Non è mai un addio

di Jordy Klein
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** II CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** Portati via ***
Capitolo 4: *** Il tempo vola ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


Ciao che coincidenza

Ciao che coincidenza
tu in questa stanza a casa di amici
cosa
mi dici...

è tutto come un film
non mi aspettavo proprio stasera
questa atmosfera con te
che non vedevo più e non sentivo più
da quanto tempo tu
non tieni le mie mani..

 

 

Erano 5 anni, quattro mesi e dodici giorni che non ti vedevo Ranma Saotome, e non so esprimere il vuoto che ora mi circonda.

Come potevo solo pensare che tu potessi venire qui, a Tokio, in questa serata estiva, invitato da non so quale crudele amico, a consumare una cena ambigua a casa mia?

Ukio..ecco il mistero svelato.

Ukio, la stronza, inaffidabile della mia coinquilina, non che della mia migliore amica.

Già..sembra quasi uno scherzo tutto questo,ma il tempo ha cambiato molte cose..

Ricordo ancora quando, subito dopo il matrimonio fallito sono fuggita.

I tuoi occhi, pozzi obliqui tremolanti di pece, erano fissi sul gelido pavimento, mentre mio padre piangeva ininterrottamente cercando in qualche modo di fermare la mia furiosa fuga.

Ma non ho voluto sentire alcuna ragione, quella casa improvvisamente era diventata troppo piccola, quelle mura troppo sottili, il dolore incontrollabile.

Kasumi mi aveva abbracciato, Nabiki scuoteva la testa, tu eri immobile, semplicemente ti affogavi di silenzio.

Non è stato facile, anzi credo sia stata l’esperienza più brutta della mia vita dopo la perdita di mia madre, ma allora ero una bambina sconsiderata che aveva perso il suo tesoro più grande, ora invece sono una donna di 23 anni, che lotta per diventare un buon medico, ama il caffè amaro e vive consumando Marlboro e crep a non finire.

La mia casa non è grandi, anzi, è piccolina e accogliente, perfetta per me e la mia “fidanzata”, Ukio, una tua vecchia spasimante.

Si proprio lei, incredibile ma vero.

Un anno dopo il mio addio l’ho vista spuntare così, dietro ad un angolo, in cerca di un appartamento dove abitare e intenzionata più che mai a rifarsi una vita, proprio come me.

Non è stata affatto semplice, così diverse e quasi arrabbiate l’una con l’altra, ma mi è stata vicina , sai?

Più di quanto tu abbia mai fatto in anni di convivenza forzata.

Ora sta dormendo buttata sul lettone avorio di camera sua, ancora vestita, e sicuramente domani appena spalancherà i suoi occhioni cioccolato avrà un gran bel mal di testa, ma stasera si è scolata circa 6 bicchieri di sangria, mentre io ero immobile, a fissare i tuoi gesti lenti e il tuo saluto confuso , ambiguo, quasi inadeguato.

Avevo appena finito di preparare gli ultimi stuzzichini, truccata leggermente, ero fasciata da un abitino corto, di seta blu, e mentre lei accoglieva la nostra combriccola di amici io sistemavo le ultime cose e mi preparavo ad un normalissimo sabato sera, certa che nulla avrebbe potuto mai sconvolgere ormai il mio equilibrio, ma avrei dovuto calcolare che qualsiasi cosa fatta di cristallo prima o poi si spezza e così è stato per la mia serenità , costruita su fondamenta fin dall’inizio troppo fragili.

Sei entrato così, con un sorriso sornione e i capelli stranamente sciolti, più corti e leggermente mossi, hai spalancato la porta pronto a trovarti davanti una vecchia amica, ma appena hai incrociato il mio sguardo sei rimasto impietrito, e hai sussurrato uno biascicato ciao, andandoti a rifugiare in un divano accompagnato da un tuo amico biondo e dai tratti occidentali.

Siamo rimasti così per tutta la serata, tu accovacciato nel divano a ridere con i ragazzi che a quanto pare già conoscevi, ed io immersa in un fumo asfissiante nel balcone , in compagnia a turno di quelli che uscivano per fumarsi qualche sigaretta.

Nessuna parola, nessuna frase, solo un saluto iniziale ed un sorriso triste e malinconico alla fine della serata, ecco tutto quello che è rimasto tra me e Ranma Saotome.

Ora sono qui, sempre nello stesso balcone, in pigiama, l’orologio giallo e nero indica le 4 e mezza ma il sonno non accenna a farsi sentire ed io mi dondolo cullata dalla brezza estiva..

Così non va..eri sparito dalla mia vita..ed ora come puoi prenderti il lusso di tornare di soppiatto, invadere il mio spazio e rigettarmi nel baratro da cui faticosamente sono uscita?

-Driin-

Ma chi è a quest’ora?Se Kagome si è dimenticata qualcosa giuro che l’ammazzo..voglio solo stare serena e tranquilla.

Apro la porta lentamente e il tuo sguardo mi invado, di nuovo, è troppo:non posso reggere per ben due volte in una sola serata la tua presenza accanto a me.

-Ciao Akane..-

 

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Capitolo 2
*** II CAPITOLO ***


-Ranma

-Ranma..entra-

Oddio, il tuo sguardo mi sta letteralmente invadendo mentre cerco nel fondo delle tue iridi una qualche risposta, tremando nella consapevolezza che volente o nolente, stanotte esattamente alle 4 e 37 ci siederemo l’uno davanti all’altro e affronteremo una volta per tutta il nostro ambiguo, tremolante, scosceso e infangato più che mai rapporto.

Ti faccio entrare, facendo scivolare le ciabatte bianche di pelo sul gelido pavimento di mogano, mentre tu spingi lievemente la porta facendola combaciare con la serratura: per un attimo mille ricordi mi inondano e tutto l’astio che provavo verso di te sembra essere svanito, sostituito solo da un sentimento che mi ero solo illusa di essere riuscita ad annegare.

-Seguimi..-

Sussurrò, mentre il tuo polso mi sfiora lievemente la spalla, facendomi tremare.

Mi giro di scatto e ti soffoco con uno sguardo : cosa pensi?Di potermi avere stanotte, così, perché a tua sgualdrina di turno è occupata e visto che hai avuto la piacevole sorpresa di trovarmi qua , vuoi sfogare lo stesso i tuoi ormoni?

Ti sbagli Ranma, ti sbagli di grosso.

I tuoi occhi appena s’immergono nel mio volto furente tutto ad un tratto diventano più scuri, quasi opachi, e ti scosti da me, portando quel braccio teso indietro, quasi a voler ritrarre un gesto forse sorto naturale ma assolutamente sbagliato, almeno per me.

Apro il balcone e mi siedo su una delle due poltroncine rosse, attendendo che tu prenda posto davanti a me.

Osservi ogni tuo gesto, il modo in cui ti appoggi allo schienale, le tue mani che avvolgono i capelli ora del tutto scompigliati, i tuoi piedi che si incrociano e i lacci delle scarpe quasi sciolti , imbrigliati nell’orlo ruvido dei jeans, nonostante vorrei essere fredda e distaccata ogni tuo gesto, lento o veloce che sia, mi rapisce e mi rendo ancora una volta fragile davanti a te.

-Come mai qui?-

La mia voce è un sussurro gelido, ti vuole trastullare la mente, ma lo sguardo che compare sul tuo viso, beffardo e ironico come lo ricordavo, mi getta addosso più insicurezza che altro.

-Secondo te perché mai sono qui?Per parlare con te..non credi di dovermi delle spiegazioni?-

-E’ un po’ tardi, Ranma, per chiedere delle spiegazioni.-

Mi accendo una sigaretta mentre ti guardo con la coda dell’occhio, vuoi delle spiegazioni?

Perché non ci pensavi 5 anni fa a chiedermi cosa stessi facendo , perché me ne stessi andando?

-Va bene..non mi importa un cazzo se è tardi o no, perché sei scappata Akane?Perchè te ne sei andata?-

-Perché non aveva più senso restare lì-

La mia voce ha una punta di amarezza mentre aspiro la mia merit avidamente, le mie iridi vagano, fuggono dal tuo sguardo mentre una perla solca il mio occhio destro, rotolando malamente sul mio zigomo affilato: sto cedendo e non devo, non  posso, non voglio.

Non mi avrai mai più Ranma, non più, non sarò mai più alla tua balia, non ti permetterò mai più di distruggermi con i tuoi gesti e le tue parole, non devo e non posso..

-Non aveva più senso cosa Akane, stare accanto a me solo perché il matrimonio era andato a puttane?Pensavi di avere il diritto di fuggire , così, senza dire una parola?-

-Ranma, tu mi hai lasciata all’altare, cosa pensi che avrei dovuto fare?Sorriderti e dirti che andava tutto bene?-

Mi giro di scatto piena di rabbia, cosa vuoi ancora da me??

Non ti è bastato avermi schiacciata, distrutta e rilegata all’inferno?Cosa vuoi ancora?

-Bè..potevi dirmi che mi amavi..forse non ti avrei lasciata..-

-E che senso avrebbe avuto scusa? Hai fatto benissimo a non far si che non ci sposassimo, d'altronde che senso avrebbe avuto??Amore? Non ci ha mai unito nulla di simile, forse attrazione fisica, ma nulla di più, ed avrei dovuto passare tutta la mia vita accanto ad un bambino egocentrico ed egoista che per me non prova neanche un briciolo di affetto?Ma smettila..-

-Io ti amavo Akane..credevo lo avessi capito…-

Il mio cuore smette di battere per un secondo, le mie orecchie si riempiono del suono di questa parola e la sigaretta cade dalle mie sottili dita..

Ho sentito bene?Tu provavi amore verso di me?

Tu mi amavi?Morivi al pensiero delle mie labbra e sognavi la notte il calore del  mio collo?

E allora perché? Perché..?

-E allora perché..perchè non me lo hai mai dimostrato?-

Le lacrime iniziano a cadere..1..2…3 non posso più neanche contarle.

Il gelo che ricopriva ogni mio gesto si è sciolto come queste gocce salate che ora solcano le mie mascelle, mentre una mano mi regge la fronte..

Ho buttato all’aria una mia vita accanto a te solo per la pura convinzione che tu non mi volessi neanche bene, ed invece tu mi amavi?

Ti alzi e ti inginocchi davanti a me, lentamente la tua mano asciuga quelle schegge di dolore mentre la tua bocca si avvicina pericolosamente alle mie labbra..

 

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Capitolo 3
*** Portati via ***


 

“..Portati via le tue valigie, il tuo sedere tondo, i tuoi caffè.
Portati via i fiori finti, la tua faccia, la tua gelosia,
vai via, portati lontano da me.
Portati via tutto questo amore che non è mai amore..”

 

 

 

 

-Credi fosse facile?Tu eri così scontrosa e arrabbiata.. qualsiasi cosa facevo non ti andava bene, ci litigavamo anche per stupidaggini assurde..-

Le lacrime stanno fuggendo via dalle mie iridi, non ne vogliono sapere di restare, hanno quasi bisogno di scivolare via da me..ed io mi sento vuota e fragile, e la tua mano sul mio zigomo non fa che gettarmi inconsapevole in quel sentimento ripiegato .

-Come potevo dirti che eri importante per me..se ogni tuo gesto mi dimostrava che per te ero quasi un peso?-

Tu..tu che eri indeciso per colpa dei miei gesti, delle mie parole?

Ma come credevi mi potessi comportare ?

Le tue spasimanti non mi lasciavano molto altro da fare..

-Io?Io ero ad allontanarti? E tu? Con la lotta al centro della tua vita e per contorno 4 ochette prive di cervello?-

-Eri davvero convinta che mi importasse qualcosa di loro?Avanti Akane..se ne avessi desiderata anche solo una me la sarei fatta..che dici?-

Il tuo tono così duro, le tue parole strane , il tuo linguaggio è maturato di pari passi col tuo corpo..ora più slanciato e diafano.

O Kami..non ce la faccio più..non reggo tutto questo..

Mi alzo di scatto liberandomi dalla tua “presa” e schivando i tuoi occhi neri, mentre raccolgo la cicca ormai spenta a terra e la getto giù dal parapetto.

NON DEVO CEDERE..IO NON DEVO CEDERE..

Anche se fosse vero.. anche se mi avessi realmente amato, ora comunque cosa cambierebbe?

-Va bene..adesso abbiamo chiarito, puoi andartene, sai bene dove è l’uscita-

-Dio Akane.. ora perché stai facendo così?Non sei cambiata affatto, sei rimasta la solita testona con la vita larga.-

Sorrido, stai mirando ai ricordi forse per farmi sciogliere?

Mi volto di nuovo verso la tua figura , ora ti sei alzato pure tu e posso ammirare la luce della luna che fioca si immerge nell’ebano dei tuoi capelli , il tuo sguardo è furioso eppure amareggiato..ma al contempo c’è qualcosa che non riesco a decifrare..

Pagliuzze dorate ti circondano le pupille facendole brillare in modo incandescente..cosa stai cercando di dirmi?Parla per carità Ranma..parla o vattene via.

-E ora perché ridi?-

-Perché neanche tu sei cambiato tanto Ranma..guardami, credi che io non ti amassi?Ti sbagli  forse…perché io sono scappata via proprio da questo: da un sentimento che vedevo già morto prima che iniziasse realmente ad esistere..sono fuggita via dalle tue assenze, dal vuoto che mi procuravi con la tua indifferenza..dal dolore. E ora tu credi di poter tornare così e con due paroline spazzare via tutto l’inferno che ho dovuto subire a causa tua?Cosa vuoi Ranma..il perdono? Prenditelo , è tuo, ma non chiedermi ora di essere amici perché è qualcosa di impossibile..almeno per quanto mi riguarda.

Ti osservo stringere i denti come un cane a cui viene stretta la coda, il tuo viso è come un ringhio mentre ignori forse il vero significato delle mie parole..

-Non hai capito nulla..-

Scuoti la testa e in un attimo non capisco più dove sono, con chi sono e cosa sto facendo.

Mi hai braccato con le tue mani e ora la tua pelle ruvida e rosea, morsi di labbra avide, è spalmata sulla mia bocca.

Esterrefatta assisto al nostro primo vero bacio, mentre affondo le mie mani nelle tue spalle.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Il tempo vola ***


“..Lo so lo sai il tempo vola
ma quanta strada per rivederti ancora
per uno sguardo per il mio orgoglio
quanto ti voglio
.......per dirti quanto ti voglio..”

 

 

Lentamente le nostre bocche si cercano.

Avide, bramanti di un contatto più profondo, affondi la tua lingua nella mia bocca mentre non so come e non so dove , le mie mani si immergono nelle tue spalle, aggrappandosi al tuo maglioncino rosso.

Sento la tua saliva sciogliermi il respiro, le tue dita impigliarsi nelle mie ciocche scure, il tuo corpo aderire al mio, mentre sento forte il contatto del muro dietro la mia nuca.

Calmati Akane..calmati..cosa stai facendo?

Kami..sono avvinghiata a te, appoggiata sul muro del mio terrazzo, mentre ti bacio in un modo passionale e folle.

Kami..sono con te e non riesco nemmeno a pensare coerentemente, a fermarmi un attimo e a ragionare, sono solo persa in questo istante accanto a te Ranma, accanto a te.

Ecco che non so se ringraziare qualcuno lassù o dannarmi , ti sei staccato dal mio viso interrompendo il nostro contatto  ed ora i tuoi occhi mi fissano, insistentemente.

Dolcemente ti allontani da me, lasciandomi senza fiato e senza risposte, solo immersa in te.

-Sono passati cinque anni Akane e non mi sono mai dimenticato di te..-

Ti siedi di nuovo nella poltroncina e socchiudi gli occhi.

-Non puoi capire il vuoto che mi ha circondato nel momento in cui hai solcato quella porta e mi sono reso conto che non saresti più tornata..-

Stringi forte le palpebre e nascondi le mani sotto il tuo mento..perfetto e delineato.

Perché mi stai dicendo queste cose, Ranma?

Prima torni, mi sconvolgi, ti presenti alle 4 a casa mia, in piena notte, quasi mi sgridi, poi mi baci..e ora..ora cosa stai facendo?

Mi vuoi forse dire che anche tu hai sofferto?

Ti guardo allibita e ancora priva di fiato, il tuo tocco mi ha sconvolto.

-Sono passati giorni, settimane, un mese..e tu non accennavi a fare capolino da quella porta, magari anche buttarti in faccia una sedia o urlarmi contro , ma niente, il nulla più assoluto. Ed è stato allora che ho realizzato quanto avessi sbagliato, quanto avessi sempre dato per scontato che tu saresti rimasta, comunque, sempre al mio fianco. Sono andato via anche io in un primo tempo, sono andato a girare in cerca di qualcuno come te..qualcuno che mi facesse ricordare come ci si sente quando..quando si ama..ma niente Akane..nessuna come te..Non ti dirò che non ho avuto altre storie, ne ho avute ed anche molte. Mi sono divertito a bere birra con amici nuovi e così diversi, a studiare arti marziali a Pekino e ad ottenere un posto, ancora provvisorio, come aiuto nell’insegnamento di lotta libera,ma appena ho incontrato Ukio, per caso, in un pub e mi ha detto che tu eri qui, con lei..non ho resistito..avevo bisogno di vederti.

Se vorrai mandarmi a fanculo , fallo..ma dovevo dirtelo..non ti ho mai dimenticata Akane, ed ho sbagliato perché il mio orgoglio mi ha spinto a nascondere quello che provavo..ma ora lo so..e voglio che comunque tu lo sappia: ti amo Akane Tendo..ti amo..-

Cazzo.

Sono ferma, appoggiata a questo muro, muta e conscia solo di una cosa..mi hai appena detto ti amo.

 

 

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