il gelo che c'era tra i due.
"Stiles!" Mi sentii richiamare nel regno dei comuni mortali, sentendomi anche scuotere leggermente la testa. Ah quindi non era ancora giunta la mia ora?
"Altri cinque minuti." Borbottai incredulo.
"Non si possono avere altri cinque munuti." Mi sentii rispondere da chiunque poteva essere e ne sentii in seguito anche una risata. Come si permetteva a ridere di me mentre dormivo e non ero cosciente delle mie azioni?
"Mamma.." Mormorai un po' stralunato, mentre mi svegliavo tutto rotto per colpa del banco. Era scomodo e di certo a scuola non potevo portarmi dietro un cuscino, sarebbe stato troppo ridicolo.
"Stiles.." Mi sentii richiamare di nuovo. Aprii piano gli occhi e riuscii finalmente a vedere la figura davanti a me. Era Malia. E mi guardava abbastanza preoccupato. Ripensai un attimo a quello che avevo detto prima e subito capii il perché della sua espressione. Avevo detto 'mamma' mentre stavo dormendo e ciò come stava turbando me in questo preciso momento aveva turbato anche lei perché sapeva.
"Mh, grazie per avermi svegliato." Dissi solamente, guardandomi attorno e notando che la classe era quasi vuota. In realtà Scott mi stava aspettando fuori dalla classe, quindi io mi apprestai subito a sistemare tutto e uscire da quella stanza.
"Buongiorno ben svegliato, sbrigati a camminare, Lydia ci aspetta fuori dalla scuola, deve parlarci." Mi disse sbrigativo, mentre si apprestava ad uscire dalla scuola anche lui.
"E da quando noi facciamo quello che ci dice Lydia?" Chiesi rimanendo bloccato davanti alla porta.
"Da quando lei vuole raggiungere i massimi risultati in tutte le materie per quel gruppo di studio." Mi spiegò Malia dietro di me mentre mi invitava a camminare. Effettivamente le stavo bloccando ogni via d'uscita dalla classe, quindi mi spostai subito e la feci passare per prima.
Mi accorsi solo in quel momento che aveva tagliato i capelli e dovevo essere sincero, le stavano davvero bene in quel modo e senza le punte più chiare che aveva prima. Malia aveva sempre avuto una bellezza particolare e fin da quando Scott aveva accettato di farla entrare nel branco che l'avevo notato. Anche perché una ragazza così spigliata come lei era impossibile da non notare. Era carismatica, astuta, molto furba e sinceramente parlando neanche me stupisco, era un coyote e cosa più importante era davvero molto più forte di quanto pensava davvero di essere. La ammiravo anche per il suo carattere determinato, non si arrende davanti a niente e per quanto certe volte possa essere troppo rude e diretta nel modo di dire le cose, è capace di caricarti più del necessario per farti fare ciò che tu non faresti mai da solo. Con Malia è come se ci fosse davvero lei ad aiutarti anche mentre non c'è, perché ha il potere di farti rimanere impresse le cose che dice col modo di porsi che ha. E poi nota personale: adoro la sua ironia. Principalmente andavamo d'accordo anche per questo.
"Allora vieni sì o no?" Mi risvegliò dal mio pensiero, mostrandomi un mezzo sorriso.
"Arrivo!" Le comunicai subito, dirigendomi anch'io verso la porta.
"Finalmente ci siete tutti, eccovi qui." - Annunciò Lydia, trillando con la sua voce per avere più attenzione possibile. Mi stava già scoppiando la testa e lei non aiutava. Prima di sedermi osservai tutti uno ad uno, e nessuno sembrava molto interessato alla cosa, capirai. Theo era rimasto addirittura il più lontano possibile anche se stava attento a quello che diceva Lydia, Scott era seduto accanto a me e continuava a fissare un foglio annoiato, Isaac si sistemava i capelli, Jackson ticchettava rumorosamente sul tavolo e creava anche molto fastidio ad essere sincero, Allison era seduta accanto alla sua amica, ma non la stava ascoltando molto perché era intenta a fissare un po' Scott e un po' Isaac e poi Malia che stava ancora mangiando un panino. -"Dobbiamo scegliere un giorno della settimana, di comune accordo, per vederci almeno per due orette e concordare quale materia fare per prima." Spiegò controllando il foglio di ieri. Giuro che glielo brucio.
"Io direi di cominciare con la matematica, facciamo per maggioranza, tanto siete già in quattro." Comunicò Theo, avvicinandosi al tavolo. Da quando lui partecipava a questa cose da persone normali e soprattutto da esseri umani?
"Ha ragione, lo penso anche io, quindi adesso ci resta da decidere solamente il giorno." Disse Lydia sedendosi e sbuffando, controllando la sua agenda. Aveva anche un agenda, cosa?
"Per me vanno bene tutti i giorni tranne il sabato e la domenica." Annunciò subito Jackson, sempre molto interessato devo dire.
"Io il lunedì sono alla clinica veterinaria con Deaton quindi non ci sono." Comunicò subito Scott, ed era vero.
"Io non posso il mercoledì." Internevì subito Isaac, ripassandosi nuovamente una mano tra i capelli. Era divento uno tick nervoso? Perché mi stava dando anche fastidio.
"Vai a comprare nuove sciarpe?" Chiesi indicandogli quella che aveva oggi che era davvero la più brutta che si era messo in tutta la sua carriera da modello di sciarpe.
"Sì, se vuoi te ne compro anche una per te, magari ti starebbe anche bene." Mi rispose molto soddisfatto.
"Ti ringrazio." Risposi solamente mentre entrambi ci lasciammo sfuggire qualche risata.
"Va bene a tutti giovedì?" Domandò Lydia, scrivendo sempre sulla sua agenda. Mi chiedevo poi cosa avesse da scrivere così tanto, sembrava un diario con la lista dei nomi delle persone da uccidere più che altro.
Comunque eravamo tutti d'accordo per iniziare giovedì questo gruppo di studi ma con grandissimo piacere mi resi conto che giovedì era proprio domani. Oh porca troia.
Eravamo rimasti comunque lì a parlare tutti insieme anche per organizzare al meglio e senza imprevisti il pomeriggio dello studio e come sempre Lydia aveva preso la parola per comunicarci tutti i suoi piani strategici, neanche fosse un generale in battaglia. Però una cosa dovevo ammetterla: era piena di risorse quindi non si annoiava molto facilmente e meno male.
Era proprio nel centro del suo discorso, quando fu interrotta da una ragazza che conoscevo fin troppo bene e conoscendo anche Lydia fin troppo bene, se c'era una cosa che odiova era essere interrotta e perdere il filo dei proopri discorsi.
"E tu chi saresti?" Domandò ad Heather, mentre la ragazza cercava di comunicare con me, però.
"Sono Heather, piacere. Stavo cercando Stiles, ti stavo aspettando alla tua Jeep ma tu non arrivavi e ti ho cercato." Mi disse preoccupato. Oh dio, dovevo riportarla a casa almeno 30 minuti fa e ora cosa dico ai suoi.
"Heather potevi anche chiamarmi e ti avrei riportato a casa." Dissi subito alzandomi.
"Stiles mi raccomando, ricordati domani a casa mia alle 16:00 e sii puntuale." Mi ricordò Lydia con un tono un po' diverso dal solito. Per un momento avevo notato uno sguardo diverso in lei mentre osservava me ed Heather parlare e ciò lo avevo anche intravisto nei periodi in cui io e Malia ci frequentavamo ma non stavamo ancora insieme.
Ma sicuramente era lo stesso errore ripetuto due volte.

















Angolo Autrice:
Eccomi qui col secondo capitolo, spero di aver iniziato a soddisfare qualche piccola curiosità e di averne magari aperte altre che verranno però prossimamente ricucite, non preoccupatevi. Comunque sia di questo capitolo non ho molto da dirvi anche perché è abbastanza risolutivo e come il primo è ancora di introduzione però più andremo avanti con la storia e più ci saranno cose da chiarire e da mostrare.
Comunque spero che vi sia piaciuto questo capitolo, buona lettura, xoxo, Vanex23.



 

SPOILER:

[...]
"Ma perché?" Chiesi ad alta voce mentre cercavo di mantenere la calma.
"Potresti leggere nella tua mente senza disturbare?" Mi chiese Lydia alquanto scocciata.
"Potresti smetterla di immischiarti nei miei pensieri per un attimo e lasciarmi in pace?" Risposi più duro di quanto potevo risultare. Mi alzai di scatto e uscii dalla stanza, sbattendo la porta dietro le mie spalle.
[...]

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Capitolo 3
*** Confused ***


  Confused.


Ero appena arrivato a scuola e come ogni santo giorno, da riturale più o meno visto che la frequentavo da tre anni, andavo dritto al mio armadietto che come ogni mattina, si riproponeva di farmi impazzire, perché altrimenti non avremo cominciato bene la giornata. Sospirai sonoramente prima di attuare come sempre il mio piano. Avevo anche esposto il sesto richiamo alla segreteria della scuola per questo deficit ma ancora niente. Ok che la scuola è appena iniziata ma, non vorrei dir nulla, sono tre anni che aspetto un armadietto normale, come tutti gli altri. Ora che ci penso in realtà forse non sono neanche l'unico con l'armadietto difettoso o quasi. Jackson è da un anno che ha l'armadietto quasi smontato, ma non era per colpa sua o della scuola, in quel caso glielo aveva proprio distrutto di proposito Scott, ma ne aveva di motivi, uno ben valido: mai provarci con la ragazza di un licantropo e Jackson non lo sapeva. Neanche il suo armadietto era stata sistemato, me n'ero accorto solamente adesso mentre mi rigiravo a guardare verso la sua direzione, stava lì ad aprire quel pezzo di anta che ne rimaneva e poi lo richiudeva per quel poco che poteva. Allora qualcuno più sfigato di me esisteva.
Mi sa proprio che comunque farò il settimo richiamo tra qualche mese, magari avranno la brillante idea di sistemarlo, prima o poi. Molto poi, magari.
Ma proprio stamattina non aveva voglia di aprirsi questo armadietto ed io stavo perdendo fin troppo la pazienza, di prima mattina il mondo mi sta proprio sui maroni. Era più scivoloso del previsto e non capivo come mai visto che dentro la scuola c'era sempre fresco e utilizzavo sempre lo stesso metodo per aprirlo, che diamine stava succedendo?
Mi rigirai abbastanza irritato e vedevo che poco a poco il corridoio stava svuotandosi, tra poco sarebbe anche suonata la campana dell'inizio delle lezioni ed io a prima ora avevo anche biologia, che bello! Era forse un coalizione di tutti gli enti negativi contro di me, oggi?
"Vuoi una mano?" Mi domandò una voce femminile alle mie spalle, accompagnata da una leggera risata.
"No Malia, ma grazie per l'aiuto." Risposi scocciato, buttando lo zaino a terra per essere più libero.
"Lasciami provare." Mi disse lei, spostandomi totalmente senza neanche prestare attenzione a quello che le avevo appena detto. Ecco una cosa che non sopportavo di Malia: il suo essere così testarda, è una cosa che mi fa andare fuori di testa e sicuramente farebbe andare fuori di testa anche il più pacifico del mondo. Continuava tranquillamente ad armeggiare col mio armadietto e in meno di due secondi, fu subito aperto, facendo formare sulle labbra di Malia un sorriso compiaciuto e soddisfatto per il suo aiuto, che comunque nessuno aveva chiesto, a maggior ragione io.
Presi subito i miei libri, e dopo mi rivolsi a lei in tono molto basso - "Potresti smetterla di usare i tuoi poteri da coyote a scuola almeno?"
"Un grazie sarebbe gradito." Rispose saccente.
"Sì, grazie, molto gentile." - Dissi io riprendendo lo zaino, ma Malia non si accennava a spostarsi e togliersi davanti a me. - "Devo fare il contratto scritto per passare?" Chiesi ovvio.
"No scusami, è che.." Si bloccò scuotendo la testa.
"Cosa? Malia cosa c'è?" Domandai mettendomi a braccia conserte.
"Stavo cercando di capire quali sentimenti o emozioni ti stessero sfuggendo in questo momento e.." Mi spiegò ma io la bloccai subito.
"Che cosa? Stavi controllando il mio umore senza neanche chiedermelo? Dovreste smetterla di analizzarmi come un campione da laboratorio, cosa pensate di fare?!" Domandai seccato. Avevano tutti questo vizio assurdo di utilizzare i loro poteri per scannerizzarmi i sentimenti, cosa che io odiavo perché non potevo tenermi niente per me.
"Sì, cioè andiamo Stiles è normale che mi preoccupi ancora per te, ti ho visto così nervoso e stavo cercando di capire cosa stesse accadendo." Mi disse corrugando la fronte. Però era preoccupata da questa cosa, non capivo il motivo.
"E cos'hai scoperto, sentiamo?" Domandai curioso, ormai che c'ero.
"In verità non ho sentito proprio nulla, non riesco a percepire alcuna tua emozione o sentimento, c'è qualcosa che non va." Mi spiegò ovvia ma io ancora non capivo cosa voleva dirmi.
"Quando aggiusti i sentori fammi sapere." Le dissi ridendo.
"Stiles è una cosa seria, non mi era mai successo." Mi disse toccandosi la testa sconsolata.
"C'è sempre una prima volta. E per la cronaca in questo momento sto provando tanto.." Dissi lasciando la frase in aria.
"Cosa provi?" Domandò colpita.
"Sonno, tanto sonno." Le risposi soddisfatto prima di andarmene e lasciarla in corridoio da sola. Era comunque una risposta vera.
Entrai subito in classe e con grande sollievo ancora la professoressa non c'era. Invece c'era proprio Scott ad aspettarmi, mi aveva tenuto il posto, eravamo seduti insieme, nell'ora di biologia avremo sicuramente dovuto analizzare qualche compito portato dalla stessa prof, quindi mi stavo preparando per non essere del tutto impreparato. Aprii il libro e lo posizionai sul banco nell'angolo, così ogni tanto potevo sbirciare a dare delle dritte anche a Scott.
La prof arrivò qualche minuti più tardi e ci diede il nostro campione, io e Scott dovevamo dividerci il telescopio e la scheda di analisi, niente di così complesso comunque.
"Allora.." Cominciò lui sempre parlando piano, non dovevamo farci sentire.
"Cosa ti serve?" Chiesi cercando di prendere il libro.
"Nono, posa quel libro, non mi serve." Puntualizzò subito.
"Allora cosa?" Chiesi stupito. Non me lo aspettavo, Scott aveva studiato!
"Stiles insomma sono il tuo migliore amico, quando mi dirai cos'è successo realmente tra te e Malia e perché vi siete lasciati?" Chiese incredulo.
"Sssssssh!" Gli tappai subito la bocca. Proprio non lo capiva che come ce li aveva lui i poteri per origliare le discussioni altrui ce li avevano anche gli altri, ed eravamo perennemente circondati da lupetti anche noi. Soprattutto nella stessa classe. C'erano Jackson e Isaac con noi che avevano il suo stesso potere e nessuno doveva sentire nulla.
"E' così tanto segreto da non poterlo sapere neppure il tuo migliore amico?" Mi chiese triste.
"Esatto." Risposi sincero.
"Andiamo Stiles, io ti confido tutto." Mi disse spazientito.
"Anch'io ma per ora non posso, scusami." Risposi sbrigativo.
"Perché?" Mi chiese ancora.
"Perché no." Risposi ovvio.
"Ma che risposta è questa?!" Chiese contrariato.
"Vogliamo parlare piuttosto del fatto che tu e Malia ve ne approfittiate ogni volta per scannarizzarmi e controllare i miei battiti cardiaci e i miei sentimenti quando vi pare, senza dirmi niente?" Domandai un po' alterato.
"Sai che non lo faccio mai senza chiederti il permesso." Mi rispose Scott incrociando le braccia.
"Lo stai facendo anche adesso perché volevi sapere di Malia, non negare l'evidenza Scott." Risposi girandomi verso di lui.
"Ok hai ragione ma sei calmo e i tuoi battiti cardiaci sono normali quindi stai dicendo la verità." Mi disse sincero.
Ero calmo perché semplicemente non c'era molto da dire del perché io e Malia ci eravamo lasciati e ancora non potevo dirlo a nessuno semplicemente perché glielo avevo promesso.
"Non fatelo mai più, mi urta, mi sento come se fossi sotto esame e sapere che mi state controllando a mia insaputa mi fa stare affatto tranquillo." Spiegai ovvio.
"Ma sei stato tranquillo per tutto il tempo che l'ho fatto e non hai accennato nemmeno una nota di nervosismo, quindi perché preoccuparsi?" Mi chiese sbalordito. In effetti aveva ragione.
Guardai l'orologio, non avevo più voglia di starmene lì dentro ma erano ancora solo le nove. In più mi ricordai in quel momento che di pomeriggio dovevamo andare tutti insieme da Lydia e lì la mia mente scoppiò: sarebbe stata una lunghissima giornata 'no'.



***



Eravamo appena arrivati a casa di Lydia. Era carina come casa, non troppo grande ma nemmeno troppo piccola, molto sistemata e in ordine, ogni cosa al suo posto e le pareti erano lucidissime. In confronto casa mia poteva essere la casa degli orrori ma si vedeva molto che mancava ormai una mano femminile e che pesava tantissimo questa assenza, già. Lydia ci fece accomodare tutti quanti nella sala grande, era davvero enorme quella stanza: un tavolo centrale lungo con 12 posti occupava già metà stanza e dall'altro lato c'era un divano, anche questo enorme a tre posti bianchissimo e una tv di 32 pollici che regnava sovrana lì in mezzo. Ok, me ne stavo innamorando di quella stanza, semmai si potesse provare amore per un qualcosa.
"Sedetevi pure qui e se avete fame ditemi pure, non ci sono problemi." Ci disse Lydia sorridendoci. Bene, questa cosa stava iniziando col piede giusto e mi stava piacendo.
"Se avessi saputo della tv prima sarei venuto anche ieri." Commentò ironico Isaac. Gli diedi ragione mentalmente.
"Scommetto che saresti venuto prima per molte cose." Aggiunse Jackson, sapendo il fatto suo, come poterlo biasimare, il ragazzo fino a l'anno scorso si sguazzava qui dentro.
"Lasciate perdere casa mia e concentratevi sullo studio, prima cominciamo e prima finiamo." Disse Lydia prendendo tutti i suoi appunti.
Io mi misi in mezzo tra Allison e Scott visto che nessuno dei due accennava a volersi sedere vicino l'un l'altro ed era l'unico posto libero. Di fronte a me c'erano Malia e Theo seduti vicini che parlottavano tra di loro con accanto Isaac e a capotavola c'erano Lydia e Jackson.
"Oh mio dio Malia non non ti confondi con tutti quei colori sul libro?" Chiese sempre Lydia notanto tutte le parti sottolineate sul libro della mora, con colori diversi.
"No anzi, riesco anche meglio a ricordarmi quale parte so meglio e quale peggio. Il rosso è perché non ci sono arrivata per niente, il giallo per dire che ci sto lavorando e il verde ce l'ho fatta." Spiegò fiera di sé.
"Beh noto con piacere che ci sono molte parti rosse." Disse Lydia un po' preoccupata.
"Odio la matematica." Sputò fuori Malia come se fosse davvero una bestia la materie della quale stava parlando.
"Che metodo idiota, chi te lo ha insegnato?" Domandò Theo squadrando il libro un po' dubbioso.
"Lo sto adottando io." Disse Malia tagliando corto, mentendo.
"Lo ha appreso da me perché ha visto come anche io certe volte risolvevo delle cose." Dissi attirando la sua attenzione. Malia mi guardò torvo ma non mi importava mentre Theo sorrise un po' ma non disse nulla.
"Va bene, possiamo cominciare comunque, proviamo a fare i teoremi?" Chiese Lydia per smorzare un po' la tensione: almeno in questo era brava.
Tutti concordammo anche se effettivamente non mi importava molto, diciamo che in matematica riuscivo a cavarmela bene, merito del mio astuto cervello. Presi il libro comunque per leggere il teorema e poi dimostrarlo ma c'era qualcosa che non andava fin da subito. Non era concentrazione, né tanto meno scarsa voglia, non riuscivo proprio a leggere, non ce la facevo. E se non leggevo il teorema non potevo esplicarlo. Inizialmente avvicinai il libro ma così era solamente peggio e se strizzavo gli occhi le parole si fondevano l'un l'altra. Se lo allontanavo non riuscivo a distringuere le lettere delle parole e anche queste si confondevano l'un l'altra, creandomi tanta confusione e facendomi vedere confuso ogni cosa. Chiusi e riaprii gli occhi un paio di volte, ma sembrava tutto inutile. Guardai gli altri che nel frattempo stavano lavorando perfettamente. Scott collaborava con Isaac, Malia e Theo stavano scrivendo insieme, Allison faceva calcoli, Lydia scriveva tranquillamente e Jackson stava addirittura usando anche il telefono. Solo io non ci riuscivo. Mi sentivo un po' confuso e la testa iniziava anche a farmi male. Mi passai una mano tra i capelli abbastanza nervoso ma non mi sentivo neppure tanto nervoso. In quel momento, per la prima volta speravo con tutto il cuore che qualcuno sentisse i miei battiti del cuore accellerati ma nessuno si voltava verso di me dei lupetti in sala, neppure Scott.
"Ma perché?" Chiesi ad alta voce mentre cercavo di mantenere la calma.
"Potresti leggere nella tua mente senza disturbare?" Mi chiese Lydia alquanto scocciata.
"Potresti smetterla di immischiarti nei miei pensieri per un attimo e lasciarmi in pace?" Risposi più duro di quanto potevo risultare. Mi alzai di scatto e uscii dalla stanza, sbattendo la porta dietro le mie spalle.
Ma proprio in quel momento mi resi conto di essere proprio un idiota. Stava piovendo anche se piano e per quanto potessi essere all'aperto e non leggere nulla, la mia vista mi faceva apparire le cose ancora confuse, la testa mi premeva forte alle tempie e in tutto ciò non riuscivo quasi più a muovermi. Mi ero paralizzato del tutto.
Cosa diamine stava succedendo e perché?
"Stiles!" Urlò dietro di Malia, seguita a ruota da Scott.
"Cosa stai facendo, entra dentro." Mi riprese Scott avvicinandosi a me.
"Scannarizzatemi ragazzi, ve lo sto chiedendo sinceramente, anche se mi da fastidio, ma fatelo. E soprattutto ditemi subito cosa sentite." Ero più alterato, quindi potevano sentire i battiti più veloci ma non importava.
"Va bene." Dissero insieme e si contrarono per ascoltarmi e dirmi cosa sentivano.
Nel frattempo uscirono anche Theo, Jackson, Isaac e in fine Lydia molto preoccupata.
"Mi dispiace Stiles.." Disse Lydia un po' troppo preoccupata per una semplice risposta sbagliata.
"Non ora Lydia." La bloccò Jackson, si stava concentrando anche lui su di me e anche Isaac stava facendo la stessa cosa, adesso mi sentivo molto in soggezione però, lo avevo chiesto solo a Scott e a Malia perché di loro mi fidavo. L'unico che non se ne preoccupava nemmeno un po' era Theo e da un lato lo ringraziai mentalmente almeno 10 volte ma dall'altro lato mi urtava particolarmante perché non riuscivo capire cosa caspita ridesse in quel momento.
"Allora?" Chiesi un po' preoccupato, stavo rimandendo ancora immobile ma niente. I quattro si guardarono un po' stupiti e preoccupati ma nessuno parlava.
"Stiles.." Cominciò Malia, ma Scott la bloccò avvicinandosi a me.
"Cosa? Ero troppo nervoso, ansioso, avevo il cuore alle stelle, insomma?" Domandai riscontrando molto nervoso in me in quel momento.
"Non abbiamo sentito assolutamente nulla Stiles, il tuo cuore non ha accelerato i battiti cardiaci a non trasuda alcun tipo di odore come nervosismo, ansia, o altro." Mi disse Scott molto serio.
"Ma è impossibile, io mi sento nervoso e molto strano." Commentai dubbioso.
"E' impossibile, come abbiamo fatto a non sentirlo?" Chiese Isaac dubbioso anche lui, rivolgendosi agli altri.
Lydia era rimasta accanto alla porta osservando tutta la scena, ma non sembrava stranita affatta da questa strana situazione, insomma, lei era all'oscuro di tutto. 
"Di qualsiasi cosa dobbiate parlare, potete farlo anche dentro, sapete?" Ci chiese Lydia attirando l'attenzione di tutti noi su di lei.
Seguimmo il suo consiglio e Scott mi aiutò a passare per entrare dentro.
In tutto ciò notai perfettamente quello che aveva fatto Theo per tutto il tempo sentendo ogni minima parola tra di noi: continuava a sorridere soddisfatto, come se sapesse qualcosa e sicuramente lui sapeva, lo avrei scoperto in tutti i modi possibili.











Angolo Autrice:
Anche il terzo capitolo è qui! Purtroppo lo so che è corto e di solito io scrivo molto di più ma non posso svelarvi ogni cosa quindi devo limitarmi a pubblicare capitoli molto più corti e più piccoli. Poi oggi devo fare un paio di cose in più quindi pubblicare un po' è un'impresa per ora.
Comunque spero di avervi incuriosita con la questione di Stiles, è una cosa nuova per certi versi ma per altri la conosciamo già perché è stata accennata appunto nella quinta stagione.
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto, xoxo Vanex23.











 

SPOILER:


[...]
"In realtà io so già tutto." Disse Lydia spiazzandoci tutti.
[...]

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