Crazy little thing called love

di JeytonSawyer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'estate interessante ***
Capitolo 2: *** Cattive Notizie ***
Capitolo 3: *** Di bene in meglio ***



Capitolo 1
*** Un'estate interessante ***


 
Crazy Little Thing Called Love


Essere la migliore amica di Lily Luna Potter non è mai stata una cosa facile. Diciamo pure che a volte è una cosa impossibile. Lunatica, prepotente a tratti, esuberante fin troppo. Essere la sua migliore amica è un lavoro a tempo pieno, con reperibilità ventiquattro ore su ventiquattro e con gli straordinari, il tutto gratis. E non è facile anche perché la suddetta ha una madre meravigliosa, che però sembra non capire che anche tu hai la tua famiglia, e ti ci trovi pure bene, quindi si sente in dovere di trattenerti a cena e a dormire praticamente ogni volta che capiti a casa loro anche solo per un saluto. E non è facile anche essere sempre oggetto di taglienti battutine sulla tua indicibile goffaggine da parte del fratello di mezzo Albus Severus Potter, che sembra essere l’incarnazione della gentilezza con tutti tranne che con te. Ma soprattutto, più di tutto, essere la migliore amica di Lily è un inferno quando dal primo momento che l’hai visto hai una cotta spaventosa, paurosa, astronomica per suo fratello James Sirius.

Nonostante tutte queste difficoltà, in qualche modo Serena ce l’aveva fatta. Con una pazienza notevole, una buona dose di raziocinio e qualche sorso di Whiskey Incendiario scroccato sottobanco da Roxanne Weasley, Serena Anne Fenmore aveva raggiunto il cuore di Lily ed erano divenute inseparabili. La loro amicizia era nata per caso, sul treno per Hogwarts, al primo anno. Lily era circondata dalla tribù di cugini e parenti che da soli riempivano metà del binario nove e tre quarti, mentre la famiglia Fenmore, madre, padre e Serena, nata babbana, si guardava intorno un po’ intontita dal frastuono dei ragazzi, dei bauli spostasti e delle civette gracchianti.

Ginny Potter si era accorta con la coda dell’occhio che i tre non avevano la più pallida idea di cosa fare, e aveva dato di gomito al marito, -Guarda… Hanno la stessa espressioni che avevi tu quando mia madre ti ha visto in cerca del binario al tuo primo anno.-
E così, i Potter avevano amichevolmente avvicinato la coppia, fatto una breve ma cordiale presentazione, e avevano spiegato che il treno sarebbe partito di lì a poco. –Anche la nostra Lily è al primo anno!- aveva aggiunto Harry, voltandosi a chiamare la figlia, che si era allontanata per salutare suo cugino Hugo.

Lily era arrivata come un tornado, sprizzando allegria e capelli rossi, -Ciao Serena!- l’aveva salutata, mentre Serena tendeva una mano che strinse con vigore. –Vieni con noi, ti faccio conoscere i miei fratelli.-

Così Serena era stata trascinata via un po’ incredula dalla rapidità con cui quella bambina l’aveva presa in simpatia. Serena non era esattamente estroversa, aveva sempre fatto fatica a fare amicizia con gli altri bambini. Lily non si era fatta pregare, invece.L’aveva presa per mano e l’aveva portata verso un gruppetto di ragazzi un poco più grandi. Mentre si avvicinavano, però, Serena era inciampata sui suoi stessi piedi mentre tentava di evitare un carello ed era scivolata malamente sul pavimento.

Era stato allora che era comparsa una mano tesa, per aiutarla a rialzarsi, mentre Lily, spaventata, le chiedeva se stesse bene. Serena aveva alzato gli occhi color nocciola, nel tentativo di riprendere un contegno ormai perso del tutto, e lo aveva visto. James Sirius Potter, quarto anno, capelli neri, scompigliati come se ci fosse stato un forte vento, occhi color verde oliva e un sorriso affabile, con una piccola fossetta che non preannunciava nulla di buono. E infatti, da quel momento, per Serena non c’era stato scampo:  si era follemente innamorata di lui.

-Hey, va tutto bene?- le aveva chiesto, mentre Serena prendeva la sua mano per rialzarsi.

-S-sì, grazie… Io devo… Sono…-

-Inciampata sui tuoi piedi.- un altro ragazzino, poco più basso di James, sempre capelli neri, ma occhi di un verde talmente acceso da sembrare quello di una collina in primavera, non era riuscito a trattenersi dalle risate.
James si era girato guardandolo piuttosto male. –Non essere maleducato! Io mi chiamo James e lui è mia fratello Al. Sei un’amica di Lily?-

Serena aveva aperto la bocca per rispondere, ma Lily l’aveva preceduta. –Certo! Si chiama Serena!-

James aveva sorriso, -Hai un bel nome!-  poi un capannello di ragazzi più o meno della sua età lo aveva chiamato, -Beh… Buon inizio scuola, Serena! Spero che finirai in Grifondoro come Lily! Ti divertirai!- le aveva fatto un occhiolino che l’aveva fatta avvampare prima di allontanarsi, sotto lo sguardo sarcastico di Albus che aveva alzato un sopracciglio.

-Oppure potresti finire in Serpeverde, come il sottoscritto. Non è una cosa molto piacevole, all’inizio, soprattutto se ti chiami Potter, ma col tempo ci si abitua. Magari potrei insegnarti a non cadere sui tuoi stessi piedi.- ridacchiando, le aveva salutate ed era sparito in una folla di ragazzi del terzo anno.

Lily aveva sbuffato. –Maschi. Io li odio. Ho sempre desiderato avere una sorella!- l’aveva guardata con gli occhi che splendevano, -E invece mi sono ritrovata due fratelli e maggiori, per giunta. Tu ne hai?-

Serena aveva fatto cenno di no con la testa.

-Non sai che fortuna. Sei una di poche parole, eh? Poco male, parlerò io per tutte e due!- con una risata contagiosa, la trascinò sul treno.

Ecco, com’era cominciata. Con Serena frastornata dalle chiacchiere di Lily , che piano piano l’aveva sciolta e, senza nemmeno rendersene conto, erano divenute inseparabili, compagne di case in Grifondoro. Così come non se ne era mai andata la cotta per James, oggetto di compassione per Lily e di estremo divertimento per Albus, che se ne era accorto abbastanza presto.

Gli anni erano passati, James e Albus avevano terminato Hogwarts prima di loro, uno diretto alla carriera di Auror e l’altro nel Quidditch, Lily era uscita un paio di volte con Lorcan Scamandro e ci si era messa insieme all’inizio del settimo anno. Serena era rimasta ferma a quel giorno. Alla mano tesa di James. E ci aveva fatto pure l’abitudine. I problemi, però, erano cominciati con la fine del loro tempo scolastico. Dopo i M.A.G.O., per la precisione.

Ed è esattamente da qui che inizia la nostra storia.
 
***


Serena si era alzata di buon mattino, controllando che tutto fosse in ordine. Era una calda mattina di giugno e si preparava, come al solito, a passare l’estate da Lily, nella piccolo cottage sulla spiaggia che la sua famiglia aveva acquistato nel sud dell’Inghilterra. Con un colpo di bacchetta aveva chiuso i bauli, dopo aver riposto con cura i suoi vestiti. Si era data un’ultima occhiata allo specchio: i capelli lunghi color biondo miele le scendevano dritti sulle spalle esili, incredibilmente a posto per la prima volta nella sua vita. Gli occhi scuri erano un po’ assonnati, ma l’eye liner aveva fatto tutto sommato il suo dovere. Si gettò una giacca leggera sulle spalle e scese in salotto portandosi dietro il baule.

-Mamma, papà! Io sto andando!-

Caroline e Walter Fenmore comparvero dalla cucina.

-Mi raccomando, fate le brave.- disse suo padre, dandole un rapido bacio sulla guancia.

-Tesoro, porta questo alla signora Potter,- e le cacciò in mano un grosso vassoio con una torta ricoperta di cioccolato.

-Mamma, non puoi farci questo! Io e Lily dobbiamo tornare in forma dopo tutte le schifezze che abbiamo mangiato mentre preparavamo gli esami.-
Protestò con un sorriso, mentre Caroline l’abbracciava.

Conclusa la fase dei saluti, si smaterializzò. Era risultata la migliore del corso, così avrebbe evitato metropolveri o passeporte varie.

Con un sonoro crack, era apparsa sotto il portico ricoperto di glicine della casa al mare dei Potter. Il tempo era splendido, soleggiato, e nell’aria il profumo del mare si mischiava a quello degli oleandri bianchi del giardino. Si volò per guardare le onde del mare infrangersi sulla spiaggia dorata e non poté fare a meno di sorridere. Adorava il mare.

Tutta presa dalla poesia del momento, non sentì la porta aprirsi dietro di sé.

-Svegliona, la porta è di qui.-

Il sorriso le morì sulle labbra. Girò sui tacchi per incrociare gli occhi verdissimi di Albus Potter. Se ne stava appoggiato allo stipite della porta, le braccia conserte, e la osservava sbattendo le palpebre. –Posso sapere che diavolo stai facendo?-

Serena si raddrizzò sulla schiena. Negli anni aveva imparato a ribattere a tono, d’altronde era stato necessario, se voleva sopravvivere. –Mi godo il panorama, rovinato dal tuo gracchiarmi addosso, brutta serpe.-

Albus aveva roteato gli occhi: -Ma perché sei sempre così cattiva con me?- cantilenò, -Ti ho mai dato un motivo ragionevole per odiarmi, forse?-

Il suo tono canzonatorio la irritò ancora di più. –A centinaia, Potter, a centinaia! Spostati, devo portare dentro i bagagli.-

-La torta può entrare, tu no.- sorrise mostrando i denti perfetti. Serena lo aveva visto l’ultima volta qualche giorno dopo Natale, quando era passata da
Lily per farle gli auguri. Inutile dire che nemmeno il clima natalizio aveva mai smorzato la voglia di Albus di punzecchiarla.

Prima che Serena potesse rispondere o mettere direttamente mano alla bacchetta e far saltare per aria quel pallone gonfiato, Lily apparve dietro la spalla di Al.

-SERENA!- gridò, scostando brutalmente il fratello che, non aspettandoselo, finì contro lo stipite della porta, mentre Serena sorrideva trionfante verso di lui sopra la testa di Lily. Il fatto che la sua migliore amica fosse molto più bassa di lei non era mai stato un problema, né a Serena era mai andata troppo a genio la sua statura più alta della media (che Albus aveva prontamente commentato, un giorno, uscendosene con un “Ma chi diavolo la vorrebbe una giraffa per fidanzata?”). In quel momento, però, l’altezza permise a Serena di vedere la faccia contrariata di Albus mentre si massaggiava una spalla.

-Credevo arrivassi con la metropolvere!- disse Lily, staccandosi e prendendo il vassioio con la torta, -Tua madre finirà per farmi diventare un elefante, Merlino!- commentò, sbirciando la torta al cioccolato.

-E’ quello che ho detto anche io, da domani andiamo a correre sulla spiaggia tutte le mattine.-

-Puoi giurarci, sorella!- sentenziò Lily, prima di girarsi. –Ah, Al. Sei ancora qui? Occupati dei bagagli, allora.- così dicendo entrò in casa, seguita da Serena che fece un cenno ad Albus. Poi aggiunse sottovoce: -Se fai in fretta, magari posso darti una mancia…-

Albus sibilò qualcosa sul dove poteva mettersi la mancia, mentre trascinava dentro il baule e andava a sedersi su uno sgabello del tavolo della cucina, direttamente aperta sul salotto, sbocconcellando un sandwich come colazione.

-I tuoi non ci sono?- chiese Serena, sfilandosi la giacca e sedendosi sullo sgabello opposto a quello di Albus, mentre Lily prendeva un coltello per tagliare la torta. –Aspetta! La mangiamo quando ci sono anche loro!-

-Niente affatto! Non esiste che io riesca a resistere a questo capolavoro!- replicò e, sedutasi a fianco dell’amica, si mise a tagliare grosse fette. Ne
passò una a Serena, che la girò verso Albus dicendo: -Ne vuoi?-

Albus la guardò sospettoso: -L’hai avvelenata?-

-No. Ma c’è comunque una remota possibilità che ti vada di traverso, quindi ecco a te.-

-Finitela voi due! Albus, mangia quella torta, la madre di Serena è una cuoca eccezionale.- si intromise Lily, prima che il tutto degenerasse. Passò una seconda fetta all’amica e ne tagliò altre quattro.

Serena fece un rapido conto. –Perché sei fette? Noi tre e i tuoi, no?-

-A-ha.- Albus rispose prontamente. –Torna anche James. Lily non te l’ha detto?- la fissò con finta innocenza.

Serena si voltò lentamente verso Lily, che era un poco imbarazzata. James lavorava al dipartimento Auror del Ministero e aveva passato quell’ultimo anno all’esterno, in missione. Serena credeva che quell’estate non l’avrebbe visto, così si era rilassata pensando che almeno per una volta, non avrebbe dovuto stare troppo attenta a fare brutte figure.

-E’ stata una cosa inaspettata! Ci ha mandato un gufo ieri, mamma e papà sono andati a prenderlo, arriveranno a momenti.-
A momenti. Serena fulminò l’amica con lo sguardo e le fece cenno di andare in salotto, lontane dalle orecchie indiscrete di Albus. Lily deglutì e seguì l’amica, mentre Albus allungava allegramente la mano verso il pezzo di torta intatto di Serena.
Una volta in soggiorno, Serena si voltò: -Come ti è venuto in mente di non avvisarmi?! Lo sai che quanto tuo fratello è nei dintorni la mia mente subisce un temporaneo black out!!- sibilò, torcendosi le mani. Perché in effetti andava esattamente così. Davanti a James, le sembrava di diventare un ippopotamo barcollante.

-Oh, andiamo, quanto la fai lunga! Dopo tutti questi anni!? Credevo che ti fosse passata, dopo che sei uscita con Jeremy!-

-Jeremy era un cretino! No, che non mi è passata, Lily…- si lasciò cadere sconsolata sul divano.

Lily si morse il labbro: -Tu devi assolutamente trovare una soluzione, non puoi continuare così. Devi dirglielo.-

Serena scattò in piedi. –Ti sei bevuta il cervello!?-

Lily scosse il capo. –E’ l’occasione perfetta! Gli dirai quello che provi, così poi se lui ci sta saranno unicorni rosa e arcobaleni, se non ci sta… Alla
fine dell’estate andrai a lavorare alla Gringott, conoscerai qualche tipo interessante con cui hai molto in comune, e rideremo insieme di tutte queste tragedie.-

-Un tipo interessante? Alla Gringott? Vuoi che mi metta con un folletto, per caso?-

La risata di Al le fece voltare: -Sareste la coppia perfetta… Finitela coi segretucci, comunque. Mamma e papà sono qui.-

Prima che le due potessero dire qualunque cosa, infatti, i signori Potter erano entrati seguiti da James. Era ancora più bello di come lo ricordava: i
capelli era ancora in disordine, ma l’accenno di barba gli dava un’aria più matura dei suoi vent’anni. Indossava una divisa da Auror che slanciava la sua figura snella, mentre abbracciava con grandi pacche suo fratello Al.

-Oh, Serena, sei qui!- Ginny Weasley andò verso di lei e le diede un bacio sulla guacia. –E’ sempre un piacere averti con noi.- sorrise, mentre Lily veniva sollevata da terra da James.

Harry Potter le rivolse un cenno cordiale, mentre con la moglie spostava di mezzo i bagagli del primogenito e li portavano nella sua stanza.

James, dal canto sui, si tolse il mantello e lo lanciò sul divano: -Questo non voglio vederlo per almeno due settimane!- ridacchiò, prima che i suoi occhi si posassero su Serena. Quando la vide, le sue labbra sottili si aprirono un sorriso: -Guarda, guarda! Non ti vedo da almeno un anno, Serena! Come stai?- e la raggiunse per abbracciarla. Serena avvampò, cercando di sembrare perfettamente a suo agio.
-Molto bene, grazie.- Ecco. Iniziava a mancare la salivazione e per quanti sforzi facesse, non riuscì a trovare altro da dire. Nel silenzio imbarazzante che si creò, vide Albus scuotere leggermente la testa, mentre Lily, in apprensione, si inserì nel discorso: -Serena è risultata la migliore studentessa del nostro anno ai MAGO!-

James sorrise compiaciuto. –Beh, non posso dire di essere sorpreso, lo sappiamo da sempre che potresti tenerle tu, le lezioni a Hogwarts!- rise, mentre l’imbarazzo di Serena crebbe.

-Jamie, vado ad allenarmi per la partita di domani, mi raggiungi al campo?- Albus, intanto, aveva raccolto il suo borsone da terra e si era avvicinato alla porta, senza degnare Serena di uno sguardo.

-Mi faccio una doccia rapida e arrivo.- rispose James, mentre Serena dovette scacciare dalla testa l’immagine di James nella doccia.

-Io vado a preparare il pranzo, Serena mi aiuti?-

-Certo, Lily! A più tardi allora!- disse verso James, in quello che probabilmente fu il più alto numero di parole che gli avesse mai rivolto.

James non sembrò farci caso e annuì, ma prima che sparisse in cucina dietro Lily, la fermò: -Serena, hai qualcosa di diverso!- la osservò pensieroso, -… i capelli! Di solito sono più corti!- esclamò dopo qualche secondo.

Serena non poté fare a meno di sorridere: -In effetti sì! Non li taglio da un po’.-

-Meglio così! Ti stanno bene!- così dicendo, sparì nel corridoio verso la sua stanza.

E il cuore di Serena saltellò nel petto. Sarebbe stata un’estate interessante.
















Buonasera a tutti!
Se siete arrivati fin qui... beh, grazie! Ho deciso di scrivere una storia leggera, così, senza troppe pretese, ma spero comunque di fare un buon lavoro ^^ Mi piacerebbe davvero sapere le vostre opinioni in merito, anche negative chiaramente! :)
Questo capitolo è un po' lungo, lo ammetto, ma non volevo spezzarlo troppo! Che ne pensate della povera Serena alle prese con una cotta tremenda per James?! Ce la farà a dichiararsi?
A presto :)
J

 

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Capitolo 2
*** Cattive Notizie ***


Crazy Little Thing Called Love




La mattinata era trascorsa rapidamente, mentre Lily cercava di convincere Serena a dire la verità a suo fratello.

-Ma che cosa c’è di male!?- continuava a ripetere, facendo saltare le omelette nella padella.

-C’è di male che non potrei nemmeno guardarlo in faccia, poi! Dai, mi vergogno!- protestò Serena, che al solo pensiero di poter affrontare con James quell’argomento, rabbrividiva. Non erano mai riusciti ad avere una vera e propria conversazione, a causa di quel blocco che la presenza del ragazzo le provocava. –Mi considera una ragazzina, dai!-

-Non puoi saperlo, finché non glielo chiedi.-

Quando Lily si impuntava, sapeva essere tremenda. Seguitando a tagliare patate, la accusò: –E poi tu avresti potuto avvertirmi, Merlino!-

-Ancora!? Ti ho spiegato che è successo tutto in fretta… A quanto pare è tornato perché ha una cosa importante da dirci, papà pensa che lo abbiano promosso in capo alla sezione estera del dipartimento di Auror.-

-Non cambia il fatto che è qui e io faccio sempre la figura della rimbambita con lui.-

Lily sospirò: -E quindi? Intendi passare il resto della vita a guardarlo da lontano? La vita è una sola e troppo breve per stare alla finestra…-

Serena si accorse della nota malinconica nella voce dell’amica e colse il pretesto per cambiare argomento: -Quale perla di saggezza ci regali oggi… Va tutto bene?-

Lily alzò le spalle e si girò verso Serena, -Si tratta di Lorcan.-

-Chissà come mai, lo avevo immaginato… avete litigato?-

Lily scosse la testa. –No, affatto! Il problema è proprio quello.-

-Il problema è che non litigate?! Non capisco.-

Lily assunse un’aria pensierosa e un ruga le attraverso la fronte alta, si lisciò i capelli e abbassò lo sguardo: -Non è facile da spiegare… E’ che non parliamo più. E quindi nemmeno litighiamo… Ci siamo allontanati, non condividiamo più niente, lui non mi chiede niente, io non chiedo niente a lui. Come se fossimo due binari paralleli, vicini, ma che non si incrociano mai davvero. Non so, Serena, credo che siamo giunti al capolinea.-

Serena aveva captato da tempo che tra la sua migliore amica e Lorcan le cose andavano maluccio. Si era preoccupata molto quando aveva deciso di organizzarle una festa a sorpresa per il suo diciassettesimo compleanno e lei e Roxanne avevano praticamente dovuto pregare Lorcan di aiutarle, perché sembrava del tutto disinteressato, troppo preso dal suo essere Capitano di Corvonero in procinto di vincere la coppa. Insomma, Serena non ne capiva molto di relazioni, non avendone mai avute di serie… ma quale ragazzo deve essere costretto a partecipare alla festa della propria ragazza? Ma Lorcan era sempre stato riservato, chiuso e imprevedibile, il contrario di Lily, quindi dopo averci rimuginato un po’, Serena si era detta che forse era solo l’ennesima stranezza.

-Ne hai parlato con lui? Cosa pensa?-

Lily sgranò gli occhi: -No che non ci ho parlato! Insomma, siamo così distanti che mi riesce persino difficile pensare a come approcciare l’argomento… Non ci voglio pensare, ora, però.- Lily si riscosse, come scacciando i cattivi pensieri scrollò la chioma rossa, mentre la porta di casa di apriva e le voci dei suoi due fratelli riempivano l’aria.

-Ti sei rammollito, all’estero, questa è la verità.- Albus fece capolino dalla porta ed entrò in cucina seguito da James, col volto rabbuiato.

-Sono solo fuori allenamento, imbecille! Sono e resto il portiere di Grifondoro più imbattuto della storia.- brontolò, sedendosi sullo sgabello. –Che profumo! Cosa si mangia?- chiese allegro.

-Omelette e pancetta con contorno di carote e patate arrosto.- rispose fiera Lily. Da qualche tempo aveva scoperto in lei una vena culinaria.

Serena osservò James di sottecchi, cercando qualcosa di interessante o brillante da dire, ma con sua frustrazione, alla fine finì col tacere.

-Lily, dimmi cosa ha cucinato Serena, così evito di mangiarlo.- Al si avvicinò alla sorella, spiando le pentole da sopra la testa.

-Proprio non riesci a non lasciarmi stare per un secondo, eh?- sbottò Serena, stupendosi della sua intraprendenza, ma era talmente esasperata da Al che nemmeno
James poteva essere un deterrente.

-Già, Al, Serena ha ragione… Inizio a pensare che tu abbia una cotta per lei.- replicò James, poi scoppiò a ridere insieme a Lily.

Albus staccò un morso di carota, masticando lentamente sembrò non essere rimasto minimamente toccato dalla battuta del fratello. – Perché avere una cotta per Serena, quando sto uscendo con Tamara Knowles?-

I tre si voltarono di scatto verso di lui.

-Che. Cosa. Hai. Detto.- Lily era senza parole, mentre James guardava Al con le sopracciglia alzate.

Serena dimenticò per un attimo il fatto che James avesse fatto una battuta a sfondo sentimentale su lei e Albus, cosa che reputava a dir poco raccapricciante, e fissò il Potter di mezzo. Tamara Knowles era rinomatamente considerata la ragazza più affascinante di Hogwarts: splendenti capelli color mogano che scendevano in boccoli perfetti sulla schiena, labbra rosate e lineamenti del volto quasi da dipinto, profondi occhi castanti contornati da ciglia lunghe, gambe tornite e curve notevoli. Il tutto compensato da un carattere affabile, che rendeva impossibile per chiunque detestarla: Serena pensava che se almeno fosse stata una stronza di prima categoria, odiarla le sarebbe venuto più facile. Invece Tamara aveva un carattere tranquillo, era una ragazza tutto sommato normale. Frequentava il loro stesso anno in Tassorosso e qualche volta aveva chiesto aiuto a Serena per i corsi che seguivano. Ecco, se proprio doveva trovarle un qualche difetto di fabbrica, c’era il fatto che Tamara non era affatto un genio scolastico. Proprio per niente.

-Che le hai fatto, le hai dato una botta in testa?!- esclamò Serena, dopo essersi ripresa dalla notizia.

Albus, per tutta risposta, alzò un sopracciglio: -C’è chi sa apprezzare la merce di valore, non mi aspetto che tu lo capisca... Miss-esco-con-Jeremy-White.-

James rise di nuovo e nel vedere il suo sorriso le viscere di Serena si contrassero: -Io sposo la teoria di Serena, non esiste che la Knowles esca con te... Ma, per Morgana, davvero esci con White?- James si rivolse a Serena con uno sguardo interrogativo.

-Io… beh…Uscivo… Ed è successo soltanto una volta. Una. E me ne sono amaramente pentita.- balbettò, avvampando.

-Meglio così, puoi puntare molto più in alto.- sorrise con un lato della bocca, passandosi una mano tra i capelli. Le farfalle nello stomaco di Serena si alzarono in volo.

-Tamara non usciva con Malfoy, l’anno scorso? Credevo fosse una cosa seria.- replicò Lily.

-Usciva con Malfoy e ora esce con me.- concluse trionfante Albus.

In quel momento, entrarono i signori Potter. –Chi esce con chi?- chiese Ginny, avvicinandosi al fornello. –Brave ragazze, ottimo lavoro.-

-Albus dice che sta uscendo con Tamara Knowles.- rispose Lily, mentre Serena aiutava la signora Potter ad apparecchiare la tavola. Si alzò sulle punte per arrivare alla
credenza coi bicchieri, quando sentì James avvicinarsi –Aspetta, ti aiuto!- Allungò un braccio sopra la sua spalla e trasse due bicchieri, passandoli a Serena con un
sorriso.

Albus, assistendo alla scena, sorrise sornione e mentre Serena gli si avvicinava per dargli il suo bicchiere, fece apposta a lasciarlo cadere a terra. Per fortuna, il signor Potter fu lesto a bloccarlo prima che toccasse il suolo.

-Oh, Serena… Sempre così maldestra!- ridacchiò Albus, mentre Serena si dovette mordere la lingua per non ricoprirlo di insulti.

Una volta terminato di apparecchiare, Lily portò le omelette in tavola.

-Allora, Serena, raccontaci un po’, come stanno i tuoi?- Harry le passò la ciotola con le patate arrosto, sorridendo. Serena pensò che il signor Potter aveva trasmesso a James la stessa aria affidabile e cordiale, am gli occhi di James erano quelli di Ginny Weasley.

-Oh, molto bene, vi salutano. Passeranno le vacanze in Italia, in Sicilia. Li raggiungerò tra un mese.-

James, che si era seduto di fianco a lei, si voltò a guardarla con aria serie: -Quindi non resterai con noi per tutta l’estate, come gli altri anni?-

A Serena parve di cogliere una leggera sfumatura di delusione e l’espressione che assunse Lily, di fronte a lei, glielo confermò. –In effetti no, resterò soltanto un mese. Non voglio dare troppo disturbo, quest’anno.- e sorrise, scoprendo che in fondo parlare con James non era così difficile.

-Peccato… Ci tenevo che ci fossi anche tu…-

Albus, con la bocca piena, si intromise: -Che ci fosse a cosa?-

-Albus Severus, non parlare con la bocca piena!- lo redarguì la madre, ma gli occhi di tutti erano puntati su James.

-Beh,- sospirò, - Avrei preferito un annuncio più formale, ma date le circostanze…Al matrimonio.-

Uno strano silenzio calò nella sala, mentre Harry guardava la moglie interdetto. Ad Albus andò di traverso l’acqua che stava bevendo, e tossicchiò.

-Quale… Quale matrimonio?- Lily aveva ancora la forchetta a mezz’aria, mentre spostava lo sguardo dal fratello a Serena.

James assunse un’aria incerta, poi staccò i gomiti dal tavolo. –Il mio. L’annuncio che dovevo fare è questo: a settembre mi sposo.-

Il seguito fu piuttosto confuso. Esclamazioni, domande, richieste di chiarimenti, ma per Serena tutto era lontano, come ovattato.

James si sarebbe sposato.

Sposato.























Et voilà! Eccoci al secondo capitolo!
Dunque... ve l'aspettavate? James si sposa e la nostra Serena si ritrova in mezzo alla famiglia durante l'annuncio. Come la prendera? Riuscirà a sopravvivere alla notizia! Mi piacerebbe sentire la vostra opinione sulla storia :)
Grazie ai lettori silenziosi, comunque! A presto!
J.

 

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Capitolo 3
*** Di bene in meglio ***


CRAZY LITTLE THING CALLED LOVE



Serena non riusciva quasi a respirare, mentre i muscoli del suo viso si muovevano secondo l’educazione ricevuta: ad una bella notizia, bisogna sorridere. Ma dentro di lei, quella era una notizia raccapricciante. Di lì a qualche mese il chiodo fisso dei suoi ultimi sette anni avrebbe messo l’anello al dito di una qualche perfetta sconosciuta, giurandole amore eterno tra le lacrime di gioia della sua famiglia.

La voce profonda di James le arrivò come da lontano, in mezzo al brusio degli altri commensali: -Ci siamo conosciuti in Norvegia lo scorso ottobre… chiama Ingrid…Vi piacerà da morire… tutto così in fretta, ma non potevamo aspettare…-

Harry si alzò per stringere la mano al figlio e abbracciarlo, poi seguì la moglie corsa fuori a prendere carta e penna per avvisare il parentado, mentre Lily si mordicchiava il labbro osservando Serena, indecisa se gioire per il fratello o contenere l’entusiasmo di fronte a Serena.

“Non piangere. Non. Piangere. Non essere stupida. Non essere infantile.” continuava a martellarsi quelle frasi in testa, tentando di recuperare un minimo di autocontrollo. Non era mai stata il tipo da fare scenate, se qualcosa le andava storto preferiva farsi un bel pianto liberatorio lontano da occhi indiscreti o, all’occorrenza, fra le braccia di Lily.

-…per questo mi sarebbe piaciuto che ci fosse anche Serena.-

Sentirlo pronunciare il suo nome la scosse. Si voltò verso lui con un’aria abbattutta che James scambiò per interrogativa.

-Mi sarebbe piaciuto che fossi qui per il matrimonio, alla fine dell’estate. In fondo sei di famiglia di ormai, no? Non riesci proprio a tornare? Magari solo qualche giorno
alla fine di agosto.- parlava con calore, come se davvero ci tenesse ad averla lì.

-Ecco…- Serena si schiarì la gola, -…non so, io…-

Lily tentò di salvarla dalla situazione: -Sarà a spassarsela in Sicilia, non avrà tempo per questo, vero?-

James sbuffò: -Solo una giornata, due al massimo! Sei come una sorella, per me! Per favore!-

Come. Una. Sorella. C’era altro che il suo cuore dovesse sopportare?

E mentre davvero sentiva un leggero pizzicore incontrollabile agli occhi, successe l’incredibile.

-James!- la voce di Albus interruppe quella situazione surreale. Aveva un’espressione seria e lo sguardo duro, senza alcuna traccia dell’aria canzonatoria che aveva tenuto per tutta la mattina. –Dacci un taglio! Perché mai dovrebbe assistere ad una noiosissima cerimonia, quando può godersi il sole italiano?-

James si stupì un poco del tono del fratello, e un po’ deluso, si scusò: -Hai ragione, Al… Scusami, Serena, non volevo diventare fastidioso. Goditi le tue meritatissime
vacanze italiane, ma se cambi idea ne sarò più che felice. Ora perdonatemi,- aggiunse, allontanado la sedia dal tavolo,- ma devo dire ad Ingrid che l’annuncio è fatto. Ci raggiungerà la settimana prossima, non vedo l’ora di farvela conoscere!-

Lasciò la stanza, caduta nel silenzio più totale. Albus sbocconcellava un pezzo di pane, fissando la tovaglia, mentre Lily apriva la bocca come se stesse per dire qualcosa, per poi richiuderla subito. Serena, dal canto suo, voleva soltanto alzarsi da lì, ma era come impietrita.

-Lily! Vieni un attimo a darmi un mano col tuo gufo?! Non si fa prendere!- la voce di Ginny entrò nella stanza come un lampo a ciel sereno, facendo sobbalzare Lily, che si alzò e con un’occhiata chiese a Serena se stava bene. L’amica annuì e così uscì dalla stanza.

Serena si ritrovò con Albus. Non c’era proprio limite al peggio, pensò, però il suo intervento era stato provvidenziale dopotutto: se non avesse tappato la bocca di James, probabilmente sarebbe scoppiata in lacrime. Serena si chiese se doveva ringraziarlo, ma Albus parve leggerle nella mente.

-Non provarci neanche a ringraziarmi.-

-Infatti non avevo nessuna intenzione di farlo. Perché dovrei poi? Ti faccio pena.- replicò piattamente.

Albus sollevò di scatto la testa dal piatto. –Tu pensi di farmi pena? Morgana, ho sempre pensato che quella vittimista fosse Lily... Senti, io detesto i matrimoni. Tutto qui. Quelli di Victoire e Fred mi sono bastati, quasi quasi ti invidio. Non si parlerà d’altro per tutta estate, quindi chiudere la bocca a James almeno per questa mattina mi è sembrata l’unica opzione percorribile. Il fatto di averti fatto un favore è stato solo un danno collaterale.- Aveva parlato con tranquillità, versandosi dell’acqua e continuando a mangiare come se nulla fosse successo. -E comunque…- aggiunse a voce più bassa. –Forse è meglio che sia andata così.-

Serena si accigliò: -Come scusa?-

-Non prenderti male! Sto solo dicendo che con James fuori gioco puoi andare avanti. Hai finito la scuola, stai per iniziare un lavoro che ti piace… Consideralo un nuovo inizio. Opinione del tutto personale, comunque.-

Serena lo guardò interdetta, non le aveva mai parlato così. Ma in fondo per lui era facile parlare, saltava da una ragazza all’altra come cambiare mutande e le sue relazioni duravano a fatica un mese. Perfino quella cosa di uscire con la Knowles, Serena lo sapeva, sarebbe sì e no durata fino alla fine dell’estate.

Lily rientrò di corsa e passò lo sguardo dall’uno all’altra: -Non vi siete uccisi?-

-No, affatto. Abbiamo avuto una conversazione civile, non credi, Fenmore?- Albus sorrise e Serena non potè fare a meno di pensare che, in tutta quella situazione, l’atteggiamento di Al era forse il migliore, così annuì.

-Bene. Ottimo. Credo che il pranzo sia finito in anticipo… Poco male, mangeremo qualcosa in spiaggia, Serena.-

-In spiaggia?-

-Certo! Roxanne mi ha appena mandato un gufo. Passerà qualche settimana al campeggio qui vicino, ci raggiunge questo pomeriggio, tra un paio d’ore.-

Serena si sentì più leggera. La grintosa cugina di Lily era una delle sue persone preferite: non si scoraggiava mai e trovava sempre il modo di tirare fuori il meglio da ogni situazione. Averla lì le avrebbe di sicuro migliorato la giornata. Per quanto potesse essere possibile.
 
§
 
-Tutto questo è incredibile! Come diavolo fa la gente a sposarsi così giovane?! Io non ne voglio sapere di anelli al dito almeno, e dico almeno, fino a trent’anni!- Roxanne agitava le braccia, sconvolta, in piedi di fronte a Lily e Serena che, sdraiate al sole, si godevano i raggi caldi. –Poi come si fa, dico io, a sposare una che conosci da nemmeno un anno? Fidati, Lils, tuo fratello si è completamente bruciato i neuroni che aveva. E sì che pensavo fosse quello sano della famglia.- Roxanne non aveva smesso un secondo di parlare da che aveva saputo la notizia del matrimonio. Aveva sgranato gli occhi color nocciola fin quasi a farseli uscire dalle orbite e aggrottato in maniera buffa le sopracciglia folte, generando un moto di risa in Serena, che la osservò da sotto in su. Spalle larghe, corporatura robusta, la figlia di Angelina e George Weasley era la copia esatta della madre, una bella carnagione olivastra e liscissimi capelli neri a contorno di un viso tondo e sul quale si trovava sempre uno sguardo fiero e combattivo. Roxanne era la loro inseparabile socia fin dal primo anno, tutte e tre finite nella turbolenta vita dei Grifondoro. Inoltre, Roxie era stata Capitano della squadra di Quidditch nei loro ultimi due anni, sbritando ordini ai compagni di squadra che la temevano e veneravano allo stesso momento.

-Beh, non dite niente?- passava lo sguardo strabuzzato dalla cugina a Serena. Era in piedi di fronte a loro, che ne stavano sdraiate su un asciugamano di tela. Vista da lontano, poteva sembrare una madre che rimbrottava le figlie.

Lily si trasse a sedere, affondando le mani nella sabbia calda. –Che vuoi che ti dica? Non è qualcosa su cui si possa discutere… James si sposa.-

Serena, dal canto suo, rimuginava sugli eventi di quella mattina, chiedendosi se non si trattasse di un qualche scherzo del destino. Eppure sentiva ancora di non aver pefettamente metabolizzato la notizia, come se da un momento all’altro qualcuno le avrebbe detto che aveva capito male, che si trattava di un crudele malinteso. Così aveva assunto un’espressione indecifrabile, sforzandosi di sembrare assolutamente naturale e tranquilla.

Roxanne si sedette di fronte a lei incrociando le gambe tornite. –Tu come l’hai presa?-

Serena scrollò le spalle, -Non lo so. Voglio dire… Forse è un bene che sia andata così…-

Le due amiche la guardarono perplesse. –Ti senti bene? Stavi per scoppiare in lacrime qualche ora fa? Avresti dovuto vedere la tua faccia…-

-Lo so, Lily… In realtà, mi ci ha fatto pensare Albus, a questa cosa. Forse così potrò finalmente smettere di pensare a lui e vivere la mia vita.- lo disse con voce malferma, nemmeno lei ci credeva davvero. Era sempre stata una persona razionale, molto più di Lily e Roxanne almeno, tuttavia quando si trattava di James era semplicemente…diverso. E dopotutto, cosa poteva fare? James aveva trovato l’anima gemella. O almeno così sembrava.

-Io penso che dovresti dirglielo lo stesso. Così svuoti la testa da questo peso e fine. – le consigliò Lily, tracciando con il dito linee circolari con le dita.

-Oh certo. “Ciao James, so che ti sposi, ma sai che sono pazza di te da anni?”. Come suona?- disse, ironica.

Lily roteò gli occhi. –Smettila col sarcasmo, non andrai da nessuna parte così.-

-Invece, per fortuna, andrò in Sicilia tra un mese, così non dovrò assistere a tutto questo…-

-Beh, significa che ho un mese di tempo per trovare il modo di chiuderti in una stanza con lui e convincerti a dirgli la verità. Magari così facendo la smetterà di insistere per averti al matrimonio.-

-E’ tutta colpa tua, se ti trovi in questa situazione, comunque.- sentenziò Roxanne, puntandole contro il dito indice. –Hai avuto mille e più occasioni per dirgli cosa provavi per lui, non l’hai mai fatto! Quindi ora non hai alcun diritto di essere avvilita.- Serena aprì la bocca per protestare, ma Roxanne la interruppe: -Anche perché…DOBBIAMO GODERCI L’ESTATE SENZA COMPITI!- urlò e saltò addosso a Serena facendole un solletico tremendo. Sapevano tutti che il solo modo per far crollare Serena era attaccarla in quel modo: non aveva mai potuto sopportare il solletico, iniziava a contorcersi in modo disarticolato, diventando tutta rossa e col respiro mozzato dalle risate. Lily, per non essere da meno, si gettò sulle altre due, rincarando la dose. Tra le risate e i tentaviti di sfuggire, Serena si sentì più leggera e ringraziò Godric per averle fatto incontrare amiche così. Il pomeriggio proseguì più disteso, tra un bagno in mare e un mezzo pisolino al sole, fino a che non giunse ora di cena.

-Davvero Rox, resta a dormire con noi! Non capisco tutta la tua voglia di stare nel campeggio in mezzo al bosco.- borbottò Lily, mentre le tre ragazze si avviavano verso casa.

-Lo spirito di avventura!- esclamò Roxanne, tutta allegra. –In mezzo alla natura, circondata dai rumori degli animali e dal profumo delle resine degli alberi… Non lo cambierei per nulla al mondo!-

Serena rise: -…ma l’invito a cena l’hai accettato subito, mh?-

-Che c’entra… Quello è per passare più tempo con voi e per salutare i miei zii.- incrociò le braccia fingendosi offesa, mentre Serena e Lily scoppiavano a ridere.

Giunsero rapidamente al vialetto di ingresso, dove Serena scorse la figura slanciata di James seduta sul portico a bere qualcosa insieme a suo fratello e subito lo stomaco le si chiuse a doppia mandata. Era quasi il tramonto e l’intera casa di marmo bianco risplendeva con riflessi rosati. Appena le scorse e vide Rox con loro,
James si alzò dal tavolo e venne loro incontro.

-Ecco la mia erede! Bentornata, Capitano!-

-James!- Roxanne abbracciò con calore il cugino. –Mi hanno detto la grande news, congratulazioni!- James, di tutta risposta, sorrise, mentre Albus si avvicinava dietro di loro.

-Cugina, è sempre un piacere rivederti.-

-Il piacere è tutto tuo.- Rox guardò Al con un’occhiata torva. I rapporti tra i due si erano guastati alla fine del loro sesto anno, quando Al, Capitano di Serpeverde e all’ultimo anno, aveva soffiato via la coppa a Grifondoro proprio nell’ultimissima partita della stagione. Roxanne non aveva mai superato l’affronto, orgogliosa com’era.

-Tutto questo rancore fa male, Roxie, ti verranno le rughe, non lo sai?- sghignazzò.

-Te le faccio vedere io, le rughe!- Lily si mise in mezzo, prima che la sua agguerrita cugina potesse avventarsi su suo fratello.

-Non osate fare rissa, vi avverto! Forza, venite a darmi una mano!-

-Con cosa? Ho già sparecchiato a pranzo, mentre voi siete fuggite… – protestò Albus, mentre Serena guardava accigliata Lily. Non l’avrebbe mica lasciata da sola con James, no?

Lily le sorrise complice e Serena dovette reprimere l’impulso di strozzarla, mentre la osservava salire i tre gradini dell’ingresso dietro a Roxanne e Albus, strascicando i bassi e borbottando, le seguiva di malavoglia.

James scosse la testa osservando il trio. –Hai davvero una pazienza incredibile per sopportarli tutti.-

Già, se solo sapesse che cosa altro doveva sopportare. –Vi siete divertite in spiaggia?-

Serena deglutì: -Oh, sì. Sì, molto. Il mare era perfetto.- “Il mare era perfetto. “Frasi banali e cretine ne abbiamo?”, pensò.

James la guardò negli occhi: -Va tutto bene, Serena? Mi sembri un po’… strana oggi.-

-Sono solo un po’ stanca..- sospirò. –Le settimane prima dei M.A.G.O. sono state davvero pesanti.-

James ridacchiò annuendo: -Già, le ricordo ancora. Adesso puoi goderti l’estate senza pensieri, però.-

Prima che Serena potesse trovare altre frasi idiote da dire, la signora Potter si materializzò all’ingresso: -Ottimo, cercavo giusto voi due!- e scese i gradini del portico
raggiungedoli.

Serena notò che aveva una lettera in mano. –Scusa, Serena, so che non avrei dovuto impicciarmi e spero che non ti arrabbierai.-

La ragazza la guardò interrogativa e passò lo sguardo su James, che sembrava altrettando confuso: -Che hai fatto, mamma?-

-Mi sono permessa di scrivere ai tuoi genitori, Serena. James ci teneva così tanto ad averti presente al matrimonio, così ho chiesto se era un problema per loro farti
restare qui. Dicono che se preferisci rimanere con noi, non faranno storie! So che non siamo esattamente una bella isola in mezzo al mediterraneo, ma… Che ne dici?!-
James posò su di lei uno sguardo splendente, come quello della madre. –Sarebbe magnifico se ci fossi anche tu, davvero.-

Non sapeva che cosa dire. Il suo cuore le diceva di fuggire in camera, agguantare i bagagli e andarsene in Italia, sperando di dimenticare quel maledetto matrimonio con qualche bel cannolo ripieno, una granita alle mandorle e magari un bell’italiano dalla carnagione scura. La sua testa, però, le diceva che così facendo avrebbe potuto offendere la signora Potter che si era tanto prodigata per averla lì. E inoltre, c’era quello sguardo da cucciolo di James, in attesa della sua risposta. Perché diavolo la tormentava? Perché la voleva lì con loro?

-Beh, allora… E sia. Resterò fino al matrimonio.-

E mentre Ginny e James la ringraziavano con entusiasmo, una voce dentro di lei le disse che si era appena firmata la sua condanna a morte.























Okay, alzi la mano chi vorrebbe strozzare Ginny! :D Scherzi a parte, la nostra povera Serena è rimasta incastrata: pare dovrà assistere alla cerimonia! Chissà se troverà il coraggio di dire a James che cosa prova davvero o se preferirà tenersi tutto dentro ;) Voi cosa le consigliereste?
Alla prossima e grazie a chi mi ha lasciato una recensione :)

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