What were you waiting for?

di Dreamer of the impossible
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** together again (Kalipso's pov) ***
Capitolo 2: *** I need you (Cara's pov) ***
Capitolo 3: *** Nothing without you (Alison's pov) ***
Capitolo 4: *** spotted panties (Alison's pov) ***
Capitolo 5: *** dance with me (Kalipso's pov) ***
Capitolo 6: *** magnetic eyes (Cara's pov) ***
Capitolo 7: *** new year (Ashley's pov) ***
Capitolo 8: *** London pub (Sharon's pov) ***
Capitolo 9: *** you mean nothing to me (Kalipso's pov) ***
Capitolo 10: *** Little girl (Alison's pov) ***



Capitolo 1
*** together again (Kalipso's pov) ***


Kalipso's Pov





-Mi raccomando; stai attenta e stai lontana dai guai... Non potevi vederle di mattina invece che di sera? Lo sai che non ti voglio in giro a quest'ora.


-Papà, non vedo le mie migliori amiche da tre mesi e mi mancano tanto.

In più è estate e c'è un sacco di gente fuori fino a tardi. E poi che potrà mai succedermi in questo posto dimenticato da Dio?-


-Okay... Ci saranno anche i ragazzi?-


-No, tranquillo, andremo a mangiare una pizza e poi dormiremo da Cara, alle dieci e mezza saremo a casa. Io vado papà, ci vediamo domani.-



Mi fiondo fuori di casa. Sono appena tornata e già mi sento soffocare. Certo, il fatto che i miei genitori siano iperprotettivi non aiuta, ma almeno con mamma ancora in vacanza in Marocco dai nostri parenti avrò più libertà!

Ed eccomi qui ad aspettare quelle quattro ritardatarie, anzi tre; Alison aveva un impegno stasera, per fortuna ci raggiungerà più tardi a casa di Cara.

Almeno oggi potevano arrivare puntali, insomma non ci vediamo da giugno! Mi guardo intorno e non posso non soffermarmi sul mio riflesso nello specchio della profumeria di fronte. Carnagione mulatta ereditata dai miei, semplici occhi marroni, un naso a patata come dice mio padre e delle piccole labbra carnose, la parte che mi piace di più. Sono un metro e sessantacinque o come si suol dire nel paesino dove vivo "un metro e una sputacchia", ma ehi, nella botte piccola c'è il vino buono, no? O almeno è questo il mio motto... Non sono magra, ma nemmeno grassa, le mie amiche definiscono il mio fisico a clessidra, anche se io ho i miei dubbi.

Sto per digitare il numero di Ashley quando le vedo correre in lontananza verso di me, ma, al contrario di come accade nei film, il nostro è uno scontro a tutti gli effetti! Sbattiamo le teste l'una con l'altra, ma il dolore è niente in confronto al sollievo nel rivederle: Ashley con la sua fissa per la palestra ha un fisico tonico e un culo da favola, occhi verdi e lisci capelli castani.

Poi abbiamo Sharon che con i suoi inseparabili tacchi arriva alla mia altezza, piccola e fragile, con le curve al punto giusto.

Infine c'è la nostra mascotte; Cara è la più alta tra noi ed è anche la più pazza. È molto magra, nonostante mangi più di noi tre messe insieme! Ha i capelli castano scuro, talmente scuro che a volte sembrano neri e ha anche lei gli occhi marroni come i miei, ma i suoi brillano di una luce particolare.


-Ragazze, vi amo, ma non respiro!-


-Oh, povera!- affermano in coro ridendo.


-Mi siete mancate tantissimo.-


Il ricordo di quanto a volte mi sentissi sola mi assale, ma adesso loro sono qui e allontanano la tristezza da me.


-Sì, ma adesso dobbiamo muoverci, ci stanno aspettando tutti in piazza- afferma Sharon e da questa frase capisco che Gabriel è lì con gli altri ad aspettarci. Gabriel è il suo ragazzo e stanno insieme da due anni, lei non ci parla molto del loro rapporto, però è felice e per ora questo ci basta.


Come avrete capito non sono stata del tutto sincera con mio padre; è solo che i miei hanno una concezione diversa della vita che ogni adolescente deve vivere. Ma ora non ci voglio pensare, voglio godermi la serata.

Ci dirigiamo in fretta in piazza raccontandoci le nostre esperienze estive e tutto ciò che avevamo tralasciato nelle videochiamate e, quando arriviamo a destinazione, Ashley si fionda tra le braccia di Jamie. Già, anche lei è follemente innamorata di lui, ma noto qualcosa di strano nel loro abbraccio, come se ci fosse una sintonia maggiore tra di loro, ma soprattutto tra i loro corpi, come se avessero...


-Kaly!- I miei pensieri vengono bruscamente interrotti dalle urla del nostro gruppo e prima che riesca a formulare una frase di senso compiuto, mi sento stretta in così tanti abbracci che ho perso il conto.

Beh, come benvenuto non è niente male.



Care ragazze, questa è la mia prima storia, anzi la nostra! Infatti questo libro è scritto da più persone: siamo un gruppo di amiche che vogliono fare questa esperienza insieme. Certo, sarà difficile ma non impossibile! Mi raccomando se avete qualcosa da dire, qualche consiglio, critica o giudizio noi siamo qui ad ascoltarvi!




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Capitolo 2
*** I need you (Cara's pov) ***


Cara's Pov

Avevo scordato come fosse sentirsi completamente felici, senza pensieri. Non riuscivo più a godermi un singolo istante di quella fottuta estate a causa sua. Ogni canzone, ogni frase, ogni luogo, ogni situazione mi ricordava lui e il tempo passato insieme. La sua ombra, il suo ricordo mi perseguitava.

And there's no remedy for memory
your face is like a melody
it won't leave my head...
(E non c'è rimedio per la memoria
Il tuo viso è come una melodia
Non lascerà la mia mente...)

Ora che le sto vivendo sulla mia pelle, capisco veramente le parole di Lana Del Rey nella canzone "dark paradise".
Le mie amiche sanno che ho sofferto e cercano di restarmi accanto, ma non sono mai del tutto sincera con loro; non mi confido più come una volta, mi comporto come se non fosse accaduto nulla, faccio finta di non avere preoccupazioni. Questo perchè devono affrontare già problemi seri nelle loro vite, non voglio essere un altro motivo di preoccupazione, desidero solo che trascorrano momenti felici con me. Perché a questo servono le amiche, no? A farti scordare dei problemi.

Esattamente come è successo stasera. Kalipso è tornata dopo tre mesi, e quando l'ho rivista mi sono salite le lacrime agli occhi. Mi chiedo come io abbia fatto a sopravvivere per tutta l'estate senza poterle raccontare tutto, ridere insieme a lei, farci il solletico e anche picchiarci a vicenda. Quella ragazza dalle curve alla Nicki Minaj e gli occhi seducenti è parte integrante della mia vita e questa sera i miei pensieri sono rivolti solo a lei. Sono felice davvero, e questa sensazione mi era mancata.

L'unico problema è che evidentemente io non sono l'unica sua fan; infatti non riesco a passare un secondo da sola con lei che arrivi qualcuno ad abbracciarla o assillarla con mille domande. Già normalmente è difficile catturare la sua attenzione, ma in questo contesto è praticamente impossibile. Quando viene trascinata via da me per l'ennesima volta, dico ad Ashley: "Forse sarebbe stato meglio se fossimo uscite solo noi tre."
Ashley annuisce abbattuta e aggiunge: "Sai com'è, non potendo bere alcolici si ubriaca facilmente di attenzioni. Ma tanto avremo tutto il tempo per stare insieme stanotte, a casa tua."

Ed è proprio lì che riusciamo a parlare con calma. Infatti la serata continua con un pigiama party per me, Kalipso, Ashley, Sharon e anche Alison. Dopo una partita sfrenata a just dance, una serie di urli dovuti alla visione di un film horror seguiti da una cascata di lacrime per il film "io prima di te" ci prepariamo per dormire. Continuiamo a chiacchierare stese sui giacigli improvvisati, ma ad un certo punto Sharon cade nelle braccia di Morfeo, imitata da Alison e poi da Ashley. Io e Kalipso invece non riusciamo a smettere di parlare.

"Sono troppo eccitata per addormentarmi!" fa la mia amica.

"A chi lo dici... ho contato i giorni che mancavano al tuo ritorno... Ed ora scoppio di felicità" dico avvicinandomi e stringendola in un forte abbraccio.

"Come no, avrai passato l'estate a struggerti per quel cretino e ti sarai scordata di me, ti conosco" mi risponde fingendo delusione.

Le dò un pizzicotto e rispondo arrabbiata:"Sai che non è così. Non averti accanto è stato tremendo."

"Beh adesso sono qui e voglio che tu mi dica tutto."

"Lo sai già."

"Ah no Cara, adesso facciamo un bel discorsetto da single e recuperiamo tre mesi di lontananza in una notte!"

"Ma io ho sonno..." mugolo nascondendo la faccia sotto il suo braccio.

"Neanche se lo facciamo davanti a una vaschetta di gelato da vere forever alone?"

"Ho sentito bene? Gelato?" dico speranzosa.

Andiamo in cucina e ci sediamo sul divano beige con la nostra leccornia in mano.

"Adesso mi dici cosa ti sta succedendo?Secondo me tu ci nascondi qualcosa, non ci dicevi quasi niente quest'estate" mi chiede sospettosa la mia amica.

"Non amo parlare su skype."

"Vuoi che te lo tiri fuori con le tenaglie? No, perché io sono disposta a rimanere sveglia a torturarti finchè non parli."

Cosa vuole che le dica? Sto male. Passo il tempo rannicchiata sul pavimento, con lo sguardo fisso nel vuoto ascoltando musica triste. L'unica ragione per cui esco di casa sono le mie amiche. È così che sto, ma non voglio che gli altri lo sappiano, quindi dico semplicemente: "Perché non ero abbastanza per lui? Sembrava tutto così perfetto."

"Cara, non azzardarti neanche a pensare una cosa del genere, altrimenti ti prendo a schiaffi seduta stante. Tu eri fin troppo per lui, non ti meritava affatto. Anche se ti sembrava quello giusto non significa che lo fosse. Ne troverai cento meglio di lui.

"Sono già in fila col numerino in mano, guarda" ribatto sarcastica.

"Sì! è proprio così, solo che tu non vuoi vederlo."

"Lasciamo perdere va, discorsi sull'autostima ne abbiamo fatti fin troppi... Piuttosto ora tocca a te aggiornarmi."

"Purtroppo non c'è niente di nuovo" afferma Kalipso facendo spallucce.

"Sì, ma è impossibile che non ci sia niente che tu voglia dirmi."

"In effetti...Oggi mi sentivo uno schifo guardando le coppiette felici. Io cos'ho di sbagliato? Quando arriverà il mio turno?"

"Hai ancora diciotto anni! Per trovarsi l'anima gemella c'è sempre tempo, per godersi la vita è questo il momento! Anzi sai che ti dico? Domani facciamo una pazzia" dico con un sorriso malefico sulle labbra.

"Ho paura..."

"Ti avverto, la tua estate comincia adesso."

Poco dopo lei si addormenta addosso a me e mentre osservo i nostri toraci abbassarsi e rialzarsi all'unisono, penso che nessun ragazzo potrà amarmi così incondizionatamente e sinceramente come fa questa ragazza.

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Capitolo 3
*** Nothing without you (Alison's pov) ***


Alison's pov

Sono sospesa tra sogno e realtà. Il mio corpo è qui sul letto ma la mia anima vaga altrove, in una dimensione impalpabile. E' in questo momento che certi orribili pensieri affiorano, nell'intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarsi bugie.*
Nei miei sogni tutto urla, stanotte.*'
Un senso di terrore mi opprime, senza che io riesca ad afferrarne il motivo. Tutto intorno a me è confuso, sfocato, sono circondata da ombre. Pian piano i contorni delle cose si delineano e prendono forma. Mi accorgo di star percorrendo le strade deserte di un paese antico. Cammino attraverso una fitta nebbia senza una meta, cerco qualcosa che non posso vedere. Ad un certo punto noto una vetrina con cinque manichini in esposizione. Osservandoli meglio, mi ricordano sempre di più le mie amiche. Cerco di raggiungerle, ma il vetro me lo impedisce. Incomincio a sbattere i pugni contro la vetrina, presa da una disperazione insensata. 
All'angolo della strada compare una figura inquietantemente familiare che si dirige con passo deciso verso di me. Sento l'impulso di scappare, ma resto pietrificata, con i piedi inchiodati al terreno. Ad ogni suo passo la sensazione di panico aumenta e il suo volto diventa sempre più chiaro...

Improvvisamente un rumore mi scuote. Mi risveglio più stanca di come mi sia addormentata, come se tutto questo fosse successo davvero.Solo qualche secondo dopo aver aperto gli occhi riesco a distinguere le figure di Cara e Kalipso allontanarsi. Ancora una volta, sono state le mie amiche a salvarmi, la luce che mi ha indirizzato verso la fine di questo tunnel oscuro.

Posso con certezza affermare che la mia vita è cominciata quando le ho conosciute. Mi chiedo come sarebbe stata la mia vita senza di loro, senza la pazzia di Cara, la forza d'animo di Ashley, l'empatia di Kalipso, la gentilezza di Sharon.
Tutto ebbe inizio circa quattro anni fa, quando per puro caso conobbi Cara... 

Era un' umida serata autunnale ed ero come sempre sola in biblioteca immersa in centinaia di libri che occupandomi la mente, scacciano le preoccupazioni che mi gravano addosso, quando notai con la coda dell'occhio qualcuno avvicinarsi a me; una figura alta e slanciata dai capelli scuri che le delineavano il viso, su cui era accennato un leggero sorriso.  Mi voltai di scatto dall'altra parte, non mi piaceva molto parlare; credevo che tutte le mie coetanee pensassero unicamente a cose futili e stupide, quindi tendevo ad isolarmi. Così non le prestai molta attenzione. 

Dopo qualche secondo la vidi al mio fianco, esitò un po' a rivolgermi la parola ma alla fine disse semplicemente:"Ehi ciao, posso chiederti quale libro stai leggendo? Sai, non ho proprio idea di cosa scegliere."

Mi voltai, la scrutai per qualche istante e mi decisi a rispondere:" Se ti piace la magia, benvenuta nel mio mondo!"
Presi il libro che stavo leggendo, ormai per la terza volta, e glielo mostrai. In cima alla copertina c'era una scritta dorata che recitava "Harry Potter e il principe mezzosangue"

Da quel giorno iniziammo ad incontrarci abitualmente e conversare per ore.
Stranamente, anche se ormai avevamo approfondito la nostra conoscenza, non riuscivo ancora a decifrare il suo carattere. Era strana, sì, con le sue ossessioni per i Lego e per I my little pony, ma riusciva ad infondermi quella sensazione di felicità e serenità che fino ad allora poche volte avevo provato, sentivo che con lei potevo rimanere me stessa. Comprese nel pacchetto c'erano anche le altre, con le quali ho cominciato a vivere, non più sopravvivere.

Ma c'è qualcosa, ciò che più mi tormenta, che a lei e a tutte le altre non ho ancora confessato.

 

*1 -La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano
*2 -Hunger games, Suzanne Collins

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Capitolo 4
*** spotted panties (Alison's pov) ***



Alison's pov

"Non puoi stare sempre chiusa in casa!" mi urla esasperata Cara.

"Sai che odio le feste, ti prego, non costringermi" rispondo.

"E' l'unico modo che conosco per farti uscire di casa ... Tra pochi giorni torneremo all'inferno e rimpiangerai queste ultime sere di libertà."

"Stare compressa tra decine di persone sudate e puzzolenti che mi spingono da una parte all'altra, la musica assordante e le luci stroboscopiche che mi disorientano ... Questa sì che è libertà."

"Esatto! E' proprio quell'ambiente che ti permette di scatenarti senza preoccuparti del giudizio della gente ... E poi ti diverti a ballare con noi, ammettilo!"

"Ma io preferisco stare sul divano a vedere un bel film in pace."

"Avrai il tempo di fare questa vita spericolata quando andrai in pensione, adesso preparati, che ci aspetta la nostra serata in discoteca."

"Okay, hai vinto. Basta che ti stai zitta."

Esce dalla mia stanza con un sorrisetto soddisfatto, mi decido ad alzarmi e con passo strisciante mi avvicino all'armadio per cercare qualcosa da indossare.

Sono arrivata a svuotarlo tutto senza trovare niente di adatto ad un'occasione del genere, quando Cara entra nella stanza esibendo dei tacchi vertiginosi e un vestito, se così si può definire vista la sua lunghezza. Con un sorriso malizioso me li porge dicendomi:"Ho la soluzione a tutti i tuoi problemi, stasera indosserai questo."                                                                                            La fisso con uno sguardo truce, ma non avendo alternative lo accetto con riluttanza. Vedo il suo volto illuminarsi.

Prendo quel pezzo di stoffa nera elegante e lo indosso e, osservando il mio riflesso nello specchio, devo ammettere che questo outfit non mi sta affatto male: la scollatura a V si prolunga fermandosi leggermente al di sopra dello sterno, lasciando intravedere la parte interna del mio seno e facendolo risaltare. Calzando gli alti tacchi per un istante perdo l'equilibrio, dato che li indosso raramente, ma riesco subito a riprendermi iniziando a camminare avanti e indietro davanti allo specchio, ammirando le mie gambe che, grazie a loro, risultano più lunghe e slanciate.

Cara mi guarda con la sua tipica espressione da pervertita: un sopracciglio rigorosamente alzato, bocca spalancata con la lingua che fa capolino e testa ritratta che forma un bellissimo doppio mento. Esclama:"Sei da stupro!"

Scoppio in una fragorosa risata che coinvolge anche lei. Noto solo ora che lei indossa una luccicante canotta in lurex argentato con dei semplici pantaloncini neri. Adoro il suo stile a metà tra lo sportivo e l'elegante, appariscente ma mai ridicolo. Per la prima volta la vedo con i tacchi: le gambe sembrano ancora più lunghe e sensuali, inoltre ha assunto una camminata che le fa ondeggiare il bacino in modo sexy.

Usciamo di casa e ci guardiamo velocemente per un'ultima volta allo specchio dell'ascensore, che ci mette un secondo ad arrivare al piano terra, senza lasciarci il tempo di osservarci attentamente.

***

Siamo appena arrivate davanti alla discoteca quando vediamo venirci incontro le altre, sono bellissime, tacchi alti, vestiti corti e trucco appariscente, insomma perfette per una serata di questo tipo. Man mano che ci avviciniamo all'ingresso sento la musica farsi sempre più forte. Varchiamo l'entrata e già mi manca l'aria. Come al solito Cara, accompagnata da Kalypso e Sharon si buttano immediatamente sulla pista da ballo, mentre io e Ashley ci avviciniamo al bancone per prendere un cocktail. Mi sporgo leggermente in avanti ed urlo al barista ,per via della musica alta:" Io prendo un Mojito e tu, Ashley ?"

 "Lo stesso , grazie" risponde mentre il ragazzo si affretta a prepararci le bevande.             Prendiamo i cocktail e ci avviciniamo alla pista. Iniziamo a muoverci a tempo per qualche minuto, ma è più forte di me, odio stare schiacciata tra decine di persone. Così lascio Ashley con le altre e mi avvio verso un divanetto abbastanza lontano dal caos, dove posso stare più tranquilla. Bevo un altro sorso della bevanda, sento l'alcool bruciarmi in gola, è come se stessi ingoiando lava.                                                                                                                                                         Neanche il tempo di sedermi che vedo Cara venirmi incontro con aria severa.

 "Non costringermi a trascinarti in pista" esclama mentre mi tira con forza il braccio e mi conduce verso la folla danzante. Controvoglia la seguo, comincio a ballare e pian piano sento l'imbarazzo scivolare via dal mio corpo, lasciandomi tuttavia un senso di confusione dovuto alla bibita che ho finito poco fa. Eliminato l'ostacolo della vergogna, mi scateno accompagnata da Cara che è a dir poco impazzita... le dico sempre che la musica le fa un brutto effetto!

Continuiamo a divertirci per una buona mezz'ora quando mi accorgo di averla persa di vista , ma dopotutto in mezzo a tutte queste persone è più che normale, così non ci presto attenzione e continuo a ballare. Più passa il tempo e più quella sensazione di confusione si sta rivelando piacevole, facendomi sentire come se all'improvviso tutto ciò che mi circonda sia sparito, in questo momento esistiamo solo io e la musica. Ma un terzo incomodo si intromette tra noi. Sento qualcuno afferrarmi le spalle, inizialmente penso che sia Cara, ma quando mi volto vedo un ragazzo. E' alto e snello, ma non riesco a scorgergli il volto a causa della scarsa luminosità.       Lo fisso con sguardo torvo per qualche secondo finché si sporge verso di me e cingendomi i fianchi mi sussurra: "E' proprio un incosciente il tuo ragazzo se ti lascia qui tutta sola."

"Come fai ad essere certo che io sia fidanzata?" ribatto.

"Beh, una ragazza bella come te non può altro che essere impegnata!"                                              Vedo il suo volto avvicinarsi sempre di più al mio.

"Senti, è meglio che mi lasci stare" affermo voltandomi dal lato opposto. Cerco di allontanarmi il più possibile, quando lo sento afferrarmi il polso e avvicinarmi a lui: il suo odore è un misto tra alcool e fumo. Si accosta nuovamente al mio orecchio e mi dice:"Lasciati andare, so che lo vorresti fare" esclama con tono impertinente.

"Tu non sai proprio niente,e ora lasciami in pace" ribatto con rabbia, ma niente da fare, non si dà per vinto e colta dall'ira lo spingo. E' così ubriaco che la mia spinta gli fa perdere l'equilibrio e cercando un' appiglio si aggrappa al mio vestito facendomi cadere sopra di lui.                                      I nostri volti sono ad un millimetro di distanza , sento il suo petto alzarsi e abbassarsi sotto il mio, solo ora riesco a notare i suoi lineamenti: labbra carnose e dei bellissimi occhi verdi che mi fissano intensamente. Distolgo immediatamente lo sguardo e mi alzo impacciatamente rischiando di perdere più volte l'equilibrio. Lo sento ridere e questo non fa che accrescere la mia rabbia, una volta recuperata la stabilità cerco di capire se qualcuno avesse visto questa scena pietosa, ma per fortuna tutti sono troppo presi dalla musica o dall'alcool per accorgersene.       Solo ora mi rendo conto che a causa della caduta il mio vestito si è alzato così tanto che è praticamente diventato una maglietta, mostrando le mie mutandine a pois. Sono furiosa e imbarazzata allo stesso tempo, mi abbasso in fretta l'abito. E per sfuggire a questa situazione decido di rifugiarmi fuori.                                                                                                                                     Appena esco sento l'aria fresca invadermi il corpo. E' una sensazione bellissima, finalmente posso respirare. In fondo alla strada vedo una panchina, così mi affretto a raggiungerla. Finalmente posso godere di un po' di tranquillità.                                                                                             E' una serata perfetta; né troppo calda né troppo fredda. Il cielo è tappezzato di stelle, reclino il capo per osservarle meglio, riesco a riconoscere alcune costellazioni tra cui quella del cigno, dell'orsa maggiore e dello scorpione, dove si trova la stella più luminosa.                                 Rimango in questa posizione per un bel po' quando vedo il ragazzo sedersi al mio fianco.

"Comunque io sono James,piacere" dice porgendomi la mano.

"Okay" ribatto indifferente. 

"Siamo arrabbiati, vedo... Se ti preoccupi per le mutandine, stai tranquilla, non lo dirò a nessuno" esclama ridendo. 

Sento il sangue ribollirmi nelle vene, l'odio che provo nei suoi confronti non è neanche lontanamente descrivibile, presa dalla furia gli sferro un pugno dritto sulla mascella, sento un dolore atroce prendermi tutta la mano, ma non è niente rispetto a quello che provo. Così mi allontano furiosamente e mi dirigo alla ricerca delle mie amiche per tornare a casa.

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Capitolo 5
*** dance with me (Kalipso's pov) ***


Kalipso's Pov

Non credevo che sarebbe andata a finire così, le probabilità che ciò sarebbe accaduto erano bassissime. Eppure eccomi qui, con indosso una canotta che lascia poco all'immaginazione e dei miseri pantaloncini che arrivano di pochi millimetri sotto il sedere. La cosa assurda è che non sono il tipo a cui piace mettere in mostra il proprio corpo, ma le mie amiche hanno ragione. Tra pochi giorni inizia la scuola e poi dovrò concentrarmi sui libri e gli esami.

Questa notte devo godermela. Questa notte deve essere la mia notte.

Entro con passo sicuro in discoteca, seguita a ruota dalle mie amiche e ci fiondiamo verso la pista da ballo. Devo ammettere che dopo tutto non è male, insomma nessuno mi guarda male e nessuno mi punta un dito contro urlandomi che questo non è il mio posto. Inizio a muovermi a tempo di musica, anche se con un po' di incertezza e lentamente comincio a sciogliermi e a divertirmi. Dopo un paio di canzoni, le altre decidono di allontanarsi e andare a bere qualcosa, ma io rimango a ballare, perché so che se dovessi smettere poi non avrei il coraggio di ritornare. Continuo a muovermi a ritmo e a guardarmi intorno, poi noto in un angolo della sala un gruppo di ragazzi che mi fissano, a occhio direi che potrebbero avere intorno ai venticinque anni. Per un attimo mi sento in soggezione, quasi timorosa, come se stessi sbagliando tutto, ma non lascerò che delle semplici occhiate mi rovinino la serata anzi ricambio il loro sguardo con fierezza e orgoglio come se li stessi sfidando: sorridono e smettono di guardarmi, tutti tranne uno. Il mio sguardo si sofferma sulla sua figura e la analizza senza alcuna vergogna. E' di media altezza, ma devo ammetterlo: è sexy, molto sexy. Ha un accenno di barba, difficile da notare a causa delle labbra: piene al punto giusto, il solo vederle fa venir voglia di prenderle tra i denti e mordicchiarle; anche se, guardandolo meglio, tutto il suo corpo dà quella sensazione: muscoloso, con la maglietta bianca aderente che mette in mostra l'abbronzatura e dei semplici jeans che esaltano le sue gambe. Mi rendo conto solo ora che lo sto osservando da troppo tempo e in fretta risalgo con lo sguardo al suo viso e noto, con una punta di orgoglio, che il suo sguardo si è soffermato sulla mia scollatura per poi scendere verso il basso e soffermarsi sul bacino che sto continuando a muovere a ritmo di musica. Soddisfatta sorrido e chiudo gli occhi beandomi della sensazione di essere fisicamente apprezzata da un ragazzo del genere, quando all'improvviso qualcuno mi urta e sto per perdere l'equilibrio, ma fortunatamente non cado.

-Scusami, non ti ho vista!-

-Tranquillo!- urlo per farmi sentire dal ragazzo ubriaco fradicio che si allontana da me ciondolando.

Mi volto e con lo sguardo cerco il misterioso ragazzo, che non è più dove l'ho lasciato e così inizio a guardarmi intorno, ma poi qualcuno mi cinge in vita e mi sussurra all'orecchio sinistro -Balliamo?- e mentre lo dice sento il movimento delle labbra sul mio orecchio. 
Non chiedetemi perché e nemmeno di cosa mi sia fatta,  ma sorrido, nonostante sappia che lui non può vedermi e inizio a muovermi sulle note della canzone how deep is your love,  perfetta per l'occasione. I miei movimenti diventano più sensuali e decido di concentrarmi sul ritmo. Le sue mani stringono i miei fianchi e sento il suo respiro sulla nuca. Spingo il bacino incontro al suo e quasi arrossisco nel sentire una sporgenza. Interrompo i movimenti, sorpresa dell'effetto che sono riuscita provocare, e come se avesse capito il motivo per cui mi sono fermata, si avvicina all'orecchio e lo sento ridere. Vorrei girarmi per guardarlo ma tiene ancora stretti i miei fianchi in una morsa piacevole e con un movimento leggero ma deciso si spinge contro di me. Una piccola scossa elettrica si propaga in me quando lo sento duro e senza prevederlo le mie mani si muovono e gli cingono la nuca. Non è da me, non lo conosco, eppure non riesco a muovermi o forse semplicemente non voglio. Gli altri continuano a ballare incuranti di noi e questo mi permette di rimanere stretta nella sua presa ancora un po', poi sento le sue labbra sfiorarmi il collo per soffermarsi sotto l'orecchio e lasciarmi un bacio lento e sensuale. Lentamente  però le sue mani si allontanano da me e lui scompare nella folla. Mi volto e, ancora intontita da tutte le sensazioni, mi porto una mano sul collo sfiorando con le dita il punto ancora caldo per il bacio...

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Capitolo 6
*** magnetic eyes (Cara's pov) ***


Il paesaggio dietro il vetro del finestrino scorre davanti ai miei occhi. Hai appena il tempo di notare qualcosa che l'hai già persa di vista. E non puoi tornare indietro a ripredertela. Magari non è niente di speciale, perché non l'hai neanche messa a fuoco, però ti lascia una specie di malinconia addosso. Le cose che ci sfuggono sono più importanti di quelle che possediamo.* Il tutto sulle note di "hurts like hell" di Fleurie non può che farmi cadere in uno stato di trance.

I loved, and I loved and I lost you
And it hurts like hell
Yeah it hurts like hell
I don't want them to know the secrets
I don't want them to know them the way I loved you
I don't think they'd understand it, no

(Ti ho amato, ti ho amato per poi perderti
E fa un male d'inferno
Yeah, fa un male d'inferno
Non voglio che sappiano i segreti
Non voglio che sappiano come ti ho amato
Non penso che lo capirebbero, no)

Ormai mi sento capita solo dalla musica. Oppure la uso per coprire il rumore dei pensieri. Con gli altri sono la solita Cara, vivace, allegra, sempre pronta a scherzare. Ma dentro sento di non provare più niente. Sto diventando sempre più apatica, tuttavia sono convinta che tutte quelle emozioni da qualche parte stiano, ma io non voglio vederle. Mi nascondo, non ascolto più me stessa. Sono solo la maschera che indosso con gli altri, e quando sono sola, non sono niente. Perché non voglio essere niente, o dovrei vedermela con i miei demoni interiori.

Ho paura di guardare dentro me stessa e vedere cosa sta succedendo.*

L'apertura delle porte dell'autobus e la ventata di aria fresca che ne consegue mi riporta alla realtà. Sul finestrino compare il riflesso di un ragazzo che è appena salito sul veicolo. E' molto alto e indossa un ridicolo cappellino con visiera. Poi noto il suo sguardo perso, come doveva esserlo il mio fino a qualche secondo fa. Mi colpisce molto, nonostante esso sia triste ha qualcosa che mi attrae; magnetico, ecco come lo descriverei. Chissà cosa passa per la testa a lui. Mi accorgo di un suo impercettibile movimento delle palpebre e distolgo l'attenzione da lui per evitare che mi veda mentre lo fisso.

Scrivo un messaggio a Kalypso per avvertirla che sto arrivando e per chiederle di farmi trovare il thè e le frittelle arabe che adoro. Lei mi risponde immediatamente con una nota vocale :"Ogni suo desiderio è un ordine, padrona." Ritorno a dedicarmi alla musica quando un tonfo improvviso sul sedile al mio fianco mi fa sobbalzare.

Volto leggermente il capo per vedere chi sia e mi trovo davanti il ragazzo "dagli occhi magnetici", che mi accenna un sorriso. Io ricambio con uno sguardo indifferente, nascondendo il mio stupore per i suoi occhi dello stesso identico colore del cielo limpido di oggi.
"Quando si dice buonumore mattutino..." dice lui con una voce profonda, quasi roca.

Nonostante ciò non giro neanche la testa e con la coda dell'occhio lo guardo con sufficienza.

"Senti, mi sono seduto qui perché non c'erano altri posti...Non c'è bisogno che mi guardi come fossi un'escremento di piccione appena piombato dal cielo."

Trattengo a stento un sorrisetto ma rispondo con voce atona: "Non mi interessa, fai come ti pare."

Lui mi guarda divertito e poi mi apostrofa di nuovo :"Io sono Ethan comunque. O neanche questo ti interessa?"

"Indovinato" dico tornando a fissare il finestrino dell'autobus.

Ad un tratto sento una mano toccarmi i capelli e mettermeli dietro l'orecchio, ma non ho neanche il tempo di scostarmi che lui mi ha già preso la cuffietta e se l'è infilata nell'orecchio.

Dopo una decina di secondi di ascolto il ragazzo assume un'espressione disgustata e mi fa:"Ci credo che sei depressa, ascolti questa lagna!"

"Non sono depressa."

"La tua faccia dice il contrario, dolcezza."
Mi incupisco; era così che mi chiamava Andrew.

"Senti, adesso ti faccio ascoltare io della vera musica." Afferma cacciando un I-pod rosso dalla tasca. 
Avvicina l'auricolare al mio orecchio e io esclamo: "Ma che vuoi?"

"Guardate come fa la preziosa... Senti solo questa, dai." Mi offre la cuffietta guardandomi con quegli occhi azzurri e, sbuffando, la indosso. Aspetto qualche secondo, ma non sento rimbombarmi in testa alcun suono. Alzo lo sguardo e noto che lui era rimasto con lo sguardo fisso sul mio viso, ma lo sposta rapidamente sullo schermo dell'Ipod. Un po' imbarazzata da ciò, ironizzo:"The sound of silence*...bella." 
Ethan scorre velocemente la playlist per poi porgermi il dispositivo:"Scegli tu."

Senza pensarci troppo clicco su wonderwall e poggio l'Ipod sulle cosce. Il ragazzo con uno scatto fulmineo se lo riprende dicendo:"No, questa no." Lo guardo spazientita, ma sinceramente non mi interessa indagarci sopra. 
Ci pensa lui a fugare ogni dubbio: "L'abbiamo suonata io e i miei amici...E sinceramente facciamo pena." Seleziona la canzone successiva: fireballs. Devo ammettere che non è così male,il ritmo scatenato mi dà una sensazione di benessere. 
Guardo Ethan e noto un altro particolare di lui che mi affascina. Ha la mascella volitiva, e quel cappello che porta la accentua ancora di più.

Ethan inizia a fare versi con la bocca cimentandosi nella beatbox per poi muoversi in maniera scoordinata tentando di ballare seduto. Socchiude gli occhi, mette le labbra in fuori e agita le braccia come se fosse in discoteca.

All'inizio lo fisso scandalizzata, ma poi non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

Lui sgrana gli occhi e mi sorride:"Facciamo progressi!" Esclama. "Proseguiremo la cura psichica al prossimo appuntamento, signorina." Mi dice con tono professionale. Prima di alzarsi mi fa l'occhiolino e poi scende dall'autobus.

Mi sorprendo immobile con il sorriso stampato in faccia. Cerco di levarmi l'immagine di quel ragazzo dalla mente, ma in realtà non vedo l'ora di raccontare alle mie amiche di questa ridicola conversazione. Trascorro il tempo mancante all'arrivo con questo pensiero fisso in testa, e quando l'autobus arriva alla mia fermata sono troppo distratta, così quando me ne accorgo devo precipitarmi per riuscire a scendere in tempo.

Scorgo in lontananza la villa di Kalypso con il giardino lussureggiante che tanto le invidio, quindi mi avvio in quella direzione.
Il cancello nero pieno di ghirigori ha qualcosa di fiabesco e il resto del giardino non è da meno.
Appoggio le mani sul metallo rovente e lo spingo, il cancello si apre producendo un cigolio spettrale.
Ho sempre pensato a questo luogo come un Eden maledetto e a quel cancello arrugginito come il varco per accedere al paese delle meraviglie.
Le piante sembrano disposte a caso, alternate a fiori variopinti e sgargianti, che catturano l'attenzione e sembrano quasi dare un senso di smarrimento e allucinazione. Sono così vivaci che ti aspetti che inizino a parlare da un momento all'altro come quelli di "Alice attraverso lo specchio".
Meraviglia e smarrimento, è ciò che si prova passeggiando in questa oasi di follia.
In alcuni punti è poco curato, le piante hanno preso il sopravvento sulla pietra, arrampicandosi sui muretti in rovina.
La maestosa fontana di marmo è invasa dal muschio, ma questo non le dà un aspetto trasandato, quanto piuttosto il fascino macabro di una bellezza decaduta.
Percorrendo il selciato in mezzo a questo giardino incantato si avverte il richiamo della natura e la seduzione del passato.
Ma la magia si interrompe per colpa di un latrato, che mi fa sobbalzare dallo spavento.
Un cane di grossa taglia mi abbaia furiosamente contro, un rivoletto di saliva gli scende dal muso crudele.
Dio, me la sto facendo sotto anche se è legato.

"Dovresti vedere la faccia che hai in questo momento" dice Kalypso divertita.

Ero così terrorizzata che non l'ho neanche vista uscire di casa.
"E tu dovresti vedere che effetto fa essere morsa da un pastore tedesco da piccola" rispondo sbuffando, mentre mi avvicino alla porta.

"Sai che scherzo" afferma lei posandomi un bacio affettuoso sulla guancia.

"Devo raccontarti una cosa" le dico sorridendo, ripensando a quegli occhi magnetici.



*-Somerset Maugham

*2 -L'eleganza del riccio

*3 -brano di Simon & Garfunkel

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Capitolo 7
*** new year (Ashley's pov) ***


Ashley's pov

Kalipso si è già alzata, probabilmente crede che io dorma, ed è meglio cosi, perché ho bisogno di cinque minuti per metabolizzare il sogno che ho appena fatto e la conseguente inquietudine mista ad ansia e preoccupazione.

"Ashley, svegliati altrimenti faremo tardi, almeno il primo giorno cerchiamo di arrivare in orario alle lezioni" mi dice Kalipso stringendomi il braccio, trascinandomi via dalle mie riflessioni; non è la prima volta che mi succede, ho uno strano presentimento, però ora non voglio continuare a pensarci perché tra un po' ci incontreremo con Cara, Alison e Sharon per fare colazione e voglio passare al meglio questa giornata.

Vado in bagno, mi lavo il viso con un po' d'acqua fresca, ma quando entra Kalipso non resisto alla tentazione e incomincio a bagnarla, immediatamente lei inizia ad urlare e a pizzicarmi. Dopo la lotta ci vestiamo, prendiamo le borse e ci avviamo parlando verso il bar.

Strada facendo rispondo al solito messaggio di buongiorno che Jamie mi manda ogni mattina, lui però segue le lezioni in un altro college, quindi non siamo riusciti a vederci molto ultimamente anche perché ci siamo appena trasferiti e ci sono molte cose da fare. Mi ricordo quando lo conobbi, la prima cosa che notai fu il suo ciuffo biondo, gli dà un aria particolare, non riesco ad immaginarlo senza, probabilmente quando usciremo stasera la prima cosa che farò sarà  scompigliarlo e considerando tutto il tempo che perde per sistemarlo si arrabbierà.

Giunte lì, troviamo Alison, ovviamente Cara e Sharon arriveranno in ritardo, cosi decidiamo di sederci e aspettarle, fortunatamente arrivano dopo una decina di minuti.

Diciamo le ordinazione al cameriere, io come al solito prendo un semplice cappuccino.
Cara inizia a farmi una ramanzina, dicendomi che devo mangiare qualcosa, che sto pensando troppo al fisico e subito dopo continua Kalypso; le tranquillizzo dicendo loro di non preoccuparsi perché mangio a sufficienza e sono abbastanza matura per gestirmi da sola.

Mentre facciamo colazione siamo intente a pensare a come sarà questo primo giorno di lezione, considerando che al liceo eravamo insieme in classe, mentre ora ognuna seguirà le lezioni del proprio corso, quindi siamo euforiche ma anche un po' ansiose e parliamo come delle radio. Guardo l'orario, sono le 8:15, cosi alzo lo sguardo e dico: "ragazze è tardi, le lezioni iniziano alle 8:30, dobbiamo muoverci!"

Alison vuole specializzarsi in psicologia, Sharon in veterinaria quindi penso che spesso avranno lezioni con Kalipso che ha scelto medicina; Cara studierà lingue e io ho scelto ingegneria, comunque avendo materie in comune penso che le incontrerò anche io.

Ci salutiamo e ognuna di noi si dirige verso la propria classe, oggi la prima materia che farò è matematica. Entro in classe, il professore non è ancora arrivato, cosi inizio a scambiare qualche parola con gli altri ragazzi, sembrano socievoli.

La giornata scorre molto velocemente, ora l'ultima lezione è quella di fisica, e anche questa passa in fretta.
Appena esco dalla classe chiamo Kalipso e lei mi dice che andremo a pranzare tutte insieme, così mi avvio verso l'uscita: il nostro punto di incontro. Mentre cammino penso alla mattinata, tutto sommato è andata bene, ho conosciuto delle persone simpatiche, almeno all'apparenza, ma ad un certo punto mi torna in mente il sogno di questa notte e tutte quelle strane sensazioni che ho provato, forse è solo dovuto alle novità, alla lontananza da casa. Ho uno strano presentimento e non riesco a far a meno di pensarci.
Nel pomeriggio andrò a dare un occhiata alle palestre, nella speranza di trovarne subito una che mi piace; ho bisogno di liberami di questi pensieri e probabilmente allenandomi ci riuscirò, considerando che ho sempre scaricato così la tensione...

Arrivo all'uscita, dove trovo Kalipso e Sharon, le saluto e incominciamo a parlare di come sono andate le prime lezioni, nel frattempo arrivano Cara e Alison. Ora che siamo al completo ci dirigiamo verso un ristorante multietnico, dove paghi una tassa fissa e puoi mangiare tutto quello che ti va. Ci sediamo e poi due alla volta ci dirigiamo verso il buffet.

"Cara, a che ora vai ad iscriverti al corso di grafica pubblicitaria di cui ci hai parlato?" chiedo  appena iniziamo a mangiare.
"Penso verso le 17:00, perché?" risponde lei.

Mentre mi verso dell'acqua le dico: "allora vengo anch'io, così dopo l'iscrizione andiamo a dare un occhiata alle palestre.
Non faccio in tempo a finire la frase e lei sta già ridendo.
"E ti pareva, proprio non ce la fai a resistere" dice beffarda.
Finito il discorso continuiamo a mangiare e a parlare, ma non solo di argomenti scolastici, poiché ho una piccola curiosità: "Alison e Kalipso, che cosa avete combinato in discoteca? Non vi ho visto per la maggior parte del tempo e non avete ancora raccontato nulla." Le guardo con un'espressione divertita e che lascia intendere la natura erotica dei miei pensieri; prima l'una e poi l'altra parlano ridendo della serata.

"Kalipso, io vado con Cara a fare l'iscrizione al corso e poi sceglierò la palestra, insomma quello che ho detto oggi a pranzo, vieni anche tu?" le chiedo mentre con lo sguardo fisso sullo schermo del suo cellulare compone freneticamente un messaggio.
"Kalipso! Sto parlando con te! Si può sapere a chi stai rispondendo da circa due ore?" le dico con tono di rimprovero, così lei alza lo sguardo e dice: "è Drake."

Appena sento quel nome apro la porta e la saluto dicendole: "Ora è chiaro! allora io vado, tanto finché continuerete a mandarvi sms tu non ti muoverai di lì".  
Esco dalla stanza e mi avvio verso quella di Cara e Sharon. Arrivata lì busso e qualche istante dopo mi apre Cara già pronta, così ci dirigiamo verso le tappe successive.

Camminiamo parlando animatamente, passando da un discorso all'altro e intanto raggiungiamo la sede in cui si terrà il corso. Entriamo e molto rapidamente lei compila il modulo d'iscrizione, poi usciamo ed è il mio turno. Vediamo tre palestre, ma in particolare quella che mi ha colpito è stata la seconda, perché ha un aria familiare e gli istruttori sembrano qualificati ma soprattutto persone molto semplici e umili, mentre nelle altre due non ho avuto la stessa impressione, così decido di iscrivermi subito.

Finite le commissioni, prendiamo la strada del ritorno così come quando ci siamo avviate continuiamo a parlare, abbiamo sempre mille cose da dire.

Arriviamo davanti alla mia stanza, saluto Cara ed entro, Kalipso sta dormendo, se tra poco non si sveglia da sola dovrò pensarci io poiché dobbiamo prepararci per uscire. Decido di aspettare dieci minuti, mentre il tempo scorre penso a come potrei dire alle mie amiche una novità su me e Jamie... Sarebbe inutile continuare ad aspettare visto che sicuramente avranno notato che siamo più affiatati rispetto a prima e che è passato già un mese e mezzo da questo avvenimento. Ho deciso di aspettare perché volevo dirlo a tutte di persona, abbiamo sempre condiviso tutto, quindi non vedo l'ora di raccontarglielo, ora devo solo trovare il momento giusto per farlo.
Persa tra i miei pensieri guardo l'ora e mi rendo conto che sono passati venti minuti, velocemente sveglio Kalypso e mentre ci prepariamo per la serata mi parla di quello che sta succedendo con Drake.

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Capitolo 8
*** London pub (Sharon's pov) ***


Sharon 's pov

"Wow! prime lezioni nel college terminate" penso mentre raggiungo Cara per andarci a cambiare nella stanza prima di uscire con le altre ragazze. 

"Molto meglio delle superiori... qui non ci sono i soliti professori pazzi e sclerati!" Annuncia entusiasta lei dopo esserci incontrate nel corridoio.
Troviamo la stanza in disordine al nostro arrivo, con il trolley di Cara ancora pieno di vestiti.

"Dobbiamo muoverci! Kalipso e Ashley ci aspettano all'ingresso per incontrarci con Alison" dico a Cara mentre si prepara per una frettolosa doccia. Dopo nemmeno dieci minuti è già asciutta, cosa che non mi sarei mai aspettata da lei dato che dobbiamo sempre farle da supporto morale e spronarla quando siamo in ritardo.
Recupero una t-shirt corta con dei pantaloncini di jeans. Voglio sentirmi comoda dato lo stress del primo giorno al college e  scelgo di indossare le scarpe con le zeppe che uso quotidianamente. Cara invece decide di vestirsi in modo elegante con un vestitino che le sta a pennello... È fantastica!

Appena raggiunto l'ingresso noto il resto delle ragazze... Siamo al completo!
Sono vestite molto bene. Kalipso con la sua scollatura provocante, Alison e Ashley con i loro abiti succinti.

"Stasera ce la spassiamo!" Esclama Kalipso.

"È impossibile stare qui solo per studiare e dare esami" diciamo entusiaste sapendo che ci aspetta una serata di svago e divertimento.

Ci dirigiamo presso il locale più vicino. Una scritta recita "London pub" 

"Finalmente un po' di divertimento!" esclama Ashley felice di trovare un posto del genere in un ambiente così serio.

L'interno ci lascia di stucco. Dietro al bancone un barista ci indica la sala da ballo e quella dove è possibile rilassarsi e gustare cocktail su divani o sedie intorno a tavolini rotondi disposti in modo casuale nella stanza. 

"Sono un pó imbarazzata... è strano trovarmi in un posto del genere" Confesso.

"Sharon mi dici che problema hai? Come fa a non piacerti questo locale!" Guardo Cara e subito mi metto a ridere.

"Non lo so... forse dovrò farci l'abitudine". 

Una grande sala stracolma di persone si apre ai nostri occhi. La musica house fortissima e le luci creano molta confusione, quindi sono costretta a gridare.
"Stanno venendo anche Gabriel e Jamie!" 

"I nostri ragazzi non ci troveranno se restiamo qui... andiamo a bere qualcosa con le altre ragazze."

"Voi cosa prendete?" chiedo sperando che loro conoscano qualche alcolico in più di me. 

"Io un mojito" risponde subito Ashley sicura della propria scelta.

"Per noi un sex on the beach e due Cuba libre" Intervengono le altre e a questo punto decido di inserirmi anch'io con uno shot di vodka alla pesca. Abbiamo la gola in fiamme ma non contente ne prendiamo altri.

"Stasera stiamo davvero esagerando!" Grida Cara, già brilla, mentre si dondola su uno dei tanti sgabelli posti in fila vicino al lungo bancone che percorre la sala.

Sono molto confusa soprattutto per l'alcool, ma anche per la stanchezza. 

"Ehi... ragazze!" Arrivano i due e Gabriel mi saluta con un dolce bacio sulle labbra. 

"Da quando l'alcool ti riduce cosí, Sharon?"

"Beh, da quando ho bevuto uno shot di vodka e un sex on the beach."

"Voi siete pazze" interviene stupito Jamie vedendoci in queste condizioni.

"Dai, il riposo è finito andiamo a ballare!" esulta Kalipso.

La pista è ancora piena nonostante l'ora. Sono al completo con le mie amiche e con i due campioni che si sono appena aggiunti.

"Non mi sembra vero vederti in questi posti, Sharon." 

"Lo studio fa male"  rispondo con un'irritante risata.

"Quindi devo farti studiare per convincerti a venire?" 

"Meglio di no" rispondo con un tono calmo ma sicuro.

Gabriel annuisce capendo che non amo molto i posti confusionari dove i ragazzi sono come cacciatori in cerca di prede.

Ashley sta ballando già da una mezz'ora circa con Jamie e così decidiamo di fare lo stesso anche noi.

"Prima però vado a rinfrescarmi con un bel cocktail" dice Gabriel baciandomi intensamente come se ci dovessimo salutare e decido di rimanere con le mie amiche per non disturbare i due piccioncini. Con loro è puro spasso, divertimento sfrenato.                                                                           Sono alle prese con il ballo quando vedo avvicinarsi un gruppo di ragazzi e uno di loro mi cinge la vita. 

"Ehi..." mi sussurra nell'orecchio. 

"Lasciami stare... vattene!" gli grido contro a squarciagola per farmi sentire anche dalle altre. 
Lui continua a stringermi mentre io rimango come un tronco d'albero. 

"Calma, bella! Che vuoi che ti faccia?" 

"Che te ne vada subito" rispondo ancora più irritata di prima.

"Lo sai che non si trattano così i ragazzi?" ribatte divertito.

La pazienza è già al limite, ma appena sento le sue mani scendere dai fianchi mi giro di scatto e gli do uno schiaffo. Le altre rimangono pietrificate dallo stupore e dallo spavento e io sono terrorizzata.

Fortunatamente vedo Gabriel avvicinarsi proprio in quel momento e il suo volto non puó che rivelare rabbia. Non l'ho mai visto così adirato; con un passo deciso e veloce inizia a schivare le persone per dirigersi verso di noi.

"Che vuoi da lei?"

"Chi sei tu prima di tutto?" risponde lo sconosciuto con tono impaziente.

"Sono il suo ragazzo" - Ribatte Gabriel avvicinandosi  sempre di più - "Quindi vattene da qui." 

"Oh, ma che paura che mi fai... sarà meglio che sparisci tu!"  

Io sono a dir poco spaventata e le altre si precipitano a chiamare Jamie e Ashley mentre vedo il mio ragazzo chiudere le mani a pugno.

"Tu non hai capito proprio niente. O te ne vai da qui o ti faccio ricordare questa serata!" Interviene Gabriel sempre più irritato mentre mi spinge dietro di lui per evitare che il ragazzo mi faccia del male. 
Solo quando  intravedo Jamie venire di corsa e le altre che lo seguono cerco di rassicurarmi, ma appena mi volto capisco che la situazione sta degenerando.
Ad un certo punto Gabriel sferra un pugno al ragazzo e lo fa cadere a terra, ma subito lui risponde afferrandogli le gambe e facendolo precipitare.
L'unica cosa che ho il coraggio di fare è urlare di smetterla, ma ovviamente con tutta quel trambusto non ottengo nulla.
Jamie subito prova a recuperare l'amico, ma ce ne vuole un po' per fargli capire che si metterebbe solo nei guai se continuasse.

"Gabriel basta!" Grida Jamie sconvolto. 

Lui non risponde e continua la rissa con quel pazzo individuo. Non avrei mai pensato che avrebbe fatto una cosa del genere e mi sento anche un pó in colpa, nonostante io abbia cercato di allontanarlo già dal primo momento.

L'intero locale è in subbuglio: gente che grida, altri che corrono e altri ancora che si divertono a osservare ogni minimo particolare come se stessero vedendo un film al cinema.

"Penso che ora possa bastare!" Grida con voce tremante Gabriel dopo aver steso il ragazzo a terra con un calcio nella pancia. 
È stato un sollievo non vederlo a terra al posto dell'avversario.
Di corsa mi precipito da lui e gli salto in braccio contenta ma ancora sconvolta per l'accaduto.

"Promettimi che è stata la prima e l'ultima volta" Dico con aria di rimprovero. 

"Nessuno deve avvicinarsi a te, Sharon"  Mi stringe a sè con le sue mani bollenti. 

"So che è stata un pazzia, ma sarebbe stato peggio se non fossi intervenuto." 

"Non gli avrei mai permesso di continuare" dico terminando la frase con un bacio di ringraziamento.

Tutti si complimentano con Gabriel e subito ci precipitiamo fuori dal locale. Il resto della serata procede in modo tranquillo... scherzi, passeggiate e baci contribuiscono a renderla ancora più speciale e calma dopo tutto il caos nel locale.

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Capitolo 9
*** you mean nothing to me (Kalipso's pov) ***


Kalipso's pov

 

-Lily! Kalipso! Muovetevi.-

Alzo la testa dal cuscino pronta a cacciare un urlo contro Cara, che sta riempendo la porta di calci e pugni quando vedo che l'orologio segna le 8:30!

-Cazzo! Alzati Ash, siamo in ritardo.- 

 

Corro ad aprire la porta e Cara si fionda dentro mentre Sharon rimane fuori ad aspettare.

-Noi andiamo, magari riusciamo a rallentare il professore, ma fate in fretta.- 

 

Entro in bagno e inizio a cambiarmi, non ho tempo per decidere abbinamento e cose del genere, così opto per una canotta e un paio di jeans. Avendo i capelli ricci sono pronta in dieci minuti, ma Ashley ha bisogno di più tempo poiché si preoccupa dell'estetica più di me. 
Dieci minuti più tardi stiamo correndo per i corridoi del college.

-Ed è pure il nuovo professore di inglese! Gli darò l'impressione di una sfaticata che se ne frega della scuola ed è qui solo per perdere tempo!- Inizio a piagnucolare. 

-Senti non iniziare con queste cavolate! Siamo in ritardo solo di venti minuti dopo tutto. Ecco, dai, entro io per prima ma chiudi tu la porta.- 

Per calmare il respiro leggo la targhetta sulla porta: "Corso di inglese: prof. Hale"

Ashley bussa alla porta ed entriamo in classe.

 -Scusi per il rita..- e non riesco a finire la frase perché quello che ho davanti deve essere uno scherzo... Non posso sbagliarmi, non posso non riconoscere quelle mani che mi hanno stretto i fianchi, quegli occhi che mi hanno ipnotizzata, quelle labbra che mi hanno sfiorata e i ricordi riaffiorano.

- Non solo è in ritardo ma mi sta anche facendo perdere tempo, come è entrata da quella porta può anche uscire se la mia lezione non le interessa.- 

Sarei quasi ferita da queste parole se non fosse per lo shock, perciò chiudo la porta e mi siedo tra Cara e Ashley.

- è lui, vero?- mi sussurra Cara e l'unica cosa che posso fare è annuire e allo sguardo perplesso di Ashley rispondo che ne parleremo dopo. 

Non riesco a guardarlo perciò mi concentro sul libro e cerco di rallentare il respiro, ma ogni volta lo sguardo scivola sulla sua figura... Basta! Cerco di distrarmi e così inizio a pensare a Drake, seduto due file dietro di me. Penso alla serata trascorsa ieri con lui, ai suoi modi da duro, quasi da cattivo ragazzo, ma che è pronto a diventare dolce per la sua compagna. Penso a quando stavamo insieme, a quanto mi facesse sentire speciale, ma poi lui partì e smettemmo di sentirci. Non ci siamo mai detti esplicitamente che tra noi era finita, eppure entrambi lo sapevamo ma ora lui si sta riavvicinando e io non so che fare. Anzi lo so, devo chiarire la situazione con il "professore" e poi penserò a Drake.                                                                                                                             La campanella interrompe i miei pensieri e dopo che tutti sono usciti dall'aula mi alzo e mi dirigo verso la cattedra.

-Non sapevo fossi un insegnante- Affermo forse con troppa aria di superiorità.

-Prima di tutto non credo di averle detto di darmi del tu, secondo, un altro ritardo e lei non seguirà più questo corso.-

Rimango ammutolita sia per le parole, ma anche per il tono freddo.

-Non faccia quello sguardo, è stata solo una serata come le altre, direi anche quasi noiosa. I miei amici mi avevano detto di non farlo, visto che voi diciottenni siete particolarmente appiccicose, avrei dovuto dargli ascolto... Ora se non le dispiace, ho di meglio da fare che stare dietro ad una teen-ager in cerca di contatto fisico o forse sei una di quelle che cerca il principino azzurro, il vero amore eccetera? Siete solo delle ragazzine che giocano a fare le donne.... Per me non sei stata niente.- 

 

Termina il suo discorso con un sorrisetto che molto probabilmente avrebbe fatto impazzire le altre ragazze, ma non me.                                                                                                                                             Le sue parole mi hanno ferito, riportano alla mente tutte i rimproveri che ho subito da mia madre per anni. Mi ha sempre rinfacciato tutti i miei sbagli, di quanto fossi facilmente ingannabile e di quanto fossi immatura dentro, di quanto deludessi lei e papà per non aver preso il massimo in quello o in quell'altro, di non seguire gli schemi, di andare contro corrente: per lei sono sempre stata la pecora nera della famiglia.                                                                                 Ma mi ha anche insegnato ad incassare i colpi brutti della vita così, cercando di nascondere gli occhi lucidi. Alzo la testa per guardarlo negli occhi e rimango ad osservalo con sguardo di superiorità per pochi secondi, poi esco dalla classe senza dire una parola.

Corro verso il bagno e vedo Cara e Ashley seguirmi, una volta entrate mi abbracciano entrambe e da questo capisco che hanno sentito la conversazione.

 

-Non devi ascoltarlo, non sa niente di te...- Cerca di consolarmi Cara mentre Ashley mi abbraccia più forte. Ma loro non capiscono che la mia non è tristezza, è rabbia e non lascerò che sia lui ad avere l'ultima parola, che pensi che io soffra per lui. 

Quando quella stessa sera Drake mi ha chiesto di ritornare insieme ho accettato senza pensarci due volte. Così saprà che anche per me lui non conta niente.

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Capitolo 10
*** Little girl (Alison's pov) ***


 
 
 
 
 

 

Alison's pov

Mi ritrovo qui tra decine di banchi a pensare ... mi chiedo se ognuno di noi ha qualcosa che gli pesa, qualcosa che non può confessare, forse per vergogna, forse per paura. 
Sono passati pochi giorni da quando mi sono trasferita in questo campus; la mia vita è completamente cambiata, finalmente sono libera. Ma non del tutto: la sua sagoma vaga sempre nella mia mente, provo a cancellarla, a scordarla ma niente, non riesco. Ciò che ho passato è qualcosa che ti distrugge dentro, ti stacca un pezzo di anima e te lo porta via per sempre.
Vago con la mente tra un ricordo e l'altro, finché non vedo il professore entrare in aula.

Ha un aspetto molto trasandato: i pochi capelli che ha sono bianchi e spettinati, porta vestiti stropicciati grandi il doppio rispetto alla sua vera taglia e per completare sul suo viso è accennata un espressione spenta e cupa: il labbro inferiore è rivolto verso il basso, gli occhi vacui che fissano il vuoto e infine un'enorme fronte corrucciata. 
Prendo posto velocemente in una dei tanti banchi e tiro fuori dalla borsa il computer per prendere appunti. 
Alle otto e mezza spaccate il professore incomincia la lezione. La sua voce è martellante e monotona, infatti mi risulta molto difficile seguirlo. Inizia a scrivere sulla lavagna centinaia di formule, ha appena iniziato e già non capisco più niente. 
Vengo distratta da qualcuno che si siede accanto a me. Volto leggermente il capo e... non ci posso credere; è il ragazzo della discoteca, spero che non mi riconosca, così mi volto e continuo o almeno provo a prestare attenzione alla lezione. 
Improvvisamente sento la sua mano sulla mia spalla e mi chiede:"Ehi ragazzina, hai un aria familiare, dove ci siamo visti?"

"Da nessuna parte" rispondo nascondendo il volto e sperando che l'alcool gli abbia annebbiato i ricordi di quella serata. 
La lezione continua e per fortuna il ragazzo non insiste più di tanto sull'argomento. Ma dopo qualche minuto lo sento ridere, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra:"Ah, ora ricordo, sei la ragazza che in discoteca non ha saputo resistere al mio fascino e mi si è buttata addosso." 

Non so per ancora quanto tempo riuscirò a sopportarlo, è davvero irritante. 
"Quindi devo presumere che tu sia un autolesionista, visto il livido sulla tua mascella" esclamo con tono fermo. Sul suo viso compare un sorrisetto divertito.

"Ah, questo me lo ha procurato una ragazza con qualche problema di autocontrollo."

"Sicuramente avrà avuto un buon motivo per farlo" Ribatto fulminandolo con lo sguardo. 
Dopo qualche minuto vedo la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla, sento il suo caldo respiro solleticarmi il collo, poi lentamente si avvicina e comincia a baciarmi la clavicola, sento le sue labbra umide provocarmi un brivido lungo la schiena. Rimango immobile per qualche secondo poi il mio cervello si riconnette, così mi volto di scatto e gli sussurro irritata:"Sei impazzito per caso?"

"Sì, sono pazzo di te" risponde con tono canzonatorio. La sua voce viene sovrastata da quella del professore che irritato urla :"Fate silenzio laggiù!"

Abbasso lo sguardo imbarazzata, quando James risponde:"Scusi prof, è colpa mia."
Ma questo, senza prestargli attenzione, continua la sua lezione.

"Ora sarai soddisfatto" Gli dico infuriata, ma non fa in tempo a rispondermi che il suono della campanella invade la stanza, così raccolgo tutto il materiale e mi precipito verso l'uscita senza degnarlo di uno sguardo. Mentre mi accingo a raggiungere la prossima aula lo vedo al mio fianco e mi dice:"Non mi hai ancora detto come ti chiami."

"Non ti interessa il mio nome" rispondo con tono acido e mi incammino a lunghi passi verso l'aula di biologia. 
L'ora è passata velocemente; appena esco dalla classe vedo James appoggiato allo stipite della porta, poi inizia a venirmi incontro con il suo solito sguardo intrigante accentuato dall'ombra sotto gli occhi.

"Ehi, ragazzina, ti andrebbe di mangiare un boccone con me?"

"No... E non chiamarmi ragazzina" rispondo irritata.

"E come dovrei chiamarti dato che non conosco ancora il tuo nome?"

"Mi chiamo Alison, contento ora? " Rispondo stufata.

"E per quale motivo non accetti il mio invito? Guarda che non ti rapisco, anche se ne sarei tentato " mi dice con voce maliziosa.

"Ecco bene, oltre ad essere un perfetto maniaco ora sei anche un rapitore."

"Non ho detto che lo sono, ho detto che vorrei esserlo."

"E non è la stessa cosa?" ribatto infastidita.

"Direi di no, vorrei anche avere un furgoncino hippy e girare il mondo, ma come vedi non l'ho fatto."

"Certo che desideri cose molto normali" dico mentre mi scappa un sorrisino divertito che reprimo immediatamente per non dargli la soddisfazione.

"Guarda che puoi anche ridere, non mi offendo" dice mentre mi guarda soddisfatto.
Non posso resistere alla tentazione di immaginarlo con dei fantastici occhiali alla John Lennon, i capelli lunghi ed una fascia fosforescente che gli cinge il capo, con indosso una camicia a fiori e un gilet sfrangiato, alla guida di un eccentrico camioncino stile Scooby Doo, così anche se contro la mia volontà scoppio in una fragorosa risata che coinvolge anche lui. Dopodiché mi si avvicina e cinge le mie spalle con il suo pesante braccio e mi chiede: "Allora signorina, me lo concede questo pranzo?"

"Mi dispiace deluderla, signor Spirito Libero, ma devo pranzare con le mie amiche" rispondo ridendo.

"Allora faremo un'altra volta. Ci vediamo, ragazzina."

"Contaci" rispondo mentre guardo la sua figura allontanarsi.

 

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