Momenti

di SheenaRam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kiss ***
Capitolo 2: *** Awkward ***
Capitolo 3: *** Rus ***
Capitolo 4: *** Just a dream ***
Capitolo 5: *** Another dream ***
Capitolo 6: *** Lonely as you ***



Capitolo 1
*** Kiss ***


Ci sediamo sul molo, i piedi a pochi centimetri dal mare e per qualche secondo entrambi osserviamo quell’infinita distesa d’acqua.

Prendo gli auricolari dalla borsa, metto all’orecchio uno e gli porgo l’altro e il jack.
"Fammi ascoltare qualcosa" dico appoggiandomi sui gomiti e chiudendo gli occhi per il troppo sole.
Lo sento collegare il telefono, e poco dopo riconosco ‘Come back’.

Sorrido, mi piace la scelta.
Riapro gli occhi per curiosità, per vedere cosa sta facendo e lo trovo più vicino, sta osservando le mie labbra.
Chiudo gli occhi.
Una mano mi scosta i capelli dal viso per farli scivolare dietro all’orecchio.
Un morso dolce al labbro inferiore, la bocca si schiude, il mondo scompare.
Noi due e una canzone divisa a metà che all’incontro delle nostre lingue torna ad essere completa.
Fa parte di quel bacio che segue la musica e i nostri desideri.

Una mano dietro alla schiena mi stringe a lui, la mia cerca il suo viso.
Respiriamo.
E sorridiamo.

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Capitolo 2
*** Awkward ***


Awkward

La musica troppo forte, tutti qui a ballare e io che non vedo l’ora di tornare a casa.
Sembrano felici, ma io conosco i problemi di ognuno di loro, le maschere che portano.
Bere per non pensare non è la scelta giusta.
“Allora come va?” mi chiedono senza alcun interesse nella mia risposta, solo perché credono che sia a disagio nel mio starmene in silenzio ad osservare.
“Non mi scrivi da più di un anno, perché dovrebbe interessarti ora?” vorrei rispondere.
Invece sorrido e rispondo “Bene, benissimo! Tu?”

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Capitolo 3
*** Rus ***


Mentre il treno rallentava per arrivare in fine a fermarsi cercò con lo sguardo il vagone meno affollato.
Scelse uno degli ultimi e salì.
Aprì la porta dello scompartimento e soddisfatta vide che c’erano solamente due anziani e una ragazza impegnata a scrivere qualcosa al pc.
Si sedette nel posto più lontano possibile ai 3 estranei, mollò la borsa su un sedile e si lasciò scivolare su quello affianco.
Era stata una lunga giornata, si era trovata immischiata nella lite tra due colleghi e ora si preparava ad affrontare la prova più difficile della giornata.
Rus.

Sempre lui, tra tutti i problemi lui era quello che l’aveva inseguita e tormentata più a lungo.
Si erano conosciuti a 16 anni e la prima volta che l’aveva visto l’aveva odiato all’istante.
Lui e la sua ragazza, sempre ad appartarsi per sbaciucchiarsi dietro ai cespugli.
E poi c’era stata quella gita assieme ai suoi amici, una settimana in tenda sulle rive di un lago sperduto in montagna.
Se lo ricordava come se fosse successo il giorno prima.

Lei si era allontanata dal gruppo, aveva acceso un piccolo fuoco e e si era distesa a guardare quel cielo meraviglioso, quella sera la via lattea era stupenda e a lei piaceva mescolare i suoi pensieri con quei puntini luminosi. Aveva sentito dei passi avvicinarsi e poi una voce.
“Aspetti una stella cadente?” gli chiese lui sedendosi vicino al fuoco.
“Sì, forse riesce ad esaudire il mio desiderio: farti sparire.” rispose lei senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
Ci fu un attimo di silenzio in cui si pentì di aver usato un tono così brusco, e lui non replicò.
Si girò su un fianco e gli chiese: “Perché non sei in tenda ad amoreggiare con la tua dolce metà?”.

Di nuovo era stata troppo acida, ma le parole le erano uscite di bocca senza nemmeno pensarci.
Rus scrollò le spalle e non le rispose.

“Ti ho portato una coperta, è umido, e non vorrei ti prendessi qualcosa, siamo solamente al secondo giorno” così dicendo le porse la coperta e lei lo invitò a sedersi al suo fianco.
Dopo quel gesto lei mise da parte un po’ del suo orgoglio e iniziò a parlare più tranquillamente.
Avevano troppe cose in comune per fingere che tra loro non ci fosse un reciproco interesse.

Nel giro di un mese lui le aveva rapito la mente, aveva creato una catena di fili invisibili con la sua.
Si cercavano, lui la chiamava nel cuore della notte per sapere com’era andata la giornata, lei teneva sempre il cellulare sul comodino aspettando che squillasse.
Per sei mesi era stata un’ amicizia perfetta, poi lui si era fatto più distante, qualcosa era cambiato, non la cercava più come prima.
Lei si era ritrovata a porsi molte domande e alla fine aveva deciso di confessare la sua attrazione.
“Mi dispiace ma da qualche settimana ho una nuova ragazza” rispose lui prima di rimanere in silenzio e riattaccare il telefono.
Blackout.

Dopo qualche tempo si fece risentire e per 4 anni il loro rapporto fu un rincorrersi di confessioni fatte in ritardo, silenzi, speranze e relazioni con altre persone.
Non riuscirono mai ad incontrarsi nel momento giusto.

In quel periodo era stato sempre lui a chiederle di incontrarsi e Dio solo sa quante volte poi le aveva dato buca, a volte senza nemmeno avvertirla e lei era rimasta lì ad aspettare per ore sperando nel suo arrivo.

Con decisamente troppe domande per la testa aveva deciso di dire basta.
Basta a quei tira e molla che all’inizio l’avevano incuriosita ma che alla fine non la stavano portando da nessuna parte.

Per un anno intero non si erano né visti né sentiti, poi un sabato sera tornando a casa all’una e mezza di notte ecco il messaggio che l’aveva spiazzata:
Ciao, come va? Una vita che non ci sentiamo! Riordinando delle vecchie scatole ho trovato delle cose che ti riguardano…perché non passi a trovarmi? So che sei curiosa.-

Non avrebbe dovuto rispondere a quel messaggio, come lui tante volte aveva fatto.
Ma lei era curiosa.
Maledettamente curiosa.
E ora si trovava su quel treno diretta ad un incontro per il quale si era già pentita di aver acconsentito.
Appoggiò la fronte sul finestrino e chiuse gli occhi mentre l’intro di Riders on the storm si confondeva con la pioggia che batteva sul vetro nell’attesa di arrivare a destinazione.

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Capitolo 4
*** Just a dream ***


Rientro a casa dal lavoro e lo trovo disteso sul mio letto.
“Hei che ci fai qui?” gli chiedo passandogli una mano sulla fronte e scostandogli i capelli dagli occhi.
“Credo sia venuto bene” dice lui fissando il soffitto e sorridendo.
Seguo il suo sguardo e scopro che il soffitto è parzialmente ricoperto da delle scritte azzurre che vanno a disegnare una forma triangolare.
Osservo più attentamente le lettere cercando di leggere cosa c’è scritto.
“È un codice!” dico a mezza voce girando la testa per seguire quel fiume di simboli.
“Jesse mi hai scritto un messaggio in codice?” domando sorpresa ed eccitata.
Mi guarda calmo e sorride “Sapevo ti sarebbe piaciuto”.
“Certo che mi piace! Dammi la chiave! Lo decifro in un attimo!” dico sedendomi sul bordo del letto non riuscendo a trattenere la curiosità.
Lui si alza lentamente appoggiandosi sui gomiti.
“Dopo. Prima c’è un’altra cosa che devo farti capire, che non ho avuto il coraggio di fare fino ad ora”.
Mi prende la mano e la alza a mezz’aria, fa passare le sue dita tra le mie per poi stringerle e attirarmi dolcemente a lui.
Il suo respiro così vicino, gli occhi fissi nei miei, vedo la sua decisione nello stesso istante in cui sento le sue labbra poggiarsi sulle mie.
Quel bacio atteso così a lungo.
Con un movimento veloce mi porta a sedermi a cavalcioni su di lui, le mani scivolano sotto alla maglietta, sui fianchi, risalgono la schiena fino al collo per poi ripercorrere lo stesso percorso a ritroso e stringermi ancora.
“Finalmente”

Ricopre la mia schiena nuda con il lenzuolo e mi stringe a lui.
Sono piacevolmente rilassata.
"Il messaggio è un md5 di una stringa in base64, sono tre versi di una canzone di "The dark side of the moon": se siamo così in sintonia come sembra ci arrivi velocemente." mi dice guardando il soffito.
Mi sciolgo da quel dolce abbraccio e mi alzo rapidamente.
"Dove vai ora?"
Torno a sedermi sul letto con il portatile sulle gambe.
"Non puoi aspettare eh?" mi chiede sapendo già la mia risposta.

Apro velocemente nel browser i testi di tutte le canzoni di "The dark side of the moon", scarto quelli meno probabili e mi leggo il testo di "Eclipse", non so perchè ma mi sembra quella più probabile. Eppure non riesco a raggruppare tre versi in modo sensato.

Passo così ad "Us and them", "Time" e "Brain damage: provo a codificare qualche verso ma non mi convincono troppo e infatti la stringa non corrisponde.
Penso di essermi fatta prendere troppo dalla fretta di risolverlo e di aver tralasciato qualcosa, torno così a rileggere il testo di "Eclipse" con più calma.
Questa volta i tre versi risaltano nel testo per quanto ovvi e so di averli trovati.
Li copio e li codifico in base64 e poi genero l'md5 ed ecco la stringa sul mio soffitto.

Lo guardo con un sorriso smagliante.
"Non pensavo l'avresti risolto così in fretta!"mi dice piacevolmente stupito.
Mi stringe a lui e mi bacia ancora, stringendomi il volto tra le mani.

All that is now
All that is gone
All that's to come

Eclipse - Pink Floyd

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Capitolo 5
*** Another dream ***


È seduto a terra a gambe incrociate con il pc su un tavolino basso davanti a lui.
Sono curiosa di capire cos'ha in mente questa volta.
Mi distendo anch'io al suo fianco, a pancia in giù appoggiando il viso sulle mani per riuscire a guardare lo schermo.
Vorrei fare delle domande ma lo vedo così concentrato che preferisco non disturbarlo.
Mi piace semplicemente sentire la sua presenza vicino a me.
Una mano si appoggia sulla mia schiena.
Non l'aveva mai fatto prima.
Cerco di capire quella sensazione strana, quel primo contatto tra i nostri corpi.
Inaspettato ma piacevole.
La mano scivola lenta sul fianco e poi decisa mi stringe a lui.
Ogni millimetro di pelle a contatto con la sua mi sembra bollente, quella stretta che parla più delle parole.
Alzo lo sguardo per guardare il suo volto ancora concentrato sullo schermo, non dice nulla e non abbassa i suoi occhi su di me ma mi stringe ancora di più a lui.
Una necessità.

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Capitolo 6
*** Lonely as you ***


L'asfalto caldo dopo un'intera giornata di sole mi scalda la schiena attraverso l'asciugamano.
Le canzoni più soft dei Foo Fighters nelle cuffie.
Il cielo blu, bello come sempre, con quei puntini luminosi così rassicuranti da guardare.
E la luce ancora più luminosa dello schermo del mio telefono che ad intermittenza si unisce ad essi nell'illusione di condividere il momento.
Quando in realtà vorrei semplicemente guardare alla mia destra e vedere il tuo profilo ammirare lo stesso cielo che guardo io.

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