Ruma

di SophieLeoman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Broccoli a caduta libera ***
Capitolo 2: *** Il risveglio ***
Capitolo 3: *** Cavalli in fuga ***



Capitolo 1
*** Broccoli a caduta libera ***


CAPITOLO 1
 
BROCCOLI A CADUTA LIBERA
 
“Aiuto! Arrivano! Ho bisogno di soccorso! Arrivano! Devo scappare! Fai presto! Aiut-” il messaggio, portato da un falchetto io adoro i falchetti, sono così dolciosi, così si interruppe con una goccia di sangue sull’ultima parola. 
 
Le Regine, separate da un muro e qualche metro, furono svegliate dalle guardie; l’ordine era di scappare, ma l’una non voleva andarsene senza l’altra.
“Dovete scappare Maestà! Narnia non è più sicura per voi. Dovete separarvi”
“Cosa? Perché mai?”
“Se vi trovasse unite sarebbe la fine. Porterebbe via la vostra energia vitale e ciò che rimane dei…delle vostre abilità, Maestà”
La guardia trascinò via la Regina, la quale riuscendo a liberarsi si precipitò dalla sorella Io non l’avrei mai fatto… Grazie!. La trovò, si abbracciarono, ma quell’abbraccio durò poco poiché vennero divise dalle guardie e allontanate per mai più vedersi.
 
“NONNAAAAA!!!”
“Cosa c’è mia cara? Vieni a sederti qui”
“Sai nonna, tra poche ore partirò, per la montagna”
“Oh, la montagna…bei ricordi…in soffitta è rimasto un piccolo scrigno molto importante, me lo porteresti? Dentro ci sono oggetti del mio passato” Quanti secoli fa?
“Ma certo nonna” Non è la favola di cappuccetto rosso, chiaro?
“Adesso vai, o farai tardi a scuola”
Alhena si alzò dalla poltrona, salutando la nonna, prese la cartella in fretta e furia e si diresse verso la scuola.
 
Alhena, insieme alla sua famiglia, partì con il treno delle 16:00 Liverpool-Lairg.
Quando finalmente arrivò, il sole era ridotto in un piccolo bagliore che illuminava l’orizzonte. Così cenarono e andarono a letto.
La mattina seguente Alhena, che non aveva nulla da fare (*tosse forte* come al solito *tosse forte*), pensò alla richiesta di sua nonna e decise di esaudirla, salì quelle scale che le sembravano interminabili (*tosse forte* scansafatiche *tosse forte*) e giunse davanti alla porta della soffitta.
Fece scattare la serratura della vecchia porta che si aprì cigolando.
Era una piccola stanza polverosa. I ragni avevano ricamato su fili di seta meravigliosi motivi per formare ragnatele Ma davvero? Ma questa è poesia! Ma no… non lo sapevo... RIDICOLO!; c’erano pochi scatoloni e un oggetto coperto da un telo bianco. Dopo di che si avvicinò agli imballaggi per controllare dove fosse lo scrigno della nonna e cercandolo, aprì tutte le scatole. Lasciò per ultimo un baule.
La chiave era fortunatamente infilata nella serratura, la girò finché la serratura non scattò. All’interno del baule però trovò meravigliosi vestiti d’epoca e non dell’epoca della nonna, bensì circa del Medioevo. Mi dovrei preoccupare? Be’ mantiene bene i suoi anni
Ne prese uno, il tessuto era resistente, di certo non come doveva esserlo un vestito millenario, Come la nonna? Magia? eppure non sembrava una copia, era perfettamente identico ad uno di quegli eleganti vestiti reali medioevali, così lo provò. Le calzava a pennello, giusto da aggiustare un po’ sul seno e sulla vita, l’unica pecca era la lunghezza della gonna.
Alhena prese anche il bauletto della nonna, questa volta della chiave non c’era traccia.
Lo posò e domandandosi come mai ci fossero tante cose interessanti nella soffitta, cominciò ad avanzare incuriosita verso l’oggetto coperto dal telo.
Appena fu abbastanza vicina accarezzò il telo Ma che schifo sa di topo… Ma cos…? e con mano decisa lo tolse Puff, nuvola di polvere, quello che poco prima era rimasto immutato per anni era ora per terra, ripiegato e sgualcito.
Il telo nascondeva uno specchio intero No a pezzi…, sui bordi era presente una decorazione antica e in cima un leone con le fauci aperte sorvegliava lo specchio
Alhena si specchiò e vide una ragazza dagli intensi occhi ghiaccio e dagli ondulati e scuri capelli lunghi, una ragazza che a molti sarebbe apparsa sensuale. Si avvicinò ancor di più e sfiorò lo specchio con un dito, O quanto sono bella...o quanto sono bella Muta devi stare!  in quell’istante le parve che dalle fauci del leone fosse uscito un sospiro e come per magia… Immaginazione? Pazzia? PSICOLOGOOO!!!!
 
“Peter, sei pronto? Caspian ti sta aspettando per la cerimonia” Si stanno per sposare, si stanno per sposare disse a gran voce Lucy. “Si vengo” rispose Peter guardandosi allo specchio mentre si posava Tutti vanitosi qui? delicatamente sulla testa la corona che lo proclamava Re di Narnia. Era il giorno della cerimonia di celebrazione dell’alleanza con Telmar grazie a Caspian X Boati di delusione, vogliamo una yaoi che aveva combattuto a fianco degli antichi re e regine quali Peter il Magnifico, bla bla bla Susan la Gentile, Edmund il Giusto e Lucy la Valorosa, che poi tanto vecchi non parevano. La mia sciatica
Indossava una veste regale rossa su cui dominava lo stemma di un leone, quale Aslan, Ma no? in rifinitura d’oro, il mantello color dello stemma calava dalle spalle a nasconder il fodero della spada, che ormai, per abitudine non abbandonava mai. Ammirò il risultato finale allo specchio Di nuovo? e osservò l’immagine di Aslan che padroneggiava sullo specchio, le sue fauci aperte sembrarono soffiare su di lui. Ffff, ffff, il micione è arrabbiato? Povero cucciolo
 
Lo specchio divenne come liquido, Alhena per prima cosa immerse la mano, il resto del corpo fu come spinto nello specchio da una forza superiore alla sua.
Un brivido la pervase e appena aprì gli occhi non ebbe il tempo di pensare che si ritrovò a cadere su di...di chi?
Si ritrovò per terra, anzi no, si ritrovò addosso ad uno sconosciuto, i suoi occhi si incrociarono con quelli azzurri di lui, le mostrarono la curiosità che in quel momento il biondo provava per lei. Mi dispiace deludervi, niente di sconcio Fece per aprire bocca ma la richiuse sorpreso Pesce lesso. Alhena si rimise in piedi e porse la mano al giovane che sorridendo disse “Solitamente è l’uomo a porgere la mano alla donzella” e così dicendo le prese la mano e vi poggiò le labbra. Schifo…schifo, bava, noooo
Poi lui la osservò, le sembrava cascata dalle nuvole, prima che ricominciasse a parlare per chiederle chi fosse, la ragazza parlò “Scusa… ma dove ci troviamo? E…tu chi sei? E perché indossi…” osservando le particolari vesti, compresa la calzamaglia, continuò “…insomma…cioè…” il suo sguardo si fece perso.
“Potrei aver ben il diritto di chiedervi il vostro nome e da dove siete venuta”.
“Per quanto possa io essere confusa, si potrebbe benissimo trattare di qualche…inganno!” girò furtivamente gli occhi a destra e a sinistra “Non sono tenuta a risponderti!”  aggiunse con tono di superiorità.
“Bene, se la mettiamo su questo piano… io sono Re Peter, il Magnifico, siamo a Narnia, ma questo dovrebbe essere ovvio… e adesso che sai chi sono e dove ti trovi…” la frase rimase sospesa “Ah, sì, per quanto riguarda i miei indumenti… non mi pare tu stia vestita molto diversamente”.
Alhena si guardò le vesti e studiò la situazione, anche se fosse stato un inganno, cosa poco probabile, anche se avesse detto il suo nome, cosa sarebbe cambiato? … e poi lo sconosciuto, Peter, era l’unico che poteva capire cosa succedeva, tanto valeva tentare. Noo, non ti fidareeee Ma prima che potesse proferir parola entrò un ragazzo moro che, rivolgendosi immediatamente a Peter, cominciò “Pete, è ora, dobbiamo andare e-” si bloccò notando Alhena e sul suo viso si dipinse un’espressione colpevole, così pentito disse “Ma cosa ci fa una bella ragazza nella stanza del Re con quest’ultimo che si sta vestendo? ...Pete cosa avevi intenzione di fare con lei?” disse preoccupato delle intenzioni del fratello Perché deve pensare sempre così male!. Sulle prime il maggiore non capì poi divenne rosso dall’imbarazzo e agitando le mani spasmodicamente disse “No, no, no…ma cosa ti viene in mente! È s-semplicemente apparsa da sola nella mia stanza cadendomi addosso!”
Edmund non pensava che il fratello fosse capace di tanta fantasia “Pete, non devi cedere al tuo istinto primordiale! …E comunque ci stanno aspettando tutti” disse andandosene.
 
Poi Peter si voltò verso la sconosciuta e le disse “Non-una-parola. Mischiati alla folla, dopo ne riparliamo con i miei fratelli”. Alhena alzò le mani in segno di resa e fece come ordinato dal presunto re. Io non credo proprio
 
La cerimonia ebbe inizio, cortigiani, fauni, centauri, animali parlanti… tutti erano presenti all’evento.
I Re e le Regine si avvicinarono maestosamente ai troni e sedettero.
Caspian si alzò e cominciò il discorso “Siamo qui presenti oggi, per onorare l’alleanza tra i due regni che d’ora in poi saranno uno. Mio zio, Miraz, ha condannato voi Narniani ad anni di sofferenze, e in più di una volta mi sono scusato con voi, ora mio popolo… Io, figlio di Adamo, come gli antichi re e regine di Narnia, mi impegno a proteggere questo popolo con me stesso e a stabilir-” bla bla bla
“AAAAHHHH!” il discorso di Caspian fu interrotto da un urlo che riecheggiò per tutta la sala. Una ragazza…dai lunghissimi capelli castani chiari e da occhi dolci color del miele, ma vestita molto strano, apparve, cadendo, in mezzo alla sala (*tosse forte*come un broccolo*tosse forte*).
Sfoggiava una gonnellina e dei calzettoni grigi, una camicetta bianca, un maglione e una giacca rossi su cui erano impresse delle iniziali, delle scarpe décolleté nere, una cravatta blu e gialla. Vabbè se capisce, ‘na divisa della scuola Portava a tracolla una cartella di cuoio ricolma di libri, e cadendo, i libri si sparsero sul pavimento marmoreo.
Si levò un mormorio dalla folla, i Re e le Regine si alzarono in piedi per calmare il popolo, ma erano anche loro allarmati. Si fece avanti il tasso Tartufello “Vostra Maestà?”
La ragazza, non essendosi ancora alzata, indietreggiò puntando il dito verso l’animale, esclamò “Un tasso...CHE PARLA! Ma che cos…”
“Ma Vostra Maestà!”
Alhena si fece avanti tra la folla, sbigottita e disse “Parli?!” Tutti i presenti si voltarono verso di lei.
Le due ragazze parvero accorgersi solo in quel momento che la folla era composta da centauri, fauni, minotauri e altri svariati animali. Ma io dico, ma non vi guardate intorno?
“Come fai a parlare?” continuò Alhena
“Maestà…con la bocca…suppongo” rispose il tasso
“Maestà? …Comunque lo so che parli con la bocca, grazie, ma…gli animali non parlano”
La folla cominciò ad agitarsi, finché Aslan non ruggì placando tutti. La ragazza, ancora per terra, sbarrò gli occhi dicendosi “Questo è un sogno, è solo un sogno…se non fosse così…vedi di calmarti. Sembra buono quel leone…almeno spero”, Alhena spalancò la bocca.
Il maestoso leone disse “Vi aspettavo…” Questo mi pare il giusto momento per… SCAPPARE!!! Calmo bel micione...
“Aslan, perché le due Regine son qui? Non che mi dispiaccia, ovviamente” chiese Tartufello
“Loro non sono le due Regine”
“Come? Non sono Diana e Jinevra, due delle Tre Sorelle Sovrane?”
“Cosa c’entra mia nonna?” li interruppe Alhena.
“Ogni cosa a suo tempo, mia cara” concluse Aslan, poi rivolto alla folla “Mi perdonerete, se non vi farò rimanere qui, dobbiamo parlare in privato, saprete tutto più tardi. Tartufello, Cimatempestosa, Ripicì, rimanete” E mi dovrei fidare?
“Anche Trumpkin, anche lui…per favore” intervenne Lucy avanzando.
Aslan acconsentì e la folla se ne andò insoddisfatta. E ce credo! Vi piacerebbe venir cacciati dal concerto del vostro cantante preferito?
“Susan guarda, quella ragazza indossa la nostra divisa. La divisa della scuola” sussurrò alla sorella
“Hai la stessa divisa della mia scuola” disse Susan alla ragazza senza nome, la quale si mise in piedi e guardò la sua divisa
“Ma io ti conosco, Susan ricordi? È a capo del club della scienza”
“Ah, sì, Lyla, giusto?”
La ragazza annuì.
“Come avete fatto ad arrivare qui?” proseguì la Gentile.
Alhena raccontò la sua storia, poi Lyla disse “Non posso parlare scientificamente, perché non so proprio come tutto questo sia possibile. Prima di finire qui, mia nonna mi diede un anello” la ragazza lo mostrò, era d’oro con un leone dagli occhi di rubino e le fauci aperte. Proseguì “lei mi disse di usarlo solo quando volevo evadere dal mondo, quando volevo stare sola e quando sognavo di andarmene da qualche parte. Quel momento giunse e appena sfiorai l’anello, il leone su di esso ruggì e il seguito lo sapete”
Subito dopo Susan svenne, lasciando gli altri perplessi e preoccupati. L’ultima cosa che vide fu Peter che urlava il suo nome.
 
 
Note delle autrici 
Ciao! Siamo Sofy e Giuly, vi presentiamo questa nostra storia. Speriamo vi piaccia!
Ps: questa storia segue i libri tranne per l’età dei personaggi, in quanto ci basiamo sui film.
                                                             Ospite di questa settimana Chiara!

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Capitolo 2
*** Il risveglio ***


CAPITOLO 2

IL RISVEGLIO
 
“2 giorni all’equinozio di primavera
I miei studi procedono discretamente. E meno male! Da quando sono stato privato del braccio sinistro Fantastico! in battaglia, per ora lo studio è l’unico modo per dimenticare la ragazza. Ho recentemente scoperto che, durante l’equinozio di primavera, nella pianura della Guerra d’Inverno, dove combatterono gli antichi re di Narnia contro la Regina Bianca, la Luna si troverà allo zenit. Penso possa essere un segno. Mi recherò sul posto per raccogliere campioni, ho intenzioni di studiarli per raggiungere finalmente dei risultati entusiasmanti.
Le mie ricerche non sono infondate e tra due giorni ne avrò la prova.”

 
Moter raggiunse la pianura di sera, la luna era fredda e la sua luce rischiarava la vallata.
Girovagò, studiò, appuntò sul suo taccuino le ipotesi che si proponeva.
I suoi zoccoli tastavano la consistenza del terreno.
Si ritrovò in una radura, gli alberi la circondavano come le sbarre di una cella e al centro era posto un simbolo particolare. No comment. Scritto troppo bene u.u
La luna si trovò parallela al simbolo e questo risplendette e pian piano si diramò, per tutta la radura. Il centauro cercò di spostarsi, ma ovunque andava, la luce lo raggiungeva. Luce dei miei occhi
L’astronomo cominciò ad appuntare sul suo taccuino, sentiva fluire l’energia dalla terra attraverso il corpo. Si chinò e percepì la fonte di energia: era la luna, l’energia veniva catturata dal sigillo e illuminò la radura.
Si avvicinò come attirato dalla magia racchiusa dal sigillo, portò d’istinto la mano al terreno.
Lo pervase un’energia inimmaginabile, si sentì capace di dominare gli elementi, si sentì più potente di Aslan stesso, venne portato all’assuefazione.
Non riuscì a strapparsi all’orribile destino che lo attendeva, fino all’ultimo ebbe la possibilità di interrompere il flusso di magia, ma non ne fu capace…non riuscì a scappare via da quel luogo. Questa si chiama extasyyyyy. #overdosetime
Sono così stupidi questi esseri, rapiti dal potere, assuefatti dalla sensazione di poter sottomettere il mondo, si nutrono di ricchezze materiali e non di ciò che sono i veri valori, sono come rapiti dal poter essere superiori, e quando lo diventano non capiscono di non avere niente, nessun potere, nessuna ricchezza, solo l’amarezza della propria ignoranza.
L’anima del centauro venne risucchiata Rosicchiata dal terreno, il suo corpo inanimato si dissolse.
Dal terreno emerse una figura terrea, con due occhi pazzi e tormentati. #colpodiscenatime La finisci?! :-( ...no... :-)
 
A palazzo si recarono dottori da tutti Narnia, studiarono la situazione di Susan, ma non capirono da dove provenisse il suo malessere. Meno male ...:| La Regina era costretta a rimanere a letto, era debole e non riusciva a riprendersi, al contrario, sembrava perdesse forza perfino in momenti di riposo.
I fratelli Pevensie erano intorno al letto della sorella sofferente.
Aslan irruppe nella stanza (*tosse forte* era ora *tosse forte*), percorse la sala fino ad arrivare di fronte al letto a baldacchino, ispezionò la malata, assunse un’espressione addolorata, sospirò, alzò lo sguardo verso i giovani e dichiarò “È tornata. Ora si sta nutrendo dell’anima e della forza di vostra sorella, poiché pura. Sicuro? E sono le anime pure che le recano energia. Se volete salvare vostra sorella, dovete trovare un cristallo e distruggerlo…”
“Ma?” disse Edmund “C’è sempre un ‘ma’ dopo cose del genere” Obv
“Ma sarà necessario ferirla o utilizzare un oggetto che ha assorbito il suo sangue di ghiaccio” proseguì “Loro dovranno seguirvi, saranno di massima importanza”
E come era entrato se ne andò. Quanto lo odio quando fa così... Davvero?
Lucy scattò in piedi e corse dal leone gridando invano “Loro chi? Perché saranno di massima importanza? Dove è il cristallo? Perché tanti enigmi? Che succederà se falliremo?”. Le arrivò solo un sussurro come risposta all’ultima domanda ‘Morirà’ YEEEEEEEEEEE Ma cos... . Cadde a terra e cominciò a singhiozzare. Peter raggiunse la sorellina. Era il maggiore e non era riuscito a proteggere la sua famiglia…si sentiva responsabile…un peso lo opprimeva e gli pesava sul petto. Come era potuto succedere?...Cosa poteva fare?… Quante domande... chebarbache noiachenoiachebarbachebarbachenoiachenoiachebarba Sicuramente doveva distruggere quel cristallo, l’unico modo possibile per salvare Susan. Il suo viso non faceva trasparire alcuna emozione, se solo l’avesse permesso avrebbe pianto e non poteva permetterlo, o non si sarebbe rialzato. Inoltre doveva in qualche modo dar speranza ai fratelli che contavano in lui, specialmente Lucy.
Così si chinò sulla piccola e la abbracciò aaawwww che cusholooo #freehugs, in mezzo al corridoio ad accarezzarle i capelli e a consolarla sussurrandole parole speranzose, anche se in quel momento non sapeva se stava rassicurando Lucy o se stesso.
Appena Lucy si fu addormentata, il fratello la portò fino alla sua camera, la pose sul letto e uscì dalla stanza chiudendo la porta silenziosamente.
In quel momento apparve Edmund, si avvicinò al fratello, gli pose una mano sulla spalla e disse “Peter, io sono qui con te, non devi portare questo peso da solo” Di nuovo aaaawwwww Copiona
“Vedi Ed, sono costretto a portarlo, mamma vi aveva affidati a me e non sono stato capace di prendermi cura di voi, non ho creduto a Lucy, non ti ho capito e ti ho permesso di allontanarti da noi per andare dalla Strega Bianca, sei quasi morto e adesso” sospirò “Susan. Sono il maggiore e ho il dovere proteggervi, in qualunque modo, non potrei mai sopportare di perdere uno di voi, darei me stesso piuttosto.” Che modesto..
“Peter, non pensare a ciò che è successo, perché alla fine hai seguito Lucy, hai salvato me e riusciremo a salvare anche Susan” lo consolò Ed.
“Non lo so, è tutto così complicato. Ho paura.”  COSA?! Illuso, lo ammette perfino davanti al fratello Perchè illuso?! Perchè mi piace la parola, problemi?! Mh...si(?) NO! Hai ragione tu Ovviamente
Edmund si accorse che il fratello non aveva mai espresso le sue debolezze davanti a lui, era riuscito a crescere, ad ottenere la fiducia del fratello con cui era stato sempre in disaccordo.
Ce l’aveva fatta, grazie ad Aslan, a Narnia, ma anche a Peter, così confessò “Mi hai aiutato a crescere.” lo fissò negli occhi lucidi “Ce la faremo… insieme” e così dicendo gli diede un abbraccio fraterno. Ma non è da Ed! Ciccia
“Grazie” Ma cos... aaawww
 
Alhena venne condotta in una stanza, le dissero di riposarsi e che la cena sarebbe stata servita al tramonto. Ma non ascoltando le chiacchiere (ovviamente), sgattaiolò via dalla camera e andò in esplorazione.
Mentre vagava per gli infiniti corridoi notò una porta socchiusa ed entrò. Prima regola: non fidarsi delle porte socchiuse
Lyla si girò appena sentì la porta aprirsi: era la ragazza che come lei era apparsa a Narnia. “Dove hai preso i vestiti? Te li hanno dati loro?” chiese ad Alhena che rispose “Veramente li ho trovati in un baule dove la nonna conservava i ricordi. Però sono scomodi e ne stavo cercando di nuovi.” Le osservò i vestiti e riconobbe l’incomodo del portarli, potevano evidenziare le forme del corpo, ma Alhena, come lei, preferiva l’agio alla bellezza e si incamminarono insieme in cerca di vesti comode. Nonostante fosse una bellissimissima... Giu, non vaneggiare!
Vagabondarono per il castello e arrivarono in lavanderia Esistevano già?, dove c’erano sia vestiti ricchi che poveri. Lyla sussurrò alla compagna di bravata “Qui si che possiamo trovare ciò che cerchiamo. Guarda questi pantaloni, sono resistenti e comodi. Certo, non saranno il massimo esteticamente, ma  sicuramente andranno alla perfezione per ciò a cui aspiriamo” così li indossò al posto delle calze e della gonnellina. Come risposta Alhena adocchiò una camicia da uomo, morbida ed elegante, forse un po’ grande, e la provò. L’altra ridacchiò e disse “Io non la metterei, a meno che tu non voglia fare il giullare di corte”. La corvina fu contagiata, cominciò a ridere e a vagare tra i vestiti appesi. Prese capi a caso e ne porse alcuni alla nuova amica. Li provarono tutti, ridendo l’una dell’altra. Alla fine Alhena trovò il modo di rendere la camicia perfetta all’uso che voleva farne, si provò un corpetto sopra il capo e fu pronta. Il corpetto le evidenziava il vitino e la camicia, parzialmente sbottonata, faceva intravedere la scollatura. Provò anche lei dei pantaloni che abbinò a degli stivali in pelle. E ovviamente era uno schianto anche conciata in quel modo... Giu, che ti ho appena detto? Uff...
Lyla invece trovò in reparto sartoria la parte superiore di un vestito, senza gonna, lo indossò. Le stava una meraviglia, No non è vero... Giu! Basta... le aderiva sul petto, facendo risaltare le morbide curve del seno, ...a- Non fiatare la vita era cinta da una sottile cintura, le maniche finivano con un piccolo sbuffo all’altezza dei gomiti. Si lasciò i pantaloni e aggiunse degli stivaletti, anche i suoi di pelle.
Uscirono di soppiatto ridacchiando e parlando delle novità assurde.
Raggiunsero un’enorme stanza vetrata, la luce del tramonto filtrava attraverso i vetri e la illuminava di una luce incantevole, doveva essere il salone da ballo.
Appena si accorsero del Sole calante, si ricordarono della cena e cominciarono la corsa per il palazzo in cerca della Sala giusta.
Fecero una sosta per riprendere fiato, quando passò davanti a loro il Magnifico che le guardò di sfuggita, poi tornò indietro e disse loro “Ma quella non è la mia camicia?” indicando Alhena. Lyla guardò l’amica, guardò Peter e disse, accarezzandosi il mento “Può essere…”. L’altra, quando il Re aprì la bocca per proferire parola, aggiunse “Bene, è ora della cena. Andiamo” e trascinò Lyla in una direzione qualunque.
“Dove state andando? La sala da pranzo è dall’altra parte” disse Peter.
“Sì, lo sappiamo” ribatté Alhena.
“Davvero?”
“Ovviamente…no”
“Venite” sospirò “per di qua” e le condusse per la retta via. Che bravo ragazzo...
 
Mangiarono in silenzio.
 
A fine cena furono condotte da Peter verso i propri alloggi, il quale, quando Lyla fu entrata nella sua stanza, si rivolse ad Alhena “Rivoglio la camicia”. Te lo scordi, pezzo di manzo pazzesco! Giu, ma cos..?
E lei in tono di sfida “Non la riavrai mai”. Poi, con fare ironico, si inchinò al cospetto del Re dicendo “O vostra altissima benevolenza, illustre Re di Narnia” e si addentrò nella stanza prima che Peter  le rispondesse a tono.
 
La mattina seguente i fratelli Pevensie e Caspian si riunirono in consiglio, rifletterono sulle parole di Aslan e giunsero alla soluzione di partire per trovare il cristallo.
“Parlava della Strega Bianca, senza dubbi…il sangue di ghiaccio…si rivolgeva a lei” cominciò Peter.
“Si, ma chi intendeva con loro?” Si intromise Lucy.
“Ci sarà un motivo per cui sono arrivate straniere come noi dal nostro mondo” aggiunse Edmund perspicace.
“Penso anche io la stessa cosa” aggiunse Caspian.
“Ma siamo sicuri, non possiamo metterle in pericolo! Perchè no? Nonostante…” ‘Mi piacerebbe vedere Alhena piegarsi di fronte ad un problema invece di averla vinta sempre lei’ Pensieri davvero cavallereschi pensò Peter.
“Nonostante?” chiese Caspian.
“No niente…pensieri” si interruppe imbarazzato.
“Sono senza dubbio loro, non accade niente casualmente…il caso non esiste” sospirò Lucy.
“Quando si parte?” disse Edmund.
“Adesso” Adesso? Adesso. rispose prontamente Peter.
Poi da oltre la porta giunse un sonoro “Cosa?” e subito dopo un sospirato “Zitta, idiota”  poi la voce che aveva appena parlato si poggiò sulla porta che si aprì e dietro due imbarazzate Lyla e Alhena, che guardandosi, si girarono lentamente verso il pubblico, colpevoli. Ma quanto so intelligenti queste due?
“Stavamo cercando...emh…la Sala da…Gioco” Shi... Ceeeeerto... disse stupidamente Alhena.
“La Sala da Gioco? Sul serio?” sussurrò l’altra trattenendo un sorriso, ma cedendo ad una sonora risata che a poco a poco contagiò Alhena.
Diventate serie (più o meno), dissero all’unisono “Scusate” ma mantenendo un sorriso accennato.
“Abbiamo clandestine” esclamò il moro guardando la scena divertito.
“Ora che sapete, preparate i bagagli. Ne parliamo dopo” aggiunse Peter.
“Partire per dove?” chiese innocentemente la corvina Innocentemente...ah-ah .
Partirono occhiatacce sia divertite sia severe indirizzate alla giovane che sostenne gli sguardi senza esitazione; non avrebbe mai ceduto “Allora? Dove si va?” continuò lei.
“Si parte all’avventura” rispose l’amica assottigliando gli occhi.

 
Note d’autrici
“Il caso non esiste” 
                                 Cit. Oogway

Scusate…ci stava troppo bene…
 
Sofy Giuly
                                                                      con la speciale partecipazione di Aslan
 

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Capitolo 3
*** Cavalli in fuga ***


CAPITOLO 3
CAVALLI IN FUGA
 
Mentre il gruppo camminava e mentre Peter e Caspian spiegavano dove si sarebbero recati, Alhena notò una porta molto attraente Ma mai quanto PeteQui di attraente ci sono io... . Così diede una gomitata a Lyla che la seguì oltre la soglia di quella porta. Dobbiamo ripetere la prima regola?
Era una stanza colma di armi, vesti, quadri, bauli e libri.
 
Aslan apparve misteriosamente innanzi ai quattro giusto il tempo per dire “Vedo con piacere che avete perso le nostre ospiti” MUAHAHAH L'ultimo che ha perso degli ospiti è stato Mufasa Ma cos... . Questi si girarono di scatto e non trovandole cominciarono a cercare le due (*tosse forte* pecore *tosse forte*). Ma queste erano ben lontane dall’idea di tornare da quel luogo intriso di magia.
 
Lyla e Alhena ammirarono l’enorme e fulgida creatura Chi io? , da cui non riuscirono a staccare gli occhi Okay, sono sicuramente io . Scosse la criniera e la stanza si risvegliò Ho sempre saputo di avere dei capelli magnifici , le luci si accesero e ci fu più vita. Le due spalancarono gli occhi e osservarono la magia Che onore . Il sangue fremette al suono della voce più fiera mai udita Mi farete commuovere La smetti? La smetti. Guarda che tu non c'entri niente... a proposito, che cavolo ci fai qui?! ... “Ora Narnia ha bisogno di voi, non sapete il perché, ma lo sentite nel cuore Ah-ah. Ancora non conoscete questa terra, sarete guidate a scoprire le sue meraviglie. Dovrete difendere Narnia e voi stesse, per questo a malincuore vi porgo i miei doni u.u .” Fece una piccola pausa per avvicinarsi a un oggetto particolare "Questo, Lyla, era di tua nonna, è un arco molto resistente e possiede una sua anima, tienilo con cura” Non capisco...che c'entro io con queste armi, bellissime d'altronde... Ma non ha ancora capito che lui non fa parte della storia? A quanto pare, la stupidità è pari alla bellezza Che illuso . Il legno di tasso aveva subito una lunga stagionatura che gli aveva permesso di ottenere un’ottima flessibilità come anche elasticità. Gli intarsi particolari che ricoprivano i flettenti erano stati intagliati da grandi falegnami di un’epoca ormai remota, i puntali erano in corno. La corda invece era un’intreccio di crini d’unicorno, resistente, elastica, magica.  L’arco stesso era stato cantato dall’albero di cui è figlio, il suo nome era 'Phoenixos'. 
 La faretra riprendeva l’immagine della fenice, una creatura che rinasce dalle proprie ceneri, dominatrice del fuoco e creatura protettrice Guarda, non lo sapeva nessuno u.u... . Questa aveva il potere di non esaurire mai le frecce, ricreate dalle ceneri delle frecce che ospitava. “Lyla, tu sarai come la fenice alata che proteggerà dal cielo coloro che ama Me Ma cos... Non credo proprio .” Porse a Lyla l’arma che la ammirò, accarezzò le rifiniture e percepì il potere fluire dal legno a lei. Pose la mano sull’impugnatura e soppesò l’arma. Le labbra si schiusero ad emettere un suono, 'Phoenixos', e sentì una corrente percorrerla. Quell’arma e lei erano destinate ad essere unite, e quel legame non si sarebbe mai spezzato. Aslan scrutò Alhena Chi è Aslan? Mi state nascondendo qualcosa? “L’arma di tua nonna è stata spezzata dalla sorella, ne soffrì molto. Ora ti consegno una spada, forgiata dalle stelle e da Ramandu, possiede il potere della luce, del fuoco e del cielo 
#setedipotere Ah, ora gli hashtag si eh? Obv . Quest’arma combatterà e ferirà, infliggerà ferite mortali, recherà morte e distruzione.”  La lama era sottile e leggera, adornata da fregi e recava un’iscrizione nella lingua delle stelle “Quando sarai pronta ne capirai il significato” Sicuro. Cosa? Eh? Niente. Il forte presentava uno sguscio all’estremità anteceduta dai denti d’arresto che formano il ricasso. L’impugnatura elaborata era da una mano e mezza per cui la poteva usare con una mano o in caso si voglia impiegare più forza poteva usarle entrambe, il codolo anteposto al pomolo Ma vogliamo parlare di questi termini? Ok, allora, in una spada il pomolo è quell'elemento- Jace, era ironico in cui era raffigurato un germoglio al cui interno recava una stella, una pietra di immensa lucentezza, l’elsa si completava in una guardia affusolata, nel complesso un’arma maneggevole e leggera. Poi continuò rabbuiandosi “Avrei preferito non dovervi consegnare questi doni mortali Mi sono perso qualcosa, non si chiamavano strumenti mortali? O mamma mia , ma non potrete farne a meno.” D’improvviso Aslan scomparve lasciando le ragazze allibite e senza spiegazioni.
 
Alhena dimenticò tutto ciò che la circondava, si concentrò sulla spada. Inizialmente non percepì niente, ma a poco a poco in lei crebbe una strana energia, si sentì potente, oh sì, molto potente, sentì il fuoco di una stella bruciare dentro lei.
Il flusso di pensieri venne interrotto da un rumore; Lyla aveva raggiunto un baule, lo aprì e fu colpita da ciò che conteneva. Cominciò a curiosare finché non trovò due coltelli identici dalla punta allungata e aguzza. L’elsa era interamente in metallo rivestito in polimero color legno con decorazioni dorate, i cui pomi di chiusura in metallo dorato. Il momento in cui Lyla diventa Legolas
Le lame con incisioni dorate a rilievo nella parte centrale, erano sicuramente usate per sferrare colpi veloci e precisi. Li prese e li saggiò, le piacquero subito, pensò che magari li avrebbe potuti prendere in prestito, nel caso si trovasse a dover combattere corpo a corpo. Li pose e li porse nella faretra data la forma allungata delle lame.
Alhena, ancora sbigottita, seguì l’amica finché non notò un particolare oggetto nero. Si avvicinò e lo prese. Era un set di pugnali ben conservati, ce ne erano da lancio e da combattimento. Ne prese uno, era semplice, ma utile e di buona fattura, spolverò la lama e si specchiò ... ... . Sempre la stessa ragazza…si era stancata della sua identità…gli occhi svegli da cerbiatta studiavano il riflesso, frenetici di trovare cambiamenti. Scrutò gli altri pugnali, ne selezionò alcuni da tiro, ne pose due negli stivali, tre nascosti dalla camicia nella cintura, poi prese con cura il primo pugnale, lo rinfoderò e lo agganciò anch’esso alla cintura sul lato destro, il sinistro era occupato dalla spada A quanto ho capito tu sei bella, abile e sai usare le armi? Sei una me al femminile, solo che io sono meglio... . Prese un pugnale a caso dal set, ci giocherellò tirandolo e riprendendolo al volo, quando lo afferrò di scatto e fulmineamente lo lanciò verso Lyla. Le accorciò una ciocca di capelli e si conficcò nella parete. Lyla la guardò spaventata “Mi stavi per uccidere, te ne rendi conto?! Maneggi un’arma per la prima volta e che fai?! La provi ad usare a discapito della vita altrui?!”
Alhena finse una faccia innocente e poi con un sorriso sghembo “Non avevo intenzione di ferirti”
“Lo spero”
“E comunque non ti avrei potuto ferire nemmeno ad occhi chiusi… chi ti dice che stavo usando il pugnale per la prima volta?”
“Il fatto che mi stavi per uccidere!”
“Ognuno ha i suoi segreti, tu sei portata per le scienze… io per la lotta, mi allenavo spesso a Londra” sorrise furbamente e continuò “Prendi il pugnale e tienilo per riserva, non si sa mai. Ti insegnerò strada facendo”
 Lyla tirò via con forza il pugnale dalla parete. Quando riuscì a staccarlo, si sbilanciò lievemente all’indietro per poi riequilibrarsi e sommessamente disse “Wow... grazie”. Notò i capelli e divenne rossa di rabbia, una ciocca era più corta Brava! *applaude in modo ironico* “I miei capelli! I miei bellissimi capelli!”
“Calma, calma…non è così grave, non si nota nemm-” Colpo basso, i capelli non si toccano Concordo, i capelli sono sacri Ben detto Seriamente? Cioè, concordi con lui? Con lui?! Be'... per i capelli *si allontana*
“Ma ti sei impazzita del tutto?! Che cavolo ti dice quel nanometrico cervello?! Razza di microcefala! Sai quanto c’ho messo per farli così lunghi?! Li hai accorciati notevolmente, ci metteranno almeno un anno a ritornare come prima, anzi un anno e una settimana! Questa l’hai fatta grossa!”
Mentre Lyla continuava a blaterare contro colei che puntualmente la ignorava, pensò sussurrando “Perché non hai un nome?” rivolta alla spada, quando le venne un pensiero in mente ‘E se fosse colui a cui appartiene l’arma a dover dare il nome a questa?’. Ci ragionò e trasse le conclusioni che il suo pensiero dovesse essere giusto. Pensandoci, ammirò la spada, sfiorò le rifiniture. I polpastrelli saggiarono la delicatezza dei fregi, ma percepirono inoltre la potenza dell’arma.
Alla fine decise ed esclamò a gran voce “Aranel!” e in quell’esatto momento la porta si spalancò rivelando un Edmund affannato “Come vi è saltato in mente di sparire in quel modo?” poi, notando i doni “Ma cosa è successo qui dentro?”, notando i capelli di Lyla “Cosa ti è successo?”, si girò sporgendosi nel corridoio “Sono qui, le ho trovate!” e aggiunse quasi parlando a se stesso “Stranamente non ricordavo questa stanza”. “Perché non lo chiedi ad Alhena?!” rispose la ragazza dai capelli tagliati, la quale uscì dalla stanza furiosa non prima di dire “Visto?! Si nota!” alla presunta amica che si limitò a sorridere nervosamente e ad alzare le spalle.
Quando tutti furono messi al corrente dell’accaduto e dopo aver chiarito la faccenda della riunione privata a cui le due avevano assistito di nascosto, si diressero tutti verso le proprie stanze per ordinare i bagagli.
 
Si ritrovarono difronte al ponte levatoio, sia Alhena che Lyla dovettero farsi prestare il necessario dalle cortigiane, e diciamolo… andarono a fregare qualcosa di comodo anche in lavanderia.
Lyla era ancora incavolata nera con Alhena, secondo la quale non c’era nemmeno bisogno di chiedere scusa per una cosa così stupida Io non credo proprio , poi ripensò che anche lei per farli crescere, perfino più lunghi di quelli di Lyla, le ci erano voluti anni e anni. Così si avvicinò all’amica che non la degnò di uno sguardo, e sussurrò velocemente “Scusa se ti ho tagliato i capelli”, così Lyla girandosi “Cosa hai detto?”
Scusa se ti ho tagliato i capelli
“Mi spiace, mi sfugge ciò che hai detto”
“Scusa se ti ho tagliato i capelli” scandendo leggermente le parole Amplifon, i primi trenta giorni è gratis 
“Mi può quasi andare bene”
La colpevole si irritò del comportamento e quasi urlando “Ti ho chiesto scusa, maledizione!”
L’altra sospirò con un sorriso soddisfatto sulle labbra, poi propose “Prendiamo i cavalli?” Ma una moto a energia demoniaca? Di quelle che volano... Ci impiegate meno tempo se viaggiate di notte! Sorry, ne sono a corto Inoltre non ti possono sentire... è quello il bello muahah
“Si, le stalle sono oltre il cortile” rispose Caspian indicando la via.
Attraversarono il verde cortile, un pozzo circondato da siepi curate e un porticato da cui partiva il selciato che proseguiva verso le stalle. Un edificio isolato si ergeva alla sua fine, c’erano recinti e sgabuzzini attorno, un magazzino molto capiente conteneva redini, cavezze, selle…
Entrarono e trovarono tutti i finimenti lucidi e puliti. I compagni cominciarono a spartirsi le selle e le briglie.
“Voi potete prendere quelli lì, sono di Atos e Calypso, saranno i vostri cavalli” disse Edmund alle due ragazze.
Lyla chiese inopportuna “Ma non potevate far preparare i cavalli dai servi?”
“Penso che questo si chiami sfruttamento E che c'è di male? Caso perso Già... , e in questo regno ognuno deve essere padrone delle proprie cose, dico bene?” le si accostò Alhena.
“Dici bene” sorridendo Ed.
Lyla e Alhena si attrezzarono del necessario per sellare i propri cavalli e si diressero verso le stalle.
“Quello tuo Lyla, è quello pezzato bianco e baio, Atos, mentre la tua è la giumenta baia con le calze nere, come la criniera, si chiama Calypso… sapete sellare un cavallo, vero?” chiese Caspian.
Le due insieme “Più o meno”, con un sorriso ebete stampato in faccia.
Così appena Caspian e Edmund ebbero finito di sellare i propri cavalli si avvicinarono alle ragazze, e cominciarono ad aiutarle.
Alhena era già arrivata a buon punto, Caspian dovette fare poco per completare l’opera.
Il vero guiao lo fece Lyla che per non mostrarsi troppo ignorante aveva spiato da Alhena, che anche lei non è che ne sapeva molto di più. Il fatto è che, impicciandosi con staffe, legacci e cinghie varie, il cavallo era sfuggito al controllo irritato, e questo, dopo aver spaventato anche il pony di Trumpkin, era scappato fuori la stalla seminando panico presso altri cavalli. Edmund corse dalla sua giumenta grigia e con un salto si issò sulla sella, la spronò e seguì il percorso tracciato da Atos.
Si trovò a rincorrere quel maledetto cavallo quando scorse una macchia bianca proveniente da est, appena fu più vicina riconobbe Peter su Axel, una creatura parlante, esattamente un unicorno. Adesso erano due ad inseguire il fuggitivo.
Lyla, maldestra com’era, inciampò su Alhena nell’uscire dall’edificio per rendersi conto di ciò che aveva combinato. Quando si rialzò, diede una mano ad Alhena e cominciarono a correre verso l’uscita. Osservarono la scena della cattura l’una vicino all’altra. Notarono anche l’arrivo di Peter, che montava a pelo, senza sella su un magnifico esemplare di unicorno, candido come la neve.
Peter ed Edmund tornarono con Atos, che, ridiventato mansueto, venne sellato e dopo aver fissato i bagagli sulla sella, Lyla montò.
Partirono al tramonto Non temerai i terrori della notte, nè la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a messogiorno. Mille cadranno al tuo fianco, diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire Santi numi Ma che dici? Ma che c'entra? , Alhena su Calypso, Lyla su Atos, Peter su Axel, Lucy e Ripicì su Sherlock, un pezzato nero e bianco, Trumpkin con Tartufello (praticamente avvinghiato a causa della sua paura dei cavalli, non riusciva a montarli, non erano stabili, e poi era un tasso! Non poteva montare su uno di quei… cosi traballanti. Lo obbligavano a starci sopra con scuse come “Ma si va più veloci” o “Dai che è mansueto” o addirittura “I cavalli non mordono”ma lui lo sapeva che non era così…una volta Sherlock ci aveva provato) sulla crema Blaska, Caspian su Nadir dal manto nero come la pece, e infine Edmund su Poppy. Poppy... sul serio?! Che nome ridicolo! Poppy... no comment 
Poppy, si proprio Poppy, perché dovete sapere che non scelse Edmund il nome della sua giumenta, bensì sua sorella.
Era una limpida giornata primaverile, Peter gli si era avvicinato di nascosto e lo aveva buttato a terra per fare la lotta, Ed rimasto sorpreso “Che ti salta in testa?” poi “L’hai voluta tu” e aveva cominciato a prepararsi al colpo e a sferrarne un altro. Dopo, Lucy era andata da lui e gli aveva portato questa giumenta. Ed era rimasto a bocca aperta del regalo; Peter aveva il suo unicorno, Lucy il suo Sherlock, perfino Susan aveva la sua Nike, solo lui non aveva un destriero. Mentre fantasticava sul nome adatto per quel cavallo, Lucy se ne era uscita con “Sai… si chiama Poppy”. Edmund si era girato e con voce incredula “Poppy?...Veramente?” “Si, ti piace?”. Il fratello deglutendo aveva assentito, ma appena Lucy se ne era andata aveva cominciato a riflettere ‘Poteva il cavallo del re chiamarsi Poppy? Ma daiiii….uffa’.
Ma si deve sapere che con il tempo Edmund si era affezionato talmente a Poppy che una volta al giorno le andava a farle visita portandole una carota, il suo sfizio preferito, e le accarezzava il retro delle orecchie come piaceva a lei.
 
 
Note d’autrici.
Ebbene si, siamo tornate con questo nuovo capitolo pieno di pecore smarrite, coltelli volanti, cavalli impazziti e- Poppy! Si...ok
Speriamo vi sia piaciuto e al prossimo capitolo!

Giuly Sofy
                                                                 
Con lo speciale dono della presenza del bellissimo, abilissimo, fortissimo... Jace!
 

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