The Guardian Angel //Zayn Malik

di zaynseyes_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piccola nota autore ***
Capitolo 2: *** •1 ***
Capitolo 3: *** •2 ***
Capitolo 4: *** •3 ***
Capitolo 5: *** •4 ***
Capitolo 6: *** •5 ***
Capitolo 7: *** •6 ***
Capitolo 8: *** •7 ***
Capitolo 9: *** •8 ***
Capitolo 10: *** •9 ***
Capitolo 11: *** •10 ***
Capitolo 12: *** •11 ***
Capitolo 13: *** •12 ***
Capitolo 14: *** •13 ***
Capitolo 15: *** •14 ***
Capitolo 16: *** •15 ***
Capitolo 17: *** •16 ***
Capitolo 18: *** •17 ***
Capitolo 19: *** •18 ***
Capitolo 20: *** •19 ***
Capitolo 21: *** •20 ***
Capitolo 22: *** •21 ***
Capitolo 23: *** •22 ***
Capitolo 24: *** •23 ***
Capitolo 25: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Piccola nota autore ***


Ciao a tutti e grazie per essere entrati a dare un'occhiata alla storia!

Prima di lasciarvi alla lettura della storia vorrei spendere quattro paroline per dirvi una cosa.

Questa storia l'ho scritta molto tempo fa e ovviamente conterrà degli errori di battitura. Per fare sì che la lettura sia il più piacevole possibile vi consiglierei di leggere i capitoli in fase di correzione su Wattpad! Purtroppo qui su efp mi viene piuttosto difficile pubblicare i capitoli revisionati per via di impegni che mi tengono lontano dal computer :c

A chiunque interessasse comunque io sono @larryshugs_ e se volete seguirmi o contattarmi in privato non esitate a farlo, sono sempre disponibile con tutti :)

Adesso evaporo, adieu

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Capitolo 2
*** •1 ***


Solita giornata di scuola, solita mensa, solito cibo non commestibile, solito tavolo, solita merda.

Mi guardai intorno, osservando i vari studenti che ridevano e scherzavano ai propri tavoli con i rispettivi amici, non preoccupandosi di fare meno rumore o sembrare meno felici.

Roteai gli occhi, infastidita da tutto quel casino. Cercai di concentrarmi sul mio patto di carne proveniente dalla scadente mensa della scuola. Arricciai il naso, sapendo che dovevo mangiarla se non volevo morire di fame.

Sospirai e tagliai un pezzo di carne, portandolo alla bocca e inghiottendolo velocemente. Volevo solo finire di mangiare e andarmene in cortile a fumare una sigaretta.

Non potendo aspettare oltre, seguì l'istinto e mi diressi fuori dalla mensa, lasciando il vassoio pieno di cibo sul tavolo.

Uscì fuori dall'edificio scolastico, respirando appieno l'aria pungente, tipica invernale. Mi diressi al mio solito posto, quello più silenzioso e lontano da occhi indiscreti.

Cercai il pacco di sigarette dentro la tasca e ne accesi una, non curandomi di guardarmi intorno per vedere se ci fossero professori nelle vicinanze: scommettevo che questi fossero da qualche parte a mangiare il loro pranzo o a scoparsi qualche altro professore.

Espirai, facendo uscire dalla bocca una nuvoletta di fumo. Oggi era la tipica giornata noiosa in cui mi sentivo più sola del solito. Cercai però di non pensarci più di tanto e, dopo aver finito di fumare velocemente la sigaretta, rientrai a scuola.

Presi un profondo respiro. Fra poco sarei ritornata a casa, era solo questione di tempo. E di pazienza.

¤¤¤¤¤

"Emily, sono a casa!" gridai non appena entrata in casa.

Mi accolse un silenzio quasi inquietante e capì che non c'era nessuno ad aspettarmi.

Alzai gli occhi al cielo. Adesso mi sento decisamente meno solapensai ironica.

Attraversai il salotto e salì le scale, diretta verso la mia camera, lanciandomi poi letteralmente sul letto. Se mi avesse visto Emily mi avrebbe sgridato per circa un quarto d'ora, ma...beh, lei non c'era.

Chiusi gli occhi per un'istante, mettendomi un braccio sul viso, immaginando come fosse avere una vita con attorno un sacco di persone che ti facevano sentire sempre amata e al sicuro.

Sospirai un'ultima volta e abbassai il braccio, poggiandolo sul materasso e aprendo gli occhi. Osservai il soffitto per quello che mi sembrò un'eternità, completamente immersa nei miei pensieri, fino a quando sentì un rumore provenire dalla camera da letto dei miei genitori. Mi sedetti di scatto, spalancando gli occhi. Cosa cazzo sta succedendo?

Alzandomi velocemente dal letto, mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa con cui colpire il malintenzionato, ladro o killer. La scelta era tra una sedia, una scarpa e un libro. Scelsi ovviamente quest'ultimo, incamminandomi verso la stanza da cui proveniva il rumore udito pochi minuti prima.

Vidi una figura indistinta vicino la finestra, quasi un'ombra. Maledì Emily per aver deciso di non aprire la finestra e far restare al buio la stanza.

"Chi-- chi sei?" la mia voce tremava di paura.

Una risata echeggiò in tutta la stanza, leggera ma decisa. Un brivido mi percorse la schiena e le mani presero a tremare.

"Chi diavolo sei?" ripetei, indietreggiando sempre di più dalla figura che mi si avvicinava.

Adesso potevo vedere un pò meglio chi avevo davanti. Era un ragazzo alto, moro, con la pelle mulatta e un'irritante e pauroso ghigno stampato in viso.

Questo presunto killer-- glielo si leggeva in viso-- mi si avvicinò un'ultima volta, squadrandomi dalla testa ai piedi.

"Finalmente ti posso conoscere. Di persona, intendo" sorrise lui, ghignando.

Spalancai gli occhi terrorizzata. Adesso oltre killer era pure uno stalker. Rapidamente mi voltai e corsi giù per le scale, dirigendomi verso la porta di casa per poter uscire e scappare via. Chi diavolo era quello lì?

Scesi le scale e individuai la porta, sospirando di sollievo. Mi voltai, guardandomi indietro per vedere se mi stesse seguendo o peggio, se mi stesse puntando contro una pistola. Ad un certo punto della mia corsa, sbattei contro qualcosa di solido e per l'impatto quasi caddi per terra.

Mi voltai sconvolta e vidi il ragazzo-killer davanti a me. La bocca mi si spalancò di incredulità e le gambe cominciarono a tremare.

"Come hai...io ero--tu non..." balbettai, cercando di formulare una frase di senso compiuto.

Lui scosse la testa e abbassò leggermente il capo "Sempre la solita storia. Forse dovrei smetterla di apparire così dal nulla" borbottò fra sé, con un piccolo sorriso sulle labbra.

Quando alzò lo sguardo, notai solo adesso quanto fossero luminosi e profondi i suoi occhi. Una luminosità quasi irreale. Corsi in cucina, cercando un qualcosa per difendermi. Impugnai perciò un coltello e con piccoli e silenziosi passi ritornai in salotto.

"Almeno sei stata più sveglia degli altri. Prima cosa da fare quando si vede un estraneo in casa è cercare di difendersi, non urlare all'impazzata e svenire lungo il corridoio" qualcuno disse alle mie spalle. Sobbalzai e mi girai con il coltello ben in vista.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, per niente impaurito dell'arma che la ragazza aveva in mano.

"Tu--quindi hai già ucciso altre persone?" dissi con gli occhi spalancati. La mia mano tremava leggermente, facendo tremare di conseguenza anche il coltello.

Il ragazzo rise leggermente e le si avvicinò "Io non uccido le persone." si guardò poi intorno, come se quella frase l'avesse detta un milione di volte. Poi fece ritornare lo sguardo su di lei, l'ombra di un sorriso ad increspargli le labbra "Io le salvo"

Aggrottai le sopracciglia confusa, alzando il coltello più vicino al suo viso "Dimmi chi sei o giuro che ti conficco questo in gola" affermai, cercando di assumere un tono da dura.

Questa volta il moro inarcò un sopracciglio "Ma se non faresti male neanche ad una mosca, Charlotte"

"Come sai il mio nome? Oh mio dio, da quanto mi pedini?" dissi, non nascondendo la paura nella voce.

"Da-- uhm, fammi pensare..." si mise una mano sul mento con fare pensieroso "sì, diciassette anni e tre mesi, per l'esattezza" esclamò poi, leggermente divertito.

Spalancai gli occhi "Cosa?" esclamai completamente fuori di me "Cosa--cosa vuoi da me?"

"Non è abbastanza chiaro?" chiese, guardandomi dalla testa ai piedi ed esibendo poi un sorriso malizioso.

Non sapevo cosa mi facesse più paura: il fatto che volesse stuprarmi o il fatto che potesse essere l'uomo più ricercato dell'Inghilterra che aveva deciso di entrare in una casa qualsiasi e uccidere tutte le persone che vivevano all'interno.

"Okay, basta con questa messa in scena." affermò di punto in bianco, notando probabilmente il mio sguardo completamente terrorizzato e le lacrime che mi premevano agli angoli degli occhi. Scosse la testa "Dio, a volte odio questo lavoro"

"Lavoro, ma cosa-- di che diavolo stai parlando? Ti sei drogato per caso, oh cazzo, tutti a me capitano" esclamai, indietreggiando.

Lui sospirò "Non sono drogato. Probabilmente dopo quello che ti dirò potresti pensarlo ma...no, non lo sono. Questa è la parte che più odio." borbottò l'ultima frase, passandosi una mano tra i capelli "Ecco, è un pò difficile da credere ma uhm, sono il tuo Angelo Custode"

Lo guardai. Mi scappò una risata, che non mi preoccupai di trattenere. Risi quasi fino le lacrime per poi esclamare un "Mi prendi in giro? Non sono mica una bambina di cinque anni a cui puoi rifilare queste cazzate. Adesso esci da casa mia o chiamo la polizia" conclusi seria.

Lui roteò gli occhi e allargò le braccia "Ma perché non ci crede mai nessuno?"

Inarcai un sopracciglio e cercai di avvicinarmi il più possibile al telefono di casa, a pochi passi da me. Con uno scatto, degno da medaglia olimpica, mi girai verso il cellulare e composi il numero della polizia.

"Oh, sì, chiama la polizia. Digli che hai un Angelo in casa" ghignò lui.

"No. Dirò che c'è un maniaco, killer che mi vuole uccid-" mi interruppi quando, dopo essermi girata verso la figura del moro, questo era scomparso dal nulla.

Spalancai gli occhi e sbattei le palpebre un paio di volte. Che mi fossi sognata tutto? Magari mi ero solo addormentata sul letto e tutto questo era stato solo frutto della mia immaginazione. Sicuramente.

"Cos'altro devo fare per convincerti?" qualcuno mi sussurrò all'orecchio.

Sobbalzai e mi allontanai di scatto, facendo cadere per terra il telefono che avevo ancora in mano.

"Non-- gli angeli non esistono" scossi la testa con veemenza e chiusi gli occhi. Mi massaggiai le tempie e feci dei profondi respiri. Adesso sono pure pazza. La solitudine, a quanto pare, non mi fa affatto bene.

"Ti vedo abbastanza sconvolta, o mi sbaglio" disse lui con un sorrisetto impertinente.

Aprì un occhio e gli lanciai un'occhiataccia. Poco dopo lo richiusi e incomincia a ripetere una serie di "non esiste, lui non esiste, questa è solo la tua immaginazione, lui non esiste" come a scacciare da casa quel ragazzo che si fingeva un Angelo. Il suo Angelo Custode.

"Per dimostrarti che sono davvero un Angelo, guarda qui" disse lui.

Sentì intorno a me uno spostamento d'aria e riluttante, aprì un occhio. Vidi delle enormi ali occupare quasi tutto il salotto. Era bellissime, grigie e con qualche sfumatura di azzurro e oro sulle punte. Erano particolari e non si addicevano affatto alle tipiche ali che qualcuno si spetterebbero di vedere.

Restai a bocca aperta, un pò perché ero senza parole, alla ricerca di una spiegazione logica, e un pò perché non capitava tutti i giorni di vedere delle ali, delle ali vere.

"Tu--tu non assomigli ad un angelo" esclamai stupidamente. Il ragazzo aveva tatuaggi lungo le braccia e un abbigliamento poco consono all'aspetto di un angelo. Che poi, come diavolo si vestiva un angelo?

Lui fece spallucce "Che ti aspettavi? Non tutti gli Angeli sono uguali"

"E a me doveva capitare quello che assomiglia al tatuatore in fondo alla strada?" inarcai un sopracciglio. Stavo dialogando con un ragazzo che aveva delle enormi ali conficcate sulla schiena e che assomigliava più ad un rapinatore di banche che ad un Angelo. Domani andrò da uno psicologo. Uno molto bravo.

Lui alzò gli occhi al cielo e sorrise "Ti prenderebbe per pazza e ti rinchiuderebbe in una clinica psichiatrica"

"Come scusa?" chiesi confusa.

"Hai pensato di voler andare da uno psicologo, no? Beh, ti ho dato la mia opinione" fece spallucce.

"Tu leggi nella men-- okay, questo è ovviamente frutto della mia fervida immaginazione. Tu non esisti. Tu non puoi esistere." feci una risata isterica "Adesso mi volterò e quando mi girerò tu sarai scomparso"

Mi voltai, contai fino a tre e poi mi girai nuovamente. Il ragazzo era ancora lì, questa volta con le braccia incrociate al petto e un sorriso divertito sulle labbra.

"Sicuramente sei più divertente dei ragazzi precedenti. Ce la spasseremo insieme, ne sono sicuro" disse, facendomi l'occhiolino.

"Cosa significa? Che cosa ci fai qui? Cosa vuoi da me?" chiesi a raffica, non curandomi del gesto malizioso che mi aveva appena fatto.

Lui chiuse lentamente le ali e mi si avvicinò. Io indietreggiai, non riuscendo ancora a capire cosa fosse quell'essere. Gli angeli non esistono, Charlotte.

Lui sospirò "Starò con te per un pò di tempo, fino a quando avrai bisogno di me. E poi scomparirò e non dovrai più preoccuparti della mia presenza"

"Io non ho bisogno di te" esclamai sicura.

"Questo è quello che dici tu." rispose, scuotendo la testa "Ogni Angelo si ritrova sempre accanto all'uomo e quando quest'ultimo è in difficoltà, lui gli si presenta e lo aiuta. Ovviamente solo in casi eccezionali o estremamente particolari. Ogni Angelo Custode conosce bene il proprio protetto (?) e sa se è il caso di agire o rimanere in disparte. Purtroppo però, questi protetti a volte si rivelano più deboli di quanto immaginassimo e non riescono ad accettare la nostra presenza qui nel mondo, proprio per questo si uccidono, o finiscono in cliniche psichiatriche. Cosa abbastanza triste per noi Angeli, purtroppo" concluse, sospirando e abbassando brevemente la testa.

Esitai un paio di secondi "Di cosa avrei bisogno, esattamente?" chiesi, ignorando la spiegazioni del ragazzo e cercando di imitare un tono da ragazza sicura di sé.

Lui mi guardò ed io arrossì sotto il suo sguardo intenso e profondo, quasi volesse scavare fin dentro l'anima "Questo non posso dirtelo. Ogni umano deve saper quale siano le proprie difficoltà e affrontarle come meglio crede. Noi possiamo solo consigliarlo e cercare di non portarlo sulla strada sbagliata"

"E che succede se non accettano i vostri consigli?" chiesi, ancora un pò scettica.

Lui fece spallucce "L'uomo è artefice del proprio destino. Nella strada che ha scelto di percorrere può incontrare più pericoli, a volte può perdersi lungo il percorso e spesso accade che non ritrovi più se stesso. Noi cerchiamo di evitare questo, ma non sempre è possibile" rispose lui, arricciando il naso, infastidito dal non poter risolvere sempre qualsiasi situazione nei migliori dei modi.

Guardai un punto fisso oltre le sue spalle "Quindi sei qui perché ho un problema, che non so nemmeno quale sia, e tu mi aiuterai a capirlo ed aiutarmi ad affrontarlo?" chiesi stupita. Non credevo di avere un problema così grave da avere addirittura il privilegio di vedere un Angelo Custode, che aveva il compito di aiutarmi a superarlo.

"Sì, esattamente." rispose, annuendo felice "Vedo che incominci a capire"

Lo guardai brevemente. Avevo così tante domande che mi ronzavano in testa da non sapere neanche quale porgergli per prima "Deduco che tu sappia tutto di me" affermai.

Lui sorrise "Ti ho vista nascere e compiere da sola i tuoi primi passi, ti ho sentito pronunciare la tua prima parola, ti ho vista al tuo primo giorno di scuola, con il tuo primo fidanzato e so anche che taglia di reggiseno porti"

Spalancai gli occhi "Ma tu sei un Angelo! Non possono esistere degli Angeli maniaci!" esclamai, furiosa che mi fosse capitato un essere del genere da sopportare.

Lui alzò le mani arrendevole "Okay, l'ultima me la sono inventata" rise sommessamente.

Restai incantata per qualche secondo dalla sua risata cristallina e spontanea. Scossi poi la testa, togliendomi di testa quei pensieri. Chiusi gli occhi e mi massaggiai le palpebre.

"Quindi, uhm, come funziona questa cosa? Mi seguirai ovunque o comparirai all'improvviso, facendomi venire ogni volta un infar- ehi!"

Dopo aver riaperto gli occhi, notai che il ragazzo era scomparso dal nulla. Mi guardai intorno per esserne sicura, ma ancora una volta non vidi nessuno. Nessuna traccia di lui.

Sbuffai infastidita "Almeno dimmi come ti chiami!" urlai nel bel mezzo del salotto. Se qualcuno fosse entrato in quel momento, mi avrebbe preso sicuramente per pazza.

Sentì un leggerissimo, quasi impercettibile, vento gelido alle mie spalle e un brivido mi attraversò la schiena. Subito dopo sentì un "Zayn" sussurrato all'orecchio e sobbalzai spaventata. Una risata riecheggiò nella stanza ed io misi il broncio, incrociando le braccia al petto.

"Stronzo" borbottai, stizzita.

Dannato Angelo delle mie scatole.

 

 

_________________

Non ho idea se questa storia effettivamente possa piacere a qualcuno, ma spero di si. Questa era solo un'introduzione, ho già pronto il prossimo capitolo e posso solamente dirvi che sarà più lungo rispetto a questo, lol

Ho delle idee abbastanza chiare su questa storia e spero che possa esprimerle chiaramente e che non la rendi noiosa o scontata.

Aspetto dei vostri commenti per sapere se vi piace o se magari vi ha incuriosito un pò! :)

Big love e alla prossima <3

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Capitolo 3
*** •2 ***


Sentì una mano toccarmi e accarezzarmi delicatamente le tempie, il collo per poi ritornare poi sulla guancia.

Mugolai contenta e mi spostai leggermente per facilitare i movimenti ad Emily che mi stava svegliando per andare a scuola.

"Ancora un paio di minuti, mamma" bofonchiai con gli occhi chiusi e la voce impastata di sonno.

Sentì una risata soffocata ed immediatamente aggrottai le sopracciglia, con ancora gli occhi serrati.

"Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma non sono tua madre" ridacchiò qualcuno. Non riuscì a distinguere la voce. Non  apparteneva a qualcuno della mia famiglia, ma mi sembrava lo stesso così familiare.

Subito individuai a chi apparteneva quella voce e spalancai gli occhi, allontanandomi poi come scottata dal suo tocco, quasi cadendo dal letto "Che ci fai qui?"

"Io sono sempre qui. E per 'qui' intendo accanto te" sorrise lui, sistemandosi meglio sul letto.

Roteai gli occhi "Perché diavolo mi hai svegliato, sono--" lanciai un'occhiata all'orologio sul comodino "le cinque del mattino, dannazione!"

"Oh, davvero?" chiese fintamente stupito lui "Mi dispiace, non pensavo fosse così presto" disse lui ghignando.

Lo guardai stranita "Ma che razza di Angelo Custode sei? Dio, dovresti essere licenziato" gli dissi, alzandomi dal letto e guardandolo in modo truce.

"Anche se ti sembrerà strano, faccio molto bene il mio lavoro" fece schioccare la lingua sul palato.

"Si, immagino." brontolai, girandomi per andare in bagno "Se provi a svegliarmi un'altra volta così presto-- anzi no, se provi solo a svegliarmi di nuovo, giuro che ti strappo le ali, piuma per piuma, per poi fartele mangiare a colazione. Hai capito?" mi voltai e non c'era nessuno. Feci un piccolo urlo frustrato e mi passai una mano tra i capelli.

"Piuttosto aggressiva la mattina. Dovevo aspettarmelo in fondo" disse lui, comparendo sull'uscio della porta, con un sguardo pensieroso.

Sobbalzai spaventata e mi portai una mano nel cuore "Si, ho capito, sai scomparire e ricomparire dal nulla. Adesso potresti smetterla e magari ascoltare quello che ti dico?" chiesi con un sorriso tirato e con finto tono di voce gentile.

Lui fece un sorriso sghembo "Mi piace di più vederti isterica." ridacchiò "Però in fondo sono un Angelo, ed essendo tale conservo un pò di bontà nel cuore, quindi giuro che non ti farò prendere più nessun infarto. E che ti ascolterò. Anche se su quest'ultima non ci giurerei" borbottò alla fine.

Presi un profondo respiro. Cosa ne ho fatto della mia vita? Mi sono ridotta a parlare con un Angelo, davvero Charlotte?

"Adesso entrerò in bagno e tu puoi benissimo ritornare da dove sei venuto." E magari non tornare mai più qui, pensai "O perlomeno, non mi seguire fino a lì dentro" gli lanciai un'occhiataccia.

"Sfortunatamente per te, ritornerò." ghignò lui "E tranquilla, la tua privacy è al sicuro"

Mi voltai diretta verso il bagno e mormorai sprezzante un "Con te tra i piedi non può esistere il termine privacy "

Sentì una risata alle mie spalle ed io cercai di non voltarmi, chiudendo rumorosamente la porta del bagno per mostrare il mio di disappunto.

Mi poggiai contro la porta e sospirai. Stupido Angelo del cazzo.

◇◇◇◇◇

Arrivai davanti la scuola in leggero anticipo e decisi di fumarmi una sigaretta nel mio solito posto.

Ali candide non aveva fatto più nessun'altra apparizione per tutta la mattinata e ne ero piuttosto felice. Forse era stato davvero tutto un sogno.

Mi sedetti su un gradino e abbassai lo sguardo sulle mie scarpe da ginnastica. Adoravo quel posto, era così piacevole stare lì a pensare o semplicemente per ricercare un pò di pace tra la massa di studenti che non facevano altro che fare rumore. Guardai il cortile vuoto, chiedendomi perché tutti preferivano il casino più totale al silenzio. Forse ero io quella strana.

"A che pensi?" sobbalzai e balzai in piedi, allontanandomi di qualche passo dalla quella voce.

"Avevi detto che non mi avresti più fatto prendere colpi!" esclamai arrabbiata.

"Scusa," rise leggermente "non volevo spaventarti"

Incrociai le braccia al petto "Non è normale che appaiono persone dal nulla, Zayn, quindi mettiti nei miei panni e cerca di essere più normale " dissi stizzita.

Lui semplicemente annuì, ridacchiando "Allora, cosa c'è che non va?"

Sbuffai e tornai a sedermi sul gradino "Sbaglio o eri quello che leggeva nella mente?"

Lui prese ad osservare il cortile davanti a sé "In teoria no. Riesco a sentire solo quello che tu mi vuoi far sentire. Io e te siamo legati da un filo sottile, possiamo comunicare senza il bisogno di parole, solo se tu mi permetti di sentire i tuoi pensieri ovviamente. Possiamo comunicare infatti semplicemente con gli sguardi perché noi ci capiamo al volo. Posso anche sentire le emozioni che provi tu, in qualsiasi momento. In pratica è come se io e te fossimo una sola persona." si girò e prese ad osservarmi "Io so tutto di te, Charlotte. E anche se non vuoi ammetterlo, so quando c'è qualcosa che non va. E questo è uno di quei momenti"

Lanciai una breve occhiata ai suoi occhi color nocciola e presi ad osservare davanti a me, riprendendo a fumare la sigaretta.

Espirai ed osservai come il fumo si disperdeva nell'aria e scompariva nel giro di qualche secondo "Non-- non lo so"

Zayn mi si fece più vicino "So che tutto questo è difficile da credere e probabilmente non pensi neanche che io sia reale ma-- è così." fece spallucce "Neanche per me è facile, sai. Cerco solo di rendere tutto più sopportabile"

"Perché non mi racconti un pò di te. Insomma, come-- come sei diventato un Angelo?" chiesi. Ero un pò sbalordita che Zayn sapesse fare dei discorsi così seri e quindi approfittai della situazione per saperne di più su di lui, magari evitando il discorso come-sta-Charlotte.

Lui mi guardò intensamente. I suoi occhi erano più luminosi di qualsiasi altro essere umano, quasi come se emanassero una luce propria. Distolsi lo sguardo, un pò a disagio.

"Non ne ho idea, sinceramente. Sono morto a diciannove anni, per overdose. Non ricordo molto. So solo che mi sono svegliato in un posto buio, al freddo e una voce che mi sussurrava che avevo bisogno di vincere una sfida con me stesso, a causa del mio pessimo comportamento, e se ci sarei riuscito avrei ricevuto in cambio un premio. Una seconda possibilità, in pratica" spiegò. Chissà quante volte aveva raccontato quella storia. La sua storia.

"Non eri proprio uno stinco di santo, a quanto pare" ridacchiai.

"No, affatto" si passò una mano tra i capelli "Ero il tipico cattivo ragazzo" scosse la testa.

"Da quanto tempo sei un Angelo?" chiesi curiosa.

"Da circa 54 anni." fece un sospiro stanco "Non sono poi così tanti. È come se fossi ancora un novellino" affermò con un sorriso divertito, notando la mia espressione sbalordita.

"Per quanto ancora dovrai farlo?"

"Non lo so," mi guardò brevemente "non so di cosa tratta esattamente questa sfida con me stesso, ma ormai ci ho perso le speranze da un bel pò" concluse, sospirando sconfitto.

Mi accigliai "Non dovresti abbatterti così. Come hai detto tu, sei ancora un novellino. Penso che devi dimostrare che sai prenderti cura, non solo di te stesso, ma anche di altre persone. Questa è la tua sfida: fare quello che non hai fatto nella tua vita precedente e amare te e il prossimo" conclusi, sicura delle mie parole.

Lui semplicemente restò ad osservarmi "Forse hai ragione." concluse poi "Adesso è il tuo turno a rispondermi, cosa c'è che non va?"

La campanella suonò, annunciando l'inizio della giornata scolastica.

"Mi sa che devo andare, mi dispiace così tanto non poterti rispondere" sorrisi vittoriosa, alzandomi in piedi.

Lui fece un sorriso sghembo "Per questa volta me l'hai fatta, ma ricorda che io sono sempre con te, ovunque tu vada. Non mi scappi, Charlotte" mi fece l'occhiolino e poi scomparì.

Scossi la testa divertita. Fottiti Zayncerta che il ragazzo mi avrebbe sentito.

◇◇◇◇◇ 

Entrai in casa, più stanca di quanto pensassi, gettando lo zaino sul pavimento e sospirando stanca. Volevo solo sdraiarmi sul letto e rilassarmi in assoluta tranquillità, dimenticandomi delle occhiate di disprezzo di alcune mie compagne di classe-- che non avevo idea del perchè mi odiavano-- e le voci irritanti dei professori.

"Charlotte, vieni un attimo qui!" urlò Emily dalla cucina.

Come non detto.

"Dimmi" le risposi, entrando in cucina e lanciandole un'occhiata confusa e allo stesso tempo curiosa.

"C'è qualcosa che devi dirmi?" mi disse lei, aggrottando le sopracciglia e mettendosi le mani sui fianchi.

"Uhm, no?" affermai, non molto sicura della risposta. Non le nascondevo chissà quali segreti, però ero comunque preoccupata. Quando una madre-- che fosse acquisita o meno-- ti chiamava e assumeva quell'espressione, non potevi non preoccuparti.

"Oggi mi ha chiamato il preside" annunciò, sbattendo il piede sul pavimento.

Aggrottai le sopracciglia "Che è successo?"

Lei spalancò gli occhi "Non fare la finta ingenua con me, ragazzina. So quello che fai durante la ricreazione, e non è certamente un qualcosa di cui vado fiera"

Capì al volo cosa intendesse: il fumo. Chi diamine aveva detto al preside che fumavo nel cortile, e soprattutto: perchè cazzo gli interessava così tanto di quello che facevo o non facevo nella ricreazione. Sospirai "Senti Emily, mi dispiace, ma alla fine non è poi così grave" cercai di farla ragionare.

Lei parve come punta sul vivo "Non è poi così grave? Salti la ricreazione per andare in cortile a fumarti dio sa solo cosa, e tu mi dici che non è così grave?" disse con tono duro, incrociando le braccia al petto.

"Se proprio ti interessa saperlo, fumo solo delle semplici sigarette." affermai, roteando gli occhi "Non capisco qual'è il problema: il fatto che non mangio il cibo di quella mensa da quattro soldi, che potrebbe benissimo mandarmi all'ospedale per la carne andata a me, o per il fatto che la tua presunta figlia, la ragazza perfetta in tutto con i massimi voti a scuola, stia trasgredendo le regole." risposi con una risata incredula "Ti sei mai chiesta perchè diavolo faccio quello che faccio? Sei mai andata oltre tutta l'apparenza? Ti sei mai chiesta come stavo? No, neanche una fottuta volta. Smettila di farmi questi discorsi, come se ti importasse qualcosa, tu non sei mia madre. E se mi voglio fumare una dannata sigaretta nel cortile della scuola, non sono di certo affari tuoi. Non sei tu a dirmi quello che devo o non devo fare, non più" sputai furiosa.

Non ero solita dire parolacce, specialmente alla donna che per me era quella che più si avvicinava alla figura di una madre, ma odiavo che cercasse sempre di entrare nella mia vita e controllarla a suo piacimento, rendendomi la ragazza perfetta che non ero mai stata e mai sarò. Fumare era stata la prima cosa che mi aveva fatto uscire dal mondo 'perfetto' che lei aveva costruito intorno a me, l'unica cosa che mi faceva sentire libera dalle stupide e rigide regole che gli altri avevano fissato per me. Era una mia piccola vittoria, che una come Emily non avrebbe mai capito.

"Mi hai deluso, Charlotte. Non pensavo potessi essere così insensibile nei miei confronti e per di più anche così maleducata" disse sprezzante, guardandomi e scuotendo la testa.

"Non capirai mai niente di me" risposi con una risata triste.

La guardai un'ultima volta per poi correre in camera mia e chiudere la porta a chiave. Mi presi la testa tra le mani, facendo un piccolo urlo dettato dalla rabbia.

Sentì qualcuno mettermi una mano sulla spalla. Sobbalzai, per l'ennesima volta, togliendomi le mani dal viso e guardando Zayn. Lui si limitò a spingermi tra le sue braccia ed abbracciarmi. Sapeva quello che stavo provando. Lo aveva detto lui, in fondo: eravamo legati da un sottile filo e quello che provavo io, automaticamente provava lui. Era strana, tutta quella situazione. Mi sentivo un pò a disagio a dire la verità perchè non gli potevo nascondere nulla o perlomeno non potevo mentirgli così facilmente.

"Ehi, shhh, calmati" mi disse rassicurante Zayn. Non mi ero nemmeno accorta di essere scoppiata in un pianto silenzioso.

Non volendo fare la figura della ragazzina debole, mi staccai bruscamente dal suo abbraccio e mi asciugai rapidamente le lacrime che erano scivolate lungo la guancia.

Eravamo caduti in un silenzio imbarazzante e nessuno osava parlare. Era piuttosto inutile in fondo: lui sapeva quello che stavo provando e il perchè stessi piangendo.

Distolsi lo sguardo dal suo e presi dalla tasca dei jeans il pacchetto di sigarette.

Lo aprì e ne accesi una, aprendo la finestra e sedendomi sul davanzale, in modo che il fumo uscisse fuori e non restasse dentro la camera. Zayn mi seguì silenziosamente, lanciandomi ogni tanto uno sguardo di sfuggita.

"Sai che lei l'ha detto solo per il tuo bene" ruppe il silenzio lui, osservando fuori dalla finestra.

Scossi la testa divertita "Sai anche tu che non è questo il motivo per cui l'ha detto, Zayn" affermai, fissando il suo profilo.

Lui si girò e prese ad osservarmi "Per quanto tu non lo voglia ammetterlo, tua madre ti vuole bene e ci tiene a te"

"Lei non è mia madre" dissi stizzita, riprendendo ad osservare la città di fronte a me, grigia e triste per l'imminente temporale, e aspirando un lungo tiro dalla sigaretta.

Lui sospirò "Questo però non significa che non può esserlo. Charlotte. Si è presa cura di te per quasi nove anni, non è una cosa da poco. Non tutti si sarebbero presi una responsibilità del genere. Non è facile crescere una figlia, e forse neanche lei ha idea di come si fa, ma almeno ci sta provando. Vuole solo che tu diventi una donna con la testa sulle spalle, responsabile e umile. Si sta solo assicurando che tu non prenda delle cattive strade"

Fumai nervosamente la sigaretta, rimuginando su quello che aveva appena detto Zayn. Emily non era mia madre, era vero. Ma come aveva detto lui non era da tutti prendersi la responsabilità di crescere una figlia da sola.

Mia madre era morta di parto e mio padre, non volendo crescere una bambina che somigliasse così tanto a sua moglie, mi lasciò nelle mani di una sua cara amica, che avrebbe fatto di tutto per lui. Probabilmente era innamorata di mio padre, ma non potevo dirlo con certezza. Questo però non significava che doveva trasformarmi nello stereotipo di ragazza perfetta, senza curarsi di quello che pensavo o dicevo. Non ero un animale domestico da accudire e tenere a bada, ero un essere umano con dei sentimenti e dei pensieri, e se lei avesse continuato così non avevo idea di come avrei potuto reagire.

"Ascolta," riprese Zayn con un tono di voce morbido e gentile "so a quello che stai pensando. Ma mettiti nei suoi panni: cosa faresti tu, con una figlia-- che non è nemmeno tua-- da crescere, accudire ed educare nei migliori dei modi? Sai anche tu che Emily non ha mai avuto un bambino, quindi tu sei stata e sei ancora la sua prima esperienza in questo campo. Probabilmente ha esagerato, sì hai ragione, ma non le dò tutti i torti." Zayn parlò lentamente, cercando di guardarmi negli occhi, ma io puntualmente evitato il contatto visivo "E poi non fa bene fumare. E te lo dice uno che non si limitava soltanto al tabacco" ridacchiò.

Mi sfuggì una piccola risata che subito ricacciai indietro. Mi asciugai l'ultima lacrima solitaria lungo la guancia e lo guardai "Se pensi che dovrei scusarmi con lei, ti sbagli di grosso. Almeno non adesso. Penso ancora quello che le ho detto e non mi rimangerò nulla. Non credere che il tuo discorso strappa lacrime abbia avuto qualche effetto su di me" gli sorrisi divertita, ancora con gli occhi lucidi.

Lui si limitò a fare spallucce "Ti conosco troppo bene, Charlotte, e so che in fondo le vuoi bene. E poi i miei discorsi strappa lacrime fanno sempre commuovere, come osi dire il contrario?" esclamò lui, fintamente stupito, mettendosi una mano sul cuore.

Lo spinsi giocosamente, con un sorriso timido a fare la comparsa sul mio viso "Sei uno stupido. Come diavolo sei potuto diventare un Angelo, non riesco ancora a spiegarmelo" scossi la testa divertita, gettando la sigaretta dal balcone.

Lui ci pensò un attimo prima di affermare "Forse perchè davo dei buoni consigli alle persone, quando ne avevano di bisogno. Questo però prima che diventassi un drogato. Ero un bravo ragazzo, prima di tutto quel casino" ridacchiò lui, con un velo di tristezza a coprirgli il viso.

"Perchè hai incominciato a fare uso di droghe? Insomma, cosa ti ha spinto a farlo?" chiesi curiosa. Non riuscivo a capire perchè una persona ricorreva all'uso di quelle sostanze quando poteva semplicemente ubriacarsi e dimenticare per un giorno il casino che si aveva in testa. Una sbronza era sicuramente migliore della dipendenza dalle droghe. Perchè farsi così male, in ogni caso?

Zayn mi guardò brevemente per poi spostare il suo sguardo verso il cielo plumbeo e carico di pioggia "I miei genitori volevano che sposassi una ragazza del mio Paese. Come avrai notato non sono Inglese, ed ero rimasto molto fedele alla mia religione. Mi rifiutavo sempre di mettere su famiglia con quella ragazza perchè ero già innamorato di un'altra, ma i miei non capivano. Allora io scappavo di nascosto e andavo dai miei amici a divertirmi e fregarmene di quello che i miei volevano impormi. Quando tornavo a casa vedevo sempre dei lividi sul viso e sul corpo di mia madre, ma lei mi dava sempre delle risposte vaghe e poco credibili. Ed io stupidamente le credevo." scosse la testa, come a ripensare a quanto fosse stato stupido, e abbassò lo sguardo sul davanzale della finestra "Poi un giorno vidi mio padre farle del male e dirle che era colpa sua se non volevo sposarmi o non volevo restare fedele alla mia religione. Diceva che era colpa sua per avermi cresciuto così male, senza valori e senza amore verso di loro, che era solo una puttana e che il giorno in cui l'aveva messa incinta era stato uno dei suoi più grandi errori. Io mi gelai sul posto. Non-- non volevo credere a nessuna delle sue parole e--" prese un profondo respiro "Non sapevo cosa fare. I sensi di colpa erano troppo grandi e così...non so bene quello che mi vorticava in testa, volevo solo dimenticare tutto. Allora sono andato nel locale più vicino e mi sono ubriacato e poi, non so bene come, mi sono ritrovato a ballare per strada con a seguito alcuni miei amici di sbronza. Fortunatamente un mio amico mi ha trovato e mi ha riportato a casa. Da quei giorni in poi ho continuato ad ubriacarmi più spesso e sono entrato nel giro della droga. Un giorno in particolare, prima di uscire di casa, ho detto a mio padre quanto facesse schifo e quanto poco si meritasse l'amore mio e di mia madre e poi me ne andai. Quel giorno però mi andò veramente male. Non so bene cosa successe, ma mi ritrovai per terra privo di sensi. Forse mi avevano messo della roba pesante nel mio drink senza che me ne accorgessi. E quando mi sono svegliato mi sono ritrovato in quella stanza buia e fredda, e adesso eccomi qua" concluse con un sospiro, passandosi una mano tra i capelli.

Restai a bocca aperta. Non credevo che Zayn avesse avuto un passato così turbolento e difficile. Però avevo ancora un dubbio in testa, dopo tutto quel discorso "Quindi, tu-- tu non-- ti hanno ucciso" non sapevo formulare una frase di senso compiuto, non dopo tutte quelle informazioni che avevo acquisito.

Lui ritornò a guardarmi, con la mascella serrata e i lineamenti del viso contratti dal dolore "Io non volevo morire, volevo solo dimenticare tutto ma non-- non in quel modo"

Senza pensarci due volte, mi allungai verso di lui e lo abbracciai, tenendolo stretto a me. Abbracciare un Angelo non era poi così diverso dall'abbracciare un umano. Ad eccezione del fatto che il suo corpo non emanava calore e vi erano le piccole sporgenze sulla schiena, dovute probabilmente alla presenza delle ali.

"Mi dispiace così tanto" risposi sinceramente, nell'incavo del suo collo.

Lui mi accarezzò la schiena delicatamente con le sua grandi e fredde mani "Non è colpa tua. Ormai è passato" rispose. Il suo fiato era sul mio orecchio e non potei evitare di rabbrividire. Non ero mai stata così vicina ad un ragazzo e soprattutto non ne avevo mai abbracciato uno, quindi in un certo senso era un qualcosa di nuovo per me.

Si staccò dal mio abbraccio, sorridendomi leggermente. Io lo guardai negli occhi, inclinando la testa di lato.

"Sei freddo. È cose se avessi abbracciato un pezzo di ghiaccio" affermai, non potendomi trattenere. Volevo sapere di più su di loro, sugli Angeli, era una cosa che mi affascinava ma allo stesso tempo mi terrorizzava. Quello era un mondo così diverso dal nostro, o forse i due mondi erano più simili di quanto pensassi. Ad ogni modo, volevo saperne di più.

"Beh sai com'è, in realtà sono morto." rispose lui ghignando "E comunque no, non posso darti tante informazioni sul nostro mondo. Anche perchè a malapena lo conosco io"

Aggrottai le sopracciglia "Ma sei un Angelo, dovresti sapere tutto sul tuo mondo" affermai scioccata.

"Come ho già detto: sono un novellino in questo campo. So solo qual'è il mio compito e quali sono le mie capacità" fece spallucce con noncuranza.

"Non vorresti saperne di più? Non sei curioso di sapere quante altre persone ci sono oltre te?" chiesi sbigottita.

"Riesco a vedere i miei simili." rispose lui sghignazzando e lanciandomi un'occhiata di sbieco "Li posso vedere per strada, accanto ai loro rispettivi umani. A volte faccio anche quattro chiacchiere con loro, a scuola. Non sono poi così in solitudine"

"Quindi ti allontani da me per chiacchierare con i tuoi simili?" chiesi scioccata, alzando entrambe le sopracciglia.

Lui stavolta si girò completamente a guardarmi, roteando gli occhi e appoggiandosi su un lato della finestra "Come ti ho già detto, io e te siamo legati da un filo. Quando tu hai bisogno di me, io corro in soccorso. Quando non mi vuoi attorno, io resterò lo stesso al tuo fianco. Non è così facile sbarazzarsi di me." affermò ridendo "Anche se parlo con i miei colleghi " mimò il termine con le dita "non significa che non ti tenga d'occhio. In realtà non ce ne sarebbe neanche di bisogno che ti stia così vicino. Anche se fossi dall'altra parte del mondo, arriverei da te in pochi secondi" fece spallucce con noncuranza.

"È proprio figo." esclamai meravigliata "E anche un pò seccante. Insomma, in pratica è come se vivessi la vita di un altro, con i suoi problemi, i suoi sentimenti e i suoi pensieri. Non ti stanchi mai?"

Ci pensò un attimo e "Sì, certo, è anche piuttosto stancante a dir la verità. Ma a me piace. Entrare nella vita delle persone e risolverli i problemi mi dà una grande soddisfazione, come se avessi un posto in questo mondo, se il mio compito fosse quello di renderli felici, capisci? È un qualcosa di meraviglioso" Zayn sorrise sincero.

"Non ti sono mai capitate delle persone che--che si sono suicidate?" chiesi, forse un pò troppo diretta.

Zayn sospirò, annuendo leggermente "Purtroppo sì. Gente che dava di matto e dopo qualche giorno si buttava giù da un palazzo o si trafiggeva con un coltello. Persone troppo deboli per poter sopportare la presenza di un Angelo o per accettare la sua esistenza. Sappiamo il rischio che corriamo ogni volta che appariamo davanti le persone, ma stupidamente pensiamo che forse tutti potrebbero accettarci e accoglierci nelle loro vite" scosse la testa, triste.

"Beh, di certo non è che tu appaia in modo molto discreto. Non do tutti i torti a quelle persone che danno di matto. È già difficile credere che esista un Angelo che possa apparire dal nulla, e tu lo fai come se fosse una cosa che si vede tutti i giorni" ridacchiai.

"In quale altro modo dovrei apparire? In fondo anch'io devo fare la mia figura da stupendo Angelo, che fa cadere tutte ai suoi piedi con i suoi strani e misteriosi poteri magici" disse, sicuro di sè.

Risi rumorosamente e mi misi una mano sulla bocca, arrossendo un pò e distogliendo lo sguardo "Almeno la sicurezza in te stesso di certo non l'hai persa"

Lui mi guardò con gli occhi che gli brillavano di divertimento e consapevolezza, non aggiungendo altro. Era uno sguardo di quelli che sembrava voler dire che lui sapeva quale fosse il mio problema, ma che non poteva confessarlo. Uno di quei sguardi che sembrava scavarti fin dentro l'anima.

"Posso farti una domanda?" chiesi, più timida di qualche minuto fa.

"Di certo questa non è la prima domanda che mi hai fatto." alzò gli occhi al cielo, distogliendo lo sguardo dal mio viso "Avanti, sputa il rospo. Di che si tratta?" 

"Ecco," incominciai incerta "gli Angeli non dovrebbero essere così...pieni di tatuaggi. Come è possibile? Non è che ispiri molta fiducia a primo impatto, scusa eh"

"Sì, lo so." ridacchiò "Credo che le persone conservino il loro aspetto, dopo essere diventate quello che diventano. O forse semplicemente io sono una di quelle poche eccezioni di Angeli ad essere così" concluse facendo spallucce e tornando a guardarmi "E poi, sono o non sono l'Angelo più sexy che tu abbia mai visto?" disse malizioso, inarcando un sopracciglio.

"In realtà sei l'unico che io abbia mai visto." risi sommessamente "Scommetto che ce ne siano altri molto più belli di te. Forse un 'Miss Angelo 2015' che si aggira da queste parti con il suo rispettivo essere umano" risposi, facendogli la linguaccia dopo aver visto il suo viso corrucciato.

"Fidati, li vedo ogni giorno. Non c'è un Angelo più bello di me, da queste parti" incrociò le braccia al petto ed io risi alla sua espressione.

"Se lo dici tu, allora mi fido" roteai gli occhi e tornai a guardare fuori dalla finestra. Adesso stava piovendo e potevo vedere le persone correre per le strade e coprirsi con i loro cappotti o con le loro borse firmate, altri invece che camminavano tranquilli sotto l'ombrello, con passo lento e sicuro.

Quando tornai a girarmi verso Zayn, lui era già scomparso. Sospirai e mi passai una mano tra i capelli, tornando alla realtà. Non ho intenzione di rimangiarmi quello che ho detto ad Emily, ma mi sembra giusto scusarmi per il mio atteggiamento poco gentile nei suoi confronti. Niente di più, niente di meno.

"Brava ragazza" sentì sussurrare da dietro di me, ed io mi voltai di scatto. Scossi la testa divertita. Zayn mi aveva sentita. O meglio dire che ero stata io ad avergli fatto ascoltare i miei pensieri. Sorrisi al nulla e tornai a guardare fuori dalla finestra. Forse mi stavo abituando alla sua presenza. Forse


 

______________

Ciao tutti bella gentee!

Cosa ve ne pare di questo capitolo? Avevo detto che sarebbe stato più lungo rispetto al precedente ed ecco che ne è uscito fuori ahahah

Un bacio enorme e alla prossima♥♥

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Capitolo 4
*** •3 ***


Dopo un'ora di rimuginazione su come comportarmi, decisi di fare la cosa più giusta: parlare con Emily.

Lentamente scesi le scale, pensando a come iniziare il discorso. Non avevo idea di cosa dire, e quasi me ne stavo pentendo della scelta fatta.

Così, senza pensarci due volte, mi voltai e feci per ritornare indietro nella mia stanza.

"Non ci provare" sentì sussurrare dietro di me.

Sbuffai infastidita e roteai gli occhi. Okay, ho capito. Vado a parlarle.

Mi girai nuovamente e mi diressi in salotto, dove Emily era comodamente seduta sul divano. Mi schiarì la gola per annunciare la mia presenza. Lei si voltò di scatto, con gli occhi rossi e le guance umide. La guardai, un pò dispiaciuta per il mio atteggiamento, e mi sedetti vicino a lei.

Dopo molti minuti di completo imbarazzo, decisi di rompere il silenzio.

"Mi dispiace" sussurrai con gli occhi bassi, puntati sul comodino di fronte a me.

"Non devi scusarti. Hai solo detto quello che pensavi" fece un sorriso tirato, tirando su con il naso.

Le lanciai un'occhiata di sfuggita, indecisa se annuire alle sue parole e andarmene o cercarla di consolarla. Dopo un breve momento di silenzio, sospirai stanca "Sono stata una stronza, Emily. Mi dispiace e non volevo farti piangere. Non sei mia madre, è vero, ma è come se lo fossi. Se non ci fossi stata tu, in questo momento sarei stata rinchiusa in un orfanotrofio. Mi sono resa conto solo adesso di quanti sacrifici hai fatto per prenderti cura di me ed io da stupida egoista non ti ho mai ringraziato nemmeno una volta. Quindi, te lo dico adesso: grazie, davvero. Oggi è stata una giornata molto stressante e purtroppo ci sei andata tu di mezzo. Non volevo gridarti contro in quel modo però odio quando cerchi di controllare la mia vita, di renderla perfetta. Sbaglierò, questo è sicuro, però almeno voglio imparare a rialzarmi da sola, senza l'aiuto di nessuno"

Lei sorrise e abbassò lo sguardo sul suo grembo "Faccio schifo come madre." affermò, asciugandosi una lacrima sfuggita al suo controllo "Mi dispiace se sono così opprimente con te ma vorrei solo che-- che diventassi come tua madre. Lei era una donna così forte, brava in tutto, responsabile e che affrontava tutto con un sorriso. Volevo solo crescerti come lei avrebbe voluto, mi dispiace se ho fatto un casino" concluse con un piccola risata triste.

Scossi la testa e la presi tra le mie braccia. Non mi capitava spesso di abbracciare Emily, però dovevo ammettere che era una bella sensazione. Sentire il calore di un corpo contro il mio e il suo cuore battere all'unisono contro il mio petto era un qualcosa di splendido.

"Non hai fatto nessun casino, Emily. E non è vero che fai schifo come madre. Insomma, guardami. Mi hai fatto diventare quella che sono adesso, dovresti essere fiera di te stessa" le sussurrai nell'orecchio, accarezzandole la schiena e regalandole un sorriso, che lei però non potè vedere.

Si staccò dal mio abbraccio e sorrise sinceramente, accarezzandomi una guancia "Forse hai ragione. Però voglio che da adesso in poi mi racconti tutto, dal fumare in cortile al fidanzatino segreto. Non sono tua madre, ma voglio sapere lo stesso tutto quello che ti succede. Comportati come se fossi una tua amica, a cui puoi svelare i tuoi segreti. Ricordati però che sono io l'adulta in questa casa"

Roteai gli occhi, con un leggero sorriso ad incresparmi le labbra "Si, certo. Adesso non esagerare"

Lei semplicemente rise e si alzò dal divano "Forse è meglio che vada a preparare la cena. Tu puoi ritornare nella tua stanza, ti chiamo io quando è pronto"

"Okay. Grazie, Emily" risposi. La ringraziai soprattutto per quel breve ma importante discorso tra di noi e speravo che lei lo capisse.

Annuì con un leggero sorriso e si diresse in cucina con il suo passo lento ma sicuro.

Sospirai di sollievo e salì le scale, entrando nella mia camera. Incrociai le braccia al petto quando vidi Zayn seduto sul mio letto con in faccia un sorriso compiaciuto.

"Sono così fiero di te, Charlotte" disse, asciugandosi una lacrima immaginaria che gli solcava il viso.

"Dio, quanto sei idiota." alzai gli occhi al cielo "Se picchiassi un Angelo, poi finirei all'Inferno?" parlai fra me e me, fingendomi pensierosa.

Lui ghignò "Puoi contarci. Non ti perdoneranno mai per aver ucciso-- più di quanto già non fosse-- l'Angelo Custode più bello dell'intero Paradiso. Sarai messa nel girone degli invidiosi"

"Invidiosi?" inarcai un sopracciglio "Io non sono affatto invidiosa di te" esclamai sbigottita.

"L'importante è crederci" schioccò la lingua sul palato.

"Aspetta, mi hai appena detto che puoi morire di nuovo?" chiesi confusa.

"In realtà no," rise sommessamente "stavo solo assecondando la tua farsa" fece spallucce.

Scossi la testa ormai senza speranza. L'Angelo più deficiente doveva capitare a me?

"Ehi, un pò di rispetto per gli anziani." disse accigliato "E poi gli Umani farebbero la fila per avere un Angelo Custode del genere" aggiunse malizioso, indicandosi con la mano.

"Ci sono molte altre persone di questo mondo più belle di te" incrociai le braccia al petto, divertita.

"Ma tu puoi stare vicino ad una bellezza del genere, non è cosa da poco" rispose, alzandosi dal letto e sovrastandomi con la sua altezza. Mi si avvicinò con un sorriso sghembo, i nostri corpi lontani solo pochi passi.

Arrossì per la vicinanza con il ragazzo e per evitare di balbettare e farmi prendere per una stupida imbranata, lo allontanai con la mano "Adesso non esagerare, Zayn. E poi che razza di Angelo fa queste affermazioni? Non dovresti comportarti in questo modo." chiesi dubbiosa, aggrottando le sopracciglia "Sto iniziando a dubitare che tu sia un vero Angelo"

Zayn sospirò "Te l'ho detto, non tutti gli Angeli sono uguali. Io ero cosi nella vita reale e sono così anche adesso. Non sto facendo nulla di male, comunque. Non ti sto mica stuprando" affermò ridendo.

"Non pensavo che gli Angeli potessero fare delle esclamazioni maliziose o altro. In realtà pensavo che non fossero nemmeno corporei" inclinai la testa di lato.

Lui si scompigliò i capelli "Anche io lo pensavo. Pochi giorni dopo essere diventato un vero Angelo, ho avuto la prova del contrario e ne sono rimasto piuttosto sorpreso. Non pensavo che potessi sembrare umano, conservando lo stesso corpo che avevo in questo mondo"

"Quindi in teoria potresti stuprare le persone?" inarcai un sopracciglio divertita.

Lui fece spallucce "Si, però poi dovrei scontare una pena, e non credo sia così piacevole. E poi voglio avere una seconda possibilità, quindi non commetterò stronzate"

"Hai detto una parolaccia!" esclamai stupita "Sei autorizzato anche a dire queste cose?"

Si mise una mano sulla nuca "Ops, mi è scappata." guardò in alto, verso il soffitto ed alzò le mani in difesa "Scusami, non volevo. Giuro che non lo dirò più"

Risi rumorosamente, mettendomi una mano sulla bocca. Zayn sorrise compiaciuto, mettendosi la lingua fra i denti ed io arrossì sotto il suo sguardo.

"Non mi guardare così" dissi infatti, distogliendo lo sguardo dal suo.

"Così come?" chiese lui, continuando a sorridermi raggiante e cercando un contatto visivo con me.

"Come se valessi la pena di tutto questo" risposi, allargando le braccia e facendogli intendere la situazione, ovvero lui che cercava di farmi ridere o che mi aiutava ad affrontare i miei problemi. Speravo avesse capito e che non c'era bisogno di dirglielo ad alta voce.

Lui aggrottò le sopracciglia e mi si avvicinò "Tu vali la pena di molte altre cose, Charlotte." disse lui. Gli lanciai un'occhiataccia e quindi Zayn decise di continuare il suo discorso "E non te lo dico perchè sono il tuo Angelo Custode. Te lo dico come una persona che ha conosciuto la vera Charlotte e che ne è rimasto colpito. Non lasciare influenzarti da quello che gli altri pensano di te" concluse, poggiando delicatamente la mano sulla mia guancia.

Rabbrividì sotto il suo tocco freddo e rapidamente indietreggiai "Gli altri non pensano assolutamente nulla di me. Gli altri neanche mi conoscono. Eppure ogni giorno mi lanciano occhiatacce e mi disprezzano per non so neanche quale motivo. Come non posso lasciarmi influenzare da tutto questo?" esclamai.

"Non ti sei mai chiesta perchè ti guardano in quel modo?" chiese cauto Zayn.

Roteai gli occhi "Forse perchè sembro appena uscita dal video musicale 'Thriller' di Michael Jackson?" risposi ovvia. Con quei vestiti, i capelli spettinati, il trucco leggermente sbavato e la pelle così chiara da sembrare uno zombie, non è che fossi proprio un bello spettacolo.

Scosse la testa e sorrise sghembo "Quelli non sono sguardi di disprezzo. Vedo ogni giorno quei ragazzi a scuola e posso assicurarti che sono sguardi di invidia"

"Invidia?" mi scappò una risata ed incrociai le braccia la petto "Ed esattamente per cosa?"

"Come non puoi rendertene conto?" sospirò "Sei una bellissima ragazza e no, non roteare gli occhi perchè è vero. Hai degli ottimi voti a scuola, una madre che ti vuole bene, sei una delle ragazze più ambite della scuola e neanche lo sai. Le ragazze ti lanciano occhiatacce perchè ai loro occhi sei perfetta in tutto. I ragazzi ti lanciano delle occhiate di apprezzamento e te ne saresti resa conto se magari li avessi guardati in faccia, una volta ogni tanto"

Spalancai gli occhi "Non--non è vero. Tu menti" balbettai.

"Andiamo, un Angelo che mente?" inarcò un sopracciglio lui.

"Hai detto una parolaccia, pochi minuti fa." gli ricordai seccata "Chi mi dice che non puoi anche mentire?"

Lui alzò gli occhi al cielo "Senti, non mi va di discutere con una ragazzina di quello che posso o non posso fare. Ti sto dicendo la verità e se non mi credi, mi spiace per te. Non avrei nessun motivo per cui dovrei mentire ad un mio protetto, e soprattutto non voglio rischiare di perdere la mia unica possibilità di ritornare umano per accontentarti e dirti quello che vuoi sentirti dire"

Gli occhi mi si fecero umidi per il tono in cui mi aveva parlato. Era duro e sprezzante, senza nessun accenno di dolcezza o di pazienza. E il modo in cui mi aveva chiamata ragazzina non era affatto affettuoso. Mi vedeva solo come una stupida bambina che non sapeva risolversi i problemi da sè ed aveva bisogno dell'aiuto di un adulto per farlo. Una bambina che aveva bisogno di sicurezze, di certezze e di affetto. Una bambina che lui doveva accontentare perchè quello era il suo lavoro. Faceva il gentile con me solo per quel motivo, e soprattutto perchè voleva ottenere la sua seconda possibilità. Ero delusa, soprattutto da me stessa per essermi aperta con lui, dandogli la possibilità di poter sfruttare questo a suo favore. Distolsi lo sguardo dal suo.

Zayn probabilmente notò il mio cambiamento di umore: da incazzato a ferito e umiliato, così si affrettò a spalancare gli occhi ed allungare le mani verso di me, cercando di voltarmi il capo e scusarsi con me.

Io però fui più veloce e mi girai completamente, dandogli le spalle "Vattene" pronunciai con voce rotta e con le lacrime agli occhi.

"Io- scusa Charlotte, non volevo--"

"Ho detto: vattene" ripetei, più decisa di prima.

Zayn sospirò frustrato e si passò una mano tra i capelli, tirandosi le punte "Charlotte davvero, non so cosa mi sia preso, non volevo parlarti con quel tono e--"

"Non voglio più vederti. Se pensi che questo sia un gioco, puoi anche ritornartene da dove sei venuto. Mi vedi solo come un altro problema aggiunto alla lunga lista che devi obbligatoriamente risolvere per raggiungere il tuo obiettivo ed io non sono un oggetto. Informa il tuo superiore che i problemi so risolvermi da sola, non mi serve un Angelo da strapazzo che lo faccia" dissi non guardandolo neanche in viso e asciugandomi una lacrima che mi era caduta e che stava scivolando indisturbata lungo guancia.

Sentì Zayn mettermi una mano sulla spalla e frettolosamente mi scostai dalla sua leggera stretta "Non toccarmi" quasi urlai.

"Mi dispiace" sospirò Zayn. Sentì un fruscio indistinto alle mie spalle ed un leggero vento, dopodiché il nulla. Zayn se n'era andato, ne ero sicura.

Trattenni un singhiozzo e mi rifugiai in bagno, chiudendo la porta alle mie spalle. Mi guardai allo specchio ed abbassai lo sguardo. Cosa pensavo, che qualcuno potesse realmente interessarsi a me, a quello che pensavo e sentivo? Che stupida. Dovevo capire sin dall'inizio che non sarebbe cambiato assolutamente nulla, che gli servivo solo per i suoi interessi.

"Charlotte?"

Sentì la voce di Emily chiamarmi da dietro la porta. Mi asciugai le guance umide dal pianto, come sei lei potesse realmente vedermi "Si?" le risposi cercando di assumere un tono di voce neutrale.

"È successo qualcosa?" chiese, la voce attutita dal legno della porta.

Spalancai gli occhi terrorizzata. Che mi avesse scoperto? Che pensasse che parlavo da sola e che avevo bisogno di uno strizzacervelli? Mille erano le domande che mi vorticavano in testa ma mi affrettai a risponderle per non destare sospetti.

"No, perché?"

"Ti avevo sentito urlare dalla tua stanza e mi sono preoccupata. C'è qualcosa che non va?" mi chiese dubbiosa.

"N-no. Stavo solo parlando al telefono con mia amica e forse ho alzato un pò il tono della voce. Tranquilla, non è successo nulla" inventai.

"Uhm, okay." rispose non molto sicura "Comunque la cena è pronta"

"Non ho molta fame, scusa Emily. Magari più tardi la riscaldo e la mangio" la rassicurai, cercando di non farla preoccupare più del dovuto. Avevo un buco nello stomaco e solo pensare al cibo mi faceva venire il voltastomaco.

Ci fu un attimo di silenzio e per un momento pensai stupidamente che potesse vedere le condizioni in cui ero ridotta "Se c'è qualcosa che non va me lo diresti, vero Charlotte?" rispose lei piuttosto incerta

"S-si, certo" le risposi. Altra bugia. C'era già qualcosa che non andava ma mi rifiutavo di parlarne con lei.

Dopo questo non ricevetti più una risposta e capì che Emily se ne era andata.

Restai chiusa in quel bagno per quelli che sembrarono secoli, semplicemente ascoltando il silenzio che mi circondava e chiudendo gli occhi rilassata.

Adesso ero di nuovo sola con me stessa, ma non mi importava. Sapevo cavarmela anche senza il bisogno dell'aiuto di qualcun altro, e di certo non sarebbe stato ali candide a fermarmi e parlarmi con quel tono di voce, di chi sa quello che fa, e convincermi del contrario.

 

______________

Zayn è molto lunatico a quanto pare, ma questo la piccola Charlotte non lo sa.

Come non sa altre molte cose del suo carattere, che però presto scoprirà!

Un bacio♥

P.s: in ogni capitolo aggiungerò una foto diversa di Zayn perché...insomma, è Zayn! Non credo che qualcuno non gradisca le sue foto, quindi...fate ciao con la manina a Zayn SonoFigoELoSo Malik.

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Capitolo 5
*** •4 ***


Sbuffai e mi tolsi per l'ennesima volta una ciocca di capelli davanti il viso. Camminavo lungo il corridoio con i libri stretti al petto e lo sguardo basso.

Non riuscivo a guardare negli occhi le persone e quindi molto spesso abbassavo lo sguardo sul pavimento. Era una cosa che mi metteva a disagio e in imbarazzo, pensavo che non meritassero di vedere una ragazza come me. Come se io non valessi la pena di essere guardata. Come aveva detto Zayn, forse avrei dovuto incominciare a guardare negli occhi le persone, ma proprio non ci riuscivo. Non meritavo di essere osservata o di essere al centro dell'attenzione dei ragazzi.

Con questi pensieri che mi vorticavano in testa, sentì delle calde lacrime pizzicare agli angoli degli occhi.

"Charlotte, non osare nemmeno pensare a quello che stai pensando, te lo proibisco. Non è assolutamente vero, credimi" mi sussurrò Zayn all'orecchio.

Sobbalzai spaventata. Zayn era ritornato dopo giorni di assenza e l'unica cosa che riuscivo a provare era rabbia. Come osava ritornare così, come se non fosse successo nulla?

Mi guardai intorno e notai che nessuno lo aveva sentito, quindi supposi che io ero l'unica a poter sentire i suoi sussurri.

Scossi la testa impercettibilmente. Cosa diamine ci fai ancora qui? Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara.

Lo sentì sbuffare "Non posso e non voglio andarmene via. Sono il tuo protettore e non ti lascerò. Dove pensi che sia stato in questi giorni? Sempre accanto a te. Non una sola volta mi sono allontanato"

Non volevo ascoltarlo e senza accorgermene accelerai il passo, come se Zayn mi stesse seguendo ed io cercavo di fuggire da lui.

"Charlotte, vuoi tenermi il muso ancora per molto?"

Sbuffai seccata e continuai a camminare-- o meglio dire correre-- scendendo le scale e svoltando l'angolo.

"Charlotte?"

Repressi un urlo frustrato. Non hai altri umani da infastidire?

"Mi dispiace, ma a me piace infastidire te" lo sentì ridacchiare.

Ti ho detto che non voglio avere più niente a che fare con te, se osi ancora rivolgermi la parola giuro che- mi interruppi dopo aver sbattuto come una deficiente contro un gruppetto di ragazzi.

Arrossii fino alle punte delle orecchie, alzando timidamente lo sguardo e scusandomi frettolosamente per la mia sbadataggine.

"Non preoccuparti. Si vedeva che eri immersa nei tuoi pensieri. Capita a tutti, tranquilla" sorrise gentile una ragazza dai capelli ramati, agitando la mano incurante.

Di riflesso le sorrisi anch'io. Sembrava molto simpatica e gentile come ragazza. Notai poi altri due ragazzi che mi guardavano e di istinto abbassai lo sguardo.

"Scusate ancora, io-- devo andare" dissi frettolosamente, cercando di sfuggire dai loro sguardi.

"Ehi aspetta, io sono Rachel." disse lei, fermandomi con la sua delicata e sottile voce e regalandomi un raggiante sorriso "E loro sono Liam e Niall" indicò i due ragazzi.

Il primo era moro con gli occhi castani ed un sorriso smagliante. Sembrava il tipico ragazzo della porta accanto, molto dolce e affettuoso. Il secondo invece era biondo con gli occhi più azzurri che avessi mai visto e mi guardava con un semplice sorriso accennato. Sembrava un tipo abbastanza diffidente, ma non ne ero molto sicura. Neanche lo conoscevo.

Entrambi mi mettevano in imbarazzo e perciò arrossii un'altra volta prima di far ritornare lo sguardo su Rachel. Quasi mi stavo dimenticando di presentarmi.

"Io sono Charlotte" risposi timidamente.

"Che splendido nome" affermò il ragazzo dagli occhi scuri, Liam credevo si chiamasse.

"Grazie" distolsi lo sguardo sugli studenti che ci passavano accanto, evitando di incrociare lo sguardo dei ragazzi che avevo di fronte a me e non fargli notare il rossore sul viso.

"Mi sembri una ragazza adorabile. Mi piacerebbe vederti di nuovo in giro" affermò lei, con un sorriso affettuoso.

"S-si, anche tu sembri simpatica." ammisi "Adesso meglio che vada o farò tardi in classe. È-è stato un piacere vedervi, o meglio scontrarvi." aggiunsi frettolosamente, ridacchiando nervosamente "Ciao" conclusi flebilmente, salutandoli e correndo via.

Sentì che mi salutarono in lontananza, probabilmente con dei visi sconcertati. Ero un disastro nelle relazioni sociali. Sospirai e scossi la testa, delusa come sempre da me stessa.

"Sei stata fantastica! Sono così fiero di te e di com-- ehi, cosa c'è che non va?"

Mi scappò un singhiozzo e mi coprì la bocca con una mano. Cercavo di trattenere le lacrime che cercavano di sfuggire al mio controllo. Non avevo mai pianto così spesso come avevo fatto in questi ultimi giorni. Mi sentivo così fragile e debole. Entrai nel bagno più vicino e mi chiusi in una cabina, mettendomi le mani sul viso.

Sono un disastro. A malapena riuscivo a spiccicare due parole consecutive e sicuramente adesso mi prenderanno per una stupida.

Qualcuno mi prese le mani e me le allontanò dal viso. Mi scontrai con gli occhi incredibilmente luminosi di Zayn e trattenni il respiro.

Vederlo dopo due giorni di assenza era stato strano. Sembrava così diverso, mentre invece non era cambiato di una singola virgola: i capelli erano sempre tirati all'insù da un ciuffo, i tatuaggi erano sempre lì, la sua pelle era ancora ambrata, la sua barba sempre incolta e le sue ciglia sempre incredibilmente lunghe.

Per un momento mi dimenticai di tutto quello che mi aveva detto un paio di giorni fa, del tono che aveva usato contro di me. Anche se non lo avrei mai ammesso ad alta voce, mi era mancato.

Mi prese le mani tra le sue e mi guardò dritto negli occhi.

"Io invece credo che pensino che sei la ragazza più carina e dolce che abbiano mai visto. Nessuno potrebbe mai non volerti bene" disse, baciandomi il dorso di una mano.

Arrossii e puntai lo sguardo su un punto alle sue spalle. La sua vicinanza di certo non aiutava per niente a farmi pensare ad una risposta logica e sensata. In fondo ero pur sempre una ragazza e lui era pur sempre un gran bel ragazzo, dovetti ammettere a me stessa.

Abbassai lo sguardo e velocemente lo rialzai, incontrando nuovamente gli occhi di Zayn.

"Lo pensi davvero?" gli chiesi. Speravo solo che non mi dicesse quelle parole affettuose e dolci solo perché era obbligato.

Sorrise "Per quanto possano valere le mie parole, posso assicurarti che sei la ragazza più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita, sia terrena che non" mi disse sinceramente.

"Oh" riuscì solamente a pronunciare.

"E non credo che sia l'unico a pensarlo" roteò gli occhi infastidito.

Aggrottai le sopracciglia "E chi altro dovrebbe pensarlo? E non mi rispondere 'tutta la scuola' perché giuro che ti schiaffeggio" affermai stizzita.

"Quel ragazzo dal sorriso a trentadue denti, Laim o come diavolo si chiama" incrociò le braccia al petto, lasciando la presa sulle mie mani.

Inarcai un sopracciglio "Sei geloso? E per la cronaca, si chiama Liam"

"Si, si, quello che è." alzò gli occhi al cielo "E comunque io non sono geloso. Sono solo...infastidito, ecco"

"Di cosa?" chiesi ingenuamente.

Lui vacillò per un pò, per poi agitare la mano incurante "Non importa"

Annuì insicura. Ci guardammo poi negli occhi, senza aggiungere un'altra parola. Nonostante quel giorno era stato un completo stronzo, avevo sentito la sua mancanza. Volevo abbracciarlo, ma non volevo fargli capire che avevo già dimenticato tutto e che lo avevo perdonato. Non si sarebbe fatto perdonare così facilmente.

Zayn, leggendomi molto probabilmente nel pensiero, allargò le braccia e mi spinse tra le sue braccia. Sospirò nei miei capelli e mi strinse forte al suo petto. Io appoggiai la testa vicino l'incavo del suo collo, respirando il buon profumo dei suoi vestiti.

Aggrottai poi le sopracciglia ed alzai lo sguardo verso di lui, non staccandomi dal suo abbraccio "Ma voi non vi cambiate mai i vestiti?" chiesi curiosa.

Lui rise leggermente e scosse la testa in negazione "Noi non sudiamo e di conseguenza non abbiamo bisogno di cambiarci. A me sta bene così" rispose facendo spallucce.

Storsi il naso in disapprovazione "Ma è noioso stare sempre con gli stessi abiti!"

"Ma questi sono i miei vestiti preferiti" rispose lui, facendo il broncio e spostando le mani sui miei fianchi.

Lo osservai-- per quello che potevo-- dalla testa ai piedi. Portava una giacca di pelle nera con sotto una maglietta grigia di un tessuto molto leggero e dei semplici pantaloni strappati.

Alzai un sopracciglio. Non avevano niente di speciale quei vestiti "Sembri uno spacciatore" affermai.

"Beh, grazie. Sei la prima persona che me lo dice" rispose ironico, stringendo la presa sui miei fianchi.

Feci spallucce "Non credere però che questo," dissi, indicando il nostro abbraccio "cambi qualcosa. Sono ancora piuttosto incazzata"

Lui sospirò e chiuse brevemente gli occhi "Lo so e mi dispiace così tanto. Ero solo-- non so, forse ero solo stanco di tutte le persone che ho incontrato che non si rendevano conto di quello che erano in realtà e che si basavano su quello che gli altri dicevano di loro. Ognuno dovrebbe apprezzare quello che c'è di buono in se stessi, non scoraggiarsi e lasciare che gli altri dicano quello che siamo. Purtroppo molto spesso non ci rendiamo conto delle nostre qualità o capacità, e gli idioti lì fuori lo sfruttano a loro vantaggio. Tu hai tante cose dalla tua parte, non hai motivo di lasciarti abbattere così, senza prima combattere. Prendi ad esempio quella ragazza, Rachel, ha parlato con te per tipo un minuto e ti ha trovato adorabile. Non è una cosa da poco. E non le do tutti i torti. Se ti facessi conoscere per quello che sei, tutti ti giudicherebbero in quel modo. Apriti con il mondo, Charlotte, o resterai per sempre chiusa nel tuo, di mondo. E quando poi proverai ad uscirne, sarà molto più difficile del previsto e probabilmente io non sarò al tuo fianco per aiutarti o esserti amico. Di fronte a te c'è una possibilità, coglila prima che possa essere tardi. E quei ragazzi sembrano delle brave persone. E forse dei buoni amici " marcò la parola 'amici' più del dovuto ed io gli sorrisi.

"Tranquillo Zayn," gli sorrisi roteando gli occhi "nessuno mi salterà addosso o mi dichiarerà amore eterno"

"Sarà meglio per loro" borbottò lui, affatto sicuro della mia rassicurazione.

Riluttante mi staccai dall'abbraccio e cercai poi di riscaldarmi le braccia con le mani. Stare a contatto con il corpo gelato di Zayn per così tempo aveva fatto abbassare la temperatura del mio corpo. Non riuscivo ancora a credere che il ragazzo di fronte a me fosse davvero morto e perdipiù che fosse stato ucciso con una stupida droga messa in un drink. Un velo di tristezza mi coprì il volto mentre guardavo Zayn.

Quest'ultimo notò il mio malumore e intuì i miei pensieri "Non essere triste, sono cose che capitano tutti i giorni. Io ormai l'ho accettato da tempo, cosa che dovresti fare anche tu. Non mi piace vederti con quel muso lungo e quello sguardo accigliato" rispose dolcemente, allungando le mani verso il mio viso e portando due dita agli angoli della mia bocca, curvandoli poi in un sorriso.

Sorrisi sincera per il suo tentativo di non farmi pensare a quello che ne era stata la sua vita. Zayn di riflesso sorrise sghembo.

"Devo andare. Ma ricorda: non ho ancora dimenticato un bel nulla" socchiusi gli occhi minacciosa verso di lui.

"Oh, andiamo! Pensavo che il mio discorso ti avesse fatto cambiare idea" rispose lui, mettendo il broncio.

"Forse non mi conosci poi così bene" gli risposi, guardandomi con noncuranza le unghie della mano e sorridendo malefica.

Alzai lo sguardo su di lui e lo trovai a guardarmi con un sopracciglio inarcato.

"Devo preoccuparmi?" chiese ingenuamente.

"Forse si, forse no" feci spallucce "Paura, ali candide?"

"Ali candide? " chiese stranito lui.

"Da adesso ti chiamerò in questo modo, e tu non potrai fare nulla per farmi cambiare idea"

Sbuffò "Si, come dici tu. Basta che il discorso si chiuda qui e ti dimentichi della nostra conversazione"

"Perfetto." sorrisi raggiante "Adesso vado prima che ritardi a lezione. Ci vediamo"

Risi leggermente prima di aprire la porta della cabina e uscire definitivamente dal bagno.

"Ecco, voglio che tutti gli altri vedano questo lato di te. Quello rompipalle e stron- stupido. So che ce la puoi fare anche da sola. Quindi mi aspetto da te che alla ricreazione vai a cercare quei ragazzi e che ci parli, d'accordo?"

Sbuffai seccata "Okay, ali candide"

Sentì la risata di Zayn-- avrei scommesso che fosse quella con la lingua tra i denti-- e malamente cercai di trattenere un sorriso.
 

________________

Spero vi sia piaciuto il capitolo!

Un bacionee <3
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P.s: riguardando le foto di Zayn mi sono resa conto per l'ennesima volta che mi manca come l'aria, non posso farci niente. Okay, adesso me ne vado, adieu.

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Capitolo 6
*** •5 ***


Entrai in mensa e arricciai il naso per l'odore poco gradevole che c'era dentro la sala. Di certo non si poteva dire che il cibo qui fosse un granché. Nonostante tutto però, afferrai un vassoio e feci la lunga fila, attendendo il pranzo che la mensa offriva ai suoi studenti.

Dopo averlo preso mi guardai intorno con gli occhi leggermente socchiusi, alla ricerca di visi familiari. La mensa era completamente piena e non era affatto facile trovare quei ragazzi visti solo un paio d'ore prima.

Forse si sono già dimenticati di me, forse non vogliono nemmeno vedermi.

"Oh, andiamo! Non possono dimenticarsi così facilmente di una ragazza che praticamente gli è andata contro e stava quasi cadendo per terra davanti a mezza scuola!" sentì ridacchiare Zayn.

Oh, adesso sì che sono più a mio agio, Zayn mi accigliai notevolmente, incrociando le braccia al petto.

Poi mi ricordai che potevo sembrare una deficiente agli occhi degli altri, così cercai di mentenere neutrale la mia espressione.

Sentì delle mani fredde sulle mie spalle e una leggera spinta in avanti. Rabbrividì e velocemente mi voltai ma non c'era nessuno. Era stato Zayn, ci avrei scommesso tutto l'oro del mondo.

Ho capito, va bene. Vado risposi riluttante, facendo dei piccoli passi intorno la sala e osservando meglio i ragazzi seduti ai loro tavoli.

Finalmente individuai un gruppetto di ragazzi molto simili a quelli che avevo scontrato nel corridoio. Stavano ascoltando Niall, il ragazzo biondino, che stava gesticolava loro qualcosa con le mani.

Entrai in panico. Cosa dovevo fare? Andare lì e salutarli come se fossimo amici da una vita o fare finta di non averli visti e sperare che fossero loro a notarmi?

Sospirai frustrata e mi passai una mano tra i capelli. Oh, al diavolo!

Mi diressi a passo spedito verso il loro tavolo. Espirai ed inspirai. Sorrisi e finsi stupore.

"Ehi! Ciao ragazzi" esclamai debolmente, dopo essermi avvicinata abbastanza da potermi far sentire.

Il gruppetto rapidamente si voltò a guardarmi: Rachel dopo avermi riconosciuta, sorrise affettuosamente; Liam, se possibile, sorrise ancora più ampiamente con un pizzico di curiosità e sorpresa ad accendergli il volto; mentre Niall semplicemente mi salutò con un cenno del capo.

"Sono la ragazza che-" incominciai a spiegare, per assicurarmi che mi avessero riconosciuta per davvero.

"Si, si, ci ricordiamo perfettamente di te." mi interruppe Rachel "La graziosa ragazza che ci è venuta incontro nel corridoio! Vieni, unisciti a noi"

"Non- non vorrei essere di impiccio" iniziai.

"Non lo pensare neanche lontanamente!" esclamò Rachel, agitando la mano con noncuranza "Amo farmi dei nuovi amici. Dopo un pò questi due diventano una tale noia"

"Ehi!" si accigliò Niall, incrociando le braccia al petto "Sei tu la rompiscatole del gruppo. Dovremmo lamentarci noi, non tu"

Rachel sbuffò infastidita "Non è vero, Nialler." si voltò verso di me "Non farti incantare da quegli occhioni azzurri, in realtà è un nanetto malefico che farebbe di tutto per trovare la sua pentola piena di monete d'oro e scappare nella terra dei trifogli"

Niall alzò gli occhi al cielo "Il fatto che io sia Irlandese non dovrebbe influire sulla nostra amicizia. Questo è razzismo" concluse, incrociando le braccia al petto.

"Non ho mai detto che non ti avrei preso in giro perché sei Irlandese" rispose Rachel.

"E invece si!" affermò Niall, puntando un dito verso di lei.

"Oh, davvero?" rispose ingenuamente Rachel "Beh, allora mentivo" fece spallucce.

Niall scosse la testa e prese dal suo vassoio una manciata di patatine per poi mettersele in bocca. Liam ridacchiò e Rachel sorrise vittoriosa.

Io nel frattempo mi sedetti al loro tavolo, vicino a Rachel e di fronte ai due ragazzi. Mi sentivo molto a disagio e in imbarazzo, a dire la verità. Mi sentivo un'intrusa tra di loro ed abbassai lo sguardo sul mio vassoio. Sapevo che dovevo dire qualcosa, magari intavolare un discorso, ma non avevo idea di cosa dire, la mia mente si era completamente offuscata.

Dissi la prima cosa che mi venne in mente "Quindi- quindi tu sei Irlandese?" chiesi flebilmente a Niall.

Stupida, stupida, stupida. Volevo solo sotterrarmi tra gli abissi della Terra e non dover continuare a fare delle stupide-- e ovvie-- domande.

Lui bofonchiò soltanto un "si", troppo occupato a mangiare le sue patatine disgustosamente ed eccessivamente oleose.

"Perché lo prendi in giro?" mi rivolsi a Rachel, aggrottando le sopracciglia confusa.

Lei ridacchiò "Quando è arrivato in questa scuola era tutto vestito di verde e diceva a chiunque gli rivolgesse la parola che era Irlandese e quanto amasse l'Irlanda e le sue tradizioni. Era così buffo con quei vestiti, quel viso rosso per l'entusiasmo e quell'accento strano. Inutile dire che la scuola l'ha preso in giro per settimane" concluse ridendo.

"C'era davvero bisogno che glielo dicessi?" inarcò un sopracciglio Niall "Ero ancora un ragazzino appena trasferito in una grande scuola di Londra, era normale che fossi leggermente eccitato per questo, e poi io amo l'Irlanda" fece spallucce

"Oh si, questo si era capito" roteò gli occhi Liam.

Ridacchiai e incominciai anch'io a mangiare il mio pranzo. O meglio dire, ci provai.

Rachel dopo un breve minuto di silenzio occupato dal nostro mangiare-- senza cercare di vomitare-- il pranzo della mensa, si schiaffeggiò la fronte, attirando l'attenzione di tutti.

"Dimenticavo, non ci siamo ancora presentati!" esclamò tutto ad un tratto e parlò indicando i due ragazzi di fronte a noi "Lui è Liam Payne, il secchione più conosciuto della scuola, lui è Niall Horan, il ragazzo più eccentrico e logorroico che abbia mai conosciuto, ed io sono-"

"Rachel Moore, l'unica e sola Regina delle ragazze rompipalle" continuò Liam al posto suo.

"Liamo, non fare lo stronzo." rispose Rachel incrociando le braccia al petto e mettendo su un'adorabile broncio "Lo sai anche tu che non è vero. Non assecondare il finto biondino"

"Ancora con questa storia?" alzò gli occhi al cielo Niall "Saranno pur affari miei se me li tingo, o no? Ma tu fai pure, se vuoi urlalo davanti a tutti, tanto questo non cambierà di molto la mia reputazione" fece spallucce il finto biondino.

"Un irlandese moro?" ridacchiai "Beh, non ne avevo mai visto uno"

"E mai lo vedrai." borbottò Niall, prendendo a masticare la carne che si era portato precedentemente alla bocca "Non ho intenzione di farmi vedere da nessuno con il mio colore di capelli naturale"

"Perché? Saresti una rarità." continuai imperterrita, sorridendo sghemba "E le ragazze farebbero la fila per te"

"Non ho bisogno di ragazze," rispose Niall, guardandola di sbieco "Io ho Liam"

"Woah, frena biondino. Mi spiace ferire il tuo orgoglio e la tua virilità da uomo Irlandese, ma non sono interessato" scosse la testa divertito.

Niall fece spallucce "Tanto so che prima o poi cadrai ai miei piedi"

"Non lo ascoltare, a volta blatera cose senza senso. Sono etero, più che etero, infatti mi piacciono le ragazze, non Niall. Cioè, intendo che non mi piacciono i ragazzi in generale" disse frettolosamente Liam, rivolgendosi a me.

Risi portandomi una mano sulla bocca. Era così tenera la sua espressione.

"Tranquillo, non lo avrei mai messo in dubbio...Liamo " sghignazzai guardandolo.

"No, ti prego." disse lui, con un mezzo sorriso sulla bocca e roteando gli occhi "Rachel, sappi che ti odio"

"Eddai, è carino come soprannome!" rispose la ragazza ridendo apertamente.

Lui semplicemente le lanciò un'occhiataccia, ed io alternai lo sguardo da Rachel a Liam, sorridendo affettuosa. Insieme facevano proprio una bella coppia. Anche Niall li guardò brevemente con un ghigno sulle labbra. Evidentemente stava pensando alla mia stessa cosa.

"E invece tu, come ti chiami?" chiese Niall, capendo molto probabilmente che in testa mi si affollavano i suoi stessi pensieri, e prese ad osservarmi curioso.

"Io sono Charlotte Barker" risposi con un timido sorriso.

"Allora, Charlotte" incominciò Rachel con un sorrisetto in viso che non prometteva nulla di buono "sei fidanzata?"

Scossi impercettibilmente la testa "No" aggiunsi, sussurrando flebilmente.

Rachel spalancò leggermente gli occhi e sbattè lentamente le palpebre "Cosa? Avrei scommesso che stessi insieme ad un ragazzo palestrato dell'ultimo anno"

Arrossii fino alle punte delle orecchie e scossi, questa volta con più con veemenza, la testa "Ti sbagliavi. Cosa ti fa pensare che una come me possa stare insieme ad un tipo del genere?" chiesi inarcando le sopracciglia.

"Beh, sei una bellissima ragazza, perché no?" fece spallucce Rachel.

"Non sono poi un granché" abbassai la testa sulle mie ginocchia.

Tutto ad un tratto i miei jeans erano diventati più interessanti del solito. Oh, guarda, erano leggermente strappati sulle cosce! Quando arrivavo a casa dovevo assolutamente cucirli, così-

"Scherzi, vero?" rise senza divertimento la ragazza "Darei di tutto per avere il tuo fisico o i tuoi capelli o i tuoi occhi o-"

"I miei occhi non hanno niente di particolare" affermai, interrompendola. Erano di un comune castano chiaro, niente di più, niente di meno.

"Sono molto belli, invece. Hanno un qualcosa di particolare come se..." iniziò Liam, riflettendo un pò su come continuare la frase. Lo guardai confusa. Come potevano essere considerati particolari degli occhi come i miei?

"Come se brillassero di una luce propria. Come se potessero esprimere tutte quelle cose che non dici con le parole. I tuoi occhi parlano più della tua bocca, e ancora nessuno se n'è reso conto"

Arrossii ancora di più, se possibile, chiedendomi perché diavolo fosse intervenuto Zayn. Mi ero quasi dimenticata della sua presenza fino a quel momento. Dannazione a lui.

"Non so, sembrano così profondi e intensi che ti ci puoi perdere dentro" riprese Liam. Ritornai alla realtà e lo guardai, sembrando più smarrita di quanto non fossi in realtà.

Zayn mi faceva perdere il senso della realtà, mi faceva dimenticare per un paio di minuti il mondo in cui vivevo, catapultandomi in uno che mi era del tutto ignoto. Forse era la sua condizione, il fatto che fosse un Angelo, ad incasinare il tutto. O forse era lui che mi metteva a disagio, facendomi provare delle sensazioni che non sapevo ben identificare perché del tutto nuove.

"Tutto bene?"

Mi voltai verso un Niall leggermente preoccupato.

"Si, certo. Io, uhm, stavo solo pensando." risposi vaga, cercando di assumere un tono di voce neutrale. Poi mi schiarì la gola "E comunque, per adesso non sono interessata a fidanzarmi con nessuno"

"Perché?" chiese Rachel, sembrando una bambina a cui avevano negato di comprargli le caramelle.

Feci spallucce "Non sono il tipo di fidanzata che i ragazzi vorrebbero. Se ne pentirebbero subito di essersi messi con me. Sono più complicata di quanto pensiate" sospirai, passandomi una mano sui capelli nervosamente.

Rachel mi mise una mano sulla spalla "Tutti abbiamo le nostre stranezze, i nostri difetti e le nostre cattive abitudini, ma questo non fa di te una persona estremamente complessa e senza speranze. Sono sicura che in realtà non sei poi così complicata come pensi, solo non hai trovato ancora le persone giuste che ti comprendano e che ti facciano sentire a tuo agio" mi disse con un sorriso gentile.

Le sorrisi grata ed abbassai lo sguardo sul mio vassoio.

"Okay, adesso la conversazione si sta facendo imbarazzante." ridacchiai "Voi invece, siete fidanzati?" chiesi per cambiare argomento.

Adesso sicuramente pensavano che fossi una debole, che non riusciva neanche a vedere cosa avessi di buono in me. In quel momento mi odiai.

"Siamo tutti single, tranne Rachel" rispose Niall.

A Rachel brillarono gli occhi "Si, sto insieme ad un ragazzo, si chiama Louis. È dolcissimo, bellissimo e Dio, devi proprio vederlo sembra un dio greco sceso in terra, e non hai idea di quanto sia bravo a lett-"

"Okay, basta. Evitaci i dettagli per favore" si tappò le orecchie Liam. Sembrava quasi...infastidito?

Io e Niall ridemmo rumorosamente per lo sguardo furioso di Rachel e quello schifato di Liam.

"Va bene," rispose stizzita lei. Poi si rivolse a me "Prima o poi te lo farò conoscere" mi sorrise maliziosa.

"Ci conto" ridacchiai e scossi la testa divertita.

L'ora passò velocemente con loro che parlavano ed io li ascoltavo, ogni tanto annuendo o pronunciando qualcosa, un pò per non essere troppo invadente e un pò perché preferivo stare in silenzio e capire di più sui loro caratteri.

Quando la campanella suonò, sobbalzai spaventata. Mi resi conto di dover dirigermi in fretta nell'aula successiva in vista del test di chimica perciò mi alzai e, dopo aver aspettato gli altri ragazzi, andammo a riporre i nostri vassoi-- ormai vuoti-- su un bancone in fondo alla sala e uscimmo dalla mensa.

Salutai Rachel, Liam e Niall e li ringraziai per aver passato con me l'ora di pranzo, cosa che loro ricambiarono con un "quando vuoi" di Liam e un "adesso non ci scappi più, moretta" di Rachel.

Ridacchiai e scossi la testa per poi correre in classe.

Che Dio me la mandi buona per questo compito pensai terrorizzata. Ieri purtroppo non avevo potuto ripassare nulla e speravo che il test non fosse difficile.

"Ehi! Dio ti ha già dato uno splendido Angelo. Cosa vuoi più dalla vita?"

Sobbalzai leggermente, ricordandomi immediatamente il suo discorso-- o forse dovrei definirlo complimento?-- sui miei occhi. Poi roteai gli occhi divertita. Quest'Angelo magari può suggerirmi le risposte?

"Beh, adesso chiedi troppo...mi spiace, non posso farlo" ridacchiò lui.

Potresti usare i tuoi super poteri o quelli che sono, per farmi fare un test perfetto senza errori pensai, colta da un'idea geniale.

"Charlotte. Sono un Angelo, non un mago" rispose Zayn, e potei vederlo alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa.

Allora cosa ti servano a fare i super poteri? sbuffai irritata.

"Non sono 'super poteri'. Sono dei poteri divini"

E qual'è la differenza? chiesi scettica.

"Quelli divini sono più potenti, sono illimitati e contengono tutti gli altri super poteri. Noi non abbiamo solo la super velocità, la super forza o l'invisibilità, ma possediamo tutti i poteri inimmaginabili in un unico corpo. È una cosa piuttosto figa, a dire la verità" ridacchiò contento lui.

Il tuo compito non sarebbe quello di aiutarmi? Bene, questo è uno di quei momenti quasi lo pregai facendogli gli occhi dolci. Non ne ero sicura che lo potesse vedere, ma speravo di convincerlo lo stesso.

"Ah-ah, niente da fare. Fila in aula ragazzina e fai quel dannato compito. So che puoi farcela. In fondo...non è poi così difficile"

L'unica cosa su cui riuscì a concentrarmi fu il tono dolce e consapevole in cui mi aveva chiamato 'ragazzina' ed arrossii leggermente.

Grazie, ali candide  ridacchiai.

Presi un respiro profondo ed entrai in classe.

Zayn, aveva ragione: il compito era più facile di quanto pensassi.
 

 

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Ho tante idee per questa storia, non potete nemmeno capire! Ci sono un paio di colpi di scena e spero che facciano il giusto effetto ahahah

Ad ogni modo, solo io amo il carattere di Rachel? Io boh.

Lasciate una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate♥

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Capitolo 7
*** •6 ***


"Zayn?" chiamai, rompendo il silenzio della casa.

Emily era andata a fare la spesa ed io avevo preferito restare a casa ad oziare e magari farmi dire di più da Zayn sul suo mondo. Oggi non ero dell'umore di scherzare, e parlare con il moro della sua vita mi sembrava una cosa abbastanza rilassante. Appunto, sembrava.

"Zaaayn" esclamai. Oltre ad essere uno stronzo deficiente era pure sordo.

"ZAYN!" urlai. Ero in piedi al centro della mia stanza mentre mi guardavo intorno e lo chiamavo. Non era lui quello che era sempre al mio fianco? Che non mi perdeva di vista neanche un minuto? Quando sarebbe apparso gliene avrei detto quattro a quell'idiot-

"Dimmi, Charlotte" disse lui, apparendo vicino alla mia scrivania, dietro di me, con uno stupido ghigno sul viso.

Incrociai le braccia al petto e picchiettai ritmicamente il piede sul pavimento di legno "Dov'eri?"

"Accanto a te, pasticcino" ridacchiò lui.

Spalancai la bocca "Non fare l'idiota con me o ti prendo a pedate nel culo. Perché non sei arrivato prima? Ti sei forse dimenticato che qui c'è un umana da proteggere, ali candide?"

"Non mi sembra che tu sia in pericolo" rispose lui, questa volta facendosi serio e incrociando anche lui le braccia al petto.

"Beh, si da il caso che potevo esserlo. E se avessi avuto veramente bisogno di aiuto, a quest'ora sarei già morta e seppellita. Qualcuno mi sa che non si prende le sue responsabilità" dissi stizzita.

Lui inarcò un sopracciglio "Si da il caso che io prenda molto sul serio il mio lavoro e che me ne assuma tutte le responsabilità. Se fossi stata in pericolo, l'avrei avvertito, l'avrei sentito o meglio ancora l'avrei visto " rispose accondiscendente e sicuro di sè, sapendo di avere ragione.

"Non usare quel tono con me. Chi ti credi di essere, Mr. SonoPiùFigoDiTePerchèSonoUnAngelo? Invece di non fare nulla e restare invisibile in una fottuta casa deserta, perché non ti rendi utile?"

Stavolta Zayn inarcò entrambe le sopracciglia e serrò la mascella. Poi sospirò arrendevole e si passò una mano sui capelli "Cosa dovrei fare? Sentiamo"

"Potresti..." non ne avevo assolutamente idea. Non sapevo perché mi stavo arrabbiando così tanto con lui, però i suoi stupidi ghigni mi avevano fatto scattare qualcosa dentro "potresti aiutarmi a verniciare la stanza!"

E questa da dove mi era uscita? Avevo detto la prima cosa che mi era venuta in mente e Zayn ovviamente se ne era reso conto perché mi sorrise divertito.

"Ne sei sicura?" disse guardandosi attorno, scrutando la vernice della mia stanza e facendo dei piccoli passi verso di me "Perché se non mi sbaglio la stanza l'hai verniciata l'anno scorso" fece tornare il suo sguardo sul mio. Era così divertito di tutta quella situazione che mi fece incazzare ancora di più.

Non mi allontanai, nè lo spintonai. Lo guardai dritto in faccia, un pò imbarazzata per aver fatto una figura di merda, e cercai di assumere un tono da dura.

"Te l'hanno mai detto che sei un deficiente?" chiesi seria.

"Te l'hanno mai detto che sei irascibile?" chiese lui divertito.

"Te l'hanno mai detto che sei lunatico?" sorrisi fintamente.

"Te l'hanno mai detto che sei dannatamente carina quando provi a fare la dura?" sorrise con tanto di lingua tra i denti.

Mi bloccai e spalancai la bocca. Avevo altre osservazioni da fare su di lui, ma la sua frase e il suo sorriso mi avevano pietrificato sul posto.

Arrossii fino alle punte delle orecchie, schiarendomi la gola e indietreggiando di qualche passo.

Zayn percepì la mia agitazione e scosse la testa divertito "Non ti devi imbarazzare per così poco. Ho solo detto la verità" concluse facendo spallucce.

Sì, ma la 'verità' detta da un ragazzo del genere, che assomiglia molto ad un modello della Abercrombie&Fitch, non è cosa da poco pensai, squadrandolo dalla testa ai piedi.

Lui rise delicatamente e con la voce leggermente roca disse "Beh, grazie per il complimento. In effetti potevo diventare senza problemi un modello, peccato che quella vita non faceva proprio per me" arricciò il naso e assunse un'espressione pensierosa.

Spalancai gli occhi e mi diedi dell'imbecille almeno una trentina di volte. Era ovvio che poteva sentire i miei pensieri, e per di più glielo avevo anche permesso! Meritavo la medaglia per la deficiente dell'anno.

Poi assorbì lentamente le sue parole nella mia mente-- per dargli almeno una risposta decente-- e una domanda mi sorse spontanea "Che cosa volevi diventare da grande, Zayn?"

"Se te lo dicessi, ti metteresti a ridere" abbassò la testa con un sorriso un pò malinconico, immerso in chissà quali pensieri.

"Non rido, giuro" risposi sinceramente "A meno che tu non volevi fare il gelataio o il cubista"

Lui rise e scosse la testa. In un attimo rialzò lo sguardo e i suoi occhi erano fissi sui miei, seri e profondi.

"Volevo fare il cantante" disse debolmente.

"Perché dovrei ridere?" chiesi stranita.

Lui fece spallucce "Non lo so. Quando l'ho detto la prima volta ai miei si sono messi a ridere sguaiatamente, dicendomi che i cantanti erano solo delle persone senza valori e senza obiettivi nella vita"

Inarcai un sopracciglio "Non potrei mai mettermi a ridere. Credo che fare il cantante sia un lavoro molto soddisfacente ma allo stesso tempo anche impegnativo. Di certo chi intraprende questa carriera è più che sicuro sulla strada da percorrere ed ha un obiettivo ben preciso in testa. Non so perché i tuoi pensavano questo, ma io non condivido per niente il loro pensiero"

Il suo sguardo serio si addolcì e un sorriso fece di nuovo la sua comparsa sul suo viso "Grazie" pronunciò sinceramente.

Feci spallucce e gli regalai un timido sorriso. Lui mi si avvicinò e delicatamente mi strinse tra le sue braccia, poggiando il mento sulla mia testa.

Respirai il suo profumo, stringendo le braccia intorno la sua vita e poggiando la testa sul suo petto immobile.

"Ti va di cantarmi qualcosa?" chiesi, con la voce ovattata dai vestiti di Zayn.

Lo sentì irrigidirsi nel nostro abbraccio ed io lentamente alzai il capo verso di lui.

Zayn abbassò lo sguardo sul mio viso, i nostri occhi fusi insieme sembravano non voler distogliere lo sguardo l'uno dall'altro.

Si schiarì la gola e prese a balbettare "È-- insomma, è da tanto che non canto, sicuramente adesso farò completamente schifo, non-- non credo sia una buona idea"

Aggrottai le sopracciglia "Voglio solo sentire la tua voce, anche solo per un paio di secondi. Non mi aspetto che tu sia un cantante professionista. Sai che non ti giudicherò" lo rassicurai dolcemente, sorridendogli per infondergli sicurezza.

Lui chiuse gli occhi e arricciò il naso "Non voglio fare la figura del deficiente. Sembrerò un completo idiota e poi la mia voce non è niente di che"

"Wow, dov'è finito tutto il tuo ego e l'eccessiva sicurezza in te stesso?" chiesi divertita, mentre lui riapriva gli occhi e mi lanciava un'occhiataccia "Dai, ti prego. Solo un paio di secondi" assunsi l'espressione da cucciola smarrita, cosa che aveva sempre convinto Emily a farmi fare quello che volevo.

Zayn sospirò "Perché ti importa così tanto?"

Roteai gli occhi "So che stai cercando di prendere tempo, ma con me non funziona. Avanti, ali candide, fammi sentire quello che sai fare" dissi, assumendo un tono altezzoso.

"Sono sicuro che me ne pentirò" si schiarì nuovamente la gola e scosse la testa.

Io mi sistemai meglio dentro il suo abbraccio, poggiando nuovamente la testa contro il suo petto freddo. Gli diedi tutto il tempo che voleva per prepararsi, sia mentalmente che vocalmente, e nel frattempo chiusi gli occhi.

"Loving can hurt, loving can hurt sometimes 
But it's the only thing that I know 
When it gets hard, you know it can get hard sometimes 
It's the only thing that makes us feel alive,"

Mi beai della melodiosa voce di Zayn. Era delicata, ma allo stesso tempo decisa e potente. Non credevo che avesse una voce così bella. Lo strinsi più forte, lasciandomi cullare dalle noti dolci che risuonavano nella stanza.

"We keep this love in a photograph 
We made these memories for ourselves 
Where our eyes are never closing 
Our hearts were never broken 
And time's forever frozen, still

So you can keep me 
Inside the pocket of your ripped jeans 
Holding me close until our eyes meet 
You won't ever be alone, wait for me to come home"

Si fermò ed io aprì gli occhi. Alzai lo sguardo verso di lui, con un'evidente entusiasmo e felicità negli occhi. Mi resi conto di avere gli occhi lucidi. Il tono dolce, morbido e leggero con cui aveva cantato Zayn mi aveva commosso, e non poco.

"Sei-- oh mio dio, era...tu--" balbettai non sapendo bene da cosa iniziare.

Lui ridacchiò "Non era niente di che. E poi ha da tanto tempo che non cantavo, sicuramente avrei fatto di meglio con un pò di esercizio" si mise una mano sulla nuca imbarazzato.

Spalancai gli occhi "Zayn, sei stato assolutamente fantastico, hai una voce incredibile io-- come sai non mi commuovo facilmente per dei libri, film o canzoni ma questo...questo era un qualcosa di pazzesco" pronunciai freneticamente, guardandolo dritto negli occhi.

Un filo di tristezza passò sui suoi lineamenti facciali ed abbassò lo sguardo per non farlo notare. Percepì su di me un senso di vuoto, di malinconia e pentimento e capì che questo era quello che stava provando adesso Zayn.

Gli alzai il mento con il dito "Saresti diventato un fantastico cantante, Zayn. Questo però non significa che non puoi esserlo anche adesso. Scommetto che esiste anche lì un Angel's Got Talent o qualcosa del genere"

Lui rise rumorosamente, socchiudendo gli occhi a due piccole fessure. Poi afferrò le mie dita ancora ferme sul suo mento e le guardò brevemente, stringendole poi delicatamente.

"Non pensavo conoscessi Ed Sheeran" esclamai stupita "Credevo che gli angeli non si interessassero del mondo degli Umani"

"Te l'ho detto: io non sono come gli altri" fece spallucce e sorrise "Diciamo che anch'io ho una certa conoscenza dei cantanti di questo mondo"

"Ed Sheeran è il mio cantante preferito" esclamai con un sorriso.

"Lo so" rispose lui con un ghigno.

Scossi la testa divertita "Sei una continua scoperta"

"In senso positivo o negativo?" aggrottò le sopracciglia confuso.

"Positivo, odiota" alzai gli occhi al cielo.

Lui semplicemente mi sorrise e continuò a stringermi, guardandomi con una strana scintilla negli occhi.

"Vuoi vedere una cosa?" mi chiese dolcemente. Quando Zayn usava quel tono di voce, quasi sussurrato, non potevano non venirmi i brividi lungo le braccia. La sua voce era un qualcosa di unico ed ero felice che Zayn avesse accettato di cantare per me.

Ritornai nella realtà e annuì, non sapendo se mi sarei potuta fidare della bocca per poter spiccicare parola.

"Guarda" indietreggiò di pochi passi ed alzò la mano. Sul suo palmo apparì improvvisamente una piccola e luccicante fiamma verde che sembrava quasi reale.

Spalancai la bocca "C-cos'è?"

Lui alzò un angolo della bocca alla vista del mio sguardo completamente catturato da quella fiammetta.

"Questo è il fuoco della speranza. Con questo noi Angeli possiamo aiutare gli Umani in quelle cose che noi non siamo in grado. Viene usato in casi estremi ed è tanto pericoloso quanto potente" disse lui, guardando il fuoco che aveva sulla mano.

"Pensavo che voi Angeli potevate fare tutto" risposi confusa.

Lui scosse la testa "Non proprio. Non possiamo ad esempio parlare con gli Umani deceduti, a meno che questi non si trasformino anche loro in Angeli. Non possiamo dare una spiegazione al senso della vita. Non possiamo fare molte altre cose. E questa fiamma può esprimere un desiderio, può dare una risposta ad una domanda che da sempre l'Umano ha voluto sapere"

"Perché non può essere usata più spesso? Insomma, qual'è il problema?" chiesi ingenuamente.

"Non è molto facile. Evocare ed esprimere il desiderio richiesto richiede molta fatica e non è permesso a tutti gli Umani conoscere cosa ci sia nell'aldilà o i segreti che da sempre l'Universo ha custodito in sè. Si deve essere una persona piena di valori, che si è sempre comportata in modo adeguato e che ha fatto innumerevoli sacrifici durante il suo percorso e che purtroppo soffre di gravi malattie incurabili. Una sorta di premio, in pratica" spiegò Zayn.

"Oh" pronunciai flebilmente. Quel mondo era così affascinante e pieno di sorprese che rimanevo sempre senza parola.

Poi Zayn alzò anche l'altra mano e sul palmo della sua mano prese vita in modo frenetico una bellissima fiamma azzurra.

"Questo invece è il fuoco della dimenticanza. Viene usato da noi Angeli per far dimenticare al nostro protettore della nostra esistenza e dell'aiuto che gli abbiamo dato. È una cosa abbastanza triste, ma purtroppo inevitabile" sospirò abbassando gli occhi e alzandoli repentinamente per non far notare il suo stato d'animo.

"Quindi...quando arriverà il momento userai-- userai quel fuoco su di me?" deglutì e indicai la fiamma con un dito.

Sapere che prima o poi mi sarei dovuta allontanare in modo definitivo da Zayn mi rattristiva e mi lasciava impietrita.

Zayn annuì lentamente ed abbassò lo sguardo. Poi strinse i due palmi della mano a pugno e spense abilmente le due fiamme, sia quella piccola ma pericolosa, che quella grande ma decisiva.

Distolsi lo sguardo sulla finestra di fianco a me e presi ad osservare il cielo limpido che si scagliava di fronte ai miei occhi.

"Vuoi vedere un'altra cosa?" chiese Zayn, rompendo il silenzio che si era creato.

"Basta che non sia nulla di sconcio" risposi, lanciandogli un'occhiata con la coda dell'occhio.

Lo senti ridere "No, guarda" ordinò per l'ennesima volta.

Rivolsi di nuovo l'attenzione su Zayn e rimasi senza parole quando vidi le sue ali aperte di fronte a me.

Erano grandi, occupavano quasi tutta la stanza, e sembravano dannatamente morbide. Guardandole da vicino sembravano più chiare della prima volta che le avevo viste.

Zayn strappò una piuma dalle sue ali, facendo una piccola smorfia di dolore, e me la porse.

"Ecco, tieni. Così ti ricorderai per sempre di me, anche quando ti cancellerò dalla mente tutti gli episodi vissuti con me" sorrise dolcemente Zayn.

Lo guardai a lungo, sorpresa del suo gesto. Una lacrima scivolò lungo la guancia e velocemente l'asciugai, ridacchiando subito dopo "Chissà a quante altre persone hai detto queste parole"

"In realtà tu sei la prima. Non ho mai strappato una piuma dalle mie bellissime e rare ali, quindi considerati fortunata" sorrise sghembo.

Roteai gli occhi e, con gli occhi ancora umidi, accettai la piuma che Zayn mi offriva. La osservai da più vicino, completamente meravigliata: alla base vi erano delle leggere sfumature di azzurro, mentre le punte erano illuminate da un vivace colore oro.

"Grazie Zayn, è stato un gesto belliss-" interruppi i miei ringraziamenti quando notai che il ragazzo in questione era scomparso.

"Sempre il solito, eh!" gridai al nulla davanti a me, con un sorriso divertito ad illuminarmi il viso.

"Certo...pasticcino"

______________

Voglio un sacco di recensioni perchè sono finalmente ritornata e come promesso ho postato un nuovo capitolo! 

E poi questo capitolo era più dolce rispetto agli altri, e soprattutto perché è completamente dedicato a Zayn e Charlotte!

Su, su, sto aspettando u.u

No vabbè, questo capitolo mi ha fatto male. L'ho finito in un giorno ed è troppo zuccheroso per i miei gusti, per questo ho cercato di mettere un pò di sarcasmo qua e là per non renderlo come una caramella al miele ricoperta di cioccolato e zucchero a velo.

Che schifo, a solo pensarci mi viene la nausea. Il miele mi fa schifo....

VEDETE? Sto male. Okay vado a cercare aiuto, voi sapete che fare ahahah

Bacio♥

P.s: il nuovo singolo dei ragazzi lo AMO. No davvero, non smetto di ascoltarlo. Mi è sembrato stranissimo non sentire la voce di Zayn ma ci devo fare l'abitudine.

A proposito di Zayn, che ha firmato un contratto con una casa discografica, omg. Io sinceramente sono felice, se lui lo è. Voglio davvero che esprima se stesso, non vedo l'ora di ascoltare le sue canzoni *^*

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P.s,s: gli Zouis >>>>>>

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Capitolo 8
*** •7 ***


Lessi le prime due righe del libro di storia ma, dopo essermi resa conto di non aver capito praticamente nulla, ricominciai dall'inizio e le rilessi nuovamente.

Per qualche motivo non riuscivo a concentrarmi. C'era qualcosa che non riusciva a farmi pensare lucidamente.

Sbuffai e ruotai sulla mia sedia girevole, poggiando lo sguardo sulla finestra e facendo cadere la testa indietro.

"Lacey?"

Voltai lo sguardo verso lo stipite della porta con fare annoiato.

"Si?" risposi debolmente al richiamo di Emily, che aveva fatto entrare la testa dentro la mia stanza.

"Tutto bene?" chiese lei, aggrottando le sopracciglia.

"Uhm, si. Sono solo annoiata" risposi facendo spallucce.

Lanciò un'occhiata ai libri aperti sulla mia scrivania e si morse il labbro "Stai facendo qualcosa di importante?"

Guardai brevemente il libro di storia e sospirai senza speranze "No, nulla. Tanto non riesco neanche a concentrarmi"

Lei annuì e fece poi un ampio sorriso "Bene, allora ti voglio pronta tra non più di mezz'ora"

"Dove andiamo?" chiesi stranita.

"Vedrai che ti piacerà" mi fece l'occhiolino.

"Uhm, okay" risposi, per niente sicura.

Emily chiuse la porta, scomparendo dalla mia vista, ed io presi un profondo respiro prima di alzarmi dalla sedia girevole e dirigermi verso l'armadio per decidere cosa indossare.

*****

"Mi hai portato a fare shopping?" chiesi divertita.

"Mi sembrava bello poter passare un pò di tempo insieme alla mia meravigliosa figlia, comprandole dei nuovi fantastici vestitini" rispose lei con un sorriso.

"È un modo carino per dirmi che i miei vestiti fanno schifo?" chiesi inarcando un sopracciglio.

"Oh, non potrei mai" ridacchiò, alzando le mani in segno di difesa.

"Okay, andiamo a comprare qualcosa" dissi alla fine, roteando gli occhi.

Dopodiché Emily sorrise soddisfatta e mi trascinò, letteralmente, in ogni negozio possibile, sotto le mie inutili lamentele.

Girammo per più di un'ora senza trovare nulla che mi piacesse davvero.

Camminavo indisturbata dentro uno dei tanti negozi di abbigliamento, osservando attentamente i vestiti di fronte a me e provandone ogni tanto qualcuno.

Sentì una mano sulla spalle e, dopo aver sobbalzato leggermente, mi voltai.

"Charlotte, che ne pensi di questo?" chiese Emily, guardando il vestitino verde smeraldo che teneva in mano nella gruccia, con sguardo pensieroso.

Lo osservai attentamente: era senza spalline, morbido sui fianchi e stretto al seno con un'elegante fiocco sulla vita.

"Vai a provarlo" ordinò dolcemente Emily.

Feci ritornare il mio sguardo su di lei "Perché?" chiesi stupidamente. Non ero il tipo da vestitini, o perlomeno non mi piacevano come mi stavano addosso.

"Perché ti brillavano gli occhi mente lo guardavi" spiegò lei, con un sorriso divertito.

Abbassai lo sguardo sugli altri vestiti accanto a me "Ti sbagli. Non mi piace"

"Charlotte," iniziò lei, con tono severo ma allo stesso tempo con un pizzico di dolcezza "mi piacerebbe vederti con questa vestito addosso. Perché non te lo provi, mh? Fallo per me, almeno"

Sospirai. Odiavo quando le persone cercavano per forza di convincermi a fare qualcosa, così "Okay" risposi. Se l'assecondavo, avrebbe smesso di infastidirmi.

Presi in mano il vestito e mi diressi nei camerini.

Una volta entrata, lo guardai ancora una volta. Era davvero splendido ma non volevo indossarlo e rimanere delusa nel vedere che non mi stava bene. Toccai il tessuto morbido e leggero del capo ancora nella gruccia e sospirai.

Lo faccio solo per fare contenta mia madr- Emily. Per fare contenta Emily.

Mi tolsi i vestiti e, senza guardarmi una seconda volta allo specchio, indossai il vestito verde smeraldo.

Alzai lo sguardo verso lo specchio e sospirai ancora una volta. Il vestito era perfetto, a differenza del mio corpo.

Mi voltai ed uscì la testa fuori dal camerino alla ricerca di Emily. Non ci pensavo proprio ad uscire mezza nuda e farmi vedere da tutti quei ragazzi lì fuori.

"Emily?" la chiamai, nè troppo forte nè troppo piano. Nessuna Emily era nei paraggi e sbuffai seccata.

"Sei stupenda"

In fretta feci rientrare la testa nel camerino e mi girai spaventata.

"Cosa diavolo ci fai qui?" sussurrai arrossendo, cercando di non farmi sentire da nessun altro oltre che Zayn.

"Domanda stupida" rispose ridacchiando.

"Si, okay, ho afferrato il concetto" incrociai le braccia al petto e alzai gli occhi al cielo.

Eravamo molto vicini. I camerini non erano molto spaziosi e se lo solo lo avessi potuto, avrei potuto toccare Zayn senza troppa fatica.

"Ti sta benissimo" disse Zayn, guardandomi dalla testa ai piedi con un sorriso sincero.

"Non-- non è vero" risposi, voltando il capo verso lo specchio.

Dal riflesso vidi il profilo di Zayn guardarmi in viso e i suoi occhi soffermarsi sulle mie labbra. Allungò una mano e mi toccò con delicatezza la pelle scoperta della clavicola e della spalla con le punte delle dita, per poi spostarmi i capelli da un lato.

Rabbrividì per il tocco freddo sulla mia pelle e continuai ad osservare il moro allo specchio, non riuscendo a spostare lo sguardo su di lui, sui suoi magnetici occhi e sui suoi gesti alquanto ambigui.

Si avvicinò lentamente e si abbassò sul mio orecchio. Trattenni il fiato e mi irrigidì. Lo sentivo esitare, lo vedevo esitare, come se non sapesse esattamente se poteva farlo.

In fondo...cosa diavolo stava facendo?

"Non fare così. Non comportarti come se non valessi nulla, come se fossi un abominio, non-- non lo fare. Non sei così, nessuno lo è. Se non riesci ad accettare il fatto che tu sei bellissima, almeno non rinnegare i miei tentativi di farti vedere quello che sei davvero, ovvero una splendida ragazza con un vestitino che lascia decisamente poco all'immaginazione e che farebbe cadere ai piedi qualsiasi ragazzo"

Dopo che finì di parlare rimase fermo in quella posizione, con la bocca vicino al mio orecchio e i nostri corpi a pochi centimetri tra di loro.

Continuai a guardare i nostri riflessi sullo specchio così vicini. Lo vidi poi spostarsi dopo un paio di secondi e sorridere.

Ripresi a respirare normalmente e voltai lo sguardo verso Zayn. Ero sicura di essere completamente arrossita e forzai un sorriso imbarazzato.

"Charlotte?"

Sobbalzai e mi voltai verso le tendine del camerino, come se Emily mi avesse colto a fare qualcosa che non avrei dovuto, anche se non poteva vedermi

Tornai a guardare Zayn ma lui era già scomparso. Mi schiarì la gola.

"S-si?" chiesi, controllandomi allo specchio per vedere il mio stato attuale. Viso piuttosto roseo, occhi che brillavano e mani che tremavano leggermente. Perfetto, sembravo completamente sconvolta.

"Allora, hai finito? Ti ho preso altri vestitini piuttosto carini che credo possano piacer-- oh mio dio, Charlotte, sei splendida!" esclamò Emily, dopo che feci la mia comparsa davanti a lei.

Arrossii ancora una volta. Stavo per dirle che stava esagerando, poi però mi ricordai delle parole di Zayn e decisi semplicemente di accettare il complimento.

"Grazie" risposi timidamente.

Lei mi guardò brevemente prima di lanciarsi verso di me e darmi un lungo abbraccio.

"Le somigliavi così tanto" disse dolcemente, stringendomi tra le sue braccia.

"A chi?" chiesi confusa, poggiando la testa sulla sua spalla. Gli abbracci tra di noi erano molto rari ma sempre piacevoli e confortanti.

"A tua madre" rispose lei con un sospiro.

Si staccò dall'abbraccio e mi sorrise leggermente.

"Posso farti una domanda?" non ero sicura se quello che stavo per chiederle fosse troppo personale o inappropriato.

"Certo," rispose lei "non c'è bisogno neanche di chiederlo"

"Tu-- com'è che conosci mia madre?"

Lei restò in silenzio per un paio di secondi, indecisa sul da farsi.

"Ecco, non so se sia il caso. Siamo in un negozio pieno di gente, e poi non voglio che pensi che io fossi una poco di buono" rispose lei nervosamente.

"Voglio saperlo adesso, non mi importa se ci sono persone ad ascoltarci." dissi decisa "Prometto che non ti giudicherò"

Mi guardò brevemente e prese un profondo respiro, poi mi trascinò verso un angolo più appartato, lontano da orecchie indiscrete, e incominciò a parlare.

"Ero un'amica di tuo padre. Anzi, migliore amica. Condividevamo tutto insieme, eravamo considerati quasi fratello e sorella." sbuffò una piccola risata "In realtà mi era sempre piaciuto William, tuo padre, ma non avevo mai avuto il coraggio di confessarglielo. Poi un giorno mi raccontò di aver conosciuto una ragazza, Julia, e che le piaceva davvero tanto. La odiai così tanto, ma nonostante tutto mi misi da parte, lasciai che William vivesse la sua storia d'amore. Poi la conobbi meglio e strinsi addirittura una bella amicizia con lei. Vidi con chiarezza il perché tuo padre fosse così affascinato da lei. Era così bella, elegante nei suoi modi di fare, dolce e con un cuore enorme. Allora, felice del fatto che William stesse con una così brava ragazza, me ne andai. Lo rividi solo dopo un paio di anni, quando si presentò in piedi di fronte a casa mia con una bambina in braccio. Era così terrorizzato che-- che non capì neanche il perché di quella visita. Stupidamente pensai che si fosse reso conto che lo amavo, e invece voleva solo affidarmi una delle sue responsabilità. Sapeva che l'avrei accettata. In realtà ho sempre pensato che tuo padre sapesse quello che provavo per lui e che abbia approfittato di questa mia debolezza"

Troppe informazioni, pensai con gli occhi spalancati ho aspettato tanti anni per sapere tutto questo e adesso...credo che forse inconsciamente non avrei voluto saperle.

"Charlotte, sta calma. In fondo già te lo aspettavi che Emily fosse innamorata di tuo padre, no?"

Sì, ma adesso che so per certo che quello che credevo era vero, mi sembra tutto così...strano.

"È normale, anch'io avrei reagito così. In fondo si tratta pur sempre di tua madre e di tuo padre, e sentire parlare di loro dopo così tanto tempo può scatenarti dentro delle forti emozioni"

Annuì lentamente e chiusi brevemente gli occhi. Quando li riaprì, vidi Emily di fronte a me guardarmi preoccupata.

"È-- è tutto okay?" chiese cautamente.

"Si, si" risposi con un breve sorriso nervoso "Solo tante informazioni in poco tempo"

"Scusa, non dovevo raccontarti nulla" sospirò lei.

"No, invece, hai fatto bene. Avevo bisogno di sentir parlare dei miei genitori. Mi farebbe piacere se ogni tanto lo facessi" affermai sicura con un leggero sorriso ad incresparmi le labbra.

"Certo, quando vuoi" annuì e mi sorrise "Dai, adesso andiamo alla cassa e paghiamo questo splendido vestito degno di una ragazza raffinata ed elegante come te"

"Davvero?" chiesi "Intendi comprarmelo?"

"Certo." esclamò Emily confusa "Pensavo di comprartelo già dopo averlo visto"

"Qualcosa mi dice che l'avresti comprato anche senza il mio consenso" dissi divertita.

"Uhm, beh si, forse hai ragione" disse pensierosa lei.

Risi e scossi la testa, ritornando dentro il camerino e guardandomi un'ultima volta allo specchio. Toccai il tessuto del vestito e sorrisi felice.

"Ottima scelta"

 

_________________

Aw, Zayn teneroneee.

Vorrei ringraziare coloro che stanno leggendo la mia storia, anche se non sono molti. Per me significa davvero tanto. Sono molto legata a questa storia e a questi personaggi, forse anche perchè parlano un pò di me e del mio carattere.

Quindi, a tutti quelli che stanno leggendo queste note d'autore dedico un grazie particolare.

Okay, adesso smetto di rompervi AHAHA

Non vedo l'ora di scoprire cosa ne pensate adesso e quando entreranno in scena personaggi "nuovi"! Lol

BASTA, me ne vado, adieu <3

Prima però voglio proporvi una cosa ;) se questo capitolo raggiungerà almeno DUE recensioni, pubblicherò subito un altro! è un'offerta da non perdere u.u

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Capitolo 9
*** •8 ***


Scesi le scale, diretta in cucina per farmi uno spuntino. Trovai Emily vicino al bancone mentre tagliava con dedizione le verdure che aveva comprato il giorno prima.

"Ehi Emily" la salutai "Cosa cucini di buono?" chiesi, sbirciando oltre le sue spalle.

Lei si voltò con un sorriso sghembo "So già che non ti piacerà per niente quello che ho intenzione di cucinare" disse, riprendendo a tagliare le numerose verdure sul bancone.

Arricciai il naso "Non dirmi che quelle verdure servono per fare lo stufato"

Lei fece un ampio sorriso "Esatto, signorina. Le ho prese dal miglior fruttivendolo della zona e sono freschissime. Sono sicura che verrà un ottimo stufato e-- non fare quella faccia!" esclamò Emily, voltandosi quel tanto per vedere la mia espressione di disapprovazione.

"Emily. Mi hai appena detto che cucinerai uno stufato pieno di verdure, che per la maggior parte odio, e che sembrano disgustosamente salutari. Che altra faccia dovrei fare?" chiesi ironica.

Se non si era capito, odiavo le verdure. Odiavo il loro gusto, il loro colore e tutto quello che aveva a che fare con loro. Le mangiavo solo in casi eccezionali o perché obbligata.

"Non puoi mangiare sempre quelle schifezze, Charlotte. Mi chiedo come tu sia ancora così incredibilmente magra" affermò pensierosa.

Guardai in basso, esaminando il mio fisico. Non credevo fossi così magra ma Emily non mentiva mai. Era sempre così mostruosamente sincera, anche quando non vorresti.

"Ti dispiacerebbe finire di tagliare queste verdure? Ho davvero bisogno di farmi una doccia. Ci metterò poco, giuro" disse frettolosamente, dopo aver lanciato un'occhiata all'orologio appeso nell'altra parte della stanza.

"Okay, nessun problema" aggrottai le sopracciglia confusa "Dove devi andare?"

Si voltò di scatto "Cosa? Da nessuna parte. Io--devo solo farmi una doccia" fece un finto sorriso.

"C'è qualcosa che devi dirmi, Emily?" incrociai le braccia al petto.

"No, assolutamente. Solo che stasera avevo intenzione di uscire fuori con un paio di amici. Scusa, oggi dovrai restare a casa da sola" disse lei, ricordandosi improvvisamente di quel piccolo dettaglio.

"Con chi devi uscire, esattamente?" chiesi, inarcando un sopracciglio sospettosa.

"Uhm, nessuno. Solo un paio di amici" rispose lei vaga, passandosi velocemente una mano tra i capelli.

"Ne sei sicura?" chiesi ancora una volta, allungando la testa verso di lei minacciosa.

Lei incrociò le braccia al petto "Adesso i ruoli si sono invertiti? Dovrei essere io quella a chiederti con chi esci e dirti di non fare tardi"

"Peccato che io sia la ragazza più asociale di questo quartiere e che non abbia nemmeno un'amica" dissi "Quindi adesso tocca a me questo compito"

Lei sembrò vacillare, alla ricerca di una risposta efficace. Poi sbuffò infastidita e guardò nuovamente l'orologio.

"Uscirò con un ragazzo, stasera. Un mio vecchio amico" rispose lei, anticipando la mia domanda.

"Dove andate?" chiesi.

"Senti, risponderò a tutte le domande che vuoi, adesso però devo andare a fare la doccia. Dammi mezz'ora e sarò tutta tua" affermò lei, indietreggiando verso le scale che portavano al piano superiore.

"Aspetta, voglio solo-" incominciai ma mi fermai quando vidi Emily correre, letteralmente, su per le scale.

Sbuffai e scossi la testa. Poi lanciai un'occhiata verso il bancone e arricciai il naso quando notai le verdure non ancora tagliate.

Raggiunsi il tavolo e afferrai il coltello affilato. Incominciai a tagliare la carota più arancione che avessi mai visto, togliendo ogni tanto una ciocca di capelli che mi cadeva sul viso.

"Sei così sexy quando tagli le verdure"

Sobbalzai e per poco non mi tagliai il dito con il coltello "Idiota, stavo per farmi male per colpa tua! Altro che proteggermi, tu mi vuoi uccidere!"

Rise leggermente "Non ci potrai mai credere, ma mi sto affezionando a te"

"E poi perché diavolo appari sempre alle mie spalle?" chiesi stizzita, tagliando con più veemenza un gambo di sedano.

Sentì dei passi sul pavimento, segno che si stava avvicinando. Mi spostò i capelli di lato e lentamente avvicinò le labbra al mio orecchio.

"Forse perché da qui ho una visuale migliore" sussurrò malizioso "O forse perché ho sempre preferito poter avere il controllo sulle persone, poterle dominare. Sai che la colonna vertebrale è uno dei tanti punti deboli degli umani?" chiese, sfiorandomi la schiena con le punta delle dita.

Arrossii vistosamente e trattenni il fiato per il tocco leggero e freddo del moro, dietro di me. Presi ad osservare le piastrelle della cucina di fronte a me.

"E quali sono invece i punti deboli degli Angeli?" chiesi, cercando di non balbettare e farmi prendere per idiota.

Lo sentì ridacchiare e poggiare una mano sul balcone, intrappolandomi così nel suo pseudo-abbraccio.

"Non lo vuoi sapere davvero" rispose, sorridendo maliziosamente e strofinando la punta del naso sulla mia guancia.

Voltai leggermente il capo, guardandolo con la coda dell'occhio. Adesso il suo naso quasi sfiorava le mie labbra.

"E se invece lo volessi sapere?" insistetti, continuando ad assecondare il suo gioco.

Lui mi guardò con una scintilla ad illuminargli gli occhi "Se proprio ci tieni a saperlo, te lo dirò." disse, accontentando la mia segreta curiosità. Si spostò di nuovo verso il mio orecchio, sfiorandomelo poi con le labbra "Noi Angeli non possediamo molti punti deboli, ma siamo particolarmente più vulnerabili quando ci eccitiamo. Non succede spesso, però non è nemmeno una cosa impossibile. In fondo, abbiamo pur sempre qualcosa di umano in noi. Non è facile trattenere i propri istinti, lo sai Charlotte?"

Se possibile, arrossii ancora di più e ritornai ad osservare il muro della cucina.

"E se non riuscite a frenare i vostri...istinti, cosa fate? Andate a letto con il vostro protetto?" chiesi con ironia e un pizzico di curiosità.

Zayn restò in silenzio per un paio di secondi, tanto che pensai che fosse scomparso. Così mi girai, e sobbalzai quando lo vidi a pochi centimetri dalle mie labbra mentre mi osservava divertito.

"Questo non te lo dirò. Assolutamente no" scosse la testa e ridacchiò imbarazzato, distogliendo lo sguardo dai miei occhi indagatori e ingenui.

"Perch- oh!" esclamai. Era ovvio cosa facessero per frenare i propri istinti. Domanda stupida, molto stupida.

"Già" annuì, leggendomi nel pensiero. Diventai rossa come un peperone e presi ad osservare le verdure di fronte a me.

"Forse è meglio che mi allontani, o potrebbe succedere uno di quei momenti" sorrise sghembo.

"Smettila" affermai sbuffando.

"Di fare cosa?" chiese stranito, indietreggiando di qualche passo.

"Di mettermi in imbarazzo" borbottai infastidita.

Ci fu un momento di completo silenzio tra di noi. Poi Zayn parlò e "Scusa" disse dispiaciuto.

Notai il noto serio con cui parlò e scossi la testa "No, non dispiacerti. In fondo non è colpa tua"

La colpa era mia. Mia e della mia timidezza, del mio pudore e della mia stupida ingenuità.

Dopo un breve momento, immersa nei miei pensieri, ritornai alla realtà e ripresi a tagliare le rimamenti verdure sul bancone.

Continuavo a pensare e ripensare alle parole di Emily. Dopo tanti anni che si era completamente presa cura di me, evitando accuratamente tutto il genere maschile, adesso usciva con un ragazzo, un suo vecchio amico. O forse dovrei dire una vecchia fiamma?

Cosa aveva intenzione di fare? Andare a letto con lui ogni volta che ne sentiva il bisogno o accoglierlo qui a casa nostra come se fosse diventato il suo fidanzato ufficiale? E poi, era davvero single come credevo? E perché non me ne aveva mai parlato?

Un sacco di domande mi si affollavano in testa e non avevo risposte neanche ad una di quelle. Era così frustrante.

Sentì la mano di Zayn poggiarsi delicatamente sulla mano con cui tenevo il coltello. Neanche mi ero accorta che stavo frantumando il povero gambo di sedano sul bancone.

"Cosa c'è?" mi chiese cautamente.

"C'è che sono preoccupata, Zayn" risposi, lasciando il coltello e voltandomi completamente verso di lui.

"Lo so" rispose lui.

Inarcai un sopracciglio "E allora perché me l'hai chiesto?"

"Sento che c'è qualcosa che ti turba ma non riesco a capire cosa sia" rispose lui tranquillamente.

Sospirai "Emily non mi ha mai parlato di un uomo. In realtà non mi ha mai parlato della sua vita sentimentale in generale. E adesso se ne esce così, dicendomi che se ne sta andando ad un appuntamento con non so chi, io ed io non so neanche che intenzioni abbia questo ragazzo! È una situazione snervante" dissi tutto d'un fiato.

Gli angoli della bocca di Zayn si sollevarono in un sorriso compiaciuto.

"Cosa c'e?" chiesi infastidita. Si stava per caso prendendo gioco delle mie emozioni? Come diavolo si permetteva.

"C'è che anche se dici che non ti importa nulla di Emily, che non è tua madre e che mai lo sarà, in realtà ti importa di lei. E tanto. So che non lo ammetterai mai a te stessa, ma questa è la verità. E tu stessa lo stai dimostrando adesso" rispose lui, aprendo le braccia e indicando la situazione che si era creata.

Non sapevo cosa rispondere. Per quanto odiassi ammetterlo, Zayn aveva ragione, su tutto. In fondo Emily era stata una parte importante della mia vita e anche se non la considerassi mia madre, in un certo senso lo era.

Sbuffai come una bambina e feci il broncio "Smettila di essere sempre così ragionevole. Non ti sopporto"

Lui ridacchiò "Già, me lo dicono in tanti, ma non riesco mai a capire perché sia considerato sempre così fastidioso." si mise una mano sul mento "Probabilmente perché ho sempre ragione. Gli umani a volte sono così stupidi"

"Ti ricordo che anche tu sei metà umano" gli ricordai.

"Oh, vero. Tendo sempre a dimenticarlo" ghignò.

Scossi la testa senza speranza e ritornai ai miei pensieri.

Perché Emily non me ne aveva mai parlato? Se fossi stata come una figlia per lei, sarei stata così importante da essere avvisata della sua vita sentimentale, di tutto quello che le riguardava. Evidentemente non ero poi così importante come pensavo.

"Sai che Emily è una ragazza riservata, Charlotte. Se non te ne ha parlato significa che quest'uomo non è poi così importante per lei da dovertene parlare. È grande, sa quello che fa. Probabilmente vuole solo passare una serata con qualcun altro, poter parlare liberamente, senza freni, e perché no, magari flirtarci e andarci a letto. È una ragazza, anche lei ha i suoi bisogni e le sue necessità, e poi ha ancora venticinque anni. È ancora troppo giovane per occuparsi di una figlia, ma nonostante questo lei lo ha fatto lo stesso. Perciò...lasciale il suo spazio. Lascia che si diverta" concluse Zayn con un sorriso accennato.

Elaborai le sue parole nella testa e annuì lentamente. Inutile dire che aveva ragione anche questa volta. Se fossi stata nei suoi panni, probabilmente avrei fatto lo stesso.

"E se quel ragazzo le fa del male?" chiesi allarmata.

"Charlotte, non-"

"Charlotte, che stai facendo?" mi voltai spaventata verso Emily, che era apparsa sulla soglia della cucina con un turbante sui capelli e un asciugamano avvolto intorno al corpo.

"Io-- niente. Avevo-- avevo finito di tagliare le verdure" feci un sorriso tirato e lanciai un'occhiata a dove pochi secondi fa era Zayn.

Era scomparso appena in tempo.

Emily lanciò un'occhiata al bancone e arricciò il naso "Spero che tu non abbia tagliato in quel modo anche il resto delle verdure"

Seguì il suo sguardo e vidi il sedano sul bancone a piccoli pezzetti minuscoli.

"Sapevo che odiavi le verdure, ma non credevo così tanto da trattarli in quel modo" continuò divertita.

Soffocai una risata e roteai gli occhi. Improvvisamente mi venne un dubbio e mi rivolsi a Zayn.

Emily avrebbe potuto vederti se non fossi scomparso in tempo?

"No, nessuno può vedermi, eccetto te"

E non possono neanche sentirti? chiesi stupita.

"No, Charlotte. Io sono come se fossi un'ombra nella tua mente, un'illusione che tu sola puoi vedere. È impossibile che altri possano vedere o solo percepire la mia presenza"

E perché io non l'ho mai percepita? In fondo se sei un'ombra nella mia mente, avrei almeno dovuto sentirti.

"Non è così facile. Tutti gli Angeli, prima che si mostrino agli Umani, creano intorno a loro un aura che li protegge e che evita che queste sensazioni arrivino nella mente dell'uomo. È una cosa piuttosto intelligente. Chi ci ha creato di certo sapeva esattamente come e cosa fare" lo sentì ridacchiare.

"Charlotte, mi stai ascoltando?"

"Eh, cosa? Che succede?" esclamai, ritornando in me e guardando Emily di fronte a me.

"Sembravi piuttosto pensierosa, più del solito. Tutto bene?" chiese, con la fronte aggrottata.

"Si, si, certo. Scusa" risposi velocemente.

"Avanti, so che stai morendo dalla voglia di riempirmi di domande" rispose lei divertita "Dai, sono pronta"

"Uhm, okay" dissi pensierosa. Non sapevo da dove iniziare, così optai per la domanda più semplice e scontata "Chi è il ragazzo con cui esci?"

"Si chiama Adams, un mio vecchio amico del liceo. Pochi giorni fa ci siamo incontrati per caso e abbiamo deciso di uscire insieme. Come amici, si intende" rispose.

"Nessun ragazzo sano di mente direbbe ad una ragazza di uscire fuori solo 'come amici'. O è gay o è proprio un idiota"

"È gay?" chiesi senza giri di parole.

"Charlotte!" spalancò la bocca "No, non è gay!"

"Allora è un idiota"

"Ti piace?" chiesi sospettosa.

"No, non credo. Insomma, è un bel ragazzo ma non-- non mi piace, no, almeno credo" rispose frettolosamente, senza pensare troppo alla risposta.

"Dove andrete?" incrociai le braccia al petto. Sembravo proprio una madre che stava cercando di ricavare più informazioni possibili dalla figlia minorenne alle prese con il suo primo appuntamento.

"In un locale qui vicino. Se stai per chiedermi se ci andrò a letto, la risposta è no. Prenderemo solo qualcosa da bere e parleremo un pò, niente di più" rispose con un sorriso divertito.

Arrossi vistosamente "In realtà non volevo chiederti se avevi intenzione di andarci a letto. Certe cose è meglio che non le sappia" scossi la testa disgustata.

"Vedrai, quando proverai il sesso non la penserai allo stesso modo" mi fece l'occhiolino.

"Te l'ho detto che amo questa ragazza? Mi offrirei volontario a 'portarla a cena' se solo non fossi invisibile ai suoi occhi. In tutti i sensi"

"Zayn!" esclamai nella mia testa indignata.

"Emily!" esclamai, spalancando gli occhi e la bocca. Cercai poi di riprendere un certo contegno e mi schiarì la gola "Chi te l'ha detto che non l'abbia già fatto?"

Lei mi guardò terrorizzata "L'hai già fatto? Cosa-- quando? Con chi? Perché non me lo hai mai detto?"

Roteai gli occhi e scossi la testa "Emily, stavo scherzando. Rilassati"

"Non farlo mai più." sospirò di sollievo "Voglio sapere tutto da oggi in poi, okay? Tutto"

Annuì "Anch'io. Non credere che la discussione sia finita qui"

"Certo, mammina" rispose lei ironicamente.

Poi mi misi da parte, permettendole di prendere la verdura tagliata a cubetti sul bancone e gettarla dentro una pentola, messa precedentemente sul fuoco.

"Emily, solo...stai attenta okay?" le dissi, sospirando e guardandola mentre ripuliva la cucina.

Lei si voltò nella mia direzione e mi rivolse un dolce sorriso "Lo farò. Adesso vai, sali in camera tua. Ti chiamerò io quando è pronto"

Annuì e riluttante mi diressi nella mia stanza. Trovai Zayn sdraiato sul letto, con una mano sotto la testa e il capo già voltato verso l'uscio della porta.

"Non dire una parola!" dissi stizzita, avvicinandomi al letto e sdraiandomi accanto al moro.

Lui ridacchiò ma restò in silenzio, facendomi poi avvicinare al suo corpo e poggiare il capo sul suo petto.

Dopo un paio di minuti, Zayn mi mise una mano sulla fronte e premette leggermente il palmo sulla mia pelle.

Per un attimo sentì un leggero calore irradiarsi dalla sua mano, e subito dopo l'usuale tocco freddo della sua pelle. Zayn fece poi cadere la mano al suo fianco e sorrise compiaciuto.

Mi sentivo...sollevata, più tranquilla e in un certo senso anche più rilassata.

Alzai lo sguardo su di lui "Cosa hai fatto?" chiesi curiosa.

Lui mi sorrise rassicurante "Niente di che, in realtà. Ho solo eliminato un pò di quell'ansia e preoccupazione che ti stavano attanagliando la testa. Adesso dovresti sentirti meglio"

"Grazie, Zayn. Ne avevo proprio bisogno" gli sorrisi sincera e riconoscente.

"Lo so" mi diede un bacio sulla fronte e mi strinse forte a sè.

Fu così che-- dimenticandomi della cena che Emily doveva cucinare per noi e il suo imminente appuntamento con un ragazzo-- caddi in un tranquillo e profondo sonno, tra le braccia del mio Angelo Custode.


 

___________

Come promesso, ecco il capitolo successivo!

Non so perché, ma questo capitolo è uno dei miei preferiti, ed è anche abbastanza lungo, dai! Ahaha

Se mi dimostrerete quanto vi è piaciuto e lo farete arrivare almeno QUATTRO recensioni, ne posterò subito un altro! Dobbiamo recuperare il tempo perduto eh u.u

Il capitolo successivo è già pronto, aspetta solo voi♥

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Com'è che non ho mai visto quella foto di Zayn prima d'ora? Io boh, le ingiustizie della vita e.e

Zayn che si morde il labbro comunque è illegale, stop.

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Capitolo 10
*** •9 ***


"Ehi ragazzi!"

Ero in mensa a fare pazientemente la fila per il pranzo, quando vidi Niall e Rachel, poco distanti da me, incominciare anche loro a mettersi in fila.

Si guardarono intorno per capire da dove provenisse il suono della mia voce e sorrisero quando mi videro, avvicinandosi poi a me.

"Ehi, moretta!" mi salutò Rachel dandomi un veloce abbraccio.

"Ciao, Charlotte!" mi salutò Niall, più calorosamente rispetto a pochi giorni fa.

"Liam?" chiesi, notando che mancava proprio il moro.

"Oh, oggi doveva andare a fare una visita medica. Niente di importante, tranquilla" rispose Rachel.

Annuì, sperando che fosse davvero come diceva lei e che non aveva voluto dirmi nulla per non farmi preoccupare. Odiavo quando le persone mi nascondevano qualcosa.

"Oh, dimenticavo!" esclamò Rachel, quasi schiaffeggiandosi.

"Ti dimentichi un pò troppe cose ultimamente. Non sarebbe il caso di andare a fare anche tu una visita medica?" chiese Niall con un sorriso divertito in viso.

Lei gli diede uno scappellotto sulla nuca e borbottò un "idiota" tra i denti.

"Stavo dicendo," iniziò lanciando un'occhiataccia al biondino. Poi si rivolse a me e si aprì in un luminoso sorriso "volevo farti conoscere il mio fidanzato. Ci tengo molto e mi piacerebbe che anche tu stringessi amicizia con lui e i suoi amici. O più che altro dovrei dire amico. Ormai sei una dei nostri e di conseguenza devi conoscere il resto della ciurma! Ovviamente solo se vuoi, non costringo nessuno, puoi sempre dire di no"

"Io-- certo, va bene" risposi apparentemente tranquilla.

Avevo una fottuta paura di sbagliare qualcosa e farmi prendere per stupida. Non ero mai stata brava a farmi nuovi amici, non ero neanche un ottimo socializzatore. C'erano un sacco di cose per cui qualcosa poteva andare orrendamente storto. E se Rachel, vedendo che i suoi amici non andavano d'accordo con me, mi avesse detto che non facevo più parte della sua cerchia di amici?

"Tranquilla, Louis e gli altri ti faranno sentire a tuo agio. Sono amichevoli con tutti e non vedo perché non dovrebbero esserlo con una ragazza carina come te" aggiunse Rachel, facendomi l'occhiolino.

"Sei sicura di essere, uhm, etero?" chiesi, cercando di sopprimere un sorriso divertito che mi stava nascendo sul viso.

Quella ragazza mi faceva più occhiolini di quanto avrebbe dovuto. Stavo incominciando a pensare che forse, in fondo in fondo, provava dell'attrazione sensuale nei miei confronti.

Rachel spalancò gli occhi e Niall scoppiò in una risata rumorosa, non preoccupandosi di coprirla o smorzarla.

"Signorina, non ti credevo così sfacciata e diretta! E comunque sono al cento per cento etero. Louis può confermarlo" disse maliziosa.

"No, grazie. Mi fido delle tue parole" conclusi, arricciando il naso "Quindi, quando dovrò incontrare il tuo meraviglioso principe azzurro?" chiesi un pò nervosa.

"All'uscita della scuola. Lou mi ha detto che oggi pranzerà più tardi del previsto, e non credo che si farà vedere se non al suono della campana" sospirò Rachel triste.

"Ti piace davvero tanto, non è vero?" chiesi con un sorriso gentile.

"Piacere? Questo è un eufemismo. Rachel ne è completamente ossessionata. Non fa che parlarmi di lui tutto il giorno e dio, non sai quanto sia insopportabile. Se non conoscessi Louis di persona, lo avrei odiato fino alla fine dei miei giorni" rispose Niall, agitando le mani per enfatizzare il suo discorso.

Rachel non disse nulla ma semplicemente arrossì leggermente.

"Oh, allora anche tu arrossisci! Pensavo che fossi l'unica idiota a farlo continuamente. Sono felice di sapere che anche una ragazza all'apparenza espansiva come te, ha la capacità di arrossire!" feci un sorriso compiaciuto.

"Smettila, moretta. Io non arrossisco." disse lei, mettendo su un'adorabile broncio.

Niall scosse la testa divertito e mise le braccia intorno le nostre spalle.

"Ragazze, è ora di mangiare!" esclamò lui, contento.

"Come fai ad ingerire quella roba e continuare a chiamarla 'cibo'?" chiesi disgustata, guardando l'irlandese.

Lui fece spallucce "Qualsiasi cosa commestibile per me è buona" rispose semplicemente.

Roteai gli occhi e mi feci guidare dal biondino lungo la fila che procedeva velocemente. Passammo l'ora di pranzo tra chiacchiere, risate e sbuffi continui da parte mia per il cibo stomachevole della mensa e i "se non ti piace, dammelo a me" di Niall.

¤¤¤¤¤¤¤

Era arrivato il momento. Ero fuori dalla scuola insieme a Rachel e Niall e stavo letteralmente morendo di ansia.

Mi asciugavo nervosamente i palmi della mano sui jeans e mi guardavo intorno per individuare il gruppo di amici di Rachel. Purtroppo però neanche li conoscevo, quindi mi limitavo a guardarmi intorno per ammazzare il tempo o per farmi assalire ancora di più dal panico quando qualcuno si avvicinava a noi.

Niall mi mise una mano sulla spalla, facendomi voltare spaventata. Mi sorrise affettuosamente, probabilmente notando il mio umore.

"Non agitarti così tanto. Sono dei bravi ragazzi, non ti giudicheranno nè tanto meno ti eviteranno. Sono sicura che piacerai, forse anche troppo." ridacchiò lui "Comunque vada, resterai sempre una dei nostri"

Gli sorrisi sinceramente ed abbassai lo sguardo sulle mie vecchie scarpe consumate dal tempo. Niall aveva intuito al volo cosa avessi e in qualche modo mi aveva tranquillizzata. Gliene ero grata.

"Eccoli!" quasi urlò dalla gioia Rachel, osservando due ragazzi ridere tra loro e avvicinarsi a noi con passo felpato.

Vidi due ragazzi: un ragazzo riccio con delle meravigliose labbra a cuore e un ragazzo moro, più basso dell'altro, con dei lineamenti del viso piuttosto delicati e quasi femminili.

Notai la grande complicità tra questi due ragazzi, come se si conoscessero da così tanto tempo da sapere ogni piccolo e minuscolo particolare dell'uno dell'altro. Sembravano così spensierati e felici mentre ridevano insieme, che sembravano quasi immersi in un altro mondo, dove esistevano solo loro due.

"Louis!" chiamò Rachel.

Il ragazzo in questione si voltò verso la sua fidanzata e le sorrise dolcemente prima di percorrere gli ultimi metri che li sparavano e darle un delicato bacio sulle labbra.

L'altro suo amico distolse lo sguardo, come se avesse visto quella scena troppe volte, e posò lo sguardo su di me, corrugando la fronte curioso e allo stesso tempo confuso.

Dopo che si separarono dal bacio, Rachel arrossì vistosamente e sorrise, se possibile, più ampiamente. Poi sembrò ricordarsi della nostra presenza e si staccò dall'abbraccio del suo moroso.

"Louis, questa è Charlotte Barker. Una graziosa ragazza che abbiamo conosciuto pochi giorni fa" disse felice con gli occhi che le brillavano, probabilmente per il gesto dolce di Louis di correre ad abbracciarla e baciarla.

Il moro si voltò verso di me, notando solo adesso la mia presenza, e mi sorrise gentilmente.

"Piacere di conoscerti, Charlotte. Come avrai capito io sono Louis. Louis Tomlinson" ridacchiò lui, allungando una mano verso di me.

"Beh, a meno che Rachel non se ne vada a baciare tutti i ragazzi che incontra per strada, sì, presumo che tu sia Louis" rise leggermente, accettando la mano che il ragazzo mi porgeva e scuotendola leggermente.

Anche Louis fece un sorriso divertito "Lui invece è Harry Styles, il mio migliore amico dalle elementari" disse, presentandomi prontamente all'altro.

"Ciao" salutai timidamente il ragazzo di fronte a me, abbassando leggermente il volto verso il marciapiede.

Era davvero carino. Come potevo guardarlo e non arrossire? Mi imbarazzavo a parlare perfino con una ragazza, come potevano pretendere che parlassi con un tipo come lui?

"Mi stai dicendo che puoi parlare tranquillamente con me perché io non sono carino come questo qui? Avanti, sembra una bambola di porcellana con quei ridicoli ricci e quel visetto da angioletto" sbuffò Zayn.

Contegno. Dovevo cercare di mantenere un certo contegno ed evitare di alzare gli occhi al cielo. Non volevo fare brutta figura davanti ad Harry e farmi etichettare subito come 'la ragazza con qualche rotella fuori posto'.

"Ehi," rispose lui con un sorriso "non ti ho mai visto in giro per la scuola. Strano, mi ricordo sempre delle belle ragazze che vedo"

La prima cosa che notai fu il modo in cui gli angoli della bocca si curvarono lentamente verso l'alto e come, ai lati di questa, si formarono delle dolci fossette. Era il sorriso più bello che avessi mai visto.

Arrossii per i complimenti del ragazzo, lanciandogli un'occhiata e soffocando un "grazie" appena udibile.

"Oh, andiamo! Se non fosse stato per quello che ha nelle mutande, avrei pensato fosse una ragazza"

"Haerry, non mettere in imbarazzo l'amica della mia fidanzata." disse Louis, lanciando un'occhiata al riccio "Scusalo. Dice quasi sempre cose inappropriate, non dargli ascolto" disse rivolgendosi a me, con un pizzico di fastidio nella voce.

Non badai molto al tono di voce di Louis e risi alla faccia fintamente ferita di Harry, coprendomi subito dopo la bocca con la mano.

"Ed io sono Niall! Grazie per l'attenzione, ragazzi" brontolò l'irlandese.

"Ma noi già ti conosciamo, idiota." rispose Harry scuotendo la testa "Per oggi l'attrazione del giorno è Charlotte"

"Si, come vuoi" borbottò Niall, incrociando le braccia al petto.

Lanciai un'occhiata nella sua direzione, un pò preoccupata. Che avesse cambiato idea e si fosse pentito che facessi parte della cerchia dei suoi amici? Che non volesse più rivolgermi la parola?

I miei dubbi però si dissolsero quando vidi l'espressione divertita di Niall e il suo finto broncio.

Feci un sospiro di sollievo e mi rilassai.

Distolsi lo sguardo sul ragazzo e lo posai nuovamente su Harry e Louis, notando che questi mi stavano già guardando: il primo leggermente incuriosito e il secondo un pò diffidente.

Aggrottai le sopracciglia confusa. Cosa avevo fatto? Non mi sembrava di essermi comportata in modo sgarbato o fastidioso.

"Sai il perché Louis mi ha rivolto quello sguardo?" chiesi a Zayn, sperando in una risposta esauriente.

"No, Charlotte, non ne ho idea. Beh, forse una ce l'ho ma non credo che sia questa. Insomma, non può esserlo" disse frettolosamente.

"Che cosa pensi che sia?" chiesi curiosa, facendolo a malapena finire di parlare.

"No, non te la dirò. Non posso dirtelo, non mi è permesso. Sono il tuo Angelo Custode, non posso svelarti i dettagli della vita di qualche altro Umano, anche perché i loro Angeli Custodi non me lo permetterebbero" ridacchiò lui.

"Come sono i loro Angeli Custodi?" chiesi, non potendo frenare la curiosità.

"Niente di che. Il moro ha un Angelo uomo, probabilmente avrà avuto una trentina d'anni quando è diventato quello che è adesso. Il riccio invece ha un Angelo donna piuttosto giovane, niente male a dire il vero. Inutile dire però che io sono molto più carino di loro" concluse con ghigno.

Scossi la testa impercettibilmente e sospirai senza speranza.

"Ragazzi, devo proprio andare" disse il riccio guardando l'orologio che teneva al polso.

"Vengo anch'io" rispose prontamente il moro accanto a Rachel, avvicinandosi ad Harry "Tra due ore ho un allenamento di calcio e non posso mancare"

"È stato un piacere averti conosciuta, Charlotte." pronunciò affettuosamente Harry "Spero di vederti ancora in giro. Di certo la prossima volta ti riconoscerò e non potrai sfuggirmi" mi fece l'occhiolino e si allontanò con Louis.

"Ciao ragazzi!" ci salutò il moro da lontano, salutandoci con la mano.

Si diressero insieme verso l'uscita e scomparirono completamente dalla nostra vista.

"Bene, adesso che forse sarò considerato almeno un pò, ne approfitto per dirvi che anch'io devo andare" annunciò Niall, per niente offeso.

Il biondo rivolse poi l'attenzione verso di me. Mi guardò intensamente e, senza farsi sentire da una Rachel del tutto presa a rielaborare il bacio con Louis nella sua mente, mi disse "Te l'avevo detto che sarebbe andato tutto bene" accompagnato da un sorriso sghembo.

Gli sorrisi grata ed annuì.

"So che non dovrei dirlo e anzi dovrei spronarti a parlare con lui e magari dirti di andarci d'amore e d'accordo, ma quel riccio non mi piace per niente"

□□□□□□□

"Emily! Dove credi di andare?" chiesi, non appena notai la ragazza vicino la porta di casa mentre cercava di uscire di soppiatto, credendo di passare inosservata.

Lei si voltò lentamente, un sorriso tirato ad incresparle le labbra "Da nessuna parte, perché?"

"A chi vuoi darla a bere?" chiesi, inarcando un sopracciglio.

Ci pensò un attimo "A te?" rispose ingenuamente.

Scossi la testa "Noi due dobbiamo ancora parlare" le ricordai con un sorriso furbo.

"E io devo andare. Ciao, ci vediamo stas-"

"Emily" dissi severamente, guardandola e incrociando le braccia al petto.

Lei sospirò e si passò una mano tra i capelli, gesto che faceva quando era particolarmente nervosa.

"Okay, ho capito" alzò le mani in segno di resa e si avvicinò al divano, dov'ero comodamente seduta "Cosa vuoi sapere?"

"Tutto" feci spallucce con noncuranza.

Emily roteò gli occhi e si sedette anche lei sul divano, spostando le mie gambe e mettendosele sopra le sue cosce.

"Non c'è molto da dire. Ieri ho passato una bella serata con Adams. Lui è stato davvero molto carino ed è così...diverso dagli altri. È simpatico, gentile e con il senso dell'umorismo. E non solo, non è messo niente male anche fisicamente, era così sexy con quella camicia un pò sbottonata al colletto e quei pantaloni così stretti gli mettevano in evidenza il cul-- okay, sto divagando" si schiarì la gola e riprese con la descrizione della serata "Abbiamo bevuto qualcosa e nulla, niente di eclatante"

"Ti piace, abbi il coraggio di ammetterlo Emily" dissi con un sorriso divertito.

Lei mi guardò brevemente "No, è solo-- carino e simpatico. Nulla per cui perdere la testa" fece spallucce.

Emily era una pessima bugiarda.

"Sai che a me puoi dire tutto. Perché semplicemente non lo ammetti?" chiesi esausta, agitando le mani in aria.

Si prese un paio di minuti per rispondere alla mia domanda "Perché ammetterlo significherebbe rendere tutto così dannatamente reale. Non posso, Charlotte. Devo badare a te e anche al mio lavoro, non è così facile" sospirò.

"Però ti piace" sorrisi dolcemente.

Annuì lentamente, guardandomi di sottecchi.

"Lui...sa di me?" chiesi cautamente.

"Se intendi del fatto che ho sulle spalle la responsabilità di un adolescente con gli ormoni a palla e che potrebbe scappare di casa da un momento all'altro, sì, lo sa"

"Hai fatto proprio una descrizione azzeccata di me" risi, scuotendo la testa.

Anche lei si fece scappare un piccolo sorriso. Poi mi feci seria e la guardai intensamente.

"Se ti piace, devi almeno provarci e vedere come va. Io so prendermi cura di me stessa, non devi preoccuparti di me. Se quel ragazzo è davvero come hai detto che è, non vedo perché devi tirarti indietro"

"Per te andrebbe bene, si insomma, se lui ci provasse con me e-" sospirò profondamente e riformulò la frase "Quindi ti andrebbe bene se tipo te lo presentassi come fidanzato, un giorno di questi?" tentennò.

"Ti sei fidanzata con lui?!" spalancai gli occhi "Mi hai detto che uscivi con tuo vecchio amico, Em!"

"E infatti era così!" si giustificò lei "Però non era una semplice uscita tra amici, quella di ieri..." quasi sussurrò.

"Correggimi se sbaglio. Ieri ti ha chiesto di essere la sua fidanzata?" chiesi cautamente.

Annuì lentamente, osservandomi con attenzione.

"In realtà non siamo mai usciti fuori come amici. Erano-- erano tutti degli appuntamenti"

"E quella di averlo conosciuto per caso era una bugia?" chiesi scioccata.

"No," scosse la testa con veemenza "è vero. Ci siamo incontrati per caso e ci siamo trovati subito bene insieme, così abbiamo deciso di uscire. Ma non come semplici amici, avevamo deciso di non etichettarci così, ma come un qualcosa di più" sospirò, abbassando la testa "Ieri però è semplicemente successo, mi ha baciata e-"

"Ti ha baciata?" chiesi ancora più scioccata di prima e con un pizzico di delusione "E non mi hai detto nulla?"

"Scusa, Charlotte" disse sinceramente lei "Prometto che da oggi in poi sarà diverso"

"Come puoi pretendere che io ti racconti tutto della mia vita se tu non mi racconti cose importanti come queste?" chiesi, senza divertimento nella voce. Ero dannatamente seria, come poche volte nella vita "So che non ti piace l'idea di avere una figlia, ma purtroppo è cosi e nessuna delle due può farci nulla. Una figlia non significa solo cercare di educarla al meglio, sfamarla o comprarle vestiti. Tu sei una madre, mia madre, e in qualche modo dobbiamo conviverci con questa cosa, che ti piaccia o no"

Dissi tutto ad un fiato, alzandomi e lasciando Emily da sola sul divano a contemplare le mie dure parole.

Questa volta non l'avrebbe passata liscia. Nascondermi di essere uscita ad un appuntamento con un ragazzo, più di una volta, e di essersi poi fidanzata, non era cosa da poco.

Chiusi la porta della mia stanza con un tonfo secco. Mi appoggiai alla porta e sbattei più volte la testa contro il legno della porta, soffocando un urlo di rabbia.

Non mi accorsi nemmeno di Zayn che cercava di calmarmi dicendomi delle parole di conforto mentre mi cullava dolcemente nel suo abbraccio rassicurante. 
 

 

_______________

Come vedete il rapporto tra Emily e Charlotte è molto, uhm, delicato. Purtroppo i litigi non sono finiti qui :c

E cos'era, quello che secondo Zayn, Harry teneva nascosto ma che non poteva rivelare a Charlotte?

In realtà dovevo aggiornare domani, ma volevo farlo oggi quindi....MOSTRATEMI IL VOSTRO AMORE BITCHES. AHAHAH

Fatemi sapere che ne pensate o cosa credete che succeda tra loro! Alla prossima xx

 

La notizia di Louis mi ha scioccata, ma okay.

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Capitolo 11
*** •10 ***


Mi guardai intorno svogliatamente, mentre camminavo lungo una stradina desolata del parco con passo felpato.

Era pomeriggio inoltrato ed alzai il viso verso il cielo azzurrissimo, quasi roseo. Tra poco sarebbe tramontato il sole. Chiusi brevemente gli occhi quando i deboli raggi deboli del sole mi colpirono il viso pallido.

Continuai a camminare con ancora gli occhi chiusi mentre il leggero vento mi soffiava tra i capelli.

"Non dovresti camminare con gli occhi chiusi"

Sentì una voce delicata e leggermente roca accanto a me ed aprì un occhio nella direzione del suono.

"E tu non dovresti comparire all'improvviso" dissi severa, nella mia mente.

Non potevo iniziare una lunga e amabile chiacchierata con il mio Angelo Custode nel bel mezzo di un parco pieno di bambini con i rispettivi genitori. Volevo mantenere una certa reputazione in città, e non farmi prendere per la pazza di turno.

"Tanto nessuno può vedermi." disse lui con un sorriso. Si guardò intorno e alzò le braccia in cielo per stiracchiarsi "Quanto amo il mio lavoro"

Scossi la testa e continuai a camminare con gli occhi chiusi. Era così rilassante concentrarsi solo sui suoni che ti circondavano e non pensare a nient'altro. Decisi di venire più spesso al parco.

"Questo posto è proprio piacevole." esclamò Zayn tutto ad un tratto "Ovviamente togliendo di mezzo i bambini urlanti, i cani che sbavano indisturbati sull'erba fresca e i fastidiosi insetti che ti si appiccicano addosso" arricciò il naso.

"Zayn, stai disturbando la mia assoluta e rara tranquillità"  dissi stizzita.

"Oh, per non contare poi i rumorosi ragazzini sui loro skateboard che si credono chissà chi e che poi a malapena riescono ad evitare i passanti sul marciapiede. A volte vorrei farli cadere da quei cosi con le rotelle. In fondo gli incidenti possono sempre accadere" concluse con un ghigno.

"Sei pericolosamente vicino a farti prendere a schiaffi. Attento a quello che fai, ali candide"  risposi, cercando di calmarmi e ritornando alla contemplazione dei suoni che mi circondavano.

"Charlotte, forse è meglio che-" iniziò Zayn, con un tono di voce un pò allarmato.

"Sta zitto Zayn o giuro che ti prendo per i capelli e ti spiccico contro un albero, e poi quando resusciti di nuovo ti verrò a farti visita solo per spiccicarti nuovamente contro qualcos altro"

Improvvisamente mi scontrai con quello che avrei potuto definire senza problemi un pezzo di muro se solo non avessi allungato in avanti le mani, per non sbilanciarmi e cadere nel vuoto, e non avessi toccato qualcosa di un pò di diverso di un gelido, inanimato pezzo di cemento, che tra l'altro possedeva anche delle ferree braccia che prontamente mi afferrarono per la vita.

"Oddio, scusa!" esclamò una voce roca.

Aprì gli occhi di scatto e arrossii fino alle punte delle orecchie quando vidi un ragazzo in carne e ossa sorridermi ampiamente con un pizzico di imbarazzo. Harry.

Guardai in basso verso le mie mani e mi resi conto di averle poggiate involontariamente sui suoi addominali. Tolsi immediatamente le mani, quasi scottata, abbassando poi lo sguardo e indietreggiando di molti, tanti passi, facendo così scivolare le mani di Harry-- prima sui miei fianchi-- ai lati del suo corpo.

Adesso tra di noi c'era una sicura e innocua distanza di sicurezza.

"Scusa, non-- non ti avevo visto" borbottai in risposta, con il viso rivolto alle scarpe.

"Ci credo, avevi gli occhi chiusi" rispose Harry con un sorriso divertito.

Se possibile, arrossii ancora di più e lanciai uno sguardo verso di lui.

"Quindi tu mi avevi vista?" risposi inarcando un sopracciglio dubbiosa.

Lui si mise una mano sul collo "Non proprio" disse dopo un attimo di esitazione.

"Eccome se ti ha vista. Ti ha anche squadrato per bene, dalla testa ai piedi." affermò seccato Zayn, guardandolo con astio "Ti è venuto addosso volontariamente"

"Mi sei venuto addosso volontariamente?" chiesi un pò a disagio ed estremamente in imbarazzo.

Lui spalancò gli occhi e boccheggiò alla ricerca di una giustificazione "N-no, io ero solo distratto e--" poi sospirò vedendo la mia espressione scettica "sì, ti sono venuto addosso. Ma giuro che non volevo farti cadere! Volevo solo-- oh, lascia perdere" concluse, passandosi nervosamente una mano tra i capelli e facendo ondeggiare i selvaggi ricci.

"Cosa volevi fare?" chiesi, sinceramente curiosa.

"Non è ovvio? Voleva palpeggiarti" rispose ovvio Zayn, incrociando le braccia al petto e lanciandogli un'occhiata irritata.

"È una cosa stupida" sospirò lui "Volevo rendere tutto più...uhm, romantico, facendo finta che questo fosse un incontro casuale-- beh, in realtà lo è davvero-- dove nessuno dei due si accorge dell'altro. Il tramonto poi aiutava a creare l'atmosfera. Sai, nei film succede sempre una cosa del genere e volevo-- volevo vedere se, beh, se funzionava" borbottò lui, mettendosi la mano dentro la tasca dei jeans e puntando lo sguardo sulla punta della sua scarpa, che adesso stava calciando un sassolino.

Ci fu un breve attimo di silenzio teso e imbarazzato.

Poi Zayn scoppiò in una fragorosa risata, mettendosi addirittura le mani sulla pancia.

Guardai stupito Harry, per la sua confessione, e lanciai uno sguardo inceneritorio a Zayn. Meno male che il riccio non poteva vederlo.

"Ma l'hai sentito?" chiese Zayn spalancando gli occhi divertito. Si mise poi una mano sul viso "Dio, è la scusa più orribile e imbarazzante che abbia ascoltato! Anzi no, che abbia mai sentito in tutta la mia vita, sia da vivo che da morto. E sto parlando di ben 76 anni!"

"Scusa, era una cosa molto stupida, mi dispiace. Dimentica tutto quello che ti ho detto. Non volevo farti male o peggio ancora farti cadere, scusa" disse dispiaciuto, continuando ad osservare imperterrito il sassolino poco lontano dalle sue scarpe.

Guardai intenerita la sua espressione di pura vergogna e alzai leggermente un angolo della bocca verso l'alto.

"No, tranquillo. Credo che quello che hai fatto sia stata una cosa...dolce. E sì, anche un pò strana" ridacchiai.

Lui alzò lo sguardo, incastrandolo con il mio. I suoi occhi verdi, che brillavano sotto la luce fioca del sole, incontrarono i miei, di un normale e semplice castano.

Rimasi un pò imbambolata ad osservare quanto fossero verdi e profondi i suoi occhi. Non sembravano neanche reali. Sbattei le palpebre lentamente, notando quanto quei smeraldi verdi comunicassero spensieratezza e ingenuità.

Gli occhi erano stati sempre il mio punto debole.

"Davvero?" chiese lui arricciando il naso "Non devi dirlo per non farmi fare la figura dell'idiota. Tanto quella l'ho già fatta" ridacchiò per niente divertito, scompigliandosi i capelli.

"Ci puoi giurare" esclamò Zayn, osservandolo attentamente.

"Zayn, dì un'altra parola e giuro che ti faccio rimpiangere il giorno in cui sei morto" parlai nella mia mente mentre rivolgevo un sorriso tirato ad Harry.

Zayn di scatto si voltò a guardarmi con la bocca spalancata, stupito dal mio prendere le difese per il riccio. Aprì la bocca per parlare ma poi ci rinunciò, richiudendola e incrociando le braccia al petto.

"Harry, dico davvero. Nessun ragazzo mi è mai venuto addosso solo per rendere un incontro più romantico, e apprezzo molto la tua sincerità. Non credo che qualcun altro avrebbe mai ammesso una cosa del genere" dissi, buttando uno sguardo apparentemente casuale dove era Zayn, in piedi accanto a me.

Lui si limitò a roteare gli occhi e borbottare una frase sottovoce.

Harry mi sorrise sincero con tanto di fossette agli angoli della bocca.

"Posso offrirti un gelato, per scusarmi del mio comportamento bizzarro?" chiese dolcemente Harry, offrendomi il suo braccio e facendo un piccolo inchino come un vero galantuomo.

Sorrisi divertita ed alzai il mento a mò di ragazza elegante e che si dà tante arie "Ci devo pensare, signor Styles. Sa, rifletto molto sulle offerte di queste genere da parte di giovanotti intraprendenti e avvenenti come lei" dissi, cercando di assumere un tono sicuro e da nobildonna.

Gli occhi di Harry brillarono divertiti "Mi scuso allora in anticipo per il mio comportamento del tutto inopportuno e villano"

Feci un'espressione confusa. Cosa aveva in mente?

Mi sorrise sghembo e allungò le braccia verso di me. Avvolse un braccio dietro le mie ginocchia e l'altro dietro la mia schiena, per poi sollevarmi e incominciare a camminare verso una meta ignota, ignorando i miei piccoli urli di protesta.

"Mettimi subito giù, Harry!" dissi, cercando di trattenere una risata.

"Mi dispiace, signorina Barker. Dev'essere trattata come merita, e questo è esattamente come ogni uomo dovrebbe trattarla" disse, lanciandomi ogni tanto delle brevi occhiate.

"E cioè come?" chiesi, sbuffando e agitando le gambe ferocemente.

"Come una principessa, ovvio" mi guardò, questa volta a lungo e più intensamente, con un sorriso leggero e spensierato.

Trattenni il fiato ed arrossii profondamente. Non ero brava ad accettare i complimenti e mai lo sarei stata.

Pochi minuti dopo, dopo che Harry mi trascinò intorno al parco in braccio, rallentò il passo, quasi fermandosi.

"Okay, che gusto vuoi?" chiese, distogliendo lo sguardo dal mio e indicando il camioncino di gelati a pochi metri da noi.

"Ehm, Harry?" chiesi divertita.

"Si?" rispose lui, corrugando la fronte.

"Magari potresti prendere in considerazione l'idea di mettermi giù?"

Lui guardò in basso e si ricordò che ancora aveva me tra le sue braccia "Oh, si, certo. Subito"

Dopo che mi mise giù, indugiò un pò, lasciando per qualche secondo in più la mano sul mio fianco.

"L'avevo detto che voleva solo palpeggiarti. Nessuno ascolta mai il buon Malik" scosse la testa sconsolato, riapparendo vicino a me.

"Il tuo cognome è Malik?" chiesi stranita.

Harry strinse leggermente il mio fianco, come ad attirare la mia attenzione, e facendomi trattenere il fiato per alcuni secondi.

"Si" rispose lui, troppo concentrato a guardare la mano del riccio premuta sul mio corpo, per articolare una frase più lunga di quella.

Harry poi, come se si fosse armato di un improvviso coraggio, si allungò nella mia direzione, avvicinando il suo viso al mio.

Mi pietrificai sul posto. Sapeva cosa stava provando a fare ma per qualche assurdo motivo l'unica cosa a cui pensavo era la reazione che avrebbe avuto Zayn.

Harry intanto si avvicinava sempre di più, guardandomi con occhi seri.

Stava tramontando e i raggi del sole gli colpivano delicatamente gli occhi verdi, rendendoli più chiari e luminosi del solito.

Zayn ci stava guardando, lo vedevo, lo sentivo. Era la cosa giusta da fare? Baciare un ragazzo, conosciuto da appena un giorno, di cui non sapevo praticamente nulla se non il suo cognome?

Il suo naso adesso toccava il mio e ci sarebbero voluti solo un paio di secondi prima di ritrovarmi con le sue labbra premute sulle mie.

Non riuscivo a pensare lucidamente e la presenza di Zayn accanto a me non aiutava per niente.

Tutti stavamo trattenendo il fiato, chi per un motivo, chi per un altro.

Chiusi gli occhi.

Sentì le labbra di Harry sfiorare le mie, delicatamente e cautamente. Qualcosa mi diceva che non doveva andare così il mio primo bacio, che adesso era ancora troppo presto, che era sbagliato.

Riaprì gli occhi.

Con uno scatto fulmineo, voltai il capo, ritrovandomi così le labbra di Harry sulla mia guancia bollente.

"Io-- è troppo presto, Harry" dissi con voce tremante.

Lui velocemente si scansò, quasi inciampando sui suoi stessi piedi.

"No, sono io quello a dovermi scusare. Non-- non volevo, davvero, mi sono fatto prendere dal momento" rispose, alzando le mani in segno di scuse.

Annuì e abbassai lo sguardo sul terriccio sotto di me.

"Vuoi ancora andare a prendere un gelato con un idiota come me?" chiese speranzoso Harry.

"Dì di no." rispose Zayn guardandomi serio "Hai visto quella che ha fatto, no? Non si dovrebbe baciare una ragazza di cui praticamente non si conosce nulla. Non è un buon segno, sai? Potrebbe significare tante cose, tipo che lui è un puttaniere senza cuore, che si divertirà con te e che poi ti mollerà, facendoti stare male. L'apparenza inganna, Charlotte, non dimenticarlo. Per oggi credo sia abbastanza, no?"

"Sì, mi piacerebbe tanto" sorrisi imbarazzata.

Vidi Zayn scuotere la testa e incrociare le braccia al petto.

"Non mi piace, per niente. Questo riccio sta prendendo troppa confidenza, e tu lasci che lo faccia. Non essere troppo...incauta, ecco. Non devi metterti con i primi ragazzi che ti capitano"

Seguì a testa bassa Harry che si incamminava verso il gelataio e strizzai gli occhi, chiudendoli brevemente.

"Sei un idiota se pensi che io sia una di quelle ragazze facili che si mettono con il primo che capita. Sei un completo deficiente, Zayn. Non ho bisogno di te che mi dici queste cose, non ho bisogno di nessuno. È colpa tua se non riesco a fare la metà delle cose che vorrei fare perché mi fermo a pensare più del dovuto a cosa sia giusto e sbagliato, e a me non piace. Avrei dovuto baciare Harry, lui è un bravo ragazzo. Sono sicura che non me ne sarei pentita. È tutta colpa tua" strinsi le mani a pugno, così forte che le nocche quasi sbiancarono.

Zayn parve ferito dalle mie parole, lo potevo vedere dagli occhi diventati cupi e dalla mascella serrata.

"Okay, fai quello che vuoi. Divertiti pure con lui, sbaciucchiatelo quanto vuoi, io stavo solo cercando di proteggerti. Non conosco questo ricciolino, e neanche tu, quindi scusami tanto se non mi fido molto del suo atteggiamento da sciupa femmine. Io sarò sempre qui, che tu lo voglia o no. Tutto quello che ho fatto e ho detto è stato sempre per il tuo bene e per evitare che soffrissi invano, mi dispiace se ancora non te ne sia resa conto"

Finì il suo discorso con un piccolo sospiro e poi scomparì completamente dalla mia vista. Mi morsi il labbro per cercare di non farmi sopraffare dalle emozioni e mettermi a piangere davanti a Harry.

Presi un profondo respiro ed alzai lo sguardo su di lui. Volevo solo riuscire a capire se quel sentimento che avevo provato pochi minuti prima fosse vero o solo dettato dall'ansia del primo bacio e dalla presenza intimidatoria di Zayn.

Harry era un bellissimo ragazzo, senza dubbio, con quel suo fisico asciutto e muscoloso, le mani grandi e piene di anelli, la mascella ben definita, gli occhi verde prato e i ricci al vento.

Il riccio si voltò a guardarmi e rimase sorpreso nello scoprire che io avevo già fatto lo stesso, precedendolo.

Commettere errori faceva parte del ciclo della crescita, giusto? Si doveva sbagliare per capire cosa fosse giusto o sbagliato, per imparare a rialzarsi e riaffrontare quelle sfide che in precedenza si erano perse.

L'alternativa era restare semplicemente a guardare la propria vita che scorreva, senza prendere mai una decisione significativa a meno che non fosse dettata da qualcun altro.

In quel momento non avevo idea di cosa fosse giusto o sbagliato, perciò non avevo altre alternative se non quella di provare e sbagliare. Oppure provare e fare la cosa giusta.

Così mi avvicinai ad Harry, gli afferrai il viso con entrambe le mani, mi misi in punta di piedi e lo baciai.

 

_______________

La piccola Charlotte che prende in mano la sua vita e decide di baciare Harry!!

((Chi non l'avrebbe fatto, lol))

Che ne pensate? Secondo voi ha fatto bene, Harry è davvero chi dice di essere?

Un applauso alla ragazza che ha fatto questa fan art che merita tantissimo, omg.

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Capitolo 12
*** •11 ***


Le labbra di Harry erano incredibilmente morbide e piene, come me le sarei aspettate.

In un primo momento Harry si irrigidì, probabilmente non aspettandosi un gesto del genere da parte mia, soprattutto non dopo aver rifiutato il suo bacio neanche pochi minuti fa.

Anch'io ero piuttosto tesa, non avendo mai provato una sensazione così intensa e allo stesso tempo così delicata. Semplicemente pressavo le mie labbra sulle sue, non sapendo bene cos'altro fare, ma avere delle labbra a contatto con le mie era una sensazione strana ma piacevole.

Harry sembrò ritornare alla realtà e mi mise una mano sul fianco, portandomi più vicina al suo corpo.

Le mie mani, dal suo viso, scivolarono poi sulle sue spalle, aggrappandomi saldamente a lui essendo ancora in punta di piedi. Harry schiuse leggermente le labbra e intrappolò il mio labbro inferiore tra le sue, accarezzandolo poi delicatamente con la lingua.

Io ero immobile, bloccata, congelata nel mio posto, e l'aver sentito la lingua di Harry contro le mie labbra mi avevano fatto fare una piccola capriola al cuore e allo stomaco.

Harry sembrava sapere esattamente cosa fare, come se fosse già esperto in questo. Io, a differenza sua, non avevo idea di quello che stava succedendo.

Fece scivolare l'altra mano sulla mia guancia e lentamente liberò il mio labbro, allontanandosi e guardandomi in viso con un piccolo sorriso.

"Era il tuo primo bacio?" chiese, quasi in un sussurro.

Arrossii imbarazzata e borbottai un "si" in risposta.

Invece che ridermi in faccia per la mia assenza di esperienza o per la mia incredibile goffaggine nel bacio, mi sorrise genuinamente, accarezzandomi la guancia.

"Sono contento che sia stato io il primo." rispose sinceramente Harry "Come ti è sembrato?"

Sorrisi, facendomi pensierosa "È stato...uhm, leggero? Cioè, voglio dire delicato. E morbido. Le tue labbra lo sono. Morbide, intendo"

Lui ridacchiò "Beh, grazie. Anche le tue non sono niente male" rispose malizioso.

Dopodiché si allontanò definitivamente, mettendo un pò di distanza tra i nostri corpi, e si scompigliò i capelli con entrambe le mani.

"In realtà questo non era un vero e proprio bacio. Questo era solo uno sfioramento di labbra, ecco" mi guardò divertito, con un angolo della bocca sollevato in un sorriso sghembo e con una scintilla ad illuminargli gli occhi.

Diventai rossa come un peperone e distolsi lo sguardo dal suo "Non sono un esperta in questo campo, ma so cosa significa baciare un ragazzo, Harry" roteai gli occhi divertita.

Lui mi guardò un'ultima volta con un sorriso ad accendergli il viso, per poi farmi cenno verso il camioncino dei gelati.

Ci dirigemmo verso la stradina più trafficata del parco e prendemmo i tanti attesi gelati, che Harry pagò per entrambi come un vero gentiluomo. Poi ci sedemmo in una dette tante panchine del parco, quella più vicino all'erba fresca e appena tagliata del prato.

Parlammo del più e del meno, ci conoscemmo meglio e di tanto in tanto ci raccontammo degli aneddoti divertenti della nostra infanzia.

Harry era una persona socievole, simpatica e davvero alla mano, come mi era sembrato fin dall'inizio. Era piacevole parlare con lui. Trasmetteva una sorta di spensieratezza e felicità che mi metteva di buon umore. Era come parlare con un vecchio migliore amico. A parte il fatto che l'avevo baciato.

Io, Charlotte Barker, avevo baciato un ragazzo.

Beh, non proprio baciato, ma era pur sempre un passo in avanti per me.

Mi riscossi dai miei pensieri e dal mio piccolo e segreto orgoglio per aver fatto quel passo così importante e ritornai ad ascoltare Harry, che stava parlando di quando lui e Louis trovarono un coniglio ferito per strada e lo medicarono senza l'aiuto di nessuno.

"Da quanto vi conoscete, tu e Louis?" chiesi curiosa.

"Da davvero tanti anni." ridacchiò lui "Posso dire con orgoglio che lo conosco anche meglio dei suoi genitori"

"Sembrate molto...affiatati. Si vede che vi volete bene" sorrisi affettuosamente.

"Già" rispose lui, guardando di fronte a sé i ragazzini che giocavano a palla "È davvero come un fratello per me. È-- è un buon amico, sono fortunato ad averlo con me. Senza di lui probabilmente non avrei tutta questa sicurezza in me stesso, o questo carattere aperto e socievole. Lui fa uscire la parte migliore di me, capisci? Riesce a farmi uscire dalle mura che costruisco intorno a me e prendere confidenza con il mondo esterno. Lo so, sembra stupido" disse lui, voltandosi appena per sbirciare la mia espressione.

Corrugai la fronte "Non è stupido. Louis è il tuo migliore amico per un motivo, e questo è esattamente il perché. Non devi credere che tutto quello che pensi sia stupido, credo che invece sia una cosa bellissima. Vorrei tanto avere un migliore amico come voi due" sospirai triste, pensando a quanto fossero uniti Louis e Harry e a quanto io invece fossi sola.

"Ehi, non fare così." esclamò Harry, mettendomi una mano sulla gamba "Tutto verrà da sé, vedrai. Non avere fretta, troverai ciò che cerchi" sorrise rassicurante.

Annuì, non molta convinta, e sospirai. Cercai di cambiare discorso, odiavo essere oggetto di discussione.

"Quindi, Louis e Rachel! Quei due sono così carini" esclamai, facendo un sorriso teso.

La sua espressione cambiò impercettibilmente e tolse la mano dalla mia gamba. Cercò poi di mascherare il suo viso leggermente corrucciato che nessuno avrebbe notato-- ma non un'attenta osservatrice come me-- in una di finta felicità.

"Oh, si! Sono davvero-- davvero carini insieme. Si vede che Louis ci tiene a lei"

Annuì, non molto convinta del tono di voce di Harry, ma decisi di non indagare oltre. Forse non le piaceva molto Rachel ed aveva evitato di ammetterlo ad alta voce per paura che io lo riferissi alla ragazza e che rovinassi così il rapporto di amicizia con lei e inevitabilmente anche quello con Louis.

Feci spallucce, come a scacciare quei pensieri dalla mente, in quanto non era affar mio la leggera tensione tra Harry e Rachel.

"Come si sono conosciuti? Rachel non me ne ha mai parlato" riflettei ad alta voce.

Lui alzò le spalle "Neanche Louis me ne ha mai parlato"

"Tu e Louis non parlate di queste cose?" chiesi, aggrottando le sopracciglia "Pensavo che foste quei tipo di ragazzi che si raccontano tutto, che non hanno segreti tra loro"

Harry scosse la testa e prese a guardarmi dopo quella che considerai un'infinità di tempo.

"No, non siamo così. Louis non mi parla delle sue fidanzate, ed io non parlo delle mie, questo è uno di quegli argomenti di cui non nessuno dei due accenna nulla. Non c'è un motivo ben preciso, in realtà. Abbiamo fatto sempre così e la cosa non ci pesa più di tanto"

Annuì e lo guardai. Con la coda dell'occhio vidi dietro di lui dei genitori che portavano via i loro bambini dal parco e anziani che si dirigevano verso l'uscita.

Mi guardai intorno e notai che si era già fatto buio e probabilmente Emily si stava chiedendo che fine avessi fatto.

Inevitabilmente pensai a Zayn, che non si era fatto sentire e vedere dall'ultima discussione che avevamo avuto.

Ero ancora arrabbiata con lui, quindi forse sarebbe stato meglio evitare di chiamarlo. Non volevo parlargli adesso. Probabilmente mi stavo comportando come una bambina ingrata, ma poco importava.

Mi resi conto che ancora una volta mi ero chiusa in me, facendomi silenziosa e pensierosa, e sospirai.

Harry notò il mio umore e corrucciò le labbra e "Che succede?" chiese.

"Devo-- devo tornare a casa" risposi, guardandomi attorno.

"Oh, okay. In effetti anch'io dovrei andare, mia mamma mi aveva mandato a fare la spesa e invece..." ridacchiò, passandosi una mano tra i ricci.

"Harry Styles," spalancai la bocca fintamente indignata "sei davvero un cattivo ragazzo a non seguire gli ordini di tua madre!"

"Si, sono davvero un cattivo ragazzo." rise e si morse il labbro "Mi merito una punizione" si avvicinò sensuale.

Arrossii vivacemente e lo spinsi via con la mano "Ciao Harry"

"E non mi dai neanche un bacino?" fece il broncio come un bambino.

Risi divertita "Volevi una punizione, no?"

Lui ghignò "Non intendevo proprio questo per punizione," incrociò le braccia al petto.

Indietreggiai e velocemente mi allontanai. Quando fui abbastanza lontano, mi voltai e alzai la mano, salutandolo con un sorriso divertito, con ancora le labbra formicolanti e il ricordo del nostro bacio vivo nella mia mente. Lo vidi scuotere la testa e alzare un angolo della bocca.

Speravo vivamente che non me l'avrebbe fatta pagare.

◆◆◆◆◆◆◆

Varcai la soglia di casa e sentì provenire dal salotto delle voci indistinte e dei forti rumori dovuti ad una sparatoria. La televisione era accesa ed Emily sicuramente era seduta sul divano a guardarla. Chiusi brevemente gli occhi e cercai di dirigermi il più silenziosamente possibile in camera mia.

Non mi ero dimenticata di certo la discussione di un paio di giorni fa, e per questo decisi di evitare discussioni imbarazzanti o che potessero portare ad altri litigi.

E poi non volevo affrontarla adesso, anche se in teoria sarebbe dovuta essere lei quella a scappare per evitare un confronto con me.

A quanto pare la fortuna non era dalla mia parte perché Emily comparì nell'uscio della porta con un leggero sorriso di circostanza.

"Sei già qui!" esclamò Emily sorpresa.

"Sì, come qualsiasi altro umano dotato di vista avrebbe potuto notare" risposi ironica roteando gli occhi.

"Charlotte," rispose, passandosi una mano sul viso stanco "durerà ancora per molto questo teatrino?"

"Non lo so," dissi pensierosa, mettendomi un dito sul mento "magari te lo farò sapere quando frequenterò di nascosto un ragazzo e mi fidanzerò con lui"

"Quante altre volte devo ripeterti che mi dispiace?" sospirò sconfitta "È stata una cosa improvvisa, non me l'aspettavo nemmeno io che mi chiedesse di fidanzarmi con lui, ma te ne avrei parlato! Avevo solo bisogno di tempo per trovare le parole giuste, non è cosi facile come sembra"

"Forse potevi iniziare il discorso dicendo che andavi a degli appuntamenti segreti con un tuo caro amico ? Credo che fosse un buon inizio, mh?" incrociai le braccia al petto irritata.

Sta calma, Charlotte. Falle spiegare le sue motivazioni, poi potrai usare quanta ironia vuoi e dire la tua.

Trattenni il fiato.

Zayn.

Mi ritrovai spiazzata per un paio di secondi, per poi recuperare il mio contegno e concentrarmi nell'ascoltare la risposta di Emily.

Solo la sua voce mi faceva questo effetto, e non era un buon segno.

Forse tutti gli Angeli possedevano questa voce melodiosa e leggermente roca, che a volte poteva trasformarsi in una dolce e morbida e altre in dura e profonda.

Forse solo Zayn la possedeva.

Forse Zayn possedeva troppe cose che lo facevano sembrare umano, quando invece non lo era.

Lui era morto, freddo, senza più un cuore che batteva. Era sepolto da qualche parte nella Gran Bretagna ed era off limits. Adesso era in possesso di Dio o qualsiasi altra cosa ci fosse nell'aldilà. Non aveva spazio per altro, non poteva provare nulla per gli Umani se non era legato a loro da qualche strano e magico filo. Era un Angelo, dannazione.

Vidi l'espressione di Emily tramutarsi in una di pura rabbia e senza pensarci due volte mi rispose, alzando un pò il tono di voce.

"Non devo dare spiegazioni a nessuno, per di più non ad una ragazzina. Sono grande e vaccinata, e scusa tanto se ogni tanto voglio uscire e divertirmi con qualcuno che non sia un adolescente viziata che si crede grande e pensa che tutti siano ai suoi ordini. Grazie ma no, non devo spiegazioni nè a te nè a nessuno. Sono uscita con un ragazzo, cosa c'è di male? È una cosa così grave? Nessuno mi aveva detto come prendermi cura di una ragazzina quando avevo solo diciotto anni. Non ho vissuto la mia adolescenza per stare ventiquattro ore su ventiquattro con te, ho dovuto abbandonare tutti i miei progetti per il futuro per te, e se voglio andare a letto con un ragazzo non vedo il perché dovrei dirtelo. Anch'io voglio vivere la mia vita, Charlotte. Tu non eri messa in considerazione come responsabilità a cui badare. Io non volevo niente di tutto questo"

Concluse il discorso con gli occhi rossi e lucidi di pianto. Io ero inerme e la osservavo come se stessi osservando una sconosciuta appena incontrata per strada. Ero ferita e delusa dalle sue parole, dal suo tono di voce.

Era colpa mia. Lei pensava fosse colpa mia.

"Non-- cosa diavolo sta dicendo?! È così difficile dare delle motivazioni e scusarsi del proprio comportamento?" chiese stranito Zayn "Doveva solo dire il perché di tutto quello, non peggiorare tutto!"

Ignorai Zayn e, cercando trattenere l'imminente pianto, mi rivolsi ad una Emily fuori di sé.

"Mi sento quasi un estranea con te. Non--" trattenni un singhiozzo che stava per nascermi in gola e abbassai lo sguardo "Non credevo pensassi fossi solo un peso per te. Pensavo che dopo nove anni ti fossi affezionata a me, a quella che ormai è diventata a tutti gli effetti tua figlia" risi senza divertimento. Scacciai poi con rabbia una lacrima che stava scendendo dalla mia guancia e ritornai a guardarla "Se sono un peso così grande per te, non vedo perché non dovrei andarmene. Non voglio vivere in casa con un estranea o peggio ancora, con una madre che si sente obbligata a crescere la figlia dell'uomo che amava"

"Dio, perché le cose non vanno mai come voglio io?" sospirò stanco con un velo si tristezza a dare tono alla sua voce "Umani, davvero troppo imprevedibili"  borbottò a voce bassa.

Emily ricambiò il mio sguardo di astio e prima che potessi voltarmi per uscire mi afferrò per un braccio.

"Dove credi di andare?' chiese minacciosa.

Guardai il punto in cui aveva appoggiato la mano e ritornai a guardarla in viso.

"Non fingere che ti importi, adesso. Mio padre non c'è, puoi anche smetterla con questa messinscena"

Strattonai il braccio e mi liberai dalla sua presa. Aprì la porta di casa e senza guardarmi indietro o solo ripensare una seconda volta alla mia decisione, uscì di casa, prima di poter notare le lacrime che scivolavano silenziose sul viso di Emily e il suo sguardo ferito.

 

__________________

Si, adesso starete sicuramente pensando che Emily sia una grandissima stronza. Forse avete ragione, lol.

MA, mettetevi nei suoi panni, voi cosa avreste fatto? Si ha esagerato, ma cosa ci si poteva aspettare dalla sincera e diretta Emily?

So che non c'entra niente con il capitolo ma, il ballo che ha dato Louis per le bambine che soffrivano di gravi malattie! Ceh, boh, sono così orgogliosa di quello che ha fatto per loro, e continua a fare, che sono senza parole. Poi si chiedono perchè dovrei considerarli i miei 'idoli'. E nonostante tutto ci sono persone che hanno il coraggio di insultarli e prenderli per ricchi viziati, e mi chiedo con quale coraggio lo fanno. Odio questi tipi di persone, che parlano senza sapere nulla di quello che loro hanno fatto e tuttora fanno per gli altri. Ma è più facile insultare le persone che capirle, no?

Okay, piccolo sfogo, non fateci caso ahahah

Alla prossima xx


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Io amo la bromance Zouis, quindi vi ossessionerò con questi due, pace e amore.

 

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Capitolo 13
*** •12 ***


Le lacrime mi offuscavano la vista mentre quasi correvo di sera inoltrata per le strade deserte della mia anonima cittadina del sud dell'Inghilterra.

Zayn mi sussurrava parole confortanti di tanto in tanto, cercandomi di farmi calmare e tornare indietro, ma quello che ottenne invece furono solo dei singhiozzi più forti.

Anche se lo avessi voluto, non lo avrei fatto. Non potevo stare in quella casa insieme ad una ragazza che fingeva di fare la madre quando in realtà stava solo facendo un favore al suo primo amore adolescenziale.

"Non voleva dire quello che ha detto, lo sai" disse Zayn in modo incerto, cercando di tenere il passo con me.

Non capivo perché semplicemente non era rimasto invisibile e non continuava a parlarmi nella mente, piuttosto che affaticarsi e correre per starmi vicino.

Affaticarsi. Era un Angelo, dannazione, non respirava nemmeno.

Scossi la testa e mi fermai. Lo guardai e gli lanciai un'occhiataccia che dubitai non gli avesse fatto in alcun modo del male fisico.

"So quando le persone mentono, le vedo. E lei era fottutamente seria, Zayn. Vuoi dire davvero il contrario? Non puoi mentire dicendo che quello che diceva era una fottuta bugia detta in un momento di rabbia"

Restò a guardarmi in silenzio con quello sguardo che sembrava dire che non voleva ammettere che avevo ragione, non in quel caso. Non quando c'era di mezzo il rapporto altalenante tra lei e Emily.

Ma si sa, chi tace acconsente, quindi ripresi a camminare più veloce e incazzata di prima. Non avevo bisogno di guardarmi indietro per capire che Zayn mi stava seguendo. In qualche modo sentivo la sua presenza alle mie spalle.

Avevo bisogno di trasformare il dolore in rabbia e sfogarla contro qualcosa o qualcuno.

Odiavo piangere e sentirmi così debole di fronte a qualcuno, e forse la sensazione di scagliare qualcosa contro la parete di una casa o contro il marciapiede sotto di me mi avrebbe aiutato a superare questo momento.

Nel mentre della mia camminata, vidi, nonostante la vista offuscata, Zayn che mi si parava davanti minaccioso.

"Che stai facendo?" chiesi confusa, cercando di superarlo e continuare per la mia strada.

Il moro mi afferrò saldamente per un braccio prima che potessi scappargli.

"Scusa" mormorò seriamente dispiaciuto.

Aggrottai le sopracciglia "Per cos-"

Dalle dita di Zayn, pressate sul mio braccio, vidi uscire un strano liquido color oro che penetrò, silenzioso e indolore, nella mia pelle e si diffuse velocemente in tutto il mio corpo.

Potevo vedere le vene del polso colorarsi per un breve istante di quel colore acceso e quasi pauroso.

Guardai terrorizzata Zayn, che continuava ad osservarmi severamente.

"Cosa mi hai fatto?" chiesi, spalancando gli occhi e non potendo evitare che una lacrima cadesse giù dall'angolo del mio occhio "E perché non riesco a muovermi! Rispondimi cazzo, come ti sei permesso? Mi hai avvelenato, non-- non puoi farlo, tu-"

"Tranquilla, sta calma " rispose Zayn, roteando gli occhi seccato "Ti ho solo momentaneamente immobilizzata, niente di così pauroso da dover urlare in mezzo alla strada. Ti ricordo che in teoria stai parlando con una persona morta e che quindi non esiste. Se fossi in te, eviterei di strillare in mezzo alla strada a quest'ora tarda" schioccò la lingua sul palato, non lasciando la presa sul braccio.

"Cosa vuoi fare adesso? Vuoi violentarmi?" chiesi più terrorizza di prima, ignorando le parole di Zayn e cercando di muovermi. Nessuna parte del corpo, tranne la testa e il collo, seguiva i miei ordini. Erano gelati, immobili, addormentati, non ne avevo idea!

Ero così fottutamente incazzata con Zayn.

"Ehi, per chi mi hai preso!" esclamò offeso "Io le donne le faccio cadere ai piedi per il mio fascino e carisma, non c'è bisogno di costringerle a fare qualcosa che non vogliono. Anche se non ne rimarrebbero di certo insoddisfatte" concluse con un ghigno malizioso.

Presi dei profondi respiri e seguì il consiglio di Zayn, parlandogli nella mente per non farmi prendere per una completa pazza.

"Sai che quando mi libererai da questa... cosaper te saranno guai seri. Giuro che ti pesto a sangue, anche se probabilmente non ne hai più in corpo. Sarai più morto di quanto già non fossi dissi nella mia mente.

"Devo anche farti stare zitta?" alzò gli occhi al cielo "Sai, conosco metodi molto efficaci" mi fece l'occhiolino.

Arrossii, immaginando quali altri metodi efficaci potevano esserci. Nonostante tutto mi metteva in imbarazzo, anche in casi come questi.

"Mi vuoi spiegare perché diavolo lo hai fatto?" chiesi con il tono di voce più calmo che riuscì a fare.

"Per farti calmare" disse, avvicinandosi e asciugandomi con un dito una guancia bagnata.

"Oh si, mi sta aiutando davvero molto, grazie mille" risposi ironica, serrando la mascella e cercando di stringere le mani a pugni.

Inutile, neanche quelli seguivano i miei ordini.

"Ne sono contento" rispose con un ghigno, notando il mio evidente sarcasmo.

"Zayn," sussurrai stremata, guardandolo sull'orlo di un altro pianto isterico "lasciami andare. Ti prego"

La bocca di Zayn si schiuse leggermente, preso di sprovvista. Non ero solita pregare le persone per fare o non fare qualcosa. Questo però era un caso eccezionale.

Sembrò vacillare, notando il mio umore completamente a pezzi, e fu sul punto di lasciare la presa di me. Poi però cambiò idea e la strinse ancora di più.

"Ho dovuto farlo, mi dispiace. Se ti lasciassi andare adesso, potresti commettere qualche pazzia e tu non lo vuoi. Io non lo voglio. Adesso calmati, prendi dei profondi respiri okay?"

Chiusi gli occhi e una lacrima trattenuta troppo a lungo scivolò indisturbata sulla guancia.

"Mi odia. Mi ha sempre odiata, Zayn. Mi vede come un peso sulle spalle, io-- non voglio tornare là dentro. Non chiedermelo, sai che non lo farò. Non mi costringere, Zayn. Non farlo, per favore"

Continuai a piangere, singhiozzando di tanto in tanto.

"Ehi, non sono così stron-" si schiarì la gola e si corresse "così cattivo da obbligarti a fare qualcosa del genere. Capisco i tuoi motivi, ma arrabbiarsi non serve a nulla"

"E allora lasciami il braccio e fai uscire questo coso giallo da me, perché così non fai altro che peggiorare la situazione" quasi grugnì, aprendo gli occhi.

Lui scosse la testa e riprese a guardarmi serio "Ti lascerò quando ti sarai calmata. Hai nervi tesi e potresti anche prendere a pugni qualcuno in questo momento. È davvero quello che vuoi?" chiese scettico, inarcando un sopracciglio.

Volevo solo sedermi e piangere in tutta tranquillità, senza nessun Angelo intorno a rompermi le scatole, chiedevo troppo?

Non avevo intenzione di far male a qualcuno, perché non lo capiva?

Beh, forse su non ero molto sicura di non voler far male a nessuno. Zayn l'avrei picchiato volentieri.

Istintivamente serrai la mascella e gli lanciai un'occhiataccia piena di astio.

Odiavo ritrovarmi in posizioni sfavorevoli e con le spalle al muro.

Odiavo Zayn. L'avrei ucciso prima o poi, anzi no, l'avrei fatto licenziare. Sì, sicuro, l'avrei fatto licenziare.

Avrei fatto di tutto per convincerlo a lasciarmi andare, ma non sapevo come o cosa fare. Non avevo idea di cosa-

Flashback:

"E quali sono invece i punti deboli degli Angeli?" chiesi, cercando di non balbettare e farmi prendere per idiota.

Lo sentì ridacchiare e poggiare una mano sul balcone, intrappolandomi così nel suo pseudo-abbraccio.

"Non lo vuoi sapere davvero" rispose, sorridendo maliziosamente e strofinando la punta del naso sulla mia guancia.

Voltai leggermente il capo, guardandolo con la coda dell'occhio. Adesso il suo naso quasi sfiorava le mie labbra.

"E se invece lo volessi sapere?" insistetti, continuando ad assecondare il suo gioco.

Lui mi guardò con una scintilla ad illuminargli gli occhi "Se proprio ci tieni a saperlo, te lo dirò." disse, accontentando la mia segreta curiosità. Si spostò di nuovo verso il mio orecchio, sfiorandomelo poi con le labbra "Noi Angeli non possediamo molti punti deboli, ma siamo particolarmente più vulnerabili quando ci eccitiamo. Non succede spesso, però non è nemmeno una cosa impossibile. In fondo, abbiamo pur sempre qualcosa di umano in noi. Non è facile trattenere i propri istinti, lo sai Charlotte?"

Fine flashback.

Mi venne in mente l'episodio di me e Zayn che parlavamo in cucina dei rispettivi punti deboli dell'uno e dell'altro.

Adesso avevo un piano.

Dovevo distrarre Zayn in qualche modo, dovevo farlo eccitare, in modo che lasciasse la presa su di me e che potessi sfuggirgli.

Non poteva immobilizzarmi una seconda volta senza il mio permesso, no? In fondo lui non poteva obbligarmi a fare qualcosa che non volevo, al massimo poteva urlarmi contro.

Già, ma cosa dovevo fare esattamente? Cosa diavolo si doveva fare per eccitare un ragazzo?

Nell'arco di un paio di secondi mi impanicai, impallidì e poi arrossii.

La situazione più imbarazzante della mia vita.

Chiusi brevemente gli occhi e cercai di assumere il tono di voce più calmo e rilassato che potei, nonostante volessi solo urlare e prendere a schiaffi Zayn.

Sapevo che Zayn non se la sarebbe bevuta facilmente, e proprio per questo dovevo essere il più convincente possibile e fargli abbassare le difese.

Riaprì gli occhi e accennai un leggero sorriso, rendendolo il più sincero possibile.

"Hai ragione, ho bisogno di calmarmi." dissi di punto in bianco, inclinando la testa di lato "In realtà hai sempre ragione, Zayn. Mi dispiace se non ti dò ascolto, a volte sono davvero una stupida. Non l'ho mai ammesso prima d'ora ma-- è piuttosto difficile stare accanto a te. Tu sei così carino." avvicinai leggermente la testa verso di lui, studiando il suo viso magro e la sua mascella ben definita "Più che carino dovrei dire sexy. Così dannatamente tanto che a volte non so come faccia a trattenermi" mi morsi il labbro sensualmente, o almeno ci provai.

Gli guardai le labbra e le vidi spalancarsi man mano che continuavo il mio piano.

Mi passai lentamente la lingua sul labbro inferiore per poi morderlo delicatamente, nascondendo un sorriso divertito.

Zayn seguì il movimento della mia lingua, sembrando completamente catturato da quel breve momento.

Sentì la sua mano lasciare leggermente la presa sul braccio.

"Zayn," lo chiamai in un sussurro, guardandolo intensamente negli occhi "vorrei tanto fare una cosa, ma non so se posso"

Zayn fece tornare il suo sguardo sui miei occhi e alzò un angolo della bocca in un sorriso sghembo. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò sensuale.

"Davvero brava, Charlotte, ma per eccitare me ci vuole ben altro. Apprezzo comunque lo sforzo, non sei stata niente male" concluse, ridacchiando compiaciuto.

Arrossii fino alle punte delle orecchie e gonfiai le guance "Sei uno stronzo Malik, perché non mi hai fermato prima" grugnì imbarazzata.

"Accetto sempre di buon grado i complimenti sul mio aspetto fisico" fece spallucce.

"Liberami, adesso" pronunciai duramente.

"Come ti ho già detto, amo avere il controllo sulle persone." disse con uno strano sorriso "E non posso non ammettere che questa situazione mi diverte parecchio"

Chiusi gli occhi e mi lasciai andare ad un piccolo urlo di disperazione.

L'unica cosa che potevo fare era pensare. Forse riordinando le idee, avrei potuto gestire meglio la rabbia e tenerla sotto controllo.

Ma come diavolo potevo solo riuscire a ragionare se ero completamente immobilizzata, con un liquido dentro di me di dubbia provenienza che si aggirava del tutto indisturbato nel mio organismo, e se l'unica cosa che vedevo intorno a me era il buio delle strade che mi circondava.

Non sapevo dove andare e dove passare la notte, non era cosa da poco.

Forse la decisione di andarmene da casa, senza neanche portarmi dietro uno zaino dove mettere cibo, vestiti e denaro, era stata stupida. E incredibilmente immatura.

Piansi ancora una volta, realizzando che avrei potuto benissimo andare a dormire sotto un ponte per quella notte.

"Ehi, ascoltami." cercò di attirare la mia attenzione, alzandomi il mento "È tutto okay. Troveremo un modo. Troverò un modo"

Annuì, incapace ormai anche solo di ribellarmi o dirgli quanto fosse stupido.

Non era okay. Nulla era okay, in quel momento.

E lui cosa avrebbe potuto fare? Far apparire magicamente dei soldi dalla tasca dei miei jeans?

Lo guardai, già sicura della risposta alla domanda che stavo per porgergli, ma perlomeno potevo dire di averci provato.

"Puoi far apparire il denaro dal nulla?" chiesi, nonostante tutto con un pizzico di speranza.

Lui sospirò "Vorrei tanto poterti dire di sì, ma-"

"Ho capito"

Chiusi nuovamente gli occhi e presi dei profondi respiri.

Mi stavo calmando, ero molto più rilassata adesso.

Sentivo Zayn guardarmi, ma non mi importava.

Espira. Inspira. Espir-

"Charlotte?"

Mi immobilizzai e spalancai gli occhi, prendendo ad osservare Zayn terrorizzata.

Non potevo muovermi, ero immobilizzata, diavolo. Come avrei potuto spiegarglielo? E soprattutto, come avrei potuto spiegargli chi mi aveva paralizzata?

Zayn semplicemente osservò colui che aveva interrotto la nostra conversazione-- o più che altro il mio rilassarmi e il suo osservarmi-- per poi roteare gli occhi.

Sospirò irritato e lasciò la presa su di me dopo pochi secondi di riflessione.

Vidi la sostanza color oro evaporare dal mio corpo e ritornare sul palmo della mano di Zayn, venendo poi assorbita dalla sua pelle.

Sentì i miei muscoli come sciogliersi e recuperare la propria sensibilità. Osservai meravigliata la scena per poi guardare in basso verso le mani, chiudendole a pugno per rendermi conto che potevo davvero muovermi.

"Charlotte, stai bene?" chiese la voce, facendo cautamente dei piccoli passi verso di me.

Mi riscossi dal mio stupore e incredulità e mi voltai verso un Niall stranito.

"Si." esclamai con un sorriso incredulo "Sto bene"

Mi chiesi per un attimo se Niall avesse assistito alla scena e avesse visto quella cosa gialla uscire da me.

"Sei sicura? Ti vedo un pò...scossa" rispose Niall, osservandomi attento.

No, a quanto pare non aveva visto nulla.

"Beh, in effetti un pò lo sono" confessai, abbassando lo sguardo.

Tra Emily che mi urlava contro che le avevo rovinato la sua adolescenza e Zayn che mi iniettava una sostanza non identificata nel corpo, non ero proprio l'esatta copia di assoluta tranquillità.

"Cosa ci fai qui fuori a questo orario? È successo qualcosa?" chiese, guardandomi dubbioso e mettendosi le mani in tasca per la temperatura rigida e penetrante della stagione.

"Io-- niente" mi guardai intorno alla ricerca di una scusa plausibile.

Poi sospirai.

Quello che stavo per fare probabilmente era piuttosto strano, e forse anche leggermente inopportuno, ma non avevo altre alternative.

"Posso chiederti un favore?" chiesi speranzosa, facendo un leggero sorriso.

Lo vidi annuire e alzare gli angoli della bocca in un sorriso sbarazzino e sincero.

Abbassai lo sguardo imbarazzata. Speravo solo che non mi facesse troppe domande per la mia richiesta.
 

_____________

Wooh, cosa sarà mai? :o Attenzione: non tutto è come sembra ;)

Questo capitolo dovevo pubblicarlo domani ma non posso perchè sarò in vacanza, quindi...contenti? Ahahah

Vi devo chiedervi una cosa, vi prego di rispondermi: riuscite a vederle le gif all'inizio del capitolo o avete dei problemi? Fatemelo sapere e risolverò il problema al più presto :)

Per quanto riguarda il capitolo, che ve ne pare? Vi piace la storia?♥

Ci saranno altri colpi di scena, quindi....preparatevi!!

Mi farebbe piacere se lasciaste un piccolo commentino (o anche lungo, per me andrebbe benissimo). Amo sapere cosa ne pensano le persone di quello che scrivo♥

Passate un bel Ferragosto e divertitevi!!

Ci vediamo lunedì con il prossimo capitolo! xx

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Solo io penso che sia fottutamente diabetica questa gif di Zayn? Muoio.

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Capitolo 14
*** •13 ***


"Allora, hai intenzione di dirmi cos'è successo o preferisci continuare questo lungo ed estenuante silenzio?" disse Niall, camminando e girandomi ad osservare curioso.

In realtà amavo questi tipi di silenzi dovuti alla riflessione, ma a quanto pare per un tipo come Niall, vivace e con la parlantina facile, non era lo stesso.

"Scusa" guardai imbarazzata il suo viso rosso dal freddo "Scommetto che stai morendo dalla voglia di sapere il perché di tutto questo" risi leggermente, non molto divertita.

La situazione non era una delle migliori per conversare e il mio umore, nonostante fosse leggermente migliorato, era lo stesso nero dalla delusione.

"Un pò si" ammise, sorridendo "Però se non vuoi parlarne, non ti costringo. Sono un tipo curioso ma non così impiccione"

Annuì, sapendo che era sincero.

Per alcuni versi, Niall mi ricordava molto Harry. Erano entrambi così vivi e pieni di vita, spensierati e allegri. Sapevano quando era il caso di non immischiarsi troppo o quando invece potevano osare e curiosare nella vita degli altri.

"Io e Emily abbiamo avuto una discussione piuttosto...pesante" sussurrai l'ultima parola abbassando lo sguardo e continuando a camminare a fianco del biondo.

"Chi è Emily?" chiese lui.

"Oh, scusa. È ovvio che non la conosci." scossi la testa e mi diedi dell'idiota "Emily è la ragazza che si prende cura di me. La mia madre adottiva, in pratica" dissi senza emozione nella voce.

Lui annuì interessato "Tu ed Emily litigate spesso?"

"No, ma ultimamente è tutto così incasinato." sospirai guardando la strada di fronte a me "Entrambe abbiamo un carattere deciso e testardo, siamo molto più simili di quanto pensiamo. Siamo anche molto riservate, per questo preferiamo tenerci tutto dentro piuttosto che dirci in faccia quello che proviamo e finire poi a litigare. O a migliorare il nostro rapporto, probabilmente. Questa discussione ha davvero raggiunto i limiti massimi della nostra sopportazione, non ne avevamo mai avuto una così accesa"

"In un certo senso è stato un bene, no? Forse adesso potrete migliorare davvero il vostro rapporto, avete tempo per pensare e riflettere. Stasera sono sicuro che vi lascerete tutto alle spalle" rispose Niall accennando un sorriso.

Scossi la testa con un sorriso triste. Come Harry, anche lui a volte era piuttosto ingenuo.

Non gli avevo spiegato il perché della richiesta fatta pochi minuti fa, probabilmente pensava che ero uscita di casa per fare una passeggiata e calmarmi.

Ci fu un minuto di silenzio prima che Niall riprendesse a parlare.

"Posso chiederti perché, sì insomma, volevi l'indirizzo di Rachel?" chiese lui, come a leggermi nel pensiero.

"Le devo chiedere una cosa. Un grande favore, a dire la verità" risposi sincera.

"Oggi devi favori a un bel pò di persone" ridacchiò, facendosi stretto nel suo cappotto.

Risi e annuì, guardandolo "Grazie, comunque"

"Figurati," fece spallucce "e non mi devi nessun favore. Non è non problema fare compagnia ad una bellissima ragazza come te"

Arrossii per il complimento e tornai ad osservare il buio di fronte a me.

Quelle strade erano così poco illuminate che da sola non avrei saputo neanche distinguere un bidone della spazzatura da un albero.

"Sei scappata di casa, vero?" chiese Niall a bruciapelo.

Forse in fondo, Niall non era poi così ingenuo.

Lo guardai dritto negli occhi e non lo vidi nè giudicarmi nè nessun segno di rimprovero, così annui.

"Beh, non proprio scappata. Semplicemente ho detto di voler andarmene via e l'ho fatto" feci spallucce con noncuranza.

"Immagino che vuoi chiedere a Rachel se può ospitarti a casa tua" cercò di indovinare.

"Esatto" sussurrai, distogliendo lo sguardo sul marciapiede.

Dannazione al mio vergognarmi di guardare negli occhi i ragazzi.

"Potevi sempre chiedere a me. Ti avrei ospitato volentieri!" esclamò indignato lui.

Lo guardai scettica, inarcando un sopracciglio. Pensava che fossi così sfrontata da chiedere ad un ragazzo, conosciuto da appena un paio di giorni, di andare a dormire a casa sua, e magari nel suo letto?

"...forse è meglio che ti fai altri amici. Troppi ragazzi con gli ormoni a mille. Magari questa volta scegli un gruppo di ragazze. Delle candide, femminili, etero, leggiadre ragazze"

"Okay, scusa. Non ho pensato prima di parlare" ridacchiò imbarazzato, coprendosi metà viso con la sciarpa che indossava.

Scossi la testa divertita e sorrisi dolcemente al ragazzo accanto a me.

Come non si poteva non amare quell'irlandese dai capelli tinti di biondo?

"Siamo già arrivati, comunque" esclamò Niall, indicando con un cenno del capo la casa dall'altra parte della strada.

Annuì per farmi forza.

Era arrivato il momento. La risposta di Rachel determinava il modo in cui avrei passato la nottata: o in un caldo letto-- o divano-- sotto delle morbide coperte, o sul freddo marciapiede, con la possibilità di essere stuprata da qualche ubriaco della zona.

"Ti accompagnerò davanti casa sua, così magari ti sentirai meno a disagio." disse di punto in bianco Niall "Se Rachel dovesse risponderti di no, sono disposto ad ospitarti io, a casa mia. Non mi importa se può sembrare inopportuno e imbarazzante. Meglio avere un tetto sopra la testa in questi casi, no?"

"Grazie Niall." dissi sinceramente commossa "Sei-- sei davvero un ottimo amico"

"È il minimo che possa fare" fece spallucce, arrossendo.

"Adesso forse è meglio...forse è meglio andare" dissi, guardando timorosa la casa di Rachel.

"Si, hai ragione" affermò Niall, mettendomi una mano sulla spalla.

Ci dirigemmo a passi lenti verso l'entrata, nessuna fretta nei nostri movimenti.

In cuor mio pregavo che Rachel capisse la mia situazione e accettasse di ospitarmi per una notte.

In fondo però ci conoscevamo da davvero troppo poco tempo, forse non mi considerava neanche una sua amica, forse ero ancora una sconosciuta ai suoi occhi.

Inconsciamente mi chiesi quando fossi diventata così dipendente dalle persone.

Prima stavo bene da sola, forse mi sentivo un pò ignorata da tutto e tutti ma non era così grave. Nessun problema, nessun pensiero per la testa o nessun inutile litigio.

Però se non avessi conosciuto quei ragazzi, adesso non saprei cosa e soprattutto dove andare.

Arrivammo prima di quando pensassi davanti il grande portone d'ingresso e, dopo aver preso un profondo respiro, suonai il campanello.

La mano di Niall era ancora sulla mia spalla, strizzandola leggermente come a dire "andrà tutto bene, io sono qui".

Gli fui davvero grata per il suo gesto pieno di affetto.

"Arrivo!" qualcuno urlò da dietro la porta.

Fissavo quel pezzo di legno con ansia e paura, non riuscendo nemmeno a guardare Niall e ringraziarlo per tutto.

La porta si spalancò e la figura di Rachel apparì di fronte a noi in tutta la sua bellezza.

La sua espressione, da evidente curiosità, si trasformò in una di ovvia confusione e allo stesso tempo di leggera felicità.

"E tu cosa ci fai qui?" chiese lei, corrucciando la fronte e alzando gli angoli della bocca in un leggero sorriso.

"Storia lunga" borbottai, abbassando lo sguardo.

"Nì, e tu? Se mi aveste avvertito prima della vostra visita, mi sarei fatta carina per voi!" ridacchiò.

"Siamo venuti qui per un motivo" roteò gli occhi Niall "Charlotte deve chiederti una cosa"

Mi accarezzò la schiena per infondermi coraggio.

"Io-" incominciai senza sapere bene da dove iniziare. Presi poi un profondo respiro e decisi poi di andare dritto al sodo.

"Ehi, che succede qui?"

Liam fece la sua comparsa da dietro la figura di Rachel, con le sopracciglia aggrottate.

"Uh, questo si che è un colpo di scena" esclamò sorpreso Zayn.

Quando ci vide, spalancò gli occhi e prese ad osservarci confuso.

"Liam?" chiese Niall confuso "Cosa ci fai tu qui?"

"Io stavo solo-- ero venuto per studiare. Insieme a Rachel. A casa sua" balbettò frasi senza senso.

"A quest'ora?" continuò a chiedere Niall con un sopracciglio alzato.

Liam guardò Rachel, in cerca di aiuto.

"Nì," rise nervosamente lei con le gote leggermente rosee "è venuto questo pomeriggio e abbiamo finito di studiare solo adesso. Non pensare chissà cosa"

"Sì, e io sono morto ieri"

Lui annuì, non molto sicuro. Rachel poi cercò di cambiare discorso, rivolgendo l'attenzione su di me.

"Allora, bella mora! A cosa devo questa meravigliosa visita?" sorrise Rachel.

"Mi servirebbe un grande favore" dissi, non guardandola negli occhi.

Lei annuì, incitandomi a continuare.

"Ecco, io...scusa se mi rivolgo a te, ma non conosco nessun altro a parte voi, non ho molti amici e non saprei proprio a chi chieder-"

"Charlotte, non capisco." chiese confusa e preoccupata Rachel "Cosa vuoi dire?"

"Potresti ospitarmi a casa tua, questa notte? Non te lo avrei chiesto se non fosse stato davvero importante"

Rachel inizialmente parve sorpresa dalla mia richiesta.

"È successo qualcosa?" chiese cautamente.

Sospirai tremolante e trattenni le lacrime che si stavano formando agli angoli degli occhi.

"Più o meno" risposi vaga, non volendo ricordare quello che era avvenuto poche ore prima.

"Si, certo! Vieni qui, entra, non potrei mai lasciarti qui fuori a dormire chissà dove!" rispose velocemente, aprendo completamente la porta e facendomi entrare "Mi sembra l'occasione perfetta per fare un bel pigiama party!"

"Finalmente ho la possibilità di capire cosa diavolo fanno le ragazze in un pigiama party. Non mi dire che tipo mangiate chili di gelato e parlate dei ragazzi. È così dannatamente scontato"  potevo addirittura sentire Zayn roteare gli occhi scocciato.

Varcai la soglia di casa sua e fui accolta dal suo caldo abbraccio.

"Stanotte mi racconterai tutto, okay?" mi sussurrò all'orecchio, non facendosi sentire dagli altri ragazzi.

"Si. E anche tu" risposi con un piccolo e breve sorriso che la diceva lunga.

Aveva capito che mi riferivo a Liam, lo potevo vedere dai suoi occhi che esprimevano puro disagio.

"Bene, io vado" si schiarì la gola Liam.

"Si, giusto." rispose Niall, fissandolo curioso "Anch'io devo andare"

Vedemmo i due allontanarsi e Niall sussurrare a Liam, non così piano come pensava, un "io e te dobbiamo parlare di un paio di cose"

Scossi la testa e tornai a rivolgermi a Rachel.

"Preparati, perché ho così tante domande da farti che prima di ritornare a casa mia ci penserai almeno una quindicina di volte." mi sorrideva, non molto rassicurante per i miei gusti "Sei venuta nella casa del diavolo!"

"Sto incominciando a pentirmene della mia scelta. Forse mi farò un giro, magari qualche sconosciuto accetterà di ospit-"

Rachel mi afferrò per un braccio prima che potessi girarmi e aprire la porta per andarmene.

"Andiamo su!" Mi trascinò verso quella che pensavo fosse camera sua, prima che si fermasse e si girasse a guardarmi "Hai già cenato?" chiese, sinceramente preoccupata.

"N-non ho fame" pronunciai debolmente.

Con tutta quella storia di Emily, la fame era l'ultima cosa a cui pensavo.

"Ce l'avrai quando gusterai le mie deliziose crĕpes alla Nutella!"

Mi tirò poi verso la cucina, non curandosi delle mie inutili proteste.

Mangiammo entrambe in un silenzio quasi tombale: io immersa nei miei pensieri e lei ad osservarmi con un cipiglio di preoccupazione.

"Non dovevi disturbarti così tanto" dissi debolmente, dopo aver finito di mangiare.

In quel momento sembravo una bambina da dover nutrire e accudire, sola e indifesa, alla ricerca di qualcuno che le infondesse la giusta sicurezza per andare avanti.

"Saliamo, ti va?" chiese.

Annuì e mi feci guidare nella sua stanza.

Questa era abbastanza semplice, verniciata di un morbido verde chiaro, con delle graziose tende colorate nelle finestre e a dargli un giusto tocco di infantilità.

Si sedette sul letto e mi invitò a fare lo stesso.

"Credo che sai già quale sarà la mia prima domanda." mi sorrise delicatamente "Non voglio fare la ficcanaso, ma vorrei sapere il perché di questa visita inaspettata. Sembravi così sconvolta, cosa è successo?"

"Si, beh insomma, in pratica me ne sono andata di casa" presi a giocare con i lembi della mia maglietta sgualcita.

"Questo l'avevo capito." roteò gli occhi "Come mai l'hai fatto?"

Sospirai e le spiegai tutto, dal primo vero e proprio litigio, all'ultimo decisamente più pesante.

Lei ogni tanto annuiva per farmi capire che mi stava ascoltando o mi metteva una mano sulla gamba per confortarmi.

"E comunque domani ho intenzione andarmene, tranquilla. Sarà solo per una notte" la rassicurai in fretta.

"Scherzi, sei matta? Pensi che ti lascerei vagare per le strade, di notte, senza un posto dove dormire?" chiese stupita Rachel.

"Ho intenzione di ritornare a casa." le spiegai "Scusami ancora per questo casino. Non saprò mai come ringraziarti, prima o poi ti ritornerò indietro il favore, giuro"

"Non ci pensare nemmeno!" esclamò lei "In questi giorni ho pensato a trascorrere una giornata insieme, tra amiche, ma non ce n'è mai stata l'opportunità di parlarne. Stare sempre e solo con i ragazzi è proprio una scocciatura." fece una faccia a metà tra il disgustato e il seccato "Quindi sei capitata al momento giusto, tesoro" mi fece l'occhiolino.

Le sorrisi timidamente, scuotendo la testa. Quella ragazza era sempre così iperattiva e così incredibilmente felice che mi chiedevo come facesse.

No davvero, o si prendeva qualche strana droga o si beveva troppi caffè.

"A proposito di capitare al momento giusto! Che ci faceva Liam qui?" chiesi, alzando e abbassando le sopracciglia per rendere meglio l'idea.

"Ve l'ho detto ragazzi, stavamo solo studiando" alzò gli occhi al cielo.

"Oh sì, anch'io andavo a casa delle ragazze, di notte fonda, per studiare. E chi se le dimentica quelle serate a ripetere anatomia" sghignazzò Zayn.

"Idiota"  mi obbligai a non alzare gli occhi al cielo.

"Solo studiando? Sei sicura?" chiesi scettica, rivolta a Rachel.

"Okay, forse non abbiamo solo studiato, va bene?" si arrese alla fine.

"Cos'altro avete fatto?" chiesi maliziosa.

"Non pensare chissà cosa, moretta! Abbiamo parlato" fece spallucce con noncuranza.

"E allora perché eravate così imbarazzati quando io e Niall siamo arrivati?" inarcai un sopracciglio.

"Perché sapevamo che avreste pensato alle ipotesi più stupide e improbabili"

"E avevamo torto?"

Esitò prima di rispondere per poi sospirare arrendevole" Liam è venuto qui per farsi aiutare in una materia in cui andava male. Dopo aver finito abbiamo incominciato a parlare, come non ci capitava da tanto tempo, e si è rivelato piuttosto...interessante. Ho scoperto un lato del suo carattere che non conoscevo e-- e mi è piaciuto" concluse abbassando lo sguardo sulle sua ginocchia.

Sorrisi compiaciuta. Quei due starebbero stati davvero bene insieme ed era strano che nessuno, a parte Niall, se ne fosse ancora accorto.

"Ehi, perchè sei così triste?" dissi, alzandole il mento e notando subito dopo i suoi occhi lucidi.

"Perchè sento-- non so, come se in qualche modo stessi tradendo Louis! Lui-- lui non se lo merita" scosse la testa affranta.

"Hai solo parlato con il tuo migliore amico, non hai fatto nulla di cui vergognarti." cercai di farla ragionare "Da questo dovrei dedurre che ti piace Liam?" chiesi a bruciapelo.

Spalancò gli occhi spaventata "Cosa? Stai scherzando?" smascherò il nervosismo con una risata "Sono fidanzata, Charlotte, con uno splendido ragazzo, non mi piace nessun altro. Non può piacermi nessun altro. E poi, Liam? Davvero?"

"È un bravo ragazzo." feci spallucce "È carino, dolce, disponibile e con il senso dell'umorismo"

"E non è Louis" rispose stizzita lei.

La guardai brevemente. In fondo forse provava davvero qualcosa per Liam, ma non voleva ammetterlo a se stessa perché non voleva mandare in frantumi la sua relazione con Louis.

La potevo capire. Preferiva andare sul sicuro con Louis, che sapeva che l'amava, piuttosto che gettarsi nel buio e mettersi con Liam, che tra l'altro non sapeva neanche se provasse qualcosa per lei.

"Oggi è stato particolarmente...strano." spezzò il silenzio Rachel, facendosi pensierosa "Era diverso, come se avesse voluto fare qualcosa ma non ne aveva avuto il coraggio. Mi è sembrato così poco il Liam che conoscevo"

Annuì, comprendendo perfettamente le ragioni per cui Liam non aveva fatto nulla: Louis. Non c'era da sorprendersi, si vedeva lontano da un miglio che quel ragazzo provava qualcosa per la sua migliore amica.

Rachel poi sembrò illuminarsi di uno strano sorriso e si voltò verso di me.

"E tu, dimmi un pò, come va con il riccio?" chiese.

Arrossii violentemente, ricordandomi il bacio di poche ore prima. Rachel notò il mio cambiamento d'umore e sorrise ancora più ampiamente.

Quella serata sarebbe stata piuttosto imbarazzante e intensa, e Rachel si sarebbe aspettata ogni piccolo e minuscolo dettaglio del nostro rapporto. Non sapevo neanche come dovevamo definirci, io ed Harry, dannazione!

"Buona fortuna" ridacchiò Zayn.

"Vaffanculo"  pensai fra me e me.

 

 

_____________

Liam birichino che cerca di provarci con la sua migliore amica!

So che non c'entra niente con il capitolo ma, il ballo che ha dato Louis per le bambine che soffrivano di gravi malattie! Ceh, boh, sono così orgogliosa di quello che ha fatto per loro, e continua a fare, che sono senza parole. Poi si chiedono perchè dovrei considerarli i miei 'idoli'. E nonostante tutto ci sono persone che hanno il coraggio di insultarli e prenderli per ricchi viziati, e mi chiedo con quale coraggio lo fanno. Odio questi tipi di persone, che parlano senza sapere nulla di quello che loro hanno fatto e tuttora fanno per gli altri. Ma è più facile insultare le persone che capirle, no?

Okay, piccolo sfogo, non fateci caso ahahah

Alla prossima xx

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Capitolo 15
*** •14 ***


"E tu, dimmi un pò, come va con il riccio?" chiese.

Arrossii violentemente, ricordandomi il bacio di poche ore prima. Rachel notò il mio cambiamento d'umore e sorrise ancora più ampiamente.

Quella serata sarebbe stata piuttosto imbarazzante e intensa, e Rachel si sarebbe aspettata ogni piccolo e minuscolo dettaglio del nostro rapporto. Non sapevo neanche come dovevamo definirci, io ed Harry, dannazione!

"Buona fortuna" ridacchiò Zayn.

"Vaffanculo" pensai fra me e me.

□□□□□□□

"Tra me e Harry va bene," feci spallucce fingendomi indifferente e sicura di me "cosa sarebbe dovuto succedere?"

"Ho visto come ti guarda"

"Come qualsiasi ragazza della nostra scuola?" cercai di essere il più neutrale possibile e di non far trasparire nessuna emozione dal volto.

Scosse la testa e mi guardò come se fossi stupida a non notarlo "Ti mangia con gli occhi, Charlotte"

"Pensi che io gli possa interessare?"

"Tesoro, non lo penso. Lo vedo" rispose ovvia.

"Come vuoi" alzai gli occhi al cielo.

"Non ha ancora fatto il primo passo? Di solito cerca sempre di uscire con le ragazze che gli piacciono davvero. Non che ne esce con tante, non è mica un puttaniere, che sia chiaro!" si affrettò a spiegarsi.

Sentito, ali candide? Adesso smettila di assillarmi con queste ipotesi infondate su quanto sia poco affidabile, e vola da qualche altra parte.

"Harry è davvero un bravo ragazzo, è facile amarlo." continuò Rachel "E poi rispetta le donne come poche persone farebbero. Se non fossi fidanzata con Louis, lui sarebbe stato una delle mie scelte"

"E Liam?" esclamai confusa.

"Lui è solo un mio amico e sempre lo sarà! Perché tutti pensano che io e lui vogliamo metterci insieme e scopare come conigli, non è così!"

"Tesoro, non lo penso. Lo vedo" la scimmiottai.

Lei alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto "Io vedo solo due ottimi amici, vittime di pregiudizi da parte dei loro rispettivi amici"

"Oh, andiamo! Sareste una così bella coppia! Vedo come ti guarda Liam e posso assicurarti che no, non è semplice sguardo da buon amico. Non lo ammetterà mai, ma secondo me in fondo in fondo, prova qualcosa per te"

"Smettila con questo Liam! Se ti piace così tanto, perchè non ti fidanzati tu con lui?" esclamò arrabbiata, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.

Calò il silenzio nella stanza ed io sperai di non aver osato troppo con la storia di Liam. Pochi secondi dopo però, sospirò e mi lanciò un'occhiata furtiva.

"Scusa. Non volevo essere così sgarbata"

"No, non fa nulla. Ho sentito di peggio" ridacchiai sollevata "Scusa comunque. Non voglio sembrare inopportuna, volevo solo dirti quello che pensavo"

"No, non ti scusare." scosse la testa e sospirò "È solo che...potrei o non potrei essermi resa conto che Liam a volte si comporta un pò più che semplice amico. Ma non posso stare con lui, capisci? Non posso lasciare Louis, stiamo insieme da troppo tempo per mandare tutto al diavolo e mettermi con il mio migliore amico. Non posso illudere Liam di essermi improvvisamente innamorata di lui, e lasciare Louis come se quello che è successo tra di noi non fosse stato nulla di importante"

Annuì, capendo perfettamente quello che voleva dire.

"L'importante è che tu sua convinta della tua scelta. Non pensare solo con la testa, okay? Segui il tuo istinto e vedi che succede. Magari resterai sorpresa del risultato"

"Mi stai dicendo di fare la troia con entrambi i ragazzi per capire di chi sono più innamorata?"

"Ah-ah, l'hai detto!" esclamai compiaciuta sorridendo ampiamente "Ti piace Liam!" affermai puntandole un dito contro.

Lei arrossì furiosamente "Non è vero! Sono...sono solo-- oh al diavolo! Sì, forse mi piace un pochino, okay? Contenta adesso?" ammise facendo il broncio.

"Molto" risposi ridacchiando e abbracciandola. Era così tenera il suo viso imbronciato e rosso per l'imbarazzo.

Lei cercò di trattenere un sorriso e si schiarì la gola.

"Comunque è vero. Tutto quello che ti ho detto su Harry, intendo. Lo conosco da molto tempo e so quando è veramente interessato a qualcuno"

"Perché dirmi queste cose su di lui?" dissi, alzando le mani in cielo "Perché vuoi a tutti i costi che mi metta con lui?"

"Perché sei una brava ragazza e voglio solo il meglio per Harry. Ha da tanto che non trova qualcuno che gli piaccia o che per lo meno lo attrae. Non obbligo nessuno a fare niente, volevo solo farti capire che Harry non è uno stronzo senza cuore o uno sciupa femmine"

Sapevo che Harry non fosse come gli altri, qualcosa nelle sue fossette e nei suoi occhi da bambino, mi dicevano che era solo un comune adolescente che cercava di godersi quelle piccole cose che la vita gli dava.

"Okay, hai ragione. Forse questo Harry non è poi un così cattivo ragazzo" brontolò Zayn quasi sottovoce.

Sospirai, sapendo che dopo la rivelazione che stavo per fare, mi sarebbero aspettate un'infinita di domande.

"Adesso che ci penso...forse, sì ecco, qualcosa è successo" borbottai con le gote che mi si arrossavano.

Non mi ero dimenticata del bacio, ovvio che no. Stavo solo cercando di ometterlo o magari cancellarlo dalla mente per qualche ora in modo da non aver nessun senso di colpa per non averglielo raccontato. 
Prima o poi la verità sarebbe venuta a galla ed io avrei rischiato di perdere la sua fiducia, se non addirittura la sua amicizia, quindi...meglio sputare fuori il rospo adesso!

"Lo sapevo!" esclamò Rachel con gli occhi che brillavano "Cosa è successo?"

"Io-- ecco, lui era lì e si è avvicinato, ma io non--non sapevo cosa fare, così-"

"Cosa diavolo stai dicendo?" chiese lei confusa dal mio balbettare.

"Ha cercato di baciarmi ma io l'ho rifiutato" risposi.

L'espressione di Rachel si trasformò in una di completa e assoluta confusione.

"Non ti piace Harry?"

"No"

"Si." risposi "cioè no. Oddio, non lo so, ma non è questo il punto!" presi un respiro "L'ho baciato"

"Aspetta un secondo Lui ha tentato di baciarti ma tu l'hai respinto, e poco dopo lo hai baciato di tua spontanea volontà?" riassunse Rachel stranita "Stai bene, tesoro?"

"In quel momento non ci avevo capito nulla, io--" arrossii "Era il mio primo bacio, volevo che fosse con la persona giusta. O per lo meno con qualcuno che non fosse un completo stronzo. Dovevo, volevo, esserne sicura"

"Allora hai fatto bene, mora" sorrise Rachel "Harry, comunque, sa essere un perfetto fidanzato quando vuole" mi fece l'occhiolino.

"Cosa?! Adesso non esageriamo, era solo un piccolissimo e innocentissimo bacio a stampo, nulla di cui preoccuparsi o fidanzarsi!"

"In realtà non so cosa siamo io ed Harry." risposi timidamente "Non ne abbiamo ancora parlato"

"Amici. Ripeti insieme a me Charlotte, A- m- i- c- i"

"Oh, presto ne parlerete!" mi sorrise gentile "Anche se so già cosa vuole Harry. Tu invece, sei sicura di quello che vuoi?"

Restai in silenzio per un paio di lunghi e interminabili secondi.

"Non lo so" dissi alla fine.

"Odio dovertelo dire ma...non prendere in giro i sentimenti di Harry, illudendolo, o ti vengo a cercare fino a casa" disse, anche se la sua espressione era tutto fuorché minacciosa.

"Non lo farei mai." scossi la testa, seria in volto "Non ci penserei neanche per sogno"

"Bene," concluse, con un sorriso che presto si trasformò in uno compiaciuto "ti va un pò di cibo spazzatura?"

◆◆◆◆◆◆

Andai in bagno per lavarmi le mani e togliermi così l'odore e la sensazione di unto per aver mangiato le patatine fritte e altre robe molto poco salutari.

Entrai nel piccolo bagno accedendo la luce e dirigendomi verso il lavandino, facendo scorrere l'acqua e lavandomi le mani. Ne approfittai anche per sciacquarmi il viso e cercare di scacciare la stanchezza dovuta alla lunghissima e pesante giornata.

"Quindi, solo cibo spazzatura e ragazzi? Mi aspettavo molto di più"

Sobbalzai spaventata ed aprì gli occhi. Osservai lo specchio di fronte a me ed incontrai lo sguardo divertito di Zayn.

Roteai gli occhi e mi asciugai il viso

"Pensavi che avremmo chiamato un paio di suoi amici e avremmo fatto un orgia?" chiesi scettica.

"Sto iniziando a pensare che qui non sono l'unico a riuscire a leggere nel pensiero" rise e fece spallucce.

Feci una faccia disgustata e mi voltai a guardarlo.

"Dio, che schifo, dimmi che non lo pensavi realmente!"

"Ti sembro il tipo?" inarcò un sopracciglio.

"Preferisci una bugia o una cruda sincerità?"

"Una bugia?" chiese indeciso Zayn.

"No, Zayn." risposi alla sua precede domanda "Sei la persona più innocua e smaliziata che abbia mai conosciuto, non potrei mai immaginarti in veste di un depravato stupratore dagli intenti tutt'altro che buoni"

"Meno male." rispose divertito Zayn, continuando la farsa "Ed io che pensavo che credessi fossi un cattivo ragazzo"

Trattenni una risata e scossi la testa per la sua stupidità.

"Sembravi molto a tuo agio con Rachel"

"Si." annuì con veemenza "È difficile non voler bene a quella ragazza. Non mi sembra neanche vero che adesso sia una mia amica"

"Non sorprenderti. Neanche tu sei così male come pensi. Credo che anche lei sia molto felice di averti al suo fianco" mi sorrise dolcemente.

Arrossii e feci spallucce fingendo indifferenza.

"Quindi," si schiarì la gola "cosa pensi di fare con Harry? Cioè, vuoi-- vuoi metterti con lui o..?"

"Non lo so a dire il vero," risposi imbarazzata guardando ovunque tranne che il suo viso "Forse sì, non ne sono pienamente sicura"

Lui sospirò, come se quello che stava per dire gli costasse tanta fatica.

"Ascoltando il discorso che hai fatto a Rachel devo ammettere che avevi ragione, ieri. Non devi per forza fare tutto quello che ti dico, non devi sentirti costretta a fare nulla. Io esprimo solo delle mie opinioni personali e delle riflessioni per farti aprire gli occhi, ma il resto spetta a te. Hai fatto bene a-- a baciare Harry e a seguire il tuo istinto" deglutì "Ed io non sono nessuno per dirti di non farlo. Semplicemente fai quello che ti senti di fare e, anche se mi costa dirlo, puoi anche non ascoltarmi e fare di testa tua. Solo, prendi in considerazione quello che ti dico, mh?"

Ero grata che Zayn si stesse dimostrando la persona adulta e matura quale era.

"Mi dispiace averti detto che fosse tutta colpa tua." ammisi, vergognandomi un pò "Sono stata una stupida"

"Non posso che essere d'accordo con te" annuì ridacchiando.

"Ehi!" esclamai indignata, corrucciando le labbra in una smorfia.

Movimento che non passò inosservato a Zayn, che lanciò una breve occhiata alle mie labbra e si morse leggermente il labbro inferiore.

"Charlotte?"

Sobbalzai voltandomi verso la porta "S-si?"

"Stai bene?" chiese stranita Rachel da dietro la porta.

Neanche mi ero accorta di aver pronunciato quell'esclamazione ad alta voce.

"Si perché?"

"Avevo sentito, uhm, un rumore. Pensavo ti fossi sentita male o qualcosa del genere"

"N-no io-- stavo solo pensando ad alta voce quanto fossero vivaci i colori di questo bagno" inventai qualcosa sul momento.

Non tenendo in conto che il bagno in realtà non era per niente colorato. Era di un semplice e triste grigio con dei tocchi di nero qua e là.

"Uhm, okay." rispose Rachel confusa "Io ti aspetto in camera mia"

"Arrivo subito" esclamai.

Sospirai quando sentì Rachel allontanarsi e mi voltai verso Zayn.

"Hai ragione, questo bagno è così...colorato " disse Zayn, prendendomi per il culo.

"Non. Dire. Una. Parola" dissi tra i denti, voltandomi e aprendo la porta per uscire dal bagno, accompagnata dalla risata roca del moro dietro di me.



_________________

EPIC FAIL.

DITEMI CHE NON AVETE LETTO IL CAPITOLO CHE HO POSTATO. SE LO AVETE LETTO, DIMENTICATEVI TUTTO OKAY?

è successo che su Wattpad sono arrivata al 16° capitolo mentre qui no, in quanto non ho potuto postare quella settimana che sono stata in vacanza. Adesso sbadatamente ho pubblicato quel capitolo quindi...FATE COME SE NON AVESTE VISTO NIENTE AHAHA

 Questo per chi volesse è il link della storia su wattpad, io sono larryshugs_ e per qualunque cosa potete contattarmi http://w.tt/1NvzNUf

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  Ciao, sì lo sappiamo che sei figo, adesso smettila.

 

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Capitolo 16
*** •15 ***


"Grazie Rachel, grazie grazie grazie"

"Figurati. Ogni volta che vuoi scappare di casa, sappi che io sono sempre pronta ad accoglierti" ridacchiò e ricambiò il mio abbraccio con uno più forte.

Risi e mi allontanai da lei con un sorriso ancora in volto.

"Adesso cosa farai?" mi chiese lei.

"Credo che andrò a fare un giro prima di ritornare a casa" sospirai, intristendomi subito dopo.

"Ehi," disse dolcemente Rachel "se vuoi, puoi rimanere un altro paio di giorni qui. In fondo da oggi inizia il weekend, non avremo scuola fino a domani"

"No," scossi la testa decisa "devo affrontarla prima o poi. Meglio non rimandare oltre"

"Questa è la mia Charlotte"

Arrossii per la voce dolce e comprensiva di Zayn.

"Perché sei arrossita?" chiese confusa Rachel.

Spalancai gli occhi.

"Già, perché Charlotte?" ridacchiò il deficiente.

"P-perché...sei così bella oggi! Io sono niente paragonata a te, sei così incredibilmente stupenda"

Ed era vero. Rachel era una di quelle ragazze che potevano diventare senza problemi delle modelle. Era slanciata, con le curve al punto giusto e sempre così dannatamente fotogenica, in ogni occasione. La odiavo.

"Oh" chiese stupita Rachel, non aspettandosi una risposta del genere. Chi se lo sarebbe aspettata, in fondo? "Sicura di essere completamente etero?" chiese divertita lei.

Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa divertita.

"Devo andare" conclusi frettolosamente.

"È scortese non rispondere alle domande che ti fanno, Charl" ridacchiò Zayn.

Si stava proprio divertendo, quello stronzo. Mi appuntai mentalmente di dargli uno scappellotto appena arrivati a casa.

"Fammi sapere com'è andata, okay?" disse sinceramente preoccupata.

"Certo" risposi dolcemente, colpita della sua preoccupazione.

Salutai e mi voltai verso la porta, che Rachel mi teneva aperta, e uscì fuori.

"Cosa avrei dovuto dirle?" chiesi seccata ad uno Zayn divertito.

"Magari la verità" rispose semplicemente, prendendomi senza dubbio in giro.

"Oh, certo. Il mio Angelo Custode mi sussurra frasi dolci nella mia mente con la sua meravigliosa profonda voce roca, ma tranquilla, solo io posso vederlo o sentirlo." dissi ironica "Vuoi che la mia unica amica mi prendi per una completa pazza?"

Camminai lungo la strada con un'espressione scettica in viso.

"Pensi che la mia voce sia meravigliosa?" chiese Zayn, apparendo accanto a me con uno sguardo indecifrabile.

Arrossii di botto, girandomi nella sua direzione e voltandomi velocemente verso la strada di fronte a me.

Era più facile parlargli quando era nella mia mente, piuttosto che quando era accanto a me, vicino pochissimi passi, mentre mi guardava con quegli occhi che luccicavano.

Mi diedi della stupida per la piccola confessione che avevo fatto. Avrei dovuto pensare almeno quaranta secondi prima di dire qualcosa. O magari starmene zitta e basta.

"No!" esclamai stupidamente.

Lui inarcò un sopracciglio e mi sorrise genuinamente, un pò agitato.

"Dai, ammettilo che sono un bel ragazzo!"

"No, non lo sei" continuai a camminare e guardare di fronte a me, arrossendo a dismisura e non volendoglielo far notare.

"Ammettilo." disse, avvicinando le labbra al mio orecchio "Giuro che non te lo rinfaccerò"

"N-no" borbottai.

Sentivo caldo, eccessivamente caldo. Il problema era che Zayn non emetteva calore e lì fuori c'erano almeno dieci gradi. Cazzo.

Sentì delle dita tracciare delicatamente un leggero percorso lungo il mio viso e rabbrividì.

Nonostante cercavo di mantenere il passo e continuare a camminare, mi bloccai dopo pochi secondi in mezzo alla strada ed emisi un sospiro frustrato per la vicinanza con il moro, senza però guardarlo in viso.

Mi spostò i capelli di lato, lasciando libero il suo passaggio sulla mia pelle. Il tocco di Zayn si spostò dalle ossa sporgenti del petto, al collo, che accarezzò gentilmente, alla parte più delicata-- nonché mio punto debole-- quella sotto l'orecchio.

"C-cosa stai facendo?" mi irrigidì nel bel mezzo della strada.

Vidi Zayn esitare, per poi affermarmi per i fianchi e trascinarmi in un piccolo vicolo senza uscita.

Una volta dentro, agitò la mano in direzione dell'entrata/uscita del vicolo, componendo dei strani segni nell'aria. Si fermò solo quando vide formarsi una piccola platina azzurra che ci intrappolò lì dentro.

Mi guardò negli occhi con un angolo della bocca sollevato. Io lo osservai con gli occhi spalancati.

"Perché diamine lo hai fatto? E poi cosa diavolo è quella...cosa?" chiesi, facendo cenno a quella strana platina invisibile.

"Ti ricordo che qui sono io l'adulto, e di certo non farei qualcosa per mettermi nei guai e perdere la mia seconda possibilità." roteò gli occhi "E quella cosa è più utile di quanto pensi. Non solo ci proteggerà e ci renderà invisibili agli occhi degli umani, ma ci permetterà di poter parlare liberamente. Lì fuori non si sentirà nemmeno un suono provenire da qui"

"Sei...sei così imprevedibile che non riesco mai capirti. Adesso che hai fatto tutta questa messinscena, cosa vorresti fare? Magari uccidermi o-"

"Smettila di farneticare e rispondi alla mia domanda" chiese, sicuro di cosa stesse parlando.

"Perché è così importante per te? Sei così vanitoso da voler sapere da tutti i tuoi protetti cosa pensano del tuo aspetto fisico?" chiesi stizzita.

"No." rispose lui, osservando attentamente "Mi importa solo di quello che pensi tu"

Trattenni il fiato per qualche motivo che mi era ignoto.

Quello che provavo con Zayn era diverso rispetto a quello che provavo per Harry o qualsiasi altro ragazzo. C'era un qualcosa di diverso, qualcosa che lo distingueva dalla massa.

Questo qualcosa però non doveva neanche esserci.

Lui non era umano e mai lo sarebbe stato. Tra noi non poteva funzionare, era impossibile. Non dovevo farmi strane idee e andare avanti con la mia vita, con i miei amici, con Harry.

Zayn adesso mi guardava con uno sguardo consapevole, cercando di convincermi a rispondere alla sua domanda.

Le sue mani bruciavano sulla mia pelle, facendomi sentire uno strano calore allo stomaco e facendomi allo stesso tempo rabbrividire a dismisura.

"Cosa ti costa, in fondo? Voglio solo sentirtelo dire mentre mi guardi dritto negli occhi, niente di più" si leccò le labbra nervosamente, bramando le mie parole più del dovuto.

E tutto ad un tratto, non riuscì a capire se l'argomento in questione riguardasse ancora l'ammettere che lui fosse carino o si riferisse ad altro.

Boccheggiai per un paio di lunghi secondi, non sapendo se confessare o semplicemente continuare a negare tutto, rischiando che Zayn mi si avvicinasse ancora di più e mi costringesse a confessare quella piccola verità. Dio, era così imprevedibile.

I suoi occhi si posavano su ogni piccola parte del mio viso, le sue labbra erano leggermente socchiuse e all'apparenza molto morbide e più rosse del normale, le sue mani erano ancora ancorate sui miei fianchi e il suo sguardo era piuttosto serio e concentrato.

Mi morsi le labbra "Non capisco perché ti importi così tanto" esclamai stupidamente.

"Charlotte," disse lui, scuotendo la testa "devo proprio costringerti a farti uscire le parole dalla bocca? Potrei paralizzarti qui per chissà quanto tempo o usare un siero della verità. A te la scelta" fece spallucce con noncuranza.

Spalancai gli occhi. Non poteva farlo davvero, giusto? Ero fottutamente spaventata ed ero sicura che non stesse scherzando. Il suo sguardo era paurosamente serio e nessun accenno di ironia si intravedeva dai suoi lineamenti del viso.

Poi notò il mio sguardo di puro terrore e sospirò.

"Scusa, io-" abbassò lo sguardo per un'istante "Tra un pò succederà qualcosa, lo sento, e-- e so per certo di cosa si tratta. Vorrei tanto che non accadesse." sospirò "Non posso dirti cosa succederà, ma fidati di me. Sai che non posso mentirti, non voglio e mai lo farei. Vorrei solo..."

Si avvicinò e mi sfiorò la guancia con il naso, accarezzandomela delicatamente e respirando pesantemente sulla mia pelle.

I miei muscoli erano immobili, e non per colpa di uno strano liquido color oro che Zayn mi aveva iniettato l'ultima volta, ma perché non avevo mai visto quel lato di Zayn, quello impaziente e passionale.

"Sei la persona più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita" le parole mi uscirono dalla bocca senza il mio consenso.

La logica e il corpo di Zayn più vicino del dovuto, a quanto pare non andavano molto d'accordo.

Lo sentì sorridere sulla mia pelle. Si allontanò leggermente e mi guardò negli occhi.

Non capivo cosa stava succedendo, non capivo le parole di Zayn e soprattutto non capivo i suoi gesti.

Appoggiò la fronte contro la mia e spostò una mano sulla mia guancia.

"Non sai quanto è stato irritante vedere il bacio tra te e quello Styles" sputò sprezzante il cognome del ragazzo, sospirando pesantemente.

"Quello non era un bacio" affermai, guardandolo dritto negli occhi, come se fossi troppo ammaliata dai suoi gesti e dal suo sguardo profondo per poter evitare di dire quella velata confessione.

"Hai ragione" mi sorrise divertito, con uno strano luccichio negli occhi.

Si avvicinò lentamente al mio viso, con ancora un sorriso ad occupare i suoi lineamenti.

Trattenni il fiato. Stava davvero facendo quello che pensavo stesse per fare?

Mi guardò per un breve istante negli occhi per poi annullare la distanza tra di noi, unendo finalmente le sue labbra alle mie.

Sospirai, non rendendomi conto di quanto in realtà avevo bramato quel bacio.

Le sue labbra si mossero delicatamente sulle mie, come se si stesse prendendo tutto il tempo possibile per assaporarle e godersi il momento.

La sua mano libera si posò sul mio fianco, premendolo e avvicinando il mio esile corpo al suo, tonico e muscoloso.

Poggiai una mano sul suo petto e una sulla sua nuca, mugolando di piacere quando sentì il corpo di Zayn premere sul mio con impazienza e il suo piccolo e quasi impercettibile verso di frustrazione.

Tutto ad un tratto il bacio si fece più violento e profondo, quasi come se avessimo aspettato fin troppo per quel momento.

Era uno scontrarsi frenetico di lingue che si cercavano e che non ne avevano mai abbastanza, e di piccole toccatine sfuggenti in varie parti del corpo.

Per la foga del bacio indietreggiai e il corpo di Zayn non ci pensò due volte ad intrappolarmi tra lui e il muro freddo dell'edificio dietro di me. Ormai tra di noi non c'era più nessuno spazio.

Mi feci guidare dalle emozioni e dalla passione del bacio che non aveva nulla a che vedere con quello con Harry.

Entrambi gemevamo silenziosamente per l'intensità e l'intimità del momento, tanto che la mano di Zayn sul mio fianco scese lentamente lungo tutto il mio corpo fino ad arrivare alle mie cosce fasciate dai jeans stretti.

Il bacio terminò con un rumoroso schiocco e Zayn si spostò lentamente ad occuparsi del mio collo, baciando e dando di tanto in tanto dei piccoli morsi lungo tutto il suo percorso mentre nel frattempo mi accarezzava sensualmente il corpo, facendomi trattenere il respiro e accelerare i battiti del cuore.

La sua mano strizzò delicatamente la pelle delle mie gambe, per poi farla ritornare lentamente sul mio fianco, memorizzando nel frattempo ogni mia piccola parte del corpo.

Si allontanò dal mio collo per guardarmi in viso con gli occhi lucidi e pieni di lussuria. Aprì gli occhi, colpita dai gesti di Zayn e dal mio assecondarlo senza pensarci due volte.

Ci guardammo per molti minuti senza dire una parola, elaborando cosa fosse appena successo.

Avevo appena limonato con il mio fottuto Angelo Custode, e cazzo se mi era piaciuto.

Zayn mi regalò un meraviglioso sorriso, quello con la lingua tra i denti, che non riusciva però a nascondere un evidente eccitazione. Era quel tipo di sorriso così luminoso e mozzafiato che la luna, le stelle e il sole potevano solo mettersi da parte e semplicemente rimanere ad osservarlo estasiati.

Improvvisamente il suo sguardo si fece pensieroso e mutò in uno di profonda tristezza, facendogli arricciare le labbra.

"Zayn, che-- che succede?" lo guardai preoccupata, stranita dal suo comportamento.

"Stai attenta con quel Styles. Ancora non ha la mia piena fiducia" disse con voce roca, sbuffando una risata per niente divertita e accarezzandomi delicatamente il braccio con le dita.

"Cosa diavolo stai dicendo?" chiesi, troppo interdetta dal mio primo vero bacio per riuscire a pensare lucidamente.

Il nostro primo vero bacio.

"Meriti il meglio, Charlotte. Non dimenticarlo mai, mh? Sei forte, bella e-- non credere di essere sola. Adesso hai degli amici che ti vogliono bene." mi guardò intensamente, balbettando di tanto in tanto "Spero che un giorno ti ricorderai di me"

"Zayn, dimmi subito cosa cazzo sta succedendo o-"

Vidi Zayn alzare lentamente il palmo della mano. Una fiamma azzurra si accese brillante e minacciosa davanti a me e non potei non guardarlo sconvolta e con le lacrime agli occhi.

Quel fuoco adesso non era più così affascinante come una volta, niente aveva a che vedere con l'emozione di vederla per la prima volta.

Arrivai addirittura ad odiarla, mentre la guardavo con gli occhi appannati. Era lì che brillava in tutta la sua paurosa bellezza mentre sembrava volersi prendere gioco di me.

"Aspetta Zayn, non lo fare! Ti prego, non-- non sei obbligato"

Zayn fece un sorriso triste e scosse la testa, cercando di trattenere le lacrime.

"Fa attenzione, mi raccomando"

E poi agitò le dita, facendo alzare la fiamma dalla sua mano e guidandola nella mia direzione.

Lo guardai terrorizzata e cercai di spostarmi, ma per qualche strana ragione non riuscivo a muovere un solo muscolo.

Ero paralizzata.

Guardai in basso e vidi la mano di Zayn sul mio braccio. Lo guardai con gli occhi gonfi dalle lacrime.

Mi aveva distratta per immobilizzarmi, in modo da evitare che gli sfuggissi via.

Nel frattempo la fiamma arrivò davanti a me, proprio vicino il mio cuore.

"Aspetta, un attimo! Per favore." lo pregai, guardandolo con le lacrime agli occhi "Cosa ne sarà di te, del mio Angelo Custode? Non posso farcela senza di te, Zayn"

"Si che ce la puoi fare." disse sicuro Zayn, sorridendomi triste con gli occhi lucidi e pericolosamente vicini al scoppiare in un pianto "Io sarò sempre al tuo fianco, non ti lascerei per niente al mondo"

"Zayn," scossi la testa con veemenza, singhiozzando di tanto in tanto "ho bisogno di te che mi dici quanto abbia fatto bene a fare qualcosa o che mi sussurri all'orecchio quanto sia bella o che mi urli contro quanto sono insopportabile, non-- non posso immaginare una vita senza di te, per favore"

"Charlotte, dannazione" chiuse brevemente gli occhi, facendosi sfuggire una lacrima "non rendere le cose più difficili"

"Voglio ricordare tutto" dissi sicura, senza una piccola traccia di esitazione.

"Non posso farlo" sospirò lui, avvicinando la fronte alla mia.

"Non voglio dimenticarmi di una persona importante come te"

Mi guardò indeciso "Charlotte, non dipende da me. Io-- io avrei fatto di tutto per stare al tuo fianco, ma-" poggiò la fronte contro la mia e sospirò pesantemente "Non è mai stato così difficile dire addio a qualcuno come lo è adesso con te" rise poi senza divertimento.

Mi guardò negli occhi, una mano ancora sul mio braccio e un'altra che teneva la fiamma accanto al mio corpo.

"Non mi dimenticherò mai di te. Sei stata la prima a cui ho raccontato episodi della mia vita che nessuno sapeva. Sei stata l'unica ad aver fatto saltare in mille pezzi i miei nervi in neanche due secondi, e resterai l'unica ad avermi fatto credere nell'amore. Spero che troverai in Harry quello che non puoi avere con me. Per quanto mi costi ammetterlo, sono certo che ti tratterà come meriti." mi guardò un'ultima volta con un affetto che non pensavo potesse provare per me e con gli occhi lucidi dalla tristezza "Addio, Charlotte"

Mi regalò un sorriso triste ma stupendo, come solo lui sapeva fare.

E in un attimo la fiamma attraversò il mio corpo, Zayn lasciò il mio braccio ed io mi contorsi su me stessa, strizzando gli occhi e combattendo per il dolore fisico ed emotivo che provavo mentre delle lacrime rigavano il mio volto.

Zayn provava davvero tutto questo per me?

Ero stata così idiota da non averlo capito prima, ma in fondo cosa avrei potuto fare?

Zayn era un fottuto Angelo.

Ma era così speciale, diverso dagli altri, irritante come pochi e sapeva esprimere i sentimenti solo dal tono della voce o guardandomi negli occhi. I suoi occhi color caramello che si illuminavano ad ogni battuta maliziosa o che si incupivano quando non lo ascoltavo e facevo di testa mia. Zayn era così sensibile...Zayn era così misterioso...Zayn era.
..

Chi era Zayn?
 

______________

Questo capitolo è stato peggio di un parto, mi viene da piangere.

Odiatemi pure. Io lo sto già facendo ew

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Capitolo 17
*** •16 ***


Aprì gli occhi e mi guardai intorno completamente spaesata. Cosa diavolo ci facevo in un lurido vicolo buio, da sola?

Ero seduta per terra, avevo un leggero mal di testa e un senso di tristezza ad invadermi il corpo, ma non avevo idea del perché. Ero uscita da casa di Rachel, contenta di avere un'amica così disponibile e gentile, stavo camminando e...e poi mi sono svegliata qui, senza un apparente motivo.

Guardavo le persone che apparivano dalla piccola apertura del vicolo e che non mi lanciavano neanche un'occhiata di sfuggita.

Una ragazza seduta per terra, in un vicolo maleodorante, e nessuno le prestava neanche un pò di attenzione?

Cos'ero, la donna invisibile?

Scossi la testa come a scacciare via quei pensieri ed uscì per immettermi nella strada principale.

Forse dopo una doccia calda avrei ricordato qualcosa. Dovevo ricordare qualcosa. Non era normale quello che era appena successo e che avevo un buco nella testa. Metaforicamente ovvio.

Sbuffai e mi concentrai sulla strada di fronte a me, scacciando ogni tanto qualche ciocca di capelli che mi cadeva davanti il viso a causa del fastidioso vento di quel rigido inverno.

Quando sarei arrivata a casa...già, casa.

Mi ero perfino dimenticata che dovevo affrontare Emily e la sua freddezza. Chissà se si era preoccupata almeno un pò per me, se si fosse chiesta dove fossi andata, se avesse dormito tutta la notte o se fosse restata sveglia ad aspettarmi.

Mille pensieri mi si affollavano in testa ed ero così spaventata, preoccupata e in ansia per quello che mi sarebbe successo una volta arrivata a casa, che ignorai del tutto il dolore al petto e le guance bagnate da lacrime che non sapevo neanche di aver versato.

◆◆◆◆◆◆

"Emily!"

Non sentì nessun rumore per alcuni secondi e poi un tonfo al piano di sopra a spezzare il silenzio.

Vidi Emily correre giù per le scale e guardarmi come se fossi un miraggio. Si fermò come a capire se fossi davvero io quella davanti alla porta. Poi si gettò letteralmente su di me e mi soffocò nel suo caldo e confortante abbraccio.

Mi strinse a sè come mai aveva fatto prima, e potei perfino sentire dei singhiozzi trattenuti sulla mia spalla.

Chiusi gli occhi, beandomi di quel calore così familiare che mi era mancato e ricambiai l'abbraccio, sperando che anche lei capisse quello che provavo in quel momento.

Tutti i ricordi di quella sera, le parole sputate con rabbia, soffocate tra le labbra con collera, tutto si offuscò nella mia mente. L'unica cosa che vedevo era Emily e quello che sentivo era il suo pianto silenzioso.

"Mi hai fatto preoccupare così tanto, non lo fare più, ti prego" rafforzò la stretta, sussurrandomi quelle parole all'orecchio.

"Scusa" pronunciai solo, lasciando che qualche lacrima scivolasse rapidamente lungo la guancia.

Si allontanò dall'abbraccio e mi guardò, esaminando ogni particolare del mio viso e accarezzandomi la guancia dolcemente.

"Dove sei stata?" mi chiese quasi in un sussurro.

Solo adesso notai che aveva gli occhi rossi, probabilmente per i numerosi pianti, e delle profonde occhiaie. Forse non aveva dormito quella notte.

"Sono-- sono stata da una mia amica" dissi debolmente, sentendomi improvvisamente in colpa per essermi comportata in un modo così stupido e infantile.

"Charlotte, sono stata così in pensiero per te! Poteva succederti il peggio e io non avrei potuto fare niente per evitarlo. Promettimi che non lo farai più"

"Mi dispiace così tanto Emily, non-- non ho pensato a nulla quando me ne sono andata, ma mettiti nei miei panni! Non potevo stare qui dopo quello che mi hai detto"

Lei sospirò e chiuse gli occhi "Lo so, e non hai idea di quanto mi penti di aver detto quelle cose, non era mia intenzione. Però sai che io sono sincera Charl, e non posso dirti che quello che ti ho detto erano tutte stronzate. Quando sei stata affidata a me ho pensato davvero che la mia vita era finita però...sembrerà davvero stupido, ma passare la notte senza te in casa mi ha fatto capire quanto tu sia stata un miracolo nella mia vita, mi hai-- mi hai cambiato Charlotte, e adesso non riesco a immaginare la mia vita senza di te" concluse, trattenendo il pianto e tirando su con il naso.

"Sono una stupida," scossi la testa "non merito una persona come te nella mia vita. Sono stata un'insensibile egoista, non ho pensato a quello che facevo, scusami. Non potrò mai ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto e continui a fare per me"

Ci abbracciammo un'altra volta, tra lacrime di gioia e di sollievo per poi scoppiare in una risata piena di imbarazzo.

"Questo non è proprio da noi" dissi, scuotendo la testa divertita.

"Hai ragione," rispose Emily, asciugandosi le guance con la manica della maglietta. "Stiamo diventando troppo sentimentali. Non va per niente bene" arricciò le labbra.

Risi e roteai gli occhi. Emily non sarebbe cambiata mai. E in un certo senso, ne ero felice.

◆◆◆◆◆◆

Zayn's POV

Aprì gli occhi confuso e terrorizzato. Osservai lo spazio intorno a me, vedendo solo dei muri grigi e pieni di muffa e nessuna finestra o porta ad illuminare la stanza.

Mi alzai, guardandomi attorno impaurito e spalancando poi gli occhi all'inverosimile.

Qui c'ero già stato. Era la stanza dove mi ero svegliato dopo che ero morto, nonché luogo dove qualcuno mi ha sussurrato nella testa quale fosse il mio compito, ovvero quello di diventare Angelo Custode.

Cosa ci facevo qui? E soprattutto, perché?

"Zayn"

Volti il capo alla ricerca della voce, sottile e squillante, come se potessi trovare il possessore di quella voce da qualche parte in quella stanza.

"Chi- chi sei?" chiesi, ad alta voce.

"Ti sei già dimenticato di me? Sono l'Angelo che ti ha comunicato quale sarebbe stato il tuo destino. Sono Azriel, se questo può renderti più felice" concluse con una leggera risata.

"Dove sono?"

"Questo purtroppo non ti è consentito saperlo." sospirò lui "Il mio compito consiste solo nel darti le comunicazioni che mi vengono fornite dall'Alto. Era da davvero tanto tempo, forse centinaia di secoli, che non davo notizie del genere. Puoi considerarti fortunato, Zayn"

"Che informazioni? Di cosa stai parlando?"

"Qualcuno lassù ti vuole molto bene e ti sta dando una seconda possibilità"

"Cosa?" spalancai gli occhi felice e confuso "Che devo fare?"

"Devi scegliere." disse la voce, facendosi più seria "Ascolta bene e rifletti attentamente su quello che ti dirò. Non ti sarà data una terza opportunità, farai meglio a scegliere con cura"

Annuì con veemenza, pronto per fare la mia scelta. Era da così tanto tempo che l'aspettavo che la mente era annebbiata e non riuscivo neanche a crederci.

"Puoi tornare indietro nel tempo, riavere indietro la tua vecchia vita, rimediare ai tuoi errori e fare qualcosa per rendere migliore la tua famiglia e te stesso"

"Oppure?" chiesi, ansioso di conoscere l'altra possibilità.

"Oppure ricominciare un'altra vita da qui, da questo momento, senza genitori e senza amici. Vivere un'altra vita ricominciando da zero"

"Perché dovrei scegliere questa possibilità? Non ci trovo nulla di conveniente" risposi confuso con le sopracciglia aggrottate.

"Lì fuori hai lasciato qualcuno che teneva molto a te, e a cui tu sei molto affezionato. Potrebbe essere un modo per riconquistare il suo amore, giusto? Oh, ma chi sono io a dirti questo" lo sentì ridacchiare.

Charlotte. Dio, Charlotte. Il solo pronunciare il suo nome mi faceva venire i brividi lungo le braccia. Mi mancava così tanto.

Dirle addio non era stato affatto facile, e quel bacio...quel bacio era stato meraviglioso. Non avevo potuto fermarmi, averla così vicino con la consapevolezza che non l'avrei più rivista, o perlomeno che lei non mi avrebbe più rivisto, mi aveva acceccato. Non avevo potuto farne a meno.

Il suo sorriso, i suoi capelli, la sua ingenuità, la sua testardaggine, il suo voler fare le cose di testa sua, il modo in cui le sue guance arrossivano, le sue sopracciglia che si aggrottavano in modo buffo...tutto di lei mi mancava.

Ma sentivo nostalgia anche dei miei genitori. Non li avevo dato neanche un addio decente, chissà cosa avevano pensato di me, del modo in cui ero morto. Chissà se mio padre picchiava ancora mia madre e se avesse continuato a pensare che fossi un buono a nulla e che meritavo di morire. Chissà se mia madre si fosse ribellata a tutto questo, se avesse pianto per me o se si fosse pentita di non essermi stata accanto in quei giorni.

Mi misi una mano sulla fronte e chiusi gli occhi sospirando pesantemente. Non era affatto una scelta facile. O sceglievo l'amore di una famiglia-- che poi tanto famiglia non era-- o l'amore di una fantastica donna, che adesso neanche si ricordava di me e che forse si stava sbaciucchiando un altro ragazzo.

Potevo rimediare ai miei errori, ritornare a casa e denunciare mio padre. Forse poi avrei potuto vivere senza sensi di colpa, a casa mia con mia madre, tutte e due felici e insieme, ma... senza Charlotte.

Oppure vivere una vita che non mi apparteneva e combattere per riavere indietro la ragazza che amavo, sperando che i suoi sentimenti per me, nascosti da qualche piccola parte nel suo subconscio, non fossero mutati o peggio ancora completamente spariti.

"Io-- non ho idea di cosa scegliere, è-- devo pensare bene, non posso sbagliare, io--" balbettai alla ricerca delle parole giuste, anche se la mia mente era in completa confusione, con la paura di fare un passo falso.

Presi un profondo respiro e mi calmai. Non potevo stare per l'eternità dentro quella stanzetta piena di muffa, dovevo fare la mia scelta.

Pensai ai miei genitori: al sorriso di mia madre, alla sua dolcezza, alla sua disponibilità, al suo essere sempre pronta a viziare il figlio e al fatto che non si meritava tutto quello schifo. Poi pensai a mio padre, rigido e severo ma sempre pronto ad ascoltare, anche se poi questo significava essere giudicato e criticato.

Sospirai. Forse me ne sarei pentito per tutta la vita ma almeno dovevo provarci.

Alzai lo sguardo sul muro di fronte a me, con una sicurezza negli occhi tipica del mio carattere.

"Ho preso la mia decisione"

◆◆◆◆◆◆

Charlotte's POV

Ero sdraiata sul letto a cercare di ricordare qualcosa, anche il più piccolo dettaglio di quel pomeriggio. Strizzai gli occhi, ma non stavo facendo altro che sforzarmi inutilmente. Ciò che mi rievocava la mente era nulla, il vuoto, l'oscurità più totale.

Sapevo però che stavo tralasciando un dettaglio, uno di quelli importanti. Sentivo un vuoto allo stomaco ogni volta che cercavo di ricordare e non riuscivo a capire il perché. Da questo dipendeva il mio vuoto di memoria, ne ero sicura.

Sbuffai seccata e mi alzai, dirigendomi verso la scrivania piena di libri e fogli sparsi ovunque. Presi il pacchetto di sigarette dentro il primo comodino. Non cercavo neanche di nasconderlo, tanto Emily oramai sapeva che fumavo.

Me ne accesi una nervosamente, guardando fuori dalla finestra. Era da un paio di giorni che non fumavo, era come se non ne avessi sentito nessun bisogno. Probabilmente l'essermi fatta dei nuovi amici mi aveva aiutato molto.

Sorrisi distrattamente, pensando a quanto fossi fortunata ad avere persone così gentili e disponibili al mio fianco. Se non fosse stato per Niall e Rachel, ieri avrei dormito sicuramente sotto un ponte. E poi ripensai ad Harry, alle sue fossette, ai suoi occhi sempre accesi di uno strano luccichio, ai suoi ricci sempre scompigliati, alla sua incredibile iperattività, alle sue battute maliziose e al nostro primo bacio. Era il ragazzo perfetto, sapeva sempre quello che doveva dire, quello che doveva fare per fare buona impressione su una persona, ma qualcosa mi diceva che c'era anche qualcos'altro, che ancora non mi era molto chiaro. Quando era con me si comportava sempre come un vero gentiluomo, gentile e attento ad ogni cosa che dicevo a facevo, ma quando era con i suoi amici, con Louis, il suo atteggiamento cambiava impercettibilmente. I suoi sorrisi erano sempre completi di due fossette agli angoli della bocca, la sua risata più forte e allegra e i suoi occhi più vivi e brillanti. Il loro rapporto era unico, difficilmente si poteva creare un legame del genere. 
Spensi la sigaretta e la buttai fuori dalla finestra leggermente aperta per fare uscire la puzza di fumo dalla stanza e decisi di prendere un libro e studiare qualcosa. Nonostante in questi giorni non avrei avuto scuola, preferivo anticiparmi i compiti in modo da avere più tempo libero nel weekend.

Presi il primo libro che mi era capitato sotto gli occhi e lo aprì, sfogliando con cura le pagine e cercando di concentrarmi su quello che c'era scritto.

Dopo aver sfogliato un paio di pagine, vidi tra di esse un lunga piuma con dei colori incredibilmente particolari e strani.

Spalancai gli occhi meravigliata e sorpresa. Nessun volatile avrebbe potuto possedere delle piume del genere, erano troppo lunghe e colorate. Non ricordavo di averla presa da nessuna parte o di averla trovato per strada. Aggrottai le sopracciglia confusa e continuai ad osservare con attenzione la piuma rigirandomela tra le mani. Mi sembrava averla già vista da qualche parte, ma dove?

"Grazie, è stato un gesto belliss-" interruppi i miei ringraziamenti quando notai che il ragazzo in questione era scomparso.

"Sempre il solito, eh!" gridai al nulla davanti a me, con un sorriso divertito ad illuminarmi il viso.

"Certo...pasticcino"

Spalancai gli occhi e gettai la piuma sulla scrivania, osservandola completamente scioccata.

Avevo ricordato qualcosa.

Non l'avevo presa da nessuna parte, me l'avevano regalata. Per la precisione, me l'aveva regalata un ragazzo. Che io conoscevo.

Chi diavolo sarebbe potuto essere?

Harry non era solito chiamarmi pasticcino, lui non mi chiamava con nessun nomignolo in realtà. Liam era da escludere in partenza, perché se avesse voluto regalare qualcosa, l'avrebbe data senza dubbio a Rachel. E Niall...beh, lui forse avrebbe potuto farmi un regalo del genere, e poi era solito chiamare le persone con diminuitivi o stupidi nomignoli imbarazzanti, quindi le probabilità che fosse stato lui erano molto alte. Quando lo avrei rivisto, glielo avrei chiesto. Sì, sicuramente era stato lui.

Però il piccolo dettaglio che avevo tralasciato, e a cui non avevo dato molta importanza, era che le persone non scomparivano così dal nulla, senza lasciare traccia. E che quelli che potevano farlo di certo, non erano delle persone. E non erano neanche umani.



___________

Tenetevi pronti per le sorprese, ho già in mente alcune idee per la storia!

E ovviamente non preoccupatevi, ci saranno altri momenti Zayn x Charlotte ;)

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Capitolo 18
*** •17 ***


Boccheggiai alla ricerca di fiato e spalancai gli occhi di scatto. Subito mi misi seduto e tossì per la mancanza di ossigeno nei polmoni. Mi misi una mano sul petto e lentamente ritornai a respirare regolarmente. Mi guardai intorno con la vista un pò appannata, cercando di capire dove mi trovassi. Sbattei le palpebre un paio di volte ed osservai meglio la stanza che mi circondava.

Era una camera da letto, che a dirla tutta non era un granché: le mura erano spoglie e di un triste grigio, c'era una minuscola finestra alla mia sinistra e un armadio di legno fronte a me piuttosto vecchio e malandato.

Mi alzai, osservando ancora incredulo la stanza e chiedendomi dove diavolo fossi finito. Uscì fuori dalla camera da letto e seguì lo stretto corridoio fino ad arrivare ad un salone arredato con un semplice divano, una mensola con qualche libro e qualche quadro raffigurante paesaggi, vasi ed altri elementi poco originali. Vidi una porta alla mia destra ed entrai, trovandomi davanti una cucina dove prevaleva principalmente il colore rosso e nero. Era piccola ma piuttosto accogliente per una persona.

Era pur sempre un posto dove dormire e stare al caldo, quindi non mi potei lamentare più di tanto.

Scossi la testa del tutto sconvolto e confuso. Di chi era questa casa e cosa ci facevo qui?

Improvvisamente mi venne un dubbio e corsi per il lungo e stretto corridoio verso quello che pensavo fosse il bagno.

Entrai e mi guardai immediatamente allo specchio con il cuore in gola e l'incertezza a dipingermi i lineamenti del viso.

Sospirai sollevato quando vidi nel riflesso che ero rimasto sempre lo stesso di sempre e che non ero cambiato di una virgola. La mia pelle era sempre di un colorito un pò scuro, gli occhi sempre color cioccolato, la leggera barba sempre presente e il mio ciuffo un pò sciupato e a coprirmi leggermente la fronte.

Sorrisi, contento di vedere che avevano lasciato intatto il mio aspetto fisico e la mia memoria.

Adesso ero solo, potevo vivere la mia vita come volevo senza essere giudicato da nessuno.

Il mio unico obiettivo era trovare Charlotte e riconquistarla. Non potevo perderla, non lei.

Però prima dovevo trovare un lavoro e cercare di mantenermi. Dovevo avere almeno un pasto caldo sul tavolo e la possibilità di farmi una doccia, riuscendo anche a pagare le bollette di luce e gas ed arrivare così a fine mese.

Sbuffai irritato.

Il lato negativo di essere ritornato umano.

◆◆◆◆◆◆

Charlotte's POV

"Dai Harry! Ridammelo!" risi e cercai di riprendere il cappello di lana che il riccio mi aveva strappato da sopra la testa, e che adesso teneva tra le mani.

"Stavo pensando che mi starebbe benissimo addosso, tu non credi?" sghignazzò lui, tenendo il cappello lontano dalla mia visuale.

"Te lo puoi scordare! Non ti regalerò il mio cappello preferito!" saltellai intorno a lui e cercai di acchiapparlo, inutilmente.

"Mi spiace ma credo che dovrai dirgli addio" esclamò facendo un sospiro melodrammatico.

Feci il viso da cucciolo smarrito sporgendo le labbra all'infuori e sbattendo più volte le palpebre.

"Per favore" dissi con la voce da bambina.

Lo sguardo di Harry si posò sulle mie labbra e sorrise sghembo.

"Okay, te lo ridarò indietro." annunciò "Ma ad una condizione"

Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa "Con te c'e sempre una condizione"

"Non è vero!" esclamò indignato.

"Ieri mi hai prestato la tua giacca di tua spontanea volontà per neanche cinque minuti, perché fuori c'era troppo freddo, ed in cambio hai voluto che andassimo a mangiare un gelato." incrociai le braccia al petto "E poi, un gelato in inverno, davvero?

"Perché, che c'è di male?" chiese con le sopracciglia aggrottate.

"Fuori c'erano a stento otto gradi, Harry" alzai un sopracciglio divertito.

"È sempre il momento giusto per un buon gelato." fece spallucce. Poi si fece un attimo pensieroso, mettendosi un dito sul mento e dopo pochi secondi gli occhi gli si illuminarono di uno strano luccichio e mi guardò divertito "Quindi, visto che il gelato è escluso, dovrei chiederti qualcos'altro in cambio"

"Qualcosa che magari non riguardi favori sessuali, grazie"

"Dannazione, adesso devo chiederti qualcos'altro" mise su il broncio.

Ruotai gli occhi e lo spinsi giocosamente "Ridammi il mio cappello o ti denuncio per furto"

"Non lo faresti" mi sorrise genuinamente, avvicinandosi di qualche passo.

Rimasi un attimo in silenzio "Oh, ridammelo e basta!" cercai di afferrare il cappello, facendo un agile scatto in avanti e scontrandomi quasi contro il solido petto di Harry, ma lui fu più veloce e lo allontanò dalla mia presa.

Poi mi si avvicinò ancora un pò, i nostri petti erano vicinissimi, e sempre guardandomi negli occhi allungò entrambi le mani verso di me e mi mise cautamente il cappello in testa, sistemandomi poi attentamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sorrise ampiamente, mettendo in mostra le fossette.

"Adesso mi devi un bacio" affermò divertito, chinandosi leggermente verso di me.

"Io non ho mai accettato questa condizione" risposi, alzando un sopracciglio e curvando le labbra in un sorriso.

"Ed io non ho mai detto che dovevi accettarla"

Premette le sue morbide labbra sulle mie, con ancora un sorriso ad occupare entrambi i visi. Fu un bacio molto leggero, non andammo oltre. Era come se non fossi del tutto pronta a lasciarmi andare con Harry, qualcosa mi bloccava dal farlo. E probabilmente anche lui Harry lo aveva capito.

Quando ci allontanammo sentì una piccola fitta al cuore. Non era più così piacevole ed eccitante baciare Harry, e davvero non riuscivo a capire il perché. Forse dovevo semplicemente lasciare che mi baciasse sul serio, forse questo avrebbe riacceso la voglia di continuare a baciare quelle morbide e rosse labbra. Però non ero pronta a farlo, non adesso. Non quando il pensiero di avere le sue labbra sulle mie mi sembrava così indifferente e quasi fastidioso. Diedi la colpa di tutto questo al mal di testa che ancora mi trapavana incessantemente la testa.

"Ehi, cosa c'è che non va?" chiese lui preoccupato, accarezzandomi una guancia con il pollice.

"N-niente. Ho solo un pò di mal di testa" sorrisi debolmente.

"Vuoi che ti riaccompagni a casa?" chiese dolcemente.

"No," scossi la testa sicura "voglio stare ancora un altro pò con te" risposi sinceramente.

Harry era davvero una buona compagnia e mi piaceva averlo tra i piedi. Era così dolce disponibile e affettuoso che era impossibile non apprezzarlo come persona. Rachel aveva ragione, Harry era un bravo ragazzo.

Lui mi sorrise e le sue dolci fossette, che gli davano l'aria da eterno bambino, fecero la sua comparsa. Poi si fece un pò più serio e fece correre la sua mano libera lungo i capelli.

"Devo dirti una cosa" disse serio.

"Cosa?"

Lui sembrò vacillare per un paio di lunghi secondi, per poi scuotere leggermente la testa.

"Stava pensando...che ne dici se, uhm...si, ti-- ti piacerebbe essere la mia ragazza?"

Boccheggiai sorpresa. Volevo essere la sua ragazza? La fidanzata di un'adorabile, dolce ragazzo? Diamine, certo che si!

"Si, Harry. Mi piacerebbe tanto" gli sorrisi e lui mi abbracciò di slancio, tenendomi stretto a sè.

"Non sai quanto mi hai fatto felice" disse, la sua voce soffocata dal tessuto del mio maglione.

"Perché non dovrei stare con te?"

"Pensavo che non avresti accettato. Tu se così...sei troppo per me, ed io non ti meriterei"

Mi staccai leggermente dal suo abbraccio, mettendomi faccia a faccia con il suo viso.

"Non è vero, non lo devi neanche pensare." lo guardai dentro i suoi meravigliosi occhi verdi "Tu sei la persona più buona e gentile che io conosca"

"No," scosse la testa e abbassò lo sguardo "sono una persona orribile, Charlotte"

Gli alzai il mento con un dito "Non so cosa tu abbia fatto, ma non importa. Il passato è passato, e adesso ci siamo io e te nel presente, okay? Concentrati solo su questo"

Fece un sorriso triste e poi annuì debolmente. Qualcosa nel suo comportamento non mi convinceva per niente, ma decisi di non indagare oltre.

Sospirò pesantemente e mi abbracciò nuovamente, respirando a lungo tra i miei capelli.

"Scusa" soffocò e quasi nemmeno lo sentì.

"Non devi scusarti" risposi, un pò confusa.

"Si, invece" rispose enigmatico, con un sospiro triste.

Aggrottai la fronte e ripensai alle sue parole. Ormai era ovvio che mi stesse nascondendo qualcosa, ma non volevo fare l'impicciona o l'insensibile obbligandolo a confessare. Prima o poi me lo avrebbe detto di sua spontanea volontà. Era solo questione di tempo.

◆◆◆◆◆◆

Zayn's POV

Finalmente ero arrivato a scuola. Oggi mi ero reso conto di quanto casa mia fosse lontana da quell'edificio.

Casa mia. Mi faceva ancora strano dire che fosse effettivamente mia, ma dovevo farci l'abitudine. Ieri non avevo dormito perché sia il letto che il divano erano molto scomodi, quindi avevo passato la notte in bianco a rimuginare su quello che dovevo fare una volta arrivato a scuola, come mi dovevo approcciare con Charlotte, cosa avrei dovuto dirle. Purtroppo non ero arrivato ad una conclusione e quindi decisi di improvvisare.

Entrai nel cortile e non vidi Charlotte da nessuna parte. A passi felpati percorsi il grande cortile che ormai conoscevo a memoria anche se non l'avevo mai percorso da essere umano. Vidi in lontananza un ragazzo che mi era abbastanza familiare e mi avvicinai per osservarlo meglio.

Era Louis, l'amico di Harry.

Forse se avessi fatto amicizia con lui, mi sarei potuto intrufolare meglio dentro il gruppo.

Decisi di fare amicizia con Louis. In fondo poteva sembrare piuttosto strano che un ragazzo, che non frequentava nemmeno quella scuola perché già maggiorenne, si avvicinasse ad una ragazza così di punto in bianco, senza un apparente motivo. Mi avrebbe preso per uno stalker o maniaco sessuale, e l'ultima cosa che volevo era spaventarla.

"Ehi," accennai un leggero sorriso nella direzione del ragazzo "hai da accendere?"

Lui si girò distrattamente e mi squadrò dalla testa ai piedi con un sopracciglio leggermente alzato.

"Almeno ce l'hai la sigaretta?"

Mi guardai le mani e le vidi vuote. Mi schiaffeggiai mentalmente per la mia stupidità e cercai il pacco di sigarette dentro le tasche dei jeans che ovviamente erano vuote. Mi appuntai mentalmente di  comprarne un pacchetto prima di ritornare a casa.

"Io, uhm, credo di essermele dimenticate a casa"

Il ragazzo di fronte a me si mise a ridacchiare e scosse la testa.

"Cosa ti fa pensare che io fumi?"

Lo guardai con la fronte aggrottata. Non avevo neanche pensato a quell'eventualità. Credevo fosse una buona idea sciogliere il ghiaccio in quel modo, di solito funzionava sempre.

"Perché sembri un fumatore?" risposi insicuro, completamente a corto di idee.

"Davvero?" chiese con un angolo della bocca sollevato.

"Uhm si." dissi mordendomi un labbro "Okay no, volevo solo parlare un pò con te" abbassai le spalle sconfitto.

Bel piano del cazzo, complimenti Zayn.

"Con me?" chiese confuso, arrossendo leggermente.

"Mi sembri un bravo ragazzo." gli sorrisi "Sono nuovo della zona e volevo farmi un paio di amici, e appena ti ho visto qui ho pensato "ehi, questo ragazzo sembra davvero un tipo socievole!" quindi...eccomi qui"

"Oh." rispose con gli occhi spalancati, arrossendo a dismisura "Io-- di dove sei?" chiese timidamente.

"Bradford" risposi senza emozione nella voce. Inutile dire che provavo nostalgia di casa mia e della mia famiglia, però avevo già preso la mia decisione e adesso dovevo raggiungere il mio obiettivo.

"È molto lontana da qui." pensò ad alta voce Louis "Cosa ti ha portato in questa cittadine sperduta?"

"Una ragazza" sorrisi al pensiero che finalmente avrei potuto rivederla.

"Wow amico." esclamò Louis "Devi proprio amarla, quella ragazza!"

Abbassai lo sguardo imbarazzato e semplicemente annuì timidamente.

"Quindi lei si trova qui? Cioè, è in questa scuola?" mi sorrise genuinamente.

"Si" risposi, indeciso se dirgli chi fosse o semplicemente omettere la parte di 'Charlotte è la ragazza di cui sono fottutamente innamorato, nonché suo angelo custode da 17 anni'.

"In effetti mi sembravi troppo grande per frequentare ancora le superiori." ridacchiò lui "A proposito, quanti anni hai?"

"Diciannove." risposi prontamente "Anche se molti me ne danno venticinque" risi.

"Non sembri così vecchio!" scosse la testa indignato "Anche se quei tatuaggi non ti aiutino poi molto"

Risi e mi osservai il braccio quasi pieno di tatuaggi. Amavo ognuno di loro e non me ne ero pentito di nessuno di quello, neanche del più piccolo. Mi ricordavano il mio passato, ed era un bene ricordare della mia famiglia e del mio vecchio io.

"Io comunque sono Louis, Louis Tomlimson" allungò la mano nella mia direzione.

"Zayn Malik" mi presentai afferrandogli la mano e regalandogli un sorriso smagliante.

"Non sei inglese" dedusse con un leggero sorriso.

"In realtà sì." ridacchiai "Mio padre era pakistano ma si innamorò follemente di una donna inglese che ogni anno puntalmente visitava la sua città natale. Così i due si conobbero e lui si trasferì qui, più innamorato di prima. Tanti anni dopo decise di sposarla e mettere su famiglia. Quindi sì, sono sono nato e cresciuto in Inghilter-"

"Ehi Lou"

Louis si voltò e le sue labbra si lasciarono andare ad un enorme sorriso.

"Haz" rispose al saluto con la sua squillante voce.

Finalmente potevo conoscere il mio rivale.

Harry guardò il ragazzo accanto a lui con un sorriso teso per poi lanciarmi una lunga occhiata con la fronte aggrottata, diffidente nei miei confronti.

"Oh, lui è Zayn!" esclamò felice Louis, dando per scontato che mi conoscesse.

Harry lo guardò ancora più confuso di prima e Louis cercò di spiegarsi meglio.

"È un ragazzo che conosco da circa...uhm, diciamo un paio di minuti e che adesso è diventato mio amico" sorrise raggiante lui.

"Ma se neanche lo conosci!" Harry guardò stranito Louis.

"È venuto da Bradford per cercare la ragazza di cui è innamorato. Lo sai quant'è lontana Bradford da qui? Insomma, si parlano di lunghissime ed interminabili ore. Non si può non apprezzare un ragazzo del genere"

"E quindi è già diventato tuo amico?" rispose scettico lui con un sopracciglio alzato.

Strinsi le mani a pugni. Quel bambolotto di porcellana mi stava rovinando il piano. Sapevo che avrebbe avuto una reazione del genere, ma non potevo permetterglielo.

"Haerry, non fare il melodrammatico! È un ragazzo apposto, davvero. Non mi seguirà fino a casa per stuprarmi e rapirmi, con l'intenzione di guadagnare un proficuo riscatto, sta tranquillo"

Harry mi squadrò per bene, soffermando lo sguardo sui miei numerosi tatuaggi del braccio e quelli sporgenti delle clavicole.

"Non mi fiderei molto. Mi sembra tutto fuorché un bravo ragazzo"

"Io sono ancora qui." gli ricordai, incrociando le braccia al petto "E tu, ricciolino, non sei il bodyguard di Louis, quindi lascia fare a lui le sue scelte" sbottai seccato.

Harry tornò a guardarmi negli occhi con una scintilla di rabbia ad accendergli gli occhi verdi e strinse le labbra in una stretta linea.

"Ehi, posso essere amico di tutti." disse Louis, mettendo una mano sul braccio di Harry e accennando un sorriso "Sai che non sceglierei di avere come amico un serial killer. Dagli un pò di fiducia"

"Tu dai troppa fiducia a troppe persone." rispose Harry, scuotendo la testa. Poi si chinò leggermente verso di lui, mettendosi alla sua stessa altezza, e gli sussurrò "Lui non mi piace, Lou" sussurrò a bassa voce, credendo forse che non potevo sentirlo.

Roteai gli occhi.

"Non fare il bambino, Haerry. Vedrai che piacerà anche a te!" poi mi salutò e velocemente gli mise un braccio sulle spalle, guidandolo verso l'entrata della scuola.

Tutto quello che sentì dopo fu il "perché, a te piace?" di Harry e per poco non mi misi ad urlare un "io piaccio a tutti. Non c'è da stupirsi, idiota"

Presi un profondo respiro e mi guardai attorno, ma di Charlotte nessuna traccia. Adesso che avevo Louis come amico mi sarei potuta avvicinare a lei con più facilità, ma sapevo già che Harry sarebbe stato un problema difficile da risolvere. Speravo solo che non mandasse in frantumi il mio piano.

 

_____________

Forse questi possono sembrare dei capitoli noiosi ma la storia deve ancora evolversi, don't worry!

Alla prossima xx

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Scusate, ma quest'immagine è troppo per il mio debole cuore da shippatrice di Zouis ((come bromance)) gnaw.

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Capitolo 19
*** •18 ***


"Smettila"

"Di fare cosa?" chiesi confusa.

"Di essere così bella"

Il suo sguardo serio e profondo mi fece arrossire prepotentemente, ed abbassai lo sguardo sul pavimento continuando a camminare lungo il cortile quasi vuoto della scuola. Non mi sarei mai abituata ai complimenti, soprattutto se detti da un ragazzo.

"Adoro quando arrossisci" ridacchiò, punzecchiandomi una guancia.

Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia al petto.

"Smettila" lo scimmiottai, stando al suo gioco.

"Di fare cosa?" alzò un sopracciglio malizioso.

Lo guardai divertita "Di fare lo stronzo" sorrisi compiaciuta e accelerai il passo, superandolo e non degnandolo di un altro sguardo.

Sentì la sua risata cristallina anche in mezzo alla folla di studenti. Di riflesso sorrisi.

"Okay, okay." mi raggiunse Harry con le fossette sul viso e una mano tra i capelli "Hai vinto, mi arrendo!"

Lo spinsi gioiosamente e schioccai la lingua sul palato, guardandolo di sottecchi.

"Io vinco sempre, riccio"

"No ti prego, non anche tu" gemette Harry con orrore.

"Anche tu cosa?"

"Non chiamarmi anche tu con quello stupido nomignolo!"

"Perché, chi altri lo fa?" chiesi confusa.

"Lui" rispose freddamente, facendomi un cenno con la testa verso un punto indefinito dietro le mie spalle.

Mi voltai con la fronte aggrottata e subito individuai il nostro solito gruppetto. Rachel parlava con Liam e Niall ogni tanto rideva alle loro esclamazione, e Louis stava chiacchierando animatamente-- come sempre-- con un ragazzo che non avevo mai visto prima d'ora.

Aspetta. Un ragazzo che non avevo mai visto prima d'ora?

Lo osservai meglio: ero moro, con la pelle ambrata e un ciuffo che gli ricadeva morbido sulla fronte. Aveva dei jeans strappati e stretti e una maglietta bianca e trasparente a scoprirgli le braccia, mettendo in mostra dei tatuaggi sulla clavicola e sul petto. Il colore della sua pelle era mulatto, non tipico degli inglesi, e adesso-- oh merda, adesso stava sorridendo e, porca miseria, aveva un sorriso stupendo.

Probabilmente sembravo un idiota e potevano benissimo darmi la medaglia per la peggior fidanzata del mondo, visto che stavo sbavando dietro un ragazzo neanche dopo un giorno dopo essermi fidanzata.

Ma beh...che ragazzo.

Diamine, ero fidanzata e il mio ragazzo era proprio dietro di me, non potevo fare certi pensieri su un altro ragazzo. Meno male che Harry non poteva leggermi nel pensiero.

Sbattei le palpebre un paio di volte e mi girai verso Harry cercando di assumere l'espressione più neutrale possibile e da nonstavofissandoilragazzocarino.

"E lui chi è?" chiesi con nonchalance.

"Non lo so." sputò sprezzante lui, ancora osservando il ragazzo nuovo "Stamattina l'ho visto insieme a Louis e mi sono avvicinato a loro per capire chi fosse, e lui si è comportato da perfetto stronzo"

"Davvero?" chiesi sconvolta, ritornando ad osservare il ragazzo. Non sembrava poi così stronzo.

"Davvero." serrò la mascella ed espirò dal naso "Forse sarebbe meglio avvicinarsi. Non voglio che pensino che li stiamo evitando o cose del genere"

Annuì pienamente d'accordo e lo seguì. Arrivammo di fronte il gruppo di ragazzi e subito l'attenzione del ragazzo nuovo slittò su di noi. Il moro lanciò prima un'occhiata diffidente ad Harry e poi guardò me. Lo vidi come bloccarsi del tutto e spalancare leggermente gli occhi-- erano di una leggera sfumatura di castano e sembravano brillare, nonostante i raggi accecanti del sole.

Qualcosa mi svolazzò nella pancia, ma diedi la colpa ai morsi di fame. Ero affamata, ecco il perché della fitta allo stomaco, non c'era altra spiegazione.

"Ciao" mi salutò come in preda ad un miraggio, completamente catturato dalla mia presenza.

"Ciao," risposi insicura "ci conosciamo per caso? Mi sembri di averti già visto da qualche parte"

La sua espressione cambiò impercettibilmente e potei vedere il suo mezzo sorriso trasformarsi in una smorfia di dolore.

"N-no, noi--" incominciò lui balbettando un pò "non ci siamo mai visti. Prima d'ora" concluse dopo un paio di secondi.

"Oh"

Vedere la sua espressione contratta in una inspiegabile tristezza mi fece aggrottare le sopracciglia confusa.

Non ci eravamo mai visti prima, giusto? E allora perché sentivo di sbagliarmi?

"Io sono Zayn" si presentò, allungando una mano nella mia direzione.

"Charlotte" sussurrai in risposta, prendendo la sua mano nella mia.

La sua pelle era calda e morbida a contatto con la mia, e un brivido corse lungo la mia schiena.

"Lo so" rispose dolcemente.

La sua mano tenne saldamente la mia per dei secondi extra e il suo pollice mi accarezzò brevemente le nocche prima che fu obbligato a lasciarmi andare.

Adesso ero più confusa di prima. Quindi lui mi conosceva o stava solo cercando di fare buona impressione essendo solo uno stupido ragazzo sciupa femmine che pensava di poter conquistare ogni singola ragazza che le capitava davanti con un semplice schiocco di dit-

"Quanti anni hai?"

Le parole mi uscirono dalla bocca più velocemente di quanto mi aspettassi e mentalmente mi sbattei la testa contro il muro.

"Diciannove" rispose, un pò meno velocemente rispetto a me, stupito della mia domanda inaspettata.

Cosa ne era stata della piccola e timida Charlotte? Dio, Harry mi avrebbe tenuto il muso per giorni interi, no forse addirittura per settimane.

Cercare di conoscere il ragazzo che aveva definito un completo stronzo? Mossa sbagliata.

Ad ogni modo, anche questo numero mi era familiare. Diciannove. Zayn.

Mi riscossi dai miei pensieri e smascherai la mia confusione con un sorriso smorzato. Osservai gli altri miei amici e li vidi stupiti e confusi quanto me, ma non per le stesse motivazioni. Guardai timorosa Harry, che però stava  guardando furioso il ragazzo di fronte a noi.

"Si okay, ed io sono Harry. Il suo ragazzo " sottolineò il riccio accanto a me, afferrandomi con possessività la mano e lanciando ogni tanto delle occhiate furtive alla mia destra, da qualche parte vicino Niall o Louis.

"Lo vedo." rispose Zayn con un angolo della bocca sollevato, ritornando a guardarlo con strafottenza "È per caso un promemoria per te, o per lei ?"

Spalancai gli occhi e la bocca, e lo guardai sconvolta.

Chi diavolo si credeva di essere? Stavo per caso insinuando che io provassi un qualche tipo di attrazione verso di lui e che avessi bisogno di ricordarmi che avevo un fidanzato? Aveva ragione Harry, era un completo stronzo.

Sentì Harry rafforzare la presa sulla mia mano e i suoi muscoli tendersi per la rabbia.

"Ehi ehi." disse Louis, guardando Harry e Zayn e ponendosi tra loro due. Indicò poi il moro "Tu vedi di moderare le parole, loro sono miei amici e non permetterò che qualcuno li tratti male. Vedi di non farmi pentire di averti dato fiducia. E tu," disse, questa volta indicando Harry "sta calmo. Zayn stava solo scherzando. Vero Zayn?" gli lanciò un'occhiata in tralice e vidi il moro sobbalzare e riprendersi dal trance in cui era caduto.

"S-si, io-- scusatemi. Non volevo dire davvero quelle parole" rispose debolmente.

Louis annuì soddisfatto e guardò Harry. Vide ancora che la sua mascella era contratta e il suo sguardo di fuoco, così gli mise una mano sulla spalla.

"Ehi, Harry? Haz?"

Harry abbassò lo sguardo sul liscio e istantaneamente i suoi lineamenti facciali si rilassarono.

"Si, ci sono." rispose sicuro, guardando Louis e accennando un breve sorriso.

"Bene. Hai sentito il bad boy? Stava scherzando. E non tenermi il muso tutto il giorno adesso, odio quando lo fai" arricciò il naso.

"Chi te l'ha detto che non possa tenerti il muso per un'intera settimana?" fece il broncio.

"Perchè non puoi resistere alla mia bellezza e ai miei modo convincenti di dissuaderti" gli fece l'occhiolino in modo provocante.

Harry arrossì ma non disse una parola, semplicemente lo spintonò giocosamente e distolse lo sguardo dai suoi occhi azzurri come il cielo.

"Uhm, prima stavamo pensando di andare a mangiare qualcosa, tutti insieme. Se per voi, uhm, va bene?" disse Niall guardandoci, a disagio per lo scompiglio che si era creato tra Harry e Zayn. Era piuttosto strano vedere Harry arrabbiato con qualcuno, di solito era molto socievole e mite con tutti, non era ostile nei confronti di nessuno.

"Ci sarà anche lui?" chiese Harry senza emozione nella voce, indicando il moro.

"Si. Ci sarò anch'io." rispose con tono di sfida Zayn, facendo ritornare nuovamente lo sguardo di tutti su di lui "Ti crea qualche problema, riccio?"

"Assolutamente no." Harry lo guardò con un sorriso tirato e sarcastico "Vedo che riesci a fare amicizia molto velocemente. Chissà, forse è la tua grande, immensa, incredibile simpatia che attrae tutti o forse il tuo sapere come prendere le persone per il verso giusto...davvero molto affascinante"

"Sono contento che tu l'abbia notato." sorrise fintamente l'altro "Non pensavo fossi così sveglio ma, ehi, mi sono sbagliato a quanto pare"

"E non credo che sarà l'ultima volta." mi mise un braccio sulle spalle, come a marcare il territorio, e si girò verso Niall "Certo amico, noi ci saremo. Per te va bene, giusto Charl?"

"Io- si, certo" gli sorrisi affettuosamente e lui di rimando mi strinse più forte a sè, dandomi un piccolo bacio sulla fronte.

"Allora se per tutti va bene, io direi di andare!" esclamò felice Louis.

Tutti lo seguimmo in un religioso silenzio, leggermente sconvolti per le risposte taglienti tra i due ragazzi. Dalle espressioni degli altri ragazzi potevo intuire con facilità che tutti si stavano domandando la stessa identica cosa: chi diavolo era Zayn e perchè ce l'aveva così tanto con Harry, un ragazzo che a malapena conosceva?

Non avendo risposte a quelle domande, cercai di non pensarci più di tanto. Odiavo non avere risposte ai miei dubbi ed era inutile scervellarsi così tanto per un qualcosa che sicuramente era più piccolo di quello che sembrava.

Camminavo vicino Harry, parlando occasionalmente di come era andata la nostra giornata o semplicemente stringendoci l'uno all'altro. Harry accennava con nonchalance che avremmo dovuto programmare un'uscita come veri fidanzati, solo noi due, un giorno di questi. In pratica un appuntamento, ma era troppo imbarazzato per dirlo apertamente.

Arrivammo nel locale che, fortunatamente era molto vicino alla nostra scuola. Non riuscivo a sopportare quel silenzio teso e pieno di disagio. Ognuno scelse il suo rispettivo posto, io ovviamente accanto ad Harry, in un angolo vicino la finestra. Gli altri ragazzi si disposero in maniera sparpagliata nel tavolo e vidi che c'era una sedia vuota davanti a me, e sperai tanto di non capitare vicino a Zayn. Quel ragazzo mi metteva in seria difficoltà, mi confondeva come pochi e un pò mi spaventava. Era indubbiamente un bel ragazzo. Un fantastico, meraviglioso, perfetto ragazzo. Ma pur sempre strano. E misterioso. Ma innegabilmente bellissimo.

Pregai tutti i santi nel cielo di non capitare di fronte a lui, incrociando anche le dita sotto il tavolo. Preferì poi osservare il magnifico profilo del ragazzo accanto a me, che stava parlando distrattamente con Niall dall'altra parte del tavolo. Vidi con la coda dell'occhio che tutti erano seduti e stavano chiacchierando animatamente con i propri amici accanto a loro. Lentamente mi voltai, tesa e preoccupata in volto. Non volevo averlo così vicino, non volevo che mi potesse osservare per tutto il tempo e non volevo che mi parlasse.

Mi voltai e vidi di fronte a me il sorriso smagliante di Louis che giocava con le posate e ogni tanto faceva delle battute che facevano ridere quasi tutti i ragazzi. Feci un sospiro di sollievo e mi voltai per esaminare quanto fossimo effettivamente lontani io e il moro. Sorrisi compiaciuta quando notai che Rachel e Niall erano di fronte e a me e che Zayn si trovava accanto a Liam, proprio nella stessa fila mia e di Harry e molto probabilmente dal lato opposto della tavola, e contenta che non potesse osservarmi con quei profondi occhi indagatori.

Istintivamente afferrai la mano di Harry con entrambe le mani e la appoggiai sulle mie gambe, stringendola dolcemente, cosa che ovviamente fece voltare Harry e lo fece sorridere come un bambino a cui avevano regalato il suo giocattolo preferito.

Iniziammo a mangiare in allegria, anche se ancora c'era un leggero alone di disagio per il nuovo ospite che, tutto sommato, si stava dimostrando piuttosto simpatico. Ma ancora molto misterioso. Sembrava conoscerli anche meglio di me, e questo mi preoccupava tanto. Chi era questo Zayn?

"Ditemi che non sono l'unico a non star morendo dal caldo, vi prego!" esclamò Louis ad alta voce.

"Sei già in menopausa? Credevo fossi ancora troppo giovane per questo genere di cose" ridacchiò Zayn, la sua voce attutita dalla distanza e dai leggeri sussurri degli altri ragazzi.

"Sta zitto tu." rispose Louis piccato "Si da il caso che io sia più giovane di te. Quello ad avere le vampate di calore dovresti essere tu, non io. È colpa di questo dannato sole che mi arriva in viso! E voi sapete quanto mi dia fastidio il caldo"

"E non è l'unica cosa a darti fastidio, principessa" sussurrò Niall con uno sbuffo divertito, facendo ridacchiare Harry.

"Devi dirmi qualcosa biondo?" rispose Louis, sentendo evidentemente il borbottio di Niall.

"Stava dicendo," si schiarì la gola Liam, correndo in aiuto di Niall e salvandolo dalla sfuriata di Louis "perchè ti sei messo lì, se soffri così tanto il caldo?"

"Perché... perché non lo so, va bene? Era l'unico posto libero." sbuffò irritato, incrociando le braccia al petto "Tu. Fammi mettere al tuo posto"

Sperai vivamente che la direzione in cui puntava il dito di Louis non fosse proprio quella che pensavo io.

"Io? Certo amico, come vuoi tu" sorrise sorpreso-- o meglio dire, ghignò contento.

Digrignai i denti e alzai gli occhi al cielo. Tutte a me capitavano?

"Non credo sia una buona idea, Lou" disse Rachel vicino a lui, prendendolo per la manica della maglietta e cercando di farlo ritornare a sedere.

"Perché?" chiese lui stupidamente "Non è un cattivo ragazzo e non parlerà con Harry, a meno che lui non lo faccia per primo"

"Non lo farò. Anche se preferirei che mi stesse lontano" borbottò Harry tra sè e sè.

"Cosa ti ha fatto di male?" Louis alzò sopracciglio "Se non ricordi bene, sei stato tu il primo a comportarti male nei suoi confronti quando l'hai visto, e neanche lo conoscevi"

"Io--" Harry spalancò gli occhi preso alla sprovvista, non aspettandosi che fosse proprio Louis a replicare e farlo sentire una merda "V--volevo solo capire chi fosse, non...non intendevo comportarmi male"

"Perché non ti piacciono mai gli amici che mi faccio? Qual'è il tuo problema? Dovresti essere felice che io sia così socievole con gli altri"

"Ma io lo sono Lou, non--"

Louis lo interruppe con uno sguardo tagliente e alzò un sopracciglio arrabbiato.

"Louis" Rachel lo guardò, ma Louis non fece lo stesso. I suoi occhi erano bloccati su quelli di Harry, che lo guardavano colpevoli.

"Louis, non è sola colpa sua. Diciamo che anche io potevo evitare di dire alcune cose" intervenne Zayn, alzandosi e ottenendo tutta l'attenzione.

Louis lo guardò brevemente prima di annuire e dirigersi dall'altra parte del tavolo. Harry teneva gli occhi bassi, alcuni ricci gli cadevano sul suo viso, coprendomi la visuale. Gli misi una mano sul ginocchio, accarezzandoglielo affettuosamente, e cercai un contatto visivo con lui.

"Tutto bene?" chiesi piano.

Lui semplicemente annuì e si voltò nella mia direzione, sorridendomi. Un sorriso triste, e forse anche un pò arrabbiato. Poi si girò a prese ad osservare gli altri ragazzi, tornando ad essere l'Harry di sempre. Notai lo sguardo di Niall più preoccupato degli altri.

In fondo Louis e Harry erano due amici molto affiatati, quasi dei fratelli, ed era normale che vederli litigare in quel modo faceva preoccupare il biondino. Niall era il miglior amico di Harry, era normale.

Involontariamente guardai di fronte a me.

"Ehi" disse Zayn nella sedia dove prima c'era Louis con un sorriso stampato su quel fantastico, perfetto, incredibile viso che volevo solo schiaffeggiare e riempire di baci.

Roteai gli occhi e sbuffai irritata. Bene, ecco come rovinare un pranzo.

 

_____________

Come si evolverà la giornata? Zayn si comporterà da cattivo ragazzo o invece stupirà Rachel con la sua gentilezza?

Cosa ne pensate di questo "nuovo" Zayn? Lui è davvero così o è solo una facciata per non dimostrarsi debole di fronte agli altri?

E altra piccola domanda: volete anche dei POV's Harry?

 

Lasciate un piccolo commentino (o anche lungo, a me fa sempre piacere) e fatemi sapere cosa ne pensate! xx

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Morite insieme a me.

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Capitolo 20
*** •19 ***


"Quindi...per te domani va bene?"

"Cosa?" addentai il mio panino e gli lanciai uno sguardo confuso.

"Uscire insieme, come coppia. Sai, quello di cui avevano discusso circa dieci minuti fa" sorrise sghembo Harry.

"Oh si, giusto!" risposi timidamente, arrossendo "Credo che...si, certo va bene" annuì per enfatizzare le mie parole.

"Charlotte, potresti passarmi un tovagliolo?"

Le parole di Zayn mi arrivarono forti e fastidiose nelle orecchie e mi trattenni dal roteare gli occhi.

"Prenditelo da solo, Zayn. " digrignai il nome tra i denti, continuando ad osservare Harry, che adesso stava guardando il ragazzo "Quindi, stavo dicendo che per me va più che bene. Mi vieni a prendere tu o-"

"Ma sono lontani! La mia mano non riesce a raggiungerli" si lamentò Zayn, interrompendomi brutalmente.

Mi voltai verso di lui con sguardo assassino. Oh, nessuno mi interrompe nel bel mezzo di una conversazione mentre sto parlando. Capelli belli poteva considerarsi morto.

"Cosa ti fa pensare che a me possa fregare qualcosa di quello che vuoi." alzai un sopracciglio "E per la cronaca, non permetterti mai più di interrompermi o lo sai dove vanno a finire quei tovaglioli? Vuoi che te lo dica o preferisci un disegnino?"

Harry si lasciò scappare una piccola risata e fece scivolare il braccio sulle mie spalle, guardando Zayn divertito.

"In effetti un disegnino non sarebbe male." ridacchiò. Poi appoggiò i gomiti sul tavolo e si chinò verso di me fino ad arrivare molto, troppo, vicino al mio viso "E se sapessi cosa voglio, non credo che continueresti a fregartene. Credo anzi che ti dimostreresti piuttosto...disponibile" si morse il labbro sensualmente, sorridendo divertito dopo avermi visto arrossire come un peperone e fare la faccia scioccata.

"Vuoi un pugno in faccia o cosa?" intervenne Harry, guardandolo furioso "Sei davvero stupido se pensi di poter flirtare tranquillamente con una ragazza fidanzata, per giunta davanti al suo ragazz-"

"Potresti smetterla, per favore? Sto cercando di dialogare "

Harry strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Di impulso avvolsi la mia mano intorno alla sua, facendolo rilassare un pò.

"Lascialo stare, Harry." sussurrai "Non metterti ai suoi stessi livelli"

Si voltò e mi osservò con un sorriso teso, annuendo dopo un paio di secondi dopo aver sbollito la rabbia.

Zayn roteò gli occhi, leggermente infastidito "Davvero molto sdolcinato. Adesso, che ne dici di parlare un pò con me? Che ne dici se andassimo a fumarci una sigaretta fuori, da soli?"

"Come sai che fumo?" aggrottai la fronte curiosa.

"So tante cose, tesoro. Se esci fuori con me te lo dimostro" mi fece l'occhiolino

Arrossii senza volerlo e desiderai tanto fargli del male fisico.

"Io invece posso dimostrarti quanto sia brava con le mani. La mia specialità sono i pugni in viso, che te ne pare?"

Bugia. Non sapevo neanche come dare uno schiaffo, pensa un pugno. Volevo solo fare la dura come faceva lui, magari spaventarlo e fargli smettere di continuare questa assurda e inutile messinscena.

"Non credo che quelle piccole e innocenti mani possano aver mai colpito qualcuno. Sei troppo buona anche per poter urlare contro qualcuno" mi sorrise dolcemente e per un attimo mi incantai a guardarlo. Sembrava così vero in quel momento, proprio come quel calore che si diffondeva in corpo così familiare.

"Io invece potrei dartelo il pugno. Pensi che non ne sia capace?"

Gli occhi di Zayn slittarono infastiditi sul viso di Harry.

"Non penso, ne sono sicuro " disse infastidito, ritornando al suo posto.

La mascella di Harry si strinse all'inverosimile e quasi mi spaventai di quello che avrebbe potuto fare.

"Harry? Ehi, ascoltami." gli misi un dito sotto il mento e gli voltai il viso nella mia direzione, parlandogli dolcemente e scandendo le parole lentamente "Non ne vale la pena. Sta solo cercando di farti passare per il cattivo della situazione. Ha fatto lo stesso con Louis"

"Io non ho fatto proprio niente con Louis. Si è reso conto da solo di quanto è stato maleducato il tuo dolce, bellissimo fidanzatino tutto coroncine di fiori e arcobaleni zuccherosi"

"Qual'è il tuo fottuto problema? Chi diavolo sei e soprattutto cosa vuoi da noi, da lei?" sbottò Harry non potendosi trattenere.

Zayn gli sorrise, con tanto di lingua tra i denti. Da vicino era ancora più bello. Potevo vedere la sua leggera barba sul mento, la sua mascella che sembrava quasi disegnata da un artista e il suo profilo perfetto. Per quanto potesse essere insensibile, stronzo e strafottente, era davvero una bellezza rara.

"Come ti ho già detto, stavo cercando di avere una discussione privata con lei. Sai cosa significa il termine privato o hai bisogno di un disegnino?" mi lanciò un'occhiata divertita per poi rimettersi al suo posto "Con me non funziona la carta del fidanzatino geloso e possessivo. Dovresti imparare ad essere più convincente, sai? Magari se ti mettessi davanti lo specchio e provassi più volte, dovresti riuscirci"

"Adesso basta!" Harry si alzò furioso dalla sedia sbattendo le mani sul tavolo e catturando l'attenzione degli altri ragazzi.

"Harry!" lo chiamai preoccupata, cercando di farlo ragionare e non fargli fare cazzate davanti a tutti gli altri.

"Harry!" lo chiamò Louis, serio in viso "Cosa diavolo ti succede?"

Harry girò a voltarsi stupito e incazzato "Stai scherzando, vero? Ha fatto lo stronzo con me per tutta la giornata e adesso ci prova pure con la mia fidanzata! Non provare nemmeno a darmi la colpa. Lui sta mettendo solo casino dentro il gruppo e tu cosa fai? Gli dai pure ragione e te lo fai amico?" disse tutto ad un fiato, quasi con gli occhi fuori dalle orbite.

Louis semplicemente lo fissò scuro in viso, senza una piccola traccia di divertimento nei suoi lineamenti. Vedere un Louis incazzato era piuttosto inquietante e spaventoso.

"Non mi interessa" parlò con una calma quasi disumana e poi fece spallucce "Ogni volta che divento amico di qualcuno, devi sempre trovargli qualcosa che non va, qualcosa di sbagliato e, davvero, non capisco proprio il perché. Ti ho dato sempre ascolto, sempre, facendoti contento, troncando quelle amicizie ancora prima che nascessero, ma adesso basta. Ne ho abbastanza. Lui è un mio amico, che tu voglia o no"

"Cosa?" chiese Harry con gli occhi e la bocca spalancata "Io-- non è così! Non ti ho mai obbligato a fare nulla, credevo che-- che noi due fossimo una squadra, che tu non volevi davvero stare con loro, non intendevo-- mi dispiace" sussurrò alla fine con gli occhi lucidi.

Ci fu un breve attimo di pausa dove Louis ed Harry si guardavano intensamente negli occhi e gli altri ragazzi si guardavano tra di loro con la bocca spalancata. Tranne Zayn, ovviamente. Da quelle espressioni dedussi che un litigio tra loro era molto raro.

"Ascoltate," iniziò Zayn guardando i due ragazzi, sinceramente dispiaciuto. Dispiaciuto, davvero? "mi dispiace davvero. Non voglio mettere casino tra voi due e farvi odiare a vicenda okay? Non voglio essere di intralcio o cose del genere, vorrei solo esservi amico. Tutto qui. È vero, ho fatto un pò lo stronzo con Harry e probabilmente ho esagerato quindi la colpa è mia, Louis. Sembrerà strano che uno sconosciuto comparso dal nulla voglia improvvisamente esservi amico ma...è così. Se volete posso anche andarmene. Mi dispiace aver incasinato tutto"

Scioccata era dire poco. Zayn aveva fatto un discorso di scuse nei confronti di Louis e del mio fidanzato. I suoi occhi erano bassi e il suo tono di voce roco e quasi sussurrato, tipico di chi si sentiva in colpa per qualcosa o semplicemente non era abituato a scusarsi.

Si alzò dal tavolo e lanciò un'ultima occhiata ad Harry per poi fissarmi per un paio di secondi extra. Fui subito colpita dai suoi occhi intensi e quasi colpevoli, ma non ci cascai. Sicuramente era solo una facciata che si era messo per sembrare il ragazzo buono e onesto che non era.

Si allontanò dal tavolo e seguì Zayn fuori dall'edificio. Subito lo guardai allarmata.

"Harry, non fare cazzate ti prego" lo pregai, guardandolo dritto negli occhi. Lui mi osservò e scosse la testa.

"Tranquilla, voglio solo parlargli. Da solo"

Annuì, confortata dalle sue parole e lo guardai uscire e raggiungere Zayn. Speravo solo che tutto questo si risolvesse in fretta e che Zayn se ne andasse definitivamente dalle nostre vite.

◆◆◆◆◆◆

Zayn's POV

Presi il pacchetto di sigarette-- che avevo comprato dopo l'incontro con Louis-- da dentro la tasca dei jeans e ne accesi una. Inspirai profondamente ed espirai tutto il fumo, rilassandomi immediatamente.

Avevo fatto quello che più credevo giusto: scusarmi ed andarmene. Non costringevo nessuno ad essermi amico e non volevo di certo farmi odiare da loro e da Charlotte.

Scusarmi e ammettere di aver sbagliato non era stato affatto semplice per me. Era una cosa a cui non ero abituato e che raramente facevo. Ma non l'avevo fatto solo per Charlotte, no.

Harry mi stava sulle palle perché aveva quello che io avevo perso e che forse non avrei mai potuto avere e poi io sapevo chi era davvero e quello che stava facendo, non potevo non odiarlo per questo e farlo sentire una merda, ma vederlo rimproverato da Louis, dal suo migliore amico, mi aveva fatto sentire in colpa. Così avevo deciso di andarmene. In fondo questo non era l'unico modo per potermi avvicinarmi a lei, giusto? Più tardi avrei pensato a qualcos'altro.

"A che gioco stai giocando?"

Mi fermai e mi voltai verso la voce roca di Harry con la fronte aggrottata, prendendo nel frattempo un altro boccone di fumo dalla sigaretta.

"Cosa intendi?" chiesi confuso.

"E me lo chiedi pure?" Harry inarcò un sopracciglio con ovvietà.

"Oh, forse ti riferisci a Charlotte!" esclamai facendo il finto stupido "O forse a Louis? Non so, per chi dei due sei arrabbiato?" alzai un angolo della bocca divertito.

Infondo Harry era così ingenuo e a volte anche troppo trasparente per i miei gusti e mi divertivo a vederlo in difficoltà o balbettare confuso alla ricerca di una risposta tagliente.

"Tu--" arrossì vivacemente e scosse la testa "Sei uno stronzo, e so che nascondi qualcosa! Vuoi per caso distruggere le mie amicizie e rubarmi la fidanzata? È questo il tuo grande piano?" chiese furioso.

"Sta calmo, non ho intenzione di rubarti nessun amico" risposi senza emozione nella voce.

"Deduco che quindi vuoi fregarmi la fidanzata?" rispose ovvio, incrociando le braccia al petto.

"Forse si, forse no" feci spallucce e gli voltai le spalle riprendendo a camminare.

Mi sentì afferrare per un braccio ed essere voltato brutalmente, ritrovandomi faccia a faccia con un Harry fuori di sé.

"Quale è il tuo fottuto problema?"

Guardai la sua mano poggiata sul mio braccio e malamente la scacciai via.

"Adesso puoi smetterla con questa adorabile messinscena da fidanzatino preoccupato. So cosa stai facendo, e a me non la dai a bere"

"Cosa stai dicendo?" chiese confuso, immobilizzandosi leggermente sul posto.

"So che ti piace Louis" risposi ovvio.

Lui spalancò gli occhi e restò in silenzio per quelle che sembrarono ore. Poi incominciò a balbettare frasi senza senso che quasi mi fecero ridacchiare.

"Non è vero, io...che-- che stai dicendo! Sono etero, a me piace Charlotte! Non...Louis" fece una risata nervosa e scosse la testa con veemenza.

Roteai gli occhi e risi al suo continuare a negare la verità. Quando ero ancora un Angelo avevo sentito che c'era qualcosa che nascondeva, qualcosa che non voleva far sapere agli altri. Credetti in un primo momento che non avesse molto interesse per le ragazze, poi pensai che forse mi ero sbagliato perché in fondo stava corteggiando la mia Charlotte, non poteva essere gay. E adesso lo vedevo insieme al suo amico Louis, il modo in cui lo guardava, il suo sorriso, le sue guance sempre rosse quando lui gli parlava e tutto mi fu chiaro nella mente. Stava usando Charlotte, anche se i motivi non mi erano ancora molto chiari. Era inevitabile che adesso lo odiassi: nessuno prendeva in giro la mia Charlotte. Però, in fondo in fondo, quello Styles mi era un pò simpatico.

"Non fingere, non con me. Non glielo dirò a Charlotte, se è questo che ti preoccupa, o se almeno te ne è mai fregato qualcosa di lei"

"Certo che mi importa di lei, è-- è la mia fidanzata. Chi diavolo sei tu per dirmi che--"

"Continua a fingerti qualcuno che non sei. Uno spettacolo davvero pietoso"

Lui sospirò profondamente e abbassò lo sguardo per poi far correre una mano tra i capelli.

"Come lo sai?"

"Si vede" feci spallucce. Era così ovvio, come pensava che non me potessi accorgere? Come era possibile che nessuno se ne fosse ancora accorto?

"Perché non corri a dirlo a Charlotte allora? Non era questo che volevi?" chiese ironico, allargando le braccia.

"Perché lei non mi crederebbe." dissi cercando di fare il duro. Poi sospirai vedendo il suo sguardo impaurito e senza difese, e sospirai "E perché forse non mi stai così sulle palle, Styles. Per questo voglio che sia tu a dirglielo"

"No, io-- non posso" disse scuotendo la testa.

"Si, invece. Non puoi illuderla in quel modo, Harry, è un essere umano! Respira, parla e prova delle emozioni, non hai nessun diritto di farle credere in qualcosa che non succederà mai e farla stare così male. Fai la persona matura, cresci dannazione! Impara ad accettarti, confessa tutto a Louis, fai coming out, mettiti una maglietta con sopra un pony e un arcobaleno, non mi interessa ma fai qualcosa!" sbottai guardandolo negli occhi.

"Non è cosi facile." disse a bassa voce lui, con il capo rivolto verso il marciapiede "Louis non sa niente di me e pensavo che...che con Charlotte avrei potuto-"

"Non voglio spiegazioni, quelle tienile per Charlotte. Quello che hai fatto è stato davvero una cosa senza cuore e da egoista. Non mi importa della tua storia d'amore impossibile. Diglielo a Charlotte, almeno pulisciti la coscienza"

Così dicendo mi voltai e, dopo aver buttato la sigaretta sul marciapiede, ritornai sui miei passi, sollevato di essermi tolto quel peso dalle spalle e contento che finalmente Charlotte avrebbe potuto sapere la-- dolorosa-- verità.

 

_______________

Nel prossimo capitolo vedremo, ovviamente, un Harry's POV, tenetevi pronti xx

Voglio assolutamente sapere cosa ne pensate di Harry e del capitolo in generale! Ahahaha


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Ha tre ore che fisso questa gif, fermatemi.

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Capitolo 21
*** •20 ***


Harry's POV

Camminavo a testa bassa lungo la strada, riscaldandomi le mani e stringendomi dentro il mio pesante cappotto invernale. Dei ricci ribelli mi cadevano davanti il viso e mi coprivano la visuale, ma li ignorai e continuai imperterrito a camminare.

Dopo che Zayn se n'era andato ero rientrato nel locale, avevo preso le mie cose, mi ero messo il cappotto e me ne sono andato, non volendo rimanere lì dentro un altro minuto di più. Non quando Louis mi avrebbe guardato come se lo avessi deluso, i miei amici che mi avrebbero trattato da cucciolo con bisogno di affetto e Charlotte che non riuscivo neanche a guardare in viso dopo che Zayn aveva scoperto di me e di quello che avevo fatto e ancora facevo. Ero stato un idiota, un bugiardo, un coglione, un insensibile egoista ad accettare il consiglio del mio amico. Non avrei rischiato così tanto un paio di mesi fa, non avrei mai giocato con i sentimenti di una persona, ma proprio non ce la facevo a vedere Louis sempre appiccicato ad una ragazza diversa e la mia incredibile gelosia nei confronti di chi lo poteva baciare in quel modo o poteva semplicemente accarezzargli una guancia. Volevo che anche lui provasse quello che provavo io, volevo far uscire un qualche tipo di emozione da lui, anche se quello che avevo ottenuto erano solo un pò più di attenzioni da parte sua. Ma soprattutto volevo dimenticarlo. Probabilmente era solo una leggera infatuazione, una piccola cotta, e per questo avevo messo in rischio tante cose. Ma avevo comunque sbagliato, sapevo che prima o poi sarebbe andata così e me lo meritavo.

"Harry, dove stai andando?"

La voce fredda e distante di Louis mi arrivò dritta da dietro le spalle come tanti piccoli coltelli affilati conficcati nella schiena.

Sapevo che dovevo parlargli, fare qualcosa, ma non potevo adesso. Avrei rovinato l'amicizia di una vita e sarebbe stata solo colpa mia. E poi non era molto piacevole affrontare un Louis arrabbiato, specialmente se tutta quella rabbia era nei tuoi confronti.

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli. Lentamente mi voltai e fronteggiai il suo gelido sguardo.

"A casa. Non credo sarei molto di compagnia in questo momento" risposi sinceramente.

"Sì, forse è meglio" disse e potei sentire il mio cuore frantumarsi in mille piccolissimi pezzi.

"Già" lo guardai ferito e mi voltai, deciso a ritornare sui miei passi e fare ritorno a casa.

"Cos'è successo con Zayn?" gridò lui, non spostandosi per raggiungermi.

Mi fermai sul marciapiede e lo guardai da dietro la spalla.

"Sta tranquillo. Il tuo caro Zayn è ancora tuo amico, non ti lascerà solo insieme ai tuoi vecchi e noiosi compagni di scuola." risposi sarcastico "Oh ma che sbadato!" mi voltai completamente nella sua direzione "Mi sono dimenticato di scusarmi per averlo infastidito. Forse dovrei farmi perdonare con una scatola di cioccolatini e un peluche, tu che ne pensi?"

Lui mi guardò oltraggiato e leggermente sconvolto "Che sei un grandissimo idiota. Non capisci proprio nulla, sei solo un cazzo di egoista che fa solo quello che più gli conviene. Non hai pensato neanche per un minuto che magari, e dico magari, avevo bisogno di un amico tutto mio, senza il bisogno dell'approvazione di qualcuno? Di una persona con cui possa sentirmi me stesso e con cui non avrei bisogno di nascondergli nulla?"

"Ed io allora cosa sarei? Cosa-- cosa c'è che non va in me, Louis, perché mi nascondi qualcosa?" chiesi confuso e ferito "Senti il bisogno così forte di cercare qualcuno migliore di me, di più simpatico, più intelligente, più socievole e più stronzo? È questo che vuoi? Non sono abbastanza per te?" rimasi senza fiato, con gli occhi spalancati.

"N-no, certo che no! Tu...tu sei qualcos'altro, Harry" scosse la testa con veemenza, facendo qualche passo nella mia direzione.

"Cosa, l'amico di infanzia o il ragazzo della porta accanto?" domandai sarcastico "Non ti riconosco più, Louis. Sei così diverso da quando ti ho conosciuto"

"Io sono sempre lo stesso." rispose lui stizzito "Sei tu quello strano, ultimamente"

"Non è vero, non-- non sei tu la vittima, io lo sono." mi innervosì leggermente e mi passai una mano tra i capelli "È questo il punto. Qui non sono l'unico egoista che pensa a se stesso. Ti preoccupi così tanto di essere felice, di trovarti disperatamente qualcuno con cui parlare scherzare che ti sei dimenticato di tutto il resto. Di me e degli altri tuoi amici" lo guardai triste.

"Io non mi sono dimenticato di nessuno dei miei amici, Harry." disse profondamente deluso "Mi piace stare in compagnia, e lo sai. Non c'è niente di male in questo." si avvicinò lentamente, osservandomi cautamente "Non ho mai avuto intenzione di dimenticarvi o sostituirvi. Non lo potrei mai fare"

"Certo, poi ti sentiresti troppo in colpa." abbassai per un istante il capo e poi lo alzai, deciso ma allo stesso tempo addolorato "Senti, non mi importa okay? Fai quello che diavolo vuoi, parla con chi vuoi, ridi con chi vuoi, scopati chi vuoi, non me ne frega più un cazzo. Io stavo solo cercando di farti aprire gli occhi su quel ragazzo perché è stato uno stronzo totale e-- e sta cercando di prendersi la mia ragazza e volevo solo farti capire con chi tu avessi a che fare. Il fatto è che tu vedi il buono nelle persone anche quando queste non ne hanno neanche un briciolo, sei sempre così disponibile nei confronti di tutti mentre io a stento ti chiedo di stare un pò insieme perché ho paura di un tuo rifiuto. Dai così attenzione ai ragazzi con cui diventi amico che non ti accorgi neanche di come tutti mi hanno trattato una merda. Forse eri troppo preoccupato a scoparteli per dare una minima attenzione al tuo migliore amico, il tuo unico migliore amico, Louis. Pensavi che non lo sapessi cosa facevi con loro, credevi fossi così stupido?" risi senza divertimento e scossi la testa "Erano così violenti e crudeli con me e così buoni e perbene con te. Chi pensi mi picchiava o mi procurasse lividi sulle braccia, chi pensi possa essere stato? I tuoi compagnetti mi insultavano e mi picchiavano se ti avessi detto qualcosa, ed io cercavo sempre di dirti qualcosa, ma tu non mi hai mai dato una minima attenzione davanti a loro. Perché secondo te ero sempre così distrutto, ogni mattina? Non ti sembrava strano che avessi sempre un cazzo di livido in qualche parte del corpo? Tu però eri troppo occupato ad essere felici con i tuoi nuovi amici, che poi ti hanno lasciato uno per uno quando non gli servivi più" gli occhi mi bruciavano per il pianto imminente e velocemente sbattei le palpebre più volte per scacciare via la sensazione.

"C-cosa?" Louis spalancò gli occhi e mi guardò con gli occhi lucidi "Non credevo che-- io pensavo...oddio, non ci posso credere. Harry, ti giuro che mi dispiace. Se solo me ne fossi accorto gli avrei dato quello che si meritav-"

"Ma non l'hai fatto, non te ne sei mai accorto." dissi duramente mentre delle calde lacrime mi cadevano dagli angoli degli occhi "Ma va bene, non ha importanza." conclusi tristemente, allontanandomi dal suo corpo troppo vicino al mio e voltandomi per andare via.

Sentì una leggera pressione sulla spalla e mi scrollai di dosso la mano di Louis. Non mi voltai neanche per guardarlo in viso, continuando a scrutare la strada di fronte a me.

"Non ha importanza." ripetei freddamente "Non più"

E poi me ne andai, lasciandolo solo in mezzo alla strada mentre mi asciugavo la guancia e strizzavo gli occhi per evitare di piangere. Non gli avrei parlato di Charlotte, non volevo confessargli assolutamente nulla, non ne sarebbe valsa la pena. Avrei parlato con Charlotte, era a lei a cui dovevo delle spiegazioni. Louis non meritava quello che avevo fatto per lui.

 

◆◆◆◆◆◆

Charlotte's POV

Girai tra le mani la splendida piuma che avevo tra le mani e continuai ad osservarla pensierosa. Tanti dubbi mi attanagliavano la mente e continuai imperterrita e cocciutamente a pensare.

Pochi minuti fa avevo chiamato Niall per chiedergli se fosse stato lui a regalarmi la piuma, ma lui semplicemente mi aveva risposto con un confuso "cosa diavolo stai dicendo?" e subito mi fece capire che lui non ne sapeva assolutamente nulla.

Non riuscivo a capire chi altro potesse essere, ero così frustrata che volevo solo strapparmi i capelli e urlare a squarciagola per la disperazione.

Mi alzai arrabbiata e gettai la piuma per terra, anche se non ottenni l'effetto sperato. Questa infatti volteggiò leggiadramente, atterrando poi leggera e aggraziata sul pavimento, come a prendersi gioco di me. Mi innervosì ancora di più e gettai un urlo frustrato.

Presi la penna sopra la scrivania e la gettai con forza per terra. Mi sentì subito meglio e continuai a farlo con ogni piccolo oggetto della stanza, lanciandoli contro il muro con violenza.

 

"Zayn," sussurrai stremata, guardandolo sull'orlo di un altro pianto isterico "lasciami andare. Ti prego"

La bocca di Zayn si schiuse leggermente, preso di sprovvista. Non ero solita pregare le persone per fare o non fare qualcosa. Questo però era un caso eccezionale.

"Ho dovuto farlo, mi dispiace. Se ti lasciassi andare adesso, potresti commettere qualche pazzia e tu non lo vuoi. Io non lo voglio. Adesso calmati, prendi dei profondi respiri okay?"

 

Mi fermai con ancora in mano un libro, pronta a gettarlo per terra, quando un ricordo si impossessò della mia mente, costringendomi inevitabilmente a fermarmi e spalancare la bocca turbata. Lasciai cadere il libro sul pavimento di legno e mi fermai in mezzo alla stanza incredibilmente confusa.

Zayn c'entrava qualcosa con tutto questo. Mi conosceva anche prima che ci presentassimo e, a giudicare da come l'avevo pregato, era ovvio che anch'io conoscevo lui. Com'era possibile? Chi era veramente e cosa mi stava nascondendo?

Il mal di testa aumentava e il senso di nausea aveva invaso tutto il corpo, obbligandomi a crollare per terra e a tossire violentemente.

Non era possibile, non potevo conoscerlo. L'avrei riconosciuto quando l'avevo visto la prima volta ma non era così, lui per me era solo uno sconosciuto. Io non potevo conoscerlo.

 

"I miei discorsi strappa lacrime fanno sempre commuovere, come osi dire il contrario?" esclamò lui, fintamente stupito, mettendosi una mano sul cuore.

Lo spinsi giocosamente, con un sorriso timido a fare la comparsa sul mio viso "Sei uno stupido. Come diavolo sei potuto diventare un Angelo, non riesco ancora a spiegarmelo" scossi la testa divertita, gettando la sigaretta dal balcone.

 

Cosa stava succedendo? Cosa diamine stavo blaterando, non era possibile!

Zayn non era un Angelo, loro neanche esistevano, come cazzo è possibile?

Mi appoggiai al muro e scossi la testa in panico. Stavo per caso diventando pazza, inventandomi queste strane storielle? Mi misi le mani sul capo e strizzai gli occhi, cercando inutilmente di scacciare il mal di testa che si era fatto più intenso e implacabile. Gettai un urlo e mi rannicchiai su me stessa.

Troppe domande mi si affollavano nella mia mente ed io non avevo una risposta logica a nessuna di quelle, e tutti sapevano quanto odiassi non avere delle risposte.

 

"Non voglio fare la figura del deficiente. Sembrerò un completo idiota e poi la mia voce non è niente di che"

"Wow, dov'è finito tutto il tuo ego e l'eccessiva sicurezza in te stesso?" chiesi divertita, mentre lui riapriva gli occhi e mi lanciava un'occhiataccia "Dai, ti prego. Solo un paio di secondi" assunsi l'espressione da cucciola smarrita, cosa che aveva sempre convinto Emily a farmi fare quello che volevo.

Zayn sospirò "Perché ti importa così tanto?"

Roteai gli occhi "So che stai cercando di prendere tempo, ma con me non funziona. Avanti, ali candide, fammi sentire quello che sai fare" dissi, assumendo un tono altezzoso.

"Sono sicuro che me ne pentirò" si schiarì nuovamente la gola e scosse la testa.

Io mi sistemai meglio dentro il suo abbraccio, poggiando nuovamente la testa contro il suo petto freddo. Gli diedi tutto il tempo che voleva per prepararsi, sia mentalmente che vocalmente, e nel frattempo chiusi gli occhi.

"Loving can hurt, loving can hurt sometimes 
But it's the only thing that I know 
When it gets hard, you know it can get hard sometimes 
It's the only thing that makes us feel alive,"

Mi beai della melodiosa voce di Zayn. Era delicata, ma allo stesso tempo decisa e potente. Non credevo che avesse una voce così bella. Lo strinsi più forte, lasciandomi cullare dalle noti dolci che risuonavano nella stanza.

"We keep this love in a photograph 
We made these memories for ourselves 
Where our eyes are never closing 
Our hearts were never broken 
And time's forever frozen, still

So you can keep me 
Inside the pocket of your ripped jeans 
Holding me close until our eyes meet 
You won't ever be alone, wait for me to come home"

Si fermò ed io aprì gli occhi. Alzai lo sguardo verso di lui, con un'evidente entusiasmo e felicità negli occhi. Mi resi conto di avere gli occhi lucidi. Il tono dolce, morbido e leggero con cui aveva cantato Zayn mi aveva commosso, e non poco.

 

"Basta, basta!" ormai il dolore era insopportabile, la testa mi stava scoppiando e senza volerlo delle lacrime erano sgorgate dagli occhi come un fiume in piena.

Vidi la porta della mia stanza aprirsi e nascosi la testa nelle ginocchia. Non volevo che nessuno mi vedesse in quelle condizioni e soprattutto non quando a malapena potevo pronunciare una parola.

Qualcuno mi afferrò per le spalle e mi chiamò, scuotendomi leggermente. Io continuai a piangere e singhiozzare, tremando leggermente.

 

"Ecco, tieni. Così ti ricorderai per sempre di me, anche quando ti cancellerò dalla mente tutti gli episodi vissuti con me" sorrise dolcemente Zayn.

Lo guardai a lungo, sorpresa del suo gesto. Una lacrima scivolò lungo la guancia e velocemente l'asciugai, ridacchiando subito dopo "Chissà a quante altre persone hai detto queste parole"

"In realtà tu sei la prima. Non ho mai strappato una piuma dalle mie bellissime e rare ali, quindi considerati fortunata" sorrise sghembo.

Roteai gli occhi e, con gli occhi ancora umidi, accettai la piuma che Zayn mi offriva. La osservai da più vicino, completamente meravigliata: alla base vi erano delle leggere sfumature di azzurro, mentre le punte erano illuminate da un vivace colore oro.

"Grazie Zayn, è stato un gesto belliss-" interruppi i miei ringraziamenti quando notai che il ragazzo in questione era scomparso.

 

Aprì gli occhi, spalancandoli all'inverosimile. Sollevai lentamente la testa dal mio piccolo e sicuro rifugio e cercai la piuma sul pavimento. Era proprio identica alla descrizione di quella del ricordo e altre lacrime mi scivolavano silenziose sulla guancia. Guardai il ragazzo che mi stava davanti e tremai leggermente sotto i suoi occhi color nocciola che avrei riconosciuto tra mille e il suo sguardo incredibilmente preoccupato.

"Chi-- chi diavolo sei tu?"
 

 

_______________

È arrivato il momento delle spiegazioni, eh già! Come avrete già notato, la storia sta finendo :c

Al solo pensiero mi deprimo, okay addio.

Voglio assolutamente sapere cosa ne pensate ahaha. Harry adesso non sembra poi così stronzo come prima, dietro a tutto quello c'era un motivo. E Charlotte è completamente sconvolta, come pensate reagirà a tutto questo?


p.s: mi scuso per aver pubblicato per sbaglio un capitolo di un'altra storia, che tra l'altro si chiama 'Group message' e consiste in delle brevi ipotetiche conversazione tra i 1D, appunto. Se volete rallegrarvi un pò la giornata passate a leggerli ;)

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Capitolo 22
*** •21 ***


Guardai il ragazzo che mi stava davanti e tremai leggermente sotto i suoi occhi color nocciola che avrei riconosciuto tra mille e il suo sguardo incredibilmente preoccupato.

"Chi-- chi diavolo sei tu?"


"Cosa stai dicendo? Sono Zayn." chiese confuso lui, ma con un pizzico di agitazione "Ragazzo alto, moro, pieno di tatuaggi, incredibilmente sexy...sono io, Zayn" sdrammatizzò con un sorriso sghembo, che non tradiva però la sua inquietudine.

"Chi sei davvero?" chiesi, adesso duramente e senza traccia di divertimento.

Lui non mosse neanche un muscolo, tanto che pensai che a malapena respirava. Non disse nulla, semplicemente si limitò a guardarmi intensamente e aprire la bocca di tanto in tanto come a pronunciare qualcosa, ma dalla sua bocca non usciva neanche mezza parola.

"Cosa intendi, esattamente?" disse molti minuti dopo, non trovando una vera risposta alla mia domanda.

"È tua quella?" indicai con un cenno del capo la piuma sul pavimento, continuando a guardarlo negli occhi.

Lui si voltò lentamente, quasi spaventato di quello che avrebbe potuto vedere.

Osservò la piuma per terra e sospirò, chiudendo gli occhi per un istante.

"Si" sussurrò per poi voltarsi con un luccichio di consapevolezza negli occhi, aspettandosi una mia mossa.

Lo guardai impaurita e turbata, indecisa se scappare dal suo tocco leggero sulle mie spalle o obbligarlo a confessare tutto. Adesso sapevo chi era stato a regalarmi la bellissima piuma e sapevo anche da dove proveniva. Scossi la testa e feci un amaro sorriso, non volevo credere a neanche un singolo ricordo che avevo avuto. Non potevo.

"Dove-" presi un profondo respiro ed evitai di guardarlo negli occhi, preferendo piuttosto osservare il collo della sua maglietta. Il modo in cui mi guardava mi faceva sentire a disagio e in imbarazzo, come se mi conoscesse più del dovuto e sapesse quali fossero i miei punti deboli, sfruttandoli poi a suo favore "Dove hai preso quella piuma?" la voce tremò leggermente e sperai che mi desse una risposta normale, del tipo 'l'ho trovata per terra, mentre camminavo nel parco, un paio di giorni fa' oppure 'l'ho comprata in un negozio qui vicino. Sapevi che ci sono persone che vendono piume di animali? Inquietante, davvero'

Quello che ottenni fu invece un lungo silenzio che mi fece capire molte cose.

"Non ha importanza." sorrise nervoso Zayn "È solo una piuma, Charlotte"

"Dove l'hai presa" ripetei freddamente, alzando lo sguardo sul suo viso e cercando di non balbettare o tradire nessuna emozione che provavo in quel momento.

"Non posso dirtelo." scosse lentamente la testa lui "Non se tutta questa situazione ti fa questo effetto. Non voglio forzarti a credere in qualcosa che potrebbe sconvolgerti o...lascia perdere, okay?"

"No, non lascio perdere." dissi incredula "Come pensi possa lasciarmi alle spalle tutto questo, i miei ricordi, quella piuma, te, io non--" mi misi le mani in testa e mi tirai leggermente i capelli "Se non mi dici chi cazzo sei, giuro che-- che ti prendo a calci"

Nonostante tutto, a Zayn scappò una piccola risata, che subito represse dopo l'occhiataccia che gli lanciai.

"Scusa" abbassò la testa con ancora un sorriso e tolse le mani dalle mie spalle. Mi sentì esposta senza quel caldo contatto, tanto che un brivido di freddo mi attraversò velocemente il corpo.

"Potresti rispondere alla mia domanda, adesso?" chiesi con finta cortesia quando invece quello che volevo fare era solo schiaffeggiare quel suo stupido sorriso.

"Intendi la domanda che si riferisce a 'chi sono' o quella sulla piuma? Oggi mi hai fatto così tante domande...non credi sia meglio tipo dimenticarsi di tutto e prendere un bel gelato con me?" chiese speranzoso Zayn.

"Mi prendi in giro, vero?" chiesi furiosa "Ti dò un minuto per rispondermi dopodiché ti sbatterò fuori di casa mia, che tra l'altro non so neanche come tu sia entrato"

"Mi ha fatto entrare tua madre, le ho detto che volevo vederti. Non ho cattive intenzioni, te lo giuro!" mi rassicurò dopo aver visto il mio sguardo terrorizzato "Mi sei mancata, tutto qua"

"Ci siamo visti circa un'ora fa" risposi non molto convinta.

"Mi è sembrata un'eternità" fece spallucce.

Trattenni il fiato e spalancai leggermente la bocca. I suoi occhi non sembravano sinceri. Il mio sguardo cadde per un istante sulle sue labbra rosse e perfette e quando me ne resi conto arrossii e voltai lo guardo da tutt'altra parte.

Mi faceva sentire così fottutamente a disagio e potevo sentire le mie guance accaldarsi sempre di più, rendendomi improvvisamente conto di quanto fosse vicino al mio corpo. Mi sentì in imbarazzo per essere sembrata una pazza, piangente contro il muro e con le braccia ad abbracciarsi le ginocchia. E lui lì, piegato sulle sue gambe a guardarmi sorridente e meraviglioso nella sua giacca di pelle che gli dava un'aria da duro e da cattivo ragazzo, che poi cattivo ragazzo forse non era.

"Zayn, basta." pronunciai debolmente, tremando impercettibilmente "Non è uno scherzo per me, voglio delle risposte"

Zayn mi guardò intensamente e fece un profondo sospiro. Poi si sedette per terra, proprio di fronte a me--cosa che mi fece capire che la discussione sarebbe stata lunga--, e mi prese la mano nelle sue per stabilire un contatto con me, ma io mi allontanai, evitando che mi toccasse. Ancora non mi potevo fidare di lui.

"Ti dirò tutto quello che vuoi" si decise a rispondere, ed io cercai di non guardare la sua espressione ferita e colpevole. Abbassò le mani e se le mise sul grembo, non prima di passarsi una mano sui suoi morbidi capelli, adesso un pò scompigliati.

Annuì ed abbassai lo sguardo, stringendomi le ginocchia al petto.

"Chi sei?" quasi sussurrai, spaventata dalla sua risposta e da quello che sarebbe successo in seguito.

"So che è difficile crederci, e sinceramente trovo strano che non mi abbiano cancellato questo particolare ricordo, però è tutto vero. So che mi darai del pazzo idiota e probabilmente sarà difficile fidarsi di me ma per favore, fallo"

"Non capisco." risposi "Ti prego, dimmi che non è quello che penso perché non potrei sopportarlo, non è possibile una cosa del genere Zayn! Sto impazzendo, vero? Non c'è altra spiegazione" piansi e mi coprì il volto con le ginocchia.

"Te l'avevo detto che non avresti retto tutto questo." Zayn sospirò, mi accarezzò delicatamente il capo e strisciò sul pavimento, avvicinandosi di più a me. Aprì poi le gambe e mi circondò il corpo, avvolgendomi così in un qualcosa molto simile ad un abbraccio "Se vuoi che te lo dica, lo farò. Voglio essere il più sincero possibile con te, Charlotte"

"Voglio solo la verità" risposi con ancora il volto nascosto.

Zayn mi accarezzò delicatamente le gambe ed io trasalì, alzando repentinamente lo sguardo su di lui e notando il suo viso a pochi centimetri dal mio. Arrossii per la seconda volta in soli tre minuti e mi allontanai un pò, imbarazzata. Lui allungò una mano e mi accarezzò la guancia con le nocche, guardando la mia pelle come incantato. I suoi occhi poi saettarono sui miei e li vidi brillare di una luce a me sconosciuta-- o forse piuttosto familiare. Il buio, anche se nascondeva il suo volto, metteva in evidenza i suoi occhi così luminosi e più vivi che mai, questi infatti sembravano parlare più forte delle azioni.

"Sono un Angelo." affermò lui, quasi sussurrando "Voglio dire-- lo ero, adesso non più. Ero il tuo Angelo Custode, Charl"

Trattenni il respiro, un pò per il suo tocco delicato sulla mia pelle e per i suoi occhi che brillavano al buio, un pò per la rivelazione scioccante.

"Tu-- tu eri...il mio Angelo?" ripetei lentamente e letteralmente sconvolta "Perché non mi ricordo nulla, perché...perchè non mi ricordo di te, mentre tu invece sembri sapere tutto di me? Come sei ritornato umano, sempre che tu non sia qualche altra cosa che preferirei davvero non sapere"

"Innanzitutto si, sono un umano." rispose Zayn con un sorriso accennato "Per rispondere alla tua prima domanda: ho dovuto cancellarti tutti i ricordi avuti con me. Non volevo farlo, è successo anche in un momento un pò inaspettato, ma ho dovuto. Dopo un istante mi sono ritrovato in una stanza e qualcuno mi parlava della mia seconda possibilità. Te la ricordi? Quella per cui una volta avevamo litigato perché tu pensavi che ti trattavo bene solo per ricevere questa cosiddetta promozione " ridacchiò lui, roteando gli occhi.

"Non mi ricordo molto, a dire il vero.." scossi la testa confusa e mi passai una mano sulla fronte, cercando di scacciare l'imminente mal di testa "Cosa--cosa ti ha detto quella voce?"

"Mi ha detto che dovevo fare una scelta. In questo consisteva la mia seconda opportunità"

"Che scelta?"

"Potevo optare per la mia famiglia, ritornando quindi indietro nel tempo e migliorare la mia vita e quella di mia madre." spiegò lentamente "Oppure riniziarne una nuova e riconquistare la donna della mia vita"

"E tu hai scelto la seconda" cercai di indovinare.

"Esatto" sorrise abbassando lo sguardo.

"Perché?" chiesi "La famiglia è un qualcosa di insostituibile, come hai potuto-"


"I miei genitori volevano che sposassi una ragazza del mio Paese. Come avrai notato non sono Inglese, ed ero rimasto molto fedele alla mia religione. Mi rifiutavo sempre di mettere su famiglia con quella ragazza perchè ero già innamorato di un'altra, ma i miei non capivano. Allora io scappavo di nascosto e andavo dai miei amici a divertirmi e fregarmene di quello che i miei volevano impormi. Quando tornavo a casa vedevo sempre dei lividi sul viso e sul corpo di mia madre, ma lei mi dava sempre delle risposte vaghe e poco credibili. Ed io stupidamente le credevo. (..)Poi un giorno vidi mio padre farle del male e dirle che era colpa sua se non volevo sposarmi o non volevo restare fedele alla mia religione. Diceva che era colpa sua per avermi cresciuto così male, senza valori e senza amore verso di loro, che era solo una puttana e che il giorno in cui l'aveva messa incinta era stato uno dei suoi più grandi errori. Io mi gelai sul posto. Non-- non volevo credere a nessuna delle sue parole e--" prese un profondo respiro "Non sapevo cosa fare. I sensi di colpa erano troppo grandi e così...non so bene quello che mi vorticava in testa, volevo solo dimenticare tutto. (..)Da quel giorno in poi ho continuato ad ubriacarmi più spesso e sono entrato nel giro della droga. Un giorno in particolare, prima di uscire di casa, ho detto a mio padre quanto facesse schifo e quanto poco si meritasse l'amore mio e di mia madre e poi me ne andai. Quel giorno però mi andò veramente male. Non so bene cosa successe, ma mi ritrovai per terra privo di sensi. E quando mi sono svegliato mi sono ritrovato in quella stanza buia e fredda, e adesso eccomi qua"


"Tu-- mi ricordo che tenevi molto a tua madre...mi ricordo che avresti fatto di tutto per rimediare ai tuoi errori del passato." dissi con gli occhi lucidi mentre i ricordi tornavano al posto giusto, come un grande puzzle incompleto che stava man mano prendendo forma "Perché non hai scelto questo?"

"Perché l'amore rende ciechi, Charlotte." rispose ovvio lui "Non puoi rifiutare di viverlo, non puoi semplicemente scappargli via. Dicono che all'amore non si sfugge, che prima o poi ti verrà a cercare, ed io credo che ne esista solo uno nella vita di tutti noi ed io non volevo farmelo scappare. Non potevo perdere l'opportunità di vivere la mia vita, quella vera, anche se questo significava lasciarsi tutto alle spalle. Amare è tutto. A volte questo ti può alleviare i dolori, a volte ti può consumare dentro, ma in ogni caso è pur sempre qualcosa che ti cambierà"

Lo guardai ad un passo dal pianto e mi chiesi mentalmente quando ero diventata così fragile ed emotiva. La testa continuava a far male ma non potevo fermarmi dal pensare, non proprio adesso che ero ad un passo dalla verità.

"Questa ragazza per cui sei tornato dovrà essere molto fortunata" sorrisi nervosamente.

"Non ricordi proprio nulla?" chiese triste e ferito.

"Cos'altro dovrei ricordare?" chiesi confusa "Cos'altro è successo?"

"Non ricordi quando sei uscita da casa di Rachel, dopo essere scappata di casa? Ricordi il vicolo? Non-- non ricordi proprio niente di niente?" gli angoli della bocca erano rivolti verso il basso e la sua espressione era di puro dolore. Mi senti in colpa solo per vederlo in quello stato.

Scossi la testa in segno di negazione e vidi Zayn abbassare il capo sul suo grembo.

"Voglio solo dirti che...non ti avrei mai dimenticato e se non fosse stata per questa incredibile opportunità io--" alzò lo sguardo e potei vedere i suoi occhi lucidi "sarei morto dentro non potendoti vedere ogni giorno, parlare con te o semplicemente osservarti in silenzio. Dirti addio è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto"

Spalancai gli occhi e delle lacrime scivolarono silenziose lungo la guancia. Sbattei le palpebre più volte, ma la vista rimaneva lo stesso appannata.


"Charlotte, non dipende da me. Io-- io avrei fatto di tutto per stare al tuo fianco, ma-" poggiò la fronte contro la mia e sospirò pesantemente "Non è mai stato così difficile dire addio a qualcuno come lo è adesso con te"


"Io non posso." sussurrai, guardandolo con un'espressione indecifrabile e scuotendo la testa come a convincermi "Neanche ti conosco e tu vieni a dirmi che provi qualcosa per me, ti rendi-- ti rendi conto della situazione che stai creando? Non è facile accettare il fatto che tu fossi un qualcosa di...di sovrumano, pensa al fatto di credere che tu sia innamorato di me! È-- è assurdo." sbottai arrabbiata "Ero felice con Harry, stavo bene, mi sentivo bene, e adesso tu vieni qui a sconvolgere tutto e a dirmi che-- non posso, okay?"

"V-volevo solo..." balbettò alla ricerca delle parole adatte "volevo solo dirti come stavano le cose, non volevo obbligarti a fare una scelta. Non lo farei mai"

"Come puoi venire qui, a sconvolgermi la vita, e pretendere che vada tutto bene o che tutto ritornerà come prima, cosa diavolo ti fa lontanamente pensare che io possa solo provare dell'affetto per te?"

"La prova l'ho avuta, più di una volta." fece una risata amara, evidentemente ferito "A quanto pare sei tu a non volerlo ricordarlo perchè, dannazione, tu vuoi solo vivere felice con il tuo meraviglioso principe azzurro delle fiabe! Vuoi sbaciucchiartelo e magari portartelo a letto, quando poi non sai assolutamente nulla di lui. Ma a te non ti importa perchè per la prima volta qualcuno ti degna di qualche attenzione e tu come una stupida cadi a suoi piedi. Non vuoi rimanere sola, mi sbaglio? Adesso che sai cosa significa essere amati da qualcuno preferisci stare in loro compagnia, piuttosto che sola come una volta. Te l'avevo detto di non metterti con il primo che passava, ma tu stupidamente l'hai fatto. Ma ovviamente non era lui quello che cercavi, e me lo hai chiaramente dimostrato" sbottò, scuotendo la testa divertito.

Lo guardai, stupita che avesse centrato a pieno quello che provavo, e rimasi senza parole anche perchè non sapevo esattamente cosa rispondere a quelle taglienti, ma purtroppo vere, affermazioni. E poi cosa diamine avevo fatto per fargli capire che provavo un qualche tipo di attrazione per lui?

"Cosa ho fatto? Io non-"

"Sì, non ti ricordi. Ho capito, non-- non importa" con un gesto veloce lo vidi asciugarsi la guancia con la manica del giubbotto di pelle.

"Mi dispiace davvero ma--" una fitta acuta alla testa mi costrinse a bloccarmi a metà frase e spalancare la bocca per il dolore "Zayn!" borbottai in preda al panico, aggrappandomi alle sue spalle e strizzando gli occhi e tenendoli chiusi.

"Charlotte, che succede?" chiese e la sua espressione cambiò subito in una di completa preoccupazione. Posò una mano sul mio fianco mentre con l'altra mi accarezzava i capelli e me li toglieva dalla fronte imperlata di sudore.

"Fa malissimo." gemetti di dolore "Ti-- ti prego fallo smettere" quasi urlai con le lacrime agli occhi mentre Zayn non sapeva cosa fare e si limitava semplicemente ad accarezzarmi dolcemente e un pò a disagio, a causa dello sfogo di poco prima, e mi abbracciava tenendomi stretto a sè.


 

______________

Il capitolo era eccessivamente lungo quindi ho dovuto suddividerlo in due parti. Spero non sia stato noioso, mi scuso se non è venuto fuori un granché.

Continuate commentare! Conoscere i vostri pensieri sulla storia mi rende sempre davvero felice, grazie di cuore♥

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Capitolo 23
*** •22 ***


Respirai a fatica contro la giacca di pelle di Zayn, tenendo ben salda la presa sulle sue braccia. Lui continuava ad accarezzarmi i capelli e sussurrarmi all'orecchio che sarebbe andato tutto bene mentre lentamente mi cullava tra le sue calde braccia.

Come poteva continuare a comportarsi in questo modo dopo quello che mi aveva detto, dopo il suo sfogo? Come poteva abbracciarmi dopo avermi dato della puttanella senza briciolo di amore nella sua vita. Era forse questo l'amore?


"Io non volevo morire, volevo solo dimenticare tutto ma non-- non in quel modo"

Senza pensarci due volte, mi allungai verso di lui e lo abbracciai, tenendolo stretto a me. Abbracciare un Angelo non era poi così diverso dall'abbracciare un umano. Ad eccezione del fatto che il suo corpo non emanava calore e vi erano le piccole sporgenze sulla schiena, dovute probabilmente alla presenza delle ali.

"Mi dispiace così tanto" risposi sinceramente, nell'incavo del suo collo.

Lui mi accarezzò la schiena delicatamente con le sua grandi e fredde mani "Non è colpa tua. Ormai è passato" rispose. Il suo fiato era sul mio orecchio e non potei evitare di rabbrividire.

Si staccò dal mio abbraccio, sorridendomi leggermente. Io lo guardai negli occhi, inclinando la testa di lato.

"Sei freddo. È cose se avessi abbracciato un pezzo di ghiaccio"

"Beh sai com'è, in realtà sono morto." rispose lui ghignando.


"Ti hanno ucciso" pronunciai semplicemente mentre la testa sembrava non volermi dare un attimo di tregua. Alzai poi lo sguardo su di lui e osservai come la sua bocca si schiudeva per la sorpresa.

"Si." annuì ancora sconvolto "Ti ricordi di me?"

"Io ti ho abbracciato, più di una volta." dissi sicura, guardando il suo viso così vicino al mio "E tu eri freddo e-- ed eri morto"

"Non posso crederci." rispose Zayn con un sorriso incredulo " Stai ricordando qualcosa, di me. Cos'altro ricordi, Charl. Dimmelo, ti prego"

Una fitta allo stomaco mi colse di sorpresa e mi costrinse a piegarmi su me stessa, appoggiando così il capo sul solido petto di Zayn.


Le sue labbra si mossero delicatamente sulle mie, come se si stesse prendendo tutto il tempo possibile per assaporarle e godersi il momento.

La sua mano libera si posò sul mio fianco, premendolo e avvicinando il mio esile corpo al suo, tonico e muscoloso.

Poggiai una mano sul suo petto e una sulla sua nuca, mugolando di piacere quando sentì il corpo di Zayn premere sul mio con impazienza e il suo piccolo e quasi impercettibile verso di frustrazione.

Tutto ad un tratto il bacio si fece più violento e profondo, quasi come se avessimo aspettato fin troppo per quel momento.

Era uno scontrarsi frenetico di lingue che si cercavano e che non ne avevano mai abbastanza, e di piccole toccatine sfuggenti in varie parti del corpo.


"Mi hai baciata!" esclamai incredula toccandomi le labbra "E anche palpeggiata! Che razza di Angelo Custode fa una cosa del genere?!"

"Ti ricordo che in realtà eravamo entrambi a volere quel bacio." ammiccò Zayn "Un vero peccato che non ti ricordi i dettagli. Magari possiamo rifarlo, che dici?" pronunciò sensuale lui.

Arrossii come un peperone e gli diedi un leggero schiaffo sul braccio.

"Era questo che intendevi con 'dimostrazione'?" chiesi.

Lui annuì ed io ritornai subito in me, chiedendomi cosa diamine stessi facendo. Avevo un ragazzo che mi voleva bene e stavo chiacchierando amabilmente con il suo peggior nemico, nonché mio ex Angelo Custode, mentre questo flirtava con me. Scossi la testa e lo guardai glaciale.

"Io non posso. Sono fidanzata con Harry, tu eri solo...tu non sei Harry" dissi stizzita.

La sua espressione cambiò da una di assoluta felicità ad una di profonda tristezza e delusione. Annuì lentamente ed abbassò il capo con le sopracciglia aggrottate.

"Tu sei dannatamente irritante e presuntuoso e-- e non potrei mai stare con te. Harry è un bravo ragazzo, si e meritato ogni piccola attenzione che gli ho dato, tu invece sei...sei insopportabile, cazzo e-"

"Ho capito." sorrise triste lui "A quanto pare anche tu hai fatto la tua scelta" si allontanò dal mio corpo con il viso contratto dal dolore. Si alzò in piedi e si diresse verso la porta per uscire dalla mia stanza.

Io non capivo più niente, mi scoppiava la testa e le lacrime non smettevano di scorrere come un fiume in piena anche se non comprendevo bene il perché. Non capivo se era più forte il dolore fisico che provavo in quel momento o la voglia di gridargli di non andare via.

Abbassai lo sguardo dispiaciuta e seriamente mortificata. In fondo non meritava di essere trattato in quel modo, nessuno lo meritava. Se lo avevo baciato doveva pur significare qualcosa, ed io avevo intenzione di scoprirlo.


"Tu--tu non assomigli ad un angelo" esclamai stupidamente. Il ragazzo aveva tatuaggi lungo le braccia e un abbigliamento poco consono all'aspetto di un angelo. Che poi, come diavolo si vestiva un angelo?

Lui fece spallucce "Che ti aspettavi? Non tutti gli Angeli sono uguali"

"E a me doveva capitare quello che somiglia al tatuatore in fondo alla strada?"


Mi bloccai per un momento e sbattei le palpebre più volte come a capire cosa mi stesse succedendo. E poi, tutto ad un tratto, mi sentì mancare le forze.

Zayn si voltò giusto in tempo per vedermi accasciare al suolo e le sue braccia furono pronte a sostenermi, o più che altro dovrei dire abbracciarmi, mentre mi sussurrava parole allarmate e preoccupato nel mio orecchio, facendomi beare della sua meravigliosa voce roca.

Ero in uno stato di incoscienza e non riuscivo neanche a muovere un solo muscolo. Tutto quello che sentivo attorno a me era attutivo, quasi provenisse da lontano, e poi improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, mi ricordai del primo incontro con Zayn, di quanto fosse irritante e di quanto non lo sopportassi. Mi ricordai della sua storia sui suoi genitori, sulla sua morte. Mi ricordai di come mi sussurrava nell'orecchio frasi dolci e del suo essere così ostinatamente deciso a farmi fare degli amici, convincendomi ad andare a parlare con loro. Mi ricordai di quanto gli stesse sulle scatole Harry, e adesso capì perché lo trattava in quel modo. Mi ricordai del litigio con Emily e di quanto lui fosse presente per aiutarmi a stare meglio. Mi ricordai del quasi bacio a casa di Rachel, della sua irritante sensualità mentre mi obbligava a confessare quanto fosse bello e del vicolo buio in cui ci eravamo dati il nostro primo vero bacio.

Aprì gli occhi con fatica ed alzai lo sguardo su Zayn, che prontamente mi afferrò il capo con entrambe le mani mentre con i pollici mi accarezzava delicatamente le guance. Ancora non ero molto cosciente, ma il solo vederlo mi aveva calmata. Quando lo guardai nei suoi intensi occhi color nocciola mi sembrò di averlo fatto per la prima volta. Il suo viso era tutto corrucciato e volevo solo rassicurarlo che stessi bene e di convincerlo a rimanere tra le sue braccia per sempre.

Tutto quello che mi uscì dalla bocca però su solo un "Zayn" sussurrato con amore prima che perdessi del tutto i sensi.


◆◆◆◆◆◆

Harrys' POV

Osservai la tazza di cioccolato di fronte a me con la fronte corrucciata e ne sfiorai i bordi con le dita, perdendomi tra i miei inutili e masochisti pensieri.

Erano passati tre giorni dall'ultima volta che avevo visto Louis. Non sapevo in realtà di chi fosse la colpa ma di certo non sarei stato io a fare la prima mossa, non questa volta. Non perché fossi una persona orgogliosa, questo no di certo, ma Louis lo era, quindi se ci avesse tenuto almeno un pò a me avrebbe sconfitto le sue debolezze e mi avrebbe parlato.

Scossi la testa sconfitto e tentai di smetterla di pensare a lui.

Appunto, tentai.

Louis era in tutti i miei pensieri, era un continuo oh, guarda che sorriso perfetto; oddio quegli occhi sono la fine del mondo; e ancora è impossibile avere un culo così, lo voglio anch'io.

Semplicemente il pensiero di Louis non poteva uscire facilmente dalla mia testa e solo Dio sapeva quanto erano stati difficili questi giorni senza potergli parlare. Ovviamente non era il nostro primo litigio, ma la cosa triste era che la maggior parte erano accaduti per colpa dei suoi nuovi giocattolini e della sua cieca fiducia nei loro confronti.

Sbuffai arrabbiato e strinsi la tazza tra le mani, stritolando subito dopo il labbro tra i denti.

"Se continui a fissarla, finirai per berti una cioccolata fredda"

Alzai lo sguardo spaventato, come risvegliandomi da un sogno-- o meglio dire incubo-- , ritornando subito alla realtà. Sbattei più volte le palpebre confuso quando vidi di fronte a me l'oggetto dei miei problemi: Louis.

"E tu cosa ci fai qui?"

"Ci lavoro." rispose ovvio lui, facendo spallucce "Da circa, uhm, 28 ore"

"Perché-- perché non ne sapevo nulla?" aggrottai la fronte deluso "Perché non mi hai detto che avevi intenzione di lavorare?"

"A casa non stiamo attraversando un bel periodo. Ci servono soldi ed io sono il maggiore tra le mie sorelle, quindi tocca a me procurarmi i soldi necessari per andare avanti. Per me è difficile parlarne con qualcuno, e anche piuttosto imbarazzante a dire la verità. Perciò..." abbassò brevemente lo sguardo per poi rialzarlo con un timido sorriso "Eccomi qui, a tua completa disposizione!"

"Che fortuna" mormorai debolmente con un sorriso ironico. Distolsi poi lo sguardo sulla mia tazza di cioccolato tiepida, non avendo intenzione di guardarlo un altro minuto di più.

"Come vedi sono già stato servito." risposi freddo "Adesso puoi andare"

"In realtà, piccolo Harrieh, non sono venuto qui per dirti che quella cioccolato sembra un iceberg o per controllare se fossi stato servito a dovere." disse lui, prendendo posto di fronte a me e guardandomi con un piccolo sorrisino "Volevo parlarti"

Alzai lo sguardo per un semplice e minuscolo istante sul suo viso e tornai ad osservare un punto indefinito sul tavolo, incrociando anche le braccia al petto come un bambino indispettito.

"Non credo sia il momento. E poi come dici tu la cioccolata si raffredda" risposi senza emozione nella voce, ma in fondo in fondo piuttosto felice del fatto che Louis avesse intenzione di sistemare le cose.

"Facciamo pace?" chiese inclinando la testa di lato con un dolce sorriso in viso.

Lo guardai dedicandogli tutta la mia attenzione e mi persi nei suoi occhi, nelle sue labbra, nelle sue guance, nel suo viso così genuino e infantile. Non sapevo cosa rispondergli, perché in fondo non volevo fargliela passare liscia, non potevo chiudere sempre un occhio. Doveva imparare a non dare per scontato l'affetto dei propri amici e...e un pò anche per vendetta, lo dovevo ammettere.

"Louis! Cosa fai seduto con un cliente?!" un uomo sulla cinquantina gridò da dietro il bancone "Torna a servire ai tavoli o ti licenzio seduta stante!"

Lui sbuffò irritato e repentinamente si alzò dalla sedia.

"Era quello che stavo facendo, Mike!" gli gridò in risposta con la sua solita impertinenza "Senti, non posso parlare in questo momento, però non voglio perdere l'opportunità di fare quattro chiacchiere con te. Non voglio ritornare a quel fastidioso e opprimente silenzio che c'è stato fino a poche ore fa, quindi... aspettami qui. Fra una mezz'ora finisco il turno e poi possiamo parlare"

"Davvero interessante e molto amichevole da parte tua, ma non hai messo in conto una piccola cosa...sono io a non voler parlare con te" mi alzai anch'io e gli passai accanto, deciso ad andare via.

"Harry." mi chiamò affermandomi per il bicipite "Ti prego, resta qui"

Mi voltai di scatto, preso alla sprovvista, e tremai leggermente sotto il suo sguardo serio e implorante e per la sua vicinanza che non faceva altro che convincermi a rimanere lì e fare pace con lui una volta per tutte.

Mi allontanai e mi scrollai di dosso la sua mano, mettendo tra di noi un pò di distanza.

"Non ti prometto niente" conclusi alla fine, facendomi convincere dai suoi occhi imploranti.

"Me lo farò bastare" sorrise lui.

"Fammi aspettare un solo minuto in più e me ne andrò via come un razz-"

"Non succederà, te lo giuro!" mi interruppe felice "Grazie Harry" aggiunse sinceramente.

Io annuì, dopo aver arrossito ovviamente come uno stupido ragazzino alle prese con la sua prima cotta, e mi voltai, ritornando al mio posto e prendendo un sorso dalla mia cioccolata.

Dannato Tomlinson e dannata cioccolata fredda.


_________________

Fatemi sapere se è stato un capitolo abbastanza decente per voi ahahah

Vorrei davvero scrivere la storia con più dettagli e magari approfondendo di più i vari aspetti dei personaggi, ma ho paura di renderlo noioso e poi non ho abbastanza tempo per farlo :c

Però siccome voi siete buoni buoni ed io vi voglio tanto tanto bene, mi farò bastare un semplice minuscolo commentino per capire che va bene lo stesso AHAHAH

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So che non c'entra nulla ma io sto ancora sclerando per questi due esemplari di larry che spruzzano dolciosità (wtf) da tutti i pori e per il sorriso di Louis. My fucking god.

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Capitolo 24
*** •23 ***


Rinvenni dopo quello che mi sembrò un'eternità e con cautela aprì gli occhi. La prima cosa che vidi furono delle labbra piene che si schiudevano e che si muovevano freneticamente. Solo dopo capì che queste stavano articolano delle frasi nel tentativo di dirmi qualcosa.

Alzai lentamente lo sguardo e lo posai sul suo naso leggermente all'insù e sul suo perfetto profilo. Proseguì il mio percorso fino a scontrarmi con dei grandi e familiari occhi color nocciola incorniciati da lunghe e scure ciglia che potevano facilmente far invidia alle ragazze.

Sbattei più volte le palpebre e strizzai subito dopo gli occhi. Mi alzai, mettendomi seduta, con una mano sulla fronte con la paura che quell'implacabile dolore ritornasse. Fortunatamente notai che non sentivo più niente che avesse a che fare con il dolore, ma bensì provavo un senso di sollievo, pacatezza e felicità.

Lentamente voltai lo sguardo verso il ragazzo che avevo accanto e lo fissai a lungo. Adesso il viso che vedevo non era quello di un misterioso sconosciuto che aveva infastidito il mio ragazzo. Mi era molto familiare, ma non come una persona che avevo visto di sfuggita al parco o come la commessa del negozio sotto casa mia. Sentivo che per me era una persona importante, che mi era stata vicina più di qualunque altro e di cui mi potevo fidare.

Entrambi ci osservavamo come se fosse stata la prima volta, sembrava che ci capissimo senza parlare, anche se io non capivo assolutamente che cosa stesse succedendo.

Corrucciai la fronte e boccheggiai alla ricerca delle parole adatte da dire ma non avevo idea di cosa si diceva in quei momenti.

"Zayn?" pronunciai solo, incapace di formulare altro.

Gli occhi gli si illuminarono di gioia e per un secondo pensai che stesse per mettersi a piangere ma era impossibile e forse anche un pò singolare per lui, Zayn non era quel genere di persona.

"Charlotte, sono...sono io. Mi riconosci?"

La sua voce un pò roca e piena di speranza mi fece trattenere il respiro per un rapido secondo e non riuscì ad aggiungere altro. Nella mia testa niente aveva ormai un senso. La sua voce mi aveva scatenato qualcosa dentro, era stata la risposta alle mie domande.

Con gli occhi lucidi mi coprì la mano con la bocca e scossi la testa incredula. Era Zayn. Come non avevo potuto capirlo prima? Come non ho potuto riconoscerlo?

"Zayn!" pronunciai con più sicurezza, allacciandogli le braccia al collo e respirando il suo buon profumo "Zayn, oh mio dio! Sei- sei davvero tu o sto sognando?! Cosa diavolo è successo?"

"Charlotte!" sussurrò lui stringendomi più forte e affondando il naso nel mio collo "Mi sei mancata così tanto, così fottutamente tanto"la sua voce era striscicata e dolce e le sue labbra strofinavano sul mio collo mentre parlava, cosa che mi fece venire la pelle d'oca.

"Mi dispiace non aver capito subito chi fossi, avevo un-- un vuoto alla memoria o qualcosa del genere, non avrei potuto dimenticarmi di te" piansi sulla sua spalla e strinsi tra i pugni il tessuto del suo giubbotto.

"Non è colpa tua," rispose lui, districandosi dal mio abbraccio e afferrandomi il viso con entrambe le mani. Le nostre labbra erano vicinissime tra loro e i nostri occhi lucidi di gioia "Non è mai stata colpa tua, ho dovuto cancellarti la memoria per il tuo bene, non lo avrei mai fatto se non fosse stato necessario"

"Quindi...quindi sapevi che saresti ritornato umano?"

"Io-- no, in realtà no. Questo non era neanche previsto" scosse la testa con un piccolo sorriso divertito.

"Perciò mi hai cancellato la memoria sapendo che non ti avrei mai più rivisto e che non mi sarei mai ricordata della persona più importante della mia cazzo di vita?" dire che ero arrabbiata era poco. Ero adirata, incazzata e fuoribonda. Come aveva potuto rischiare così tanto? "Se non fosse accaduto niente di tutto questo non mi sarei mai ricordata della parte più importante di me e di tutto quello che ho affrontato con te. Sei consapevole di una cosa del genere, tu stupido idiota?"

Lui spalancò gli occhi e mi guardò incerto mentre probabilmente pensava a cosa diavolo dire.

"Beh, io-"

"Sei stato uno stupido, stronzo egoista senza cuore, come hai potuto?" ogni offesa che mi usciva dalla bocca corrispondeva a un piccolo pugno sul suo petto e uno stimolo a continuare con la mia lista di insulti riservati solo per lui "Sei un fottuto coglione, un'irresponsabile, un menefreghista nei confronti delle emozioni delle altre persone, un cazzone e un-"

"Okay basta." rispose lui con una risata, afferrandomi le mani che lo stavano colpendo, o meglio dire sfiorando "Ancora è troppo presto per ritornare alle vecchie abitudini, mh?"

"Come osi prenderti gioco di me?! Te lo faccio vedere io come ho ripreso le mie vecchie abitud-"

Zayn rapidamente si slanciò verso di me e poggiò le sue morbide labbra sulle mie. Assaporò per un breve istante la sensazione del lieve e soffice contatto per poi staccarsi e osservare la mia reazione, alternando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.

"Credo che ci siano cose più importanti a cui pensare adesso" sussurrò con ancora le labbra che sfioravano le mie, per poi rituffarsi sulla mia bocca e muovere freneticamente la bocca sulla mia, introducendo poi la lingua in un gesto di urgenza e impazienza.

Emisi un verso di stupore e senza pensarci due volte ricambiai il bacio, appoggiando una mano sulla nuca e l'altra sul suo viso, godendomi la sensazione di leggerezza e felicità che stavo provando e facendomi guidare dal tocco esperto e piacevole di Zayn.

Ci allontanammo entrambi per mancanza di ossigeno e respirammo pesantemente ognuno contro le labbra dell'altro.

"Sono pienamente e completamente d'accordo con te" gli sorrisi con ancora il fiatone e lo strinsi a me più forte che mai, contenta che Zayn fosse ritornato da me e desiderosa più di ogni altra cosa al mondo che ci rimanesse per sempre.

◆◆◆◆◆◆

 

Harry's POV

Avevo finito di bere la mia cioccolata da più di dieci minuti e adesso scorrevo la home di vari social con l'intenzione di distrarmi e non pensare che tra pochi minuti avrei dovuto affrontare Louis. O meglio dire, lui avrebbe affrontato me.

Da una parte ero felice di poter risolvere una volta per tutte quella storia e fare di nuovo pace con il mio migliore amico, dall'altra ero un pò preoccupato di dire qualcosa che non dovevo davvero dire in preda al nervosismo, rendendo la situazione più imbarazzante di quanto già non fosse.

Mi mordicchiai la pellicina intorno al pollice mentre guardavo svogliatamente lo schermo del cellulare.

"Quante volte te l'ho detto che devi smetterla con questo vizio?"

Una mano allontanò il dito dalla mia bocca e mi accarezzò le nocche con affetto, guardandomi con un sorriso odiosamente divertito.

Roteai gli occhi dopo aver riconosciuto le lunghe dita affusolate di Louis e mi alzai dal tavolo mettendomi il cappotto e cercando così di nascondere il leggero rossore sulle mie guance per il suo gesto del tutto inappropriato e fuori luogo. O forse non proprio per questo motivo.

"La mia capacità di ascolto è tanto quanto la tua." dissi in risposta in una tagliente accusa "Non mi sembra che mi hai dato ascolto quando ti ho detto di non frequentare certe persone" lo guardai gelido, osservandolo come sospirava sconfitto.

"Non qui. Usciamo e poi parliamo, senza persone intorno a farsi gli affaracci nostri" si guardò intorno e mi mise un mano nella parte inferiore della schiena, guidandomi verso l'uscita.

Mi imposi di mantenere una certa freddezza e rigidità nei suoi confronti e di non sciogliermi come un gelato al sole per il suo tocco gentile e dannatamente intimo.

Mi feci guidare dalla mano di Louis ed uscì dal locale, stringendomi subito dopo nel mio cappotto di una taglia più grande, apprezzando la comodità e il calore che questo emanava.

"Non mi perdonerai, vero?" esclamò di punto in bianco Louis, guardandomi di sfuggita "Lo vedo dai tuoi occhi"

"Cosa?" boccheggiai, desiderando solo dirgli che lo avevo già perdonato, che lo avrei sempre fatto e che non avrei mai potuto tenere il muso alla persona di cui ero innamorata "Non è vero" pronunciai scuotendo la testa.

"E allora perché non l'hai già fatto?" sbottò lui, alzando le braccia al cielo.

"E me lo chiedi pure?!" chiesi sbalordito della sua stupidità.

"Non è la prima volta che litighiamo per delle fottute persone, adesso cosa è cambiato?" mi chiese alzando un sopracciglio.

"Non ci credo, non puoi averlo detto davvero." lo guardai incazzato e mi avvicinai di alcuni passi a lui, indeciso se prenderlo a calci o schiaffeggiarlo "Stai dicendo che questi litigi non servono a nulla? Che quello che loro hanno fatto a me, non è poi così grave? Dimmi che ho capito male o che tu hai fottutamente sbagliato perché davvero Louis, sono ad un passo dal darti un pugno" risi senza divertimento, stringendo i pugni ai miei fianchi.

"Io non ho mai detto nulla di tutto questo!" si difese lui alzando le mani "Non ne sarei capace, mi credi così stronzo?! Ti conosco da una vita Harry, come pensi possa ignorare il fatto che quei completi coglioni ti abbiano messo le mani addosso! Non riesco neanche a vedere qualcuno che ti tiene la mano, figurati qualcuno che...Dio Harry, come...come cazzo puoi pensare una cosa del genere?"

"Perché..." balbettai, perdendo un pò della sicurezza che prima mi aveva guidato fino a lì fuori "Perché continui a fare gli stessi errori del passato e continuerai a farlo finché vorrai! Chissà cosa potrebbe farmi Zayn, forse potrebbe anche mandarmi all'ospedal-"

"Non permetterò che ti faccia nulla." mi interruppe lui freddamente "Se solo ci provasse, rimpiangerebbe il giorno in cui gli ho dato la mia fiducia." proseguì con sicurezza, guardandomi serio con i suoi gelidi occhi azzurri "Non cadrò nei miei sbagli, non posso permettermelo. Ti ho fatto soffrire per così tanto tempo e tu me l'hai fatto capire in più modi ma io...io ero troppo cieco per accorgermene, e non solo di quello Harry. Questi giorni mi hanno fatto riflettere molto. Su questa situazione, su noi, su te. So cosa provi per me. So che sei innamorato di me, Harry"

Mi si gelò il sangue nelle vene e mi sentì quasi svenire. Il mondo mi era caduto addosso. Louis sapeva tutto ed io non potevo permettere una cosa del genere, non dovevo lasciare che lui scoprisse questo, lui non avrebbe dovuto saperlo. La mia mente era annebbiata e l'unica cosa che riuscivo a pensare era Louis sa che mi piace, Louis sa che sono gay, Louis mi odia per avergli mentito.

"Cosa? Questa-- questa è la cosa più divertente che ti abbia mai sentito dire." risi per il nervosismo "Cosa te lo fa credere?" pronunciai fintamente incredulo.

"Avanti, non sono così stupido!." incrociò le braccia al petto con un'incredibile consapevolezza negli occhi "Okay, forse sì per non averlo capito prima ma... quello che voglio dire Harry, è che io so tutto. Non devi nasconderlo, non devi far finta che non sia vero. Non sono presuntuoso per aver ammesso al posto tuo una cosa del genere, ma tu...tu provi qualcosa per me, non è vero?"

Si avvicinò di qualche passo ed io mi allontanai, cercando di sfuggire dal suo sguardo ammaliatore e senza un minimo di dubbio.

"Ti sbagli, non è assolutamente come pensi." scossi la testa in un inutile tentativo di negare l'evidenza "Avanti, non potrei mai! Sono etero Louis, non ti trovo per niente attraente! Sono--sono assolutamente, completamente, decisamente etero. Mi piacciono le ragazze. Quelle alte, con i capelli lunghi, tette e trucco. Anche quelle con i capelli corti non sono male, e--e neanche quelle basse a dire il vero, e forse preferisco le bionde con gli occhi azzurri, ma questo non ha completamente a che fare con te!" agitai le mani per ribadire il concetto e insultando ogni particella di me per non essere capace di dire delle bugie credibili e per fare sempre delle colossali figure di merda.

"Ma davvero?" inclinò la testa di lato e sbuffò una risata. In un attimo fu davanti a me, a soli pochi centimetri dal mio corpo e dal mio viso, ed io deglutì in difficoltà, pregando ogni santo in cielo di non arrossire come una femminuccia "Quindi io ti sono del tutto indifferente?" chiese con un sopracciglio inarcato, sorridendo malizioso.

"S-si, esatto. Come hai detto tu" risposi balbettando come uno stupidissimo me che non sapeva neanche mentire ad un bambino.

"Piccolo, dolce, sincero Haerry," cantilenò lui, accarezzandomi lentamente con un dito il contorno della mascella risalendo poi sulla guancia che, ci avrei scommesso tutto l'oro del mondo, era rossa e bollente "sai meglio di me che le bugie non le sai proprio dire." soffiò carezzevole "Perchè non lo vuoi ammettere, mh?"

"Non c'è niente da--da ammettere" cercavo di respirare regolarmente e non fargli notare il mio evidente disagio ma, cazzo, Louis che mi guardava con gli occhi che brillavano, le labbra lucide e quel sorriso che ispirava puro sesso, non erano di certo il miglior modo per rimanere calmi e concentrati.

"E se..." si bloccò a metà frase e fece scendere, con una lentezza disumana e una sensualità fuori dalle righe, le sue lunghe dita lungo il mio collo. Scese poi verso la clavicola e mi lanciò uno sguardo malizioso-- probabilmente vedendo il mio sguardo perso e disperato-- prima di soffermarsi in un punto indefinito sulla spalla. L'accarezzò delicatamente per poi proseguire il suo percorso lungo il braccio muscoloso, sfiorandomi la pelle con leggerezza e di chi sapeva quello che stava facendo. Nonostante la stoffa pesante del cappotto, sentì ogni più piccolo movimento delle dita di Louis e di conseguenza ogni mio singolo muscolo irrigidirsi. Questo era l'effetto che mi faceva quel nano "E se ti sfiorassi in questo modo, non sentiresti proprio nulla?" sussurrò sensualmente, raggiungendo la mia mano e incastrandola perfettamente con la sua.

Deglutì pesantemente, e questa volta ero sicuro che Louis mi avesse visto perchè abbassò per un momento lo sguardo sul mio pomo d'Adamo e sorrise compiaciuto.

"Sono etero" ripetei lentamente, forse come promemoria per me stesso o forse per ricordare a Louis-- o meglio pregare-- di non andare oltre perchè agli etero non piacevano queste carezze o questa vicinanza o tutto quello che Louis poteva offrire, perchè agli etero piacevano le ragazze, le tette e il culo, non il pene. Però almeno Louis aveva un gran bel culo, quindi potevo considerarmi per metà etero?

Volevo solo ridere di me stesso per quelle considerazioni assurde e senza un minimo di logica, ma non potevo perchè la pressione della mano di Louis contro la mia mi ricordava della nostra quasi inesistente lontananza e del suo strano, maben accetto-- anche se non l'avrei mai ammesso-- comportamento. Lui aggrottò le sopracciglia confuso e sinceramente divertito e abbassò per un'istante lo sguardo sulle nostre dita, o meglio dire quelle che pensavo stesse guardando. Poi velocemente alzò lo sguardo e tremai leggermente per la vista dei suoi occhi così azzurri e limpidi a cui non mi sarei mai abituato, e con quel suo solito sorriso sbarazzino pressò il suo corpo completamente contro il mio, facendo scontrare inevitabilmente i nostri petti. Il mio fiato era corto. I miei occhi spalancati. Il cuore pompava più sangue del solito e potevo sentire i suoi battiti irregolari e accelerati pulsare nell'orecchio e rimbombare nella testa e in ogni altra parte del corpo. Batteva davvero ad un ritmo improponibile, tanto che credetti che Louis avrebbe potuto sentirlo e che sarei morto di infarto da un momento all'altro.

"Strano." affermò Louis, facendomi ritornare per un momento in me "Davvero molto strano perchè questo non sembra pensarlo allo stesso modo" spinse il suo bacino contro il mio, facendomi rendere conto del rigonfiamento dei mie jeans e mio malgrado-- o mia fortuna-- anche dei suoi.

Trattenni il respiro e lo guardai sbalordito per la sua improvvisa presa di coscienza su quello che provavo e per la sua dolorosa decisione di metterlo in atto proprio in quel momento, ma soprattutto per il suo metodo piuttosto discutibile.

"Cosa stai facendo Louis?" chiesi senza fiato "Cosa vuoi dimostrare con...con tutto questo?" ero stremato, confuso e irritato dal suo improvviso cambio d'umore e dal suo volere a tutti i costi sentirmi dire quello che provavo.

"Te l'ho detto. Ho solo capito un paio di cose in questi giorni e questo mi ha fatto rendere conto di quello che sei davvero e quello che vuoi. Non l'ho capito subito, e per questo mi considero sempre un miglior amico terribile," ridacchiò lui "ma non voglio che tu ti nasconda dietro tutto questo e che ti disprezzi. Non voglio essere l'egoista di sempre, pensando sempre a quello che voglio io. Questo," indicò lo spazio inesistente tra di noi "è il mio modo di farti capire che di te mi importa più di quello che pensi e che mi dispiace averti fatto credere il contrario. E questo," questa volta indicò la sua mano sulla mia "è il mio modo di dirti che so chi sei e che non potrei non ricambiare quello che provi per me"

Spalancai la bocca stupito e lo guardai inerme e senza parole. Boccheggiai un paio di volte e tentai di dire qualcosa con scarsi, se non inutili, risultati.

"Tu davvero-- tu sei...tu provi qualcosa per...per me?" chiesi confuso ma felice.

"Pensi sul serio che io faccia queste cose con tutti?" sorrise divertito "Per quanto mi possa piacere palpeggiare un bel corpo muscoloso, non lo faccio con gli sconosciuti o con i migliori amici"

"Non sono un tuo migliore amico?" chiesi, adesso più disorientato di prima.

"Vuoi davvero continuare ad essere il mio migliore amico che non può palpeggiare il mio fantastico sedere o preferisci essere altro?"

"Io non...non lo so, non voglio che tu ti senta costretto o che poi te ne pent-"

"Okay, calma curly." rise per il mio nervosismo e si allontanò un pò dal mio corpo. Poi tornò serio e mi guardò dritto negli occhi "So che tutto questo è improvviso e inaspettato ma...voglio provarci davvero. Insomma, non è poi così strano che io possa provare qualcosa per te! Voglio solo...sì, beh sai, andarci piano"

"Se questo lo chiami andarci piano" borbottai contrariato, cercando di non toccarmi la patta dei pantaloni che era diventata troppo stretta e fastidiosa a contatto con la mia pelle.

"Scusa," rise lui "ma era l'unico modo per farti confessare"

"Già," mugugnai "mi ero quasi dimenticato dei tuoi metodi altamente imbarazzanti e poco ortodossi"

"Quindi...ci stai?" si mise le mani in tasca e nervosamente abbassò lo sguardo sulle sue Vans grigie.

"Se ogni volta che vorrai estorcermi qualche informazione, utilizzerai questo metodo, a mio parere subdolo e ingannevole, allora no" incrociai le braccia al petto e scossi la testa divertito.

Lui sollevò lo sguardo e mi sorrise flirtevole "Se ti metti con me puoi giurare che utilizzerò questo metodo. Però poi saprò anche come risolverlo" e poi sorrise vittorioso per aver ottenuto l'ultima parola e per avermi messo ancora più in imbarazzo. Come sempre.

"Beh, allora non posso proprio rifiutare" dissi infine, ridendo per la sua stupidità e la sua insopportabile sensualità.

"Però prima devo fare una cosa"

"Avevi detto di volerci andare pian-"

Non riuscì a finire la frase che le sue labbra furono subito sulle mie, sottili e morbide come avevo sempre immaginato, gentili e dolci come avevo sempre sognato. Erano le labbra più belle che io abbia mai potuto baciare e, anche se si trattava di un solo e semplice bacio a stampo, potei sentire le farfalle svolazzare nello stomaco e il cuore battere ad un ritmo irregolare. Le mie guance sicuramente erano rosse per le emozioni che Louis mi stava facendo provare e le mie mani tremarono leggermente, non sapendo se ero autorizzato a poterle poggiare sul suo corpo perfetto. Mi dimenticai di tutto quello di cui avevamo discusso, sul suo voler fare le cose con calma e della mia piccola insicurezza su come avrebbe potuto evolversi la nostra relazione, perchè quel bacio lo avevo sognato da tanto tempo e adesso non riuscivo a pensare altro che a lui e alla sua bocca sulla mia. Una voce però interruppe il momento magico e ci fece ritornare violentemente alla realtà.

"Che cazzo sta succedendo qui?!"

 

 

_________________

 

OKAY, il prossimo capitolo sarà l'epilogo e non voglio pensare che finirà tutto....

Capitolo lunghissimo, forse troppo ew. Ditemi cosa ne pensate e se avete già capito chi è l'intruso/a che ha interrotto il bacio tra i miei dolciosi Larry :c

Come al solito perdonatemi per gli errori o per le descrizioni poco chiare, ma se inserissi ogni minimo particolare dovrei scrivere come minimo otto pagine e no, poi sarebbe davvero eccessivamente noioso. O forse già lo è, ew

Grazie per tutto il supporto e per tutti i commenti positivi! Sappiate che vi amo ((no, non sto scherzando, sono serissima gnaw)). Mi spiace che le recensioni siano diminuite, forse i capitoli non sono quelli che vi aspettavate?

Vorrei inoltre chiarire una cosa: in questo capitolo, per chi non gradisse molto, c'è ovviamente una parte abbastanza vasta dedicata ai larry perchè ho dovuto approfondire più il loro rapporto e risolvere la situazione particolare e abbastanza delicata che vi era tra i due, quindi ho dovuto dedicare più tempo a loro che per gli Zarlotte (?), ma non perchè li preferissi o cose del genere. Nel prossimo capitolo però ritorneranno gli Zarlotte, tranquillii :)

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Capitolo 25
*** EPILOGO ***


Charlotte's POV

 

"Zayn!" risi e gli misi le mani sul petto, cercando di allontanandolo dal mio collo "Zayn mi fai il solletico!"

Il ragazzo in questione sembrò ignorarmi completamente e continuò a mordermi piccole porzioni del collo, sorridendo occasionalmente sulla mia pelle quando notava la mia voce farsi sempre più incrinata e la mia presa stringersi sulla sua maglietta.

"Ma io mi sto divertendo così tanto." si lamentò ingenuamente, risalendo lentamente con le labbra al mio orecchio "E tu invece?"

"Ti ricordo che siamo in un luogo pubblico e a meno di un metro di distanza ci sono i nostri amici" lo spinsi giocosamente e ignorai i brividi che la sua voce mi aveva provocato.

Zayn si spostò dal mio corpo e mise una distanza di sicurezza tra di noi, voltandosi svogliatamente verso gli altri ragazzi del gruppo.

"Una metà di loro si sta sbaciucchiando e l'altra metà sta flirtando apertamente l'uno con l'altro." Zayn si voltò con un sorrisino "Non credo si accorgeranno di noi"

"Non è vero," corrucciai la fronte perplessa "Niall sta parlando amichevolmente con Catherine, non stanno flirtando"

"Catherine? La vecchia amica che Niall ha casualmente incontrato nel suo pub preferito e dove lei casualmente lavorava?" disse con un sopracciglio inarcato.

"Cosa ci vuoi fare, credo negli incontri casuali" feci spallucce.

"Beh, anch'io"

Distolsi lo sguardo dalla coppietta che adesso stava ridendo e lo spostai sul suo, immergendo gli occhi nei suoi e arrossendo quando lo trovai a fissarmi con un luccichio negli occhi.

"Credi che-- che a Niall piaccia?" deglutì imbarazzata e feci tornare l'attenzione al gruppetto di amici.

"A giudicare dal sorriso di Catherine e dagli occhi a cuoricino di Niall direi proprio di sì." annuì convinto "Niall è un tipo molto aperto e socievole e Catherine è piuttosto timida e impacciata. Sono proprio fatti l'uno per l'altro" sorrise divertito dopo aver visto Catherine arrossire esageratamente dopo che Niall le sfiorò per sbaglio-- o forse no-- la spalla con le punta delle dita.

"Gli opposti si attraggono" riflettei ad alta voce e lo sbirciai con la coda dell'occhio, non potendo non pensare a quanto quelle parole si addicevano alla nostra situazione.

Lui era così odiosamente perfetto, aveva la pelle ambrata, era tatuato, era presuntuoso-- un atteggiamento che stranamente gli si addiceva-- e poteva fare benissimo il modello. Sembrava il tipico ragazzo misterioso, con quel sorriso di chi la sapeva lunga e quei gesti che ti lasciavano spiazzata ma che allo stesso tempo ti mandavano in confusione, tanto che non sapevi mai se dovevi abbracciarlo o semplicemente schiaffeggiarlo e correre via, il più lontana possibile da lui.

Lui si voltò e mi guardò, sorridendo apertamente e mettendo in mostra una fila di denti bianchi, scuotendo poi la testa. Improvvisamente il suo viso si fece un pò più serio e aggrottò le sopracciglia preoccupato.

"Quindi...presumo che tu abbia perdonato Niall? O ce l'hai ancora con lui?"

Restai in silenzio per poi prendere un profondo respiro.

"Non posso avercela con lui." scossi la testa "Insomma, guardalo! È Niall!"

"Ne sei sicura?" chiese dolcemente lui, voltandosi completamente verso di me e accarezzandomi il braccio.

"Di certo non è stato piacevole aver saputo che era stato lui la mente geniale a consigliare ad Harry di fingere di stare con me ma...ma non posso dargli tutta la colpa. Sono arrivata all'improvviso ed ho stretto amicizia con tutti i suoi amici. Era ovvio che mi odiasse, forse pensava che in un certo senso potessi rubargli i suoi unici amici"

"Ciò non toglie il fatto che non avrebbe mai dovuto consigliare ad Harry una cosa del genere" storse il naso disgustato.

"È tutto passato, ormai. Si è scusato. Mi ha detto che non pensava fossi una buona amica per lui o per loro, non voleva che li facessi del male." feci spallucce con noncuranza "E nonostante tutto io gli credo"

"E per quanto riguarda Harry? Insomma, io sapevo già della sua sessualità ma per te dovrà essere stato un vero trauma sapere del suo grande e completo interesse per il cazz-"

"Ehi!" lo interruppi prima che potesse finire la frase. Lui ridacchiò come un bambino delle elementari ed io lo colpì sul braccio con un'evidente broncio sul viso "Non prenderti gioco di me!"

"Oh mia piccola, dolce, ingenua Charlotte," mi canzonò lui "come non hai potuto renderti conto di Harry? Guarda," mi affiancò e mi mise un braccio sulla spalla, indicando il riccio con un dito "quello ti sembra un comportamento da etero? Sta letteralmente mangiando Louis con gli occhi"

Roteai gli occhi e mi scrollai di dosso il suo braccio "Ancora non mi sono abituata a tutto questo, potresti evitare? Grazie mille, Zayn" pronunciai sarcastica, digrignando il suo nome tra i denti.

La sua risata arrivò dritta e squillante nelle mie orecchie e-- per quanto non volessi dargliela vinta-- non potei non trattenere un sorriso al solo suono di quella meravigliosa melodia.

"Pensi che Rachel si sia lasciata tutto alle spalle? Insomma, aver visto il suo fidanzato e il suo migliore amico baciarsi non è così facile da mandar giù" chiesi curiosa, osservando il comportamento della rossa seduta su una panchina non lontana dagli altri ragazzi, mentre stava chiacchierando tranquillamente con Liam, seduto accanto a lei. Non sembravano neanche loro, i due ragazzi che si punzecchiavano costantemente durante le lezioni, e l'ora di pranzo, e le restanti ore della giornata.

"Non sono più il fantastico, potente, affascinante e soprattutto onnisciente Angelo di una volta." mi lanciò un'occhiata divertita "Beh in realtà sono ancora affascinante e fantastico." alzai gli occhi al cielo e sbuffai una risata, ormai senza più speranza "Non posso sapere con certezza se Rachel abbia perdonato Louis e Harry, però adesso ha Liam. Per quanto possa essere rancorosa, il liscio sa come calmarla, sa sempre quale tasto toccare con lei, e sono sicuro che le farà vedere il lato positivo di tutto questo"

"E quale sarebbe?" inarcai un sopracciglio dubbiosa.

"Nessuno le sta nascondendo più qualcosa. Adesso quei cinque sono più uniti di prima, forse un po' feriti, ma niente che non possa guarire con il tempo"

"Ti sei dimenticato di me e te" osservai confusa.

"Tu li hai già perdonati." spiegò Zayn "Io, anche se non posso essere così clemente con quel riccio, non posso tenergli il muso per sempre. Loro sono un disastro, e probabilmente anche degli stupidi, ma non sono poi così terribili." osservò pensieroso "Non sono poi così diversi da me"

"A cosa ti riferisci?" lo guardai dubbiosa, non riuscendo a capire cosa gli stesse frullando per la testa.

"A quando mi sono comportato come un bambino con Harry, subito dopo che tu mi hai conosciuto. Per essermi comportato da completo coglione nei tuoi confronti." si voltò completamente verso di me e mi accarezzò la guancia, guardandomi terribilmente serio "Per aver corso un grande pericolo ed averti persa. Non avrei potuto vivere un minuto di più senza di te e ringrazio ogni fottuto santo nel cielo per avermi dato la possibilità di rivederti ancora una volta. Se ti avessi vista felice con Harry mi sarei arreso, mi sarei fatto da parte e mi sarei accontentato anche solo...solo di guardarti da lontano. Ma non volevo, non potevo sprecare la mia vita senza poterti accarezzare e baciare di nuovo." il suo viso si avvicinò lentamente al mio, quasi aspettandosi una mossa da me, mentre i suoi occhi non si staccavano un attimo dai miei "E quando ti ho visto con Harry non ci ho capito più niente, non potevo capire come potesse farti una cosa del genere. Poteva toccarti, baciarti e allo stesso tempo ti prendeva in giro e...l'ho odiato, così fottutamente tanto Charlotte. E poi non ce l'ho fatta più, decisi che dovevo conquistarti, ad ogni costo." appoggiò la fronte contro la mia e si inumidì le labbra con un rapido guizzo della lingua "Ma adesso sei qui con me, e-- e non mi sembra neanche vero. Non mi sarei mai perdonato di averti lasciata andare" si chinò leggermente, annullando finalmente la distanza fra di noi e lasciandomi un dolce bacio bagnato sulle labbra, facendomi venire le farfalle allo stomaco e i brividi lungo il corpo.

Si staccò dalle mie labbra ed io lentamente aprì gli occhi, incastrandoli con i suoi color caramello, che già mi scrutavano pieni di amore.

"Sei la persona più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita" sussurrai con un sorriso, ricordandomi del nostro primo bacio e sentendomi felice al pensiero che questo, a differenza dell'ultima volta, non era affatto un addio.

"Ti amo, Charlotte" sussurrò dopo un breve attimo di esitazione, allontanandosi ancora un pò per poter osservare meglio ogni mio movimento ed espressione facciale.

Tremai visibilmente per la confessione e boccheggiai sorpresa.

"Io-- tu cosa?" balbettai confusa.

I suoi occhi si spalancarono impercettibilmente, quasi come se non si aspettasse quella reazione da parte mia.

"Capisco se...se magari non--non provi lo stesso per me, non sei obbligata a dirmelo proprio adesso, in questo esatto momento. Ho sbagliato non è il momento giusto, scusa. Non so cosa mi sia preso, non devi dirlo se non è lo stesso per te"

Lo guardai a metà tra lo sconvolto e l'incredulo e non potei non scoppiare a ridergli in faccia per l'espressione colpevole e allo stesso tempo umiliata.

Gli gettai le braccia al collo e continuai a ridere, forse perché ero impazzita o forse perché ero semplicemente felice.

"Ti amo" gli sussurrai all'orecchio con un sorriso.

Dopo un breve attimo, Zayn ricambiò l'abbraccio con più forza e ridacchiò leggermente, lasciandomi un leggero bacio sul collo.

"Mi hai fatto prendere un colpo"

"Beh, te lo sei meritato" risposi sicura di me.

"Per cosa?" chiese sinceramente confuso lui, la sua voce calda e leggermente roca.

"Per tutte le volte in cui sei apparso dal nulla e mi hai fatto venire un mezzo infarto"

Zayn scoppiò in una fragorosa risata e mi mordicchiò il lobo dell'orecchio, stringendomi più forte a sè e incastrando completamente il suo corpo con il mio.

"Hai ragione, me lo sono meritato"

Annuì in accordo e affondai il naso nel collo del mio fidanzato, respirando il suo buon profumo con un sorriso da ebete stampato in viso.

Era l'inizio di un qualcosa di nuovo che sapevo sarebbe stato fantastico, e non vedevo l'ora di viverlo con lui e con i miei incredibili migliori amici.

Sicuramente non ero più la Charlotte di una volta e tutto questo solo grazie a Zayn, il ragazzo che il destino mi aveva fatto incontrare e che sicuramente non avrei più lasciato andare.

Chi l'avrebbe detto che avrei accettato l'esistenza degli Angeli e che mi sarei addirittura messa insieme ad uno di questi, rubando al Paradiso l'Angelo più bello?

 

 

 

________________

FACCIO SCHIFO CON I FINALI, CREDO CHE L'AVRETE GIÀ NOTATO AHAHAHA.

Ringrazio davvero tutti coloro che hanno letto la storia e che l'hanno apprezzata con recensioni, aggiungendola a ricordate/seguite/preferite, e anche i lettori anonimi che hanno continuato a supportarla segretamente o che l'hanno letta per noia o passatempo, grazie. Significa davvero tanto per me.

Sono felice di aver raggiunto questo traguardo, nonché mio obiettivo, ovvero quello di poter dire di aver creato una fanfiction tutta mia che non fosse di pochi capitoli e che qualcuno avrebbe letto, e forse un tantino apprezzato. Mi scuso per gli errori che avete incontrato durante il percorso e che sia stata scritta in modo disgustosamente orrendo, perché si è così. Ho cercato di renderla più scorrevole e piacevole possibile. Volevo solo condividere con voi quest'idea, questa trama, e spero sia piaciuta.

Ho letto ogni singolo commento che avete lasciato e dire che sono felice è dire poco!

Un grazie enorme e un bacio grandissimo, se volete potete seguirmi per tenervi aggiornate sulle mie future storie e traduzioni, o anche solo per fare quattro chiacchiere :)

Di solito sono di poche parole ((dopo questo spazio che mi sono presa che è troppo lungo, non si direbbe, lol)) e quindi meglio smetterla qui, seriamente. Ahahah

Ciao ciao <3

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