Make this chaos count di Dimea (/viewuser.php?uid=30497)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I/ The Scientist ***
Capitolo 2: *** II/ Soldier's Eyes ***
Capitolo 3: *** III/ Haven't Had Enough ***
Capitolo 4: *** IV/ Wake me up ***
Capitolo 5: *** V/ Halo ***
Capitolo 6: *** VI/ Hit me with your Best Shot ***
Capitolo 7: *** VII/ Unspoken ***
Capitolo 8: *** VIII/ Mr Brightside ***
Capitolo 9: *** IX / We Might Fall ***
Capitolo 10: *** X / She ***
Capitolo 11: *** XI/ Wildest Dreams ***
Capitolo 12: *** XII/This is Gospel ***
Capitolo 13: *** XIII/Nine Crimes ***
Capitolo 14: *** XIV / Hero ***
Capitolo 1 *** I/ The Scientist ***
I
The
Scientist
(Clarke Pov)
Diventa chirurgo, mi
dicevano i parenti fino a qualche anno fa, come tua madre.
Ecco, questo temo sia stato il vero motivo per cui ho scelto un
percorso completamente diverso, dopo la graduation. Non molti capiscano
cosa voglia dire essere la figlia di Abby Griffin, una dei migliori
chirurghi di LA. Le aspettative sono elevate, e poi non ho mai
desiderato essere la copia di mia madre.
In ogni caso, non mi sono
staccata da medicina, ma mi sono tuffata in un territorio inesplorato.
Quattro anni fa, sono scappata qui a San Diego, per iscrivermi alla California University San Diego,
School of Medicine.
La vita da campus non faceva per me, quindi dopo aver passato tre anni -d'inferno-
nel dormitorio comune, mi sono trovata un posticino non molto lontano
dalla facoltà, insieme a due coinquiline. Oramai
è poco
più di un anno che conviviamo.
Raven ed Octavia sono come il giorno e la notte, sono davvero pochi gli
argomenti che le accomunano, tra cui scarpe e ragazzi. La prima lavora
in un'officina, la seconda è una giornalista in una rivista
femminile, in gran voga in città. O è la
responsabile
dell'ambito relazioni
di coppia, o qualcosa di simile.
Per ora O, è l'unica con una relazione stabile. Sin da
quando la
conosco, esce con Lincoln, un ragazzo statuario dalla pelle ambrata. Io
e Rav, abbiamo condiviso un ragazzo senza saperlo, per qualche
settimana, ma è stato liquidato quasi subito, non appena
abbiamo
intravisto il doppio gioco. Abbiamo comunque mantenuto Finn nel giro di
amici, ed ogni tanto lo ritroviamo ad una serata o ad un'uscita in
gruppo.
Noi tre pazzoidi, formiamo uno
strano trio, potremmo sembrare l'inizio di una pessima
barzelletta: "C'erano
una giornalista, una meccanica ed una
psichiatra...".
Insomma niente a che vedere con la serie preferita di
O, Sex
and the City.
Psichiatria non è mai stata, davvero, la mia scelta
principale.
Lo è diventata silenziosamente, come se avessi riconosciuto
in
quella specializzazione, la mia strada...Probabilmente
perchè
sentivo il bisogno di confrontarmi con uno psichiatra. UNO BRAVO.
Sin da subito sono stata tra i migliori del mio corso, ed il master
è arrivato dopo i quattro anni canonici.
Avevo in mano la laurea di psicologia da quindici giorni, quando il
padre di Wells, il mio migliore amico mi ha chiamata, dicendo che in un
piccolo studio associato, situato nel cuore di San Diego, cercavano una
Psichiatra specializzata in traumi.
Conoscendo il padre del mio migliore amico, quel posto si è
materializzato nel nulla, come se stesse aspettando me... non so se
avete inteso.
Insomma, una vita facile,
diranno gli incoscienti.
Non penso proprio.
Il mio lavoro, da un mese a questa parte, consiste nel trattare con
reduci di stupri e catastrofi, che hanno subito danni da stress
post traumatico.
Farsi carico di così tanto dolore, non è naturale
e ci
vuole una dose di pelo nello stomaco, che non ho. Non ancora, almeno.
Spero.
Distaccare il lavoro dalla vita privata non è semplicissimo,
per
una novellina,
in questo campo. Fortunatamente, le mie ore in studio
sono limitate a 35/40 a settimana, ed ho le mie coinquiline, pronte a
trascinarmi da qualche parte.
Sfortunatamente le mie amiche non si limitano a portarmi fuori, la loro
è una disperata ricerca di un uomo che sia in grado di, ehm, sciogliermi.
Per Octavia, essere una ventisettenne ancora single, non è
concepibile... in realtà, penso di essere l'esperimento per
il suo prossimo articolo. Non è una novità che O,
scelga me e Raven come cavie.
In ogni caso, queste uscite mondane, terminano ad orari improponibili,
rendendo il mio risveglio sempre più difficoltoso.
Rincasare alle quattro, per svegliarsi alle nove, non è il
massimo!
Dopo una lotta impari con le coperte, le quali cercavano di trattenermi
nel loro mondo caldo ed ovattato,trovo a tentoni la sveglia. L'aggeggio
maledetto, gracchia in un angolo del comodino, segnalandomi che
è ora di alzare il culo dal letto.
Finalmente mi libero delle sabbie mobili in cotone e pile, ma i postumi
della nottata di ieri si fanno sentire.
Nonostante la testa minacci di scoppiare, cerco di trascinarmi verso il
bagno per prepararmi per l'ennesima giornata stressante.
Oggi ho un solo appuntamento, ma non promette nulla di buono. Un
giovane Marine di ritorno dall'Afghanistan dopo
due anni spesi in missioni.
Non mi è dato sapere nome e cognome in anticipo, forse per
la privacy del ragazzo. Non ho mai fatto domande su questa strana
pratica.
Nonostante il mio essere ben poco patriottica, provo una gran pena per
questo ragazzo, Dio solo sa a quali orrori ha dovuto assistere.
A quanto pare, lui non voleva la seduta, ma un suo superiore l'ha
obbligato a parteciparvi, dopo la morte di due dei suoi commilitoni.
Sospiro, cercando di domare la foresta bionda che troneggia sul mio
capo.
-Dio, Clarke! Hai delle occhiaie mostruose.- squittisce la voce di
Octavia alle mie spalle.
Non mi volto nemmeno, so perfettamente che si trova appoggiata allo
stipite, con la spalla sinistra.
-Ti ho portato il caffè...- sussurra sorniona. Mi conosce
troppo, per non sapere che l'unico modo per trattarmi a
quest'ora, è una tazza bollente di caffè.
Ed io la conosco abbastanza bene, per sapere che quando lei mi porta il
caffè, non devo aspettarmi nulla di buono.
Mi volto di scatto, guardandola dagli occhi socchiusi. -Cosa devi
dirmi?- sibilo, arricciando il naso.
La sua espressione da finta innocente, conferma la mia teoria.
-Sai... mio fratello dovrebbe tornare in congedo- inizia cantilenando,
quasi - E mi chiedevo, se potevamo ospitarlo per qualche giorno qui...
finchè non trova una sistemazione.-
Svelato il mistero.
Non rispondo nemmeno, tanto sarebbe fiato sprecato, quindi mi limito ad
annuire, accettando la tazza colma di liquido nero.
Octavia non parla molto di suo fratello, forse è un suo rito
scaramantico, per poterlo vedere tornare sulle sue gambe.
Già, perchè Bellamy è un Marine che ha
scelto, per un motivo a me sconosciuto, la vita al fronte.
A dir la verità penso di non aver nemmeno mai visto una sua
foto... O, ne terrà qualcuna nel portafoglio o cose del
genere. Mi riprometto di chiederle di mostrarmela prima che il ragazzo
possa presentarsi alla porta. Sono famosa per il chiudere le porte in
faccia, a quanto pare.
Abbasso distrattamente lo sguardo sul cellulare. Nove e quaranta.
Dannazione, se non mi sbrigo arriverò in ritardo!
Schizzo fuori dal bagno, dirigendomi verso la mia stanza.
Fortunatamente ho la fissa di preparare gli abiti da lavoro, la sera
prima.
Infilo la camicia velocemente e la gonna a tubino blu. Cercando di
uscire dalla camera, afferro la giacca, saltellando da un piede
all'altro per mettere i tacchi.
Detesto essere donna...
Saluto le ragazze, uscendo di casa e mi avvio al garage.
Fortunatamente lo studio si trova a poco più di dieci minuti
dal nostro appartamento.
Arrivata al palazzo anni '20, saluto il vecchio portiere che mi sorride
ogni mattina e mi avvio agli ascensori.
Quarto piano, alla fine del corridoio, prima porta a destra. Sorrido
nel vedere la targhetta in ottone su cui è stato inciso, in
corsivo, Doc.
Griffin.
-Buongiorno Dottoressa- mi saluta Clarence, la mia segretaria - Le ho
portato il caffè ed un dounut, sulla scrivania- sorride.
-Sei gentilissima, ma lo sai che non devi.- l'ammonisco scherzosamente.
Lei è una ragazza dolcissima, ma sono convinta che gran
parte della sua cordialità derivi dal timore/affetto che
prova per chi mi ha fatto avere il posto.
Continua...
Eccoci qui, sono tornata con una Bellarke, come promesso.
Niente superiori, college o simili. Ho scelto di tentare qualcosa di
diverso, forse più maturo (conoscendomi, ben poco maturo).
Qui, Tutti i personaggi sono tra i 25 ed i 30 anni, e credetemi, ne
vedrete delle belle.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ci leggiamo Presto
Dimea
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Capitolo 2 *** II/ Soldier's Eyes ***
(Bellamy PoV)
Non so dire quanto mi sia mancata l'aria di S. Diego, quella
strana mescolanza di salsedine, benzina e vita, dopo esser stato
circondato per tanto tempo dal fetore della morte e della paura. Posso
dire di aver visitato l'Inferno, andate e ritorno. Almeno io. Ma ora
sono a casa, e fortunatamente potrò starci per molto, molto
tempo.
Non so per quanto tempo ho viaggiato, su quell'aereo. Probabilmente
abbastanza per contare tutte le targhette che sto riportando alla base.
Quelle che verranno consegnate alle famiglie dei miei compagni,
ringraziando Dio, che questa volta non faccio parte di questo macabro
souvenir.
Il generale Kane, mi ha obbligato a sottopormi alla visita di uno strizza-cervelli,
dopo la tremenda fine di Monroe e Collins, in quell'esplosione.
Ho provato a convincerlo che oramai sono abituato alla Morte, che fa
parte di me. Cazzo,
sono un Marine!
Nulla da fare. In realtà sto ancora cercando di capire, chi
stavo provando a convincere...
Quindi, mi ritrovo in un ascensore, tamburellando nervosamente con il
piede. Probabilmente i miei anfibi devono emettere un rumore troppo
fastidioso, per il mio vicino, che continua ad aggrottare la fronte ed
arricciare il naso. Finalmente le porte si aprono, emettendo uno
squillante ding.
Mi affretto ad uscire, salutando il vicino che sembra felice di non
dover più sopportare i miei rumori.
Percorro il corridoio a grandi falcate, fino alla porta su cui
troneggia una targhetta in ottone e busso, per cortesia, ma so che mi
stanno aspettando.
Una morettina mi accoglie, sfoderandomi un sorriso a trentadue denti.
Il fascino della divisa, colpisce ancora.
-Lei è qui per l'appuntamento?- chiede, cortese, la
segretaria.
Mi limito ad annuire, ammiccando, mentre lei arrossisce. Mi era mancato
il flirt, senza senso.
La stanza è troppo bianca ed austera per i miei gusti, ma mi
lascio cadere su uno dei divani in eco pelle, davanti al desk.
-Si accomodi- sussurra abbassando lo sguardo, prima di afferrare la
cornetta - Il paziente è arrivato.- annuisce, prima di
indicarmi
la porta davanti a me.
Spingo l'uscio, controvoglia, catapultandomi in un cubo dalle pareti
grigio ghiaccio. Gli unici mobili sono una libreria semi vuota, alle
spalle di una scrivania, una poltrona in eco pelle ed un divanetto
bianco... ma è altro a catturare la mia attenzione.
-Prego, si accomodi-
Occhi chiari, capelli biondi legati in una crocchia leggermente sopra
la nuca. Mi chiedo se la ragazza su quella poltrona, sia uscita da una
fantasia erotica di qualche studente. Occhiali, gonna a tubino al
ginocchio e camicia bianca. Probabilmente non si è resa
conto
che la stoffa della blusa era semi trasparente, riesco ad intravedere
il reggiseno in pizzo.
Nonostante l'abbigliamento da porno scolastico, la sua aria
è austera, e mi trattengo dal chiedere alla principessa se ha
un palo nel culo.
Probabilmente deve avermi letto nel pensiero, visto che mi squadra
alzando un sopracciglio.
Questo strizza cervelli deve essere un mezzo depravato per avere due
segretarie di bella presenza.
-Sono qui per l'appuntamento con il Dottor
Griffin, sono il
Tenente Colonnello Blake.- le spiego - Deve ancora arrivare, il
dottore?- Improvvisamente lei mi fulmina con lo sguardo. prima di
porgermi la mano.
-Benvenuto, signor Blake.- Sibila -Sono la DOTTORESSA Griffin- Cerco di
nascondere il mio stupore, ma a dir la verità ora si
spiegano
molte cose.
Un'ora di colloquio.
Mi è quasi sembrato un interrogatorio, non una seduta.
Altre dieci sedute con quella Principessa
sul pisello, e sclererò, ne sono certo. Questa
è stata l'ora più lunga della mia vita.
Fortunatamente l'appartamento di mia sorella non dista molto da quello
studio, quella spina nel fianco mi ha prosciugato anche l'anima!
Altro ascensore, ma questa volta sono solo, grazie al cielo. Sesto
piano, appartamento 63 interno A. Suono il campanello senza nome,
aspettandomi quell'adorabile matta di Octavia.
La porta si apre e mi ritrovo davanti una ragazza mora, dalla pelle
color miele. Devo aver sbagliato appartamento.
-Tu devi essere Bellamy- sorride - prego, entra.-
Una voce familiare arriva dalle spalle della mora.
-Bel!- Grida O, sbracciandosi, prima di saltarmi addosso con la
rincorsa -Grazie per essere tornato!-
-Non potevo non tornare- sussurro.
Non è più la bambina paffutella che andavo a
prendere
fuori da scuola, ora la mia sorellina è una giovane donna di
venticinque anni... e da quello che ho letto su una rivista rosa,
è anche in carriera. Mi sento incredibilmente orgoglioso.
Octavia, mi presenta la moretta che mi ha accolto alla porta, poco
prima. -Lei è Raven, una delle mie coinquiline-
Probabilmente, la ragazza, deve avere origini sudamericane. Ha un fisco
da urlo, niente da ridire!
-Bellamy- sfodero il mio miglior sorriso, stringendole la mano.
-Bentornato- dice lei, ricambiando la stretta.
-Coraggio, mettiti comodo- ridacchia mia sorella -Vado a prenderti un
asciugamano, avrai sicuramente bisogno di una doccia- Non ha tutti i
torti...
Ho decisamente bisogno di una doccia.
Lascio scivolare l'acqua sulla mia pelle, in silenzio, cercando di non
pensare. Di non ricordare.
Probabilmente è la prima volta che lo faccio, dopo
l'esplosione di quella mina.
Sto ancora cercando di capire come possa essere sopravvissuto, o come
possa avere solo qualche cicatrice.
Non raccontare la vicenda a quella strizza cervelli, forse non
è stata la scelta migliore.
Vorrei che quest'acqua cancellasse, anche solo per un secondo, tutto.
Tutto.
Sospiro, avvolgendomi l'asciugamano in vita, ed evitando il mio
riflesso nello specchio.
Spalanco la porta, ed un urlo mi coglie impreparato, facendomi quasi
cadere l'asciugamano.
La Dottoressa Griffin è davanti a me che cerca di coprirsi
la vista con le mani.
-Lei cosa ci fa qui?- Probabilmente è l'unica frase di senso
compiuto, che il mio cervello è riuscito a formulare.
-Ci vivo!- Mi urla contro - Ti sembra normale girare in questo stato,
in una casa in cui ci sono solo ragazze?!?- La vedo cambiare colore una
decina di volte -COPRITI!-
Resto stranito per un secondo.
La mia Psichiatra è la coinquilina di mia sorella.
Questo deve essere un incubo.
Continua...
Fangirl_G:
Sono felicissima di ritrovarti, e spero davvero che ti possa piacere
questa storia. Penso che tu abbia notato che amo le Bellarke AU, ed ho
scelto due ruoli, per loro, che calzano a pennello!
Grazie
ancora per tutti i tuoi fantastici commenti.
Eccoci qui con il secondo capitolo.
Spero vi sia piaciuto il punto di vista di Bell.
Ci leggiamo presto
Dimea
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