Music will heal your broken faith

di gallifreyandemigod
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I've been waiting for a Miracle, and I'm not leaving ***
Capitolo 2: *** I’m coming home to you, every night, every night, every night, every night ***



Capitolo 1
*** I've been waiting for a Miracle, and I'm not leaving ***


Alec Lightwood era molte cose, un ottimo arciere, uno shadowhunter eccellente, un figlio diligente, un fratello premuroso, ma vi erano due cose che non rientravano nel suo campo specialistico: la musica e le relazioni, specialmente quelle con certi stregoni dagli occhi da gatto. Aveva dimostrato perfettamente di non essere capace di mantenere il controllo davanti allo stregone in numerose occasioni, ma non era mai arrivato a tanto.
E adesso si ritrovava con l’acqua alla gola, incapace di respirare e nuotare nel mare di tempo a sua disposizione da quando il bell’indonesiano era uscito dalla sua vita. Quegli ultimi momenti passati assieme ancora bruciavano nella sua mente, quasi fossero stati impressi col fuoco.
Alec era molte cose, ma non uno stupido. Sapeva di dover farsi perdonare da Magnus per ciò che aveva inizialmente pensato e mai voluto attuare, ma il fatto non riuscisse a chiamarlo senza attaccare la cornetta ogni qualvolta lo stregone rispondesse rendeva la ricerca del disperato perdono impossibile.
Non sapeva più cosa fare, perciò cercò di migliorare nella seconda cosa nella quale scarseggiava, per dimenticarsi momentaneamente delle sue pene d’amore.
La musica classica con le tonalità antidemone non lo soddisfaceva più, non dopo tutto quello che aveva passato con Magnus. Quell’uomo aveva portato colore e caos nella vita del giovane nephlim, che adesso si trovava svuotato, privato di tutte le gioie che la vita poteva offrire.
Doveva riempire quel vuoto assolutamente, o avrebbe perso la testa.
Chiedere a Jace non era una buona idea, i loro gusti musicali erano pressoché identici e inoltre era ancora convalescente.
Chiedere a Izzy era fuori discussione, non avrebbe mai dato alla sorella la possibilità di controllare i suoi gusti musicali!
Chiedere a Clary sembrava una buona carta, ma anche lei aveva gusti discutibili a parer di Alec.
L’unica soluzione, quella meno in dolore che riusciva a trovare, era chiedere all’ex-mondano che stava tanto a cuore a sua sorella. Soltanto il pensiero gli metteva i brividi. Però era la scelta più logica, dopotutto Simon Lewis era un musicista e faceva parte di una band, sicuramente conosceva la cura al suo tormento.
Ecco perché quel freddo pomeriggio un solo Alexander Lightwood era sceso dalla metropolitana e si stava dirigendo assorto nei suoi pensieri verso l’appartamento che il Diurno divideva con un licantropo membro del Praetor Lupus. Arrivato alla porta trasse un profondo respiro, dopodiché bussò con decisione.
Ad aprirla e farlo accomodare nel piccolo appartamento fu lo stesso Simon, un po’ frastornato dalla presenza dello shadowhunter. “Cosa posso fare per te, Alec? Izzy non è qui, se è lei che stavi cercando”.
Il maggiore dei fratelli Lightwood fissò intensamente la punta delle sue scarpe rigorosamente nere. ‘puoi farcela Alec, è come tracciarsi un iratze’, pensò e gettò tutto d’un fiato una frase che, appena uscita dalle sue labbra, risuonò incomprensibile.
Simon strabuzzò gli occhi davanti al ragazzo, sempre così preciso, e chiese, preoccupato: “Alec, tutto bene? Vuoi che chiami Jace o Izzy o qualcun altro? Perché sei venuto fino a qui?”.
Dopo una serie di respiri e dopo aver fatto passare alcuni minuti, Alec rispose: “Si, sto bene. Sono venuto qui per parlare con te, veramente. Posso?” “Ma certo, vieni siediti” disse Simon, e lo condusse verso un consunto divano. “Allora” iniziò Simon imbarazzato; tra i due non vi era mai stato un grande affiatamento, in più di recente il vampiro aveva iniziato a ‘vedersi’ con Isabelle Lightwood, nonché sorella di Alec, perciò la situazione lo turbava e non poco, ma prima che potesse continuare il nephlim lo spiazzò dicendo: “Consigliami della musica.”
Passarono un paio di attimi, nei quali in cervello morto di Simon cercò di processare le parole dell’amico. Non riusciva davvero a capire cosa stesse succedendo.
Alec Lightwood era venuto da lui per avere della musica?
Vedendo la confusione sulla faccia del diurno, Alec si precipitò a capofitto nella spiegazione dettagliata della sua situazione: di come non riuscisse a passare il tempo, di come la musica tradizionale non lo riuscisse più a soddisfare e di come non riuscisse a smettere di pensare a Magnus. Di quanto gli mancasse Magnus.
Dopo alcuni attimi di silenzio il vampiro sospirò e disse: “Fammi capire bene, sei venuto da me, me fra tutte le possibili persone che conosci, per aiutarti a trovare il genere che più ti si addice e per aiutarti con la tua rottura con Magnus?”. Alec annuì, guardando il Diurno negli occhi.
Simon si alzò in piedi e, passandosi una mano fra i capelli, disse: “Forse ho esattamente quello che ti serve. Insomma, l’intera situazione  urla “ROCK AND ROLL BABY!”” e si diresse verso la sua stanza.
Ritornò dopo pochi istanti con in mano un oggetto di forma quadrata, che Alec riconobbe immediatamente come un contenitore Cd, e lo porse all’amico. “Custodiscilo a costo della vita”, disse Simon con la sua espressione più seria, che scomparve un secondo dopo per essere sostituita da una genuina risata, “Ho sempre voluto usare quella frase!” riuscì a dire fra le risate. Alec annuì e guardò con avida curiosità il Cd che Simon gli aveva porto: la confezione aveva come sfondo quattro ragazzi, tre maschi e una femmina, con la parola ‘Riot!’scritta più volte in nero e una sola volta in arancione sulla parete alle loro spalle.
“È il primo che mi è venuto davanti agli occhi”disse Simon “è anche uno dei miei preferiti, Hayley Williams ha una voce spettacolare! E, a dir la verità, le parole delle canzoni aiutano nelle situazioni come le tue. Spero che ti possa piacere. Tienilo  per tutto il tempo che ti serve” e sorrise ad Alec. Nuovamente Alec annuì e sorrise, porgendo la mano al diurno, :”Grazie, Simon. Davvero.”, dopodiché uscì dall’appartamento del giovane per tornare il prima possibile all’Istituto e chiedere a Izzy di prendere il prestito il suo lettore Cd.
Una volta arrivato la trovò immediatamente e le porse la richiesta. La sorella inarcò un sopracciglio, ma concesse lo stesso l’utilizzo dell’apparecchio, a patto che le venisse restituito integro. Alec sbuffò una risata e si volatilizzò nella stanza della sorella, cd fra le mani.
“Sai come funziona, vero?” chiese ridendo Izzy, vedendo la confusione sul volto del fratello.
“Ovviamente” rispose Alec, pieno d’orgoglio, “però è meglio se lo metti tu in funzione, non vorrei si rompesse”.
Izzy rise fragorosamente e prese il disco dalle mani del fratello, dandogli un’occhiata, “Non ti facevo tipo da musica Rock” disse incredula e aggiunse, senza mai smettere di sorridere, “Chi sei? Che ne hai fatto del mio fratellino?”. Alec la incitò semplicemente a continuare la procedura di avviamento del lettore, sorridendo.
Finito il tutto, Izzy lasciò il fratello solo nella sua stanza stampandogli un’immagine del suo rossetto sulla guancia sinistra e disse: “Divertiti!”.
Alec la fulminò indignato con lo sguardo mentre chiudeva la porta alle sue spalle e si ripulì la macchia dalla guancia.
Rimase un paio di secondi a contemplare l’impianto stereo della sorella.
Nuovamente il senso di vuoto che lo accompagnava negli ultimi giorni tornò a formarsi nel suo stomaco. La mancanza di Magnus l’avrebbe ucciso. Decise di premere ‘play’ e di far partire la musica. ‘Che male può farmi?’.
Le prime note iniziarono a partire, uscendo dalle casse dello stereo e rivelando un assolo di chitarra elettrica. ‘È forte come musica’. Le parole iniziarono a uscire, una potente voce femminile le animava con passione accecante, le frasi che componevano sembravano entrargli sotto la pelle, facendosi strada dentro le ossa.
Era ancora alla prima canzone, intitolata ‘For a Pessimist, I’m Pretty Optimistc’ ma già amava il genere.
Quelle note stavano riempiendo il vuoto nel suo stomaco, le parole stavano facendosi strada verso il suo cervello.
I put my faith in you, so much faith, and then you just threw it away’. Ecco come doveva essersi sentito Magnus. Non per la prima volta si era ritrovato a pensare a come stesse lo stregone che tanto amava: Alec si domandò che musica stesse ascoltando al momento.
Prima che se potesse rendersene conto, la canzone era già finita e stava iniziando la seconda.
E così via tutte le 14 canzoni che componevano l’album erano terminate.
Arrivato alla quinta canzone, ‘When It Rains’, Alec si era steso sul letto della sorella e, fissando il soffitto, si era lasciato avvolgere dalla musica. Quelle note, quelle melodie, quella voce, la scelta delle parole, tutto gli rammentava Magnus, ma non in modo doloroso. Alec con ogni canzone pensava all’uomo che occupava il suo cuore e la sua mente, a cosa stesse facendo, se apprezzasse anch’egli quello stesso genere di musica. ‘Cause we are broken, what must we do to restore our innocence?’.  
Appena dalle casse uscirono queste parole Alec non riuscì più a trattenere le lacrime.
Pianse a lungo, il lettore aveva spontaneamente ricominciato a suonare il cd d’accapo.
Quando i suoi occhi si rifiutarono di far uscire altre lacrime li chiuse, sempre continuando a sentire le melodie che uscivano dalle casse. Con gli occhi chiusi, steso sul letto della sorella e con la musica a circondarlo, lasciò che la sua mente vagasse e indugiasse sul volto del suo amato.
Non si rese neanche conto di essersi addormentato, col sorriso sulle labbra.
Quando i primi raggi del sole che filtravano attraverso le tende lo colpirono in pieno volto, si accorse di aver addosso una pesante coperta di lana. ‘Izzy’, pensò. La musica si era fermata, il lettore era spento e il cd riposto con cura nella sua custodia.
Rimase a fissare il soffitto per vari minuti prima di alzarsi. Quella notte, con la musica tutt’attorno a lui, aveva dormito meglio degli ultimi giorni. Il suo cuore era ancora a pezzi, ma almeno adesso non era solo ad affrontare l’oscurità della sua mente.
Avrebbe fatto di tutto per riavere Magnus e, pensò, forse poteva riuscirci proprio partendo da quella stessa musica.
Simon aveva ragione, era questo il genere adatto a lui. Il volume alto, gli assoli di chitarra, le voci potenti, era tutto un medicinale contro i suoi patemi d’animo.
Forte di questa nuova convinzione andò a prepararsi per la mattinata ripromettendosi di tornare da Simon e costringerlo a dargli altri cd.
Entrato in camera sua trovò un pacchetto incartato e un biglietto ad aspettarlo sul letto. Scartò l’incarto e trovò una confezione rettangolare contenente all'interno un lettore cd portatile, un paio di cuffiette e un nuovo cd.
Incuriosito aprì il bigliettino e lesse: ‘Così non userai più il mio stereo. Simon mi ha dato il cd, ma ha detto che i prossimi te li dovrai cercare assieme a lui in non so quale negozio di dischi. I soldi li ho presi a mamma di nascosto. Metti la presa delle cuffiette nel lettore e premi il tasto al centro. Per favore non cantare ad alta voce’ .
Alec sorrise e scrutò incuriosito il nuovo cd: sulla copertina vi erano due ragazzi, uno vestito con maglia nera e jeans, col fumo che gli usciva dalla bocca, e l'altro con la tunica da monaco tibetano. Al centro la copertina recava la scritta 'Fall out boy’ e come sottotitolo le parole ‘Save Rock And Roll’. 
Alec fece come detto dalla sorella e premette ‘play’, senza smettere di sorridere.

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Capitolo 2
*** I’m coming home to you, every night, every night, every night, every night ***


Alec era nervoso. Si sentiva come una vergine la prima notte di nozze: spaventato ed eccitato allo stesso tempo.
Aveva acconsentito ad accompagnare e di farsi accompagnare a sua volta da Simon, o come iniziò ad auto dichiararsi il “Maestro Jedi di un Giovane e Sperduto Padawan che Deve Essere Istruito alle Arti Musicali”, in un negozio di dischi a Manhattan dal nome quasi impronunciabile.
Da quando due giorni prima il suo “Mentore” gli aveva regalato, -Non mi interessa, Simon, non te li torno. Ne hai centinaia tu! Li tengo io. Fine della discussione-, i suoi primi due Cd, Alec era stato risucchiato dalla musica.
A causa degli allenamenti e delle ricerche per trovare Sebastian, non era riuscito a sgattaiolare facilmente fuori dall’istituto, ma dopo aver imparato a memoria tutte le parole e le note dei due album a sua disposizione, decise di cambiare aria e trovare una terza raccolta che avrebbe temporaneamente saziato la sua sete di rumore, come lo definì Maryse, sua madre, entrando nella sua camera mentre ascoltava “Young Volcanoes” dei “Fall Out Boy”.
Arricciò lievemente il naso al breve ricordo e continuò a camminare per raggiungere il punto dove si sarebbe incontrato con Simon.
A detta del Diurno, il locale ere era difficile da trovare, se non si sapeva cosa cercare. Apparentemente da fuori sembrava completamente innocuo, ma all’interno la musica rock era così alta da non permettere agli acquirenti neanche di pensare.
Alec era elettrizzato.
Dall’altro lato della strada vide Simon, che pazientemente lo aspettava. Una volta raggiunto, il Vampiro distese le sue labbra in un grande sorriso e gli chiese: “Sei pronto?”.
Alec annuì più volte, ormai impaziente, e questo fece esplodere l’altro ragazzo in una fragorosa risata. Appena riuscì a riprendere fiato, se così si possa dire per un morto-vivente o non-morto, Simon aggiunse :“Hai tolto la runa dell’invisibilità, vero? Non vorrei che mi prendessero per pazzo in uno dei miei negozi preferiti perché parlo al vento”. Dopo aver rassicurato l’amico, entrambi i giovani entrarono.
Non appena vide le pareti ricoperte di poster e chitarre e vari corridoi separati da file e file di dischi in vinile nelle loro delicate custodie cartacee e di Cd plastificati, il giovane nephilim si sentì sopraffatto dall’emozione: la musica lo avvolse a tutto volume di getto e un forte odore di legno di riempì le narici. 
Simon era già partito verso l’esplorazione degli scaffali alla ricerca di qualche disco, ‘Probabilmente sta cercando un’altra copia di “Save Rock And Roll”, visto che gli ho praticamente rubato la sua’ pensò Alec, senza riuscire a muoversi dall’uscio della porta.
Un giovane uomo sulla trentina gli si avvicinò chiedendo allo shadowhunter se stesse cercando qualcosa di particolare, ma Alec era troppo preso dalla musica che usciva dalle casse poste ad ogni angolo della stanza per accorgersene.
Come in ipnosi avanzò verso gli scaffali passando le sue dita sulle cover dei dischi in vinile, senza mai smettere di ascoltare le note che riempivano l’ambiente. Al momento vi era un forte assolo di chitarra, seguito da una voce femminile che quasi urlava; Alec non riuscì subito a capire il significato della canzone, e neanche perché la donna si stesse rivolgendo a un barracuda, un pesce, dicendogli di “burn it to the wick”(Barracuda, Heart), ma decise che avrebbe indagato in seguito, facendosi trasportare dal ritmo.
Senza mai smettere di girare fra gli scaffali, il nephilim ascoltava distrattamente la musica che finiva e ricominciava, passando da artista a artista e di genere in genere. Gli rimasero impresse nella mente una canzone dagli accordi di chitarra molto veloci che parlava di persone colpite da un tuono e probabilmente sesso (Thunderstruck, AC/DC) e una dalla melodia nostalgica e lenta, scandita da un ritmo preciso e regolare, che parlava d’amore e destino (Can’t Help Falling In Love, Elvis Presley).
Inutile dire che entrambe le canzoni riaffiorarono nella mente un’unica immagine: un bell’uomo dai tratti asiatici, i capelli alzati e ricoperti di brillantina, gli occhi dalle iridi allungate come quelle di un gatto.
Una lacrima solitaria scese sulla guancia del giovane shadowhunter dal cuore spezzato alla fine della seconda canzone, ma non fu quella a entrare nella sua mente e sotto la sua pelle al momento: il suo posto fu preso da quella subito successiva.
Alec si fermò all’improvviso tenendo le orecchie tese per afferrare le note il più possibile. Un’altra melodia moderata, né troppo veloce né troppo lenta, riempì l’aria. Anche questa era ritmata, stavolta il tempo scandito con un tamburo, ma il significato era diverso: questa non sembrava parlare d’amore, o almeno così pareva al giovane; la storia sembrava raccontare di una rinascita, di una “new age”. La voce maschile che animava le parole era calda e melodiosa, perfettamente fusa con il ritmo.
Era quello di cui Alec aveva bisogno: non voleva crogiolarsi nel suo dolore e nel vuoto che occupava il suo petto ogni qualvolta fosse solo, doveva trovare il modo per andare avanti.
Appena la canzone finì ne partì un’altra, ma oramai l’attenzione dello shadowhunter era rivolta ad altro.
Cercò con lo sguardo l’uomo che prima aveva ignorato e lo raggiunse a grandi falcate. Il pover’uomo sbiancò alla vista di Alec, che era di parecchie spanne più alto di lui, ma riprese tutto il suo contegno non appena il ragazzo chiese: “Mi scusi, può dirmi il titolo della canzone precedente?” e tirò fuori uno dei suoi più dolci sorrisi. L’uomo disse tranquillamente il titolo, ‘Radioactive’ degli ‘Imagine Dragons’, e indicò gentilmente ad Alec dove trovare l’album.
Dopo aver ringraziato il suo interlocutore, il nephilim raggiunse il Diurno, che aveva in mano un grosso vinile, -Tutto, Alec, e dico proprio TUTTO, suona meglio in 33 o 45 giri- gli aveva confessato precedentemente.
Nonostante gli fosse piombato alle spalle, Simon non batté ciglio all’improvvisa apparizione del giovane, merito dei suoi riflessi da vampiro. Il Diurno chiese ad Alec se avesse trovato qualcosa di suo gradimento, domanda alla quale Alec rispose affermativamente, citando la canzone sentita poc’anzi.
Simon sorrise e disse:“Imagine Dragons, cavoli! I tuoi gusti sono davvero ottimi, mio giovane Padawan”, ‘Ma cosa significa Padawan’ pensò Alec, “presto non avrai più bisogno del mio aiuto!”.
Uscirono dal negozio dopo aver entrambi comprato qualcosa, Alec il Cd “Night Vision(Deluxe)” con sulla copertina un ragazzo voltato di spalle che si staglia su un cielo dalle tonalità del blu, viola e azzurro, e Simon con un vinile 33 giri di un gruppo chiamato ‘Nirvana’, che tenne gelosamente stretto contro il petto, non permettendo allo shadowhunter di guardarne la copertina, dicendo semplicemente:“È per quando sarai più grande. Le tue orecchie non sono ancora pronte per questo capolavoro”. Camminarono assieme fino alla stazione della metropolitana, parlando solo ed esclusivamente di musica; Alec scoprì nel breve tragitto i titoli delle altre due canzoni ascoltate nel negozio e si ripromise di comprarne i dischi in un secondo momento.
Arrivati alla stazione si separarono verso due tragitti differenti e non appena le porte scorrevoli si chiusero, la mente di Alec iniziò a vagare. Pensò un po’ a tutto: a cosa avrebbe mangiato a cena; se avrebbe fatto degli allenamenti con Izzy quella sera; se sua madre fosse ancora arrabbiata con lui per l’ordine in cui aveva lasciato la sua stanza.
A cosa stesse facendo Magnus.
Lasciò che mente e cuore si soffermassero sul ricordo dello stregone per molti minuti, perdendosi nella nitida immagine dei suoi occhi.
Quasi non si accorse si essere arrivato alla fermata che l’avrebbe portato all’Istituto, alla sua casa, tanto era assorto nei suoi pensieri.
Scese velocemente dal treno e accelerò il passo durante nel restante tragitto, ansioso di chiudersi in camera e ascoltare il nuovo cd.
Arrivato all’Istituto, corse nell’ascensore, chiedendo come avesse fatto a non accorgersi mai di quanto fosse lenta la sua salita. Chiuse con delicatezza la porta della sua stanza per evitare che Izzy si accorgesse della sua presenza e, dopo aver afferrato le cuffie e il lettore portatile regalatogli dalla sorella, si buttò sul letto sospirando.
Il tempo sembrò dilatarsi mentre toglieva il cd dalla custodia e lo inseriva nel lettore.
Immediatamente la musica partì: la prima canzone era la stessa che aveva sentito al negozio e nuovamente irruppe nelle orecchie di Alec come un suono potente, un canto che avrebbe potuto portare in battaglia.
Parlava di apocalissi e fini del mondo, e di risvegli che si riusciavano ad essere sentiti sotto la pelle, “ in my bones”.
La canzone sfocò direttamente nella seconda, che iniziò di botto con un ritmo piuttosto veloce, dallo stile retro.
Senza neanche essersene reso conto, Alec si mise a sedere con le gambe incrociate nel letto e iniziò ad ondeggiare il busto al ritmo della musica, muovendo la testa avanti e indietro. Verso la fine della canzone anche le braccia si aggiunsero in maniera scoordinata  all’improvvisata danza.
Rallentò i movimenti del corpo con l’arrivo della terza e si bloccò quasi immediatamente appena iniziò la quarta.
Il giovane nephilim rivolse tutta la sua attenzione alle parole, profonde, che andarono a infilarsi sotto la pelle del ragazzo. Frasi come “I wanna hide the truth”, o “No matter what we breed, We still are made of greed”, o ancora “Don’t wanna let you down But I am hell bound” iniziarono a vorticargli in testa e rimasero impresse nel suo cervello. Dopo il ritornello si stese nella sua posizione originale sul letto, chiudendo gli occhi per assaporare meglio i mille significati possibili delle parole scelte.
Sorrise alla frase “Your eyes, they shine so bright”, ripensando ad un paio di iridi che cambiavano colore dal giallo al verde, con le pupille di forma allungata.
Il lettore riprodusse autonomamente la canzone successiva, che tirò su il morale di Alec e lo fece nuovamente ballare sul letto, stavolta ritto come se fosse “On top of the world”.
Il ritmo dell’intero album era molto vivace e allegro, tranne per alcune tracce laconiche, e spesso Alec si ritrovò a muoversi seguendo le melodie, memorizzando le note che caratterizzavano ogni canzone.
Quando le note si facevano più scure, lo shadowhunter dai begli occhi azzurri si stendeva nuovamente sul letto chiudendoli e assaporando le parole.
Una frase sembrò leggergli dentro l’anima, “I’ve come too far to see the end now, even if my way is wrong”, e Alec non poté far a meno di pensare che quello fosse l’esatto sentimento che aveva provato ogni volta che era andato da Camille: sapeva che fosse una pessima idea, ma lo intrigava lo stesso.
E adesso stava scontando le pene dei suoi errori.
There’s nothing left to say now”, non resta altro da dire adesso.
Quando, invece, le note prendevano un ritmo più velocizzato, Alec si lasciava trasportare dalla musica, quasi lasciandosi scivolare le parole di dosso.
Arrivato a metà del disco afferrò il suo lettore fra le mani e iniziò a girare per la camera muovendosi a ritmo, con i piedi nudi e gli occhi chiusi.
We’ve been missing each other”, Alec non poté far a meno di sperare che fosse vero; il suo cuore era vuoto senza Magnus, ma lui era solo un mortale, mentre lo stregone aveva centinaia di anni alle spalle, centinaia di perdite alle sue spalle. Era forse possibile che un essere tale potesse sentire la mancanza di qualcuno insignificante come Alec?
Il resto dell’album aveva melodie e ritmi veloci, che schiarirono momentaneamente la mente del nephilim dai tristi pensieri.
Non appena il disco finì, il giovane trasse un profondo respiro, ma non poté far a meno di sorridere.
Posò il Cd nella custodia, gettando un’altra occhiata al ragazzo che gli dava le spalle sulla copertina, e lo posò insieme al lettore e alle cuffie accanto agli altri due album a sua disposizione.
Uscì fuori dalla stanza con la musica ancora nelle orecchie, sorridendo, e corse fino alla sala da pranzo, dove sua madre e sua sorella erano prese dalla loro discussione. Durante tutta la cena la testa di Alec era altrove, sorvolava su valli esotiche e posti misteriosi, mentre mangiava distrattamente.
Decise di scendere dalle nuvole solo dopo che Maryse l’ebbe rimproverato di battere con i piedi sotto al tavolo il ritmo della canzone “Every Night”.
Una volta terminata la cena, salutò le due donne e corse nuovamente verso la sua stanza. Si cambiò velocemente, canticchiando fra sé e sé “Miss Missing You” dei “Fall Out Boy” e si infilò sotto le coperte.
Domani sarebbe stato un nuovo giorno e non poteva predirne il corso, ma per il momento era contento di come l’oggi fosse andato.
Con la mente affollata da note e melodie varie, chiuse gli occhi, distendendo le labbra in un piccolo sorriso e cadendo placidamente fra le braccia di Morfeo.

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