Questo matrimonio non s'ha da fare

di namirami
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un insolito consigliere ***
Capitolo 2: *** Legami ***
Capitolo 3: *** Promesse ***



Capitolo 1
*** Un insolito consigliere ***


1. Un insolito consigliere.

 
(I will fight for you, my stupid cook)

 
 
 
 
"Quando seguiamo il cuore, quando scegliamo di non scendere a compromessi, è strano vero? Ci togliamo un peso. Il sole brilla più luminoso e, almeno per un attimo, troviamo un po' di pace" .
Meredith Grey, Grey's Anatomy 9x03.
 
 
 
 
 
La notte era sempre stata un ottimo momento per riflettere, e ora ne avevo davvero bisogno.
Strinsi il Clima – Attack e guardai le mie esili braccia: cosa credevo di fare? Forse la mia era una mossa azzardata e sarei stata solo un peso per il capitano, eppure non potevo stare con le mani in mano mentre Sanji-kun era in una tale situazione.
Non avrei permesso che se ne andasse così: il modo in cui ci guardava mentre ci salutammo non l’avrei mai dimenticato. Cercava di rassicurarci, ma il suo sguardo tradiva le sue parole. Era preoccupato, più di quanto volesse farci vedere.
No, non se ne sarebbe andato. Volevo conoscere la sua storia. Cosa c’era dietro quell’aria sempre serena? L’avrei scoperto, ad ogni costo.
Mi sentivo un po’ colpa per come erano andate le cose, e poi non sapevo spiegarmi il perché, ma quella situazione mi dava troppo sui nervi.
“Nemmeno tu riesci a dormire, Nami?” Mi voltai e vidi Usop a pochi passa da me.
“Anche io ho un po’ di difficoltà. Con tutte le informazioni avute oggi, tutti i legami dei tizi di quest’isola con Roger, le informazioni su Raftel… ancora il mio cervello deve elaborare tutto” mi disse sorridendo.
“Già, hai ragione” risposi laconicamente.
“C’è altro che ti preoccupa vero? Ma non devi: riporterete Sanji sano e salvo sulla Thousand Sunny!
Sano e salvo, si… e non sposato, mi ritrovai inevitabilmente a pensare, ma mi limitai ad un breve cenno d’assenso con il capo.
Non riuscivo a pensare ad altro, l’idea di questo matrimonio, inaspettatamente, non riuscivo proprio a digerirla.
Usop rimase per un po’ in silenzio, percepivo la sua volontà di tirarmi su il morale ma anche di non disturbarmi.
Ad un certo punto, esordì: “Beh, ora le parti si sono invertite. Sei tu che dovrai impedire a lui di sposarsi!” ridacchiò.
“Che intendi?”
“Ma come non ricordi? Ah già, avevi perso conoscenza! A Thriller Bark avresti dovuto vedere con che impeto era venuto a cercarti!”. Così Usop mi raccontò quella parte della storia che non conoscevo. E ora capivo perché, quando attaccai Absolom dopo aver ripreso i sensi, riuscii a vincerlo e scappare: evidentemente Sanji-kun doveva averlo sfidato e indebolito.
Che stupido… dovevo immaginarlo che avrebbe fatto qualcosa del genere.
Che idiota… già, ma era il mio idiota.
“Così sarete pari!” continuò ridendo il mio amico.
“Ahaha, si, più o meno!”. Considerando tutte le volte che mi aveva difeso, ci sarebbe voluto molto più di questo per mettermi “in pari”.
“Credi che stiamo esagerando, Usop? Voglio dire… si tratta di un imperatore, e la famiglia di Sanji-kun sembra molto potente…”. Si schiarì la voce e lo vidi molto serio, come raramente l’avevo visto.
“Sai Nami, è difficile dirlo: Rufy ha ragione quando dice che prima o poi questi imperatori andranno affrontati, e lui ha già lanciato la sfida a Big Mom. Non nego che avrei preferito che questo “incontro” avvenisse dopo, però il nostro capitano è davvero diventato fortissimo! Avresti dovuto vederlo a Dressrosa contro Doflamingo!”
“Già, immagino sia stata una lotta davvero dura”.
“Oh, ovviamente c’è stato il mio preziosismo contributo, ho sconfitto mille uomini di…”
“Usop…” Davvero voleva raccontare bugie a me, che per anni ero stata maestra di finzioni e doppi giochi?
“Ok, ok, scusa, forse ho un po’ esagerato… però penso che ogni volta che abbiamo affrontato un nemico, sembrava sempre che facessimo un passo più lungo della gamba. Pensa se oggi dovessimo affrontare Arlong e la sua ciurma: ci basterebbero pochi minuti per sconfiggerli, anzi forse nemmeno avresti bisogno del nostro aiuto! E ad Alabasta, quando ancora non eravamo conosciuti, sfidare uno della flotta dei sette sembrava decisamente azzardato. E ad Enies Lobby, ti ricordi? Anche lì sembravamo non avere speranze, eppure abbiamo sempre trionfato! Quindi, non so se sia troppo presto, ma se avessimo aspettato sempre il momento migliore per agire, a quest’ora non saremmo nemmeno partiti dalle nostre isole!” concluse.
Che strano, pensai: sentire Usop così riflessivo proprio non me lo aspettavo. Certe parole me le sarei aspettate da Robin, o Sanji-kun.
Già, Sanji-kun…
“Hai proprio ragione, sai?” gli dissi, ringraziandolo tacitamente per quelle parole.
“Un’altra cosa, Nami. Non dire mai più certe cose” aggiunse risoluto.
“Uh? A che ti riferisci”. Non capivo proprio dove volesse andare a parare.
“Non dire più che non puoi essere utile. Capisco quello provi… noi siamo i più deboli nella ciurma, ma ti ricordi cosa ti dissi quando ti consegnai il Clima-Attack? Non è detto che occorra sempre mostrare i muscoli per vincere… Anche l’astuzia e l’intelligenza sono armi potenzialmente letali. Noi ce la siamo cavata in brutte situazioni, no? E tu saprai dare il tuo contributo!”
Usop… fino ad ora non mi ero resa conto i quanto anche lui fosse cresciuto in questi due anni.
“Eppure non verrai…” gli dissi sorridendo per smorzare il clima che stava diventando un po’ troppo serio.
“Ah, ehm….”  Iniziarono a tremargli un po’ le gambe. Ridacchiando aggiunsi:
“Aahaha tranquillo! Capisco che ancora devi riprenderti da Dressrosa. Dopo aver combattuto contro tutti quegli uomini…”
“Ecco, è esattamente così!” rispose risoluto, per poi aggiungere un po’ sconsolato “ e comunque credo che nemmeno noi avremo vita facile, troveremo il modo per cacciarci in qualche guaio. E poi sai chi sarà il prossimo avversario: Kaido!”.
Sorrisi a quelle parole: non lo giudicavo, a Dressrosa se l’era sicuramente vista brutta ed ora era più che giusto che tentasse di cercare un po’ di serenità, che come aveva giustamente detto sarebbe durata poco.
Poi d’improvviso mi chiese:
“Sei arrabbiata con Sanji?”
“Beh…”. La verità era che non lo sapevo: forse un po’, per non averci mai detto nulla, però…
“Non dovresti. Lo sai anche tu che nella nostra ciurma funziona così, ci proteggiamo a vicenda non solo durante uno scontro, ma anche nascondendo verità scomode. Tu dovresti capire il cuoco, facesti lo stesso, come Robin… Ma io non ce l’ho con voi! Posso solo immaginare quanto sia doloroso tenersi dentro certi segreti”.
“Si. Hai ragione” dissi risoluta.
“Sai Nami, mi è venuto un po’ di sonno. Andrei a dormire e dovresti farlo anche tu. Ti aspettano giorni impegnativi”.
“Giusto, ancora cinque minuti e andrò a letto”. Gli diedi un piccolo buffetto sulla guancia in segno di ringraziamento e gli augurai la buonanotte.
Il cecchino aveva fatto centro ancora una volta con le sue parole. Tenere certi segreti faceva male. Bruciava, bruciava da morire, nemmeno puoi immaginare quanto, Usop.
Per questo capivo Sanji-kun, perchè non ci aveva mai raccontato nulla, perché preferiva risolvere la cosa da solo.
Però non era da solo e quello che stava accadendo non era affatto giusto.
E ora certa di fare la cosa giusta: avrei dato il mio contributo per aiutare Sanji-kun, che aveva rischiato la sua vita per me prima ancora di conoscermi, che tante volte si era sacrificato per salvarmi e che era senza ombra di dubbio uno stupido ma… era il mio stupido, e di nessun’altra.    ®   ۩
 
 
Ciao a tutti!
Manco da tantissimo tempo su EFP, scusate! Ma mi sono rimessa da pochi giorni in pari con il manga ed è stato un shock… quante novità! E visti gli ultimi sviluppi, non potevo non scrivere qualcosa. Ho notato con grande piacere che su efp ci sono varie storie su questo argomento, e lo capisco perché è un po’ come successe per Punk Hazard: se sei sanamista come puoi non scrivere? Ti partono le mani ancora prima che il cervello abbia elaborato frasi di senso compiuto.
Ora leggerò le vostre fanfic: ho deciso di farlo dopo aver scritto la mia storia perché temevo che i  vostri racconti mi avrebbero “influenzato”, o meglio ero preoccupata di poter, chiaramente non intenzionalmente, usare espressioni o immagini usate anche da voi. Di certo ci saranno delle somiglianze con i vostri racconti, anche perché ancora sappiamo pochissimo (cosa però che ci permette di volare alto con la fantasia!) ma vi giuro che sono in buona fede! Se però qualcuno avesse qualcosa da dirmi in merito, sono pronta ad ascoltare :)
Due piccole cose sulla fanfic:
-Usop: spero non sia troppo OOC; quando mi sono accorta di quanto lo avevo reso riflessivo, ho pensato di cambiare il personaggio con Robin, però sono rimasta su di lui, sia per fare qualcosa di meno “scontato” ( in genere nelle mie storie faccio quasi sempre confidare Nami con Robin), sia perché solo Usop poteva farle il discorso sui vari tipi di forze che esistono e sul Clima-Attack. E poi mi piace l’idea che tutti i membri della ciurma in certi momenti sappiano tirare fuori “perle di saggezza” ;)  
-inizialmente avevo pensato di scrivere una sola one shot e aggiungerla alla mia raccolta “Mille spendidi soli”, poi però mi sono accorta che le idee erano troppe e questa storia sarebbe diventata troppo lunga, così l’ho divisa in tre parti, sperando che sia più scorrevole da leggere in tale modo (ma intendo aggiornare anche la raccolta con qualcosina a riguardo). 
Se vorrete, fatemi sapere che ne pensare e... rimanete sintonizzati!

Un abbraccione immenso alla Rufy.
Namirami 

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Capitolo 2
*** Legami ***


2. Legami.
 
(You’re my strenght)

 
 
"I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare. Ci uniscono anche quando sembra che i legami si debbano spezzare. Certi legami sfidano le distanze e il tempo e la logica. Perché ci sono legami che sono semplicemente... destinati ad essere".
Grey' s Anatomy 5x08.
 
 
“Siamo oggi qui riuniti per celebrare…”
Appena il prete iniziò il discorso, smisi di ascoltarlo.
Maledizione, e ora? Non era così che immaginavo il mio matrimonio, non era questa la donna che volevo sposare. Ma tutto era andato più velocemente del previsto.
Una volta arrivato da Big Mom, c’era ben poco da fare: era stato tutto organizzato e in pochi giorni mi ritrovai su una delle tante isole sottoposte al dominio dell’imperatrice, dove si trovava sua figlia e dove la mia famiglia era già arrivata per finire tutti i preparativi.
E ora, inaspettatamente ero qui, di fronte a questo prete, con questa ragazza che conoscevo a malapena, senza che la mia famiglia mi avesse dato possibilità di scelta, come sempre.
Mi ero ripromesso che non avrei mai permesso una cosa del genere, non avrei lasciato che gli sporchi interessi dei miei parenti intaccassero la mia vita.
Invece ora non sapevo proprio come agire. Accidenti a me, avrei dovuto agire molto prima, e non aspettare che fossero loro a rintracciarmi!
Ma temevo che potessero attaccare qualcuno a me caro se avessi fatto una mossa troppo avventata, e a forza di rimandare, ora mi trovavo in questo guaio.
Forse avevo sbagliato fin dall’inizio: non potevo sperare che la mia famiglia mi lasciasse libero di vivere la mia vita come meglio credevo, di cercare l’All Blue… nessuno dei miei parenti ci aveva mai creduto e si erano sempre fatti beffe del mio sogno, reputandolo ridicolo.
Figurarsi se gente della loro risma avrebbe mai appoggiato una tale idea.
Ma di una cosa ero certo: non avrei mai permesso che intaccassero i desideri dei miei compagni, a costo di rinunciare al mio e di non tornare più da loro.
Mi si contorceva lo stomaco al solo pensiero di non poter più navigare con loro e soprattutto di non poter più rivedere la mia adorata Nami-san, ragione di ogni mio respiro.
Quanto avrei voluto rivederla ancora, dirle che l’amavo più di ogni altra cosa, spiegarle tutta quella situazione. Invece avevo rovinato tutto: chissà cosa pensava di me; sicuramente che ero stato un bugiardo, un falso… e chissà se aveva avuto informazioni sulla mia famiglia.
In quel caso, recuperare la sua fiducia sarebbe stata un’impresa quasi impossibile.
Pregai affinché né lei né gli altri credessero che io fossi immischiato nei loschi affari dei miei genitori.
Respirai a fondo: maledizione! Dovevo trovare una soluzione. Pensa, Sanji!
Pensa, pensa, pensa…
 
SBAAAAAM!!!
 
Un frastuono clamoroso bloccò il discorso del prete e fece voltare me e tutti gli ospiti verso la porta d’ingresso della chiesa, che qualcuno aveva sfondato. Si era formata una spessa nuvola di fumo, ma ci mise poco a dipanarsi e la prima cosa che si intravide fu un inconfondibile cappello di paglia.
Poi, sentii le loro voci:
“RUFY! Ti avevo detto NO! Quale parte della parola NO non hai capito?!”.
“Ma buttando giù la porta abbiamo fatto prima, Nami!”.
Li vidi chiaramente: Brook, Chopper, Rufy e… lei, che stava scuotendo il capitano perché evidentemente non aveva seguito il suo piano.
Dannazione! Dovevo immaginarlo che il capitano sarebbe venuto, ma perché anche gli altri? Perché lei era venuta?
Continuarono a litigare tra loro incuranti degli sguardi a dir poco allibiti degli invitati.
“Villani,chi siete voi? Come osate entrare in un luogo sacro in tale modo!”. Esordì il prete, non poco spazientito da questo imprevisto.
Solo allora i miei amici si resero conto di essere nel bel mezzo della chiesa e che tutti li stavano guardando ad occhi sbarrati.
Rufy si scrollò la polvere dai pantaloncini e si avvicinò a noi, esclamando:
“Io sono Rufy, e un giorno diventerò il re dei pirati!”.
Era inutile ripetere al capitano che doveva imparare ad essere più discreto, ormai sapevamo che ogni qualvolta qualcuno gli avesse chiesto chi fosse, la sua risposta sarebbe stata quella, indipendentemente dalla circostanza in cui ci trovavamo.
Ma se non fosse stato così, non sarebbe stato il nostro capitano.
“Come osi venire qui in questo modo e disturbare questa cerimonia?”
“Dovevo parlare con Sanji” disse semplicemente.
Nel frattempo, Brook, Chopper e Nami-san si erano avvicinati al capitano.
Mi sforzai di ignorare Nami-san: nessuno doveva capire quanto ci tenessi a lei, quanto la amassi… Perché se avessero sospettato quanto fossi profondamente legato a lei, sarebbe potuta diventare un facile bersaglio di ricatti. Se avessi compiuto qualcosa di sbagliato, avrebbero ferito lei piuttosto che me.
E questo era un prezzo che non ero assolutamente disposto a pagare.
Mi concentrai su Rufy, ma come attratti da una calamita, i miei occhi non facevano che cercare lei. Perché ogni giorno che ti vedo sei sempre più bella, mia adorata? Cosa darei perché ci fossi tu, qui, a fianco a me su questo altare.
“Cos’è questa storia, Sanji?” mi chiese Rufy.
“Vi avevo scritto che avevo delle cose da risolvere. Non saresti dovuto venire!”. Se solo fosse stato un po’ più cosciente di tutto ciò c’era in gioco, forse non avrebbe seguito il suo istinto.
“Non mi importa con chi ti sposi o quando” continuò il capitano. “Ma che sia chiara una cosa: tu sei un membro della mia ciurma! E io non mi sottometto, ne mai lo farò, ad un imperatore!”.
Gli invitati iniziarono a mormorare tra loro e potevo capire la loro sorpresa: il mio capitano stava osando davvero tanto, nessuna persona di buon senso avrebbe detto tali parole ad alta voce.
Vidi i pirati di Big Mom alzarsi ed iniziare a circondare i miei amici.
Accidenti alla tua boccaccia Rufy!
“Allora, Sanji: vuoi ancora far parte della mia ciurma?”.
Mi colse del tutto impreparato: mi ricordai di quando lo incontrai la prima volta, di quanto titubai sull’ accettare o meno la sua proposta di entrare nella sua ciurma, della spinta di Zeff… diamine, ora avrei pagato qualsiasi cifra per rimanere con lui!
Però c’erano in ballo affari molto importanti, e avere Nami-san qui rendeva tutto più difficile.
Aveva idea di quanto fosse pericoloso essere lì? Avrei tanto voluto proteggerla da tutto questo, desideravo che non conoscesse mai il mio passato… e il mio dolore. Se uno di questi pirati l’avesse anche solo sfiorata, me ne sarei sentito responsabile, e non me lo sarei mai perdonato.
Respirai a fondo, che rispondevo?
Se avessi detto di sì, sarebbe scoppiata una lotta in cui i miei amici rischiavano davvero tanto: non il capitano, ma Brook, Chopper e soprattutto lei correvano il pericolo di rimanere gravemente feriti, se non peggio.
Se avessi detto no, probabilmente sarebbe scoppiato lo stesso un putiferio e del resto Big Mom non li avrebbe lasciati andare via senza dar loro una punizione per il loro comportamento, però forse era l’unico modo per temporeggiare ancora…
Quando fui quasi convinto di dire “no”, i miei occhi andarono inevitabilmente a cercare quelli di Nami-san.
E allora capii cosa fare: bastarono pochi secondi, perché gli occhi della mia adorata erano quelli di chi è pronto a combattere, erano sicuri di sé, esprimevano tutta la sua forza straordinaria.
Erano gli stessi occhi che ad Enies Lobby avevano deciso di lottare per Robin.
Gli stessi che ad Alabasta erano disposti a combattere rischiando tutto per Bibi.
E, ci avrei scommesso qualsiasi cifra, erano gli stessi occhi che Nami-san doveva avere da bambina, quando decise di allearsi con Arlong per salvare il suo popolo.
Erano gli occhi di chi aveva visto e vissuto il peggio, riuscendo sempre a sopravvivere a tutte le avversità.
E io cosa potevo rispondere, a quegli occhi?
Mi sentii un tale stupido per aver dubitato di lei: Nami-san aveva affrontato il peggio e al peggio era sopravvissuta, e portava tutti noi a fare lo stesso.
Con che coraggio avrei potuto deluderla, o tirarmi indietro quando le cose diventavano più difficili? Mi sarei preso a calci da solo.
Come sempre, le risposte ai miei dubbi erano lì, in quegli occhi profondi, che avevano visto il buio ed erano riemersi per brillare con una luce così intensa da avvolgere tutto e tutti.
E allora non ci furono più dubbi né timori:
“Sì, Rufy. Certo che sì”.
Al grido di esultanza del capitano, alcuni pirati iniziarono a sfoderare le loro armi.
E mentre ci apprestavamo a combattere, non mi sfuggì il lieve sorriso che aveva fatto fece Nami-san al mio “si”. ۩      ®
 
 
 
 
Buonasera!
Non ho ovviamente idea di cosa abbia in serbo Oda, spero in tante scene sanamose ma cerco anche di rimanere con i piedi per terra, sarebbe un sogno vedere Nami che piomba in mezzo alla cerimonia e interrompe tutto (ma appunto è un sogno e non credo proprio si avvererà). Non so come sia il babbo di Sanji, non ho ancora capito come sia fatta Big Mom e chissà com’è questa sposa ma è chiaro che se davvero i Mugi interrompessero le nozze in tal modo loro non starebbero fermi come li ho resi io, ma non conoscendoli ancora ho preferito farli restare in un “angolo” per concentrare l’attenzione sui Mugi e ovviamente su Sanji e Nami. Spero che nella lettura la cosa non stoni troppo; a me gli ingressi rocamboleschi di Rufy divertono troppo, come a Marinerford, pur nella tragedia il modo in cui lui e il suo gruppo arriva è stato esilarante!
Ringrazio tantissimo chi ha letto e chi ha recensito il primo capitolo: sono stata molto felice di ritrovare le mie care compagne sanamose, che non si sono dimenticate di me, e di conoscerne di nuove!
Bene, ora la parola a voi, io mi dedico a mettermi in pari con le nuove bellissime storie sanamose che ci sono *_*
Un bacione, a presto con il capitolo finale!
SHARE SANAMI LOVE <3
 
 

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Capitolo 3
*** Promesse ***


3. Promesse


(In other words, I love you)




“Il più bello dei mari è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello,
non te l’ho ancora detto”.
Nazim Hikmet



Mi rigirai nel letto guardando fuori dalla finestra: una luna piena si stagliava chiara in cielo attorniata da miliardi di puntini luminosi.
Era finita.
Era tutto finito.
Ero nella mia camera da letto della Sunny, eravamo ripartiti per raggiungere gli altri a Wano.
Eravamo sani, salvi e soprattutto eravamo tutti.
Ancora mi sembrava incredibile che fossimo riusciti a fermare il matrimonio e a sconfiggere la famiglia di Sanji-kun e Big Mom. Era stata una lotta dura ed estenuante, però avevamo vinto.
Il mio nuovo Clima Tact era portentoso, non vedevo l’ora di raccontare ad Usop come l’avevo usato. Tutti avevamo affrontato i nemici impegnandoci al massimo e i risultati si erano visti: nonostante gli scontri fossero stati davvero duri, avevamo raggiunto il nostro obiettivo.
Peccato che il mio fisico ne avesse un po’ risentito: mi ero sentita male, ma per fortuna Chopper mi aveva assicurato che non avevo riportato seri danni, però avevo sforzato molto il mio corpo. In pochi giorni mi sarei ripresa, e in effetti già mi sentivo meglio.
Dovevo stare a riposo il più possibile: mi era concesso solo andare una o due volte al giorno a controllare che la rotta fosse giusta.
Ma mi stavo annoiando a morte a stare così tante ore in camera.
Così, decisi di uscire di notte: non sapevo chi ci sarebbe stato di guardia ma al diavolo, non potevano negarmi un po’ di ore fuori a respirare il profumo del mare e lasciarmi incantare dal suo dolce movimento.
Perché ora, dopo giorni di agonia e di oppressione, ero tornata a sorridere per davvero. 
Non che fosse la prima volta che rischiavamo di perdere qualcuno o di dividerci, eppure ora mi sentivo realmente… sollevata.
Uscendo sul ponte, mi dissi che sarei dovuta essere il più silenziosa possibile, come un’astuta ladra come me sapeva fare.
Appoggiai la schiena alla balaustra alzando gli occhi per ammirare le stelle, luminose come solo nel Grande Blu sanno essere. Dopo pochi minuti avvertii dei passi gentili avvicinarsi e giunse alle mie narici un inconfondibile odore di salsedine misto a tabacco.
Perché tra tutti proprio Sanji-kun doveva essere di turno questa notte?
“Buonasera, mia adorata Nami-swan. Tieni, o prenderai freddo” esclamò togliendosi la sua giacca e appoggiandola delicatamente sulle mie spalle, mentre si sedeva accanto a me accendendosi una sigaretta.
“So che non dovrei esser qui, ma non ce la facevo più a stare così tanto tempo in camera”.
“Lo immaginavo. Mi dispiace tanto, Nami-san. Per tutto”.
Avevo intuito che si sentiva in colpa verso di me e ora ne ebbi la conferma. Ancora non avevamo affrontato l’argomento in modo diretto ma sapevo che prima o poi avremmo dovuto farlo.
“Non è colpa tua Sanji-kun. Abbiamo affrontato duri scontri ma siamo la ciurma del futuro Re dei Pirati, nulla deve fermarci! Ho scelto io di venire da Big Mom”. Sapevo che si sentiva comunque colpevole, perché il motivo per cui avevamo affrontato quei nemici era recuperare lui.
“Nami-san, questo è il punto” esclamò con sguardo serio, come poche volte lo avevo visto. “C’è una cosa che vorrei chiederti. È da tanto che ci penso e non voglio girarci intorno”.
Ebbi un lieve sussulto e temetti di capire dove voleva arrivare.
Quindi prese un bel respiro e mi domandò:
“Perché sei venuta?”.
Perché ero andata?
Queste semplici parole riecheggiarono nella mie mente, rimasi così sorpresa da quella domanda, che non sapevo da dove cominciare per rispondergli.
“Quello che intendo è che quando vi vidi in chiesa, inizialmente pensai che foste venuti tutti da me. Ma mi sono presto reso conto che eravate solo voi quattro e ho intuito che vi eravate divisi in gruppi. Lo stesso Rufy mi ha detto che voleva essere da solo, ma poi tu e gli altri vi siete proposti di accompagnarlo, tu per prima. E da allora continuo a chiedermi perché tu eri lì, in un posto così pericoloso”.
“Non volevi che venissi?” gli chiesi per cercare di sviare la sua domanda.
La verità era che nemmeno io la sapevo, la risposta.
“C’è una parte di me che appena ti ha visto ha provato terrore, terrore puro per quello che sarebbe potuto succederti. Ma” aggiunse con fare lievemente malizioso “C’è un’altra parte di me che era felice che tu fossi lì, che fossi venuta da me. Perciò te lo ripeto, Nami-san: perché?”.
Era giunto il mio momento di affrontarlo e di affrontare questa verità.
Lo guardai, dritto negli occhi, e gli risposi:
“Dovresti sapere che non sopporto chi non mantiene le promesse, Sanji-kun. E da quando ci conosciamo non fai che promettermi tante cose, ogni giorno: che mi difenderai sempre, che sarai sempre al mio fianco, che soddisferai ogni mio desiderio. Volevo capire se mi avevi presa in giro per tutto il tempo”.
Sorrise  e poi, aspirando un po’ di tabacco dalla sigaretta ed espirando piccole nuvolette di fumo, mi disse, con voce bassa e leggermente roca:
“Certo che no, Nami-san: non ti ho mai presa in gira, non potrei mai farlo. Sei l’unica donna che amo, l’unica che vorrei sposare”. 
“Non provare a mentirmi ora. Non ci è mancato molto che sposassi Purin”.
“Non avrei mai potuto farlo. Non potrei legarmi ad un’altra donna, che non sia tu”. Sorrise ancora: dovevo ammettere che era un bel sorriso, ma ciò doveva rimanere irrilevante.
“Anzi, ti prometto ora una cosa”. Si fece più vicino a me e intuivo che sarebbe stata una pessima idea, non mi piaceva la piega che stava assumendo la conversazione ma ero curiosa di sapere cosa si sarebbe inventato.
“Io ti amo, Nami-san. E voglio passare il resto della mia vita con te. Com’è vero che sono il cuoco della ciurma del futuro Re dei Pirati, non permetterò a nessuno di interporsi”. Lo disse in modo solenne, come se fosse una vera promessa di matrimonio.
Quindi si alzò, si sedette dietro di me e circondò la mia vita con le sue braccia, facendo sì che la mi schiena appoggiasse sul suo petto, e sussurrò con un filo di voce:
“Vieni qui”.
“Oh… Ehi! Che fa?”
“Mantengo le promesse, da vero uomo. Ti sto accanto”.
“Vedi di non esaltarti troppo Sanji-kun. Non ti ho detto di sì”.
“L’hanno fatto i tuoi occhi per te”.
Avrei voluto calciarlo lontano da me, prenderlo a pugni, sbattere quella sua testaccia contro l’albero maestro… ma mi resi conto che si stava proprio bene, lì tra le sue braccia, circondata dall’aroma di salsedine misto a fumo e avendo la certezza che non se ne sarebbe andato.
Mi rilassai e chiusi gli occhi.
“E’ un sì, Nami-swan?”.
“Piantala o ti getto in fondo al mare, Sanji-kun”.
“Ho capito” sussurrò ad un mio orecchio stringendomi ancora di più a sé.

***

“Ho capito” sussurrai ad un suo orecchio stringendola ancora di più a me. 
Ho capito tante cose, Nami-swan: che tutto prende senso grazie a te, che non posso respirare se non sei accanto a me, che non permetterò mai più a nessuno di allontanarmi da te, che non ti farò mai più piangere per me, che ci aspetta un futuro pieno di avventure sorprendenti, che ti amo più di quanto io stesso credevo, che il nostro tempo migliore deve ancora arrivare e che, un giorno non lontano, arriverà il tuo.   ۩  ®


Ciao carissimi lettori!
Forse qualcuno/a si aspettava la descrizione di una vera e propria lotta, ma non me la sono sentita perché ancora sappiamo davvero poco di Big Mom e della sua ciurma, e ancora meno della famiglia di Sanji, e non saprei bene come immaginarmeli. Quindi, questo è quanto, un capitoletto “riflessivo” e fluff (con loro come si fa a non essere fluff?!), spero di non avervi deluso troppo! 
Detto ciò, anche se questa piccola storia è finita, tornerò a scrivere su questo argomento (perché l’impulso è troppo forte per ogni sanamista) e spero tanto che Oda dia a tutti/e noi tanti spunti interessanti e momenti equivoci su cui fangirlare (cosa che faremo comunque).
Aggiornerò a breve la raccolta “Mille splendidi soli” che ho abbandonato per troppo tempo e poi… chissà 
A presto mie cari!
Spread SANAMI love <3 





 

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