girei - can you spell it?

di g i r e i
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** G - grazie; ***
Capitolo 2: *** I - Iwa-Chan ***
Capitolo 3: *** R - Ricordi ***



Capitolo 1
*** G - grazie; ***


girei - can you spell it?

Grazie.

Se ne stava con le braccia incrociate al petto, il broncio di un bimbo e le guance gonfie di fastidio, stretto stretto nelle sue spalle evitava gli occhi di Iwaizumi. Tentò invano di sospirare, ma come cercò l'aria questa non passò per le narici otturate dal cotone e una sgradevole fitta colpì il suo naso facendolo mugolare per lieve dolore. Hajime a quel verso sorrise soddisfatto come chi volesse urlare al suo interlocutore: te lo sei meritato; Ma di sentirsi dire di nuovo: Sei cattivo Iwa-Chan! Con quel tono un po' stridulo che sembrava tanto un pigolio se lo sarebbe risparmiato volentieri. Chiaramente Tooru un'occhiataccia non gliela risparmiò.

Assottigliò gli occhi corrucciando le labbra. -Dai dillo!- lo stuzzicò Tooru.

Con quella provocazione l'ultimo nervo di Hajime saltò inesorabilmente. -Sei uno stupido!- gli disse invece colpendolo sul capo.

-Sei cattivo Iwa-Chan!- piagnucolò con gli occhi falsamente lucidi.

L'altro alzò gli occhi al cielo. -Così impari a lasciar perdere le tue fan! Lo sai che alla fine ti travolgono!- lo rimproverò senza risparmiargli un'altra botta sul capo.

Tooru non si scompose più di tanto, voltò il capo altezzoso e con gli occhi chiusi in un espressione di sufficienza rispose a tono. -Sei solo geloso perchè questa volta non è colpa tua se ho il naso sanguinante!- disse dopo l'ennesima fitta arrivata al naso.

-Cosa??- chiese incredulo arricciando le sopracciglia innervosito.

-Eh già!- rispose Tooru annuendo con il capo.

Quel giorno Tooru con il suo sorriso smalliante quanto falso non riuscì a tenere a bada la schiera di ragazze ormai pronte a prostrasi ai suoi piedi e nel tentativo di liberarsene finì per sbattere il viso ad una porta chiusa in un vano tentativo di fuga. Tooru nell'impeto della sua impacciataggine, dopo uno impatto con la parte così prorompente, si inginocchiò al suolo con il suo bel visino dolorante coperto dalle mani e il sapore delle ferro sulle labbra. Se normalmente per una scena così esilarante, secondo il parere dei compagni di squadra, il povero sventurato sarebbe stato soggetto di rocambolesche risate, per Tooru era tutto diverso. Non vi fu una ragazza che ormai con il cuore ridicolmente a pezzi lo chiamasse preoccupata, riempiendo i corridoi di innumerevoli: "Oikawa-San!" Di lì a poco non ci volle molto prima che Hajime lo raggiungesse trascinandolo via malamente per il colletto della felpa e con espressione burbera in volto sotto i versi indispettiti e delusi di quelle ragazze. Fu così che con il naso sanguinante si ritrovò a battibeccare con Iwaizumi nell'infermeria.

-Che ingrato!- lo accusò un po' esasperato Hajime, eppure nel guardarlo non poteva che intenerirsi, era pur sempre Tooru. 

Allora gli si avvicinò posando una mano sul capo, Oikawa sobbalzò a quell'approccio gentile e improvviso mentre Hajime si faceva più vicino per vedere se dal naso fiottasse ancora del sangue. 

-Fammi vedere se bisogna cambiare il cotone...- sussurrò falsamente scocciato mentre studiava il compagno.

In quel momento l'espressione di Tooru si rilassò abbandonandosi ad un sorriso, uno di quelli di cui solo Hajime poteva godere il privilegio. Iwaizumi notandolo inclinò il capo un po' confuso.

-E ora che c'è?- gli domandò un po' sorpreso.

-Grazie Iwa-Chan.- si limitò a dire per poi ridere appena e alzare gli occhi al cielo, divertito dall'espressione buffa di Hajime. -Grazie per quella testata...- aggiunse.

Oikawa riferendosi solo a quel fatto risalente alle medie, sapeva bene quanto Iwaizumi che quel "grazie" non si limitava a quell'evento, ma tutto quello che li aveva uniti dalla loro infanzia fino a quel giorno. Grazie per quella famosa testata, grazie per tutte le volte che gli aveva allungato la mano, grazie per correre sempre in suo aiuto quando si cacciava nei guai con le sue fan, grazie per tutti quei calci e botte, grazie per tutte quelle volte che lo aveva sopportato e per tutte quelle volte che era stato in grado di amarlo nonostante lui fosse "Shittykawa". Dopo quelle parole anche l'espressione di Hajime non potè far altro che addolcirsi di fronte a quegl'occhi così rari mentre traboccavano di gratitudine.  

-Nonostante tutto, penso che il naso non mi farà mai male quanto quel giorno in cui mi diedi quella testa assurda!-

-Se per sentirti dire grazie basta che ti dia una tastata... penso che potrei prenderci gusto.- Ribattè divertito.

-Cattivo Iwa-Chan!- pigolò Tooru riassumendo il suo classico broncio infantile.

Hajime alzò l'ennesima volta gli occhi al cielo per poi sorridere di nuovo fra sè e sè. -Grazie...- sussurrò quasi come se non volesse farsi sentire. 

Ma le orecchie di Tooru al suono di quelle parole si rizzarono immediatamente e con gli occhi lucidi di gioia e stupore si precipitò verso Iwaizumi che colto alla sprovvista arretrò di qualche passo intimorito dai quei modi di fare tanto melodrammatici. Tooru però si fermò ad un passo da lui e inclinò il capo sorridente tirando le labbra fino ad assottigliarle in un'espressione furba. Hajime si ricompose studiandolo ma prima che potesse anche solo chiedere cosa gli prendesse, il sapore del ferro passo dalle labbra di Tooru alla sue in un contatto gentile e fievole. Le sue gote divennero pura porpora mentre il sorriso che si stendeva sulle labbra di Oikawa era sempre più soddisfatto e dolce. Metabolizzato il fatto, Iwaizumi scattò indietro con l'imbarazzo ancora vivo sul volto.

-Siamo a scuola Shittykawa!- lo riprese impacciato assestandogli un calcio sul fianco che lo fece arretrare.

-Iwa-Chan!- lo chiamò piagnucolando, ma non disse null'atro, troppo preso a sentire il calore delle labbra di Iwaizumi posarsi sulla sua fronte ancora arrossata per l'impatto. 

Interrotto il contatto Oikawa si beò del rossore sulle guance del suo Iwa-Chan che burbero si apprestava ad uscire dall'infermeria invitandolo a seguirlo. Tooru non se lo fece ripetere due volte e con il viso fiero e sereno riprese il fianco del suo compagno che infondo, con i suoi calci e pugni degni di nota si ostinava solo a nascondere una premura confortante. Tooru gliene fu sempre grato.






Dove la Figlia del Rosso riposa;
Rieccomi, di nuovo, per l'ennesima volta, qui. Oggi boh mi è balenata per il cervello questa idea: fare lo spelling del mio nome e per ogni lettera creare una shot! Dalle mie male-fonti "girei" significa "cortesia" almeno questo dicono i fan di Naruto visto che Girei è il nome della canzone di Pain. Del resto, non so se manterrò la IwaOi, anche se mi piacerebbe, infondo ho molte difficoltà a muovere Shittikawa, nonostante io ami questi due!! Purtroppo sono un po' semplice come persona e non riesco bene a entrare nella testa di quel Re pomposo, ma lo adoro lo stesso. Come avete potuto leggere, la Shot è una vera e propria frivolezza! Spero comunque di ricevere qualche parere! >.< almeno per aver idea se sia buona o meno! Del resto ringrazio tutti quei santi che sono arrivati fino a qui! Sappiate che queste shot essendo un mio personale sfizio saranno scritte unicamente quando verrà l'ispirazione. Chiaramente la raccolta sarà conclusa quando arrivermo alla "I" di Iwa-Chan! Per cui ora vi saluto e ci vediamo alla prossima! Un abbraccio, Girei <3

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Capitolo 2
*** I - Iwa-Chan ***


girei - can you spell it?

Iwa-chan.

-Iwa-Chan! Iwa-Chan!-

Quella volta fu davvero la goccia che fece traboccare il vaso. Quanto poteva essere imbarazzante per Hajime ritrovarsi di fronte all'orda innumerevole delle fan di Tooru con quest'ultimo aggrappato mal sanamente al suo collo, lagnante e petulante solo come con lui sapeva essere? Eccessivamente imbarazzante per Hajime. Sopratutto per lui che con le ragazze mai era stato bravo e mai le aveva capite. L'unica cosa chiara che aveva riguardo quelle lì erano le loro risate soffocate in quel momento.

-Iwa-Chan! Iwa-Chan!-

E Tooru urlava e urlava quel ridicolo nomignolo davanti a tutte, come se volesse sbatterglielo in faccia con orgoglio. Ma Hajime di quel nomignolo se ne vergognava tremendamente davanti sconosciute. 

-Razza di Shittykawa!- imprecò il moro mollando un poderoso pugno sulla testa del setter, che per il dolore decise di mollare la presa. 

-Iwa-Chan!- lo richiamò piagnucolando.

Hajime non lo degnò di una parola e con i nervi a fior di pelle mentre se ne andava lasciando l'amico al suo fan club. 
Hanamaki e Matsukawa, vedendolo arrivare, poterono giurare di vedere del fumo uscire dalle orecchie del povero Iwa-Chan e da bravi spettatori che furono, di fronte alla magra figura dell'amico, decisero comunque di non risparmiarsi e quando l'interesse delle loro risa sommesse fu davanti loro, si scambiarono un fugace sguardo di intesa allargando poi i loro sorrisi, in una maniere al quanto macabra a detta di Iwaizumi.

-Iwa-Chan!~- cantilenarono i due in coro con il chiaro e palese intento di stuzzicarlo.

Iwaizumi tirò il viso in un espressione che cercava di trattenere tutto la sua furia e alzò gli occhi al cielo serrando con forza le labbra per non lasciare uscire le scurrili parole che con tanta premura aveva preferito risparmiare ai due amici.

-Iwa-Chan!- urlò Tooru raggiungendolo.

-Basta! Tu!- sbottò puntando il dito contro Tooru. -Smettila di urlare Iwa-Chan come se fosse l'unica dannata parola che conosci Shittykawa!- 

Tooru non rispose, lo guardò storto per poi mettere il broncio. La cosa non stupì, e tanto meno scalfì, Hajime. 

-Ah si?- domandò Tooru con la voce che sapeva di sfida.

-Ah si che??- Rispose di rimando l'altro infastidito.

Tooru, ancora più offeso e stizzito dal tono burbero del suo Iwa-Chan, posò gli occhi altrove e intrecciò le braccia al petto. -Bene, Iwaizumi...- incominciò rafforzando il tono su quell' "Iwaizumi". -Non ti chiamerò più in quel modo!- disse altezzoso, come se gli stesse facendo un torto. 
Incredibile, quanto vero, quello non poteva essere Tooru, Hajime però era troppo soddisfatto per darci peso. 

-Bene!- esultò soddisfatto il moro.

-Però...-  sibilò l'altro attirando la sua attenzione. -ricorda, Iwaizumi...- di nuovo quella marcatura sul suo cognome. -Io non perdo mai in certe cose!- 

Con gli occhi increduli di tutti fissi su di sé, il setter se ne andò a testa alta e fiero, come se fosse stato lui a vincere e non Iwaizumi che si era liberato di quel ridicolo appellativo.

Alla fine passò un giorno, due, tre, poi una settimana, ma la voce di Tooru che chiamava il suo compagno con il tanto amato e detestato nomignolo, nessuno l'aveva udita. 
Tooru, che di maschere ne aveva a centinaia, era impeccabile nel non dare a vedere quanto gli mancasse chiamarlo così, eppure la sua non era l'unica maschera in quel teatrino, a sua stessa sorpresa, Hajime iniziava a sentirne la nostalgia. Perché? Non lo sapeva. Forse gli mancava in quanto pretesto futile per poterlo picchiare, o forse perché odiava letteralmente il tono che ogni volta quel Re pomposo incalzava sul suo cognome mentre lo chiamava. Lo ascoltava ma nelle orecchie poteva sentire un bisbiglio sussurragli: Allora? Ti sta bene?
Il tutto adornato dall'irritante strafottenza di cui Oikawa ogni tanto faceva sfoggio, e che per  quell'occasione era perfetta da sfruttare.
In realtà era un altro il motivo e Hajime aveva difficoltà ad ammetterlo, ma da quando aveva smesso di chiamarlo "Iwa-Chan", Tooru si era allontanato, forse di un solo passo, ma era ben percepibile. Troppo percepibile. Anche Tooru in cuor suo lo aveva capito, ma si sa, chi l'ha dura la vince. E Tooru, tanto quanto Hajime, voleva vincere. Era solo questione di chi si stancasse prima.
Quel giorno Hajime decise di fare un passo verso l'altro, infondo erano pur sempre compagni di squadra. 

-Oikawa oggi il coach ha deciso di terminare gli allenamenti prima del solito.-

Tooru si voltò a guardare il suo interlocutore con la solita sufficienza che gli riservava da giorni.

-Ok. Grazie, Iwaizumi.- 

E ancora quel dannato tono come a voler urlare al vento che quell' "Iwaizumi" era qualcosa di tremendamente sbagliato.
Hajime iniziava ad odiare seriamente il modo in cui Tooru lo chiamava, ma preferì non dire altro e se ne andò lasciando il setter a rimuginare sui suoi capricci.
Iwaizumi poteva essere tremendamente rude, ma Tooru sapeva essere ridicolmente infantile.
La mattina passò e con lei subito dopo il pomeriggio seguito dagli allenamenti. Come volevasi dimostrare le previsioni di Hajime furono più che azzeccate, gli allenamenti sarebbero finiti prima, ma di certo non per Tooru. Non si sorprese più di tanto quando lo vide ancora in palestra a migliorare e migliorare la sua "battuta spezza braccia" nominata così della timida manager del Karasuno.

-Ohi Shittykawa, vedi di mollare quei palloni e risposarti!- lo rimproverò.

Tooru per un attimo lo ignorò partendo con un'altra battuta che cadde poco lontano da Hajime, in piedi dall'altra parte della rete.

-Tranquillo, Iwaizumi.- ancora quel tono odioso. -Non sono mica un bambino!- 

-Come no!- bofonchiò l'altro tra i denti mentre il compagno partiva di nuovo alla battuta.

Anche quella volta il pallone, in tutta la sua potenza, si diresse verso Iwaizumi ma colpì il suolo a poco da lui. Hajime non si mosse, era troppo preso a puntare i suoi occhi in quelli del setter, che invece  evitava il suo sguardo e con un sorrisetto sghembo si ostinava a battere e battere indirizzando la palla sempre più vicino ad Hajime. Era provocazione con i fiocchi. Le sopracciglia di Hajime si increspavano nell'ira sempre di più, mano a mano che Tooru mandava una battuta a segno.
Poi vide il limite, ed esplose. Prese una palla lì vicino, l'alzò a sè stesso, e con una di quelle schiacciate che avevano guidato il Seijo alla vittoria mirò su Tooru senza esitazione con il chiaro intento di colpirlo.
Il Re non trattenne un grido intimorito per la sorpresa riuscendo però a schivare la palla senza problemi.

-Ma sei scemo Iwa-Chan?- 

Silenzio.

Aveva forse perso? Non aveva resistito e lo aveva chiamato Iwa-Chan. 
Quel nome era pura inerzia per Tooru. Era qualcosa di continuo e uniforme del quale non si può fare a meno per stare bene. Rinunciarci, per quanto gli dolesse ammetterlo, gli era costato tanto.
Per Hajime invece era diverso, per la prima volta capì quanto piacevole potessero essere quelle due paroline che per tanto si era ostinato ad odiare per l'imbarazzo se uscivano dalle labbra di Tooru. Si meravigliò della nostalgia che provò udendole.
Intanto Tooru non aspettava altro che il suo verdetto, già immaginandosi Hajime su di giri, e dire che era lui quello definito pomposo.
Abbassò la testa stringendo le labbra tra i denti in un'espressione degna di un bambino che assaporava a suo malgrado il sapore della sconfitta.

-Ridillo...- sussurrò timido.

Oikawa allora alzò il capo, temendo di essersi confuso. -Cosa?-

-Ridillo!- sbottò il moro mentre con gli occhi divagava ovunque pur di evitare quelli di Tooru. 

Per Hajime quel pizzicore sulle guance era terribilmente fastidioso. Per Tooru non c'era niente di più bello e tenero. 
Sul viso di Tooru si distese un sorriso furbo ma anche intenerito e con gli occhi socchiusi iniziò a ciondolare con la testa.
Forse non aveva del tutto perso.

-Iwa-Chan. Iwa-Chan- cantilenò allegramente.  -Ti piace, Iwa-Chan?- gli domandò alla ricerca di soddisfazione.

Hajime si grattò la testa imbarazzato e prese a balbettare ridicolmente. -Non è che mi piace...- si giustificò trovando il coraggio di guardarlo negl'occhi. -È che mi è manc...- 

Non fece neanche in tempo a finire di parlare che la palestra si animò della voce di Oikawa.

-Iwa-Chan!- urlò quella volta avvicinandosi con grandi falcate al compagno che arretrò stizzito non sentendosi pronto all'impatto con quell'uragano che poteva essere Tooru.

Il castano intrecciò rapido le braccia al collo di Iwaizumi iniziando strofinare la guancia su quella del moro, che per sua fortuna aveva ripreso un colorito normale.

-Comunque Iwa-Chan ti imbarazzi troppo, lo sai?- lo stuzzicò punzecchiandogli teneramente la guancia.

Neanche dieci minuti che le cose erano tornate a posto e già Hajime sentiva l'inarrestabile desiderio di prenderlo a calci.

-Taci Shittykawa!- rispose.

-Ma come sei Tsundere, Iwa-Chan!- e dopo quell'ennesima provocazione il setter rubò un fugace bacio dalla guancia del suo compagno per poi scappare dalla funesta ira che di lì a poco si sarebbe riversata su di lui.

L'ira arrivò pochi passi dopo, servita con una poderosa pallonata. In questi casi Hajime poteva affermare di essere ancora più fiero e orgoglioso di essere l'Asso della squadra, insomma, poteva godere di forza e precisioni notevolmente utili, utili soprattutto per malmenare Oikawa.

Hajime finalmente si abbandonò ad un sorriso rasserenato. -Questa me la dovevi!- gli urlò dietro  mentre lo raggiungeva.

-Ma... ma...- balbettò l'altro mentre cercava di attenuare il dolore. -Iwa-Chan!- si lagnò ancora. 

Si diressero insieme verso gli spogliatoi con il sapore dolce di una vittoria condivisa ad imperlare le loro bocche stese in sorrisi flebili.

-Ehi Iwa-Chan!- lo chiamò ancora vedendo i suoi occhi scintillare al suono di quel nomignolo.

-Anche a me era mancato.-






Dove la Figlia del Rosso riposa;
E rieccomi qui! Con questa I che mi ha fatto un po' sudare, ma alla fine ce l'ho fatta! Che ne pensate? Sappiate che l'ispirazioni mi è arrivata grazie ad una DJ dove Oikawa perdeva la voce e per cui non chiamava Hajime più Iwa-Chan! Questa Doujinshi mi è stata mostrate da Oshi *^* alla quale dedico questa storiella ma se non ti piace facciamo finta di nulla :D! In quanto, come animedoro <3 grazie tesoro, mi hanno sempre sostenuta nella mia folle produzione. Mi duole dire che adesso prenderò una pausa dalla scrittura per concentrarmi dagli esami! Scriverò magari nel cuore della notte prima di addormentarmi, ma non pubblicherò nulla! Ho molti progetti per questa estate! sarebbe bello mandarne in porto almeno uno! XD Del resto, ringrazio tutti i lettori e coloro che hanno inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate. Spero di ricevere qualche parere! Intanto un abbraccio a tutte <3 Alla prossima, Girei <3

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Capitolo 3
*** R - Ricordi ***


girei - can you spell it?

Ricordi.

Era strano come la noia a volte portasse a compiere certe idee assurde, anche se infondo, per star bene, ad entrambi bastava la compagnia l'uno del'altro. 
Eppure quel giorno si ritrovarono lì, quel posto riguardo al quale aveva tanto scherzato e che aveva permesso loro di tingersi dei colori di un eroe impavido e coraggioso.
Ma loro avevano solo 9 anni e saltare il "piccolo" burrone di quel campo seccato dal sole estivo con le loro bici, non era impresa alla portata di tutti, insomma il coraggio ci voleva. 
Ma Touru e Hajime, soprattutto quest'ultimo, che nulla lo spaventava, per certe cose non avevano alcun timore.
Così mentre il cielo richiamava i toni caldi del crepuscolo i loro infantili visini si imbronciavano in smorfie che facevano appello al più impavido degli animi.
Hajime, tra i due il più immusito, si affacciò un'ultima volta prima rimontare il sella alla sua bici, ormai pronti così al lancio. Si voltò verso il compagno cercando la complicità nei suoi occhi ancora innocenti. Touru di tutta risposta gonfiò il petto con convinzione.

-Non avere paura Iwa-Chan!- lo incoraggiò l'amico d' avventure. Puoi sempre guardare me mentre saltiamo! Così ti passa la paura!- esclamò pomposo del suo dolce viso.
Hajime stizzito mugugnò qualcosa di incomprensibile. -Sei tu che hai paura!!- Rispose poi.
-Ah si? Taci e guarda!- lo sfidò.
-Taci e guarda tu, Crappykawa!-

E fu così che la corsa verso vuoto incominciò. Hajime subito seguì l'amico, e con il vento caldo ad accompagnarli in quel salto, il sole disegnava alle loro spalle le ombre di chi avrebbero portato ricordi di grandi imprese. E mentre la terra veniva a mancare sotto di loro, una libertà si scorse nell'impercettibile attimo in cui l'orizzonte divenne a portata di mano, da sembrare così vicino che il sole lì accecò.
Fu allora che Hajime si voltò verso Touru. Il suo viso splendeva dello scenario attorno a loro, mentre un sorriso brillava sul suo volto, gioendo di una ragazzata malandrina. Tutto sembrava più bello. 

 
"Cosí ti passa la paura"

Le bici volarono nel cielo d'arancio mentre i piccoli si preparavano a urlare per l'inesorabile impatto con il suolo, nulla che un paio di cerotti e un po' di disinfettante avrebbe risolto.
I due si schiantarono al suolo con un secco tonfo, ma non ci volle molto prima che i due si ricomponessero, sedendosi sulle pungenti erbacce. Hajime si voltò verso Touru, quasi incrudilo della piccola impresa. Ma il sorriso con cui rispose l'amico rese ancora più speciale quel momento.

-Ce l'abbiamo fatta Iwa-Chan! Ce l'abbiamo fatta!- 

Urlò con gli occhi lucidi ancora vivi dell'adrenalina che gli scorreva furiosa in corpo.
I due si guardarono orgogliosi prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Da lì poi non ci volle molto prima di arrivare ai piagnistei di Touru per i suoi poveri capelli spettinati, scatenando così una risata ancora più forte dell'amico. 
Touru di tutta risposta non mancò di mettere su il suo solito broncio, indignato dalle eccessive risate. 
Ma poi, quel' espressione tanto corrucciata si riaddolcí, incastonandosi in quella un po' confusa di Hajime. I loro sguardi si intrecciarono come fili difficili da districare, formando nodi e legami permanenti. E così, per la prima volta, negli occhi dell'altro ciascuno vide qualcosa di nuovo e più profondo.

-Che c'è?- domandò allora lui con le guance arrossate. 

Non sapeva spiegarsi il perchè, eppure la dolce espressione di Touru lo turbò leggermente, spingendolo in un lieve imbarazzo. E con il cuore in lieve tumulto vide l'espressione dell'amico  mutare in un sorriso soddisfatto, prima di rivolgere lo sguardo all'arancione vivo nel cielo.
Hajime non capì molto bene e per l'ennesima volta si ritrovò a borbottare irritato. Poco dopo seguì Touru, puntando anche lui gli occhi a quel' orizzonte che ormai non sembrava così vicino.



-Ehi Iwa-Chan!-
-Che vuoi Crappykawa!?-
-Ti ricordi quella volta che con le bici ci siamo buttati dal burrone dietro le campagne?-
-Mmh?-
-Lo so che mi hai guardato mentre saltavamo.-

Allora, anche quel giorno Hajime arrossì di fronte il suo sorriso, con l'imbarazzo rosso come quello sulle guance di un bambino colto in fragrante.






Dove la Figlia del Rosso riposa;
Eccomi qui dopo tanto tornare alla ribalta. Purtroppo l'estate mi ha portata ad un terribile blocco che solo ora grazie a certe amorevoli persone sto riuscendo a superare. So che è corta, ma quando l'idea mi è balenata in testa, ho solo immaginato questo e io l'ho trovata carina.
Un semplice ricordo d'infanzia, di spensieratezza e un po' di libertà! Vorrei sentirmi come loro ora come ora! LOL
Penso di essere soddisfatta anche se è molto semplice e forse poco significativa e fluff. Ma mi piace e sono felice di essere riuscita a riscrivere qualcosa da pubblicare!
Spero di ricevere qualche parere e/o critica! Grazie a tutti quelli che stanno seguendo questo piccolo spelling!! Grazie per essere arrivati sin qui! 
Un abbraccio, Girei <3




 

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