The Importance of Being Honest

di Videlbra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'amore è sacrificio ***
Capitolo 2: *** Le bugie feriscono ***
Capitolo 3: *** Un cuore spezzato è difficile da curare ***
Capitolo 4: *** Il silenzio di un bacio, vale più di mille parole. ***
Capitolo 5: *** E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. ***
Capitolo 6: *** Tutti hanno bisogno di essere salvati ***
Capitolo 7: *** Disprezzare è facile; meno facile è comprendere ***
Capitolo 8: *** Ogni volta che mi guardi, nasco nei tuoi occhi. ***
Capitolo 9: *** L’amore è il più bello dei sogni e...il peggiore degli incubi. ***
Capitolo 10: *** Scuse e Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** L'amore è sacrificio ***


Quella mattina Magnus era in vena di cambiamenti. Si trovava al centro del suo loft e, agitando le dita smaltate e decorate da una dozzina di grandi anelli, scagliava scintille azzurre contro le pareti del suo soggiorno, che in risposta cambiavano colore passando dal blu, al verde, all’arancio e a migliaia di altre tonalità di colore. Un ragazzo dai luminosi occhi azzurri entrò proprio in quel momento nella stanza e rimase incantato davanti allo spettacolo che si trovò davanti: un arcobaleno di colori luminosi comparivano davanti ai suoi occhi.
“Magnus…Cosa stai facendo?!” chiese al ragazzo davanti a lui.
“Oh ciao Alexander, non ti avevo sentito entrare…Sto dando sfogo alla mia vena artistica” rispose lui sorridendo.
Improvvisamente Alec sentì un movimento nelle sue gambe e abbassando lo sguardo si accorse che il Presidente Miao era venuto a salutarlo strusciandosi contro di lui. Ma c’era qualcosa di diverso nel gattino.
“Magnus hai colorato anche il gatto!!!!” esclamò scioccato Alec rendendosi improvvisamente conto che il povero felino non era sempre stato verde!
“Oh si! Non è un amore adesso?” rispose lui estasiato.
“Fallo tornare subito come prima!” disse Alec di rimando.
Con uno schiocco delle dita Presidente Miao tornò come prima e Alec tirò un sospiro di sollievo. Dopodiché si avvicinò allo stregone e con la mano gli pulì la guancia sporca di colore. Magnus gli afferrò il polso e avvicinandolo a sé lo bacio sulle labbra.
“Che programmi hai per oggi? Immagino avrai da fare col tuo James” chiese al ragazzo con le guance arrossate appena le loro labbra si furono staccate. Dopo il loro primo bacio, e il primo appuntamento, i due ragazzi avevano iniziato a frequentarsi. Si vedevano quasi tutti i giorni e Magnus aveva dato ad Alec le chiavi del suo loft in modo che lui potesse andare a trovarlo quando voleva. Tuttavia nessuno era a conoscenza della loro relazione; lo shadowhunter non voleva farne parola con nessuno per paura di non essere accettato e addirittura rinnegato dalla sua famiglia, non appena avessero scoperto che era gay e che usciva con un Nascosto. Per poter incontrare Magnus, Alec usciva da casa di nascosto, o inventava scuse strampalate, e finora non aveva avuto grossi problemi. Solo Isabelle, che lo conosceva meglio di chiunque altro ed era molto perspicace quando si trattava di questioni di cuore, aveva intuito qualcosa, ma per non mettere in imbarazzo il fratello non avevo detto nulla, aspettava che fosse lui a parlargliene quando si fosse sentito pronto per farlo.
“Jace…Si, devo allenarmi con lui e poi stanotte devo andare a caccia con lui e Izzie”
“Allora perché stiamo perdendo tempo a parlare?” chiese lui con uno sguardo malizioso, avvicinandosi al ragazzo dagli occhi blu.
Lui arrossì visibilmente e gli sorrise. Lo stregone lo attirò a sé e riprese a baciarlo con passione, accarezzandogli la nuca con la mano destra, mentre la sinistra si dirigeva sotto la maglietta nera dello shadowhunter. Improvvisamente però una vibrazione insistente interruppe quel momento magico. Alec si scostò dallo stregone e prese in mano il suo cellulare, accostandolo all’orecchio.
“Jace? Che succede?” disse allontanandosi da Magnus e continuando la sua conversazione con il ragazzo biondo.
Nel frattempo Magnus si accasciò sul suo divano colorato e inizio a far volteggiare in aria i cuscini del divano con sguardo annoiato.
“Magnus devo andare, mi dispiace di essere rimasto così poco ma hanno bisogno di me all’Istituto” disse Alec dopo aver chiuso la chiamata, dirigendosi verso di lui.
“Spero che tu abbia intenzione di farti perdonare” rispose lui sbuffando.
“Lo farò senz’altro” rispose lo shadowhunter dandogli un leggero bacio sulle labbra prima di andarsene.
Lo stregone trascorse la giornata a dipingere e riarredare il suo loft finché non ebbe l’aspetto di una navicella spaziale più che di una casa. Quando ebbe terminato iniziò a prepararsi per uscire; lo aspettava una serata di divertimento con i suoi due amici Catarina e Ragnor.

 
Alec si trovava all’Istituto con Jace, Clary e Isabelle. Erano impegnati nel caso di una serie di omicidi che si erano verificati negli ultimi giorni. I ragazzi stavano cercando di capire se il colpevole di tutto ciò fosse Valentine oppure qualcun altro che serbava rancore verso i Nascosti, infatti le vittime erano state tre stregoni, due vampiri e un licantropo. Alec era preoccupato per Magnus, anche se sapeva benissimo che lo stregone era perfettamente in grado di difendersi da solo.
“Alec a che pensi? Sembri teso” domandò Isabelle guardando il fratello con sguardo apprensivo.
“Niente…Sono preoccupato per…la situazione…Dobbiamo trovare il colpevole in fretta prima che uccida altri Nascosti” rispose lui.
Le tracce portavano a un pub che si trovava non molto lontano dall’Istituto e i quattro shadowhunters decisero di recarsi lì quella sera.
Il pub era grande e affollato. L’aria che si respirava al suo interno era calda e insalubre e fece venire la nausea ad Alec che si guardava in giro spaesato. Mentre i ragazzi si guardavano intorno in cerca di qualcosa di atipico, Isabelle sorrise e indico qualcosa.
“Ma guarda chi c’è!” Alec seguì il suo dito con lo sguardo e subito divenne rosso come un peperone.
“Ciao Magnus!!!” disse Isabelle tutta felice dirigendosi verso il tavolo in cui aveva intravisto lo stregone. Lui intanto stava ridendo a crepapelle per qualcosa detta da uno stregone dalla pelle verde che si trovava affianco a lui e Alec pensava che la sua risata fosse una delle cose più belle che avesse mai visto. Quando vide la shadowhunter mora lo stregone si alzo e fece un sorriso alla ragazza.
“Che piacevole sorpresa” disse sorridendo verso Alec “non mi avrete seguito fin qui per chiedere ancora una volta il mio aiuto…State diventando piuttosto insistenti e noiosi” disse lui sbuffando.
“Non preoccuparti, non abbiamo alcuna intenzione di fare compagnia a te e ai tuoi amici dalla pelle colorata, siamo qui per altri motivi” disse Jace con uno sguardo astioso.
Intanto Alec non aveva staccato gli occhi di dosso dal suo stregone per un secondo. Portava una t-shirt molto scollata che lasciava scoperto gran parte del suo petto ambrato e sodo; i capelli erano colorati di rosso nelle punte e tenuti all’insù da un generoso strato di gel; gli occhi da gatto gialli-verdi erano illuminati da una gran quantità di glitter e eyeliner. Il suo sguardo era magnetico e il suo sorriso irresistibile.
“Alec possiamo concentrarci sulla nostra missione o preferisci rimanere qui a fissare lo stregone?” chiese Jace irritato rivolgendosi al suo parabatai che divenne ancor più rosso in viso.
“Eh? Io…io…non” balbettò Alec mentre veniva trascinato per un braccio dalla sorella che sorrideva a Magnus mentre si allontanava. Aveva ormai capito che il suo fratellone era cotto dell’attraente stregone dagli occhi da gatto. Alec sperò con tutto il cuore che Jace e gli altri non avessero pensato che tra lui e Magnus ci fosse qualcosa; era stato uno sciocco a fissare lo stregone, avrebbe dovuto comportarsi con indifferenza, invece non riusciva a smettere di guardarlo e pensare a lui. Mentre vagava coi pensieri si sentì un fracasso improvviso e qualcuno iniziò ad urlare. I quattro shadowhunters si misero a correre, scostando le persone che ballavano al centro del pub per riuscire a passare. Un uomo alto e muscoloso teneva una giovane licantropa sollevata con la mano sul suo collo, tentando di strozzarla, mentre altri 3 uomini, anch’essi alti e muscolosi stavano affianco a lui sorridendo e sghignazzando. Isabelle lanciò la sua frusta contro la gamba dell’uomo e lo fece cadere per terra; inizio così il combattimento. I quattro uomini si trasformarono subito in quattro orribili e giganteschi demoni col corpo a forma di lucertola gigante e degli artigli molto appuntiti che sembravano delle spade. I clienti del pub (tutti Nascosti) corsero fuori dalla struttura urlando e spingendosi, e presto non rimase più nessuno nell’edificio a parte i quattro shadowhunters, i demoni, Magnus e i suoi due amici stregoni. Alec scoccò una freccia che schizzò nel collo del demone lucertolone che stava combattendo contro Jace, ma nel frattempo uno di loro gli si parò alle spalle e si preparò ad attaccarlo con gli artigli acuminati.
“Alec dietro di te” urlò il suo parabatai. Il ragazzo dagli occhi azzurri si girò velocemente e vide che il corpo del demone era stramazzato al suolo ricoperto da fiamme azzurre, le stesse che fuoriuscivano dalle mani di Magnus che gli aveva appena salvato la vita. Non fece in tempo a ringraziarlo che lo stregone cascò sulle ginocchia; un altro demone lo aveva sorpreso alle spalle e gli aveva infilato gli artigli nella spalla sinistra. Lentamente la maglia dello stregone si dipinse di rosso.
“Magnus…” il nome dello stregone gli morì in gola mentre si avventava su di lui, insieme ai suoi due amici stregoni che lo raggiunsero in fretta dal fondo del locale. Alec lo prese per le spalle e lo appoggiò sulle sue gambe mentre continuava a chiamarlo.
“Alexander sto bene, non preoccuparti, dovresti andare ad aiutare gli altri” disse debolmente mentre il sangue continuava a scorrere sul suo petto e la vista gli si annebbiava.
“Ci penso io” disse l’amica stregona di Magnus dai capelli bianchi e la pelle blu, schioccando le dita e iniziando a curarlo con la sua magia.
Alec si voltò verso Jace, Isabelle e Clary e, vedendoli in difficoltà, seguì il consiglio degli stregoni e, appoggiando lentamente Magnus per terra, tornò da loro.
“Sono davvero sorpresa Magnus. Mettere in pericolo la tua vita per uno Shadowhunter. Deve valerne davvero la pena” disse Catarina sorridendo.
Alec e Jace uccisero l’ultimo demone sopravvissuto e mentre il biondino si dirigeva verso Clary e Isabelle per accertarsi delle loro condizioni, Alec si catapultò verso lo stregone che gli aveva salvato la vita. Lo stregone dalla pelle verde teneva Magnus sulle sue spalle, mentre la ragazza dalla pelle blu apriva un portale.
“Dove state andando? Come sta?” chiese subito Alec.
“Ha perso molto sangue e ha perso conoscenza. Lo riporto a casa, ha bisogno di riposare, ma se la caverà” rispose la ragazza “Comunque non ci siamo presentati: io sono Catarina e lui è Ragnor, siamo amici di Magnus da secoli ormai”.
“Piacere di conoscervi, io sono Alec” rispose lui continuando a guardare Magnus, che se ne stava sopra le spalle dell’amico con gli occhi chiusi.
Jace, Clary e Isabelle intanto li raggiunsero.
“Alec se sei tanto preoccupato puoi andare con loro” disse Jace dietro di lui.
Alec divenne rosso in viso e non proferì parola. Sarebbe voluto andare con Magnus ma cosa avrebbero pensato gli altri? Mentre prendeva una decisione i tre stregoni avevano già attraversato il portale, lasciandolo lì in piedi in preda a un grandissimo senso di colpa. Magnus gli aveva appena salvato la vita e si era ferito per proteggerlo, e lui invece di interessarsi alle sue condizioni e seguirlo era rimasto lì come uno stupido solo per proteggere la sua immagine di ragazzo etero
e ligio alle regole. 

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Capitolo 2
*** Le bugie feriscono ***


I giorni trascorrevano senza che Alec potesse andare a trovare il suo stregone. Era sempre impegnato con l’Istituto e Jace non gli dava tregua, gli stava sempre col fiato sul collo e gli proponeva sempre ore e ore di allenamenti sfiancanti, probabilmente per allontanare da lui il pensiero che Clary, la ragazza di cui era innamorato, era sua sorella. Alec cercava di confortarlo e di distrarlo, nonostante anche lui avesse bisogno di qualcuno che lo sostenesse. Aveva provato a contattare Magnus al cellulare ma lui non aveva risposto né ai suoi messaggi, né alle sue chiamate. Sospettava che lo stregone ce l’avesse con lui per non essersi ancora presentato a casa sua da quella notte.

Quella sera, quando tutti furono andati a letto, ne approfittò per uscire di nascosto ed incamminarsi velocemente nel loft dello stregone. Aprì con la sua chiave e trovò la casa al buio e silenziosa. In silenzio si diresse verso la camera da letto e trovò Magnus addormentato nel letto, coperto per metà da un lenzuolo e con il petto scoperto. Subito il suo sguardò cadde sulla benda che gli fasciava la spalla e sentì una fitta allo stomaco. Prese una sedia, si sedette affianco al letto e rimase a fissare lo stregone che dormiva: il suo viso ambrato, libero dal trucco, era incredibilmente giovane e bello, i capelli senza gel gli ricadevano nella fronte morbidi e lisci. Lo accarezzò dolcemente sulla guancia liscia e morbida e senza rendersene conto si addormentò sulla sedia. La mattina seguente si svegliò sul soffice letto di Magnus e ci mise un po’ di tempo per rendersi conto che probabilmente si era addormentato nella sedia e lo stregone lo aveva messo a letto. Si alzò in fretta e furia e corse in bagno per sciacquarsi il viso quando, spalancando la porta, di ritrovò davanti il suo seducente ragazzo dalla pelle ambrata appena uscito dalla doccia, con addosso solo un asciugamano intorno alla vita. Teneva le mani sopra la testa per asciugarsi i capelli con un asciugamano. Il viso di Alec divenne subito rosso dall’imbarazzo, e il suo sguardo rimase fisso sullo stregone che in quel momento era incredibilmente sexy.
“Ecco, io….ehm…scusami” cercò di dire.
“Non preoccuparti” rispose Magnus con un certo distacco.
“Magnus…come stai?” chiede il ragazzo dagli occhi blu spostando lo sguardo sulla spalla ancora malandata dello stregone.
“Sto bene Alexander”
“Sei arrabbiato…io…ti prego perdonami non ” ma fu interrotto dal telefono che iniziò a squillare insistentemente. Alec si affrettò a rispondere mentre Magnus, ridacchiando nervosamente, si allontanò da lui, andando a vestirsi nella sua camera. Dopo qualche minuto di conversazione telefonica, lo shadowhunter tornò nella camera da letto e, riavvicinandosi allo stregone, fece per dirgli qualcosa, ma lui lo anticipò.
“Fammi indovinare, Jared ha assolutamente bisogno di te per…un compito sgradevole ma della massima importanza”
“Jace…”
“Non è il caso che tu lo faccia attendere Alexander…” disse lo stregone abbassando lo sguardo e allontanandosi.
“Magnus…aspetta” disse lo shadowhunter prendendogli la mano. Si avvicinò a lui, ma lo stregone sembrava non volerlo guardare negli occhi. Alec allora gli girò dolcemente il viso con le dita verso di sé e lo sguardo di Magnus lo colpì profondamente facendolo star male. Era abituato a vedere lo stregone sempre sorridente, scherzoso, malizioso, comprensivo e gentile; mai aveva visto quello sguardo rassegnato nei suoi occhi. In quel momento comprese che Magnus non era arrabbiato con lui, era solo ferito; ed era consapevole di essere stato lui a farlo.
“Magnus…mi farò perdonare…” gli disse guardando i suoi bellissimi e luccicanti occhi verdi. Era la seconda volta nel giro di pochi giorni che ripeteva quella frase, ne era pienamente consapevole. Sperava di poter mantenere presto quella promessa. Magnus non rispose, si limitò ad annuire debolmente. Dopo avergli dato un leggero bacio sulle labbra, Alec gli lasciò la mano e uscì dal loft, incamminandosi verso l’Istituto.

 
 
“Ma dove diavolo eri finito? Dove hai dormito?” gli ululò contro Jace.
“Io…ero in giro…” cercò di giustificarsi Alec.
“Il giro dove? Ci hai fatto preoccupare tantissimo”
“Basta Jace, penso che Alec abbia capito. Vieni con me nella mia stanza. Devo farti vedere una cosa” gli disse dolcemente sua sorella prendendolo per mano.
La camera da letto di Isabelle aveva molte cose in comune con quella del ragazzo che ultimamente riempiva i suoi pensieri: era piena zeppa di vestiti ovunque, evidentemente l’armadio non bastava a contenere il vestiario di sua sorella, e la scrivania era ricolma di prodotti per la cura del corpo e del viso, oltre a tantissimi prodotti per make up, la maggior parte dei quali Alec non aveva idea a cosa servissero.
“Alec…mi vuoi raccontare la verità?” chiese sua sorella sedendosi nel suo letto, facendogli segno di sedersi affianco a lei.
“Ho detto la verità” cercò di convincerla Alec.
“Fratellone…ti conosco più di chiunque altro…so quando menti…ma se non sei pronto per parlarmene lo capisco.”
Alec, incapace di trattenersi, esplose come un fiume in piena e raccontò alla sorella tutto quello che era successo da quando aveva baciato Magnus per la prima volta nel suo loft. Alla fine della storia i suoi occhi erano lucidi e una lacrima scese sulla sua guancia, sorprendendo la sorella che raramente lo aveva visto piangere.
“Alec…perché ti sforzi così tanto, mettendo a repentaglio il tuo rapporto con Magnus, per rinnegare te stesso? A nessuno di noi importa se ti piacciono gli uomini o le donne…Noi ti amiamo per come sei e questo non cambierà lo capisci?”
“Vorrei davvero che fosse così”
“Ma è così! Sono sicura che anche mamma, papà e Jace la pensano nello stesso modo”
I due fratelli si abbracciarono dolcemente fin quando non si staccarono per andare ad allenarsi insieme a Jace e a Clary che nel frattempo li avevano raggiunti nella stanza di Isabelle.
Dopo diverse ore di allenamento, i quattro Shadowhunter, a cui nel frattempo si era aggiunto Simon, si stavano rilassando sul divano dell’Istituto, sorseggiando the freddo. Isabelle stava messaggiando al cellulare con qualcuno ed era visibilmente entusiasta.
“Ragazzi ho una fantastica notizia” disse improvvisamente “questa sera c’è un party incredibile al loft di Magnus!!!! Dobbiamo assolutamente andarci”. Lo sguardo di Isabelle si soffermò su Alec, “è la tua occasione per riappacificarti con lui” sembrava dirgli con gli occhi. La ragazza mora insistette così tanto che alla fine riuscì a convincere tutti ad andare da Magnus quella sera.


 
L’entrata del loft di Magnus era gremita di nascosti e mandani di ogni tipo, tuttavia solo chi aveva ricevuto un invito poteva entrare, così la maggior parte delle persone aveva formato una folla fuori dal portone; lanciavano sguardi curiosi all’interno, desiderando con tutto il cuore di essere ammessi al party. Isabelle, pur non avendo ricevuto alcun invito, con il suo incredibile charme riuscì a convincere lo stregone che era stato incaricato di controllare gli inviti all’entrata a farli passare. Isabelle sfoggiava un vestito lungo rosso fuoco con uno spacco vertiginoso che arrivava all’inizio della coscia; i lungi capelli ondulati le ricadevano sulle spalle, e il suo sorriso era illuminato da un rossetto rosso. Simon la teneva a braccetto, completamente stregato dalla sua bellezza. Clary e Jace dietro di lei a malapena si parlavano; tra di loro aleggiava ancora quell’atmosfera di freddezza che si erano imposti di tenere dopo la scoperta di essere fratello e sorella. Dietro di loro Alec si incamminava nell’appartamento in cui aveva passato tante serate in compagnia del suo stregone. Sperava di potergli parlare in privato e convincerlo a perdonarlo per come si era comportato negli ultimi giorni. I ragazzi si separarono: Isabelle, con Simon sottobraccio, si fece spazio nella pista da ballo e iniziò a ballare col vampiro; Clary e Jace iniziarono a parlare tra di loro in un angolo della stanza; Alec intanto iniziò a girare per le stanze dell’appartamento alla ricerca di Magnus. Lo vide vicino alla pista da ballo in compagnia di un gruppo di ragazze e ragazzi con cui stava chiacchierando divertito. Era bello da mozzare il fiato nella sua maglia bianca semitrasparente e i pantaloni strappati che lasciavano intravedere il suo fisico snello e ambrato. Notò che la ragazza che aveva affianco, una vampira bionda, gli stava sussurrando qualcosa all’orecchio e nel frattempo lo toccava, quando nel braccio, quando nel petto, guardandolo con sguardo famelico. Alec intanto stava lì in piedi impalato a guardare la scena senza avere il coraggio di muovere un muscolo. Non riusciva a sopportare le mani di quella biondina sul suo ragazzo. Cosa pensava di fare? E perché lui non faceva nulla per impedirlo? Se avesse fatto una scenata tutti avrebbero capito che c’era qualcosa tra di loro e lui non poteva assolutamente permetterlo. Così tentò di calmarsi il più possibile e si avvicinò con tranquillità allo stregone fino a che non si trovò davanti a lui e alle due ragazze, che viste da vicino, si rese conto Alec, erano davvero bellissime.
“Magnus…Ho bisogno di parlarti…” disse rivolgendosi allo stregone. Aveva lo sguardo basso e imbarazzato. Le guance arrossate e gli occhi azzurri illuminati dalle luci lo rendevano più bello che mai agli occhi dello stregone che, allontanata la ragazza da sé, lo seguì in un angolo appartato.
“Mi dici che cosa stavi facendo?” gli urlò quasi contro lo shadowhunter in un misto di rabbia, gelosia e rassegnazione.
“A cosa ti stai riferendo?!” chiese lo stregone fingendo di non capire.
“Ti interessa quella ragazza?”
“Alexander…era questo che dovevi dirmi con tanta urgenza?”
“Sembra che non ti importi nulla di me…di noi…Te ne stai lì seduto, circondato da ragazze e ragazzi…e quella vampira ti toccava…e io sono lì che ti guardo…” le parole uscivano dalla bocca di Alec senza alcun controllo, ma fu interrotto dalla furia dello stregone davanti a lui.
“Ora sarei io quello a cui “non importa nulla dell’altro”?? Ti ricordo che fino a pochi giorni fa mi sono preso tre artigli nella spalla per salvarti la vita e tu non ti sei neanche degnato di venire a controllare se fossi ancora vivo”.
Gli occhi di Alec si riempirono di lacrime, che faticava a contenere. Magnus aveva perfettamente ragione, si era comportato in modo vergognoso. Cosa poteva fare per farsi perdonare?
“Magnus…io ci tengo davvero molto a te…devi credermi…io…sono innamor…”ma non riuscì a terminare la frase perché lo stregone lo interruppe in malo modo urlandogli contro.
“Non osare dire che sei innamorato di me! Non osare prendermi in giro così Alexander! IO lo sono, tu invece è evidente che non lo sei; o perlomeno, non lo sei di me” detto questo Magnus si allontanò da lui e tornò da dov’era venuto senza voltarsi.
Alec rimase per un attimo sotto shock per la dichiarazione dello stregone. Magnus aveva appena ammesso di essere innamorato di lui. Come era possibile che quello stupendo e meraviglioso ragazzo provasse quei sentimenti per lui? Non aveva fatto nulla per meritarli. Questo lo fece sentire ancora più colpevole e non sapeva cosa fare o cosa dire per rimediare a quello che aveva fatto. Non voleva perdere Magnus, perché da quando l’aveva conosciuto la sua vita era cambiata in meglio; era felice, si sentiva amato, apprezzato, accettato, considerato. Non voleva rinunciare a tutto questo per un suo stupido errore. Abbattuto e di cattivo umore si diresse verso l’angolo bar e chiese un alcolico qualsiasi. Gli fu servito un cocktail dall’aspetto strano, lo stesso che stava bevendo Jace dall’altra parte della stanza notò. Poco dopo iniziò a girargli la testa e la sua vista divenne offuscata.




Angolo autrice:

Volevo solamente ringraziare le persone che seguono la storia, che recensiscono, che l'hanno aggiunta tra le storie preferite, seguite e da ricordare. Grazie mille, non posso negare che ciò mi faccia immensamente piacere! Spero continuerete a seguire la storia!
kissss

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Capitolo 3
*** Un cuore spezzato è difficile da curare ***


Il party stava giungendo al termine e il loft si stava via via svuotando. Erano rimaste poche persone tra cui qualche vampiro, Isabelle e Simon che parlavano in un angolo e si sorridevano, Alec e Jace che si sostenevano a vicenda, l’uno aggrappato alle spalle dell’altro; parevano entrambi molto ubriachi. Clary era andata via qualche ora prima.
“La festa è finita, andate in pace” proclamò Magnus, con l’intenzione di buttare fuori i suoi invitati.
I vampiri rimasti si incamminarono velocemente verso l’uscita, non volendo scatenare l’ira dello stregone.
Jace e Alec si avvicinarono a lui, ridacchiando e parlando a vanvera, come fanno gli ubriachi. Jace stuzzicava Magnus, che diplomaticamente cercava di non rispondere alle sue provocazioni, fino a quando Jace non iniziò a toccare in modo seducente il corpo di Alec, il quale con il braccio intorno al suo collo si sorreggeva a lui.
“E’ inutile che continui a stuzzicarmi, shadowhunter, so benissimo che ti stai solo prendendo gioco di lui.”
“Tu dici? In verità sono molto attratto da Alec” rispose avvicinando il viso a quello del suo parabatai.
“Da-davvero?” chiese Alec rosso in viso, visibilmente sorpreso.
Intanto Isabelle dietro Magnus seguiva la scena con sguardo interessato e infastidito.
“Certo. Vorrei sentire le tue labbra sulle mie…Cos’aspetti a baciarmi?” disse Jace guardandolo negli occhi.
Alec lo fissava scandalizzato, senza riuscire a spiccicare una sillaba. Il suo viso, già molto rosso, si infiammò all’improvviso. Si girò per guardare Magnus che osservava la scena con le braccia incrociate e lo sguardo impenetrabile.
“Stai aspettando il mio permesso? Sai che non ne hai bisogno…Fai quello che credi” disse lo stregone con voce gelida.
Alec, senza pensare a quello che stava facendo, baciò il suo parabatai che rispose al bacio tenendogli il viso con le mani. Isabelle li fissava a bocca aperta senza riuscire a proferire parola, anche Simon era piuttosto sconcertato da quello che stava succedendo in quella stanza.
“Direi che ora potete anche liberarmi dalla vostra presenza” disse Magnus dopo qualche minuto e schioccando le dita, dalle quali fuoriuscirono brillanti scintille azzurre, buttò tutti fuori dalla porta di casa sua. Si diresse verso il suo letto e si lasciò cadere sulle coperte. Il viso sprofondò sul cuscino che lentamente si riempiva di lacrime.

 
Una folata di vento azzurro aveva spinto Isabelle, Simon, Alec e Jace fuori dalla porta del loft dello stregone, giù per le scale e infine sulla strada buia e semideserta. La ragazza dai lunghi capelli mori prese il fratello per le spalle e dopo averlo scosso gli urlò contro “Che diamine hai fatto?? Alec sei impazzito?”.  Il ragazzo dagli occhi blu però sembrava in trance e dopo essersi portato una mano alla bocca, vomitò sul marciapiede davanti al portone del loft di Magnus.

Fu una lunga nottata. Alec non fece altro che vomitare nel bagno adiacente alla sua camera, mentre Isabelle dolcemente gli stava accanto accarezzandogli la testa e sussurrandogli parole di conforto. Aveva trattenuto la rabbia che provava per come si era comportato suo fratello da Magnus e l’aveva conservata che per un altro momento, in cui il ragazzo sarebbe stato capace di darle una spiegazione. Anche Jace dal canto suo trascorse la notte a vomitare in bagno come il fratello.

 
I raggi del sole filtravano dalle tende della camera di Alec, attraversando la stanza, il bagno adiacente e posandosi sul viso di Alec. Egli aprì lentamente gli occhi e si trovò, con sua sorpresa, seduto contro la parete del bagno. Vide che sua sorella era lì affianco a lui, accoccolata sul suo petto, e dormiva profondamente.
“Izzie…cos’è successo?” sussurrò piano.
“Alec, non ricordi?” rispose lei con la voce ancora impastata dal sonno, aprendo gli occhi e guardandolo.
“Ricordo che eravamo da Magnus…ho bevuto uno strano drink…e poi”
“E poi hai baciato Jace davanti a Magnus”
“COSA?” ululò lui spalancando gli occhi e diventando improvvisamente rosso come un pomodoro.
“Alec…Ero così furiosa con te. Avresti dovuto vedere la faccia di Magnus…Era distrutto”
Alec era scioccato ma volle sapere tutto per filo e per segno dalla sorella, la quale raccontò al fratello quanto era accaduto quella sera. Lo shadowhunter faticava a credere di aver davvero fatto tutto ciò, non era assolutamente un comportamento da lui. Una cosa però era certa: ora Magnus non l’avrebbe davvero mai perdonato.
“Alec…Ti senti attratto da Jace?” chiese Isabelle improvvisamente.
“Certo che no Izzie, cosa dici?” rispose subito il fratello senza esitazione mentre le sue guance continuavano a non voler cambiare colore. Tuttavia, in cuor suo non era tanto sicuro di questo. Era ancora molto confuso riguardo ai suoi sentimenti. Provava qualcosa per Jace ma quello che provava per lui era completamente diverso rispetto a ciò che provava per Magnus. Doveva ancora capire però cosa questo significasse.
“E per Magnus invece che cosa provi?”
“Io…Non ne sono sicuro…”
Per fortuna Isabelle non continuò a lungo con le sue domande. Dopo averlo abbracciato dolcemente ed essersi assicurata che stesse bene, andò nella sua stanza per farsi una doccia e lasciò Alec da solo a disperarsi per la situazione in cui si era cacciato. Il pensiero di aver ferito in questo modo il suo stregone lo distruggeva; in condizioni normali non avrebbe mai agito in quel modo. Aveva il terrore di averlo perso per sempre. Quel pensiero gli fece venire le lacrime agli occhi. Non poteva arrendersi, doveva provare in ogni modo a riprenderselo. Senza indugiare oltre si alzò dal freddo pavimento del bagno e si fece una doccia veloce. Si vestì con le prime cose che gli capitarono in mano: una maglietta nera e un paio di jeans. Si diresse verso l’uscita dell’istituto, ma poco prima di aprire la porta si ritrovò davanti l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare.
“Buongiorno fratello, come stai? Io sono stato da schifo tutta la notte”
“Jace…Sto bene…” rispose Alec imbarazzato.
“Izzie mi ha detto che ci siamo ubriacati con qualche strano drink delle fate e che abbiamo detto assurdità tutta la notta…Ma io sinceramente non ricordo proprio nulla”
“Davvero non ricordi nulla?” chiese il ragazzo moro con un barlume di speranza negli occhi.
“Nulla di nulla…Tu ricordi qualcosa?”
“Niente anch’io…”
“Speriamo di non aver combinato qualche casino…Izzie non ha detto nulla a riguardo. Stavi uscendo?”
“Io…Beh…Si…Andavo a fare un giro” mentì lui
“Beh allora vengo con te” disse Jace sorridendo.
“Ecco io…Volevo rimanere un po’ da solo…”provò a dire lui, sperando che il fratello non insistesse.
“Va bene. Ci si vede dopo in palestra allora” .
 
 
Magnus aprì gli occhi e con fatica si alzò dal letto. Guardò la sveglia: erano le 12:40. Si sentiva senza forze e non aveva voglia di fare nulla. Avrebbe dovuto mangiare, fare la doccia e sarebbe dovuto uscire per incontrare alcuni clienti quel pomeriggio, ma proprio non ce la faceva. Si lasciò cadere di nuovo sul letto disfatto e i suoi pensieri si affollarono sul bellissimo ragazzo dagli occhi blu che gli aveva spezzato il cuore non molte ore prima. Gli occhi gonfi si riempirono di nuovo di lacrime che non aveva la forza di contenere. Pensava al suo sorriso, alle guanciotte dolci che con le sue battute maliziose riusciva sempre a rendere rosse, ai suoi capelli neri morbidi e disordinati, alle sue mani forti che lo facevano sempre sentire al sicuro, alle sue labbra morbidi e dolci che si incastravano sempre perfettamente con le sue. Quel ragazzo gli aveva rubato il cuore in poco tempo, lo aveva illuso che il suo sentimento fosse ricambiato, che sarebbero stati insieme e felici, e poi con facilità aveva calpestato il suo cuore innamorato e lo aveva ridotto a brandelli e ora lui sentiva un grande vuoto dentro di sé. Il problema era sempre il solito: concedeva il suo cuore e il suo amore con troppa facilità. Si era lasciato soggiogare da quei teneri occhioni all’apparenza ingenui. Aveva sempre pensato che Alec fosse diverso, speciale. Improvvisamente qualcuno interruppe i suoi pensieri bussando alla porta del loft. Con grande fatica si alzò dal letto e andò ad aprire la porta. Fortunatamente colei che si trovò di fronte non era uno shadowhunter moro con gli occhi blu, ma la sua amica Catarina che lo guardò strabuzzando gli occhi.
“Buongiorno Magnus, ero venuta a vedere come stavi….Ma…Magnus…Cosa diavolo ti è successo? Anzi no…Non me lo dire…Non è la prima volta che ti vedo così…Occhi gonfi, trucco sbavato, capelli disordinati, vestiti del giorno prima, umore infernale…Il tuo shadowhunter…Hai rotto con lui vero?”
Magnus non rispose. Si spostò per lasciarla entrare e insieme si diressero verso la cucina. L’amica gli preparò da mangiare e si prese amorevolmente cura di lui, come ormai aveva imparato sempre a fare in quelle situazioni. Gli cambiò le bende nella ferita alla spalla, che si stava lentamente rimarginando, e dopo avergli rimboccato le coperte restò lì accanto a lui seduta in una sedia affianco al letto accarezzandogli i capelli come una mamma fa col suo bambino per farlo addormentare. Quando si fu addormentato uscì dalla camera e si sedette sul divano preoccupata e pensierosa. Qualcuno bussò alla porta.
Non appena la ragazza aprì la porta, lo shadowhunter dagli occhi blu si precipitò dentro il loft e chiuse la porta.
“Sei qui per lui immagino” constatò la stregona.
“Devo vederlo assolutamente”
“Sta dormendo. Non è esattamente in forma. Ma questo lo immaginerai considerando che la colpa è tua” disse la ragazza senza mostrare alcuna delicatezza.
“Non avrei mai fatto una cosa simile se fossi stato in me…” cercò di giustificarsi Alec.
“Non ti devi giustificare con me. Non sono io la persona ferita. Io sono solo la persona che regolarmente si occupa del suo amico col cuore spezzato. Devo ammettere che stavolta sono sorpresa, pensavo che con te le cose sarebbero andate diversamente.”
Alec non pensava che fosse possibile sentirsi ancora più in colpa di quanto già si sentisse, invece constatò con sorpresa che Catarina stava riuscendo a farlo sentire ancora peggio. Prima che avesse il tempo di replicare, la porta del loft si spalancò e cadde a terra in mille pezzi. I due ragazzi si girarono con uno scattò. Alec prese subito in mano la sua spada angelica e sussurrandone il nome la fece illuminare di una luce intensa. Due uomini alti e muscolosi entrarono nell’appartamento di Magnus impugnando due lunghe spade angeliche, come quella che impugnava Alec. Fu allora che lo shadowhunter capì che dovevano essere due uomini di Valentine, e che probabilmente cercavano Magnus.
“Siamo qui per lo stregone. Consegnatecelo e non vi sarà fatto alcun male” disse uno di loro.
“Dovrete passare prima sul mio cadavere” rispose Alec.



Angolo dell'autrice.

Come sempre ringrazio tutti quelli che seguono la storia e soprattutto coloro che recensiscono dandomi degli ottimi suggerimenti e spronandomi a scrivere!
Grazie mille :)
kiss

 

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Capitolo 4
*** Il silenzio di un bacio, vale più di mille parole. ***


I due uomini non se lo fecero ripetere due volte. Si avventarono sul ragazzo moro e iniziarono ad attaccarlo. Catarina cercò di coprirgli le spalle con le sue fiamme magiche ma erano decisamente in difficoltà. Alec venne ferito da uno dei due sulla gamba e cadde in ginocchio, continuando tuttavia a difendersi e a colpire. Delle potenti fiammate azzurre investirono l’uomo davanti a lui, che stava per sferrare un potente colpo, e lo fecero sbattere nel muro alla sue spalle. Alec avrebbe potuto riconoscere quelle fiamme ovunque. Si girò e osservò il suo stregone, che come al solito era affianco a lui pronto a difenderlo, nonostante i malintesi e i litigi. Il suo viso non era curato come al solito, piuttosto era stanco e tirato, i capelli gli ricadevano sul viso senza nessuna traccia di gel. Era bellissimo nonostante fosse triste e malconcio. I due ragazzi si guardarono negli occhi per un lasso di tempo che sembrò infinito, finché Alec non risvegliò i pensieri dello stregone urlando il suo nome. L’uomo che Magnus aveva sbattuto al muro si era rialzato e ora lo stava bloccando tenendogli le mani dietro la schiena e mettendogli delle manette per impedirgli di fare magie. Lo stregone cercava di divincolarsi ma il nemico, con un’abile mossa, lo fece cadere al suolo violentemente e posizionandosi sopra di lui riuscì a mettergli le manette. Alec corse verso di lui, spinse lo shadowhunter muscoloso e lo fece cadere per terra. Fece alzare velocemente Magnus e, prendendolo per un braccio, lo portò dietro di sé mentre si preparava a combattere contro il minaccioso uomo mandato da Valentine. In seguito a un duro combattimento, Alec riuscì a tramortire l’uomo e a finire anche l’altro con l’aiuto di Catarina.
“Ragazzi dovete assolutamente andarvene da qui” consigliò Catarina.
Alec liberò Magnus dalle catene con la sua spada e prese i suoi polsi tra le mani per accertarsi che non fosse ferito. Lo stregone lo lasciò fare anche se era perfettamente in grado di guarirsi da solo nel caso ce ne fosse stato bisogno. Il suo cuore batteva all’impazzata ogni volta che il ragazzo dagli occhioni azzurri lo toccava e si prendeva amorevolmente cura di lui. All’improvviso però sentì un pungente dolore trafiggergli la spalla. Si toccò con la mano e la vide zuppa di sangue. Alec sussultò e subito gli tolse la maglia. Le bende che aveva nella spalla erano ormai completamente rosse.
“La ferita dev’essersi riaperta quando sei stato sbattuto a terra” disse Catarina che si trovava già vicino a Magnus e con dolcezza gli stava togliendo le bende per poter esaminare la ferita. Lo stregone, avendo perso molto sangue, si sentiva debole e la vista cominciava ad offuscarsi, segno che stava per perdere i sensi. Alec sembrò capire la situazione e prese il ragazzo circondandogli le spalle con le braccia e tenendolo così mentre Catarina lo guariva con la magia. Non appena la stregona dalla pelle blu ebbe terminato, gli fasciò la ferita con garze pulite e aprì un portale per permettere ai due ragazzi di scappare prima che arrivassero altri nemici. Alec prese Magnus sulle spalle e attraversò il portale ringraziando Catarina per il suo aiuto.
“Non mi interessano i ringraziamenti, solo promettimi che ti prenderai cura di lui stavolta.”
“Lo farò, stanne certa” rispose lo shadowhunter poco prima di attraversare il portale.


 Alec si ritrovò improvvisamente catapultato nella sua camera da letto disadorna. Si diresse sul suo letto e vi adagiò dolcemente il compagno, che ancora non aveva ripreso i sensi. Uscì dalla camera ed andò a chiamare Izzie e Jace a cui raccontò brevemente l’accaduto prima di chiedere il loro aiuto. I tre ragazzi non erano molto pratici di pronto soccorso ma fecero del loro meglio e dopo qualche ora lo stregone aprì finalmente gli occhi.
“Alexander…” sussurrò debolmente. Izzie prese Jace per il braccio e lo portò via con sé chiudendosi la porta alle spalle.
“Finalmente ti sei svegliato. Come ti senti?” chiese Alec sorridendo.
“Sto bene. Quanto ho dormito?”
“Solo qualche ora. Magnus…So che forse non è il momento adatto ma io ho bisogno di parlarti” disse guardando lo stregone negli occhi. Lui non disse nulla, così Alec continuò. “Ho fatto un casino dietro l’altro lo so. Hai ragione ad odiarmi, mi sono comportato malissimo.”
“Io non ti odio” sussurrò Magnus.
“Magnus io non ricordo nulla di quella festa al tuo loft. Izzie mi ha raccontato quello che è successo. Ho bevuto uno strano drink delle fate e il modo in cui mi sono comportato…Sai che non ero io…Non lo farei mai.”
“So che non eri lucido ma so anche quello che provi per Jace.”
“Lui è il mio parabai!!” cercò di giustificarsi Alec.
“Alec dimmi che lui è solo questo per te e io ti crederò.”
Lo shadowhunter fece per rispondere ma le parole gli morirono in gola. Non era per niente convinto di non provare nulla per Jace, e non poteva né voleva mentire a Magnus. Lo stregone abbassò lo sguardo sospirando sconsolato ma Alec gli sollevò il viso con la mano e lo guardò negli occhi.
“Di una cosa sono sicuro: tengo tantissimo a te. Sono sempre stata una persona chiusa e infelice. Mi sono sempre preoccupato di proteggere e rendere felici le persone che amo, non preoccupandomi mai della mia felicità. Prima di conoscere te non mi ero mai sentito desiderato, accettato, considerato…amato. Ho sempre pensato che quello degno di attenzione non fossi io, ma i miei fratelli, così perfetti e meravigliosi. Tu sei stato il primo a scegliere di guardare me invece che loro. Tu mi guardi come se fossi la persona più bella di questo mondo…E’ una cosa che non avevo mai provato prima. Per me questi sentimenti sono nuovi…Sono confuso…Però una cosa la so: tu mi rendi felice. Sei l’unico che riesce a rendermi così felice. Se tu non sei con me mi sento solo, perso, disperato, come se la mia vita non avesse più un senso…Capisci cosa intendo?”
Lo stregone lo guardò con sguardo esterrefatto. Gli occhi verde-oro era lucidi e brillanti. All’improvviso sorrise. “Capisco esattamente cosa intendi” disse sussurrando dolcemente e avvicinando a sé il ragazzo dagli occhi blu prima di posare le labbra sulle sue. Alec, che non si aspettava di certo un gesto del genere, rimase dapprima sbigottito ma poi strinse forte a sé il ragazzo e lo baciò con tutto l’amore e la passione di cui era capace. Le labbra di Magnus erano dolci, soffici e calde e non poté fare a meno di domandarsi come fosse riuscito a sopravvivere senza baciarle per tutti quei giorni in cui era durato il loro litigio. In quel momento il mondo si era fermato ed esistevano solo loro due. Niente, battaglie, demoni, magia, litigi, incomprensioni, gelosie. Solo lui e il suo bellissimo stregone. Si baciarono a lungo, accarezzandosi e tenendosi stretti, finché non si staccarono per riprendere fiato. Entrambi avevano le labbra gonfie, il respiro mozzato e il cuore che batteva forte per l’emozione.
“Cosa significa questo?” chiese Alec confuso ma in cuor suo felice come non mai.
“Sarò sincero Alec, ci sono tante cose che non mi piacciono. L’impegno che metti nel tenere nascosta la nostra relazione è una di queste, come anche il sentimento non molto chiaro che provi per Jace. Stare con te è un grande rischio, perché non so se sei disposto a impegnarti seriamente con me o se per te sono solo “una prima esperienza” passeggera, un esperimento per capire quanto ti piacciono i ragazzi.”
“Magnus….io” ma prima che il ragazzo potesse formulare una qualsiasi frase di senso compiuto qualcuno spalancò violentemente la porta senza bussare. La persona in questione era alta, vestita con la classica divisa nera da shadowhunter, e con uno sguardo molto arrabbiato.




Angolo dell'autrice:
Come sempre ringrazio moltissimo tutti quelli che continuano a recensire e a seguire la storia! Siete carinissimi e molto motivanti :) Vi lascio un piccolo spoiler: il prossimo capitolo vi farà un po' male al cuore, perdonatemi ma sono un'amante delle situazioni lacrimose!
kissssss

 

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Capitolo 5
*** E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. ***


Alec incrociò lo sguardo terrorizzato con quello della madre e intuì che doveva essere furiosa per la presenza del Nascosto nell’Istituto.
“Alexander ti aspetto nel mio ufficio, adesso!” detto ciò uscì sbattendo la porta.
Lo Shadowhunter senza dire una parola si alzò e uscì dalla stanza seguendo la madre nel suo ufficio. Non appena mise un piede dentro si sentì invadere dall’ansia che quel posto suscitava sempre in lui. Maryse gli fece segno di sedersi nella sedia davanti alla scrivania, lui però rimase in piedi.
“Puoi spiegarmi cosa ci fa un Nascosto nell’Istituto?”
“E’ stato attaccato a casa sua da un gruppo di Shadowhunters inviati da Valentine ed è stato ferito nell’attacco. Ho pensato di portarlo qui per curarlo. Mi dispiace di non averti avvisata ma è successo tutto molto velocemente e non ne ho avuto il tempo” cercò di spiegare Alec sforzandosi di mantenere la voce calma e decisa.
­“Cosa ci facevi tu a casa di Magnus Bane?” chiese la donna inarcando un sopracciglio.
“Io…Dovevo chiedergli delle cose…Mi serviva il suo aiuto per una missione” mentì lui.
“E da quanto ti rivolgi a lui per avere aiuto?”
“Da quanto più volte ha salvato la vita a me, a Izzie e a Jace” disse il ragazzo con convinzione, pensando al fatto che il suo stregone li aveva sempre aiutati senza chiedere nulla in cambio, solo per potergli stare vicino.
“Deve lasciare subito l’Istituto. E ti impedisco di chiedere ancora il suo aiuto in futuro, a meno che non te lo ordini io. Non ci si può fidare degli stregoni…Sono esseri infidi che pensano sempre e solo al proprio tornaconto personale…” Alec non voleva e non poteva sentir altro così interruppe la madre tornando all’argomento principale della loro discussione.
“Non puoi mandarlo via nelle sue condizioni. Ha perso molto sangue e non è ancora in grado di rigenerarsi da solo. Se lo cacci metterai a repentaglio la sua vita. Secondo gli Accordi…” Maryse lo interruppè alzando la voce. “Alexander conosco molto bene gli Accordi, non ho bisogno che mio figlio diciottenne me li esponga. Non appena lo stregone sarà in grado di rigenerarsi andrà via da qui. Ma prima che se ne vada voglio parlare con lui, ho bisogno di capire perché Valentine lo sta cercando. Appena possibile accompagnalo qui da me. Ora puoi andare.” Concluse lei con un sospiro. Aveva il viso stanco e non c’era più ombra di rabbia nella sua voce. Alec si girò e si apprestò ad uscire quando la madre dietro di lui riprese a parlare. “Ah, Alexander, un’ultima cosa. Mi aspetto in futuro di venire avvisata immediatamente quando deciderai di portare degli ospiti nell’Istituto.” Il ragazzo annuì ed uscì dalla stanza. Non appena chiuse la porta tirò un sospiro di sollievo. Jace e Izzie erano davanti a lui vicino alla porta e lo guardavano con apprensione.
“Non te la sei cavata male” sentenziò Jace dandogli una pacca sulla spalla.
“Dobbiamo indagare anche noi sul motivo per cui Valentine vuole Magnus. Dal momento in cui metterà un piede fuori da qui sarà in pericolo. Sarà anche il Sommo Stregone di Brooklyn ma non può sconfiggere da solo gli uomini di Valentine.” Disse Isabelle accigliata.
“Già…” Rispose preoccupato il Nephilim dagli occhi blu.
Si diressero tutti nella camera di Alec dove trovarono Magnus in piedi vicino alla finestra che sorseggiava un drink.
“Dovresti stare sdraiato, la ferita non si è ancora rimarginata” gli disse il ragazzo moro preoccupato. Magnus sorrise, ma senza rispondere continuò a bere il suo drink. I tre ragazzi raccontarono brevemente allo stregone della chiacchierata di Alec con la madre, omettendo le offese e le cattiverie che la donna aveva detto riguardo ai Nascosti, e lo informarono riguardo al suo imminente interrogatorio nell’ufficio di Maryse. Lo stregone ascoltò con attenzione e infine disse “Non ho idea di cosa Valentine possa volere da me. Tuttavia non è il caso di preoccuparsi, non sarò in pericolo. Non mi troveranno se non voglio essere trovato”.
“Sottovaluti Valentine. E’ evidente che vuole qualcosa da te e sarà disposto a tutto per trovarti. Hai bisogno di protezione”
“Alexander sono capace di difendermi da solo. Non ho avuto bisogno della protezione degli Shadowhunters per secoli, non vedo perché dovrei averne bisogno ora. Forse la verità è che siete voi ad avere un bisogno disperato di me, e volete tenermi qui vicino a voi per proteggervi” disse le ultime frasi con il suo solito tono sarcastico e abbozzando un sorrisino alla fine, in direzione del ragazzo moro con cui stava discutendo.
“Ma…” Il ragazzo dagli occhi blu inizialmente arrossì e abbassò lo sguardo ma poi l’ansia e la preoccupazione per lo stregone presero il sopravvento e continuò col suo discorso “Magnus non scherzare. La situazione è seria. Potrebbero farti del male.” Aveva paura per la sua incolumità, glielo si leggeva negli occhi. Jace ridacchiò alle sue spalle e lo guardò con un tenero sorriso quando Alec si girò per ricambiare il suo sguardo.
“Perché stai ridacchiando?”
“Nulla di importante. E’ solo che siete così carini!” rispose lui.
“Cosa intendi dire?” Chiese Alec mentre le sue guance iniziavano a imporporarsi.
“Intendo dire che proprio non capisco perché continui a nascondere la tua relazione con Magnus quando è chiaro come il sole che siete…Si insomma…Innamorati”
“Ti sbagli…Noi…Non stiamo insieme e non siamo innamorati”
“Alec…” provò a dire sua sorella con sguardo supplichevole che sembrava dire “è giunta l’ora di ammetterlo, basta mentire”.
“Non capisco di cosa hai paura. Per me non ci sarebbe nessun problema, anzi sarei felice per te. Per favore Alec…Magnus diglielo anche tu.” Magnus però non aprì bocca, era chiaro che soffriva ogni volta che il suo ragazzo negava la loro relazione e i loro sentimenti.
“Perché dovrei ammettere qualcosa che non esiste? Non c’è niente tra di noi e mai ci sarà! Lui è un ragazzo! Ed è un Nascosto!” ululò. Ma dopo che comprese il significato delle parole che erano appena uscite dalla sua bocca, subito se ne pentì e si sentì un mostro per quello che aveva appena detto. Quelle non erano parole sue, sembravano più parole che sarebbero potute uscire dalla bocca dei suoi genitori. Il bicchiere nelle mani di Magnus si frantumò nel pavimento.
Jace e Isabelle ammutolirono all’istante e guardarono il fratello sbigottiti. Non si sarebbero mai aspettati che il loro dolce, ingenuo, comprensivo e altruista fratellino avesse dei pregiudizi nei confronti dei Nascosti. Alec si girò per guardare lo stregone alle sue spalle. Il ragazzo dalla pelle ambrata non aveva il coraggio di incrociare i suoi occhi con quelli azzurri dello Shadowhunter. Non poteva credere a quelle parole. In vita sua molti gli avevano parlato con disprezzo per la sua natura di stregone, ma mai avrebbe pensato che quelle parole sarebbero potute uscire dalla bocca di Alexander Lightwood.
“Magnus…non volevo dire…Mi sono spiegato male…” cercò di dire lo Shadowhunter.
“Ho capito benissimo quello che volevi dire” rispose lui cercando in tutti i modi di rendere la sua voce più ferma di quello che in realtà era. Gli occhi si erano fatti irrimediabilmente lucidi e la voce era rotta e fievole. Senza aggiungere altro si diresse verso la porta ed uscì dalla camera.
“Alec sei un vero idiota” gli disse la sorella prima di voltarsi ed uscire dalla sua stanza anche lei.

 
 
Isabelle era furiosa e delusa per il comportamento del fratello. Trovava imperdonabile il modo in cui continuava a trattare Magnus, e in più giudicava inaccettabile il disprezzo di certe persone, suo fratello compreso a quanto pareva, per i Nascosti. Lei era stata con molti di loro e aveva avuto la conferma che non erano dei mostri, avevano un’anima e un cuore, provavano dei sentimenti, come i mondani e come loro. Mentre camminava per il corridoio velocemente per sbollire la rabbia, vide Magnus appoggiato al muro in un angolo. Teneva la testa bassa e le mani sui capelli. Si fermò di colpo e si avvicinò a lui lentamente. Le si spezzò il cuore vederlo in quelle condizioni. Aveva sempre pensato che niente potesse scalfire lo stregone, così potente, forte e sicuro di sé. Era uno dei pochi capace di tenere testa a Jace con il suo tagliente sarcasmo, ed era l’unico, insieme a lei, ad aver compreso quanto fantastico fosse Alec e a saperlo rendere felice come nessuno era mai riuscito a fare; per queste e altre ragioni gli era sempre piaciuto e lo aveva sempre stimato. Ora invece si trovava davanti ad un uomo innamorato, sofferente, deluso, sconfitto, a cui suo fratello aveva spezzato il cuore più volte in quella settimana. Prese le sue mani scostandogliele dal viso e lo guardò negli occhi. Non erano splendenti come al solito, erano gonfi e rossi. Senza parlare gli mise una mano dietro la nuca e se lo portò al petto, abbracciandolo e tenendolo stretto. Lui non si oppose a quell’abbraccio, anzi tenne stretta la ragazza a sua volta. Non appena la sua fronte toccò il collo di Isabelle non riuscì più a trattenere le lacrime che iniziarono a scendere sul collo della mora bagnandoglielo. “Mi dispiace così tanto Magnus” sussurrava lei nell’orecchio dello stregone cercando di calmarlo.

 
 
“Io non volevo dire quello che ho detto” continuava a ripetere Alec.
“Lo spero bene. Non credevo che proprio tu disprezzassi i Nascosti” disse Jace a sua volta.
“Non disprezzo i Nascosti” rispose Alec con convinzione.
“Allora perché hai detto quelle cose?”
“Io…Non lo so…Sono stato un vero idiota, ha ragione Isabelle”
“Concordo”
Alec uscì dalla sua camera e iniziò a cercare Magnus per i corridoi dell’Istituto. Non dovette cercare a lungo, trovò quasi subito lo stregone, che se ne stava tra le braccia della sorella che gli accarezzava la testa e gli sussurrava qualcosa nell’orecchio. Fu molto sorpreso di vedere Isabelle comportarsi in quel modo. Era raro che la sorella fosse così affettuosa con le persone che non facevano parte della famiglia. Evidentemente voleva bene a Magnus e provava dispiacere e sicuramente anche vergogna per come lui, suo fratello, si era comportato. Era bello vederli così abbracciati ma non riusciva a gioirne perché sapeva che quell’abbraccio aveva lo scopo di consolare lo stregone da quello che lui, per l’ennesima volta, aveva combinato. Non aveva il diritto di interrompere quel momento. Non si meritava l’amore di Magnus. Meritava di stare solo, almeno così non avrebbe più fatto soffrire nessuno per colpa delle sue paure, delle sue insicurezze e della sua codardia. Questi erano i pensieri che affollavano la sua mente quando decise di allontanarsi da quella scena e tornare nella sua stanza.

 
 
Dopo circa un’ora Isabelle entrò nella stanza di Alec senza bussare. Si avvicinò al letto del fratello e si sdraiò affianco a lui senza dire una parola.
“Izzie dov’è Magnus?”
“E’ andato via” rispose lei tranquillamente.
“Come sarebbe a dire è andato via?” Ululò Alec alzandosi di scatto e fissando la sorella interdetto.
“Non guardarmi così. Se ha deciso di andarsene non è colpa mia, ma tua!”
“E’ in pericolo, dobbiamo trovarlo. Ti ha detto dove andava?”
“No.”
“Merda. Vado al suo appartamento.” Alec uscì dalla stanza senza dare alla sorella il tempo di ribattere.






Angolo dell'autrice.
Ammetto che stavolta sono stata molto cattiva, ma come ho detto l'ultima volta amo le situazioni lacrimose che spezzano il cuore! Inoltre ci tenevo molto a scrivere una scena IzzieMagnus, perchè li reputo bellissimi e fantastici insieme (come amici ovviamente!); riguardo a questo vi anticipo che ci saranno altre scene dolcine e divertenti tra di loro :) Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta questa scena dolcettosa tra di loro?
Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire la storia, soprattutto quelli che recensiscono dandomi ottimi consigli e incoraggiandomi a fare del mio meglio! kiss

 

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Capitolo 6
*** Tutti hanno bisogno di essere salvati ***


Catarina si apprestava a mettere in forno la torta alle mele che aveva appena preparato, quando i mobili iniziarono a tremare e un vento forte si alzò improvvisamente facendo volare tovaglia, tovaglioli e tende della cucina. In poco tempo si ritrovò per terra sovrastata dalle tende e impiastricciata con quello che sarebbe dovuto essere un ottimo dolce. Un giovane e familiare volto comparve davanti a lei, e guardandola con una punta di divertimento, gli porgeva la mano per aiutarla ad alzarsi.
“In altre circostanze ti avrei trasformato in un rospo per tutto questo, ma direi che per oggi sei stato punito abbastanza, o almeno così immagino vedendo la tua faccia” disse la ragazza afferrando la mano dell’amico ed alzandosi da terra.
“Posso restare da te per un po’?”
“Lo sai che non hai bisogno di chiederlo. Piuttosto, che fine ha fatto lo Shadowhunter che non troppo tempo fa mi aveva promesso che si sarebbe preso cura di te?”
“Credo che tu ti riferisca allo stesso Shadowhunter che qualche ora fa ha detto al fratello che non potrebbe mai stare insieme a un Nascosto come me…”
Catarina lo fissò sconcertata. “Sei serio? Non mi pare il genere di Shadowhunter che direbbe una cosa simile, nonostante sia un Lightwood”
“Ho rinunciato a comprenderlo Catarina. La vergogna che prova per se stesso e il bisogno di nascondersi è più importante di qualsiasi altra cosa. In questi giorni ha lottato così strenuamente per proteggere il suo segreto che mi sembrerebbe di fargli un torto continuando questa relazione, che oltretutto ormai è diventata a senso unico.”
“Forse dovresti dargli un po’ di tempo. Per un Nephilim non è facile accettare di essere gay, e ancor di più proclamarlo al mondo. Inoltre sai bene che, nonostante gli Accordi, noi siamo ancora guardati con disprezzo. Non penso che lui abbia dei pregiudizi, però sicuramente i suoi genitori non sarebbero felici di sapere che sta con te.”
“Mi sembra di combattere una battaglia persa in partenza.”
“Dovresti parlarne con lui.” Con uno schioccò delle dita la ragazza fece apparire in una bacinella d’acqua poco lontana da loro l’immagine dello Shadowhunter dai luminosi occhi blu di cui stavano discutendo. “E’ nel tuo appartamento, và da lui” concluse la stregona. Prima che potesse aggiungere altro però si accorsero che Alec non era solo ma stava combattendo con delle persone vestite di nero e si trovava in seria difficoltà.
“Merda. Che diamine gli è saltato in mente? Il mio appartamento pullula di nemici, per quale motivo è andato lì? Stupido Nephilim!”
“Non è ovvia la risposta?”
Magnus senza pensarci aprì un portale e si precipitò dentro.

 
 
Sembrava che una bomba avesse spazzato via il loft e tutto ciò che si trovava al suo interno. Quello che ne restava era qualche pezzo di legno, vetro e plastica qua e là, una grande nuvola di polvere e sangue, ovunque. Magnus per poco non svenne alla vista di tutto ciò. Il cuore gli martellava nel petto e il respiro faticava ad uscire. La sua casa distrutta non lo preoccupava più di tanto, con la magia avrebbe potuto risistemare tutto in un attimo. Ciò che lo spaventava a morte era l’assenza del suo Nephilim, e il sangue che imbrattava l’appartamento, segno che sicuramente era ferito. Girovagò per l’appartamento nella speranza di trovarlo steso da qualche parte, ferito ma vivo. Ad un tratto sentì un rumore proveniente dalla sua camera da letto. In fretta e furia si precipitò verso la fonte del rumore, ma l’unica cosa che trovò fu il suo spaventatissimo gattino che se ne stava nascosto in un angolino buio sotto il letto. Dopo averlo rassicurato lo prese in braccio, felice che almeno lui fosse ancora lì, vivo e vegeto.
 
 
 
“Sei pronto?”
“Si.” Risposte Jace mostrando alla sorella adottiva le armi con cui si era equipaggiato.
“Bene allora muoviamoci e raggiungiamo Alec.”
Improvvisamente Jace cadde sulle ginocchia ed emise un grido soffocato.  Isabelle subito accorse e cercò di aiutarlo ad alzarsi. “Jace? Che succede? Che cosa ti prende?”
“Alec…è in pericolo” si sforzò di dire lui. La ragazza sussultò e il suo cuore inizio a battere forte per l’agitazione.
La terra iniziò a tremare sotto i loro piedi e un vento fortissimo scompigliò i capelli della ragazza. Un Magnus sporco e agitato apparve davanti a loro.
“Magnus cos’è successo?” Chiese spaventata Isabelle lasciando il fratello per dirigersi verso il nuovo arrivato.
“Alec…E’ andato nel mio appartamento…E’ stato attaccato…Appena sono venuto a sapere che si era diretto lì mi sono precipitato ma…Lui non c’era più…C’era solo tanto, tanto sangue…” Lo stregone respirava e parlava con fatica, sembrava in preda a un attacco di panico.
“Gli è successo qualcosa…Sta soffrendo…Lo percepisco” rispose Jace gemendo per il dolore.
Un lampo rosso illuminò la stanza per qualche minuto, finché un biglietto si materializzò dirigendosi tra le mani di Magnus.
“Magnus cosa c’è scritto?”
Lo stregone aprì il biglietto e lo lesse a voce alta. “All’attenzione di Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn. E’ richiesta la tua presenza presso il molo alle ore 02:00 di questa notte. Se non ti presenterai saprò che non sei interessato a rivedere il tuo amante Shadowhunter ancora vivo. Vieni solo, a meno che tu non voglia che uccida il ragazzo davanti ai tuoi occhi. Ti attendo con impazienza. Valentine.”
“Merda” imprecò Jace.
“Dobbiamo dirlo subito alla mamma, potremo organizzarci e riuscire ad acciuffare Valentine”
“Isabelle hai capito le ultime frasi del biglietto? Se Valentine si accorge che Magnus non è solo, ucciderà Alec!”
“Non possiamo consegnare Magnus a Valentine. Dobbiamo elaborare un piano.”
“Io andrò in ogni caso, con o senza di voi” sentenziò lo stregone.
 “Magnus…E’ una trappola” gli disse Isabelle con dolcezza.
“Può darsi, ma se non mi presento gli faranno del male. Per Valentine Alec è solo un mezzo per ricattare me, non gli interessa affatto di lui, non esiterebbe a ucciderlo se lo ritenesse inutile per i suoi scopi”
“Secondo me parlarne con la mamma è la cosa migliore.”
“Finalmente sento qualcosa di sensato” esordì Maryse da dietro l’angolo del corridoio.
“Mamma…Hai sentito tutto?”
“Direi che ho sentito abbastanza. Ora se non vi dispiace me ne occuperò io. Magnus vieni con me nel mio ufficio”.

 
 
L’ufficio di Maryse era asettico e monocolore e odorava di chiuso e di vecchio.  La sedia davanti alla scrivania su cui lo stregone si era seduto era scomoda, proprio come la situazione in cui si trovava.
“Cosa c’è tra te e mio figlio?” chiese la donna improvvisamente.
“Non spetta a me rispondere a questa domanda” rispose senza esitazione Magnus.
“Bene. In questo caso aspetterò che sia mio figlio a rispondere”.
“Questa è la domanda più urgente che dovevi farmi? Pensavo di essere qui per ben altre ragioni”
“Non essere strafottente stregone. Sappi che non lascerò che inganni mio figlio.”
“Non ho intenzione di ingannarlo. Sono qui nel tuo ufficio per cercare di riportarlo qui sano e salvo, nel caso non te ne fossi accorta. O pensavi mi facesse piacere trascorrere la serata qui in tua compagnia?”
“Stregone impertinente. Ho già pensato a come fare per risolvere questo disastro che hai combinato. Tu farai da esca…” la donna continuò spiegando a Magnus i particolari del piano. Intanto Jace e Isabelle origliavano dalla porta dello studio di Maryse, volendo partecipare al salvataggio di Alec.




Note dell'autrice:
Come ogni settimana ci tengo a ringraziare tutti coloro che continuano a seguire la storia. Un ringraziamento speciale va a chi recensisce dandomi sempre degli ottimi consigli e suggerimenti o semplicemente strappandomi un sorriso. Al prossimo capitolo (di cui non vi anticipo nulla ihih)!
kiss

P.S.
Scusate per l'orribile titolo di questo capitolo, ma proprio non sono riuscita a farmene venire in mente uno migliore.

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Capitolo 7
*** Disprezzare è facile; meno facile è comprendere ***


Erano l’01:55 di notte quando Magnus si presentò nel luogo indicato dal biglietto, attraverso un portale. Il ragazzo portava una camicia blu mezza sbottonata e un paio di pantaloni di pelle neri. Come al solito portava una decina di lunghe collane appese al collo e i suoi inseparabili anelli nelle lunghe dita. Gli occhi verdi-gialli erano resi ancor più luminosi dal trucco e dalla gran quantità di glitter. I capelli erano portati all’in su e i ciuffi blu brillavano alla luce dei lampioni. Alec si trovava imbavagliato e ammanettato sul bordo del molo. Al suo fianco si trovava Valentine, insieme a una ventina di uomini e donne, che dovevano essere Shadowhunter pensò lo stregone. Esaminò subito il suo Nephilim per accertarsi che non fosse ferito. Non aveva di certo una bella cera: riportava diverse ferite, gli abiti erano tagliati e strappati in diversi punti, aveva un lungo taglio nella guancia, un occhio era molto gonfio e chiuso.

“Da quanto tempo non ci si vedeva Magnus Bane. Sei stato davvero coraggioso, o forse molto stupido, a venire qui stasera tutto solo” disse Valentine.
“Non potevo di certo perdermi questa piacevolissima rimpatriata” rispose lo stregone con sarcasmo. Alec notò che stava sudando, ma non era per paura, anzi, sembrava molto a suo agio e sicuro di sé, come al solito. Il suo sguardo era concentrato e serio, e aveva il fiatone come se avesse corso per arrivare lì. Il Nephilim conosceva bene il suo stregone, e pensò che molto probabilmente Magnus stava tenendo attivo un incantesimo molto potente; ma non aveva idea di quale potesse essere la natura o il fine di questo incantesimo.
“Bene. Avvicinati stregone e tieni le mani ben alzate e in vista”. Magnus fece come Valentine gli aveva ordinato. Quando un ragazzo si avvicinò per ammanettarlo, lo stregone si divincolò e disse “prima libera Alexander”. “Sono un uomo di parola” rispose Valentine e ordinò ai suoi uomini di liberare lo Shadowhunter dagli occhi blu. Non appena fu libero il ragazzo si precipitò su Magnus e lo strinse a sé sotto gli occhi di tutti. “Com’è commovente” disse Valentine ridacchiando “ora però muoviamoci”. “Magnus…Magnus…” Alec continuava a ripetere il suo nome e a stringerlo forte; Magnus faceva altrettanto, poggiando il mento sulla sua testa e lasciandogli dei lievi baci sui capelli. Dopo qualche minuto lo stregone allontanò Alec e gli fece un dolce sorriso. Il ragazzo però non ne voleva sapere di lasciare il suo stregone così lo tenne per un braccio e lo guardò con preoccupazione. “Andrà tutto bene, fidati di me” gli disse Magnus sottovoce e Alec decise di fidarsi di lui e lo lasciò andare, mentre due ragazzi vestiti di nero lo ammanettarono e lo portarono lontano da lui. Improvvisamente il ragazzo si sentì afferrare e spingere lontano da una forza invisibile. Mentre si allontanava notò che una folla di Shadowhunters armati si stava materializzando davanti ai suoi occhi e si apprestava a combattere contro gli uomini di Valentine. Rimase dapprima basito poi lentamente capì: Magnus aveva tenuto attivo fino a quel momento un potente incantesimo che aveva reso tutti invisibili agli occhi dei nemici. Lo aveva tenuto attivo fino a che lui non fosse stato liberato e si fosse trovato al sicuro. Questo gli era costato un grande sforzo fisico, infatti ora giaceva inginocchiato col fiatone vicino a Valentine che lo teneva per un braccio e lo strattonava in cerca di una via d’uscita.

“Fratellone come ti senti?” Alec si rese conto che la forza invisibile che lo aveva trascinato indietro erano in realtà sua sorella Isabelle e il suo parabatai che ora lo guardavano con preoccupazione e lo abbracciavano.
“Sto bene. Grazie per essere venuti”
“Magnus sarebbe venuto ugualmente a salvarti, con o senza di noi. Parole sue” rispose la ragazza sorridendo.
Jace gli tracciò una runa guaritrice e dopo qualche minuto Alec cominciò a sentirsi rinvigorito e pieno di energie.
“Grazie” disse sorridendo al fratello. Senza pensarci il ragazzo moro si alzò e iniziò a correre in direzione dello stregone, mentre dietro di lui i suoi fratelli gli coprivano le spalle. Valentine, impegnato a combattere con una decina di Shadowhunters che lo avevano accerchiato, non notò il ragazzo dagli occhi blu che si apprestava a ricongiungersi con il suo fidanzato, che era steso per terra senza energie.

“Magnus…stai bene?” Chiese Alec raggiungendolo, tagliando via le catene con la spada angelica e tenendolo tra le braccia.
“Alec…Non riesco a muovermi” sussurrò lui debolmente.
“Prendi la mia forza” disse subito lo Shadowhunter prendendo una delle sue mani e stringendola nelle sue.
Una luminosa luce azzurra circondò le loro mani e il Nephilim chiuse gli occhi godendosi quel momento di profonda intimità che avveniva quando lui e lo stregone si scambiavano l’energia. Quando li riaprì si senti un po’ stanco, ma fu ripagato dalla visione del sorriso del ragazzo che teneva tra le braccia.
“Grazie Alec” disse dolcemente lo stregone.
Alec come risposta lo strinse a sé, nascondendo il viso nell’incavo della spalle di Magnus e beandosi del suo odore inconfondibile di cui non si sarebbe mai stancato. Intanto intorno a loro la battaglia giungeva al termine. Valentine era riuscito a scappare così come alcuni Shadowhunters suoi alleati, mentre tanti altri, appartenenti a entrambe le fazioni, avevano perso la vita.

“Alexander…”
Il ragazzo sollevò svogliatamente il viso e incontrò lo sguardo con quello corrucciato della madre, che lo osservava sconcertata e disgustata.
“Che cosa stai facendo?”
“Io…Io…” il ragazzo aveva la bocca secca e non riusciva a proferire parola.
“Mi stava aiutando Maryse…E’ forse un crimine?” Disse lo stregone venendo in suo aiuto.
“Non fare lo spiritoso stregone. Alexander vuoi spiegarmi?”
Fortunatamente alcuni Shadowhunters si avvicinarono alla donna e iniziarono a parlarle di qualcosa di importante, intuirono Alec e Magnus, poiché si girò dando le spalle ai due ragazzi e si allontanò insieme ai Nephilim.
“Grazie” disse Alec tenendo la mano dello stregone e abbassando lo sguardo. Lo stregone gli accarezzò la guancia e con dolcezza e delicatezza gli sollevò il viso per poter guardare il ragazzo negli occhi. I suoi grandi occhioni blu erano lucidi e tristi. Vedere l’astio, la delusione e il disprezzo negli occhi della madre al pensiero che tra i due ragazzi ci fosse del tenero aveva rattristito enormemente lo Shadowhunter. Come poteva trovare la forza di rivelare se stesso con un genitore che sembrava disgustato al solo pensiero che suo figlio potesse essere omosessuale e fidanzato con un Nascosto? Se avesse detto la verità alla sua famiglia sapeva che l’avrebbe persa per sempre. Sua madre lo avrebbe sempre guardato con disprezzo, così come anche suo padre. La comunità degli Shadowhunters non l’avrebbe accettato e si sarebbe ritrovato da solo, emarginato da tutti. Tuttavia, se non faceva quel passo avrebbe dovuto continuare a vivere una vita fasulla e non sarebbe mai stato felice. Inoltre, continuando a nascondersi avrebbe fatto soffrire Magnus e probabilmente lo stregone si sarebbe stancato presto di lui e di quella situazione. Mentre pensava a queste cose, Magnus afferrò il suo polso e utilizzando le energie che Alec gli aveva donato poco prima, aprì un portale verso il suo appartamento.


 
Non appena furono nel loft, che Magnus aveva ripulito e rimesso in ordine con la magia qualche ora prima, il Nascosto si tirò dietro il Nephilim verso il divano rosa e dopo essersi seduto, trascinò il ragazzo sopra di lui e lo tenne tra le sue braccia. Magnus sapeva che tra di loro c’erano ancora delle questioni da risolvere, tuttavia aveva deciso che quello non era il momento adatto per discutere poichè avevano disperatamente bisogno l’uno del sostegno dell’altro. Stettero abbracciati e accoccolati tutta la notte finché entrambi non si addormentarono, l’uno nelle braccia dell’altro.




Angolo dell'autrice:
Come potete vedere per ora vi sto risparmiando i drammi e vi regalo dei momenti dolcettosi tra i nostri Alec e Magnus. Nel prossimo cap spero di farmi perdonare per la sofferenza che vi ho fatto provare nei cap precedenti XD!
Un ringraziamento a voi tutti che continuate a seguire la storia e in modo particolare a chi continua a recensire. Le vostre recensione sono sempre bellissime e divertenti! Vi mando un grosso kiss, al prossimo cap :)


 

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Capitolo 8
*** Ogni volta che mi guardi, nasco nei tuoi occhi. ***


Magnus fu svegliato da un raggio di sole che filtrava dalle finestre del salotto. Doveva essere mattina inoltrata o addirittura pomeriggio; non gli capitava di dormire così serenamente da parecchi giorni ormai. Il suo sguardo si posò sul ragazzo che ancora dormiva accoccolato al suo petto. Aveva il viso più dolce e tenero che avesse mai visto in tutta la sua lunga vita; le labbra erano gonfie e arrossate e i capelli corvini gli cadevano sulla fronte disordinatamente, conferendo al viso angelico ancora più tenerezza. Per un attimo si chiese come poteva dubitare della bontà d’animo di quel giovane angelo; come poteva dubitare che il ragazzo provasse qualcosa per lui e che ci tenesse al loro rapporto. Baciò il Nephilim sulla fronte e cercò di alzarsi senza svegliarlo, poggiandolo lentamente nel divano.
Si diresse verso la cucina con l’intenzione di preparare la colazione, ma qualcuno bussò alla porta prima che potesse arrivarci.
Magnus camminò lentamente verso la porta, stropicciandosi gli occhi e sistemandosi i capelli e l’aprì, trovandosi davanti l’arrabbiata sorella del suo Shadowhunter, con i capelli in disordine e vestita con gli stessi abiti del giorno prima.
“Magnus…Alec è qui con te? Che fine avete fatto? Ero preoccupatissima, pensavo vi avessero portato via gli uomini di Valentine! Ho cercato di contattarvi al cellulare ma entrambi risultate irraggiungibili.”
“Scusa Isabelle. Ho portato via Alec in seguito a uno spiacevole evento e appena siamo arrivati qui ci siamo addormentati. Lui dorme ancora”.
“Spiacevole evento?”
“Tua madre…Ci ha visto abbracciati e ha chiesto spiegazioni a tuo fratello.”
La ragazza sgranò gli occhi e lo guardò sbigottita.
“Le ha detto la verità?”
“No, direi piuttosto che è rimasto letteralmente senza parole.”
Magnus si scansò dalla porta e permise a Isabelle di entrare nell’appartamento. Lei si diresse verso il divano dove il fratello dormiva ancora, si sedette affianco a lui e gli accarezzò i capelli dolcemente. Magnus li lasciò un po’ da soli e andò a farsi una doccia.
 
 
Alec aprì lentamente gli occhi e incontrò quelli scuri della sorella.
“Izzie…”
“Ciao fratellone. Tu e Magnus mi avete fatto prendere un bello spavento. Al molo non vi ho più visti e ho avuto paura che Valentine vi avesse portati via.”
“Mi dispiace noi…”
“Si lo so Magnus mi ha detto tutto…La mamma inizierà a starti addosso. Penso abbia intuito qualcosa. Quando sei stato rapito da Valentine ha sentito una conversazione tra me, Jace e Magnus in cui lui si interessava particolarmente a te, se capisci cosa intendo, e subito ha voluto parlare con lui nel suo ufficio. La prima cosa che gli ha chiesto è stata cosa c’era tra di voi.” Il ragazzo arrossì e la guardò aspettando con impazienza che continuasse con il suo racconto. “Sta tranquillo Magnus le ha risposto per le rime dicendole che non spettava a lui rispondere a quella domanda. Quando hai intenzione di dirglielo piuttosto?”
“Non so se voglio farlo…Lei non capirebbe. Al molo ci ha visti mentre ci abbracciavamo e ci ha guardato con disgusto...”
“Forse avrà bisogno di tempo per metabolizzare la notizia ma non puoi nasconderti per sempre Alec. Non è giusto nei tuoi confronti e neanche in quelli di Magnus.”
“Non faccio che fare sbagliare con lui…Eppure continua a volermi.”
“Si chiama amore fratellone” disse Isabelle sorridendo.
 
 
Lo stregone ricomparve in salotto con i capelli bagnati e scompigliati, una canottiera nera e dei pantaloni da casa. Alec si imbambolò guardando il ragazzo che riusciva a far battere all’impazzata il suo cuore. Era senza dubbio l’uomo più sexy su cui avesse mai poggiato lo sguardo, anche vestito da casa, coi capelli in disordine e senza trucco.
“Io allora vado. Mi raccomando datemi segni di vita ogni tanto. Ci vediamo a casa fratellone” disse la ragazza posando un dolce bacio sulla guancia del fratello. “Ciao Magnus” aggiunse mandando un bacio in direzione dello stregone. Non appena la ragazza chiuse la porta dietro di sé, Magnus posò lo sguardo sul Alec e gli si avvicinò, sedendosi all’altro lato del divano. Lo Shadowhunter notò la distanza di Magnus e subito ne fu turbato.
“Come stai?” chiese lo stregone con sguardo dolce.
“Uno schifo. Tutta questa situazione fa schifo.”
“A cosa ti riferisci in particolare, se posso chiedere?”
“MI riferisco a Valentine che ti cerca, a mia madre che è disgustata all’idea che ci possa essere qualcosa tra noi, e a me che non faccio altro che sbagliare e deluderti…”
“Alec…” cercò di dire Magnus prendendogli la mano, ma fu interrotto dal ragazzo affianco a lui, che aveva un disperato bisogno di sfogarsi.
“No Magnus…Sono un disastro, lo so. Sono insicuro, timido, introverso, imbranato, ho paura di mostrarmi per quello che sono…Ho paura di non essere accettato, di venir rifiutato dalle persone che amo, ho paura che tutto ciò che ho costruito verrà distrutto se dico la verità…Non so cosa fare…Io non so davvero cosa ci trovi in me…”
“Mio dolce Alexander quello che io vedo non è un ragazzo imbranato o un “disastro” come tu dici, vedo invece un uomo buono, gentile, altruista, forte, coraggioso, capace di amare con tutto se stesso e di sacrificarsi per le cose a cui tiene senza pensarci un attimo. Le tue qualità sono così rare, soprattutto per uno Shadowhunter, che non so proprio come potrei non essere affascinato da te” poi con tono ammiccante aggiunse “ovviamente non dimentichiamo che possiedi anche numerose altre qualità, come due meravigliosi occhi color del mare e un fisico statuario che, anche volendo, non potrebbe passare di certo inosservato ai miei occhi”.
“Credo che tu sia l’unico al mondo a vedermi così…” Rispose il ragazzo sorridendo rosso in viso, ancora imbarazzato per l’ultima osservazione di Magnus.
“Spero che nessun altro ti guardi mai nel modo in cui ti guardo io, altrimenti sarei costretto a incenerirlo con la mia magia o a trasformarlo in qualche spregevole animaletto…E tutto ciò sarebbe alquanto spiacevole” il Cacciatore rise di gusto e Magnus si perse in quel mondo meraviglioso che era il suono della risata del compagno.
Lo stregone dentro di sé ce l’aveva ancora con Alec per il modo in cui si stava comportando ultimamente, ed era oltremodo infastidito per il fatto che continuasse a negare la loro relazione, ma gli era impossibile resistere a quegli occhioni tristi e alla bontà di quel dolcissimo ragazzo, che stava combattendo una strenua battaglia dentro di sé, una battaglia che Magnus conosceva bene. Non voleva causargli ulteriore sofferenza, anzi, voleva essere suo alleato in quella lotta contro se stesso. Forse poteva dargli un’altra possibilità, dopotutto se Alec l’aveva ferito non lo aveva fatto volontariamente.
Il Nephilim si avvicinò a Magnus e lo strinse a sé poggiando la testa nel suo petto e accoccolandosi.
Dopo qualche minuto lo stregone chiese ad Alec se avesse fame, lui annuì, così si avviarono in cucina dove Magnus fece comparire una valanga di cornetti, ciambelle, muffin, cupcakes di mille colori e forme insieme a due caffè bollenti.
“Pensi che manchi qualcosa?”
“Decisamente no” rispose Alec sorridendo prendendo un cornetto alla crema e addentandolo. La crema gli colò sbadatamente sul mento sporcandolo, ma non ebbe il tempo di pulirsi che il ragazzo davanti a lui gli passò un dito sul punto in cui si era sporcato e se la mise in bocca. Alec lo guardò con sguardo famelico e senza pensare prese la mano dello stregone, il cui dito si trovava ancora tra le sue morbidi labbra, e l’avvicinò a sé. Iniziò a baciarla lentamente, in ogni punto, con infinita dolcezza e quando ebbe finito continuò con il braccio, andando sempre più su. Attirò Magnus più vicino a sé e iniziò a lasciargli dolci baci sul collo, inebriato dal profumo di sandalo del suo bagnoschiuma. I capelli bagnati di Magnus lo solleticavano.
“Mmm Fiorellino sei convinto di quello che fai? Sappi che se continui così non garantisco di essere in grado di lasciare intatta la tua virtù”
Alec ridacchiò mentre il viso iniziò ad avvampare. Spinse affettuosamente lo stregone, che per tutta risposta gli diede anche lui una spinta affettuosa e iniziò a ridere insieme al Nephilim, che lo spinse a sua volta. Si ritrovarono in un attimo sul pavimento intenti a colpirsi e a ridere come due bambini.
“Ehi mi hai fatto male” si lamentò ad un tratto Magnus toccandosi il fianco continuando però a ridere.
“Dove? Qui?” Chiese il Nephilim sollevandogli la maglia e baciandogli il punto dove Magnus si era toccato. Lo stregone sospirò e chiuse gli occhi quando il ragazzo dagli occhi azzurri continuò a baciarlo sul fianco. Lentamente si spostò sul petto del compagno, baciandoglielo e facendogli venire i brividi, mentre con l’altra mano gli sollevava ancor di più la maglia.
“Alec…” sussurrò Magnus con il fiato corto.
 “Vuoi che smetta?” chiese il Nephilim continuando a baciarlo e ad accarezzarlo. Magnus per tutta risposta ansimò forte. “Lo prendo come un no” sussurrò Alec nel suo orecchio prima di leccargli il lobo facendogli venire i brividi. Sorrise guardando l’effetto che facevano i suoi baci sullo stregone. A dire il vero il ragazzo dagli occhi azzurri non si sentiva per niente pratico in queste cose; era inesperto e non aveva mai avuto altri uomini prima di Magnus. Una cosa però era certa: imparava in fretta. Gli bastava imitare quello che Magnus faceva sempre su di lui per far fremere di piacere il suo stregone, che contrariamente a lui vantava un gran numero di esperienze. Sfilò lentamente la canottiera del suo compagno e si prese qualche minuto per ammirare il liscio e perfetto petto caramellato di Magnus prima di ricominciare a baciarlo e ad accarezzarlo dolcemente.
“Sei bellissimo…Che tu sia un Nascosto, un Nephilim, un mondano o altro non è importante…Sei l’uomo più sexy e affascinante che io abbia mai visto…” Disse Alec arrossendo, e meravigliandosi dopo pochi secondi per la frase che aveva appena detto. Lo stregone sorrise, prese il braccio di Alec e portò il ragazzo verso il suo viso facendo incontrare le loro labbra in un bacio che prese fuoco in pochi secondi. Inizialmente fu solo un dolce incontro di labbra, che presto si tramutò in una danza frenetica e passionale di lingue e morsi. Magnus mordicchiava e succhiava le labbra del compagno mentre con una mano accarezzava la schiena muscolosa del Nephilim e con l’altra palpava il suo sedere, facendolo eccitare e ansimare in modo incontrollabile. Alec si staccò un poco dalle sue labbra. “Magnus…Riguardo quello che ho detto in camera mia davanti a Jace e a Isabelle…” Continuò il ragazzo sforzandosi di mantenere il controllo. “Alexander…C’è un valido motivo per cui stai usando quelle eccitanti labbra per parlare invece che per ben altri e utili scopi?” Chiese lo stregone a corto di fiato. Lo Shadowhunter non si sforzò più di mantenere il controllo e senza farsi troppo problemi iniziò a sbottonare frettolosamente e per niente delicatamente i pantaloni dello stregone e a liberarsene, rimanendo piacevolmente sorpreso nello scoprire che sotto non portava biancheria intima. Lo stregone ribaltò presto la posizione, spostando il Nephilim sotto di lui con impeto, e spogliandolo a sua volta. Rimasero nudi sul pavimento a scambiarsi effusioni e carezze finchè Magnus non prese in mano la situazione e si occupò di donare piacere al bellissimo ragazzo che nudo sotto di lui continuava a ansimare e sussurrare il suo nome tra i gemiti. Quando Alec raggiunse il culmine del piacere si preoccupò di restituire il favore al suo fidanzato, leccando, succhiando e accarezzando come e dove sapeva che lui avrebbe apprezzato di più. Ormai stava imparando a conoscere il corpo del suo stregone, ad amarlo e a soddisfarlo, e farlo lo rendeva estremamente felice. Quando entrambi furono esausti si accasciarono l’uno sull’altro sudati e sfiniti ma soddisfatti. Alec si accoccolò sul petto ambrato di Magnus e si addormentò ascoltando il battito regolare del suo cuore, mentre lo stregone gli accarezzava i capelli. Magnus fece comparire una coperta sopra di loro poco prima di addormentarsi anche lui. 




Angolo dell'autrice:
Buonasera cari/e lettori/lettrici!
Perdonatemi per questo piccolo ritardo, purtroppo avevo degli esami da preparare e non ho avuto tempo di aggiornare.
Cosa ne pensate di questa formattazione? Mi sembrava che il testo fosse "troppo appiccicato" e affaticasse la vista quindi ho provato in quest'altro modo.
Spero che questo nuovo cap mieloso e piccantoso sia di vostro gradimento.
Vi annuncio che siamo agli sgoccioli con questa storia, in quanto il mio obiettivo è sempre stato quello di scrivere dei missing moments e di raccontare quello che "non ci è dato sapere" dai libri della Clare (in particolare per quanto riguarda il lasso di tempo che intercorre tra Città di cenere e Città di ossa); ragion per cui il prossimo penso sarà l'ultimo capitolo. Stavo pensando di scrivere un'altra storia in compenso, stavolta però un'AU. Non ho ancora deciso nulla, per ora è solo un'idea!
Non mi dilungo oltre. Ringrazio i/le miei/mie fedeli seguaci in particolare coloro che continuano a recensire e a donarmi le loro preziosissime opinioni! 
Kiss

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Capitolo 9
*** L’amore è il più bello dei sogni e...il peggiore degli incubi. ***


Alec si trovava tra le braccia del suo stregone, nel duro e freddo pavimento della cucina. Entrambi erano nudi e solo una coperta li copriva per metà. Lo Shadowhunter non ebbe il tempo di gustarsi quel dolce e tenero risveglio che un rumore assordante infranse i suoi pensieri romantici. Si alzò di scatto, rivestendosi in fretta e incamminandosi verso il salotto, tuttavia non fece in tempo a raggiungerlo che un gruppo di uomini armati affollò la cucina e iniziarono ad aggredirlo. Non aveva né armi né il suo stilo; era completamente indifeso. Cercò di sferrare pugni e calci verso i nemici ma erano in troppi e non ci misero molto a metterlo KO. Alzò faticosamente la testa dal pavimento e lanciò lo sguardo preoccupato verso il suo ragazzo, che veniva tenuto fermo per le braccia da due nemici mentre un altro cercava di interrogarlo inutilmente, infatti lo stregone non si dimostrava molto collaborativo. L’uomo che lo interrogava iniziò a prenderlo a pugni per convincerlo a parlare. Alec distolse lo sguardo poiché quella scena gli procurava un dolore paragonabile a nessun’altra cosa avesse mai provato. Avrebbe voluto scambiare il suo posto con quello di Magnus e ricevere lui quella stessa violenza. Lo stregone era conciato male, perdeva sangue e sembrava essere sul punto di svenire, quando l’omone che lo aveva interrogato fino a quel momento gli afferrò il viso con una mano e lo guardò con rabbia.
“Se non vuoi parlare non ci sei più di nessuna utilità stregone.” Detto ciò sfoderò la spada e trafisse Magnus nel petto, all’altezza del cuore. La visuale di Alec si annebbiò per un attimo e tutto gli sembrò essersi fermato. Quando riacquistò un minimo di lucidità notò che gli uomini se ne stavano andando. Iniziò a strisciare con le poche forze che gli erano rimaste e si avvicinò al corpo del ragazzo che appena qualche ora prima aveva baciato con passione.
“Magnus! Apri gli occhi…Ti prego non farmi questo…Non puoi lasciarmi…” Iniziò a balbettare tra le lacrime.
“Alec…” Sussurrò Magnus con gli occhi chiusi.
“Stai bene? Prendi la mia forza…Ti prego…Magnus!”
“Ti amo…Ti amo Alec” disse il ragazzo debolmente, prima che la sua testa cadesse a ciondoloni contro il petto del Nephilim che perso ogni controllo aveva iniziato ad urlare e piangere disperatamente. Toccò insistentemente il polso del suo ragazzo ma ormai la vita lo aveva abbandonato.



Improvvisamente Alec si sentì scuotere e chiamare. Aprì gli occhi e si trovò davanti il suo ragazzo vivo e vegeto che lo guardava con preoccupazione e lo teneva per le spalle.
“Alec stai bene? Era solo un incubo!”
“Magnus…” Bisbigliò il ragazzo moro con voce tremante.
“Amore sono qui…Era solo un incubo, calmati” continuava a dire Magnus avvicinandolo a sé e abbracciandolo teneramente. Il Nephilim lo abbracciò a sua volta mentre con la mano si sfiorava il viso bagnato dalle lacrime cercando di asciugarle. Tuttavia, esse continuavano a cadere incontrollate, nonostante fosse ormai certo che quello che aveva appena vissuto non era reale. Stettero così fin quando Alec non si calmò e allontanò dolcemente lo stregone per poterlo guardare negli occhi.
“Hai voglia di parlarne?” Chiese dolcemente Magnus, ma prima che Alec potesse rispondere, la musichina del cellulare del Nephilim si diffuse nell’aria richiamando l’attenzione di entrambi i ragazzi. Lo Shadowhunter prese il cellulare e rispose. Mentre parlava con quello che Magnus intuì fosse il suo Parabatai, il ragazzo si rivestiva in tutta fretta, sotto lo sguardo interessato dello stregone che non avrebbe staccato i suoi occhi dal corpo nudo del suo fidanzato nemmeno per tutti i glitter del mondo.
“Devo tornare all’Istituto, hanno bisogno di me” disse dopo aver chiuso la chiamata, guardando Magnus negli occhi. Lo stregone annuì, ma notò che il Nephilim sembrava preoccupato. Tuttavia, prima che potesse domandargli alcunché, Alec riprese a parlare. “Magnus…Valentine ti cerca ancora…Forse dovresti andare da qualche altra parte, non è sicuro qui”.
“Non preoccuparti per me tesoro, ho già pensato ad una soluzione” gli disse lo stregone facendogli un occhiolino e sorridendogli. Lo Shadowhunter sorrise con poca convinzione e dopo aver dato un soffice e delicato bacio a Magnus uscì dall’appartamento e si incamminò verso l’Istituto.

 
 
Lo stregone si mise subito all’opera e iniziò a prepararsi per il potente incantesimo che voleva lanciare sul suo loft, al fine di renderlo invisibile e inaccessibile a tutti gli Shadowhunters che avessero avuto cattive intenzioni. Si trattava di un incantesimo molto difficile e laborioso e non era sicuro che le sue sole forze sarebbero bastate. Forse avrebbe impiegato almeno due giorni per riuscire a portarlo a termine del tutto. Iniziò tracciando dei pentagrammi sulle mura della casa con dei gessetti colorati, e continuò mettendosi al centro dell’appartamento, dove aveva tracciato un pentagramma più grande, e recitando delle parole in lingua demoniaca. Trascorsero diverse ore da quando aveva iniziato a recitare l’incantesimo e a poco a poco una sfera magica, che solo lui poteva vedere, iniziava a ricoprire il loft. L’incantesimo stava funzionando alla perfezione, tuttavia i tempi erano molto lenti. La sfera ricopriva a malapena metà dell’appartamento quando Magnus iniziò a sentire che le forze lo stavano lentamente abbandonando. Smise di recitare e si accasciò al suolo; cercò di tenere gli occhi aperti e di alzarsi in piedi ma fu tutto inutile. Dopo qualche secondo il suo campo visivo si offuscò e tutto divenne nero.
 

 
Era stata una giornata davvero stancante per Alec. Aveva dovuto dare un sacco di spiegazioni ai suoi genitori non solo per quanto riguardava Valentine e tutti gli avvenimenti di quegli ultimi giorni, ma anche riguardo alla natura della sua relazione con Magnus. Come sempre aveva dissimulato e cercato di nascondere l’evidente imbarazzo che si impossessava di lui ogni qualvolta parlava dello stregone. Aveva mentito spudoratamente come al solito, dicendo che Magnus era un amico che aveva aiutato lui, Jace ed Isabelle in varie occasioni. Desiderava con tutto il cuore essere sincero e dire la verità, ma sentiva che quello non era il momento giusto. Aveva poi trascorso il pomeriggio ad allenarsi con i suoi fratelli e prevedeva di trascorrere la serata in compagnia di Magnus. Non aveva fatto altro che pensare a lui durante tutta la giornata. Ormai era dipendente dai suoi baci, dalle sue carezze, dai suoi occhi così particolari e meravigliosi, dalla sua voce soave e maliziosa. In più era ancora vivido nella sua mente il ricordo del terribile incubo che aveva fatto ed era preoccupato per l’incolumità del suo fidanzato.
 

Come tutte le volte che si recava in quell’ormai familiare appartamento, il cuore di Alec batteva all’impazzata, le mani sudavano e il colorito delle guance si fece leggermente rosato. Aprì la porta con le chiavi che Magnus gli aveva fornito e rimane sorpreso nell’accorgersi che l’appartamento era completamente al buio. Che Magnus non fosse in casa? Non era possibile. Lo stregone lo avrebbe sicuramente avvisato in quel caso. Accese la luce velocemente e rimase paralizzato dall’ansia non appena notò le pareti del loft completamente scarabocchiate con simboli che gli mettevano i brividi e di cui non conosceva il significato. Mosse qualche passo finché non trovò Magnus steso sul pavimento, al centro di un pentagramma disegnato con simboli simili a quelli che aveva visto sulle pareti. Corse a soccorrere il suo ragazzo mentre la paura iniziava a invadergli la mente e ad appesantirgli il cuore. In un attimo il suo incubo tornò a galla, vivido come non mai nella sua mente, e le sue mani iniziarono a tremare senza che lui riuscisse a controllarle. La sua visuale iniziò ad appannarsi a causa delle lacrime che si stavano formando negli ormai acquosi occhi azzurri mentre prendeva in braccio Magnus e lo portava nella camera da letto. Dopo averlo adagiato nel letto cercò di calmarsi e mantenere il controllo come gli era stato insegnato per 18 anni della sua vita. Quando si trattava dell’incolumità di Magnus, lo Shadowhunter equilibrato, obiettivo, accorto e lucido che Alec di solito dimostrava di essere svaniva completamente e cedeva il posto a un ragazzino spaventato, agitato, ansioso, che pareva essere sempre sull’orlo di un attacco di panico. Prese il polso del ragazzo per controllare i battiti ed esalò un sospiro di sollievo quando sentì il familiare rumore nei polpastrelli. Si sdraiò accanto a lui e accarezzandogli i capelli, aspettò che si riprendesse.
 
 
Dovette attendere qualche ora prima di poter vedere di nuovo i caratteristici occhi di gatto del suo stregone su di sé.
“Alexander…” Sussurrò lo stregone aprendo lentamente gli occhi. Alec non rispose ma continuò a guardarlo con un misto di sollievo e risentimento per i momenti di preoccupazione e paura che aveva passato.
Magnus aprì del tutto gli occhi e si alzò suoi gomiti. Tese il braccio e accarezzò una guancia del Nephilim ma lui si girò dall’altra parte.
“Sei per caso arrabbiato con me?” Domandò lo stregone perplesso.
“Non devi mai più fare una cosa del genere. Quando ti ho visto per terra io…”
“Scusami Alec, non volevo farti preoccupare. La verità è che quando ho capito di essere al limite era ormai troppo tardi” detto questo lo stregone raccontò al ragazzo affianco a lui dell’incantesimo che stava preparando. Continuarono a parlare per un po’ di Valentine finché lo Shadowhunter non iniziò a raccontare a Magnus la sua giornata. Mano a mano che parlava si sentiva svuotato dallo stress e dalle responsabilità; parlare con Magnus era semplice e liberatorio. Lo stregone ascoltava sempre con attenzione, alleggeriva con battute e scherzi le situazioni pesanti, senza però sminuirle, ed era altresì capace di dispensare ottimi consigli quando Alec ne aveva più bisogno. Lo Shadowhunter si sorprendeva sempre nel constatare che nessuno riusciva a comprenderlo bene come il suo magico fidanzato; nonostante si conoscessero da poco tempo l’Immortale sembrava essere capace di leggergli dentro. La giornata era stata pesante ma ora si trovava lì sul letto di Magnus a scherzare e ridere con lui e per un attimo tutta la tristezza e l’ansia accumulata in quella giornata si dileguarono per lasciare spazio alla felicità e all’amore.





Angolo dell'autrice:

Ciaooo mie/miei care/i! Mi scuso anche questa volta per il ritardo nell'aggiornamento, ma purtroppo sono in piena sessione d'esame all'università e ho poco tempo per scrivere. Eccomi qui con il penultimo capitolo di questa storia (il prossimo sarà l'ultimo). Spero che vi sia piaciuto; non vedo l'ora di leggere i vostri commenti!
Grazie a tutti i lettori della storia e soprattutto alle fantastiche recensitrici! kiss

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Capitolo 10
*** Scuse e Ringraziamenti ***


Ciaoooo a tutti cari lettori. Perdonatemi per questa lunghissima attesa di 3 anni, purtroppo ho avuto delle giornate davvero piene tra l'università e impegni vari e ho dovuto abbandonare completamente la scrittura. Avevo scritto un pezzo dell'ultimo capitolo ma ahimè cambiando computer è andato perduto e sinceramente non ricordo assolutamente cosa avevo scritto e come avevo intenzione di concludere la storia. Questo è il motivo per cui, piuttosto che fare pasticci e rovinare la storia, ho deciso di concludere con il capitolo 9. Mi scuso ancora tantissimo per avervi fatto aspettare così tanto, spero in ogni caso che la storia vi sia piaciuta, considerando sempre che si tratta di missing moment e non di una storia a sè stante. Se vi può interessare vi informo che presto pubblicherò un'altra storia, che sto già scrivendo, non riguardante l'universo di Shadowhunter, ma un anime molto bello che ho scoperto da poco e mi è entrato nel cuore, e anche in questo caso vi è una coppia di due ragazzi (coppia non ufficiale, la cui relazione nell'anime NON è riconosciuta, al contrario dei Malec) che è impossibile non shippare!
Non vi trattengo oltre.
Grazie a tutti coloro che hanno seguito la storia e soprattutto che hanno recensito, dandomi utili consigli per migliorarmi.
Scusate ancora per la lunga attesa.

Vi mando un grandissimo bacio :*

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