Clash of the Titans

di Enrico
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 - IL TORNEO ALLE PORTE ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 : PREPARATIVI ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: LO SCONTRO COMINCIA ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: FUOCO CONTRO FUOCO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: LA GRANDE SFIDA ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: RIVELAZIONI ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: L'AMARO SAPORE DI UN SALUTO ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 - IL TORNEO ALLE PORTE ***


CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico

I personaggi, la trama e le mosse di Toshinden sono di proprietà di Takara e Tamsoft.
Tutti i diritti riservati.

TRADUZIONI

Moshi moshi - Pronto?
Mata ne! - Ci vediamo!
Ikimasu! - Andiamo!

CAPITOLO 1 - IL TORNEO ALLE PORTE

Aeroporto di Tokyo, 1 aprile 1995, ore 17.

Era appena arrivato un volo dall'Europa, e i passeggeri in uscita stavano affollando il terminal, che già normalmente era occupato da una folla non indifferente, trattandosi del più grande aeroporto del Giappone.

Un ragazzo cercò di farsi strada tra la folla che premeva e spingeva, facendo del proprio meglio per arrivare al nastro trasportatore da cui avrebbe preso la sua valigia. Con un po' di difficoltà, riuscì ad aprirsi un varco tra la ressa generale.

Il giovane aveva i capelli castani pettinati all'insù in maniera piuttosto disordinata, con una fascia bianca sulla fronte che impediva loro di ricadergli sugli occhi. Gli occhi del ragazzo erano di un inusuale colore scarlatto, ma anziché inquietare, essi sembravano dare l'idea di uno spirito combattivo e di un animo nobile. Indossava una t-shirt nera a mezze maniche, blue-jeans e scarpe marroni chiare, e il suo fisico era piuttosto robusto, nonostante la sua relativamente bassa statura. Teneva appesa alla cintura una spada katana chiusa in un fodero nero. Evidentemente era questo fatto che sembrava tenere la gente in un certo stato di soggezione.

Ora, ad uno spettatore esterno, sarebbe sembrato un qualsiasi ragazzo giapponese, un po' palestrato, apparte la spada, ma questo non era affatto uno qualsiasi. Di altri non si trattava che di Eiji Shinjo, discendente di una famiglia di samurai e spadaccini. Come tutti i discendenti della famiglia Shinjo, era stato allenato fin da bambino nell'arte del Bushido, e ne conosceva tutti i segreti. Dopo aver terminato le scuole superiori, aveva intrapreso un viaggio per il mondo alla ricerca di altri guerrieri con cui misurarsi, e ora stava tornando in Giappone, per rispondere ad un invito.

Eiji ripercorse mentalmente quegli anni, ricordandosi tutto come se fosse avvenuto solo il giorno prima. Lui e suo fratello maggiore Sho avevano perso i genitori in un tragico incidente stradale, avvenuto quattordici anni prima, e da allora era stato Sho a prendersi cura di Eiji e ad allenarlo nell' onorata tecnica di scherma della famiglia Shinjo. Non molto tempo dopo, Sho accettò un nuovo studente, un ragazzino scozzese di nome Kayin Amoh, figlio di un amico di famiglia. Eiji e Kayin divennero subito rivali, e ogni volta che si allenavano tra loro, rischiava di degenerare in una rissa. Sho ebbe il suo bel da fare a controllare i suoi indisciplinati allievi. Fu solo in seguito che Eiji e Kayin fecero amicizia, con grande sollievo del maggiore dei fratelli Shinjo.

Quando Eiji e Kayin compirono, rispettivamente, diciotto e diciannove anni, il loro periodo d'allenamento finì, e ognuno di loro prese strade diverse: mentre Eiji iniziò a viaggiare per il mondo in cerca di avversari abili con cui misurare la sua abilità, Kayin ritornò in Scozia, per seguire le orme di suo padre e diventare un cacciatore di taglie. Per quanto riguarda Sho, era rimasto al villaggio natio di Aizu-Wakamatsu, ma qualche tempo dopo, con grande preoccupazione di Eiji, se ne persero le tracce.

Quando, due anni dopo, Eiji tornò ad Aizu-Wakamatsu, lo attendevano delle brutte novità: Kayin aveva mandato una lettera dalla Scozia, in cui scriveva che suo padre era stato ucciso durante un combattimento che si era svolto nell'ambito di un torneo all'arma bianca chiamato Toshinden. Ora, Kayin aveva giurato vendetta contro l'assassino, ed era sicuro di trovarlo al torneo dell'anno successivo. Inoltre, Eiji trovò un invito: un invito a quello stesso torneo Toshinden a cui Kayin sosteneva di volersi recare. Ovviamente Eiji, un po' per solidarietà verso il suo amico, un po' per l'orgoglio personale di partecipare ad una vera competizione, decise di accettare l'invito. Rimase via ancora un anno per allenarsi meglio...

Ed ora eccomi qui... pensò Eiji, risvegliandosi dai suoi ricordi. Scorgendo la sua valigia arrivare lungo il nastro trasportatore, il giovane si piegò in avanti e la afferrò, per poi iniziare nuovamente a farsi strada attraverso la folla e dirigersi verso un telefono. Giunto lì, non perse tempo a tirar fuori la sua scheda telefonica e inserirla, componendo poi un numero e ponendosi in ascolto. Due squilli dopo, una voce femminile rispose:

"Moshi moshi? Qui parla Amy."

Eiji fece un piccolo sorriso tra sé, poi rispose: "Amy? Sono io, Eiji!"

"EIJI !!!" esclamò la ragazza all'altro lato del telefono "Ciao, finalmente ti fai sentire! Dove ti trovi?"

"Sono all'aeroporto, tra un po' prenderò un taxi e verrò a prenderti! Hai già fatto i bagagli?"

"Mi mancano ancora due cosette, e poi ho finito. Sai, sono ansiosa di vederti sul ring!"

"Heh, non voglio buttarti giù, ma ci saranno di sicuro un sacco di combattenti in gamba al torneo. Non sono quante possibilità ho di vincere!"

"Mph, con la tua forza stenderai tutti quanti, ne sono più che sicura!"

"Vabbè, se lo dici tu... allora aspettami, tra un po' sono da te!"

"D'accordo, Eiji, a tra poco!"

"Mata ne!". Con questo, la telefonata si concluse. Eiji si sentì molto rincuorato: Amy era la sua fidanzata, che lui aveva conosciuto durante gli ultimi anni di allenamento. In breve tempo i due erano diventati amici, e la scintilla era scoccata qualche anno dopo. Mentre Eiji era in viaggio, si teneva costantemente in contatto con Amy per telefono o per via epistolare. Pochi mesi prima, Amy gli aveva detto che avrebbe voluto partecipare come spettatrice al torneo Toshinden. Eiji non ne era molto convinto, pensando che un torneo all'arma bianca fosse un po' troppo violento per una ragazza sensibile come Amy, ma lei era più che decisa. E a quel punto, Eiji non vide motivo per negarle la possibilità di vederlo in azione.

Purtroppo, pensò Eiji, la situazione non è proprio delle più allegre: dovrò anche aiutare Kayin a trovare l'assassino di suo padre, e non voglio che Amy rimanga coinvolta in questa storia...
Distogliendo la sua mente da queste preoccupazioni, Eiji si incamminò verso l'uscita, la sua determinazione a vincere il torneo rinnovata.

Uscendo dall'aeroporto, con in mano la valigia che stava trascinando, Eiji chiamò un taxi e diede indicazioni per il villaggio di Aizu-Wakamatsu, che si trovava nelle campagne vicino a Tokyo. Mentre si sedette sul sedile posteriore della vettura, sentì il suo cuore accelerare: dopo un anno poteva rivedere la sua ragazza...


Ore 19:30

Eiji ed Amy stavano scendendo dal taxi che li aveva portati là dove il torneo Toshinden si sarebbe svolto: una sorta di enorme complesso al quale si accedeva tramite un doppio portone, sul quale erano stati scritti i kanji "Toh", "Shin" e "Den". Eiji e la sua ragazza erano ammutoliti davanti alla spettacolarità del luogo.

"Wow, il solo pensiero di entrare qui dentro mi fa un po' paura..." mormorò Amy, osservando il complesso con gli occhi spalancati. Amy era una ragazza molto carina, con folti e lunghi capelli neri che incorniciavano un viso dai lineamenti finemente cesellati. Il suo corpo era snello e ben proporzionato, e indossava una maglietta bianca a maniche corte con il simbolo della Nike disegnato sul davanti, blue-jeans e sandali. Sembrava avere più o meno diciotto o diciannove anni.

Eiji notò l'ombra di inquietudine nella voce di Amy: "Non vorrai mica dirmi che vuoi tirarti indietro dopo aver tanto insistito per assistere al torneo?" le chiese con tono di beffa innocente.

Amy si rivolse a lui con un sorriso di sicurezza sul viso. "Eiji, una cosa che dovresti sapere di me è che io non torno indietro una volta che ho deciso. Spero che lo stesso si possa dire di te!"

"C'è forse motivo di dubitarne?" rispose il giovane spadaccino. Nella sua mente, si stava preparando agli scontri che sarebbero iniziati tra due giorni, un tempo appena sufficiente a fare gli ultimi esercizi di allenamento.

Facendo un cenno con la testa, Eiji indicò il doppio portone. "Ikimasu, Amy! Andiamo a mettere giù le nostre cose e poi vediamoci qui. So che c'è un ristorante qui vicino dove potremo andare a cenare..."

"D'accordo!" rispose la ragazza "Ah, a proposito... il tuo amico, Kayin... quando dovrebbe arrivare?"

Eiji strinse gli occhi, come per pensare. "Più o meno alle dieci e mezza. Mi piacerebbe essere qui davanti per accoglierlo, sono tre anni che non lo vedo..."

Ore 22:00

Un altro taxi stava procedendo in direzione del complesso dove si sarebbe tenuto il grande torneo. Il suo passeggero, un ragazzo biondo e dal fisico robusto, con addosso una giacca rossa su una maglietta nera, lunghi blue-jeans e lucide scarpe nere, osservò con aria distratta il paesaggio che correva. I suoi occhi verde acqua si strinsero, concentrandosi su un pensiero: il torneo, quello in cui finalmente avrebbe visto giustizia fatta.


Aspetta e vedrai, schifoso ASSASSINO... pensò tra sé, mentre cupi desideri di vendetta ardevano come un incendio nella sua mente. Per lui, Kayin Amoh, il giovane cacciatore di taglie, figlio del guerriero chiamato Tempesta, il torneo era l'occasione per ritrovare l'uccisore di suo padre e fargliela pagare per tutto.

Kayin diede un'occhiata di striscio alla custodia per chitarra che aveva appoggiato a fianco, sul sedile. Era lì, infatti, che teneva nascosta la sua spada, Excalibur. Un modo come un altro per passare inosservati ai controlli doganali e far finta di essere normale. Poi, il giovane toccò, quasi senza accorgersene, la piccola croce d'argento che portava al collo. Non ti deluderò, padre...

Distogliendo la mente da quei cupi pensieri, Kayin cercò di mettersi comodo sul sedile. Tra mezz'ora sarò arrivato. E ci sarà anche Eiji... Dopo tre anni, sarà bello rivederlo...

Ma le sue riflessioni furono interrotte da un nuovo sospetto.

Un momento... Sho non aveva partecipato al torneo Toshinden dell'anno scorso? Quello in cui mio padre... no, è impossibile.

Ripetè tra sé e sé la parola, come ad autoconvincersi.

"Impossibile."

TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA...

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 : PREPARATIVI ***


CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico

I personaggi, la trama e le mosse di Toshinden sono di proprietà di Takara e Tamsoft.
Tutti i diritti riservati.

CAPITOLO 2 : PREPARATIVI

Glossario

Konban wa - buonasera!
-san - un suffisso che si usa per persone di riguardo
-kun - un suffisso che si usa per coetanei, o per rimpiazzare -san quando si ha a che fare con persone più giovani
konnichiwa - buongiorno!
-sama - un suffisso che si usa per persone di rango molto superiore, o per indicare grande rispetto
Mochiron - Naturalmente
sou ka - d'accordo…
nakama - amico
Anou... sumimasen... - ehm… scusate…
-chan - un suffisso che si usa per esprimere simpatia verso il suo oggetto
Watashi wa Amy desu! - Il mio nome è Amy!
Yoroshiku ne! - Piacere di conoscerti! (anche abbreviato a Yoroshiku)
Ne - non è vero?

Una leggera frenata scosse Kayin dai suoi pensieri. Guardando fuori dalla finestra, il giovane cacciatore di taglie vide il luogo che gli aveva fatto percorrere tanta strada… il grande complesso dove si sarebbe tenuta la competizione, con le enormi doppie porte che recavano la scritta "Toshinden" in kanji. Kayin, nella sua mente, azzardò un paragone con le porte di un antico tempio shintoista.

"Ecco, signore, abbiamo percorso in taxi tutta la strada dall'aeroporto fino a qui, perciò mi dovete seimila yen."

Ovviamente si trattava del tassista. "Tsk," commentò Kayin, cercando nervosamente il suo portafogli "Volevo solo prendere un taxi, non comprarlo!". Kayin amava fare questi commenti sarcastici, di tanto in tanto. Per qualche misterioso motivo, lo facevano sentire soddisfatto di sé stesso.

D'altronde, non c'era molto che Kayin potesse fare se non pagare. Dopo aver maledetto tra sé i trucchi della categoria, Kayin ringraziò la sua previdenza per essersi portato più soldi del necessario, poi prese alcune banconote dal portafogli e le sbattè nella mano avidamente tesa del tassista, come uno straccio usato.

Iniziò ad allontanarsi per dirigersi alle doppie porte, con la sua custodia per chitarra in mano, ma venne fermato dopo neanche tre passi dal solito tassista: "Hey, amico, e la mancia? Questi sono seimila giusti!"

Com'è veloce a contare… pensò tra sé Kayin con un sorrisetto storto, poi volse leggermente la testa, quel tanto che bastava a rispondergli senza guardarlo in faccia. "Spiacente, da noi in Scozia non si usa!"

Con un antipatico grugnito, l'autista sbattè la portiera e si allontanò sgommando, come se volesse andare il più lontano possibile da un cane pieno di pulci. Kayin lo seguì ancora un po' con i suoi freddi occhi verde acqua, poi si volse nuovamente verso le doppie porte dell'entrata.

D'accordo, questo è il luogo del ritrovo… riflettè tra sé, aggiustando un po' la sua giacca rossa. E che io sappia, molti dei combattenti sono già arrivati. Ora, speriamo solo che quel testone non mi faccia aspettare a lungo…

Come se qualche provvidenza celeste avesse udito i pensieri del biondo cacciatore di taglie, una gioviale voce lo chiamò, facendolo voltare di scatto: "KAYIN!". Proveniva da un altro ragazzo, che sembrava avere più o meno la sua stessa età, con i capelli castani scomposti, pettinati in quelle che sembravano delle vere e proprie punte sulla sua testa. Il nuovo arrivato portava una t-shirt nera a mezze maniche, blue-jeans e scarpe marroni chiare, ed era seguito da una ragazza mora, snella, vestita più o meno come lui, solo che la t-shirt era bianca (e portava il simbolo della Nike disegnato sul davanti), e al posto delle scarpe aveva i sandali.

"EIJI! AMY!" Kayin rispose ai suoi vecchi amici dei tempi dell'allenamento, poi corse verso di loro, subito imitato.

"Kayin! Ne è passato così tanto di tempo!" Eiji salutò con entusiasmo. I due amici si erano raggiunti e si stavano stringendo la mano con entusiasmo.

"Tre anni!" rispose Kayin, battendo una pacca sulla spalla di Eiji "E vedo che sei molto cresciuto in questi ultimi tempi!"

"Già, quindi non sei più autorizzato a trattarmi da bambino!" scherzò Eiji, mentre Amy si avvicinava a Kayin e lo salutava con un inchino. "Konban wa, Kayin-san!" disse la ragazza, nella maniera formale tipica dei giapponesi.

"Ma guarda chi si rivede!" Kayin si rivolse a lei con un'espressione arguta sul viso. "Ho sentito che tu ed Eiji ora siete ufficialmente fidanzati, è così?"

Il bel viso di Amy si tinse di un'inequivocabile rosso, mentre lei abbassò un po' la testa, iniziando a cercare le parole per rispondere a quella domanda improvvisa. Eiji sospirò e scosse la testa. Un giorno la lingua di Kayin lo caccerà in un gran bel pasticcio… pensò tra sé, poi cercò di rispondere per Amy, pur con un po' di imbarazzo: "Beh, insomma… diciamo che… non c'è ancora nulla di definitivo… tu piuttosto, sei ancora in cerca, vero?"

Kayin strinse gli occhi con aria vanitosa. "Lo sai che le ragazze mi cascano attorno a destra e a sinistra… se volessi, ne potrei scegliere una in qualsiasi momento!"

Eiji rise e gli diede una spintarella. "Ma taci, pallone gonfiato! Non sei proprio cambiato da questo punto di vista, eh? Stesso ego grande come la Francia!"
Amy non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere per l'inusuale espressione usata da Eiji. Kayin si finse offeso: "Così in Giappone accogliete un caro vecchio amico che non si fa più vivo da tre anni? Mi aspettavo molto meglio!"

"Coraggio!" Amy interruppe la discussione "Avrete tutto il tempo domani per discutere di queste faccenduole... dopo che avrete finito gli allenamenti, si intende. Ora, andiamo alle nostre stanze!"
Annuendo, i due ragazzi la seguirono oltre il doppio portone che dava accesso alla sede del torneo. Mentre passavano, Eiji e Kayin non poterono impedirsi di discutere su ciò che li avrebbe attesi.

"Alla fine siamo arrivati." Fu Kayin il primo a parlare "E questo è il luogo dove troverò l'assassino di mio padre…"

"Sei proprio sicuro che sarà qui? Al torneo?"

"Sì, al cento per cento." Rispose il giovane scozzese "Ho atteso un sacco di tempo l'occasione di vendicarmi…"

"Kayin!" disse Eiji "Qualunque cosa accada, ricorda che sarò sempre pronto a darti una mano!"

Kayin guardò il suo amico con aria di gratitudine, per poi avviarsi, in silenzio, lentamente e con una sorta di orgoglio rattristato, verso la stanza che gli era stata riservata.


Il giorno dopo, ore 9

Eiji si stiracchiò pigramente, ancora un po' assonnato. Entro pochi minuti ci sarebbe stato il discorso d'apertura del torneo, a cui tutti i partecipanti avrebbero dovuto presenziare. Per l'occasione, si era messo addosso l'uniforme da combattimento, un kimono bianco con le orlature rosse, su una maglietta nera, pantaloni dello stesso colore, scarpe marroni e una fascia bianca legata sulla fronte. Al fianco, portava appesa la katana della sua famiglia, la Byakko No Tachi, che al momento era riposta nel suo fodero nero.

Il ragazzo si guardò attorno, alla ricerca del luogo dove si sarebbe tenuto il discorso. Finalmente, riuscì ad individuarlo. L'arena principale, che si trovava più o meno al centro del complesso, in una sorta di colosseo nel quale sarebbero stati accolti gli spettatori. Eiji non ci mise molto a raggiungerlo, e trovò che Kayin era già lì ad aspettarlo all'entrata.

Il giovane cacciatore di taglie portava una maglietta nera con sopra una giacca rossa dalle spalliere nere, blue-jeans e lucide scarpe nere. In mano, teneva la custodia per chitarra che usava per nascondere la sua spada. Kayin salutò Eiji con un gesto della mano.

"Buongiorno, Eiji-kun! Sembra proprio che siamo i primi!"

"Già." Replicò Eiji, dando una sbirciata all'interno dell'arena ancora deserta "E sarei curioso di vedere chi saranno i partecipanti…"

Una voce femminile, infantile e dallo spiccato accento magiaro, fece voltare Eiji e Kayin.

"Ne avete una davanti!"

I due amici si voltarono per vedere una ragazzina che si stava avvicinando a loro. Di corporatura esile, con corti capelli ondulati color verde smeraldo e profondi, splendidi occhi blu, era vestita di quello che sembrava essere un costume intero di seta bianca con orlature rosa scuro, veli trasparenti sui polsi e sulle caviglie, un grosso nastro rosa legato attorno alla vita e annodato in un fiocco dietro la schiena, e scarpette da ballo. In ciascuna mano, teneva un piccolo pugnale, e aveva al collo un ciondolo rosa a forma di cuore. La nuova arrivata si diresse verso Eiji e Kayin e si presentò con un sorriso.

"Salve, il mio nome è Ellis. Ellis Hayama. Sono qui per combattere nel torneo Toshinden."

Eiji si rivolse a lei. "Oh, konnichiwa! Io sono Eiji Shinjo, e il mio amico qui," indicò Kayin con un cenno "è Kayin Amoh. Piacere di conoscerti!"

Ellis si inchinò. "Beh, piacere mio, e vi auguro buona fortuna nel torneo!". Con questo, la ragazzina entrò nel colosseo, saltellando come se dovesse andare a una festa. I due ragazzi la guardarono con aria interrogativa.

"Cosa ci farà mai una ragazzina così piccola in un torneo che è stato descritto come uno dei più violenti che ci siano mai stati?" chiese Kayin, fissando la direzione nella quale Ellis se n'era andata.
Eiji non fece che alzare le spalle. A dire la verità, stava per rispondere qualcosa, quando sentì un movimento dietro di sé. Nello stesso istante, come un campanello d'allarme, sentì la voce di Kayin: "ATTENTO!"

Agendo puramente d'istinto, Eiji sfoderò la Byakko No Tachi e girò su sé stesso tenendo la spada davanti a sé. Si sentì il clangore di metallo contro metallo, ed Eiji si rese conto di aver parato un colpo di piatto diretto alla sua testa.

Un attimo dopo, Eiji vide che la lama che stava per colpirlo era un gigantesco spadone a due mani, forgiato in ottimo acciaio e con l'elsa decorata d'oro. Restò senza parole quando ne vide il proprietario: un uomo altissimo, più o meno sul metro e novanta, che pareva avere attorno ai trent'anni, vestito di ricca porpora sulla quale portava una corazza a piastre in stile medievale, completa di spalliere, manopole, ginocchiere e schinieri. I suoi lunghi capelli erano dello stesso colore di quelli di Ellis, forse un po' più chiaro, e i lineamenti aristocratici del suo viso erano disturbati dal ghigno sardonico che aveva sfoderato.

Eiji strinse gli occhi come per vederlo meglio, poi sussurrò un nome. "Duke…"

Il guerriero in armatura sollevò un po' la sua lama. "Bene, bene… chi si rivede… Monsieur Shinjo!" disse Duke, fissando Eiji con un aria a metà tra il divertito e lo sprezzante.

"Eiji! Conosci questo tipo?" chiese Kayin. In quel momento, Duke riappoggiò a terra la lama del suo spadone, consentendo ad Eiji di rispondere.

"L'ho incontrato alcuni anni fa, in Francia. Durante i miei viaggi, sono capitato per caso nelle sue terre, e non appena lui è venuto a sapere di me, mi ha sfidato in combattimento, e io l'ho battuto. Non solo, uno dei miei colpi ha anche spezzato la sua spada, la Dernier Vancour. A quanto pare, questa sconfitta non gli è andata giù… e ha anche riparato la sua spada…"

"Un momento…" disse Kayin "Le sue terre? Temo di non capire…"

Duke rispose al posto di Eiji. Socchiuse gli occhi, sorridendo con aria sicura, e cominciò: "Ti basti sapere che sono il discendente di una famiglia francese di antica nobiltà, la famiglia Rambert, che ha mantenuto, ancora oggi, alcuni dei diritti, delle proprietà e delle abitudini che già aveva ai tempi del Sacro Romano Impero. In altre parole, io conservo ancora il titolo e i diritti di cavaliere."

Kayin assunse un'aria ancora più confusa. "Mai sentito niente di simile…"

Senza badare al commento di Kayin, Duke rivolse nuovamente la sua attenzione al rivale: "Spero proprio di combattere con te, Eiji Shinjo! Così ti dimostrerò che non compio gli stessi errori due volte!". Detto questo, si volse verso l'arena e se ne andò per la stessa direzione in cui era andata Ellis un attimo prima.

Accidenti... pensò tra sé Eiji Lo batterò, quello sbruffone...

Pochi minuti dopo, gli otto lottatori che avrebbero preso parte al torneo si erano riuniti nell'arena principale. Oltre ad Eiji, Kayin, Ellis e Duke (da cui Eiji aveva cercato di tenersi il più lontano possibile), c'erano quattro combattenti dall'aria abbastanza insolita: un vecchietto dai lunghi baffi bianchi, con un vestito tradizionale cinese di colore azzurro, ricoperto di lustrini, un berretto dello stesso colore, e con un paio di guanti artigliati sulle mani, se ne stava in disparte ad affilare le sue lame.
Un po' più in là, stava un omone muscoloso dai corti capelli biondi e dai rozzi lineamenti da operaio, con addosso una canottiera grigia, piena di aloni residui da macchie d'olio e carbone, pesanti calzoni da lavoro e anfibi marroni. La sua arma era un'impressionante clava di pietra che sembrava pesare diverse decine di chili.
Il terzo era un uomo sulla quarantina con un vestito viola da ninja. I suoi neri capelli erano legati in una coda di cavallo dietro la nuca, e sembrava giocherellare nervosamente con una lunga lancia. Eiji lo aveva riconosciuto subito come un ninja del clan Yaki, un'antica scuola ninja di grande fama.
Ma Kayin sembrava concentrato sulla quarta concorrente, una donna bellissima, alta e snella, dai lunghi capelli biondi legati a coda di cavallo, gelidi occhi azzurri che sembravano persi in un quesito senza risposta. Il suo abbigliamento era un provocante costume intero, di cuoio nero, che metteva in risalto le sue prorompenti curve, e un paio di scarpe nere dal tacco alto. In una mano teneva una frusta di cuoio arrotolata.

Eiji notò l'insistenza con cui Kayin la stava guardando. "Cosa stai guardando?"

"I suoi occhi." Rispose Kayin, quasi con noncuranza.

"Sì, perché ci credo..."

Pochi istanti dopo, gli sguardi degli otto combattenti si volsero verso il palco che stava ad una delle estremità del colosseo. Su di esso, stava salendo una figura minacciosa, che sembrava dominare tutta l'arena dall'alto della sua statura. Era un uomo enorme, al cui confronto persino Duke e il gigante con la clava di pietra sarebbero sembrati bassi. Il suo corpo era completamente coperto da un'armatura nera come la notte, con ornamenti rossi, dorati sull'elmo. Persino il suo volto era nascosto, e i suoi occhi, o almeno, quelle che potevano essere chiamate due bianche fessure luccicanti, scrutavano gelidamente tutti i riuniti. In una mano teneva una gigantesca spada bastarda (una spada che può essere tenuta con una o due mani, indifferentemente) a doppio taglio, e dietro di lui, collegate alle piastre che gli coprivano la schiena, ondeggiavano due appendici a forma di artiglio, che sembravano aumentare ancora di più la sua già immensa statura.

Il gigante in armatura nera guardò dall'alto al basso gli otto combattenti che stavano nell'arena, come un giudice in procinto di emettere una condanna, poi parlò, con una voce tonante che sembrava provenire dal profondo di una caverna.

"Vi do il benvenuto al torneo Toshinden. Io sono Gaia, l'organizzatore della competizione. Sono qui per informarvi che gli scontri incominceranno tra due giorni a partire da oggi. Avete il tempo necessario per fare gli ultimi allenamenti e consolidare la vostra preparazione. Da quando inizierà il torneo, gli scontri, ovviamente uno contro uno e ad eliminazione diretta, si susseguiranno uno dopo
l'altro. Gli abbinamenti saranno stabiliti a caso, e non sarà possibile alcun cambiamento. Ciascun lottatore potrà utilizzare l'arma che vorrà, a meno che non si tratti di armi da fuoco. Ogni combattimento durerà fino a che uno dei due contendenti non sarà messo in condizioni di non poter continuare a lottare."

"Con questo, il discorso d'apertura può considerarsi chiuso. Il torneo Toshinden è ufficialmente iniziato, auguro buona fortuna a tutti i contendenti e che le vostre azioni siano guidate dall'onore."

Seguito dagli sguardi reverenziali degli otto presenti, Gaia si allontanò dal palco, scomparendo in una delle gallerie d'uscita.

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Alcuni minuti dopo...

Un ascensore raggiunse una stanza segreta scavata nel sottosuolo. Dei pesanti passi metallici ruppero l'innaturale silenzio che regnava, prima interrotto solo dal crepitio delle torce fissate al muro, l'unica fonte di luce. La fioca luminosità sembrò proiettare delle inquietanti ombre sulla figura massiccia di Gaia, che avanzava lentamente verso qualcosa… o qualcuno… nascosto dalle tenebre.

Finalmente, si fermò, scrutando in silenzio la figura umana che gli stava davanti. Una voce giovanile, dal tono fermo e deciso, gli rivolse la parola.

"A quanto sembra, l'idea di organizzare un torneo in segreto ha funzionato, Gaia-sama. Anche se i rischi ci sono stati."

"Mochiron. Ci sono anche loro due."

"E lei? Anche lei fa parte del nostro piano, per quanto mi dispiaccia doverla coinvolgere."

Gaia non fece che annuire in segno affermativo. "Sou ka..." disse il giovane misterioso "Allora possiamo procedere con la seconda fase, sempre che lei sia d'accordo."

"Non c'è altro che si possa fare. Ormai tutto è stato deciso, e non possiamo tirarci indietro."

Gaia avvertì che il suo interlocutore sembrava preoccupato. "E' così, Gaia-sama. Spero solo che la nostra sia stata la scelta giusta."

"Se non le dispiace, adesso devo iniziare ad organizzare gli incontri." disse Gaia, voltandosi leggermente con aria quasi distratta. "Devo fare in modo che tutto vada secondo il piano."

"D'accordo."

Lentamente e solennemente, Gaia si diresse verso un'altra stanza, avvolta dalle tenebre, ma dalla quale si vedevano giungere le luci di computer e macchinari di vario genere. Il giovane nascosto dalle ombre lo osservò senza cambiare contegno, poi abbassò lo sguardo, perso nei suoi pensieri.

Eiji… Kayin…

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Quel pomeriggio, Eiji e Kayin avevano già iniziato gli allenamenti preliminari, sotto lo sguardo intento di Amy. In quel preciso momento si trovavano in una delle arene riservate all'allenamento, e avevano ingaggiato tra loro un duello, per provare quanto le loro capacità fossero migliorate. L'allenamento durava già da più di un'ora, e non accennava a diminuire d'intensità.

La katana di Eiji e la claymore di Kayin cozzarono tra loro, liberando nell'aria alcune scintille dorate. I due combattenti premettero l'uno contro la lama dell'altro, cercando di costringere l'avversario in ginocchio, ma era evidente che nessuno dei due sarebbe riuscito tanto presto nell'impresa. Finalmente, Kayin spezzò il contrasto, abbassando la sua spada all'improvviso e facendo perdere l'equilibrio ad Eiji, per poi tentare di colpirlo con un calcio mentre stava ancora barcollando. Eiji parò l'attacco sollevando un braccio, poi saltò indietro per evitare altri colpi.

"E allora, Eiji-kun?" disse Kayin con un sorrisetto di beffa sul viso "Cos'è, ti vuoi arrendere già adesso?"
Eiji ricambiò il sorriso e fece la sua battuta: "Oh, stà zitto o ti zittisco io!". Tirò indietro la sua spada, per poi sferrare un fendente in avanti.
"REKKUZAN!" gridò, e subito un'ardente sfera di fuoco apparve dalla punta della lama e sfrecciò nell'aria, diretta verso Kayin. Il biondo cacciatore di taglie, per nulla preoccupato, imitò il movimento di Eiji, con l'unica differenza che gridò: "SONIC SLASH!". Una palla di fuoco uguale a quella di Eiji scaturì a sua volta dal fendente, si scontrò a mezz'aria con il Rekkuzan e i due attacchi energetici si cancellarono a vicenda, in un'esplosione di fiamme e scintille. Kayin scattò verso il suo amico e rivale e sferrò una Shoulder Crush, un attacco che consisteva in un calcio dall'alto verso il basso, sferrato in spaccata. Eiji schivò di poco, poi scattò verso Kayin, che fece appena in tempo ad alzare la guardia e parare il calcio al viso che Eiji sferrò.

"Per il momento nessuno di voi ha portato a segno un solo colpo!" commentò Amy, seduta qualche metro più in là. "La vostra forza è più o meno pari, a quanto sembra!"
Rilassandosi un attimo, Eiji si asciugò il sudore dalla fronte. "Già, e mi sta facendo fare una fatica tremenda... entro stasera, puzzerò come una capra!"
"Se non altro, la stessa cosa vale anche per me!" commentò Kayin dopo aver preso fiato. "Sei diventato molto più forte di quanto immaginassi, Eiji-kun… anche se io sarò sempre migliore!"
Eiji lo guardò con aria di sfida. "Presto sarai di opinione diversa, nakama!"
Mentre i due si stavano scrutando, in procinto di continuare lo scontro, una voce femminile che a loro suonava stranamente familiare si rivolse a loro. "Anou... sumimasen..."
Eiji, Kayin e Amy si voltarono verso la direzione da cui la voce proveniva. Ellis, la giovanissima ballerina dai capelli smeraldini che Eiji e Kayin avevano incontrato quella mattina, era entrata quasi di soppiatto nell'arena. Indossava lo stesso completo da ballo bianco con il ciondolo a forma di cuore legato al collo, e teneva in mano i suoi pugnali.
"Oh, konnichiwa, Ellis-chan!" la salutò Kayin, abbassando la sua spada. Eiji si inchinò, mentre Amy si alzò frettolosamente in piedi. "E' un'altra partecipante al torneo che abbiamo incontrato stamattina." Spiegò Eiji alla sua fidanzata.
Ellis e Amy si inchinarono l'una all'altra. "Watashi wa Amy desu. Yoroshiku ne, Ellis!" si presentò la ragazza mora, con un largo sorriso.
"Yoroshiku!" fece eco Ellis. Poi si rivolse ai due ragazzi. "Scusate se vi disturbo, ragazzi, ma volevo fare un po' d'allenamento con voi. Fare pratica da sola è noioso!"
"Nessun problema!" rispose Eiji alzando le spalle. "Se vuoi provare uno scontro con me, anche adesso!"
"Va bene!"
Eiji fece cenno a Kayin ed Amy di spostarsi un po', mentre Ellis si dispose di fronte a lui e fece un inchino. "D'accordo, allora iniziamo!" esclamò Eiji mettendosi in posa di combattimento.
"Siete pronti?" esclamò Amy, poi, due secondi dopo: "Combattete!"
Ellis aprì il combattimento, scattando verso Eiji ad una velocità tale che l'occhio umano riusciva a malapena a scorgerla. Allarmato, il ragazzo cercò di difendersi, ma Ellis lo aveva già raggiunto e lo colpì con un paio di calci al fianco, seguiti da due leggeri fendenti con i suoi pugnali, uno dei quali tracciò una breve linea rossa sul braccio di Eiji. Ma così facendo, Ellis aveva scoperto la sua difesa, ed Eiji riuscì ad afferrarla e condurla a terra con una presa da judo. La danzatrice si rialzò più rapidamente di quanto Eiji avesse previsto, ed eseguì un salto mortale all'indietro per mettere un po' di distanza tra lei e lo spadaccino. Di nuovo, Eiji tirò indietro la spada per poi lanciare un Rekkuzan alla sua avversaria. Non immaginava che Ellis l'avrebbe schivato facendo una ruota di lato. Poi, la ballerina fece un balzo verso Eiji, si fermò una frazione di secondo a mezz'aria, e scese in picchiata verso di lui, formando un angolo di 45 gradi con il terreno e tendendo i pugni chiusi, nei quali i suoi pugnali già crepitavano di energia, verso il petto di Eiji.
"ARC SLASH!" gridò Ellis, ed Eiji, pur riuscendo in qualche modo a parare il colpo, venne spinto indietro di quasi un metro dalla forza dell'impatto. Kayin ed Amy erano decisamente impressionati. Una ragazzina così piccola, eppure già abbastanza abile da tenere testa ad Eiji?

Il combattimento continuò ancora così per un bel po', una sequenza di parate e contromosse, finchè entrambi i lottatori non cominciarono a sentire la stanchezza farsi insopportabile. Ellis, con il fiato corto e il viso coperto di sudore, rinfoderò i suoi pugnali e si congratulò con Eiji, ringraziandolo di essersi offerto da sparring partner.
"Anche tu sei in gamba, Ellis-chan." Il commento era di Kayin, che senza saperlo aveva detto la stessa cosa che Eiji aveva in mente. "Dove hai imparato a combattere così?"
"Anche se può sembrarvi incredibile... ho imparato a maneggiare i pugnali e a danzare nel circo dove lavoro!" rispose Ellis, cogliendo un po' tutti di sorpresa.
"Lavori in un circo?" domandò Amy, incredula.
Ellis annuì lentamente, con aria seria. "Sì, Amy-san, il circo che mi ha cresciuta da quando ho perso i miei genitori, appena nata."
"Ah… capisco" rispose Eiji "Anche io e mio fratello Sho abbiamo perso i genitori…".
Kayin sospirò, evidentemente coinvolto anche lui.
"Tuttavia…" continuò Ellis "…recentemente ho sentito dire che mio padre è ancora vivo, ed era in qualche modo collegato al torneo. Per questo ho deciso di iscrivermi, ho intenzione di incontrare mio padre, la persona grazie alla quale sono qui, in questo mondo."
Eiji, Kayin e Amy rimasero qualche secondo a pensare. Poi, Eiji prese la parola: "Ad ogni modo, Ellis-chan… non so quali sentimenti potrai provare per tuo padre quando, e se, lo incontrerai…"
"Sì, Eiji ha ragione." Seguì Amy "In fondo, per quanto possa essere tuo padre, è una persona che neanche conosceresti…"
Ellis lasciò vagare il suo sguardo verso il suolo, poi rispose: "A onor del vero, non so che dire. Per tutti i sedici anni della mia vita, ho sempre provato il rammarico di non aver conosciuto i miei genitori e di sentirmi, in qualche modo, "diversa"… vorrei, se possibile, cercare di colmare questo vuoto almeno in parte…"
"Sai, per qualche motivo, credo di capire cosa vuoi dire." Affermò Kayin "Trovare tuo padre equivarrebbe a trovare una parte di te stessa, del tuo passato…"
"Sì, immagino si possa dire così!" confermò Ellis.
Annuendo, Kayin abbassò lo sguardo a sua volta, poi lo rialzò e sfoderò un sorriso. "Beh, credo che possiamo smettere con la malinconia per oggi! Che ne dite, andiamo a vedere il programma degli scontri? Credo che l'abbiano già esposto."
"D'accordo!" assentì Eiji, ed Amy annuì a sua volta. "Ellis-chan, vieni anche tu?"
"Ma certamente!" esclamò Ellis con un largo sorriso.

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Proprio come aveva ipotizzato Kayin, il programma degli scontri era già stato esposto, ed era già disponibile alla reception. Osservando la scheda, Eiji, Kayin, Ellis ed Amy scoprirono che due giorni dopo, cioè il 4 aprile, Ellis avrebbe combattuto per prima, contro Duke Rambert.

"Io l'ho già affrontato e battuto," disse Eiji "ma è stato almeno tre anni fa. Non so quanto possa essere migliorato in questo arco di tempo. Tuttavia, Ellis-chan, ti posso dire che è molto forte ma lento. Forse puoi sfruttare queste sue caratteristiche a tuo vantaggio."

Ellis annuì, poi volse nuovamente lo sguardo al tabellone. "Poi, nel pomeriggio di quello stesso giorno, si batteranno Sofia Tolstoj e Fo Fai…" commentò leggendo il programma.

"Heh. Immagino che Sofia sia quella bionda tutta curve che hai visto stamattina, ne, Kayin-kun?" scherzò Eiji rivolto al suo vecchio amico, che non fece che guardarlo storto. Nel frattempo, Amy aveva letto gli incontri previsti per il giorno dopo, il 5 Aprile. "Eiji, vedo che tu dovrai combattere un tizio di nome Rungo… sai qualcosa di lui?"
Eiji si fermò a pensare un attimo. "Mmm… dev'essere quell'americano biondo con la clava di pietra… non esattamente il tipo di persona che mi piacerebbe incontrare in una stanza buia…"
"Il che significa…" concluse Kayin "…che a me rimane da combattere contro…" lesse il nome sul tabellone "…Mondo. Eiji, mi avevi detto che c'era anche un ninja tra i contendenti. Che sia lui, questo Mondo?"
"Sì, credo proprio di sì. Stai attento, Kayin-kun, i ninja del clan Yaki non sono mai clienti molto facili."
Kayin fece un cenno d'assenso.
"Dunque, questa è la situazione." Concluse Amy "Devo dire che, pur non avendo mai visto la maggior parte di questi tipi in azione, ho come la sensazione che sarà uno spettacolo da non perdere…"

********************************************************************************

Quella sera, ore 23:00.

Tutte le luci del complesso dove si sarebbe svolto il torneo erano ormai spente. Il silenzio regnava sovrano sull'enorme struttura, infranto a tratti dallo stridio di qualche cicala. Quasi tutti gli occupanti delle cabine del dormitorio erano immersi nel sonno.
Ma c'era l'eccezione. In una delle cabine, un po' più in disparte rispetto alle altre, l'occupante non riusciva a trovare pace nel sonno. Messa in posizione semiseduta sul suo letto, la giovane donna dai lunghi capelli biondi sembrava molto preoccupata.

E' inutile, non riesco a prendere sonno, per quanto mi sforzi... Questa faccenda del torneo mi inquieta non poco, e so che molto probabilmente mi stanno già osservando. Tuttavia, ho come l'impressione che la risposta a tutte le mie domande sia qui ad aspettarmi. E, in particolare, sono sicura che LUI sia qui... forse sarà lui a fornirmi la chiave per rimettere assieme i pezzi di questo puzzle che mi impedisce di condurre una vita normale...

Con un sospiro, Sofia volse i suoi occhi azzurri al terso cielo notturno, punteggiato di stelle. Rimase un attimo a contemplare il loro scintillio, poi, finalmente, cominciò a sentirsi più rilassata. Lasciò scivolare la sua testa sul cuscino, cercando una buona volta di addormentarsi.

Una cosa è certa... Questo torneo è forse la più grande occasione della mia vita...

TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA…

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: LO SCONTRO COMINCIA ***


CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico

CAPITOLO 3: LO SCONTRO COMINCIA

GLOSSARIO

Sugoi! - Grande!
YATTA! - EVVIVA!
Makenai mou! - Non perderò!
Soredemo, - E poi,
Saa... - Allora…
Himitsu Kessha - Società Segreta
Masaka… - Impossibile…
Ogenki desuka? - Tutto bene?
Hai, genki desu! - Sì, tutto bene!

4 Aprile 1995, ore 10:00.

Sugli spalti dell'arena principale, un'enorme quantità di gente si era riunita per assistere allo scontro programmato: Ellis Hayama, la giovanissima ballerina proveniente dall'Ungheria, si sarebbe scontrata con Duke Rambert, il fiero cavaliere francese che Eiji aveva sconfitto anni prima.

Era una calda giornata primaverile, e l'aria era piena delle urla festanti di spettatori ed appassionati di arti marziali che attendevano la prima battaglia del grande torneo. Su tre posti in una delle prime file, quasi del tutto confusi tra la folla esultante, Eiji, Kayin e Amy stavano discutendo un po' prima che la loro nuova amica si presentasse sul ring.
"Eiji, avevi detto che questo Duke è uno spadaccino molto abile, e che prima di te nessuno lo aveva mai battuto…" cominciò Amy, non senza un po' di preoccupazione.
Il ragazzo dai capelli all'insù annuì in silenzio. "Sì, in effetti... però, secondo me, tra un po' Ellis sarà la seconda a metterlo in ginocchio…"
"Dopotutto, è riuscita a metterti in difficoltà, l'altro giorno…" commentò Kayin, seduto al suo posto a braccia conserte e con la sua tipica aria distaccata. "Certo è che non sappiamo quanto Duke si sia migliorato."
Ora che gli ho fatto VENIRE IL SOSPETTO che qualcuno possa batterlo… Eiji concluse il ragionamento tra sé.
"In ogni caso, l'ultima parola spetta allo scontro." Concluse Amy "Vedremo subito chi dei due riuscirà…"
Venne improvvisamente interrotta dalla voce di uno speaker: "SIGNORE E SIGNORI, benvenuti al torneo Toshinden, e grazie della vostra cortese pazienza! Su questo ring, tra pochissimo, si scontreranno due degli otto guerrieri invitati alla competizione, due dei più grandi combattenti del mondo, pronti a misurare le proprie capacità in uno scontro senza precedenti! Signore e signori, date il benvenuto alla più giovane combattente che abbia mai messo piede su quest'arena: dall'Ungheria, sedici anni, una danzatrice aggraziata e letale, esperta nell'uso dei suoi taglienti pugnali da corpo a corpo: ELLIS HAYAMA!"
Il pubblico esplose in applausi e ovazioni, mentre, da una delle entrate del colosseo, la minuta figura di Ellis, vestita con il completo da ballo che portava due giorni prima, quando si era allenata con Eiji, fece il suo ingresso, brandendo con fierezza i suoi piccoli pugnali acuti come strali. Con un gesto distratto della mano, si tolse dal viso alcuni dei suoi splendidi capelli smeraldini, e si guardò intorno, un po' spaesata dall'enorme folla che la stava osservando e faceva il tifo per lei. Con lo sguardo, cercò per un attimo i suoi tre amici, poi si arrese. Come cercare un ago in un pagliaio... pensò tra sé, quindi si avvicinò al bordo del ring e balzò agilmente su, rimase a fare qualche inchino al pubblico, poi si mise in posizione d'attesa all'angolo del quadrato.

"Wow!" esclamò Amy dagli spolti, stringendo un pugno "Bisogna dire che la nostra Ellis-chan si è presentata bene!"

"Ed ecco a voi il suo avversario!" continuò il presentatore "Un nobile guerriero che combatte secondo il codice d'onore dei cavalieri medievali, discendente di un'importante famiglia francese, qui per tenere alto il proprio onore nella grande battaglia. Ecco a voi... DUKE RAMBERT!"

Le ovazioni si alzarono nuovamente, mentre Duke, il corpo, le mani e le gambe coperti dai pezzi di un'armatura a piastre talmente lucida da brillare al sole, entrò nell'arena, tenendo tra le mani il suo impressionante spadone, Dernier Vancour. I lunghi capelli verde chiaro di Duke ondeggiarono ad un colpo di vento, come un effetto scenico, mentre il suo sguardo cadde sulla piccola combattente che lo stava aspettando sul quadrato.

Hanno intenzione di farmi combattere contro quella bambina? Riflettè incredulo E' uno scherzo, immagino...

Nessuno scherzo. Con un cenno della mano, Ellis spronò Duke a salire sul ring. Il cavaliere in armatura, per quanto incredulo, non potè fare altro che avvicinarsi al ring, appoggiare il suo enorme Dernier Vancour sull'orlo del quadrato, per poi salire sul ring con un'agilità che, per quanto nemmeno lontanamente paragonabile a quella di Ellis, era comunque insospettabile.

"Con tutta quell'armatura è riuscito a salire sul ring senza problemi?" commentò un meravigliato Kayin dagli spalti. "Sì, dev'essersi allenato come si deve, altro che!"

I due combattenti, nel frattempo, si erano posizionati al centro del ring, ed erano impegnati in una discussione preliminare.
"Il codice della cavalleria non dice niente riguardo i combattimenti con le bambine, cherìe!" disse Duke con sarcasmo, osservando dall'alto al basso la sua minuta avversaria.
Ellis gli restituì uno sguardo da monella che la sa lunga. "Se fossi in te, mi preoccuperei più di vincere che di seguire regole vecchie di un millennio. Sarò piccola, ma non scherzo!"
"Come vuoi." Concluse Duke alzando le spalle "Se vuoi combattere, non mi tiro indietro! Ma tu rischi di farti male..."
Ellis fece un mezzo versetto che riassumeva perfettamente la sua noncuranza dell'atteggiamento arrogante di Duke. Poi, si inchinò al suo avversario, che sollevò davanti a sé il suo spadone a due mani, facendo finta di ammirarlo. L'annunciatore parlò ancora una volta prima dell'inizio.
"ELLIS contro DUKE! Siete pronti? ... COMBATTETE!"
I due avversari rimasero per qualche attimo a studiarsi, in attesa che l'altro facesse anche solo il minimo movimento che l'avrebbe portato ad abbassare la guardia. Poi, Duke decise di iniziare. Sollevò la spada sopra la propria testa per poi tentare un letale fendente dall'alto verso il basso, ma si trattava di un attacco troppo lento per non essere schivato dalla velocissima Ellis, che rispose facendo una scivolata sulle ginocchia, poi si rialzò sferrando un fendente che colpì la gamba destra di Duke sopra il ginocchio, in un punto non protetto dallo schiniere. Il cavaliere francese strinse un attimo i denti, sentendo un acuto bruciore nel punto dove era stato colpito, ma la ferita era poco più di un graffio rispetto alla sua forza fisica, e Duke fu in grado di rispondere quasi subito.

"CYCLONE!" esclamò, e fece un rapido giro su sé stesso, sferrando nel contempo un fendente rotante che graffiò Ellis al fianco. Per la prima volta, il bianco del suo costume da ballerina si macchiò di rosso. Un attimo dopo, Ellis spalancò gli occhi allarmata quando si vide arrivare addosso la gigantesca lama, che la colpì di piatto. Ellis era riuscita a mettersi in posizione di difesa, ma la forza del colpo di Duke fu più che sufficiente a farla barcollare e a toglierle il fiato per un secondo. Duke cercò di approfittare del momento per piazzare qualche altro attacco.

Ma non ne fu in grado. Ellis, vedendosi in difficoltà, utilizzò la sua tecnica più ingannevole, Air Dance. All'improvviso, fece un balzo e cominciò ad eseguire una serie di capriole a mezz'aria, grazie alla sua energia interiore (il suo Ki) che le permetteva di rimanere sospesa in aria. Sotto gli occhi stupefatti di Duke, Ellis iniziò a volteggiare attorno al suo avversario, tracciando dietro di sé una scia di abbaglianti scintille azzurre. Il pubblico rimase ammutolito davanti a questa incredibile tecnica.
"Sugoi!" fu il commento di Eiji "Ellis-chan ci sa fare!"

Duke cercò disperatamente di intercettare i volteggi di Ellis, sferrando dei fendenti a caso, ma senza risultati apprezzabili. Come si girava da una parte, Ellis gli era già volata alle spalle. Non era umanamente possibile stare dietro ad un bersaglio così piccolo e così mobile, considerando anche che le scintille blu tracciate dalla tecnica di Ellis stavano abbagliando non solo lui, ma anche il pubblico che stava nelle prime file. Finalmente, la piccola danzatrice decise di averne abbastanza di tutte quelle acrobazie aeree, si preparò e lanciò un attacco a Duke, che in quel momento stava ancora cercando di intercettarla.
"ARC SLASH!" gridò Ellis, lanciandosi in picchiata sul suo avversario come aveva fatto nel suo scontro d'allenamento con Eiji due giorni prima. L'attacco di Ellis colpì Duke in piena schiena, con una forza tale che il possente cavaliere in armatura venne scagliato sul pavimento del ring, e cadde al suolo a faccia in giù, con un assordante clangore metallico, mentre Ellis, con un agilissimo salto mortale all'indietro, balzò via e atterrò in piedi a qualche metro da lui, attendendo che si rialzasse.

Duke si sollevò da terra, ammonendosi di non sottovalutare più la sua avversaria. Si rimise in posizione di guardia e sollevò Dernier Vancour davanti a sé, pronto a ricevere il prossimo attacco, che non si fece attendere.

Ellis, sempre a velocità incredibile, scattò verso il suo avversario cercando di colpire con un calcio circolare al fianco, in un punto non protetto dalla corazza. Con un gesto del braccio, Duke parò l'attacco, poi, con appena un piccolo movimento, colpì Ellis alla spalla con l'elsa di Dernier Vancour e, mentre lei faceva un passo indietro allarmata, spazzò il pavimento con un fendente sferrato di piatto che colpì le caviglie della ballerina. Con un gridolino di dolore e di sorpresa, Ellis piombò a terra, ma reagì prontamente balzando di nuovo in piedi, più velocemente di quanto Duke potesse immaginare, e colpendo con due affondi al fianco, seguiti da un nuovo, potente attacco.

"FLAMING CRESCENT!" gridò Ellis, e subito fece un balzo altissimo, fendendo l'aria dal basso verso l'alto con il suo pugnale brillante di energia gialla, in una mossa stile uppercut. Il fendente colpì in pieno Duke, scavando un profondo solco nella sua splendente armatura e facendolo barcollare. Il cavaliere francese si sentì mancare le forze, ma strinse i denti, costringendosi a non perdere l'equilibrio. Con un incredibile sforzo di volontà, Duke si tenne in piedi e si rimise in posizione per contrattaccare Ellis, che in quel momento stava scendendo giù.

Ellis si rese conto di aver commesso una grave imprudenza. Contando sulla possibilità che il suo Flaming Crescent buttasse a terra l'avversario, aveva sferrato l'attacco senza prima mettere Duke in condizioni di riceverne il massimo danno. Il cavaliere in armatura si era tenuto in piedi, contro le previsioni della sua avversaria, e si accingeva a contrattaccarla mentre lei atterrava dal suo uppercut.

Odio doverla trattare così, ma non vedo molta scelta... pensò Duke, inquadrando il suo minuto bersaglio. Poi, con un'agilità che aveva dello straordinario, il cavaliere in armatura fece un balzo, sferrando un uppercut molto simile a quello di Ellis. "HARD RAISE!"
La ragazzina venne colpita duramente a mezz'aria, e venne scagliata via con un grido di dolore. Volò per un breve tratto, poi atterrò dolorosamente su un fianco. Sugli spalti, Eiji, Kayin ed Amy trattennero il fiato, mentre Duke atterrava con un tremendo tonfo metallico.
Ellis ci mise un po' più di tempo a riprendersi dal colpo: sentiva il dolore dei colpi presi, e si accorse di avere un pò di sangue che le colava da una narice. La figura di Duke le sembrava ondeggiare leggermente.

Come la beffa che si va ad aggiungere al danno, Ellis si sentì arrivare dal suo avversario le parole: "Alzati e combatti!"
Accidenti, la fa facile... riflettè la ballerina, mentre tentava di sollevarsi ancora una volta. Ci mise un po' di tempo, ma ancora una volta riuscì ad alzarsi in piedi, raccolse i pugnali che aveva fatto cadere quando era finita a terra, e si asciugò col dorso della mano un rivoletto di sangue che ancora le colava dal naso, notando con sollievo che l'emorragia si stava fermando.

Devo elaborare un'altra strategia... sono stata troppo sicura di me... pensò Ellis, mentre la vista le tornava normale. Non ebbe tempo di pensare oltre, perché Duke partì verso di lei di corsa, tenendo il suo spadone sopra la testa. La sua velocità era superiore a qualsiasi aspettativa. Colta di sorpresa, Ellis si abbassò d'istinto, schivando il fendente trasversale che Duke sferrò. Poi, il cavaliere fece una capriola in aria e sferrò un altro fendente, dall'alto verso il basso, durante l'atterraggio, gridando: "SOUTHERN CROSS!".

Agendo sull'ultimo istante, Ellis fece una ruota di lato proprio mentre la gigantesca lama si stava per abbattere su di lei. Appena in tempo, riuscì a schivare il colpo che aprì una profonda breccia nel quadrato. Poi, Ellis si avvicinò nuovamente al suo avversario, fece un balzo altissimo, gli appoggiò le mani sulle spalliere e lo scavalcò agilmente, raccogliendo le gambe a ridosso del corpo. Mentre passava oltre, Ellis mollò la presa sulle spalliere di Duke e sferrò un doppio calcio all'indietro, colpendo l'avversario alla nuca con entrambi i talloni. Il viso di Duke si contorse in una smorfia di dolore, mentre lui barcollava e piombava nuovamente a terra. Si sentirono gli applausi del pubblico per la spettacolare manovra della ragazzina.
Lottando con tutte le forze rimaste, Duke riuscì a sollevarsi di nuovo, ma Ellis non aveva intenzione di lasciargli il tempo necessario a riorganizzare l'attacco, e gli piombò addosso con una raffica di calci e fendenti, pochi dei quali furono parati. Infine, vedendo il suo avversario ormai barcollante, Ellis spiccò un altro salto, arrivando all'altezza della testa di Duke, gridò "SCREW DANCING!" e si produsse in un salto mortale all'indietro, colpendo il cavaliere con un calcio sotto il mento. Con un gemito, Duke venne nuovamente scagliato a terra, questa volta perdendo i sensi. Il conteggio di dieci giunse al termine prima che lui riuscisse a muoversi.

Sugli spalti, il pubblico proruppe in applausi e grida di vittoria.
"YATTA!" gridarono all'unisono Eiji ed Amy, mentre Kayin, a fianco, stringeva il pugno con un sorriso soddisfatto. Sul ring, Ellis osservò ancora un attimo il suo avversario battuto, ansimò un paio di volte, poi si volse verso le tribune. Il suo viso era coperto di sudore e rigato del sangue che le era uscito dal naso, e il graffio al fianco le bruciava ancora, ma per il momento non le importava. Ora, ciò che contava era la vittoria che aveva ottenuto!

La giovane danzatrice fece un inchino al pubblico, poi sollevò un braccio, puntando l'indice verso il cielo, e pronunciando la sua frase di vittoria. "Makenai mou!"

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Ore 13:00

In un fast food vicino al complesso dove si teneva il torneo, Eiji, Kayin, Amy ed Ellis stavano pranzando. Tutti, tranne Kayin, avevano ordinato degli hamburger che in quel momento stavano assalendo famelicamente.

"Kayin-san…" disse Ellis, riprendendo fiato tra un boccone e l'altro "Tu sei l'unico di noi che non ha preso un hamburger…". La ragazzina si era cambiata i vestiti, e ora portava una leggera maglietta bianca, jeans azzurri molto corti, e scarpe da ginnastica gialle e azzurre. La maglietta riusciva a malapena a coprire la benda che Ellis portava sulla ferita al fianco ricevuta nello scontro con Duke. Un piccolo batuffolo di cotone le tappava la narice destra.
Kayin, frugando nel suo cartone di patatine, rispose con un'alzata di spalle alla domanda di Ellis. "Beh, sai… io sono vegetariano. Non mi va l'idea che una creatura che respira venga uccisa…"
Eiji appoggiò il suo hamburger e si rivolse al suo compagno di allenamento. "Sai, Kayin-kun, non credo che alle ragazze piacerebbe vedersi rovinare l'appetito…". Amy rise alla battuta, mentre Ellis si coprì la bocca con la mano per impedirsi di sputare fuori la Coca-Cola che aveva appena bevuto.
Kayin scosse la testa con un sorrisetto. "Che tipo, Eiji... sempre a fare apprezzamenti da quattro soldi sulla mia filosofia di vita…"
Un'altra risata scosse il gruppetto di amici, poi Ellis richiamò l'attenzione di tutti sul torneo. "Sentite, se non ricordo male, oggi pomeriggio ci sarà il combattimento tra Sofia e Fo… che ne dite, andiamo a vederlo anche noi?"
"D'accordo!" assentì Amy "Un modo come un altro per farci un idea del livello degli altri partecipanti…"
"E poi, chissà che il nostro Kayin non riesca a flirtare un po' con la bella biondona…" commentò Eiji, scatenando l'ilarità del gruppo.

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Intanto, in una sala sotterranea posta sotto il complesso dove si teneva il torneo, due figure stavano discutendo.

"Il match di stamattina è stato interessante." Disse una voce cavernosa e priva di emozione, che era ovviamente quella di Gaia, il gigantesco guerriero in armatura nera che aveva organizzato il torneo. "Ellis ha dimostrato di possedere un'ottima tecnica e notevoli doti atletiche. Come da previsioni, si è dimostrata un ottimo soggetto."

Gaia volse la testa coperta dall'elmetto verso una figura nascosta dalle ombre. Le lunghe appendici a forma di artiglio collegate alle piastre che gli coprivano le scapole ondeggiarono minacciosamente.

"Sembra che il rischio corso sia valso la candela, Gaia-sama." Rispose una voce giovanile, appartenente alla figura oscurata. Le torce che illuminavano debolmente la sala proiettarono un lampo su di essa. Per un attimo, le sue fattezze risaltarono: era un giovane, più o meno sui ventisei anni, dai lunghi capelli castani, che portava un kimono da combattimento color porpora, con una sorta di mantello rosso sulle spalle, pantaloni viola e stivali alti fino al ginocchio. Un osservatore qualsiasi non sarebbe riuscito a vedere altro.

"Le consiglierei però di osservare anche lo scontro di oggi pomeriggio: una dei due contendenti è Sofia Tolstoj, con la quale, se non vado errato, voi avete già avuto a che fare."

Gaia annuì. "Il che vuol dire che anche lei potrebbe essere un tassello fondamentale nel nostro piano..." riflettè ad alta voce.

"Gaia-sama, lei pensa che Sofia sappia qualcosa di cosa le ha causato la sua amnesia?"

"Non ne sono sicuro... ma è meglio tenerla d'occhio..."

Il giovane interlocutore di Gaia rimase in silenzio, riflettendo sulla situazione. Sofia... anche lei, come loro due... capitata in questo affare contro la sua volontà, e ora c'è invischiata...

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Ore 16:00

"Allora, quanto manca allo scontro?" esclamò Ellis, alzandosi in piedi dal suo posto sugli spalti dell'arena principale e cercando di vedere cosa stava accadendo. Il ritardo sulla tabella di marcia del torneo era già di mezz'ora, e la gente si sta spazientendo.

"Se la prendono comoda…" commentò Kayin con la sua solita calma, seduto a gambe accavallate e con le braccia conserte, lo sguardo rivolto verso l'arena ancora vuota.

Anche Eiji ed Amy stavano iniziando a dare segni di insofferenza. "Se va avanti così, io me ne torno in camera, torneo o non torneo!" dichiarò il ragazzo dai capelli a punte.

Per fortuna, qualche secondo dopo, l'annunciatore fece sentire la sua voce dall'altoparlante: "Signore e signori, ci scusiamo per il ritardo e vi ringraziamo per la vostra disponibilità. Dopo lo scontro di stamattina tra Ellis e Duke, siamo lieti di deliziare tutti voi con un confronto tra altri due professionisti: la prima, una bellissima ragazza russa, con la sua micidiale frusta, che ruberà i cuori di tutti voi: SOFIA TOLSTOJ!"

Da uno degli ingressi, fece il suo ingresso nell'arena la bellissima ragazza bionda che Kayin aveva adocchiato durante il discorso d'apertura. Era vestita (se quelli si potevano chiamare vestiti) di un costume intero di cuoio nero, con appena alcune fasce che le avvolgevano il petto, e che impedivano al pubblico di vedere Parigi e Londra. Ai piedi portava un paio di scarpe nere coi tacchi a spillo, i suoi lunghi capelli biondi erano legati in una coda dietro la nuca, le labbra erano tinte col rossetto, e portava sulle mani dei guanti neri che le lasciavano scoperte le dita, e arrivavano fin sopra il gomito. Arrotolata nella sua mano destra, stava una lunga frusta, anch'essa di cuoio nero. La parte maschile del pubblico esplose in ululati e grida di approvazione, mentre Sofia, avanzando con calma verso il ring, si girava verso gli spalti e, con aria seducente, mandava un bacio al pubblico in tripudio.

Alla faccia della dominatrice... pensò Kayin.

"Ed ora, il suo avversario!" esclamò lo speaker "Sicuramente il combattente più vecchio mai salito sul ring di questo torneo! Dalla Cina, 106 anni, il famoso prestigiatore FO FAI!"

"CENTOSEI ANNI?" esclamò Ellis "Sta scherzando, vero?"
Amy scosse la testa. "Dovrebbe stare in un ospizio, anziché tentare la fortuna in un torneo..."

Eiji, Kayin, Ellis ed Amy osservarono increduli il contendente che stava entrando: si trattava di uno strano vecchietto dal viso rugoso sul quale spuntavano un paio di baffi bianchi e folte sopracciglia dello stesso colore. Indossava un vestito azzurro in stile cinese sul quale portava una specie di soprabito viola chiaro ricamato in oro e con inciso il simbolo di una sorta di fenice, e un cappellino a due punte, anch'esso viola, con una gemma color verdemare incastonata sul davanti. Le sue armi erano un paio di guanti artigliati che luccicavano sinistramente. Fo, il vecchietto, si diresse sul ring e ci salì su con un balzo, senza staccare lo sguardo dalla bella Sofia.

"Ohhh... ma che sorpresa!" disse Fo con voce gracchiante, sorridendo languidamente alla ragazza "Che bella ragazza vedono questi miei stanchi occhi…". Sofia non fece che guardarlo storto, tenendo una mano sul fianco e srotolando la frusta davanti sé per lanciargli un messaggio implicito.

Fo non sembrò coglierlo. "Se vuoi, dolcezza, ce la possiamo godere un po' assieme, una volta finito lo scontro…"

"Un'altra parola da parte tua, vecchio bavoso," rispose finalmente Sofia con un sogghigno sul viso "e ti ficcherò quei tuoi artigli dove dico io!". Il vecchio rise, con un tono acuto e penetrante, e si mise in posa di combattimento.

"Siete pronti?" esclamò la voce di campo "COMBATTETE!"

Sofia iniziò il combattimento correndo verso il suo avversario e sferrando un calcio diretto verso il petto di Fo, che si scansò agilmente e contrattaccò con una doppia artigliata. Anche Sofia fu abile a schivare, e deviò le mortali lame, per poi colpire Fo con una gomitata. Il vecchio indietreggiò, con un'aria leggermente irritata sul viso.

"Non ti hanno mai insegnato che bisogna essere gentili con gli anziani?" chiese, con tono di falsa offesa. Sofia sbuffò infastidita, quel ridicolo avversario le stava già dando sui nervi.

Fo fece la sua prossima mossa. "MYSTIC BALL!" gridò, e portò le mani, aperte a ventaglio, davanti a sé, sparando dai palmi una sfera di ardente energia azzurra. Sofia si mise in posizione di guardia giusto in tempo e parò l'attacco, ma sentì il calore della sfera di energia sulle braccia. Sulla pelle di Sofia apparvero subito arrossature e qualche vescica. La bionda reagì immediatamente, facendo schioccare la sua frusta trasversalmente e colpendo Fo al braccio. Poi, senza lasciargli il tempo di recuperare, Sofia seguì con un altro attacco.

"RATTLESNAKE!" gridò, e iniziò a schioccare la sua frusta davanti a sé numerose volte, muovendola a una tale velocità che l'arma sembrava invisibile. Fo venne colpito più e più volte, mentre la frusta affilata gli apriva profondi strappi nel vestito. Infine, Sofia appoggiò la sua frusta per terra, raccolse Fo tenendolo per il colletto, lo sollevò davanti a sé, e iniziò a schiaffeggiarlo in viso. Dopo sei schiaffi, Sofia mollò il colletto di Fo e buttò a terra il vecchio con un calcio alto. Fo si abbattè al suolo gridando dal dolore e dalla sorpresa.

Ormai il pubblico era tutto per Sofia. Anche il gruppetto di Eiji e compagni stava facendo il tifo per lei. "Metticela tutta, Sofia! Fagli vedere chi sei!" stava urlando Amy, subito imitata da Ellis. Anche Kayin ed Eiji stavano applaudendo, impressionati dall'abilità della combattente russa.

Sofia, con un sorrisetto sicuro sulle labbra, prese in giro il suo avversario facendogli segno di venire avanti con la mano tesa. Fo si alzò nuovamente da terra, massaggiando la sua faccia illividita, e cercò di studiare un altro sistema per attaccare. Finalmente, si avvicinò a Sofia di corsa. La ragazza si preparò a riceverlo, ma fu colta di sorpresa quando Fo fece un balzo e si gettò su di lei tendendo in avanti la gamba sinistra.
"PAGODA KICK!" strillò il vecchio, e una frazione di secondo dopo il suo calcio raggiunse Sofia allo sterno, facendola gridare e cadere a terra di schiena. La giovane strinse i denti e si rialzò un attimo dopo, asciugandosi un po' di sangue dal labbro inferiore e rimettendosi in posizione. Fo, che si era allontanato di qualche metro, aveva iniziato a girarle attorno in quelle che sembravano essere delle piroette. Sembrava stesse tentando di confonderla.

Sofia si mise a osservare i suoi movimenti, senza fare una mossa. Notò che il vecchio con gli artigli si stava muovendo a intervalli regolari, come se seguisse uno schema predeterminato. Faceva una piroetta, si fermava per mezzo secondo, poi ne faceva un'altra, in direzione casuale. Ogni volta c'era quella pausa...

Se riesco ad anticipare il suo movimento, forse lo frego... pensò Sofia, poi strinse gli occhi e osservò con attenzione i movimenti di Fo. Due secondi dopo, mentre Fo stava facendo la breve pausa tra una schivata e l'altra...
"THUNDER RING!" esclamò la ragazza, e fece schioccare la sua frusta in aria. Dall'arma scaturì una sorta di anello fatto di energia elettrica, che sfrecciò verso il vecchio Fo. Affidandosi alla sorte, Sofia aveva lanciato il suo attacco un po' a destra rispetto al suo effettivo bersaglio, in modo da colpirlo durante l'atterraggio nel caso Fo avesse scansato verso la propria sinistra.

Aveva indovinato. Fo aveva eseguito una piroetta verso la propria sinistra. Si era così spostato proprio sulla traiettoria del Thunder Ring, e non potè fare nulla per impedire che il prioettile di Sofia lo colpisse, facendolo barcollare pericolosamente. La ragazza scattò in avanti, e prima che Fo potesse reagire, si sollevò su una gamba sola e iniziò a sua volta a piroettare su sé stessa, tendendo in fuori la sua frusta come un nastro da ginnastica ritmica.

"AURORA REVOLUTION!" gridò Sofia, avanzando rapidamente verso Fo e colpendolo ripetutamente con la frusta rotante. Alla fine dell'attacco, il vecchio era disteso a terra, stordito, e Sofia era ancora davanti a lui, con appena qualche graffio.
"Allora, vecchio? Ti sei deciso ad arrenderti?" chiese Sofia in tono sarcastico. Mentre il vecchio si rialzava infuriato, Sofia attaccò con un altro colpo di frusta che lo raggiunse alla spalla, poi lanciò un altro Thunder Ring che Fo riuscì a malapena a parare. Il vecchio con i guanti artigliati si rialzò un'altra volta e si lanciò su Sofia, che schivò abilmente un fendente e sferrò un paio di calci al petto del suo avversario. Infine, un colpo di frusta sferrato dal basso verso l'alto fece barcollare Fo e lo fece crollare a terra inerme. Il conteggio di dieci iniziò, e si concluse prima che Fo riuscisse ad alzarsi.

"La vincitrice, signore e signori... SOFIA TOLSTOJ!"

Ancora una volta, il pubblico gridò la sua gioia per la schiacciante vittoria di Sofia. La bionda combattente si chinò verso Fo, sfoderò un sogghigno di vittoria e alzò una mano, muovendo l'indice come per dire di no.
"Non eri un granchè…" commentò rivolta all'avversario, poi si sollevò in piedi, si mise la mano davanti alla bocca e cominciò a ridere in maniera beffarda.
"HOHOHOHOHOOOO…"

********************************************************************************

Dopo essere usciti dall'arena, Eiji e i suoi amici stavano discutendo sul combattimento a cui avevano appena assistito.
"Sofia è in gamba, altro che!" commentò Eiji "Non che conoscessi il suo stile, ma sicuramente è molto efficace!"
"Soredemo, io sono contenta che quel vecchio buffone sia fuori gioco!" aggiunse Ellis, sorridendo maliziosamente "Non mi sarebbe piaciuto abbassarmi a combattere contro di lui..."
"Saa…" cominciò Amy "Voi due, Eiji e Kayin, combatterete domani. Vi sentite pronti?"
I due ragazzi si guardarono negli occhi e sfoderarono entrambi un sorriso sicuro. "Altro che, Amy-chan!" rispose Kayin "Vedrai che tifo domani, quando sarò sul ring a prendere a calci quel tizio di nome Mondo!"
"Davvero?" rispose Eiji con aria astuta "Beh, vedremo chi di noi due si attirerà di più le simpatie del pubblico! E poi, dovremo anche combattere tra noi nelle semifinali, se vinceremo entrambi!"

All'improvviso, una voce conosciuta, arrivando da dietro, interruppe la discussione.

"Temo che non ci saranno semifinali."

"Cosa?" I quattro amici si voltarono, per vedere Sofia che avanzava verso di loro. Non la riconobbero subito, perché l'aria da guerriera aveva lasciato il posto ad un aspetto molto più quotidiano. La ragazza bionda si era sciolta i capelli, e indossava una camicia bianca a maniche corte, un paio di corti jeans neri, e scarpe bianche. Sofia si stava dirigendo verso i quattro amici con un'espressione molto seria sul viso.

"Sofia!" esclamò Amy, sorpresa "Come mai sei qui? E cosa vuoi dire con…"

"Seguitemi." Rispose Sofia "Dobbiamo parlare in privato." Parlava come una persona che avesse deciso di confidare un segreto molto importante a degli amici fidati e stesse cercando di fare la propria confessione lontano da orecchie indiscrete

Poi, si voltò e cominciò a camminare via. Un po' spaesati, Eiji e i suoi amici iniziarono a seguirla, mentre lei li conduceva attraverso la zona dormitori e dentro la piccola foresta che stava nella zona posteriore del complesso. Si sentivano strani, e avevano come un brutto presentimento. C'era qualcosa che non andava, chiunque l'avrebbe capito, ma cosa?

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"Questo è il posto ideale." Disse Sofia, fermandosi nel bel mezzo di una radura coperta d'ombra. Sofia avanzò lentamente nel sottobosco, illuminata a tratti dai raggi di luce che penetravano le chiome degli alberi, e guardandosi attorno come per cercare trappole.

Un pensiero attraversò la mente di Kayin. O forse sta cercando di trovare telecamere nascoste? Non sapeva perché gli fosse sorto un dubbio simile, ma si sentiva come se una possibilità del genere fosse plausibile, in un posto come quello. Ma che diavolo vado a pensare?

Eiji si fece avanti per parlare. "Allora, Sofia, ci puoi dire che sta succedendo? Come mai ci hai portato in un posto del genere?"

Sofia si voltò verso Eiji e chiuse gli occhi con aria preoccupata, poi iniziò a rispondere. "Questo è il posto in cui ci sono meno probabilità che la Himitsu Kessha ci stia osservando."

"La… Himitsu… Kessha?" fu la reazione di Amy "E che diavolo è?"

"Sono coloro che stanno dietro questo torneo." Cominciò a spiegare Sofia, volgendosi verso il quartetto di amici. "Si tratta di una potente organizzazione segreta che investe in ogni tipo di attività criminali, dalla speculazione allo spaccio di droga. In questo momento, questa società sta cercando nuovi guerrieri per il suo esercito. Questo è il motivo di fondo del torneo Toshinden."

Ellis ed Amy si scambiarono sguardi ansiosi, mentre Eiji e Kayin rimasero fermi ad ascoltare, increduli. Sofia si fermò un attimo, muovendo qualche passo tra il fogliame e il legno umido, poi riprese.

"Ad ogni torneo, tutti coloro che superano le eliminatorie vengono contattati dalla Himitsu Kessha stessa e viene loro chiesto di collaborare alle loro sporche attività. E' per questo che ho detto che non ci saranno semifinali."

Eiji annuì. "Prego, Sofia-san, vai avanti!"

"Se i lottatori rifiutano l'offerta della Himitsu, sono costretti a scontrarsi con i loro invincibili campioni. Finora nessuno è mai uscito vivo da un combattimento con quei mostri."

"Ma come fai a sapere tutte queste cose su questa Himitsu Come-Diavolo-Si-Chiama?" fu Kayin a fare questa domanda. Del resto, una persona qualunque non avrebbe potuto sapere una cosa del genere così, per puro caso.

Sofia abbassò lo sguardo, come se qualcosa la stesse tormentando. "Qualche anno fa, lavoravo per il KGB, i servizi segreti sovietici, e sono stata mandata ad un torneo per indagare e trovare informazioni sulla Himitsu. Sono stata troppo imprudente e sono stata catturata poco dopo aver scoperto diversi loro progetti di capitale importanza. Per assicurarsi che io non potessi dire nulla a nessuno su cosa avevo scoperto, i capi della Himitsu Kessha hanno pensato bene di cancellare dalla mia mente non solo i ricordi di ciò che avevo visto lì, ma anche tutti i ricordi del mio passato."

I quattro amici ammutolirono per un interminabile secondo. Poi, Amy ruppe il silenzio: "Mio Dio, sono davvero capaci di mostruosità simili?"

Sofia annuì lentamente. "Di questo ed altro, Amy-san. Ora sono qui al torneo per fargliela pagare, per fermare le loro sporche ambizioni e per cercare di recuperare la mia memoria. Ma volevo anche fare in modo che altri combattenti stessero in guardia, per evitare loro di passare ciò che ho passato io. Forse non rendo bene l'idea, ma è doloroso vivere senza un passato."

Ellis prese la parola. "Ti capisco, Sofia-san. Mi dispiace."

Nel frattempo, Eiji e Kayin stavano pensando a qualcosa che già da tempo li assillava.

La Himitsu Kessha... pensò Kayin con rabbia ...forse sono stati loro a ordinare l'uccisione di mio padre... se così fosse non vedo l'ora di averli per le mani...

Avevo sentito dire che mio fratello aveva partecipato ad un torneo… anche se era solo una voce di corridoio... stava intanto pensando Eiji Ma allora… Masaka... no, è impossibile, non mi permetterò di pensare una cosa del genere...

"Eiji! Kayin! Ogenki desuka?" la voce di Amy scosse i due amici dai loro pensieri.

"Ehm… hai, genki desu!" rispose Eiji con un breve cenno della mano. Kayin annuì rapidamente, come per scacciare ogni dubbio.

"So che voi due combatterete domani, nelle ultime due eliminatorie." Riprese Sofia, rivolta ai due ragazzi "Occhi aperti, se vincerete, verrete subito bersagliati dagli uomini della Himitsu."

"D'accordo." Risposero i due, quasi all'unisono.

Sofia annuì e fece per andarsene. "Mi dispiace di avervi dato questa preoccupazione, ma non c'era altro modo per darvi l'allarme." Poi, si allontanò lentamente, non prima però di essersi voltata un secondo e aver salutato i quattro amici, stavolta con un sorriso di speranza sul viso. "Ci rivediamo domani, e vi darò maggiori informazioni! Buona fortuna a tutti voi!"

Poi, Sofia si volse, e la sua figura scomparve tra la fitta vegetazione, lasciando un nome, sinistro e indelebile, a fluttuare nelle menti di Eiji e dei suoi compagni.

Himitsu Kessha…

TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA…

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: FUOCO CONTRO FUOCO ***


CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico

CAPITOLO 4: FUOCO CONTRO FUOCO

Glossario

Ohayo gozaimasu! - Buongiorno!
Masaka... - Non è possibile…
Chikusho... - Accidenti…
Itchou agari! - Ce l'ho fatta!
Sumimasen... - Scusa…
Oi, minna, matte yo! - Ehi, ragazzi, aspettateci!
Wakarimasen... - Non capisco…

5 Aprile 1995, ore 6:00

Una fredda brezza mattutina spirava sul grande complesso in cui si teneva il torneo Toshinden, spazzando lentamente la foschia che si era accumulata durante la notte. Una piccola figura dai capelli smeraldini, avvolta in una leggera giacchetta, si muoveva tra gli edifici ancora silenziosi, alla ricerca di qualcosa.
Ellis si guardò attorno, rabbrividendo un po' per il freddo inaspettato. Eppure ero sicura che fosse da queste parti... pensò tra sé. Dove accidenti è la camera di Amy-san?
Sotto la giacca, Ellis portava la maglietta bianca e i pantaloncini che aveva il giorno prima, oltre che le sue scarpe gialle e azzurre. Le ferite che aveva subito nello scontro con Duke si erano già quasi rimarginate. La ragazzina era stupita dalla sua velocità di ripresa, sicuramente impossibile per una persona normale.
In ogni caso, avrò tempo di pensarci dopo. Pensò la danzatrice Intanto devo trovare Amy-san e darle la sveglia...

Finalmente, lo sguardo di Ellis si posò su un bungalow isolato. La ragazzina lesse il numero che stava in corrispondenza del campanello. Era il bungalow numero 11.
"Numero 11…" sussurrò Ellis, tra sé e sé "Sì, Eiji-san mi aveva detto che questa è la camera di Amy-san… okay, è il momento di buttarla giù dal letto…"
Con un sorrisetto sicuro, Ellis si sgranchì la mano e diede una scampanellata a tutto volume, poi si mise in attesa, rimettendo a posto la sua giacca per proteggersi meglio dal freddo mattutino. Dieci secondi dopo, non avendo ancora sentito segni di vita dalla camera, Ellis suonò di nuovo il campanello, con anche più entusiasmo di prima.
"Un momento…" rispose dall'interno la voce assonnata di Amy.

Due secondi dopo, la porta si aprì con un leggero scricchiolìo, ed Amy apparve da dietro di essa, sfregandosi con la mano gli occhi intorpiditi.
"Ohayo gozaimasu, Amy-san!" la salutò Ellis facendo un inchino e sfoderando un largo sorriso. Amy la guardò intontita per un attimo, poi ricambiò il saluto: "Ohayo gozaimasu, Ellis-chan... mi dispiace, ma non sono nelle condizioni più presentabili…"
Ad Ellis bastò un'occhiata per rendersi conto di cosa intendesse la sua amica per "non presentabile": Amy era spettinata, scalza e ancora in pigiama, ed evidentemente si era svegliata proprio in quel momento. La camera non era in condizioni molto migliori.
Il letto era completamente disfatto, con le coperte e le lenzuola gettate di qua e di là come stracci, mentre i vestiti sporchi giacevano in un angolo, ammucchiati l'uno sull'altro.
"Scusa il casino, Ellis-chan, ma l'ordine non è tra le mie qualità…" mormorò Amy, poi aggiunse: "Allora, per quale motivo mi vieni a svegliare così presto?"
Ellis fece un altro sorrisetto, inclinando la testa da un lato: "Beh, stamattina combatte il tuo ragazzo, e pensavo che ti avrebbe fatto piacere vedere la battaglia dalla prima fila. Quindi, è meglio che ci sbrighiamo a fare colazione e a recarci all'arena principale, se vogliamo trovare qualche posto libero..."
"Non che tu abbia torto, ma mi sembra davvero un po' presto..." disse Amy, scuotendo la testa per schiarirsela. "E non ho neanche dormito molto stanotte..."
Ellis la guardò per un attimo, rendendosi conto di cosa volesse dire. "Quello che ci ha detto Sofia ieri sera riguardo la Himitsu Kessha, o comunque si chiamasse, ti preoccupa, dico bene?"

"Che altro posso dire?" rispose Amy alzando le spalle "Non capita certo tutti i giorni di scoprire che dietro quello che sembra un torneo inoffensivo… o quasi… si nasconde una società segreta!"
"E oggi, dopo i due scontri programmati, si faranno vivi…" aggiunse Ellis con aria pensosa "Chissà che sorprese avranno in serbo per noi…"
"In ogni caso…" concluse Amy, scuotendo la testa "…non servirà a molto preoccuparsi prima del tempo. Andiamo a vedere gli scontri di oggi, poi attendiamo gli eventi." Ellis annuì, mentre Amy entrava in bagno per lavarsi.
In ogni caso, spero che Sofia ci darà maggiori delucidazioni oggi... pensò tra sé la giovane ballerina, perdendosi nei suoi pensieri. Poi, un'idea le attraversò la mente.
Un attimo... avevo sentito dire che mio padre era collegato al torneo in qualche modo. Forse anche lui sa qualcosa della Himitsu Kessha... o forse ne è un membro lui stesso... Masaka...

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Ore 9:00, l'arena principale del complesso.

L'idea di Ellis di presentarsi all'arena molto prima si era rivelata azzeccata: ora il pubblico gremiva lo stadio, e non si sarebbe potuto trovare un posto libero neanche a pagamento. Ellis ed Amy erano riuscite ad accapparrarsi due posti in prima fila più o meno un'ora prima, subito seguite dal biondo Kayin e da Sofia, e poco tempo dopo un enorme afflusso di gente aveva riempito gli spalti. I posti in prima fila erano svaniti in pochissimi minuti.

"Avevi ragione tu, Ellis-chan!" osservò Amy "Grazie di avermi dato la sveglia, anche se ripeto che era un po' presto…". Amy si era cambiata vestito, e ora portava una maglietta blu con pantaloncini rossi, e scarpe bianche su calze anch'esse blu.

"Dunque, Amy-san…" cominciò a parlare Sofia "Questo è lo scontro in cui vedremo Eiji in azione, giusto?". Alla risposta affermativa di Amy, l'ex-agente segreta russa continuò: "Bene, speriamo che sia davvero forte come ho sentito dire…"

"Non hai motivo di dubitarne!" confermò Kayin "Io e lui siamo stati i due migliori allievi del conosciuto Sho Shinjo, che tra l'altro è il fratello di Eiji!"

"Sho Shinjo…" riflettè Sofia ad alta voce. Perché quel nome le suonava così familiare? Accidenti alla mia perdita di memoria... eppure questo nome l'ho già sentito, sarei pronta a scommetterci la vita... "Sho Shinjo… quel famosissimo spadaccino, misteriosamente scomparso, la cui abilità è rinomata in tutto il mondo?"

Kayin annuì. "Già il nome dice tutto di lui!"

("Sho", in giapponese, significa "il guerriero". Nota dell'Autore)

Ellis, che fino a quel momento era stata attenta alla discussione, volse lo sguardo verso il ring. "Credo che stiano per cominciare!"

Aveva ragione. "Signore e signori, bentornati! Anche oggi, avrete l'onore di assistere ad un duello tra i più spettacolari nella storia! Ecco a voi, proveniente dal Giappone, una giovane promessa, fratello minore e allievo del rinomato Sho Shinjo! Ecco a voi… EIJI SHINJO!"

Eiji, con addosso il suo kimono da combattimento bianco orlato di rosso sulla maglietta nera, pantaloni neri e scarpe marroni, fece il suo ingresso, stringendo la fascia bianca che portava legata in fronte, e mettendo a posto i suoi capelli pettinati all'insù. La folla esplose in applausi e incoraggiamenti, mentre il giovane guerriero si guardava attorno un po' spaesato.

Devo ammettere che fa un certo effetto presentarsi davanti a tutto questo pubblico... pensò tra sé, poi saltò sul ring, mettendosi in posizione. Dagli spalti, Amy lanciò un grido d'esultanza. "Wow, vai, Eiji, sei il migliore!". Kayin ed Ellis guardarono il loro amico come per augurargli buona fortuna.

"Ed ora, il suo avversario, dagli Stati Uniti d'America: uno dei lottatori più massicci che si siano visti nella competizione, armato della sua mazza da combattimento, pronto a schiacciare ogni avversario… RUNGO IRON!"

Ed ecco apparire, dall'entrata opposta a quella di Eiji, il gigante dai corti capelli biondi che era tra i presenti al discorso di apertura. Indossava una canottiera color grigio chiaro, quasi bianco, ma il colore era deturpato da aloni di macchie d'olio e carbone. I possenti muscoli pettorali spiccavano da sotto di essa. Portava dei larghi pantaloni marroni e grossi, pesanti stivali anfibi, e teneva la sua arma, una enorme clava fatta di pietra, con una mano, appogiata sulla spalla, mostrando così gli impressionanti bicipiti. Il pubblico osservò Rungo con timore reverenziale.

Anche Rungo salì sul ring, incontrando lo sguardo di Eiji. "Oh, bene!" commentò il ragazzo "Mi diverto di più quando l'avversario è muscoloso!"

Rungo squadrò il suo avversario, di più o meno venti centimetri più basso, con aria severa. "Questo non è un gioco, Eiji Shinjo. Sono qui per una ragione importante."

"Lo so che non è un gioco." Rispose Eiji, assumendo un contegno più posato. "Ci sono un bel po' di affari loschi dietro questo torneo, e voglio scoprire di cosa si tratta… e poi, sono qui anche per cercare informazioni su mio fratello Sho… che era stato al torneo dell'anno scorso."

Rungo annuì. "Ti capisco." Proseguì con la sua voce cavernosa. "Ma anch'io ho qualcosa di importante da trovare. Mia moglie e mio figlio sono stati rapiti dall'organizzatore di questa farsa."

Per un attimo, Eiji, reso insicuro dalle parole di Rungo, pensò di darla vinta a lui. Ma sapeva che così facendo, avrebbe perso una delle più grandi occasioni della sua vita. Perciò sfoderò la spada e si mise in posa di combattimento. "E va bene. Allora, chi di noi due vincerà, andrà avanti, come da programma."

Rungo annuì in silenzio, e si tenne pronto. Un attimo dopo, lo speaker annunciò l'inizio dello scontro: "Siete pronti? COMBATTETE!"

Eiji aprì lo scontro, sferrando due deboli fendenti, che Rungo deviò senza problemi, per poi rispondere con un pugno e poi un calcio. Anche questi colpi non ebbero effetto, grazie alle pronte difese di Eiji. I due contendenti presero un po' di distanza e si squadrarono con aria determinata, mentre il pubblico incitava.

Rungo attaccò di nuovo, sferrando un colpo di clava circolare alle gambe di Eiji. Il ragazzo incespicò, ma si riprese subito, attaccando Rungo con una ginocchiata, poi un fendente trasversale che aprì un taglio nel braccio del gigante. Quest'ultimo fece un passo indietro con un grugnito di dolore, poi, facendo una capriola laterale, cercò di riguadagnare la distanza.

Atterrato dalla schivata, Rungo si preparò a ricevere Eiji che stava scattando verso di lui, pronto per un altro attacco. Il biondo americano sollevò la mazza con entrambe le mani sopra la testa, poi la abbattè sul pavimento del ring, esclamando: "FIRE STRIKE!"

Con un boato, una fiammata spirituale scaturì dal terreno nel punto in cui Rungo aveva colpito e si scagliò come un'ondata sul sorpreso Eiji, che non potè fare nulla per parare. La fiumata di fuoco lo colpì in pieno, sollevandolo dal terreno e scagliandolo via verso i bordi del ring. Eiji atterrò sulla schiena, poi si rialzò scuotendo la testa per schiarirsela.

Chikusho… pensò il ragazzo Di solito i lottatori grossi e lenti non hanno attacchi a distanza...

Eiji si avvicinò con cautela, tenendo sott'occhio Rungo, che ora si era rimesso in posizione. I due continuarono a squadrarsi per qualche secondo, poi, come obbedendo ad un unico ordine, scattarono in avanti. Eiji fu più rapido ad agire: si gettò a terra ed eseguì una perfetta scivolata, colpendo le gambe di Rungo con i piedi e facendogli perdere l'equilibrio. Stavolta Rungo non riuscì a tenersi in piedi. Come per molti uomini alti, le gambe erano il suo punto debole.

Il gigantesco minatore americano si rialzò, ma Eiji, che aveva riguadagnato la distanza, non gli diede il tempo di agire. Sferrò un fendente verticale in aria, gridando: "REKKUZAN!", e dalla punta della Byakko No Tachi scaturì una sfera di fuoco ardente che andò a colpire Rungo con una forza tremenda, facendolo barcollare nuovamente. In quel momento, i due combattenti davano l'aria di essere perfettamente alla pari, e il pubblico era in tripudio.

Determinato a non perdere lo scontro, Rungo scattò verso Eiji, che si tenne pronto per un qualche attacco fisico. Invece, Rungo si fermò a poco dal suo avversario, lo afferrò per il colletto, poi lo sollevò grazie alla sua forza straordinaria e lo colpì con una testata in fronte, talmente violenta che il suono si udì chiaramente nelle prime file. Amy trattenne il fiato, mentre Eiji, ora libero dalla morsa di Rungo, finì a sedersi per terra, afferrandosi la fronte già sanguinante con la mano libera e stringendo i denti dal dolore. Rungo attese che Eiji si rialzasse, poi si mise a piroettare su sé stesso, tendendo in fuori la sua terribile mazza di pietra. "SPINNING RAM!"
Incespicando leggermente, Eiji indietreggiò per tenersi fuori dalla portata della micidiale arma. Poco dopo, Rungo smise di roteare su sé stesso, e si fermò un istante. Eiji scattò immediatamente in avanti tenendo la katana di fronte a sé, raggiunse Rungo e spiccò un enorme balzo avvitandosi su sé stesso e tenendo la Byakko No Tachi con due mani sopra la testa, al grido di: "HISHOZAN!". Rungo venne colpito e scagliato a terra, mentre il suo avversario atterrava elegantemente in piedi. Quando Rungo si rialzò, fu accolto da una ginocchiata e due fendenti sferrati da Eiji.

Mettendosi in posizione di guardia, il gigante biondo parò i successivi attacchi, poi gridò: "BATTER UP!", scattò e colpì Eiji con una spallata, seguita da un colpo di clava dal basso verso l'alto che fece volare il giovane, che atterrò pesantemente sul quadrato.
E' più forte di quanto pensassi… non solo, la sua resistenza sembra infinita… eppure ho mandato a segno un bel po' di colpi.
Eiji si tirò su, più faticosamente questa volta, ma Rungo non gli lasciò il tempo di organizzarsi, e attaccò con due calci frontali e un colpo di mazza diretto al fianco. Il ragazzo finì di nuovo al tappeto, ma ancora una volta trovò la forza di rialzarsi.

Le forze mi stanno venendo meno… devo concludere in fretta o sono fregato…

Rungo alzò la clava e la abbassò di colpo, eseguendo un altro Fire Strike. Eiji si era già aspettato questa mossa e, calcolando alla perfezione il tempo, saltò oltre la fiammata dirompente. Poi, a mezz'aria, mentre Rungo si stava ancora rimettendo in posizione, il ragazzo gridò: "RYUSEIKYAKU!" e scese giù in picchiata, puntando la gamba, avvolta da fiamme spirituali, contro il suo avversario. Il calcio colpì in pieno Rungo, costringendolo ad indietreggiare. Poi Eiji seguì con un calcio laterale al fianco, colpì Rungo con l'elsa della sua katana, e per finire lo afferrò per la maglietta e, dimostrando una forza insospettabile, lo proiettò sopra la spalla, alla maniera dei judoka.

Facendo appello alle sue ultime forze, Rungo si tirò su, ma non durò molto più a lungo. Venne colpito in pieno da un calcio in salto mortale di Eiji, e venne scagliato a terra per il knock-out. Ancora una volta, tutto lo stadio vibrò di applausi, mentre l'annunciatore proclamava il risultato dello scontro.
"Knock-out! Il vincitore è… EIJI!"
Sugli spalti, Amy ed Ellis stavano già saltando di gioia. I più seri Kayin e Sofia si limitarono ad applaudire come il resto del pubblico.
Sul quadrato, Eiji alzò la Byakko No Tachi verso il cielo e lanciò il suo grido di vittoria:
"Itchou agari!"
Ma, in cuor suo, non poteva fare a meno di sentirsi dispiaciuto per Rungo…

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Il gruppo di amici stava uscendo dall'arena principale, impegnato in una conversazione. Durante lo scontro con Rungo, Sofia aveva osservato le mosse di Eiji, e all'improvviso le era sembrato di averle già viste da qualche parte…

"Quando sono fuggita dalla Himitsu Kessha," stava raccontando Sofia "essi hanno mandato Caos, uno dei loro uomini migliori, per riportarmi indietro. Mi ricordo che Caos stava per sopraffarmi, quando un guerriero armato con una spada katana ha interrotto il combattimento e ha intimato a Caos di lasciarmi andare. Caos l'ha attaccato, e il ragazzo l'ha quasi ucciso in appena due minuti. Mi ricordo inoltre che questo misterioso guerriero usava delle mosse molto simili alle tue…"

"Delle mosse simili alle mie?" si chiese Eiji "Allora forse… potrebbe essere stato… ma sì, era senza dubbio mio fratello Sho! Ma cosa ci faceva lì, in quel preciso momento?"

Sofia scosse la testa. "Magari lo sapessi. So solo che, dopo aver messo fuori causa Caos, se n'è andato dicendomi che ci saremmo rivisti, un giorno o l'altro…"

Il gruppetto di amici sembrava decisamente perplesso. C'era sicuramente qualcosa che sfuggiva loro. Che Sho sapesse già allora qualcosa che loro ancora ignoravano? Tutt'a un tratto, Eiji volse il suo sguardo da un'altra parte, dicendo: "Beh, avremo tempo dopo di pensare a questo mistero… ora, se permettete, devo assentarmi un minuto."

Detto ciò, Eiji se ne andò nella direzione verso cui aveva volto lo sguardo: guardando anche loro da quella parte, videro il gigantesco Rungo che si stava allontanando lentamente dall'arena principale. Le sue ferite erano state medicate, ma era evidente che non erano quelle a fargli male di più. Il pensiero di non aver potuto aiutare la sua famiglia era molto peggiore…

Eiji raggiunse Rungo, camminando lentamente e con solennità, e si rivolse a lui: "Rungo-san…"

Il biondo americano si volse verso di lui, il volto che non tradiva la benchè minima ombra di rancore per colui che l'aveva sconfitto. "Sì, volevi dirmi qualcosa?". Eiji chiuse gli occhi, cercando le parole giuste.

"Mi dispiace per te… capisco che anche tu hai qualcosa di importante per cui combattere." Disse infine " Senti… anch'io sono sulle traccie della Himitsu… se vuoi, posso pensarci io a salvare tua moglie e tuo figlio…"

Sul rude viso di Rungo si dipinse un lieve sorriso. "Hey, non c'è problema, Shinjo… posso sempre trovare un altro modo di aiutare la mia famiglia…"

Venne improvvisamente interrotto da una voce infantile che giunse da dietro Eiji: "PAPA'!!!".
I due rivolsero sorpresi lo sguardo verso la direzione della voce, per vedere un bambino dai lunghi capelli biondi legati in una treccia, dell'apparente età di sei o sette anni, che portava una maglietta bianca, salopette beige scura e scarpe marroni. Stava correndo a perdifiato verso Rungo, che lo osservava con un misto di sorpresa e di felicità. Dietro di lui, una donna sulla trentina, in camicia, gonna lunga e scarpe da lavoro, con capelli castani lunghi fino alla schiena, camminava lentamente, con un dolce sorriso sul volto. Rungo, troppo sorpreso per parlare, si limitò a sussurrare qualcosa che Eiji capì come: "Mia… moglie… mio… figlio…"

Il bambino biondo raggiunse Rungo e gli balzò in braccio, abbracciandolo con tutta la forza di cui era capace. Il padre, pur sbalordito, non potè fare a meno di tenerlo in braccio e accarezzargli la testa. Poi, si rivolse a sua moglie, che intanto aveva raggiunto il gruppetto: "Laila… ma come mai… vi hanno liberati?"

La donna scosse la testa, tenendo gli occhi chiusi. "Non ne ho idea… L'uomo che ci ha rapiti, un tizio di nome Gaia, ci ha poi lasciati andare non appena ha visto che avevi perso l'incontro. Ha osservato tutto il match da un maxischermo che era nella sua base…"

Osservando un po' meglio, Rungo ed Eiji notarono che la donna e il bambino non sembravano aver subito maltrattamenti di sorta. Non c'erano segni sui loro corpi, né apparivano denutriti o traumatizzati. Rungo era ovviamente sorpreso.

Ed Eiji, e i suoi amici che avevano osservato la scena da lontano… beh, sarebbe riduttivo dire che erano assolutamente increduli.

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Ore 14:30

Dopo pranzo, Eiji, Kayin, Amy, Ellis e Sofia si erano riuniti nella camera di Eiji per discutere di quanto avevano visto quella mattina e di quanto aveva riferito loro il ragazzo dai capelli all'insù, che aveva parlato con Rungo e la sua famiglia in prima persona e aveva un'idea più chiara di come si erano svolti gli eventi.

"Okaaay, ricapitoliamo!" esclamò Kayin, la voce orlata di sarcasmo. "La situazione è questa: la Himitsu Kessha rapisce la moglie e il figlio di quel Rungo Iron, costringono quest'ultimo a battersi in questo dannato torneo, Rungo perde… e la Himitsu per tutta risposta che fa? Lascia andare la moglie e il figlio con una pacca sulla spalla dicendo: 'Scusate tanto signori è stato tutto un equivoco'!"

Il giovane biondo osservò attentamente i suoi quattro ascoltatori per essere sicuro che la sua battuta avesse fatto effetto, poi, con un'alzata di spalle e un sorrisetto sardonico, concluse il ragionamento: "Non ha molto senso, ho paura!"

"Direi che non ne ha proprio!" ribattè Eiji scuotendo la testa, sempre più confuso. "Perché diavolo una società segreta come quella dovrebbe lasciar andare così due ostaggi?"

Ellis azzardò un'ipotesi: "Forse li hanno lasciati perché gli servivano solo per attirare Rungo al torneo, e quando ha perso, si sono resi conto che non era il tipo di guerriero che cercavano, perciò…" ma si interruppe. Aveva capito che questo ragionamento faceva più di una piega.
"No, no, no, dimenticate quello che ho detto!" si corresse frettolosamente, muovendo le mani davanti a sé. "Ho detto una sciocchezza tremenda!"

Amy arricciò il naso. "Odio dirlo ma… sì, era proprio una sciocchezza. In fondo quei due rappresentavano due testimoni scomodi per la Himitsu…"

Sofia confermò con un cenno della testa. "Da quanto so della Himitsu, sono sicura che non sono così clementi con i loro nemici. Tutti coloro che cadono nelle loro mani non ne escono vivi. Io ho solo avuto molta fortuna."

Nessuno sembrava avere una risposta alle domande che si stavano ponendo. La situazione che si erano trovati davanti era totalmente inaspettata, e il mistero si andava infittendo sempre di più.

Un'altra idea fu azzardata da Amy: "Forse questa volta il torneo è organizzato da qualcun altro!", ma Sofia fu rapida a smentire.

"No, è impossibile. I diritti di organizzazione del torneo sono strettamente in mano alla Himitsu, che per ovvi motivi non ha alcun interesse a cederli. A meno che… " Sofia si fermò un attimo, ragionando sulla possibilità suggerita da Amy "…beh, in effetti… qualcuno potrebbe aver organizzato il torneo senza previa autorizzazione della Himitsu!"

I quattro combattenti rimasero in silenzio qualche secondo. L'idea non era del tutto insensata. Era davvero possibile che qualcuno avesse messo su un torneo all'insaputa della Himitsu Kessha. Ma questa ipotesi risolveva un problema per crearne mille altri.

"E allora, chi ha organizzato questo torneo?" domandò Kayin.

"E soprattutto, per quale motivo?" proseguì Ellis, cercando inutilmente una spiegazione. "Bah, inutile tirare ad indovinare!"

"Tra poche ore ci sarà l'ultimo scontro, io contro Mondo." puntualizzò Kayin "E dopo le eliminatorie, se è vero che la Himitsu Kessha sta dietro a questa farsa, ci aspettano i loro campioni per proporci di combattere dalla loro parte. Io dico che l'unica cosa da fare sia attendere gli eventi, per evitare di fare mosse stupide."

I suoi amici annuirono. "Okay, allora faremo così. Attenderemo i campioni della Himitsu e li affronteremo. Speriamo solo che vada tutto bene…" concluse Ellis.

Il gruppetto, lentamente e in ordine, uscì dalla camera, con Eiji ed Ellis che chiudevano la fila. Per un attimo, la danzatrice dai capelli verde smeraldo si fermò, come a chiedersi qualcosa. Poi, si rivolse ad Eiji: "Sumimasen, Eiji-san... ho una domanda da farti…"
Il ragazzo volse lo sguardo verso di lei. "Sì, Ellis? Dimmi."
Ellis mostrò il fianco, rivelando che la ferita ricevuta da Duke nello scontro del giorno prima era ormai già quasi scomparsa. "Vedi?" disse Ellis "Che io sappia, una persona normale non può guarire così rapidamente! Com'è possibile?"
Eiji sembrò pensare un attimo, poi rispose: "Dev'essere effetto del ki che sei in grado di controllare."
"Il ki? Vuoi dire la mia energia interiore?" domandò Ellis.
"Esatto!" confermò Eiji, annuendo "Durante i miei giorni di allenamento, mio fratello mi ha insegnato questo: il ki viene utilizzato nei combattimenti per danneggiare l'avversario. Ma quando non si combatte, questa energia rimane a 'scorrere', per così dire, nel corpo di chi lo possiede. L'effetto è quello di accelerare le funzioni rigenerative dell'organismo, permettendo così al combattente di ristabilirsi più rapidamente. Ma solo i lottatori che sanno controllare il ki hanno questa fortuna."
"Ah!" esclamò Ellis, meravigliata "Dunque anche tu domani sarai completamente a posto e pronto a combattere ancora!"
"Già, ed è una fortuna, considerando ciò che ci aspetta!" commentò Eiji, massaggiandosi il braccio sinistro illividito.
"HEY, GENTE!" arrivò la voce di Amy "Io e Sofia stiamo andando all'arena centrale per prenderci i posti. Voi, quanto avete intenzione di tardare?"
"Oi, minna, matte yo!" esclamò Ellis allarmata, mentre lei ed Eiji si affrettavano nella direzione in cui si erano dirette Amy e Sofia.

Una nuova battaglia attendeva… l'ultima…

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Ore 16:00

Kayin Amoh entrò nell'arena brandendo nervosamente la sua claymore, circondato dalle grida emozionate di moltissimi fan, soprattutto ragazze, che erano ansiosi di vederlo in azione. Seduti in prima fila, Eiji, Amy, Ellis e Sofia lo osservavano con aria di incoraggiamento. La voce dello speaker presentò il giovane spadaccino mentre entrava nel ring.

"Ecco a voi una nuova stella della scherma: figlio del guerriero Tempesta, dalla Scozia, un giovane e conosciuto cacciatore di taglie, qui per tenere alto l'onore del padre, malauguratamente deceduto nel torneo dell'anno scorso: KAYIN AMOH!"

Kayin sentì un brivido freddo percorrergli la colonna vertebrale. C'era proprio bisogno di rigirare il coltello nella piaga, ricordandogli la morte di suo padre? Si mantenne calmo, cercando di concentrarsi sullo scontro che si prospettava.

Un gruppo di ragazzine, sedute in prima fila e quasi sbavanti d'eccitazione, si misero a gridare e applaudire al giovane biondo scozzese che aveva già conquistato i loro cuori con il suo charme. Per rilasciare un po' della tensione accumulata, Kayin si girò verso il gruppetto di ragazze e alzò il pollice, strizzando un occhio e facendo un sorrisetto. Le grida di eccitazione di alzarono ancora di più.

Dall'altra parte degli spalti, Eiji scosse la testa. "Povere ragazze…" commentò con un sorrisetto sarcastico "…peccato che non sappiano com'è davvero Kayin-kun…". Amy, Ellis e Sofia risero tra i denti.

"Ed ecco a voi, per l'ultimo scontro delle eliminatorie," continuò lo speaker "un guerriero dell'antica e nobile stirpe di guerrieri ninja Yaki, esperto nella lotta con la sua micidiale lancia. Ecco a voi… MONDO!"

Il guerriero ninja che Kayin ed Eiji avevano visto il primo giorno entrò nel colosseo, vestito con un costume da ninja di vari colori, con tinte varianti dal marrone al rosato, con i pantaloni verdi e le scarpe nere. Sulle spalle, come una sorta di zaino, portava quella che sembrava essere una scatola di legno. I lunghi capelli neri del ninja erano legati dietro la nuca. In mano teneva una lunga lancia, che stava facendo volteggiare abilmente in mano. A passo lento e sicuro, Mondo si avvicinò al ring, salendoci su e guardando Kayin fisso negli occhi.

"Così, tu sei Kayin Amoh, il figlio del famoso Tempesta." Commentò Mondo con voce calma, quasi piatta. "Bene. Mi dispiace ma ti avverto, non potrai ostacolarmi."

"Spiace anche a me." Rispose Kayin, tenendo in mano la sua claymore, la cui lama luccicava al sole. "Ma pure tu sei un ostacolo per me. E se voglio vendicare mio padre, dovrò sconfiggerti!"

Il ninja alzò le spalle. "Parli come se fosse facile…"

"Chissà che non lo sia…" fu la risposta di Kayin, accompagnata da un sorriso sardonico.

"COMBATTETE!" esclamò lo speaker, e i due si misero in posizione.
Fu Kayin il primo ad agire, stuzzicando Mondo con un paio di fendenti leggeri, che vennero deviati dalla lancia. Più rapido di un fulmine, Kayin piazzò un calcio al fianco, poi uno sulla spalla. Come svegliato, Mondo reagì rapidamente con un affondo della lancia, che il biondo spadaccino schivò, ma non del tutto. Il ninja infilò la sua arma tra il braccio e il torso di Kayin, poi lo sollevò in aria, lo fece volteggiare e lo sbattè a terra.
Kayin emise un grugnito di sorpresa e dolore quando il suo corpo colpì il quadrato, poi si rimise in piedi con una rotolata di lato e riassunse la sua posizione di lotta. Il suo avversario decise di approfittare della sua momentanea posizione di vantaggio, fece un balzo in aria facendo roteare la lancia e a mezz'aria sferrò un fendente trasversale gridando: "GORIKI RAIJIN!"
Due palle di fuoco scaturirono dalla scia che la lancia di Mondo aveva tracciato nell'aria e sfrecciarono verso Kayin, che però non sembrò troppo allarmato. Tirò indietro la spada, poi sferrò un fendente da cui partì un'altra palla di fuoco. "SONIC SLASH!"

I due attacchi si scontrarono tra loro e si annullarono a vicenda con un abbagliante lampo di luce, mentre Mondo scendeva elegantemente a terra. Kayin lo guardò con aria sicura, mentre il pubblico ammutoliva incredulo. Ancora una volta, come già prima quel giorno, nello scontro tra Eiji e Rungo, avevano visto con i loro occhi i potenti attacchi di fuoco spirituale dei due grandi guerrieri.

Mondo balzò in avanti, muovendo minacciosamente la lancia contro Kayin, che schivò con una capriola laterale, per poi rispondere con un fendente di piatto sferrato dal basso verso l'alto. Il ninja venne colpito sotto il mento dalla lama della claymore di Kayin, e barcollò all'indietro, per poi piombare al suolo. Mentre Mondo era a terra, Kayin si produsse in una spaccata, finendo per colpire Mondo con la gamba tesa. "SHOULDER CRUSH!". L'attacco colpì il braccio del ninja, strappandogli un grido. Poi, Kayin si allontanò, pronto a ricevere il prossimo attacco.

Mondo si rialzò, il viso rabbuiato. Non aveva nessuna intenzione di perdere così vergognosamente. All'improvviso, tenendo la lancia davanti a sé, la fece roteare come le pale di un ventilatore, avanzando rapidamente verso il suo avversario. "GORIKI FUUJIN!". Kayin, sorpreso, si mise in posizione di guardia, ma alcuni colpi superarono le sue difese, causandogli diversi graffi e lividi. Poi, mentre Kayin stava ancora recuperando, Mondo tentò un affondo. Lo spadaccino scozzese, agendo d'istinto, era riuscito a scansarsi, impedendo a Mondo di ferirlo gravemente, ma Kayin rimase di stucco quando vide la lancia del guerriero Yaki allungarsi di quasi il doppio, come se fosse stata elastica. La punta acuminata provocò un taglio sul braccio destro di Kayin.

"Hey, vacci piano con quegli aggeggi!" esclamò il ragazzo biondo tamponandosi la ferita, mentre la lancia, rapidamente come si era allungata, tornava alla lunghezza normale. Mondo, per niente impressionato dal commento, attaccò di nuovo, facendo indietreggiare Kayin fin quasi al bordo del ring. Kayin doveva fare qualcosa, e in fretta. Se fosse caduto, il match sarebbe andato automaticamente a Mondo.

Schivando un calcio al fianco, Kayin scattò verso Mondo tenendo la spada davanti a sé. Poi, giunto a ridosso del suo avversario, si lanciò in un uppercut ad avvitamento praticamente uguale allo Hishozan di Eiji, spiccando un balzo enorme e tenendo la spada con due mani sopra la propria testa.
"DEADLY RAISE!". L'unica differenza tra questa e la mossa di Eiji era che la traiettoria dell'uppercut di Kayin era più inclinata.

La Deadly Raise di Kayin colpì in pieno Mondo, sollevandolo da terra per poi farlo crollare pesantemente sul quadrato. Kayin atterrò in piedi e approfittò del momento di tregua per riposizionarsi, allontanandosi dal bordo del quadrato. Quando Mondo si rialzò, Kayin lanciò un altro Sonic Slash, che il ninja riuscì a malapena a parare, poi scattò verso il suo avversario e, giunto molto vicino, fece un salto mortale in avanti, colpendo l'avversario coi talloni durante l'atterraggio e facendo cadere di nuovo.

Mondo non era per niente contento di stare per perdere, come è facile immaginare. Un attimo dopo essere caduto, si rialzò con un colpo di reni, poi sferrò un calcio basso alle caviglie di Kayin. Il biondo spadaccino inciampò, e mentre stava cercando di recuperare l'equilibrio, Mondo eseguì il suo uppercut, balzando in aria e facendo roteare la lancia sopra la testa. "GORIKI TENBU!"
Kayin, colpito in pieno, venne scagliato di nuovo al suolo e rimase lì per un secondo, poi si rialzò stavolta un po' più lentamente e col respiro affannoso.

Okay, amico, l'ora dei giochi è finita... pensò tra sé Kayin, scuotendo la testa per schiarirsela e afferrando a due mani la sua claymore. Poi, scattò verso Mondo, che si tenne pronto a ricevere l'attacco e fece allungare nuovamente la lancia per colpire Kayin mentre questo caricava.

Ma Kayin aveva fatto una finta. Nel momento in cui vide Mondo iniziare a muoversi per sferrare il suo affondo, il ragazzo si gettò di lato, e il guerriero Yaki si ritrovò scoperto ed esposto ad un contrattacco. Kayin lo raggiunse durante quell'attimo, lo afferrò per il colletto della veste con entrambe le mani e lo scaraventò dietro di sé con un lancio da judo. Il ninja colpì il quadrato con un tonfo sordo, rotolò di lato, si rialzò e tentò un altro Goriki Ryujin, l'attacco in avanzamento con la lancia mulinante. Kayin indietreggiò, schivando il colpo, poi contrattaccò con una combo di tre calci, conclusa con una Shoulder Crush. Mondo barcollò indietro, e Kayin non perse tempo a sferrare il suo ultimo attacco, scattando verso il ninja e sferrando un'altra Deadly Raise. Mondo venne sollevato in aria per l'ultima volta e atterrò, senza fiato e stordito, per non riuscire a rialzarsi prima che il conteggio di dieci giungesse allo zero.

"KNOCK OUT!" esclamò lo speaker "Il vincitore è… KAYIN AMOH!". Ancora una volta, gli applausi scrosciarono da tutti i lati, in particolare da Eiji, Amy, Ellis e Sofia.

"Oh, yeah!" Kayin rimise a posto i suoi capelli biondi, poi puntò l'indice davanti a sé con un sogghigno di vittoria e strizzando uno dei suoi occhi verdi acqua, mentre Mondo si rialzava a testa bassa, pieno di vergogna.

Lo speaker non aveva ancora finito di parlare: "Con questo match, si sono concluse le eliminatorie del torneo Toshinden. Domani, i vincitori avranno l'onore e il privilegio di incontrarsi con l'organizzatore di questo torneo, Gaia, e con un guest fighter molto speciale! Si pregano quindi Eiji Shinjo, Kayin Amoh, Ellis Hayama e Sofia Tolstoj di trovarsi su quest'arena domani sera alle 21 in punto! E' tutto, vi aspettiamo domani per la fase finale del torneo!"

Il pubblico applaudì fragorosamente. Ma stavolta Eiji e i suoi amici si trattennero. Avevano capito che c'era qualcosa che non andava.

"Da quello che so, Gaia è uno dei più forti guerrieri della Himitsu. E poi… un guest fighter? Cosa significa questa storia?" Sussurrò Sofia con aria preoccupata.

"Wakarimasen..." mormorò Amy scuotendo la testa.

Kayin, intanto, era avanzato verso quell'ala della platea dove aveva visto prima che stavano i suoi amici. Lui ed Eiji si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Questo era solo un riscaldamento. Domani tocca alla vera sfida..

********************************************************************************

In una stanza sotterranea dotata di maxischermi e computer quasi fantascientifici, Gaia e il suo misterioso partner avevano assistito al combattimento fino all'ultimo istante. Senza dire una parola, si voltarono l'uno verso l'altro. I loro gelidi occhi si incontrarono per un attimo, annuirono l'uno all'altro, mentre un unico pensiero serpeggiava nelle loro menti.

Domani sarebbe stato il giorno della verità...

TOSHINDEN - CLASH OF THE TITANS: CONTINUA...

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: LA GRANDE SFIDA ***


CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico

CAPITOLO 5: LA GRANDE SFIDA

Glossario

Arigato gozaimasu - Grazie tante
Gambatte, minna! - Forza, ragazzi!
Daijobu! - Tutto bene!
Chotto matte! - Aspetta un momento!
Niisan... - Fratello…

"Il momento è giunto."

Una voce femminile, stranamente piatta e calma, raggiunse il giovane guerriero immerso nelle tenebre. Alzando appena lo sguardo per guardare la sua interlocutrice, lui rispose, con tono distante.

"Lo so. Ma come mai sei venuta, Cupido-kun? Non credevo saresti venuta prima della fine del torneo."

Cupido, una giovane donna dai corti capelli viola scuro, che indossava una tuta intera di colore blu notte con paramano rossi e con un mantello, anch'esso rosso, sulle spalle, apparve dal nulla nel bel mezzo della stanza avvolta dalle ombre. Nelle sue mani teneva una pesante alabarda dorata, e il suo volto dalla pelle candida come l'alabastro, con profondi occhi viola nei quali lo sguardo di un essere umano si sarebbe perso, aveva un'espressione distaccata e aliena.

La nuova arrivata socchiuse gli occhi, mentre un leggero sorriso le adornava il viso. "Pensavo che le avrebbe fatto piacere ricevere i miei auguri per il duello che si prospetta, per quello che possono valere."

Lui la guardò per diversi secondi senza rispondere, poi mormorò, quasi sottovoce. "Beh… arigato gozaimasu, Cupido-kun. Non sarà un duello facile, per nessuna delle due fazioni. E molto potrebbe dipendere da come si comporteranno i soggetti in esame."

Cupido annuì, senza cambiare espressione. "La capisco. Ma so anche che non sarà facile per lei. In fondo, i suoi avversari saranno loro due…"

"Non c'è il tempo di pensare a questo, Cupido-kun. Quali che siano le nostre possibilità, dobbiamo fare in modo di avere tutte le carte in regole quando si avvicinerà il momento decisivo…"

Gli occhi rossi del giovane e quelli violetti di Cupido si incrociarono, uno sguardo colmo di mistero. Sia l'uno che l'altra era cosciente della gravità della situazione, e non riusciva a nascondere quel velo di preoccupazione che era presente nei propri occhi.

Era il momento decisivo. Molto sarebbe dipeso da quello scontro.

********************************************************************************

6 Aprile 1995, ore 21:00, l'arena principale del complesso adibito al torneo Toshinden.

Era giunto il momento dello scontro finale.

Eiji, Kayin, Ellis e Sofia stavano entrando, lentamente e in ordine, nell'arena circondata dagli spalti, accompagnati dagli applausi dei tifosi estasiati. Delle inquietanti nuvole nere avevano coperto il cielo notturno, minacciando di scatenare un temporale. Sembrava quasi che le condizioni atmosferiche rispecchiassero il tumulto che si agitava nelle menti dei ragazzi.

I quattro amici erano tutti vestiti con le uniformi da combattimento che portavano nei loro precedenti scontri, e tenevano in mano le loro armi. Si sentivano tutti a dir poco emozionati e nervosi, in attesa del loro scontro con gli emissari della Himitsu Kessha che senza ombra di dubbio li stavano aspettando. Ormai completamente riposati e ripresi dagli scontri precedenti, grazie al loro ki, erano pronti ad affrontare qualsiasi cosa la Himitsu scagliasse loro contro.

Sugli spalti, seduta in una delle prime file, Amy, vestita con la sua maglietta blu, pantaloncini rossi e scarpe bianche su calze blu, seguiva i suoi amici con lo sguardo, sentendosi ansiosa come mai prima d'allora. Forse… riflettè ...stanno andando dritti nelle fauci delle morte… ma devo avere fiducia in loro! Gambatte, minna!

Senza dire una parola, i quattro amici salirono sul ring e attesero, respirando profondamente per scacciare la tensione, illuminati da quelle che sembravano scintillanti luci di scena, mentre attorno a loro il pubblico applaudiva e urlava motti di incoraggiamento. Poco tempo dopo, un addetto si avvicinò a loro, si inchinò e iniziò a parlare:
"Benvenuti. Si pregano i signori Eiji Shinjo e Kayin Amoh di seguirmi." I quattro amici rimasero sorpresi, mentre l'uomo proseguiva: "Il match che vi vedrà impegnati è particolare, e come tale verrà trattato. Esso si svolgerà privatamente e lontano dagli spettatori. Un elicottero è già pronto per portarvi sul luogo dello scontro."
"Un match privato?" chiese Eiji "E perché mai? C'è qualcosa che non mi convince in questa storia…"
I due ragazzi si voltarono verso le loro amiche, come a consultarle, ma Ellis e Sofia non poterono fare altro che alzare le spalle e scuotere la testa. "Ve l'ho detto. Questo torneo non si sta svolgendo secondo la prassi abituale." Disse Sofia, sistemando i suoi lunghi capelli biondi.
"Credo che l'unica cosa da fare sia seguire le direttive che ci danno." Concluse Kayin, storcendo il naso con aria sospettosa. Ancora una volta, gli occhi cremisi di Eiji e quelli verdi e gelidi del suo amico si incontrarono in segno di intesa.
"Buona fortuna, ragazzi!" mormorò Ellis, guardando fisso Eiji e Kayin e annuendo una volta "State attenti a non farvi ammazzare!"
Eiji sorrise e fece un segno di vittoria. "Daijobu, Ellis-chan! Non c'è problema, l'erba cattiva non muore tanto facilmente!"
"Hey, parla per te!" rispose subito Kayin, con la sua solita aria sarcastica "Epiteti come quello di 'erba cattiva' non si addicono ad un combattente di bell'aspetto come me!"
I quattro amici risero, rilasciando un po' della tensione accumulata. L'operatore che si era presentato a chiamare Eiji e Kayin sembrò schiarirsi la gola, per richiamare l'attenzione dei due spadaccini, che si voltarono di fretta.
"Tanti auguri, ragazzi, e fate del vostro meglio!" concluse Sofia "Ricordatevi che la Himitsu Kessha dispone di combattenti straordinari!".
Eiji e Kayin annuirono, poi si misero a seguire l'addetto, che ora si stava allontanando dal colosseo, verso l'elicottero che li avrebbe portati alla loro sfida. Ellis, Sofia e, dagli spalti, Amy li seguirono con lo sguardo, come a volersi fissare nella mente la loro immagine.

All'improvviso, Sofia, Ellis, Amy e gli altri spettatori furono attirati da un rumore di passi metallici che si avvicinavano sempre di più al colosseo. Un vento di tempesta soffiò, producendo un sinistro ululato che riecheggiò per tutta l'arena e il complesso. Come ad avvalorare i presagi del pubblico intimorito, una terribile figura si stagliò contro una delle entrate dell'arena...

Un gigantesco guerriero in armatura intera, tutto il corpo coperto dalle piastre, con in mano una spada bastarda talmente enorme da superare la Dernier Vancour di Duke in lunghezza e larghezza, fece lentamente il suo ingresso. La sua nera corazza gli dava un aspetto che definire minaccioso sarebbe stato davvero riduttivo: più grande e più grosso di qualsiasi altro lottatore, sembrava sprizzare potere da tutti i pori, e il suo aspetto imponente era accentuato dalle due appendici a forma di artiglio che dondolavano, attaccate alle piastre di armatura che coprivano la schiena. Le decorazioni rosse e dorate dell'armatura sembrarono brillare di luce propria, mentre Gaia - perché altri non era che lui, come lo riconobbero Ellis e Sofia - si avvicinava al ring. Impossibile descrivere uno spettacolo simile, accentuato dal temporale che si stava avvicinando, come una cappa di tenebre.

Lo speaker parlò, senza riuscire a nascondere la sua emozione. "Signore… e signori… vi ringraziamo per essere giunti così numerosi… in questo ultimo scontro due dei quattro lottatori che hanno superato le eliminatorie hanno ottenuto l'onore e il privilegio di misurarsi con l'organizzatore del torneo. Eccolo a voi, di persona… il suo nome è GAIA!"

Il gigante in armatura nera si avvicinò al ring, poi iniziò a fluttuare sinistramente in aria, salendo sul quadrato senza muovere un muscolo. Ellis e Sofia non riuscivano a distaccare lo sguardo da quel gigante nero che sarebbe stato il loro prossimo e più temibile avversario. Il solo pensiero di doversi misurare con quel mostro faceva loro congelare il sangue. Ma non pensarono a cedere, nemmeno per un istante. Forse quello scontro poteva chiarire molti misteri e rispondere a tutte quelle domande che finora erano state senza risposta…

I passi metallici di Gaia scossero il quadrato, mentre lui si avvicinava lentamente e con solennità. Un attimo dopo si fermò, squadrando le sue due avversarie con lo sguardo di un feroce uccello da preda. Poi, iniziò a parlare, la voce profonda che rimbombava come i tuoni che si stavano avvicinando.

"Dunque voi siete le due combattenti scelte per combattere con me. Avete lasciato un'ottima impressione nel corso del torneo, e mi aspetto uno scontro molto interessante."

Sofia si fece coraggio e rispose a Gaia: "Gaia! Non credere che io non sappia niente di te! Tu sei uno dei migliori guerrieri della Himitsu Kessha, e quando, e se, ti sconfiggeremo, avrai molte risposte da darci!". Fece schioccare un paio di volte la sua frusta di cuoio nero, per dare enfasi alle sue parole.

Gaia non sembrò impressionato. "Non sono qui per rispondere alle vostre domande. Sono qui per combattere, e anche voi."

"Chotto matte!" fu la volta di Ellis "Pensavo che voi della Himitsu intendeste prima offrirci la possibilità di unirvi a voi…"

"Quello che intendiamo fare non sono affari vostri… per il momento."

Non c'è dubbio, qui i conti non tornano... riflettè Sofia. Un attimo dopo, la voce dello speaker indicò che il momento delle riflessioni era finito. "ELLIS e SOFIA contro GAIA! Siete pronti?"

La pausa durò alcuni snervanti secondi. Ellis e Sofia, in posa di combattimento, attendevano il segnale, sentendosi tremare dentro. Infine, risuonò il via: "COMBATTETE!"

I battiti di mani del pubblico che incitava le due combattenti risuonarono per tutta l'arena. Ellis e Sofia, muovendosi con circospezione attorno a Gaia, attendevano la sua prima mossa, che tardava ad arrivare. Poi, Ellis decise di rompere gli indugi e si lanciò verso il gigante nero, attaccandolo con un affondo, che venne deviato dalle piastre che coprivano completamente il corpo di Gaia. Ellis tentò un'altra raffica di fendenti, ma non riusciva a trovare un solo punto che non fosse bardato. Mentre l'inutile attacco di Ellis continuava, Sofia saltò verso Gaia, tentando di colpirlo con un calcio volante in faccia. Il gigante in armatura la guardò con disdegno, poi tirò fuori una delle sue mosse.

Sofia era giunta a pochissimi centimetri dal suo bersaglio, quando Gaia, con una velocità insospettabile, piroettò su sé stesso tendendo in fuori le appendici a forma di artiglio collegate alla sua schiena, con le quali colpì le sue due avversarie di rovescio e le scagliò a terra con la forza di un tifone. Ellis e Sofia volarono indietro e atterrarono schiena a terra. Mentre si rialzavano, Gaia sollevò le sue appendici sopra la testa. Tra gli artigli si formarono due minacciose sfere di fuoco.

"Che… che diavolo vuole fare?" chiese Ellis.

"Non lo so… ma stai attenta e preparati a schivare!" rispose Sofia.

"SUPER STING!" tuonò Gaia, e dai suoi artigli scaturì una raffica di palle di fuoco che si diressero a velocità allarmante verso le due ragazze, che riuscirono a reagire in tempo solo grazie al loro istinto di combattenti. Sofia saltò di lato, mentre Ellis si scansò con un salto mortale all'indietro, giungendo quasi a bordo ring. Le palle di fuoco esplosero sul quadrato, scavando dei piccoli crateri nei punti colpiti. Ellis deglutì e si avvicinò di corsa al suo avversario, sferrando un'altra raffica di affondi per stuzzicarlo. Gaia parò senza problemi e contrattaccò con alcuni suoi fendenti. La gigantesca spada bastarda di Gaia saettò più volte verso Ellis, e la sua affilata lama la ferì lievemente all'avambraccio sinistro e allo stomaco. La ballerina sembrava in procinto di essere colpita ancora, quando Sofia venne in suo aiuto.
"THUNDER RING!" gridò, facendo schioccare la frusta in aria e lanciando un anello di crepitante energia a Gaia. Il gigante nero si mise in posizione di parata e il colpo si dissipò contro la sua guardia, ma così facendo distolse la sua attenzione da Ellis, che non si lasciò scappare quell'occasione.
"FLAMING CRESCENT!" strillò a squarciagola, balzando in aria ed eseguendo il suo attacco stile uppercut. Gaia, che era stato distratto da Sofia, non potè fare nulla per pararlo, e la scintillante lama del pugnale di Ellis lo colpì, solcando la nera armatura che lo proteggeva. Con un grugnito di dolore e di disappunto, Gaia barcollò all'indietro e, sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti, si abbattè al suolo con un tonfo che sembrò far vibrare tutto il palco circostante, mentre Ellis atterrava in piedi, lei stessa incredula di ciò che era riuscita a compiere.
Un'esclamazione indistinta di meraviglia si levò dal pubblico, poi lo stadio cadde nel silenzio, mentre Gaia cominciava a tirarsi su. In poco tempo, era di nuovo in piedi, la sua enorme statura che torreggiava sopra Ellis e Sofia. Come ad indicare che lo scontro si sarebbe intensificato, la pioggia aveva iniziato a cadere, e stava diventando sempre più violenta.
"Notevole." commentò Gaia, la voce profonda e cavernosa che non mostrava nessun segno di disappunto. "Ora mi spiego come mai siete riuscite ad arrivare così lontano. Tuttavia, dovrete fare di meglio per sconfiggermi."
Come per dimostrare la sua affermazione, Gaia fluttuò verso le due ragazze e sferrò diversi, rapidissimi attacchi di taglio e di piatto che costrinsero Sofia ed Ellis ad indietreggiare. Scansando agilmente i colpi di Gaia, le due amiche si allontanarono da lui, cercando un'altra strategia per attaccarlo.
"E' fortissimo… molto più forte di quanto potessi immaginare…" ansimò Sofia, cercando di riprendere fiato. "Come diavolo facciamo ad affrontarlo se è difficile persino avvicinarsi?"
"Accetto suggerimenti!" commentò Ellis.
Per un secondo, Gaia restò fermo, ad osservarle gelidamente, poi sollevò nuovamente le sue appendici artigliate verso di loro. Ancora una volta, il gigante nero usò il Super Sting, e una raffica di palle di fuoco scaturì dagli artigli metallici diretta verso le due ragazze.
Ellis schivò il grosso del colpo, ma l'onda d'urto causata dall'esplosione dei colpi energetici contro il terreno la fece finire ruzzoloni a terra. Sofia, più pronta di riflessi, si era avvicinata a Gaia con una capriola in avanti non appena il Super Sting era partito, poi si era spostata di lato e aveva preparato una delle sue mosse.

"RATTLESNAKE!" gridò Sofia, e si gettò contro Gaia facendo schioccare numerose volte la sua frusta in aria e tracciando una scia energetica che sferzò l'avversario più e più volte. Gaia vacillò un istante, ma i danni subiti erano davvero lievi, e fu subito capace di rispondere, sferrando a Sofia un manrovescio con le sue appendici artigliate e mandandola a terra.

"Sofia-san!" gridò Ellis, che si era appena rialzata, mentre la sua amica atterrava rovinosamente sul quadrato. Sofia trattenne un grido di dolore, si tolse un po' di sangue dal labbro inferiore ed esclamò: "No, non preoccuparti per me! Attaccalo!"

Ellis si scagliò su Gaia, sperando di riuscire a piazzare qualche attacco. Il suo avversario si voltò verso di lei e si preparò a rispondere, ma fu colto di sorpresa quando Ellis scivolò sulle ginocchia e giunse pericolosamente vicina a lui. Cogliendo l'occasione, Ellis attaccò Gaia con alcuni affondi per dargli fastidio, poi si lanciò in un attacco più serio, balzando verso la testa del colosso e sferrando un calcio in salto mortale, al grido di "SCREW DANCING!". Il calcio colpì Gaia sotto il mento non protetto e lo fece barcollare. Sofia, rapida come il lampo, balzò in piedi e piroettò su una gamba sola tendendo la frusta in fuori, dirigendosi rapidamente verso Gaia.
"AURORA REVOLUTION!" esclamò la bionda russa, e la mortale sferza colpì l'avversario più e più volte, tagliando letteralmente l'armatura nera. Gaia ansimò, poi mosse ancora una volta le sue estensioni artigliate e le usò per tenere Sofia a distanza, impedendole di avvicinarsi ancora.
Intanto, Ellis aveva iniziato un nuovo attacco, volteggiando in aria sorretta dal suo ki, che proiettava per ogni dove scintille azzurre. Era la sua temuta Air Dance. La ballerina dai capelli verdi smeraldo girò vorticosamente attorno a Gaia, che, al contrario di quanto aveva fatto Duke nello scontro di due giorni prima, rimase calmo e tranquillo, come se si aspettasse un attacco simile. Sferrando un colpo con le sue appendici dietro di sé, Gaia colpì Sofia, mandandola ancora a terra, poi restò fermo, come a concentrarsi su qualcosa…

Ellis era pronta ad interrompere il suo attacco e a scagliarsi su Gaia con un Arc Slash, quando il colosso sferrò un colpo trasversale con la sua spada, colpendo di piatto la sua avversaria proprio nel bel mezzo della Air Dance. La danzatrice venne presa in pieno e, con un gemito di dolore, venne scagliata sul quadrato, dove rimbalzò due volte, per poi atterrare prona, senza fiato e piena di lividi.
"Al diavolo…" mormorò Ellis tra sé "Non è andata esattamente come mi aspettavo…"

Ora la pioggia cadeva furiosa, come tenendo il passo con l'intensità del duello. Mentre le sue due avversarie si rialzavano, Gaia parlò nuovamente. "Sì, la vostra abilità è encomiabile. Voi e i vostri due amici potreste voler dire la fine per la Himitsu Kessha, se vi verrà lasciato il tempo di sviluppare la vostra tecnica."
"E tu sei qui per rettificare la situazione togliendoci di mezzo, dico bene?" mormorò Sofia, alzandosi a fatica. Gaia non rispose, invece si scagliò contro la bionda combattente e sferrò un pugno, la mano avvolta da un'innaturale fiammata bianca che crepitava e ululava. "DEVIL EXPLOSION!".
Per quanto Sofia si fosse messa in guardia, servì a poco. La Devil Explosion la colpì in pieno stomaco, sollevandola da terra e facendola volare di nuovo. Fu solo allora che Gaia si ricordò di Ellis, a cui stava dando le spalle.
"ARC SLASH!" si sentì la voce della ragazza, che aveva fatto un balzo e ora stava scendendo in picchiata sulla schiena di Gaia, i pugni chiusi puntati contro di lui e i pugnali avvolti da energia spirituale. Il gigante nero reagì un secondo troppo presto. Volgendo una delle sue appendici artigliate verso Ellis, le lanciò contro da essa una sfera di energia.
La ragazzina spalancò gli occhi, assolutamente incredula, prima di essere centrata in pieno dal proiettile di Gaia, che la fece finire nuovamente a terra. Stringendo i denti, Ellis rotolò via per evitare nuovi attacchi e si rialzò lentamente.

Anche Sofia si stava rialzando, ma non sembrava in grado di durare molto più a lungo. Cercando di tamponare il sangue che sgorgava da una profonda ferita sulla spalla destra, l'ex agente segreta si rimise in posizione e scrutò Gaia, che si stava girando verso di lei, pronto a sferrare un altro attacco.

Sofia non gliene diede il tempo. All'improvviso, iniziò a piroettare su sé stessa come nella sua Aurora Revolution, con la differenza che in questo caso stava rimanendo ferma sul posto, e attorno al suo corpo si stava accumulando una sorta di barriera di ki splendente. Mentre Sofia girava sempre più vorticosamente, lo scudo energetico si intensificava, quasi illuminando a giorno l'arena.

Ellis, incredula, osservò con occhi spalancati l'incredibile tecnica di Sofia, mentre Gaia, anche lui allarmato, cominciava ad indietreggiare. Fu un errore.
"CALL ME QUEEN!" gridò Sofia, e all'improvviso si sollevò in aria, dirigendosi con una velocità impressionante contro il gigantesco Gaia che, troppo sorpreso per reagire, non ebbe altra scelta che prendere in pieno l'attacco. Gli effetti furono incredibili.
Roteando come un turbine su sé stessa, Sofia colpì in pieno Gaia, liberando all'impatto un lampo accecante. L'arena venne scossa da un rombo di tuono, mentre il terribile guerriero della Himitsu veniva incalzato dalla mossa disperata di Sofia. Gaia gridò di dolore, ma il suo urlo fu coperto dallo spaventoso frastuono dell'energia che si infrangeva contro il suo corpo.
Finalmente, dopo cinque, eterni secondi, Gaia venne scagliato via dall'energia sprigionata dal Call Me Queen di Sofia. Sotto lo sguardo assolutamente incredulo del pubblico, il guerriero in armatura nera si abbattè rovinosamente sul quadrato, e questa volta ci mise un po' più di tempo per rialzarsi.

Sofia si riaffiancò ad Ellis, mentre il guerriero nero della Himitsu Kessha riacquistava la posizione di guardia, ansimando per la stanchezza. Ormai il pubblico sembrava in delirio, tra strilli e urla di incoraggiamento che si mescolavano al rumore della fitta pioggia cadente. Un fulmine illuminò per un istante e in confuso l'arena, mentre i rombi di tuono si avvicinavano sempre di più.

Gaia parlò nuovamente, questa volta col fiato corto: "Eccellente. Pochi prima d'ora erano riusciti a mettermi in difficoltà così serie. Ma adesso, vedrete il mio attacco più potente."
Ad Ellis e Sofia sembrò congelarsi il sangue. Un attimo dopo, prima che potessero fare qualsiasi cosa, Gaia tese un braccio verso di loro, puntando loro contro il palmo della mano, nel quale si stava formando una sfera dello stesso fuoco bianco della Devil Explosion. Per qualche istante, la sfera si ingrandì sempre di più, percorsa da scariche di luce innaturale.
Poi, Gaia gridò il nome della mossa.

"DARK END!"

Con un lampo accecante, la sfera di fuoco bianco partì come un missile contro le due ragazze, crepitante di energia. In un istante di puro terrore, Ellis e Sofia si misero in posizione di guardia, ma servì davvero a poco. Infatti, appena una frazione di secondo dopo, la sfera di energia di Gaia esplose a mezz'aria, liberando tutta la sua incredibile energia sulle due combattenti.

Gli effetti furono devastanti.

Ellis e Sofia vennero sollevate in aria come foglie al vento dalla potenza dell'esplosione, mentre un fascio di luce accecante illuminava a giorno quasi tutto il complesso. Le grida di sorpresa e di terrore degli spettatori sembrarono per un attimo sovrastare il ruggito dell'esplosione, per poi essere assorbite di nuovo nell'infernale frastuono. Per cinque secondi, quel caos di luci e rumori indistinti gettò nel panico la platea.

Quando il lampo di energia si diradò, gli spettatori aprirono timorosamente gli occhi, per trovarsi davanti gli effetti dell'attacco Dark End di Gaia: il ring presentava un grosso squarcio nel punto in cui la sfera di energia era esplosa, e da esso saliva ancora un fumo denso e nerastro. Sofia era stata scagliata fuori ring dalla potenza del colpo, e ora giaceva a terra prona, coperta di ferite ed evidentemente priva di sensi. Gaia era ancora lì, al suo posto, ansimante di fatica. Era ovvio che utilizzare una tecnica così potente lo aveva sfiancato.

Ma ciò che sorprese il pubblico oltre ogni limite fu vedere che Ellis era ancora sul ring: la ragazzina era a terra, anche lei sanguinante come Sofia, con le braccia e le gambe raccolte a ridosso del corpo come a farsi scudo. Come fosse riuscita a resistere sul ring e a rimanere cosciente dopo aver preso un attacco simile, era davvero un mistero, e anche così sembrava essere in pessime condizioni. Aveva diversi tagli sulla schiena da cui il sangue colava lentamente, tutto il corpo pieno di lividi, e il suo respiro era rapido e ansimante. Eppure, nonostante tutto, era ancora cosciente. Non solo, ma un attimo dopo, pur malferma e pur molto lentamente, Ellis abbandonò la sua posizione di guardia, appoggiò le mani a terra, poi si rialzò sulle ginocchia e infine in piedi. Incespicò per un attimo, poi riprese la posizione di guardia, stringendo i denti per le fitte che le attraversavano il corpo.

Il pubblico rimase ammutolito dallo stupore. Solo Gaia non diede alcun segno di sorpresa, come se si aspettasse che Ellis avrebbe resistito.
"Come immaginavo, la tua resistenza è straordinaria." Commentò Gaia "Ma non potrai tenerti in piedi ancora a lungo. Ti offro la possibilità di rinunciare all'incontro. Se ti dichiarerai sconfitta, non ti verrà più fatto alcun male."
Ellis osservò Gaia con occhi da tigre, poi gli rivolse un sorrisetto. "Il mio obiettivo è trovare mio padre." gli rispose "E io non mi arrendo. Non mi arrendo mai."

********************************************************************************

Il temporale rendeva difficile il volo dell'elicottero, e ci volle diverso tempo per trovare un punto adatto all'atterraggio. Finalmente, il velivolo atterrò in una zona pianeggiante, distante alcune decine di metri da una rupe quasi a picco, nella quale si riusciva a malapena a vedere una galleria scavata artificialmente. Il vento impetuoso che soffiava senza tregua produceva un ululato inquietante, mentre il tempestoso cielo notturno lampeggiava di fulmini rimbombanti.

"Nell'insieme, devo dire che fa il suo effetto!" commentò Kayin, i capelli biondi scompigliati dalle correnti d'aria mentre scendeva dall'elicottero.
"Ma quello che non mi spiego è perché la Himitsu Kessha ci vuole far disputare un match privato!" aggiunse Eiji, scendendo dopo Kayin. Il pilota dell'elicottero alzò le spalle.
"Spiacente, io non faccio che eseguire gli ordini di Gaia-sama. Ora, raggiungete quella caverna scavata nella rupe e salite le scale che troverete. Il vostro avversario vi aspetta alla fine della scalinata. Buona fortuna, ne avrete bisogno!"
"Heh! Avverto solo io una certa ironia in questo augurio?" domandò Kayin con un sorriso forzato sulle labbra. Un attimo dopo, lui ed Eiji si erano già incamminati per raggiungere la caverna dove si sarebbe svolto lo scontro finale del torneo Toshinden.
"Chissà come se la staranno cavando Ellis-chan e Sofia-san…" mormorò Eiji tra sé e sé "In fondo, le abbiamo lasciate lì a vedersela con uno dei campioni della Himitsu…"

Sotto la pioggia battente, i due amici si avvicinavano lentamente, un passo alla volta, verso la grotta artificiale, che sembrava una gigantesca porta aperta verso l'ignoto, verso un mistero da risolvere e verso il loro stesso destino…

Un'altra volta, un fulmine illuminò la facciata della rupe, facendo risaltare le rocce a picco e le fenditure. Eiji e Kayin avevano raggiunto l'entrata del tunnel, per trovarsi davanti un'impressionante scalinata di pietra illuminata fiocamente da delle torce appese alle pareti. Il silenzio era totale, a parte il rumore della pioggia cadente e i tuoni che rimbombavano all'esterno. I due amici iniziarono a salire le scale, ad ogni passo il loro battito cardiaco accelerava. Questa volta non avevano idea del nemico a cui si sarebbero opposti, e stando a quanto aveva detto Sofia, la Himitsu Kessha era dotata di combattenti straordinari…

"Ci siamo." Disse seccamente Kayin, salendo sull'ultimo gradino.

Davanti a loro, stava una sorta di enorme stanza scavata nella roccia. Questa era più illuminata delle altre, ma anche qui, le ombre saettavano e fluttuavano creando degli inquietanti effetti di luce. Lo sguardo di Eiji e Kayin si posò immediatamente sulla figura umana che stava all'altro lato della stanza…

Rimasero senza parole.

Si trattava di un giovane, più o meno sui ventisei anni, dai lunghi capelli castani che gli scendevano lungo la schiena, legati in una sorta di codino verso la fine. Indossava un kimono da combattimento rosso con corte maniche scure e una cintura attorno alla vita, un mantello viola sulle spalle, pantaloni scuri e stivali alti fino al ginocchio, legati da delle cinghie e leggermente usurati. In una mano, teneva una lunga spada katana, dall'impugnatura rossa e dalla lama scintillante.
Ma ciò che stupì di più Eiji e Kayin furono gli occhi e il volto del giovane guerriero: gli occhi erano scarlatti e splendenti, immagini speculari di quelli di Eiji, ma più profondi, più misteriosi, e in essi sembrava di leggere nello stesso momento rabbia, tristezza, amarezza, pietà… e qualcos'altro che Eiji e Kayin non riuscirono a definire.
Altrettanto misteriosa era l'espressione del suo volto, distaccata e gelida, come se qualcosa avesse portato via ogni cosa da quel viso per rimpiazzarlo con un inquietante e immenso vuoto. Alla luce delle torce, i lineamenti duri del giovane sembrarono vibrare, mentre la sua ombra proiettata sul terreno tremolava in maniera indefinita…

Per diversi secondi, Eiji e Kayin rimasero ad osservarlo ad occhi spalancati, facendo appena qualche passo verso il centro della stanza, sotto lo sguardo gelido e incessante del giovane guerriero. Fu Eiji il primo a rompere il silenzio, fissando il giovane con occhi attoniti:

"N- niisan..."

Davanti a loro stava proprio lui.

Sho. Sho Shinjo.

TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - CONTINUA…


Note dell'autore:
- Ebbene sì, mi sono finalmente deciso a scrivere qualche mio commento! Cosa ve ne pare della mia storia fino adesso? Vi piace? La odiate? Recensitemi, please, mi sento tanto solo!
- Perché ho scelto un videogioco poco conosciuto come Toshinden per una fanfic? La verità è
che non lo so neanche io… il fatto è che Toshinden, per un picchiaduro, ha una trama piuttosto
complessa e affascinante, piena di colpi di scena e rivelazioni a sorpresa. Certo, anche di King Of Fighters si può dire la stessa cosa, ma il fatto è che King Of Fighters è una saga infinita! Ho
preferito Toshinden, che avrei potuto esaurire in quattro serie!
- La prima serie è quasi al termine! Nel prossimo capitolo, concluderò lo scontro Ellis vs. Gaia, e ci saranno rivelazioni che neanche vi aspettate… Tra poco, comincerò la seconda serie, ispirata a Toshinden URA, una versione di Toshinden esclusiva per l'ormai defunto Sega Saturn!
- Un'ultima cosa: tra non molto invierò due mie traduzioni: si tratterà di due fanfiction di Nadesico, il mio anime preferito! Restate sintonizzati e alla prossima!

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: RIVELAZIONI ***


CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico

CAPITOLO 6: RIVELAZIONI

Glossario

Sensei… - Maestro…
Niisan… - Fratello…
Shoubu, ototo… - Combatti, fratellino…
Ellis-chan, daijobu ka? - Stai bene, Ellis?
Masaka… - Impossibile…
Hai - Sì
Wakarimasen… - Non capisco…
Nan de… - Cosa…
Mochiron - Naturalmente
Chikusho! - Maledizione!
Misete kure yo! - Mostratemi cosa sapete fare!
IYA! - NO!


"Ne è passato di tempo… Eiji, Kayin…"
Sho accolse i suoi allievi alzando appena la testa per guardarli, senza che l'espressione severa del suo viso si addolcisse. Eiji e Kayin mossero qualche passo verso di lui, guardandolo attoniti, senza più riuscire a spiccicare parola. Il loro maestro avanzò un po' verso di loro, tenendo la sua spada, Akai No Yama, nella mano destra.
"Sensei..." fu Kayin a parlare, sbattendo incredulo gli occhi "Come mai…?"
Sho lo guardò fisso, sospirando leggermente. "Dovresti averlo capito, Kayin-chan. Il vostro avversario sarò io." La voce di Sho era profonda e piatta, mentre lui sollevava la sua katana all'altezza del proprio viso, squadrando i suoi due allievi con aria minacciosa.
Troppo sorpresi per fare qualsiasi altra cosa, i due ragazzi fecero un passo indietro. "Niisan…" mormorò Eiji, incredulo "Che significa tutto questo? Non vorrai mica dire che… che il campione della Himitsu Kessha con cui dovremmo combattere sei TU?"
Gli occhi di Sho divennero due minacciose fessure. "E se così fosse?" sbottò bruscamente. Poi, mentre i suoi due allievi erano ancora lì, paralizzati dallo stupore, Sho sollevò la spada e aprì lo scontro, sferrando un fendente trasversale che Eiji riuscì a parare soltanto agendo d'istinto e alzando la Byakko No Tachi, facendo sì che la lama della katana di Sho cozzasse contro di essa.
Kayin fece un rapido balzo all'indietro, afferrando stretto l'elsa della sua claymore, Excalibur, come per prepararsi ad estrarre la spada.
"Che diavolo significa tutto questo, Sho?" gridò Eiji, sempre più confuso e frustrato. "Mi stai forse dicendo che adesso lavori per quei criminali? Non è possibile!"
"Shoubu, ototo…" rispose Sho, guardando il fratello minore dritto negli occhi "Questo non è il momento di fare discussioni!"
Con queste parole, Sho sferrò un calcio laterale, colpendo Eiji tra torace e addome e mandandolo a terra ansimante. Più rapido di un fulmine, il maggiore dei fratelli Shinjo eseguì una spazzata, cercando di colpire Eiji mentre era ancora a terra, ma il fratello minore si era scansato con una rotolata laterale. Eiji si rialzò, mentre Kayin, con in mano la sua spada, si era messo al suo fianco, pronto a ricevere il prossimo attacco, che non si fece attendere.

"DOUBLE REKKUZAN!" gridò Sho, sferrando due fendenti a vuoto. Dalle scie scaturirono due sfere di fuoco, una diretta ad Eiji, la seconda a Kayin. Il primo, mettendosi in posizione di guardia, riuscì a bloccare l'attacco e amortizzare il colpo, mentre il secondo si scansò di lato, facendo un'elegante capriola. Non ebbe però nemmeno il tempo di atterrare, perché Sho si lanciò verso di lui eseguendo una scivolata, e colpendolo durante la capriola, mandandolo a terra prono. Mentre Kayin cercava di rialzarsi, Eiji si mise in posizione, poi lanciò il suo attacco a distanza.
"REKKUZAN!" esclamò il ragazzo, mentre un'altra sfera di fuoco partiva verso suo fratello maggiore, che non fece altro che voltarsi verso di lui e parare l'attacco. La forza dell'impatto lo fece barcollare per un attimo, ma nulla di più, e Sho fu di nuovo in grado di attaccare dopo una frazione di secondo, scattando verso Eiji e colpendolo con un calcio in salto mortale. Il fratello minore venne sbalzato in aria e finì per sedersi a terra, cercando disperatamente di schivare gli affondi che Sho aveva iniziato a sferrare.

"Sensei!" esclamò Kayin "Che diavolo sta succedendo qui? Come mai adesso ci vuoi morti?". Il biondo cacciatore di taglie si stava rialzando e si era rimesso in posizione, con un'aria più infuriata che mai. "Qui tutti sanno tutto ciò che ci riguarda, tranne noi! Vogliamo delle spiegazioni!".
Sho interruppe la sequenza di attacchi ad Eiji e si allontanò da lui con un paio di balzi all'indietro. Poi, mentre Eiji si stava rialzando, si volse verso i suoi due allievi, con aria ancora immutata.

"Vuoi delle spiegazioni, Kayin-chan?" domandò Sho, osservando il giovane biondo come un'aquila in picchiata osserva la sua preda. "Allora… permettetemi di farvi qualche domanda. Eiji, tu per quale motivo sei venuto al torneo Toshinden?"

Eiji spalancò gli occhi sorpreso. Che diavolo c'entrava la ragione per cui loro due avevano partecipato? C'era qualcosa di strano…

"Beh…" incominciò Eiji, la voce che tradiva una notevole insicurezza "…il torneo… io ci sono venuto perché volevo dare una mano a Kayin, per l'orgoglio personale di prendere parte alla competizione… ma soprattutto perché sapevo che avrei avuto la possibilità di ritrovarti. In fondo, ti ho cercato in giro per il mondo per diverso tempo…"

Sho annuì, senza mostrare segni di sorpresa o di emozione, poi si rivolse a Kayin. "E tu, Kayin? Tu sei qui per trovare l'assassino di tuo padre e fare vendetta, non è vero?"

Kayin strinse gli occhi, annuendo senza dire una parola.

"Come immaginavo." Commentò Sho. "Beh, allora si può dire…"

La pausa che seguì durò un eterno secondo.

Poi, Sho proseguì: "Si può dire… che entrambi, ora, in questo momento avete davanti agli occhi ciò che stavate cercando."

Il senso di quelle parole era fin troppo chiaro.

********************************************************************************

Sotto una fitta pioggia di tempesta, sul ring devastato dall'esplosione precedente, Ellis e Gaia si stavano squadrando, entrambi al limite delle forze, entrambi decisi a concludere lo scontro il prima possibile. Ellis fece un passo di lato, scrutando attentamente il suo minaccioso avversario, pronta a reagire a qualsiasi minimo movimento. Ma sapeva che non avrebbe potuto reagire ancora a lungo. Le ferite e i lividi di cui il suo esile corpo era pieno la avevano rallentata in maniera non indifferente, e ormai non sarebbero serviti molti altri colpi a Gaia per metterla fuori combattimento, mentre lei si chiedeva se davvero quel gigante nero avesse un limite alla propria resistenza.

"Chiudiamo questa storia, Gaia!" esclamò la ragazzina, sferrando un fendente in aria con uno dei suoi pugnali "A dirla tutta, io non ho intenzione di prolungare oltre questo scontro!"
"Nemmeno io, giovane Ellis…" sbottò Gaia, sollevando nuovamente gli artigli collegati al retro della sua armatura e preparandosi a lanciare il Super Sting ancora una volta. Un paio di sfere infuocate si formarono tra gli artigli di Gaia, e ancora una volta, una micidiale pioggia di fiamme eruppe da lì e si diresse a tutta velocità verso Ellis. Per fortuna, la ragazzina si era aspettata l'attacco, ed era riuscita a schivare di lato evitando di essere raggiunta. Le sfere di fuoco aprirono nuovi squarci sul quadrato semidistrutto.

Purtroppo, Ellis non si era aspettata che, un attimo dopo, Gaia scattasse verso di lei, il pugno avvolto da una fiammata bianca. "DEVIL EXPLOSION!" esclamò Gaia, sferrando un diretto con il pugno fiammeggiante e colpendola sulla spalla destra. Ellis venne scagliata indietro di diversi metri dalla potenza del colpo, atterrando vicino al bordo del ring. Cercò di rialzarsi, ma inciampò e finì di nuovo a terra, poi si tirò su di nuovo prima che il conteggio di dieci terminasse.

Con la coda dell'occhio, la ragazzina intravide Sofia che giaceva, ancora priva di sensi, al di fuori del quadrato, il corpo e gli arti rigati di sangue, il costume strappato in più punti. Quella vista, pur impressionando Ellis, sembrò darle nuovo coraggio.
Devo vincere questo incontro, anche per Sofia-san e gli altri... pensò tra sé, mentre davanti a lei la figura di Gaia cominciava ad apparire sfocata. Ellis si chiese se fosse effetto della pioggia fittissima o della perdita di sangue.

Questa è la mia ultima carta... d'accordo, adesso o mai più!

All'improvviso, Ellis sembrò concentrarsi, incanalando il proprio ki attraverso il suo corpo, davanti al pubblico ormai ammutolito, e al sorpreso Gaia. Chi poteva pensare che, in quelle deboli condizioni fisiche, fosse ancora capace di scatenare una tale energia? Per qualche secondo, la ragazzina rimase là, ad accumulare energia, fino a che essa non raggiunse il culmine, e l'attacco finale di Ellis partì.

"FRENCH KISS!"

Ellis sembrò prendere lo slancio, poi fece un balzo e si diresse verso Gaia, con la potenza e la velocità di un lampo nel cielo. Troppo veloce per poter essere vista da occhio umano, piombò sul suo gigantesco avversario e lo caricò con una raffica di calci e fendenti che cadevano su Gaia fitti come grandine, ogni colpo accompagnato da un lampo di energia che investiva il guerriero della Himitsu Kessha e illuminava l'arena come un sole lampeggiante. Dopo un numero apparentemente infinito di colpi, Ellis congiunse i pugni tenendo i coltelli, crepitanti di energia, rivolti verso l'esterno, e sferrò un ultimo colpo, potentissimo, che raggiunse Gaia in pieno petto. Con un tremendo urlo di dolore, Gaia venne scagliato via e si abbattè sul quadrato, facendo risuonare tutti gli spalti circostanti di un assordante clangore, poi si accasciò esausto.

Seguirono diversi secondi di silenzio snervante. Poi il conto alla rovescia iniziò. Dieci, nove, otto…
Finalmente, lo zero. Gaia non si era ancora rialzato.

"Signore… e signori…" balbettò lo speaker "L-la vincitrice… è… Ellis… Ellis… Hayama…"

Il silenzio dominò tutta l'arena, interrotto soltanto dall'incessante scrosciare delle gocce di pioggia che cadevano. Ellis osservò ad occhi spalancati il suo avversario esausto ed ansimante. Per un attimo, non riuscì a fare altro che rimanere lì, incredula, poi sussurrò una frasetta:

"Ho… ho vinto…"

Poi, si sentì mancare le forze. Un capogiro tremendo sembrò sopraffarla, mentre le immagini attorno a lei ondeggiarono pericolosamente. Ellis sentì un brivido di freddo, e d'istinto capì di essere impallidita in maniera allarmante. Non riuscendo più a reggersi in piedi, cadde a terra in ginocchio, appoggiandosi sulle mani e respirando in brevi sospiri affannosi.

"ELLIS-CHAN!" gridò una voce allarmata da una delle entrate del colosseo. Non appena Ellis aveva vinto, Amy aveva abbandonato il suo posto in prima fila ed era scesa giù nell'arena per assicurarsi che la sua amica stesse bene. In un attimo, Amy raggiunse di corsa il quadrato devastato, ci salì su e andò ad assistere Ellis.

"Ellis-chan, daijobu ka?" chiese la ragazza mora, cercando di sorreggere Ellis. La ragazzina scosse la testa per schiarirsela, poi rispose: "Tra un po' starò bene…"
Si interruppe di colpo. Il suo sguardo cadde su un oggetto brillante che era caduto sul ring. Anche Amy volse lo sguardo verso quel punto. Sul quadrato era caduto una sorta di medaglione d'argento, con una gemma rotonda azzurra incastonata. Ellis aguzzò lo sguardo per vederlo meglio, poi parlò nuovamente ad Amy:
"Amy-san… tu vai a vedere come sta Sofia… credo che stia peggio di me… io devo concludere una faccenda personale…"
Amy assunse un'aria perplessa, poi annuì e si diresse verso Sofia, che, ai bordi del ring, stava riprendendo i sensi. Ellis raccolse il medaglione in una mano, poi si diresse verso Gaia, che in quel momento si stava rialzando.
Il gigante nero della Himitsu Kessha rimase lì, ad osservare quella ragazzina ferita ed esausta che si stava avvicinando lentamente, il medaglione d'argento nel palmo della mano.
"Hai combattuto molto bene." Commentò Gaia senza scomporsi "La tua abilità è veramente encomiabile, e un giorno diventerei una grande campionessa."
"Gaia…" mormorò Ellis, guardandolo fisso negli occhi "Questo medaglione… è tuo, vero?"
Il guerriero nero annuì. "Sì. Cos'ha di speciale?"
La ragazzina deglutì, poi rispose, con un tono serio che mai prima d'ora aveva usato. "I miei genitori sono scomparsi quando ero ancora molto piccola… e sono stata cresciuta da una troupe circense di zingari. Ma di recente… ho sentito che mio padre era vivo, e lo avrei potuto trovare al torneo…"
Si interruppe, cercando le parole. "L'unico indizio che ho… è il fatto che mio padre portava al collo un medaglione d'argento con una gemma azzurra…" Guardò Gaia dritto negli occhi.
Per un attimo, Gaia rimase in silenzio, poi afferrò l'elmo con le mani. "E va bene." Rispose, senza cambiare tono di voce. "E' giusto che tu sappia la verità."
Lentamente, con solennità, Gaia si rimosse l'elmetto. Da sotto esso, apparve il volto di un uomo sulla quarantina, ma dall'aspetto ancora abbastanza giovanile, i lineamenti duri che sembravano quasi scolpiti, gli occhi grigi come l'acciaio che non tradivano alcuna emozione, lunghi capelli bianchi che svolazzavano dietro la schiena. Ricambiò lo sguardo di Ellis, poi completò la frase.
"Il mio nome completo… è Gaia Hayama."
"Che… che cosa?" boccheggiò Ellis.
Il gigantesco guerriero annuì di nuovo. "Sì, Ellis. Sono tuo padre."
Ellis spalancò la bocca, indietreggiando di un passo. Più in là, vicino al ring, Amy, che aveva sentito ogni parola, trasalì, trattenendo il respiro in un rantolo soffocato. "Masaka..."
"Nnn…" mormorò Sofia, stringendo i denti e aprendo finalmente gli occhi "Che… che succede? Ellis…"
"Sofia-san, come stai?" chiese Amy, volgendosi con aria preoccupata verso la bionda russa.
Sofia, con una smorfia, riuscì ad assumere una posizione seduta. "Non… preoccuparti, Amy-san… passerà… piuttosto, Ellis come sta?… Cos'è successo…?"
"Ellis… ha vinto!" esclamò Amy di risposta "Ma… ma Gaia… Gaia è suo padre…"
Gli occhi di Sofia si spalancarono. "COSA? Gaia… il guerriero della Himitsu…"
La ragazza mora non potè fare altro che annuire.

Sul ring, Ellis sembrava aver recuperato compostezza. Stava guardando fisso, con lo sguardo più serio che lei avesse mai rivolto ad una persona, quel gigantesco guerriero che lei aveva appena scoperto essere suo padre, la persona che le aveva dato la vita e che lei aveva creduto morto da tanto tempo… eppure sentiva che qualcosa non andava… Le parole di Eiji ed Amy le tornarono in mente:

Non so quali sentimenti potrai provare per tuo padre quando, e se, lo incontrerai...

In fondo, per quanto possa essere tuo padre, è una persona che neanche conosceresti...

Gaia rimase lì, ad osservarla a sua volta. Tra i due era sceso un silenzio innaturale. Il viso di Gaia sembrava ancora una maschera di pietra, anche se i suoi occhi color dell'acciaio indugiavano su quella ragazzina, e in essi brillava qualche accenno di emozione, cosa ben rara per Gaia. Tuttavia, il gigantesco guerriero sembrava occultare ogni gioia, ogni felicità che la vista di una figlia da tanto scomparsa può dare ad un padre.
La minuta Ellis sostenne il suo sguardo ancora un po', poi abbassò la testa.
"Padre…" mormorò infine "Io… non so come esprimermi… in questo momento, anche se ti ho davanti… mi sembra di non provare i veri sentimenti che una figlia potrebbe provare per un padre…"
Ancora una volta, il contegno di Gaia non mutò. "Posso capire, Ellis. Non è sempre vero che la lontananza rafforza l'amore. A volte lo può distruggere."
"Voglio solo sapere delle cose…" proseguì la ragazzina dai capelli smeraldini "Come mai la Himitsu Kessha ha organizzato questo torneo… se è stata la Himitsu?"
"La Himitsu Kessha non c'entra niente con l'edizione del Toshinden di quest'anno." Rispose Gaia, appoggiando la sua enorme spada bastarda sulla spalliera della sua nera corazza. "Il torneo è stato organizzato da me e dal mio partner, senza previo consenso della Himitsu."
"Cosa? E chi sarebbe il tuo…"
Gaia alzò le spalle, mentre un sorriso amaro ed ironico gli appariva sulle labbra. "Forse puoi immaginare già la risposta. Qualcun altro che i tuoi amici stanno cercando…"
Ellis strinse gli occhi, dubbiosa, poi sobbalzò quando le balenò un nome. "SHO? Il fratello di Eiji?"
Suo padre annuì lentamente. "Hai, proprio lui, il semileggendario Sho Shinjo. E' stato con lui e con l'aiuto di una mia… si può dire, collega… che ho organizzato questo torneo. Lo scopo era trovare i lottatori prescelti dal fato per combattere contro le forze dell'oscurità. Per fare ciò, era necessario che anche noi due ci affrontassimo in combattimento."
"Le forze dell'oscurità… Wakarimasen..." mormorò Ellis.
"So che non capisci. E passerà ancora del tempo prima che tu possa capire. Per il momento, diverse domande, non solo tue, rimarranno senza risposta." Gaia volse gli occhi al cielo notturno, attraversato da lampi e scoppi di tuono, i lunghi capelli bianchi ondeggianti nel vento. "Per il momento, io posso solo fuggire. La Himitsu Kessha ora vorrà la mia testa per il mio tradimento. Ed io non posso permettere a loro di catturarmi prima del grande giorno."
"E noi… cosa dovremmo fare?" chiese Ellis, facendo un passo in avanti.
Gaia si volse verso di lei. "Voi tornerete alle vostre vite, anche se posso capire che per qualcuno sarà difficile. Non preoccupatevi, la Himitsu non correrà il rischio inutile di attaccarvi così apertamente. Cercheranno di togliervi di mezzo, ma per farlo aspetteranno l'anno prossimo, vi inviteranno di nuovo al torneo, e fino ad allora… dovrete impegnarvi e prepararvi per la grande sfida."
Finalmente, Gaia si girò e cominciò a camminare via. Ma, fatti appena alcuni passi, si voltò nuovamente verso Ellis, che non gli staccava gli occhi di dosso.
"Dì a Sofia che mi dispiace per la sua perdita di memoria. In quanto a Rungo, gli manderò quanto prima le mie scuse per aver rapito la sua famiglia, ma era importante che partecipasse anche lui. E per finire…" Per la prima volta, un vero sorriso, di autentica felicità, gli si dipinse sul viso duro. "Per finire, voglio ringraziare te, Ellis, figlia mia, di avermi permesso la gioia di vedere che sei cresciuta e sei diventata così forte e determinata. Anche se i tuoi sentimenti per me non saranno mai quelli di una figlia per il padre, l'importante è sapere che sei degna di me. Addio. Ma solo per ora."

Sotto la pioggia battente, Ellis rimase lì, muta ed immobile, mentre la figura di Gaia si allontanava e scompariva nella notte. Lentamente e dolorosamente, la ragazzina si volse verso il bordo del ring e si incamminò verso le sue amiche. Sia Amy che Sofia, che in quel momento la prima stava cercando di sorreggere in piedi, avevano l'aria di aver sentito quanto Gaia ed Ellis si erano detti. I loro volti erano seri, nei loro occhi traspariva una profonda malinconia e preoccupazione.
Ellis le guardò in viso. "Avete sentito anche voi, vero?"
Amy abbassò leggermente la testa. "Parola per parola."
Gli occhi di Ellis tremarono, e alla fine una lacrima le scese lungo la guancia, mischiandosi all'acqua piovana. "Sono stata una stupida, Amy-san, Sofia-san… pensavo davvero che per me sarebbe stata una gioia vedere mio padre… poi mi sono resa conto di non provare quello che avrei dovuto… "
Sofia scosse la testa. "Non devi pensare una cosa del genere, Ellis-chan. Tu hai fatto il tuo tentativo, e hai visto finalmente tuo padre… hai ritrovato quella parte di te stessa che pensavi perduta per sempre. Capisco poi che scoprire di non provare più nulla per lui abbia lasciato un vuoto dentro di te… però hai perseguito un obiettivo dando tutta te stessa, e questo ti fa onore. Non dimenticarlo."

Ellis rimase qualche secondo a ripensare a queste parole. Poi, un sorriso le riapparve sul viso. "Sì, forse hai ragione tu, Sofia-san…"
Amy annuì leggermente, poi accennò con la testa alle uscite dell'arena. "Sarà meglio che vi accompagni in infermeria… questo duello è stato davvero molto duro!"
"Scusa, Amy…" prese la parola Sofia "Ma… Eiji e Kayin…"
"Sì, Sofia-san, certo che sono preoccupata per loro… sarei stupida a non esserlo." Rispose Amy, mantenendo la calma "Ma Sho lavora assieme a Gaia, giusto? Dunque non ucciderà Eiji e Kayin. Loro, a quanto ho capito, sono gli altri due… "guerrieri prescelti"… almeno spero che le cose stiano così…"

********************************************************************************

Altrove, un'altra, terribile verità era stata rivelata.

I volti di Eiji e Kayin persero colore, mentre loro indietreggiavano di un passo, osservando il loro ex-insegnante con occhi sconvolti. Per un attimo, sembrò loro di non capire, non sentire, non vedere più niente…

"Niisan… nan de... cosa… vuoi dire?" balbettò Eiji, quasi tremando per lo shock.
Sho fissò il suo gelido sguardo in quello del fratello minore. "Quello che ho detto, ototo... l'omicida del padre di Kayin…" si interruppe, come per cercare di fare effetto "…sono io."
Senza dire una parola, Kayin afferrò a due mani la sua spada claymore, poi ricominciò a parlare: "No… non può essere… tu menti…"
"Allora, Kayin-chan?" riprese Sho, il suo tono freddo e distante che non accennava ad alcun sentimento "Pensi che possa essere una ragione sufficiente per combattere contro di me?"
Il giovane biondo rimase là, ribollente di rabbia. Sembrava una bomba pronta ad esplodere. Un attimo dopo, Kayin rispose, a denti stretti: "Una ragione… sufficiente? Tu… tu… SEI FINITO!"
Con uno scatto, Kayin si lanciò contro il suo ex-mentore, gli occhi verdi fiammeggianti di furia, la spada sollevata pronta a colpire Sho. Chiunque altro, al posto di Sho, sarebbe fuggito, davanti ad una simile furia omicida. Ma il fratello maggiore di Eiji rimase là ad attendere, con un'aria fin troppo calma sul volto.
"KAYIN!" urlò Eiji, non appena lo shock gli permise di articolare parola.

Con un urlo furibondo, Kayin abbassò la sua claymore su Sho, che sembrava non aspettare altro. Sollevando la sua katana davanti a sé, il fratello di Eiji parò il colpo, che tuttavia lo fece barcollare indietro e gli tolse il fiato per un secondo. Kayin sollevò di nuovo la spada, ma stavolta non ebbe il tempo di effettuare un attacco. Sho lo intercettò, producendosi in un uppercut ad avvitamento assolutamente uguale a quello di Eiji. "HISHOZAN!". Kayin venne colpito e scagliato via, atterrando di schiena qualche metro più in là. Sho si slanciò per attaccarlo ancora, ma qualcun altro decise di intervenire.
"REKKUZAN!" gridò Eiji, scagliando la sua palla di fuoco verso il fratello maggiore, che in quel momento si era sbilanciato per proseguire l'attacco a Kayin. Sho fece appena in tempo a voltarsi, che la sfera infuocata lo colpì alla spalla, facendolo incespicare con un grugnito di dolore. Poi, gli occhi scarlatti dei due fratelli si incrociarono nuovamente.
Eiji sembrava furente, almeno quanto Kayin. "Perché, fratello?" ringhiò minacciosamente "Perché hai ucciso il padre di Kayin e ti sei unito alla Himitsu Kessha? Hai disonorato il nome della famiglia Shinjo, e adesso dovrai pagare!"
Sho rimase ad osservarlo per una frazione di secondo, poi si rimise in posizione. "Dunque, anche tu vuoi combattere, Eiji… E va bene, allora… ikimashou, ototo! Il vero duello inizia ora!"
Senza altre esitazioni, Sho attaccò nuovamente sparando una doppia fireball ad Eiji. "DOUBLE REKKUZAN!". Il fratello più giovane si mise in guardia e parò il doppio attacco, che però lo fece indietreggiare di qualche passo. Sho non perse tempo e scagliò il suo successivo attacco, balzando in aria e scendendo giù, la gamba fiammeggiante protesa verso Eiji.
"RYUSEIKYAKU!" Questa volta, Eiji non potè parare e venne colpito allo sterno, venendo scagliato a terra qualche metro più in là. Kayin, intanto si era rialzato e stava caricando da dietro il suo ex-insegnante. Lo aveva quasi raggiunto, quando Sho si girò e parò il calcio che Kayin aveva sferrato. Poi, Sho afferrò il suo allievo e lo proiettò sopra la spalla, mandandolo ad atterrare vicino ad Eiji.

"Kayin!" esclamò Eiji, mentre il suo amico piombava a terra con un tonfo sordo "Tutto bene?"
Kayin strinse i denti e si tirò su. "Secondo te?" rispose "Non starò bene finchè non avrò fatto vendetta…"
"Ti prego, calmati!" cercò di trattenerlo Eiji "Se ti agiti non vincerai mai…"
"Ti pare facile?" ringhiò Kayin "Sono davanti all'assassino di mio padre…"
Eiji strinse i denti. "Credimi, io sono infuriato quanto te…" sibilò, osservando suo fratello con occhi brucianti d'ira. "Ma dobbiamo cercare di tenerci calmi… anche se il nostro avversario è una persona per cui ora proviamo il più profondo rancore…"
Il giovane biondo fece un respiro profondo, poi si mise nuovamente in posizione di combattimento. "D'accordo, Eiji… allora sferriamo il nostro attacco assieme e facciamo del nostro meglio!"
"Allora, vi decidete ad attaccare?" domandò Sho con impazienza, gli occhi scarlatti fissi sui suoi due allievi. "Non ho tutta la notte da dedicare a questo scontro!"
Kayin strinse i denti e rispose: "Tra poco non avrai più nessuna notte da dedicare a nient'altro!". Con queste parole, si lanciò nuovamente su Sho, brandendo Excalibur nella mano destra e sferrando un letale fendente dall'alto verso il basso. Alzando la katana, il fratello maggiore di Eiji parò l'attacco, poi spinse via Kayin proprio mentre Eiji balzava in aria e si lanciava in un Ryuseikyaku identico a quello che Sho aveva eseguito poco prima.
Sho reagì prontamente, balzando di lato e lasciando che il calcio di Eiji colpisse il terreno, aprendo una crepa. Poi, attaccò il fratello minore con un calcio circolare al viso, facendolo cadere a terra. Intanto, Kayin si lanciava di nuovo all'attacco, sferrando un fendente che graffiò l'avambraccio sinistro di Sho.

Il giovane dai lunghi capelli castani strinse un occhio, digrigando i denti per il bruciore, poi si voltò verso Kayin, ed eseguì una spaccata, sferrando un letale calcio al suo ex-allievo.
"SHOULDER CRUSH!" gridò Sho, mentre il calcio colpiva in pieno Kayin e lo faceva barcollare all'indietro. Ma il giovane biondo, spinto dalla semplice forza della rabbia, si tenne in piedi, poi attaccò nuovamente, lanciando una sorta di rabbioso ruggito e producendosi nel suo micidiale uppercut.
"DEADLY RISE!". Kayin balzò verso l'alto, avvitandosi su sé stesso, in maniera identica allo Hishozan di Eiji. Sho, non aspettandosi questo attacco, venne colpito e sollevato in aria con un grugnito di disappunto. Rimase in aria per un attimo, poi ripiombò a terra, ma fu di nuovo in piedi un istante dopo. Questa volta, però, non ebbe il tempo di organizzare un altro attacco, perché Eiji, rialzatosi, lo aveva raggiunto e lo aveva steso con un mortale atterramento. Sho rotolò via e si rialzò, il respiro leggermente affannoso.

"Le mie previsioni si sono rivelate corrette, dunque!" commentò Sho, sempre con aria distaccata "Voi due siete diventati molto più forti in questi ultimi anni!"
Il fratello minore fece volteggiare la Byakko No Tachi davanti a sé un paio di volte, poi rispose a Sho, la voce piena di rancore. "Mochiron, niisan... e tra poco ti daremo un assaggio ulteriore dei nostri miglioramenti!"
Sbuffando, Sho si rimise in guardia. "D'accordo, Eiji… ma vi avverto che neanche io ho fatto sul serio finora! Ora, preparatevi alla vera sfida!"
Senza aggiungere altro, Sho sparò un altro Double Rekkuzan, e ancora una volta due fireball eruppero dalla lama di Akai No Yama, una diretta ad Eiji ed una a Kayin. Queste due, però, erano molto più veloci delle precedenti, e i due giovani non poterono fare altro che osservare increduli i due lampi di fuoco sfrecciare nell'aria e colpirli con una potenza tremenda, scagliandoli a terra.
Kayin si rialzò per primo e fece un balzo verso Sho, per cercare di colpirlo con un calcio volante. Ma il fratello di Eiji non fece altro che guardarlo freddamente avvicinarsi sempre di più, come una meteora, per poi intercettarlo con un altro Hishozan. Kayin lanciò un breve urlo di dolore mentre l'uppercut lo scagliava via, facendolo cadere prono per terra, mentre Sho atterrava in piedi senza problemi. Ma ecco, un attimo dopo, che il guerriero più anziano incespicò, stringendo i denti per il disappunto. Mentre Sho era ancora in aria per il suo Hishozan, Eiji aveva fatto una scivolata, in modo da finirgli proprio addosso durante l'atterraggio.
Un attimo dopo, Eiji e Sho cominciarono a far cozzare le loro spade l'una contro l'altra, ogni colpo un clangore che risuonava per l'enorme stanza, creando una furibonda eco. Ancora, e ancora, le lame si scontrarono, continuando così per diversi secondi, poi Eiji schivò un fendente abbassandosi e rispose con un calcio circolare abbassato diretto alle caviglie di Sho. Ma, con un'agilità incredibile, il fratello maggiore spiccò un balzo, vanificando la mossa di Eiji. Con un elegante salto mortale all'indietro, Sho atterrò in piedi a qualche metro di distanza, poi si lanciò di nuovo all'attacco, raggiunse Eiji e lo colpì con una raffica di fendenti che lo lasciarono senza fiato e sanguinante. Proprio nel bel mezzo della combo di Sho, però, Kayin si era portato a lato dei due combattenti.
"SONIC SLASH!" gridò, sparando una fireball al suo ex-sensei. Sho si scansò con un balzo di lato, e il Sonic Slash proseguì il suo tragitto, andandosi a schiantare contro la parete di roccia. Un attimo dopo, Sho si portò davanti a Kayin e gli sferrò un calcio circolare al fianco, seguito da un colpo d'elsa e infine da una nuova Shoulder Crush che fece cadere a terra il biondo cacciatore di taglie. Ansimando, Kayin rotolò via e si riportò al fianco di Eiji, mentre i due cercavano di rivedere la loro strategia. Entrambi i ragazzi sembravano già con il fiato corto, mentre Sho aveva appena qualche ammaccatura.

"Chikusho..." mormorò Eiji, afferrandosi l'avambraccio destro sanguinante. "E' molto forte, e credo purtroppo che non stia combattendo al massimo delle sue capacità… se volesse, potrebbe spazzarci via in un attimo…"
Kayin strinse gli occhi. "Vuoi forse dire che ti arrendi, Eiji?"
"Tsk, stai scherzando, vero?" rispose il ragazzo dai capelli all'insù "Non mi arrenderò senza prima aver dato tutto quello che ho in questo scontro!"
Sho non disse nulla, ma spronò i suoi due avversari a farsi avanti, con un gesto della mano. Questa volta, Eiji e Kayin tentarono un approccio più prudente, camminando in un semicerchio attorno al loro ex-insegnante e tenendo le spade puntate contro di lui.
Per diverso tempo, tutti e tre i contendenti rimasero immobili, aspettando il movimento della fazione opposta. Poi, Sho attaccò, scattando verso Kayin, cogliendolo di sorpresa, e buttandolo a terra con un calcio rovesciato. Kayin piombò al suolo, soffocando un'imprecazione, mentre Sho si girava verso Eiji e sferrava un fendente che ferì di striscio alla spalla il fratello minore. Eiji tentò di rispondere con qualche fendente suo, ma Sho era fin troppo abile a difendersi dai suoi assalti, e soltanto due colpi, che ferirono Sho al fianco e al braccio destro, lasciarono il segno, per quanto Eiji ne avesse sferrati diversi.

Sho parò un altro attacco, poi buttò a terra Eiji con un'altra Shoulder Crush e lo attaccò di nuovo mentre era a terra, colpendolo al fianco con un calcio di punta. Intanto, Kayin si era di nuovo rialzato e, avvicinatosi nuovamente a Sho, sferrò un fendente che Sho parò con facilità. Le loro spade cozzarono ancora due volte l'una sull'altra, poi Kayin colse l'occasione, afferrò Sho per il colletto e lo fece volare sopra la propria spalla con un atterramento da judo. Eiji, rialzandosi, si mise nuovamente al fianco di Kayin mentre Sho si rialzava lentamente. I due ragazzi più giovani cominciarono ad accumulare energia nelle loro spade, poi sferrarono contemporaneamente i loro colpi a distanza.
"REKKUZAN!"
"SONIC SLASH!"

I due attacchi si diressero a tutta velocità verso Sho, che riuscì appena in tempo ad alzare la guardia. L'impatto lo sollevò comunque da terra, facendolo cadere di schiena. Ma, ancora una volta riuscì a rialzarsi facilmente, e si lanciò ancora una volta contro i suoi due ex-allievi con una raffica di fendenti veloci come il fulmine. Eiji e Kayin furono costretti ad indietreggiare per sottrarsi a quell'inferno di lame.
All'improvviso, Sho si caricò di energia, e, sotto lo sguardo incredulo di Eiji e Kayin, sollevò la spada incendiata di fiamme viola, pronto a sferrare un nuovo, devastante colpo.
"Che cosa…" esclamò Kayin "Quella roba non l'abbiamo mai imparata…"
"Oh, no… La vedo brutta…" mormorò Eiji, osservando il fratello maggiore con occhi allarmati.

Un attimo dopo, Sho sferrò un fendente gridando: "Misete kure yo!". Una gigantesca palla di fuoco viola, più grande di un essere umano, sfrecciò attraverso l'aria, con un ruggito tremendo che scosse tutta la stanza. Un tremendo lampo violaceo illuminò il luogo del combattimento, mentre l'enorme attacco energetico si schiantò contro Eiji e Kayin, con una potenza incredibile.
Con un urlo di dolore e di panico, i due ragazzi vennero scagliati contro il muro dall'impatto, e scivolarono a terra, mentre Sho li guardava con aria di disprezzo.
"Spero che questo non sia stato il massimo di cui eravate capaci." Commentò duramente "Ne resterei molto deluso…"
Si interruppe, sorpreso, quando vide Eiji, pur sanguinante e indebolito, tirarsi su lentamente, sollevare di nuovo la Byakko No Tachi e rimettersi in posizione.
"Non ho ancora perso, niisan…" mormorò, respirando affannosamente "Ora permettimi di farti vedere il mio ultimo attacco…"
Sho fece un sorrisetto amaro. "Sei o davvero determinato, o davvero testardo, Eiji… E in ogni caso, è proprio così che ti ricordavo…". Poi si mise in guardia per bloccare l'attacco del fratello minore. Eiji sembrò concentrarsi. Poi, con grande sorpresa di Sho, comiciò a emanare un'aura di energia blu dal proprio corpo. Stava accumulando energia proprio come aveva fatto Sho un attimo prima. Nemmeno il fratello maggiore si era aspettato una mossa del genere.
Devo ammettere che è migliorato molto più del previsto...

I pensieri di Sho vennero interrotti bruscamente quando Eiji aprì di scatto gli occhi e gridò a squarciagola il nome del suo ultimo attacco:
"BYAKKI MOSHUKEN!!!"
Un attimo dopo, Eiji si lanciò a tutta velocità contro Sho, tenendo ben stretta la spada con entrambe le mani. Il fratello maggiore, colto di sorpresa dalla velocità e dall'energia dell'attacco, cercò di parare ma era troppo tardi. Eiji lo raggiunse e cominciò a colpirlo con una raffica di calci e fendenti, ad una velocità che sembrava umanamente impossibile, ogni colpo sempre più doloroso. Ancora, e ancora, la spada di Eiji lasciò il segno su Sho, poi, dopo diversi secondi, Eiji concluse l'attacco, sferrando un Hishozan potenziato, il corpo avvolto da una sfera di dirompente energia azzurra. Con un urlo di dolore, Sho venne sbattuto contro il muro, spaccando letteralmente alcune rocce, e lentamente scivolò al suolo, ansimando.
Eiji atterrò dal suo Hishozan e rivolse al fratello maggiore uno sguardo carico di rancore. "Allora,
fratello? Pensi che così possa bastare…?"
Poi, il suo respiro venne aspirato in un rantolo quando Sho si rialzò nuovamente, con aria quasi indifferente, nonostante stesse perdendo sangue in maniera non indifferente.
"Sì, Eiji, può bastare." Rispose seccamente "Ora chiudo questo incontro."
Iniziò ad accumulare nuovamente energia e, quando questa raggiunse il culmine, sferrò un altro, micidiale colpo. "BYAKKI MOSHUKEN!!!"
Questa volta, fu Eiji a trovarsi sulla via della stessa tecnica che aveva utilizzato un attimo prima. Tentò di difendersi, ma riuscì a parare solo qualche colpo. Tutti gli altri colpirono in pieno, investendo Eiji con un lampo di energia. Eiji non vedeva, non capiva più niente. Sentiva soltanto un dolore tremendo ogni volta che l'attacco di suo fratello lo raggiungeva. Finalmente, l'attacco si concluse, ed Eiji venne scagliato via dallo Hishozan finale di suo fratello.

Ancora una volta, Eiji finì a terra, il corpo sanguinante che sbattè due volte contro il terreno prima di fermarsi. Con sua enorme sorpresa, scoprì di essere ancora vivo e di avere ancora un po' di energia per battersi.
Stringendo i denti e lottando contro il dolore, Eiji si appoggiò sulle mani, poi si rialzò in ginocchio, senza che suo fratello gli staccasse mai gli occhi di dosso. Ma, in quel momento, venne interrotto dalla voce di Sho:
"No, basta così."
Eiji sentì il cuore balzargli in petto. Alzò lo sguardo verso Sho, guardandolo dritto negli occhi. "Che… cosa? Basta così?" Un colpo di tosse lo interruppe, scuotendo il suo corpo dolorante.
"Il duello termina qui." Sentenziò Sho "Se vai avanti a lottare, resterai sicuramente ucciso. Non ho usato molto più di metà della mia vera forza in questo scontro, eppure mi è bastato per ridurvi così. Credi davvero di poter vincere andando avanti? Io non voglio che tu muoia, men che meno per mano mia."
"Hey… un momento…" Kayin, che in quel momento si stava rialzando, aveva preso la parola. "Io… credevo che la Himitsu… ti avesse affidato il compito di ucciderci…"
Sho scosse la testa, un altro sorriso amaro sul volto. "Io non ho niente a che vedere con la Himitsu Kessha. Questo torneo è stato organizzato da Gaia, uno dei migliori guerrieri della Himitsu, ma questo non significa che io lavori per loro. Il fatto è, che nemmeno Gaia fa più parte della Himitsu. E' un ribelle, che ha deciso di aiutarmi di sua spontanea volontà, proprio per danneggiare la sua organizzazione."
"NANI?" esclamò Eiji, sorpreso oltre ogni limite.
"Il motivo di fondo di questo torneo era trovare i lottatori prescelti. I lottatori che, al momento giusto, salveranno il mondo dalla catastrofe." Spiegò Sho "E voi due, così come Ellis e Sofia, avete dimostrato di possedere ciò che alla fine potrà decidere il futuro dell'umanità intera. A voi, un giorno, verrà affidata una responsabilità che, purtroppo non potrete rifiutare, e toccherà a voi fare sì che il nostro mondo non precipiti nel caos."
"Ma… io… non capisco…" balbettò Kayin "Se davvero tu agisci per questo scopo… cos'è questa catastrofe? Perché il mondo dovrebbe precipitare nel caos? E soprattutto…" si interruppe, stringendo i denti per la rabbia "Perché hai ucciso mio padre?"
Sho trattenne il respiro, mentre un velo di tristezza appariva su quel volto duro. "Purtroppo, Kayin-chan… queste domande sono destinate a rimanere irrisolte, almeno per il momento. Non siete ancora pronti, e se voi periste, non ci sarebbe più nessun altro per salvare il nostro pianeta. No, nemmeno io potrei farlo, nonostante i miei poteri. E le ragioni per questo comportamento sarebbero fin troppo lunghe da spieare. Dovete aspettare il momento giusto."
Poi, con grande sorpresa di tutti, Sho rinfoderò Akai No Yama e si pose davanti a Kayin, che in quel momento si era rialzato.

"Tuttavia…" cominciò, sotto lo sguardo furente del suo ex-allievo "Anche se non potrò mai spiegarti perché ho dovuto uccidere tuo padre, non ti nego la possibilità di prendere la tua vendetta."
Guardò Kayin dritto negli occhi, e ora l'espressione dura era ritornata su quel volto. "Se vuoi, Kayin-chan, puoi uccidermi adesso e fare giustizia. Nessuno ti biasimerà."
Kayin, dopo un attimo di esitazione, sollevò la sua claymore, stringendo i denti per la rabbia.
"IYA! Niisan!" eslamò Eiji disperatamente, rifiutandosi di credere a ciò che stava accadendo. Sho rimase lì, stoicamente rassegnato all'idea della propria morte, mentre gli occhi verdi acqua di Kayin indugiavano in quelli scarlatti del suo ex-mentore.
E videro i giorni della loro adolescenza, i giorni in cui si erano allenati insieme, lui ed Eiji, i giorni in cui avevano davvero creduto che quel sogno, quell'allegria sarebbero durati per sempre.
Quei giorni ora, sembravano fuggiti per sempre.
Il tempo sembrò fermarsi, mentre Kayin teneva ancora sollevata la sua spada. Sarebbe bastato un semplice gesto per concludere la vita di Sho.
Poi, una spada colpì il terreno. Era quella di Kayin.
Il giovane scozzese abbassò il viso, rifiutandosi di guardare negli occhi il suo maestro, e mormorò tre parole, la voce appena udibile:

"Io… non posso…"


TOSHINDEN - CLASH OF THE TITANS: CONTINUA E FINISCE NEL PROSSIMO CAPITOLO…


Note dell'autore:
- Hmm, non credo di avere molto da dire… col prossimo capitolo si concluderà la prima parte della mia saga di Toshinden, dopodichè preparatevi alla seconda serie, ispirata a Toshinden URA! Arrivederci e grazie a chiunque abbia letto questa modesta fic!!!

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: L'AMARO SAPORE DI UN SALUTO ***


CLASH OF THE TITANS

Autore: Enrico


TOSHINDEN - CLASH OF THE TITANS

CAPITOLO 7: L'AMARO SAPORE DI UN SALUTO


8 Aprile 1995, nel complesso in cui si era tenuto il torneo Toshinden.

Ormai quasi tutti coloro che avevano partecipato come spettatori erano partiti, così come tutti i combattenti che erano stati battuti nelle eliminatorie. Ma qualcuno era rimasto…

Eiji, Kayin, Ellis e Sofia si erano ritrovati davanti alla porta del bungalow di Eiji. Tutti erano vestiti nei loro abiti "civili", e avevano già pronte le loro valigie e i loro bagagli, e in quel momento si stavano scambiando gli ultimi saluti. Ora, dopo essersi presi un po' di riposo per recuperare dai combattimenti che li avevano impegnati, i quattro combattenti erano nel bel mezzo degli arrivederci di rito.
Saluti che lasciavano in bocca a diversi di loro un sapore amaro. Ognuno di loro aveva scoperto qualcosa nel grande torneo, ma nello stesso tempo, avevano tutti perso qualcosa.

"Beh, ragazzi… direi che la situazione è questa." Concluse Eiji, scuotendo la testa e cercando di nascondere la propria delusione "Purtroppo, non siamo riusciti a fare ciò che ci eravamo proposti. Tuttavia, è chiaro che non finisce qui…"
"Mi sembra ovvio." Rispose Sofia annuendo "La Himitsu Kessha è ora sulle nostre tracce, oltre che su quelle di Gaia. E, a quanto sembra, vorranno fare sì che noi non li possiamo ostacolare nei loro progetti. Beh, non importa. A quanto pare, li incontreremo nel prossimo torneo, e lì, forse, potremmo fare un po' più di chiarezza." Si interruppe per un attimo, facendo vagare il suo sguardo nel vuoto. "E, forse, avrò la possibilità di ritrovare la mia memoria."
Ellis rimase pensosa per qualche secondo, poi disse anche lei la sua: "Se mio padre ha avuto davvero a che fare con la Himitsu Kessha in passato, questo significa che anche io sono coinvolta. E non mi voglio tirare indietro proprio adesso. Finchè quella dannata organizzazione ci minaccia, non mi potrò rilassare." La ragazzina alzò lo sguardo e strizzò l'occhio destro. "Ci sarò anch'io. Userò quest'anno per allenarmi e prepararmi bene. La Himitsu Kessha vedrà con chi ha a che fare!"
Eiji le sorrise e annuì una volta. Poi, riassumendo un'espressione seria, si volse verso Kayin, che per tutto quel tempo era rimasto là, lo sguardo cupamente rivolto verso il suolo.
"Kayin…" mormorò Eiji, capendo che il suo amico non era, come si suol dire, dell'umore giusto.

Il giovane cacciatore di taglie scosse la testa. "No, ragazzi, mi dispiace. Io mi chiamo fuori." Mosse qualche passo, allontanandosi dal gruppetto. "Ormai, cosa me ne può fregare della Himitsu Kessha e di ciò che hanno in mente di fare? Ho atteso un anno perché il momento di fare vendetta arrivasse, ho desiderato con tutto me stesso il giorno in cui avrei ucciso l'assassino di mio padre… per poi scoprire che cosa? Che era un vecchio amico, oltre che il mio ex-mentore. E così, quando ho avuto la possibilità…" si interruppe un attimo, scuotendo la testa "…mi sono lasciato sopraffare dalla mia debolezza. Per quanto io volessi ucciderlo, un 'qualcosa'… non riesco a spiegarmi meglio… mi ha impedito di farlo. E, assieme a tutti i miei sforzi di un anno, tutte le illusioni su cui, fino a questo momento, si era retta la mia vita sono crollate con quella orrenda scoperta." Mosse ancora qualche passo, senza voltarsi verso i suoi amici.

"No, ragazzi…" mormorò infine "Il mio combattimento finisce qui. Combattere porta solo tragedia e disperazione. Voglio ritornare alla mia vita e tentare di sembrare una persona normale. Con questo torneo, ho già visto abbastanza da aver deciso di rinfoderare per sempre la mia spada." Per un attimo, il suo tono si addolcì, e si voltò verso i suoi amici, con un triste sorriso sul viso.

"Ad ogni modo, Eiji, Ellis, Sofia… grazie per avermi dato il vostro appoggio. Non dimenticherò mai la vostra amicizia, e sono proprio sicuro che un giorno ci rivedremo. Sapete, in una vita come la mia, le cose sicure sono molto poche…"

Kayin rimase lì, per qualche secondo, ad osservare i volti malinconici di Eiji, Ellis e Sofia, poi si voltò e iniziò ad allontanarsi, tenendo in mano la sua valigia e portando a tracolla la custodia, ben chiusa a chiave, dove teneva Excalibur. I tre amici tennero gli sguardi fissi su di lui mentre si allontanava, poi Eiji cercò di raggiungerlo con la voce: "KAYIN! Arrivederci, e grazie anche a te!"

Senza nemmeno voltarsi, Kayin sollevò la mano e ricambiò il saluto, continuando a camminare verso l'uscita del complesso…

"Kayin…" mormorò Ellis, facendo qualche passo come a volerlo seguire, ma Eiji la trattenne per la spalla.
"No, lascialo andare, Ellis-chan…" disse il ragazzo dai capelli all'insù, mentre la ragazzina si voltava, con aria piuttosto incredula. "E' stato difficile per lui scoprire che una persona di cui si fidava non era più la stessa… ed è stato difficile anche per me…" Il ragazzo sospirò, mettendosi una mano sul fianco e abbassando lo sguardo. "Mio fratello, la persona che più stimavo al mondo… era all'improvviso così gelido, distante… sembrava in un altro mondo. Sicuramente, né io né Kayin potremo più provare gli stessi sentimenti per lui…"

Sofia sospirò, guardando in lontananza. "Sì, hai ragione. La mia unica speranza è che la prossima volta si riesca a far luce su questi misteri… e che poi, sia davvero tutto finito…"

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Il sole stava già scendendo verso le montagne, mentre Eiji ed Amy, tenendosi per mano, uscivano dal doppio portone che aveva dato loro accesso, appena una settimana prima, al luogo che avrebbe significato così tanto per loro e i loro vecchi e nuovi amici. Amy, in maglietta bianca, pantaloni e sandali, mise in spalla il proprio zaino, poi volse lo sguardo verso il suo ragazzo, che la stava guardando con aria malinconica.

"Allora, Eiji…" incominciò lei, guardandolo fisso con i suoi splendidi occhi castani. "Hai preso la tua decisione? Partirai di nuovo, giusto?"
Eiji fece una pausa, guardandola intensamente, cercando le parole per risponderle. Poi, prese lui la parola: "Purtroppo… non potrò fare a meno di presentarmi per il prossimo torneo, e devo cercare di fare quanta più esperienza possibile… e diventare più forte… anche se mi dispiace doverti salutare così… soprattutto dopo ciò che è successo…"
Il ragazzo si avvicinò alla sua fidanzata e le pose una mano sulla spalla per rincuorarla. Amy sorrise debolmente, mentre una lacrima le rigava il viso. Con un gesto amorevole della mano, Eiji le asciugò la lacrima, sorridendo per quanto possibile. I due ragazzi rimasero là, senza dire una parola, poi si abbracciarono, scambiandosi un bacio, sotto la calda luce del sole calante.
"Amy-chan… mi mancherai."
"Anche a me…"

Pochi minuti dopo, Eiji non era altro che una sagoma all'orizzonte, che continuava a rimpicciolire mentre camminava, sempre più lontano, sempre più distante… finchè non sparì completamente, sotto lo sguardo di Amy, che aveva tenuto lo sguardo fisso su di lui fino alla fine.
Amy abbassò lo sguardo, sentendo le lacrime riempirle nuovamente gli occhi. Venne scossa all'improvviso dalla voce infantile di Ellis che la chiamò da dietro:
"Amy-san…"

Amy rialzò lo sguardo, passandosi il dorso della mano sugli occhi. Non le andava di farsi vedere mentre piangeva da una ragazza più giovane di lei. Poi, si voltò verso la sua amica: "Sì, Ellis-chan? Mi vuoi dire qualcosa?"
Ellis sospirò, avanzando lentamente verso Amy. "Pensavo che ti avrebbe fatto piacere parlare con qualcuno…" cominciò, un po' indecisa, poi continuò: "Sapevo che sarebbe stato triste per te veder ripartire Eiji-san… Non avresti voluto trattenerlo?"
Amy sospirò e scosse la testa: "Sì, in effetti è piuttosto triste vederlo andare via così, da solo… ma è una cosa che ho accettato il giorno in cui io ed Eiji siamo diventati fidanzati." Si interruppe, scostandosi dal viso i capelli castani scurissimi. "Eiji ha scelto la sua strada, e io ho scelto la mia. E non ho alcun diritto di interferire con le sue decisioni… Per quanto mi dispiaccia."
"Sì, capisco cosa vuoi dire…" rispose la piccola danzatrice, poi afferrò la sua valigia "Tra poche ore partirà il mio volo per l'Ungheria… temo di dover andare. Sofia è già partita, e noi siamo le uniche due rimaste…"
Amy annuì. "Sì, Sofia è passata a salutarmi… ah, a proposito, se vuoi posso accompagnarti all'aeroporto! Vado a prendere le mie cose e arrivo, ci metterò cinque minuti!"
"D'accordo!" rispose Ellis, mentre un sorriso tornava a brillare sul suo bel viso.

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La notte era scesa, e il complesso era caduto nel silenzio. Tutta la zona attorno ad esso sembrava deserta. Ormai tutti erano partiti. Il torneo si era concluso, definitivamente.
Ma ancora una figura era rimasta, ad osservare da lontano l'edificio in cui si era svolta la grande battaglia, una battaglia la cui importanza sarebbe stata inimmaginabile per tutti. La figura era una giovane dai corti capelli viola, profondi e stupendi occhi violetti, che portava un completo blu con sopra un mantello rosso e paramano dello stesso colore. L'alabarda dorata che teneva in mano sembrò brillare alla luce della luna, mentre Cupido teneva fisso lo sguardo sul complesso.

Lo scontro si è concluso… ma la prossima volta non sarà così facile. Ammesso che arriviamo alla prossima volta senza essere scoperti. E per quanto riguarda i guerrieri… beh, anche loro avranno il loro da fare. Per il momento posso solo tornare alla base e sperare che Gaia-sama e Sho-sama riescano nel loro intento. E devo tornare prima che gli altri abbiano sospetti…

La giovane donna voltò le spalle al complesso, e la sua esile figura iniziò ad ondeggiare, per poi svanire, scomparendo nell'aria senza fare un suono, come un fuoco fatuo che fluttuava per poi spegnersi. Cupido ebbe il tempo di pensare un'ultima cosa.

Eiji Shinjo, Ardente Spirito… su di te e sui tuoi amici sono poste molte speranze…

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Un'altra misteriosa e solitaria figura si stava allontanando, lasciando dietro di sé un'ombra di mistero e di ambiguità. I suoi lunghi capelli e il suo mantello ondeggiarono nel vento, mentre Sho, lo Straniero del Vento, si allontanava dal luogo che aveva significato e avrebbe continuato a significare molto per lui e per molti altri. Il suo viso era ancora gelido come il ghiaccio, ma nel suo cuore, varie emozioni si agitavano.

Quante cose avrei voluto dire… e non ho potuto, nemmeno per rendere chiaro il perché del mio comportamento. Sarebbe stato troppo presto, e se l'avessi fatto avrei potuto interferire con quello che sarà il loro destino. So che ci vorrà tempo, ma un giorno tutto questo sarà finito… ogni mistero verrà a galla, ogni nodo al pettine… anche se il prezzo da pagare sarà alto per molti di noi.
Beh, ora non c'è più tempo per essere sentimentali. Devo tornare anch'io, e continuare il mio gioco. Sperando che non ci sia stato un imprevisto… il minimo errore nei nostri piani metterebbe in pericolo ogni cosa…

Buona fortuna a tutti voi, Eiji, Kayin, Ellis, Sofia… e a tutti gli altri che il destino ha prescelto. Questo era solo un assaggio di ciò che vi aspetta.

Che gli dei siano con voi.


TOSHINDEN: CLASH OF THE TITANS - FINE…

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TOSHINDEN URA: SPREADING TERROR !!!

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