Il sorriso di un clown

di LadyGio99
(/viewuser.php?uid=932532)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ecco la mia seconda fiction incentrata su un personaggio che merita da tutti noi il nostro rispetto : Corazon. Naturalmente, accompagnato da Law.
Inizialmente doveva essere una one short, ma la storia è uscita decisamente troppo lunga e per non rendere noiosa la lettura, ho deciso di dividerla in capitoli.
Il prossimo è già pronto quindi sarà pubblicato a giorni.
Buona lettura.
IL SORRISO DI UN CLOWN
 
Corazon si mise davanti a uno specchio piccolo e tondo appoggiato a una parete per guardarsi. Pareva tutto a posto. Era truccato, aveva un camice bianco come il latte e pulito alla perfezione, insieme ai  giocattoli, i palloncini,  la parrucca. Era finalmente riuscito a convincersi che non gli mancava nulla.
Lui era un uomo molto preciso e oggi doveva filare tutto alla perfezione.
Perchè?  Oggi era il primo giorno di lavoro di Donquijote Corazon,  ex marine che aveva lasciato il suo vecchio lavoro per dedicarsi a molte altre cose che gli erano state sempre a cuore e che erano le sue vere passioni. Ma essendo figlio di una famiglia rispettata era stato obbligato a tenerle nascoste per non dare "dispiaceri" specialmente a suo padre che era un uomo d'onore e sin da quando Cora-San era piccolo aveva deciso molte cose per lui.
Ma ora che il giovane biondo non aveva più famigliari da molto tempo,  aveva scelto di cambiare vita. Dopo aver fatto un corso di animatore,  Corazon aveva optato per l'idea di andare in uno degli ospedali più piccoli e meno popolati della città per iniziare il nuovo lavoro. Sentendosi finalmente pronto, uscì dalla piccola stanza dove aveva lasciato i suoi vestiti di ricambio e uscì fuori dove un medico anziano, con degli occhiali a mezza luna e i capelli bianchi, lo accolse con molta simpatia e gli mostrò il reparto dove tenevano i bambini. In Pediatria. Corazon li contò tutti fino a arrivare al numero dieci. Erano ricoverati per diversi fatti,  chi per la polmonite,  la febbre alta,  qualche osso rotto.
Ma mentre passavano per le stanza, l'uomo notò dal vetro trasparente di una porta un bambino,  la cosa gli saltò subito all'occhio perchè quest'ultimo era solo,  in una stanza grigia isolato da tutti gli altri piccoli.
Nel vederlo Corazon rimase sconvolto e decise di chiedere informazioni al medico.
"Ah si" disse il dottore sfogliando la cartella del paziente "Lui è Trafalgar Law" "Non mi interessa il nome " precisò l'uomo scuotendo la testa "Mi interessa sapere perchè quel poveretto è isolato da tutti" "Semplice: Non è in grado di stare con gli altri bambini " concluse il curante dando le spalle a Corazon per poi allontanarsi da lui.
Il biondo strinse i pugni e cercò di trattenere la rabbia,  era schifato dalla prepotenza dei medici nei confronti di quel bambino.
Ma Corazon non aveva ancora perso le speranze,  così a grandi passi,  raggiunse il pediatria e si mise davanti a lui,  impedendogli di proseguire.
Il dottore alzò gli occhi al cielo e mise le mani sui fianchi,  finì per creare una figura arrabbiata e scocciata "Signor Donquijote.  Io ho molto da fare questa mattina e a lei le consiglio di mettersi a lavoro" "Mi interessa solo avere qualche informazione in più su Trafalgar Law" "Non ci pensi nemmeno! " sclerò il medico,  "Si tolga dalla testa una simile stupidaggine" "Ma perchè? " domandò sconvolto l'uomo truccato "È solo un bambino! " Corazon non finì a terminare la frase perchè il medico con una spinta lo fece cadere a terra impedendogli di concludere la frase.
L'uomo gli rivolse un'occhiacciata che atterrò Corazon, gli ricordava suo padre "Mi ascolti" ordinò il medico diventando rosso per la rabbia "Se non vuole lasciare l'ospedale le consiglio di non fare di testa sua. Lasci perdere quel bambino ". Concluse allontanandosi da Corazon. Il biondo strinse i pugni e serrò i denti,  lo avrebbe voluto raggiungere,  prenderlo per il colletto e dirgli cosa ne pensava veramente di lui e del suo modo di trattare quel povero bambino.
Diventò così nervoso,  che gli venne voglia di fumare una sigaretta,  anzi due,  ma era in un luogo pubblico e era vietato fumare.
'All'ora di pranzo ' pensò facendo il suo ingresso in una stanza dove a attenderlo c'erano tre bambini con i loro genitori. Si mise subito a lavorare pensando alla dolce ricompensa che avrebbe ricevuto.
La prima mattina lavorativa di Corazon filò liscia come l'olio. Riuscì a divertire i bambini con qualche palloncino colorato e con le sue buffe performance.
Al biondo piaceva stare con i bambini,  specialmente vederli sorridere,  per lui non c'era cosa più bella di donare a altri la felicità e i sorrisi che lui non aveva mai potuto avere.
Il nuovo clown ebbe successo tra i bambini e non appena finì il suo giro in pediatria,  andò a riposarsi nella vuota sala giochi dei bambini visto che non c'erano altri posti.
Verso le tre del pomeriggio nell'ospedale regnava un grande silenzio,  i bambini dormivano e i medici si erano ritirati in una stanza tutta loro per riposarsi e sorseggiare una tazza di caffè. Corazon,  seduto su una panchina si dondolava su se stesso mentre osservava la porta chiusa del piccolo  Law.  Non capiva il motivo del suo isolamento e il perché ai medici era risultato così antipatico.
Ma la cosa che lo aveva atterrito era il fatto che non aveva visto nessun adulto al suo fianco,  al contrario degli altri bambini che erano assistiti dai loro genitori. Non aveva dimenticato le parole del medico, più ci pensava e più si arrabbiava visto che non gli aveva voluto dare lui stesso delle informazioni sul bambino. Gli faceva rabbia il fatto che Law non poteva godere dei priviegi degli altri bambini, così dopo aver passato altri minuti a osservare quella porta si alzò di scatto esclamando: “Al diavolo quell’ avvertimento”. Dopo aver ripreso il suo kit da pagliaccio e dopo essersi risistemato con cura, Corazon tornò a lavorare con l’unico pensiero di far sorridere il bambino e di non lasciarlo solo.
Decise di fare una entrata di sua invenzione che non aveva ancora provato. Aprì con delicatezza la porta rendendo il ‘crock’ meno silenzioso possibile, quando tutto sembrò apposto, la spalancò di scatto buttando in aria mille coriandoli colorati e soffiando dentro due trombette messe in bocca.
Il clown credeva di ricevere applausi e tante lodi, ma si sbagliava. Dio se si sbagliava. “Si può sapere che diavolo vuoi?” tuonò una voce che rimbombò in tutta la stanza sconvolgendo il povero Corazon “Per favore, non dirmi che sei un altro di quei medici scocciatori”.
Il biondo lo guardò perplesso a bocca aperta e la sua mandibola pareva quasi toccare terra dopo la sorpresa che aveva ricevuto lui anziché il bambino. “Chi sei tu e che cosa vuoi?” il clown non rispose, così il bambino si mese in piedi sul letto e gridò più forte “Ho detto chi sei tu? Ti consiglio di rispondere alla mia domanda o ne pagherai le conseguenze” continuò a minacciarlo il piccolo Law. A Corazon venne da ridere, poteva essere il bambino più cazzuto di tutto l’ ospedale, quello che sapeva tenere testa a un adulto, ma di certo, non aveva la minima possibilità di fargli del male. Trafalgar, vedendo l’ uomo sorridere si arrabbiò ancora di più “Perché stai ridendo idiota?” “Perché non mi aspettavo affatto di ritrovarmi insieme a un bambino con un bel caratterino come il tuo”, Law a quel punto ringhiò come un animale pronto a saltare sulla preda. “Che diavolo ci fai qui?” chiese scocciato assumendo la tipica posizione di una persona infuriata, quella a braccia incrociate “Per prima cosa mi presento: Io mi chiamo Donquijote Corazon, sono il nuovo clown dell’ ospedale e sono entrato per sapere se ti serviva un po’ di compagnia” “NON MI SERVE ORA SPARISCI!” fece Law indicando la porta spalancata “È già aperta visto?” “Perché mi cacci? Ormai sono arrivato” “Non mi interessa, esci e vai a spaventare qualcun altro” disse Law con voce insistente “Ehi” esclamò Corazon “I clown servono per far ridere” “Non di certo tu! Ma ti sei visto! Con questo trucco sembri il Joker!” il biondo si grattò la cute incuriosito, non sapeva chi era questo Joker, ma nel modo disgustoso in cui il bambino lo aveva pronunciato, non sembrava per niente un complimento “E chi sarebbe questo Joker?” “IGNORANTE!!” sbottò Law sibilando ogni parola “Lui è il peggior nemico di Batman. È un criminale che uccide la gente quindi ti consiglio di andare a spaventare altri bambini:”
Corazon si asciugò il sudore che colava dalla fronte  con la manica della maglia, era il bambino più difficile che aveva incontrato in vita sua, il verità, ne conosceva un altro ma quello, per lui non aveva più nessuna importanza.
Il bambino intanto continuava a dirgli di sparire dalla sua vista e alla fine l’ uomo cedette “Va bene hai vinto!” disse Corazon proclamandosi sconfitto. Non appena si ritrovò fuori dalla stanza, l’ uomo continuò a guardare il piccolo Trafalgar, si era messo sotto le coperte, forse per dormire. Non era arrabbiato con lui per il modo in cui lo aveva trattato, nei suoi occhi aveva visto una scintilla che tutto era pur che rabbia. No, Law non poteva essere un bambino cattivo e se i medici lo avevano messo in isolamento per questo motivo, allora, erano dei veri mostri.
“Non so chi tu sia Law….Ma sento che è mio dovere aiutarti…”
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Salve. Eccomi con un nuovo capitolo della storia. Questa volta mi sposto anche sotto per spiegare alcune miei scelte nella fiction in modo di non spollierare all’inizio.
Ringrazio Elly_Chan18 per aver lasciato la recensione.
Buona lettura.



Corazon non riusciva a smettere di piangere.
Corazon non ce la faceva a fermare quelle maledette lacrime che non ne volevano sapere di rimanere ferme nei suoi occhi, il posto dove dovevano stare. Ma piangere era più forte di lui, il suo animo era così buono e sensibile che non riusciva a non piangere per un bambino che a malapena conosceva. Grosse lacrime colorate finivano sulla preziosa cartella che conteneva tutte le informazioni di Law, conteneva fatti terribili che avevano rotto in mille pezzi il povero cuore dell’uomo. Non gli importava se stava piangendo come un neonato a dirotto, ma quel piccoletto aveva affrontato le più gradi disgrazie della sua vita, una più terribile di un’altra.
Law era diventato orfano a causa di un terribile incendio avvenuto nella zona dove abitava che aveva ucciso sua madre, suo padre e la sua sorellina Lamy. Lui era l’unico sopravvissuto ma aveva riportato delle gravi ustioni che Corazon non aveva notato, per questo si sentiva un idiota, troppo occupato a fare il buffone e non a rendersi conto di cosa quel poveretto provava.
Ma c'era molto di più!  La sua non era una famiglia qualunque. Il papà di Law era un assassino.
Suo padre era stato messo in prigione un paio di volte. La causa dell'incendio non era molto chiara ma dalle ricerche della polizia,  la casa era stata attaccata da alcuni 'Nemici' del padre o della madre.
Più il biondo leggeva queste notizie più piangeva.
Piangeva perché si era reso conto di avere con Trafalgar Law molte cose in comune. Anche lui aveva perso da piccolo la sua vera famiglia, così insieme a suo fratello maggiore Doflamingo era stato adottato dalla famiglia Donquijote e da lì era incominciata la sua terribile infanzia. I suoi genitori adottivi erano molto freddi e distaccati e per loro, lui e Doffy tutto erano pur che figli.
Per colpa loro, suo fratello era diventato un mostro e ora era uno dei criminali più temuti in tutta la sua città natale, lui per fortuna, aveva mantenuto il suo buono spirito e non aveva scelto la cattiva strada.
Corazon pianse tutte le lacrime che aveva e si ritrovò con un orrendo trucco sul viso.  Tutto si era sciolto a causa delle lacrime. Si tolse il trucco dalla faccia con una veloce sciacquata sotto,  dopo guardò l'orologio e quando si rese conto che era ora di tornare a casa,  prese tutta la sua roba e lasciò l'ospedale.
Per tutto il resto della giornata non pensò altro che a Law e al suo terrificante passato.  Lui era solo un bambino e già aveva affrontato delle grandi disgrazie non accettava il fatto che per colpa di uno stupido incendio Law doveva rovinarsi l' infanzia,  così,    decise di smettere di frignare e di stare con le mani legate. Avrebbe fatto il possibile per quel bambino e non si sarebbe arreso finché il suo scopo di far sorridere Trafalgar non fosse stato raggiunto.
Il giorno seguente,  Corazon andò all'ospedale e ripetè le stesse attività della mattina precedente. Fece palloncini e organizzò giochi,  ma nel pensare che un bambino non aveva la forza di sorridere,  sentì la sua fiamma da clown spegnersi. Aspettò le tre del pomeriggio per andare a trovare Law. Naturalmente,  come si aspettava,  appena entrò non ricevette un clamoroso benvenuto da parte del piccolo e lo fulminò appena mise piede nella stanza.
"Ancora tu! " urlò il bambino guardandolo con disgusto "Ti ho detto di starmi lontano! " "Datti una calmata " gli rispose Corazon facendo rimanere di stucco Law,  questa volta il biondo si era preparato.
Si sedette tranquillamente senza nessuna interruzione da parte del malato sul lettino dove riposava il piccolo e iniziò a frugare in una busta. Law allungò lo sguardo per curiosare e la sorpresa per lui non si fece attendere. Corazon tirò fuori un piccolo orso bianco di peluche vestito con un cappotto arancione e un capello a macchie nere.
"Questi sono per te" disse l'uomo dando i doni al piccolo che li prese con molta sorpresa. Non ricordava l'ultima volta che qualcuno gli aveva fatto un regalo "Perchè tutto questo? " chiese Trafalgar impassibile "Ho visto che nella tua stanza non c'è nulla. Niente giocattoli o palloncini " "Perchè non ho nessuno che me li procura genio!  I miei genitori sono morti! " concluse Law freddo negli occhi. Corazon notò nel suo modo di parlare una freddezza incredibile come se la morte dei suoi parenti non gli faceva più né caldo né freddo. "Mi dispiace Law" gli rispose Corazon abbassando lo sguardo,  anche questa volta riuscì a stupire il bambino.
"Anch'io ho perso i miei da piccolo. So la tua storia sai... e mi dispiace tantissimo. Dimmi ma è verso quello che dicono le notizie. I tuoi genitori sono dei criminali?" "NO NON È VERO!! " esclamó mettendosi in piedi "Sono tutte cazzate!! Mio padre non ha mai ucciso in vita sua . Era stato licenziato a lavoro così     ha trovato un po' di grana grazie a un uomo che pensava fosse suo amico. Ma non era vero! Ha incastrato mio padre più volte sbattendolo in galera e lui non poteva nemmeno denunciarlo perché lo aveva minacciato. Quando poi mio padre doveva dare a quest'ultimo alcuni debiti. Ma non ce l'ha fatta. Così ha dato fuoco a casa nostra!! Le notizie dicono che è un assassino perchè una volta hanno ucciso una persona per incastrarlo. Io ero con lui. Questi medici non mi vogliono tra i piedi perché pensano che nelle mie vene scorre il sangue di un assassino. Per questo mi hanno messo in questa stanza isolato da tutti, neanche gli altri genitori mi volevano insieme ai loro figli. Ecco perché ieri non volevano che tu mi vedessi. Mi considerano un mostro oramai. Non volevano nemmeno accettarmi in questo ospedale nonostante stavo per morire ustionato. Ma alla fine sono stati costretti a prendermi perchè questo era l'ospedale più vicino alla mia ex casa."
 Corazon si portò una mano sulla fronte “Ieri ci hai sentiti?” “Si, il medico urlava così forte”. Le cose che il biondo aveva sentito erano al dir poco sconvolgenti. Così, la famiglia di Law era stata accusata ingiustamente di qualcosa che non aveva commesso e per colpa di quell’ uomo il bambino aveva una brutta reputazione che si sarebbe portato tutta la vita nella tomba.
“Ti hanno trattato veramente così?” Law annuì.
Adesso il sangue di Corazon bolliva per la rabbia, non riusciva a credere che dei medici erano stati così idioti da non prendersi cura di quel bambino. Si erano rifiutati di prendersi cura di un loro paziente “Maledetti” gridò precipitandosi sulla porta “Che diavolo fai?” “Vado a dare una lezione a quei medici!” “Ma sei pazzo! Non ti azzardare a fare un altro passo. Tu non sai le conseguenze”.
Law aveva ragione. Non doveva agire in questo modo altrimenti avrebbe portato solo guai , ma giurò a se stesso che avrebbe fatto giustizia nei confronti di Law. Così fece marcia indietro e tornò a sedersi vicino a Law che cominciava a gradire la sua compagnia.
“Perché ci tieni tanto a fargliela pagare?” domandò Law che non ricevette alcuna risposta dall’ adulto. Il biondo si limitò a mettergli una mano sulla spalla “Ascoltami Law” disse “Mi dispiace per quello che ti è capitato, nemmeno io da piccolo ho avuta un infanzia coi fiocchi sai? Adesso capisco il motivo del tuo carattere.
Sappi che io non sono qui per giudicarti o fare l’idiota come ieri. Voglio solo essere tuo amico e aiutarti. Se vuoi posso togliermi questo trucco schifoso e non fare il pagliaccio davanti a te” “E perché mai!” gli rispose il bambino con un leggerissimo sorriso sulle labbra “Hai detto l’altra volta che ti faceva schifo e che sembravo quel criminale…oddio…come si chiamava…Joker?” “Scherzi! Io adoro Joker” esclamò il bambino “Ma…ieri mi hai detto quelle cose…” disse confuso il biondo “Adoro il personaggio. Ma il trucco è rivoltante” precisò Law “E poi ieri non ti volevo tra i piedi. Però adesso vorrei tanto che restassi” “Con molto piacere” gli rispose il clown facendogli l’ occhiolino per poi porgergli ma mano dicendo: “Amici?” “Amici” affermò Law deciso afferrandogli la mano grande e bianca.
“Allora Cora – San…” disse e l’ ex marine si stupì.
“Come mi hai chiamato…” “Perché non mi mostri le tue doti da clown?” l’ uomo notò un sorriso malizioso sulle labbra di Law, ma decise di accontentarlo comunque “Posso farti un palloncino. Chiedimi tutto quello che vuoi” “Voglio un orso” chiese e Corazon impallidì.
Accidenti. Aveva dimenticato la prima regola fondamentale dei clown, ovvero: ‘Mai chiedere a un bambino quello che vuole’ “Non puoi accontentarti di quello che ti ho regalato?” “Hai detto tutto quello che vuoi” lo prese in giro il bambino divertendosi come un matto.
Così Cora – San si mise all’ opera. Gli ci volle un ora intera per creare una ‘bozza’ con un palloncino che tutto sembrava purché un orso.
Law si passò una mano in fronte. “Sei un caso perso Cora – San”.
 
 
Il passato di Law, come avete visto non è molto simile a quello del manga. Qui le malattie non c’ entrano nulla. Ho deciso di rendere i medici dei bastardi come nella storia originale. Lo trattano male perché pensano che sia figlio di un assassino. 
Spero ancora che vi sia piaciuto.
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Eccoci arrivati al penultimo capitolo.
Ringrazio nuovamente  Elly_Chan18 per aver recensito il secondo capitolo e per avere messo la storia nelle preferite.
A seguire Cola23 e  ale09 per aver aggiunto la mia storia tra le preferite e quelle seguite.
Buona lettura.
 
LadyGio99

 
I giorni passavano e Corazon non saltava mai un giorno di lavoro per lasciare Law in quella lurida stanza vuota. I due si incontravano tutti i pomeriggi e rimanevano a parlare per ore e ore fino a che non calava la sera.
L’ uomo aveva raccontato al piccolo tutte le sue esperienze per mare e Law ne rimaneva incantato. Al bambino era sempre piaciuto il mare, era una delle sue più grandi passioni insieme alla anatomia. “Era pericoloso il lavoro del marine Cora- San?” gli domandò il bambino “Beh” rispose l’ uomo ispirando il fumo della sigaretta, altra cosa vantaggiosa per l’ uomo era che poteva fumare tranquillamente nella stanza senza a problemi visto che i medici entravano raramente “Si devono affrontare dei rischi, ma io me la sono sempre cavata grazie al cielo” “Ti piaceva?” “Non tanto” disse scuotendo la testa per poi passare alla tazza di the fumante che si era preparato.
Law non sapeva ancora molte cose su Corazon, per questo non si aspettava che non appena l’ uomo toccò con la lingua la bevanda bollente la sputò tutta su di lui.
Il bambino si ritrovò bagnato fradicio “E’ bollente santo cielo” si lamentò il biondo cacciando fuori la lingua come un cane per farle prendere aria fresca.
“Non posso crederci!” fece Law pulendosi la maglia con un fazzoletto nonostante non faceva miracoli “Come si può essere così idioti? Me lo spieghi? Nemmeno un neonato fa tutto questo macello” “Mi..mi dispiace Law” si scusò l’ uomo mentre con una mano faceva vento alla lingua bruciata “Ma che ci posso fare se ho la lingua ‘sensibile’?” "Tu sei un tipo strano " affermò Law "Ti ringrazio per la tua sincerità " rispose ironicamente l'uomo facendo l'occhiolino al bambino.
“No no. Dico sul serio insomma quale idiota si…cof..coff” il volto di Corazon si posò sul faccino di Law, notando che era molto pallido. “Ti senti bene” chiese avvicinandosi di più a Law per ispezionarlo meglio “Cora – San io mi sento bene” disse, ma il biondo non era per niente convinto.
La pelle del bambino era pallida, la voce bassa e il respiro affannato.
Posò una mano sulla fronte di Law e i suoi occhi color nocciola si spalancarono per lo stupore “Accidenti” esclamò “Hai la febbre!” comunicò alla fine l’ uomo che subito ordinò a Trafalgar di mettersi sotto le coperte e di non muoversi dall’ letto per nessun motivo al mondo.
Ancora una volta Law si stupì per il comportamento di Corazon, il quale, non appena si era accorto della febbre si era subito precipitato fuori per cercare qualche rimedio.
A causa del suo passato, il bambino, aveva un carattere diverso rispetto ai suoi coetanei. Giocare e divertirsi non era nei suoi interessi, non riusciva nemmeno a affezionarsi velocemente a una persona. Ma con Cora – San tutto era diverso. Era da due settimane che loro due passavano interi pomeriggi insieme, erano bastati solo dei giorni per conoscersi fino in fondo e scoprire sempre nuove cose sull’ altro. Orami Law non poteva più nasconderlo a se stesso. Voleva bene a Cora – San. Era l’ unica persona che gli  era stata vicino nell’ ultimo periodo e per di più, era diventato la sua famiglia. La paura che lo affliggeva nell’ ultimo periodo era il fatto di non poterlo più rivedere e di rimanere solo ancora una volta.
Da quando i suoi genitori erano morti, Law faceva fatica a fidarsi degli altri, ma con Cora – San , era stato tutto diverso. In lui aveva visto dopo tutto questo tempo un briciolo di umanità, era una persona di cui ci si poteva tranquillamente fidare, una persona come quelle che ti tendono la mano, la stringono e non la lasciano mai.
Quando poi, Corazon rientrò nella stanza, Law non poté notare la sua agitazione, e non riusciva a credere che era preoccupato per lui.
‘Quindi per te valgo qualcosa….’ Pensò.
Notò che Cora – San, oltre alle medicine portava uno strano mantello di piume viola  “Che cos’è?” domandò Law “È mio” gli rispose mentre era indaffarato a preparare la medicina “È un mantello di piume” “Ribadisco: Tu sei strano. Fuori c’è il sole e tu ti porti un mantello di più. Che tra l’ altro fammelo dire: Lo trovo orribile. Ma che sei un uccello” “Sei sempre molto gentile Law. Per te può anche essere orribile, ma per me ha un grande significato.
Lo fece nostra madre, uno per me e uno per Doffy in un periodo dove faceva molto freddo” “Chi è Doffy?” lo interruppe il piccolo Law e Corazon subito mutò.
Chi era questo Doffy? Semplice suo fratello. Naturalmente non era il suo vero nome, ma un semplice nomignolo che Cora – San gli aveva attribuito con simpatia. Inizialmente, quando era piccolo, Doflamingo era il suo eroe, ma dopo tutte le disgrazie che i due fratelli avevano dovuto subire, si era trasformato in un mostro.
Ora era un pericoloso criminale, uccide per piacere, o forse per vendetta.
Mentire a Law era l’ ultima cosa che il biondo voleva fare, ma non voleva parlare a Trafalgar di suo fratello, si vergognava di avere una persona in quel modo e non capiva il perché l’ animo di Doflamingo si era riempito d’odio mentre il suo era rimasto buono.
Il bambino intanto continuava a guardarlo impaziente di una risposta. Se gli avrebbe mentito, Law avrebbe voluto sapere di più e questo voleva dire creare una lunga fila di bugie.
Prese la decisione giusta e finì per dire la verità.
“Lui è mio fratello” “Hai un fratello?” chiese Law stupito per poi scoppiare a ridere e darsi un leggero schiaffo in fronte “Dovevo arrivarci prima! Anche questo è un nome ridicolo, perché non ho subito capito che eravate fratelli? In ogni caso, dove è adesso?” “Non lo so” si limitò a dire Corazon come modo per tagliare corto e non ritoccare più l’ argomento “Io e lui non ci vediamo da molto tempo”.
Il bambino ne rimase deluso, si aspettava una descrizione da parte di Corazon su questo Doffy invece…nulla. L’ uomo gli mise la pelliccia di piume sul suo corpo e lo sistemò per farlo stare più comodo. Il bambino tuttavia, continuò a guardarlo male, deluso per non averlo informato su suo fratello, odiava il fatto che la gente gli teneva i segreti e questo da parte di Cora - San non se lo aspettava.
"Forza Law , prendi la medicina" gli disse il biondo porgendogli un bicchiere di plastica che conteneva un liquido denso dalla puzza nauseante: lo sciroppo. L’ odore disgustò così tanto Law che rifiutò di berlo “Non pensare che io ingoia questa…cosa…” “Law!” esclamò Cora – San “Non essere stupido! Vuoi forse morire!” “Morire…” sbraitò il bambino “Non ti sembra di esagerare!”.
Improvvisamente il bambino avvertì due dita chiudergli il naso impedendogli di respirare. Era tutto chiaro, Corazon stava giocando sporco e gli aveva tappato il naso per costringerlo a aprire la bocca.
Law tentò di opporsi ma il suo tentativo fallì miseramente, alla fine, per necessità d’ aria fu costretto a aprire bocca per prendere aria, a quel punto un liquido disgustoso si intrufolò nella sua bocca e scese nella sua gola.
Finita la missione, Corazon lo lasciò andare e il bambino lo guardò male.
Il suo sguardo era talmente pieno di cattiveria e dentro di se il biondo tremò, quel bambino in qualche modo gliela avrebbe fatto pagare. Ma per fortuna, aveva la sua arma segreta.
“Ehi Law!” disse improvvisamente “Vuoi vedere un trucco di magia” lo sguardo del piccolo era indifferente ma Corazon non si arrese “Lo prendo come un si…guarda..adesso schiocco le dita, faccio cadere a terra questo bicchiere di vetro e tu non sentirai il rumore dell’ oggetto che si rompe. Guarda qui..tre..due..uno..” l’uomo procedette subito con la sua missione ma le cose non andarono come sperava, infatti il bicchiere di vetro si ruppe in mille pezzi non appena toccò terra.
L'uomo guardò i cocci pietrificato cercando di capire che cosa era andato storto, ritentò il suo trucco diverse volte ma fallì tutte le volte. Alla fine Law perse la pazienza, voleva bene a Cora - San ma a un certo punto diventava insopportabile. "La pianti" ordinò il bambino esausto di vedere magia che non funzionava “Invece di pensare a questo inutile trucco di magia, pensa a pulire il disastro che hai fatto stupido!” “Certo sua altezza” lo prese in giro Corazon mentre buttava i pezzi di vetro nel cestino “Senti la prossima volta non farmi vedere queste cose, mi fanno venire il volta stomaco” “Io volevo solo essere carino con te” si giustificò il biondo “Che torto ti ho fatto?? La medicina?” “Lascia perdere…” concluse il bambino sdraiandosi comodamente sul suo lettino pronto a addormentarsi, non prima che Corazon lo fermò, obbligandolo a guardarlo negli occhi “Se c’è qualcosa che non va puoi dirmelo, non ti mangio sai…” “Niente Cora – San. È solo che…non so cosa mi succederà non appena uscirò da qui. Forse finirò in un orfanotrofio”.
Orfanotrofio? Dannazione. Non aveva tenuto conto di questo particolare.
Gli era impossibile immaginarsi Law in un orfanotrofio. Forse perché…non voleva perderlo? Il biondo si ritrovò a combattere con questo quesito finché non trovò la risposta.
Non voleva perderlo. Quel bambino era la luce dei suoi occhi. Negli ultimi giorni Law era riuscito a tenergli compagnia nonostante il suo carattere duro e poco educato.
Ma gli voleva bene, in qualche modo si era affezionato a quel bambino e come era possibile, non sapeva spiegarlo.
Ma ormai aveva le idee chiare. Non avrebbe permesso a nessuno di portargli via Law. “Non ti preoccupare” disse attirando l’ attenzione del bambino “Che cosa?” “Tu vuoi andare all’ orfanotrofio?” “Non ci penso nemmeno” “Allora non ci andrai, abbiamo fatto un patto vero?” “Si” affermò il bambino illuminato “Bene. Questo vuol dire che non ti muoverai da qui senza di me”.
Law accennò un sorriso.
E nella stanza risuonò un Dammi il cinque.
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ed eccoci arrivati alla fine di questa storia.
Ringrazio Cola23, Elly_Chan18 e ale90.
Ringrazio vivamente chi ha letto la storia. Significa veramente tanto per me.
Spero che la fiction vi sia piaciuta.
Buona lettura.
LadyGio99

 


Con il passare dei giorni, Corazon, con il pensiero di prendersi cura di Law e di rimetterlo in salute al più presto, si ritrovò a trascorrere molto più tempo con il bambino che ormai lo accoglieva sempre a braccia aperte.
Il loro rapporto cresceva sempre di più nonostante entrambi, avevano l’abitudine di nascondere agli occhi dell’ altro le loro emozioni. Ma non potevano farci nulla.
Law non era un bambino espressivo e Corazon aveva paura di dire la sua.
L’ orso di peluche e il capello erano diventati molto cari al bambino come oggetti, e come se non bastava, Cora – San aveva regalato a Law una nuova maglia, gialla e nera con un grande stampo al centro che raffigurava uno smile. Anche se non lo aveva detto direttamente, il piccolo adorava tantissimo quella maglia, non perché gli piaceva la faccina sorridente o il tipo di indumento, ma perché era stata una persona speciale a regalarglielo.
Erano tutti e due felici e le buone notizie (come le ustioni di Law che stavano guarendo) non tardavano a arrivare ogni giorno. Tutto sembrava procedere per il meglio e per il bambino e l’ uomo che dopo tanto tempo di sofferenze, le cose sembravano ristabilirsi.
Ma l’allegria non durò per molto.
Un pomeriggio infatti, Cora – San non si presentò al suo solito appuntamento con Law. Il bambino rimase a aspettarlo per molto tempo, senza perdere di vista le lancette dell’ orologio muoversi. Trafalgar aspettò in vano ma Corazon non si fece vivo.
Nemmeno nei giorni successivi.
Fu un duro colpo per il piccolo Law, si rese conto di essere stato di nuovo abbandonato e questa volta, le possibilità che qualcun’ altro si sarebbe avvicinato a lui erano veramente poche. Come era stato così cieco!. Come diavolo gli era passata per la testa l’ idea che poteva credere in qualcuno, di sentirsi amato. Law cercò di scacciare dalla mente i brutti pensieri e cercò di prendere sonno, ma anche durante la notte, fu assalito da infinite nostalgie ripensando ai momenti che aveva passato con Cora – San e le sue angosce verso il futuro.
Solo dopo, si convinse che l’ unico modo per tornare ‘forte’ come prima era di dimenticarsi di Corazon, ormai per lui quell’ uomo non valeva più nulla, lo aveva tradito. Al diavolo quello stupido patto.
“Ti odio” furono le parole che uscirono dalla bocca di Law, non gli importava se era solo oppure se parlare da soli era da idioti, ma aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo e con quel ti odio aveva liberato un macigno pesante dentro di lui.
Il bambino riuscì in seguito a prendere sonno cercando di dimenticarsi Corazon. Non gli importava più nulla di lui ormai, era solo una persona come le altre, uguale a cento mila.
Il giorno seguente, Trafalgar non ricevette un risveglio piacevole. A toglierli il sonno infatti fu il suono insopportabile e acuto dell’ ambulanza che rientrava nell’ ospedale e il rumore del carrello che passava velocemente e rimbombava nei corridoi semi vuoti dell’ edificio.
Il bambino sentì tutto, e con il suo udito cercò di ascoltare tutti i rumori che si frapponevano tra di loro cercando anche di distinguerli. Avvertì la barella passare proprio davanti la sua stanza dopo un brusco rumore che lo aveva fatto saltare per lo spavento e attraverso il vetro, non poté fare a meno di notare un gruppo di medici indaffarati che parlavano fra di loro, così forte che riusciva a sentirli. Forse era successo una disgrazia a un povero malcapitato.
Visto che fare il medico, era uno dei sogni di Law, il bambino moriva dalla voglia di andare a vedere cosa stava succedendo e non gli interessava se i medici gli avrebbero risposto male. Anzi, aumentava la sua determinazione. Ma non poté fare a meno di saltare giù dal letto non appena alle sue orecchie arrivò il nome: Donquijote Rocinante . Alias Corazon.
 
Il bambino non perse tempo e si catapultò sui medici “Che cosa succede?” gridò preso dal panico “Che fai tu in piedi” lo rimproverò un medico “Torna nel tuo letto!!” “Sta zitto e rispondi alla mia domanda!” ordinò Law senza farsi intimorire “L’ uomo sulla barella.. chi è? Come si chiama?” “Non sono affari che ti riguardano!!” continuò il medico che iniziava a perdere la pazienza.
Con la punta dell’ occhio Trafalgar vide il carello e notò che non era andato molto lontano, doveva raggiungerlo prima che entrava in stanza. Corse il più veloce  che poteva mentre i medici lo inseguivano, quando lo raggiunse, notò una mano che penzolava dal lettino in movimento, una maglia a cuori, i capelli color grano.
“CORA – SAN” urlò così forte che tutto l’ ospedale lo sentì. C’ era veramente Corazon su quell’ lettino, i medici non stavano mentendo.
“Cora – San! Cora – San! Ti prego rispondimi!” “Togliti di mezzo” gli fece un medico in modo cattivo “Dobbiamo medicare questo paziente!” “No. Non me ne vado” improvvisamente sentì un dottore afferrarlo e sollevarlo.
Nonostante il piccolo provò a ribellarsi, non ci riuscì e finì per esaurire le forze e l’ uomo vinse, così finì per riportarlo nella sua stanza dove questa volta lo chiuse a chiave per non farlo uscire. Il bambino rimase a dare calci e pugni alla porta per più di un’ ora, finendo così, a terra stremato con le nocche rosse e spellate assieme alle mani doloranti per i colpi forti che aveva dato.
Si accasciò a terra, con la schiena appoggiata alla tavola di legno con le ginocchia al petto pensando a Corazon. Era evidente che quell’ uomo sulla barella era lui. Ma perché era lì? Che cosa ci faceva?.
La si ritrovò tormentato da milioni di domande a cui non sapeva dare risposta che gironzolavano senza sosta nella sua testa. Law temeva il peggio e iniziò a maledirsi per aver pensato male di quell’ uomo. Se era mancato per diversi giorni, non era detto che l’ odiava e che non voleva più vederlo, ma forse, aveva avuto un imprevisto che lo aveva tenuto lontano da lui.
Non riusciva più a togliersi dalla testa Cora – San insanguinato.
Il suo cuore non si fermava.
Le sue paure non passavano affatto.
Solo qualche giorno più tardi Law tirò un respiro di sollievo. Un medico entrò nella sua stanza e lo invitò a seguirlo. “Dove andiamo?” domandò “Una persona vuole vederti” rispose l’ uomo senza nemmeno guardarlo.
Non appena il bambino seppe la notizia, l’ unica persona che apparve nella mente di Law era solo una: Corazon. Trafalgar, senza nemmeno pensarci due volte scansò di torno il medico che occupava il piccolo corridoio ignorando i suoi urli che rimbombavano nell’ ospedale e raggiunse la sala dove si trovava il clown.
Lo trovò immerso sotto delle coperte bianche, avvolto da diversi tubicini che si infilavano nella bocca e gli coprivano il viso. Accanto a lui c’era una strana macchina che Law non aveva mai visto ma che emetteva dei suoni insopportabili. Bip – bip, simile a quello di una sveglia.
Si avvicinò a lui molto lentamente, temendo di poterlo svegliare.
“Ehi” disse a bassa voce “Cora…sono io..Law”. Nessuna risposta.
Notò che il letto dove si trovava Cora – San era troppo alto per lui, così si limitò a afferrargli una mano che penzolava fuori dal lettino. Si limitò a tenerla stretta sperando che poteva sentire il suo tocco e di vederlo riaprire gli occhi. Ad un tratto, sentì le dita che aveva nella stretta muoversi. Prima una volta, dopo due, fino a che non sentì una voce dire il suo nome. Emetteva un suono debole ma molto chiaro “Law”. Il bambino spalancò gli occhi. Non riusciva a crederci, aveva detto il suo nome. “Cora – San!!” esclamò il bambino mettendosi sulle punta per cercare di vedere meglio l’ uomo “Cora – San! Cora – San!” continuava a chiamarlo.
 
Prese un piccolo sgabello che si trovava in un angolo della stanza e ci salì sopra per rivedere il amico. Non appena il biondo vide il faccino sorridente ma altrettanto coperto dalle lacrime, un sorriso gli scappò. Uno puro e semplice, uno bellissimo che ricordava quello di un clown nonostante non era truccato.
“Ehi campione” lo salutò “perché stai piangendo?”.
Law non riuscì a trattenersi e iniziò a piangere più forte mentre una mano debole si posava sul suo capello  "Cora-San! Dannato idiota dove ti sei andato a cacciare?! " "Mi dispiace Law" fu quello che riuscì a dire "Mi dispiace se ti ho lasciato solo per tutti questi giorni,  ma avevo un conto in sospeso con mio fratello " "Quello di cui mi avevi parlato l'altra volta? " "Si proprio lui. Non volevo dirtelo ma lui... è un criminale molto ricercato.
Non lo rivedevo da molto tempo e il mio desiderio non poteva essere che questo visto che non lo consideravo più come la mia famiglia. Tuttavia,  quando sono venuto a sapere che si era spostato in una città non molto lontano da qui sono andato da lui perché una voce dentro di me mi diceva che dovevo rincontrarlo e magari non giudicarlo per quello che era diventato.
Mi sono fidato di quella voce e sono andato da lui. Credevo che nel suo cuore poteva esserci un briciolo di bontà ma non era così. Allora mi sono messo d'accordo con la polizia e per un po' di tempo ho fatto l'infiltrato nel suo clan. Alla fine l'intento della polizia è riuscito e Doflamingo è stato arrestato. E qualche giorno fa,   mentre tornavo all'ospedale. Un uomo che a quanto pare faceva parte del clan di mio fratello mi ha sparato.
Ed ecco come sono finito qui.
Law perdonami.
Scusami se non sono più venuto e ti ho lasciato solo. Scusami se non ti ho parlato di mio fratello,  ma come ti ho detto,  mi vergono a possedere il suo sangue".
"Sai cosa me ne frega delle tue assenze Cora - San? " disse Trafalgar mentre le lacrime gli sgorgavano dagli occhi e del muco abbondante gli usciva dalle narici "Io non voglio che tu muoia!  Me lo prometti che vivrai? ".
Per un attimo il biondo chiuse gli occhi e fece un respiro profondo,  il bambino temette il peggio,  ma per fortuna,  era ancora vivo "Non posso prometterti niente " gli rispose il clown con molta difficoltà nel pronunciare le parole "Che diavolo significa? " "In questo momento sto combattendo tra la vita e la morte.
Questa volta non so se riuscirò a cavarmela " "No Cora - San!! " protestò Law "Tu non puoi morire. Io altrimenti resterò solo e poi non so cosa dovrò fare!!". Improvvisamente Corazon con tutta la forza che aveva strinse la manina del bambino "Non dire così. Che fine ha fatto il bambino forte che ho incontrato la prima volta? Ascolta... se io dovessi morire,  ti prego,  non perdere il tuo carattere e la tua forza di volontà. Segui i tuoi sogni,  sii sempre libero e non farti comandare da nessuno. Tu sei padrone di te stesso. Promettimelo va bene ".
In quel momento la porta si aprì e apparve un medico che ordinò al piccolo Law di lasciare il paziente riposare "No" urlò il bambino "Io non ho alcuna intenzione di lasciare Cora - San!! " "Fa come ti dice" disse il biondo pacato,  forse derivante dalla sua debolezza.
A lui,  Law diede ascolto. A malincuore lasciò la stanza,  sperando che in seguito,  le loro strade si sarebbero rincrociate.
Molti giorni si susseguirono dopo l'ultima visita che Cora - San aveva fatto a Law.
E lui non tornava.
Nessuno entrava e gli dava le notizie di Corazon. Non passava giorno in cui pensava a lui e la sua salute.
Ma un giorno,  quando era mezzo addormentato sentì la porta aprirsi e una voce famigliare chiamarlo per nome. Il bambino si voltò subito "Cora-San!! " gridò buttandosi su di lui.
Lo trovò pieno di fasciature e si reggeva in piedi a malapena grazie a delle stampelle.
“Visto?” disse facendogli l’ occhiolino “Te lo avevo detto. Non puoi dire che non mantengo le promesse” “Su questo è sicuro”. Finalmente si sentirono veramente uniti e Corazon gli propose di andare a vivere con lui. Il piccolo ovviamente accettò.
Fu la prima volta che Corazon vide sorridere veramente Law.
E il bambino rimase convinto che il sorriso di Cora – San era il più bello.

 


FINE

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3429425