Forever You and Me

di Angel_SG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Funny Dinner ***
Capitolo 2: *** Conseguenze ***
Capitolo 3: *** Zucchero a velo e cacao ***
Capitolo 4: *** Moonlight Shadows ***
Capitolo 5: *** It's Killing Me ***
Capitolo 6: *** Happy Birthday, Sammy! ***
Capitolo 7: *** Impala in love ***
Capitolo 8: *** 40 Giorni e 40 Notti ***
Capitolo 9: *** Idem ***
Capitolo 10: *** Behind the Mirror ***
Capitolo 11: *** Prisoners ***
Capitolo 12: *** First Time ***
Capitolo 13: *** Prom (Il Ballo di Fine Anno ) ***
Capitolo 14: *** Portami Via... ***
Capitolo 15: *** Darte un beso ***
Capitolo 16: *** It's Wedding Time ( part 1 ) ***
Capitolo 17: *** It's Wedding Time ( part 2 ) ***
Capitolo 18: *** Carry On My Wayward Son ***
Capitolo 19: *** Stanford University ***
Capitolo 20: *** Dad's on an hunting trip...And he hasn't been home in a few days ***



Capitolo 1
*** A Funny Dinner ***


A Funny Dinner

 

 

Avete presente quando da bambini mamma e papà vi insegnano a non prendervi il dito con tutta la mano? Ecco il concetto è semplice e banale: se ti concedono di dire o fare qualcosa, non approfittartene.

Peccato che mi fratello Sam quel concetto, nel corso degli anni, non sia mai riuscito a capirlo davvero.

Non che io sia una cima in questo, ma suppongo che non ci sia qualcosa di difficile nella frase:

“Non flirtare con me di fronte a papà”...correggetemi se sbaglio, il concetto è semplice, no?

A quanto pare Sam non è dello stesso avviso.

Sì, perchè dovete capire che il concetto di “fare il piedino sotto il tavolo”, sembra anche divertente quando lo vedi nei film, peccato che smetta di esserlo quando sei tu il povero martire costretto a fingere un colpo di tosse per sopprimere un gemito più forte degli altri...quando invece l'unica cosa che vorresti sopprimere è quella zoccola di tuo fratello, che ti sorride serafico dall'altro lato del tavolo.

 

Alla fine posso biasimare solo me stesso per la situazione in cui mi trovo...mai e ripeto MAI, provocare Sam Winchester.

 

2 Ore Prima

 

Ammetto che in tanti anni di caccia non avevo mai visto una villa del genere, era antica, di uno stile che avevo visto solo nei libri di storia dell'arte di Sam e a cui non sapevo neanche dare un nome.

Papà era concentrato sulla caccia, mentre Sam...bè lui sembrava rapito dal giardino pieno di statue di marmo e io...io non vedevo l'ora di sdraiarmi in un letto, prima di svenire dal sonno.

 

Ad aprirci il cancello viene una donna molto bella, ha lunghi capelli neri leggermente mossi, occhi scuri e due labbra...mamma mia che labbra; le forme sotto il tubino rosso sono chiaramente visibili e degludisco a vuoto un paio di volte.

Questo ovviamente mi costa un occhiataccia da parte di Sam, che si gira subito dall'altra parte.

 

Merda, si è incazzato”- alzo gli occhi al cielo, sapendo quanto mi costerò questo scherzetto.

 

  • Buona sera, il Signor Black e i suoi figli suppongo...Miss Scarlet...piacere di conoscervi.

  • Salve, piacere di conoscerla, è stato suo marito a chiamarci se non sbaglio – dice mio padre in difficoltà.

  • Mio cognato...il Professor Plum, vi ha chiamato per quel...problemino – dice abbassando il tono di voce e capisco che dev'essere davvero spaventata.

  • Non si preoccupi, siamo qui per questo...ci faccia strada.- papà guarda stranito Sam, non capendo il suo brusco cambio di umore.

 

Sarà che ho la coscienza sporca, ma sento il bisogno di spostare l'attenzione da lui.

 

  • Miss...vuol dire che è single e disponibile, giusto? - grandissima cazzata Dean.

 

Mio padre mi guarda esasperato, trovando fuori luogo il mio commento e, non appena lui di gira, la gomitata che mi rifila Sam mi fa venire le lacrime agli occhi e ringrazio il cielo che le mie costole siano ancora al loro posto...e ovviamente la bellissima Miss Scarlet forza un sorriso e poi mi ignora completamente.

 

  • Dai scherzavo – bisbiglio rivolto a Sam.

  • Vaffanculo – stavolta l'ho combinata grossa, magari provocare un 15enne in piena crisi ormonale non è stata esattamente la trovata del secolo.

 

Il professor Plum sembrerebbe anche un tipo simpatico, se non avesse riempito la casa di inutili amuleti per tenere lontani i fantasmi e non avesse quell'aria da coniglio spaurito...dove ci siamo cacciati?

 

  • Salve signor Black, la ringrazio per essere venuto e mi spiace se ho strappato dai loro studi i suoi ragazzi...

 

Sbuffo a ridere e mi guadagno due occhiatacce da parte del professore e di mio padre...mentre Sam continua a non guardarmi biascicando un “idiota”.

 

  • Professore, che ne dice di mostrarmi la stanza dov'è avvenuta l'aggressione, mentre i miei figli cominciano a fare qualche rilevamento in giro? - propone mio padre.

  • Oh ma certo, ovviamente, prego mi segua...- e scompaiono nell'enorme corridoio lì a fianco.

 

Sam tira fuori dalla borsa il rilevatore di fantasmi e comincia a muoversi in giro per il salotto.

 

  • Sam...- provo, ma niente – Sam!- dico a voce più alta

  • Che vuoi Dean? - ribatte laconico

  • Andiamo su, stavo scherzando, non dicevo mica sul serio...- tento di farlo ragionare.

  • Come vuoi...- mi liquida

Mi avvicino a lui, lo afferro per la spalla e lo faccio voltare verso di me, è alto per la sua età, ma è ancora più basso di me, quindi deve alzare un po' lo sguardo per guardarmi...cosa che non fa.

 

  • Hey Sammy – stavolta addolcisco il tono, e poggio una mano delicatamente sul suo fianco – andiamo...stavo scherzando, lo sai...- finalmente mi guarda e mi sento un coglione, perchè vedo i suoi occhi rabbuiati e so che è colpa mia.

  • Non mi piace quando fai l'idiota con le ragazze – è un sussurro, ma riesco a sentirlo chiaramente. Dio, quanto sono deficiente!

  • Lo sai che per me esisti solo tu – lo dico in tono a metà tra il dolce e lo spaccone e lui finalmente sorride.

 

Sento delle voci dal corridoio e ci stacchiamo appena in tempo, per evitare che papà ci veda così vicini. Ho il cuore che batte a mille, perchè anche se sembro così sicuro di me, ho una fottuta paura che papà possa vedere uno sguardo di troppo e che capisca cosa succede tra me e Sam.

Sam, nell'incoscienza dei suoi 15 anni, mi rivolge uno sguardo divertito e ammiccante e mi bisbiglia:

  • Comunque te la farò pagare, sappilo!- e ride...e io mi ritrovo a pensare che non mi stancherei mai di baciare quel sorriso.

 

Il professor Plum ci presenta la sua domestica, la signora White, che si offre di accompagnarci nelle nostre stanze.

 

  • Spero non sia un problema per i ragazzi dormire insieme, ma purtroppo a causa di questo – abbassa il tono – problemino, il Professore ha dovuto far risistemare un'ala della casa e abbiamo solo due stanze libere per gli ospiti.- si giustifica la vecchietta.

  • Nessun problema – la rassicura mio padre e, non appena arriviamo di fronte alla stanza mia e di Sam, si volta a guardarci – NON fate casini...e tieni d'occhio tuo fratello.

 

Io e Sam rispondiamo insieme “Si, papà”, io mi giro verso di lui un po' piccato.

Quando entriamo nella stanza non mi lascio sfuggire l'occasione

  • Ah ah...divertente- ma Sam ride e il mio cervello va in corto circuito.

Come cavolo riesca a farmi quest'effetto, resterà per me un mistero.

  • Dai un po' lo era...- si sdraia sul letto e alza le braccia, mettendo una mano dietro il cuscino ed una tra i capelli per toglierseli dal viso.

 

La maglietta, troppo corta, sale lasciando scoperto il fianco e l'ombellico...e io non posso che cogliere l'invito.

Mi sdraio accanto a lui e prendo a baciargli lentamente il lembo di pelle scoperto: è maledettamente caldo e sento già il mio cervello andare in tilt. Lascio un bacio umido vicino all'ombellico e poggio la mia mano “casualmente” sul cavallo dei suoi jeans.

 

  • Dean...- sospira rumorosamente – mmh...

  • Dimmi Sammy – sorrido malefico, so cosa lo fa impazzire e cosa lo spinge oltre il limite.

 

Lui ride di fronte alla mia nonchalance, sposta una mano fra i miei capelli e, quando le mie labbra scendono sull'orlo dei jeans, rafforza la presa tirandomeli leggermente. Sotto la mia mano sento qualcosa nel suo basso ventre risvegliarsi e so di avere avuto l'effetto desiderato.

 

  • Dean ti prego...- lo guardo intensamente.

 

A volte ho ancora il dubbio che forse non dovremmo fare quello che facciamo, mi sembra ancora così piccolo...o forse sono io che ho uno sdoppiamento della personalità: ragazzo e fratello. Il primo vuole a tutti i costi stare accanto alla persona che ama, il secondo vuole proteggere suo fratello e, nel farlo, continua a considerarlo come un bambino.

Che situazione del cazzo!

 

Sentiamo bussare forte alla porta.

E' papà che viene a dirci di scendere in sala da pranzo per la cena.

 

  • Arriviamo subito – ma non riconosco il suono della mia voce. So che è spaventata...e Sam se ne accorge.

Non mi dice nulla, ma sa perfettamente che non andrò avanti, non per quella sera.

 

  • E' meglio se andiamo Sammy – lui si alza deluso, si sistema meglio la maglia e va in bagno a sciacquarsi il viso.

  • Tutto ok? - gli chiedo incerto

  • Si certo – mi sorride benevolo – andiamo, prima che papà venga a cercarci.

Gli do un bacio sulle labbra, all'inizio timidamente, poi mi faccio strada alla ricerca della sua lingua e Sam non si nega, lui non si nega mai.

 

  • ORA, possiamo andare – gli dico.

 

Lui ride di gusto.

 

-Guarda che non ti ho ancora perdonato, devo ancora fartela pagare per oggi - e nel dirlo apre la porta e comincia a scendere.

 

Non avevo ancora idea di quanto l'avrei pagata cara.

 

A cena

 

Non credo di aver mai visto tanto cibo in una sola tavola, mi fiondo subito sulla prima pietanza e, dallo sguardo che mi riserva mio padre, non lo faccio esattamente con garbo.

 

Sam mi guarda scuotendo la testa come a dire “sei un caso disperato” e comincia a mangiare educatamente la sua porzione di riso al curry con pollo.

Il tavolo è incredibilmente stretto e lungo, tanto che lo spazio che c'è tra me e mio padre, seduto a fianco, è il triplo di quello che c'è tra me e Sam, seduto di fronte...il professore e la bellissima Miss Scarlett sono seduti a capo tavola, su lati opposti del tavolo e devono alzare il tono di voce per farsi sentire...che design del cavolo.

 

Non trascorre molto tempo dall'inizio della cena, che sento qualcosa toccarmi la gamba; sobbalzo e sono sul punto di guardare sotto il tavolo, quando incontro lo sguardo divertito di mio fratello.

 

Sta scherzando, vero?! Il piedino sotto il tavolo?!

 

  • Sam...- sussurro, sapendo che mi sentirà solo lui – piantala.

 

Lui non mi ascolta e sorride ancora di più, poi il suo piede comincia a risalire lungo la gamba fino alla coscia, accarezzandomi in maniera...oscena.

 

  • Sam sono serio – dico con lo sguardo più serio che riesco a fare, guardando a tratti lui e a tratti papà, che sembra non essersi accorto di niente.

  • Anch'io – e sorride serafico.

 

Fanculo lui e la sua crisi ormonale da adolescente.

 

Provo ad ignorarlo continuando a mangiare, ma Sam non sembra essere disposto a passare in secondo piano, quindi avanza e sento il suo piede poggiarsi in mezzo alla mie gambe.

La salsiccia che ho in bocca mi va quasi di traverso e attiro l'attenzione di papà.

 

  • Dean piantala, se magari evitassi di mangiare come un maiale, eviteresti di soffocare.

 

Sam ha l'accortezza di ritirare un po' il suo strumento di tortura, mentre io prendo un sorso d'acqua e ricomincio a respirare.

 

Il sollievo duro poco, perchè Sam ritorna all'attacco, ma stavolta sono pronto, gli afferro il piede e comincio a sfiorargli con i polpastrelli la caviglia, cosa che so quanto lo faccia impazzire.

 

1 a 1 fratellino.

 

Sam sobbalza e poi comincia a mordersi il labbro inferiore.

Bastardo! Esattamente come io conosco i suoi punti deboli, lui conosce i miei.

 

  • Scusate – interrompo tutti – non credo di sentirmi molto bene, preferisco andare in camera.

 

Papà mi guarda stranito e sta per dire qualcosa quando Sam lo interrompe.

 

  • Vengo con te, tanto avevo finito di cenare...

 

Nessuno trova qualcosa di strano in questo scambio di battute e ci sorridono tutti amabilmente ( a parte papà, ovviamente, che si limita a farci un cenno d'assenso) augurandoci la buona notte.

 

Quando siamo per le scale afferrò Sam per un braccio e lo tiro per farlo correre più velocemente verso la stanza.

 

  • Dean piano – lo sento incerto, credo stia cercando di capire se ha esagerato e se sono arrabbiato.

Oh no Sammy, non sono arrabbiato, ma ora pareggiamo i conti.

 

Quando arriviamo in camera, sbatto la porta per chiuderla e ci spingo Sam contro, poi comincio a baciarlo e, dalla foga che metto dentro quel bacio, mi rendo conto che è tutto il pomeriggio che lo voglio.

 

  • Credevo fossi arrabbiato – mi soffia sulle labbra – direi che mi sono sbagliato.

  • Ti diverti proprio a provocarmi, eh? - e mentre lo dico sbottono i suoi jeans e li abbasso.

 

Lui fa lo stesso con i miei e fatichiamo un po' a farli scivolare via dalla caviglie.

Mi stacco da lui per togliermi la maglietta e lui fa lo stesso.

Siamo entrambi in boxer e non faccio in tempo e rendermi conto di ciò che Sam si avvicina al mio petto e comincia a stuzzicarmi un capezzolo con le labbra, poggio le mani sulla porta, mentre sento il mio cervello spegnersi, quando lascia il capezzolo per scendere giù, finendo in ginocchio di fronte a me.

Guardo verso il basso e, mentre comincia ad abbassarmi i boxer, sento la gola secca, pregusto già ciò che verrà.

Sento la sua bocca avvolgermi e getto la testa indietro mentre comincio ad ansimare.

 

  • Oh Sam...non ti fermare – e lui non lo fa.

 

Infilo una mano tra i suoi capelli, un po' per guidarlo, un po' per avere qualcosa a cui aggrapparmi.

 

  • Ok aspetta...fermo – lo faccio sollevare e lo bacio, sento anche il mio sapore sulle sue labbra.

 

Lo spingo fino al letto, lo faccio mettere un fianco e mi posiziono dietro di lui, mentre sfilo anche i suoi boxer e ci ritroviamo entrambi nudi.

 

  • Hai voglia di sperimentare cose nuove – lo dice scherzando, ma ormai conosco il modo in cui la sua voce trema di eccitazione e impazienza.

  • Puoi scommetterci – non aspetto ancora, entro dentro di lui.

 

Ogni volta riesco a stupirmi di quanto sia stupenda la sensazione di completezza che provo quando io e lui diventiamo una cosa sola. Lo abbraccio e faccio scivolare una mano tra le sue gambe, comincio ad accarezzarlo con lo stesso ritmo con cui mi spingo dentro di lui.

Sento la sua mano afferrarmi la nuca e spingermi più vicino a lui, e ne approfitto per dargli dei baci sul collo, che alterno a dei piccoli morsi.

 

Forse domani resterà il segno, ma per ora, non me ne frega un cazzo.

 

Ci siamo quasi e lui quasi urla il mio nome, la cosa mi accende un fuoco dentro così grande, che devo trattenermi per non venire subito.

 

  • Shh...Sammy...fai piano...- odio dirglielo, ma cerco di usare l'ultimo barlume di razionalità rimasta mi in corpo per evitare la catastrofe.

Lui mugugna, affonda il volto nel cuscino e lì soffoca i suoi gemiti, mentre io soffoco i miei, che ormai non riesco più a controllare, contro il suo collo.

 

Veniamo insieme e sento quella sensazione di beatitudine che solo la vicinanza di Sam riesce a darmi.

Esco da lui e mi sdraio a pancia in su, con gli occhi chiusi, mentre cerco di regolare il respiro affannoso.

Sam si avvicina e mi dà un bacio sulla spalla, prima di mettersi sul mio petto.

 

  • Ti amo...- è un suono flebile, spaventato, detto a voce bassa, come se alzare il tono potesse mandarci in pezzi.

 

Non gli ho mai risposto e so che lui sa che non lo farò neanche stavolta.

Non so neanche io perchè non riesco a dirlo; perchè dentro di me, so che non c'è persona al mondo che ami più di lui, semplicemente non riesco a fare uscire quelle due parole dalle mie labbra.

 

Gli do un bacio sulla testa e lo stringo forte a me.

So che non è abbastanza, ma Sam se lo fa bastare...almeno per adesso.

Ci addormentiamo così e, per la prima volta in vita mia, dimentico di chiudere la porta a chiave.

 

 

N.d.A

Salve salvino bella gente ( mi sento Ned Flanders)

Ok ok, chiariamo subito:

la storia avrà un seguito, ovviamente se qualcuno se la filerà.

Sto già elaborando le idee e sono a buon punto, quindi se chi leggerà apprezzerà la storia, penso che a breve potrete leggere il seguito.

 

Una cosa la devo precisare:

mi era già capitato in una precedente ff di usare i cognomi: Green, Mustard e Peacock, ma senza specificare da dove erano presi.

Insieme a Scarlet, Plum e White, sono i cognomi dei personaggi di un famoso gioco da tavolo che personalmente amo alla folli: Cluedo.

Ho voluto rendere loro omaggio xD

 

Bè spero vi sia piaciuta, le recensioni sono moooolto gradite :D

 

A presto

Kiss kiss

Angel_SG

P.S: ecco il link del sequel http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3488049&i=1

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Capitolo 2
*** Conseguenze ***


Conseguenze

 

Nel dormiveglia riesco a sentire il battito del cuore di mio fratello, sento il suo respiro tra i miei capelli, il calore del suo torace, la sua mano che mi solletica involontariamente la schiena.

Mi sollevo un po' e lo guardo dormire, ha le ciglia lunghe e un'espressione così rilassata, che sento che potrei baciare ogni parte di quel volto senza averne mai abbastanza.

Gli poso un leggero bacio sulla spalla e lui sorride ad occhi chiusi: Dio, quanto lo amo!

Mi attira a se, stringendomi forte e mi dà un bacio semplicissimo, facendo poi schioccare le labbra.

 

  • Buongiorno – mormora ancora assonnato.

  • Buongiorno – rispondo io...sorridendo come un idiota.

  • Credi che ci sia anche il servizio in camera qui? - dice passandosi una mano sul volto e poi tra i capelli.

  • Ma piantala – e nel dirlo, prendo un cuscino e glielo tiro in faccia.

 

Lui mi guarda con un espressione sconvolta e, allo stesso tempo, divertita.

 

  • Non provocarmi, fratellino- me lo rilancia di rimando, ma io sono più veloce, prendo l'altro cuscino e riesco a prenderlo in pieno.

  • 2 a 0 per me, Dean-

 

E poi lui gioca il suo asso nella manica: il solletico.

Si avventa su di me e mi prende per il fianco, comincia a muovere le dita, non riesco a trattenermi, rido e lo prego di smetterla e lui ride con me.

Nel rotolarmi per sfuggirgli quasi cado giù dal letto.

 

  • Ok ok ok, hai vinto, mi arrendo – dico senza fiato, continuando a ridere.

  • And the winner is...Dean Winchester – e poi, senza lasciarmi tempo mi bacia, un bacio languido, le mie difese crollano e perdo il senso del tempo e dello spazio.

 

Non sento quasi neanche il suono della maniglia della porta che si abbassa, ma sento Dean scappare via da me e la voce di mio padre è come una doccia fredda.

 

  • Ragazzi, è tardi, maledizione! Risolviamo questo caso e leviamo le tende, tra 10 minuti nella hall, non ammetto ritardi.

 

Papà ci guarda solo di sfuggita, in effetti abbiamo il lenzuolo a coprirci, potremmo tranquillamente avere i boxer sotto, ma in realtà giacciono ai piedi del letto...solo che papà è troppo di corsa: non li nota, non ci fa caso, non sembra importargli...o forse quello che io e Dean facciamo è così surreale, che non lo prende in considerazione neanche per un attimo.

 

  • Sissignore – la voce di mio fratello, mi giunge ovattata, papà non va via, resta a guardare me e sento anche lo sguardo di Dean addosso...non so cosa vogliano da me, fino a quando non mi rendo conto che papà aspetta ancora la mia risposta.

  • Sissignore – dico risvegliandomi dal mio stato di trans.

  • Bene, muovetevi, ci vediamo giù- ed esce dalla porta.

 

Il tempo ricomincia a scorrere lentamente, poi il sollievo prende il posto di ogni altra sensazione.

Scoppio a ridere più per sfogarmi che perchè la situazione sia divertente.

 

  • Cavolo c'è mancato poco – dico cercando di risvegliare anche Dean, ma lui non risponde, annuisce con la testa e sembra in un mondo lontano, lontano da questo letto, da questa stanza, da questa terra...lontano da me.

  • Dean...tutto ok? - cerco di scuoterlo e mi avvicino a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.

 

Lui si allontana: non bruscamente, ma sento come se volesse evitare il contatto con me.

Non riesco a vederlo in volto, perchè è girato dall'altra parte.

Non ignorarmi, parlami...Dean!

 

Si alza e comincia a vestirsi; a nulla valgono i miei tentativi di riportarlo con me, quindi mi alzo e, con calma, comincio a rivestirmi anch'io.

Sento il cuore in gola, quando ho finito mi volto a guardarlo ma lui evita ancora una volta il mio sguardo.

Apre la porta e scende giù senza neanche aspettarmi, senza dire una parola, si chiude la porta alle spalle, lasciandomi solo nella stanza.

 

Vorrei piangere, ma ormai non ho più cinque anni, sono un uomo...e gli uomini non piangono.

Chiudo la porta dietro di me e il tonfo che fa somiglia al rumore del mio cuore che comincia ad andare in pezzi.

 

** ** **

 

Il fantasma si rivela essere un osso duro, ma alla fine abbiamo la meglio.

Il professor Plum si offre di ospitarci ancora per una notte, così da darci il tempo di risistemarci prima di partire e papà accetta.

Durante la colluttazione mi sono ferito la spalla sinistra e sento il sangue scorrermi lungo il braccio, ma cerco di fare finta di nulla.

 

Non appena io e Dean entriamo in camera, mi chiudo in bagno, tiro fuori il kit del pronto soccorso e sollevo la maglia per controllare l'entità del danno.

C'è davvero tanto sangue, per un attimo non so da dove cominciare, quindi prendo il disinfettante e ne butto una buona dose sulla ferita, non riuscendo a trattenere un gemito.

 

Cazzo se brucia

 

La porta dietro di me si apre, Dean di siede accanto a me, non dice nulla, prende una batuffolo di cotone e comincia a tamponare la ferita, stando attento a non farmi male.

Lo osservo attento e decido di lasciare fare a lui, non che io non ne sia capace, ma ho davvero bisogno di sentirlo vicino.

 

  • Ci voglio i punti...- è la prima cosa che mi dice da stamattina, non è molto, ma almeno è una forma di dialogo.

  • Ok – gli passo il kit.

 

Lui mette il filo nel piccolo uncino e degludisco a vuoto al pensiero che quel coso bucherà la mia pelle, ma mi costringo a non voltare lo sguardo dall'altra parte.

Il primo punto è sempre quello più doloroso, quindi non posso fare a meno di sobbalzare e gemere.

 

  • Scusa...- bisbiglia lui...e la cosa mi fa incazzare.

  • Per cosa? Per avermi perforato la pelle o per avermi trattato come un appestato tutto il giorno? - non volevo rispondergli così, ma ho paura...paura che lui vada via, paura che possa lasciarmi.

  • Sam ti prego...- è in difficoltà, lo so, ma in questo momento non m'importa.

  • Ti prego? Smettila Dean, non è successo niente, non ha senso comportarti così.

  • Esatto non è successo...ma poteva succede...papà non se lo aspetta, ecco perchè oggi non ha visto niente di strano, ma cosa succederà la prossima volta, eh? - chi non lo conosce direbbe che è arrabbiato, ma so bene che quella che leggo nei suoi occhi è paura.

  • Dean staremo più attenti, bisogna solo che ci regoliamo un po' quando c'è papà nei dintorni.

  • Davvero? Che è quello che ti dico da quando tutto è iniziato, ma tu no...devi sempre fare di testa tua! - alza il tono della voce – Non pensi ma alla conseguenze delle tue azioni? CAZZO SAM, SVEGLIATI! - urla.

 

Non ha mai urlato con me, non so che rispondere, mi sento come prosciugato, lo guardo senza dire una parola. Lui sembra ritornare calmo, finisce di ricucirmi, mi mette una benda per proteggere i punti. Aspetto il solito bacio sulla fasciatura, ma non arriva.

Dean si alza e torna in camera.

Una lacrima scivola via dal mio controllo, lo sto perdendo, so che sta succedendo e non riesco a fare niente per evitarlo.

 

Ho cinque anni, sono appena caduto e mi sono sbucciato un ginocchio.

Dean è qui accanto a me, mi disinfetta la ferita e la fascia.

  • Dee, fa male – ho gli occhi pieni di lacrime.

Dean mi guarda e, sorridendo, dà un bacio sopra le bende.

  • Così il dolore va via- mi accarezza una guancia mentre lo dice.

Io sorrido e una piccola lacrima scende dagli occhi e finisce sulla sua mano.

  • Non piangere Sammy...ci sono io con te.

 

Adesso che stai andando via, posso piangere?

Mi alzo in fretta dal bagno e lo seguo in camera, non voglio lasciarlo andare.

  • Che intendi fare adesso?- ma ho paura della sua risposta.

  • Sam non possiamo andare avanti così, è sbagliato, illegale e...malato. Siamo fratelli, è stata una cazzata fin dall'inizio, non dovevo farti questo.

  • Farmi questo? - chiedo disperato – Dean non c'è una singola cosa che abbiamo fatto in questi anni che io non abbia voluto tanto quanto te, se non di più...-

  • Sam...sei solo un ragazzino, sei confuso, non sai ancora quello che vuoi davvero, ma fidati...non può essere questo quello che vuoi.

  • COME PUOI SAPERE QUELLO CHE VOGLIO?- sto urlando, forse mi sentiranno, ma non me ne frega più un cazzo – Io ti amo...- e poi le dice, quelle parole che mi uccidono.

  • Ma io no Sam – lo dice guardandomi negli occhi, e sento il rumore del mio cuore va in pezzi – Ti voglio bene...davvero, ma non ti amo.

 

Sono senza forze, mi gira la testa e sento che potrei svenire sul pavimento, lui mi guarda e sembra preoccupato, ma non si avvicina, non fa niente per sostenermi. Non sei più il mio amante, ma sei mio fratello...dovresti starmi vicino nel momento in cui soffro, poi una rivelazione mi colpisce come una fulmine a ciel sereno.

 

  • Siamo ancora fratelli però...non...tu non...- non andrai via, mi resterai vicino...non so neanche come finire quella frase, ma lui capisce subito, solo che la risposta che mi dà, non è quella che speravo.

  • Ho bisogno di allontanarmi un po' da te Sam, se avrai bisogno io ci sarò, ma...a meno che non sia grave, per favore evita di cercarmi.- questo lo dice senza guardarmi, sento l'incertezza nella sua voce, so che non vorrebbe dirlo...ma l'ha detto.

  • Vaffanculo Dean – esco fuori dalla stanza, una parte di me spera che lui mi segua, l'altra sa che non lo farà.

 

Metto i piedi uno davanti all'altro e, prima che me ne renda conto, comincio a correre, percorro tutta la casa, passo il salotto e spalanco la finestra per trovarmi sul balcone e la ringhiera ferma la mia corsa, con una forza che mi toglierebbe il fiato...se ricordassi ancora come fare a respirare.

 

Comincio a singhiozzare disperatamente, sporgendomi dal balcone come se in questo modo potessi buttare via tutto il dolore, come se potessi vomitare via la bile di sofferenza che mi chiude il petto.

Aspetto che i singhiozzi si plachino, ma questo non avviene; alla fine scivolo a terra tenendo le mani sulla ringhiera: sono in ginocchio e prego perchè questo sia solo un brutto sogno, perchè domani io mi svegli e mi ritrovi di nuovo tra le sue braccia.

 

Cerco di immaginarmi la scena:

mi sveglio ansimando e lui mi abbraccia dolcemente...

mi chiede se ho fatto un incubo...

gli rispondo di sì...

lui mi abbraccia e mi stringe a sé...

io mi addormento così...

sollevato...

è solo un incubo, vero?

 

Mi rialzo a fatica da terra, non so neanche quanto tempo ci metto ad arrivare in camera.

Quando entro il letto è intatto, ma sento il respiro di mio fratello dall'altro lato della stanza.

 

Dean sta dormendo sul divano.

 

Piangerei ancora se non avessi versato tutte le mie lacrime su quel balcone.

Mi butto sul letto, non mi tolgo le scarpe, né i vestiti...non mi metto sotto le coperte, non rubo il secondo cuscino...perchè non ho nessuno a cui rubarlo.

Resto lì rannicchiato su me stesso, mentre dentro di me comincio a capirlo.

 

Non è un sogno...è finita davvero.

 

 

N.d.A.

Ok non mi uccidete, per chi è arrivato incolume al secondo capitolo puntualizzo un po' la trama generale dell'opera.

La storia si propone di andare a ricollegarsi alla prima stagione della serie ESATTAMENTE come è stata trasmessa, quindi sarà un viaggio che ricostruisca la storia dei Winchester dagli inizi a quando li abbiamo conosciuti noi.

Per chi ama i piccoli Winchester, non temete: ci saranno dei flashback.

A questo proposito ringrazio Lilyy, che mi ha fatto notare che nella mia storie non specifico mai come si sono messi insieme...in suo onore ci sarà anche un flask back su questo xD

 

Per quanto riguarda la reazione di Dean in questo capitolo, magari la si può trovare esagerata, ma ho provato a calarmi davvero nel personaggio e penso che, al di là dello splendido amore che c'è, un incesto non sarebbe così facile da gestire, quindi voglio anche portare alla luce paure e speranze dei due protagonisti che, in fondo, sono poco più che adolescenti.

 

Prometto che farò di tutto per aggiornare spesso

kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 3
*** Zucchero a velo e cacao ***


Zucchero a velo e cacao

 

 

Sento il tonfo della porta che Sam si è sbattuto alle spalle e, d'un tratto, tutta la forza che avevo sembra scivolare via dal mio corpo. Mi siedo sul divano prendendomi la testa tra le mani.

L'ho voluto io, ho deciso di chiudere...dovrei sentirmi meglio e invece riesco solo a sentirmi andare in pezzi.

Ho usato le parole che sapevo gli avrebbero fatto più male, quelle che l'avrebbero fatto arrabbiare, quelle che speravo lo avrebbero portato lontano da me...ma in realtà già mi manca.

 

Mi alzo e mi dirigo verso il letto, mentre lo guardo penso che fino a poche ore fa, lì avevamo fatto l'amore, mi ero sentito felice come solo lui sa farmi sentire...e ventiquattro ore dopo, gli ho detto di non cercarmi, che volevo prendere le distanze da lui.

 

Scuoto la testa e torno verso il divano, mi sistemo per dormire, mentre cerco di non pensare a lui: a quanto starà soffrendo, a quanto starà piangendo...a quanto mi starà odiando.

 

Scusa Sammy, l'ho fatto perchè voglio che tu abbia una vita normale, perchè tu possa andare in giro mano nella mano con la persona che ami, senza nasconderti, senza doverti perdere niente di tutto ciò che di bello l'amore ha da offrire...l' ho fatto perchè ti amo.

 

Ti sento rientrare poco dopo, sento il tuo respiro, è pesante e stanco, ti vedo con gli occhi della mente, so che hai pianto, so che ti sto uccidendo con la mia decisione.

Mi addormento così, senza preavviso, quasi come se fossi svenuto, scivolo in un sonno senza sogni dal quale non vorrei svegliarmi.

 

Scusa Sam.

 

L'INDOMANI MATTINA.

 

E' molto presto quando ci congediamo dal Professor Plum e da Miss Scarlet, papà sembra voglia lasciare questa casa prima possibile e non posso dargli torto.

 

  • Signor Black non so davvero come ringraziarla – dice il professore quasi commosso...dio ho la nausea.

  • Dovere! - risponde mio padre sbrigativo. Poi saliamo sull'Impala e ci mettiamo alla ricerca del prossimo caso.

 

La giornata scorre via così, non troviamo nulla che somigli anche vagamente ad un motel e so già che quella sera ci toccherà dormire in macchina, quindi papà parcheggia in una di quelle zone di sosta per Camper.

 

Appena scendiamo dalla macchina Sam scappa via e, quando papà gli chiede dove va, risponde solo “bagno”.

 

  • Dean, avete litigato? - mi chiede mio padre a brucia pelo. Sapevo che se ne sarebbe accorto, solo che non avevo preparato una risposta.

  • No! - rispondo d'istinto, ma papà mi guarda sarcastico.

  • Dean in tanti anni che viaggiamo non siete mai stati tutto il giorno senza punzecchiarvi.- non ho molta scelta.

  • Si bè...non è niente di grave te lo assicuro...gli passerà – ma lo dico più a me che a lui.

  • Come vuoi...basta che rimaniate concentrati.

 

Fanculo papà, che razza di padre dice una cosa del genere?

Ma poi una vocina dentro di me ribatte:

Che razza di figli fanno una cosa del genere?

 

Fanculo alla voce della mia coscienza.

Prendo l'occorrente per andare in bagno a farmi la barba, quando entro Sam è appena uscito dal bagno e si sta lavando le mani, ha gli occhi rossi e mi sento ancora più merda di prima.

Non mi guarda neanche in faccia, mi sorpassa senza darmi il tempo di parlare.

Di cosa mi stupisco? Sono stato io a dirgli che avevo bisogno di stargli lontano, una volta tanto sta facendo come gli ho detto.

E allora perchè mi sento morire?

 

Quella sera consumiamo la cena in silenzio dentro la macchina, papà legge il giornale alla ricerca di un caso nei dintorni, Sam tira fuori alcuni alcuni sacchetti dalla borsa frigo;l'ultimo che tira fuori è trasparente, dentro sembra esserci qualcosa di duro e scuro...so benissimo cos'è...e la mia mente vaga indietro.

 

QUALCHE GIORNO PRIMA

 

Ci siamo fermati in questo hotel perchè il nostro prossimo caso è un po' troppo distante per raggiungerlo in un solo giorno. Un certo professor Plum ha richiesto la presenza di papà per un problemino imbarazzante...assurdo il modo che la gente ha di chiamare i fantasmi.

Papà ci ha raccomandato di fare qualche provvista e, visto che la nostra stanza ha un cucina incorporata, di preparare qualcosa per il viaggio, mentre lui va a fare rifornimento di “armi”.

 

Ho una mano sul volante l'altro braccio è appoggiato pigramente al finestrino abbassato.

Mi volto a guardare Sam: ha una t-shirt imbarazzante con scritto “Gummy Bear”.

 

  • Sicuro di avere 15 anni? - lo prendo in giro.

 

Lui scoppia a ridere.

 

  • Fanculo Dean, è comoda...e poi lo so che in fondo piace anche a te.

  • Si certo come no, sembra il sopra di un pigiama – mi guarda a bocca aperta, poi il suo sguardo si fa ammiccante.

  • Sicuro che non ti piaccia? - dice avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio – Però magari ti piace cosa c'è sotto...

 

Bastardo! Ma stavolta non mi freghi.

 

  • Cazzo Sam- dico preoccupato guardando di fronte alla strada come se avessi visto un fantasma.

 

Lui torna subito al suo posto e si mette sull'attenti.

Non vede niente e mi guarda confuso,mentre io comincio a cantare a squarcia gola la canzone di Bon Jovi che stanno dando alla radio.

 

  • ohhh oh living on a prayer- mentre scuoto la testa come una pazzo esaurito e poi scoppio a ridere.

  • Te l'ho fatta Sammy. - lui mi guarda sconvolto, a bocca aperta...poi scoppia a ridere.

  • Fanculo Bitch.

  • Jerk – rispondo

 

Poi cominciamo a cantare insieme, mentre io accellero e il vento entra ancora più forte nell'abitacolo, sollevandogli la maglia.

Io guardo il busto che si vede al di sotto e non posso che dargli ragione: adoro quella magliettina.

 

Passiamo tutto il tempo con Sam che mette nel carrello ogni genere di roba inutile.

Quando lo guardo fisso per fargli capire di rimetterlo a posto lui mi guarda, sorridendo a 34 denti.

 

-Ti pregooo – via con lo sguardo da cucciolo...e fanculo a me che non so resistergli.

 

Quando torniamo in albergo abbiamo speso uno sbotto di soldi e siamo carichi di buste; papà s'incazzerà da morire, ma il sorriso che ha Sam mentre comincia ad armeggiare in cucina con tutti gli ingredienti che abbiamo comprato, mi fa dimenticare tutto.

 

Vado a farmi la doccia e quando esco mi fermo dietro di lui a guardarlo, non si è accorto di me: è troppo concentrato nel suo lavoro.

 

Ha della farina in mezzo ai capelli e la maglietta è completamente sporca di cacao, sta impastando qualcosa che credo debba essere un dolce e ha il labbro tra i denti, come fa sempre quando è concentrato...o quando vuole provocarmi.

 

Vado dietro di lui e gli poggio le mani sui fianchi; lui sobbalza un po' per la sorpresa e un po' perchè soffre il solletico.

 

-Hey, già finito con la doccia? - mi chiede sorridendo.

Mugugno in risposta – Non riuscivo a starti lontano.

 

Comincio a baciarli lentamente il collo, mentre con le mani gli accarezzo la pelle appena sopra i jeans.

 

  • Ah si? - ha il fiato corto – Allora vieni più vicino...- mi stringo a lui e vedo le sue mani tremare nell'impasto.

  • Così va bene? - dico con voce sensuale- Non ti distraggo dal tuo lavoro?

 

Sento il suo cuore che batte a mille, mentre comincia ad accarezzare l'impasto in maniera languida.

  • Vuoi farmi sbagliare, vero? - sorride.

  • Un po' – rido

  • Sei un bambino cattivo, e per i bambini cattivi niente dolce.- dice con fare da maestrina.

 

Lo faccio voltare verso di me, lo guardo negli occhi mentre lui ha le mani sporche e cerca di tenerle lontano da me per non macchiarmi; ma io mi avvicino alla sua mano e assaggio l'impasto direttamente dalle sue dita, poi mi passo la lingua sulle labbra per raccogliere il cacao dolce che ormai sembra essere dappertutto.

E' lì che Sam perde ogni capacità di raziocinio e si avventa sulle mie labbra.

Il bacio è appassionato e dimentico il tempo e lo spazio mentre lo sento sciogliersi addosso a me, venirmi più vicino e io lo stringo forte, come se niente al mondo potesse mai portarmelo via.

L'attrito tra i nostri corpi sveglia qualcosa in me, mi spigo con forza contro di lui per sentirlo e mi scappa un gemito.

 

Tuttavia la cucina è vecchia, uno dei ganci del ripiano sopra cede...non abbastanza da far cadere la mensola, ma abbastanza da far cadere lo zucchero a velo che Sam aveva messo da parte.

 

-Ma che caz...- mi ritrovo coperto di zucchero, tutto intorno a noi è bianco, neanche fosse la mattina di natale.

 

Sam sembra ancora più sorpreso di me, poi scoppia a ridere e io insieme a lui.

 

  • Siamo un disastro in cucina – dice mentre cerca di scollarsi di dosso lo zucchero a velo, io gli scompiglio i capelli.

  • Parla per te tigre – lui si volta, divide l'impasto in parti uguali e sistema quelli che scopro essere biscotti al cacao nella teglia, prima di infilarli in forno.

  • Mi sa che dovremo fare a meno della decorazione con lo zucchero a velo.- dice sorridendo.

  • Perchè, non ti sembra di avermi decorato abbastanza? - lui mi guarda e scoppia di nuovo a ridere.

  • Sembri un abete la vigilia di Natale – e butta indietro la testa scosso dalle risate.

  • Ah si? Questa me la paghi – mi abbasso e lo sollevo sulle mie spalle come un sacco di patate.

  • No, Dean, mettimi giùùù – non smette di ridere e so che non c'è niente che ami di più al mondo della sua risata.

  • Non ci penso neanche – e gli do un piccolo schiaffo sul sedere – lui emette un urletto molto poco virile quando lo getto a peso morto sul letto.

  • Allora – dico mettendomi sopra di lui – dov'eravamo rimasti?

 

Lui mi guarda, ride e non posso fare a meno di baciare quel sorriso.

 

  • Ah già...ora ricordo. - e facciamo l'amore.

 

Mentre Sam guarda l'ultimo dei biscotti che abbiamo preparato quel giorno sento un groppo alla gola. Lui non alza lo sguardo, si stringe quel biscotto al petto, pensando di non essere visto e si sdraia stringendolo forte come fanno i bimbi con il loro peluche preferito.

 

Mi volto dall'altra parte, incapace di reggere ancora quella visione e so di non essere mai stato così male.

 

Mi manchi Sam

Che cosa ho fatto?!

 

N.d.A.

Yu-uhh c'è nessuno? Come va il coma iperglicemico?

Questo capito è decisamente nato da solo, Sam e Dean hanno deciso in totale libertà come far andare la storia...mi sento usata n.d.me tapina.

 

Nel prossimo capitolo ritorniamo dal punto di vista di Sam.

Spero vi sia piaciuto, so che non è successo niente di particolare, ma abbiate pazienza...tempo al tempo xD

 

A presto

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 4
*** Moonlight Shadows ***


Moonlight Shadows

 

4 mesi, 2 settimane, 3 giorni, 1 ora e 45 minuti.

Questo è il tempo che è passato da quando Dean ha smesso di toccarmi, di parlarmi o anche solo di guardarmi.

A meno che non sia strettamente necessario, i nostri dialoghi si sono ridotti a “Hai preso il sale?” “Si” “E l'acqua santa?” “Presa anche quella, Dean” “Ok”...già, proprio una bella merda.

 

Siamo a casa di Bobby in questo momento e non posso fare a meno di pensare che molti dei momenti più belli sono collegati a questa casa, è stato un po' come se fosse casa nostra, quanto di più vicino avessimo ad un posto dove tornare.

Papà è uscito a caccia insieme a Bobby e Dean si è chiuso in camera sua senza dire una parola più del dovuto.

Mi guardo intorno alla ricerca di un modo per passare il tempo e impedire al mio cervello di pensare e la mia attenzione viene colta da una vecchia copia della Divina Commedia che si intravede dentro il baule aperto a fianco della libreria, la prendo in mano soppesandola; ricordo che una volta, quando io e Dean eravamo più piccoli, Bobby stava borbottando con questo libro in mano, gesticolando animatamente.

 

  • Fidati John, se un idiota come questo fosse veramente sceso all'Inferno, gli si sarebbero rizzati i peli del...- papà lo interruppe subito.

  • Bobby, c'è Sam...- ma in realtà era abbastanza divertito dall'ira di zio Bobby.

  • Tzè...idiota!

 

Mi viene da ridere al pensiero che, sapendo quello che sappiamo noi sui demoni, il mondo manderebbe all'aria anni e anni di storia della letteratura italiana...e il tenero fiorentino dal naso a punta con lei.

Nel baule accanto alla libreria Bobby conserva tutte le vecchie cose inutili, ma che in fondo è troppo sentimentale per buttare; quindi mi siedo lì di fronte e comincio a tirare fuori la roba.

Vedo il vecchio pugnale di papà, ormai in pessime condizioni, la prima pistola che Bobby aveva usato per insegnarmi a sparare con la sinistra, quando avevo il braccio rotto.

Passo ore leggendo ritagli di giornali e guardando foto, quando la mia attenzione viene colta da una vecchia coperta rossa.

Il mio cuore perde un battito e per un attimo non riesco a credere ai miei occhi, la tiro fuori con la stessa delicatezza che avrei se avessi in mano un vaso di cristallo, quasi come se la potessi rompere, quasi come se un mio piccolo movimento potesse farla sparire.

Il ricordo di quella coperta mi colpisce con la forza di un treno e non riesco di impedire alla mia mente di andare indietro nel tempo.

 

Io e Dean siamo sdraiati nel divano, lui continua a mandare avanti i canali, senza guardare niente, mentre io leggo un libro.

Lo vedo fermarsi su un canale e subito reagisco.

 

  • Dean sai che odio il football, ti prego! - mi sto lagnando ingiustamente, dato che non stavo neanche guardando la tv, ma non bisogna essere Freud per capire che sto semplicemente cercando di attirare la sua attenzione.

  • Andiamo Sammy, stai leggendo, non lo stai neanche guardando, che ti cambia? - mi prende in giro – Bobby e papà restano fuori fino a domani?

  • Si – gli rispondo posando il libro e stiracchiandomi un po', - comunque adesso non sto più leggendo.

 

Lui si limita a ghignare prima di cambiare canale, fa ancora qualche giro e poi spegne la tv.

  • Bobby dovrebbe fare un abbonamento alla tv via cavo

 

Io scoppio a ridere all'idea di Bobby, nemico della tecnologia, che fa un abbonamento del genere.

  • Si certo, contaci...mi annoio Dee – e allungo le gambe verso di lui, mettendo i piedi sotto il suo sedere.

  • Che fai, provochi? - ribatte sornione

  • Moi? - dico indicandomi con fare innocente – Jamais!

  • Sai che non ho capito una sola parola, vero? - ribatte sarcastico.

  • Uffa, un po' di fantasia Dean...facciamo qualcosa...

  • Del tipo? - ribatte lui

  • Non so – ci penso un po su, poi lo guardo con aria di sfida – Stupiscimi!

 

Lui si gira dall'altra parte sorridendo, poi mi guarda e senza smettere di sorride si morde la parte destra del labbro.

 

  • Sam Winchester vuole essere stupito...fammi pensare...- poi il suo sguardo si accende.- Ci sono!

 

Si alza e prende una coperta rossa che si trova nel baule lì a fianco, poi prende le chiavi dell'Impala e si dirige verso l'ingresso.

 

  • Seguimi! - io gli corro dietro, ma poi mi fermo – Aspetta, dove andiamo? Non puoi prendere la macchina, papà si arrabbierà.

 

Lui si gira e sorridendo mi porge la mano.

 

  • Ti fidi di me? - non ho neanche un secondo di esitazione.

  • Si – afferro la mano che mi porge, prendo le chiavi di casa e usciamo.

 

 

Sento il calore del sua stretta,la sua risata...e mi rendo sempre più conto di quanto io sia innamorato di lui. Stiamo correndo e non so perchè, ma sono felice e non m'interessa.

 

Lascia la mia mano solo per andare al posto del guidatore, mentre io salgo su quello del passeggero.

 

  • Mi porti sulla cattiva strada Dean Winchester? - dico sollevando un po' il mento e provando ad assumere un espressione seria e diffidente.

  • Non sai quanto – ride nella mia direzione e, come ogni volta, il mio cuore perde un battito

 

Guida in silenzio, la radio è un sottofondo piacevole, ma l'unica cosa che attira la mia attenzione è lui.

 

  • Hai intenzione di dirmi dove mi stai portando? - lui non parla, ride e poi scuote la testa.

 

Passiamo per un sentiero tra gli alberi e quello che mi trovo davanti, somiglia ad un piccolo angolo di paradiso.

Al chiaro di luna, la spiaggia di fronte a noi ha la sabbia quasi bianca, il mare è scuro ma calmo e la luna si riflette alla perfezione sulla sua superficie piatta.

 

Sono ancora lì a bocca aperta quando mi accorgo di un leggero movimento alla mia sinistra.

 

  • Dean che stai facendo? - dico a metà tra lo sconvolto e il divertito.

 

Dean ha cominciato a togliersi la maglietta e resta a petto nudo di fronte a me.

 

  • Faccio un bagno – dice ridendo come se fosse la cosa più normale del mondo.

  • Ma siamo a marzo! - non credo alla mie orecchie, ma lui non mi ascolta, si sbottona i jeans e li tira giù togliendoseli un po' a fatica, quindi porta indietro il sedile per avere più spazio.

  • Sammy – mi guarda fisso negli occhi divertito dal mio tono – io lo farò...la vera domanda è...lo sta facendo da solo? - dice cercando di farmi capitolare...e per Dio, ci riesce benissimo.

  • Lascia il motore e il riscaldamento accesi – dico mentre comincio velocemente a spogliarmi.

 

Scendiamo dall'auto insieme e subito Dean mi prende la mano e intreccia le sue dita con le mie, mentre corriamo a perdifiato verso il mare.

Non lascia la mia mano neanche quando arriviamo in acqua e ci tuffiamo, restando immersi fino alle spalle.

Comincio a ridere e lui ride con me.

 

  • Non è così fredda – dice battendo il denti e io non riesco smettere di ridere.

  • No, è gelida infatti! - lui si avvicina a me e mi dà un bacio semplicissimo sulle labbra.

  • Vuoi già uscire? - sento le sue mani prendermi i fianchi con dolcezza e l'acqua dà a quel tocco un sapore totalmente nuovo, più intimo, più delicato.

  • No – dico mettendogli le braccia intorno e inclinando un po' la testa per baciarlo.

 

Lui approfondisce il bacio in men che non si dica e io dimentico tutto il mondo,ogni tanto mi stacco da lui per guardarlo negli occhi, quegli occhi verdi che amo sembrano pieni di magia sotto il chiarore di quella luna piena.

 

  • Ti ho stupito? - dice spostandomi la frangia dal viso

  • Sì...come sempre...- lo bacio, ma poi comincio ad avere freddo sul serio.

  • Bene...-dice lui ridendo – ti avverto che appena usciremo sentiremo ancora più freddo...al mio tre, ok?

  • Si vai – gli prendo la mano.

  • Uno...due...TRE!

 

Corriamo fuori dall'acqua e ci precipitiamo a bordo dell'Impala.

Dean prende subito la coperta rossa e avvolge prima me e poi lui, essendo abbastanza grande da accoglierci entrambi.

Poi comincia a sfregare la mani sopra la coperta in un caldo abbraccio per cercare di scaldarmi e io mi stringo di più a lui, avvicinando le mani alla stufa della macchina.

 

  • Ok, credo che abbiamo sfiorato l'ibernazione – dice non appena l'ambiente in macchina si fa più caldo.

  • Ahahaha decisamente – ci rivestiamo con calma e Dean comincia a guidare verso casa di Bobby.

 

Quando arriviamo di fronte alla porta lo blocco un attimo.

 

  • Dee...- lui si gira e mi sorride invitandomi a parlare – Grazie...

 

Grazie per la bella serata...

Grazie per essere nella mia vita...

Grazie per farmi sentire così vivo e completo...

Grazie per tutto...

 

Lui mi bacia, in maniera profonda e un po' imprudente.

 

  • Prego – poi apre la porta di casa.

 

Torno con la mente al presente, con il dorso della mano caccio via una lacrima dispettosa che è sfuggita al mio controllo, proprio nel momento in cui Dean scende le scale ed entra in salotto.

Non so se mi abbia visto piangere, ma resta lì impalato a guardarmi, io mi giro di riflesso e vedo che il suo sguardo è posato sulla coperta rossa.

 

La sto ancora stringendo tra le mani; lui sposta il suo sguardo su di me e siamo di nuovo occhi negli occhi e, per la prima volta in vita mia, non capisco cosa i suoi vogliano comunicarmi.

 

Mi volto senza dire niente, mi avvicino al camino e appallottolo la coperta.

 

  • NO! - urla strappandomela di mano, poi mi guarda sconvolto,come se non avesse deciso di fare quel passo in maniera razionale.

  • Perchè no? Hai detto che non mi ami quindi che te ne importa? - lo dico a metà tra l'arrabbiato e il ferito.

  • Sammy io...- neanche si accorge di essere tornato al nomignolo

  • Tu cosa, Dean? - sono stanco, vorrei solo dimenticare le parole dure che mi ha detto e gettarmi di nuovo tra le sue braccia – Mi hai detto che non devo cercarti neanche come fratello, giusto? Quindi che diavolo vuoi da me?

  • Non era quello che intendevo Sam...lo sai...- ha il buon gusto di essere mortificato, perchè sa l'enorme cazzata che ha detto.

  • Ma è quello che hai detto, Dean...- sento le forze venir meno.

  • Lo so...e mi dispiace...ma Sam, stare vicini in questo momento anche solo come fratelli...non è possibile, siamo andati troppo oltre...non riusciamo a stare vicini in modo diverso da quello di questi ultimi due anni. - dice deciso...e la sua decisione mi distrugge.

 

  • Mi manchi...- Mi si rompe la voce, non voglio piangere davanti a lui, ma è quello che succederà se non chiudo subito quella discussione.

 

Lui sospira, poi dice due paroline, che magari non vogliono dire niente, ma che mi danno la forza di continuare ad andare avanti.

 

  • Anche tu...-

  • E allora perchè? - cerco di spronarlo a parlare, perchè magari, se ne parliamo, posso fargli cambiare idea.

  • Lo sai il perchè Sam...non possiamo...

  • Non puoi o non vuoi Dean? - un'altra lacrima scende e brucia sulla guancia come fuoco.

  • Entrambi Sam...perchè rendi tutto più difficile? - qualsiasi cosa possa dire, lo conosco troppo bene, per non capire che sta soffrendo, che non è la scelta che vuole davvero.

  • Perchè non posso vivere senza di te...- ammetto stanco.

 

Lui si passa una mano sul volto

 

  • Sam...non va bene...

  • Tu invece si, vero? Tu puoi vivere senza di me...- gli chiedo mentre il suo mancato ti amo brucia come un coltello affondato nel petto.

  • No Sammy...- e lo guardo sorpreso dalla sua risposta – Neanche io ci riesco...è questo il problema.

 

Alza la mano e la poggia sul mio viso, sfregando dolcemente il pollice sulla guancia, in una carezza così intensa da farmi tremare le gambe ed il cuore. Poggio la mia mano sulla sua e poi volto lievemente il viso, quel tanto che basta per posare un bacio nel palmo della sua mano.

Lo vedo chiudere gli occhi e capisco che si sta beando quanto me di quel calore che tanto ci è mancato.

 

  • Non puoi portarmi via sia il mio ragazzo che mio fratello Dean...non riesco a sopportarlo...- gli confesso come se mi costasse un pezzo di cuore.

  • Lo so...- si avvicina e mi dà un bacio sulla fronte – scusami fratellino.

 

Incasso il colpo, perchè conosco il significato di quella frase.

“Ci sono come fratello...ma non più come amante”...non mi basta, ma è già qualcosa.

 

  • Dai prendiamo una birra dal frigo di Bobby, diremo a papà che l' ho bevuta solo io, promesso – prova a sorridere, ma quel sorriso non ha niente di quello bello e spaccone di mio fratello.

  • Ok...- vedo che guarda la coperta che è ancora nella sue mani.

  • Davvero l'avresti bruciata? - mi chiede ferito.

  • No, mai...- ammetto dopo qualche secondo di silenzio.

 

Lui sorride triste.

 

  • Vado a conservarla e ti raggiungo in cucina. - e scompare per le scale.

 

Resto ancora un po' fermo, poi mi dirigo in cucina; quando lui mi raggiunge gli passo la birra e, per un attimo, le nostre dita si toccano, lui si scosta velocemente, come se avesse preso la scossa e poi mi rivolge uno sguardo di scuse.

 

Lui sa che l'ho fatto apposta...ed io so che pretendo troppo da lui.

Ci sediamo e lui mi racconta dell'ultima canzone rock che ha ascoltato in radio.

Non è niente che possa somigliare ai nostri vecchi discorsi, il tutto è macchinoso e abbastanza imbarazzante, ma poi lo guardo bene in volto, i suoi mi parlano: “ci sto provando” mi dicono.

 

E allora mi rilasso e cerco di essere un po' più naturale.
Quella sera non succede nient'altro di particolare...ma qualcosa è cambiato.

Non è molto, ma è un primo passo.

 

N.d.A

Salve genteee xD

Sono così buona che auguro la buona sera anche a chi legge senza recensire u.u''

Allora per chi non conoscesse bene l'inglese, la traduzione del titolo del capitolo “Moonlight Shadow” è “Ombre del chiaro di luna”.

Che dire? Spero vi sia piaciuto, la scena della macchina è liberamente ispirata ad una scena del film “La memoria del cuore”, anche se, ovviamente, non è uguale.

Per il resto è davvero troppo tardi per scrivere delle note decenti, quindi ci risentiamo al prossimo capitolo.

Kiss Kiss

Angel_SG

 

PS: le due parole Moi e Jamais che Sam usa nel capitolo sono francesi e vogliono dire rispettivamente “Io” e “Mai”...diciamo che non è necessario che facciate la traduzione perchè la situazione divertente era proprio il fatto che Dean non capisse cosa avesse detto Sam, quindi aggiungo la nota solo se qualcuno che non conosce il francese, avesse la curiosità di saperne il significato...ok ora stacco davvero xD

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Capitolo 5
*** It's Killing Me ***


It's killing me

 

Ok, mio fratello mi stava provocando.

Era così dannatamente evidente, che mi chiedo come sia possibile che nessuno si accorgesse di quanto riusciva ad essere maledettamente provocante, stronzo e...sexy.

Funziona sempre così con Sam, quando capisce che in un modo o nell'altro stai per cedere lui ci dà dentro da morire.

O forse sono io che sento così tanto la sua mancanza da percepire ogni cosa come una provocazione.

Bè non so, fatto sta che oggi sono sempre più deciso a tenergli testa; non nego che i rapporti tra noi si sono un po' distesi e che, ormai riusciamo a stare nella stessa stanza senza che la tensione si tagli con il coltello...ma così è troppo.

Non so neanche quanto riuscirò a resistergli.

Oggi ad esempio a colazione, eravamo seduti di fronte, papà guardava il giornale in cerca di un caso e noi cercavamo di non disturbarlo...o meglio IO cercavo di non disturbarlo. Sam aveva deciso di fare di tutto per disturbare me.

Continuava a mordersi il labbro in maniera distratta e, mentre mangiava i pancake, si leccava la marmellata dalle labbra in modo...così fottutamente erotico.

 

Dio mio, sto impazzendo.

Continuo a ripetermi che magari è solo una mia impressione...o almeno cerco di convincermene fino a quando non arrivo in camera.

Sam è salito prima di me, ma non mi premuro di avvertirlo che sono entrato.

Non sembra esserci niente di strano e io comincio a preparare le cose in maniera distratta, mi prendo più tempo del necessario, quando ad un tratto, sento un rumore soffocato provenire dal bagno.

Inizialmente credo di essermelo immaginato e continuo a preparare le mie cose, quando il suono si ripete e stavolta è più chiaro.

 

Un gemito...

E cazzo se conosco i gemiti che fa mio fratello.

Mi avvicino alla porta ed ho la conferma di quello che pensavo...si sta...oh mio dio non riesco neanche a pensarlo, figurarsi a dirlo ad alta voce.

 

-Ah...ahn...ahhh – sento i gemiti farsi sempre più forti e, mio malgrado, qualcosa si smuove dentro di me al ricordo di quando quei gemiti, li sentivo arrivare grazie a me.

 

Sento il forte impulso di sfondare quella porta e tappargli la bocca per farlo smettere...o dargli un motivo per urlare più forte.

Quest'ultimo pensiero mi colpisce come un treno, mentre mi rendo conto di avere una cazzo di erezione e sento Sam sempre più vicino a venire.

Quando alla fine sento gli ultimi gemiti, mi tremano le gambe e ne ho la certezza: mi sta provocando.

 

Apre la porta dopo pochi minuti e mi guarda angelico.

 

  • Oh Dean, eri qui? Non ti avevo sentito entrare – dice ironico, malizioso...e anche un po' stronzo.

Mi hai sentito entrare eccome, Bitch!

 

  • Nessun problema – dico alla sbrigativa.

 

Ma lui si ferma di fronte a me e abbassa lo sguardo sul cavallo dei miei jeans.

 

  • Si, nessun problema davvero – dice trattenendo una risata – Bè...ci vediamo giù allora.

 

E se ne va via.

 

Sì, decisamente è confermato.

Mio fratello mi sta provocando...e sta decisamente giocando sporco.

 

Mi prendo qualche minuto per calmarmi e sciacquarmi il viso con l'acqua gelida, poi esco dalla stanza, cominciando ad avere paura di cosa mi aspetta.

 

* * * * *

 

Papà continua a ripetermi che quel magazzino abbandonato è un covo di licantropi e io continuo a crede che stia viaggiando un po' troppo con la fantasia.

Tutte le notizie che abbiamo raccolto potrebbero ricondurre tanto ad un licantropo quanto ad un normalissimo orso incazzato, visto che l'edifico si trova al limitare del bosco.

Ma papà non vuole sentire ragioni, quindi ci dividiamo e, ovviamente, arrivano le sue immancabili parole.

 

  • Sam tu vai con Dean – dice mio padre, poi mi guarda fisso – Dean, tieni d'occhi tuo fratello.

  • Signorsì – dico sbrigativo per poi dirigermi nella direzione assegnata per perlustrarla.

 

Sam mi segue a ruota, senza tenere a portata di mano nessuna arma, visto che è convinto quanto me, che quel posto non abbia mai visto l'ombra di un licantropo.

 

  • Secondo me stiamo solo perdendo tempo – si lamenta – Hey Dean mi stai ascoltando?-

 

Mugugno una risposta, senza tuttavia dargli troppa attenzione.

 

  • Sbaglio o mi stai evitando? - dice ridendo.

 

E io non ci vedo più.

Mi giro verso di lui e lo sbatto contro il muro più vicino, facendolo gemere di dolore.

 

  • Piantala Sam! - non ha idea di quanto sia difficile per me, non prenderlo e farlo mio lì in quel momento.

  • Cosa c'è? Non ti è piaciuto quello che hai sentito stamattina? - dice languido.

  • Chiudi quella bocca. - lo avverto, ma lui si avvicina al mio viso e devo fare appello a tutte le mie forze per non mandare in culo il mondo e baciarlo lì stesso.

  • Chiudimela tu. - sta per baciarmi e so che stavolta non riuscirò a fermarlo...nè a fermare me.

 

D'un tratto, prima che le sue labbra tocchino le mie, sento uno spostamento veloce alla mia destra e scatto subito sull'attenti, ma un secondo troppo tardi.

La creatura si avventa su di noi e ci scaglia lontano, io a sinistra, Sam a destra.

Non so come, ma riesco a tornare lucido e prendo la pistola che avevo rinfoderato, dopo di che sparo tre colpi, che vanno a segno e la figura animalesca davanti a noi si accascia morta: un licantropo.

 

Papà arriva proprio in quel momento ed il suo sguardo non promette niente di buono.

  • Ti avevo detto di stare in guardia, dopo anni di caccia ancora non sei in grado di riconoscere il covo di un maledetto licantropo. Cazzo Dean, potevamo rimetterci la pelle.

 

So di non avere modo di rispondere, mentre mio padre mi scarica addosso tutta la rabbia che ha in corpo, tengo lo sguardo basso, quando ancora una volta vengo risvegliato dai miei pensieri da un gemito...sembra la stessa scena di stamattina...solo che il gemito, stavolta, è di dolore.

 

Smetto di ascoltare mio padre e mi avvicino a Sam, steso per terra, che si tiene un fianco.

Da sotto le mani riesco a vedere la maglia bianca macchiata di rosso.

Poggio le mie mani sulle sue, facendo un po' pressione, ma stando attento a non fargli male.

 

  • Hey Sammy, guardami...- lui mi fissa con uno sguardo debole – Va tutto bene, adesso torniamo in albergo e ti curiamo, starai bene te lo prometto.

  • Ok...non fa così male...sta tranquillo – cerca di rassicurarmi.

 

Quando più tardi arriviamo in albergo mi rendo conto che la ferita non è per niente grave come sembrava, lo dimostra il fatto che Sam continui a lagnarsi...si perchè ovviamente il mio fratellino deve sempre rendere le cose impossibili.

 

  • Dean, dovresti essere tu a ricucirmi, non papà, lui ha la finezza di un elefante.

 

Papà incassa il colpo con un risata, una di quelle rare, che si spegne subito appena posa lo sguardo su di me.

 

  • Cura tuo fratello...visto che è a causa tua se adesso è ferito. - Poi si alza e se ne va...probabilmente nel bar più vicino.

 

Sam non mi guarda neanche.

 

  • Scusa, non volevo che se la prendesse con te – ha il buon gusto di sembrare mortificato.

  • Bè in effetti se non mi avessi distratto, ora non staresti in queste condizioni...- lo accuso.

  • Ti ho distratto?- chiede malizioso.

  • Cazzo Sam – mi alzo e comincio a girare per la stanza come un leone in gabbia. - Sì, mi hai distratto e lo sai benissimo, perchè non rimedi da solo ai tuoi danni?

 

Lui non risponde e so di aver esagerato, mi siedo vicino a lui, sperando di non pentirmene e comincio ad armeggiare con il kit per suture.

 

  • Ci vorrà qualche punto, ti conviene stenderti – dico sottovoce.

 

Lui non risponde, fa come gli ho detto e si stende nel letto. Mi siedo di fianco a lui e gli sollevo piano la maglia, mi avvicino alla sua pelle per poter dare i punti in maniera più precisa e netta...così da non fargli troppo male.

Sento il calore e il profumo della sua pelle e quasi mi gira la testa.

Non so come fare a resistere, ogni secondo che sto vicino a lui è un passo avanti verso il mio capitolare del tutto.

Alla fine riesco a mettere l'ultimo punto e mi alzo a guardarlo, una sola lacrima gli è scesa dagli occhi ed è ancora sulla guancia; lui si affretta a toglierla con il dorso della mano ma non in tempo perchè io non riesca a vederla.

A volte dimentico che è solo un ragazzino, che non dovrebbe essere così forte, dovrebbe essere infantile e poter piangere quando ne sente il bisogno...e non perchè suo fratello gli sta ricucendo dei lembi di pelle.

Non resisto, mi avvicino a lui e gli poso un bacio vicino alla ferita, poi mi sposto dal fianco, verso l'ombelico...e comincio a baciarlo anche lì.

 

Qualcuno mi fermi, perchè io tra poco non ne sarò più in grado.

 

Gli afferro i fianchi con le mani e tiro fuori la lingua, spingendola nel suo ombelico e lo sento inarcarsi sotto di me.

 

  • Mhm...Dean...fallo ancora...- Ripeto il movimento, mentre sposto una mano in mezzo alle sue gambe.

     

Il gemito stavolta è più forte e so che sto per cedere, sto per fare il passo di non ritorno, perchè so che se cedo adesso, non sarò più in grado di tornare indietro...di lasciarlo ancora una volta da solo.

 

Do un morsetto leggero in quella parte così delicata del suo ventre e lui mi afferra i capelli con una mano, tirandomeli.

 

  • Ahh...Dean – ma per me è troppo, devo fermarmi subito.

     

 

Mi allontano da lui, come se avessi preso la scossa.

 

  • Non posso...non posso farlo Sam – stento a riconoscere la mia voce carica di panico.

 

Mi allontano da lui, aspettandomi una sua risposta, ma quello che leggo nei suoi occhi...non riesco neanche a spiegare il dolore che ci vedo dentro.

 

  • Sammy io...- Non finisco la frase, perchè lo schiaffo di Sam la blocca a metà.

 

Ha gli occhi di un cucciolo ferito e so che stavolta gli ho davvero fatto del male, perchè non c'è niente di peggio che illudere qualcuno.

 

  • Vattene Dean...

  • Sam ascolta...- un altro schiaffo.

 

Resto con la testa voltata stavolta, perchè so di meritarmelo, il letto si alleggerisce e capisco che si è alzato.

 

  • Lascia perdere...me ne vado io...- e se ne va sbattendosi la porta alle spalle.

 

Sono proprio un coglione.

 

2 ore dopo

 

Stringo tra le mani il ciondolo che Sam mi ha regalato per Natale tanti anni fa e mi chiedo se sto davvero facendo la cosa giusta.

Mi brucia ancora la guancia, perchè in quegli schiaffi Sam c'ha messo dentro tutto quello che provava...e non posso dargli torto, mi schiaffeggerei anche io al suo posto.

Ho provato più volte a chiamarlo, ma dopo la seconda chiamata ha spento il telefono, quindi oltre al senso di colpa per averlo ferito, oltre all'angoscia per una situazione che non sto riuscendo a gestire, aggiungiamo pure una cazzo di preoccupazione in stile mamma chioccia, dato che non ho notizie di mio fratello da due ore e non so neanche dove sia.

 

Riprendo in mano il telefono e provo ancora a chiamare:

 

  • Il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile...” - schiaccio il tasto della chiusura chiama con tanta forza che temo quasi di rompere il telefono.

 

Cazzo Sam, dove sei?

Non so neanche quanto tempo passo davanti alla finestra del motel, seduto sulla poltrona, ma alla fine mi addormento.

 

Vengo svegliato da un suono strano, fastidioso, che realizzo solo dopo, essere lo squillo del mio telefono. Guardo lo schermo e subito i miei sensi si allertano.

 

Sam

 

  • Sammy, sei tu? - chiedo temendo già la voce di qualche medico, poliziotto e chi più ne ha più ne metta.

  • Dean...- dice lui, ma la sua voce, è strana, debole, impastata, quasi come se...

  • Sam, sei ubriaco? - gli chiedo, ma lui non risponde alla domanda

  • Dean...io...- sento la sua voce incrinarsi

  • Dimmi solo dove sei, vengo a prenderti...- prendo le chiavi dell'auto e quelle della stanza e mi infilo la giacca prima di uscire fuori nel freddo della notte.

  • Sono nel bar...l'abbiamo visto quando siamo arrivati, quello con la scritta verde...-

  • Non muoverti da lì, arrivo subito – Dio mio, fa che sia solo ubriaco e che non gli sia successo niente.

 

Quando arrivo di fronte al locale, Sam mi aspetta seduto nei gradini, ha gli occhi rossi e, dato che ha cominciato a piovere, i vestiti zuppi gli si sono appiccicati addosso.

 

Mi avvicino e mi abbasso su un ginocchio di fronte a lui, per poterlo guardare negli occhi.

 

  • Tutto bene? - gli chiedo preoccupato.

  • Si...- non è vero, non va bene per niente, ma per la domando che gli ho fatto, per ora la risposta mi basta.

  • Andiamo forza, alzati – lo aiuto a tirarsi su e a salire in macchina e, dal modo in cui la sua testa ciondola, capisco che deve aver bevuto tantissimo.

 

Il viaggio in macchina è silenzioso, io non gli chiedo nulla e lui non parla...arriviamo al motel e sono contento che anche stavolta io e Sam abbiamo una stanza a parte, così possiamo tranquillamente tenere questa cosa tra me e lui senza che papà la venga a sapere.

 

Quando entriamo in camera, lui si siede sul letto e io non so cosa dirgli, fino a che non lo vedo correre verso il bagno.

Sento i conati di vomito e subito sono dietro di lui: vederlo così indifeso, piegato in due sulla tazza del bagno, scosso dai conati e singhiozzi, mi dà la certezza che sto sbagliando tutto.

Mi avvicino e mi inginocchio accanto a lui, con una mano gli sposto i capelli dal viso e gli tengo la testa mentre vomita mesi e mesi di sofferenza, con l'altra gli accarezzo la schiena.

  • Va tutto bene Sammy...ci sono io qui...- quando smette di vomitare si accascia indietro e scoppia in un pianto disperato.

  • Non ce la faccio Dean, non ce la faccio senza di te! - sento la disperazione nella sua voce, mi avvicino a lui e sento i suoi singhiozzi farsi sempre più disperati, sembrano quasi soffocarlo.

 

Quando i singulti cominciano ad essere troppo forti e ravvicinati mi rendo conto che sta iperventilando. Lo abbraccio da dietro e comincio a sussurrargli all'orecchio.

 

  • Va tutto bene, calmati...respira con me...senti il mio petto...respira con me Sammy...- All'inizio non riesce a controllarsi e ho davvero paura che finirà per soffocare, ma poi pian piano il ritmo del suo respiro si adegua al mio.

 

Si calma e ricomincia a respirare regolarmente, non singhiozza, ma vedo ancora le lacrime scendere.

 

  • Dean...non andare via – la sua voce è così debole e lui così fragile...l'ho mandato in pezzi...e ora tocca a me rimetterlo insieme.

 

Lo abbraccio forte, facendogli mettere il volto nell'incavo della mia spalla.

 

  • Non vado da nessuna parte...te lo prometto – comincio ad accarezzargli la testa e lui mi afferra la camicia con le mani, come se avesse paura di vedermi andare via.

 

Si addormenta così.

Lo prendo in braccio attento a non svegliarlo e lo poso nel letto.

Quando mi stacco da lui, lui stringe di nuovo la presa e apre gli occhi.

 

  • Dean...- bisbiglia spaventato

  • Shh...tranquillo, sono qui.

 

Lui si sposta un po' per farmi spazio e io mi infilo nel letto, sfilandomi le scarpe con i piedi, mi sdraio accanto a lui e lo abbraccio.

Restiamo così per tutta la notte e finalmente, dopo tanti mesi, mi sento di nuovo a casa.

 

 

N.d.A

Bene bene bene, ecco il nuovo capitoletto xD

Ragazzi è davvero troppo tardi per i commenti dell'autore, quindi vi dico solo che spero vi piaccia e che, dal prossimo capitolo ci sarà molto più fluff, quindi se avete resistito fino ad adesso, dal prossimo capitolo avrete il meritato premio xD

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 6
*** Happy Birthday, Sammy! ***


Happy Birthday, Sammy!

 

Avete presente quella sensazione di incoscienza che precede il risveglio, quella dove non hai presente neanche come ti chiami, non hai idea di dove ti trovi e che caspita di giorno sia...bè sensazione ovviamente enfatizzata dal fatto che ieri sera avevo in corpo più alcool che sangue...

 

Ma perchè avevo bevuto così tanto?

 

Dean...Dean che rifiuta, io che lo schiaffeggio e me ne vado...

 

La ragazza del bar che continua a riempire il mio bicchiere...

 

Io che non capisco più niente...Che prendo il telefono e chiamo Dean...

 

Lui che mi viene a prendere e...

 

Sento un movimento accanto a me, apro gli occhi quasi con il timore di scoprire che sia stato tutto un sogno e invece trovo conferma di tutto: Dean è lì, dorme a fianco a me.

Mi perdo a guardarlo come facevo sempre prima che litigassimo...il suo volto è rilassato quando dorme, le ciglia lunghe e bionde spiccano sul suo viso, il suo petto si alza e si abbassa lentamente...

Sollevo la mano per spostargli un ciuffetto di capelli ribelle e vedo le sue palpebre tremare leggermente, prima di aprirsi.

I suoi occhi verdi incontrano i miei, sono ancora assonnati, ma sorridono...e quel sorriso si trasmette anche al resto del viso.

 

  • Buongiorno...- dice con la voce impastata dal sonno

  • Buongiorno...- strizzo un po' gli occhi quando una fitta mi colpisce la testa.

  • Mal di testa da dopo sbronza? - si fa beffe di me, ma lo fa in maniera così dolce che non riesco a prendermela.

  • Sta' zitto Dean – ma sorrido – ohi ohi...che dolore...

  • Così impari a bere come una spugna...alcolizzato – il suo sorriso...Dio quanto mi è mancato.

 

Mi avvicino a lui fino a sentire il suo respiro sul viso, ho le mani strette al mio petto, non so come comportarmi. Lui solleva una mano e la mette dietro la mia nuca, cominciando ad accarezzarmi i capelli delicatamente.

 

  • Tra poco mi metterò a fare le fusa come un gatto, sappilo... - lo avverto, mentre già sento il dolore alla testa affievolirsi.

  • Non aspetto altro...- restiamo un po' così, senza muoverci a bearci dalla ritrovata vicinanza.

 

Poi lui sposta la mano in basso, scende ad accarezzarmi il volto, la spalla, comincia a fare sali e scendi per tutto il braccio in maniera lenta e mi viene la pelle d'oca, per tutte le sensazioni che riesce a trasmettersi con quel semplice gesto.

Non stacca gli occhi dai miei, neanche quando la sua mano scende sulla mia e me la solleva un po' per poi intrecciare le sue dita alle mie...il tocco continua ad essere delicato, ma ora è più deciso, come se...come se si stesse assicurando che io non vada via.

 

Non vado da nessuna parte Dee.

 

  • Vorrei restare per sempre in questo letto...- dico avendo già paura del mondo fuori.

  • Possiamo farlo...- mi dice lui e non so quanto sia serio.

  • Possiamo davvero? - gli dico prendendolo un po' in giro.

  • Possiamo fare tutto quello che vuoi – mi fissa con un intensità che mi fa fermare il cuore...o forse era bloccato e adesso ha ricominciato a battere.

 

Restiamo lì fermi a guardarci e stringerci per non so quanto tempo, lui non mi bacia, non mi aspetto che lo faccia, non subito almeno, ma sto così bene, che in questo momento non me ne importa.

 

Papà viene a bussare alla nostra porta e sentire la sua voce genera il panico in me, perchè ho paura dell'effetto che avrà su mio fratello, ma lui mi sorprende.

 

  • Ragazzi, ci vediamo tra dieci minuti nella hall -

  • Arriviamo! - dice Dean, ma continua a guardarmi, tranquillo, allarga un po' le dita e sfila lentamente la mano da me, come se fosse un'ulteriore carezza.

  • Avevi chiuso la porta a chiave? - chiedo, comprendendo improvvisamente perchè fosse così tranquillo.

  • No...- dice semplicemente e il mio cervello va in panne.

  • Poteva entrare e...scoprirci – bisbiglio confuso con un filo di voce.

  • Ti importa? - e dal tono in cui lo dice capisco...capisco che stavolta non sto lottando da solo.

  • Sinceramente no – gli sorrido.

 

Lui mi dà un bacio sulla fronte, con calma, poi si abbassa e struscia il suo naso contro il mio come un gatto...non mi bacia sulle labbra, ma quello che ha detto è più intenso di un bacio, quindi sono felice così.

 

Ci alziamo e ci diamo una sistemata, prima di cominciare a scendere per le scale.

 

Quando arriviamo giù, papà ci sta aspettando con un borsone in spalla.

 

  • Ragazzi devo partire per un caso con Bobby, lui è qui fuori che mi aspetta...sembra un caso abbastanza complicato quindi ho lasciato il conto della stanza pagato fino a martedì...NON fate danni.

  • Sissignore – rispondiamo insieme.

 

John Winchester, il padre perennemente assente...ma devo ammettere che in questo caso dovrei anche essergli grato.

 

Dean accanto a me ha un sorriso strano, si volta verso di me e mi fa una domanda che non capisco.

 

  • Sammy che giorno è? - si volta a guardarmi sorridendo

  • Ehm...venerdì, perchè? - ricambio con uno sguardo confuso.

  • Ahahahah sei un caso senza speranza Sammy – butta indietro la testa, poi prende il telefono e si allontana un po' per fare una chiamata.

 

La cosa mi dà abbastanza fastidio, visto che non si è neanche premurato di scusarsi prima di andare via.

Quando torna venti minuti dopo è...felice.

 

  • Fai i bagagli – e corre verso la nostra stanza.

  • Hey Dean aspetta, dove andiamo? - gli corro dietro e, quando entriamo in camera, lui butta a caso le cose nella sua sacca e poi mi passa la mia.

  • Muoviti dai! - ride

  • Ok...– dico confuso, ma non posso negare che mi è mancato tutto questo – Puoi almeno dirmi quanti giorni staremo via?

  • Andiamo fuori per il weekend e poi torniamo, papà non se ne accorgerà neanche – è troppo gasato per darmi altre spiegazioni, quindi mi limito a mettere dentro la sacca l'occorrente per stare fuori qualche giorno.

 

Per circa 5 minuti non diciamo niente, poi lui interrompe il silenzio.

 

  • Hey cos'è questo? - dice sventolando un blocchetto per appunti bianco...

 

Oh no, cazzo!

 

  • Dean dammelo, è mio – lui lo allontana da me

  • Che diavolo c'è scritto? - comincia a leggerlo.

  • Dean piantala, ridammelo – a nulla valgono i miei tentativi.

  • Studiare legge...scoprire un nuovo pianeta, leggere “Il buio oltre la siepe”...stare in due posti contemporaneamente...Che significa? - mi guarda stranito.

 

Io mi rassegno e mi siedo nel letto, poi sospiro e gli racconto tutto.

 

  • E' una lista...- dico a testa bassa

  • Sì, questo lo vedo...ma di cosa? - si siede vicino a me e mi restituisce il blocchetto.

  • Di tutte le cose che voglio fare nella vita...alcune sono davvero impossibili.

  • Tipo studiare legge? - mi prende in giro lui, ma io lo guardo con sarcasmo.

  • Tipo essere in due posti contemporaneamente...Jerk!

  • Bitch – mi risponde più per abitudine – Alcune sono spuntate...sono cose che hai fatto, vero?

  • Già...ultimamente è un po' che non spunto via niente, ma continuo solo ad aggiungere roba...

 

Lui si alza e prende la mia sacca, la chiude e me la porge.

 

  • Mi seguiresti senza sapere la meta?

 

Non ho bisogno di riflettere per rispondere “Sì”.

 

Il viaggio in macchina è bello, bello da stare male, Dean mi lascia giocare con la radio e non si lamenta quando tiro fuori “Someday we'll know”, anzi sorride mentre tiene una mano sul volante e una sulla mia gamba, intrecciata alla mia mano e comincia a cantare.

 

  • Someday we'll know Why Samson loved Delilah One day I'll go Dancing on the moon Someday you'll know That I was the One for you -

 

Quanto amo sentirlo cantare, la sua voce così bassa e roca...la verità è che non c'è una cosa che non amo di lui.

 

Quando vedo la scritta “L'aranceto”, capisco tutto al volo.

 

  • Un' agriturismo all'italiana? Davvero Dean? - solo lui poteva fare una cosa del genere, quel weekend si prospettava essere uno dei più belli della mia vita.

  • Un uccellino mi ha detto che li ami e che hai sempre sognato passarci un weekend...

  • L'hai semplicemente letto nella mia lista, sbruffone – ma sono troppo felice e rido...come non facevo da mesi.

 

Quando arriviamo alla reception, ci accoglie un'anziana signora, che ci dice avere origini italiane e ci racconta tutta la storia del suo trasferimento nel Tennessee.

 

In realtà ascolto poco o niente della storia della signora, quando arriviamo in camera sono sempre più di buon umore, la porta finestra dà su un balcone, così la apro ed esco fuori ad assaporare l'aria di quel giorno caldo.

 

  • Oh mio Dio Dean, ci sono le arance! - dico come un bimbo il giorno di Natale.

 

Dean ride, esce anche lui in balcone e mi abbraccia da dietro, circondandomi con le sue braccia e io non posso fare a meno di poggiare le mie sulle sue.

 

  • Si Sammy, in effetti ci doveva essere un motivo se il posto si chiamava l'Aranceto...allora dimmi...che giorno è oggi?

  • Sempre venerdì Dean. - lo prendo in giro, ma lui sembra ridere di me e non capisco perchè.

 

Passiamo un giornata stupenda e quando si fa sera, Dean mi dice di prepararmi ad uscire.

 

Siamo a bordo dell'Impala e lui continua ad essere misterioso.

 

  • Non mi dirai neanche stavolta dove vuoi portarmi vero?

 

Lui scuote la testa ridendo.

 

Ferma la macchina davanti ad un cancello, poi scende e mi invita a fare lo stesso.

Prende lo zaino dal cofano e, dopo avermi aiutato a scavalcare, fa lo stesso.

 

  • Non sarà mica illegale, vero? - dico un po' spaventato.

  • Ahah Sammy quando mai le cose che facciamo noi lo sono? - ride e mi trovo a pensare che bacerei quel sorriso in quello stesso momento...ma non lo faccio, Dean non mi ha ancora baciato e io non voglio rovinare tutto.

 

Camminiamo per un po' e davanti a noi si apre una radura e io resto incantato.

 

  • Dean come facevi a conoscere questo posto? E'...bellissimo...- dico sconvolto.

 

Mentre sono impegnato ad ammirare quello spettacolo Dean tira fuori una coperta e un sacco che, suppongo, contenga della roba da mangiare.

 

  • Se dentro quel sacco c'è un arrosto ti sposo stasera stesso – forse ho esagerato, temo di essermi spinto troppo in là, ma Dean ride.

  • Romantico sì..ma ricordati che sono sempre Dean Winchester – e nel dirlo tira fuori un cheeseburger per lui e un insalata di verdure miste per me.

 

Mi siedo in mezzo alle sue gambe, appoggiando la mia schiena al suo petto.

 

  • Hey io dovrei mangiare – bisbiglia al mio orecchio, ma si fa più vicino e capisco che in realtà quel contatto fa piacere anche a lui.

  • Dean...- dico dopo che qualche minuto di silenzio – Grazie per la bella serata...

  • Mica è finita! C'è ancora un posto dove dobbiamo andare.

 

E così ricomincia la nostra corsa, conserva tutto e mi trascina in macchina, viaggiamo per una mezz'oretta abbondante.

 

Alla fine si ferma in mezzo alla strada, senza preavviso.

 

  • Ok siamo arrivati, scendi.

 

Io lo seguo, ma siamo nel bel mezzo del nulla, se non contiamo il cartello “Welcome to Virginia” all'angolo della strada.

 

  • Dean ma non c'è niente qui – cerco di capire.

  • Zitto...allora...un piedi qui – dice indicandomi una specie di linea sulla strada, sulla quale poggio il piede.

  • No no Sam, un piede a destra della linea...e uno a sinistra.

 

Appena lo faccio lui mi guarda soddisfatto e io ricambio con uno sguardo confuso.

 

  • E adesso? - chiedo sperando in una spiegazione.

  • Adesso...- comincia lui – hai un piede in Tennesse e uno in Virginia...sei tra due stati...

  • Non capisco...-

 

Il suo sorriso si fa più grande e lui allarga le braccia come a volermi dire “Ecco fatto”.

 

  • Sei in due posti contemporaneamente...- mi sorride.

 

Io resto a bocca aperta per qualche secondo, fino a realizzare quello che mi ha detto, poi scoppio a ridere di felicità e gli getto le braccia al collo; lui mi circonda i fianchi con le sue e mi solleva un po da terra.

 

Ti amo Dean.

 

* * * *

 

Quando torniamo in agriturismo io sto ancora sorridendo come una ragazzina innamorata.

Esco in balcone e mi siedo sulla ringhiera ad ammirare il cielo, lui è subito dietro di me.

Smetto di guardare la luna e mi giro totalmente verso di lui, restando però seduto alla ringhiera.

Lui si avvicina a me e mi mette le mani sui fianchi, poi guarda al volo l'orologio che porta al polso.

 

  • Che giorno è oggi? - mi chiede per l'ennesima volta.

 

Guardo l'orologio anche io.

 

  • Bè mancano ancora due minuti a mezzanotte, quindi è ancora venerdì...- lui sorride e finalmente mi rendo conto di quello che mi ha chiesto tutto il giorno.

  • Oh mio Dio...è il 2 Maggio...ho dimenticato il mio compleanno – dico sconvolto

  • Fortuna che non l' ho dimenticato io – mi prende il giro, poi mi tira un po' verso di sé e mi fa scendere dalla ringhiera.

 

I nostri visi sono così vicini, che so che stavolta non riuscirò a resistere.

  • C'è qualcos'altro che vuoi per il tuo compleanno? - mi sussurra dolcemente mentre con le mani mi accarezza i fianchi.

 

Oh sì Dean, so esattamente cosa voglio per il mio compleanno.

 

  • Baciami!

 

Lui mi sorride dolcemente, abbassando un po' lo sguardo, si passa la lingua sulle labbra e poi, senza incertezza alcuna, poggio le sue labbra sulle mie.

Il contatto non è passionale, è tenero, dolce, innamorato.

 

Quando ci stacchiamo guarda di nuovo l'orologio...manca meno di un minuto e poi non sarò più il mio compleanno e mi rendo conto che c'è ancora una cosa che non mi ha detto.

 

  • Happy Birthday, Sammy!

 

N.d.A.

 

Qualcuno è andato in coma diabetico? Io non voglio responsabilità è tutta colpa di Sam e Dean.

Allora, la parte in grassetto che troviamo sopra è una citazione dalla canzone “L'universo tranne noi” di Max pezzali.

 

La traduzione del pezzo della canzone “Someday we'll know” è:

“Un giorno sapremo perchè Sansone amava Dalila, un giorno andrò a ballare sulla luna, un giorno sapremo perchè ero quello giusto per te”

 

La parte dello stare in due posti contemporaneamente non è mia purtroppo , l' ho riadattata da un libro/film che s'intitola “I passi dell'amore”...ma ci sta tropp bene, non potevo non usarla.

 

Ho inserito anche un commento della dolce Lilyy su “John il padre assente”, ci stava davvero da morire.

 

Per il resto è tutta farina della mia zucca xD

 

Che dire, il prossimo chappy è già in cantiere, devo solo scriverlo al pc, ma per ora sono troppo stanca, quindi correggo questo ( spero di non dimenticare qualche errore) e poi vado a fare il risposino pomeridiano.

Kiss kiss

Angel_SG

 

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Capitolo 7
*** Impala in love ***


Impala in love

 

Il sole mi dà fastidio e sono costretto ad aprire gli occhi.

Guardo Sam sdraiato accanto a me e penso che a volte i miracoli accadono, perchè per me, averlo lì accanto, che dorme serenamente, è come un regalo che non mi sento di meritare...è la cosa più bella della mia vita e, anche se non glielo dirò mai neanche sotto tortura, non mi sento mai abbastanza per lui.

 

Mi volto su un fianco e mi sollevo un po', poggiano la testa sulla mia stessa mano, come a sostenermi e resto lì a guardalo per un tempo che non so definire.

Deve sentirsi osservato, perchè alla fine le sue palpebre vibrano qualche secondo prima che lui apra gli occhi.

 

-Buongiorno – biascica con la voce impastata dal sonno, sorridendo.

 

-Buongiorno – rispondo io schioccandogli un bacio sulle labbra – dormito bene?

 

-Divinamente – dice, poi si avvicina a me.

 

Restiamo un attimo in silenzio, occhi negli occhi, perchè tra noi non c'è bisogno di parole.

 

-Che pensi? - mi chiede curioso.

 

-Penso che potrei restare sveglio solo per sentirti respirare...per guardare il tuo sorriso mentre sogni...ecco cosa penso.

 

Lui arrossisce, perchè in effetti non mi sono mai lasciato andare così tanto.

È senza parole e io ne approfitto per baciarlo di nuovo, un bacio languido.

Apre lievemente la bocca per sospirare e io ne approfitto per approfondire il bacio.

Quando ci stacchiamo ha le labbra ancora leggermente rosse per l'intensità del bacio.

 

Le sento...quelle due paroline che vorrei tanto dirgli: sono lì, intrappolate in gola, ma non riesco a tirarle fuori.

 

-Che c'è? - mi chiede lui per sondare il mio silenzio.

 

-Niente...solo...- ci provo, ma non vogliono uscire fuori – niente.

 

Lui mi sorride, anche se non è convinto della mia risposta.

Scendiamo a fare colazione, e poco dopo lui mi prende per mano.

 

-Andiamo a vedere l'aranceto? Ti prego ti pregooo – e so che non posso né voglio dirgli di no.

 

-Ok tigre, andiamo – gli scompiglio i capelli e non so neanche io se sto guardando mio fratello o il mio ragazzo.

 

Quando usciamo fuori lui si avvicina ad un albero di arance e ne stacca una dal ramo.

Lo guardo sbucciarla concentrato, allora gli vado dietro e gli avvolgo le braccia intorno alla vita.

Poggio il volto sul suo collo.

 

-Dio, quanto mi sei mancato – inspiro e sento il suo odore, così familiare.

 

-Anche tu...- sorride, poi mi porge uno spicchio di arancia e io, senza disturbarmi a sciogliere l'abbraccio, lo prendo direttamente dalle sue dita.

 

Passiamo due giorni fantastici, poi saldo il conto della camera e torniamo al motel.

In macchina Sam è silenzioso e stavolta sono io a dovergli chiedere a cosa pensa.

 

-Non credo che amerò mai nessuno quanto amo te...- è il momento giusto, devo solo dirlo...ma ancora una volta non riesco, chissà poi perchè.

 

Resto in silenzio e Sam incassa il colpo senza dire niente.

Quando arriviamo al motel, portiamo subito tutto in camera per non far capire a papà che siamo andati via.

Abbiamo finito solo da cinque minuti, quando papà bussa alla porta ed entra senza aspettare neanche che diciamo avanti.

 

-Sono tornato, fate la valigie, andiamo da Bobby per qualche giorno – sembra guardarci in modo strano, poi scuote la testa e va via.

 

Sam mi guarda ironico.

 

-Meno male che avevamo appena finisco di disfare i bagagli! – vuole essere un tono divertente, ma in realtà percepisco il suo fastidio.

 

Sam non è fatto per questa vita e so che prima o poi dovrò fare i conti con questa cosa, ma per ora non voglio pensarci.

 

Ci alziamo e cominciamo a rimettere tutto nelle sacche, ma ad un certo punto mi volto e vado nella sua direzione. Lui sembra sorpreso di questa mia reazione.

Lo bacio con foga, facendo scivolare le mani sotto la sua maglietta, sento il suo calore e so che mi è mancato più di quanto io stesso riesca a capire.

Lo spingo verso il letto, mentre lui comincia a sbottonarmi la camicia e a toccarmi come solo lui sa fare.

 

Il letto accoglie la nostra caduta e comincio a baciargli il collo, dando dei piccoli morsetti, lascio dei segni rossi, lui geme in maniera indecente e il mio cervello smette di ragionare.

Infilo una mano tra i nostri corpi in una carezza intima alla sua virilità e lui comincia a gemere.

 

Le nostre erezioni sono già visibili e abbastanza dolorose, non abbiamo ancora fatto l'amore da quando abbiamo..bè risolto le nostre divergenze...e so che voglio che succeda adesso.

 

Il mio telefono squilla e avrei voglia di mangiarmelo con tutta la custodia.

Guardo il display e vedo uno dei numeri di papà lampeggiare.

Rotolo giù da Sam, mentre lui mugola il suo disappunto.

 

-Pronto papà, dimmi – cerco di non avere il tono affannato.

 

-Dean ascolta, io vado con Bobby adesso, dobbiamo prima passare da un posto...

 

-A fare cosa? - chiedo indispettito, non sopporto che mi tratti come un bambino a cui non dire niente.

 

A quanto pare Sam non è per niente contento dell'essere stato lasciato solo, perchè si avvicina e mi infila una mano nei jeans mezzi aperti.

Devo mordermi il labbro a sangue per trattenere un gemito piacevole quanto inaspettato.

 

-Dean tutto ok ?– dice mio padre dall'altro capo del telefono.

 

-Si – ma la mia voce trema, Sam sta sorridendo e non accenna a fermarsi.

 

-Bè comunque, dobbiamo passare a prendere delle cose da un amico di Bobby – Sam aumenta il ritmo delle sue carezze e mi trovo a dover trattenere un altro gemito.

 

-Dean sicuro che sia tutto ok? - il tono di mio padre è più duro adesso.

 

-Si si papà, ho solo...- devo prendermi tempo perchè sono vicino al limite e non riesco a tenere la voce ferma – Ho un po' di mal di stomaco tutto qui.

 

Se Sam non si ferma rischio di venire qui a telefono con mio padre....cosa fottutamente imbarazzante.

Non servono a niente le occhiate che gli rivolgo, lui è troppo deciso.

Sono al limite, quindi cerco di chiudere al più presto la chiamata.

 

-Va bene papà, ci vediamo da Bobby....

 

-Dean aspetta, andiamo tutti insieme,ci vediamo giù nella hall...subito.

 

Il tono non ammette repliche e io chiudo velocemente, appena in tempo per nascondere gli ultimi ansiti e gemiti, prima che io venga direttamente nella mano di mio fratello.

Cerco di riprendere fiato, Sam finalmente sembra soddisfatto.

 

-Dobbiamo scendere adesso, piccolo incosciente – vorrebbe essere un rimprovero, ma il mio tono è così appagato che non ci crede nessuno.

 

-Bè andiamo, io sono pronto – poi scoppia a ridere.

 

-Bitch...

 

-Jerk...andiamo dai, vado a lavarmi le mani.- dice provocatorio...e stavolta sono io ad arrossire.

 

Quando scendiamo papà ci guarda con uno sguardo strano e due voci dentro di me lottano.

 

-Lui sa...

 

-No, non può saperlo...

 

-Allora lo sospetta...

 

Cerco di mettere tutto a tacere e mi comporto normalmente.

 

Quando più tardi ci troviamo a casa di Bobby, papà continua guardarmi in modo strano e io, mio malgrado, mi trovo a prendere un po' le distanze da Sam.

Lui sembra capire il motivo, quindi non prova ad avvicinarsi.

Il pranzo scorre lentamente, senza che nessuno a parte Sam e Bobby, provino ad instaurare un dialogo. Alla fine anche loro rinunciano e finiamo di pranzare in silenzio.

 

Bobby si alza per sparecchiare e Sam lo aiuta: per qualche minuto restiamo solo io e mio padre...lui continua ad avere quello sguardo...e io mi sento come quando vieni scoperto a rubare in un negozio.

 

-Dean c'è niente che devi dirmi? - chiede senza preavviso e con un tono così piatto da darmi i brividi. Lui mi guarda negli occhi e io non riesco a reggere quello sguardo, sentendo di avere di nuovo 5 anni.

 

-No...niente – Distolgo lo sguardo e mi alzo per portare le ultime cose in cucina.

 

-In 19 anni non hai mai sparecchiato tu... - quella semplice frase basta a farmi tremare le gambe...e quella dopo mi dà il colpo di grazia. - Attento a quello che fai!

 

Accellero il passo ed entro in cucina, totalmente sconvolto.

Bobby lo nota, ma rinuncia a chiedere e torna in sala da pranzo da papà.

Sam invece non fa finta di niente, si avvicina a me e mi poggia una mano sul braccio con discrezione.

 

-Tutto ok? - bisbiglia.

 

-Si...tutto ok – provo a sorridere e, incredibilmente, Sam non mi chiede altro.

 

Comincia a lavare i piatti e io prendo uno strofinaccio pulito per asciugarli, tutto in un rigoroso silenzio.

 

Quando finiamo Sam sembra indeciso su cosa dire o cosa fare e d'un tratto capisco cosa gli sta passando per la testa.

 

La situazione non è molto diversa da quella che mi aveva portato ad abbandonarlo qualche mese fa, capisco che sta lottando contro la paura che succeda tutto di nuovo...è terrorizzato e io non voglio che lo sia.

 

-Ho bisogno di prendere un po' d'aria...vieni con me? - chiedo sperando di risollevarlo.

 

Lui si volta a guardarmi sorpreso e poi sorride.

 

-Certo! Prendo la giacca.

 

Lo guardo andare su e mi infilo la mia giacca di pelle, controllando che le chiavi siano ancora nella tasca.

Quando Sam torna, mi rendo conto che dobbiamo passare per forza davanti papà e Bobby per uscire.

Attraversiamo la sala in fretta e furia e Sam dice qualcosa come “Noi usciamo, non aspettateci per cena”.

 

Guido per tutto il pomeriggio prosciugando il serbatoio della benzina.

Sam continua a guardarmi circospetto, in attesa di una mia parola.

 

Alla fine sono quasi le sette quando mi fermo in uno spiazzale deserto, con una splendida vista sul tramonto.

 

-Hai mai pensato...che il tramonto dura solo pochi secondi? - rompo così il silenzio.

 

-In che senso? - mi chiede lui confuso.

 

-Il momento perfetto, quello da fotografare, quello che rende il tramonto così unico, dura pochi istanti, se lo perdi...devi aspettare altre 24 ore per vederlo.- mi volto verso di lui, che stavolta sembra aver afferrato il senso della mia frase.

 

-Bè...è magico proprio per questo...- mi guarda con quello sguardo innamorato e io non riesco a trattenermi.

 

Lo bacio.

Non credo di averlo mai baciato così, mi prendo il mio tempo, lentamente.

Lui si avvicina a me e mi scavalca con una gamba, ritrovandosi seduto sul mio bacino...e io perdo la testa.

Comincio a baciargli il collo e, solo allora, mi accorgo di avergli lasciato un segno quella mattina; bacio quella macchia rossa e riprendo a succhiare quel lembo di pelle, mentre Sam comincia a muoversi sopra di me e l'attrito mi dà alla testa.

Gli afferro i fianchi e li stringo forte, guidandolo più vicino a me.

Lui ansima forte e getta indietro la testa inarcando la schiena e, così, si fa ancora più vicino a me.

 

-Ah...Sam...- mi scappa un gemito.

 

Siamo ancora vestiti, ma non potrebbe essere più eccitante neanche se fossimo nudi.

Il modo in cui Sam si muove sopra di me è come adrenalina pura nelle vene.

Alla fine sono costretto a farlo scendere.

 

-Andiamo dietro...è più comodo.

 

Scendiamo dalla macchina e, appena ci spostiamo nei sedili posteriori comincio a spogliarlo, mentre lui fa lo stesso con me.

 

Ci troviamo nudi e lui riprende il posto di prima.

Si abbassa velocemente sopra di me e lo vedo stringere gli occhi in un espressione sofferente.

 

-Piano Sammy...è passato tanto tempo – Sempre con le mani sui suoi fianchi comincio a fargli prendere un ritmo regolare, che gli permetta di non sentire dolore.

 

Avevo quasi dimenticato quanto fosse piacevole essere dentro di lui, appena sento che si è abituato lo guido per incalzare il ritmo, si spinge contro di me e sento di essere vicino a stuzzicare quel punto dentro di lui che lo fa impazzire.

 

-Ahn..ah..ahh – è la prima volta che siamo sicuri che nessuno ci senta, quindi non devo dirgli di fare piano.

 

Il suoi gemiti mi infiammano e mi lascio andare anche io, man mano che le spinte diventano più veloci e profonde, i nostri gemiti si fanno più vicini e rafforzo la presa sui suoi fianchi fino a farmi sbiancare le nocche.

Veniamo insieme, la frangia gli si è appiccicata alla fronte bagnata di sudore, sposto una mano dai suoi fianchi per scostargli i capelli dal viso e guardarlo negli occhi.

 

-Ti amo Sam...- così tanto tempo passato a provare a dirglielo...e alla fine era tanto facile quanto bello è il sorriso che mi rivolge.

-Ti amo anch' io Dean...- mi bacia con forza, so che è felice.

 

Appena si stacca si appoggia al mio petto e io lo abbraccio stringendomelo forte addosso.

 

Ci siamo dentro insieme, Sammy.

 

Quando più tardi ci rivestiamo e metto in moto per tornare a casa, Sam ha un sorriso così dolce che mi scalda il cuore.

 

Parcheggio di fronte casa di Bobby e scendiamo dalla macchina; lui va avanti ma io gli afferro la mano e lo tiro verso di me, facendolo voltare.

 

-Dean ma che- non finisce la frase perchè gli stampo un bacio facendo schioccare le labbra.

 

Non mi allontano subito e resto un attimo vicino al suo volto.

Gli faccio una carezza sulla guancia prima di lasciarlo andare e lui mi sorride.

 

Non ero ancora pronto a lasciarlo andare in casa, avevo bisogno di quell'ultimo bacio.

 

Ero così preso da lui, che non mi ero accorto della figura che aveva scostato le tende del salotto per guardare cosa stesse succedendo fuori dalla porta di casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

Ok stavolta ho esagerato con lo zucchero.

Chi sarà mai il guardone che sembra aver visto il bacio dei nostri Romeo e Giulietta?

 

Il capitolo doveva includere anche un altra parte, ma sarebbe diventato davvero troppo lungo, quindi ho deciso di stopparlo qui...e farvi rodere un po' il fegato ahahaha

Vi giuro però che vi voglio bene xD

 

Alla prossima

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 8
*** 40 Giorni e 40 Notti ***


40 giorni e 40 notti

 

Avevo davvero visto...quello che credevo di aver visto.

Mi appoggio al muro di fianco alla finestra, nascondendomi alla vista dei due ragazzi, non voglio che sappiano che ho visto...bè quello che visto.

Non riesco neanche a formularlo nella mia mente, figurarsi trasformarlo in parole, ma è proprio quello che è successo.

 

Baciati...quei due si sono baciati.

Ho chiaramente visto Dean Winchester prendere suo fratello Sam e baciarlo come se...come se fosse una cosa normale, come se lo facessero tutti i giorni, come una qualsiasi coppia.

 

Come se non bastasse adesso ero io a nascondermi in salotto per evitare che mi vedessero mentre rientravano in casa...e non ero nascosto neanche tanto bene; se quei due non avessero avuto i cuoricini al posto del cervello mi avrebbero sicuramente visto, invece sono passati accanto a me. Sam ha trattenuto un risolino molto poco virile, mentre Dean lo ha afferrato per i fianchi facendogli il solletico...e poi erano spariti entrambi su per le scale.

 

Esco fuori dal mio nascondiglio improvvisato e mi rendo conto che i dubbi che a volte mi venivano quando vedevo il modo strano di comportarsi dei due fratelli, corrispondeva a verità.

 

Quei due stanno insieme...

 

Alzo gli occhi al cielo a pensiero di cosa succederebbe se John lo venisse a sapere e mi chiedo se, in realtà, anche lui non abbia qualche dubbio.

 

-Idioti!- poi mi fermo a pensare che, se mai questa cosa dovesse saltare fuori, dovrei fare una gran fatica per salvare i culi di quei due incoscienti dai calci di John.

 

-Che palle! - penso che avrei fatto meglio a non alzarmi dal letto, così non avrei visto niente e sarei ancora bellamente ignorante di tutta quella situazione.

 

Buon vecchio Bobby...in che guaio ti sei andato a cacciare?

 

* * * * * *

 

-Cosa? Perchè non posso venire con voi? - Chiedo, rimanendo a bocca aperta.

 

L'ultima volta che mio padre mi aveva fatto fuori da una caccia avevo 11 anni.

 

-Sam non ho nessuna intenzione di discutere, ti ho già detto che devi aiutare Bobby con alcune ricerche, per questo lavoro andiamo bene io e tuo fratello.- mi risponde mio padre sbrigativo.

 

-Ma...- guardo Dean in cerca di una mano, ma lui alza le spalle, non sapendo cosa fare.

 

-Basta Sam, ho deciso così e così si farà! - alza il tono di voce e Dean mi fa cenno di lasciar perdere.

 

La cosa mi dà ancora più fastidio e me ne vado in camera, sbattendomi dietro la porta.

 

Passano solo pochi minuti prima che senta bussare.

-Avanti...- dico senza troppo entusiasmo e Dean entra in camera, chiudendo la porta prima di venirsi a stendere sul letto accanto a me.

 

-E dai, sono pochi giorni, lascialo stare, hai l'opportunità di riposarti un po' – comincia ad accarezzarmi il braccio con il dorso della mano.

 

-Bè potevi impegnarti un po' di meno per convincerlo a farmi venire con voi, sei stato davvero pressante – dico sarcastico.

 

Lui mi guarda e scoppia a ridere.

 

-Samantha ha manie di protagonismo, o sbaglio? - mi tira una ciocca di capelli, ma io mi volto dall'altra parte, incrociando le braccia al petto.

 

-Vediamo se riesco a farmi perdonare prima di andare via...- bisbiglia in tono suadente.

 

-Guarda che non attacca Dean – mi ostino a restare voltato.

 

Lui mi si fa più vicino e infila la mano sotto la mia maglia, accarezzandomi il fianco, lentamente, sfiorandomi con i polpastrelli e poi poggia le sue labbra sul mio collo...e io mi dimentico perchè sono arrabbiato con lui.

 

Porto la mano indietro fino ad arrivare ai suoi capelli, ha il ciuffo un po' più lungo del solito e io ci faccio scorrere le dita, sapendo quanto gli piaccia.

 

-Mhm...così non mi farai partire lo sai? - lo sussurra al mio orecchio, prima di prenderlo tra i denti e tirarlo leggermente.

 

Sento il cuore accellerare i battiti e sono costretto ad inumidirmi un po' le labbra.

Lui continua a lasciarmi dei baci umidi sul collo e so che sto per perdere la testa.

Mi fa voltare leggermente e prende posto in mezzo alle mie gambe...sa benissimo che non possiamo fare nulla se c'è qualcuno in casa, ma sembra non importargli.

 

Quando sento l'attrito in mezzo alle gambe mi lascio sfuggire un gemito, che lui raccoglie subito con le sue labbra, regalandomi un bacio mozzafiato.

 

-Dobbiamo fermarci Dean...o non risponderò più di me...- cerco di sorridere, ma lui mi guarda con quello sguardo da Casanova...e io non vedo niente al di fuori di lui.

 

Si scosta un po' da me e mi sfila lentamente i pantaloni della tuta che uso come pigiama...sa che non porto i boxer sotto.

 

-Mm...interessante...- dice mordendosi le labbra.

 

-La settimana dei miei boxer arriva fino a venerdì – dico ridendo e lui scoppia a ridere con me.

 

Porta una mano in mezzo alle mie gambe e una sulla mia bocca.

 

-Fai piano Sammy...non vorrai che ti sentano.

 

Bastardo!

 

Sento la sua mano cominciare ad accarezzarmi, la mia erezione è già abbastanza dolorosa e ogni suo tocco mi dà sollievo.

 

Mi prenderà in giro fino alla morte, ma so che non reggerò a lungo.

 

Mi accarezza in maniera lenta, soffermandosi un po' sulla punta, stuzzicandola con i polpastrelli.

 

-Mhn...mmm- Mugugno contro la sua mano e gli mordo leggermente le dita.

 

Lui capisce che voglio che mi porti oltre il limite prima possibile, quindi aumenta il ritmo delle sue carezze, non ho molto a cui aggrapparmi quindi stringo forte il lenzuolo sotto di me, mentre sento di esserci vicino.

 

-Vieni...vieni per me Sammy – e quelle parole sono troppo, butto indietro la testa e soffoco l'ultimo gemito sulla mano, mentre raggiungo l'estasi e il mio corpo si inarca.

 

Sono ancora scosso dall'orgasmo quando mi rilasso nel letto, lo vedo asciugarsi le mani e mi vergogno un po', arrossisco e volto la testa di lato.

 

Lui mi prende il mento con due dita, facendomi voltare verso di lui.

 

-Non vergognarti, non hai fatto niente di male.- e poi mi sorride.

 

-Mi ricordi perchè ero arrabbiato con te? Il mio cervello è andato temporaneamente in vacanza alle Hawaii...- dico ridendo.

 

Lui ride con me, poi mi guarda e torna serio.

 

-Torno presto...

 

-Promesso? - dico alzandomi verso di lui e porgendogli il mignolo.

 

-Promesso – risponde ridendo e intrecciando il suo mignolo con il mio.

 

-Dai scendiamo o papà verrà su a cercarmi.

 

E ci avviamo giù.

 

 

* * * *

15 giorni.

 

Avrei dovuto immaginare che dietro il volermi lasciare a casa ci fosse qualcosa di strano.

 

-Sammy, non ci credo qui c'è calma piatta, nessuna traccia che ci aiuti a risolvere il caso, sto per impazzire.

 

Rido mentre sento l'ennesima lamentela di mio fratello al telefono.

 

Tengo il telefono con una spalla, mentre sfoglio il libro che Bobby mi ha lasciata da studiare e prendo appunti.

 

-Avanti magari sei tu che la stai facendo più grossa di quello che è...magari semplicemente ci vuole più tempo del solito con questo mostro...- in verità pesa molto anche a me stare lontano da lui, ma il modo da tragedia greca che ha Dean per sottolineare il tutto, mi stimola a prenderlo in giro.

 

-Mi manchi Sam, odio Forks, è tetra e buia e non c'è traccia di vampiri...stavolta papà ha preso una cantonata pazzesca.

 

Me lo immagino girare furente per la stanza.

 

-Non dirlo ad alta voce, se ti sente la tua testa finisce sulla ghigliottina.

 

-Non ricordarmelo, l'altro giorno abbiamo discusso per mezzora, lui è convinto che sia opera dei vampiri...ma secondo me qui ci sono i licantropi e lui non mi ascolta....

 

Lo lascio sfogare un po', mentre sfoglio le pagine del libro e vengo colpito da una parte a dir poco romantica.

 

-Senti questa...Anticamente gli uomini erano come mele, perfetti...non c'erano distinzioni tra uomini e donne, c'erano solo questi individui semplici e perfetti...solo che un giorno Zeus, che era invidioso della loro felicità, li taglio in due e da allora l'uomo vaga sulla terra alla ricerca della sua metà, perchè senza si sente solo e disperato...bè...io la mia metà della mela l'ho trovata...-

 

-E te la sei mangiata dì la verità - Sbuffa a ridere prendendomi in giro.

 

-Vaffanculo, Jerk.

 

-Bitch...comunque ti ringrazio, sai sempre come farmi ridere – continua a sbellicarsi il pezzo di merda.

 

-Felice di essere la causa della tua ilarità. - dico un po' piccato.

 

-Ah Sammy come farei senza di te? Mi aiuti a togliermi dalla testa il pensiero che mi disturba più di tutti.

 

-Il fatto di essere stato trascinato a Forks senza motivo? -. lo provoco.

 

-No, il fatto che non faccio l'amore con il mio ragazzo da 15 giorni – dice con voce roca e suadente.

 

Non posso fare a meno di arrossire furiosamente e lui scoppia di nuovo a ridere.

 

20 Giorni

 

Fanculo a papà e a quegli stupidi vampiri di Forks che riuscivano a nascondersi meglio della nutella nelle crepes americane.

 

-Dee...novità?- stavolta sono io a lamentarmi.

 

-Calma piatta Sam, qui l'unico caso che c'è sarà quello di un figlio che uccide il padre testone se non si decide a lasciar perde e tornare da voi...- sghignazzo

 

-Dean...pensi che papà sospetto di noi? - quella domanda raffredda il tono della conversazione.

 

-Perchè lo pensi? - chiede in allerta.

 

-Non lo so. è solo che...mi sembra strano che ti stia tenendo con lui così a lungo quando sembra non esserci niente di importante...ma magari è solo una mia sensazione.

 

-Sì, probabilmente è così...-ma in realtà so che anche lui ha quel dubbio.

 

25 Giorni.

 

Sono seduto qui nel divano e vedo Bobby passarmi davanti almeno una decina di volte.

E' così evidente che ha qualcosa da dirmi che mi stupisco lui pensi di riuscire a mascherarlo.

 

La vibrazione del mio telefonino mi distrae dallo spettacolino/Bobby.

 

E' un messaggio di Dean.

 

-Ragazzo impazzito fa fuori padre restio a tornare a casa...non sono ancora chiare le dinamiche dell'incidente.

 

Sbuffo a ridere e Bobby mi guarda stranito, ma lo metto a tacere sventolando la mano come a dire “niente, niente”.

 

-Quanto pensi di riuscire a reggere ancora?.

 

Premo invio e sghignazzo.

 

-Poco...molto poco.

 

Povero Dean.

 

-Manchi Dee...

 

-Anche tu Sammy...

 

Metto via il cellulare e sospiro pesantemente, convincendomi sempre di più che quella sia una separazione forzata.

 

30 Giorni

 

Sono nella mia stanza, Bobby è uscito, quindi prendo il cellulare a scrivo un sms a Dean.

 

-Che fai?

 

La sua risposta non si fa attendere.

 

-Mi annoio, papà sta fuori tutto il giorno e mi ha mollato in albergo solo.

 

Compongo velocemente il numero e lo chiamo...mi sento un po' in imbarazzo mentre attuo il mio piano, visto che non sono il tipo da fare certe cose, ma avere mio fratello lontano, mi fa andare fuori di testa.

Lui ovviamente risponde subito.

 

-Hey Bitch

 

-Jerk...non riesci proprio a trovare un modo di impiegare il tempo? - lo prendo in giro.

 

-Ah ah ah...perchè tu ti stai divertendo invece, vero? Sento il tuo tono di voce scazzato fino a qui.

 

-Può darsi...- mi mordo il labbro – diciamo che forse ho trovato un modo per trascorre il tempo...

 

-Del tipo? - chiede incuriosito.

 

-Del tipo che...- sono più rosso di un pomodoro – sono qui sul letto...e ti penso...- sospiro e dentro di me, prego che lui capisca, perchè sono sicuro che non sarà facile, altrimenti, fargli capire le mie intenzioni.

 

-Ah sì? - dice lui abbassando il tono di voce, rendendolo più roco e sensuale- E che stai facendo sul letto?.

 

-Ti penso...in tanti modi.

 

-Ah davvero? - ha decisamente capito cosa intendo – Non sei un po' troppo piccolo e innocente per il sesso telefonico, Sammy?

 

-Innocente a chi? - rido.

 

Lo sento esitare e già immagino mentre si morde il labbro.

 

-Toccati sotto la maglia...lentamente...immagina che sia io a farlo...scendi nell'ombelico...pensa a me, che infilo la lingua dentro...so quanto ti fa impazzire...

 

Non mi immaginavo la scarica di adrenalina e di eccitazione che poteva darmi una cosa del genere.

 

-Lentamente...fai scivolare la mano in mezzo alle gambe, piano...accarezza l'interno coscia...riesci a immaginarti mentre ti bacio lì?

 

-S-si...Dean...vorrei tu fossi qui...- nel dirlo sospiro forte.

 

-Si anche io Sam...non hai idea dell'effetto che mi stai facendo- sento un rumore venire dall'altro capo del telefono e la voce di Dean mi arriva ovattata, come se avesse messo la mano di fronte all'altoparlante.

 

-Papà come mai già di ritorno?

 

Sbuffo a ridere per la frustrazione e, quando Dean torna a parlare con me, ho le lacrime agli occhi, un po' per l'imbarazzo e un po' per il fatto che la situazione mi sembra ai limiti del surreale.

 

Dean ride almeno quanto me.

 

-Direi che dopo questa, è davvero evidente che abbiamo bisogno di vederci – dice lui.

 

Non riesco a smettere di ridere, sento quasi l'aria che mi manca.

 

-Ok Sam non era cosi divertente...- ma la mia risata è contagiosa, perchè non riesce a smettere di ridere neanche lui.

 

-Mi immagino te...che ti volti...per non fargli vedere...il cavallo dei jeans...ahahahahha

 

-Ma guarda tu, questo è il rispetto per il fratello maggiore? - ci salutiamo in fretta, perchè lui deve andare e mi sento improvvisamente solo...ok Dean ora mi manchi davvero troppo...digito velocemente un messaggio.

 

-Mi manchi, sbrigati a tornare...ti amo.

 

Aspetto solo pochi secondi prima di ricevere la sua risposta.

 

-Anche tu...ti amo.

 

40 Giorni

 

Sono al telefono con Dean...ora comincio davvero ad averne abbastanza.

 

-Che stai facendo Sammy?

 

-Guardo la tv...vorrei tu fossi qui...

 

-Ah si? Bè...perchè allora invece di guardare la tv non vieni ad aiutarmi a tirare fuori i bagagli dalla macchina?

 

-Che intendi? - ma nel frattempo mi sono alzato e mi dirigo verso la finestra e vedo la familiare Impala nera del '67 spuntare dalla traversa polverosa.

 

-Oh mio Dio...sei qui...

 

Quando arrivano, lo vedo scendere dall'Impala, siamo ancora al telefono quando mi fiondo fuori di casa e me ne frego di quello che penseranno papà e Bobby, butto il cellulare a terra e gli getto le braccia al collo.

 

Lui mi accoglie subito e mi stringe forte, tirandomi su verso di lui e facendomi staccare i piedi da terra.

 

Restiamo abbracciati a bearci della ritrovata vicinanza.

 

Sento a malapena Bobby che parla con papà.

 

-John so che sei appena tornato, ma devi venire con me, ho bisogno di aiuto per una cosa...

 

-Possono venire o Sam o Dean...- per un attimo sono tentato di ucciderlo con le mie mani, ma Bobby interviene prima che io possa dire qualunque cosa.

 

-Ho detto che devi venire tu...punto!- papà sospira ma alla fine si arrende e salgono in macchina.

 

-Ragazzi, c'è della roba che potete riscaldare in frigo...non mandate a fuoco la cucina, idioti!- e partono.

 

-Finalmente soli – dico io.

 

-Stasera ti farò girare la migliore scena della doccia dopo Psycho – scoppia e ridere e io con lui.

 

Entriamo in casa e...bè riesce a farmi rivalutare il sesso in doccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

Ok per questo capito diciamo che vi ho dato tregua, ma dal prossimo ci sarà un po' di stravolgimento, d'altronde dobbiamo dare un po' di smossa alla storia, no?

Spero il chappy vi sia piaciuto, per me è stato un vero parto, c'ho messo 3 ore per scriverlo, mi auguro che vi piaccia.

Attendo commenti.

Kiss kiss

Angel_SG

 

P.S: all'inizio è ripetuta più volte la frase “ho visto...quello che ho visto”, non è un errore di ripetizione, volevo proprio dare l'idea della sconvolgimento che la cosa ha portato a Bobby.

 

P.P.S: Il titolo è preso da un vecchio film “40 giorni e 40 notti” dove il protagonista veniva “sfidato” a non fare sesso per quel lasso di tempo.

 

PPPS: Ovviamente Forks, vampiri e licantropi sono palesemente ispirati a Twilight xD

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Capitolo 9
*** Idem ***


Idem

 

 

* * Bobby * *

 

Non posso fare a meno di chiedermi se abbia fatto la cosa giusta...forse non avrei dovuto lasciarli da soli, ma dovevo parlare con John...e dovevo farlo da solo.

 

-Allora Bobby, come mai tutto questo mistero? - mi chiede lui sospettoso mentre saliamo in macchina.

 

-Bè un mio amico, Rufus...mi ha chiesto di andare da lui per dare un'occhiata ad un caso veramente strano e, fidati, sentire dire “veramente strano” da Rufus...vuol dire guai.- in effetti era vero, ma in realtà non era quello il motivo per cui avevo voluto John e non uno dei ragazzi.

 

Lui non se la beve neanche per un momento, ma ha il buono gusto di non intervenire.

 

-Quindi...stiamo andando a casa di questo Rufus?- mi chiede dopo un po' di silenzio.

 

Annuisco soltanto ed il viaggio procede con calma.

 

Quando arriviamo a casa di Rufus busso alla porta e mi viene ad aprire una giovane ragazza bionda.

 

-Il signor Bobby Singer? -. mi sembra strano che Rufus abbia mandato qualcuno ad aprirci la porta.

 

-Si sono io e lui è John- ci fa strada verso il salotto e capisco il motivo di tutta quell'accoglienza.

 

-Rufus per Dio, che cazzo hai combinato? - urlo sconvolto, vedendo che ha entrambe le braccia e la gamba ingessati.

 

-Singer è un piacere anche per me...lunga storia comunque – getta un'occhiata alla ragazza a fianco a noi e capisco che lei non sa niente delle nostre...”attività”- Gilda potresti andare a comprare qualcosa per cena? I miei ospiti si fermano con noi.

 

La ragazza annuisce e va via subito.

 

-Allora come mai tutta questa segretezza?- Interviene John a brucia pelo.

 

-Bè uno dei miei contatti mi ha riferito di un caso molto particolare...andrei io personalmente, ma come vedete sono un po' impedito...

 

-La cosa mi puzza Rufus...perchè chiamare me? Conosci tanti cacciatori abili...- dico sospettoso.

 

-Bè...- interviene lui a disagio- non è esattamente dietro l'angolo...

 

-Rufus parla chiaro...- lo minaccio.

 

-E' in Ungheria, nei pressi del Transdanubio, al limitare del confine austriaco...la città si chiama Sàrvàr...

 

Silenzio...Poi John interviene.

 

-Ok è stato un piacere conoscerti Rufus, ora se permetti ho questioni più importanti di cui occuparmi.

 

Si volta e fa per andarsene, io sto per seguirlo, quando Rufus dice qualcosa che ci fa bloccare entrambi sul posto.

 

-Sono scomparse 30 ragazze nell'ultimo mese...praticamente una al giorno...le famiglie sono disperate...è scomparsa anche la figlia di un mio caro amico...anche lui è un cacciatore, ma la scomparsa della ragazza gli ha fatto perdere il senno. Non ho più sue notizie da due settimane.- il suo tono si spegne.

 

Sono 12 fottute ore di volo e un fuso orario di 6 ore circa...è un suicidio.

Ma so che la cosa è molto grave, quindi dobbiamo fare il nostro dovere.

 

John annuisce.

 

-Chiamo i ragazzi e gli dico di tenersi pronti...ci servirà tutto l'aiuto possibile.

 

-C'è un altra cosa...- e stavolta sembra imbarazzato – il mio contatto mi ha detto che negli ultimi giorni...sono incominciate sparizioni di giovani ragazzi...non so se sia il caso di portare i tuoi figli con voi...

 

John sembra esitare per un attimo, poi prende il telefono.

 

-Sanno badare a loro stessi...se la caveranno.

 

Non riesco a fare a meno di sentire un vocina nella testa che mi urla che John non vuole lasciarli soli più del necessario.

 

Fanculo ai Winchester...idioti!!

 

Quando più tardi mi ritrovo in macchina con John, decido di provare a parlargli...ma lui mi anticipa.

 

-Bobby...hai mai notato qualcosa di strano in Sam e Dean?

 

Mi gelo sul posto.

 

-Che intendi?

 

-Non so...magari il loro rapporto...non ti sembra un po' troppo...simbiotico?

 

Lui sospetta...e ora sono cazzi.

 

Sono indeciso per un attimo, ma è solo un secondo, prima che io scelga da che parte stare.

 

-Ma no John, sono molto legati, ma credo sia normale...cazzo sono cresciuti in mezzo a tutta questa merda.

 

-Si certo...ma il loro rapporto non ti sembra un po' troppo...fisico?

 

Sento il suo sguardo addosso...potrei dirgli la verità, ma scelgo di non farlo.

 

-Non mi pare...

 

Guarda tu se devo fare anche da copertura a quei due idioti.

 

-Ok...- cala il silenzio, ma so che le mie risposte non l'hanno convinto.

 

In che cazzo di guaio vi siete cacciati, ragazzi?

 

* * Dean * *

 

-Sissignore, ci teniamo pronti.- riaggancio e guardo mi fratello Sam.

 

-Abbiamo un caso...in Ungheria...-Lui spalanca la bocca, mentre si tampona i capelli bagnati con l'asciugamano.

 

-Stai scherzando? - scuoto la testa e lui riprende a parlare -Dev'essere qualcosa di grosso se facciamo 12 ore di volo solo per un caso...credi sia occhi gialli?

 

-Non credo – dico guardandolo e mordendomi il labbro.

 

L'asciugamano che ha stretto in vita copre solo le sue parti intime...e scatena la mia fantasia.

 

-Dean Winchester...che stai facendo? - mi prende in giro.

 

-Niente - rispondo serafico - ...non ancora, almeno – Sorrido.

 

Lui scoppia a ridere.

 

-L'abbiamo fatto due volte sotto la doccia...non ne hai ancora abbastanza?- mi dice leccandosi il labbro inferiore,

 

Mi avvicino a lui e gli porto i capelli dietro l'orecchio, mi avvicino alle sue labbra.

 

-Direi di no- poi lo bacio, all'inizio dolcemente, poi comincio ad accarezzargli la pelle al bordo dell'asciugamano e lui geme, così ne approfitto per fare incontrare le nostre lingue.

 

Mi spinge indietro fino a letto, ci stacchiamo un attimo per guardarci negli occhi.

 

Poi lui mi dà una lieve spinta per farmi stendere nel letto.

Mi sollevo un po' sui gomiti e lo guardo, lì in piedi di fronte a me.

 

Mi mordo forte il labbro inferiore, mentre sollevo il bacino verso di lui, in un'erotica imitazione dell'atto sessuale.

 

Lui arrossisce, come prevedevo...poi mi scioglie l'asciugamano e butta via il suo.

 

Sale sul letto e si mette a cavalcioni su di me, sento le nostre erezioni sfregare e non riesco a trattenere un gemito.

 

-Cazzo Sam...- gli accarezzo le cosce, lentamente...risalgo verso l'interno e poggio la mano sul suo membro in un carezza intima.

 

Lui comincia ad ondeggiare lentamente sopra di me, ha le guance leggermente arrossate e gli occhi lucidi di desiderio.

Interrompo la mia carezza per spostare la mano sulla sua schiena, scendo piano seguendo la linea.

 

Faccio tutto con una calma esasperante, mentre sento il suo corpo vibrare ad ogni carezza.

Scendo nella linea tra i glutei e arrivo alla sua apertura.

Comincio a stuzzicarla leggermente, poi inserisco un dito, lo vedo gemere e sento le sue mani che si artigliano al mio petto, graffiandomi leggermente, cosa che mi fa quasi perdere il controllo.

Mi sollevo così da essere a portata delle sua labbra.

Lo bacio in maniera quasi lasciva, mentre continuo a dargli piacere con la mia mano.

 

-Ah...Dean..- gettà indetro la testa quando aggiungo un secondo dito. Mi infila una mano tra i capelli e mi fa avvicinare al suo collo.

 

Bacio quel punto sensibile sotto l'orecchio, poi vado più a fondo con le dita, cominciando a stuzzicare quel punto dentro di lui e lo sento gemere forte, senza controllo.

 

-Potrei anche farti venire così, Sammy- lo bisbiglio al suo orecchio.

 

Lui mi guarda con fermezza, mi spinge di nuovo in basso, io estraggo le dita e lo vedo gemere di disappunto.

 

Prende la mia erezione tra le mani e mi accarezza dolcemente ma con forza, poi si solleva un po' e posso sentire la sua apertura pronta ad accogliermi.

 

Sam gioca ancora un po', facendomi avvicinare ma senza permettermi di entrare dentro di lui.

 

Alla fine il mio cervello va in tilt, lo prendo per i fianchi e lo guido su di me.

Quando infine sono dentro di lui, getta la testa indietro gemendo con forza e inarcandosi, in maniera così...fottutamente erotica.

 

Comincia a muoversi su di me e io mi spingo contro di lui, per quanto la posizione me lo permetta.

Sam sta giocando con me, aumenta il ritmo e poi rallenta quando sente che si sono vicino, vedo la sua fronte bagnata di sudore e so che io non sono messo meglio.

 

Alla fine l'eccitazione ha la meglio, con uno scatto di reni inverto le nostre posizioni e lo sento emettere un gridolino di sorpresa.

 

-Che fai Dean...non ti piace stare sotto?- mi prende in giro.

 

-Ci stiamo mettendo troppo – rispondo sorridendo malizioso.

 

Gli sollevo di più le gambe e, mentre lo faccio, mi spingo senza remore dentro di lui, lentamente ma con forza, Sam trattiene quasi il fiato, poi geme.

 

Ripeto il movimento, poi aumento il ritmo delle spinte.

 

Lui intreccia le gambe dietro la mia schiena e io prendo le sue mani nelle mie, gliele porto ai lati della testa e intreccio le nostre dita.

 

Lo guardo fisso negli occhi e lui fa lo stesso, continuo a spingere, mentre sento i suoi gemiti farsi sempre più forti ed entrambi stringiamo la presa sulle mani dell'altro senza smettere di fissarci, occhi negli occhi.

Veniamo insieme ed io mi lascio andare sul suo petto.

Lui mi accarezza i capelli e per me è come avere un balsamo per l'anima, sento quella familiare sensazione di calore nel cuore, quella sensazione che precede quelle parole.

 

-Ti amo da impazzire Sam...- sento il suo fiato fermarsi.

 

Credo di averlo detto con più enfasi del solito.

 

-Idem...-dice lui e io scoppio a ridere.

 

-Sam giuro che è l'ultima volta che ti permetto di vedere Ghost...Patrick Swayze ti dà alla testa- rido, prendendolo in giro.

 

Mi accarezza il viso e mi costringe a guardarlo nei occhi.

 

-Ti amo anch'io- dice con intensità.

 

-Ecco così va meglio...credo ti serva un'altra doccia, sai?- dico constatando che siamo entrambi sudati.

 

Mi sposto da sopra di lui e mi giro su un fianco a guardarlo.

 

-Ahahah direi di sì...colpa tua comunque...magari potrei farla dopo...da solo – dice seppellendo il viso nella mia spalla.

 

Rido leggermente, poi gli prendo il mento e lo costringo a guardarmi.

 

-Sei stanco? - gli chiedo dolcemente.

 

Lui arrossisce e sorride imbarazzato.

 

-Un po'...- seppellisce di nuovo il volto nel mio collo e io lo abbraccio, dandogli un bacio sulla testa.

 

-Avanti tigre, prima che tornino papà e Bobby.- gli so una pacca sul sedere.

 

Lui si alza ed io resto seduto sul letto ma, quando guardo le lenzuola, qualcosa colpisce la mia attenzione e lo afferro per una mano.

 

-Hey Sam....- lui mi guarda, confuso dal mio sguardo serio e addolorato.

 

-Che c'è Dee?- mi chiede gentilmente.

 

-Ti ho fatto male? - la mia voce è angosciata.

 

Lui all'inizio non capisce, poi sposta lo sguardo verso le lenzuola bianche e le vede anche lui, tre piccole macchie di sangue.

 

-Dee sto bene – mi accarezza la guancia – Succede...non preoccuparti, non mi hai fatto male...

 

Non rispondo e abbasso lo sguardo.

 

-Hey...- si abbassa per guardarmi – sto bene Dee...davvero.

 

Lo faccio avvicinare a me e sedere sulle mie gambe, poi lo abbraccio, stringendomelo al petto e gli do un bacio sulla fronte e uno sulle labbra.

 

 

-Ok, ti credo...dai ora vai.

 

Lo vedo uscire dalla porta della stanza e infilarsi subito a destra in quella del bagno.

 

Non ho il tempo di riflettere che sento dei passi nel corridoio.

 

Cazzo, papà!

 

Mi alzo e subito mi metto i boxer e la prima maglietta che trovo.

 

Papà apre la porta quando ho appena finito di tirare giù la maglia.

 

-Hey già di ritorno?

 

-Si – dice freddo – Mi sembrava di averti detto di cominciare a prepararvi...

 

-Quasi tutto pronto, quando Sam finisce con la doccia la faccio io e possiamo andare.

 

Lui mi guarda in modo strano.

 

-Bè mentre aspetto,scendo a mangiare qualcosa...a dopo.

 

Quasi scappo, quando mio padre mi ferma.

 

-Dean! - mi blocco sul posto e mi volto.

 

-Si? - dico cercando di modulare la voce.

 

-Hai la maglia al rovescio....

 

-Oh – cazzo – Non me n'ero accorto...fa nulla, tanto la devo mettere tra la roba sporca appena mi lavo.

 

Scendo giù per le scale e finalmente riprendo a respirare.

 

Stavolta c'è mancato un pelo.

 

* * * * John * * * *

 

Mi guardo in giro per la stanza e il senso di inquietudine si fa sempre più acuto.

 

Ho chiesto anche a Bobby, perchè volevo avere una conferma di stare immaginando tutto, che il loro toccarsi sia davvero innocente e Bobby me l ha confermato...forse sono semplicemente troppo stanco.

Il peso al petto sembra alleggerirsi.

 

Sto per uscire via quando qualcosa colpisce la mia attenzione.

 

Le lenzuola sono disfatte, ma questo sarebbe anche normale.

La cosa che non sembra normale, sono delle macchie scure appena sotto la metà del letto.

Riconoscerei delle macchie di sangue ovunque.

Continuo a ripetermi di calmarmi, che non è nulla.

Ma un altra macchina colpisce la mia attenzione: é diversa, quasi invisibile se non si guarda attentamente.

 

Mi avvicino un po', non ho bisogno di toccarla per sapere cosa sia.

 

Stringo il lenzuolo tre le dita, la pressione è così forte che credo che riuscirò a strapparlo.

 

Alla fine tirò via il lenzuolo con tutte le mie forze e lo mando dall'altro lato della stanza.

 

Cerco di riprendere fiato, una voce dentro di me mi dice che c'è sicuramente un' altra spiegazione.

 

Io sono il primo a non crederle...ma fingo di farlo, perchè quello che potrebbe significare se così non fosse...non riesco neanche ad immaginarlo...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

Ok Ok, non mi uccidete....vi ho fatto 2 pagine e mezza di lemon, cosa vuoi che sia John che vede i suoi dubbi aumentare al confronto?

 

Dunque, la storia deve cominciare a movimentarsi un po', il viaggio in Ungheria avrà un risvolto molto importante, quindi non è messo lì a caso xD

 

Ringrazio chi legge, ma soprattutto chi recensisce, perchè è bello per un autore capire cosa pensate leggendo il suoi scritti.

 

E niente, Lilyy mi ucciderà per il seme dell'angst che si sta insediando...ma ti prometto che ci sarà ancora tanto fluff nel mezzo...devo solo smuovere un po' la storia xD

 

Alla prossima

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 10
*** Behind the Mirror ***


Behind the mirror

 

* * Sam * *

 

Questa cosa del partire in Ungheria mi puzza di stranezza, papà non ci ha spiegato niente e non ho avuto modo di chiedere a Bobby.

Carichiamo in macchina solo un bagaglio a testa, considerando che, se portassimo le nostre armi, passeremmo il resto delle nostre vita in galera.

 

Già mi vedo i notiziari del giorno dopo:

“Sventato un attentato terroristico su un aereo di linea per l'Ungheria”.

 

Questi viaggi sono costosi e papà non ha avuto modo di dare fondo alle sue carte di credito false, quindi ci dobbiamo accontentare di portare solo un bagaglio a mano...il che significa niente acqua santa...non credo di essere mai partito per una caccia così sprovveduto.

 

Come se non bastasse, papà non ha detto una parola né a me, né a Dean, anche se non capisco il perchè.

 

-Dean – gli dico a bassa voce, mentre carichiamo tutto in auto – E' successo qualcosa con papà? Mi sembra strano...

 

Dean alza le spalle.

 

-No niente...avrà i fatti suoi – lo dice con tono leggero, ma è preoccupato anche lui.

 

-Sarà...- sono dubbioso, ma alla fine non posso che continuare a sistemare la roba.

 

* * *

 

Non credo di aver mai visto un aereo del genere, è più grande di una nave da crociera ( o almeno per come m'immagino una nave da crociera, dato che non ne ho mai vista una).

 

Papà ha trovato due posti vicini, mentre gli altri due sono separati: uno qualche fila avanti e uno indietro.

 

Mi sembra quasi scontato che io mi siederò con Dean, ma papà sconvolge i miei piani.

 

-Devo parlare del caso con Bobby, Sam tu vai davanti, Dean dietro.- non ci guarda neanche.

 

Guardo Dean come a dire “Sta scherzando, vero?”

 

Dean stavolta non alza le spalle, ma sembra preoccupato.

 

Mi siedo al mio posto e mi allaccio con rabbia la cintura di sicurezza.

 

Penso a mio fratello e mi chiedo se a lui piacerà volare, d'altronde è la prima volta che prendiamo un aereo.

 

Guardo fuori dal finestrino e penso che avrei volentieri diviso queste ore con Dean.

 

Mi addormento senza neanche rendermene conto.

Vengo svegliato dalla hostess, che mi chiede se voglio qualcosa dal carrello.

 

-Quello è thè alla menta?- chiedo un po' assonnato, guardando la bevanda che fa capolino in mezzo agli snack al cioccolato.

 

Lei quasi scoppia a ridere e poi mi guarda felice.

 

-Si esatto signore...-

 

Non capisco cosa ci sia di così divertente in quello che ho chiesto.

 

-Bè potrei averne uno freddo? - lei mi dà quello che c'è sopra il carrello.

 

-Scusi, ne vorrei uno freddo...

 

-Oh si fidi...QUESTO è quello che vuole.- me lo porge con in insistenza.

 

Faccio per pagare, ma lei mi ferma.

 

-E' già stato pagato...- continua a sorridere, ma io non capisco...almeno non capisco fino a che non noto che tra il bicchiere e la cannuccia, c'è un foglietto bianco arrotolato.

 

Allora sorrido come una 13enne innamorata e rivolgo un sorriso all'hostess complice.

 

Lei si avvicina e bisbiglia.

 

-Poi mi dici come si trovano ragazzi del genere – mi fa l'occhiolino e io le sorrido di rimando.

 

Dimentico totalmente la bevanda, troppo occupato a srotolare il bigliettino.

 

Hey tigre, se stai leggendo questo biglietto vuol dire che ti conosco molto bene. Che ne dici di superare la guardia carceraria e venire nel bar in fondo alla coda dell'aereo?

Ti aspetto al bancone.

Sarò il ragazzo figo con il bicchiere di gin in mano.

 

L i l y”

 

Mi stringo il biglietto al petto e mi viene da ridere.

L i l y era una specie di codice che avevamo inventato qualche giorno fa.

 

Little I Love You...

 

Avevo provato a spiegare a Dean che era più corretto usare Baby, ma lui si era così difeso.

 

“Se dico Baby mi viene in mente l'Impala”

 

Avevo riso fin quasi a diventare scemo, pensando che in effetti sarebbe stato da Dean fare una dichiarazione d'amore alla nostra macchina e quindi alla fine avevo ceduto a quel nomignolo grammaticalmente inesistente.

 

Mi alzo e comincio a scivolare tra i sedili, procedo nella fila a fianco rispetto a quella di papà, ma mi rendo conto che è molto difficile passare inosservato.

E infatti...

 

Bobby mi vede e resto per un attimo paralizzato.

Lui non dice niente e io mi illudo di poter andare da Dean senza venire bloccato.

Ma è questione di pochi secondi, papà alza lo sguardo e so che mi vedrà...

Prego il cielo che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, che lo faccia voltare dall'altra parte...perchè ho davvero bisogno di vedere mio fratello.

 

-Ahh John, quasi dimenticavo – dice Bobby dandogli una pacca sulla spalla e, miracolosamente, papà concentra l'attenzione su di lui e io ne approfitto per scappare in fondo al corridoio.

 

Buon vecchio Bobby

 

Arrivo al bar e lo vedo, seduto su un piccolo sgabello.

Mi avvicino e parlo al barista.

 

-Un thè alla menta...l'ultimo che ho bevuto era rimasto troppo tempo fuori dal frigo- lui sghignazza accanto a me.

 

-Ciao straniera...- sussurra Dean in una chiara imitazione di Brad Pitt in Mr and Mrs Smith.

 

-Ciao straniero...ho dovuto superare un duro ostacolo, mi merito una ricompensa- mi avvicino a lui, sono ad un soffio dalle sue labbra.

 

-Ami il rischio,tigre?- mi dà un lieve bacio sulle labbra, ma si stacca subito. - Andiamoci piano, ok?

 

-Questo viaggio senza di te è una noia mortale.- dico lamentandomi.

 

-Lo so...perchè non provi a dormire un po'? - mi accarezza piano la mano che ho lasciato poggiata sul bancone.

 

-Non mi va molto, ho riposato già...quanto manca?

 

-Siamo in viaggio da un paio d'ore...credo che ancora ci voglia un bel po'...- allontana la mano dalla mia e se la passa tra i capelli.

 

-Questo viaggio mi ucciderà Sammy...

 

Annuisco e sento delle voci..voci che riconoscerei tra mille.

 

-John andiamo, saranno in bagno...- Bobby sta parlando a voce esageratamente alta e un pensiero mi sfiora la mente.

 

Cerca di avvertirci.

 

Dean lascia qualche banconota al bancone, mi afferra la mano e mi trascina con sé.

 

Usciamo dal corridoio a sinistra, mentre Bobby e papà entrano a quello di destra e corriamo veloci verso i nostri posti.

 

Quando mi siedo ho il cuore che batte a mille, premo il tasto per chiamare l'hostess e arriva proprio la stessa che mi ha portato il thè.

La ragazza mi sorride e guardo d'istinto il cartellino con il nome.

 

“Lily”

 

Sorrido per il senso dell'humor che ha il destino.

 

-Tutto ok? Posso portarti qualcos'altro? - mi chiede lei premurosa.

 

-Hai qualcosa per dormire un po'?

 

-Ho delle pasticche alla camomilla, dicono che aiutino...purtroppo non abbiamo altro.

 

-Andranno benissimo, grazie.

 

Il resto del viaggio lo affronto in uno strano stato tra il sonno e la veglia.

 

 

* * *

 

Quando atterriamo sento di riprendere 20 anni di vita, non vedo l'ora di stirarmi in un letto vero e sgranchirmi la schiena.

 

I miei piani vengono bruscamente rovinati.

 

Quando arriviamo in città incontriamo il famoso contatto di Rufus, ma riesco a capire poco di quello che dice: parla in uno strano accento e sono contento che ci sia Bobby, perchè papà sembra più confuso di me.

 

-Ok ragazzi cattive notizie...il paesino non è molto ospitale, quindi non ci sono motel...

 

-E noi dove andiamo a dormire? - dice Dean sconvolto.

 

-Credo che la risposta non ti piacerà...-ribatte Bobby.

 

Dean sembra confuso, ma io afferro al volo.

 

-Nella villa? State scherzando? È un suicidio...- intervengo subito guardando papà.

 

-Mi sa che non abbiamo alternativa Sam...- è la prima volta che mi parla da quando siamo partiti – Allora andiamo...

 

-Ma papà...-interviene Dean.

 

-Nessuno ha chiesto il tuo parere – gli abbaia contro John...e dio mio, potrei giurare che il mondo si è congelato in quello stesso istante.

 

Conosco bene mio fratello, so quanto tiene a papà...e so quanto lui l'abbia appena ferito.

Cerco di avvicinarmi a lui, ma papà si fa sentire ancora una volta.

 

-Sam io e te andiamo avanti, Bobby tu e Dean prendete acqua santa, sala e tutto quello che ci può servire...

 

Guardo Dean non sapendo cosa fare e lui mi fa cenno di andare con papà.

 

Questo viaggio si prospetta un disastro.

 

* * * *

 

Entro nella stanza che papà mi ha “gentilmente” assegnato e mi sbatto la porta dietro con tutta la forza che ho.

 

Butto la valigia sul letto e avrei voglia di rompere qualcosa.

Qualcuno bussa alla porta e urlo “avanti” con rabbia.

 

-Hey tigre...stai ruggendo forte – Dean entra e si chiude delicatamente la porta alle spalle.

 

Mi fiondo verso di lui e lo bacio quasi con violenza, ho voglia di sentirlo, comincio ad infilargli le mani sotto la maglia e cerco di toglierla, ma non riesco.

Solo dopo capisco che è lui ad impedirmelo.

 

-Basta Sam...- mi guarda serio.

 

-Fammi capire sei dalla sua parte? - lui prova a dire qualcosa ma io non glielo permetto – Oh Dio Dean, siamo in una cazzo di villa degli orrori e lui ci dice che è meglio dormire separati? Cazzo è ovvio che non vuole che stiamo vicini, e tu cosa fai? Lo accontenti!- sembro una tigre in gabbia.

 

-Mi sembra di essere venuto a cercarti, questo non lo chiamerei accontentarlo! - è abbastanza infastidito dal mio tono.

 

-E poi da quando rifiuti il sesso? - lo provoco, perchè sono troppo arrabbiato.

 

-E tu da quando vuoi farlo solo per fare un dispetto a lui? -urla...ed è come una stilettata nel cuore.

 

Non dico nulla, abbasso lo sguardo perchè so che in parte ha ragione...volevo dimostrare che nonostante quanto lui posso tenerci lontani, alla fine ci troviamo sempre.

Ma so che la vena romantica con cui l'ho fatto non è arrivata a Dean...ed è comprensibile.

 

Mi passo una mano sul braccio, stringendomi nelle spalle.

 

-Scusa...Non volevo...-lo bisbiglio con un filo di voce, ma lui lo sente...o forse lo percepisce soltanto.

 

-Non fa niente – viene verso di me e mi abbraccia -Scusa se ho alzato la voce.- mi abbandono a lui e godo del calore di quell'abbraccio.

 

-Sammy la mia stanza è quella accanto, qualsiasi cosa succeda io sono lì, ok?- mi prende il viso tra le mani e mi dà dei teneri baci.

 

Le sue mani cominciano a vagare sotto la mia maglia.

 

-Hey...non eri tu quello che voleva fare il bravo? - dico stuzzicandolo.

 

-Io sono bravo – mi morde il lobo dell'orecchio e io rido.

 

-Si certo...quando dormi sei bravo.

 

Lui mi fa voltare e sento il suo bacino premere contro il mio sedere.

 

-Sono bravo anche quando faccio l'amore...- mi bisbiglia all'orecchio facendomi arrossire.

 

Di fronte a noi c'è uno specchio, di quelli lunghi a figura intera...e mentre lui mi tocca riesco a vederci per la prima volta dall'esterno.

 

Felici...ecco cosa siamo.

E non permetto a nessuno di rubarmi quella felicità.

 

Vedo il movimento a scendere della mano di Dean dallo specchio, la vedo e la sento sbottonare i miei jeans e infilarsi nei miei boxer.

 

Socchiudo gli occhi, godendomi il momento...guardo allo specchio la mia espressione e la sua...

I miei sensi sono appannati dal piacere che comincio a provare, quindi all'inizio non mi accorgo subito di cosa c'è che non vada nel riflesso.

 

Vedo qualcosa nella penombra, ma non capisco cosa sia...si fa più vicino, mi irrigidisco e strizzo gli occhi...che diavolo è?

 

-Hey piccolo tutto ok?- Dean mi parla ma la sua voce mi sembra così lontana.

 

Sembra quasi...un volto...chiudo gli occhi un attimo e quando li riapro lei è a pochi passi da noi.

 

-DEAN!- mi volto di scatto e Dean con me, ma di fronte a noi non vedo altro che l'armadio e sembra che nella stanza ci siamo solo noi due.

 

-Sam che succede? - chiede Dean confuso.

 

-Io ho visto una donna, era lì Dean te lo giuro – ho il respiro affannato.

 

-Sam non c'è nessuno...- lo guardo supplicante.

 

-Devi credermi Dean c'era una donna, l'ho vista chiaramente...aveva i capelli neri, era pallida con il volto spigoloso e indossava un lungo abito rosso di quelli del fine Rinascimento...

 

-Ok ok Sammy calmati..ti credo...- mi prende per le spalle – Adesso non c'è più ok? È andata via...sta tranquillo...- mi butto tra le sue braccia e lui mi stringe.

 

-Hey che succede, ho sentito gridare...- Bobby arriva di corsa seguito a ruota da mio padre.

 

-Credo che Sam abbia avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con la padrona di casa...- dice Dean sarcastico.

 

-Bene, almeno siamo sicuri di non aver fatto un viaggio a vuoto...sistemate il sale, mi sa che ne avremo bisogno.- interviene John.

 

-Papà non credi sia meglio dormire in coppia? Saremo più al sicuro...- Prova Dean.

 

-Non dire sciocchezze...sistema il sale e basta, non è la prima volta che abbiamo a che fare con uno spirito.

 

Esce dalla stanza e Bobby lo segue. Io mi rendo conto che Dean mi sta ancora tenendo tra le braccia.

 

-Tutto bene? - mi accarezza la testa.

 

-Si tranquillo, puoi andare...grazie..per averci provato comunque...- mi riferisco al suo tentativo di convincere papà; è stato un tentativo abbastanza debole, ma meglio del silenzio di prima.

 

Lui mi dà un bacio in fronte e mi lascia andare.

 

-Cerca di riposare un po' ok?- dice guardandomi con apprensione.

 

-Ok ci proverò.- mi dà un tenero bacio sulle labbra e poi esce dalla mia stanza, lasciandomi da solo.

 

Mi svesto e, dopo aver sparso il sale intorno al letto, mi corico, sperando di dormire sonni tranquilli.

 

Non sapevo quanto mi stessi sbagliando

 

* * *

 

Apro gli occhi e vedo la stanza buia intorno a me.

Ci metto un po' a capire dove sono,ma alla fine mi ricordo.

Non capisco cosa mi abbia svegliato.

 

Mi alzo e, non so perchè, mi avvicino allo specchio dove, poche ore prima, avevo vista la donna.

 

Sembra uno specchio normale e, per un attimo, mi viene il dubbio di aver immaginato tutto.

 

Poi succede ancora..lei è dietro di me e si avvicina, lo specchio l'infrange e io mi trovo ad urlare, mentre lei tenta di strangolarmi.

 

Sento la sua stretta come qualcosa di troppo reale per essere quella di una fantasma,mi manca il fiato..sento che sto per svenire...

 

Mi alzo di scatto dal letto ansimando.

 

Dio mio, che incubo...

 

Ci metto qualche secondo a regolarizzare il respiro; controllo che la linea di sale che percorre la stanza si ancora intatta.

 

Mi metto a sedere, poi mi avvicino al tavolino di fronte per prendere un sorso d'acqua e in un istante mi raggelo sul posto.

 

Mi volto lentamente a guardare lo specchio....è rotto...e lei è riflessa al suo interno.

 

Corro verso la porta e cerco di spalancarla, ma non si apre, così comincio a battere i pugni urlando.

 

-DEEAAN, AIUTOOO! - esce dallo specchio e si avvicina sempre di più.

 

-DEAN TI PREGO! - sono terrorizzato, lei varca la linea di sale come se niente fosse e io sono disarmato.

 

-SAM, APRI LA PORTA- lo sento tirare dall'altra parte, ma quello che blocca la porta, non è terreno, né tanto meno umano.

 

-Dean, non si apre...aiutami- sento le sua mani toccarmi, mi graffiano sul volto e sulle braccia, mentre tento ancora disperatamente di aprire la porta e urlo di dolore.

 

-Sam che sta succedendo? - sento i panico nella sua voce e mi rendo conto di quanto sto urlando.

 

Mi dimeno e, nel farlo, faccio cadere un vaso di rose, appoggiato al comò.

 

Non appena le rose cadono, lei si dissolve e la porta, che ho continuato a tirare con forza, si apre e io esco in corridoio, gettandomi tra le braccia di Dean.

 

-Oh dio Sam...calmati, ci sono io, va tutto bene, non preoccuparti...ci sono io adesso...Dean è qui con te Sammy...shh...- cerca di calmarmi mentre sento mancarmi il fiato, mi culla tra le sue braccia e mi stringe forte.

 

-Madre dio Dio...che cazzo sta succedendo?- Bobby è sconvolto e papà quanto lui, quindi nessuno dei due dice nulla su quanto Dean mi stia tenendo vicino.

 

Guardo Dean negli occhi.

 

-Non lasciarmi solo Dee...

 

-No, non ti lascio Sammy – mi guarda dolcemente, poi il suo sguardo si rivolge a papà e diventa duro – Sam dorme con me d'ora in avanti...- lo guarda come a sfidarlo a dire il contrario, ma papà annuisce e basta, senza dire nulla.

 

Mi aiuta a sollevarmi e andiamo insieme nella sua stanza, chiudendoci la porta alla spalle.

 

* * Bobby * *

 

-Qualcosa mi dice che la padrona di casa abbia puntato tuo figlio...John...John mi stai ascoltando? - ribatto infastidito.

 

-C'è qualcosa che non va Bobby...

 

-Bè a parte uno spirito che ha appena cercato di fare a pezzi Sam?- lo guardo stranito,ma lui sembra non cogliere la mia ironia.

 

-Tra quei due c'è qualcosa che non va...- la sua espressione mi preoccupa.

 

-John tu sei fissato, non c'è niente che non vada nei tuoi figli...- mi fulmina con lo sguardo.

 

-Non sono pazzo Bobby...so quel che dico- e se ne va lasciandomi lì come un idiota.

 

C'è davvero qualcosa che non va...e John non sembra disposto a pensarla diversamente...Si mette male ragazzi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

Ok ho cercato di aggiornare prima possibile, ma il tempo mi è stato un po' portato via...

Allora spero il chappy vi sia piaciuto e che non ci siano troppi errori, dato che non potuto correggerlo come volevo, anche se magari è un po' statico, John è sempre più sospettoso...nel prossimo capitolo se ne vedranno delle belle...o delle brutte xD

 

Ringrazio tutte le persone che recensiscono...e anche quelle che leggono e che hanno messo la storia tra i preferiti.

 

Un ringraziamento particolare va a Lilyy, che ho diciamo cercato di introdurre in questo capitolo...che mi sopporta e mi fa davvero morire dalle risate con le sue esperienze con le serie tv xD

Un bacione amica!!!

 

Che altro dire, a presto ragazzuoli

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 11
*** Prisoners ***


Prisoners

 

 

 

 

Guardo Sam dormire accanto a me e non posso fare a meno di pensare che sia colpa mia.

Avrei dovuto insistere, non lo dovevo lasciare solo, avrei dovuto andare contro nostro padre...non sarebbe successo niente di questo, se lo avessi fatto.

 

Gli accarezzo i capelli e lui si sveglia, mi guarda ancora assonnato e mi sorride, alza le braccia per stropicciarsi gli occhi e geme di dolore.

 

Ieri sera gli ho fasciato le braccia e la mano destra, dopo aver disinfettato i tagli che le unghie di quel maledetto spirito avevano lasciato su di lui.

 

-Fa' piano Sam...- gli accarezzo piano le bende.

 

-Dee...non hai dormito...- non è una domanda, ma anche se lo fosse stata, non avrei avuto bisogno di rispondere.

 

-Sto bene Sam, tu come ti senti?

 

-Dean è tutto ok, mi sono solo lasciato prendere dal panico...non è stata così brutta come sembrava, davvero...

 

Chissà se si rende conto che non credo ad una sola della parole che mi sta dicendo.

 

-Ok...andiamo a fare colazione in paese, ti va?- gli dico scostandogli i capelli dalla fronte.

 

-Mi offri il caffè al ginseng? - mi fa un sorriso malizioso e io mi sforzo di ricambiare, ma lui non sembra apprezzare lo sforzo.

 

-Dean sul serio...sto bene – mi mette una mano sul fianco e mi guarda triste – Lasciamoci l'incidente di ieri alle spalle, ok? - mi guarda speranzoso.

 

Non voglio deluderlo.

Ok Sammy, facciamo a modo tuo.

 

-Va bene tigre...Ginseng sia – gli do un bacio sulla fronte...uno sul naso...e uno sulle labbra

 

-Quasi dimenticavo – un altro bacio – Buongiorno Sammy.- tiro fuori il mio miglior sorriso da spaccone e lui sorride.

 

-Eccolo il mio ragazzo – mi bacia profondamente.

 

-Dai vestiti che andiamo...-ci alziamo e in men che non si dica siamo di fronte alla porta d'ingresso dove troviamo papà e Bobby.

 

-Dei del cielo John, siamo nella merda!

 

-Bobby calmati, ok? Farsi prendere dal panico non servirà a nulla – papà cerca di mantenere un tono pacato, ma lo conosco bene e ogni suo movimento trasuda tensione.

 

-Che succede? - chiede Sam, confuso quanto me.

 

-Succede che l'amico di Rufus è sparito...e tutte le uscite dalla casa sono bloccate.- ribatte Bobby.

 

-Come sarebbe a dire “bloccate”?- chiedo confuso.

 

-Sarebbe a dire che non si aprono né le porte né le finestre...siamo chiusi dentro...

 

Resto di sasso di fronte al peso di quella rivelazione...è un po' come quello che è successo a Sam ieri...ma su vasta scala.

 

-Le finiestre sono di vetro...rompiamole – dico come se fosse ovvio.

 

-Ci abbiamo già provato testone...sembrano a prova di bomba.- ribatte Bobby

 

-Figlia di puttana...- impreco.

 

Sam accanto a me sembra meditare un po', poi parla rivolto a Bobby.

 

-Cosa sappiamo di questa casa? Chi è la donna misteriosa? - sta cercando di rimanere lucido.

 

-Non lo sappiamo – interviene papà.

 

-Che vuol dire “non lo sappiamo”, quel tizio non vi ha detto niente?- chiedo ai limiti della sopportazione, ma mio padre è più al limite di me.

 

-La pianti di fare domande stupide? Non ci aveva ancora comunicato nulla se non quello che ci aveva detto Rufus, cioè che sono scomparse 30 ragazze in un mese e 2 ragazzi...avremmo dovuto parlarne con calma questa mattina, peccato che sia scomparso...- dice mio padre esasperato.

 

-Quindi non abbiamo idea di chi sia lo spirito con cui abbiamo a che fare? - chiede Sam incredulo.

 

-Bè avevo chiesto a vostro padre di documentarsi...ma non so cosa avesse di meglio da fare...- Non credo di avere mai sentito Bobby parlare con sarcasmo cattivo.

 

Sicuramente sapeva il motivo per cui mio padre non aveva fatto le sue ricerche...e non era per niente d'accordo.

 

-Ok calmiamoci – interviene Sam, stupito quanto me della mancanza di risposta da parte di papà – Possiamo chiamare il tuo amico Rufus e chiedergli di fare qualche ricerca...

 

-I cellulari non prendono – Sbuffa Bobby.

 

Alzo le mani esasperato.

Grandioso.

 

-Ok, ci sarà una biblioteca...un diario, qualunque cosa che ci aiuti a capire di fronte a che tipo di storia ci troviamo...e dobbiamo trovare il modo di tenerla lontana...- Sam sembra essere l'unico a ragionare razionalmente.

 

-Il sale non funziona, ho controllato la tua stanza Sam...l'ha spazzato via come se niente fosse- Dice Bobby -Come ci difendiamo?

 

Guardo Sam e ha lo sguardo perso nei ricordi della sera prima, poi i suoi occhi si accendono e alza la testa di scatto.

 

-Le rose...- dice come se avesse risolto il mistero.

 

-Che vuoi dire ?- sono confuso.

 

Sam scuote la testa e si affretta a spiegarci.

 

-Lei era vicina a me, poi ho fatto cadere per sbaglio il vaso di rose del comodino vicino...e lei è scomparsa...Bobby è possibile?-

Tutti guardiamo Bobby speranzosi e lui annuisce lentamente.

 

-E' una leggenda che non sentivo da anni...però sì, alcune tradizioni dicono che i fantasmi non possano camminare sullo stelo di una rosa...possiamo provare, non abbiamo molta scelta...- Si avvicina al vaso a lato della porta e tira fuori il mazzo di rose, dandocene due a testa.

 

-Bobby quanto sei romantico- dico prendendolo in giro e mi becco un'occhiataccia da parte di Sam e di papà.

 

-Dean ti sembra il momento? - Sam mi guarda storto e vorrei mordermi la lingua a sangue.

 

-Ok scusate – prendo le rose al volo – Ok io e Sam andiamo nell'ala sinistra, voi nella destra ok?

 

Papà fa per parlare, ma Bobby lo afferra per un braccio e lo strattona, prima di rivolgersi a noi.

 

-Ok Dean, ci vediamo qui all'ingresso ogni ora...non tardate...almeno siamo sicuri che non sia successo nulla.- e se ne va, trascinando papà con sé.

 

-Allora Sam, che ne pensi? - Sono un po' inquieto, questa storia non mi piace per niente.

 

-Non so Dean...spero di trovare qualcosa, perchè mi sembra di combattere contro i mulini a vento...

 

-Che?!- gli chiedo non capendo la battuta.

 

Lui ride e mi dà uno spintone per gioco.

 

-Don Chisciotte, Dean

 

-Mmm...Don Chisciotte...ah si! E' il nome della pizzeria all'angolo di casa di Bobby vero?- Dai Sammy, ridi!

 

-E' letteratura, Dean? Che parlo a fare...- dice ridendo sconsolato.

 

Grande, Dean!

 

E ci incamminiamo.

 

* * *

 

Tre ore dopo abbiamo già visto papà e Bobby 3 volte e nessuno di noi ha trovato qualcosa che ci posso anche solo lontanamente aiutare.

 

-Dean, siamo già stati in quella stanza...andiamo di qui...

 

-Ops scusa...hey secondo te perchè tutti gli specchi sono rotti? - chiedo non sapendomi spiegare la cosa.

 

-Non so...lo specchio che era in camera mia era intatto...almeno fino a che lei non è apparsa...credi odiasse gli specchi? - mi chiede brancolando nel buio.

 

-Può darsi...ma non so come la cosa possa aiutarci.

 

Sam si blocca di colpo e io quasi vado a sbattergli addosso.

 

-Hey che ti prende? - dico piccato, ma lui non risponde.

 

Ha lo sguardo fisso sulla parete alla nostra destra.

 

-E' lei Dean...- all'inizio non capisco, ma poi noto il quadro appeso.

 

Raffigura una donna con un abito rosso, capelli neri...bianca come il latte...con una sguardo diabolico nella sua semplicità.

 

-Elizabeth Bathory...- dico leggendo la targhetta sotto il quadro – Ti dice niente?

 

-No, niente...forse sarebbe meglio tornare da papà e Bobby...magari loro sanno chi è.

 

Sam è voltato verso di me...

Io sto guardando il quadro...

 

E lei sta guardando noi.

 

Quando la vedo alle spalle di Sam, lo afferro per la mano e comincio a correre indietro.

 

-SAM SCAPPIAMO- l'altra mano, quella che doveva stringere le rose è vuota.

 

Dove cazzo ho lasciato quelle fottute rose?

 

Sam corre insieme a me, ma non riusciamo a seminarla.

Non corre, è come se fendesse l'aria, non ci sono rose in questo corridoio...e poi lo vedo.

 

Uno specchio intatto...

Lo afferro con una mano, staccandolo dal muro e poi ruoto su me stesso, portando Sam dietro di me e lo specchio davanti, come uno scudo.

 

Mi vengono in mente le parole di Sam.

 

Credi odiasse gli specchi?”

 

E spero con tutto il mio cuore che Sam avesse ragione.

 

Lei si blocca...urla così forte che sento come se mi stessero per esplodere i timpani; poi lo specchio nelle mie mani trema e si infrange...e lei scompare.

 

Stiamo ancora respirando a fatica, quando mi volto verso Sam.

 

-Tutto bene? - Getto lo specchio a terra e gli accarezzo una guancia.

 

Lui annuisce soltanto ed io poggio la fronte sulla sua, guardandolo negli occhi.

 

-Direi che se sopravviviamo a questa storia, possiamo anche andare all'inferno e tornare senza neanche un graffio.

 

Sam ride della mia battuta.

 

Anche se qualche anno più tardi...in un futuro ancora lontano, avrei rimpianto quella leggerezza.

 

Torniamo in sala e aspettiamo poco più di dieci minuti.

 

Quando Bobby e papà arrivano, gli raccontiamo tutto e Bobby si fa pensieroso.

 

-Bathory...non mi è nuovo...ma non ricordo dove l'abbia sentito...comunque abbiamo trovato una biblioteca...ragazzi, raccogliete tutte le rose che potete e prendete le cose dalle vostre camere...ci accampiamo lì...

 

-Vado io con Sam...- interviene papà -Dean vai con Bobby .

 

Dio santo, tra poco commetterò un patricidio...e dall'espressione che ha Bobby, penso che avrò anche un complice.

 

Sam mi fa cenno di lasciar perdere e alla fine mi trovo solo con Bobby.

Nella strada verso la biblioteca sento che si comporta in modo strano...so che vuole dirmi qualcosa, ma sembra non sapere da dove cominciare.

 

Entriamo nella stanza e mi perdo un po' a guardarmi intorno...non mi accorgo che Bobby ha chiuso la porta e si è avvicinato a me.

 

Mi guarda negli occhi per un secondo e poi distoglie lo sguardo, quasi fosse...imbarazzato.

 

-Che succede Bobby?- Chiedo infilandomi le mani nelle tasche dei pantaloni.

 

-Non so di cosa parli...- ribatte brusco.

 

Io non dico nulla, mi volto dall'altra parte.

 

-Comunque la nostra signora odia gli specchi e le rose...prototipo di donna bizzarro – dico sarcastico.

 

-Avrà avuto dei traumi adolescenziali...- continuo, dato che Bobby mi sta ignorando - Magari il suo ragazzo l'ha mollata per una più figa...e meno pazza...o magari teneva il piede in due scarpe...

 

-Dean...cresci – mi rimbecca

 

-Avanti Bobby – dico scherzando – Sarai stato giovane anche tu...avrai avuto le tue esperienze da Casanova...gli ormoni fanno fare cose pazze...- dico ridendo.

 

-Tipo baciare tuo fratello di fronte casa del migliore amico di tuo padre? - si volta e mi pianta gli occhi addosso.

 

Sento che il mondo comincia a girare più lentamente.

Stavolta Bobby non abbassa lo sguardo e, per quanto mi sforzi di parlare, non riesco ad emettere un suono.

La voce non vuole saperne di uscire.

Potrei mentire, potrei negare...dire che era una scommessa.

Ma lui è Bobby...e per quanto sia incasinata questa storia, non voglio mentire...non a lui.

 

Abbasso lo sguardo e non dico nulla.

-Dean...- lui prova a parlare, ma non credo sappia bene cosa dire, quindi alla fine rinuncia.

 

Volta la sedia accanto a lui e mi fa cenno di sedermi.

Quando lo faccio gli sono di fronte e alzo lo sguardo.

Penso di dover dire qualcosa...ma una consapevolezza mi colpisce.

 

Bobby che parla a voce alta sull'aereo, per avvertirci che stavano arrivando...ci ha protetti.

Cerco di capire quanto possa essere dalla nostra parte, ma il suo volto è imperscrutabile.

 

Poi sospira, si toglie il cappello e mi passa una mano tra i capelli.

 

-Dean, Sam è tuo fratello...so che gli vuoi bene, ma...non credi che abbiate oltrepassato il limite? - non rispondo e lui va avanti – Dio solo sa quanto ci tengo a voi teste di cazzo...ma John sospetta...Dean se lo venisse a scoprire...hai idea di quello che succederebbe? Dovreste smetterla...per il bene tuo e di Sam.

 

Alzo lo sguardo pronto a rispondere a tono, ma la sofferenza che vedo negli occhi di Bobby, mi fa capire che non è felice di quello che mi sta dicendo, quindi sotterro l'ascia di guerra.

 

-Non posso...io...semplicemente non posso – dico guardandolo negli occhi -Ci ho provato...cazzo se ci ho provato...e ho solo corso il rischio di distruggere entrambi...Non posso fermare questa cosa Bobby...non posso e non voglio...

 

Bobby mi guarda e si poggia alla schienale della sedia.

Non mi dice niente...solo due parole.

 

-Perchè no? - mi guarda triste...anzi, compassionevole...come chi piange la sorte di due sfortunati amanti...e lì, nell'intimità di quella conversazione, per la prima volta posso parlare di tutta questa storia con qualcuno all'esterno...e mi lascio andare.

 

-Perchè...perchè è Sam, perchè è tutto il mio mondo...

 

è il dettaglio che fa la differenza...

 

è come la canzone preferita che passa alla radio quando meno te l'aspetti...

 

è la neve la mattina di natale...

 

è il bacio della buona notte...

 

è la cioccolata calda e la coperta in un notte d'inverno...

 

è correre a perdifiato in spiaggia,

 

Sam è libertà, adrenalina, amore, passione...

 

è il sorriso che ti spunta al mattino, quando ti alzi e va tutto bene...

 

è l'ultima fetta di una torta di mele...

 

è una boccata d'aria fresca dopo l'apnea....

 

è un tuffo dallo scoglio più alto...

 

è la paura di non farcela...e la certezza di avere qualcuno a fare il tifo per te...

 

è la pioggia che rinfresca in estate...e il sole che riscalda in inverno.-

 

Lo guardo dritto negli occhi e, quello che legge, lo convince.

 

Mi stringe il ginocchio, mi guarda con intensità...e so che, qualunque cosa accada, lui sarà dalla nostra parte.

 

Gli sorrido e, dentro di me, per la prima volta nella mia vita...desidero veramente che Bobby sia mio padre.

 

* *

 

Sono passati 20 minuti e di papà e Sam non c'è traccia...

 

Sono sempre più nervoso e quasi non leggo quello che c'è scritto nei libri, fino a che il nome Elizabeth, non colpisce la mia attenzione.

 

-Hey Bobby credo di averla trova...Senti qui : Erzsebet (Elizabeth) Bathory, contessa di Nadasdy, la signora era un'attenta padrona di casa. Severa con i figli, era una vera despota con i domestici.

A centinaia sparirono dalla sua tenuta senza lasciare tracce.

Soleva punire i servi in modi sempre più cruenti, cospargendoli di miele e- mi interrompo un attimo, sconvolto – ponendoli di fronte ai numerosi alveari presenti nella tenuta.

 

-Questo...questo è da malati – dico allontanando il libro*

 

Bobby non dice nulla, sembra sconvolto...e non credo sia per quello che ho letto.

 

-Bobby, tutto ok?

 

-Dean dobbiamo trovare il modo di uscire – Degludisce e sembra...terrorizzato.

 

-Bobby che succede?

 

-Elizabeth Bathory...ecco dove l'avevo già sentito...è considerata da molti la prima serial killer donna della storia...non si limitava solo a quello che hai letto – prende fiato prima di ricominciare a parlare – Dicono che avesse istituito una scuola per giovani ragazze nella sua tenuta, dove insegnava le buone maniere...ma in realtà la scuola serviva a ben altro: era convinta che il sangue delle vergini potesse restituire la bellezza e fare rimanere per sempre giovani...aveva paura di vedere il suo volto invecchiato riflesso nello specchio...per questo, si dice, infrangesse tutti gli specchi della casa.

 

-Che fine facevano le ragazze? - chiedo temendo già la risposta.

 

-Bè lei...le appendeva al soffitto e squarciava loro la gola...poi si bagnava nel loro sangue...dicono che da qualche parte dovrebbe esserci il suo diario, con l'elenco di tutte le 650 ragazze che ha ucciso...

 

-Dio mio Bobby...è...assurdo...- non credo alla mie orecchie, vorrei vomitare, ma lo sguardo di Bobby mi fa capire che non mi ha ancora detto tutto.

 

-L'ultima ragazza che uccise...bè, volle punirla per aver...giaciuto con suo fratello minore...il ragazzo, accecato dal dolore per la morte della sorella, riuscì a fuggire dalla tenuta e ad andare da suo zio, l'imperatore Mattia II, che coinvolse la chiesa Cattolica. La contessa fu processata e ritenuta colpevole di quegli efferati delitti...fu murata viva, con un foro solo per mangiare...alla fine si lasciò morire di fame, ma promise che un giorno sarebbe ritornata...e avrebbe preso le anime di coloro che l'avevo condannata...e dell'incestuoso fratello...- Bobby finisce di parlare.

 

Ci metto meno di mezzo secondo a scattare in piedi e spalancare la porta, gettandomi nel corridoio.

Il mondo ha ripreso a girare velocemente e, mentre Bobby mi segue a ruota, sento la mia stessa voce urlare.

 

-SAAAAAM!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

Salve bella gente, stavolta ho aggiornato a tempo record xD

Allora faccio delle piccole puntualizzazioni.

 

*La frase “Questo...questo è da malati” è chiaramente ripresa dall'episodio di Supernatural “Il mostro alla fine del libro”...ecco, quello è il tono in cui Dean lo dice.

 

La storia di Elizabeth è tutta vera e documentata, mi sono aiutata un po' con Wikipedia per non sbagliare, l'unica cosa che è stata inserita da me è la parte sui fratelli innamorati...per il resto è tutto storicamente accertato.

 

Cercherò di fargli risolvere il caso in tempi brevi, perchè ho un progettino particolare per i Winchester ( John compreso xD).

 

Spero abbiate capito e apprezzato la reazione di Bobby.

 

Oddio, mi sa che è meglio che la chiudo qui, sennò le note si fanno più lunghe del capitolo.

 

Nel prossimo capito faccio di tutto per mettere un po' di fluff ( e voi mi dite...ma dove lo infili il fluff in un capitolo che parte con queste premesse?)

Rassicuratevi se il mio coinquilino riesce a mettere il formaggio sulla pasta con le cozze...si può fare tutto xD

 

A presto ragazzi, cercherò di aggiornare prima possibile.

Fatemi sapere che ne pensate.

Accetto anche commenti brevi, tranquilli.

Un beso a todos.

Angel_SG

 

P.S: ho riletto più volte il capitolo in cerca di errori, ma mi sa che è troppo tardi e il mio cervello non connette...se ne trovate qualcuno che mi è sfuggito scusate...fatemelo sapere che lo correggo :P

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Capitolo 12
*** First Time ***


Premessa: Ok perdonate queste note ad inizio capitolo, ma mi sa che sono d'obbligo.

Il capitolo si divide in due parti: la prima un po' più d'azione, la seconda fluff a go go...se riuscite ad uscire indenni dalla prima parte, vi aspetterà un bel premio nella seconda xD

Buona lettura.

 

 

 

First Time

 

 

 

* * * * Sam

 

Senza dubbio avrei voluto essere qui con Dean e non con papà, ma ho preferito evitare un'altra lite.

Mi guarda mentre raccolgo la mia roba e quella di Dean dalla stanza e il suo sguardo mi penetra dentro, sento come se volesse leggermi nell'animo...e so che quello che leggerebbe non gli piacerebbe affatto.

 

-Sam...ascolta...c'è qualcosa che vorresti dirmi? - mi blocco sul posto e mi volto a guardarlo.

Lo guardo fisso negli occhi e leggo quello che prova: Ansia, paura, rabbia, dubbio...

So che se mai dovesse scoprire di me e Dean farebbe l'impossibile per separarci, come ha già fatto...e decido di farlo: di guardarlo dritto negli occhi e mentirgli.

 

-No, tutto bene...- in fondo non è neanche una bugia...non voglio dirgli niente e non c'è niente che per me non vada bene.

 

-Ok...Sam ascolta...mi spiace di averti sballottato in giro per l'America...non è stato corretto...Avrei dovuto fare più attenzione a quello che volevi...capisci, Sam?

 

Lo guardo stranito...cosa dovrei capire?

Poi mi guarda fisso negli occhi, non riesco a distogliere lo sguardo...e mi uccide con una frase.

 

-Non devi permettere a nessuno di farti qualcosa che tu non vuoi...

 

Oh mio Dio

 

Ha davvero detto quello che penso? Lui sospetta di me e Dean, ormai è palese...ma pensa davvero...pensa che Dean mi stia OBBLIGANDO?

Cerco di fare appello a tutte le mie forze.

 

Non rispondere Sam

Non dire niente

Ti sta solo provocando

Non cadere nella sua trappola...

 

-Dean non mi...- mi blocco...lui non ha nominato Dean, sono io ad averlo messo in mezzo...cazzo!

 

-Dean cosa? Sam! - scatta come se gli avessi confermato i suoi dubbi,mi prende per le spalle e mi scuote con forza e io non so che rispondere.

 

Un forte rumore ci costringere a voltarci verso la porta.

Mi alzo e ne approfitto per sfuggire a quella discussione, esco fuori dalla camera e il corridoio...non è lo stesso da cui siamo entrati.

Papà è subito dietro di me, fortunatamente la stranezza della cosa sembra averlo distratto dalla discussione.

 

La vedo lì davanti a noi: Elizabeth.

Mi volto e cerco di afferrare il mazzo di rose alla mia spalle, ma lei è più veloce.

Mi artiglia il collo con le sue lunghe dita e, quando papà prova a venire avanti, lo scaraventa contro la parete di fronte.

Mi sento trasportare da una strana forza, il movimento è così veloce che appena ci fermiamo mi gira la testa.

Mi guardo intorno e mi rendo conto che non siamo più in corridoio, ma in una strana sala.

Sento le sue dita mollare la presa e subito una forza mi trascina per le gambe e mi ritrovo a penzolare più dal soffitto, attaccato ad una catena.

Sento già il sangue andarmi al cervello e vorrei vomitare.

Lei mi guarda malefica e, solo allora mi rendo conto di dove mi trovo: una stanza delle torture.

Sotto di me c'è una vasca e non capisco a cosa serva...o almeno non lo capisco fino a quando ne vedo una identica accanto alla mia.

E' piena di sangue e, sopra, pende un corpo nella mia stessa posizione...totalmente dissanguato.

E' in quel momento che mi ricordo dove ho già letto il nome Bathory.

 

Elizabeth Bathory, considerata da molti il primo serial killer donna della storia, viene spesso associata ai vampiri, per la tendenza a dissanguare i servi e fare il bagno nel loro sangue.

La contessa era infatti convinta che, il sangue dei fanciulli, avesse proprietà benefiche e che potesse darle l'eterna giovinezza.

 

Mentre penso alle parole di un libro letto ormai anni fa, lei si fa più vicina e noto che ha una lunga falce con se; vorrei trattenermi ma l'unica cosa che riesco a fare è urlare il nome di Dean, mentre lei si avvicina e fende un colpo che mi lascia senza fiato.

Resisto poco più di qualche secondo, prima di perdere i sensi.

 

Aiutami Dean.

 

* * * * Dean

 

 

Sento il cuore che mi batte all'impazzata, mentre corro verso la nostra stanza.

Cerco di non pensare a quello che potrebbe succedere a Sam e prego che stia bene.

Ma quando arrivo nel corridoio della camera e vedo papà a terra capisco che è successo qualcosa.

 

-John !- Bobby si precipita verso di lui e lo aiuta a rialzarsi.

 

-Papà dov'è Sam? - lui sembra confuso...

 

-L'ha preso...Elizabeth l'ha preso – sembra quasi non credere a quello che dice.

 

Lo prendo per il bavero della giacca e comincio ad urlare senza controllo.

-Come hai potuto permetterlo? Sei nostro padre, dovresti proteggerci, non mandarci al macello.

 

Lui esplode e mi viene addosso con tutta la forza e rabbia che prova; è solo grazie a Bobby che ci separiamo.

 

-Avete intenzione di menarvi o di aiutare Sam?! Siete due idioti, non abbiamo tempo da perdere!

 

Il nome di Sam ha il potere di riportarmi alla realtà.

 

-Dove può averlo portato Bobby? Avete scoperto qualcosa? - dice John.

 

-Qualcosa si...ma penso che abbia poco senso limitarsi a trovare Sam...dobbiamo trovare il corpo della contessa...- dice indicando le pareti.

 

Mentre cerco di pensare a dove possano averla murata, vedo che le rose hanno cominciato ad appassire...la casa sta marcendo e dobbiamo sbrigarci a trovare Sam e ad uscire di qui...o marciremo con lei.

 

Il mio sguardo va per un attimo fuori dalla finestra ed è lì che lo vedo: una torre campana.

Mi avvicino alla finestra, cercando di capire come arrivarci visto che siamo bloccati dentro e vedo una passerella che va dalla casa alla torre...il mio istinto mi dice che il suo corpo e lì...e spero di non sbagliarmi.

Bobby intercetta il mio sguardo e risponde ai miei taciti dubbi.

-Mi sembra l'alternativa più plausibile...Dean...- ci guardiamo negli occhi e sentiamo un urlo, provenire da un punto imprecisato della casa...l'urlo di Sam...- CORRI DEAN!

 

Sento una scarica di energia in corpo...ho paura di perderlo e corro più veloce che posso verso la struttura.

 

Tieni duro Sam...non ti abbandonerò.

 

* * * * Sam

 

Quando riprendo i sensi lei è ancora lì, sto sanguinando ma non ho intenzione di mollare.

Lei è di fronte a me e mi guarda con uno strano ghigno.

 

-Sei morto...manca poco sai?- vorrei essere in grado di dargliele di santa ragione, ma non ho modo di difendermi.

 

La porta si spalanca e vedo Bobby e papà entrare di corsa, ma lei li scaraventa lontano con un solo gesto della mano.

Dean, dove sei?

 

-Dov'è il tuo prezioso tesoro? Non è venuto a salvarti...forse non ti ama abbastanza...- sento una fitta...e stavolta so che è al cuore.

 

-Sta zitta puttana – sento le forze venire meno.

 

-Non capisco come si faccia a riporre tanta fiducia in due nullità come voi...Ai piani alti devono essere davvero disperati...- non capisco che diavolo voglia dire.

 

-Non so di cosa tu stia parlando...

 

-Oh ma certo che non lo sai...non ancora almeno...bè in realtà non lo saprai mai, perchè la tua vita termina oggi.

 

Alza la falce e sta per colpire, quando il suo corpo comincia a prendere fuoco; lei mi guarda con orrore, fino a che si rende conto che sta scomparendo.

Lancia un ultimo urlo e poi scompare, lasciandoci liberi.

L'impatto con il pavimento è abbastanza doloroso, ma il sollievo è più grande.

 

Bobby mi aiuta ad alzarmi, analizza velocemente i tagli che ho addosso, poi strappa la sua camicia e ne blocca due un po' troppo profondi.

 

-Appoggiati a me ragazzo, coraggio, è finita, tra poco saremo fuori.

 

Vorrei svenire, ma non prima di aver rivisto Dean.

Quando usciamo fuori dalla stanza percorriamo un corridoio a me sconosciuto e papà si ferma di botto.

-Sam...cosa stavi dicendo prima che lei ti catturasse? Hai detto “Dean non mi...” che volevi dire?

Lo guardo con il peggiore sguardo di disprezzo che riesco a tirare fuori: un po' per quello che mi ha detto, un po' per quello che insinua su Dean...e un po' perchè non è esattamente il momento di continuare una discussione del genere.

 

-Dean non mi permetterebbe mai di fare qualcosa non voglio...a differenza tua!- so che questo inclina definitivamente i miei rapporti con papà...ma non me ne frega un cazzo.

Lui mi guarda ferito, poi annuisce e si volta dall'altra parte.

 

Guardo dritto davanti a me e, finalmente, lo vedo.

Dean mi guarda con il volto spaventato, in effetti sono ricoperto di sangue e Bobby mi sorregge...non è esattamente una situazione che ti permetta di stare tranquillo.

 

Lo vedo correre verso di me e mi scosto da Bobby quel tanto che basta per andargli incontro...e finisco tra le sue braccia.

 

-Dean...non stringere così forte – cerco di sdrammatizzare, ma lui mi stringe tra le sue braccia e sembra di non avere intenzione di smettere.

 

-Sam ho avuto paura...paura di perderti davvero.

 

Sento addosso gli sguardi di papà e Bobby, ma non m'importa.

 

* * *

 

-Non mi sembra vero, finalmente a casa! - dice Dean gettando il borsone a terra e buttandosi a peso morto sul letto della nostra camera a casa di Bobby.

 

-Puoi dirlo forte – entro dopo di lui e poso i bagagli a terra con più garbo di mio fratello.

 

Mi chino per aprirli e prendere un paio di boxer e una maglia per andare a fare la doccia e, nel farlo, emetto un gemito di dolore.

 

-Tutto bene? - il tono di Dean cambia subito.

 

-Si Dean tranquillo, ho solo forzato un po' troppo sulla ferita...vado a darmi una rinfrescata, torno subito. -

 

Lui tira fuori un “ok” non molto convito e m'infilo in bagno.

Perdo il conto di quanto tempo passo sotto la doccia, quando esco mi tampono i capelli con l'asciugamano e mi vesto.

Quando vedo che maglietta ho preso mi scappa un sorriso: è di Dean...è una maglia bianca degli AC/DC...una maglia che per me ha un significato davvero grande.

 

La porto più vicino al mio viso e sento l'odore di mio fratello, mentre la mia mente vola indietro, ricordando quando l'avevo indossata la prima volta.

 

* * * *

 

Amo mettere addosso le cose di mio fratello, perchè adoro sentire il suo odore su di me.

Papà oggi ci ha lasciato soli in albergo, dicendo che tornerà tra qualche giorno...cosa di cui sono felice.

Dean mi arriva alle spalle e mi fa prendere un colpo.

-Hey ladruncolo, quella maglia è mia – dice dandomi un pizzicotto sul fianco.

-Non hai le prove...non c'è mica scritto “Dean Winchester”...-lo provoco.

Lui ride e mi guarda fisso.

-Non sporcarla...ci tengo da morire...- mi dà un lieve bacio sulle labbra ed io arrossisco.

 

Non so se sia perchè ho poco più di 14 anni o perchè ancora mi devo abituare al fatto di poterlo finalmente baciare...so solo che mi si ferma il cuore ogni volta che lui è nelle vicinanze...e il bastardo lo sa bene.

 

-Sammy guardiamo un film...- si sdraia sul letto su un fianco per lasciarmi spazio e prende il telecomando.

-Ok basta che non metti uno splatter...mi fanno schifo...- mi metto sul letto e sono costretto a dargli le spalle per poter vedere la tv.

 

Vorrei avvicinarmi, ma mi sento ancora un po' in imbarazzo...fortuna che lo fa lui.

Si avvicina alla mia schiena e mi poggia una mano distrattamente sul fianco, mentre avvicina il suo viso al punto che sento il suo respiro sul mio collo.

 

Il film si rivela essere interessante, ma dopo pochi minuti mi accorgo che Dean non ha nessuna intenzione di seguirlo, infatti ha cominciato a sbuffare e, dato la vicinanza, sento le ciocche dei miei capelli spostarsi a causa dell' Uragano Dean.

 

-Dean se non avevi intenzione di vederlo, che l'hai messo a fare? - lui sghignazza

 

-Sembrava più interessante...

 

Poi sento la sua mano sollevare piano la mia maglia, scoprendo i boxer, dato che non porto i pantaloni.

Mi accarezza con i polpastrelli il fianco, poi scende fino all'ombelico e comincia a sfiorarmi lì intorno, così lievemente, che ho i brividi.

Sento la gola secca, finora non ci siamo mai spinti oltre qualche bacio e...bè un po' di contatto; ma il modo in cui mi accarezza è totalmente nuovo e sento i crampi allo stomaco.

 

Le sue dita scendono e mi accarezza in mezzo alla gambe, rimanendo sopra i boxer.

-Mhm...- mi scappa un mugugno di cui mi vergogno il secondo dopo.

 

Lui ripete il movimento,stavolta premendo un po' di più e devo trattenermi per non ansimare.

Il suo respiro nel mio orecchio è caldo, profondo e un po' affannato.

 

-Sam...- mi bacia il collo, lentamente, mandando in corto circuito la mia povera testa.

 

-Dean...che fai? - so benissimo cosa sta facendo...e mi sento uno stupido per averlo chiesto.

 

-Niente – dice tranquillo.

 

Si allontana un po' e mi fa mettere a pancia in su,mi posa la mano sul ginocchio facendomi aprire le gambe e si mette in mezzo.

E' in boxer anche lui, quindi appena si avvicina sento chiaramente la sua erezione scontarsi con la mia...che non mi ero neanche reso conto di avere.

Si muove un po' e non posso fare a meno di gemere per quel contatto così piacevole.

Mi guarda negli occhi un attimo e poi mi bacia, languido, sento la sua lingua muoversi lenta nella mia bocca...non mi ha mai baciato così e sento il cuore che batte all'impazzata.

Continua a muoversi verso di me e sento il corpo mandarmi scariche di piacere.

 

-Dean...a-ahh – gemo quando la frizione si fa più forte.

 

-Sammy – poggia la fronte sulla mia e mi guarda dritto negli occhi – Voglio fare l'amore con te...

 

Mi si ferma il cuore e poi comincia a battere all'impazzata.

Non so cosa rispondere...voglio farlo, ma non saprei neanche da dove cominciare.

Mi chiedo se lui l'abbia fatto con qualcun'altro quando ancora non avevamo parlato dei nostri sentimenti, ma scaccio subito quell'idea.

Non so cosa si risponda in questi casi, quindi sto in silenzio, sperando che guardandomi riesca a capire il groviglio di emozioni che mi sento dentro.

Lui mi accarezza una braccio con dolcezza e mi sorride.

-Fai l'amore con me Sammy...- quello che leggo nei suoi occhi mi stordisce e riesco solo ad annuire.

 

Lui mi sorride e mi dà un bacio leggero sulle labbra.

Mi fa sollevare piano e mi sfila con gentilezza la maglia, poi sistema i cuscini dietro di me e mi ci fa poggiare dolcemente.

Piano sfila via i boxer e mi sento così esposto che, d'istinto, mi copro con le mani, ma lui mi blocca.

 

-Non vergognarti con me Sam...- Mi guarda il viso, poi scende per tutto il corpo, si sofferma sulla mia erezione e mi sento avvampare il viso...quando riporta lo sguardo a me, sussurra con voce roca

 

-Sei stupendo...- si sfila la maglia e i boxer e si posiziona di nuovo in mezzo alle mie gambe.

 

Il contatto pelle con pelle è meraviglioso e io non posso evitare di gemere di nuovo.

Lui ondeggia un po' il bacino e sento i miei fianchi reagire di conseguenza, spostandosi verso di lui per incontrarlo.

 

Lo vedo sporgersi verso il comodino e tirare fuori un tubetto di lubrificante dal cassetto.

Il rumore che fa il gel quando viene fuori è osceno, se ne passa un po' sulle dita e sul suo membro e distolgo lo sguardo per l'imbarazzo.

 

Passa la mano in mezzo alle mie gambe e scende in basso, fino ad arrivare alla mia apertura. La stuzzica un po' con un dito, prima di inserirlo e stringo forte gli occhi.

 

Brucia.

 

-Rilassati Sam...- sento il suo dito muoversi piano e dopo un po' mi abituo e comincio ad assecondarlo.

 

Lo sfila dopo poco, mi poggia le mani nell'interno coscia.

 

-Apri le gambe...- ogni sua parola ha l'effetto di una scossa elettrica.

 

Faccio come dice e lui si sistema in mezzo, poi poggia l'orecchio sul mio petto, nel lato del cuore.

Si solleva e mi guarda sorridendo comprensivo.

 

-Batte fortissimo – è poco più di un sussurro – Hai paura?

 

-Un po' – dico vergognandomi.

 

-Non averne...sono sempre io Sammy...

 

Mi fa sollevare un po' le gambe e poi poggia un braccio a lato della mia testa.

 

Sento la sua erezione che comincia a premere contro di me e poggio subito le mani sul petto.

Lui non smette di guardarmi e sorridermi.

 

-Dean...- Mi sento un po' infantile – Fai piano...- vorrei sprofondare, ma lui mi sorride.

 

-Ok...- lo sento avvicinarsi, fino a che non comincio a sentirlo dentro di me e stringo forte gli occhi, sentendo un po' di dolore.

 

-Rilassati...- mi bacia sugli occhi e sulla fronte – Fa male solo all'inizio...poi passa...

 

Mi bacia con dolcezza e io cerco di concentrarmi solo sulla sensazione delle sue labbra, ignorando il bruciore.

 

Lo sento muoversi lentamente, mi scivola una sola piccola lacrima e lui la raccoglie con un dito.

 

-Vuoi che mi fermi? - mi chiede comprensivo.

 

-No...non fa più tanto male...- lui si avvicina e mi bacia ancora.

 

Infila piano la mano tra i nostri corpi e mi accarezza leggermente.

 

Non credo di aver mai provato un così strano misto di dolore e piacere...e so che non c'è nessun altro al mondo con cui vorrei provarlo.

Sento un spinta più profonda e colpisce un punto dentro di me, non trattengo un gemito di piacere e interrompo il nostro bacio per buttare indietro la testa e ansimare a bocca aperta.

 

-Ora viene il bello....- sento le sue spinte farsi sempre più profonde e veloci e, ben presto ai miei gemiti si uniscono i suoi.

Sentirlo così dentro di me mi dà una piacere che va bene oltre quello fisico, perchè lui fa parte di me e sento di volerlo accanto ancora più di prima.

 

Lui viene prima di me, ma non si ferma, continua a spingere e ad accarezzarmi fino a che anche io non raggiungo l'apice del piacere, per poi crollare stremato.

 

Quando si tira fuori da me sento una spiacevole sensazione di vuoto e d'istinto lo cerco.

Lui si sposta sulla schiena e mi tira tra le sue braccia, facendomi poggiare la testa sul suo petto e accarezzandomi i capelli.

 

-Stai bene? - mi chiede con dolcezza.

 

-Si...ma penso che mi addormenterò...- lui ride.

 

-Fa pure...veglio io su di te Sammy.

 

E mi addormento così, tra le sue braccia...e so di essere davvero felice.

 

 

* * *

 

Torno al presente e mi accorgo che sto sorridendo come un idiota.

Quando entro in camera ho la maglia addosso e i boxer...non molto diverso da come ero vestito quel giorno; mi chiedo d'istinto se lui si ricorda che indossavo proprio questa maglia quando abbiamo fatto l'amore per la prima volta.

 

Dean è sdraiato sul letto, con il braccio piegato sugli occhi, lo sposta leggermente e mi guarda per sincerarsi che sia io.

Quando vede cosa indosso mi fa un sorriso che mi fa saltare un battito, poi ritorna a nascondere la testa sotto il braccio, sempre sorridendo.

 

-Che ti ridi, Dean? - gli chiedo facendo finta di nulla.

 

-Niente, niente – ma il modo in cui ride mi dà la certezza che lo ricorda anche lui.

 

Mi avvicino al letto e mi ci butto sopra, disturbandolo di proposito.

Lo guardo e non riesco a smettere di pensare a quanto io sia fortunato ad averlo al mio fianco.

Lui sposta il braccio e mi fissa per qualche secondo.

 

-A che pensi, Sam?

-Niente...

-Quello non è niente...quello è qualcosa...- sa benissimo che penso a lui...a noi.

-No, non è qualcosa...- mi prendo il mio tempo per dire quello che ho in mente – E' tutto il mio mondo.

 

Lui mi tira verso di se e mi stampa un bacio di quelli a schiocco.

-Quindi non ti ricordi di questa maglia? - lo prendo in giro

-Mah...mi sembra l'avessi addosso in un'occasione speciale...ma non ricordo quale...

 

Scuoto la testa, non lo ammetterebbe mai, ma so che ricorda tutto fin troppo bene.

Gli sorrido e lui mi sorride di rimando, prima di parlare.

 

-Che ne dici di rinfrescarmi la memoria?

 

Mi getto su di lui...io rinfresco la sua memoria...e lui riscalda il mio cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

Visto che vi rotto le scatole all'inizio sarò breve in queste note finali.

Chiedo venia per la prima parte un po' forte...ma ho cercato di mantenere la storia di Elizabeth più veritiera possibile.

 

La seconda parte, quindi la loro prima volta.

Diciamo che di solito, quando si legge della loro prima volta, si tende sempre a rendere Sam abbastanza intraprendente...o comunque sicuro di se e della sua relazione con Dean.

Ho voluto invece porla in questi termini, perchè ho un po' riflettuto e quando si fa l'amore per la prima volta, nonostante quanto si sia sicuri della persona che amiamo, c'è sempre la paura, un po' di imbarazzo...insomma, mi sembra che vista da questo punto di vista, possa riflettere l'atteggiamento che avrebbe realmente Sam in questa situazione...considerando che è ancora un ragazzino.

 

Ok non rompo più promesso.

Perdonate qualche errore che sicuramente troverete, ma è molto tardi e, se non pubblico stasera, non potrò pubblicare per qualche giorno...quindi ve la beccate così xD

Fatemi sapere cosa ne pensate, please.

Kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 13
*** Prom (Il Ballo di Fine Anno ) ***


Prom (Il ballo di fine anno)

 

 

Mi chiamo Dean Winchester...oggi è un giorno come tanti altri...o almeno è quello che credo mentre entro in camera e vedo Sam, chino sui libri.

Dopo le vicende degli ultimi mesi la situazione si è un po' calmata...Bobby, che è spudoratamente dalla nostra parte, è riuscito a convincere papà a smetterla di pensare che tra me e Sam ci sia qualcosa di strano...

A dire il vero ha detto qualcosa del tipo: “John piantala con le seghe mentali, se hai tempo da perdere trovati una donna”...papà si è incazzato a bestia, hanno litigato, non si sono parlati per settimane....e poi ha seguito il suo consiglio.

 

Anche io e Sam abbiamo ricevuto una bella strigliata da parte di Bobby, che ha intimato ad entrambi di stare molto attenti e di piantarla di fare le pantegane in calore...o i conigli arrapati, ora non ricordo bene quale fosse l'animale a cui ci aveva associati.

 

Comunque sto divagando...

Mi chiamo Dean Winchester, oggi è un giorno come tanti altri...almeno fino a che non entro in camera e vedo Sam, chino sui libri...e decido di frugare tra la sua roba.

 

Quando entro nella stanza, Sam sta studiando e non si accorge di me.

Finalmente papà ha deciso di darci un po' di tempo fuori dalla caccia...o meglio Sam ha preteso di rimanere a casa di Bobby per poter finire l'ultimo anno di liceo e prendere il diploma.

 

Mi avvicino a lui e cerco di distrarlo, sbircio da sopra la sua testa gli appunti, poggiando le mani ai lati dei suoi gomiti, in un pallida imitazione di un abbraccio.

 

-Che fai? - chiedo a voce alta.

-Provo a studiare...- risposta secca...che palle.

-E cosa studi? Lui sbuffa, irritato.

-Scienze...sto cercando di finire la tesina.

-Mmm...e che argomento hai messo?

 

Lui mi ignora e mi risponde solo dopo qualche minuto.

 

-Le supernove...

 

-Le super che? - dico confuso, ma lui non sembra apprezzare la mia intromissione.

 

-Dean dai devo studiare, ti prego...-

 

Mi avvicino al suo collo e gli lascio un piccolo bacio.

 

-Se parliamo di anatomia ti do una mano io...- dico con voce roca, allo scopo di farlo capitolare.

 

Lui stavolta ride, stacca lo sguardo dai libri e si volta verso di me.

Non esito e lo bacio, sposto due dita sul suo mento e faccio pressione verso il basso per fargli aprire la bocca e approfondisco il bacio, ma lui si stacca quasi subito.

 

-Dean davvero, devo studiare...- ma stavolta è dispiaciuto.

 

Io sbuffo e mi getto sul letto, prendendo in mano il suo diario.

Passo una mano sul foglio e sento un pezzo di mio fratello in ogni parola che trovo scritta.

La sua scrittura è proprio come lui: decisa, elegante...

Scoppio a ridere quando vedo la pallida imitazione di un gatto disegnato all'angolo della pagina della domenica.

 

-Smettila di frugare tra le mie cose Dean...- lo dice senza neanche guardarmi.

 

Metto giù il diario.

Cazzo se mi sto annoiando.

Poi il mio sguardo cade su due foglietti bianchi che sporgono dal libro di matematica.

Non so perchè li prendo, ma sono curioso.

 

Sono due biglietti rettangolari.

 

-Sam cosa sono questi biglietti?

 

Lo vedo scattare dalla sedia e gettarsi su di me.

 

-Dammeli Dean – li sollevo sopra la mia testa, ma lui ormai è alto quanto me e me li strappa di mano.

Se li porta al petto e mi urla addosso, totalmente rosso in viso.

 

-Ti avevo detto di non frugare tra le mie cose!- ok ora voglio davvero sapere cosa sono.

 

-Che roba è? - lui abbassa lo sguardo e non risponde.

-Sam...che cosa sono?

-Due biglietti...

-Si questo lo vedo da me...ma per cosa...

-E' una cosa...che ci sarà a scuola tra qualche giorno...

 

Abbassa ancora di più lo sguardo.

 

-E per chi è il secondo biglietto? - chiedo un po' geloso.

 

-Bè...è per te...però non devi venire per forza, cioè se non vieni fa lo stesso, posso anche non andare...cioè non è obbligatorio...e poi pensandoci bene non so neanche se ci voglio andare, cioè no non ci voglio andare...cioè capisci? Non è così importante..- è adorabile quando farfuglia.

 

-Sam prendi fiato – lo prendo in giro, ridendo. -Non mi hai chiesto ancora niente...di cosa si tratta?

-E' una...festa diciamo...un cosa che facciamo a scuola...

-Festa di che tipo? - cerco di indagare.

-Bè...ci si incontra...ci si veste bene...

 

Ok ora sono spaventato.

-Che intendi con “ci si veste bene?”- chiedo sospettoso.

-No ma puoi vestirti come vuoi...anche in Jeans e maglietta, non devi mettere per forza giacca e cravatta...- si affretta a chiarire.

 

-Giacca e cravatta? - dico quasi in falsetto e lui cade nel panico.

-No no non per forza...non devi neanche ballare se non vuoi...

-BALLARE? Sam che cazzo...- poi realizzo tutto.

-Sam...sono i biglietti per il ballo di fine anno? - chiedo a metà tra il rassegnato e il disperato.

 

-Non dobbiamo andare per forza...per me non è importante, non significa nulla...guarda non so neanche perchè li ho presi...li butto subito- fa per stracciarli, ma lo fermo.

 

-Hey tigre, calmati...non ho detto di no...- Lui mi guarda timido.

-Non hai neanche detto di sì...

-Non mi hai dato il tempo, Sam...- rido della sua espressione timorosa – Qual'è il tema?

 

Ho visto abbastanza film sui teenager da sapere che queste specie di feste eviranti hanno sempre un tema.

 

-Nessuno...se vieni puoi vestirti come ti pare...

-Saaaam sputa il rospo...- dico temendo i temi più atroci.

-Black or white...-

-Cioè ? - chiedo stranito.

-Bè nella coppia uno dei due deve essere vestito total black ed uno total white...ma te l'ho detto non è importante...

 

-Ok - Dico semplicemente e lui alza lo sguardo verso di me.

-Ok? Ok cosa? - vedo la speranza nei suoi occhi.

-Ti accompagno al ballo...tanto non mi conosce nessuno...non sanno che siamo fratelli....

 

Lui sta zitto per un po', credo stia ancora cercando di elaborare la mia risposta...poi scoppia a ridere e mi bacia.

 

E' tutta una serie di “grazie” urlata tra un bacio e l'altro.

 

-Che sia chiaro...io vesto in nero, ok? - metto subito i puntini sulle i.

-Si si, come vuoi, decidi tu...-

-Dai vai a studiare ora...che non si dica mai che ti hanno bocciato per colpa mia- e mentre lui si alza gli do un pacca sul sedere.

 

Lo guardo tornare sui libri e il sorriso divertito che ho sul viso svanisce un po'.

Mi alzo e mi avvicino a lui.

-Hey – dico quando gli sono accanto e lui si volta a guardarmi – Se c'è qualcosa che vuoi fare...non devi avere paura di chiedermelo,ok? Non voglio che ti perdi niente...non voglio farti perdere niente.

 

-Ma tu odi i balli...- dice comprensivo.

-Ma amo te! - lui mi sorride e bacio quel sorriso senza pensarci due volte.

 

Stavolta è lui ad approfondire il bacio e io mi lascio andare, abbasso la guardia perchè so che papà non c'è e quindi siamo liberi...ma mi dimentico di Bobby.

 

O almeno me ne dimentico fino a che non sento la porta aprirsi e, dopo pochi secondi, sento un dolore sordo all'orecchio.

 

-Ahi ahi...Bobby ma che ti prende? - eh si, mi tira l'orecchio e mi allontana da Sam.

 

-Tuo fratello ha la maturità tra poche settimane, lascialo studiare...dì “ciao Sam”...- dice mentre mi porta fuori dalla stanza.

 

Quello stronzo di mio fratello ride a crepapelle, tenendosi la pancia.

 

-Ciao ciao Dean!! - sventola una mano in segno di saluto e Bobby mi porta fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

 

-Ok Bobby messaggio recepito – mi lascia l'orecchio e vedo il suo sguardo leggermente divertito – Come mai così simpatico oggi? - dico in tono sarcastico.

 

-Stanotte non ho dormito bene...troppi rumori molesti – dice indispettito e io stavolta arrossisco al pensiero di quello che era successo...e dei gemiti che Bobby aveva sentito.

 

-Non so di cosa tu stia parlando...-

 

 

Passo il resto del pomeriggio un po' imbronciato, non mi piace che lui mi ignori per studiare, quindi quando scende a cena 3 ore dopo lo saluto con un cenno.

Sono sdraiato sul divano e c'è poco spazio.

Si rende conto subito che c'è qualcosa che non va.

 

-Hey – si siede vicino alle mie gambe ed io continuo a fingere di guardare la tv.

 

-Sei arrabbiato? -chiede un po' timido.

 

-No...- forse sono troppo scazzato, ma il tono che mi viene fuori è più freddo di quanto vorrei.

 

-Ok...- abbassa lo sguardo e resta un po' lì senza dire nulla.

 

Passano 10 minuti senza che nessuno dei due dica nulla, fino a che decido di cambiare posizione e mettermi al contrario , poggiando la testa sulle sue gambe.

Lui mi guarda e sorride, poi comincia a giocare con i miei capelli mentre gli do un piccolo bacio sulla coscia.

 

-Dio mio ragazzi, trovatevi un albergo – esordisce Bobby e noi ridiamo – La cena è pronta.

 

Mentre ci alziamo lo blocco e lo faccio voltare verso di me, gli prendo il viso tra le mani e lo bacio.

Lui sorride e risponde al bacio.

 

-Sarai il mio re? - ride mentre lo dice.

 

-Sarò il tuo pirata...fa molto più figo.- dico atteggiandomi un po'.

 

-Idiota!

 

-Puttana!

 

-RAGAZZI!- al richiamo di Bobby ridiamo e ci affrettiamo verso la cucina.

 

Vorrei fermare il tempo qui...voglio vivere così.

 

* * *

 

-Sei sicuro? - mi chiede per la trilionesima volta mentre sono in bagno a vestirmi.

-Sam se me lo chiedi ancora ci ripenso! - lo avverto e lui sembra calmarsi.

-Però se ci annoiano ce ne andiamo ok? - esco dal bagno già vestito, mentre lui è ancora intento a fare il nodo alla cravatta.

 

-Lascia fare a me – Gliela tolgo dalle mani e, mentre faccio il nodo, mi distraggo da tutto.

 

-Sei bellissimo Dean...- mi poggia le mani sui fianchi e io gli do un bacio leggero sul naso.

 

-Lo so – lui scuote la testa sorridendo

 

-E sei anche modesto...andiamo?

 

-Ok...prendi le chiavi di casa, Bobby è a caccia quindi ha preso quelle che lasciamo sotto lo zerbino.

 

-Mmm..- interviene lui guardandomi malizioso – Quindi stasera abbiamo casa libera...posso lasciarmi andare a gemiti più alti? - Dice ridendo.

 

-Oh no Sam – mi avvicino a lui e gli sussurro all'orecchio – Stasera ti faccio direttamente urlare...

 

-Potrei anche decidere di non andare alla festa – è arrossito – Grazie per aver accettato di accompagnarmi...

 

-Prego – bacio – Ora andiamo, sennò facciamo tardi.

 

* * *

 

La musica è altissima e devo ammettere che i cocktail sono uno spettacolo.

Non riesco a staccare gli occhi da Sam per tutto il tempo, in quel suo vestito bianco è semplicemente stupendo.

I suoi compagni di classe sanno che sono il suo ragazzo e non hanno detto nulla, Sam è felice e, per quanto odi l'idea del ballo della scuola, il fatto di vederlo stare bene compensa ogni genere di sacrificio.

 

Le luci sono accecanti e appena l'alcol entra in circolo, mi ritrovo in pista con Sam che mi balla accanto e ridiamo, perchè è la prima vera festa a cui partecipiamo.

Ad un tratto la musica sfuma e le luci si fanno più soffuse...è il momento Michael Bublè.

 

No, questo no ti prego...Sam non farlo, non chiedermelo...

 

E Sam non me lo chiede, mi sorride e mi prende per mano portandomi verso il nostro tavolo.

Ma non posso fare a meno di notare come guarda le altre coppie che ballano.

 

You can dance-every dance with the guy
Who gives you the eye,let him hold you tight
You can smile-every smile for the man
Who held your hand neath the candle light
But don't forget who's takin' you home
And in whose arms you're gonna be
So darlin' save the last dance for me

 

Lo blocco e lo faccio ritornare verso la pista da ballo.

-Dean che stai facendo?

 

-I love oh so much – dico cantando insieme a Michael Bublè.

Cerco di andare dietro a quello che si rivela essere un misto tra un lento e un ballo latino americano.

Lui mi segue e gli pesto i piedi tre volte prima che riusciamo ad andare a tempo insieme.

 

So don't forget who's taking you home

Or in whose arms you're gonna be

So darling, save the last dance for me

Ooooh

Baby won't you save the last dance for me

You make the promise that you save the last dance for me

Save the last dance

The very last dance

For me!

 

La musica finisce e ricomincia la disco, ma io sono ancora incollato a lui, non riesco a smettere di guardarlo e mi rendo conto che non l'ho baciato per tutta la serata.

E quindi lo faccio: lì davanti a tutti, mentre il mondo al di fuori impazza sulle note della dance anni '90, io mi prendo il tempo di baciare...Il mio ragazzo? Mio fratello? La mia metà della mela?

Chiamatelo come vi pare...io sto solo baciando la persona che amo.

 

-Dean...grazie per la bella serata...

-Se avessi saputo che il ballo della scuola era così, mi sarei impegnato di più per partecipare a quello del mio ultimo anno.- lui ride della mia battuta.

 

-E ti avrei portato con me Sammy...-

 

-Dee...andiamo a casa...voglio fare l'amore con te.- dice mentre mi accarezza il petto.

 

Sento già la gola secca, annuisco soltanto, gioendo del fatto che papà sia fuori e che Bobby non tornerà prima di domani a pranzo.

 

 

* * *

 

Quando la porta di casa si apre quasi cadiamo dentro.

Sam non smette di baciarmi, mentre mi fa scivolare la giacca con urgenza.

-Sammy, non sai quanto ti voglio...- gli tolgo la cravatta e la camicia e comincio a baciargli il petto.

 

-Fammi vedere...fammi vedere quanto mi vuoi Dean- mi dice ansimando e quelle parole divampano come fuoco.

 

Sono troppo oltre per andare su per le scale, quindi lo spingo fino al divano. Mi allontano solo un po' per togliergli i pantaloni e i boxer, lui mi afferra per la cravatta e mi porta giù, così ci baciamo.

Lo bacio con un desiderio tale da farmi quasi male.

Lui mi lascia solo per aiutarmi a spogliarmi e, quando sono nudo, mi posiziono tra le sue gambe e la frizione tra le nostre due erezioni mi manda fuori di testa.

 

-Ahh...Dean...ho bisogno di sentirti dentro di me...- mi guarda negli occhi e il suo sguardo è appannato dall'alcol e dal desiderio.

 

Quando affondo dentro di lui, sento quel familiare senso di completezza e comincio subito a spingere.

 

Mi chiedo scioccamente cosa penserebbe Bobby se entrasse in questo momento e mi viene da ridere.

 

-Che ridi? - mi dice lui stranito.

 

-Niente lascia perdere.- lo bacio sul collo, mentre sento il piacere montare gli mordo il lobo dell'orecchio e lui geme più forte.

 

Quando alla fine veniamo entrambi, mi accascio sopra di lui e vedo che l'orgasmo ha stremato entrambi.

 

-Wow...intenso – dice Sam ridendo.

 

-Ricordati che stai con Dean Winchester...sono un grande amante – gli do un ultimo fugace bacio e poi mi sdraio sopra di lui e ci addormentiamo insieme così...senza rivestirci, senza salire in camera, senza raccogliere nulla dal pavimento...solo nudi e felici.

 

* * *

 

Non so quanto tempo sia passato, apro leggermente gli occhi e vedo un raggio di sole che entra dalla finestra.

Mi sollevo un po', rendendomi conto che ho dormito addosso a Sam tutta la notte ed il mio movimento sveglia anche lui.

 

-Buongiorno...- dice stropicciandosi gli occhi – Dove vai?

 

-Buongiorno, volevo solo spostarmi per farti mettere più comodo.

 

-Nu...stai con me...e poi non mi hai dato il bacio del buongiorno...- si lamenta come un bimbo.

 

-Ma non era quello della buona notte?

 

-Fa' lo stesso!- mi attira a sè e sono così preso dalle sue labbra che sento a malapena la serratura della porta scattare.

 

Mi stacco e afferro una della nostre camice per coprirmi, perchè al di là di tutto non voglio che Bobby mi veda nudo...ma la figura che vedo spuntare dalla porta...non è Bobby.

Sam scatta a sedere subito dopo di me e sento il suo respiro mozzarsi...così come il mio.

 

-Papà...- non è che un sussurro, mi sento la voce bloccata in gola mentre John Winchester resta sull'uscio, la porta ancora aperta, guardando verso di noi con espressione indecifrabile.

 

Stavolta non ci sono scappatoie, io e Sam siamo nudi, i nostri vestiti sono a terra...strappati via in un attimo di passione...è inequivocabile.

 

La calma prima della tempesta

 

Il mondo sembra esserci fermato, non so per quanto tempo restiamo lì in silenzio a fissarci senza avere la forza di muovere un muscolo...Anni? Mesi? Giorni? In realtà passano solo pochi secondi, poi dico quelle due parole, che spezzano il filo estremamente fragile che ci tiene ancora in piedi.

 

-Posso spiegarti...- e lì John esplode.

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A.

Ma quanto sono stronza a far finire il capitolo così? Ahahah

ok ragazzi non mi uccidete...

Non inizia l'angst se è questo che vi sta chiedendo, gestirò la situazione nella maniera più soft possibile e mettendo tanto di quel fluff da farvi venire il diabete...però penso che era quasi d'obbligo che John lo venisse a sapere.

 

Allora la canzone che ballano è “Save the last dance for me” nella versione di Michael Bublè, che ha un significato speciale per me e quindi ho deciso di inserirla.

 

Sam in completo bianco...bè sapete tutti dove lo abbiamo già visto, quindi non lo scrivo nella note dato che il contesto della storia arriva solo fino alla prima stagione.

 

Spero che abbiate apprezzato Bobby e che non mi odierete troppo per il punto in cui il capitolo si conclude...a mia discolpa dico che domani dovrei cominciare a scrivere l'altro, quindi nessuna attesa particolarmente lunga.

 

Un bacio a tutti

Angel_SG

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Capitolo 14
*** Portami Via... ***


Piccolo consiglio...la parte finale mi è stata ispirata da una canzone, io consiglio di metterla in sottofondo mentre la leggete.

La canzone è “Are you in love”, metto il titolo prima dell'inizio della parte finale...poi il mio è un consiglio, se volete potete anche non farlo, ma secondo me esprime meglio i sentimenti di Sam e Dean.

Potete trovarla su internet scrivendo il titolo e poi scrivendo “orchestra di Roma”

Buona lettura.

 

 

 

Portami via...

 

 

 

Guardo mio padre, che sembra non voler dire una parola, riesco a malapena a rendermi conto che siamo coperti solo dalla camicia che Dean ha preso in fretta e furia.

Sento il battito del cuore rimbombarmi nelle orecchie, vedo solo il profilo di Dean perchè lui è girato verso papà e non riesce a staccargli gli occhi di dosso.

Lo vedo prendere fiato e so che sta per dire qualcosa.

Vorrei fermarlo, urlargli di non dire nulla ma non ci riesco.

 

-Posso spiegarti...- dice Dean...e papà esplode.

 

Il tavolino di fronte a noi viene sbattuto contro la parete con una violenza tale che io sobbalzo, Dean si sposta di fronte a me e mi copre totalmente.

 

-CHE CAZZO VUOI SPIEGARMI?- sembra un furia, non riesco a ragionare in maniera lucida. Mi alzo dal divano insieme a Dean e lui mi spinge ad indietreggiare e mi fa da scudo contro la rabbia di papà.

Sento il rumore dello schiaffo che Dean prende in pieno volto, senza riuscire a vederlo davvero.

 

-Papà ti prego...- Dean cerca di calmarlo ma so che è un tentativo inutile.

 

-LO SAPEVO! - mentre viene colpito da un altro schiaffo Dean continua a farmi indietreggiare, vorrei uscire da dietro di lui e mettermi in prima linea a subire le ire di papà insieme a mio fratello, ma lui continua a tenermi indietro...lontano da John.

 

Vedo John caricare un altro colpo e, d'istinto, tiro Dean verso di me, come se potessi farlo allontanare, ma il colpo non arriva.

 

-John!! Per l'amore del cielo calmati!- Bobby è dietro di lui e lo trattiene, ma non credo che ci riuscirà per molto se non si calma.

 

-Li ammazzo Bobby...- lo sguardo di John è così...disgustato, crudele...che mi viene la nausea.

 

-Papà...- cerca di intervenire Dean.

 

-NON CHIAMARMI PAPA'- quelle parole bloccano Dean e so che gli fanno più male degli schiaffi che ha ricevuto.

 

-John smettila...sono i tuoi figli, non sai quel che dici...devi calmarti...

 

-NON LI VOGLIO Più VEDERE...SPARITE DALLA MIA VISTA...-

 

So che Dean va in pezzi...e, per Dio, non starò lì a guardare quell'uomo distruggere mio fratello.

 

-WOW FANTASTICO JOHN, IL PREMIO PER IL PADRE DELL'ANNO VA A...JOHN WINCHESTER!- comincio ad urlare tanto quanto lui e Dean deve tenermi, perchè tutti quegli anni in silenzio, tutto quello che abbiamo passato per stare insieme...si riversa nelle mie vene come benzina sul fuoco.

 

-Sam calmati...- Dean cerca di abbracciarmi, ma ora sono io che voglio sfogarmi.

 

-NON TE N'è MAI FREGATO UN CAZZO DI NOI, NON PENSARE DI POTER FINGERE CHE ADESSO TI IMPORTI QUALCOSA!

 

-Sam adesso basta – intima Bobby alzando un po' la voce.

Per un attimo cala il silenzio, respiro in maniera affannata e John mi guarda come se fossi un verme.

 

-Ho dato la mia vita per voi...- sibila in tono minaccioso.

 

-No, hai dato la tua vita per la tua stupida vendetta...la mamma è morta, ma tu pensi che sarebbe contenta di come ci hai sballottato in giro per l'America? Pensi si sentirebbe vendicata?

 

-Non lo so...so solo che si sarebbe uccisa da sola se avesse saputo di aver due figli incestuosi...- dice quelle parole con cattiveria.

 

-John ora basta...non pensi davvero quello che dici, dobbiamo calmarci tutti...-Bobby e il suo disperato tentativo di calmare le acque...

 

Non riesco più a pensare a cosa dire, non voglio vedere le conseguenza che le parole di papà hanno avuto su Dean. Sento la sua mano scivolare nella mia, poi mi guida verso il piano di sopra e ci chiudiamo a chiave in camera.

 

Per qualche minuto nessuno dei due dice niente, semplicemente ci rivestiamo, mettendo degli abiti puliti.

Guardo mio fratello e vedo una lacrima scivolare sul suo volto...ed è come una stilettata nel mio cuore.

-Dean...- lui si asciuga la guancia frettolosamente.

-Sto bene...- sussurra.

-No che non stai bene...-

Lui viene a sedersi sul letto accanto a me, affonda il volto tra le mani e fa una cosa che non gli vedo fare da anni: piange.

 

Sento il mio cuore andare in pezzi, perchè Dean è sempre stato il mio pilastro e mi rendo conto che sta crollando...e ora tocca a me tenerlo il piedi, tenerci in pieni entrambi.

 

Lo abbraccio e lui affonda il volto nella mia spalla.

So con certezza che ogni parola di John è stata una coltellata, ma so anche benissimo che nominare la mamma è stato il colpo di grazia.

Gli do un bacio sulla nuca e lui pian piano torna in se.

Si scosta un po' e mi guarda negli occhi, accarezzandomi piano il viso e io mi sento improvvisamente meglio.

 

-Scusa...

-Dean smettila...non devi scusarti...la mamma non avrebbe reagito così...

-Non puoi saperlo Sam...- dice sorridendo triste.

-Si che lo so...- dico con fermezza; lui mi guarda e annuisce.

 

-Portami via da qui Dean...ti prego, andiamo via...

-Sam, non voglio scappare...non voglio che lui pensi che siamo insicuri della nostra storia...

-Ho bisogno di andare via per qualche ora...non voglio vederlo Dean...ti prego, andiamo via.

 

Lui annuisce solamente.

Mi dà un bacio a fior di labbra,

-Ok Sammy...andiamo...

 

Mi prende per mano e cominciamo a scendere le scale, cerchiamo di fare piano, perchè non voglio che lui ci senta.

Quando arriviamo in salotto i nostri vestiti sono ancora lì, ma di papà e Bobby non c'è traccia.

Dean prende un mazzo di chiavi dal portaoggetti che c'è nel mobiletto a lato della porta ed usciamo di casa.

 

-Sai di che macchina sono? - chiedo insicuro.

-Si, l'ho aggiustata qualche mese fa...

 

La macchina è piccola ed esteticamente non è il massimo...non è l'Impala, ma in questo momento è l'unica che può portarci lontano. Saliamo in macchina e Dean mette in moto.

 

-Ti amo...- dico di getto mentre usciamo dal viale della rimessa di Bobby.

Lui mi prende la mano e la stringe forte.

 

-Ti amo anch'io.- ricambio la sua stretta.

Non diciamo altro, semplicemente continuiamo a mantenere quel contatto, ricavando dall'altro la forza che ci manca.

 

* * * Bobby

 

Guardo John muoversi come un animale in gabbia sulla veranda di casa mia.

-Tu lo sapevi! Come hai potuto non dirmi niente...Io non...non posso permetterlo, devo fermarli, devo separarli...devo fare qualcosa....- ha gli occhi di un pazzo invasato.

 

-John adesso smettila e siediti!- lui mi guarda con rabbia.

 

-Smetterla? Bobby quei due non sanno...non hanno idea delle conseguenze delle loro azioni...- vorrei ucciderlo in questo momento.

 

-Ahh andiamo John, perchè tu sì? - Urlo esasperato.

Lui si volta a guardarmi confuso.

 

-Hai idea di cosa hai detto ai tuoi figli oggi? Gli hai detto di non chiamarti papà, che non vuoi più vederli...hai detto loro che se la madre fosse viva...dio..la loro madre, la stessa donna che Sam non ha mai conosciuto e che Dean a volte chiama ancora nel sonno, si sarebbe uccisa piuttosto che avere loro due come figli...John...hai idea di quanto male hai fatto a quei ragazzi?- lui non risponde e spero di aver colpito nel segno.

 

-E il male che loro hanno fatto a me dove lo metti Bobby?- mi chiede sfidandomi.

-A te? Cosa hanno fatto a te? Ah si già...ti hanno fatto passare per un idiota visto che sei l'unico a non aver ancora capito che non è solo attrazione fisica, ma c'è molto di più tra loro...

 

John distoglie lo sguardo, sembra essersi calmato e quindi incalzo.

 

-Non è amore, John...non è amicizia, non è famiglia...è una strana unione di tutte queste cose; il loro rapporto è così unico e completo, che io stesso non riuscirei mai a vederli insieme a nessun altro. Sam e Dean si appartengono in modo così totale...che non riesci mai a capire dove finisca l'uno e dove inizi l'altro...E so che sei loro padre John, ma se ti fossi preso anche solo un minuto per guardarli...guardarli davvero...lo sapresti...-

 

Le mie parole sono arrivate al punto che volevo colpire, guardo John e mi sembra solo un uomo stanco ed ho compassione per lui.

 

-Sei un buon capo John...quando comincerai ad essere un buon padre?- affondo il colpo finale.

-Un buon padre permetterebbe questo? - chiede con voce disperata.

 

-Un buon padre lotterebbe contro il mondo per la felicità dei suoi figli...anche se questo vuol dire lottare contro se stesso..

 

-E' incesto, Bobby...

-E' amore, John...- ribatto convinto di quello che dico.

 

-Non posso accettarlo...- si mette le mani tra i capelli e abbassa lo sguardo.

 

-E' un tua scelta...ma sappi che per provare a separarli...- lui alza lo sguardo e lo fissa su di me – Dovrai passare sul mio cadavere!-

 

E me ne vado lasciandolo solo con i suoi pensieri.

 

* * * Sam ( Are you in love )

 

Mentre il paesaggio scivola via all'esterno del finestrino, sento la tensione calare.

Guidiamo da ore e ci siamo fermati solo due volte per fare benzina.

Non so dove mi stia portando Dean, ma ad un certo punto comincio a vedere la spiaggia.

Il cielo è arancione e rosa...i colori del tramonto.

 

Accosta e scendiamo dall'auto; non c'è nessuno nei dintorni, solo io e lui.

Dal lato del guidatore si avvicina a me e mi porge la mano, non si preoccupa neanche di chiudere a chiave la macchina.

Quando entriamo in spiaggia mi fa andare verso un angolo riparato tra le rocce e mi rendo conto che non sono mai stato in quella parte della riva.

 

-Dove stiamo andando? - chiedo confuso.

-Seguimi...ti ho mai deluso? - mi fa un sorriso dolce e capisco che sta meglio, quindi gli sorrido di rimando.

-Mai...

 

Ci arrampichiamo tra le rocce incastonate nella struttura e poi vedo quella che sembra un porta in pietra.

 

-Cos'è Dean? - sono stupito, sembra quasi...

-E' una casa...o meglio un rifugio...-

Mi fa avanzare e dentro trovo un tavolo, due sedie mal messe... il tempo non ha risparmiato granchè.

Mentre ci addentriamo dentro quella piccola casa scavata nella roccia comincio a sentire il rumore del mare; a destra c'è una specie di letto e, adagiata lì sopra...c'è la nostra coperta; quella che Dean aveva usato per farci riscaldare dopo il bagno di mezzanotte.

 

-Quando l'hai portata qui? - chiedo stupito.

-Qualche giorno fa...avevo pensato di organizzare qualcosa di romantico...- abbassa lo sguardo timido- Non pensavo di portartici dopo una lite del gener..- lo bacio e interrompo le sue giustificazioni.

 

-E' bellissima...è casa nostra...- dico sorridendo e lui mi sorride di rimando.

-Non c'è niente qui dentro Sammy...- mi accarezza i capelli.

-Ci siamo noi, c'è la nostra coperta...c'è tutto quello che ci serve per essere felici.

 

Eccolo lì il sorriso vero di mio fratello Dean, il sorriso di cui mi sono innamorato.

Quando Dean sorride davvero, gli occhi diventano più chiari e brillanti...sì, perchè Dean, quando sorride davvero, sorride con gli occhi e non con le labbra.

 

-Non hai ancora visto la parte migliore- mi prende per mano e mi porta vicino ad una tenda logora, la scosta un po', rivelando l'imitazione di una balcone completamente a ridosso del mare.

 

-Oh mio Dio Dean...è stupendo...-Mi avvicino un po' alla ringhiera e la stringo tra le dita.

Lui mi si avvicina da dietro e mi porta le braccia intorno al petto, poggiando il mento sulla mia spalla.

 

-Dicono che questa fosse la casa di una donna molto ricca...- Comincia a raccontare e io mi innamoro del suono della sua voce e di come riesce a fare vibrare le corde del mio cuore- Si era innamorata di un povero marinaio e il padre l'aveva diseredata e lei, non avendo niente di più che qualche spicciolo, aveva cominciato a vivere qui con il suo amato...lui usciva la mattina a pesca e lei sistemava la casa per loro...poi la sera, al tramonto, si affacciava da questo stesso balcone...e aspettava che la barca di lui spuntasse all'orizzonte...per poterlo vedere subito, per non perdersi neanche un istante di lui...- Mi volto a guardarlo e Dean continua a raccontare, con lo sguardo perso nel mare.- Alcune persone giurano che la sera al tramonto....si veda ancora una figura che aspetta al balcone...ed una barca in lontananza che si avvicina...Dicono lei protegga ancora i giovani amanti incompresi...

 

Ho le lacrime agli occhi, lui mi bacia con dolcezza e sento che niente al mondo potrà mai separarci.

 

-Possiamo restare qui ancora un po'? - chiedo a bassa voce.

-Tutto il tempo che vuoi...- mi volto di nuovo a guardare il cielo e mi accoccolo meglio nel suo abbraccio.

 

Lui mi stringe più forte e guarda l'orizzonte con me.

Non so quanto tempo restiamo così, a bearci semplicemente della presenza dell'altro, ma so che improvvisamente papà non esiste più, non esiste niente al di fuori di noi.

 

Ti amo Dean...qualunque cosa accada, non smetterò mai di farlo.

 

 

 

 

 

N.d.A

Dai ragazzi niente suspence stavolta, ho aggiornato due giorni dopo, mi sono fatta perdonare, vero?

Un po' di angst all'inizio era d'obbligo...la scena finale l'ho scritta con un velo di melanconia che spera vi piaccia.

Per il resto non penso ci sia altro da dire, spero abbiate seguito il mio consiglio di leggere l'ultima parte con la canzone in sottofondo, perchè secondo me rende meglio il sentimento dei due amorini.

Alla prossima

kiss kiss

Angel_SG

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Capitolo 15
*** Darte un beso ***


Darte un beso

 

 

 

Quando torniamo a casa è già tardi, non ho paura di vedere papà, perchè so che non può dire niente di peggio di quello che ha detto stamattina; sono deciso comunque ad affrontarlo se dovesse anche solo permettersi di dire qualcosa su me e Sam.

 

Fortunatamente John è in camera e, in cucina, troviamo solo il buon vecchio Bobby.

Mi rendo conto solo in quel momento che è quasi l'una di notte, sulla strada del ritorno ci siamo fermati a mangiare fuori e siamo rimasti un po' in macchina ad ascoltare musica...non essendo per niente d'accordo sul genere: cose tra fratelli...o quasi.

 

-Dean, Sam...- Bobby ci guarda in maniera enigmatica ed io mi affretto ad intervenire.

-Ho preso il pick up blu senza chiedertelo...scusa – mi rendo conto solo ora che, in effetti, quella macchina non è neanche di Bobby.

-Fanculo il pick up Dean...state bene?- chiede leggermente a disagio.

-Si...- risponde Sam per me – Lui dov'è?

-In camera sua...non ha più detto una parola da oggi...

-Può andarsene a fanculo per quanto mi riguarda! - Sam è incazzato nero.

 

-Hey...- gli dico a voce bassa, accarezzandogli la schiena – è tutto ok Sammy...

 

Non voglio che sia così arrabbiato, voglio vederlo felice.

-Ragazzi, so che vostro padre ha detto del cose terribili, ma...- Sam non gli lascia finire la frase

 

-Ma?! Ma cosa?! Bobby non doveva permettersi di dire niente, non sono fatti suoi, è una cosa tra me e Dean e se non la accetta per me può anche fottersi! - Se ne va su per le scale.

 

Sam non è un tipo volgare, quindi capisco dal suo modo di parlare, che in questo momento non sopporta neanche l'idea di vedere né sentire John.

Faccio per seguirlo, ma Bobby mi ferma.

 

-Dean aspetta...John è stato un stronzo, ok? Sono il primo a dirlo...ma è vostro padre...dagli tempo...non è una situazione facile da accettare...

 

-Ma tu l'hai fatto...perchè per lui dovrebbe essere diverso? Bobby...sei più nostro padre tu di lui...forse è questa la differenza...scusami, devo andare da Sam.

 

Me ne vado lasciando Bobby incapace di emettere anche solo un fiato.

 

Quando entro in camera Sam è sdraiato sul letto e gioca con il cellulare.

-Hey...che fai? - mi sdraio accanto a lui.

 

-Controllo i messaggi dei miei compagni di classe...ce n'è uno di Finn...dice che domani sera vanno ad una festa in un locale fuori città...chiedono se ci va di unirci a loro...- non aggiunge altro ed io studio l'espressione del suo volto per capire se voglia andare o meno...ma è imperscrutabile.

 

-A te va?- chiedo semplicemente e lui alza le spalle.

-Sembra divertente...Il locale si chiama “la noche sabrosa”...

-Oh dio Sam...è un locale dove si balla...- dico già disperato e lui mi guarda malizioso.

-Si ma ci sono gli shottini di tequila a 1$ l'uno...- bastardo!

 

-Mi hai convinto, digli anche andiamo...- aspetto che finisca di scrivere il messaggio e poi gli tolgo il cellulare dalle mani.

 

-Hey ma che fai? - interrompo le sue proteste baciandolo.

-Faccio capire al mio ragazzo che voglio fare l'amore con lui...- comincio a sfilargli la maglia e lui ride.

-Dean Winchester...sei un ninfomane!

-Lo prendo per un complimento.- e da lì non parliamo più.

 

* * * *

 

-Dean muoviti!!- mi urla di nuovo da dietro la porta del bagno.

-Ho finito!- urlo di rimando finendo di asciugarmi capelli.

Mi attardo un momento davanti allo specchio per mettere il dopobarba.

-Dean ti giuro che se non esci subito la faccio qui in camera...e non scherzo!-

 

Rido prima di uscire dal bagno.

-Ecco fatto!- sorrido sornione.

-Muoviti a vestirti!- sento solo una parte della frase, il resto viene inghiottito dalla porta che sbatte.

 

10 minuti dopo siamo pronti.

Ho già chiesto a Bobby di prestarmi un macchina, visto che l'ultima volta non sono stato così cortese e lui mi ha intimato di riportarla ad un orario decente.

 

Quando scendiamo in cucina c'è anche papà e cala un silenzio imbarazzante.

Sam è ostinato a non dire nemmeno una parola per primo, io non so cosa dire, Bobby ha paura di far esplodere una bomba e John...lui semplicemente sembra non averci visti...

 

-Bè noi andiamo...grazie della macchina Bobby...

-Ecco ragazzi c'è un problema...si è rotto il motore...ho provato ripararla, ma per ora è morta...- Bobby è a disagio e si vede che è dispiaciuto.

 

-Cazzo...-mi volto a guardare Sam e so che c'è rimasto male, anche se non vuole darlo a vedere.

 

John sbatte il boccale di birra sul tavolo con una forza inaudita, che fa sobbalzare tutti noi; si alza e se ne va.

L'unica spiegazione che riesco a darmi è che non riesca a stare nella stessa stanza con noi.

 

-Bè Bobby grazie lo stesso...sarà per un altra volta...- dice Sam sorridendo, ma so che è un sorriso finto.

 

Quando torniamo in camera lui ha lo sguardo basso e non dice una parola.

 

-Sammy...-comincio, ma vengo interrotto da un bussare alla porta.

Vado ad aprire, sperando che Bobby si sia miracolosamente ricordato di avere una macchina funzionante, ma non è Bobby che mi ritrovo davanti.

 

John è davanti alla porta...non mi guarda per niente, infila la mano in tasca e tira fuori le chiavi dell'Impala.

 

Resto un attimo a bocca aperta non sapendo cosa dire.

Lui guarda in alto, poi sposta la mano in avanti verso di me, invitandomi a prenderle.

E' un gesto brusco, lui non mi guarda, non mi rivolge la parola e, quando prendo le chiavi, se ne va senza dire niente.

 

Per la prima volta penso che le cose potrebbero andare davvero bene.

Guardo Sam e lui è sorpreso quanto me, ma nel suo sguardo vedo ancora un forte biasimo.

So perfettamente che questo è un primo passo e sento che perdonerò papà per quello che ha fatto e detto se dimostrerà di accettare quello che c'è tra me e Sam...allo stesso modo come so perfettamente che qualcosa, tra lui e Sam, si è rotto in maniera definitiva.

Lui si alza e viene verso di me.

 

-Andiamo?- chiede sorridendo.

-Si...forza tigre, muoviti.

 

Mentre usciamo di casa mi chiedo come sarebbero andate le cose se avessi detto tutto a papà e non avessi permesso che lo scoprisse così...ma non si piange sul latte versato.

 

* * *

 

La musica è assordante e mi scordo ogni pensiero negativo, mentre vedo Finn che prova a ballare e Rachel, la sua ragazza, che tenta di insegnargli...Dio mio è proprio negato.

 

-Povero Finn...- dice Sam sorridendo comprensivo- La salsa non fa per lui.

-Sembra un tricheco con le convulsioni! - tutti ridiamo della cattiveria di Santana.

-Sei tremenda – dice Sam – All'altezza del tuo nome diabolico!

 

La ragazza fa ondeggiare i suoi lunghi capelli con fare da diva e mi trovo a guardarla un secondo di più, guadagnandomi una gomitata dolorosa sulle costole da Sam.

 

-Dean devo ricordarti cosa è successo l'ultima volta che hai guardato una ragazza un secondo più del dovuto?- dice diabolico.

 

Ripenso a quella cena e al suo piedino sotto il tavolo.

-No grazie, ricordo abbastanza bene – dico sulla difensiva, temendo un ulteriore attacco e la mia faccia assume un espressione terrorizzata che fa scoppiare Sam a ridere.

 

-Ok ragazzi – arriva Finn stanco – Ci rinuncio...Dean, non permettere a Sam di farti questo...è atroce.

 

-Oh piantala Finn, tra un ora cominciano a mettere le bachate...sono più facili!- non vorrei mai avere una ragazza come Rachel...carina sì, ma porca troia, troppo rompi palle.

 

-Non farei mai una cosa del genere a Dean...- Sam mi guarda in modo strano mentre parla – Però sono convinto che con la bachata se la caverebbe.

 

-No no no no...nella maniera più assoluta- nego tempestivamente.

 

-Dai Dean...- interviene Puck, un ragazzone mulatto pieno di muscoli – La bachata è fantastica...praticamente basta strusciarsi ed è fatta.

 

La sua ragazza, Quinn, gli tira un gomitata, dandogli dell'idiota.

Ridiamo tutti e guardo Sam...mi piace vederlo così contento in mezzo ai suoi amici, penso a come sarebbe stata la nostra vita se la mamma non fosse morta, se questi sarebbe mai stati i nostri sabato sera tipici...e mi viene un po' di nostalgia.

 

Santana arriva con un vassoio pieno di shottini.

-Il primo giro lo offro io...andiamo ragazzi!!

 

* * *

 

Un ora dopo siamo così oltre che non ci teniamo neanche in piedi.

Ridiamo come dei deficienti per ogni singola cosa, Sam è quasi totalmente sdraiato sul di me.

 

-Deeeee portami a ballare...mi piace questa canzone – il tono è strascicato

 

-No Sammy ti prego...- ma in realtà le mie proteste sono così deboli che per lui è facile prendermi per mano e trascinarmi fino alla pista da ballo.

 

Sposto la mia mano dietro la sua schiena e tengo l'altra nella mia...poggia la guancia contro la mia e comincia a muoversi su di me a ritmo di musica.

Le nostre gambe sono incastrate tra loro e sento il suo bacino muoversi contro il mio mentre il suo petto si alza e si abbassa respirando in affanno, un po' per il caldo che c'è dentro il locale e un po' per la tensione sessuale che cominciamo a sentire.

Riesco a malapena a sentire le parole della canzone.

 

Amarti come ti amo io è complicato
pensare come ti penso io è un peccato
guardare come ti guardo io è proibito
toccarti come vorrei farlo io è un crimine

 

Sorrido attraverso l'alcol e bisbiglio al suo orecchio.

-Parla di noi...- la mano che ho sulla sua schiena scende in basso e la poso sul suo sedere, premendo un po' per portarlo più vicino a me.

-Mhm...- mugugna lui, non so se ha capito quello che ho detto, ma di sicuro l'ha pensato anche lui e quindi l'ha intuito.

 


 

Io voglio solo darti un bacio
riempirti l'anima con il mio amore
portarti a conoscere il cielo
voglio che non ti manchi niente

 

 

Bacio la sua guancia e scendo per seguire la linea della mandibola, fino ad arrivare alle labbra.

Le trovo già socchiuse e lo bacio, lentamente, gustandomi ogni secondo di quel contatto che spesso viene sottovalutato.

Un bacio...solo un bacio, ma dato alla persona che ami può farti tremare le gambe.

La mia mente si svuota e so di non essere più sotto l'effetto dell'alcol.

Sam imita un passo che ha visto e poggia la gamba sul mio fianco, io la tengo ferma e uso quel nuovo contatto per stringerlo più contro di me, continuando quell'erotico petting musicale.

 

Io voglio solo darti un bacio
e regalarti le mie mattine
cantare per calmare le tue paure
voglio che non ti manchi niente

 

La musica sfuma e pian piano ci stacchiamo.

Parte una canzone più ritmata, ma noi restiamo lì a guardarci negli occhi.

Gli sorrido e lo bacio ancora un volta prima di portalo via dalla pista.

 

-Se stavate solo ballando non so che darei per vedervi in camera da letto!- Santana e il suo tatto.

-Sei sicura di essere una donna? - chiedo sarcastico.

-Ovvio che lo sono...- e nel dirlo bacia la ragazza bionda accanto a lei.

 

Resto un attimo a bocca aperta, poi le lancio una frecciatina.

-Che spreco!!- dico provocandola.

Lei ride e accetta il velato complimento.

 

-Senti da che pulpito viene la predica...dopo il vostro numero in pista hai idea di quante ragazze sono andata a tagliarsi la vene al pensiero che non siete disponibili?-

 

Stringo Sam più forte e ridiamo insieme.

Mi piace Santana...mi piacerebbe fermare la mia vita a questo momento...e ripartire da qui, con un nuovo futuro.

Io e Sam...i nostri amici, la vita perfetta che avremmo potuto avere se quel demone non fosse entrato in camera di Sammy quella sera.

 

Da lì a poco cominciano dei discorsi sconclusionati.

In realtà abbiamo smesso di bere per smaltire la sbornia e non metterci alla guida completamente fuori di testa, ma l'euforia comunque ci fa dire cose impensabili.

 

-Allora...film preferito...- chiede Quinn rivolta a me.

-Mmm...Rocky...- tutti i ragazzi approvano, mentre le ragazze scuotono la testa sconsolate.

-Prevedibile Dean – mi rimprovera Sam ridendo.

 

-Ok come volete...Quinn...il tuo sogno? - chiedo sapendo che le ragazze amano questo tipo di domande...e purtroppo anche Sam.

 

-Andare a Yale...laurearmi...e sposarmi.

-Ahhhhh e questa non è prevedibile?- chiedo a Sam.

 

-Mm no...- dice riflettendo – In fondo l'università è una bellissima esperienza...

-Ok e questo lo possono capire le secchie come voi – dico prendendolo bonariamente in giro...- Ma il matrimonio? Dai che bisogno c'è di sposare un persona?

 

Sam si raddrizza e si allontana un po', aggrottando le sopracciglia.

-Che vuoi dire? - mi chiede in tono strano.

-Bè se due persone si amano...che bisogno c'è di sposarla...non cambia nulla...e poi a Dio non penso importi granchè di quante fedi al dito ci sono, no?- So di aver sbagliato risposta dal modo in cui Sam mi guarda.

 

-Quindi per te sposare la persona che ami non è importante?- alza il tono di voce e vedo i ragazzi scambiarsi sguardi preoccupati.

 

-Bè...ci sono casi in cui obbiettivamente non PUOI non è che non VUOI- comincio ad alterarmi, non mi aspettavo un discorso simile da lui...è un frecciatina, ma lui sa benissimo che non è una cosa di cui io e lui potremo mai parlare.

 

-Non ti sto parlando di un matrimonio in chiesa o in comune...un matrimonio per essere vero non ha bisogno di una documento...cazzo si potrebbero anche scrivere le promesse in un post it e far sì che sia per sempre...c'è chi l'ha fatto.- urla Sam.

 

-E' una farsa, non un matrimonio, Sam!- cerco di elevarmi sopra la musica.

 

-Stai scherzando? Quindi per te un matrimonio per essere vero deve essere celebrato in pompa magna?- si alza e so che vorrebbe andar via.

 

-Scusa ma un matrimonio come intendi tu...a cosa serve?- chiedo cercando di capire, ma le mie parole peggiorano la situazione e Sam abbassa le spalle restando a bocca aperta sconvolto.

 

-A cosa serve? - Chiede con voce debole – Forse a dimostrare al mondo che non serve che ci sia qualcosa di scritto legalmente per testimoniare l'amore per una persona...che i sentimenti vanno oltre la chiesa...oltre il municipio...ma che allo stesso tempo per dire “si, lo voglio” non si deve avere per forza un parroco o un funzionario religioso...un matrimonio finto, dirai...sì forse per te lo è, ma per me no...perchè se l'amore è vero te ne freghi di quello che dice la legge...o la religione...

 

Stiamo qualche secondo a guardarci in silenzio.

Ho capito cosa intende, ho capito di averlo ferito.

Cazzo Dean, ma quando ci sono i sentimenti di mezzo, la fai mai una cosa giusta.

E' tardi per rimangiarmi tutto.

 

-Possiamo andare a casa? Sono stanco...- abbassa lo sguardo.

Io faccio solo un cenno e mi alzo, ci scusiamo con i ragazzi e usciamo dal locale.

 

* * *

 

Il viaggio in macchina è silenzioso e quando torniamo in camera Sam si sdraia nel suo letto, che non usa mai, e capisco che stanotte dormiremo separati.

Vado in bagno e mi sciacquo il volto...ripenso alle parole che ho letto un giorno sulle pagine di un giornale.

 

Litigate. Litigate quanto volete, tiratevi pure i piatti...ma non fate finire il giorno senza aver fatto la pace.”

 

Vado di là e mi siedo vicino a lui.

Sam non mi guarda, si fissa intensamente le mani come se potesse leggerci il senso della vita.

Gliene prendo una tra le mie.

 

-Non intendevo dire quello che ho detto...

 

-Si invece...per te non è importante...lo so che non potrò avere mai un matrimonio come lo hanno tutti...l'ho accettato, sono disposto a tutto pur di stare con te...ma non posso credere che tu non saresti disposto a farlo...- si volta dall'altra parte per non farmi vedere un lacrima che scende giù.

 

Gli poggio delicatamente una mano sulla guancia e lo faccio voltare verso di me.

 

-Sammy...io non voglio che tu ti perda niente a causa mia...- lui cerca di interrompermi, ma io vado avanti – Non dico che il matrimonio fatto in maniera non ufficiale non sia pieno di sentimento...ma sarebbe una cosa celebrata solo per la coppia...non sarebbero sposati davvero.

 

-Lo so...ma spesso c'è più intensità in un matrimonio del genere che in uno in chiesa...Comunque non parliamone più...non volevo litigare scusa.- mi sorride triste.

 

-Ti amo Sam....- lui sta per rispondermi, ma io gli porto un dito alle labbra – Ti amo...e non mi importa di quello che dice il mondo, niente cambierà i miei sentimenti...- sposto la mano dalle sue labbra e mi prendo un attimo.

 

-Sposami.- dico tranquillamente.

 

Lui mi guarda sconvolto.

-Sei impazzito? - mi tocca la fronte – Non credo tu abbia febbre...che dici?

 

-Ascolta...non c'è un universo in cui quello che proviamo possa essere legalizzato...ma io ti amo...e voglio dimostrartelo...

 

-Sarebbe comunque un matrimonio finto – dice lui ridendo, sembra che i ruoli si siano invertiti.

-Si...ma i sentimenti sono veri...non mi serve un parroco o un persona con un attestato per dire che voglio stare con te per il resto della mia vita...ho anche in mente un posto niente male dove scambiarci le promesse- Dico schiacciandogli l'occhio e lui ride di gusto.

 

-Quindi mi porti in un posto speciale...ci promettiamo amore eterno senza firmare nulla...e spunto un altro punto dalla mia lista di cose che voglio fare? - mi dice a metà tra lo scherzo e il serio.

 

Io annuisco e lui mi guarda stranito.

-Dean...sei davvero serio? - io abbasso lo sguardo ridendo e poi punto gli occhi su di lui.

-Sam Winchester – dico in tono solenne- Vuoi sposarmi?

 

Lui resta bocca aperte e poi dice quelle due parole che qualsiasi uomo vuole sentirsi dire dalla persona che ama.

 

-Lo voglio.

 

 

 

N.d.A

Oooooooooook bella gente, sono di corsissima, perchè sto preparando la valigia e quindi ho tipo 10 minuti per correggere il chappy e postarlo...poi vado fuori per il weekend e non se ne parla fino alla prossima settimana, vorrei lasciarvi quindi qualcosa da leggere..perdonate se salterò qualche errore, ce la metto tutta per non farmene scappare nessuno.

 

Allora vediamo...

La canzone che dà il titolo al capitolo è anche quella che ballano i ragazzi, ho postato il testo in italiano perchè mi piaceva proprio il significato, mi farebbe piacere che la ascoltaste, è “Darte un beso” di Prince Royce :)

I ragazzi amici di Sam sono presi dal telefilm Glee, per cui mi è venuto un attimo di nostalgia negli ultimi giorni...

La reazione di John...lascio che siate voi a dargli un significato, io ho voluto comunque far capire che non riesce a perdonarli...ma in fondo rimangono sempre i suoi figli, quindi ha fatto violenza su se stesso per fare il gesto del dargli le chiavi, sapendo che per loro era importante...

Il matrimonio...bè ho avuto un confronto simile con un'amica, ma senza litigare ovviamente xD

Ognuno la vede a modo suo, c'è chi crede che è importante trovare tutto scritto legalmente...e chi invece sogna di “sposare” la persona che ama anche in modo non ufficiale...non è da giudicare nessuna delle due scelte, in quanto amore è amore...e la base di un matrimonio non è la carta stampata con scritti i vostri nomi...ma il fatto che alla domanda “ vuoi prendere quest'uomo....e amarlo per tutta la vita finchè morte non vi separi?”...si risponda senza esitazione “ si, lo voglio”

 

 

Ultima cosa

La frase “Litigate. Litigate quanto volete, tiratevi pure i piatti...ma non fate mai finire il giorno senza aver fatto pace” è di Papa Francesco. :)

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Capitolo 16
*** It's Wedding Time ( part 1 ) ***


It's Wedding Time ( part 1)

 

 

 

-No Rachel, per la ventesima volta, non ho intenzione di andare all'altare in frac bianco!- sbuffo e mi chiedo come abbia fatto a lasciarmi convincere ad organizzare tutto insieme a Rachel, Quinn e Kurt.

-Andiamo Sam, secondo me staresti benissimo...poi magari potremmo liberare due colombe bianche nel momento del “si, lo voglio”...- dice lei con voce sognante e io la guardo sconvolto.

-Ok ragazzi calmiamoci...Rachel potremmo essere un po' più realistici?- Quinn cerca di ragionare, ma il sostegno di Kurt sembra darle fin troppo man forte.

-Ok Rachel – trovo la mia soluzione – Vada per il bianco...ma non metto il frac!- sono categorico e lei sembra abbastanza soddisfatta di quella piccola vittoria.

Quando ho detto alla ragazze del matrimonio hanno subito insistito per darmi una mano e Rachel ha cercato di trasformarlo in una cerimonia in grande stile...tentativi miseramente falliti, perchè mi sono opposto praticamente ad ogni cosa che ha proposto...l'unica su cui avevo ceduto era il ricevimento dopo la cerimonia...che ovviamente si era comunque tradotto in un giro pizza e non nel buffet al Plaza che lei aveva in mente.

-Fammi capire, davvero Dean non ti ha ancora detto dove vi sposerete? - chiede Quinn curiosa.

-No, dice che sarà una sorpresa...non so cosa stia architettando.- dico temendo quello che combinerà mio fratello.

-Quanto vorrei un uomo da sogno anche io...- Kurt è così impegnato a guardare il cielo sognante, che devo tirarlo dalla mia parte per evitare che prenda in pieno il palo della luce.

-Che ne dite di tornare a casa, prima che Kurt decida di venire al mio matrimonio domani con un bel trauma cranico? - rido un po', per smorzare la tensione.

E' domani...sembra siano passati solo pochi secondi da quando Dean mi ha fatto la proposta e invece è già passata una settimana.
Rachel ha insistito perchè dormissi a casa sua insieme a Quinn e Kurt, in una sorta di addio al celibato, soprattutto considerando il fatto che io e Dean viviamo insieme e che... “lo sposo non deve vedere la sposa il giorno prima del matrimonio”...parole sue.

-Allora Sam – dice Quinn – Com'è che tu e Dean vivete nella stessa casa?
-Bè – cerco una scusa plausibile – I nostri padri lavorano insieme da tanti anni...e dato che siamo sempre in viaggio hanno deciso di stabilirsi nella stessa casa per risparmiare sulle spese.- tiro un sospiro di sollievo quando vedo che tutti sono convinti dalla mia piccola bugia.
-Ma siete sicuri di non avere nessun parente lontano in comune? E' strano che abbiate lo stesso cognome...- Kurt è più perspicace di quello che sembra.
-N-no sono abbastanza sicuro...- sorrido, ma dentro ho un peso al petto indescrivibile.
-Avanti raccontaci come vi siete conosciuti...- dice Quinn tenendo stretto al petto il cuscino.
-Bè in verità siamo cresciuti insieme...è difficile ricordare quando l'ho incontrato....ero molto piccolo.- una semi verità...andiamo bene.
-Bè allora dicci come vi siete messi insieme? - incalza Rachel.

All'inizio non so cosa rispondere, poi vedo i loro sguardi speranzosi...ed opto per la verità...più o meno, mentre la mia mente vola indietro a quando avevo solo 13 anni.

Non ricordo di preciso quando ho cominciato a guardare mio fratello in modo diverso.
Ho sempre avuto un affetto particolare per lui, Dean era quello che mi cambiava i pannolini, che mi riscaldava il latte e lo provava sul braccio per essere sicuro che non fosse troppo caldo.
I miei primi passi li ho mossi verso di lui...non sono stato un bambino normale; i bambini normali come prima parola dicono “mamma” o “papà”...io ho detto “Dee”.

Alla fine la mia prima parola, è diventato il diminutivo che ho usato per tutta la vita per chiamare mio fratello.

* * *

Sono sdraiato sul divano di Bobby e Dean è fermo di fronte al frigo aperto in cerca di qualcosa da mangiare.
-Dean mi prendi una Coca?- urlo dal salotto.

-Sei un rompi palle – sghignazza, ma lo vedo arrivare pochi minuti dopo, mi poggia la lattina in fronte.

-Così mi congeli il cervello- dico ridendo e poi gliela prendo di mano.

-Come si dice? Gra...- si prende gioco di me.

-Grazie – dico tirando fuori la lingua.

Lui fa un espressione strana e poi mi sorride.

-Sei una spina nel fianco, sappilo- dice prima di buttarsi sul divano accanto a me.

-Che guardi di bello? - comincia a sgranocchiare pop corn da una busta che non avevo notato.

-Me ne dai uno? - gli chiedo lamentoso e lui di tutta risposta mi tira un pop corn in faccia e poi scoppia a ridere.

-Non è divertente!- dico un po' offeso, ma lui continua a sghignazzare.

-Sì, lo è.

Siamo lì vicini e, non so perchè, non riesco a fare a meno di guardarlo.

Sento uno strano bisogno di essere abbracciato da lui, così mi faccio più vicino e mi appoggio alla sua spalla.

-Che c'è tigre? Momento sdolcinato? - chiede lui a disagio...so quanto i miei slanci d'affetto lo mettano in difficoltà.

Non mi muovo di un millimetro e non gli rispondo, lui sta fermo per qualche minuto, poi sposta il braccio e me lo mette intorno alle spalle e io scivolo più vicino a lui.
Sento la sua mano sulla schiena e quasi perdo un battito quando lui comincia a muoverla in una lenta carezza.
Non capisco perchè mi faccia questo strano effetto, cerco di regolare il respiro, ma ogni tentativo è inutile.

-Tutto ok? - mi chiede lui a voce bassa.

-Si- è un suono così basso che non so neanche se lui mi abbia sentito.

La sua mano si alza un po' e comincia a fare scorrere le dita sul mio collo, appena sotto la nuca.
Sento il cuore che batte all'impazzata, il profumo di Dean è ovunque ed io non posso fare a meno di arrossire.
Mi sollevo un po' perchè le guance sono così rosse che sento di stare per scoppiare e cerco di rimettere un po' di distanza, ma non calcolo bene lo spazio e mi ritrovo a guardarlo negli occhi.
Siamo così vicini che riesco a sentire in suo respiro sul mio volto.
Lui ha gli occhi leggermente socchiusi, non so cosa stia pensando...e mi chiedo cosa diavolo stia pensando io, quando perdo ogni controllo e lo bacio.
E' appena uno sfiorarsi di labbra, non credo neanche si posso definire bacio; ma ha il potere di farmi perdere la cognizione del tempo.
Forse passano solo pochi secondi, prima che Dean si scosti.

-Sam...- non so se mi stia rimproverando,non capisco il suo tono.

So solo che mi vergogno da morire per quello che ho fatto, mi alzo dal divano e corro fuori in giardino.
Lui mi chiama, mi dice di fermarmi, ma io corro velocemente fuori in strada e prima di rendermene conto sono lontano da casa di Bobby.
Non ho voglia di tornare a casa, non voglio affrontare le conseguenze di quello che ho fatto.
Ho distrutto il nostro rapporto, Dean non mi perdonerà mai.
Penso a tutti i pomeriggi insieme a scherzare, a tirarci le patatine, a guardare un film...e so che ho rovinato tutto, ho baciato mio fratello...come posso guardarlo ancora in faccia...come posso pretendere che lui mi guardi dopo quello che ho fatto?

Prima che me ne renda conto, mi siedo sul ciglio della strada e comincio a piangere.Mi tengo le gambe e ho il viso affondato nella braccia, quando una figura si inginocchia di fronte a me...non ho bisogno di aprire gli occhi per sapere chi sia.

-Sammy...hey...- mi accarezza piano il gomito, ma io non riesco a guardarlo.

-Mi guardi? - scuoto la testa.

-No...-

-Andiamo a casa...ne parliamo lì ok?- mi dice comprensivo.

Sono felice, perchè mio fratello è ancora lì, non è scappato urlando dandomi del mostro...è ancora il mio Dean...ma allo stesso tempo non posso pensare di spiegargli il motivo per cui l'ho baciato, anche perchè riesco a capirlo a malapena anche io.
Mi alzo piano e lui mi mette una mano sulla spalla...e la tiene lì fino a che non rientriamo a casa, ma non dice una parola.

Quando entriamo in casa corro subito in camera, sperando che lui non mi segua...ma pochi secondi dopo lo vedo spuntare davanti la porta e si diede accanto a me sul letto.

-Scusa...- bisbiglio e mi asciugo una lacrima.

-Non fa niente...- mi risponde lui – Perchè l'hai fatto?

-Non lo so...volevo farlo...io ti voglio bene...- dico queste cose, ma sento che il mio ti voglio bene, ha un tono riduttivo.

-Non baci tutti quelli che a cui vuoi bene...Sammy guardami...

-Io non...tu non sei come gli altri, tu sei...speciale...- non riesco a guardarlo, ma lui mi mette una mano sul mento e mi fa girare piano verso di lui.

-Guardami Sam...- siamo lì occhi negli occhi, non posso più mentire.

Lui non mi chiede niente, mi guarda soltanto, poi si avvicina e fa una cosa che non mi sarei mai aspettato: mi bacia.
Sento il cuore scoppiarmi nel petto,muove le labbra lentamente sulle mie e io non so cosa stia davvero succedendo tra di noi...so solo che mi sento bene.
Sento la punta della sua lingua sulla mie labbra e d'istinto mi tiro un po' indietro...non avevo mai dato neanche un bacio a stampo prima di quel momento.
Mi guarda intensamente e io non riesco neanche a pensare, mi riavvicino a lui e faccio incontrare timidamente le nostre labbra.
Lui fa un pressione sul mento verso il basso e, quando apro la bocca, sento la sua lingua andare in cerca della mia.
Reagisco d'istinto e, quando il bacio diventa più profondo, sento le farfalle nello stomaco.
Dean porta le mani sulle mie guance, quando il bacio comincia a diventare più intenso, lui si stacca.
Non so cosa dire, lascio che sia lui a prendere in mano la situazione.

-Sammy...cosa stiamo facendo? - il suo tono è affannato.

-Non lo so...io...- non so esprimere a parole quello che provo.

-Sam sei mio fratello...-

-Si lo so...- rispondo in maniera stupida.

-Non avremmo dovuto...- mi guarda negli occhi e in quel momento mi rendo conto che non voglio fare a meno di quella sensazione, non voglio smetter di baciarlo...voglio farlo ogni giorno della mia vita.

-Forse no...ma...io non so pentito...- dico cercando il coraggio di fargli capire come mi sento.

-Dovresti...- mi dice come se gli costasse un pezzo di cuore.

-Tu lo sei? - chiedo temendo la risposta.

-Non avrei dovuto farlo...sei mio fratello...e sei così piccolo...- dice sconsolato.

-Ho 13 anni Dean, non sono più un bambino...voglio stare con te...- comincio a dare forma ai miei sentimenti.

Finalmente capisco perchè fossi geloso quando venivano fatte della battute a Dean su una ragazza, quando la barista gli lasciava il numero sullo scontrino, capisco perchè non riesco a stargli lontano per più di qualche minuto, perchè a scuola non mi interessa nessuna ragazza...e nessun ragazzo.

-Sam non sai di cosa parli...

-Si invece...io...- non so come descrivere quello che provo, quindi mi avvicino e lo bacio...dura solo pochi secondi...- Voglio stare con te, Dean – ripeto per la seconda volta.

-Sam...sono il più grande...ti devo proteggere...

-Se sto con te non ho bisogno di essere protetto...

Lui sembra riflettere un po', poi mi bacia ancora.
Stavolta rispondo subito quando lui approfondisce il bacio e mi ritrovo con le mani sul suo petto, mentre lui me ne passa una dietro il collo e comincia ad accarezzarmi.

Quella sera non parliamo d'altro, restiamo solo lì a goderci quella nuova vicinanza, fregandocene del mondo fuori da quella stanza.

* * *

-Che cariniiii – dice Kurt con gli occhi a cuore – Quindi è capitolato subito?

-No, in realtà ci sono voluti tre mesi prima che si decidesse a baciarmi di nuovo – dico ridendo.- Però ne è valsa la pena...

-Non capisco perchè fosse così dubbioso...- Rachel sembra indispettita.

-Credo che...bè per lui ero una sorta di fratellino...non è stato facile cominciare a vedermi in modo diverso...senza contare che avevo solo 13 anni...lo conosco abbastanza da sapere che aveva il dubbio di essere la causa della perdita della mia innocenza.- rido perchè so che mio fratello si fa spesso mostri simili quando ci sono io di mezzo.

-Ok, credo che adesso lo sposo dovrebbe dormire un po'...o domani ti dovremo truccare per impedire che si vedano le occhiaie – dice Quinn ridendo ed io non posso che essere d'accordo.

Siamo tutti a letto al buio, quando Kurt rompe il silenzio.

-Vorrei avere anche io un storia così...sembra una favola...-

Nessun dice nulla, io sorrido...e penso che domani andrò a prendermi il mio lieto fine.

* * *

-Mi spieghi perchè proprio una biblioteca? - chiede Rachel, mentre si tiene al corrimano delle scale.

Io rido della sua espressione sconvolta.

-Bè...sa che amo i libri...e quando ero piccolo ero innamorato di “La bella e la bestia”...e mi commuovevo nella scena in cui lui le regala quell'enorme biblioteca.

-Oh cielo...Sam quella scena è stupenda – interviene Kurt in lacrime.- E Dean è così carino ad essersene ricordato...

Mi viene da ridere di fronte alla sua reazione, soprattutto considerato il fatto che il ragazzo che stavo per sposare, quello che si era ricordato di quella scena romantica e che si era ricordato che mi aveva commosso...era lo stesso che mi aveva sfottuto per un ora di fila, dopo che aveva capito che stavo piangendo.

Evito di dirlo per non deludere il sogno romantico di Kurt, ma in realtà sento davvero di essere felice, perchè alla fine Dean ha scelto un posto che amo, un posto che è il simbolo di una mia grande passione...ed è anche un posto legato a noi due, ad uno dei nostri momenti.

* * *

-Dio mio Sam, dai scherzavo...non te la prendere- cerca di farmi ragionare.

-No Dean, cavolo tu ci provi gusto a mettermi in imbarazzo. - ero arrabbiato con lui.

Non solo mi aveva baciato tre mesi fa e poi non aveva neanche più preso l'argomento, ma si permetteva anche di sfottermi se mi commuovevo.
Mi giro dall'altra parte, pronto a non rivolgergli la parola, ma lui mi fa voltare verso di lui e mi stampa un bacio mozzafiato.
Io resto sconvolto.

-Che c'è? Non posso baciare il mio ragazzo? - mi chiede malizioso e spaccone,

E finalmente capisco che ci siamo dentro in due in questo strano rapporto; mentre Belle abbraccia la bestia e si avviano alla conclusione della loro fiaba...io assisto all'inizio della mia.

* * *

Torno al presente e sorrido, perchè la sottigliezza con la quale è stato scelto quel luogo è davvero tanta da parte di Dean, e so che deve aver pensato molto a quell'episodio anche lui prima di scegliere il posto per il matrimonio.
Guardo le ragazze sognanti e interrompo il loro idillio.

-Visto che non mi avete permesso neanche di messaggiare con Dean, qualcuna di voi potrebbe gentilmente dirmi in che ala e in che stanza dobbiamo andare? - chiedo impaziente di rivederlo.

-Finn mi ha mandato un messaggio...Ala A, stanza 10...dovremmo essere vicini ormai...- guarda dubbiosa intorno a sé.

Quando arriviamo alla stanza dei ragazzi non c'è traccia, sento un po' di ansia salire su.

-La stanza è questa...non capisco- e se ci avesse ripensato?

-Magari c'è stato un errore...mando un messaggio a Finn...- Rachel ha più ansia di me.

Ad un certo punto vedo Quinn scoppiare a ridere, mentre legge qualcosa sul cellulare.

-Messaggio di Santana: Ragazzi Ala C, non Ala A, stanza 10...siamo qui da mezzora, lo sposo pensava che Sam se la fosse data a gambe levate, muovetevi! PS: Rachel il tuo ragazzo è più idiota di un criceto sulla ruota!

Scoppio a ridere pensando a quanto Santana avrà urlato contro Finn, ma sono più tranquillo...ora voglio andare da Dean...e voglio sposarlo.

Quando arriviamo di fronte alla porta prendo un profondo respiro; Rachel e Kurt si sistemano a vicenda e sono agitatissimi, mentre Quinn si avvicina a me, mi aggiusta un po' la cravatta e mi parla con voce calma.

-E' il momento...respira...sei blu – sorride – Stai per sposare l'uomo che ami...sono felice per te Sam, te lo meriti.

Le sue parole sono confortanti e le sorrido per ringraziarla, ma quando apriamo la porta e vedo gli altri sento il cuore scoppiarmi nel petto...ho quasi paura di svenire.
Almeno fino a che non lo vedo lì...non è lontano perchè la sala non è grande, quindi posso vedere il sorriso divertito e innamorato che mi rivolge...ed io non ho più paura.
Rachel, Quinn e Kurt sono già ai loro posti a sinistra di Bobby, mi avvicino e Dean mi prende la mano.

Eccolo...il mio lieto fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

Buongiorno popolo Wincest!! come butta??
Lo so che vi aspettavate il matrimonio in questo capitolo, ma ahimè dovrete aspettare il prossimo.
Spero vi sia piaciuto.
A presto :-*
Angel_SG

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Capitolo 17
*** It's Wedding Time ( part 2 ) ***


It's Wedding Time ( part 2 )

 

 

Mi sento strano al pensiero di dirlo a Bobby, ma se c'è una persona che voglio lì con me...a parte Sam, è proprio lui.
Dico a Finn, Puck e Santana di aspettarmi fuori ed entro in casa.
Quando arrivo lui sta studiando un libro con degli strani simboli, ma si accorge della mia presenza quasi subito e mi saluta con un cenno senza smettere di guardare il testo.

-Hey Bobby...avrei una cosa da chiederti...- dico un po' a disagio.

-Tuo padre è fuori a caccia...-mi liquida.

-Ehm...no, non era questo che volevo chiedere...- lui stavolta stacca gli occhi dal libro e mi fissa.

-Sputa il rospo Winchester...quando uno di voi tre mi guarda così vuol dire guai...

-Ecco...io...so che è una cosa che ti può sembrare stupida, avventata e...non è neanche legalmente vera...però ecco...- dio mio quanto sono patetico...diglielo e basta Dean.

-Che vuoi dire? - Bobby è sempre più confuso.

-Voglio sposare Sam...cioè non in chiesa o roba del genere...però voglio che lui abbia la cerimonia che sogna...anche se non è legalmente riconosciuta...so che per te sarà una follia...ma...ecco, per noi è importante...

Bobby mi guarda sconvolto per qualche secondo e poi alza gli occhi al cielo.

-Voi Winchester volete farmi uccidere da John...e va bene, idioti, ci sarò, se è questo che mi volevi chiedere...- distoglie lo sguardo imbarazzato.

-Ehm...ti ringrazio...ma non volevo chiederti solo di venire...mi chiedevo se...potessi essere tu a celebrarlo...- strizzo un po' gli occhi in attesa della sua risposta.

Lui è a bocca aperta, forse indeciso tra ridere e mandarmi in culo...ma alla fine quello che dice mi fa tirare un sospiro di sollievo.

-E va bene....lo farò....che palle!- il tono è burbero, ma lo conosco abbastanza bene per capire che è contento di farlo...in fondo!

-Grazie Bobby...è domani, alla biblioteca comunale...andiamo presto, così da provare a non beccare i custodi.

-Perchè proprio la biblioteca? - chiede basito.

-Bè...-sorrido mentre penso a quel momento lontano – E' una cosa tra me e Sam...grazie mille, a domani.

Esco fuori di casa e faccio il segno del pollici in su ai ragazzi, che mi danno il cinque felici...tutti tranne Santana ovviamente.

-Andiamo, non ho tutta la giornata!- e sull'onda di questo suo attimo di affetto saliamo in macchina di Finn e andiamo in centro.

* * *

-Hai pensato già a cosa scambiarvi? - chiede Santana in modalità Wedding Planner.

-Mmm...lui mi ha già dato questo – indico l'amuleto che porto al collo e che non tolgo mai – Tocca a me dargli qualcosa.

-Bè...direi che siamo nel posto giusto allora – indica la gioielleria a fianco a noi e io la guardo sconvolto.

-Tiffany? Mi hai scambiato per Bill Gates?- chiedo mentre conto mentalmente i soldi che ho nel portafogli.

-Andiamo Winchester...ci si sposa una volta sola...si spera – mi trascina dentro con la grazia di un mammut.

Quando entro in quel luogo così sofisticato mi sento minuscolo, mi guardo un po' intorno per cercare di trovare qualcosa che possa fare al caso nostro, ma niente sembra essere simbolicamente adatto.

-Andiamo Dean...ci sono trilioni di cose tra le quali scegliere...davvero non c'è niente che ti piaccia?- mi chiede Puck già stanco di quello strano shopping.

-Voglio che sia qualcosa di speciale...qualcosa che parli di noi...eccolo!- mi dirigo verso quella teca di vetro.

E' un piccola collana, semplice e non troppo appariscente...con un giglio alla fine.
Il giglio...lily...Little I Love You...sapevo che avrebbe capito al primo sguardo...perfetto.

-Voglio quello...- i ragazzi mi guardano stralunati.

-E' una cosa tra me e lui – sorriso e nessuno chiede più nulla.

10 minuti ed esco fuori dal negozio con una busta di Tiffany e sono soddisfatto; non voglio darglielo di fronte a tutti, voglio che sia una cosa solo nostra.

-Ok, io ho fatto il mio dovere...ora mentre voi ragazzi fighi vi scambiate le vostre esperienze sessuali io vado a farmi bella per domani...a dopo sfigati! - Santana è davvero un tipo.

Guardo Finn e Puck che fanno spallucce e decidiamo di andare a prenderci una birra.
Loro hanno una loro idea di addio al celibato, ma non accetto...non mi importa di celebrare il mio ultimo giorno di libertà...Sam è la mia metà...del resto del mondo non m'importa niente.

* * *

Siamo qui in libreria da mezzora e di Sam e delle ragazze ancora neanche l'ombra.
Sto cominciando davvero ad agitarmi, il folle pensiero che ci abbia ripensato mi frulla in testa e non vuole andare via, mentre razionalmente penso che sia impossibile.
Bobby guarda l'orologio ogni 10 secondi, se non ci sbrighiamo rischiamo di beccare i custodi nel cambio del turno...praticamente una tragedia.

-Dean mi stai facendo venire il mal di mare...sta fermo!- Riesco ad innervosire Santana, quindi decido di prendere un bel respiro e di calmarmi.

-Ok, perchè ci mettono così tanto? Mi si ammoscia la messa in piega- neanche a dirlo chi ha pronunciato questa frase.- Finn hai scritto a Rachel dove ci troviamo?

-Si Santana – Finn sbuffa e le porge il telefono con il messaggio mandato a Rachel – Ecco.

Santana resta in silenzio per qualche secondo, poi si porta le dita laccate di rosso alle tempie.

-Ok...calmiamoci...Finn...MA SAI LEGGERE? - nel dirlo gli tira uno schiaffo sulla nuca.

-Hey perchè mi picchi? Certo che so leggere...

-Tricheco con le tette mosce...ALA A?? Questa è l'ALA C idiota!!- Finn diventa una maschera di terrore, più per quello che dirà Rachel che per le parole di Santana.

Bobby alza gli occhi al cielo esasperato, borbottando un “idioti” e Puck sbuffa a ridere...io tiro un sospiro di sollievo.
Santana scrive velocemente un messaggio a Quinn e poi si rivogle a me.

-Tranquillo Richard Gere, la tua Julia Roberts non è scappata!-

Passano pochi minuti prima che veda la porta aprirsi...
Rachel entra per prima, seguita da un Kurt commosso.
Tutti guardano Quinn che arriva sorridendo, ma io guardo dietro di lei.
Guardo Sam e penso che non vorrei accanto nessuno che non sia lui, penso che la vita ha deciso di farmi il regalo più bello; mi sono occupato di lui, lui è il mio tutto, il mio amore, mio fratello, il mio compagno, il mio migliore amico...lui è la mia vita e lo amo con tutto me stesso.

Quando arriva di fronte a me gli do un bacio sulla fronte e sorrido.
Lui si accorge di Bobby e trattiene un sorriso, mentre Bobby scuote la testa.

-Iniziamo allora...- dice Bobby in tono solenne – Oggi siamo qui per unire questi idioti...cioè innamorati – ridiamo tutti – in matrimonio. Avete scritto le vostre promesse?- chiede Bobby.
-Si...- Sam tira fuori un foglio che riconosco essere il menù del bar in fondo all'angolo della strada.- Comincio io...Ti prometto di aiutarti ad amare la vita, di trattarti sempre con tenerezza...e di avere la pazienza che l'amore richiede...di parlare quando le parole sono necessarie e di stare in silenzio quando non lo sono – Mi sorride prima di continuare a parlare – Di accettare di non essere completamente d'accordo sulla torta di mele – dice quasi in tono di rimprovero e tutti ridiamo.-E di vivere nel calore del tuo cuore e considerarlo casa mia-

Lo guardo negli occhi, vedo che sono ludici di commozione e riesco a leggervi dentro tutto l'amore che ha per me, e mi sento bene. Sento che finchè avrò lui accanto, niente mi farà paura.

-Bè tu...miri parecchio in alto – dico per farlo ridere e lui lo fa.- Hai scritto le tue promesse su un menù? - dico sorpreso.

-S-si...perchè? - mi guarda ridendo e io tiro fuori le mie promesse...scritte sullo stesso menù... e il suo sorriso si allarga.

Apro il foglio e comincio a parlare guardandolo negli occhi...non ho bisogno di leggere quello che ho scritto, perchè penso ogni singola parola.

-Io prometto di amarti ardentemente in ogni tuo momento...ora e per sempre, prometto di non dimenticare mai che questo è un amore che capita una volta nella vita...e di sapere sempre, nel profondo della mia anima, che qualunque difficoltà possa riuscire a dividerci...troveremo sempre la strada per ritrovarci – guardo Sam e so che non amerò mai nessuno quanto amo lui.

-Volete essere marito e moglie per sempre? - dice Bobby ironico.

-Lo voglio – dico senza staccare gli occhi da Sam.

-Lo voglio – risponde lui commosso.

-Allora per il potere conferitomi dallo strato dell'Illinois...- Bobby si ferma e guarda a destra- Cazzo i custodi!! ...- comincia a parlare alla velocità della luce – Vi dichiaro marito e moglie e migliori amici per tutta la vita! Correte, li trattengo io!!-

Afferro Sam per la mano e lo sento ridere a crepapelle, mentre corriamo via con l'adrenalina in corpo.
Corriamo più veloci degli altri e le ragazze tolgono le scarpe con il tacco al volo per riuscire a starci dietro.
Rido felice, non stiamo correndo via dai custodi, stiamo correndo incontro a tutto ciò che di bello la vita ha da offrire...e lo sto facendo tenendo per mano l'unica persona che voglio accanto per il resto dei miei giorni.
Quando usciamo dalla biblioteca non ci segue più nessuno e provo pena per Bobby.

-Allora...andiamo a festeggiare? - dice Sam asciugandosi le lacrime che sono venute fuori un po' per la commozione e un po' per le risate.

-Assolutamente sì – lo bacio – Mi mancava il primo bacio a mia moglie.

Lui ride e mi dà un colpetto sulla spalla...poi mi bacia a sua volta.

-Ti amo...-

-Ti amo anch'io – rispondo.

* * *

-Dovresti portarmi in braccio sulla soglia della porta di casa – dice Sam ridendo.

-Non provocarmi...potrei anche farlo- rispondo ridendo.

Abbiamo deciso di non tornare a casa di Bobby, l'ho portato nel nostro rifugio sul mare...quel posto solo nostro.
Sam corre verso il balcone per guardare il sole tramontare e io lo raggiungo subito.

-C'è una cosa che non ti ha dato...- lui mi guarda curioso ed io tiro fuori la scatoletta di Tiffany.

Lui la apre e, quando vede il pendente della collana, sorride.

-E' bellissima...ed è solo nostra...- Sam ama questo genere di cose, ama che siamo i soli a conoscere il vero significato di quel ciondolo.

Lo bacio, in modo casto ma deciso e lui risponde allo stesso modo.
Facciamo l'amore, come mai prima d'ora, ignorando tutto il resto; concentrati su nient'altro che noi.

Eravamo insieme...tutto il resto del mondo l'ho scordato.

 

* * *

 

Due figure guardano i Winchester da lontano.
Una di loro sbuffa e si rivolge all'altra.

-Questa situazione si sta ridicolmente complicando...

-Bè...il padre è ancora inconsapevolmente dalla nostra parte...finchè lui si oppone a questa unione abbiamo una possibilità...

-Si, forse...

-A che pensi fratello?

-Niente di importante...mi chiedo se non sia il caso di intervenire...

-Potremmo aspettare...non deve finire per forza male – sembra dispiaciuto della sorte dei due amanti.

-Più aspettiamo peggio sarà se la situazione si mette male...

Annuisce, ma non dice altro.

-D'accordo...aspettiamo...ma i piani alti non saranno contenti se vengono a sapere cosa sta succedendo...

Detto questo spariscono nel nulla.

 

 

 

 

 

N.d.A

Allooooooora, spero vi sia piaciuto e che abbiate superato il coma iperglicemico xD
Chi saranno mai questi due che spiano i Winchester? Mi auguro di non essere stata troppo prevedibile xD
Allora...Il riferimento a Richard Gere e Julia Roberts riguarda il film “se scappi ti sposo” dove lui è un giornalista e deve scrivere un articolo su di lei che è conosciuta da tutti come la sposa che lascia gli uomini all'altare...ovviamente a grandi linee xD
La scena per matrimonio purtroppo non è farina della mia zucca, ma è tratta dal film La memoria del cuore...allego anche il link per chi volesse vedere la scena originale.

https://www.youtube.com/watch?v=MOqlpHNE_0U

In ultimo...la frase “Eravamo insieme...il resto del tempo l'ho scordato” è di Walt Whitman...preciso che nel capitolo scritto mondo invece di tempo...perchè all'inizio la memorizzai così questa frase...e da allora per me ha sempre avuto più significato in questo modo.

Che dire, vi lascio andare, capitolo non molto lungo suvvia xD

Alla prossima
Kiss kiss
Angel_SG

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Capitolo 18
*** Carry On My Wayward Son ***


Carry on my Wayward Son

 

Mi sveglio prima di Sam e lo trovo appoggiato sul mio petto, la nostra coperta che lo copre soltanto dal bacino in giù, mentre lui è placidamente addormentato.
Gli accarezzo piano i capelli e lui mugugna un po' nel sonno, apre un occhio solo e mi sorride.

-'Giorno...- mi dà un bacio sul petto e io lo attiro a me stringendolo.

-Buongiorno...- la collana che gli ho regalato brilla, mentre i raggi del sole la colpiscono e sono ancora più convinto di aver scelto il regalo giusto.

Lui intercetta il mio sguardo e la prende in mano.

-E' stupenda...grazie – mi dà un leggero bacio a stampo e poi si scosta leggermente.

Mi bacia ancora...e ancora, fino a che non lo trattengo, mettendogli una mano dietro al collo e approfondisco il bacio.
Faccio scivolare le mani sui suoi fianchi e lo spingo a stare sopra di me.
Lui sorride nel bacio, ma asseconda i miei movimenti.

-Non ne hai ancora abbastanza di me? - sghignazza.

-No, mai – dico io malizioso.

Lo sento muoversi lentamente sopra di me e mi guarda dall' alto, ha la frangia davanti agli occhi quindi gliela sposto indietro e lascio che la mia mano percorra la sua schiena in un lenta carezza.
Il suono del cellulare interrompe le nostre tenere effusioni e lancio una bestemmia prima di rispondere, che mi fa guadagnare un'occhiata di rimprovero.

-Pronto?...Bobby, dimmi...Si, ok...arriviamo!- chiudo la comunicazione e Sam mi guarda dubbioso.

-A Bobby serve la macchina...forza tigre, andiamo!- faccio per rialzarmi, ma sorrido già al pensiero che Sam non mi lascerà andare...e infatti.

-Hey hey...mi lasci così? - chiede malizioso.

-Mmm potrei farlo – guardo quel corpo nudo ed esposto che conosco in ogni sua parte e mi mordo il labbro inferiore – Ma non credo che lo farò.

Mi avvicino lentamente, Sam apre le gambe per accogliermi e io mi ci posiziono in mezzo, sento la sua eccitazione scontrarsi con la mia e d'istinto mi premo contro di lui, emette un gemito basso e so che voglio fare le cose con calma.
Ripeto il movimento lentamente e lui trattiene il respiro per un secondo.

-Dean...-amo sentirlo sospirare il mio nome.

-Mhm...dimmi – gli bacio lentamente la base del collo, perchè so quanto lo faccia impazzire e faccio aderire i nostro bacini...stavolta con più forza.

-A-ahh...- ogni suo gemito m'infiamma dentro come benzina sul fuoco.

Mi avvicino alla sua bocca e gli do un profondo bacio.
La mia erezione preme contro la sua apertura e quando entro dentro di lui, Sam geme tra le nostre labbra.
E squilla il cellulare di Sam!!!

Lui getta indietro la testa ridendo con uno sguardo disperato, mentre io mi tengo sui gomiti e poggio la testa sulla sua spalla.

-Ditemi che è un incubo...- mi lamento e lui ride ancora più forte.

-E' Rachel...- dice prendendo in mano il telefono.

-Mandala a fanculo – dico mentre combatto con un'erezione abbastanza dolorosa.

-L'attesa aumenta l'appetito, sai? - E fanculo a chi pensa che mio fratello sia un fottuto angioletto.

-Ciao Rachel...dimmi...no, no tranquilla – mi guarda serafico – Si...ok...ne possiamo parlare dopo?- qualsiasi cosa si stiano dicendo Rachel non sembra intenzionata a chiudere e Sam non è abbastanza fermo...quindi decido di porre rimedio.

Senza alcun preavviso affondo velocemente in lui e lo colgo di sorpresa, perchè si lascia scappare un gemito.

-Ti chiamo dopo Rachel- e chiude la chiamata – Dean...

-Ci stavi mettendo troppo...- gli sorrido e lo bacio, mentre affondo nuovamente lui.

-Rachel non ci guarderà in faccia per il resto delle nostre vite...dovevi sentire come si è zittita di colpo...- mi canzona.

Aumento il ritmo delle spinte e colpisco quel punto dentro di lui che so lo farà urlare...e lui non mi delude.
Ripeto lo stesso movimento...ancora e ancora.
Faccio scivolare la mano in mezzo ai nostri corpi e comincio ad accarezzarlo, mentre gli mordo il collo e allo stesso tempo lascio dei baci umidi.
L'orgasmo ci colpisce così, insieme e mi lascio andare sopra di lui.
Sento il suo petto che si alza e si abbassa e non diciamo nulla, restiamo solo lì a riprendere fiato.
Il mio telefono emette un bip che notifica il messaggio in arrivo.
E' di Bobby, sono solo due parole.

Muovetevi...idioti!

Sbuffo a ridere e lo mostro a Sam, che sorride a sua volta.

-Andiamo, prima che Bobby ci venga a cercare fino a qui...-

Ci rivestiamo e premo sull' acceleratore a più non posso per evitare di irritare Bobby ancora di più...tentativo vano, perchè quando entro nella strada che porta a casa di Bobby, lui ci sta aspettando a braccia conserte.
Scendiamo dalla macchina e gli riconsegno le chiavi, ma lui non sembra soddisfatto.

-Ok...scusa se siamo stati fuori con la tua macchina tutta la notte...va bene così? - chiedo angelico.

-Idioti...-si volta di spalle e va verso casa e lo seguiamo a ruota.

-Toglimi una curiosità- gli chiedo- Come hai fatto a non farti rinchiudere in cella?

-Tzè...ho salvato il culo almeno una volta ad ognuno di quegli idioti in commissariato...mi devono più di un favore...

Io e Sam scoppiamo a ridere, ma poi mi fermo.
Sam mi guarda stranito e si volta guardare nella mia direzione per capire cosa mi abbia bloccato e la vede anche lui: una Chevy Impala del '67...la NOSTRA Chevy Impala del '67.

-Papà è qui?- chiedo senza fiato.

-Sì...è rientrato stamattina...mi sta dando una mano con un furgone nel retro...

Non abbasso lo sguardo, ma il pensiero di rivederlo mi...mi fa male.
I
l gesto che ha fatto l'altro giorno è stato un bel gesto...ma da allora si è fatto ancora più distante...Bobby dice che gli serve tempo, ma io sono tra due fuochi.
Più tempo prende papà, più Sam si allontana da lui...e più io perdo le speranze di riuscire a creare un equilibrio tra noi tre.

-Bè andiamo in camera? Non abbiamo niente da fare qui...- Sam lo dice in tono brusco e questo conferma le mie idee.

Quando ci troviamo in camera non dico nulla per un po' e Sam non mi disturba...almeno per la prima mezzora, poi non si trattiene più.

-Pensi a lui?- chiede a brucia pelo.

-E' solo che...mi piacerebbe che capisse...tutto qui...

-Si bè se avesse capito non saremmo a questo punto – Sam non indietreggia di un passo e suppongo che neanche papà lo farà.

-Gli siamo rimasti solo noi Sam...- dico triste e lui s'incazza di brutto.

-Lo difendi? Dean stai scherzando, vero? Come puoi...- lo interrompo prima che il tutto degeneri in una lite.

-Non lo difendo Sam...penso solo che se avesse accettato le cose, ora saremmo tutti più felici...

-Tu non sei felice? - mi chiede ferito.

Cazzo Sam...

-Non mettermi in bocca parole che non ho detto Sam...mi piacerebbe solo che le cose fossero più semplici...

Lui non risponde e capisco che non la vede come me.
Si siede sul letto e comincia a giocare con la collanina in maniera nervosa.
Mi avvicino a lui e gli prendo la mano tra le mie.

-Guarda che così la rompi...- gli do un bacio sul dorso della mano- Tu sei tutto il mio mondo...Ti amo, se ci sei tu il resto del mondo non m'importa...solo avrei voluto che fosse dalla nostra parte...almeno una volta..tu no?

Lui sospira e mi dà un bacio sulle labbra, tenue...quasi infantile.

-Sei sempre stato tu il collante tra me e papà...so che è nostro padre, ma sono arrabbiato con lui per così tante cose...che proprio questa non gliela perdono...non ce la faccio...e poi lui non è interessato a fare un passo indietro...quindi il problema non si pone.- abbassa lo sguardo e io decido di cambiare argomento.

-Che ti ha detto Rachel prima che la mettessimo mortalmente in imbarazzo? - rido e lui ride con me.

-Stasera fanno un falò in spiaggia...ufficialmente si festeggia la fine dell'anno...

-E ufficiosamente? - chiedo divertito.

-Santana darà personalmente fuoco a tutti i libri di testo – conclude ridendo.

-Ahahah Dio mio, non lo ammetterei mai di fronte a lei, ma adoro quella ragazza...dovevi vedere quanto avrebbe voluto uccidere Finn quando vi ha detto l'ala sbagliata.

Ridiamo insieme e poi guardo l'orario.

-E' quasi ora di pranzo...Serve che portiamo qualcosa per stasera?

-Uhm... Rachel diceva di portare...la diavoletta – dice confuso e io scoppio a ridere.

-La diavolina, vorrai dire? - lui mi guarda confuso non sapendo neanche cosa sia e poi mi sorride.

-Si probabilmente è quella...vabbè l'importante è che mi hai capito.

Mi alzo e gli bacio la fronte.

-Cosa farei senza di te? - chiedo ridendo e lui mi sorride di rimando.

-Vado a controllare in garage se ne abbiamo un po', in caso la compriamo prima di andare.

Lui annuisce e mi trattiene per la maglia quando faccio per andarmene.
Mi dà un bacio a stampo e poi si stacca.

-Torna presto...-

-Volo, capitano!

Scendo giù lasciando mio fratello in camera ed esco dalla porta sul retro.
Mi metto subito a cercare quello di cui ho bisogno, cercando di ignorare la presenza di John...peccato che il sacco con la diavolina sia proprio accanto a lui.
Sospiro pesantemente e mi avvicino a prenderla, ma do un calcio alla chiave inglese e John si volta verso di me.
Non dice nulla, semplicemente interrompe quello che sta facendo e mi guarda.
Si pulisce le mani sporche di grasso su una pezza attaccata alla cinta e io mi sento in dovere di giustificarmi.

-Prendo questa e ti lascio al tuo lavoro...- comincio ad infilare la diavolina in un sacchetto, contando mentalmente quanta ne potrebbe servire.

-Dean...- mi si blocca il respiro.

Mi volto a guardarlo e aspetto che dica qualcosa.

-Avvicinati al cofano di questa macchina...dimmi cosa c'è secondo te che non va....

Mi avvicino incredulo a lui e sbircio per capire quale sia il problema.

-C'è del calcare nel circuito...suppongo abbiano messo l'acqua al posto del liquido refrigerante...

-Hai ragione...non ci avevo pensato – balle papà, lo sapevi eccome.

-L'acqua è evaporata e non ha raffreddato il motore...che in pratica si è fottuto...

-Risultato? - chiede lui

-La macchina è da rottamare – concludo laconico con una traccia di sarcasmo e ironia...e lui sembra apprezzare.

Chiude il cofano e sospira.

-Ho perso una mattinata...Bobby mi deve più di una birra...

E se ne va così, senza dirmi nient'altro...ma so che ci sta provando davvero.
Per un attimo sono sinceramente convinto che andrà tutto bene.


* * * Sam

Siamo tutti riuniti intorno al fuoco, mangiamo una quantità tale di schifezze che so perfettamente che domani starò malissimo.
Il mare calmo di notte mi ricorda quel bagno folle fatto una vita fa, guardo Dean e lui mi sorride, capendo cosa sto pensando.
Puck ha portato la sua chitarra e stanno strimpellando da mezz'ora senza riuscire a prendere un accordo, ridiamo tutti di lui e Finn; ad un certo punto Dean gli fa cenno di passargli lo strumento e io resto stupito...non sento mio fratello suonare da una vita.

-Sei in grado di suonarla? - chiede Quinn e Dean sorride solo in risposta, cominciando ad accordarla, tenendo il plettro tra i denti.

-Non suonavi da tanto...- gli dico e le ragazze mi sorridono.

-Che c'è? - chiedo a Rachel.

Lei si avvicina e mi parla all'orecchio.

-Quando parli di Dean hai lo sguardo più innamorato che io abbia mai visto.- bisbiglia sorridendo.

-Vi seeeeento!!- dice Dean – Allora...scelgo io cosa suonare?

Tutti restiamo in silenzio in attesa.
Quando partono le prime note le ragazze sembrano un po' deluse, perchè forse si aspettavano una canzone un po' più romantica, ma io sorrido.
Non so perchè, ma quella canzone mi è sempre piaciuta, mi ha sempre ricordato me e Dean...e il nostro folle viaggio con papà.
Amo la sua voce e trattengo un respiro quando riconosco la nota che precede la parte cantata.

Once I rose above the noise and confusion
Just to get a glimpse beyond the illusion
I was soaring ever higher, but I flew too high
Though my eyes could see I still was a blind man
Though my mind could think I still was a mad man
I hear the voices when I'm dreamin',
I can hear them say

 

Mentre canta sento il cuore scoppiarmi nel petto, mi chiedo se sia sempre così...le persone che si amano...lo fanno di un amore così profondo e totale? Sento il cuore che scoppia nel petto ogni volta che lui mi guarda, che sorride, ogni volta che mi perdo nel verde dei suoi occhi.
Se ho lui accanto a me non mi importa nulla del resto del mondo...mi basta lui, se potessi avere la certezza di averlo accanto ogni singolo giorno della mia vita mi basterebbe.

On a stormy sea of moving emotion
Tossed about I'm like a ship on the ocean
I set a course for winds of fortune, but
I hear the voices say

Lui si volta a guardarmi e canta tutto il pezzo guardandomi fisso, con quel sorriso spaccone che mi ha sempre rivolto e che nasconde tutto la sua dolcezza, quella che permette solo a me di vedere.
Con lui perdo la concezione del tempo e dello spazio.
Ti amo, Dean.

Carry on my wayward son,
For there'll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don't you cry no more

Quando finisce di cantare mi avvicino e lo bacio...semplicemente...lì davanti a tutti, senza un motivo.
-Grazie...- gli dico...grazie per esserci, per aver reso quest'inferno un paradiso...lo ringrazio per tutto e lui sembra capire.

-Grazie a te...- mi sorride.

-Oh mio Dio ragazzi, sono appena rimasta incinta e ho concepito 5 gemelli...ce la fate ad essere meno zuccherosi? - Santana non è una donna...è ufficiale.

La serata scivola via così, tra bevute e canzoni stonate...tutti dormono nelle loro tende, io mi alzo e vado a sedermi sul bagno asciuga.
La radio dei ragazzi accanto a noi suona “Always” di Jon Bon Jovi, mi perdo un po' a sentire quelle note, quando sento qualcuno sedersi dietro di me, mette le gambe accanto ai miei fianchi e mi abbraccia.

-I'll be there till the stars don't shine Till the heavens burst and The words don't rhyme And I know when I die, you'll be on my mind And I'll love you Always!- mi sussurra all'orecchio ed io mi volto verso di lui.

Lo bacio.
Vorrei esistesse una parola che esprimere interamente quello che provo per lui ma non esiste, perchè troppo grande il mio amore per lui.

-Cosa stai leggendo? - mi chiede vedendo il libricino che ho in mano.

-Oh...sono sonetti...ma in verità è uno quello che mi piace...

-Ti va di leggermelo? - chiede dolce e mi appoggio a lui abbandonandomi contro il suo petto, mentre lui mi abbraccia più forte.

-Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro si allontana...amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai...amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio...Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto...e nessuno ha mai amato...-

Lui non dice niente, so che non ama queste cose, anche se con me tira fuori spesso il suo lato romantico.

-E' bella...di chi è?- chiede

-William Shakespear- rispondo sorridendo.

-Lo supponevo – mi dà un bacio sulla tempia.-Come mai così malinconico?

Alzo le spalle, non so neanche io come mai stasera mi sento così.,,o meglio, non voglio pensarci.
Restiamo in silenzio qualche minuto e poi decido di parlare.

-Dee....- lui mugugna per dirmi che mi sta ascoltando – Quello che hai detto al matrimonio...è vero? -

-Tutto quello che ho detto al matrimonio è vero...ma a cosa ti riferisci in particolare?- chiede curioso.

-Hai detto che qualsiasi cosa fosse riuscita a dividerci...avremo sempre trovato la strada per ritrovarci...- una lacrima scende giù e non riesco a fermarla; lui la raccoglie con un dito.

-Certo che lo penso davvero...ma andrà tutto bene...niente ci separerà Sammy – mi bacia e io mi perdo in quel bacio, è un bacio un po' dolce e un po' disperato e so che lui non capisce perchè io mi senta così.-

-Sammy...c'è qualcosa che dovrei sapere? - mi chiede preoccupato.

Io lo guardo negli occhi...so che non posso distogliere lo sguardo, quindi la dico guardandolo...la dico così quella bugia.

-No...tutto ok...- penso a quello che ho fatto, penso che Dean non se lo merita...e quando lo verrà a scoprire...sarà anche peggio e quindi prego, prego che non succeda l'irreparabile.

Lui non mi crede al 100% ma decide di non indagare.
Mi stringe forte e restiamo così abbracciati a guardare il mare tutta la notte, mentre con il cuore pieno di amore e di angoscia, sento una voce dentro di me che urla.

Goditela...potrebbe essere l'ultima volta.

 

* * *

Le due figure guardano i Winchester ancora una volta...come ogni sera.

-Sarei dovuto intervenire prima...adesso anche il padre sembra non essere un ostacolo per loro...- è arrabbiato e gira in tondo, nervoso.

-Calmati...in fondo non fanno niente di...- l'altro lo interrompe subito.

-NON dire che non fanno niente di male...tralasciando il motivo per cui siamo qui, l'incesto è peccato mortale...- risponde l'altro aggressivo.

Non risponde sapendo che l'altro ha ragione.
In un secondo sono in un altro luogo...di fronte casa di Bobby.

-Wow...vedi che belle novità che porta l'alba? Questo potrebbe decisamente esserci d'aiuto- dice il primo.

La seconda ombra, la più compassionevole, guarda nella stessa direzione e vede l'arrivo del postino.

-Non è giusto...- dice triste.

-E' destino...-

-Io ho visto più amore nel loro...incesto...che nei matrimoni che questi umani celebrano di fronte a Dio...credimi Balthazar- dice quasi arrabbiato.

-Non sta a noi giudicare, fratello...Sei troppo sentimentale Castiel...abbiamo degli ordini e li dobbiamo eseguire.- e poi scompare.

Castiel resta ancora un po' a guardare di fronte a sé, vede il postino tirare fuori una voluminosa busta dal lettere.
Nella luce dell'alba brilla uno stemma: Una S stilizzata con un albero sovrapposto e sotto una scritta: Stanford Univertity.
Castiel sospira, poi si volta e scompare...non prima di avere augurato, dentro di se, buona fortuna a quegli sfortunati amanti.




N.d.A
Ecco il mio amato Castiel xD
Come reagirà Dean all'arrivo della lettera di Stanford?
Muahahahha
comunque spero che il capito venga fuori bene, perchè postarlo è stato un inferno con l'html :(
A presto
Angel_SG

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Capitolo 19
*** Stanford University ***


Stanford University

 

 

Quando l'indomani raccogliamo le nostre cose dalla spiaggia, Dean mi guarda con attenzione, per cercare di capire se mi sento meglio e io gli rivolgo un sorriso.
-Appena arriviamo a casa mi tuffo nel letto...Dio mio sulla sabbia non si può dormire!- dice Dean a voce alta e io rido.

-Per l'amor del cielo Winchester...tu non sai cosa vuol dire dormire nella tenda accanto al tricheco tette mosce...Finn russa come un trattore- Santana e il suo tatto.

-Non dovresti dire queste cose...ferisci le persone – dice Rachel in sua difesa.

-Sono sincera!- dice facendo spallucce e ondeggiando i capelli.

Dean va insieme agli altri a caricare le cose in macchina e io resto per un po' solo con lei.

-In fondo gli vuoi bene, vero? - chiedo, prendendola in giro.

Lei sorride come l'ho vista fare poche volte e mi schiaccia l'occhiolino.

-Ho una reputazione da mantenere...non dirlo a nessuno – e scoppia a ridere.- Piuttosto Sam...tu e Dean siete davvero una bella coppia...

Sono spiazzato dal suo cambio di argomento e le sorrido, ringraziandola.

-Sai...per me non è stato facile accettare il mio amore per Brittany...c'ho messo un po' prima di presentarla al mondo come la mia ragazza...ma l'amore deve essere libero, non può vivere in catene...- guarda il mare mentre dice queste parole e io faccio lo stesso.

-Non mi preoccupa amare Dean perchè è un uomo...l'avrei amato anche se fosse stato una donna..- dico abbassando lo sguardo, sapendo quanto grossa fosse la bugia che avevo detto ai miei amici.

-Si...per me è lo stesso..avrei amato Brittany anche le fosse stata un uomo...un gatto, un cane...- si ferma e mi guarda e io ricambio lo sguardo.

Siamo fissi occhi negli occhi quando lei pronuncia quelle parole.

-L'avrei amata anche se fosse stata mia sorella...- resto a bocca aperta e lei sorride maliziosa.- Avete gli stessi occhi...

Non riesco a dire nulla, sono pietrificato.

-Da quanto...lo sai? - riesco a balbettare.

-Lo sappiamo più o meno da quando ce l'hai presentato...

Sto ancora riflettendo su quello che mi ha detto quando il soggetto della frase mi colpisce.

-Lo “sappiamo”? Gli altri...- sono incredulo.

-Sam...ok cerchiamo di finire queste discussione perchè sto diventando troppo buona...ma noi siamo tuoi amici...non serve che ti giustifichi con noi...a noi basta vederti felice...

Le sorrido e so di aver trovato dei veri amici, poi lei cambia espressione e capisco che è tornata la solita Santana.

-Dio mio se questa fosse una fan fiction mi definirei molto OOC...devo tornare nel mio personaggio...andiamo spilungone...- e se ne va lasciandomi lì.

Quando più tardi entro in macchina con Dean sto ancora sorridendo e lui lo nota.

-Tutto ok?

-Loro lo sanno Dean...l'hanno sempre saputo...- Lui afferra al volo quello che intendo.

All'inizio non dice nulla, poi mi avvolge il braccio intorno al collo e mi fa avvicinare a lui, stampandomi un bacio sulle labbra.
Poi mette in moto e ci avviamo verso casa di Bobby.

* * *

Parcheggiamo la macchina e sento una strana morsa al petto, come un brutto presentimento.
Sono mano nella mano con Dean quando entriamo in casa e, in cucina, troviamo Bobby e papà...sembrano aspettarci.
Bobby è poggiato allo stipite della porta e papà è seduto al tavolo, con una busta tra le mani...e riconosco il simbolo che vi è sopra.
Stanford University.

Mi blocco e Dean mi stringe un po' più forte la mano in una tacita domanda.
“Cosa c'è che non va?”.

Mi volto verso di lui e vorrei piangere, ma mi impongo di non farlo.

-Scusa Dean...- sussurro così che mi senta solo lui.

Dean sembra confuso, ma non ha il tempo di chiedere nulla, perchè papà interviene.

-Credevate che non l'avremmo scoperto? Che diavolo avete nel cervello? - papà è arrabbiato e Bobby è...deluso.

Non so se sia deluso dalla mia scelta e semplicemente perchè non gli ho detto nulla, ma la situazione non cambia.

-Papà che vuoi dire? Che cosa avremmo fatto adesso? - chiede Dean alzando il tono di voce.

Papà gli lancia contro la busta e un foglio scivola via.

John urla come un forsennato mentre Dean lo prende e comincia a leggerlo.

“Egregio Signor Samuel Winchester, siamo lieti di comunicarLe che la sua domanda di ammissione alla Stanford University...”

Dean si blocca, probabilmente finisce di leggere il resto in mente e non dice nulla.

-Quante volte hai intenzione di deludermi Sam? - Urla John livido di rabbia.

-Deluderti? Questo lo chiami deluderti? I padri normali sognano che i figli vadano al college, sei tu che non sei normale...tu ci hai cresciuti in questo modo barbaro ed io non intenzione di andare avanti così tutta la vita- sto urlando con quanto fiato ho in corpo.

-E allora vattene...ingrato che non sei altro, tua madre ha dato la vita per te e questo è il modo di ringraziarla? Facendo vagare libero il mostro che l'ha uccisa?- John stringe i pugni e ho il sentore che potrebbe colpirmi.

-No, il modo di ringraziarla è che i suoi figli abbiamo una vita normale, lontano da tutto questo!!- né io né lui aggiungiamo altro...riprendiamo fiato.

Dean non ha ancora detto una parola, Bobby neanche...ma interviene in quel momento.

-La lettere dice che sei stato accettato anche per i corsi estivi...ti chiedono di presentarti tra due giorni.

Due giorni...

D'istinto mi volto a guardare Dean che non ha ancora sollevato lo sguardo.

-Ok...preparo la mia roba.

-Sam...se esci da quella porta...non disturbarti a tornare – dice in tono freddo e solenne, ed io annuisco soltanto.

Corro in camera mia e mi sbatto la porta dietro di me.

* * Dean

Vedo Sam andare via e mi fermo un attimo a guardare papà e Bobby.
Stringo la lettera tra le mani e Bobby mi guarda preoccupato.

-Non l'ha detto neanche a te?- dice Bobby e papà di volta di scatto a guardarmi.

Io riesco solo a scuotere la testa, poi mi avvio per le scale.
Prima di aprire la porta prendo un bel respiro e quando entro, trovo Sam sul letto.
Si volta subito a guardarmi ma non dice niente...come se aspettasse che sia io a dire qualcosa.

-Perchè? - scandisco cercando di non perdere il controllo.

-Mi disp..- prova, ma non lo faccio finire.

-NON DIRE CHE TI DISPIACE, SAM!- papà e Bobby ci sentiranno, ma i sentimenti che provo in questo momento minacciano di distruggermi.

-Dimmi solo...perchè? Non eravamo abbastanza per te? IO non ero abbastanza per te? Dovevi per forza voler mettere migliaia di Kilometri tra noi due?

-Dean non è quello che volevo fare...

-Ma lo stai facendo Sam – mi siedo sul letto e affondo il volto tra le mani.

-Non puoi farmi questo Sam...non puoi farci questo...non puoi farlo a noi due...se tutto quello che c'è tra noi ha significato qualcosa per te... come puoi pensare di andar via? - chiedo afflitto, non riuscendo a sollevare il volto.

-Se mi ami come dici...non puoi chiedermi di rinunciare al mio sogno, Dean...

Si avvicina e mi toglie le mani dal volto.

Punta su di me quegli occhi in cui mi specchiavo ogni giorno...occhi felici, tristi, angosciati, speranzosi..ma mai così disperati.

-Vieni con me Dean...- mi guarda supplicante.

Ci metto un po' a rispondere, ma so che è la risposta giusta.

-Resta con me Sam...- sono risoluto, non andrò via...

Lui si alza con lentezza esasperante.
Prende la valigia e comincia a metterci dentro tutto quello che può.
Lo vedo prendere una scatolina in mano, grande quanto una scatola di scarpe.
So cosa c'è dentro...è la sua “scatola di Dean”...ci sono tutte le nostre cose; quando la apre vedo i menù su cui abbiamo scritto le nostre promesse.
Poi fa una cosa che mi lascia senza parole: si toglie la collana e la chiude dentro la scatola.
Mi alzo, gli lascio i documenti sul letto e faccio per andarmene.

-Dean... io non posso vivere così...non posso vivere senza di te...ma non posso vivere come un cacciatore...se mi ami, per amor mio, vieni via con me...- non piange...ma la sua espressione è piena di dolore.

-Non posso...- dico con il cuore a pezzi – Ma io ti amo, Sam...

Lui si volta e le parole successive le pronuncia in maniera fredda, con la voce di chi ha appena perso tutto.

-Non abbastanza Dean...esci fuori, devo fare le valigie.

 

Mi sbatto la porta dietro, ma Sam non si trattiene quei due secondi in più e lo vedo scivolare a terra.
Devo andarmene da qui, prendo la giacca e le chiavi dell'Impala, che avevo appoggiato al tavolino dell'ingresso e sento a malapena Bobby e papà che cercano di fermarmi.
Mi infilo dentro la mia Baby e metto in moto...non sapendo neanche io dove andare.

* * * Sam

Dean non ha ancora chiuso la porta e io scivolo in ginocchio, tenendomi la scatola al petto.
Non può essere finita...non stavolta...no...
Conservo la scatola in una trave sotto il pavimento, in modo che Bobby non possa trovarla.
Non voglio portare a Stanford qualcosa di noi...non riuscirei a resistere.
Mi chiedo se davvero sto facendo la cosa giusta, mi rendo conto che avrei anche potuto rinunciare...ma mi fa male il fatto che non l'abbia fatto lui...è disposto a perdermi piuttosto...e non posso accettarlo.

Preparo i bagagli con calma esasperante e poi mi sdraio sul letto.
Vedo una maglia che ho dimenticato di inserire in valigia e la prendo...la maglia bianca degli AC/DC...mentre le immagini della nostra prima volta mi sfrecciano davanti agli occhi piango...e mi addormento così...senza sapere come mi sveglierò e dove troverò la forza di alzarmi da quel letto.

Quando mi sveglio sono passate due ore...la verità mi piomba addosso con la forza di un macigno...mentre capisco che mi sta lasciando andare...prendo le valigie ed esco dalla stanza, mi fermo sulla cima delle scale e lo vedo cominciare a correre su...verso di me...poi il suo sguardo si fa stranamente vuoto.

Sento un fischio strano nella mia testa.
Quello è Dean...mio fratello...sono confuso...sto andando a Stanford...penso che mio fratello mi fermerà, ma perchè dovrebbe farlo?

Non so bene cosa stia succedendo, so che lui si ferma e io comincio a scendere le scale con la valigia in mano.

* * Dean

Sto girando in tondo da due ore quando inchiodo sul posto, scatenando le ire dell'automobilista dietro di me.
E' Sam...è l'amore della mia vita...e se vuole cambiare vita...io lo seguirò anche in capo al mondo per dimostrargli che lo amo con tutta la mia anima.
Faccio inversione e torno a casa di Bobby nel giro di pochi minuti.
Scendo di corsa dalla macchina ed entro in casa, mi fiondo su per le scale e lo vedo lì...l'amore della mia vita...mio fratello..io lo am...gli voglio bene...perchè ai fratelli si vuole bene.

Non so cosa mi stia succedendo, la mia testa è così confusa...rivedo il nostro primo bacio...nel momento in cui Sam si avvicina il ricordo tremola...non bacia le mie labbra, ma la mia guancia.

Quello lì sopra è mio fratello...sto salendo le scale per dirgli...non mi ricordo...non ricordo che cosa ero venuto a dirgli...
Il suo sguardo si fa vuoto, forse il riflesso del mio.

Lui continua a scendere le scale con la valigia in mano.

-Ciao Dean...stammi bene – e mi passa accanto senza dirmi nient'altro.

Sento che c'è qualcosa di sbagliato in quello che sta succedendo...come se mi mancasse un passaggio...ma non saprei quale, quindi gli rispondo soltanto poche parole.

-Stammi bene anche tu, Sam...- sento un nodo alla gola, non voglio lasciarlo andare, voglio che resti lì con me perchè io...gli voglio bene...suona così sbagliata questa frase...ma non mi viene in mente altra spiegazione.

 

Così lo vedo andare via...e con lui va via anche una parte di me.

 

* * *

 

Castiel si volta verso Balthazar.

-E' opera tua? Cosa hai fatto?- chiede confuso

Balthazar sorride soddisfatto, in risposta.

-Era così semplice che non capisco come io non ci abbia pensato subito...però alla fine ce l'ho fatta.

-Continuo a non capire...-

-Bè in verità mi è bastato alterare i ricordi di quei due...un bacio sulla bocca diventa un bacio sulla guancia...la prima volta diventa una gara a chi cede prima al solletico...cose del genere...il cambiamento è stato così drastico che nessuno di loro due si è accorto che gli mancano buona parte dei ricordi di una vita.

-Hai cancellato i loro ricordi? - chiede Castiel sconvolto.

-No...non proprio...diciamo che sono rinchiudi dietro un muro...e dovrebbero riuscire a rimanerci...- sorride tra sé e sé.

-Ma non capisco...puoi cancellare i ricordi...ma non i sentimenti...- Castiel sembra deluso adesso.

-Bè...non li posso cancellare...ma posso enfatizzarli...quando ho fatto il mio numero di magia Sam era molto arrabbiato con Dean...ho lasciato che quel forte sentimento negativo rimanesse a prevalere sugli altri, in modo che Sam andasse via senza guardarsi indietro...e Dean...bè una parte di lui vuole seguire Sam, perchè comunque ha realizzato che partire sia la cosa giusta...probabilmente su di lui l'incantesimo è riuscito un po' meno, perchè era già sentimentalmente pronto a tornare da lui...bisognerà che tu lo tenga sotto controllo quando sarà il tuo momento, Castiel...- sospira.

Castiel non aggiunge altro e Balthazar scoppia a ridere.

-Sono davvero bravo...chissà, dopo un'impresa del genere...magari la prossima volta riuscirò a non far naufragare il Titanic e a lasciare quella lagna di Celin Dion a mungere le vacche!- fa un profondo inchino e poi scompare.

Castiel resta ancora qualche minuto ad osservare Dean.

-Mi dispiace ragazzi...mi dispiace davvero!- poi scompare anche lui.

 

 

 

 

N.d.A.

Eccociiii arrivati a Standford.

Allora non so se si è capito quello che ho fatto Balthazar..in pratica ha fatto qualcosa di simile a quello che ha fatto Morte...solo su una parte di ricordi molto più vasta...
Che dire? Spero vi sia piaciuto e di poter postare il prossimo capitolo prima possibile :-*

Un beso
Angel_SG

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Capitolo 20
*** Dad's on an hunting trip...And he hasn't been home in a few days ***


Dad's on an hunting trip...And he hasn't been home in a few days.

( Papà è andato a caccia...e manca da casa da alcuni giorni. )

 

 

 

 

 

***Dean***

 

 

Sam è appena andato via; sento ancora rimbombare nella testa il suono della porta d'ingresso che sbatte.
Il cuore batte così forte che temo quasi possa uscirmi fuori dal petto...
C'è silenzio...ma è un silenzio diverso dal solito.
Quando Sam è in casa e c'è silenzio, senti sempre il rumore delle pagine del libro che vengono sfogliate...senti il rumore dei tasti del pc...senti la caffettiera borbottare, mentre quel liquido scuro viene su...

Questo silenzio è diverso...è assordante...è un silenzio di vuoto, sembra quasi di sentire un fischio, mi chiedo se sia io ad essere diventato sordo...quasi lo spero.
Poi realizzo.
Sam è andato via...
Niente più birre nel cuore della notte...
Niente più pop corn tirati all'altro davanti alla tv...
Niente più...niente.

Mi si blocca il respiro...e lo vedo, da quel momento in poi a tavola...il posto vuoto di fronte a me.
Qualcosa si spezza, mi volto e scendo correndo per le scale, non ricordo dove ho messo le chiavi della macchina, ma ho bisogno di uscire di lì, adesso!
Sento a malapena la voce di papà che mi chiama e mi dice di fermarmi.

Esco fuori casa e vedo che ha cominciato a piovere, ma non m'importa nulla, corro fino a farmi scoppiare i polmoni, ma una mano mi afferra e mi obbliga a voltarmi.

Bobby.

-Ragazzo...- mi guarda preoccupato – Sam...lui...

-Non parlare di Sam...mai più Bobby – non lo dico con cattiveria...ma con una sofferenza tale che Bobby desiste.

-Ok Dean...argomento chiuso...promesso.

Mi lascia e mi rendo conto che non ho la forza di correre, così mi volto e mi incammino lentamente sotto la pioggia.
Non so quanto tempo passa, ma ad un certo punto mi trovo di fronte ad un bar.
Entro senza esitazione e mi siedo al bancone, subito la barista viene da me e mi chiede cosa prendo.

-Dammi del Whisky...- dice con voce atona.

-Arriva subito – lei mi sorride ammiccante, ma non ho voglia di guardarla.

 

Un bicchiere

 

-Hey Dean...- Sam mi guarda, mentre aggiusto l'Impala – Sono convinto che ami quella macchina più di...

Più di chi Sam? Non riesco a ricordarmi cosa mi hai detto quella volta

Due bicchieri

Vedo nella mia mente due biglietti per il ballo di fine anno...ma non ricordo di essere mai andato ad un avvenimento del genere.

Tre bicchieri

-Stupiscimi – dice il Sam nella mia testa.

Perchè dovrei stupire mio fratello?

Quattro biccheri.

-L'Aranceto? Un agriturismo all'italiana? Davvero Dean?

Siamo mai stati in un agriturismo? Non mi pare...

Ogni bicchiere è un ricordo che si affaccia nella mia mente, ma che so essere strano...mancante di alcune parti...distorto...ma sarà l'alcool.

Non so più neanche quanti bicchieri ho mandato giù...esco dal locale e mi avvio verso casa di Bobby, sento la voce di Sam rimbombarmi nella testa, arrivo nel viale di casa e vedo la luce accesa.

Le chiavi...cazzo...

Busso alla porta, o almeno ci provo e penso mi verrà ad aprire Bobby...ma mi trovo davanti papà.

Non ricordo l'ultima volta che gli ho visto quell'espressione in volto, sembra...paterno, per la prima volta dopo anni.

Mi gira la testa e lui mi afferra per un braccio per evitare che io cada...Dio devo avere un aspetto orribile se John Winchester si sta preoccupando per me.

-Papà...- Lo guardo negli occhi e mi restituisce lo stesso sguardo che aveva la notte che la mamma è morta.

Non reggo oltre, mi appoggio e piango.

Sembra sorpreso, ma io non riesco a controllarmi...mi sento fragile...ho un dolore così forte al petto...sento di avere ancora 4 anni...e voglio il mio papà...e per la prima volta dopo quella fatidica notte...lui c'è.

Sento a malapena Bobby che si avvicina e della sua frase capisco solo “Sam”.

-Non parleremo più questo Bobby...sono stato chiaro? - John è perentorio e suppongo che Bobby abbia annuito.

Non ho ricordi della settimana successiva a quella sera...


*** Sam ***

 

Sono partito senza guardarmi indietro...Ho lasciato tutto e me ne sono andato.
Semplicemente ho preso fiato e l'ho fatto.
Pensavo mi sarei sentito libero...ma non è così.
Guardo il soffitto sopra di me, nella stanza del dormito tutto puzza di muffa, non c'è niente che sia davvero mio.
Mi guardo intorno e la camera è spoglia, se non fosse per una abajour sulla scrivania e il mio zaino a terra accanto alla porta.
Non ho avuto tempo di disfare i bagagli e adesso mi giro in quel letto estraneo.
Non dovrei avere problemi a dormire su un letto diverso...cambiavamo motel ogni due giorni, dovrei essere abituato...

Ma lì non dormivi solo...

Una vocina dentro di me mi manda questo segnale, ma io non capisco da dove provenga...Dean era sempre come...ma da grandi non abbiamo mai dormito insieme...giusto?

Sento come se dentro il mio cervello ci fosse una lotta...come se avessi dimenticato qualcosa...
Rivedo mentalmente quello che ho portato con me: libri, documenti, qualche contante...c'è tutto...eppure so di aver dimenticato qualcosa.

La mia mano vola di riflesso al collo...ma perchè?
Un collana? Ho dimenticato una collana?

Non credo di averne mai avute.

Prendo il cellulare e vedo un messaggio di Finn.

Hey amico, bella serata ieri! Dean suona benissimo! Ascolta ho parlato con Puck e...”

Non leggo il resto del messaggio.

Dean era con me ieri sera? Non mi ricordo...Devo aver bevuto tanto se non ricordo di essere andato a quella festa in spiaggia con lui.

Nella mia testa risuona una versione acustica di Carry on my Wayward Son...e non ho idea di dove io l'abbia sentita.

Mi alzo e mi avvicino alla bottiglia d'acqua che ho trovato in camera, la verso nel bicchiere e sto per berla, ma poi ci ripenso e lo abbasso.

Com'è che si dice? Anno nuovo, vita nuova?

Non avrò mai modo di sapere cosa mi avesse scritto Finn nel messaggio, perchè poso il bicchiere d'acqua sulla scrivania e ci getto il cellulare dentro.

******

Sono passati dieci mesi da quando sono qui a Stanford e mi sono ambientato, la camera non è più quella di un estraneo, ma la mia.

Ci sono le mie cose, i miei libri, la mia vita...va tutto bene...quasi sempre.

Ma non stasera.

Perchè stasera è il 1 Maggio...e sono le 23:55

Tra pochi minuti è il mio compleanno, domani mattina i miei nuovi amici mi porteranno il caffè in camera e mi tireranno giù dal letto, andremo a lezione e poi a mangiare in mensa...di pomeriggio prepareremo la festa a casa di Josh...e di sera ci divertiremo...Josh mi presenterà la sua famosissima cugina Jessica di cui non fa altro che parlare.

Tutte le persone più importanti della mia vita mi faranno gli auguri...tutte tranne una.

Non so neanche se lui abbia provato a contattarmi, visto che ho cambiato numero...

Potrebbe venirmi a trovare ma non credo che lo farà...

Prima che io riesca a rendermene conto prendo in mano il telefono e compongo il suo numero.

Squilla solo un paio di volte, poi la sua voce mi colpisce come un fulmine a ciel sereno.

-Pronto...- è impastata, ma non come quella di chi dorme, ma come quella di chi è in silenzio da troppo tempo.

Mi blocco, non so cosa dire, quindi resto lì in silenzio.

-Pronto? - ripete lui a voce più alta.

Io non rispondo.

Lui non parla.

Restiamo lì a sentirci respirare fino a che vedo la sveglia segnare le 00:00

-Buon compleanno, Sam- dice lui e sento qualcosa scaldarmi il cuore.

Non rispondo e nessuno dice niente.

Passano i minuti....le ore...non so neanche per quanto reggerà il mio telefono...sono le 5:00 quando finalmente mi decido a parlare.

-Dean...sei ancora lì?- chiedo piano, quasi con timore di rompere quel silenzio.

Lui risponde subito.

-Si...Sammy...- lo dice dolcemente e la mia testa sembra esplodere, come se qualcosa provasse a venir fuori.

-Non posso...- mi pento di averlo chiamato.

-Sam aspetta- dice lui quasi nel panico.

-Addio Dean – chiudo velocemente la chiamata.

Una parte di me spera che lui si dimentichi di quella chiamata e un'altra spera che lui richiami dopo qualche secondo.

Ma non lo fa dopo qualche secondo.

Non lo fa dopo qualche ora, né dopo qualche giorno.

Non lo fa per i successivi due anni.


*** Dean ***

 

Quando Sam mi chiude il telefono in faccia sono tentato di richiamarlo...ma so che non servirà a nulla.

Lui ha fatto la sua scelta...ha scelto se stesso, ha scelto di tirarsi fuori da tutta questa merda...ha scelto di essere felice...lontano da me.

Il modo in cui mi sento tradito da lui è quasi ridicolo...i fratelli prendono strade diverse...succede sempre nella vita...chissà perchè per noi dovrebbe essere diverso.

Eppure so che c'è qualcosa che non capisco alla perfezione.

Prendo il cellulare e faccio per ricomporre il suo numero, ma mi fermo.

Ti voglio bene Sammy...è il tuo compleanno...non è mai passato anno senza che io ti abbia fatto un regalo, anche se non ricordo cosa ti ho regalato l'anno scorso né cosa abbiamo fatto.

Mi viene in mente una scena di un cartone animato che abbiamo visto insieme, “La bella e la bestia”...so che è importante, ma non ricordo perchè.

-Io...l'ho lasciata andare

-Che cosa? Come avete potuto farlo?

-Ho dovuto...

-Si, ma perchè?

-Perchè...ne sono innamorato!”

Non so perchè mi vengo in mente quelle parole...non posso parlare di amore...è mio fratello!

Ma alla fine lo faccio, lo lascio andare.

Auguri Sammy...per tutto.

 

*******

 

Stringo forte il volante dell'Impala e ancora una volta mi chiedo se non sia il caso di andare via.

Che cazzo ci faccio qui? Come minimo mi sputerai addosso.

Sono due fottutissimi anni che non ci sentiamo.

Due anni in cui sei riuscito a farti una vita vera.

Non posso..ce l'hai fatta, te ne sei tirato fuori...non posso ributtartici dentro.

Guardo la vecchia foto che ho trovato nel portafogli di papà.

Siamo io e te...avrò avuto 18 anni...siamo più vicini di quanto mi ricordi di essere mai stato con te.

-Avanti Dean...fallo e basta...oppure tornatene da dove sei venuto!- parlo anche da solo...Dio quanto sono patetico.

-Ok...non posso farlo, non ti ci ributterò dentro Sam...- e mentre lo dico, sto già scendendo dalla macchina per entrare in casa.

Viva la coerenza!

Una volta dentro, cerco di fare il meno rumore possibile e sono anche convinto di esserci riuscito.

Mi distraggo un secondo e guardo la foto di Sam insieme ad un bella biondina, quasi non sento arrivare il colpo.

Mi scosto appena in tempo, Sam è veloce ma io lo sono di più.

Riesco a prenderlo in faccia con un pugno e sento una scarica di adrenalina al pensiero di essere di nuovo così vicino a lui.

Sono così perso nei miei pensieri che non vedo arrivare la sua risposta e sono costretto ad indietreggiare.

Alla fine ho la meglio e riesco a metterlo a terra.

-Sta calmo, tigre! - dico con tono allegro...non mi sentivo così da tanto tempo.

-Dean? - mi chiede lui sconvolto e credo stia chiedendosi se io non sia un fantasma.- Mi hai fatto prendere un colpo.

-Sei fuori allenamento...- lo provoco.

Quanto mi è mancato...

Lui con un colpo di reni ribalta le nostre posizioni e mi mette k.o.

-Oh forse no...su levati – si alza e mi dà una mano a farlo a mia volta.

-Si può sapere che ci fai qui? - mi chiede il tono irritato...e io non posso fare a meno di provocarlo.

-Stavo cercando una birra – dico sistemandogli la maglia con fare da mogliettina...e lui si innervosisce.

-Che cosa sei venuto a fare, avanti...- chiede esasperato.

-Va bene, va bene – mi arrendo – Dobbiamo parlare...

-C'è il telefono – dice lui e sento la sua frecciatina come una stilettata...due anni senza una chiamata da parte mia...ok ma neanche da parte sua.

-Non credo che mi avresti risposto – ribatto con l'aria di chi la sa lunga.

La luce si accende e vedo una bella ragazza spuntare con indosso un pigiama anti-sesso.
Sam me la presenta come la sua ragazza, Jessica.

-Adoro i puffi – dico indicando Puffetta che fa capolino nella scollatura tra le sue tette.

Sta messa bene a tette...ma poi guardo Sam e mi sento in colpa per averlo pensato....anche se è un senso di colpa diverso da quello che mi aspettavo e non riesco a capirlo bene neanche io, so solo che smetto di fare l'idiota con lei il secondo dopo.

-Prendo in prestito il tuo ragazzo, dobbiamo parlare di questioni di famiglia...- Una parte di me, non so neanche quale, vuole che lei vada via, ma non perchè non mi stia simpatica...anzi probabilmente se l'avessi conosciuta in un altra occasione l'avrei adorata; ma in quel momento ho voglia di stare da solo con lui. - E' stato un piacere conoscerti! - cerco di liquidarla.

-No – interviene Sam e avrei voglia di strappargli le tonsille con il cric dell'Impala.- Qualsiasi cosa tu voglia dirmi puoi farlo davanti a lei.

-D'accordo – dico strafottente – Papà manca da qualche giorno...

-Starà bevendo da qualche parte, appena gli sarà passata la sbronza vedrai che si farà vivo.- dice lui in tono tranquillo.

Andiamo Sammy...non ci parliamo da due anni, ma so che riusciamo ancora a leggerci dentro a vicenda...

-Papà è andato a caccia – lo guardo fisso negli occhi – E manca da casa da alcuni giorni...

Eccola qui la tua scelta Sam...puoi fare finta di nulla, continuare a trincerarti dietro l'immagine del figlio di un alcolizzato, fingendo di non capire.
Oppure puoi darmi una chance...aprirmi la porta...farmi rientrare nella tua vita.
Io la mia scelta l'ho fatta...sono sceso da quella macchina e sono qui di fronte a te...tu cosa scegli Sam?

-Scusaci Jessica, facciamo due chiacchiere fuori.

Quando lei esce restiamo qualche secondo uno di fronte all'altro.
Non so che cosa scorra tra noi in quei brevi istanti, ma è una sensazione che ho già provato...anche se non ricordo quando.
Siamo insieme, io ho deciso di rientrare nella tua vita...ho bussato alla tua porta...e tu mi ha aperto.

Mi guardi negli occhi, non l'avevi ancora fatto dall'inizio della conversazione.

Dovevi scegliere tra me e lei...e in quel momento hai scelto me.

 

Ti sorrido...e ripartiamo da lì.

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

Buona sera bella gente

alloooora, in effetti la storia avrà un seguito, ma c'è un motivo se ho voluto chiudere qui la prima parte.

Parlando con un amico che segue Supernatural lui mi ha detto che non gli piacevano tanto le storie ambientate prima dell'inizio perchè stravolgevano troppo la trama del telefilm...e in effetti ho pensato che è vero, se davvero loro fossero stati insieme fin dall'inizio tante cose non sarebbero successe nella serie tv...quindi la mia idea è stata lasciare intendere che il wincest esiste davvero nella serie tv...semplicemente i personaggi non lo ricordano...la storia si conclude qui solo per chi vuole vederla conclusa, quindi è soddisfatto del fatto che si sia ricollegata all'inizio della serie tv, ma per chi vuole vedere questi due bimbi arrivare alla pace che meritano la storia continua, ci sarà un seguito e ovviamente andrà a rileggere alcune cose delle serie tv, che secondo me erano ambigue, in chiave wincest...i capitoli non saranno così collegati agli episodi come è stata la parte finale di questo capitolo, ma saranno indipendenti e faranno solo riferimento all'episodio...altrimenti risulterebbero una copia e basta...invece voglio dare ampio spazio alla fantasia per colmare anche dei momenti vuoti tra un episodio e l'altro.

 

Che altro dire...ringrazio chi ha seguito questa storia e chi vorrà continuare a seguirla.

 

La frase che ha dato il titolo a questo capitolo finale la conosciamo tutti bene, ho voluto metterla come titolo perchè mi ha stravolto la vita, Supernatural mi ha fatto compagnia in un momento buio per me e quindi resterà sempre importante...

 

Il ringraziamento più grande quindi va a Sam e Dean...tutti noi siamo saltati sull'Impala con il pensiero, abbiamo preso sale e acqua santa, abbiamo imparato a memoria le parole di un esorcismo...abbiamo sfoggiato documenti falsi e abbiamo sorseggiato una birra insieme a questi due fratelli un po' pazzi...siamo andati fuori dal nostro mondo per quei 40 minuti ogni episodio e io credo che sia fantastico.

 

Al diavolo i sentimentalismi, brindo a voi lettori, recensori...a noi fan della serie, che senza guadagnarci il becco di un quattrino, viaggiamo su un Impala del '67 con gli AC/DC in sottofondo e cantiamo a squarcia gola Carry on my Wayward Son...questo capitolo lo dedico a tutti voi che, come me, non vi siete pentiti di avere iniziato questo viaggio in compagnia dei Winchester.

 

E con questo concludo, sperando che seguirete anche la seconda parte della storia.

Un bacione a tutti.

Angel_SG

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