Clash of the Titans di Enrico (/viewuser.php?uid=396)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 - IL TORNEO ALLE PORTE ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 : PREPARATIVI ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: LO SCONTRO COMINCIA ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: FUOCO CONTRO FUOCO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: LA GRANDE SFIDA ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: RIVELAZIONI ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: L'AMARO SAPORE DI UN SALUTO ***
Capitolo 1 *** CAPITOLO 1 - IL TORNEO ALLE PORTE ***
CLASH OF THE TITANS
Autore: Enrico
I personaggi, la trama e le mosse di Toshinden sono di proprietà di
Takara e Tamsoft.
Tutti i diritti riservati.
TRADUZIONI
Moshi moshi - Pronto?
Mata ne! - Ci vediamo!
Ikimasu! - Andiamo!
CAPITOLO 1 - IL TORNEO ALLE PORTE
Aeroporto di Tokyo, 1 aprile 1995, ore 17.
Era appena arrivato un volo dall'Europa, e i passeggeri in uscita stavano
affollando il terminal, che già normalmente era occupato da una folla non
indifferente, trattandosi del più grande aeroporto del Giappone.
Un ragazzo cercò di farsi strada tra la folla che premeva e spingeva,
facendo del proprio meglio per arrivare al nastro trasportatore da cui
avrebbe preso la sua valigia. Con un po' di difficoltà, riuscì ad aprirsi
un varco tra la ressa generale.
Il giovane aveva i capelli castani pettinati all'insù in maniera
piuttosto disordinata, con una fascia bianca sulla fronte che impediva loro
di ricadergli sugli occhi. Gli occhi del ragazzo erano di un inusuale colore
scarlatto, ma anziché inquietare, essi sembravano dare l'idea di uno
spirito combattivo e di un animo nobile. Indossava una t-shirt nera a mezze
maniche, blue-jeans e scarpe marroni chiare, e il suo fisico era piuttosto
robusto, nonostante la sua relativamente bassa statura. Teneva appesa alla
cintura una spada katana chiusa in un fodero nero. Evidentemente era questo
fatto che sembrava tenere la gente in un certo stato di soggezione.
Ora, ad uno spettatore esterno, sarebbe sembrato un qualsiasi ragazzo
giapponese, un po' palestrato, apparte la spada, ma questo non era affatto
uno qualsiasi. Di altri non si trattava che di Eiji Shinjo, discendente di
una famiglia di samurai e spadaccini. Come tutti i discendenti della
famiglia Shinjo, era stato allenato fin da bambino nell'arte del Bushido, e
ne conosceva tutti i segreti. Dopo aver terminato le scuole superiori, aveva
intrapreso un viaggio per il mondo alla ricerca di altri guerrieri con cui
misurarsi, e ora stava tornando in Giappone, per rispondere ad un invito.
Eiji ripercorse mentalmente quegli anni, ricordandosi tutto come se fosse
avvenuto solo il giorno prima. Lui e suo fratello maggiore Sho avevano perso
i genitori in un tragico incidente stradale, avvenuto quattordici anni
prima, e da allora era stato Sho a prendersi cura di Eiji e ad allenarlo
nell' onorata tecnica di scherma della famiglia Shinjo. Non molto tempo
dopo, Sho accettò un nuovo studente, un ragazzino scozzese di nome Kayin
Amoh, figlio di un amico di famiglia. Eiji e Kayin divennero subito rivali,
e ogni volta che si allenavano tra loro, rischiava di degenerare in una
rissa. Sho ebbe il suo bel da fare a controllare i suoi indisciplinati
allievi. Fu solo in seguito che Eiji e Kayin fecero amicizia, con grande
sollievo del maggiore dei fratelli Shinjo.
Quando Eiji e Kayin compirono, rispettivamente, diciotto e diciannove
anni, il loro periodo d'allenamento finì, e ognuno di loro prese strade
diverse: mentre Eiji iniziò a viaggiare per il mondo in cerca di avversari
abili con cui misurare la sua abilità, Kayin ritornò in Scozia, per
seguire le orme di suo padre e diventare un cacciatore di taglie. Per quanto
riguarda Sho, era rimasto al villaggio natio di Aizu-Wakamatsu, ma qualche
tempo dopo, con grande preoccupazione di Eiji, se ne persero le tracce.
Quando, due anni dopo, Eiji tornò ad Aizu-Wakamatsu, lo attendevano
delle brutte novità: Kayin aveva mandato una lettera dalla Scozia, in cui
scriveva che suo padre era stato ucciso durante un combattimento che si era
svolto nell'ambito di un torneo all'arma bianca chiamato Toshinden. Ora,
Kayin aveva giurato vendetta contro l'assassino, ed era sicuro di trovarlo
al torneo dell'anno successivo. Inoltre, Eiji trovò un invito: un invito a
quello stesso torneo Toshinden a cui Kayin sosteneva di volersi recare.
Ovviamente Eiji, un po' per solidarietà verso il suo amico, un po' per
l'orgoglio personale di partecipare ad una vera competizione, decise di
accettare l'invito. Rimase via ancora un anno per allenarsi meglio...
Ed ora eccomi qui... pensò Eiji, risvegliandosi dai suoi ricordi.
Scorgendo la sua valigia arrivare lungo il nastro trasportatore, il giovane
si piegò in avanti e la afferrò, per poi iniziare nuovamente a farsi
strada attraverso la folla e dirigersi verso un telefono. Giunto lì, non
perse tempo a tirar fuori la sua scheda telefonica e inserirla, componendo
poi un numero e ponendosi in ascolto. Due squilli dopo, una voce femminile
rispose:
"Moshi moshi? Qui parla Amy."
Eiji fece un piccolo sorriso tra sé, poi rispose: "Amy? Sono io,
Eiji!"
"EIJI !!!" esclamò la ragazza all'altro lato del telefono
"Ciao, finalmente ti fai sentire! Dove ti trovi?"
"Sono all'aeroporto, tra un po' prenderò un taxi e verrò a
prenderti! Hai già fatto i bagagli?"
"Mi mancano ancora due cosette, e poi ho finito. Sai, sono ansiosa
di vederti sul ring!"
"Heh, non voglio buttarti giù, ma ci saranno di sicuro un sacco di
combattenti in gamba al torneo. Non sono quante possibilità ho di
vincere!"
"Mph, con la tua forza stenderai tutti quanti, ne sono più che
sicura!"
"Vabbè, se lo dici tu... allora aspettami, tra un po' sono da
te!"
"D'accordo, Eiji, a tra poco!"
"Mata ne!". Con questo, la telefonata si concluse. Eiji si
sentì molto rincuorato: Amy era la sua fidanzata, che lui aveva conosciuto
durante gli ultimi anni di allenamento. In breve tempo i due erano diventati
amici, e la scintilla era scoccata qualche anno dopo. Mentre Eiji era in
viaggio, si teneva costantemente in contatto con Amy per telefono o per via
epistolare. Pochi mesi prima, Amy gli aveva detto che avrebbe voluto
partecipare come spettatrice al torneo Toshinden. Eiji non ne era molto
convinto, pensando che un torneo all'arma bianca fosse un po' troppo
violento per una ragazza sensibile come Amy, ma lei era più che decisa. E a
quel punto, Eiji non vide motivo per negarle la possibilità di vederlo in
azione.
Purtroppo, pensò Eiji, la situazione non è proprio delle più allegre:
dovrò anche aiutare Kayin a trovare l'assassino di suo padre, e non voglio
che Amy rimanga coinvolta in questa storia...
Distogliendo la sua mente da queste preoccupazioni, Eiji si incamminò verso
l'uscita, la sua determinazione a vincere il torneo rinnovata.
Uscendo dall'aeroporto, con in mano la valigia che stava trascinando,
Eiji chiamò un taxi e diede indicazioni per il villaggio di Aizu-Wakamatsu,
che si trovava nelle campagne vicino a Tokyo. Mentre si sedette sul sedile
posteriore della vettura, sentì il suo cuore accelerare: dopo un anno
poteva rivedere la sua ragazza...
Ore 19:30
Eiji ed Amy stavano scendendo dal taxi che li aveva portati là dove il
torneo Toshinden si sarebbe svolto: una sorta di enorme complesso al quale
si accedeva tramite un doppio portone, sul quale erano stati scritti i kanji
"Toh", "Shin" e "Den". Eiji e la sua ragazza
erano ammutoliti davanti alla spettacolarità del luogo.
"Wow, il solo pensiero di entrare qui dentro mi fa un po'
paura..." mormorò Amy, osservando il complesso con gli occhi
spalancati. Amy era una ragazza molto carina, con folti e lunghi capelli
neri che incorniciavano un viso dai lineamenti finemente cesellati. Il suo
corpo era snello e ben proporzionato, e indossava una maglietta bianca a
maniche corte con il simbolo della Nike disegnato sul davanti, blue-jeans e
sandali. Sembrava avere più o meno diciotto o diciannove anni.
Eiji notò l'ombra di inquietudine nella voce di Amy: "Non vorrai
mica dirmi che vuoi tirarti indietro dopo aver tanto insistito per assistere
al torneo?" le chiese con tono di beffa innocente.
Amy si rivolse a lui con un sorriso di sicurezza sul viso. "Eiji,
una cosa che dovresti sapere di me è che io non torno indietro una volta
che ho deciso. Spero che lo stesso si possa dire di te!"
"C'è forse motivo di dubitarne?" rispose il giovane
spadaccino. Nella sua mente, si stava preparando agli scontri che sarebbero
iniziati tra due giorni, un tempo appena sufficiente a fare gli ultimi
esercizi di allenamento.
Facendo un cenno con la testa, Eiji indicò il doppio portone. "Ikimasu,
Amy! Andiamo a mettere giù le nostre cose e poi vediamoci qui. So che c'è
un ristorante qui vicino dove potremo andare a cenare..."
"D'accordo!" rispose la ragazza "Ah, a proposito... il tuo
amico, Kayin... quando dovrebbe arrivare?"
Eiji strinse gli occhi, come per pensare. "Più o meno alle dieci e
mezza. Mi piacerebbe essere qui davanti per accoglierlo, sono tre anni che
non lo vedo..."
Ore 22:00
Un altro taxi stava procedendo in direzione del complesso dove si sarebbe
tenuto il grande torneo. Il suo passeggero, un ragazzo biondo e dal fisico
robusto, con addosso una giacca rossa su una maglietta nera, lunghi
blue-jeans e lucide scarpe nere, osservò con aria distratta il paesaggio
che correva. I suoi occhi verde acqua si strinsero, concentrandosi su un
pensiero: il torneo, quello in cui finalmente avrebbe visto giustizia fatta.
Aspetta e vedrai, schifoso ASSASSINO... pensò tra sé, mentre cupi
desideri di vendetta ardevano come un incendio nella sua mente. Per lui,
Kayin Amoh, il giovane cacciatore di taglie, figlio del guerriero chiamato
Tempesta, il torneo era l'occasione per ritrovare l'uccisore di suo padre e
fargliela pagare per tutto.
Kayin diede un'occhiata di striscio alla custodia per chitarra che aveva
appoggiato a fianco, sul sedile. Era lì, infatti, che teneva nascosta la
sua spada, Excalibur. Un modo come un altro per passare inosservati ai
controlli doganali e far finta di essere normale. Poi, il giovane toccò,
quasi senza accorgersene, la piccola croce d'argento che portava al collo.
Non ti deluderò, padre...
Distogliendo la mente da quei cupi pensieri, Kayin cercò di mettersi
comodo sul sedile. Tra mezz'ora sarò arrivato. E ci sarà anche Eiji...
Dopo tre anni, sarà bello rivederlo...
Ma le sue riflessioni furono interrotte da un nuovo sospetto.
Un momento... Sho non aveva partecipato al torneo Toshinden dell'anno
scorso? Quello in cui mio padre... no, è impossibile.
Ripetè tra sé e sé la parola, come ad autoconvincersi.
"Impossibile."
TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA... |
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Capitolo 2 *** CAPITOLO 2 : PREPARATIVI ***
CLASH OF THE TITANS
Autore: Enrico
I personaggi, la trama e le mosse di Toshinden sono di proprietà di
Takara e Tamsoft.
Tutti i diritti riservati.
CAPITOLO 2 : PREPARATIVI
Glossario
Konban wa - buonasera!
-san - un suffisso che si usa per persone di riguardo
-kun - un suffisso che si usa per coetanei, o per rimpiazzare -san quando
si ha a che fare con persone più giovani
konnichiwa - buongiorno!
-sama - un suffisso che si usa per persone di rango molto superiore,
o per indicare grande rispetto
Mochiron - Naturalmente
sou ka - d'accordo…
nakama - amico
Anou... sumimasen... - ehm… scusate…
-chan - un suffisso che si usa per esprimere simpatia verso il suo oggetto
Watashi wa Amy desu! - Il mio nome è Amy!
Yoroshiku ne! - Piacere di conoscerti! (anche abbreviato a Yoroshiku)
Ne - non è vero?
Una leggera frenata scosse Kayin dai suoi pensieri. Guardando fuori dalla finestra,
il giovane cacciatore di taglie vide il luogo che gli aveva fatto percorrere
tanta strada… il grande complesso dove si sarebbe tenuta la competizione, con
le enormi doppie porte che recavano la scritta "Toshinden" in kanji.
Kayin, nella sua mente, azzardò un paragone con le porte di un antico tempio
shintoista.
"Ecco, signore, abbiamo percorso in taxi tutta la strada dall'aeroporto
fino a qui, perciò mi dovete seimila yen."
Ovviamente si trattava del tassista. "Tsk," commentò Kayin, cercando
nervosamente il suo portafogli "Volevo solo prendere un taxi, non comprarlo!".
Kayin amava fare questi commenti sarcastici, di tanto in tanto. Per qualche
misterioso motivo, lo facevano sentire soddisfatto di sé stesso.
D'altronde, non c'era molto che Kayin potesse fare se non pagare. Dopo aver
maledetto tra sé i trucchi della categoria, Kayin ringraziò la sua previdenza
per essersi portato più soldi del necessario, poi prese alcune banconote dal
portafogli e le sbattè nella mano avidamente tesa del tassista, come uno straccio
usato.
Iniziò ad allontanarsi per dirigersi alle doppie porte, con la sua custodia
per chitarra in mano, ma venne fermato dopo neanche tre passi dal solito tassista:
"Hey, amico, e la mancia? Questi sono seimila giusti!"
Com'è veloce a contare… pensò tra sé Kayin con un sorrisetto storto,
poi volse leggermente la testa, quel tanto che bastava a rispondergli senza
guardarlo in faccia. "Spiacente, da noi in Scozia non si usa!"
Con un antipatico grugnito, l'autista sbattè la portiera e si allontanò sgommando,
come se volesse andare il più lontano possibile da un cane pieno di pulci. Kayin
lo seguì ancora un po' con i suoi freddi occhi verde acqua, poi si volse nuovamente
verso le doppie porte dell'entrata.
D'accordo, questo è il luogo del ritrovo… riflettè tra sé, aggiustando
un po' la sua giacca rossa. E che io sappia, molti dei combattenti sono già
arrivati. Ora, speriamo solo che quel testone non mi faccia aspettare a lungo…
Come se qualche provvidenza celeste avesse udito i pensieri del biondo cacciatore
di taglie, una gioviale voce lo chiamò, facendolo voltare di scatto: "KAYIN!".
Proveniva da un altro ragazzo, che sembrava avere più o meno la sua stessa età,
con i capelli castani scomposti, pettinati in quelle che sembravano delle vere
e proprie punte sulla sua testa. Il nuovo arrivato portava una t-shirt nera
a mezze maniche, blue-jeans e scarpe marroni chiare, ed era seguito da una ragazza
mora, snella, vestita più o meno come lui, solo che la t-shirt era bianca (e
portava il simbolo della Nike disegnato sul davanti), e al posto delle scarpe
aveva i sandali.
"EIJI! AMY!" Kayin rispose ai suoi vecchi amici dei tempi dell'allenamento,
poi corse verso di loro, subito imitato.
"Kayin! Ne è passato così tanto di tempo!" Eiji salutò con entusiasmo.
I due amici si erano raggiunti e si stavano stringendo la mano con entusiasmo.
"Tre anni!" rispose Kayin, battendo una pacca sulla spalla di Eiji
"E vedo che sei molto cresciuto in questi ultimi tempi!"
"Già, quindi non sei più autorizzato a trattarmi da bambino!" scherzò
Eiji, mentre Amy si avvicinava a Kayin e lo salutava con un inchino. "Konban
wa, Kayin-san!" disse la ragazza, nella maniera formale tipica dei
giapponesi.
"Ma guarda chi si rivede!" Kayin si rivolse a lei con un'espressione
arguta sul viso. "Ho sentito che tu ed Eiji ora siete ufficialmente fidanzati,
è così?"
Il bel viso di Amy si tinse di un'inequivocabile rosso, mentre lei abbassò
un po' la testa, iniziando a cercare le parole per rispondere a quella domanda
improvvisa. Eiji sospirò e scosse la testa. Un giorno la lingua di Kayin
lo caccerà in un gran bel pasticcio… pensò tra sé, poi cercò di rispondere
per Amy, pur con un po' di imbarazzo: "Beh, insomma… diciamo che… non c'è
ancora nulla di definitivo… tu piuttosto, sei ancora in cerca, vero?"
Kayin strinse gli occhi con aria vanitosa. "Lo sai che le ragazze mi cascano
attorno a destra e a sinistra… se volessi, ne potrei scegliere una in qualsiasi
momento!"
Eiji rise e gli diede una spintarella. "Ma taci, pallone gonfiato! Non
sei proprio cambiato da questo punto di vista, eh? Stesso ego grande come la
Francia!"
Amy non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere per l'inusuale espressione
usata da Eiji. Kayin si finse offeso: "Così in Giappone accogliete un caro
vecchio amico che non si fa più vivo da tre anni? Mi aspettavo molto meglio!"
"Coraggio!" Amy interruppe la discussione "Avrete tutto il tempo
domani per discutere di queste faccenduole... dopo che avrete finito gli allenamenti,
si intende. Ora, andiamo alle nostre stanze!"
Annuendo, i due ragazzi la seguirono oltre il doppio portone che dava accesso
alla sede del torneo. Mentre passavano, Eiji e Kayin non poterono impedirsi
di discutere su ciò che li avrebbe attesi.
"Alla fine siamo arrivati." Fu Kayin il primo a parlare "E questo
è il luogo dove troverò l'assassino di mio padre…"
"Sei proprio sicuro che sarà qui? Al torneo?"
"Sì, al cento per cento." Rispose il giovane scozzese "Ho atteso
un sacco di tempo l'occasione di vendicarmi…"
"Kayin!" disse Eiji "Qualunque cosa accada, ricorda che sarò
sempre pronto a darti una mano!"
Kayin guardò il suo amico con aria di gratitudine, per poi avviarsi, in silenzio,
lentamente e con una sorta di orgoglio rattristato, verso la stanza che gli
era stata riservata.
Il giorno dopo, ore 9
Eiji si stiracchiò pigramente, ancora un po' assonnato. Entro pochi minuti
ci sarebbe stato il discorso d'apertura del torneo, a cui tutti i partecipanti
avrebbero dovuto presenziare. Per l'occasione, si era messo addosso l'uniforme
da combattimento, un kimono bianco con le orlature rosse, su una maglietta nera,
pantaloni dello stesso colore, scarpe marroni e una fascia bianca legata sulla
fronte. Al fianco, portava appesa la katana della sua famiglia, la Byakko No
Tachi, che al momento era riposta nel suo fodero nero.
Il ragazzo si guardò attorno, alla ricerca del luogo dove si sarebbe tenuto
il discorso. Finalmente, riuscì ad individuarlo. L'arena principale, che si
trovava più o meno al centro del complesso, in una sorta di colosseo nel quale
sarebbero stati accolti gli spettatori. Eiji non ci mise molto a raggiungerlo,
e trovò che Kayin era già lì ad aspettarlo all'entrata.
Il giovane cacciatore di taglie portava una maglietta nera con sopra una giacca
rossa dalle spalliere nere, blue-jeans e lucide scarpe nere. In mano, teneva
la custodia per chitarra che usava per nascondere la sua spada. Kayin salutò
Eiji con un gesto della mano.
"Buongiorno, Eiji-kun! Sembra proprio che siamo i primi!"
"Già." Replicò Eiji, dando una sbirciata all'interno dell'arena ancora
deserta "E sarei curioso di vedere chi saranno i partecipanti…"
Una voce femminile, infantile e dallo spiccato accento magiaro, fece voltare
Eiji e Kayin.
"Ne avete una davanti!"
I due amici si voltarono per vedere una ragazzina che si stava avvicinando
a loro. Di corporatura esile, con corti capelli ondulati color verde smeraldo
e profondi, splendidi occhi blu, era vestita di quello che sembrava essere un
costume intero di seta bianca con orlature rosa scuro, veli trasparenti sui
polsi e sulle caviglie, un grosso nastro rosa legato attorno alla vita e annodato
in un fiocco dietro la schiena, e scarpette da ballo. In ciascuna mano, teneva
un piccolo pugnale, e aveva al collo un ciondolo rosa a forma di cuore. La nuova
arrivata si diresse verso Eiji e Kayin e si presentò con un sorriso.
"Salve, il mio nome è Ellis. Ellis Hayama. Sono qui per combattere nel
torneo Toshinden."
Eiji si rivolse a lei. "Oh, konnichiwa! Io sono Eiji Shinjo, e
il mio amico qui," indicò Kayin con un cenno "è Kayin Amoh. Piacere
di conoscerti!"
Ellis si inchinò. "Beh, piacere mio, e vi auguro buona fortuna nel torneo!".
Con questo, la ragazzina entrò nel colosseo, saltellando come se dovesse andare
a una festa. I due ragazzi la guardarono con aria interrogativa.
"Cosa ci farà mai una ragazzina così piccola in un torneo che è stato
descritto come uno dei più violenti che ci siano mai stati?" chiese Kayin,
fissando la direzione nella quale Ellis se n'era andata.
Eiji non fece che alzare le spalle. A dire la verità, stava per rispondere qualcosa,
quando sentì un movimento dietro di sé. Nello stesso istante, come un campanello
d'allarme, sentì la voce di Kayin: "ATTENTO!"
Agendo puramente d'istinto, Eiji sfoderò la Byakko No Tachi e girò su sé stesso
tenendo la spada davanti a sé. Si sentì il clangore di metallo contro metallo,
ed Eiji si rese conto di aver parato un colpo di piatto diretto alla sua testa.
Un attimo dopo, Eiji vide che la lama che stava per colpirlo era un gigantesco
spadone a due mani, forgiato in ottimo acciaio e con l'elsa decorata d'oro.
Restò senza parole quando ne vide il proprietario: un uomo altissimo, più o
meno sul metro e novanta, che pareva avere attorno ai trent'anni, vestito di
ricca porpora sulla quale portava una corazza a piastre in stile medievale,
completa di spalliere, manopole, ginocchiere e schinieri. I suoi lunghi capelli
erano dello stesso colore di quelli di Ellis, forse un po' più chiaro, e i lineamenti
aristocratici del suo viso erano disturbati dal ghigno sardonico che aveva sfoderato.
Eiji strinse gli occhi come per vederlo meglio, poi sussurrò un nome. "Duke…"
Il guerriero in armatura sollevò un po' la sua lama. "Bene, bene… chi
si rivede… Monsieur Shinjo!" disse Duke, fissando Eiji con un aria a metà
tra il divertito e lo sprezzante.
"Eiji! Conosci questo tipo?" chiese Kayin. In quel momento, Duke
riappoggiò a terra la lama del suo spadone, consentendo ad Eiji di rispondere.
"L'ho incontrato alcuni anni fa, in Francia. Durante i miei viaggi, sono
capitato per caso nelle sue terre, e non appena lui è venuto a sapere di me,
mi ha sfidato in combattimento, e io l'ho battuto. Non solo, uno dei miei colpi
ha anche spezzato la sua spada, la Dernier Vancour. A quanto pare, questa sconfitta
non gli è andata giù… e ha anche riparato la sua spada…"
"Un momento…" disse Kayin "Le sue terre? Temo di non capire…"
Duke rispose al posto di Eiji. Socchiuse gli occhi, sorridendo con aria sicura,
e cominciò: "Ti basti sapere che sono il discendente di una famiglia francese
di antica nobiltà, la famiglia Rambert, che ha mantenuto, ancora oggi, alcuni
dei diritti, delle proprietà e delle abitudini che già aveva ai tempi del Sacro
Romano Impero. In altre parole, io conservo ancora il titolo e i diritti di
cavaliere."
Kayin assunse un'aria ancora più confusa. "Mai sentito niente di simile…"
Senza badare al commento di Kayin, Duke rivolse nuovamente la sua attenzione
al rivale: "Spero proprio di combattere con te, Eiji Shinjo! Così ti dimostrerò
che non compio gli stessi errori due volte!". Detto questo, si volse verso
l'arena e se ne andò per la stessa direzione in cui era andata Ellis un attimo
prima.
Accidenti... pensò tra sé Eiji Lo batterò, quello sbruffone...
Pochi minuti dopo, gli otto lottatori che avrebbero preso parte al torneo si
erano riuniti nell'arena principale. Oltre ad Eiji, Kayin, Ellis e Duke (da
cui Eiji aveva cercato di tenersi il più lontano possibile), c'erano quattro
combattenti dall'aria abbastanza insolita: un vecchietto dai lunghi baffi bianchi,
con un vestito tradizionale cinese di colore azzurro, ricoperto di lustrini,
un berretto dello stesso colore, e con un paio di guanti artigliati sulle mani,
se ne stava in disparte ad affilare le sue lame.
Un po' più in là, stava un omone muscoloso dai corti capelli biondi e dai rozzi
lineamenti da operaio, con addosso una canottiera grigia, piena di aloni residui
da macchie d'olio e carbone, pesanti calzoni da lavoro e anfibi marroni. La
sua arma era un'impressionante clava di pietra che sembrava pesare diverse decine
di chili.
Il terzo era un uomo sulla quarantina con un vestito viola da ninja. I suoi
neri capelli erano legati in una coda di cavallo dietro la nuca, e sembrava
giocherellare nervosamente con una lunga lancia. Eiji lo aveva riconosciuto
subito come un ninja del clan Yaki, un'antica scuola ninja di grande fama.
Ma Kayin sembrava concentrato sulla quarta concorrente, una donna bellissima,
alta e snella, dai lunghi capelli biondi legati a coda di cavallo, gelidi occhi
azzurri che sembravano persi in un quesito senza risposta. Il suo abbigliamento
era un provocante costume intero, di cuoio nero, che metteva in risalto le sue
prorompenti curve, e un paio di scarpe nere dal tacco alto. In una mano teneva
una frusta di cuoio arrotolata.
Eiji notò l'insistenza con cui Kayin la stava guardando. "Cosa stai guardando?"
"I suoi occhi." Rispose Kayin, quasi con noncuranza.
"Sì, perché ci credo..."
Pochi istanti dopo, gli sguardi degli otto combattenti si volsero verso il
palco che stava ad una delle estremità del colosseo. Su di esso, stava salendo
una figura minacciosa, che sembrava dominare tutta l'arena dall'alto della sua
statura. Era un uomo enorme, al cui confronto persino Duke e il gigante con
la clava di pietra sarebbero sembrati bassi. Il suo corpo era completamente
coperto da un'armatura nera come la notte, con ornamenti rossi, dorati sull'elmo.
Persino il suo volto era nascosto, e i suoi occhi, o almeno, quelle che potevano
essere chiamate due bianche fessure luccicanti, scrutavano gelidamente tutti
i riuniti. In una mano teneva una gigantesca spada bastarda (una spada che può
essere tenuta con una o due mani, indifferentemente) a doppio taglio, e dietro
di lui, collegate alle piastre che gli coprivano la schiena, ondeggiavano due
appendici a forma di artiglio, che sembravano aumentare ancora di più la sua
già immensa statura.
Il gigante in armatura nera guardò dall'alto al basso gli otto combattenti
che stavano nell'arena, come un giudice in procinto di emettere una condanna,
poi parlò, con una voce tonante che sembrava provenire dal profondo di una caverna.
"Vi do il benvenuto al torneo Toshinden. Io sono Gaia, l'organizzatore
della competizione. Sono qui per informarvi che gli scontri incominceranno tra
due giorni a partire da oggi. Avete il tempo necessario per fare gli ultimi
allenamenti e consolidare la vostra preparazione. Da quando inizierà il torneo,
gli scontri, ovviamente uno contro uno e ad eliminazione diretta, si susseguiranno
uno dopo
l'altro. Gli abbinamenti saranno stabiliti a caso, e non sarà possibile alcun
cambiamento. Ciascun lottatore potrà utilizzare l'arma che vorrà, a meno che
non si tratti di armi da fuoco. Ogni combattimento durerà fino a che uno dei
due contendenti non sarà messo in condizioni di non poter continuare a lottare."
"Con questo, il discorso d'apertura può considerarsi chiuso. Il torneo
Toshinden è ufficialmente iniziato, auguro buona fortuna a tutti i contendenti
e che le vostre azioni siano guidate dall'onore."
Seguito dagli sguardi reverenziali degli otto presenti, Gaia si allontanò dal
palco, scomparendo in una delle gallerie d'uscita.
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Alcuni minuti dopo...
Un ascensore raggiunse una stanza segreta scavata nel sottosuolo. Dei pesanti
passi metallici ruppero l'innaturale silenzio che regnava, prima interrotto
solo dal crepitio delle torce fissate al muro, l'unica fonte di luce. La fioca
luminosità sembrò proiettare delle inquietanti ombre sulla figura massiccia
di Gaia, che avanzava lentamente verso qualcosa… o qualcuno… nascosto dalle
tenebre.
Finalmente, si fermò, scrutando in silenzio la figura umana che gli stava davanti.
Una voce giovanile, dal tono fermo e deciso, gli rivolse la parola.
"A quanto sembra, l'idea di organizzare un torneo in segreto ha funzionato,
Gaia-sama. Anche se i rischi ci sono stati."
"Mochiron. Ci sono anche loro due."
"E lei? Anche lei fa parte del nostro piano, per quanto mi dispiaccia
doverla coinvolgere."
Gaia non fece che annuire in segno affermativo. "Sou ka..."
disse il giovane misterioso "Allora possiamo procedere con la seconda fase,
sempre che lei sia d'accordo."
"Non c'è altro che si possa fare. Ormai tutto è stato deciso, e non possiamo
tirarci indietro."
Gaia avvertì che il suo interlocutore sembrava preoccupato. "E' così,
Gaia-sama. Spero solo che la nostra sia stata la scelta giusta."
"Se non le dispiace, adesso devo iniziare ad organizzare gli incontri."
disse Gaia, voltandosi leggermente con aria quasi distratta. "Devo fare
in modo che tutto vada secondo il piano."
"D'accordo."
Lentamente e solennemente, Gaia si diresse verso un'altra stanza, avvolta dalle
tenebre, ma dalla quale si vedevano giungere le luci di computer e macchinari
di vario genere. Il giovane nascosto dalle ombre lo osservò senza cambiare contegno,
poi abbassò lo sguardo, perso nei suoi pensieri.
Eiji… Kayin…
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Quel pomeriggio, Eiji e Kayin avevano già iniziato gli allenamenti preliminari,
sotto lo sguardo intento di Amy. In quel preciso momento si trovavano in una
delle arene riservate all'allenamento, e avevano ingaggiato tra loro un duello,
per provare quanto le loro capacità fossero migliorate. L'allenamento durava
già da più di un'ora, e non accennava a diminuire d'intensità.
La katana di Eiji e la claymore di Kayin cozzarono tra loro, liberando nell'aria
alcune scintille dorate. I due combattenti premettero l'uno contro la lama dell'altro,
cercando di costringere l'avversario in ginocchio, ma era evidente che nessuno
dei due sarebbe riuscito tanto presto nell'impresa. Finalmente, Kayin spezzò
il contrasto, abbassando la sua spada all'improvviso e facendo perdere l'equilibrio
ad Eiji, per poi tentare di colpirlo con un calcio mentre stava ancora barcollando.
Eiji parò l'attacco sollevando un braccio, poi saltò indietro per evitare altri
colpi.
"E allora, Eiji-kun?" disse Kayin con un sorrisetto di beffa sul
viso "Cos'è, ti vuoi arrendere già adesso?"
Eiji ricambiò il sorriso e fece la sua battuta: "Oh, stà zitto o ti zittisco
io!". Tirò indietro la sua spada, per poi sferrare un fendente in avanti.
"REKKUZAN!" gridò, e subito un'ardente sfera di fuoco apparve dalla
punta della lama e sfrecciò nell'aria, diretta verso Kayin. Il biondo cacciatore
di taglie, per nulla preoccupato, imitò il movimento di Eiji, con l'unica differenza
che gridò: "SONIC SLASH!". Una palla di fuoco uguale a quella di Eiji
scaturì a sua volta dal fendente, si scontrò a mezz'aria con il Rekkuzan e i
due attacchi energetici si cancellarono a vicenda, in un'esplosione di fiamme
e scintille. Kayin scattò verso il suo amico e rivale e sferrò una Shoulder
Crush, un attacco che consisteva in un calcio dall'alto verso il basso, sferrato
in spaccata. Eiji schivò di poco, poi scattò verso Kayin, che fece appena in
tempo ad alzare la guardia e parare il calcio al viso che Eiji sferrò.
"Per il momento nessuno di voi ha portato a segno un solo colpo!"
commentò Amy, seduta qualche metro più in là. "La vostra forza è più o
meno pari, a quanto sembra!"
Rilassandosi un attimo, Eiji si asciugò il sudore dalla fronte. "Già, e
mi sta facendo fare una fatica tremenda... entro stasera, puzzerò come una capra!"
"Se non altro, la stessa cosa vale anche per me!" commentò Kayin dopo
aver preso fiato. "Sei diventato molto più forte di quanto immaginassi,
Eiji-kun… anche se io sarò sempre migliore!"
Eiji lo guardò con aria di sfida. "Presto sarai di opinione diversa, nakama!"
Mentre i due si stavano scrutando, in procinto di continuare lo scontro, una
voce femminile che a loro suonava stranamente familiare si rivolse a loro. "Anou...
sumimasen..."
Eiji, Kayin e Amy si voltarono verso la direzione da cui la voce proveniva.
Ellis, la giovanissima ballerina dai capelli smeraldini che Eiji e Kayin avevano
incontrato quella mattina, era entrata quasi di soppiatto nell'arena. Indossava
lo stesso completo da ballo bianco con il ciondolo a forma di cuore legato al
collo, e teneva in mano i suoi pugnali.
"Oh, konnichiwa, Ellis-chan!" la salutò Kayin, abbassando la sua spada.
Eiji si inchinò, mentre Amy si alzò frettolosamente in piedi. "E' un'altra
partecipante al torneo che abbiamo incontrato stamattina." Spiegò Eiji
alla sua fidanzata.
Ellis e Amy si inchinarono l'una all'altra. "Watashi wa Amy desu. Yoroshiku
ne, Ellis!" si presentò la ragazza mora, con un largo sorriso.
"Yoroshiku!" fece eco Ellis. Poi si rivolse ai due ragazzi. "Scusate
se vi disturbo, ragazzi, ma volevo fare un po' d'allenamento con voi. Fare pratica
da sola è noioso!"
"Nessun problema!" rispose Eiji alzando le spalle. "Se vuoi provare
uno scontro con me, anche adesso!"
"Va bene!"
Eiji fece cenno a Kayin ed Amy di spostarsi un po', mentre Ellis si dispose
di fronte a lui e fece un inchino. "D'accordo, allora iniziamo!" esclamò
Eiji mettendosi in posa di combattimento.
"Siete pronti?" esclamò Amy, poi, due secondi dopo: "Combattete!"
Ellis aprì il combattimento, scattando verso Eiji ad una velocità tale che l'occhio
umano riusciva a malapena a scorgerla. Allarmato, il ragazzo cercò di difendersi,
ma Ellis lo aveva già raggiunto e lo colpì con un paio di calci al fianco, seguiti
da due leggeri fendenti con i suoi pugnali, uno dei quali tracciò una breve
linea rossa sul braccio di Eiji. Ma così facendo, Ellis aveva scoperto la sua
difesa, ed Eiji riuscì ad afferrarla e condurla a terra con una presa da judo.
La danzatrice si rialzò più rapidamente di quanto Eiji avesse previsto, ed eseguì
un salto mortale all'indietro per mettere un po' di distanza tra lei e lo spadaccino.
Di nuovo, Eiji tirò indietro la spada per poi lanciare un Rekkuzan alla sua
avversaria. Non immaginava che Ellis l'avrebbe schivato facendo una ruota di
lato. Poi, la ballerina fece un balzo verso Eiji, si fermò una frazione di secondo
a mezz'aria, e scese in picchiata verso di lui, formando un angolo di 45 gradi
con il terreno e tendendo i pugni chiusi, nei quali i suoi pugnali già crepitavano
di energia, verso il petto di Eiji.
"ARC SLASH!" gridò Ellis, ed Eiji, pur riuscendo in qualche
modo a parare il colpo, venne spinto indietro di quasi un metro dalla forza
dell'impatto. Kayin ed Amy erano decisamente impressionati. Una ragazzina così
piccola, eppure già abbastanza abile da tenere testa ad Eiji?
Il combattimento continuò ancora così per un bel po', una sequenza di parate
e contromosse, finchè entrambi i lottatori non cominciarono a sentire la stanchezza
farsi insopportabile. Ellis, con il fiato corto e il viso coperto di sudore,
rinfoderò i suoi pugnali e si congratulò con Eiji, ringraziandolo di essersi
offerto da sparring partner.
"Anche tu sei in gamba, Ellis-chan." Il commento era di Kayin, che
senza saperlo aveva detto la stessa cosa che Eiji aveva in mente. "Dove
hai imparato a combattere così?"
"Anche se può sembrarvi incredibile... ho imparato a maneggiare i pugnali
e a danzare nel circo dove lavoro!" rispose Ellis, cogliendo un po' tutti
di sorpresa.
"Lavori in un circo?" domandò Amy, incredula.
Ellis annuì lentamente, con aria seria. "Sì, Amy-san, il circo che mi ha
cresciuta da quando ho perso i miei genitori, appena nata."
"Ah… capisco" rispose Eiji "Anche io e mio fratello Sho abbiamo
perso i genitori…".
Kayin sospirò, evidentemente coinvolto anche lui.
"Tuttavia…" continuò Ellis "…recentemente ho sentito dire che
mio padre è ancora vivo, ed era in qualche modo collegato al torneo. Per questo
ho deciso di iscrivermi, ho intenzione di incontrare mio padre, la persona grazie
alla quale sono qui, in questo mondo."
Eiji, Kayin e Amy rimasero qualche secondo a pensare. Poi, Eiji prese la parola:
"Ad ogni modo, Ellis-chan… non so quali sentimenti potrai provare per tuo
padre quando, e se, lo incontrerai…"
"Sì, Eiji ha ragione." Seguì Amy "In fondo, per quanto possa
essere tuo padre, è una persona che neanche conosceresti…"
Ellis lasciò vagare il suo sguardo verso il suolo, poi rispose: "A onor
del vero, non so che dire. Per tutti i sedici anni della mia vita, ho sempre
provato il rammarico di non aver conosciuto i miei genitori e di sentirmi, in
qualche modo, "diversa"… vorrei, se possibile, cercare di colmare
questo vuoto almeno in parte…"
"Sai, per qualche motivo, credo di capire cosa vuoi dire." Affermò
Kayin "Trovare tuo padre equivarrebbe a trovare una parte di te stessa,
del tuo passato…"
"Sì, immagino si possa dire così!" confermò Ellis.
Annuendo, Kayin abbassò lo sguardo a sua volta, poi lo rialzò e sfoderò un sorriso.
"Beh, credo che possiamo smettere con la malinconia per oggi! Che ne dite,
andiamo a vedere il programma degli scontri? Credo che l'abbiano già esposto."
"D'accordo!" assentì Eiji, ed Amy annuì a sua volta. "Ellis-chan,
vieni anche tu?"
"Ma certamente!" esclamò Ellis con un largo sorriso.
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Proprio come aveva ipotizzato Kayin, il programma degli scontri era già stato
esposto, ed era già disponibile alla reception. Osservando la scheda, Eiji,
Kayin, Ellis ed Amy scoprirono che due giorni dopo, cioè il 4 aprile, Ellis
avrebbe combattuto per prima, contro Duke Rambert.
"Io l'ho già affrontato e battuto," disse Eiji "ma è stato almeno
tre anni fa. Non so quanto possa essere migliorato in questo arco di tempo.
Tuttavia, Ellis-chan, ti posso dire che è molto forte ma lento. Forse puoi sfruttare
queste sue caratteristiche a tuo vantaggio."
Ellis annuì, poi volse nuovamente lo sguardo al tabellone. "Poi, nel pomeriggio
di quello stesso giorno, si batteranno Sofia Tolstoj e Fo Fai…" commentò
leggendo il programma.
"Heh. Immagino che Sofia sia quella bionda tutta curve che hai visto stamattina,
ne, Kayin-kun?" scherzò Eiji rivolto al suo vecchio amico, che non
fece che guardarlo storto. Nel frattempo, Amy aveva letto gli incontri previsti
per il giorno dopo, il 5 Aprile. "Eiji, vedo che tu dovrai combattere un
tizio di nome Rungo… sai qualcosa di lui?"
Eiji si fermò a pensare un attimo. "Mmm… dev'essere quell'americano biondo
con la clava di pietra… non esattamente il tipo di persona che mi piacerebbe
incontrare in una stanza buia…"
"Il che significa…" concluse Kayin "…che a me rimane da combattere
contro…" lesse il nome sul tabellone "…Mondo. Eiji, mi avevi detto
che c'era anche un ninja tra i contendenti. Che sia lui, questo Mondo?"
"Sì, credo proprio di sì. Stai attento, Kayin-kun, i ninja del clan Yaki
non sono mai clienti molto facili."
Kayin fece un cenno d'assenso.
"Dunque, questa è la situazione." Concluse Amy "Devo dire che,
pur non avendo mai visto la maggior parte di questi tipi in azione, ho come
la sensazione che sarà uno spettacolo da non perdere…"
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Quella sera, ore 23:00.
Tutte le luci del complesso dove si sarebbe svolto il torneo erano ormai spente.
Il silenzio regnava sovrano sull'enorme struttura, infranto a tratti dallo stridio
di qualche cicala. Quasi tutti gli occupanti delle cabine del dormitorio erano
immersi nel sonno.
Ma c'era l'eccezione. In una delle cabine, un po' più in disparte rispetto alle
altre, l'occupante non riusciva a trovare pace nel sonno. Messa in posizione
semiseduta sul suo letto, la giovane donna dai lunghi capelli biondi sembrava
molto preoccupata.
E' inutile, non riesco a prendere sonno, per quanto mi sforzi... Questa
faccenda del torneo mi inquieta non poco, e so che molto probabilmente mi stanno
già osservando. Tuttavia, ho come l'impressione che la risposta a tutte le mie
domande sia qui ad aspettarmi. E, in particolare, sono sicura che LUI sia qui...
forse sarà lui a fornirmi la chiave per rimettere assieme i pezzi di questo
puzzle che mi impedisce di condurre una vita normale...
Con un sospiro, Sofia volse i suoi occhi azzurri al terso cielo notturno, punteggiato
di stelle. Rimase un attimo a contemplare il loro scintillio, poi, finalmente,
cominciò a sentirsi più rilassata. Lasciò scivolare la sua testa sul cuscino,
cercando una buona volta di addormentarsi.
Una cosa è certa... Questo torneo è forse la più grande occasione della
mia vita...
TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA… |
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Capitolo 3 *** CAPITOLO 3: LO SCONTRO COMINCIA ***
CLASH OF THE TITANS
Autore: Enrico
CAPITOLO 3: LO SCONTRO COMINCIA
GLOSSARIO
Sugoi! - Grande!
YATTA! - EVVIVA!
Makenai mou! - Non perderò!
Soredemo, - E poi,
Saa... - Allora…
Himitsu Kessha - Società Segreta
Masaka… - Impossibile…
Ogenki desuka? - Tutto bene?
Hai, genki desu! - Sì, tutto bene!
4 Aprile 1995, ore 10:00.
Sugli spalti dell'arena principale, un'enorme quantità di gente si era riunita
per assistere allo scontro programmato: Ellis Hayama, la giovanissima ballerina
proveniente dall'Ungheria, si sarebbe scontrata con Duke Rambert, il fiero cavaliere
francese che Eiji aveva sconfitto anni prima.
Era una calda giornata primaverile, e l'aria era piena delle urla festanti
di spettatori ed appassionati di arti marziali che attendevano la prima battaglia
del grande torneo. Su tre posti in una delle prime file, quasi del tutto confusi
tra la folla esultante, Eiji, Kayin e Amy stavano discutendo un po' prima che
la loro nuova amica si presentasse sul ring.
"Eiji, avevi detto che questo Duke è uno spadaccino molto abile, e che
prima di te nessuno lo aveva mai battuto…" cominciò Amy, non senza un po'
di preoccupazione.
Il ragazzo dai capelli all'insù annuì in silenzio. "Sì, in effetti... però,
secondo me, tra un po' Ellis sarà la seconda a metterlo in ginocchio…"
"Dopotutto, è riuscita a metterti in difficoltà, l'altro giorno…"
commentò Kayin, seduto al suo posto a braccia conserte e con la sua tipica aria
distaccata. "Certo è che non sappiamo quanto Duke si sia migliorato."
Ora che gli ho fatto VENIRE IL SOSPETTO che qualcuno possa batterlo… Eiji
concluse il ragionamento tra sé.
"In ogni caso, l'ultima parola spetta allo scontro." Concluse Amy
"Vedremo subito chi dei due riuscirà…"
Venne improvvisamente interrotta dalla voce di uno speaker: "SIGNORE E
SIGNORI, benvenuti al torneo Toshinden, e grazie della vostra cortese pazienza!
Su questo ring, tra pochissimo, si scontreranno due degli otto guerrieri invitati
alla competizione, due dei più grandi combattenti del mondo, pronti a misurare
le proprie capacità in uno scontro senza precedenti! Signore e signori, date
il benvenuto alla più giovane combattente che abbia mai messo piede su quest'arena:
dall'Ungheria, sedici anni, una danzatrice aggraziata e letale, esperta nell'uso
dei suoi taglienti pugnali da corpo a corpo: ELLIS HAYAMA!"
Il pubblico esplose in applausi e ovazioni, mentre, da una delle entrate del
colosseo, la minuta figura di Ellis, vestita con il completo da ballo che portava
due giorni prima, quando si era allenata con Eiji, fece il suo ingresso, brandendo
con fierezza i suoi piccoli pugnali acuti come strali. Con un gesto distratto
della mano, si tolse dal viso alcuni dei suoi splendidi capelli smeraldini,
e si guardò intorno, un po' spaesata dall'enorme folla che la stava osservando
e faceva il tifo per lei. Con lo sguardo, cercò per un attimo i suoi tre amici,
poi si arrese. Come cercare un ago in un pagliaio... pensò tra sé, quindi si
avvicinò al bordo del ring e balzò agilmente su, rimase a fare qualche inchino
al pubblico, poi si mise in posizione d'attesa all'angolo del quadrato.
"Wow!" esclamò Amy dagli spolti, stringendo un pugno "Bisogna
dire che la nostra Ellis-chan si è presentata bene!"
"Ed ecco a voi il suo avversario!" continuò il presentatore "Un
nobile guerriero che combatte secondo il codice d'onore dei cavalieri medievali,
discendente di un'importante famiglia francese, qui per tenere alto il proprio
onore nella grande battaglia. Ecco a voi... DUKE RAMBERT!"
Le ovazioni si alzarono nuovamente, mentre Duke, il corpo, le mani e le gambe
coperti dai pezzi di un'armatura a piastre talmente lucida da brillare al sole,
entrò nell'arena, tenendo tra le mani il suo impressionante spadone, Dernier
Vancour. I lunghi capelli verde chiaro di Duke ondeggiarono ad un colpo di vento,
come un effetto scenico, mentre il suo sguardo cadde sulla piccola combattente
che lo stava aspettando sul quadrato.
Hanno intenzione di farmi combattere contro quella bambina? Riflettè
incredulo E' uno scherzo, immagino...
Nessuno scherzo. Con un cenno della mano, Ellis spronò Duke a salire sul ring.
Il cavaliere in armatura, per quanto incredulo, non potè fare altro che avvicinarsi
al ring, appoggiare il suo enorme Dernier Vancour sull'orlo del quadrato, per
poi salire sul ring con un'agilità che, per quanto nemmeno lontanamente paragonabile
a quella di Ellis, era comunque insospettabile.
"Con tutta quell'armatura è riuscito a salire sul ring senza problemi?"
commentò un meravigliato Kayin dagli spalti. "Sì, dev'essersi allenato
come si deve, altro che!"
I due combattenti, nel frattempo, si erano posizionati al centro del ring,
ed erano impegnati in una discussione preliminare.
"Il codice della cavalleria non dice niente riguardo i combattimenti con
le bambine, cherìe!" disse Duke con sarcasmo, osservando dall'alto al basso
la sua minuta avversaria.
Ellis gli restituì uno sguardo da monella che la sa lunga. "Se fossi in
te, mi preoccuperei più di vincere che di seguire regole vecchie di un millennio.
Sarò piccola, ma non scherzo!"
"Come vuoi." Concluse Duke alzando le spalle "Se vuoi combattere,
non mi tiro indietro! Ma tu rischi di farti male..."
Ellis fece un mezzo versetto che riassumeva perfettamente la sua noncuranza
dell'atteggiamento arrogante di Duke. Poi, si inchinò al suo avversario, che
sollevò davanti a sé il suo spadone a due mani, facendo finta di ammirarlo.
L'annunciatore parlò ancora una volta prima dell'inizio.
"ELLIS contro DUKE! Siete pronti? ... COMBATTETE!"
I due avversari rimasero per qualche attimo a studiarsi, in attesa che l'altro
facesse anche solo il minimo movimento che l'avrebbe portato ad abbassare la
guardia. Poi, Duke decise di iniziare. Sollevò la spada sopra la propria testa
per poi tentare un letale fendente dall'alto verso il basso, ma si trattava
di un attacco troppo lento per non essere schivato dalla velocissima Ellis,
che rispose facendo una scivolata sulle ginocchia, poi si rialzò sferrando un
fendente che colpì la gamba destra di Duke sopra il ginocchio, in un punto non
protetto dallo schiniere. Il cavaliere francese strinse un attimo i denti, sentendo
un acuto bruciore nel punto dove era stato colpito, ma la ferita era poco più
di un graffio rispetto alla sua forza fisica, e Duke fu in grado di rispondere
quasi subito.
"CYCLONE!" esclamò, e fece un rapido giro su sé stesso, sferrando
nel contempo un fendente rotante che graffiò Ellis al fianco. Per la prima volta,
il bianco del suo costume da ballerina si macchiò di rosso. Un attimo dopo,
Ellis spalancò gli occhi allarmata quando si vide arrivare addosso la gigantesca
lama, che la colpì di piatto. Ellis era riuscita a mettersi in posizione di
difesa, ma la forza del colpo di Duke fu più che sufficiente a farla barcollare
e a toglierle il fiato per un secondo. Duke cercò di approfittare del momento
per piazzare qualche altro attacco.
Ma non ne fu in grado. Ellis, vedendosi in difficoltà, utilizzò la sua tecnica
più ingannevole, Air Dance. All'improvviso, fece un balzo e cominciò ad eseguire
una serie di capriole a mezz'aria, grazie alla sua energia interiore (il suo
Ki) che le permetteva di rimanere sospesa in aria. Sotto gli occhi stupefatti
di Duke, Ellis iniziò a volteggiare attorno al suo avversario, tracciando dietro
di sé una scia di abbaglianti scintille azzurre. Il pubblico rimase ammutolito
davanti a questa incredibile tecnica.
"Sugoi!" fu il commento di Eiji "Ellis-chan ci sa fare!"
Duke cercò disperatamente di intercettare i volteggi di Ellis, sferrando dei
fendenti a caso, ma senza risultati apprezzabili. Come si girava da una parte,
Ellis gli era già volata alle spalle. Non era umanamente possibile stare dietro
ad un bersaglio così piccolo e così mobile, considerando anche che le scintille
blu tracciate dalla tecnica di Ellis stavano abbagliando non solo lui, ma anche
il pubblico che stava nelle prime file. Finalmente, la piccola danzatrice decise
di averne abbastanza di tutte quelle acrobazie aeree, si preparò e lanciò un
attacco a Duke, che in quel momento stava ancora cercando di intercettarla.
"ARC SLASH!" gridò Ellis, lanciandosi in picchiata sul suo
avversario come aveva fatto nel suo scontro d'allenamento con Eiji due giorni
prima. L'attacco di Ellis colpì Duke in piena schiena, con una forza tale che
il possente cavaliere in armatura venne scagliato sul pavimento del ring, e
cadde al suolo a faccia in giù, con un assordante clangore metallico, mentre
Ellis, con un agilissimo salto mortale all'indietro, balzò via e atterrò in
piedi a qualche metro da lui, attendendo che si rialzasse.
Duke si sollevò da terra, ammonendosi di non sottovalutare più la sua avversaria.
Si rimise in posizione di guardia e sollevò Dernier Vancour davanti a sé, pronto
a ricevere il prossimo attacco, che non si fece attendere.
Ellis, sempre a velocità incredibile, scattò verso il suo avversario cercando
di colpire con un calcio circolare al fianco, in un punto non protetto dalla
corazza. Con un gesto del braccio, Duke parò l'attacco, poi, con appena un piccolo
movimento, colpì Ellis alla spalla con l'elsa di Dernier Vancour e, mentre lei
faceva un passo indietro allarmata, spazzò il pavimento con un fendente sferrato
di piatto che colpì le caviglie della ballerina. Con un gridolino di dolore
e di sorpresa, Ellis piombò a terra, ma reagì prontamente balzando di nuovo
in piedi, più velocemente di quanto Duke potesse immaginare, e colpendo con
due affondi al fianco, seguiti da un nuovo, potente attacco.
"FLAMING CRESCENT!" gridò Ellis, e subito fece un balzo altissimo,
fendendo l'aria dal basso verso l'alto con il suo pugnale brillante di energia
gialla, in una mossa stile uppercut. Il fendente colpì in pieno Duke, scavando
un profondo solco nella sua splendente armatura e facendolo barcollare. Il cavaliere
francese si sentì mancare le forze, ma strinse i denti, costringendosi a non
perdere l'equilibrio. Con un incredibile sforzo di volontà, Duke si tenne in
piedi e si rimise in posizione per contrattaccare Ellis, che in quel momento
stava scendendo giù.
Ellis si rese conto di aver commesso una grave imprudenza. Contando sulla possibilità
che il suo Flaming Crescent buttasse a terra l'avversario, aveva sferrato l'attacco
senza prima mettere Duke in condizioni di riceverne il massimo danno. Il cavaliere
in armatura si era tenuto in piedi, contro le previsioni della sua avversaria,
e si accingeva a contrattaccarla mentre lei atterrava dal suo uppercut.
Odio doverla trattare così, ma non vedo molta scelta... pensò Duke,
inquadrando il suo minuto bersaglio. Poi, con un'agilità che aveva dello straordinario,
il cavaliere in armatura fece un balzo, sferrando un uppercut molto simile a
quello di Ellis. "HARD RAISE!"
La ragazzina venne colpita duramente a mezz'aria, e venne scagliata via con
un grido di dolore. Volò per un breve tratto, poi atterrò dolorosamente su un
fianco. Sugli spalti, Eiji, Kayin ed Amy trattennero il fiato, mentre Duke atterrava
con un tremendo tonfo metallico.
Ellis ci mise un po' più di tempo a riprendersi dal colpo: sentiva il dolore
dei colpi presi, e si accorse di avere un pò di sangue che le colava da una
narice. La figura di Duke le sembrava ondeggiare leggermente.
Come la beffa che si va ad aggiungere al danno, Ellis si sentì arrivare dal
suo avversario le parole: "Alzati e combatti!"
Accidenti, la fa facile... riflettè la ballerina, mentre tentava di sollevarsi
ancora una volta. Ci mise un po' di tempo, ma ancora una volta riuscì ad alzarsi
in piedi, raccolse i pugnali che aveva fatto cadere quando era finita a terra,
e si asciugò col dorso della mano un rivoletto di sangue che ancora le colava
dal naso, notando con sollievo che l'emorragia si stava fermando.
Devo elaborare un'altra strategia... sono stata troppo sicura di me... pensò
Ellis, mentre la vista le tornava normale. Non ebbe tempo di pensare oltre,
perché Duke partì verso di lei di corsa, tenendo il suo spadone sopra la testa.
La sua velocità era superiore a qualsiasi aspettativa. Colta di sorpresa, Ellis
si abbassò d'istinto, schivando il fendente trasversale che Duke sferrò. Poi,
il cavaliere fece una capriola in aria e sferrò un altro fendente, dall'alto
verso il basso, durante l'atterraggio, gridando: "SOUTHERN CROSS!".
Agendo sull'ultimo istante, Ellis fece una ruota di lato proprio mentre la
gigantesca lama si stava per abbattere su di lei. Appena in tempo, riuscì a
schivare il colpo che aprì una profonda breccia nel quadrato. Poi, Ellis si
avvicinò nuovamente al suo avversario, fece un balzo altissimo, gli appoggiò
le mani sulle spalliere e lo scavalcò agilmente, raccogliendo le gambe a ridosso
del corpo. Mentre passava oltre, Ellis mollò la presa sulle spalliere di Duke
e sferrò un doppio calcio all'indietro, colpendo l'avversario alla nuca con
entrambi i talloni. Il viso di Duke si contorse in una smorfia di dolore, mentre
lui barcollava e piombava nuovamente a terra. Si sentirono gli applausi del
pubblico per la spettacolare manovra della ragazzina.
Lottando con tutte le forze rimaste, Duke riuscì a sollevarsi di nuovo, ma Ellis
non aveva intenzione di lasciargli il tempo necessario a riorganizzare l'attacco,
e gli piombò addosso con una raffica di calci e fendenti, pochi dei quali furono
parati. Infine, vedendo il suo avversario ormai barcollante, Ellis spiccò un
altro salto, arrivando all'altezza della testa di Duke, gridò "SCREW
DANCING!" e si produsse in un salto mortale all'indietro, colpendo
il cavaliere con un calcio sotto il mento. Con un gemito, Duke venne nuovamente
scagliato a terra, questa volta perdendo i sensi. Il conteggio di dieci giunse
al termine prima che lui riuscisse a muoversi.
Sugli spalti, il pubblico proruppe in applausi e grida di vittoria.
"YATTA!" gridarono all'unisono Eiji ed Amy, mentre Kayin, a
fianco, stringeva il pugno con un sorriso soddisfatto. Sul ring, Ellis osservò
ancora un attimo il suo avversario battuto, ansimò un paio di volte, poi si
volse verso le tribune. Il suo viso era coperto di sudore e rigato del sangue
che le era uscito dal naso, e il graffio al fianco le bruciava ancora, ma per
il momento non le importava. Ora, ciò che contava era la vittoria che aveva
ottenuto!
La giovane danzatrice fece un inchino al pubblico, poi sollevò un braccio,
puntando l'indice verso il cielo, e pronunciando la sua frase di vittoria. "Makenai
mou!"
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Ore 13:00
In un fast food vicino al complesso dove si teneva il torneo, Eiji, Kayin,
Amy ed Ellis stavano pranzando. Tutti, tranne Kayin, avevano ordinato degli
hamburger che in quel momento stavano assalendo famelicamente.
"Kayin-san…" disse Ellis, riprendendo fiato tra un boccone e l'altro
"Tu sei l'unico di noi che non ha preso un hamburger…". La ragazzina
si era cambiata i vestiti, e ora portava una leggera maglietta bianca, jeans
azzurri molto corti, e scarpe da ginnastica gialle e azzurre. La maglietta riusciva
a malapena a coprire la benda che Ellis portava sulla ferita al fianco ricevuta
nello scontro con Duke. Un piccolo batuffolo di cotone le tappava la narice
destra.
Kayin, frugando nel suo cartone di patatine, rispose con un'alzata di spalle
alla domanda di Ellis. "Beh, sai… io sono vegetariano. Non mi va l'idea
che una creatura che respira venga uccisa…"
Eiji appoggiò il suo hamburger e si rivolse al suo compagno di allenamento.
"Sai, Kayin-kun, non credo che alle ragazze piacerebbe vedersi rovinare
l'appetito…". Amy rise alla battuta, mentre Ellis si coprì la bocca con
la mano per impedirsi di sputare fuori la Coca-Cola che aveva appena bevuto.
Kayin scosse la testa con un sorrisetto. "Che tipo, Eiji... sempre a fare
apprezzamenti da quattro soldi sulla mia filosofia di vita…"
Un'altra risata scosse il gruppetto di amici, poi Ellis richiamò l'attenzione
di tutti sul torneo. "Sentite, se non ricordo male, oggi pomeriggio ci
sarà il combattimento tra Sofia e Fo… che ne dite, andiamo a vederlo anche noi?"
"D'accordo!" assentì Amy "Un modo come un altro per farci un
idea del livello degli altri partecipanti…"
"E poi, chissà che il nostro Kayin non riesca a flirtare un po' con la
bella biondona…" commentò Eiji, scatenando l'ilarità del gruppo.
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Intanto, in una sala sotterranea posta sotto il complesso dove si teneva il
torneo, due figure stavano discutendo.
"Il match di stamattina è stato interessante." Disse una voce cavernosa
e priva di emozione, che era ovviamente quella di Gaia, il gigantesco guerriero
in armatura nera che aveva organizzato il torneo. "Ellis ha dimostrato
di possedere un'ottima tecnica e notevoli doti atletiche. Come da previsioni,
si è dimostrata un ottimo soggetto."
Gaia volse la testa coperta dall'elmetto verso una figura nascosta dalle ombre.
Le lunghe appendici a forma di artiglio collegate alle piastre che gli coprivano
le scapole ondeggiarono minacciosamente.
"Sembra che il rischio corso sia valso la candela, Gaia-sama." Rispose
una voce giovanile, appartenente alla figura oscurata. Le torce che illuminavano
debolmente la sala proiettarono un lampo su di essa. Per un attimo, le sue fattezze
risaltarono: era un giovane, più o meno sui ventisei anni, dai lunghi capelli
castani, che portava un kimono da combattimento color porpora, con una sorta
di mantello rosso sulle spalle, pantaloni viola e stivali alti fino al ginocchio.
Un osservatore qualsiasi non sarebbe riuscito a vedere altro.
"Le consiglierei però di osservare anche lo scontro di oggi pomeriggio:
una dei due contendenti è Sofia Tolstoj, con la quale, se non vado errato, voi
avete già avuto a che fare."
Gaia annuì. "Il che vuol dire che anche lei potrebbe essere un tassello
fondamentale nel nostro piano..." riflettè ad alta voce.
"Gaia-sama, lei pensa che Sofia sappia qualcosa di cosa le ha causato
la sua amnesia?"
"Non ne sono sicuro... ma è meglio tenerla d'occhio..."
Il giovane interlocutore di Gaia rimase in silenzio, riflettendo sulla situazione.
Sofia... anche lei, come loro due... capitata in questo affare contro la
sua volontà, e ora c'è invischiata...
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Ore 16:00
"Allora, quanto manca allo scontro?" esclamò Ellis, alzandosi in
piedi dal suo posto sugli spalti dell'arena principale e cercando di vedere
cosa stava accadendo. Il ritardo sulla tabella di marcia del torneo era già
di mezz'ora, e la gente si sta spazientendo.
"Se la prendono comoda…" commentò Kayin con la sua solita calma,
seduto a gambe accavallate e con le braccia conserte, lo sguardo rivolto verso
l'arena ancora vuota.
Anche Eiji ed Amy stavano iniziando a dare segni di insofferenza. "Se
va avanti così, io me ne torno in camera, torneo o non torneo!" dichiarò
il ragazzo dai capelli a punte.
Per fortuna, qualche secondo dopo, l'annunciatore fece sentire la sua voce
dall'altoparlante: "Signore e signori, ci scusiamo per il ritardo e vi
ringraziamo per la vostra disponibilità. Dopo lo scontro di stamattina tra Ellis
e Duke, siamo lieti di deliziare tutti voi con un confronto tra altri due professionisti:
la prima, una bellissima ragazza russa, con la sua micidiale frusta, che ruberà
i cuori di tutti voi: SOFIA TOLSTOJ!"
Da uno degli ingressi, fece il suo ingresso nell'arena la bellissima ragazza
bionda che Kayin aveva adocchiato durante il discorso d'apertura. Era vestita
(se quelli si potevano chiamare vestiti) di un costume intero di cuoio nero,
con appena alcune fasce che le avvolgevano il petto, e che impedivano al pubblico
di vedere Parigi e Londra. Ai piedi portava un paio di scarpe nere coi tacchi
a spillo, i suoi lunghi capelli biondi erano legati in una coda dietro la nuca,
le labbra erano tinte col rossetto, e portava sulle mani dei guanti neri che
le lasciavano scoperte le dita, e arrivavano fin sopra il gomito. Arrotolata
nella sua mano destra, stava una lunga frusta, anch'essa di cuoio nero. La parte
maschile del pubblico esplose in ululati e grida di approvazione, mentre Sofia,
avanzando con calma verso il ring, si girava verso gli spalti e, con aria seducente,
mandava un bacio al pubblico in tripudio.
Alla faccia della dominatrice... pensò Kayin.
"Ed ora, il suo avversario!" esclamò lo speaker "Sicuramente
il combattente più vecchio mai salito sul ring di questo torneo! Dalla Cina,
106 anni, il famoso prestigiatore FO FAI!"
"CENTOSEI ANNI?" esclamò Ellis "Sta scherzando, vero?"
Amy scosse la testa. "Dovrebbe stare in un ospizio, anziché tentare la
fortuna in un torneo..."
Eiji, Kayin, Ellis ed Amy osservarono increduli il contendente che stava entrando:
si trattava di uno strano vecchietto dal viso rugoso sul quale spuntavano un
paio di baffi bianchi e folte sopracciglia dello stesso colore. Indossava un
vestito azzurro in stile cinese sul quale portava una specie di soprabito viola
chiaro ricamato in oro e con inciso il simbolo di una sorta di fenice, e un
cappellino a due punte, anch'esso viola, con una gemma color verdemare incastonata
sul davanti. Le sue armi erano un paio di guanti artigliati che luccicavano
sinistramente. Fo, il vecchietto, si diresse sul ring e ci salì su con un balzo,
senza staccare lo sguardo dalla bella Sofia.
"Ohhh... ma che sorpresa!" disse Fo con voce gracchiante, sorridendo
languidamente alla ragazza "Che bella ragazza vedono questi miei stanchi
occhi…". Sofia non fece che guardarlo storto, tenendo una mano sul fianco
e srotolando la frusta davanti sé per lanciargli un messaggio implicito.
Fo non sembrò coglierlo. "Se vuoi, dolcezza, ce la possiamo godere un
po' assieme, una volta finito lo scontro…"
"Un'altra parola da parte tua, vecchio bavoso," rispose finalmente
Sofia con un sogghigno sul viso "e ti ficcherò quei tuoi artigli dove dico
io!". Il vecchio rise, con un tono acuto e penetrante, e si mise in posa
di combattimento.
"Siete pronti?" esclamò la voce di campo "COMBATTETE!"
Sofia iniziò il combattimento correndo verso il suo avversario e sferrando
un calcio diretto verso il petto di Fo, che si scansò agilmente e contrattaccò
con una doppia artigliata. Anche Sofia fu abile a schivare, e deviò le mortali
lame, per poi colpire Fo con una gomitata. Il vecchio indietreggiò, con un'aria
leggermente irritata sul viso.
"Non ti hanno mai insegnato che bisogna essere gentili con gli anziani?"
chiese, con tono di falsa offesa. Sofia sbuffò infastidita, quel ridicolo avversario
le stava già dando sui nervi.
Fo fece la sua prossima mossa. "MYSTIC BALL!" gridò, e portò
le mani, aperte a ventaglio, davanti a sé, sparando dai palmi una sfera di ardente
energia azzurra. Sofia si mise in posizione di guardia giusto in tempo e parò
l'attacco, ma sentì il calore della sfera di energia sulle braccia. Sulla pelle
di Sofia apparvero subito arrossature e qualche vescica. La bionda reagì immediatamente,
facendo schioccare la sua frusta trasversalmente e colpendo Fo al braccio. Poi,
senza lasciargli il tempo di recuperare, Sofia seguì con un altro attacco.
"RATTLESNAKE!" gridò, e iniziò a schioccare la sua frusta
davanti a sé numerose volte, muovendola a una tale velocità che l'arma sembrava
invisibile. Fo venne colpito più e più volte, mentre la frusta affilata gli
apriva profondi strappi nel vestito. Infine, Sofia appoggiò la sua frusta per
terra, raccolse Fo tenendolo per il colletto, lo sollevò davanti a sé, e iniziò
a schiaffeggiarlo in viso. Dopo sei schiaffi, Sofia mollò il colletto di Fo
e buttò a terra il vecchio con un calcio alto. Fo si abbattè al suolo gridando
dal dolore e dalla sorpresa.
Ormai il pubblico era tutto per Sofia. Anche il gruppetto di Eiji e compagni
stava facendo il tifo per lei. "Metticela tutta, Sofia! Fagli vedere chi
sei!" stava urlando Amy, subito imitata da Ellis. Anche Kayin ed Eiji stavano
applaudendo, impressionati dall'abilità della combattente russa.
Sofia, con un sorrisetto sicuro sulle labbra, prese in giro il suo avversario
facendogli segno di venire avanti con la mano tesa. Fo si alzò nuovamente da
terra, massaggiando la sua faccia illividita, e cercò di studiare un altro sistema
per attaccare. Finalmente, si avvicinò a Sofia di corsa. La ragazza si preparò
a riceverlo, ma fu colta di sorpresa quando Fo fece un balzo e si gettò su di
lei tendendo in avanti la gamba sinistra.
"PAGODA KICK!" strillò il vecchio, e una frazione di secondo
dopo il suo calcio raggiunse Sofia allo sterno, facendola gridare e cadere a
terra di schiena. La giovane strinse i denti e si rialzò un attimo dopo, asciugandosi
un po' di sangue dal labbro inferiore e rimettendosi in posizione. Fo, che si
era allontanato di qualche metro, aveva iniziato a girarle attorno in quelle
che sembravano essere delle piroette. Sembrava stesse tentando di confonderla.
Sofia si mise a osservare i suoi movimenti, senza fare una mossa. Notò che
il vecchio con gli artigli si stava muovendo a intervalli regolari, come se
seguisse uno schema predeterminato. Faceva una piroetta, si fermava per mezzo
secondo, poi ne faceva un'altra, in direzione casuale. Ogni volta c'era quella
pausa...
Se riesco ad anticipare il suo movimento, forse lo frego... pensò Sofia,
poi strinse gli occhi e osservò con attenzione i movimenti di Fo. Due secondi
dopo, mentre Fo stava facendo la breve pausa tra una schivata e l'altra...
"THUNDER RING!" esclamò la ragazza, e fece schioccare la sua
frusta in aria. Dall'arma scaturì una sorta di anello fatto di energia elettrica,
che sfrecciò verso il vecchio Fo. Affidandosi alla sorte, Sofia aveva lanciato
il suo attacco un po' a destra rispetto al suo effettivo bersaglio, in modo
da colpirlo durante l'atterraggio nel caso Fo avesse scansato verso la propria
sinistra.
Aveva indovinato. Fo aveva eseguito una piroetta verso la propria sinistra.
Si era così spostato proprio sulla traiettoria del Thunder Ring, e non potè
fare nulla per impedire che il prioettile di Sofia lo colpisse, facendolo barcollare
pericolosamente. La ragazza scattò in avanti, e prima che Fo potesse reagire,
si sollevò su una gamba sola e iniziò a sua volta a piroettare su sé stessa,
tendendo in fuori la sua frusta come un nastro da ginnastica ritmica.
"AURORA REVOLUTION!" gridò Sofia, avanzando rapidamente verso
Fo e colpendolo ripetutamente con la frusta rotante. Alla fine dell'attacco,
il vecchio era disteso a terra, stordito, e Sofia era ancora davanti a lui,
con appena qualche graffio.
"Allora, vecchio? Ti sei deciso ad arrenderti?" chiese Sofia in tono
sarcastico. Mentre il vecchio si rialzava infuriato, Sofia attaccò con un altro
colpo di frusta che lo raggiunse alla spalla, poi lanciò un altro Thunder Ring
che Fo riuscì a malapena a parare. Il vecchio con i guanti artigliati si rialzò
un'altra volta e si lanciò su Sofia, che schivò abilmente un fendente e sferrò
un paio di calci al petto del suo avversario. Infine, un colpo di frusta sferrato
dal basso verso l'alto fece barcollare Fo e lo fece crollare a terra inerme.
Il conteggio di dieci iniziò, e si concluse prima che Fo riuscisse ad alzarsi.
"La vincitrice, signore e signori... SOFIA TOLSTOJ!"
Ancora una volta, il pubblico gridò la sua gioia per la schiacciante vittoria
di Sofia. La bionda combattente si chinò verso Fo, sfoderò un sogghigno di vittoria
e alzò una mano, muovendo l'indice come per dire di no.
"Non eri un granchè…" commentò rivolta all'avversario, poi si sollevò
in piedi, si mise la mano davanti alla bocca e cominciò a ridere in maniera
beffarda.
"HOHOHOHOHOOOO…"
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Dopo essere usciti dall'arena, Eiji e i suoi amici stavano discutendo sul combattimento
a cui avevano appena assistito.
"Sofia è in gamba, altro che!" commentò Eiji "Non che conoscessi
il suo stile, ma sicuramente è molto efficace!"
"Soredemo, io sono contenta che quel vecchio buffone sia fuori gioco!"
aggiunse Ellis, sorridendo maliziosamente "Non mi sarebbe piaciuto abbassarmi
a combattere contro di lui..."
"Saa…" cominciò Amy "Voi due, Eiji e Kayin, combatterete
domani. Vi sentite pronti?"
I due ragazzi si guardarono negli occhi e sfoderarono entrambi un sorriso sicuro.
"Altro che, Amy-chan!" rispose Kayin "Vedrai che tifo domani,
quando sarò sul ring a prendere a calci quel tizio di nome Mondo!"
"Davvero?" rispose Eiji con aria astuta "Beh, vedremo chi di
noi due si attirerà di più le simpatie del pubblico! E poi, dovremo anche combattere
tra noi nelle semifinali, se vinceremo entrambi!"
All'improvviso, una voce conosciuta, arrivando da dietro, interruppe la discussione.
"Temo che non ci saranno semifinali."
"Cosa?" I quattro amici si voltarono, per vedere Sofia che avanzava
verso di loro. Non la riconobbero subito, perché l'aria da guerriera aveva lasciato
il posto ad un aspetto molto più quotidiano. La ragazza bionda si era sciolta
i capelli, e indossava una camicia bianca a maniche corte, un paio di corti
jeans neri, e scarpe bianche. Sofia si stava dirigendo verso i quattro amici
con un'espressione molto seria sul viso.
"Sofia!" esclamò Amy, sorpresa "Come mai sei qui? E cosa vuoi
dire con…"
"Seguitemi." Rispose Sofia "Dobbiamo parlare in privato."
Parlava come una persona che avesse deciso di confidare un segreto molto importante
a degli amici fidati e stesse cercando di fare la propria confessione lontano
da orecchie indiscrete
Poi, si voltò e cominciò a camminare via. Un po' spaesati, Eiji e i suoi amici
iniziarono a seguirla, mentre lei li conduceva attraverso la zona dormitori
e dentro la piccola foresta che stava nella zona posteriore del complesso. Si
sentivano strani, e avevano come un brutto presentimento. C'era qualcosa che
non andava, chiunque l'avrebbe capito, ma cosa?
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"Questo è il posto ideale." Disse Sofia, fermandosi nel bel mezzo
di una radura coperta d'ombra. Sofia avanzò lentamente nel sottobosco, illuminata
a tratti dai raggi di luce che penetravano le chiome degli alberi, e guardandosi
attorno come per cercare trappole.
Un pensiero attraversò la mente di Kayin. O forse sta cercando di trovare
telecamere nascoste? Non sapeva perché gli fosse sorto un dubbio simile,
ma si sentiva come se una possibilità del genere fosse plausibile, in un posto
come quello. Ma che diavolo vado a pensare?
Eiji si fece avanti per parlare. "Allora, Sofia, ci puoi dire che sta
succedendo? Come mai ci hai portato in un posto del genere?"
Sofia si voltò verso Eiji e chiuse gli occhi con aria preoccupata, poi iniziò
a rispondere. "Questo è il posto in cui ci sono meno probabilità che la
Himitsu Kessha ci stia osservando."
"La… Himitsu… Kessha?" fu la reazione di Amy "E che diavolo
è?"
"Sono coloro che stanno dietro questo torneo." Cominciò a spiegare
Sofia, volgendosi verso il quartetto di amici. "Si tratta di una potente
organizzazione segreta che investe in ogni tipo di attività criminali, dalla
speculazione allo spaccio di droga. In questo momento, questa società sta cercando
nuovi guerrieri per il suo esercito. Questo è il motivo di fondo del torneo
Toshinden."
Ellis ed Amy si scambiarono sguardi ansiosi, mentre Eiji e Kayin rimasero fermi
ad ascoltare, increduli. Sofia si fermò un attimo, muovendo qualche passo tra
il fogliame e il legno umido, poi riprese.
"Ad ogni torneo, tutti coloro che superano le eliminatorie vengono contattati
dalla Himitsu Kessha stessa e viene loro chiesto di collaborare alle loro sporche
attività. E' per questo che ho detto che non ci saranno semifinali."
Eiji annuì. "Prego, Sofia-san, vai avanti!"
"Se i lottatori rifiutano l'offerta della Himitsu, sono costretti a scontrarsi
con i loro invincibili campioni. Finora nessuno è mai uscito vivo da un combattimento
con quei mostri."
"Ma come fai a sapere tutte queste cose su questa Himitsu Come-Diavolo-Si-Chiama?"
fu Kayin a fare questa domanda. Del resto, una persona qualunque non avrebbe
potuto sapere una cosa del genere così, per puro caso.
Sofia abbassò lo sguardo, come se qualcosa la stesse tormentando. "Qualche
anno fa, lavoravo per il KGB, i servizi segreti sovietici, e sono stata mandata
ad un torneo per indagare e trovare informazioni sulla Himitsu. Sono stata troppo
imprudente e sono stata catturata poco dopo aver scoperto diversi loro progetti
di capitale importanza. Per assicurarsi che io non potessi dire nulla a nessuno
su cosa avevo scoperto, i capi della Himitsu Kessha hanno pensato bene di cancellare
dalla mia mente non solo i ricordi di ciò che avevo visto lì, ma anche tutti
i ricordi del mio passato."
I quattro amici ammutolirono per un interminabile secondo. Poi, Amy ruppe il
silenzio: "Mio Dio, sono davvero capaci di mostruosità simili?"
Sofia annuì lentamente. "Di questo ed altro, Amy-san. Ora sono qui al
torneo per fargliela pagare, per fermare le loro sporche ambizioni e per cercare
di recuperare la mia memoria. Ma volevo anche fare in modo che altri combattenti
stessero in guardia, per evitare loro di passare ciò che ho passato io. Forse
non rendo bene l'idea, ma è doloroso vivere senza un passato."
Ellis prese la parola. "Ti capisco, Sofia-san. Mi dispiace."
Nel frattempo, Eiji e Kayin stavano pensando a qualcosa che già da tempo li
assillava.
La Himitsu Kessha... pensò Kayin con rabbia ...forse sono stati loro
a ordinare l'uccisione di mio padre... se così fosse non vedo l'ora di averli
per le mani...
Avevo sentito dire che mio fratello aveva partecipato ad un torneo… anche
se era solo una voce di corridoio... stava intanto pensando Eiji Ma allora…
Masaka... no, è impossibile, non mi permetterò di pensare una cosa del genere...
"Eiji! Kayin! Ogenki desuka?" la voce di Amy scosse i due
amici dai loro pensieri.
"Ehm… hai, genki desu!" rispose Eiji con un breve cenno della
mano. Kayin annuì rapidamente, come per scacciare ogni dubbio.
"So che voi due combatterete domani, nelle ultime due eliminatorie."
Riprese Sofia, rivolta ai due ragazzi "Occhi aperti, se vincerete, verrete
subito bersagliati dagli uomini della Himitsu."
"D'accordo." Risposero i due, quasi all'unisono.
Sofia annuì e fece per andarsene. "Mi dispiace di avervi dato questa preoccupazione,
ma non c'era altro modo per darvi l'allarme." Poi, si allontanò lentamente,
non prima però di essersi voltata un secondo e aver salutato i quattro amici,
stavolta con un sorriso di speranza sul viso. "Ci rivediamo domani, e vi
darò maggiori informazioni! Buona fortuna a tutti voi!"
Poi, Sofia si volse, e la sua figura scomparve tra la fitta vegetazione, lasciando
un nome, sinistro e indelebile, a fluttuare nelle menti di Eiji e dei suoi compagni.
Himitsu Kessha…
TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA… |
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Capitolo 4 *** CAPITOLO 4: FUOCO CONTRO FUOCO ***
CLASH OF THE TITANS
Autore: Enrico
CAPITOLO 4: FUOCO CONTRO FUOCO
Glossario
Ohayo gozaimasu! - Buongiorno!
Masaka... - Non è possibile…
Chikusho... - Accidenti…
Itchou agari! - Ce l'ho fatta!
Sumimasen... - Scusa…
Oi, minna, matte yo! - Ehi, ragazzi, aspettateci!
Wakarimasen... - Non capisco…
5 Aprile 1995, ore 6:00
Una fredda brezza mattutina spirava sul grande complesso in cui si teneva il
torneo Toshinden, spazzando lentamente la foschia che si era accumulata durante
la notte. Una piccola figura dai capelli smeraldini, avvolta in una leggera
giacchetta, si muoveva tra gli edifici ancora silenziosi, alla ricerca di qualcosa.
Ellis si guardò attorno, rabbrividendo un po' per il freddo inaspettato. Eppure
ero sicura che fosse da queste parti... pensò tra sé. Dove accidenti
è la camera di Amy-san?
Sotto la giacca, Ellis portava la maglietta bianca e i pantaloncini che aveva
il giorno prima, oltre che le sue scarpe gialle e azzurre. Le ferite che aveva
subito nello scontro con Duke si erano già quasi rimarginate. La ragazzina era
stupita dalla sua velocità di ripresa, sicuramente impossibile per una persona
normale.
In ogni caso, avrò tempo di pensarci dopo. Pensò la danzatrice Intanto devo
trovare Amy-san e darle la sveglia...
Finalmente, lo sguardo di Ellis si posò su un bungalow isolato. La ragazzina
lesse il numero che stava in corrispondenza del campanello. Era il bungalow
numero 11.
"Numero 11…" sussurrò Ellis, tra sé e sé "Sì, Eiji-san mi aveva
detto che questa è la camera di Amy-san… okay, è il momento di buttarla giù
dal letto…"
Con un sorrisetto sicuro, Ellis si sgranchì la mano e diede una scampanellata
a tutto volume, poi si mise in attesa, rimettendo a posto la sua giacca per
proteggersi meglio dal freddo mattutino. Dieci secondi dopo, non avendo ancora
sentito segni di vita dalla camera, Ellis suonò di nuovo il campanello, con
anche più entusiasmo di prima.
"Un momento…" rispose dall'interno la voce assonnata di Amy.
Due secondi dopo, la porta si aprì con un leggero scricchiolìo, ed Amy apparve
da dietro di essa, sfregandosi con la mano gli occhi intorpiditi.
"Ohayo gozaimasu, Amy-san!" la salutò Ellis facendo un inchino
e sfoderando un largo sorriso. Amy la guardò intontita per un attimo, poi ricambiò
il saluto: "Ohayo gozaimasu, Ellis-chan... mi dispiace, ma non sono
nelle condizioni più presentabili…"
Ad Ellis bastò un'occhiata per rendersi conto di cosa intendesse la sua amica
per "non presentabile": Amy era spettinata, scalza e ancora in pigiama,
ed evidentemente si era svegliata proprio in quel momento. La camera non era
in condizioni molto migliori.
Il letto era completamente disfatto, con le coperte e le lenzuola gettate di
qua e di là come stracci, mentre i vestiti sporchi giacevano in un angolo, ammucchiati
l'uno sull'altro.
"Scusa il casino, Ellis-chan, ma l'ordine non è tra le mie qualità…"
mormorò Amy, poi aggiunse: "Allora, per quale motivo mi vieni a svegliare
così presto?"
Ellis fece un altro sorrisetto, inclinando la testa da un lato: "Beh, stamattina
combatte il tuo ragazzo, e pensavo che ti avrebbe fatto piacere vedere la battaglia
dalla prima fila. Quindi, è meglio che ci sbrighiamo a fare colazione e a recarci
all'arena principale, se vogliamo trovare qualche posto libero..."
"Non che tu abbia torto, ma mi sembra davvero un po' presto..." disse
Amy, scuotendo la testa per schiarirsela. "E non ho neanche dormito molto
stanotte..."
Ellis la guardò per un attimo, rendendosi conto di cosa volesse dire. "Quello
che ci ha detto Sofia ieri sera riguardo la Himitsu Kessha, o comunque si chiamasse,
ti preoccupa, dico bene?"
"Che altro posso dire?" rispose Amy alzando le spalle "Non capita
certo tutti i giorni di scoprire che dietro quello che sembra un torneo inoffensivo…
o quasi… si nasconde una società segreta!"
"E oggi, dopo i due scontri programmati, si faranno vivi…" aggiunse
Ellis con aria pensosa "Chissà che sorprese avranno in serbo per noi…"
"In ogni caso…" concluse Amy, scuotendo la testa "…non servirà
a molto preoccuparsi prima del tempo. Andiamo a vedere gli scontri di oggi,
poi attendiamo gli eventi." Ellis annuì, mentre Amy entrava in bagno per
lavarsi.
In ogni caso, spero che Sofia ci darà maggiori delucidazioni oggi... pensò
tra sé la giovane ballerina, perdendosi nei suoi pensieri. Poi, un'idea le attraversò
la mente.
Un attimo... avevo sentito dire che mio padre era collegato al torneo in
qualche modo. Forse anche lui sa qualcosa della Himitsu Kessha... o forse ne
è un membro lui stesso... Masaka...
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Ore 9:00, l'arena principale del complesso.
L'idea di Ellis di presentarsi all'arena molto prima si era rivelata azzeccata:
ora il pubblico gremiva lo stadio, e non si sarebbe potuto trovare un posto
libero neanche a pagamento. Ellis ed Amy erano riuscite ad accapparrarsi due
posti in prima fila più o meno un'ora prima, subito seguite dal biondo Kayin
e da Sofia, e poco tempo dopo un enorme afflusso di gente aveva riempito gli
spalti. I posti in prima fila erano svaniti in pochissimi minuti.
"Avevi ragione tu, Ellis-chan!" osservò Amy "Grazie di avermi
dato la sveglia, anche se ripeto che era un po' presto…". Amy si era cambiata
vestito, e ora portava una maglietta blu con pantaloncini rossi, e scarpe bianche
su calze anch'esse blu.
"Dunque, Amy-san…" cominciò a parlare Sofia "Questo è lo scontro
in cui vedremo Eiji in azione, giusto?". Alla risposta affermativa di Amy,
l'ex-agente segreta russa continuò: "Bene, speriamo che sia davvero forte
come ho sentito dire…"
"Non hai motivo di dubitarne!" confermò Kayin "Io e lui siamo
stati i due migliori allievi del conosciuto Sho Shinjo, che tra l'altro è il
fratello di Eiji!"
"Sho Shinjo…" riflettè Sofia ad alta voce. Perché quel nome le suonava
così familiare? Accidenti alla mia perdita di memoria... eppure questo nome
l'ho già sentito, sarei pronta a scommetterci la vita... "Sho Shinjo…
quel famosissimo spadaccino, misteriosamente scomparso, la cui abilità è rinomata
in tutto il mondo?"
Kayin annuì. "Già il nome dice tutto di lui!"
("Sho", in giapponese, significa "il guerriero". Nota dell'Autore)
Ellis, che fino a quel momento era stata attenta alla discussione, volse lo
sguardo verso il ring. "Credo che stiano per cominciare!"
Aveva ragione. "Signore e signori, bentornati! Anche oggi, avrete l'onore
di assistere ad un duello tra i più spettacolari nella storia! Ecco a voi, proveniente
dal Giappone, una giovane promessa, fratello minore e allievo del rinomato Sho
Shinjo! Ecco a voi… EIJI SHINJO!"
Eiji, con addosso il suo kimono da combattimento bianco orlato di rosso sulla
maglietta nera, pantaloni neri e scarpe marroni, fece il suo ingresso, stringendo
la fascia bianca che portava legata in fronte, e mettendo a posto i suoi capelli
pettinati all'insù. La folla esplose in applausi e incoraggiamenti, mentre il
giovane guerriero si guardava attorno un po' spaesato.
Devo ammettere che fa un certo effetto presentarsi davanti a tutto questo
pubblico... pensò tra sé, poi saltò sul ring, mettendosi in posizione. Dagli
spalti, Amy lanciò un grido d'esultanza. "Wow, vai, Eiji, sei il migliore!".
Kayin ed Ellis guardarono il loro amico come per augurargli buona fortuna.
"Ed ora, il suo avversario, dagli Stati Uniti d'America: uno dei lottatori
più massicci che si siano visti nella competizione, armato della sua mazza da
combattimento, pronto a schiacciare ogni avversario… RUNGO IRON!"
Ed ecco apparire, dall'entrata opposta a quella di Eiji, il gigante dai corti
capelli biondi che era tra i presenti al discorso di apertura. Indossava una
canottiera color grigio chiaro, quasi bianco, ma il colore era deturpato da
aloni di macchie d'olio e carbone. I possenti muscoli pettorali spiccavano da
sotto di essa. Portava dei larghi pantaloni marroni e grossi, pesanti stivali
anfibi, e teneva la sua arma, una enorme clava fatta di pietra, con una mano,
appogiata sulla spalla, mostrando così gli impressionanti bicipiti. Il pubblico
osservò Rungo con timore reverenziale.
Anche Rungo salì sul ring, incontrando lo sguardo di Eiji. "Oh, bene!"
commentò il ragazzo "Mi diverto di più quando l'avversario è muscoloso!"
Rungo squadrò il suo avversario, di più o meno venti centimetri più basso,
con aria severa. "Questo non è un gioco, Eiji Shinjo. Sono qui per una
ragione importante."
"Lo so che non è un gioco." Rispose Eiji, assumendo un contegno più
posato. "Ci sono un bel po' di affari loschi dietro questo torneo, e voglio
scoprire di cosa si tratta… e poi, sono qui anche per cercare informazioni su
mio fratello Sho… che era stato al torneo dell'anno scorso."
Rungo annuì. "Ti capisco." Proseguì con la sua voce cavernosa. "Ma
anch'io ho qualcosa di importante da trovare. Mia moglie e mio figlio sono stati
rapiti dall'organizzatore di questa farsa."
Per un attimo, Eiji, reso insicuro dalle parole di Rungo, pensò di darla vinta
a lui. Ma sapeva che così facendo, avrebbe perso una delle più grandi occasioni
della sua vita. Perciò sfoderò la spada e si mise in posa di combattimento.
"E va bene. Allora, chi di noi due vincerà, andrà avanti, come da programma."
Rungo annuì in silenzio, e si tenne pronto. Un attimo dopo, lo speaker annunciò
l'inizio dello scontro: "Siete pronti? COMBATTETE!"
Eiji aprì lo scontro, sferrando due deboli fendenti, che Rungo deviò senza
problemi, per poi rispondere con un pugno e poi un calcio. Anche questi colpi
non ebbero effetto, grazie alle pronte difese di Eiji. I due contendenti presero
un po' di distanza e si squadrarono con aria determinata, mentre il pubblico
incitava.
Rungo attaccò di nuovo, sferrando un colpo di clava circolare alle gambe di
Eiji. Il ragazzo incespicò, ma si riprese subito, attaccando Rungo con una ginocchiata,
poi un fendente trasversale che aprì un taglio nel braccio del gigante. Quest'ultimo
fece un passo indietro con un grugnito di dolore, poi, facendo una capriola
laterale, cercò di riguadagnare la distanza.
Atterrato dalla schivata, Rungo si preparò a ricevere Eiji che stava scattando
verso di lui, pronto per un altro attacco. Il biondo americano sollevò la mazza
con entrambe le mani sopra la testa, poi la abbattè sul pavimento del ring,
esclamando: "FIRE STRIKE!"
Con un boato, una fiammata spirituale scaturì dal terreno nel punto in cui
Rungo aveva colpito e si scagliò come un'ondata sul sorpreso Eiji, che non potè
fare nulla per parare. La fiumata di fuoco lo colpì in pieno, sollevandolo dal
terreno e scagliandolo via verso i bordi del ring. Eiji atterrò sulla schiena,
poi si rialzò scuotendo la testa per schiarirsela.
Chikusho… pensò il ragazzo Di solito i lottatori grossi e lenti non hanno
attacchi a distanza...
Eiji si avvicinò con cautela, tenendo sott'occhio Rungo, che ora si era rimesso
in posizione. I due continuarono a squadrarsi per qualche secondo, poi, come
obbedendo ad un unico ordine, scattarono in avanti. Eiji fu più rapido ad agire:
si gettò a terra ed eseguì una perfetta scivolata, colpendo le gambe di Rungo
con i piedi e facendogli perdere l'equilibrio. Stavolta Rungo non riuscì a tenersi
in piedi. Come per molti uomini alti, le gambe erano il suo punto debole.
Il gigantesco minatore americano si rialzò, ma Eiji, che aveva riguadagnato
la distanza, non gli diede il tempo di agire. Sferrò un fendente verticale in
aria, gridando: "REKKUZAN!", e dalla punta della Byakko No
Tachi scaturì una sfera di fuoco ardente che andò a colpire Rungo con una forza
tremenda, facendolo barcollare nuovamente. In quel momento, i due combattenti
davano l'aria di essere perfettamente alla pari, e il pubblico era in tripudio.
Determinato a non perdere lo scontro, Rungo scattò verso Eiji, che si tenne
pronto per un qualche attacco fisico. Invece, Rungo si fermò a poco dal suo
avversario, lo afferrò per il colletto, poi lo sollevò grazie alla sua forza
straordinaria e lo colpì con una testata in fronte, talmente violenta che il
suono si udì chiaramente nelle prime file. Amy trattenne il fiato, mentre Eiji,
ora libero dalla morsa di Rungo, finì a sedersi per terra, afferrandosi la fronte
già sanguinante con la mano libera e stringendo i denti dal dolore. Rungo attese
che Eiji si rialzasse, poi si mise a piroettare su sé stesso, tendendo in fuori
la sua terribile mazza di pietra. "SPINNING RAM!"
Incespicando leggermente, Eiji indietreggiò per tenersi fuori dalla portata
della micidiale arma. Poco dopo, Rungo smise di roteare su sé stesso, e si fermò
un istante. Eiji scattò immediatamente in avanti tenendo la katana di fronte
a sé, raggiunse Rungo e spiccò un enorme balzo avvitandosi su sé stesso e tenendo
la Byakko No Tachi con due mani sopra la testa, al grido di: "HISHOZAN!".
Rungo venne colpito e scagliato a terra, mentre il suo avversario atterrava
elegantemente in piedi. Quando Rungo si rialzò, fu accolto da una ginocchiata
e due fendenti sferrati da Eiji.
Mettendosi in posizione di guardia, il gigante biondo parò i successivi attacchi,
poi gridò: "BATTER UP!", scattò e colpì Eiji con una spallata, seguita
da un colpo di clava dal basso verso l'alto che fece volare il giovane, che
atterrò pesantemente sul quadrato.
E' più forte di quanto pensassi… non solo, la sua resistenza sembra infinita…
eppure ho mandato a segno un bel po' di colpi.
Eiji si tirò su, più faticosamente questa volta, ma Rungo non gli lasciò il
tempo di organizzarsi, e attaccò con due calci frontali e un colpo di mazza
diretto al fianco. Il ragazzo finì di nuovo al tappeto, ma ancora una volta
trovò la forza di rialzarsi.
Le forze mi stanno venendo meno… devo concludere in fretta o sono fregato…
Rungo alzò la clava e la abbassò di colpo, eseguendo un altro Fire Strike.
Eiji si era già aspettato questa mossa e, calcolando alla perfezione il tempo,
saltò oltre la fiammata dirompente. Poi, a mezz'aria, mentre Rungo si stava
ancora rimettendo in posizione, il ragazzo gridò: "RYUSEIKYAKU!"
e scese giù in picchiata, puntando la gamba, avvolta da fiamme spirituali, contro
il suo avversario. Il calcio colpì in pieno Rungo, costringendolo ad indietreggiare.
Poi Eiji seguì con un calcio laterale al fianco, colpì Rungo con l'elsa della
sua katana, e per finire lo afferrò per la maglietta e, dimostrando una forza
insospettabile, lo proiettò sopra la spalla, alla maniera dei judoka.
Facendo appello alle sue ultime forze, Rungo si tirò su, ma non durò molto
più a lungo. Venne colpito in pieno da un calcio in salto mortale di Eiji, e
venne scagliato a terra per il knock-out. Ancora una volta, tutto lo stadio
vibrò di applausi, mentre l'annunciatore proclamava il risultato dello scontro.
"Knock-out! Il vincitore è… EIJI!"
Sugli spalti, Amy ed Ellis stavano già saltando di gioia. I più seri Kayin e
Sofia si limitarono ad applaudire come il resto del pubblico.
Sul quadrato, Eiji alzò la Byakko No Tachi verso il cielo e lanciò il suo grido
di vittoria:
"Itchou agari!"
Ma, in cuor suo, non poteva fare a meno di sentirsi dispiaciuto per Rungo…
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Il gruppo di amici stava uscendo dall'arena principale, impegnato in una conversazione.
Durante lo scontro con Rungo, Sofia aveva osservato le mosse di Eiji, e all'improvviso
le era sembrato di averle già viste da qualche parte…
"Quando sono fuggita dalla Himitsu Kessha," stava raccontando Sofia
"essi hanno mandato Caos, uno dei loro uomini migliori, per riportarmi
indietro. Mi ricordo che Caos stava per sopraffarmi, quando un guerriero armato
con una spada katana ha interrotto il combattimento e ha intimato a Caos di
lasciarmi andare. Caos l'ha attaccato, e il ragazzo l'ha quasi ucciso in appena
due minuti. Mi ricordo inoltre che questo misterioso guerriero usava delle mosse
molto simili alle tue…"
"Delle mosse simili alle mie?" si chiese Eiji "Allora forse…
potrebbe essere stato… ma sì, era senza dubbio mio fratello Sho! Ma cosa ci
faceva lì, in quel preciso momento?"
Sofia scosse la testa. "Magari lo sapessi. So solo che, dopo aver messo
fuori causa Caos, se n'è andato dicendomi che ci saremmo rivisti, un giorno
o l'altro…"
Il gruppetto di amici sembrava decisamente perplesso. C'era sicuramente qualcosa
che sfuggiva loro. Che Sho sapesse già allora qualcosa che loro ancora ignoravano?
Tutt'a un tratto, Eiji volse il suo sguardo da un'altra parte, dicendo: "Beh,
avremo tempo dopo di pensare a questo mistero… ora, se permettete, devo assentarmi
un minuto."
Detto ciò, Eiji se ne andò nella direzione verso cui aveva volto lo sguardo:
guardando anche loro da quella parte, videro il gigantesco Rungo che si stava
allontanando lentamente dall'arena principale. Le sue ferite erano state medicate,
ma era evidente che non erano quelle a fargli male di più. Il pensiero di non
aver potuto aiutare la sua famiglia era molto peggiore…
Eiji raggiunse Rungo, camminando lentamente e con solennità, e si rivolse a
lui: "Rungo-san…"
Il biondo americano si volse verso di lui, il volto che non tradiva la benchè
minima ombra di rancore per colui che l'aveva sconfitto. "Sì, volevi dirmi
qualcosa?". Eiji chiuse gli occhi, cercando le parole giuste.
"Mi dispiace per te… capisco che anche tu hai qualcosa di importante per
cui combattere." Disse infine " Senti… anch'io sono sulle traccie
della Himitsu… se vuoi, posso pensarci io a salvare tua moglie e tuo figlio…"
Sul rude viso di Rungo si dipinse un lieve sorriso. "Hey, non c'è problema,
Shinjo… posso sempre trovare un altro modo di aiutare la mia famiglia…"
Venne improvvisamente interrotto da una voce infantile che giunse da dietro
Eiji: "PAPA'!!!".
I due rivolsero sorpresi lo sguardo verso la direzione della voce, per vedere
un bambino dai lunghi capelli biondi legati in una treccia, dell'apparente età
di sei o sette anni, che portava una maglietta bianca, salopette beige scura
e scarpe marroni. Stava correndo a perdifiato verso Rungo, che lo osservava
con un misto di sorpresa e di felicità. Dietro di lui, una donna sulla trentina,
in camicia, gonna lunga e scarpe da lavoro, con capelli castani lunghi fino
alla schiena, camminava lentamente, con un dolce sorriso sul volto. Rungo, troppo
sorpreso per parlare, si limitò a sussurrare qualcosa che Eiji capì come: "Mia…
moglie… mio… figlio…"
Il bambino biondo raggiunse Rungo e gli balzò in braccio, abbracciandolo con
tutta la forza di cui era capace. Il padre, pur sbalordito, non potè fare a
meno di tenerlo in braccio e accarezzargli la testa. Poi, si rivolse a sua moglie,
che intanto aveva raggiunto il gruppetto: "Laila… ma come mai… vi hanno
liberati?"
La donna scosse la testa, tenendo gli occhi chiusi. "Non ne ho idea… L'uomo
che ci ha rapiti, un tizio di nome Gaia, ci ha poi lasciati andare non appena
ha visto che avevi perso l'incontro. Ha osservato tutto il match da un maxischermo
che era nella sua base…"
Osservando un po' meglio, Rungo ed Eiji notarono che la donna e il bambino
non sembravano aver subito maltrattamenti di sorta. Non c'erano segni sui loro
corpi, né apparivano denutriti o traumatizzati. Rungo era ovviamente sorpreso.
Ed Eiji, e i suoi amici che avevano osservato la scena da lontano… beh, sarebbe
riduttivo dire che erano assolutamente increduli.
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Ore 14:30
Dopo pranzo, Eiji, Kayin, Amy, Ellis e Sofia si erano riuniti nella camera
di Eiji per discutere di quanto avevano visto quella mattina e di quanto aveva
riferito loro il ragazzo dai capelli all'insù, che aveva parlato con Rungo e
la sua famiglia in prima persona e aveva un'idea più chiara di come si erano
svolti gli eventi.
"Okaaay, ricapitoliamo!" esclamò Kayin, la voce orlata di sarcasmo.
"La situazione è questa: la Himitsu Kessha rapisce la moglie e il figlio
di quel Rungo Iron, costringono quest'ultimo a battersi in questo dannato torneo,
Rungo perde… e la Himitsu per tutta risposta che fa? Lascia andare la moglie
e il figlio con una pacca sulla spalla dicendo: 'Scusate tanto signori è stato
tutto un equivoco'!"
Il giovane biondo osservò attentamente i suoi quattro ascoltatori per essere
sicuro che la sua battuta avesse fatto effetto, poi, con un'alzata di spalle
e un sorrisetto sardonico, concluse il ragionamento: "Non ha molto senso,
ho paura!"
"Direi che non ne ha proprio!" ribattè Eiji scuotendo la testa, sempre
più confuso. "Perché diavolo una società segreta come quella dovrebbe lasciar
andare così due ostaggi?"
Ellis azzardò un'ipotesi: "Forse li hanno lasciati perché gli servivano
solo per attirare Rungo al torneo, e quando ha perso, si sono resi conto che
non era il tipo di guerriero che cercavano, perciò…" ma si interruppe.
Aveva capito che questo ragionamento faceva più di una piega.
"No, no, no, dimenticate quello che ho detto!" si corresse frettolosamente,
muovendo le mani davanti a sé. "Ho detto una sciocchezza tremenda!"
Amy arricciò il naso. "Odio dirlo ma… sì, era proprio una sciocchezza.
In fondo quei due rappresentavano due testimoni scomodi per la Himitsu…"
Sofia confermò con un cenno della testa. "Da quanto so della Himitsu,
sono sicura che non sono così clementi con i loro nemici. Tutti coloro che cadono
nelle loro mani non ne escono vivi. Io ho solo avuto molta fortuna."
Nessuno sembrava avere una risposta alle domande che si stavano ponendo. La
situazione che si erano trovati davanti era totalmente inaspettata, e il mistero
si andava infittendo sempre di più.
Un'altra idea fu azzardata da Amy: "Forse questa volta il torneo è organizzato
da qualcun altro!", ma Sofia fu rapida a smentire.
"No, è impossibile. I diritti di organizzazione del torneo sono strettamente
in mano alla Himitsu, che per ovvi motivi non ha alcun interesse a cederli.
A meno che… " Sofia si fermò un attimo, ragionando sulla possibilità suggerita
da Amy "…beh, in effetti… qualcuno potrebbe aver organizzato il torneo
senza previa autorizzazione della Himitsu!"
I quattro combattenti rimasero in silenzio qualche secondo. L'idea non era
del tutto insensata. Era davvero possibile che qualcuno avesse messo su un torneo
all'insaputa della Himitsu Kessha. Ma questa ipotesi risolveva un problema per
crearne mille altri.
"E allora, chi ha organizzato questo torneo?" domandò Kayin.
"E soprattutto, per quale motivo?" proseguì Ellis, cercando inutilmente
una spiegazione. "Bah, inutile tirare ad indovinare!"
"Tra poche ore ci sarà l'ultimo scontro, io contro Mondo." puntualizzò
Kayin "E dopo le eliminatorie, se è vero che la Himitsu Kessha sta dietro
a questa farsa, ci aspettano i loro campioni per proporci di combattere dalla
loro parte. Io dico che l'unica cosa da fare sia attendere gli eventi, per evitare
di fare mosse stupide."
I suoi amici annuirono. "Okay, allora faremo così. Attenderemo i campioni
della Himitsu e li affronteremo. Speriamo solo che vada tutto bene…" concluse
Ellis.
Il gruppetto, lentamente e in ordine, uscì dalla camera, con Eiji ed Ellis
che chiudevano la fila. Per un attimo, la danzatrice dai capelli verde smeraldo
si fermò, come a chiedersi qualcosa. Poi, si rivolse ad Eiji: "Sumimasen,
Eiji-san... ho una domanda da farti…"
Il ragazzo volse lo sguardo verso di lei. "Sì, Ellis? Dimmi."
Ellis mostrò il fianco, rivelando che la ferita ricevuta da Duke nello scontro
del giorno prima era ormai già quasi scomparsa. "Vedi?" disse Ellis
"Che io sappia, una persona normale non può guarire così rapidamente! Com'è
possibile?"
Eiji sembrò pensare un attimo, poi rispose: "Dev'essere effetto del ki
che sei in grado di controllare."
"Il ki? Vuoi dire la mia energia interiore?" domandò Ellis.
"Esatto!" confermò Eiji, annuendo "Durante i miei giorni di allenamento,
mio fratello mi ha insegnato questo: il ki viene utilizzato nei combattimenti
per danneggiare l'avversario. Ma quando non si combatte, questa energia rimane
a 'scorrere', per così dire, nel corpo di chi lo possiede. L'effetto è quello
di accelerare le funzioni rigenerative dell'organismo, permettendo così al combattente
di ristabilirsi più rapidamente. Ma solo i lottatori che sanno controllare il
ki hanno questa fortuna."
"Ah!" esclamò Ellis, meravigliata "Dunque anche tu domani sarai
completamente a posto e pronto a combattere ancora!"
"Già, ed è una fortuna, considerando ciò che ci aspetta!" commentò
Eiji, massaggiandosi il braccio sinistro illividito.
"HEY, GENTE!" arrivò la voce di Amy "Io e Sofia stiamo andando
all'arena centrale per prenderci i posti. Voi, quanto avete intenzione di tardare?"
"Oi, minna, matte yo!" esclamò Ellis allarmata, mentre lei
ed Eiji si affrettavano nella direzione in cui si erano dirette Amy e Sofia.
Una nuova battaglia attendeva… l'ultima…
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Ore 16:00
Kayin Amoh entrò nell'arena brandendo nervosamente la sua claymore, circondato
dalle grida emozionate di moltissimi fan, soprattutto ragazze, che erano ansiosi
di vederlo in azione. Seduti in prima fila, Eiji, Amy, Ellis e Sofia lo osservavano
con aria di incoraggiamento. La voce dello speaker presentò il giovane spadaccino
mentre entrava nel ring.
"Ecco a voi una nuova stella della scherma: figlio del guerriero Tempesta,
dalla Scozia, un giovane e conosciuto cacciatore di taglie, qui per tenere alto
l'onore del padre, malauguratamente deceduto nel torneo dell'anno scorso: KAYIN
AMOH!"
Kayin sentì un brivido freddo percorrergli la colonna vertebrale. C'era proprio
bisogno di rigirare il coltello nella piaga, ricordandogli la morte di suo padre?
Si mantenne calmo, cercando di concentrarsi sullo scontro che si prospettava.
Un gruppo di ragazzine, sedute in prima fila e quasi sbavanti d'eccitazione,
si misero a gridare e applaudire al giovane biondo scozzese che aveva già conquistato
i loro cuori con il suo charme. Per rilasciare un po' della tensione accumulata,
Kayin si girò verso il gruppetto di ragazze e alzò il pollice, strizzando un
occhio e facendo un sorrisetto. Le grida di eccitazione di alzarono ancora di
più.
Dall'altra parte degli spalti, Eiji scosse la testa. "Povere ragazze…"
commentò con un sorrisetto sarcastico "…peccato che non sappiano com'è
davvero Kayin-kun…". Amy, Ellis e Sofia risero tra i denti.
"Ed ecco a voi, per l'ultimo scontro delle eliminatorie," continuò
lo speaker "un guerriero dell'antica e nobile stirpe di guerrieri ninja
Yaki, esperto nella lotta con la sua micidiale lancia. Ecco a voi… MONDO!"
Il guerriero ninja che Kayin ed Eiji avevano visto il primo giorno entrò nel
colosseo, vestito con un costume da ninja di vari colori, con tinte varianti
dal marrone al rosato, con i pantaloni verdi e le scarpe nere. Sulle spalle,
come una sorta di zaino, portava quella che sembrava essere una scatola di legno.
I lunghi capelli neri del ninja erano legati dietro la nuca. In mano teneva
una lunga lancia, che stava facendo volteggiare abilmente in mano. A passo lento
e sicuro, Mondo si avvicinò al ring, salendoci su e guardando Kayin fisso negli
occhi.
"Così, tu sei Kayin Amoh, il figlio del famoso Tempesta." Commentò
Mondo con voce calma, quasi piatta. "Bene. Mi dispiace ma ti avverto, non
potrai ostacolarmi."
"Spiace anche a me." Rispose Kayin, tenendo in mano la sua claymore,
la cui lama luccicava al sole. "Ma pure tu sei un ostacolo per me. E se
voglio vendicare mio padre, dovrò sconfiggerti!"
Il ninja alzò le spalle. "Parli come se fosse facile…"
"Chissà che non lo sia…" fu la risposta di Kayin, accompagnata da
un sorriso sardonico.
"COMBATTETE!" esclamò lo speaker, e i due si misero in posizione.
Fu Kayin il primo ad agire, stuzzicando Mondo con un paio di fendenti leggeri,
che vennero deviati dalla lancia. Più rapido di un fulmine, Kayin piazzò un
calcio al fianco, poi uno sulla spalla. Come svegliato, Mondo reagì rapidamente
con un affondo della lancia, che il biondo spadaccino schivò, ma non del tutto.
Il ninja infilò la sua arma tra il braccio e il torso di Kayin, poi lo sollevò
in aria, lo fece volteggiare e lo sbattè a terra.
Kayin emise un grugnito di sorpresa e dolore quando il suo corpo colpì il quadrato,
poi si rimise in piedi con una rotolata di lato e riassunse la sua posizione
di lotta. Il suo avversario decise di approfittare della sua momentanea posizione
di vantaggio, fece un balzo in aria facendo roteare la lancia e a mezz'aria
sferrò un fendente trasversale gridando: "GORIKI RAIJIN!"
Due palle di fuoco scaturirono dalla scia che la lancia di Mondo aveva tracciato
nell'aria e sfrecciarono verso Kayin, che però non sembrò troppo allarmato.
Tirò indietro la spada, poi sferrò un fendente da cui partì un'altra palla di
fuoco. "SONIC SLASH!"
I due attacchi si scontrarono tra loro e si annullarono a vicenda con un abbagliante
lampo di luce, mentre Mondo scendeva elegantemente a terra. Kayin lo guardò
con aria sicura, mentre il pubblico ammutoliva incredulo. Ancora una volta,
come già prima quel giorno, nello scontro tra Eiji e Rungo, avevano visto con
i loro occhi i potenti attacchi di fuoco spirituale dei due grandi guerrieri.
Mondo balzò in avanti, muovendo minacciosamente la lancia contro Kayin, che
schivò con una capriola laterale, per poi rispondere con un fendente di piatto
sferrato dal basso verso l'alto. Il ninja venne colpito sotto il mento dalla
lama della claymore di Kayin, e barcollò all'indietro, per poi piombare al suolo.
Mentre Mondo era a terra, Kayin si produsse in una spaccata, finendo per colpire
Mondo con la gamba tesa. "SHOULDER CRUSH!". L'attacco colpì
il braccio del ninja, strappandogli un grido. Poi, Kayin si allontanò, pronto
a ricevere il prossimo attacco.
Mondo si rialzò, il viso rabbuiato. Non aveva nessuna intenzione di perdere
così vergognosamente. All'improvviso, tenendo la lancia davanti a sé, la fece
roteare come le pale di un ventilatore, avanzando rapidamente verso il suo avversario.
"GORIKI FUUJIN!". Kayin, sorpreso, si mise in posizione di
guardia, ma alcuni colpi superarono le sue difese, causandogli diversi graffi
e lividi. Poi, mentre Kayin stava ancora recuperando, Mondo tentò un affondo.
Lo spadaccino scozzese, agendo d'istinto, era riuscito a scansarsi, impedendo
a Mondo di ferirlo gravemente, ma Kayin rimase di stucco quando vide la lancia
del guerriero Yaki allungarsi di quasi il doppio, come se fosse stata elastica.
La punta acuminata provocò un taglio sul braccio destro di Kayin.
"Hey, vacci piano con quegli aggeggi!" esclamò il ragazzo biondo
tamponandosi la ferita, mentre la lancia, rapidamente come si era allungata,
tornava alla lunghezza normale. Mondo, per niente impressionato dal commento,
attaccò di nuovo, facendo indietreggiare Kayin fin quasi al bordo del ring.
Kayin doveva fare qualcosa, e in fretta. Se fosse caduto, il match sarebbe andato
automaticamente a Mondo.
Schivando un calcio al fianco, Kayin scattò verso Mondo tenendo la spada davanti
a sé. Poi, giunto a ridosso del suo avversario, si lanciò in un uppercut ad
avvitamento praticamente uguale allo Hishozan di Eiji, spiccando un balzo enorme
e tenendo la spada con due mani sopra la propria testa.
"DEADLY RAISE!". L'unica differenza tra questa e la mossa di
Eiji era che la traiettoria dell'uppercut di Kayin era più inclinata.
La Deadly Raise di Kayin colpì in pieno Mondo, sollevandolo da terra per poi
farlo crollare pesantemente sul quadrato. Kayin atterrò in piedi e approfittò
del momento di tregua per riposizionarsi, allontanandosi dal bordo del quadrato.
Quando Mondo si rialzò, Kayin lanciò un altro Sonic Slash, che il ninja riuscì
a malapena a parare, poi scattò verso il suo avversario e, giunto molto vicino,
fece un salto mortale in avanti, colpendo l'avversario coi talloni durante l'atterraggio
e facendo cadere di nuovo.
Mondo non era per niente contento di stare per perdere, come è facile immaginare.
Un attimo dopo essere caduto, si rialzò con un colpo di reni, poi sferrò un
calcio basso alle caviglie di Kayin. Il biondo spadaccino inciampò, e mentre
stava cercando di recuperare l'equilibrio, Mondo eseguì il suo uppercut, balzando
in aria e facendo roteare la lancia sopra la testa. "GORIKI TENBU!"
Kayin, colpito in pieno, venne scagliato di nuovo al suolo e rimase lì per un
secondo, poi si rialzò stavolta un po' più lentamente e col respiro affannoso.
Okay, amico, l'ora dei giochi è finita... pensò tra sé Kayin, scuotendo
la testa per schiarirsela e afferrando a due mani la sua claymore. Poi, scattò
verso Mondo, che si tenne pronto a ricevere l'attacco e fece allungare nuovamente
la lancia per colpire Kayin mentre questo caricava.
Ma Kayin aveva fatto una finta. Nel momento in cui vide Mondo iniziare a muoversi
per sferrare il suo affondo, il ragazzo si gettò di lato, e il guerriero Yaki
si ritrovò scoperto ed esposto ad un contrattacco. Kayin lo raggiunse durante
quell'attimo, lo afferrò per il colletto della veste con entrambe le mani e
lo scaraventò dietro di sé con un lancio da judo. Il ninja colpì il quadrato
con un tonfo sordo, rotolò di lato, si rialzò e tentò un altro Goriki Ryujin,
l'attacco in avanzamento con la lancia mulinante. Kayin indietreggiò, schivando
il colpo, poi contrattaccò con una combo di tre calci, conclusa con una Shoulder
Crush. Mondo barcollò indietro, e Kayin non perse tempo a sferrare il suo ultimo
attacco, scattando verso il ninja e sferrando un'altra Deadly Raise. Mondo venne
sollevato in aria per l'ultima volta e atterrò, senza fiato e stordito, per
non riuscire a rialzarsi prima che il conteggio di dieci giungesse allo zero.
"KNOCK OUT!" esclamò lo speaker "Il vincitore è… KAYIN AMOH!".
Ancora una volta, gli applausi scrosciarono da tutti i lati, in particolare
da Eiji, Amy, Ellis e Sofia.
"Oh, yeah!" Kayin rimise a posto i suoi capelli biondi, poi puntò
l'indice davanti a sé con un sogghigno di vittoria e strizzando uno dei suoi
occhi verdi acqua, mentre Mondo si rialzava a testa bassa, pieno di vergogna.
Lo speaker non aveva ancora finito di parlare: "Con questo match, si sono
concluse le eliminatorie del torneo Toshinden. Domani, i vincitori avranno l'onore
e il privilegio di incontrarsi con l'organizzatore di questo torneo, Gaia, e
con un guest fighter molto speciale! Si pregano quindi Eiji Shinjo, Kayin Amoh,
Ellis Hayama e Sofia Tolstoj di trovarsi su quest'arena domani sera alle 21
in punto! E' tutto, vi aspettiamo domani per la fase finale del torneo!"
Il pubblico applaudì fragorosamente. Ma stavolta Eiji e i suoi amici si trattennero.
Avevano capito che c'era qualcosa che non andava.
"Da quello che so, Gaia è uno dei più forti guerrieri della Himitsu. E
poi… un guest fighter? Cosa significa questa storia?" Sussurrò Sofia con
aria preoccupata.
"Wakarimasen..." mormorò Amy scuotendo la testa.
Kayin, intanto, era avanzato verso quell'ala della platea dove aveva visto
prima che stavano i suoi amici. Lui ed Eiji si scambiarono uno sguardo d'intesa.
Questo era solo un riscaldamento. Domani tocca alla vera sfida..
********************************************************************************
In una stanza sotterranea dotata di maxischermi e computer quasi fantascientifici,
Gaia e il suo misterioso partner avevano assistito al combattimento fino all'ultimo
istante. Senza dire una parola, si voltarono l'uno verso l'altro. I loro gelidi
occhi si incontrarono per un attimo, annuirono l'uno all'altro, mentre un unico
pensiero serpeggiava nelle loro menti.
Domani sarebbe stato il giorno della verità...
TOSHINDEN - CLASH OF THE TITANS: CONTINUA... |
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Capitolo 5 *** CAPITOLO 5: LA GRANDE SFIDA ***
CLASH OF THE TITANS
Autore: Enrico
CAPITOLO 5: LA GRANDE SFIDA
Glossario
Arigato gozaimasu - Grazie tante
Gambatte, minna! - Forza, ragazzi!
Daijobu! - Tutto bene!
Chotto matte! - Aspetta un momento!
Niisan... - Fratello…
"Il momento è giunto."
Una voce femminile, stranamente piatta e calma, raggiunse il giovane guerriero
immerso nelle tenebre. Alzando appena lo sguardo per guardare la sua interlocutrice,
lui rispose, con tono distante.
"Lo so. Ma come mai sei venuta, Cupido-kun? Non credevo saresti venuta
prima della fine del torneo."
Cupido, una giovane donna dai corti capelli viola scuro, che indossava una
tuta intera di colore blu notte con paramano rossi e con un mantello, anch'esso
rosso, sulle spalle, apparve dal nulla nel bel mezzo della stanza avvolta dalle
ombre. Nelle sue mani teneva una pesante alabarda dorata, e il suo volto dalla
pelle candida come l'alabastro, con profondi occhi viola nei quali lo sguardo
di un essere umano si sarebbe perso, aveva un'espressione distaccata e aliena.
La nuova arrivata socchiuse gli occhi, mentre un leggero sorriso le adornava
il viso. "Pensavo che le avrebbe fatto piacere ricevere i miei auguri per
il duello che si prospetta, per quello che possono valere."
Lui la guardò per diversi secondi senza rispondere, poi mormorò, quasi sottovoce.
"Beh… arigato gozaimasu, Cupido-kun. Non sarà un duello facile,
per nessuna delle due fazioni. E molto potrebbe dipendere da come si comporteranno
i soggetti in esame."
Cupido annuì, senza cambiare espressione. "La capisco. Ma so anche che
non sarà facile per lei. In fondo, i suoi avversari saranno loro due…"
"Non c'è il tempo di pensare a questo, Cupido-kun. Quali che siano le
nostre possibilità, dobbiamo fare in modo di avere tutte le carte in regole
quando si avvicinerà il momento decisivo…"
Gli occhi rossi del giovane e quelli violetti di Cupido si incrociarono, uno
sguardo colmo di mistero. Sia l'uno che l'altra era cosciente della gravità
della situazione, e non riusciva a nascondere quel velo di preoccupazione che
era presente nei propri occhi.
Era il momento decisivo. Molto sarebbe dipeso da quello scontro.
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6 Aprile 1995, ore 21:00, l'arena principale del complesso adibito al torneo
Toshinden.
Era giunto il momento dello scontro finale.
Eiji, Kayin, Ellis e Sofia stavano entrando, lentamente e in ordine, nell'arena
circondata dagli spalti, accompagnati dagli applausi dei tifosi estasiati. Delle
inquietanti nuvole nere avevano coperto il cielo notturno, minacciando di scatenare
un temporale. Sembrava quasi che le condizioni atmosferiche rispecchiassero
il tumulto che si agitava nelle menti dei ragazzi.
I quattro amici erano tutti vestiti con le uniformi da combattimento che portavano
nei loro precedenti scontri, e tenevano in mano le loro armi. Si sentivano tutti
a dir poco emozionati e nervosi, in attesa del loro scontro con gli emissari
della Himitsu Kessha che senza ombra di dubbio li stavano aspettando. Ormai
completamente riposati e ripresi dagli scontri precedenti, grazie al loro ki,
erano pronti ad affrontare qualsiasi cosa la Himitsu scagliasse loro contro.
Sugli spalti, seduta in una delle prime file, Amy, vestita con la sua maglietta
blu, pantaloncini rossi e scarpe bianche su calze blu, seguiva i suoi amici
con lo sguardo, sentendosi ansiosa come mai prima d'allora. Forse… riflettè
...stanno andando dritti nelle fauci delle morte… ma devo avere fiducia in
loro! Gambatte, minna!
Senza dire una parola, i quattro amici salirono sul ring e attesero, respirando
profondamente per scacciare la tensione, illuminati da quelle che sembravano
scintillanti luci di scena, mentre attorno a loro il pubblico applaudiva e urlava
motti di incoraggiamento. Poco tempo dopo, un addetto si avvicinò a loro, si
inchinò e iniziò a parlare:
"Benvenuti. Si pregano i signori Eiji Shinjo e Kayin Amoh di seguirmi."
I quattro amici rimasero sorpresi, mentre l'uomo proseguiva: "Il match
che vi vedrà impegnati è particolare, e come tale verrà trattato. Esso si svolgerà
privatamente e lontano dagli spettatori. Un elicottero è già pronto per portarvi
sul luogo dello scontro."
"Un match privato?" chiese Eiji "E perché mai? C'è qualcosa che
non mi convince in questa storia…"
I due ragazzi si voltarono verso le loro amiche, come a consultarle, ma Ellis
e Sofia non poterono fare altro che alzare le spalle e scuotere la testa. "Ve
l'ho detto. Questo torneo non si sta svolgendo secondo la prassi abituale."
Disse Sofia, sistemando i suoi lunghi capelli biondi.
"Credo che l'unica cosa da fare sia seguire le direttive che ci danno."
Concluse Kayin, storcendo il naso con aria sospettosa. Ancora una volta, gli
occhi cremisi di Eiji e quelli verdi e gelidi del suo amico si incontrarono
in segno di intesa.
"Buona fortuna, ragazzi!" mormorò Ellis, guardando fisso Eiji e Kayin
e annuendo una volta "State attenti a non farvi ammazzare!"
Eiji sorrise e fece un segno di vittoria. "Daijobu, Ellis-chan!
Non c'è problema, l'erba cattiva non muore tanto facilmente!"
"Hey, parla per te!" rispose subito Kayin, con la sua solita aria
sarcastica "Epiteti come quello di 'erba cattiva' non si addicono ad un
combattente di bell'aspetto come me!"
I quattro amici risero, rilasciando un po' della tensione accumulata. L'operatore
che si era presentato a chiamare Eiji e Kayin sembrò schiarirsi la gola, per
richiamare l'attenzione dei due spadaccini, che si voltarono di fretta.
"Tanti auguri, ragazzi, e fate del vostro meglio!" concluse Sofia
"Ricordatevi che la Himitsu Kessha dispone di combattenti straordinari!".
Eiji e Kayin annuirono, poi si misero a seguire l'addetto, che ora si stava
allontanando dal colosseo, verso l'elicottero che li avrebbe portati alla loro
sfida. Ellis, Sofia e, dagli spalti, Amy li seguirono con lo sguardo, come a
volersi fissare nella mente la loro immagine.
All'improvviso, Sofia, Ellis, Amy e gli altri spettatori furono attirati da
un rumore di passi metallici che si avvicinavano sempre di più al colosseo.
Un vento di tempesta soffiò, producendo un sinistro ululato che riecheggiò per
tutta l'arena e il complesso. Come ad avvalorare i presagi del pubblico intimorito,
una terribile figura si stagliò contro una delle entrate dell'arena...
Un gigantesco guerriero in armatura intera, tutto il corpo coperto dalle piastre,
con in mano una spada bastarda talmente enorme da superare la Dernier Vancour
di Duke in lunghezza e larghezza, fece lentamente il suo ingresso. La sua nera
corazza gli dava un aspetto che definire minaccioso sarebbe stato davvero riduttivo:
più grande e più grosso di qualsiasi altro lottatore, sembrava sprizzare potere
da tutti i pori, e il suo aspetto imponente era accentuato dalle due appendici
a forma di artiglio che dondolavano, attaccate alle piastre di armatura che
coprivano la schiena. Le decorazioni rosse e dorate dell'armatura sembrarono
brillare di luce propria, mentre Gaia - perché altri non era che lui, come lo
riconobbero Ellis e Sofia - si avvicinava al ring. Impossibile descrivere uno
spettacolo simile, accentuato dal temporale che si stava avvicinando, come una
cappa di tenebre.
Lo speaker parlò, senza riuscire a nascondere la sua emozione. "Signore…
e signori… vi ringraziamo per essere giunti così numerosi… in questo ultimo
scontro due dei quattro lottatori che hanno superato le eliminatorie hanno ottenuto
l'onore e il privilegio di misurarsi con l'organizzatore del torneo. Eccolo
a voi, di persona… il suo nome è GAIA!"
Il gigante in armatura nera si avvicinò al ring, poi iniziò a fluttuare sinistramente
in aria, salendo sul quadrato senza muovere un muscolo. Ellis e Sofia non riuscivano
a distaccare lo sguardo da quel gigante nero che sarebbe stato il loro prossimo
e più temibile avversario. Il solo pensiero di doversi misurare con quel mostro
faceva loro congelare il sangue. Ma non pensarono a cedere, nemmeno per un istante.
Forse quello scontro poteva chiarire molti misteri e rispondere a tutte quelle
domande che finora erano state senza risposta…
I passi metallici di Gaia scossero il quadrato, mentre lui si avvicinava lentamente
e con solennità. Un attimo dopo si fermò, squadrando le sue due avversarie con
lo sguardo di un feroce uccello da preda. Poi, iniziò a parlare, la voce profonda
che rimbombava come i tuoni che si stavano avvicinando.
"Dunque voi siete le due combattenti scelte per combattere con me. Avete
lasciato un'ottima impressione nel corso del torneo, e mi aspetto uno scontro
molto interessante."
Sofia si fece coraggio e rispose a Gaia: "Gaia! Non credere che io non
sappia niente di te! Tu sei uno dei migliori guerrieri della Himitsu Kessha,
e quando, e se, ti sconfiggeremo, avrai molte risposte da darci!". Fece
schioccare un paio di volte la sua frusta di cuoio nero, per dare enfasi alle
sue parole.
Gaia non sembrò impressionato. "Non sono qui per rispondere alle vostre
domande. Sono qui per combattere, e anche voi."
"Chotto matte!" fu la volta di Ellis "Pensavo che voi
della Himitsu intendeste prima offrirci la possibilità di unirvi a voi…"
"Quello che intendiamo fare non sono affari vostri… per il momento."
Non c'è dubbio, qui i conti non tornano... riflettè Sofia. Un attimo
dopo, la voce dello speaker indicò che il momento delle riflessioni era finito.
"ELLIS e SOFIA contro GAIA! Siete pronti?"
La pausa durò alcuni snervanti secondi. Ellis e Sofia, in posa di combattimento,
attendevano il segnale, sentendosi tremare dentro. Infine, risuonò il via: "COMBATTETE!"
I battiti di mani del pubblico che incitava le due combattenti risuonarono
per tutta l'arena. Ellis e Sofia, muovendosi con circospezione attorno a Gaia,
attendevano la sua prima mossa, che tardava ad arrivare. Poi, Ellis decise di
rompere gli indugi e si lanciò verso il gigante nero, attaccandolo con un affondo,
che venne deviato dalle piastre che coprivano completamente il corpo di Gaia.
Ellis tentò un'altra raffica di fendenti, ma non riusciva a trovare un solo
punto che non fosse bardato. Mentre l'inutile attacco di Ellis continuava, Sofia
saltò verso Gaia, tentando di colpirlo con un calcio volante in faccia. Il gigante
in armatura la guardò con disdegno, poi tirò fuori una delle sue mosse.
Sofia era giunta a pochissimi centimetri dal suo bersaglio, quando Gaia, con
una velocità insospettabile, piroettò su sé stesso tendendo in fuori le appendici
a forma di artiglio collegate alla sua schiena, con le quali colpì le sue due
avversarie di rovescio e le scagliò a terra con la forza di un tifone. Ellis
e Sofia volarono indietro e atterrarono schiena a terra. Mentre si rialzavano,
Gaia sollevò le sue appendici sopra la testa. Tra gli artigli si formarono due
minacciose sfere di fuoco.
"Che… che diavolo vuole fare?" chiese Ellis.
"Non lo so… ma stai attenta e preparati a schivare!" rispose Sofia.
"SUPER STING!" tuonò Gaia, e dai suoi artigli scaturì una
raffica di palle di fuoco che si diressero a velocità allarmante verso le due
ragazze, che riuscirono a reagire in tempo solo grazie al loro istinto di combattenti.
Sofia saltò di lato, mentre Ellis si scansò con un salto mortale all'indietro,
giungendo quasi a bordo ring. Le palle di fuoco esplosero sul quadrato, scavando
dei piccoli crateri nei punti colpiti. Ellis deglutì e si avvicinò di corsa
al suo avversario, sferrando un'altra raffica di affondi per stuzzicarlo. Gaia
parò senza problemi e contrattaccò con alcuni suoi fendenti. La gigantesca spada
bastarda di Gaia saettò più volte verso Ellis, e la sua affilata lama la ferì
lievemente all'avambraccio sinistro e allo stomaco. La ballerina sembrava in
procinto di essere colpita ancora, quando Sofia venne in suo aiuto.
"THUNDER RING!" gridò, facendo schioccare la frusta in aria
e lanciando un anello di crepitante energia a Gaia. Il gigante nero si mise
in posizione di parata e il colpo si dissipò contro la sua guardia, ma così
facendo distolse la sua attenzione da Ellis, che non si lasciò scappare quell'occasione.
"FLAMING CRESCENT!" strillò a squarciagola, balzando in aria
ed eseguendo il suo attacco stile uppercut. Gaia, che era stato distratto da
Sofia, non potè fare nulla per pararlo, e la scintillante lama del pugnale di
Ellis lo colpì, solcando la nera armatura che lo proteggeva. Con un grugnito
di dolore e di disappunto, Gaia barcollò all'indietro e, sotto lo sguardo attonito
di tutti i presenti, si abbattè al suolo con un tonfo che sembrò far vibrare
tutto il palco circostante, mentre Ellis atterrava in piedi, lei stessa incredula
di ciò che era riuscita a compiere.
Un'esclamazione indistinta di meraviglia si levò dal pubblico, poi lo stadio
cadde nel silenzio, mentre Gaia cominciava a tirarsi su. In poco tempo, era
di nuovo in piedi, la sua enorme statura che torreggiava sopra Ellis e Sofia.
Come ad indicare che lo scontro si sarebbe intensificato, la pioggia aveva iniziato
a cadere, e stava diventando sempre più violenta.
"Notevole." commentò Gaia, la voce profonda e cavernosa che non mostrava
nessun segno di disappunto. "Ora mi spiego come mai siete riuscite ad arrivare
così lontano. Tuttavia, dovrete fare di meglio per sconfiggermi."
Come per dimostrare la sua affermazione, Gaia fluttuò verso le due ragazze e
sferrò diversi, rapidissimi attacchi di taglio e di piatto che costrinsero Sofia
ed Ellis ad indietreggiare. Scansando agilmente i colpi di Gaia, le due amiche
si allontanarono da lui, cercando un'altra strategia per attaccarlo.
"E' fortissimo… molto più forte di quanto potessi immaginare…" ansimò
Sofia, cercando di riprendere fiato. "Come diavolo facciamo ad affrontarlo
se è difficile persino avvicinarsi?"
"Accetto suggerimenti!" commentò Ellis.
Per un secondo, Gaia restò fermo, ad osservarle gelidamente, poi sollevò nuovamente
le sue appendici artigliate verso di loro. Ancora una volta, il gigante nero
usò il Super Sting, e una raffica di palle di fuoco scaturì dagli artigli metallici
diretta verso le due ragazze.
Ellis schivò il grosso del colpo, ma l'onda d'urto causata dall'esplosione dei
colpi energetici contro il terreno la fece finire ruzzoloni a terra. Sofia,
più pronta di riflessi, si era avvicinata a Gaia con una capriola in avanti
non appena il Super Sting era partito, poi si era spostata di lato e aveva preparato
una delle sue mosse.
"RATTLESNAKE!" gridò Sofia, e si gettò contro Gaia facendo
schioccare numerose volte la sua frusta in aria e tracciando una scia energetica
che sferzò l'avversario più e più volte. Gaia vacillò un istante, ma i danni
subiti erano davvero lievi, e fu subito capace di rispondere, sferrando a Sofia
un manrovescio con le sue appendici artigliate e mandandola a terra.
"Sofia-san!" gridò Ellis, che si era appena rialzata, mentre la sua
amica atterrava rovinosamente sul quadrato. Sofia trattenne un grido di dolore,
si tolse un po' di sangue dal labbro inferiore ed esclamò: "No, non preoccuparti
per me! Attaccalo!"
Ellis si scagliò su Gaia, sperando di riuscire a piazzare qualche attacco.
Il suo avversario si voltò verso di lei e si preparò a rispondere, ma fu colto
di sorpresa quando Ellis scivolò sulle ginocchia e giunse pericolosamente vicina
a lui. Cogliendo l'occasione, Ellis attaccò Gaia con alcuni affondi per dargli
fastidio, poi si lanciò in un attacco più serio, balzando verso la testa del
colosso e sferrando un calcio in salto mortale, al grido di "SCREW DANCING!".
Il calcio colpì Gaia sotto il mento non protetto e lo fece barcollare. Sofia,
rapida come il lampo, balzò in piedi e piroettò su una gamba sola tendendo la
frusta in fuori, dirigendosi rapidamente verso Gaia.
"AURORA REVOLUTION!" esclamò la bionda russa, e la mortale
sferza colpì l'avversario più e più volte, tagliando letteralmente l'armatura
nera. Gaia ansimò, poi mosse ancora una volta le sue estensioni artigliate e
le usò per tenere Sofia a distanza, impedendole di avvicinarsi ancora.
Intanto, Ellis aveva iniziato un nuovo attacco, volteggiando in aria sorretta
dal suo ki, che proiettava per ogni dove scintille azzurre. Era la sua temuta
Air Dance. La ballerina dai capelli verdi smeraldo girò vorticosamente attorno
a Gaia, che, al contrario di quanto aveva fatto Duke nello scontro di due giorni
prima, rimase calmo e tranquillo, come se si aspettasse un attacco simile. Sferrando
un colpo con le sue appendici dietro di sé, Gaia colpì Sofia, mandandola ancora
a terra, poi restò fermo, come a concentrarsi su qualcosa…
Ellis era pronta ad interrompere il suo attacco e a scagliarsi su Gaia con
un Arc Slash, quando il colosso sferrò un colpo trasversale con la sua spada,
colpendo di piatto la sua avversaria proprio nel bel mezzo della Air Dance.
La danzatrice venne presa in pieno e, con un gemito di dolore, venne scagliata
sul quadrato, dove rimbalzò due volte, per poi atterrare prona, senza fiato
e piena di lividi.
"Al diavolo…" mormorò Ellis tra sé "Non è andata esattamente
come mi aspettavo…"
Ora la pioggia cadeva furiosa, come tenendo il passo con l'intensità del duello.
Mentre le sue due avversarie si rialzavano, Gaia parlò nuovamente. "Sì,
la vostra abilità è encomiabile. Voi e i vostri due amici potreste voler dire
la fine per la Himitsu Kessha, se vi verrà lasciato il tempo di sviluppare la
vostra tecnica."
"E tu sei qui per rettificare la situazione togliendoci di mezzo, dico
bene?" mormorò Sofia, alzandosi a fatica. Gaia non rispose, invece si scagliò
contro la bionda combattente e sferrò un pugno, la mano avvolta da un'innaturale
fiammata bianca che crepitava e ululava. "DEVIL EXPLOSION!".
Per quanto Sofia si fosse messa in guardia, servì a poco. La Devil Explosion
la colpì in pieno stomaco, sollevandola da terra e facendola volare di nuovo.
Fu solo allora che Gaia si ricordò di Ellis, a cui stava dando le spalle.
"ARC SLASH!" si sentì la voce della ragazza, che aveva fatto
un balzo e ora stava scendendo in picchiata sulla schiena di Gaia, i pugni chiusi
puntati contro di lui e i pugnali avvolti da energia spirituale. Il gigante
nero reagì un secondo troppo presto. Volgendo una delle sue appendici artigliate
verso Ellis, le lanciò contro da essa una sfera di energia.
La ragazzina spalancò gli occhi, assolutamente incredula, prima di essere centrata
in pieno dal proiettile di Gaia, che la fece finire nuovamente a terra. Stringendo
i denti, Ellis rotolò via per evitare nuovi attacchi e si rialzò lentamente.
Anche Sofia si stava rialzando, ma non sembrava in grado di durare molto più
a lungo. Cercando di tamponare il sangue che sgorgava da una profonda ferita
sulla spalla destra, l'ex agente segreta si rimise in posizione e scrutò Gaia,
che si stava girando verso di lei, pronto a sferrare un altro attacco.
Sofia non gliene diede il tempo. All'improvviso, iniziò a piroettare su sé
stessa come nella sua Aurora Revolution, con la differenza che in questo caso
stava rimanendo ferma sul posto, e attorno al suo corpo si stava accumulando
una sorta di barriera di ki splendente. Mentre Sofia girava sempre più vorticosamente,
lo scudo energetico si intensificava, quasi illuminando a giorno l'arena.
Ellis, incredula, osservò con occhi spalancati l'incredibile tecnica di Sofia,
mentre Gaia, anche lui allarmato, cominciava ad indietreggiare. Fu un errore.
"CALL ME QUEEN!" gridò Sofia, e all'improvviso si sollevò in
aria, dirigendosi con una velocità impressionante contro il gigantesco Gaia
che, troppo sorpreso per reagire, non ebbe altra scelta che prendere in pieno
l'attacco. Gli effetti furono incredibili.
Roteando come un turbine su sé stessa, Sofia colpì in pieno Gaia, liberando
all'impatto un lampo accecante. L'arena venne scossa da un rombo di tuono, mentre
il terribile guerriero della Himitsu veniva incalzato dalla mossa disperata
di Sofia. Gaia gridò di dolore, ma il suo urlo fu coperto dallo spaventoso frastuono
dell'energia che si infrangeva contro il suo corpo.
Finalmente, dopo cinque, eterni secondi, Gaia venne scagliato via dall'energia
sprigionata dal Call Me Queen di Sofia. Sotto lo sguardo assolutamente incredulo
del pubblico, il guerriero in armatura nera si abbattè rovinosamente sul quadrato,
e questa volta ci mise un po' più di tempo per rialzarsi.
Sofia si riaffiancò ad Ellis, mentre il guerriero nero della Himitsu Kessha
riacquistava la posizione di guardia, ansimando per la stanchezza. Ormai il
pubblico sembrava in delirio, tra strilli e urla di incoraggiamento che si mescolavano
al rumore della fitta pioggia cadente. Un fulmine illuminò per un istante e
in confuso l'arena, mentre i rombi di tuono si avvicinavano sempre di più.
Gaia parlò nuovamente, questa volta col fiato corto: "Eccellente. Pochi
prima d'ora erano riusciti a mettermi in difficoltà così serie. Ma adesso, vedrete
il mio attacco più potente."
Ad Ellis e Sofia sembrò congelarsi il sangue. Un attimo dopo, prima che potessero
fare qualsiasi cosa, Gaia tese un braccio verso di loro, puntando loro contro
il palmo della mano, nel quale si stava formando una sfera dello stesso fuoco
bianco della Devil Explosion. Per qualche istante, la sfera si ingrandì sempre
di più, percorsa da scariche di luce innaturale.
Poi, Gaia gridò il nome della mossa.
"DARK END!"
Con un lampo accecante, la sfera di fuoco bianco partì come un missile contro
le due ragazze, crepitante di energia. In un istante di puro terrore, Ellis
e Sofia si misero in posizione di guardia, ma servì davvero a poco. Infatti,
appena una frazione di secondo dopo, la sfera di energia di Gaia esplose a mezz'aria,
liberando tutta la sua incredibile energia sulle due combattenti.
Gli effetti furono devastanti.
Ellis e Sofia vennero sollevate in aria come foglie al vento dalla potenza
dell'esplosione, mentre un fascio di luce accecante illuminava a giorno quasi
tutto il complesso. Le grida di sorpresa e di terrore degli spettatori sembrarono
per un attimo sovrastare il ruggito dell'esplosione, per poi essere assorbite
di nuovo nell'infernale frastuono. Per cinque secondi, quel caos di luci e rumori
indistinti gettò nel panico la platea.
Quando il lampo di energia si diradò, gli spettatori aprirono timorosamente
gli occhi, per trovarsi davanti gli effetti dell'attacco Dark End di Gaia: il
ring presentava un grosso squarcio nel punto in cui la sfera di energia era
esplosa, e da esso saliva ancora un fumo denso e nerastro. Sofia era stata scagliata
fuori ring dalla potenza del colpo, e ora giaceva a terra prona, coperta di
ferite ed evidentemente priva di sensi. Gaia era ancora lì, al suo posto, ansimante
di fatica. Era ovvio che utilizzare una tecnica così potente lo aveva sfiancato.
Ma ciò che sorprese il pubblico oltre ogni limite fu vedere che Ellis era ancora
sul ring: la ragazzina era a terra, anche lei sanguinante come Sofia, con le
braccia e le gambe raccolte a ridosso del corpo come a farsi scudo. Come fosse
riuscita a resistere sul ring e a rimanere cosciente dopo aver preso un attacco
simile, era davvero un mistero, e anche così sembrava essere in pessime condizioni.
Aveva diversi tagli sulla schiena da cui il sangue colava lentamente, tutto
il corpo pieno di lividi, e il suo respiro era rapido e ansimante. Eppure, nonostante
tutto, era ancora cosciente. Non solo, ma un attimo dopo, pur malferma e pur
molto lentamente, Ellis abbandonò la sua posizione di guardia, appoggiò le mani
a terra, poi si rialzò sulle ginocchia e infine in piedi. Incespicò per un attimo,
poi riprese la posizione di guardia, stringendo i denti per le fitte che le
attraversavano il corpo.
Il pubblico rimase ammutolito dallo stupore. Solo Gaia non diede alcun segno
di sorpresa, come se si aspettasse che Ellis avrebbe resistito.
"Come immaginavo, la tua resistenza è straordinaria." Commentò Gaia
"Ma non potrai tenerti in piedi ancora a lungo. Ti offro la possibilità
di rinunciare all'incontro. Se ti dichiarerai sconfitta, non ti verrà più fatto
alcun male."
Ellis osservò Gaia con occhi da tigre, poi gli rivolse un sorrisetto. "Il
mio obiettivo è trovare mio padre." gli rispose "E io non mi arrendo.
Non mi arrendo mai."
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Il temporale rendeva difficile il volo dell'elicottero, e ci volle diverso
tempo per trovare un punto adatto all'atterraggio. Finalmente, il velivolo atterrò
in una zona pianeggiante, distante alcune decine di metri da una rupe quasi
a picco, nella quale si riusciva a malapena a vedere una galleria scavata artificialmente.
Il vento impetuoso che soffiava senza tregua produceva un ululato inquietante,
mentre il tempestoso cielo notturno lampeggiava di fulmini rimbombanti.
"Nell'insieme, devo dire che fa il suo effetto!" commentò Kayin,
i capelli biondi scompigliati dalle correnti d'aria mentre scendeva dall'elicottero.
"Ma quello che non mi spiego è perché la Himitsu Kessha ci vuole far disputare
un match privato!" aggiunse Eiji, scendendo dopo Kayin. Il pilota dell'elicottero
alzò le spalle.
"Spiacente, io non faccio che eseguire gli ordini di Gaia-sama. Ora, raggiungete
quella caverna scavata nella rupe e salite le scale che troverete. Il vostro
avversario vi aspetta alla fine della scalinata. Buona fortuna, ne avrete bisogno!"
"Heh! Avverto solo io una certa ironia in questo augurio?" domandò
Kayin con un sorriso forzato sulle labbra. Un attimo dopo, lui ed Eiji si erano
già incamminati per raggiungere la caverna dove si sarebbe svolto lo scontro
finale del torneo Toshinden.
"Chissà come se la staranno cavando Ellis-chan e Sofia-san…" mormorò
Eiji tra sé e sé "In fondo, le abbiamo lasciate lì a vedersela con uno
dei campioni della Himitsu…"
Sotto la pioggia battente, i due amici si avvicinavano lentamente, un passo
alla volta, verso la grotta artificiale, che sembrava una gigantesca porta aperta
verso l'ignoto, verso un mistero da risolvere e verso il loro stesso destino…
Un'altra volta, un fulmine illuminò la facciata della rupe, facendo risaltare
le rocce a picco e le fenditure. Eiji e Kayin avevano raggiunto l'entrata del
tunnel, per trovarsi davanti un'impressionante scalinata di pietra illuminata
fiocamente da delle torce appese alle pareti. Il silenzio era totale, a parte
il rumore della pioggia cadente e i tuoni che rimbombavano all'esterno. I due
amici iniziarono a salire le scale, ad ogni passo il loro battito cardiaco accelerava.
Questa volta non avevano idea del nemico a cui si sarebbero opposti, e stando
a quanto aveva detto Sofia, la Himitsu Kessha era dotata di combattenti straordinari…
"Ci siamo." Disse seccamente Kayin, salendo sull'ultimo gradino.
Davanti a loro, stava una sorta di enorme stanza scavata nella roccia. Questa
era più illuminata delle altre, ma anche qui, le ombre saettavano e fluttuavano
creando degli inquietanti effetti di luce. Lo sguardo di Eiji e Kayin si posò
immediatamente sulla figura umana che stava all'altro lato della stanza…
Rimasero senza parole.
Si trattava di un giovane, più o meno sui ventisei anni, dai lunghi capelli
castani che gli scendevano lungo la schiena, legati in una sorta di codino verso
la fine. Indossava un kimono da combattimento rosso con corte maniche scure
e una cintura attorno alla vita, un mantello viola sulle spalle, pantaloni scuri
e stivali alti fino al ginocchio, legati da delle cinghie e leggermente usurati.
In una mano, teneva una lunga spada katana, dall'impugnatura rossa e dalla lama
scintillante.
Ma ciò che stupì di più Eiji e Kayin furono gli occhi e il volto del giovane
guerriero: gli occhi erano scarlatti e splendenti, immagini speculari di quelli
di Eiji, ma più profondi, più misteriosi, e in essi sembrava di leggere nello
stesso momento rabbia, tristezza, amarezza, pietà… e qualcos'altro che Eiji
e Kayin non riuscirono a definire.
Altrettanto misteriosa era l'espressione del suo volto, distaccata e gelida,
come se qualcosa avesse portato via ogni cosa da quel viso per rimpiazzarlo
con un inquietante e immenso vuoto. Alla luce delle torce, i lineamenti duri
del giovane sembrarono vibrare, mentre la sua ombra proiettata sul terreno tremolava
in maniera indefinita…
Per diversi secondi, Eiji e Kayin rimasero ad osservarlo ad occhi spalancati,
facendo appena qualche passo verso il centro della stanza, sotto lo sguardo
gelido e incessante del giovane guerriero. Fu Eiji il primo a rompere il silenzio,
fissando il giovane con occhi attoniti:
"N- niisan..."
Davanti a loro stava proprio lui.
Sho. Sho Shinjo.
TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA…
Note dell'autore:
- Ebbene sì, mi sono finalmente deciso a scrivere qualche mio commento! Cosa
ve ne pare della mia storia fino adesso? Vi piace? La odiate? Recensitemi, please,
mi sento tanto solo!
- Perché ho scelto un videogioco poco conosciuto come Toshinden per una fanfic?
La verità è
che non lo so neanche io… il fatto è che Toshinden, per un picchiaduro, ha una
trama piuttosto
complessa e affascinante, piena di colpi di scena e rivelazioni a sorpresa.
Certo, anche di King Of Fighters si può dire la stessa cosa, ma il fatto è che
King Of Fighters è una saga infinita! Ho
preferito Toshinden, che avrei potuto esaurire in quattro serie!
- La prima serie è quasi al termine! Nel prossimo capitolo, concluderò lo scontro
Ellis vs. Gaia, e ci saranno rivelazioni che neanche vi aspettate… Tra poco,
comincerò la seconda serie, ispirata a Toshinden URA, una versione di Toshinden
esclusiva per l'ormai defunto Sega Saturn!
- Un'ultima cosa: tra non molto invierò due mie traduzioni: si tratterà di due
fanfiction di Nadesico, il mio anime preferito! Restate sintonizzati e alla
prossima! |
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Capitolo 6 *** CAPITOLO 6: RIVELAZIONI ***
CLASH OF THE TITANS
Autore: Enrico
CAPITOLO 6: RIVELAZIONI
Glossario
Sensei… - Maestro…
Niisan… - Fratello…
Shoubu, ototo… - Combatti, fratellino…
Ellis-chan, daijobu ka? - Stai bene, Ellis?
Masaka… - Impossibile…
Hai - Sì
Wakarimasen… - Non capisco…
Nan de… - Cosa…
Mochiron - Naturalmente
Chikusho! - Maledizione!
Misete kure yo! - Mostratemi cosa sapete fare!
IYA! - NO!
"Ne è passato di tempo… Eiji, Kayin…"
Sho accolse i suoi allievi alzando appena la testa per guardarli, senza che
l'espressione severa del suo viso si addolcisse. Eiji e Kayin mossero qualche
passo verso di lui, guardandolo attoniti, senza più riuscire a spiccicare
parola. Il loro maestro avanzò un po' verso di loro, tenendo la sua spada,
Akai No Yama, nella mano destra.
"Sensei..." fu Kayin a parlare, sbattendo incredulo gli occhi "Come
mai…?"
Sho lo guardò fisso, sospirando leggermente. "Dovresti averlo capito,
Kayin-chan. Il vostro avversario sarò io." La voce di Sho era profonda
e piatta, mentre lui sollevava la sua katana all'altezza del proprio viso, squadrando
i suoi due allievi con aria minacciosa.
Troppo sorpresi per fare qualsiasi altra cosa, i due ragazzi fecero un passo
indietro. "Niisan…" mormorò Eiji, incredulo "Che
significa tutto questo? Non vorrai mica dire che… che il campione della
Himitsu Kessha con cui dovremmo combattere sei TU?"
Gli occhi di Sho divennero due minacciose fessure. "E se così fosse?"
sbottò bruscamente. Poi, mentre i suoi due allievi erano ancora lì,
paralizzati dallo stupore, Sho sollevò la spada e aprì lo scontro,
sferrando un fendente trasversale che Eiji riuscì a parare soltanto agendo
d'istinto e alzando la Byakko No Tachi, facendo sì che la lama della
katana di Sho cozzasse contro di essa.
Kayin fece un rapido balzo all'indietro, afferrando stretto l'elsa della sua
claymore, Excalibur, come per prepararsi ad estrarre la spada.
"Che diavolo significa tutto questo, Sho?" gridò Eiji, sempre
più confuso e frustrato. "Mi stai forse dicendo che adesso lavori
per quei criminali? Non è possibile!"
"Shoubu, ototo…" rispose Sho, guardando il fratello minore
dritto negli occhi "Questo non è il momento di fare discussioni!"
Con queste parole, Sho sferrò un calcio laterale, colpendo Eiji tra torace
e addome e mandandolo a terra ansimante. Più rapido di un fulmine, il
maggiore dei fratelli Shinjo eseguì una spazzata, cercando di colpire
Eiji mentre era ancora a terra, ma il fratello minore si era scansato con una
rotolata laterale. Eiji si rialzò, mentre Kayin, con in mano la sua spada,
si era messo al suo fianco, pronto a ricevere il prossimo attacco, che non si
fece attendere.
"DOUBLE REKKUZAN!" gridò Sho, sferrando due fendenti
a vuoto. Dalle scie scaturirono due sfere di fuoco, una diretta ad Eiji, la
seconda a Kayin. Il primo, mettendosi in posizione di guardia, riuscì
a bloccare l'attacco e amortizzare il colpo, mentre il secondo si scansò
di lato, facendo un'elegante capriola. Non ebbe però nemmeno il tempo
di atterrare, perché Sho si lanciò verso di lui eseguendo una
scivolata, e colpendolo durante la capriola, mandandolo a terra prono. Mentre
Kayin cercava di rialzarsi, Eiji si mise in posizione, poi lanciò il
suo attacco a distanza.
"REKKUZAN!" esclamò il ragazzo, mentre un'altra sfera
di fuoco partiva verso suo fratello maggiore, che non fece altro che voltarsi
verso di lui e parare l'attacco. La forza dell'impatto lo fece barcollare per
un attimo, ma nulla di più, e Sho fu di nuovo in grado di attaccare dopo
una frazione di secondo, scattando verso Eiji e colpendolo con un calcio in
salto mortale. Il fratello minore venne sbalzato in aria e finì per sedersi
a terra, cercando disperatamente di schivare gli affondi che Sho aveva iniziato
a sferrare.
"Sensei!" esclamò Kayin "Che diavolo sta succedendo qui?
Come mai adesso ci vuoi morti?". Il biondo cacciatore di taglie si stava
rialzando e si era rimesso in posizione, con un'aria più infuriata che
mai. "Qui tutti sanno tutto ciò che ci riguarda, tranne noi! Vogliamo
delle spiegazioni!".
Sho interruppe la sequenza di attacchi ad Eiji e si allontanò da lui
con un paio di balzi all'indietro. Poi, mentre Eiji si stava rialzando, si volse
verso i suoi due allievi, con aria ancora immutata.
"Vuoi delle spiegazioni, Kayin-chan?" domandò Sho, osservando
il giovane biondo come un'aquila in picchiata osserva la sua preda. "Allora…
permettetemi di farvi qualche domanda. Eiji, tu per quale motivo sei venuto
al torneo Toshinden?"
Eiji spalancò gli occhi sorpreso. Che diavolo c'entrava la ragione per
cui loro due avevano partecipato? C'era qualcosa di strano…
"Beh…" incominciò Eiji, la voce che tradiva una notevole
insicurezza "…il torneo… io ci sono venuto perché volevo
dare una mano a Kayin, per l'orgoglio personale di prendere parte alla competizione…
ma soprattutto perché sapevo che avrei avuto la possibilità di
ritrovarti. In fondo, ti ho cercato in giro per il mondo per diverso tempo…"
Sho annuì, senza mostrare segni di sorpresa o di emozione, poi si rivolse
a Kayin. "E tu, Kayin? Tu sei qui per trovare l'assassino di tuo padre
e fare vendetta, non è vero?"
Kayin strinse gli occhi, annuendo senza dire una parola.
"Come immaginavo." Commentò Sho. "Beh, allora si può
dire…"
La pausa che seguì durò un eterno secondo.
Poi, Sho proseguì: "Si può dire… che entrambi, ora,
in questo momento avete davanti agli occhi ciò che stavate cercando."
Il senso di quelle parole era fin troppo chiaro.
********************************************************************************
Sotto una fitta pioggia di tempesta, sul ring devastato dall'esplosione precedente,
Ellis e Gaia si stavano squadrando, entrambi al limite delle forze, entrambi
decisi a concludere lo scontro il prima possibile. Ellis fece un passo di lato,
scrutando attentamente il suo minaccioso avversario, pronta a reagire a qualsiasi
minimo movimento. Ma sapeva che non avrebbe potuto reagire ancora a lungo. Le
ferite e i lividi di cui il suo esile corpo era pieno la avevano rallentata
in maniera non indifferente, e ormai non sarebbero serviti molti altri colpi
a Gaia per metterla fuori combattimento, mentre lei si chiedeva se davvero quel
gigante nero avesse un limite alla propria resistenza.
"Chiudiamo questa storia, Gaia!" esclamò la ragazzina, sferrando
un fendente in aria con uno dei suoi pugnali "A dirla tutta, io non ho
intenzione di prolungare oltre questo scontro!"
"Nemmeno io, giovane Ellis…" sbottò Gaia, sollevando nuovamente
gli artigli collegati al retro della sua armatura e preparandosi a lanciare
il Super Sting ancora una volta. Un paio di sfere infuocate si formarono tra
gli artigli di Gaia, e ancora una volta, una micidiale pioggia di fiamme eruppe
da lì e si diresse a tutta velocità verso Ellis. Per fortuna,
la ragazzina si era aspettata l'attacco, ed era riuscita a schivare di lato
evitando di essere raggiunta. Le sfere di fuoco aprirono nuovi squarci sul quadrato
semidistrutto.
Purtroppo, Ellis non si era aspettata che, un attimo dopo, Gaia scattasse verso
di lei, il pugno avvolto da una fiammata bianca. "DEVIL EXPLOSION!"
esclamò Gaia, sferrando un diretto con il pugno fiammeggiante e colpendola
sulla spalla destra. Ellis venne scagliata indietro di diversi metri dalla potenza
del colpo, atterrando vicino al bordo del ring. Cercò di rialzarsi, ma
inciampò e finì di nuovo a terra, poi si tirò su di nuovo
prima che il conteggio di dieci terminasse.
Con la coda dell'occhio, la ragazzina intravide Sofia che giaceva, ancora priva
di sensi, al di fuori del quadrato, il corpo e gli arti rigati di sangue, il
costume strappato in più punti. Quella vista, pur impressionando Ellis,
sembrò darle nuovo coraggio.
Devo vincere questo incontro, anche per Sofia-san e gli altri... pensò
tra sé, mentre davanti a lei la figura di Gaia cominciava ad apparire
sfocata. Ellis si chiese se fosse effetto della pioggia fittissima o della perdita
di sangue.
Questa è la mia ultima carta... d'accordo, adesso o mai più!
All'improvviso, Ellis sembrò concentrarsi, incanalando il proprio ki
attraverso il suo corpo, davanti al pubblico ormai ammutolito, e al sorpreso
Gaia. Chi poteva pensare che, in quelle deboli condizioni fisiche, fosse ancora
capace di scatenare una tale energia? Per qualche secondo, la ragazzina rimase
là, ad accumulare energia, fino a che essa non raggiunse il culmine,
e l'attacco finale di Ellis partì.
"FRENCH KISS!"
Ellis sembrò prendere lo slancio, poi fece un balzo e si diresse verso
Gaia, con la potenza e la velocità di un lampo nel cielo. Troppo veloce
per poter essere vista da occhio umano, piombò sul suo gigantesco avversario
e lo caricò con una raffica di calci e fendenti che cadevano su Gaia
fitti come grandine, ogni colpo accompagnato da un lampo di energia che investiva
il guerriero della Himitsu Kessha e illuminava l'arena come un sole lampeggiante.
Dopo un numero apparentemente infinito di colpi, Ellis congiunse i pugni tenendo
i coltelli, crepitanti di energia, rivolti verso l'esterno, e sferrò
un ultimo colpo, potentissimo, che raggiunse Gaia in pieno petto. Con un tremendo
urlo di dolore, Gaia venne scagliato via e si abbattè sul quadrato, facendo
risuonare tutti gli spalti circostanti di un assordante clangore, poi si accasciò
esausto.
Seguirono diversi secondi di silenzio snervante. Poi il conto alla rovescia
iniziò. Dieci, nove, otto…
Finalmente, lo zero. Gaia non si era ancora rialzato.
"Signore… e signori…" balbettò lo speaker "L-la
vincitrice… è… Ellis… Ellis… Hayama…"
Il silenzio dominò tutta l'arena, interrotto soltanto dall'incessante
scrosciare delle gocce di pioggia che cadevano. Ellis osservò ad occhi
spalancati il suo avversario esausto ed ansimante. Per un attimo, non riuscì
a fare altro che rimanere lì, incredula, poi sussurrò una frasetta:
"Ho… ho vinto…"
Poi, si sentì mancare le forze. Un capogiro tremendo sembrò sopraffarla,
mentre le immagini attorno a lei ondeggiarono pericolosamente. Ellis sentì
un brivido di freddo, e d'istinto capì di essere impallidita in maniera
allarmante. Non riuscendo più a reggersi in piedi, cadde a terra in ginocchio,
appoggiandosi sulle mani e respirando in brevi sospiri affannosi.
"ELLIS-CHAN!" gridò una voce allarmata da una delle entrate
del colosseo. Non appena Ellis aveva vinto, Amy aveva abbandonato il suo posto
in prima fila ed era scesa giù nell'arena per assicurarsi che la sua
amica stesse bene. In un attimo, Amy raggiunse di corsa il quadrato devastato,
ci salì su e andò ad assistere Ellis.
"Ellis-chan, daijobu ka?" chiese la ragazza mora, cercando
di sorreggere Ellis. La ragazzina scosse la testa per schiarirsela, poi rispose:
"Tra un po' starò bene…"
Si interruppe di colpo. Il suo sguardo cadde su un oggetto brillante che era
caduto sul ring. Anche Amy volse lo sguardo verso quel punto. Sul quadrato era
caduto una sorta di medaglione d'argento, con una gemma rotonda azzurra incastonata.
Ellis aguzzò lo sguardo per vederlo meglio, poi parlò nuovamente
ad Amy:
"Amy-san… tu vai a vedere come sta Sofia… credo che stia peggio
di me… io devo concludere una faccenda personale…"
Amy assunse un'aria perplessa, poi annuì e si diresse verso Sofia, che,
ai bordi del ring, stava riprendendo i sensi. Ellis raccolse il medaglione in
una mano, poi si diresse verso Gaia, che in quel momento si stava rialzando.
Il gigante nero della Himitsu Kessha rimase lì, ad osservare quella ragazzina
ferita ed esausta che si stava avvicinando lentamente, il medaglione d'argento
nel palmo della mano.
"Hai combattuto molto bene." Commentò Gaia senza scomporsi
"La tua abilità è veramente encomiabile, e un giorno diventerei
una grande campionessa."
"Gaia…" mormorò Ellis, guardandolo fisso negli occhi "Questo
medaglione… è tuo, vero?"
Il guerriero nero annuì. "Sì. Cos'ha di speciale?"
La ragazzina deglutì, poi rispose, con un tono serio che mai prima d'ora
aveva usato. "I miei genitori sono scomparsi quando ero ancora molto piccola…
e sono stata cresciuta da una troupe circense di zingari. Ma di recente…
ho sentito che mio padre era vivo, e lo avrei potuto trovare al torneo…"
Si interruppe, cercando le parole. "L'unico indizio che ho… è
il fatto che mio padre portava al collo un medaglione d'argento con una gemma
azzurra…" Guardò Gaia dritto negli occhi.
Per un attimo, Gaia rimase in silenzio, poi afferrò l'elmo con le mani.
"E va bene." Rispose, senza cambiare tono di voce. "E' giusto
che tu sappia la verità."
Lentamente, con solennità, Gaia si rimosse l'elmetto. Da sotto esso,
apparve il volto di un uomo sulla quarantina, ma dall'aspetto ancora abbastanza
giovanile, i lineamenti duri che sembravano quasi scolpiti, gli occhi grigi
come l'acciaio che non tradivano alcuna emozione, lunghi capelli bianchi che
svolazzavano dietro la schiena. Ricambiò lo sguardo di Ellis, poi completò
la frase.
"Il mio nome completo… è Gaia Hayama."
"Che… che cosa?" boccheggiò Ellis.
Il gigantesco guerriero annuì di nuovo. "Sì, Ellis. Sono
tuo padre."
Ellis spalancò la bocca, indietreggiando di un passo. Più in là,
vicino al ring, Amy, che aveva sentito ogni parola, trasalì, trattenendo
il respiro in un rantolo soffocato. "Masaka..."
"Nnn…" mormorò Sofia, stringendo i denti e aprendo finalmente
gli occhi "Che… che succede? Ellis…"
"Sofia-san, come stai?" chiese Amy, volgendosi con aria preoccupata
verso la bionda russa.
Sofia, con una smorfia, riuscì ad assumere una posizione seduta. "Non…
preoccuparti, Amy-san… passerà… piuttosto, Ellis come sta?…
Cos'è successo…?"
"Ellis… ha vinto!" esclamò Amy di risposta "Ma…
ma Gaia… Gaia è suo padre…"
Gli occhi di Sofia si spalancarono. "COSA? Gaia… il guerriero della
Himitsu…"
La ragazza mora non potè fare altro che annuire.
Sul ring, Ellis sembrava aver recuperato compostezza. Stava guardando fisso,
con lo sguardo più serio che lei avesse mai rivolto ad una persona, quel
gigantesco guerriero che lei aveva appena scoperto essere suo padre, la persona
che le aveva dato la vita e che lei aveva creduto morto da tanto tempo…
eppure sentiva che qualcosa non andava… Le parole di Eiji ed Amy le tornarono
in mente:
Non so quali sentimenti potrai provare per tuo padre quando, e se, lo incontrerai...
In fondo, per quanto possa essere tuo padre, è una persona che neanche
conosceresti...
Gaia rimase lì, ad osservarla a sua volta. Tra i due era sceso un silenzio
innaturale. Il viso di Gaia sembrava ancora una maschera di pietra, anche se
i suoi occhi color dell'acciaio indugiavano su quella ragazzina, e in essi brillava
qualche accenno di emozione, cosa ben rara per Gaia. Tuttavia, il gigantesco
guerriero sembrava occultare ogni gioia, ogni felicità che la vista di
una figlia da tanto scomparsa può dare ad un padre.
La minuta Ellis sostenne il suo sguardo ancora un po', poi abbassò la
testa.
"Padre…" mormorò infine "Io… non so come esprimermi…
in questo momento, anche se ti ho davanti… mi sembra di non provare i veri
sentimenti che una figlia potrebbe provare per un padre…"
Ancora una volta, il contegno di Gaia non mutò. "Posso capire, Ellis.
Non è sempre vero che la lontananza rafforza l'amore. A volte lo può
distruggere."
"Voglio solo sapere delle cose…" proseguì la ragazzina
dai capelli smeraldini "Come mai la Himitsu Kessha ha organizzato questo
torneo… se è stata la Himitsu?"
"La Himitsu Kessha non c'entra niente con l'edizione del Toshinden di quest'anno."
Rispose Gaia, appoggiando la sua enorme spada bastarda sulla spalliera della
sua nera corazza. "Il torneo è stato organizzato da me e dal mio
partner, senza previo consenso della Himitsu."
"Cosa? E chi sarebbe il tuo…"
Gaia alzò le spalle, mentre un sorriso amaro ed ironico gli appariva
sulle labbra. "Forse puoi immaginare già la risposta. Qualcun altro
che i tuoi amici stanno cercando…"
Ellis strinse gli occhi, dubbiosa, poi sobbalzò quando le balenò
un nome. "SHO? Il fratello di Eiji?"
Suo padre annuì lentamente. "Hai, proprio lui, il semileggendario
Sho Shinjo. E' stato con lui e con l'aiuto di una mia… si può dire,
collega… che ho organizzato questo torneo. Lo scopo era trovare i lottatori
prescelti dal fato per combattere contro le forze dell'oscurità. Per
fare ciò, era necessario che anche noi due ci affrontassimo in combattimento."
"Le forze dell'oscurità… Wakarimasen..." mormorò
Ellis.
"So che non capisci. E passerà ancora del tempo prima che tu possa
capire. Per il momento, diverse domande, non solo tue, rimarranno senza risposta."
Gaia volse gli occhi al cielo notturno, attraversato da lampi e scoppi di tuono,
i lunghi capelli bianchi ondeggianti nel vento. "Per il momento, io posso
solo fuggire. La Himitsu Kessha ora vorrà la mia testa per il mio tradimento.
Ed io non posso permettere a loro di catturarmi prima del grande giorno."
"E noi… cosa dovremmo fare?" chiese Ellis, facendo un passo in
avanti.
Gaia si volse verso di lei. "Voi tornerete alle vostre vite, anche se posso
capire che per qualcuno sarà difficile. Non preoccupatevi, la Himitsu
non correrà il rischio inutile di attaccarvi così apertamente.
Cercheranno di togliervi di mezzo, ma per farlo aspetteranno l'anno prossimo,
vi inviteranno di nuovo al torneo, e fino ad allora… dovrete impegnarvi
e prepararvi per la grande sfida."
Finalmente, Gaia si girò e cominciò a camminare via. Ma, fatti
appena alcuni passi, si voltò nuovamente verso Ellis, che non gli staccava
gli occhi di dosso.
"Dì a Sofia che mi dispiace per la sua perdita di memoria. In quanto
a Rungo, gli manderò quanto prima le mie scuse per aver rapito la sua
famiglia, ma era importante che partecipasse anche lui. E per finire…"
Per la prima volta, un vero sorriso, di autentica felicità, gli si dipinse
sul viso duro. "Per finire, voglio ringraziare te, Ellis, figlia mia, di
avermi permesso la gioia di vedere che sei cresciuta e sei diventata così
forte e determinata. Anche se i tuoi sentimenti per me non saranno mai quelli
di una figlia per il padre, l'importante è sapere che sei degna di me.
Addio. Ma solo per ora."
Sotto la pioggia battente, Ellis rimase lì, muta ed immobile, mentre
la figura di Gaia si allontanava e scompariva nella notte. Lentamente e dolorosamente,
la ragazzina si volse verso il bordo del ring e si incamminò verso le
sue amiche. Sia Amy che Sofia, che in quel momento la prima stava cercando di
sorreggere in piedi, avevano l'aria di aver sentito quanto Gaia ed Ellis si
erano detti. I loro volti erano seri, nei loro occhi traspariva una profonda
malinconia e preoccupazione.
Ellis le guardò in viso. "Avete sentito anche voi, vero?"
Amy abbassò leggermente la testa. "Parola per parola."
Gli occhi di Ellis tremarono, e alla fine una lacrima le scese lungo la guancia,
mischiandosi all'acqua piovana. "Sono stata una stupida, Amy-san, Sofia-san…
pensavo davvero che per me sarebbe stata una gioia vedere mio padre… poi
mi sono resa conto di non provare quello che avrei dovuto… "
Sofia scosse la testa. "Non devi pensare una cosa del genere, Ellis-chan.
Tu hai fatto il tuo tentativo, e hai visto finalmente tuo padre… hai ritrovato
quella parte di te stessa che pensavi perduta per sempre. Capisco poi che scoprire
di non provare più nulla per lui abbia lasciato un vuoto dentro di te…
però hai perseguito un obiettivo dando tutta te stessa, e questo ti fa
onore. Non dimenticarlo."
Ellis rimase qualche secondo a ripensare a queste parole. Poi, un sorriso le
riapparve sul viso. "Sì, forse hai ragione tu, Sofia-san…"
Amy annuì leggermente, poi accennò con la testa alle uscite dell'arena.
"Sarà meglio che vi accompagni in infermeria… questo duello
è stato davvero molto duro!"
"Scusa, Amy…" prese la parola Sofia "Ma… Eiji e Kayin…"
"Sì, Sofia-san, certo che sono preoccupata per loro… sarei
stupida a non esserlo." Rispose Amy, mantenendo la calma "Ma Sho lavora
assieme a Gaia, giusto? Dunque non ucciderà Eiji e Kayin. Loro, a quanto
ho capito, sono gli altri due… "guerrieri prescelti"… almeno
spero che le cose stiano così…"
********************************************************************************
Altrove, un'altra, terribile verità era stata rivelata.
I volti di Eiji e Kayin persero colore, mentre loro indietreggiavano di un
passo, osservando il loro ex-insegnante con occhi sconvolti. Per un attimo,
sembrò loro di non capire, non sentire, non vedere più niente…
"Niisan… nan de... cosa… vuoi dire?" balbettò
Eiji, quasi tremando per lo shock.
Sho fissò il suo gelido sguardo in quello del fratello minore. "Quello
che ho detto, ototo... l'omicida del padre di Kayin…" si interruppe,
come per cercare di fare effetto "…sono io."
Senza dire una parola, Kayin afferrò a due mani la sua spada claymore,
poi ricominciò a parlare: "No… non può essere…
tu menti…"
"Allora, Kayin-chan?" riprese Sho, il suo tono freddo e distante che
non accennava ad alcun sentimento "Pensi che possa essere una ragione sufficiente
per combattere contro di me?"
Il giovane biondo rimase là, ribollente di rabbia. Sembrava una bomba
pronta ad esplodere. Un attimo dopo, Kayin rispose, a denti stretti: "Una
ragione… sufficiente? Tu… tu… SEI FINITO!"
Con uno scatto, Kayin si lanciò contro il suo ex-mentore, gli occhi verdi
fiammeggianti di furia, la spada sollevata pronta a colpire Sho. Chiunque altro,
al posto di Sho, sarebbe fuggito, davanti ad una simile furia omicida. Ma il
fratello maggiore di Eiji rimase là ad attendere, con un'aria fin troppo
calma sul volto.
"KAYIN!" urlò Eiji, non appena lo shock gli permise di articolare
parola.
Con un urlo furibondo, Kayin abbassò la sua claymore su Sho, che sembrava
non aspettare altro. Sollevando la sua katana davanti a sé, il fratello
di Eiji parò il colpo, che tuttavia lo fece barcollare indietro e gli
tolse il fiato per un secondo. Kayin sollevò di nuovo la spada, ma stavolta
non ebbe il tempo di effettuare un attacco. Sho lo intercettò, producendosi
in un uppercut ad avvitamento assolutamente uguale a quello di Eiji. "HISHOZAN!".
Kayin venne colpito e scagliato via, atterrando di schiena qualche metro più
in là. Sho si slanciò per attaccarlo ancora, ma qualcun altro
decise di intervenire.
"REKKUZAN!" gridò Eiji, scagliando la sua palla di fuoco
verso il fratello maggiore, che in quel momento si era sbilanciato per proseguire
l'attacco a Kayin. Sho fece appena in tempo a voltarsi, che la sfera infuocata
lo colpì alla spalla, facendolo incespicare con un grugnito di dolore.
Poi, gli occhi scarlatti dei due fratelli si incrociarono nuovamente.
Eiji sembrava furente, almeno quanto Kayin. "Perché, fratello?"
ringhiò minacciosamente "Perché hai ucciso il padre di Kayin
e ti sei unito alla Himitsu Kessha? Hai disonorato il nome della famiglia Shinjo,
e adesso dovrai pagare!"
Sho rimase ad osservarlo per una frazione di secondo, poi si rimise in posizione.
"Dunque, anche tu vuoi combattere, Eiji… E va bene, allora…
ikimashou, ototo! Il vero duello inizia ora!"
Senza altre esitazioni, Sho attaccò nuovamente sparando una doppia fireball
ad Eiji. "DOUBLE REKKUZAN!". Il fratello più giovane
si mise in guardia e parò il doppio attacco, che però lo fece
indietreggiare di qualche passo. Sho non perse tempo e scagliò il suo
successivo attacco, balzando in aria e scendendo giù, la gamba fiammeggiante
protesa verso Eiji.
"RYUSEIKYAKU!" Questa volta, Eiji non potè parare e
venne colpito allo sterno, venendo scagliato a terra qualche metro più
in là. Kayin, intanto si era rialzato e stava caricando da dietro il
suo ex-insegnante. Lo aveva quasi raggiunto, quando Sho si girò e parò
il calcio che Kayin aveva sferrato. Poi, Sho afferrò il suo allievo e
lo proiettò sopra la spalla, mandandolo ad atterrare vicino ad Eiji.
"Kayin!" esclamò Eiji, mentre il suo amico piombava a terra
con un tonfo sordo "Tutto bene?"
Kayin strinse i denti e si tirò su. "Secondo te?" rispose "Non
starò bene finchè non avrò fatto vendetta…"
"Ti prego, calmati!" cercò di trattenerlo Eiji "Se ti
agiti non vincerai mai…"
"Ti pare facile?" ringhiò Kayin "Sono davanti all'assassino
di mio padre…"
Eiji strinse i denti. "Credimi, io sono infuriato quanto te…"
sibilò, osservando suo fratello con occhi brucianti d'ira. "Ma dobbiamo
cercare di tenerci calmi… anche se il nostro avversario è una persona
per cui ora proviamo il più profondo rancore…"
Il giovane biondo fece un respiro profondo, poi si mise nuovamente in posizione
di combattimento. "D'accordo, Eiji… allora sferriamo il nostro attacco
assieme e facciamo del nostro meglio!"
"Allora, vi decidete ad attaccare?" domandò Sho con impazienza,
gli occhi scarlatti fissi sui suoi due allievi. "Non ho tutta la notte
da dedicare a questo scontro!"
Kayin strinse i denti e rispose: "Tra poco non avrai più nessuna
notte da dedicare a nient'altro!". Con queste parole, si lanciò
nuovamente su Sho, brandendo Excalibur nella mano destra e sferrando un letale
fendente dall'alto verso il basso. Alzando la katana, il fratello maggiore di
Eiji parò l'attacco, poi spinse via Kayin proprio mentre Eiji balzava
in aria e si lanciava in un Ryuseikyaku identico a quello che Sho aveva eseguito
poco prima.
Sho reagì prontamente, balzando di lato e lasciando che il calcio di
Eiji colpisse il terreno, aprendo una crepa. Poi, attaccò il fratello
minore con un calcio circolare al viso, facendolo cadere a terra. Intanto, Kayin
si lanciava di nuovo all'attacco, sferrando un fendente che graffiò l'avambraccio
sinistro di Sho.
Il giovane dai lunghi capelli castani strinse un occhio, digrigando i denti
per il bruciore, poi si voltò verso Kayin, ed eseguì una spaccata,
sferrando un letale calcio al suo ex-allievo.
"SHOULDER CRUSH!" gridò Sho, mentre il calcio colpiva
in pieno Kayin e lo faceva barcollare all'indietro. Ma il giovane biondo, spinto
dalla semplice forza della rabbia, si tenne in piedi, poi attaccò nuovamente,
lanciando una sorta di rabbioso ruggito e producendosi nel suo micidiale uppercut.
"DEADLY RISE!". Kayin balzò verso l'alto, avvitandosi
su sé stesso, in maniera identica allo Hishozan di Eiji. Sho, non aspettandosi
questo attacco, venne colpito e sollevato in aria con un grugnito di disappunto.
Rimase in aria per un attimo, poi ripiombò a terra, ma fu di nuovo in
piedi un istante dopo. Questa volta, però, non ebbe il tempo di organizzare
un altro attacco, perché Eiji, rialzatosi, lo aveva raggiunto e lo aveva
steso con un mortale atterramento. Sho rotolò via e si rialzò,
il respiro leggermente affannoso.
"Le mie previsioni si sono rivelate corrette, dunque!" commentò
Sho, sempre con aria distaccata "Voi due siete diventati molto più
forti in questi ultimi anni!"
Il fratello minore fece volteggiare la Byakko No Tachi davanti a sé un
paio di volte, poi rispose a Sho, la voce piena di rancore. "Mochiron,
niisan... e tra poco ti daremo un assaggio ulteriore dei nostri miglioramenti!"
Sbuffando, Sho si rimise in guardia. "D'accordo, Eiji… ma vi avverto
che neanche io ho fatto sul serio finora! Ora, preparatevi alla vera sfida!"
Senza aggiungere altro, Sho sparò un altro Double Rekkuzan, e ancora
una volta due fireball eruppero dalla lama di Akai No Yama, una diretta ad Eiji
ed una a Kayin. Queste due, però, erano molto più veloci delle
precedenti, e i due giovani non poterono fare altro che osservare increduli
i due lampi di fuoco sfrecciare nell'aria e colpirli con una potenza tremenda,
scagliandoli a terra.
Kayin si rialzò per primo e fece un balzo verso Sho, per cercare di colpirlo
con un calcio volante. Ma il fratello di Eiji non fece altro che guardarlo freddamente
avvicinarsi sempre di più, come una meteora, per poi intercettarlo con
un altro Hishozan. Kayin lanciò un breve urlo di dolore mentre l'uppercut
lo scagliava via, facendolo cadere prono per terra, mentre Sho atterrava in
piedi senza problemi. Ma ecco, un attimo dopo, che il guerriero più anziano
incespicò, stringendo i denti per il disappunto. Mentre Sho era ancora
in aria per il suo Hishozan, Eiji aveva fatto una scivolata, in modo da finirgli
proprio addosso durante l'atterraggio.
Un attimo dopo, Eiji e Sho cominciarono a far cozzare le loro spade l'una contro
l'altra, ogni colpo un clangore che risuonava per l'enorme stanza, creando una
furibonda eco. Ancora, e ancora, le lame si scontrarono, continuando così
per diversi secondi, poi Eiji schivò un fendente abbassandosi e rispose
con un calcio circolare abbassato diretto alle caviglie di Sho. Ma, con un'agilità
incredibile, il fratello maggiore spiccò un balzo, vanificando la mossa
di Eiji. Con un elegante salto mortale all'indietro, Sho atterrò in piedi
a qualche metro di distanza, poi si lanciò di nuovo all'attacco, raggiunse
Eiji e lo colpì con una raffica di fendenti che lo lasciarono senza fiato
e sanguinante. Proprio nel bel mezzo della combo di Sho, però, Kayin
si era portato a lato dei due combattenti.
"SONIC SLASH!" gridò, sparando una fireball al suo ex-sensei.
Sho si scansò con un balzo di lato, e il Sonic Slash proseguì
il suo tragitto, andandosi a schiantare contro la parete di roccia. Un attimo
dopo, Sho si portò davanti a Kayin e gli sferrò un calcio circolare
al fianco, seguito da un colpo d'elsa e infine da una nuova Shoulder Crush che
fece cadere a terra il biondo cacciatore di taglie. Ansimando, Kayin rotolò
via e si riportò al fianco di Eiji, mentre i due cercavano di rivedere
la loro strategia. Entrambi i ragazzi sembravano già con il fiato corto,
mentre Sho aveva appena qualche ammaccatura.
"Chikusho..." mormorò Eiji, afferrandosi l'avambraccio
destro sanguinante. "E' molto forte, e credo purtroppo che non stia combattendo
al massimo delle sue capacità… se volesse, potrebbe spazzarci via
in un attimo…"
Kayin strinse gli occhi. "Vuoi forse dire che ti arrendi, Eiji?"
"Tsk, stai scherzando, vero?" rispose il ragazzo dai capelli all'insù
"Non mi arrenderò senza prima aver dato tutto quello che ho in questo
scontro!"
Sho non disse nulla, ma spronò i suoi due avversari a farsi avanti, con
un gesto della mano. Questa volta, Eiji e Kayin tentarono un approccio più
prudente, camminando in un semicerchio attorno al loro ex-insegnante e tenendo
le spade puntate contro di lui.
Per diverso tempo, tutti e tre i contendenti rimasero immobili, aspettando il
movimento della fazione opposta. Poi, Sho attaccò, scattando verso Kayin,
cogliendolo di sorpresa, e buttandolo a terra con un calcio rovesciato. Kayin
piombò al suolo, soffocando un'imprecazione, mentre Sho si girava verso
Eiji e sferrava un fendente che ferì di striscio alla spalla il fratello
minore. Eiji tentò di rispondere con qualche fendente suo, ma Sho era
fin troppo abile a difendersi dai suoi assalti, e soltanto due colpi, che ferirono
Sho al fianco e al braccio destro, lasciarono il segno, per quanto Eiji ne avesse
sferrati diversi.
Sho parò un altro attacco, poi buttò a terra Eiji con un'altra
Shoulder Crush e lo attaccò di nuovo mentre era a terra, colpendolo al
fianco con un calcio di punta. Intanto, Kayin si era di nuovo rialzato e, avvicinatosi
nuovamente a Sho, sferrò un fendente che Sho parò con facilità.
Le loro spade cozzarono ancora due volte l'una sull'altra, poi Kayin colse l'occasione,
afferrò Sho per il colletto e lo fece volare sopra la propria spalla
con un atterramento da judo. Eiji, rialzandosi, si mise nuovamente al fianco
di Kayin mentre Sho si rialzava lentamente. I due ragazzi più giovani
cominciarono ad accumulare energia nelle loro spade, poi sferrarono contemporaneamente
i loro colpi a distanza.
"REKKUZAN!"
"SONIC SLASH!"
I due attacchi si diressero a tutta velocità verso Sho, che riuscì
appena in tempo ad alzare la guardia. L'impatto lo sollevò comunque da
terra, facendolo cadere di schiena. Ma, ancora una volta riuscì a rialzarsi
facilmente, e si lanciò ancora una volta contro i suoi due ex-allievi
con una raffica di fendenti veloci come il fulmine. Eiji e Kayin furono costretti
ad indietreggiare per sottrarsi a quell'inferno di lame.
All'improvviso, Sho si caricò di energia, e, sotto lo sguardo incredulo
di Eiji e Kayin, sollevò la spada incendiata di fiamme viola, pronto
a sferrare un nuovo, devastante colpo.
"Che cosa…" esclamò Kayin "Quella roba non l'abbiamo
mai imparata…"
"Oh, no… La vedo brutta…" mormorò Eiji, osservando
il fratello maggiore con occhi allarmati.
Un attimo dopo, Sho sferrò un fendente gridando: "Misete kure yo!".
Una gigantesca palla di fuoco viola, più grande di un essere umano, sfrecciò
attraverso l'aria, con un ruggito tremendo che scosse tutta la stanza. Un tremendo
lampo violaceo illuminò il luogo del combattimento, mentre l'enorme attacco
energetico si schiantò contro Eiji e Kayin, con una potenza incredibile.
Con un urlo di dolore e di panico, i due ragazzi vennero scagliati contro il
muro dall'impatto, e scivolarono a terra, mentre Sho li guardava con aria di
disprezzo.
"Spero che questo non sia stato il massimo di cui eravate capaci."
Commentò duramente "Ne resterei molto deluso…"
Si interruppe, sorpreso, quando vide Eiji, pur sanguinante e indebolito, tirarsi
su lentamente, sollevare di nuovo la Byakko No Tachi e rimettersi in posizione.
"Non ho ancora perso, niisan…" mormorò, respirando affannosamente
"Ora permettimi di farti vedere il mio ultimo attacco…"
Sho fece un sorrisetto amaro. "Sei o davvero determinato, o davvero testardo,
Eiji… E in ogni caso, è proprio così che ti ricordavo…".
Poi si mise in guardia per bloccare l'attacco del fratello minore. Eiji sembrò
concentrarsi. Poi, con grande sorpresa di Sho, comiciò a emanare un'aura
di energia blu dal proprio corpo. Stava accumulando energia proprio come aveva
fatto Sho un attimo prima. Nemmeno il fratello maggiore si era aspettato una
mossa del genere.
Devo ammettere che è migliorato molto più del previsto...
I pensieri di Sho vennero interrotti bruscamente quando Eiji aprì di
scatto gli occhi e gridò a squarciagola il nome del suo ultimo attacco:
"BYAKKI MOSHUKEN!!!"
Un attimo dopo, Eiji si lanciò a tutta velocità contro Sho, tenendo
ben stretta la spada con entrambe le mani. Il fratello maggiore, colto di sorpresa
dalla velocità e dall'energia dell'attacco, cercò di parare ma
era troppo tardi. Eiji lo raggiunse e cominciò a colpirlo con una raffica
di calci e fendenti, ad una velocità che sembrava umanamente impossibile,
ogni colpo sempre più doloroso. Ancora, e ancora, la spada di Eiji lasciò
il segno su Sho, poi, dopo diversi secondi, Eiji concluse l'attacco, sferrando
un Hishozan potenziato, il corpo avvolto da una sfera di dirompente energia
azzurra. Con un urlo di dolore, Sho venne sbattuto contro il muro, spaccando
letteralmente alcune rocce, e lentamente scivolò al suolo, ansimando.
Eiji atterrò dal suo Hishozan e rivolse al fratello maggiore uno sguardo
carico di rancore. "Allora,
fratello? Pensi che così possa bastare…?"
Poi, il suo respiro venne aspirato in un rantolo quando Sho si rialzò
nuovamente, con aria quasi indifferente, nonostante stesse perdendo sangue in
maniera non indifferente.
"Sì, Eiji, può bastare." Rispose seccamente "Ora
chiudo questo incontro."
Iniziò ad accumulare nuovamente energia e, quando questa raggiunse il
culmine, sferrò un altro, micidiale colpo. "BYAKKI MOSHUKEN!!!"
Questa volta, fu Eiji a trovarsi sulla via della stessa tecnica che aveva utilizzato
un attimo prima. Tentò di difendersi, ma riuscì a parare solo
qualche colpo. Tutti gli altri colpirono in pieno, investendo Eiji con un lampo
di energia. Eiji non vedeva, non capiva più niente. Sentiva soltanto
un dolore tremendo ogni volta che l'attacco di suo fratello lo raggiungeva.
Finalmente, l'attacco si concluse, ed Eiji venne scagliato via dallo Hishozan
finale di suo fratello.
Ancora una volta, Eiji finì a terra, il corpo sanguinante che sbattè
due volte contro il terreno prima di fermarsi. Con sua enorme sorpresa, scoprì
di essere ancora vivo e di avere ancora un po' di energia per battersi.
Stringendo i denti e lottando contro il dolore, Eiji si appoggiò sulle
mani, poi si rialzò in ginocchio, senza che suo fratello gli staccasse
mai gli occhi di dosso. Ma, in quel momento, venne interrotto dalla voce di
Sho:
"No, basta così."
Eiji sentì il cuore balzargli in petto. Alzò lo sguardo verso
Sho, guardandolo dritto negli occhi. "Che… cosa? Basta così?"
Un colpo di tosse lo interruppe, scuotendo il suo corpo dolorante.
"Il duello termina qui." Sentenziò Sho "Se vai avanti
a lottare, resterai sicuramente ucciso. Non ho usato molto più di metà
della mia vera forza in questo scontro, eppure mi è bastato per ridurvi
così. Credi davvero di poter vincere andando avanti? Io non voglio che
tu muoia, men che meno per mano mia."
"Hey… un momento…" Kayin, che in quel momento si stava rialzando,
aveva preso la parola. "Io… credevo che la Himitsu… ti avesse
affidato il compito di ucciderci…"
Sho scosse la testa, un altro sorriso amaro sul volto. "Io non ho niente
a che vedere con la Himitsu Kessha. Questo torneo è stato organizzato
da Gaia, uno dei migliori guerrieri della Himitsu, ma questo non significa che
io lavori per loro. Il fatto è, che nemmeno Gaia fa più parte
della Himitsu. E' un ribelle, che ha deciso di aiutarmi di sua spontanea volontà,
proprio per danneggiare la sua organizzazione."
"NANI?" esclamò Eiji, sorpreso oltre ogni limite.
"Il motivo di fondo di questo torneo era trovare i lottatori prescelti.
I lottatori che, al momento giusto, salveranno il mondo dalla catastrofe."
Spiegò Sho "E voi due, così come Ellis e Sofia, avete dimostrato
di possedere ciò che alla fine potrà decidere il futuro dell'umanità
intera. A voi, un giorno, verrà affidata una responsabilità che,
purtroppo non potrete rifiutare, e toccherà a voi fare sì che
il nostro mondo non precipiti nel caos."
"Ma… io… non capisco…" balbettò Kayin "Se
davvero tu agisci per questo scopo… cos'è questa catastrofe? Perché
il mondo dovrebbe precipitare nel caos? E soprattutto…" si interruppe,
stringendo i denti per la rabbia "Perché hai ucciso mio padre?"
Sho trattenne il respiro, mentre un velo di tristezza appariva su quel volto
duro. "Purtroppo, Kayin-chan… queste domande sono destinate a rimanere
irrisolte, almeno per il momento. Non siete ancora pronti, e se voi periste,
non ci sarebbe più nessun altro per salvare il nostro pianeta. No, nemmeno
io potrei farlo, nonostante i miei poteri. E le ragioni per questo comportamento
sarebbero fin troppo lunghe da spieare. Dovete aspettare il momento giusto."
Poi, con grande sorpresa di tutti, Sho rinfoderò Akai No Yama e si pose
davanti a Kayin, che in quel momento si era rialzato.
"Tuttavia…" cominciò, sotto lo sguardo furente del suo
ex-allievo "Anche se non potrò mai spiegarti perché ho dovuto
uccidere tuo padre, non ti nego la possibilità di prendere la tua vendetta."
Guardò Kayin dritto negli occhi, e ora l'espressione dura era ritornata
su quel volto. "Se vuoi, Kayin-chan, puoi uccidermi adesso e fare giustizia.
Nessuno ti biasimerà."
Kayin, dopo un attimo di esitazione, sollevò la sua claymore, stringendo
i denti per la rabbia.
"IYA! Niisan!" eslamò Eiji disperatamente, rifiutandosi
di credere a ciò che stava accadendo. Sho rimase lì, stoicamente
rassegnato all'idea della propria morte, mentre gli occhi verdi acqua di Kayin
indugiavano in quelli scarlatti del suo ex-mentore.
E videro i giorni della loro adolescenza, i giorni in cui si erano allenati
insieme, lui ed Eiji, i giorni in cui avevano davvero creduto che quel sogno,
quell'allegria sarebbero durati per sempre.
Quei giorni ora, sembravano fuggiti per sempre.
Il tempo sembrò fermarsi, mentre Kayin teneva ancora sollevata la sua
spada. Sarebbe bastato un semplice gesto per concludere la vita di Sho.
Poi, una spada colpì il terreno. Era quella di Kayin.
Il giovane scozzese abbassò il viso, rifiutandosi di guardare negli occhi
il suo maestro, e mormorò tre parole, la voce appena udibile:
"Io… non posso…"
TOSHINDEN - CLASH OF THE TITANS: CONTINUA E FINISCE NEL PROSSIMO CAPITOLO…
Note dell'autore:
- Hmm, non credo di avere molto da dire… col prossimo capitolo si concluderà
la prima parte della mia saga di Toshinden, dopodichè preparatevi alla
seconda serie, ispirata a Toshinden URA! Arrivederci e grazie a chiunque abbia
letto questa modesta fic!!!
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Capitolo 7 *** CAPITOLO 7: L'AMARO SAPORE DI UN SALUTO ***
CLASH OF THE TITANS
Autore: Enrico
TOSHINDEN - CLASH OF THE TITANS
CAPITOLO 7: L'AMARO SAPORE DI UN SALUTO
8 Aprile 1995, nel complesso in cui si era tenuto il torneo Toshinden.
Ormai quasi tutti coloro che avevano partecipato come spettatori erano partiti,
così come tutti i combattenti che erano stati battuti nelle eliminatorie.
Ma qualcuno era rimasto…
Eiji, Kayin, Ellis e Sofia si erano ritrovati davanti alla porta del bungalow
di Eiji. Tutti erano vestiti nei loro abiti "civili", e avevano già
pronte le loro valigie e i loro bagagli, e in quel momento si stavano scambiando
gli ultimi saluti. Ora, dopo essersi presi un po' di riposo per recuperare dai
combattimenti che li avevano impegnati, i quattro combattenti erano nel bel
mezzo degli arrivederci di rito.
Saluti che lasciavano in bocca a diversi di loro un sapore amaro. Ognuno di
loro aveva scoperto qualcosa nel grande torneo, ma nello stesso tempo, avevano
tutti perso qualcosa.
"Beh, ragazzi… direi che la situazione è questa." Concluse
Eiji, scuotendo la testa e cercando di nascondere la propria delusione "Purtroppo,
non siamo riusciti a fare ciò che ci eravamo proposti. Tuttavia, è
chiaro che non finisce qui…"
"Mi sembra ovvio." Rispose Sofia annuendo "La Himitsu Kessha
è ora sulle nostre tracce, oltre che su quelle di Gaia. E, a quanto sembra,
vorranno fare sì che noi non li possiamo ostacolare nei loro progetti.
Beh, non importa. A quanto pare, li incontreremo nel prossimo torneo, e lì,
forse, potremmo fare un po' più di chiarezza." Si interruppe per
un attimo, facendo vagare il suo sguardo nel vuoto. "E, forse, avrò
la possibilità di ritrovare la mia memoria."
Ellis rimase pensosa per qualche secondo, poi disse anche lei la sua: "Se
mio padre ha avuto davvero a che fare con la Himitsu Kessha in passato, questo
significa che anche io sono coinvolta. E non mi voglio tirare indietro proprio
adesso. Finchè quella dannata organizzazione ci minaccia, non mi potrò
rilassare." La ragazzina alzò lo sguardo e strizzò l'occhio
destro. "Ci sarò anch'io. Userò quest'anno per allenarmi
e prepararmi bene. La Himitsu Kessha vedrà con chi ha a che fare!"
Eiji le sorrise e annuì una volta. Poi, riassumendo un'espressione seria,
si volse verso Kayin, che per tutto quel tempo era rimasto là, lo sguardo
cupamente rivolto verso il suolo.
"Kayin…" mormorò Eiji, capendo che il suo amico non era,
come si suol dire, dell'umore giusto.
Il giovane cacciatore di taglie scosse la testa. "No, ragazzi, mi dispiace.
Io mi chiamo fuori." Mosse qualche passo, allontanandosi dal gruppetto.
"Ormai, cosa me ne può fregare della Himitsu Kessha e di ciò
che hanno in mente di fare? Ho atteso un anno perché il momento di fare
vendetta arrivasse, ho desiderato con tutto me stesso il giorno in cui avrei
ucciso l'assassino di mio padre… per poi scoprire che cosa? Che era un
vecchio amico, oltre che il mio ex-mentore. E così, quando ho avuto la
possibilità…" si interruppe un attimo, scuotendo la testa "…mi
sono lasciato sopraffare dalla mia debolezza. Per quanto io volessi ucciderlo,
un 'qualcosa'… non riesco a spiegarmi meglio… mi ha impedito di farlo.
E, assieme a tutti i miei sforzi di un anno, tutte le illusioni su cui, fino
a questo momento, si era retta la mia vita sono crollate con quella orrenda
scoperta." Mosse ancora qualche passo, senza voltarsi verso i suoi amici.
"No, ragazzi…" mormorò infine "Il mio combattimento
finisce qui. Combattere porta solo tragedia e disperazione. Voglio ritornare
alla mia vita e tentare di sembrare una persona normale. Con questo torneo,
ho già visto abbastanza da aver deciso di rinfoderare per sempre la mia
spada." Per un attimo, il suo tono si addolcì, e si voltò
verso i suoi amici, con un triste sorriso sul viso.
"Ad ogni modo, Eiji, Ellis, Sofia… grazie per avermi dato il vostro
appoggio. Non dimenticherò mai la vostra amicizia, e sono proprio sicuro
che un giorno ci rivedremo. Sapete, in una vita come la mia, le cose sicure
sono molto poche…"
Kayin rimase lì, per qualche secondo, ad osservare i volti malinconici
di Eiji, Ellis e Sofia, poi si voltò e iniziò ad allontanarsi,
tenendo in mano la sua valigia e portando a tracolla la custodia, ben chiusa
a chiave, dove teneva Excalibur. I tre amici tennero gli sguardi fissi su di
lui mentre si allontanava, poi Eiji cercò di raggiungerlo con la voce:
"KAYIN! Arrivederci, e grazie anche a te!"
Senza nemmeno voltarsi, Kayin sollevò la mano e ricambiò il saluto,
continuando a camminare verso l'uscita del complesso…
"Kayin…" mormorò Ellis, facendo qualche passo come a
volerlo seguire, ma Eiji la trattenne per la spalla.
"No, lascialo andare, Ellis-chan…" disse il ragazzo dai capelli
all'insù, mentre la ragazzina si voltava, con aria piuttosto incredula.
"E' stato difficile per lui scoprire che una persona di cui si fidava non
era più la stessa… ed è stato difficile anche per me…"
Il ragazzo sospirò, mettendosi una mano sul fianco e abbassando lo sguardo.
"Mio fratello, la persona che più stimavo al mondo… era all'improvviso
così gelido, distante… sembrava in un altro mondo. Sicuramente,
né io né Kayin potremo più provare gli stessi sentimenti
per lui…"
Sofia sospirò, guardando in lontananza. "Sì, hai ragione.
La mia unica speranza è che la prossima volta si riesca a far luce su
questi misteri… e che poi, sia davvero tutto finito…"
********************************************************************************
Il sole stava già scendendo verso le montagne, mentre Eiji ed Amy, tenendosi
per mano, uscivano dal doppio portone che aveva dato loro accesso, appena una
settimana prima, al luogo che avrebbe significato così tanto per loro
e i loro vecchi e nuovi amici. Amy, in maglietta bianca, pantaloni e sandali,
mise in spalla il proprio zaino, poi volse lo sguardo verso il suo ragazzo,
che la stava guardando con aria malinconica.
"Allora, Eiji…" incominciò lei, guardandolo fisso con
i suoi splendidi occhi castani. "Hai preso la tua decisione? Partirai di
nuovo, giusto?"
Eiji fece una pausa, guardandola intensamente, cercando le parole per risponderle.
Poi, prese lui la parola: "Purtroppo… non potrò fare a meno
di presentarmi per il prossimo torneo, e devo cercare di fare quanta più
esperienza possibile… e diventare più forte… anche se mi dispiace
doverti salutare così… soprattutto dopo ciò che è
successo…"
Il ragazzo si avvicinò alla sua fidanzata e le pose una mano sulla spalla
per rincuorarla. Amy sorrise debolmente, mentre una lacrima le rigava il viso.
Con un gesto amorevole della mano, Eiji le asciugò la lacrima, sorridendo
per quanto possibile. I due ragazzi rimasero là, senza dire una parola,
poi si abbracciarono, scambiandosi un bacio, sotto la calda luce del sole calante.
"Amy-chan… mi mancherai."
"Anche a me…"
Pochi minuti dopo, Eiji non era altro che una sagoma all'orizzonte, che continuava
a rimpicciolire mentre camminava, sempre più lontano, sempre più
distante… finchè non sparì completamente, sotto lo sguardo
di Amy, che aveva tenuto lo sguardo fisso su di lui fino alla fine.
Amy abbassò lo sguardo, sentendo le lacrime riempirle nuovamente gli
occhi. Venne scossa all'improvviso dalla voce infantile di Ellis che la chiamò
da dietro:
"Amy-san…"
Amy rialzò lo sguardo, passandosi il dorso della mano sugli occhi. Non
le andava di farsi vedere mentre piangeva da una ragazza più giovane
di lei. Poi, si voltò verso la sua amica: "Sì, Ellis-chan?
Mi vuoi dire qualcosa?"
Ellis sospirò, avanzando lentamente verso Amy. "Pensavo che ti avrebbe
fatto piacere parlare con qualcuno…" cominciò, un po' indecisa,
poi continuò: "Sapevo che sarebbe stato triste per te veder ripartire
Eiji-san… Non avresti voluto trattenerlo?"
Amy sospirò e scosse la testa: "Sì, in effetti è piuttosto
triste vederlo andare via così, da solo… ma è una cosa che
ho accettato il giorno in cui io ed Eiji siamo diventati fidanzati." Si
interruppe, scostandosi dal viso i capelli castani scurissimi. "Eiji ha
scelto la sua strada, e io ho scelto la mia. E non ho alcun diritto di interferire
con le sue decisioni… Per quanto mi dispiaccia."
"Sì, capisco cosa vuoi dire…" rispose la piccola danzatrice,
poi afferrò la sua valigia "Tra poche ore partirà il mio
volo per l'Ungheria… temo di dover andare. Sofia è già partita,
e noi siamo le uniche due rimaste…"
Amy annuì. "Sì, Sofia è passata a salutarmi…
ah, a proposito, se vuoi posso accompagnarti all'aeroporto! Vado a prendere
le mie cose e arrivo, ci metterò cinque minuti!"
"D'accordo!" rispose Ellis, mentre un sorriso tornava a brillare sul
suo bel viso.
********************************************************************************
La notte era scesa, e il complesso era caduto nel silenzio. Tutta la zona attorno
ad esso sembrava deserta. Ormai tutti erano partiti. Il torneo si era concluso,
definitivamente.
Ma ancora una figura era rimasta, ad osservare da lontano l'edificio in cui
si era svolta la grande battaglia, una battaglia la cui importanza sarebbe stata
inimmaginabile per tutti. La figura era una giovane dai corti capelli viola,
profondi e stupendi occhi violetti, che portava un completo blu con sopra un
mantello rosso e paramano dello stesso colore. L'alabarda dorata che teneva
in mano sembrò brillare alla luce della luna, mentre Cupido teneva fisso
lo sguardo sul complesso.
Lo scontro si è concluso… ma la prossima volta non sarà
così facile. Ammesso che arriviamo alla prossima volta senza essere scoperti.
E per quanto riguarda i guerrieri… beh, anche loro avranno il loro da fare.
Per il momento posso solo tornare alla base e sperare che Gaia-sama e Sho-sama
riescano nel loro intento. E devo tornare prima che gli altri abbiano sospetti…
La giovane donna voltò le spalle al complesso, e la sua esile figura
iniziò ad ondeggiare, per poi svanire, scomparendo nell'aria senza fare
un suono, come un fuoco fatuo che fluttuava per poi spegnersi. Cupido ebbe il
tempo di pensare un'ultima cosa.
Eiji Shinjo, Ardente Spirito… su di te e sui tuoi amici sono poste
molte speranze…
********************************************************************************
Un'altra misteriosa e solitaria figura si stava allontanando, lasciando dietro
di sé un'ombra di mistero e di ambiguità. I suoi lunghi capelli
e il suo mantello ondeggiarono nel vento, mentre Sho, lo Straniero del Vento,
si allontanava dal luogo che aveva significato e avrebbe continuato a significare
molto per lui e per molti altri. Il suo viso era ancora gelido come il ghiaccio,
ma nel suo cuore, varie emozioni si agitavano.
Quante cose avrei voluto dire… e non ho potuto, nemmeno per rendere
chiaro il perché del mio comportamento. Sarebbe stato troppo presto,
e se l'avessi fatto avrei potuto interferire con quello che sarà il loro
destino. So che ci vorrà tempo, ma un giorno tutto questo sarà
finito… ogni mistero verrà a galla, ogni nodo al pettine… anche
se il prezzo da pagare sarà alto per molti di noi.
Beh, ora non c'è più tempo per essere sentimentali. Devo tornare
anch'io, e continuare il mio gioco. Sperando che non ci sia stato un imprevisto…
il minimo errore nei nostri piani metterebbe in pericolo ogni cosa…
Buona fortuna a tutti voi, Eiji, Kayin, Ellis, Sofia… e a tutti gli
altri che il destino ha prescelto. Questo era solo un assaggio di ciò
che vi aspetta.
Che gli dei siano con voi.
TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - FINE…
CONTINUA IN:
TOSHINDEN URA: SPREADING TERROR !!! |
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