Racconto di Goten (/viewuser.php?uid=1572)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Era
un noiosissimo giorno per la Forks High School, detta anche la casa
degli Spartani, pioveva e come sempre, gli alunni di quella scuola,
armati di ombrellini dai colori poco sgargianti, si trovavano a dover
passare tutta la mattina e una piccola parte del loro pomeriggio fra
quelle mura.
O
almeno, questo è quello che pensava Edward Anthony Cullen, ragazzo
dall'aspetto malaticcio, alto, molto alto, i capelli rossicci e gli
occhi verdi. La sua pelle, perennemente pallida lo rendeva speciale
alla vista delle sue compagne, tanto è vero che l'avevano eletto;
ragazzo più appetibile della scuola.
Ma
quella mattina, sembrava che a scuola ci fosse qualcosa di diverso.
Già
nel parcheggio, Alice, la sorella di Edward, aveva potuto notare che
la maggior parte delle ragazze, teneva in mano un libro e, cosa
ancora più strana, lo stavano leggendo e commentando a pieno regime.
<<
Che succede? >> Domandò scendendo dalla Volvo S60 che loro
padre, Carlisle, aveva regalato ad entrambi per i loro voti
scolastici. I suoi capelli sparavano come elettrici, il corpo piccolo
ma leggiadro si muoveva sinuoso fra le varie auto.
<<
Non ne ho idea. >> Rispose Edward, alzando le spalle. <<
Ma sinceramente, non mi interessa, almeno per oggi, non avrò la scia
di ragazzine che mi correranno dietro. >> Sospirò gioendo di
quel piccolo fatto.
<<
Povero Eddy, oggi nessuna che sverrà al tuo passaggio! >>
Sghignazzò Emmett Cullen, cugino di entrambi.
Pareva
un orso, tanto era muscoloso, i capelli erano ricci e bruni, gli
occhi azzurri erano quasi sempre rivolti ad una sola persona;
Rosalie, la sua fidanzata.
L'occhiataccia
che Edward gli riservò lo fece ridacchiare ancora di più.
Il
rombo di un altro motore, li fece voltare. << Rosalie. >>
Le corse incontro il ragazzone, abbracciando una fascinosa bionda
dall'aspetto etereo.
<<
Emmett! Non è una vita che non mi vedi! >> Esclamò,
leggermente irritata per aver stropicciato già di prima mattina la
sua maglietta all'ultima moda.
<<
Ciao scricciolo. >> Salutò Jasper, gemello di Rosalie, la
piccola Alice.
<<
Vi prego, niente smancerie! >> Esclamò Edward, già nauseato
dai saluti mattutini delle dolci coppiette.
<<
Sei solo invidioso! >> Esclamò Alice con una linguaccia,
tornando a baciare il suo ragazzo.
<<
Oggi niente fans, Edward? >> Lo prese un po in giro Rosalie.
<<
Ha ha ha >> Le rispose seccato.
<<
Dovresti trovarti una ragazza, Edward. Dico davvero. Hai una scelta
infinita! >> Segnò con la mano le varie ragazze con il libro
in mano.
<<
Ma per favore! >> Esclamò stizzito il più piccolo dei Cullen
entrando nell'edificio scolastico, seguito dall'allegro ridacchiare
dei suoi amici e parenti.
Quella
mattina si rivelò ancora più strana, quando durante la pausa
pranzo, sua sorella, comparve in mensa con una copia del misterioso
libro.
<<
Che diavolo hai in mano! >> Esclamò Edward, riconoscendo il
volumetto che tutte stavano leggendo.
<<
Sshh... è intrigante! >> Lo zittì Alice, facendo segno di
tacere.
Spazientito,
Edward si alzò, raggiungendo con poche falcate il bancone dove
servivano i tranci di pizza.
<<
Uno per favore. >> Disse all'inserviente.
Mentre
questi scaldava la sua fetta di pizza, si accorse di avere accanto la
sua compagna di Biologia.
<<
Ciao. >> La salutò.
<<
Ciao. >> Rispose arrossendo Isabella Swan.
Edward
la trovava buffa, goffa sotto certi aspetti. In due anni che si
conoscevano, il massimo che si erano detti era stato sempre; ciao.
Poi
notò un particolare. << Niente libro tu? >>
Isabella
si voltò verso di lui, sbattendo veloce le palpebre. << Come?
>>
Un
sorriso sbieco si formò sul volto di Edward. << Sembra che
tutte abbiano una vera passione per quel libro. >> Indicò
quello che Alice stava leggendo. << Perfino mia sorella ne è
rapita! >>
Notò
distrattamente lo sguardo di Isabella allargarsi per lo stupore. <<
Oh... bé... no. Niente libro. >> Sorrise imbarazzata
abbassando lo sguardo, il rossore non aveva ancora abbandonato le sue
guance.
Alice
lanciava ogni tanto delle occhiate furtive al fratello, il suo
sguardo si fece attento. Perché quella scena le sembrava così
famigliare? Più che la scena in se, perché suo fratello le
ricordava tremendamente il vampiro Anthony di quel libro? E perché,
Isabella Swan le ricordava da matti Marie? La ragazza umana che si
innamorava del vampiro?
La
massa di gente stava aumentato nella mensa e dopo aver ricevuto la
sua fetta di pizza, Edward tornò al tavolo.
<<
Ho visto che parlavi con Isabella. >> Buttò li Alice.
Edward
addentò un pezzo di pizza. << Si. E' simpatica. >>
<<
E non ti corre dietro come le altre. >> Si aggiunse Rosalie.
Il
più giovane dei Cullen sollevò le spalle in un gesto indifferente.
Rosalie
si perse ad osservare la sala. << E' sempre da sola. >>
notò con un pizzico di amarezza.
Gli
altri ospiti del tavolo sollevarono lo sguardo e lo puntarono verso
Isabella.
Davanti
a se, la ragazza teneva una bottiglietta di limonata e una mela,
stava scrivendo su un quaderno. Era molto presa, talmente presa da
non accorgersi del suono della campanella.
Sobbalzò,
quando la voce di Angela la raggiunse.
<<
Bella! E' suonata, andiamo. >> Le sorrise gentile, mentre
attendeva che riordinasse i suoi quaderni e li riponesse nello zaino.
<<
Mi piacerebbe sapere cosa stavi scrivendo di così importante. Eri
così concentrata. >>
<<
Oh, niente di che... solo qualche appunto. >> Rimase vaga,
notando con la coda dell'occhio che dietro di loro i Cullen
camminavano tranquilli.
<<
Hai letto il nuovo libro che uscito?! >> Gli occhi di Angela
erano brillanti.
Isabella
sentì dentro di se una paura incredibile. << No... a quanto
pare lo stanno leggendo tutti. Ehm, di che parla? >>
Le
mani di Angela si congiunsero emozionate. << Oh Bella! E'
fantastico! Non ho mai letto niente del genere! Guarda, c'è l'ho
qui! >> Estrasse dalla sua tracolla il libro dalla copertina
nera.
Bella,
imbarazzata lo prese in mano. << Ehm, di che parla? >>
Domandò di nuovo.
<<
Amore! E' una storia d'amore favolosa! Ti fa battere il cuore dalla
prima all'ultima pagina! Spero che l'autrice faccia presto anche il
seguito. >>
Isabella
deglutì con il respiro accelerato. << Si sa niente
dell'autrice? >>
<<
No. A quanto pare, si sa solo che è una donna. Ma, la parte più
bella è che ha ambientato il romanzo a Forks! >>
<<
Davvero? >> Doveva sembrare sorpresa.
<<
Oh si. Descrive tutto con una minuziosità incredibile! >>
Angela
proseguì felice di esprimere il suo parere più che favorevole per
il romanzo, mentre Bella ascoltava sinceramente commossa tutti quei
commenti entusiasti.
Se
solo avessero saputo che era lei l'autrice di quel romanzo... e se
solo lui, avesse capito quanto era innamorata...
Sospirò,
adesso doveva affrontare un'ora di Biologia, dove lui, sarebbe stato
al suo fianco.
Si
sedette, camuffando la sua solita agitazione, con una calma
apparente, e poi, eccolo; Edward Anthony Cullen.
Lui
era diventato nella sua fantasia Anthony il vampiro buono... ma
Isabella Marie Swan, sapeva di non poter essere come la Marie del suo
libro.
Perché
se Anthony si era accorto di Marie per il suo sangue, era anche vero
che Edward non si sarebbe mai accorto di lei, troppo sciatta e
normale.
<<
Ciao. >> La salutò lui di nuovo.
<<
Ciao. >>
Il
loro solito rituale, il loro solito saluto.
§
Entrando
in cucina, attirato dal buon profumo di torta al cioccolato, Edward
notò sua sorella Alice intenta nella lettura.
<<
Alice, perché stai leggendo quel romanzetto? >>
<<
Edward, se non sapessi che sei umano, ti avrei scambiato per il
protagonista del libro. >> Sentenziò sfogliando l'ennesima
pagina.
<<
Che diavolo stai dicendo?! >>
Alice,
prese a leggere a voce abbastanza alta, affinché suo fratello
potesse ascoltare. << Anthony è di carnagione molto pallida, è
alto 1,87 m e ha un fisico slanciato e muscoloso. Il suo viso ha lineamenti dritti e regolari ed è incorniciato da capelli ribelli color bronzo, che si accostano ai suoi occhi: da umano, questi erano verdi, ma con la trasformazione in vampiro hanno un colore che varia dall'ambra al nero. Il colore dei suoi occhi è determinato dallo stato di sazietà del vampiro. I vampiri che non si nutrono per alcune settimane infatti, hanno gli occhi neri e le occhiaie molto pronunciate. Complessivamente il suo aspetto è eccezionalmente attraente e utilizza questa peculiarità, compreso il
suono suadente della sua voce, per affascinare e destabilizzare gli
esseri umani. E' dotato di un potere supplementare, la lettura del
pensiero: è convinto che abbia questa capacità perché in vita era
molto sensibile. Non può piangere né dormire e può avere figli ma
solo con una donna umana. Può simulare di mangiare cibo umano, anche
se lo considera pessimo. Parla diverse lingue tra cui lo spagnolo e
il portoghese. Oltre ad avere la facoltà di leggere nelle menti, è
molto agile, forte e veloce e può decidere se bloccare una
determinata voce nella sua testa. La sua vista è molto acuta e gli
consente di vedere al buio.Non può mostrarsi alla luce del sole perché la sua pelle reagisce ai raggi solari diventando brillante e la cosa costringe lui e la sua famiglia a non presentarsi a scuola quando ci sono le belle giornate. >> ( n.d. Goten; grazie Wikipedia)
Durante
tutto il monologo, Edward si era servito di una abbondante porzione
di torta, sua madre Esme era una cuoca eccezionale.
<<
E allora? >> Domandò con la bocca piena.
Alice
lo guardò allibita. << Edward, ma non vedi che sei tu questo
vampiro! E' la tua perfetta descrizione! Poteri vampireschi a parte,
sei tu spiccicato! >>
Il
sopracciglio del ragazzo si arcuò scettico.
<<
Non guardarmi così! Prova a leggerlo, scommetto che ritroveresti
parecchie cose del tuo modo di fare e del tuo carattere in quel
personaggio. >>
Gli
lanciò il libro, che prontamente venne preso al volo.
<<
Senti Alice, non ho intenzione di leggere un libro per ragazze. >>
Lo
sbuffo di sua sorella gli fece chiaramente capire quanto poco le
importasse di quella stupida scusa. << Leggilo e poi mi dirai.
>> Furono le sue parole, prima di lasciare la stanza.
Edward
posò il libro sul tavolo, si tagliò un'altra abbondante fetta di
torta e seguendo, molto poco felicemente, il consiglio della sorella,
si apprestò a leggere il famoso libro dalla copertina nera.
Era
arrivato a leggere ben tredici pagine e adesso, entrava in scena la
famiglia di vampiri. Per un attimo si bloccò colpito. Non era
possibile!
I
vampiri del racconto avevano tutti i loro secondi nomi! Assurdo!
C'era addirittura la descrizione perfetta di Rosalie! Solo che nel
libro si chiamava Lillian, esattamente come il suo secondo nome!
<<
Cribbio! >> Esclamò, andando avanti a leggere con occhi
allucinati.
Chiunque
avesse scritto quel libro, li aveva osservati davvero bene! Aveva
riconosciuto subito Alice, Rosalie, Emmett e Jasper, nelle
descrizioni delle prime venti pagine, ma la sua, era quella che lo
lasciava più di tutti senza parole.
Era
lui! Non c'erano dubbi!
Chi
diavolo era quella persona che lo aveva capito e visto in un modo
così intimo?!
Adesso,
il suo alter ego di carta era a lezione di biologia, e la povera
Marie non sapeva di aver vicino a se un vampiro desideroso di bere il
suo sangue.
Edward
si interruppe un attimo. La sua compagna di biologia era Isabella
Swan... ma questa Marie, a parte assomigliarle un pochino, era
leggermente diversa da lei.
Comunque,
chiunque fosse la scrittrice, aveva osservato anche Isabella, perché
davvero, leggendo alcuni punti del libro, Bella sembrava sul serio la
protagonista.
Arrivato
a pagina trentasei, il momento in cui Anthony salvava Marie
dall'essere schiacciata dal furgoncino di un loro compagno di scuola,
Edward dovette interrompere la lettura. Il suo cellulare stava
vibrando incessantemente.
Scocciato,
lo estrasse dalla tasca dei jeans e lesse sul display: papà.
Aprì
lo sportellino. << Ciao papà, dimmi. >>
<<
Edward, sono a piedi, la Mercedes non parte, potresti venirmi a
prendere? >>
Guardò
distrattamente l'orologio, segnava le 17:30. << Si, dammi il
tempo di arrivare. >>
<<
Ottimo, a dopo. >>
Mise
un segno sulla pagina che stava leggendo e uscì, le parole di quel
libro gli vorticavano nella mente. Chiunque fosse l'autrice, era
stata maledettamente brava nello scrivere.
E
mentre Edward si recava all'ospedale da suo padre, Isabella, stava
buttando giù la bozza del suo secondo libro.
Seduta
china davanti al suo portatile, ribatteva senza sosta gli appunti che
aveva scritto quella mattina.
Il
terrore che aveva provato nel vedere la sorella di Edward, mentre
leggeva il suo libro, si augurava di non provarlo mai più. Doveva
cercare di essere più indifferente, ma non le riusciva molto bene il
fatto di mentire.
Sbuffò
frustrata.
La
sua mente corse alla pausa pranzo, quando Edward e aveva rivolto la
parola. Aveva davvero sentito, come la sua eroina del libro, il cuore
balzarle nel petto al suono della sua voce. Sorrise triste e si diede
della patetica. Edward non avrebbe mai visto nulla in lei.
E
intanto, i primi quattro capitoli del secondo libro prendevano
vita...
<<
Bella, sono a casa. >> La porta dell'ingresso si chiuse e
Charlie fece la sua comparsa.
<<
Ciao papà. >> Lo salutò, salvando le ultime righe.
<<
Pronta per la cena? >>
<<
Ovviamente. >> Sorrise Bella, una cosa che adorava, erano le
uscite serali con suo padre. La tavola calda di Forks non era male e
li, spesso e volentieri le venivano le idee migliori per il suo
libro.
Afferrò
la giacca e sotto la fine pioggerellina della città, con l'auto
della polizia, si recarono finalmente a cenare.
Dopo
aver ordinato, suo padre attese il resoconto serale. Era l'unico che
sapesse la verità sul libro che stava spopolando in quei giorni,
l'unico che sapesse chi fosse la sua scrittrice.
<<
Allora, a che punto sei arrivata? >>
Isabella
spalmò una dosa abbondante di ketch up sulle patatine e prese a
raccontare. << Direi al quarto, forse quinto capitolo. Ma
adesso, credo che farò entrare i licantropi in scena. >>
<<
Mmm... ottimo! >> Lo sguardo di suo padre si accese di
entusiasmo, a lui piacevano davvero i suoi racconti, sopratutto se
riguardavano mostri di fantasia. << E che fine a fatto Anthony?
>>
Isabella
abbassò lo sguardo. << Bé, lui se ne è andato, l'ha
abbandonata, pensando che fosse meglio per lei, più sicuro... >>
Lo
sguardo scettico di suo padre fu incomparabile. << Questo
Anthony mi sembra un po idiota, sai. >> Prese un bel boccone
del suo panino, un sorso di birra e continuò la sua spiegazione. <<
Cioè, ha fra le mani, l'amore della sua vita e la lascia da sola?!
Pur sapendo che questa Marie attira sfortuna da ogni parte?! Sei
sicura che la ami? >>
Isabella
sorrise divertita, i commenti di suo padre erano veramente i
migliori. << Si, sono sicura. >>
<<
Mah... >> Addentò un altro boccone poco convinto.
Quella
sera, parecchia gente si era fermata per prendere dei pasti veloci da
portare a casa, difficilmente il Dottor Cullen si fermava in quel
posto per prendere qualcosa di pronto, ma quel giorno, accompagnato
da Edward, entrò nel piccolo locale.
Il
tentennare della campanella attirò lo sguardo di Bella.
Edward
Cullen era appena entrato, mortalmente pallido, e maledettamente
bellissimo.
Il
suo cuore si mise a fare le capriole, mentre un vago rosso brillante
le coprì l'intero volto.
Suo
padre, non era uno stupido, occhieggiò con fare indifferente i nuovi
venuti, ci mise circa cinque secondi per collegare.
<<
Credo che Anthony sia appena entrato... >>
<<
Papà! >> Sibilò Bella sempre più rossa.
Charlie
rise divertito, mentre sua figlia desiderava solo sotterrarsi. Forse
però, potevano scamparla, i Cullen non davano segno di averli
visti...
<<
Carlisle! >> Lo chiamò Charlie, facendo inorridire la figlia.
Sia
il padre che il figlio si voltarono verso di loro. << Charlie!
>> Lo salutò il Dottor Cullen avvicinandosi.
In
quel momento, Bella trovò importantissimo fissare il suo piatto. Suo
padre glie l'avrebbe pagata cara!
<<
Bella, è un vero piacere rivederti. >> Le sorrise sincero il
Dottor Cullen.
Isabella,
sempre al limite dell'imbarazzo, posò i suoi occhi sull'uomo. <<
Anche per me, è un piacere rivederla. >>
La
risata melodica del padre di Edward la fece sentire ancora più
piccola. << Di sicuro è un piacere incontrarci qui, piuttosto
che in ospedale. >> Edward li guardava curioso, non sapeva che
la figlia dell'ispettore Swan era una assidua frequentatrice di quel
posto.
<<
Già, con tutte le volte che ti fai male, dovremmo farti la tessera
d'oro come membro onorario. >> Ridacchiò Charlie. Quando le
risate scemarono, l'ispettore si rivolse al ragazzo. << Tu devi
essere Edward, giusto? >> Allungò la mano stringendogliela.
<<
Si signore. Sono Edward Cullen. >>
<<
E' un vero piacere conoscerti, tuo padre mi racconta sempre di te. >>
Edward
si sentì leggermente in imbarazzo, osservò la sua compagna di
corso, era veramente buffa. Rossa come un gambero. Le sorrise,
scatenando un ulteriore eccesso di colore.
Ah,
ma chi era Anthony Masen in confronto a lui?!
Gli
piaceva sapere di avere quell'effetto sulle ragazze, e Isabella Swan
non faceva eccezione. Era solo molto più deliziosa e soprattutto,
non gli correva dietro come facevano le altre.
Si
era accorto in tempo che suo padre si stava congedando dagli Swan,
salutò cordiale e si allontanarono.
Isabella,
tirò un sospiro di sollievo, mentre suo padre ridacchiava.
<<
Non è stato divertente! >> Sbottò irritata.
<<
Oh si invece. >> Rise ancora, divertendosi un sacco a
tormentare sua figlia.
Nella
Volvo argento che correva a velocità sostenuta, Edward e suo padre
stavano discutendo sull'incontro casuale appena avvenuto.
<<
E' carina. >> Sentenziò di nuovo Carlisle.
<<
Papà, per favore... >> Sbuffò Edward, parcheggiando l'auto in
garage.
<<
Finalmente! C'è ne avete messo di tempo per prendere due panini! >>
Esclamò Alice andandogli incontro.
Carlisle
le passò la busta con la sua cena. << Abbiamo fatto due
chiacchiere con un amico. >>
<<
Ah si? >>
Entrarono
in casa, Edward seguì l'inconfondibile odore dei pasti di sua madre.
<<
Si. >> Continuò Carlisle. << Abbiamo incontrato Charlie
Swan e sua figlia, Bella. >>
<<
Oh, come sta Isabella? E' un po che non viene più in ospedale. >>
Si aggiunse Esme.
Mentre
Edward addentava la sua fetta di lasagne, notò distrattamente che il
libro dalla copertina nera non era più in vista.
<<
Alice, dov'è? >> Si guardò attorno.
<<
Dov'è cosa? >>
<<
Il... libro. >>
La
mano di Alice scatto in direzione della mensola dietro di lei. Eccolo
li. Gli occhi di Edward si posarono curiosi su di lui.
Aveva
già deciso, finita la sua cena, niente lo avrebbe distratto da
quelle maledette pagine. |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Sinceramente mi hanno fatto moltissimo piacere i vostri commenti. ^_^ La storia è diversa da quelle che propongo di solito, anche perché questa è narrata in terza persona e non in prima. Mi auguro che anche questo secondo capitolo vi piaccia. Anche perché il terzo, fino a lunedì non verrà postato ^^. Ringrazio anche le 33 persone che lo hanno messo fra i preferiti, ma il mio ringraziamento più grande va a chi ha commentato. GRAZIE!!
=============================================================
Capitolo
2
Era
arrivato ad un punto veramente cruciale. Sdraiato sul suo comodo
letto, Edward stava leggendo pagina quarantuno, Marie era
all'ospedale e Anthony le stava dicendo che nessuno le avrebbe mai
creduto.
Per
un attimo si immaginò Bella al posto di Marie, poi si diede del
cretino... ma poi ci ripensò. Perché no? In fondo Marie
assomigliava moltissimo a Bella Swan.
Fu
così che la protagonista del libro prese le sembianze della sua
compagna di classe e quelle di Anthony, le sue.
Alice
entrò in quel momento in camera con la scusa di chiedergli dove
fosse il suo I pod, scocciatamente, Edward le fece cenno di tacere,
afferrò il lettore mp3 e glielo tirò dietro.
<<
Non disturbarmi! >> Esclamò sbattendo la porta con un piede.
Ripescò
il libro dal suo letto e si mise seduto più comodo alla sua
scrivania, tornò a pagina quarantasei, Marie e Anthony era da un
mese che non si parlavano e adesso, c'erano tre ragazzi che volevano
invitarla al ballo di primavera.
Si
sentiva euforico, avrebbe accettato? Oppure no?
Riprese
la lettura avidamente.
Oddio,
pagina quarantasette era stucchevole per lui, il classico romanzetto
da femminucce... Anthony e Marie si fissavano negli occhi, finché il
professore domandò qualcosa al vampiro interrompendo il loro
contatto visivo.
Si
ritrovò a fissare torvo il libro. D'accordo che era visto
completamente dal punto di vista della ragazza, ma scrivere cose meno
sdolcinate no eh?
Sbuffò
leggermente infastidito, ma continuò a leggere. Si sentiva un po un
guardone... alla fine, stava sbirciando i sentimenti di una ragazza.
Arrivò
finalmente a pagina cinquantaquattro, alla fine, Anthony non aveva
resistito e ora stava chiedendo a Marie di uscire con lui.
Edward
rise del suo approccio. Come poteva pensare che lei gli dicesse si,
se lui continuava a girare attorno al vero motivo? Le aveva
addirittura detto che le energie rinnovabili erano anche affar suo!
Atroce!
Questo Anthony aveva bisogno di un manuale sulle frasi da dire al
momento giusto.
Però,
ora che ci faceva caso, anche lui, avrebbe avuto difficoltà ad
invitare un tipo come Marie... Sollevò gli occhi dal libro... se
avesse invitato Bella, come avrebbe reagito lei?
Arrivò
alla fine del capitolo quattro, segnò la pagina e finalmente si
buttò sul suo letto, dove, istantaneamente i suoi occhi trovarono la
via del riposo.
Mentre
a casa Cullen, tutti i suoi abitanti dormivano, a casa Swan, Isabella
rimaneva sveglia, il suo nuovo libro la stava prendendo senza
precedenti.
Adesso,
la sua eroina si trovava a sentire la voce del suo amato Anthony.
Sospirò,
ora veniva la parte più difficile, Marie era stanca e non aveva più
nulla che la tenesse legata a quella vita a metà.
Bella,
sapeva benissimo che Marie doveva dare un taglio netto alla sua
vita... le dita corsero veloci sulla tastiera, mentre il destino
della sua alter ego prendeva di nuovo una piega inaspettata.
Alle
tre, finalmente, Isabella si definì soddisfatta, salvò il suo
lavoro, con dolcezza il letto l'accolse generosamente, portandola fra
le braccia di Morfeo...
Quella
mattina, Edward, reggeva in una mano, la sua tazza di caffè
macchiato, e nell'altra il famoso libro nero.
<<
Edward, ti prego, puoi smettere di leggere per un attimo? >>
Gli domandò sua madre, guardandolo con occhio severo.
<<
Scusa. >> Sorrise colpevole, abbassando il libro, ma senza
lasciarlo.
<<
Ti stavo dicendo che più tardi, io e tuo padre andremo fuori a cena.
Tu e Alice sarete a casa da soli. >>
<<
Va bene, nessun problema. >>
Esme
sospirò uscendo dalla cucina. << Me lo auguro. >>
Appena
fu solo, riprese in mano la lettura, era ad un punto che lo stava
incuriosendo da matti! Non solo, il vampiro aveva invitato Marie al
suo tavolo in caffetteria, stanco di resisterle, ma adesso la stava
addirittura portando in braccio in infermeria.
Si
ritrovò a sorridere impacciato.
Poi
gli venne in mente un particolare; Marie beveva sempre una
bottiglietta di limonata... proprio
come Bella... si trovò a pensare.
Rise
di gusto quando lesse le lamentele di Marie per educazione fisica.
Decisamente, quella ragazza era uno spasso!
E
ancora lo assalì la voglia di scoprire chi fosse l'autrice.
Quando
l'orologio della sala segnò l'ora, Edward chiuse il libro e cercò
di concentrarsi... decisamente era poco da lui stare così appresso
ad un romanzo, ma quel vampiro, quell'Anthony che era stato creato a
sua immagine, gli faceva pensare a come sarebbe potuto essere un suo
eventuale rapporto, magari anche solo di amicizia, con Isabella Swan.
In
macchina, Alice non smetteva neanche per un attimo di parlare, mentre
lui voleva solamente il silenzio per riflettere. Fortunatamente,
Jasper venne in suo soccorso appena parcheggiò la macchina, rapì
letteralmente sua sorella. Edward glie ne sarebbe stato grato per
tutta la vita. Alice era simpatica, ma lui doveva sopportarla tutto
il santo giorno!
Si
voltò in cerca di qualcosa, o di qualcuno... il cielo era nuvoloso,
fortunatamente, quel giorno niente pioggia.
Eccola
li, stava arrivando, la camminata lenta e un po' impacciata; Isabella
Swan. Aveva come sempre le cuffie del suo lettore mp3 nelle orecchie.
Si
trovò a domandarsi che musica ascoltasse... forse, nei capitoli
successivi avrebbe scoperto qualcosa di più...
Alla
fine della prima ora, la segreteria riferì una favolosa notizia alla
classe di Edward, il loro professore di Spagnolo era a casa con la
febbre, quindi, avrebbero anticipato Ginnastica. Il sospiro di
sollievo fu generale.
Ma
per Edward, fu una vera sorpresa, scoprire che avrebbero fatto
ginnastica con la classe di Bella.
Le
due classi erano divise, ogni tanto lanciava occhiate furtive in
quella direzione, rimase stupito nel vedere quanto fosse veramente
goffa Isabella.
Aveva
addirittura tirato in faccia ad un suo compagno il pallone da basket.
Per
un attimo l'immagine di Marie e Bella si fusero in una sola.
<<
Hey Edward, che guardi? >> Domandò un suo compagno, vedendolo
li impalato con lo sguardo fisso.
<<
Niente di importante. >> Rispose irritato per essere stato
interrotto.
In
quel momento, Bella diede il cambio alla sua compagna.
<<
Carina la Swan... >> Commentò il suo amico, Edward si voltò
piano verso di lui.
<<
Non dirmi che ci hai provato?! >> Esclamò fra il curioso e
l'angosciato.
<<
Oh si. >> Rispose l'altro. << L'ho invitata al ballo di
primavera. >>
Edward
si stava rendendo conto che la risposta della ragazza era
determinante per lui. << E lei? >>
<<
Ha detto di no... dice che sarà a ... >>
<<
Seattle quella settimana. >> Terminò per il suo amico che lo
guardò con la bocca aperta.
<<
Anche tu glie lo hai chiesto?! >>
Edward
si affrettò a negare. << No, l'ho sentito dire. >>
Ma
il seme del sospetto si era ormai insinuato in lui... Poteva essere
davvero Isabella Swan la scrittrice di quel libro?
Molte
cose combaciavano, troppe per la verità, eppure, non poteva esserne
sicuro.
<<
Attenzione! >> esclamò qualcuno, troppo tardi.
La
palla colpì in piena faccia Edward.
Quando
riprese conoscenza, la prima cosa che vide furono due occhi castani
che lo fissavano preoccupati.
<<
Edward... Edward mi senti? >>
Quella
voce aveva un qualcosa di famigliare e dolce, gli piaceva.
<<
Oh Dio... che male... >> Mormorò il ragazzo, alzano la mano
per premerla sulla tempia.
<<
No. Non muoverti. >> Sussurrò ancora quella voce dolce
prendendo con dolcezza la sua mano. << Mi dispiace... >>
Il
suo cervello rincominciò a ragionare, si trovava in infermeria e
accanto a lui c'era la figlia dell'ispettore Swan; Bella.
<<
Scusami davvero, mi dispiace così tanto... >> Continuava a
mormorare Bella, mentre con un panno bagnato gli tamponava la botta
rossa che aveva sullo zigomo.
Avvertiva
ancora la mano stretta nella sua, d'istinto la strinse anche lui, per
un breve attimo si fissarono, tutto quello che avevano attorno, sparì
all'improvviso.
Bella
si sentiva scrutare da quegli occhi così verdi e intensi, per quanto
tempo aveva sognato che Edward la guardasse? Che si accorgesse di
lei? Tanto tempo...
La
porta dell'infermeria si aprì, Alice, fece il suo ingresso seguita
dal reso della loro compagnia. Bella abbassò lo sguardo e fece
scivolare via la mano.
Alice,
Rosalie, Jasper e Emmett si bloccarono nel vederli, avevano intuito
di aver interrotto qualcosa...
<<
Io, è meglio che vada... >> Mormorò Isabella, rossa, anzi
rossissima.
Edward
avrebbe tanto voluto dirle; no, rimani. Ma quelle parole rimasero
impigliate nella sua gola. Era ancora sconvolto da quegli occhi, così
intensi e profondi.
La
sua mano avvertì la mancanza del contatto con quella di Bella,
quella sensazione di vuoto che ne scaturì lo lasciò interdetto .
Bella
non si era mai sentita così sconvolta prima. Altro che le emozioni
del suo personaggio, Edward era... non aveva parole per descriverlo.
Mentre
camminava per i corridoi, osservò la sua mano. Lui l'aveva stretta
nella sua...
Divenne
di nuovo rosso gambero.
Aprì
la porta a vetri e uscì nel giardino della scuola, il cielo era
nuvoloso... sospirò e si sedette su una delle panchine.
Non
riusciva a togliersi dalla faccia quel sorriso imbarazzato. Era
felice, ma una vocina dentro di se, le stava dicendo di non fidarsi
troppo.
Edward
era comunque il ragazzo più ambito della scuola... e lei, non era
nessuno.
<<
Sono una scema... >> Sospirò nuovamente, stringendo la mano a
pungo e fissando il bosco poco distante.
Dentro
l'edificio risuonò la campanella, annunciava la tanto agognata pausa
pranzo, nell'alzarsi dal suo rifugio all'aperto, Bella decise che per
quel giorno di emozioni ne aveva avute troppe. Non sarebbe riuscita a
guardarlo in faccia in mensa. Velocemente e senza inciampare, tornò
nello spogliatoio, si tolse la tuta e rimise i suoi cari jeans con la
sua maglietta verde.
I
corridoi erano deserti, tutti erano alla caffetteria, sorrise
compiaciuta, così nessuno l'avrebbe vista andare in segreteria per
annunciare che per oggi tornava a casa.
La
docente non aveva fatto molte storie, adesso, lungo la strada che
l'avrebbe portata a casa, Isabella, con il suo fedele I pod,
camminava tranquilla, mentre i suoi pensieri vagavano ancora sul viso
tremendamente affascinante di Edward.
Non
poteva di certo immaginare che proprio in quel momento, Edward Cullen
era entrato nella mensa della scuola cercandola.
<<
Non c'è. >> Gli confermò Alice al suo fianco.
Rosalie
arrivò di corsa. << Non c'è in palestra. >>
<<
Merda. >> Sussurrò Edward leggermente avvilito.
Sperava
davvero di incontrarla, voleva parlarle. Il suo zigomo pulsava ancora
per la botta, ma era seriamente intenzionato a cercare Isabella.
<<
Forse è in un'altra aula. >> Suggerì Jasper.
<<
O forse è tornata a casa. >> Arrivò Emmett.
Edward
lo guardo pensieroso, aveva scandagliato sua sorella e i loro amici
per cercare Bella, poco dopo che la ragazza aveva lasciato
l'infermeria, Edward aveva chiesto, anzi, forse è meglio dire,
ordinato a tutti di cercarla.
<<
Sento puzza di cotta Eddino. >> Lo aveva sfottuto Emmett,
beccandosi un pugno sul braccio.
Seriamente,
Edward pensava che con a scusa della pallonata, forse poteva anche
accompagnarla a casa, Bella era venuta a piedi... quindi...
Fu
in quel momento che gli venne in mente un'idea.
<<
Alice, fammi fare una giustificazione. >> Spiegò veloce
infilandosi il cappottino grigio
<<
Perché? >>
<<
Tu fallo e basta. Rose, la porti tu a casa, per favore? Io devo
andare. >> Corse via urlando le ultime parole.
<<
Che diavolo gli è preso? >> Domandò Jasper allibito.
<<
Ah, l'amour! >> Sospirò Alice, tirando con se il suo ragazzo
verso un tavolo libero.
Corse
fuori nel parcheggio, si fiondò dentro la macchina e a tutta
velocità uscì in strada facendo scorrere veloce lo sguardo attorno,
poi, la vide... un cascata di capelli scuri con riflessi rossicci.
Camminava
tranquilla.
Edward
si sentiva agitato, ma voleva conoscere meglio Bella Swan, non
avrebbe cambiato idea. Abbassò il finestrino e rallentò la
macchina, accostandola. La vide sobbalzare per lo spavento.
<<
Ciao. >> Le disse, guardandola attento.
Notò
come gli occhi di Bella si fossero allargati sorpresi e di come il
rosso porpora avesse imbrattato le sue guance; era adorabile.
<<
Ciao... >> Rispose titubante.
<<
Posso darti un passaggio? >> Perché si sentiva così agitato?!
Non gli era mai successo prima!
<<
Oh... ehm... no grazie. >> Riprese a camminare.
<<
Bella, sali, vorrei parlarti. >> Ingranò la prima e mosse con
delicatezza la macchina in avanti.
Si
voltò ancora verso di lui con un cipiglio sul volto. << Mi
dispiace per la pallonata, ti ho già chiesto scusa. >>
Edward
le sorrise. << No, non è per quello. >>
<<
E allora, per cosa? >> Non riusciva a capire.
Non
si era mai sentito così in imbarazzo prima. Si passò la mano fra i
capelli, spettinandoli. << Non vuoi proprio salire? >>
Bella
si umettò le labbra nervosa.
Allungò
la mano e aprì la portiera della macchina, il sorriso contento di
Edward fu impagabile.
<<
Ehm... sai dove abito? >> Domandò cercando di nascondere
l'ansia.
<<
No, ma prima di portarti a casa, che ne dici di andare a mangiare
qualcosa? >> Si immise di nuovo in carreggiata, lasciando che
lo sguardo stupito e un po timoroso di Bella lo accarezzasse.
Stettero
in silenzio per tutto il percorso, Bella si era resa conto che ormai
Forks era parecchio lontana, le luci di Port Angeles li stavano
accogliendo.
Edward
parcheggiò l'auto davanti ad un locale.
Bella
rimase di sasso. Non poteva crederci! Era lo stesso che aveva usato
come riferimento la prima volta che Marie e Anthony si incontravano
in quella città.
<<
Andiamo? >> La riscosse Edward, guardandola confuso.
Annuì
frettolosamente.
<<
Un tavolo per due, grazie. >> Chiese gentilmente Edward alla
cameriera.
Isabella
era imbarazzatissima.
La
cameriera li guidò verso un tavolo abbastanza appartato. Le sembrava
di rivere le scene del su libro!
<<
Cosa volete ordinare? >>
Edward
la fissò aspettando che parlasse lei per prima.
<<
Ehm... un piatto di ravioli ai funghi. >>
<<
Anche per me e due coke. >> Aggiunse Edward guardandola
soddisfatto.
Mentre
aspettavano, Bella cominciò a sgranocchiare dei grissini. <<
Allora, di cosa volevi parlarmi? >> Era agitatissima, ma
cercava in tutti i modi di non dimostrarlo.
<<
In particolare, di niente... è solo che, non vedendoti in mensa, ho
pensato che te la fossi presa un po troppo per la pallonata. >>
Si
strinse nelle spalle. << Scusami ancora... >> Abbassò lo
sguardo colpevole.
Edward
le sorrise gentile, mostrando i denti perfetti. Il paragone con
Anthony non era fattibile. Edward era centomila volte meglio!
I
ravioli ai funghi arrivarono, Bella ne infilzò prontamente uno,
assaporandolo con gusto.
Per
qualche silenzio, il silenzio la fece da padrone, ma Edward, stava
solo aspettando di trovare il coraggio di parlare.
<<
Bella, tu che cosa fai, di solito intendo? >> Addentò un
raviolo, aspettando una sua risposta.
Il
volto della ragazza si fece pensieroso. << Ehm... leggo, faccio
i compiti, il bucato, sistemo casa... >>
<<
Non esci mai? >> Domandò sinceramente curioso.
<<
No... >> Prese un piccolo respiro. << A volte esco con
Angela... >>
Tornarono
a mangiare i ravioli. << Allora, hai trovato un cavaliere per
il ballo? >>
Per
poco non si strozzò con il raviolo. Bevve un sorso di Coca,
lasciando che il fresco della bibita lenisse il bruciore della gola.
Edward
la guardò preoccupato, per una semplice domanda Isabella si stava
suicidando con un raviolo.
<<
Hey, tutto bene? >>
<<
Si... >> Annaspò ancora con un colpo di tosse.
Aspettò
che rispondesse alla sua domanda...
<<
Non vengo al ballo. Sarò a Seattle quel giorno. >> Mormorò
con occhi bassi.
Sapeva
tanto di bugia, come la Marie del libro, ed infatti, Edward la guardò
per qualche secondo senza dire nulla, ma dalla sua espressione si
poteva chiaramente capire di non aver bevuto la sua futile scusa. <<
Si, certo... >>
Il
silenzio tornò fra di loro, Isabella si sentiva così esposta.
Temeva che Edward avesse parlato con Alice e si fosse riconosciuto
nel libro.
Troppe
cose stavano accadendo nella esatta sequenza del suo manoscritto.
Ma
poi, un altro pensiero si fece avanti prepotente. Se Edward avesse
capito di essere la versione reale di Anthony, le avrebbe subito
detto qualcosa. No?
<<
Sei pensierosa... >> Le fece notare il suo compagno di scuola.
Si
ridestò dai suoi pensieri. << Scusa, ma ho tante cose per la
testa... >>
Edward
le sorrise, facendo aumentare il battito del suo cuore. << Se
posso chiedertelo, a cosa pensavi? >>
Bella
corrugò la fronte indecisa.
<<
E' un pensiero troppo particolare per condividerlo? >>
Prese
un piccolo respiro. << No. Mi stavo chiedendo solo, quale città
potesse essere diciamo... ehm... adatta per un contesto, gotico ecco.
>>
Era
tornata color gambero.
<<
Qui in America dubito che ci siano. >> Edward infilzò un altro
raviolo masticandolo pensieroso. << Però... >> Ingoiò
il boccone. << ... l'estate scorsa, io e la mia famiglia, siamo
andati a Volterra, in Italia. Forse quella città potrebbe
rispecchiare un po' il mistico e il gotico. >>
Adesso
l'aveva incuriosita. << Volterra? >> Camuffò bene, il
fatto che sapesse della loro vacanza fatta l'estate scorsa.
<<
Si, ho delle foto a casa, se vuoi, domani te le porto. >>
<<
Davvero?! Oh si! Grazie! >> Esclamò con una luce entusiastica
negli occhi.
Così
avrebbe finalmente visto qualcosa di più particolare di quella città
che non fossero le solite foto di internet.
Continuarono
il loro pranzo fra una chiacchiera e l'altra, Isabella non aveva mai
parlato così tanto con qualcuno in vita sua, Angela esclusa.
Anche
Edward si stupiva molto del proprio comportamento, continuava a porre
domande su domande alla sua compagna. Non riusciva a capacitarsi del
suo modo di pensare, era completamente diversa dalle solite ragazze
della loro età.
Quando
uscirono dal locale, trovarono una fine pioggerellina ad attenderli.
Il
lamento che Bella fece, arrivò smorzato alle orecchie del suo
accompagnatore.
<<
Non ti piace la pioggia? >>
La
ragazza sospirò. << No, per niente... tutto ciò che è umido
e freddo. >> Rabbrividì.
Per
una manciata di secondi Edward si trovò a pensare al libro. Anche
Marie odiava il freddo e l'umido.
<<
Aspettami qui. >> Le disse, correndo sotto la pioggia e
ritornando poco dopo con l'auto.
Isabella
salì e ripartirono verso casa.
In
macchina il silenzio tombale era tornato fra di loro, mentre in breve
la musica dei Muse invadeva l'abitacolo.
Avevano
tante cose a cui pensare, tante emozioni da catalogare, Bella si
accorse di essere ormai vicino a casa, sganciò la cintura di
sicurezza e si voltò verso Edward, che con una semplice manovra,
aveva accostato la macchina.
<<
Bene... ti ringrazio, sei stato molto gentile. >> Gli sorrise
impacciata.
<<
Domani ti porto le foto, va bene? >> Forse nella sua voce,
c'era una vaga speranza di passare altro tempo con lei. Forse...
<<
Certo. >> Sorrise prima di uscire e sparire dentro casa.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Ciao e tutte e WOOOW! Non pensavo che la storia vi piacesse così tanto! Ne sono molto felice!! E' una bella soddisfazione leggere tutti i vostri commenti positivi! Anche perchè non è facile scrivere quando entrambi i ragazzi sono umani e nessuno di loro ha dei poteri extra... ^_^. Ma bando alle ciance, vi lascio al capitolo!! Buona lettura!!
=========================================================
Capitolo
3
<<
Allora, dai racconta! >> Esclamò Alice entrando come un
fulmine nella stanza di suo fratello.
<<
Alice, non ti ha insegnato a bussare la mamma?! >> Rispose
irritato Edward, rimanendo perfettamente seduto alla sua scrivania.
<<
Poche storie, avanti voglio i particolari. >> Disse risoluta
sedendosi sul letto.
Lo
sbuffo di Edward la diceva lunga su quanto lo stesse stufando sua
sorella, ma sapeva che non si sarebbe liberato facilmente di lei.
<<
Non c'è molto da dire, l'ho trovata che stava andando a casa e le ho
dato un passaggio. >>
Il
sopracciglio scuro di Alice si arcuò, donandole una smorfia
tutt'altro che convinta. << Solo questo?... Bé, è stato un
passaggio molto lungo, visto che è praticamente pomeriggio
inoltrato. >>
Edward
chiuse di scatto il libro nero e si voltò completamente verso la
sorella. << D'accordo. >> Sibilò arrendendosi. <<
L'ho portata fuori a pranzo, siamo stati a Port Angeles. Contenta!?
>>
<<
Un po di più, si... e poi? >> Gesticolò verso il fratello,
voleva a tutti i costi sapere tutto.
Edward,
con calma, le prese con gentilezza la mano e la tirò in piedi. <<
... e poi... >> le disse suadente, aprendo la porta della
propria camera. << ... il resto non ti interessa, Alice. >>
Sorrise sghembo, chiudendole la porta in faccia.
<<
Maleducato! >> Gli urlò allontanandosi, lasciando Edward con
la mente rivolta a poche ore prima.
Si
passò stancamente una mano sul viso e tornò alla sua postazione. Di
studiare, non se ne parlava, non aveva la testa al momento per
concentrarsi. Aprì il cassetto della scrivania ed estrasse un
piccolo album di foto, lo sfogliò immerso nei ricordi dell'estate
trascorsa. Volterra, una città incantevole, piena di fascino e
storia...
Chiuse
il piccolo album e lo mise nel suo zaino. Sorrise lievemente, aveva
promesso a Bella di farle vedere le foto, questo, gli dava la
possibilità di passare altro tempo con lei e di conoscerla, senza
farle intuire che lui sospettasse fosse lei l'autrice del libro.
A
proposito del libro... lo riprese e tornò veloce a pagina
sessantotto, Marie adorava Claire de Lune. Edward storse un po la
bocca, non conosceva la melodia, senza indugio, afferrò il suo
portatile, digitò Youtube e poi come ricerca, il titolo della
canzone... l'audio partì corredato dalle immagini.
Non
era propriamente il suo genere, ma non era male, lo salvò fra i
preferiti e continuò ad ascoltarla mentre la lettura scorreva via
veloce...
Adesso
cominciava la storia dei licantropi, Marie aveva accettato l'invito
alla spiaggia di La Push e il suo amico Quileutes le stava
raccontando le leggende del posto.
Si
riscosse dalla lettura, quando Esme annunciò che la cena era pronta,
Edward osservò l'orologio, erano già le otto.
Mise
un segno sulla pagina sbuffando. Era arrivato a pagina novantadue,
Marie era a scuola, c'era il sole e un suo compagno le stava facendo
il filo.
Nello
stesso momento, Isabella aveva scritto moltissime altre pagine del
nuovo romanzo, suo padre stava bevendo la birra guardando la partita
in tv.
<<
A che punto sei? >> Domandò impaziente di leggere la bozza dei
nuovi capitoli.
<<
Quasi fatto! Non domandarmelo ogni due minuti... >> Rispose
battendo le ultime parole sul portatile.
Lo
sbuffo proveniente dalla sala la fece sorridere. << Finito. >>
Decretò, lasciando il posto a Charlie che, avidamente cominciò a
leggere. Le sue smorfie erano impagabili.
Per
lui, Anthony era uno stupido, aveva abbandonato a se stessa la povera
Marie, facendole passare le pene dell'inferno.
Ogni
tanto, Bella lo sentiva lanciare imprecazioni contro il vampiro ed
elogi verso l'amico licantropo... esattamente come stava accadendo il
quel momento.
<<
Eh no! Così la fa troppo facile il nostro vampiretto! >>
Esclamò indignato.
Mentre
lavava i piatti, Bella non poté evitare di sorridere. <<
Perché dici così? >>
Un
grugnito di protesta uscì dalla bocca di Charlie. << Dopo
tutto quello che questa povera ragazza ha passato... è anche andata
a Volterra per evitare che si uccidesse, lui se ne esce con la
frase... “ Devo sapere se mi ami ancora!?”.
Charlie
si voltò serio verso la figlia. << Ti prego, dimmi che Marie
non si butta subito fra le sue braccia! >>
Bella
prese lo strofinaccio e asciugò i piatti. << Credo allora che
rimarrai deluso... >>
<<
Oh no! Dai! >> Esclamò avvilito. << Volevo vedere un po
di sana competizione fra il vampiro e il lupo! >>
Bella
rise. << Magari più avanti. Adesso, è tardi, domani ho un
sacco di cose da fare. Notte papà. >>
<<
Notte Bells! >> Rispose Charlie, rileggendo il racconto
dall'inizio.
§
Quella
mattina, Edward venne svegliato dall'urlo potente di Alice, aveva
tentato in tutti i modi di riprendere il dolce sonno, ma ormai, anche
la sveglia sembrava che c'è l'avesse con lui.
Irritato
scese dal letto, e con i capelli più incasinati che mai uscì dalla
propria stanza per vedere che diavolo era successo.
<<
Magari è andata a fuoco la sua collezione di Gucci. >> Mormorò
con gli occhi ancora sonnacchiosi, mentre a piedi nudi, scendeva le
scale, diretto in cucina.
<<
Alice, che diavolo urli?! >> Sbottò appoggiato allo stipite
della porta con addosso una maglietta a mezze maniche e boxer
azzurri.
In
piedi, vicino al tavolo, con gli occhi spalancati per l'orrore, stava
sua sorella. << No... no... >> Continuava a cantilenare.
Irritato
all'inverosimile, Edward si avvicinò al tavolo. Lo sguardo di Alice
era fisso sul piccolo cellulare ultimo modello che aveva comprato
pochi giorni prima.
<<
Alice, che cosa c'è? >> Cercò di essere gentile, ma era
difficile, visto come era stato svegliato.
Puntò
il dito come se fosse un'arma da taglio contro il piccolo
apparecchio. << Il mio cellulare è brutto e cattivo! >>
Esclamò come se fosse ovvio.
Lo
sguardo di suo fratello la diceva lunga su quanto considerasse poco
normale la sorella, ma decise lo stesso di stare al gioco. Con
sguardo serio, afferrò il piccolo colpevole. << Cellulare
brutto e cattivo! Perché fai disperare la mia piccola, dolce... e
scema sorellina?! >>
La
gomitata di Alice raggiunse il suo stomaco e il cellulare prontamente
cadde per terra aprendosi in due.
<<
Alice! Ma sei matta! >> Sbottò dolorante Edward.
<<
Mi hai rotto il telefono!! >> Sbottò rossa in viso, Alice,
raccogliendo i pezzi del suo, ormai, ex telefonino. << Mi devi
un telefono nuovo! >>
Ancora
con la mano sulla parte lesa, Edward la guardò male e uscì dalla
stanza.
<<
Dove vai? >> Lo raggiunse la vocetta irritante di Alice.
<<
Nel mio regno! >> Rispose con voce bassa. << Fra poco mi
siederò sul trono di ceramica e non voglio essere disturbato! >>
Sbottò chiudendo la porta del bagno, arrabbiato come non mai.
Circa
tre secondi dopo uscì, andò in camera sua, prese il libro e tornò
in bagno, sbattendo nuovamente la porta.
Trenta
lunghissimi minuti dopo, Edward lasciò libero il bagno, adesso aveva
scoperto che Marie era una fan della Austen.
Alice
batteva il piede scandendo il tempo. << Alla buon ora! Pensavo
ti fossi sciolto sul tuo trono! >> Esclamò arrabbiata per la
fine poco gloriosa del suo telefonino.
Caricarono
gli zaini in macchina e schizzarono a scuola.
Edward
subì due ore noiosissime di spagnolo, aveva rischiato più volte di
addormentarsi... l'unico pensiero che lo teneva sveglio, era
l'immaginare la reazione di Bella alla vista delle fotografie
Un
piccolo sorriso sghembo si dipinse sul suo viso.
Nel
frattempo, Bella stava seguendo con poca attenzione la lezione di
trigonometria, era un ripasso generale quello che stavano facendo,
poco le importava. La sua mente era divisa fra il resto del suo
romanzo e l'incontro con Edward.
Stentava
ancora a crederci di aver passato quasi un pomeriggio intero con lui!
Non
era la sola ad essere distratta in quel momento, la sua amica
Jessica, stava parlando con voce non proprio bassa alla sua compagna
di banco, Bella riuscì a sentire un pezzo della loro conversazione.
<<
... Allora? Glielo chiederai? >>
<<
Ovviamente! >>
<<
Jessica, sei sicura? E se ti dicesse di no? >>
<<
Io credo che mi dirà di si! >> Ridacchiò scioccamente.
<<
Sii seria! Edward Cullen non è facile da rimorchiare! >>
Isabella
si freddò sul posto, cercando di capire di più sulla loro
conversazione.
<<
Lo so, lo so... ma voglio chiederglielo lo stesso. Ci voglio provare
durante la pausa. >>
<<
Tu sei tutta matta... auguri comunque... >> Sospirò l'altra
ragazza.
Bella
rimase immobile, sentiva un rivolo di sudore freddo scendere giù per
il collo. Che stupida, come poteva pensare che Edward Cullen provasse
qualcosa per lei? Jessica era molto più attraente e spigliata. Lei
al contrario era goffa e impacciata.
Sentì
l'aria venirle meno e gli occhi pungerle dolorosamente... <<
Sono una sciocca. >> Mormorò a bassissima voce.
Passò
anche la terza ora, la pausa pranzo era arrivata, Edward attendeva
con ansia l'arrivo di Bella, aveva fra le mani il piccolo album di
fotografie.
Continuava
a picchiettare con il dito sul tavolo... la mensa si stava
riempiendo, ma di lei nemmeno l'ombra...
<<
Ciao Edward. >> Spostò lo sguardo verso Jessica Stanley.
Grugnì
un ciao in risposta, ma questo non scoraggiò la ragazza che si
sedette accanto a lui.
Quel
gesto lo irritò molto.
<<
Edward, avrei una domanda da porti... >> Cinguettò questa,
cercando di avere la sua attenzione, ma gli occhi del ragazzo erano
sempre fissi sull'ingresso, aspettando con ansia che Bella facesse il
suo ingresso.
<<
Edward?... Edward? >> Continuava a chiamarlo Jessica.
<<
Che vuoi! >> Sbottò irritato.
In
quel momento Bella entrò in mensa, Edward notò lo sguardo rapido
che gli aveva lanciato, ma poi, facendo finta di non averlo visto, si
era recata al banco delle bibite, aveva afferrato una bottiglietta di
limonata e veloce si era diretta alla cassa.
<<
Verresti al ballo con me?! >>
La
voce petulante di Jessica lo fece arrabbiare ancora di più. Ma
possibile che oggi tutti c'è l'avessero con lui?!
Prima
Alice, poi la sveglia, poi quell'oca della Stanley! Adesso basta!
Quando
vide schizzare via Bella dalla mensa, di scatto si alzò, rispondendo
alla sua sgradevole compagna di tavolo... << No, sono già
impegnato! >> E si fiondò fuori dalla caffetteria, il rumore
dei passi veloci di Bella gli indicarono la strada.
<<
Bella! >> La chiamò raggiungendola.
Il
passo della ragazza era rallentato fino a fermarsi del tutto. Si
voltò piano verso di lui. << Hey... >>Gli sorrise, ma
quel sorriso non toccò i suoi occhi.
<<
Ti stavo aspettando. >> Si mise davanti a lei.
Il
suo sguardo era sfuggevole, questo diede una strana sensazione ad
Edward, non gli piaceva che lei lo evitasse.
Bella
si stava torturando il labbro inferiore con i denti. <<
Scusami... ma ho sentito che Jessica voleva parlarti. Non volevo
disturbarvi. >>
Il
suono lamentoso di Edward la costrinse ad alzare lo sguardo verso di
lui. << Avrei preferito parlare con te, piuttosto che avere a
che fare con lei. >> Puntualizzò, facendole sentire le
farfalle nello stomaco.
<<
Comunque... >> Le porse il piccolo albumino. << Queste
sono le foto che ti avevo promesso. >>
Le
piccole mani di Bella afferrarono il libricino, cominciando a
sfogliarlo.
In
ogni foto, c'era qualcuno dei Cullen, ma gli edifici, le vie e le
piccole particolarità di Volterra erano impresse in quegli scatti.
<<
Sono bellissime! >> Esclamò sinceramente, rivolgendogli
finalmente un vero sorriso. << Grazie. >>
Il
calore che Edward sentì salire su per il suo collo lo fece agitare
un po di più. << Di nulla. >> Si schiarì la voce. <<
Abbiamo ancora qualche minuto... ti va di mangiare qualcosa? >>
La fissò e capì che avrebbe potuto rimanere a guardare quegli occhi
per sempre.
Bella
socchiuse la bocca, pronta per rispondergli.
<<
Hey Edward! Ti stavo cercando! >>
Entrambi
si voltarono verso Emmett.
<<
Sarà per un altra volta. >> Sussurrò Bella. << Te le
riporto presto. >> Sventolò il piccolo portafoto
allontanandosi con passo veloce.
Decisamente,
oggi non era giornata! Squadrò in malo modo il cugino.
<<
Hey, che faccia Eddy! Cosa c'è? >> Gli circondò le spalle con
il possente braccio.
Come
risposta, ricevette un sonoro grugnito.
Non
poteva certo sapere che Bella, non si sarebbe più presentata a
scuola, dopo quella giornata...
Mentre
Edward riprendeva la lettura del suo libro, l'aereo di Bella
atterrava a Phoenix.
<<
Mamma! >> Abbracciò la donna che le era corsa incontro.
<<
Tesoro! Quanto mi sei mancata! >>
§
Da
due giorni era arrivata a Phoenix, sua madre la stava letteralmente
aggiornando su ogni singola, piccola cosa che era successa in sua
assenza.
Le
piaceva passare del tempo con lei, ma non era come suo padre. Lei e
Charlie avevano un rapporto speciale.
Bella
lo adorava e adesso, non vedeva l'ora di tornare a casa.
Il
piccolo album di foto, giaceva come una piccola reliquia nella tasca
della giacca, la sua mano tornò prepotente ad accarezzarlo, nascosta
dallo sguardo felice della madre.
Quello
era la sua motivazione per tornare a Forks.
<<
Allora, come procede la stesura del libro? >>
Stavano
preparando il tavolo, presto Phil sarebbe tornato.
<<
Bene, papà vorrebbe più lotta fra i vampiri e i licantropi, ma
credo che uscirà un buon seguito. >> Posò il piatto con
l'insalata.
<<
E che ne dici della mia proposta? Sarebbe bello se tu tornassi a
vivere con noi. >>
Sua
madre aveva sempre la speranza che Bella ritornasse a vivere con lei
e il suo nuovo compagno, ma Bella, adorava Charlie e la sua vita a
Forks.
Le
sorrise dispiaciuta. << Ti voglio bene mamma, ma... adoro
Forks. >>
Erano
due lunghissimi giorni che Edward cercava Bella a scuola, aveva
nuovamente obbligato sua sorella e i loro amici a chiedere
informazioni su di lei.
Ma
a quanto pare, nessuno sapeva nulla.
Era
sdraiato sul suo letto, libro in mano e adesso, stava cercando di
concentrarsi sulla storia. Era arrivato a pagina centonove, e per un
attimo, rimase con la bocca aperta. Marie aveva ordinato un piatto di
ravioli ai funghi...
<<
Non può essere... >> Sussurrò rivolto a se stesso.
Riprese
avido la lettura, i suoi occhi scorrevano veloci sulle lettere,
ansioso di trovare un qualcosa che magari gli suggerisse dove fosse
finita Isabella Swan. Perché, se aveva ragione di credere che Marie
fosse Bella, allora, la risposta stava in quel benedetto libro.
A
pagina centoventidue rimase per un attimo interdetto. Marie stava
confessando al vampiro che le veniva l'ansia il non sapere dove
fosse...
Sbuffò,
l'ansia c'è l'aveva lui in quei giorni!
Arrivò
a pagina centoventisei e li, arrossì peggio del sugo di sua madre.
“...ero
totalmente, incondizionatamente innamorata di lui.”
Si
capiva da ogni singola pagina di quel libro che Marie amava Anthony,
ma vederlo scritto e immaginare Isabella pronunciare quella frase
rivolta a lui... gli aveva fatto battere forte il cuore.
Decise
che per quella sera di emozioni ne aveva avute anche troppe. Mise
come sempre un segno sulla pagina e chiuse il libro.
Si
girò e rigirò più volte sotto le coperte. Ripensava a Bella, ai
piccoli momenti che avevano condiviso in quei giorni e pensava anche
alle parole di Marie.
Ma
lui, Edward Cullen, provava qualcosa per Isabella Swan?
Il
giorno seguente, si alzò con la vaga speranza che Bella fosse al suo
posto, vicino a lui durante la prima ora; Biologia.
Arrivò
a scuola, solo in quel momento si rese conto dell'agitazione e
dell'ansia che stava provando.
Entrò
in classe e rimase deluso. Il posto era vuoto...
Durante
la pausa pranzo, spesso lanciava occhiate rapide per tutta la
caffetteria, nella speranza che Bella facesse la sua apparizione, ma
niente.
<<
Edward, si può sapere che ti prende? >> Domandò Alice,
sinceramente preoccupata.
Scosse
piano la testa. << Niente. Assolutamente niente. >>
Perfino
Rosalie e Emmett, che spesso e volentieri si alleavano con battutine
e sottintesi, rimasero in silenzio. Era palpabile nell'aria che
qualcosa lo preoccupasse.
Ma
il culmine della giornata avvenne a casa.
Di
pessimo umore, buttò lo zaino ai piedi del letto e si lasciò cadere
sul morbido materasso, lasciò che un lungo sospiro uscisse dalle sue
labbra.
Si
stava dando mentalmente dell'idiota, come poteva ridursi così per
una ragazza con cui aveva parlato si e no solo un paio di giorni?!
Si
sdraiò sul fianco, appoggiò la testa sulla mano e allungò l'altro
braccio per afferrare il libro nero. Almeno avrebbe continuato la
lettura...
Tastò
per qualche manciata di secondi... dove diavolo... Si alzò di
scatto. Il libro era sparito.
<<
Alice! >> Sibilò arrabbiato, capendo che la colpevole poteva
essere solo lei.
A
passo di carica, arrivò davanti alla porta della sorella, non bussò,
aprì di colpo trovandola davanti al computer in video chiamata con
Jasper.
<<
Edward! >> Esclamò girandosi di scatto. << Ma bussare no
eh?! >>
<<
Come se non lo sapessi che fate i filmini erotici in linea voi due!
>> Esclamò arrabbiato. << Avanti, dimmi dove l'hai
nascosto! >>
Alice
si voltò verso la web cam. << Jas, ti chiamo dopo... >>
E chiuse la comunicazione. << Adesso, mi spieghi che cosa
diavolo stai dicendo? >>
Lo
sguardo di Edward divenne ancora più duro. << Non fare finta
di niente. Dimmi dove hai nascosto il libro. >>
Nello
sguardo della sorella, finalmente il barlume della consapevolezza
arrivò. << Oh. >>
<<
Si esatto... oh. Adesso, dammelo. >> Allungò la mano, pronto
per riaverlo.
<<
Ehm... non era mio. Me lo aveva prestato una compagna di corso. Ieri
me lo ha chiesto e stamattina gliel'ho ridato. >> Finì con una
voce sottile, quasi tentasse di sparire dalla stanza, tanto era
infuocata la faccia di suo fratello.
Avrebbe
tanto voluto ribattere di ogni Edward, ma sapeva che non poteva dire
nulla contro di lei, in fondo, il libro non era il suo.
<<
Va bene... >> Sibilò uscendo dalla stanza e fiondandosi in
garage.
Cinque
minuti dopo era in biblioteca, con suo sommo orrore, scoprì che
TUTTE le copie del manoscritto erano fuori e avrebbe dovuto aspettare
un mese, forse anche di più per averne una...
Ma
non si diede per vinto, guidò fino a Port Angeles, ma anche li il
risultato fu lo stesso: TUTTE LE COPIE ERANO ESAURITE! Prima che
arrivasse il suo turno, aveva davanti una fila di persone che avevano
già prenotato con largo anticipo!
Era
indignato e incazzato! Come poteva essere?! Cosa diavolo avevano
tutti da voler leggere a tutti i costi quel maledetto libro?!
Arrabbiato,
per non dire furioso, tornò a casa e si attaccò ad internet, dopo
varie ore, riuscì a trovare la versione e-book, lo scaricò e
facendo scorrere veloce la rotellina del mouse, arrivò a pagina
centoventisei... prese un bel respiro e cominciò a leggere...
A
pagina centotrentasette ebbe la sua risposta; Phoenix! Bella era a
Phoenix!
Si
batté una mano in fronte! Era stato uno sciocco a non pensarci
prima, i genitori di Bella erano separati e lei veniva dall'Arizona!
<<
Che idiota! >> Mormorò, ma qualcuno lo sentì lo stesso.
<<
Meno male che te ne sei accorto! >> Sbottò Alice passando
davanti alla sua porta e proseguendo oltre.
Non
la degnò neanche di un insulto, proseguì e arrivo finalmente a
pagina centoquarantasei.
Sorrise
per il modo in cui Anthony poneva le domande a Marie, sembrava un
quiz.
Interruppe
la lettura, solo per attivare dai preferiti la canzone di Claire de
Lune... non lo avrebbe mai ammesso, ma ora che sapeva che a
Bella/Marie piaceva, piaceva anche a lui.
Il
suo volto passò dal rilassato, al divertito, all'irritato quando
comparve il ragazzo della tribù dei Quileutes. Edward già lo
odiava.
Avvertiva
che quel piccoletto aveva una cotta mostruosa per la sua Marie!
Rimase
in piedi fino a tardi, il giorno seguente, sabato, non ci sarebbe
stata scuola. Copiò il file dell'ebook sul suo telefonino, così
avrebbe potuto andare avanti a leggerlo anche in giro.
Esme
e Carlisle rimasero allibiti quando videro Edward in casa il sabato
pomeriggio.
<<
Tesoro, sicuro che vada tutto bene? >> Si avvicinò al figlio
con aria premurosa.
<<
Certo mamma. Perché? >> La guardò sorpreso.
Esme
cercò con gli occhi suo marito. << Edward, ci stai
preoccupando... sei sempre in camera tua, prima uscivi con gli
amici... sei sempre con la testa altrove. C'è qualcosa che non va?
>>
Quanto
si sentiva imbarazzato da uno a dieci? Mille! << Mamma, va
tutto bene! >> Esclamò arrossendo.
<<
Edward, noto anche io che qualcosa è cambiato. Va tutto bene?... Non
hai problemi... >> Si fermò per trovare le parole. <<
... sai... con... il sesso... >>
Edward
era allibito! Aprì la bocca ma non uscì nessun suono.
La
sua reazione preoccupò ancora di più i suoi genitori.
<<
Allora è davvero questo. >> Esme si mise le mani davanti alla
bocca, era imbarazzata ma nello stesso momento preoccupata.
<<
No! >> Buttò fuori indignato Edward. << Come vi salta in
mente una cosa simile! >>
Suo
padre intervenne nuovamente. << Edward, ascolta, so che è una
cosa imbarazzante, ma se tu avessi problemi di quel tipo... tu sai
che con noi ne puoi parlare... >>
Il
colore della pelle di Edward rasentava il rosso fuoco. << Vi
prego, chi diavolo vi ha messo in testa queste cose?! >>
Fu
in quel momento che Alice passò veloce in salotto ed Edward capì.
<< Alice!! >> Ringhiò furioso.
Ma
sentì solo una risata mal tenuta e un... << Sei sexy quando
ringhi! Fallo anche con Bella! >> E un'altra scia di risate
arrivò dalla sua stanza.
Erano
passati altri sette giorni, Edward era sempre più depresso. Aveva
finito il libro e lo aveva anche rincominciato. Non riusciva a
smettere di leggerlo, sperava di trovare qualche cosa che potesse
tirarlo su di morale, ma in realtà, gli sembrava che leggendo le
battute di Marie, Bella parlasse con lui.
Aveva
appreso che Anthony brillava al sole, così come tutti gli altri
vampiri e adesso, stava rileggendo, forse per la terza volta, la
scena dove Anthony diceva a Marie: “Pensavo a una cosa che vorrei
provare.”
Edward
sorrise. Furbo quell'Anthony.
Le
sensazioni che la scrittrice descrisse con quel bacio, che era
veramente casto, lo fecero sembrare il più passionale che avesse mai
visto. Ma la parte che più preferiva era pagina centonovantaquattro;
Marie che gli diceva di rimanere a dormire da lei per la rima volta.
Cosa
avrebbe provato lui ad abbracciare, baciare e dormire accanto a
Bella?... Si sentì invadere dal una scarica di calore incredibile.
A
Phoenix, nello steso momento, Bella stava mettendo la parola fine al
suo romanzo. Aveva finito anche il secondo e aveva scritto tantissimi
appunti per un eventuale terzo libro.
Era
soddisfatta. Osservò con occhi un po tristi le fotografie dei
Cullen, con il dito, tracciò delicatamente la linea del viso di
Edward.
Chissà
se si sarebbero ancora parlati. Chissà se il loro piccolo mondo che
avevano creato in quei due giorni era andato dimenticato per lui...
Probabilmente si, si trovò a pensare, anzi, forse aveva invitato
qualcuna delle sue compagne al ballo di primavera.
Sorrise
amaramente.
<<
Bella, sei pronta? >> La chiamò la voce di sua mamma.
Chiuse
il suo computer portatile e lo mise nella sua borsa a tracolla.
Afferrò il piccolo album di foto. << Si, sono pronta. >>
Aveva
mandato una mail alla casa editrice con il libro già corretto e
pronto per la stampa. Adesso, avrebbe solo dovuto attendere la
pubblicazione.
Sua
madre l'attendeva sorridente. << Sono sicura che sarà un
successone. >>
Ma
non era quello al momento che vorticava nella sua mente, lei voleva
tornare a Forks, da suo padre e da Edward.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Eccoci anche con il quarto capitolo! Ragazze, i commenti sono bellissimi!! ^___^ E come sempre, vi ringrazio di cuore per le vostre magnifiche parole e anche chi l'ha inserita fra i preferiti!! Thanks!!
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Capitolo
4
Finalmente
Charlie stava tirando un sospiro di sollievo. Ancora pochi attimi e
avrebbe riabbracciato sua figlia. Un piccolo sorriso soddisfatto
comparve sul suo viso, la sua ex moglie non era riuscita a
convincerla a rimanere a Phoenix.
E
poi, avrebbe finalmente letto il finale del libro!
In
tarda serata, dopo un ritardo di almeno due ore, l'aereo atterrò e
sua figlia apparve con la sua borsa a tracolla.
<<
Bells! >> La salutò andandole incontro.
<<
Papà! >> Lo abbracciò di slancio. Era sinceramente felice di
rivedere suo padre, adesso poteva dirsi finalmente a casa.
Durante
il loro tragitto verso casa, suo padre le fece una confessione. <<
Ammetto che qualche volta ho davvero creduto che non tornassi più...
>>
<<
Scherzi! Lo sai che adoro Forks! Non riuscirei a stare lontana da
questo posto! >> Esclamò indignata.
<<
Io direi che non riusciresti a stare lontana da qualcuno... >>
Ammiccò Charlie, godendo nel vedere la faccia allibita di sua
figlia.
Ma
in quel momento, il pensiero che Edward l'avesse dimenticata si fece
forte dentro di lei. Sospirò piano... il giorno seguente l'avrebbe
rivisto. Come avrebbe dovuto comportarsi? Sicuramente gli avrebbe
ridato il suo album di foto. E poi?...
Si
accorse solo in quel momento che non era la strada per casa loro
quella stavano percorrendo. << Dove stiamo andando? >>
Domandò corrugando le sopracciglia.
<<
Ah, devo consegnare dei verbali al Dottor Cullen, roba di lavoro. >>
Spiegò come se nulla fosse, mentre Bella lo guardava allucinata.
Stavano
andando a casa dei Cullen?!
Ed
infatti, la grande villa comparve dalla vegetazione.
Il
suo cuore batteva impazzito.
<<
Ma non è tardi?! Non puoi darglieli domani? >>
Charlie
osservò l'orologio. In effetti erano le dieci di sera, ma quei
documenti dovevano assolutamente essere riconsegnati domani.
<<
Bella, lo so che è tardi, ma cerca di capire, mi servono
assolutamente per domani. E poi, ho già chiamato Carlisle, mi sta
aspettando. >> Spense l'auto davanti all'ingresso.
Cosa
doveva fare? Scendere o rimanere in auto? Ci mise un battito di
ciglia a scegliere, scese al volo dalla macchina e affiancò suo
padre.
Il
campanello risuonò per tutta la villa, sentirono chiaramente la voce
di Edward dall'altra parte della porta urlare. << Papà! E'
l'ispettore! >>
Il
cuore di Bella aumentò, se possibile, ancora di più la frequenza
cardiaca.
Quando
la porta si aprì mostrando un Edward Cullen, con boxer azzurri e
maglietta e mezze maniche bianca, ad Isabella mancò l'aria. Nello
stesso momento, anche il più giovane dei Cullen, rimase imbambolato
sulla porta.
<<
Decisamente interessante la faccenda. >> Borbottò Charlie
superando i due ragazzi ed entrando in casa.
Erano
da soli, lui ancora con la mano sulla maniglia, lei aveva la bocca
socchiusa e lo sguardo perso nel suo.
<<
Sei tornata... >> Sussurrò Edward, cercando di ridestarsi
dalla sorpresa.
Bella
accennò ad un sorriso timido. << Posso? >> Domandò
facendogli capire di essere ancora fuori di casa.
<<
Oh, si certo!... Vieni. >> Si mise di lato e aspettò che
entrasse. Istintivamente prese un bel respiro nel momento in cui
passò davanti a lui. Aveva un buon profumo.
<<
Bella! >> Esclamò Esme entrando in salotto per salutarla, poi
si voltò verso il figlio. << Edward! Ma ti sembra il caso! Vai
a metterti i pantaloni! >>
Isabella
trovò interessante la macchiolina sul pavimento, era
imbarazzatissima!
Edward
invece si ricordò solamente in quel momento del suo abbigliamento.
Il rosso ultimamente era molto di moda sulle sue guance pallide.
Bella
credette di udire un esclamazione poco carina da parte di Edward, ma
non volle approfondire, e quando il ragazzo lasciò velocemente la
stanza, si voltò verso Esme.
<<
E' una casa bellissima. >>
<<
Oh grazie. Ma dimmi, sei appena arrivata? >> Le fece cenno di
accomodarsi sul divano.
<<
Si, sono tornata adesso da Phoenix. >> Bella si tolse la
giacca.
<<
Hai fame? Ti preparo qualcosa? >> Si offrì subito la madre di
Edward.
<<
Oh no, non si disturbi. >> Cercò di protestare Bella, ma le
insistenze di Esme, la fecero cedere.
Si
sentiva in imbarazzo, era a casa del ragazzo più desiderato della
scuola e sua madre stava cucinando solo per lei... tirò fuori dalla
giacca il piccolo album.
Bé,
adesso avrebbe dovuto restituirglielo.
I
passi veloci di Edward attirarono la sua attenzione, aveva indossato
un paio di pantaloni della tuta, ma Bella dovette ammettere che anche
con quelli, sembrava la perfezione fatta persona.
Decise
di non dire nulla sul suo abbigliamento di prima, voleva evitare
altri possibili imbarazzi. << Ti ho riportato questo. >>
Gli pose con un debole sorriso il piccolo album di fotografie.
<<
Oh, grazie. >> Lo prese guardandolo distrattamente.
<<
Mi è stato molto... utile. >> Ammise, osservandolo sedersi di
fronte a lei.
Il
piccolo sorriso sghembo che Edward le rivolse le fece venire le
farfalle allo stomaco.
<<
Mi fa piacere. >> Le confessò lui, aggiungendo poi. <<
Allora, come è andata a Phoenix? >>
<<
Bene. Mia mamma ha tentato di farmi rimanere li. >> Sorrise
mesta, mentre Edward provava qualcosa simile alla paura.
<<
Ma non ha funzionato, giusto? >> Domandò con una tremenda
ansia addosso.
<<
No, non ha funzionato. >> Lo rassicurò senza saperlo.
All'improvviso
un profumo di sugo si sparse ovunque. << Edward, falle vedere
la casa. Ci vorrà ancora un po prima che sia pronto. >>
Annunciò Esme dalla cucina.
<<
Oh, ma non doveva disturbarsi... >> Mormorò Bella leggermente
a disagio.
<<
Non preoccuparti, stai facendo la felicità di mia madre. Adora
cucinare. >> Si alzò in piedi. << Andiamo, ti mostro la
casa. >>
Ancora
con una lieve nota di imbarazzo, Bella lo seguì fra i corridoi di
quella casa, che per tanto tempo aveva solo immaginato.
Edward
le mostrò la biblioteca, il bagno, la camera dei suoi genitori,
arrivarono davanti alla porta di Alice.
<<
La piccola vipera è li dentro. >> Si avvicinò all'orecchio di
Bella sussurrandole. << Secondo me sta facendo i filmini porno
con Jasper. >> I brividi che la sua voce le provocarono la
fecero avvampare.
<<
C.. come? >> Balbettò.
<<
Sai... tramite le web cam. >> Le sorrise furbo.
Si
allontanò di un passo, aprendole la porta poco distante da quella
della sorella. << Questa invece è la mia camera. >>
Annunciò, aspettando che lei entrasse nel suo piccolo regno.
Era
strano per lui vedere Bella nella sua camera, in un certo senso,
quella visione gli piaceva, molto.
Lo
sguardo di Bella, si soffermò sul suo computer, sorrise.
<<
Perché sorridi? >> Era sinceramente curioso. Perché
sorrideva?
Si
voltò verso di lui. << E' identico al mio. >>
<<
Sei un'appassionata? >> Si mise seduto sul letto, gli piaceva
guardarla.
Spostò
la testa di lato, qualche boccolo le cadde coprendole per un attimo
il viso, prima che la sua mano lo sistemasse dietro l'orecchio. <<
No, ma adoro scrivere. Io e Angela chattiamo sempre. E' meno
dispendioso del telefono. >> Sorrise lievemente.
Quindi,
Bella aveva un account. Forse poteva chiederglielo. E cosa gli
avrebbe detto? Scusa Bella, mi daresti il tuo account, così posso
scriverti?! Mmm... non gli suonava bene... e se avesse detto di no? E
se avesse detto di si?!
La
grande parete era interamente in vetro, Bella l'aveva vista solo una
volta, mentre passeggiava per i boschi. Era rimasta affascinata da
quella casa, così particolare.
Si
mise davanti alla parete osservando il bosco buio li fuori, persa nei
suoi ricordi... la prima volta che aveva visto Edward, era rimasta
immobile, le era sembrato davvero un vampiro. La sua carnagione così
pallida, i suoi capelli così particolari, né rossi, né bronzo, una
via di mezzo. E gli occhi, quegli occhi così verdi da far
concorrenza al verde più intenso che avesse mai visto.
Non
si accorse di sorridere e di avere lo sguardo di Edward addosso,
mentre con la mente ancora vagava... sulla prima volta che aveva
sognato il vampiro Edward Anthony Cullen; in arte Anthony Masen.
<<
Mi piacerebbe sapere cosa pensi... >> Mormorò la voce di
Edward, così terribilmente vicina al suo orecchio.
Bella
si voltò di scatto, notando solo in quel momento che il ragazzo si
era spostato dietro di lei, avevano forse pochi centimetri a
separarli. Poteva sentire il suo respiro solleticarle la pelle del
volto, percepiva il calore del suo corpo...
Il
rosso salì gradatamente su per le sue guance, conferendole un'aria
talmente innocente che Edward trovò difficile resisterle, si era
chinato di poco in avanti... voleva baciarla.
Questo
era il suo pensiero. Voleva baciarla, sentire quelle piccole labbra
sulle sue, sembravano così morbide... si era abbassato ancora un po
realizzando il suo pensiero. Il tocco fu lieve, delicato, erano
davvero morbide...
Le
sue mani le presero il volto fra le mani, temeva una sua fuga, ma
forse non sarebbe fuggita.
Non
riusciva a saziarsi, non avevano ancora approfondito il bacio, erano
semplici, lievi tocchi, ma a Bella, piacevano da impazzire.
Edward
la stava baciando con gentilezza, come se la stesse assaporando, le
sue labbra si schiusero involontariamente permettendogli di baciarla
completamente.
Fu
travolgente...
Fu
stupefacente...
Fu
bellissimo...
Una
delle mani di Edward scivolò dietro la sua schiena, facendola
avvicinare ancora di più a lui, il corpo di Bella, premeva contro il
suo, era una sensazione che aveva fatto esplodere tutti i sensi di
entrambi.
La
mano di Bella, corse fra i suoi capelli color bronzo, Edward si
lasciò sfuggire un sospiro di eccitazione.
Come
poteva solo con quelle semplici carezze mandarlo in paradiso? E
quelle labbra? Erano fatte apposta per lui?
Sembrava
di si. Tutto di Bella era fatto su misura per lui.
Si
staccarono in silenzio, entrambi abbastanza scossi da quello che
stavano provando.
<<
Credo... >> Mormorò Edward. << che mia madre ci
aspetti... >>
Bella
annuì solamente, non era sicura che la sua voce potesse uscire in
quel momento.
Silenziosi,
scivolarono giù al piano di sotto, dove una trepidante Esme li
attendeva.
Nell'entrare
in cucina, Bella sgranò gli occhi. << Oh santo cielo! >>
Sussultò vedendo tanto ben di Dio.
Dietro
di lei, Edward non poté evitare di ridacchiare, guadagnandosi
un'occhiataccia.
<<
Signora Cullen, è tantissimo. Io non credo di riuscire a mangiare
tutto questo! >> Esclamò quasi presa dal panico.
<<
Oh tesoro, non preoccuparti, conoscendo mio figlio. >> e lanciò
un'occhiata a Edward. << Non vede l'ora di aiutarti a finire
quello che ho preparato. >>
Si
accomodarono sotto lo sguardo di Esme, Bella si servì di una
porzione di pasta, mentre Edward già aveva tagliato una abbondante
fetta di torta.
<<
Allora. >> Cominciò a parlare la madre di Edward. << Sei
stata a Phoenix da tua madre? >>
<<
Si. >> Confermò Bella, finendo di ingoiare un boccone di
pasta. << Lei e Phil, volevano convincermi a restare in
Arizona. >>
Fortunatamente
era voltata verso Esme, perché altrimenti avrebbe visto lo sguardo
duro e per niente benevolo di Edward.
<<
Ma tu sei tornata. >> Le sorrise Esme.
<<
Oh si. >> Prese un bicchiere bevendo un sorso d'acqua. <<
Mi mancava Forks. E poi, sono troppo affezionata a Charlie. >>
Esme
adorava Bella, Edward lo stava notando senza difficoltà. Secondo
lui, già si stava immaginando di averla per nuora. A quel pensiero,
quasi si strozzò con la torta.
<<
Edward, ti prego, puoi essere un po più umano per favore? >>
Esclamò Esme, non rendendosi conto di aver pronunciato qualcosa che
fece stupire Bella e imbarazzare suo figlio.
<<
Io sono umano, mamma. >> Buttò li Edward, cercando di far
passare la sua dose di imbarazzo.
Bella
li guardava entrambi, beandosi della loro presenza. Mai più credeva
che una piccola parte del suo racconto si stesse avverando sotto i
suoi occhi. Le sembrava di essere diventata all'improvviso Marie...
sorrise contenta. La mamma di Edward, era come l'aveva descritta nel
libro, dolce e premurosa, mentre lui... bé, lui in alcuni tratti si
discostava dal personaggio, ma Bella lo sapeva, non voleva che
qualcuno lo riconoscesse in Anthony.
Si
era trattenuta parecchio nella sua descrizione, anche se dubitava
fortemente che qualcuno non lo riconoscesse...
Arrivò
anche per lei il momento della torta, Edward le aveva lasciato una
misera fetta, Esme lo stava rimproverando di nuovo.
Ecco
un altra cosa che aveva scoperto di lui; era goloso di dolci.
<<
Bella, scusami se ti ho fatto aspettare... >> Charlie entrò in
cucina seguito dal Dottor Cullen. << ... buona sera Esme. >>
Esme
si alzò sorridendo a Charlie. << Charlie, buona sera,
gradisce... >> Ma poi guardò il piatto vuoto, dove poco prima
stava la sua torta e adesso era miserevolmente vuoto.
<<
Oh no, grazie, adesso dobbiamo andare, vi abbiamo già fatto fare
tardi. >> Rispose Charlie con il suo plico di documenti in
mano.
Bella
trattenne una risata, mentre Edward evitava lo sguardo accusatore di
sua madre... solo perché aveva mangiato quasi una torta intera e
aveva lasciato una fettina a Bella, adesso le avrebbe sentite dietro
da sua madre...
Isabella
si alzò da tavola, riempiendo di ringraziamenti e di complimenti la
madre di Edward. Esme non poteva essere più felice, finalmente
qualcuno che apprezzava la sua cucina!
<<
Buona notte e scusate ancora per l'ora. >> Si congedò Charlie,
cominciando a salire in macchina.
<<
Grazie mille... e buona notte. >> Mormorò imbarazzata, mentre
un lieve rossore le saliva di nuovo sulle guance.
<<
Notte. >> Le sorrise sghembo Edward, facendole arrivare il
cuore in gola. Stava per voltarsi, quando la voce di Edward la chiamò
di nuovo. << Domani, pranzi con me? >>
Bella
non sapeva quanto imbarazzo stesso provano in quel momento il ragazzo
davanti a lei, sapeva solo di essere mostruosamente felice. Annuì
convinta, lasciando Edward scoppiare di gioia, mentre la macchina
della polizia la conduceva a casa, entrambi ripensavano al loro primo
bacio.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Gente! Buon giorno!!! Come sempre rimango veramente colpita e felice nel leggere i vostri commenti!! ^^ E ben 113 persona l'hanno messa fra i preferti!! WOW! Che dire... Grazie!! Ma ovviamente, il mio GRAZIE DI CUORE va a chi lascia un commento!! ^^ Bene, detto questo, vi annuncio che non manca molto alla fine... eh si, l'ultimo capitolo sarà il n. 7... ora vi lascio alla lettura di questo. Un bacione Goten
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Capitolo
5
Aveva
faticato parecchio per prendere sonno, e quando ormai i suoi occhi si
stavano chiudendo, un piccolo particolare aveva bussato prepotente
nella sua mente.
Come
diavolo faceva Edward a sapere che lei era Phoenix?!
L'aveva
chiesto a suo padre?
Non
credeva che l'avesse fatto, nessuno a parte Charlie sapeva dove fosse
stata in quei giorni...
Erano
le sette di mattina, a casa Cullen, Edward aveva pensato e ripensato
tutta la notte al bacio che si erano scambiati.
Era
sdraiato sul letto e fissava con un sorriso idiota il soffitto. Quel
giorno avrebbe pranzato con Bella a scuola.
Oddio,
l'avrebbero odiata tutte le ragazze... si rabbuiò per un attimo.
Intimamente, si augurava che nessuna facesse qualcosa contro di lei.
Era così fragile...
Osservò
la sveglia, le sette e dieci... gli venne una grande idea.
Veloce,
si appropriò del bagno, in dieci minuti si era lavato e cambiato,
adesso, stava scendendo le scale con il cellulare in mano.
<<
Jas! Sono Edward... si, scusa per l'ora... no no, tutto bene.
Potresti venire tu a prendere Alice?... Ho qualcosa da fare... ok, ti
ringrazio! >>
Perfetto,
Jasper avrebbe pensato a sua sorella.
In
cucina, sua madre aveva appena infornato un'altra torta, i suoi occhi
verdi la fissarono estasiati.
<<
Non pensarci neanche! >> Esclamò sua madre brandendo il
cucchiaio di legno come un'arma.
Edward
la guardò.
<<
Niente torta stamattina. Ieri ti sei mangiato tutta quella al
cioccolato! >>
Tentò
il tutto per tutto. << Tecnicamente, una fetta l'ha mangiata
Bella. >>
Decise
di uscire, prima che il cucchiaio arrivasse a sfiorare i suoi
capelli.
Buttò
lo zaino dentro la Volvo e senza pensarci due volte partì,
destinazione; casa Swan.
Arrivò
giusto qualche minuto prima che Bella aprisse la porta per recarsi a
scuola a piedi. Scese dalla macchina senza fare rumore e attese, come
Anthony aveva atteso la sua Marie. Si appoggiò indolente alla
portiera e attese che gli occhi i Bella si posassero su di lui.
Non
l'avrebbe mai ammesso ad anima viva, ma si stava vergognando
moltissimo a comportarsi così. Ma se voleva avvicinarsi a Bella...
avrebbe fatto di tutto.
Lo
sguardo di Bella si posò sulla sua figura, Edward adorava essere al
centro della sua attenzione. Sorrise sghembo. << Buon giorno.
>>
Un
po traballante lo raggiunse. << Che ci fai qui? >> Era
stupita! Cosa ci faceva li Edward Cullen?
Forse
stava sognando...
Le
aprì la portiera. << Ti porto a scuola. >> Rispose come
se fosse ovvio.
Bella
sbatté le palpebre più volte. << E Alice? >>
<<
Con Jasper. >> Le prese la borsa dalle mani e la mise in
macchina. << Andiamo? >>
Si
infilarono nella comoda e spaziosa auto.
<<
Sei silenziosa. >> Le fece notare.
<<
Sono, sorpresa. >> Ammise arrossendo.
La
risposta rincuorò Edward. << Ne sono lieto. >> E mise in
moto.
Nessuno
dei due disse nulla sul bacio della scorsa notte, avevano altro a cui
pensare adesso, per esempio, la reazione dell'intero corpo
studentesco al loro arrivo.
Molte
teste si erano già voltate verso di loro, soprattutto teste
femminili.
<<
Mi uccideranno. >> Sussurrò Bella, prendendo la sua borsa e
respirando a pieno per calmarsi.
Edward
si avvicinò. << Ti proteggerò io. >> Mormorò piano,
scatenando una dose di brividi lungo tutto il suo corpo.
Saggiamente,
Bella decise di non voltarsi, ma se lo avesse fatto, le loro labbra
si sarebbero sicuramente scontrate.
Aprì
la portiera, aspettando che anche Edward facesse lo stesso. Sentiva
su di se lo sguardo invidioso di tutti.
<<
Rilassati. >> Le disse, cominciando a camminare.
Bella
accanto a lui, teneva lo sguardo basso. Sentiva i bisbigli e i
commenti delle ragazze, sperava solo di arrivare viva a fine
giornata.
Arrivarono
senza dirsi altro davanti all'aula d'inglese. << Ci vediamo a
pranzo. >> Le sorrise Edward, ben conscio che sarebbe stata una
mattina piena per entrambi.
<<
Ok... >> Annuì poco convinta Bella.
Avrebbe
voluto baciarla, ma per il momento, non era il caso. Avviandosi verso
l'aula di trigonometria, notava lo sguardo del corpo studentesco
femminile.
Sospirò,
forse non era stata una buona idea farsi vedere assieme...
La
mattinata scivolò via lenta, Edward avrebbe tanto voluto avere il
potere di Anthony per leggere nelle menti delle altre persone,
almeno avrebbe visto cosa stava facendo Bella.
Fortunatamente,
il suo fido telefonino gli teneva compagnia. Senza farsi notare,
riprese la lettura del libro, fece scorrere le parole, fino ad
arrivare al punto che aveva lasciato la sera prima...
Marie
era a casa dei Masen e Anthony le aveva raccontato la loro storia,
adesso erano in camera sua e lui aveva finto un agguato alla povera
ragazza.
Bella
invece, in quello stesso momento, si stava subendo gli attacchi della
sua compagna di classe, Jessica.
<<
Allora, tu e Cullen state assieme? >> Le domandò sottovoce per
non farsi sentire dal professore.
<<
No. >> Sussurrò Bella. Era vero, non stavano assieme. C'era
stato quel bacio la sera prima, ma non si era detti nulla. Lui non le
aveva chiesto nulla...
<<
Allora perché siete venuti assieme? >> Sempre più
insistente...
<<
Bé... >> Prese un piccolo respiro. << ... mio padre si è
fermato l'altra sera dai Cullen per dei documenti ufficiali e...
probabilmente avrà chiesto a Carlisle se potevano accompagnarmi a
scuola stamattina... >> Suonava poco convincente anche alle sue
orecchie, ma Jessica parve abbastanza soddisfatta.
<<
Quindi non state assieme. >>
<<
No. >> Mormorò debolmente.
Il
sorriso soddisfatto di Jessica le fece solamente male. Aveva capito
che avrebbe passato l'intera mattina a dire a tutte le ragazze che
lei e il loro idolo, Edward Cullen, non stavano assieme.
L'ora
successiva successe lo stesso, e così anche quella dopo.
Adesso
Bella temeva sinceramente la pausa pranzo. Edward le aveva chiesto di
passarla con lui, ma con tutti gli occhi del corpo femminile di
quella scuola, non se la sentiva proprio.
La
campanella suonò annunciando la tanto agognata pausa.
<<
Bella, vieni? >> La voce di Angela la riscosse.
Angela
era l'unica che non aveva domandato qualcosa, rispettava la sua
privacy.
La
testa mora di Bella si scosse negativa. << No, oggi non
vengo... >>
Angela
le lanciò una breve occhiata, poteva seriamente capirne il motivo,
in mensa, le altre ragazze non avrebbero dato pace a Bella.
Sospirò
capendola perfettamente. << Ci vediamo dopo... >> E uscì
dall'aula.
In
mensa, Edward era già seduto al suo tavolo, aveva preso un trancio
di pizza e stava aspettando che Bella facesse il suo arrivo. La
caffetteria si stava riempiendo, ma di lei nessuna traccia.
<<
Non di nuovo... >> Sussurrò, memore dell'ultima volta che
l'aveva attesa in quel posto.
La
sedia accanto a lui si spostò e Alice si sedette accanto a lui.
<<
Ciao. Non credo che verrà. >> Buttò li mordendo la sua mela.
Edward
si girò verso di lei. << Tu che ne sai? >>
Sua
sorella poteva essere anche una grandissima rompiscatole, ma nulla le
sfuggiva in quella scuola. << Alice, per favore... >>
<<
Le mie fonti, dicono che stamattina non hanno dato tregua alla tua
Bella. >> Morse ancora la mela.
Edward
corrugò le sopracciglia. << Non è la mia Bella. >>
<<
Si certo... >> Lo assecondò come se fosse un bambino.
Cominciò
ad agitarsi sulla sedia. << Quindi? >> Le domandò
cercando di spronarla a rivelarle tutto.
<<
Quindi, è nell'aula di biologia, non credo che verrà. Sarebbe anche
logico, tutti la prenderebbero d'assalto. >> Spiegò
tranquilla.
<<
Merda... >> Sbottò a bassa voce.
Odiava
quello che stava accadendo. Si alzò afferrando il piattino di carta
che conteneva la sua pizza e si diresse a passo veloce verso
l'uscita, non degnò di uno sguardo le occhiate languide che tutte
gli rivolgevano, fra di loro non c'era la ragazza che voleva in quel
momento.
Quando
giunse davanti alla porta aperta dell'aula, notò che Bella era
rivolta verso le grandi finestre, i raggi di sole le colpivano il
volto e lei, ad occhi chiusi, si lasciava accarezzare da loro.
Era
semplicemente bella.
Edward,
entrò e chiuse piano, senza rumore, la porta dietro di se. Appoggiò
sul banco il trancio di pizza e si posizionò dietro di lei, si
abbassò verso il suo orecchio mormorandoci piano.
<<
Ti stavo aspettando... >>
Isabella
sobbalzò per lo spavento, mentre le braccia pallide ma forti, di
Edward la stringevano contro di lui.
Ridacchiò
divertito. << Scusami... non volevo farti paura. >> Ma
non accennava ancora a lasciarla.
Bella
non sapeva se il suo battito furioso era dovuto allo spavento al
semplice fatto di essere fra le sue braccia.
<<
No, tranquillo. >> Borbottò ancora con voce tremolante, mentre
faceva forza su se stessa per calmarsi.
<<
Ti ho portato il pranzo. >> Annunciò Edward, voltandosi un
pochino per farle notare la pizza sul banco.
Bella
arrossì. << Grazie... mi dispiace non essere venuta... ma...
>> Come poteva spiegargli quello che aveva passato quella
mattina? E se poi, Edward non avesse più voluto portarla con se?
Sentì
le labbra morbide di lui sulla sua testa. << Lo so, ti hanno
tormentato stamattina. >>
Non
poté fare altro che annuire. << Mi dispiace... non pensavo che
fossero così... >> Non trovava le parole.
<<
Non fa nulla... >>
E
di nuovo quel silenzio fra di loro, ma stavolta era diverso, non
c'era imbarazzo, solo voglia di stare vicini e basta.
Bella
stava bene fra le braccia di Edward, e a quanto pare, anche a lui non
dispiaceva quella posizione.
<<
Che ne dici di mangiare la pizza, prima che arrivino gli altri? >>
Le domandò sciogliendo l'abbraccio.
<<
Si, buona idea. >> Sorrise, osservando Edward dividere a metà
la fetta e sedersi sul banco.
Si
mise seduta accanto a lui, erano nella loro piccola sfera privata,
alla fine, Edward aveva avuto il suo pranzo con Bella, anche se
leggermente diverso da come l'aveva immaginato.
Il
resto della mattina scivolò via sempre fra occhiate sospettose e
gelosie mal celate degli altri.
Ma
a Bella, non importava. Edward era venuto a cercarla, forse lui stava
cominciando a provare qualcosa per lei, o almeno, questo era quello
che sperava mentre scendeva dalla Volvo del ragazzo con un piccolo
sorriso sulle labbra.
<<
Papà, sono a casa. >> Annunciò entrano in cucina e trovando
suo padre con una lattina di birra in mano e lo sguardo allucinato
davanti al suo portatile.
<<
Papà? Tutto bene? >> Lasciò lo zaino sul divano e la giacca
li accanto.
<<
No, direi di no... >> Borbottò Charlie indicando con un dito
il monitor.
Bella
si avvicinò curiosa, e poi sospirò ridendo. << No, non lo
cambio! >>
<<
Ma dai! Come può Marie, dopo tutto quello che ha passato scegliere
di rimanere ancora con lui! >> Esclamò Charlie.
Aveva
letto tutto il romanzo, non riusciva a capire il comportamento della
ragazza, lui l'aveva fatta soffrire e lei, cosa faceva? Alla fine del
libro sceglieva lui... anche se, aveva notato che forse aveva
cominciato a provare qualcosa anche per il licantropo...
<<
Confido che li farai lasciare nel terzo... >> Borbottò.
A
quel punto, Bella si voltò completamente verso di lui. << Hai
letto i miei appunti?! >> Esclamò indignata.
Charlie
si stava grattando il mento, segno che era nervoso. << Bé...
diciamo che ho sbagliato a cliccare l'icona sul monitor e... >>
<<
Si certo, come no... >> Assottigliò lo sguardo sua figlia, ben
sapendo che suo padre si stava arrampicando sugli specchi.
<<
Allora? >> Domandò curioso Charlie.
<<
Allora cosa? >> Rimase sul vago Bella.
<<
Li farai lasciare? >> Domandò speranzoso.
<<
Assolutamente NO! >>
Charlie
brontolò qualcosa del tipo, mente femminile, valle a capire...
<<
Però farò un po di lotta fra vampiri e licantropi. Contento? >>
Cercò di rimanere seria, non aveva messo nulla nei suoi appunti,
perché sapeva che suo padre sarebbe andato a curiosare.
Ed
infatti, lo sguardo luminoso di Charlie si riempì di una pura e sana
curiosità. << Promettimelo. >>
<<
Promesso. >> Sorrise.
Si
alzò dalla sedia con un viso soddisfatto, lasciando il posto a sua
figlia.
A
casa Cullen invece, Edward era arrivato ad un punto cruciale...
<<
Alice, non sai quanto mi costa, ma ti devo chiedere un favore. >>
Esordì serio.
Lo
sguardo affilato di sua sorella non prometteva niente di buono, ma
era curiosa. << Lo sai che ogni favore ha un prezzo. >>
Edward
si mordicchiò il labbro inferiore, non gli piaceva quello che stava
per fare, ma Alice era l'unica in grado di aiutarlo.
<<
Lo so. E sono disposto a comprarti un telefonino nuovo. >>
Propose, ben sapendo che lei avrebbe giocato al rialzo.
<<
Centra Bella Swan? >>
Ecco,
adesso veniva il momento del verdetto.
<<
Si. >>
Le
labbra di Alice si assottigliarono. << Un telefonino nuovo
ultimo modello e l'abbonamento pagato per un anno. >>
La
bocca di Edward si aprì sconvolta. << No! Il telefonino mi sta
bene, ma l'abbonamento no. >>
<<
Telefonino e abbonamento, prendere o lasciare. >> La sua voce
lo irritava come pochi, Alice sapeva di essere maledettamente brava,
faceva un lavoro pulito quando voleva. Nessuno la eguagliava.
Il
sospiro di Edward fece capire alla ragazza di avere la vittoria in
pugno. << E va bene. >>
La
stretta di mano che si scambiarono fu il sigillo del loro accordo.
<<
Allora, fratellino adorato, cosa ti serve? >> Si era già
posizionata davanti al suo computer. << Informazioni, voti,
vita morte e miracoli? >>
Si
posizionò dietro la sorella. << No, voglio solo il suo account
per chattare con lei. >>
Alice
si voltò a guardarlo. << Nient'altro? >> Era delusa,
sperava in qualcosa di meglio.
<<
Nient'altro. >> Rispose serio. L'ultima cosa che voleva era di
invadere troppo la sua privacy. Non che non ci avesse pensato. Ma già
bucare il suo sistema per scoprire il suo account era anche troppo
per lui.
<<
Fatto. >> Annunciò sua sorella, togliendolo dai suoi pensieri.
<< Guarda nella tua posta elettronica. >>
<<
Ti ringrazio. >>
<<
Domani vado a comprare il telefonino. >> Allungò una mano,
dove suo fratello vi depositò una banconota da cinquecento dollari.
<< E l'abbonamento? >> Domandò Alice osservandolo seria.
<<
Fallo arrivare a nome mio a casa. >> Rispose serafico andando
in camera sua aprendo la posta elettronica.
Afferrò
il suo portatile e si sedette a gambe incrociate nel letto, appoggiò
la schiena al muro e attese che la sua posta elettronica scaricasse
la tanto agognata informazione.
Ed
eccola li in bella vista; l'account di Bella.
Attivò
con un semplice click il programma di messaggi istantanei e inserì
il nuovo contatto.
Tempo
pochi secondi e vide il pallino accanto al nome di Bella illuminarsi
di verde; Bella era on-line.
Sorrise
felice. Cliccò due volte sul nome facendo aprire la casella dei
messaggi, in quel momento, sua madre gli ricordò che la cena era
quasi pronta e di sbrigarsi a fare doccia.
Edward
sbuffò sonoramente, borbottò un << Arrivo! >> e, a
malincuore, uscì dalla sua stanza, diretto verso il bagno.
Alice
non aspettava altro che avere il via libera nella stanza di suo
fratello. Se pensava che i cinquecento dollari fossero sufficienti,
si sbagliava di grosso.
Rapidamente
apportò due semplici modifiche al suo portatile e veloce come un
fulmine ritornò in camera sua. Adesso doveva solo attendere...
Guardò
per l'ennesima volta il suo lavoro per il terzo libro, Bella non era
molto soddisfatta di quel capitolo, ma forse, dopo averci dormito
sopra, le sarebbero venute delle idee migliori...
In
quel momento, notò il nuovo contatto che si era aggiunto alla sua
lista. Era on-line, cliccò sul pallino verde, il nuovo contatto
chiedeva l'avvio di una video chiamata.
Bé,
lei non possedeva una web cam, ma a quanto pare lo sconosciuto si...
Sospirò e decise di accettare, tanto l'altra persona non l'avrebbe
mai vista.
Cliccò
sulla parola “accetta video chiamata” e... rimase senza parole...
Edward
Cullen era bagnato e semi nudo davanti a lei!
Per
un breve attimo, Isabella si dimenticò come respirare!
Come
poteva essere che quella bellezza divina fosse dentro al suo
monitor!? Rimase con la bocca socchiusa a forma di O ad osservarlo,
mentre con movimenti lenti scioglieva l'asciugamano che gli cingeva i
fianchi.
<<
Oh merda... >> Sussurrò sconvolta.
La
schiena perfettamente bianca, i glutei che... oddio! E le gambe...
La
salivazione era a mille.
Chi
diavolo le stava facendo quello scherzo?! Possibile che avessero
piazzato una telecamera nella stanza di Edward?
E
adesso?! Che diavolo doveva fare?
Oh
cavoli! Edward si stava per voltare!!
Lo
schermo divenne improvvisamente nero, un messaggio le comparve a
scritte lampeggianti.
Piaciuto
lo spettacolo? Ci vediamo a scuola, baci, Alice. P.s. Non dire nulla
a Eddy!
<<
Bella, senti pensavo di uscire per cena... >>
Di
scatto chiuse il portatile, suo padre si avvicinò notando la strana
agitazione della figlia. << Bella, tutto bene. >>
<<
Oh... si, ma si, certo. >> Sorrise tesa, mentre il suo respiro
e battito cardiaco battevano ogni record possibile...
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Ed eccoci al penultimo capitolo! Ragazze sono stata felicissima che questa storia vi sia piaciuta così tanto! 123 preferiti!! WOW! Io sono sempre senza parole anche per tutti i meravigliosi commenti che mi fate!! GRAZIE!! A volte mi spancio dal ridere e a volte arrossisco nel leggerli... sono sempre la mia fonte di gioia!! ^_^ Bene... ora vi lascio alla lettura! Non preoccupatevi, un altra ficci è già in cantiere! Un bacione Goten
=========================================================================
Capitolo
6
Questa
volta, metto le note all'inizio; per quello che leggerete in questo
capitolo, vi annuncio che ho copiato alcune parti dall'intervista
fatta a Stephenye Meyer, che potete trovare sul sito ufficiale in
Italiano; twilightersitalia.com
Bella
aveva passato buona parte della sera a cercare di non pensare al
video hard che quella pazza di Alice Cullen le aveva mostrato.
Oddio!
Come faceva a non dire a Edward che l'aveva visto in versione
praticamente integrale?!
No,
forse non era il caso...
Sospirando,
aveva aperto la sua mail, quella che usava solo per l'editore e per i
giornalisti che ultimamente facevano a gara per riuscire ad avere una
sua intervista.
L'intervista
che le avevano proposto le sembrava carina, perciò aveva deciso di
rispondere il più seriamente possibile alle domande. L'editore le
aveva annunciato che sarebbe andata in stampa la notte stessa per
l'edizione del giorno dopo.
Sorrise
amaramente. Sicuramente tutta la scuola avrebbe avuto in mano quella
rivista.
Alle
sette e trenta minuti, appena varcata la soglia di casa, trovò ad
attenderla la Volvo con Edward e stavolta anche con Alice.
Bella
divenne rosso fuoco, le immagini di quel video le scorrevano veloci
davanti agli occhi.
<<
Ciao, tutto bene? >> La dolce voce di Edward la fece diventare,
se possibile, ancora più rossa.
<<
Ciao Bella! >> Esclamò Alice andandole incontro.
Sorrise
in risposta, non sapeva se la sua voce avrebbe retto.
Con
orrore, notò la rivista in mano alla sorella di Edward e impallidì
ancora di più, quando notò che stava giusto leggendo la sua
intervista.
Doveva
fare finta di nulla, così prese a guardare fuori dal finestrino,
mentre la piccola serpe, come la chiamava Edward, leggeva ad alta
voce le domande alla quale aveva risposto la notte prima.
<<
Conosco il giorno esatto in cui ho iniziato a scrivere, perché è
stato anche il primo giorno in cui ho visto lui per la prima volta.
>> La voce di Alice rimbombava per tutta la macchina. Edward
aveva spento la radio.
Bella,
per un attimo, credette che il rumore assordante del suo cuore
potesse essere udito da loro.
<<
Era incredibilmente bello, sembrava un vampiro. >> Continuò a
leggere. << Lo osservai attentamente per parecchio tempo, e
piano piano, mi resi conto che qualcosa stava prendendo piede, una
storia... ma, mi serviva un personaggio femminile, così, nacque
Marie. Per tutto questo tempo, Marie ed Anthony erano, solamente
delle voci nella mia testa. Così, comprai un computer portatile e mi
misi a scrivere. Stavo alzata fino a che riuscivo pur di riuscire a
battere tutte le cose che avevo in testa, e poi strisciavo, esausta,
verso il letto. Odiavo perdere qualcosa per essermelo dimenticato,
così mi alzavo e rimettevo la testa china sulla tastiera del
computer. Alla fine, misi una penna ed un taccuino accanto al letto,
giusto per appuntarmi le cose, ed avere un po' di riposo. >>
Alice
si fermò ridacchiando, le lanciò uno sguardo d'intesa tramite lo
specchietto, ma Bella fece finta di nulla, intanto sentiva sempre di
più la paura che Alice avesse capito chi fosse l'autrice del libro.
E peggio ancora, che avesse capito che era follemente innamorata di
suo fratello, Edward.
La
lettura riprese. << Durante il giorno, comunque non riuscivo a
stare lontana dal computer. Quando ero bloccata dai 40° del sole di
Phoenix, schematizzavo e rivedevo la trama, tornando a casa con così
tanto materiale che non riuscivo a batterlo abbastanza velocemente.
Era la tipica estate dell'Arizona, calda, soleggiata, ma quando
ripenso a quei tre mesi mi ricordo di pioggia e di cose verdi. >>
Edward
fermò la macchina nel parcheggio della scuola. Bella si sentiva
malissimo, udendo le parole di quell'intervista, chiunque avrebbe
capito...
Ma
nessuno di loro scese dalla macchina, Edward e Alice volevano
sapere... così, la lettura continuò. << Quando ho iniziato ha
scrivere la trama del secondo libro... >> E qui Alice si
interruppe esclamando a gran voce. << C'è un secondo libro!
Deve essere mio! >>
Edward
la guardò infastidito. << Potresti finire di leggere per
favore? >>
<<
Curioso? >> Domandò sua sorella, ammiccando.
<<
Dacci un taglio e finisci. >>
<<
Va bene... era chiaro che Anthony era Anthony, e si sarebbe
comportato come solo Anthony avrebbe fatto. E, per questo motivo,
Anthony se ne andava. CHE COSA?! >> Esclamò nuovamente alla
fine della lettura.
Di
scatto si voltò verso Bella, aveva gli occhi fuori dalle orbite. <<
Perché diavolo Anthony se ne va?! >>
Anche
Edward la fissava in attesa di una risposta.
La
mente di Bella elaborò una semplice frase; Merda, hanno capito.
La
sua mano scattò veloce sulla maniglia aprendo la portiera, era corsa
fuori dall'auto, non potendo più sostenere i loro sguardi, loro
sapevano e adesso, lui aveva capito che lei...
Era
arrivata alla porta a vetri della scuola, quando la mano di Edward si
era stretta attorno al suo polso.
<<
Fermati. >> Aveva il terrore che se l'avesse lasciata andare,
lei sarebbe sparita, forse sarebbe tornata a Phoenix, o forse in un
luogo a lui impossibile da raggiungere. E questo, non poteva e non
voleva che accadesse.
Gli
sguardi degli altri allievi che aspettavano di entrare li osservavano
curiosi.
Edward
si guardò attorno velocemente, dovevano rimanere da soli, dovevano
parlarsi, non voleva che tutto quello che stavano costruendo,
svanisse come neve al sole.
Un
angelo con le ali spiegate avrebbe dato meno nell'occhio di lui e
Bella assieme...
Gli
venne in mente un posto, dove difficilmente qualcuno avrebbe messo
piede. << Andiamo. >> La tirò risoluto dentro
l'edificio, lasciando indietro gli sguardi curiosi degli altri.
<<
Lasciami... per favore, lasciami... >> La voce rotta di Bella
gli arrivò come una pugnalata, ma non voleva cedere. Allentò un po'
la presa, conscio di stingere, forse un o troppo, il suo piccolo,
fragile polso.
Arrivarono
davanti ad una porta chiusa, Edward l'aprì con la mano libera e la
chiuse subito dopo Bella. << Adesso, parliamo. >> Cercò
di avere un tono calmo, ma vedere lei con le lacrime rigargli le
guance, lo distrusse momentaneamente.
Dentro
l'aula di musica, il silenzio era rotto solo dal loro respiro, Edward
si stava odiando per quelle lacrime.
Con
gentilezza, le accarezzò una guancia. Decise di giocarsi il tutto
per tutto. << Sei tu vero? Marie... Isabella Marie Swan, la
protagonista del libro. >>
Le
testa di Bella si scosse negativamente, i singhiozzi uscivano da
quelle labbra, così come le lacrime continuavano a sgorgare. Ad
Edward, fece una grandissima tenerezza.
<<
E io, sono Anthony il vampiro. Edward Anthony Masen Cullen,
giusto?... >> Mormorò.
Lo
sguardo di Bella si abbassò, lui le teneva ancora il polso, ma la
presa non era più così forte, era delicata, gentile.
Vedendo
che lei rimaneva in silenzio, Edward continuò a parlare. <<
Sai, ho letto il libro. >>
E
questo fece inorridire Bella.
<<
Ad essere sincero, l'ho letto almeno sei volte. Ho capito subito di
essere io Anthony, ma ho capito che eri tu Marie, quando hai scritto
della ragazza a biologia. Li ho cominciato a vedere Bella, non Marie.
>> Prese un respiro profondo. << Mi piaceva sapere che
Bella parlava con me, anche se ero un vampiro. >> Sorrise
gentile.
Bella
non riusciva a dire nulla, i suoi occhi non abbandonavano mai il
pavimento, fu questione di un attimo e si trovò fra le braccia di
Edward, il suo volto era fra i suoi capelli.
<<
Tu non sai cosa ho provato quando non ti ho trovato in mensa quel
giorno, quando sei sparita a Phoenix! Ogni singolo, maledetto giorno,
ti cercavo con lo sguardo... e tu, non arrivavi. >> Mormorò
con voce roca, quasi soffocata fra i suoi boccoli scuri.
Gli
occhi di Bella si spalancarono per lo stupore. << Edward io...
>>
<<
Tu mi piaci, Bella. >> Le sussurrò ancora, con la sua voce
roca per l'emozione. << E' solo te che voglio. Sei stupenda,
fai gola a molti, ma io voglio tenerti stretta. Una persona come te,
così preziosa non me la lascio portare via facilmente. >>
Edward
quasi morì di gioia nel sentire le braccia di lei circondargli la
vita e stringerlo forte.
<<
Anche tu, fai gola a molti. >> Sussurrò lei con voce quasi
irriconoscibile.
<<
Lo so, ma io non scappo, Bella. Voglio solo te. >> La
rassicurò, depositandole poi un dolce bacio sui capelli.
Rimasero
abbracciati per un tempo infinito. Quando i singhiozzi di lei si
furono calmati, sapevano entrambi che adesso, sarebbe arrivata la sua
confessione, ma ancora una volta, Edward la spiazzò.
<<
Va meglio? >> Le sussurrò posandole un bacio delicato sulla
guancia ancora umida.
<<
Si. >> Sorrise debolmente, staccandosi da quell'abbraccio così
bello.
Gli
occhi verdi di lui la fissavano così intensamente che nonostante
tutto, si ritrovò di nuovo ad arrossire. << Adesso, Bella,
fidati di me... >>
Lei
corrugò le sopracciglia, cosa intendeva? Non voleva sentire anche la
sua spiegazione? Aprì la bocca per protestare, ma lui le posò un
dito sulle labbra.
<<
Andiamo via da qui... anche i muri hanno le orecchie. >>
Dalla
sua espressione, Edward capì che Bella aveva afferrato le sue
parole, le prese la mano, intrecciando le dita con le sue, aprì la
porta e una volta assicurato che non ci fosse nessuno, sgattaiolarono
di nuovo al parcheggio.
Il
viaggio nella Volvo fu silenzioso, ma mai una volta, Edward aveva
lasciato la sua mano.
Mai.
Arrivarono
a casa Cullen, ovviamente era vuota, Carlisle era al lavoro, Alice
era a scuola e Esme, conoscendola era a fare la spesa per le sue
ricette leggendarie.
Edward
la fece accomodare e salirono, sempre mano nella mano nella sua
camera.
<<
Siediti. >> Le disse gentile, accomodandosi poi anche lui sul
letto. << Qui non ci disturberà nessuno. >>
Da
dove poteva cominciare? Sembrava che la voce non volesse più uscirle
dalla gola. Si sentiva veramente male per quello che gli aveva
nascosto...
<<
Io... >> Respirò profondamente, lasciando che la verità
scorresse fuori. << Si, sono l'autrice del libro. >>
Tentennò per un attimo. << Mi dispiace, Edward. Non avrei
voluto nasconderlo, ma... >>
<<
Ma non sapevi come avrei preso i tuoi sentimenti. >> Finì lui
per lei.
Bella
annuì piano.
E
la verità venne a galla, gli raccontò della prima volta che aveva
posato lo sguardo su di lui, del batticuore che provava ogni volta
che le sedeva vicino a scuola, di quanto spesso lo avesse guardato,
sperando di capire il perché della sua attenzione per lui, capendo
solo nel mettere per iscritto le sue emozioni che lei alla fine, era
inesorabilmente...
<<
Innamorata di te... >>
Era
un emozione forte quella sentiva Edward in quel momento. Bella gli
aveva affidato il suo cuore, confessandogli di amarlo.
<<
Io, non so ancora se ti amo, Bella, è troppo presto per dirlo, ma,
sono sicuro che ti voglio con me. Mi piaci, molto. >> Finì
rauco, sporgendosi in avanti e baciandola gentilmente.
Senza
rendersene conto, entrambi si lasciarono andare sul letto, sdraiati
vicini a scambiarsi coccole e baci. Quel momento era solo per loro...
Un
brivido scosse Edward. << Scusami, sono un po' fredda. >>
Mormorò imbarazzata Isabella.
Le
sue braccia la strinsero di più contro di lui. << Ti riscaldo
io... >> E ripresero a baciarsi e accarezzarsi. Piano piano, si
stavano scoprendo...
Esme
li trovò così addormentati sul letto di Edward, suo figlio aveva un
braccio posato attorno la vita di Isabella, e lei, era rannicchiata
contro di lui.
Erano
veramente dolci, un sorriso amorevole spuntò sulle labbra della
donna, lasciandoli soli e chiudendo la porta per non disturbarli.
Qualcosa
era nato fra di loro e lei, ne era veramente felice.
Intanto,
a scuola e alla radio, la notizia del secondo libro aveva acceso gli
animi, tutti erano in ansia, tutti volevano sapere cosa sarebbe
accaduto ai loro personaggi preferiti...
I
giorni cominciarono a passare veloci, nonostante le occhiate maligne
delle sue compagne di scuola, Bella e Edward avevano preso a
frequentarsi alla luce del sole.
Innumerevoli
erano le loro passeggiate assieme, i loro incontri a casa di lui o di
lei. Ovviamente, quando erano a casa Cullen, Esme era al settimo
cielo, stravedeva per lei. Charlie era rimasto colpito dall'interesse
del giovane Cullen, ma vedendo sua figlia così radiosa, non ronzò
attorno alla coppia più di tanto.
Naturalmente
ogni tanto chiedeva a Bella come stesse andando la scrittura del
terzo libro. Voleva vedere un po di sana lotta!
<<
Papà, non sono ancora arrivata a quel punto, è inutile che frughi
nei miei file! >> Esclamò ad un certo punto Bella, posando in
tavola tre piatti di lasagne.
Charlie
borbottò contrariato, mentre spostava il computer della figlia e
prendeva possesso della sua cena. << E tu, Edward, non dici
nulla? >> Cercava di avere un appoggio sul suo, sperava, futuro
genero.
Edward
sorrise a mo di scusa. << Bella non mi dice nulla... so anche
io quello che ha letto lei. Anche se devo dire che non mi piace molto
che quel licantropo giri intorno a Marie. >> Lanciò
un'occhiata eloquente a Bella.
Ricordava
bene che, quando aveva letto la scena in cui, il licantropo si
dichiarava e la baciava, aveva letteralmente detto a Bella. <<
Dimmi che non è mai successo! >>
Era
rimasto malissimo nel leggere quel pezzo, immaginare la propria
ragazza che veniva baciata da un altro, era stato un duro colpo per
lui. Aveva sentito qualcosa dentro di se, sbriciolarsi. E li, aveva
capito, quanto in realtà tenesse a Bella. Dire che gli piaceva,
ormai non bastava più. Bella era entrata sotto la sua pelle, era
parte di lui.
Di
comune accordo, erano andati a trovare sua madre a Phoenix, Renèe
era stata veramente felice di accoglierli ma stupita di vederli così
uniti. Sembrava davvero che vivessero in simbiosi.
Quando
poi, tornati a Forks, Edward le aveva suggerito di inserire anche
quel loro piccolo viaggio nel libro, Bella si era trovata d'accordo.
Adoravano
stare vicini.
Intanto
il secondo libro era entrato di prepotenza nella lista dei dieci
libri più venduti in America. I fans chiedevano a gran voce un terzo
libro, tutti volevano sapere cosa avrebbero fatto adesso Marie e
Anthony.
Alice
era la sua fan numero uno. Solo a lei aveva autografato i libri,
facendole giurare sulla sua collezione di Gucci che non avrebbe mai
rivelato nulla ad anima viva. Ma ovviamente, Alice, era riuscita a
strappare anche la promessa di leggere in ante prima il terzo libro.
Quella
sera, Bella aveva chiesto al piccolo folletto una piccola dose di
aiuto. Edward le aveva annunciato che l'avrebbe portata fuori a cena,
era il loro primo anniversario... facevano sei mesi assieme. Un
ottimo traguardo.
<<
Stai ferma, ho quasi finito. Ecco, adesso sei perfetta. >>
Annunciò Alice, lasciando libera finalmente Bella di guardarsi allo
specchio.
<<
Wow >> Sussurrò incredula.
Alice
aveva fatto un lavoro perfetto. Dire che sembrava bella, era
un'offesa, era magnifica!
<<
Deduco che ti piace il mio lavoro... ma ricordati, ogni cosa ha un
prezzo. >> Le disse tranquilla mentre metteva via la sua
trousse di trucchi.
<<
Lo so, lo so... quando ci sarà un quarto libro, lo avrai in
anteprima. >> Buttò li Bella.
<<
No. >> Rispose Alice, spiazzandola.
<<
Quando avrete dei bambini, io sarò la madrina. >> Sorrise
battendo le mani felice.
Bambini?!
Ma che stava dicendo?! Era impazzita!?
<<
Alice, non ti sembra di esagerare? Edward e io sono solo sei mesi che
siamo assieme... >> Non le aggiunse che lui non le aveva ancora
detto di amarla...
Quella
era la parte che la faceva soffrire di più. Edward non le aveva
ancora detto nulla. Sospirò, probabilmente non le avrebbe mai detto
niente. Forse non erano fatti per stare assieme...
Il
campanello suonò in quel momento, Charlie aveva aperto la porta ad
un sorridente Edward.
<<
Ragazzo mio, credo sia pronta. >> Lo accolse Charlie, ed in
quel momento, Bella fece il suo ingresso.
Se
prima Bella era bellissima, adesso era strepitosa. Edward non
riusciva a credere di essere così fortunato. Aveva accanto a se, una
ragazza fantastica, che lo amava e rispettava. Si sentì più che
orgoglioso di essere al suo fianco.
<<
Sei bellissima. >> Le sussurrò porgendole la mano che
prontamente lei prese.
<<
Grazie. >> Arrossì imbarazzata.
La
condusse alla Volvo, le aprì la portiera come Anthony avrebbe fatto
con Marie e poi, guidò con scioltezza fuori da Forks.
<<
Dove andiamo? >> Domandò curiosa Bella, mentre la curiosità
prendeva il sopravvento.
Edward
le prese la mano, portandola alla bocca e depositandole un bacio sul
dorso. << Sorpresa... >> Mormorò con un sorriso sghembo.
Bella
si mise comoda e trenta minuti dopo, parcheggiarono a Port Angeles.
Bella non poté evitare di sorridere.
Aveva
capito. Quello era il luogo del loro primo pranzo assieme, quel
giorno in cui l'aveva fatto ricoverare in infermeria... quanto tempo
era passato...
Edward
la raggiunse e le porse il braccio, un gesto molto galante.
Entrarono,
quando il cameriere venne loro incontro, Edward indicò il tavolo che
aveva segnato l'inizio del loro rapporto.
<<
Mi sembra di tornare a sei mesi fa. >> Confessò Bella,
infilzando la forchetta nel suo raviolo con i funghi.
<<
Si. >> Ridacchiò Edward osservandola felice. << Ma, c'è
una differenza stavolta... >> Allungò la mano, prendendola
nella sua. <<
So che è troppo presto, forse. So che sei giovane, ma anche io lo
sono. So che lo stare con me ti ha creato e ti sta creando tanti
problemi a scuola. Non sono Anthony il vampiro, io sono un ragazzo
normale, ma so che nessuno potrebbe mai amarti come ti amo io,
Isabella... Vuoi diventare mia moglie? >> Posò una piccola
scatolina accanto a lei.
Edward
aveva il battito cardiaco a mille, faticava perfino a respirare.
Aveva il terrore che Bella gli rispondesse di no. Che erano troppo
giovani, che non se la sentiva, che forse non l'amava così tanto da
sposarlo... mille e mille dubbi lo stavano divorando in quei pochi
secondi che erano passati.
Il
silenzio di lei era veramente terrorizzante. Perché non gli diceva
nulla? Forse aveva sbagliato. Forse non doveva accelerare così i
tempi.
Si
stava già dando mentalmente dello stupido! Ma lui, ci aveva pensato
tanto in quei mesi.
Da
quando aveva letto di quel bacio negli appunti del terzo libro, aveva
capito che Bella poteva davvero essergli portata via da qualcuno. E
lui, si era sentito morire. Capiva perfettamente cosa provava il
vampiro Anthony, perché erano gli stessi sentimenti che lui provava
per Bella, la sua Bella.
Avvertì
le dita di lei stringersi nelle sue. Sollevò lo sguardo verde, con
la speranza nel cuore.
Sciolse
la presa e aprì il piccolo cofanetto. Una delicata fedina in argento
faceva bella mostra di se. Semplice, senza sfarzo.
Bella
era così; semplice.
Gli
occhi scuri di lei erano velati di lacrime, ma coraggiosamente aveva
deciso di non farle scendere. Si sentiva talmente emozionata che le
sembrava di morire soffocata da quella sensazione così potente.
Edward
aveva confessato di amarla. Il suo Edward l'amava e l'aveva chiesta
in moglie!
I
suoi buoni propositi crollarono e le lacrime scesero silenziose sul
suo viso.
Deglutì
e pose al ragazzo più dolce del mondo la sua mano.
Era
gioia quella e felicità quella che vedeva ora sul suo volto?! Si, lo
era. Edward si era alzato dal suo posto e messo in ginocchio davanti
a lei, aveva sfilato la piccola fede dalla sua custodia, e ora, la
stava infilando, quasi con lentezza esasperante su per l'anulare.
Si
schiarì la voce. << Isabella Marie Swan, vuoi diventare mia
moglie? >>
Bella
annuì con foga. << Si. Oh si! >> Sorrise veramente
felice, mentre le lacrime scendevano ancora e le labbra di Edward si
posavano come ali di farfalla sulla fede che ormai aveva trovato il
suo posto sulla sua mano.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Eccoci all'ultimo capitolo. Come sempre vi ringrazio per i favolosi commenti e per tutte quelle persone che l'hanno messa nei preferiti... ma adesso mi sembra giusto fare questo annuncio:
LA STORIA CHE STATE LEGGENDO CONTIENE UN ELEVATO TASSO DI SCENE MOLTO EROTICHE GLI ALTRI CAPITOLI ERANO A CODICE VERDE, QUESTO, E' DECISAMENTE ROSSO!!
Se volete saltare la parte "hard" evitate di leggere il testo scritto in corsivetto.
Detto questo, vi auguro come sempre; BUONA LETTURA! Ci vediamo con la prossima ficci giovedì ^_^.
Un bacione Goten^^
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Capitolo
7
<<
Alice! Basta! Abbi pietà di me! >> Esclamò Bella sedendosi
sulla panchina del centro commerciale.
Alice
si fece subito al suo fianco. << Bella, abbiamo ancora una
decina di negozi. >>
<<
No, io mi arrendo! >> Sbuffò massaggiandosi le caviglie
indolenzite. Fortunatamente aveva messo le scarpe da ginnastica.
Lo
sguardo truce di Alice la fece sospirare, sapeva che quella
piccoletta non le avrebbe dato tregua. E poi, il semplice fatto che
Edward le avesse espressamente detto “ Tienila d'occhio, non voglio
che nessuno si avvicini alla mia futura moglie.” Aveva reso Alice
ancora più assillante.
Si
era messa addirittura davanti alla porta del bagno del centro
commerciale, rifiutandosi di far entrare le altre persone, finché
lei era li dentro.
Bella,
in quel momento, si era sentita morire. Tutto questo perché Edward
era un tantino paranoico. Temeva che qualcuno potesse anche solamente
sfiorare il suo piccolo amore.
Quando,
qualche giorno prima, aveva scoperto che il fantomatico ragazzo della
tribù dei Quileutes esisteva davvero, e che era amico di Bella,
aveva quasi dato di matto.
Edward
non sopportava quel personaggio e adesso, per incontrare il suo
amico, Bella aveva accettato di vederlo solo se con lei ci fosse
stato il suo fidanzato iper-geloso.
Quello
che non sapeva, era che Edward aveva pagato sua sorella, le aveva
promesso la collezione nuova di Gucci per tenere chiunque lontano da
lei, e Alice ci stava riuscendo alla perfezione. Bella non aveva
notato i suoi compagni di scuola, che erano stati allontanati da uno
sguardo a dir poco omicida della sua futura cognata.
Da
quando, sei mesi prima, aveva accettato di diventare la signora
Cullen, gli spasimanti di Bella si erano fatti avanti in modo
esponenziale.
Alcuni
avevano rasentato la follia, proponendole dichiarazioni folli sotto
casa, o facendosi trovare nei luoghi che di solito frequentava, ma
Edward, grazie all'aiuto della sorella, del cugino e dei loro
fidanzati, era riuscito, non con poca fatica a sedare gli ormoni
maschili dell'istituto.
Anche
le ragazze avevano avuto la loro buona dose di pressione da parte
delle loro guardie del corpo. Innumerevoli erano i fotomontaggi che
Alice aveva eliminato dalla faccia della terra, molti dei quali
ritraevano la testa di Jessica Stanley sul corpo di Bella, mentre
sedeva ad un bar mano nella mano con Edward...
Ma
Alice, non aveva fatto il lavoro da sola. Con la promessa di una foto
di Edward in boxer da bagno, aveva corrotto la sua compagna di corso;
Shona. Era una piccola Alice in versione castana con gli occhi verdi,
che divennero grigi nel sentire quale fosse stata la sua ricompensa
per il suo operato.
Si
erano spartite la scuola, Shona controllava l'ala destra e Alice la
sinistra.
Avevano
indetto una vera e propria battuta di “caccia alle foto”.
Il
quartetto malefico: Alice, Emmett, Rosalie e Jasper, avevano preso
seriamente il loro ruolo. “Nessuno può batterci. Nessuno può
dividere la coppietta felice.” Questo era il loro motto.
Bella,
depositò l'ennesimo sacchetto sul divano. Guardò allibita quella
marea di buste e bustine. Adesso doveva anche mettere tutto in
ordine.
Sospirò
esausta.
<<
Hey Bells, che succede? >> Charlie la stava osservando con una
tazza di caffè fumante in mano.
<<
Ne voglio una anche io. >> Disse Bella osservando con occhi
rapaci la tazza.
Il
sorrisetto che suo padre le propinò la fece ben sperare, invece...
<< MI spiace, era l'ultima. >>
Bella
si passò stancamente le mani sul viso. << Va bene... >>
Cercò di calmarsi. << Mi farò un tea. >> Andò in
cucina e trafficò sotto lo sguardo divertito di suo padre.
<<
Sai, ho finito di leggere il terzo libro. >> Buttò li Charlie,
bevendo un altro sorso di quella stupenda bevanda, chiamata caffè.
<<
Si? >> Domandò distratta Bella, mentre l'acqua si scaldava nel
pentolino.
<<
Già. Ho molto apprezzato la battaglia. Veramente bellissima. >>
Bella
si voltò verso suo padre, era palese che c'era qualcosa che le stava
nascondendo. << Avanti, sputa il rospo. >>
Lo
sguardo di Charlie vagò per la stanza, quello di Bella lo seguì.
Strabuzzò gli occhi e poi... << Hai ficcanasato nei miei
appunti?! Papà! >> Esclamò indignata, mentre gli appunti del
suo quarto libro erano in bella vista sul monitor del portatile.
<<
Scusami tesoro, ma... ho cliccato per sbaglio. >> Si sedette
accanto a lei.
Il
sopracciglio di Bella si arcuò in una posa scettica. << Certo,
come no... >> Ma le sue guance divennero bordeaux quando lesse
a che punto suo padre era arrivato a leggere.
Il
fatto che Charlie non la stesse guardando in faccia, voleva dire solo
una cosa; aveva capito.
<<
E così... >> Si grattò imbarazzato il mento. << ... tu
e Edward, quando siete andati al mare la settimana scorsa...
l'avete... in acqua... >>
Bella
si afflosciò rossa. Poteva esserci momento più imbarazzante di
quello?! << Io vado di sopra... >> Mormorò, volendosi
nascondere sotto i metri di lenzuolo che giacevano sul suo letto.
E
mentre Bella si rintanava sotto le lenzuola, Charlie spegneva il
padellino del tea e Edward ripensava alla loro nuotata in mare...
<<
Mi piacerebbe sapere a cosa stai pensando. >> Gli disse Jasper,
osservando l'amico, perso completamente nei suoi pensieri. Ma dal
sorriso beato, dovevano essere dei bellissimi pensieri.
La
mente del giovane Cullen era tornata nel passato, quasi dieci giorni
prima...
<<
Andiamo Bella. >> Le aveva sorriso Edward, porgendole la mano
per aiutarla a scendere dalla Volvo, mentre il panorama della
spiaggia con il mare blu si apriva sotto i loro occhi.
Avevano
passato un pomeriggio in pace e tranquillità, lontano da tutti.
Avevano pranzato con il cestino preparato da Esme, preso il poco sole
che era filtrato dalle nuvole e assaporato il tramonto abbracciati.
Ma
la parte migliore, era stata la notte, sdraiati sulla grande
salvietta in spiaggia ad osservare le stelle e la luna.
Bella
era accoccolata contro di lui, la temperatura non era caldissima, ma
non avevano ancora abbandonato la loro tenuta da spiaggia.
Sentire
le curve morbide di lei, premute contro il proprio corpo, era per
Edward, eccitante da morire!
La
sua mano le accarezzava la schiena, adorava sentire la sua pelle.
<<
Ti fidi di me?... >> Le mormorò roco all'orecchio.
Bella
mugugno un << Si >> in risposta.
Non
aspettava altro, e così, la sua mano, slacciò il gancio del
reggiseno, liberando la schiena, adesso la sua mano, poteva scorrere
senza alcun impedimento, su e giù, su e giù... avvertì sotto i
polpastrelli la pelle d'oca di lei.
<<
Hai freddo? >> Le sussurrò piano, la sua voce era roca,
eccitata.
Bella
depositò un bacio sulla sua spalla. << No. >> Mormorò.
<< Continua... >>
L'eccitazione
stava prendendo sempre più piede. Edward sapeva di essere oltremodo
ammaliato, per non dire altro, da lei. A volte si sentiva veramente
come Anthony il vampiro, con la differenza, che lui e Bella, potevano
stare assieme, senza alcun pericolo per l'incolumità di lei.
Con
gesti lenti e sensuali, le fece scivolare via anche le spalline, le
baciò con malizia la spalla, proseguendo con calma verso la sua gola
e lasciando che le mani finissero di togliere quel piccolo indumento.
Bella
teneva gli occhi chiusi, il suo respiro era affannoso, sapeva quello
che stava succedendo, nonostante la paura, sentiva che era arrivato
il momento per entrambi.
Si
lasciò stendere docilmente, appoggiò la schiena sulla salvietta,
Edward le stava sfilando il piccolo reggiseno, lasciandola così
esposta ai suoi occhi.
La
scia di calore invase le sue guance, infiammandole.
<<
Sei bellissima. >> Le sussurrò sulla sua bocca, lambendola e
baciandola sensualmente.
Era
così che si sentiva Bella, lui l'aveva sempre fatta sentire bella.
Quando
sentì il corpo caldo di Edward sopra il suo, le sembrò che le mille
terminazioni nervose del suo corpo si attivassero improvvisamente.
Lasciò
che un sospiro di piacere le uscisse dalle labbra, mentre quelle di
Edward, scendevano piano, senza fretta. Dietro di loro, lasciavano
una scia di passione che cresceva ad ogni tocco.
Trattenne
forte il respiro, quando le sue labbra si chiusero su uno dei suoi
seni. Il fuoco sembrava voler esplodere all'improvviso nel suo corpo.
Non
si era resa conto che le sue mani avevano preso a vagare nei capelli
color bronzo, e che dalle sue labbra, la parola... << Di più...
>> Usciva spezzata dagli ansimi, facendo inesorabilmente
eccitare in maniera vertiginosa il suo fidanzato.
Spalancò
gli occhi e si inarcò quando sentì la lingua di lui muoversi con
quella calma devastante nel suo punto più intimo.
Quando
diavolo le aveva sfilato gli slip?!
Un'altra
scossa le fece prendere ancora più aria per poi rilasciarla
affannosamente.
<<
Edward... >> Sospirò. << Edward... >> Era la sua
voce quella? Da quando era così lasciva...?
Si
sentiva imbarazzata, eccitata... non aveva osato posare lo sguardo su
di lui, ma un altro dei suoi tocchi le fecero quasi vedere le stelle.
<<
Bella, guardami... >> La voce roca di lui le arrivò attutita.
<< Bella... >>
Come
poteva resistere al suo richiamo?
Abbassò
lo sguardo e lo vide, in mezzo alle sue cosce, i suoi occhi verdi la
fissavano talmente intensamente che credeva di quasi di scoppiare.
La
scena si svolse come a rallentatore, lui che abbassava la testa, con
il naso sfiorava i suoi riccioli scuri e poi... << Oddio
Edward! >> La sua lingua che la lambiva nel profondo.
Non
poteva credere che fosse già arrivato a fare quello. Ma lei era così
dannatamente eccitante e sensuale... il suo corpo aveva reagito da
solo, e adesso, il sapere che i suoi occhi lo stavano guardando, lo
aveva reso talmente febbrile da perdere quasi il controllo.
Ad
ogni affondo della sua lingua, Bella si bagnava sempre di più, era
così maledettamente erotica, ed era tutta sua!
Edward
decise che non poteva più proseguire, lo sentiva, lei era quasi al
limite e lui... sapeva che voleva di più. Molto di più.
Mentre
Bella cercava di riprendersi, il fiato rotto dagli ansiti, lui, con
gesto veloce si sfilò i boxer da bagno. Nudo sotto il cielo nero si
stese accanto a lei. << Ti amo... >> Le sussurrò,
baciandola con una passione da far provare invidia anche al vampiro
dei suoi racconti.
Le
sue mani grandi la tenevano premuta contro di se, voleva che lei
sentisse che effetto gli facesse, e ora, sapeva che Bella aveva
sentito la sua erezione premere sul suo corpo, il bacino cominciò a
muoversi sensuale contro il suo, lo stava mandando il delirio.
Le
mani delicate, lo sfioravano come seta, interruppe il bacio,
lasciando che un sospiro roco fuoriuscisse dalla sua gola, mentre le
dita di lei lo accarezzavano sui glutei, per poi continuare il loro
viaggio sui suoi fianchi ed arrivare timorose a sfiorare la peluria
che tracciava una linea immaginaria di confine...
<<
Edward... >> Sussurrò inconsapevolmente eccitante.
I
suoi occhi verdi erano chiusi per le troppe emozioni, il cuore
batteva forte, pompando il sangue veloce per tutto il corpo.
<<
Toccami... >> L'aveva detto? << ... ti prego Bella,
toccami... >>
Il
seno di Bella, si muoveva su e giù, sfiorava il suo torace a ritmo
con il suo respiro accelerato, sentiva la piccola mano di lei, farsi
strada sulla sua pelle ed arrivare timida sulla sua mascolinità.
Quando
Edward sentì le sue dita afferrarlo, non poté evitare di prendere
un respiro profondo.
<<
Ti piace?... >> La voce timida di Bella gli arrivò lontana.
<<
Continua... >> Bisbigliò roco, causandole i brividi.
La
sua mano si muoveva piano, era imbarazzata, ma vedere Edward
completamente perso nelle sue emozioni, ed il sapere di essere lei e
solo lei a scatenargliele, la stava rendendo più sicura.
La
sua bocca si posò sulla sua clavicola, baciandola, succhiandola,
lasciandogli dei piccoli segni sulla sua pelle bianca come il marmo,
che tanto aveva sognato.
<<
Basta... >> La voce di Edward era così mascolina, così
dannatamente erotica. << Basta... >>
Lasciò
andare la presa, perdendosi nel verde dei suoi occhi.
<<
Cos... >> Ma le labbra di lui si impossessarono delle sue,
spegnendo ogni parola.
Il
corpo forte e scattante di Edward si mosse, lasciando che Bella
potesse sdraiarsi completamente, le loro bocche unite, si lasciavano
solo per pochi secondi per poi riprendersi.
Fu
eccitante per entrambi, sentire il corpo di Edward farsi strada poco
alla volta in quello di Bella, esaltante la sensazione di essere
uniti...
Il
lamento di dolore venne smorzato dalla bocca di lui.
Immobili,
sotto il cielo nero, uniti fisicamente, in attesa che il dolore
scemasse via...
E
quando le mani di lei ripresero ad accarezzare la sua schiena bianca,
la loro danza riprese, piccole, delicate spinte cominciarono a
susseguirsi, mentre i respiri si fondevano e le bocche si univano.
Ansiti,
gemiti e parole sussurrate, si mescolavano sempre di più.
Il
ritmo da calmo e gentile, divenne sempre più veloce e passionale, le
gambe di Bella si allacciarono dietro la sua schiena, permettendo ad
Edward di unirsi a lei più profondamente.
Veloce,
sempre più veloce, finché entrambi si tesero ricevendo e donando
quell'ondata di piacere che adesso li stava avvolgendo e unendo.
Il
cellulare squillò distogliendolo dai suoi pensieri, infastidito
sbuffò contrariato, ma quando vide il nome di Bella, il sorriso
tornò al suo posto.
<<
Ciao. >> L'accolse con la sua voce sensuale.
<<
Ciao. >> Lo salutò la voce della sua futura moglie.
<<
Sei pronta? Vengo a prenderti? >> Non vedeva l'ora di riaverla
fra le braccia.
<<
Si, ho appena finito, ti aspetto. >> Già si stava immaginando
il suo volto sorridente.
Chiuse
di scatto il cellulare, afferrò le chiavi della Volvo e corse in
garage.
<<
Vai a prendere Bella? >> Domandò Esme uscendo con lo
strofinaccio in mano, Edward annuì veloce entrando nell'abitacolo
della macchina.
Le
nuvole si stavano diradando, fortunatamente per il giorno dopo era
previsto il sole, accese l'auto e partì, si lasciò alle spalle la
grande casa Cullen, che in quel momento, brulicava di camerieri,
fioristi, amici e parenti, desiderosi di finire entro quella sera.
Edward
non aveva dubbi, sotto lo sguardo attento di Alice, tutto sarebbe
stato perfetto. Nessuno, a parte sua sorella, aveva visto l'abito
della futura signora Cullen, eppure, in molti ci avevano provato...
Isabella
Marie Swan in Cullen. Edward sorrise, suonava bene, maledettamente
bene.
Parcheggiò
l'auto davanti alla casa della sua fidanzata, scese rapido e bussò
alla porta.
<<
Edward, ciao. Sta arrivando. >> Lo salutò Charlie, facendolo
accomodare.
Parecchi
scatoloni contente la roba di Bella, erano ancora in giro per la
casa, ma Edward sapeva, che appena fossero partiti per il viaggio di
nozze, Alice avrebbe provveduto a sistemare tutto.
<<
Allora, come procedono i lavori a casa? >> Si accomodarono sul
divano.
Edward
adorava Charlie, avevano un buon rapporto. << Tutto bene, Alice
gestisce tutto in maniera impeccabile. >>
<<
Ottimo. >> Si congratulò il suo futuro suocero. << Sai,
mi mancherà Bella, ma sono certo che sarete felici assieme. >>
Questo
era veramente gentile da parte sua. << Grazie, mi creda,
renderò Bella felice. Non ne dubiti. >> Si sporse leggermente
in avanti. I suoi occhi erano seri. Amava Bella e per nulla al mondo
l'avrebbe mai fatta soffrire.
<<
Ne sono certo. >> Gli posò la mano sulla spalla. Poi, memore
di qualcosa di importante, decise di cambiare discorso. << Sai,
ho letto... per puro sbaglio s'intende, alcuni capitoli del nuovo
libro... >>
<<
Ah si? >> Lo sguardo angelico di Edward, fece capire
all'ispettore Swan, che non era al corrente di cosa ci fosse scritto.
<<
Oh si, veramente bellissimo. Ma credo... >> E usò un tono
molto professionale. << Che la mia parte preferita sia quando
Anthony e Marie, sono al mare... >> Buttò li, con
tranquillità.
<<
Al mare? >> Domandò Edward confuso.
La
testa di Charlie annuì. << Oh si, una scena stupenda... di
notte, sotto le stelle e la luna... mi auguro solo che avessero preso
delle precauzioni... >>
E
in quel momento, il dubbio si fece largo nella mente del giovane
Cullen. Nooo! Non poteva essere!! Eppure, lo sguardo furbo e il
sorrisetto diabolico di lui, gli diedero conferma che lui sapeva.
Sbiancò
ancora di più del suo colorito normale. << Signor Swan.. io...
>> Balbettò imbarazzatissimo.
<<
Edward! Eccomi, scusa se ti ho fatto aspettare. >> Li
interruppe Bella entrando in quel momento, andando a schioccare un
bacio sulla guancia eccessivamente pallida.
Lo
sguardo di Bella passò in rassegna i due uomini. << Tutto
bene? >>
<<
Ma certo, stavamo solo dicendo, quanto Alice fosse scrupolosa. >>
Ridacchiò Charlie perfettamente a suo agio.
Non
era sicura che quella fosse la verità, ma ormai, poco importava, il
giorno dopo, lei sarebbe diventata Isabella Marie Cullen, moglie di
Edward Anthony Cullen. << Si, certo... ok, noi andiamo. Papà,
ci vediamo domani alle dieci. Mi raccomando, non fare tardi. >>
Si raccomandò, prendendo Edward per mano e tirandolo con se fuori di
casa.
<<
Si si, tranquilla. >>
Una
volta al sicuro in macchina e lontani da casa Swan, Bella domandò al
suo fidanzato stranamente silenzioso. << Edward, per favore,
cosa c'è?! >>
I
pensieri di Edward erano molteplici, ma tutti, portavano ad una
conclusione unica; da domani, Bella sarebbe stata sua davanti agli
occhi di tutti. Del resto, importava qualcosa? La risposta era
semplice: no. Quindi, sorrise più tranquillo. << Pensavo... >>
Lo
sguardo di Bella si fece curioso. << A cosa? >>
La
mano di Edward si intrecciò con la sua. << A domani, saremo
marito e moglie... >> Il suo sorriso venne ricambiato.
<<
Marie ha trovato il suo Anthony. >> Sussurrò Bella.
<<
E io ho trovato la mia Isabella. >> Sussurrò lui, lasciando
che dei problemi si occupassero gli altri, adesso c'erano solo loro
due, sempre e per sempre.
FINE.
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