Imagination // Shawn Mendes

di mendvesvoice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Imagination (pt. 1) ***
Capitolo 3: *** Imagination (pt. 2) ***



Capitolo 1
*** Imagination (pt. 1) ***


Imagination

 
 
I won’t wait anymore, I won’t wait
I need to tell you how I feel when I see us together
Forever.
In my dreams, you with me,
We’ll be everything I want us to be.
And from there, who knows?
Maybe this’ll be the night that we kiss,
For the first time.
Or is that just me and my
Imagination?
 
Già iniziare la ‘high school’ non è il massimo, se poi i tuoi genitori decidono di trasferirsi quando tu hai sedici anni e ti sei fatta una vita sociale…bhè, è uno schifo.
Ma mi chiedo che problemi mentali hanno, mia madre e mio padre, a volersi trasferire improvvisamente dall’Italia sino a Londra così, da un momento all’altro.
Mi è stato annunciato il giorno del mio compleanno, un mese prima dell’inizio della scuola, un po’ per rovinarmi la giornata, insomma.
Nonostante li avessi pregati con tutte le forze che avevo in corpo non hanno ceduto. Bella la vita e? Per carità, amo Londra con tutto il mio cuore,  soprattutto la lingua, ma ritrovarsi in una classe con venti persone con cui socializzare ehm…no.
Non sono mai stata una tipa socievole.
Certo, in Italia avevo un sacco di amici ma ci conoscevamo da una vita. Qui è tutto diverso e strano.
Siamo a maggio, un mese che mi piace abbastanza senza un semplice motivo ma fa freddo.
Tanto freddo.
Ed io odio il freddo.
Se in Italia a maggio andavi in giro in T-Shirt qui come minimo devo ancora indossare le maniche lunghe e il giubbotto.
Ho cerato di farmi un paio di amici e sono più o meno riuscita nel mio intento.
Diciamo che ho un’amica molto speciale, Mary, che è anche lei italiana ma vive qui da quando aveva 3 anni. Ha dei capelli ricci, ma non quei ricci crespi e fastidiosi, dei boccoli castani e ‘morbidosi’. 
La mia intenzione principale, a Londra, era andare a più quanti concerti potevo, imparare a suonare il piano e farmi giusto un paio di amici.
C’era una sola cosa che dovevo evitare.
Ebbene ho fallito miseramente.
Si chiama Shawn, ha sedici anni ed è fissato con i muffin.
Io, da povera stupida, mi sono letteralmente innamorata di lui.
I primi giorni lo ignoravo semplicemente, non avevo ancora notato nulla di lui ed era seduto dall’altra parte della classe.
Non parlava, gli interessava solo prendere voti più alti dei miei e fare il timido un po’ con tutti.
La situazione è degenerata quando la prof l’ha innocentemente spostato esattamente davanti a me. Da quel giorno è iniziata la fase che io chiamo ‘disagio’ perché era un ragazzo veramente bello e dolce.
Insomma, ho iniziato ad origliare le sue conversazioni, a fissarlo più del dovuto ed a innamorarmi del suo sorriso e della sua timidezza.
E’ uno sportivo, gioca a hockey nella squadra della scuola ed è un canadese coi fiocchi.
Il colmo è che gli piace Harry Potter, ed io amo Harry Potter, quindi sono fottuta.
Oggi è uno di quei giorni in cui non hai voglia di fare niente, quando il letto è troppo comodo e caldo per lasciarlo e non vuoi tornare alla tua vita di merda ma farti solo filmini mentali
Oggi ho francese alla prima ora. Mi piace particolarmente il francese quindi spero che vada tutto liscio.
In classe non c’è anima viva, ci saranno solo cinque persone. La lezione inizia tra cinque minuti e Mary ancora non si vede.
La campanella suona che siamo arrivati alle undici persone presenti su ventotto tra cui anche lui.
Perfetto.
Di Mary nemmeno l’ombra.
Perfetto.
La prof di francese entra con un sonoro ‘Bonjour, mon élèves’, dando il via alla lezione.
La classe è strutturata a file da quattro. Io sono da sola nella bancata e non ho la minima intenzione di spostarmi.
Shawn è sempre davanti a me, bello come sempre. Anche lui è solo nella bancata davanti.
Non si siederà mai accanto a te.
Coscy, non rompere le palle proprio ora e lasciami ai miei film mentali.
Lo dico per il tuo bene, dovresti lasciarlo perdere.
Lo so ma sai, essere costretta a guardarlo per cinque ore al giorno non è il massimo. E poi non voglio che mi si sieda di fianco, potrei fare talmente tante di quelle figuraccie…
Bha, fa come vuoi. Io ti ho avvertita.
Si si Coscy, vai.
La prof, dopo aver spiegato per un’ora la vita e le opere di un ‘romancier fançais qui a vecu à Istanbul’ ci assegna un compito da fare in coppia. Si tratta di analizzare una poesia di questo presunto autore, Pierre Loti, entro la fine dell’ora.
“Prof, posso farlo da sola?”
Pourquoi?
“La mia compagna di banco è assente”
Oh mais c’est Shawn qu’est seul aussi. Shawn, tu est d’accord?
Nonononono.
No.
NO.
Ehm...oui”
Cazzo.
Prende le sue cose e le sposta nel banco accanto al mio.
Cazzo.
Si siede e mi guarda.
Cazzo.
Inizio a fissarlo.
Cazzo.
FAI QUALCOSA DANNAZIONE!
Oh, giusto.
“Ehm…cominciamo?”
Si gratta dietro la testa e risponde con un semplice “Si, certo”
***
Diciamo che è andato tutto a buon fine.
A parte quando sono arrossita.
O quando ho iniziato a sudare.
O quando mi ha guardata negl’occhi.
O quando, alla fine, mi ha sorriso.
O quando mi sono scesi cinquanta infarti quando ha pronunciato il mio nome.
Cazzo.
Cazzo.
Che figura di merda.
Linguaggio.
Questo può dirlo solo Capitan America.
E chi ti dice che io non lo sono?
Idiota.
Forse dovrei dirlo a me stessa idiota. Dopotutto mi sono innamorata di una persona che nemmeno conosco, e sono fermamente convinta che lui, nel profondo, ricambi.
Ma nel profondo profondo profondo allora.
Zitta.
Insomma, qualche volta lo sorprendo a guardarmi.
Ed anche lui sorprende me a guardarlo. Ma questo succede più di qualche volta.
Ehm, si.
Però ha questo atteggiamento strano con me.
Diciamo che non ci parlo molto. Le prime volte mi parlava solo per chiedere qualcosa sui compiti. Poi è diventato un grande amico di Mary, a quanto pare, e quindi lo vedevo a parlarmi più spesso. Ma nell’ultimo periodo è come se avesse paura di parlarmi. Una volta si è girato per chiedere qualcosa a Mary ma, vedendo si era sbagliato e che c’ero solo io, è arrossito, e si è girato.
Oppure se non è strettamente necessario parlarmi non lo fa. E questo mi rende triste.
E’ come se non gli importasse niente di me.
Ed io non ce la faccio più. Quante cose vorrei dirgli, ma non ci riesco. E’ tipico dell’amore no? Non voglio aspettare, non voglio aspettare. Ho un estremo bisogno di dirgli tutto ciò che mi passa per la testa, tutte le volte che arrossisco quando sorride, quanto il suo sguardo è ipnotizzante su di me o quanto lui riesca a far diventare i miei giorni migliori se anche solo mi parla. Però ho paura.
Potrebbe prendermi per pazza, seriamente. Non ha la minima idea di quanto io si attratta da lui. E questo mi uccide.
Prendo le mie cose ed esco fuori dalla classe, accompagnata dal suono della campanella.
***
I rappresentati d’istituto ci hanno riferito che a fine mese ci sarà un ballo scolastico. Tema: l’eleganza(?). Insomma bisogna vestirsi eleganti.
Non sono un’amante dei vestiti. Per niente.
Vedrò di vestirmi elegante senza manco sfiorare un vestito.
Bleah.
Il ballo è a coppie. Se sono fortunata, Mary non avrà un accompagnatore ed andremo insieme come due amiche ad ubriacarci di punch(?) e ballare come due idiote.
Non sono proprio ‘amante’ delle feste ma quando mi voglio divertire, mi diverto.
I compiti non sono molti, essendo la fine dell’anno quindi passo le giornate ad esercitarmi a suonare. Ho appena imparato a suonare ed ho bisogno di esercizio per salire di livello.
Insomma, per arrivare al ‘livello Ed Sheeran’.
C’è un tizio, nel mio quartiere, che sento sempre suonare.
E’ bravissimo. E canta pure.
In effetti ha iniziato giusto ora.
Hallelujah.
Amo quella canzone.
Scosto la tenda ed apro la finestra. Devo cercare di capire da dove arriva.
‘Well it goes like this, the fourth, the fifth. The minor fall and the major lift’
Ed ecco che, davanti a me, scorgo una finestra dove si intravede una chitarra ed una mano che suona.
‘The baffled king composing Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah…’
Ha una voce ancora più bella, sentita da più vicino.
Ha fatto sua la canzone, la canta come se fosse la cosa più importante da fare in quel momento.
Sono impressionata.
E le note alte, cavoli.
Mi piace stare qui a sentire.
E rimango ad ascoltarlo finché la canzone non finisce.
***
 

 

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Capitolo 3
*** Imagination (pt. 2) ***


Imagination
And I’m not tryna
Ruin your happiness baby.
But Darling don’t you know that I’m the only one,
for you.
Do you,do you think about me at all?
And do you, yeah,
Do you feel the same way?
Tell me baby.
 
La settimana dopo entrando in classe noto che la disposizione dei banchi è stata cambiata. Hanno colmato lo spazio che c’era al centro e ci hanno messi a file da due. Appena la professoressa entra, con un sorriso enorme che non promette bene, ci annuncia che da oggi la disposizione dei banchi sarà diversa. Nonostante sia Maggio i professori ci vogliono talmente bene da cambiare i posti.
Ovviamente i posti sono stati scelti personalmente da loro. Indovinate con chi sono finita? Esattamente.
Se shippate la #Mawn probabilmente starete sclerando di gioia.
Io non sono esattamente d’accordo. Perché? Per il semplice fatto che io dovrò subirmi ogni giorno cinque ore di sbalzi d’umore, frasi timide ed arrossimenti improvvisi.
Che odio.
Che sfiga.
 “Ciao”
“Hey”
“Hai fatto la versione di latino?”
“Si ma l’ho trovata alquanto insensata”
“Anche io. Ti va di vederla…insieme?”
“Certo!”
Okay forse l’ho detto con troppa enfasi.
“Posso?”. Indica il mio foglio.
“Ehm..si”. Si sporge verso di me, mettendo un braccio dietro le mie spalle e la testa vicino alla mia. Subito mi irrigidisco e raddrizzo la schiena, a disagio.
Se non la smette mi potrebbe scendere un infarto da un momento all’altro.
“Perché l’hai messo così questo verbo?”. La sua faccia è seriamente vicina alla mia. Ha un profumo spettacolare, che mi affloscia ancora di più, mentre mi guarda con curiosità.
Arrossisco di botto.
Mi sorride, notando la mia reazione, ed io posso semplicemente morire così.
 
***
“Hey rossa!”
“Ciao Mary”
Sorrido alla mia amica che sembra più eccitata del solito.
“Hai presente il ballo no?”. Accenno un si.
“Ecco, ho trovato un accompagnatore!”
Sorrido. “Bene, fantastico. Dimmi un po’ chi è? Lo conosco?”
“Oh ma per forza lo conosci. E’Ashton!”
“Irwin? Quell’Ashton Irwin?”Lei ride.
“Quell’Ashton Irwin.”. Ha un sorriso soddisfatto che mi fa sorridere.
“E te?”
“Io cosa?”. Mi lancia uno sguardo palese.
Ah, giusto.
“Ah si ehm…diciamo che ci andrò da sola”. Sorrido timidamente e lei fa una faccia del tipo ‘Ripetilo e sei morta’.
“Nono cara, ora tu vai e chiedi a qualcuno se è libero per il ballo.”
“Hahaha anche no.”
“Come vuoi”. Ha un sorrisino che non mi piace. C’è qualcosa che non va’. Cosa ha intenzione di fare?
Come se fosse una cosa da niente, sale sulla sua sedia ed urla alla classe “Hey popolo maschile, c’è qualcuno di voi ancora libero per il ballo?”
Come se aspettasse la domanda da settimane, Shawn sorride e solleva l’avambraccio. Lo guardo, sconvolta e Mary scende dalla sedia, soddisfatta.
E’ l’unica che sa della mia ‘piccola’ crush.
“Non hai problemi ad andare con Michy vero?”
“No affatto. Stavo giusto per chiederglielo”.
Sono seriamente impaurita da questa affermazione. Okay, da quando è diventato il mio compagno di banco abbiamo parlato più spesso ma non siamo mai andati oltre argomenti scolastici.
Mi guarda dritta negl’occhi. Sono degli occhi meravigliosi nonostante siano color cioccolato.
Probabilmente sta aspettando una tua risposta, idiota.
Oh, esatto.
“Ehm…okay”
Okay?E’ tutto qui quello che sai dire?
Scusa se sono leggermente sotto pressione, sai com’è.
Guarda che faccia triste, poveretto! Dì qualcos’altro!!
Si ma…cosa?
“Eh-Ehm cioè ne sarei molto felice, grazie”. Cercai di fare il mio sorriso più grande e luminoso.
Questo solo grazie a lui.
“Di niente”. Sorride, alzando le braccia, si siede e si gira verso la lavagna.
Mary mi lancia uno sguardo di trionfo ed io le lancio uno sguardo infuocato.
AL FUOCOOOO
Confermo la mia teoria sul fatto che tu sia messa peggio di me in fatto di disagio.
Tsk
Mi giro verso la lavagna e la prof di tedesco inizia a spiegare.
***
“CHE COSA METTO CAZZO?!”
“Keeppati calma, ci penso io”
“Non ho la minima intenzione di mettere un vestito, lo sai vero?”
“Nemmeno per Shawn?”
“Nemmeno per lui”
“E va bene”. E si butta nel mio armadio.
Non so se avete mai letto la saga di Red, Blue e Green. Insomma, se l’avete letta (Gideon è mio), in questo preciso istante Mary mi ricorda Madame Rossini, ma senza l’accento francese.
Oh, spero solo non mi proponga nessun cappello ridicolo da mettere in testa.
HAHAHAHA
Che hai da ridere ora?
Sto pensando a te con un cappello alla Madame Rossini in testa
Mi chiedo come una coscienza possa pensare. Mha.
Mary sbuca finalmente fuori con in mano il mio outfit per la festa.
Ha scelto un jeans nero, una camicia bianca a maniche corte, trasparente in corrispondenza delle spalle, con una giacca di pelle.
Devo ammettere che mi piace, è sempre stata più brava di me in fatto di vestiti.
Le sorrido, prendo le cose ed entro in bagno. Mi vesto e mi trucco con matita ed eye-liner. Avendo i capelli di un mosso strano e ridicolo, soprattutto dopo averli asciugati, li piastro et voilà, sono pronta. Sono nervosissima. E se qualcosa va’ storto? Finirò per fare un sacco di figuracce davanti a lui. Molto probabilmente si stuferà di me dopo cinque minuti.
Stanotte l’ho addirittura sognato. Stavamo camminando nella sabbia, vicino al mare, con le mani intrecciate. Una sensazione che semplicemente non posso descrivere. Tutto quel tempo speso a parlare, lì, da soli, io a guardarlo e a pensare a come possa esistere un ragazzo così dannatamente bello.
Nei miei sogni è sempre con me, lì si che eravamo tutto ciò che ho sempre voluto che fossimo. E da qui, chi lo sa? Forse sarà la notte in cui ci baceremo per la prima volta.
O sono solo io e la mia immaginazione?
 
Esco e trovo Mary già pronta. Si è messa un vestito verde, al ginocchio, dello stesso colore dei suoi occhi. I capelli sono a boccoli, i suoi boccoli naturali con il ciuffo raccolto ed ha giusto un po’ di ombretto e matita sugli occhi. Inoltre ha i tacchi.
Mi fa paura.
No, non lei, ma l’altro paio di tacchi che ha in mano.
“Hahahahaha, no. Non sperarci nemmeno”
“Mia cara non si parla di restare comodi ma di essere autentici”.
Spalanco gli occhi.
Questa mi proporrà un cappello veramente.
***
Shawn mi ha detto di aspettarlo fuori dal cancello e, come promesso, è già lì.
Mi avvicino e mi sorride, raggiante. Sussurro un timido ‘ciao’. E’ già tanto se non gli sto sbavando davanti. E’ vestito con uno smoking totalmente nero, senza cravatta. Anche le scarpe sono nere e gli occhi riflettono la luce bianca proveniente dall’interno della palestra, rendendoli ancora più luminosi. I capelli sono, come sempre, tirati su in un ciuffo, stavolta un po’ più disordinato, che lo rende ancora più bello.
In parole povere io sono un sacco di patate in confronto.
Almeno ho vinto la battaglia contro Mary e l’ho convinta a lasciarmi indossare il mio adorato paio di anfibi.
“Entriamo?”
“Si”
Dentro c’è il casino più totale: tutti che ballano, gente che urla per farsi sentire mentre parla, gente che prende dei drink o che canta al karaoke.
La musica, per fortuna, non è male.
Shawn mi tocca il braccio e mi indica la scalinata.
“Andiamo a sederci?”
“Si, certo”
Non appena seduti lui inizia la conversazione.
Non mi sembra quasi vero, sto sognando. Ha un sorriso enorme stampato in faccio.
Io l’osservo, l’ascolto e gli sorrido.
Questo giusto per fargli capire che lui è la ragione del mio sorriso.
Ho scoperto che vive nel mio stesso quartiere con la sua famiglia. Ha una sorella, Aaliyah, ed anche un gatto!
 “La vedevo peggio con la musica, si vede che hanno scelto un buon Dj”
“La penso come te.”
“Suoni qualche strumento?”
“Ho appena imparato a suonare la chitarra, devo farci ancora un po’ di pratica. E te?”
“Oh anche io suono la chitarra, oltre al pianoforte, però la suono da diversi anni. Ci compongo anche delle canzoni”
“Davvero?”. Questo ragazzo è tutto da scoprire.
“Si, ho già composto un paio di canzoni. E poi posto cover di canzoni su Vine e Youtube”. Spalanco gli occhi.
E’ lui.
“Ehm..non è che così, per caso, tipo ultimamente stavi suonando ‘Hallelujah’?”
“Mi spii per caso?”. E ride, ride, con quella sua bellissima risata che ti riempie il cuore e i polmoni. Gli sorrido.
“Credo proprio di averti sentito suonare, e cantare pure.”
“Sei la ragazza che vive davanti a casa mia?”
“Mi sa proprio di si. Sai, sei proprio bravo. Amo la tua voce e suoni la chitarra in un modo..wow. Questo sì che è saper suonare! Cioè, insomma, non sapevo fossi così  bravo, non me lo aspettavo…”. Con mia sorpresa arrossisce e guarda a terra.
Stiamo qualche minuto in silenzio, a guardarci.
“Vuoi da bere?”. Mi risveglio dalla trance in cui ero finita.
“Si, grazie. Un po’ di punch andrebbe benissimo”
“Torno subito”. Mi sorride e mi fa l’occhiolino.
Lo guardo allontanarsi nella folla. Intanto scorro Mary tra l’ammasso di gente. A quanto pare si sta divertendo con Irwin. Probabilmente lei gli sta raccontando qualche battuta squallida perché il caro Ash è a terra dalle risate.
In fondo scorgo un tizio vestito completamente di nero che sta fissando male Mary.
Mhhh.
E’ inquietante.
Lei lo nota e si gira. Gli sorride ma lui continua a guardarla male. Mary fa una faccia sconcertata come per dire ‘Ma whaddafuck?
Okay than
Intanto Shawn arriva con due bicchieri in mano, tutto sorridente.
“Ecco a te”.
E da quel momento partì ‘Thinking Out Loud’ del mio amato Ed.
“Amo questa canzone”. Ci guardiamo e arrossiamo entrambi, avendolo detto in contemporanea.
“Mi concede questo onore madame?”. Mi porge la mano che io afferro volentieri.
“Quando vuole lei, monsieur Mendes”. Mi conduce sulla pista e mi cinge i fianchi con le braccia. Sono una nana in confronto. Mi accompagna nei movimenti, è bravo anche a ballare, wow.
Si avvicina piano piano sempre di più ed io sto morendo piano piano sempre di più.
In fondo scorgo ancora il tizio in nero che continua a fissare male Mary.
Quel ragazzo ha problemi.
“E comunque sei bellissima stasera. Anche se devo ammettere che staresti bene anche con un sacchetto di plastica addosso”. Mi sussurra Shawn all’orecchio.
“Mi sei sempre piaciuta, dal primo momenti in cui ti ho vista”
Arrossisco e, come se non bastasse mi fa fare una giravolta.
Take me into your loving arms, kiss me under the light of a thousand stars, place your head on my beating herat. I’m thinking out loud, baby, we found love right where we are’
Mi fermo e ho la sua faccia ad un millimetro dalla mia. Mi sorride, evidentemente entusiasta della mia reazione.
Mi prende una mano e la porta sul suo cuore, così che io ne possa sentire il battito. Sta battendo tanto velocemente quanto il mio.
“Senti la stessa cosa che sento io?”. Lo fisso.
“Si.”
Si avvicina lentamente e, sotto la voce di Ed, mi bacia.
Baby we found love right where we are…
E per me è questo il momento in cui si crede che il mondo finisca.
***
Lo schermo del telefono si illumina.
‘Scendi?’. Sento il campanello suonare.
Sorrido e mi butto giù dalle scale, arrivando alla porta con il fiatone. La apro ed esco.
Lui è lì, bello come sempre, con una camicia a quadri rossi e neri, dei jeans e gli occhiali da sole. Si avvicina e mi dà un bacetto innocente sulla guancia.
“Hey”
“Hey”
“Andiamo?”
“Subito”.
Mi sorride ed io potrei anche sciogliermi.
“Aspetta, dimenticavo.”. Mi prende la faccia con le mani e mi bacia, un bacio dolce, romantico, che sembra duri per sempre.
Potrebbe rifarlo un miliardo di volte e proverei sempre la stessa cosa.
Mi prende a braccetto e ci avviamo sulla strada mentre io continuo a ripetermi quanto sia fortunata ad avere un ragazzo così dolce.
Credo che, in fondo, non era poi tutto frutto della mia immaginazione.
 
 

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