Aboveground

di BettyLily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Napstablook ***
Capitolo 2: *** Burgerpants ***



Capitolo 1
*** Napstablook ***


  1. Napstablook
 
Nel mondo di sopra, Mettaton aveva finalmente riavvicinato Napstablook, persuadendolo ad occuparsi della musica per i suoi show. Gli aveva persino raccontato che sarebbe potuto diventare famoso! Non che lui gli avesse creduto, ovviamente: chi mai avrebbe potuto notare quella macchietta bianca sullo sfondo? A chi sarebbe mai potuto interessare un accompagnamento – probabilmente persino fatto male… – quando sul palco c’era una stella come Mettaton, con le sue favolose gambe?
Non era stato, dunque, il sogno di fama e successo, a convincerlo – di sogni, in realtà, non ne aveva neppure: credeva di non avere il diritto di essere ambizioso quanto gli altri. Piuttosto, la possibilità di aiutare colui a cui più tenesse al mondo, accogliendo la sua richiesta; perché, sottolineiamo, era stato Mettaton a proporlo a Napstablook; lui non avrebbe mai e poi mai avuto la presunzione di pensare di sua iniziativa di poter essere utile a qualcuno.
Comunque, come previsto, nessuno aveva notato il fantasmino; al termine di ogni spettacolo, l’amico, nonché cugino, cercava di consolarlo, raccontandogli di un futuro in cui tutti l’avrebbero riconosciuto. Blooky lo ascoltava solo per cortesia (e perché quella voce era il suono più accogliente e amichevole che avesse la possibilità di ascoltare); non pensava neppure lontanamente di poter essere, un giorno, riconosciuto: sapeva che sarebbe stata un’idea insensata.
 
Una sera come molte altre, stava passeggiando – o meglio, svolazzando – in giro senza fare nulla in particolare: le prove l’avevano tenuto impegnato tutto il giorno, e aveva deciso di rilassarsi durante la serata stando all’aria aperta. Prima aveva pensato che, magari, sarebbe persino riuscito a farsi qualche amico, conversare con qualcuno. Solo una volta lasciata casa, aveva realizzato che la sua presenza, come sempre, non avrebbe fatto altro che peggiorare l’umore di tutti; così aveva rinunciato a quell’idea e si era isolato in quel parchetto abbandonato, steso sul prato a guardare le stelle, sentendosi come spazzatura.
Improvvisamente, sentì due voci, sempre più vicine a lui, parlottare tra loro; sperò con tutto il suo cuore – o, meglio, la sua anima – che chiunque fosse non lo notasse: non voleva che qualcuno lo vedesse e si sentisse in pena per lui.
Poi si ricordò che, in ogni caso, non sarebbe risultato a nessuno abbastanza interessante da poter infondere un pizzico di compassione nei loro cuori.
Man mano che le voci si avvicinavano, Blooky iniziò a sentirne una a lui familiare. Dato il suo scarso numero di amici, gli ci voleva poco per identificare a chi appartenesse una voce che avesse già sentito; e, di conseguenza, intuì immediatamente che si trattava di Frisk.
Lo spettro si era affezionato all’umano e, dentro di sé, sorrise alla notizia di sapere che lui fosse lì vicino: magari, avrebbe addirittura potuto parlarci! Ma riaffiorò nella sua memoria il ricordo di ciò che era successo con il manichino, l’ultima volta che aveva provato ad avvicinarglisi. Non voleva rovinargli le cose un’altra volta…
In uno scatto si tirò su, pronto a nascondersi dietro al cespuglio più vicino, ma non fece in tempo, che sentì il bambino gridare “Ciao, Napstablook!”. Si girò verso l’origine della voce, e vide il bimbo tentare di raggiungerlo di corsa.
-Come stai? – gli domandò sorridente, una volta arrivato.
-Oh… Al solito. E, uhm… Tu? – rispose in un borbottio incerto.
-Ehi, Frisk! Tu lo conosci?! – un’altra voce lo interruppe prima ancora che potesse iniziare a parlare.
Napstablook non l’aveva notato, ma assieme al suo amico – forse “amico” era una parola esagerata… Era probabile che neppure gli importasse di lui… – c’era un altro umano, che non aveva mai visto prima; notò subito un brillio d’eccitazione nei suoi occhi, ma non riuscì a capire a cosa fosse dovuto.
Frisk annuì in risposta alla sua compagna, la quale si voltò verso Blooky per un istante, per poi tornare a rivolgersi a Frisk.
-Wow, non posso credere che tu sia amico di una star come lui! – indicò il fantasma – Sai, è lui che accompagna Mettaton in tour! Dovresti sentire la musica che crea, è assolutamente fantastica, la adoro, non posso credere di essere riuscita a incontrarlo, è un evento incredibile, sono così felice di aver avuto questo onore… - la sconosciuta prese a riversare dalle sue colorite labbra fiumi di complimenti riguardo Napstablook, ripetendo quanto fosse una sua grande fan. Sembrava sinceramente emozionata. Possibile… Che ciò fosse davvero dovuto a lui? No, ovviamente no, nessuno avrebbe mai potuto adorarlo così tanto. Probabilmente stava parlando di Mettaton, e lui l’aveva fraintesa.
All’improvviso, la bambina si interruppe e si rivolse all’altro: - Ehi amico, potremmo fare una foto insieme? – domandò.
Il fantasma si paralizzò: l-l’umana voleva fare una foto… con lui? Non era sicuro di aver capito bene. Non poteva aver capito bene. Se a nessuno era importato di Napstablook nel sottosuolo, perché mai, lì sopra, dove c’erano un mucchio di altre star della musica, qualcuno si sarebbe interessato a lui in tal maniera? Ma lei ripeté nuovamente la domanda. E lo spettro, nonostante la confusione nella sua testa, riuscì a sbloccarsi e dare un leggero segno d’assenso col capo.
-Grandioso! – esclamò lei mettendosi in posa al suo fianco, mentre Frisk scattava una foto col suo cellulare.
-Grazie mille, amico! La posterò sul mio blog, un sacco dei miei lettori ti adorano come me, saranno entusiasti di vederla! Davvero, siamo tipo un sacco di fan e… - ancora una volta, la bimba riprese con la sua cascata di complimenti, mentre lo fissava con sguardo scintillante di gioia.
Frisk dovette tirarle più volte il braccio, per riuscire a disincantarla. Quando finalmente tornò nel mondo reale, si scusò per aver parlato così tanto: sicuramente, “una star come lui aveva un mucchio di altri impegni” e lei gli aveva preso troppo tempo.
Una volta allontanatisi, il fantasma rimase ancora qualche secondo immobile a fissare il vuoto, i suoi pensieri confusi.
Era davvero appena successo?
Non ne era così sicuro. Era ancora convinto che nessuno avrebbe mai potuto ammirarlo così tanto.
Eppure, il ricordo di quell’espressione esaltata, strappò a Napstablook un piccolo sorriso.



Angolo autrice:

Okay okay, iniziamo col dire che detesto le note a fine capitolo troppo lunghe, ma temo che questa volta mi dilungherò più del solito.
Dunque.
Avevo una certa fretta di pubblicare la storia per motivi che ora sorvoleremo *cough*. Ho cercato di fare comunque del mio meglio, ma ancora non mi soddisfa, sinceramente dehe; spero di fare di meglio nei prossimi capitoli!~
A tal proposito, credo di aver ripetuto troppe volte la parola "Napstablook" (e pure "Mettaton" e "fantasma" credo non scherzino); sto avendo lo stesso problema con le ripetizioni scrivendo un altro capitolo. Peer cui, devo davvero scusarmi per ciò. Sto provando a impegnarmi per sistemare la cosa, vedremo che ne verrà fuori.
Comunque; nei prossimi capitoli Firsk sarà sempre presente, con un ruolo ben più importante - sarà sempre assieme al mostro "protagonista" del capitolo - ho deciso di variare, solo in questo, perché... Devo seriamente spiegare perché Blooky è da solo? intendevo mantenere Napstablook ic, lasciandolo quindi abbandonato a sé stesso nel suo tempo libero, porello ehe.
Quanto ai futuri aggiornamenti... Il mio proposito è di aggiornare ogni due/tre settimane, considerando che ho diverse parti di capitoli pronte. Maa, devo ancora davvero sistemare il tutto. E ho cancellato un capitolo intero perché non mi era piaciuto, quindi temo potrebbe capitare anche ad alcuni degli altri la stessa sorte.
In sostanza, non sperate troppo in aggiornamenti regolari.
Ultima cosa che dovevo dire, poi vi lascio, finalmente: pianifico di pubblicare sei/sette capitoli, ma potrebbero venirmi nuove idee (o potrei decidere di buttare quelle già esistenti), per cui ora come ora non sono sicura al 100% su quanto durerà la storia.
K guyz, vi ringrazio di cuore se siete arrivati fin qui. Se vi va, potreste lasciare una recensione   ???
A presto~
BettyLily

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Capitolo 2
*** Burgerpants ***


2Burgerpants

 
- Quindi, uhm… Sei sicuro che questa persona, sia… Interessata a me? – domandò a Frisk,
mentre quest’ultimo gli sistemava la cravatta.
Il bambino si limitò ad annuire, sorridente e fiducioso che l’altro avrebbe avuto una splendida serata. Aveva organizzato un appuntamento tra il suo amico Burgerpants e… Un altro suo conoscente. Che era sicuro essere interessato a Burgerpants.
Nonostante si fidasse del piccolo umano, il ragazzo non riusciva a stare davvero tranquillo. Dopo ciò che era successo con Bratty e Catty diverso tempo addietro, Burgerpants aveva paura di ritrovarsi con un altro soprannome, ancora più stupido e umiliante di quello attuale. Comunque, si dovette rassegnare: era troppo tardi per tirarsi indietro e annullare tutto – oltre al fatto che Frisk sembrava piuttosto determinato a farli incontrare, e non l’avrebbe lasciato fuggire così facilmente.
 
Il bambino accompagnò il suo amico fino al ristorante, gli indicò il tavolo che aveva personalmente prenotato, e infine lo salutò per l’ultima volta alla porta, assicurandogli che sarebbe andato tutto bene.
Burgerpants non ci credette molto, ma si fece forza e si spinse oltre l’entrata; arrivato al tavolo, tirò un sospiro di sollievo, vedendo che nessuno era ancora arrivato. Non fece però in tempo a sedersi, che sentì una voce familiare chiamarlo da dietro: - Hey Burgy!
Si voltò, per trovarsi faccia a faccia con il sorriso raggiante del ragazzo che vendeva Nice Cream.
- S-salve, amico! – Burgerpants ridacchiò nervosamente. Oh no, non poteva essere lui quello con cui aveva un appuntamento. Assolutamente no. Okay, quel tizio non era davvero così male, ma… Il suo senso dell’umorismo era quasi deprimente*. Passare un’intera serata con lui sarebbe stato mortalmente noioso, frustrante. L’appuntamento non era neppure iniziato, e lui già voleva andarsene: non si prospettava un gran divertimento. Ma prima che riuscisse a formulare qualche scusa per filarsela, l’altro aveva già tirato indietro la sedia per farlo accomodare.
Con un sorriso terribilmente forzato (cosa che, però, l’altro sembrò non notare), “Burgy” si sedette e addirittura ringraziò, nonostante l’unica frase che il suo cervello riuscisse a formulare, in quel momento, fosse qualcosa di simile a “Ma per favore!, so anche sedermi da solo, non sono una ragazzina imbranata.”.
Per evitare di dover conversare con quel tipo, appena una giovane cameriera si avvicinò loro, Burgerpants le strappò un menù dalle mani, e ci si eclissò dietro.
Tuttavia, il sollievo non poteva durare per sempre, e arrivò il momento in cui dovette abbandonare il suo prezioso riparo per ordinare. Lentamente, iniziò a riemergere; ma, prima che potesse proferire parola, l’altro ragazzo ordinò per entrambi.
Diversi istinti omicidi stavano nascendo nella testa di Burgerpants, che, nonostante ciò, si costrinse di nuovo a un finto sorriso.
Quando la cameriera se ne fu andata coi menù, non restarono altro che loro due, faccia a faccia; l’uno con espressione tirata, l’altro con genuina serenità.
- Allora, Burgy… - iniziò il ragazzo -  Non so neppure come ti chiami- per davvero, intendo. Ti andrebbe di dirmelo?
Burgerpants si bloccò per un attimo: i-il suo vero nome? Come dire, lui…
- … L’ho scordato, a dire il vero. Tutti mi chiamano solo Burgerpants.
- Capisco… - asserì l’altro – Allora ti troverò un nome io. Che ne dici di Alan**?
Nessuno, prima di allora, aveva mai pensato a chiamarlo in un altro modo che non lo facesse sentire umiliato. A nessuno era importato di lui così tanto. E al contempo, tuttavia, c’era qualcosa che lo irritava in tutto questo: chi si credeva di essere quel tipo, per arrivare una sera e dargli un altro nome? Neanche avessero chissà quale grandiosa amicizia alle spalle – si erano parlati solo ogni tanto, quando lui era venuto a salutarlo al MTT Resort.
Senza aspettare ulteriormente una risposta, l’altro, trovò un altro oggetto di conversazione, puntando su quello che sapeva essere il grande sogno di Burgerpants: diventare un attore.
- Dunque, come va la carriera? – e il volto di Burgerpants gelò, al ricordo di quanto facesse schifo. Lavorare al MTT Resort sotto terra aveva già fatto schifo, ma ora la situazione era – se possibile – persino degenerata.
Nel suo tour di spettacoli, Mettaton l’aveva obbligato a svolgere il perfettamente inutile ruolo di cespuglio sul palco. Almeno tre sere a settimana, doveva entrare in un cespuglio di plastica, nella posizione più scomoda possibile, e aspettare per due ore e mezza che l’esibizione finisse. E così, senza che se ne accorgesse, tentando di spiegare in cosa consistesse il suo attuale lavoro senza farlo sembrare troppo deprimente, volse la conversazione a quanto detestasse Mettaton con tutto il suo cuore; e di quello, andò avanti a parlare molto a lungo.
Si interruppe solo quando i piatti furono finalmente serviti; Burgerpants si fiondò sulla bistecca, mentre l’altro guardò pensieroso le verdure.
- Tutto… bene? – domandò il primo, notando quel comportamento particolare.
- … Oh! – si riscosse il ragazzo – Sì, tutto bene. Sono solo preoccupato per i pomodori, sembrano molto stanchi, non devono aver dormito bene questa notte…
Un enorme punto interrogativo doveva essersi formato sulla testa di Burgerpants, perché l’altro lo guardò e ridacchio, prima di completare la frase.
- Dev’essere perché l’insalata russa!
Nonostante la battuta assolutamente pessima, “Burgy” non poté che sorridere a quella risata allegra; inoltre, constatò nella sua testa, in effetti lui aveva un senso dell’umorismo, al contrario di quel che aveva sempre…!
 
Quando la cena fu finita, il ragazzo offrì a Burgerpants di accompagnarlo a casa. Questo ci pensò su un attimo e concluse che sì, avrebbe accettato: alla fine, la serata era stata piacevole e, inaspettatamente persino per lui stesso, non aveva più molta voglia di lasciarlo da solo e andarsene.
Fuori, nel freddo vento invernale, Burgerpants rabbrividì, non abituato – al contrario dell’altro – a tutto quel freddo. Sentì un braccio circondargli le spalle e stringerlo un po’, per scaldarlo. Non che fosse un grande fan degli abbracci, ma, per questa volta, si lasciò andare al calore amichevole che cercava di tenerlo al calduccio.
E in mezzo alla strada, sotto uno splendido cielo stellato, Burgerpants pensò che, in fondo, il nome Alan non fosse così male.



Angolo autrice:
Ancora note a fine capitolo terribilmente lunghe e noiose. Abbiate pazienza.
Ragioni per cui non mi piace questo capitolo: mi sono dilungata troppo all'inizio per poi concludere in fretta e furia. I know. Non sapevo bene come concludere, perdono.
Procediamo con cose più importanti. Frisk.
Dunque, nel precedente capitolo avevo detto che Firsk avrebbe avuto un ruolo importante in tutti i capitoli, facendo da legame. Ecco... Scrivendo - come si è pure visto nel capitolo - ho cambiato idea. Firsk ci sarà ancora in tutti i capitoli, obv, ma avrà sempre solo brevi comparse.
Avevo anche previsto di mettere personaggi perlopiù casuali... Argh, termine sbagliato, non ne trovo di migliori- Intendo dire che: avevo programmato di scrivere di personaggi principali così come personaggi secondari, molto secondari, e molto molto secondari. Ma in realtà, l'unico protagonista per cui avessi idee è Undyne; tutti gli altri a cui avevo pensato, appunto, non erano principali. Dunque ho deciso di scrivere solo di questi così le storie hanno in comune di essere di personaggi "poco importanti" e di avere Frisk come comparsa.
Beene, credo che sia tutto. 
Grazie ancora se avete letto, cercherò di fare di meglio nel prossimo capitolo dehe.
A presto,
BettyLily
~



*lo dichiara Burgerpants quando si prova a combinargli un appuntamento con Bratty e Catty
**in teoria dovrebbe significare "bellissimo", ma uhm ?? non ho un libro dei nomi e ho dovuto usare internet, ma non so se i siti che ho usato siano effettivamente affidabili, quindi se qualcuno sa che significa qualcos'altro potete correggermi ??

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