Blind Love.

di SaraLovex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.01. Incontro. ***
Capitolo 2: *** Cap. 02. La leggenda. ***
Capitolo 3: *** Cap. 03. Verso Karasuno. ***
Capitolo 4: *** Cap. 04. Scontro per Karasuno. ***
Capitolo 5: *** Cap. 5. Incontro. ***



Capitolo 1
*** Cap.01. Incontro. ***


 Avviso:

Salve miei cari lettori, prima di lasciarvi alla storia mi sembra giusto dire due parole.Questa storia nasce da una mia idea iniziale che ha spinto una mia amica del gruppo di Haikyuu, Lio Nishimori (http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=773090), a scrivere questo Fantasy. Noterete già la differenza di scrittura che viene usata… per chi mi conosce. Sottolineo il particolare che la storia è solo all’inizio simile alla mia idea di trama a qui era destinata, per il resto è tutto opera di questa ragazza che spero apprezzerete.

Grazie Lio, per la storia che stai scrivendo e Grazie a EliotbyNight per le correzioni.
Buona Lettura e siate Spietati xD.


 

Cap.01. Incontro.

 

Antalasia, un grande regno dove umani convivono con la magia e creature definite mitiche. Antalasia è suddivisa in diversi regni, governati da potenti maghi e i due regni principali: sono il regno del grande mago Ushijima Wakatoshi, maestro della magia di luce e cavaliere, mentre il secondo è il regno Seijo, governato dal temibile mago oscuro Oikawa Tooru.
Tuttavia, ci sono anche dei regni neutrali come il regno Nekoma, guidato dal re mago Kuroo Tetsuro, ma il più grande fra i regni neutrali è Karasuno, il cui sovrano è il guerriero Daichi Sawamura, la cui famiglia è da secoli fiancheggiata dalla celebre stirpe del casato Kageyama, che attendeva un erede, notizia che ben presto giunse a palazzo.
 
- Dunque i nostri cari compagni sono in attesa di un erede, dico bene? – il re in carica fu lietamente avvisato di tale evento e decise di essere informato il prima possibile della nascita di questo nuovo membro della famiglia su cui contava di più in assoluto.
- Sì Sire, sono stato informato da poco che mancano ormai pochi giorni! - ad informare il re fu il suo fidato messaggero Takeda Ittetsu, fedele da sempre al suo sovrano.
- Molto bene, Daichi, sono sicuro che per noi questo nuovo arrivo sarà un aiuto fondamentale! - il sovrano si rivolse al figlio, il principe Daichi, che ormai aveva otto anni e che era destinato a prendere il posto del padre e governare il regno di Karasuno.
- Sì, ne sono sicuro anche io, padre. -
Dopo pochi giorni Takeda tornò ad informare il re: - Mio re, la informo che l'erede dei Kageyama è un maschio, come ci auguravamo. –
Sebbene fosse una buona notizia il messaggero aveva un'aria preoccupata, che fu subito scoperta dal sovrano. - Takeda, per caso c'è qualcosa che devi dirmi? Mi sembra che tu sia turbato. –
Dopo quelle parole il fidato Takeda dovette informare il re di un fatto importante: - Sire, il bambino di salute sta bene, però... Negli ultimi tempi ci sono state delle problematiche con le nascite e quello che mi turba... È che il bambino è nato cieco - a malincuore diede questa notizia al sovrano, che non la prese bene.
 - Cieco? È come potrebbe un cieco aiutarci nella difesa del regno? Sarebbe solo un peso ed io non posso permettere che le sue difese vengano in qualche modo indebolite. -
- Ne sono consapevole, ma non credo sia necessario ricorrere a metodi drastici, si tratta solo di un bambino, inoltre non ha colpa della sua cecità. -
Takeda temeva il peggio per la sorte di quel bambino e cercava di fare cambiare idea al suo sovrano.
- Sebbene sia una decisione sofferta, i problemi sebbene minimi vanno eliminati per impedire una loro potenziale estensione – il re ormai sembrava deciso a sopprimere il bambino, ma a quel punto intervenne il principe: - Padre, la prego di cambiare idea, sono sicuro che non causerà nessun problema e mi occuperò personalmente delle sue azioni, quindi ripensi alla sua decisione. –
Il giovane principe era deciso a proteggere quel bambino e avrebbe provato tutto pur di far cambiare idea al padre, che sembrava iniziare a convincersi.
 - Sai bene che sarà una grande responsabilità, vero? – il re voleva essere sicuro della decisione del figlio, che rispose prontamente con un sì. A quel punto il re rinunciò alla sua idea, chiedendo a Takeda quale fosse il nome del bambino
- il nome è Tobio, Kageyama Tobio, Sire. – il messaggero rispose prontamente alla richiesta del re e questa volta aveva un gran sorriso ed una espressione sollevata.
 
Da quel giorno passarono sette anni e il principe Daichi continuava ad occuparsi del giovane Kageyama, che a discapito della sua cecità, riusciva ad orientarsi come un vedente, sebbene con qualche difficoltà, ma in questi anni aveva affinato il suo udito, in modo da potersi spostare tranquillamente.
Grazie a questa sua dote, Daichi iniziò ad insegnarli l’arte della spada.
- Resta concentrato e segui il suono del tuo avversario, cerca di individuarlo e poi colpisci! –
Daichi cercava di fargli sfruttare al meglio quel suo talento e se fosse riuscito ad insegnare a quel ragazzo come combattere, sarebbe anche riuscito a farlo diventare un valido aiuto per il regno.
- Lo so, me lo hai già detto, ma se non fai rumore come faccio a colpirti? –
Kageyama si impegnava al meglio per essere d’aiuto a Daichi, che considerava come un mentore e nonostante le difficoltà non si abbatteva.
- Cerca di concentrarti, se ci fai caso la voce dell’avversario è un suono più che sufficiente, ora prova ad attaccarmi. –
Kageyama si concentrò sulle parole di Daichi, anche per riuscire ad individuarlo, e quando ci riuscì non esitò a colpirlo, sebbene riuscì solo a sfiorare la sua lama con la propria.
 - Ottimo lavoro Kageyama, ora riprovaci. – il principe continuava a spronare il giovane che subito riprovò e questa volta con maggiore sicurezza, riuscendo a colpire la spada di Daichi perfettamente. - Sta volta ti ho preso! – era soddisfatto, stava imparando in fretta e con ottimi risultati.
 - Bene per ora basta così, poi dovrai imparare a difenderti e non farò sconti! –
Sorridendo, Daichi riportò Kageyama a corte per fare una pausa, mentre il padre si stava recando ad una riunione per controllare insieme agli altri sovrani la situazione di Antalasia.
L’allenamento di Kageyama andò avanti ancora per diversi anni, fino a quando non fu in grado di padroneggiare perfettamente la spada e nel frattempo Daichi salì al trono al posto del padre, affiancato dal suo consigliere Ukai e dal suo fidato Kageyama, che ora aveva quattordici anni.
-Sire, è arrivato un messaggio dal re del regno di Shiratorizawa, credo sia il riassunto delle situazioni generali. – Takeda venne ad informare Daichi che ricevette una pergamena, che gli fu consegnata attraverso un falco.
 - Grazie mille, occupatevi di spedire la nostra risposta il prima possibile. – poi aprì la pergamena dalla quale comparve un ologramma magico del re Ushijima, che spiegava che il re Oikawa stava iniziando ad assaltare i confini del regno di Nekoma e che probabilmente stava tramando qualcosa di losco.
- Quell’Oikawa ha deciso di attaccare, eh? Sinceramente non so che fare, se inviassi dei rinforzi magari potremmo rallentarlo, o magari potremmo scoprire cosa trama… però sarebbe una dichiarazione di guerra. –
Daichi non sapeva cosa fare e chiese consiglio ad Ukai: - Noi e il regno di Nekoma siamo neutrali, quindi dovremmo sostenerli in questa situazione, ma le consiglio di prendere attentamente la sua decisione. –
- Mi sembra giusto, scelte del genere vanno prese con precisione e sicurezza, non si può rischiare di scatenare una guerra inutile. –
 
Daichi decise di prendere del tempo per decidersi.
Nel frattempo, Kageyama era andato nel bosco dietro al palazzo, dove spesso passava le giornate a rilassarsi, dal momento che quando non era con Daichi non poteva fare altro, quando poi sentì qualcuno si stava avvicinando a lui e la cosa lo incuriosì.
- Hm?! C’è qualcuno lì? – si mise seduto accostando la schiena contro un albero aspettandosi una risposta.
- Ciao, scusami, non volevo disturbarti, comunque sono solo di passaggio – a rispondergli fu una voce gentile, pareva essere di un ragazzo, probabilmente della sua stessa età. Non gli capitava spesso di parlare con qualcuno, quindi lo invitò a rimanere:
 - Aspetta! Non mi dai fastidio, anzi, se vuoi resta pure –
Si sentiva a disagio, normalmente rispondeva in modo distaccato o intimidatorio alle persone, si poteva dire che la socializzazione non era proprio il suo forte.
 - Va bene, se ti fa piacere allora rimarrò qui ancora un po’! – detto questo il ragazzo gli si sedette davanti con un sorrisetto tranquillo. - Come mai te ne stai qui tutto solo? – gli chiese gentilmente guardandosi intorno e notando che a parte loro, non c’era nessuno.
- Beh, in genere preferisco restarmene per i fatti miei, tutto qui. Comunque dove sei? – la sua risposta fu rapida e leggermente evasiva, intanto con le mani tastava il terreno alla ricerca del ragazzo.
 - Hm? Sono qui davanti a te, non mi vedi? – gli mise scherzosamente un dito sulla fronte cominciando a ridacchiare.
 - No… io non ti vedo, sono cieco… dalla nascita… - come avesse detto così apertamente una cosa come quella non lo sapeva, comunque era la semplice verità e non la poteva cambiare.
 - Ah… scusa, non sapevo… però posso farmi perdonare! – detto ciò gli poggiò le mani su gli occhi e la cosa turbò leggermente Kageyama.
 - Ma che combini idiota?! Togli le mani! – cercava di toglierle, ma invano, mentre il ragazzo opponeva resistenza.
- Stai fermo e lasciami fare! Senti, quando tolgo le mani, aspetta qualche secondo e poi apri gli occhi, va bene? Però non devi aprirli subito! – così tenne le sue mani sopra gli occhi di Kageyama, sperando solo che lo lasciasse fare.
 - E va bene… ma non fare scherzi o ti prendo a pugni, stupido! – detto così sembrava una vera minaccia, ma era difficile che riuscisse effettivamente a colpirlo, quindi lo lasciò fare standosene seduto.
- Bene, io ho fatto… ora aspetta un po’, poi fa come ti ho detto prima. – il ragazzo tolse le mani sorridendo gentilmente e allontanandosi da lui.
- Scusa, ma tutto questo a che dovrebbe servire? Non ci vedo nulla di utile… - tuttavia fece come gli era stato detto, riaprendo gli occhi dopo un po’.
Quando li riaprì gli facevano male, li batté diverse volte e poi rimase quasi immobile, riusciva a vedere. Quello che per lui era sempre stato un luogo buio, ora era pieno di luci e colori, ma il ragazzo era sparito.
 - Che cosa… è successo? – non capiva più nulla, tutto quello che si trovava intorno a lui era una totale novità, ma gli piaceva, era una sensazione stupenda. Per quattordici anni da quando era nato, tutto intorno a lui era buio, ma ora, dopo quell’incontro casuale, tutto cambiò.

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Capitolo 2
*** Cap. 02. La leggenda. ***


Cap. 02. La leggenda.
 

 
Dopo un incontro casuale con un ragazzo, Kageyama recuperò miracolosamente la vista, ma non riuscì a ringraziarlo, poiché era già scomparso.
Kageyama, sebbene ancora stordito per quanto era successo, si avviò verso palazzo cercando Daichi, che quando lo vide gli andò incontro:
- Kageyama, dove sei stato per tutto questo tempo? Ti stavo cercando! –
Kageyama al momento non rispose e sembrava anche essere stanco, al che Daichi gli chiese se si sentisse mal.
- Daichi… ecco io… riesco a vedere… - fu alla fine la risposta del giovane, mentre Daichi non poté fare a meno di sgranare gli occhi dallo stupore. - Cosa?! Dici sul serio? –
Voleva accertarsi che non lo stesse prendendo in giro, quindi alzò due dita davanti a lui chiedendogli quante fossero e quando si sentì dare la risposta corretta in un tempo a dir poco breve, lo stupore aumentò ulteriormente e non riuscì a non chiedergli come fosse successo un tale miracolo.
- C’era un ragazzo… mi ha messo le mani sugli occhi dicendo di aprirli dopo che le avesse tolte. Quando l’ho fatto è probabile che fosse già andato via, però ho iniziato a vedere! –
Kageyama gli spiegò per filo e per segno tutto quello che gli era successo nel boschetto e la cosa suscitò in Daichi il ricordo di una leggenda che suo padre gli raccontò quando era piccolo.
- Sai… si dice ci sia una creatura misteriosa in grado di cambiare il suo aspetto in base alla sua necessità, oltre ad avere un enorme potere… che se uccisa e poi bevutone il sangue, doni l’immortalità e un grande potere a chi lo beve. Ma sinceramente non ti so dire se sia stato questo essere a darti la vista, oppure un mago di passaggio dalla potente conoscenza sulla magia curativa antica e non posso nemmeno assicurarti che questa non sia solo una leggenda … ma faresti bene a non dire niente a nessuno riguardo questo incontro, capito? –
Dopo aver sentito di quel racconto e delle raccomandazioni di Daichi, Kageyama promise che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.
 
Nel frattempo, nel regno di Seijo, Oikawa convocava il re Kuroo, riferendogli che aveva intenzione di firmare con lui un trattato di pace per fermare la guerra fra i loro regni e che lo aspettava al suo palazzo.
Kuroo, accettando di incontrarsi con lui, si avviò assieme al suo fidato compagno e braccio destro, il mago Kenma Kozume, da sempre fedele a lui e quando arrivò, fu subito portato al cospetto di Oikawa.
- Sono felice che tu abbia deciso di accettare questo nostro incontro. – il sovrano del regno di Seijo lo salutò con un apparente sorriso sulle labbra, mentre se ne stava comodamente seduto sul suo trono.
- Già, ma passiamo ai fatti, volevi un contratto di pace no? –
Al momento Kuroo non era proprio in vena di convenevoli, al contrario preferiva passare alle cose veramente importanti, anche perché in quel momento il suo regno era quello messo peggio fra i due.
- Accidenti, come vai di fretta! E va bene, però gradirei che fossimo solo noi due, quindi potresti dire al tuo fidato di aspettare fuori? –
Naturalmente Kenma non era minimamente d’accordo nel lasciare il suo re da solo con quel tizio, ma Kuroo riuscì a convincerlo facendolo uscire, dove incontrò il migliore cavaliere di Oikawa, nonché Iwaizumi Hajime.
- Anche a te è stato vietato di partecipare all’incontro? – fu la domanda del cavaliere nei confronti del mago che si limitò ad annuire con un cenno della testa.
- Bene, ora che siamo solo noi due direi che possiamo anche passare agli affari. – commentò Oikawa con aria soddisfatta.
- Bene, allora quali sono le condizioni per questo trattato? –
Kuroo era deciso a concludere l’incontro il prima possibile, mentre da fuori la sala, siccome i due fedelissimi non avevano la minima voglia di rimanere all’oscuro di quello che si sarebbero detti i loro re, grazie ad uno degli incantesimi di Kenma, poterono seguire il colloquio attraverso una sfera magica.
- Vedi, devi sapere che la vera ragione per cui ti ho chiamato qui non è per fare la pace, ma perché voglio un’alleanza fra i nostri regni. –
Queste erano le vere intenzioni di Oikawa e Kuroo iniziò ad incuriosirsi:
– Un’alleanza di che tipo? – lo chiese con un ghignetto sulle labbra e la risposta dell’altro non si fece attendere.
– Sai, mi è arrivata voce che a Karasuno un ragazzo che era cieco dalla nascita abbia miracolosamente recuperato la vista e sebbene nessuno lo dica, pare che il fatto si possa ricollegare ad una creatura che se uccisa doni l’immortalità e sono certo che non si tratti solo di una leggenda. –
- E tu vorresti allearti con me per dare la caccia a questa creatura e guadagnare l’immortalità, dico bene? - chiese Kuroo sempre più interessato e con un ghignetto che si accentuava.
– Naturalmente ci spartiremo l’immortalità ed annienteremo tutti coloro che si metteranno contro di noi se necessario. – aggiunse Oikawa che rendeva la sua proposta sempre più appetibile e nel frattempo sia Kenma che Iwaizumi stavano seguendo i loro discorsi, allarmandosi.
– Insomma, mi stai offrendo la possibilità della vita eterna e di un dominio assoluto? Beh, vista la generosità potrei anche accettare. – ormai il re del regno di Nekoma era stato convinto.
– Affare fatto allora! – e con un sorriso semi diabolico da parte di Oikawa, quell’incontro si trasformò in un’alleanza contorta, alla quale, entrando violentemente, i due fedelissimi si opposero.
– Mi spiace, ma questa alleanza è una follia a cui non sono intenzionato a partecipare! – urlò Iwaizumi lasciando la sala e il palazzo, seguito da Kenma che guardò con disappunto Kuroo.
– Peggio per loro, vuol dire che non vogliono far parte dei più forti. – concluse Oikawa lasciandoli andare, anche se dentro era deluso e ferito del tradimento del suo fedele Iwaizumi, come Kuroo per il tradimento di Kenma.
 
Nel frattempo a Karasuno, il giovane Kageyama si stava allenando con Daichi per imparare ad usare al meglio i suoi nuovi occhi.
– Forza, prova a colpirmi, ora che puoi vedere dovrebbe essere un gioco da ragazzi per te no? – il giovane re cercava di spronare il suo pupillo, che ce la stava mettendo proprio tutta per fare del suo meglio, riuscendo a colpirlo e a parare i suoi attacchi senza troppa fatica. – Perfetto! Vedo che ti stai abituando alla vista! –
Daichi era semplicemente soddisfatto dei risultati che Kageyama aveva raggiunto in così poco tempo e con lui lo erano anche Ukai e Takeda.
– Sì, devo dire che poter vedere è bellissimo! – esclamò Kageyama con aria seria, quando poi Daichi gli propose di cambiare allenamento. - Senti, visto che ora puoi vedere, vorresti provare ad usare l’arco? –
Kageyama si incuriosì e accettò la proposta, anche perché non aveva mai provato ad usare un arco prima di allora e sinceramente non sapeva nemmeno come fosse fatto.
– Bene, allora tieni! – così Daichi gli porse sia l’arco e sia le frecce e gli fece vedere come si usavano mirando ad uno dei vari bersagli che erano stati piazzati, arrivando a colpire con la freccia il bersaglio molto vicino al centro.
- Visto! Ora prova te! - sorrise guardando l'espressione meravigliata di Kageyama che non esitò a fare una prova concentrandosi al massimo e prendendo la mira con molta attenzione, arrivando a colpire il bersaglio nel perfetto centro, stupendo tutti.
- Incredibile! E al primo tentativo! - il giovane re era meravigliato dal suo allievo.
- Quel ragazzo ha davvero grandi potenzialità; è d'accordo con me, Takeda? - domandò Ukai osservando il sovrano e il giovane ragazzo alle prese con l'allenamento.
- Sì! E pensare che fino a poco fa era cieco... - Takeda sorrise di soddisfazione, ma venne interrotto da uno dei suoi sottoposti che lo informò di un fatto a dir poco urgente.
- Maestà! La prego di venire qui! Ci sono pessime notizie! –
A sentire quelle parole, Daichi si preoccupò e corse da Takeda seguito da Kageyama chiedendo che fosse successo.
- Il re Ushijima vuole attaccarci con il suo esercito! –
Effettivamente era una pessima notizia e il re chiese il perché di quella decisione.
- A quanto pare, quando abbiamo deciso di non intervenire per la situazione della convergenza di assedi nel regno di Nekoma, pare che Ushijima l’abbia interpretato come un complotto e il peggio è che sebbene avessimo tentato di chiarire il malinteso, lui non ha voluto sentir ragioni! –
E questa fu la spiegazione del messaggero, che irritò particolarmente il re Daichi, il quale non poté evitare di divulgare il pericolo dell’attacco al suo regno, annunciandolo a tutti di mantenere la calma e di affidarsi alla truppa dei cavalieri.
 
Ormai le cose si erano fatte complicate, con l’alleanza di Oikawa e Kuroo e il problema dell’assalto di Ushijima, presto ad Antalasia si sarebbe scatenato il caos, ma se nessuno intervenisse senza dubbio le cose sarebbero destinate a peggiorare e questo Daichi lo sapeva benissimo.
- Dobbiamo trovare un modo per contrastare l’impero Shiratorizawa, non possiamo permetterci di ricevere un così pesante assalto, specie in momenti di instabilità come questo. –
Questa fu l’unica cosa che Daichi riuscì a dire in quel momento, quando gli fu riferito che due persone volevano riceverlo.
- Fateli venire, magari saranno alleati. –
Così seguendo l’ordine del sovrano, i due individui lo raggiunsero e si trattava di Iwaizumi Hajime e Kenma Kozume, che dopo aver abbandonato i loro sovrani decisero di allearsi con Karasuno e questo era il motivo per cui si erano presentati al cospetto di Daichi, al quale spiegarono in modo dettagliato quello che era successo, pertanto chiesero di poterlo aiutare a fermare Oikawa e Kuroo.
- In questo momento quello che ci serve sono proprio degli alleati, quindi siete i benvenuti. – naturalmente Daichi accettò senza problemi l’offerta d’aiuto dei due nuovi alleati ed iniziò i preparativi per la difesa della città.
Nel mentre Kageyama iniziava seriamente a pensare che colui che gli aveva donato la vista fosse veramente la creatura che tutti stavano cercando per ottenere la così tanto ambita immortalità, ma sentendosi in debito, decise che avrebbe impedito a chiunque di far del male al suo benefattore e che al contrario avrebbe cercato di trovarla per poterla proteggere.
Ormai Karasuno era alle porte di una probabile guerra, mentre i tre grandi re si preparavano a marciare contro di loro e il re Daichi cercava di tenersi pronto all’assalto.


Note dell'autore: Che dire!!! grazie a chi legge e chi ha messo la storia tra preferiti, ricordare o seguire. Riguardo a Inu, scrive sempre da favola e grazie mille alla nostra amata EliotbyNight per le correzioni.
 
 

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Capitolo 3
*** Cap. 03. Verso Karasuno. ***


Cap. 03. Verso Karasuno.

 
A causa di un terribile malinteso e di un losco accordo, Karasuno si ritrovò al centro del mirino delle tre grandi potenze di Antalasia, che si stavano preparando alla marcia contro il regno neutrale.
 
Nel regno di Seijo i due sovrani Oikawa e Kuroo stavano preparando le loro truppe insieme a potenziali strategie per abbattere le difese dei loro avversari:
- Molto bene, come ben saprete tutti voi, Karasuno si trova nel punto più estremo di Antalasia. Il che vuol dire che per raggiungerli ci vorranno almeno due settimane, per questo motivo dobbiamo metterci subito in marcia! –
Queste furono le parole di Oikawa, che con un sorriso dalla tonalità leggermente diabolica si riferiva alle truppe nate dall’unione delle sue con quelle del re Kuroo:
- Per riuscire al meglio in questo assalto dobbiamo essere precisi in modo da non lasciare vie di fuga a quei corvacci, tutto chiaro? – naturalmente anche il sovrano del regno di Nekoma voleva dire qualcosa per spronare gli alleati, anche lui con un ghignetto sul volto.
Dopo vari discorsi, i due re insieme ai loro rispettivi eserciti si misero in marcia per raggiungere il prima possibile il regno rivale e tutto questo accadde anche nel regno di Shiratorizawa: il re Ushijima aveva preparato un battaglione ben agguerrito pronto a combattere e a non lasciare nulla del regno di Karasuno, dove i due alleati Iwaizumi e Kenma stavano iniziando ad addestrare come meglio potevano le truppe del regno bersagliato, insegnando l’utilizzo della magia e delle armi.
Iwaizumi si sarebbe occupato dell’addestramento dei cavalieri, tra cui erano presenti i migliori combattenti del re: il cavaliere Tanaka Ryu, membro delle truppe d’assalto assieme al compagno Ennoshita Chikara, capeggiati dal loro valoroso comandante Asahi Azumane, ma era presente anche il comandante della retroguardia Nishinoya Yuu, insieme al pupillo del sovrano, Kageyama.
Nel frattempo dei maghi se ne sarebbe occupato Kenma, che si ritrovò ad ammaestrare due delle migliori maghe del regno e due giovani maghi: Kiyoko Shimizu, maga degli elementi, Yachi Hitoka che era specializzata in incantesimi difensivi, Tsukishima Kei e Yamaguchi Tadashi, che non erano ben specializzati in incantesimi particolari.
– Vi avverto che non sarà per niente facile, vi dovrete impegnare al massimo per riuscire a respingere tre eserciti in contemporanea, ma sono sicuro che questo lo sappiate già. – commentò Iwaizumi mentre iniziava ad allenare i suoi allievi ricevendo tutte risposte affermative.
– Non la deluderemo, si fidi di noi! – esclamarono tutti insieme tornando agli allenamenti, mentre Kenma faceva tutto il possibile per rafforzare la tecnica dei suoi studenti, quando dopo qualche ora anche Daichi li raggiunse per allenarsi con loro.
– Non è giusto che il re resti fermo a guardare mentre i suoi soldati danno il massimo per lui. – disse con un sorriso sereno aiutando come poteva il nuovo alleato Iwaizumi, che era orgoglioso dei progressi che stavano ottenendo i suoi allievi.
In particolare di Kageyama, che fra tutti era quello che si stava impegnando di più, sia nell’uso della spada e sia in quello dell’arco con cui aveva preso confidenza, ma a causa di una folata di vento perse la mira e centrò un albero vicinissimo a Daichi prendendosi un colpo assurdo:
- C-Chiedo scusa! –
Si scusò una miriade di volte con il re, ma venne interrotto da un corvo che si trovava su quell’albero e che iniziò a gracchiargli contro volando via:
- Che strano uccello, qui ce ne sono tanti così? – chiese Kageyama a Daichi dicendogli che quello era un corvo, dato che non ne aveva mai visto uno, e dicendogli anche che erano i loro migliori alleati mentre il pennuto spariva lontano e loro tornavano agli allenamenti.
 
Il corvo, al contrario di quello che si pensava, aveva una meta precisa: un piccolo regno nascosto nel cuore di una foresta immensa, poco distante da Karasuno, dove si concentrava un immenso flusso di magia e creature magiche e dove al centro di questo regno sorgeva un palazzo immenso, dimora del sovrano. Quello dove era diretto il corvo era il regno Yukigaoka, il cui sovrano era un giovane ragazzo dai capelli arancio e dal sorriso solare:
- Toto eccoti, dove eri andato? – chiese il giovane sovrano prendendo il piccolo corvo ed accarezzandolo, mentre questo cominciò a gracchiare come per dirgli qualcosa:
- Hm? Toto ti senti male? Che ti prende tutto d’un tratto? –
Il ragazzo cercava di capire cosa cercasse di dirgli il suo amico, ma presto fu interrotto da una persona che avvicinandosi lo chiamò:
- Principe Hinata, finalmente vi ho trovato! – e al sentirsi chiamare il principe si voltò di scatto vedendo che a chiamarlo era stato il suo consigliere Sugawara Koushi che gli corse incontro invitandolo a rientrare a palazzo.
- Principe, sa bene che non dovrebbe stare fuori dal palazzo, specie ora che siamo in un momento delicato, quindi la prego di rientrare. – disse Sugawara con un tono leggermente preoccupato.
- Va bene, ma non c’è bisogno di preoccuparsi così. Piuttosto, potresti occuparti di Toto? Mi sembra non stia molto bene, sta gracchiando già da un po’ e non si capisce cosa stia dicendo. –
Detto così, il principe gli consegnò il corvo e allegramente se ne tornò dentro il palazzo venendo seguito da Sugawara che andò ad occuparsi di Toto come gli era stato chiesto.
 
In tutto questo tempo, sia l’armata dei re alleati che quella di Ushijima avevano percorso gran parte del tragitto per arrivare a Karasuno, dove avrebbero dato inizio all’assalto.
Nel battagliere di Oikawa erano presenti maghi e guerrieri di altissimo livello, tra cui i cavalieri scelti da lui in persona, ovvero: il capitano delle truppe d’assalto Kyotani Kentaro, fiancheggiato dai suoi sottoposti Matsukawa Issei, Hanamachi Takahiro e Kindaichi Yutaro, mentre nella difesa dell’esercito era presente il comandante della retroguardia Watari Shinji, i cui compagni erano il mago Kunimi Akira, e la squadra di arcieri formata da Yahaba Shigeru, Kaneo Yuda, Motomu Sawauchi ed Heisuke Shido.
La squadra di Kuroo invece vantava valorosi condottieri e maghi esperti: Nobuyuki Kai delle truppe d’assalto esperto nel combattimento a mano armata, Yamamoto Taketora che aveva grandi abilità nel corpo a corpo e Lev Haiba, che sebbene fosse ancora un ragazzo, aveva una tecnica di combattimento invidiabile, mentre la retroguardia era formata dal comandante e mago Yaku Morisuke, perennemente fiancheggiato dal suo vice Yuki Shibayama, anche lui mago di tutto rispetto e dagli arcieri Inuoka So e Fukunaga Shohei che era anche un mago esperto.
Queste due potenze unite stavano per arrivare nei pressi di Karasuno, ma ben presto si ritrovarono ad incrociarsi col battaglione di Ushijima composto da elementi temibili per la loro potenza individuale: il capitano delle truppe d’assalto Tendo Satori e i suoi compagni cavalieri Reon Ohira e Taichi Kawanishi, il capitano della retroguardia Yamagata, mago eccezionale e i suoi compagni maghi Eita Semi, Yunohama e Tsutomu Goshiki, mentre la squadra degli arcieri era formata da Shirabu Kenjiro, Kawanishi Taichi, Shibata e Soekawa Jin.
Quando Oikawa vide Ushijima, gli spuntò un leggero ghignetto e curioso di sapere perché si trovasse lì, prese a parlare:
- Guarda chi c’è! Come mai qui Ushijima? – chiese con un finto tono sereno ricevendo subito una risposta.
- Devo punire Karasuno per il suo tradimento, quindi tu vedi di starne fuori! – disse l’altro con tono severo e arrabbiato, mentre Oikawa contrariato ribatté:
- Sai, anche noi stiamo andando a Karasuno, vogliamo sapere dove trovare la creatura leggendaria per ottenere l’immortalità, quindi siamo noi che ti diciamo di starne fuori. –
Ma quelle parole non smossero minimamente Ushijima, che accigliato rispose all’altro quasi subito:
- Mpf… un sovrano valoroso come te che ambisce alla vita eterna? Saresti dovuto venire a Shiratorizawa, lì avresti tutti gli onori. –
Anche se la proposta era allettante per chiunque altro, Oikawa fece una faccia quasi disgustata rifiutando senza mezzi termini e intimandogli di non ripeterglielo ogni singola volta che si incontravano:
- Non me ne importa niente delle tue proposte, ma se proprio vuoi attaccare Karasuno ed ostacolarci, allora prima di tutto dovrai vedertela con noi! – aggiunse il re di Seijo alquanto irritato seguito da Kuroo:
- Ben detto! E poi siamo arrivati prima noi, senza contare che l’immortalità è infinitamente più importante di una stupida situazione burocratica! – esclamò sghignazzando.
In tutto questo Ushijima stava lentamente perdendo la pazienza, sebbene ancora riusciva a trattenersi:
- Come volete voi, ma sappiate che non userò clemenza con nessuno di voi, anzi, ho tutta l’intenzione di rimettere in riga voi e i vostri uomini! – disse violentemente con sguardo serio e minaccioso facendo intimorire un po’ le schiere nemiche e anche le proprie, che come le altre fecero un passo indietro.
I due re alleati cercarono di spronare i loro compagni a reagire, ricordando che erano in netta superiorità numerica e che se avessero continuato a collaborare, sicuramente sarebbero riusciti a respingerli:
- Coraggio, mostriamo a questo ammasso di sbruffoni quello che sappiamo fare, alla fine di questa battaglia saranno così spaventati che dovranno scappare con la coda fra le gambe! – esclamò il re Oikawa con fare di sfida, ricevendo urla di approvazione da tutti i suoi alleati, che ormai avevano la forza e il coraggio per dare battaglia contro gli ostacolatori del loro piano di dominio assoluto.
Ormai era ufficiale, le forze alleate del regno di Seijo e Nekoma avrebbero fronteggiato l’armata del sovrano di Shiratorizawa, così che il vincitore di questo scontro si sarebbe guadagnato il diritto di competere contro Karasuno per raggiungere e realizzare i propri scopi … ma con questo scontro Karasuno avrebbe ottenuto molto più tempo per preparare le proprie difese e i cavalieri che ancora si stavano allenando in vista dello scontro decisivo.


Note dell'Autore:
Eccomi quì con un altro bellissimo capitolo della mia piccola
Lio Nishimori (http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=773090): come sempre scrive benissimo e questa storia è sempre più bella. Poi la frase storica tra Ushijima e Oikawa... meraviglioso, io sono morta dalle risate...giuro.
Grazie a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti, seguita o ricordare.
Grazie a EliotbyNight per le correzioni e i consigli.
Grazie a 
Shavanna per le tue recensioni.

 

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Capitolo 4
*** Cap. 04. Scontro per Karasuno. ***


Cap. 04. Scontro per Karasuno.
 

Lo scontro tra le tre forze di Antalasia era iniziato e in palio c’era la possibilità di attaccare Karasuno, dove i vari cavalieri e maghi si stavano ancora preparando.
 
In questo momento però a Yukigaoka stava succedendo qualcosa nel palazzo di Hinata, dove Sugawara aveva fatto dare una controllata a Toto e, dopo aver finito, fece chiamare il suo re per informarlo che aveva fatto quanto richiesto:
- Grazie mille Sugawara! Toto aveva qualcosa? – come lo vide, Hinata ringraziò il suo caro amico che gli rispose:
- Nulla di che, semplicemente mentre si faceva una dormita su un albero, un ragazzo per poco non lo centrava con una freccia. Semplicemente si era spaventato! – ridacchiò leggermente, ma una vocina gracchiante lo zittì:
- Semplicemente un corno! Quel marmocchio per poco non mi trasformava in uno spiedino, chra! – Hinata e Sugawara alzarono subito lo sguardo e videro proprio Toto che svolazzava sopra le loro teste.
- Come sei drammatico! Sicuramente non l’avrà fatto di proposito! – disse Hinata ridacchiando e prendendo in giro il povero corvo.
- Certo come no! Quelli si preparano per una guerra chra, dare la caccia ad un corvo sarebbe il minimo chra! – quando Hinata sentì la parola “guerra” gli venne un colpo e chiese a chi si stesse riferendo il suo amico pennuto.
- A quelli di Karasuno, mi sembra ovvio chra! – rispose ancora un po’ seccato il corvo, mentre Sugawara notò che Hinata si era sbiancato e gli chiese cosa avesse con preoccupazione:
- A Karasuno… si trova un mio amico! – rispose il giovane re ancora scioccato, chiedendo chi ci fosse nell’esercito:
- Non ci ho fatto molto caso chra, ma posso dirti che quello che mi ha quasi fatto secco, e sicuramente è nell’esercito, è un ragazzino alto e con i capelli neri corti! – commentò Toto e a quel punto Hinata si spaventò seriamente, dicendo a Sugawara che doveva assolutamente intervenire, ma questo gli intimò di non agire per nessuna ragione e di preoccuparsi invece della madre e della sorellina.
Hinata era contrario, ma in quel momento aveva ragione Sugawara e dovette limitarsi a rientrare a palazzo tristemente, preoccupato ancora per quella guerra che non avrebbe portato a nient’altro che sofferenza e distruzione come tutte le guerre.
 
Ma nel frattempo, proprio a Karasuno stavano andando avanti i preparativi necessari per il completamento dell’addestramento dei cavaliere e dei maghi, che da quando era stata annunciata la guerra, non avevano smesso di allenarsi nemmeno un giorno.
- Coraggio, non so bene cosa stia succedendo là fuori, ma dobbiamo approfittare di questo ritardo delle truppe nemiche per prepararci al meglio per la battaglia! – disse Daichi, che era venuto a sapere del blocco delle truppe di Oikawa e Kuroo e di quelle di Ushijima, approfittandone per rassicurare i suoi soldati.
- Ci occuperemo noi di rispedire gli avversari da dove sono venuti, lascia fare a noi! – commentò Iwaizumi che aveva ottenuto risultati eccellenti dai suoi allievi che ormai erano pronti per combattere.
- Sapremo difendere il regno al meglio, questo è sicuro! – concluse Kenma, il quale aveva allenato come meglio sapeva i suoi studenti, pronti a combattere.
- Sappiate che io ripongo in voi la massima fiducia, qualsiasi cosa succederà so per certo che avrete combattuto col massimo delle vostre forze, quindi diamo tutti del nostro meglio! – urlò Daichi dando la carica a tutti quanti.
Poco dopo gli si avvicinò Kageyama col suo solito sguardo serio e con una richiesta apparentemente assurda:
- Daichi, quando saremo sul campo di battaglia… voglio essere in prima linea con te! -
Daichi, sentendo quella richiesta, si fece serio immediatamente:
- Mi dispiace, ma non posso permettertelo. Se tu andassi in prima linea, moriresti ancor prima di poter fare un passo avanti, quindi starai nel plotone delle truppe d’assalto, capito? – Quella fu la decisione di Daichi e Kageyama dovette accettarla anche se a malincuore.
Sapeva che il suo re aveva fatto la scelta più giusta per lui, ma il giovane ragazzo temeva per la vita di colui che considerava un grande amico e per questo si sentiva un po’ in ansia.
 
Durante tutti questi eventi, la battaglia fra le due potenze alleate di Seijo e Nekoma contro l’impero di Shiratorizawa stava andando avanti già da diverse ore, fra colpi di spade, frecce e magie, mentre i vari comandanti e cavalieri si fronteggiavano cercando ognuno di prendere la supremazia sull’altro.
- Mi spiace per te Ushijima, ma questa partita non la vincerai! – esclamò Oikawa sghignazzando e attaccandolo con una sfera distruttiva:
- Siamo solo all’inizio, non montarti la testa! – ribatté Ushijima, riuscendo a difendersi con uno scudo di luce, mentre i loro sottoposti si davano battaglia senza tregua.
 
Nel frattempo nel regno di Yukigaoka si stava venendo a creare una situazione complicata, dal momento che il giovane Hinata era intenzionato ad affiancare Karasuno, ma al contrario Sugawara gli intimava di desistere.
- Sugawara, ti prego di lasciarmi andare, prometto che tornerò prima del tramonto! – disse Hinata convinto della sua decisione, tant’è che dopo averlo supplicato centinaia di volte ottenne il permesso per andare, sebbene il consigliere Sugawara fosse totalmente contrario.
In poco tempo Hinata si trovò sopra il campo di battaglia, dove era arrivato volando su una delle creature magiche del suo regno, e vedendo la situazione decise che avrebbe fatto ricorso ai suoi poteri, trasformandosi in un gigantesco drago dal colore arancio fuoco, in modo da poter fronteggiare le forze nemiche di Karasuno - o per lo meno sarebbe riuscito ad intimorirli, cosa che accadde praticamente subito.
- E quello da dove arriva? - domandò allarmato Kuroo che si prese un colpo.
- Non chiederlo a me, io pensavo fosse tuo! - gli rispose Oikawa scioccato e voltandosi verso Ushijima in modo aggressivo, ma questo gli rispose che non avesse idea di cosa ci facesse lì quella creatura.
Intanto Hinata non volle perdere tempo e cercò di folgorarli con una fiammata diretta verso di loro, riuscendo a far disperdere le truppe che non sapevano cosa fare per abbattere quella creatura:
- Va bene, vorrà dire che lo dovrò sistemare io. - sghignazzo Kuroo, che si era difeso con uno dei suoi incantesimi e stava per usarne un secondo contro Hinata.
- È tutto tuo, non ci tengo a mettermelo contro! - commentò Oikawa tranquillamente seduto a gambe incrociate su un masso che si trovava a debita distanza di sicurezza da lui.
- Ma guarda tu che tipo … - replicò Kuroo, andando ad usare su Hinata uno dei suoi incantesimi di controllo della mente che purtroppo funzionò solo per pochi secondi, facendo allarmare ancora di più il povero Kuroo che ci rimase malissimo.
- A-accidenti! Questo bestione ha un potere magico assurdo! - disse questo iniziando ad indietreggiare.
Nel mentre Hinata scese in picchiata attaccando gli eserciti a colpi di coda, ma anche loro sebbene in svantaggio tornarono all'attacco, colpendolo con forza usando le armi e la magia, riuscendo solo a fargli procurare qualche graffio, che purtroppo per loro si rimarginarono dopo poco.
- Cavoli, questo qui ha la pellaccia dura! - disse irritato Oikawa che tentò di attaccarlo con uno dei suoi incantesimi basati sulla distruzione, ma anche questa volta poté solo causargli ferite di poco conto che puntualmente si rimarginavano.
Hinata cercava invece di attaccarli senza causare ferite evidenti, colpendoli con fiammate incandescenti e colpi di coda e ali, avrebbe provato di tutto pur di impedire una guerra contro Karasuno, ma fra qualche ora sarebbe stato il tramonto e come aveva promesso, sarebbe dovuto tornare nel suo regno, quindi come minimo avrebbe voluto far diminuire le forze nemiche causando la ritirata di alcune truppe.
- Avanzate e attaccate con tutte le vostre forze, quella creatura non deve più essere in grado di interferire! - urlò Ushijima ai suoi soldati che ormai erano quasi allo stremo, ma continuarono ad attaccarlo insieme al loro sovrano, ottenendo purtroppo gli stessi risultati.
- Come si fa ad abbattere una creatura del genere, è praticamente impossibile! - disse Kuroo ormai stufo di essere preso in giro da Hinata, che sebbene avesse la forma di un drago, se la rideva sotto i baffi per le reazioni degli avversari.
Lo scontro andò avanti ancora per molto e alla fine le truppe stremate di Ushijima dovettero ritirarsi, sarebbe stato stupido continuare a fronteggiare in quel modo qualcuno più forte di loro che era riuscito a stremarli così pesantemente.
In campo rimasero solo i due eserciti alleati di Oikawa e Kuroo, che ancora resistevano con forza agli assalti di Hinata. Purtroppo però giunse il tramonto e lui dovette andarsene sebbene desideroso di far desistere anche loro, ma doveva mantenere fede alla promessa fatta a Sugawara, così prese il volo lasciando il campo di battaglia, permettendo alle truppe di recuperare le forze:
- Alla fine il bestione ha mollato, eh? - disse Kuroo guardandolo andare via mentre si portava le mani ai fianchi.
- Eh già, comunque meglio così! - Oikawa era soddisfatto quanto Kuroo per essersi tolto di mezzo quell'impiccio, ma non ebbero nemmeno il tempo di sedersi per riposarsi, che alle loro spalle spuntò l'esercito di Karasuno capeggiato dal re Daichi:
- A quanto pare sembra che abbiate avuto qualche problema durante il tragitto - disse il re di Karasuno con un sorriso soddisfatto, ricevendo come risposta dai nemici sguardi di disprezzo.
- Molto simpatico! - commentò Oikawa voltandosi verso di loro e notando che fra le schiere nemiche c'era anche Iwaizumi e a vederlo stava quasi per perdere le staffe, mentre Kuroo nel vedere Kenma ci rimase profondamente male.
- Quindi siete con loro? - chiese Oikawa ad Iwaizumi che gli confermò ancora arrabbiato con lui, dicendogli che la storia dell'immortalità era una sciocchezza e facendo capire a Kageyama chi fosse la persona che puntava alla vita del suo benefattore e facendo cadere tutta la sua concentrazione su di lui.
 
Adesso aveva inizio lo scontro decisivo fra il regno di Seijo alleato con il regno di Nekoma, contro il regno di Karasuno e sicuramente tutti avrebbero combattuto al massimo per vincere.



Note dell'Autore:
Ed ecco a voi un altro capitolo della grande Lio. In questo capitolo non immaginate quanto ho amato il mio piccolo sole che cerca di aiutare Karasuno, solo per Kageyama <3<3
Grazie a EliotbyNight per le correzioni; a 
Shavanna per la sua recensione che non manca mai e tutti quelli che aggiungono la storia tra i preferiti, ricordare, seguire e a quelli che hanno solo letto.
Al prossimo capitolo^^.

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Capitolo 5
*** Cap. 5. Incontro. ***


Note dell'autore:
Ciaooo a tutti. Rieccomi qui con la storia scritta dalla mia amica Lio che come me, ama molto haikyuu!!!
Lei da brava mi ha già scritto la storia, mentre io per mancanza di tempo mi sono fermata nel ricopiare. Spero che vi piaccia questa storia che personalmente trovo bellissima e spero che lasciate un commento in modo da far sapere alla mia amica se è stata gradita o no^^ Buona lettura! 

Cap. 5. Incontro.

Ormai la battaglia decisiva stava per avere inizio, gli eserciti erano schierati e pronti a combattere, tutti avrebbero dato il massimo per conquistare la vittoria, in particolare Kageyama che aveva scoperto chi era l'uomo che aspirava in primo luogo alla vita di colui che gli aveva donato la vista.
- Brutto idiota, sei così ostinato ad ottenere l'immortalità da scatenare una guerra?! - sbraitò Iwaizumi verso Oikawa che, leggermente seccato da quelle parole, gli rispose con tono irritato.
- Dovresti saperlo no? La vita immortale è l'ambizione a cui gli esseri umani aspirano di più, quindi perché biasimarmi? - e con un sorrisetto beffardo era pronto a farli attaccare, facendo finire quella discussione con uno schiocco di dita che indicava l'inizio della guerra.
A quel punto le truppe alleate si mossero contro gli avversari e anche Daichi diede l'ordine di avanzare, facendo scattare le sue truppe d'assalto e i suoi maghi, lasciando la difesa alla retroguardia:
- Avanti, dimostriamo il nostro valore e scacciamo questi sbruffoni dalla nostra casa! - incitò Daichi che si trovava in prima linea con Iwaizumi e puntò subito su Kuroo affrontandolo con la sua spada, mentre l'altro si difendeva con la magia e Iwaizumi andava ad affrontare Oikawa con decisione, mentre il resto dei cavalieri si fronteggiavano con violenza.
Kageyama era deciso a combattere come meglio poteva per impedire che Oikawa facesse del male al suo benefattore e prendendo il suo arco, puntò una freccia verso di lui, affidandosi alla sua mira, ma venne bloccato dal comandante delle truppe di assalto del regno di Seijo, Kyotani, che lo colpì violentemente con un calcio al fianco facendolo cadere poco distante da sé:
- I ragazzini non dovrebbero giocare con le armi, potreste farvi parecchio male. - Kyotani lo disse con sarcasmo andando verso Kageyama, per poi colpirlo nuovamente con in calcio all'addome, che però venne bloccato dal ragazzo che si rialzò subito in piedi, pronto a sfidarlo con la spada in mano:
- Posso anche essere un ragazzino, ma sono più forte di quel che credi! - Kageyama non perse tempo e dopo avergli risposto, andò ad attaccarlo con uno scatto felino cogliendolo di sorpresa, riusciva a tenergli testa alla perfezione, grazie ai suoi riflessi ben sviluppati, anche se, in quanto a forza era in netto svantaggio, dal momento che Kyotani lo attaccava sempre con la massima potenza e aggressività.
- Marmocchio, vedi di toglierti dai piedi! - fu l’ordine dell’avversario, ma il ragazzo non mollava, era determinato a combattere, nonostante fosse in difficoltà, tuttavia si distrasse nel vedere Daichi in difficoltà contro Kuroo e quello fu il momento perfetto per Kyotani per attaccarlo, cosa che fece subito con la sua spada, ferendolo gravemente al petto e facendolo cadere a terra.
Quando Daichi se ne accorse mancava poco per Kageyama nel ricevere l’ultimo colpo, ma non poté intervenire perché braccato da Kuroo che non gli lasciava via di fuga, mentre Kyotani trascinava Kageyama verso una scarpata sogghignandogli poi nell’orecchio:
- Fatti un bel volo piccolo corvo. - per poi lasciarlo cadere e sprofondare nel fiume sottostante, lasciando Daichi sconvolto.
 
Kageyama si ritrovò ferito su una sponda del fiume quasi privo di sensi, non riusciva a muovere un muscolo, l’unica cosa che riuscì a fare fu intravedere la sagoma sfocata di qualcuno che gli si avvicinava, per poi svenire a causa della ferita, mentre quella persona lo portava in spalla verso il folto della boscaglia.
Quando Kageyama si riprese si trovava in una stanza lussuosa, sdraiato su un letto e con le ferite fasciate. Non aveva idea di che posto fosse quello e nemmeno di come ci fosse arrivato, poi nella stanza entrò un giovane vestito elegante, che portava con se dei medicinali:
- Ti sei svegliato finalmente, portarti qui non è stato facile per il signorino. - l’uomo gli si avvicinò dopo avergli detto quelle parole e iniziò a cambiargli le fasciature.
- Scusa, tu chi sei? - la delicatezza di Kageyama per le relazioni interpersonali faceva proprio schifo, ma l’uomo gli rispose con un tono tranquillo e sereno, senza problemi.
- Il mio nome è Sugawara, sono solo un umile servitore del mio giovane sovrano. - quando finì di parlare, completò anche la fasciatura di Kageyama che lo ringraziò non capendo a chi si riferisse, ma in quel momento nella stanza fece irruzione Hinata, manco fosse un tifone, si lancia su Sugawara, facendolo finire con la faccia sul letto.
- Finalmente sei sveglio! Non sai quanto ho dovuto faticare per portarti qui, mettiti a dieta! - Hinata gli sbraitò contro un po’ nervoso, facendo irritare Kageyama a tal punto da rifilargli un bel pugno fra capa e collo.
- Chiudi il becco scemo! - Kageyama gli urlò contro, mentre il povero Hinata era finito con la faccia sul materasso e a quel punto intervenne Sugawara a farli smettere, facendo scontrare le loro fronti: - Piantatela di litigare voi due! - li rimproverò più volte fino a fargli calmare, quando poi Kageyama si ricordò della battaglia che era ancora in corso, chiedendo di riportarlo sul campo, ma i due gli dissero che con quelle ferite avrebbe solo peggiorato la sua condizione. Effettivamente questo fatto lo riconosceva anche lo stesso Kageyama a cui fu intimato di riposarsi, dopo ciò, Sugawara lasciò la stanza permettendo così ai due di restare da soli.
Kageyama iniziò a fissare Hinata con curiosità, chiedendogli come si chiamasse, ricevendo una risposta rapida: - Il mio nome è Hinata Shoyo. - disse il ragazzo con un sorriso, che fu interrotto da un commento da parte di Kageyama che lo lasciò di sasso.
- La tua voce mi ricorda quella di uno scemo che ho incontrato tempo fa. - ma Hinata lo smentì subito sbracciando come un deficiente: - Impossibile, questa è la prima volta che ci incontriamo, sì, la prima! -.
Hinata prese a ridacchiare, mentre Kageyama riflettendo attentamente disse che aveva ragione, anche perché non aveva prove effettive per dire se fosse o meno quella persona, anche perché non aveva fatto in tempo a vederla, mentre Hinata, almeno per il momento, preferiva non dire niente su chi fosse realmente, proponendogli invece di fare un giro fuori, dicendo che così magari si sarebbe ripreso prima.
- Va bene, non mi va di rimanere a farmi accudire, però potresti darmi dei vestiti prima? - Hinata si ricordò che per medicarlo avevano dovuto togliergli i vestiti che in quel momento erano a lavare, in quanto erano sporchi di sangue: - Ah! Sì, certo! Adesso te li porto! - fece una corsa stratosferica per portargli dei vestiti e quando se li fu messi, se lo trascinò dietro per fargli fare il giro del regno.
Una volta fuori, Kageyama si ritrovò immerso in un via vai di creature magiche, intente al commercio, al riposo e alle normali attività che venivano effettuate normalmente in qualsiasi regno, e la cosa stupì Kageyama che si guardava intorno come un bambino, mentre Hinata se la rideva nel vederlo reagire in quel modo.
- Ti diverti con poco vero? - chiese sorridendo Hinata.
- Sì, effettivamente è così. - anche Kageyama sorrise e voltando lo sguardo verso una bancherella, notò che stavano vendendo armi di vario tipo, ma la sua attenzione si soffermò su un arco che dall’aspetto sembrava davvero ben fatto e dal momento che lui aveva perso il suo, si avvicinò per chiedere quanto costasse e la risposta del mercante fu che il prezzo dell’arma era di 15000 unità d’oro, ma lui tutti quei soldi non li aveva, quindi pensò di rinunciare all’acquisto quando Hinata si offrì per pagare completando l’affare:
- Quello lì è un vero taccagno, fa pagare sempre cifre alte per tutto, ma almeno sono merci di primissima fattura. - gli spiegò Hinata, quando poi Kageyama gli chiese dove potesse provare quella sua nuova arma e Hinata trascinandolo vivace per un braccio lo portò su delle colline deserte spiegandogli che l’arco creava delle frecce magiche, quindi doveva starci attento.
Kageyama provò subito e tendendo l’arco si creò effettivamente una freccia magica che, quando fu scoccata, generò una grande esplosione non appena toccò un bersaglio e questo fece reagire Kageyama come un bambino che usa un nuovo giocattolo.
- Incredibile! Gran bel colpo! - anche Hinata si entusiasmò, correndo a vedere se si era formato un cratere come sperava, mentre Kageyama decise di raggiungerlo in seguito, lasciando Hinata da solo:
- Vediamo un po’, dovrebbe essere atterrata qui vicino. - il giovane re dai capelli arancioni stava cercando di trovare il punto d’impatto della freccia, quando si sentì afferrare alle spalle e mettere una mano sulla bocca.
- Vedi di stare buono, per il momento non ti farò nulla, quindi non agitarti. - qualcuno gli sussurrò all’orecchio e Hinata voltandosi vide che a tenerlo bloccato era Oikawa, che era riuscito a trovarlo quando si mise a seguire le tracce di sangue lasciate dalla ferita di Kageyama:
- Ammetto che non è stato per niente facile trovarti, ma ora che ti ho preso, farai tutto quello che ti dirò, altrimenti questo posto e il ragazzo che ti sei portato dietro, entreranno nel mirino del mio esercito, capito? - Oikawa continuava a sussurrargli nell’orecchio e a quelle parole Hinata non poté che restare fermo fra le sue grinfie, sperando solo che il re di Seijo tenesse fede alle sue parole.
- Ottima scelta, ora vedi di fare il bravo e di seguirmi in silenzio senza troppe storie. - detto così Oikawa lo legò stretto a delle corde che generò con la sua magia e nel frattempo Kageyama, iniziava ad avvicinarsi scorgendo i due da lontano, mentre Oikawa si preparava a portare Hinata nel suo palazzo attraverso un portale.
- Hinata! - Kageyama urlò il suo nome correndo verso di loro per aiutarlo, venendo presto raggiunto da Toto che si lanciò in picchiata su Oikawa per distrarlo, ma venne respinto senza problemi da un ceffone di quest’ultimo che scomparve con Hinata nel portale.
Kageyama non riuscì a raggiungerli in tempo e quando arrivò i due se ne erano appena andati:
- Dannazione! Dove sono finiti? - il ragazzo era seccato e il pennuto gli disse che il suo padroncino era stato portato nel regno di quello svitato.
- Bene, allora andiamo a riprendercelo. - Kageyama era deciso a salvare Hinata e niente lo avrebbe fermato, a qualunque costo avrebbe salvato colui a cui doveva la vita.

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