Pitturiamo?
Pitturiamo?
“Sei proprio sicura Hailie?” le domandai per l’ennesima volta
“Si, Holly. Sicurissima” rispose scocciata
“Molto bene. Andremo subito! Preparati, si esce a comprare il
materiale” l’avvisai uscendo dalla stanza con un sorriso “Avvisa Lainy e chiedile se vuole venire con
noi, anche se, per la sua camera, abbiamo già acquistato tutto settimana scorsa”
A
me toccherà la parte difficile … farlo sapere a tuo padre!
Percorsi veloce il lungo corridoio che portava all’ala est
della tenuta. Lo avrei trovato, come al solito, rinchiuso nel piccolo studio di
registrazione intento a ideare e comporre nuova musica.
Era assurdo come quella villa fosse vasta e provvista di
tutto. Era una proprietà immensa perché oltre all’immobile, che constava di
centinaia di metri quadrati, vi erano anche un campo da basket, una piscina, un
piccolo laghetto artificiale, un sproporzionato giardino e l’area del gazebo,
dove si poteva cucinare all’aperto. Insomma ci si poteva benissimo perdere.
Assurdo!
Scossi la testa e mi accorsi di essere arrivata a destinazione.
Mi avvicinai alla porta e respirai a fondo.
Lui detestava essere disturbato mentre lavorava, lo sapevo
bene. Era stato intransigente sulla questione fin dall’inizio, le poche volte
che mi ero azzardata a disturbarlo per chiedergli consensi o pareri mi ero
dovuta sorbire una sceneggiata lunga dall’Egitto al Canada.
Ma questa volta era diverso, ero giustificata. Si trattava
delle sue figlie e anche su questo punto era stato più che lineare.
Ogni spostamento, ogni decisione, ogni inconveniente,
pensiero o desiderio che riguardasse le sue figlie lui voleva esserne
informato. Anzi era mio dovere tenerlo aggiornato, un obbligo a cui non potevo
sfuggire.
Presi un altro respiro profondo e bussai alla porta. Mentre
aspettavo che venisse ad aprire notai la musica che soffusa proveniva dalla
stanza.
“E’ aperto!” abbaiò la sua voce
Misi la mano sulla maniglia e la piegai, aprendo così la
porta. Feci qualche passo ed entrai all’interno.
“Maledizione Holly, quante volte ti ho detto che non voglio
essere disturbato mentre lavoro? Cos’è? Sei sorda, per caso?”
Il suo tono arrabbiato mi investì prima ancora di
ritrovarmelo di fronte. Mi fissava con sguardo glaciale, le sopracciglia
inarcate, le labbra ridotte ad una linea dura e le mani posate sui fianchi.
No
stronzo, non sono sorda!
Pensi
che se non fossi stata costretta sarei venuta qui? Meno vedo la tua faccia
incazzosa meglio sto!
“Mi dispiace disturbarla Sig. Mathers, non lo avrei fatto se
non fosse stato necessario” risposi senza abbassare lo sguardo e con un tono
neutrale
“E smettila di chiamarmi Sig. Mathers … mi fai sentire più
vecchio di quel che sono. Sono Marshall, hai capito?”
Annuì solamente. Non vedevo l’ora di poter uscire e di
potermi richiudere quella dannata porta alle spalle.
“Smettila di aggredirla, EM” si intromise una voce profonda
Questa
voce la conosco!
“Dre!” esclamai non appena lo vidi e senza degnare il padrone
di casa di ulteriori attenzioni mi fiondai ad abbracciarlo
“Ciao tesoro!” mi salutò sorridendo “Non farci caso… è in
quel periodo del mese!” aggiunse ad alta voce in modo da farsi sentire
dall’amico
“Fottiti, Dre!” replicò stizzito
Lui replicò con un sorriso ironico
Mi allontanai dal quel corpo massiccio e muscoloso con un
sorriso sincero sul viso.
Menomale
che ci sono lui e le bimbe, altrimenti chi lo sopporterebbe lo stronzo!
“Non sapevo fossi qui” dissi guardando Dre
Per me quell’uomo era come un padre adottivo, uno zio che mi
viziava, un amico su cui poter sempre fare affidamento. Un vero punto fermo.
“Sono arrivato presto, stamattina, per supportare gli
sproloqui musicali del tuo datore di lavoro” mi spiegò lui accarezzandomi il
capo
“E come sta andando?” domandai
curiosa
“Siamo ad un punto morto” rispose sorridendo
“Ma prego continuate pure! Volete anche the e pasticcini?” si
intromise il diretto interessato avvicinandosi a noi “Che cosa vuoi Holly?”
domandò seccato rivolgendosi a me
Ogni volta i suoi modi riuscivano a mandarmi in bestia. Mi
irritava il suo modo di fare, il modo in cui mi trattava e il tono seccato,
svogliato o arrabbiato che usava. E lui lo sapeva molto bene, lo faceva
apposta.
Ti
diverti a farmi infuriare eh, stronzo?
Ma
non temere prima o poi lo trovo il coraggio di gonfiarti la faccia di botte!
Con la coda dell’occhio vidi Dre sollevare lo sguardo al
cielo e guardare il suo amico un poco infastidito. Ma io, ormai, ero abituata
ai suoi modi e pur volendo con tutta me stessa rispondergli per le rime non lo
feci.
“Ero venuta a dirle … a dirti che io ed Hailie stiamo uscendo.
Andiamo al centro commerciale, a prendere il materiale per dipingere la sua
cameretta” risposi con tono distaccato
“E’ sempre convinta di volerla di quei colori e design terrificanti?”
domandò inarcando un sopracciglio
Annuì e sorrisi “Non sono terrificanti. Sono colori scuri
legati allo stile dark-gothic-rock di cui si è invaghita” spiegai
Sbuffò seccato della mia spiegazione e guardandomi ancora a
lungo aggiunse “Scommetto che c’è il tuo zampino in questa storia!”
Sentì la risatina ironica di Dre, alle mie spalle poi lui
scuotendo la testa continuò
“Le fai ascoltare tutta quella musica orribile che piace tanto
a te e me la stai traviando! Spero le passi presto. Vi serviranno dei soldi
immagino”
Annuì ancora “Si, esatto
anche se non so bene quanti in realtà. Per Lainy abbiamo speso solo trecento
dollari ma ritengo che i colori scelti da Hailie siano un poco più costosi. In
compenso risparmieremo sugli attrezzi”
Tentai di sorridere e di dimostrarmi allegra ma il mio
tentativo finì direttamente nel cesso dato che lui non sembrò nemmeno notarlo. Si
frugò tra le tasche e ne estrasse una carta di credito
“Prendi. Dovrebbe essere sufficiente” e me la porse
“Grazie” risposi
Ero quasi alla porta quando la sua voce mi fermò “Lainy non viene con voi?”
Mi voltai nella sua direzione “Ho chiesto ad Hailie di domandarglielo ma non
penso voglia venire. Non ama molto questo genere di faccende e poi sta leggendo
il suo nuovo romanzo” risposi sorridendo felice
Hailie era una ragazza curiosa, simpatica e spiritosa. Piena
di vita e sempre sorridente. Adorava fare bricolage e simili. Ascoltava
moltissima musica e amava sperimentare stili diversi.
Sua sorella Lainy era quasi l’esatto opposto. Era timida e
riservata, estremamente dolce. Adorava leggere e studiare. Vestiva con colori
pastello ed era sempre di buon’umore.
Io le adoravo entrambe. Era uno spasso per me passare il
tempo con loro, non era solo un lavoro. Mi ci ero affezionata fin da subito ed
ora le consideravo un po’ come le mie figlie.
“Hey, Holly cosa ne pensi?” mi domandò Dre con un sorriso
accennando al sottofondo
Rimasi qualche secondo in silenzio ad ascoltare la musica poi
con tono meditabondo risposi “Di primo
impatto ti direi che non è malvagia. Il ritmo dei bassi mi piace molto … ma lo
sai … non me ne intendo come voi” gli lanciai un bacio al volo e sorrisi
chiudendo la porta alle mie spalle.
“Holly, penso vada bene questo” le sentì dire mentre
accovacciata sulle gambe guardava con attenzione una sfilza di varietà di viola.
Mi avvicinai, abbassandomi anche io, per visionare il colore
scelto. Stavo per annuire quando venni colpita e travolta in pieno da un uomo
dal fisico gigantesco.
“Oh mi scusi … non l’avevo vista”
Alzai la testa pronta a dirne quattro a quel tipo quando mi
accorsi di conoscere quello sguardo.
“Jared?” domandai alzandomi
“Holly?”
Annuì sorridendo e un momento dopo ci buttammo l’uno tra le
braccia dell’altro.
“Cosa diavolo ci fai qui? E’ una vita che non ci vediamo …
che fine hai fatto?”
“Holly? Stai bene?”
Solo in quel momento mi ricordai di essere con Hailie, così
sorridendo la rassicurai.
“Sto bene, tesoro. Questo è Jared un mio vecchio amico” le
dissi presentandolo “Jared, lei è Hailie. Sono la sua tata.”
“Davvero? Quindi hai smesso di lavorare in quel pub orribile?
Menomale” disse tutto d’un fiato “Ma
lasciati guardare un po’ … stai una favola, bambola!”
Scoppiai a ridere mentre lui con una mano sul mio braccio mi
faceva girare su me stessa in modo da ammirarmi meglio.
“Grazie, Jared” risposi con un sorriso imbarazzato “Anche tu
sei un super-fusto!”
“Hey, io lo sono sempre stato!” ribatté con una punta d’orgoglio
Hailie continuava a spostare lo sguardo da me a lui mentre
seguiva interessata la nostra conversazione.
“Come mai sei qui? Acquisti?” domandò lui con un sorriso
Annuì sempre sorridendo “Si, esatto. Dobbiamo ridipingere la
sua cameretta e siamo venute ad acquistare il materiale. Tu invece?”
Sorrise e si passò una mano tra i capelli quasi fosse in
imbarazzo “Mi sono appena trasferito,
poco lontano e purtroppo mi sono reso conto che il mio nuovo appartamento
necessita di qualche piccola riparazione. Sono venuto in cerca del materiale
adatto, anche se ti confesso che non ci capisco un fico secco di questa roba” rispose
sollevando le spalle
Scoppiai a ridere e così anche Hailie.
“Per fortuna ci hai incontrate … oggi è il tuo giorno
fortunato cowboy!” esclamai pavoneggiandomi un poco “Perché si dà il caso che le due ragazze qui presenti
siano appassionate di questa roba!”
ribattei sorridendo mentre Hailie annuiva decisa
“Orsù, allora … mie care professioniste … mostratemi la via”
replicò lui in tono scherzoso
Passammo un paio d’ore a girovagare per l’intero negozio con
lui e il suo carrello che si riempiva sempre più. La sua lista di accessori e utensili
sembrava non finire mai, era ormai sera quando riuscimmo ad arrivare alla fine.
“Bene, penso ci sia tutto” disse Hailie scorrendo la lista
per l’ennesima volta e ricontrollando il materiale impilato nel carrello.
“Perfetto! Non so come avrei fatto senza di voi … mie
eroine!” replicò Jared con un sorriso denso di gratitudine
Sorrisi anche io e spingendo il nostro carrello mi avviai
verso la cassa.
Eravamo fuori con entrambi i carrelli quando il cellulare di
Hailie prese a suonare.
“E’ papà” mi avvertì poco prima di rispondere
“Sono contenta di averti rincontrato, Jared” dissi
accostandomi all’auto con il pesante carrello
“Anche io, molto” rispose sorridendo “Avevo quasi perso la
speranza di poterti rivedere. Sei sparita nel nulla tutto d’un colpo”
Annuì ritornando con il pensiero a quel periodo davvero poco
felice “Hai ragione ma ho avuto dei casini
familiari. Ho avuto un bel po’ di problemi e ho perso la testa. E’ passato del
tempo ma non avere nessun famigliare in vita che ti possa aiutare è dura” gli
confessai
La sua espressione cambiò subito e divenne dolente “Mi spiace molto Holly, non lo sapevo”
“Tranquillo … ora sto meglio” replicai con un sorriso sincero
Un strano flash mi fece voltare e solo allora mi accorsi dei
due paparazzi che continuavano a scattare foto verso di noi.
“Oh maledizione! Mi spiace” commentò Jared seguendo il mio
sguardo e notando anche lui solo allora i fotografi “E’ colpa mia… devono avermi seguito!”
“Hailie?” la chiamai a gran voce dato che non era più
visibile.
La sua testolina fece capolino dietro l’auto e quando si
avvicinò a me le vidi un’espressione tesa e dispiaciuta.
“Tesoro, cosa c’è?” domandai colpita
“E’ per papà … è veramente arrabbiato!” rispose guardandomi e
posando lo sguardo anche su Jared
“Beh, ne parliamo non appena abbiamo caricato tutta questa
roba in auto” risposi accarezzandole il capo “Su, coraggio … dammi una mano”
“Lasciate che vi aiuti” si offrì Jared, galante
“Ma … e i paparazzi?” gli domandai voltandomi verso di lui
“Pazienza” replicò stampandomi un bacio sulla guancia “Forza e coraggio” aggiunse facendo
l’occhiolino ad Hailie che sorrise felice.
In pochi minuti e solo grazie all’aiuto di Jared riuscimmo a
caricare tutto in auto. Ci salutammo velocemente con baci e abbracci e veloce
risalì in auto.
Prima di andarmene io e Jared ci scambiammo il numero di
cellulare.
Non appena entrammo in casa una furia dai capelli biondi ci
investì in pieno.
“Perché cazzo ci avete messo tutto questo tempo? Dove diavolo
siete andate a prenderlo questo materiale, in Lapponia?”
Non mi diedi nemmeno la pena di rispondergli e rivolgendomi
ad Hailie che se ne stava in piedi semi-nascosta dietro di me dissi
“Haily tesoro, porteresti questo in camera tua. Io ti
raggiungo subito” le passai un fustino di pittura
La vidi annuire in silenzio e percorrere il lungo corridoio
diretta in camera sua. Mi voltai per ritornare verso la macchina e cominciare a
scaricare gli altri fusti di pittura mentre lui continuava a sbraitare,
seguendomi come un’ombra.
“Abbiamo fatto un pò tardi. Tutto qui. Rilassati Marshall” dissi
ad un certo punto rivolgendomi a lui per la prima volta
“Non dirmi di rilassarmi, Holly. Non ti permettere! Avete
fatto molto più che un pò tardi” rispose scimmiottando le mie parole
“E’ ora di cena! Siete state via per più di cinque ore. Ero
preoccupato, maledizione!” continuò senza accennare ad aiutarmi con la pittura
“Stiamo bene. Hailie sta bene, io sto bene.”
“Non ero preoccupato per te ma per mia figlia!” sibilò
velenoso “Di te non potrebbe
importarmene di meno!”
Sollevai la testa di scatto limitandomi a fissarlo a lungo
senza rispondere poi ignorandolo, come meritava, mi limitai a chiudere l’auto e
trasportare l’ultimo fusto di colore in casa. Mi diressi verso camera di Hailie
con il suo sguardo rabbioso sulla nuca.
“Papà ti ha sgridato?” mi domandò Haily non appena entrai
Sorrisi e le accarezzai il capo mentre i suoi occhietti
tristi fissavano il mio viso
“Solo un pochino” risposi con un sorriso
Non le dissi che oltre ad avermi sgridato era anche riuscito
a ferirmi, come ogni benedetta volta. Non le dissi della mia voglia di
rispondere a tono né della mia legittimissima voglia di riempirlo di botte.
“Quando iniziamo?” mi domandò Haily dal bagno dove stava
lavandosi le mani
“Direi fra un paio di giorni. Dobbiamo controllare tutto il
materiale e provare il colore” risposi osservando con attenzione la sua
cameretta
Sorrisi e la presi per mano “Ora vieni. Scendiamo per cena
altrimenti papà si arrabbia di nuovo”.
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