Echi di LonelyWolf88 (/viewuser.php?uid=160612)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' stato solo un incidente ***
Capitolo 2: *** Solstizio D'Estate ***
Capitolo 3: *** Tuffo nel passato ***
Capitolo 4: *** Rimpianti & Rimorsi ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 1 *** E' stato solo un incidente ***
echoes capitolo due
Salve a tutti!! è la prima volta che posto qualcosa qui su EFP e
Per prima cosa ci tengo a
specificare che in questo caso il mio sarà solo un lavoro di
traduzione dall'inglese all'italiano.
L'autrice di questa splendida
fan fiction si chiama LouBlue e se ve la cavate con l'inglese potete
andare a leggere il suo lavoro in lingua originale su fan fiction.net
oppure direttamente da questo link
"http://www.fanfiction.net/s/8872636/1/Echoes"
Ve la consiglio vivamente anche in lingua originale in quanto un po di magia si perde nella traduzione..
Vi lascio il primo capitolo
sperando che vi piaccia almeno tanto quanto è piaciuta a me e
aspetto di sapere che ve ne pare mentre mi occupo della traduzione
degli altri (non è cosi semplice!!)
Il mio intento è quello di rendere giustizia alla coppia di Daryl e Carol
traducendo o anche scrivendo in
prima persona (ehm...) tutte le storie possibili e immaginabili per i
fan qui presenti, per passare il tempo,per sognare,per tenerci
compagnia fino al prossimo Ottobre che si fa attendere con ansia..
Riporterò qualsiasi giudizio
e o parere all'autrice stessa oppure potete farlo direttamente voi
sempre seguendo lo stesso link di prima ,se avete dei consigli da darmi
non esitate.
Buona lettura!! XXX
Capitolo 1
Carol trascinò il piccone
lungo la striscia di terriccio sporco appena smossa,creando una linea
precisa e pulita per poter piantare i semi di lattuga.Il gruppo aveva
lavorato sodo per impadronirsi dell'area recintata della prigione e
adesso erano finalmente pronti per poter seminare un raccolto.Le
numerose spedizioni all'interno della città gli avevano
riforniti abbastanza bene di semi e utensili vari,adesso non restava
che piantare il tutto e sperare che crescesse qualcosa.Una fonte
alimentare sostenibile era vitale se avevano intenzione di avere
qualche possibilità di sopravvivenza a lungo termine nella
relativa sicurezza che offriva loro la prigione.Carol finì di
sistemare la prima fila e si spostò alla successiva.Stava
lavorando ormai da ore e avrebbe avuto un sacco da mostrare più
tardi , grazie al suo duro lavoro.Era una bella sensazione quella di
potersi adoperare per ottenere un cambiamento in positivo.La sua vita
ruotava ormai da così tanto tempo attorno alla morte, che era un
sollievo finalmente poter fare qualcosa che incoraggiasse la
vita,invece di doverle porre sempre fine.Si asciugò il sudore
sulla fronte con il dorso della mano e continuò il suo
lavoro.Poteva sentire il suo sguardo su di lei anche in lontananza ,
mentre lavorava tranquillamente.
Poteva sentire i suoi occhi
osservarla in ogni momento.Era stato lo stesso con Ed.Anche se le
sensazioni erano completamente diverse.Carol era abituata a sentire lo
sguardo minaccioso di suo marito su di lei senza avere nemmeno bisogno
di guardare per poterne avere conferma.Poteva sentire la sua rabbia e
la sua violenza , viaggiare attraverso una stanza affollata,trovarla,e
chiederle assoluta obbedienza altrimenti ci sarebbe stato l'inferno da
pagare. Ci sarebbe stato l'inferno in ogni caso.Non c'era stato
verso,nessun modo in cui poter riuscire a placare Ed Peletier , c'era
un vuoto immenso nel profondo della sua anima , qualcosa che forse
aveva sperato che Carol e Sophia potessero riempire , ma non sarebbero
mai state in grado di farlo.Carol aveva imparato ad odiare la
sensazione di sentirsi sempre osservata,di essere giudicata e di non
essere mai ritenuta all'altezza.La sua pelle rabbrividiva e tutto
quello che desiderava era di potersi annullare,di poter sparire dentro
se stessa in modo che nessuno potesse più trovarla,men che meno
Ed.
Ma con Daryl era diverso.
Lo sguardo di Daryl non le aveva
mai trasmesso la sensazione che pretendesse qualcosa da lei, non era
mai stato invadente.L'idea che lui fosse sopra il bus rovesciato,di
guardia per assicurarsi che nessuno dei vaganti riuscisse a sfondare e
oltrepassare in qualche modo il recinto,la faceva sentire sicura.Non
aveva bisogno di girarsi e controllare per sapere che lui era
là,l'aria rilassata mentre andava e indietro controllando il
perimetro,la balestra sulla spalla.Non aveva bisogno di voltarsi
nemmeno per sapere quando quello stesso sguardo blu si soffermava
brevemente su di lei , prima di ritornare alla recinzione.Non era
sicura di quando fosse successo esattamente, ma sapeva di essere
diventata il suo punto di riferimento all'interno del gruppo.Daryl
era parte integrante del gruppo adesso, ma lui e Carol erano per
primi un gruppo a sé.Era iniziato tutto con la ricerca di
Sophia,ma era stato solo dopo averla seppellita che qualcosa era
cambiato.Daryl aveva iniziato ad allontanarsi dal gruppo e Carol capiva
il perché.Per la prima volta si era occupato di qualcosa che non
era unicamente la sua sopravvivenza ed era accaduto il peggio.Daryl
voleva indietro i suoi spazi,in modo di non dover mai avere il bisogno
di fare i conti con il dolore e ancora peggio,con il dolore degli
altri,con il dolore di Carol,con il proprio.
Ma Carol non glielo permise.
Non avrebbe permesso a Daryl di allontanarsi dall'unica fonte di
conforto rimasta in questo mondo,il gruppo.Nessuno di loro era perfetto
e avevano già condiviso parecchie divergenze su diverse
questioni , ma adesso ognuno era per l'altro ciò che un tempo
avrebbero chiamato casa.L'unica rimasta.Tutto quello che contava per
lei in questo mondo l'aveva perso quando Sophia era morta e ora era
determinata a non voler perdere più nient'altro,non senza far
niente.Aveva combattuto per impedire a Daryl di scomparire dentro se
stesso e la sua determinazione l'aveva visto ritornare all'interno del
gruppo,stavolta pronto a stare nel mezzo e non sempre ai margini. Aveva
avuto la sensazione che prima di allora nessuno avesse mai combattuto
per lui in tutta la sua vita.Quel poco che sapeva dei suoi genitori era
che non gli era mai importato abbastanza del loro figlio e che non
l'avevano mai protetto così come un genitore è chiamato a
fare e aveva visto con i suoi stessi occhi la relazione con suo
fratello.Merle era convinto forse di essere l'unico a prendersi cura di
Daryl,ma lei la vedeva diversamente.Vedeva in Merle le stesse cose che
vedeva in suo marito.Erano uomini pieni di rabbia,violenti, che
pensavano sempre prima a se stessi e poi agli altri. Erano convinti di
essere leali e rivendicavano le loro azioni come quelle di un uomo che
protegge la propria famiglia,ma non era così.
Aveva combattuto affinché Daryl non si isolasse e lo aveva fatto
per se stessa,ma prima di tutto per lui e la sua determinazione aveva
lasciato un segno visibile su entrambi.Nessuno aveva mai combattuto per
lei prima d'ora e durante tutto questo orrore lei e Daryl erano giunti
a una comprensione silenziosa ma reciproca che sarebbero stati l'uno il
difensore dell'altro,si sarebbero guardati le spalle a vicenda,da tutti
anche da loro stessi.Carol non poté fare a meno di sorridere a
quel pensiero.Per tutta la vita si era sentita inutile,impotente e non
era mai riuscita a reagire.Era divertente il fatto che una persona
potesse cambiare la visione che hai sempre avuto di te stesso in
maniera così radicale.E a Carol piaceva pensare che aveva
restituito a Daryl questo favore.
''Sembra quasi che con un po di aiuto potresti cavartela''
Il suono della voce di Axel
riportò bruscamente Carol alla realtà che si voltò
velocemente nella direzione opposta alla quale era inginocchiata sul
terreno e alzò lo sguardo verso l'uomo , infastidita per il
fatto che fosse riuscito ad avvicinarsi così silenziosamente a
lei.Aveva imparato a mantenere uno stato di iper-vigilanza l'anno
scorso e il pensiero di avere abbassato così facilmente la
guardia la turbava.
Axel si infilò le mani nelle tasche della sua tuta logora ''Mi dispiace,non volevo spaventarti''
''Non l'hai fatto'' rispose con calma,tornando al suo lavoro.
Axel si accovacciò accanto a lei ''Ti posso dare una mano,se
vuoi.Me la cavo abbastanza bene con le piante.Ero solito coltivarmi
della roba da solo,tempo fa''
Carol era consapevole del fatto che adesso avevano tutta l'attenzione
di Daryl.Sollevò lo sguardo nella sua direzione e vide che
osservava lei e Axel con un'espressione scocciata sul volto.Carol
capì,nessuno di loro era completamente a suo agio in compagnia
dei nuovi arrivati.Erano sempre stati un gruppo ristretto,ne avevano
passate tante insieme,talmente tante che ora era difficile permettere a
qualcun'altro di avvicinarsi.La fiducia era una merce troppo rara e
preziosa per essere data via così facilmente.Lei era stata
diffidente come tutti gli altri , ma doveva ammettere che non aveva
scorto nulla di cui potersi preoccupare in Axel.Era solo ansioso di
compiacere e forse un po irritante,ma questo non era un reato.
''lasciami indovinare'' disse ironicamente ''agricoltura casalinga,giusto?''
''è pur sempre una pianta'' disse Axel in sua difesa.
''mmh'' rispose carol non commentando ulteriormente.
Axel afferrò il forcone desideroso di poter aiutare,nonostante
la mancanza di entusiasmo di Carol ''smuovo un po di terreno per te''.
Carol smise di concentrarsi sul suo lavoro e lo fissò ''davvero,non ho bisogno di aiuto''
Axel sorrise e i suoi baffi si inclinarono verso l'alto in un piccolo
movimento ''Credo che tutti abbiano bisogno di un po di aiuto''
Carol scosse la testa e ridacchiò ''Suppongo che sia vero''
Axel rivolse il forcone verso un pezzo di roccia che si intravedeva
all'interno di una delle file appena smosse ''guarda,qui ci sono ancora
delle pietre''
Carol iniziò a tirare fuori la roccia proprio mentre Axel fece
la stessa identica cosa,solo che lui stava usando il forcone.Ci
fu un urlo e Carol ritirò velocemente la mano quando il
dolore la scosse all'improvviso.Cerco di mettersi in piedi ma era stata
in quella posizione accovacciata così a lungo che perse
l'equilibrio e si rovesciò su un fianco, stringendosi al petto
la mano sanguinante e palpitante.
Axel sembrava sorpreso ''Oh merda'' disse ansioso ''Mi dispiace così tanto..non volevo farlo''
''CAROL!!''
sentì Daryl gridare il suo nome mentre con la mano sano cercò di stringere l'altra
Axel era chino su di lei , la preoccupazione dipinta lungo tutto il volto ''stai bene?è grave?''
Prima che riuscisse a rispondergli Axel fu scaraventato bruscamente
fuori dal suo campo visivo da Daryl che lo afferrò e lo
trascinò lontano da lei.
''Che diavolo hai fatto?'' urlò a Axel ''Sta lontano da lei!''
Carol guardò verso la recinzione dove alcuni vaganti si erano
già radunati al sentore del sangue fresco e delle urla.
Axel si portò le mani di fronte al viso , con un'espressione
confusa mentre stava disteso a terra ''è stato un
incidente,amico.Ti giuro che non volevo farlo''
Daryl ebbe un guizzo violento nella sua direzione e Axel spaventandosi
si raggomitolò in una posizione fetale.Daryl fece un suono
disgustato e si inginocchiò di fronte a lei ''che cosa è
successo?'' chiese con urgenza ''che ha fatto?'' strinse le dita
attorno al suo polso e tirò delicatamente verso di lui,volendo
vedere il danno con i suoi stessi occhi.
Carol trattene una smorfia mentre lasciò cautamente distendere
le dita della mano colpita.Il sangue aveva macchiato l'esterno del
guanto da giardinaggio.
Daryl scoccò uno sguardo infuriato ad Axel ''Figlio di puttana!''
''è stato solo un incidente'' si lamentò Axel ''non volevo fare niente di male''
''è stato un incidente'' confermò Carol mentre si
malediceva per la sua disattenzione.Con una smorfia aggiunse ''Sono
stata così stupida. è la mano destra,potrei non essere in
grado di sparare con precisione per giorni'' era tutto quello che
riusciva a pensare.La sua mancanza di attenzione avrebbe reso tutto il
gruppo più debole.
''Non penso che sia tu a essere la stupida qui'' disse Daryl ,
rivolgendo un'altra occhiata di disprezzo a Axel.La sua attenzione
tornò velocemente su Carol ''Dobbiamo provare a togliere questo
guanto per riuscire a vedere meglio''
''si,lo so'' lamentò Carol.Strinse i denti e non si
lamentò mentre Daryl sfilava lentamente il guanto.Carol lo
guardò,la sua espressione concentrata mentre cercava di non
farla soffrire ulteriormente e fu di nuovo rapita dai molteplici lati
di quest'uomo.Guardandolo dall'esterno qualsiasi persona avrebbe potuto
pensare di star guardando un rabbioso e violento villano,e anche se
sicuramente Daryl sapeva difendere bene questo suo lato,Carol sapeva
che c'era molto di più in lui.Era capace di una grande tenerezza
che il suo aspetto esteriore nascondeva.Guardandolo mentre reggeva
Judith o anche adesso ,mentre esaminava accuratamente la sua mano
sanguinante,Daryl poteva definitivamente essere gentile quando lo
desiderava.
L'espressione di Daryl si rabbuiò mentre dava uno sguardo
attento alla sua mano. ''è profondo'' disse
infelicemente,esaminando la ferita da entrambi i lati della mano,
proprio tra il pollice e l'indice.
Carol emise un suono frustrato ''Non possiamo fare a meno di utilizzare
i bendaggi'' disse sconsolata e ancora più in collera con se
stessa ''Accidenti.''
''Sta ancora sanguinando'' si alzò in piedi e si protese per
darle una mano a rialzarsi ''andiamo,dobbiamo portarti da Hershel''
Carol scosse la testa ''Posso farcela da sola'' girò la testa
verso la recinzione ''devi tornare di guardia''.L'espressione di Daryl
si indurì,ovviamente non soddisfatto della sua risoluzione ma
Carol sapeva che la sicurezza del gruppo era più importante
'''vai pure,starò bene''.
''Ti accompagno io'' disse Axel,mentre si rialzava da terra cercando nuovamente di rendersi utile.
''Stai lontano da lei!!'' gridò Daryl con rabbia.
Carol scosse leggermente la testa verso Axel, cercando di fargli capire
che non era il caso.Guardò nuovamente verso Daryl e sorrise
rassicurandolo ''Sto bene.Ritornerò tra pochi minuti,una volta
che mi sarò ripulita''.Sentì il suo sguardo su di lei
mentre si allontanava, sentiva la sua preoccupazione mentre attendeva che
arrivasse al sicuro all'interno della prigione.I vaganti ringhiarono
attraverso la recinzione nella sua direzione attirati dall'odore del
sangue che grondava dalla sua mano.Ci sarebbe mai stato in questo nuovo
mondo un giorno in cui qualcuno di loro non stesse sanguinando da una
nuova ferita?..fantasticò esasperata
Probabilmente no.
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Capitolo 2 *** Solstizio D'Estate ***
echoes capitolo due
Dedico questo capitolo alla mia cara compagna di ship Silvia come simbolico regalo di compleanno,ancora Auguri!!
E grazie per aver apprezzato e commentato con me i capitoli finora pubblicati..ci vediamo al prossimo XXX
Capitolo 2
''Ecco fatto'' disse Hershel , tagliando i punti di sutura ''così dovrebbe reggere''
Carol sorrise con gratitudine ,
ancora un po scossa per il dolore della procedura.Mettere i punti senza
nessun antidolorifico non era per niente divertente,ma aveva
sopportato di peggio.
''Grazie.Non pensavo che sarebbero serviti dei punti''
''E' una ferita bella profonda
e in un punto difficile perché possa guarire velocemente'
Hershel la ammonì ''E' sempre in movimento.I punti interni
e quelli esterni dovrebbero tenerla al sicuro in modo che possa guarire
definitivamente.L'ultima cosa che vogliamo è che tu prenda
un'infezione'
Rick,Oscar,Maggie e Glenn entrarono
nel blocco delle celle dopo aver finito di ripulire altre aree della
prigione dagli zombie.Rick andò immediatamente verso dove Carol
e Hershel erano seduti. ''Che cosa è successo?Stai bene,Carol?'
''Si,sto bene'' rispose Carol nel mentre che Hershel iniziava a bendarle la mano. ''E' stato solo uno stupido incidente''
''Com'è successo?' chiese Glenn , anche lui con un'aria preoccupata.
Carol rise ''Axel voleva aiutarmi con la semina ma invece ha finito per colpirmi con un forcone''
Rick non fu felice di sentire questa cosa ''Axel ti ha fatto questo?''
''Non intenzionalmente.Stava cercando di aiutarmi,ma non c'è riuscito''
Oscar sbuffo ''Si..il ragazzo è una vera calamita per gli incidenti..e beh..sapete,un idiota''
''Non è una gran bella
combinazione'' puntualizzò Hershel,mettendo da parte i
medicinali. Guardò Carol ''Controlleremo quella fasciatura
domani mattina.Va bene,ragazzina?'
Carol sorrise all'uomo dai capelli bianchi che era diventato così importante per lei ''Agli ordini,dottore''
''Oggi mi occuperò io del
tuo turno in lavanderia'' si offrì Maggie ''è meglio
tenere quella mano all'asciutto''
Carol si allungò per
stringere il braccio della giovane ragazza con la sua mano buona
''Sei gentile,Maggie.Ma ce la posso fare anche con una mano sola.Sono
un'esperta.Un paio di anni fa mi ruppi persino il polso e me
la cavai comunque benissimo'. Non era la precisa
verità,era stato Ed quello che le aveva rotto il
polso.Carol si rese conto che gli altri iniziarono a sospettare
qualcosa del genere,anche se nessuno di loro disse niente,e lei
apprezzò.Si alzò in piedi. 'Bene, quelle lattughe non si
pianteranno da sole'.
''No'' disse Rick irremovibile
''Non vogliamo che ti prenda qualche infezione scavando nella
terra,Carol'' le sorrise ''penso che sarai felice di occuparti di
Judy per un paio di giorni''
''Non ho bisogno di un baby sitter''
''Beh,bene'' continuò Rick ''mia figlia si invece'' la sua faccia si rilassò ''e lei adora sua zia Carol''
''Oh divertente,Rick'' disse Carol fingendo di accettare riluttante ''fai leva sui miei sentimenti''
le labbra di Rick si sollevarono in
un sorriso ''mi piace giocare sporco'' ammise ''è
così che funziona in questi giorni''
----------
Daryl continuava a camminare avanti
e indietro sulla cima del bus rovesciato,tenendo d'occhio i vaganti
alle recinzioni ma anche guardando regolarmente verso il cancello che
conduceva all'interno della prigione.
Carol aveva detto che sarebbe
tornata subito,perché diavolo ci stava mettendo così
tanto? Scoccò un'occhiata rabbiosa in direzione di Axel che
stava docilmente finendo di piantare il resto dei semi.
Axel sollevò lo
sguardo e si accorse che Daryl lo stava fissando ''Te l'ho
detto,amico'' gli disse ''è stato un incidente.Non intendevo
fare nessun male a Carol''
Daryl puntò incazzato il
dito contro di lui ''Ti ho detto di non parlare,idiota.Sei fortunato
che non ti abbia fatto saltare tutti i denti''
''Se vuoi,andrò a scusarmi con lei un'altra volta'' rispose Axel desideroso di rimediare in qualche modo.
''Quello che voglio che tu faccia
è che chiuda quella cazzo di bocca e se dovessi vederti
nuovamente a cento metri da lei o anche solo se ti dovessi
sentire ripetere nuovamente il suo nome,penso che darò qualcosa
da mangiare ai nostri amichetti là fuori'' Guardò
incredulo Axel smettere di lavorare a avvicinarsi a lui.Questo ragazzo
non riusciva a prendere un consiglio per buono,anche se questo
consiglio gli fosse stato ficcato giù per la gola.
Axel allungò il collo e tornò a rivolgersi a lui ''Beh,voi due state uscendo insieme o cosa?''
''Che??' rispose Daryl duramente.La
domanda era così ridicola per più di un motivo.Erano nel
bel mezzo di un'apocalisse zombie,sopravvivere era l'unica cosa per il
quale trovavano del tempo.
''Tu e Carol' continuò Axel
,ignorando il pericolo in cui si stava per cacciare ''sembri essere
molto protettivo nei suoi confronti''
''Siamo tutti protettivi nei nostri
confronti' ringhiò ''specialmente quando degli stronzi ci
colpiscono con dei forconi''
''Lo sai che non è lesbica,vero?''
Daryl sbatté le palpebre e lo fissò incredulo
''Insomma,io gliel'ho chiesto e lei me l'ha detto''
che cazzo c'era di sbagliato in questo ragazzo? Daryl continuò a fissare Axel con un'espressione dura e indecifrabile
''è solo che se tra voi due
non c'è niente,pensavo di farmi avanti'' buttò li
casualmente ''non voglio pestare i piedi a nessuno ma è passato
un bel po di tempo da quando..beh..se capisci cosa intendo''
Daryl sollevò la balestra fino a inquadrare Axel all'interno del mirino
Axel sembrava confuso da quest'ultimo gesto aggressivo ''allora,c'è qualcosa tra voi..vuoi che mi faccia da parte?''
il dito di Daryl si strinse sul grilletto ,valutando la possibilità di sbarazzarsi di questo fastidioso spreco di spazio.
''Pensi di sparare a qualcuno,Daryl?''
Daryl non spostò lo sguardo
dal mirino e da Axel mentre rispondeva a Rick che gli aveva appena
raggiunti ''Si.Ci sto facendo un pensierino''
''Sono venuto a dirti che Carol sta bene''
''No,non sta bene'' rispose lui seccato ''grazie a Mr merda al posto del cervello qui'
''Di nuovo,sono veramente
dispiaciuto per quanto è successo' disse Axel velocemente.
Rivolse a Rick uno sguardo implorante ''ti prego non lasciare che mi
uccida,stavo solo cercando di dare una mano a Carol''
''Hey!Che cosa ti ho appena detto per quanto riguarda il pronunciare il suo nome?' sputò con rabbia Daryl
Axel fece una faccia confusa ''Beh,come vuoi che la chiami? Com'è il contrario di lesbica?Non-lesbica?Anti-lesbica?''
Daryl abbassò la balestra e
scosse la testa allibito ''Quanta erba ti sei
fumato,amico?Perché penso che nella tua testa non ci siano
rimasti nemmeno due neuroni a farsi compagnia a vicenda''
Rick si mise in mezzo ''Axel,perché non finisci di sistemare l'orto?''
Axel rivolse a Daryl uno sguardo ansioso ''non mi sparerai alle spalle non appena mi volterò,vero?'
''C'è solo un modo per scoprirlo'' rispose Daryl,con un'espressione imperturbabile.
Axel si voltò e con un'ultima occhiata terrorizzata a Daryl, si affrettò a tornare al lavoro.
Daryl lo guardò andare via ''dimmi perché ancora non l'abbiamo ucciso'' chiese rabbioso
''Abbiamo bisogno dei muscoli' disse Rick semplicemente ''siamo rimasti in pochi e la mancanza di T-dog si sta facendo sentire''
''Lui non è T-dog' sputò fuori Daryl tristemente
''No,non lo è..''
confermò Rick.Abbassò la testa ''sono venuto a
sostituirti.Hai bisogno di un po di riposo.Sei stato di guardia
per quasi tutta la notte''
''Sono apposto''
''Non era una proposta''
Daryl guardò in basso verso di lui ''Mi stai dando un ordine?''
''Vuoi costringermi a farlo?''
Daryl scosse le spalle e scese dal
bus fermandosi di fronte a lui ''Se mentre pulisci la tua
arma dovesse accidentalmente capitare che un colpo parta nella sua
direzione e gli faccia saltare via la testa,beh sappi che per me
non sarà un problema''
Rick sorrise ''Lo terrò a mente''
Daryl si sistemò la
balestra sulla spalla e si incamminò verso la
prigione,rivolgendo un'ultima occhiata minacciosa a Axel mentre lo
superava.L'altro uomo spostò velocemente lo sguardo e Daryl
sperava che lo stesse prendendo sul serio.Ne avevano passate
troppe,avevano combattuto con le unghie e con i denti per sopravvivere
e avrebbe preferito andare dritto all'inferno piuttosto che permettere
a qualche ritardato pezzo di merda di mettere tutto quanto a
rischio.Non era felice della decisione di Rick per quanto
riguardava il permettere a Oscar e Axel di far parte del loro
gruppo.Capiva il perché,ma questo non significava che doveva
piacergli l'idea.Daryl non si fidava di loro.Erano rimasti in pochi e
questo mondo aveva già abbastanza incertezze.Per la prima volta
nella sua vita,Daryl aveva delle persone che riteneva
importanti,all'infuori di suo fratello.Persone per cui avrebbe fatto
tutto ciò che era in suo potere per tenerle al sicuro.Non
avrebbe permesso a una coppia di poveri criminali di essere un
problema.Varcò l'ingresso della prigione e si incamminò
lungo i corridoi che portavano al blocco C dove dormivano.Entrò
e si guardò intorno.
''E' su con Judy'' disse Beth che stava preparando qualcosa da mangiare per cena.
Daryl la ringraziò con un
cenno della testa e salì gli scalini due alla
volta.Poggiò la balestra sul letto nella sua cella e andò
verso quella dove Rick dormiva con la piccola.Arrivò all'esterno
e mise la testa dentro per osservare Carol mentre dava da mangiare a
Judy ''Hey'' disse per avvisare del suo arrivo.Posò lo sguardo
sulla mano bendata e lo fece scorrere lungo tutta la sua figura.
Carol sollevò lo
sguardo e sorrise ''Hey''. Riabbassò lo sguardo mentre
guardava Judy poppare con piacere ''sono costretta a fare la babysitter
fino a nuovo ordine''
Daryl annuì,felice di sentirlo. ''Come va la mano?''
''Bene'' disse Carol impassibile
''ma penso che sarà la fine della mia carriera come pianista.E'
un peccato,ero stata ingaggiata per un tour europeo il mese prossimo''
guardò la mano bendata ''ma,a parte questo, Hershel pensa che
sopravvivrò' sollevò un sopracciglio e guardò
verso di lui ''Vedo che non ricoperto di sangue,posso dare per scontato
che Axel è ancora tutto intero?'
Daryl grugnì ''Per ora.''
Carol scosse la testa e tornò a concentrarsi sulla neonata ''E' innocuo.''
''Certo,ho solo immaginato lui che ti trafiggeva una mano con un forcone''
Carol proruppe in una risatina . ''D'accordo.Forse innocuo non è proprio la parola adatta a lui''
''Ce l'ho io una parola adatta a lui'' brontolò Daryl
''Non di fronte alla bambina.''
scherzò lei ''voglio che arrivi almeno a sei mesi prima di dover
sentire la sua prima parolaccia''
le labbra di Daryl si sollevarono
in un sorriso ''Sta andando in giro con la compagnia sbagliata se crede
che questo desiderio si possa avverare''
Carol rise ''penso proprio che tu abbia ragione''
Daryl annuì , e rassicurato dal fatto che Carol stesse bene si diresse nella sua cella per chiudere un attimo gli occhi.
----------
Il gruppo sedeva attorno alla mensa
comune,mangiando la cena,le uniche persone che mancavano all'appello
erano Oscar e Axel,poiché occupati con il loro turno di
guardia
''Indovinate che cosa è domani?'' disse Glenn mentre ingurgitava un boccone di scoiattolo
''Un altro giorno in paradiso?'' rispose cinicamente Rick
''No'' disse Glenn , senza scoraggiarsi , ''è il 21 giugno,solstizio d'estate''
Carol sollevò la testa
fissando sorpresa Glenn.''come fai a saperlo?'' Era stato troppo
faticoso tenere il conto dei giorni e dei mesi mentre cercavi di
combattere per la tua sopravvivenza un giorno si e l'altro pure.Il
gruppo cercava di mantenere una guida rozza basata sul fatto che
il tempo fosse caldo o freddo e così cercavano di stabilire una
vaga posizione sul calendario.
''Ci stavamo occupando degli zombie
e abbiamo trovato l'ufficio del guardiano'' disse Glenn preso dalla
conversazione. ''Aveva una di quelle sveglie-calendario,sapete,di
quelle che vanno a batterie e funzionava ancora''
''Quelle batterie faranno una
brutta fine'' osservò Hershel ''continueremo a
lavorare,anche fino alla fine del mondo.''
''Già,peccato che non ci sia nessuno che possa comprarle'' disse Maggie ironicamente.
''Ricordate quando i soldi
servivano a qualcosa?'' chiese Glenn. Scosse la testa ''Dio,sembra
passato così tanto tempo da allora''
''Che cos'è il solstizio d'estate?'' chiese Carl.
''E' il giorno più lungo dell'anno'' rispose Glenn.
Hershel scosse la testa ''Non
esattamente.E' quando l'asse di rotazione terrestre è più
inclinato verso il sole.Questo significa che così,il sole riesce
a raggiungere il punto più alto nel cielo quel giorno.''
''Oh..'' disse Carl.
Rick sospirò. ''Stai perdendo un sacco di scuola''
''Tutti i ragazzini l'hanno persa'' precisò Maggie. ''Andranno perse un sacco di cose a causa di tutto questo''
Daryl sbuffò. ''A che cosa
servirebbe imparare qualcosa leggendo un libro in questo mondo?Tutto
quello che hai bisogno di sapere è sparare con precisione e
sapere usare un coltello.''
''Forse alcune persone vorrebbero di più per i loro ragazzi rispetto a ..'' Maggie si bloccò bruscamente.
Daryl sollevò lo sguardo dal suo piatto di cibo ''Rispetto a cosa?A un villano coglione?''
''Non volevo dire quello'' disse velocemente. ''sai bene che senza di te questo gruppo sarebbe stato perso,Daryl.''
''Si'' replicò Daryl con
voce strascicata , fissandola, ''nessuno ci voleva attorno fino a
quando non è arrivata l'apocalisse e dopo improvvisamente siamo
diventati le fottute ragazzine da invitare al grande ballo''
Carol non riuscì a
resistere.Iniziò a ridere,coprendosi la bocca con la mano per
cercare di trattenersi.Daryl la guardò ,con una malizia
raramente presente nei suoi occhi.Gli altri si aggiunsero alle
risate,la tensione si alleggerì
''Dovremmo fare una spedizione in
città domani'' continuò Rick quando le risate
finirono. ''Abbiamo quasi finito il latte artificiale e i pannolini per
Judith''
''Mangia così tanto'' concordò Carl prontamente.
''Non più di te alla sua età,amico'' disse suo padre con vago divertimento.
Carl storse il naso ''Terribile''
Axel entrò nella stanza , appena finito il suo turno di guardia come vedetta. ''Che buon profumino''
''Serviti pure'' lo invitò Hershel
Axel prese subito un piatto di stufato di scoiattolo e si diresse verso il posto libero accanto a Carol
Daryl non si disturbò nemmeno a sollevare lo sguardo dal suo piatto mentre pronunciava un secco ''No.''
Axel esitò e deviò verso il posto vicino a Carl
''No.'' ripeté Daryl.Un ovvio avvertimento nella sua voce.
Axel allora provò a sedersi vicino a Beth.
''Oh diavolo,no.'' disse duramente,continuando a mangiare il suo stufato.
L'espressione di Axel divenne
confusa e Daryl alzò il viso,inchiodandolo con il suo
sguardo.L'altro uomo indietreggiò lentamente e finì
con il sedersi in un angolo da solo,lontano da tutto il resto del
gruppo.Gli altri non commentarono,continuarono a mangiare,appoggiando
silenziosamente la decisione di Daryl.
Carol notò che nell'ultimo
periodo questo capitava spesso,appoggiare una decisione senza fare
nessuna domanda.Era una prova della loro complicità ma in questo
momento era un qualcosa che avrebbe preferito evitare. ''Andrò
in città,'' si offrì volontaria. ''Non partecipo a
una spedizione da troppo tempo,sarebbe un cambiamento piacevole.''
Rick sembrava preoccupato. ''E la tua mano?''
''Mi porterò un autista,''
disse Carol semplicemente. ''La città è tranquilla in
questo periodo. Non dovrebbe essere un problema.''
''Verrò con te,'' disse Daryl. ''Possiamo partire domani mattina dopo la colazione.''
''Mi serve il tuo aiuto per ripulire il cancello a sud,'' Rick gli ricordò.
''Non può aspettare un giorno?'' si lamentò Daryl
''No,'' controbatta Carol,
''in questi giorni i vaganti sono aumentati e continuano ad
arrivare.Dobbiamo liberarcene.Andrò con Axel.''
''Cosa??'' rispose Daryl, fissandola incredulo.
''Cosa?'' disse Axel ancora più sorpreso di lui dal suo angolino in fondo alla stanza.
Carol fissò Axel con un'espressione rilassata. ''Tu sei d'accordo?''
Axel era scioccato. ''Ah..si..okay.Posso farlo.''
Rick la stava fissando. ''Carol, ne sei proprio sicura?''
''Si.''
''Quello ti ha quasi uccisa questa
mattina,'' sputò Daryl con rabbia. ''Vorresti mettere la tua
vita nelle mani di questo stronzo con la merda al posto del cervello?
''Senza offesa,'' disse Axel
''Sta zitto,coglione,'' ringhiò Daryl , per niente contento della sua decisione
Carol osservò le espressioni
preoccupate di tutto il gruppo e sapeva che non poteva dire loro il
vero motivo per cui l'indomani aveva bisogno di essere solo lei e
Axel. ''Sentite , questi ragazzi possono essere parte del nostro gruppo
oppure no.Se sono qui per restare, allora dovremmo lavorarci insieme.''
Resse lo sguardo di Rick con sicurezza . ''Tu hai preciso la decisione
di farli restare.Io mi sto solo comportando di conseguenza.''
Rick sembrava combattuto mentre
lanciava un'occhiata a Daryl che aveva un'espressione illeggibile sul
viso mentre tornava al suo stufato,prendendo a forti cucchiaiate le
verdure quasi come se volesse distruggerle
''S-se vuoi io posso andare con te e Axel,Carol'' si offrì Beth timidamente
Carol le sorrise ''Devi stare con Judith,Beth.Io e Axel ce la caveremo benissimo,vero?''
''Puoi giurarlo.''
''Allora d'accordo'' accettò Rick riluttante
Daryl si alzò
improvvisamente e lanciò il piatto vuoto su un tavolo adibito a
lavatoio.Non guardò nessuno di loro in particolare mentre
afferrava la sua balestra.''Vado a pattugliare,'' disse mentre usciva
fuori dalla stanza
A Carol dispiaceva vederlo andare
via ,ma sapeva che quando era in quello stato sarebbe stato meglio
evitarlo.Dopotutto,non era ancora pronta a parlare del perché
aveva bisogno di fare questa cosa.Guardò in basso dentro il suo
piatto,cambiando argomento, ''E' veramente buono,Beth''
''Si'' concordò Glenn
prontamente,forse altrettanto desideroso di cambiare argomento per
alleviare la tensione che si era creata nuovamente ''Dovresti
scrivere un libro,101 modi per cucinare uno scoiattolo''
Il resto del gruppo rise della
battuta e Carol si unì a loro,non voleva che nessuno si
preoccupasse per lei ,specialmente riguardo a domani.Aveva già i
suoi pensieri...
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Capitolo 3 *** Tuffo nel passato ***
echoes capitolo tre
Salve a tutti ed ecco a voi (finalmente) anche il terzo capitolo fresco fresco di traduzione!
Stavolta si tratterà di un POV riguardante esclusivamente
Daryl..un capitolo transitorio e introspettivo che servirà per
aprire la strada per i prossimi,abbastanza movimentati,che stanno per
arrivare.
Ringrazio tutte le persone che hanno trovato il tempo per leggere
questa storia,chi ha recensito qui e anche sul gruppo FB e vi rinnovo
nuovamente l'invito a recensire e dirmi cosa ne pensate..
Un ringraziamento particolare va a LouBlue,per la risposta gentile e
disponibile che mi ha dato e per aver pensato e scritto questa
fantastica storia.
Sarebbe un piacere per me leggere le vostre sensazioni e i vostri punti
di vista..per quanto riguarda la storia e anche per quanto riguarda la
qualità della traduzione..
Buona lettura a tutti! XXX
Capitolo 3
Daryl sedeva con le gambe
incrociate sul duro pavimento della prigione,dondolandosi avanti e
indietro mentre sbatteva a terra ripetutamente il coltello di
Carol più e più volte.Il suo sguardo era fisso sulla
porta di metallo di fronte a lui,mentre cercava di trovare la
forza,in qualche modo,per fronteggiare qualsiasi cosa l'attendesse
dall'altra parte.Prima erano passati oltre senza esitazione,dando per
scontato che i colpi appartenevano a un vagante che cercava
debolmente di uscire.Ma quando aveva trovato il coltello di Carol
conficcato nel collo di uno di questi,una paura terribile si era fatta
strada attraverso tutto il suo corpo.L'aveva già persa una
volta,Dio era così crudele al punto da volergliela portar via
nuovamente?Forse si.Daryl non aveva mai capito il senso dell'umorismo
di questo figlio di puttana.Quando avevano trovato T-dog e la sciarpa
che Carol indossava aveva pensato al peggio.Lo avevano fatto tutti.Uno
di quei pezzi di merda di zombie l'aveva uccisa e non erano rimasti che
dei resti da seppellire.Lui e tutti gli altri si erano occupati di
raccogliere i pezzi della carne strappata e delle viscere rimasti nel
corridoio e li avevano seppelliti in due tombe,pensando di star
seppellendo T-dog e Carol.
E se si fossero sbagliati?
Cosa sarebbe successo se Carol
fosse stata solamente morsa e ora stesse vagando attraverso i corridoi
della prigione?Che cosa sarebbe successo se lei fosse diventata una di
quegli esseri che avevano ucciso la sua stessa figlia e avesse avuto il
bisogno che uno di loro ponesse fine alle sue sofferenze,proprio come
erano stati costretti a fare con Sophia?Le labbra di Daryl si
contrassero,la sua espressione si indurì.Sembrava proprio nello
stile di Dio, tutto questo fottuto circolo di vita e di cazzate varie.Bene Dio,fottiti.Daryl
sbatté il coltello nel muro dietro di lui in un gesto
violento,con la rabbia che si impadroniva di ogni singola fibra del suo
corpo.Fottiti per avermela fatta perdere ancora una volta,cazzone.Il
coltello cozzò nuovamente contro il muro,facendo volare via dei
pezzi di intonaco di cui Daryl nemmeno si accorse.Si mise in
piedi,andando avanti e indietro davanti alla porta,sapendo che doveva
riuscire a farlo.Doveva essere lui a farlo.Carol avrebbe voluto
così.Daryl digrignò i denti in un moto impotente di
rassegnazione.Fanculo,Carol avrebbe voluto essere ancora viva.Scoccò
un'occhiata piena di rabbia alla porta mentre ci passava nuovamente
davanti.Non sarebbe dovuta andare così.Daryl si sentiva
già come se avesse il sangue di Sophia sulle sue mani,come
avrebbe fatto a vivere se avesse dovuto aggiungerci anche quello di
Carol?Lei non meritava una fine del genere.Forse Dio non l'aveva
già fottuta abbastanza con quel pezzo di merda di marito e
obbligandola a guardare mentre il cervello di sua figlia schizzava
fuori dalla sua testa?Aveva davvero bisogno di finire il lavoro
obbligando Daryl a doverla aggiungere alla lista?Aveva voglia di urlare
contro questa ingiustizia,ma invece afferrò il corpo dello
zombie che bloccava l'apertura della porta e lo trascinò lontano
in modo da liberare l'ingresso.
Si sollevò,preparandosi per
il peggio.Strinse forte il coltello di Carol nelle sua mani e
spalancò la porta con un calcio,il suo corpo pronto per la
lotta.Il braccio destro era alzato per proteggersi mentre la sua
mano reggeva il coltello al di sopra della sua testa,pronto per
qualsiasi cosa sarebbe potuta saltare fuori dalla stanza
buia.Strizzò gli occhi per riuscire a vedere qualcosa
all'interno del ripostiglio oscuro,gli occhi dardeggiavano da una parte
all'altra mentre cercava di trovare la fonte della cosa che produceva
quel suono.Il suo sguardo si poggiò infine sul corpo steso a
terra,con le spalle contro il muro,le ginocchia sollevate contro il
petto.Riconobbe l'esile figura di una donna mentre questa girava
lentamente il volto per guardare verso di lui.Daryl toccò il
fondo quando riconobbe il viso di Carol ,solo che al posto di quei
grandi occhi blu intenti a cercare i suoi,degli occhi annebbiati e
iniettati di sangue lo stavano fissando.Le sue guance erano scarne,la
pelle pallida iniziava a scolorire formando orribili
macchie,marcendo dall'interno.Daryl gelò,incapace di distogliere
i suoi occhi dallo zombie che Carol era diventata.Sentì
delle urla e sapeva che forse erano state proprio le sue,ma non
riusciva a capire se avesse urlato veramente o se il tutto fosse solo
dentro la sua testa.Daryl si era concesso il lusso di avere il
coraggio di poter ancora sperare,solo per un secondo, e questa era la
ricompensa?Non era stato in grado di salvare Sophia,non era stato in
grado di salvare nemmeno lei.Solo per una fottuta volta,avrebbe potuto
non perdere qualcuno di cui aveva bisogno?La sua famiglia,suo fratello
- era come se una maledizione avesse deciso di strappargli via
qualsiasi cosa per cui fosse stato così stupido da riporci le
sue speranze.
Carol fece un rumore
sibilante,mentre si sollevava in piedi lentamente.Oscillava con
incertezza, i suoi occhi assenti non lasciavano mai il viso
paralizzato di Daryl.Si girò verso di lui e si trascinò
fuori dalla cella,la sua fame di carne fresca la guidava.Daryl fece un
passo indietro,il coltello ancora sollevato sopra la sua testa ma non
riuscì a dare il colpo mortale.Poteva sentire la voce di Merle
urlare nella sua testa.Fallo,ragazzo,uccidila.E'
la sopravvivenza del più forte.Nessuno si prenderà cura
di te se non te stesso.Ricordatelo sempre.E
Daryl ricordava eccome.Per tutta la sua vita aveva tenuto tutti
quanti a distanza,focalizzandosi solo solo sua sopravvivenza e nulla
più nella dura realtà di questo mondo.Ed era
sopravvissuto si..ma poi era arrivata la fine del mondo e
improvvisamente si era ritrovato catapultato in questo nuovo gruppo e
tutte le regole erano cambiate.Era soddisfatto del fatto di essere
riuscito a rimanere in vita e basta,ma poi Carol aveva deciso per lui
che questo non era abbastanza.Lo aveva trascinato con la forza in
questo nuovo mondo dove le persone contavano qualcosa e tu contavi
qualcosa per loro.Era stato terrificante quanto coinvolgente.
In principio Daryl si era ritrovato
a combattere con questi nuovi sentimenti di appartenenza.Per lui erano
completamente sconosciuti ed era pronto all'eventualità di
poterli perdere da un momento all'altro.Ma in un giorno come
un altro,si era svegliato e si era guardato attorno, tutti si stavano
preparando per iniziare una nuova giornata nel bel mezzo
dell'Apocalisse,e fu allora che si lasciò convincere che era
veramente dove era giusto che fosse.Faceva parte di questo.Tutti
gli altri,in questo nuovo mondo avevano perso tutto quello che avevano
sempre avuto,ma Daryl no,lui aveva scoperto qualcosa che non aveva
mai conosciuto prima.Lui contava qualcosa.Ma appartenere a qualcuno
comportava un prezzo da pagare.Significava che le persone potevano
prendere il controllo delle tue emozioni.Per tutta la sua vita aveva
subito e ne aveva avuto abbastanza.Fu quando conobbe Carol che
iniziò a capire il perché stesse cercando di
sopravvivere.Aveva uno scopo adesso,un punto fisso e il fatto che Carol
avesse bisogno di lui glielo confermò.Il loro silenzioso e
reciproco accordo era che lui sarebbe rimasto in vita per lei e che
lei avrebbe fatto lo stesso per lui.Trovarono un modo di andare
avanti su questo pianeta fottuto con le loro disastrose vite,insieme.
Ma Carol non aveva mantenuto la sua
parte della promessa.Era stata morsa e ora lo aveva abbandonato.
''Accidenti a te,stupida'' , disse Daryl con voce rauca,rotta per
l'emozione.''Accidenti a te da qui fino all'inferno''.Ma Carol era
già all'inferno e lo aveva portato insieme a lei.Daryl strinse
la presa sul coltello ma continuò a indietreggiare mentre Carol
si trascinava verso di lui,scattando e ringhiandoli
contro.Sbatté la schiena contro il muro del corridoio.Era
arrivato il momento di finirla,di mettere fine alle sofferenze di
Carol.Lo sguardo fisso di Daryl si soffermò sul lavoro che Carol
stava facendo per avanzare verso di lui.Tutto quello che doveva fare
era un passo avanti e sarebbe stato abbastanza vicino da poterle
piantare il coltello in testa.Fallo,femminuccia.La voce di Merle lo scherniva.Sii
un uomo.Uccidi questa puttana,non conta niente per te.Sei un Dixon
,fratello.Non abbiamo bisogno di nessuno se non di noi stessi.
C'era stato un tempo in cui questa
era stata un'assoluta verità.La mano di Daryl si aprì e
si richiuse sul coltello,ma ancora non riusciva a colpire.Quel tempo
ora faceva parte del passato.Lui era cambiato e non poteva più
tornare indietro adesso.Ancora peggio,lui non voleva tornare
indietro.Carol aveva rovinato la sua vita costruita attorno a una
piacevole e sicura insensibilità.E adesso Daryl non riusciva a
ricordare che senso avesse sopravvivere se doveva essere condannato a
una vita di solitudine.Si afflosciò contro il
muro,abbassò il braccio e il coltello scivolò dalla sua
presa e andò a finire sul pavimento.Daryl non fece nulla per
proteggersi mentre Carol si avvicinava.Anzi,lacrime di rabbia
riempirono i suoi occhi mentre li teneva fissi in quelli di quella
che una volta era stata Carol.Era stato sempre in grado di vedere
attraverso quei suoi occhi chiari e limpidi e adesso non ci
riusciva più.Lei era andata e forse anche lui era andato insieme
a lei.Perché diavolo stava continuando a combattere in ogni caso?.Daryl
non riusciva più a ricordare.Era stata sempre lei a farlo per
lui ma adesso non avrebbe più potuto farlo.Le mani di Carol
salirono al suo petto,la sua faccia deformata dal desiderio della
carne.Daryl rimase immobile mentre lei balzò in direzione del
suo collo,strappandogli via con un morso la carne e i
muscoli.Sentì il calore del suo sangue scorrere su entrambi
mentre lasciava fare a Carol ciò che doveva fare,non gli
importava più della vita che stava ora abbandonando il suo
corpo.I denti di Carol strapparono il suo collo in un altro attacco
frenetico e Daryl si gustò quell'ultimo dolore,non desiderando
altro che raggiungerla in un mondo dove non avrebbe avuto più
nulla da perdere.
Daryl si drizzò bruscamente
a sedere,nel suo materasso,con il cuore che martellava,il rumore
assordante del sangue ancora nelle sue orecchie.Si afferrò il
collo mentre il sudore colava sulle palpebre.Non c'era nessuna
ferita,non lo stavano mangiando vivo.''Cazzo'' disse con voce
roca,cercando di scrollarsi di dosso l'orrore del suo incubo,ancora
perseguitato dall'immagine onirica di quello che aveva appena
vissuto.Guardò verso il blocco di celle
nell'oscurità,cercando di capire se aveva svegliato qualcuno a
causa dei suoi incubi,ma non sentiva che il silenzio.Emise un respiro
spezzato,cercando di riguadagnare il controllo.Si passò le mani
tra i capelli e le strofinò sul suo viso sudato.Gli incubi erano
qualcosa di normale per tutti,al giorno d'oggi,ma questo era stato
veramente assurdo,anche per gli standard
dell'Apocalisse.Improvvisamente Daryl ebbe questo terribile sospetto
che non fosse stato semplicemente solo un sogno.La paura lo spinse ad
alzarsi e quasi a correre per andare a controllare la cella dove
solitamente Carol dormiva.Arrivò all'esterno e esitò
prima di guardare dentro,ancora cercando di distinguere il sogno dalla
realtà.Aveva bisogno di sapere che lei era là dentro,che
stava dormendo in uno di quei scomodissimi materassi dei letti della
prigione.Aveva bisogno che il suo ricordo di come l'aveva trovata e di
come l'aveva portata al sicuro fosse quello che era veramente
accaduto.Si fece forza e fece un passo avanti,guardando all'interno
della cella buia.Il sollievo pervase il suo corpo non appena vide la
sagoma di Carol tranquillamente addormentata.Il viso rilassato nel
sonno,le preoccupazioni che l'avevano perseguitata sparite mentre
sognava i suoi sogni.Daryl si accasciò contro lo stipite della
porta e continuò a fissarla.Sperava che i suoi sogni fossero
infinitamente più dolci del suo.
La coperta di Carol era scivolata
un po e i suoi piedi erano scoperti.Daryl non ci pensò
nemmeno.Entrò nella sua cella,scalzo e silenzioso sul freddo e
duro pavimento e delicatamente la risistemò fino a coprirla
completamente.Lei non si mosse.Il sonno,quando riuscivi ad
addormentarti,dipendeva dal fatto che avevi raggiunto il limite ed eri
esausto e lui era felice che Carol avesse finalmente trovato un po di
pace.Anche se lo stesso non si poteva dire di lui.Daryl si girò
e uscì dalla sua cella.Scosse le spalle mentre camminava nella
passerella in mezzo alle celle,troppo irrequieto per provare nuovamente
a dormire.Un impercettibile rumore nella parte inferiore del blocco lo
mise subito in allarme.Tornò velocemente al suo letto e raccolse
la balestra.Si insinuò giù per le le scale di metallo e
si voltò per sbirciare attraverso gli spazi tra un gradino e
l'altro verso l'area adibita alla preparazione del cibo.Pronto nel caso
in cui uno di quei vaganti fosse in qualche modo riuscito ad insinuarsi
nel loro paradiso sicuro.Sollevò la balestra mentre un'ombra
svoltò l'angolo.Il suo dito si spostò sul grilletto.Axel
passò attraverso lo spicchio di luce lunare che penetrava
attraverso i finestroni sopra di loro appena in tempo per evitare di
prendersi una freccia in mezzo agli occhi.
Si girò e vide Daryl che lo
squadrava e un rantolo subito gli sfuggì.Sollevò la mano
che non stava reggendo la ciotola piena di avanzi dello stufato.
''Whoa,amico,non sparare!''
Daryl sbuffò annoiato,abbassando la sua balestra e lanciandogli un'occhiataccia.
Axel sembrava un po preoccupato.
''Rick ha detto che era ok mangiare ciò che era rimasto della
cena'' disse velocemente. ''Ti giuro che non sto rubando ne niente di
simile,amico''
Daryl non disse niente,
continuò semplicemente a fissarlo con quell'espressione dura e
indecifrabile sul suo viso mentre si sedeva sui gradini.
Questo servì solo a rendere
Axel ancora più nervoso. ''Ah,lo sai,non hai nulla di
preoccuparti per quanto riguarda me e Carol e la spedizione di
domani''. La sua abitudine di iniziare a parlare troppo quando era
terrorizzato si fece largo.''Sarò un vero gentiluomo,puoi
contarci.Lei è stata così gentile con me.'' Axel
sembrava sorpreso. ''Non dico che tutti voi non lo siate stati, ma
Carol è stata così carina a proposito del nostro piccolo
incidente oggi''
La mascella di Daryl si strinse, il suo sguardo ora carico di rabbia omicida.
Axel si rese conto di aver fatto un
errore a menzionare nuovamente quello che era accaduto con Carol. ''Tu
sai che è stato un incidente'' continuò velocemente.
''Non farei mai del male a una donna così bella come lei.'' Axel
fece una pausa per prendere il respiro. ''Non sto dicendo che farei del
male a una donna brutta.Volevo solo dire che non farei mai del male a
nessuna...'' si zittì sotto lo sguardo sempre più adirato
e silenzioso di Daryl.Le spalla di Axel si afflosciarono. ''Se domani
dovesse accaderle qualcosa mi ucciderai,vero?''
Daryl non rispose,ma si
assicurò che la risposta fosse comunque ben visibile sul suo
volto.Se Carol fosse tornata con qualcosa di più grave di una
scottatura,lo avrebbe scuoiato vivo.Sapeva di non essere completamente
razionale,ma non gliene fregava un cazzo.La ragionevolezza era per un
mondo dove la morte non cercava di artigliarti ogni secondo della
giornata.Essere ragionevoli era un lusso delle persone che potevano
ancora prendersi del tempo e loro sapevano che il loro era
esaurito.Sapeva chi era Axel.Un opportunista.Avrebbe detto qualsiasi
cosa a qualsiasi persona pur di riuscire a sopravvivere.Il tossico
avrebbe cambiato le sua lealtà in un batter d'occhio se questo
fosse servito a salvargli il culo.Daryl sapeva che stava partecipando a
questa spedizione assieme a Carol per guadagnarsi il suo posto e
assicurarsi qualche tipo di protezione da parte loro.Quello che non
sapeva,e quello che lo faceva rodere ,era il perché Carol lo
stesse facendo.Sapeva che non era interessata ad Axel nel modo in cui
lui era chiaramente interessato a lei,quindi perché voler
passare del tempo in compagnia di questo coglione?Daryl non riusciva a
spiegarselo e la cosa stava minacciando di compromettere la sua
stabilità.
Tutto quello che Daryl voleva fare
era solo correre nuovamente nella sua cella,scuoterla fino a svegliarla
e urlarle di non farlo,urlarle di non mettere la sua vita in mano a
qualcuno che non faceva parte del loro gruppo.Ma invece diede solo un
ultima occhiata dura al già terrorizzato Axel e si
incamminò silenziosamente di nuovo nella sua cella.Non si fidava
di quello che avrebbe potuto dire o fare se avesse nuovamente parlato
di questo con Carol.Si sdraiò sul suo materasso e fissò
senza metterlo veramente a fuoco il soffitto grigio.Non importava
quanto potesse pensarci,non riusciva a capire perché Carol
voleva correre un rischio del genere.Daryl sapeva di non essere stato
preso in considerazione appositamente ed era come se un peso di piombo
avesse preso posto sulla bocca del suo stomaco.
Le cose erano state molto più semplici quando di queste persone non gli importava un cazzo.
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Capitolo 4 *** Rimpianti & Rimorsi ***
echoes capitolo 4
Capitolo 4
Rick consegnò la pistola a Carol. ''Ho messo delle pallottole in
più nella borsa'', la informò. Scoccò ad Axel una silenziosa occhiata di avvertimento. ''Per sicurezza..''.
Carol infilò la pistola nella parte posteriore dei suoi pantaloni. ''Non ne avrò bisogno, ma grazie.''
''Se hai cambiato idea io sono sempre disposta a sostituirti'', si offrì Maggie.
Carol sorrise alla giovane donna. ''Non ho cambiato idea.''
Rick annuì. ''Bene,allora fareste meglio ad andare.''
Carol si avvicinò alla macchina dove Axel stava già
aspettando, in piedi fuori dal lato del conducente.Era consapevole della
presenza di Daryl in bilico ai margini del gruppetto che si era
creato.Era una regola non scritta quella che non si dovessero fare grossi
problemi per quanto riguardava le spedizioni in città.Sapevano
tutti che era rischioso e che avrebbero potuto non rivedersi mai
più,ma la possibilità che accadesse qualcosa alle persone
che stavano uscendo era la stessa per le persone che restavano.Non si
poteva mai sapere in che cosa ti stavi per cacciare là fuori
ne dove saresti tornato.Se stavi troppo a pensarci,l'unica cosa
da fare sarebbe stata quella di nascondersi al sicuro sotto uno
di quei letti a castello della prigione.Così,loro non ne
parlarono,perché queste cose andavano semplicemente fatte.Carol
fece un cenno a Maggie e Rick che ricambiarono.
''Ci vediamo presto'', disse Rick e poi sparò un'ultima occhiata di avvertimento a Axel,per buona misura.
''Prima di quanto credi'' rispose Carol semplicemente,aprendo la
portiera del lato del passeggero proprio mentre Daryl si avvicinava a
lei.Fece una pausa e lo guardò.
''Stai andando?'' chiese rigidamente.
Carol resse fermamente il suo sguardo. ''Si.'' Riusciva a capire quanto
fosse arrabbiato e anche quanto fosse dispiaciuto per questo,ma lei aveva
bisogno di farlo. ''Fai attenzione oggi quando ripulite il braccio sud''
L'espressione di Daryl si oscurò. ''Non sono io quello che avrà bisogno di fare attenzione.''
Per un momento Carol pensò che avesse qualcosa da aggiungere in
merito ma poi lui lanciò un'occhiata agli altri che li stavano
fissando e sembrò cambiare idea. ''Allora.'' grugnì a
Rick ''andiamo o no?Stiamo sprecando tempo qui.'' E detto questo
girò sui suoi tacchi e tornò verso la prigione.
Carol lo guardò allontanarsi e sentì un'ondata di senso
di colpa montarle dentro.A volte era così doloroso per lei
guardarlo.Era come se stesse guardando una grande ferita ancora
aperta.Viva e
sensibile al tatto, ma una ferita che lavorava sodo per nascondersi
sotto le sue
cicatrici.Carol riusciva a capirlo perché lei si era sempre
sentita nello stesso identico modo.Ma oggi, aveva le sue ferite di cui
prendersi cura.Salì in macchina mentre Maggie correva ad aprire
il cancello per loro.
Axel la guardò con un sorriso speranzoso sul volto. ''Pronta a partire?''
Carol annuì e lui avviò il motore,mentre si avviavano
fuori dalla relativa sicurezza della prigione verso la vasta incertezza
del resto del mondo.Viaggiarono in silenzio per alcuni minuti e poi
Axel iniziò a parlare,ovviamente.
Stava guardando fuori dal parabrezza e dai finestrini con un grande
sorriso sul volto. ''Sono stato dietro quelle mura per quattro lunghi
anni.'' Axel fece un respiro profondo. ''L'aria della libertà ha
un buon profumo''
''Non ti entusiasmare troppo'' lo avvisò. ''Il mondo non è più come ricordi''
''Si,ma ora sono un uomo libero'' rispose Axel, volendosi chiaramente assaporare quel momento.
Carol guardò fuori dal finestrino , una fitta di dolore le
attraversò il cuore. ''A volte penso che nessuno di noi
potrà mai più essere libero,'' mormorò più
a se stessa che ad altri.
Axel le scoccò un'occhiata veloce prima di concentrarsi
nuovamente sulla strada. ''Sono veramente lusingato che tu abbia scelto
me per questa spedizione,Carol'' sorrise ''Mi farebbe piacere riuscire
a conoscerti meglio.Non sono stato in compagnia di una donna per parecchio
tempo.''
''La mia intenzione non era quella di farmi nuovi amici,Axel'' disse piano. ''Ho solo bisogno di sentirti parlare.''
Axel le scoccò un'occhiata perplessa. ''Parlare di cosa?''
''Qualsiasi cosa'' disse Carol semplicemente.
Ci fu una pausa abbastanza significativa. ''Allora,'' riprese Axel con voce
strascicata ,una nota di aspettativa e speranza nella sua voce,
''Questo significa che posso parlare sporco con te?''
Carol continuò a fissare fuori dal finestrino. ''Non lo
so,Axel'' replicò moderatamente Carol ''Saresti in grado di continuare a guidare se ti sparassi nelle palle?''
Axel fece un suono scontento. ''Sai non per offendere,ma in prigione ho incontrato persone meno violente.''
''Fattene una ragione'' lo avvisò ''e poi mettici una pietra
sopra''.Voltò un po di più la testa nella direzione
opposta per nascondere il suo
sorriso.Tutti quegli anni di abusi passati con Ed,e solo una volta
desiderò di poter avere il coraggio di dirgli qualcosa di
simile.Il suo sorriso svanì.C'era così tanto
rimorso.Così tanto che l'avrebbe divorata dall'interno se solo
lei lo avesse permesso.
''Inizia a parlare Axel,dove sei nato?'' A Carol non importava
niente,aveva solo bisogno di sentire il rumore delle inutili chiacchiere
per riuscire a far passare questa giornata.E se c'era una cosa che Axel
riusciva a fare,era parlare del niente.Gli altri ormai avevano perso
quest'abitudine.Sprecavano il fiato solo per parlare di quello che
contava veramente e sopravvivere.
''LA,ma i miei genitori si sono trasferiti qui quando ero ancora
piccolo.Ho una storia divertente riguardo a questo se vuoi sentirla-''
Axel si lanciò in una articolata e complessa storia che Carol stava
ascoltando a malapena.Guardava il paesaggio scorrere,ogni tanto
intravedendo un vagante e si lasciò trasportare dai suoi ricordi.
----------
Rick fece un cenno a Daryl,facendogli capire che avrebbe svoltato il
prossimo angolo per primo.Daryl annuì,la balestra carica e pronta a
far fuoco.Si stavano occupando di eliminare i vaganti nella zona
sud da oltre un'ora e di trovare la fonte dalla quale
provenivano.Per loro era importante riuscire a mettere in
sicurezza questa zona,una volta che l'avrebbero trovata.E questo era il motivo per
cui Rick si era portato dietro un sacco di utensili,lucchetti e cavi
vari.Erano nella zona di servizio della prigione,qui i corridoi erano
particolarmente stretti e difficili da ripulire.Ecco perché Rick
aveva optato per portare solamente Daryl con lui.In due avrebbero
lavorato meglio,ripulendo quest'area da soli.Mentre si facevano strada
attraverso i vaganti Daryl aveva mantenuto un silenzio di tomba.Non era
certo conosciuto per un tipo loquace,ma Rick non aveva bisogno di
essere un genio per capire che cosa gli stava passando per la testa.
''Pensi che abbia fatto un errore a lasciar andare Axel con
Carol,vero?'' , gli chiese mentre ripulivano meticolosamente la zona.
''Non stavo pensando proprio a niente'' rispose Daryl sbrigativamente.
Rick fece un sorriso privo di allegria,sempre concentrato sul suo
lavoro,ma ormai divenuto così esperto nell'uccidere che avrebbe
potuto sostenere una conversazione e eliminare vaganti nello stesso
momento. ''Se c'è una cosa che ho imparato su di
te,Daryl,è quella che tu stai sempre pensando a qualcosa.''
''Non ricordo di averti sentito chiedere la mia opinione su quei due
prima di decidere che sarebbero rimasti nel nostro gruppo'' ,
ribatté Daryl cupamente,la balestra sollevata mentre teneva gli
occhi aperti per il prossimo assalto.
Rick non si scusò per questo fatto. ''Te la sto chiedendo ora.''
La valutazione di Daryl andò dritta al punto senza mezze
misure. ''Quel pezzo di merda taglierebbe la gola a tutti noi se
servisse a salvargli il culo.'' Uno zombie spuntò da dietro
l'angolo e Daryl gli sparò una freccia dritta nel cranio.
''E Oscar?'' chiese Rick,senza perdere un colpo.
''Non è uno di noi.'' Scavalcarono il corpo dello zombie appena
abbattuto,Daryl strappò la freccia dal corpo esanime mentre
passava oltre . ''Nessuno di loro lo è.''
''Il gruppo sta diventando sempre più piccolo e di
conseguenza più debole'', rispose Rick. Abbatté la sua
ascia sulla testa di un altro zombie che sbucò fuori da uno dei
corridoi .
''Non hanno nessuno interesse per il gruppo.Non gli importa.E i numeri non contano se non possiamo fidarci di loro.''
La loro conversazione venne interrotta brevemente da un numeroso gruppo
di zombie che apparvero improvvisamente davanti a loro.Per qualche
minuto ci fu solo il rumore delle ossa e dei cervelli che venivano
fatti a pezzi mentre lui e Daryl si spianarono la strada attraverso la
mandria.Dopo pochi e sanguinosi minuti loro due rimasero gli unici ancora
in piedi.
''Carol si è offerta volontaria'' gli ricordò Rick.
Un altro zombie apparve poco più avanti e Daryl si
scagliò velocemente sulla lenta creatura.Gli spaccò la
testa con un unico colpo potente.Il sangue e il cervello schizzarono
sulle pareti del corridoio. ''Si'', sputò fuori, cercando di
ripulire il coltello dai resti dello zombie appena ucciso ''E non sei
nemmeno un po curioso del perché lo abbia fatto?''
Rick calciò via la mano di uno zombie che lo aveva afferrato
alla caviglia e tranciò in due il braccio con la sua ascia.
''Penso che avesse le sue ragioni.'' Si raddrizzò e fisso Daryl
con uno sguardo serio. ''Credo che Carol avesse bisogno di fare questa
cosa.''
''Con Axel?'' chiese aspramente . ''Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme , perché proprio lui?''
''Carol ha un buon istinto,'' disse Rick con calma ''E io mi fido di lei''
''Lo sai che non voleva che fossi tu a guidare il gruppo dopo che
abbiamo lasciato la fattoria?'' ribatté Daryl ''Il suo istinto non pensava che tu fossi un uomo d'onore''.
Rick ripensò a quei tempi bui, la mascella si indurì al
ricordo dell'uccisione di Shane e della magra consolazione che aveva
ottenuto nell'essersi liberato di quella spina nel fianco. ''Penso che
avesse ragione'' disse piano. Rick scosse la testa ''Io non so
più che cosa significa o se c'è ancora un posto nel mondo
per questo tipo di cose''.
''Tutto quello che so è che la nostra vita dipende dal fatto che
ognuno di noi cerca di prendersi cura dell'altro'' Il volto di Daryl si
indurì. ''Se non ci prendiamo cura di noi stessi allora chi
altro lo farà?'' Passò accanto a Rick e prese il comando.
Rick si lasciò sfuggire un respiro pesante ,capiva quello che
stava dicendo.Aveva capito anche che l'avrebbe ritenuto responsabile
se fosse successo qualcosa a Carol.Rick si sentiva già
responsabile per tutti,quindi Daryl non stava aggiungendo nulla di
più al peso che già si portava sulle spalle.
----------
Carol gettò uno sguardo ai scarsi rifornimenti nel suo cestino e
fece una smorfia frustrata. Avevano cercato lungo tutto il negozio e
avevano trovato soltanto un barattolo di latte in polvere e un pacco di
pannolini.Non era affatto sufficiente.Judith avrebbe avuto bisogno di
molto di più.Axel aveva mantenuto un atteggiamento eccitato per
tutta la durata del viaggio.Al momento stava indossando un paio di
occhiali da sole. ''Come sono questi?''
''Inutili.'' rispose semplicemente Carol mentre si avviava fuori dal
negozio.Era arrivata già alla macchina quando vide spuntare il
primo vagante.Carol tenne d'occhio la creatura che avanzava lentamente
mentre metteva il cestino sul sedile posteriore dell'auto.Finora erano
stati fortunati,questo era stato l'unico e poi nient'altro gli aveva
più disturbati.
Axel uscì improvvisamente dal negozio con il fucile da caccia in spalla ''E' mio.''
''No!'' sibilò Carol , ma era già troppo tardi.
Axel prese la mira e sparò lo zombie dritto in testa.Quello cadde a terra in un pasticcio di carne e ossa.
Axel sorrise,con ancora indosso gli occhiali da sole. ''Hai visto?'' disse felicemente ''Gli ho fatto un bel buco in testa''
''Non usiamo la pistola per eliminarne uno solo'' disse Carol
infastidita. ''E' uno spreco di proiettili e inoltre fa troppo
rumore''. Proprio in quel momento un altro vagante apparve in fondo
alla strada ,seguito da altri due che barcollarono fuori da un
negozio.Carol agitò una mano impaziente verso di loro ''Hai
visto?''
''Li posso eliminare'' disse Axel fiducioso,puntando di nuovo il suo fucile.
''Hai sentito qualcosa di quello che ti ho appena detto?'' scattò Carol ''Sali in macchina.''
Axel sembrava non capire,ma abbassò il fucile e fece quello che
Carol gli aveva detto.Carol salì in macchina registrando
mentalmente il fatto che il numero di vaganti iniziava ad
aumentare sempre di più.
''Ce l'avrei fatta'' borbottò Axel ,offeso come un bambino a cui avevano appena levato le caramelle.
''Avresti potuto uccidere tutti questi?'' chiese con voce
piatta.Inclinò la testa verso il suo lato della vettura .Almeno
una ventina di vaganti si stava dirigendo verso di loro
''Oh merda'' disse Axel incredulo ''Da dove sono sbucati questi?''
''Te l'ho detto,le cose non sono più come le ricordi.Sono ovunque.Ora metti in moto.Andiamo via di qui''
Axel avviò frettolosamente il motore e si scostò dal
marciapiede. ''La strada che abbiamo fatto per arrivare fino a qui
è bloccata'' disse,guardando la mandria più avanti
e iniziando a suonare un po impaurito.
''Fai inversione'' disse Carol ''Prenderemo la strada panoramica fuori città''
''E il carburante..'' protestò Axel
La risposta di Carol era laconica. ''Non abbiamo scelta adesso.Fai inversione e basta''
Axel finalmente ubbidì e si allontanò a grande
velocità dal pericolo imminente.Sembrava nervoso e per una volta
smise di parlare.Per Carol era stata roba da poco,non valeva nemmeno la
pena di essere menzionata.Fino a quando non ti ritrovavi una di quelle
cose in faccia,il respiro putrido a pochi centimetri,mentre cercava di
sbranarti,non era niente di che.
''Dove stiamo andando?'' chiese Axel. guidando attraverso le strade della città e guardandosi intorno nervosamente.
Carol aveva da sempre un senso dell'orientamento abbastanza buono.
''Continua a svoltare a sinistra ,così dovremmo ricollegarci
alla strada principale'' .Lanciò un altro sguardo al magro
bottino dietro di loro.Non era valsa nemmeno la pena di sprecare il
carburante per guidare fino a lì.Sentì un'ondata
di inutilità pervaderla.
''Sei sicura che questa è la direzione giusta?'' lamentò Axel
''Sei sicuro che non lo sia?'' ribatté Carol,in vena di
non fargliene passare più una liscia per oggi.Axel
girò a sinistra come stabilito,ma qualcosa catturò
l'attenzione di Carol. ''Aspetta,ferma la macchina!''
Axel frenò di colpo,costringendo Carol a mettere in avanti le
mani per evitare di andare a sbattere sul cruscotto. ''Cosa?'' chiese
ansiosamente ''Che c'è?Che cosa c'è che non va?''
''Torna indietro''
''Perché'?''
''Perché lo dico io''
Axel inserì ubbidiente la retromarcia
''Fermati qui''. L'auto sobbalzò e si fermò.Carol
scese osservando quello che prima avevo catturato la sua
attenzione.''Ti prego'' sussurrò a se stessa,mentre
una speranza piccola come la primavera sbocciava dentro di
lei ''Per favore,Dio,fa che tra tutte questa sia una buona giornata''
''Cosa stai facendo?'' gridò un ansioso Axel ''Torna in
macchina,dobbiamo andarcene'' Si guardò attorno ''Qui non
è sicuro,Carol,ti prego'' si lamentò ''Torna in
macchina.Non posso permettere che ti accada qualcosa''
Ma Carol non gli badò mentre sistemava meglio la borsa attorno
alla spalla.Impugnò la pistola e avanzò determinata
lontano dalla sicurezza della macchina.
----------
Daryl sistemò la balestra sulla spalla in una posizione
più comoda mentre lui e Rick uscirono dal lato della prigione
direttamente nella grande area erbosa che avevano ripulito la prima
volta che avevano trovato la prigione.
''Dannazione pensavo che saremmo riusciti a trovare il punto da cui sono arrivati quei vaganti entro oggi'' disse Rick irritato
''Lo troveremo domani'' disse Daryl distrattamente.Era sera
inoltrata,le ombre iniziavano ad allungarsi e per quanto ne
sapeva,Carol e Mr merda al posto del cervello sarebbero già
dovuti essere a casa,ormai.Aveva fatto del suo meglio per non pensarci
tutto il giorno e uccidere vaganti gli aveva dato una mano,ma sapeva
che non avrebbe tirato un sospiro di sollievo fino a quando non
l'avrebbe rivista.Lui e Rick girarono l'angolo appena in tempo per
vedere la macchina di Carol e Axel parcheggiata oltre la recinzione
interna della prigione.
''Sono tornati''
Daryl riuscì a sentire il sollievo nella voce di Rick mentre scrutava attraverso il campo.
''Spero che abbiano trovato un po di latte in polvere per Judith''
dichiarò Rick,affrettando il passo ''Siamo quasi a secco''
Daryl stava ancora guardando la macchina mentre accelerava per
stare al passo con Rick.Axel scese dalla macchina , ma di Carol nemmeno
l'ombra.La rabbia impotente che Daryl aveva cercato di tenere a bada
per tutto il giorno esplose mentre si lanciò in una corsa
sfrenata ''Figlio di puttana!''
''Oh merda'' disse la voce sconvolta di Rick alle sue spalle ,ma Daryl
non levò nemmeno per un momento gli occhi di dosso a Axel mentre
continuava a correre nella sua direzione.
Axel si voltò appena in tempo per vedere Daryl che gli saltava
addosso.Alzò le mani urlando ''NO!!'' cercando di
allontanarsi il più possibile dalla sua furia cieca.La paura
visibile sia sul suo viso che nella sua voce. ''Non è stata
colpa mia,è stato un incidente''
La tensione accumulata durante tutto il giorno espose definitivamente
dentro Daryl mentre sentiva la conferma ai suoi peggiori timori.''Che
cosa hai fatto,stupido coglione!'' urlò Daryl ,lanciandosi
contro Axel e inchiodandolo al suolo ''CHE COSA HAI FATTO?!''
''Daryl, no!'' la voce di Rick nel suo orecchio mentre cercava di
mettere le braccia attorno al suo petto per levarlo di dosso da un
terrificato Axel
Daryl cercò di liberarsi dalla sua presa,desiderando di fare a pezzi Axel che cercava di divincolarsi e di scappare..Improvvisamente un altro paio di
braccia lo trascinarono lontano dalla sua vittima designata mentre
Glenn arrivò a dare una mano a Rick per trattenerlo.
Daryl si rese a malapena conto della presenza dei due uomini,nonostante
stesse cercando di liberarsi mentre lo allontanavano sempre di
più da Axel.Puntò un dito incazzato contro l'uomo ancora
rannicchiato a terra ''SEI MORTO!'' urlò ''Sei un FOTTUTO
cadavere che cammina!''
''Per favore'' ansimò Axel,le mani di fronte sollevate in segno
di resa nel caso in cui Glenn e Rick avessero dovuto perdere la presa
su un Daryl completamente privo di controllo. ''Le avevo detto di non
andare,Non è stata colpa mia,devi credermi,non è stata
colpa mia''
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
echoes capitolo 5
Capitolo 5
Sara Daniele saluta il papà Pino: "Starai sempre lì a guardarmi le spalle"
„
“Perderai qualcuno senza il
quale non riuscirai a vivere,il tuo cuore sarà fatto a pezzi e
la cattiva notizia è che non ti riprenderai mai completamente
dalla perdita di qualcuno che ami.
Ma c’è anche una buona notizia.
Loro
vivranno per sempre nel tuo cuore spezzato.
E tu andrai avanti comunque.
Sarà come
avere una gamba rotta che non andrà mai più perfettamente, e che continuerà a
fare male quando farà freddo, ma riuscirai a danzare anche zoppicando”.
¤ANNE LAMOTT¤
Carol ignorò
i lamenti nervosi di Axel e si diresse verso il cancello della
staccionata bianca di fronte a lei.Lo oltrepassò e
proseguì attraverso un sentiero lastricato verso la parte
anteriore della casa a due piani.Si fermò sulla veranda e
guardò da vicino quello che aveva subito attirato la sua
attenzione.Un passeggino doppio era abbandonato sulla veranda ,quelli
che solitamente si utilizzavano per i gemelli.Carol osservò
meglio il camper parcheggiato nel vialetto.C'erano alcune scatole
abbandonate in prossimità del motore e sembrava quasi come se la
famiglia che aveva vissuto qui fosse stata nel bel mezzo di
un'evacuazione e non ci fosse mai riuscita.Carol infilò la
pistola nella cintura dei suoi pantaloni e tirò fuori il
coltello.Questa sembrava una buona occasione e non voleva rischiare di
attirare qui degli zombie .Spinse la porta di ingresso già
aperta.Carol entrò,lasciando che i suoi occhi si abituassero
all'oscurità mentre con cautela avanzava lungo il
corridoio.L'odore di carne in putrefazione la assalì
istantaneamente ma ormai era talmente abituata che riuscì quasi
ad ignorarlo.Continuando ad avanzare con il coltello stretto nella mano
buona,Carol iniziò a perquisire la casa .Entrò nel
soggiorno e dovette trattenere un conato.L'odore era orribile e
capì immediatamente il perché.Dall'altro lato della
stanza c'erano dei resti degli abiti abbinati appartenuti a dei
bambini e il ronzio che proveniva da questi le suggerì che aveva
appena trovato i resti dei gemellini di cui il passeggino aveva
inizialmente catturato la sua attenzione.Carol cercò di
allontanare il pensiero di quei poveri bambini che morirono di
fame solo per poi ritornare indietro come zombie senza avere alcuno
scampo.Alla fine sarebbero marciti fino a che la morte gli avrebbe
finalmente portati con se.Era un pensiero nauseante.
Un rumore alla sua sinistra la mise in guardia.Si
irrigidì,stringendo più forte il coltello mentre vide uno
zombie che cercava di uscire da un'altra porta.Metà del suo viso
era praticamente mancante e la carne strappata pendeva lungo
il braccio.Era magra e inciampò su se stessa mettendosi tra i
resti dei bambini e Carol.Jenner aveva detto loro che quando la
malattia ti colpiva era finita,quando ti risvegliavi della persona che
eri stato un tempo non rimaneva più niente.Carol guardò
il cadavere della donna morta che avanzava verso di lei e non
poté fare a meno di vederci una madre che cercava di proteggere
i suoi figli,anche se questi erano morti già da molto
tempo.Forse l'istinto di una madre non aveva a che fare con una parte
del cervello,forse era un istinto così profondamente radicato
nel cuore che anche la morte non avrebbe potuto toccarlo.Carol
guardò la donna morta,il suo volto pieno di compassione mentre
avanzava verso di lei.''Mi dispiace'' disse piano.Alzò il
braccio e guidò il coltello dentro l'occhio della donna.Il
sangue scuro e appiccicoso schizzo fuori dall'orbita sulla mano
di Carol e lungo il suo braccio mentre la donna crollava ai suoi
piedi.Abbassò il coltello e lo pulì con circospezione su
un divano lì vicino.
Carol sapeva di non avere il tempo di piangere per questa piccola
famiglia.Erano già morti ormai.C'era un'altra famiglia a cui
pensare,una viva,una che aveva ancora bisogno di lei.Uscì fuori
dal soggiorno e continuò a esplorare,trovando la porta della
cucina.Carol mise un piede dentro e si fermò. ''Mio dio..'' ,
sussurrò,spalancando gli occhi alla vista sorprendente.Vicino
alla porta,che portava direttamente fuori lungo una stradina
privata,c'erano scatoloni su scatoloni di rifornimenti e attrezzature
per bambini,un set di culle da viaggio e diversi vestiti.Carol si
affrettò e andò ad aprire la prima scatola e
scoprì che era piena di latte in polvere,almeno 20 barattoli.La
scatola accanto ne conteneva esattamente la stessa quantità
.C'erano anche delle altre casse piene di cibo in scatola,bottiglie
d'acqua e diversi lotti di alimenti deperibili che ormai erano ridotti
a un misero liquame.Il cuore di Carol batteva forte,lacrime di sollievo
pungevano i suoi occhi mentre guardava il contenuto di un'altra scatola
e scoprì una fornitura di diversi pacchi di pannolini usa e
getta,così come una grande quantità di pannolini in
stoffa.Chiaramente queste persone avevano pensato di sopravvivere per
parecchio tempo e anche se non era servito a niente per quanto li
riguardava ,avrebbe fatto la differenza per il gruppo e sulla
possibilità di riuscire a mantenere in vita Judith nel futuro
immediato.Carol chiuse gli occhi,la speranza che le colmava il
cuore,''Ti ringrazio'' disse emozionandosi ''grazie Dio''.Era passato
molto tempo dall'ultima volta che aveva pregato.L'esperienza era troppo
dolorosa dopo tutto quello che aveva perso ma adesso si sentiva come se
fosse tornata a casa dopo un lungo periodo passato fuori al freddo.La
sua fede era una parte importante della persona che era stata prima di
tutto questo e non voleva abbandonare quella sua parte in questo nuovo
mondo.
Carol si fece strada attraverso la cucina e ritornò al
camper.Guardò verso la macchina e vide Axel agitarsi ancora sul
sedile del conducente.Lo chiamò ''Vieni ad aiutarmi''
esortò ''Abbiamo fatto jackpot.Dobbiamo cominciare a riempire la
macchina''
''Hai trovato qualcosa?'' chiese Axel con cautela
''Si'' disse Carol,senza riuscire a trattenere un sorriso.La sua mano
si chiuse sulla maniglia del camper.''Muoviti e inizia a caricare la
roba.Non riusciremo a portare via tutto quanto in una volta
sola,dovremmo tornare anche domani'' Guardò Axel venire verso di
lei mentre apriva la porta del camper.Improvvisamente uno zombie
saltò fuori da dietro la porta e si lanciò verso di
lei.Caddero a terra ,il corpo maleodorante e decomposto sopra di lei
mentre ringhiava e cercava di afferrarla per strapparle la carne.
''Carol!''
Udì il grido spaventato di Axel mentre cercava di levarselo di
dosso. ''Non sparare!'' gridò di rimando,non era disposta a
mettere a rischio la loro scoperta.Il vagante non era mai stato
un uomo massiccio e la fame lo aveva ulteriormente ridotto a una
carcassa.Carol era riuscita a sollevare un ginocchio tra lei e lo
zombie prima di crollare a terra,e utilizzo questo vantaggio per
scrollarselo di dosso.Lo spinse via e strisciò verso il
coltello che era sfuggito alla sua presa.Lo afferrò con la mano
sinistra,mentre con un ginocchio teneva a terra il cadavere e poi
glielo infilò ripetutamente nel cranio.Il vagante smise
rapidamente di lottare mentre Carol distruggeva il suo cervello con
pratica precisione.
Axel era al suo fianco e fissava sconcertato lei e lo zombie.. ''Stai-stai bene?''
Carol si risollevò,il suo buonumore nemmeno sfiorato da
quest'ultima uccisione. ''Sto benissimo'' il suo sorriso ritornò
subito sulle sue labbra. ''Oggi è stata una giornata magnifica.
Il sorriso divenne ancora più grande. ''Non vedo l'ora di
portare tutta questa roba alla prigione.Sarà un grosso peso in
meno per tutti quanti.'' Sfregò le mani piene di
sangue sul camper. ''Forza,iniziamo a caricare la roba''
''Umm,va bene'' disse Axel, ancora leggermente scioccato.
Quindici minuti più tardi avevano infilato quanto più
erano riusciti a caricare in macchina ed erano pronti per tornare a
casa.Carol spinse l'ultima scatola dietro il sedile posteriore.
''Torneremo a prendere il resto domani'' disse eccitata.
Axel era al suo fianco,controllando nervosamente la zona. ''Dovremmo
iniziare ad andare.Penso di aver sentito un rumore'' .Proprio in quel
momento un vagante apparve in fondo alla strada. ''Te lo avevo
detto'' disse,leggermente preoccupato.Con gli occhi ancora piantati
sullo zombie,chiuse con forza lo sportello.Sfortunatamente,visto che
aveva ancora gli occhi puntati su di lui, non vide che Carol aveva
ancora la mano all'interno.Sbatte con forza lo sportello sulla sua mano.
Carol trattenne un urlo di agonia quando lo sportello andò a
sbattere sulla sua mano già ferita.Vide letteralmente le stelle
dal dolore e i bendaggi si inzupparono velocemente con il suo stesso
sangue.
''Oh cavolo!'' disse Axel colpito mentre guardava Carol stingersi forte la mano al petto
Carol combatté per non urlare dal dolore,non volendo dare allo
zombie nulla su cui concentrarsi. ''Sali in macchina''
ansimò,mentre macchie rosse le si formarono davanti agli
occhi.Axel esitò cercando di aiutarla ''Sali in macchina!''
scattò scrollandosi di dosso la sua mano.Axel rinunciò, e
si affrettò ad avviare il motore mentre Carol si tirò
su lentamente .Salì in macchina proprio mentre Axel
metteva in moto.Si guardò la mano poggiata sul grembo e vide che
le bende erano ormai impregnate. ''Sei proprio un idiota,vero?''
disse seccata
Axel le rivolse uno sguardo dispiaciuto mentre si allontanava dal
marciapiede ''Scusami'' disse con una smorfia ''Non hai intenzione di
dire a nessuno di questo piccolo incidente,vero? Te ne sarei davvero
riconoscente se lo tenessi per te''
Carol roteò gli occhi,la mano che pulsava come non mai ''Ci scommetto che lo saresti''
----------
''Che c'è?Che cosa è successo?'' chiese un Glenn confuso
mentre cercava ancora di trattenere Daryl che cercava di raggiungere
Axel
''Carol non è tornata'' disse Rick mentre si sforzava a sua volta per trattenere Daryl
Il sogno ritornò prepotentemente alla sua mente , quello di
trovare Carol ormai trasformata e si dimenò con ancora
più forza.Voleva solo mettere le mani su Axel e fargliela pagare.
''Ma Carol è nel blocco C'' disse Glenn perplesso
Daryl non riuscì a metabolizzare le sue parole attraverso la cortina rossa di rabbia che gli annebbiava il cervello
''Carol è qui?'' ripeté Rick ''Ne sei sicuro?''
La risposta di Glenn non lasciò dubbi. ''Si,ci ho appena parlato''
La testa di Daryl stava girando,non fidandosi di quello che le sue
orecchie avevano appena sentito mentre gli altri due uomini allentarono
la loro presa su di lui
''Sta bene'' continuò Glenn ''Beh,se non contiamo la mano,ovviamente''
Daryl si scrollò dalla loro presa e si girò per fissare
Glenn ''Carol è su al blocco C?'' Sputò fuori,volendo
avere la certezza
''Si'' disse Glenn. Fece un gesto verso la prigione ''Puoi andare e vedere con i tuoi stessi occhi,se preferisci''
Un po della tensione abbandonò il corpo di Daryl mentre si
asciugava la faccia con il braccio.Lei stava bene.Aveva voglia di
vomitare
''Che cosa è successo alla sua mano?'' chiese Rick, continuando a tenere d'occhio Daryl ancora mezzo scioccato
''E' stato solo un incidente'' disse Axel flebilmente
Daryl si voltò di scatto e lo colpì con un pugno in pieno
volto. Axel cadde all'indietro,privo di sensi.Daryl scosse la mano,il
dolore di quel pugno andato a segno era il benvenuto
Rick si rassegnò ''Immagino che fosse inevitabile'' Si rivolse nuovamente a Glenn ''Come sta la mano di Carol?''
Glenn fece una smorfia ''Axel le ha sbattuto contro la portiera della macchina.Hershel la sta sistemando nuovamente''
''Mi prendi per il culo?'' disse Daryl incredulo
Glenn continuò rapidamente ''Ma hanno trovato un sacco di
prodotti per bambini.Un sacco di latte in polvere e tantissimo altro
ancora''
Rick sembrava sollevato ''Davvero?''
''Si,Carol ha avuto un intuizione e si è rivelata essere fortunata'' rispose Glenn
Rick sorrise ''Forse dovremo mandare Carol nelle spedizioni più spesso''
Daryl emise un grugnito e si voltò.Aveva bisogno di vedere
personalmente che Carol stava bene.Si trattenne per non mettersi a
correre,e si avviò verso la prigione,lasciando Glenn e Rick ad
occuparsi del coglione.Si fece strada attraverso i corridoi del blocco
fino a quando non arrivò nella zona dove si erano stabiliti.Le
spalle di Daryl si rilassarono non appena scorse Carol attraverso
le sbarre del cancello che conduceva al dormitorio.Stava
là,sorrideva e parlava con Beth e Hershel,e sembrava così
tranquilla che quasi gli strappò il cuore fuori dal
petto.Un ammasso di emozioni confuse lo colpirono tutte insieme,non per
ultima la rabbia alla vista di lei che era così felice
mentre lui era morto almeno un centinaio di volte fuori in quel
cortile.Hershel annuì e disse qualcosa, sorridendo a sua volta a
Carol poi si diresse verso le scale,sorprendentemente agile sulle sue
stampelle. Questo lasciò Carol sola con Beth che si stava
occupando di una pila di roba da lavare.Doveva aver emesso qualche tipo
di rumore perché Carol girò la testa e lo vide
''Daryl'' disse con eccitazione ''hai sentito?Abbiamo trovato un sacco di roba,specialmente per Judith''
Carol era raggiante,ma Daryl stava ancora cercando di riprendersi da
quello che aveva appena provato fuori in cortile. ''Ho sentito''
attraversò il cancello e si fermò,in piedi tra le due
donne.Lo sguardo di Daryl indagò lungo il corpo di Carol,dalle
bende appena cambiate al sangue di zombie sui suoi pantaloni e sulla
sua maglia. ''Sembra che tu abbia trovato anche qualcos'altro''
Carol guardò i suoi vestiti sporchi di sangue e si limitò
a ridere mentre sollevava nuovamente lo sguardo verso di lui
''Beh,si,puoi dirlo forte''
Daryl non era in vena di ridere ''Doveva essere una cosa tranquilla.Axel avrebbe dovuto badare a te''
''E' riuscito a non spararmi'' disse Carol ironicamente ''Penso che possa equivalere a una sorta di miracolo''
Il viso di Daryl si oscurò alla sua leggerezza
Carol scosse la testa verso di lui ''Non c'è bisogno di reagire
in modo così eccessivo tutte le volte che mi succede
qualcosa,Daryl'' disse con disinvoltura ''Non è successo
niente di che''
Il viso di Daryl si oscurò di rabbia mentre sembrava quasi che
lei cercasse di scrollarselo di torno.Una vena iniziò a
pulsare forte sulla sua tempia ''Perché non ti fai
prendere a pugni in faccia da quel coglione la prossima volta?'' disse
aspramente ''Sembra che ti piaccia quando i ragazzi usano le maniere
forti con te''
''Daryl!'' ansimò Beth,scioccata
Si girò di scatto e uscì dalla stanza,l'intero linguaggio
del suo corpo irto di rabbia.Daryl si odiava per averle detto quelle
cose,ma non sapeva come potersele rimangiare.Normalmente per lui Carol
era un rifugio,ma tutto a un tratto si sentiva come se quel rifugio si
fosse trasformato in una zona di guerra.Stava combattendo con delle
emozioni a cui non riusciva nemmeno a dare un nome.Invece,provò
soltanto a mettere distanza tra lui e la causa della sua confusione.
----------
''Daryl'' Carol gli urlò dietro,ma lui non si
fermò,andò dritto per la sua strada.Guardò verso
Beth che aveva ancora un'aria preoccupata ''Va tutto bene'' la
rassicurò ''Daryl non intendeva dire niente con quelle parole''
''E' geloso'' osservò Beth mentre tornava al suo bucato
Carol guardò sorpresa verso di lei e sorrise.Era così
ingenua a pensarla in questo modo ''No,non lo è tesoro''
Beth le scoccò un'occhiata ''Si invece,lo è''
''Daryl e io non siamo in quel modo..'' disse Carol gentilmente,cercando di spiegarsi
Beth fece spallucce. ''Tutto quello che so è che ogni volta che
Daryl entra in una stanza,tu sei la prima persona che cerca''
Carol era scettica ''Non penso che sia vero,Beth''
''Ma lo è'' disse senza esitazione.Beth scosse la testa mentre
guardava verso di lei ''Io non parlo molto e le persone spesso si
dimenticano persino della mia presenza''
''Beth, sai che non è vero'' disse Carol rapidamente
''Si,lo è, ma non mi dispiace affatto'' disse con disinvoltura
''Significa che riesco a vedere delle cose riguardo alle persone che
loro non sono nemmeno consapevoli di mostrare.Vuoi sapere
perché penso che Daryl ti cerchi sempre per prima?''
Carol era un po agitata dalla piega che stava prendendo questa
discussione.Non si aspettava questo livello di osservazione da una
ragazza così giovane ''Perché?'' chiese esitante
''Perché penso che tu serva a fargli capire che lui
è finalmente arrivato a casa'' disse Beth allegramente
''Dovunque tu sei è la sua casa''
''Co-cosa ti fa dire questo,Beth'' disse Carol balbettando
''Vi ho visti insieme quando Sophia si era persa'' disse Beth con calma
''Avevate bisogno di qualcosa che potevate darvi solo a vicenda.Tu
avevi bisogno della fede di Daryl per credere che avresti ritrovato
Sophia e Daryl aveva bisogno di restituire una figlia a sua
madre,aveva bisogno di riunire una famiglia che lui non ha mai avuto''
Le labbra di Carol tremarono ''Detto in questo modo,sembra che entrambi siamo stati una delusione per l'altro''
L'espressione di Beth si fece seria ''No,no,non l'avete fatto invece.La
fede di Daryl ti ha aiutato a superare tutto quello che è
successo con Sophia e il tuo bisogno di averlo vicino ha dato a
lui quella famiglia per cui ha combattuto fin dall'inizio.'' fece un
triste sorriso ''Non era quello che stavate cercando,ma alla fine,forse
era quello di cui entrambi avevate bisogno''
Gli occhi di Carol si riempirono di lacrime.Sfiorò il viso di
Beth e le sorrise con dolcezza ''Tuo padre ha un sacco di cose per cui
essere fiero di te,Beth.Sei un'eccezionale piccola donna''
Lei rise ''Non sono niente di speciale''
''No'' disse Carol con determinazione ''Sei eccezionalmente speciale e molto preziosa''
Beth sorrise,arrossendo velatamente a quelle parole. ''In ogni modo,ecco come so che Daryl è geloso di te e Axel''
''Beth'' disse Carol con fermezza ''Non c'è mai stato e non ci sarà mai , un Axel e me''
''Ma sei andata con lui oggi'' le ricordò Beth
''Avevo le mie ragioni'' disse Carol piano,la voce che tremava
''Tutto quello che Daryl sa è che ha bisogno che lui sia la
persona a cui tu ti rivolgi quando hai bisogno di qualcosa.Ha bisogno
di sapere che tu lo consideri la tua casa così come tu lo sei
per lui'' arricciò il naso ''Non credo che lui sappia bene
che cosa sia una casa,forse è per questo che cerca di
proteggerla così tanto'' Beth la guardò ''Che cerca di
proteggere te''
Carol fece una smorfia di rammarico. Era così presa dalla sua
scoperta giù in città che non aveva prestato veramente
attenzione a nient'altro.Carol diede a Beth un piccolo sorriso. ''Farei
meglio ad andare a cercarlo''
Beth annuì ''Non sarà andato molto lontano''
Carol sollevò un sopracciglio,sapendo che Daryl di questo passo
avrebbe potuto essere già molto lontano ''Che cosa te lo fa
pensare?''
''Perché anche se è arrabbiato con te , ti sta aspettando''
Carol scosse la testa alla ragazza bionda ''Tornerò presto
per organizzare le provviste.Non diventare più intelligente
prima che io ritorni,ok?'' disse calorosamente.Beth sorrise e
annuì mentre Carol andava a cercare Daryl.Proprio come Beth
aveva predetto,non ci mise molto a trovarlo.Era seduto nelle scale di
metallo che portavano al loro blocco.La testa abbassata ,intento a
affilare il suo coltello.Carol si avvicinò a lui ma non diede
segno di essersene accorto,continuò semplicemente ad affilare il
suo coltello,con l'espressione indurita mentre era concentrato
sul suo lavoro.Lei non si lasciò scoraggiare.Si avvicinò
e si sedette sullo stesso gradino in cui lui era seduto.''Mi dispiace''
disse piano
Daryl non rispose ne la considerò di uno sguardo
''Apprezzo il fatto che tu ti preoccupi per me,Daryl,e tu lo sai,ma oggi avevo bisogno solo di-''
Lui non le lasciò finire la frase .Si alzò di scatto
''Sono venuto fino a qui per stare in pace'' disse con freddezza ''Non
per ascoltarti blaterare al mio orecchio'' . Iniziò a scendere
le scale e ad allontanarsi
Carol non si mosse,fisso un punto dritto davanti a lei ''Oggi è il compleanno di Sophia''
Daryl si bloccò immediatamente su un gradino,le sue parole lo trattennero
Carol non si voltò,continuò soltanto a parlare. ''Oggi
è il 21 giugno'' continuò con calma ''Sophia avrebbe
compiuto tredici anni'' Carol sorrise con tristezza. ''La mia piccola
bambina sarebbe diventata un'adolescente oggi''. Sentì Daryl
voltarsi e tornare lentamente indietro verso di lei.Si fermò sul
gradino dove lei era seduta e si mise a sedere un gradino più
su.Le sue gambe erano accanto a Carol,il calore del suo
corpo sopra di lei.Si morse il labbro inferiore. ''Quando Glenn ci ha
detto che giorno era oggi,sapevo che avrei dovuto-'' Carol fece una
pausa e prese un respiro profondo. ''La ragione per cui sono voluta
uscire insieme a Axel giù in città era perché
avevo bisogno di stare con qualcuno che non aveva mai visto la mia
bambina in quel modo''. Carol chiuse gli occhi quando il dolore
minacciò di sopraffarla. ''Avevo bisogno di stare con qualcuno
che non aveva quell'immagine di Sophia nella sua testa,il modo in cui
era alla fine,quando Rick,quando Rick ha dovuto-to..'' Non riusciva a
terminare la frase.
Sentì la mano di Daryl sulla sua spalla,stingerla forte. ''Va tutto bene'' .disse,con la voce roca per l'emozione.
''Mi dispiace non avertelo detto'' disse Carol con rammarico. ''Non sono riuscita a trovare le parole prima di adesso''
La mano di Daryl si mosse inquieta sulla sua spalla,chiaramente alle
prese con il modo migliore per confortarla. ''Non importa'' disse
Daryl,la voce densa di emozione ''Io sono..ah,sai..mi dispiace di
averti detto quelle cose prima'' esitò ''Non intendevo
dire le cose che ti ho detto''
Carol sorrise tristemente ''Lo so.'' Si appoggiò al
calore delle sue gambe,che odoravano di terra,di sangue e del sudore
dovuto alla fatica del lavoro di tutta la giornata.Il suo odore le
riempì le narici - così familiare,così sicuro.
''Daryl?'' disse il suo nome con un vago interrogativo dopo che erano rimasti per un po seduti in silenzio
''Si?''
Carol fissò un punto sulla cima delle scale. ''Pensi che io sia
ancora una madre?'' il suo cuore si strinse mentre si lasciò
sfuggire questa domanda.''Intendo,ho smesso di essere una moglie quando
Ed è morto''. Cercò di trattenere una lacrima che
trovò comunque il modo di sfuggirle.Disegnò una scia
calda lungo il suo volto ma Carol non si preoccupò di
cancellarla. ''Ho smesso di essere una madre perché Sophia
è m-morta?'' Ancora adesso non riusciva a pronunciare quelle
parole.
''Sarai sempre la mamma di quella piccola bambina'' disse Daryl. La sua
voce non tradiva nessun dubbio,nessuna esitazione. ''La morte non
cambierà mai il modo in cui tu l'hai sempre amata e il modo in
cui lei ti amava''
La stretta intorno al suo cuore si alleggerì un po. ''Credi nel paradiso?''
Questa volta Daryl non rispose subito.''Penso che se questo Paradiso
esiste,Sophia starà sicuramente lì ad aspettarti'' disse
goffamente
''Io ci devo credere'' disse Carol semplicemente. ''Voglio credere che
adesso Sophia sia al sicuro e in pace,voglio credere che Dio sia
insieme a lei''
''Intendi lo stesso Dio che ha permesso che te la portassero via?'' Daryl sembrava arrabbiato adesso.
''Non dirlo-'' disse Carol con dolore. ''Dio ha un piano per tutte le cose''
''Quindi,pensi che questo sia un suo piano?'' Daryl fece un suono
derisorio. ''Beh,cazzo,se è opera sua,è proprio un
capolavoro''
''Una volta mi hai detto che ero un capolavoro'' disse Carol ,
ricordando la loro discussione subito dopo la morte di Sophia. ''Quindi
eri sarcastico anche allora''
Lo sentì muoversi impercettibilmente contro la sua guancia.
''Hai passato tutta la tua vita a pregare.Che cosa hai guadagnato?Un
coglione di marito che passava le sue giornate a farti del male e una
bambina che ti è stata portata via.Qual'è il guadagno di
credere in Dio?Che cosa ti ha mai dato Dio per tutte le tue preghiere?''
''Te'' disse Carol semplicemente.Girò la testa all'indietro e lo
guardò negli occhi. ''Mi ha dato te.'' Carol poté vedere
lo sguardo scioccato di Daryl nel sentire le sue parole.
Si accigliò,a disagio per essere stato soggetto di un tale importanza. ''Io non sono un premio.''
Carol sorrise,sapendo che Daryl continuava sempre a mettere in dubbio
il suo valore. ''Si,lo sei.'' Lo corresse dolcemente.''Non c'è
una sola persona nel nostro gruppo che non debba la sua vita a
te,più di una volta''
Daryl distolse lo sguardo,muovendosi nervosamente. Quando
riabbassò lo sguardo,fu per spostarsi sullo stesso gradino dove
lei era seduta.Prese la mano bendata di Carol tra le sue,osservandola
meglio. ''Quanti danni è riuscito a fare stavolta quel
coglione?''
La sua mano stava ancora pulsando,ma Carol pensava che dirlo a Daryl
non sarebbe stata una buona idea.Notò la pelle scheggiata sulle
nocche della sua mano. ''Quanti danni hai fatto al coglione?'' rispose
ironicamente
''Sopravvivrà'' grugnì Daryl ,come se non fosse entusiasta all'idea di questa prospettiva.
Carol lo guardò mentre disfava lentamente le bende che Hershel
le aveva messo.Lei non si lamentò,sapendo che Daryl aveva
bisogno di fare qualcosa in quel momento,così lo lasciò
fare.Carol sapeva che avrebbe avuto delle difficoltà a capire
l'importanza che lui aveva per lei,così lasciò che
facesse qualcosa per cui distrarsi.Il sangue stava ancora colando dai
punti freschi quando Daryl tirò indietro il pezzo di cotone che
stava sopra.
La fronte di Daryl si corrugò per la preoccupazione. ''Di questo
passo non guarirà più'' mormorò mentre esaminava
l'ultimo danno causato da Axel.
Carol guardò la mano ancora sanguinante,rossa e gonfia per la
ferita appena riaperta. ''Forse alcune ferite sono destinate a non
guarire'' disse con calma. ''Forse si impara semplicemente a
conviverci''
Gli occhi seri di Daryl incrociarono quelli di lei. ''Forse..'' disse
con voce bassa e roca.Daryl guardò di nuovo la mano e riavvolse
delicatamente la benda. ''Volevi restare da sola oggi'' disse
bruscamente,facendo cenno di alzarsi. ''Ti lascio in pace''
Carol lo fermò afferrandolo per la gamba. ''Posso stare qui da sola con te'' disse piano.
Daryl esitò per un brevissimo momento e poi tornò a
sedersi giù accanto a lei.Talmente vicini che si
sfioravano,questa volta dalle spalle fino alle caviglie,Carol sapeva
che cosa significava per Daryl lasciarla avvicinare così tanto a
lui.Aveva sempre avuto uno spazio personale ben definito e raramente
lasciava avvicinare qualcuno al suo interno.Carol era felice che questa
fosse una di quelle volte.Tentò ulteriormente la sua fortuna e
appoggiò la testa sulla sua spalla per prendere in prestito un
po della sua forza,adesso che ne aveva bisogno.Daryl non si
scostò come forse lei si aspettava.Invece poggiò
il viso sulla sommità della sua testa.Nessuno dei due
parlò,condivisero in silenzio i loro ricordi di Sophia su quelle
scale,lasciando che la fine del mondo continuasse ad andare avanti
senza di loro per alcuni istanti rubati.
"Mi chiedo se questo è il modo in cui le persone si avvicinano ogni volta :
guariscono reciprocamente le loro ferite ; riparano le loro
cicatrici."
¤Lauren Oliver¤
PANDEMONIUM
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
echoes capitolo 6
Capitolo 6
Carol sorrise a Judith che agitava in aria le piccole braccia e le
gambette stesa sulla sua copertina a terra.La piccola emetteva dei
rumorini felici e si stava divertendo un mondo a stare fuori
all'aria aperta. ''Ti stai divertendo,tesorino?''' le chiese. Judith
girò la testa al suono della voce di Carol,strizzando gli
occhietti nella sua direzione.A Carol sfuggì una risatina e
tornò ad appendere il bucato.Avevano sistemato un paio di cavi
in un cortile interno,lontano dagli occhi delle persone che sarebbero
potute passare fuori dal complesso.Non volevano attirare l'attenzione
sul fatto che si erano rifugiati là dentro.Sarebbe stato come
invitare i guai ad entrare e loro ne avevano già
abbastanza.Anche se ultimamente,in queste ultime settimane le cose
erano state sorprendentemente tranquille.Carol cercò di
scacciare via il pensiero del fatto che questa fosse la calma prima
della proverbiale tempesta.Guardò all'insù verso Rick che
stava uscendo fuori nel cortile ,una pistola nella fondina e un fucile
attorno alla sua spalla. ''Stai andando al lavoro?''
Rick annuì e si inginocchio accanto a Judith,solleticandole i
piedini. ''Si,dobbiamo assolutamente riuscire a trovare quella breccia
nel cancello entro oggi.''
Carol sbatté forte una maglietta di Hershel prima di appenderla
al cavo. ''Non deve essere poi così grande se state avendo
così tanti problemi a localizzarla''
''I vaganti continuano ad arrivare'' lamentò ''Io e Carl ne
abbiamo trovato altri sei nella zona sud giusto ieri.Abbiamo
controllato lungo tutto il corridoio e non siamo riusciti a trovare
niente''
''Forse stanno entrando da qualche altra parte e si riuniscono tutti nell'area sud?'' ragionò Carol
''Forse'' concordò Rick. ''Sempre che non abbiano imparato ad arrampicarsi.La mia preoccupazione è questa''
''Non abbiamo avuto nessuna prova del fatto che stiano diventando
più intelligenti''. Carol capovolse una delle magliette di Carl
nel verso giusto
Rick annuì ancora,continuando a giocare con sua figlia.
''Immagino''. Solleticò il pancino della piccola ''Ti piace qui
fuori,non è vero?''
''Non è una cosa positiva per una bambina stare rinchiusa tutto
il giorno'' disse Carol. ''Le loro ossa hanno bisogno della vitamina D
del sole''
''Beh,piccolina,questa è una delle poche cose che siamo in grado
di darti'' disse Rick.La sua espressione si intristì ''Anche se
non c'è molto altro che il tuo papà può fare per
te''
''Smettila di parlare in quel modo'' lo rimproverò Carol
gentilmente. ''Judith è circondata da persone che l'adorano e
che la proteggerebbero con le loro stesse vite.In più abbiamo un
sacco di cibo per un bel po di tempo adesso.E' tutto quello di cui una
bambina ha bisogno''
Rick le rivolse un sorriso di apprezzamento. ''Grazie,Carol,per
prenderti cura così tanto della mia piccolina'' disse
calorosamente.
''Lo sai che per me non c'è nessun tipo di problema'' disse
Carol dolcemente. ''Quindi non ho bisogno di nessun
ringraziamento.Prenditi semplicemente cura di te stesso e ritorna tutto
d'un pezzo a casa quando avrai finito.Judith ha bisogno di te''
Rick annuì ''E' quello che ho intenzione di fare''
Carl uscì nel corridoio,pronto per andare all'esplorazione con
suo padre,con la pistola nella fondina e il cappello di suo padre
in testa.''Daryl vuole sapere che cosa stiamo aspettando''
consegnò il messaggio a suo padre. Carl si inginocchiò e
tirò i piedini di Judith ''Hey,culetto puzzolente''
''La gente che vive nelle case di vetro dovrebbe evitare di lanciare le
pietre'' osservò Carol mentre camminava oltre loro tre per
raccogliere la prossima cesta di biancheria
Carl sembrò confuso. ''Cosa?''
A Rick sfuggì una risatina. ''Penso che Carol stia cercando di dire che nemmeno tu profumi come un fiore,Carl''
''Mi sono fatto una doccia giusto ieri'' protestò lui
''E' quel cappello'' osservò Carol e iniziò ad appendere
l'altro set di bucato.''Avrebbe veramente bisogno di una bella
lavata''. Quasi un anno di sudore,sangue e sporco e morsi di zombie si
erano accumulati su quel capo di vestiario.Lanciò un'occhiata al
ragazzo ''Perché non me lo lasci qui oggi cosi vedo se riesco a
togliere un po della sporcizia che ha addosso?''
Carl sollevò protettivamente una mano verso il suo cappello. ''Non mi tolgo il mio cappello''
''Non mi toglierò'' Lo corresse Rick in automatico
''Ma sia tu che Daryl dite sempre così''
''Non significa che sia giusto'' mormorò suo padre
Carl guardò verso Carol. ''Puoi lavarlo quando sarò tornato?''
''Certo'' disse Carol semplicemente.Sapeva quanto quel cappello da
sceriffo fosse importante per Carl.Era come se dal momento che suo
padre glielo aveva affidato ,Carl iniziò a vedersi
diversamente.Come se,quando indossava quel cappello,era abbastanza uomo
per riuscire a fare quello che andava fatto.Carl sembrava felice di
aver raggiunto un compromesso
''Sto portando Daryl,Carl e Axel con me per riuscire a trovare la breccia'' la informò Rick ''Oscar è di guardia''
Carol continuò a fare il suo lavoro ''Ok''
''Carl può restare con te se hai bisogno di una mano''
''Ma io voglio andare con te'' protestò lui
Rick lo ignorò e guardò verso Carol con una vaga
preoccupazione.Scosse la testa nella sua direzione. ''Io,Hershel e Beth
siamo apposto'' disse Carol con calma ''Siamo in grado di prenderci
cura di noi stessi''
Rick sorrise ''Lo so''
''Quindi,posso venire?'' chiese Carl
''Si,puoi venire'' concordò Rick
Carl sorrise e si rimise in piedi.Iniziò a dirigersi verso
l'altro lato del cortile,mentre Rick e Carol continuavano a parlare
''Sostituirò Oscar verso mezzogiorno'' disse lei a Rick
''Avrà bisogno di prendersi una pausa'' Carol guardò Rick
''Sei d'accordo ad averlo intorno a Judith?''
''Immagino di doverlo essere'' sospirò Rick.Rivolse un mezzo
sorriso a Carol dalla sua posizione ancora inginocchiata accanto a
Judith. ''Qualcuno una volta mi disse che se Axel e Oscar dovevano far
parte di questo gruppo allora avrebbero dovuto contribuire''
''Doveva essere una persona intelligente..'' osservò Carol , impassibile
''Credo di si''. Carl catturò la sua attenzione.Suo figlio si
era messo con la schiena contro il muro,le braccia tese per quanto
riusciva.Girò la testa avanti e indietro in direzione
delle sue mani.Rick rivolse a Carol uno sguardo confuso
Carol sorrise rispondendo alla sua silenziosa domanda ''Daryl ha detto
a Carl che quando riuscirà a toccare quei due mattoni bianchi
con entrambe le mani contemporaneamente,le sue braccia saranno
abbastanza lunghe per iniziare ad insegnarli ad usare la sua
balestra.Carl viene ogni giorno a misurarsi su quei due mattoni,solo
per vedere se è cresciuto abbastanza''
Le labbra di Rick si sollevarono in un sorriso. ''Penso che sia una
buona cosa avere un obiettivo da raggiungere'' . Poi fece una smorfia.
''Per una volta ogni tanto preferirei che fosse qualcosa non correlato
alla morte.Non lo so,magari prendersi una cotta per una ragazza,ma
suppongo che sia piuttosto difficile in questi giorni'' Rick aveva
notato il modo in cui Carol lo stava guardando ''Che c'è?''
Lei inarcò un sopracciglio ''Mi domando se sia giusto farti
usare quelle armi visto che sembra che tu abbia proprio una vista
pessima''
''Che cosa intendi?'' disse Rick confuso
Carol tornò ad appendere la roba. ''Intendo che Carl si è preso una bella cotta per Beth''
Rick rimase sorpreso ''Sul serio?''
Carol arricciò le labbra ''E' abbastanza ovvio.Quando lei è vicina sembra quasi che lui si illumini''
Rick fece una smorfia. ''Come ho fatto a non accorgermi di una cosa del genere?''
''Hai un sacco di cose a cui pensare,Rick'' disse lei gentilmente
''Ma si tratta di mio figlio'' disse Rick in agitazione. ''Un padre dovrebbe starci più attento''
Carol notò quanto la cosa lo aveva infastidito. Gli
sfiorò il volto con una mano e gli sorrise calorosamente. ''Stai
facendo del tuo meglio per tenerci tutti quanti al sicuro.Forse non
sarai in grado di poter essere sempre con Carl,ma uno di noi lo
sarà al posto tuo.Ci sarà sempre qualcuno che si
prenderà cura di lui''
''Tu-'' la voce di Rick esitò un attimo mentre spostava
leggermente lo sguardo cercando di continuare. ''Non sai quanto
significhi per me sentirtelo dire''
''Si,lo so'' disse Carol semplicemente,ricordando quello che aveva
provato quando tutto il gruppo si diede da fare nella ricerca di
Sophia.La sensazione di non essersi sentita completamente abbandonata
aveva significato tanto per lei
''Che cos'è?'' domandò a gran voce ''Una specie di party per sole ragazze o cosa?''
Carol lasciò cadere la sua mano dal viso di Rick mentre lui
scacciava velocemente le lacrime dai suoi occhi.Guardò verso
Daryl,balestra in spalla,l'altra mano tesa di fronte a lui in
un'espressione di esasperazione.
''Rick stava dicendo ciao a Judith'' lo rimproverò scherzosamente ''Frena i tuoi cavalli''
''La piccola spacca-culi non può parlare,quanto tempo ci
vorrà?'' Daryl fece un suono annoiato ''Un uomo potrebbe
pure morire di questo passo''
Carl corse verso Daryl ''Sono pronto''
''Beh immagino che ora stiamo aspettando che lo sia tuo padre''
''Sono pronto'' disse Rick abbassandosi e dando un bacio a Judith prima di lanciare un'occhiata a Carol ''Grazie..''
Carol non era sicura se Rick la stava ringraziando per quello che gli
aveva appena detto o per il fatto che stesse badando a Judith,ma in
ogni caso sorrise ''Prego''
Daryl si avvicinò a Judith e guardò in basso verso di
lei,un piccolo sorriso sulle labbra.Guardò di nuovo verso
Carol,un tranquillo avvertimento nel suo sguardo.Stai al sicuro.Carol
fece un mezzo sorriso,intuendo quello che lui non disse ad alta
voce.''Lo so..''. Li guardò andare via,lo stesso peso sullo
stomaco che aveva ogni volta che il gruppo doveva separarsi per qualche
motivo.Ma non c'era niente da fare in proposito,le cose stavano
così.Carol tornò a guardare Judith che aveva appena
scoperto uno dei suoi piedini.Lo afferrò con una mano
paffuta,facendo dei rumori di stupore.Guardare Judith le dava
così tanta speranza per il futuro,le disse che Jenner si
sbagliava,che quella non sarebbe stata la fine.Carol sorrise,godendosi
la bambina e non pensando al fatto di star sopravvivendo unicamente
per un cambiamento.
----------
''Axel , guarda quello che fai!'' sbottò Rick,mentre spostava
velocemente la mano in tempo per impedire a Axel di tagliargli un dito
con le tronchesi
''Mi dispiace'' piagnucolò Axel mentre lanciava un'occhiata difensiva a Daryl ''Lui mi sta innervosendo''
''Ti sto anche rendendo stupido?'' continuò
Daryl,impenitente.Avevano finalmente trovato quella che pensavano fosse
la breccia nella recinzione.Il filo non era completamente rotto,ma
quando provarono a premerci contro,una parte del collegamento si
staccò via dal telaio principale.Rick e Axel si stavano
occupando di riassicurare il tutto,mentre Daryl e Carl facevano la
guardia per i vaganti fuori dalla recinzione.Qualcuno passava
occasionalmente e loro lo lasciavano avvicinare prima di stenderlo con
un tubo di ferro o con il coltello.
''Non riesco a concentrarmi perché mi fissa in continuazione''
lamentò Axel da dove era inginocchiato sul terreno,mentre teneva
insieme la recinzione,Rick si occupava di bloccarla con il cavo
''Non riesci a concentrarti perché ti sei fritto il cervello con
tutta l'erba che ti sei fumato'' disse Daryl annoiato ''E sono
obbligato a tenerti d'occhio o probabilmente finirai con l'ammazzare
qualcuno di noi''
''Non lo farei mai'' protestò Axel ''Sono dalla vostra parte''
Daryl continuava a trovare la presenza di Axel particolarmente
irritante,non avendolo ancora perdonato per quello che aveva fatto a
Carol,o in generale per essere una persona così fastidiosa.
''Meno male che lo hai confermato,era difficile riuscire a intuirlo dal
momento che stai sempre cercando di farci del male''
''Non ho fatto del male a nessuno del gruppo,eccetto Carol''
L'espressione di Daryl si oscurò al ricordo e a come Axel
sembrava ritenere la cosa non sufficientemente importante da preoccuparsene
Axel doveva essersi reso conto dell'errore che aveva appena fatto e
cercò velocemente di rimediare. ''Non intendevo dire che fare
del male a Carol sia stata una cosa giusta,è stato un incidente
e se Carol non avesse messo la mano-''
Daryl ebbe uno scatto violento verso Axel per aver osato dare la
colpa a Carol di quello che era successo e lui si alzò
rapidamente per allontanarsi dalla sua presa.Nella fretta di
fuggire,Axel non guardò dove stava andando,dov'era Rick, e
andò a sbattere con la testa proprio sotto la sua mascella.Ci fu
uno schiocco quando la mascella di Rick si chiuse di scatto per il colpo
Rick barcollò all'indietro,portandosi la mano alla bocca e scuotendo la testa ''Merda!''
''Papà!'' disse Carl con ansia ''Stai bene?''
Rick leccò il sangue che gli colava dal labbro e rivolse a Axel
un'occhiataccia ''Sto bene Carl,mi sono solo morso il labbro.Non
è niente''
Daryl scosse la testa disgustato verso Axel ''Sapete che cosa penso?Mr
merda al posto del cervello qui presente è un agente segreto.Sta
lavorando per conto di quei bastardi,cercando di abbatterci
dall'interno,un pezzo dopo l'altro''
Carl ridacchiò e Daryl gli rivolse un occhiata complice per aver apprezzato la sua battuta
''Non sto lavorando per quei mostri'' disse Axel balbettando, non sicuro del fatto che stessero o meno scherzando
''Non stai lavorando e punto,ragazzo'' si lamentò Daryl ''Avremo
già finito da un bel pezzo se tu non fossi occupato a fare il
coglione dalla mattina alla sera''
Axel gli mise il broncio ''Sai,a volte penso che tu sia cattivo solo perché la cosa ti diverte''
Daryl gli scoccò un'occhiata di avvertimento ''Pensi che questa
sia cattiveria? ragazzo..Non sai quanto cattivo potrei diventare se
solo mi mettessi un po d'impegno''
''Ok,voi due,adesso basta'' disse Rick,massaggiandosi distrattamente il
labbro. ''Axel,aiutami a riparare questa recinzione senza più
spargimenti di sangue e tu,Daryl,continua a fare la guardia,va bene?Mi
piacerebbe poter rientrare prima dell'ora di pranzo,se riusciamo''
Axel puntò il dito contro Daryl ''Fallo smettere.''
Rick sospirò ''..Daryl.''
Daryl si strinse nelle spalle ''La vita è la tua,ma non venire a
piangere da me se il coglione finirà per legarti le mani assieme
ai cavi nella recinzione'' Detto questo,Daryl si allontanò un po
seguendo la linea della recinzione.Si guardò alle spalle per
vedere Carl abbattere un altra di quelle cose che probabilmente si era
avvicinata dopo aver colto l'odore del sangue dalla ferita di
Rick.Forse sbagliava,ma era impressionato dal modo in cui il ragazzino
affondò il coltello nella testa dello zombie senza nemmeno
battere ciglio.Daryl rivolse nuovamente la sua attenzione al terreno di
fronte a lui.Si inginocchiò per osservare meglio i segni sul
terreno. ''Sembra che un sacco di quei cosi siano passati da questa
parte'' gridò per attirare l'attenzione degli altri ''Qui ci
sono un sacco di impronte'' Non era una buona notizia.Le impronte
sembravano fresche
''Sei sicuro che non siano solo un paio che andavano su e giù
per lo stesso punto?'' Rick lo interrogò mentre lui e Axel
finivano di sistemare la recinzione
''No'' Gli occhi esperti di Daryl lessero la storia che quelle impronte
gli raccontavano. ''Sono almeno una decina,forse anche di più''
fece una smorfia ''Sicuramente di più''. Daryl si tirò su
e continuò a seguire le tracce. ''Si dirigono verso l'entrata a
sud''
''Carol aveva ragione'' disse Rick,legando l'ultimo pezzo di filo.
''Pensava che stessero entrando da un punto e che stessero convergendo
tutti nell'ala sud''
''Quanto tempo pensi che sia passato da quando hanno lasciato queste
impronte,Daryl?'' chiese Carl,continuando a tenere d'occhio la
recinzione per i vaganti
Daryl aggrottò la fronte ''Sono piuttosto recenti,Non più di dodici ore fa''
Axel si asciugò le mani sulla sua tuta ''Significa che
c'è un'intera gang di zombie all'interno della prigione?''
chiese nervosamente
''Una mandria'' Lo corresse Carl. ''Noi le chiamiamo così''
''Ok,mandria.C'è una mandria all'interno della prigione?''
''Sembra di sì'' disse Daryl tristemente
''Penso che si raggruppino tutti all'entrata sud per via del rumore dei
generatori'' suggerì Rick ''Sono attirati dai rumori''
''Ma abbiamo ripulito quella zona proprio ieri'' continuò Carl ''Ricordi,papà,l'abbiamo sigillata''
Axel si sistemò i baffi ''Allora,che significa,faranno nuovamente dietrofront?''
Rick e Daryl si scambiarono uno sguardo,sapendo che non c'era altra opzione.
L'espressione di Daryl non cambiò ''Credo che dovremmo tornare subito indietro'' disse con calma
''Credo che tu abbia ragione'' dichiarò cupo Rick.Il gruppo fece
i bagagli in fretta e iniziò a dirigersi verso il blocco delle
celle,ognuno di loro accelerando il passo senza che ci fosse il
bisogno di dirlo.Erano ancora a una distanza considerevole quando
sentirono il primo sparo.
Daryl si allarmò,riconoscendo il rumore del fucile di Hershel.Il
vecchio uomo non era in forma in questi ultimi giorni.Se c'era un posto
dove poteva trovarsi,era vicino al blocco delle celle.Daryl
reagì immediatamente.Iniziò a correre mentre Rick fece lo
stesso subito dietro di lui.Axel fu un po più lento a reagire ma
presto tutti e tre gli uomini iniziarono a correre più veloce
che potevano attorno alla prigione,con Carl che faceva del suo meglio
per stare dietro a loro.Il cuore di Daryl batteva forte nel petto
mentre attraversava il cancello che conduceva al blocco C.Altri colpi
di arma da fuoco esplosero,uno dietro l'altro,come se il panico stesse
dilagando.Entrarono nel blocco e lo trovarono pieno zeppo di
zombie.Beth e Hershel erano barricati nei dormitori,cercando di tenere
alla larga oltre dieci di quei cosi.Beth stava combattendo per riuscire
a chiudere il cancello tra loro e gli zombie mentre quelli si
ammassavano contro.Daryl e Rick si fiondarono velocemente nel passaggio
che conduceva alla zona notte.Daryl atterrò uno di loro con un
colpo della sua balestra e dopo si occupò di eliminare il
resto con il coltello.Rick era al suo fianco,cercando di liberarsi
la strada attraverso la loro carne putrida e anche Axel si aggiunse al
conto dei cadaveri.Carl li raggiunse all'ultimo momento e sparò
un proiettile a uno zombie che stava per afferrare Daryl che era
occupato a tagliare la testa a un altro di loro.
''Beth,Hershel!'' Rick gridò mentre lottava ''State bene?!''
''Si!'' rispose Hershel al fianco di Beth mentre l'aiutava a chiudere il cancello
''Dove sono Carol e Judith?' chiese Rick,cercando di gettare
un'occhiata all'interno dei dormitori mentre si liberava degli zombie
''Sono con voi?''
''No'' ansimò Beth,accoltellando uno zombie attraverso le sbarre
del cancello. ''Penso che siano ancora nel cortile.Ma non ne sono
sicura.Ci siamo chiusi qua dentro e gli zombie erano ovunque''
''Merda!'' Oscar si unì ora alla mischia,dopo aver sentito gli
spari venne di corsa abbandonando la sua postazione.Uno zombie
balzò verso di lui e fu costretto a liberarsene a calci e
successivamente a staccargli via la testa con diversi colpi del calcio
del suo fucile
''Vado a cercare Carol e Judith'' urlò Daryl a Rick.Era il
più vicino alla porta,aveva senso,ma ci sarebbe andato anche se
non fosse stato così.
''Siamo subito dietro di te'' disse Rick con urgenza liberandosi degli ultimi zombie rimasti ''Corri''
Daryl non aveva bisogno che qualcuno gli dicesse che cosa fare.Stava
cercando di spremersi il cervello per ricordare se avesse visto
qualsiasi tipo di arma addosso a Carol,quella mattina,prima che
andassero via.Era raro che qualcuno di loro andasse in giro senza
almeno il proprio coltello.Daryl stava cercando di non farsi prendere
dal panico perché ricordava di non aver visto nulla addosso a
Carol con cui potersi difendere.Sarebbe stata solo lei con una bambina
indifesa,se il resto della mandria si fosse fatta largo fino ad
arrivare incontro.Sfrecciò giù per le scale che portavano
al cortile esterno,saltando gli ultimi quattro gradini in una volta
sola mentre il terrore di quello che avrebbe potuto trovare cresceva
dentro di lui e lo consumava.Daryl raggiunse la porta e sollevò
la balestra mentre la prendeva a calci per aprirla.Guardò a
destra e sinistra attraverso il mirino della balestra mentre la
cercava. ''Carol!'' gridò. ''CAROL!!'' le orecchie di Daryl si
tesero per cercare di sentire una possibile risposta.Entrò
dentro il piccolo cortile,registrando il cestino della biancheria
rovesciato a terra e una delle funi che era stata divelta.La copertina
di Judith era spiegazzata e Daryl si mosse velocemente per
esaminarla.Vide delle gocce di sangue che la macchiavano,sangue di
zombie. ''Cazzo!'' ringhiò ,cercando di non temere il
peggio.Daryl guardò verso l'unica porta presente nel
cortile,sapendo che Carol doveva essere fuggita con Judith passando da
quest'ultima.Corse verso la porta proprio mentre Rick e Axel apparvero
dietro di lui.
''Le hai trovate?'' chiese Rick ansioso
''Da questa parte'' sputò fuori Daryl,non guardandosi indietro
mentre correva nuovamente all'interno dei corridoi della prigione.Erano
stretti e pieni di celle in cui potersi nascondere.Pieni di posti in
cui ti saresti potuto far uccidere...Un groppo salì alla
sua gola mentre correva verso l'ignoto,Rick alle calcagna mentre
inseguivano gli zombie che a loro volta tallonavano Carol e Judith....
Dai pensieri
dell'autrice : Avevo già fatto presente di avere una passione
per i cliff hanger , vero?? Ah e in caso qualcuno di voi lo stesse
pensando, questa fan fiction non sarà quel tipo di storia dove
''Carol è in pericolo e Daryl corre a salvarla'' . Quello
che intendo è che l'intero gruppo finisce sempre per salvarsi a
vicenda in un ciclo regolare , quindi non sarà mai una cosa a
senso unico.Specifichiamo!!
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
echoes capitolo 7
Capitolo 7
Daryl correva attraverso i corridoi della prigione,la
balestra in mano,con Rick subito dietro di lui e Axel che chiudeva la
fila.Attraverso il sangue che pulsava nelle orecchie Daryl
pensò di aver sentito un rumore. ''Aspettate!'' disse fermandosi
improvvisamente.
Rick e Axel si fermarono dietro di lui.Rick lanciò uno sguardo preoccupato a Daryl. ''Cosa?Che c'è?''
Daryl inclinò la testa e ascoltò attentamente. ''Riuscite
a sentirlo?'' tutti gli uomini stavano respirando affannosamente per
via della corsa adrenalinica e questo non gli permise di sentire
il flebile rumore. ''Trattenete il respiro'' li istruì
bruscamente.Gli altri due ubbidirono e Daryl si concentrò per
riuscire a sentire quello che aveva catturato la sua attenzione.Lo
sentì nuovamente,un rumore che sembrava provenire da molto
lontano.Un bambino che piangeva.
''Judith'' sibilò Rick,il volto sconvolto dalla paura mentre riuscì a cogliere i flebili lamenti
''Non riesco a sentire niente'' disse Axel
Daryl e Rick lo ignorarono.Rick lanciò a Daryl uno sguardo
carico di tensione. ''Non riesco a capire da dove proviene''
Daryl chiuse gli occhi e si concentrò nuovamente.Anni e anni di
caccia nel bosco gli avevano insegnato come focalizzarsi sui suoni e
essere in grado di capire da dove provenivano.Era molto più
difficile all'interno della prigione,i suoni rimbalzavano attraverso i
muri creando false piste,ma più ascoltava i lamenti di
Judith,più divenne certo.Daryl puntò alla sua destra.
''E' da questa parte'' ,riprese la sua corsa,gli altri dietro lo
seguirono.
''Sta piangendo'' disse Rick mentre correvano ''questo è un buon segno,vero?''
La verità è che nessuno di loro sapeva se un neonato una
volta trasformatosi in zombie avrebbe continuato a produrre quel tipo
di suoni. ''E' viva'' disse Daryl cupo,focalizzandosi su questo.Nessuno
voleva pensare a che cosa sarebbe potuto accadere se gli zombie la
avessero raggiunta. ''Dobbiamo solo arrivare da lei''
''Perché non stiamo incrociando nessuno zombie?'' indagò Axel tenendo il passo
Daryl non volle pensare alla risposta a questa domanda.Non voleva
pensare al fatto che si stessero raggruppando tutti nello stesso punto
e si stessero nutrendo....
''Stai zitto e corri'' sputò fuori,accelerando il ritmo.Li
condusse attraverso quei corridoi tortuosi,le grida di Judith sempre
più forti a ogni svolta.La bambina stava urlando a pieni polmoni
e Daryl cercò di combattere il panico di ciò che questo
poteva significare sia per lei che per Carol.Più avanti c'era
un'altra svolta a destra e Daryl intravide il piede di un uomo sbucare
fuori da dietro l'angolo,a terra.Il pianto di Judith ora era forte e
chiaro,sapevano di averla quasi raggiunta.Tutti e tre rallentarono
prima di girare l'angolo,le armi spianate mentre
avanzavano,preparandosi al peggio.Daryl fu il primo a svoltare e
registrò un mucchio di cose con una sola occhiata.Erano in un
vicolo cieco,che finiva con una porta circa dieci piedi più
avanti.I corpi degli zombie morti erano sparsi ovunque a terra,come
minimo sette di loro da un calcolo veloce.Era buio e Daryl
strizzò gli occhi per riuscire a vedere attraverso la flebile
luce,proprio mentre una figura si lanciò verso di lui soffocando
un grido.La figura era proprio sopra di lui,con il braccio alzato e
solo suoi riflessi fortemente allenati gli impedirono di piantare
una freccia nel petto di Carol. ''Cazzo!'' gridò.Lascio cadere
la balestra per afferrare il polso di Carol e impedirle di piantargli
un coltello in testa. ''Carol,sono io,va tutto bene!'' le
gridò,mentre lei continuava a lottare,chiaramente attaccando
alla cieca.
Lei ebbe un sussulto e smise di lottare,lo guardò con gli occhi
spalancati. ''D-Daryl..'' sussurrò,guardandolo scioccata
Daryl la fissò ,visibilmente preoccupato.Carol sembrava come
impazzita,gli occhi pieni di una furia omicida ed era ricoperta di
sangue,dalla testa ai piedi.Realizzò in un istante che aveva
finito per trovarsi circondata dagli zombie e che aveva combattuto
freneticamente per aprirsi una via di fuga. ''Va tutto bene''
cercò di confortarla meglio che poté,afferrandola per
entrambe le braccia. ''Sei al sicuro''. La sentì cedere e il suo
coltello scivolò a terra.
''Judith'' disse Rick costernato,scavalcando la miriade di corpi degli
zombie uccisi e spalancando la porta della cella in cui Carol aveva
messo la piccola.Le urla di Judith erano assordanti mentre Rick si
chinò rapidamente e la sollevò da terra,stringendola
forte tra le sue braccia. ''Oh Dio'' disse debolmente ''Judith..''
''Sta bene?'' chiese Daryl,mantendo una presa forte su Carol
Le mani di Rick indagarono veloci lungo il corpicino di Judith,cercando
qualsiasi segno di un graffio dal momento che la piccola continuava a
urlare senza tregua. ''Sta bene'' disse trattenendo il
sollievo,cullandola e cercando di farla calmare. ''Sta bene''
ripeté,le lacrime gli riempirono gli occhi.Continuò a
cullarla tra le sue braccia e il suo pianto si affievolì
lentamente
Carol si accasciò sotto le mani di Daryl e iniziò a
indietreggiare incerta,rompendo il contatto con lui.Indietreggiò
da tutti loro,gli occhi puntati su Judith.La sua
schiena colpì il muro dietro di lei e si lascio scivolare
giù,finendo seduta sul pavimento in mezzo ai corpi degli
zombie.Sollevò le ginocchia al petto mentre continuava a fissare
Judith nelle braccia di Rick.Iniziò a tremare senza controllo.
Axel guardò tutti quei corpi stesi a terra. ''Carol'' disse il suo nome incredulo ''Gli hai uccisi tutti da sola?''
Daryl adesso riuscì a contarne nove stesi a terra.Si creò
mentalmente un'immagine di Carol,costretta con le spalle al muro mentre
combatteva con le unghie e con i denti per proteggere Judith.La paura
doveva essere stata decisiva.Daryl avanzò e si sedette accanto
alla figura tremante di Carol.Cercò di fissarle il viso
ricoperto di sangue ma lei non sembrò registrare la sua
presenza.Dando un'occhiata a Rick,i due capirono di essere entrambi
preoccupati per lei.Daryl poggiò la balestra a terra tra di loro
e si sollevò la maglietta per cercare di pulirle il viso dal
grosso dello sporco che la ricopriva.Le pulì piano la
fronte e le guance,portando via il sangue per provare ad arrivare alla
donna traumatizzata che si celava sotto tutto questo. ''E' tutto ok''
le mormorò. ''Tu stai bene ,tu e Judith state bene.L'hai
salvata''
Il suono della sua voce la fece finalmente voltare e i loro sguardi si
incrociarono,quello di Daryl terribilmente preoccupato. ''Sta-sta
bene?'' chiese Carol spaventata
Rick si inginocchiò subito accanto a lei,come aveva fatto
Daryl,mostrandole Judith che ora tirava piano su con il naso tra le sue
braccia. ''Sta bene'' la rassicurò velocemente ''Guarda..''
Carol sollevò una mano ancora tremante per toccare la piccolina
ma quando vide le condizioni in cui era la ritirò indietro
velocemente.
Rick mosse la mano per afferrare la sua. ''Sta bene ,Carol'' la rassicurò nuovamente ''L'hai salvata''
Carol si coprì il viso con le mani e inizio a tremare ancora più forte
''Dobbiamo portarle fuori da qui'' disse Daryl urgentemente
Rick annuì,l'espressione ancora preoccupata. ''Axel,tu stai qui
e sbarazzati di tutti questi corpi.Portali fuori dalla recinzione a
ovest,finiremo di occuparcene noi più tardi''
''Cosa,da solo?'' disse Axel infelicemente
''Smettila di lamentarti,idiota'' disse Daryl fulmineo,focalizzandosi
su Carol. ''Fallo e basta''. La sua voce si addolcì mentre le
rivolgeva la parola,il suo tono caldo e basso. ''E' tutto
ok,Carol,adesso ce ne andiamo da qui''. Daryl si mosse in avanti per
prenderla in braccio,non essendo sicuro se lei fosse in grado di
camminare ma Carol levò le mani dal viso e scosse la testa
''Posso camminare'' la sua voce spenta e priva di vita
Le mani di Daryl la circondarono mentre provò lentamente a
rialzarsi.Barcollò un po e Daryl la strinse subito a
se.Passò il suo braccio attorno alla sua vita.. ''Forza
andiamo'' disse goffamente ''appoggiati a me.''. Inizialmente Carol non
si lamentò,ma quando fecero un passo avanti,le sue gambe erano
troppo deboli per riuscire a farcela da sola. Daryl la strinse ancora
più forte a lui mentre si avviavano lentamente verso le
loro celle,lasciando un Axel di cattivo umore a ripulire tutto il
casino.
----------
Glenn prese posto tra Maggie e Beth. ''Non riesco a credere che
così tanti zombie siano riusciti ad arrivare fino al nostro
blocco'' disse tristemente mentre sedevano tutti quanti assieme per
mangiare il loro pasto serale.Oscar e Carl erano di guardia e avevano
già mangiato la loro razione.
''Ci siamo andati vicini stavolta..'' concordò Hershel
Maggie fece uno smorfia mentre guardava Glenn. ''Abbiamo scelto il
giorno sbagliato per andare a fare quella spedizione in città''
''Doveva essere fatta'' asserì Rick. ''Nessuno di noi avrebbe
mai potuto immaginare che sarebbe successo qualcosa del genere''.
Guardò verso Carol, che stava dando da mangiare a Judith.
''Perlomeno stiamo tutti bene'' disse grato.Il suo sguardo si
spostò su Daryl,che stava fissando con circospezione Carol tra
un boccone e l'altro.Rick comprese la preoccupazione dell'altro
uomo.Carol era stata molto silenziosa una volta arrivata al blocco
C.Andò da sola a ripulirsi e quando tornò a malapena
disse una parola ma Rick era ancora preoccupato per lei.Continuò
a fissare Daryl e capì che anche lui lo era ancora.Si
scambiarono uno sguardo,nessuno di loro due aveva idea di cosa fare per
rimediare a tutto questo.
''Il lavoro che avete fatto alla recinzione sarà in grado di reggere e di tenerli alla larga?'' chiese Beth dubbiosa
''Si'' disse Rick senza esitazione
''Sperando che quello fosse l'unico'' disse Axel mentre masticava un boccone di stufato
Rick lanciò un'occhiataccia a Axel per la sua sincerità
fuori luogo. ''Domani faremo degli altri giri'' promise a tutti
''Renderemo questa prigione sicura.Quello che è successo oggi
non accadrà mai più''
''Non puoi saperlo'' disse Carol. Tutti le rivolsero un'occhiata
nervosa mentre lei continuò con calma ''Ma è tutto
apposto,perché ce l'abbiamo fatta''.Guardò Judith nelle
sue braccia e sorrise debolmente. ''E quello che facciamo ora,teniamo
duro''. Carol guardò nuovamente verso di loro ''Questo gruppo
è forte.Saremo in grado di gestire qualsiasi cosa ci
capiterà tra le mani''
''Si,lo saremo'' confermò Rick,felice di sentire Carol
così positiva.In realtà era felice semplicemente per il
fatto di aver sentito la sua voce
Judith si agitò tra le braccia di Carol ora che il suo biberon
era ormai vuoto.Carol si mise Judith contro la spalla iniziò a
battere piano la mano sulla sua schiena.La piccola rilasciò un
rutto particolarmente rumoroso che echeggiò attraverso le pareti
della prigione.Gli altri scoppiarono tutti quanti a ridere
''Cavolo'' disse Daryl con una punta di orgoglio a Rick ''Questa tua piccolina rutta come un camionista ubriaco''
Carol continuò a darle dei colpetti mentre si rilassava. ''Non ascoltarli,tesorino,sei una signorina e lo sarai sempre''
''Si,una signorina camionista'' scherzò Glenn.
''Hey'' disse Rick stando al gioco ''E' la mia bambina quella di cui
state parlando.'' Era bello avere questi momenti di leggerezza. Per
loro potersene concedere uno era raro.E purtroppo le cose ora andavano
in questo modo.
''Guardala,è cosi rilassata'' fece notare Axel a Carol,sempre
pronto a entrare nelle sue grazie. ''Hai proprio un tocco magico,Carol.
Sei stata come una mamma orsa che proteggeva i suoi cuccioli oggi.E' un
peccato che tu non abbia dei figli tuoi,saresti stata una madre
meravigliosa''
Rick sentì Daryl irrigidirsi dietro di lui al commento fuori
luogo di Axel e alla tensione che riempì subito la
stanza.Guardò le facce delle persone intorno a lui e vide
tristezza e rimorso in tutti loro
Carol sorrise debolmente. ''Penso che sia ora di mettere questa
ragazzina a letto'' disse piano e si alzò,portando Judith su per
le scale nella sua piccola culla.
''Ho detto qualcosa di sbagliato?'' chiese quell'idiota di Axel.
''Intendevo dire che è un peccato che lei non abbia un figlio
suo,è così brava con i bambini''
''Non riesci mai a tenere chiusa quella cazzo di bocca?''
ringhiò Daryl,alzandosi di scatto e uscendo fuori dalla
stanza.Tutti stavano evitando di guardarsi.
Axel guardò Daryl andarsene e scosse la testa ''Non so se
qualcuno ve l'ha mai detto prima,ma siete delle persone veramente
strane''
''Continua a mangiare la tua cena e basta,Axel'' disse Rick debolmente
La conversazione continuò con un argomento diverso.Rick
finì velocemente la sua cena e andò di sopra,per dare uno
sguardo a Judith.Arrivò in cima alle scale e vide che Carol era
seduta sul letto nella sua cella,cullando Judith per farla addormentare
mentre lei continuava a muoversi senza dare cenno di addormentarsi
Carol sollevò lo sguardo quando lo senti entrare ''E' un po agitata stanotte''
''E' stata una giornata dura per lei'' Rick guardò Carol attentamente ''Lo è stata per tutte e due''
Carol non rispose.Si mise in piedi e offrì il suo posto a Rick.
''Perché non ci provi tu? Penso che abbia bisogno del suo
papà adesso''
Rick si sedette vicino al passeggino che era diventato la sua nuova
culla,grazie alla recente scoperta di Carol in città le scorse
settimane. Le accarezzò il pancino mentre agitava le sue piccole
gambette. ''E' tutto apposto,piccolina'' le canticchiò
''Papà è qui con te''. Le sue stesse parole gli fecero
scendere delle lacrime dagli occhi anche se cercò di
trattenerle.Mantenne il suo sguardo su Judith mentre si rivolgeva a
Carol. ''N-non sarò mai in grado di ripagarti per quello che hai
fatto oggi,Carol''
''Non pensavo che stessimo tenendo il punteggio' lo castigò dolcemente ''Non c'è niente da ripagare.E tu lo sai''
Il petto di Rick si strinse al pensiero di quello che sarebbe potuto
accadere oggi.Era pieno di rimorso mentre guardava la sua bambina che
assomigliava già così tanto alla sua mamma. ''Lori e
io,alla fine-'' Le parole di Rick furono soffocate da un diluvio di
emozioni.Provò di nuovo. ''Non sono stato il marito che si
sarebbe meritata alla fine''
''Rick.'' Carol disse il suo nome con compassione e si avvicinò poggiandoli una mano sulla spalla
Rick scosse la testa,spingendo indietro le lacrime mentre Judith
iniziava a calmarsi,i piccoli occhietti si chiusero mentre arrivava
finalmente il sonno.Continuò ad accarezzarla istintivamente,ma
dentro si sentiva come se gli stessero squarciando il petto per tirare
fuori tutte le emozioni che avrebbe voluto dimenticare. ''Dopo che
Shane è morto e abbiamo perso la fattoria,tutto quello che
riuscivo a pensare era di tenervi al sicuro,tenere Lori e il nostro
bambino al sicuro.Pensavo che se fossi riuscito a farlo,avrei
compensato per non essere stato in grado di dirle quello che lei aveva
bisogno di sentirsi dire'' la voce di Rick si incrinò mentre
continuava a parlare ''Non potevo darle ciò di cui aveva
bisogno.Ci ho provato,ma non ce l'ho fatta.Ho pensato che dopo il parto
avremmo avuto il tempo per capire tutto quanto.'' fece un rumore
strozzato. ''Perché diavolo l'ho pensato?Non abbiamo più
tempo''
Rick sapeva perché non era stato in grado di affrontare tutte le
cose che erano andate storte tra lui e Lori.Era stato un
vigliacco,fingeva di essere un leader e di provvedere alla loro
sicurezza ma sfuggiva da tutto il resto. ''L'ho abbandonata''
sputò fuori,improvvisamente sopraffatto dal dolore. ''Ho
rischiato tutto per salvare tutte quelle
persone,Glenn,Hershel..dannazione, persino Merle.Ma quando si è
trattato di mia moglie,l'ho abbandonata'' si coprì il volto con
una mano.Judith ora dormiva ignara del dolore di suo padre.
''Smettila'' disse Carol piano e si avvicinò a lui per confortarlo
Rick era venuto per controllare Judith e dare supporto a Carol per
tutto quell'orrore a cui era sopravvissuta oggi.E invece,non
riuscì a sottrarsi al conforto che lei le stava
offrendo.Seppellì il viso nella spalla di Carol mentre lei lo
abbracciava,accarezzandoli piano la schiena. ''Mi dispiace'' disse con
emozione contro la sua pelle mentre l'abbracciava a sua volta e la
stringeva più forte.Era passato un sacco di tempo da quando
aveva permesso a se stesso di accettare il conforto da qualcuno,era
come se una diga fosse esplosa dentro di lui. ''Non dovrei comportarmi
così'' disse sempre senza lasciarla andare
''Sei il nostro leader,Rick,questo non significa che tu debba essere anche la nostra isola'' disse Carol semplicemente
Rick sollevò lo sguardo verso di lei,tenendola sempre stretta
Carol fece un piccolo sorriso. ''Pensi che nessuno di noi riesca a
vedere quello che stai facendo?'' disse ironicamente.''Pensi che
solo perché sei il nostro leader,non puoi appoggiarti a noi per
qualsiasi tipo di supporto emotivo.Che hai rinunciato a questo quando
hai accettato di essere responsabile per tutti noi.''
Rick sbatté le palpebre scioccato dalle parole di Carol. ''Non
è quello che sto facendo''. Rick stesso realizzò che
quelle parole erano una bugia non appena le disse.Carol aveva
ragione.Cercava sempre di allontanare quella parte di lui che aveva
bisogno degli altri,pensando che fosse una debolezza che non si
meritava di avere. E Lori era stata la prima vittima di questa sua
inconscia volontà.
''Si che lo è'' disse Carol con calma ''Ma,per quanto io possa
tenere a te,Rick Grimes,sono qui per dirti che sei stato un idiota.Hai
bisogno di noi,come noi abbiamo bisogno di te.Tu non sei da solo e
penso che sia arrivato il momento che tu te ne renda conto'' Mise una
mano dietro la sua testa e lo accarezzò con gentilezza.
''Adesso,penso che tu abbia bisogno di stare un po di tempo da solo con
la tua bambina.Vi lascio in pace''. Carol fece un passo
indietro,rompendo il contatto tra di loro.Si girò per andarsene
Rick si mise in piedi. ''Carol''
Carol si girò e lo fisso con uno sguardo interrogativo
Rick chiuse la piccola distanza tra di loro e avvolse Carol in un
grande abbraccio,questa volta offrendole il suo conforto.Si sentiva
come se grazie alle sue parole avesse lasciato andare un peso che non
si era nemmeno reso conto che stava trattenendo. ''Sono così
felice che tu stia bene'' le sussurrò all'orecchio. ''Grazie per
quello che hai fatto per Judith..grazie,grazie.''
Carol rispose all'abbraccio, senza proferire parola ma accettando silenziosamente la sua gratitudine
----------
Daryl appoggiò i gomiti sulla ringhiera delle scale di metallo
di fronte alla cella di Rick.Li guardò abbracciarsi mentre
Maggie venne a fermarsi vicino a lui.
Guardò la coppia dall'altra parte della stanza e sorrise. ''Sono
così felice che oggi sia andata a finire tutto per il meglio''
Daryl emise un suono indefinito
Maggie lo guardò sorpresa. ''Che cosa c'è che non va?''
''Niente'' disse Daryl ,di poche parole
Maggie tornò a guardare Rick e Carol che si separarono solo ora
dal loro abbraccio. ''Judith è al sicuro nel suo letto e Carol
sembra stare bene'' osservò lei
''Si'' dichiarò Daryl secco ''ma non è così'' .
C'era qualcosa di strano in Carol, Daryl riusciva a percepirlo. C'era
qualcosa che non andava.
Maggie esitò. ''Guarda,è appena successo tutto questo casino.Forse è ancora un pochino sotto shock''
''Forse'' grugnì Daryl mentre si alzava.Carol si stava dirigendo verso la sua cella adesso
''E' molto dolce il modo in cui ti preoccupi per lei''
Daryl scoccò a Maggie un'occhiata tagliente per questa sua ultima osservazione.
Maggie strinse le labbra ''Non hai intenzione di mandarmi via a calci per quello che ho detto,vero?'' lo prese in giro
''Ci stavo proprio pensando'' disse Daryl impassibile
''Oh andiamo..'' lo provocò ''Sappiamo tutti che sei un bravo
ragazzo,non ha senso continuare a fingere di essere il contrario
adesso'' gli diede una leggera spinta giocosa e poi si
allontanò.
Carol era seduta sul suo letto e guardò in su quando lui apparve di fronte a lei. ''Hey''
''Hey'' rispose goffamente guardandola. ''Hai bisogno di qualcosa?''
Carol scosse la testa. ''No,pensavo solo che mi avrebbe fatto bene
andare a letto'' si stiracchiò piano ''Mi fa male un po tutto''
Le immagini di lei che lottava contro quella mandria di zombie si
fecero spazio nella mente di Daryl. ''Stanotte fa freddo''
continuò ''Sento un venticello fresco nell'aria''
Non c'era nessun venticello fresco nell'aria.Anzi era una notte
abbastanza calda.Tuttavia,Daryl raccolse il maglioncino appeso sopra il
letto a castello e lo portò a Carol.Lei si alzò per
prenderlo ,ma lui voleva aiutarla a indossarlo invece, si mise dietro
le sue spalle in modo di aiutarla a indossarlo
''Stai esagerando'' Carol lo rimproverò dolcemente mentre infilava le braccia nelle maniche
Fece una smorfia ''Non è vero''
''Per favore non preoccuparti per me'' lo pregò a voce
bassa.Carol guardò sopra la sua spalla verso di
lui,l'espressione seria. ''Io sto bene''
Daryl la fissò, vedendo nei suoi occhi qualcosa che gli diceva che non stava dicendo la verità
''Sono solo stanca.Ho solo bisogno di un po di riposo.Tutto qui.''
''Io pos-io posso restare qui,se vuoi.Posso stare per un po qui con
te'' Daryl cercò esitante di abbattere quel muro che sentiva che
si stava sollevando tra di loro
Carol si girò,la sua espressione difficile da capire ''No,non c'è bisogno che tu lo faccia''
''Io voglio farlo.''
Carol scrollò le spalle ''Immagino di non potertelo impedire'' si sdraiò sul letto e si tirò su le coperte
Daryl si appoggiò contro il muro accanto al letto di Carol e si
lasciò scivolare sul pavimento.Rimase seduto lì a lungo
anche dopo che il suo respiro divenne lento e regolare,segnalandoli che
Carol era riuscita finalmente ad addormentarsi.La sua era una veglia
silenziosa,non sapendo che cosa poteva fare per lei ma avendo il
bisogno di dover fare comunque qualcosa.Forse lei aveva ragione e da
domani quello sguardo negli occhi di Carol sarebbe sparito.
Daryl poteva solo sperare ....
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
echoes capitolo otto
Capitolo 8
Hershel rigirò la mano di Carol ancora una volta,esaminandola da
vicino. ''Mi sembra che vada abbastanza bene''. Guardò verso di
lei,seduta dall'altra parte del tavolo. ''Penso che d'ora in avanti
potremo fare a meno delle bende''.
''Bene'', disse Carol sollevata. ''Era un così grosso spreco''
''Non capisco come il fatto di impedire che tu potessi prenderti un'infezione possa
sembrarti uno spreco'' , disse Hershel con dolcezza, ''ma
accetto il fatto che tu possa avere un'opinione diversa dalla mia''
Carol fece un piccolo sorriso. ''Ti ringrazio per esserti preso
così tanta cura della mia ferita,Hershel.Lo apprezzo molto''
Hershel si accinse a mettere via le forniture mediche. ''Sono un uomo
vecchio e con una gamba sola durante un'Apocalisse'' disse
ironicamente. ''A dire il vero,sono più che felice di poter dare
una mano per qualcosa''
''Sai di essere importante per tutti noi'' gli ricordò Carol
''So solo che se mai dovessimo lasciare questa prigione,sarei
solo un peso ancora più grande di quello che già sono ora''
Carol aggrottò la fronte. ''Ci prenderemo cura di te,Hershel,non
importa che cosa accadrà.Non è necessario preoccuparsene adesso''
''Non è una questione di cosa siete disposti a fare,ma di
quello che sarebbe giusto fare'' disse Hershel chiaramente
''Non mi piace quando parli in questo modo'' disse Carol
Hershel scosse la testa. ''Non ti preoccupare per me,ragazzina.Sono
solo un vecchio che parla troppo'' Poggiò la mano sulla sua. ''E
faresti meglio a sostituire quel tuo cipiglio con un sorriso altrimenti
ho paura di quello che potrebbe farmi il tuo angelo custode''
concluse scherzosamente. ''Non voglio che se la prenda con me per
averti
resa infelice''
Carol non aveva bisogno di voltarsi per sapere a chi si stava
riferendo Hershel.Daryl era nella passerella sopra di loro,apparentemente
pulendo la sua balestra,ma Carol era consapevole del fatto che invece
la stava tenendo d'occhio mentre Hershel si occupava della sua
ferita.Sospirò. ''In questi giorni è diventato la mia
ombra''
''Hai a che fare con un rozzo villano che segue tutte le tue mosse?''
disse Hershel impassibile ''Onestamente,non capisco come questo
potrebbe essere considerato un problema''
Carol rise debolmente ma il suo viso cambiò subito espressione. ''Si preoccupa troppo per me.Non è giusto''
''Il fatto che si preoccupi per qualcun'altro non può che fare
bene a quel ragazzo'' ribatté Hershel. ''Visto
che per quasi tutta la sua vita è stato impegnato a
fregarsene di tutto e
tutti''. Guardò Carol. ''Non è salutare,lo sai''
Carol distolse lo sguardo.. ''Lo so''. Massaggiò la
ferita sulla sua mano distrattamente.Carol sapeva che
Hershel diceva così perché si preoccupava per
lei,come Daryl con le sue eccessive attenzioni degli ultimi giorni.Il
punto era che stavano solo peggiorando la situazione ma lei non poteva
dirlo a nessuno dei due.
''C'è solo un modo in cui puoi far desistere quel ragazzo dall'essere la tua ombra''
Lo sguardo di Carol era vivo di interesse. ''Come?''
''Lascialo entrare nei tuoi pensieri'' disse Hershel
dolcemente.Batté sul tavolo di fronte a lei. ''Daryl sa che ti
stai portando dietro un peso e vuole solo aiutarti''
Il volto di Carol si rabbuiò inconsapevole di essere stata
così trasparente.Aveva provato con tutte le sue forze a tenere i
suoi sentimenti solo per se stessa.''Non può'',disse con dolore,
ricacciando indietro le lacrime. Carol si morse il labbro inferiore e
scosse la testa. ''Non ne voglio parlare ,Hershel.Proprio non posso''
Hershel annuì. ''Lo so,ma a un certo punto sarai pronta a
liberarti di questo peso che ti stai portando addosso dal giorno di
quell'attacco.Penso che Daryl abbia bisogno di essere la persona che ti
aiuterà a farlo''
Il mento di Carol si sollevò risolutamente. ''Tutti noi abbiamo
i nostri fardelli da sopportare,Hershel.Io non sono speciale.Dobbiamo
solo riuscire a farcene una ragione e andare avanti''
Hershel si appoggiò sullo schienale della sedia.''C'è una
verità in tutto questo'' disse piano ''ma penso che anche il
sacro libro sapesse di cosa stava parlando,quando diceva che dovremmo
portare gli uni i pesi degli altri.Daryl non è l'unico che ha
bisogno di capire che non è solo''
Carol si fissò le mani,un sorriso triste sul volto. ''Siamo tutti da soli,alla fine''
''Siamo soli quando decidiamo di esserlo'' rispose Hershel
saggiamente.Si raddrizzò ''Beh,oggi tocca a me occuparmi della
cena.Spero che tu sia dell'umore giusto per i fagioli''
Carol sorrise. ''Non vedo l'ora''. Hershel le diede una pacca sulla
spalla mentre passava oltre e lei rimase seduta lì , riflettendo
sulle sue parole. ''Hershel ha detto che la mia mano è apposto
adesso'' disse sollevando il tono della voce senza alzare gli occhi
La voce di Daryl la raggiunse con un ''Non te l'ho chiesto''
Carol si rigirò sulla sedia per guardare Daryl seduto sulla
passerella,le gambe penzoloni oltre il bordo. ''Ti sto informando in
modo che tu possa terminare il tuo turno di guardia su di me'' disse
seccamente
''Che cosa stai blaterando,donna?'' chiese Daryl, guardando brevemente verso di lei prima di tornare alla sua balestra
Carol sospirò. ''Sei un sacco di cose,Daryl,ma l'essere sottile
non fa parte di queste.Non ho bisogno di una guardia del corpo''
Daryl sbuffò. ''Non so di cosa stai parlando''. La sua
attenzione improvvisamente molto concentrata sulla balestra. ''Questo
posto è piccolo,finiremo sempre con il venirci addosso l'uno
contro l'altro.Non significa niente di più''
''Nessuno ti ha mai detto che sei un pessimo bugiardo?''
Daryl non perse un colpo. ''Nessuno che sia sopravvissuto abbastanza a lungo da riuscire a farlo.''
Carol scosse la testa alla sua testardaggine. ''Sto andando a lavorare
al generatore''.Avevano scoperto un generatore portatile in una delle
stanze che avevano ripulito.Non funzionava ma era così sporco a
causa degli anni di disuso che non c'era modo di saperlo per
certo.Avevano preso la decisione di ripulirlo e di vedere se
così riuscivano a farlo funzionare nuovamente.Sarebbe stato
utile avere una fonte di energia portatile e il generatore più
piccolo avrebbe senz'altro fatto meno rumore,attirando meno
l'attenzione di cui non avevano bisogno.Era un lavoro lento,duro e
noioso, ma Carol aveva trovato una piacevole via di fuga.Ed era fissato
con la sopravvivenza già da prima che accadesse tutto questo e
Carol era in grado di occuparsi del problema.Avevano lasciato il
generatore in una piccola stanza fuori dalla camera delle caldaie e
Carol si era offerta per smontare e posizionare i pezzi,ripulirli e
ri-assemblarli
''Ti stai occupando di questo lavoro da un bel po''
Carol inarcò un sopracciglio. ''E..?''
''E niente,è un lavoro per una persona sola.''
L'espressione di Carol non cambiò.Entrambi sapevano che stava
lavorando al generatore per evitare di dover stare con le altre
persone,ma lei non aveva nessuna intenzione di ammetterlo. ''Vuoi
arrivare al punto Mister scompaio da solo nei boschi per giorni?''
Gli occhi di Daryl si strinsero mentre le restituiva lo sguardo ''Tu non sei me.''
Carol sapeva dove voleva arrivare,ma non era disposta a
discuterne.Aveva una presa fragile sulle sue emozioni in questo
momento, e non aveva intenzione di rischiare di perderla completamente.
''Pensavo che avessi intenzione di insegnare a Carl come seguire una
traccia..''
''Infatti'. La voce di Carl proveniva da dietro di lei e Carol si voltò per sorridergli
''Eccoti '' disse Carol,felice di avere un diversivo. ''Daryl ti stava aspettando''
''Ma non sono in ritardo'' protestò Carl
''Carol intendeva dire che lei ti stava aspettando'' disse Daryl seccato.Sapeva che Carol aveva colto al volo l'interruzione
Carl sbatté le palpebre. ''Verrai con noi,Carol?''
Lei sorrise. ''Oh no non ho intenzione di intromettermi mentre voi due fate amicizia tra voi ragazzi''
''Non stiamo facendo amicizia'' disse Carl esponendo i fatti. ''Daryl
è l'unico di noi in grado di seguire una traccia.Per noi
imparare a vicenda le nostre abilità è solo una questione
di intelligenza,lo sai...nel caso in cui uno di quei mostri riuscisse a
prenderci''.
Il cuore di Carol si strinse a quanto cinico suonava Carl mentre
pronunciava quelle parole.Non era giusto che un ragazzo della sua
età fosse pronto ad accettare e anche ad attendere in questo
modo la morte.Carol sentì rombare forti dentro di lei le
emozioni che aveva cercato di soffocare dentro.Ogni giorno vedeva un
altro po dell'infanzia di Carl scivolare via e la cosa più
triste era che non avrebbero potuto impedirlo perché crescendo a
questo ritmo probabilmente le sue possibilità di sopravvivenza
non facevano che aumentare.Si sentiva ancora in dovere di dover
piangere per la perdita di innocenza nel comportamento di
Carl,qualcuno avrebbe dovuto farlo.
''Non sono ancora morto,ragazzino'' disse Daryl mentre si metteva in piedi
''Non ho detto questo.Dicevo solo che dobbiamo essere furbi se vogliamo
sopravvivere''. Guardò confuso verso di Carol. ''Stai
bene,Carol?''
Carol riposizionò il sorriso finto, quello che aveva
utilizzato tutta la settimana per tenere a bada le domande della
gente,sulle sue labbra.Non riusciva quasi più a ricordare come
fosse veramente la sua faccia,era diventata una specie di maschera.
''Certo,si,sto bene''. Carol mise la mano sul cappello di Carl.. '' Fai
da bravo e dai retta a Daryl, capito?''
''Sissignore..'' disse Carl educatamente
Daryl si avvicinò a loro. ''Inizieremo a seguire le tracce all'interno del carcere''
Carl aggrottò la fronte. '' Pensavo che saremo andati fuori per farmi fare pratica''
Daryl gli lanciò uno sguardo severo. ''L'insegnante sei tu oppure sono io?''
''Non sono un bambino'' disse Carl infastidito
''Allora smettila di lamentarti'' disse Daryl semplicemente, ''Se
dobbiamo fare questa cosa,si fa a modo mio,nessuna discussione''
Carl emise uno sbuffo di delusione ma non aggiunse più nulla
Carol si preparò per andarsene ''Prendetevi cura di voi,va bene?''
Daryl la fisso con uno sguardo determinato. ''Possiamo farlo e sai
perché?'' Non aspettò la sua risposta. ''Perché
non siamo soli.Siamo in due''
Carol scosse la testa e non si voltò al suo commento pungente ma
continuò a camminare ''Come dicevo,Daryl,veramente molto
sottile.''
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''E' arrivato il momento di fare una pausa.'' Daryl era stato insieme a
Carl per le ultime tre ore e il sole della Georgia iniziava a farsi
sentire
''Posso continuare'' si lamentò Carl
Daryl guardò in basso verso di lui. ''Che cosa ti avevo detto sul fatto di discutere con me?''
''Non sono un bambino'' disse Carl frustrato
''Faresti meglio a sturarti i timpani,ragazzino,perché non
ricordo di aver detto niente del genere'' Daryl sollevò lo
sguardo verso il sole cocente di mezzogiorno. ''Quando sei da solo
fuori nei boschi,non ci sarà nessuno a guardarti le spalle se
non tu stesso.Se finisci per disidratarti e perdere il controllo non
sarai utile a nessuno'' guardò di nuovo verso di Carl ''E questo
quello che vuoi?Vuoi essere un peso per le persone prendendo delle
cattive decisioni solo perché vuoi dimostrare qualcosa a
qualcuno?''
L'espressione di Carl si corrucciò sotto il cappello da sceriffo troppo grande per lui. ''No..''
''Allora facciamo una pausa'' dichiarò Daryl,il suo tono che non
ammetteva altre discussioni riguardo all'argomento.Si avvicinò
all'ombra dell'edificio più vicino e si sedette,la schiena
contro i mattoni rossi.Tirò fuori la sua borraccia d'acqua
bevendone un piccolo sorso.Carl si sedette accanto a lui,le gambe
incrociate sul prato.Daryl gli consegnò la borraccia e
portò su le gambe in modo da poterci riposare sopra le
braccia
Carl prese un grande sorso d'acqua e si asciugò la bocca con il
dorso della mano. ''Tra quanto tempo potremo andare a fare un po di
allenamento fuori dalla prigione,Daryl?''
''Quando dirò che sei pronto''
''Quando lo sarò?''
''Quando te lo dirò.''
Carl emise un suono frustrato . ''Vorrei essere più grande''
Daryl gli lanciò uno sguardo. ''Lo sarai presto''
Carl non si placò ''Se fossi più grande,non avrei bisogno
di usare così tanto la pistola.Potrei combattere contro gli
zombie senza sprecare munizioni,come ha fatto Carol la settimana
scorsa''
Daryl si accigliò,l'argomento ancora sensibile per lui,in
particolare ora che sapeva che in Carol c'era qualcosa che non
andava.''L'idea è quella di non cacciarti in una situazione del
genere,tanto per cominciare''
''Si,ma a volte le cose succedono,non importa quanto duramente si cerca
di restare al sicuro'' Carl arricciò il naso pieno di
lentiggini. ''Se io fossi stato grande e più forte,avrei potuto
dare una mano a eliminare gli zombie e mantenere tutto il gruppo al
sicuro''
Daryl lo guardò di traverso ''Sei proprio il figlio di tuo
padre,questo è certo'' . Scosse le spalle. ''Ma mantenere la
gente al sicuro non dipende solo dall'essere forte,ma anche
dall'essere intelligente''
''Sarebbe ancora meglio se fossi entrambe le cose'' brontolò Carl
''Non avere tanta fretta di crescere,ragazzo'' lo avvertì Daryl
''Le cose non stanno come recita il libretto delle istruzioni''
''Ma se fossi stato grande allora forse-'' Carl si fermò bruscamente e distolse lo sguardo,arrossendo violentemente
''Forse che cosa?''
Carl si agitò un po dalla sua posizione seduta. ''Daryl,posso farti una domanda?'' chiese con esitazione
Daryl scrollò le spalle. ''Spara.''
Carl si girò per osservarlo meglio,sempre più animato. ''A proposito di donne..sai?''
Daryl gelò. ''Cosa?''
''Voglio dire,un ragazzo come te,scommetto che hai avuto centinaia di ragazze'' continuò Carl avidamente
Le interiora di Daryl si contorsero mentre ricordi indesiderati di
Merle che lo trascinava in una casa di prostitute riaffiorarono
alla sua memoria.L'imbarazzo e l'umiliazione di sentire suo fratello
dichiarare che stava per farlo diventare un uomo quando compì
quindici anni era ancora fresco come se fosse accaduto ieri.Il posto
puzzava di sesso e fumo stantio e nauseò ancora di più lo
stomaco di Daryl.Era finito chiuso dentro una stanza con una donna che
odorava di profumo scadente e assomigliava un po a sua madre.Era stato
orribile,ancora di più quando aveva cercato di togliersi i
vestiti.Il suo giovane corpo era ricoperto delle cicatrici delle
frustate e delle bruciature di sigaretta che gli aveva inflitto suo
padre.Era una vergogna che Daryl si portava dietro ancora adesso e
odiava l'idea che le persone potessero riuscire a vederle.Erano marchi
della sua debolezza,tutte cose che suo padre aveva provato a fargli
perdere a suon di botte.Aveva finito con l'arrampicarsi fuori dalla
finestra e correre via,mezzo nudo per la strada.Quando Merle lo aveva
ritrovato,Daryl fu costretto a subire un ulteriore vergogna da parte di
suo fratello che lo schernì senza pietà
I successivi tentativi di indorare la pillola furono altrettanto
mortificanti e,alla fine,Daryl si fece furbo e iniziò a giocare
sporco.Osservò la spavalderia degli altri uomini,ascoltò
i loro discorsi e imparò abbastanza per poter fingere di avere
passato delle esperienze sessuali in modo da tenere a bada Merle sul
fatto che il suo fratellino non fosse una femminuccia.Poi nel momento
in cui divenne adulto,non riuscì a trovare il concetto del sesso
ne ancora più alla sua portata e francamente,ne
meno terrificante.L'unica cosa buona dell'essere considerato un rozzo
villano,però,era che nessuno si sarebbe aspettato di vedere
certo un principe azzurro.Poi il mondo era andato in malora e per lui
la cosa non era più stata un problema.Francamente,Daryl era
felice di essersi liberato di questo peso.Non riusciva a immaginare di
poter essere così vulnerabile con una persona e essere d'accordo con questo.Perché mai dovresti voler concedere quel tipo di potere a una persona su di te?
''Daryl,mi stai ascoltando?''
Daryl sbatté le palpebre,tornando alla realtà mentre Carl
lo fissava pieno di aspettativa.''Sto ascoltando'' disse
brevemente,senza rispondere alla domanda iniziale del ragazzo. ''Se hai
delle domande per quanto riguarda il sesso,è meglio che tu
chieda a tuo padre.Non sono l'ufficio informazioni pubblico''
Daryl non si sentiva a suo agio a parlare di queste cose,ma non voleva
darlo a vedere,quindi si rifugiò nella sua rudezza abituale
Carl scosse la testa. ''So come funziona il sesso.Quando mamma-'' la
sua voce si incrinò leggermente,ma poi si riprese. ''quando la
mamma è rimasta incinta,papà mi ha raccontato di come
hanno fatto il bambino insieme.'' Carl fece una smorfia di disgusto
''E' stato un po schifoso''
Daryl fece la sua stessa identica faccia,non volendo immaginare Rick e
Lori in quel modo,a sua volta.Si chiese oziosamente se il ragazzo
sapeva della possibile parte di Shane nel mix.E sperò di
no.Sarebbe stato bello per questo bambino avere qualche piccolo
frammento di innocenza a cui aggrapparsi
''Volevo solo chiedere come si fa a sapere se piaci a una ragazza'' proseguì speranzoso
Daryl si strofinò una mano sul petto evitando di guardare il
ragazzo. ''Non puoi chiedere a tuo padre queste cose?'' continuò
Carl chinò la testa e raccolse un ramoscello da
terra,giocherellando con quello. ''Non voglio'' disse piano ''è
ancora triste per la mamma e-'' Carl smise di parlare e si strinse
nelle spalle. ''Io non voglio'' ripeté. ''Non voglio fargli del
male''. Carl guardò verso Daryl di nuovo,l'attesa nei suoi
occhi. ''Beh,come fai a sapere di piacere a una ragazza?''
Daryl non ne aveva idea,quindi cambiò strategia. ''Stiamo per caso parlando di Beth?''
Carl arrossì ma non riuscì a trattenere un grande sorriso. ''Penso che sia molto carina''
Daryl ci pensò brevemente. ''Si,penso che lo sia''
Carl distolse brevemente lo sguardo e poi tornò di nuovo su Daryl. '' Io..ah..mi piace molto''
Daryl annuì,avendo notato gli sguardi languidi che Carl rivolgeva alla giovane ragazza
''Ma io non sono sicuro di piacergli'' finì Carl in fretta
''Beth è più grande di te'' sottolineò Daryl
''Solo di quattro anni'' disse Carl rapidamente ''Non è niente''
''Quanti anni hai?''
''Quattordici il mese prossimo.Beth compirà diciott'anni a Dicembre.Sono solo quattro anni di differenza''
Daryl fece una smorfia. ''Si,ma è-'' non finì la frase
quando notò uno sguardo sconfitto farsi strada sul viso di
Carl.Perché questo tipo di cose contavano così tanto
anche adesso?Daryl non ebbe mai nessuna risposta per quanto riguardava
l'amore prima che tutto andasse a puttane,e sicuro come l'inferno non
ne aveva adesso. ''Si,ok,sono solo quattro anni''
Carl sembrò rinfrancato e continuò con entusiasmo. ''Come
faccio allora a sapere se le piaccio almeno tanto quanto lei piace a
me?''
Daryl provò a pensarci. ''Beh..immagino,magari voi due potreste
parlare un po più spesso.Le donne amano parlare''
presumeva.Così sembrava che fosse in quelle cose tipo le soap
operas
Carl scosse la testa. ''Siamo solo in otto,senza contare Axel,Oscar e
Judith che è solo una bambina.Beth è praticamente
costretta a parlare con me.''
''Insomma, ti ha dato la sensazione di voler parlare con te?Voi due da soli?''
Carl inclinò la testa,e sembrava che ci stesse pensando su. ''Intendi un po come te e Carol?''
Daryl si agitò immediatamente. ''Ah..no..non come me e Carol''
''Voi due parlate sempre da soli''
''No,non è vero''
''Si,lo è''
Daryl aggrottò la fronte. ''E' diverso.''. Quando parlava di
Carol una strana sensazione iniziava a stringerli la bocca dello
stomaco.A Daryl non piaceva,era una sensazione che lo rendeva confuso.
Carl emise un suono frustrato. ''Questo è proprio quello che vorrei sapere.Come faccio a capire la differenza?''
Daryl si strofinò la nuca. ''Non lo so,puoi solo intuirlo,credo''
''Come?''
Daryl lo fissò. ''Stiamo perdendo tempo'' Non erano nemmeno a metà giornata ''Dovremmo tornare al lavoro''
Carl era implacabile,il lavoro completamente dimenticato adesso. ''Va
bene,allora cosa si potrebbe fare in modo da poter piacere a una
ragazza? si chinò verso Daryl. ''Alle ragazze piacciono i
regali,vero?''
''Ah,si,certo''
''Dovrei prendere un regalo a Beth'' la faccia di Carl era concentrata
su questo pensiero. ''Che cosa piace alle ragazze?'' guardò
Daryl. ''Che cosa regalavi tu alle tue fidanzate?''
Dal momento che Daryl non aveva mai avuto una ragazza,non aveva una
risposta per questo.Cercò di pensare a un'occasione in cui aveva
offerto qualcosa a una donna e il suo pensiero andò
immediatamente a Carol e alla rosa Cherokee che le aveva portato.Non
era stato un gesto romantico,più un qualcosa di comprensivo e
confortante,ma ricordava ancora il sorriso che gli aveva regalato
per questo.Nessuno prima d'ora gli aveva mai sorriso in quel modo,come
se fosse stata in procinto di affogare e lui avesse allungato una mano
per portarla in salvo. ''Fiori''. Guardò Carl e poi distolse
rapidamente lo sguardo. ''Alle donne piacciono i fiori'' concluse
burbero
Carl annuì ''Cos'altro?''
Daryl allungò la mano verso di lui ''Guardati in torno,ragazzo.Non c'è rimasto tanto qui in giro''
Carl strinse le labbra ''Già'' Il suo viso si illuminò a
un pensiero che gli passò per la mente. ''Pensi che Beth si
lascerà baciare se gli regalassi qualcosa?'' Carl si
morsicò il labbro. ''Io non so come si fa a farlo.Non voglio
sembrare un idiota'' Stava fissando attentamente Daryl. ''E' difficile
da imparare?''
Di nuovo,questo era fuori dalla sua conoscenza.Ricordò la volta
in cui quella donna ridendo di lui provò a baciarlo.La sua bocca
sapeva di culo e di whiskey e Daryl non era stato in grado di spingerla
via abbastanza in fretta.La sua esperienza con i baci gli fece
rivoltare ancora di più lo stomaco
Carl continuava a parlare a una velocità impressionante.''
Jordan croce,un ragazzo che stava in classe con me,diceva che devi
usare la lingua per farlo'' Carl esitò e fece una smorfia al
pensiero. ''Solo che non riesco a capire come''. Guardò Daryl in
trepidante attesa. ''Che cosa dovresti fare con la lingua quando baci
una persona?''
Daryl senti le sue guance arrossire e pregò di avere abbastanza
sporcizia sul suo volto per poterlo nasconde.''Non ci sono abbastanza
minuti in una giornata per ascoltare tutte le tue
chiacchiere,ragazzo.Questo non è il tipo di mondo in cui pensare
all'amore e a questo altro tipo di stronzate.Devi pensare a
sopravvivere e basta,non hai bisogno d'altro''
Carl sembrò mortificato dal ragionamento di Daryl e si
alzò subito in piedi.Evitando di guardarlo disse ''Vado a
cercare delle altre tracce''. Si voltò e iniziò ad
allontanarsi
Daryl sentì una fitta di senso di colpa pervaderlo,al ricordo di
tutte le volte che Merle lo aveva fatto sentire come un pazzo.Daryl
ricordava ancora cosa significasse desiderare l'approvazione del suo
fratello maggiore.Diavolo,una parte di lui lo desiderava ancora,anche
se ora probabilmente Merle era morto. ''Carl,fermati''
Carl smise di camminare, ma non si voltò
Daryl si passò una mano tra i capelli distrattamente. ''Voltati''
Carl ubbidì a malincuore sempre senza incrociare lo sguardo di Daryl
Daryl provò a dare a Carl qualcosa che lui non aveva mai
ricevuto. ''Non devi provare niente a nessuno,Carl'' disse
rigidamente.Distribuire lodi e approvazione era qualcosa in cui non era
affatto bravo,non avendone mai ricevuto a sua volta nella
sua vita.Daryl si sollevò e avanzò verso Carl. ''Non
hai bisogno di preoccuparti per questo tipo di cose.Non hai bisogno di
cambiare niente di te stesso per farti accettare dalle persone,e questo
include Beth''
''Ma io voglio che lei mi prenda sul serio'' disse,la voce un po
tremolante. ''Non voglio che pensi che sia solo un bambino'' Il
volto di Carl si oscurò. ''Non voglio che rida di me''
Daryl riusciva a capirlo.Essere l'oggetto dell'umiliazione per il
divertimento di suo fratello era stato più o meno il segno che
aveva contraddistinto il loro rapporto.Dal momento che Merle aveva
undici anni,Daryl non poteva fare a meno di prenderlo come esempio ma
gli era sempre sembrato che Merle volesse essere imitato in un modo o
nell'altro. ''Penso che l'unico modo per dimostrare che stai facendo
sul serio con una ragazza'' disse Daryl piano ''sia quello di correre
il rischio.Non c'è modo di controllare le cose che faranno le
altre persone.A volte devi solo avere fede e se finisce
male,beh,è il modo in cui va la vita.Non ci sono garanzie
su nulla''.Daryl non sapeva se questo era oppure no un buon
consiglio.Voleva solo che Carl sapesse che era stato uno stupido per
essersi sentito in questo modo
La faccia di Carl esplose in un sorriso,sicuramente pensando che quello fosse un buonissimo consiglio ''Grazie..Daryl''
''Solo.. comportati bene con quella ragazzina'' disse brusco.Iniziò a camminare
''Lo farò'' disse Carl,accelerando il passo per stare dietro alle lunghe gambe di Daryl
'E una parola di avvertimento per te,ragazzo'' Daryl lanciò
un'occhiata al blocco delle celle in lontananza,i suoi pensieri
stretti intorno all'immagine di Carol .. ''Non te la renderanno sempre
facile''
''Non c'è più niente di facile'' disse Carl di buon umore
''Anzi penso che inizierei proprio a preoccuparmi nel caso qualcosa lo
fosse''
Daryl gli lanciò un'occhiata di traverso per quel commento
Dalle labbra dei bambini....
Dai pensieri dell'autrice : Ok,allora..mi
venne in mente che,per cercare di costruire qualsiasi tipo di interesse
vagamente romantico nella relazione Carol/Daryl , dovevo prima definire
il modo in cui tutto era iniziato.Come ho già detto,ciò
che Norman reedus disse,e cioè che immaginava Daryl come se
fosse vergine,mi intrigò particolarmente e provai a immaginare a
come potessi renderlo.Questo capitolo è il risultato di quel
pensiero.Spero che possa sembrare attinente a un possibile passato per
il personaggio di Daryl.Mi sto impegnando veramente tanto per
seguire la strada che gli autori hanno già preparato per lui e
nello stesso tempo per riempire alcuni spazi vuoti che hanno lasciato.
Mi venne in mente anche che considerando qualsiasi tipo di relazione
che Daryl avrebbe potuto avere , ci sarebbe stato un parallelo molto
carino con la relazione tra Beth e Carl.Sono estremamente inesperti e
condividono le stesse paure - quella di non essere presi sul
serio,quella di ridicolizzarsi - e mi intriga paragonare le loro
scoperte e i loro passi in avanti riguardo l'amore e vedere che cosa ne
salta fuori.Norman disse che non riusciva a immaginarsi Daryl farsi
avanti e mettere Carol contro un albero (come Maggie e Glenn LOL)
e io sono totalmente d'accordo con lui.Sarebbe stato imbarazzante come
se lo avessi visto fare a Carl con Beth. Quindi,se l'istinto animale
non è quello che porta avanti la storia tra di loro,che cosa
avrebbe potuto farlo?Questa è la cosa divertente su cui cui
speculare nello show e quello che sto esplorando in questa fan fiction.
Che cosa riuscirà a far abbassare la proprie difese a questi
due,a liberarsi di tutte le ferite del passato e a farli guardare
insieme verso un futuro,un futuro in cui Daryl prende in considerazione
l'idea di darsi in quel modo a un'altra persona?
Norman disse che le persone danneggiate attraggono altre persone
danneggiate e sono d'accordo. Ma, oltre quest'attrazione cosa
c'è? Sono sulla stessa lunghezza d'onda perché
riconoscono di avere molte cose in comune ma..che cosa saranno in grado
di fare l'uno per l'altro grazie a queste caratteristiche in comune?
Tenersi alla larga o liberarsi? è una domanda interessante che
mi capita di vedere spesso su TWD. C'è sempre stato un Shane
dentro di Rick,ma quando Shane era fisicamente presente,Rick poteva
combattere contro di lui e tenere il suo a bada.Adesso che Shane
è morto,Rick sta combattendo con il suo lato Shane che sta
uscendo fuori e prendendo la meglio.Ci sono un sacco di pesi e
contrappesi all'interno del gruppo che rendono lo show interessante
perché davvero loro si appoggiano davvero l'uno su l'altro e si
fanno forza a vicenda....
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
echoes capitolo nove
Capitolo 9
"Il dolore non ti cambia... ti
rivela."
¤JOHN GREEN¤
Due giorni dopo,Daryl stava
tornando di nuovo nei loro dormitori,con una stringa piena di
scoiattoli morti appesa sulla spalla.Era andato a caccia per tutto il
pomeriggio e successivamente aveva deciso di fare un'ispezione lungo
tutto il perimetro prima di rientrare nuovamente dentro.Dovevano essere
le nove circa o quasi adesso.Daryl si guardò intorno al
gruppo,che consisteva solo di Beth,Glenn,Carl e Maggie,che stava
ripulendo i piatti del loro pasto serale
Beth gli sorrise. ''Ti andrebbe di mangiare qualcosa,Daryl?''
Scosse brevemente la testa. ''No,ho già mangiato.'' Daryl si guardò intorno. ''Dov'è Carol?''
Glenn sollevò lo sguardo da dove stava organizzando le provviste. ''Sta facendo il bucato''
Daryl lo fissò di rimando. ''Nel cuore della notte.'' Tutti lo
guardarono senza capire.Lui fece un rumore impaziente. ''A nessuno di
voi suona come un po strano?''
Glenn si raddrizzò e lo fissò da sopra la ringhiera.
''..Disse il ragazzo che se ne va in giro con un collana di scoiattoli
morti appesa al collo.''
Daryl si sfilò la stringa di scoiattoli e li gettò a
terra con uno sguardo infastidito. ''Non dovremmo andare fuori da soli
durante la notte.Non è sicuro.''
''è nel cortile,'' intervenne Maggie. ''è sicuro.''
''Non lo era la settimana scorsa'' sputò fuori Daryl,già girando sui suoi tacchi e andandose via
''Carol ha detto che voleva solo un po di tranquillità'' gli gridò dietro Maggie
''Può avere il suo dannato momento di tranquillità anche
qui'' disse da sopra la sua spalla mentre si dirigeva fuori dal blocco
delle celle.Daryl si allontanò per andarla a cercare.La sua
tendenza ad andare via da sola stava solo peggiorando,non
migliorando.Si stava ritirando in se stessa,parlava raramente a meno
che non le fosse rivolta la parola.Era come se stesse scomparendo di
fronte a lui e a Daryl sembrava di non riuscire a fare una dannata cosa
per impedirlo.Tutte le volte che l'aveva guardata,era stato sempre in
grado di vedere quella luce splendere nei suoi occhi,in grado di vedere
che cosa stava succedendo dentro di lei.Ma adesso quella luce sembrava
diminuire ogni giorno di più.Uscì fuori nel cortile e
vide che Carol stava seduta su uno sgabello,intenta a lavare dei
vestiti dentro una bacinella,con una lampada ai suoi piedi.Le labbra di
Daryl si strinsero. ''Che cosa pensi di fare?''
Carol lo degnò del più breve dei suoi sguardi. ''Il bucato.''
''Siamo nel cuore della notte''
Lei si strinse nelle spalle e continuò a sfregare
Daryl la fissò frustrato,cercando di trovare un modo in cui
poterla avvicinare.Camminò avanti e indietro di fronte a Carol
per un paio di volte,finalmente fermandosi davanti a lei. ''Ti ricordi
quello che mi avevi detto quanto stavo cercando di allontanarmi dal
gruppo dopo che avevamo ritrovato Sophia?'' chiese bruscamente
Carol continuò a lavorare,senza guardarlo. ''Ho detto un sacco di cose''
''Hai detto "non farlo"..''. Un muscolo vibrò nella mascella di
Daryl mentre teneva i suoi occhi fermamente puntati su Carol,mentre lei
rifiutava intenzionalmente di incrociare il suo sguardo. ''Non farlo.''
,la implorò,maledicendosi per l'evidente forza delle emozioni
che sentì nella sua stessa voce.
Carol smise brevemente di lavare i vestiti ma poi riprese subito dopo. ''Non sto facendo niente'' disse con calma
Una vena inizio a pulsare sulla sua fronte. ''Nessuno ti ha mai detto che sei una pessima bugiarda,donna?''
''Nessuno che è vissuto abbastanza per poterlo raccontare.''
Carol strizzò l'ultima camicia e la mise nella cesta dei vestiti
bagnati accanto a lei.Si alzò e svuotò il secchio con
l'acqua sporca per poi raccoglierlo.
Daryl non le levò lo sguardo di dosso.La guardò
trasportare il secchio fino al rubinetto per riempirlo di acqua pulita.
''Dimmi che cosa c'è che non va.'' le domandò,
abbandonando qualsiasi tipo di sottigliezza. ''Ti stai
allontanando.Questo non è da te''
Carol stava cercando di ruotare la grossa valvola che avrebbe liberato
il flusso dell'acqua al rubinetto.Era una leva posizionata sul
muro,proprio sopra la sua testa.Si stava sforzando per riuscire a
spostare quella leva di metallo arrugginito. ''Forse è una cosa
buona'' ,rispose con amarezza.
Daryl aggrottò la fronte. ''Che cosa intendi dire?''
Carol mise le mani sulla leva,sforzandosi per riuscire a farla muovere. ''Lascia perdere,Daryl''
''No.Non intendo andarmene fino a quando non mi dirai che cosa ti sta succedendo''
Carol gli rivolse uno sguardo irritato mentre continuava a lottare con
la leva irremovibile. ''Non sono affari tuoi'' , sbottò verso di
lui
''Tu sei affar mio.'' ,ribadì senza pensarci.Daryl
aggrottò le sopracciglia,non voleva sembrare così
territoriale come era venuto fuori.Fece un suono frustrato. ''Volevo
dire che mi interessa il motivo per cui sei infelice''
Carol si rifiutava di guardarlo,concentrandosi sulla leva,afferrandola
con entrambe le mani ora. ''Guardati intorno Daryl'',replicò lei
strettamente ''siamo tutti infelici''
Fece un passo verso di lei. ''Io non lo sono'' disse con urgenza
scuotendo le spalle.''Voglio dire,non tutto il tempo,non quando..-'' si
fermò di colpo,non volendo finire la frase.Era stato sul punto
di dire che non lo era quando stava con lei.Carol lo aveva accettato e
gli aveva dato uno scopo ed era stata la prima volta nella sua vita in
cui aveva conosciuto una di queste cose.Lei lo aveva accolto nel gruppo
che non aveva fatto altro che aumentare questi suoi sentimenti.Non
sarebbe rimasto senza far niente mentre la guardava allontanarsi da
quello stesso bisogno di sentirsi importante e desiderata. ''è
iniziato tutto dal giorno dell'incidente con Judith''. Daryl si
avvicinò per aiutarla con la leva,sollevò il braccio
sopra la sua testa,mentre cercava di venire a capo di tutto questo.Mise
la mano sulla leva per tirarla giù
''Ce la faccio'' ,sbottò lei,cercando di spingerlo lontano
Daryl ignorò i suoi tentativi di allontanarlo. ''So che deve
essere stato fottutamente spaventoso,ma gli hai fatto il culo,Carol,hai
salvato quella piccolina.Dovresti essere veramente fiera di te
stessa''. Portò giù le leva e l'acqua iniziò a
scorrere dal rubinetto. ''Io sono davvero orgoglioso di te.''
''Ho detto che ci sarei riuscita!'' urlò Carol.Gli mise la mani
sul petto dandogli uno spintone e lui fu costretto a fare un passo
indietro,non avendo previsto una reazione così violenta da parte
sua.Carol improvvisamente esplose addosso a lui. ''Perché
diavolo non puoi semplicemente lasciarmi stare in pace!'' gli
gridò contro rabbiosa. ''Non ho bisogno che uno stupido villano
mi corra dietro come se fossi una specie di cucciolo sperduto!'' Carol
urlò.Lo spinse di nuovo,questa volta con ancora più forza.
Daryl rimase scioccato dalla veemenza delle sue parole e delle sue
azioni solitamente così contenute e pacifiche. ''Calmati
subito'' le ordinò
Carol iniziò a colpirlo sul petto più e più
volte,perdendo totalmente qualsiasi parvenza di controllo. ''Non dirmi
di calmarmi!'' gli sputò in faccia mentre continuava ad
attaccarlo. ''Lo hai voluto tu,volevi la vera Carol?Bene,eccola qui!''
Daryl la acchiappò per i polsi per proteggersi dai suoi attacchi
ma lei non aveva ancora finito.Lottò contro la sua
presa,cercando di liberarsene,a graffi e calci.Daryl fu costretto a
usare tutta la sua forza per sottometterla,avendo paura che avrebbe
finito con il far del male a se stessa se non si fosse calmata
subito.Lottò violentemente contro di lei fino a quando
riuscì a bloccarla con la superiorità della sua
forza.Daryl era dietro di lei adesso,le sue braccia avvolte attorno al
suo petto mantenendo salda la presa sui suoi polsi,ora incrociati di
fronte a lei.La sua lotta stava finalmente scemando mentre la schiena
di Daryl colpì il muro dietro di lui e si lasciò
scivolare,portandola giù con lui.Stavano seduti a terra,entrambi
ansimando rumorosamente per via dei loro sforzi.L'acqua stava ancora
scorrendo accanto a loro e Daryl la chiuse colpendo il rubinetto con un
calcio.
''Mi stai facendo male..'' sospirò Carol,cercando di riprendere fiato,la sua rabbia improvvisamente svanita.
Daryl allentò subito la stretta sulle sue braccia,ma non la
lasciò andare.Rimasero fermi così,senza muoversi
per un lungo periodo di tempo.Non sapeva che cosa fosse appena
successo,ma sapeva che Carol aveva bisogno di lui in questo
momento.Sarebbero potuti rimanere lì per tutta la notte e a
Daryl non sarebbe importato nulla.
''Avevo un lavoro..''
La voce di Carol sembrava priva di emozioni mentre parlava.Daryl non
disse niente,continuò semplicemente a stringerla e la
lasciò parlare.Era crollata contro di lui adesso,senza
più nessuna forza in corpo.
''Era un lavoro di sole 10 ore a settimana,in una libreria del posto,''
continuò debolmente. ''Ed odiava che andassi a lavorare.Diceva
che lo faceva sembrare cattivo e fece tutto quello che era in suo
potere per cercare di farmi mollare''. Carol sollevò il mento.
''Ma sopportai le botte perché per quelle dieci ore a
settimana,potevo finalmente prendere un respiro.Era il mio scopo.Era un
qualcosa dove ero solamente Carol e non una proprietà di Ed''.
La sua testa sembrava troppo pesante per reggere tutto questo e un
tratto Carol la lasciò cadere all'indietro in modo che la sua
guancia poggiò accanto a quella di Daryl.Fissò senza
metterlo a fuoco un punto sul terreno di fronte a loro,completamente
abbandonata tra le sue braccia. ''Un giorno rientrai tardi a casa da
uno dei miei turni e scoprì che Ed era già andato a
prendere Sophia all'uscita di scuola''. Carol prese un respiro
instabile. ''Lei stava disegnando e Ed era seduto sul divano,e la
guardava con questo sguardo nei suoi occhi...''
Daryl sentì un brivido involontario scorrere lungo il corpo di
Carol e istintivamente la strinse più forte a lui.Gli fece
rivoltare lo stomaco il pensiero di un uomo,specialmente il suo stesso
padre,che guardava Sophia in quel modo.La sua mascella si indurì
ma non disse nulla,capiva quanto fosse difficile per Carol parlare di
questa cosa.
''Mi vide guardarlo e mi fissò con questo ghigno compiaciuto sul
volto..come se mi stesse sfidando a fare qualcosa in proposito'' La
voce di Carol iniziò a tremare. ''Il giorno dopo,non appena Ed
uscì per andare a lavoro,preparai una valigia a testa per me e
per Sophia.Presi la macchina e guidai fino alla sua scuola e stavo per
entrare a prenderla e andare via senza mai più voltarmi
indietro'' Non parlò per un lungo momento e quando lo fece,la
sua voce attraversò il corpo di Daryl come se fosse un coltello.
''Sono stata li seduta in macchina per sei ore fuori dalla sua
scuola,cercando di trovare il coraggio di entrare.Sono rimasta seduta
lì,tutto il giorno,senza riuscire a muovermi.Ero ancora
là quando Sophia è uscita dalla scuola e ho
riportato entrambe indietro in quella casa,di nuovo in quella vita,di
nuovo da lui'' La sua voce si indurì. ''Ed tornò a casa
quella notte e aveva questo sguardo quando mi vide,come se sapesse che
cosa avevo provato a fare e rise di me perché sapeva che ero
troppo debole per riuscire a lasciarlo.'' Carol sembrava sconfitta ora.
''Ho lasciato il lavoro il giorno dopo e non li lasciai mai più
da soli dopo quello che era successo.Non era abbastanza,ma era tutto
quello che riuscii a fare''
In quel momento Daryl era felice che Ed fosse morto nel modo in cui era
morto.Quel bastardo avrebbe meritato molto peggio ma se Carol aveva
ragione,se c'era un Paradiso,allora Daryl pensò che doveva
sicuramente esserci anche un Inferno,e sperò che Ed ci stesse
bruciando dentro in questo preciso istante.
''Ti avevo domandato se ero ancora una madre'' continuò Carol
gelida,la sua voce piena di disgusto verso se stessa. ''Non lo sono mai
stata.Ho fallito con Sophia per tutta la vita.Sono stata con Ed
nonostante sapessi che lui era un pericolo per lei e poi l'hai detto tu
stesso,se solo l'avessi tenuta d'occhio,non sarebbe mai dovuta scappare
nel bosco per farsi prendere da quei mostri''
Daryl fece una smorfia. ''Non dire così..'' la supplicò. ''Non volevo dirti quelle cose,ero arrabbiato.''
''Ma avevi ragione'' singhiozzò Carol. ''Non ho avuto abbastanza
forza per proteggere mia figlia e Sophia ha pagato con la sua
vita.Quando quegli zombie hanno tentato di prendere me e Judith ho
combattuto invece,ho combattuto così duramente e non avevo
nessuna intenzione di smettere.Sono riuscita a farlo per il bambino di
qualcun'altro,ma non sono riuscita a farlo per la mia'' Daryl
sentì calde lacrime scivolare dal suo viso fino al dorso
delle sue mani che ancora la tenevano stretta e si rifiutavano di
lasciarla andare. ''Sophia meritava molto più di una come me''.
Carol riuscì a malapena a pronunciare quelle parole
''Sophia ti amava e tu amavi lei'' disse Daryl chiaramente. ''Tutto il resto non conta niente''
''Certo che conta'' disse Carol con amarezza. ''La mia bambina non meritava che le accadesse una cosa del genere''
''E tu invece si?'' chiese Daryl con rabbia. ''E questo che stai
cercando di dire? Se non fosse stato per te Judith a quest'ora sarebbe
morta''
''Non lo capisci'' disse Carol con angoscia '' che questo è
ancora peggio.Perché non sono riuscita a farlo per mia
figlia?Perché ero così debole quando Sophia aveva
più bisogno di me?Avrei potuto salvarla,sia da suo padre che da
quegli zombie..ma non l'ho fatto.''
Daryl riuscì finalmente a capire che cosa stesse tormentando
Carol da una settimana e mezzo a questa parte.. ''Io non ne so molto''
disse piano ''ma so che una persona che non sa nuotare non
può fare nulla di buono per una persona che sta affogando''.
Daryl spostò il viso in modo che le sue labbra fossero
vicine al suo orecchio,voleva disperatamente che lei sentisse quello
che aveva da dirle. ''Hai fatto il meglio che potevi fare per Sophia
con tutto quello che avevi dentro di te al momento.Questo è
tutto che tutti noi possiamo fare''
''Ma non ho fatto tutto quello che avrei potuto fare per Sophia''
protestò Carol,la sua voce spezzata. ''Quello che è
successo con Judith ne è la dimostrazione''
Daryl chiuse gli occhi,cercando di pensare a un modo per far smettere a
Carol di vederla in questo modo.Il rimpianto è un brutta bestia
in grado di mangiarti vivo se sei disposto a lasciarglielo fare e lui
non era disposto al fatto che la sua prossima vittima fosse Carol. ''Ho
un bel ricordo.. di quel figlio di puttana che chiamava se stesso mio
padre'' disse piano ''Un giorno mi portò a pescare in
questa sottospecie di cava ,veramente difficile da raggiungere,un
giorno e mezzo di arrampicata attraverso dei boschi molto fitti.Penso
che avessi all'incirca otto anni o giù di lì.Merle era da
qualche parte in riformatorio,quindi eravamo solo io e lui.Abbiamo
dormito fuori sotto le stelle quella notte e quel vecchio bastardo
iniziò a bere.Pensavo che presto o tardi avrei finito con il
prendere delle botte come al solito..''
Quando lui non continuò immediatamente,Carol lo spinse a farlo. ''Ti picchiò?'' chiese esitante
Daryl scoppiò in una risata priva di allegria. ''No,per una
volta nella sua vita,mio padre non era in vena di prendermi a botte.Mi
portò fino alla riva del fiume dove le pareti della cava
convergevano sopra di noi.C'era una specie di corridoio nelle rocce che
formava questo stretto passaggio.Ad ogni modo,il vecchio
iniziò improvvisamente a cantare alcuni versi di una vecchia
canzone di Roy Orbison.Fino a qui tutto bene,niente di speciale,ma poi
quando smise di cantare l'eco tornò indietro
rimbalzando su quelle rocce e suonò come qualcosa di
meraviglioso,come se fosse la voce di una specie di cantante
professionista o qualcosa del genere''. Carol si era rilassata nelle
sue braccia e lui sapeva di avere la sua attenzione adesso,quindi
continuò a raccontare la sua storia. ''Allora,il vecchio uomo
guardò verso di me,tutto fiero e disse che quella voce era
sempre stata dentro di lui,aveva solo avuto bisogno di rimbalzare
attraverso le dure rocce per arrivare a essere quello che sarebbe
dovuta essere fin dall'inizio.Mi disse che era stato per merito di
tutto quel rimbalzare attraverso le rocce che la sua voce si era
trasformata in quel modo.Mi fece cantare con lui tutto il resto della
notte.Fu l'unica volta in vita mia che non mi sentii come se lui mi
odiasse...'' Daryl si fermò,momentaneamente perso nei suoi
ricordi. ''Non pensavo a quella notte da molto tempo''
''Questa è davvero una bella storia riguardo al tuo papà..'' disse lei dolcemente
''E' l'unica che ho'' disse lui seccato. ''L'unica altra buona azione
che fece per me fu quella di farsi saltare via la testa durante una
rissa in un bar''. Le dita di Daryl si mossero irrequiete lungo
le braccia di Carol. ''Non l'avevo mai raccontata a nessuno prima
d'ora''
Carol spostò leggermente il suo viso verso di lui,le loro guance
si toccavano. ''Pensi che le cose stiano veramente così?Pensi
che non sapremo mai chi siamo veramente fino a quando non avremo
rimbalzato contro quelle rocce?''
''So solo che quello che è successo a Sophia non è stata
colpa tua..Questo mondo è impazzito e nessuno di noi era pronto
per tutto questo.So che se non fosse stato per te Judith a quest'ora
sarebbe seppellita fuori in quel campo assieme a T-dog e assieme alla
sua mamma.Perdere Sophia ti ha reso abbastanza forte da riuscire a
salvarla.Non so se questo possa esserti di conforto in qualche modo
ma-''
''Lo è..'' lo interruppe lei piano. ''Lo è.'' Carol
sembrò calmarsi tutto d'un tratto.Prese un respiro irregolare.
''Mi manca tanto,Daryl'' confessò ''A volte le mie braccia
bruciano dalla voglia che ho di stringere la mia bambina,non
riesco nemmeno a trovare le parole..''
Daryl sentì le lacrime pungergli gli occhi e le ricacciò
indietro. ''Farei qualsiasi cosa per poterla riportare indietro'' disse
in tono burbero
''Lo so'' sospirò, ''ma non c'è più niente che possiamo fare''
''Possiamo ricordarla..'' offrì lui
Per la prima volta un sorriso illuminò il volto di Carol.
''Si..'' disse con voce roca ''possiamo ricordarla''. Carol
esitò. ''Vuoi sentire una storia riguardo al terzo compleanno di
Sophia?Però,ti avverto,sono presenti delle fatine''
Le labbra di Daryl si sollevarono in un piccolo sorriso. ''Sono un fottutissimo fan di queste fatine.Non riesco a farne a meno''
Carol non riuscì a trattenere una risata. ''Sembri proprio
il tipo'' . Si sistemò meglio contro il suo petto per raccontare
la storia del compleanno a tema/fate di Sophia.Daryl non aveva mai
avuto una festa di compleanno quindi era praticamente una sorta di
insegnamento per lui.Ma principalmente era solo felice di ascoltare la
voce di Carol e sapere che finalmente era riuscito a riportarla
indietro assieme a lui.Era come se potesse respirare nuovamente....
----------
Maggie e Glenn spiarono attraverso la porta dentro il cortile e videro
Carol stesa tra le braccia di Daryl.Stavano seduti sul pavimento,Daryl
con la schiena contro il muro.Parlavano tra di loro a voce bassa,le
loro guance si sfioravano.Maggie non riuscì a fare a meno
di notare la stranezza dell'intimità di quella
scena,considerando che Daryl non era forte con il contatto fisico,a
meno che non stesse uccidendo qualcosa,ovviamente.
''E poi succede questo..'' disse Glenn incerto,mantenendo bassa la voce in modo da non disturbarli
Maggie sorrise e basta. ''Penso che siano carini insieme''. Guardò verso Glenn. ''Non pensi che siano carini insieme?''
Glenn fece una faccia strana. ''Non ho mai messo le parole 'DARYL' e
'CARINO' nella stessa frase prima d'ora.Se non contiamo 'Non sarebbe
CARINO se DARYL mettesse giù quella balestra e evitasse di
spararmi in faccia?''
Maggie sbuffò piano. ''Quando mai Daryl ti ha fatto una cosa del genere?''
''Ci sono stati dei problemi spiacevoli riguardo a Merle tempo fa''
disse Glenn tristemente. ''Sono state dette delle cose,alcune vite sono
state messe in pericolo.E' stata abbastanza dura''
''Merle è il fratello maggiore di Daryl,vero?'' Gli altri erano stati molto vaghi riguardo a questo argomento.
''Se esiste un Dio,allora è il fratello maggiore MORTO di Daryl'' disse Glenn categoricamente.
''Era davvero così cattivo?''
''Come Hitler senza lo charme''
''Non sei un suo fan,huh?''
''Diciamo solo che abbiamo scelto il fratello giusto''
Maggie guardò di nuovo verso la coppia nel cortile. ''Carol lo pensa sicuramente''
''Non dirlo'' disse Glenn con un'espressione dolorosa
''Che c'è di male al pensiero che Daryl e Carol possano avere una storia?''
Sembrava che Glenn ci stesse pensando. ''Bene ,ah , per prima cosa , i loro nomi rimano''
Maggie inarcò un sopracciglio. ''Questo secondo te è un
requisito fondamentale all'interno di un rapporto? I vostri nomi non
possono rimare?''
''Ok..è strano e basta..''
''Perché?''
''Perché sono Carol....e Daryl''
Maggie trovava divertente l'evidente imbarazzo di Glenn. ''Penso che si completino a vicenda''
Glenn sbatté le palpebre. ''In che modo?''
Maggie scrollò le spalle. ''Non so,entrambi sembrano aver avuto
delle esperienze difficili.Penso che conoscersi sia stato un sollievo
per loro.I simili non si cercano,si trovano,dopotutto''
''Noi non ci assomigliamo per niente''. Puntualizzò Glenn
Maggie sorrise consapevole. ''Beh,anche gli opposti si
attraggono''.Mise le mani sul sul petto con dolcezza. ''Ma non ti
preoccupare,se mai dovesse accadere qualcosa tra questi
due,sicuramente loro sarebbero gli ultimi a rendersene conto''
''Un po come è successo a noi due?'' chiese Glenn ironicamente
Maggie si avvicinò di più a lui. ''Un po come è
successo a noi due'' confermò divertita,avvicinandosi per
baciarlo.Qualsiasi cosa fosse successa tra Daryl e Carol,lei sperava
solo che trovassero un po di felicità come lei e Glenn
Se la meritavano tutti,specialmente ora.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
echoes capitolo dieci
Capitolo 10
Pensiero dell'autrice : Questo capitolo è una sorta di
apri-pista per i prossimi che verranno,quindi,come direbbe Carol,sto
solo costruendo un ponte e poi ci passerò sopra! (qui
c'è un gioco di parole con il modo di dire in inglese,che
letteralmente sarebbe : costruisci un ponte (build a bridge) e passaci
sopra ( and get over it!) in italiano sarebbe : fattene una ragione e
vai avanti/mettici una pietra sopra
Il gruppo aveva appena finito di fare colazione ed era riunito insieme,per decidere quello di cui si dovevano occupare oggi.
Rick lanciò un'occhiata a Glenn. ''Glenn,ti va di portare Maggie
con te in una spedizione in città?Abbiamo bisogno di alcune
cose.Ho
come l'impressione che dovremmo iniziare a cercare all'interno delle
abitazioni.''
''Dovresti portare Carol con te'' disse Maggie con un sorriso. ''Ha un
tocco magico per trovare quello di cui abbiamo bisogno ultimamente''
''Mi farebbe piacere andare'' disse Carol con tranquillità
mentre prendeva una pila di piatti sporchi.Dopo aver chiarito con Daryl
il giorno prima,si sentiva come si fosse liberata di un grosso peso
dalle spalle.Tutto sembrava più luminoso oggi anche le cose di
cui dovevano occuparsi,tutto infinitamente più possibile.
Maggie aggrottò la fronte non appena notò i segni sulle
braccia di Carol. ''Che cosa ti è successo alle braccia,Carol?''
chiese con preoccupazione,indicandole i lividi chiaramente a forma di
dita
Carol si fissò le braccia sorpresa. ''Oh..'' Alzò gli
occhi e si scambiò uno sguardo con Daryl che si accigliò
improvvisamente.Carol non aveva nemmeno notato i lividi prima di allora
dove Daryl l'aveva stretta così forte durante la sua scenata.Le
persone raramente si prendevano il disturbo di menzionare gli urti e le
loro contusioni in questi giorni.Ne eri sempre ricoperto,quindi non
c'era ragione di indagare in proposito.Era un semplice dato di
fatto.Carol rivolse a Maggie uno sguardo calmo. ''Stavo per cadere ma
Daryl mi ha afferrato prima'',disse semplicemente.
''Deve essere stata una brutta caduta'' , osservò Rick preoccupato,guardando anche lui i suoi lividi.
Carol mantenne fermamente lo sguardo di Rick,consapevole che gli occhi
di Daryl erano intenti a osservarla.''Lo è stata,ma Daryl ha dei
buoni riflessi''.Lo guardò e gli fece un piccolo sorriso
e vide che si rilassò un po
''E' un bene saperlo per il ragazzo che dorme con una balestra in mano'' disse Glenn impassibile
''Va bene,Glenn e Carol,potete andare fuori in città oggi,Oscar,tu puoi venire insieme a me e-''
''Posso andare con Glenn e Carol?'' lo interruppe Carl
''In città?'' lo interrogò suo padre
''Si''
''Perché?''
Carl sembrò improvvisamente imbarazzato con gli sguardi di tutti puntati su di lui. ''Io,ah,mi servono alcune cose''
''Beh,fai una lista a Glenn e le prenderà lui per te''
''No!'' disse Carl bruscamente e sembrò ancora più
imbarazzato mentre lanciava un'occhiata a Beth che stava ritirando il
cibo che era avanzato. ''Devo andare io.Non so ancora quello che
voglio''
Rick sembrava confuso. ''Se non sai quello che vuoi,allora come fai a dire che ti serve?''
Carol aveva notato il fugace sguardo che Carl aveva dato a Beth e
sospettò immediatamente di che cosa si trattasse.Mise una mano
sul braccio di Rick. ''Va bene Rick.Sono sicura che Carl ci sarà
di grande aiuto'' Guardò Glenn. ''Per te non è un
problema,vero?''
Glenn inforcò il suo berretto. ''No,prendo tutto quello che
viene''.Fece una pausa e poi una smorfia. ''Non intendevo dire in modo
sessuale''
La risposta di Hershel era una ironica ''L'avevamo intuito,figliolo''
Rick rinunciò. ''Va bene,puoi andare.Devi solo promettere di dare retta a Carol e Glenn,capito?''
Carl sorrise. ''Lo farò''
''Vengo anche io'' annunciò Daryl. Si alzò in piedi dalle
scale dove stava seduto. ''Ho bisogno di alcune cose per la mia
balestra.Devo controllare l'armeria,sperando che ci sia rimasto qualcosa''
''Posso controllare io per te'' si offrì Glenn
Daryl inarcò un sopracciglio. ''Conosci il tipo di cera di cui ho
bisogno,sai com'è fatto un dissipatore di blocco?''
Glenn si morse le labbra e ci penso su un attimo, ''Un blocco che dissipa?''
''Vengo anche io.'' concluse Daryl seccamente.
''Posso venire anche io?'' chiese Axel con entusiasmo,ovviamente
sentendo che c'era sicurezza nei numeri con così tante persone
che andavano in città
''No.'' dissero tutti quanti contemporaneamente
Axel aggrottò la fronte. ''Vi siete riuniti e messi d'accordo
quando io non ero in giro in modo da poter fare questo?' chiese
petulante
''Non illuderti,idiota'' gli consigliò Daryl
''Potrei aiutarvi'' affermò Axel
''Come,menomando uno di noi?'' ribatté Daryl. ''Grazie,ma ci piace avere l'uso di entrambe le nostre mani''
''E' stato un incidente'' protestò Axel per quella che sembrava
la milionesima volta. ''In ogni caso,non sono stato io a riempire Carol
di lividi''
Carol stava ascoltando solo a metà il battibecco di Daryl e Axel
ma guardò subito verso Daryl rendendosi conto dell'ultimo
commento fuori luogo di Axel.Ci fu un palpabile aumento della tensione
all'interno della stanza mentre gli occhi di Daryl si socchiusero
minacciosi,la sua mascella irrigidita
Axel capì finalmente il suo errore. ''Non colpirmi'' squittì verso Daryl,indietreggiando rapidamente
Glenn scosse la testa. ''Se hai un opzione con Daryl,ti
consiglierei di farti prendere a pugni,amico'' suggerì.
''E' la cosa
meno grave nell'elenco di tutte le cose potenzialmente orribili che
Daryl ti potrebbe fare''
Axel si guardò intorno cercando il sostegno degli altri,ma erano
tutti intenti a guardarlo con diversi gradi di fastidio nella loro
espressione. ''Voi non siete per niente brave persone'' brontolò
Axel
Carol scosse la testa e si lasciò sfuggire un piccolo
sorriso.Potevano dire quello che volevano su Axel,ma era in grado di
divertire,anche se la maggior parte delle volte non intenzionalmente
''Sei libero di andartene in qualsiasi momento tu voglia'' sputò
fuori Daryl,mettendosi la balestra sulla spalla con un po troppa forza.
Axel non rispose,mise su il broncio
Rick annuì verso di lui,cambiando argomento. ''Axel,tu e Oscar
verrete con me oggi.Dobbiamo iniziare a dare una ripulita all'ala nord
della prigione''
''Ti prego basta bruciare i cadaveri'' disse Axel scoraggiato,sembrava che ancora non avesse imparato la lezione
''Puoi sempre seppellirli se preferisci'' offrì Rick freddamente
''Siamo d'accordo per bruciarli'' dichiarò Oscar in fretta, chiaramente in disaccordo con quell'idea
''Mi fa piacere sentirlo'' disse Rick con voce strascicata.
Il resto delle attività quotidiane furono divise e un'ora dopo
Daryl,Carol,Carl e Glenn arrivarono in città.Carol guardò
fuori dalla vetrata della gioielleria in cui era con Carl e vide Daryl
e Glenn dall'altra parte della strada,fuori dal negozio di armi.Rivolse
la sua attenzione a Carl,che stava fissando intensamente un contenitore
di vetro.Il negozio era stato mezzo saccheggiato,ma non ci deve essere
voluto molto a capire che i gioielli non erano una priorità,in
un'Apocalisse zombie.Se non si poteva uccidere o mangiare con
esso,l'importante di un oggetto si abbassava rapidamente.Carol teneva
la pistola a portata di mano mentre si dirigeva verso il ragazzo e
guardava da sopra la sua spalla il braccialetto che aveva in mano. ''E'
piuttosto carino'' ,osservò,guardando il bracciale in oro
bianco con diversi intarsi di un qualche tipo di gemma blu.Carol non ne
sapeva abbastanza di gioielli per sapere se stava guardando o meno dei
zaffiri,ma a prescindere da questo era veramente molto bello
Carl se lo rigirò tra le mani. ''Queste pietre sono dello stesso
colore dei..-'' si interruppe evitando lo sguardo di Carol
Le labbra di Carol si piegarono in un piccolo sorriso. ''Degli occhi di Beth?'' terminò lei
Carl le rivolse uno sguardo imbarazzato. ''Pensi che gli piacerà?''
''Sono sicurissima che gli piacerà,ancora di più
perché sarai tu a darglielo'' disse Carol con
sincerità.Fece una pausa,scegliendo con cura le parole,.
''Carl,tu sai che Beth ti vuole bene,non è vero?''
Carl sorrise,felice di sentirselo dire
Carol continuò ancora più dolcemente. ''Ma sai anche che ci sono diversi tipi di affetto in questo mondo,vero?''
Il sorriso di Carl vacillò un po. ''Che cosa vuoi dire,Carol?''
''Sto dicendo che Beth può volerti molto bene,ma magari non
desidera andare oltre'' offrì.Carol non voleva distruggere i
sogni di Carl,ma non voleva nemmeno facilitargli una possibile
delusione. ''Non significa che i suoi sentimenti non siano veri e
speciali,solo che non sono di tipo romantico.A volte un migliore amico
è molto meglio rispetto a un fidanzato o una fidanzata''
Carl la guardò costantemente,elaborando con cautela le sue
parole. ''Essere entrambe sarebbe l'opzione migliore,non
è vero''
Carol fece una faccia strana,sapendo come andavano a finire le cose tra
uomini e donne. ''Beh,si,ovvio,anche se non è sempre così
semplice.Non sarebbe meglio rimanere amici e non rischiare quello che
già si ha?''
Carl guardò il bracciale nelle sue mani,la sua mascella si
indurì leggermente ricordando le parole di suo padre. ''Sai,quando tutto questo è cominciato ho
passato molto tempo semplicemente avendo paura'' disse Carl
tranquillamente. ''Ero spaventato e basta,tutto il tempo.Mi odiavo
perché mi sentivo come se fossi congelato dentro,come se stessi
dormendo e non riuscissi a svegliarmi da un brutto incubo.''
Raddrizzò le spalle. ''Ma poi,prima di aver dovuto abbandonare
la fattoria,mio padre mi ha detto :basta cose da bambini.'' Carl
guardò Carol. ''Non ho più paura.Voglio dire,ce l'ho
ancora,ma non mi sento più bloccato,posso reagire nonostante
tutto e riuscire a fare quello che deve essere fatto'' Il suo giovane
volto si rannuvolò. ''Come ho dovuto fare con la mamma..'' disse
balbettando,il dolore ancora evidente nella sua voce.
Carol mise una mano compassionevole sulla sua spalla. ''Carl..'' disse
piano,facendogli capire che lei comprendeva quel tipo di perdita
Carl si schiarì la gola e continuò a parlare. ''Non ho
più paura di avere paura.Beth mi piace molto e vorrei essere
qualcosa di più che semplici amici.Non so che cosa dirà
lei,ma se non ci provo,non lo saprò mai'' Carl sostenne il suo
sguardo con un'espressione seria. ''Credo che preferirei saperlo piuttosto
che continuare a fantasticare per il resto della mia vita''
Carol non riuscì a non essere stupita dalla
volontà di questo giovane ragazzo.Il coraggio della
gioventù.Cerco di ricordare se lei fosse mai stata così
coraggiosa con i suoi sentimenti.Non le veniva in mente nulla.Ed era
stata una fuga da una situazione familiare difficile,ma poi si era
rivelato non essere nemmeno quella.Supponeva che l'ultima volta che
ricordava di essere stata ottimista nei riguardi dell'amore era stato
dopo quel primo incontro con Ed,quando ancora era gentile e
attento.Quel pensiero svanì la prima volta che Ed la
colpì,circa un mese dopo.Carol lo aveva sposato in ogni caso,era
abituata a non pretendere troppo dalla vita.Sua madre le aveva
insegnato che ciò che andava storto ,era colpa sua e sarebbe
spettato a lei risolvere il problema.Era stato solo adesso che Ed era morto
,che Carol capì veramente che non ci sarebbe stato nessun modo di
aiutarlo.Carol era abituata a non correre rischi,a non sperare e
sognare per niente.Vedere qualcuno come Carl volare con il suo cuore oltre tutti questi
problemi la colpì profondamente.Fece un sorriso
emozionato. ''Tu sei qualcos'altro...Carl''
Carl sembrava un po sconcertato ''AH..grazie''
''Vieni.cerchiamo una scatola per mettere quel braccialetto e poi continueremo a muoverci''
''Va bene'' disse Carl,iniziando a guardarsi intorno alla ricerca di una scatola di
gioielli dove poter mettere il suo regalo,mentre lasciò Carol a
contemplare se stessa,alla luce della conversazione inaspettatamente
stimolante appena avuta.
----------
Daryl si voltò per guardare Carol. ''Sei pronta?'' Il giorno
stava iniziando a giungere al termine e questa era la terza strada che i quattro avevano ispezionato.I negozi nel centro della
città erano stati ripuliti in questi giorni,quindi decisero di
fare come quel giorno in cui Carol aveva trovato
tutto quel materiale per neonati,e approfondire le loro
ricerche alle case.Lanciò un'occhiata alla fine della strada in tempo per
vedere Carl e Glenn scomparire dentro una di queste.Fino ad ora avevano
trovato solo alcuni oggetti con il loro duro lavoro e Daryl non voleva
stare in città ancora a lungo.Più si avvicinava la
notte,più i vaganti diventavano attivi
Carol annuì . ''Sono nata pronta'' le sue labbra si contrassero. ''Come direbbe Lady Gaga''
''Chi??''
''Sto davvero parlando con l'unica persona al mondo che non sa chi
è Lady Gaga?'' chiese Carol divertita.Si fermò e il suo
sguardo si fece pensieroso. ''Suppongo che sia morta ormai,sopratutto
se durante lo scoppio dell'epidemia indossava quel vestito fatto
di carne''
Daryl la guardò accigliato,le parole di Carol non avevano alcun senso per lui. ''Hai perso la testa,donna?''
''Davvero non sai chi sia?'' chiese Carol incredula
''Non lo voglio sapere'' disse in tono burbero. ''Andiamo''. Daryl
mantenne la balestra saldamente premuta contro la sua spalla mentre lui
e Carol entravano in casa insieme.Il solito odore stantio e di
marciò gli assalì una volta dentro.La casa si
rivelò quasi subito priva di qualsiasi tipo di arredo.Sembrava
quasi che fosse appartenuta a una sorta di un recluso prima che tutti i
guai iniziassero.C'erano delle pesanti sbarre alla finestra e la porta
che avevano appena varcato sfoggiava dei grossi lucchetti.Un segno che gli abitanti avevano cercato
di proteggersi,forse...Il cadavere in decomposizione che avevano dovuto
scavalcare nel corridoio suggeriva che non fosse finita tanto
bene.Daryl girò la testa verso le scale,indicando
silenziosamente che lui si sarebbe occupato del piano superiore.Carol
annuì,la pistola spianata mentre si preparava a controllare il
piano terra.
Daryl strisciò lentamente su per le scale,i suoi occhi puntati
al
pianerottolo sopra di lui.La casa sembrava essere in un vero e proprio
stato di abbandono.Anche le scale su cui stava camminando gemevano in
avvertimento,minacciando di rompersi sotto di lui se non fosse stato
abbastanza delicato.C'erano buchi nel muro che esponevano alla vista
l'infrastruttura sotto insieme con le diverse schifezze che avevano
preso residenza all'interno.Daryl si spostò sul primo piano,i
suoi muscoli tesi mentre scrutava nel corridoio poco illuminato al
piano superiore.Guardando in basso attraverso la ringhiera ,vide Carol
sparire all'interno di un'altra stanza.Daryl rivolse la sua attenzione
al lavoro a portata di mano.Avanzò,con la mano tesa verso la
maniglia della prima porta e la aprì.La porta emise un cigolio
torturato e Daryl si trovò di fronte a un'altra stanza
buia.L'odore che assalì le sue narici gli comunicò che
quella stanza non era vuota.Gli occhi di Daryl si adattarono al buio in
tempo per vedere che la stanza era piena zeppa di zombie,almeno una
dozzina.Si voltarono tutti all'unisono in modo inquietante per
guardarlo.Cercò immediatamente di richiudere la porta.,ma uno
dei più vicini la bloccò con un braccio,impedendo a Daryl
di chiuderla del tutto.Fece un veloce balzo indietro e il suo passo
pesante causò la rottura del pavimento sotto di lui.Daryl perse
l'equilibrio e inciampò all'indietro,allargando le braccia nel
tentativo di recuperare l'equilibrio.Purtroppo andò a sbattere
con la balestra sula ringhiera del pianerottolo e gli sfuggi dalle mani
,poi cadde attraverso la ringhiera al piano di sotto. ''Fanculo!''
sibilò irritato alla sua insolita goffaggine.
Daryl si rimise in piedi mentre gli zombie si riversarono uno dopo
l'altro fuori dalla stanza.Afferrò il suo coltello e
colpì il più vicino attraverso il mento dal basso verso
l'alto. Quello crollò ai suoi piedi,ma altri continuavano ad
arrivare.Daryl si voltò e si lanciò di corsa giù
per le scale. ''Carol!'' gridò. ''Dobbiamo uscire subito di
qui!''. Gli zombie erano alle sue calcagna quando Daryl
arrivò alla fine della scalinata per andare a recuperare la sua
balestra.Come se non bastasse,altri arrivarono attraverso la porta
principale e affollarono il corridoio,tagliando la strada a Daryl fuori
dalla portata della sua arma preferita. ''Cazzo!'' disse di nuovo pieno
di rabbia.Una mano lo afferrò improvvisamente ai pantaloni da
dietro,e lui si girò con il braccio teso pronto a colpire con il
suo coltello
Carol alzò la mano di fronte al viso in un gesto protettivo.
''Sono io!'' .Daryl lasciò ricadere il braccio.Carol lo
afferrò e lo tirò verso di lei. ''Da questa parte'' disse
con urgenza
Daryl corse con lei lungo il corridoio nell'altro lato della casa
dentro la cucina,il lamento degli zombie proprio dietro di loro.Si
guardò intorno e vide che la porta era assicurata con degli
enormi lucchetti e le finestre sbarrate. ''Merda,nessuna via d'uscita!''
Carol era corsa verso un angolo all'interno della stanza e si era
inginocchiata sul pavimento. ''Ho trovato questo'' disse,levando di
mezzo un pezzo di tappetto marcio che rivelò una botola sul
pavimento.Il primo zombie arrivò all'interno della stanza e
Daryl li mise a terra tutti e due,calciando il terzo nuovamente fuori.
''Muoviti!'' le urlò con urgenza. ''Salta dentro!''
Carol spalancò la botola e saltò giù mentre il
grosso zombie riacquistò l'equilibrio e si gettò
nuovamente verso Daryl.Il ragazzo era alto e aveva l'aria di uno che
aveva passato la sua intera vita in palestra.Daryl si mise di fronte
alla botola aperta e si lanciò verso di lui,guidando il suo
coltello all'interno del suo cranio.La lama del coltello si
incastrò dentro la testa dello zombie e Daryl non riuscì
a tirare indietro il coltello.Gli altri zombie arrivarono nella stanza
e non c'era più tempo.Daryl abbandonò i tentativi di
recuperare il coltello e si girò di scatto,saltando giù
nella botola proprio mentre Carol lo chiamò,la sua voce alta e
allarmata
''No! Aspetta,non farlo!''
Ma era troppo tardi,Daryl era già saltato giù verso il
passaggio sotterraneo e sbatté la botola dietro di lui,in modo da
mantenere gli zombie fuori,ma sigillandoli nel loro nuovo destino..
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
echoes capitolo dieci
Capitolo 11
Momento,momento,momento,momento..!!
Daryl andò ad atterrare quasi sopra la testa di Carol mentre
sbatteva la botola dietro di lui.Un rumoroso tonfo venne da sopra di
loro,quando lo zombie che Daryl aveva appena ucciso crollò a
terra.Daryl lottò per riuscire a capire dove erano andati a
finire. ''Spostati'' ordinò imperioso a Carol mentre finivano
con l'aggrovigliarsi a vicenda.Il soffitto era a pochi centimetri dalla
sua testa e Daryl stava cercando di trovare un modo per rimettersi in
piedi.Finì sdraiato per metà sopra la parte superiore del
corpo di Carol mentre venivano quasi schiacciati all'interno del piccolo spazio
''Non posso'' ,disse Carol incerta,mantenendo bassa la sua voce.''Era
questo che stavo cercando di dirti.Questo posto non è grande quanto immaginavo''. Erano stipati in uno sgabuzzino di non
più di pochi piedi di larghezza in qualsiasi direzione. ''Ho
pensato che ci avrebbe condotti a una cantina o qualcosa del genere,ma
sembra una sorta di trappola''
Daryl mise la mano sulla bocca di Carol poi un dito sulle sue labbra
con
la mano libera quanto sentì diversi vaganti entrare all'interno
della cucina.Le assi del pavimento scricchiolavano intorno a loro e la
polvere li ricoprì mentre la cucina si riempiva di zombie
intenti a rincorrere il loro prossimo pasto.Passarono diversi minuti di
tensione,nessuno dei due osava a malapena respirare mentre quegli
esseri
vagavano senza meta,indubbiamente riuscendo a percepire il loro
odore,ma
senza essere in grado di trovarli.Carol gli afferrò il polso e
spinse via la mano,sillabando le parole ''Non posso respirare''.
Guardò Daryl con gli occhi spalancati e iniziò a
tremare.Daryl si mosse un po e Carol trasalì quando
involontariamente le diede una ginocchiata nello stomaco.Fece una
smorfia e cercò di creare più spazio.Daryl allungò
la mano per tastare le pareti del loro nascondiglio.Tre di queste erano
in legno,ma poi la sua mano entrò in contatto con un oggetto
metallico.Grugnì silenziosamente mentre cercava di capire di che
cosa si trattava.Gli occhi di Daryl si spalancarono quando si rese
conto che stava fissando barattoli di cibo,in diversi contenitori di
cartone impilati fino al soffitto.Il proprietario della casa doveva
aver svaligiato diversi negozi alla ricerca di cibo in scatola e con
questi aveva riempito lo spazio già limitato
Visto che non aveva la minima idea di quanto tempo sarebbero stati
costretti a stare laggiù,Daryl cercò di creare più
spazio per loro.Indicò le lattine a Carol che
annuì,vedendole.L'idea di Daryl era quella che se fosse riuscito
a spingerle
più in fondo,avrebbero avuto un po più di spazio per
potersi
muovere.Con gli zombie ancora sopra di loro,Daryl spostò Carol
in modo che rimanesse schiacciata contro un lato per lasciargli lo
spazio necessario per riuscire a puntare i piedi contro la parete di
fondo.Puntando la schiena contro le casse di lattine,Daryl
iniziò a spingere più forte che poteva,cercando di
arrivare a distendere le gambe
e smuovere le casse verso il muro.Sbuffò per lo
sforzo e Carol tenne d'occhio la botola,preoccupata che
riuscissero a sentirlo.Daryl realizzò che dovevano esserci
altre casse dietro la prima fila oppure che non c'era ulteriore
spazio da riempire,quando una tavola marcia di legno crollò e il
suo piede scivolò sotto il pavimento.Strinse i denti per la
fitta
di dolore alla caviglia,ma non emise un suono.Il tentativo di crearsi
più spazio era inutile e lui e Carol ormai erano costretti ad
aspettare che gli zombie si disperdessero ,nella loro prigione calda e
buia.Era difficile dire quanto tempo era passato alla fine,ma
finalmente l'ultimo zombie rimasto sembrava essere andato via,il
pavimento smise di scricchiolare sopra le loro teste.
Carol si lasciò sfuggire un sospiro traballante,gli occhi puntati
al soffitto. ''Credo che se ne siano andati'' sussurrò
''E' meglio aspettare un altro po'' dichiarò
Daryl,consapevole del fatto che tutto ciò che avevano per
proteggersi era la pistola di Carol e che sarebbe servita solo ad
attirarne ancora di più.Non aveva abbastanza proiettili per
poterli uccidere tutti.Si focalizzò invece sul tentativo di
liberare il piede.Iniziò a dimenarsi da una parte e dell'altra, cercando di
sfilarlo dall'asse crollata,ma lo spazio era così limitato,che
non riusciva a trovare la giusta angolazione. ''Cazzo'' ringhiò
infastidito
''Cosa c'è che non va?'' sussurrò Carol,schiacciata accanto a lui
''Il mio piede è bloccato'' grugnì
''Non puoi semplicemente tirarlo fuori??'
''Se avessi potuto farlo,non sarebbe bloccato lì a quest'ora,no?'' ribatta verso di lei,tenendo bassa la voce
''Dobbiamo uscire di qui'', disse Carol.Il suo tono si innervosì mentre si agitava accanto a lui
''Dammi un minuto qui..'' dichiarò Daryl distrattamente,ancora
cercando di tirare fuori il piede.Dannazione,era proprio incastrato per
bene
''Dobbiamo uscire di qui!'' La voce di Carol era salita di tono ora
''Ti ho sentito la prima volta''. Daryl torse il piede prima in un
senso e poi nell'altro,ma non riusciva a spingerlo all'angolazione
giusta per liberarlo.All'improvviso Carol iniziò ad arrampicarsi sopra
di lui a cavalcioni. ''Ma che diavolo..?!'' urlò ''Che cosa stai
facendo?''
''Ho bisogno di uscire di qui!'' Nella voce di Carol ora c'era del vero
e proprio panico mentre alzava le mani e iniziava a spingere
freneticamente contro la botola
Improvvisamente Daryl ricordò di quella volta in cui Jenner chiese a Carol se fosse
claustrofobica e la sua risposta fu : ''Non stai avendo uno di quegli
attacchi di claustrofobia,vero?Questo non è né il
momento né il luogo adatto''
Carol interruppe brevemente la sua lotta per aprire il portello e
guardò giù verso di lui nell'oscurità. ''Siamo in
un piccolo.spazio.buio.'' sibilò ''Mi sembra il posto perfetto
per averlo!'' Riprese la sua battaglia disperata per riuscire ad aprire
la botola sopra le loro teste
''Potrebbero esserci altre di quelle cose là fuori'' sibilò Daryl,cercando di metterla in guardia
''Non mi importa'' disse disperata. ''Ho bisogno di uscire.''
Carol si contorceva sopra di lui nel frenetico tentativo di riuscire a
fare leva abbastanza da riuscire a sollevare la botola di
legno.Riusciva a
muoverla un po,ma quello zombie enorme doveva essere atterrato proprio
sopra la parte superiore del portellone,così,ad ogni
tentativo,riusciva solo a smuoverla leggermente.A causa del piede
intrappolato,Daryl non poteva muoversi per aiutarla perché non
era in grado di arrivare sufficientemente in alto da poter toccare il
soffitto.Carol iniziò a sudare e a sospirare pesantemente a
causa dello sforzo,chiaramente disperata per riuscire a tirarsi fuori
da quel piccolo spazio limitato.Daryl,nel frattempo,stava avendo i suoi
problemi..Carol continuava a dimenarsi su è giù sopra
di lui e questo stava avendo degli effetti inaspettati su alcune parti
del suo corpo.Con grande orrore di Daryl,sembrava che il suo corpo
stesse godendo abbastanza alla sensazione di Carol che si contorceva
sopra di lui e la sua risposta fu spontanea.Daryl cercò di
allontanare dalla mente
il pensiero di quanto fosse bello avere il corpo di Carol sopra di lui
in questo modo,ma era più facile a dirsi che a farsi.
''Fermati!'' sbottò,afferrandola per i fianchi per bloccare
il suo movimento frenetico.Il chè non aiutò affatto,dal
momento che si trovò con il premere involontariamente
il corpo di Carol contro il suo ancora più forte.Daryl
cercò di
lasciarla andare,ma le sue mani avevano idee diverse,rimasero
esattamente dove si trovavano.
Carol sembrava ignara del suo enorme sforzo,mentre lottava con il
portellone. ''Non posso stare qui'' boccheggiò,ignorandolo completamente. ''Devo uscire!''
''Non puoi'' disse Daryl frustrato. ''Quelle alette di pollo che ti
ritrovi al posto delle braccia non sono abbastanza
forti.Smettila!'' Per favore Dio,fà che la smetta.Strizzò
forte gli occhi mentre cercava di combattere contro le intense ondate
di piacere che stavano avendo la meglio sul di lui.
''Dannazione!'' Carol imprecò insolitamente. ''Apriti,figlio di puttana. APRITI!''
Per qualche oscura ragione.Carol che inveiva suonò a Daryl come qualcosa di molto erotico. Cazzo,questo è un incubo.. Non poteva fare questo a Carol,per lui era troppo importante.
''Penso che uno zombie sia caduto sopra il portellone'' ansimò
''Quello grosso.Non riesco a spingerlo via'' .Carol lasciò
cadere le braccia,crollando sconfitta quando si rese conto che erano
intrappolati fino a quando Glenn e Carl non fossero venuti a cercarli
Daryl si mantenne completamente rigido sotto di lei,in più di un
senso,pregando che Carol fosse troppo distratta per notare l'effetto
che stava avendo su di lui
Carol si portò le mani al viso sudato e fece un respiro
instabile,cercando di calmarsi.Si sedette di nuovo sopra di lui e Daryl
la sentì bloccarsi improvvisamente.Lasciando cadere le sue
mani,Carol ora lo stava fissando con un sopracciglio sollevato.Ci fu un
lungo momento di silenzio. ''Malgrado'' continuò infine con voce
strascicata, ''sembra che sia riuscita comunque a tirare fuori qualcuno''
Daryl fu contento del buio intorno a loro dal momento che Carol non potè vederlo arrossire violentemente.
Un piccolo sorriso giocava sulle sue labbra,mentre stava ancora cercando di riprendere il fiato
''E' il mio coltello'' sbottò Daryl,sperando che la terra lo inghiottisse in modo da poter mettere fine al suo imbarazzo
''Intendi quello conficcato nella testa dello zombie che è caduto sopra il portellone?'' chiese Carol calma
Daryl la folgorò con uno sguardo. ''Si.''
''Ok..''
''Levati di dosso'' sputò fuori Daryl,rendendosi conto che la
situazione non accennava a migliorare con Carol ancora seduta sopra di lui
''Certo,va bene''. Carol cercò di arrampicarsi sopra di lui,ma
lo spazio era così stretto che finì solo con il dimenarsi
ancora di più sopra il suo corpo mentre cercava di spostare la
sua gamba oltre
Il sangue di Daryl continuava imperterrito ad affluire verso l'estremità sud
del suo corpo. ''Fermati'' disse immediatamente ''Fermati subito, adesso''
Carol smise immediatamente di muoversi,le sue braccia ancora ai
lati della sua testa di Daryl mentre cercava di farsi leva
aggrappandosi al bordo delle casse.I loro volti erano a un paio di
centimetri di
distanza,Daryl che evitava volontariamente di fissarla,ancora
consapevole
del fatto che stava ancora a cavalcioni sopra di lui
''Sai,non c'è nulla di cui vergognarsi,Daryl. E' una normale
reazione del corpo'' Il suo respiro stuzzicò il suo viso
con quel tentativo di disinnescare la situazione
''Non sono in imbarazzo'' sbottò,sempre senza guardarla
''Va bene,'' disse Carol casualmente ''ma in caso tu lo fossi,non
dovresti.Sai quanto il nostro gruppo sia numeroso,capita a tutti di
invadere lo spazio di qualcun altro,è normale che si creino
alcune situazioni imbarazzanti''
Daryl non le rispose,cercò solo di pensare a qualcos'altro
''Una volta,alla fattoria,stavo ritornando dal bosco dopo aver raccolto
alcune more e finì con il trovare Shane che..umm..alleviava le
tensione della giornata,per così dire'' ricordò Carol
divertita
Daryl la guardò con orrore. ''Che cosa?''
''Lui non mi ha visto'' disse Carol colloquiale. ''Ma penso che avesse le mani impegnate'' proseguì impassibile
Daryl fece uno smorfia in difficoltà,davvero non ci voleva pensare
''Andiamo'' lo punzecchiò scherzosamente ''questo dovrebbe
aiutarti,il pensiero di Shane in quel modo'' Carol si mosse un po sopra
di lui.,strappando un gemito dalle labbra di Daryl. ''Mi dispiace,ho un
crampo alla gamba''
''Devi solo restare ferma e smetterla di parlare'' disse a denti stretti
''Penso che dovremmo parlare di qualcos'altro'' offrì Carol
invece ''Ad esempio,quanto cibo pensi che abbiano messo da parte
quaggiù i proprietari di questa casa?''
Daryl si limitò a fissare un punto sopra la testa di Carol
''Penso che sia tantissimo'' continuò lei ''Forse Maggie aveva
ragione quando ha detto che io ho il tocco magico'' I loro occhi si
incrociarono brevemente ''Intendevo per la ricerca del cibo''
chiarì in fretta. ''Non che il mio tocco sia magico per
qualsiasi altra cosa''
''Non sono stato chiaro quando ti ho detto che non ho voglia di parlare?'' chiese Daryl di mal umore
''Mi dispiace..'' si scusò lei incerta ''è solo che se
smettiamo di parlare poi mi ricordo che sono in questo piccolo ,spazio
buio, e non riesco davvero a respirare''
''Riesci a respirare abbastanza,con tutte le chiacchiere inutili che stai facendo?'' Dichiarò Daryl laconicamente
''Non hai nessuna fobia?''
''No.''
''Sul serio?Nemmeno una?''
''Ho questa fobia di essere ucciso dalle chiacchiere di una donna.'' sbottò
''Sai'' disse Carol in vena di discutere ''la maggior parte degli uomini
nel tuo stato sono leggermente più felici.'' Prima che Daryl
riuscisse a trovare una risposta,Carol ebbe uno spasmo involontario
''Oddio!'' gridò ,dimenandosi nuovamente. ''La mia gamba!''
ansimò per il dolore ''I crampi..''
''Smettila di muoverti!'' le ordinò,ma Carol non lo ascoltava,il viso contorto per il dolore
Mosse la mano fino a raggiungere la sua gamba sinistra,tenendosela stretta. ''Ahi..ahi..ahi!'' gemette
''Silenzio,gli zombie ti sentiranno!''
''Ahhh..ohhh!'' gemette,più contenuta questa volta
Daryl spinse lontano la mano di Carol e cominciò a
massaggiarle la coscia,trovando da solo il muscolo annodato.Carol
chiuse gli occhi,la sua espressione ancora addolorata mentre poggiava
la fronte contro il suo braccio ancora teso sopra la testa di Daryl.Le
sue dita si fecero strada lungo i muscoli contratti,costringendoli a
rilassarsi
''Dio,è così bello'' Carol sospirò di sollievo,con gli occhi ancora chiusi. ''Non ti fermare''
Il viso di Carol era proprio di fronte al suo,cosi Daryl fu in grado di
vedere il dolore lasciare lentamente il suo volto.Dall'evitare di
guardarla,Daryl si trovò improvvisamente incapace di distogliere
lo sguardo dal suo viso.Il suo respiro irregolare si
calmò mentre l'ultima fitta di dolore svaniva
lentamente.Gli occhi di Carol si
riaprirono e improvvisamente si ritrovarono a fissarsi.Sbattè le
palpebre. ''Grazie..''
Daryl si limitò ad annuire,percependo questa tensione
sconosciuta nascere tra di loro e chiedendosi se anche Carol riusciva a
sentirla
''Come va la gamba?'' chiese lei piano
Daryl ci pensò su un attimo per capire a che cosa si stava
riferendo,non pensava alla sua gamba da un po ormai. ''E' ancora
incastrata.'' Odiava quanto la sua voce suonasse roca.
''Ci troveranno'' gli promise Carol. ''Glenn e Carl,intendo''
In quel momento,Daryl doveva confessare che in realtà non gli
importava niente.La sua mano si mosse irrequieta lungo la sua
coscia,senza più il bisogno di doverla massaggiare,ma anche
senza essere disposto a perdere quel contatto
''Penso che dovrei fare un altro tentativo con quella botola'' disse Carol
''Ok..'' Nessuno dei due si mosse però.Il sangue ruggiva nelle
orecchie di Daryl mentre cercava di capire che cosa diavolo stesse
succedendo tra di loro,o forse più confusamente,quello che
voleva che succedesse tra di loro
''Daryl,Carol,riuscite a sentirmi?'' Il suono dei loro nomi proveniente da sopra li fece trasalire entrambi
Carol emise un sospiro di sollievo. ''Glenn!'' chiamò ''Siamo
qui!'' Le assi del pavimento sopra di loro scricchiolarono di nuovo
''Dove siete?''
''Sotto al pavimento'' rispose lei ''Devi spostare quel grosso zombie per raggiungere la botola''
La voce di Carl si unì improvvisamente alle loro. ''Ho trovato
la balestra di Daryl,ma non riesco a trovare nè lui nè
Carol''
Glenn lo aggiornò. ''Sono sotto il pavimento''
''Oh..''
''Tu e Daryl siete entrambi lì,giusto?'' la interrogò la voce di Glenn
''Sono qui'' grugnì Daryl
''State bene?''
Daryl e Carol si scambiarono uno sguardo. ''Daryl ha un piede
incastrato'' rispose Carol ''ma si,a parte questo,stiamo
bene.Inoltre,penso che abbiamo trovato un bel po di cibo''
''Va bene'' disse Glenn eccitato ''Carol ha avuto nuovamente fortuna''
Carol fece un sorriso sbilenco a Daryl. ''Puoi dirlo forte''
Daryl non aveva più nessuna risposta
----------
L'auto rimbalzò lungo la strada sterrata mentre Daryl manteneva
risolutamente lo sguardo incollato sulla strada davanti a lui,guidando
per riportare tutti indietro alla prigione.La parte posteriore
del pick-up era stata caricata con tutto il cibo in scatola che erano
riusciti a recuperare dallo sgabuzzino in cui erano rimasti
intrappolati.Avevano davvero avuto fortuna con l'enorme quantità
di cibo nascosto laggiù.Glenn e Carl erano
attualmente seduti in cima alle casse nella parte posteriore del
mezzo.Carol guardò Daryl
''Non ho intenzione di parlarne'' dichiarò lui risoluto,senza distogliere lo sguardo dalla strada
''Questo non diventerà un problema a meno che noi non lo
facciamo diventare tale'' offrì lei,non le piaceva questo
improvviso disagio tra di loro. ''E non parlarne lo trasformerebbe in
un problema''
Daryl fece una smorfia ''No,non lo farà''
Carol non aveva nessuna intenzione di lasciar perdere.Daryl era troppo
importante per lasciare questo imbarazzo in sospeso tra di loro. ''Guarda,quello che
è successo è successo.Non andrò in giro a
raccontarlo a nessuno''
''Come non hai raccontato a me quello che hai visto con Shane?'' ribattè Daryl
''Shane è morto ora,questo non conta''
''Quindi,quando sarò morto,andrai in giro a raccontare quello che è successo?'' chiese Daryl infastidito
''Beh..magari non al funerale.'' ribattè scherzosamente
Daryl grugnì al suo tentativo di fare dell'umorismo
''Insomma,non è successo niente a parte una normale reazione corporea maschile a uno stimolo non intenzionale''
''Non costringermi a buttarti fuori da questa macchina'' buttò fuori Daryl,gli occhi ancora sulla strada
''Non è che ora ci fossilizzeremo su questo'' Continuò
Carol ''Ci rideremo su tra un paio di giorni,vedrai.E' come quella
volta in cui Rick..-'' si fermò bruscamente
Daryl guardò verso di lei allora. ''Rick che cosa?''
Carol arricciò il naso. ''Mi ha afferrato un seno''
Gli occhi di Daryl si spalancarono. ''Cosa?''
''Non intenzionalmente'' disse in fretta ''Stavo aiutando a sistemare
il camper di Dale e Rick era sotto,ha allungato una mano alla cieca
per prendere uno straccio,senza rendersi conto che io ero lì,e
invece accidentalmente ha afferrato qualcos'altro'' Carol si strinse
nella spalle ''Ne abbiamo riso...alla fine''
Daryl scosse la testa ''Non ci credo''
''Il punto è che queste cose succedono''
Daryl le rivolse uno sguardo cupo. ''Sembra di si ,se tu sei nei paraggi''
''Ti farebbe stare meglio se ti dicessi qualcosa di imbarazzante sul mio conto?''
''Non mi farebbe sentire meglio nemmeno la morte a questo punto'' disse Daryl categoricamente
''Non riesco a fischiare.''
Daryl la guardò. ''Di che cosa stai parlando?''
''Non riesco a farlo''
''Tutti riescono a fischiare''
''Io no.Non importa quanto mi sforzi,non ci riesco comunque''
''Non è la stessa cosa'' borbottò ''e non ne parleremo mai più''
''Va bene'' sospirò Carol,rinunciando per ora. ''Ma tutto quello
che è successo oggi è stato solo che i miei nervi si sono
indeboliti,mentre i tuoi....sai,si sono induriti''. Non riuscì a
fare a meno di trattenere un sorriso
Daryl le lanciò uno sguardo esasperato. ''Ancora una parola e tornerai a casa a piedi,donna.''
Carol strinse forte le labbra per evitare che il suo sorriso si
allargasse ancora di più,ma poteva sentire nella voce di Daryl
che non era più così sconvolto.Era un bene perché
mano a mano che i giorni andavano avanti,non si erano rivelati poi
così
terribili.Carol non si diede il permesso di analizzare il motivo del
perché fossero così vicini.Alcune cose era meglio
lasciarle
stare.Lei e Daryl stavano bene come stavano e Carol non avrebbe mai
rischiato quello che avevano ora per qualcosa di più
complicato.Aveva troppo da perdere.Tra l'altro,il pensiero che Daryl
volesse effettivamente qualcosa di più tra di loro era veramente
una cosa che la faceva ridere.Avevano trovato uno status quo che
funzionava tra di loro e nessuno dei due ci avrebbe rinunciato
facilmente.Se solo Carol avesse potuto vedere attraverso il
futuro,avrebbe
realizzato che alcune complicazioni sono difficili da evitare.
Ma lei non aveva il potere di farlo,quindi,per adesso,rimase
felicemente all'oscuro della tempesta che si stava piano piano avvicinando e che
avrebbe cambiato tutto tra di loro....
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Capitolo 12 *** Capitolo 13 ***
echoes capitolo 13
Capitolo 13
Hershel sollevò lo sguardo dal suo libro quando Rick prese posto
accanto a lui quel pomeriggio.Sorrise al giovane uomo. ''Sembri
sconfitto''
Rick si passò la mano in mezzo alla lunga chioma di capelli che
stava crescendo in maniera disordinata. ''Fa un caldo tremendo
là fuori''. Si
guardò intorno. ''Dove sono tutti gli altri?''. Rick
sapeva che
sia Carl che Axel erano in diversi turni di guardia.
''Beth sta facendo un po di bucato,Maggie e Glenn sono appena andati in
città e penso che Carol stia lavorando fuori in giardino.Daryl
era qui poco fa,ma poi è uscito e Oscar sta armeggiando con
quel generatore.''
''Dovrei tornare la fuori''
''Siediti e riposa le tue ossa stanche per un po'' lo ammonì Hershel con gentilezza. ''Stai esagerando''.
L'espressione di Rick si oscurò. ''Devo farlo,se lo aspettano tutti.''
Hershel gli diede un'occhiata significativa. ''Hhmm..'' Si preoccupava
tanto per Rick.Si portava appresso troppe responsabilità
Rick guardò il libro che stava leggendo Hershel. ''Una bibbia?Dove l'hai presa?''
''Glenn l'ha trovata nell'ufficio del guardiano,l'ha presa per me.''
Hershel sorrise al giovane uomo pensieroso. ''Pensava che avrei
apprezzato.'' Guardò verso Rick. ''E l'ho fatto.''
''Pensavo che avessi smesso di credere a questa roba dopo quello che
è successo con il fienile e tutto il resto.'' disse Rick
Hershel fece una smorfia. ''Forse io potrò anche aver perduto la fede in Dio,ma lui non ha perso la sua fiducia in me.''
''Hershel,sei stato morso,ti ho dovuto amputare la gamba,'' disse Rick
incredulo. ''Non pensi che forse sarebbe una cosa buona se Dio ti
lasciasse in pace?Avere la sua attenzione sembra equivalere a un bacio
da parte della morte.''
''Non sono morto,'' precisò Hershel con semplicità
Rick gli rivolse uno sguardo duro. ''Sii sincero,non ci sono dei momenti in cui vorresti esserlo?''
''Un momento non riempie una vita intera Rick,anche se in quel momento
sembra essere così''. disse Hershel con calma.Sapeva che Rick
stava pensando alla perdita di Lori e al modo in cui aveva quasi perso
Carl.Hershel riusciva a capirlo,ma non avrebbe lasciato che Rick si
crogiolasse nelle negatività e ignorasse completamente i lati
positivi.Era una tentazione troppo forte quella di buttarsi giù
e lui si era aggrappato con gli artigli per riuscire a tornare
indietro da quell'incubo grazie anche all'aiuto di Rick.Hershel si
sentiva come se fosse suo dovere rendere lo stesso favore all'uomo
combattuto che sedeva di fronte a lui.Guardò in basso verso la
bibbia nelle sue mani al capitolo che attualmente stava leggendo.
''Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana ; infatti
Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le
vostre forze,ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita
e la forza per sopportarla.'' Hershel cercò lo sguardo di Rick.
''1 lettera ai corinzi 10 verso capitolo 13.''
La mascella di Rick si indurì,ma vide un barlume di emozione nei
suoi occhi. ''Queste sono solo parole su una pagina,Hershel''
''Messe qui da Dio per aiutarci a trovare la nostra strada in questa vita,'' ribatté lui con fermezza.
''Come puoi credere ancora nell'esistenza di un Dio benevolo?''
chiese Rick angosciato. Agitò una mano. ''Dopo tutto questo?Dopo
tutto quello che hai visto,dopo tutto quello che ti ha fatto?''
''Come potrei fare il contrario?'' Hershel si agitò sulla sua
sedia. ''Figliolo,io non pretendo di conoscere i piani
dell'Onnipotente.Non capisco da dove hanno avuto inizio ne tanto meno
dove avranno fine,ma so che Dio è buono,e tutto quello che
succede,succede per una ragione.''
''Ed è una ragione abbastanza buona per giustificare il fatto
che mio figlio crescerà senza una madre?'' chiese Rick
amaramente. ''O per Carol vedermi far saltare fuori il cervello a sua
figlia o per aver ficcato un coltello nel petto al mio migliore
amico?Dio ha causato tutta questa sofferenza,e noi non sapremo mai il
perché,è così che stanno le cose?Se ne sta seduto
lì,guardando in basso verso di noi e ride mentre noi
incespichiamo nell'oscurità?'' si fermò bruscamente e
spostò lo sguardo,trattenendo un respiro trafelato dopo tutta
quella tirata.Rick guardò di nuovo a Hershel,con un'espressione
arrabbiata. ''Se Dio ci sta ancora guardando,non gli importa più
niente di tutti noi,altrimenti non avrebbe messo questo inferno sulla
terra.''
Hershel lo aveva lasciato sfogare,ma adesso che aveva finito,aveva
qualcosa da dire. ''Lo sai,Rick,penso che Dio ne sappia qualcosa per
quanto riguarda il sacrificio e la perdita.Ha dato il suo unico figlio
a un mondo che sapeva che lo avrebbe torturato e ucciso.Dio non
è indifferente a quello che sta succedendo e forse se tu
parlassi con lui e spendessi un po più di tempo a pregare,lo
capiresti da te.''
''L'ultima volta che ho pregato,mio figlio è stato sparato.'' disse Rick cinicamente.
''L'ultima volta che hai pregato,tuo figlio è sopravvissuto a un
ferita da arma da fuoco che avrebbe potuto essere fatale.''
contrastò lui piano
Rick sembrò tornare a quel giorno
Hershel si sporse sul tavolo,la sua voce bassa. ''Figliolo,non
farò finta di sapere come ti senti,ma ti dirò comunque
quello che vedo''. Squadrò Rick con serietà. ''Sei fuori
strada,Rick.Tutte le cose che ti tenevano ancorato sono andate.Lori,la
tua amicizia con Shane,e si,anche Dale.Queste persone erano il tuo
appoggio.Liberandoti di loro,hai trovato la tua via ma adesso loro non
sono più qui e tu sei..-'' Hershel allargò le braccia in
un gesto, ''perso.'' ripeté
Rick strinse le labbra e fissò il tavolo,le emozioni che
riempivano le sue prossime parole. ''Non c'è niente che posso
fare ormai,perché sono tutti morti.''
''Lo so,figliolo,'' disse Hershel con calma , ''ma ci sono delle persone attorno a te che non lo sono.''
L'espressione di Rick registrava solo dolore,ma Hershel continuò energicamente
''A me sembra che tu abbia la possibilità di poter condividere
con qualcuno tutto quel peso che ti porti addosso'' Hershel
batté sul tavolo per richiamare l'attenzione di Rick. ''Non sei
da solo,Rick.Ci sono molte persone pronte a combattere al tuo
fianco,non devi prenderti cura di questo gruppo da solo.Non deve essere
sempre una tua responsabilità.''
''Ma lo è,'' disse Rick angosciato. ''Sono io a guidare il gruppo.E' un mio dovere.''
Hershel sorrise per metà. ''Hai una gran bella opinione di te
stesso,non è vero,ragazzo?'' scosse la testa. ''Tutti abbiamo un
peso nel gruppo.Tutte le nostre decisioni,tutte le nostre scelte,
nessuno di noi si può più permettere di restarne fuori.IL
mondo funziona così adesso.Devi toglierti dalla testa il fatto
che tu sia da solo in tutto questo Rick,perché non è
così.''
Rick sembrava scosso dalle sue parole.Hershel si rendeva conto che
l'uomo più giovane voleva credere a quello che gli stava
dicendo,ma le vecchie abitudini sono dure a morire.
Hershel aveva un'ultima cosa da aggiungere su questo argomento. ''Puoi
avere perso Shane,Lori e Dale e forse non potrai più
rimpiazzarli con nessuno,ma hai ancora persone del calibro di Daryl,di
Carol e me.'' il suo tono era determinato. ''E' questo non è
poco.''
Rick riuscì a fare un piccolo sorriso. ''So che non lo
è,'' confermò con voce roca.Rick sostenne il suo sguardo
a lungo. ''Grazie,Hershel.''
Hershel annuì. ''Devi solo ricordare quello che ti ho detto.Non sei solo.''
''Lo so'', disse Rick con calma, ''ma è difficile non sentirsi
in quel modo.'' La sua espressione era grata. ''Ma apprezzo che tu mi
abbia detto queste cose,Hershel.''
''Mi sembrava il caso di dirti due paroline,'' notò Hershel con
un piccolo sorriso,cercando di alleggerire la tensione, ''visto che
stiamo provando da un po a diventare una famiglia.'' Aveva detto quello
che pensava,ora era compito di Rick decidere cosa ne avrebbe fatto.
Rick diede un sorrisino. ''Sai di Carl e Beth?''
Lui annuì. ''Lo so.Beth me ne ha parlato,chiedendomi se avesse fatto la cosa giusta.''
''L'ha fatta,'' confermò Rick. ''Beth è stata davvero dolce con lui.''
''E' una brava ragazza.''
''Si,lo è.''
Hershel rivolse a Rick uno sguardo attento. ''E Carl è un bravo
ragazzo e devo ammettere che è merito tuo,Rick.Tuo e di Lori.''
''Forse più di Lori che mio'', disse Rick infelice.
Hershel mise la sua mano sopra quella di Rick. ''Non ti
sottovalutare,figliolo.Carl ha appena iniziato a farsi strada in questo
mondo,proprio come stiamo facendo tutti e lui è molto fortunato
ad avere te come padre.''
''Spero che tu abbia ragione,Hershel,davvero'' dichiarò Rick tremante.
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Daryl uscì nella zona del cortile e vide che Carol era nei
pressi della recinzione,badando al giardino.Si diresse verso il punto
dove stava inginocchiata nel terreno,piegata sopra una fila di germogli
appena sbocciati.
Carol sollevò lo sguardo quando lo sentì fermarsi di
fronte a lei e gli sorrise. ''E' già arrivata l'ora del
cambio?'' ,osservò,lanciando un'occhiata alla torre di guardia
dove Axel vagava annoiato avanti e indietro
Daryl annuì. ''Manca poco''. Le porse un barattolo di metallo
già aperto che aveva tenuto da parte per lei,con una
forchetta pronta all'interno
Il volto di Carol si illuminò alla vista del contenuto.
''Pesche,'' disse in adorazione. ''Non riesco a ricordare l'ultima
volta in cui ne ho mangiata una''. Carol si sollevò in piedi e
si spolverò via lo sporco dalle ginocchia. ''Facevano parte
della spedizione di ieri?''
Daryl annuì di nuovo. ''Beth si stava occupando di smistarli.Ho
pensato che ne avresti voluto un po,sei stata qui fuori tutto il
giorno.''
Un sorriso malizioso spuntò sulle sue labbra mentre accettava la
sua offerta. ''Questo significa che siamo di nuovo amici?Sai..dopo-''
''Non ne voglio parlare,'' la interruppe con fermezza.Daryl non sapeva
il perché,ma non gli dava fastidio il fatto che Carol lo
provocasse in quel modo.In passato,se qualcun altro avesse
osato,si sarebbe ritrovato tra le mani un villano particolarmente infelice con cui avere a che fare
''Quindi,le pesche sono una tangente?'' disse Carol divertita
''Se avessi avuto bisogno di corromperti,ti avrei uccisa e basta.Sarebbe meno impegnativo.''
Carol fece una piccola risata,chiaramente non impressionata dalle sue
vaghe minacce. ''Cosa,nessuno riesce ad avvicinarsi a Daryl Dixon
e sopravvive per raccontarlo,è così che
funziona?'' Infilzò una pesca e poi se la portò alla
labbra. ''Oh mio Dio.'' sospirò masticando di gusto ''è
meglio del sesso.''
Daryl cercò di non reagire,ma il suo stomaco si lamentò
nervosamente. ''Che cos'è questa mania di parlare del sesso
tutto ad un tratto?'' borbottò
Carol inarcò un sopracciglio e rispose scherzosamente. ''Hai cominciato tu.''
''Non ero io quello che si dimenava su e giù come un coniglio
rabbioso.'' lamentò Daryl senza troppa convinzione.
Perché non potevano smettere di parlare di questo?Doveva solo
andarsene.Ma le sue gambe non recepirono il messaggio e rimase
lì,con i piedi inchiodati al suolo,guardando Carol divorare la
lattina di pesche mentre lo stuzzicava
''Stavo avendo un attacco di panico,'' disse lei impenitente. ''Una
donna non può essere ritenuta responsabile delle sue azioni
durante un attacco di panico.''
Daryl sbuffò. ''Non era un attacco di panico.''
Le labbra di Carol si contrassero. ''Beh,forse non da dove stavi seduto tu,ma credimi,non ero una campeggiatrice felice.''
''Basta,'' la ammonì lui rapidamente.
''A differenza tua.'' concluse Carol sfacciatamente,ignorando completamente il suo avvertimento
''Me ne vado,'' annunciò Daryl categoricamente,ma non si mosse subito
''Lo stai facendo nel modo sbagliato,'' lo punzecchiò
''Che cosa c'è di sbagliato in te?'' chiese Daryl esasperato,anche se in realtà si stava divertendo
''Penso che sia colpa di tutto questo sole e dello zucchero delle
pesche'', rise Carol. ''Potrei essere leggermente ubriaca.'' Infilzò
un'altra pesca e stavolta la offrì a Daryl
''Una?Solo una per me?''
''Sei già fortunato ad avere questa'' , disse impassibile Carol
Daryl le prese la mano che stringeva la forchetta e se la portò dritta dentro la bocca
''Incredibile,vero?''
Daryl si strinse nelle spalle. ''Non amo molto il dolce.''
''Pazzo.''
''Ingorda.''
Si sorrisero l'un l'altro e poi Carol guardò sopra la sua
spalla.Socchiuse gli occhi per riuscire a vedere in lontananza. ''Sembra che Glenn
e Maggie siano tornati presto dalla città.Immagino che non abbiano trovato molto.''
Daryl guardò alle sue spalle per vedere l'auto che era ancora
abbastanza lontana lungo la strada che conduceva alla prigione. ''Siamo
apposto per un po.Non sarà un grosso problema.'' Rivolse
nuovamente la sua attenzione a Carol che gli stava offrendo un'altra
pesca.Daryl scosse la testa,provava molto più piacere a guardarla
assaporarsi quella dolce benedizione
Carol si leccò le labbra,Daryl cercò di non farci caso. E ora che cosa c'era di sbagliato in lui? Questo nuovo sviluppo lo stava innervosendo
''Hai sentito che Carl ha dato il braccialetto a Beth?'' chiese
Carol,ancora concentrata sul suo barattolo di pesche e ignara delle
sue preoccupazioni
''E' difficile riuscire a mantenere un segreto qui.'' Daryl
scrollò le spalle. ''Se non altro lo ha respinto con dolcezza''
Carol stava osservando la pesca infilzata nella sua forchetta,sembrava
un po delusa. ''Mi dispiace che abbia spezzato il cuore a Carl,ma un po
di dolore all'inizio vale la pena alla fine.'' Sorrise a
metà. ''Se non altro sono felice che Carl per una volta abbia
pensato a qualcosa che non fosse la morte o il sopravvivere giorno per
giorno.'' Carol sospirò, ''Ma alla fine,questo sembra tutto
quello che
ci è rimasto,''
''Non capisco perché le persone vogliano qualcosa del genere,''
disse Daryl burbero. ''Le cose sono difficili già come sono.''
''Capisco quello che intendi,'' concordò Carol facilmente.Gli
lanciò un'occhiata scettica. ''Quindi,non hai mai guardato una
come Andrea e pensato a lei in quel modo?nemmeno una volta?''
Daryl la guardò di traverso. ''Quella donna mi ha sparato in testa.''
Carol sorrise. ''Non essere melodrammatico.Ti ha colpito di striscio in testa.''
''Non le darò punti bonus per il fatto che è una pessima tiratrice'' si lamentò
Carol rise. ''Probabilmente è meglio così,vedendo come lei e Shane stavano già insieme in un certo senso''
Le sopracciglia di Daryl si sollevarono. ''Come fai a saperlo?''
''Li ho visti,'' disse Carol semplicemente. ''Stavo cercando Rick e
sono passata vicino alla tenda di Andrea.Diciamo solo che non sono
delle persone silenziose.''
Daryl scosse la testa guardandola. ''Dovresti iniziare ad avvertire le
persone del tuo arrivo,'' annunciò Daryl. ''Fischiettando o
qualcosa del genere.''
''Te l'ho detto,'' disse Carol,finendo le ultime pesche rimaste. ''Non ci riesco.''
''Stavi dicendo sul serio?'' chiese Daryl incredulo
''Perché avrei dovuto mentire?''
''Non so perché le donne facciano la metà delle cose che fanno,'' disse Daryl categoricamente
''Beh,non stavo mentendo,non so come fare''
''Tutto quello che devi fare e unire le labbra e soffiare,è così difficile?''
''Lo faccio ma non viene fuori nessun fischio''
''Fammi vedere.''
''Ma non ci riesco''
''Mostramelo e basta,donna''
Carol strinse le labbra e emise un respiro rumoroso,essenzialmente emettendo una pernacchia
Daryl strizzò gli occhi,senza cambiare espressione. ''Mi hai sputato addosso''
''Ti avevo avvertito''
''Lo stai facendo nel modo sbagliato.''
Carol alzò gli occhi al cielo. ''Ma non mi dica,Professor Dixon''
''Devi stringere di più le labbra.Guarda'' Le mise una mano sul
volto,pollice e indice ai lati delle sue labbra.
''Prova di nuovo''. Carol strinse le labbra e Daryl le avvicinò
ancora di più. ''Spingi la lingua verso il basso e soffia.''
Carol lo fece,ma ancora una volta,uscì fuori solo un suono
sibilante.Daryl la fissò
''Te l'avevo detto''. disse Carol filosoficamente. ''Ci deve essere qualcosa di sbagliato nella mia bocca''
Daryl guardò le labbra di Carol che stava ancora cingendo con le
sue dita.''Non c'è niente di sbagliato nella tua bocca'',
affermò. '' E'...-'' si fermò appena in tempo per non
dire perfetta,che era la parola che stava pensando,mentre le
fissava.Questa tensione indesiderata tornò di nuovo a scorrere
all'interno del suo corpo,il sangue iniziò a pompare più
velocemente nelle sue vene per una cosa che era iniziata in un modo
così innocente.Forse aveva preso un colpo di sole anche
lui,perché Daryl sentiva improvvisamente la testa diventare
leggera. ''E' ok,'' finì con voce roca e inconsciamente le
strofinò il pollice contro la guancia
Le labbra di Carol si spalancarono. ''Oh...'' sospirò pesantemente,suonando stordita
Daryl si tese,immediatamente domandandosi se anche lei aveva percepito
questa nuova attrazione tra di loro.Sollevò lentamente lo
sguardo dalle sue labbra,spaventato sul tipo di aspettative
che avrebbe potuto leggere nei suoi occhi e sapendo che questo andava
oltre le sue capacità.In ogni caso,quando gli occhi di Daryl
salirono per incontrare i suoi,lei non lo stava guardando per
niente,piuttosto guardava un punto sopra le sue spalle.Daryl si
voltò per vedere che cosa l'aveva scioccata così
tanto.Glenn e Maggie erano al cancello della prigione,vicino alla
macchina,quando una figura sbucò da dietro di loro.La mano di
Daryl scivolò via dal volto di Carol e non riuscì a
credere a quello che stava vedendo. ''Merle..'' disse con voce
sconvolta,vedendo suo fratello per la prima volta dopo quasi un anno.
Anche Merle lo aveva visto.Gridò verso di lui attraversò
il campo. ''Hey,fratellino,'' disse con quel suo tono eccessivamente
alto, ''guarda chi è tornato in città!''
Daryl sentì la mano di supporto di Carol sulla schiena mentre lottava per capire quello che i suoi occhi stavano vedendo
Persino da questa distanza riuscirono a vedere chiaramente l'enorme sorriso sulla
faccia di Merle. ''Adesso porta qui il tuo culo ossuto e vieni a dare
un po d'amore al vecchio Merle!Abbiamo un sacco di tempo da recuperare''
Daryl riusciva a crederci a stento. Oh merda.
E ADESSO inizia la festa! LOL
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Capitolo 13 *** Capitolo 14 ***
echoes capitolo 14
Capitolo 14
"Siamo tutti sulla stessa barca,in mezzo al mare in tempesta,e ci dobbiamo a vicenda una terribile lealtà."
G.K.Chesterton
''Non posso credere che stiamo nuovamente avendo questa discussione!''
Daryl si fermò sentendo il suono della voce di
Glenn.Guardò in basso verso la ringhiera metallica nel passaggio
rialzato per vedere il resto del gruppo,escludendo Axel e Oscar,in
piedi riuniti in un cerchio di sotto.Nessuno di loro si era accorto del
suo arrivo e Daryl fece un passo indietro in modo che nessuno sarebbe
stato in grado di individuarlo se solo avesse guardato in alto.Si
inginocchiò ascoltando di nascosto il discorso del
gruppo,continuando a osservarli attraverso la ringhiera.
Il tono di Rick era fermo. ''Stiamo avendo questa discussione perché dobbiamo prendere una decisione.''
La natura solitamente tranquilla e pacifica di Glenn era sparita mentre
parlò di nuovo. ''C'è solo una decisione da prendere,''
disse con foga. ''Merle deve andare via.Non può stare qui.''
Daryl strinse le labbra,non era sorpreso di scoprire perché
fosse stato necessario riunire questo piccolo gruppo,ma la cosa non gli
piacque.
L'agitazione di Glenn stava crescendo. ''Ha puntato a Maggie un
coltello alla gola,mi ha picchiato,tutto per poter scoprire dove si
trovava Daryl.'' Le contusioni di Glenn erano quasi scomparse,due
settimane dopo che Merle si era presentato sulla soglia della
porta di casa,ma era evidente che il trauma interiore che aveva
sofferto per mano di Merle era ancora fresco
''Mi dispiace,per tutti voi'' , disse Maggie,a disagio. ''Non volevamo rivelare la nostra posizione.''
''Nessuno te ne fa una colpa,Maggie'' , disse Rick rapidamente.
''Pensavi che Merle avrebbe ucciso Glenn,hai fatto la cosa giusta.''
Hershel le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse. ''Era
la cosa giusta da fare,tesoro.Sono felice che entrambi stiate bene.''
''Ho visto quello che è in grado di fare Merle'', disse Maggie
strettamente,gettando uno sguardo preoccupato a Glenn a denti stretti.
''Non mi sento al sicuro con lui in giro.E' già abbastanza
difficile con gli zombie.Non voglio dover dormire con un occhio aperto
solo perché forse uno di noi prepara una vendetta su
metà del nostro gruppo.''
''Maggie ha ragione'', disse Glenn laconicamente. ''Merle non
può restare qui.E' una mina vagante e lo sappiamo tutti.Se ne
deve andare.''
La mascella di Daryl si indurì nel sentir dire quelle cose di
suo fratello,ma non poteva davvero biasimarli.Capiva la loro paura,ma
Merle era il suo sangue,e questo significava ancora qualcosa.Doveva.
L'espressione di Rick era grave. ''Allora,è deciso,dobbiamo parlare a Daryl e spiegargli che Merle-''
''NO.''
La voce calma ma autorevole di Carol fece voltare tutti quanti.Aveva le
braccia incrociate di fronte a lei mentre fissava di rimando tutti
loro. ''No.'' ripeté.
''Carol..'' iniziò a dire Rick,guardandola un po esasperato
''No,Rick'', disse con determinazione, ''non ne avete il diritto,nessuno di noi ce l'ha.''
Daryl sbatté le palpebre,guardando Carol con shock,anche se in realtà nessuno di loro poteva vederlo.
''Merle è una minaccia per il gruppo'', sostenne Glenn in frustrazione
''Siamo stati tutti una minaccia per il gruppo di volta in volta'',
disse Carol semplicemente. ''Merle non andrà nessuna parte fino
a quando Daryl lo vorrà qui.Non sta a noi decidere''
Il tono di Rick si abbassò. ''Carol,tu sai quanto Merle può essere pericoloso.''
''Lo so'', disse senza esitazione. ''E so che Glenn ha i suoi buoni
motivi per guardarsi le spalle da lui,ma stiamo parlando del fratello
di Daryl''
''E' proprio questo il problema'', brontolò Glenn
Hershel sembrava preoccupato. ''Sentite,non ho mai conosciuto Merle
prima,compresi tutti i problemi che avete passato.Ad ogni modo,non
posso dire che l'uomo sia una presenza confortante e anche
questi vecchi occhi riescono a percepire la tensione che si porta
dietro.Questo gruppo è vulnerabile,abbiamo perso troppe cose e
se Merle pensa di doversi aggiungere alle nostre perdite,non vedo come
si possa lasciar perdere.''
Carol non si mosse. ''Parli di perdite,Hershel,quindi che cosa avresti
da dire riguardo la perdita di Daryl se dovessimo buttare fuori Merle
da qui?''
''E' per il bene superiore,'' ragionò Rick. ''Dobbiamo proteggere il gruppo.''
Il mento di Carol si sollevò. ''Va bene,parliamo del gruppo
allora.Sai benissimo quanto lo so io che Daryl ha fatto tanto per
questo gruppo e non ha mai chiesto una sola cosa in cambio.E' stato
accanto a tutti noi nel momento del bisogno,più di una volta.''
Carol fissò Rick con uno sguardo severo. ''Dove saresti adesso
senza Daryl,Rick?Sai di dovergli la tua vita e la vita di tuo figlio,
almeno un centinaio di volte.''
Rick emise un suono frustrato. ''Questo non riguarda Daryl.Nessuno ha
mai messo in discussione il suo posto all'interno del gruppo.''
''Lo riguarda eccome,'' sputò fuori Carol. ''Stai parlando di
gettare suo fratello in pasto ai lupi.Merle è l'unica
famiglia che gli è rimasta al mondo.Non abbiamo nessun diritto
di portargliela via.''
''Daryl starebbe meglio senza di lui..'' disse Glenn imbronciato
Carol inclinò leggermente la testa. ''Forse è vero,ma
sarà Daryl a dover prendere questa decisione,non noi.''
Daryl non riusciva a toglierle gli occhi di dosso mentre lei teneva
testa al gruppo.Il piccolo topolino spaventato che aveva conosciuto
all'inizio era sparito,quella paura di esprimere il suo parere su
qualsiasi cosa.Dov'era la Carol che non aveva voluto assumersi alcuna
responsabilità nelle decisioni del gruppo,quella che non aveva
voluto avere voce in capitolo su cosa fare di Randall?Non riusciva a
credere che lei stesse lottando così duramente contro di tutti
per questo motivo.Daryl sapeva che Merle non era una delle sue persone
preferite,e questo rese la sua incrollabile presa di coscienza ancora
più sorprendente per lui.
''Non ho intenzione di essere parte di qualcosa che causerebbe
ulteriori perdite a Daryl,'' disse bruscamente. ''Gli dobbiamo tutti
un'altra occasione insieme a suo fratello''
''Anche se avesse intenzione di ucciderci tutti?'' chiese Glenn con rabbia
''La nostra ricerca di Sophia nei boschi ci avrebbe potuti far uccidere
tutti.La gravidanza di Lori ci avrebbe potuto far uccidere.'' Carol
diede loro uno sguardo di avvertimento. ''Ho ancora più
esempi,se volete che vada avanti.'' Nel gruppo tutti sembravano a
disagio e evitavano il suo sguardo. ''Il punto è che siamo
sempre andati avanti come un gruppo,e ci siamo presi cura l'uno
dell'altro.''
''Ma non ci ha portato nulla di buono.'' disse Maggie emotivamente, ''..non alla fine almeno.''
La voce di Carol era tranquilla, ma decisa. ''Era la cosa giusta da
fare,a prescindere dal risultato..'' Si avvicinò a Rick,una
determinazione ferrea nei suoi occhi azzurri. ''Non metterai Daryl di
fronte a questa scelta,Rick,non ho intenzione di permetterti di
farlo.Questo gruppo è la sua casa,e Merle è suo
fratello,non puoi costringerlo a scegliere tra una delle due.''
Carl era stato in silenzio per tutta la durata del dibattito. ''Daryl
non ci lascerebbe?'' Li guardò incerto. ''Giusto?..''
''Non voglio doverlo mettere in una posizione in cui potrebbe decidere
di farlo..'' disse Carol cupa. Il suo sguardo tornò di nuovo su
Rick. ''Glielo dobbiamo Rick,lasciali prendere questa decisione da
solo''
Rick sembrava sconfitto,la fronte aggrottata pesantemente. ''Va bene.''
disse alla fine, ''Merle resterà,per il momento.''
Daryl si rimise in piedi e si iniziò ad allontanarsi mentre
Glenn riprendeva a protestare.Si affrettò a dirigersi fuori dal
blocco delle celle verso di Merle che stava ancora in attesa.Questa
riunione era stata una cosa strana.Nonostante Daryl avesse pensato
spesso a suo fratello e sperava che lui fosse vivo,vederlo lì
non gli aveva trasmesso quei sentimenti che aveva previsto.Era bello
sapere che Merle non era morto,ma dopo averlo reinserito
improvvisamente all'interno della sua vita Daryl si rese conto di
quanto le cose fossero cambiate.Il fatto era che,però,Merle non
sembrava affatto cambiato.Per niente.Era ancora il ragazzo forte e
eccessivamente fiducioso con cui Daryl era cresciuto.L'unica differenza
era che gli mancava una mano,ma tutto il suo vecchio atteggiamento era
ancora lì.Era stato Daryl a cambiare e questo avrebbe causato
molti momenti di difficoltà tra di loro,mentre cercavano di
recuperare il tempo perso l'uno con l'altro.Il problema era che Daryl
cominciava ad avere una sua idea di come il loro rapporto sarebbe
dovuto essere,ed era diverso rispetto a quello con tutti gli altri e
questo stava creando alcuni momenti di tensione.
Merle sollevò lo sguardo quando Daryl si avvicinò. ''Pensavo che fossi andato a recuperare altre frecce.''
''Non sono riuscito a trovarle.'' mentì Daryl seccato,evitando il suo sguardo
Merle gli lanciò un'occhiata contrariata. ''Devi stare più attento con la tua merda,ragazzo''
Daryl si portò la balestra alla spalla e ignorò il suo
rimprovero.Guardo fuori attraverso le recinzioni. ''Dobbiamo
muoverci.Se ci dirigiamo a nord,non appena usciti dal cancello,avremmo
più fortuna con quei bastardi.Non arrivano spesso da quella
direzione.'' Lui e Merle avevano iniziato ad andare a caccia ogni
giorno per raccogliere la selvaggina.Era il modo più semplice
secondo Daryl.Con Merle fuori dalla prigione ore e ore,stava dando al
gruppo la possibilità di abituarsi all'idea.Almeno questo era il
piano.Anche se non sembrava che stesse funzionando poi così bene
visto quello che aveva appena sentito
Merle si chinò e si mise ad organizzare la sua attrezzatura da
caccia. ''Sembra che il poliziotto gentile abbia avuto un po da fare
con la sua tribù,'' osservò con indifferenza prendendo
Daryl alla sprovvista.Merle gli rivolse uno sguardo consapevole. ''Che
ne pensi,fratellino,i nostri inviti saranno andati smarriti in mezzo a
tutta l'altra posta?''
Daryl si irrigidì. Merle capiva sempre più di quello che
lasciava intendere.Non era sicuro di cosa dire in proposito,così
non disse esattamente nulla
Merle sorrise. ''Non sono pazzo.Sapevo che nessuno mi avrebbe accolto a
braccia aperte.'' Guardò Daryl. ''Nessuno tranne
te,naturalmente''
''Hai picchiato Glenn e hai puntato un coltello alla gola di Maggie,''
sottolineò Daryl facendo attenzione a non lasciar traspirare
nessun tipo di emozione. ''Che cosa ti aspettavi?''
''Non mi avrebbero portato da te,'' disse Merle seccato.
''Dannazione,che cosa avrei dovuto fare?'' Guardò Daryl. ''Da
che parte stai,ragazzo?''
Il viso di Daryl si oscurò. ''Non c'è più una scelta,Merle.Ci siamo solo noi e gli zombie adesso''
Gli occhi di Merle si socchiusero. ''Rick ha detto la stessa identica
cosa su quel tetto ad Atlanta,poco prima di lasciarmi legato come
un'esca in attesa che la morte venisse a prendermi''
''Te l'ho detto,Merle,'' dichiarò Daryl frustrato ''Io,Rick e
gli altri ,siamo tornati a prenderti.Tutto quello che dovevi fare era
aspettare.Pensavi davvero che ti avrei lasciato lì?''
''Come facevo a sapere che ti avrebbero raccontato quello che era
successo?'' ribatté Merle. ''Diavolo,magari ti avrebbero detto
che uno di quei figli di puttana mi aveva divorato e avrebbero lasciato
le cose così come stavano''
''Ma non l'hanno fatto.'' disse Daryl a denti stretti. ''E' siamo tornati,per te. Rick..-''
''Rick,Rick,Rick'' lo interruppe Merle sarcastico. ''Voi due siete
diventati proprio due piccioncini in questi giorni,non è vero?''
Daryl strinse i denti,rifiutando di farsi coinvolgere un'altra volta
sulla questione.Merle non aveva fatto un mistero del fatto di non
approvare l'amicizia sua e di Rick.IL fatto era che Daryl non aveva mai
nemmeno pensato alla cosa in questi termini.Era soltanto quello che
era.Il vizio di Merle di mettere le etichette sulle cose e sulle persone gli fece prendere
in considerazione quello che aveva creato con il gruppo.Fino ad
ora,non c'era stato bisogno di sapere che ruolo avesse all'interno
di quest'ultimo quindi il tutto stava mettendo Daryl in
difficoltà.Le cose andavano bene come andavano,perché
Merle doveva sempre complicarle?Il pensiero colse Daryl alla
sprovvista,era abituato a non mettere mai in discussione
l'autorità di suo fratello.Lo aveva sempre accettato per
quello che era,difetti e tutto il resto.Al giorno
d'oggi,però,quei difetti sembravano sempre più difficili
da ignorare. ''Stiamo sprecando tempo.''
Merle fece un cenno con la testa indicando sopra la spalla di Daryl. ''Sembra che abbiamo una visita.''
Daryl si voltò per vedere Carol
avanzare verso di loro.Il suo stomaco si strinse,subito ansioso sapendo Carol intorno a Merle per qualche oscuro motivo
Sorrise a
entrambi mentre li raggiungeva. ''Vi ho portato un po di cibo da
portare con voi.''. Porse due scatolette di carne in scatola e una
lattina di frutta mista.
''Allora,bene.Non
è dolce da parte tua tutto questo?'', disse Merle con un
piccolo sorriso. ''Preoccuparti in questo modo per noi''
''Non ne abbiamo bisogno'', disse Daryl laconicamente. ''Possiamo trovare il cibo nel bosco''
Carol continuò ad allungargli le lattine. ''Lo so,ma solo nel
caso in cui non troviate abbastanza e foste costretti a stare fuori
durante la notte,come la settimana scorsa''
''Non essere scortese,fratellino.'' Merle prese le lattine che Carol
stava offrendo e le mise nel suo zaino. ''Non sono uno che dice no al
cibo'' Rivolse a Carol un largo sorriso. ''Grazie,cara,mi fa piacere
che ti preoccupi per noi''
''Sono preoccupata per la pistola che ti stai portando dietro'' disse
Carol,impassibile. ''Mi piacerebbe davvero tanto riaverla indietro
tutta d'un pezzo.E' la mia preferita.Quindi,qualsiasi cosa io possa
fare per assicurarmi che ritorni a casa,la faccio con piacere.''
Merle inarcò un sopracciglio verso Daryl alla provocazione di
Carol. ''Sentite questa,boccuccia insolente tutto a un tratto.''
Fissò le labbra di Carol speculativo. ''E' che boccuccia
graziosa che è''
Qualcosa nel tono di Merle portò Daryl sull'orlo di una crisi di nervi e lo fece irrigidire
''Sono solo un paio di lattine di cibo'' disse Carol seccamente. ''Non è come se ti stessi offrendo uno dei miei reni''
Merle scoppiò in una risata alla sua risposta. ''Sei
divertente.'' Sembrò pensarci. ''Sei sempre stata così
divertente?Non lo ricordavo..''
Una nuova emozione strinse il petto di Daryl mentre guardava lo scambio
tra quei due.Non gli piaceva che Carol si sentisse così a suo
agio con Merle e davvero non gli piaceva il modo in cui suo
fratello la stava improvvisamente guardando. ''Stiamo andando o no?''
gli interruppe bruscamente. ''Se dobbiamo stare tutto il giorno qui a
chiacchierare-''
''Calmati,fratellino'' disse Merle casualmente. ''Stavo solo essendo
educato con la signora.Non c'è nulla di male in questo,no?'' Si
rivolse a Carol. ''Devi perdonare mio fratello,è stato allevato
dai lupi, senza nessuna buona maniera.''
''Non sono stato allevato da nessuno'', dichiarò Daryl
laconicamente,mettendosi sulla difensiva tutto ad un tratto.Ma alla
fine,Merle sembrava scatenare questo effetto su di lui quasi sempre
''Basta che facciate attenzione'' ammonì entrambi
''Attenzione è il mio secondo nome,signora'' disse Merle, levandosi teatralmente un cappello immaginario dalla testa
''Lo trovo molto improbabile'' rispose Carol ironicamente
Merle ridacchiò e si mise il fucile in spalla. ''Ti
porterò uno scoiattolo in più,solo per essere stata
così carina con me.'' Si voltò e cominciò a
camminare
Carol alzò gli occhi al cielo. ''Sei la luce dei miei occhi.''
Vide che Daryl la stava fissando in modo strano. ''Che c'è?''
Scosse la testa,cercando di trovare ancora una spiegazione per i suoi
sentimenti confusi quando si trattava di Carol.Vederla farsi avanti in
quel modo con tutti gli altri l'aveva fatto sentire benissimo.Qualunque
cosa fosse questa dannata conversazione a cui aveva appena assistito
tra Carol e Merle,però,non tanto. ''Lavori con Axel,oggi?''
Carol sorrise. ''No,Judith è stata male oggi.Credo che abbia una leggera influenza.Rick mi ha chiesto di stare con lei''
''Bene'', disse Daryl burbero. Poi si accigliò. ''Non volevo dire per quanto riguarda Judith,io intendevo..-''
''So che cosa intendevi dire,'' disse Carol con un altro piccolo
sorriso.La sua espressione si fece più seria. ''Sai,non devi per
forza portare fuori Merle ogni giorno''
Lui la fissò. ''Non devo?''
Carol fece una smorfia. ''So che le cose sono tese in questo momento,ma
evitare il problema non risolverà nulla.Merle deve trovare il
suo posto con il gruppo.'' Gli mise una mano sul braccio. ''Così
come hai fatto tu.''
''E se non lo facesse?'' chiese Daryl,il suo tono più aspro di quanto non avesse voluto
''Direi che questo spetta a Merle'', disse Carol tranquillamente.
''Penso che nessuno possa costringere quell'uomo a fare qualcosa che
non vuole.'' Lei lo guardò attentamente. ''Tu non sei il custode
di tuo fratello,Daryl.Quello che Merle deciderà di fare non
è colpa tua.''
''No?'' chiese intensamente. ''Merle non starebbe qui se non fosse per me''
Carol sembrava turbata. ''Basta che tu non ti senta in dovere di prenderti tutto quel peso,ok?Non sei solo.''
La mano di Carol sul suo braccio era confortante e scacciò via
un po della tensione dal corpo di Daryl.Voleva dire a Carol che sapeva
quello che aveva appena fatto per lui quando la voce impaziente di
Merle arrivò dal cancello
''Hey,avete finito di spettegolare?Abbiamo degli animali da uccidere!''
Daryl fece una smorfia. ''Devo andare''
Carol inarcò un sopracciglio. ''Mi era sembrato di aver sentito
qualcosa.'' Sorrise. ''Ricordati quello che ho detto,fai attenzione.''
'Non mi sono ancora fatto uccidere fino ad ora,'' sottolineò
Daryl,desiderando di poter riuscire a dirle quello a cui stava pensando
veramente
''Assicurati che le cose rimangano in questo modo,'' lo ammonì
Carol. ''Mi devi ancora delle lezioni di fischi,'' lo prese in giro e
poi strizzò l'occhio
Daryl non riuscì a fare a meno di sorridere. ''Mi avevi detto di non essere in grado di imparare.''
Carol lo fisso con uno sguardo d'intesa. ''Ho fiducia'', sorrise , ''..in te.''
Daryl non poté fare a meno di sentirsi così ridicolmente
felice alle parole di Carol,ma cercò di non darlo a vedere.
''Non lo so'', disse con finta serietà , ''sei una studentessa
veramente terribile.''
Carol si strinse nella spalle,stringendo le labbra. ''Sono una
sfida.Tutti i ragazzi me lo dicono.'' Si fissarono l'un l'altro per un
momento e questa volta Daryl era sicuro che anche Carol riuscisse a
sentire l'improvvisa tensione tra di loro. Lei scosse la testa e fece
una risata auto ironica,interrompendo il momento. ''Merle se ne sta
andando.E' meglio se corri a recuperarlo.''
Daryl annuì,riluttante ad allontanarsi da lei adesso. ''Ci vediamo stanotte?''
''Contaci.''
Mentre Daryl si allontanava iniziò a realizzare quanto
immensamente contasse su questo fatto.Lanciò un'occhiata sopra
la sua spalla a Carol che si dirigeva nuovamente dentro il
blocco.Guardò davanti a lui per vedere Merle poco più
distante e proruppe in una corsa per riuscire a raggiungerlo,felice di
avere qualcosa a cui poter tornare alla fine della giornata
Era un evento raro in questi giorni.
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Capitolo 14 *** Capitolo 15 ***
echoes capitolo 15
Capitolo 15
Maggie aggrottò la fronte mentre osservava Glenn scaricare la
macchina dalle provviste recuperate nell'ultima spedizione in città. ''Stai bene?'' Era
preoccupata per lui dopo la riunione di questa mattina.
''Bene'', disse Glenn laconicamente,senza smettere di interrompere quello che stava facendo
Maggie si avvicinò a lui e si poggiò alla macchina,uno
sguardo preoccupato sul suo volto. ''Non ti credo.'' Mise la mano sulla
spalla di Glenn che stava scaricando alcune bottiglie di detersivo per
il bucato. ''Ti prego,vuoi parlarmi?''
Glenn si fermò e le lanciò uno sguardo arrabbiato. ''A
che cosa servirebbe parlarne?Rick ha già deciso come andranno le
cose''
Maggie sospirò. ''Senti,nemmeno io sono felice del fatto che
Merle debba restare,ma Carol ha ragione,non abbiamo il diritto di
negare a Daryl la sua famiglia.''
''E per quanto riguarda i nostri di diritti?'' chiese Glenn brusco.
''Abbiamo lottato tanto per trovare questa prigione e per ripulirla
dagli zombie.Ci è costata Lori e T-Dog ed è costata una
gamba a tuo padre e ora spalanchiamo le porte per consentire a un pazzo
del calibro di Merle di entrare e distruggere tutto.''
''So che Merle ti ha dato dei problemi..-''
''Quell'uomo mi vuole morto,'' sputò fuori Glenn ''e vuole morto
anche Rick.'' La voce si sollevò un po. ''Ti ha puntato un
coltello alla gola,Maggie,ho pensato che avrei dovuto guardarti morire''
Maggie ricacciò indietro le lacrime. ''Non dirlo..'' scosse la testa. ''Non devi nemmeno pensarlo''
''Come faccio a non farlo?'' chiese Glenn emotivamente. ''Non voglio
perderti,Maggie,non posso''. Si appoggiò contro la macchina con
l'aria sconfitta. ''Questa vita..se tu non ci fossi,io non saprei
che fare''
Maggie gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue. ''Nemmeno
io saprei che fare senza di te,'' confessò a voce bassa. ''Ma
non puoi lasciare che quello che è successo con Merle ti
perseguiti in questo modo''
''Se non posso proteggerti,allora che cosa dovrei fare?'' chiese Glenn angosciato
''Ehi..'' disse con voce roca ''nel caso in cui tu non te ne sia reso conto,sono in grado di prendermi cura di me stessa''
''Avrei dovuto coprirti le spalle'', disse Glenn in modo non uniforme.
''Ma ho lasciato che Merle ci saltasse addosso e sapevo quanto fosse
pericoloso''
''Abbiamo lasciato entrambi che Merle ci saltasse addosso'', disse Maggie
con enfasi. ''E quello che è successo non è stato colpa
tua''
''No'' sputò fuori Glenn. ''Il problema è quel
sociopatico di Merle.Il modo in cui ha picchiato me è stato
niente in confronto a quello che ha fatto a T-Dog.Non ci possiamo
fidare di lui,ma non siamo disposti ad accettare questo fatto.Tutti
vogliono far finta di poter giocare alla famigliola felice come se
niente
fosse mai accaduto''
'Penso che Rick stia solo cercando di fare quello che è giusto nei confronti di Daryl'', disse Maggie tranquillamente
''E noi?Non abbiamo fatto altrettanto per il nostro gruppo?'' Il tono
di Glenn era amaro. ''Non meritiamo di poterci sentire al sicuro nel
posto per il quale abbiamo lottato così tanto?''
''Ti prego'', Maggie lo supplicò , ''Non puoi semplicemente
lasciar perdere?Non voglio che combattiate l'uno contro l'altro''
''E' questo che dovrei fare,giusto?'' chiese Glenn infastidito. ''Il
ragazzo asiatico deve solo tenere la bocca chiusa e fare come gli
è stato detto,è questo quello che vuoi?Ho il diritto di
dire come la penso''
''Lo so,'' disse Maggie,cercando di calmarlo, ''lo so,lo abbiamo
tutti.E' solo che non potremo andare sempre tutti d'accordo e qualcuno
dovrà pur prendere una decisione definitiva.'' Si mosse per stringere
Glenn più forte a lei e appoggiò la testa sulla sua
spalla. ''Rick si è comportato sempre bene con noi finora.Non ho
motivo di pensare che non continuerà a fare la stessa cosa.''
Maggie sentì un po di tensione abbandonare il corpo di Glenn
grazie al suo conforto
Glenn le posò le labbra sulla fronte. ''Non voglio perderti,mai..'' disse con voce rauca
Maggie fece un piccolo sorriso. ''Non lo farai.Ci terremo al
sicuro,entrambi,il resto non importa''. Glenn non rispose e Maggie non
riuscì a fare a meno di pensare che ci sarebbe voluto bene altro
per mettere fine a tutto questo.Chiuse gli occhi e pregò che
tutto andasse a risolversi per il meglio senza che nessuno si facesse
male
Sembrava una speranza molto effimera
----------
Merle si guardò intorno al gruppo che mangiava silenziosamente
la propria cena,tutti che evitavano di guardarsi.Le posate
raschiavano nelle ciotole di metallo mentre tutti loro si concentravano
sul cibo.Il ragazzo asiatico lo guardava di traverso e questo lo
divertiva da morire.Sapeva di star mettendo tutti quanti sull'orlo di
una crisi di nervi e ne era soddisfatto.Diavolo,la metà di loro
l'aveva lasciato a morire sopra un tetto,si meritavano un po di
disagio. Merle si voltò in tempo per vedere Daryl lanciare
un'occhiata alle sue spalle.
''Carol è con Judith,'' rispose Beth alla domanda che Daryl non aveva posto. ''Ha già mangiato''
Merle non percepì nessuna emozione ma trovava particolarmente
curioso il fatto che le persone sentissero il bisogno di aggiornare continuamente suo
fratello sulla posizione di Carol.Dal momento in cui
aveva ritrovato Daryl,Merle aveva cercato di capire l'andamento delle
cose e non tutto quello che aveva visto finora gli era piaciuto
''Come sta la piccola spaccaculi?'' chiese Daryl
''Ha ancora un po di febbre.'' rispose Rick ''Ma Carol è convinta che il peggio sia passato''
Daryl annuì con approvazione e tutti ripresero a mangiare in silenzio
Merle riprese a fissarli. ''Voi ragazzi non amate tanto il divertimento,vero?Sono stato a dei funerali più allegri''
''E non hai visto ancora niente..'' si lamentò Axel
''Sta zitto,coglione,'' dichiarò Daryl laconicamente
Merle inarcò un sopracciglio. ''Non sembra che tu piaccia tanto a mio
fratello,Axel.Che cosa hai combinato per fargli rizzare il pelo in
questo modo?''
Axel fece una smorfia,l'espressione combattuta. ''Solo
perché ho accidentalmente fatto del male a Carol due o tre
volte..-''
''Tre volte??'' ripeté Daryl acutamente,lanciandogli un'occhiata minacciosa
''Due volte'', deglutì Axel,rimangiandosi quello che aveva
appena detto. ''Volevo dire due volte.'' Lo sguardo di Daryl si
indurì e si fece sempre più sottile e cattivo il che fu
sufficiente a far confessare tutto ad Axel. ''Va bene,forse l'ho
accidentalmente fatta inciampare l'altro giorno'' continuò
veloce ''ma è stato un incidente,lo giuro!''
''Si può sapere che cazzo di problemi hai?'' ringhiò Daryl guardandolo incredulo
Merle osservò il fratello con interesse.Era strano vedere Daryl
così su di giri.Ancora più strano che fosse riguardo
a una donna.Era
curioso in particolare, pensare che quella donna fosse proprio
Carol.Merle non l'aveva degnata di una seconda occhiata quando avevano
formato il loro primo gruppo.Era solo un'ombra dietro quel coglione di
suo
marito,Ted o Ned,qualcosa del genere.La donna non avrebbe osato dire
una parola a nessuno per nessun motivo.Ora invece sembrava che
Carol avesse
un sacco di opinioni e non solo per quanto riguardava suo fratello,ma
anche per
Rick.Merle non aveva potuto fare a meno di notare quanto Rick contasse
su di lei per prendersi cura della sua figlia più piccola.Le
dinamiche del
gruppo erano decisamente cambiate ma non riusciva a capire quanto
fossero diventate forti queste alleanze, il che era quello che
interessava veramente a Merle,sopratutto quando si trattava di
Daryl.Non era
abituato a vedere suo fratello avere alcun tipo di lealtà nei
confronti di nessuno,se non nei suoi.Non gli piaceva il cambiamento nel
loro
rapporto.Doveva assolutamente fare qualcosa al più presto
''Stavo cercando di levare via un'accetta fuori dal suo
percorso prima che iniziasse a scendere le scale e..lei ha finito con l'inciamparmi
sopra e beh,ha perso l'equilibrio'' disse Axel tristemente, ''Non
è stata colpa mia.Stavo solo cercando di aiutarla.''
''Adesso è anche caduta dalle scale?'' chiese Daryl incredulo. ''Quando diavolo è successo?''
Axel fece una smorfia. ''La scorsa settimana. Carol è atterrata
sul cesto della biancheria che portava in grembo.Mi ha detto che stava
bene''
Daryl sembrava come se fosse sul punto di perdere la pazienza,ma Rick intervenì. ''Axel..''
''Si?'' rispose lui esitante
''Fino a nuovo ordine,tieniti lontano da Carol.Non cercare di aiutarla,non avvicinarti a lei per nessun motivo.Hai capito?''
''Non so perché continuino a succederci queste cose'' si lamentò lui. ''Non è colpa mia''
''E' colpa tua perché sei un coglione'' sputò fuori Daryl con rabbia
''Penso che sia a causa di tutta la tensione sessuale che c'è
tra noi'' concluse Axel allegramente. ''Avevo letto da qualche parte
che può provocare frequenti incidenti''
''Porca puttana,amico'' dichiarò Oscar,scuotendo la testa e
concentrandosi sul suo cibo, ''sei davvero uno stupido figlio di
puttana''
Hershel lo squadrò con uno sguardo calmo. ''Figliolo,ti
consiglierei di smetterla di parlare,per il tuo bene e anche perché
nessuno di noi ha intenzione di ripulire il tuo sangue dalle pareti
stanotte''
Axel si rannicchiò sul suo piatto di cibo,un'espressione
imbronciata sul suo volto. ''Non è colpa mia,'' mormorò
tra se e se. ''Non posso farci niente se trasudo sensualità''
Glenn alzò gli occhi al cielo. ''Amico,sul serio,se non stai
zitto l'unica cosa che trasuderai a breve sarà materia cerebrale''
Axel lanciò un'occhiata a Merle,ovviamente sperando che almeno
lui fosse dalla sua parte. ''Hai ragione'' disse imbronciato ''Non sono
proprio delle persone simpatiche''
''Forse no,'' convenne Merle facilmente ''ma tu sei sicuramente un
coglione,ragazzo''. Ripresero a mangiare in silenzio fino a quando
Merle non si rese conto che Axel stava fissando il suo
moncherino,ricoperto dal metallo. ''C'è qualcosa che non va?''
chiese seccato
Axel sembravo essere stato colto alla sprovvista. ''Non intendevo fissarti''
''Allora non farlo'' gli consigliò Merle con uno sguardo di avvertimento
''Posso farti una domanda?''
''Dio santo'', sospirò Oscar,scuotendo la testa. ''Lascialo in pace,Axel.Non sono affari tuoi''
Merle guardò Axel. ''Qual'è la domanda,ragazzo?''
''Ho visto l'attaccamento per un coltello sopra quell'aggeggio''
osservò lui,indicando il moncherino di Merle. ''Ne hai anche
altri?''
Merle inarcò un sopracciglio,sentì che alla menzione della sua
mano la tensione del gruppo era bruscamente aumentata,o meglio,alla menzione della mancanza della
sua mano. ''Altri?..''
''Si,tipo una forchetta o un cucchiaino,sai..per mangiare.Qualcosa
del genere'', disse Axel. ''Penso che sarebbe molto utile'' fece una
pausa. ''Sai,così per dire..''
''Qualcun altro vuole fagioli?'' chiese Beth a voce alta,cercando di cambiare argomento.La ignorarono tutti.
Merle riuscì a sentire addosso gli sguardi di tutto il gruppo,ma non
spostò il suo sguardo da quello di Axel. ''Non credo di aver mai pensato
che un cucchiaino potesse servire per tenermi in vita,'' disse
calmo Merle, con voce strascicata
Rick lo guardava intensamente. ''A proposito di questo,Merle,Ti
dispiacerebbe dirci come hai fatto a sopravvivere la fuori ,tutto da
solo?'' Il suo sguardo si indurì. ''Voglio dire,sei da
solo,giusto?''
Merle resse il suo sguardo,un grande sorriso sulle labbra che
non si estendeva però anche agli occhi.Se lo aspettava.L'unica cosa
che lo sorprendeva era che ci avesse messo così tanto a
chiederglielo ''Vedi qualcun altro con me,Rick?'' Il modo in cui
pronunciò il suo nome,era tutt'altro che amichevole
''Non hai risposto alla domanda'', osservò Glenn,la sua
espressione dura. ''Come hai fatto a sopravvivere da solo per tutto
questo tempo?Non mi sembra possibile''
''Il vecchio Merle è un sopravvissuto,'' disse con noncuranza. ''Me la sono cavata.Ecco come funziona''
Rick non aveva intenzione di lasciar perdere. ''Si,ma come?''
Un nuovo sorriso piegò le labbra di Merle. ''Un mago non rivela mai i suoi trucchi''
''Qui si,'' dichiarò Glenn freddamente. ''Non abbiamo segreti tra di noi''
Merle sbuffò divertito. ''Andiamo,signor Miyagi,non ci crederai sul serio,vero?''
Gli occhi di Glenn si socchiusero,la sua mascella si
indurì sempre di più.Hershel mise una mano sulla spalla del giovane per
cercare di calmarlo,ma Glenn sembrava non essersene accorto. ''Non è quello il mio nome''
Merle si strinse nelle spalle, noncurante. ''E' lo stesso.Il punto
è che ognuno di noi ha dei segreti e tu saresti un pazzo a
credere il contrario.''
''E quali sarebbero questi tuoi segreti,Merle?'' chiese Rick laconicamente
''Sono in arresto,poliziotto gentile?'' chiese Merle dolcemente. ''Ho
diritto a una telefonata o mi sbatti dritto dietro le sbarre?''
''Ti ho fatto una semplice domanda.'' disse Rick,mantenendo la voce
bassa e calma. ''Come hai fatto a sopravvivere la fuori,da solo?''
''Noi Dixon siamo dei guerrieri,'' buttò fuori Merle casualmente. ''Diglielo,fratellino''
Daryl sembrava imbarazzato mentre teneva lo sguardo fisso sul suo
piatto di cibo. ''Gliel'ho detto,nessuno uccide Merle se non Merle''
Merle gli rivolse uno sguardo impressionato. ''Wow,questo è
profondo da parte tua,ragazzo'' Rimuginò sulle sue parole
e fece un cenno soddisfatto con la testa. ''Penso che sia proprio
così''
''Allora,pensi che saremo disposti a credere al fatto che, in qualche
modo, tu sia riuscito a sopravvivere da solo,dopo aver perso tutto quel
sangue?'' chiese Rick,lo sguardo sarcastico. ''Puoi essere forte quando
vuoi Merle,ma non sei certo Iron Man.Nessuno sarebbe riuscito a
sopravvivere per conto proprio''
''Iron Man,'' ridacchiò Merle, ''Mi piace.'' Diede a Rick uno
sguardo ben ponderato. ''Va bene,mi hanno aiutato,almeno all'inizio.Un
vecchio e sua figlia si sono imbattuti in me,stavo quasi per
morire,appena fuori da Atlanta.Si sono presi cura di me fino a quando
non sono guarito.''
''Come si chiamavano?'' chiese Rick intensamente
''Graham e Viola Kennedy.'' I nomi rotolarono fuori dalla sua lingua con facilità
Rick continuò a fissarlo. ''E dove sono adesso?''
''Morti'', rispose Merle semplicemente. Sorrise all'espressione di
Rick. ''Rilassati,non li ho uccisi,perché avrei dovuto?Non
è stato come se mi avessero lasciato incatenato sopra a un Tetto
a fare da esca per gli zombie dopotutto.'' Mantenne lo sguardo di Rick
senza battere ciglio,dopo la sua frecciatina. ''No,erano brave
persone.Purtroppo non erano dei bravi corridori.Gli zombie li
hanno presi ,due settimane dopo che mi avevano trovato''
''Ma tu sei sopravvissuto'' specificò Glenn duramente
''Beh,ovviamente'' , disse Merle,indicando con una mano il suo corpo. ''Sono qui,giusto?''
''Allora,tutto il resto del tempo hai vagato in giro da solo?''
domandò Rick,non sembrava credere alla storia che Merle stava
raccontando
''Più o meno''
Rick lo guardò. ''Sembri piuttosto ben nutrito per un uomo che andava in giro da solo per conto suo''
''Avevo solo una bocca da sfamare.Non è così' difficile quando devi pensare solo a te stesso''
''Beh,figliolo,qui le cose funzionano diversamente'' iniziò
Hershel. ''Noi siamo una famiglia e ci prendiamo cura l'uno dell'altro''
''La mia famiglia qui è composta da una persona sola'' ,disse
Merle freddamente,''ed è il mio fratellino seduto qui.Il mio
sangue è il mio sangue,non è come riunirsi attorno a un
falò a cantare 'Kumbaya Mio Signore' e arrostire marshmallows''
Hershel non si fece impressionare. ''Hai ragione,non è lo stesso,quello che abbiamo qui è più forte''
L'espressione di Merle si indurì per via della provocazione del vecchio
''Il sangue è solo un incidente di nascita,'' disse Hershel
calmo. ''Nessuno di noi ha avuto voce in capitolo,non ce lo siamo
guadagnati.'' Annuì rivolgendosi al gruppo. ''Quello che abbiamo
costruito qui l'abbiamo pagato con il sangue,con il sudore e con le
lacrime.Le cose conquistate con la fatica hanno radici più
profonde rispetto alle cose che ti sono state regalate'
Gli occhi di Merle si socchiusero. ''Tu dici?'' chiese freddamente
Hershel fece un piccolo cenno con il capo. ''La maggior parte delle
volte.Non voglio sminuire quello che hai con tuo fratello,Merle.La
famiglia è importante,è quel legame che ci ha plasmato
all'interno di questo mondo,ma non esclude l'importanza dei legami che
abbiamo creato qui,all'interno del gruppo.'' Si appoggiò allo
schienale della sedia,la voce calma mentre continuava. ''I ruoli che
noi tutti condividiamo,non devono essere in competizione,'' lo sguardo
di Hershel non si ritrasse, ''a meno che noi non prendiamo la decisione
di fare in modo che sia così.'' Scosse la testa. ''E niente di
buono può accadere dall'intraprendere quella strada,figliolo''
Merle sentì una profonda rabbia montargli dentro all'idea che
quell'uomo pensasse di potergli dare una lezione in presenza di tutti
gli altri.Lo infastidì il fatto che Daryl non avesse detto una
sola parola nel mezzo di questo botta e risposta,ma Merle sapeva di
doversela giocare con l'astuzia.Lui non era un membro fidato del gruppo
e non voleva indebolire ulteriormente la sua posizione con un eccessivo
livello di antagonismo.Non ancora,almeno.Forzò un sorriso sulle
sue labbra. ''Credo che tu abbia ragione, Hershel'' disse Merle senza
suonare troppo convincente. ''Entrambe le cose sono importanti e non
c'è alcuna competizione,almeno non da dove sto seduto io.''
Guardò Rick e sorrise. ''Giusto,poliziotto gentile?''
Rick restituì il sorriso freddamente. ''Giusto.''
Merle ritornò al suo cibo,sapendo che nessuno aveva veramente
creduto alle sue parole.Bene.Voleva che tutti fossero nervosi e
pieni di ripensamenti.Se lo meritavano e Merle non aveva ancora finito
di divertirsi con loro. Un sorriso sincero curvò le labbra
di Merle mentre ingurgitava un'abbondante cucchiaiata di fagioli.Il
vecchio era convinto che questo sottospecie di legame che avevano
creato fosse forte,bene,Merle non vedeva l'ora di scoprire quando
profondo si sarebbe rivelato quando avrebbe finalmente preso la
decisione che era arrivato il momento di dare loro una bella spinta
E se c'era una cosa che Merle sapeva fare,era saper trovare le motivazioni per riuscire a dare delle belle spinte
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Capitolo 15 *** Capitolo 16 ***
echoes capitolo 16
Capitolo 16
Carol se ne stava sdraiata in cima al bus di fronte al cancello
anteriore,dove normalmente facevano la guardia.Alzò gli occhi
verso il cielo notturno e sorrise al velo vellutato pieno di stelle
ammiccanti davanti a lei.Carol doveva confessare che non le dispiaceva
per niente il turno di guardia a tarda notte.Era tranquillo ,e gli
zombie,solitamente sempre attivi,sembravano meno rumorosi.Probabilmente
grazie al fatto che le persone non si muovevano all'interno del carcere
e non attiravano la loro attenzione.Prendersi cura di Judith quel
giorno,le aveva permesso di riposarsi quando la bambina si era
addormentata,così sentiva effettivamente il suo turno da
mezzanotte alle sei del mattino meno pesante.Era facile godersi la
serenità di questo momento durante la quiete delle ore
successive alla mezzanotte e lasciar vagare i propri pensieri.La quiete
era stata anche la ragione per la quale era stata in grado di sentire i
suoi passi avvicinarsi fino a lei ,molto prima di accorgersene per via
del fatto che il bus si abbassava ulteriormente sotto il suo
peso,mentre saliva fino a stare in piedi sul tettuccio.Non era previsto
un cambio turno per almeno altre tre ore,ma Carol non era sorpresa
dal fatto che Daryl l'avesse cercata molto prima.Con Merle di nuovo
presente nella sua vita,Daryl trascorreva molto del suo tempo insieme a
lui,ma nessuno dei due aveva intenzione di rinunciare al loro tempo
insieme.Era stato un tacito accordo quello che avrebbero sempre trovato
il tempo l'uno per l'altro,una delle tante comprensioni silenziose tra
di loro.
Carol sapeva che quando si trattava di Merle le intenzioni di Daryl non
erano solo quelle di recuperare il tempo perduto.Sapeva che Daryl
desiderava che andassero tutti d'accordo e che era diviso tra due mondi
senza sapere a quale appartenesse davvero.Uno era il suo mondo e quello
di Merle,i due fratelli contro tutta la merda che il mondo aveva
intenzione di gettare loro addosso.L'altro mondo era quello che questo
gruppo aveva forgiato per se stesso e Daryl aveva due ruoli
estremamente diversi in entrambe le realtà.Per il suo bene,Carol
sperava che Daryl potesse vedere realizzato il suo desiderio di
poter sposare le due cose insieme e far funzionare il tutto,ma aveva i
suoi dubbi.Merle non aveva intenzione di rendere le cose facili a
nessuno,men che meno per il fratello che sosteneva di amare così
tanto.Il pensiero che Merle fosse un ipocrita la infastidiva,ma per
amore di Daryl,non aveva ancora preso una decisione su di lui.Anche
se,Se Merle avesse continuato a comportarsi in questo modo ,non era
sicura di quanto ancora avrebbe potuto tenere a freno la sua
lingua.Carol si era presa l'abitudine di parlare alla sua stessa
mente.Era come una specie di dipendenza.Sorrise a Daryl. ''Ciao..''
Daryl aggrottò la fronte mentre guardava verso di lei. ''Sei caduta o qualcosa del genere?'' chiese
''No''
''Non dovresti essere di guardia?''
''Si''
Daryl strinse le labbra mentre continuava a fissarla. ''La stai facendo nel modo sbagliato''
Le labbra di Carol si contrassero mentre Daryl ripeteva le stesse
parole che lei gli aveva rivolto un paio di settimane fa. ''Sei
isterico''
''E' colpa delle persone che frequento'', fu la sua risposta impassibile
Carol fece una risatina, ''Carina''.
''Quindi?''
'Quindi che cosa?''
''Perché te ne stai lì sdraiata?Ti senti male o che?Ti sei presa la stessa cosa che aveva Judith?''
Carol udì la nota di preoccupazione nella sua voce e non
poté fare a meno di sentirsi profondamente toccata da questo.A
prima vista era facile inquadrarlo come un teppista,volgare e
sconsiderato ma non ci volle molto tempo per riuscire a capire che era
molto più sensibile e consapevole di quanto il suo ruvido
aspetto esteriore lasciasse intendere. ''No,sto bene.Stavo qui in piedi
di guardia e poi improvvisamente mi sono resa conto che non riuscivo a
ricordare l'ultima volta che ho guardato su''
Daryl sembrava confuso. ''Guardato su?''
''Si,lo sai,fermarmi a riflettere e non pensare solo a sopravvivere momento dopo momento''
Daryl scrollò le spalle. ''Non ha molto senso guardare in
alto.Gli zombie non sono dei grandi alpinisti,non attaccano mai
dall'alto.''
''Non tutto nella vita deve ruotare attorno agli zombie,è questo
il punto.'' commentò Carol.Si scambiarono uno sguardo. ''OK,non
tutto nella vita dovrebbe ruotare attorno agli zombie,'' si corresse. ''Ho dei propositi per il nuovo anno''
''Non siamo quasi a Luglio?''
''Sta zitto,'' dichiarò Carol,senza perdere un colpo. ''Sono dei propositi per un nuovo anno figurativo''
''Intendi inventato''
Lei inclinò la testa all'indietro in modo da potergli rivolgere
uno sguardo esasperato ''Ti ricordi che so ancora come si usa questa
pistola,giusto?''
''Non sei una grande tiratrice'' la stroncò lui
''A questa distanza stavo pensando di lanciartela semplicemente sulla
testa.'' Gli occhi di Carol brillavano mentre lo minacciava,lasciando
intendere a Daryl che non era in alcun modo infastidita per il fatto
che la stesse prendendo in giro. ''Hai intenzione di farmi finire
questo pensiero oppure no?''
''Se è l'unico modo in cui poi potrò riuscire a farti stare zitta,certo''
''Tu ami sentirmi parlare''
''Mi sono abituato all'idea,vuoi dire''
Carol allungò una mano e gli diede uno schiaffo sulla gamba. ''Bugiardo.Vieni qui.''
''Cosa?..'' Daryl sembrava essere stato colto alla sprovvista da quest'ultima risposta
''Vieni qui ,vicino a me,'' lo istruì . ''Ti renderò
partecipe dei miei propositi per il nuovo anno.Prendila come se fosse
una punizione per esserti preso gioco di me''
''Non puoi obbligare qualcuno a essere partecipe ai tuoi buoni propositi per l'anno nuovo,'' protestò Daryl
''Ricordi che ho ancora la pistola,vero?'' Carol lo guardò
seria. ''Potresti sdraiarti qui accanto a me di tua volontà,o ci
potrebbero essere dei spargimenti di sangue in caso contrario.La scelta
è tua,Daryl''
Daryl mise sul viso un'espressione infastidita a cui Carol non credette
nemmeno per un momento. ''Perché le donne sono così
prepotenti?'' borbottò mentre si sdraiava sulla schiena.I loro
piedi erano in direzioni opposte,ma le loro teste erano vicine
''Perché gli uomini sono troppo lenti'' ribatté Carol
sfacciatamente.Si volto per vedere che suo volto ancora rivolto in
basso. ''Guarda in alto adesso''
Daryl fissò il cielo nero come l'inchiostro. ''E' il cielo,'' commentò ''L'ho visto altre volte''
''Si,ma quando è stata l'ultima volta in cui hai veramente guardato il cielo?''
''E' il cielo,che cosa c'è da vedere?''
Carol fece un suono esasperato. ''Non ti aiuta a mettere tutto in
prospettiva?Non realizzi quanto sia vasto l'universo e quanto i nostri
guai siano solo come un piccolo granello di polvere mosso dal vento?''
Daryl la guardò. ''Hai bevuto?''
Lei gemette. ''Sto solo cercando di essere filosofica.Non hai mai
provato a esserlo prima d'ora?'' Daryl continuò a fissarla e
basta,senza dire nulla. ''Okay,'' Carol cedette ''questa era una
domanda stupida.''
Daryl sbuffò. ''Lo pensi davvero?''
''Va bene'' disse Carol,imperterrita, ''Non e mai troppo tardi per far decollare la fantasia.''
Daryl la guardò di traverso. ''Sei sicura di non avere la febbre?''
''Sto solo cercando di farti abbracciare il tuo bambino interiore,Daryl''
Lui sbiancò. ''Perché?''
''Sarebbe un bene per te e anche per tutti noi,'' disse Carol con
fermezza. ''E' tutto sempre così truce in questo continuo giro
di vita e morte che ogni tanto dovremo prenderci la libertà di
prendere un bel respiro,fino a quando possiamo.'' Alzò gli occhi
al cielo ed sospirò. ''Sai,dopo tutti quegli anni con Ed,''
disse Carol piano, ''Era come se fossi caduta in questa sorta di sonno
profondo.Continuavo a mettere un piede davanti all'altro e non sapevo
nemmeno il perché.Poi con Sophia è arrivata una
motivazione,ma ero ancora in gran parte addormentata.'' Alzò una
mano e l'agitò intorno vagamente. ''E' poi è accaduto
tutto questo ed è stato come esser stati risvegliati con uno
schiaffo.'' Il dolore le colorò il viso. ''Troppo tardi per
essere di una qualche utilità per Sophia ,'' disse Carol
tranquillamente
''Smettila..'' la castigò Daryl con quella sua voce roca, implorandola piano
Carol diede un sorriso triste. ''E' vero.'' Girò la testa e
guardò Daryl. ''Ma posso ancora essere utile per le
persone.Adesso sono sveglia e non voglio tornare a come ero
prima.Voglio fare la differenza.Voglio che la mia vita significhi
qualcosa,perché nessuno di noi sa quanto a lungo vivremo.''
Carol aggrottò la fronte. ''Credo che non lo sapessimo nemmeno
prima,ma ora non c'è motivo di continuare a fingere'' Daryl
non disse nulla,continuava solo a fissarla intensamente.Carol gli
sorrise. ''Ecco perché mi sono voluta fermare a guardare in
alto,'' disse piano. ''Volevo ricordarmi che sono ancora qui,che sono
viva e che conosco delle persone per le quali morirei per tenerle al
sicuro.'' Cercò i suoi occhi ''Non è poco,vero?''
''No'', disse con voce stridula , ''non è poco''
''Questa è la prima volta nella mia vita in cui mi sento davvero
utile.Come se contassi qualcosa.'' Carol si fermò a quel
pensiero. Si rigirava dentro la sua testa. ''Conto qualcosa''
ripeté in soggezione
''Naturalmente,è così'' disse Daryl burbero. ''Tu conti
per me.'' Carol si voltò a guardarlo e lui continuò
velocemente. ''Intendo per me e per qualsiasi altra persona del
gruppo.''
Lo studiò con curiosità.Era strano,ma anche se la loro
amicizia era diventata profonda e avevano condiviso più di una
verità tra di loro,c'erano anche alcuni momenti di imbarazzo che
Carol non si aspettava.Gli occhi di Daryl scapparono via dai
suoi,guardando su verso il cielo e evitandola con cura.Carol si
girò su un lato e con una mano si tenne su la testa,guardando
intensamente verso Daryl.Gli aveva detto cose che non aveva mai detto
ad anima viva.Era vero quello che lei gli aveva detto una volta,avevano
dei segreti e questi segreti li avevano legati insieme in un modo in
cui non era riuscita a fare con nessun altro del gruppo.Carol non
aveva mai conosciuto la vera intimità e adesso la stava
scoprendo in questo villano ,coperto di sporcizia e con una balestra.Il
mondo era di certo un posto molto strano. ''Sei sconcio,'' notò
lei distrattamente,mettendo a fuoco tutto lo sporco sul suo viso.
''Quando è stata l'ultima volta che hai fatto un bagno?''
Lui la guardò,una smorfia sul suo volto. ''Che te ne importa?Un
bagno non è di nessuna utilità,si finisce solo con il
sporcarsi nuovamente''
Carol non poté fare a meno di sorridere mentre lo rimproverava
dolcemente,sempre fissandolo. ''Stai ragionando come un bambino di
cinque anni,'' disse divertita
Il suo cipiglio si accentuò. ''Non sono un bambino.Non ho bisogno di una mamma che mi dica che cosa devo fare''
''No'' accetto lei prontamente ''quello di cui hai bisogno è un
bagno.'' Carol lo guardò meditativamente. ''Ma io so
perché non vuoi farlo''
Daryl le rivolse uno sguardo scontento. ''E perché?''
''Ti piace essere il più sporco tra tutti noi.E' come se fosse
un distintivo d'onore per te.'' Daryl le rivolse uno sguardo scioccato
ma Carol continuò allegramente. ''Credo che più sporco
sei più ti convinci di aver guadagnato il tuo posto con tutti
noi.'' Alzò la testa per un po. ''Che è pazzesco,vero'?Ti
sei guadagnato il tuo posto insieme a noi almeno un centinaio di volte
e un po di sporcizia,o la sua assenza,non cambierebbe nulla.''
''Sei tu a essere pazza,'' dichiarò Daryl con voce roca,ma Carol sentiva di aver toccato un nervo scoperto
Senza pensare,allungo una mano verso il suo viso e trascinò un
dito lunga la guancia di Daryl. ''La cosa folle e la quantità di
sporcizia sul tuo viso.Ci si potrebbe persino piantare qualcosa in
tutto questo.'' Fece una smorfia. ''Oh Dio..questa era veramente un
commento da mamma''
Daryl sembrava un po agitato. ''Credi?Tutto quello che diceva mia madre
era "Daryl alza il tuo culo pigro da quel divano e vai a prendermi le
sigarette''''.
Carol fece una faccia triste. ''Meritavi molto di più,Daryl''
disse calma. ''Genitori migliori,un fratello migliore''
Daryl la guardò di traverso. ''Pensavo che Merle ti piacesse.''
''Sto cercando di non odiarlo'' confessò ironicamente ''Non so se è la stessa cosa.''
Daryl aggrottò la fronte. ''Ma voi due ieri,prima che andassimo fuori a caccia..-''
''Si?''
''Stavate..ah,lo sai.''
Carol arricciò il naso e cercò di ricordare che cosa
avesse detto a Merle. Non le venne in mente niente di speciale. ''Di
che cosa stai parlando?'' lo interrogò in confusione
''Voi due stavate flirtando.'' La bocca di Daryl si abbassò dopo aver pronunciato queste parole
Carol non poté fare a meno di scoppiare a ridere. ''Flirtando?''
ripeté incredula. ''Hai pensato che io e Merle stessimo
flirtando?''
''Smettila di ridere di me,'' ringhiò Daryl,con l'aria infelice
''Non sto ridendo di te'' ridacchiò Carol, ''Sto ridendo al
pensiero di me e Merle.'' Alzò nuovamente gli occhi. ''Dio
santo,che razza di pensiero''
''Può essere affascinante quando vuole,'' dichiarò
Daryl,continuando ad insistere. ''Un sacco di donne si sono innamorate
di lui''
''Si,beh,io non sono ne ubriaca ne mentalmente instabile,quindi non
riesco a immaginare di innamorarmi di Merle in qualsiasi momento a
breve'', disse seccamente.Carol lo guardò con curiosità.
''Non hai creduto veramente che io fossi interessata a lui,vero?''
Daryl si mosse un po a disagio,evitando nuovamente il suo sguardo. ''Te l'ho detto,piaceva alle donne.''
Carol scosse la testa. ''I gusti sono gusti,credo''
Daryl sembrava felice tutto ad un tratto,ma poi il suo cipiglio
ritornò. ''Perché non mi hai detto che quel coglione ti
ha spinta giù dalle scale la settimana scorsa?''
''Axel non mi ha spinta giù dalle scale,ha accidentalmente
inciampato e mi ha colpita ,e non te l'ho detto perché non
volevo che tu tentassi di ucciderlo'' disse semplicemente
''Perché la cosa dovrebbe interessarti?''
''Perché lui mi piace.''
Gli occhi di Daryl si spalancarono. ''Hai appena detto di non essere
mentalmente instabile.Si può sapere cosa diavolo ti piace di quel
coglione?''
Carol si strinse nelle spalle. ''Non lo so.Credo che sia semplicemente
perché è come un libro aperto,non sei mai all'oscuro di cosa
stia pensando in un dato momento''
''Questo è solo perché ha merda al posto del cervello
e quindi è tutto quello che può venire fuori dalla sua
bocca,nonstop.'' disse Daryl in segno di disapprovazione. Guardò
Carol. ''Stai lontana da lui.Lo giuro,un giorno o l'altro finirà
per ucciderti''
Carol fece un sorriso. ''Lo farò'', strinse le labbra
pensierosa, ''se mi prometterai di fare un bagno a un certo punto nel corso
della prossima settimana''
''Non è giusto'', si lamentò Daryl
''Lo so,'' sospirò Carol, ''Ma credo che non ci si possa fare
nulla in merito'' Lo toccò con il gomito. ''Com'è andata
la cena?''
''Fagioli.''
''Lo sai che non è quello che intendevo dire.''
''E' stato come essere alla Vigilia di Natale'', disse Daryl sarcastico
''Così male,eh?''
''Nessuno è felice che Merle sia tornato'' disse Daryl ermeticamente
''Tu lo sei?''
Daryl si accigliò. ''Che razza di domanda è questa?E' mio fratello.''
''Non hai risposto..'' osservò lei dolcemente
Daryl non parlò per un lungo momento. ''Sono felice che non sia morto,'' disse alla fine
''Ma..?''
''Ma niente.Sono contento che sia vivo''
''Ma le cose erano più semplici quando lui non c'era,vero?''
Daryl non le rispose,si limitò a guardare il cielo.Carol
studiò il suo volto e ebbe l'improvviso impulso di baciare via
le rughe dalla sua fronte,odiando vederlo così in fermento.Il
pensiero ribelle la scioccò,come fece l'ondata di calore che
esplose all'interno del suo corpo al pensiero di baciare Daryl,anche se
solo sulla fronte.Carol si alzò in piedi di scatto,con il cuore
che iniziava a battere in modo irregolare
Anche Daryl si sollevò sui gomiti e la fissò preoccupato. ''Che c'è che non va?''
''Niente'', disse Carol velocemente.Si sentiva così stupida per
l'eccesso così violento della sua reazione. Non c'era da
stupirsi se Daryl ora la stava guardando come se fosse pazza.
''Io..ehm..qualcosa mi ha morso.''
Daryl si alzò in piedi. ''Cosa?''
''Non lo so'', disse Carol distrattamente. ''Qualcosa che morde..''
Gli occhi di Daryl esaminarono il suo corpo. ''Dove ti ha morso?''
Carol sbatté le palpebre. ''Uhm,nel collo..ma non è niente.Adesso sto bene''
Daryl si avvicinò per osservarle meglio il collo.Allungò una
mano e la passò lungo la sua pelle delicata.Carol si ritrasse al
tocco delle mani callose di Daryl sulla sua pelle sensibile.Era stato
così bello.Non voleva che lui sentisse il modo in cui il suo cuore
stava battendo veloce.Oh no,questo non poteva essere vero.Daryl era la
cosa migliore che gli fosse capitata nella vita da un bel po di tempo a
questa parte.Non poteva sopportare l'idea di rovinare quello che
avevano perché tutto ad un tratto si era resa conto che lei era
una donna e lui era un uomo.Non era più al liceo.La sua vita non aveva
bisogno di questo tipo di drammi giovanili
Fece una smorfia. ''Ti ho fatto male?''
''Le tue mani sono gelide.'' Carol non poteva continuare a mentire in
questo modo.Fece una risatina e scosse la testa. ''Va bene,la crisi
è passata.'' Fece un passo all'indietro per aumentare la
distanza tra di loro,dimenticando il fatto che stava in piedi sul bordo
del bus.Il suo piede perse il contatto con il terreno e si
sentì cadere quando Daryl l'afferrò rapidamente per la
cintura dei pantaloni e la tirò indietro.I loro corpi urtarono
l'uno contro l'altro ,come Daryl la tirò con forza verso di lui
L'altro suo braccio si avvolse attorno alla sua vita. ''Attenta,'' la ammonì ''Stavi per cadere.''
Carol non poté fare a meno di dare una risatina soffocata a questo commento. Se solo avesse saputo.''Mi
dispiace'' si scusò,ancora cercando di mascherare questa
inaspettata consapevolezza di Daryl.Una cosa era quello che era
successo quel giorno in città quando rimasero intrappolati in
quello sgabuzzino.Carol davvero non l'aveva preso in considerazione
perché era quello che succedeva normalmente al corpo degli
uomini in quella situazione.Non era una cosa personale,sarebbe potuto
accadere benissimo anche con Maggie.O diavolo,sarebbe potuto accadere
persino a Glenn.Non ci aveva pensato due volte sul fatto che Daryl si
stesse godendo quel momento.L'ultima cosa che Carol si aspettava era
quella di sentirsi considerata da Daryl in quel modo.Era stato solo un
momento di debolezza,concluse.Dovuto al fatto di star guardando le
stelle con un uomo che la stava facendo sentire
eccessivamente ormonale.Doveva esserci l'unica
spiegazione,perché l'idea che ci fosse qualcosa di più
tra lei e Daryl era folle.Non erano quel tipo di persone e Carol
sapeva che stava cercando solo un'amicizia da lei,proprio come lei
faceva con lui.Carol non riusciva a capire da cosa fosse nato questo
momento di follia,ma era decisa a fare in modo che non succedesse di
nuovo
Daryl adesso sembrava veramente preoccupato. ''Cosa c'è che non va?Hai le vertigini?''
''Mi sono alzata troppo velocemente,è tutto.'' disse
Carol,promettendo a se stessa che quella sarebbe stata l'ultima bugia
della serata
Daryl non sembrava convinto. ''Andiamo,ti accompagno da Hershel,in modo che possa darti un'occhiata''
''NO.'' La risposta era uscita più forte di quanto Carol avesse
previsto.Abbassò la voce. ''No..non c'è bisogno.Mi sento
bene ora.'' Carol mise un sorriso brillante sulle sue labbra.
''Perché non provi a dormire un altro paio d'ore?'' Era ancora
fortemente consapevole dei loro corpi talmente vicini che si
sfioravano,il braccio di Daryl era ancora avvolto attorno a lei.
''Sarà l'alba prima che tu lo sappia''. Sperava che insieme alla notte scomparissero anche tutti quei sentimenti
indesiderati che stava provando
''Rimango con te,'' dichiarò Daryl con fermezza ''Hai bisogno che qualcuno ti tenga d'occhio.''
Quando Daryl l'aveva afferrata per la cintura quando era stata sul
punto di cadere,la sua t-shirt si era sfilata dai pantaloni e ora una delle dita di
Daryl era appoggiata direttamente contro la pelle del suo stomaco.Era
stato il più innocente dei tocchi,ma stava avendo un grande
impatto su di lei,ma continuò a tenere il sorriso sul suo volto,non
volendo far pensare a Daryl che fosse veramente uscita fuori di testa
più di quanto non aveva già fatto. ''Probabilmente adesso
puoi lasciarmi andare..'' Una parte di lei sperava che Daryl non lo
facesse.La parte stupida e avventata che aveva perso da un bel po di
tempo
Daryl strizzò le palpebre e non rispose immediatamente ma dopo
lasciò lentamente cadere il braccio intorno al suo fianco
mantenendo la stretta sulla sua cintura.I suoi occhi la scrutarono
attentamente. ''Se ti lascio andare,cadrai?'' chiese in imbarazzo
Era più probabile che cadesse
nel caso in cui lui avesse continuato a stringerla in quel modo.Carol
non riusciva a fermare la disturbante realtà di quel pensiero
che si fece largo nella sua mente.Era sorpresa alla riluttanza di Daryl
a lasciarla andare.Doveva sembrare una pazza. ''Non cadrò,''
disse determinata,forse più a se stessa che a Daryl
Daryl la lasciò andare lentamente e fece un piccolo passo indietro,guardandola con attenzione.
Carol cercò di mettere le cose a un normale livello tra di
loro,al limite per quanto riguardava il suo punto di vista. ''Penso di
aver guardato abbastanza all'insù per questa notte'' disse
fermamente. ''Penso che adesso terrò gli occhi puntati a terra
per un bel po''
Daryl continuava a lanciarle occhiate preoccupate e Carol rivolse la
sua attenzione alla recinzione e alla distrazione degli zombie che
vagavano fuori dai loro confini.Era consapevole del modo in cui Daryl
la stava ancora guardando e il suo stomacò si agitò
nervosamente.Carol si maledisse per la sua
stupidità.Si,sicuramente aveva assoluto bisogno di tenere gli
occhi piantati a terra da qui in avanti.Nulla di buono poteva venire
dal sollevare nuovamente lo sguardo al cielo.
----------
Merle appoggiò la schiena contro il muro di mattoni del
complesso della prigione ,guardando fuori attraverso il campo verso la
coppia in piedi in cima al bus.Non riusciva a sentire quello che
stavano dicendo,ma con il linguaggio del corpo era come se stessero
urlando,per chi sapeva ascoltare.Merle non aveva mai visto Daryl
così a suo agio in compagnia di una donna.Vederli prima stesi
sulla parte superiore del bus insieme,e poi in piedi mentre si
coccolavano o si baciavano o qualcosa del genere.Merle non era
contrario al fatto che il suo fratellino si godesse un po di
divertimento con la cosa più vicina,morbida e calda su cui
riusciva a mettere le mani.Diavolo,era la fine del mondo,dovevi
cogliere il momento fino a quando era possibile.
No.Merle non era disturbato dal fatto che suo fratello potesse farsi
una veloce scopata furtiva in un angolo nascosto della prigione,il
problema era,che il suo istinto gli stava dicendo che qui non si
trattava solo di sesso.C'era una forte intimità tra quei due.C'era qualcos'altro sotto,qualcosa di difficile da
definire e che scorreva più profondamente di quanto potesse
consentire un mero piacere fisico.Il fatto che Daryl bisbigliasse i
suoi segreti alla sua donna piuttosto che a lui lo
infastidiva.C'era stato un tempo in cui lui era stato il suo unico
mondo.Adesso,sembrava essere più un'inconveniente.Merle stava
ancora cercando di liberarsi di questo pensiero,ma dopo averlo visto
stanotte con Carol,stava iniziando ad avere un bella idea.Queste
persone stavano cercando di mettere suo fratello contro di lui e Merle
non avrebbe mai permesso una stronzata del genere.Daryl era suo
fratello e il sangue gli avrebbe uniti sempre più profondamente
rispetto a quello che questo gruppo avrebbe potuto offrirgli,non
importa quello che quel vecchio aveva detto e Merle aveva intenzione di
fare in modo che lo sapessero tutti.
Specialmente il suo fratellino.
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Capitolo 16 *** Capitolo 17 ***
echoes capitolo 17
Capitolo 17
Merle finì di trafficare sulla sua moto nel cortile,appena in
tempo per vedere Beth rivolgere un dolce sorriso a Carl mentre gli
passava accanto con un'enorme pila di bucato asciutto in braccio.Il suo
sorriso esitò
un istante quando lo vide e venne sostituito da un sorriso
nervoso,prima che
accelerasse il passo.Merle la guardò allontanarsi e poi
tornò a guardare Carl che stava ancora sorridendo. ''E' una
ragazza carina'',commentò,dirigendosi verso il ragazzino mentre
si ripuliva le mani su uno straccio unto. ''Penso che abbia un debole
per te.''
Il viso di Carl si illuminò per un momento. ''Lo pensi sul
serio?'' Sembrò rendersi conto di qualcosa poi,e uno sguardo
sospetto prese posto sul suo viso
''Beh,mi sembra ovvio'', disse Merle casualmente.Gli rivolse uno
sguardo interessato. ''Stai facendo niente in proposito,ragazzino?''
Carl si accigliò. ''Siamo amici''
''Questo non significa che non possiate essere qualcosa di più,se lo desiderate'', ragionò Merle
''Non mi interessa,'' disse Carl velocemente.Guardò sopra la
sua spalla. ''Devo andare.Io e mio padre dobbiamo controllare la
recinzione sud per vedere se il lavoro di riparazione sta reggendo''
''In quel caso faresti meglio ad affrettarti.'' Merle sorrise. ''Non
vogliamo far aspettare tuo papà,giusto?'' Carl gli rivolse uno
sguardo allarmato prima di superarlo per avviarsi verso il cancello
d'uscita nel cortile.Ma Merle non aveva ancora finito. ''Volevo solo che
sapessi che secondo me formereste una bella coppia''
Carl si fermò e guardò verso di lui esitante. ''Sono troppo piccolo per lei''
Merle sbuffò. ''L'età.Che cos'è,un
numero?Inoltre,i numeri non hanno più importanza ormai.Voglio
dire,mio fratello è molto più vecchio di Beth,ma ho visto
come la guarda''
Gli occhi di Carl si spalancarono. ''Cosa?''
Merle cercò di trattenere il sorriso per la reazione che sapeva
che avrebbe ottenuto. ''Calmati,ragazzino,non sto dicendo che ci sia
qualcosa,ma una ragazza carina come quella sarà abituata ad
attirare l'attenzione degli uomini.'' Si grattò sul petto
distrattamente. ''E quando si è giovani,si pensa solo a se stessi e
all'amore praticamente tutto il tempo.Penso che la ragazzina sia alla ricerca di qualcuno
che sappia prendersi cura di lei,e mio fratello sa come prendersi cura
delle persone.Certe cose possono far perdere la testa a una
ragazza,specialmente in questi giorni''
''Beth non è innamorata di Daryl'', disse Carl,ma la sua affermazione,notò Merle,era carica di incertezza
''Certo,non ancora,ma a meno che qualcuno non le dia un motivo
per rivolgere il suo sguardo altrove,allora forse lei finirà con
il convincersi che Daryl è quello giusto per lei''
Carl scosse la testa con enfasi. ''Daryl non ha mai pensato a Beth in quel modo''
''Forse no,ma lo sai,un uomo ha i suoi bisogni.Sei abbastanza grande
per riuscire a capirlo.A volte le cose accadono senza un motivo,senza
il bisogno di averlo deciso prima.'' Merle agitò la mano.
''Senti,non sto cercando di causare problemi,ti sto solo dicendo quello
che penso.'' Si guardò alle spalle. ''Se ti piace Beth,dovresti
dirglielo''
''L'ho fatto e lei mi ha risposto che vuole che siamo soltanto amici.''
Carl sembrava colpito dal fatto di aver esternato questa confessione e
distolse lo sguardo bruscamente
''Ah capisco..'' disse Merle calmo. Si strinse nelle spalle. ''Ha detto
di no,qual'è il problema?Diavolo,le donne cambiano idea con la
stessa frequenza con cui cambiano le mutande.No non significa sempre
no,quando esce dalla bocca di una donna ed è sicuro quanto
la morte che non sia un no per sempre,fidati di me su questo,ragazzo.''
Merle si
avvicinò di più a Carl,la sua voce bassa. ''Hai solo
bisogno di dimostrarle che sei un uomo e vedrai che cambierà
idea.A una
donna piace sapere che un uomo si sappia prendere cura di lei,che
sappia come
proteggerla.'' Fece una pausa,diventando serio improvvisamente. ''Ho
saputo quello che è successo con tua mamma.'' Merle scosse la
testa. ''Non è stato giusto quello che hai dovuto fare,ma
ti sei fatto forza,Carl. Hai preso il comando e hai fatto quello che
doveva essere fatto.Le donne ammirano questo tipo di forza in un
uomo.'' Fece una risatina mentre squadrava Carl. ''Mi ricordi me stesso
un po,lo sai?''
Carl lo guardò sorpreso. ''Si?..'' chiese scettico
Merle inclinò la testa. ''Certo,le persone come noi,sanno quello
che deve essere fatto e lo fanno e basta.Ora,io non dico di avere
qualcosa contro tuo padre,ma lui è uno che pensa troppo,mette
troppe emozioni in tutto quello che fa.Hai fatto quello che dovevi e
non è giusto che ti dia la colpa per il fatto di esserci riuscito.''
''Papà mi incolpa per quello che è successo?'' chiese Carl,la voce spezzata
''Non volevo dire quello,ragazzino'', disse Merle rapidamente. ''Sto
solo dicendo che credo che,a volte,quando ti guarda,vede che
tu sei
riuscito a fare quello che lui non è stato in grado di fare e
forse questo lo infastidisce.E poi c'è tutta quella storia
di..-''
''Quale storia?'' chiese Carl preoccupato
Merle fece una smorfia fingendo di essere riluttante a proseguire la conversazione. ''Credo di aver detto abbastanza.''
Carl aggrottò la fronte. ''No,continua,cosa stavi per dire?''
Merle si strofinò una mano sui pantaloni e rivolse la sua
attenzione alla moto. ''Sai,questa non è la prima Triumph
Bonneville che ho posseduto.No,ho avuto anche una bellissima 1969 T100
che mi sono costruito da zero.Era così bella e adoravo ogni sua
singola linea.'' Sorrise al ricordo di quanto fosse stata importante
per lui quella moto,ma
poi fece una smorfia. ''Stavo frequentando una donna,in quel
periodo,Clarissa.E' stata quella che più si era avvicinata a
farmi prendere in considerazione l'idea del matrimonio.L'amavo,riuscivo
a intravedere un futuro per noi e credimi,non lo dico
con facilità.'' Guardò Carl. ''Io e le
donne..beh,solitamente io sono troppo per una solo di loro,ma Clarissa
riusciva a capirmi e lo sai,a me non importava più nulla.''
Merle diede
una piccola risata al ricordo.Sembrava passato così tanto tempo.
''Ad ogni modo,quella stupida puttana andò a schiantarsi con la
sua
macchina contro la mia Bonneville un giorno,riducendola a
pezzi.Non valse più la pena di continuare.Tutte le volte
che la guardavo
in faccia,riuscivo a vedere solo la mia moto,fracassata al
suolo.Abbiamo rotto.Non riuscivo più a starle accanto senza
pensare a quello che mi aveva tolto.'' Scrollò le spalle.
''Forse non è stato giusto da parte mia,ma era come mi sentivo
realmente e un uomo non può fare a meno di seguire il suo
istinto''
Carl aveva uno sguardo pensieroso sul suo viso. ''Pensi..pensi che mio
padre mi odi per quello che ho dovuto fare a mamma?Che quando mi
guarda,tutto quello che riesce a vedere sono io mentre le sparo un
colpo in testa?''
''Hey,ragazzo,adesso non esagerare'' disse Merle casualmente. ''Ti ho
raccontato quello che è successo a me,non ho detto che tuo padre
è nello stesso modo.Era solo per spiegare il perché
del..-''
''Il perché di cosa?''
Merle fece una smorfia riluttante. ''Senti,io non so cosa gli passi per la testa,ma mi sembra che tuo padre non ti
dia quello che ti meriti.Hai provato a comportarti da uomo,e dovresti
poter avere il diritto di poter dare le stesse opinioni di quest'ultimo.Non ascolta
quello che hai da dire quando deve essere presa una decisione,giusto?''
L'espressione di Carl si oscurò e non rispose subito
Merle gli rivolse uno sguardo consapevole. ''Già,proprio come pensavo.''
Rick improvvisamente apparve sulla soglia della porta del cortile con
Daryl subito dietro di lui.Rick si accigliò nel vedere Merle solo
con suo figlio. ''Carl,che cosa stai ci fai qui?Ti stavo aspettando.''
Il suo tono era duro
Carl sembrava sulle difensiva. ''Stavo giusto arrivando.''
Rick rivolse un'occhiata sospettosa a Merle. ''D'accordo,allora
andiamo.'' Fece un cenno con la testa,per fargli capire che era pronto
ad andare.Carl gli andò incontro
''Mi ha fatto piacere parlare con te,ragazzino'' disse Merle ai due che
ora si stavano allontanando.Questo gli costò un'occhiataccia da
parte di Rick,che si voltò per fulminarlo da sopra la sua
spalla.Merle non riuscì a trattenere una risatina dopo che i due
se ne furono andati
Daryl si avvicinò alla moto,osservandola. ''Che stai facendo?''
Merle rivolse la sua attenzione a Daryl. ''La sto ripulendo.I tubi
erano tutti intasati dalla polvere e dalla sporcizia.'' Si
avvicinò per stare dietro alla moto. ''Sembra quasi come se pensassi che la mia moto non valesse tanto il disturbo.''
Le labbra di Daryl si animarono. ''Ci sono stati dei problemi più
incalzanti,come quello di cercare di non farsi sbranare.''
Merle sbuffò. ''Fa lo stesso.Non ti sei mai preso cura della tua roba.''
''Non ho mai avuto niente di cui prendermi cura,'' continuò Daryl infastidito
Merle gli rivolse uno sguardo. ''Cos'è che ti fa rodere tanto il culo oggi,ragazzo?''
Daryl scosse la testa e distolse lo sguardo. ''Niente.''
''Niente?''
Daryl guardò di nuovo verso di lui,l'espressione difficile da decifrare. ''Esatto,niente.''
Merle ebbe il sospetto che Daryl volesse dirgli di non rivolgere mai
più la parola a Carl,ma che non ce la facesse,non volendo
risultare come se fosse dalla parte di Rick.A Merle non importava se
l'avesse detto o meno ad alta voce,il punto era che stava coprendo le
spalle a Rick e non a lui.Il pensiero lo fece bruciare e Merle
guardò attraverso la porta dove Rick e Carl erano appena scomparsi.
''Il poliziotto gentile non è molto caloroso con me,vero?''
Daryl lo guardò di traverso. ''Non pensavo che ti importasse.''
Merle scrollò le spalle. ''So che tu desideri che riusciamo ad
andare d'accordo,a essere una gran bella famiglia felice.'' Diede a
Daryl con uno sguardo indagatore. ''E' questo quello che vuoi,vero?''
L'espressione di Daryl non cambiò. ''Voglio solo
sopravvivere.Non voglio che ogni giorno sia sempre così
dannatamente difficile da farmi desiderare di chiudere gli occhi e non
aprirli mai più''
Gli occhi di Merle si socchiusero. ''Smettila di dire queste
cose,fratellino.Noi Dixon non ci arrendiamo mai.Te l'ho insegnato io,te
lo ricordi?''
''Me lo ricordo'', dichiarò Daryl stretto, ''e non parlavo di
arrendermi,ma quello che abbiamo qui..-'' agitò la mano in
direzione del carcere, ''non è poco e vale la pena riuscire a combattere
insieme per mandarlo avanti.''
''E questo è quello che desideri per la tua vita
adesso,giusto?Sistemare la tua residenza in questo posto,appendere un paio di tendine
di pizzo alle finestre e cullarti su una sedia a dondolo - E' questo
quello che vuoi?''
L'espressione di Daryl si indurì alla presa in giro di Merle.
''Sto solo dicendo che qui abbiamo costruito qualcosa di buono e che non voglio
mandare all'aria tutto.''
Merle intensificò il suo sguardo,osservando cinicamente Daryl.
''E' per qualcosa di buono intendi dire correre avanti e indietro come
se fossi la puttana di quel Rick,questa è la tua idea di casa
dolce
casa,ragazzo?''
Gli occhi di Daryl si socchiusero ''Non è così che vanno le cose.''
Merle sputò fuori. ''Quello che vorrei sapere è
perché sei così disponibile a lasciare che l'uomo che ha
condannato tuo fratello a una morte certa possa tenere il comando.Rick
si comporta come se fosse il re di questo posto e voi tutte correte
dietro a lui,come delle cagne in calore.''
Daryl sembrava stanco di fare questo discorso,ma non si tirò
indietro. ''Ogni gruppo ha bisogno di un leader.Rick è il
nostro,questo è tutto.''
''So che ogni gruppo ha bisogno di un leader,ma perché proprio
lui?'' Lo sguardo di Merle era duro. ''Perché non tu invece,ragazzino?Pensi che Rick sia meglio di te o che cosa?''
''Io non voglio essere il leader di nessuno,'' dichiarò Daryl bruscamente. ''Non mi interessa questa merda.''
''E questo è sempre stato il tuo problema,fratellino,'' disse
Merle con disgusto ''Non hai alcuna aspirazione.Dovresti essere tu
quello che guida questo gruppo,ma invece hai preferito consegnare le
tue palle a Rick.''
Daryl sembrava arrabbiato adesso,ma non si scatenò come Merle
invece si aspettava. Il tuo tono era calmo. ''Pensavi che
ripresentandoti nuovamente qui io avrei dovuto consegnare subito le
mie palle a te,Merle,come sempre?'' La sua voce era dura. ''E questo
che ti aspettavi?''
Merle fu preso alla sprovvista. ''Questo che cosa dovrebbe significare?''
Daryl emise un suono frustrato. ''Scordatelo.'' . Alzò gli occhi
al cielo. ''E' quasi mezzogiorno.Sono di guardia alla torre.'' Daryl
tornò a fissarlo. ''Che cosa farai tu?''
''Farò quello che c'è da fare,'' disse Merle con calma. ''Non ho bisogno che
tu mi prenda per mano.'' Alzò intenzionalmente il braccio
mutilato. ''Vedi?'' Merle voleva assicurarsi che Daryl non dimenticasse
mai quello che il suo preziosissimo Rick gli aveva fatto perché
era sicuro come l'Inferno che lui non l'avrebbe mai dimenticato.
Daryl guardò il moncherino di Merle poi distolse lo sguardo,un cipiglio gli oscurò il volto
Rick rientrò nel cortile proprio in quel momento. ''Merle,'' gridò. ''Ho del lavoro per te''
Merle rivolse uno sguardo beffardo a Daryl. ''Servire per
vivere,Poliziotto gentile,cosa può fare il vecchio Merle per te?''
Ascoltò solo per metà la richiesta di Rick,mentre teneva
d'occhio Daryl.Suo fratello sarebbe stato costretto a fare una scelta
molto presto e questa scelta doveva essere tra lui e questo gruppo e
Merle avrebbe fatto in modo di essere sicuro di quale sarebbe stata la
scelta di Daryl
In un modo o nell'altro.
----------
Daryl riposizionò il fucile sulla sua spalla mentre era
intento ad andare avanti e indietro lungo il perimetro della torretta
di guardia.Si
strofinò stancamente la nuca,pensando a Merle.Suo fratello era
alla disperata ricerca di una lotta da parte di chiunque fosse stato
disponibile a lasciarsi condizionare dal
suo comportamento.Daryl conosceva bene i segnali e Merle non sarebbe
stato soddisfatto fino a quando non avrebbe ottenuto la sua libbra di
carne.Fece una smorfia,sperando ancora che Merle avesse una sorta di
illuminazione e lasciasse perdere tutto.Ogni giorno che
passava,però,con l'atteggiamento di Merle che non accennava a
cambiare,Daryl fu costretto a trattenere il pensiero che le cose
stavano per mettersi male.Respinse quel pensiero lontano dalla sua
mente,non osando immaginare a come si sarebbero concluse le cose.Era
troppo sconvolgente.Gli occhi azzurri di Daryl guizzarono verso l'altro
inquietante aspetto della sua vita durante questi giorni,quello che
stava
attualmente lavorando nel giardino.
Carol.
Guardarla gli provocava un diverso tipo di calore all'interno del suo
corpo in questi giorni,infinitamente più piacevole rispetto a
quello che causava suo fratello.La osservò.china sul prato che
germogliava lentamente,intenta a prendersene cura.La mano destra di
Daryl si strinse automaticamente in un pugno,mentre ricordava la
sensazione del contatto della sua pelle contro le sue dita del giorno
precedente.Quando Carol
era quasi caduta dal bus,i suoi riflessi naturali l'avevano
afferrata,tirandola verso di lui.Quello che non si era aspettato
era la sensazione del suo corpo premuto contro quello di lei nel
processo e il modo in cui quel piccolo contatto delle loro carni aveva
mandato scariche incendiarie lungo tutto il suo corpo.Aveva cercato il
modo di prolungare
quel contatto,non voleva lasciarla andare via.Alla fine pero era stato
costretto a mollare,altrimenti Carol avrebbe finito con il pensare che
era diventato
pazzo.Dannazione,Era esattamente il modo in cui lui si
sentiva,completamente impazzito.Avrebbe preferito non provare questi
sentimenti per
lei,non voleva complicare quello che c'era tra di loro.Il problema era
che,più i giorni andavano avanti,più Daryl stava
diventando dipendente dall'emozione di trovarsi in sua compagnia.Era
un'esperienza totalmente nuova per lui e non aveva ancora modo di
sapere se fosse normale o meno.Daryl non poté fare a meno di
chiedersi che cosa ne avrebbe pensato Carol di tutto questo se ne fosse
stata al corrente.Probabilmente avrebbe riso.La mascella di Daryl si
irrigidì a quel pensiero.Non sarebbe mai dovuto accadere,Carol
non doveva sapere niente.Sembrava come se i suoi pensieri avessero
catturato la sua attenzione,dal momento che lei si alzò e
iniziò ad avanzare verso di lui.Il suo cuore fece una
capriola,non
sapendo che sarebbe stato meglio evitare.
Carol si strofinò le mani sulla gamba dei suoi pantaloni e si
avvicinò fino a portarsi sotto la torretta.Sollevò la
testa verso di lui e urlò. ''Hey,Raperonzolo,qualcosa
di interessante nella terra dei vaganti?''
Daryl rivolse uno sguardo verso il branco di zombie che brancolava
fuori dalle recinzioni. ''No,fa troppo caldo perché possano
essere
attivi più del necessario.''
Carol si asciugò la fronte sudata. ''So bene come si sentono..''
Anche dal punto in cui si trovava,Daryl riusciva a vedere il sudore sul
collo di Carol,riusciva a vedere il modo in cui alcune goccioline
correvano per tutta la lunghezza della sua pelle fino a scomparire tra
i suoi seni.Il cuore di Daryl saltò un battito e poi prese a
correre velocemente a un nuovo ritmo,eccitato da quella vista.Daryl si
schiarì la gola e cercò di allontanare il pensiero di
dove quelle goccioline si trovavano adesso. ''Probabilmente stasera
pioverà''
''Bene,'' disse Carol allegra. ''Finalmente potremo liberarci di tutta questa umidità''
Daryl stava ancora pensando a quelle goccioline di sudore. ''Come va il collo?''
''Cosa?'' Carol sembrava confusa
''Dove sei stata punta ieri sera?''
''Ah,quello..si,è tutto ok'' disse in fretta. ''Te l'ho detto,non era niente.''
''L'hai mostrato a Hershel?''
''Vuoi dire che avrei dovuto mostrare la puntura di un insetto a
Hershel..qui in Georgia...nel bel mezzo dell'estate?'' Anche da
lì Daryl riusciva a vedere quanto la cosa la stesse divertendo.
''Beh,avrei potuto farlo,ma non volevo scatenare una crisi mediatica.''
''Sei intelligente.''
Carol si mise a ridere. ''Non hai ancora fatto quel bagno,vedo..''
''Non avrei potuto nemmeno se l'avessi voluto,la pompa si è rotta.''
''Dici sul serio?'' gemette Carol. ''Stavo per andare a levarmi di dosso tutta questa sporcizia,prima della cena.''
''Se ne sta occupando Merle''
''Merle è preparato sull'argomento?''
''Tu lo sei?''
''Messaggio ricevuto.'' Carol arricciò il naso. ''Credo che
andrò a lavorare sul generatore.Almeno starò lontana dal
sole.''
''Basta che tu stia lontana da Axel,'' la ammonì Daryl,sapendo
che quell'idiota stava lavorando da qualche parte all'interno del
blocco oggi. ''Non ti voglio vicino a lui''
''Dicevi sul serio quindi?'' chiese Carol incredula
''Ti sembra che stia scherzando?'' disse Daryl categoricamente. ''Quel
pezzo di merda ti ammazzerà prima o poi.E come se voi due foste
un fiammifero e una tanica di benzina,accadono cose molto brutte quando
state l'uno vicino all'altro''
''Io sono il fiammifero o la tanica di benzina?'' chiese Carol sfacciatamente
''Sei quella che ha la bocca più grande.'' gli rispose Daryl
cupamente,infastidito dal fatto che Carol non lo stesse prendendo
seriamente. ''Sono serio,stai lontana da Axel.''
''Credo che tu stia esagerando,solo un pochino'' , disse Carol
divertita ''Alla fine si è trattato solo di un paio di
incidenti''
''Un altro paio di incidenti come quelli e diventerà
tecnicamente un'ammucchiata''. dichiarò Daryl cupo.Carol
soffocò una risata. ''Non sto scherzando,'' disse Daryl seccato
''Va bene,va bene'' disse Carol con indulgenza. ''Mi terrò lontana da lui,felice?'' e gli sorrise
Daryl grugnì in risposta
Carol scosse la testa verso di lui,con quell'aria divertita ancora
presente sul suo volto. ''Ci vediamo a cena.'' Detto questo di diresse
all'interno del blocco delle celle
Daryl non riuscì a fare a meno di fissarla fino a quando
scomparve alla sua vista.Quando Carol sparì,si voltò a
guardare verso il cortile della prigione e cercò di ricordarsi
un momento in cui non aveva avuto tante cose per cui preoccuparsi
così tanto tutte insieme.
Non gli venne in mente niente.
Dalle note dell'autrice : Citazione di Norman Reedus -- 'I
fan non sono gli unici a desiderare che Daryl e Carol diventino una
coppia in TWD. Voglio interpretarlo (Daryl) come se non avesse nessuna
parte/nessun ruolo all'interno di questo gioco.Voglio che sia lei (Carol) a
fare la prima mossa,io sarò buono solo a piagnucolare/mugolare probabilmente'' ' (PARERE
DELLA TRADUTTRICE RISALENTE AL 12/08/2015 "You're doing it right
Norman,seriously.'' / ''Lo stai facendo proprio nel modo giusto
Norman,seriamente.'')((Ho tra l'altro trovato molto interessante il
paragonare Carol a un fiammifero o una tanica di benzina..Consumed e
tutta la Carol di 4 e 5 stagione DOCET.)) Norman
dice che la connessione amorosa tra il suo personaggio e quello di
Melissa McBride,avverrà dopo alcune ulteriori aggiunte ***L'aria affaticata per via di tutta quest'attesa***
Ritorniamo
all'autrice.. : AMO questa dichiarazione perché è
in questo senso che voglio far procedere la mia storia.Se mai
succedesse qualcosa,Carol sarà quella a dover fare la prima
mossa,a doverlo guidare in un certo senso.. dopo che avrà
chiarito il tutto all'interno della sua testa,ovviamente.Detto
questo,la vedo comunque come una cosa reciproca,solo che Carol è
sicuramente più esperta nelle questioni sentimentali e anche
riguardo all'aspetto fisico delle cose,visto come sto descrivendo Daryl
in questa storia.Ho sempre desiderato vedere Daryl in imbarazzo e
pressoché inutile riguardo a questo argomento,come un
adolescente che vuole finalmente avere quell'esperienza che è
l'intimità,ma veramente non sa cosa come riuscirci ne come comportarsi
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Capitolo 17 *** Capitolo 18 ***
echoes capitolo 18
Capitolo 18
''Vieni qui,bavoso figlio di puttana'' ,lo schernì Merle da
dietro il recinto.Sbatté forte sulla maglia della recinzione,attirando
l'attenzione di quattro vaganti,che non appena sentirono il rumore si
misero subito a barcollare nella sua direzione.Merle attese che il
primo arrivasse abbastanza vicino,stava in piedi ,faccia a faccia con lo zombie
che gli ringhiava contro mentre cercava di raggiungerlo con gli artigli
attraverso i fili del recinto. ''Sei davvero un orribile figlio di
puttana,non è vero?'' strascicò disgustato.Merle
sollevò il cacciavite che aveva in mano e lo guidò
attraverso la maglia direttamente nel cervello dello zombie.Si
sentì uno sgradevole rumore come di uno scoppio quando il
cervello della creatura venne trafitto,il sangue scuro iniziò a
sgorgare attraverso la ferita.Lo zombie si lasciò scivolare a
terra,stavolta morto per davvero,mentre un altro subito dietro di lui
si arrampicava sul suo corpo a terra,desideroso di prendere il posto
del suo compagno per la promessa della carne fresca con cui potersi
cibare, ''Non c'è bisogno di spingere,ragazzi'' disse Merle
allegramente mentre gli altri tre zombie si avventarono contro la
recinzione tentando di arrivare a lui. ''Ne ho abbastanza per tutti
voi.'' Merle uccise prontamente gli altri con lo stesso
cacciavite,lasciando dietro di se un mucchio di cadaveri in
decomposizione.Diede loro un calcio attraverso i fili metallici. ''Vi
è piaciuto?Perché a me è piaciuto tanto.''
''Che cosa stai facendo?''
La domanda di disapprovazione di Rick lo fece voltare.Inarcò un
sopracciglio nel vedere la sua impazienza. ''Cosa ti sembra che stia facendo?'' gli
gettò indietro. ''Sto tenendo tutti al sicuro.Non è quello di cui si occupa il vostro gruppetto?''
''Dovevi occuparti di riparare la pompa dell'acqua''. dichiarò
Rick
laconicamente. Indicò la gamma di strumenti che avrebbe dovuto
utilizzare per ripararla,sistemati ordinatamente accanto alla pompa che
solitamente
portava l'acqua fino ai blocchi all'interno della prigione
''Sono multi-tasking '' disse Merle con noncuranza
''Abbiamo bisogno dell'acqua,'' disse Rick calmo. ''Se proprio non vuoi farlo poss..-''
''Calmati,ragazzo,non ho mai detto di non volerlo fare.'' Merle si
strinse nelle spalle. ''E' solo che non abbiamo ancora coordinato i
nostri orologi,è tutto. Me ne occuperò io''
Il tono di Rick era fermo. ''Deve essere fatto adesso.''
''Questo è quello che pensi tu''
La mascella di Rick si indurì. ''Se hai un problema,Merle,allora
perché non me ne parli e basta?Non ho tempo per le tue cazzate
passivo-aggressive''
Merle diede una piccola risata. ''Giusto perché tu lo
sappia,poliziotto gentile,non c'è niente di passivo nella mia
aggressività.'' Gli rivolse uno sguardo pungente. ''Faresti meglio a
ricordartelo''
Rick emise un suono impaziente. ''Che cosa stai facendo qui,Merle?Che cosa vuoi da noi?''
Merle si allontanò dalla recinzione e si fermò di fronte a Rick. ''Chi ha detto che voglio qualcosa da voi?''
''Mi stai dicendo che non è così?''
''Volevo solo vedere mio fratello.Il mio sangue.C'è qualcosa di sbagliato in questo?''
Rick lo guardò con fermezza. ''E allora cosa?Vuoi solo entrare
a far parte del gruppo e lasciare che il passato sia passato,è
così?''
''E' così difficile crederci?''
''Francamente,si,lo è.Non sembri il tipo di ragazzo che perdona e dimentica''
Merle si grattò la guancia. ''Le persone cambiano.Voi l'avete
fatto,perché io no?'' Poteva vedere che Rick stava ancora
cercando di analizzarlo,per scoprire i suoi punti deboli e Merle non
gli avrebbe reso il lavoro facile
''Quindi non stai cercando di vendicarti per quello che è successo ad Atlanta'' il tono di Rick era scettico
Merle si guardò la protesi di metallo pensieroso. ''Non vedo
quale potrebbe essere il guadagno che otterrei grazie alla vendetta.Non riavrò indietro la
mia mano, o mi sbaglio?'' Un sorriso sfacciato che non si estendeva agli
occhi prese posto sulle sue labbra. '' D'altronde,non mentirò,ci
ho pensato. Il sacro libro recita occhio per occhio. Direi che una mano
per una mano non sarebbe chiedere tanto.'' Merle non gli diede il
tempo di rispondere. ''Ma ho avuto come un Epifania là fuori,in
tutti quei mesi passati da solo.Tutto quello che desideravo era poter
rivedere mio
fratello e ho fatto un patto con Dio,che se fosse successo,avrei
rinunciato al mio desiderio di vendetta.''
''Tu e Dio parlate spesso?''
Merle ridacchiò. ''Non è un grande chiacchierone,ma io ho fatto la mia parte''
''E' che cosa pensavi di fare per poter pareggiare i conti?'' lo
interrogò Rick dolcemente. ''Sai,prima che decidessi di lasciar
perdere tutto quanto..''
''Mentirei se non dicessi che immaginare di poter vedere voi tutti stesi a terra
agonizzanti mi avrebbe regalato un sorriso.'' Merle scosse le
spalle. ''Ma alla fine,sembra che gli zombie
abbiano fatto il grosso del lavoro al posto mio.Quindi penso che sia vero
quello che si dice del karma,ti fotte sempre.''
''Quello che è successo ad Atlanta,te lo sei cercato da solo,''
disse Rick chiaramente. ''Non è stata colpa di nessuno se non la
tua,Merle''
Il tono di Merle si fece più duro. ''Pensi davvero che sia
così?Abbiamo dei pareri differenti in merito,Sceriffo. Sai,non avrei fatto nemmeno a un cane quello che
voi avete fatto a me.''
''Non ti lascerò distruggere quello che abbiamo creato qui'' sputò fuori Rick
''Oh,non penso che io sia il problema del quale tu ti debba
preoccupare,Rick,''
ridacchiò Merle. ''Hai l'abitudine di far uccidere tutti quelli
che
ripongono la loro fiducia in te,in ogni caso.Se avessi voluto la mia
vendetta,tutto quello che avrei dovuto fare sarebbe stato stare fermo e immobile ad
attendere.Devo dire la verità,mi preoccupa il fatto che mio
fratello stia dalla tua parte.Penso che sarebbe molto più al
sicuro lontano da te e dai tuoi evidenti problemi.''
Gli occhi di Rick si riempirono di rabbia. ''So quello che stai
cercando di
fare'' lo ammonì con uno sguardo cupo. ''Stai cercando
di dividerci.Bene,non funzionerà.Daryl per me è come
un
fratello,a tutti noi sta a cuore quello che gli accade''
Merle ridacchiò. ''Dici sul serio?'' Le sue labbra si
contorsero. ''Ho sentito dire che l'ultima persona che hai definito
come tuo fratello
è finita con un coltello conficcato nello
stomaco.'' Merle guardò con soddisfazione una fitta di
dolore attraversare il volto di Rick. ''Forse Daryl non è
così importante al punto tale che tu possa arrivare a
definirlo un fratello,ci hai mai pensato?'' Il sorriso di Merle si
fece
più
grande. ''Come ho detto prima,sembra che tutti quelli che ti stanno
vicino finiscano sempre con il morire.'' Guardò il suo
moncherino. ''O
almeno per perdere dei pezzi,io e il vecchio possiamo
testimoniarlo.Se non altro hai avuto le palle di staccare personalmente
la gamba del vecchio Hershel.Io ho dovuto contare sempre e solo su me
stesso
anche per questo.''
''Stavo solo cercando di salvargli la vita'' sputò fuori Rick
''Stavi solo cercando di salvarlo in modo che potesse essere in grado di prendersi cura della
tua donna incinta,'' ribatté Merle,facendo un salto nel buio con quell'ultima esternazione , ma l'espressione sconvolta
sulla faccia di Rick gli confermò che il colpo era andato a
segno. ''E diavolo,dopotutto è andato tutto alla grande,no?''
concluse con sarcasmo
Gli occhi di Rick lanciavano lampi mortali. ''Lascia fuori Lori da tutto questo!''
''Ti piacerebbe,vero?'' disse Merle con freddezza. ''Prova a
dimenticare
che sia mai esistita,prova a dimenticare tutti i modi in cui hai
sempre fallito con lei.'' Rick diede una forte spinta sul petto di Merle,prendendolo alla sprovvista.Merle cadde a terra
all'indietro.Guardò Rick,con un ghigno dipinto sul volto.
''Sembra che
abbia toccato un nervo scoperto,Sceriffo.'' Merle si rialzò con
molta calma,spazzolandosi via la polvere dai pantaloni. ''Adesso non ti
scaldare troppo,ragazzo.Stavo solo giocando''
Gli occhi di Rick si socchiusero minacciosamente. ''Nulla di quello che
fai è un gioco,Merle,non pensare di poter riuscire a convincere
qualcuno del contrario.'' La sua mascella si indurì. ''Stiamo
tollerando la tua presenza qui solo per via di Daryl,ma non credere che la
nostra buona volontà possa durare in eterno.Tutti noi sappiamo
chi sei veramente,e un giorno,molto presto,Daryl sarà in grado
di fare lo stesso.''
Il fatto che Rick pensasse di sapere che cosa passava per la testa di
suo fratello infastidì Merle,ma non lo diede a vedere, ''Sai
quello che penso?'' disse Merle freddo. Non attese la risposta di Rick.
''Davanti a me vedo un uomo appeso a un filo.Hai proclamato te stesso
leader di questo
gruppo e hai fatto in modo che tutti credessero in te quando nemmeno tu
riesci a credere in te stesso.'' Merle ridacchiò. ''Quanto
è divertente questa stronzata?.''
Rick si limitò a folgorarlo con uno sguardo. ''Stai lontano da mio figlio.Voi due non avete niente da dirvi,hai capito?''
''Beh'', disse Merle con voce strascicata ''Credo che la decisione
spetti a Carl.Non ho intenzione di allontanarlo in caso avesse bisogno
di una figura paterna nella sua vita.Ho un sacco di amore da dare,lo
sai.''
La mano di Rick si strinse in un pugno e Merle
sogghignò,sfidandolo silenziosamente a
fare la prima mossa.Era facile vedere quanto Rick riuscisse a stento ad
appigliarsi a questo regno che aveva costruito intorno a se.L'uomo
aveva la testa
fottuta,anche un cieco avrebbe potuto accorgersene.Il fatto era
che,nessuno in questo gruppo voleva ammettere che del loro leader ormai
era rimasto solo il
guscio
di quell'uomo che avevano sempre conosciuto.Il pensiero di uccidere
semplicemente Rick nel sonno era stato una grande tentazione per
Merle,ma quando
si rese conto dello stato in cui era,decise che sarebbe stato molto
più divertente portargli via tutto quello che gli era
rimasto , pezzo dopo pezzo.Non ci sarebbe voluto tanto per farlo
crollare
definitivamente,Merle doveva solo mantenere alta la pressione e
aspettare quello che ormai era inevitabile
Rick si ritrasse,cercando di riprendere il controllo sulle sue
emozioni. ''Stai lontano da Carl e basta,'' sputò fuori ''E
ripara quella dannata pompa.'' Detto questo Rick girò sui suoi
tacchi e se ne andò
Merle ridacchiò guardandolo andare via. ''Ahi,ahi,Sceriffo.''
disse ironicamente.Tutto questo si stava rivelando infinitamente più divertente
rispetto a quanto sarebbe stato vederlo sanguinare,come un maiale sgozzato,decise,e Merle era davvero felice di avere un
posto in prima fila per potersi godere lo spettacolo.
----------
''Carl,aspetta!'' gridò Rick mentre si affrettava a raggiungere
suo figlio.Carl guardò da sopra la sua spalla suo padre
correre per raggiungerlo.Camminarono in silenzio per un po,con Rick che
ogni tanto gettava occhiate incuriosite al profilo di Carl stranamente
silenzioso. ''Di che cosa avete parlato tu e Merle prima?'' lo
interrogò
Carl si strinse nelle spalle mentre continuava a camminare. ''Non lo so,di niente..''
Rick allungò una mano e gli toccò una spalla,costringendolo a fermarsi. ''Avrete per forza parlato di qualcosa.''
Carl aggrottò la fronte. ''Che importanza ha?''
''E' importante perché Merle non è un tuo amico e se ha
finto di esserlo,allora significa che ha in mente qualcosa,'' disse
Rick laconicamente. ''Voglio che tu stia lontano da lui,capito?''
''E per quanto riguarda quello che voglio io?'' ribatté Carl. ''Non ho nessuna voce in capitolo vero?''
Rick guardò con aria torva Carl sfidarlo in quel modo. ''Non
quando si tratta di Merle.In quel caso non ce l'hai.'' Strinse con forza la mano
sulla sua spalla. ''Quell'uomo sta cercando di
causare dei problemi e io non voglio che tu venga coinvolto in tutto
questo.''
''Ma lo sono,papà'' disse Carl piano. ''Sono nel bel mezzo di
tutto questo e lo sono da un bel po di tempo ormai.Desiderare il contrario non cambierà niente.''
Rick sentì il panico crescere dentro di lui sapendo che Carl
aveva ragione. Ma non voleva discutere in questo momento.
''L'unica cosa che non è cambiata è il fatto che io sono tuo padre
e tu starai a sentire tutto quello che ti dirò'' , disse duramente
''Ascolto sempre quello che mi dici,papà'', disse Carl
arrabbiato. ''Anche le cose che non vorresti che io sentissi.Sei tu
quello che non mi ascolta mai,non ascolti me,non ascolti nessun
altro.'' Detto questo Carl liberò la spalla dalla sua stretta
con forza e corse via
''Carl!'' gridò Rick frustrato dietro di lui,ma il ragazzo non si voltò nemmeno
''Sembra che Merle abbia fatto un'altra vittima.''
Il tono beffardo di Glenn giunse al suo orecchio e lo fece voltare per
vedere l'uomo che stava impilando delle casse vuote contro il muro del
blocco delle celle. ''Non iniziare,Glenn'', lo avvisò
''Perché dovrei prendermi il disturbo?'' chiese Glenn --- ''E' come ha detto Carl,non dai più ascolto a nessuno.''
''Dovevamo prendere una decisione'' disse Rick bruscamente. ''Io ne ho preso una.''
''Fino a quando riuscirai a vivere con le conseguenze,va benissimo'' disse
Glenn imbronciato. ''Spero solo che nessuno degli altri debba pagare per i tuoi errori,di nuovo.''
Rick gli scoccò uno sguardo di avvertimento. ''Pensi di essere in grado di fare di meglio?''
''Penso che non avrei mai lasciato dormire un animale come Merle
Dixon accanto ai miei figli,accanto alle persone che dici di
voler proteggere'' ribatté Glenn amaramente. ''Sai bene che
Merle è pericoloso ma l'hai fatto comunque restare.''
''Gli sto dando una chance'' disse Rick freddo
Glenn gli rivolse uno sguardo pieno di rabbia. ''Non dovresti farlo
perché lui non ci avrebbe mai dato la stessa opportunità''
''Ho bisogno che tu sia dalla mia parte,Glenn'' disse Rick a denti
stretti. ''E' già abbastanza difficile cosi com'è per
tutti noi''
''E di chi è la colpa?'' chiese Glenn astioso
''Di Merle'' dichiarò Rick senza esitazione. ''Se non riesci a
liberarti della tua rabbia,almeno riservala a chi appartiene
veramente,Glenn. Io non ti ho mai denigrato e non ho alcuna intenzione di
farlo.Siamo dalla stessa parte,non lasciare che la tua fissazione per
Merle ti accechi.''
Glenn distolse lo sguardo bruscamente e scosse la testa. ''Lasciarlo
restare è stato un errore'', disse Glenn ostinatamente
Rick gli si avvicinò. ''Ascoltami.'' Alzò il
tonò della voce quando vide che Glenn si rifiutava di guardarlo.
''Ho detto ascoltami!'' ripeté Rick nuovamente. Continuò
a parlare con un tono calmo. ''Credi veramente che Merle sia
stato da solo per tutto questo tempo in giro per i boschi?''
Glenn aggrottò la fronte. ''No,credo di no''
''Deve per forza aver avuto l'aiuto di qualcuno,giusto?''
continuò Rick. ''Ora,non abbiamo modo di sapere se stesse
tornando al suo campo base quando ha incontrato te e Maggie in
città o se è stato cacciato fuori mesi fa.'' Rick si
avvicinò a lui ancora di più,la sua espressione sempre
più grave. ''Tutto quello che so è che,mentre Merle
starà qui
con noi,non avrà l'opportunità di tornare indietro al suo
campo per poi tornare qui insieme alla sua gente per tentare di
prendere con la
forza questo posto.''
L'espressione di Glenn cambiò in un'espressione di sorpresa. ''Pensi che potrebbe fare una cosa del genere?''
''Non abbiamo mai incontrato quel gruppo di una trentina di persone al
quale apparteneva Randall'' ragionò Rick. ''Come facciamo a
sapere che Merle non faceva parte di quel gruppo?Diavolo.Come facciamo
a sapere che Merle non è il loro capo?'' Il suo sguardo era vigile.
''Quando si tratta di Merle,ci sono un sacco di cose che ancora non
sappiamo e non sarebbe utile mandarlo fuori da qui,solo per
vederlo tornare il giorno dopo con un gruppo di persone che cercheranno di
prendere quello che appartiene a noi.Tieni stretti gli amici e ancora di più i nemici.''
''Ma tu non sai se Merle fa parte di un gruppo,non con
certezza,'' affermò Glenn scosso. ''Quello che sappiamo con
certezza è che vuole vendicarsi sia con te che con me e con
chiunque altro si metterà sulla sua strada.'' Fece un suono
frustrato. ''Ci stiamo proteggendo da una probabilità a
discapito di una certezza''
''E' rischioso'' concordò Rick. ''Ma ne siamo
consapevoli.Daryl
lo sta tenendo d'occhio,tutti noi lo stiamo facendo.E' come dicevano in
quei documentari,è lo squalo che non riesci a vedere quello che
riuscirà a prenderti.Preferisco vedere quel villano figlio di
puttana di
uno squalo circolare in acque aperte dove posso tenerlo
d'occhio,piuttosto di lasciare che si nasconda negli abissi,pronto a
coglierci di sorpresa in qualsiasi momento''
''Ma così è comunque come se stessimo invitando quello
squalo a vivere nella nostra stessa casa,'' disse Glenn nella
più totale disperazione
Rick si passò una mano tra i capelli e guardò alle sue
spalle,lì nel punto dove suo figlio era scappato via stizzito. Merle stava sicuramente
avendo un impatto importante sul gruppo e questo non gli piaceva.Erano
già abbastanza fragili. ''Non so che cosa dirti,Glenn,nemmeno io
sono felice di tutto questo,non ci resta che restare uniti e assicurarci di essere pronti a coprirci le spalle a vicenda''
''Oppure potremmo ucciderlo''
Rick lo guardò scioccato. ''Che cosa?''
Glenn si strinse nelle spalle con noncuranza. ''Questo mondo è
pericoloso.La gente muore continuamente.Perché non può
capitare a qualcuno che se lo merita,per una volta?''
Rick guardò Glenn con preoccupazione.Non era abituato a sentirlo
parlare in quel modo e questo non prometteva nulla di buono. ''Nessuno
ucciderà Merle.'' disse con determinazione.
''Risolverebbe tutti i nostri problemi'', disse Glenn inflessibile. ''Se non vuoi farlo tu,ci penserò io.''
Era questo quello che preoccupava Rick. Scosse la testa. ''No.Non
è necessario.'' Rick mantenne lo sguardo puntato su di lui.
''Non ancora.''
''Quando lo sarà?'' disse Glenn duramente. ''Dopo che
avrà ucciso uno di noi?'' Non gli diede nemmeno il tempo di
rispondere,se ne andò e basta.Rick si lasciò sfuggire un
sospiro frustrato,sembrava che tutti si stessero allontanando da lui in
questi giorni. Accidenti a te,Merle,perché non sei morto dissanguato su quel tetto ad Atlanta? Le cose sarebbero state decisamente più semplici in questo modo
Se i desideri fossero dei cavalli . . .
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Capitolo 18 *** Capitolo 19 ***
echoes capitolo 19
Capitolo 19
Carol prese in mano uno degli ultimi pezzi che aveva appena estratto
dal generatore e ci soffiò sopra,cercando di rimuovere il grosso
della polvere prima di iniziare a pulirla.La stanza del generatore era
fresca e immersa nella semi-oscurità e a lei piaceva starsene
seduta lì,a pulire meticolosamente tutte le parti del generatore
nella speranza che dopo averlo riassemblato avrebbero avuto un
generatore portatile finalmente funzionante,uno di questi giorni molto
presto. Raccolse lo straccio che aveva poggiato al suo fianco e
iniziò a strofinare via l'accumulo di anni di sporcizia e grasso
da quel piccolo pezzo.
''Carol!''
''Sono quaggiù, '' rispose lei distrattamente a Rick che stava
urlando il suo nome. Non sollevò lo sguardo dal suo lavoro
quando lui entrò dentro la stanza.
''Hai spostato tu i proiettili per il mio fucile?'' le chiese Rick
bruscamente. ''Dannazione, Carol, ho bisogno di sapere dove si trovano
24 ore su 24, in caso dovessimo ritrovarci a fronteggiare un attacco.
Non posso permettermi di girovagare da una parte all'altra, alla
ricerca dei proiettili nel caso in cui le vite di tutti dovessero
trovarsi in pericolo!''
Carol allora sollevò lo sguardo e mantenne il
suo fermamente. ''Mi hai chiesto di spostare tutte le munizioni
dalla cella principale al corridoio la settimana scorsa, '' gli
ricordò con calma. ''Avevamo bisogno di più spazio per le
provviste e per il cibo e mi avevi detto che sarebbe stato meglio
posizionare le munizioni lungo il corridoio''
Rick sbatté le palpebre,con l'aria momentaneamente confusa. Le
sue spalle si rilassarono quando ovviamente il ricordo gli tornò
alla mente. ''Oh...''. Scosse la testa. ''Sì , è vero,mi
ero scordato. '' Rick le rivolse uno sguardo. ''Scusami.''
''E' tutto apposto,'' disse Carol dolcemente. Lo guardò con apprensione. ''C'è qualcosa che non va, Rick?''
''No, '' disse lui laconicamente.
Carol gli rivolse di rimando uno sguardo consapevole. ''Si tratta di Merle,vero?''
Rick fece un suono annoiato. ''Quell'uomo sta cercando di scatenare una guerra.''
''Ovvio che ci stia provando, '' disse Carol casualmente, tornando a
occuparsi della molla. ''Davvero ti aspettavi qualcosa di diverso, o
no?''
''No, '' sputò fuori Rick. Abbassò lo sguardo a terra e
poi nuovamente verso Carol. ''Non so se ho fatto la cosa giusta a farlo
restare.''
Carol non sollevò il suo sguardo. ''Hai fatto la cosa giusta, e
lo sai.'' Si fermò allora,e si poggiò contro il muro alle
sue spalle. ''Quello che intendevi dire è che non sai come
andrà a finire tutto questo.Le nostre buone intenzioni non
sempre ci hanno condotto a risultati positivi.'' Carol fece un sorriso
triste. ''Sei abituato a lottare con questo tipo di decisioni fin
dall'inizio di tutto questo, '' disse lei piano scuotendo la testa.
''Ti osservavo,mentre cercavi di fare sempre la cosa che ritenevi
fosse giusta per le persone anche se non è quasi mai andata a
finire come avevi sperato.'' Carol gli rivolse uno sguardo
serio,il suo viso pervaso dal dolore. ''Sai,non credo di averti mai
ringraziato per quello che hai fatto per Sophia quel giorno,per
tutte e due.''
L'espressione di Rick si corrucciò un po. ''Non sono riuscito a salvarla.''
''L'hai salvata invece, '' disse Carol calma, ''Solo non nel modo in
cui tutti quanti speravamo di fare.'' Una lacrima scivolò lungo
il suo viso,senza che lei facesse niente per fermarla. ''Sai cosa
penso, Rick? Penso che quel giorno, qualcosa dentro di noi sia morto
insieme a Sophia.'' Guardò con attenzione verso di lui.
''Qualcosa è morto dentro di te,perché ad un tratto,non
hai più lottato per comprendere quale fosse il bene e quale il
male.Pensavi solo a sopravvivere,per assicurarti che tutti noi
sopravvivessimo.''
''Che cos'altro avrei potuto fare?'' chiese Rick, la voce roca per
l'emozione. ''La sopravvivenza è l'unica cosa che ci è
rimasta.''
''Questo non è vero,'' lo ammonì dolcemente. ''O almeno
non sarà vero fino a quando tu non permetterai che lo
sia.''Carol gli si avvicinò e gli prese la mano per poi
stringerla. ''Non lasciare che Merle ti manipoli, Rick, è quello
che vuole. Hai fatto tanto per tutti noi e noi tutti ti vogliamo bene e
abbiamo bisogno di te. La famiglia di cui facciamo parte è qui
solo grazie a te.E data la situazione in questo momento,è la
cosa più preziosa che abbiamo al mondo e vale molto di
più rispetto alla mera sopravvivenza.Volevo che tu lo sapessi.''
Rick guardò la mano di Carol stringere la sua.La sollevò
in alto e la posizionò contro la sua guancia,chiudendo gli
occhi.Poi le premette un bacio sul dorso e le rivolse uno sguardo
grato. ''Grazie,'' disse tremante,continuando a stringerla saldamente.
Carol lo guardò compassionevole. ''Devi solo resistere un altro
paio di giorni, Rick. Lo so, Daryl riuscirà a prendere la
decisione giusta riguardo a Merle.''
Rick scoppiò in una risatina ma non sembrava così
altrettanto sicuro. ''Hai sicuramente un sacco di fiducia nelle persone
in questi giorni,Carol.''
''Solo in determinate persone.'' Si sorrisero a vicenda e Carol era
felice di vedere che Rick si era leggermente rilassato.Era
così stressato in questi giorni e Carol non era sicura di poter
riuscire ad aiutarlo nel modo in cui lui avrebbe avuto bisogno.Tutto
quello che poteva fare era essere presente nel momento in cui lui
avesse avuto bisogno di parlare.Era divertente,Rick che teneva la sua
mano in quel modo,Carol non aveva percepito nessun tipo di interesse
romantico.Forse il suo momento di pazzia dell'altra notte era appunto,
solo un momento.Il tocco di un uomo non l'aveva trasformata in una
sorta di adolescente oggi e questo fatto la fece sentire
sollevata.L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che lei vagasse come
una innamorata pazza,alla disperata ricerca di attenzioni da parte
di un uomo.Quei giorni erano ormai lontani per quanto la
riguardava,grazie a Dio. ''Si risolverà tutto, Rick, fidati di
me,'' lo rassicurò con calma.
In quel momento Daryl apparve improvvisamente sulla soglia e sembrava
un po sorpreso di trovare lì Rick. Il suo sguardo si
soffermò sul modo in cui lei e Rick si stavano tenendo per mano.
''Scusate,'' disse burbero, ''non volevo interrompere niente.''
Carol resistette alla tentazione di sfilare via la mano dalla stretta
di Rick,sapendo che sarebbe stata una cosa ridicola da fare.
Rick scosse la testa. ''Non lo hai fatto, stavo giusto per andare, Carl
mi sta aspettando.'' Guardò Carol. ''Grazie,'' disse con
gratitudine e stringendo per l'ultima volta la sua mano, Rick la
lasciò andare per poi uscire fuori dalla stanza.Lui e Daryl
si fecero a vicenda un cenno con la testa.
Carol rivolse un timido e veloce sorriso a Daryl e tornò a
concentrarsi sulla sua molla, continuando il suo lavoro di pulizia.
Aveva bisogno di fare qualcosa perché tutto ad un tratto la
stanza sembrava decisamente molto più piccola adesso che Daryl
era all'interno.Parlare con lui in un campo aperto mentre si
trovava al di sopra di una torretta era una cosa,averlo in piedi
lì di fronte,beh...tutto ad un tratto sembrava che ci fosse
qualcosa di diverso. Dannazione,imprecò mentalmente, questa
stupida sensazione dopotutto non era ancora andata via.Perché
diavolo doveva succedere proprio ora,quando tutto stava andando
così bene nella sua vita?.
''Carol?..''
Carol si voltò verso di lui nel sentire il suo tono di voce pronunciare il suo nome con preoccupazione. ''Si?''
Daryl aggrottò la fronte. ''Mi stai ascoltando?''
''Io..ah..mi dispiace,che cosa hai detto?'' Stava cercando di non
apparire agitata,perché per una donna della sua età,
sarebbe stato solo stupido e un po patetico
''Ho chiesto se va tutto bene'' ripeté Daryl. La fissò. ''Tu e Rick..-''
''Stavamo solo parlando,'' concluse facilmente. ''Rick ha solo bisogno di far sbollire la sua rabbia,tutto qui.''
Daryl annuì lentamente. ''A causa di Merle.'' ipotizzò,la sua voce si indurì.
''Rick ha un sacco di cose a cui pensare,'' continuò Carol ''non solo Merle.''
''Ma Merle non gli sta rendendo la vita più facile di
certo,'' disse Daryl cupo. ''Non sta rendendo la vita più facile
a nessuno.''
''E la tua?'' chiese Carol incuriosita. ''La tua vita qui è più facile insieme a Merle?''
''Diavolo,no.'' disse Daryl disgustato per poi rimpiangere la sua stessa sincerità
Lei lo guardò di rimando. ''Sai..'' dichiarò piano, ''a
volte mi chiedo, se Ed mi vedesse ora,che cosa ne farebbe di me?'' Fece
una pausa. ''Sono cambiata, tanto. Non sono più la stessa donna
su cui era solito sfogarsi con la violenza. Non sono più quella
persona che si prostrava ai suoi piedi e prendeva tutto quello che le
veniva dato,per poi tornare nuovamente.''
Daryl la stava guardando con diffidenza,chiaramente infastidito da questa conversazione. ''Vuoi arrivare a un punto?''
''Si,lo voglio,'' disse Carol rapidamente. ''Io non rivedrò mai
più Ed nella mia vita perché lui è morto,ma Merle
non lo è'' Il suo tono era grave. ''Io non ho avuto nessuna
scelta,ma tu ce l'hai,Daryl''
''Lo so,'' disse Daryl a denti stretti, ''O Merle o il gruppo,ho
ricevuto il messaggio.'' Si voltò bruscamente per andarsene
Carol si sollevò di scatto e si mosse per afferrare il suo
braccio e fermarlo. ''No.'' lo corresse con fermezza, ''la scelta
è tra te stesso o Merle,non tra Merle e il gruppo.''
Daryl aggrottò la fronte mentre lei continuava a mantenere salda la presa sul suo braccio.
Carol proseguì con un tono serio. ''Merle non ha intenzione di
cambiare,vuole ancora che il suo fratellino gli corra dietro ma tu non
sei più quella persona.Sei cambiato,sei cresciuto,sei diventato
parte di qualcos'altro che non è essere semplicemente il
fratellino di Merle.Il tuo mondo è cresciuto mentre il suo
è rimasto lo stesso.Se desideri mantenere Merle nella tua
vita,devi lasciar andare via la persona che sei diventato.La tua scelta
è questa,Daryl.'' La voce di Carol vacillò un po. ''E
forse sarà egoista da parte mia,ma io non voglio perdere l'uomo
che sei diventato.Merle non lo merita''
Daryl sembrava estremamente turbato. ''Non sai quello che mi stai
chiedendo..''. Un muscolo si contrasse nella sua guancia,un chiaro
segno del fatto che fosse sconvolto.
''Ti sto chiedendo di prenderti cura di te stesso,'' disse Carol piano, ''è quello che vogliamo tutti.''
''Non voglio che le persone si aspettino qualcosa da me,'' dichiarò Daryl infuriato. ''Non l'ho mai chiesto''
''Se fosse stata questa la verità ci avresti lasciato già
molto tempo fa,'' disse Carol con semplicità. ''Non ti saresti
impegnato così tanto nella ricerca di Sophia nel modo in cui hai
fatto,non avresti combattuto per tutti noi alla fattoria o per
riuscire ad entrare in questa prigione.Non avresti fatto tutto quello
in tuo potere per assicurarti che Judith sopravvivesse nei suoi primi
giorni di vita e non mi avresti mai cercata in quel modo quando ormai
tutti pensavano che fossi morta.'' Carol poteva pure essere confusa
quando Daryl le stava vicino,ma non aveva nessun dubbio sul tipo di
uomo che aveva davanti.
Daryl scrollò via la sua mano,il viso arrossato dalla rabbia.
''Non so che cosa tutti voi vi aspettiate che io faccia,''
ringhiò per la frustrazione. ''Merle fa parte della mia famiglia
e voi tutti siet-siete..-''. Daryl sputò fuori il suo pensiero e
si voltò per dare un calcio alla cosa più vicina a lui in
quel momento.La porta di ferro sembrava essere immune al suo assalto e
Daryl continuò a prenderla furiosamente a calci per buona misura
''Smettila!'' disse Carol urgentemente,preoccupata per il fatto che
avrebbe finito con il farsi del male.Cercò di afferrare
nuovamente Daryl per il braccio ma lui lo tirò via
violentemente.La sua azione improvvisa colse Carol alla sprovvista, che
finì con il perdere l'equilibrio.Andò a colpire il muro
alle sue spalle e il suo respiro lasciò violentemente i polmoni
in un sibilo di dolore.Daryl la fissò con orrore,ovviamente non
avendo avuto l'intenzione di farle del male,ora sembrava congelato sul
posto,insicuro di come poterle chiedere perdono.Carol si staccò
dalla parete,vedendo che Daryl non sapeva più che cosa
fare.D'istinto si mosse verso di lui e gli strinse le braccia al
collo,attirandolo in un abbraccio stretto,suggerendoli silenziosamente
che andava tutto bene.In un primo momento Daryl sembrò
resistere,il suo corpo si irrigidì cercando di tornare indietro
ma lei non gli permise di farlo.Carol lo strinse con forza e piano
piano Daryl si rilassò tra le sue braccia,mentre anche le
sue si strinsero esitanti attorno alla vita di Carol,
avvolgendola a sua volta in un abbraccio di rimando.Stringere Daryl era
un'esperienza confortante quanto destabilizzante.Quel contatto
ricordò a Carol quanta intimità era già presente
tra di loro,ma la solleticò anche con il pensiero di quanta
ancora se ne sarebbe potuta aggiungere.Fece una smorfia sopra la spalla
di Daryl,sapendo che lui non aveva bisogno di un amante in questo
momento,aveva solo bisogno di un amica e si rimproverò per il
suo egoismo ribelle.
''Io non so che cosa fare,'' confessò Daryl tormentato contro il suo collo
''Ma lo saprai.' rispose lei con sicurezza. Carol si ritrasse un
po,lasciando che le sue mani scivolassero sulle braccia di Daryl
''Come fai a esserne così sicura?'' La domanda di Daryl era
combattuta,la sua rabbia apparente lo aveva abbandonato di colpo
La risposta di Carol lo colpì. ''Perché ti conosco.''
''Io non voglio deludere nessuno.'' Daryl la stava fissando adesso,senza diminuire la stretta che aveva su di lei.
Carol si sollevò sulle punte in modo da poter premere la fronte
contro la sua. ''Lo so..'' sospirò,sapendo che quel giorno
sarebbe arrivato comunque.Qualcuno avrebbe finito con il perdere
qualcosa,e non riusciva a sopportare l'idea che quella persona sarebbe
stata Daryl.Lo guardò chiudere gli occhi e lo sentì
premere con più forza la fronte contro la sua,alla ricerca
di conforto.Carol seguì il suo esempio,chiudendo gli occhi a sua
volta.Rimasero così per un lungo periodo di tempo,non era
nemmeno sicura per quanto.A un certo punto sentì la mano di
Daryl muoversi inquieta sulla sua schiena e aprì gli
occhi,preoccupata di aver oltrepassato i limiti fisici del loro
rapporto indugiando troppo a lungo in quell'abbraccio.
Gli occhi di Daryl ora erano spalancati,stavano cercando il suo
sguardo,ma Carol non era sicura sul che cosa sperasse di trovarci.Il
momento tra di loro si riempì d tensione,mentre il respiro di
Daryl si fece sempre più affannato.Sembrava come se fosse
impazzito e quando si mosse piano,Carol pensò che stesse per
rompere il loro contatto.Invece lui la stupì muovendo esitante
la guancia contro la sua.I suoi capelli le solleticarono la pelle del
viso e portarono un sorriso sul suo viso.Daryl si stava muovendo un po
troppo rigidamente,come se non avesse di idea di quello che stava
facendo.Carol non era sicura di quello che voleva da lei
così gli accarezzò dolcemente la nuca. ''Andrà
tutto bene,'' gli promise, proprio come aveva fatto con Rick non molto
tempo fa.
''No,'' disse Daryl, con voce bassa e sconfitta, ''non sarà
così.''. Daryl strofinò nuovamente la guancia contro
quella di Carol,dopo la sua affermazione disperata,in cerca di conforto
Carol lo sentì farsi sempre più vicino,il suo volto era
ormai sprofondato nell'incavo della sua spalla.Lo tenne stretto
cercando di non pensare a quanto fosse bello stare in piedi in
questo modo stretta a lui
Daryl si aggrappava a lei. ''Non andrà così,'' ripeté demoralizzato,la voce roca.
Tutto quello che Carol poteva fare era tenerlo stretto e cercare di
essergli di conforto in qualche modo riguardo alla scelta
che aveva di fronte a lui.Alla fine lui si mosse contro il suo
collo,sembrava quasi che lo stesse annusando e Carol chiuse gli occhi,
cercando di non perdersi nella bellezza di quella sensazione.Era tutto
inutile,doveva fermarsi altrimenti tutto quello che sarebbe accaduto
sarebbe stato che lei avrebbe finito con il dare a Daryl una nuova
preoccupazione in più.Carol sapeva senza nessuna ombra di dubbio
che Daryl non avrebbe avuto idea di che cosa fare con qualsiasi tipo di
sentimento romantico da parte sua.Si ritrasse il più
delicatamente possibile e gli sorrise,anche se lui sembrò
confuso e disorientato dal fatto che lei avesse interrotto il loro
abbraccio. ''Daryl..io...''
''Daryl,sei qua giù,fratellino?''
Entrambi saltarono via al suono della voce di Merle che disturbò
improvvisamente la loro quiete.Daryl fece di colpo un passo
indietro,rompendo definitivamente ogni contatto tra di loro proprio
mentre Merle entrava nella stanza.
''Eccoti,'' disse esasperato. ''Ti stavo cercando.'' Merle
guardò Carol. ''Il mio fratellino ti ha già detto che ho
riparato la pompa?''
''No..'' disse Carol, facendo del suo meglio per cercare di mantenere
un contegno notando il modo in cui adesso Daryl stava evitando di
guardarla
Merle aggrottò la fronte guardandolo. ''Pensavo che avessi
detto che saresti venuto fino a qui proprio per far sapere a Carol che
poteva finalmente avere quel bagno adesso''
''Stavo per farlo'' , dichiarò Daryl, senza offrire ulteriori spiegazioni
Merle li guardò con interesse. ''Capisco...allora di che costa stavate spettegolando tutto questo tempo?''
''Stavamo parlando del prossimo viaggio in città,'' mentì Carol facilmente
Merle inarcò un sopracciglio. ''Ah si?..''
Daryl scosse le spalle a disagio. ''Non dovevamo andare a caccia prima del tramonto?Dovremmo darci una mossa.''
''Non sono io quello che ne sta fermo con un pollice infilato su per il
culo a sprecare tempo'', rispose Merle. ''Ti stavo aspettando.'' Il suo
sguardo si soffermò su Carol. ''Sempre che tu non abbia bisogno
di un po aiuto per ripulire tutte quelle zone nelle quali non riesci ad
arrivare da sola,signorina..'' Merle aveva un sorriso malizioso sulle
labbra. ''Potrei darti una mano a raggiungere tutti quei recessi
più nascosti e a ripulirli per bene''
''Ovviamente sono tentata'', lo prese in giro Carol. ''Ma penso che la
mia risposta sia un no,Merle.Anzi penso che in realtà sia
decisamente un ''Vai al diavolo.''''
''Non sai quello che ti stai perdendo'', la provocò Merle
consapevole, ''Conosco molti modi per rendere più che piacevole
un bel bagno''
''Stiamo andando oppure no?'' scattò Daryl. ''Ho di meglio da
fare piuttosto che stare qui ad ascoltare voi due sparare stronzate.''
Detto questo Daryl si voltò e uscì dalla stanza.
''Mio fratello è decisamente sensibile oggi'' osservò
Merle,guardandolo andare via. Abbassò la sua voce in modo
cospiratorio. ''E' in quel periodo del mese..''
Carol gli rivolse uno sguardo indifferente. ''Non hai nessun altro posto dove andare,Merle?''
Merle rise e basta e Carol scosse la testa. Quest'uomo era intento a
essere una spina nel fianco di tutti ma a un certo punto quella spina
sarebbe stata rimossa.Ma lei era consapevole del fatto che non sarebbe
stata una procedura indolore.Dopo che Merle se ne fu andato,Carol si
passò una mano tra i capelli scompigliandoli e si lasciò
sfuggire un lungo sospiro.Almeno l'interruzione di Merle aveva impedito
che le cose tra lei e Daryl si facessero imbarazzanti.Era stata una
piccola misericordia,ma a questo punto,Carol era disposta a
servirsene.Non sapeva che cosa ne sarebbe stato del suo rapporto
con Daryl,ma sapeva che non aveva intenzione di aggiungere altro peso
alla sua già grande confusione.Dannazione,non aveva
assolutamente bisogno anche di questo.
Carol sperava solo di riuscire a mantenere il controllo,per il bene di entrambi.
e dopo Rick cockblocker e gli zombie cockblocker diamo il nostro BENVENUTO anche a Merle cockblocker Dixon!.
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echoes capitolo 20
Capitolo 20
Daryl se ne stava seduto sui gradini di cemento nel cortile che portava
all'ingresso del blocco delle celle. Ingrassando metodicamente le corde
della
sua balestra,felice di avere un compito così semplice con
cui poter tenere occupate le mani mentre i suoi pensieri vagavano
lontani.Quello che era successo il giorno precedente nella stanza
del generatore continuava a frullargli in testa.Il suo volto rimase
impassibile,mentre con gli occhi della mente,rivisse ogni singolo
dettaglio di quei momenti che aveva condiviso con Carol.Era come se
fossero stati impressi a fuoco dentro di lui.La preoccupazione di Carol
e la
sua pacata analisi di lui e di tutta questa situazione lo avevano
trattenuto e gli avevano fatto recuperare piano piano la calma e la
forza per andare avanti.Ma quando Carol lo aveva stretto in quel
modo si era sentito come svanire.Troppo terrorizzato per riuscire a
muoversi,temendo che Carol potesse improvvisamente rimuovere quel
contatto da lui,ma più a
lungo aveva indugiato in quell'abbraccio,meno soddisfacente si era
rivelato.
Daryl aveva desiderato di più in quel momento e questo pensiero
lo stava facendo impazzire.Aveva seppellito la testa nel suo collo e
aveva inspirato
l'odore della sua pelle.Un profumo misto all'odore di olio per
motore,sudore
salato e l'aroma fruttato di quelle bacche che
Daryl aveva portato indietro alla prigione in modo che le ragazze
potessero utilizzarle come balsamo per i capelli.Si era rivelata una
combinazione stranamente
inebriante che gli aveva fatto perdere la testa.Daryl si era trovato
combattuto tra il desiderio di volere molto di più di quel
semplice momento di intimità al terrore che stesse
realmente per accadere qualcosa.Emise un suono basso dal profondo della
sua gola,seccato
con se stesso per il fatto di poter essere in grado di ospitare due
impulsi totalmente
opposti riguardo lo stesso identico evento.Una volta aveva visto alla
tv uno di quei
programmi sulla natura,dove si parlava della questione della
risposta su lotta o fuga.Nel momento in cui un animale realizzava
di essere braccato doveva compiere una scelta tra il darsi velocemente
alla fuga o
l'ergersi e affrontare il nemico.Daryl,dentro quella stanza, si era
sentito proprio
come un animale messo alle strette dalle sue stesse emozioni
confuse.Una parte di lui voleva sfuggire da quell'abbraccio e l'altra
parte voleva solo combattere contro la sua paura di chiedere di
più.
Il guaio era che Daryl non era affatto sicuro di quello che avrebbe dovuto fare nel caso fosse riuscito a superare le sue paure.
Un'altra delle sue preoccupazioni era quella che,con i suoi maldestri
tentativi,Carol si sarebbe potuta allontanare e avrebbe anche potuto
ridere di lui.Daryl sapeva che questo avrebbe decretato la sua
fine.Il suo rapporto
con Carol era il rapporto più importante della sua
vita,oltre a quello con Merle,e rovinarlo a causa della sua
inettitudine e inesperienza per quanto concerneva le donne sarebbe
stato un peso troppo grande con cui dover convivere.Così,se ne
stette lì,congelato sul posto,vittima di due emozioni fortissime
ed opposte,senza sapere quale fosse la cosa giusta da fare.
Sembrava come se tutto quanto stesse cercando di sommergerlo.Tra il
fatto di dover gestire
la difficile integrazione di Merle all'interno del gruppo,combattere
con le vecchie dinamiche del rapporto con suo fratello e poi tutta
questa cosa con Carol,Daryl non sapeva più da quale parte
girarsi.Non era equipaggiato per sapere come fare ad affrontare tutte
queste
emozioni confuse che lo rendevano sempre più frustrato giorno
dopo giorno.Un rumore alle sue spalle lo riportò alla
realtà e si girò per guardare oltre la sua spalla, verso
le scale.Si rilassò immediatamente
quando vide Hershel in cima alle scale.Daryl rivolse un cenno di
riconoscimento al vecchio uomo.
''Daryl,'' lo salutò Hershel.Prese le stampelle con una mano e
saltellò giù per le scale sulla sua gamba superstite.
Daryl si fece da parte per farlo passare e non poté fare a meno
di rimanere colpito da quanto velocemente Hershel si stesse adattando alla perdita
del suo arto. ''Sei un vecchio e agile caprone,non è vero?''
Hershel ridacchiò senza registrare la minima offesa
perché sapeva che non era stato quello l'intento di Daryl. ''Non
credo di essere ancora pronto per battere il record delle mille
miglia,ma posso sempre provarci.'' Si avvicinò all'ultimo
gradino e si appoggiò nuovamente sulle sue
stampelle.Sollevò il suo viso verso il cielo e prese un respiro
profondo.
''Avevo bisogno di un po di aria fresca.In quelle celle si perde
totalmente la cognizione del tempo.Può essere
demoralizzante.''
''Penso che fosse questo il punto,'' disse Daryl ironicamente.
Hershel fece un mezzo sorriso. ''Si suppongo che fosse quello.'' Guardò Daryl. ''Come ti senti,figliolo?''
Daryl si strinse nelle spalle. ''Bene,perché,non dovrei?''
''Sembra che tu abbia un sacco di cose a cui badare in questi giorni,''
osservò l'uomo più anziano. ''Tutto questo carico può essere
estenuante per un uomo solo.''
''Non ne voglio parlare,'' dichiarò Daryl laconicamente. Non
voleva essere sgarbato con Hershel,ma c'erano talmente tanti pensieri
che si rincorrevano l'uno con l'altro dentro la sua testa,che sarebbe
stato difficile
riuscire a esternarne anche solo uno di quei pensieri.Daryl non era
sicuro di
poter riuscire a condividerli,nemmeno se lo avesse desiderato.
Hershel annuì. ''Mi sembra giusto''. Strinse le labbra,guardando Daryl con attenzione. ''Carol ti stava cercando''.
Lo stomaco di Daryl si strinse,ancora una volta le sue emozioni
diventavano ingestibili a quel tipo di notizie.Una parte di lui
voleva alzarsi per correre subito al suo fianco,l'altra avrebbe visto
rannicchiarsi nell'ombra come il vigliacco in cui Daryl stava iniziando
a identificarsi.Continuò ad applicare la cera sulle corde della
sua
balestra,anche se era evidente che non ne avesse più bisogno.
''Non mi sto
nascondendo.'' dichiarò ermeticamente. ''Può trovarmi
in qualsiasi momento desidera''.
''Non mi pare di aver detto questo'', rispose Hershel con un sorriso amichevole. ''Ho solo pensato che volessi
saperlo.'' Il tono della sua voce si abbassò. ''Lei si preoccupa
per te.''
Daryl aggrottò le sopracciglia,non aveva bisogno di sentirsi
dire una cosa del genere in questo momento.Era preoccupato abbastanza
per entrambi loro
''Lo facciamo tutti.''
Daryl guardò all'insù verso Hershel,la voce tesa per la
frustrazione. ''Non ce n'è bisogno.Ti ho detto che sto bene.''
''Una volta Maggie si ruppe una clavicola durante un uscita a
cavallo, aveva 17 anni'', commentò Hershel oziosamente.
''Aveva il tuo stesso
sguardo nei suoi occhi quando mi disse che stava abbastanza bene da
poter andare al ballo quella notte''.
''Non sono una ragazzina adolescente.'' dichiarò Daryl scontroso.
''No,'' concordò Hershel prontamente, ''sei solo un uomo
che corre il rischio di essere lacerato in
più direzioni nello stesso momento.Gli
obblighi del passato e quelli del presente,non è una croce
facile da sopportare.''
Daryl riportò la sua attenzione sulla sua balestra. ''Posso farcela.''
Sentiva lo sguardo intento di Hershel su di lui,ma si rifiutò di
incrociarlo.Il vecchio ci vedeva dannatamente bene e Daryl non era
interessato ad essere un libro aperto in quel momento.
''E' molto probabile,a patto che tu sia in grado di vedere le cose per
come stanno veramente, e non per come vorresti che fossero''
Daryl lo guardò stavolta,stringendo gli occhi. ''Il che significa?''
Hershel fece un altro mezzo sorriso e guardò in basso dove una
volta c'era la sua gamba,cambiando apparentemente argomento. ''Lo
sai,in
questo momento,ho un prurito terribile all'alluce.Prude che una
meraviglia.'' Tornò a guardare Daryl e scoppiò in una
secca risata.
''E' un fantasma fastidioso.Questa mia vecchia testa non ha ancora
registrato il fatto che io abbia perso la gamba.Sta ancora pensando di
trasmettere il messaggio a quelle terminazioni nervose che erano
presenti una volta.''
Il cipiglio di Daryl si accentuò,non riusciva a capire che cosa
intendesse dire Hershel. Dispiaceva a tutti loro il fatto che lui
avesse perso
la gamba,ma era stato l'unico modo per potergli salvare la vita.E poi
non
sembrava che Hershel stesse cercando compassione.
''Ci sono molte cose nella vita che funzionano in questo modo,''
continuò Hershel colloquiale. ''La nostra mente è
convinta che ci siano ancora dei collegamenti,quando alla fine
poi,quelle terminazioni nervose non ci sono più,è l'unica
cosa rimasta e solo il loro ricordo.'' Si appoggiò pesantemente
sulle
sue stampelle,il suo tono fermo come il suo sguardo mentre andava
avanti. ''Figliolo,nessuno mette in dubbio il legame che hai con
Merle.Avete i vostri ricordi,la vostra storia,tutto quello che avete
condiviso e superato insieme.''
Hershel fece una pausa. ''Ma quello che devi domandare a te stesso,e se
ricordi le cose per come erano una volta,o se le ricordi per come
sono ora.'' Il suo tono
era grave. ''Penso che le cose siano cambiate tra voi due.So che Merle
ne è consapevole quindi fino a quando tu non riuscirai a fartene
una ragione,continuerai a farti perseguitare dai fantasmi del tuo
passato''.
Daryl lottò per far uscire fuori le sue parole con tutta l'emozione che
Hershel aveva involontariamente suscitato in lui. ''Merle è mio
fratello'' , buttò fuori
''E la mia gamba era la mia gamba'', disse Hershel con calma, ''e lo
sarà per sempre, solo che, dovrò riuscire ad accettare il
fatto che non fa più parte del mio corpo e dovrò cercare
di dare il mio meglio senza di lei,ormai non avrebbe potuto far altro
che uccidermi''.
''Merle non è un arto malato che deve essere tagliato via,'' disse Daryl aspramente.
Hershel gli diede uno sguardo significativo. ''Penso che questo dovrai
capirlo da solo,figliolo''. Fece una smorfia divertita. ''A volte penso
per me sia stato fin troppo facile,non ho dovuto prendere io la
decisione di tagliare o meno
la mia gamba.Rick l'ha presa al posto mio e mi ha salvato la
vita.Sfortunatamente,figliolo,questa decisione è solo tua,e
nessuno del gruppo potrà farla al posto tuo''. Hershel diede
un sorriso triste. ''Tocca a te.Ma qualsiasi cosa accada,noi saremo
sempre al tuo fianco.E' importante che tu lo sappia.''
Daryl aprì la bocca per protestare,lui non avrebbe mai
chiesto in ogni caso al gruppo di prendere questo tipo di decisione,ma
sentì il rumore di alcune voci che si sollevarono sempre di
più provenire dal
cortile.Poteva riconoscere chiaramente le urla di Glenn e il tono
beffardo
di Merle. ''Merda.'' imprecò Daryl.
''Faresti meglio ad andare,figliolo'', lo incoraggiò Hershel.
''Non penso che andrà a finire con una stretta di mano.''
Daryl fece una smorfia e balzò in piedi,corse su per le scale e
poi attraverso i corridoi della prigione per raggiungere il
cortile.Arrivò appena
in tempo per vedere Glenn dare una violenta spinta a Merle.
Suo fratello recuperò in fretta l'equilibrio, l'espressione
indurita. ''Senti,ragazzino,è meglio che tu non dia il via a un qualcosa che solo io sarò in grado di terminare''.
''Glenn,adesso smettila,per favore'', Maggie lo supplicava,con un'espressione angosciata.
''Non dovresti stare da sola con lui!'' disse Glenn infuriato,senza
staccare gli occhi da Merle mentre lo fissava con ferocia. ''E tu,devi
stare alla larga da lei!''
Merle andò tutto impettito incontro al giovane uomo schiumante di
rabbia. ''Mi stavo solamente assicurando del fatto che non ci fosse più nessun
risentimento tra di noi'', disse con voce
strascicata. ''Ho pensato che sarebbe stato giusto scusarmi per essere
stato un po pesante durante il nostro primo incontro''. Merle
guardò Maggie. ''Allora,signorina,dirai al tuo ragazzo qui che
tutto quello che stavo facendo era porgerti le mie scuse?''.
Daryl guardò Maggie sentirsi improvvisamente a disagio per
il fatto di essere stata praticamente costretta a concordare con Merle. ''E' vero,Glenn. Merle
mi stava semplicemente chiedendo scusa''.
''Merle non fa mai niente senza un secondo fine'' , sbottò
Glenn. ''Sta solo cercando di crearti dei problemi.Sta cercando di
creare dei problemi a tutti noi!''.
''Calmati subito'' , lo avvisò Daryl bruscamente. ''A me
sembra che tu stia facendo un casino per una cosa da nulla.Non ne abbiamo bisogno''.
Glenn rivolse la sua rabbia contro Daryl. ''E' facile dirlo per te'',
sbottò. ''Se Merle si fosse presentato qui puntando un coltello
alla gola di Carol, spaventandola a morte, causandoli gli incubi..-''
''Glenn!'' , disse Maggie,chiaramente infastidita che quelle informazioni private ora fossero di pubblico dominio.
''E' la verità'', disse Glenn impenitente prima di rivolgere
nuovamente la sua attenzione a Daryl. ''Mi stai dicendo che non ti
sarebbe importato nulla se Merle avesse puntato un coltello alla gola
di Carol,Daryl?O è solo il modo in cui a voi villani piace fare
festa, terrorizzando donne indifese?'' concluse con amarezza.
''Glenn!!'' sussultò Maggie disapprovando.
La mascella di Daryl si indurì. L'immagine mentale di Merle che
minacciava Carol in quel modo era inquietante e lui la bandì
rapidamente dai suoi pensieri,ma aveva capito il punto di vista di
Glenn. Capiva i problemi che l'uomo aveva con suo fratello,ma non era
questo il modo giusto per risolvere le cose, non con Merle almeno.
Anche se fosse stato messo
all'angolo, Merle se ne sarebbe sempre tirato fuori strisciando.
''Lascia che il passato sia passato'' sputò fuori. ''Io dico di
chiuderla qui e andare avanti con il presente.''
Glenn sbuffò disgustato. ''Fino a quando il passato non
ritornerà per spararci alla testa mentre dormiamo, intendi
dire.''
''Non ho intenzione di sparare nessuno'', disse Merle con noncuranza.
''Sarebbe uno spreco di proiettili.Se non altro,mi farebbe piacere tagliarti
la gola mentre stai dormen..-''
''Sta zitto,Merle!'' abbaiò Daryl, rivolgendoli un'occhiataccia per quell'ultima affermazione
Merle sollevò una mano in segno di resa e ridacchiò. ''Sto solo giocando,ragazzo. Nessun danno,nessun errore.''
''E poi ti domandi perché non lo voglio in giro'' , disse Glenn disgustato.
''Accidenti,rilassati,ragazzo'' , disse Merle gioviale. ''Vivrai più a lungo''.
''Non con te che te ne vai in giro'' , gettò indietro
Glenn. ''Sappiamo tutti quanti quello che stai cercando di fare.Non
avrai l'opportunità di coglierci di sorpresa.''
Merle si limitò a sorridere. ''Beh,è chiaro che tu sia
fin troppo intelligente per me, Mr. Ching Chong. Hai capito tutto di me
e
del mio malvagio piano. Credo che ormai non mi sia rimasto
nient'altro da
fare se non strisciare via,con la coda tra le gambe''. Si chinò
più vicino a Glenn, l'espressione indurita. ''Però non ti
consiglio di aspettare che questo accada veramente.Perché
potrebbe essere un'attesa dannatamente lunga per te''.
''Merle, andiamo via'' , disse Daryl bruscamente, notando come Glenn
stesse per esplodere nuovamente. ''Andiamo a fare un altro giro di
caccia prima che tramonti il sole.''
Merle guardò Glenn con insolenza e poi spostò lo sguardo
su Daryl. ''Come vuoi tu,fratello. Sai che sono focalizzato
esclusivamente sul bene comune in questi ultimi giorni.E vedendo come i
fratelli Dixon qui, sono gli unici che riescono a portare carne fresca
sulla tavola, suppongo che tutti quanti stiate facendo affidamento su di noi''. Sorrise.
''E io non voglio deludere nessuno di voi''.
Glenn sembrava sul punto di esplodere quando Maggie lo afferrò
per un braccio cercando ansiosamente di attirare la sua
attenzione. Daryl nel frattempo si era voltato e aveva iniziato ad
allontanarsi,sperando che Merle gli venisse incontro prima che le cose
precipitassero ulteriormente. Abbastanza sicuro,Daryl sentì i
passi di
Merle dietro di lui mentre ripercorrevano a ritroso il percorso verso
l'uscita del cancello principale. Merle afferrò il suo
fucile lungo la strada e Daryl aveva già la balestra sulla
spalla mentre si allontanava a grandi passi verso il cancello.
''Sei arrabbiato con me,fratellino?'' chiese Merle laconicamente,
cercando di mantenere il suo passo. ''Ti ho messo in imbarazzo davanti
ai tuoi nuovi splendenti amichetti?''
''Perché deve essere sempre così con te?'' gli rispose
Daryl frustrato. ''Perché devi sempre allontanare tutti?E' stato
sempre così,fin da bambini.Nessuno dei miei amici avrebbe osato
avvicinarsi a casa nostra quando tu eri in giro perché finivi
sempre con il tormentarli''
''Mi stavo solo assicurando che tu non te la stessi facendo con una
massa di femminucce'' , protestò Merle. ''Stavo solo cercando di
proteggerti,ragazzo''.
Daryl grugnì, non era la prima volta che sentiva questa scusa.Il
punto era, che quando Merle cercava di proteggerlo andava sempre a finire con la
solitudine,l'umiliazione e con l'abuso,e delle volte,ma solo se era
abbastanza fortunato,con tutte e tre le cose contemporaneamente. ''Non ho
mai avuto bisogno del tuo particolare modo di prenderti cura di me,e
sicuro come la morte non ne ho bisogno adesso''.
''Ti stai prendendo gioco di tuo fratello maggiore,è questo che mi stai dicendo?'' chiese Merle bruscamente.
Daryl si girò verso di lui, l'opprimente frustrazione di tutta
questa situazione ebbe finalmente la meglio. ''Ti sto dicendo che
questo gruppo,che il
fatto di essere in questa prigione,e la nostra chance migliore di
sopravvivenza e tutto quello che stai facendo tu e cercare di mandare
tutto quanto
all'aria!'' disse Daryl con rabbia. ''Questo non è prendersi
cura di me, Merle. Questo sei solo tu che sventoli all'aria il tuo
cazzo, come hai
sempre fatto, per dimostrare a tutti quanto tu sia forte.'' La
faccia di Daryl era sconvolta dalla rabbia. ''Il fatto è, che tu
sei quell'uomo forte che se n'è sempre andato quando le cose
iniziavano a mettersi male, lasciandomi da solo in mezzo ai casini
provocati da te.'' Daryl puntò il dito contro il suo petto.
''Non
succederà questa volta,hai capito? Non ti lascerò
rovinare nessun'altra delle mie cose''. Respirava in modo affannoso
dopo quella tirata,guardando con circospezione quale sarebbe stata la
reazione di Merle al suo sfogo. Lui non era abituato a vederlo in
questo modo e Daryl non aveva la minima idea di come l'avrebbe presa.
Ma al posto di reagire con rabbia,Merle lo sorprese con un sorrisetto
ironico. ''Guardati un po,tutto acido e rabbioso'' Diede una risata
secca. ''Nessuno ti ha mai raccontato come eri quando quella
vecchia puttana di nostra madre ti ha portato a casa dall'ospedale?''
Daryl aggrottò le sopracciglia, confuso dal brusco cambio di argomento. ''Che cosa?''
''Per i primi due mesi,non hai versato una sola lacrima''
ricordò Merle. ''Non era normale. La vecchia strega era
talmente preoccupata che ti portò a visita da un dottore per assicurarsi che tu
non fossi ritardato o altro.'' Si batté un dito sulla
fronte. ''Sai, morbido in testa''.
''Ho capito'' dichiarò Daryl categoricamente.
''Il ciarlatano disse che eri in perfetta salute
e dannazione,circa una
settimana dopo hai finalmente aperto quella bocca e iniziato a
strillare come
se qualcuno ti stesse scuoiando vivo.'' Merle
ridacchiò. ''Cosa che il vecchio iniziò a prendere in
considerazione di fare al sesto giorno consecutivo di te che continuavi
a urlare come un mulo.'' Scosse la testa, ''Non c'era nulla che ti
facesse stare
zitto.'' Merle fece un mezzo sorriso. ''A eccezione mia.Iniziai a
canticchiare e tu ti calmasti subito. Nessun altro aveva quel tocco
magico,
solo io.''
Daryl fu preso alla sprovvista, cercando di immaginare suo fratello che cantava per un bambino. ''Non me lo ricordo.''
''Certo che non te lo ricordi'' disse Merle facilmente. ''Tutto quello
che eri in grado fare era fartela addosso e succhiare la tetta di
mammina per tutto il
giorno.E' improbabile che tu ricordi cose del genere.''
Guardò Daryl pensieroso. ''Vedi, questo è il motivo per
cui so che noi abbiamo un qualcosa di speciale, fin
dall'inizio,fratellino. La mia voce era l'unica alla quale prestavi
ascolto, perché sapevi, anche allora, che ero l'unica persona a
prendersi cura di te in quel buco merdoso di casa dove siamo
cresciuti.'' Merle fece
un passo avanti. ''Io e te, siamo sopravvissuti insieme'', disse piano.
''Sono il tuo unico fratello,e puoi odiarmi se vuoi, ma non cambierai
mai il legame di sangue che scorre tra di noi''. Guardò
nuovamente verso la prigione. ''Loro pensano che tu abbia dei legami
con loro.'' Merle sputò per terra. ''Ma non ne sanno un
cazzo di legami''. Mise la mano sulla spalla di Daryl e la strinse
forte,avvicinandosi a lui in modo che la sua fronte e quella di Daryl
si toccarono. ''Siamo cresciuti insieme, siamo sopravvissuti a
quei schifosi pezzi di merda dei nostri genitori. Siamo noi contro il
mondo, è sempre stato così, e lo sarà sempre.
Tutti gli altri sono solo di passaggio e noi non abbiamo nessuna
pretesa su di loro come loro non l'avranno su di noi. E' così
com'è, e se la pensi diversamente, allora sei solo impazzito''.
Stringendo per un ultima volta la spalla di Daryl,Merle lo
lasciò
poi andare facendo un passo indietro. ''Andiamo,fratellino'' , disse
allegramente, ''questi scoiattoli non si uccideranno da soli.'' Merle
iniziò ad allontanarsi,ovviamente avendo appena deciso che la
conversazione era terminata. Si fermò e guardò dietro la
sua spalla quando vide che Daryl non lo seguì immediatamente.
''Sei con me oppure no,ragazzino?'' chiese Merle.
Daryl avrebbe voluto veramente avere una risposta a questa
domanda,ora confuso più che mai.I suoi sentimenti ambivalenti
nei confronti di Merle si davano la caccia nella sua testa fino a quando
non arrivò a pensare che forse a un certo punto la testa gli sarebbe semplicemente
esplosa,vomitando fuori tutta la sua confusione in modo che tutti
potessero vederla. Dannazione,a questo punto sarebbe stato quasi un
sollievo.
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Gli occhi di Daryl si spalancarono quando sentì il tocco leggero
sul suo braccio. I suoi muscoli si tesero, pronti a scattare, ma
all'improvviso la voce di Carol giunse al suo orecchio.
''Dobbiamo parlare''.
Il suo respiro gli solleticò il collo e un brivido
corse lungo tutto la sua schiena. Sollevò la testa dallo
zaino che usava come cuscino e gettò una rapida occhiata a
Merle. Suo fratello era profondamente addormentato dalla parte opposta
della zona che avevano contrassegnato come la loro.
''Sta dormendo'', Carol lo rassicurò
Daryl si stropicciò gli occhi,cercando di scacciare via il
sonno. Carol sembrava quasi una creatura luminescente,immersa nella
luce lunare che filtrava dal finestrone nel blocco delle celle.
Lei lo prese per mano. ''Andiamo forza'', disse piano. Lo tirò
per il braccio e Daryl si sollevò ubbidiente in piedi. Non
lasciò andare la sua mano nemmeno mentre lo conduceva giù
per le scale della zona notte e passava oltre tutte le persone
addormentate nelle rispettive celle. Carol si mantenne leggermente
davanti a lui mentre continuava a camminare, guidandoli entrambi fuori
dal blocco C verso le catacombe della prigione.
''Stiamo andando verso le tombe'', sussurrò Daryl. ''Dobbiamo fermarci. Quella zona non è completamente sicura''.
''Va tutto bene'' , Carol lo rassicurò. ''Ho bisogno di parlarti e abbiamo bisogno di restare da soli''.
Lo stomaco di Daryl si contorse nervosamente a quelle parole, una fitta
di terrore lo centrò dritto al petto. Non sapeva che cosa Carol
stesse per dirgli e a questo punto e non sapeva nemmeno in che cosa
sperasse. Tutto quello che Daryl sapeva era che non aveva la forza di
volontà necessaria per rifiutarsi di seguirla.
''Ci siamo quasi''. Nelle tombe era buio, solo alcuni sporadici fasci
di luce riuscivano a farsi strada attraverso le profondità in
cui si stavano addentrando.
All'improvviso la mano di Carol scivolò via dalla sua. ''Carol''
, disse, mentre cercava di sbirciare nel buio in preda al panico,
cercando di scorgerla. ''Carol, dove sei?''
''Sono proprio qui''. La sua voce proveniva da davanti a lui.
Daryl aggrottò la fronte. ''Torna indietro, è facile perdersi qui. Dobbiamo stare vicini''.
''Allora perché non vieni a prendermi?'' Il suo invito ironico fece innervosire Daryl.
Andò avanti, costeggiando il muro accanto a lui con la
mano in modo da riuscire a orientarsi nel corridoio.
Allungò l'altra mano di fronte a lui, avanzando mentre cercava
di raggiungere Carol.
''Mmmh.. sei fuori strada'' , disse la voce canticchiante di Carol.
La voce era arrivata da dietro le sue spalle e Daryl si
voltò di scatto, non riuscendo a credere che Carol avesse potuto
superarlo in quel modo. ''Carol, smettila di giocare'', disse
bruscamente.
''Non è per questo che siamo venuti fino a qui?'' lo prese in giro lei. ''Per giocare?''
Daryl deglutì, non capendo a che gioco stesse effettivamente
giocando Carol. ''N-no..certo che no'', ringhiò. La sua
negazione non suonò particolarmente convincente nemmeno alle sue
stesse orecchie.
''Vuoi baciarmi?'' disse quella voce incorporea
''N-no'', rispose Daryl troppo velocemente, la sua voce esitante persino in quell'unica sillaba
Il viso di Carol apparve di fronte a lui,alcuni passi più
indietro,il resto del suo corpo era immerso nell'ombra. ''Allora vuoi
che io ti baci?''
''No'', gracchiò,i suoi occhi che iniziavano spontaneamente a
scorrere sulle sue labbra. Daryl distolse lo sguardo da lei ma ormai
era troppo tardi, il suo sangue iniziò a pulsare velocemente
lungo tutte le sue vene.
Il dolce tintinnio della risata di Carol aleggiò nell'aria prima
che scomparisse nuovamente dalla sua vista. ''Vuoi sapere
se desidero un tuo bacio?''
Daryl non rispose questa volta, cercò soltanto di capire dove
era andata a cacciarsi. Tese l'orecchio, cercando di cogliere il rumore
dei passi di Carol mentre si muoveva attorno a lui, ma non
riuscì a percepire nulla. Poi Daryl sussultò nel sentire
il tocco delle mani di Carol sulla sua schiena.
Carol si strinse contro il suo corpo,poggiando la guancia contro la sua
schiena. ''Lo desidero, desidero un tuo bacio, Daryl..''. Le mani di
Carol scivolarono e andarono incontrarsi nuovamente sul suo petto,
prima di iniziare lentamente a farsi strada verso il basso.
Lo stomaco di Daryl si strinse con forza mentre le mani di Carol
scorrevano sopra di lui e continuavano a scivolare sempre più in
basso. Il suo corpo proruppe in un tripudio di sensazioni al suo tocco
e Daryl poté sentire le ginocchia farsi sempre più
deboli. Tutto quello che voleva fare era lasciare che Carol continuasse
a toccarlo in quel modo,ma c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo.
Daryl le afferrò le mani, arrestando improvvisamente il loro
progresso verso il basso. ''Smettila'' gracchiò. ''Perché
lo stai facendo?''.
''A una donna capita di sentirsi sola'', fu la risposta gutturale di
Carol. ''Desidera un uomo che le tenga compagnia e che la faccia
sentire speciale''. Si strusciò contro la schiena di Daryl,
costringendolo a strizzare forte gli occhi per contrastare la delizia
di quella sensazione. ''Non vuoi essere tu quell'uomo,Daryl?''
La gola di Daryl si era seccata, parlare sembrava qualcosa di
impossibile da fare adesso con l'effetto che Carol stava avendo su di
lui. ''I-io..-''
''Oppure sarò costretta a trovarmi un vero uomo e non una
sottospecie di femminuccia che non sa che cosa farsene del corpo caldo
di una donna?'' Le parole di scherno di Carol furono accompagnate dal
distacco del suo corpo da quello di Daryl
Daryl si voltò bruscamente, in uno stato di shock per le sue
parole crudeli, la confusione che scorreva ribelle attraverso il suo
corpo. ''Fottiti!'' disse con voce rauca
''Non è questo il punto?'' la sua voce continuava a torturarlo
dal profondo del corridoio oscuro. '' Non vuoi scoparmi, dannazione,
non puoi farlo. Che razza di spreco.''
Il cuore di Daryl batteva così forte, sapendo che c'era qualcosa
di terribilmente sbagliato in tutto questo. Carol non gli avrebbe mai
rivolto quelle parole. ''Chi sei tu?'' domandò, il suo cervello
confuso cercava di capire quello che stava succedendo. ''Che cosa
ne hai fatto di Carol?''
''Io sono Carol.'' Era di fronte a lui adesso,in piedi all'interno di
un fascio di luce. Improvvisamente Merle uscì dall'ombra e si
avvicinò alle spalle di Carol. Avvolse un braccio possessivo
attorno al suo petto e sorrise a Daryl mentre strofinava la sua guancia
contro quella di lei. ''Ma va tutto bene'', proseguì,
''Finalmente ho trovato un vero uomo, non ho più bisogno di te.''
''Carol..'', gracchiò la voce di Daryl piena di dolore, scuotendo la testa alla vista di loro due insieme in quel modo.
Il ghigno di Merle si allargò nel vedere l'angoscia di Daryl e
poi improvvisamente mutò davanti ai suoi occhi,trasformandosi in
una versione zombie di Merle che puntualmente strappò via la
gola di Carol,facendo schizzare il suo sangue sopra le pareti senza
darle nemmeno il tempo di gridare.
''Merle,NO!'' Daryl urlò e cercò di correre verso Carol
per poterla aiutare,ma le gambe non rispondevano al suo volere.Era
come essere intrappolati in una pozza di fango e non riusciva a
liberarsi. Un forte dolore al ginocchio lo fece sibilare di dolore, si
chinò velocemente per afferrarlo e in quel momento, si
svegliò di soprassalto.
Si tirò su a sedere sul suo materasso,coperto di sudore e
ansimando selvaggiamente. Il sangue ruggiva nelle sue orecchie mentre
fissava con timore la figura in piedi davanti a lui.
Merle inarcò un sopracciglio alla vista dell'espressione
terrorizzata di Daryl. ''Ti ho dato solo un colpetto'', disse, facendo
riferimento al calcio che gli aveva dato alla gamba, ''Andiamo, non
fare la femminuccia''.
Daryl si asciugò il sudore che gli colava dalla fronte, lottando per tornare alla realtà.
''E' il tuo turno di guardia''. Merle guardò con interesse il grembo di Daryl dove c'era un evidente situazione di tensione
Daryl si rese conto subito dopo dello stato in cui
si trovava il suo corpo,al ricordo del sogno di Carol che si strusciava
contro di lui. Cercò di coprirsi come meglio poteva, ma ormai
era troppo tardi.
''Vuoi darti una scrollata prima,in modo da riuscire a tenere salda la
mira in caso uno di quegli zombie finisse con il venirti addosso?''
disse divertito a Daryl che si contorceva in imbarazzo. Merle si
grattò il petto con il moncherino. ''Hai detto il mio nome'',
osservò con indifferenza. Lo sguardo di Merle tornò a
focalizzarsi sulla condizione che Daryl stava freneticamente cercando
di nascondere. ''Spero che queste due cose non siano collegate. So di
aver detto che abbiamo un legame, ma sto disegnando una linea sulla
sabbia a proposito del fatto di volerci scoparci a vicenda. Diavolo,
non siamo mica dei campagnoli malati''.
Merle andò a gettarsi sopra il materasso dall'altra parte della
stanza,lasciando Daryl con il volto fiammeggiante e rosso per la
vergogna, ancora cercando di riprendersi da quell'incubo confuso che
aveva appena vissuto. Era stato così terribilmente reale che il
fatto di riuscire a staccarsi da quello scenario onirico si stava
rivelando difficile. Daryl si chinò a terra e appoggiò la
fronte contro il freddo pavimento di metallo. Cazzo, questi sogni
avrebbero finito con l'ucciderlo.
E a questo punto, non sembrava un destino poi così orribile.
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Capitolo 20 *** Capitolo 21 ***
echoes capitolo 21
E
dopo un breve periodo di vacanza eccomi di nuovo qui a riprendere da
dove mi ero fermata..forse a qualcuno sono mancata o forse no,ma a me
è mancato sicuramente tradurre questa splendida fan fic e
potermi nuovamente immergere con la mente nell'universo di the walking
dead.. Buona lettura :) XXX
Capitolo 21
Carol afferrò le piccole gambette di Judith, piegate come quelle
di una ranocchietta, in modo da poter fare scivolare sotto di lei un
nuovo pannolino pulito. La neonata stava iniziando lentamente a
guadagnare peso grazie alle frequenti scorpacciate che stava facendo.
Durante la gravidanza, Lori passò la metà del tempo
praticamente morendo quasi dalla fame e Judith era nata con un peso di
tre chili o poco più. Il fatto che stesse già iniziando a
guadagnare tutto questo peso rese Carol molto felice. Aveva avuto un
inizio così brusco che era bello adesso poter essere testimone
del fatto che qualcosa di positivo le stesse finalmente accadendo.
Un movimento ai margini del suo campo visivo catturò
l'attenzione di Carol. '' Rick , '' urlò alla figura che era
appena passata di fronte alla cella dove stava con Judith, '' vieni a
dare un bacio a tua figlia prima che la giornata abbia inizio. ''
Rick tornò sui suoi passi, e rivolse a Carol un sorriso
distratto. ''Scusami, ho un sacco di roba di cui occuparmi oggi. Mi
è passato completamente di mente.''
Carol finì abilmente di sistemare il pannolino di Judith e le
diede una veloce e leggera carezza sulla testa, ''Non dirlo a me, dillo
a lei ''. Sollevò in aria la bambina e la consegnò
a Rick.
Rick prese Judith tra le braccia e sorrise alla piccola bambina che
sbatté lentamente le palpebre verso di lui. ''Hey, ragazzina ''
, disse con voce roca, '' farai la brava con la zia Carol e la zia Beth
oggi?'' . Judith soffiò fuori dalla bocca una piccola bolla e
sollevò in aria un piccolo pugno. '' Lo prenderò come un
''certo,papà'' , giusto perché tu lo sappia'' , la
informò scherzosamente. Judith afferrò il suo dito e lo
strinse forte. Rick si lasciò sfuggire un sospiro pesante mentre
la guardava.
''Che cosa c'è che non va?'' lo interrogò Carol mentre
riordinava la postazione adibita al cambio dei pannolini di Judith.
''Stavo solo pensando a quanto sono facili le cose quando sono ancora
così piccoli.'' Rick agitò nell'aria il dito a cui Judith
stava ancora aggrappata. ''Devi occuparti solo darli da mangiare,di
tenerli al caldo e puliti e questo è tutto quello di cui hanno
bisogno'' .
Carol si raddrizzò e si voltò verso di lui,scrutando con
attenzione il volto di Rick. ''Tu e Carl state avendo dei problemi?''
Rick fece una smorfia. ''Non so che cosa ci sia che non va in lui
ultimamente. Sembra che non riusciamo a fare a meno di litigare tutto
il tempo'' . Chiuse gli occhi e tutto a un tratto apparve smarrito.
''Forse il problema sono io. Non riesco proprio a relazionarmi con lui
in questi giorni. Entrambi non facciamo altro che respingerci ma so che
non è quello il mio intento''. Rick riaprì gli occhi e
fece una smorfia di rammarico. ''Sembra che debba andare per forza
così''.
Carol annuì comprensiva. ''Ne avete passato tante
entrambi, entrambi avete perso molte cose e questa vita..-'' fece
una smorfia, '' non è semplice''. Carol mosse le spalle
leggermente inquieta. ''Le relazioni possono complicarsi, anche quando
non lo desideri''. Non poté fare a meno di pensare a Daryl
mentre pronunciava quelle parole. L'aveva evitata per tutta la giornata
precedente e Carol avrebbe tanto voluto sapere che cosa gli stava
passando per la testa. Era una cosa la tormentava tutte le volte in cui
Daryl tentava di isolarsi dal gruppo e in particolar modo da lei. La
cosa che la preoccupava maggiormente era il fatto che l'isolamento di
Daryl includeva Merle. Niente di buono poteva venire fuori dallo stare
in costante compagnia di quell'uomo. Le sue labbra si strinsero forte
al pensiero.
''A cosa stai pensando?''
Carol spostò il suo sguardo da Judith a Rick. Sorrise debolmente. ''Stavo solo pensando a Daryl e Merle''.
''Già..'' grugnì Rick, '' non è un argomento
divertente''. Fece una smorfia. ''Continuo a sperare che un giorno
Merle abbassi la guardia e si imbatta in una mandria di zombie mentre
ritorna da una delle sue battute di caccia''. Rick diede un sorriso
sbilenco. ''Non è molto nobile da parte mia, vero?''
Carol proruppe in una risata secca. ''Direi che sarebbe una fine
abbastanza dolce se messa a confronto con il modo in cui qualcuno di
noi vorrebbe vederlo morire''.
''Glenn''.
''Non sta prendendo affatto bene il fatto che Merle giri ancora attorno
a noi''. Carol sospirò. ''Proprio per niente. Sono preoccupata
per lui''. Arricciò il naso. ''E per te e per Daryl''.
''E' un bel po di roba di cui preoccuparsi'', osservò Rick ironicamente.
''Lo so, sta diventando la mia specialità''.
Rick guardò in basso verso Judith mentre si inumidiva il labbro
superiore con la lingua. Carol sapeva che quello era il segno che stava
scegliendo con cura le parole che avrebbe pronunciato di lì a
breve. Si schiarì la gola, l'attenzione ancora concentrata su
Judith. '' Lo sai, Daryl rispetta tantissimo la tua opinione. Se tu
provassi a..-''
''Non chiederò a Daryl di cacciare via Merle'' , lo interruppe lei.
''Deve essere consapevole del fatto che deve fare una scelta'' ,
affermò Rick. ''Merle non ci sta nemmeno provando''. Fece
una smorfia. ''Cioè,lo sta facendo, cercando di scoprire tutti i
nostri punti deboli''.
Carol desiderò ardentemente di poter dissentire. ''Merle si
sente minacciato dal gruppo. Non può fare altro che mantenersi a
distanza perché è quello che ha fatto per tutta la sua
vita. E' l'unico meccanismo di difesa che conosce.''
''Forse è la verità'' , disse Rick torvo, '' ma la nostra
casa non è un centro di accoglienza per persone emotivamente
compromesse''.
Carol rise a quelle parole. ''Rick, non c'è nessuno di noi che
non abbia fatto i conti con questo nell'ultimo anno. La nostra unica
salvezza è stata quella di aver perso la ragione a turni alterni
mentre il resto di noi cercava di andare avanti per il bene di tutti''.
Rick distolse brevemente lo sguardo e emise un rumore
frustrato.Tornò a guardare Carol con un'espressione intenta.
''Penso solo che, se tu facessi presente a Daryl il fatto che avere
Merle attorno non ti fa sentire sicura e se gli chiedessi di
pensarci..-''
''Non funzionerà''.
Rick non aveva intenzione di lasciar perdere. ''Penso che tu stia
sottovalutando l'influenza che hai su di lui. Lui si prende cura di te.
Farebbe qualsiasi cosa pur di renderti felice''.
Carol non riuscì a trattenere la piacevole sensazione che
provò nel sentir pronunciare quelle parole a Rick ma questo non
era il punto a cui lei voleva arrivare. Scosse la testa. ''Rick, pensa
a quello che stai dicendo.''
''L'ho fatto e credo che ne valga la pena''.
''Per quanti anni hai lavorato come Sceriffo?''
Rick sbatté le palpebre e sembrò sorpreso da quella
domanda e dal brusco cambio di argomento. ''Ah,per quindici anni,ma io
non..-''
''E a quanti casi di abuso domestico hai assistito durante tutti
quegli anni?''. Carol sollevò un sopracciglio.
''Tirerò a indovinare,più di uno?''
''Sfortunatamente si''.
''E tra tutti questi casi di violenza ,quando tu arrivavi là per
arrestare l'uomo che aveva picchiato la sua donna fino a farla
quasi svenire,che percentuale daresti alle donne che dopo essere state
ridotte in quel modo la mattina dopo si sono presentate per cercare di
tirare fuori quello stesso uomo di prigione?''
La mascella di Rick si indurì.
''Beh,Quante?..''
''Posso contarle sulle dita di una mano'', ammise a malincuore.
''Ed ecco la spiegazione riguardo al ciclo degli abusi, è solo
questo, un ciclo. C'è bisogno di più che delle semplici
buone intenzioni per riuscire a fermarlo.'' Carol sostenne il suo
sguardo con fermezza. ''Io ero una di quelle donne,Rick. Ho salvato
quel bastardo di mio marito dalla prigione più volte di quante
ne possa contare. Dannazione,delle volte ci andavo direttamente
all'uscita dall'ospedale all'interno del quale lui stesso mi aveva
spedita''. Carol chiuse gli occhi per un attimo, cercando di capire il
tipo di donna che lei stessa era stata. Perché il fatto di poter
semplicemente scappare gli era sembrato così difficile
rispetto al restare e al dover combattere ogni giorno per sopravvivere?
Solo ora che si era liberata di tutta la paura e della violenza Carol
riuscì a capire come stavano davvero le cose. Lei era sempre
stata una donna forte, per essere riuscita a sopravvivere così a
lungo a quel tipo di abusi, doveva esserlo. A quel tempo, aveva creduto
alle bugie di Ed sul fatto che fosse una persona debole e priva di
alcun valore. Ma ora non ci credeva più. Carol sapeva e sentiva
con ogni fibra del suo essere che non avrebbe mai più permesso a
nessun uomo di trattarla a quel modo. Sentì la mano di Rick sul
suo braccio.
''Carol,mi dispiace''. Aprì gli occhi per vedere un Rick
dall'espressione colpevole. ''Non avevo intenzione di riportare alla
mente brutti ricordi''.
Carol sorrise. ''Non l'hai fatto. Il punto è che nessuno di noi
può salvare Daryl da Merle. Daryl deve volersi liberare di Merle
da solo, deve rendersi conto che non merita di essere trattato in
questo modo e che non l'ha mai meritato. Se provassimo ad agire
diversamente, non durerà e Daryl soffrirà più di
quanto non sarà necessario''.
Rick la stava guardando con stupore. ''Sei sempre stata così
intelligente o semplicemente sono io a essere diventato più
stupido?''
''Lo prenderò come un complimento un po ambiguo'', disse Carol con finta esasperazione.
''OK..sono decisamente diventato più stupido'', disse Rick
velocemente, realizzando quanto la cosa suonasse ovvia. ''Scusami. Hai
ragione, non possiamo forzare Daryl. Avrei dovuto capirlo dopo tutti
quegli anni passati nella legge''.
''Penso che sia passato un bel po di tempo dall'ultima volta in cui hai
pensato a te stesso in quei panni,Rick'' dichiarò Carol con
astuzia. ''So che hai lottato duramente con quanto il modo di fare di
prima potesse trovare un posto in questo nuovo mondo.''. Mosse una mano
per catturare uno dei piedini di Judith,giocandoci distrattamente. ''Ci
sono un sacco di cose del vecchio mondo,del vecchio Rick, che vale la
pena mantenere''. Sollevò lo sguardo verso di lui. ''Nel
caso in cui tu stessi cercando un parere in merito,per quanto possa
valere''.
''La tua opinione vale tantissimo per me, Carol'' , disse Rick con calma.
''Bene,allora te ne darò un altra''. Non gli diede il tempo di
ribattere. ''Dobbiamo tenere duro ancora per un altro po. Io credo in
Daryl e sono sicura che prenderà la decisione giusta molto
presto per quanto riguarda Merle,ho fiducia anche in te, Rick, sul
fatto che sarai in grado di far mantenere a tutti la calma fino a
quando questo non accadrà''. Le labbra di Carol si sollevarono
in suo sorriso amaro. ''E ho fiducia sul fatto che Merle si darà
molto presto la zappa sui piedi da solo,perché questa è
l'unica cosa che quell'uomo sa fare''.
''Hai un sacco di fede''.
''Si,ce l'ho''.
''Ti dispiacerebbe prestarmene un po?'' chiese Rick seccamente.
Carol fece una risatina. ''Per un prezzo ragionevole. Vedrai, Rick, si
sistemerà tutto alla perfezione. Stiamo giocando una partita
vincente e sarà così che andranno le cose''.
Rick sospirò. ''Spero che tu abbia ragione, Carol. Non voglio
pensare a che cosa potrebbe accadere nel caso in cui tu ti sbagliassi''.
''Nemmeno io..'' ammise Carol. C'era in gioco qualcosa di molto
importante, ma Carol era consapevole del fatto che c'erano un sacco di
modi in cui le cose sarebbero potute andare storte. Ma lei non aveva
mentito, si fidava di Daryl e quando lui avesse iniziato ad avere un po
di fiducia anche in se stesso, le cose sarebbero andate decisamente
meglio.
Dovevano andare meglio.
oooOOOOooo
Daryl se ne stava accovacciato a terra, mentre terminava di sistemare
alcuni contenitori di acqua e di cibo all'interno del suo zaino, pronto
per andare a caccia.
Merle stava appoggiato contro il muro accanto a lui. ''Beh,tutto questo
non ti scalda profondamente il cuore?'' chiese sarcastico.
Daryl lo guardò. ''Che cosa?''
Merle indicò verso la passerella al lato opposto alla fine del
blocco delle celle,dove avevano una visuale all'interno della cella di
Rick. Daryl allungò il collo e vide Rick tenere in braccio
Judith sulla soglia,mentre Carol stava accanto a lui. Parlavano a voce
bassa e stavano molto vicini.
''Cosa?'' ripeté Daryl.
''Non puoi essere così cieco da non notare il modo in cui si
comportano quando stanno assieme'' , osservò Merle con
noncuranza. ''Lo sceriffo e la vedova non fanno altro che bisbigliare
l'uno all'orecchio dell'altro.E' chiaro come il mattino che ci sia
sotto qualcosa''.
Daryl si raddrizzò,accigliato mentre si gettava lo zaino sulla
spalla. ''Rick e Carol non sono in quel modo'' , disse sbrigativo.
Anche se non appena pronunciate quelle parole, Daryl non riuscì
a fare a meno di gettare nuovamente un'occhiata a Rick e Carol e a
notare il modo in cui stavano vicini. Una fitta di gelosia
attraversò il suo corpo come una scossa e Daryl rimase
sbalordito dalla ferocia di quell'emozione per lui finora sconosciuta.
La sua mascella si indurì, infastidito dal modo in cui questa
sensazione gli fece perdere il controllo.
Merle sbuffò. ''Si che lo sono, ragazzo, apri gli occhi. Il
poliziotto gentile ha bisogno di una mamma per quel moccioso e sappiamo
tutti che Carol non vede l'ora di fare da mamma a qualcuno.'' Rivolse a
Daryl un sorriso sornione. ''Qualcun'altro oltre a te,naturalmente''.
''Non sai nemmeno di cosa diavolo stai parlando'' ringhiò Daryl.
''So solo quello che vedo'', ribatté Merle. ''Sei come un
esperimento per quella donna. E' gentile con te solo perché
voleva che tu ritrovassi la sua bambina. Conosco quel tipo di persona,
l'educazione è come una malattia per loro. Non ti diranno mai la
verità dritta in faccia''.
''Tu non la conosci'' sbottò Daryl. ''Tu non sai com'è Carol''.
''So esattamente com'è'' , disse Merle indolente. ''Ho
incontrato questo genere di persone più di una volta durante la
mia vita e lo stesso vale per te. Come alcuni di quei benefattori che
si presentarono sulla soglia di casa nostra, quelli che volevano
cercare di salvarci e poi quando tutto si fece troppo reale e
difficile, fuggirono con la coda tra le gambe alla loro piccola vita
accogliente e sicura. Noi non abbiamo bisogno della carità di
nessuno, non ne avevamo bisogno allora, non ne abbiamo bisogno adesso,
non abbiamo bisogno di essere salvati da nessuno''.
''Carol non sta cercando di salvare nessuno'' disse Daryl
accalorandosi. Si sentiva come se si stesse esponendo troppo, e
non voleva farlo di fronte a Merle, sapendo che suo fratello ci avrebbe
letto molto di più, ma si trattava di Carol, e Daryl non
riuscì a contenersi.
Merle sbuffò con disprezzo. ''Non esiste peggior cieco di chi
non vuole vedere. Pensavo di averti cresciuto in modo da renderti
più sveglio di così''.
La mano di Daryl si strinse attorno al cinturino dello zaino. '' E che
cosa avrei dovuto vederci esattamente, Merle?'' sputò fuori.
''Se pensi di aver capito tutto quanto,allora perché non mi dai
una bella lezione?''
Merle era ancora appoggiato contro il muro, si grattò lo stomaco
distrattamente con il coltello che stava fissato alla protesi sul suo
braccio. ''Te l'ho già detto. Quei due stanno cercando di
infilarsi nei loro rispettivi buchi.'' Le sue labbra si
sollevarono. ''Per così dire. Sai, quei buchi lasciati dalle
persone che amavano e che sono morte lasciandoli soli''
La gelosia artigliò le viscere di Daryl al pensiero che Carol
potesse rivolgersi a qualcun altro invece che a lui per qualsiasi tipo
di conforto. Era stupido, non si dovevano nessun tipo di fedeltà
emotiva, ma Carol aveva la sua, che lo volesse o no. Daryl non
riuscì nemmeno a ricordare il momento esatto in cui aveva deciso
che sarebbe stato sicuro riporre i suoi sentimenti solo su Carol.
Semplicemente un giorno si era svegliato e le cose stavano così.
Effettivamente, sembrava che tutto fosse andato esattamente come doveva
andare fin dall'inizio. Daryl non lo aveva messo minimamente in
dubbio, aveva semplicemente accettato il suo istinto sul fatto che
Carol fosse la persona con la quale si sarebbe sempre trovato al
sicuro. Il punto era che non si era mai fermato a pensare a quello che
potesse pensare Carol. Era stato tutto così talmente naturale
che Daryl aveva dato per scontato che lei era attratta da lui come lui
era attratto da lei. Il fatto che Merle pensasse che Carol lo trattasse
semplicemente con condiscendenza lo stava destabilizzando. Sapeva che
non poteva essere vero, ma ancora una volta, le vecchie insicurezze lo
tenevano in pugno e lo riempirono d'ansia.
Merle stava ancora parlando. ''Mi domando che posto avrai tu
all'interno di questo piccolo nido d'amore che stanno mettendo su''
.Fece schioccare le dita,come se la risposta gli fosse appena venuta in
mente. ''Oooh,penso di saperlo.Tu sarai il vecchio cane da guardia,che
se ne starà legato a una catena sulla parte anteriore della loro
bella casetta,sarai quello che avrà il compito di proteggerli.
Ti getteranno gli avanzi, ma non ti lasceranno mai entrare in casa,
ragazzo''. Guardò il resto del gruppo terminare la colazione
dall'altra parte della stanza. ''Diavolo,a nessuna di queste persone
benestanti importa qualcosa sul fatto che tu viva o muoia,fratellino''.
Merle si avvicinò a lui. ''A nessuno importa niente di te a
eccezione di me. Faresti bene a ricordartelo, ometto''.
Il viso di Daryl si fece sempre più duro e un muscolo
spuntò sulla sua guancia mentre gettava un ultimo sguardo verso
Carol e Rick. Dal punto in cui si trovava, poteva vedere Carol poggiare
la sua mano sul braccio dell'altro uomo. Tornò indietro a quel
giorno, quando li sorprese insieme nella stanza del generatore, mentre
Rick stringeva la mano di Carol. Non ci aveva pensato più di
tanto, al momento, ma ora il suo pugno si strinse di sua spontanea
volontà. Improvvisamente Daryl non riuscì più a
stare lì fermo a guardare. Girò bruscamente sui suoi
tacchi e afferrò la balestra, '' Stiamo andando?''
sbottò. Daryl uscì dal blocco delle celle, senza
preoccuparsi di guardare indietro per vedere se Merle lo stava
seguendo. Il suo stomaco ribolliva di gelosia, mentre la sua testa era
un groviglio di pensieri confusi. L'idea di andare a uccidere qualcosa
in questi giorni era la benvenuta. Daryl si sentiva come se qualcuno
dovesse pur farla pagare a qualcuno per il modo in cui si stava
sentendo in quel momento.
oooOOOOooo
Glenn si trovava sulla torretta di guardia quando scorse attraverso il
mirino del suo fucile Daryl attraversare il campo a grandi passi.
Sembrava che il ragazzo avesse un fuoco acceso sotto di lui, il modo in
cui non accennava a rallentare, lo sguardo fisso davanti a sé.
Glenn voleva chiamarlo per augurargli una buona caccia, ma
l'espressione di pietra di Daryl gli suggerì che probabilmente
non era una buona idea. Spostando leggermente indietro il fucile, Glenn
si ritrovò a inquadrare all'interno del suo mirino Merle, che
stava uscendo a sua volta fuori dal blocco delle celle a un passo
relativamente molto più lento e rilassato,il fucile a
tracolla sulla spalla. La mascella di Glenn si indurì quando lo
vide. D'istinto,il suo dito corse veloce verso il grilletto. Glenn
continuò a tenerlo all'interno del suo mirino mentre lui
continuava ad avanzare attraverso il campo. Sarebbe stato così
facile, tutto quello che doveva fare era muovere il dito ancora di un
millimetro e il problema Merle sarebbe stato risolto,una volta per
tutte. Glenn iniziò a sentire il dito prudere per la
necessità di compiere questo passo. Strinse gli occhi, sempre
mantendo Merle sotto tiro. Il suo dito si strinse sul
grilletto,impercettibilmente. Tutto ad un tratto Merle si voltò
e guardò dritto verso di lui, un ghigno sulla sua faccia. Si
fissarono l'un l'altro ed era come se Merle lo stesse sfidando a farlo
dall'altra parte del campo. Una rabbia frustrante ribollì
all'interno di Glenn mentre rinforzò la sua posizione,
sistemando meglio il fucile contro la sua spalla. Merle non pensava che
avesse abbastanza palle per farlo ma Glenn sapeva molto di più
''Che diavolo stai facendo?''
La domanda scioccata di Maggie gli fece distogliere subito lo sguardo
da Merle mentre si raddrizzava e lasciava cadere il fucile verso il
basso. Batté le palpebre verso Maggie e il piatto di cibo che
aveva portato fin sulla torre con la sua colazione. ''Niente'' , disse
velocemente. ''Sto di guardia come sempre''.
Maggie si avvicinò lentamente all'interno della torretta e
posò il piatto di cibo su una sporgenza riflettendo
attentamente. ''Stavi soltanto pensando di sparare a Merle,prima che io
arrivassi?''
Glenn aprì la bocca per mentire ma poi decise che sarebbe stato
inutile. ''Sarebbe la fine del mondo se Merle non fosse più in
giro?'' disse freddamente
Maggie lo guardò con orrore. ''Non posso credere che tu stessi facendo sul serio'' disse sconvolta
''Merle è una minaccia per il gruppo'', disse Glenn senza alcuna
ombra di pentimento. ''E' instabile e imprevedibile e non dovrebbe
nemmeno trovarsi qui, per prima cosa. Nessuno sembra volersi prendere
il disturbo di voler affrontare la situazione. Mi stavo solo facendo
avanti.''
Lo sguardo di Maggie era incredulo. ''Questo lo chiami farsi avanti?''
Glenn fece spallucce ma non riuscì a reggere il suo sguardo. ''
Si,è così. Non vedo perché debba essere un
problema per te,Maggie''.
''Perché non è la cosa giusta'', disse, lacrime di commozione le riempirono gli occhi.
''Stai piangendo per quell'animale?'' chiese Glenn incredulo, la rabbia
gli fece sollevare il tono di voce più di quanto avesse
previsto. ''Hai delle lacrime per Merle Dixon?'' . Non riusciva a
capacitarsi del motivo per cui nessun altro prendeva seriamente la
minaccia che Merle rappresentava per tutti loro. Glenn si sentiva come
se fosse in uno di quei sogni in cui tentava disperatamente di gridare
un avvertimento a delle persone,ma nessuno riusciva a sentirlo,
nonostante lui si trovasse davanti a loro.
''No, idiota'', disse Maggie con voce soffocata, ''le mie lacrime sono per te''.
Glenn fu preso alla sprovvista. ''Per me?''
''E' come se stessi guardando l'uomo che amo scomparire lentamente di fronte ai miei occhi'', disse con voce roca.
''Maggie..'' disse Glenn in stato di shock, ''Io sto solo cercando di proteggerti''.
''Tu stai solo cercando la vendetta'', lo corresse Maggie cupa. Si
strofinò gli occhi. ''E io non ti darò
l'opportunità di usarmi come giustificazione per la tua rabbia.
Ho accettato quello che è successo,me ne sono fatta una ragione
e tu devi solo fare lo stesso''.
''Sto cercando di..-'' continuò Glenn
Maggie raddrizzò le spalle,la sua mascella si indurì.
''No,sei come un animale in gabbia, che ringhia a qualsiasi cosa tenti
di avvicinarsi troppo. Tu non sei così, Glenn. Questo non
è l'uomo del quale mi sono innamorata.''
''Dopo tutto quello che abbiamo passato, sulla strada, in questa
prigione, ti aspettavi veramente che io restassi quel ragazzino felice
e secchione che consegnava pizze che hai conosciuto all'inizio?'' le
domandò con rabbia
''Mi aspetto che tu abbia ancora dentro di te quel cuore gentile del
quale mi sono innamorata'' disse Maggie con calma, i suoi grandi occhi
castani che lo imploravano di ascoltarla. ''Per favore lascia perdere
la tua vendetta contro Merle'', lo implorò. ''Pensi che ti
darà la pace, ma servirà solo a portare via ciò
che sei e io amo quella persona''.
''Maggie'', gemette, ''tu non capisci..''
''Io capisco perfettamente'', disse Maggie freddamente. ''Sei tu che
devi fare chiarezza dentro la tua testa riguardo a tutta questa
faccenda. Devi trovare un modo per liberartene, Glenn''.
''E se non ci riuscissi?'' la sfidò lui
Maggie non rispose,gli rivolse soltanto un duro, penetrante sguardo
prima di voltarsi e tornare indietro giù per le scale.
Glenn chiuse gli occhi dopo che se ne fu andata e si
strofinò la faccia stancamente. Maggie non si rendeva conto di
quello che gli aveva appena chiesto. Voleva farlo per lei,per tutti
loro, perché non riuscivano a capirlo? Glenn emise un suono
frustrato e tirò un calcio al muro della passerella della torre
di guardia. Tutto quello che riuscì a ottenere fu un piede
dolorante. Niente era stato risolto e Glenn non riusciva a capire come
poterlo fare. Erano come delle anatre che se ne stavano lì
sedute, felici di stare lì tutte assieme aspettando che
quel serpente, Merle, facesse la sua mossa.
Glenn non riusciva proprio a capire.
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Capitolo 21 *** Capitolo 22 ***
echoes capitolo 22
Capitolo 22
Carl non sollevò lo sguardo
dal punto in cui stava seduto sulle scale intento a pulire la sua
pistola quando suo padre si avvicinò a lui.
''Hey''
''Ciao..'' rispose Carl,sempre concentrato sul ripulire accuratamente la propria arma.
Rick spostò il peso da un piede all'altro. ''Ho pensato
che potevamo andare in pattuglia lungo il recinto sud insieme
oggi''.
Carl si strinse nelle spalle. ''Ok.''
''Carl, puoi guardarmi quando ti parlo?''
Carl sollevò a malincuore lo sguardo verso suo padre. Trovava
difficile stargli vicino in questi giorni, incapace di continuare a
domandarsi a che cosa stesse pensando. Davvero suo padre lo odiava per
quello che era successo con la sua mamma? Era questo tutto quello che
riusciva a vedere quando lo guardava, lui che le sparava? Lo stomaco di
Carl si ritorse al pensiero che suo padre potesse provare quelle
sensazioni guardandolo ma non sapeva come comportarsi al riguardo.
Aveva fatto quello che pensava avrebbe fatto anche lui al suo posto.
Lui aveva detto 'niente più cose da bambini' e Carl lo aveva
ascoltato. Si era fatto forza e aveva fatto quello di cui sua mamma
aveva bisogno. Il volto di Carl si oscurò. Non sapeva che
cos'altro avrebbe potuto fare.
Suo padre guardò oltre la sua spalla verso Beth e Hershel, che
stavano ancora ripulendo le stoviglie della colazione. Tenne bassa la voce. ''Ho
pensato che potesse essere un occasione buona per parlare''.
Carl si sentì gelare dentro. ''Riguardo a cosa?'' chiese con
voce roca. Voleva restare da solo con lui solo per potergli confessare
che secondo lui aveva fatto la cosa sbagliata quel giorno in cui Judith
nacque?. Il suo cuore iniziò a battere in modo irregolare nel
petto. Una cosa era preoccuparsene, un'altra cosa era sentire suo padre
confermarglielo. Carl non era pronto per questo.
Suo padre alzò le spalle, inclinando la testa di lato. ''Non lo so, di qualsiasi cosa tu voglia parlare, credo''.
Carl cercò di nascondere il panico. ''Non ho niente da dire'',
sbottò. Le parole erano uscite quasi involontariamente
così dure, ma Carl non poteva farci niente.
Un cipiglio segnò i lineamenti di suo padre. ''Beh,forse ho io qualcosa da dirti''.
Quest'ultima risposta spaventò seriamente Carl. ''Non posso
venire con te in pattuglia oggi. Daryl ha detto che oggi mi avrebbe
portato a seguire delle tracce''.
Ci fu uno sguardo fugace di fastidio da parte di Rick. ''Sono sicuro
che a Daryl non importerà se gli dirai che hai qualcos'altro da
fare. Puoi sempre rimandare a un altro giorno''.
''Ho dato la mia parola'', disse Carl ostinatamente. ''Un uomo deve mantenere sempre la sua parola. Me lo hai insegnato tu''.
Rick fece una risatina. ''Si, ma..-''
''Ma cosa?'' chiese Carl, mettendosi sulla difensiva. ''Io non sono un uomo,è quello che pensi,vero?''
Suo padre sembrava un po sorpreso, ma non lo corresse subito.
Questo non fece altro che rendere Carl sempre più frustrato, non
sapendo che cosa l'uomo si aspettasse da lui. 'Beh,non sono più
nemmeno un ragazzino. Allora, che sono sono papà? Che cosa vuoi
che sia?''
Suo padre lo fissò, apparentemente senza parole. Questo non lo fece sentire meglio.
''Hey, Rick, faresti meglio a controllare questa roba''. Axel apparve
improvvisamente sulla soglia, richiamando l'attenzione di Rick.
Suo padre lo stava ancora fissando con un profondo cipiglio sul volto, senza nemmeno voltarsi. ''Non può aspettare?''.
''Ah.. è la pompa di depurazione,quindi..beh,no, probabilmente
è meglio che tu te ne occupi prima che ci ritroviamo tutti
immersi fino al collo nella tu-sai-cosa'' , disse Axel
Suo padre si voltò a guardare Axel e fece un rumore infastidito. ''Che cosa è successo?''
'' E' successa una merdata''. Axel sorrise, i suoi baffetti biondi che
si inclinarono verso l'alto. '' Capito? Sto solo giocando''. Disse in
risposta all'espressione impassibile di Rick. ''Anche se non sono tutti
fan dell'umorismo da toilette,vedo. I gusti sono gusti''.
Suo padre si rivolse nuovamente a lui. ''Parleremo di questo più tardi, Carl''.
Carl evitò di incrociare il suo sguardo, fissando invece un
punto sul pavimento. ''Come vuoi''. Era consapevole del fatto che suo
padre continuò a fissarlo per poco più di un minuto prima
di andarsene, facendo gesto a Axel di seguirlo. Carl si mise a
giocherellare distrattamente con la sua pistola, perso nei suoi
pensieri. Una mano leggera si posò sulla sua spalla.
''Stai bene?''
Carl sollevò lo sguardo e si sforzò di sorridere a Beth. ''Si,certo''.
''Tu e tuo padre mi siete sembrati un po tesi'', osservò con empatia. ''Ti va di parlarne?''.
Carl aprì la bocca, tentato di spifferare tutte le sue
preoccupazioni a Beth, ma poi la richiuse. Non voleva che la ragazza di
cui era ancora innamorato sapesse quanto era messo male. Le cose erano
già difficili così com'erano. Carl scosse la testa. ''Non
c'è niente di cui parlare, sto bene''. Ancora una volta la sua
risposta uscì più brusca di quanto avesse previsto e un
breve lampo di dolore attraversò il volto di Beth.
''Ok,va bene. Volevo solo essere sicura..'' . Tolse la mano dalla sua
spalla e Carl immediatamente si sentì ancora
più debole mentre la guardava allontanarsi. Voleva gridarle di
fermarsi e spiegarle che il problema non era lei, ma lui, ma gli
mancò il coraggio per poter fare una cosa del genere.
Invece, rimase bloccato su quel gradino, guardando Beth
allontanarsi. Il che rese tutto come se fosse cento volte peggiore.
Daryl scelse proprio quel momento per entrare all'interno della stanza,
la balestra sulla spalla e un piccolo sacchetto scuro nell'altra.
''Com'è andata oggi la caccia,figliolo?'' chiese Hershel,
alzando lo sguardo dal punto in cui stava ancora impilando dei piatti
sporchi.
''Mi sono procurato un paio di scoiattoli e alcuni conigli'' , rispose
Daryl. ''Là fuori è pieno di quei bastardi. Non è
stato semplice. Siamo dovuti andare più a fondo nel bosco per
cercare di evitarli''.
''Abbiamo pensato che fosse successo qualcosa del genere quando non ti
abbiamo visto tornare con Merle prima che facesse buio'',
intervenne Beth.
Daryl le porse il sacco. ''Ecco. Avevi detto che stavano finendo''.
Beth si avvicinò e prese il sacco, sorridendo mentre guardava
all'interno. ''Hai trovato altre bacche'', disse felicemente,
''Grazie,Daryl''. Beth gli diede un rapido bacio sulla guancia per il
disturbo che si era preso.
Daryl aggrottò le sopracciglia e sembrò essere a disagio
per quell'attenzione. ''Non è niente'' , disse innervosendosi.
''Sono stanco di sentire i vostri lamenti sul fatto che i vostri
capelli siano rovinati. Qualsiasi uomo ne uscirebbe pazzo a furia di
ascoltare le vostre lamentele come se fosse la fine del mondo.''
''E' una cosa da ragazze'', disse Beth disinvolta. ''Di questi tempi
non ce ne sono rimaste tante''. Il suo viso si illuminò.
''Grazie ancora,Daryl''.
Daryl si limitò a grugnire in risposta.
Carl aveva osservato l'intero scambio e ora era di umore ancora
più nero. Guardare Beth baciare Daryl lo aveva infastidito. E lo
infastidiva ancora di più il fatto che Daryl fosse riuscito a
mettere quel tipo di sorriso sulle labbra di Beth. Gli avvertimenti di
Merle sul fatto che Beth potesse innamorarsi di Daryl tornarono alla
sua mente e Carl fu pervaso immediatamente da una fortissima fitta di
gelosia mentre Daryl si avvicinava a lui.
Daryl gli rivolse un piccolo cenno di riconoscimento. ''Hai intenzione di seguire queste tracce oggi oppure hai cambiato idea?''
''Sei sicuro di avere abbastanza tempo?'' sputò fuori Carl. ''Hai raccolto abbastanza bacche?''
Daryl lo guardò, rendendosi conto di quanto Carl fosse
sull'attenti, ma non commentò. ''Se ne prendi troppe in una sola
volta, marciscono'', disse con calma. ''Non avrebbe nessuna
utilità''.
''Dovrò crederti sulla parola'' disse Carl sarcastico. ''Visto
che, adesso sei diventato il re dei frutti di bosco''. Sapeva di essere
stupido e infantile, ma le parole erano uscite di bocca prima che
potesse fermarle. Era come se fosse stato appena battuto dalla sua
gelosia e le parole si fossero riversate fuori senza controllo. Carl
pensò che Daryl lo riprendesse per la sua maleducazione ma,
invece, l'uomo sembrò restare impassibile
''Procurati una borraccia d'acqua, a breve andremo fuori. Un sacco di
zombie significano un sacco di tracce da seguire. Vediamo se ricordi
ancora qualcosa di quello che ti ho insegnato finora''.
''Andremo fuori dal recinto?'' chiese Carl sorpreso, ricordando quando
Daryl fosse stato irremovibilmente contro questa opzione l'ultima volta.
''E' un problema per te?''
''N-no..'' , disse Carl rapidamente. Si alzò in piedi. Una parte
di lui improvvisamente si rese conto che trascorrere del tempo con
Daryl gli avrebbe potuto dare la possibilità di stroncare sul
nascere qualsiasi pensiero del fatto che potesse nascere qualcosa tra
lui e Beth. Carl non aveva nessuna intenzione di rinunciare a questo
tipo di opportunità. ''Corro a prendere la mia roba''.
oooOOOOooo
Merle si appoggiò contro lo stipite della porta della stanza del
generatore e guardò Carol intenta a lavorare intensamente sul
motore del generatore portatile che stava mettendo nuovamente
insieme,pezzo per pezzo. I suoi occhi correvano su di lei in modo
meditativo. Merle non aveva ancora avuto una vera occasione di parlare
con Carol faccia a faccia. Solitamente preferiva girare intorno al
problema prima di attaccare, per poter elaborare il piano di attacco
più efficiente, ma con Carol si era rivelato più
difficile rispetto agli altri. Tutti quanti avevano le loro insicurezze
che lasciavano più o meno intravedere al resto del mondo.
Con Carol, era diverso. La donna sembrava essere allerta in questi
giorni, non lasciava intravedere nessuna insicurezza. Merle sapeva che
era preoccupata sia per lui che per Daryl, ma non aveva dimostrato
alcun tipo di preoccupazione riguardo al suo rapporto con quest'ultimo.
Non come il suo fratellino almeno. Aveva saputo esattamente quello che
stava facendo quando aveva scosso la gabbia dorata di Daryl sulla
possibilità della nascita di una storia d'amore tra Rick e
Carol. Il problema era, che Carol non sembrava avere lo stesso tipo di
preoccupazioni che affliggevano Daryl. Da quello che sembrava, Carol
era riuscita a superare le turbolenze dell'anno precedente con una
ritrovata fiducia in se stessa, una fiducia che sembrava difficile da
minare. Ma poi, le apparenze ingannavano quasi sempre e Merle aveva
intenzione di vedere che cosa sarebbe riuscito a tirare fuori da tutto
questo.
''Se ti trattieni lì ancora per molto, penso che ti farò
pagare il biglietto''. Carol non sollevò nemmeno lo
sguardo,mentre gli parlò, continuò semplicemente a
lavorare sul suo motore.
La sua osservazione casuale colse Merle un po alla sprovvista, Non
aveva dato alcun segno di essersi accorta della sua presenza. Era stata
veramente astuta. Si allontanò dalla porta e entrò dentro
la stanza. ''Non volevo interromperti. Sembravi così concentrata
sul tuo lavoro''.
''Sono di sesso femminile'', disse Carol noncurante. ''Siamo in grado di fare più di una cosa contemporaneamente''.
Merle ridacchiò. ''L'ho notato. E' alquanto snervante effettivamente''.
Carol non l'aveva ancora degnato di uno sguardo, ma sollevò un
sopracciglio. ''Mi stai dicendo che ti sto innervosendo, Merle?''
Merle prese una cassa da terra e ci si sedette sopra di fronte a Carol.
Sollevò la testa e la osservò attentamente. ''Tu mi
intrighi''. Merle era pronto a mettere in gioco un po di onestà
per vedere cosa riusciva a ottenere.
Carol emise uno sbuffo di incredulità. ''Ti lasci intrigare molto facilmente''.
''Vedi, è questo il punto'', disse Merle intensamente. ''Non lo faccio''.
Carol sollevò finalmente lo sguardo e incrociò il suo con fermezza. ''La cosa dovrebbe farmi sentire speciale?''
''Non saprei, tu che dici?''
''Ho intrigato Merle Dixon''. Carol disse quelle parole a voce alta,
mentre lasciò che l'idea si facesse strada all'interno della sua
testa. ''Mmh no'' , disse dopo un attimo di pausa, ''Nessuna
particolare reazione o emozione quaggiù''
Merle fece un sorrisino. ''Ci vai giù pesante con l'ego di un uomo, lo sai?''.
''Non ero a conoscenza del fatto che il tuo ego potesse essere turbato
così facilmente''. Carol rivolse nuovamente la sua attenzione al
motore.
''Non lo è mai stato'', disse Merle, continuando a parlare con
una voce tranquilla ''ma le cose cambiano con l'età..-'' , si
prese un momento per fissare il suo moncherino e fare una smorfia
preoccupata. ''Beh, le ammaccature si accumulano sulla corazza, capisci
quello che intendo dire?''
Carol si raddrizzò e appoggiò la schiena contro il muro
dietro di lei. ''Seriamente?'' lo sfidò. ''Stai giocando la
carta della pietà? Mi prendi in giro?''
''Ho perso una mano'', protestò Merle. ''Dovrò pur avere qualcosa in cambio''.
''Non l'hai persa, sapevi esattamente dove l'avevi lasciata'', disse
Carol con una voluta mancanza di simpatia. ''Ti sei tagliato quella
mano da solo, sia letteralmente che metaforicamente, su quel tetto. E
noi tutti dovremmo continuare a piangere lacrime di sangue per te?
Tesoro, stai abbaiando contro l'albero sbagliato con questo gruppo dopo
tutto quello che abbiamo passato insieme''.
''Un po di rimpianto da parte di tutti voi renderebbe tutto questo
molto più facile'' disse Merle, incuriosito dalla mancanza di
preoccupazione di Carol. Tra tutti quelli del gruppo, aveva
pensato che lei potesse essere quella dal cuore tenero. Ma non sembrava
proprio essere questo il caso.
''Ci dispiace per il fatto che tu sia un idiota'' offrì lei dolcemente. ''Ritieni che sia abbastanza?''
Merle non aveva intenzione di mollare, stava godendo del fatto che
Carol non si tirasse indietro. ''Ho perso una mano,donna'' disse con
ostinazione. ''Mi merito un qualche tipo di ricompensa''.
Carol strinse le labbra. ''Credo di aver capito il punto'', disse
impassibile. ''Scommetto che facevi tutte le tue cose preferite con
quella mano''.
Il suo commento dal tono dolce era tutt'altro che innocente e Merle non
riuscì a trattenere una risata all'insinuazione di Carol. '' Sei
proprio una boccuccia irriverente '', disse divertito. ''E io che
pensavo che fossi tutta dolcezza e innocenza e tu vai a dire queste
cose a un uomo''.
''Sono appena uscita dal convento, Merle'' , rispose seccamente. ''Conosco gli uomini e le loro abitudini''
''Così come conosci quelle di mio fratello?'' ribatté.
''Bel botta e risposta'', lo applaudì facilmente. ''Immagino che
finalmente siamo arrivati a quello di cui volevi parlare davvero,eh?''
Merle non si lasciò distrarre. ''E' difficile che Daryl si fidi di qualcuno''.
''Mi domando come mai..'' osservò Carol con ironia
''Pensi che sia colpa mia,vero?'' la sfidò lui.
''Sei concentrato sul fatto di comportarti e agire come se fossi il
centro del mondo di Daryl e il risultato di questo è che sei
arrivato a possedere tutte le sue idiosincrasie'', sottolineò
Carol senza battere ciglio. ''O forse sono io quella che non riesce a
capire come funzionano le cose in quel piccolo mondo che hai creato
nella tua testa''.
Va bene,questa era stata buona,doveva ammetterlo.
Merle si chiedeva come avesse fatto a non notarla la prima volta
che l'aveva incontrata. ''Daryl è un uomo e appartiene a se
stesso''
''Vuoi dire l'uomo che hai cercato di creare a tua immagine e somiglianza?'' gettò contro di lui.
Era fantastico per Merle il modo in cui Carol continuava a essere
così impavida con lui, quando tempo fa era
solita rannicchiarsi e a tacere davanti a quel bastardo di marito
che si ritrovava. Se non l'avesse visto con i propri occhi, Merle non
l'avrebbe mai creduto possibile.
Carol non aveva ancora finito. ''Daryl è un uomo fino a quando
sarà l'uomo che tu approverai. Se osa uscire dagli ideali del
tipo di uomo ''approvato da Merle'',allora beh, ci sarà
l'inferno da pagare.Non è vero?''
''Pensi di conoscere mio fratello?'' la derise lui. ''Tu non sai un
cazzo di quello che è capace di fare. Pensi che si sia
trasformato in una specie di santo che ti porterà felicemente al
per sempre felici e contenti? Diavolo, donna, scommetto che non ti ha
mai detto che cosa avevamo intenzione di fare veramente quando ci siamo
uniti a tutti voi laggiù in quella cava,vero?''
''Vuoi dire il fatto che avevate intenzione di derubarci?'' disse lei facilmente.
Merle la guardò con scetticismo. ''Te l'ha detto Daryl?''. Non riusciva a crederci.
''Accidenti'' disse Carol beffardamente. ''Pensiamo a questo. Due
stronzi villani decidono di unirsi a un gruppo di famiglie con bambini
quando chiaramente sarebbero stati in grado di sopravvivere anche da
soli. Non c'era affatto nulla di cui poter sospettare''
''Allora Daryl non ti ha detto quello che avevamo intenzione di fare?''
Era un punto importante per Merle. Aveva bisogno di sapere quanto fosse
profondo l'attaccamento di Daryl con questa donna. Suo fratello non
lasciava avvicinare mai nessuno ed era ovvio che fosse già
profondamente coinvolto con Carol rispetto a qualsiasi altra donna con
cui Merle lo aveva mai visto.
''A dire il vero sei stato tu a farlo''.
Merle sollevò un sopracciglio. ''Io?''
''La notte prima che andaste ad Atlanta. Ti ho sentito parlare con
Daryl mentre gli dicevi di aspettare che tu fossi rientrato prima di
fare la prima mossa''.
''Ci stavi spiando?'' chiese incredulo
''Stavo tornando dal bagno'' spiegò Carol. ''A quanto pare ho
l'abitudine di passare nei momenti meno opportuni.'' Diede un piccolo
sorriso. ''Qualcuno mi ha consigliato di iniziare a fischiettare per
avvertire le persone del mio arrivo''
''E non l'hai mai detto a nessuno?'' chiese Merle scettico.
''Non c'era alcun motivo dopo che tu te ne sei andato,pensavo di
avvertire Shane, ma quando non sei tornato indietro e poi siamo stati
attaccati..-'' Carol si spense. ''Beh, sembrava che tutto potesse
essere messo in discussione da allora''
''A parte il fatto che le persone con cui stavi avrebbero voluto
conoscere il tipo di uomo con cui stavano insieme quando avete
trascinato i vostri culi al CDC''.
Lo sguardo di Carol era indifferente. ''La gente scoprì che tipo
di uomo era Daryl abbastanza presto. Non avevano bisogno che dicessi
niente''.
''Mi chiedo se sarebbero tutti d'accordo con te'' disse Merle freddamente. ''Hai tenuto un sacco di cose per te stessa''
''Eravamo tutti diversi allora'' , disse Carol con calma, senza
sembrare turbata dalla vaga minaccia nelle parole di Merle. ''E siamo
tutti cambiati così tanto''. Lo guardò intensamente.
''Tutti tranne te, naturalmente. Sei rimasto sempre lo stesso''.
''Come puoi pretendere di sapere se io sia cambiato o meno'', la derise. ''Tu non sai un cazzo di me''.
Carol sorrise mestamente mentre tornava a occuparsi del motore. ''Ti
conosco, Merle. Ti ho conosciuto dal momento in cui ho posato per la
prima volta i miei occhi su di te''. Una risata secca, e priva di
allegria passò per le sue labbra. ''Siamo stati sposati per 14
anni''.
''Stai perdendo la testa?'' chiese Merle infastidito. ''Noi non siamo
mai stati sposati''. Uno sguardo sornione attraversò i suoi
lineamenti mentre riconsiderava la sua affermazione da un diverso punto
di vista. ''Anche se, se stessi cercando qualche tipo di diritto
coniugale da parte mia, io non ti direi di no. Puoi avere alle spalle
parecchi km, ma il tuo culo mi sembra ancora bello in forma. Ho visto
di peggio''.
''Intimidazione sessuale'', rifletté. ''Stai davvero togliendo
fuori dal sacco tutti i tuoi trucchetti, non è vero, Merle''. Un
sorriso complice curvò le labbra di Carol. ''Se ti avessi
conosciuto un pochino meglio, avrei potuto affermare di essere riuscita
a stupirti ''.
''Meno male che non ne sai di più'' ribatté lui
''E' meglio così'', disse compostamente.
Merle cercò di ridimensionare la donna di fronte a lui.
''Allora, è così che andranno le cose,signorina?'' lui la
sfidò. ''Tra noi sarà una battaglia di ingegni?''
''Spero di no'' , disse Carol semplicemente. ''Odio combattere contro
un uomo disarmato''. Il suo sguardo si spostò al suo moncherino.
''O con un uomo monco se è per questo''.
''Quella tua boccuccia intelligente un giorno ti farà cacciare
nei guai,donna'' la avvertì Merle, anche se stava ancora godendo
del loro scambio di battute.
Carol lo guardò dritto negli occhi. ''Ho guadagnato questa bocca
intelligente, Merle, insieme alle mie opinioni. Le ho guadagnate con il
sangue,la sofferenza e con la perdita e che io sia dannata se mai
dovessi scusarmi con te o con chiunque altro per queste''. Il suo
sguardo era risoluto. ''Tuo fratello è un uomo buono, con un
buon cuore. Puoi scegliere di apprezzare questo fatto di lui o puoi
scegliere di trascinarlo giù al tuo livello. Continui a ripetere
a tutti noi che nessuno più di te ha a cuore gli interessi di
Daryl. Bene, chiedi a te stesso,Merle, cos'è che renderebbe
Daryl felice?''
Le labbra di Merle si strinsero. ''Pensi che il legame che avete con
Daryl sia più forte del nostro? E' questo che vuoi che io
ammetta?''
''Vedi, è questa la grande differenza tra me e te, Merle. Io non
ho nessuna pretesa su Daryl. Voglio che lui sia l'uomo che
sceglierà di essere''
''E se quell'uomo scegliesse di stare con me?'' ribatté Merle
contro di lei. Sorrise. ''Oh aspetta, non pensi che sia possibile,vero?
Pensi che questo nuovo Daryl preferirà te a me,senza darmi una
mezza possibilità''.
''Direi che questo è quello di cui hai paura tu, non io'' disse
Carol, senza perdere un colpo. ''Altrimenti perché mai saresti
venuto qui, per cercare di scoprire quale potrebbe essere il mio punto
debole''
Merle si appoggiò al muro e fissò Carol di rimando.
''Noi non dobbiamo per forza essere nemici in tutto questo'' lo
ammonì Carol. ''Io non voglio questo e non lo vuole nemmeno
Daryl. Spetta tutto a te, Merle. Puoi accettare che ci siano più
persone all'interno della vita di Daryl, che si prendono cura di lui
oltre a te,oppure..-''
''Oppure?''
''Oppure puoi continuare a non accettarlo e rendere la vita di tutti un
inferno''. Lei lo guardò intensamente. ''Potresti fare davvero
parte di questo gruppo, se lo volessi veramente''.
''Quelle persone non mi accetteranno mai'' , disse sprezzante.
''Potrebbero provarci invece, se tu smettessi di creare casini riguardo
a qualsiasi cosa e di comportarti come se fossi il capo branco'',
replicò lei.
''Pensi che sia quello che sto facendo?'' chiese freddamente.
''Mi vuoi dire che non è così?''
''Beh, spara, sembra che tu abbia capito tutto di me, signorina''.
Merle mantenne la sua espressione accuratamente neutra. '' Credo di
capire quello che mi stai dicendo. Mi hai dato un sacco di cose a cui
pensare, questo è certo''.
''Lo spero..'' disse Carol con calma, anche se non sembrava del tutto convinta. ''Per il bene di Daryl''.
''Sei innamorata di lui, non è vero?''
Carol sbatté le palpebre e fu la prima volta in cui Merle
riuscì a ottenere un qualsiasi tipo di reazione da lei con uno
dei suoi commenti. Ma si riprese in fretta. ''Certo che mi piace Daryl,
piace a tutti noi''.
Merle sapeva che Carol aveva capito che non era quello il tipo di amore
al quale si stava riferendo e lo sapevano entrambi. La sua rapida
deviazione disse a Merle che finalmente aveva trovato un punto debole
nell'armatura di Carol. L'unica domanda ora era che cosa ne avrebbe
fatto di questo?
Merle aveva già in mente un paio di idee . . .
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Capitolo 22 *** Capitolo 23 ***
echoes capitolo 23
Capitolo 23
Daryl indicò il terreno davanti a loro. '' Guarda, riesci a vedere quell'impronta?''
Carl si accovacciò accanto al parziale rimasuglio dell'impronta della scarpa di un uomo in una zona fangosa. '' Si ''.
''Che cosa riesci a dirmi al riguardo?''
Carl inclinò la testa e guardò con attenzione. ''Sembra che manchi una parte del tacco della scarpa''.
Daryl era in piedi accanto a lui. ''Quella è l'impronta di
Merle. Ha perso un pezzo del tacco dalla scarpa destra. Dovresti
riuscire a seguire le sue tracce facilmente, portaci fino a dove siamo andati
ieri''. Daryl sollevò lo sguardo e si osservò intorno
nella boscaglia. ''Ma tieni gli occhi aperti, alcune mandrie sono
passate da qui proprio ieri. Quei bastardi si stanno spostando nuovamente''.
''Dove pensi che credano di star andando?'' chiese Carl curiosamente
mentre teneva gli occhi incollati a terra, alla ricerca della
successiva impronta di Merle.
''Quelle cose non pensano'' , replicò Daryl, camminando accanto
a Carl mentre il ragazzo ripercorreva lentamente a ritroso la loro strada
attraverso il bosco.
''Ma si riuniscono in branchi'' sostenne Carl, ancora intento a
ispezionare il terreno di fronte a lui. ''Devono avere un qualche tipo
di pensiero. Ricordo che la signorina Daley ci parlò dei batteri
durante una lezione di scienze, di come, anche se non erano dotati di un
cervello, riuscivano a comunicare tra di loro e organizzarsi per fare
la stessa cosa nello stesso momento, come riuscire a opporre resistenza
ad alcuni antibiotici''.
Daryl gli lanciò un occhiata per quella manciata di informazioni
sorprendenti. Diavolo, non era una sorpresa che si trovassero nel bel
mezzo di un'Apocalisse zombie se qualcosa di così piccolo e in
così grande superiorità numerica potesse essere così
intelligente. ''Immagino che sia solo una sorta di istinto, allora''.
''Lo credo anche io'', disse Carl pensieroso.
Daryl osservò Carl seguire le tracce di Merle, impressionato da
quanto velocemente il ragazzino stesse migliorando a vista d'occhio. ''
E' stato divertente ricordare questa cosa riguardo alla scuola'' ,
commentò pigramente. Daryl non aveva molti ricordi della sua,
anche se gli era piaciuto tanto andarci. Qualsiasi cosa che gli permettesse di
uscire fuori da quella casa andava bene per lui.
''Mi piaceva la signorina Daley, era carina''. Carl lanciò
un'occhiata furtiva a Daryl che stava guardando nel bosco ora,
prestando ascolto per gli zombie. ''Sai chi altro penso che sia carina?''.
Daryl emise un grugnito distratto in risposta, socchiudendo gli occhi
mentre scrutava tra la fitta vegetazione. Pensava di aver sentito qualcosa
e la sua mano si mosse verso la sua balestra. Uno scoiattolo corse
fuori da un gruppo di cespugli più avanti, diede loro
un'occhiata poi volto la coda in un guizzo e corse al riparo nel sottobosco. Daryl
si rilassò, lasciando scivolare la presa sulla balestra.
''Carol''.
Daryl si girò bruscamente verso Carl. ''Che cosa?''.
''Penso che Carol sia molto carina'', ripeté Carl, guardandolo intensamente. ''Non credi?''.
Daryl non capiva il perché Carl improvvisamente gli stesse
domandando che cosa ne pensava di Carol. ''Pensavo che ci stessimo
occupando delle impronte'', disse in tono burbero, ''e non di
chiacchierare del niente''.
''Allora non pensi che Carol sia carina?'' Carl continuò a forzarlo per avere una risposta
Daryl scosse nervosamente le spalle. ''Io non ci penso''. Non era
esattamente una bugia. Carol era più di una semplice bellezza
esteriore per lui. Era una marea confusa di pensieri e sentimenti che
illuminava tutto quello che toccava quando Daryl posava il suo sguardo su di lei.
''Voglio dire, so che lei ha i capelli molto corti e tutto quanto, ma
ciò non significa che questo possa renderla meno bella'',
continuò Carl rapidamente.
Daryl aggrottò la fronte. ''Che cosa c'entrano i suoi capelli con tutto questo?''
''So che alcuni ragazzi preferiscono i capelli lunghi, ma Carol ha degli occhi veramente belli e un bellissimo sorriso''.
Daryl lo fissò, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare.
''Lei ti piace, non è vero?'' chiese Carl esitante.
Il cipiglio di Daryl si fece più accentuato. I suoi sentimenti
erano così ovvi che perfino un ragazzino era riuscito a
comprenderli? Visto che lui stesso stava ancora cercando di capire che
cosa fossero questi sentimenti e che cosa farne, era snervante pensare
che tutti potessero già essersi resi conto della loro profondità.
I suoi sentimenti per Carol erano privati e per il modo in cui tutti
quanti erano costretti a vivere ora, la privacy stava diventando una
merce rara. ''Vuoi continuare a fare questa cosa oppure no?''
''E' solo che è ovvio che anche Carol pensa che tu sia
speciale'', continuò Carl, stranamente implacabile per non si sa
quale motivo.
Daryl non voleva parlarne, ma non riuscì a trattenersi. '' Te lo
ha detto lei?''. I suoi nervi si tesero, non sicuro della risposta che
volesse sentire da Carl. Tutto quello che Daryl sapeva era che gli
piaceva l'idea che Carol pensasse che lui fosse speciale.
''Non ce n'è bisogno'', disse Carl allegramente. ''Sai benissimo che tiene a te più di chiunque altro''.
Daryl spostò il suo peso da un piede all'altro. ''Carol tiene a
tutto il gruppo, anche a quel coglione con la merda al posto del
cervello''.
''Si, ma a te in particolar modo''. Carl lo stava fissando intensamente. ''E' lei la persona a cui tieni di più?''.
Daryl stava ancora cercando di capire come chiedere indirettamente a
Carl come faceva a sapere che Carol avesse una preferenza verso di lui
senza averglielo domandato prima, quando l'adolescente lo stupì
con quest'ultima domanda. ''Io..ah..-'', Daryl si schiarì la gola.
''Carol è apposto, mi piace''.
''Dovresti dirglielo'', lo incitò Carl.
''Dirle che cosa?'' chiese Daryl, sentendo un brivido di paura al
pensiero di dover articolare qualsiasi tipo di sentimento profondo. In
passato non gli era mai andata bene.
''Dirle che la ami''.
Daryl sbatté le palpebre e fu pervaso dal terrore a quell'idea.
Non aveva mai detto a nessuno quelle parole, non una volta in tutta la
sua vita, neanche a Merle. ''Perché dovrei farlo?''.
Carl sembrò scegliere con cura le sue successive parole. ''Perché se
questa è la verità, dovresti farlo, dovresti fare in modo
che lei lo sappia e che lo sappiano tutti, così se qualcun'altro
dovesse poi dirle la stessa cosa, tu lo avresti già fatto per
primo e sarà quello ad avere importanza e tutti sapranno
qual'è il loro posto. Nessuno potrà fare confusione in
questo modo''.
Nonostante la spiegazione di Carl probabilmente intendesse fare
l'esatto contrario,
Daryl ormai era totalmente confuso. Non era affatto sicuro di quello
che il ragazzo avesse tentato di dirgli con quella frase contorta. Gli
sembrava che Carl stesse cercando di avvertirlo del fatto che qualcun
altro avesse messo gli occhi su Carol, e che lui doveva darsi una
mossa. La mano di Daryl si strinse in un pugno quando le osservazioni
di Merle riguardo al fatto che Rick stesse cercando una madre per i
suoi figli gli tornarono alla mente. Sapeva che Carol e Rick andavano
d'accordo, ma non aveva mai pensato che ci potesse essere qualcosa di
più. Forse
Merle aveva davvero ragione e Rick stava cercando di riempire lo spazio
vuoto che Lori aveva lasciato nella sua vita con Carol, e dopotutto per
Carol forse non era una cattiva idea. D'altronde, Rick era il tipo di
uomo per cui le donne erano solite perdere la testa. Era un cittadino
onesto che
cercava sempre di fare la cosa giusta e che aveva dimostrato più
volte di essere un buon padre e un buon marito. Quale donna lo avrebbe
rifiutato? E che cosa era lui al confronto? Un coglione emotivamente
compromesso che non aveva mai avuto una donna da poter chiamare sua.
Che cosa avrebbe potuto offrire esattamente a Carol, se anche avesse
deciso che era questo quello che voleva fare? La mascella di Daryl si
indurì e una fitta sempre più familiare di gelosia lo
pervase. Naturalmente Carol avrebbe finito con l'innamorarsi di Rick,
era solo una questione di tempo, se già non era troppo
tardi. Il
pensiero fece venire voglia a Daryl di andare a cercare Rick e dargli
un pugno in faccia. I suoi occhi si strinsero, mentre nella sua mente
figurava proprio questa scena, anche se mentre lo faceva si rese conto
di essere un completo idiota.
''Daryl?..''. La voce preoccupata di Carl lo riportò al presente.
Si concentrò sul ragazzo. ''Che c'è?'' chiese bruscamente.
''Hai un espressione buffissima'', disse Carl con cautela. ''Ti senti bene?''
''Perché non dovrei?'' chiese astioso
Carl si strinse nelle spalle. ''Non lo so''. Esitò brevemente.
''Non volevo farti arrabbiare. Volevo solo parlare, niente di
più''
Daryl guardò Carl, la sua espressione illeggibile. Sapeva che a
Carl piaceva Carol ma riusciva a capire perché il ragazzo non
fosse molto entusiasta all'idea che qualcuno prendesse il posto nel
letto di sua madre, visto che si era a malapena raffreddato. Era
passato poco più di un mese dalla morte di Lori e Carl
ovviamente si stava ancora riprendendo dalla sua morte e
dal lutto.
La morte di Lori era stata un inferno da superare per il bambino
e Daryl riusciva a capire perché fosse protettivo nei
confronti di suo padre e della loro piccola famiglia. Daryl sapeva di
dover prendere una decisione circa i suoi sentimenti per Carol e se
avesse avuto intenzione di agire o meno per quanto li riguardava. Il
problema era che tutto sembrava metterlo sotto pressione. Con tutte
queste scadenze, anche se solo metaforicamente, era difficile non
sentirsi come se stesse per soffocare. Doveva fare qualcosa riguardo a
Carol, doveva fare qualcosa riguardo a Merle e il modo in cui tutti
questi nodi stavano venendo al pettine fece sentire Daryl come se non
riuscisse più a respirare. Non voleva perdere nessuno dei due,
ma temeva che non facendo nulla, avrebbe ottenuto esattamente
l'opposto.
Ma allora, se avesse preso una decisione e si fosse rivelata quella
sbagliata, Daryl avrebbe potuto perderli comunque. Improvvisamente,
ebbe un moto di comprensione e simpatia per la claustrofobia di
Carol.
''Daryl, posso farti una domanda?''
Il primo istinto di Daryl fu quello di urlare ''NO!'' in
faccia a Carl. Il ragazzo stava toccando dei tasti troppo sensibili con
le sue domande e Daryl non era pronto per questo. Invece, rispose con
un grugnito vago.
Il volto del giovane Carl divenne improvvisamente serio. ''Pe-pensi che mio padre mi odi?'' chiese timidamente.
Daryl si ritrasse un po scioccato e poi colpì Carl di riflesso
sulla parte posteriore della testa, facendogli cadere il cappello.
''Perché lo hai fatto?'' brontolò Carl mentre si chinava per recuperare il suo amato cappello.
''Non sei stupido'', dichiarò breve, ''quindi smettila di fare
domande stupide, ragazzino. Certo che tuo padre ti vuole bene''.
Carl sembrava ancora turbato. ''A volte ha uno strano modo di dimostrarlo'', disse insicuro
La risposta di Daryl fu tagliente. ''Ti ha mai picchiato fino a farti svenire o spento delle sigarette addosso?''
''N-no..'', disse Carl esitante.
''Allora non hai un cazzo di cui lamentarti'', disse Daryl sonoramente.
''Sta cercando di fare del suo meglio ed è molto di più
di quanto avrebbe potuto fare qualsiasi altro padre la fuori. E' un
brav'uomo, un uomo d'onore''. Che sarebbe anche il motivo per cui una
donna potrebbe tranquillamente innamorarsi di lui, pensò
infelice. Ed era per questo che Carol stava già iniziando a
interessarsi a lui, senza rendersene conto. O forse lei se ne rendeva
conto e semplicemente non sapeva come dirglielo. La voglia di prendere a pugni
qualcosa ritornò prepotente.
''Ma forse è proprio per questo che non gli piaccio più'', disse
Carl. La sua voce suonò così disperata che Daryl
iniziò a guardarlo seriamente preoccupato. Carl evitò il
suo sguardo. ''Nessuna brava persona farebbe mai quello che io ho fatto
alla mamma, nessuna''.
Daryl aggrottò la fronte. ''Hai salvato tua madre nell'unico
modo possibile che ti era rimasto. Lei voleva che tu ti prendessi cura
di tua sorella ed è quello che hai fatto. Tuo padre sa il
perché hai fatto quello che hai fatto e devi capire che per lui
questo è un grande peso''.
Carl sembrò combattere per trattenere le lacrime. ''Lo è?'' chiese con aria abbattuta.
Daryl emise un suono impaziente, più rivolto a se stesso che a
Carl. ''Non era questo quello che intendevo dire. Volevo dire che Rick non
voleva che fossi tu a doverlo fare. Voleva proteggerti, avrebbe voluto
occuparsi personalmente di fare quello che andava fatto. Qualsiasi
sciocco riuscirebbe a vederlo. Se ha dei problemi ad ammetterlo faccia
a faccia con te, devi sapere che è solamente perché si
sente in colpa e non perché è arrabbiato''.
Carl sembrò riflettere riguardo alle parole di Daryl. ''Tu-tu pensi davvero che sia così?''
''Sono certo che sia così'', dichiarò Daryl seccamente. ''Perché mai dovresti pensare il contrario?''
Carl scrollò le spalle. ''Non lo so. Merle diceva che-''
''Merle?'' , Daryl lo interruppe bruscamente. ''Che cosa ti ha detto Merle?''
Carl fece una smorfia. ''Niente in realtà. Solo che magari
quando mio padre mi guardava riusciva a pensare solo a quello che avevo
fatto e forse era per questo che si comportava in modo strano con me''.
La mascella di Daryl si indurì nel sentire che Merle aveva messo
quella pulce nell'orecchio di Carl. Non ne era sorpreso, era solo
l'ennesimo segno che tutta questa faccenda non si sarebbe mai conclusa
come Daryl aveva tanto sperato. Merle stava causando dei guai, proprio
come aveva sempre fatto con le persone con le quali Daryl cercava di
stringere un'amicizia. Questa volta, però, la posta in gioco era
troppo altra per continuare ad ignorarlo. ''Com'è che si sta
comportando tuo padre?''
''Non lo so, come se non sopportasse l'idea di starmi vicino. Come se tutte le volte facessi qualcosa di sbagliato''.
''Tuo padre ha un sacco di cose per la testa. Ma questo non significa
che tu non sia la cosa più importante per lui. Tu e Judith''.
Daryl scosse la testa guardandolo. ''E adesso, smettila di comportarti
da idiota e di ascoltare Merle e vai a parlarne direttamente con lui''.
Daryl non poté fare a meno di pensare che questo era proprio un
buon consiglio, anche per se stesso. Solo che dare dei consigli
sembrava
molto più facile rispetto al seguirli.
''Credo che tu abbia ragione'', dichiarò Carl con riluttanza.
Improvvisamente Daryl si irrigidì e si volto quando udì un rumore.
''Che c'è?''
Daryl si portò un dito alle labbra per far segno a Carl di
tacere mentre il ragazzo si affrettò a impugnare la sua arma. Il
suono di passi pesanti non troppo lontano fece concentrare Daryl nella
loro direzione e poi voltandosi bruscamente nella direzione opposta
suggerì silenziosamente a Carl che era tempo di andare via. Era
difficile riuscire a stabilire quanti zombie stavano per incrociare la
loro strada, ma era sicuramente più di uno e Daryl non aveva
intenzione di essere colto di sorpresa, esposti a quel modo. I due si
voltarono rapidamente e iniziarono a correre in direzione del carcere,
costeggiando la riva del torrente che avevano seguito attraverso il
bosco. Dopo pochi minuti, Daryl si fermò in modo da poter
ascoltare il rumore degli zombie dietro di loro. Inclinò la
testa per ascoltare attentamente proprio mentre uno apparve
improvvisamente davanti a loro. Carl puntò la pistola con il
silenziatore, ma prima che potesse riuscire a sparare,un altro zombie sbucò
fuori da dietro un albero e lo afferrò alle spalle,sollevandolo letteralmente da terra.
Daryl si lanciò contro il vagante, con il coltello in mano, e
guidò la lama in profondità dentro il cranio dell'uomo. Lo
zombie si rilassò,lasciando andare la presa su Carl e ricadendo
di peso sopra Daryl. I due furono scaraventati all'indietro,lungo il
breve ma scosceso argine del torrente. Daryl perse la presa sulla
balestra lungo il processo. Atterrò di schiena nelle acque poco
profonde,le rocce nel letto del fiume trafissero la sua schiena mentre
il cadavere inanimato atterrava sopra di lui, con tutto il suo peso
morto. Mentre Daryl scompariva oltre il bordo, ebbe una fugace visione
della zombie rimasto avventarsi su Carl. Daryl si ritrovò a
lottare per liberarsi da sotto il corpo ora immobile dello zombie,
ferendosi sempre più profondamente lungo tutta la schiena nella
fretta di andare ad aiutare Carl. Registrò a malapena il dolore
mentre riuscì finalmente a levarselo di dosso e rimettersi in
piedi. Daryl si arrampicò velocemente lungo l'argine appena in
tempo per vedere Carl sbarazzarsi con una calma efficiente dell'altra
minaccia.
Guardò Daryl. ''Stai bene?'' chiese Carl a voce bassa mentre
guardava nella direzione dalla quale erano appena arrivati,consapevole
del fatto degli altri zombie che ancora stavano con il fiato sul loro collo.
Tornò a guardare Daryl. ''La tua schiena, stai sanguinando..''
Daryl torse il collo per guardarsi da sopra la spalla e vide che la sua
camicia era inzuppata sia di acqua corrente che di sangue rosso vivo.
Colava lungo la sua schiena e si raccoglieva in una pozza attorno ai
suoi piedi. Sapevano entrambi che cosa significava. Daryl era appena
diventato un grosso cartello con la scritta ''Venite a prendermi''' per
qualsiasi zombie nel raggio di un quarto di miglio. ''Torna alla
prigione'', disse con urgenza. ''Corri, non ti voltare indietro. La
strada dovrebbe essere libera''.
''E tu che cosa farai?'' chiese Carl in agitazione
Daryl si chinò per afferrare la balestra. ''Prenderò la
strada panoramica, li condurrò lontano. Mi verranno dietro,
questo dovrebbe servire a darti un breve vantaggio''.
''Non ne ho bisogno'' disse Carl ostinatamente. ''Possiamo stare insieme''.
''Mi rallenteresti e basta'' dichiarò Daryl, sapendo che doveva
agire con crudeltà per poter essere gentile con lui. ''Ora
inizia a muovere quelle
gambette corte. Ci vediamo a breve di nuovo alla prigione''. Spinse
Carl con un colpo della sua balestra. ''Muoviti'', disse severamente.
Carl fece una faccia riluttante, ma non aveva il tempo di discutere.
Daryl osservò il ragazzo girarsi e iniziare a correre più
veloce che poteva verso la prigione. Aspettò che Carl
scomparisse dalla sua vista e riuscì a sentire gli zombie
corrergli incontro, prima di scattare a sua volta in una corsa
disperata. Daryl si
diresse verso la parte sinistra, conducendoli lontano dal sentiero che
aveva preso Carl e adesso si stava portando dietro un bel branco
numeroso. L'adrenalina pompava nelle sue vene ma la sua testa rimase
calma e concentrata. Riuscivi finalmente a capire che la tua vita era
un disastro quando correre dagli zombie per aver salva
la vita si rivelava essere comunque un sollievo in confronto agli altri
problemi della tua vita,
decise cupamente.
Che ironia del cazzo.
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Capitolo 23 *** Capitolo 24 ***
echoes capitolo 24
Capitolo 24
Glenn appoggiò la schiena contro il bus ribaltato posizionato al
limitare del cortile della prigione e lanciò un'occhiata
annoiata verso il bosco che circondava la prigione alla sua sinistra.
Si era
offerto spesso volontario per fare più turni di guardia
perché questo significava poter stare da solo. L'ultima cosa che
voleva in questi giorni era avere attorno Merle e ultimamente,
ogni qualvolta stava insieme a Maggie, sembrava che riuscissero
soltanto a litigare. Gli angoli della bocca di Glenn si piegarono verso
il basso mentre ripensava alla sua recente conversazione con Maggie.
Perché non riusciva a vedere quanto Merle fosse pericoloso?
Perché lui sembrava l'unica persona a voler fermare
l'inevitabile bagno di sangue che stava per travolgerli? Glenn sapeva
che
Merle non aveva nessuna intenzione di perdonare e di dimenticare niente
di tutto quello che era successo mentre tutti gli altri fingevano che
questa potesse essere una
possibilità. Era come se tutti quanti fossero impazziti tranne
lui, come in uno di quei film horror dove le persone venivano
telecomandate dagli alieni. Tutti sembravano normali, quando invece
erano sotto il controllo di qualche strana entità. Questo era il
modo in cui lui vedeva Merle, come una specie di parassita che stava
cercando di distruggerli dall'interno. Il problema era che lui era
l'unico che la stava prendendo seriamente.
Glenn non poté fare a meno di chiedersi chi sarebbe stato
costretto a morire prima che qualcuno prendesse seriamente la faccenda
di Merle. La sua mano si strinse attorno al suo fucile. Sapeva che non
sarebbe stata Maggie. Sarebbe morto felicemente per poter fare in modo che
questo non accadesse mai, ma sarebbe stato ancora più felice se la
parte del morto fosse toccata a Merle.Un movimento veloce al limite
del suo campo visivo lo fece balzare fuori dalle sue oscure riflessioni
come Carl esplose all'esterno della linea degli alberi, correndo a
tutta velocità. Glenn reagì d'istinto, corse ad aprire
prima il cancello interno e poi quello esterno, in modo da permettere a
Carl di poter entrare subito. Una mandria di zombie barcollò
fuori dalla protezione che il bosco aveva offerto loro proprio mentre
Glenn richiudeva rapidamente il cancello dietro un Carl ansimante.
''Che è successo?'' chiese con urgenza e poi si ricordò
che Daryl doveva essere insieme a lui. ''Dov'è Daryl?''
Carl se ne stava rannicchiato con le mani sulle ginocchia cercando di
riprendere fiato. ''Siamo-siamo stati circondati da tutti quegli
zombie'', ansimò. Carl si raddrizzò, la faccia rossa per
la fatica. ''Erano ovunque. Daryl si è ferito e ha voluto che ci
separassimo. Mi ha detto di tornare subito indietro qui alla prigione
mentre lui si occupava di quei vaganti''.
Glenn guardò nervosamente verso il limitare del bosco. ''Che tipo di ferite aveva?''
''Solo sulla schiena, aveva diversi tagli e stava sanguinando'',
dichiarò Carl infelice. ''Mi ha detto che stava bene, che
sarebbe stato subito dietro di me''. Guardò nuovamente verso il
bosco con ansia. ''Non ci saremo dovuti separare''.
''Se Daryl ha voluto che vi separaste, era questa la cosa giusta da
fare'', disse Glenn con fermezza, ''Lui sa quello che sta facendo''.
Carl si avvicinò alla recinzione e fece scivolare le dita
attorno alla barriera metallica, scrutando la linea degli alberi.
''Daryl riesce a correre molto più velocemente di me'', disse
nervosamente. ''Non dovrebbe essere molto lontano ormai''.
''Lo aspetteremo qui'', disse Glenn, mettendo molta più fiducia
rispetto a quanta ne avesse davvero in quell'ultima affermazione.
Bastava un solo passo falso, una piccola caduta e quei bastardi
sarebbero saltati addosso a Daryl, ma non c'era alcun motivo di dire
niente. Carl conosceva bene la realtà in cui stavano vivendo
meglio di qualsiasi altra persona. Tutto quello che potevano fare era
aspettare e sperare che la fortuna di Daryl durasse. Passarono solo
pochi minuti e Glenn stava cominciando a diventare sempre più
agitato. ''Forse dovresti andare ad avvisare tuo padre'' suggerì
a Carl. ''Solo per fargli sapere quello che sta succedendo''. Non c'era
dubbio che se Daryl non si fosse presentato presto sarebbero andati a
cercarlo e Glenn voleva essere pronto.
''Cosa sta succedendo?''
Preso com'era a guardare fuori dalla recinzione, nessuno di loro aveva notato Oscar avvicinarsi alle loro spalle.
Glenn si girò per rivolgersi a lui. ''Daryl è fuori nel bosco,ferito''.
''Andiamo a cercarlo?'' chiese Oscar senza esitazione.
Glenn sorrise alla dimostrazione della volontà dell'uomo di
volersi prendere cura del gruppo. Era stata una fortuna trovare quell'uomo
grosso e forte in mezzo a tutti quegli altri uomini con intenzioni
nobili molto scarse. ''Abbiamo deciso di concedergli ancora qualche
altro minuto e vedere se riesce a tornare da solo, ma puoi farmi un
favore''.
Oscar annuì, senza nemmeno aspettare di sapere quale sarebbe stato quel favore. ''Certo''.
''Oggi dovevo fare un doppio turno di guardia'', spiegò Glenn.
''Dovrei essere al recinto sud in questo momento, per sostituire Axel.
Ti dispiace prendere il mio posto?''.
''Sei sicuro di non volere che venga là fuori insieme a voi a cercare Daryl?''
''Noi conosciamo meglio questi boschi'', rispose Glenn. ''Sarà più facile andare per Rick e per me''.
''Posso venire'', disse Carl rapidamente.
''Non credo che tuo padre te lo permetterà'', commentò
Oscar. Guardò Glenn. ''Ma posso comunque prendere il tuo turno.
Chiamami non appena avrai bisogno di me''.
''Grazie, Oscar'', disse Glenn con gratitudine. ''Non appena Daryl salterà fuori, verrò a sostituirti''.
''Non c'è alcun bisogno'', disse Oscar con quel particolare tono
basso e calmo della sua voce. ''Avresti bisogno di farti una bella
dormita ogni tanto''.
Sembrava che l'improvvisa predilezione di Glenn per i turni di guardia
non fosse passata inosservata, dopotutto. ''Grazie'', disse Glenn, ''lo
apprezzo''.
Oscar annuì di nuovo. ''Sicuro. Fammi sapere quando Daryl torna''.
''Lo farò'', disse Glenn e sperò che non ci fosse da attendere tanto prima di poter avere quella conversazione.
ooooOOOOOoooo
Carol strizzò pigramente la camicia che aveva tra le mani e
l'aggiunse al mucchio di bucato pulito che stava per appendere fuori in
cortile. La sua giornata era iniziata molto presto con Judith. Beth si
era presa cura della bambina per tutta la notte e Carol voleva che la
ragazza recuperasse un po di sonno. Rick era stato fuori di guardia
tutta la notte, quindi ora toccava a lei prendersi cura della piccola e
sistemarla, e già allora, era il momento che la nuova giornata
avesse inizio. Non le importava, però, era bello avere un
lavoro semplice come questo che la teneva occupata e le impediva di
pensare. Dopo la conversazione avuta con Merle, Carol era più
preoccupata che mai per Daryl. Era ovvio per lei che Merle non avrebbe
mai messo da parte la sua necessità di essere l'unica
famiglia che Daryl avesse il permesso di avere. Probabilmente ''non
avrebbe mai'' non era la cosa più giusta da dire, rifletté,
sarebbe stato meglio dire ''non potrebbe mai permetterlo''. A Carol sembrava che Merle
avesse trascorso tutta la sua vita cercando di capire le persone per
poter utilizzare le loro debolezze contro di loro, piuttosto che per
capirne veramente i problemi. Carol non aveva dubbi che questo fosse il
modo in cui Merle aveva cercato di affrontare gli abusi che aveva
indubbiamente sofferto crescendo nella stessa atmosfera domestica di
Daryl, con un padre violento e una madre negligente. Aveva senso per
lei, perché Merle era il più grande e doveva essere il
più forte, il leader era l'identità che aveva conferito a
se stesso. Daryl, nel frattempo, aveva assunto l'atteggiamento del
fratello, seguendo i suoi passi, seguendo il suo esempio per
guadagnare la sua approvazione.
Ma la loro separazione forzata aveva causato una pausa nel loro rapporto e un sacco di cose erano cambiate per Daryl.
Essendo diventato parte del gruppo, ora era qualcosa di più del
semplice fratellino di Merle. E questo era un qualcosa che Merle non
stava gestendo bene perché, mentre Daryl aveva guadagnato
qualcosa in più per il suo senso di identità, diventando
una parte di vitale importanza per il gruppo, Merle aveva perso
qualcosa senza più la cieca devozione di Daryl. Carol capiva la
disperazione di Merle di voler reclamare tale identità, ma
capì anche che in ultima analisi, Daryl non sarebbe stato in
grado di tornare al modo in cui le cose erano state prima con Merle.
Sospettava che Merle lo sapesse già, ma non era il tipo di
persona che rinunciava a qualcosa che considerava come sua senza prima
aver combattuto. Merle con tutti i suoi trucchi e la sua astuzia, aveva
un repertorio limitato che Carol stava scoprendo. Il fratello di Daryl
era come un uomo che stava cercando di comunicare con qualcuno che
parlava solo il francese e sceglieva apposta di parlare in inglese,
chiaramente e con lentezza, come se questo potesse servire a qualcosa.
Merle avrebbe usato tutti i suoi trucchi e gli avrebbe portati
all'ennesima potenza piuttosto che pensare di poter risolvere la cosa
in un modo diverso da quello a cui era sempre stato abituato a usare. Carol ora ne era certa più che mai e aveva
bisogno di dirlo a Daryl.
Al pensiero di parlare con Daryl, si morse inconsciamente il labbro
inferiore, incapace di fare a meno di pensare al loro ultimo incontro
nella realtà. Aveva lottato contro il modo in cui l'aveva fatta
sentire il trovarsi stretta tra le sue braccia, Carol in realtà
non aveva mai smesso di pensare a quello che sarebbe potuto succedere
quel giorno con Daryl. Il suo difetto era quello di saper mantenere le
sue emozioni sempre sotto controllo e questo non le aveva davvero mai
fatto prendere in considerazione la possibilità di domandarsi
quello che poteva provare Daryl per lei. Quando aveva lottato per
calmare un irritabile Judith per cercare di farla addormentare
quella mattina, tutto questo l'aveva colpita all'improvviso. Il modo in
cui Daryl l'aveva stretta, come si era strusciato sul suo collo, in
quel momento stava cercando un qualcosa di più dalla loro
relazione. Solo che lui non aveva saputo come dirglielo. Quel momento
era stata una splendida rivelazione per Carol. Non si era mai concessa
il lusso di pensare che Daryl potesse vederla in quel modo.
Conosceva così tanto della sua vulnerabilità,
l'aveva vista nei momenti più buii, che difficilmente avrebbe
potuto essere definito romantico. Ma poi, realizzò che nessuno
di loro stava cercando un qualcosa di romantico. Volevano solo sentirsi
entrambi al sicuro e protetti, essere conosciuti e compresi da un'altra
persona. Carol non era mai stata così intima con un uomo e
sapeva che Daryl non lo era mai stato con un'altra donna. Si trovavano
di fronte a una svolta. La loro relazione era diventata così
intensamente personale e coinvolgente, che anche avendo lasciato le
cose così come stavano avrebbero sempre saputo di avere comunque
qualcosa di profondo e sorprendente da condividere per il resto
della loro vita, oppure, potevano scegliere di compiere quell'ultimo
passo, quell'ultimo livello di intimità che due persone
avrebbero potuto condividere.
Per tutta la mattina, tra un pensiero e l'altro e la preoccupazione per
Merle, Carol aveva cercato di decidere se l'innocenza che avrebbero
perso nel loro rapporto se avessero introdotto l'intimità fisica
tra di loro, ne sarebbe valsa la pena. Quello che avevano era
così speciale, così intatto e puro, che il pensiero di
metterlo a rischio era snervante per Carol. Non aveva mentito a Daryl
quel giorno che gli aveva confessato di non volerlo perdere, che non
avrebbe saputo che cosa ne sarebbe stato di lei se fosse successo. Ma
alla fine, quando certe sensazioni erano entrate a far parte del gioco,
avrebbero finito entrambi con l'essere insoddisfatti se avessero
lasciato le cose così come stavano, avrebbero rischiato comunque
di perdere tutto?. Carol era alle prese con questa domanda da ore ormai
perché sapeva, in ultima analisi, che la decisione sarebbe
spettata a lei. Non ci voleva un genio per capire il fatto che Daryl
fosse completamente inesperto riguardo a qualsiasi tipo di relazione
romantica. Per certi versi era ancora come un bambino, stentato da
tutti gli orrori della sua vita, ma intrappolato nel corpo di un uomo.
Era lei quella con l'esperienza, così stava a Carol navigare in
queste acque improvvisamente in tempesta tra di loro. Sentì il
peso di questa responsabilità molto intensamente. Sentiva le
farfalle nello stomaco, quasi fosse una ragazzina, al pensiero della
prossima volta in cui avrebbe incontrato Daryl sapendo che avrebbe
dovuto fare qualcosa per risolvere la questione, in un modo o
nell'altro. I suoi pensieri furono interrotti da Maggie che era appena
entrata nel cortile dove Carol stava facendo il bucato. Carol sorrise
quasi automaticamente alla donna più giovane. ''Ciao''.
''Hey'', disse Maggie, che sembrava molto provata. Il suo sguardo si
soffermò sui panni ammucchiati. ''Questa roba sembra non avere
mai fine,vero?''
''No, non l'avrà mai'', concordò Carol prontamente.
''Anche se,devo ammettere che non mi importa. E' bello avere ancora
qualcosa che ti ricorda la vecchia vita. E' come essere connessi a un
qualcosa che sarà sempre familiare''.
Maggie fece un cenno annuendo con la testa. ''Credo di si. Hai bisogno di una mano?''
''Non quanto sembri averne bisogno tu'', commentò Carol
leggermente. Le sorrise nuovamente. ''C'è qualcosa che non va?''
Maggie fece una faccia triste. ''E' così evidente?''
''Solo un po''.
Maggie andò a sedersi pesantemente su una scatola capovolta
accanto a Carol. ''Si tratta di Glenn. Sono davvero preoccupata per
lui. Sta diventando ossessionato da Merle''.
''Merle è in grado di provocare sentimenti molto forti nelle persone'', disse Carol ironicamente.
Il viso di Maggie si tese con preoccupazione. ''L'ho colto di sorpresa
mentre teneva Merle nel mirino l'altro giorno. Penso che se non fossi
arrivata io gli avrebbe sparato''. Lei scosse la testa. ''Non è
lui, non è qualcosa che il vecchio Glenn che conoscevo avrebbe
fatto. Ho paura, Carol, ho paura che Glenn stia cambiando e che niente
lo possa fermare dal farlo''.
''Le persone non cambiano'', disse Carol con sicurezza, ''cambia solo
il loro modo di affrontare le cose. Glenn agisce in questo modo
perché ti ama e vuole tenerti al sicuro. Vuole tenere tutti al
sicuro. Questo è quello che è sempre stato Glenn, non
è cambiato niente''.
''Ma si sta comportando come uno squilibrato, come un pazzo'', si agitò Maggie.
''La gente è in grado di fare cose folli, quando ha paura di
perdere qualcosa che ama'', disse Carol con tranquillità. ''Il
panico può farti perdere la testa e farti compiere scelte
sbagliate''.
''E' sempre così arrabbiato quasi tutto il tempo'', disse Maggie
con voce tremante. ''Io non so che cosa fare. Questa non è il
Glenn che conosco''.
Carol si rigirò un po sulla sedia in modo da poter osservare
meglio Maggie. ''In qualsiasi relazione, qualsiasi relazione
importante, ci sono dei cambiamenti. Arriverai a un punto nel quale
dovrai capire se questo cambiamento è un qualcosa che il vostro
rapporto potrà assorbire per poter crescere ancora di più
insieme o se sarà un cambiamento che distruggerà tutto
quello che c'è sempre stato. In diverse fasi del rapporto, ci
sono i momenti in cui si deve dare e quelli in cui si deve prendere.
Bisogna capire se si è disposti a correre il rischio di dare,
senza sapere quello che ti verrà chiesto in cambio. E' un atto
di fede che potrebbe sia finire male sia rafforzare quello che
già avete. Nessun tipo di relazione può rimanere statica
per sempre, le dinamiche devono cambiare e si tratta di quanto tu e
Glenn abbiate costruito qualcosa di forte abbastanza da superare questo
nuovo cambiamento nella vostra relazione. In questo momento, Glenn ha
bisogno di sentirsi arrabbiato, sta a te decidere se lasciarglielo fare
ed essere presente per quando lui avrà bisogno di te, per quando
finalmente ne sarà uscito fuori''.
''E se lui non riuscisse a superarlo?'' chiese Maggie dolorosamente. ''E se si perdesse in questo suo desiderio di vendetta?''
''Ecco dove entra in gioco la fede'', disse Carol semplicemente.
''Glenn sta per rendersi conto che ha bisogno di fare una scelta circa
la rabbia che sta provando e dovrà decidere se questa è
più importante del vostro rapporto. Devi chiedere a te stessa,
credi in lui abbastanza da lasciare che ritrovi la sua strada
indipendentemente dalle sue ultime azioni? Quanto credi in lui e in
quello che avete costruito?''.
''Io lo amo'', disse Maggie emozionata. ''Non c'è niente che non
farei per assicurarmi che Glenn sia felice e al sicuro''.
''Hai un buon istinto, Maggie'' dichiarò Carol incoraggiandola.
''Conosci Glenn, fai quello che credi sia giusto. Penso che la vostra
relazione sia forte abbastanza da riuscire a gestire tutte le varie
sfaccettature della vostra personalità. Siete entrambi molto
giovani, avete un sacco di cambiamenti di fronte a voi. In questo
momento devi solo decidere se questi cambiamenti stanno per rendervi
ancora più vicini, o se stanno per allontanarvi
definitivamente''. Carol diede una risatina e scosse la testa mentre
ripensava alle sue ultime parole.
''Che c'è?'' chiese Maggie incuriosita.
Carol fece un sorriso ironico. ''Stavo solo pensando a quanto raramente
seguiamo i nostri buoni consigli''. Tutto quello che aveva appena detto
a Maggie poteva essere applicato anche a lei e a Daryl. Un rapporto
così duraturo doveva essere forte abbastanza da ampliarsi
e assorbire tutte le diverse aspettative e bisogni che entrambe le
persone potevano avere nel corso del tempo. Era una sfida, quando
questo tipo di crescita entrava in gioco, ma era anche l'unico modo nel
quale un rapporto poteva mantenersi vivo. Carol sapeva quello che
doveva fare. Doveva solo correre il rischio e vedere dove l'avrebbe
portata questo rapporto, per il bene di entrambi. Daryl voleva di
più, lei voleva di più e tutto questo aveva bisogno di
essere affrontato. Carol raddrizzò le spalle, uno sguardo
determinato sul suo viso.
''Sembra che tu sia pronta per affrontare una battaglia'', commentò Maggie, osservandola con diffidenza.
''Ho appena deciso di smettere di scappare da qualcosa'', disse Carol
con fermezza. ''Ed è una bellissima sensazione''. Bellissima e
spaventosa, ma Carol stava cominciando a rendersi conto che aveva
vissuto sempre con così tanta paura nella sua vita che lei in
realtà era molto più coraggiosa di quanto non si fosse
mai data credito. Senza rendersene conto, Carol aveva imparato a tenere
sotto controllo la paura e a continuare ad andare avanti con la sua
vita, nonostante tutte le delusioni che aveva sofferto. Aveva detto a
Merle che si era guadagnata le sue opinioni e i suoi atteggiamenti e
questo era vero, adesso era ora di mettersi alla prova. Non sapeva come
Daryl avrebbe reagito a tutto questo, molto probabilmente sarebbe
scappato,ma il pensiero ora non disturbava più Carol
perché adesso aveva fiducia nella loro relazione e aveva fiducia
sul fatto che Daryl sarebbe tornato sempre. Non importava quello che
sarebbe successo, avrebbero sempre ritrovato la loro strada l'uno verso
l'altro. Fissò nuovamente la sua attenzione su Maggie. ''Sei una
donna forte, Maggie e Glenn in questo momento ha bisogno della tua
forza. Andrà tutto bene tra voi due, basta non perdere mai di
vista la fiducia in quello che siete l'uno per l'altro''.
Un timido sorriso sfiorò le labbra di Maggie. ''Grazie, Carol. Credo che avessi solo bisogno di sentirmelo dire''.
Carol allungò la mano e strinse la sua. ''Penso che ne avessimo
bisogno entrambe, strano a dirsi''. Guardò il bucato.
''Liberiamoci di questa roba e andiamo a preparare il pranzo''.
Maggie annuì. ''Certo''.
Le due donne finirono velocemente di stendere i panni e poi si
diressero verso il blocco C per iniziare la preparazione del pranzo.
Erano arrivate presso la sala più esterna del blocco dove
normalmente preparavano i loro pasti quando Carol notò qualcosa
sul pavimento. Smise di camminare e si accovacciò per poter
osservare meglio quei segni sul pavimento. Era l'impronta della scarpa
di un uomo ricoperta di sangue e mentre sollevava rapidamente lo
sguardo verso il corridoio,sempre più avanti, si rese conto che
c'era un intero percorso dietro quella prima.
''Oh mio Dio'', esclamò Maggie, vedendo a sua volta. Le due
donne si scambiarono uno sguardo preoccupato prima di lanciarsi in una
corsa, seguendo le impronte insanguinate giù per il corridoio.
Giunsero dritte all'interno del blocco dove
solitamente dormivano tutti quanti assieme.
''Che cosa è successo?'' chiese Carol a gran voce quando
entrambe fecero irruzione nella stanza. ''Chi è ferito?''. Il
suo sguardo scivolò intorno alla stanza, facendo ansiosamente un
conteggio mentale. Hershel stava accanto a Carl, vicino a loro stava
Glenn.
Maggie si fiondò immediatamente tra le braccia di Glenn. ''Stai bene?'' chiese impaurita.
''Sto bene'', Glenn la rassicurò, stringendola a sua volta. ''Il sangue è quello di Daryl''.
Carol si sentì quasi svenire mentre il suo defluiva dal suo viso. ''Di Daryl?..'' ripeté incerta
''Sta bene, Carol'', disse Hershel rapidamente. ''Si è solo tagliato su alcune rocce. E' tutto apposto''.
Carol si lasciò sfuggire un sospiro che non si era resa conto di aver trattenuto. ''Che cosa è successo?''
''Daryl si è imbattuto in una mandria di zombie'', disse Carl.
Fece un suono frustrato. ''Si è ferito cercando di proteggermi''.
''Qualcosa di cui sono sicura che non si sia pentito nemmeno per un momento'', disse Carol senza esitazione.
''Rick è andato fuori a cercarlo'' continuò Hershel.
Carol aggrottò la fronte. ''Ma lui ha detto che Daryl era di nuovo alla prigione''
''Rick è uscito per cercarlo e dieci minuti dopo Daryl è rientrato'', spiegò Hershel
''Volevo uscire per riportare indietro Rick'', disse Glenn.
''Beh, non ha alcun senso'', lo ammonì Hershel dolcemente.
''Continuiamo a mandare gente nel bosco in mezzo a tutti quegli zombie,
sembra che siamo alla ricerca di guai. Rick sarà di ritorno
molto presto. Non ha senso trasformare tutto questo in un baccano
più grande di quanto non lo sia già''.
''E' tutta colpa mia'', disse Carl, il suo giovane volto segnato dalla rabbia.
''Quegli zombie fanno parte della nostra realtà quotidiana
ormai'', disse Hershel in disaccordo con lui. ''Nessuno di noi
all'interno di questa stanza ha nessuna colpa. Il tuo papà
è in grado di prendersi cura di se stesso e tornerà
presto per controllare se Daryl ha fatto ritorno alla prigione. Io dico
che è meglio se la smettiamo di preoccuparci di qualcosa che non
esiste''.
''Dov'è Daryl adesso?'' chiese Carol. Aveva bisogno di vedere personalmente se stava bene.
''E' nei blocchi delle docce, si sta dando una ripulita'', la
aggiornò Hershel. ''Mi sono offerto di aiutarlo, ma è
stato come cercare di offrire aiuto a un lupo con una zampa incastrata
in una trappola. Meglio lasciare che si prenda cura delle sue ferite da
solo se non vuoi rischiare di perdere una mano a tua volta''.
Carol strinse le labbra con determinazione. ''Daryl può
ringhiare e lamentarsi quanto gli pare, ma sarà comunque
costretto ad accettare il mio aiuto''. Detto questo si voltò e
corse a cercarlo. Era solo un altro promemoria di quando fosse tenue la
speranza di una vita tranquilla in questo mondo post-apocalittico e di
come non aveva senso attendere un domani che forse non sarebbe mai
arrivato.
E Carol era determinata ad ascoltare quel messaggio, che Daryl fosse pronto o meno . . .
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Capitolo 24 *** Capitolo 25 ***
echoes capitolo 25
Capitolo 25
'' Alcune persone vedono le cicatrici , e ricordano le loro ferite.
Per me sono prova del fatto che si può guarire. "
Linda Hogan
Rick
premette la schiena contro la cavità nel
tronco dell'albero,
cercando di diventare quasi invisibile, mentre una mandria di zombie
passava sotto di lui. Allungò un braccio sopra la sua testa,
cercando di farsi spazio il più possibile per poter premere di
più il suo corpo contro l'albero. Le mandria di vaganti al
momento si stava muovendo in gran numero. L'ultima cosa che Rick
voleva era attirare l'attenzione su di sé, erano troppi per
poter riuscire a combattere contro tutti quanti. La sua ricerca di
Daryl era
stata infruttuosa e Rick era sulla via del ritorno per
vedere se l'uomo era già riuscito a raggiungere la prigione.
Almeno lo era,
fino a quando le sua strada non si era incrociata con quella di
quest'ultimo branco. Rick mantenne la calma non appena scorse quella
marea di non morti davanti a lui che si muoveva senza alcuna meta
precisa. Camminavano e basta, come una forza implacabile,
l'ultimo barlume di umanità che li spingeva ad andare avanti.
C'era un qualcosa in tutto questo che Rick riusciva quasi ad
apprezzare. Era lo stesso puro istinto che continuava a mandare avanti
lui in questi giorni.
Aveva perso così tante cose, eppure, aveva ancora così
tanto da perdere. Il potenziale per il dolore e la sofferenza non aveva
fine e fermarsi non sembrava essere una valida opzione, perché
tutto quel dolore, allora, sarebbe stato in grado di raggiungerlo,
afferrarlo e
Rick non sapeva se sarebbe stato in grado di sopportare un tale peso.
Così, continuava ad andare avanti, proprio come queste anime
torturate che lo circondavano, non sapendo verso che cosa si stesse
muovendo, sapendo solo che non poteva fermarsi.
Rick chiuse brevemente gli occhi e fece una preghiera silenziosa di
gratitudine per il fatto che almeno Carl fosse già in salvo all'interno della
prigione. Sembrava che per quanto riguardava il pregare le vecchie
abitudini fossero dure a morire, perché Rick non sapeva
più se credeva in Dio e certamente metteva in dubbio la
bontà del Dio in cui aveva creduto fino a quel momento. Come
potrebbe un Dio amorevole lasciare che così tanto dolore e
sofferenza cadessero sulle spalle di Carl? Suo figlio non aveva fatto
nulla per meritarsi una punizione del genere, e lo stesso valeva per
sua figlia più piccola. L'ingiustizia della vita in cui erano costretti a vivere i
suoi figli gli faceva venire voglia di urlare a pieni polmoni a
volte, ma ancora una volta, la paura lo trattenne. La paura che se
avesse cominciato a urlare non sarebbe stato più in grado di
fermarsi. Gli occhi di Rick si spalancarono mentre improvvisamente
sentì qualcosa mordere la mano tesa sopra la sua testa.
Trattenne un grido mentre la sua carne veniva trafitta fino all'osso da
un morso feroce . . .
ooooOOOOOoooo
Daryl gettò i vestiti puliti e il kit di pronto soccorso sopra
la panca vicino alla doccia e fece una faccia infastidita. Quell'idiota
di Rick era uscito a cercarlo. Perché diavolo non aveva
aspettato ancora un po, invece di rischiare la propria vita per
andare a trovarlo? Daryl sapeva come muoversi nei boschi, quegli zombie non
avevano una sola misera possibilità di riuscire a prenderlo ma Rick
doveva uscire e giocare a fare l'eroe per qualcuno che non aveva
nemmeno bisogno di essere salvato, in primo luogo. Daryl fece un
grugnito frustrato mentre muoveva le spalle sperimentalmente. Aveva un
forte dolore sotto la scapola sinistra, ma aveva giusto bisogno di ripulirsi un
po da tutto il sangue che aveva perso e poi sarebbe andato subito a riportare
indietro Rick. Non c'era nessuna possibilità che Carl potesse perdere
un altro genitore, non sotto la sua supervisione. Anche se quel genitore avrebbe potuto avanzare delle pretese sulla sua donna. Quel
pensiero sgradito spuntò nella sua mente e Daryl non sapeva se
essere più scioccato dall'idea che Rick potesse seriamente avere
delle pretese su Carol in un futuro non troppo lontano, o dal fatto che
ora stesse pensando a Carol come se fosse la sua donna. In entrambi i
casi, prendere a calci qualcosa sembrò l'unica cosa giusta da
fare. Daryl si scagliò contro il vicino muro di cemento e
iniziò a prenderlo a calci, fitte dolorose attraversarono veloci
la sua gamba.
'' Che c'è, non ti sei fatto abbastanza male?'' arrivò la
domanda esasperata da dietro di lui. '' Hai intenzione di aggiungere
qualcos'altro alla lista?''
Si voltò per vedere Carol in piedi sulla soglia della porta che
conduceva all'interno dell'area delle docce, la disapprovazione
visibile lungo tutto il suo viso. Daryl non era ancora pronto per vederla
ora. Era ancora così fortemente confuso e la sua vista portava con
sé così tante emozioni in lui in questi ultimi giorni che Daryl
sapeva che sarebbe stato un errore lasciare che lei facesse un altro
passo all'interno di quella stanza. ''Non sono ferito'', disse in tono burbero,
non volendola lì in quel momento perché lo spaventava il
fatto di quanto la volesse esattamente lì, invece.
''In quel caso penso che tu sia in quei giorni del mese'', disse Carol
con dolcezza mentre guardava la scia di sangue che Daryl aveva lasciato
dietro di sé mentre camminava.
Lui arrossì ma cercò di mantenere fermo il suo cipiglio.
''Non è niente'', ripeté laconicamente. ''E' solo che
stavo correndo e il mio sangue pompava più velocemente del solito,
tutto qui''.
''Ti sei procurato una laurea in medicina da quando ti ho visto stamattina a
colazione?'' lo sfidò lei. Carol iniziò a camminare verso
di lui e Daryl fece istintivamente qualche passo indietro. Scosse la
testa verso di lui. ''Non puoi nemmeno vedere in che stato è la
tua schiena. Come puoi essere così sicuro che non sia niente di
grave?''
''Posso prendermi cura di me stesso'', ringhiò.
''Anche le persone che sanno prendersi cura di se stesse hanno bisogno
di una mano a volte'', replicò lei mentre si avvicinava a lui.
''Dai, fammi vedere''. Carol alzò le mani e fece per muoversi
verso i bottoni della sua camicia senza maniche.
Daryl si lasciò prendere dal panico e le afferrò i polsi.
''Che cosa stai facendo?'' chiese per sapere, il sangue che ruggiva
nelle sue orecchie.
''Hai bisogno di levarti la maglia così posso vedere quanto sono profondi quei tagli'', disse Carol con calma.
Le mani di Daryl si strinsero inconsciamente sui suoi polsi. ''No'',
disse con voce roca. Lo riempiva di panico pensare che Carol potesse vedere
da vicino tutte le cicatrici che ingombravano il suo corpo. Erano la
sua vergogna segreta, i marchi che raccontavano della sua debolezza del
passato. Daryl non voleva che nessuno potesse vedere quello che era
stato, mai e particolarmente non Carol. Sapeva che probabilmente lei
aveva messo insieme i pezzi della storia della sua infanzia da ciò che lui
le aveva raccontato, ma Daryl non voleva davvero che lei vedesse quando
era stato impotente in passato. Non voleva che Carol potesse pensare
male di lui.
''So che cosa stai cercando di nascondere'', disse Carol, il suo viso immerso in una grande serietà.
I nervi di Daryl si tesero a quel pensiero.
''Hai un terzo capezzolo superfluo, non è vero?'' proseguì impassibile.
''Co-cosa?'' chiese un Daryl confuso che vide poi l'inizio di un
sorriso sfacciato prendere posto sulle labbra di Carol. Non poté
fare a meno di dare un grugnito di risate in risposta mentre il suo
prenderlo in giro aiutò ad alleggerire la tensione del momento.
Carol stava apertamente sorridendo verso di lui. ''Sono solo io'',
promise a voce bassa, il suo sguardo confortante cercò il suo ora.
''Sono solo io, Daryl''.
Lei gli stava chiedendo di fidarsi e Daryl lo fece. Lo aveva sempre
fatto, intuendo istintivamente che tutto quello che Carol voleva era solo prendersi cura di
lui come lui voleva prendersi cura di lei. Come riconoscersi,
come comprendersi. Daryl non rispose, ma lasciò che parte della
tensione abbandonasse il suo corpo. Lentamente lasciò andare i
polsi di Carol e lei fu in grado di muoversi nuovamente per sbottonare
la camicia e poi fare scivolare l'indumento fradicio, macchiato di
sangue via dalle sue spalle. Daryl si preparò per lo sguardo di
pietà che sapeva che stava per arrivare quando Carol diede uno
sguardo ravvicinato allo stato in cui era ridotto il suo petto costellato di
cicatrici. Non voleva la sua compassione, ma sapeva che era inevitabile.
Il suo corpo era un disastro ricoperto di profonde cicatrici, come
avrebbe potuto qualsiasi persona guardarlo e non vederlo come una
vittima?.
''Fiuuu'', disse Carol, lasciando andare un sospiro. ''E' un sollievo.
Nessun terzo capezzolo in vista''. Sollevò lo sguardo verso di
lui, le sue labbra si arricciarono in un sorriso. ''E' bello sapere
che non sei un mostro''.
Daryl guardò il suo viso con stupore, sbalordito per il fatto di
non trovare nessuna traccia di compassione nella sua espressione.
Aveva sempre pensato dentro la sua testa che il fatto che le persone
potessero
vedere le sue cicatrici potesse essere un destino peggiore della morte,
ma con uno semplice scherzo, Carol aveva fatto scomparire tutte le sue
paure. Daryl sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di
afferrare l'enormità del significato di quel momento.
''Levati le scarpe'', lo istruì lei.
Daryl si prese un momento per dare un senso a quello che Carol gli
aveva appena detto. ''Perché? I miei piedi stanno benissimo''.
''Sono imbevute di acqua e sangue. Dovrai metterne un altro paio''.
Daryl si guardò le scarpe fradicie. ''Lo farò più tardi''.
''Daryl, levati le scarpe'', gli ordinò esasperata. ''Ho avuto a
che fare con una bambina molto esigente per tutta la mattina, non ho
bisogno di averne un altro''.
Daryl le mise il broncio. ''Io non sono un bambino al quale devi dire
che cosa fare''. Senza preavviso, la mano di Carol scattò
veloce, strappandoli uno dei rari peli che sfoggiava sul petto. Daryl
si accigliò e fece un rumore lamentoso. ''Ahi! Ma che diavolo
stai facendo?!''
''Ora inizierai a fare quello che io ti dico, quando te lo dico, in
caso contrario ti spennerò come un pollo, Daryl Dixon'',
dichiarò severamente.
Daryl cercò di guardarla con un'espressione di sfida, ma non
riuscì a mantenere seria la sua espressione. ''Non sei proprio
quel che si definisce un usignolo'', brontolò soffocando una
risata
''Beh, non vincerai di certo un premio come miglior paziente
dell'anno'', gettò indietro Carol impenitente. Guardò i
suoi pantaloni ancora umidi.
''Non mi leverò i pantaloni'', disse Daryl in fretta, il panico
che crebbe improvvisamente dentro di lui al solo pensiero.
''Ho già visto un uomo senza pantaloni prima d'ora'', disse
Carol con calma. ''Persino quelli che non amano indossare biancheria
intima''.
Daryl la fissò in stato di shock. ''Come fai a sapere che non
indosso le mutande?''. Non poté fare a meno di pensare alla
propensione di Carol per sgattaiolare furtivamente sulle persone e per
vedere e sentire cose che non avrebbe dovuto. Carol l'aveva già
beccato con i pantaloni abbassati senza che lui se ne fosse nemmeno
reso conto? Un nuovo rossore riscaldò la sua faccia e lui
sperò che ci fosse abbastanza sporco sul suo viso per poterlo
nascondere.
''Ti ricordo che sono io a fare il bucato'', disse Carol divertita.
''Non ho mai visto un solo capo della tua biancheria intima graziare la mia cesta,
quindi a meno che tu non stia indossando lo stesso paio di mutande da
almeno un anno, ho pensato che laggiù ci fosse una sorta di situazione di
commando''. Le estremità delle sue labbra si sollevarono.
''Oppure,un paio di mutande non più così strette e pulite che
potrebbero andare bene anche a un orso''.
La costante presa in giro di Carol stava rendendo difficile per lui ricordare
il fatto che era talmente vicina che avrebbe dovuto avere paura
della sua posizione o del fatto che potesse praticamente vedere ogni
minima cicatrice sul suo corpo. Invece in realtà stava godendo
del fatto di trovarsi lì vicino a lei, semi nudo con in mente
una vaga anticipazione del tocco delle sue mani.
''Beh, dal momento che i pantaloni staranno al loro posto, immagino che
non sarà questo il giorno in cui finalmente riuscirò a
farti fare quel famoso bagno'', ipotizzò Carol.
Il cuore di Daryl perse un battito al pensiero di Carol che lo
osservava mentre faceva la doccia. Era possibile essere allo stesso
tempo sia terrorizzato che eccitato dallo stesso pensiero?
Carol si allontanò da lui e inclinò la testa verso i suoi
piedi. ''Le scarpe'', gli ricordò mentre andava a prendere un
secchio nelle vicinanze, aprì il getto di una delle docce in modo da poter riempire d'acqua il
contenitore di plastica.
Daryl la osservava mentre riempiva il secchio mentre con l'aiuto
della punta dello stivale si sfilava il primo dal tacco e poi ripeteva il
processo per togliere anche l'altro rimasto, prima di calciarli via lontano.
''Girati'', lo istruì mentre portava il secchio mezzo pieno fino al punto in cui si trovava lui.
Daryl si voltò docilmente, ma si guardò alle spalle per
vedere Carol versare un qualche tipo di disinfettante nell'acqua
all'interno del secchio, insieme a un panno pulito.
''Va bene'', disse rialzandosi, ''vediamo che cosa abbiamo qui''. Carol
era in piedi dietro di lui ora mentre l'odore del disinfettante si
diffondeva dal panno bagnato che teneva in mano fino a raggiungere le
sue narici. Carol iniziò a tamponare le sue spalla con quel
panno umido e caldo.
Daryl non era sicuro di cosa fare con le sue mani, goffamente abbandonate ai
suoi fianchi. Quindi le sollevò e le incrociò davanti al
suo petto, infilando le mani sotto le ascelle per non intralciarla. Era
ipersensibile ad ogni suo tocco e cercava di non indietreggiare via ad
ogni contatto di quel panno umido. L'antisettico fece pizzicare i piccoli
tagli sulla sua schiena, ma non era questo quello contro cui Daryl
stava cercando di farsi forza.
''Non sembra essere ridotta così male, la maggior parte di questi tagli non sono profondi''.
''Te l'avevo detto'', dichiarò Daryl brusco, concentrandosi su un punto del muro davanti a lui.
''Ma hai un paio di pietre ancora incastrate sotto la scapola qui''.
Daryl sentì la morbida mano di Carol scorrere sopra la sua spalla e cercò di non tremare.
''Proverò a toglierle. Mi dispiace ma probabilmente ti farà un po male''.
Daryl grugnì appena, l'idea di provare un po di dolore era
l'ultima delle sue preoccupazioni al momento. Il suo sangue stava
nuovamente iniziando a martellare nelle sue orecchie, ma questa volta
non a causa della paura o della rabbia. Daryl stava facendo del suo
meglio per cercare di non godere del tocco di Carol più del
dovuto, ma era impossibile. Era come se fosse affamato di quel tipo di
contatto e il minimo tocco gli faceva rizzare i peli sulla nuca e
stringere i muscoli dello stomaco. Il suo volto ebbe una contrazione
involontaria per il dolore acuto che provò mentre Carol toglieva
alcune pietre ancora incastrate sulla sua schiena, ma Daryl non si
lamentò.
''Quest'ultima era molto in profondità'', lo informò. ''Ho intenzione di metterci un po di perossido sopra''.
Daryl si limitò ad annuire, davvero felice di avere una
motivazione per poter prolungare quel momento, anche se sarebbe stato
doloroso. Carol si allontanò brevemente da lui e poi
tornò con una bottiglietta contenente un liquido. Pochi secondi
dopo, Daryl sentì il forte bruciore causato dalle bollicine
spumeggianti nella sua ferita, ma poi seguì rapidamente un
morbido solletico, come il flusso di una corrente di aria calda. Daryl
guardò alle sue spalle per vedere Carol soffiargli dolcemente
sulla schiena. Quel momento per lui risultò talmente erotico che
si chiese se i suoi pensieri rientrassero nella normalità. Daryl davvero non lo
sapeva.
''Aiuta ad affievolire il bruciore'', lo informò Carol tra un
respiro e l'altro quando si accorse di essere osservata. Poi si
raddrizzò. ''Come ti senti?''
Daryl deglutì. ''Bene..'' gracchiò.
Carol annuì soddisfatta. ''Queste ferite dovrebbero rimarginarsi da sole abbastanza velocemente. Sei stato fortunato''.
''Questo sono io'', disse impassibile Daryl, ''dannatamente fortunato''.
L'espressione di Carol era diventata seria. ''Ero veramente terrorizzata quando ho saputo che ti eri ferito'', disse con calma.
''Non ti devi preoccupare per me''.
Lo sguardo blu di Carol sostenne il suo con fermezza. ''E questo che
vuoi, Daryl? Vuoi che non mi importi niente se vivi o se muori?'' lo
interrogò lei tranquillamente. ''Vuoi che sia indifferente al fatto che tu sia o meno ferito e sofferente?''
''Io-Io..ah..-'' si schiarì la gola e cercò di
raccogliere le idee. ''Io non voglio che tu ti preoccupi per me'',
ribadì Daryl, odiando il pensiero di averla fatta spaventare
così tanto.
Carol fece un sospiro estenuato. ''Beh, è difficile, Signor
Dixon, perché io lo faccio''. Carol gli girò intorno fino
ad arrivare di fronte a lui e inclinò la testa verso le braccia
di Daryl, che erano ancora incrociate davanti al suo petto. ''Metti
giù le braccia''.
''Perché?'' chiese lui esitante.
''Voglio vedere se hai riportato delle ferite anche da qualche altra parte''.
''Non sono ferito da nessun altra parte''.
''Un secondo parere non farà mai male a nessuno. Riesco già a vedere che la tua mano sta sanguinando''.
Daryl tirò fuori la mano destra da sotto l'ascella per vedere
che effettivamente un po di pelle era stata strappata dalle nocche e il
sangue si stava già seccando sulla ferita.
''Fammi vedere'' disse Carol consapevolmente, ''un secondo parere
è sempre una cosa buona! L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno
è che tu possa prenderti un infezione''. Gli prese la mano e
ripulì rapidamente il tutto con l'acqua mischiata al
disinfettante.
Daryl osservava il lavoro di Carol, notando lo sguardo concentrato sul
suo viso. Certo, le avrebbe potuto far notare che si sarebbe potuto
occupare anche da solo di questa parte, ma stranamente, Daryl non
provò nessun rimorso per non averlo fatto. Ciò avrebbe
significato che Carol avrebbe dovuto lasciar andare la sua mano e
avrebbe smesso di stargli così vicino e Daryl non voleva che
questo accadesse. Diventò piuttosto teso però, quando
Carol si chinò per immergere nuovamente il panno nel secchio e
iniziò a trasferire le sue cure sul suo petto. Daryl le
afferrò nuovamente i polsi, trovando più difficile il
fatto di essere di fronte a Carol ora mentre ripuliva le sue cicatrici
rispetto al fatto di quando lei stava alle sue spalle.
''Ho bisogno di levare tutto questo sporco per poter controllare
correttamente'', sostenne contro la sua protesta silenziosa. ''E poi,
devo uniformare questa parte con la tua schiena, ora che sono riuscita
a ripulirla''.
Daryl lasciò andare a malincuore il polso di Carol e si
preparò per il momento in cui lei avrebbe fatto inevitabilmente
un commento sulle sue cicatrici. Solo che lei non lo fece,
continuò a ripulirlo metodicamente sul petto con quel suo pezzo
di stoffa. Si dovette ricordare di respirare mentre Carol continuava a
fare il suo lavoro. Daryl trasse un respiro spezzato mentre il panno di
Carol si mosse lungo la parte superiore dei suoi pantaloni,strisciando
lungo la linea della sua cintura ma non riuscì a bloccare la
sensazione di piacere che iniziò a scorrere verso il basso. Il
tocco di Carol stava cancellando dalla sua mente qualsiasi altra cosa e
lasciò spazio solo per le sensazioni che ogni suo tocco gli
stava regalando.
Quando ebbe finalmente finito, Carol lasciò cadere il panno di
nuovo nel secchio d'acqua, ma non si allontanò subito da lui.
''Tutto sommato, penso che sopravvivrai''.
Daryl annuì in silenzio, incapace di distogliere lo sguardo dal
viso di Carol. Stava apertamente fissando il suo petto ora e Daryl si
tese quando Carol allungò una mano e la trascinò sopra la
linea raggrinzita della cicatrice più prominente sul suo
petto.
Daryl non riuscì a trattenere un tremore.. ''Non farlo'', le
ordinò duramente. Daryl cercò di scacciare via la sua
mano con un colpo ma Carol evitò la sua mano e tornò
semplicemente a sfiorare quella cicatrice.
''Non ti dovresti vergognare di queste'', lo ammonì dolcemente.
''Oh, giusto'' dichiarò Daryl in tono sprezzante. ''Dovrei
esserne orgoglioso invece. Orgoglioso del fatto di aver lasciato che
mio padre mi picchiasse fino a farmi svenire un giorno dopo l'altro''.
La sua voce si incrinò nell'ultima parte e Daryl si maledisse
per la debolezza che aveva appena dimostrato. Quelle cicatrici erano
solo un brutto ricordo degli abusi contro i quali era stato troppo
debole allora per poter fare qualcosa.
Carol aggrottò le sopracciglia verso di lui. ''Queste cicatrici
non parlano di te e del fatto che sei stato debole, Daryl''.
''E di che cosa parlano allora?'' le chiese con rabbia.
''Parlano del fatto che tu sei riuscito a sopravvivere'', disse Carol.
Le sue dita toccarono leggere le molteplici cicatrici sul suo petto.
''Tutte queste, sono solo la dimostrazione di come tu sia stato in
grado di guarire, la dimostrazione del fatto che sei ancora vivo''. Il
volto di Carol divenne serio. ''I morti non possono più guarire.
Le loro ferite rimarranno aperte e sanguineranno per sempre, non hanno
più modo di recuperare quello che hanno perduto, ma tu ce l'hai,
Daryl. Lo hai già fatto''.
Ora stava guardando Carol con cautela, non avendo mai pensato a quel modo
''E per di più, tu non sei come Merle'', continuò, con
voce bassa e feroce. ''Quell'uomo non ha permesso alle sue cicatrici di
rimarginarsi perché continua ad aprirle con le sue stesse mani.
Lui è come una gigantesca ferita purulente sulla pelle che
continua intenzionalmente a togliere via la crosta, così da
poter mantenere sempre vivo il dolore per potersi scatenare contro
chiunque cerchi di avvicinarsi troppo a lui''.
Il volto di Daryl registrò shock, non avendo mai pensato a suo
fratello in quei termini prima d'ora e non potendo contraddire con Carol
riguardo alla sua visione di Merle. Suo fratello non lasciava mai che
qualcosa passasse inosservata.
''In un certo senso, è proprio per questo che mi preoccupa
tantissimo anche la situazione che si sta trovando ad affrontare
Rick'', rifletté Carol con calma
La menzione del nome dell'altro uomo portò Daryl a tendersi
ancora di più. Non voleva che il suo nome restasse lì,
sospeso tra loro in questo momento di intimità. Non voleva che
Carol pensasse a nessun altro uomo, se non a lui. Una fitta di gelosia
corse veloce lungo la sua spina dorsale, come unghie sopra una lavagna,
portandolo nuovamente al limite.
''Tutte le cicatrici che Rick si porta dietro sono nascoste, dentro di
lui''. Il suo viso si rabbuiò. ''Ci sono giorni in cui penso che
morirà a casa di un emorragia interna e nessuno di noi
sarà in grado di rendersene conto. Tutto questo mi preoccupa''.
Daryl capiva quello di cui lei stava parlando, ma sapere che Carol
stava pensando a Rick e si stava preoccupando per lui suscitò la
sua gelosia e tutte le sue insicurezze contro le quali aveva lottato in
questi ultimi giorni. Era solo questione di tempo prima che Carol si
accorgesse di essersi innamorata dell'uomo. Le mani di Daryl si
strinsero in un pugno a quel pensiero.
La mano di Carol si era spostata fino a quell'area raggrinzita della
sua pelle lì dove si era ferito con quella freccia mentre era
alla ricerca di Sophia. ''Le tue cicatrici raccontano così tante
storie, Daryl. Ti sei procurato questa quando hai ritrovato la bambola
di Sophia'', osservò Carol tranquillamente. ''E' stato l'ultimo
contatto con la vecchia Sophia che abbiamo avuto. Questa cicatrice
è come se fosse un monumento alla memoria della mia bambina,
quando era ancora la mia bambina''. Guardò Daryl, l'espressione
commossa. ''Ed è sul tuo corpo''.
La frustrazione di non sapere che cosa lui significasse per Carol
esplose dentro di lui. Venne tutto fuori in un impeto di rabbia
e gelosia, con le parole di Merle che rimbalzavano nella sua mente e lo
incitavano. ''E' questo tutto quello che sono per te? Una sorta di
altarino dove riporre il ricordo di Sophia?'' chiese aspramente. ''La
cosa che ti piace tenerti accanto per ricordarti quello che ti è
stato portato via?''
Gli occhi di Carol si spalancarono per la sorpresa a quelle domande rabbiose. ''C-cosa, no, Daryl.. Io non..-''
Non poteva lasciarla finire. Daryl sapeva che stava per trasformare
tutto questo in un gran pasticcio e voleva solo riuscire a dirle la
verità. Voleva dire a Carol che non poteva sopportare il
pensiero che lei potesse provare una grande simpatia per qualcun'altro
piuttosto che per lui. Che la gelosia e la confusione lo stavano
consumando e che lei gli mancava da morire in quei momenti in cui non
stava vicino a lui. Daryl voleva trovare le parole per dirle
chiaramente che lei era la cosa più importante per lui,
più importante del suo stesso respiro e che l'avrebbe amata
anche se lei non avesse mai trovato il modo di amarlo a sua volta.
Perché doveva farlo, non c'era più una scelta per Daryl.
Ma, naturalmente, nessuna di queste parole trovò la strada per
uscire fuori dalle sue labbra. Ma come al solito, era riuscito solo a
gettare fuori qualcosa di cattivo e aveva ferito Carol nel processo.
Daryl era disperato per cercare di fare tutto questo nel modo giusto,
ma non sapeva come fare. Si fece prendere dal panico, temendo di aver
appena fatto avverare il suo peggiore incubo, che era quello di far
allontanare Carol da lui definitivamente. Daryl doveva fare le cose nel
modo giusto, ma non sapeva come confessarle il modo in cui si sentiva
realmente.
Visto che non trovò il modo di riuscire con le parole, Daryl
provò con le azioni. Afferrò il viso di Carol con una
mano e stampò un goffo bacio sulle sue labbra, ma mancò
di poco il suo bersaglio, mostrando quando davvero fosse inesperto in
questo genere di cose. Daryl cercò di compensare premendo
più forte le sue labbra contro quelle di Carol, sperando che questo
lo avrebbe reso migliore in qualche modo. Non funzionò dal modo in cui Carol si
irrigidì contro di lui, le mani premute contro il suo petto.
Daryl si ritrovò costretto a rompere quel bacio e Carol fece
immediatamente un passo incerto all'indietro. Si premette una mano
sulle labbra, mentre lo guardava incredula in stato di shock. Daryl la
fissò con orrore, incapace di credere a quello che aveva appena
fatto.
''Daryl..'' . Carol disse tremante il suo nome da dietro la sua mano, continuando a guardarlo con quell'espressione stordita.
Daryl non riuscì ad aspettare di sentirla urlare contro di lui
o, peggio, di sentirla provare a respingerlo con gentilezza. Le
passò oltre superandola, afferrando la sua camicia pulita lungo
il percorso e uscì praticamente correndo fuori dalla stanza,
desiderando che la terra potesse aprirsi sotto i suoi piedi e lo
ingoiasse per intero per il suo sciocco comportamento e per aver peggiorato ancora di più la situazione.
ooooOOOOOoooo
Carl stava giocherellando con il suo cappello all'interno della sua
cella aspettando notizie di suo padre. Aveva mangiato alcuni bocconi
per pranzo, sopratutto per compiacere Beth, che si era offerta di
portargli il piatto di cibo personalmente, ma non era riuscito ad
assaporare niente. Il suo stomaco era contratto mentre aspettava con
ansia il ritorno di suo padre. Ormai Carl pensava di essersi abituato a
questo tipo di attesa. Si sentiva come se suo padre si
allontanasse sempre, lasciandolo indietro a preoccuparsi sul
quando e sul se l'avrebbe mai rivisto. Carl trovava familiare questo limbo
nel quale si trovava, ma non avrebbe mai potuto abituarsi a esso e
forse questa era una cosa buona. Non voleva arrivare al punto in cui
non gli sarebbe più importato se suo padre fosse vissuto oppure no.
Carl non poteva immaginare che una cosa del genere potesse mai
accadere, ma desiderò di non sentirsi più come se il suo
cuore gli fosse stato strappato dal petto tutte le volte che suo padre
correva fuori per aiutare qualcuno.
Si alzò di scatto e si spinse il cappello sulla testa. Carl non
poteva più restare lì seduto a non fare nulla. Per lo
meno avrebbe aspettato suo padre alla recinzione. Axel si trovava
là in quel momento e aveva promesso di far sapere subito a tutti
non appena Rick avesse fatto ritorno, ma Carl aveva bisogno di vedere
con i suoi stessi occhi. Uscì deciso fuori dalla sua cella e si
incamminò verso le scale.
''Dove stai andando?'' chiese Beth preoccupata.
''Vado a cercare mio padre'', disse Carl, la sua mascella indurita
dalla determinazione mentre finiva di scendere la scalinata.
''Sai bene che lui non vorrebbe che tu lo facessi'', disse Beth dolcemente
La risposta di Carl fu tagliente. ''Beh, lui adesso non è qui
per dirmi quello che devo fare, è questo il punto''. Fece una
faccia contrita. ''Mi dispiace'', mormorò. ''So bene che non
è colpa tua, Beth''.
''Dagli ancora un po di tempo'', lo supplicò lei. ''So che Rick
tornerà presto e non voglio che tu ti metta in pericolo''.
La determinazione di Carl barcollò per un momento, trovando molto difficile dare un no a Beth come risposta
Hershel li raggiunse zoppicando da dietro la scalinata. ''Devi solo
prendere un bel respiro, ragazzo'', consigliò. ''Come ho
già detto, dobbiamo solo essere pazienti''
Carl aprì la bocca per dire a Hershel che era stufo di essere paziente quando Axel irruppe improvvisamente nella stanza.
''Va tutto bene'' ansimò Axel, a corto di fiato per la corsa che
aveva probabilmente fatto fino al blocco delle celle. ''Rick è
tornato''.
Il corpo di Carl si rilassò per il sollievo di quella buona notizia.
''Ma faresti meglio a preparare quel tuo kit di pronto soccorso,
Hershel''. Consigliò Axel all'uomo più anziano. ''Rick è stato morso e ha bisogno di essere ricucito''.
Il sangue defluì dal viso di Carl anche se iniziò a
ruggirgli nelle orecchie. Suo padre era stato morso. Si sarebbe
trasformato in uno di quei mostri. Carl cercò di elaborare
quelle informazioni, ma non ci riuscì. Il suo cervello si
congelò in un orrore impotente e nella paura anche se il suo
corpo decise di prendere il volo. Carl sapeva che non poteva farsi
trovare lì quando suo padre li avrebbe raggiunti, non voleva
vedere l'inevitabilità di quella separazione sul volto di suo
padre. Sarebbe stato troppo. Carl iniziò a correre,spingendo via
Axel e correndo selvaggiamente verso l'uscita.
''Hey, aspetta!'' Axel gli urlò contro. ''Carl!''
Ma Carl non aveva nessuna intenzione di fermarsi, non poteva.
Continuò a correre, a correre via dall'inevitabile incubo che lo
avrebbe raggiunto presto . . . .
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Capitolo 25 *** Capitolo 26 ***
echoes capitolo 26
Ringrazio
la mia amica e compagna caryler, Silvia, che mi ha dato una mano con la
traduzione di questo capitolo e... dopo una lunga attesa, ecco a voi il
26esimo capitolo.
Buona lettura! XXX
Capitolo 26
''Carl!!'' Rick chiamò il nome di suo figlio, mentre si
affrettava dietro di lui lungo i corridoi tortuosi delle catacombe. Si
era precipitato al blocco delle celle giusto in tempo per vedere Carl
schizzare fuori dalla zona notte come se il diavolo in persona lo
stesse inseguendo. Rick gli era corso subito dietro, cercando di
raggiungerlo nel più breve tempo possibile. Questo posto non era
un posto sicuro dove stare se non eri nelle condizioni di saper badare
a te stesso. Svoltò un angolo e chiamò ancora. ''Carl!''.
''Non ti avvicinare!''
Rick si arrestò bruscamente quando vide Carl alla fine di un
corridoio che si era rivelato essere solo un vicolo cieco. Il ragazzo
aveva la schiena contro il muro e la pistola, con l'ingombrante
silenziatore, puntata dritta verso di lui. Rick sollevò
istintivamente le mani. ''Carl..va tutto bene, sono io.''
''Resta dove sei!'' ripeté Carl, la sua voce instabile come la
canna della pistola che si muoveva su e giù nella sua mano
tremante.
Rick lo ignorò e fece un passo avanti. ''Carl, metti giù
la pistola, o qualcuno finirà per farsi del male''. Poteva
vedere che le guance di Carl erano rigate di lacrime. ''Cosa c'è
che non va? Che cosa è successo?''
''Tu.. tu sei stato morso'', disse con voce stridula. ''Ti trasformerai
in uno di loro''. L'agonia nella voce di Carl fece arretrare Rick.
L'uomo scosse la testa, realizzando subito quale fosse il problema.
''No, non sono stato morso, Carl.. va tutto bene''. Avanzò
attentamente di un altro passo e tese la mano. ''Voglio dire, si, sono
stato morso, ma è stato solo uno scoiattolo''. Rick tese il suo
dito sanguinante in modo che Carl potesse vederlo. ''Quel dannato coso
mi ha quasi staccato un dito di netto. Credo che abbia pensato che
stessi cercando di rubare le sue noccioline''. Tentò di
sorridere, incoraggiando Carl a fare lo stesso. ''Apparentemente non
era al corrente della mia allergia verso le noci''.
Carl lo guardò sotto shock, mentre sbatteva rapidamente le palpebre incredulo. ''Uno sc-scoiattolo?''
La testa di Rick andò su e giù con entusiasmo. ''Si, uno
scoiattolo, uno diabolico''. Tenne la voce bassa e calma. ''Carl,
abbassa la pistola. Non mi trasformerò. Te lo prometto, io sto
bene''.
La pistola tremava così tanto nella mani di Carl che Rick era
preoccupato che avrebbe finito con il premere accidentalmente il
grilletto, si preparò per tornare rapidamente sui suoi passi se
questo fosse stato necessario. Come scoprì dopo poco, non
aveva bisogno di essere preoccupato, dal momento che tutta la
forza sembrò abbandonare il corpo di Carl mentre si afflosciava
sulle sue ginocchia, la pistola cadde dalla sua mano e il suo
cappello scivolò via dal suo capo chino. Rick si mosse
velocemente per afferrarlo e finirono tutti e due con il ritrovarsi
sdraiati sul freddo e duro pavimento mentre tirava Carl versò di
sé e lo stringeva in un forte abbraccio. ''Va tutto bene'',
sussurrò contro il suo orecchio. ''Stai bene, ci sono io
adesso''. Ci fu un breve momento di resistenza da parte di Carl, che
pensava ancora di non dover accettare il conforto che il padre gli
stava offrendo ma, poco dopo, si ritrovò a seppellire il viso
contro il collo di Rick e a stringerlo forte a sua volta. Il corpo di
Carl era scosso dal tremore contro quello di suo padre e questo spinse
Rick a stringerlo sempre più forte contro di sé, non
facendo caso al fatto che ci fosse troppo caldo in quel momento per
stringere una persona così forte a te anche se fosse stato solo
per un breve momento.
''Pensavo che saresti diventato uno di loro'', disse Carl raggelato
contro il suo collo. ''Pensavo che avrei dovut- che avrei dovuto..''
Rick strinse la labbra da sopra la testa di Carl. ''No'', lo supplicò lui dolorosamente. ''Carl, non ci pensare''
Ci fu questo lungo silenzio, dove l'unico suono che si sentiva era quello dei loro respiri, densi di emozione reciproca.
''Tu mi odi?''
La domanda scioccante che Carl aveva chiesto così timidamente
fece tendere il corpo di Rick fino all'ultimo nervo. Ribatté
subito un ''Che cosa?''. Rick afferrò Carl per il mento e lo
spinse a guardarlo. ''Carl, no. Come puoi chiedermi questo? Io ti amo. Ti amo più di qualsiasi cosa in questo mondo.''
Il suo cuore si contrasse dolorosamente al pensiero che Carl avesse
potuto pensare una cosa del genere sul suo conto. Per Rick fu talmente
orribile che delle ondate di senso di colpa lo portarono a pensare che
cosa mai avesse fatto per portare suo figlio a pensare questo.
''Io ho ucciso la mamma'', disse Carl, la sua voce tremante e questo
fece ricordare a Rick che nonostante Carl fosse costretto a vivere in
un mondo per soli adulti, c'era ancora così tanto di quel
bambino in lui. ''Judith non potrà mai conoscere la mamma per
causa mia'', disse con voce rotta.
''Quello che è successo a tua madre non è stata colpa
tua, Carl'', disse Rick con urgenza. ''Tua madre ed io, abbiamo scelto
insieme di portare avanti quella gravidanza e entrambi ne conoscevano i
rischi. Quello che è successo non è colpa di nessuno. In
questo mondo accadono cose brutte, tutto il tempo. E la colpa non
è sempre di qualcuno. Mi senti Carl, non è colpa di
nessuno, ma sopratutto non la tua''. Rick era alla disperata ricerca di
far capire questo a suo figlio. Era stato così dannatamente
consumato dal senso di colpa per la perdita di Lori, che non
c'era stato più niente che potesse offrire a Carl. Si era
lasciato convincere dal fatto che Carl fosse stato in grado di gestire
tutto questo, perché aveva bisogno che fosse veramente
così. Questo avrebbe significato che per lui ci sarebbe stato un
carico in meno da sopportare, ma era ovvio che il ragazzo stava ancora
combattendo, e strenuamente. Rick scosse la testa in frustrazione
verso se stesso. ''Carl, mi dispiace così tanto che tu sia
arrivato a pensare che io ti ritenessi colpevole di aver fatto
qualcosa, in qualunque modo''. Fece in modo di essere sicuro che Carl
lo stesse guardando. ''La verità, è che io mi sento
così colpevole di aver permesso che tu ti occupassi di fare
quello che avrei dovuto essere in grado di fare io per la mamma. Avrei
dovuto farlo io, non è giusto che le cose siano andate in questo
modo e io darei qualsiasi cosa per poter tornare indietro, ma non posso
farlo''. Le sue stesse parole lo colpirono profondamente. ''Non
posso..', sospirò, mentre un fresco dolore lo avvolgeva
completamente. ''Questa è una cosa veramente dura da ammettere
per un padre, Carl, perché dal momento in cui i nostri figli
nascono, tutto quello che desideriamo fare è proteggerli e fare
in modo che nella loro vita tutto vada per il meglio''. Il viso di Rick
era colmo di dolore. ''Ma io non posso farlo. Non posso farlo per te e
non posso farlo per Judith e saperlo mi spezza il cuore ogni giorno''
Carl lo stava fissando con una grande serietà adesso, le lacrime
ancora fresche sulle sue guance lentigginose. Quando lo guardava a quel
modo Rick non poteva fare a meno di pensare a Lori. Era solita
rivolgerli quello stesso sguardo e questo lo avrebbe annullato tutte le
volte.
La voce di Carl era bassa. ''Non ho bisogno che tu mi protegga,
papà'', disse piano. ''Sono in grado di badare a me stesso''.
''Ma non dovresti essere costretto a doverlo fare'', dichiarò
Rick tristemente, lamentando ancora una volta la perdita dell'infanzia
innocente di Carl.
''Non ha importanza ora. Voglio solo che tu non mi lasci mai'',
dichiarò Carl tremante. ''Io non voglio restare da solo''.
Rick lo cullò più vicino al suo corpo e desiderò
di poter dire qualcosa di diverso da quello che stava per dire. ''Carl,
vorrei tanto essere in grado di prometterti che non mi accadrà
mai nulla e che io ci sarò sempre per te..''
''Ma non è possibile'', continuò Carl debolmente, la sua figura snella che si abbandonava contro quella di Rick
''No..'' disse Rick debolmente, ''Non posso farlo perché sarebbe
una bugia. In realtà, non avrei potuto farlo nemmeno prima che
tutto quanto andasse all'Inferno ad ogni modo''. Chiuse gli occhi e
appoggiò la sua testa contro la guancia di Carl mentre i ricordi
tornavano alla sua mente. ''Quando eri un bambino, mi guardavi come se
avessi potuto fare qualsiasi cosa e questa è stata la sensazione
più bella che ho provato in tutta la mia vita. Ero il tuo
papà e non c'era niente che non fossi in grado di fare per te.
Poi, quando hai iniziato a crescere, hai realizzato che nemmeno io ero
così perfetto. Questo è sempre un duro momento per un
padre, sapere di dover deludere i suoi figli''
''Tu non mi hai mai deluso,papà'', protestò Carl
''Si, l'ho fatto'', disse Rick determinato. ''E' semplicemente il modo
in cui vanno le cose, su questa terra nessuno è perfetto, men
che meno me. Ho commesso degli errori con te, con tua mamma-..'' . La
sua voce si incrinò a quest'ultima affermazione e Rick si
dovette schiarire la gola prima di poter continuare. ''Ogni bambino
prima o poi dovrà perdere la sua innocenza per quanto riguarda i
suoi genitori a un certo punto e non sarà mai facile ma è
qualcosa che deve succedere perché un bambino possa crescere. So
che ti ho già chiesto tanto, Carl e so che niente di tutto
ciò è stato facile per te''.
''Non è facile per nessuno. Lo so''. La voce di Carl era tenue e
timorosa. ''Io non voglio perderti, papà. Ho tanta
paura, tutto il tempo. Ogni volta che ti vedo andare via, penso
che forse quella sarà l'ultima e se questo accadesse, io non so
che cosa farei. Non voglio vivere senza di te, papà, io non lo
vorrei mai. So che forse questo potrebbe far infuriare Dio, ma non
posso farci niente''.
Lacrime brucianti riempirono gli occhi di Rick a sentire Carl
suonare così spaventato mentre finalmente dava voce a tutte le
paure che aveva tenuto dentro di sé per tutto quel tempo. La
stoica facciata che Carl aveva indossato sin dal giorno che sua madre
era morta era stata semplicemente questo, una maschera. Dentro di lui
era solo un ragazzo terrorizzato che sperava che qualcuno gli
dicesse che sarebbe andato tutto bene. Rick si strinse forte a Carl,
la voce impastata a causa delle sue stesse lacrime. ''Ascoltami'',
disse con voce rauca, ''tu sarai in grado di vivere senza di me, Carl,
perché sei forte e intelligente e hai un buon cuore. Non hai
bisogno di me''. Trasse un respiro instabile. ''Sono io quello che ha
bisogno di te. Tu e Judith siete la ragione per cui io mi alzo ogni
mattina e metto un piede dietro l'altro. Tu potrai vivere senza di me,
ma io so che non potrei mai vivere senza di te Carl''. Rick strinse il
suo viso tra le sue mani. ''Ecco perché combatterò con
tutta la forza che ho in corpo per tornare da te e da Judith, sempre.
Farei qualsiasi cosa a qualsiasi persona se questo dovesse
significare mantenere voi due al sicuro e poter continuare a stare
sempre accanto a te. Non ti posso promettere che sarò sempre
presente quando avrai bisogno di me, Carl, ma posso prometterti che
combatterò fino alla fine con le unghie e con i denti per
provarci.''
Carl sembrò essere confortato da quello che Rick
aveva appena detto. Rick sapeva che avrebbe dovuto dire tutto questo
molto tempo prima, ma là fuori sulla strada era stata una lotta
frenetica per sopravvivere, un giorno dopo l'altro. Quando avevano
trovato la prigione, si erano stabiliti a malapena e avevano perso
Lori. Rick si rese conto che aveva combattuto così duramente per
concedersi altro tempo con i suoi figli, ma che poi non era stato in
grado di fare quello di cui avevano bisogno che lui facesse in quel
momento così difficile da superare. Sopratutto per Carl.
L'espressione di Rick era concentrata. ''Io credo in te, Carl, so chi
sei e credo nell'uomo che diventerai. Tu e Judith siete la cosa
più perfetta e migliore che io abbia mai fatto a questo mondo e
non potrei chiedere di meglio. Non importa che cosa succederà,
promettimi che te lo ricorderai sempre''.
Carl cercò di sorridere con incertezza. ''Te lo prometto'', disse con voce roca.
Rick si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. ''Bene, questo mi rende davvero felice, Carl''
''Sono felice anche io, sono veramente felice che Merle si sbagliasse'', disse Carl, il sollievo evidente nella sua voce.
Rick non poté fare a meno di allarmarsi. ''Merle?..''
Carl si strinse nelle spalle. ''Si, ha pensato che potessi essere arrabbiato con me per quello che ho dovuto fare''.
''Per quello che ''ho fatto'' '', Rick lo corresse in automatico, anche
se l'uso della grammatica di Carl non era quello che lo
preoccupava al momento. Naturalmente Merle aveva avuto la sua
parte in tutto questo, movimentando ulteriormente un
mare già in tempesta. La sua mascella si indurì.
Merle aveva usato suo figlio, un ragazzino che stava ancora lottando
per accettare la prematura morte della madre e lui lo aveva preso di
mira solo per riuscire ad arrivare fino a lui. Quel figlio di puttana
sapeva veramente come sfruttare ogni minima opportunità. Un
muscolo si gonfiò nella sua guancia mentre Rick cercava di
nascondere la sua rabbia a Carl. Non era colpa di suo figlio. Merle
stava giocando con loro stuzzicando le loro corde come se fossero dei
vecchi violini messi lì apposta per essere strimpellati e non si
sarebbe fermato. A Rick non importava se l'altro uomo se la fosse presa
ancora o meno con lui personalmente, ma ora che aveva iniziato a
incasinare le cose con Carl, tutti gli accordi erano saltati.
Sapeva di aver promesso a Carol che questa sarebbe stata una scelta di
Daryl, ma il tempo era scaduto. Daryl doveva prendere questa decisione
ora perché Rick non aveva nessuna intenzione di lasciare che
Merle potesse avere un'altra possibilità di avvicinarsi a suo
figlio.
''Per quello che ho fatto'', ripeté Carl doverosamente.
''Carl'', disse Rick con serietà ''quando Merle ti dirà
che il cielo è azzurro, voglio che tu sollevi lo sguardo e
controlli di persona. Nulla di quello che dice quell'uomo vale la pena
di essere ascoltato, mi senti?. Lui è un bugiardo e non
può fare altro che dire bugie''. Anche se aveva appena
pronunciato quelle parole, Rick sapeva che non erano del tutto vere.
Merle era un tipo di bugiardo molto pericoloso, il tipo che riesce a
infilare abbastanza verità nelle sue menzogne da riuscire a
renderle fin troppo reali.
''Okay''
''Dico sul serio''.
''Lo so, ho capito''. Carl arricciò il naso. ''Posso vedere il tuo dito?''
Rick sollevò il dito ferito in modo che Carl potesse esaminarlo.
Sembrava che Carl stesse effettivamente verificando che si trattava
semplicemente del morso di un piccolo animale e niente di più.
''Non posso credere che tu ti sia fatto mordere da uno scoiattolo''.
C'era un vago divertimento nel suo tono di voce.
''Non era uno scoiattolo qualsiasi, era uno enorme.'' disse Rick impassibile. ''Era l'Hulk degli scoiattoli''.
Carl non riuscì a trattenere lo sbuffo di una risata. ''Bel riferimento alla cultura pop, papà''
Rick fece un sorrisino. ''Beh, lo sai che mi piace stare al passo con i ragazzini. E' così che stanno le cose adesso''
Carl scosse la testa alla stupidità che suo padre stava
dimostrando dopo avergli fatto tutto quel discorso emotivo. Per un
momento, era bello far finta che il resto del mondo e delle sue
esigenze per entrambi loro non esistesse. Erano solo un padre e un
figlio che stavano insieme e che amavano farlo. Non sarebbe durato, ma
Rick sapeva che questo sarebbe diventato un ricordo nel quale entrambi
avrebbero potuto rifugiarsi quando i giorni bui gli avrebbero
nuovamente raggiunti con la loro oscurità.
ooooOOOOOoooo
Carol entrò nella zona notte e iniziò a guardarsi intorno. ''Qualcuno ha visto Daryl?''
Hershel inarcò un sopracciglio mentre alzava lo sguardo da dove
era seduto concentrato a mangiare un panino. ''Pensavo che fosse con
te''.
''Si,lo era, ma poi..'', Carol esitò, ''poi non lo era
più''. Si portò inconsciamente le dita sulle labbra che
sentiva ancora lievemente indolenzite dal forzato ma inesperto
tentativo di Daryl di baciarla. Era troppo complicato e per giunta
privato entrare nei dettagli circa quello che era appena accaduto tra
lei e Daryl. Carol sapeva solo che doveva trovarlo. Daryl era come un
bambino spaventato, sicuro di aver fatto qualcosa di sbagliato e in
questo momento stava scappando da qualcosa come se ne dipendesse la sua
stessa vita. Carol aveva bisogno di trovarlo e di dirgli che andava
tutto bene, che aveva capito. Era chiaro ora per lei che lui avesse
combattuto per tutto quel tempo con la crescente consapevolezza di
quello che c'era tra loro due, tanto quanto lei stessa aveva fatto.
L'unica differenza era che Carol aveva molta più esperienza per
riuscire a gestire questi sentimenti. Il bacio esitante di Daryl
l'aveva presa alla sprovvista perché non si sarebbe mai
aspettata che lui facesse alcun tipo di mossa per primo. Il fatto che
lui l'avesse appena fatta non fece altro che mettere in evidenza la
condizione disperata in cui lui doveva essersi trovato e Carol si
sentì tremendamente in colpa per avergli permesso di arrivare
fino a questo punto. E poi, naturalmente, Daryl era fuggito prima che
lei avesse avuto la possibilità di raccogliere la sua
compostezza e parlare con lui in modo corretto. Daryl le aveva dato
quel bacio per pura disperazione, ma Carol sapeva che non era quello di
cui aveva bisogno in quel momento. Daryl era alla ricerca di qualche
tipo di garanzia che non sarebbe cambiato niente tra di loro e aveva
scelto di baciarla perché si era sentito come se per lui non ci
fossero altre opzioni.
Il problema era che quel bacio era stato così inaspettato, da
levare il fiato che Carol non era stata abbastanza veloce per dare a
Daryl quello di cui aveva bisogno in quel momento. Era stata in grado
di dargli solo un attonito silenzio. Non c'era da stupirsi se lui era
fuggito a quel modo. Sapeva il tipo di pressione stressante in cui
Daryl si era trovato in queste ultime settimane e ovviamente ora tutti
i nodi stavano venendo al pettine. Anche se lei non poteva prendere una
decisione riguardo a Merle al suo posto, Carol sapeva che avrebbe
potuto togliere a Daryl la preoccupazione di questo cambiamento nel
loro rapporto. Daryl aveva solo bisogno di sapere che sarebbe andato
tutto bene, che non aveva bisogno di essere spaventato o di
preoccuparsi che succedesse o meno qualcosa tra di loro. Per la prima
volta nella sua vita, Carol si sentiva abbastanza sicura del rapporto
con un altro essere umano tanto da sapere istintivamente che avrebbero
trovato un modo per far funzionare le cose.
''Avete visto Rick?'' chiese Axel. ''Era proprio dietro di me ma adesso non riesco a trovarlo''.
''Rick è tornato??'' chiese Carol tirando un sospiro di sollievo
''Si, una decina di minuti fa'', la aggiornò Axel.
''Stava venendo qui per farsi medicare la mano da Hershel dopo essersi
preso quel brutto morso e tutto quanto sai..''
Gli occhi di Carol si spalancarono per l'orrore. ''Rick è stato morso?''. Iniziò a sentirsi male al solo pensiero
Hershel fece un rumore impaziente. ''Vuoi smetterla di dire
così?'' disse a Axel in frustrazione. ''Spaventi le persone''.
''Ma allora.. Rick non è stato morso?'' chiese Carol incerta. Il
suo cuore batteva all'impazzata nel petto al pensiero di poter perdere
un uomo che era diventato un amico così caro per lei. Tutti
quanti nel gruppo avevano bisogno di lui.
''Oh si, è stato morso'', disse Axel.
L'espressione di Carol si tese mentre si sforzava di capire.
''Da uno scoiattolo'', aggiunse Hershel rapidamente. ''Sta bene, Carol, non c'è nessun motivo di preoccuparsi''.
''Da uno scoiattolo?..'' ripeté lei debolmente, il sollievo che
iniziò a scorrere rapidamente attraverso il suo corpo. ''Lui sta
bene?''
''Penso che si sia semplicemente andato a nascondersi su un altro ramo'', disse Axel allegramente.
Carol gli lanciò uno sguardo esasperato. ''Rick.'', chiarì seccamente, ''Non lo scoiattolo. Rick sta bene?''
''Oh'', disse Axel, ''si, sta bene''. Sollevò la testa e la
guardò pensieroso. ''Sempre che quello scoiattolo non avesse la
rabbia. Suppongo che in quel caso non sarà il massimo''.
''Lo scoiattolo aveva la rabbia?'' chiese Carol, nuovamente preoccupata.
''Rick non ha detto nulla in proposito'', disse Axel casualmente mentre
si allisciava i baffi. ''Penso che essere morsi da uno scoiattolo con
la rabbia sarebbe certamente qualcosa da dover condividere con gli
altri. Per lo meno, io lo avrei fatto''.
Carol alzò gli occhi al cielo. Daryl aveva ragione, a volte Axel
era un vero idiota. Solitamente questo fatto non la preoccupava
minimamente, ma quando si trattava dell'eventualità di poter
essere morsi da uno di quegli zombie, il suo modo lento di arrivare al
punto non era poi così divertente
''Se dovessi tirare a indovinare, direi che Rick si trova con Carl, dal
momento che qualcuno ha pensato bene di spaventarlo a morte''. Hershel
rivolse a Axel un'occhiata particolarmente severa
''Il ragazzo non mi ha nemmeno fatto finire di parlare'',
protestò Axel. ''Gli avrei detto che suo padre non era certo
stato morso da uno zombie''
''Ma non l'hai fatto'', disse Hershel e scosse la testa nella sua direzione. ''Idiota''.
Axel aggrottò la fronte. ''Non è colpa mia se le persone
capiscono solo quello dico e non quello che intendo dire veramente''.
''Okay'', disse Carol con determinazione. ''Rick è nuovamente al
sicuro nella prigione, si trova quasi certamente con Carl e nessuno sa
dove si trova adesso Daryl, ho capito bene?''
Axel inclinò la testa. ''Mi sembra tutto giusto''.
Carol si diresse velocemente su per le scale e vide che le scarpe di
ricambio di Daryl erano ancora accanto al suo letto. Quindi, non aveva
certo intenzione di andare troppo lontano senza scarpe, questo era poco
ma sicuro.
''Carol, va tutto bene?'' la richiamò Hershel
Carol si sporse dalla balaustra e rivolse un sorriso rassicurante al
vecchio uomo. ''E' tutto apposto'', disse con calma. Almeno lo sarebbe
stato non appena lei avrebbe trovato Daryl e fatto in modo
che lui ascoltasse quello che aveva da dirgli. Di tutte le cose di cui
Daryl doveva preoccuparsi adesso, Carol aveva deciso che il loro
rapporto non avrebbe mai fatto parte di nessuna di queste.
oooooOOOOooooo
Merle si fermò sulla soglia della porta che conduceva
all'interno del cortile per guardare suo fratello, senza essere visto,
per un momento. Daryl continuava ad andare su e giù lungo il
piccolo spazio come un animale in gabbia, a piedi nudi. Tutto il corpo
del suo giovane fratello era teso come una corda mentre andava avanti e
indietro, mormorando qualcosa tra sé e sé e le mani che
si aprivano e si richiudevano in un pugno con regolarità. Merle
guardò l'altro uomo speculativamente, cercando di ricordare
quando era stata l'ultima volta che aveva visto Daryl così
sconvolto. Non li venne nulla in mente. Di solito il suo fratellino
riusciva a tenere dentro tutte le sue emozioni e a seppellirle in
profondità. Certo, Daryl a volte divampava e prendeva ad urlare,
ma una cosa andava detta a proposito del ragazzo, riusciva rapidamente
a recuperare la calma. Questo comportamento era qualcosa di nuovo e
Merle si stava scervellando cercando di capire che cosa l'avesse
potuto mandare così su di giri. Una semplice discussione
con qualcuno non gli avrebbe mai potuto fare questo effetto, Daryl era
veramente incazzato e tutta quella rabbia non sembrava affatto
aiutarlo. Entrò lentamente dentro il cortile. ''Qualcosa ti ha
punto il culo, fratellino?'' chiese con finta noncuranza.
Daryl interruppe bruscamente la sua marcia e fece una smorfia nella sua direzione. ''Niente'', disse imbronciato.
Merle inarcò un sopracciglio per far capire a Daryl che non gli
aveva minimamente creduto. ''Ho sentito che tu e quel ragazzino ve la
siete vista brutta prima nel bosco''
''Non è stato niente di che'', disse Daryl laconicamente
''Lo sceriffo gentile però ha pensato che fosse necessario andare a cercarvi'', commentò Merle leggermente
Le labbra di Daryl si strinsero infastidite. ''Ha trasformato un
granello di sabbia in una tempesta. Non c'era nessun bisogno di venire
a cercarci''
''Beh, lo so'', disse Merle prontamente d'accordo, ''ma preoccuparsi
del nulla sembra essere lo sport preferito di queste persone, da quello
che ho visto. Chiunque dotato di abbastanza cervello è in grado
di vedere che sei in grado di badare a te stesso''. Guardò i piedi nudi
di Daryl. ''Mi sembra che vada tutto benissimo, beh, a parte le tue
scarpe ''
Daryl distolse lo sguardo. ''Dovrò usare il mio altro paio'', mormorò
Merle lo stava studiando con attenzione. ''Okay''. Incastrò il
suo unico pollice rimasto nella cintura dei pantaloni e inclinò
la testa. ''Mi dirai quello che ti ha scosso fino alle mutande, ragazzo?''
''Te l'ho detto'', sputò fuori Daryl, ''Niente''.
Merle fece un passo avanti. ''Lo sai che io sono dalla tua
parte,vero?''. Colse subito lo sguardo irrequieto di Daryl. ''Qualunque
cosa sia, io sarò dalla tua parte, senza aver bisogno di fare nessuna domanda. Questo
è quello che fanno i fratelli l'uno per l'altro''.
''Non ho bisogno che tu sia dalla mia parte per questo'', disse Daryl bruscamente.
''E che cosa sarebbe esattamente questo?''
Daryl gli rivolse uno sguardo infastidito. ''E questo sei tu che non avrai bisogno di fare nessuna domanda?''
Merle fece un sorrisino. ''Un uomo deve sapere dove indirizzare il suo primo pugno. E' solo per essere chiari''.
''Non tutto si può risolvere con i pugni'' dichiarò Daryl con impazienza
''Non sono d'accordo, fratellino, la violenza risolve un sacco di
problemi.
L'unica cosa è che devi essere certo di essere sempre quello con
il pugno più duro. Beh,sempre che tu non voglia solo riuscire a
far incazzare qualcuno con te''. Merle vide che Daryl lo stava fissando
ora. ''Che c'è?''
Daryl scosse la testa. ''Sto solo cercando di capire come fai a essere ancora vivo'', disse esasperato
Il volto di Merle si illuminò in un sorriso. ''Su nel
paradiso non sono il benvenuto e l'inferno ha paura che io possa
prenderne il comando''
Daryl scoppiò in una risatina. ''Sei un coglione''
Merle sorrise, senza offendersi minimamente. ''Questo sono io, ragazzo, ma sono
anche qualcos'altro. Sono il tuo fratello stronzo, nel bene e nel male,
e continuerò sempre a dirti che questo conta parecchio. Hai un
problema? Forse io ti posso dare una mano''
L'espressione di Daryl era scettica. ''Ad ogni modo non credo che
prendersi a pugni con qualcuno possa aiutarmi a risolvere questo problema''
''Ci hai già provato?''
Daryl aggrottò la fronte. ''No''
''E allora come fai a sapere che non funzionerà?'' sostenne
Merle. ''Sono anche un fan del tiro a segno, e del colpisci e affonda e
cose del genere. Non puoi dirmi che nessuna di queste cose potrebbe
aiutarti a farti sentire meglio a proposito di quello che ti ha fatto incazzare
così tanto. Hai un problema con qualcuno? Mettigli fuoco,
ragazzo, e il problema sarà risolto, fidati di me''
''Lascia perdere, Merle'', disse Daryl in frustrazione. ''Non ho
più bisogno che tu risolva i problemi per me. Non siamo
più bambini''
''Ma siamo sempre fratelli'', ribatté Merle. ''Sai che ti copro
le spalle. Perché altrimenti starei cercando di entrare nelle
grazie di questo branco di fighette se non fosse per te?''
Daryl lo guardò incredulo. ''E questo tu lo definisci cercare di andare d'accordo con le persone?''
''Hai per caso visto qualcuno in fiamme, ragazzo?'' tirò
indietro Merle. ''Direi che tutto considerato..-'' disse agitando in
aria il moncherino, ''sono stato miss-simpatia con questi figli di
puttana''. Merle colpì Daryl nel petto con la sua protesi. ''Ed
è solo per te. Perché tu mi hai detto di voler stare qui
a fare qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare. Quindi, faccio il bravo e continuo a giocare assieme agli altri bambini''
''Qual'era la tua alternativa allo stare qui?'' chiese Daryl
bruscamente. ''Continuare a vagare nel bosco da soli, alla ricerca del
pasto successivo e stando un passo avanti a quei figli di puttana
cercando di non farci strappare a pezzi?''
''Mi sono preso perfettamente cura di me stesso'', disse Merle con
convinzione. ''Non abbiamo bisogno di questi stronzi complessati che in
ogni caso pensano di essere migliori di noi. Sono loro ad avere bisogno
di noi, non noi di loro, ricordatelo''. Merle emise un suono
leggermente frustrato. ''E che cosa abbiamo ottenuto per il nostro
disturbo, huh? Sembri pronto a esplodere e so benissimo che il motivo
per il quale sei qui fuori a piagnucolare aggrappato al tuo cuscino non sono io''
''Fottiti'', ringhiò Daryl.
Merle continuò imperterrito. ''Quindi, se non sono stato io,
allora quello ad averti ridotto così è stato uno dei membri del tuo
prezioso gruppetto. Rick, il vecchio, il ragazzo cinese, Carol..-'',
registrò il lieve sussulto che diede Daryl alla menzione del
solo nome di Carol, ma non aggiunse niente, si limitò ad archiviare
l'informazione per un uso successivo. ''..quel ragazzino che ti
perseguita come un foruncolo sul culo. Stanno tutti cercando di ottenere
qualcosa da te, ragazzo e io sono l'unico che da te non vuole assolutamente niente.
Sei mio fratello e questo è già abbastanza. Non ho bisogno che
tu sia altro oltre a questo, mio fratello''. Daryl lo stava guardando
con un'espressione seria ora e Merle iniziò a chiedersi se il
suo costante tirare in ballo il loro legame di sangue stava finalmente
iniziando a penetrare in quella spessa corazza del cranio di suo
fratello. Merle fece un sorriso. ''Ammettilo, fratellino, io sono la
scelta più facile. Lo sono sempre stato. Queste persone non
fanno altro che procurarti preoccupazioni, ma io e te, siamo l'unica
cosa che ha veramente senso e che lo ha avuto da sempre''
Sembrava che Daryl stesse per dire qualcosa in proposito ma prima che
potesse averne la possibilità, due colpi di pistola esplosero in
rapida successione e risuonarono rumorosi nell'aria. Gli uomini si
tesero e si guardarono l'un l'altro.
''Cazzo'', sputò fuori Daryl e si mise subito a correre.
Merle non aveva dubbi che suo fratello si stava dirigendo a recuperare
la sua balestra e lo seguì a breve distanza, desiderando avere
di più con lui che il suo semplice coltello. I colpi provenivano
dall'interno della prigione e questa non era affatto una buona notizia e
Merle intendeva essere armato e pronto ad affrontare qualsiasi
cosa fosse questa nuova minaccia . . .
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Capitolo 26 *** Capitolo 27 ***
capitolo definitivo
..Un
particolare ringraziamento va al mio angelo custode, Silvia, che
anche questa volta mi ha dato una mano con la traduzione e la revisione
di questo capitolo, come farei senza di te?!
Capitolo 27
Carol strinse forte la pistola
nella sua mano e lei e Axel iniziarono a correre in direzione del cancello
sud da dove erano provenuti gli spari. Quando arrivarono alla fine del
blocco sud della prigione, dritto davanti a sé Carol vide una
mandria di zombie attaccare il resto del loro gruppo. Rick, Carl,
Oscar, Daryl, Merle, Glenn e Maggie erano in mezzo a tutto questo,
combattendo per liberarsi una via fuori dalle grinfie di quelle
creature affamate. Carol non esitò, corse direttamente dentro la
mischia per poter prenderne parte. Rick stava lottando contro due zombie e un
terzo gli stava arrivando alle spalle. Carol era ancora troppo lontana
per riuscire a fermarlo in tempo, così sparò una preziosa
pallottola e si liberò di quella cosa direttamente dalla
posizione in cui si trovava. Rick sobbalzò al suono dello sparo
passare così vicino a lui e poi si guardò alle spalle in
tempo per vedere lo zombie crollare a terra. Mandò a Carol un
rapido sguardo di gratitudine e poi tornò ad occuparsi degli
altri due vaganti. Carol risistemò la pistola nella cintura dei
pantaloni e impugnò il grosso coltello che teneva nell'altra
mano. Gli altri zombie avevano notato la loro presenza adesso e alcuni
di loro si erano girati per rivolgere le loro affamate attenzioni verso
di lei e Axel. Si affrettarono verso di loro e Axel iniziò a
ruotare la sua ascia mentre Carol si affrettò a raggiungere lo
zombie più vicino a lei e a guidare il coltello all'interno
del suo bulbo oculare. Il gruppo stava lavorando come una squadra,
quasi senza bisogno di comunicare tra loro dopo tutto il tempo passato
a combattere insieme per le loro vite. Merle, dal suo canto, sembrava
assaporare la possibilità di poter uccidere più zombie che
poteva. Si poteva dire qualsiasi cosa di quell'uomo, tranne che non
sapesse come difendersi. La sua abilità era un qualcosa che
faceva decisamente comodo al gruppo via via che gli zombie si
riversavano all'interno del cortile attraverso il cancello aperto.
La voce di Rick sovrastò i grugniti e i versi degli zombie. “Daryl, il cancello!”
Carol sollevò lo sguardo per
vedere Rick lanciare una catena completa di lucchetto sopra il mucchio
di zombie ringhianti. Daryl la afferrò abilmente con la mano
sinistra, senza nemmeno lasciar andare la sua balestra e si
lanciò contro gli zombie per aprirsi la strada verso il
cancello. Lottò per cercare di chiuderlo mentre sempre
più zombie si ammassavano per raggiungere la carne fresca
dall'altra parte della barricata, ma Oscar gli fu subito accanto,
aggiungendo il suo considerevole peso contro il cancello. I due uomini
riuscirono finalmente a chiuderlo quando Glenn li raggiunse, iniziando
ad uccidere gli zombie attraverso la recinzione per fare in modo che
Oscar e Daryl non venissero morsi mentre cercavano di sistemare la
catena. Daryl avvolse rapidamente la catena di metallo attraverso le
maglie della recinzione e chiuse il lucchetto, impedendo al resto di
quei mostri di unirsi ai loro amici. Adesso il loro numero era sotto
controllo, rimaneva il fatto che nove di loro dovevano abbattere una
ventina di quelli rimasti all'interno del cortile.
Uno degli zombie abbattuti da
Maggie non era stato messo del tutto fuori combattimento e
afferrò Carol per la caviglia, scattando per raggiungere la sua
carne calda mentre lei si affrettava verso gli altri. Carol non
esitò, si girò e calpestò con violenza la sua
testa. La sensazione delle ossa che si riducevano in pezzetti sotto il
suo stivale era un qualcosa per cui aveva smesso di provare ribrezzo
ormai già da molto tempo. Lo zombie ebbe un ultimo spasmo, e poi
rimase immobile, trovando finalmente una sorta di pace mentre la dura e
rumorosa battaglia infuriava tutto intorno al suo inerme cadavere,
ormai defunto. Stavano tutti lottando per le loro vite e dando il
loro meglio mentre Carol rivolse nuovamente la sua attenzione
verso il gruppo principale e scelse un nuovo bersaglio. Improvvisamente
una mano afferrò la parte posteriore dei suoi pantaloni e
tirò forte. Carol si tese, cercando di riguadagnare l'equilibrio
in modo da potersi voltare per cercare di liberarsi da quella presa ma
quando lo fece e ebbe una visuale sul suo aggressore,
si accorse che in realtà si trattava di Daryl. Lui la
tirò e la portò velocemente al suo fianco,
contemporaneamente Carol sentì una fitta acuta scorrere
lungo tutto
il suo collo. Inciampò perdendo nuovamente l'equilibrio a causa
della
presa di Daryl, portandosi una mano alla nuca nello stesso momento in
cui sentì il bruciore del sudore che scorreva salato nella
ferita appena aperta.
“Guarda quello che stai
facendo, idiota!” Daryl era infuriato contro lo sventurato Axel,
che faceva dondolare la sua ascia selvaggiamente. “Le hai quasi
staccato la testa!”
Axel sembrava scioccato e allo
stesso tempo colpito da quelle parole, vedendo il modo in cui il
sangue filtrava da sotto la mano di Carol. La sua espressione era dispiaciuta.
“Mi dispiace, Carol”.
Daryl, completamente incazzato,
aprì la bocca senza dubbio per insultare nuovamente Axel, ma la
sua ira lo aveva reso distratto. Uno zombie si scagliò contro di
lui da dietro e Carol reagì subito. Si gettò direttamente
su quella cosa infilandole il coltello da sotto il mento, perforandoli
il cervello e uccidendolo una volta per tutte. Daryl si voltò e
la guardò sorpreso per la rapidità della sua reazione.
“Guardati le spalle”, lo ammonì lei. Carol non
poteva sopportare il pensiero che Daryl potesse rimanere ferito, e
ancora peggio per causa sua.
“E tu guardati le tue”, le replicò infastidito
I loro occhi si incontrarono per un
breve momento e Carol vide negli occhi di Daryl che la sua arroganza
verso di lei nasceva dalla paura. L'ascia di Axel doveva essere giunta
molto più vicina di quando lei avesse veramente realizzato
perché riusciva a vedere negli occhi di Daryl quanto era
arrivato vicino a perderla per sempre e quanto questo lo avesse
spaventato a morte. C'erano un sacco di cose che aveva bisogno di
dirgli, ma adesso erano nel bel mezzo di una lotta per la loro
sopravvivenza. Daryl la superò per aiutare Merle a sbarazzarsi
di un altro zombie e Carol si mosse per aiutare Maggie che stava
lottando contemporaneamente contro tre di loro. Dopo cinque sanguinosi
minuti, il resto degli zombie giaceva morto a terra, sdraiati in pozze
del loro stesso sangue scuro in mezzo ai pezzi delle loro ossa e delle loro
interiora. Il gruppo rivolse lo sguardo ad osservare la carneficina,
tutti sudavano copiosamente e lottavano per riguadagnare il respiro.
“State tutti bene?” li
interrogò Rick. Si avvicinò e mise una mano sulla spalla
di Carl. “Carl?”
“Sto bene”, rispose lui in fretta
Rick guardò il resto di loro
e tutti annuirono in silenzio, cercando di riprendere fiato.
Sembrò sollevato. “Grazie a Dio”
“Dio non ha niente a che fare
con tutto questo”, disse Merle gioviale, mentre ripuliva via il
sangue dal coltello montato sulla protesi del suo moncherino. “Io
ho spaccato il culo a questi bastardi e tutti voi avete fatto il vostro
meglio per tenere il passo”.
“Sta zitto, Merle” sbottò Rick
Carol si portò la mano al collo distrattamente e la ritirò via subito, vedendo che stava ancora sanguinando
Daryl fu al suo fianco prima che
lei potesse rendersene conto. Le sollevò il mento con una mano e
le inclinò la testa all'indietro, in modo da poter avere una
buona visuale sul suo collo.
“Carol?” Il suo nome venne pronunciato con preoccupazione da Rick.
“Va tutto bene”,
rispose Carol mentre Daryl continuava a scrutare la sua ferita con
attenzione. “Non sembra profondo”.
“No, non lo è”,
dichiarò Daryl burbero, dandole un'occhiataccia per lo spavento
che gli aveva procurato. “Sei stata fortunata”.
“No, tu hai avuto dei buoni
riflessi” replicò lei, non facendosi nessuna illusione sul
perché la sua testa stava ancora attaccata sulle sue spalle.
Lo sguardo di Daryl era ancora
seccato anche quando tirò su il fondo della sua camicia per
ripulire il sangue dal collo di Carol.
Axel sospirò risentito e
iniziò a camminare verso di lei. “Carol, mi dispiace
davvero. Non avevo visto che eri lì altrimenti-...”
Daryl aveva ancora l'orlo della
camicia premuto contro il collo di Carol quando puntò un dito
furioso contro Axel. “Che cazzo ti avevo detto a proposito
dell'avvicinarti a lei?” sputò fuori. “Porta via
quel fottuto culo!''
Axel si bloccò bruscamente e arretrò frettolosamente di un paio di passi.
“Continua”, gli ordinò Daryl severamente.
Axel fece una smorfia e
indietreggiò ancora un po’, ma la rabbia di Daryl non
accennava a diminuire, neanche quando la schiena di Axel arrivò
ad urtare contro la recinzione. “Non posso andare oltre”,
disse rivolto a Daryl e poi si allontanò spaventato dalla
recinzione quando uno zombie affamato cercò di afferrarlo
attraverso le maglie.
“Axel, allontanati dal recinto”, disse Carol esasperata. “Finirai col farti mordere”.
“Non vedo come questo possa
essere un problema”, mormorò Daryl mentre finiva di
ripulirla. Osservò la sua opera con estrema attenzione.
“Ha smesso di sanguinare. Starai bene”.
Carol gli rivolse un mezzo sorriso,
scusandosi silenziosamente per lo spavento involontario a cui lo aveva
costretto. Daryl annuì brevemente quando la voce stridula di
Merle interruppe il momento.
“Se voi due avete finito di
giocare al dottore e all’infermiera, a qualcuno dispiacerebbe
dirmi che cosa diavolo è successo qui?”, chiese guardando
gli altri. “Come diavolo hanno fatto questi bastardi ad entrare
all'interno della recinzione?”
Un Glenn ricoperto di schizzi di
sangue lo fulminò con lo sguardo. “Questa è una
buona domanda, Merle, perché non ce lo spieghi tu?”,
sputò fuori.
Merle gli lanciò uno sguardo innocente. ''E questo che cosa dovrebbe significare?''
“Significa che io avrei
dovuto essere di guardia a questo cancello proprio ora”,
sbottò Glenn ''e, oh ehi guarda un po’, qualcuno si
è dimenticato di chiudere la porta”.
“E sarebbe colpa mia?” lo sfidò Merle.
“Nessuno di noi altri qui
è in cerca di vendetta”, disse Glenn cupo. “Hai
aperto quel cancello, pensando che se fossi stato di guardia avrei
fatto da esca per quegli zombie”.
“Non so se gli zombie si
sarebbero disturbati a banchettare con te”, disse Merle
impassibile. “Sai com'è, dopo un'ora avrebbero avuto
nuovamente fame”.
Gli occhi di Glenn si socchiusero
minacciosamente per l'ennesimo insulto razzista di Merle. L'uomo
sembrava possederne una scorta infinita.
Rick rivolse a Merle uno sguardo duro. “Dove sei stato questa mattina, Merle?”
“Che cosa è successo
all'innocenza fino a prova contraria?”, chiese Merle, cercando di
apparire opportunamente indignato. “Io non ho fatto niente di
male”.
“Allora dicci dove sei stato”, dichiarò Rick bruscamente.
Merle gli rivolse uno sguardo di
sfida. “Ero nella stanza del generatore, stavo trafficando con quella
merda per cercare di farla funzionare nuovamente. Stavo contribuendo al bene di
tutto il gruppo. Non è questo quello di cui vi preoccupate tutti
quanti, guadagnarvi il vostro posto? Beh, io stavo guadagnando il
mio”.
“E suppongo che nessuno fosse
lì per poter confermare di averti visto mentre cercavi di
guadagnare il tuo posto?” chiese Rick puntualizzando
“Se Merle dice che stava
nella stanza del generatore, allora è lì che
stava”, disse Daryl brevemente. “Ed era insieme a me nel
cortile quando abbiamo sentito gli spari di Oscar”.
Carol rivolse uno sguardo
preoccupato a Daryl, sapendo quanto doveva essere dura per lui, ma era
ovvio che il resto del gruppo non credeva ad una sola delle parole
pronunciate da Merle.
“Chi è stata l'ultima
persona a uscire all'esterno?” chiese Carl con un'espressione concentrata, mentre andava a controllare il lucchetto.
“Io” disse Maggie.
“Ieri, quando sono uscita fuori per controllare il perimetro, ma
ho richiuso bene il lucchetto quando sono tornata, ne sono certa”.
“Certo che l'hai
fatto”, disse Glenn velocemente. ''Tu non stai cercando di far
uccidere nessuno”. Lanciò un'occhiata a Merle.
La mascella di Daryl si
indurì. “Faresti meglio a trovare delle prove a sostegno
di quello che stai dicendo, Glenn”, disse laconicamente.
“Altrimenti ti consiglio di tenere a freno la tua lingua”.
“Ho già tenuto a freno
la mia lingua riguardo quel pazzo di tuo fratello e guarda dove ci
ritroviamo adesso”. Glenn indicò rabbiosamente con un
cenno della mano i mucchi di corpi morti disseminati tutti intorno a
loro. “Con la merda fino al collo”.
“Io non ho niente a che fare con tutto questo”, disse Merle con calma. “E non lo dirò di nuovo”.
Carol poteva sentire la tensione
crescere nel gruppo dal momento che degli sguardi sospettosi contraccambiarono
l'atteggiamento indifferente di Merle. Lei, però, puntò
la sua attenzione su qualcuno che poteva essere in grado di far luce su
quello che era effettivamente accaduto. “Oscar,
tu eri di guardia qui. Hai qualche idea su come sia potuto accadere
questo?”
Oscar era in piedi ai margini del
gruppo e sbatté le palpebre con stupore, come se le parole
di Carol avessero appena interrotto una delle sue fantasie private.
“Stavo perlustrando lungo la recinzione”, disse con voce
profonda e
tranquilla. “Ho controllato il cancello quando ho fatto il cambio
con Axel e lo giuro, era chiuso”.
“Lo era”, concordò Axel dalla sua postazione di esilio.
“Sta zitto, idiota” grugnì Daryl, senza nemmeno guardarlo.
L'espressione di Oscar era seria.
“Allora ho perlustrato lungo la recinzione, fino alla torre, poi
sono tornato indietro e sono arrivato fino al blocco della lavanderia.
Questo è quello che stavo facendo fino a un'ora fa”.
Maggie scostò indietro una ciocca di capelli sudati. “E non hai visto nessuno?”
Oscar alzò le spalle e scosse la testa. “No, nessuno”.
Glenn stava fissando Merle dritto negli occhi. “E allora come ha fatto questo cancello ad aprirsi?”.
Merle spalancò gli occhi. “Non guardare me, io non ho la chiave”.
“Sei un criminale”, rispose Glenn, “non ti serve nessuna chiave”.
“Perché avrei dovuto
lasciare il cancello aperto?” lo sfidò Merle. “Nel
caso in cui non lo avessi notato, ragazzo, ci sono anche io qui dentro.
Avrei messo in pericolo anche me stesso, perché avrei dovuto
farlo?”
Il volto di Glenn ora era offuscato
dalla rabbia. “Perché preferiresti morire ottenendo la tua
vendetta piuttosto che continuare a vivere e facendola passare liscia a qualcuno!”
“Un uomo perdona quando riconosce di essere in debito per qualcosa”, rispose Merle. Agitò il
suo moncherino in aria. “E tutto considerato, penso che a me sia
stato portato via già abbastanza”.
“Sei stato tu stesso a
tagliarti la mano, Merle”, disse Rick cupo. “Nessuno di noi
qui presente lo ha fatto”.
Glenn si fece più vicino a
Merle, gli occhi dardeggianti. “Che cos'è che ti abbiamo
portato via esattamente, Merle?” chiese arrabbiato, schernendolo,
“la capacità di applaudire? Sei incazzato perché la
prossima volta che andrai a teatro non potrai fare una standing
ovation, vero?! Zotico figlio di puttana!”
“Ne ho abbastanza di te,
cinesino”, disse Merle seccato. “Pensavo che la tua razza
fosse composta da persone gentili e rispettose. Ma mi rendo conto che è
arrivato il momento che qualcuno ti insegni le buona man-...” .
Non fece in tempo a finire la frase che chiaramente qualcosa
scattò in Glenn e il giovane uomo si lanciò contro di lui
e tutti e due finirono a terra in mezzo ai corpi dei vaganti.
“Glenn, no!” urlò Maggie con orrore mentre guardava Glenn e Merle che si rotolavano a terra.
Rick corse immediatamente verso di
loro ed afferrò Glenn attorno alla vita, cercando di trascinarlo
via dall'altro uomo, mentre Daryl cercava di bloccare Merle, che aveva
tutta l'aria di essere pronto per una battaglia adesso. Rick e Daryl
lottarono entrambi per mantenere la presa sui due mentre questi
cercavano continuamente di raggiungersi a vicenda.
“Andiamo, signor Ching
Chong”, lo spronò Merle mentre Daryl cercava di spingerlo
indietro. “Fammi vedere che cosa sai fare, fighetta”.
Rick stava avendo dei problemi a
trattenere Glenn mentre l'uomo stava quasi esplodendo tra le sue
braccia, non desiderando nulla di più di esaudire la gentile
offerta di Merle. Alla fine, Rick fu costretto a sbattere Glenn a
terra, usando le sue vecchie conoscenze di sceriffo per tenerlo sotto
controllo. Rick era ormai in ginocchio sulla schiena di Glenn, cercando
di convincerlo a calmarsi. “Fermati!”. Urlò all'uomo
che ancora si stava dimenando. “Finirai per farti del male. Ti
prego Glenn, calmati”.
Merle iniziò a ridere della
situazione in cui si trovava Glenn. “Non riesci a liberarti di
quella scimmietta sulla tua schiena, non ci riesci proprio,
ragazzino”.
Daryl spintonò duramente
Merle in pieno petto. “Chiudi il becco, Merle”,
ringhiò. “Non devi sempre cercare di peggiorare le
cose”.
Merle gli lanciò un'occhiata
mentre si risistemava la camicia. “Non sono io quello che ha
creato tutto questo trambusto. Me ne stavo solamente qui, in mezzo a
tutti voi, cercando di proteggere questo gruppo e improvvisamente sono
nuovamente il cattivo ragazzo? Che cosa deve fare un tizio qui per
guadagnarsi un po’ di fiducia?”
“Sto bene”, disse Glenn imbronciato, ancora sotto le ginocchia di Rick. “Puoi lasciarmi alzare, adesso”.
“Sei sicuro?”
“Si”, disse Glenn ermeticamente.
Rick si alzò lentamente,
spostandosi dalla sua posizione in ginocchio contro la schiena di Glenn
per permettere all'uomo di rimettersi in piedi. Maggie fu subito al suo
fianco. “Stai bene?”, chiese con preoccupazione,
mettendogli una mano sul braccio. Glenn la scostò via,
continuando a guardare Merle di traverso.
“Sembra che il tuo ragazzo
ultimamente sia più interessato ai maschietti”, disse
Merle allegramente. “Se volete il mio parere, si è anche
divertito a farsi montare a quel modo da Rick”.
Carol scosse la testa incredula
alle parole di Merle, che avevano ottenuto l'effetto che aveva sperato
dal momento che Glenn si lanciò nuovamente contro di lui. Ma
questa volta, Merle era pronto e lo evitò facilmente, afferrando
Glenn quando era sbilanciato. Improvvisamente Merle riuscì ad
afferrarlo per il collo, e puntò il suo coltello alla gola del giovane.
“No!” ansimò
Maggie sgomenta mentre Glenn lottava per liberarsi dalla morsa
soffocante che Merle stava usando contro di lui.
“Merle, lascialo andare!” disse Daryl ferocemente.
“Mi sto solo proteggendo,
fratellino”, disse Merle, sopraffacendo facilmente Glenn.
“E' stato lui ad attaccarmi”.
“Non fargli del male” disse Maggie ansimante.
“Io non voglio fare del male
a nessuno, signorina” ribatté Merle, “ma non ho
nemmeno intenzione di permettere a voi altri di scaricare le vostre frustrazioni su di me”.
Glenn stava cercando di pronunciare
alcune parole rabbiose, ma non riusciva a contrastare la presa di Merle
sulla sua gola. Le cose stavano per sfuggirgli di mano e Carol stava
iniziando a temere che qualcuno potesse seriamente farsi male quando il
suono delle urla di Beth riempì l'aria. Tutti quanti si
immobilizzarono e Rick puntò un dito rabbioso contro Merle.
“Lascialo andare!” ordinò animatamente all'altro
uomo prima di scattare in una corsa per scoprire cosa aveva spinto Beth
ad urlare così forte.
Carol osservò Merle
allentare la presa su Glenn e Glenn liberarsi finalmente dalla sua stretta, fissando Merle ferocemente per questo ultimo atto di
umiliazione, ma stavano già tutti correndo dietro Rick, intenti
a scoprire che cos'altro ci fosse ora di sbagliato. Le urla di Beth si
erano fermate, il che servì solo a spaventare di più
Carol, che correva veloce insieme agli altri. Se non altro le urla
della ragazza stavano a significare che era ancora viva. Gli uomini fecero
irruzione verso la parte anteriore del cortile, chiaramente avendo in
mente lo stesso pensiero, mentre lei, Maggie e Carl li seguivano dietro
a pochi passi. Nella sua testa Carol stava cercando di capire se
qualche zombie potesse essere riuscito a passare inosservato e si fosse fatto
strada all'interno della prigione. Quello sarebbe stato il peggiore dei
casi, uno zombie libero di girare all'interno della prigione, in
particolare tra i membri più vulnerabili del gruppo, Beth,
Hershel e Judith, che si trovavano lì dentro da soli. Rick sembrava
abbastanza certo di sapere da dove erano provenute le urla mentre
guidava il gruppo lungo la linea della recinzione verso la parte
anteriore della prigione, dove avevano seminato da un lato il giardino
e dall'altro un piccolo cimitero di fortuna per i loro compagni caduti.
Carol scansionò freneticamente l'area alla ricerca di un
possibile pericolo mentre tutti correvano sul campo e poi, tutto ad un
tratto, videro di che cosa si trattava. Il sussulto collettivo di
orrore passò lungo tutto il gruppo e Carol sentì lo
stomaco salirle fino alla gola, minacciando di uscire per intero dal
suo corpo all'orribile vista di ciò che aveva di fronte a sé . . .
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Capitolo 27 *** Capitolo 28 ***
echoes capitolo 28
Capitolo 28
In collaborazione con ° Silvia °
Carol si portò una mano a
coprire la bocca e scosse la testa, con le lacrime che le riempivano
gli occhi. Maggie si affrettò a raggiungere una Beth
dall'aspetto traumatizzato e ad avvolgerla in un abbraccio. Beth
seppellì il viso nel collo di sua sorella maggiore, per non
vedere più.
''Merda..'', disse Rick visibilmente scosso mentre continuava ad avanzare.
Oscar era inginocchiato sulla tomba
che era stata fatta per Carol e che si era rivelata essere troppo
prematura. Era ovvio che fosse ormai morto. La sua testa stava a
malapena attaccata al collo. Era trattenuta soltanto da dei fili di
muscoli e carne, ma ciondolava da un lato in un cruento spettacolo di
una quasi completa decapitazione. Gli occhi di Oscar fissavano il
cielo, mentre il sangue arterioso dipingeva il terreno di fronte a lui
in maestosi schizzi. In una mano stringeva ancora il machete. Il
silenzio tra i membri del gruppo fu assordante fino a quando Merle non
sbuffò.
“Bene.. merda”, disse lentamente, “suppongo che adesso tutti voi biasimerete me anche per questo”.
Rick si inginocchiò vicino
al corpo, osservando la scena da una posizione più ravvicinata.
“Lo ha fatto da solo”, disse piano.
Maggie si lasciò sfuggire un verso risentito. “Ma- ma perché?”
Rick si mosse con cautela e
spostò leggermente il colletto macchiato di sangue della tuta di
Oscar fino ad esporre il marchio ben chiaro del segno di una dentatura.
“È stato morso”, rispose Rick, con un tono sordo.
Carol chiuse gli occhi, le spalle
curve. Oscar era stato morso e non aveva detto niente. Aveva preferito
andare a morire da solo. Era un quadro straziante da dipingere per
l'uomo che aveva messo a disposizione la sua forza per il gruppo senza
mai lamentarsi e senza fare nessuna domanda. Oscar non meritava di
morire così.
Axel emise un verso strozzato,
rompendo finalmente quel silenzio attonito. “No..”, disse
con voce tremante, “no, no, no, non così..non è
giusto”. La voce di Axel si fece sempre più forte mentre
raggiunse barcollando il suo amico, lasciandosi cadere in ginocchio
accanto a lui. I suoi occhi erano spalancati e pieni di orrore mentre
realizzava che quello era veramente il cadavere di Oscar e il modo
brutale ma efficace che aveva scelto per togliersi la vita. “Non
è giusto”, disse ancora una volta, la voce tesa.
Merle ebbe un cenno di
approvazione. “L'uomo ha deciso di prendersi cura dei suoi
affari, ha scelto di concludere le cose a modo suo. Non c'è
niente di sbagliato in questo”.
“Oscar si è tagliato
la gola”, disse Glenn con orrore. “Come puoi dire che non
c'è niente di sbagliato in questo?”
Merle si strinse nelle spalle.
“Non ha voluto stare fermo a guardare e farvi sprecare un
proiettile, è stato talmente gentile da portarsi da solo fino
alla sua tomba. Ci ha persino levato il disturbo di dover fare
questo”. Egli diede un altro cenno. “Questo si che si
può chiamare gioco di squadra”.
Le parole di Merle stavano
solo peggiorando ancora di più le cose. Oscar era
tranquillamente andato a morire da solo e aveva scelto di limitare al
minimo lo sforzo che il gruppo avrebbe dovuto affrontare, il tutto
mentre loro erano presi dai loro problemi e dal loro litigio. Erano
stati tutti ignari del suo dolore e della scelta terribile che aveva
dovuto affrontare. C'era qualcosa circa il modo in cui aveva scelto di
morire e della sua tranquilla accettazione che si stava rivelando
particolarmente inquietante per Carol, nonostante tutta la morte e la
disperazione a cui aveva già avuto modo di assistere.
Axel, che solitamente era sempre
così pacato, all'improvviso divampò. “Stare in
questo gruppo avrebbe dovuto tenerci al sicuro!”, gridò
contro di loro. “Non spingerci a tagliare la nostra stessa testa!
Che diavolo c'è di sbagliato in tutti voi?! Perché non vi
interessa nient'altro all'infuori di voi stessi?''
Carol si fece avanti e posò
delicatamente una mano sulla spalla di Axel. “Axel, nessuno di
noi avrebbe voluto che accadesse mai una cosa così orribile.
Oscar era un brav’uomo e tu hai ragione, non meritava
questo”.
“Era un mio amico”,
disse Axel con voce tremula, guardando il cadavere mutilato di Oscar.
“So che prima o poi toccherà a tutti noi, ma non avrei mai
immaginato a questo modo”. Scosse la testa. “Non in questo
modo..”.
Anche Rick mise una mano sulla
spalla di Axel. “Lo seppelliremo, faremo quello che è
giusto. Oscar è morto per proteggere il gruppo, noi tutti gli
saremo per sempre grati”.
“No” disse Glenn, il volto scuro. “Oscar è morto a causa di Merle”.
Merle emise un suono di disprezzo.
“Ci risiamo? Non hai in mano una sola misera prova di quello che
io posso aver fatto o meno, eccetto i tuoi deliri paranoici”.
“Non essere in grado di poter
dimostrare qualcosa non la rende meno vera”, ribatté Glenn
ferocemente. Alzò un dito e si rivolse al gruppo. “Ve
l’avevo detto, ve l’avevo detto che Merle avrebbe cercato
vendetta e ora guardate che cosa è successo, Oscar è
morto!”
“Non ho mai avuto nessun
problema con Oscar'', disse Merle con calma. “Quello che stai
dicendo non ha senso, ragazzino”.
Glenn lo guardò con odio, ma
poi rivolse quello stesso sguardo verso Rick. “Devi fare
qualcosa, Rick. Non possiamo continuare a starcene qui a fare finta che
Merle non sia una minaccia per tutti noi”.
La voce di Daryl era dura.
“Merle ha vissuto con noi per settimane, non c'è mai stata
nessuna difficoltà fino ad ora. La morte di Oscar non è
stata colpa sua”.
Glenn si girò a fissarlo con
un'espressione incredula. “Sei veramente così
cieco?” domandò a Daryl, il suo tono sempre più
acuto. Glenn rivolse uno sguardo ampio a tutti loro. “Siete tutti
ciechi? Merle ha fatto in modo che il cancello restasse aperto, sapendo
che io dovevo essere di guardia là fuori. Solo che io non c'ero,
al posto mio c'era Oscar. E adesso lui è morto”.
Carol osservò lo scambio di
sguardi tra i membri del gruppo. Tutti sapevano che quello che
Glenn stava dicendo era più che plausibile. La tensione era
densa nell'aria. Il suo sguardo si fissò su Daryl e si
soffermò sul modo in cui stava fissando un punto imprecisato a
terra, con la mascella che si serrava più e più volte e
pulsava, le labbra che trattenevano a stento una smorfia. I movimenti
erano impercettibili, ma Carol li riconobbe e seppe che lui stava
cercando di tenere a bada le sue emozioni. Il suo primo istinto fu
quello di correre verso di lui, stringerlo tra le sue braccia e non
lasciarlo andare più, ma non avrebbe fatto altro che complicare
ulteriormente le cose in quel momento. Carol guardò Merle, il
quale stava a sua volta osservando Daryl. Il più giovane dei
fratelli Dixon sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi di
suo fratello. Merle inarcò un sopracciglio e un qualche tipo di
comunicazione non verbale passò tra di loro. Carol
aggrottò la fronte, tutto questo non fece altro che renderla
sempre più nervosa ma poi Glenn ricominciò con il suo
sfogo.
“Allora, chi sarà il
prossimo?” domandò a voce alta. “Noi tutti qui siamo
un bersaglio perché Merle non si farà problemi a sparare
alla cieca tra la folla fino a quando non avrà colpito le
persone che gli interessano veramente, io e Rick. E lo sapete tutti
quanti. Non possiamo continuare a far finta che non sia così.
Oscar è morto perché eravamo troppo occupati a
giocare alla famigliola felice e non siamo stati in grado di affrontare
la verità. Merle è un assassino, uno psicopatico pezzo di
merda e per lui non ci sarà mai posto qui”.
“E' mio fratello quello di cui stai parlando”, sputò fuori Daryl con rabbia.
“Lo so e non intendo
rimangiarmi niente di quello che ho appena detto”, disse Glenn
amaramente. “Tu sei uno di noi, Daryl, ma Merle non lo è e
non lo sarà mai! Io dico di porre fine a questa farsa ora
e-”
“E cosa?” chiese Daryl,
la sua postura rifletteva la sua aggressività, “buttarlo
fuori in pasto ai lupi?”
“Merle è il lupo”, sbottò Glenn.
“Allora, è questo
quello che facciamo adesso?”, Daryl lanciò uno sguardo
furioso ad ognuno di loro. “Distribuiamo condanne a morte alla
persone senza avere nessuna prova?”
“È tutto apposto,
fratellino”, disse Merle magnanimamente, “sono solo
spaventati a morte dal vecchio Merle e quando la gente ha paura
è solita perdere la testa. Capisco. Non ce l'ho con nessuno di
voi”.
“Non giocare a fare il
vecchio saggio con noi, Merle”, sbottò Rick. “Non
sei mai stato un santo da quando sei qui”. Lanciò
un'occhiata a Carl, stringendo le labbra.
“Non ho fatto altro che
cercare di inserirmi nel vostro gruppo e che cosa ho ottenuto per il
mio disturbo?”, chiese Merle. “Nient'altro che sguardi
sospettosi e accuse infondate”.
Carol scosse la testa verso Merle
che stava giocando la carta della vittima con estrema abilità.
Sapeva che non aveva fatto altro che complottare fin dal primo giorno,
cercando di creare problemi all'interno del gruppo, ma sapeva anche che
amava suo fratello. La sua speranza era stata quella che
questo’ultimo sentimento sarebbe stato abbastanza forte da
lasciare Daryl libero di decidere per se stesso, ma non sembrava
affatto questo il caso. Si morse il labbro e guardò con
rammarico il cadavere del povero Oscar, ancora lì in ginocchio,
l'espressione congelata per sempre nella morte in un'aria di supplica.
Ma nessuna pietà era venuta per Oscar e Carol non poté
fare a meno di sentirsi incredibilmente in colpa per il fatto di avere
fermato il gruppo dal cacciare Merle fin dall'inizio, il che li aveva
condotti infine a questo. Distolse in fretta lo sguardo, sentendo una
fitta di rimpianto. Perché ogni decisione che erano costretti a
prendere in questo mondo aveva sempre in gioco una posta così
alta adesso?
“State tutti quanti lì
a discutere e a nessuno di voi importa niente di Oscar!”
esclamò Axel indignato. “Pensate solo ai vostri problemi,
state qui a litigare sul suo cadavere come se non avesse nessuna
importanza”.
“Non ci eri ancora arrivato,
idiota?” disse Merle disinvoltamente. “Se non fai parte del
loro piccolo gruppo speciale, a questa cosiddetta brava-gente non
importa proprio un cazzo di te. Sono loro a decidere chi è
speciale e chi no e se non lo sei, beh..”, fece un cenno
rivolgendosi al cadavere del quasi decapitato Oscar, “è
probabile che finirai a marcire in questo identico modo”.
“Sai bene che non è
vero, Merle”, dichiarò Carol a denti stretti, notando che
ora Rick e Daryl si stavano scambiando uno sguardo.
“Va bene, chiediamo a Oscar
il suo parere in merito allora” suggerì Merle, mentre si
rivolgeva beffardamente al corpo senza vita di Oscar. “Ehi,
Ossie, ti senti parte di questo gruppo? Ti senti come se potessi morire
circondato da degli amici o come se fossi costretto ad allontanarti
come un animale ferito, preferendo morire da solo piuttosto che in
mezzo a un branco di ipocriti?”. Alzò la testa e fece come
per concentrarsi in attesa di una risposta. “Parla, ragazzone,
non riesco a sentirti”.
“Fatelo smettere!” disse Beth scandalizzata. “E' malato!”
“Piangi pure tutte le tue
lacrime di coccodrillo, signorina”, disse Merle con indifferenza,
“tutti voi siete così dannatamente occupati a
definire me un mostro, ma ora capisco che i veri mostri qui siete solo
voi e Oscar non è altro che la vostra ultima vittima”.
“Chiudi il becco, Merle!” sputò fuori Rick. “Non osare giudicarci!”
“Oh, ma voi potete giudicare
me”, ribatté Merle con finta comprensione, “ecco
come funzionano le cose qui, non è vero, poliziotto
gentile?”. Fece un suono disgustato. “Beh, credo che la
giuria abbia espresso il suo verdetto, eh? Sono veramente sorpreso di
vedere come noi zotici non siamo in grado di adattarci alla vostra
buona società. Immagino di aver ricevuto il messaggio”.
“Tempismo perfetto” disse Glenn con rabbia.
“Ti stai godendo il fatto di
non essere più parte di una minoranza, cinesino?” lo
schernì Merle. “Ti piace fare parte di qualcosa di
più grosso di te in modo da poterti parare il culo ed essere di
peso? Penso che non saresti mai stato così coraggioso se mi
fossi presentato un giorno con il mio gruppo e avessi preso a calci il
tuo piccolo culo giallo”.
“Basta” ringhiò
Daryl, e poi più forte. “Ne ho abbastanza!”. Lo
guardarono tutti mentre scuoteva la testa. “Finitela,
adesso”. La sua espressione era dura mentre incrociava lo sguardo
di Merle. “Ce ne andiamo”.
“Daryl, no!”
ansimò Maggie. “Nessuno di noi vuole questo”.
Guardò Glenn. “Diglielo, Glenn”.
“Certo che non voglio che tu
te ne vada, Daryl” aggiunse Glenn bruscamente. “Merle non
ha bisogno di te. Se lui se ne vuole andare, lasciaglielo fare”.
“Voi avete voi stessi e
Merle.. ha ragione”, dichiarò Daryl a denti stretti,
“noi non ne facciamo parte”.
Rick si avvicinò a lui. “Lo sai che non è vero, Daryl. Tu sei uno di noi”.
“Per ora”,
commentò Merle maliziosamente. “Chissà se in futuro
avresti avuto l'onore di diventare il loro animaletto domestico
preferito, fratellino. Questo gruppo è una merda completa.
Quando servi loro per qualcosa, sono solo rose e fiori, quando ormai
hai già fatto quello di cui avevano bisogno, beh, allora non sei
più un loro problema”.
Carol stava combattendo contro la
voglia di prendere a pugni Merle per le falsità che continuava a
vomitare fuori da quella sua bocca. L'intera situazione era ormai fuori
controllo mentre le emozioni stavano avendo la meglio su tutti
loro. Cercò di affrontare Merle. “Ci stai rendendo parte
della tua realtà distorta?” gli domandò con
impazienza
“Dico solo quello che vedo, signorina”, rispose Merle con semplicità.
“Allora penso proprio che tu abbia bisogno di una visita oculistica”, disse Carol cupa
Merle scoppiò in una
risatina. “Sai, penso che sarai quella che mi mancherà di
più, boccuccia impertinente. Sei sicura di non voler venire con
noi? La strada potrebbe essere lunga e solitaria e di sicuro sarebbe
bello avere qualcosa di morbido da poter coccolare durante la
notte”. Guardò allusivamente Daryl . “Per
tenere tutto in famiglia, per così dire”.
Prima che Carol potesse rispondere
all'offerta ridicola di Merle, Daryl si mise in movimento. “Vado
a prendere le nostre cose”, disse bruscamente e rivolse a Merle
uno sguardo di avvertimento. “Torno subito”.
Il cuore di Carol balzò nel
suo petto, incapace di credere che le cose fossero giunte a questo
punto. Daryl non aveva davvero intenzione di lasciarli, no? Una
sensazione orrenda le artigliò la bocca dello stomaco. Questo
era quello che aveva temuto di più, fin dalla prima volta che
vide Merle oltrepassare quel cancello e ora quest'incubo si stava
dispiegando dritto davanti a lei e Carol si sentiva completamente
impotente.
“Daryl, fermati” disse Rick spazientito. “Sei impazzito?”.
“Proprio come dicevo”
gongolò Merle. “Se non sei d'accordo con il loro pensiero
vieni etichettato improvvisamente come un pazzo”.
“Sta zitto, Merle!” disse Maggie con rabbia.
“Fammi stare zitto, tettine
di zucchero” disse Merle impenitente. “Non ho intenzione di
baciare il culo a nessuno di voi ed è questo il vero problema
qui”.
“Il nostro problema è
che tu sei solo un violento coglione” ribatté Glenn.
“Uno che è in cerca di farci uccidere”.
Merle sbuffò. “Se vi avessi voluto uccidere, a quest'ora sareste tutti morti. Dammi un po’ di credito”.
E il guaio era proprio quello.
Merle avrebbe potuto ucciderli se avesse voluto, ma Carol sapeva,
come ora lo sapevano anche tutti gli altri, che avrebbe mille volte
preferito vederli soffrire.
“Aspetta qui e non aggiungere
nient'altro” ordinò Daryl con irritazione a suo fratello.
“Vado a prendere tutta la nostra roba e poi ce ne andremo”.
Detto questo si voltò e iniziò a marciare verso il blocco
delle celle.
“Non dimenticare le scarpe,
fratello” gli gridò dietro Merle. “Non ho nessuna
intenzione di portarti in braccio a spasso per i boschi”.
Carol guardò Rick. “Non puoi permettere che Daryl ci lasci” disse incredula.
“Questa non è
una prigione..” disse Rick sconfitto e poi fece una smorfia.
“Sai che cosa intendo dire” mormorò
“Sapete che questo è
esattamente quello che Merle voleva fin dall'inizio, vero?”
chiese al gruppo con impazienza
“Sbagliato, questo è
quello che vuole Daryl” disse Merle con arroganza. “Ed io
sono pronto per il lungo viaggio”.
Il tono di Carol era tagliente
mentre si rivolse a Merle. “Sei davvero arrivato al punto da
credere veramente ai tuoi stessi giochetti mentali, Merle?”
Merle le rivolse un sorrisetto.
“Non sono io quello che si faceva illusioni sul fatto che quello
che avete costruito qui avrebbe avuto su mio fratello una presa forte
più del nostro legame di sangue”.
Le labbra di Carol si
assottigliarono per il fastidio, ma lei sapeva che stava soltanto
perdendo del tempo a parlare con Merle. Daryl era la persona con cui
aveva bisogno di parlare veramente. Senza aggiungere altro, girò
sui suoi tacchi per raggiungere il più giovane dei fratelli
Dixon. Quando arrivò all'interno del blocco delle celle,
trovò Daryl seduto sui gradini di cemento della zona comune,
intento a mettersi le scarpe, i suoi effetti personali e quelli di
Merle erano già accanto a lui. Camminò fino a
raggiungerlo e gli rivolse uno sguardo frustrato. “Che cosa stai
facendo?”
Daryl le rispose senza nemmeno sollevare lo sguardo. “Farcisco un pollo”.
Carol ignorò il suo sarcasmo. “Dimmi che non hai veramente intenzione di andartene”.
Daryl le diede uno sguardo indecifrabile e poi rivolse nuovamente la sua attenzione alle stringhe dell'altra scarpa.
Carol non riusciva a sopportare
quando si chiudeva in se stesso a quel modo. Gli faceva venire voglia
di urlare, prenderlo e scuoterlo fino a quando non fosse riuscita a
farlo tornare in sé. “Daryl, stai commettendo uno
sbaglio”.
“Non sarebbe di certo il primo'' grugnì.
Carol scosse la testa. “Non farlo”, lo pregò instabile. “Non te ne andare”.
Daryl finì di allacciarsi le
scarpe e si alzò, arrivando a stare di fronte a lei.
“È mio fratello. Devo farlo”.
Le parole di Daryl restarono
sospese tra di loro e in quel momento Carol riconobbe la volontà
di ferro nei suoi occhi. Si rese improvvisamente conto che Daryl non
stava parlando solo della fedeltà verso suo fratello, ma di un
dovere. Pensava che la responsabilità di controllare Merle fosse
la sua e il modo migliore per poterlo fare era proprio questo. Il cuore
di Carol andò in pezzi, perché sapeva di non avere nessun
argomento a suo favore. Lasciar andare Merle da solo sarebbe stato come
lasciar andare un animale selvatico, lasciandolo libero di dare loro la
caccia apertamente. Se Daryl fosse rimasto con Merle, significava che
almeno avrebbero sempre avuto un paio di occhi a proteggerli. Ma
chi avrebbe protetto lui? Carol inspirò sofferente. “So
perché lo stai facendo, per proteggere tutti noi da
Merle”.
“È questo quello che
volevate tutti quanti, no?” chiese Daryl fermamente. “Che
io facessi una scelta. Beh, è quello che sto facendo”.
“Ma io volevo che tu
scegliessi noi” disse Carol irrimediabilmente sconfitta,
sapendo che non c'era nessun modo in cui Daryl potesse riuscire a
tenerli al sicuro restando là.
Daryl la fissò, la sua
espressione offuscata. “Non sempre otteniamo ciò che
vogliamo...”. I suoi occhi scivolarono via da lei mentre si
accingeva a passarle oltre.
Carol mise rapidamente le braccia
in avanti per bloccargli il passaggio. Con le mani poggiate sul suo
petto poteva sentire il modo in cui il suo cuore batteva veloce contro
i suoi palmi. Daryl le lanciò uno sguardo allarmato. Tutto il
suo corpo era teso, come se si stesse preparando a sferrare un pugno.
Carol sapeva quanto fosse difficile per Daryl affrontare apertamente
delle situazioni così emotive e quanto instabile queste lo
rendessero. Ma entrambi sapevano che Daryl stava camminando verso
l'ignoto e Carol non era disposta a lasciare che le cose finissero in
questo modo tra di loro. Come se un mondo pieno di zombie e nessun
posto sicuro in cui potersi nascondere non fossero abbastanza, ora
c'era anche l'incognita che rappresentava Merle Dixon. Carol era stata
costretta ad affrontare la possibilità, adesso reale più
che mai, di essere sul punto di perdere Daryl per sempre e il suo cuore
non riusciva a sopportare quel pensiero. Senza avere alcuna certezza
che questo suo ultimo gesto non lo spingesse soltanto a volersi
allontanare sempre di più, Carol gli prese il volto fra le mani
per fare in modo che lui la guardasse. Premette le sue labbra contro
quelle di Daryl e sentì subito le sue mani sulle spalle che
cercavano di spingerla via. Carol però non aveva intenzione di
arrendersi così facilmente, e continuò a sfiorare
dolcemente le sue labbra, muovendole morbidamente avanti e indietro,
mostrandogli come sarebbe dovuto essere veramente un bacio.
Daryl lottò per qualche
breve secondo ma poi Carol lo percepì rilassarsi.
Mordicchiò delicatamente il suo labbro inferiore e poi
scherzosamente passò la lingua nello stesso identico punto,
spingendolo a rilassarsi sempre di più. Carol sentì una
mano muoversi esitante lungo la sua spalla e scendere goffamente fino a
posarsi sulla sua schiena. Ruppe il casto bacio per sfregare
delicatamente la punta del suo naso contro quello di Daryl,
sorridendogli e invitandolo a godere di questo loro momento. C'era
ancora quel lampo di timorosa incertezza negli occhi di Daryl, come se
non riuscisse a credere che tutto questo stesse accadendo veramente e
avesse paura di che cosa potesse significare. Carol voleva bandire
quello sguardo dai suoi occhi. Riprese possesso delle sue labbra,
stavolta la sua lingua spinse coraggiosa per aprirsi un ingresso. Daryl
si tese nuovamente, ma Carol si fece strada contro le sue labbra e
finalmente riuscì a sentire appieno il suo sapore per la prima
volta. La sua lingua si strofinò contro quella di Daryl,
spingendolo ad assaporarla in quel modo invitante che lei stessa stava
sperimentando. Daryl emise un gemito soffocato e improvvisamente la
strinse con la mano che stava ancora posata sulla sua schiena,
premendola con forza contro il suo corpo. Carol avvolse le braccia
attorno al collo di Daryl per legare i loro corpi sempre più
vicini. Daryl poteva anche essersi dimostrato titubante con quel primo
bacio, ma stava dimostrando di essere un allievo molto
promettente. Copiava i suoi movimenti con la lingua mentre Carol
impostava un ritmo tra di loro. Con Ed, era sempre stata costretta ad
adattarsi a seguire il suo esempio su qualsiasi cosa, compreso il
sesso. Era una sensazione veramente inebriante quella di avere il
potere di prendere le redini per un cambiamento, in particolar
modo con quello che adesso si stava rivelando un partner volenteroso.
Daryl aveva entrambe le braccia
strette attorno a lei e la stava schiacciando così forte contro
il suo corpo che a Carol iniziò a girare la testa. Questo
momento la riportò indietro ai giorni della sua adolescenza,
quando il bacio era l'ultima forma di intimità e ci
si poteva soffermare sull'esperienza per ore e ore. Era un brivido
inebriante e uno assaggio stuzzicante di tutte quelle delizie proibite
che ancora dovevano arrivare. Carol si annullò completamente
mentre baciava Daryl e non si rese minimamente conto di quanto tempo
fosse passato da quando si trovavano lì, intrecciati l'uno tra
le braccia dell'altro. Alla fine ruppero il bacio, il corpo di Carol
era scosso dai brividi mentre continuava a fissare Daryl con le
palpebre pesanti, entrambi respirando affannosamente. Il viso di lui
era arrossato e sembrava sopraffatto così come lo era lei. La
paura la colpì nuovamente mentre la dura realtà della
situazione nella quale si trovavano emergeva implacabile. Si mosse per
premere la fronte contro quella di Daryl, chiedendogli l'impossibile.
“Non andartene” lo supplicò, la voce piena di
emozione, “resta..”. Carol accarezzò il suo volto
mentre lo implorava in poco più di un respiro sommesso.
“Resta con me, Daryl. Non posso perderti”.
Le mani di Daryl strinsero in un
pugno il materiale della sua camicetta mentre le parole di Carol
impattavano su di lui e lei trattenne il respiro in attesa della sua
risposta . . .
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Capitolo 28 *** Capitolo 29 ***
echi capitolo 29 definitivo
Capitolo 29
In collaborazione con ° Silvia °
''Avere qualcuno per cui combattere mi da forza;
Non riuscirei mai a lottare solo per me stesso, ma, per gli altri, potrei uccidere.''
- Emilie Autumn-
The Asylum for Wayward Victorian Girls
Rick aiutò Axel ad adagiare
delicatamente Oscar accanto alla fossa in una posizione più
confortevole per il suo futuro riposo, anche se l'uomo ormai non lo
avrebbe mai saputo. Mentre si ripuliva il sudore dal viso con il
braccio, gli venne da pensare che anche se la morte aveva decretato la
fine di Oscar, la natura aveva ancora il potere di dettare con
insistenza ciò che erano in grado di provare fino a un
determinato punto. Pensò a quanto dovesse essere duro rinunciare
alla vita, anche se non era la tua. Merle si avvicinò al corpo
di Oscar e si chinò per sfilargli il machete dalla mano.
Axel lo guardò con diffidenza. ''Che cosa stai facendo?''
''La faccio finita'', disse Merle
con facilità. Sollevò il machete, pronto a piantarlo
giù contro il cranio di Oscar.
Axel lo afferrò per un braccio. ''No!''
Merle se lo scrollò di dosso
e gli rivolse uno sguardo vagamente infastidito. ''Devo colpire il
cervello, idiota, altrimenti ci ritroveremo con uno zombie sepolto vivo
dentro il cortile''.
Axel guardò verso Rick, gli
occhi spalancati. ''La sua testa è praticamente mozzata'', disse
Axel in difficoltà, ''Non è sufficiente questo?''
Rick fece una smorfia, ricordando a
se stesso che Axel e Oscar non conoscevano queste creature quanto ormai
le conoscevano tutti quanti loro. I due uomini erano rimasti rinchiusi
all'interno della prigione, da quando tutto aveva avuto inizio e anche
se avevano aiutato Rick e il suo gruppo con diverse uccisioni, non
avevano ancora la conoscenza che aveva il resto del gruppo. ''Mi
dispiace, Axel'', disse piano, ''ma Merle ha ragione, dobbiamo
distruggere il cervello altrimenti Oscar tornerà''. Rick rivolse
uno sguardo di rimpianto al cadavere mutilato di Oscar. ''E nessuno di
noi vuole questo per lui''.
''Gli concederemo la grazia'', disse Merle con indifferenza mentre sollevava nuovamente il braccio.
Axel lo bloccò nuovamente.
''No, non tu'', disse emotivamente. ''Non lo conoscevi nemmeno''.
Sfilò il machete dalla mano di Merle. ''Dovrebbe essere un amico
a farlo''.
Merle roteò gli occhi. ''Come vuoi tu, ragazzo, basta che ti dai una mossa''.
Axel strinse il machete con
entrambe le mani e guardò Oscar per un'ultima volta, con
un'espressione distrutta sul suo volto.
''Axel'', disse Rick con compassione, ''Non sei costretto a farlo. Posso prendermi cura di Oscar per te''.
L'altro uomo stava ancora fissando
Oscar. ''No'', disse con voce tremante, ''devo essere io a farlo. Oscar
si è sempre preso cura di me in prigione, ora è il mio
turno per farlo''. Axel gli rivolse uno sguardo di rimpianto. ''Mi
dispiace, amico, mi dispiace davvero davvero tanto''. Sollevò il
machete e lo abbatté contro la sua testa, penetrando a fondo
all'interno del suo cranio. Si sentì il rumore delle ossa che si
fracassavano e della materia cerebrale che veniva schiacciata e
distrutta. Il sangue schizzò fin sul viso di Axel. Emise un
suono soffocato di rimorso e cercò di tirare fuori il machete
che però si era incastrato. Axel singhiozzò quando si
rese conto che questo brutale atto di gentilezza si rifiutava di voler
giungere a una fine. Lottò con la lama dando uno violento
strattone per riuscire a sbloccarla. Purtroppo, Axel aveva applicato
fin troppa forza e il risultato finale fu che la testa di Oscar
finì di staccarsi definitivamente dal suo corpo. Axel stava
ancora continuando a muovere il braccio verso l'alto formando un arco
per cercare di rimuovere la testa di Oscar che era ancora bloccata
all'interno della lama. Riuscì a bloccare il suo movimento,
ormai già giunto al suo apice, quando finalmente la testa
dell'uomo si liberò dalla lama e tutti guardarono con orrore
come la testa di Oscar schizzò in aria per atterrare finalmente
poco più lontano. Axel fece un gorgheggiante rumore inorridito
per quell'ultimo incidente.
Merle scosse la testa disgustato. ''Non si usa gridare 'palla!' prima di lanciare qualcosa in aria?'', chiese beffardo.
Rick rivolse a Merle uno sguardo arrabbiato, ma riportò rapidamente la sua attenzione su Axel.
''Non posso credere di averlo fatto..'', piagnucolò Axel.
''E' stato un incidente'', disse Rick rapidamente.
''Sembra che a te ne capitino parecchi'', osservò Merle seccato.
''Io vado a..ehm..vado
a...prenderlo'', si offrì Glenn e andò di corsa verso il
punto in cui la testa di Oscar era atterrata alcuni passi più in
là.
Rick si avvicinò a Merle. ''Posso dirti una parola?''
Merle sollevò un sopracciglio. ''Perché ho la sensazione che questa non sia affatto una domanda?''
L'espressione di Rick era di pietra
quando iniziò a camminare per allontanarsi un poco dagli altri
che si stavano riunendo attorno ad Axel per cercare di confortare
l'uomo visibilmente sconvolto. Si voltò per fronteggiare Merle
che lo stava raggiungendo.
''Mi sento quasi speciale'', disse
con voce strascicata, ''ad avere un'udienza privata con il re del
posto''. Merle sorrise. ''Credo che questa sarà la parte dove mi
implori di lasciare Daryl libero di fare la sua scelta, perché
tutti voi avete così tanto bisogno di lui. Pensi e credi che
visto che sono il più grande faccia la cosa giusta, è
questo quello di cui si tratta, no? Mi domando solo come mai sia sempre
tu a dover decidere cosa sia giusto e cosa non lo sia''. Rivolse a Rick
uno sguardo di sfida. ''Che cosa c'è di giusto nel separare due
fratelli? Puoi giocarti tutto quello che vuoi riguardo alla mia
pietà, poliziotto gentile, ma mio fratello è un uomo
cresciuto e ha scelto di voler stare con me piuttosto che continuare a
stare con voi e non c'è niente che possiate fare al riguardo''.
L'espressione di Merle era trionfante nel pronunciare l'ultima parte di
quella sua affermazione.
Rick ignorò il gongolare di
Merle, fissandolo invece con uno sguardo risoluto. ''Se dovessi
nuovamente avvicinarti alla prigione, sappi che io ti ucciderò''.
Merle lo guardò sorpreso per un attimo. ''Che cos'è questa? Una minaccia?''
''E' una promessa'', sputò
fuori Rick. ''So quello che hai tentato di fare con Carl, e non
permetterò a nessuno di avvicinarsi a mio figlio, mai. Sono
stato chiaro?''
''Hai intenzione di fare il
lavaggio del cervello al ragazzino tutto da solo?'' , domandò
Merle sardonico. ''Beh, è molto dolce da parte tua''.
Rick si avvicinò ancora di
un passo a Merle, la voce bassa in modo che l'uomo più anziano
prendesse sul serio il suo avvertimento. ''Se mai dovessi rivederti,
Merle'', ringhiò, ''Non mi fermerò''.
Merle studiò il suo volto per un lungo momento. ''Sai'', disse alla fine, ''ti ho quasi preso sul serio, Rick''.
''Dovresti'', disse Rick cupo.
''Perfetto, hai scoperto tutte le
tue carte, mi piace''. Merle diede un segno di approvazione. ''Vedo che
finalmente sei riuscito a tirare fuori le palle e hai smesso di giocare
a fare l'eroe per tutto il tempo''. Fece un sorrisetto. ''Ho sempre
saputo che dietro a tutte quelle stronzate moraliste batteva il cuore
di uno spietato bastardo. E' bello avere la conferma del fatto che
avessi ragione, di nuovo''.
''La tua opinione su di me non vale
niente, Merle'', dichiarò Rick con freddezza. ''Sappi solo che
sarò disposto a fare qualsiasi cosa pur di proteggere quello che
è mio. Non ci penserò su un momento''
Merle gli lanciò una considerevole occhiata. ''In questo caso, siamo molto più simili di
quanto non ti piacerebbe mai ammettere, Rick, perché intendo
fare la stessa identica cosa''. Il suo sguardo si spostò oltre
la spalla di Rick.
Rick si voltò per vedere
Daryl marciare velocemente verso di loro, lo zaino gettato su una
spalla, la balestra nell'altra.
Daryl lanciò a Merle una
pistola e guardò Rick. ''Stiamo prendendo una pistola e alcuni
proiettili'', disse in tono burbero. Rick inchinò la testa in
tacito assenso. I due uomini si guardarono l'un l'altro e poi gli occhi
di Daryl lentamente scivolarono via di lato mentre si rivolse al
fratello. ''Stai venendo?''
''No'', disse Merle allegramente, ''Sto solo ansimando forte''. Chiaramente il maggiore dei fratelli Dixon era di buon umore.
Daryl si accigliò e poi
realizzò il gioco di parole che Merle aveva appena fatto. Il suo
cipiglio si accentuò. ''Coglione''.
''Andiamo'', lo blandì
Merle, ''era divertente, chiedi a qualcuno''. Guardò il resto
del gruppo che aveva dipinto vari gradi di preoccupazione e rabbia sui
loro volti. Merle si strinse nelle spalle. ''Va bene, pubblico
difficile, è comprensibile''.
''Daryl, ti prego'', disse Beth tristemente, ''non andartene''.
Carl si unì a lei. ''Si, Daryl, questo non ha nessun senso''.
Daryl non guardò nessuno di
loro. ''Ce ne andremo e non c'è più niente da dire
in proposito''. Guardò suo fratello. ''Muoviti''.
''Volentieri'', disse Merle
felicemente. Sorrise al resto del gruppo che era affatto
felice. ''Ora, tutti voi, cercate di non sentire troppo la mia
mancanza, va bene? So che sarà difficile andare avanti senza il
mio carattere solare, ma cercate di fare del vostro meglio, va bene?''
''Merle'', sbottò Daryl che si stava già incamminando, ''piantala''.
Merle si strinse nelle spalle.
''Sembra che il mio fratellino abbia fretta di allontanarsi dalla puzza
che emana questo posto''. Diede un ultimo beffardo saluto a tutti.
''Grazie per tutte le risate''.Detto questo, Merle accelerò il
passo fino a raggiungere Daryl e tutti quanti rimasero fermi, costretti
a guardarli andare via insieme. Un silenzio teso riempì l'aria
mentre li osservarono allontanarsi entrambi dalla prigione.
Un muscolo guizzò nella
mascella di Rick mentre si rivolse al gruppo depresso dopo la partenza
di Daryl. ''Dobbiamo seppellire Oscar'', disse con determinazione.
''Vado a prendere alcune pale'', si offrì Glenn dal momento che il resto del gruppo sembrava ancora sotto shock
''Papà, Daryl ritornerà da noi, vero?'', chiese Carl esitante. ''Non se n'è andato per sempre, giusto?''
Rick avrebbe voluto avere la
risposta a quella domanda. ''Non lo so, Carl'', disse onestamente. ''E'
una sua scelta''. Rick guardò il punto in cui si trovavano ora i
due uomini dall'altra parte della barricata, dirigendosi verso il
bosco. ''E noi tutti dovremmo rispettare quella scelta''. Si diresse
verso Axel che stava in piedi accanto al corpo, ora di nuovo completo,
di Oscar e gli mise una mano sulla spalla. ''Una volta che lo avremmo
seppellito, chiederò a Hershel di uscire e diremo qualcosa per
lui. Faremo quello che è giusto per lui''.
Axel annuì in silenzio,
ancora sporco in viso degli schizzi del sangue di Oscar. Rick
restituì il cenno del capo e poi guardò tutti gli altri.
''Mettiamo Oscar a riposare''. Tutti quanti seguirono le sue
indicazioni ancora un po intontiti. Glenn corse a prendere le pale,
mentre gli altri ancora cercavano di offrire ulteriore conforto ad Axel.
Rick era felice di vedere che tutti stavano riprendendo a lavorare come una
squadra. Dopo la partenza di Merle le cose stavano già tornando
a una parvenza di normalità. Solo che, non lo sarebbero state
più dopo l'addio di Daryl. Le labbra di Rick si assottigliarono
in frustrazione. ''Torno subito'', disse loro. ''Vado a controllare se
Carol sta bene''. Nessuno protestò quando Rick si diresse verso
il blocco. Trovò Carol ancora seduta sui gradini della zona
comune, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, guardando senza
metterlo veramente a fuoco un punto imprecisato sul pavimento di
cemento. Rick emise un lungo sospiro, sapendo quanto potesse essere
difficile per lei accettare questa situazione. Si avvicinò e le
posò amichevolmente una mano sulla spalla. ''Stai bene?''
Carol non rispose immediatamente, e nemmeno si accorse della sua presenza.
Rick non si arrese. ''Carol, sapevi che prima o poi questo momento sarebbe arrivato''.
''Lo sapevo?'', chiese debolmente.
Carol lo guardò, e Rick poté vedere la rabbia nei suoi
occhi per la prima volta. ''E che cosa avrei dovuto sapere esattamente?
Sai almeno quello che Daryl ha deciso di fare per noi?''. Le sue parole
erano piene di rabbia e dolore. ''Daryl ha fatto questa scelta solo
perché vuole cercare di proteggerci da Merle!''
''Pensi che non lo sappia?''
Carol sembrò sorpresa del
fatto che Rick ne fosse a conoscenza. ''Tu lo sapevi e non hai detto niente?'', chiese indignata. ''Non avresti dovuto
lasciarglielo fare''.
Rick fece una smorfia ma
continuò a sostenere il suo sguardo. ''Che cosa vuoi che ti
dica?'', le rispose in difficoltà. ''Daryl doveva fare una
scelta e l'ha fatta''
''Sarebbe potuta andare diversamente'', disse Carol con aria di sfida. ''Non saremmo dovuti arrivare a questo punto''
''E pensi che sia colpa mia?''
''Continui a dire che tu sei il nostro capo'', sbottò lei. ''E allora, perché non ti comporti come tale?''
Rick sapeva che Carol stava solo
sfogando la sua frustrazione contro di lui, ma non voleva fare finta di
niente. ''Che cosa avrei dovuto fare, Carol? Che cosa? Daryl sa bene
che molto probabilmente Merle ha un suo gruppo la fuori da qualche
parte in quei boschi. Non è possibile che sia sopravvissuto da
solo per tutto questo tempo. E noi non potremmo mai fare parte di quel
gruppo, se esiste. Abbiamo Hershel, abbiamo Judith, le nostre munizioni
sono scarse. Daryl è la nostra unica possibilità per
scoprire quello che Merle ha intenzione di fare e con tutta questa
faccenda''.
Le labbra di Carol si strinsero.
''Quindi, mandiamo fuori Daryl come se fosse una sorta di spia per fare
il lavoro sporco al posto nostro?''
''Io non l'ho mandato da nessuna
parte'', disse Rick velocemente. ''Daryl ha preso questa decisione da
solo''. Ed era vero. Lui e Daryl non ne avevano discusso seriamente, ma
lo sguardo che si erano scambiati quando avevano scoperto il cadavere
di Oscar bastò a Rick per capire tutto quello che c'era da
sapere. Daryl aveva scelto di fare quello che avrebbe fatto lui si
stesso se si fosse trovato nella sua posizione. Non era stata una
scelta facile, ma in fin dei conti, non avevano nessun altra opzione.
Sia lui che Daryl ne erano consapevoli.
Carol emise un verso di difficoltà. ''Se Merle dovesse scoprire il suo tradimento lo ucciderà''.
Le spalle di Rick si afflosciarono.
''Ho bisogno di credere che questo non succederà mai''. Il suo
volto si rabbuiò, il suo tono ora era più conciliante.
''Carol, mi dispiace. So quanto Daryl sia importante per te, ma
questa storia non poteva che finire in questo modo. Avresti dovuto saperlo''.
Carol si allontanò da lui e
fece alcuni passi all'interno della stanza, scuotendo la testa. Rick
sapeva che non lo stava facendo perché era in disaccordo con
lui, ma piuttosto perché non voleva accettare che quella fosse
la realtà. Si strinse nelle sue braccia come a volersi
proteggere
''Non è giusto'', disse con
la voce spezzata e poi scoppiò in una risata soffocata. ''Non so
perché continui ad aspettarmi che qualcosa vada per il verso
giusto a questo mondo, ma semplicemente non è giusto. Tutto
quello che Merle avrebbe dovuto fare era lasciar andare la sua
rabbia''. Carol si voltò verso di lui, l'espressione frustrata.
''Lo abbiamo fatto tutti. Le cose orribili succedevano da sempre, ci
sono successe per tutto il tempo, alle persone buone come alle persone
cattive, senza nessuna discriminazione. Merle ha così tanta
paura di appartenere a un qualcosa più grande di lui, tanto da
avere bisogno di dover tenere sempre tutto sotto controllo''.
''Incluso Daryl'', aggiunse Rick tranquillamente.
''Ma Daryl non è più
la stessa persona che Merle conosceva'', disse Carol infelice. ''E'
cambiato ed è cresciuto. Credo che da qualche parte nella sua
mente malata Merle sia convinto che una volta che fosse riuscito ad
allontanarlo da noi, tutto sarebbe tornato come prima e se questo non
dovesse accadere-..'' distolse lo sguardo bruscamente e scosse il capo.
Rick condivideva con lei le stesse
paure per Daryl e avrebbe voluto avere qualcosa da dire che potesse
offrirle un po di conforto in qualche modo. ''Daryl sta facendo la cosa
giusta e per le giuste motivazioni'', disse Rick scosso, ''ma Merle no.
Ho bisogno di credere che in questo mondo non sarà sempre il
male ad averla vinta, non tutte le volte''.
Carol lo guardò intensamente. ''Dopo tutto quello che hai perso, ci credi ancora?''
Rick considerò seriamente la
sua domanda. Tutta la sua conoscenza della persona che era sempre stato
era stata messa duramente alla prova in questo ultimo anno. Aveva fatto
delle cose che non avrebbe mai immaginato di essere in grado di poter fare,
sia buone che cattive. C'erano stati molti giorni che lo avevano spinto
giù nella disperazione e in cui l'oscurità di questa vita
aveva minacciato di travolgerlo. Ma il modo in cui quelle parole lo
avevano toccato gli fece capire che dentro di lui c'era ancora una
speranza. Una speranza che non era stata completamente abbattuta dagli
implacabili orrori e dalla durezza della vita, in qualche modo. Quella
realizzazione gli fu immensamente gradita e Rick sentì
alleggerirsi un po di quel peso che si portava sempre sulle spalle. Le
rivolse il più tenue dei sorrisi. ''Si'', disse con
sincerità. ''Davvero. Io ho fiducia in Daryl. Ora ha qualcosa
per cui vale la pena combattere e non c'è niente di più
difficile da fare che buttare giù un uomo che combatte per
qualcosa che non è solo se stesso''.
Carol lo stava fissando
intensamente con quei suoi occhi azzurri che Rick sapeva che riuscivano
sempre a vedere più di quello che lei lasciasse intendere. Lei
le rivolse un sorriso. ''E' la voce dell'esperienza che parla?''.
Rick scoppiò in una
risatina. ''Si, credo di si''. Si sorrisero a vicenda, dei piccoli e
tristi sorrisi di comprensione e di perdita condivisa. Rick si
avvicinò e tirò Carol in uno stretto abbraccio che lei
ricambiò. Si strinsero l'uno con l'altro, entrambi pregando
l'impossibile.
Che ci fosse un lieto fine per questa storia.
ooooOOOOOoooo
Daryl cercò di
ridistribuire
silenziosamente il suo peso sistemandosi meglio contro il tronco
dell'albero sul quale si trovava, osservando nel mentre la mandria di
zombie che si stava trascinando sotto di lui.Il suo
sguardo scattò verso Merle che se ne stava a sua volta seduto in alto
sul ramo di un altro albero, a studiare quelle creature barcollanti.
Entrambi avevano una presa salda sulle loro armi in caso uno di quei
mostri avesse deciso di guardare in alto per qualche strano
motivo.
Avevano incontrato molti più vaganti di quanto avessero previsto
all'interno di quei boschi. I progressi erano stati lenti da
quando avevano lasciato la prigione, appena un'ora prima. Daryl tenne la
balestra puntata sulla testa degli zombie che passavano, mentre nella
sua mente i ricordi di tutto quello che era appena successo si stavano
ancora ripetendo.
In particolare di quei momenti con Carol.
Daryl poteva ancora sentire sulle sue labbra il sapore di lei e questo
bastò a inviare delle piccole scariche di eccitazione lungo
tutta la sua schiena. Non si era aspettato quei baci e quello che
davvero non si aspettava era quanto assuefanti si fossero rivelati. Era
stato colto alla sprovvista dal fatto che Carol avesse deciso di
fare la
prima mossa. Non aveva fatto altro che insultare se stesso da quando
aveva commesso quell'imbarazzante tentativo di baciarla. Lei era apparsa così scioccata che Daryl non poteva biasimarla,
dal
momento che lui stesso era ancora più scioccato per aver agito in quel
modo. Era
così disperato di riuscire a comunicarle tutti i suoi sentimenti
in una volta sola che aveva avuto una reazione veramente
esagerata. Che
diavolo ne sapeva lui di come corteggiare una donna? Non c'era da
stupirsi se Carol sembrava avere appena ricevuto
uno schiaffo. Daryl si
era lasciato prendere dal panico, voleva solo allontanarsi da lei e da
tutta la confusione che gli aveva causato in questi giorni.
Non era la prima volta che Daryl desiderava di essere un po più
intelligente quando si trattava del sesso opposto. Diavolo, di questo
passo non avrebbe potuto avere una reazione più stupida di
quella.
Era andato avanti e indietro in quel cortile dopo essersi comportato da
sciocco, oscillando tra il rimproverare se stesso per essere stato un
tale idiota e tra l'avere un attacco di panico a causa della sua
stupidità. Non poteva perdere l'amicizia di Carol per una cosa
del genere. Era troppo importante per la sua esistenza. Una separazione dovuta per causa
della morte era sempre stata una sorta di spettro sgradito in agguato in questo
mondo, ma il pensiero di doverla perdere perché era un
ritardato, emotivamente parlando, era un peso con il quale Daryl non
sarebbe riuscito a vivere. Merle lo aveva trovato in un momento di
confusione totale, il che non aveva fatto altro che peggiorare la
situazione.
L'ultima cosa che Daryl voleva era esporre a suo fratello il suo
punto più debole. Merle poteva anche amarlo, ma di certo non si
sarebbe risparmiato quelle munizioni per un successivo momento. E Daryl
aveva
un'esperienza di prima mano quando si trattava di certe cose.
Effettivamente era stato un sollievo sentire quei colpi di pistola.
Uccidere zombie era facile, dopotutto non richiedeva
nessun sentimento in particolare. Daryl aveva apprezzato la
possibilità di poter
scaricare la sua frustrazione su quegli esseri insensibili. Ma poi era
arrivata Carol che per poco non si era fatta tagliare di netto la testa
da quell'idiota e lui era tornato nuovamente al punto di partenza.
Nel mortale terrore di poterla perdere
Gli occhi di Daryl si socchiusero quando i freschi ricordi dei
baci di Carol gli tornarono in mente. Si inumidì inconsciamente
le
labbra, ricordando la sensazione della sua calda, dolce lingua su di
lui e del suo sapore che aveva ancora in bocca. Baciare era
qualcosa su cui Daryl non aveva mai riflettuto più di tanto
nella sua vita. Era una cosa che non gli era mai sembrata
così
eccessivamente importante per la sua sopravvivenza e molto
probabilmente non aveva tutti i torti. Quello che Daryl non aveva messo
in conto
era come baciare la persona giusta, la persona che era a conoscenza
di molti dei tuoi segreti più oscuri e che aveva scelto di non
abbandonarti, come ti avrebbe fatto sentire baciare quella persona. In
quei pochi momenti rubati non sembrava che sulla terra ci fosse
qualcosa di più importante che fare del suo meglio per
ricambiare con dolcezza quello che Carol gli stava offrendo. Lei
sembrava così morbida e così giusta tra le sue braccia,
quasi come
fosse un liquido che prende forma solo all'interno del suo contenitore
e Daryl non aveva mai sperimentato una cosa del genere prima d'ora.
Certo, Carol lo aveva abbracciato in passato, ma questo era un qualcosa
di diverso e lui non credeva che ne avrebbe mai avuto abbastanza.
L'aveva stretta a lui, ipnotizzato dal modo in cui
ogni curva del suo corpo sembrasse aver trovato una casa contro
gli angoli spigolosi del suo corpo e non era stato più
in grado di lasciarla
andare finchè non fu Carol ad interrompere il loro rovente
abbraccio e lui fu in grado di cercare di realizzare che cosa stava
succedendo
tra di loro.
Daryl cercava di trattenere i suoi sospiri irregolari mentre
fissava
Carol in una quasi estatica espressione di meravigliata ebrezza. In
realtà
Daryl si sentiva veramente ubriaco, la testa gli girava e tutto quello
a cui riusciva a pensare era come poter fare per rubare un altro di
quei momenti.
Il suo cuore batteva così forte dentro il suo petto che era
sicuro che Carol sarebbe stata in grado di sentirlo. Quello stesso
cuore accelerò ulteriormente il suo battito quando lei
iniziò a farsi nuovamente più vicina e Daryl pensò
che potesse esserci un altro di quei momenti di dolcezza che aveva
appena
sperimentato. Invece, Carol premette la fronte contro la sua, e con la
voce tremante disse :
''Non mi lasciare, resta..''
Le sue parole di supplica trafissero Daryl come fossero state delle lame. Era tutto quello che voleva da questo mondo.
Carol gli accarezzò il viso mentre lo implorava in poco
più di un sussurro sommesso. ''Resta con me, Daryl. Non posso
perderti''.
Le mani di Daryl strinsero nel pugno un lembo della sua
camicetta mentre le sue parole impattavano su di lui. Non voleva
fare altro che
cadere sulle sue ginocchia e giurarle che non l'avrebbe lasciata, non
ora, né mai. Non aveva importanza il fatto che Carol ricambiasse
allo stesso modo il suo sentimento, perché quello che Daryl
provava dentro di lui non aveva bisogno di essere ricambiato, era
semplicemente il modo in cui si sentiva. Ma Daryl non poteva dirle
quello che lei aveva bisogno di sentirsi dire, non importa quanto
ardentemente lo desiderasse. Dopo aver visto quello che era successo
oggi, sapeva che c'era un solo modo per poterla tenere al sicuro e che
il modo era quello di andare via con Merle.
Daryl non poteva sopportare di dirle di no, così, invece che
risponderle, la
baciò, questa volta con una confidenza e una certa
abilità appena acquisita. I suoi baci furono più
passionali, più
disperati di quanto non lo fossero stati quelli di Carol, ma lei non
cercò di tirarsi indietro, invece, restituì quei baci con
tutto il suo cuore.
Daryl voleva farle capire in questo semplice gesto tutto quello che
probabilmente non sarebbe mai stato in grado di riuscire
a esprimere a parole. Gemette all'interno del loro abbraccio
feroce, sapendo
che questo non sarebbe mai stato abbastanza, ma sapendo anche che per
loro non ci sarebbe potuto essere altro in quel momento. Daryl
trascinò
via a fatica le labbra dalla sua bocca e con l'ultimo briciolo rimasto
della sua forza di volontà, trovò il modo di lasciarla
andare e di fare un passo indietro. Si guardarono l'un l'altro con gli
occhi spalancati e Daryl riconobbe il momento in cui Carol
realizzò che lui sarebbe andato via comunque. Ci fu un lampo di
profonda tristezza nei suoi occhi seguito da uno di flebile
accettazione. Carol
non protestò quando Daryl chiaramente intontito si chinò
per recuperare lo zaino e la sua balestra. Si raddrizzò,
incrociando ancora una volta lo sguardo di Carol mentre
lei si mordicchiava il labbro inferiore. C'erano un milione di cose che
Daryl desiderava dirle in quel momento, ma la verità era
che nessuno dei due avrebbe cambiato niente di ciò che li
attendeva.
Deglutì con difficoltà e le passò oltre, le loro
spalle si sfiorarono brevemente e quel lieve contatto fu fisicamente
doloroso perché Daryl sapeva che c'era una buona
probabilità che quello potesse essere forse l'ultimo dei momenti
in
cui si toccavano. Scacciò via quel pensiero che minacciava di
distruggerlo dal profondo dell'anima e trovò la forza per
continuare a
muoversi, sapendo che quello era l'unico modo in cui avrebbe potuto
tenerla al sicuro.
Daryl fece una smorfia al ricordo di quanto era stato duro e doloroso
lasciare Carol. Sapevano entrambi il perché di quello che
stavano facendo, e sapevano di non avere mai avuto davvero una scelta, non dal
momento in cui Merle era passato oltre quel recinto dentro la
prigione. Sia che Merle avesse lasciato o meno aperto quel cancello
ormai non aveva più importanza. Daryl aveva incrociato lo sguardo di Rick in quel momento, ed entrambi avevano capito.
La sfiducia e il disagio nel gruppo sarebbero solo andati a peggiorare
ulteriormente e a nutrirsi di se stessi e , alla fine, non avrebbe
avuto nemmeno più importanza se avessero o meno avuto delle prove. Un
uomo era morto a causa della presenza di Merle all'interno del gruppo e
Daryl sapeva che lui era sotto la sua responsabilità. Merle era
suo fratello, e questo lo rendeva un suo problema. Durante tutta la sua
vita, quando Merle arrivava a un punto del genere, Daryl era sempre
stato in grado di sgattaiolare via in modo da allontanarsi dal quel lato
meno nobile della personalità di suo fratello. Si era preso
l'abitudine di prendere le distanze dai suoi comportamenti, pur essendo
sempre pronto a coprirgli le spalle quando ne seguiva un inevitabile
problema. Daryl sapeva che adesso non poteva farlo più. Prima,
c'era solo lui in gioco e non sembrava una cosa così importante.
Ora, sapeva che ognuna di quelle singole vite alla prigione era
stata messa in pericolo, e Daryl non riusciva più a voltarsi dall'altra
parte e a far finta che non gli importasse niente. Avevano tutti
bisogno di essere protetti e Daryl sapeva di essere l'unico a poterlo
fare. Amava Merle e per lui sarebbe morto, ma non gli avrebbe lasciato
la possibilità di distruggere l'unica vera famiglia che avesse mai
conosciuto e di mettere a rischio la vita dell'unica donna con la quale si
sentiva finalmente a casa.
''Hey, idiota.Stai preparando un bel nido lassù o che cosa?''
Daryl interruppe le sue fantasie per vedere Merle in piedi
sotto al suo albero, guardarlo con impazienza. Dopo essersi dato un'occhiata attorno,
Daryl realizzò che la mandria era finalmente passata oltre e ora
continuare a muoversi era sicuro. Scivolò rapidamente giù
dal ramo e atterrò sul terreno accanto a Merle. Si
posizionò nuovamente la balestra sulla spalla evitando di
incrociare lo sguardo curioso di Merle.
''Sei tutto arrossato, ragazzo'', osservò. ''Non è che ti stai prendendo qualcosa?''
''No'', disse Daryl tagliando corto, iniziando a muoversi. ''Andiamo,
dobbiamo trovare un riparo prima che faccia buio. Sembra che abbia
intenzione di piovere stanotte''.
Merle guardò verso il cielo, che stava cominciando a scurire.
''No, l'umidità continuerà a raccogliersi per un altro
paio di giorni prima inizi a piovere''
Daryl guardò alle sue spalle per vedere se Merle lo stava
seguendo. Rivolse uno sguardo al cielo scuro e fece una smorfia. Una
tempesta stava per abbattersi sopra di loro, e in un modo o nell'altro,
era solo una questione di tempo prima che si scatenasse l'Inferno.
Daryl lanciò una veloce occhiata di traverso a Merle quando si
affiancò a lui, seguendo il profilo impassibile di suo
fratello. Merle sembrava fin troppo rilassato per i gusti di Daryl,
come se avesse in mente una qualche specie di grande piano di cui lui
non era al corrente. La mascella di Daryl si indurì a quel
pensiero e alle possibili implicazioni che avrebbe potuto avere per lui.
L'elettricità nell'aria crepitava come se molto più che
una semplice tempesta avesse cominciato a fermentare all'interno di
quei boschi . . .
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Capitolo 29 *** Capitolo 30 ***
echoes capitolo 30
Capitolo 30
Revisione di ° Silvia °
Nuvole di polvere si sollevarono nell'aria ad ogni palata di terra che
Axel, Rick e Glenn gettavano fuori dalla profonda fossa che stavano
scavando per Oscar. Axel avrebbe voluto scavarla da solo, ma Rick era
intervenuto e aveva detto che Oscar era morto per difendere tutti loro,
e tutti loro volevano rendere onore al suo sacrificio. Maggie e Beth
avevano avvolto Oscar in un lenzuolo, pronto per la sepoltura.
''E' abbastanza profonda'', disse Rick. Provò una fitta molto di
rimorso fortissima quando si rese conto di quanto stesse diventando
esperto nel seppellire correttamente le persone. Lo stavano diventando
tutti. Avevano fatto troppa pratica nel corso dell'ultimo anno e c'era
sempre la promessa che ne avrebbero fatta di più nei giorni a
venire. Era un pensiero demoralizzante. Lui e Glenn gettarono via le
pale sul terreno e si tirarono fuori dalla fossa aperta. Si voltarono e
offrirono entrambi una mano a un Axel insolitamente silenzioso. Lo
tirarono fuori dalla tomba di Oscar quando Rick vide che Carol, Hershel
e Carl si stavano avvicinando. Carl teneva Judith tra le sue braccia.
Carol aveva un secchio d'acqua in una mano e qualcos'altro di indefinito
nascosto sotto il braccio, Rick non riusciva a capire che cosa potesse
essere. ''Ho pensato che avreste avuto bisogno di bere qualcosa dopo
tutta la fatica che avete fatto scavando''. Sollevò lo sguardo
verso il cielo sempre più scuro, le nuvole grigie che si
muovevano minacciose. ''Qualcosa che non sia l'acquazzone che sta per
pioverci addosso''. Posò il secchio, estrasse la tazza di
metallo incastrata sul bordo e la passò alla persona più
vicina a lei, che si rivelò essere Axel.
Hershel si avvicinò alla tomba e ci guardò dentro. ''Sembra che abbiate quasi terminato''.
Rick prese la tazza che Axel gli stava offrendo e la immerse nel
secchio dell'acqua. ''Si''. Guardò verso Oscar. ''Non ci resta
che mettere Oscar a riposare''.
Carol si fece avanti. ''Non senza di queste''. Portò fuori
l'oggetto da sotto il suo braccio e tolse fuori le pantofole delle
quali Oscar aveva rivendicato l'appartenenza, erano quelle che avevano
trovato il giorno in cui stavano ripulendo le celle.
Carol diede un sorriso affettuoso a quel ricordo. ''Amava queste
pantofole'',
Tutti gli altri si unirono al suo sorriso, immaginando quell'uomo
grande e grosso che se andava in giro in pantofole per la prigione dopo
una dura giornata di lavoro. Era un po di normalità, un semplice
comfort che era stato fonte sia di divertimento che di comprensione da
parte di tutto il gruppo. Ogni piccolo pezzo del vecchio mondo che si
riusciva a riavere indietro veniva percepito come una vittoria e vedere
Oscar rilassarsi dentro a quelle pantofole era stata una vittoria per
tutti loro. Carol si avvicinò al punto in cui giaceva Oscar, il
suo sangue stava già macchiando il lenzuolo leggero e
delicatamente tirò fuori i suoi piedi. Fede scivolare quelle
comode calzature e poi avvolse di nuovo i suoi piedi nel lenzuolo. Si
raddrizzò e annuì. ''Ok, adesso è pronto''.
Rick e Axel si spostarono in avanti per sollevare il corpo di Oscar
mentre Glenn saltò giù dentro la fossa per aiutarli a
posarlo delicatamente. Glenn si arrampicò nuovamente fuori dalla
tomba e Maggie fece un passo in avanti. ''Finiremo noi il lavoro''.
Gli uomini si fecero da parte mentre Maggie, Beth e Carol raccoglievano
le pale e la riempirono nuovamente con la terra. Oscar fu sommerso
rapidamente dalla terra e poi non ci fu più nulla da fare che
aspettare che Hershel pronunciasse il loro ultimo addio. Rick si
posizionò accanto a Carl. Prese Judith dalle sue braccia e
mentre l'avvolgeva e cullava con un braccio posò la sua mano
libera sulla spalla di Carl. Rick era fin troppo consapevole del fatto
che l'ultima volta che avevano fatto una cosa del genere, si era
trattato di seppellire Lori e T- Dog. Strinse forte la spalla di Carl e
lo guardò, uno sguardo di comprensione nei suoi occhi. Carl
ricambiò solennemente quello sguardo e poi Hershel si
schiarì la gola e aprì la sua bibbia.
''Questo è il mio comandamento'', recitò Hershel, la voce
ricca di tranquilla autorità mentre leggeva dalle scritture,
''Che voi possiate amarvi l'uno con l'altro, così come io ho
amato voi. Perché non c'è amore più grande di
quello di chi è disposto a dare la vita per i suoi amici''.
Alzò lo sguardo verso tutti loro. ''La maggior parte di noi non
conosceva Oscar da lungo tempo, ma per noi si è sempre
dimostrato un amico vero, mettendosi sempre a disposizione di questo
gruppo, un servizio che alla fine gli è costato la vita. Noi
siamo qui per onorarlo, per onorare la sua amicizia e il sacrificio che
ha fatto per difendere tutti noi''.
Mentre Hershel parlava, Rick non poté fare a meno di gettare uno
sguardo alla tomba accanto a quella di Oscar. Era passato appena un
mese da quando avevano seppellito quel poco che era rimasto di Lori.
Rick era stato troppo traumatizzato per poter prendere qualsiasi
minima parte nello scavare la tomba, ma ricordava chiaramente che Daryl
e Glenn scavarono una tomba di dimensioni normali, anche se di Lori
erano rimasti solo dei brandelli, recuperati dallo stomaco di quello
zombie. Era stato lì di fronte a quella normalissima tomba, a
guardarli mentre seppellivano con cura i resti di Lori. Anche
attraverso quel suo intorpidimento insensibile, Rick ricordava di
essere stato grato del fatto che gli altri uomini si fossero presi la
briga di fare in modo che l'ultimo posto nel quale Lori potesse riposare
fosse più di un semplice buco nel terreno. Anche se fisicamente di
Lori non era rimasto molto, quel giorno, Rick sentiva di aver perso
così tanto. Lori era la persona che lo conosceva meglio a quel
mondo, era stata la sua amante, era stata la sua migliore amica e la
madre dei suoi figli. L'aveva amata per così tanto tempo,
talmente tanto che non aveva più nessun ricordo della
persona che era stato prima di innamorarsi di sua moglie. Non importava
quanto le cose fossero complicate tra di loro, alla fine, una parte
enorme della sua storia e del suo futuro era stata sepolta nella terra
quel giorno. Sentiva che quello era molto più che un pratico e
semplice foro nel terreno. Quello che lui e Lori avevano condiviso non
era stato né poco né pratico, era stato molto più di questo.
Judith si lamentò tra le braccia di Rick, spostando l'attenzione
di suo padre dalla morte alla nuova vita. Rick guardò sua
figlia, sapendo l'incredibile prezzo che avevano pagato perché
lei venisse al mondo e sentì le lacrime pungergli gli
occhi. Trasse un profondo respiro, cercando di calmarsi. Era stato
così facile per lui immaginare come sarebbe potuta andare se lui
e Lori avessero deciso di non continuare quella gravidanza. La
tentazione di fare il giochino del "e se.." Judith non fosse mai nata
era sempre presente ma Rick aveva fatto una promessa a se stesso quando
quella nebbia si era finalmente dissolta dopo quei primi giorni
strazianti dopo la morte di Lori. Aveva giurato non solo a se stesso,
ma anche a Lori, che non avrebbe mai trascorso un singolo momento a
provare rimorso per quello a cui la nascita di Judith aveva portato.
Era stato l'ultimo e unico dono che potesse fare a Lori, per onorare la
sua memoria. Judith avrebbe saputo che era stata desiderata più
che mai da entrambi i suoi genitori. Sarebbe stata la missione della
sua vita assicurarsi che non avrebbe mai messo in dubbio questo nemmeno
per un solo istante.
Rick sperava che ovunque Lori fosse ora, la conoscenza di questo le avrebbe concesso un po di pace.
oooooOOOOooooo
Carol non sollevò lo sguardo dalla biancheria che stava
ripiegando all'interno della sua cella. ''Ti serve una mano con
qualcosa, Hershel?''. Sollevò lo sguardo verso l'uomo più
vecchio, che se ne stava sulla soglia della porta fuori dalla sua cella.
''Eri silenziosa a cena'', disse Hershel tranquillamente. ''Volevo solo assicurarmi che stessi bene''.
Carol sorrise alla sua preoccupazione. ''Eravamo tutti silenziosi a cena'', disse piano. ''Oggi abbiamo perso tante cose''.
''Proprio così''. Hershel inclinò la testa. ''Posso?''
Carol annuì. ''Certamente''.
Hershel si portò abilmente all'interno della cella e si sedette
sulla cuccetta accanto a Carol, appoggiando le stampelle contro il
telaio del letto.
''Come va la gamba in questi giorni?''
Hershel si massaggiò il ginocchio. ''Qualche dolore di tanto in tanto..ma non posso di certo lamentarmi''.
''Nessuno te ne farebbe una colpa se ogni tanto lo facessi'', sottolineò Carol con leggerezza.
''Avrei voluto più tempo per poter fare pratica sul
tip tap assieme alle mie ragazze'', rispose Hershel senza esitazione.
Gli occhi di Carol brillavano. ''Eri un bravo ballerino un tempo, non è vero?''
''Oh signorina, puoi dirlo forte'', disse con orgoglio. ''Con la mia
prima moglie, la madre di Maggie, eravamo soliti andare a ballare ogni
sabato sera. E' così che ci siamo conosciuti. La prima volta
che vidi questa visione apparire di fronte a me, sapevo che avrei
finito con il chiederle di sposarmi''. Hershel ridacchiò. ''Ero
così nervoso la prima volta che le ho chiesto di ballare''.
Scossa la testa, un sorriso affettuoso si dipinse sul suo volto a
quel ricordo. ''Le mie mani erano talmente sudate che dovevo
continuatamente asciugarle sulla gamba dei pantaloni. E' un miracolo
che non abbia annegato quella povera ragazza al nostro primo ballo''.
Carol rise forte a sentire quelle parole. ''Sono sicura che lei pensava
che tu fossi molto dolce''. Poteva immaginare che Hershel fosse stato
un bel tipo nel fiore dei suoi anni. Avrebbe fatto girare molto
più che una sola testa a quel tempo. Tutt'ora aveva questa
silenziosa aura di dignità che era molto evidente.
''Beh, non so se fosse per pietà o per altro,ma quella notte mi
permise di accompagnarla a casa''. Le labbra di Hershel si piegarono in
un sorriso. ''E mi diede anche la possibilità di rubarle un
bacio prima che suo padre accendesse la luce sulla veranda''.
Soffiò fuori un lungo sospiro. ''Ah, quel primo bacio. C'è niente di più dolce?''
Carol fissò la camicia che aveva tra le mani, con l'intenzione
di piegarla, ma si perse nei suoi ricordi invece. Non era stato che
poco tempo prima in quello stesso giorno che era stata stretta tra le
braccia di Daryl, a baciarlo per la prima volta? Non sembrava vero. Si
sentiva già come se se ne fosse andato per sempre. I loro primi
baci erano stati così dolci e innocenti, così inebrianti.
Baciare Ed era stato sempre una sorta di precursore per il sesso, ma
con Daryl, quello che aveva condiviso era stato un gesto di
intimità sufficiente di per sé. Carol non era esattamente
sicura di essere la prima donna che Daryl avesse baciato, ma era
tranquillamente certa di essere stata la prima per la quale ne fosse
valsa la pena. Sapere questo non aveva fatto altro che rendere la loro
separazione forzata ancora più agrodolce. ''Niente che mi venga
in mente'', rispose lei a Hershel con la voce roca di riflessione.
L'uomo più anziano la fissò con il suo sbiadito ma ancora saldo sguardo blu. ''Lui tornerà, lo sai''.
Carol diede un sorriso triste. ''Vorrei crederci ma non saprei proprio in che modo''
''Questo non è il momento di perdere la fede''.
''Lo so, vorrei soltant-..''. Lanciò un'occhiata dove Hershel
stava seduto, fissandola con interesse aspettando che finisse la sua
frase. ''Vorrei solo aver avuto la benedizione di avere più
tempo'', concluse mestamente. Carol non poté fare a meno di
immaginare che se lei e Daryl avessero condiviso quei baci prima di oggi, le
cose sarebbero andate diversamente adesso. Ma non l'avrebbe saputo mai.
''Daryl ha trovato delle persone che lo amano e a cui appartiene'',
disse Hershel semplicemente. ''Un uomo combatterà fino alla
morte per poter fare ritorno a questo''.
Carol arricciò il naso. ''E' proprio questo quello di cui ho
paura''. La sua fronte si corrugò in preoccupazione. ''Daryl ama
suo fratello. Io non voglio che arrivino a combattere l'uno contro l'altro, perché so
che questo non è quello che vuole Daryl. Se dovessero arrivare a
questo punto, penso che Merle potrebbe ucciderlo, ma non credo che
Daryl riuscirebbe mai ad uccidere Merle''. L'espressione di Carol
era addolorata. ''E io non voglio che lui debba fare questa scelta''.
Scosse la testa. ''Continuo a pensarci e ripensarci nella mia testa e
non riesco a trovare un modo in cui Daryl possa tornare indietro da noi
se non a un prezzo enorme''.
La risposta di Hershel era tranquilla. ''Le cose preziose arrivano a
costi enormi, se non fosse così, non potrebbero essere definite
preziose''.
Carol fece una smorfia, non essendo in grado di discutere con questa
logica. Doveva fargli la domanda che la stava affliggendo fin da quando
Rick l'aveva tirata fuori. ''Pensi che Merle abbia una qualche sorta di
altro gruppo là fuori in quei boschi?''.
Hershel strinse le labbra e fissò il muro grigio di fronte a
loro per un lungo momento. ''Non ne sarei sorpreso'', disse alla fine.
''Nemmeno Merle sarebbe potuto sopravvivere così a lungo da
solo, non nello stato in cui si trovava''.
Carol chiuse gli occhi, cercando di tenere a bada le sue paure. Tante
cose sarebbero potute andare storte. Sentì la calda mano di
Hershel posarsi sul suo ginocchio.
''Il tuo ragazzo è molto intelligente. Ci arriverà anche da solo''.
''Daryl non è mio..'', lo corresse Carol automaticamente.
''Dolcezza..'', disse Hershel con voce strascicata, ''Se esiste ancora
qualcuno che appartiene a qualcun'altro in questo mondo, allora
quello è
Daryl ed appartiene a te''
Carol spalancò gli occhi e lo guardò con sorpresa.
''Sei stata la prima che ha rischiato di farsi staccare a morsi una
mano per portare quel ragazzo fuori dalla sua solitudine'', le
spiegò Hershel. ''Sei la persona con la quale Daryl si
identifica di più in questo gruppo, quella che per prima ha
combattuto per lui. Lui è tuo, Carol, e penso che ti
apparterrà per sempre, in un modo o nell'altro''.
Carol si morse il labbro inferiore, sentendo che le lacrime le salivano
agli occhi. Pensava di essere già a conoscenza di queste cose,
ma sentire qualcun altro pronunciare quelle parole servì a
realizzare meglio per Carol. ''Ho paura per lui, Hershel''.
Il vecchio uomo mise il braccio attorno alle sue spalle e la strinse
con gentilezza. ''Lo so'', disse lui piano, ''ma non è ancora
finita. Devono accadere ancora un sacco di cose e non devono essere
necessariamente tutte brutte''.
Carol fece una piccola smorfia, sapendo che Hershel aveva ragione ma
temendo ancora il peggio. Si chinò su di lui per un momento e si
lasciò confortare senza pensarci, e poté solo sperare che
Daryl avesse trovato un qualche tipo di conforto quella notte.
Sembrava così improbabile.
oooooOOOOooooo
Daryl
lanciò a Merle uno sguardo impaziente e poi un altro alla
foresta ormai buia che li circondava. ''Che cosa stai
cercando?!Dobbiamo muoverci e preparare un accampamento''.
Merle era in ginocchio, con il braccio infilato all'interno di una
profonda cavità del tronco di un albero scavato che cercava di
recuperare qualcosa all'interno. ''La pazienza è una
virtù, fratellino'', grugnì, sforzandosi di raggiungere
un punto particolarmente profondo. ''Le cose buone arrivano solo per
chi sa aspettare''.
''A meno che tu non stia per levare un falò da dentro quel buco, non mi interessa''.
Il viso di Merle si illuminò mentre lui, ovviamente,
trovò finalmente quello che stava cercando. ''Ah ah!''.
Tirò fuori il braccio e in mano stringeva una bottiglia di
whisky. Merle la tenne in alto con aria trionfante. ''La vena madre'',
dichiarò con orgoglio.
''Ti sei nascosto dell'alcool nella tana di uno scoiattolo?'', gli chiese Daryl incredulo.
Merle sorrise. ''Un uomo non può vivere di solo pane, recitano
le sacre scritture e io non sono uno che si mette a discutere con il
nostro Signore Dio Onnipotente''.
Daryl scosse la testa, ma non poté fare a meno di sorridere un po. ''Hai perso una mano e hai trovato la fede?''
Merle sorrise. ''Puoi trovare qualsiasi tipo di cosa se solo inizi a
cercare, fratello''. Si alzò e fece un cenno con la testa in
segno di approvazione. ''Questo dovrebbe accompagnare bene quegli
scoiattoli che hai appesi attorno al tuo collo''.
Daryl guardò i tre scoiattoli che aveva legato a una corda che
si portava sulla spalla. ''Ho intenzione di mangiarmi la mia parte,
quindi abbiamo bisogno di un fuoco''.
''Bene, hop hop'', disse Merle beffardo, ''guarda un po chi si è abituato al lusso in questi giorni''.
''E a breve la notte inizierà a fare molto freddo'',
continuò Daryl, ignorandolo. ''Quindi il fuoco ci serve
comunque''.
''Vizioso e morbido'', lo schernì Merle.
''Succhiamelo''.
Merle sorrise. ''Te l'ho detto, ragazzo, non siamo quel tipo di
zotici''. Gli disse dandogli un ultimatum. ''Immagino che tu stia
sentendo molto la mancanza di tutti quei comfort. Il cibo, il calore e
la figa''. Merle si strinse nella spalle. ''Io ti posso aiutare con le
prime due, ma per l'ultima dovrai cavartela da solo''.
Daryl non commentò, non volendo discutere di questo con Merle.
Invece si voltò e cominciò a incamminarsi lontano per
trovare un buon posto in cui accamparsi per la notte. Il grosso della
mandria sembrava essersi allontanato ormai, ma il pericolo era sempre
presente. Camminò per un po e trovo una zona dove il terreno
sembrava buono. Ciò significava che avevano la
possibilità di poter poggiare la schiena contro qualcosa di
solido e avere una buona visuale di quello che avevano di fronte. Daryl
gettò il suo zaino in un angolo. ''Questo posto sembra andar
bene. Vado a cercare un po di legna da ardere''.
''Lasciami gli scoiattoli'', lo istruì Merle. ''Ci penso io a prepararli per la cena''.
Quindici minuti più tardi un piccolo fuocherello ardeva e le
carcasse dei tre scoiattoli vi arrostivano sopra piacevolmente. Merle e
Daryl erano seduti l'uno di fronte all'altro, mentre aspettavano che il
loro cibo fosse pronto.
Merle tolse il tappo alla bottiglia di bourbon. ''E' arrivata l'ora
dell'aperitivo prima di cena''. Buttò giù un grande sorso di
whisky mentre Daryl lo guardava. Deglutì e poi gli offrì
la bottiglia.
Daryl scosse brevemente la testa. ''Nah''.
Merle sbuffò. ''Sembra che qualcun'altro abbia trovato quella
fede di cui parlavi tanto prima'', disse sardonico. ''E' questo che ti
hanno insegnato i tuoi nuovi amichetti, che bere è un peccato?''
''Non bevo perché penso che almeno uno di noi dovrebbe restare
sobrio se non vogliamo diventare la cena di uno di quei bastardi'',
gettò indietro Daryl. Studiò Merle con lo sguardo. ''Da
dove l'hai presa in ogni caso?''. C'erano ancora un sacco di cose che
Daryl non sapeva di quello che Merle aveva fatto durante la loro
separazione forzata. Era un qualcosa di cui sperava saperne di
più, adesso che erano soli. Era accaduto tutto così in
fretta quando avevano trovato il corpo di Oscar, ma Daryl aveva capito
di dover finalmente affrontare il fatto che Merle fosse una minaccia
per tutto il gruppo. Quanto questa minaccia fosse grande poi era la
ragione per la quale Daryl se ne era andato con Merle, in primo luogo.
Se fosse stato solo suo fratello, sarebbe stata una cosa, Daryl avrebbe
potuto gestirlo. Tuttavia, se Merle apparteneva veramente a un altro
gruppo come Rick temeva, quella era tutta un'altra cosa. Una manciata
di altre persone , non sarebbe stata un grosso problema. Un gruppo
molto numeroso e armato più di quanto non lo fosse il suo,
quello sarebbe stato tutto un altro discorso. Daryl sapeva che se fosse
stato un gruppo di dimensioni ridotte, prima o poi avrebbe potuto
integrarsi lasciando in pace le persone alla prigione. Un gruppo
più grande dava il via alle scommesse. Non
voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se ci fosse stato un
gruppo di tante persone ad attendere il ritorno di Merle. La
verità, però, era che Daryl sapeva già che cosa
avrebbe dovuto fare se fosse stato quello il caso. Doveva assicurarsi
che Merle non avesse modo di tornare da quelle persone. Daryl avrebbe
parlato a Merle del fatto di voler partire, solo loro due, voltando le
spalle a entrambi i gruppi. Sbatté le palpebre per il dolore
acuto che quel pensiero gli aveva causato.
''L'ho trovato''. La risposta di Merle era tipicamente vaga.
''Dove?''
''In un bar?''
''Quale bar?''
Merle inarcò un sopracciglio. ''Stai scrivendo un libro del quale dovrei sapere l'esistenza, ragazzo?''
''Siamo stati separati per quasi un anno'', sottolineò Daryl. ''Non ho il diritto di farti qualche domanda?''
Merle gli lanciò un'occhiata in considerazione. ''Va bene, ma anche io avrei delle domande da farti allora''
Daryl si strinse nelle spalle.
''Ti stai scopando Carol?''
Daryl si irrigidì, non avendo previsto una domanda del genere. ''Co-cosa?''
''Voglio dire, Maggie con sta con come-si-chiama e il vecchio sta
sempre appresso a quella biondina di sua figlia, quella con quel
piccolo culetto sodo, tutto protettivo e-..''
''Beth ha diciassette anni'', dichiarò Daryl laconicamente.
Fu il turno di Merle di scrollare le spalle. ''Prendile giovani, addestrale bene''.
La mascella di Daryl si indurì e distolse lo sguardo. ''Non sono
un pedofilo'', mormorò. ''Non sono interessato alle bambine''.
''Rimane solo Carol'', concluse Merle, visto che Daryl non
continuò a parlare. Alzò la testa per guardarlo.
''Allora?Ti stavi facendo boccuccia impertinente o no?''
Daryl cercò di non lasciare trasparire alcuna emozione sul suo volto. ''No''.
Merle diede un grugnito, sempre tenendolo d'occhio. ''Dici sul serio?''
''Si''. Daryl non si sentiva a suo agio con questa conversazione per un
sacco di motivi e cercò un modo per distrarre suo fratello da
quel tipo di argomento. ''Gli scoiattoli sono pronti''. Allungò
una mano per prendere dal fuoco un pezzo di carne allo spiedo e lo
porse a Merle. ''Tieni''. Merle accettò il cibo, guardandolo
sempre con circospezione e Daryl temeva che non avesse intenzione di
fermare il suo interrogatorio. Merle lo sorprese però quando ci
diede dentro con la sua cena, smettendo di fare ulteriori commenti.
Daryl fu grato, ma diffidava del fatto che quella fosse l'ultima volta
che avrebbe tirato fuori quell'argomento. Non c'era niente da fare su
questo però e così, nel frattempo, Daryl inizio a mettere
da parte la sua porzione di scoiattolo e i due fratelli mangiarono in
silenzio per quel momento. Quando entrambi ebbero finito, Daryl
iniziò a leccarsi le dita mentre Merle portava nuovamente fuori
la bottiglia.
Bevve un lungo sorso da quella bottiglia e questo sembrò
metterlo in una sorta di stato contemplativo. ''Credi che sentano
già la nostra mancanza?''
Daryl lo fissò.
''Io non sono il cattivo di questa storia'', osservò Merle
quando fu chiaro che Daryl non aveva intenzione di fare nessun
commento. ''Sono stati loro a cercarsela, con la loro diffidenza. Sai
che sono tutti quanti pazzi, vero?'
Daryl aggrottò la fronte, raccolse un ramoscello da terra e
iniziò a giocherellarci. Tutti quanti all'interno del gruppo
erano stati spinti fino al punto di non ritorno, ma tutti quanti erano
riusciti a riprendersi, in un modo o nell'altro. Almeno, Daryl aveva
sempre pensato questo. Era strano cercare avere un qualcosa che era
basicamente era un punto di vista esterno del gruppo e Daryl
lottò per non dare voce alla protettività che aveva nei
loro confronti, sapendo che avrebbe solamente aggiunto benzina alla
retorica di Merle.
''Non c'è niente di più pericoloso dei pazzi che non
sanno di esserlo'', concluse Merle mentre prendeva un altro sorso dalla
bottiglia. ''Vedi me, ad esempio, io sono quello che non si fa nessuna
illusione. Ho sempre saputo chi e cosa ero''. Merle si fermò a
fissare il collo della bottiglia. ''La maggior parte delle altre
persone non hanno avuto la mia stessa benedizione''. Puntò il
collo della bottiglia verso Daryl. ''Prendi il tuo poliziotto gentile
per
esempio. Per tutta la sua vita ha sempre pensato di essere niente di
più che un bravo ragazzo. Quello che sapeva sempre quale era la
cosa giusta da fare e la faceva, senza fare nessuna domanda''. Merle
diede un sorriso represso e una risata vagamente sprezzante.
''Scommetto che se prima che tutta questa merda scoppiasse glielo
avessi chiesto, Rick avrebbe detto che non sarebbe mai stato come me.
No no, lo Sceriffo Grimes avrebbe detto che non approvava il mio stile
di vita a un livello fondamentale, se mai qualcuno glielo avesse
chiesto''. Fece un mezzo sorriso. ''Ma quando arriva il momento
critico, la gente scopre che dentro di se ha parecchio in comune con il
vecchio Merle, più di quanto non gli piacerebbe mai ammettere. E
così iniziano a sentirsi a disagio,quindi lo sai che cosa questi
perfetti e civili cittadini fanno per sentirsi meglio dopo aver avuto
questa rivelazione?''. Merle non diede a Daryl la possibilità di
rispondere e si toccò la fronte con un dito. ''Rendono noi
più cattivi dentro la loro mente in modo da rendere se stessi
meno colpevoli''. Diede un grugnito sprezzante mentre sollevava la
bottiglia alla labbra ancora una volta e pronunciò un'altra
delle sue perle di saggezza prima di scolarsi il successivo sorso.
''L'apocalisse obbligherà tutti gli uomini a trovare se stessi,
ragazzo, ricordatelo''.
''E' il tuo fottuto modo per dirmi che non hai avuto niente a che
vedere con quello che è successo oggi a Oscar?''. Daryl
gettò il ramoscello con il quale aveva giocherellato dentro il
fuoco. L'alberello verde si accese brevemente prima di venire consumato
completamente. ''Non te lo sto chiedendo''.
Merle inghiottì il suo boccone di bourbon e lo guardò con
curiosità. ''Ed è perché pensi che io sia innocente o
perché hai paura che non lo sia?''
Lo sguardo di Daryl si spostò dalle fiamme ad incontrare il suo. ''Non ha importanza ora''.
''Per me è importante sapere se mio fratello pensa che io sia un bugiardo'', disse Merle sbrigativo.
Una risata senza allegria sfuggì dalle labbra di Daryl. '' Io so che tu sei un bugiardo''.
Merle si strinse nella spalle. ''Va bene, si, ma pensi che stia mentendo anche a te qui, adesso?''
Daryl lo fissò attraverso le fiamme tremolanti del fuoco. Le
ombre danzavano sul viso dell'uomo più anziano mentre lo fissava
di rimando. Il gioco di luci e ombre sul volto di Merle lo faceva
apparire confuso come le sue motivazioni al momento. ''Non lo so'',
ammise Daryl con onestà.
L'espressione di Merle si indurì'. ''Pensi davvero che avrei
messo a repentaglio la tua vita in quel modo?'', chiese annoiato.
''Permettendo a quegli zombie di entrare, come avrei potuto garantire
che tu non avresti corso il rischio di rimanere ucciso? Per tutta la mia vita,
non ho fatto altro che cercare di proteggerti. Perché diavolo
dovrei cambiare idea proprio adesso, ragazzo?''
Perché tu non sei più l'unica persona importante del mio mondo e non riesci a sopportarlo.
Le parole erano sulla punta della lingua di Daryl ma lui le inghiotti
in fretta, prima che si realizzassero completamente. Niente di buono
sarebbe venuto dal dire una cosa del genere a voce alta. Il problema
era che, Merle non sarebbe mai stato in grado di capire che l'affetto
che Daryl provava per le altre persone non avrebbe mai cambiato l'amore
che provava per lui. Erano fratelli e nessun altro rapporto avrebbe mai
potuto cambiare questo, ma questo in ogni caso non impediva a lui di
poter avere anche degli altri affetti. Daryl ebbe un momento di
tristezza, non essendo sicuro se suo fratello sarebbe mai stato in
grado di capirlo. Nella mente di Merle, il fatto che loro fossero leali
solo a se stessi e che si proteggessero gelosamente dalla concorrenza,
rafforzava il loro legame, ma la verità era che non faceva altro
che indebolirlo. Daryl era diventato un uomo migliore dopo aver
permesso alle persone del gruppo di entrare nella sua vita, ma questo
Merle non l'avrebbe mai accettato. Una smorfia sfiorò il viso di
Daryl, al pensiero di ciò che entrambi fingevano di non sapere
nei riguardi l'uno dell'altro.
''Continuo a ripeterti che noi ci proteggiamo le spalle a vicenda'',
disse Merle con determinazione. ''Dobbiamo fidarci di noi stessi e
proteggerci. Se manca la fiducia, allora non abbiamo più un
cazzo''.
''Io mi fido di te allo stesso modo di sempre,
Merle''. E quella non era una completa bugia. Daryl aveva imparato
già in giovane età che Merle gli richiedeva una
lealtà incrollabile, ma la sua versione non sempre corrispondeva
a quello che pretendeva da lui. C'erano state talmente tante volte in
cui Merle lo aveva abbandonato per andare a ubriacarsi, o per inseguire
delle puttane o semplicemente uscire con i suoi amici, lasciandolo
intrappolato in quella casa con quel violento di suo padre. Poi un
giorno, Merle era sparito del tutto. Daryl si era sentito completamente
abbandonato ma sapeva che se mai glielo avesse domandato, suo fratello
si sarebbe giustificato dando la colpa solo a lui stesso. Nel corso del
tempo, Daryl aveva imparato che fidarsi di lui in ultima analisi
significava prendersene cura e trovò la maniera di scambiare le due
cose in modo che il suo piccolo fratellino avrebbe dovuto stare con lui
per fare in modo che questo accadesse. Daryl non riusciva più
nemmeno ad essere arrabbiato con lui per questo. Capiva che la sua
necessità di controllare tutte le persone intorno a lui
proveniva da un luogo di profondo dolore. Daryl desiderava solo che suo
fratello riuscisse a vedere dentro se stesso e nelle sue azioni allo
stesso modo in cui riusciva ad analizzare le altre persone ma
pensò che forse era proprio così che funzionava con la
maggior parte delle persone. Era sempre più semplice tirare
fuori la pagliuzza dall'occhio di qualcun altro che rimuovere la
propria.
Merle sembrò non capire il pathos della dichiarazione di Daryl
mentre fece un cenno di approvazione. ''E' bello sapere che quelle
persone li alla prigione non ti hanno levato tutto il buon senso che ho
cercato di fare entrare a forza in quella tua cocciuta testa dura''.
Il rombo di un tuono fornì a Daryl una distrazione gradita. Sollevò gli occhi al nero cielo notturno.
''Te l'ho detto, stanotte non pioverà'', disse Merle con certezza. ''I nodi non sono ancora arrivati al pettine''.
Daryl stava ancora fissando il cielo. ''Ma lo faranno''. Dovevano, era inevitabile.
''Vado a pisciare''. Merle si tirò su in piedi e scomparve nel bosco, tenendo sempre in mano la bottiglia di bourbon.
Daryl fissò il fuoco morente, i suoi pensieri che andavano alla
deriva di nuovo alla prigione. Ormai avevano sicuramente già
seppellito Oscar e sapeva quanto il loro morale sarebbe stato in basso
dopo quell'altro funerale. Riportava alla mente i troppi ricordi di
quello che avevano perso e di quanto tutto fosse così a rischio.
Daryl sapeva che non sarebbe stato in grado di fare molto al riguardo,
ma in qualche modo, l'essere lì, a vegliare su tutti
loro lo faceva sentire come se stesse davvero facendo qualcosa. Voleva
sapere che la piccola spacca-culi era nascosta nel suo lettino di
fortuna con la pancia piena, bella e calda. Voleva camminare
all'esterno di quelle celle per vedere Hershel sistemarsi per la notte,
insieme a Beth e sapere che Carl si teneva lontano dai guai. Voleva
sapere con certezza che Rick si stava prendendo un attimo di pace e che
Glenn e Maggie avevano risolto i problemi che avevano avuto
ultimamente. Daryl voleva essere in quella prigione in quell'esatto
momento per poter essere in grado di raggiungere Carol ovunque lei
fosse e vedere che gli sorrideva e quel sorriso, quello che le
illuminava gli occhi, lo avrebbe riscaldato dall'interno della sua
anima fino all'esterno. Era questo il modo in cui Daryl sapeva che
sarebbe andato tutto bene. Il suo viso si rabbuiò quando si rese
conto che non avrebbe visto quel sorriso stanotte, o qualsiasi altra
notte, probabilmente per molto tempo, se non forse mai più. E
solo ora, essendosi separato da quel a volte dolce, a volte sfacciato
sorriso, che Daryl si rese completamente conto di quanto affidamento
aveva fatto su di esso. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter sollevare
lo sguardo e vedere Carol sorridergli adesso ma questo non sarebbe mai
accaduto, non quella notte.
''Stai al sicuro...''
Le parole che sussurrò al fuoco non erano tanto per lui quanto
per Carol, perché Daryl sapeva di dover rivedere quel sorriso,
in un modo o nell'altro, non importava quanto buio potesse essere il
futuro.
Non c'era più nessuna opzione per lui . . .
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Capitolo 30 *** Capitolo 31 ***
ECHOES CAPITOLO 31
Capitolo 31
''Accettiamo solo l'amore che pensiamo di meritare.''
°° Stephen Chbosky °°
The Perks of Being a Wallflower
Maggie
entrò nella stanza dove erano tutti intenti a preparare la
loro prima colazione e si guardò intorno. ''Dov'è Glenn?
Pensavo che Carl dovesse dargli il cambio''.
''L'ha fatto'', rispose Beth. ''Circa mezz'ora fa''.
Maggie aggrottò la fronte. ''Oh ok..''. Si voltò e si
diresse fuori dalla stanza per andare a cercarlo. Maggie non dovette
cercare a lungo. Trovò Glenn seduto davanti alla tomba di Oscar,
le spalle ricurve mentre fissava la terra smossa recentemente. Maggie
gli si avvicinò alle spalle e si mise in piedi accanto a lui.
''Stai bene?'', chiese piano.
Glenn continuava a fissare la tomba. ''E' da settimane ormai che cerchi di dirmi che non sto bene''.
Maggie fece una smorfia e si sedette accanto a lui. ''Ero preoccupata per te. Non eri te stesso''.
Glenn voltò la testa per guardarla. ''Vedi, è questo il problema, forse lo ero''.
Maggie esitò. ''Che cosa intendi?''.
Glenn si voltò a guardare la tomba di Oscar, la sua voce bassa.
''Sono stato seduto qui, pensando a Oscar, a quello che gli è
successo, a come è morto''.
''E' stato orribile'', disse Maggie tristemente.
''Si''.
''Pensi che la colpa sia anche la mia?''
Glenn le rivolse uno sguardo sorpreso. ''Che cosa?''
''Per tutto il tempo hai continuato a ripeterci che Merle avrebbe fatto
una mossa prima o poi, e nessuno ti ha voluto dare ascolto'', disse
Maggie ermeticamente. ''E adesso Oscar è morto''.
Il volto di Glenn si rabbuiò. ''Non penso che la colpa sia stata tua, penso che sia la mia''.
L'espressione di Maggie era confusa. ''Come puoi dire questo? Sei stato
l'unico che ha cercato di metterci in guardia contro Merle''.
''Ma ci sono andato talmente pesante che nessuno ha voluto darmi ascolto. E' questa la mia colpa''.
''Non capisco''.
Glenn colse dei fili d'erba ai margini della tomba di Oscar. ''Continuo
a starmene seduto qui, a pensare a tutto quello che è successo
dentro la mia testa''
''La morte di Oscar?''
Mosse le spalle inquieto. ''A tutto quanto, a tutto. Sai, la prima
volta che ho visto Rick, stava scomparendo all'interno di un carro
armato, circondato da centinaia di zombie''.
''E tu lo hai salvato'', gli ricordò Maggie.
''Si, l'ho salvato, anche se non sapevo chi fosse, anche se non sapevo
se fosse un bravo ragazzo o meno. Ho visto che qualcuno era in
difficoltà e ho trovato un modo per aiutarlo''.
Maggie fece scivolare il suo braccio attorno a Glenn e lo strinse
forte. ''E se non lo avessi fatto, allora tutte le nostre storie
sarebbero andate a finire in modo diverso''.
''Penso a quello che ho fatto quel giorno, senza esitare, senza fare
domande e ora sto seduto qui cercando di capire che cosa succederebbe
se mi imbattessi in una situazione simile adesso, sto cercando di
capire se non mi limiterei a passare oltre e basta''. Lo sguardo
di Glenn era intenso e quasi timoroso. '' Penso che questo è
proprio quello che farei'', disse con voce roca. ''Non credo che mi
piacerebbe più fermarmi per cercare di aiutare qualcuno che non
conosco. Io non sono più quella persona che un anno fa ha
salvato Rick. Sono una persona completamente diversa e non penso che
questa persona mi piaccia''.
''Smettila'', lo supplicò Maggie, ''non dire così. Sei
cambiato Glenn, proprio come tutti noi. Questo mondo, pieno di morte,
ha cambiato tutti noi. Non possiamo più fidarci così
facilmente o liberamente come facevamo un tempo. Ma questo non ci rende
delle cattive persone''.
''Allora che cosa ci rende?'', la sfidò Glenn bruscamente. ''Non
ho mai avuto intenzione di dare a Merle il beneficio del dubbio.
Avrebbe persino potuto riportare in vita tutti quelli che abbiamo perso
per quanto mi riguarda e io avrei comunque continuato a odiarlo per
quello che ha fatto''.
''Merle non è un ragazzo a cui è facile dare una seconda
opportunità'', disse Maggie ironicamente. ''forse nemmeno una
prima''.
''Ma ci avete provato tutti'', sosteneva Glenn, ''tranne me. L'ho odiato, talmente tanto, che mi sentivo rodere dentro''
''Lo so'', disse Maggie tristemente, ''ma so che stavi solamente cercando di proteggermi, di proteggere tutti noi''.
''Ma non è servito a nulla di buono'', disse Glenn ansiosamente.
''Oscar è morto e sarebbe potuto toccare altrettanto facilmente
a Beth o a Carl-..''
''Ma non siamo morti'', lo interruppe.
''Siamo stati fortunati. Diavolo, forse se non avessi esagerato
così tanto con Merle avrebbe davvero provato a stabilirsi nel
nostro gruppo. Forse se non gli fossi stato addosso 24 ore su 24 allora
avrebbe potuto trovare un modo per diventare uno di noi''. Glenn scosse
la testa con impazienza. ''Ma io non volevo che questo accadesse.
Volevo solo che continuasse a rimanere un estraneo e mi provasse che
avevo ragione su di lui e ora Oscar è morto a causa di questo''.
''Non puoi saperlo'', disse Maggie ferocemente.
''Io so solo che non sono più la persona che ha salvato la vita a Rick, quel giorno'', rispose cupo.
''E io non sono più la persona che hai conosciuto'', disse
Maggie con determinazione. ''Glenn, abbiamo passato così tante
cose, che è naturale per noi essere cambiati''. Gli strinse il
braccio con forza. ''E' normale, ma quello che conta davvero è
che non lasciamo andare quello che abbiamo costruito gli uni con gli
altri. Dobbiamo continuare a provarci, dobbiamo continuare a fare in
modo di crescere e cambiare stando vicini, dobbiamo fare in modo che
niente possa allontanarci''.
Glenn le rivolse uno sguardo sofferente. ''Lo vuoi ancora, dopo il modo in cui mi sono comportato?''.
Il suo viso si addolcì. ''Certo che lo voglio. Io ti amo, Glenn.
Amo l'uomo che eri, quello che sei ora e quello che sarai. Io sono qui
per te, devi solo darmi l'opportunità di aiutarti e starti
vicino''.
Il volto di Glenn si contrasse quando lasciò cadere il capo e
Maggie lo attirò frettolosamente in un forte abbraccio. ''Mi
dispiace'', disse Glenn con la voce rotta dalla lacrime che stava
lottando per trattenere. ''Mi dispiace per come mi sono comportato. Non
volevo allontanarti, Maggie. Ti amo''.
Maggie ricacciò indietro le lacrime mentre stringeva il corpo
tremante di Glenn al suo. ''Lo so'', sussurrò. ''Andrà
tutto bene. Dobbiamo solo stare insieme, il resto non ha importanza''.
Maggie chiuse gli occhi e strinse Glenn a lei, sentendosi come se
riuscisse a respirare veramente per la prima volta dopo settimane.
Questo era il Glenn che lei conosceva e capiva ed era nuovamente tra le
sue braccia. Il sollievo che stava provando era indescrivibile e Maggie
disse una silenziosa preghiera di gratitudine. Era come se da quando
Merle se n'era andato, la gente riuscisse nuovamente a pensare in modo
chiaro e Maggie non poté fare a meno di essere soddisfatta del
fatto che l'altro uomo fosse andato via, anche se questo era finito per
costare a tutti loro Daryl.
oooooOOOOooooo
Daryl
si accovacciò accanto al torrente e immerse le mani nell'acqua
gelida. Raccolse una manciata di acqua e se la gettò sul viso in
modo da lavare via la sonnolenza. Dopo un rapido sguardo intorno alla
zona circostante capì che per il momento erano temporaneamente
al sicuro dagli attacchi degli zombie. Merle dormiva ancora giù
al campo. Suo fratello aveva fatto la maggior parte del turno di
guardia notturno stando seduto a prestare attenzione contro quelle
creature. Daryl gli aveva dato il cambio verso le tre, quella mattina.
Alzò lo sguardo al cielo e vide che era ancora minacciosamente
buio. Daryl fece una smorfia. Camminare sotto la pioggia sarebbe stato
un inferno, in particolare se fosse durata per diversi giorni. Sarebbe
stato impossibile riuscire a tenere le scarpe all'asciutto e una volta
che i piedi si fossero inzuppati avrebbero iniziato a riempirsi di
vesciche. Non vedeva proprio l'ora di fare quell'esperienza. Si
lanciò un'occhiata alle spalle, dalla sua posizione riusciva a
vedere soltanto la figura inerte di Merle tra gli alberi, vicino al
fuoco ormai annerito, ancora addormentato. Sapeva che doveva andarci
piano con Merle quando si trattava di scoprire se veramente avesse
agito da solo o meno. Suo fratello non era stupido ed era sospettoso di
natura. Daryl finì di lavarsi le mani e si raddrizzò.
Toccò con il pollice le nocche sul dorso della mano destra,
facendo caso alla piccola serie di cicatrici che si era procurato in
tutte le lotte avute nel corso degli anni. I suoi occhi si socchiusero,
quando ricordò l'ultima volta in cui i suoi pugni erano stati
ammaccati e insanguinati. Si trovavano ancora alla fattoria di Hershel
e Daryl aveva appena sottoposto a un interrogatorio quel ragazzo,
Randall.
Daryl si sollevò vedendo Carol avvicinarsi nella sua
direzione, dopo aver sommariamente respinto Carl. ''Dov'è tuo
padre?Perché non vai a dare fastidio a lui?''. Carl
sembrò messo alle strette, ma si allontanò ad ogni modo,
lasciandolo da solo con Carol. Lei tese in silenzio la mano verso di
lui e Daryl prese le bende e la crema antisettica che gli stava
offrendo con la mano insanguinata.
''Hai avuto ciò che volevi?''. La sua voce era tranquilla ma piena di frustrazione. ''Approvazione, un grazie?''
Lui la fissò.
Il mento di Carol si avvicinò. ''Te la sei presa con un ragazzino invece che con me. E' questo che sei diventato?''.
Le sue parole bruciavano mentre cercava di allontanarsi, difendendosi
dalla disapprovazione di Carol. ''Non è un ragazzino'', disse
bruscamente. ''Farebbe del male se potesse''. Aveva bisogno di
farglielo capire.
Ma Carol sembrò capire molto più di quello per cui lui le
aveva dato credito. ''Non l'hai fatto per questo e lo sai''.
Gli occhi di Daryl si socchiusero mentre faceva un passo verso di lei,
mettendole tutta la sua frustrazione in faccia. ''Che cosa vuoi che
faccia, eh?''. Carol lo fissò e basta e lui distolse lo sguardo
disgustato. ''Non trattarmi così'', disse laconicamente.
''Non fingere che non ti importi'', disse Carol bruscamente. ''Vuoi
rompere la nostra amicizia?D'accordo.Riprenditi tutte le tue parole
gentili e intelligenti.Non mi interessano più.Ho perso una cosa
più importante''.
Daryl la guardò con diffidenza, non avendo previsto nulla di tutto questo.
Ma Carol non aveva ancora finito. ''Ma non startene seduto qui a
guardarti i pugni insanguinati, fingendo che non ti importi
nulla''. Con un ultimo sguardo duro, iniziò ad allontanarsi da
lui.
Daryl si massaggiò distrattamente le nocche doloranti mentre la
guardava allontanarsi, un fiume di emozioni che infuriavano dentro di
lui. Era questo che faceva sempre, riusciva a suscitare le sue
emozioni, quei sentimenti che pensava di aver seppellito ormai da
tempo. La sua mascella si indurì mentre qualcosa scattava dentro
di lui. Daryl le andò dietro, afferrandola per il braccio e
facendola girare. ''Non è colpa mia se Sophia è morta!'',
le urlò in faccia, sorprendendo anche se stesso per la furia
delle sue parole.
La risposta di Carol era tranquilla in contrasto. ''L'unica persona che pensa che lo sia sei tu, Daryl''.
Daryl fece un passo indietro, come se lei lo avesse colpito. ''Ho fatto
tutto quello che potevo per riuscire a trovarla'', infuriò verso
di lei.
Carol lo guardò fisso. ''Lo so''.
''Non è colpa mia se non ha avuto il buon senso di non farsi
mordere'', sputò fuori. ''Tutto quello che Sophia doveva fare
era rimanere in vita e io l'avrei trovata!''. La verità di
quelle sue parole lo colpì nel profondo. ''Ci sarei riuscito'',
ripeté Daryl sconfitto. ''Doveva solo rimanere in vita''.
Gli occhi azzurri di Carol si riempirono di lacrime non versate. ''Lo so..'', disse in modo irregolare. ''Lo so''.
La rabbia di Daryl stava lasciando il suo corpo per venire sostituita
da un dolore lancinante. ''Io ce l'ho fatta'', disse con voce tremante.
''Ero molto più giovane di Sophia e sono riuscito a farcela,
perché lei no? Ci sono andato così vicino, non l'avrei
mai abbandonata nel bosco da sola''.
''Come avevano fatto con te..'', finì Carol con profondo dolore.
Daryl distolse lo sguardo, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime e
non volendo questo. Batté le palpebre per cacciare via quelle
lacrime minacciose, un muscolo ticchettava selvaggiamente nella sua
mascella.
''Sai bene che tu meritavi di avere delle persone a cercarti, delle
persone che ti trovassero per portarti al sicuro''. La dichiarazione
tranquilla di Carol colpì Daryl dritto al cuore. Si voltò
verso di lei, con gli occhi spalancati. Lei si avvicinò, il
volto tirato. ''Entrambi avreste meritato di meglio di quello che vi
è stato dato, tu e la mia Sophia''.
''Io non voglio la tua pietà'', gracchiò Daryl, sempre
sulla difensiva quando le persone cercavano di avvicinarsi a lui. Si
era comportato in questo modo per tutta la sua vita.
''Io non ti sto offrendo pietà'', rispose Carol, che lo guardava
senza battere ciglio, ''proprio come non lo hai fatto tu quando ti sei
preso cura di cercare Sophia nel modo in cui ha fatto''.
Daryl voleva allontanarsi da questa conversazione, sia fisicamente che
a qualsiasi altro livello. Non sapeva perché Carol era
così ostinata a insistere su questo, a insistere con lui.
Perché diavolo le importava quello che poteva fare o pensare in
ogni caso?Perché non poteva semplicemente lasciare dormire
quell'animale selvaggio che lui era?Daryl era a corto di modi per
riuscire a spingerla a fare marcia indietro, ma la cosa più
spaventosa era che stava perdendo la motivazione per provarci ancora.
Il pensiero fece montare il panico dentro di lui.
''Tu mi hai offerto compassione'', concluse semplicemente Carol.
''Sono la stessa cosa'', dichiarò Daryl burbero, anche se non riusciva a smettere di fissarla.
''No'', disse Carol rapidamente, ''in realtà non lo sono. La
pietà funziona diversamente. Stai semplicemente a guardare una
persona dall'esterno, provando pietà da lontano. La
compassione'', il suo volto era un po scosso ma riuscì a
mantenere il controllo, ''..La compassione è un atto d'amore. Si
muove e respira e deve fare qualcosa. La compassione non può
stare ferma a fare nulla, mentre qualcuno soffre. La pietà
può venire anche dal disprezzo e dall'odio, ma la compassione
può sempre e solo venire dall'amore''.
Daryl scosse la testa e indietreggiò di un paio di passi,
spaventato dalle parole di Carol. Non sapeva che cosa l'avesse
spaventato di più, se il pensiero che inconsapevolmente aveva
offerto un gesto d'amore a un'altra persona, o che lo stesso identico
gesto ora era stato offerto anche a lui. Guardò i suoi pugni
insanguinati, ovunque tranne Carol. Lei fu improvvisamente al suo
fianco, prendendo una di quelle mani tra le sue. Lui trasalì al
contatto e cercò di tirare via la mano ma Carol la tenne
ostinatamente stretta.
''Hai bisogno di ripulirti''.
Daryl cercò di allontanare nuovamente la mano. ''Posso farlo'', sputò fuori.
''Non ho mai detto che non puoi'', dichiarò Carol con calma. ''Siediti''.
Daryl aggrottò la fronte. ''No''.
Carol era già seduta a terra. Alzò lo sguardo verso di lui. ''Siediti, Daryl''.
Lui avrebbe potuto benissimo andare via, ma invece si ritrovò a
sedersi obbedientemente per terra, rispecchiando la sua posizione a
gambe incrociate.
Carol tese la mano per farsi passare le forniture mediche che gli aveva
portato. Daryl gliele consegnò in silenzio. Aprì
l'antisettico e lo lasciò cadere su una delle bende poi la
utilizzò per pulire le ferite sulle nocche di Daryl. Lui fece
una smorfia per il forte bruciore che gli procurò il
disinfettante, ma lasciò che Carol facesse quello che doveva
fare.
''Ricordi quando ti ho detto che tu sei buono tanto quanto gli altri?''
Daryl aggrottò la fronte, ricordando subito il leggero tocco
delle labbra di Carol sulla sua guancia, anche se nel mentre si era
preoccupato di coprire il suo corpo pieno di cicatrici dal suo sguardo.
''Non ti porterà niente di buono se gli unici a crederlo saremmo
noi due e basta''. Continuò a ripulire delicatamente la sua
mano. ''Ci devi credere, Daryl, altrimenti per te non cambierà
mai niente''.
''Forse io non voglio che cambi qualcosa'', le gettò indietro rudemente.
Carol sostenne il suo sguardo. ''O forse lo vuoi. E' una tua scelta Daryl, spetta solo a te farla''.
Daryl non sapeva che cosa ribattere a questo, così non disse
nulla. Si limitò a guardarla attentamente mentre lei finiva di
ripulire le sue nocche. Quando ebbe finito, Carol continuò a
tenere le sue mani tra le sue, controllando se aveva fatto un buon
lavoro. Alzò la testa e lo guardò, un incredibile
tristezza nel profondo dei suoi occhi. Senza preavviso, Carol
sollevò una delle sue mani alle labbra e ne baciò il
dorso. Daryl si irrigidì all'intimità di quel gesto,
l'istinto gli faceva venire voglia di tirarla via, ma Carol l'aveva
già sollevata all'altezza del suo volto, e poi la posò
sul suo viso quasi come fosse una carezza. Poi Carol posò la sua
mano sopra quella di Daryl e lui rimase stupito dalla morbidezza del
suo viso. La sua pelle era così delicata contro il suo palmo
ruvido e Daryl deglutì, spaventato da questa familiarità
inaspettata, ma incapace di negare a se stesso quel suo tocco. Carol
chiuse gli occhi e quel gesto costrinse alcune lacrime calde e
solitarie a scivolare lungo il suo viso per fermarsi contro la sua
mano. Quelle perle salate bruciarono sulle sue ferite ancora aperte, ma
Daryl non tirò via la mano. Invece accolse con piacere quel
piccolo dolore. Non era sicuro se quelle lacrime fossero per Sophia, o
se alcune fossero anche per lui, ma si sentiva come se avessero stanato
delle ferite così grandi e profondamente nascoste , che Daryl
non si era mai nemmeno reso conto di avere.
''Non posso perdere anche te'', sussurrò nel palmo della sua
mano, gli occhi ancora chiusi e il dolore impresso sul suo viso. ''Per
favore, non ti isolare, Daryl. Abbiamo tutti bisogno di tante cose. Io
ho bisogno di te''.
Daryl scosse la testa, trascinandosi fuori da quel vecchio
ricordo. Non gli ci era voluto poi molto tempo dopo aver avuto quella
conversazione per realizzare ciò che Carol aveva realmente
inteso. Sophia non era riuscita a uscire fuori da quella foresta e non
ci era riuscito nemmeno lui, non più come un bambino almeno.
Aveva vagato per quei boschi, si era sentito perso e abbandonato per
tutti questi anni fino a quando Carol non era coraggiosamente venuta a
cercarlo. Non c'era modo per lei di sapere se lui avrebbe premiato
quella gentilezza con la brutalità alla quale era abituata, ma
lo aveva fatto comunque. Anche nel più profondo del suo dolore,
Carol lo aveva afferrato e lo aveva trascinato fuori da quei boschi in
cui lui si era sepolto da un pezzo. Gli aveva detto che la compassione
era un gesto d'amore e quello era stato il primo atto d'amore che
avrebbe mai potuto ricordare di aver ricevuto da parte di una persona.
Gli fece venire voglia di avere di più, gli fece venire il
coraggio di sognare qualcosa di più e tutto questo per merito di
Carol. Il più dolce dei sorrisi accarezzò le sue labbra
mentre si sfregava le nocche pensando a quel vecchio detto, ''I simili
non si cercano, si trovano e si appartengono''. Carol lo aveva trovato,
e adesso avrebbe dovuto tenerselo, che lo desiderasse o meno. Lei era
il suo modo per riuscire a uscire fuori da quei bui, freddi boschi e
Daryl sapeva che ora come ora non avrebbe mai rinunciato a tutto
questo. La luce del sole era una bellissima sensazione sulla sua pelle.
Daryl guardò verso dove Merle stava dormendo e aggrottò
la fronte. Se solo fosse riuscito a portare fuori Merle da quello
stesso bosco, metaforicamente parlando. Allora lui forse avrebbe
trovato più facile entrare a far parte del gruppo e lui non
sarebbe stato costretto a scegliere tra l'avere di nuovo suo fratello e
proteggere gli altri. Era così frustrante pensare che si
trattava di un inutile separazione dalle cose che per lui erano
diventate così care, ma d'altra parte, tra queste era compreso
suo fratello. Merle si vedeva come un duro e un duro non perdona ne
dimentica. Non poteva rinunciare al suo bisogno di vendetta senza
rinunciare alla persona che aveva sempre creduto di essere. Quello che
rattristava Daryl era il fatto che in Merle c'era molto di più
di quello che solitamente mostrava al mondo, ma probabilmente lui era
stato l'unico ad averlo mai visto. Daryl si passò una mano tra i
capelli e fece una smorfia. Stare la in piedi a desiderare che certe
cose non fossero mai accadute non l'avrebbe portato da nessuna parte.
Le cose stavano così e tutto quello che Daryl poteva fare era
proteggere le persone che amava e questo includeva Merle. Sperava
veramente che suo fratello maggiore lo avrebbe fatto ricredere quando
Daryl aveva predetto che il più grande nemico di Merle era solo
Merle.
Sembrava proprio improbabile a questo punto . . .
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Capitolo 31 *** Capitolo 32 ***
echoes capitolo 32
Capitolo 32
Merle si svegliò di soprassalto da un incubo ormai
familiare. Il
suono delle ossa spezzate risuonava ancora nelle sue orecchie e
la sensazione della carne e dei muscoli che venivano straziati gli
fece tremare i nervi a fior di pelle. Il suo moncherino gli trasmise
spasmi
di dolore al ricordo del trauma a cui era stato forzato a
infliggersi da solo. Si mise in piedi di scatto e vide che Daryl non
c'era. Un rapido giro della testa mostrò a Merle che Daryl era
sceso giù al torrente, per ripulirsi. Si rilassò un poco.
Era contento che suo fratello non fosse sgattaiolato nuovamente via dai
suoi compagni alla prigione. Merle sapeva che Daryl aveva trovato
difficile lasciarli, anche se non aveva detto niente in proposito.
Ciò che
era importante per Merle però, era che alla fine Daryl lo aveva
fatto, e aveva preferito lui a loro. Merle sapeva quanto Daryl era
importante per quel gruppo e perderlo era stato indubbiamente un duro
colpo per i
sopravvissuti. Si massaggiò il moncherino dolorante
distrattamente mentre considerava la situazione. C'erano solo Rick e
Glenn rimasti che potevano essere considerati un problema. Certo, anche
alcune donne sapevano il fatto loro, ma alla fine, il gruppo della
prigione non era più quella grande minaccia che era stato
all'inizio. Forse in un futuro non troppo lontano avrebbero capito che
cosa significasse sentirsi veramente impotenti e andare avanti
dovendosi aggrappare alla misericordia di qualcun altro.
¤¤
Le
gambe di Merle finalmente si arresero, non erano più in grado di
sorreggerlo. Solo la pura testardaggine e la sua forza di
volontà lo avevano spinto così lontano, ma ora anche
queste si erano esaurite. Cadde in ginocchio, la testa che gli girava
vorticosamente. Il camion che aveva rubato ad Atlanta aveva finito il
carburante già molte miglia fa e Merle lo aveva abbandonato e
aveva continuato a camminare a piedi lungo la strada. Aveva combattuto
contro
quegli zombie mentre barcollava, il moncherino appena cauterizzato
stava iniziando a sanguinare di nuovo. Stava lasciando una scia di
sangue affinché quei figli di puttana potessero dargli la
caccia, ma non c'era niente che Merle potesse fare adesso. Era
disidratato e aveva perso talmente tanto sangue che a quest'ora avrebbe
già dovuto essere morto. Ma non lo era, non ancora. Il rumore di
un ringhio affamato lo mise in allerta, puntò la pistola nella
direzione da cui il rumore proveniva, mentre cercava confusamente di
mettere a fuoco lo zombie che gli andava incontro. Merle
strizzò gli occhi, cercando di concentrarsi sul bastardo
ringhiante, che ora era uscito dalla protezione che gli avevano offerto
gli alberi e si stava dirigendo dritto verso di lui. Premette il
grilletto e l'unico suono che si sentì fu un semplice Clic : Il
suono della sua morte certa.
Niente più proiettili, niente più Merle.
Le ultime forze abbandonarono definitivamente il suo corpo mentre si
afflosciava a terra, disteso sulla schiena mentre fissava il cielo di un
blu brillante. Anche nel suo stato confusionale, l'ironia della
situazione non gli era sfuggita. Si era tagliato la mano per evitare di
essere mangiato dagli zombie su quel tetto ad Atlanta, per poi finire
per essere mangiato in una strada nel bel mezzo del nulla. Merle
scoppiò in una risata delirante che passò flebile
attraversò le sue labbra screpolate. ''Beh, fottiti, ironia''.
La figura dello zombie si stagliava sopra di lui. ''Cazzo quanto sei
brutto'', gracchiò. ''Spero di andarti di traverso''. Merle
avrebbe voluto metterci più forza in quelle sue ultime parole,
un ultimo dito medio per il mondo che lo aveva fatto così male.
Tenne gli occhi ostinatamente aperti mentre lo zombie si chinava sopra
di lui, le mani tese e affamate e pronte a lacerare questo facile pasto
inaspettato. Un colpo risuonò e all'improvviso Merle si
ritrovò ricoperto dei pezzi del cervello dello zombie quando la
sua testa esplose e si accasciò privo di vita su un fianco.
Merle lottò per capire che cosa era successo, ma era stato
così vicino alla sua morte che non riusciva a trovare una
spiegazione logica. La faccia di un uomo apparve direttamente sopra di lui e
Merle sbatté le palpebre mentre il sole colpiva la schiena
dell'uomo e creava un alone di luce intorno a lui. Sembrava quasi come
se fosse un angelo e Merle poteva solo pensare che fosse lì per
assicurarsi che arrivasse fino all'inferno sano e salvo. Fu il suo
ultimo pensiero prima che tutto diventasse nero.
¤
Merle si grattò il moncherino dolorante, ricordando la
desolazione di quelli che aveva pensato che fossero gli ultimi momenti
della sua vita. Non c'era modo di poter descrivere la solitudine di
quel momento. Era stato completamente un inferno assoluto. Morire da
solo in mezzo a una strada senza nessuno che potesse piangerti o
perfino sapere della tua morte, a Merle non piaceva pensare a quel
momento. Tuttavia, ricordava chiaramente che cosa si provasse a vedersi
offrire un ancora di salvezza in mezzo a tutto quell'opprimente senso
di isolamento.
¤¤
Merle sollevò lo sguardo dal punto in cui era seduto su quel
letto d'ospedale quando l'uomo entrò nella stanza. L'alto e curato uomo dal sorriso scanzonato si avvicinò a lui e
annuì con approvazione. ''Sembra che tu stia molto meglio
rispetto a quando ti ho trovato''.
Merle fece un mezzo sorriso. ''Ero morto e sepolto quando mi hai
trovato. Non ci vuole molto per essere un passo avanti all'essere morti e sepolti''.
L'uomo si era presentato come Il Governatore una settimana fa, quando
Merle aveva ripreso conoscenza e si era ritrovato in un letto pulito
con le sue ferite ricucite. Il Governatore ridacchiò. ''Già suppongo
che non ci voglia tanto'', disse con voce strascicata. ''Sono contento
di vedere che sei sulla buona strada per un recupero completo''.
Merle guardò il suo moncherino fasciato. ''Si, beh, al massimo di quanto mi possa aspettare ormai, credo''.
''Hai fatto un buon lavoro di cauterizzazione con quella ferita'',
disse Il Governatore con ammirazione. ''Saresti morto da molto tempo se
non avessi avuto l'astuzia di farlo da solo''. Guardò Merle
speculativo. ''E' la dimostrazione del grande uomo che, ovviamente,
sei. Sei un uomo dai rarissimi talenti straordinari, Merle, ma questo
è ovvio''
Merle era sospettoso di natura con ogni nuova persona che incontrava, e
non metteva mai veramente peso al loro parere fino a quando non
aveva preso una decisione su di loro. Tuttavia, non poté fare
altro che sentirsi felice delle lodi che il Governatore gli aveva
appena rivolto. Fece comunque in modo di non darlo a vedere. Non era il
momento di comportarsi come un dilettante. ''Faccio solo quello che va
fatto'', disse freddamente. ''L'ho sempre fatto''.
Il Governatore annuì con apprezzamento. ''Un tratto ammirevole in un uomo e fin troppo raro, purtroppo''.
Merle si strinse nelle spalle. ''Si, beh, la maggior parte degli uomini
si comportano come se fossero delle fighette. Tutte parole e nessuna
azione. Ma questo non è il mio caso''.
Il Governatore si limitò a sorridere. ''Lo vedo bene''.
''Ti ringrazio''. Quelle parole così poco familiari si fecero
strada fuori dalle labbra riluttanti di Merle. Distolse lo sguardo,
non essendo abituato a dover essere grato a nessuno. ''Grazie per
avermi
salvato'', concluse rigidamente. ''Non ero nessuno per te, non eri
obbligato a trascinarmi fuori da quella strada e a salvarmi il culo''.
''Andiamo, che tipo di persona sarei se non aiutassi un altro
essere umano nel momento del bisogno?'' disse Il Governatore.
''Saresti come la maggior parte delle persone che sono rimaste in
questo mondo'', rispose seccamente Merle, sapendo che non avrebbe mai
fatto lo stesso se le posizioni fossero state invertite.
''Ma questo è il punto centrale di Woodbury'', disse lui con
calma. ''Stiamo cercando di creare un mondo migliore, uno dove possiamo
crescere i nostri figli in modo sicuro e esserne orgogliosi''.
''Sei riuscito a fare un bel lavoro qui, questo è sicuro''.
Merle aveva iniziato a girovagare un po non appena si era sentito
abbastanza in forze da reggersi sulle sue gambe. Nessuno si era
preoccupato di fermarlo e lui era rimasto impressionato dalla apparente
normalità della vita che quella città era riuscita in
qualche modo a costruirsi. Naturalmente, tutta la
città era stata fortificata pesantemente, ma gli abitanti di
Woodbury si occupavano delle loro attività quotidiane quasi come
se fossero apparentemente inconsapevoli delle barbarie che erano in
corso
appena fuori dalla loro porta d'ingresso. Sia zombie che esseri umani.
''E' un dolce compromesso''.
Il Governatore fece una smorfia di rammarico. ''Uno che non abbiamo
raggiunto senza aver dovuto pagare un alto prezzo, purtroppo''. Fece una smorfia.
''Abbiamo perso un sacco di brave persone nel creare il nostro piccolo
pezzo di Utopia''.
''Si, beh, questo è il modo in cui funziona il mondo al giorno d'oggi''.
Il Governatore inclinò la testa. ''Si, sfortunatamente. Vedo il
mio ruolo qui come il protettore di queste persone. Hanno riposto la
loro fiducia in me e io ho intenzione di garantire che non abbiano
motivo di pentirsene. Farò tutto quanto in mio potere per
assicurarmi che
Woodbury rimanga il rifugio sicuro che è. Vogliamo che Woodbury
sia un faro di speranza in questo mondo oscuro, aumentare i nostri
numeri con delle brave persone pronte a riportare
l'umanità indietro dal baratro''.
Merle pensava di sapere dove stesse andando a parare. ''Credo che sia
il modo educato per dirmi che il mio tempo qui è giunto al
termine, eh?''.
La sua espressione si indurì. ''Non credo di poter essere il
benvenuto qui in mezzo a i tuoi bravi e giusti concittadini. Ho
capito, mi leverò dalle palle entro questo pomeriggio''.
''Al contrario, Merle. In realtà stavo sperando che tu decidessi di rimanere all'interno del nostro gruppo''.
Questa affermazione gli valse uno sguardo di stupore da parte di Merle. ''Seriamente?''
''Voglio che tu rimanga, Woodbury ha bisogno di te''
''Woodbury ha bisogno di un contingente di villani?'', chiese Merle
sarcastico. ''E' questo che i tuoi concittadini chiedono a gran voce,
un elemento di bassa lega che se ne va in giro per la città?''
Il Governatore si limitò a sorridere. ''Ad alcune persone
semplicemente piace pensare con superficialità. A loro piace
vedere che
le cose vanno in un certo modo e se tutto sembra apposto, allora non
si daranno noia domandandosi come sia stato possibile ottenere il
tutto. Si limitano a pensare che le giuste intenzioni rendono le
cose semplici a quelli che le possiedono''. Prese una sedia accanto al
letto e si mise comodo. ''Io e te, Merle, sappiamo come funziona
veramente. Sappiamo che in questo nuovo mondo c'è bisogno di
tutti i tipi possibili e immaginabili di persone per farlo rinascere da
zero e per mantenerlo al sicuro. Alla
maggior parte delle persone non interessa sapere come fanno a sentirsi
al sicuro, gli interessa solo esserlo. Ecco perché ho bisogno di
uomini come te, uomini che non hanno paura della verità di
questo mondo e sono in grado di affrontarlo a testa alta, senza fare
domande''.
Merle lo guardò con diffidenza. ''Che cosa mi stai chiedendo, signor Governatore? Che cosa vuoi da me?''
''Penso che tu sia un uomo dai molteplici talenti, Merle'', rispose
semplicemente, ''E vorrei utilizzare quei talenti per il bene di
Woodbury. Voglio che tu entri a far parte della mia cerchia. Voglio che
tu guidi i miei uomini''.
Merle aggrottò la fronte. ''Tu non mi conosci. Perché mi stai facendo un'offerta del genere?''
Il Governatore diede una risatina e si grattò l'orecchio. ''Sono
perfettamente in grado di soppesare una persona. Lo sono sempre stato.
Riesco a capire una persona dopo un minuto o due di conversazione e ho
capito subito che tu sei il tipo di uomo che stavo cercando, Merle. Ho
bisogno di qualcuno che capisce che cosa sia la lealtà e
ciò che è necessario per sopravvivere in questo mondo. Ho
bisogno di un uomo che non ha paura di fare qualcosa di brutto per
poter creare qualcosa di bello''. Inclinò la testa verso il
moncherino fasciato di Merle. '' Penso che tu possa capire più
di chiunque altro che cosa significhi non avere una mano destra, Merle.
Anche io vado avanti senza un uomo di cui possa fidarmi, uno che possa agire
come se fosse il mio braccio destro, quello che fa quello che deve
essere fatto''. Lo sguardo del Governatore era concentrato. ''Ho bisogno di
te,Merle e anche Woodbury ne ha bisogno''. Si alzò. ''Ti
darò il tempo necessario per prendere in considerazione la mia
offerta. Se non sei interessato, allora va bene, puoi andartene per la
tua strada con il giusto tanto di cibo e munizioni che riuscirai a portarti
dietro e i miei migliori auguri''. Il Governatore schioccò le
dita. ''Oh, quasi dimenticavo, ho fatto fare questo per te. Milton!''.
Chiamò l'uomo, un tipo occhialuto vagamente nervoso che sembrava
essere sempre in bilico su un lato.
Milton apparve sulla soglia portando un cilindro di metallo con delle
cinghie di cuoio fissate all'estremità. Fece di corsa il suo ingresso nella stanza, gli occhi
che guizzavano intorno nervosamente. Milton porse il pezzo di metallo a
Merle. ''E' una protesi'', spiegò in fretta, spingendo verso
l'alto gli occhiali che gli erano scivolati sul naso. ''Beh, una sorta.
Ovviamente è piuttosto rozza, ma è il meglio che potevamo
fare. Proteggerà il moncherino, sopratutto mentre la guarigione
è ancora in corso e ho applicato un aggancio che ti
consentirà di applicarci un arma''. Fece un sorriso incerto.
''Sai, tipo un coltello o qualcosa del genere. Intendo, sempre se ti
interessa''.
''Grazie, Milton, sono sicuro che Merle ha capito''. Il Governatore
fece un grande sorriso. ''Pensi che ti potrebbe tornare utile, Merle?''
Merle guardò la protesi in tutta la sua interezza e vide che era
davvero un ottimo lavoro. Annuì lentamente. ''Si, certo,
questa funzionerà''.
Milton sembrava impercettibilmente sollevato a quella lode. ''Oh, bene, sono contento''.
Il Governatore si alzò e mise una mano sulla spalla di Milton.
''Ti ringrazio per il duro lavoro che hai fatto con questo piccolo progetto,
Milton, sia Merle che io lo apprezziamo''.
''Si'', grugnì Merle, non ancora abituato a dover ringraziare le
persone a causa della rarità della disponibilità di
queste ultime ad aiutalo ''Grazie''.
Il Governatore si voltò verso Merle. ''Ora ti lasciamo a
riposare tranquillo ma spero che prenderai seriamente in considerazione
la mia offerta, Merle. Sarebbe un vero peccato se tu non lo facessi''.
Merle annuì, non volendo dare via niente in quel momento, ma sapendo già che sarebbe rimasto.
¤
Merle diede un grugnito al ricordo del Governatore che gli aveva dato
la protesi che stava adesso attaccata sul suo braccio. Lo aveva fatto
sentire più importante di come si era sentito da troppo tempo a
questa parte. Quella sensazione Merle non l'avrebbe mai dimenticata con
facilità ma tuttavia, non avrebbe mai rinunciato al suo modo di
fare. Che sembrava essere proprio quello che solitamente faceva andar male le cose.
Merle guardò la bottiglia di whisky e fece una smorfia.
¤¤
Martinez scosse la testa nella sua direzione. ''Non credo che dovresti farlo''.
Merle era in ginocchio, mentre cercava di nascondere una bottiglia di
bourbon all'interno della una cavità nel tronco di un albero. ''Non
fartela addosso proprio ora, ragazzo, mi sto solamente preparando per una giornatina piovosa''
''Il Governatore ci ha chiesto di fare una spedizione in città e
di riportare indietro a Woodbury tutto il liquore che riuscivamo a
trovare'', disse Martinez con agitazione. ''Non ha detto nulla in
proposito al nasconderlo sugli alberi''.
''Quello che il Governatore non saprà, non lo farà soffrire'',
disse Merle impenitente. Si alzò e spazzò via la polvere
dalle ginocchia. ''Non puoi dirmi che quando ci ritroviamo qui,a fare i
pattugliamenti durante la giornata, non ti piacerebbe riempire la tua
borraccia con qualcosa di più che semplice acqua di torrente''.
''Certo, ma il Governatore non vuole che ci ubriachiamo''.
''Sono perfettamente in grado di reggere l'alcool''.
Martinez scosse la testa frustrato. ''Come vuoi, sono affari tuoi, Merle''.
Merle si avvicinò a lui e gli sorrise. ''Io e Il Governatore ci
capiamo. Io faccio il mio lavoro e lui fa il suo. Finora ha sempre
funzionato''.
Martinez si strinse nelle spalle. ''Basta solo che mi tieni fuori da tutto questo''
''Fino a quando terrai lontano quelle mani di merda dal mio liquore,
allora non avremo nessun problema'', accettò Merle di buon
grado.
¤
''Martinez'', ringhiò Merle infastidito, pensando all'uomo.
Era un soldato abbastanza valido, ma Merle aveva sempre pensato che
l'uomo fosse infastidito dal fatto che lui fosse stato promosso a un
lavoro di importanza superiore rispetto al suo. Merle non era sicuro
che avesse mai detto qualcosa sul suo conto, ma alla fine, non aveva
nessuna importanza adesso.
¤¤
Una settimana dopo Merle gettò il fucile in basso sulla
scrivania all'interno dell'armeria e andò a cercare altri proiettili quando
il Governatore apparve sulla soglia. ''Com'è andata la
pattuglia?''
Merle stava di fronte all'armadio delle munizioni, cercando tra gli
scaffali. ''Non è andata male'', disse con disinvoltura.
''Alcuni vaganti, ma non molti. Le giornate stanno diventando troppo
calde per loro adesso''.
Il Governatore entrò all'interno della stanza e annuì. ''E quell'altra cosa?''
''Abbiamo un nuovo lotto fresco fresco intrappolato nella fossa'',
disse Merle con tranquillità. ''Carini e pronti a mordere''.
''Bene, mi piace tenerli come una polizza di assicurazione. Non mi piace lasciare niente al caso''.
Merle emise un grugnito distratto mentre cercava dei proiettili in particolare. ''Si, lo credo bene''.
''A proposito di questo, credo che abbiamo bisogno di fare una chiacchierata io e te, Merle''.
Merle smise di fare quello che stava facendo e si voltò per
guardare l'altro uomo. ''A proposito di che cosa?'' chiese freddamente.
''Sento l'odore del liquore nel tuo respiro'', osservò il Governatore con calma. ''Hai bevuto?''
La mascella di Merle si indurì. ''E se anche lo avessi fatto?''
La voce del Governatore rimase stabile e tranquilla. ''Lo sai che non
mi piace che i miei uomini bevano quando sono fuori in pattugliamento.
Offusca i sensi e li mette tutti quanti a rischio''.
''Io non sono ubriaco e sono perfettamente in grado di gestirmi'', disse Merle categoricamente.
''Di questo non ho alcun dubbio, ma per quanto riguarda gli uomini dei
quali ti ho messo a capo? Tu sei il loro leader, Merle, seguiranno
il tuo
esempio e non tutti hanno la resistenza all'alcool che tu hai coltivato
negli anni''.
''Non tocca a me preoccuparmi di questo''
''Si invece, cosi come io mi preoccupo per te'',
ribatté il Governatore senza troppi giri di parole. ''Hai un talento unico,
Merle, sai quanto io ne sia consapevole, ma non posso permettere che tu
diventi una mina vagante''. Sostenne lo sguardo di Merle senza battere
ciglio, una nota d'acciaio strisciante nella sua voce. ''Ho bisogno di
uno che sappia fare gioco di squadra. Ho bisogno che tu mi dimostri che
sei in grado di farlo''.
''Mi prendi per il culo?'', gli chiese Merle con rabbia. ''Dopo tutto
quello che ho fatto per te in questi mesi? Tutte le cose con le quali
mi sono sporcato le mani affinché tu potessi tenere pulite le
tue?''
''Sono veramente riconoscente del lavoro che hai fatto, Merle, non ho
mai detto il contrario''. Lo sguardo del Governatore era incrollabile.
''Ti sto solo chiedendo di prendere in considerazione le tue
priorità. Sei qui solo per te stesso o per il bene superiore?
Perché se sei qui solo per te stesso, non sono sicuro che ti
potremo ancora ospitare qui. Woodbury ha bisogno di uomini che
siano fedeli alla loro città e solo a quella''
''Intendi dire a te'', disse Merle amaramente.
Il Governatore inclinò leggermente la testa. ''Io sono
Woodbury'', acconsentì senza vergogna. ''Questa
città, queste persone, hanno bisogno di qualcuno in cui credere,
riporre la loro fede sul fatto che tutto venga fatto esclusivamente per
il bene superiore. Questo è tutto ciò che ti chiedo,
Merle, che tu abbia fede che tutte le cose che io ti chiedo sono solo
per il tuo bene e per quello di Woodbury. O credi a me e al mio modo di
fare, oppure non lo fai. Non c'è una via di mezzo. E non posso
permettere che ci sia, altrimenti tutto quello che abbiamo costruito
crollerà intorno a noi. Quello che ci serve adesso più di
ogni altra cosa è l'unità, incondizionata e assoluta''.
La mascella di Merle si indurì. ''E se non riesco a conformarmi al tuo modo di vedere le cose?''.
''Ho fiducia in te, Merle, la ho sempre avuta. So che sarai in grado di
dimostrare a me e a te stesso che appartieni a Woodbury, al mio fianco,
come mio capitano''. Il Governatore si avvicinò a lui e
posò una mano in fare quasi paterno sulla spalla di Merle.
''Troverai un modo per dimostrarci la tua fedeltà, Merle, so che
è quello che vuoi e allora quello che abbiamo non farà
altro che diventare più forte''. Sorrise con quel suo
ingraziante sorriso e poi lasciò Merle da solo a riflettere
sulla loro conversazione.
¤
Come si scoprì poi, però, Merle non ci dovette
riflettere poi così a lungo, perché il giorno dopo si
imbatté in città in Maggie e Glenn. Appena Merle
scoprì che Daryl era ancora vivo, tutto quello a cui
riuscì a
pensare era a ricongiungersi con suo fratello, poi loro due avrebbero
fatto mangiare la polvere a entrambi quei gruppi e se ne sarebbero
andati insieme per la loro strada. Non era servito molto tempo a Merle
per rendersi
conto di quanto fosse profonda la lealtà di Daryl verso quel
gruppo e di come Rick e i suoi non si sentivano affatto in colpa
per quello che gli avevano fatto. Quello aveva cambiato tutto per Merle
dal momento che vide un modo di liberare suo fratello dalle loro
grinfie e mostrare al Governatore quanto lui potesse essere leale dando
finalmente a quel gruppo quello che si meritava. Due piccioni con una
fava. Il trucco consisteva nel tenere Daryl all'infuori del suo vero
piano. Una cosa era il fatto che suo fratello se ne fosse andato con
lui, effettivamente preferendo lui al gruppo, un'altra era il fatto che
potesse decidere di tradirli. Merle sapeva che Daryl non lo
avrebbe mai fatto, così fu costretto a giocarsi questa parte
successiva con molta attenzione. Se ci fosse riuscito, avrebbe potuto
lasciare che il Governatore spazzasse via il gruppo di Rick, mantenendo
sempre Daryl dalla sua parte. Non sarebbe stato semplice, ma questo non
lo preoccupava affatto. Gli piaceva rischiare quando erano in gioco
scommesse alte, anzi non vedeva l'ora.
''Perché hai quell'espressione così compiaciuta?''
Merle guardò verso Daryl e la sua sospettosa domanda e sorrise.
''Stavo solo pensando a quanto questa sia una bella giornata, fratello''
Daryl non sembrava affatto pensarla a quel modo. ''Finiremo per inzupparci oggi se non troviamo un riparo al più presto''
Merle si tirò su in piedi. ''Immagino che abbiamo bisogno di trovare questo riparo, allora'', disse gioviale.
''Hai qualche idea?''
Merle sorrise. ''Oh fratellino, ho talmente tante idee che non è naturale''
Daryl fece una smorfia. ''Lo so, è questo quello che mi preoccupa'', mormorò
''Ti preoccupi troppo facilmente''
''Sarà la forza dell'abitudine''. Lo sguardo di Daryl era duro.
Merle si mise a ridere, sentendosi positivo nei confronti della giornata appena
iniziata e percependo la vendetta che attendeva ormai da tempo quasi a portata di mano . . .
Pensiero dell'autrice :
Fondamentalmente, ho fatto in modo che Carol e Il Governatore
giocassero dei ruoli simili nella vita di Daryl e Merle... entrambi
hanno fatto da una sorta di segnale stradale in un bivio importante
lungo la strada dei due fratelli ma è toccato ai fratelli Dixon
prendere una scelta. La grande differenza tra i due, però
è :
uno : le motivazioni di Carol contro quelle del Governatore di offrire a Daryl e Merle due diverse strade da percorrere
e due : le motivazioni di Daryl contro quelle di Merle di scegliere quale strada prendere
Anche se Daryl e Merle sono fratelli, penso che ci sia una differenza
fondamentale nel tipo di persona che sono. E' il mio parere
sul dibattito della Natura contro l'Educazione. Daryl ha tutte le
ragioni ( se non di più ) di essere auto-protettivo e cauto che
ha Merle . . . ma ha scelto di fare un percorso diverso con il gruppo.
Non
credo che Merle avrebbe mai permesso a se stesso di farlo perché
non è emotivamente coraggioso come Daryl. Merle si vede come un
duro, il che fa parte della sua identità e rinunciare alla sua
identità in modo da riuscire a conformarsi al gruppo di Rick,
beh, non sarebbe mai capace di fare una cosa del genere.
E questo ci riporta al fatto che il più grande nemico di Merle non è altri che Merle . . .
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Capitolo 32 *** Capitolo 33 ***
echoes capitolo 33
Capitolo 33
''C'è un piccolo bambino dentro l'uomo che è mio fratello...
Oh, quanto ho odiato quel ragazzino.
E quanto l'ho amato. ''
¤¤ Anna Quindlen ¤¤
Merle
cercò di sistemarsi in una posizione più confortevole
mentre si accovacciava dietro il raggruppamento roccioso che dava verso
una piccola valle dove un gruppo di sopravvissuti si era riunito. Lui e
Daryl avevano appena incrociato la loro strada e entrambi i due uomini
si erano immediatamente nascosti alla loro vista istintivamente. I due
fratelli erano a una distanza considerevole, abbastanza lontano da non
poter sentire quello che si stavano dicendo, ma questo significava
che nemmeno loro sarebbero stati in grado di sentirli. C'erano quattro
uomini in quel gruppo. Lo sguardo di Merle si concentrò subito
verso quello che percepì come essere la minaccia più
grande. Era un grande omone di colore, con le spalle larghe, molto
robusto e si distingueva dal resto di loro. Merle sapeva che era quello
che mandava avanti lo spettacolo, poteva intuirlo dal modo in cui si
muoveva, con un controllo totale su gli altri. L'altro era un
uomo bianco,
molto più piccolo e decisamente molto più nervoso.
Continuava a lanciare occhiate ansiose intorno ai boschi e si allarmava
ad ogni piccolo rumore. C'era anche un ragazzino magro e pallido che
sembrava sconfitto più che qualsiasi altra cosa. Stava seduto
sul ramo di un albero caduto a terra, a testa bassa, con le spalle
curve. Merle riconobbe che aveva avuto più forza lui nella sua
mano mancante di quanto quel ragazzo ne potesse avere in tutto il suo
intero corpo. L'ultimo membro del gruppo fece la sua comparsa
all'interno del suo campo visivo. Era una donna snella, poteva vedere
quanto fosse in forma anche da questa distanza, era molto attraente.
Merle sospettò che ci fosse un qualche tipo di connessione tra
lei e il ragazzo robusto di colore, non riusciva a capire se fosse sua
moglie o una sua parente, riuscì a percepirlo dagli sguardi che
si stavano scambiando. Guardò verso Daryl e attirò la sua
attenzione. ''Sei pronto?''
''Per fare cosa?''
Merle rivolse nuovamente lo sguardo al gruppo appena arrivato. ''Non mi
dispiacerebbe mettere le mani su alcuni di quei barattoli di cibo che
si portano dietro''. Strinse le labbra. ''E non direi di no nemmeno a
quella pistola''.
Daryl non esitò un attimo. ''Non ruberemo il loro cibo''.
Merle guardò verso di lui sorpreso. ''Perché no?''
''Non è giusto''.
''Non è giusto nemmeno il fatto che noi stiamo morendo di fame'', protestò Merle.
Daryl non si fece influenzare minimamente in merito all'argomento.
''Possiamo trovarci da soli il nostro cibo''. Detto quello si
allontanò dalla protezione che offrivano loro le rocce e si
voltò, iniziando a incamminarsi nella direzione opposta.
Merle fece un rumore impaziente e lanciò un'ultima occhiata al
campo, poi andò incontro a Daryl. ''Sai, non siamo poi
così lontani dalla prigione'', disse rivolgendosi a lui. ''Non
ci vorrà molto prima che si imbattano nel gruppo. Se vuoi sapere
il mio parere, faremo solamente un favore a Rick e ai suoi amici
eliminandoli dalle possibili minacce prima che riescano anche solo ad
avvicinarsi. Il ragazzo nero, quello grosso, potrebbe fare un sacco di
danni. Diavolo, persino quel ragazzino inutile potrebbe farlo con una
pistola in mano. Preferisci mettere in pericolo le vite di tutte quelle
persone alla prigione o quelle di quattro persone sconosciute? Pensi
che siano abbastanza disperati da prendersi con la forza quello che
vogliono, incluse le donne? Pensi che boccuccia impertinente, con tutta
la sua irriverenza, potrebbe farcela a levarsi di dosso quell'uomo se
avesse intenzione di farle del male?''. Ci fu una breve frazione di
secondo in cui Daryl sembrò vacillare a quel pensiero sentendo
le parole pronunciate da Merle e lui sapeva di aver toccato un nervo
scoperto,
ma Daryl continuò a muoversi, ostinatamente e senza ribattere.
Merle affrettò il passo e lo raggiunse, afferrandolo per il
braccio. ''Quale diavolo è il tuo problema?'', chiese con rabbia.
''Noi non ruberemo niente a quelle persone'', disse Daryl strettamente. ''Non hanno molto più di quanto abbiamo noi,
basta guardarli per capirlo''.
''E' proprio questo il punto, fratello'', continuò Merle. ''
Sarà più facile prendere ciò che vogliamo da loro e poi in
ogni caso non hanno l'aria di persone che riusciranno a sopravvivere in
ogni caso, quindi qual'è il problema?''.
Il volto di Daryl si oscurò. ''Noi non ruberemo''.
Merle non era abituato al fatto che Daryl fosse così testardo
con lui. ''Sei tu quello che ha voluto tentare la fortuna andando in
giro per la strada a controllare dentro le case poco fa'', disse Merle
infastidito. ''Non ti lamentavi tanto allora''.
''Case abbandonate'', sottolineò Daryl. ''Non facciamo
un torto a nessuno nel prendere della roba da quei posti. Non
ruberò a delle persone che stanno solo cercando di sopravvivere,
proprio come noi. Non è corretto''.
Merle sbatté le palpebre. ''Corretto?'', strepitò.
''Niente di tutto questo lo è. Devi solo cogliere le
opportunità quando ti si presentano. Ecco come si va avanti e si
sopravvive adesso''.
''Proprio come tu hai colto l'opportunità alla prigione di avere
un posto sicuro in cui poter vivere e persone che ti guardavano le
spalle?''. C'era una lieve nota di amarezza nella sua voce che Daryl
cercò di nascondere, ma Merle la notò ugualmente.
''Pensi che mi avrebbero davvero coperto le spalle?'', chiese Merle
incredulo. ''Diavolo, il tuo capo Rick ha detto che mi avrebbe
ucciso con le sue stesse mani se solo mi fossi avvicinato nuovamente
nei pressi di quella prigione''.
''E tu non hai fatto nulla per meritare che ti dicesse questo, eh?''.
Le labbra di Daryl si serrarono. ''Non hai fatto niente per farlo
incazzare talmente tanto dal non volerti più vedere?''. Si
muoveva senza sosta. ''Hai avuto una buona opportunità alla
prigione, Merle, con il gruppo. Ma, come sempre, hai solo mandato
all'aria ogni possibilità che avevi di aiutare te stesso''.
Daryl fece un gesto ampio con la mano. ''E perché? Riesci a
rispondere a questa domanda, Merle?''
Il mento di Merle si sollevò. ''Noi non apparteniamo a quella gente''.
''E perché tu hai deciso così, questo è il modo in
cui le cose dovevano andare, giusto?''. Daryl gli gettò indietro
con irritazione.
''Stavo solo cercando di proteggerti, idiota'', ringhiò Merle.
''Quelle persone, non ti avrebbero mai accettato, non importa quello
che ti hanno sempre fatto credere''.
Daryl scosse la testa e cominciò nuovamente a camminare.
Merle continuò a seguirlo, restando alcuni passi dietro di lui.
''Credi veramente che solo perché Rick ti lasciava comandare
alcuni dei membri del suo gruppo e perché alcune di quelle donne ti
sorridevano in modo carino di appartenere veramente a quelle
persone?'', chiese irritato. ''Beh, le cose non stanno così,
fratellino. Prima o poi ti avrebbero mostrato le loro vere intenzioni e
saresti rimasto a bocca asciutta''.
''Non sai nemmeno di cosa diavolo stai parlando'', ringhiò Daryl da sopra la sua spalla.
''So che la nostra e la loro specie non si mescolano, non ora, né mai. Era tutta una recita''.
Daryl si voltò indietro e lo fissò. ''Non ci sei ancora
arrivato?'', chiese agitandosi. ''Le cose non stanno più come
una volta, Merle. Non ci sono regole ora, se non quelle che ci creiamo
per noi stessi. Tutto questo 'noi' e 'loro' sono solo delle stronzate nella
tua testa, perché tu vuoi che le cose rimangano come quelle di
una volta. Non lasci andare mai niente''.
''Perché dovrei farlo?'', gli domandò Merle. ''Se non
combatto per me stesso, chi pensi chi altro lo farebbe per me?''.
''Io sono qui, non lo vedi?'', disse Daryl bruscamente. ''Ti copro le spalle. L'ho sempre fatto''.
Merle aggrottò la fronte. ''Allora, che significa?. Che mi stai forse facendo un favore? E' così?''.
''Mi comporto da fratello'', sbottò Daryl. ''Forse anche a te
potrebbe piacere provarci qualche volta''. Si allontanò di
nuovo.
''E questo che cosa diavolo vuol dire?'', chiese Merle incredulo.
''Stai dicendo che non sono mai stato un buon fratello per te?''
Daryl si fermò a fissare il cielo che ormai diventava sempre più scuro, non gli rispose subito.
''Rispondimi, ragazzo'', chiese Merle.
Daryl si voltò verso di lui dal punto in cui si trovava a una
ventina di passi di distanza. La sua espressione era difficile da
decifrare. ''Mi hai lasciato in quel buco di merda in balia di me
stesso con quel vecchio bastardo'', dichiarò Daryl
laconicamente. ''E quando c'eri, la metà del tempo eri sotto
l'effetto della metanfetamina, quindi no, Merle, non sei stato
così grande nel ruolo di fratello''.
Merle sembrò essere preso alla sprovvista dalla sbrigativa valutazione di
Daryl del loro rapporto. Certo non era stato quello che si potrebbe
chiamare affidabile nel corso degli anni, ma non gli era poi sembrata una
cosa di così grande importanza. ''E io che pensavo che
guardassi a tuo fratello come se per te fosse un esempio'', disse Merle
brevemente.
''Era quello che facevo, coglione'', ammise Daryl in frustrazione. ''Ma
questo non significa che potessi restare cieco alle tue colpe''.
''Così adesso pensi di essere perfetto, è così?''.
L'espressione di Merle si indurì. ''La tua merda ha smesso di
puzzare improvvisamente perché adesso ti sei fatto degli amici?''
''Non penso di essere perfetto'', ringhiò Daryl, ''ma io non mi sono mai comportato come se lo fossi''.
Merle fece un ampio gesto con la mano. ''Intendi dire che invece io lo faccio?''.
Lo sguardo di Daryl era severo. ''Io sono in grado di ammettere quando ho sbagliato''.
Merle spalancò gli occhi. ''Anche io sono in grado di farlo. Il
punto è che non mi sbaglio mai, è tutto qui. Non è
mica colpa mia se ho sempre ragione''.
Le labbra di Daryl si assottigliarono. ''Si, come no''.
''Dimmi qualcosa su cui mi sono sbagliato'', lo sfidò Merle.
''Rapinare quel negozio di liquori a Jackson''.
Merle fece una smorfia. ''Quel vecchio era più forte di quanto pensassi. Ti concedo questo''.
''Mi ha sparato'', sottolineò Daryl puntualizzando.
Merle sbuffò. ''Non essere una femminuccia, era solo un graffio''.
Daryl emise un suono seccato. ''Non c'è bisogno di estrarre fuori il proiettile quando si tratta solo di un graffio''.
''Ce la siamo cavata alla fine, non è così?'', sostenne Merle. ''Abbiamo preso i soldi''.
''Non erano nemmeno un centinaio di dollari'', ribatté Daryl. ''Che poi hai speso per ubriacarti''.
Merle si strinse nelle spalle indifferente. ''Dovevo pur passare il
tempo mentre cercavi di levarti quel proiettile dal culo, no?''
''Sai che non avevamo nemmeno bisogno di soldi in quel periodo,
vero?'', disse Daryl in frustrazione. ''Stavo lavorando. Ne avevamo
abbastanza''.
''Mi stavo annoiando''.
''Tu ti stavi annoiando e per questo a me hanno sparato'', scattò Daryl.
''Chiedimi di nuovo perché non vincerai nessun premio come miglior fratello dell'anno''.
''Non sapevo di essere stato un tale peso per te in tutti questi anni,
ragazzo'', sputò fuori Merle, con il viso che si oscurava. ''Se
è questo quello che pensi, perché non mi pianti una bella
freccia in mezzo agli occhi e la finiamo qui?'', aggiunse con rabbia.
''Poi potrai nuovamente correre indietro da..-''. Non finì la
sua frase perché improvvisamente Daryl scattò con la sua
balestra e la puntò proprio su di lui. Merle si tese, incapace
di reagire in tempo quando Daryl rilasciò una delle sue frecce
mortali. Attese di sentire la freccia conficcarsi nella sua carne, ma
l'impatto non avvenne mai. Invece, la freccia passò oltre la sua
spalla, letteralmente fischiando accanto al suo orecchio e sentì un
grugnito provenire da dietro le sue spalle. Merle si voltò appena in
tempo per vedere uno zombie cadere a terra, con una delle frecce di
Daryl conficcata dentro la cavità oculare sinistra.
Sbatté le palpebre per la sorpresa, sconvolto per il fatto di
non aver sentito quella cosa avvicinarsi a lui. ''Figlio di una
cagna'', mormorò, prendendo a calci in cadavere immobile. Si
voltò per guardare Daryl avvicinarsi fino a lui e poi chinarsi
sullo zombie. Il più giovane dei fratelli Dixon mise il piede
sopra la testa dello zombie in modo da poter sfilare la freccia dal suo
cranio. Il sangue scuro colò lungo la ferita mentre Daryl ripuliva la punta della freccia sull'erba prima di
caricarla nuovamente nella la sua balestra.
Daryl gli lanciò un'occhiata. ''Ti copro le spalle, fratello'', affermò con calma e poi riprese a camminare.
Merle rivolse uno sguardo meditante allo zombie e successivamente
seguì Daryl ad un ritmo leggermente più sostenuto.
Camminarono senza più parlare per un paio d'ore, imbattendosi occasionalmente in
alcuni zombie e liberandosene tra di loro con estrema facilità. Lo stomaco di
Merle iniziò a rumoreggiare forte ma il suono dell'acqua che
infuriava all'interno del fiume accanto al quale stavano passando copriva
qualsiasi suono. Scoccò una rapida occhiata al torrente che si
stava gonfiando sempre di più che scendeva giù
dalla montagna, l'acqua biancastra rimbalzava giù dalle rocce e
tra i rami degli alberi trovando il suo percorso. Il rombo di un tuono li
raggiunse in maniera attutita, avvertendo che si sarebbe aggiunta a
breve altra acqua sulla loro strada. Si sarebbe trasformato in una
trappola mortale una volta che avrebbe iniziato a piovere. ''Dobbiamo
scegliere da quale lato del torrente vogliamo stare'', commentò.
Daryl continuò a camminare, senza rispondere. Merle lo
colpì tra le scapole con la sua protesi. ''Hey''.
Daryl si voltò, gli occhi che analizzavano rapidamente la zona
attorno a Merle prima di posarsi su di lui. ''Che c'è?''
Merle sollevò la voce in modo che Daryl potesse sentirlo sopra il
rumore scoppiettante dell'acqua che correva veloce. ''Ho detto,
dobbiamo scegliere da quale lato del torrente vogliamo stare''. Rivolse
un pollice in direzione del fiume. ''Non penso che troveremo un altro
posto dove poterlo attraversare molto presto''.
Daryl guardò il fiume e annuì. ''Già..si''.
Merle inclinò la testa e continuò a camminare
allontanandoli dal torrente. Non gli piaceva tutto quel rumore,
significava che non saresti stato in grado di sentire nulla se qualcuno
avesse deciso di avvicinarsi a te. Il suono dell'acqua che infuriava
diminuì lievemente mentre camminavano tra gli alberi
allontanandosene.
''Hai un piano su dove siamo diretti?''
Merle alzò le spalle alla domanda di Daryl. ''Niente in particolare''.
''Sai che abbiamo continuato a girare in tondo in questi ultimi due giorni, vero?''.
Merle lo guardò. ''E quindi?''.
''Non possiamo continuare a farlo ancora a lungo. Abbiamo bisogno di un piano''.
''Non mi piace pensare alle cose prima del tempo''.
Daryl fece una smorfia. ''Penso che sia il momento di rivedere la tua
strategia, fratello. Siamo qui fuori, da soli, affamati e vulnerabili.
Ci serve un piano''.
''Vedrai che salterà fuori qualcosa, è sempre così'', fu la risposta casuale di Merle.
''Qualcosa come la fame e la morte?'', ribatté Daryl
ironicamente. ''E questo il tipo di cosa che pensi salterà
fuori?''.
''Non stiamo ancora morendo di fame'', disse Merle sprezzante. ''E non
c'è niente e nessuno in grado di fare fuori due Dixon. La nostra
forza non è un qualcosa da sottovalutare''. Il suo entusiasmo fu
accolto con un grugnito da parte di Daryl. Attraversarono una serie di
alberi e si ritrovarono bruscamente in un piccola radura, al centro
della quale c'era una capanna di legno. Non era molto grande,
probabilmente era soltanto la cabina che un cacciatore si era costruito
tempo fa, ma Merle sorrise non appena la vide. ''Che cosa ti avevo
detto?'', gongolò. ''Qualcosa salterà fuori''.
Daryl fece un passo indietro nascondendosi al riparo dietro il tronco di un
albero, scrutando attentamente l'area. ''Sembra che non ci sia nessuno
là dentro, ma è difficile dirlo con certezza da
quaggiù''.
''C'è solo un modo per scoprirlo''. Merle uscì fiducioso
nella radura e si mise a correre fino a raggiungere un lato della cabina.
''Merle!!''
Sentì Daryl sibilare il suo nome in segno di disapprovazione, ma
lo ignorò. Merle andò dritto fino alla porta e premette
l'orecchio contro il legno. Non sentì nessun rumore, così
pensò di andare avanti utilizzando il fattore sorpresa. Spinse
bruscamente la porta, la sua pistola sollevata mentre Daryl arrivava
velocemente dietro di lui, la balestra pronta a far fuoco. Merle
entrò nella cabina di legno e si guardò intorno. Era solo
una vecchia casa abbandonata e non c'era nessun posto dove chiunque
avesse potuto nascondersi. Una vecchia cucina a gas era posizionata
contro la parete, era ricoperta di
polvere e chiaramente nessuno la usava più da molto tempo.
Contro l'altra parete c'era un materasso bitorzoluto adagiato sul
pavimento con una pila di coperte grigiastre in cima. Daryl si
avvicinò fino a quelle e le spinse via con la sua balestra,
assicurandosi che non ci fosse nulla nascosto in agguato là in
mezzo. Contro la parete di fondo c'era un tavolo con alcuni
piatti,ciotole con alcuni rimasugli e un alcune posate. Merle si
avvicinò al
tavolo per dare uno sguardo più approfondito e scoprì che
non
c'era nemmeno un coltello. Sembrava che qualcuno avesse già
vissuto lì e che avesse ripulito tutto. Merle emise un grugnito
infastidito. ''Hai trovato qualcosa?''
Daryl era accovacciato su un refrigeratore ricoperto di
polvere. Aprì lo sportello e guardò dentro. ''Nah,
niente''.
''Ci deve pur essere qualcosa'', protestò Merle.
''Non siamo stati i primi a passare di qua'', ipotizzò Daryl. ''Se qui c'era qualcosa, è sparita da tempo''.
''Almeno abbiamo trovato un posto in cui poter passare la notte''.
Daryl scosse la testa. ''Io non direi proprio. Non è sicuro
barricarsi dentro le case in questi giorni. In un modo o nell'altro
quei bastardi sembrano sempre con il finirci addosso''. Guardò fuori
dall'unica, sudicia finestra verso i boschi che li circondavano. ''Ci
circonderebbero troppo facilmente''.
''Bene, in questi giorni sei proprio un bel bicchiere pieno fino
all'orlo di piscio'', disse Merle infastidito. ''Hai chiesto un riparo,
ma
credo che questo non soddisfi pienamente i tuoi nuovi elevati standard''
Daryl gli lanciò un'occhiata, ma non abboccò alla sua
esca. ''Te l'ho detto'', disse brevemente, ''questo posto è
troppo facile da circondare, non è sicuro. In più,
quell'altro gruppo potrebbe finirci addosso,in qualsiasi momento, non
sappiamo dove erano diretti. Avranno controllato questo posto come
abbiamo fatto noi e finiremo con il trovarci come degli animali in
trappola. Dovremmo andare avanti''.
Merle lasciò andare un sospiro pesante attraverso le sue narici,
ma doveva ammettere che Daryl non aveva tutti i torti. Lanciò un
ultimo sguardo intorno alla baracca, per vedere se c'era qualcosa che
sarebbe potuta tornargli utile e notò che una delle assi sul
pavimento era irregolare. Si avvicinò alla tavola e si
accucciò.
''Che stai facendo?''
''C'è qualcosa di strano qui''. Merle infilò il coltello
sulla sua protesi sotto il bordo della tavola e lo usò come leva
per spingerla fuori. La tavola si sfilò facilmente, come se
quella non fosse la prima volta che veniva fatto.Incuriosito, Merle si chinò in modo da poter sbirciare sotto il
pavimento. Era buio e l'odore di sporco penetrò nelle sue
narici. Un luccichio catturò lo sguardo di Merle e lui
infilò il braccio all'interno dello spazio per provare a
recuperare l'oggetto. Tirò fuori una bottiglia di liquido chiaro
e la tenne alta contro la luce. ''Beh, guarda un po qui''. Merle
tirò su il tappo dal collo della bottiglia e annusò il
contenuto. Un grande sorriso gli illuminò il volto. ''Qualcuno
ha pensato bene di divertirsi quaggiù in questi colli''.
Daryl scosse la testa incredulo e fece un mezzo sorriso. ''Sei come un
segugio per quella merda''. Merle e l'alcool avevano un passato lungo e
colorato.
''E' uno dei miei talenti preferiti'', concordò Merle
felicemente. Infilò nuovamente la testa nel buco lasciato dalla
tavola divelta. ''Non c'è nient'altro qui'', disse deluso.
''Adesso abbiamo finito qui?''
''Va bene, va bene'', disse Merle mentre si alzava e si spolverava le
ginocchia. ''Abbassa pure le mutandine, sto arrivando''. Tenendo ben
stretta nella sua mano la bottiglia di liquore illegale, Merle
seguì Daryl fuori dalla cabina, soddisfatto di sé per la
sua ultima scoperta. Sembrava essere un buon presagio di quello che
ancora doveva venire. ''Io e te insieme, siamo fortuna pura,
fratellino'', disse rivolto a Daryl che aveva già raggiunto la
radura e ucciso uno zombie solitario.
Daryl guardò sopra la sua spalla verso di lui dopo aver estratto
il coltello dal cranio dello zombie. ''Immagino che io e te non abbiamo
esattamente la stessa definizione di fortuna''.
Merle si limitò a sorridere e nascose la bottiglia di liquore al
sicuro dentro il suo zaino, non lasciando che la mancanza di entusiasmo
di Daryl smorzasse il suo. Merle avrebbe fatto presto in modo di far
uscire suo fratello da questo stato d'animo, tutto quello di cui
avevano bisogno era un po di tempo insieme e Merle sapeva che adesso ne
avrebbero avuto abbastanza. Il suo sorriso si fece sempre più largo
mentre raggiungeva Daryl di corsa, contento di come le cose stessero
andando questi ultimi giorni.
Aveva atteso questo momento da sempre.
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Capitolo 33 *** Capitolo 34 ***
echoes capitolo 34
Capitolo 34
''Com'è terribile... essere coinvolti in un gioco senza avere idea di quali siano le regole.''
¤ Caroline Stevermer ¤
º Sorcery & Cecelia : or The Enchanted Chocolate Pot º
Daryl
fissava le fiamme perso nei suoi pensieri mentre Merle gettava via gli
scarti della loro magra cena fuori
dall'apertura della caverna che avevano scoperto poco prima che facesse
buio. La grotta non era molto profonda, ma lo era abbastanza
perché
entrambi potessero starci comodamente all'interno e perché
potessero accendere
un fuoco senza soffocare per il fumo. L'apertura era stata sbarrata ed
era difficile da vedere. L'avevano scoperta soltanto quando il terreno
sul
quale Daryl poggiava i piedi aveva ceduto e lui era rotolato
per un terrapieno, con grande divertimento di Merle. Mentre si
stava
ripulendo dalla polvere, Daryl aveva scoperto l'apertura di quel
piccolo nascondiglio e chiamato suo fratello. Quel posto dava loro
abbastanza riparo contro gli elementi che continuavano incessantemente
a minacciarli di
morte e distruzione. Inoltre, anche se i vaganti fossero riusciti in
qualche modo a trovarli non sarebbero riusciti a passare più di
uno alla volta. Questo lo rendeva un posto facile da difendere. Avevano
preparato un accampamento, cucinato un paio di serpenti e un procione
per cena e adesso avevano davanti soltanto un'altra notte da superare.
''Avresti dovuto seppellire quei resti'', commentò Daryl
distrattamente, continuando a fissare il fuoco.
''No'', disse Merle tranquillamente, ''andrà tutto bene. Non
c'è rimasta abbastanza carne su quelle ossa perché
possano attirare qualche zombie''
Nessuno di loro sapeva se quella fosse o meno la verità, ma per come
era solito fare Merle, se decideva che una cosa stava in quel modo,
allora stava in quel modo. Daryl non commentò, aveva discusso
abbastanza con Merle per oggi. ''Abbiamo bisogno di un piano''.
Merle si mise a sedere di fronte a lui, con la schiena contro il lurido
muro di roccia. ''Mi sono procurato un bel piano''. Sollevò la
bottiglia di liquore e sghignazzò.
Daryl guardò la bottiglia e poi di nuovo Merle. ''Uno a lungo termine''.
''Non ti stai divertendo, fratellino?''
Daryl mantenne la sua voce calma, sapendo che esagerare troppo con
Merle non lo avrebbe portato molto lontano. ''Non possiamo continuare a
girare in tondo nel bosco. E non ha alcun senso farlo. Credo che
abbiamo bisogno di prefissarci un piano e seguire quello''.
Merle afferrò il tappo della bottiglia con i denti e lo
tirò fuori con facilità producendo un piccolo pop. Sputò via il tappo e guardò di nuovo verso
Daryl. ''Hai già un piano, fratello?''
''Abbiamo bisogno di un posto sicuro dove rintanarci. Da qualche parte
dove non saremmo costretti a spostarci ogni giorno. Ci serve un accesso
regolare al cibo, all'acqua e protezione''. Poi guardò
intensamente il fratello. ''Abbiamo bisogno di altre persone, Merle''.
Merle non rispose, si limitò a buttare giù un lungo sorso
del suo drink. Fece una smorfia e ansimò un poco quando il
liquore gli annaffiò la gola.''Così dolce'', disse con voce
stridula, con l'espressione di uno che intendeva tutto tranne quello.
Merle allungò la bottiglia a Daryl. ''E' il tuo turno''.
Daryl scosse la testa. ''Te l'ho già detto, uno di noi due dovrebbe restare sobrio nel caso in cui..-''
''Resterò sobrio'', lo interruppe Merle. ''Sono stufo di te che
mi ronzi attorno come se qualcuno avesse appena sparato al tuo cane.
Bevi un po e vedi di rallegrare questa merda, fratello''.
''Bere non cambierà niente'', dichiarò Daryl ostinatamente.
''Lo so, non te ne fregherà più un cazzo e basta''. Merle
ridacchiò a quelle parole, chiaramente divertito dalla sua
arguzia. O era quello il motivo oppure l'alcool stava già
facendo effetto su di lui. Quella roba probabilmente aveva almeno 160
di gradazione. ''Inoltre, nel corso di tutti questi anni bere non mi ha
mai fatto nulla di male''.
Daryl avrebbe avuto qualcosa da ribattere contro quella particolare
asserzione, ma non ci provò nemmeno, cercò solo di
riportare Merle sull'argomento. ''Dimmi solo se conosci un posto dove
possiamo andare''. Fece un gesto vago con la mano. ''Devi pur avere
avuto un posto in cui rintanarti in tutto questo tempo. Perché
non possiamo andare là?''. Daryl trattene il fiato in attesa che
suo fratello rispondesse. Un altro gruppo avrebbe confermato le sue
peggiori paure e quelle di Rick ma era meglio sapere a che cosa stavano
andando incontro. Questo era il motivo per il quale si trovava
lì.
Merle increspò le labbra e guardò Daryl speculativo. ''In effetti potrei conoscere qualche posto'', ammise alla fine.
Daryl fece in modo che la sua espressione non registrasse alcuna emozione. Si strinse nelle spalle. ''Va bene, dove?''.
Merle stirò le gambe di fronte a lui, incrociandole poi alla
caviglia. ''Sai cosa ti dico?'', disse con noncuranza, ''Facciamo un
gioco''.
Daryl aggrottò la fronte. ''Che cosa?''.
''Io risponderò alle tue domande, se tu risponderai alle mie''.
Daryl esitò, non sapeva se questa era una buona idea, ma sapeva
che doveva scoprire se Merle era qui fuori da solo o meno. La sicurezza
degli altri dipendeva da questo. ''Ok''.
''Ti lascerò perfino partire per primo''. Merle spinse la bottiglia nella sua direzione. ''Un sorso per ogni domanda''.
Daryl aggrottò la fronte. ''Non voglio bere''.
Merle si strinse nella spalle. ''Va bene, allora non si gioca. Come vuoi tu''.
Daryl distolse lo sguardo per nascondere la sua frustrazione. Aveva
bisogno di sapere come era messa la situazione con Merle e quest'altro
gruppo, altrimenti tutti quanti giù alla prigione avrebbero continuato a
rimanere in balia di questa possibile minaccia. Daryl sapeva di dover continuare a giocare, alle
condizioni imposte da Merle, altrimenti tutto questo non lo avrebbe portato
da nessuna parte. Lo guardò nuovamente e tese la mano. ''Dammi
qui'', grugnì.
Merle sorrise e gli consegnò la bottiglia. ''Adesso si ragiona. Adesso si che è una festa''.
Daryl prese la bottiglia e mandò giù un sorso di
quel liquore fatto in casa. Il liquido tagliente bruciò la parte
posteriore della sua gola e senza preavviso gli provocò uno
spasmo. Daryl tossì e diventò rosso in viso mentre
cercava di riprendere fiato.
Merle scoppiò a ridere alla sua reazione. ''Troppo forte per te,
fratellino?'', chiese divertito. ''Hai dimenticato come si fa a bere
come un uomo?''.
Daryl si pulì la bocca con il dorso della mano e ricacciò
indietro le lacrime involontarie che gli erano salite agli occhi a
causa del soffocamento che gli aveva quasi provocato l'alcool. ''Non ho
bevuto
niente per un bel po di tempo'', ringhiò, la sua voce roca a
causa di
tutto quel tossire.Infatti quella notte al CCM era stata l'ultima volta
nella quale Daryl aveva bevuto qualcosa di alcolico e ormai era passato
quasi
un anno.
''Non sembrava'', disse Merle beffardo.
''Allora, dov'è questo tuo gruppo? Quanti sono? Quando..-?''.
Merle sollevò una mano per bloccare il flusso di domande.
''Hey, frena, fratellino. L'accordo era per un sorso, una
domanda, un turno alla volta''.
Daryl fece una smorfia. ''Bene, dove si trovano gli altri?''
''All'incirca a sei ore di cammino partendo da qui, prendere o lasciare. E' un posto che si chiama Woodbury''.
Gli occhi di Daryl si spalancarono per la sorpresa. ''E' un'intera
città?''. Questa non era affatto una buona notizia. Troppe
variabili, sarebbe stata una situazione difficile da riuscire a gestire.
''Non è il tuo turno per fare domande''. Merle tese la mano
verso la bottiglia. ''Dai qui''. Daryl passò la bottiglia a
Merle che subito bevve un sorso. Leccandosi le labbra, fissò
Daryl con interesse. ''Perché sei rimasto con loro dopo che mi
hanno abbandonato su quel tetto?''.
Daryl accolse con un sguardo torvo la domanda intenzionalmente antagonista di
Merle. ''Sono tornato per cercarti, ma come al solito, te n'eri già andato
senza di me''. Merle alzò gli occhi al cielo alla risposta di
Daryl. ''Non avevo modo di sapere dove ti trovassi. Rick aveva un
piano, non sembrava facesse schifo, quindi sono rimasto con loro''.
''Ti ho chiesto perché sei rimasto'', ribatté Merle,
''non perché te ne sei andato con loro. Dopo quella merda al
CCM, dovevi immaginare che Rick non avesse la minima idea di cosa
diavolo stesse facendo. Perché non te ne sei andato allora e
l'hai fatta finita?''.
Il viso di Daryl si rabbuiò. ''Sophia si è persa'', mormorò e distolse lo sguardo. ''Ho dovuto cercarla''.
''Perché proprio tu?'', lo bloccò Merle. ''Non eri suo
padre, a meno che tu non mi abbia tenuto nascosto qualcosa in tutti
questi anni. Perché cazzo te ne sarebbe dovuto fregare qualcosa
di una ragazzina che avevi appena incontrato?''.
Daryl lo fissò. ''Questa è un'altra domanda'', osservò freddamente.
Merle sbuffò divertito. ''Bene''. Consegno la bottiglia. ''Aspetterò il mio turno''.
Daryl guardò torvo la bottiglia nella sua mano e poi
buttò giù un altro sorso di quell'ingannevolmente
innocente liquore. Questa volta andò giù con più
facilità. Chiaramente il suo corpo aveva rinunciato ad andargli
contro sull'argomento. ''Come hai fatto a conoscere queste persone?''.
Merle si grattò distrattamente la guancia con le unghie sporche.
''Beh, devo essere onesto, non stavo messo proprio bene. Il Governatore mi ha
trovato e mi ha portato con lui. Mi ha fatto sentire il benvenuto''.
''Il Governatore?'', chiese Daryl con interesse.
''Questa è un'altra domanda!'', gli ricordò Merle con un
sorrisetto. Tese la mano verso la bottiglia. ''Il mio turno''.
Daryl gli consegnò a malincuore la bottiglia, non volendone
proprio più sapere di rispondere alle domande di Merle, ma non avendo nessuna scelta.
''Perché cazzo ti importava di quello che è successo a
quella bambina?''. Merle mandò giù rumorosamente un sorso
dalla bottiglia prima di deglutire esprimendo i suoi pensieri
sull'argomento. ''Stavi cercando un modo per infilarti nelle mutandine
di sua madre, è questo il motivo?''
Il viso di Daryl si indurì a sentir parlare di Carol in quel
modo. ''Bisognava trovarla e io ero l'unico in grado di poterlo fare''.
''Peccato che tu non ci sia riuscito''.
Il viso di Daryl si oscurò e la sua mano si strinse
involontariamente sulla bottiglia. ''No'', disse con voce roca, ''non
in tempo comunque''.
''E di nuovo hai scelto di restare con loro'',
osservò Merle.
''Non c'era più nessuna bambina da salvare, né nessun
altro motivo per il quale potessi ancora giocare a fare l'eroe.
Perché sei rimasto con Rick e i
suoi amici?''.
Daryl si strinse nelle spalle. ''Perché non rimanere con loro?
Non era come se avessi molte opzioni tra le quali poter scegliere''.
''Ti ho dato un'altra opzione quando sono arrivato alla prigione'',
osservò Merle. ''Non ti ho visto fare i salti di gioia alla
possibilità di poter partire con me''.
''E un'altra domanda?'', lo sfidò Daryl. Aveva bisogno di
ottenere quante più informazioni possibili da Merle prima che
l'alcool facesse il suo effetto su di lui. Daryl sentiva già la
testa leggera.
Merle gli prese la bottiglia dalle mani. ''Bene''. Un altro sorso di alcool. ''Spara''.
''Quante persone ci sono a Woodbury?''
''Una settantina all'incirca, prendere o lasciare''.
''Principalmente uomini, donne, bambini o un mix?''
Merle inclinò la testa da un lato e guardò Daryl con interesse. ''Perché ti importa?''
''Voglio sapere in che cosa sto per cacciarmi. Se si tratta sopratutto
di uomini, è un conto. Se si tratta sopratutto di donne e
bambini, allora è un'altra storia''.
''Come mai?''
Daryl si strinse nelle spalle. ''Le donne e i bambini hanno sempre bisogno che qualcuno badi a loro''.
''Pensavo che ti piacesse fare questo tipo di cose ultimamente'',
osservò Merle sardonico. ''Ti sei trasformato in una sorta di
Madre Teresa contro di me con tutti i
tuoi atti caritatevoli per quella gente alla prigione. Sei in cerca di
un nuovo santuario a Woodbury?''. Sorrise. ''Stai cercando qualcuno
che ti costruisca una statua per la tua nuova natura virtuosa appena
acquisita, ragazzo?''.
Daryl sostenne il suo sguardo con fermezza. ''E un'altra domanda? Non hai ancora risposto a tutte quelle che ti ho fatto''.
Merle fece un sorrisino. ''E' un mix. Ci sono abbastanza uomini forti e
capaci per poter proteggere la città, non dovrai temere che tutto il lavoro pesante venga assegnato a te''.
''Ed era quello che facevi lì?'', chiese Daryl rapidamente. ''Il lavoro pesante?''
Merle non rispose, si limitò a porgergli la bottiglia. Daryl
nascose la sua frustrazione per questo gioco e gli strappò la
bottiglia di mano. Buttò giù rapidamente un sorso e
deglutì, sentendo quel fresco calore propagarsi dalla sua gola a
tutto il resto del suo corpo. Daryl sbatté le palpebre un paio
di volte, nel tentativo di mettere a fuoco. Non aveva abbastanza cibo
nello stomaco per poter bere questa merda. Daryl si fece coraggio contro
l'imminente interrogatorio di Merle, trovando le sue domande sempre più difficili da
poter rispondere con un qualsiasi tipo di neutralità. Stavano tutte arrivando troppo vicine a casa, ma Daryl supponeva che fosse quello l'intento di Merle. Scosse la testa, cercando di schiarirsi la mente.
''Qual'è il tuo preferito?''
Le sopracciglia di Daryl si corrucciarono all'inatteso cambio di tattica di Merle. ''Che cosa?''.
''Chi del gruppo alla prigione è il tuo preferito?''.
Daryl si irrigidì. ''Non ne ho uno'', ringhiò. ''Per me sono tutti uguali''.
Merle sbuffò. ''Oh andiamo, ragazzo, questo gioco non
funzionerà se iniziamo a mentirci a vicenda. Hai un preferito,
proprio come me''.
Daryl lo guardò sorpreso. ''Hai un preferito?''. Fece un espressione incredula. ''Pensavo che li odiassi tutti quanti''.
''Vedi, dare le cose per scontate e avanzare supposizioni è un atteggiamento che ti
porterà parecchi guai, fratellino'', disse Merle con indifferenza. ''
Mi piace quel vecchio. E' intelligente, dice sempre quello che
pensa, non sempre ero d'accordo con lui, ma sai bene che pensa sempre
ad ogni singola parola che esce fuori dalla sua bocca. E' una cosa
rara. E quel ragazzo..-'', Merle ridacchiò, ''diavolo, ha l'aria
di uno che ti farebbe saltare via il cervello alla prima
occhiata. Sta facendo uscire fuori di testa suo padre con tutte queste
preoccupazioni e io non vedo l'ora. Sarebbe divertente da guardare''.
Daryl aggrottò la fronte. ''Allora, è Carl il tuo preferito''.
''Ed ecco, di nuovo, stai nuovamente supponendo, ragazzo. Ti avevo
avvertito in proposito''. Merle sembrava così rilassato poggiato
contro quel muro che fece diventare Daryl ansioso. ''Penso che tu
sappia chi è il mio preferito''.
Un muscolo si contrasse nella guancia di Daryl. ''Non lo so''.
''Beh, la piccola e cara boccuccia impertinente, ovviamente'', disse
Merle allegramente. ''Diavolo, non ho mai visto un tale cambiamento in
una donna. La prima volta che la vidi, non avrebbe detto un cazzo se la
sua bocca ne fosse stata piena. Invece adesso, ha tutti questi pareri e il
fuoco per portarli avanti''. Sorrise. '' Mi piace una donna che sa come
dare il meglio che ha in sé. Non sono per quelle cazzate da
vittima''. Merle ridacchiò. ''E riconosco che ha un bel senso
dell'umorismo malvagio. Queste qui sono sempre un inferno di gatte da
mettere nel sacco ma non mi dispiacerebbe affatto procurarmi un paio di graffi
nel cercare di ammansire quelle fighe..''.
Daryl stava combattendo contro la pulsante necessità di rompere
la bottiglia nella sua mano e sbatterla sulla faccia compiaciuta di
Merle. Sapeva esattamente che suo fratello stava immaginando di fare
delle cose a Carol nella sua testa in quel momento e il pensiero lo
stava facendo diventare matto. Daryl non aveva mai avuto questo tipo di
bisogno di infliggere del dolore prettamente fisico a Merle prima d'ora
e odiava sentirsi in quel modo. Ma si trattava di Carol, e non riusciva
più a moderare i suoi sentimenti quando si trattava di lei. Il
ricordo delle sue labbra gli tornò alla mente e il dolore della
separazione era ancora fresco. Nella sua vita ne aveva fatto una
missione, non dover mai contare su nessuno, non avere bisogno di
nessuno perché, alla fine, ti avrebbero sempre abbandonato ma con Carol la sua
risoluzione nel mantenere alta quella barriera tra sé e gli altri era
semplicemente svanita. Senza pensarci su, Daryl buttò giù
diversi profondi sorsi del liquore che stringeva tra le mani, sentendo
la necessità di smorzare tutte queste enormi e pericolose
emozioni contro le quali stava combattendo.
''E' anche la tua preferita, non è vero?''.
Daryl rimpianse il suo impulso a bere così velocemente quando tutto
quell'alcool bombardò il suo sistema tutto in una volta.
La stanza stava iniziando a girare attorno a lui e si prese un momento
per elaborare le parole di Merle. ''Che cosa?'', biascicò.
''Ho sempre pensato che fosse Rick, ma adesso riesco a vedere, boccuccia impertinente è anche la tua preferita''.
Daryl distolse lo sguardo, cercando di mantenere la sua espressione
neutra, ma visto che non riusciva più a sentire il suo volto,
non sapeva quanto stesse riuscendo nel suo intento. ''No, non lo
è'', disse con voce stridula.
Merle scoppiò in una risata. ''Cazzo se non sei mai riuscito a
mentire, fratello. Non so dove diavolo ho sbagliato con te su questo''.
Daryl gli rivolse uno sguardo cupo e spinse la bottiglia verso Merle.
''Chiudi quel cazzo di becco e bevi'', ringhiò. Merle sembrava
divertito quando prese la bottiglia. Bevve un sorso mentre Daryl
cercava di rimettere insieme i pezzi di quel puzzle. ''Dove..no
aspetta, chi-chi è Il Governatore, che cosa-che cosa fai per
lui?''.
''Tecnicamente sono due domande'', osservò Merle, ''ma mi sento generoso, quindi te lo concedo''.
Daryl chiuse un occhio e cercò di concentrare tutti i suoi
sforzi nel tentativo di mettere a fuoco solo con uno. ''Quindi?''.
''Governa Woodbury, è un convincente figlio di puttana, quando vuole''.
''E quando non lo vuole?''
''Allora è un bastardo spietato''. Merle sembrava indifferente.
''Fa quello che deve essere fatto per mantenere Woodbury in piedi''.
''Lo fa lui o lo fai-lo fai tu?''. Dannazione, stava farfugliando adesso?. Daryl scosse di nuovo la testa, incavolato con se stesso perché aveva già iniziato a perdere il controllo.
''Diciamo soltanto che godiamo di un rapporto reciprocamente
soddisfacente'', disse Merle seccamente. ''Diamo entrambi l'uno
all'altro ciò che vogliamo l'uno dall'altro''.
''Sembra quasi come se te lo stessi scopando'', disse Daryl esplicitamente.
Merle scoppiò in una risata all'osservazione. ''Non è il mio tipo''.
''Ok, allora che cosa facevi per lui?''. Daryl cercò di rimanere concentrato.
''Sono stato il suo braccio destro''. Merle sollevò la mano
protesica. ''Eh si, ho afferrato la battuta, non ti preoccupare. Ho fatto
in modo che le cose andassero bene per lui in città''.
Daryl non si fece illusioni sul che cosa questo significasse. ''Quindi, eri la sua puttana?''.
Merle inarcò un sopracciglio. ''Non sono la puttana di nessuno.
Ho sempre fatto le cose a modo mio per portare a termine il lavoro''.
''Ma stavi sempre facendo quello che lui ti chiedeva di fare''. Daryl
non riusciva a immaginare Merle seguire gli ordini di qualcuno.
''Mi sono solamente adattato, non vedo che cosa possa esserci di male''.
Daryl si domandò come mai Merle riuscisse ad applicare quella logica
alla sua situazione e tuttavia quando Daryl si ritrovò a dover fare la stessa cosa, lo
vedeva come una sorta di tradimento della lealtà nei suoi
confronti. Gli venne in mente che c'erano state sempre due tipi di
regole nella testa di Merle, quelle con le quali lui viveva e quelle
che applicava a tutti gli altri. Ed erano completamente diverse tra di
loro. Merle non gli diede l'opportunità di dire la sua su questo
particolare argomento, perché spinse un'altra volta la bottiglia
sotto il naso di Daryl.
''Bevi, raggio di sole''.
Daryl mandò giù a malincuore l'ennesimo sorso. Tutto
stava cominciando a diventare sfocato ora e Daryl stava lottando per
continuare semplicemente a rimanere seduto diritto senza scivolare su
un fianco, anche se sentiva come se lo stesse già facendo in ogni
caso, ma non ne era sicuro. Tutti i suoi sensi erano stati colpiti
dall'alta gradazione alcolica adesso e sperava fottutamente che Merle
rimanesse fedele alla sua parola di restare di guardia per gli zombie,
perché Daryl non era sicuro di essere in grado di
mettersi in piedi a questo punto, men che meno di combattere.
''Perché lei, perché Carol?''.
Daryl guardò verso Merle, sbattendo le palpebre per cercare di
concentrarsi sul volto del fratello. Sapeva che c'era una ragione per
la quale avrebbe dovuto fare attenzione nel rispondere a questa
domanda, ma che ne andasse della sua vita, Daryl non riusciva
più a ricordare esattamente qual'era questo motivo. Tutto questo
parlare di Carol gli stava facendo sentire ancora di più la sua
mancanza e una sensazione di desiderio lo sommerse totalmente. Voleva
guardare verso l'entrata di quella caverna e vedere Carol, lì di
fronte a lui , lei che lo faceva sentire come se non fosse
solo al mondo, come aveva sempre fatto.
''Ti ho detto perché non l'avrei mandata fuori a calci dal mio
letto'', lo incoraggiò Merle, non sembrando minimamente toccato
dall'alcool. ''Perché hai un punto debole per boccuccia
impertinente?''. Rivolse un ghigno divertito verso Daryl. ''O forse
più probabilmente un punto duro..''
Daryl rimuginò sulla domanda per un momento, ignorando le allusioni
sessuali e fissando la bottiglia che stringeva in mano. Era una bella
domanda e una che in realtà non si era mai posto direttamente.
''Mi piace il modo in cui mi guarda'', ammise finalmente a voce bassa.
''E' stata la prima a guardarmi come se io non fossi un pezzo di merda,
come se contassi qualcosa''.
''Perché mai la sua opinione ha così tanta importanza?'', volle sapere Merle.
Un lieve cipiglio si stabilì sul viso di Daryl. ''Perché
Carol riusciva a vedermi,
riusciva a vedere attraverso tutte le cazzate
e a dire che io sono una brava persona tanto quanto lo erano gli
altri''.
Anche adesso quel ricordo minacciava di sopraffarlo. ''Tanto quanto
loro'', sussurrò. Quelle parole erano state una rivelazione per
Daryl
e furono il fondamento sul quale iniziò a vedere se stesso e il
gruppo in un altro modo. Per tutta la sua vita, Daryl aveva
disperatamente voluto adattarsi e non essere solo e per tutta la sua
vita aveva finto che questo non fosse vero. I suoi primi tentativi
di instaurare delle amicizie da bambino erano sempre stati ostacolati o
da Merle o da
suo padre e alla fine, Daryl aveva rinunciato. Aveva fatto finta che
non avesse bisogno di nessuno e che non voleva essere desiderato da
nessun altro. Aveva fatto un lavoro talmente buono nel recitare quella
parte, che lui stesso aveva finito con il credere che fosse vero. Se
non altro, fu così fino a quando Carol buttò giù
quel muro di auto-protezione, come un piccolo terrier, puntando
i piedi ostinatamente e rifiutandosi di essere respinta. Carol lo aveva
costretto a dire la verità su se stesso e su quello che
desiderava. Diavolo, lo stava facendo ancora adesso e anche se la
maggior
parte del tempo tutto questo lo spaventava a morte , Daryl pensava
sempre di più, che per quella corsa valeva la
pena rischiare una caduta. Daryl non si era mai sentito come se
fosse
apposto con se stesso. Non era in sintonia con il modo che aveva Merle
e anche suo padre, di fare le cose. Non voleva drogarsi e picchiare le
donne. Non voleva passare tutto il tempo a confrontarsi e essere il
leader. Tutte le cose che quelle che Merle e il suo papà
additavano come
caratteristiche dell'essere un vero uomo, non avevano alcun
senso per Daryl. Non voleva imbrogliare e derubare la gente solo
perché poteva farlo, o perché pensava che fosse un suo
diritto, non gli era mai sembrato giusto. Daryl si era sempre sentito
come un emarginato all'interno della sua famiglia. ''Mi ha
mostrato che potevo appartenere a qualcosa, che appartenevo già
a qualcosa. E' tutto quello che ho sempre desiderato''. Non sapeva
nemmeno se avesse pronunciato davvero quelle ultime parole, parole
troppo rivelatrici pronunciate ad alta voce e il suo sguardo si
spostò velocemente su Merle per vedere la sua reazione.
Merle non sembrava averne una. ''Non hai bisogno che qualcuno ti dica chi sei, fratellino. Non è il loro compito''
Ma ho bisogno delle altre persone per poter mostrare a me stesso chi sono io
veramente, altrimenti non c'è ragione di continuare a respirare.
Daryl fece in modo che quelle parole non lasciassero mai le sue
labbra. Merle si sarebbe sicuramente fatto beffa del suo sentimentalismo e lo avrebbe definito un debole. Merle poteva anche
affermare di non aver bisogno delle persone ma Daryl si. Adesso lo
sapeva e non poteva tornare indietro e fare finta che fosse il
contrario, non importava quanto questo avrebbe fatto incazzare suo
fratello. ''Quindi, Woodbury'', incoraggiò Merle, ''ci andremo
domani?''. Gli venne in mente un pensiero. ''A meno che tu non li abbia
fatti incazzare e non ti abbiano cacciato via..''.
L'espressione di Merle era una di totale innocenza. ''E ora perché mai dovresti pensare una cosa del genere, ragazzo?''.
Daryl non si fece problemi. ''Perché- perché ti conosco'', biascicò.
''Non mi sono giocato il mio cartellino di benvenuto a Woodbury'',
disse Merle con sicurezza. ''Effettivamente, Non sarei affatto sorpreso se mi
organizzassero un corteo di benvenuto quando tornerò, sano e salvo e cazzate varie''.
''Un cor-corteo?'', sbuffò Daryl.
''Sono molto amato in quel posto, fratellino'', gli assicurò Merle. ''Molto amato ti dico''.
Quel pensiero fu estremamente divertente per Daryl che non poté fare a meno di iniziare a ridacchiare.
Merle gli sorrise. ''Non credi al fatto che potrebbero organizzarmi un corteo, ragazzo?''
''Oh è una cosa che ho già visto'', ridacchiò
Daryl, ''e non è stata una cosa poi così carina''.
Merle gettò indietro la testa e scoppiò in una risata.
''Oh si cazzo, quella settimana a Tijuana, quello si che fu un fottuto bel
periodo. Ricordi che non riuscimmo a tornare sobri per il resto della
settimana?''
''Ricordo il tuo nudo culo bia-bianco schizzare da una parte all'altra
mentre cerca-cercavi di oltrepassare quel toro che era riuscito a
scappare dal corteo'', disse ridacchiando tra una parola e l'altra.
''Non importa quanto avessi bevuto, non riuscii a levarmi
quell'immagine dalla testa per il resto della settimana''. Daryl non
ricordava esattamente come Merle fosse finito nudo in mezzo al corteo
in quel momento, ma ricordava che era stato fottutamente divertente.
''Beh ho un bel culo'', sorrise Merle. ''Dovresti considerarti fortunato di essere riuscito a vederlo, ragazzo''.
Daryl non riuscì a fare a meno di ridacchiare all'incessante
auto promozione di Merle. Merle scoppiò in una risata stridula,
unendosi a quel ricordo di una situazione decisamente meno
complicata, anche se in quel momento non era sembrato
affatto così. ''Ri-ricordi quel ragazzo nel
negozio'',ansimò
Daryl tra una risata e l'altra, ''a quanto stava strillando di metterti
addosso qualcosa fino a quando non si è reso conto del toro e
allora-allora dopo ha cercato di nascondersi dietro di te?''
Anche Merle stava ridendo al ricordo. ''Mi teneva così stretto
che alla fine di quell'abbraccio ho pensato che ormai stessimo insieme''.
Daryl scoppiò a ridere e i due fratelli continuarono a ricordare
insieme quella settimana selvaggia in Messico, senza preoccuparsi che
la loro ilarità potesse attirare l'attenzione dei non morti. Si
era sentito come se fosse passato troppo tempo dall'ultima volta che
l'avevano fatto e per un momento, Daryl si dimenticò di tutto il
resto e si limitò a divertirsi condividendo alcuni dei bei
momenti del tempo trascorso insieme a Merle. Il liquore e i
ricordi potevano farti scordare di tutte le cose che per te erano
importanti per un breve periodo di tempo, i due fratelli si
presero una tregua dalle difficoltà della situazione in cui si
trovavano e dal loro difficile rapporto.
ooooOOOOOoooo
Daryl
era sprofondato in un sonno profondo e senza sogni, grazie all'alcool
che scorreva nel suo sistema mentre Merle era rimasto tranquillamente
seduto a pensare all'ultimo paio di giorni per lungo tempo. Aveva
giocato a fare il finto morto ad ogni singola sorsata di quel liquore
che aveva buttato giù ma in realtà aveva soltanto un
leggero formicolio, a differenza di Daryl che era crollato. Merle
fissò il fratello mentre dormiva e rifletté sul fatto di
essere sicuro che Daryl aveva lasciato intendere molto più di
quanto non avesse avuto intenzione di fare davvero. Questo gli aveva
fatto realizzare quanto si fosse sbagliato sui veri sentimenti che
Daryl provava per il gruppo e l'impatto che questi ultimi avevano su di
lui. Aveva pensato che una volta che fosse riuscito ad allontanarlo
dalla loro influenza, Daryl avrebbe iniziato nuovamente a vedere le
cose dal suo punto di vista, come aveva sempre fatto. Solo che questo
non stava affatto accadendo e dopo aver ascoltato il modo in cui Daryl
aveva parlato degli altri e in particolare di Carol, Merle sapeva che
non avrebbe affatto funzionato. Merle sottovalutava raramente le
persone o le situazioni, era un motivo d'orgoglio per lui, ma lo aveva
fatto con il gruppo alla prigione. L'unica cosa sulla quale Merle aveva
sempre potuto fare affidamento era il fatto che Daryl sarebbe stato
sempre fedele a lui per primo e prima di tutti. Era un pensiero che era
nato dopo essere riusciti a sopravvivere a quel buco di merda che
chiamavano casa, insieme. Solo loro conoscevano gli orrori che avevano
sperimentato e questo li aveva legati indissolubilmente, ancora
più vicini. Erano sempre stati lui e Daryl contro il mondo,
questo era il modo in cui Merle vedeva il loro rapporto. Era un rifugio
sicuro, l'unica cosa sulla quale aveva sempre potuto contare. Definiva
lui tanto quanto sapeva che aveva definito anche Daryl. Solo che ora
tutto questo era cambiato.
Suo fratello amava quel gruppo più di quanto amava lui.
Merle fu costretto a trattenere un improvviso groppo alla gola a quel
doloroso pensiero. Fece una smorfia, arrabbiandosi con se stesso per
essere stato così debole, anche mentre quelle emozioni
continuavano ad agitarsi dentro di lui. Merle fissò la figura
addormentata di Daryl, sentendo una lenta fitta di rabbia crescergli
dentro al pensiero che suo fratello potesse decidere di abbandonarlo in
quel modo. Non aveva mai avuto abbastanza da questo mondo, ma l'unica
cosa sulla quale Merle aveva sempre pensato di poter contare era la
fedeltà di Daryl. Era uno di quei casi in cui capivi
l'importanza di un qualcosa solo quando questa ti veniva portata via.
Merle si sentiva dilaniato al pensiero di aver veramente perso Daryl,
la sua unica famiglia in questo mondo, l'unica persona con la quale
avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Non poteva stare
là seduto e fingere che questo tradimento non avesse importanza.
La mano di Merle continuava ad aprirsi e chiudersi in un pugno,
tradendo inconsciamente il suo tumulto interiore. Merle amava suo
fratello, ma gliela avrebbe fatta pagare cara per averlo ferito in
questo modo. Forse se Daryl avesse visto per quanto ancora a lungo
Merle avesse avuto intenzione di tenerlo nella sua vita, allora suo
fratello avrebbe capito chi si meritava maggiormente la sua
lealtà. Un'espressione dura prese posto sul volto di Merle
quando capì finalmente quello che doveva fare. Una volta
per tutte, Daryl sarebbe stato costretto a scegliere chi amava di
più.
Merle avrebbe fatto in modo di esserne certo.
ooooOOOOOoooo
Le
fitte alla testa furono il motivo per il quale Daryl
si svegliò. Si sforzò di aprire gli occhi e un
lamento involontario uscì dalle sue labbra quando il sole di
metà mattina gli colpì gli occhi e gli causò un
nuovo fastidio nel suo corpo già dolorante. Daryl sollevò
la testa palpitante da terra e si guardò confusamente intorno.
''Merle?'', gracchiò, disorientato da che ora fosse. Quel
liquore lo aveva steso seriamente e Daryl fece fatica a ricordare tutti
gli avvenimenti della notte appena trascorsa. Cercò di inumidire
le sue labbra screpolate, provò ad accumulare abbastanza saliva
nella sua gola riarsa prima di deglutire. Daryl si costrinse a mettersi
seduto, ondeggiando incontrollabilmente quando il suo equilibrio
rispose con lentezza. Poggiando una mano sulla parete della grotta,
Daryl cercò di mettersi in piedi. ''Merle!'', chiamò di
nuovo, questa volta più forte. Daryl emise un grugnito di dolore
quando la sua voce risuonò in un eco dentro la sua testa.
''Cazzo..', sibilò dolorosamente. Questa sbornia stava per
ucciderlo ... almeno sperava. Daryl gettò uno sguardo intorno
alla grotta, notando il fuoco ormai spento e la mancanza di qualsiasi
oggetto di proprietà di Merle. Fece una smorfia, una prima
sensazione di disagio si stabilì nel suo stomaco nauseato.
Daryl si mise in piedi sulle gambe malferme e barcollò fuori
dalla caverna. Si mantenne in posizione verticale con una mano poggiata
contro l'apertura della caverna mentre cercava suo fratello.
''Merle!!'' sibilò, ignorando il dolore alla testa.
L'abilità di pensare stava ritornando prepotentemente, mentre
realizzava che non c'era segno di suo fratello da nessuna parte. Il suo
zaino e la sua pistola erano spariti e lo stomaco di Daryl si strinse
dolorosamente quando una sensazione di malessere e terrore si scatenava
pian piano dentro di lui. Merle era sparito e Daryl sapeva senza ombra
di dubbio dove era diretto. Non riusciva a capire come potesse esserne
così sicuro, era solo un istinto che urlava nella sua
testa e gli suggeriva di darsi una mossa.Una scarica di adrenalina
fece raccogliere lo zaino a Daryl e lo fece precipitare in una corsa
disperata, sfrecciando attraverso quei boschi con un solo pensiero in
testa.
Doveva arrivare alla prigione prima che fosse troppo tardi . . .
|
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Capitolo 34 *** Capitolo 35 ***
echoes capitolo 35
Capitolo 35
Nota : Chiedo umilmente venia per
il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo e la relativa lunga
attesa ma non è un periodo semplice per me, sono stata molto occupata
con diversi impegni e quindi non ho avuto modo di dedicarmi alla
traduzione così come volevo. Spero di non avervi deluso troppo e di
ritrovarvi sempre tutti presenti! Lettrici e lettori silenziosi o meno
:) Spero che questo capitolo vi piaccia! Un bacio e buona lettura! XXX
I polmoni di Daryl erano in fiamme ma lui si rifiutò di
smettere di correre. Non aveva idea di quanto vantaggio avesse Merle
rispetto a lui, ma ogni prezioso secondo che passava e Daryl non
era ancora ritornato alla prigione, sembrava essere un altro secondo
più vicino al disastro. Daryl stava cercando di capire che cosa
avesse
intenzione di fare Merle e la cosa che lo preoccupava di più era
la consapevolezza che, forse, probabilmente nemmeno suo fratello ancora
lo
sapeva. Merle era un opportunista. Era abituato a pensare su due
piedi e ad approfittarsi di qualsiasi situazione potesse capitargli.
Questo poteva significare qualsiasi cosa quando si trattava
del gruppo alla prigione. Il pensiero lo fece correre ancora più
veloce, mentre si apriva la strada attraverso la fitta boscaglia. Aveva
trovato alcune delle tracce iniziali di Merle, quel tanto che bastava a
suggerirli che aveva ragione a sospettare riguardo alla direzione che
aveva preso
suo fratello. Ora non si stava più preoccupando di seguire
le tracce, correva e basta, trasformando la paura in combustibile
per
la sua adrenalina. Il sudore gli colava sugli occhi, offuscandoli la
vista e non gli diede abbastanza tempo per reagire a quello che accadde
dopo.
Lo scontro gli fece perdere l'equilibrio e lo sbalzò a terra
strappando via la balestra dalla sua spalla nella caduta. Fece un
giro completo
su se stesso prima di colpire il suolo, lasciandosi sfuggire un sibilo
rumoroso quando l'aria venne completamente sbattuta fuori dai suoi
polmoni lasciandolo senza fiato. Per una frazione di secondo Daryl non
riuscì a comprendere quello che gli era appena accaduto e fu un
tempo sufficiente
per far si che il vagante contro il quale si era scontrato si rimise in
piedi. Quell'essere era sbucato fuori da dietro un albero e Daryl era
andato a sbattere proprio contro di lui. Non aveva fatto nemmeno in
tempo a percepire la forza dell'impatto talmente tanta era l'adrenalina
che
scorreva nel suo corpo. Il vagante si trascinò pesantemente
verso di lui, la fame era dipinta dovunque sul suo volto, lungo
le guance e le orbite dei suoi occhi infossati, mentre si lanciava
al sentore di quella carne fresca. Daryl
era sdraiato sulla schiena e istintivamente sollevò entrambe le
sue gambe calciando contro il petto del vagante per allontanarlo da
lui. Funzionò, lo zombie barcollò all'indietro di qualche
passo, quasi perdendo l'equilibrio, ma non del tutto. La mano di Daryl
corse lungo la sua cintura alla ricerca del coltello, era sparito,
l'aveva perso a causa dell'impatto. Si guardò intorno
freneticamente fino a scorgerlo dalla parte opposta, alle spalle
di quella
creatura, fuori dalla sua portata. Quell'essere bavoso barcollò
nuovamente nella sua direzione e Daryl rotolò abilmente
fuori dalla sua
portata, afferrando tra le mani una roccia abbastanza grossa nel
mentre. Si
gettò con una spallata contro il vagante, caricando nuovamente
contro di lui e questa volta riuscì a mandarlo al tappeto. Daryl
sollevò la roccia in una mano e l'abbatté con
tutta la forza di cui era capace contro il cranio dello zombie
ringhiante.
Ci fu un rassicurante rumore di scoppio quando il cranio del vagante cedette
sotto la violenza del colpo di Daryl. Capì immediatamente di
aver procurato abbastanza danni al cervello da sapere che il loro
conflitto era giunto al termine, ma non riusciva a imporsi di smettere
di martellare quella roccia contro la sua testa più e più
volte. Una rabbia improvvisa esplose nel profondo e si ritrovò a
ridurre in polvere il cranio di quell'ex povero uomo, fracassando il
suo cervello e riducendo le sue ossa in polvere e frantumi. Sangue e pezzi di
cervello annerito schizzarono sul suo volto e sul suo petto mentre
Daryl continuava il suo frenetico attacco contro quella creatura ormai
defunta. La rabbia e la frustrazione che aveva cercato di tenersi
dentro per tutto quel tempo furono improvvisamente scatenate in un bagno di
sangue e violenza. Tutto quello che Merle doveva fare era
scegliere di essere suo fratello piuttosto che il cazzuto Merle Dixon,
se solo lo avesse fatto niente di tutto questo sarebbe successo. Daryl
sapeva che in fondo Merle avrebbe potuto trovare un modo per adattarsi
agli altri, se davvero ci avesse provato. A quel punto lui avrebbe
avuto tutto, avrebbe avuto suo fratello e avrebbe avuto una vera
famiglia alla quale appartenere. Ma Merle non era stato in grado di
dargli questo nemmeno ora, nemmeno adesso che il mondo era finito
e non c'era nessun altra possibilità di trovare un altro modo in cui
poter sopravvivere. Le cose non dovevano per forza essere come erano sempre
state. C'era una via d'uscita, ma Merle si rifiutò anche solo di
prendere in considerazione questa possibilità e si aspettava che
Daryl seguisse il suo esempio, o meglio, la sua inerzia.
Per Daryl quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso
e lo capì mentre
faceva pagare a quel vagante tutte le delusioni più amare della
sua vita, tutte quelle persone che avevano affermato di amarlo, che
avrebbero dovuto coprirgli le spalle e prendersi cura di lui. Non era
mai stato la priorità di nessuno di loro, non di Merle, non di
suo padre, non di sua madre, nemmeno una volta. '' Perché?!!!''
urlò contro il cadavere senza vita che giaceva con il volto fuso
in un ammasso di tessuti distrutti. ''Perché non posso essere
abbastanza per nessuno di loro?!''. Daryl trattenne un singhiozzo
disperato quando tutta la forza finì per abbandonare il suo
corpo. Lasciò
scivolare la roccia dalla sua mano, i suoi muscoli erano doloranti a
causa dell'energia che aveva appena utilizzato per fare a pezzi
quell'ultimo vagante. Cercò di trattenere un successivo
singhiozzo mentre cadeva in ginocchio, le nocche conficcate nel terreno
con i gomiti rigidi mentre tentava di tenersi in piedi in qualche
modo. Lacrime salate si mescolarono con il sudore ancora più
salato mentre Daryl lottava per cercare di riprendere il controllo, il
petto che ansimava dolorosamente. ''Accidenti a te, Merle'',
gracchiò in modo convulso, il dolore che percepì nella
sua stessa voce lo fece sussultare. ''Non doveva andare così.
Perché mi stai facendo questo?''. In quel momento odiava suo
fratello per averlo messo con le spalle al muro in questo modo, angolo
dal quale probabilmente solo uno di loro sarebbe potuto uscire vivo. La
verità era che, prima che Daryl conoscesse gli altri, avrebbe
lasciato che Merle si prendesse la sua stessa vita se si fosse arrivati
a tanto. Merle
pensava che fosse troppo tenero, ma Daryl sapeva che era solamente
perché aveva sempre considerato la vita di Merle molto
più preziosa della sua per così tanto tempo. Pensava
solamente che non valesse la pena combattere solo per se stessi. Ma ora
che delle altre persone avevano combattuto per lui Daryl aveva
finalmente iniziato a credere che forse lui valeva molto di più
rispetto al permettere a qualsiasi altra persona di prendere decisioni
al posto suo. Adesso Daryl aveva qualcosa per cui vivere, un posto
al
quale appartenere e una donna che sorrideva tutte le volte che lui
faceva il suo ingresso in una stanza e tutto questo gli fece venire
voglia di non arrendersi, non senza prima aver combattuto.
Anche se la persona contro la quale doveva combattere era proprio Merle.
Il pensiero gli fece male al cuore più di qualsiasi altra cosa.
Merle avrebbe potuto far parte di questa nuova vita, avrebbe potuto
fare la differenza, ma, invece, lo stava costringendo a combattere
contro di lui fino alla morte per poterla avere. Daryl era consapevole
del fatto che non c'era un altro modo e strinse gli occhi per via della
profonda sofferenza che questo pensiero gli stava causando. In
lontananza poté
sentire il ringhio e i grugniti dei vaganti ai quali il rumore della
sua precedente lotta contro il vagante steso accanto a lui non erano
passati inosservati. Daryl si mise in piedi per pura forza di
volontà. Inciampò sulle sue gambe malferme e andò
a raccogliere il coltello e la balestra prima di irrompere nuovamente
in una corsa trafelata, desideroso di allontanarsi prima che qualche
altro vagante potesse anche solo scorgerlo. Doveva tornare al carcere e
avrebbe scatenato l'inferno per farlo. Per la prima volta da quando era
solo un bambino, Daryl pregò disperatamente supplicando chiunque
avesse cura di ascoltarlo che non fosse già troppo tardi ...
ooooOOOOOoooo
Carol bussò piano all'ingresso della cella di Axel e gli sorrise con dolcezza. ''Hey, ti dispiace se entro un attimo?''
Axel sollevò lo sguardo dal punto in cui era seduto sul suo
letto a castello e rispose al suo sorriso. ''Oh, ciao Carol. Si, certo,
fai pure come se fossi a casa tua''.
Carol entrò nella sua cella e gli porse un piatto di cibo. ''Abbiamo sentito la tua mancanza stamattina a colazione''.
Axel guardò il cibo che Carol gli stava offrendo. ''Non avevo
molta
fame''. Prese il piatto e aggiunse ''Ma credo di poter mandare
giù qualcosa dal momento che ti sei disturbata a portarmi il
servizio in
camera''. Axel guardò il piatto di fagioli. ''Grazie.. Carol''.
Carol si mise a sedere sul letto accanto a lui. ''Nessun disturbo.
Volevo solamente assicurarmi che tu stessi bene. So che senti ancora la
mancanza di Oscar''.
''Ho avuto un incubo su di lui proprio l'altra notte'', confessò Axel
tristemente. ''Oscar mi dava la caccia e mi lanciava contro la sua
stessa testa''.
Carol arricciò il naso mentre cercava di dipingere mentalmente quell'immagine. ''Mi dispiace..''.
''Va tutto bene'', disse Axel con un sospiro. ''Mi ha mancato la
maggior parte delle volte''. Si indicò il volto. ''Oscar non
aveva più la testa, quindi la sua mira era decisamente scarsa''.
''Credo che abbia senso'', rispose Carol gentilmente.
Axel si mise una cucchiaiata di fagioli in bocca e guardò Carol
mentre masticava. ''Che cosa mi dici di te, va tutto bene?''
Carol annuì. ''Certo, perché non dovrebbe?''
''Perché Daryl se n'è andato'', disse Axel semplicemente.
Non aveva bisogno che qualcuno glielo ricordasse. ''Lo so'', disse
piano. Carol stava cercando di tenersi occupata, il che era facile da
fare con la vita alla prigione, ma sentiva ancora l'assenza di Daryl
quasi come se avesse perso una parte importante di se stessa. Era quasi
come se un grosso pezzo del suo cuore si fosse staccato e avesse
varcato quel cancello e Carol non sapeva se l'avrebbe mai più
avuto indietro. Cercava di non pensarci perché il solo pensiero
la
paralizzava e non c'era più posto per questo tipo di indulgenze
al giorno d'oggi.
''Lo ha fatto per te, questo lo sai''.
Carol lo guardò sorpresa. ''Che cosa?''. Le sue spalle si irrigidirono sulla difensiva. ''No, non l'ha fatto''.
''Certo che si, Daryl è andato via per tenerci al sicuro, per tenere tutti al sicuro, ma sopratutto lo ha fatto per te''.
Carol si morse il labbro inferiore, sorpresa per l'intuizione di Axel. ''Che cosa te lo fa pensare?''.
''Merle ha decisamente qualche problema in testa'', osservò Axel
distrattamente. ''Era una bomba a orologeria che cercava soltanto un
motivo per esplodere e Daryl si è messo tra lui e noi per
cercare di impedirgli di farci del male''.
Carol non poté fare a meno di sentire che quella era una
conclusione piuttosto semplicistica della situazione. ''Daryl voleva
solamente provare a fare quello che era giusto per Merle. Sono
fratelli e questo è un tipo di legame molto profondo. Daryl ama suo
fratello''.
Axel si strinse nelle spalle. ''Puoi provare ad amare chiunque tu
voglia ma questo non impedirà a questo qualcuno di cercare
comunque di provare a farti fuori. Un po come me e quelle
enormi caramelline spacca mascelle''.
Carol sapeva che non avrebbe dovuto chiederglielo. ''Una caramellina ha cercato di ucciderti?''.
''Un giorno starnutì con una di quelle ancora in bocca, mi
rimase bloccata in gola e poco ci è mancato che morissi
soffocato''. Axel
strinse le labbra. ''L'unica cosa che mi ha salvato alla fine è
stato l'essere investito da quella macchina. Sono riuscito a sputarla
fuori in qualche modo e mi sono solamente rotto entrambe le braccia
durante il processo'', finì di raccontare con orgoglio.
Carol non sapeva se ridere o piangere per via delle disgrazie di Axel,
che riusciva sempre a trovare una via d'uscita in qualche modo. ''Sei
stato fortunato'', disse, cercando di non lasciar trasparire alcuna
traccia di ironia nel suo tono di voce.
La sua testa andò su e giù. ''Si, lo sono stato
davvero''. Axel sorrise. ''Sai, sei veramente dolce, Carol. Secondo te
avrei potuto mai avere qualche speranza con te se non ci fosse
già stato Daryl?''.
In quella frase c'erano troppe cose con cui Carol non sapeva che fare. ''Tu mi piaci Axel, molto. Ma non in quel modo''.
''Per via di te e Daryl''. Concluse Axel cercando di prenderla con filosofia.
Carol si mosse un po a disagio. ''Non c'è niente tra me e lui, Axel, non siamo una coppia''.
Axel la fissò come le fosse appena spuntata una seconda testa.
'' Certo che lo siete. Diavolo, è stata la prima cosa che ho
notato dopo avervi incontrati''.
Carol si sentì arrossire leggermente e fu grata della scarsa
illuminazione nella cella. ''No, Axel, le cose non stanno affatto
così''. Era malinconia quella che aveva appena percepito nella
sua voce? Carol aveva desiderato ardentemente che a lei e Daryl fosse
concesso più tempo per chiarire il significato di quei baci.
Sapeva che cosa avevano significato per lei e pensava di avere una vaga
idea di cosa avessero significato per Daryl, ma a una donna piace
sentire questo tipo di affermazioni direttamente dalle labbra del suo
uomo. Cercare di indovinare che cosa Daryl potesse pensasse di lei
aveva disturbato il suo sonno più di quanto Carol avrebbe mai
ammesso. Sempre se lui stava ancora pensando a lei.
''Si. Lo siete. Daryl ti guarda come il mio Bubba guardava Nibbles''.
Carol lo fissò inarcando un sopracciglio. ''Questa frase
dovrebbe avere qualche tipo di significato per me o semplicemente ho appena
avuto un ictus?''
Axel sorrise alla sua presa in giro. ''Bubba era il nostro maialino
quando io ero solo un bambino, era come una vera persona per me''.
''E Nibbles?''
''Era il criceto di mio fratello''. Si sporse in avanti in modo
complice. ''Erano innamorati. Bubba non avrebbe mai permesso a Nibbles
di sparire dalla sua vista. Aveva perso la testa per quel piccolo
bastardo peloso e se lo sarebbe portato dietro ovunque. Una volta
avevano persino dormito insieme. Bubba lasciava che Nibbles mangiasse
il suo cibo e avrebbe staccato una mano a morsi a qualsiasi persona
avesse cercato di avvicinarsi a quel criceto. Era veramente molto
protettivo nei suoi confronti''. Axel si grattò distrattamente una vecchia
cicatrice sulla mano. Carol pensò che c'era una buona
probabilità che fosse un ricordo correlato a Bubba. Axel
sospirò. ''Al punto dal diventare un pericolo vero e proprio in
proposito. Morse il dito di mio padre così forte da staccarglielo di netto un
giorno in cui cercò di prendere Nibbles.'' Agitò il
mignolo davanti alla faccia di Carol. ''Il suo mignolino. Dannazione, non
ho mai visto mio padre così arrabbiato''.
Carol pensava che ci fosse una morale dietro tutta questa storia, ma
non era esattamente sicura di quale fosse. ''Immagino quanto questo possa
aver fatto infuriare tuo padre''.
Axel annuì. ''E anche qualcun altro. Alla fine c'era solo una cosa che potevamo fare''.
Carol gli lanciò un'occhiata di traverso. ''Sarebbe?''
''E' diventato la nostra cena'', disse Axel semplicemente.
Carol sbatté le palpebre. ''.. Che cosa?''.
''Il maiale intendo, non il criceto'', disse Axel velocemente. ''Non
valeva la pena disturbarsi con quel povero criceto, non aveva molta carne
addosso e scuoiarlo sarebbe stato un inferno''. La stava
guardando come se quello che le aveva appena detto dovesse in qualche
modo farla sentire meglio, ma Carol non aveva idea del
perché.
Arricciò nuovamente il naso. ''Ricordamelo di nuovo, in questa
storia io sarei il maiale o il criceto?'', chiese Carol esitante.
''Questo non ha nessuna importanza'', disse Axel sprezzante, ''ma hai capito qual'è il punto, vero?''.
Carol inarcò un sopracciglio. ''Questa storia dovrebbe averne
uno?''. Qualsiasi collegamento Axel avesse cercato di fare tra lei e
Daryl che si concludeva con uno di loro che finiva per essere
mangiato non era una cosa alla quale Carol voleva pensare veramente.
''A volte l'amore non ha nessun senso e dall'esterno può
sembrare che sia sbagliato, ma questo non significa che non valga la
pena lottare per averlo, anche se alla fine non dovesse andare a finire
come pensavi''. Axel si strinse nelle spalle. '' Ne vale la pena. Se
non altro, penso che sarebbe quello che avrebbe detto Bubba, sai, se
non fosse morto''. Lui esitò. ''E un maiale.. perché i
maiali non parlano''.
Le labbra di Carol si contrassero mentre cercava di abbinare il suo
umore a quello grave di Axel. ''Beh, ti ringrazio, Axel. Mi
hai dato molto a cui pensare.''. Come
il fatto che probabilmente non avresti dovuto abusare così
tanto di quelle droghe in passato come invece hai evidentemente fatto.
Axel
sembrò essere compiaciuto dalle sue parole e questo lo
incoraggiò a esporsi ulteriormente sulla sua filosofia riguardo
l'amore. ''Penso che l'amore sia come ricevere un pugno in faccia,
capisci quello che intendo dire?''
''No, non lo capisco davvero''.
''A volte lo vedi arrivare altre volte ti prende alla sprovvista, ma in
un modo o nell'altro, sai che è accaduto perché lascia
sempre il segno''.
Carol lo stava fissando ora. ''Mi chiedo perché Hallmark non
abbia mai pensato di fare una cartolina riportando le stesse identiche
parole..''
rifletté impassibile.
Axel si strinse nelle spalle. ''Me lo chiedo anch'io''. Le rivolse un
sorriso sbilenco. ''Credo di aver solo cercato di dirti che tu e Daryl
siete stati fortunati ad appartenervi in questo modo e se le cose
fossero andate diversamente, so per certo che mi sarebbe piaciuto tanto
cercare di darti quel pugno in faccia, Carol..''
Rick scelse proprio quel momento per passare davanti alla cella di
Axel. Si fermò di colpo e gli rivolse uno sguardo scioccato.
''Ma che diavolo..?''. Lo sguardo di Rick si spostò su Carol.
''Carol, stai bene?''.
Carol cercò di non scoppiare a ridere mentre tendeva una mano
verso Rick per rassicurarlo, scuotendo la testa. ''Va tutto bene'',
disse divertita. ''Che tu ci creda o no, Axel stava solo cercando di
essere dolce''.
L'espressione di Rick si fece seria mentre rivolgeva uno sguardo severo
verso Axel. ''Prendere una donna a pugni in faccia non mi sembra una
cosa poi così dolce'', ringhiò.
''Non era quello che intendevo dire'', disse Axel in fretta. ''Non
prenderei mai una donna a pugni. Stavamo solamente parlando
dell'amore''.
Rick inviò uno sguardo confuso a Carol nella speranza di avere un qualsiasi tipo di chiarimento.
Carol si limitò a sorridere. ''Mi piacerebbe davvero poterti
spiegare ma non credo di aver capito molto oltre al fatto che in questa
storia sono presenti un maiale ed un criceto'', disse ironicamente.
''Va tutto bene, Rick, non ti preoccupare. Siamo apposto qui''.
Rick sembrava titubante sul lasciarli da soli. ''Va bene..'', disse
lentamente alla fine, ''ma giusto perché tu lo sappia, se hai
bisogno di me sarò nella mia cella, a pochi passi, Carol''. Con
un ultimo sguardo puntato verso Axel, Rick continuò a camminare
oltre.
Axel sospirò. ''Perfetto, ora avrò anche Rick addosso''.
Fece una smorfia. ''Che cosa c'è di sbagliato in me? Continuo a
peggiorare le cose con te''.
Carol posò la mano sopra la sua. ''Non lo hai fatto, Axel. Apprezzo tutto quello che hai detto, sul serio''.
''Sai che Daryl tornerà per te, vero?''. C'era così tanta
certezza nella sua voce che in realtà riuscì a infonderle un po di
speranza.
''Forse..'', disse lei piano.
''No, andrà così. L'ho sognato''.
''Un altro sogno?'' chiese Carol con indulgenza.
''Esattamente. Tu stavi imprigionata sopra una torre e Daryl buttava giù una
porta a calci e uccideva il mostro di Loch Ness per salvarti. Era
veramente molto romantico''.
Carol si stava mordendo l'interno della guancia per cercare di mantenere seria la sua espressione. ''Sembra proprio di si''.
''Esattamente, anche se non ho ancora capito perché era vestito
come Dolly Parton'', rifletté Axel pensieroso. Subito dopo fece
una smorfia. ''Non ho intenzione di mentire con te, ma diciamo che
Daryl non è esattamente quel che si dice una bella ragazza''.
Axel si illuminò all'improvviso. ''Anche se devo ammettere che
aveva delle belle gambe''. I suoi occhi si spalancarono e sembrò
improvvisamente preoccupato. ''Non dirai a Daryl quello che ti ho detto
la prossima volta che lo vedrai, vero?'', disse Axel frettolosamente
prima di fermarsi a guardare un punto non meglio identificato con aria
contemplativa. ''A meno che non pensi che questo commento sulle sue gambe
possa in qualche modo rendermi più simpatico ai suoi occhi,
in quel caso puoi pure dirglielo''.
''Vedrò di prendere in considerazione quest'importante decisione
se mai dovesse saltar fuori in una conversazione'', gli promise Carol,
con i muscoli
del viso doloranti a causa del difficile sforzo che stava operando per
non scoppiare a ridere. D'impulso si chinò e diede ad Axel un
bacio sulla guancia. ''Non cambiare mai, Axel. Il mondo ha bisogno di
te così come sei''.
Axel le sorrise, evidentemente compiaciuto per quel complimento. ''Va bene, allora non lo farò''.
Carol si mise a ridere. ''Perfetto''. Sorrise. ''Beh, Ora devo
assolutamente andare a sostituire Carl nel turno di guardia. Ti lascio
finire la tua colazione in pace''.
Axel la osservava con un espressione calorosa. ''Puoi interrompere la mia pace in qualsiasi momento tu voglia, Carol''.
Carol si limitò a sorridere e si diresse fuori dalla cella di
Axel per andare a recuperare il suo fucile. Lungo la strada
incrociò Beth. ''Sto per dare inizio a un lungo turno di
guardia'', informò la ragazza. ''Per te è ok occuparti
del pranzo da sola oggi?''.
Beth le rivolse subito un sorriso. ''Certo, non c'è problema. Ti porterò qualcosa fuori più tardi''.
''Grazie, sarebbe fantastico''. Carol continuò a camminare fino
a quando non fu fuori dal blocco delle celle. Una volta all'esterno, il
caldo afoso della giornata l'avvolse immediatamente, formando
un leggero manto di sudore sulla sua pelle, prima ancora che avesse il
tempo di fare una dozzina di passi. Carol guardò il cielo
pesante, nero e minaccioso e scosse la testa verso l'alto. ''Se
hai intenzione di fare qualcosa in proposito faresti meglio a sbrigarti'',
ammonì il temporale che si stava raccogliendo già da un
paio di giorni. ''Tutta questa umidità non è
ammissibile''. In lontananza ci fu un rombo di tuono. Un modo di Madre
Natura per dire a Carol che lei lavorava secondo i suoi tempi e non era
interessata al volere dei meri mortali. Carol sospirò mentre il
caldo umido le si appiccicava addosso. Non sarebbe stato affatto un
turno di guardia piacevole, ma era un male necessario. Erano troppo
poco numerosi e privi di munizioni per potersi permettere di essere
colti alla sprovvista.
Carl la sentì avvicinarsi e si voltò per sorriderle. ''Ciao''.
''Hey'', rispose lei semplicemente, ''Come sta andando?''.
Carl spinse in alto il bordo del cappello in modo da poter
guardare verso Carol mentre si avvicinava a lui. ''Una noia mortale''.
''In questo caso annoiarsi è un bene''
''Credo''.
Carol guardò il piatto di cibo vuoto ai piedi della torre di
guardia. ''Hai già fatto colazione''. Era più
un'affermazione che una domanda.
''Già, è stata Beth a portarmela''. Carl sorrise poi
abbassò lo sguardo fino a fissarsi la punta dei piedi alla menzione della
giovane ragazza.
Carol nascose il proprio sorriso. ''Tuo padre è appena rientrato
dal turno di guardia al recinto sud. Si sta riposando un attimo. Spero
che tu abbia intenzione di fare lo stesso''.
''Ho promesso a Beth che sarei andato a fuori a cercare dei funghi.
Penso di averne visti alcuni fuori dalla recinzione nella zona del
blocco delle cucine. Voglio andare a controllare''.
Carol esitò. ''Da solo?''.
Il volto del giovane Carl si indurì all'accenno di
preoccupazione nel suo tono di voce. ''Sono in grado di prendermi cura
di me stesso, Carol''.
''Lo so''.
''E non ci sono più stati vaganti in quella zona da quando
l'abbiamo ripulita il primo giorno'', sostenne, anche se Carol non
aveva aggiunto nulla. ''E' davvero sicuro''.
Carol inclinò la testa, sapeva che aveva ragione. Ognuno di loro
doveva lottare per decidere quanta libertà concedere a Carl. Da
lui ci si aspettava spesso che si facesse avanti e che si comportasse
come un uomo ed era facile dimenticare che era ancora un bambino e
aveva bisogno anche di essere protetto. ''Va bene, ma fai attenzione''.
''Lo so'', disse Carl esasperato. ''Non sono un idiota''.
Carol si limitò a sorridere. ''E' una cosa da genitori. Un
giorno, se avrai dei figli tuoi Carl, capirai che ci sono alcune cose
che un genitore deve dire'', disse gentilmente. ''Anche se il tuo
bambino non dovesse essere un idiota''.
Carl sembrò un po imbarazzato. ''Mi dispiace'', mormorò.
Carol colpì la parte superiore del suo cappello in modo giocoso. ''Va tutto bene''.
L'attenzione di Carl fu improvvisamente catturata da qualcos'altro
mentre le passava oltre, socchiudendo gli occhi verso la prima fila di
alberi alle sue spalle. Lei si voltò per vedere che cosa aveva
catturato la sua attenzione. La solita manciata di vaganti si
trascinava avanti e indietro senza nessuna meta precisa. Non erano
soltanto i vivi a essere stati colpiti da quell'umidità
soffocante. L'umidità record sembrava poter rallentare anche i
vaganti, proprio come stava facendo con loro. Sempre che non si
presentasse la possibilità di consumare un bel pasto fresco,
naturalmente. A quel punto non ci avrebbe più scommesso tanto.
Carol scansionò l'area con uno sguardo. ''Che cosa c'è
che non va? Che cosa hai visto?''
''Penso di aver visto qualcuno correre in mezzo agli alberi..'',
dichiarò Carl lentamente, socchiudendo sempre di più gli
occhi per guardare attraverso le maglie di filo metallico del recinto.
Entrambi si avvicinarono al recinto per osservare. Improvvisamente
Merle sbucò fuori dalla boscaglia, correndo come se il diavolo
in persona gli stesse dando la caccia. Carol rimase a guardare a bocca
aperta aspettandosi di vedere anche Daryl, ma del giovane fratello
Dixon non vi era nessuna traccia in quei boschi. Il suo stomaco
iniziò a stringersi per la paura di ciò che questo poteva
significare. Alcuni vaganti scorsero Merle correre attraverso la radura
tra i boschi e il cancello della prigione e iniziarono subito a
muoversi verso di lui.
''Apri il cancello!!'' urlò Merle verso di loro mentre
continuava a correre, facendo lo slalom per arrivare fino al recinto.
Carl e Carol si guardarono l'un l'altro, immediatamente
sospettosi. Merle senza Daryl avrebbe potuto significare qualsiasi cosa
e Carol non riusciva a pensare a nessuna di queste come un qualcosa di
buono. Corse verso il cancello, guardando come Merle si precipitava a
chiudere definitivamente la piccola distanza rimasta tra loro.
Sbatté contro il cancello. ''Aprilo!'' le gridò, proprio
mentre uno zombie si avventava addosso a lui. Merle si voltò di
scatto e piantò il coltello fissato sulla sua protesi sotto la
mascella del vagante, uccidendolo all'istante. Tornò a guardare
Carol mentre sempre più zombie iniziavano a chiudere la sua
unica via di fuga. ''Apri questo cancello!'' tuonò contro di lei.
''Che cosa è successo?'' chiese Carol con urgenza. ''Dov'è Daryl?''.
Merle era occupato a uccidere un altro vagante, gli tagliò la
gola e poi lo lasciò cadere a terra in modo da potergli
calpestare la testa. ''Lasciami entrare'', ansimò, sfiancato da
tutto quel correre e adesso anche il combattere. ''Daryl ha bisogno di
aiuto''.
Lo stomaco di Carol si strinse in un nodo. ''Che cosa gli è successo? Sta bene?''.
''Fammi entrare!'' gridò Merle mentre sempre più vaganti
convergevano su di lui. ''Daryl avrà bisogno di tutto il nostro
aiuto! E' in pessime condizioni. Ho bisogno che mi diate una mano per
andarlo a prendere''.
L'istinto di Carol le suggeriva di non fidarsi di Merle, ma c'era la
sua vita in gioco e lei non era disposta a correre nessun rischio
quando si trattava della vita di Daryl. Guardò nuovamente oltre
la sua spalla verso Carl. ''Stai indietro'', lo istruì e poi si
diede da fare per aprire la serratura del lucchetto in modo da
poter far entrare Merle. Non appena la porta fu sbloccata, Merle si
infilò dentro mentre l'orda di non morti si infrangeva dietro di
lui. Carol si appoggiò con tutto il suo peso contro il cancello
per riuscire a chiuderlo in tempo ma non fu abbastanza contro i cinque
vaganti che lottavano per entrare. Merle si gettò a sua volta
contro il cancello per aiutarla a chiuderlo e Carl si aggiunse a loro.
In tre riuscirono finalmente a richiudere il cancello mentre Carol
si occupava velocemente della serratura. ''Che cosa c'è? Che
cosa è successo? Daryl è ferito?'' chiese ansiosamente
ancora prima di voltarsi e poi si bloccò. Mentre lei era
occupata a richiudere il lucchetto della catena, Merle aveva colto
l'occasione per prendere Carl in ostaggio e in qualche modo era
riuscito a levargli la pistola dalle mani. Aveva quella stessa pistola
premuta contro la tempia del ragazzino, un braccio avvolto attorno al
suo collo per tenerlo fermo. Gli occhi di Carol si spalancarono a quel
tradimento. Sollevò il suo fucile e lo puntò alla testa
di Merle. ''Figlio di puttana'', sputò fuori. ''Lascialo
andare!!''
''Ora, calmati un attimino, boccuccia impertinente'', gracchiò
Merle, il suo respiro era ancora irregolare. ''Non vogliamo che nessuno
rischi di farsi del male con te che te ne vai in giro a brandire quel
fucile, giusto?''.
''Sparagli, Carol!'' gridò Carl, che stava lottando per
allentare la presa di Merle su di lui, ma il vecchio uomo era
troppo grande e troppo forte per lui. ''Sparagli in testa!''.
''Beh, questo piccolo bastardo è proprio assettato di sangue''
disse Merle, con la voce intrisa di divertimento. Colse lo sguardo di
Carol. ''Tu che cosa ne pensi, mammina orso? Stai pensando di mettere
alla prova la tua mira contro i miei riflessi per vedere se riuscirai a
farmi saltare in aria la testa?''.
Carol strinse la presa sul fucile, socchiudendo gli occhi mentre il suo
dito si serrava sempre più leggermente sopra il grilletto. Merle
continuò a fissarla, fiducioso di poter avere il sopravvento.
''Fallo!'' gridò Carl. ''Uccidilo!''.
''Hai intenzione di farlo signorina?'', Merle continuava a schernirla.
''Hai intenzione di mettere Rick nella stessa condizione che hai
passato tu con la tua bambina? Pensi di essere in grado di vivere
con il peso di aver ucciso il suo bambino così come lui ha fatto
con la tua?''.
La canna del fucile di Carol vacillò leggermente mentre si
ritrovò a combattere una battaglia interiore. Merle aveva
chiaramente l'intenzione di provocare un nuovo conflitto e nei suoi
occhi c'era uno sguardo selvaggio che disse a Carol che non gli
importava di come lo avrebbe fatto. Abbassò lentamente il fucile
mentre il sorriso di Merle si allargava sempre di più.
''Esatto, ragazza, ho sempre saputo che sei una intelligente''.
''NO!'' disse Carl in difficoltà.
''Non metterò a rischio la tua vita, Carl'', dichiarò Carol con calma.
Merle inclinò la testa. ''Il fucile, buttalo a terra e calcialo lontano dalla tua portata''.
Carol fece come le era stato detto, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi. ''Ora lascia andare Carl''.
''Stai indietro''.
Carol fece come le era stato detto e Carl fu spinto verso di lei.
Lei lo prese al volo tra le braccia mentre lui quasi inciampava sui
suoi piedi a causa dello spintone ma riacquistò immediatamente
l'equilibrio e si voltò per scagliarsi contro Merle.
''Dammi la pistola!'' ringhiò. Le lentiggini che spiccavano sul suo viso arrossato.
''Dalle mie parti vige la regola che chi trova qualcosa se la tiene'', rispose Merle con voce strascicata.
''Tu me l'hai rubata'', dichiarò Carl con amarezza.
''Non è mica colpa mia se non sei nemmeno in grado di tenerti
stretta la tua fottuta arma'', disse Merle impenitente. ''Rientra
comunque nel 'trovare'''.
Carl si lanciò contro di Merle come una furia cieca e Carol
dovette reagire in fretta per afferrare la sua cintura e impedirgli di
attaccare l'uomo che aveva un coltello enorme perennemente attaccato al
posto della mano e una pistola nell'altra. Senza contare il fatto
che Merle era il doppio e oltre rispetto alla stazza di Carl.
''Lasciami andare!'' scattò verso di lei per la frustrazione.
''Carl, piantala!'', disse Carol bruscamente. '' Questo non servirà a niente''.
Carl si liberò dalla sua presa ma non provò di nuovo a
raggiungere Merle, anche se aveva ancora l'aspetto di uno che avrebbe
potuto prendere a morsi il metallo in quel momento.
Carol tornò a concentrarsi su Merle, cercando di mantenere ferma la sua voce. ''Dov'è Daryl?''.
Merle fece un mezzo sorriso. ''Se conosco abbastanza bene il mio caro
fratellino, e lo conosco, direi che si è appena svegliato e a
breve cercherà di tornare indietro, esattamente qui''.
''E' tutto apposto?'' chiese ancora Carol, cercando di nascondere la paura nella sua voce. ''Che cosa gli hai fatto?''.
''Certo che sta bene'', disse Merle vagamente infastidito. ''Non farei mai del male a mio fratello, non credi?''
''Hai puntato una pistola alla testa di un adolescente'', disse Carol
cupa. ''Direi che sei praticamente in grado di fare qualsiasi cosa,
Merle''.
Merle sbuffò. ''Stavo solamente giocando con il ragazzo, e lui lo sa, non è così ragazzino?''.
Carl si limitò a fulminarlo con uno sguardo mortale il che sembrò divertire parecchio Merle.
''Che cosa ci fai qui, Merle?'' chiese Carol bruscamente. ''Che cosa vuoi?''.
Merle mantenne la pistola puntata su di loro mentre rispondeva senza
esitazione. ''Ti dico che cosa voglio, boccuccia impertinente. Voglio
quello che è mio''. Avanzò di un passo, in modo da
premere la pistola contro la pelle del suo viso. ''E voi due mi darete
una mano a realizzare questo obiettivo''.
Carol si mise istintivamente davanti a Carl, facendogli scudo con il suo corpo mentre fissava Merle.
Oggi non sarebbe stata una bella giornata, ne aveva il sospetto ....
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Capitolo 35 *** Capitolo 36 ***
echoes capitolo 36
Capitolo 36
Bran ci pensò sopra. ''E' possibile che un uomo che ha paura possa anche essere coraggioso?''
''Possibile? Bran, è quella l'unica situazione in cui si fa strada il coraggio'' gli rispose suo padre.
George R.R. Martin
A Game of Thrones
Rick
si mise a sedere sul suo letto a castello e spinse le gambe oltre il
bordo del materasso. Si stropicciò il viso, lottando contro la
stanchezza, nonostante quel paio d'ore di sonno che si era appena
concesso. Il regolare riposo sembrava solo un lontano ricordo del
passato al giorno d'oggi. Adesso facevi giusto in tempo ad
afferrare quel che potevi, quando potevi. Rick supponeva che se
solo l'avesse voluto avrebbe potuto mantenere degli orari un minimo
più regolari, ma non aveva nessuna intenzione di chiedere a
qualcun'altro di fare quello che lui stesso non si sentiva pronto a
fare per primo. La prigione offriva loro protezione, ma Rick non aveva
intenzione di riporre la sua fiducia in quelle recinzioni che li
circondavano come la loro unica difesa. Dovevano continuare a montare i
turni di guardia 24 ore su 24, era semplicemente troppo importante per
non farlo. Si alzò e si stirò sollevando le braccia sopra
la testa, cercando di rilassare un po i muscoli ancora assopiti.
Una volta fuori dalla sua cella, Rick andò a sporgersi
oltre la ringhiera, per guardare giù al piano di sotto. I suoi
occhi scansionarono rapidamente la zona, facendo un rapido conto
mentale. Hershel cullava Judith che stava all'interno della sua culla
di fortuna con una mano, mentre con l'altra mescolava una pentola di
stufato, che a occhio e croce sarebbe stato il loro pranzo.Beth si
aggirava lì intorno, concludendo la preparazione del cibo. Rick
lanciò uno sguardo al finestrone di fronte a lui, rendendosi
conto che doveva aver dormito più a lungo di quanto avesse
previsto. Si trascinò giù per le scale ed era a
metà strada quando anche Glenn e Maggie entrarono nella stanza.
''Il profumino del mio stufato vi ha fatto sbucare fuori dai vostri
nascondigli'', disse Hershel con un piccolo sorriso mentre guardava i
tre nuovi arrivati.
Maggie si avvicinò al padre e gli diede un rapido abbraccio e un
bacio sulla guancia. ''Il tuo stufato è il migliore,
papà, lo è sempre stato''. Si fermò per tubare un
saluto a Judith. ''Hey piccolina, hai fatto la brava?''
''Non si è lamentata nemmeno una volta'', disse Hershel. ''Questa si che è una brava bambina''.
Rick sorrise e si avvicinò a sua figlia. Tese la mano a Judith e
lei lo afferrò con una delle sue piccole manine paffute.
Rick amava sentire il modo in cui sua figlia stringeva forte il suo
dito. Stava a significare che era in buona salute e il che lo rendeva
incredibilmente grato. Si chinò e baciò quella manina
morbida.
''Guarda quelle unghie'', lo ammonì Hershel. ''Stanno diventando troppo lunghe, potrebbe graffiarsi''
''Hanno bisogno di essere tagliate'', disse Beth mentre versava un po
dello stufato di suo padre in una ciotola. ''Altrimenti finirà
con il farsi male''.
Rick fece una smorfia mentre guardava le piccole unghiette nella mano
di Judith. ''Era Lori a occuparsi di queste cose quando Carl era un
bambino. Io avevo troppa paura. Era così piccolo, ero
preoccupato del fatto che se si fosse mosso avrei potuto fargli del
male con le forbici''.
''Basta
procurarsi un paio di quelle forbicine appositamente per bambini''.
rispose Beth ''O meglio ancora, potremmo optare per uno di quei piccoli
tagliaunghie''.
''Terrò gli occhi aperti la prossima volta che andremo in
spedizione in città'', disse Glenn spontaneamente mentre
prendeva due ciotole e si dirigeva verso lo stufato. ''Non credo che
siano in cima alla lista delle cose che le persone si sono preoccupate
di saccheggiare. Potremmo avere fortuna''.
''Oppure una limetta'', disse Maggie pensierosa, accettando la ciotola
di stufato che Glenn aveva appena riempito per lei. ''Dovrebbe
funzionare comunque''.
Rick annuì. ''Sarebbe perfetto, grazie, Glenn''.
''Nessun problema'', disse Glenn con la bocca ancora piena di stufato.
Rick si guardò intorno. ''Dov'è Carl?''. Si
accigliò un po, cercando di ricordare l'ordine dei turni di
guardia. ''Carol non avrebbe dovuto sostituirlo questa mattina?''.
Axel era appena entrato nella stanza giusto in tempo per sentire
l'ultima parte della sua domanda. ''Lo ha fatto'', informò Rick
mettendosi in fila per un piatto di stufato. ''Bene, in alto le zuppe''.
Il cipiglio di Rick si fece più profondo. ''E allora dov'è?''
''Carl ha detto che sarebbe andato alla ricerca di funghi oggi'' si
offrì volontaria Beth, mentre camminava verso di loro con la
ciotola dello stufato fumante in mano. ''Probabilmente è ancora
alla ricerca''.
''Fuori?'' chiese Rick, il suo tono più aspro di quanto intendesse.
''No'', disse Beth, sempre camminando e ora parlando da sopra la sua
spalla ''Dalla parte del blocco delle cucine. Ha detto di averne visto
alcuni in quella zona, l'altro giorno''.
''Oh.. Va bene, grazie'', disse Rick, leggermente addolcito.
Beth si fermò sulla soglia e si voltò completamente.
''Sto andando a portare il pranzo a Carol. Le chiederò se Carl
le ha detto qualcosa''.
Rick annuì. ''Va bene, si, grazie Beth''.
''Probabilmente il ragazzo ha perso la cognizione del tempo'', disse
Hershel con calma. ''Non c'è motivo di preoccuparsi, Rick''.
''Lo so''. Rick esitò. ''Penso che mi limiterò ad andare
a ricordarglielo, però''. Si diresse verso la porta.
''Dì pure a Carl che farebbe meglio a sbrigarsi a tornare qui'',
gridò Hershel, ''Altrimenti finirà con il perdersi il mio
famosissimo stufato''.
Rick gli rivolse un cenno distratto di riconoscimento mentre usciva
dalla porta, ma poi si ritrovò ad accelerare il passo mentre si
affrettava a verificare la presenza di Carl fuori dal blocco delle
cucine. Non sapeva il perché, ma all'improvviso ebbe una brutta
sensazione e aveva solo bisogno di assicurarsi che Carl stesse bene.
Rick sapeva che probabilmente stava solo esagerando, ma non poteva
farne a meno. Arrivò fino al blocco delle cucine riuscendo ad
impedirsi di mettersi a correre, ma quando fu lì, Rick non
riuscì a vederlo da nessuna parte. ''Carl!'' urlò e poi
ascoltò con attenzione in attesa di una risposta. Non ne venne
nessuna. Rick fece un giro completo attorno al blocco delle cucine e
andò a controllare persino all'interno, ma ancora non riusciva a
trovarlo. ''Carl!!'' gridò, questa volta incapace di nascondere
l'ansia nella sua voce. ''CARL!!'', Rick scosse la testa in agitazione
mentre cercava di pensare al dove potesse essersi cacciato suo figlio.
Pensò che forse in qualche modo avessero mancato di incrociarsi
e Carl potesse già essere di nuovo nel loro blocco delle celle,
quindi si diresse lì. Questa volta si mise a correre.
Sfrecciò all'interno dell'area comunale, scrutando i volti che
lo guardavano con sorpresa. ''Carl è tornato?'' chiese con
urgenza.
Glenn aggrottò la fronte e scosse la testa. ''No..non ancora''.
Rick si passò una mano tra i capelli, inumiditi dal sudore causato da quegli ultimi sforzi.
''Sono sicuro che non è andato lontano, Rick'' offrì
Maggie ma Rick riuscì a percepire l'incertezza nella sua voce,
anche se si mosse in avanti per rassicurarlo.
Dietro di loro, Beth arrivò di corsa all'interno della stanza,
con un espressione sconvolta. ''Ragazzi, non c'è nessuno al
cancello d'ingresso. Carol non c'è''.
Lo stomaco di Rick si contorse mentre si voltava per guardare Beth.
''Sei sicura? Non può essere che si sia semplicemente spostata
per andare al bagno o qualcosa del genere?''
Beth si morse il labbro inferiore con ansia. ''No, ho provato a chiamarla e richiamarla, ma non ho avuto nessuna risposta''.
La mente di Rick iniziò a correre. ''Il cancello era chiuso? Hai visto un qualsiasi tipo di segno di colluttazione?''.
''La porta era chiusa'', disse Beth velocemente. ''E non ho visto
né sangue né nient'altro''. Fece una smorfia. ''Ma non
credo di aver nemmeno cercato niente di simile''.
Le labbra di Rick si strinsero per via della frustrazione, anche se
sapeva che Beth non aveva nessuna colpa. La giovane ragazza non era
stata addestrata a cercare segni del genere. Lui le passò
accanto. ''Vado a controllare. Venite ad avvisarmi in caso Carl dovesse
saltare fuori''. Mentre parlava Rick non si preoccupò nemmeno di
voltarsi verso il gruppo nella fretta di uscire fuori da quella stanza.
Sapeva che se lo avesse fatto avrebbe visto diversi gradi di
preoccupazione dipinti sui loro volti e non avrebbe sopportato di
vedere niente del genere in quel momento. Rick riusciva a percepire
ogni singolo doloroso battito del suo cuore mano a mano che l'ansia
aumentava. Il pensiero che Carl fosse in qualsiasi sorta di pericolo
vide Rick fare di tutto per non crollare a terra definitivamente. Non
avrebbe sopportato un altra perdita, non poteva e basta. Si sentiva
già come se la sua sanità mentale e quella della sua
anima fossero appese ad un filo dopo la perdita di Lori. Rick aveva
stretto forte i pugni affondandoci dentro le unghie fino
a sanguinare, solo per riuscire a tenere duro quel tanto che
bastava per continuare a mettere un piede davanti all'altro. C'erano
dei giorni in cui avrebbe soltanto voluto urlare per il dolore e per
l'ingiustizia di tutto questo, ma non lo aveva fatto.
Non aveva senso.
Ululare il suo dolore alla luna non avrebbe riportato indietro Lori,
non avrebbe dato indietro ai suoi bambini la loro madre. Ma il suo
controllo era stato spinto fino al limite. La maggior parte dei giorni
Rick si sentiva come se la sua pelle fosse tesa su un letto pieno di
terminazioni nervose e anche il tocco più delicato e leggero di
un altra persona gli avrebbe potuto causare l'esplosione di una fitta
di dolore lancinante che si sarebbe trasmessa lungo tutto il suo corpo.
A volte anche una semplice conversazione, un respiro, avrebbe
potuto provocargli un immane sofferenza. Era appeso a un filo e se
fosse accaduto qualcosa a uno dei suoi figli , Rick sapeva che quel
filo si sarebbe spezzato del tutto. Proprio mentre correva giù
verso il cancello anteriore della prigione, una parte di lui avrebbe
voluto semplicemente accasciarsi a terra e non rialzarsi mai
più. Era esausto di essere immerso in questo tipo di paura per
tutto il tempo, era un qualcosa di spietato. Il pensiero di lasciarsi
andare e basta e permettere a tutto questo di sommergerlo fino a
consumarlo era stato un pensiero allettante. L'idea di lasciare andare
via i brandelli rimasti della sua sanità mentale e di ritirarsi
in un mondo dove queste cose non minacciavano di strappargli il
cuore da dentro il petto, gli risuonava in mente senza sosta da
quando Lori era morta. Non dover più sentire il
dolore, dissolversi dentro la follia e lasciare che tutte le
fragilità umane e il buon senso ti fossero portati via era un
qualcosa che Rick stava cercando di respingere da settimane. Era come
il canto di una sirena, che gli sussurrava in merito a una sorta di
pace che avrebbe dato fine a tutto.
Ma non al dolore degli altri.
Era proprio questa la verità alla quale Rick non poteva
sottrarsi. Come sempre, fu il pensiero dei suoi bambini che lo
trascinò indietro dal profondo dell'abisso. Qualcosa
più grande di lui e delle sue battaglie personali, due persone
che meritavano qualcuno che combattesse per loro. Carl e Judith erano
la sua ragione per combattere contro quel pensiero perverso di trovare
il sollievo semplicemente lasciando libere le sue paure di avere la
meglio su di lui. Quella paura che Rick stava cercando di scacciare via
adesso mentre andava alla ricerca di suo figlio. La paura che
minacciava di paralizzarlo e sopraffarlo. Carl sarebbe stato bene. Rick
continuò a ripetere questo mantra nella sua testa perché
qualsiasi altro pensiero lo avrebbe spezzato in due esattamente
lì dove si trovava.
oooooOOOOooooo
Daryl
irruppe fuori dalla linea degli alberi che circondavano la prigione,
fermandosi a riprendere il fiato una volta che fu in vista del cancello
anteriore. Ogni speranza rimasta sul fatto che in qualche modo fosse
riuscito ad arrivare prima di Merle andò perduta quando
appurò che non c'era nessuno di guardia davanti al cancello.
Questo non era mai successo prima. Daryl si sentiva male, il suo
stomaco minacciò di fargli rigettare fuori i resti del suo
ultimo, magro pasto della notte precedente quando la paura si
impossessò di lui. Cercò di deglutire, cercando di
evitare i vaganti che si trascinavano lì attorno, nonostante il
bruciore alle gambe e ai polmoni. Daryl arrivò di fronte al
cancello e si aggrappò con entrambe le mani alle maglie della
recinzione, scuotendole violentemente. ''Hey!'' urlò forte,
sperando di attirare l'attenzione di qualcuno. ''HEY! Da questa
parte!''. Daryl rimase a guardare e all'improvviso vide Rick a
metà del cortile, correre verso di lui. Il rumore dei vaganti
che proveniva da dietro le sue spalle costrinse Daryl a voltarsi per
piantare una delle sue frecce in profondità nel cranio di una
donna. Crollo a terrà priva di vita mentre Daryl si precipitava
verso di lei per recuperare la sua freccia, conficcandola subito dopo
nel bulbo oculare di un altro vagante intento ad attaccarlo.
''Daryl, presto!''
La chiamata urgente di Rick lo fece voltare nuovamente e correre verso
la porta che quest'ultimo stava tenendo aperta per lui. Daryl
scivolò dentro i cancelli della prigione mentre Rick rapidamente
si occupava di richiuderli dietro il suo passaggio. ''Perché non
c'è nessuno di guardia qui?'' gracchiò, cercando di
riprendere fiato.
Rick si voltò verso di lui, entrambi ignorando i vaganti che si
erano ammucchiati dall'altro lato del recinto che erano stati attirati
da tutto quel trambusto. ''Dimmelo tu, Daryl'' sputò fuori.
''Dov'è Merle?''
Lo stomaco di Daryl si contorse nuovamente, sentì il retrogusto
acido della bile che gli risaliva in gola. ''Mi ha piantato in asso'',
disse Daryl in tono stretto, sentendo salire in lui un senso di
disprezzo per se stesso nel pronunciare quelle parole ad alta voce.
Il volto di Rick si oscurò. ''Non riusciamo a trovare Carl e Carol da nessuna parte''.
Daryl sentì la terra come inclinarsi sotto i suoi piedi
mentre cercava di non esternare alcuna emozione. ''Da quanto tempo sono
spariti?''.
''Non lo sappiamo''. Il tono di voce di Rick era irto di delusione. ''Daryl, che cosa ha intenzione di fare Merle?''
Daryl distolse lo sguardo, le sue labbra lasciarono intendere la lotta
che si stava consumando al suo interno, senza che lui se ne rendesse
nemmeno conto, mentre si stringevano e allentarono furiosamente. Un
muscolo si contrasse sul suo volto. ''Li troverò''. Daryl si
voltò, intento a dare subito inizio alla sua caccia, ma Rick lo
afferrò per un braccio bloccandolo.
''Verrò con te''.
Daryl si liberò con uno strattone dalla sua presa. ''E allora vieni'', sbottò.
''Devo avvertire gli altri prima'', chiarì Rick. ''Ho bisogno di recuperare il mio fucile e alcune scorte d'acqua''.
Daryl digrignò i denti in segno di irritazione, ma non poté farci niente.
''Vieni con me'', lo istruì Rick. ''Ho delle altre domande da
farti''. Si voltò iniziando a dirigersi verso la prigione.
''Si, beh, io ho esaurito le risposte'', borbottò Daryl mentre lo seguiva.
Coprirono il resto del percorso in silenzio e poi Rick si incamminò all'interno della zone notte prima di lui.
''Li hai trovati?''
''Dovremmo incominciare a cercare intorno alla prigione?''
''Daryl!''
Il sussulto sorpreso di Beth fu seguito dalla giovane donna bionda che
impulsivamente si mise a correre verso di lui e lo abbracciò
forte. Daryl si irrigidì a quel gesto confidenziale ma Beth
aveva già fatto un passo indietro prima che lui potesse anche
solo commentare. ''Stai bene?'' chiese velocemente, ''Che cosa è
successo? Sai che fine hanno fatto Carol e Carl?''
''Li ha presi Merle'', rispose Rick ermeticamente.
La reazione di Glenn fu immediata. ''Figlio di puttana!''.
Rick era in modalità poliziotto. ''Axel, quand'è
esattamente che hai visto Carol uscire per andare a sostituire Carl?''
Axel sembrava preoccupato esattamente come lo erano tutti gli altri.
''Non sono esattamente sicuro, ma almeno tre ore fa, probabilmente
quattro''.
''Va bene'', disse Rick in fretta, ''Nella peggiore delle ipotesi,
hanno un vantaggio di quattro ore rispetto a noi anche se Merle
sarà costretto a muoversi più lentamente con Carl e Carol
da gestire''.
''Dovremmo essere in grado di raggiungerli'', disse Glenn, già andando a raccogliere la pistola e il coltello.
Rick sollevò una mano come a bloccarlo. ''Non c'è bisogno
che venga anche tu, Glenn. Daryl e io siamo perfettamente in grado di
gestire la situazione''
''Verrò anche io'', disse Glenn ostinatamente. ''Non ha nessun senso discuterne oltre''.
Daryl cercò di tenere nascosto il suo dispiacere. Questi due non
avrebbero fatto altro che rallentarlo. Aveva bisogno di affrontare suo
fratello faccia a faccia. E non avevano bisogno di avere nessun
pubblico.
Maggie stava guardando Daryl. ''Sai che cosa ha intenzione di fargli
tuo fratello?'' chiese in difficoltà. ''Che cosa è
successo tra voi due?''.
''Questa è una bella domanda'', disse Rick bruscamente,
rivolgendo la sua attenzione a Daryl. ''Che cosa ha fatto andare via
Merle stavolta?''
''Non lo so'', disse Daryl con sincerità, le sue stesse parole
gli fecero venire voglia di prendere a pugni qualcosa. Si era spremuto
il cervello cercando di capire che cosa avesse potuto dire la scorse
notte per spingere Merle ad abbandonarlo per tornare al carcere, ma non
aveva trovato nessuna risposta.
''Dev'essere per forza successo qualcosa'', affermò Rick, senza
mollare la presa. ''Altrimenti perché mai Merle sarebbe tornato
qui?''
''Io non lo so, va bene?'' disse Daryl, il tono della sua voce
iniziò a sollevarsi visibilmente insieme alla sua esasperazione.
''Stavamo bevendo la scorsa notte e andava tutto bene ..''
''Ti sei ubriacato?'' ripeté Rick incredulo, anche lui iniziando
a gridare ora. ''Sei stato così idiota da lasciare che Merle ti
facesse ubriacare? Cazzo, Daryl, almeno ricordi cosa puoi avergli
detto?''
Daryl lo fulminò con lo sguardo. Non aveva bisogno che qualcuno
gli ricordasse che aveva commesso un errore e altre persone stavano
pagando per questo. ''Stavo solo provando a guadagnarmi la sua
fiducia'', abbaiò.
''E ha funzionato alla grande, non è vero?'' sbottò Rick,
il volto che si arrossava per via della rabbia mentre si fece avanti
per affrontarlo. ''Ti sei chiaramente lasciato sfuggire qualcosa che ha
infastidito Merle e ora guarda che cosa è successo! Avresti
dovuto proteggere il gruppo, non metterlo sempre più in
pericolo!''.
Daryl si rizzò, la mano che si stringeva in un pugno adesso che
Rick gli stava volutamente dando un bersaglio contro il quale sfogare
la rabbia che stava provando nei suoi stessi confronti. Rick aveva
ragione e Daryl in quel momento odiava entrambi.
''Adesso basta'', disse Hershel mentre avanzava frapponendosi tra loro
due prima che le cose peggiorassero. ''Non ha alcun senso discuterne.
E' uno spreco di tempo e di energie. Per quanto ne sappiamo, questo era
l'intento di Merle fin dall'inizio. Non ci sarà di nessuno aiuto
speculare su delle cose di cui non abbiamo nessuna certezza''.
Rick abbassò la testa, le sue spalle si afflosciarono quando la
calma e la ragione di Hershel sembrarono portare via tutta la
combattività. ''Hai ragione..''. Distolse lo sguardo per un
attimo e poi lo sollevò nuovamente fino a catturare gli occhi di
Daryl nei suoi. ''Mi dispiace. Non avevo alcun diritto di comportarmi
in questo modo''.
''Sei preoccupato per il tuo ragazzo'', disse Daryl burbero. ''Hai
tutto il diritto''. Distolse lo sguardo, tutto il suo corpo ancora
irrigidito perché nonostante le rassicurazioni di Hershel, Daryl
sapeva che tutto questo era successo a causa sua.
Hershel sembrò leggere i suoi pensieri mentre posava una mano
sulla sua spalla in un gesto d'affetto paterno. ''Non è colpa
tua, Daryl'', disse con fermezza. ''Merle ha fatto la sua scelta. Non
sei responsabile per ciò che fa tuo fratello''.
Le labbra di Daryl si mossero. ''Si, lo sono..'' gracchiò, mano
alla balestra, inforcò la cinghia sopra la sua spalla mentre si
dirigeva verso la porta. ''Lo sono sempre stato''. Daryl non
aspettò di vedere chi lo seguiva, aveva solamente bisogno di
muoversi e di risolvere questo problema.
Prima che fosse troppo tardi.
oooooOOOOooooo
Carol
e Carl camminavano fianco a fianco davanti a Merle, le mani legate di
fronte a loro con dei cavi telefonici di cui Merle teneva le altre
estremità. Stavano camminando almeno da un paio d'ore.
''Allora, Merle..'' dichiarò Carol con calma, ''Hai
effettivamente pensato ad un piano o pensi di decidere cosa fare strada
facendo?''
''Stai cercando di analizzare il vecchio Merle, boccuccia
impertinente?'' la schernì lui. ''Dimmelo tu. Cosa pensi
che sia peggio? Il fatto che possa già avere un piano o che
possa prepararne uno strada facendo?''
''Sono certa che saresti perfettamente in grado di far finire male entrambi gli scenari'', disse Carol seccamente.
Merle diede una risata. ''Sei sempre stata così divertente o
questa è una competenza che hai sviluppato solo di recente,
signorina?''
''Immagino che sia tu a portar fuori il mio lato più leggero,
Merle'' disse lei impassibile. Carol guardò indietro sopra
la sua spalla. ''Non hai risposto alla mia domanda''
Ed era stata proprio una bella domanda. La verità, era che Merle
non aveva esattamente preparato un piano fino a quando non si era
imbattuto in Carol e Carl fuori da quel cancello. Era come se Dio o
chiunque cazzo fosse in carica lassù al giorno d'oggi, gli
avesse dato il suo piccolo timbro di approvazione sul fatto che quello
che stava facendo dovesse accadere. Carol e Carl, le due persone che
per Merle sarebbero state le migliori per riuscire a fare il punto, era
come se fosse stato premeditato o qualcosa del genere. ''Diciamo solo
che i nostri destini si sono incrociati come se fosse scritto
nelle stelle'', disse Merle freddamente, ''Per far andare le cose
esattamente come stanno andando''.
''Quello che dici non significa niente per me'', disse Carol in tono piatto.
''Solo che è un pazzo'', commentò Carl mentre arrancava avanti.
Merle tirò indietro con uno scatto il cavo che teneva legate le
mani di Carl facendolo inciampare. ''Tieni a freno la lingua, ragazzo.
Non ho nessuna intenzione di sorbirmi le tue stronzate''.
''Fammi tacere allora'', ringhiò Carl, gettandogli uno sguardo mortale da sopra la spalla.
Merle non poté fare a meno di ridere alla ferocia del suo
sguardo. Avrebbe potuto facilmente graffiare via la vernice da una
parete. ''Non sono io quello di cui ti devi preoccupare quando si
tratta di tacere, ragazzino''. Sollevò casualmente la
pistola di Carl e gliela puntò alla testa facendo saltare in
aria il cervello a un vagante che era appena apparso di fronte a loro.
Lo zombie cadde a terra come una pietra e loro tre non si disturbarono
nemmeno a interrompere la loro marcia. Merle annuì in
approvazione guardando il silenziatore che stava montato sulla canna
della pistola di Carl. ''Questo gadget è veramente molto utile,
questo è certo''.
''Sono contento che ti piaccia'', ringhiò Carl, ''Lo userò per ucciderti, più tardi''.
Le labbra di Merle si sollevarono in un ghigno. ''Beh, sei proprio
cattivo e pericoloso, piccoletto. Pensavo che io e te fossimo amici''.
Fece un mezzo sorriso. ''Fidati di me, ragazzo, un sacco di bastardi,
molto più grossi e molto più cattivi di te hanno cercato
di uccidermi ma io sono ancora qui. Conduco una vita molto
affascinante. Quindi è meglio se tieni a freno la tua lingua
adesso che ne hai ancora una''.
''Carl non ha niente a che fare con tutto questo'', disse Carol
bruscamente. ''Lascialo andare. Io sono tutto quello che ti serve''.
''Ti sbagli, Carl ha molto a che fare con tutto questo'', rispose Merle. ''Il suo vecchio ha un debito con me''.
''Che cosa? La vita di un bambino in cambio di una mano?''. La
derisione era evidente nella voce di Carol. ''Non è la stessa
cosa, credimi''.
''E' la parte lesa che decide che cosa è giusto e equo'', le rigettò indietro Merle amaramente.
Carol si fermò e si voltò verso di lui. Carl fu costretto
a smettere di camminare a sua volta e si voltò per guardare
Carol fronteggiare Merle. ''Non si tratta solo della tua mano, vero,
Merle? Rick ti ha portato via qualcosa di molto più prezioso per
te quel giorno su quel tetto, non è così? Altrimenti ti
saresti limitato a risolvere le cose prendendolo a pugni in faccia''.
''Se stai parlando di Daryl..-''
''No, non sto parlando di Daryl. Sto parlando del fatto che Rick ti ha
portato via l'illusione che hai costruito intorno a te stesso di essere
quello in grado di tenere sotto controllo qualsiasi situazione''.
La mascella di Merle si indurì. ''Signorina, tu non sai proprio un cazzo''.
Carol si avvicinò a lui di un altro passo, il suo sguardo
azzurro era intento nei suoi occhi mentre continuava a parlare con
crescente certezza. ''So con che cosa sei cresciuto, Merle, Daryl mi ha
raccontato alcune storie. L'unico modo che avevi per proteggerti era
quello di costruire un mondo intorno a te, un mondo dove eri tu a
decidere. Poi Rick arriva e ti porta via tutto questo e improvvisamente
tu torni ad essere quel ragazzino spaventato che sei sempre stato,
costretto a essere alla mercé di qualcun altro e lo hai odiato
per questo''.
La presa di Merle si strinse sulla pistola che teneva in mano. Non
si aspettava tutto questo. Come osava questa donna che lo aveva
appena degnato di uno sguardo pensare di poterlo conoscere? Merle Dixon
non aveva nessuna intenzione di essere quel tipo di persona che
è possibile leggere come un libro aperto. ''Bel tentativo di
psicoanalisi, tettine dolci'', disse lentamente, ''Ma tu,di questo
cazzone, non sai un cazzo''.
''Dimostrami che ho torto''. Il mento di Carol si sollevò, gli
occhi fiammeggianti. ''Lascia andare Carl. Dimostrami che non ti senti
come se Rick ti avesse tagliato le palle piuttosto che la tua mano,
lassù su quel tetto''.
Merle perse il controllo quando le sue parole lo colpirono nel
profondo. La sua mano scattò all'indietro e colpì Carol
in viso con il calcio della pistola che teneva ancora in mano. Rimase
senza fiato per il dolore e quasi cadde in ginocchio, ma riuscì
a riprendersi e a tenersi in piedi.
''Carol!'' gridò Carl in difficoltà. Si lanciò contro Merle. ''Figlio di puttana!''
Merle fece rapidamente un passo indietro e puntò la pistola alla
testa di Carl. ''Resta dove sei'', intimò, in collera con se
stesso per aver perso il controllo in quel modo. Il ragazzino
continuò a pugnalarlo con lo sguardo, ma rimase fermo dov'era.
Merle guardò Carol che si reggeva la testa scuotendola e che
sembrava un po stordita. Un rivolo di sangue le colò all'angolo
della bocca e questo lo fece sentire male ma aveva bisogno di tenere la
situazione sotto controllo. ''Basta parlare'', ordinò duramente.
''Camminerete quando vi dirò di camminare e vi fermerete solo
quando vi dirò di farlo. Sono io che comando qui''.
L'espressione di Carol mentre lo guardava era quella di una
silenziosa rivendicazione mentre le parole uscivano dalla bocca di
Merle prima che lui riuscisse a fermarle. Avvicinò il suo volto
a pochi centimetri da quello di lei, le punte dei nasi che quasi si
sfioravano. ''Tu non mi conosci'', le disse, la voce bassa e piena di
avvertimento.
Carol non si ritrasse. ''E tu ti conosci?''. Dopo avergli consegnato
quell'ultimo messaggio, Carol si voltò e riprese a camminare con
Carl che teneva il suo passo.
Merle li seguì, tenendo sempre in mano quei fili che li tenevano
prigionieri ma improvvisamente iniziò a domandarsi chi era la
persona a sentirsi più in trappola in quel momento ...
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Capitolo 36 *** Capitolo 37 ***
echoes capitolo 37
Capitolo 37
''Puoi avere la pace. O puoi avere la libertà.
Non sperare di poterle avere entrambe contemporaneamente''.
Robert A. Heinlein
Dalle note dell'autrice : Un nuovo capitolo, lungo ed emotivamente complicato, ragazzi. Tenetevi forte. LOL
Ho iniziato questa storia con Carol che affrontava gli echi del suo
passato. Adesso siamo arrivati alla fase dove Daryl dovrà
affrontare i suoi. Non si può più scappare dalla
realtà e dalla persona che è realmente Merle e Daryl ci
sta facendo i conti. Non
sono sicura di come sarà per voi questo capitolo, se lo
troverete noioso oppure no, ma sentivo la necessità di scavare
più a fondo nella storia di Daryl e Merle fino ad arrivare a
dare un senso e un significato alle persone che sono diventate ora.
La fine si sta avvicinando e diventerà tutto così
complicato, non c'è nessuna via d'uscita.
Grazie come sempre a tutte le persone che mi aiutano nella traduzione (
Si, Carol, parlo con te ) e grazie a tutte le persone che continuano a
leggere e commentare questa storia, spero di riuscire presto a
rispondere a tutte le vostre recensioni. Se notate qualche errore (
Penso che in questo capitolo ce ne saranno parecchi ahah ) vi prego di
farmelo notare. Ogni tanto mi prendo qualche licenza poetica dal
momento che alcune espressioni ( come quella della sindrome di avere la
testa infilata su per il culo ) sono impossibili da tradurre in
Italiano, chiedo venia!! Buona lettura :)
Gli
occhi di Rick erano fermamente puntati sulla schiena di Daryl mentre l'uomo
seguiva abilmente le tracce lasciate da Merle, Carol e Carl attraverso i boschi.
Avevano lasciato una pista abbastanza evidente da seguire e Rick
sperava che stessero tutti bene. Alzò lo sguardo al cielo proprio
quando una grossa goccia d'acqua lo colpì sulla guancia. La
tempesta che li stava minacciando da giorni ormai si stava per
abbattere su di loro. L'espressione di Rick si fece cupa perché
sapeva che una volta che la pioggia fosse giunta, seguire il percorso
tracciato da Merle si sarebbe rivelato molto più difficile. Una nuova
ondata di frustrazione gli montò dentro, mentre cercava di
venire a patti con il fatto che non era stato in grado di mantenere il
gruppo al sicuro. Inizio a parlare rivolgendosi alla schiena di Daryl.
''Merle ti ha detto niente riguardo a un altro gruppo?''
Daryl non si voltò, continuò semplicemente a tenere gli
occhi puntati a terra di fronte a lui, il suo sguardo che correva da
una parte all'altra alla ricerca di un qualche segnale. ''C'è un
posto chiamato Woodbury, è gestito da un tizio che si fa
chiamare Il Governatore. Merle è rimasto rintanato lì per la
maggior parte del tempo''.
Il cuore di Rick sprofondò ulteriormente a quella notizia mentre
Glenn iniziò a porre delle domande di sua spontanea volontà. ''Una città?''
disse incredulo. ''Un'intera città?''.
''Merle mi ha detto che ci sono all'incirca settanta o più persone, tra uomini, donne e bambini''.
''Quanto è lontano questo posto?'' chiese Rick intensamente.
Daryl sollevò le spalle. ''Non lo so, forse due o tre ore a
piedi dalla prigione, immagino, prendere o lasciare. Merle non mi ha
dato nessuna mappa''.
''Non è lontano'', disse Glenn, in tono nervoso. ''Sono sorpreso
del fatto che non ci siamo ancora imbattuti in nessuno di loro''.
''Immagino che sia quella che chiamano fortuna'', disse Daryl in tono piatto.
La mascella di Rick si indurì. ''E forse possiamo continuare a esserlo se arriviamo per primi a Merle''.
Daryl saltò oltre un tronco rovesciato a terra, sempre senza
voltarsi a parlare con loro. ''Merle non li sta portando a Woodbury''.
Glenn e Rick seguirono Daryl oltre l'ostacolo. ''Che cosa ti fa
essere così sicuro?'' chiese Rick incuriosito. ''Pensi che
questo Governatore cercherebbe in qualche modo di fermarlo?''
''Quell'uomo ha nominato Merle come suo secondo in carica'',
dichiarò Daryl freddamente. ''Non penso che sia una di quelle
persone che si fa troppi problemi con le questioni morali''.
Questa non era affatto una buona
notizia per Rick. Chiunque non si facesse esitazioni nel mettere Merle
a capo di un gruppo di persone doveva
pur sapere quello che avrebbe potuto scatenare. Merle non aveva mai
finto
di essere qualcuno di diverso da quello che era. E proprio per questo,
se il
Governatore aveva fatto una scelta del genere, significava solo che
aveva
avuto il bisogno di un oggetto contundente con cui far penetrare il suo
punto di vista e Merle era senz'altro l'oggetto più adatto.
''Allora che
cos'è che ti rende così sicuro che non si stanno
dirigendo verso Woodbury?''.
''Conosco mio fratello', disse Daryl semplicemente, fermandosi. ''Merle
sta cercando di fare il punto della situazione e non vuole di certo
che altre persone creino casino immischiandosi in tutto questo''. Si
avvicinò al punto in cui un vagante stava steso a terra tra una
fila di alberi, il suo cervello era schizzato fuori attraverso il foro nella
parte posteriore della sua testa.
Rick lo raggiunse, guardando a sua volta quella creatura ormai defunta.
''Questo è stato fatto da una pistola''. Pensò subito a
Carl. Rick guardò Daryl, che si era voltato e aveva ripreso a
cercare delle tracce, gli occhi puntati a terra.
Glenn stava in piedi dietro Rick. ''Almeno sappiamo che stiamo andando nella direzione giusta''.
Rick continuava a fissare quel cadavere. ''Questo ragazzo è
morto da non più di un paio d'ore o giù di lì. Le
formiche non hanno nemmeno iniziato a banchettare con lui''. Vide che Daryl adesso
era accovacciato sopra il terreno, esaminandolo da vicino. Rick si
mosse per andargli incontro. ''Che cosa c'è?''
''Qui hanno fatto una pausa, si
sono fermati'', dichiarò Daryl,
leggendo le impronte consumate in mezzo alla sporcizia. ''Probabilmente
stavano parlando''. I suoi occhi correvano avanti e indietro lungo il
terreno e Rick vide la tensione aumentare rapidamente in lui.
''Che c'è Daryl?''
Daryl allungò la mano per raccogliere una foglia da terra. Rick
aggrottò la fronte, non aveva idea di che cosa stesse osservando.
Il volto di Daryl era indecifrabile. ''Sangue''. Sollevò la
foglia in modo che anche gli altri potessero vederla. ''C'è del
sangue su questa foglia''.
Sia Glenn che Rick si avvicinarono. Era solamente un unica goccia di
sangue rosso vivo sulla foglia marrone, ma fu sufficiente per far
stringere i pugni a Rick.
''E' solo una piccola goccia, nessuno può essersi ferito
gravemente', disse Glenn, le sue parole non riuscirono a mascherare la
preoccupazione che ci si nascondeva dietro, ''Giusto?''.
Rick non voleva nemmeno pensare a una risposta. Daryl si sollevò di scatto e gettò via la foglia.
Quando Rick parlò la sua voce era dura e non ammetteva repliche. ''Quando troveremo Merle..-''
''Farò quello che devo
fare'', lo interruppe Daryl bruscamente e poi si allontanò,
guidandoli nuovamente nella caccia.
Rick lo seguiva con Glenn che
chiudeva la fila. Sapeva quanto dovesse
essere difficile per Daryl, ma doveva capire che era stato Merle a
metterli con le spalle al muro. Il più vecchio dei fratelli
Dixon aveva messo in moto
un qualcosa che stava a significare che non ci sarebbe stato più
spazio per una seconde
chance o per il beneficio del dubbio. Daryl era costretto a dover
affrontare il fatto che Merle era quello che era e ci avrebbe dovuto
fare i conti, una volta per tutte.
E se lui non fosse stato in grado di farlo, Rick lo avrebbe fatto per lui.
oooooOOOOooooo
Daryl
fece scattare l'accendino, ma non spuntò alcuna fiamma. Lo
agitò e riprovò di nuovo, ancora niente. Improvvisamente
una mano gli mise un accendino con una fiamma danzante davanti agli
occhi. Daryl guardò l'uomo che gli stava offrendo quella luce e
poi spostò la sigaretta che teneva stretta tra le labbra
all'interno del bagliore di quella fiamma. Aspirò con forza quel
primo tiro. ''Grazie'', disse rivolto all'uomo, e quella
parola fu accompagnata da una nuvola di fumo che uscì fuori dalla sua
bocca.
''Nessun problema'', tuonò il
buon samaritano, il tono di voce profondo completò perfettamente
la figura di quell'uomo di colore con le spalle larghe e la testa
rasata.
Gli occhi di Daryl guizzarono attorno
al bar rumoroso popolato sopratutto da uomini mentre aspirava
profondamente dalla sua sigaretta e si appoggiava al muro, incrociando
le gambe una davanti all'altra. Zoticoni e motociclisti a perdita
d'occhio. Merle era nel suo elemento naturale. Il fratello di Daryl era
dentro quel bar, e si comportava in maniera rozza e sgradevole, e
questo era il motivo per il quale Daryl aveva deciso di allontanarsi ad
osservare la scena vicino ad una delle finestre, uno spettatore
esterno.
Proprio come piaceva a lui. Merle aveva preso una botta di qualche
merdata prima di entrare là dentro ed era già
parecchio su di giri ancora prima di ordinare il suo primo giro di
whisky. Daryl sapeva già come sarebbe andata a finire quella
serata. La sua unica speranza di poter passare una notte più o
meno tranquilla si sarebbe realizzata nel caso in cui Merle avesse
deciso di perdere i sensi a un
certo punto. Purtroppo, suo fratello sveniva molto raramente. Daryl
raccolse
la bottiglia mezza vuota di birra e cercò di nascondere il suo
dispiacere per la scena che si stava consumando di fronte a lui.
''Non ti ho mai visto da queste parti
prima d'ora'', commentò l'uomo di colore, che se ne stava
appoggiato al muro accanto a Daryl, fumandosi una sigaretta a sua
volta.
''Sono solo di passaggio'',
dichiarò Daryl mantenendosi vago. Erano sempre di passaggio. Lui e Merle
non sarebbero mai potuti restare a lungo in nessun posto. Il più
anziano dei fratelli Dixon avrebbe fatto in modo che questo accadesse
ogni volta.
''Ho visto te e quell'altro ragazzo correre su delle Triumph''.
''Si''.
''Ne ho aggiustato una tempo fa, merda..quei motori''.
Daryl inclinò la testa. ''Si, Merle ha lavorato sopra la sua per quasi un anno prima di riuscire a capire come fare''.
''E' un pensiero che dà soddisfazione, fare i conti con i loro capricci''.
Lo sguardo di Daryl scivolò
verso Merle che sembrava essere in una qualche sorta di gara di bevute
al bancone adesso. ''Merle non è mai soddisfatto''.
''Alcune persone non lo saranno
mai'', concordò l'uomo saggiamente. Guardò Daryl.
''Lamont'', offrì presentandosi.
''Daryl''.
Fecero un lieve cenno con la testa,
riconoscendosi l'un l'altro in quel modo silenzioso che non necessitava di un sacco di belle parole.
''Dove pensate di andare dopo?''.
Daryl si strinse nella spalle. ''Non lo so, penso che sarà Merle a decidere, credo''.
Lamont inarcò un sopracciglio. ''E la tua opinione non conta?''.
''Non ne ho nessuna'', disse Daryl freddamente. ''Non è la stessa cosa''.
''No..'', concordò Lamont, guardandolo di sottecchi. ''Suppongo che non lo sia''.
L'improvvisa esplosione di
un applauso molto rumoroso catturò
però la loro attenzione. Merle teneva sollevato trionfalmente in una mano un
bicchiere vuoto, un sorriso enorme stampato sulla sua faccia. ''Che te
ne pare, ragazzino?'' cinguettò.
Il grosso omone nero ben piazzato
che stava seduto accanto a lui gli rivolse uno
sguardo sprezzante e bevve il suo bicchiere di whisky sbattendolo
infine sul bancone seguito da uno scroscio di applausi ancora
più forte e rumoroso. ''Vuoi provare a tenere il passo,
vecchio?'' disse a Merle sorridendo. ''O vuoi solamente che qualcuno
ti infili nel tuo letto sano e salvo e ti rimbocchi le coperte?''
''La tua mamma lo fa ancora?''
gettò indietro Merle con un tono di finta dolcezza e ci fu uno
scoppio di risate rauche, anche se l'avversario di Merle non pareva
essere molto impressionato.
Daryl fece una smorfia e poi distolse
lo sguardo. Sarebbe andata a finire molto male. C'era sempre un momento
preciso durante la notte nel quale un limite veniva tracciato e a Merle non
sarebbe bastato limitarsi a superarlo e basta, ma anzi avrebbe goduto a
danzarci sopra. Gli occhi di Daryl scivolarono in lungo e in largo
all'interno della stanza, alla ricerca di una via di fuga.
''A tuo fratello sembra piacere molto
vivere nel pericolo'', commentò Lamont seccamente. ''Elwood
non è noto per il suo senso dell'umorismo''.
''Già'', mormorò Daryl.
''Per Merle è un vero e proprio talento''. Riusciva a sentire su
di lui lo sguardo incuriosito di Lamont.
''Sei sicuro del fatto che voi due siate fratelli?''.
Daryl fece un sorriso privo di umorismo. ''E' quello che ci ha sempre detto la nostra vecchia''.
Lamont annuì lentamente con la testa. ''Allora..Te la cavi bene con i motori, o è solo tuo fratello?''.
''So perfettamente come muovermi di fronte a quella roba''.
''Ho un garage giù in
città, niente di grandioso, sto cercando un meccanico.. Uno che non
abbia la testa infilata su per il culo''. Lamont fece una smorfia.
''Da queste parti sono molto più difficili da trovare di quanto si possa immaginare''.
Daryl aggrottò la fronte. ''Mi stai offrendo un lavoro?''.
Lamont inclinò la testa. ''Solo se lo stai cercando''.
''Tu non sai un cazzo di me'',
sottolineò Daryl, cercando di nascondere la sua sorpresa. ''Come
fai a sapere che non ho la testa infilata su per il culo?''.
Lamont guardò là verso dove
Merle era intento a schernire alcuni degli spettatori. ''La
sindrome retto-facciale tende a manifestarsi in un solo fratello, mai in
entrambi'', disse con amaro divertimento. ''La natura ha un modo tutto
suo di mantenere l'equilibrio''.
Daryl cercò di non sorridere alla frecciatina che l'altro uomo aveva appena rivolto a Merle.
''Inoltre, ero un cecchino nei
Marines'', continuò affabilmente Lamont. ''Sono bravo a
soppesare le persone abbastanza velocemente''.
''Eri nei Marines?'', Daryl guardò quell'uomo in perfetta forma fisica e poté immaginarlo.
''Già, in pensione da quel giorno in cui ho deciso di andare a pisciare in quello che si rivelò essere un
campo minato''. Lamont si chinò per battere le nocche sulla
gamba sinistra che produsse un rumore sordo. Sollevò la gamba
del pantalone fino a rivelare una protesi.
Daryl osservò la vecchia protesi di legno. ''E' proprio vecchia scuola, amico''.
''Già, non riuscivo a immaginarmici con quella
merda in titanio addosso, così ho finito per
optare per una protesi del vecchio tipo''.
''E' una vera e propria cagna'', commentò Daryl.
Lamont alzò le spalle in una
scrollata. ''Si, lo so, il lato positivo è che avrò sempre a
disposizione della legna''.
I due uomini incrociarono gli sguardi
ed entrambi sorrisero prima di scoppiare in una vera e propria risata.
Daryl non poté fare a meno di rilassarsi un poco grazie alla compagnia di
quell'uomo brillante.
''Allora, sei interessato?''.
Daryl lanciò uno sguardo incerto verso Merle. ''Non lo so..forse''.
''Si, beh, credo proprio che voi due
non andrete molto lontano stanotte visto tutto quello che sta buttando
giù tuo fratello''.
Daryl fece una smorfia mentre
guardava in direzione di Merle dove la concorrenza si stava facendo
sempre più intensa di minuto in minuto.
''Avete un posto dove stare per questa notte?'' lo interrogò Lamont. ''Tuo fratello avrà
bisogno di farsi una bella dormita''.
''Abbiamo preso una stanza in quell'hotel appena fuori dall'autostrada. Quello con i dadi nell'insegna''.
Lamont fece un breve cenno con il
capo. ''Il dado fortunato. E' un buco di merda. Dovrebbero essere loro a pagarti
per il fatto che hai deciso di dormire lì'.
''Ho dormito in posti peggiori'', disse Daryl filosoficamente.
''Basta che eviti di mangiare la colazione gratuita. Esci fuori e sbattiti le palle contro una
porta, sarà molto più piacevole e meno propenso a
lasciarti con danni fisici permanenti''.
Le labbra di Daryl si piegarono. ''Come si può fare casino con un paio di uova strapazzate?''.
''Oh beh..Ci vuole un talento grezzo e un
odio generale per qualsiasi tipo di persona e di norma
igienico-sanitaria'', disse Lamont sardonico.
Improvvisamente il silenzio fu rotto dal rumore di un
bicchiere di vetro che andava in frantumi e la testa di Daryl
scattò, il suo corpo era già carico di tensione.
Merle adesso se ne stava in
piedi, faccia a faccia contro la figura incombente di Edwood, senza essere affatto
turbato dalla stazza dell'altro uomo. ''Immagino proprio che tu non
sappia come si faccia ad accettare una sconfitta sportivamente'', lo
schernì. ''Suppongo che non potessi aspettarmi altro da uno sporco
negro''.
Daryl arrossì in viso quando
l'innato razzismo di Merle portò fuori improvvisamente la sua
brutta testa. Non riusciva più a guardare Lamont, era troppo in
imbarazzo per via di suo fratello e l'unica cosa che
desiderava era quella di allontanarsi il più possibile da
quel posto e
dall'ignoranza di Merle. Odiava quando il fratello portava fuori questa
merda. Anche Lamont si era messo in piedi a sua volta e Daryl
poté
sentirlo irrigidirsi affianco a lui.
''Come mi hai chiamato?'' chiese
Elwood indignato. I suoi amici erano raggruppati dietro di lui, uomini di
colore dallo sguardo rabbioso, che lo stavano fulminando con lo sguardo.
Nel frattempo, Merle aveva portato dalla sua parte alcuni sostenitori, per lo
più motociclisti che si erano appena dimenticati del loro drink
e stavano prendendo ad accumularsi alle spalle del fratello di Daryl.
Il barista aveva tutto il diritto di
avere quell'espressione preoccupata. Lo sfortunato uomo sollevò
una mano. ''Andiamo, ragazzi, perché non prendete tutti un bel
respiro e ci pensate su un attimo?''. Avrebbe anche potuto tacere tanta
fu l'attenzione che riuscì a guadagnarsi con quelle parole.
Merle continuò a stuzzicare
l'orso, sostenendo lo sguardo di Elwood senza battere ciglio. ''Sei
forse frutto di un incesto, ragazzino?Come i tuoi genitori, tuo
fratello e tua
sorella? E' per questo che non ci senti bene? Ho sentito dire che a voi
negri piace tenere tutto in famiglia. Beh adesso ne ho avuto la
conferm..-'' , Merle non riuscì a finire la frase quando
improvvisamente Elwood si gettò sopra di lui, facendolo
schiantare a terra. Ora tutto il bar stava per sfociare in una guerra
totale.
''Cazzo'', sputò fuori Daryl
quando accadde l'inevitabile. Fece quello che doveva fare e corse in
quel mare di corpi ammucchiati per dare una mano a suo fratello.
Merle si era già tirato su e
stava facendo a pugni con Elwood, i due uomini iniziarono
velocemente a farsi sanguinare a
vicenda mentre entrambe le parti cercavano di
separarli l'uno dalle grinfie dell'altro. Pugni, bottiglie e sedie
volavano dappertutto mentre Daryl si faceva strada attraverso la folla
di uomini in guerra per arrivare a suo fratello. Non sapeva dove fosse
andato a finire Lamont ora, probabilmente aveva già messo
abbastanza distanza tra sé e quei bifolchi ignoranti e Daryl non
poteva biasimarlo. Merle stava egregiamente tenendo testa ad Elwood
e tutti i nuovi arrivati mentre lo guardava rompere una stecca
da biliardo sopra la testa di qualche ragazzino facendolo cascare a
terra come una pietra. Sia Merle che Elwood erano pesti e sanguinanti
ma si rifiutarono di mollare e si prepararono a scagliarsi
nuovamente l'uno contro l'altro. Daryl si mise tra Merle e il suo
avversario. ''Ce ne andiamo!'' urlò forte per sovrastare il
frastuono di quella rissa da bar.
''Ma la festa è appena
iniziata, fratellino'', disse Merle con voce impastata, il suo sorriso
ubriaco ingessato sul suo volto tutto livido e sanguinante.
Elwood allungò il braccio per
afferrare Merle ma Daryl gli spinse via il gomito sbilanciandolo poi lo
afferrò con una presa sotto il mento spingendolo via e
facendolo schiantare sul pavimento. Questo non andò affatto bene
ai suoi amici, che ora avevano aggiunto un altro obiettivo alla loro lista. Con
un sacco di fatica e con un altra serie più pugni, Daryl in qualche modo
riuscì a trascinare Merle fuori dal bar che ormai era scoppiato
in una vera e propria rissa da ubriaconi in stile Saloon. Sgusciarono fuori da
una porta laterale nella mite aria serale, Merle riusciva a malapena a
tenersi in piedi.
''Whooo, fratellino..''
cinguettò mentre si appoggiava pesantemente su Daryl, il braccio
attorno al suo collo, ''Gliele abbiamo suonate, non è vero?''
''Si'', disse Daryl infastidito
mentre cercava praticamente di trascinare Merle di peso lontano da quel
bar, ''Lo abbiamo fatto''. Si guardò alle spalle verso la
porta sul retro dalla quale erano usciti, preoccupato del fatto che da
un momento all'altro qualcuno avrebbe finito con l'inseguirli fuori
spostando la rissa in strada. Daryl aggrottava la fronte mentre
trascinava Merle verso la sua moto. Si sarebbe rivelato un inferno
riuscire a far salire suo fratello, completamente ubriaco, e probabilmente con una lieve
commozione cerebrale sul retro della sua moto, ma doveva almeno
provarci. ''Andiamo'', sputò fuori quando Merle non
sembrò offrirgli alcun aiuto, ''Dobbiamo andarcene da qui''.
''Io voglio..voglio un altro drink'', balbettò Merle. ''Non ho ancora finito di bere''.
''Si che hai finito'',
dichiarò Daryl cupamente mentre cercava di portare entrambi
sulla sua moto il più velocemente possibile.Era quasi a
metà strada quando un camioncino si fermò di fronte a
loro, bloccando loro il passo. Daryl si tese, era
pronto a combattere per una via di fuga da quest'ultimo sviluppo sia
per sé stesso che per Merle, quando un volto familiare
spuntò fuori dal finestrino dal lato del conducente.
''Voi due fareste meglio a portare il vostro culo a bordo prima che qualcuno si accorga della vostra assenza''.
Daryl sentì un ondata di
sollievo nel rivedere Lamont e nel sentire la sua offerta di aiuto.
Tirò su Merle fino a trascinarlo dal lato del passeggero.
''Forza'', esortò suo fratello, ''Ci siamo procurati un
passaggio''.
''Guido io!!'' annunciò un Merle completamente andato.
''Certo che si, ragazzo'', disse
Lamont beffardo mentre afferrava Merle per la collottola della camicia
contribuendo ad aiutare Daryl a caricarlo sul sedile anteriore del
pick-up dove prontamente Merle perse i sensi.
Daryl saltò su svelto dopo di
lui e sbatté la portiera chiudendola mentre Lamont sgattaiolava
fuori dai parcheggi del bar. ''Grazie'', disse un Daryl ancora ansimante,
guardando nello specchietto retrovisore per accertarsi che nessuno li
stesse seguendo.
''Per questa notte ho finito di
bere'', disse Lamont con tranquillità. ''L'atmosfera di quel
posto può scaldarsi piuttosto facilmente''.
''Specialmente quando dei bifolchi
stupidi come la merda decidono di iniziare a dare spettacolo''. Daryl, scuro in
volto, lanciò uno sguardo arrabbiato a un noncurante Merle che se
ne stava felicemente incosciente.
''Già, beh, non puoi andare in
un posto che si chiama ''Sangue, Sudore e Birre'' e aspettarti di
intraprendere una scalata al successo''
''E più probabile che finirai con il rompere quella scala sulla testa di qualcuno'', mormorò Daryl.
Lamont si mise a sorridere. ''Anche sul per il culo''.
Daryl si ritrovò stranamente a
sorridere a quel pensiero e non passò molto tempo prima che
Lamont arrivò fuori dallo squallido hotel in cui lui e Merle
alloggiavano.
Lamont guardò Daryl saltare fuori dalla macchina e andare a tirare fuori Merle. ''Hai bisogno di una mano?''
Daryl riuscì a gettarsi Merle sulla spalla e a raddrizzarsi. ''Nah, sono a posto. Ho fatto un sacco di pratica''.
''Lo credo bene''.
Daryl riuscì a fare un sorriso imbarazzato. ''Ah.. grazie per il tuo aiuto'', disse rigidamente.
''Nessun problema, amico''.
Daryl non capiva perché Lamont
li avesse aiutati e anche molto tempo dopo aver gettato Merle sul suo
letto per lasciarlo dormire e fargli passare la sbronza ed essere
rientrato dalla sua passeggiata solitaria, ne era ancora all'oscuro. Il
mattino dopo Merle era ancora un ammasso immobile sul letto che puzzava di whisky e
fumo quando Daryl uscì fuori dalla porta anteriore
della loro camera d'albergo per farsi una fumata. Mentre si
accendeva la prima sigaretta della giornata e ignorava la pelle
strappata e sanguinante sulle sue nocche, Lamont spuntò fuori con
il suo pick-up. Nella parte posteriore della vettura c'erano la sua
moto e quella di Merle. Gli occhi di Daryl si spalancarono per la
sorpresa mentre si avviava verso Lamont per salutarlo. ''Ci hai portato
le nostre moto?''.
Lamont scese dalla macchina e
girò attorno alla vettura per raggiungere il retro, là
dove le moto erano state assicurate. ''E' una gran bella camminata da
farsi a piedi da qui al bar e non mi pare che sia una buona idea per
nessuno di voi far rivedere in giro le vostre facce al momento. Elwood
e i suoi ragazzi sono ancora assetati di sangue''. Lanciò
un'occhiata alle spalle di Daryl verso la loro stanza. ''La bella
addormentata sta ancora aspettando l'arrivo del suo principe?''.
Daryl emise un grugnito. ''Quello che
mi fa incazzare è che al suo risveglio quello che avrà
ricavato non sarà molto più dei postumi di una
sbornia''
''La sua faccia non sentirà
tutto quel divertimento però'', commentò Lamont mentre
aiutava Daryl a scaricare le moto. ''Elwood ha mandato a segno
un bel po di pugni''.
''Merle avrebbe potuto fare di peggio''. Era solamente il modo in cui era suo fratello.
''Già..'' disse Lamont piano mentre richiudeva il vano del suo pick-up. ''Quel ragazzo a cui
tuo fratello ha dato un colpo di stecca, il suo nome
è Farley, ha appena compiuto 21 anni. E' finito all'ospedale. Ha
subito delle gravi lesioni cerebrali. I dottori pensano che non sarà
mai più in grado di camminare bene''.
Daryl distolse lo sguardo, non avrebbe mai voluto sentire tutto questo.
''E' un vero peccato. Farley era
appena stato accettato nell'esercito. Era davvero felice, voleva vedere il mondo. Immagino che ora andrà
diversamente''.
Daryl si sforzò per
costringersi ad incrociare lo sguardo costante di Lamont, ma
poi non riuscì a reggerlo e riprese a fissare l'asfalto.
Lamont si appoggiò al suo pick-up, con voce calma. ''Che cosa stai facendo qui, Daryl?''.
Daryl alzò gli occhi e aggrottò la fronte. ''Che cosa intendi?''.
Lamont fece un cenno con la testa di
lato per indicare la camera d'albergo alle sue spalle. ''Quel tuo
fratello, non è un bene per te''.
L'espressione di Daryl si oscurò. ''Lui è mio fratello, punto''.
''Vuoi la verità?'', disse
Lamont con sicurezza . ''Tutto quello che è, è un
cane rabbioso, che ringhia contro tutto e tutti''.
Daryl si irrigidì all'analogia, indurendo la mascella.
''La cosa più gentile che puoi fare per una creatura del genere e mettere fine alle sue sofferenze''.
Gli occhi di Daryl si socchiusero
minacciosamente. ''Mi stai suggerendo di uccidere mio fratello? Che
razza di consiglio di merda sarebbe questo?''.
''Io non ti sto suggerendo di ucciderlo'', disse Lamont con dolcezza.
''E allora che cosa intendevi dire?'' gli chiese Daryl con rabbia.
''Ti sto dicendo di smettere di fingere di poterlo salvare''.
Le parole di Lamont attraversarono Daryl come lame. ''Tu non sai un cazzo su di me e su Merle''.
''So solo quello che vedo'', disse
Lamont semplicemente. ''Tu mi piaci, Daryl. Penso che tu meriti di
più di una vita del genere. Merle ti sta solo trattenendo. Forse
continui a pensare che ci sia una sorta di cura per lui, ma non
esiste. Merle è Merle, anche un cieco può vederlo.
Sarà sempre quel cane rabbioso con la bava schiumante alla bocca e il
fatto che tu continui a fingere che le cose non stiano così non aiuta
nessuno, men che meno tuo fratello''.
Daryl non sapeva che cosa rispondere. ''Merle è mio fratello. La mia famiglia''.
L'espressione di Lamont era seria.
''Allora comportati da fratello e aiutalo a mettere fine alle sue
sofferenze prima che sia lui a farlo con te. Sali su quella moto,
vattene via e non voltarti indietro''.
Una parte di Daryl avrebbe voluto
fare proprio questo, ma ancora prima di parlare, Daryl sapeva che non
sarebbe mai accaduto. ''Non posso..'', disse con voce roca, ''Dobbiamo
restare uniti. E' quello che fanno i fratelli''. Il mantra di Merle si
era radicato in profondità nella sua anima.
Lo sguardo di Lamont era uno di silenziosa comprensione. ''Tuo fratello non vuole essere salvato,
Daryl. Un giorno dovrai fare i conti con questa realtà, che ti
piaccia o meno''.
oooooOOOOooooo
Daryl
scosse la testa, cercando di cancellare il ricordo sgradito di una
diversa conversazione in un diverso mondo con uno sconosciuto che
avrebbe voluto risparmiargli il futuro che aveva previsto per lui. Lui
e Merle avevano fatto i bagagli e si erano allontanati da quella
città più tardi quello stesso giorno, ma Daryl non era
mai riuscito a dimenticare le parole di Lamont, non importava quanto si
fosse sforzato. Avevano indugiato nella parte posteriore del suo
cervello, come la minaccia di una profezia in attesa di compiersi e
quell'attesa era giunta al termine adesso. Il mondo era cambiato, ma
Merle no. Daryl non aveva voluto affrontare allora quello che suo
fratello era veramente, dannazione, non lo voleva nemmeno ora, ma non
aveva più una scelta. Daryl sarebbe morto pur di proteggere
Merle dalle altre persone, senza esitazione. Ma per proteggerlo da
sé stesso .. non c'era modo di proteggere suo fratello dalle sue
stesse tendenze autodistruttive. E la verità è che non
c'era mai stato un modo. Lamont aveva ragione fin dall'inizio, proprio
come Daryl aveva temuto e si era rifiutato di credere al tempo. Alcune
gelide gocce di pioggia lo colpirono sulle spalle e Daryl guardò
in alto verso il cielo, ad osservare le nuvole basse e
pesanti e il sinistro colore nero/verdastro. ''La pioggia è
davanti a noi''.
''Cancellerà tutte le tracce'', si agitò Glenn. Guardò Daryl per una conferma. ''Giusto?''.
''Non importa'', disse Daryl laconico. ''So dov'è diretto Merle''. O se non altro ne era abbastanza certo.
''Allora faremo meglio a darci una mossa'', disse Rick rapidamente. ''Prima che si scateni l'inferno''.
Daryl non sapeva se Rick stesse
parlando del tempo o di quello che aveva intenzione di fare Merle, ma
non aveva importanza, in entrambi i casi dovevano andare avanti. Era
finalmente arrivato il momento di liberarsi di Merle e della presa che
aveva su di lui, ma il pensiero non era certo il benvenuto. Invece al
suo posto un profondo dolore prese dimora nel petto di Daryl che
accettò tristemente che non stava più dando la caccia a
suo fratello, ma piuttosto a un cane rabbioso. Era il momento di fare
quello che doveva fare ed era il momento di liberarli tutti.
Questo momento doveva arrivare per il bene di tutti loro.
oooooOOOOooooo
Carol
guardò Merle con sospetto quando si strappò un lembo
della sua
maglietta. ''E' tutto qui?'', si guardò intorno alla grotta
nella quale si trovavano ora. Lei e Carl erano stati legati con le mani
dietro
la schiena e appoggiati contro la parete di fondo della cava. ''Il tuo
grandioso piano era quello di portarci indietro nel tuo
nascondiglio?''. Carol guardò i resti di un fuoco e la bottiglia
mezza piena di un liquido chiaro che stava lì accanto. Era ovvio
che Merle era già stato qui in precedenza e forse anche Daryl. I
resti del falò sembravano recenti.
Merle sbuffò divertito. ''Mi fai sembrare un super cattivo con questa stronzata del nascondiglio''.
''Non ti definirei mai super'', specificò Carol. ''Al massimo mediocre''.
Merle afferrò la bottiglia di quello che Carol presumeva fosse
alcool. ''Ma sono io il cattivo di questa storia. E' questo quello che
pensi, vero?''.
''Tu ci hai rapiti e hai colpito Carol'', sbottò Carl, unendosi alla discussione ora. ''Non sei un eroe, Merle''.
Merle imbevette il pezzo di stoffa ricavato dalla sua maglietta con il liquido
della bottiglia e si strinse nelle spalle, apparentemente indifferente
alla critica. ''Forse sono solo frainteso''.
''O forse ti ho capito perfettamente'', gli gettò indietro Carol.
Merle si inginocchiò accanto a lei. ''Pensi di aver capito tutto
di me, donna? E' questo che pensi?''. Sollevò la mano nella
quale stringeva il panno verso le sue labbra e Carol tirò
indietro la testa.
''Lasciala stare!'' gridò Carl, scalciando nella sua direzione.
Merle evitò con estrema facilità l'attacco. ''Calmati,
ragazzo. Sto solo cercando di ripulirla''. Lui la guardò e
inarcò un sopracciglio mentre teneva in mano il panno umido.
''Non è necessario che l'odore del tuo sangue attiri quelle cose
quando ci troveremo di nuovo là fuori''. Merle allungò la
mano e pulì accuratamente la scia di sangue che aveva macchiato
le labbra e il mento di Carol. L'odore forte del liquore assalì
il suo olfatto mentre lasciava che Merle la ripulisse. Lui era intento
sul compito a portata di mano. ''Non ho mai picchiato una donna'',
la informò. ''Non di regola ad ogni modo''.
''No certo, a meno che non lo meritasse davvero'', rispose Carol
freddamente. ''Non è così che vanno normalmente le
cose?''.
''Ho perso il controllo'', disse Merle semplicemente. ''Non sono fiero di averlo fatto''.
''E' questo il tuo più grande problema, Merle''. Carol
catturò il suo sguardo e lo sostenne senza battere ciglio adesso
che si trovavano così vicini. ''Pensare che tu abbia mai avuto alcun tipo di
controllo, tanto per cominciare''.
''Lo ho più di chiunque altro in questo momento'',
ribatté lui. ''State tutti ballando la mia canzone adesso,
signorina''.
''Sei un manipolatore'', lo accusò Carol aspramente. ''Non è la stessa cosa''.
Merle era indifferente. ''Io preferisco il termine ''Ingegnere degli
eventi'' '' replicò impassibile mentre finiva la sua pulizia poi andò a sedersi contro la parete opposta.
Carol alzò gli occhi. ''Certo che si. Sai, per un uomo che si
vanta di sapere come vanno veramente le cose, sicuramente dovrai
ripeterti di continuo un sacco di stronzate. Ti nascondi
dietro termini e giustificazioni che servono solo al tuo scopo''.
''Beh, merda'', disse Merle con voce strascicata, ''Non è quello
che fanno tutti?''. Si grattò il petto distrattamente. ''Ma
posso dirti questo, non perderò un briciolo di sonno pensando a come
andranno a finire le cose, perché io sono nel giusto in tutto
questo''.
''Una coscienza pulita e cristallina, e questo che sei, giusto Merle?''.
Carol si guardò intorno nella grotta. ''A me sembra che tu stia
per avere questo pacifico riposino in una prigione che hai costruito con
le tue stesse mani. Sai di aver creato una brutta situazione. Hai
messo Daryl in una posizione orribile e mi stai dicendo che sei ok con
tutto questo?''.
''Siamo fratelli'', le offrì Merle. ''Siamo legati molto
più profondamente di quanto voi possiate mai immaginare.
E' questo che ci salverà tutti alla fine. Daryl farà la
scelta giusta per me, così come io farò la scelta giusta
per lui. E' nel nostro sangue''.
Carol e Carl si scambiarono un occhiata confusa e poi lei riprese a
parlare con Merle. ''C'è qualcosa all'interno di questa
incomprensibile retorica che dovrebbe avere senso per noi?''
''Non capiresti mai'', disse Merle sprezzante. ''Tu non hai mai condiviso
niente di quello che io e Daryl abbiamo condiviso e non lo farai mai''.
''Tu pensi sempre prima a te stesso e a Daryl per ultimo e
vuoi che io mi senta in soggezione di fronte al vostro amore
fraterno?'' disse Carol bruscamente. ''Questo non succederà mai,
Merle''.
Merle aggrottò la fronte. ''Mi sono stancato di te e del fatto che pretendi di sapere cose che io non so''.
''Hai passato tutta la tua vita a rifugiarti nelle droghe e nell'alcool
o
semplicemente a scappare'', disse Carol, senza tirarsi indietro.
''Questa è la prima volta che non hai avuto l'opportunità
di lasciarti offuscare la mente e di impedirti di pensare al chi sei
realmente e alle conseguenze delle tue
azioni''. Annuì verso la bottiglia che stava poggiata a terra
accanto al ginocchio di Merle. ''Quando finirai di scolarti quella
bottiglia
di liquore poi sarai da solo, Merle. Quello che sei veramente
tornerà a casa a cercarti e non ci sarà niente e nessuno
che
impedirà a questo di accadere. Non hai mai dovuto fare i
conti con le tue scelte prima d'ora. Hai fatto credere a te stesso le
giustificazioni per le tue azioni e non hai mai pensato una sola
volta a come queste potessero influenzare l'unica persona al mondo
che ti ama più di qualsiasi altra cosa''.
''Zitta'', ringhiò Merle. ''Chiudi quella cazzo di bocca''.
''Posso anche smettere di parlare'', disse Carol imperterrita, ''Ma
questo non cambierà la verità. Tu dici di essere nel
giusto in tutto questo, ma chi stai cercando di convincere?''.
''Sto lottando per mio fratello'', sputò fuori Merle. ''Questo è amore''.
''Questa è paura'' replicò lei.
Merle sbuffò sprezzante. ''Io non ho affatto paura''.
''Se non l'avessi avuta, io e Carl non saremo seduti qui adesso''.
Merle digrignò i denti all'implacabile botta e risposta di
Carol. Il suo continuo abbaiare gli stava facendo venire un gran mal di
testa. ''Hai passato l'ultimo decennio lasciando che un uomo ti
prendesse a botte su base regolare'', disse Merle maliziosamente.
''Perché dovrei prestare attenzione ad una sola delle cose che
dici?''.
L'espressione di Carol era spaventosamente seria quando gli rispose,
con voce calma ma piena di convinzione. ''Perché so che cosa si
prova a essere ferita più e più volte per mano della
persona che giura di amarti di più al mondo e che dovrebbe
prendersi cura di te''. Carol fece un respiro profondo. ''E poi pensare
che sia tutta colpa tua''.
Sollevò il mento con fierezza in segno di sfida. ''Mi ci
è voluto molto tempo per riuscire a capire la verità,
Merle, e adesso che ci sono riuscita, è tutto quello che riesco
a vedere e non posso fingere il contrario''.
Merle rimase ad osservarla, vedendo in lei quell'ardua vittoria,
quell'inflessibile forza negli occhi della donna. Per la prima volta,
si permise di sentire la paura contro la quale aveva combattuto così
duramente per tutti questi anni. ''Basta parlare'', disse con voce
roca. ''Abbiamo finito di parlare''. Merle si voltò per guardare
fuori dall'ingresso della grotta ma riusciva ancora a percepire lo
sguardo di Carol su di lui, anche se stava diligentemente
evitando di proposito sia lei che il suo sguardo che gli stava dando i
brividi ...
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Capitolo 37 *** Capitolo 38 ***
Echi capitolo 38
Capitolo 38
E dopo una lunga attesa fatta di sofferenze offerte gentilmente da
questa sesta stagione appena conclusa e da Scott Gimple mi sono
finalmente decisa a riprendere la traduzione di questa fan fiction.. Mi
scuso per non aver avuto la forza di riprendere prima e avervi fatto
attendere ma ho sentito il bisogno di dovermi prendere una pausa. Ho
già tradotto alcuni capitoli successivi a questo e piano piano
vedrò di postarli..se siete ancora interessati. Grazie per tutti
i commenti che avete lasciato finora, per me è un piacere
immenso leggerli. E grazie anche a tutti i lettori silenziosi.. CARYL
ON.
''La vita non è in alcun obbligo di darci quello che ci aspettiamo da lei''
° Margaret Mitchell °
Merle si precipitò fuori di
casa,con uno zaino sulla spalla e nient'altro addosso. Non voleva
niente di
più da quel miserabile figlio di puttana. Ne aveva avuto
abbastanza. Merle non poteva sopportare ulteriormente di stare intorno
a quel coglione nemmeno per un secondo di più. Doveva andarsene
prima di
rischiare di uccidere quel miserabile ubriacone altrimenti il vecchio
bastardo si
sarebbe fatto delle grosse risate dalla tomba a vederlo marcire in una
gabbia in prigione, nell'attesa di fare la sua stessa fine.
''Merle, aspetta!''
Ignorò il grido lamentoso del
suo fratellino di otto anni, continuò semplicemente a dirigersi
verso la sua moto, con l'intenzione di allontanarsi da quel posto prima
di aggiungere una condanna per omicidio alla sua già
impressionante lista di riformatorio. Merle arrivò alla sua
moto, fece in tempo ad afferrare alcuni attrezzi prima che Daryl riuscisse a
raggiungerlo.
''Non te ne andare, Merle'', Daryl lo supplicò, il suo giovane volto rigato dalle lacrime.
Merle fece una smorfia nel vedere
quanto il suo fratellino era sconvolto. ''Devo'', disse burbero. ''E'
una cattiva idea quella di vivere sotto il suo stesso tetto''.
''Nemmeno io voglio stare qui'', disse Daryl emotivamente. ''Portami con te''.
Merle finì di assicurare lo zaino alla moto e gli rivolse uno sguardo colmo di scuse vaghe.
''Non posso, fratellino''.
Gli occhi di Daryl si spalancarono,
il viso arrossato per l'emozione. ''Sarò buono, lo prometto,
Merle. Farò tutto quello che mi dirai. Non sarò un
fastidio, lo giuro''.
Merle distolse lo sguardo di scatto,
i suoi occhi bruciavano di lacrime che non voleva lasciarsi sfuggire.
Questa non era colpa di Daryl e odiava l'idea di doverlo ferire in
questo
modo, ma non c'erano altre opzioni. Merle si sforzò di
riprendere il
controllo delle sue emozioni e si voltò a guardare l'espressione
affranta sul suo viso. ''Sei ancora troppo piccolo'', disse con
fermezza, ''e , inoltre,
la legge dice che dovresti ancora essere a scuola''.
''Non ho bisogno di imparare
nient'altro, Merle'', Daryl iniziò a discutere con lui. ''Non mi
lasciare qui con lui''. Il suo viso si rabbuiò. ''Mi odia''
La mascella di Merle si indurì
mentre pensava al loro padre e alle cicatrici che costellavano la sua
schiena, in particolare a quelle più recenti che si erano
aggiunte il giorno in cui il vecchio lo aveva colpito con la
fibbia della sua cintura. Quella era stata
l'ultima volta in cui aveva permesso a quel violento, bastardo
alcolizzato di alzare le mani su di lui. ''Non prenderla sul personale,
ragazzo. Quel vecchio
bastardo odia tutti''.
Il volto di Daryl gli spezzò
il cuore. ''Non voglio restare qui, Merle. Non mi abbandonare''. La sua
voce vacillò dolorosamente. ''Ti prego''.
La mano di Merle si strinse sulla
sella della moto, cercava di farsi forza di fronte a una paura di
così grossa portata. ''Non posso portarti via dalla nostra
vecchia'', disse
con voce roca. ''Lei ha bisogno di te''.
''La mamma non sembra nemmeno rendersi conto che io sono vivo per la maggior parte del tempo, disse Daryl miseramente.
''Si ma, quando non è sbronza,
ha bisogno di sapere che tu le sei vicino'', disse Merle con ostinazione.
''Tu sei il suo preferito. Lo sei sempre stato. E lei ti ama''.
''Se mi ama, allora perché
continua a bere tutto il tempo?'', chiese Daryl senza capire.
''Perché non si prende cura di me come fanno tutte le altre
mamme?''
Merle scosse il volto a quella
domanda. ''A volte accadono delle cose di merda, fratellino. Ad alcune
persone questo accende un fuoco dentro mentre invece ad altre.. beh,
semplicemente si rannicchiano in un angolo e aspettano di morire''.
Daryl emise un suono strozzato, in difficoltà. ''E quello che sta facendo la mamma? Aspetta di morire?''
''E' quello che facciamo tutti, in un
modo o nell'altro'', disse Merle cupo. Guardò suo fratello negli
occhi. ''Io non posso restare, fratellino. E non posso nemmeno portarti
con me. Sto cercando di entrare nell'esercito o qualcosa del genere e
tu sei troppo piccolo per poter venire con me''.
Calde lacrime riempirono gli occhi azzurri di Daryl. ''Allora chi si prenderà cura di me?'' chiese pietosamente.
''Devi essere tu stesso a farlo, amico. Non c'è nessun altro sul quale tu possa contare''.
Il labbro inferiore di Daryl tremava. ''Nemmeno su di te?''
Merle scoppiò in una risata
che sapeva di autoironia. ''Specialmente non su di me, ragazzo''.
Guardò la sua casa, sapendo che quel pezzo di merda che si
faceva chiamare loro padre stava tenendo d'occhio la loro
conversazione.
''Ascolta, devi solo tenerti lontano da lui, ok? Non combinare nessun
casino e lui ti lascerà in pace''. Merle scosse le
spalle nervosamente, trovando estremamente difficile guardare il viso
di Daryl
ora che era rigato dalle lacrime. ''Sarà più facile per
te quando io
me ne sarò andato. Il vecchio bastardo non sarà
più irritato per tutto il tempo. Vedrai, andrà bene''.
Daryl afferrò un lembo della camicia di Merle e scosse la testa con violenza. ''Per favore Merle, non lasciarmi''.
Merle si accigliò alla
richiesta risentita di Daryl. ''E' tempo di crescere, ragazzo. La vita
è una merda e se vuoi farcela devi diventare duro''. Per un
momento quasi cedette di fronte all'ovvio trauma di Daryl. ''Sai che
cosa ti dico?'',
disse burbero, ''Proverò a sistemarmi e poi tornerò a
prenderti''.
''Quando?'' chiese Daryl con avidità. ''La prossima settimana?''.
Merle messo alle strette si agitò. ''No, ci vorrà molto di più di una settimana''.
L'espressione di Daryl cambiò. ''Oh..''
Merle posò una mano sulla
spalla sottile di Daryl. ''Tu devi solo tenere duro e un giorno, quando
ti affaccerai alla finestra, vedrai che il vecchio Merle è
tornato a prenderti'', Sorrise, incoraggiando Daryl a fare lo stesso.
''Quel giorno i fratelli Dixon sfrecceranno via, lontano da questa
città e non si guarderanno mai più indietro. Scateneremo
l'inferno e nessuno ci metterà più il bastone tra le ruote. E sai perché?''.
''Perché noi siamo i fratelli Dixon?'' offrì Daryl con voce tremula.
Merle fece un cenno di approvazione.
''Esatto e niente potrà mai spezzare un legame di sangue, non a
lungo, almeno. Ricordatelo, fratellino''.
''Lo farò'', disse Daryl, ancora sconvolto.
Merle gli strinse la spalla un ultima
volta e poi si allontanò. Salì sulla sua moto e mise in
moto. Si trascinò lontano da quella casa e non si guardò
indietro perché non voleva più vedere la figura
sconsolata del suo fratellino che se ne stava lì, a
piangere lacrime amare mentre guardava suo fratello maggiore
lasciarlo indietro . . .
Merle portò la bottiglia di whisky fino alle sue labbra, perso
nei ricordi del suo passato. Pensava davvero di star facendo un favore
a suo fratello nell' andarsene. Se non altro, questo era quello che aveva
continuato a ripetersi a quel tempo. Le parole di quella dannata donna
continuavano a tornargli in mente e adesso non riusciva più a levarsele dalla testa.
''Perché so che cosa si prova a essere ferita più e
più volte per mano della persona che giura di amarti di
più al mondo e che dovrebbe prendersi cura di te.E poi pensare
che sia tutta colpa tua ''.
Non poteva essere davvero quello il modo in cui Daryl si sentiva nei
suoi confronti, giusto? Carol stava solo cercando di trascinarlo
all'interno del
suo dramma emotivo. Lei non era cresciuta insieme a loro, non sapeva un
cazzo di quello che avevano passato insieme. Merle non aveva mai
scordato ogni minimo sgarro e torto che gli era stato fatto, li contava
più e più volte dentro la sua testa. Era la prova che non
poteva ritenersi responsabile per le sue azioni. La colpa era degli
altri. Bevve un altro sorso dalla bottiglia, non era in grado di
cancellare dalla sua mente il ricordo del giovane volto rigato di
lacrime di Daryl. Forse Merle poteva essere in grado di applicare
questa
scusa per tutti gli altri, ma Daryl non gli aveva mai fatto del male.
Non prima d'ora comunque.
Ora che Daryl lo stava lasciando indietro per la prima volta, Merle
capì veramente come ci si sentiva ad essere abbandonati da
qualcuno sul quale avevi sempre contato. Certo, Daryl era andato con lui
quando avevano lasciato la prigione, ma a Merle non c'era voluto tanto
per realizzare che il suo cuore apparteneva a qualcun'altro
adesso.Tutto ad un tratto Merle era diventato la seconda scelta di suo
fratello e questo l'aveva colpito duramente. Merle sapeva di essere un
inutile pezzo di merda, ma avere Daryl dalla sua parte non aveva mai
fatto sembrare tutto così brutto. Adesso che suo fratello
aveva un altro posto dove avrebbe preferito essere, Merle
sentiva la solitudine inghiottirlo. Era per questo motivo che aveva
covato questo piano idiota, in primo luogo. Seduto in quella stessa
grotta la notte precedente fissando il fratello, si sentì come se
stesse realmente vedendo Daryl per la prima volta e non era più
quello che lui voleva che fosse, diavolo, non era più quello che
lui aveva bisogno che fosse. A quel tempo sembrava quasi che il destino
l'avesse istigato nel mettergli davanti Carol e Carl a quel
modo, proprio quando stava proprio pensando di infliggere un po di dolore in
quelle persone che pensava che avessero causato tutto questo in primo luogo.
Queste persone avevano rivoltato suo fratello contro di lui.
Merle non sapeva ancora con esattezza quello che aveva intenzione di
fare
per far sì che tutti quanti pagassero il prezzo per il dolore e
il tradimento che stava provando, ma vedere quei due lo aveva colto
alla sprovvista. Portò via il ragazzino di Rick in modo che
potesse capire che cosa si prova a perdere qualcosa di così
prezioso e
insostituibile. Per quanto riguardava Carol, sentendo Daryl parlare di
lei, Merle aveva capito che quella donna si era aperta un varco fino ad
arrivare a toccare il cuore del giovane. Lo aveva colpito sentire Daryl
parlare di qualcuno in modo così riverente. Si sentiva come se
Carol gli avesse rubato qualcosa e Merle lo voleva indietro. Sapeva che
Daryl avrebbe seguito le sue tracce con Rick al seguito, merda, contava
proprio su questo. Merle sapeva che sarebbe andata in questo modo.
Sapeva che doveva guardare suo fratello negli occhi e fargli compiere
una scelta, una volta per tutte. Rick avrebbe certamente voluto che
Daryl lo facesse fuori in modo da poter riavere il suo ragazzo. Doveva
essere compito di Daryl scegliere se proteggere lui o proteggere gli
altri. Era
l'unico modo in cui Merle poteva capire con certezza che per suo
fratello lui stava sempre al primo posto.
Agire o morire.
Era l'unico modo di vivere che Merle conosceva.
Carl mantenne un occhio prudentemente puntato su Merle, mentre
continuava a sfregare freneticamente le mani dietro la sua schiena. Ce
l'aveva quasi fatta, doveva solo continuare a lavorarci un pochino per
riuscire a liberarsi completamente. Quando era solo un bambino
all'asilo, Carl amava
spaventare le bambine mostrando loro il suo strano pollice. Sua
madre gli aveva detto che quel legamento era particolarmente
snodato ma tutto quello che importava a Carl al periodo era il
fatto che riuscisse a piegare il pollice ad un'angolazione così
strana e disgustosa per poi inseguire le ragazze e spaventarle. Ora
aveva scoperto un qualcosa di infinitamente più utile che
riguardava questo strano
talento di riuscire a piegare il dito ad un angolo innaturale senza
provare nessun dolore. All'esterno la pioggia si era fatta più
pesante. Carl la sentiva battere sul tetto della grotta e poteva
intravvederla oltre la spalla di Merle. L'uomo se ne stava seduto
all'ingresso della cava, rivolgeva loro la schiena e stava bevendo
silenziosamente dalla bottiglia, qualunque cosa fosse. Gli
sembrò quasi come
se Merle si fosse dimenticato di loro due quando la pioggia aveva
iniziato
ad aumentare e questo gli andava più che bene. La stessa pioggia
che
sembrava aver distratto Merle aveva anche suggerito un piano per una
via
di fuga a Carl, mentre sedeva laggiù con Carol, legato come un
tacchino nel giorno del ringraziamento, in attesa di essere
servito. La spalla sinistra di Carl si stava inzuppando sempre di
più a causa di un rivolo d'acqua che sgorgava dall'alto. Quando
aveva iniziato ad interessarsi a quelle che all'inizio erano sembrate
solo un paio di gocce, Carl aveva sollevato lo sguardo e notato
un'apertura sopra di lui, leggermente più indietro. Dopo aver
osservato con più attenzione, era certo che sarebbe stato in
grado di passare attraverso quella stretta apertura se solo ci avesse
provato abbastanza duramente.
Carl trattenne un gemito di dolore quando il cavo telefonico
scivolò sopra il suo pollice, straziando le restanti dita lungo
il processo, ma la stretta fu subito allentata.Scosse la mano
finalmente libera e poi gettò un'altra rapida occhiata verso
Merle, che stava ancora bevendo apparentemente perso nei suoi pensieri.
Carl tirò fuori la mano da dietro la schiena e la allungò
fino a sfiorare delicatamente la gamba di Carol. I suoi occhi si
spalancarono quando vide che era riuscito a liberarsi. Carl
puntò il dito indicandole il soffitto, mostrandole
così la via di fuga che aveva
trovato. ''Posso uscire'', sillabò senza emettere suono, facendo
attenzione che Merle non riuscisse a sentirli sopra il rumore
scrosciante della pioggia. Carl si avvicinò con l'intenzione di
allentare anche i cavi di Carol.
Lei scosse la testa con urgenza verso di lui. '' Non c'è tempo'', sussurrò. ''Devi andare, Carl''.
La sua espressione si rabbuiò. ''Non ti lascerò qui'', disse con fermezza.
L'espressione di Carol era determinata. ''Si, lo farai'', gli
gettò indietro. ''Riuscirai a ritrovare la strada per tornare
alla prigione?''.
Carl rispose con un breve cenno del capo. Aveva fatto tutto quello che
Daryl gli aveva insegnato riguardo l'assicurarsi di non perdere mai la via
del ritorno quando si usciva fuori a caccia. Carl era sicuro di poter
trovare la strada di casa.
Lo sguardo di Carol era carico di preoccupazione. ''Allora vai'', sillabò con forza. ''Corri''.
Carl esitò, frustrato al pensiero di quella che sembrava essere
la via di fuga di un codardo. Non poteva semplicemente abbandonarla.
Certo, fino ad ora si era concentrato solo sul come liberarsi le mani
da quelle
catene , ma nella parte posteriore della sua testa, Carl
pensava che sarebbe riuscito a sgattaiolare fuori da quella grotta e a
sopraffare Merle. Guardò il grosso uomo e rivolse uno sguardo
nostalgico alla sua pistola che spuntava fuori dalla cintura del
più vecchio dei fratelli Dixon. Forse poteva riuscire ad
avvicinarsi e a sfilargliela?
Carol lo esortò dandogli una spinta, sembrò quasi capire quello che gli stava
passando per la testa. Scosse violentemente la testa verso di lui, la sua
espressione piena di avvertimento. ''Muoviti'', sussurrò,
riuscendo a essere chiara nel suo bisbiglio.
Carl aggrottò la fronte, infelice della posizione in cui si trovava.
Carol lo incoraggiò nuovamente, facendo in modo che Carl
leggesse il suo labiale. ''Starò bene ma devi fare in fretta''.
Lo sguardo affranto di Carl incontrò quello tranquillamente
risoluto di Carol e finalmente rinunciò. Potevano stare
lì a discuterne per tutto il giorno e avrebbe finito con il
perdere la sua unica occasione di fuga. Con un ultimo sguardo impotente
a Carol, Carl si arrese e fece quello che lei gli aveva ordinato. Entrambi
guardarono Merle per assicurarsi del fatto che non stesse ancora
prestando loro attenzione e poi Carl si alzò lentamente in
piedi, la schiena contro il muro e gli occhi fissi su Merle.
Doveva voltarsi se voleva riuscire a raggiungere l'apertura sul tetto.
Carl prese un bel respiro e si mise in punta di piedi preparandosi a
fare proprio questo, voltare le spalle a Merle. Carol lo avrebbe
avvertito se all'improvviso Merle si fosse girato e lo avesse visto.
Facendo peso su una roccia vicina, Carl riuscì a raggiungere con
la mano l'apertura nel tetto e ad aggrapparsi. Si tirò di peso, i
piedi sollevati da terra mentre con l'altra mano cercava un qualcosa di
solido a cui aggrapparsi sul tetto della grotta. La fredda acqua
piovana scivolava giù lungo la sua mano mentre cercava alla
cieca intorno a lui un qualcosa di solido a cui aggrapparsi per poter
fare leva e tirarsi su fino alla via d'uscita. Carl cercò di
tenere sotto controllo il suo respiro, aspettandosi in qualsiasi
momento di sentire la mano di Merle addosso a lui, trascinarlo di nuovo
giù in quella grotta. L'altro problema era che Carl stava
andando alla cieca su ciò che lo aspettava fuori dalla grotta.
Diamine, avrebbe anche potuto mettere fuori la testa da quell'apertura
per poi ritrovarsi nel bel mezzo di un intero branco, da qualsiasi parte
stessero andando. Carl riuscì finalmente a trovare un appiglio e
lo afferrò saldamente, tirandosi su. Fu una lotta estenuante
attraverso l'apertura irregolare. Dovette riuscire a trovare l'angolo
giusto per riuscire a far passare prima le sue spalle ma una volta che ci
riuscì, fu semplice tirare fuori il resto del suo corpo.
Carl sbatté le palpebre per scacciare la pioggia dagli occhi
mentre si guardava intorno freneticamente, controllando se la via era
libera. Non riusciva a scorgere nessuno zombie e non sentì
nessun grido da parte di Merle, la fortuna lo stava assistendo. Carl
gettò uno sguardo oltre la sua spalla giù dal punto in
cui si
trovava.Oltre, più sotto, si trovava l'apertura della grotta.
Poteva ancora farlo, poteva provarci a dispetto degli avvertimenti di
Carol. Se fosse saltato giù improvvisamente, se fosse riuscito a
prendere Merle alla sprovvista, Carl sapeva che c'era una
possibilità che fosse in grado di prendere l'uomo di sorpresa
abbastanza da riuscire ad ottenere nuovamente la sua pistola. Una
possibilità molto flebile. Una parte enorme di lui voleva
provarci, non importava quanto potesse essere piccola la
possibilità di avere successo, ma nella parte posteriore della
sua testa Carl riusciva quasi a sentire la voce di suo padre metterlo
in guardia. Carl si era sentito spesso frustrato a causa delle
scelte che suo padre aveva preso in passato. Gli era sembrato che suo
padre non fosse sempre stato in grado di prendere la giusta decisione,
come quella di uccidere quel ragazzino, Randall, quando ne aveva avuto
la
possibilità. Ora, stando lì in piedi e sapendo che la
vita di qualcuno poteva dipendere dalla sua scelta, Carl seppe per la
prima volta che cosa si provava a stare nei panni di suo padre. La
risposta non era facile. Voleva restare e voleva proteggere Carol.
Sarebbe stato impossibile prevedere come avrebbe reagito Merle quando
avrebbe immancabilmente scoperto che Carl era sparito, ma il ragazzo
sapeva che Carol ne
avrebbe dovuto affrontare le conseguenze. Ma se avesse tentato e
fallito
allora probabilmente avrebbe condannato tutti e due a morte. Alla fine
Carl prese l'unica decisione che poteva.
Si voltò e iniziò a correre disperatamente, per poter
tornare indietro alla prigione e poi raggiungere nuovamente Carol.
Carol rimase perfettamente immobile, osando a malapena a muovere un
muscolo. Ogni secondo in cui Merle non si voltava era un altro secondo
in più che Carl avrebbe utilizzato per la sua fuga. Carol li
stava contando nella sua testa.
Cinquantotto Mississippi, cinquantanove Mississippi . . .
Teneva il conto dello scorrere del tempo in una seria infinita di
sessanta
secondi alla volta e tutto ciò era straziante. Per un momento
Carol ebbe paura del fatto che Carl avrebbe potuto comunque provare a
disarmare Merle da solo ma passarono sei
minuti pieni e di Carl non vi fu alcun segno. Il pensiero
fece leggermente rilassare Carol. Aveva i suoi dubbi riguardo al fatto
che
Merle avesse voluto intenzionalmente fare del male ad un ragazzino, ma
se Carl
gli fosse saltato addosso dall'alto, i riflessi dell'uomo più
anziano sarebbero entrati in azione ancora prima di riuscire a capire
di chi o cosa si trattasse, con quel coltello che portava legato alla
sua
protesi. Adesso tutto quello che Carl doveva fare era ritrovare la via
di casa attraverso i boschi, in mezzo alla pioggia e cercando di
evitare i
vaganti. Poteva solo pregare affinché non si ritrovasse in
qualche situazione che non fosse in grado di gestire. Carol aveva
contato undici minuti da quando Carl era riuscito a fuggire. Qualsiasi
cosa stesse pensando Merle certamente doveva avere la sua completa
attenzione.
Improvvisamente Merle si mosse un po. ''Avete riposato
abbastanza voi due?'' , disse rivolgendosi a lei, senza preoccuparsi di
voltarsi. ''Dobbiamo darci una mossa''.
Carol cercò di tenerlo distratto. ''Pensavo che avessimo
già raggiunto la nostra destinazione'', disse in risposta.
''Nah''. Merle allungò il collo per guardare il cielo. ''Stavo
solo cercando di prendere una pausa da questa pioggia ma, merda, sembra
proprio che questa non sia la nostra giornata fortunata''.
''Dove ci stai portando?''
Merle mando giù l'ultimo sorso di whisky. ''Vedrai''.
''Perché non possiamo restare qui?''
Merle sbuffò, sempre senza preoccuparsi di voltarsi. ''Non
sono una donnicciola che cerca di riposare su qualsiasi suolo
atterri''.
''Non hai risposto alla mia domanda''.
Le spalle di Merle risposero con una scrollata. ''Troppo facile. Ho
intenzione di far sudare a quel ragazzo la sua cena''. Sbirciò
fuori verso la pioggia. ''E questa pioggia renderà più
difficile localizzarci. Il mio piccolo fratellino dovrà
inventarsi qualcosa se vuole riuscire a raggiungerci''.
''E questo è il tuo piano?''. Carol lo provocò. ''Daryl e
Rick riusciranno a trovarci e poi ci sarà una sorta di grande
spettacolo drammatico? Come puoi pensare di uscirtene con un confronto
di
questo tipo? Hai spinto Daryl con le spalle al muro''.
Merle si voltò, un'espressione infastidita sul volto. ''Non ti
preoccupare di quello ch-..''. Si bloccò di colpo, rendendosi
subito conto del fatto che Carl non c'era più. ''Dov'è il
ragazzo?'' chiese Merle severamente. Carol si limitò a fissarlo,
senza rispondere. Merle si mise in piedi e si guardò attorno.
Si avvicinò fino a dove Carol stava seduta, prese in mano il
cavo telefonico tagliato e poi notò la fenditura nel tetto della
grotta. ''Figlio di puttana!'' ringhiò incredulo.
Carol alterò lievemente la verità. ''Carl se n'è
andato da almeno venti minuti. Non riuscirai mai a riprenderlo''.
Lo sguardo furioso di Merle scattò verso di lei. ''Pensi che
quei morti viventi siano una scommessa più facile rispetto allo
stare con me?'', sputò fuori. ''Non hai imparato niente da
quello che è successo con tua figlia? Quel ragazzo finirà
con il diventare un esca per zombie grazie a quello che hai appena
fatto''.
''Carl non è Sophia'', disse Carol debolmente. ''E' abituato a
sopravvivere e sa come farlo''.Stava lavorando duramente su questo
punto per sedare le sue paure. Doveva solo continuare a ripetersi che
quello che aveva appena detto era vero. Carl non era un'impotente
Sophia incapace di provvedere a se stessa e scappare impaurita nei
boschi. Quel ragazzo ne aveva passato troppe e aveva combattuto per
sopravvivere tanto quanto tutti loro. Carl sapeva come stare in vita.
Ad ogni modo la ragione della rabbia di Merle la sorprese. Pensava che
si sarebbe arrabbiato perché lo avevano fregato, non che si
fosse preoccupato per le sorti del figlio di un uomo che odiava.
''Che hai da guardare, stupida puttana?', sputò fuori Merle.
''Sei preoccupato per Carl''.
Merle aggrottò la fronte fissandola. ''Se quello stronzetto
pensa di essere in grado di superare da solo un intero bosco pieno di
vaganti, si merita quello che gli succederà. Non mi importa
niente''.
''Ma è stata la prima cosa che ti è venuta in mente'', ribatté Carol, osservandolo attentamente.
Lo sguardo di Merle era feroce. ''Se stai cercando un cuore d'oro
nascosto dietro questo rozzo aspetto allora sei proprio sfortunata,
signorina'', ringhiò. ''Spero che venga morso e che sia Rick
stesso a trovarlo e a doverlo uccidere''.
''No, non è quello che pensi''.
Merle scagliò violentemente il pezzo di cavo telefonico
dall'altra parte della grotta. ''Hai intenzione di dirmi anche quello a
cui sto pensando adesso?''. Era ovvio che Merle stesse cercando solo
una motivazione per litigare e Carol non aveva paura di dargliela. ''Tu
non sai un cazzo!''.
''Tu hai paura'', disse Carol con semplicità.
Gli occhi di Merle si spalancarono increduli. ''Paura?'',
ripeté con disprezzo. ''Non sono io quello legato e impotente''.
''Ne sei sicuro?''.
Merle emise un suono gutturale di frustrazione e si lanciò
addosso a Carol. L'afferrò rudemente per le spalle e la
trascinò fino a metterla nuovamente in piedi. Merle l'aveva
messa con le spalle al muro e se ne stava in piedi a guardarla faccia a
faccia. Carol sapeva che Merle voleva farle sentire la sua imponenza e
la sua forza rispetto alla sua debolezza ma non si ritrasse.
''Sei dici un altra delle tue fottute psico-stronzate ti darò
qualcos'altro con il quale poter riempire quella tua boccaccia!'' le
urlò contro.
Il mento di Carol si sollevò in segno di sfida. ''Qual'è
il problema, Merle, per te la verità è troppo difficile
da gestire?''
''Non ho nessun problema a gestire un bel niente'', le gettò
indietro.
''Sei solo una vecchia frustrata che non ha avuto un vero uomo tra le
sue gambe per così tanto tempo che ora è arrivata a
pensare di poter ficcare il naso negli affari degli altri solo per
avere qualcosa con cui tenersi impegnata''. Il viso di Merle era acceso
da una rabbia che Carol conosceva fin troppo bene nel volto di
un uomo. Infilò una gamba in modo aggressivo tra le sue,
costringendo Carol a divaricarle. ''Forse dovrei darti una mano in
proposito'', sogghignò.
Il cuore di Carol batteva all'impazzata dentro il suo petto quando i
ricordi delle violenze di suo marito le bombardarono la mente ma poi
una strana calma si stabilì dentro di lei. In quel momento,
Carol si ritrovò ad affrontare di nuovo una di quelle cose che
solitamente l'avrebbe lasciata paralizzata dalla paura. ''Pensi che io
non sia mai stata violentata prima?'', lo sfidò, gli occhi
azzurri duri e pieni di forza. ''Fai del tuo peggio, Merle. Non ho
più paura ne di te ne di nessun altro uomo''.
Merle sembrò leggermente scioccato e sbatté le palpebre
un paio di volte alla sua provocazione. ''Io non sono uno stupratore'',
ringhiò, spingendosi lontano da lei.
Carol si lasciò sfuggire una risata priva di allegria.
''Divertente, mio marito avrebbe detto la stessa identica cosa''.
Distolse lo sguardo brevemente. ''C'era sempre un buon motivo. Non
avevo sistemato il tavolo nel modo giusto, l'avevo guardato in modo
strano, non l'avevo fatto sentire abbastanza uomo. Non era mai colpa
sua, sempre la mia''. Carol tornò a guardare Merle e fece in
modo che lui non distogliesse lo sguardo dal suo mentre lo osservava
senza battere ciglio. ''So come funziona, Merle. Ti senti impotente,
quindi hai bisogno di prendere la forza da qualcun altro''.
L'espressione di Merle si oscurò ma Carol non si fece intimorire.
''Vuoi sapere la verità, Merle Dixon?''. Carol gettò al
diavolo tutta la prudenza e disse semplicemente quello che aveva in
mente. ''La verità è che non hai fatto altro che abusare
delle persone per tutta la tua vita a partire da Daryl''.
La reazione di Merle fu esplosiva. Il suo pugno scattò
all'indietro e Carol strinse gli occhi, sapendo che non c'era nessun
modo di prepararsi adeguatamente per l'impatto di un pugno in pieno
viso. Glielo disse l'esperienza. Sentì la forza del pugno di
Merle che le fischiò accanto alla guancia destra quando le sue
dita impattarono contro la parete di roccia alle sue spalle. Carol
sussultò shockata e aprì gli occhi per vedere di nuovo la
faccia di Merle a pochi centimetri dalla sua, il suo alito caldo sapeva
dell'odore dell'alcool. Girò la testa per vedere il sangue
sgocciolare dalle nocche della mano di Merle lungo il muro. Quel pugno
doveva aver fatto dannatamente male, ma tutto quello che Carol
riuscì a vedere nel volto di Merle era la rabbia quando si
voltò a fissarlo nuovamente.
''Ho preso solo quello che mi era dovuto'', le abbaiò Merle in
faccia. ''Nessuno ti darà mai quello che ti meriti a meno che tu
non te lo prenda con le tue stesse mani!''.
''C'è sempre una motivazione, c'è sempre una scusa per
tutte le cose crudeli che hai fatto, non è vero?'' Carol lo
sfidò. Gli occhi di Merle si strinsero minacciosamente ma lei
continuò ad andare avanti. ''Dici a te stesso di non essere un
cattivo ragazzo, è solo che sono tutti gli altri a comportarsi
da coglioni con te''. Soffocò un respiro instabile. ''E io posso
capirti, davvero''.
Merle inarcò un sopracciglio incredulo. ''Mi capisci?'' disse con disprezzo.
''Hai ragione'', disse con calma, ''Ero una merda patetica che lasciava
che suo marito la pestasse giorno dopo giorno''. Carol trattenne una
smorfia triste. ''E sai qual'era la cosa peggiore di tutto questo?
Cercavo sempre di trovare delle scuse per lui, credevo alle sue
cazzate, dicevo alle persone che Ed non era poi così cattivo,
dicevo che stava solo passando un periodo molto stressante e che non
aveva mai avuto intenzione di fare quello che aveva fatto''. La sua
espressione si fece pesante. ''E' quello che fanno le vittime degli
abusi, lo sai. Cerchiamo di giustificare e di proteggere le persone che
ci fanno del male. E' da malati ed è contorto ma questo è
il modo in cui vanno le cose solitamente''.
Un po di quella rabbia aveva lasciato il volto di Merle e adesso lui la
stava semplicemente fissando con attenzione. ''Beh, sono in un fiume di
lacrime, boccuccia impertinente. Hai avuto una vita difficile, mettiti
in fila''.
Carol sorrise leggermente a quella risposta. ''Non sto cercando
comprensione, Merle, ma penso che tu questo lo sappia. Stavo solo
mettendo in chiaro che le vittime tendono a proteggere i loro aguzzini
ed è esattamente quello che stai facendo tu''.
Merle fece una smorfia. ''Di che Diavolo stai parlando? Nessuno sta abusando di me''.
''Ma lo hanno fatto e il modo in cui hai deciso di reagire a quegli
abusi è stato quello di trasformarti in quest'uomo che si sta rivelando essere il
peggior nemico di te stesso''. Carol poteva vedere chiaramente il
dolore e la sofferenza di Merle così come riusciva a vedere le
sue e quelle di Daryl. ''Sarai pure riuscito a sopravvivere agli abusi
di tuo padre, ma stai comunque facendo in modo di punire te stesso al
suo posto come meglio puoi''.
Merle si spinse lontano dalla parete e la fissò. ''Ti avevo
detto di smetterla con tutte queste psico- stronzate del cazzo''.
''Dimmi che non è la verità'', lo incitò Carol.
''Dimmi che sei riuscito a non mandare al diavolo ogni singola cosa
buona
che hai incrociato lungo il tuo cammino. Dimmi che hai fatto in
modo di accettare l'amore che Daryl ti ha sempre offerto
liberamente,
invece di andare per la tua strada e scegliere di farla pagare al
maggior numero di persone per poterlo avere''. L'espressione di Carol
si rattristò.
''Specialmente tu e Daryl, sarete voi due a pagare il prezzo più
alto, in qualsiasi modo vada a finire''. Fece un passo verso di lui.
''Vuoi davvero questo, Merle? Vuoi che sia Daryl a dover pagare per
tutti i tuoi peccati e i tuoi errori? Tuo fratello ti ha sempre e solo
amato. Perché senti il bisogno di doverlo punire in questo
modo?''.
''Non è questo quello che ho intenzione di fare'', disse con voce roca.
Carol approfittò del vantaggio del fatto che alcune delle sue parole
avevano chiaramente toccato Merle. ''Allora provalo'', lo
esortò. ''Metti fine a tutta questa follia. Possiamo tornare
indietro alla prigione, trovare Daryl e Rick e sederci a parlarne''.
Merle non le stava dando alcuna risposta ma Carol poteva vedere un
muscolo tendersi selvaggiamente nella sua guancia mentre combatteva
contro tutto quello che lei gli aveva appena detto. Fece un altro passo
nella sua direzione. ''Merle, puoi mettere fine a tutto questo. Puoi
iniziare a fare dei cambiamenti nella tua vita. Non devi risolvere le
cose sempre allo stesso modo. Puoi scegliere''.
Merle la stava fissando adesso e a Carol parve di vedere un sentimento
di tristezza modificare i suoi lineamenti. ''No, non posso'', disse
scosso. ''Un uomo deve sempre finire ciò che ha iniziato,
è così che saprà di essere un vero uomo'',
''Un vero uomo riesce ad ammettere di aver preso la decisione sbagliata
e fa qualcosa per cambiarla'',replicò lei. ''Questa è la
tua occasione, Merle. Non fare come hai sempre fatto. Fai una scelta
diversa, fai la scelta giusta''.
''La scelta giusta per chi?'', chiese con amarezza. ''La scelta giusta per me o per tutti gli altri?''.
''La scelta giusta per tutti noi'', disse Carol seriamente e poi
trattenne il respiro, in attesa di una risposta da parte di Merle . . .
Carl continuava a correre, costringendosi a rimettersi in piedi tutte
le volte che scivolava lungo quel terreno bagnato e irregolare.
Continuava
ad aspettarsi che all'improvviso Merle sarebbe apparso dietro di lui o
semplicemente che avrebbe sentito la sua pelle farsi a pezzi per
l'impatto con un proiettile della sua stessa pistola. Mentre continuava
ad accorciare la distanza che separava la cava dalla prigione, Carl
iniziò a realizzare che era riuscito veramente a sfuggire da
Merle. Quel pensiero sarebbe dovuto essere un pensiero felice, ma Carl
non riusciva a smettere di preoccuparsi riguardo quello che Carol
avrebbe potuto passare per colpa sua. Quella sua preoccupazione
continuava a mandarlo avanti, anche se i suoi polmoni sembravano
bruciare. Carl era
riuscito ad evitare tutti i vaganti contro i quali si era imbattuto, la
pioggia lo aiutava a mascherare il suo odore. Provò a
saltare oltre un tronco crollato a terra ma prese male le distanze per
via della pioggia che gli copriva gli occhi. Scivolò e
cadde lungo disteso sopra il tronco, il suo piede sprofondò in
una
cavità. Cadde pesantemente a terra, lamentando un forte dolore
alla caviglia mentre provava a spostarla. Si lasciò
sfuggire un imprecazione per la quale sua madre lo avrebbe messo in
castigo in un altro tempo e in un altro luogo. Tirando la gamba Carl
provò a
liberarsi ma si ritrovò in una posizione decentrata e non
riusciva a rimettersi in piedi per cambiarne l'angolazione.
All'improvviso ci fu un ringhio dietro di lui e Carl si sentì
gelare. Si volto per vedere una di quelle creature sbucare fuori da
dietro la linea d'alberi, lo sguardo famelico puntato su di lui. Carl
rinnovò rapidamente i suoi tentativi di liberarsi, torcendo
freneticamente la gamba prima in un modo poi nell'altro, ma non
servì a niente. Mani fredde lo afferrarono per le spalle e
l'odore fetido dell'alito di quella creatura gli riempì le
narici quando si chinò, pronta a prendersi un bel pezzo di
questo
pasto inaspettato. La mano di Carl si agitò attorno nella
polvere, alla ricerca di un sasso o di un bastone con il quale
difendere se stesso ma non c'era niente. Gridò per la
frustrazione e per la paura quando il vagante strinse la presa su di
lui e Carl passò un brevissimo istante a chiedersi se la morte
sarebbe stata meno dolorosa di questa vita mentre realizzava che non
c'era nessuna via di scampo per lui questa volta . . .
Note dell'autrice :
Pensavo che non sarei mai riuscita a concludere questo capitolo. Mi hai quasi uccisa!
Ho avuto un gran bel da fare ad investigare con l'emotività e ci
è voluto veramente tanto da parte mia ad essere onesti. E questo
non è nemmeno l'inizio. Argghh!
Ad ogni modo, spero che la mancanza di Caryl a questo punto della
storia non stia diventando frustrante per voi. Prometto che non ci
vorrà ancora molto perché le cose cambino.
Quello che mi piace di questo capitolo ( Nella mia testa ) è che
adesso abbiamo un Daryl che cerca di psicanalizzare se stesso per
risolvere le cose con Merle una volta per tutte, mentre dall'altra
parte, abbiamo Merle che per la prima volta nella sua vita scava nella
sua anima e inizia a riflettere. Mi piace questo concetto di cattivo
tempismo, in cui se le cose fossero andate in modo diverso, si
sarebbero potute evitare un sacco di sofferenze, ma ora, è
inevitabile che tutto questo finirà con il portare solo
più dolore a tutti i diretti interessati.
Quando si tratta di riscattare Merle tendo a pensare che questo
riscatto possa avvenire in molte e diverse forme. A volta basta capire
meglio una persona nella sua interezza per avere una redenzione e
questo è quello che sto cercando di fare con questi capitoli.
Merle è quello che è, ma scavare più a fondo nel
perché e nel per come di tutto questo ti da una comprensione
più ampia e ( si spera ) la compassione per il personaggio.
|
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Capitolo 38 *** Capitolo 39 ***
Echi capitolo 39
Capitolo 39
Carl si fece forza in attesa del morso, che non arrivò mai.
Sentì un rumore sibilante passare proprio accanto al suo
orecchio e poi all'improvviso il vagante lo lasciò andare
cadendo mollemente
al suolo. Carl guardò la creatura in stato di shock, registrando
mentalmente che quest'ultima era ormai priva della testa. In
realtà,
la testa era rotolata a terra e stava a pochi passi da lui, lo sguardo
assente rivolto
verso la pioggia battente e una vaga espressione di sorpresa ancora
dipinta sul volto. In piedi sopra quella testa si stagliava la
figura di una donna di colore con dei lunghissimi rasta e una spada da
samurai ancora grondante di sangue. Carl non sapeva se credere o meno a
quello che stava vedendo mentre fissava con incredulità quello
che sembrava una sorta di angelo oscuro. Il cielo tuonò sopra la
testa della sconosciuta, aggiungendo ulteriore drammaticità al
suo aspetto già impressionante.
I suoi occhi scuri lo scansionarono per intero, il suo viso era privo di qualsiasi espressione. ''Sei stato morso?''
Carl sbatté le palpebre quando sentì quell'apparizione
rivolgergli la domanda. Cercò di ricordare come si faceva a
parlare. ''Ah..
N-no''
L'espressione dell'estranea si fece sospettosa. ''Ne sei sicuro?''
Carl ebbe come l'impressione che avrebbe finito con l'incontrare presto lo stesso destino
riservato al vagante se non fosse stato in grado di rispondere alla sua
domanda in modo convincente. ''Sono sicuro''. Adesso che aveva
recuperato la calma, Carl fu in grado di liberare il piede fuori dallo
squarcio nel tronco. Si tirò su a fatica e guardò la
nuova arrivata con diffidenza. ''E tu chi sei?''
Lei inarcò un sopracciglio con aria incuriosita, entrambi
continuarono ad ignorare la pioggia e i tuoni, ''Chi sei tu?''
Carl aggrottò le proprie, diffidando automaticamente di tutti quelli che non conosceva. ''Devo andare''.
''Sei qui fuori da solo?''
''Perché ti interessa?''
Lei lo guardò intensamente. ''Diciamo pure che sono una persona curiosa''.
''Non ho niente da dirti'', replicò Carl.
''No, non lo hai'', accettò la straniera con indifferenza. ''Ma io ti ho appena salvato la vita''.
''Non ti ho chiesto io di farlo''.
Le labbra della donna si inclinarono leggermente verso l'alto in un
sorrisino compiaciuto al comportamento di Carl. ''Michonne''.
Carl aggrottò la fronte. ''Che cosa?''.
''E' il mio nome. Mi chiamo Michonne''.
Carl esitò. ''Carl'', rispose con riluttanza.
Michonne fece un cenno con la testa in segno di riconoscimento.
Carl provò a mettere un po di peso sul suo piede e fu sollevato
quando scoprì di non sentire nessun dolore. ''Devo andare''. La
guardò accigliato. ''Non seguirmi''.
''Correvi piuttosto velocemente prima di cadere a terra'', commentò
Michonne. ''Stai andando da qualche parte o stai scappando da
qualcosa?''.
Carl tentò di tenerle testa. ''Al giorno d'oggi stai sempre
scappando da qualcosa'', rispose con freddezza. Prima che potesse
impedirselo, Carl gettò un rapido sguardo dietro le sue spalle .
Non era ancora convinto al cento per cento che Merle non avesse intenzione di
sbucare fuori da quei boschi da un momento all'altro.
Michonne seguì il suo sguardo. ''Stai aspettando qualcuno?''.
''No'', rispose Carl troppo velocemente.
Lei continuava a fissarlo con curiosità. ''Non è sicuro per un ragazzino come te stare qui fuori da solo''.
La fronte di Carl si aggrottò sulla difensiva. ''Io non sono un
ragazzino e sono perfettamente in grado di prendermi cura di me
stesso'', sbottò.
Michonne non disse nulla, si limitò a gettare un'occhiata
casuale allo zombie che aveva appena ucciso e poi guardò
nuovamente Carl.
Lui arrossì, sperando che la pioggia fosse sufficiente a
nascondere il suo imbarazzo dalla sconosciuta. ''Avrei pensato a
qualcosa'', mormorò, sapendo che non era vero. Proprio come lo
sapeva lei.
''Andarsene in giro per i boschi senza nemmeno un'arma non è da furbi''.
La sua critica bruciò per qualche motivo e Carl sbottò
senza pensare. ''Avevo una pistola prima che Merle me la portasse via'',
disse bruscamente.
Per la prima il volto di Michonne registrò un qualche tipo di
emozione. Fece un passo veloce in avanti. ''Merle?'' ripeté con
interesse.
Carl si maledisse per la sua bocca larga. Non rispose e distolse lo sguardo.
''Conosci Merle?''
Quella domanda lo colse di sorpresa e la guardò di rimando rispondendole con cautela : ''Tu lo conosci?''.
La mano di Michonne si spostò lungo la sua gamba e Carl
notò per la prima volta che il materiale dei suoi pantaloni era
strappato e nel tessuto vi era ancora una vecchia macchia di sangue secco che non
era stata lavata via in modo corretto.
La sua espressione era dura. ''Conosco Merle''. Lo sguardo intenso di Michonne lo paralizzò. ''E' un tuo amico?''.
Carl sbuffò. ''No. Tuo?''
''No''. Quella singola parola suonò fredda e grondante di minacce.
Per un attimo Carl ebbe effettivamente paura provando a mettersi nei panni di Merle ma poi tornò al presente.
Gli occhi di Michonne si socchiusero. ''E' lui la persona dalla quale stai scappando?''.
A Carl non piaceva il modo in cui questa affermazione lo faceva
sembrare un vile codardo. ''Sto andando a cercare rinforzi''. Il suo
viso si
rabbuiò. ''Ha preso una mia amica''. Carl fece una smorfia, non
sapeva nemmeno perché stava condividendo tutte queste
informazioni con lei.
''Sai dov'è Merle adesso?''.
Sembrava che Michonne non fosse per niente interessata ai rinforzi. Carl aggrottò la fronte. ''So dove l'ho lasciato''.
''Portami da lui'', gli ordinò.
''Perché?''.
Michonne non batté ciglio. ''Ho intenzione di ucciderlo''.
''Perché?''
''Ha cercato di uccidermi. E' il mio turno di restituire il favore''.
''Perché mai avrebbe cercato di ucciderti?''
''Perché il suo capo glielo ha ordinato''. Sembrava vagamente seccata. ''E perché è uno stronzo''.
''Lo so..'', disse Carl distrattamente per poi elaborare le sue parole. ''Merle ha un capo?''
Le spalle di Michonne si mossero inquiete, tradendo la sua impazienza.
''Più a lungo stiamo qui a parlare, più grande è
la possibilità che Merle decida di andarsene''. Lei gli rivolse
uno sguardo tagliente. ''Portami da lui, adesso. Mi occuperò io
di Merle. Non hai bisogno di altri rinforzi''.
Carl poteva anche credere a questa donna imponente ma la linea di base
era che lui non la conosceva affatto. Non sapeva se tutto quello che
gli aveva appena detto fosse vero o meno. Per quanto ne sapeva,
Michonne poteva
essere una sua alleata, in cerca di un modo per ricongiungersi a lui. E
anche se non fosse stato quello il caso e il suo piano di vendetta
fosse stato sincero, non c'era nessuna garanzia che Carol non si
sarebbe
ritrovata messa in mezzo nel fuoco incrociato di qualsiasi guerra fosse
in
corso tra quei due. ''No. Andrò a prendere mio padre e Daryl. Se
ne occuperanno loro''.
''Daryl?''
''E' il fratello di Merle''
La mascella di Michonne si indurì. ''E' un coglione anche lui?''
''No'', rispose Carl prontamente, ''Lui è un bravo ragazzo. E'
uno di noi''. Carl si maledisse di nuovo per essersi lasciato sfuggire
ulteriori informazioni che non intendeva affatto condividere.
Michonne lo squadrò dall'alto verso il basso, chiaramente
rimuginando su tutte queste informazioni. ''Bene'', disse brevemente.
''Troveremo la tua gente e poi andremo tutti insieme a cercare Merle''.
''Sarà mio padre a prendere le decisioni'', disse Carl con coraggio. ''E non ho bisogno del tuo aiuto''.
''Sei disarmato e questo bosco è pieno di vaganti'',
motivò lei. ''Saresti un pazzo a rifiutare la protezione che ti sto
offrendo''.
Carl esitò.
''Se morirai in questi boschi allora anche la tua amica
morirà'', disse semplicemente Michonne. ''Merle non prende
nessun prigioniero e in caso dovesse farlo..beh, la morte finirebbe per
suonare come l'opzione migliore a grandi linee''.
Il cuore di Carl saltò un battito a sentire dire ad alta voce
quello che lui
già sapeva essere la verità. Merle poteva essere spietato
e brutale se solo lo avesse voluto e Carol non sembrava propensa a
cercare di rendergli le cose più semplici. Era ovvio che a Merle
non andava affatto a genio il fatto che Carol dicesse tutto quello che
pensava
in quel modo. Si mordicchiò la carne tenera del labbro
inferiore. ''Va bene'', accettò con riluttanza. ''Ma non puoi
restare. Ci aiuterai a trovare Merle e poi andrai per la tua strada''.
Michonne gli rivolse uno sguardo divertito, come se un pensiero del genere l'avesse mai potuta sfiorare.
I tuoni rombavano e ruggivano sopra le loro teste mentre Carol
cercava di scacciare la pioggia lontano dai suoi occhi. ''Tutto questo
è ridicolo!'' gridò per sovrastare il rumore della
pioggia battente. ''Dove stiamo andando, Merle?''. Per un piccolo
momento, Carol aveva sperato che Merle le avrebbe dato ascolto
dentro quella cava e avrebbe abbandonato i suoi piani di vendetta, ma
non andò in quel modo. Aveva visto negli occhi di Merle la
guerra interna che stava combattendo, ma alla fine lui aveva scelto di
tornare sui suoi passi. Era dannatamente frustrante perché Carol
sapeva che una parte dell'uomo non voleva che le cose andassero a
finire in questo modo. Era solo troppo cocciuto e spaventato per
ammetterlo.
''Vedrai'', urlò in risposta. ''Sto cercando di procurarci un luogo piccolo ed accogliente dove poterci riparare''.
Carol non riusciva nemmeno a immaginare un posto del genere visto che si
trovavano nel bel mezzo del nulla. I suoi piedi inciampavano continuamente a
causa del terreno fradicio, e il letto di foglie le scivolava sotto i
piedi mentre cercava di mantenere l'equilibrio in quello che sembrava stesse
diventando un pendio. ''E poi cosa?'' Carol lo spronò. Si
stavano avvicinando a un corso d'acqua. Riusciva a sentire il rombo
della corrente che si muoveva velocemente e sembrava essere in piena. Carol
pregò perché Merle non si aspettasse di attraversarlo.
Stava avendo abbastanza problemi a stare in piedi con le mani legate
dietro alla schiena in quel modo.
''E poi aspetteremo'', disse Merle. Persino lui stava avendo
difficoltà a tenere il passo contro la tempesta mentre scivolava
all'indietro giù per la collina, tirando il cavo telefonico
avvolto intorno ai polsi di Carol.
Lo strappo improvviso alle sue spalle le fece perdere l'equilibrio e
finì con il cadere all'indietro, atterrando dolorosamente sul
suo didietro.
''Ahi!'' lamentò
Merle si avvicinò rapidamente a lei, la prese per le spalle e
l'aiutò a tirarsi nuovamente su. ''E' tutto apposto?''.
Carol si voltò e scattò verso di lui. ''No, non è
tutto apposto!'', urlò. ''Sono legata a un idiota!''.
Le sopracciglia di Merle si inarcarono infastidite ma poco dopo
lottò per riuscire a trattenere un sorriso. ''Sei di cattivo umore,
boccuccia impertinente?''
Carol emise un sospiro frustrato, cercando di guardare Merle di malo
modo mentre la pioggia lampeggiava incessantemente suoi suoi occhi.
''Sono completamente bagnata-''
''Faccio sempre questo effetto alle donne'', sogghignò Merle, apparentemente di buon umore tutto ad un tratto.
Carol reagì immediatamente dandogli un calcio negli stinchi.
''Merda!'' guaì Merle facendo un saltello all'indietro per poi
chinarsi a massaggiarsi la gamba. ''Che diavolo ti prende, donna?''
''Ascoltami bene, Merle Dixon'', disse Carol, entrando nella
modalità voce - da - mamma . ''Metterai fine a tutta questa
follia e lo farai adesso!''
Merle sembrava leggermente sorpreso. ''No, non lo farò'', mormorò, suonando proprio come un adolescente ribelle.
''Finirai con il spezzare il cuore di tuo fratello e non ho nessuna
intenzione di lasciartelo fare'', disse Carol con determinazione.
''Vorresti farlo scegliere tra suo fratello e le persone che lo
amano e questo non è giusto. Qualunque cosa accada, Daryl
finirà con il soffrire. Non puoi essere abbastanza egoista da
volere questo!''
''Voglio solo rendere le cose più semplici!'', sostenne Merle con fervore. ''Un uomo deve sapere a chi rivolgere la sua
lealtà. Sto solo dando a mio fratello l'opportunità di
scoprire quello che conta di più per lui. Daryl starà
dalla mia parte oppure no. E' semplice''
Il viso di Carol si trasformò in una maschera di inquietudine.
''Quanti anni hai, tre? Non è tutto bianco e nero in questo
mondo, Merle''.
''Lo è nel mio'', disse Merle impenitente.
''Oh si'', disse Carol sarcastica. ''Infatti fino ad ora questo metodo ha funzionato alla grande per te, non è vero?''
''Sono vivo, non vedi?'' ribatté Merle.
''Merle, questa non è vita'', disse Carol con enfasi. ''Sei in
piedi nel bel mezzo di un temporale, con una sola mano, circondato dai
vaganti e stai pianificando un modo per fare del male all'unica persona
su questo pianeta che non ha fatto altro che amarti e lo stai facendo
di proposito!Spiegami come questo possa essere definito vivere!''
Merle grugnì. ''Io vivo alle mie condizioni. Nessuno mi dirà più quello che devo fare''.
''Che regola fantastica'', disse Carol beffarda. ''E' un peccato
che tu non abbia intenzione di offrire la stessa possibilità a
tuo fratello''.
Merle la fissò intensamente dopo quell'affermazione. ''Voglio
solo rendere le cose il più chiare possibile per quel ragazzo. O
ama me o ama il tuo piccolo e prezioso gruppetto. Una volta che
avrà capito questo, potremmo andare tutti quanti avanti con le
nostre vite''.
Carol sollevò lo sguardo al minaccioso cielo nero e ai lampi
fluttuanti che lo attraversavano illuminandolo. ''Sei davvero
così stupido?''. Rivolse nuovamente la sua attenzione su di
lui. ''Lascia che ti spieghi come funziona l'amore, Merle''.
Merle sbuffò. ''Questa dev'essere proprio buona''.
''L'amore non è finito''. Carol inarcò un sopracciglio. ''E' necessario che usi parole più semplici?''.
''Credo di riuscire a tenere il passo'', rispose Merle sardonico.
''Non si nasce con una certa quantità di amore da dare e
basta'', continuò Carol, facendo un ultimo disperato tentativo
di fermare quel disastro. ''Il fatto che Daryl ami delle altre persone
non significa che abbia meno amore da dare a te. Gli esseri umani non
funzionano in questo modo''.
''Questa è una stronzata'', sbottò Merle
''No, non lo è'', disse Carol bruscamente.
''Quando è arrivato Daryl, a nostra madre non è
più fregato un cazzo di me'', disse Merle con ferocia.
''Diavolo, lei avrebb-'' si interruppe bruscamente e distolse lo
sguardo.
Carol aggrottò la fronte mentre guardava Merle lottare per
riprendere di nuovo il controllo sulle sue emozioni. C'era molto di
più nella sua
storia di quello che lui aveva deciso di mostrare al mondo ; Questo era
ovvio. Il
pensiero di quello che il giovane Merle aveva dovuto passare per
trasformarsi a quel modo, in quell'uomo sfacciato e auto - distruttivo
che stava in piedi di fronte a lei rese Carol molto triste. I due
fratelli avevano gestito in modo totalmente diverso la loro educazione
violenta. Daryl si era rinchiuso in se stesso, seppellendo la sua
identità nel profondo della sua anima. Carol trovò
tragicamente divertente il fatto che era servita la fine del mondo
per riuscire a portare fuori il vero Daryl. Ma poi, lei lo sapeva
meglio di chiunque altro, avendo affrontato le avversità nello
stesso identico modo. Prima, le loro vite erano esteriormente belle
civilizzate e libere, ma brutali all'interno. Ora, la vita intorno a
loro era brutale, ma dentro di sé Daryl aveva trovato una sorta
di libertà che li aveva disdegnati entrambi per tutto la loro
vita. Merle, d'altra parte, aveva scelto di scatenarsi, di mettere su
un'enorme spettacolo in modo che chiunque potesse prendere atto del
fatto che lui non era una vittima e per ironia della sorte era finito
vittima del suo stesso meccanismo di difesa. ''A volte le cose possono
sembrare in un modo agli occhi di un bambino, ma questo non significa
che quella fosse la verità'', disse Carol con
tranquillità. ''Da
quello che Daryl mi ha raccontato, tua madre era una donna molto triste
e si è persa''.
''Già'', disse Merle fermamente, ''E aveva ragione di esserlo. Nostro padre ha fatto in modo che lo fosse''.
Carol fece un passo più vicino a lui. ''Merle, Daryl non
è come tua madre. Il suo amore per te non potrà mai cambiare a
causa di qualsiasi altra persona entri nella sua vita. Non c'è bisogno di
farlo scegliere tra uno qualsiasi di noi''. Cercò di mantenere
il suo tono di voce basso e confortante. ''So che c'è una parte
di te che desidera fare la cosa giusta''.
''E la cosa giusta sarebbe lasciarti andare e far finta che niente di
tutto questo sia successo, giusto?'' le labbra di Merle si strinsero.
''Non penso che né Rick né nessun altro sarà
interessato ad essere ragionevole ora''.
''Tu non lo puoi sapere'', disse Carol velocemente. ''Posso provare a
parlare a tutti. Non deve andare a finire in questo modo. Sei molto
meglio di quanto pensi''
Merle fissò il suo viso con intensità. ''Stai cercando di
salvarmi, boccuccia impertinente?'' disse con voce roca, di colpo tutta
la rabbia era sparita dal suo corpo. ''Stai cercando di far redimere la mia
anima in modo da guadagnare alcuni punti con il Signore Onnipotente?''
''Sto cercando di esserti amica, Merle'', disse Carol con semplicità.
''Tutto quello che eravamo prima, è andato adesso. Abbiamo la
possibilità di crearci una nuova vita e di agire diversamente da
come abbiamo sempre fatto. So che possiamo farlo. Sono la prova vivente
di questo. Non devi fare sempre in modo di restare da solo'',
L'espressione di Merle era difficile da decifrare, ma Carol sapeva che
le sue parole avevano aperto una breccia. ''E' troppo tardi'', disse
con voce roca. ''Mi sono spinto troppo lontano. Non c'è modo di
tornare indietro adesso''.
''Questo è vero solo se tu desideri che lo sia'', disse Carol con urgenza.
Lui scosse la testa. ''Mi dispiace, signorina'', disse in tono scosso. ''Sono una causa persa. Non c'è modo di salvare il
vecchio Merle''.
''Codardo'', disse Carol con una nota di accusa nella sua voce.
''Realista'', ribatté Merle. Un lampo di dolore
attraversò il suo volto. ''Non c'è nessun lieto fine per
me, boccuccia impertinente''. I suoi occhi si incatenarono ai suoi.
''Non me lo merito''. Con quell'ultima osservazione Merle si
voltò e le diede le spalle. Tirò il cavo tra di loro.
''Andiamo'', disse burbero, ''Non siamo ancora arrivati alla nostra meta.
Dobbiamo continuare a muoverci prima di annegare in questa fottuta tempesta''.
Carol non aveva altra scelta se non quella di seguirlo. Loro due
insieme affrontarono il pendio scivoloso, ancora una volta, mentre
marciavano verso quello che sembrava un destino ormai inevitabile . . .
Il forte rumore dello schianto di un fulmine che colpì terra da
qualche parte, risuonò non troppo lontano da dove si trovavano. Il terreno che
si agitò sotto i loro piedi fu la prova di questo. Rick si
strofinò il viso con una mano. ''E' ancora molto lontano?''
Daryl guardò Rick da sopra la sua spalla. ''Non molto ancora''.
Rick fece una smorfia, considerando che la sua idea di 'non molto
lontano' poteva variare notevolmente rispetto a quella del cacciatore
esperto. Ogni minuto che passava a Rick sembrava una piccola morte.
Ormai a Carl poteva essere successa qualsiasi cosa. Suo figlio non era
noto per la sua moderazione in questi giorni e Merle non era il tipo da
prendere alla leggera la spavalderia. Era una ricetta perfetta per il
disastro. Si lasciò sfuggire un sospiro frustrato. ''Che cosa è successo tra
te e Merle? Cosa lo ha fatto scattare?''. Rick stava cercando di farsi
un'idea sul tipo di situazione che avrebbero potuto trovare al loro
arrivo. Molto probabilmente si sarebbe trasformata in una sorta di scambio di ostaggi e questa era la migliore delle
ipotesi. Non riusciva a pensare al resto. Anche se, Rick lo sapeva
già, quando si trattava di Carl e di Carol, non avrebbe esitato
a uccidere Merle.
Glenn era un paio di passi dietro Rick mentre Daryl li conduceva con
sicurezza attraverso i boschi. ''Merle ha mai avuto bisogno di un
motivo per essere un bastardo?''.
''Merle ha sempre un motivo'', mormorò Daryl. ''Ma di solito ha
senso solo per lui''. A un trattò si fermò e
sollevò la mano facendo un cenno, indicando loro che era il
momento di fermarsi.
Rick si tese, iniziò a guardarsi intorno per vedere se Daryl
aveva visto qualcosa. Invece Daryl inclinò la testa da un lato e
sembrò ascoltare con attenzione. Rick affinò il suo udito
ma non riuscì a sentire nulla in mezzo al frastuono dei tuoni e
a tutta quella
pioggia. Daryl si mise un dito sulle labbra e poi indicò oltre
alla loro sinistra. Fu allora che Rick riuscì a sentire
qualcosa. Sembrava che qualcuno si stesse avvicinando, producendo
rumore nel sottobosco. Lui e Glenn si scambiarono uno sguardo grave e
entrambi sollevarono i fucili. Daryl fece un cenno che li invitava a
disperdersi, indicando silenziosamente a Rick e a Glenn di muoversi a
ventaglio restando in silenzio. Dopo quasi un anno di lotte fianco a
fianco per la propria vita, sapevano esattamente cosa l'altro
intendesse dire. Si erano forgiati in una squadra già molto
tempo fa. Se non lo avessero fatto probabilmente ora sarebbero
già tutti morti. Rick avanzò strisciando basso, il fucile
sollevato, era consapevole di aver non poche difficoltà a capire
da dove provenisse esattamente quel rumore. Sembrava che fosse un po
tutto intorno. Non sapeva se era il tempo a giocargli un brutto scherzo
o se fossero in procinto di scontrarsi con Merle che trascinava Carl e
Carol o semplicemente contro un'intera mandria di vaganti. Se fossero
stati
degli zombie Rick sapeva già che avrebbe dovuto usare il
coltello. Sarebbe stato tutto molto più tranquillo.
Daryl si era spostato alla destra di Rick, Glenn alla sua sinistra. Si
mossero avanzando, tutti quanti in allerta, mentre i rumori sembravano
farsi sempre più forti. Rick catturò un movimento con la
coda dell'occhio alla sua destra e si avvicinò rapidamente.
Attraverso gli alberi poteva scorgere una figura in movimento e con
impazienza si scacciò la pioggia dagli occhi per essere in grado
di mettere a fuoco correttamente. Improvvisamente Carl schizzò
fuori da una fila di alberi di fronte a lui, correva in modo disperato.
Rick ebbe appena il tempo di registrare che si trattava di suo figlio e
di sentire il suo corpo inondarsi dal sollievo quando una donna di
colore apparve dietro Carl, la mano stretta sulla spada assicurata
alla sua schiena. Rick agì immediatamente senza pensare. Si mise
a correre in direzione della sconosciuta, sbattendole addosso e
prendendola alla sprovvista mentre si schiantarono l'uno contro
l'altro. Lei si lasciò sfuggire un lamento di dolore quando
toccarono terra insieme, Rick sopra di lei.
Carl smise di correre al suolo della collisione e si voltò. ''Papà!'' disse in stato di shock.
Prima che Rick potesse rispondere, la donna cercò di
scrollarselo di dosso con una suggestiva dimostrazione di forza,
dimenandosi per afferrare la spada che Rick stava cercando di mettere fuori dalla
sua portata. Rick afferrò il suo fucile mentre la donna si
voltò di scatto rotolando su se stessa e in un batter d'occhio si ritrovò con una lama puntata
alla gola. Rick teneva il fucile puntato su di lei e continuarono a fissarsi
l'un l'altro, nessuno dei due si mosse.
''NO!'' gridò Carl, correndo verso di loro.
Rick rivolse uno sguardo di avvertimento a Carl e gli disse di rimanere
esattamente dove si trovava quando un vagante uscì fuori dal
bosco e iniziò a dirigersi verso suo figlio. Prima che Rick
potesse reagire, una freccia schizzò da parte a parte fuori
dalla testa di quella creatura che si accasciò a terra, morta.
''Papà, Michonne, NO!'' Carl ordinò ad entrambi.
Glenn e Daryl erano usciti dal sottobosco adesso e avevano tutti quanti le
loro armi puntate sulla donna che stava ancora sdraiata a terra.
''Carl'', disse Rick con urgenza, ''Stai bene?''
''Sto bene, papà'', disse Carl in fretta, ''Semplicemente non
sparare a Michonne''. Guardò il resto di loro. ''Glenn, Daryl,
va tutto bene, potete mettere giù le armi''.
''Subito dopo che lo avrà fatto la nostra prima samurai'', ringhiò Daryl.
''Michonne'', Carl la supplicò. ''Per favore, va tutto bene, non ti faranno del male''.
La donna rivolse a tutti loro delle dure occhiate sospettose e Rick
capì che non aveva nessuna intenzione di cedere per prima.
Lasciò scivolare la canna del suo fucile verso il basso e si
allontanò. Poi guardò gli altri. ''Mettetele
giù'', li istruì.
Daryl e Glenn si scambiarono un'occhiata, ma poi fecero come diceva Rick. La straniera li imitò abbassando la sua spada.
L'attenzione di Rick si rivolse nuovamente a suo figlio mentre copriva
la distanza che li separava il più rapidamente possibile per
stringere Carl in un abbraccio, sollevandolo al punto che i piedi del
ragazzo non toccavano più terra.
''Papà'', squittì Carl, ''Così non respiro-..''
Rick allentò subito la presa e mise Carl di nuovo a terra. Le
sue mani iniziarono a ispezionarlo, controllando per qualsiasi tipo di
ferita potesse essere presente. ''Stai bene? Sei ferito?''
''Non sono ferito'', disse Carl in fretta, ''Ma dobbiamo muoverci''.
Daryl stava continuando a tenere sotto controllo la donna, ma il suo
tono era tutto un programma. ''Dov'è Carol? Che cosa è
successo?''
''Sono riuscito a scappare'', disse Carl e poi fece una smorfia. ''Ho
dovuto lasciare indietro Carol. Non volevo, papà, ma lei mi ha
fatto prometter-''
''Hai fatto la cosa giusta, Carl''. Rick interruppe il suo rammarico.
''Se hai avuto la possibilità di fuggire, dovevi farlo''.
Daryl si avvicinò, la sua espressione era dura. ''Carol sta bene?''
La testa di Carl andò su e giù in assenso. ''Si, stava
bene quando ci siamo separati''. La sua faccia si corrucciò
con preoccupazione. ''Ma non so che cosa possa averle fatto Merle
quando ha
scoperto che me ne sono andato''.
La mascella di Daryl ebbe uno spasmo. ''Eravate alla grotta?''
Anche in questo caso Carl annuì. ''Si''
Daryl girò sui suoi tacchi e si allontanò fino a scomparire nuovamente nel bosco.
''Daryl!'' gridò bruscamente Rick. ''Fermati''
Daryl si voltò a guardarlo. ''Hai avuto indietro il tuo ragazzo,
ora per me è il momento di fare i conti con mio fratello''.
''Andremo insieme'', disse Rick con un avvertimento.
''Era questo il piano'', concordò Glenn.
''E verrò anch'io''
Per un momento Rick si era quasi dimenticato della
donna. Si voltò e la vide provare a fare un tentativo di rimettersi in
piedi. ''No, non lo farai''.
Stava avendo dei problemi a mantenersi in posizione verticale e Rick vide una macchia di
sangue allargarsi nella stoffa sulla sua gamba, una macchia che la
pioggia non poteva lavare via abbastanza velocemente. I suoi occhi si
strinsero. ''Ho un conto in sospeso con suo fratello''.
Daryl aggrottò la fronte fissandola. ''Ti conosco?'' sputò fuori.
''Questa è una bella domanda'', fece eco Glenn. ''Chi diavolo sei, ragazza?''
''Il suo nome è Michonne e mi ha aiutato per modo di dire'', offrì Carl.
''Ti ho salvato la vita'', gli ricordò lei in tono piatto.
Carl sembrò riluttante ad ammettere una tale
vulnerabilità. ''Si, era questo quello che intendevo dire, mi
hai aiutato''
''E in cambio la tua gente mi avrebbe dovuto condurre fino a Merle'',
continuò Michonne, anche se fu costretta ad appoggiarsi
pesantemente contro il tronco di un albero, solo per riuscire a mantenersi in piedi.
Glenn la guardò. ''Non penso che tu sia in grado di avere un
confronto nemmeno con un Teletubbies, per non parlare di Merle Dixon''.
''Sto bene'', disse a denti stretti, ovviamente cercando di trattenere il dolore.
''Che tipo di problemi hai con mio fratello?'' chiese Daryl bruscamente.
''Ha cercato di uccidermi'', disse breve. ''Mi ha sparato alla
gamba circa un mese fa. Avrei dovuto già essere morta, ma non
gli avrei mai dato questa soddisfazione''.
Glenn guardò Rick. ''Circa nello stesso periodo in cui
Merle si è presentato alla nostra porta'', ricordò
all'altro uomo.
Rick annuì.
Glenn tornò a guardare Michonne. ''Tu non andrai da nessuna parte con la gamba ridotta a quel modo''.
Il suo mento si sollevò in segno di sfida. ''Sto bene''.
''Mi rallenteresti e basta'', disse Daryl con freddezza. ''Abbiamo finito con i battibecchi? Stiamo solo perdendo tempo''.
Rick prese una decisione, senza essere sicuro se fosse quella giusta o meno.
''Glenn, tu e Carl portate Michonne indietro alla prigione''
''No!'' disse Michonne bruscamente.
''No, io verrò con te papà''.
Rick puntò lo sguardo su di lui. ''Questa donna ti ha davvero salvato la vita?''.
Carl esitò. ''Si''.
''Allora siamo in debito con lei, tu sei in debito con lei. Devi
aiutare Glenn a tornare indietro alla prigione in modo che Hershel
possa prendersi cura della sua gamba''. Quella gamba che Rick aveva
inavvertitamente ferito di nuovo, ma non sentì il bisogno di specificarlo.
''Io non ho chiesto l'aiuto di nessuno'', ringhiò Michonne. ''Sono in grado di badare a me stessa''.
''Bene'', disse Rick con semplicità. ''Questo significa che dopo che
ti avremmo ricucita te ne andrai. La nostra non è un'offerta di
ospitalità''.
''Glenn può portare Michonne anche da solo'', affermò
Carl con fervore. ''Voglio venire con te a cercare Carol. E' colpa
mia se lei è ancora bloccata da sola con Merle''
Rick poteva vedere l'angoscia che quel pensiero stava causando a suo
figlio e la necessità nei suoi occhi di adolescente di fare la
cosa giusta. Questo lo aveva capito, ma ancora esitava.
''Qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare, basta che la facciate'',
sbottò Daryl. ''Io me ne vado''. Detto questo si voltò e
iniziò a marciare all'interno del bosco.
Rick era consapevole del fatto che avrebbe immediatamente perso le
tracce di Daryl se non lo avesse agito subito. ''Glenn, prendi Michonne e
torna alla prigione. Carl, vieni con me, ma farai solo quello che io ti
dirò di fare, quando ti dirò di farlo, capito?''.
Carl sembrò enormemente sollevato.
''Vengo con te'', insisté Michonne testardamente.
''Nessun problema, fino a quando riuscirai a tenere il passo'', disse
Rick mentre annuiva a Carl di muoversi, sapendo che la donna non aveva
alcuna possibilità di farcela. Guardò Glenn. ''Siamo
d'accordo?''
''Suppongo di si'', disse Glenn, che non sembrava molto contento del
suo compito di baby sitter. In particolare, quando il bambino in
questione sembrava proprio essere uno dei più ingrati. Michonne
lottò per fare qualche passo e poi cadde a terra, imprecando
sottovoce.
''Se cerca di fare qualsiasi cosa, uccidila'', gli ordinò Rick.
''Pensa a quello che stai facendo'', disse Glenn con
tranquillità mentre Rick si voltava per raggiungere Carl e
Daryl. ''Buona fortuna. Portate Carol al sicuro a casa e fate fuori
Merle'', gli gridò dietro, ''Fatelo fuori per bene''.
Rick gli rivolse un vago cenno di riconoscimento, mentre si inchinava e
si faceva strada attraverso i fitti cespugli seguendo le orme di Carl e
Daryl. Riuscì a raggiungerli e da quel momento in poi iniziarono
a muoversi a una velocità impressionante. Rick continuava a
lanciare piccoli sguardi colmi di preoccupazione a Carl, preoccupato
che questo ritmo fosse troppo incalzante per lui dopo le sue
disavventure. La mascella del ragazzo era ostinatamente
impostata mentre cercava di correre al fianco del padre e a Rick
ricordò Lori in un istante, quando si fissava di essere
inamovibile riguardo qualcosa. Quel pensiero gli inviò una fitta
attraverso il cuore mentre correvano per tenere il passo con Daryl. Il
senso del tempo era andato tutto perduto ora e Rick non era sicuro di
quanto ne fosse passato prima che riuscissero a raggiungere la grotta
di cui Carl e Daryl avevano parlato.
Daryl fu subito all'ingresso, la balestra sollevata. ''Merle!''
gridò. ''Sei qui dentro?''. Non ci fu nessuna risposta
così Daryl si spostò attentamente in avanti mentre Rick
teneva il fucile puntato sull'ingresso della grotta. Daryl scomparve
all'interno della caverna e uscì fuori pochi secondi dopo. ''Se
ne sono andati'', disse conciso e si stava già guardando
intorno per delle tracce.
Rick guardò Carl. ''Merle vi ha detto qualcosa riguardo dove voleva portarvi? Non ha detto niente in proposito?''
''No'', disse Carl infelice. ''Continuava a ripetere che aveva un piano per ottenere quello che gli spettava''.
Rick si voltò a guardare Daryl. ''Pensi che Merle abbia intenzione di portare Carol a Woodbury?''
''Non lo so'', grugnì Daryl, ancora intento a cercare di trovare delle tracce nel terreno fradicio e fangoso.
Rick fece una smorfia. Se Merle stava progettando di portare Carol fino
a Woodbury, avrebbe reso loro le cose estremamente difficili. L'ultima
cosa che voleva Rick era far scoppiare una guerra con un gruppo di
sopravvissuti vicini a loro. Non c'era modo che una cosa del genere
potesse andare a finire bene.
Daryl si rivolse a Carl. ''Carl, sai riconoscere le tracce di Merle?''
''Si'', disse Carl rapidamente. ''Ha quel taglio nel tacco della scarpa. Saprei riconoscerlo ovunque''.
''Ci sono solo due direzioni che Merle avrebbe potuto prendere'',
dichiarò Daryl, il suo tono breve e dritto al punto. ''Tu e il
tuo papà salirete in cima alla caverna e controllerete la zona
fin dove il fiume piega verso destra. Io passerò dal basso e
controllerò il lato sinistro, ci incontreremo al fiume. Tenete
gli
occhi aperti per Merle o per qualsiasi traccia e fatemi un fischio se
riuscite a trovare qualcosa''.
Carl sembrò contento di avere un vero e proprio lavoro da fare. ''Va bene''.
Rick guardò Daryl, rendendosi conto di quanto le spalle
dell'uomo erano tese. ''La troveremo'', gli promise piano. ''Carol
è forte. Resterà in vita fino a quando non riusciremo a
trovarla, Daryl. Lo sai, giusto?''
Daryl distolse lo sguardo brevemente e Rick riuscì a vedere il
modo in cui i muscoli della sua mascella flettevano selvaggiamente
mentre lottava per tenere sotto controllo le sue emozioni. ''Voi due
fareste meglio ad andare'', disse burbero. ''Ci vediamo alla curva del
fiume''. Detto questo, Daryl si chiamò fuori per seguire le
tracce che aveva scelto per se stesso.
''Andiamo, papà'' , dichiarò Carl con urgenza,
''Più piove più la pista sarà difficile da
trovare''. Carl stava già risalendo lungo il pendio in cima alla
caverna guardandosi intorno con attenzione.
Ci volle circa mezz'ora per arrivare fino alla curva del fiume di cui
Daryl aveva parlato. Per tutto il tempo Rick non riuscì a fare a
meno di pensare che era inutile cercare di seguire delle tracce con
questo tempo. Se anche ci fossero stare e non fossero state già
spazzate via, sarebbero state comunque coperte dall'acqua e sarebbe
stato impossibile riuscire a capire di cosa si trattava. Rick non disse
niente però, sapendo che sia Carl sia Daryl avevano bisogno di
fare qualcosa. Nella sua testa stava già pensando a cosa sarebbe
venuto dopo. Una volta che la pioggia si fosse fermata avrebbero avuto
delle possibilità maggiori di trovare una sorta di percorso.
Sarebbero tornati indietro alla prigione, si sarebbero riforniti e poi
sarebbero tornati nuovamente fuori non appena il tempo avesse
concesso loro una tregua. Altri quindici minuti passarono mentre rimasero in
attesa lungo le rive del fiume, cercando di trovare una sorta di riparo
sotto gli alberi, quando Rick cominciò a insospettirsi.
Carl parlò per primo. ''Daryl ci sta mettendo troppo tempo''.
Rick sollevò lo sguardo verso il fiume, sapendo che Carl aveva ragione. ''Mmh..'' mormorò senza sbilanciarsi.
''Pensi che stia bene?''
Rick cominciava a sentire quella strana sensazione alla bocca dello
stomaco, la sensazione che qualcosa non stava andando come avrebbe
dovuto. L'istinto di un poliziotto era una cosa reale e l'aveva salvato
più di una volta. Rick cominciò a chiedere a se stesso se
stavolta non se ne fosse reso conto quando già era troppo tardi.
''Gli daremo altri dieci minuti'', rispose Rick. Dieci lunghi minuti si
trascinarono lentamente e in quel momento Rick capì che il suo
stomaco aveva avuto ragione. Daryl li aveva spediti dritti su una falsa
pista. Doveva aver trovato le tracce di suo fratello laggiù alla
grotta e voleva assicurarsi di essere solo quando sarebbe arrivato il
momento di affrontare Merle. Rick chiuse gli occhi e sbuffò
infastidito, frustrato con se stesso per essere stato così cieco
e con Daryl per la sua testardaggine. ''Dannazione, Daryl'',
ringhiò. ''
''Che cosa diavolo hai intenzione di fare?''
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Capitolo 39 *** Capitolo 40 ***
echi capitolo 40
Capitolo 40
''Sai, Merle, le persone che non imparano dal proprio passato sono
condannate a ripeterlo'', disse Carol, costretta a sollevare il tono
della sua voce per sovrastare il frastuono degli elementi naturali.
''Chi non si ferma mai non mette mai radici'', ribatté Merle a sua volta.
Carol gli rivolse uno sguardo confuso da sopra la sua spalla. ''Che cosa?''
''Pensavo che ci stessimo scambiando dei modi di dire'', aggiunse innocentemente.
Lei gli rivolse uno sguardo contrariato. ''Puoi fare il buffone quanto
vuoi, Merle, ma so bene che non lo sei. Sto cercando di farti capire e tu lo
sai''.
''Perché le donne pensano sempre di sapere a cosa sta pensando un uomo?''
''Perché la maggior parte degli uomini sono come un libro aperto'',
lo punzecchiò lei, ''E il titolo del libro è : Il
Bruco mai sazio ''
Merle scosse la testa e trattenne una risata mentre lottavano contro il
pendio. Non poteva fare a meno di ammirare la sua tenacia. Era
incredibile per Merle vedere quanti lati, completamente differenti
tra di loro, poteva avere una donna che una volta lui aveva
etichettato semplicemente come una vittima. Ed ancora più
sorprendenti erano tutte le
diverse emozioni che questa donna era riuscita a tirargli fuori. Carol
lo aveva
fatto impazzire, lo aveva reso triste, frustrato, lo aveva fatto
riflettere. Lo aveva
fatto mettere sulla difensiva e un sacco di altre cose. Lei non era
niente di tutto quello che lui si era aspettato quando si erano
incontrati per la seconda volta. Ogni minuto diventava sempre
più facile capire
perché suo fratello si comportava in modo così diverso
con lei rispetto alle altre donne del passato. La relazione di Carol e
Daryl
lo mandava in confusione. Merle non sapeva come definirla. Certamente
non si trattava solo di ottenere del piacere fisico l'uno dall'altro.
Non stavano utilizzando il sesso per cercare di allontanare dalle loro
menti l'inferno che li circondava ma non si trattava nemmeno di
qualcosa di puramente platonico. Era stato facile
rendere suo fratello solitamente di tempra molto pacata
così geloso quando si trattava di Carol. Questo significava che
Daryl
sentiva una sorta di possesso nei confronti di Carol e dal modo in cui
quella boccuccia impertinente lo stava trattando, era ovvio che anche
lei sentiva lo stesso nei confronti di Daryl.
La cosa di cui Merle non riusciva a venire a capo era a che cosa contribuiva tutto questo.
Non erano degli amanti caldi e focosi come quel ragazzo cinese e la
brunetta con il culo sodo. Però, non erano nemmeno come Rick e
Carol. Quest'ultimo rapporto sembrava avere avere dei confini molto
chiari di una semplice amicizia. Merle si chiese se anche Daryl e Carol
sapevano fino a dove i confini della loro relazione si erano spinti,
sempre se loro ne avessero uno qualsiasi. Quel pensiero era estraneo per
Merle e pensava che fosse estraneo anche per suo fratello. Non era come
se loro fossero cresciuti con l'esempio di un rapporto d'amore sano e
rispettoso nella loro casa. Né lui né Daryl avevano mai avuto
idea di che diavolo potesse essere una cosa del genere. A dire il vero,
non era totalmente la verità. Il modo in cui Merle aveva beccato
Daryl a guardarla quando pensava che nessuno potesse vederlo, smosse in
lui un vecchio ricordo. Un ricordo che Merle si era imposto di
dimenticare molto tempo fa. Era lo sguardo di un uomo completamente coinvolto in una donna. Il più casuale dei
contatti aveva un significato potente e non detto di cui solo loro
potevano conoscere il significato. Merle una volta aveva assistito ad
una sorta di discussione tra un uomo e una donna in cui loro silenzi
avevano detto tanto quanto le loro parole. In quel momento non si era reso conto
che quello che stava guardando era una cosa così rara e
preziosa, ma anche se l'avesse fatto, non avrebbe cambiato niente di
tutto quello che era successo.
Merle fece una smorfia mentre continuava ad arrancare. Questo genere di
sentimenti nei confronti di un'altra persona potevano portare soltanto
all'angoscia e al dolore. La realtà era che vedere Daryl
guardare Carol in quel modo aveva fatto temere Merle per il suo
fratellino e anche per se stesso. Quello sguardo era lo specchio di un
altro sguardo di un lontano passato e terrorizzò Merle
perché dopo quel momento niente al mondo era stato più lo
stesso. Nemmeno per Daryl, anche se lui al periodo ancora non ne sapeva
niente. Per lui, avere un legame del genere non poteva portare a niente
di buono. Era condannato ad avere una tragica fine. Merle lo aveva
visto di persona con i suoi stessi occhi. Grugnì tra un respiro
e l'altro, irritato con se stesso per aver rivangato quei ricordi
indesiderati del suo passato. Prese a concentrarsi sulla loro
destinazione. Erano quasi arrivati in cima alla salita per cui avevano
lottato così tanto e il rombo della corrente d'acqua che
infuriava era quasi assordante. Una volta arrivati in cima a Merle non
sarebbe servito più di in un istante per riuscire ad orientarsi
per poi puntare verso la giusta direzione. Poi, una volta giunti alla
loro destinazione tutto quello che dovevano fare era aspettare.
Merle sapeva che Daryl lo avrebbe trovato. Il suo fratellino sapeva
come muoversi nel bosco. Daryl era un cacciatore ancora più
bravo di lui, ma Merle sarebbe morto piuttosto che ammetterlo a voce
alta. Nonostante questo, riconosceva l'abilità di suo fratello e
sapeva che prima o poi li avrebbe trovati. Guardò di nuovo
verso Carol, la sua maglietta fradicia era completamente incollata alla
sua schiena tonica e mostrava chiaramente i contorni della biancheria
che indossava sotto. Sembrava che il destino fosse stato scritto
esattamente in questo modo, solo per loro tre. Presto, tutta quella
confusione avrebbe avuto fine e tutti quanti avrebbero scoperto le loro
carte. Un movimento catturato con la coda dell'occhio costrinse Merle
ad impugnare la pistola. Reagì senza pensare, sparando al
vagante che stava per andare addosso a loro.
L'intero corpo di Carol sobbalzò per la sorpresa al colpo.
Quando vide lo zombie cadere a terra si girò a fissarlo.
''Merle!'', esclamò in segno di disapprovazione. ''Non era il
caso di sparare per uno solo. In questo modo ci porterai un branco addosso''
''Non cercare di insegnare a tua nonna come si succhiano le uova'', le
ribatté lui per niente dispiaciuto. Carol aveva ragione,
naturalmente, ma Merle sapeva che ormai erano quasi arrivati alla loro
meta, quindi non si preoccupò eccessivamente.
''Oh non credo che tu abbia bisogno che qualcuno ti insegni come
succhiar-.. Ahhhhh!!'', cercò di replicare Carol in tono
provocatorio quando di colpo il terreno pregno d'acqua cedette sotto i suoi piedi e
la fece barcollare giù lungo la collina per buona misura,
facendole perdere l'equilibrio e cascare a terra.
Merle ridacchiò alla comicità di quella scena. ''Così impari a prenderti gioco di me, signorina''.
''Owww'', gemette Carol in mezzo al fango, avendo difficoltà a
tirarsi di nuovo su da sola con le mani legate dietro la schiena.
Merle coprì rapidamente la distanza che li separava e la
afferrò per un braccio, cercando di aiutarla a rialzarsi da
terra. Nella fretta Merle non pensò al fatto che Carol aveva
ancora entrambe le mani legate. ''Sei propria una piccola capretta di
montagna'', la prese in giro. Carol cacciò un urlo quando
accidentalmente Merle con la sua presa le dislocò la spalla
mentre cercava di rimetterla in posizione verticale. Lui osservò con orrore il modo in cui la sua spalla sporgeva ad un
angolo innaturale. ''Oh merda'', mormorò e si prodigò per
farla tornare al proprio posto.
''Non mi toccare!!'' urlò Carol, era evidentemente fuori di
sé dal dolore. ''NON MI TOCCARE!''. Cercò di allontanarsi
da lui, ma finì con il scivolare di nuovo, questa volta
atterrando sulla schiena, provocandosi un altro grido di dolore
lancinante.
''Smettila di agitarti, donna!'', la minacciò lui, cercando di
raggiungere la spalla di Carol nonostante i suoi sforzi nel calciarlo
lontano da lei. ''Sto cercando di aiutarti!''. Merle non biasimò
Carol per il comportamento che stava avendo. Si era slogato una spalla
in più di un'occasione e ogni volta il dolore lo aveva fatto
soffrire come una merda. Merle lottò contro una Carol
singhiozzante, cercando di rimettere la spalla nella sua posizione
naturale per rimediare a quello che aveva causato. Si mise a
cavalcioni su di lei, sedendosi sopra il suo stomaco per cercare di
fermare la sua agitazione. Le afferrò la spalla e il braccio
allo
stesso tempo.
''Levati di dosso, figlio di puttana!'', urlò Carol, provava
troppo dolore per poter pensare sensatamente e poi Merle le tirò con
forza il braccio rimettendo la spalla al suo posto. Carol fece in tempo
a farsi sfuggire un ultimo grido strozzato e poi perse i sensi a causa
del dolore.
Rick e Carl cercarono entrambi di tenere a bada la tensione concentrandosi
per sentire se seguiva qualcos'altro immediatamente dopo quel primo colpo.
Non avevano avuto altra scelta che quella di tornare indietro alla
grotta e aspettare che il tempo si calmasse. Rick pensava che se si
fossero presi una piccola pausa dalla pioggia, allora forse dopo avrebbero
potuto provare a capire dove era andato a finire Daryl. Era una flebile
speranza, ma per quanto potesse contare, si era aggrappato altre volte a
speranze ancora più sottili e alcune di quelle si era rivelate
vere.
''Papà..'' disse Carl, la sua espressione colma di preoccupazione.
L'espressione di Rick era piena di dolore. ''Lo so'', disse piano, ''Ma
non riesco nemmeno a capire da quale direzione è arrivato quello sparo
in mezzo a questa tempesta. Mi dispiace, Carl, non possiamo fare
niente per Carol e Daryl in questo momento. Tutto quello che possiamo
fare è aspettare''.
La faccia di Carl si irrigidì. ''Odio aspettare''.
''Si, beh'', sospirò Rick, ''A volte nella vita si tratta solo
di fare delle cose che non avresti mai voluto fare''. Fece una
smorfia.
''Speravo che avresti imparato questa lezione molto più in
là''. Era una cosa strana, ma Rick spesso rimpiangeva l'infanzia
perduta di Carl, quella che suo figlio non avrebbe mai più
potuto riavere indietro. Rick sapeva quello che Carl si stava perdendo,
la spensierata esistenza della giovinezza e la leggerezza
dell'adolescenza mentre Carl invece non lo sapeva affatto. Questo era
confortante in
un certo senso, pensò Rick, per quanto potesse suonare egoista.
Tirò su le ginocchia e ci appoggiò sopra le mani mentre
si sedevano, entrambi con la schiena contro il muro, seduti vicini
per condividere un po di quel calore corporeo. Almeno, questo era
quello che
Rick aveva detto a Carl quando gli aveva suggerito di sedersi al
suo fianco, ma la verità era che voleva soltanto sentire la
presenza di suo figlio vicino a lui e rassicurare se stesso di averlo
davvero riavuto indietro. Le persone che amavi in questi giorni
scivolavano via tra de dita troppo facilmente e Rick voleva prendersi
un momento per assaporare, per loro almeno, questo ultimo colpo di
scena che si era concluso felicemente, per loro almeno. Rick non era
così sicuro di come stessero andando le cose là fuori per
gli altri tre ancora alle prese con questo pasticcio.
''Mi dispiace, papà''.
Rick voltò la testa per guardare sorpreso il volto contrito di Carl. ''Per cosa?''
La testa del ragazzo era rivolta verso il basso mentre mormorava
la risposta contro il suo petto. ''Io.. ero solito arrabbiarmi con
te, per le scelte che hai preso'', confessò tristemente.
''Pensavo che la cosa giusta da fare fosse ovvia e che tu sembravi non
riuscire mai a capirlo. Sceglievi sempre di andartene per prenderti
cura delle altre persone piuttosto che stare con me e con la mamma''.
Le parole di Carl toccarono Rick talmente in profondità che fu
sorpreso del fatto che da quelle ferite non stesse sgorgando fuori
sangue ma non poteva smentire quello che il suo ragazzo appena detto.
Quante notti aveva passato in bianco, a pensare alle scelte che li
avevano condotti tutti dove erano adesso, a quelle cose che erano andate a
finire così male?
Carl continuò a parlare. ''Ma dopo oggi, quando ho dovuto
scegliere se stare con Carol o se scappare per chiamare aiuto, ho
capito come ci si sente a non sapere che cosa fare. Qualsiasi scelta
avessi preso, c'erano così tante cose che sarebbero potute
andare male. Semplicemente io non sapevo quale fosse la cosa giusta da
fare''. Il suo viso si abbassò ancora di più. ''Non so ancora se ho preso la scelta
giusta''.
''Lo hai fatto'', disse Rick con dolcezza.
Carl scosse le spalle frustrato. ''No, non se non vedremo mai
più Carol e Daryl'', disse con voce tremante. ''Forse se fossi
rimasto e avessi preso Merle alla sprovvista tutto questo sarebbe
già finito''.
''Oppure tu e Carol potreste essere morti'', disse Rick in modo
gravemente. ''Non lasciare che i 'se' entrino dentro la tua testa,
Carl.
Fidati di me, non ci guadagneresti niente di buono''.
''Non riesco a farne a meno'', confessò tristemente.
''Carl, non riesco nemmeno a tenere il conto di tutte le volte che ho
desiderato che le risposte fossero o nere o bianche in quest'ultimo
anno'', disse Rick con saggezza. ''Che esistesse solo una strada che ci
potesse portare sempre a risolvere tutto nel modo in cui avrei
voluto''. Rick guardò le mani che riposavano
sulle ginocchia. ''Ma sai,
forse sbagliavo a pensarla in questo modo'', disse piano.
Carl gli rivolse uno sguardo confuso. ''Che cosa intendi?''
''Quello che voglio dire è che, quando le cose più
importanti si basano su una decisione, allora è giusto che questa decisione sia
difficile, è in questo modo che capisci quanto è
importante per te. Forse ero solo un egoista a volere che tutto quanto
fosse semplice per me perché questo avrebbe significato che
niente di tutto quello che veniva messo in gioco era importante''. Rick
rivolse uno sguardo cupo a Carl. ''Tu e la mamma, e adesso Judith,
siete le cose più preziose per me. Deve essere difficile sapere
come fare per prendermi cura di voi perché ho tutto da perdere
quando si tratta di voi. Lo stesso vale per il gruppo. Ho nominato
me stesso come leader, adesso devo farmi carico di questo peso e se
tutte le risposte fossero facili, forse significherebbe solo che non
starei dando il giusto peso e rispetto che meritano''. Fece una
smorfia. ''Tutto questo ha senso per te?''
''Credo di si'', disse Carl lentamente. ''Da grandi poteri derivano
grandi responsabilità''. Disse con un sorrisino. ''E' una citazione da Spider man''.
Rick diede una secca risata. ''Beh, quel ragazzo non è male. Se
non fosse per il fatto di indossare la calzamaglia in pubblico''.
Carl sorrise debolmente e il silenzio cadde nuovamente tra loro fino a
quando lui non parlò di nuovo. ''Pensi che Daryl ucciderà
Merle?''
Rick fissò un punto sul muro di fronte a loro. ''Non lo so, Carl. Proprio non lo so''.
''Vorresti che lo facesse?''
Rick si passò una mano tra i capelli distrattamente, trovando
che quella era una domanda difficile alla quale rispondere. Si era
già trovato nella stessa posizione in cui si trovava Daryl
adesso. Rick ci
era passato con Shane, qualcuno che amavi così profondamente che
ti obbligava a fare qualcosa che tu non avresti mai voluto fare. Quella
volta Rick aveva lasciato che Shane lo portasse in quel bosco, sapendo
pienamente che le sue intenzioni erano quelle di ucciderlo, si era
aggrappato alla piccola speranza che Shane rinsavisse. Rick capì
di essere arrabbiato con l'uomo che aveva considerato come un fratello
per
così tanti anni quando realizzò che Shane dimostrò
di non aver
cambiato idea sull'idea di farlo fuori. La verità però,
era che quel confronto si trascinava avanti da lungo tempo. Non c'era
stato nessun modo di poter tornare indietro e Shane, nel suo tipico
stile, aveva
già capito e accettato tutto questo molto prima di quanto lo
avesse fatto
lui al tempo. Questo era sempre stato il dono e la maledizione di
Shane, vedere le cose in bianco e in nero, mentre Rick combatteva per
riuscire a comprendere le diverse sfumature di grigio che stavano nel
mezzo. Il problema con gli uomini come Shane e Merle, però, era
che avevano sempre combattuto per capire il mondo che li circondava.
Anche se loro vivevano come se tutto fosse bianco e nero, la semplice e
dura realtà era che le cose non stavano davvero
così e il fatto che loro fingessero che fossero in quel modo
alla fine li avrebbe sempre condotti al trauma e alla perdita. Shane
aveva cercato di rendere le cose semplici per Lori. Se non ci fosse
stato Rick, allora lei sarebbe stata libera di amarlo di nuovo e
avrebbe potuto avere lei e Carl tutti per se. Per Shane, nella
sua crescente follia e determinazione a senso unico, era stato
semplice. Tuttavia, Rick sapeva che le cose non sarebbero mai andate
come immaginava lui se fosse stato Shane quello ad allontanarsi sulle
sue gambe lontano da quel campo e non lui. Per lui era ovvio che Merle
fosse nello stesso stato d'animo quando si trattava di Daryl e non
riusciva proprio a capire come si potesse tornare indietro da tutto
questo. Si era spinto troppo lontano e se Daryl non avesse ucciso
Merle, allora la minaccia che avrebbe portato quell'uomo al loro gruppo
sarebbe stata troppo grande per poterci passare sopra.
''Papà?''
Carl stava ancora aspettando la sua risposta e Rick fece una smorfia.
''Merle è pericoloso. In un modo o nell'altro deve essere
fermato''.
Carl annuì lentamente. ''Lo so''. Anche lui fece una smorfia. ''Mi dispiace così tanto per Daryl''.
Rick mise un braccio intorno alle spalle di Carl. ''Lo so'', disse con
la stessa tristezza, sentendo già il peso di quello che Daryl
avrebbe dovuto affrontare. ''Lo so''.
Il colpo risuonò talmente vicino che Daryl si ritrasse d'istinto. Si era fermato
bruscamente ma riacquistò la lucidità quasi subito e riprese immediatamente la sua
corsa. Non c'era modo di sapere se quello sparo appartenesse o meno a
Merle, ma Daryl istintivamente si preparò al peggio. E poi il
peggio accadde. Il rumore delle urla di Carol riempì l'aria. Il
sangue gli si gelò nelle vene mentre sentì chiaramente le
sue urla di disperazione quasi come se si trovasse di fronte a lui.
''Non toccarmi... non mi toccare.. togliti di dosso, figlio di puttana!''
Daryl non sapeva se stava sentendo le urla di Carol che cercava di
scrollarsi di dosso uno di quei vaganti oppure Merle. Diavolo, non
sapeva nemmeno quale delle due cose fosse la peggiore. Tutto quello che
sapeva era che Carol aveva bisogno di lui e questo era tutto quello che
riusciva a pensare mentre si lanciava furiosamente giù per quella improvvisa discesa. Sollevò lo sguardo e si
ritrovò davanti a Merle, che stava in piedi sopra il corpo senza
vita di Carol. La pioggia non era abbastanza forte da lavare via il
sangue che le macchiava la fronte mentre giaceva a terra, immobile. Per la prima volta nella sua vita, Daryl perse completamente
e assolutamente il suo prezioso autocontrollo. Innumerevoli e disparate emozioni
lo attraversarono in una volta sola mentre capì di essere
arrivato troppo tardi e di averla già persa. Una rabbia
bruciante che non aveva mai provato prima d'ora esplose dentro di lui
mentre iniziò a correre verso suo fratello. Afferrò un Merle inconsapevole dal
retro della sua maglietta e lo scagliò lontano da Carol.
Merle colpì duramente il terreno ma lottò per rimettersi
in piedi altrettanto rapidamente. ''Ma che diavolo?!'', ringhiò
sorpreso. Merle si era appena rialzato quando Daryl si gettò
nuovamente su di lui, inchiodandolo a terra.
''Che cosa hai fatto?!'', gli urlò in faccia mentre troneggiava
a cavalcioni sopra di lui. ''Che cosa hai fatto?!!''. Daryl non diede
nemmeno la possibilità di rispondere all'uomo più anziano
mentre iniziava a colpirlo duramente in pieno volto. Il dolore del suo
pugno fu quasi un sollievo rispetto al dolore che attualmente stava
facendo a pezzi tutto il suo corpo. Merle tirò un pugnò
contro il volto di Daryl e nello stesso tempo cercò di
liberarsi, mandandolo a rotolare in mezzo al fango.
Merle si mise in piedi e deviò un altro dei suoi pugni.
''Bene, finalmente sei arrivato, fratellino'', sogghignò. ''Come
mai ci hai messo così tanto?''
L'atteggiamento disinvolto di Merle unito alla consapevolezza della
figura inerme di Carol che giaceva al suolo in mezzo al fango fu troppo
per Daryl. Era pericoloso perdere il controllo di fronte a un lottatore
con l'esperienza di Merle, ma Daryl andava oltre la ragione. Si
lanciò contro Merle e sferrò un soddisfacente pugno sulla
faccia dell'uomo. La testa di Merle schizzò all'indietro ma si
riprese con una velocità sorprendente e ricambiò il
pugno. Daryl sentì il labbro spaccarsi ma registrò a
malapena il dolore mentre si scagliava con un pugno dopo l'altro contro suo
fratello. I due uomini combattevano senza eleganza, lanciando pugni,
calci e afferrandosi per la testa. Merle aveva appena colpito Daryl con
un calcio sullo stomaco non appena lui diede segno di aver perso
l'equilibrio quando Daryl tirò fuori il suo coltello. Si rimise
in piedi, con il coltello teso davanti a sé e davanti a Merle.
Gli occhi dell'uomo più anziano si socchiusero minacciosamente e
continuava a muoversi troppo velocemente per Daryl, alla fine Merle
usò il coltello fissato alla sua protesi per disarmare Daryl
definitivamente. Il coltello scivolò lontano da loro due, in
mezzo al fango.
''Non puntarmi un arma contro a meno che tu non abbia intenzione di
usarla davvero, ragazzo'', ringhiò Merle. ''Così finirai per
farti male''.
Daryl non riuscì a immaginare di poter provare un dolore più grande
di quello che stava provando in quel momento. Non poté fare a
mano di fissare Carol. Non si era mossa di un millimetro da quando lui
li aveva trovati e Daryl si ritrovò faccia a faccia con
quell'orribile verità. Guardò nuovamente verso suo
fratello. ''Perché l'hai uccisa?'', disse senza riuscire a
soffocare l'angoscia, la voce che si ruppe a causa di quelle parole che
stavano riducendo la sua anima in pezzi. ''Perché, Merle,
perché proprio Carol?''. Le sue stesse parole rinnovarono
nuovamente la rabbia all'interno del suo corpo e si
lanciò di nuovo contro Merle, volendo infliggere quello stesso
dolore che stava provando alla persona che l'aveva provocato per primo.
Merle riuscì a scansarlo spostandosi da un lato, spingendolo
Daryl a terra e facendo schizzare l'acqua fangosa ovunque. ''Calma i
bollenti spiriti, fratellino''. Gli ordinò Merle. ''Io non ho
ucciso proprio nessuno''.
Daryl sapeva che Merle stava mentendo. Aveva sentito le urla di Carol,
aveva sentito la sua voce gridargli di lasciarla in pace. Dal profondo
della sua gola arrivò un suono gutturale, era stanco di
ascoltare le sue bugie e le sue mezze verità. Si erano
ammassati dentro di lui, il peso di tutti quegli anni di
soffocamento gli diedero la forza
di lottare con le unghie e con i denti per liberarsi,
finalmente. Afferrò la sua balestra e la puntò contro il
petto di Merle, la furia incisa in ogni singolo lineamento del suo viso.
Merlo lo guardò incredulo. ''Mi stai prendendo per il culo, ragazzo?'', sbottò.
La mascella di Daryl si indurì. ''Hai ucciso Carol'',
sputò fuori con ferocia. Quelle parole spezzarono, se possibile,
ancora di più il suo cuore e fu costretto a trattenere le
lacrime amare alla realizzazione di quella perdita.
Merle iniziò a diventare una figura sfocata di fronte a lui a
causa di quelle lacrime che rifiutavano di essere versate, ma Daryl non
spostò la sua balestra di un millimetro.
''Carol non è morta'', disse Merle con enfasi. ''Ha solamente perso i sensi, tutto qui''.
Daryl osò scoccare un rapido sguardo verso il corpo ancora
immobile di Carol. Spostò il peso da un piede all'altro un po a
disagio, cercando di scorgere attraverso la pioggia un
qualsiasi movimento proveniente dal petto di Carol.
''Lei non è morta'', ripeté Merle nuovamente mentre se ne
stava lì con le braccia abbandonate lungo i fianchi, a guardare
Daryl da vicino. ''Te lo prometto''.
L'attenzione di Daryl tornò a focalizzarsi su Merle. ''E le
promesse significano tanto per te, non è vero, Merle?'', chiese
con amarezza.
Carol scelse proprio quel momento per lasciarsi sfuggire un leggero
gemito e per muoversi leggermente. Il sollievo sgorgò immediatamente
nel corpo di Daryl e minacciò di spedirlo dritto sulle sue
ginocchia.
''Vedi'', disse Merle trionfante. ''Te lo avevo detto. Lei sta bene''.
''Lei non sta bene!'', scattò Daryl. ''Hai cercato di farle del
male!''. Non riusciva ancora a credere al fatto che Merle fosse stato
capace di fare tutto questo ma poi, Daryl non riusciva a capire nemmeno
il perché. Merle non aveva fatto altro che distruggere tutto
quello a cui Daryl si era affezionato per anni ma questa volta aveva stupidamente
sperato che le cose sarebbero andate in modo diverso. La dura
realtà colpì Daryl in faccia ora. Le cose non sarebbero
mai potute andare diversamente quando si trattava di Merle. Daryl
strinse la presa sulla sua balestra e la puntò direttamente alla
testa di Merle.
''E' così che stanno le cose, fratellino?'', chiese Merle con
rabbia. ''Non ho più alcuna utilità per te adesso? Dopo
tutto quello che abbiamo passato, dopo il modo in cui mi sono preso
cura di te come nostro padre non ha mai fatto''.
''Tu ti sei comportato peggio di nostro padre!'' urlò Daryl.
''Hai sempre detto che tutto quello che facevi lo facevi perché
mi amavi. Almeno quel vecchio figlio di puttana è stato onesto
nel dirmi che mi odiava. Tu..tu hai fatto tutte queste cose
perché
ti stavi prendendo cura di me? Per essere un buon fratello maggiore? E
dovrei anche ringraziarti per tutto questo?!''
''Dovresti farlo!'', ruggì Merle. ''Ti ho fatto diventare un
uomo''. Rivolse a Daryl uno sguardo sprezzante. ''Beh, ci ho provato,
almeno. Tutto quello che riesco a vedere quando ti guardo è la
puttana di Rick''
''Quando tutto quello che volevi in realtà era che io fossi la
tua di puttana'', gli gettò indietro Daryl amaramente. ''Sono in
grado di prendermi cura di me stesso da solo adesso, Merle. Ed è
questo che tu non riesci ad accettare. Hai distrutto tutto quello che
hai toccato'', ringhiò, cercando di soffocare le sue emozioni. ''Ma non ti
permetterò di farlo ancora''.
Gli occhi di Merle si strinsero. ''Hai deciso di abbandonarmi, fratello? Non hai
più bisogno della mia merda nella tua vita. Avermi all'interno
della tua vita tutto ad un tratto è diventato sconveniente?''
Un muscolo si contrasse nella mascella di Daryl mentre Merle cercava di
buttargli addosso la responsabilità. Questa era la sua
specialità, scaricare le sue responsabilità su di lui ma Daryl
aveva finito di fargliela passare franca. I due uomini si stagliavano faccia a faccia
in cima al pendio, il fiume tumultuoso che schiumava sotto di loro. A
Daryl sembrava rispecchiare in qualche modo quella stessa forza della
natura selvaggia mentre lui e Merle si fronteggiavano riguardo questa relazione altrettanto priva di ogni controllo.
Qualcosa sembrò scattare dentro Merle quando Daryl non rispose
alla sua domanda. Fece un passo in avanti, il volto acceso dalla rabbia
e spinse la fronte contro la punta della freccia della balestra di Daryl. ''Vuoi farla
finita?'', si infuriò. ''E allora fallo!''.
Daryl digrignò i denti e fissò Merle attraverso quella
piccola distanza che ormai li separava. Cerco di convincere se stesso a
premere il grilletto della sua balestra, a rilasciare quella freccia
contro la quale Merle aveva premuto la fronte e farla finita. Daryl
voleva solo che tutto questo finisse, voleva sapere che cosa si provava
ad essere libero da quel fardello di un fottuto fratello come Merle. I
suoi
muscoli tremavano mentre stava combattendo una grossa e profonda guerra
interiore.
Tutto quello che Daryl doveva fare era aumentare leggermente la
pressione di un dito e
Merle sarebbe stato abbattuto come quel cane rabbioso che tutti quanti
gli avevano sempre detto essere. I due fratelli si fissarono negli
occhi, guardando nelle loro rispettive anime. Daryl poteva vedere la
rabbia e la sfida negli occhi di Merle ma dietro tutto questo c'era il
più flebile guizzo di qualcosa di diverso. Il dolore e la
tristezza che Daryl riuscì a intravedere in quel guizzo gli
serrarono il petto. C'era suo fratello, dietro tutta quella spavalderia
e dietro tutte quelle stronzate. Era quella scintilla di umanità
contro cui
Merle aveva combattuto per tutta la vita per riuscire ad ignorarla, ma
era ancora lì presente. Quella scintilla era quel posto dove suo
fratello ancora viveva e lui non poteva lasciarla andare. Le sue spalle
si abbassarono mentre un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra e
rilassò il dito che aveva tenuto premuto sul grilletto per tutto
il tempo anche se continuò a mantenere la balestra puntata
contro la testa di Merle. Suo fratello lo stava ancora fissando,
ma realizzò lentamente il fatto che Daryl non aveva
più intenzione di sparargli
e si sentì lievemente sollevato. Merle non era un cane rabbioso,
era suo fratello e c'era ancora una speranza che potesse
diventare l'uomo che Daryl sapeva essere. Non poteva voltargli le
spalle, anche se non aveva la minima idea di dove diavolo fossero
giunti a questo punto. Tutto quello che sapeva era che non poteva
uccidere suo fratello. I due uomini rimasero fermi in quello strano
stato finché Merle non mormorò quella singola
parola.
''Daryl..''
Daryl non avrebbe mai saputo che cosa il fratello avesse avuto
intenzione di dirgli perché proprio in quel momento un pezzo di terreno
franò sotto la spinta dell'acqua e Merle iniziò a scivolare. Di
riflesso, afferrò il braccio di Daryl per cercare di
tenersi in equilibrio mentre iniziava a scivolare in basso. Quel semplice movimento causò uno spasmo nella mano di
Daryl e senza che nessuno dei due lo volesse, una freccia venne
rilasciata dalla balestra. Gli occhi di Merle si spalancarono quando la
freccia trapassò il lato più estremo della sua tempia destra da parte a parte, la potenza del
rinculo si fece facilmente strada fra la carne e le ossa. Entrambi gli
uomini rimasero a fissarsi con un'espressione di incredulità per
quello che era appena accaduto.
''Merle'', gracchiò Daryl in difficoltà mentre una
singola goccia di sangue scese a zig zag lungo il volto di suo
fratello.
Merle dava l'impressione di una persona che stava ancora cercando di
capire quello che era appena successo. Fece un passo all'indietro
impressionato. Nel frattempo Daryl era rimasto fossilizzato sul posto,
congelato in uno stato di shock assoluto. Suo fratello sbatté le
palpebre un paio di volte poi fece un altro passo indietro e fu quello
di troppo. Merle aveva barcollato all'indietro fuori dal bordo della
collina andando dritto verso l'acqua spumeggiante che lo attendeva
sotto.
''NO!'', gridò Daryl con orrore, facendo un affondo per cercare
di afferrare il fratello. Si gettò a terra in preda al panico cercando di afferrare Merle. Le dita di Daryl trovarono un
appiglio nella sua maglia e strinse quella stoffa tra le dita come
se ne andasse della sua stessa vita. Merle era soltanto un peso morto che
pendeva sopra il letto di quel fiume in piena, la presa che Daryl aveva
su di lui era l'unica cosa che gli impediva di sprofondare
ulteriormente. Daryl grugnì di dolore mentre i suoi muscoli si
tendevano per cercare di sostenere il peso del corpo di Merle.
Portò avanti l'altra mano e cercò di afferrargli un
braccio, provando a trovare qualcosa di più solido al quale
aggrapparsi, ma quel movimento non fece altro che farlo scivolare
ancora più in avanti e più in basso su quel terreno reso
instabile dalla pioggia. Improvvisamente Daryl si sentì cadere,
avvicinandosi sempre di più alla furiosa ondata di acqua scura
ma si rifiutò di lasciar andare Merle. Caddero in acqua insieme,
quell'acqua gelida che fece bruciare le ferite di Daryl mentre lottava
per tenersi stretto a Merle e tenere entrambe le loro teste fuori
dall'acqua. Sentì Carol urlare il suo nome ma poi lui e Merle
vennero sospinti via dalla corrente lungo il fiume mentre Daryl
continuava a lottare per le loro vite . . .
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Capitolo 40 *** Capitolo 41 ***
echoes revisione di silvi 41
Capitolo 41
Prima di lasciarvi a questo fantastico e attesissimo capitolo, in cima
nella lista dei miei preferiti tra l'altro (scoprirete a breve il
perché) , volevo fare un ringraziamento speciale alla mia love
Silvia, che mi ha aiutato a renderlo bello quasi ( ma spero anche di
più ) come l'originale :)
La prima cosa che Daryl notò fu il suono della pioggia che
continuava a battere su quello che pareva essere un tetto di lamiera.
Era un rumore implacabile ma stranamente rilassante. La cosa successiva
che filtrò all'interno del suo subconscio fu la sensazione di
sentirsi al caldo, in un modo così meraviglioso. Si mosse
leggermente e il suo corpo iniziò a lamentarsi, mostrando alcuni
nuovi dolori e sofferenze di recente acquisizione. A Daryl però
non importava, voleva solamente rimanere avvolto in questa piacevole
comodità senza pensare alla causa dei suoi urti e delle nuove
contusioni. Qualcosa di morbido e caldo solleticava il suo viso e i
suoi occhi si aprirono a quella sensazione, si prese un momento per
mettere a fuoco. Quando ci riuscì, vide che era Carol la persona
che poggiava la testa su quel cuscino che stavano condividendo, il viso
rivolto verso il suo. Era profondamente addormentata ed era stato il
suo respiro ad aver solleticato il suo volto. Daryl sbatté le
palpebre rapidamente, cercando di ricordare il modo in cui erano
arrivati lì. Fu allora che si rese conto di star sognando.
Questo tipo di pace e di appagamento non esisteva nel mondo reale.
Carol non era sdraiata nel suo letto nel mondo reale, come se fosse
scritto che il posto al quale apparteneva e sarebbe sempre
appartenuta fosse esattamente quello. Con la consapevolezza che quello
era solo un sogno, Daryl iniziò a rilassarsi. Si mosse
leggermente sotto la coperta che li copriva entrambi e fu allora che
ebbe una scioccante rivelazione. Era nudo. Si mosse di nuovo e
confermò quello che era stato il suo sospetto. La successiva
scoperta mandò tutto il suo corpo in completa tensione. Anche
Carol era nuda.
Il battito del cuore di Daryl triplicò immediatamente la sua
velocità a quella realizzazione proprio mentre Carol si agitava
leggermente nel sonno. La gamba di Carol era intrappolata in mezzo
alle sue mentre giacevano entrambi su un fianco, faccia a faccia. Carol
continuò a muoversi irrequieta nel sonno, cercando di trovare
una posizione un po’ più confortevole su quel duro
pavimento di legno. Si avvicinò ancora di più a lui,
alla ricerca del suo calore e il braccio di Daryl scivolò con
naturalezza attorno alla sua vita. La sensazione del seno nudo di Carol
premuto contro il suo petto inviò un brivido involontario lungo
tutto il suo corpo. Era incredibile, veramente incredibile
il modo in cui il suo corpo rispose a quella pelle decisamente
femminile che premeva contro la sua carne. Daryl sentì la sua
eccitazione crescere mentre un aumento di sangue iniziò a
confluire verso la
zona inferiore. Sapeva di doversi allontanare il prima possibile da
Carol prima che lei decidesse di svegliarsi e prima di mettersi in
imbarazzo di fronte a lei. La sua mente gli stava urlando di farlo, di
andarsene, ma il suo corpo non aveva nessuna intenzione di ascoltarla.
Al contrario non riuscì a fare a meno di fissare Carol, il volto
completamente rilassato nel sonno e fu allora che ricordò.
Andava tutto bene, quello era solo un sogno.
In un sogno poteva accadere qualsiasi cosa e non ci sarebbe stata
nessuna conseguenza o nessun imbarazzo nel mondo reale. Daryl si
rilassò nuovamente, realizzando che avrebbe potuto godersi la
sensazione trasmessa dai loro corpi nudi e avvinghiati. Fissando Carol,
si rese conto di conoscere il suo viso meglio del proprio. Anche prima
che il mondo andasse a farsi fottere, Daryl aveva sempre evitato di
guardarsi allo specchio. Non riusciva a sopportare il riflesso della
persona che quel vetro gli rimandava. Si era osservato sempre di
sfuggita e questa era anche un'abitudine che aveva preso nel confronto
con le altre persone. Prima che i morti tornassero alla vita e dapprima
ancora, solitamente Daryl si confrontava con le persone mantenendosi su
una posizione laterale, anche quando gli urlava contro, il suo corpo
era sempre in un una sorta di posizione di difesa. Forse perché
aveva sempre cercato di scappare dai conflitti, anche se ci si
ritrovava spesso all'interno. Era una vecchia abitudine di
sopravvivenza che si portava dietro da quando era solo un bambino.
Guardare qualcuno dritto negli occhi per lui significava che di
lì a breve avrebbe finito con il ricevere uno schiaffo in pieno
volto. Provò a utilizzare quella tattica di difesa anche con
Carol, ma lei non glielo aveva permesso. Aveva fatto in modo che lui la
guardasse dritta negli occhi quando erano in disaccordo su qualcosa e
aveva fatto in modo di non farlo tirare indietro da nessuna delle cose
che lui aveva deciso di mostrarle.
Una volta che Carol fece questo con lui, improvvisamente
diventò più facile metterla in pratica anche con le altre
persone, guardarle dritte negli occhi e sentire il diritto di poterlo
fare. Era quello che aveva provato con Rick e con il modo in cui la
loro amicizia si era sviluppata. Daryl si metteva in gioco
aspettando di essere ascoltato e Rick gli diede quello che lui voleva.
Non significava che la pensassero sempre allo stesso modo, ma
c’era un senso di uguaglianza che Daryl non aveva mai
sperimentato prima. Lo vedeva in se stesso adesso nelle discussioni che
aveva con le altre persone. Si ergeva sicuro, e esprimeva il suo
pensiero guardando la persona dritta negli occhi, senza aver paura
delle conseguenze. Appartenere al gruppo aveva cambiato tutto per lui.
Lei aveva cambiato tutto per lui. Daryl si lasciò trasportare
dal sogno e sollevò un dito facendolo scorrere con dolcezza sul
profilo del suo naso, ipnotizzato da quella piccola manciata di
lentiggini che poteva vedere adesso che le era così vicino. Il
suo sguardo si spostò sulle sue labbra, ricordando i loro baci.
Si sentiva come se fosse passata un'eternità dal giorno in
cui aveva assaggiato il loro sapore e dal momento che questo era il suo
sogno, Daryl non si pose il problema di indugiare nei suoi pensieri.
Accarezzò le labbra di Carol con le sue, dilettandosi in quella
morbidezza. Qualcosa si agitò nella parte posteriore del
cervello di Daryl quando sentì che il dolore del suo labbro
spaccato stava cercando di dirgli qualcosa, ma riuscì a
bloccarlo immediatamente, non voleva sapere. Tutto quello che si
permise di sentire era la donna che gli stava accanto, mentre faceva
scorrere titubante la punta della sua lingua lungo il labbro inferiore
di Carol. Il gusto innocente che lei sprigionava era elettrizzante e
Daryl sentì il calore nel suo corpo aumentare sempre di
più. Voleva di più, voleva baci veri. Premette le labbra
con ancora più fermezza contro quelle di Carol, osando di essere
audace nelle sue fantasie più di quanto si sarebbe mai permesso
nella vita reale. La sua lingua si mosse contro le sue labbra,
pregandola per lasciarla entrare nonostante sentisse la tensione
montargli dentro sempre di più. Daryl non riusciva a capire come
una persona potesse sentirsi così completamente rilassata ma
assolutamente sconvolta dentro, contemporaneamente, ma si sentiva
così al momento ed era una sorta di inferno perfetto.
All'improvviso Carol iniziò a rispondere ai suoi baci e Daryl si
lasciò sfuggire un piccolo mugolio di soddisfazione.
Pregò di non si svegliarsi mai da questo sogno perché
niente avrebbe potuto reggere il confronto con questo, nel mondo reale.
Carol ricambiò i suoi baci con tenerezza e quei loro baci
così languidi valevano la pena e rendevano sopportabile per
Daryl quel flebile dolore sul labbro spaccato. Sollevò una mano
per posarla sulla parte posteriore della testa di Carol, emozionato da
quanto quel sogno sembrasse realistico e pregò che i mostri non
arrivassero all'improvviso per riempire questo scenario onirico
come facevano sempre, portandola via dalle sue braccia. Daryl
interruppe il loro bacio e sfregò delicatamente la punta del
naso contro quello di Carol, dilettandosi nel fatto che il tempo non
avesse nessun significato in un sogno. Una parte di Daryl sperava che
questa fosse la morte per poter rimanere stretto a lei in quel modo per
sempre senza che nulla rischiasse di separarli nuovamente. Quel
pensiero riportò alla sua mente un altro ricordo indesiderato.
Aveva avuto paura di perderla, perché? Daryl aggrottò le
sopracciglia, spingendo via i ricordi che minacciavano questo suo
piccolo mondo accogliente. Non voleva pensarci, non voleva far altro
che immergersi in questo sogno. Il mondo reale poteva aspettare. Il
mondo reale poteva aspettare o magari anche andarsene all'inferno, per
quanto gli importava. Lasciò scivolare la mano dalla testa di
Carol alla deriva verso il basso lungo la curva deliziosa della sua
schiena. Daryl non si era mai reso conto di quanto fosse inebriante la
sensazione della schiena nuda di una donna. La sua pelle era
così morbida e seducente da fargli bramare di più.
Sapendo che questo era il suo sogno e sapendo di poter fare quello che
voleva, Daryl trovò il coraggio di muovere la sua mano fino
in fondo, fino ad arrivare a stringere a coppa il suo fondo schiena. La
sua mano si strinse inconsciamente sulla carne soda mentre
deglutiva e sentiva il suo respiro cedere all'intimità di quel
tocco.
Improvvisamente gli occhi azzurri di Carol si spalancarono per andare a
fissarsi dritti dentro i suoi. Daryl si tese, sentendosi immediatamente
in colpa. Spostò immediatamente la sua mano. ''Io..io non
stavo..non intendevo..-''. Daryl arrossì furiosamente,
sentendosi stupido. Persino nei suoi sogni non riusciva a smettere di
comportarsi come un maldestro idiota con questo genere di cose, a
quanto sembrava.
Carol sbatté le palpebre un paio di volte e poi cercò il
suo volto. ''Stai bene?'' chiese con voce roca. ''Come ti senti?''
''Come mi sento?'' ripeté lui piano, consapevole del fatto che
il suo corpo ribelle stava lasciando rivelare fin troppo per Carol.
''Eri mezzo morto quando ti ho trascinato fuori da quel fiume'', disse
Carol con preoccupazione. ''Hai tossito fuori quella che mi è
sembrata essere un'intera piscina piena d'acqua''.
Daryl si limitò a fissarla con sguardo assente, le sue parole
non avevano nessun senso. Un lampo di paura passò lungo il suo
viso mentre una serie di ricordi indesiderati iniziò ad
affollare la sua mente. Voleva urlargli contro di lasciarlo solo,
voleva urlare il fatto che non li voleva di nuovo dentro la sua testa,
ma era già troppo tardi.
'' DARYL!'', Carol urlò il suo nome mentre guardava impotente
Daryl e Merle scomparire oltre la cresta e cadere nell'acqua
sottostante. Era rinvenuta giusto in tempo per vedere Daryl sparare
accidentalmente a suo fratello. La freccia era schizzata dritta
attraverso
la sua testa ma nel suo tipico stile, non lo aveva nemmeno ucciso
subito. Merle era sembrato solamente scioccato, come lo erano
tutti loro, mentre lottava per comprendere quello che era appena
accaduto. Non
tutti i colpi alla testa si rivelavano fatali e Merle ne era la prova
vivente. Carol aveva visto Daryl cercare di salvarlo disperatamente,
anche se non c'era più alcun modo di poterlo fare. Era questo il
modo in cui le cose erano sempre andate tra i due fratelli. Daryl era
quello pieno di speranza, Merle quello ineluttabile. ''No!'' ,
singhiozzò, lottando per rimettersi in piedi nonostante avesse
ancora le mani legate dietro la schiena. Carol si precipitò
verso il bordo del precipizio e si guardò intorno con
preoccupazione. Riuscì a scorgere Daryl più in là
in basso nel fiume, cercava di mantenere freneticamente la testa di
Merle al di fuori dall'acqua, ma quest'ultima era talmente veloce che
il
più giovane dei Dixon stava avendo dei grossi problemi solamente
a
cercare di non perdere la presa che aveva sul più anziano.
Carol si voltò di scatto, alla disperata ricerca di qualcosa con
cui potersi liberare. Localizzò quasi subito il coltello di
Daryl a terra e si precipitò verso di esso. Cadendo in
ginocchio, Carol si voltò di spalle al coltello e cercò
frettolosamente di raccoglierlo. Sembrò come se ci fosse voluta
un'eternità per riuscire ad afferrarlo, mentre armeggiava alla
cieca nel fango, ma poi la sua mano toccò il freddo metallo e
iniziò febbrilmente a usarlo per tagliare i cavi che la tenevano
prigioniera. Lavorare in quel modo era scomodo, e fu difficile farsi
strada per tagliare i cavi telefonici velocemente quanto lei
desiderava. Carol
era consapevole che ogni secondo che passava era un secondo in
più in cui Daryl si allontanava da lei. E come se questo non
fosse già abbastanza, mentre armeggiava accanitamente per
liberarsi, un vagante barcollò fuori dalla boscaglia. ''Oh
andiamo!'', ringhiò per la frustrazione, tendendo con forza i
cavi sui suoi polsi, nonostante il dolore che questo le provocò.
Il vagante le era quasi addosso, ringhiando affamato e incurante della
pioggia quando Carol riuscì finalmente a liberarsi. Con il
coltello ancora stretto tra le mani balzò in piedi e
guidò con decisione la lama sotto il mento della creatura,
sentendolo
penetrare fino a raggiungere il cervello. Il vagante crollò
a terra mentre Carol sfilava fuori il coltello.
Voltandosi, si sporse lungo la sporgenza, seguendo il corso del fiume,
sperando di ritrovare Daryl. Carol scivolò più volte,
sopratutto perché i suoi occhi erano alla disperata ricerca di
un qualcosa in quelle acque, era alla ricerca di un segno della
presenza di
Daryl e non stava guardando dove metteva i piedi. ''Dio, ti prego'',
pregava
sottovoce, senza nemmeno rendersi conto di starlo facendo, ''Dio, ti
prego, non portarmelo via, non adesso, non in questo modo''. Il terreno
sotto i suoi piedi iniziò nuovamente ad inclinarsi verso il
basso e Carol effettivamente scivolò giù per buona misura
fino a ritrovarsi su un terreno più pianeggiante che
costeggiava l'acqua schiumante e fangosa. ''Daryl!'', chiamò il
suo nome, pur sapendo che era un rischio e probabilmente anche una
perdita di
tempo sopra il rombo assordante del fiume in piena. ''Daryl!'', Carol
riuscì a percepire il panico montargli dentro mentre cercava di
non pensare alle possibilità che una persona potesse avere di
combattere per una via d'uscita fuori da un tipo di situazione del
genere, da
quelle acque infuriate e veloci e dalle rocce e dai rami
contro i quali potevi essere scagliato. Cercò di domare la
sua angoscia e continuò a cercare, sapeva di non poter
rinunciare.
Continuò a correre lungo il fiume e dopo aver sorpassato una
curva, con la coda dell'occhio catturò qualcosa di familiare. Il
suo respiro affannato si fermò quando vide quella che sembrava
essere la
testa di un Daryl quasi annegato che cercava di aggrapparsi ad alcuni
rami, il suo volto riusciva a stento a stare fuori dall'acqua mentre
questa gli scorreva addosso con forza implacabile. Corse fino a
raggiungerlo, riuscendo ad
arrampicarsi su alcune rocce fino ad arrivargli accanto. ''Daryl!'',
disse con urgenza, afferrandogli il braccio e tirandolo nella sua
direzione. ''Andiamo, forza, devi uscire fuori di qui''. La sua
osservazione sembrava abbastanza ovvia ma Daryl sembrava come essere
completamente fuori di sé.
''Merle'', gracchiò debolmente.
Carol trattenne una smorfia. ''Se n'è andato, Daryl.. Non
c'è niente che tu possa fare ora''. Tirò
il suo braccio con più forza. ''Forza, afferra questo ramo, ti
aiuto a tirarti
fuori''. Ci vollero un altro paio di ripetizioni del suo ordine per far
sì che quel Daryl così confuso iniziasse a cooperare.
L'acqua era
gelida e aveva l'aspetto di uno che era appena stato scagliato
duramente e ripetutamente contro quelle rocce. Era un miracolo il solo
fatto che fosse
ancora vivo. Carol usò una forza che non sapeva nemmeno di
possedere, riuscendo a tirare un Daryl che si dimenava con furia fuori
da quella trappola.
Lo trascinò lungo le rocce e poi entrambi si lasciarono cadere
sul terreno fradicio accanto al fiume, ansimando pesantemente. Daryl si
voltò e iniziò a vomitare quell'acqua fangosa fuori dal
suo stomaco, sputò fuori quell'impasto marrone mentre Carol gli
accarezzava la spalla, cercando di confortarlo.
Daryl tremava in una maniera incontrollabile mentre la fissava con
quello sguardo appannato quando riuscì finalmente a parlare di
nuovo. ''Carol'',
mormorò, a bocca aperta, ''Oh Dio, Carol, pensavo di averti
persa''.
''Non sono ancora morta'', rispose lei svelta. ''Va tutto bene,
andrà tutto bene''. Carol trattenne una smorfia, sapendo che
Daryl non era nelle condizioni di parlare ma lei aveva comunque bisogno di
sapere. ''Carl, hai trovato Carl?''
Lui sbatté le palpebre, come se quelle parole lo avessero confuso. ''Carl?''
''Si, è andato a chiedere aiuto, vi ha raggiunti?''
Daryl annuì lentamente. ''Lui è.. lui è con Rick'', biascicò, le palpebre che si chiudevano.
Il sollievo inondò Carol anche se subito dopo andò un po
nel panico. Afferrò Daryl per la spalla e la scosse con forza.
''Non ti
addormentare!'', gli ordinò con fervore. ''Dobbiamo trovare un
riparo''. Quell'affermazione sembrava qualcosa di impossibile ma Carol
sapeva
di non poter lasciare che Daryl perdesse i sensi su quel terreno
fradicio, sotto la pioggia gelida. Probabilmente non si sarebbe mai
più svegliato. Attraverso una serie di velate minacce e un po di
persuasione, Carol
riuscì a far rimettere Daryl in piedi, anche se stava appoggiato
pesantemente su di lei. Barcollarono attraverso il bosco lontano da
quel fiume mentre Carol cercava disperatamente un qualche tipo di
rifugio per cercare di mantenere Daryl al caldo. Fu il miracolo per il
quale Carol aveva pregato quando improvvisamente sbucarono fuori in una
radura e videro materializzarsi davanti a loro una piccola capanna di
legno. Con una
rapida occhiata in giro per i vaganti, Carol continuò a
trascinarlo verso la loro salvezza. Barcollarono all'interno del
piccolo edificio e il sollievo di essere finalmente al riparo dalla
pioggia fu travolgente. Carol si guardò velocemente attorno,
osservando l'ambiente che li circondava. Un materasso stava abbandonato
sul
pavimento e lei guidò l'instabile Daryl verso di esso. Lui si
lasciò cadere in ginocchio una volta raggiunto e Carol lo
trascinò per il resto del percorso. Daryl atterrò con un
tonfo pesante sopra l'imbottitura polverosa privo di sensi. Carol
afferrò le due coperte che stavano gettate in un angolo e
spogliò rapidamente Daryl dai suoi vestiti. Quel materiale
fradicio non avrebbe fatto nulla per mantenerlo al caldo. Quando ebbe
finito, Carol lo coprì frettolosamente con le coperte prima di
spogliarsi a sua volta e unirsi a lui sotto le lenzuola. Avvolse il suo
corpo in un abbraccio contro quello di Daryl che continuava a tremare
violentemente,
facendo in modo che il suo calore corporeo riscaldasse velocemente
l'uomo che stava quasi congelando. Carol lo strinse contro di lei con
forza, cercando di fargli sentire che lei era lì e che stava
freneticamente cercando di salvargli la vita.
I ricordi di quello che era accaduto affluirono bruscamente in lui. Il
viso di Merle mentre scompariva oltre il bordo della scogliera, lui che
cercava disperatamente di afferrarlo, l'acqua che infuriava sbattendo
il suo corpo contro le rocce e contro l'oscurità che
seguì. ''Merle..'', gracchiò, sconvolto dal fatto di non
aver ricordato subito il destino di suo fratello, anche se aveva
pensato che fosse tutto un sogno
L'espressione di Carol era un'espressione di totale comprensione. ''Mi dispiace così tanto, Daryl''.
''E' morto'' sussurrò lui, lacrime calde sgorgarono fuori dai
suoi occhi scivolando sul suo viso ancora prima che potesse fermarle.
''Io l'ho ucciso..''.
''No,'' disse Carol velocemente, posando una mano sul suo viso, ''Tu
non l'hai ucciso, Daryl. Merle ti ha costretto, quello che è
successo è stato un incidente''.
Una piccola parte di Daryl sapeva che Carol aveva ragione. Il vecchio
detto dell'incidente che stava solo aspettando di accadere sembrava
scritto apposta per Merle. Per tutta la sua vita, era questo che Merle
era stato, un incidente che aspettava solo di accadere. Daryl riusciva
a capirlo adesso ma questo non servì a diminuire il senso di
vuoto, di perdita e di desolazione. Gli era mancato suo fratello e
questo mondo era sembrato ancora più grande, ancora più
spaventoso senza la presenza di Merle, anche se il vecchio Dixon aveva
aggiunto i propri mostri sul conto. Merle era suo fratello. L'ultimo
familiare che gli era rimasto e adesso se n'era andato. Pensando a
quanto era stato risoluto sul fatto di ucciderlo non molto tempo prima,
Daryl non era preparato per le ondate di dolore che gli portò
questa presa di consapevolezza.
Carol asciugava le sue lacrime con il pollice. ''Hai fatto tutto quello
che potevi per salvare Merle'', disse con voce roca. ''Nessun fratello
avrebbe potuto fare di più''.
Daryl desiderava davvero credere alle sue parole ma non sapeva ancora se avesse o meno la forza per farlo.
''Penso che alcune parti di Merle volevano semplicemente restare una causa persa'', continuò Carol piano.
''Perché?'', le domandò Daryl con angoscia. ''Perché mai qualcuno dovrebbe volere una cosa del genere?''.
L'espressione di Carol era molto grave mentre giacevano stretti l'uno
tra le braccia dell'altro, i nasi che quasi si sfioravano.
''Credo che pensasse di meritarselo''. Aggrottò la fronte. ''Mi
sembrava come se Merle fosse intento a punire se stesso per alcuni
errori commessi in passato e non poteva permettere a nessuno di
cambiare le cose''. L'espressione di Carol si ammorbidì in una
piena di compassione. ''Nemmeno a te''.
Daryl apprezzò il fatto che Carol non tirò fuori
eventuali luoghi comuni sul fatto che non avrebbe sempre
sentito la perdita di Merle così acutamente, sul fatto che il
dolore per la perdita di suo fratello si sarebbe affievolito con il
tempo. Poteva anche essere vero, ma quel sollievo faceva parte di un
futuro troppo lontano e non l'avrebbe di certo aiutato ora. Daryl
avrebbe voluto inveire contro la futilità di tutto questo, la
perdita di una vita che non sarebbe mai dovuta accadere. ''Non sono
riuscito ad afferrarlo..'' gracchiò dolorosamente, il senso di
colpa che faceva contrarre i suoi lineamenti non sapendo nemmeno se si
riferiva all'acqua che scorreva feroce o semplicemente dalla vita in
generale. Merle gli era scivolato tra le dita, non importava quanto
duramente Daryl aveva cercato di aggrapparsi a lui.
''Forse era arrivato il momento di lasciarlo andare'', disse Carol
semplicemente. ''Per tutti e due. Forse Merle ha finalmente trovato un
po’ di pace''.
L'espressione di Daryl si fece dura. ''Non ci crederai veramente,
no?''. In qualche modo non pensava che Dio sarebbe stato troppo
interessato a trovare un posto in paradiso per un artista del calibro
di Merle Dixon.
La voce di Carol era morbida e dolce. ''Credo che Merle abbia smesso di
soffrire, probabilmente per la prima volta in tutta la sua vita''.
Il volto di Daryl si contrasse nel dolore. ''Ma mi ha lasciato indietro'', disse dolorosamente, ''di nuovo''.
''Grazie a Dio lo ha fatto'', rispose Carol con profonda emozione.
''Non so cosa avrei potuto fare se ti avessi perso laggiù in
quel fiume''.
Daryl la guardò e improvvisamente fu di nuovo conscio della loro
nudità mentre Carol lo fissava con quegli occhi azzurri colmi di
emozione. Sentì il suo corpo tendersi nuovamente, incurante del
suo tumulto emotivo e Daryl sapeva di stare per ridicolizzarsi. ''I
miei.. i miei vestiti..'' gracchiò, cercando di pensare a un
modo in cui potersi allontanare da Carol senza che lei notasse la sua
erezione. Per un uomo nudo, era veramente difficile nascondere la
propria eccitazione. Lei probabilmente avrebbe pensato che fosse malato ad essere in quello stato mentre era in lutto per suo
fratello, ma apparentemente tutto ad un tratto il suo corpo funzionava
in modo indipendente dalla sua testa.
''Te li ho tolti'', spiegò Carol. ''Eravamo entrambi fradici.
Questo era l'unico modo per scaldarti. Stavi congelando dopo essere
quasi annegato in quell'acqua gelida. E i corpi nudi conducono meglio
il calore''.
Daryl era dolorosamente consapevole di questo fatto visto il calore che
avvolgeva il suo corpo, grazie al modo in cui il suo sangue stava
attualmente scorrendo nelle sue vene. Era esattamente quel problema del
suo sangue che continuava ad affluire in un certo punto che gli aveva
fatto capire di avere un disperato bisogno di coprirsi e di mettere una
certa distanza tra loro due.
''I nostri vestiti sono laggiù''.
Carol inclinò la testa per indicarli e Daryl torse il busto fino
a vedere i loro vestiti abbandonati sul pavimento. Guardò di
nuovo verso Carol, cercando di non arrossire immaginando lei mentre lo
spogliava dei suoi vestiti. Non funzionò dal momento che
sentì il calore salire fino alle guance e la situazione
lì in basso non migliorava le cose.
Carol gli sorrise leggermente. ''Vuoi che vada a prenderli per te?''.
Si mise e sedere e Daryl ebbe una fugace visione di uno dei suoi seni
nudi e l'acchiappò subito per il braccio tirandola nuovamente
giù, non essendo sicuro di poter reggere la vista di Carol
completamente nuda. La sua presa sul suo autocontrollo era già
abbastanza difficile così com'era. ''No!'', disse bruscamente.
''Ah!'', Carol ebbe un leggero sussulto di dolore e Daryl allentò subito la presa su di lei.
''Che c'è?'', le chiese con urgenza. ''Che cosa c'è che
non va?''. Daryl sapeva che la sua presa era stata delicata.
Improvvisamente gli tornò in mente la scena di
Merle in piedi sopra il corpo privo di sensi di Carol e la paura
nascosta dentro di lui su quello che il fratello le avrebbe potuto fare
mentre lui stava correndo per trovarli.
Carol diede una piccola smorfia. ''Non è niente. E' solo la mia
spalla. Merle me l'ha slogata accidentalmente. L'ha messa di nuovo a
posto, ma è ancora un po’ dolorante''.
Daryl dovette sforzarsi per riuscire a porre la domanda successiva. Un
muscolo si contrasse nella sua guancia mentre lottava per mantenere il
controllo. ''Ti ha.. ti ha fatto del male? Voglio dire, ti ha fatto
qualcos-''
''No'', disse Carol rapidamente. ''No, Daryl. Merle non aveva intenzione di fare del male a me o a Carl''.
Daryl chiuse gli occhi mentre sentì il sollievo scorrergli
dentro per il fatto che Merle non avesse pensato di percorrere quella
vena sadica su Carol. Ebbe il sospetto che forse Carol non gli
stesse dicendo tutto ma Daryl non aveva altra scelta che credere a
quello che gli stava dicendo. Aveva bisogno di crederci. ''No'',
sputò fuori. ''Merle stava solo cercando di fare del male a me''.
''Lui non la vedeva in questo modo''.
Daryl tenne gli occhi chiusi mentre lottava contro i sentimenti
contrastanti che suo fratello scatenava in lui, anche dopo essere
morto. ''Ma è quello che ha fatto''.
''Lo so'', disse Carol tranquillamente con rammarico. ''Ma devi sapere
che Merle ti amava, Daryl, più di chiunque altro al mondo''.
Sospirò. ''Non era davvero bravo ad amare le persone, ma quello
non era per colpa sua''. L'espressione di Carol era piena di empatia.
''Avreste entrambi meritato di meglio''. Si avvicinò azzerando
la piccola distanza che c'era tra loro, le sua labbra che accarezzavano
quelle di lui. ''Molto meglio'', sussurrò prima di baciarlo.
Daryl sapeva che non era affatto una buona idea per Carol riprendere a
baciarlo, adesso che entrambi erano completamente svegli. Non aveva
alcun tipo di difesa contro il conforto che lei gli stava offrendo. Se
mai qualcuno avesse potuto far andare via l'orrore di questa perdita,
quella persona sarebbe stata Carol. Posò la mano su quella
ferita sanguinante che lui portava dentro il suo cuore facendo
dissipare il suo dolore. Daryl ricambiò i suoi baci avidamente,
volendo cancellare tutto dalla sua mente, tutto tranne lei, anche se
aveva questa crescente paura sul dove avrebbe portato tutto questo. Non
ne sapeva niente dell'intimità fisica, quello che si supponeva
dovesse fare, quali erano le mosse giuste. Quel pensiero lo
terrorizzava ma anche se aveva paura, Daryl si trovò comunque
attratto in quella calda rete che il tocco di Carol stava tessendo
intorno a lui. La mano di Carol scivolò lungo la sua schiena, le
dita erano leggere sulla sua pelle coperta di cicatrici e quella stessa
pelle non poté fare a meno di contrarsi sotto quella dolce
carezza. Era come se l'elettricità stesse scorrendo dalle sue
dita lungo il suo corpo sensibilizzando ogni sua singola terminazione
nervosa. Carol si stabilì ancora più completamente contro
di lui e Daryl dimenticò se stesso, accogliendo la sua
morbidezza contro le dure linee del suo corpo. Tuttavia, quando la sua
eccitazione fu improvvisamente premuta contro la coscia di Carol, Daryl
entrò nel panico, temendo quello che avrebbe potuto fare lei.
Si tirò indietro, un nuovo rossore imporporò le sue
guance mentre la fissava, imbarazzato dalla rampante reazione del suo corpo e dalla paura della reazione di Carol. Lei lo
aveva preso in giro quella volta in cui erano rimasti bloccati nel
ripostiglio e il suo corpo aveva avuto la meglio su di lui. Erano
accadute molte cose da allora e Daryl non sapeva se Carol ne sarebbe
stata disgustata questa volta. Ma si preparò per un suo rifiuto.
Carol tenne costantemente gli occhi incollati ai suoi e non
riuscì a leggerci nessuna presa in giro, non riuscì a
vedere alcun rifiuto in quegli occhi azzurri mentre si rendeva
probabilmente conto della sua evidente paura. ''Va tutto bene'',
sussurrò. ''Sono solo io''. Riprese nuovamente a baciarlo,
sfregando le labbra sulle sue. ''Sono solo io''.
Daryl sentì un po’ di quella tensione lasciare il suo
corpo mentre Carol gli offriva di nuovo la dolcezza dei suoi baci. La
sua mano adesso era sul suo fondo schiena, le sue unghie lo graffiavano
dolcemente su e giù trasmettendo delle piccole scosse di piacere
lungo il suo corpo. La mano di Carol si spostò sulla sua coscia
e poi prese a muoversi con confidenza tra i loro corpi. All'improvviso
la sua mano si strinse forte e prese a muoversi lungo tutta la sua
eccitazione. Daryl e la sua durezza reagirono
in maniera selvaggia. Si lasciò sfuggire un sospiro strozzato
nel bel mezzo del loro bacio, il suo corpo in balia delle sue
sensazioni. Carol non smise di baciarlo e anche se il primo impulso di
Daryl era quello di scappare fu immediatamente sostituito dalle intense
ondate di piacere che Carol stava causando al suo intero sistema
nervoso. Daryl gemeva nei loro baci mentre il sangue pompava furioso
all'interno delle sue vene. Stava perdendo completamente il controllo
del suo corpo, lo sentiva. Afferrò la mano di Carol, spinto dal
bisogno di fermare quel delizioso tormento, ma era già troppo
tardi. Quell’intensa sensazione inondò il suo
corpo radicalmente e salì in un crescendo che
culminò selvaggiamente. Ruppe il loro bacio, soffocando il suo
rammarico contro il collo di Carol, anche se non riuscì a
contenere i suoi gemiti di piacere. Daryl rabbrividì contro
Carol, il suo corpo interamente scosso dai tremori fino a quando non
riuscì a riprendere il controllo.
Non voleva guardarla, il terrore e l'imbarazzo dei suoi precedenti
incontri tornò di nuovo alla sua mente e si preparò per
la delusione di Carol o, addirittura, per essere deriso. Questa era la
peggiore paura di Daryl e si era appena avverata. Non avrebbe voluto
che andasse a finire così, non per loro, e la vergogna
minacciò di sopraffarlo. Daryl si voltò bruscamente
lontano da lei, dando le spalle a Carol e lottando contro la voglia di
correre semplicemente il più lontano possibile. Sembrava
preferire di tentare la fortuna nudo, nel mezzo di una foresta
pullulante di vaganti piuttosto che dover guardare Carol nuovamente
negli occhi. Pregò per la morte. Daryl sussultò quando
sentì il primo tocco di Carol. Percepì le carezze delle
sue labbra contro la schiena e si irrigidì.
Carol non si lascio intimorire. Lo baciò lungo tutta la sua
schiena, salendo fino a raggiungere il collo e mordicchiandolo
lungo tutta la sua lunghezza fino a quando non arrivò al suo
orecchio. ''Voltati'', gli ordinò con voce roca.
Daryl combatteva contro la sua paura e il suo desiderio mentre cercava
di capire cosa fare. Lentamente rotolò sulla schiena, lo sguardo
che scivolava di lato evitando di guardare Carol dritta negli occhi.
Prese a mordicchiarsi la parte interna della guancia, un tic nervoso
mentre aspettava che Carol formulasse un discorso di compassionevole
comprensione per lui. Ora Daryl desiderava veramente che questo fosse
solo un sogno in modo da potersi svegliare e sapere che non si era
umiliato in questo modo davanti a Carol.
''Ti voglio''.
Gli occhi azzurri di Daryl si incatenarono ai suoi, spalancati per lo
shock. Aveva sentito bene? Carol lo desiderava ancora, anche dopo
quello che era appena successo.
Carol lo stava guardando da vicino. ''Tu mi vuoi?''. C'era un leggero
tremolio nella sua voce quando pose quella domanda, dipingeva
tranquillamente la persona calma che lei ritraeva.
Daryl la stava ancora fissando, l'emozione soffocava la sua voce.
''Perché possiamo anche fermarci qui'', disse piano. ''Niente deve cambiare tra noi, Daryl, non se tu non lo desideri''.
Era questo, era questo il momento che Daryl aveva sia desiderato che
temuto così tanto. Erano sul punto di rischiare tutto quello che
avevano per qualcosa di ancora indefinito. Daryl stava avendo delle
difficoltà a respirare mentre si lasciava travolgere interamente
per la prima volta dai suoi desideri quando si trattava di Carol. Lui
la desiderava, la desiderava così tanto, ma aveva paura di
quello che avrebbe significato per lui e per Carol.
Carol dovette essere in grado di vedere il dilemma scritto sul suo
volto. ''Non importa quello che succederà'', disse con voce
roca. ''Io non vado da nessuna parte, Daryl. Tu non mi perderai mai''.
Daryl si lasciò sfuggire un gemito di sollievo nel sentire le
parole che non si era nemmeno reso conto di stare aspettando. ''Io
ti..'', gracchiò, trovando difficile buttare fuori le parole per
il modo in cui la sua gola si era stretta. ''Io voglio..''
Quando non riuscì a pronunciare quella parola, Carol lo
aiutò. ''Me?'', sospirò, una piccola nota di speranza
nella sua voce.
''Te'', accettò lui sfinito, il desiderio di quel momento riuscì finalmente a vincere la sua paura.
Carol gli sorrise. ''Bene..'', disse gutturale e riprese a baciarlo nuovamente.
Presto Carol interruppe i loro baci infuocati e prese a muovere le sue
labbra giù lungo il suo corpo. Daryl inarcò la schiena
mentre lei si lasciava dietro una scia infuocata di baci, lungo il suo
petto e sul suo stomaco, sembrando in grado di stimolare ogni singolo
nervo lungo la strada. L'eccitazione di Daryl stava trovando
rapidamente vita nuova grazie ai tocchi di Carol, che prese a
stimolarlo con la sua bocca. Trasse un respiro sofferente di gioia,
appoggiandosi sui gomiti, mentre guardava con stupore Carol che gli
donava abilmente piacere. Stava riuscendo a strappare al suo corpo
delle reazioni che Daryl non avrebbe mai ritenuto possibili.
Lasciò cadere indietro la testa e si lamentò a gran voce
contro il cielo. Daryl aveva dato se stesso a Carol, lasciandole
prendere completamente il controllo mentre il suo respiro sempre
più affannoso riempiva la piccola cabina. Strinse gli occhi e
ricadde indietro sul cuscino. Daryl perse se stesso in quello che Carol
stava facendo, desiderava che andasse avanti per sempre ma a quanto
pareva, lei aveva altre idee. I suoi occhi si riaprirono e un lamento
involontario di perdita venne strappato alle sue labbra quando Carol si
fermò. Daryl la guardò salire a cavalcioni sopra il suo
corpo e gli si fermò il respiro nel vedere quanto fosse bella.
Era pienamente vigile quando Carol avvicinò ancora di più
i loro corpi e prese a farlo affondare lentamente dentro di lei. Si
morse il labbro e si lasciò sfuggire un grido strozzato mentre
Daryl dimenticò completamente come respirare. Quella calda
sensazione di umidità che lo avvolse era troppo per lui. Si
aggrappò alle sue cosce e non riuscì a smettere di
spingersi selvaggiamente dentro di lei, il suo corpo che reagiva
d'istinto.
''Aspetta'', ansimò Carol irregolarmente, mettendogli le mani
sul petto, ''dammi un momento''. Gli sorrise debolmente. ''E' passato
molto tempo dall'ultima volta''.
Daryl arrossì, odiando la sua inesperienza ancora una volta e
spaventato dal fatto di poterle fare del male. Carol si lasciò
cadere in avanti e cominciò a baciarlo prima che lui potesse
iniziare ad ossessionarsi con quel pensiero. Quella semplice
intimità li fece rilassare entrambi. Carol iniziò a
muoversi sopra di lui, spingendo i suoi fianchi contro la sua erezione e
Daryl non riuscì a trattenere un altro gemito nel loro bacio.
Carol si raddrizzò e aumentò il ritmo della
velocità dei loro corpi mentre le sue mani andarono a coprire
quelle di Daryl ancora strette saldamente attorno alle sue cosce. ''Ti
sto facendo male?'', gli chiese senza fiato.
Il corpo di Daryl era un ammasso di lividi e di tagli dovuti alla sua
lotta con Merle e al tuffo in quelle acque agitate, ma in quel momento
pensò che non si sarebbe reso conto nemmeno se qualcuno avesse
tentato di dargli fuoco. ''No'', gracchiò con voce tremante,
''Non ti fermare''. I suoi occhi erano grandi e imploranti. ''Non ti
fermare''.
Carol si morse il labbro e sembro compiaciuta nel sentire quel tipo di
disperazione nella sua voce. Prese una delle sue mani e la posò
sopra uno dei suoi seni nudi, facendo sfuggire dalle labbra di Daryl un
suono strozzato. La sua morbidezza riempiva il palmo della sua mano e
Daryl gemeva ad alta voce a quella sensazione, sentendo un brivido
attraversare il suo corpo. Carol impostò sapientemente un ritmo
per i loro corpi e Daryl si limitò a seguire il suo esempio,
stupito dalla facilità con cui riuscirono a coordinarsi l'uno
con l'altro. Aveva temuto di poter essere scomodo e inutile, ma questa
sembrava la cosa più naturale nella stranezza. La tensione
iniziò a crescere mentre Carol iniziava a muoversi su di lui
sempre più forte, fino a quando pensò di non riuscire più a tenere il
ritmo. Daryl poteva sentire il suo corpo avvicinarsi ad una fine
inevitabile. La temeva e desiderava nello stesso tempo, non voleva che
questa beatitudine giungesse alla fine. Entrambi i loro respiri
irregolari riempivano l'aria quando Carol si lasciò scivolare in
avanti, mettendo le mani su entrambi i lati del volto di Daryl, stando
così faccia a faccia con lui. L'attrito tra i loro corpi aveva
raggiunto il culmine. Il sudore colava dal suo corpo come da quello di
Carol, che era ricoperta da una patina che sembrava quasi renderla un
bagliore ai suoi occhi. Daryl si sentiva come se lo stesse
completamente consumando, assorbendolo dentro il suo corpo e si arrese
al suo destino con entusiasmo. Le sue mani si strinsero attorno ai suoi
fianchi, sentendo che per lui si stava avvicinando la fine e pregando
di poter durare il giusto tempo per poter soddisfare Carol. Poi,
all'improvviso, lei si tese ed iniziò a tremare convulsamente e
selvaggiamente sopra di lui.
''Cazzo!'', urlò Daryl, impossibilitato a trattenere
l'imprecazione che lasciò le sue labbra mentre sperimentava per
la prima volta l'orgasmo di una donna sul suo corpo. Questo lo
spinse al raggiungimento del suo stesso limite, mentre faceva scivolare
tutto nell’oblio e si lasciava travolgere dall'orgasmo più
intenso della sua vita. Si dimenava selvaggiamente sotto il corpo di
Carol, entrambi stretti l'uno all'altra mentre diventavano le uniche
due creature esistenti al mondo per pochi splendenti secondi. Carol gli
crollò sopra mentre lui ancora cavalcava le ultime convulsioni
del suo rilascio. Giacevano lì, entrambi ansimando nel loro
abbraccio lottando per recuperare l'ossigeno di cui i loro polmoni si
erano privati. Una sorta di euforia si impossessò di Daryl e
spinse tutte le sue estremità a rilassarsi restando
completamente immobili. Fu Carol che in qualche modo riuscì a
rotolare giù dal suo corpo e accasciarsi su un lato. Per un
momento Daryl si fece prendere dal panico e pensò che lei
volesse lasciarlo e lui questo non poteva sopportarlo. ''No'', gemette,
voltandosi e posando la sua testa sopra il suo petto, afferrandola sui
fianchi per impedirle di allontanarsi ulteriormente da lui. Lei rispose
avvolgendo le sue braccia attorno al suo collo in silenzio, lasciando
che Daryl capisse che non aveva intenzione di andare da nessuna parte.
I suoi muscoli si rilassarono nuovamente e restò lì, ad
ascoltare il cuore di Carol battere sotto il suo orecchio per poi
tornare lentamente a raggiungere la sua normale velocità. Daryl
si sentiva completamente rilassato, senza pensare minimamente a
qualcosa da dire. Era troppo felice per preoccuparsi, in quel momento.
Felice e incredibilmente appagato. Non sapeva per quanto tempo fossero
rimasti lì sdraiati, Carol ad accarezzare i suoi capelli, lui ad
ascoltare il battito del suo cuore, mentre il sudore si asciugava sui
loro corpi. A Daryl non importava. Sarebbe rimasto volentieri in quella
cabina per il resto della sua vita, solo lui e Carol, a fingere che il
resto del mondo con tutte le sue complicazioni non esistesse.
Carol si mosse, a quanto pare non condivideva il suo stesso desiderio.
Passò la mano tra i suoi capelli ancora sudati. ''Dobbiamo
tornare alla prigione. Gli altri saranno preoccupati'', disse con calma.
Daryl emise un grugnito, evitando accuratamente di muoversi,
possibilmente non voleva farlo mai più. Tutto il suo corpo
palpitava ancora di una foschia post - orgasmica e non voleva lasciare
scappare la morbidezza del corpo di Carol da sotto di lui. Carol
però aveva in mente altre idee, si dimenò un po’
per fargli sollevare la testa.
''Dobbiamo andare'', lo castigò con indulgenza, scivolando via da sotto il suo corpo.
''Piove ancora'', osservò Daryl, guardandola attraverso la
fessura dei suoi occhi socchiusi mentre Carol si alzava in piedi.
''E' diminuita un po'', disse Carol, camminando verso i suoi vestiti.
Daryl giaceva su un fianco, godendo liberamente della vista di Carol
muoversi con tanta naturalezza, mentre lui giaceva nudo al caldo. Non
aveva mai trascorso molto tempo godendo apertamente della vista del
corpo di una donna a causa delle complicazioni che avrebbe finito per
provocare. Era una sensazione incredibile quella di avere una
conoscenza così intima del corpo di Carol e sapere che ora
nessun altro rimasto in vita l'aveva vista nel modo in cui l'aveva
appena vista lui.
Carol lo guardò da sopra la sua spalla mentre si tirava su i
pantaloni e agganciava i bottoni. ''Ti stai alzando, pelandrone?''.
''Mmm'', mormorò Daryl disinteressato, ''Forse..''.
Carol adesso stava indossando il suo reggiseno. ''Non so per quanto
tempo abbiamo dormito. Rick e gli altri ci staranno cercando''. Lei gli
rivolse uno sguardo preoccupato. ''Tu sei sicuro che Carl sta bene?''.
''Sta bene''.
Carol si lasciò sfuggire un lungo sospiro. ''Bene. Ho avuto così tanta paura per lui, disarmato in quei boschi''.
Daryl pensò di raccontare qualcosa a Carol riguardò
Michonne, ma non ne aveva voglia. Non voleva parlare di altre persone
in questo momento.
''Forza, tirati su''.
Daryl le rivolse uno sguardo vagamente infastidito, ''Prepotente''.
''Tu adori questo mio lato''.
Daryl cercò di trattenere un sorriso. ''Dici?''.
''Confermo'', disse Carol con fermezza mentre prendeva posto a sedere sul materasso accanto a lui per infilarsi le scarpe.
Daryl era profondamente stupito di quando le cose sembrassero facili
tra di loro considerando quello che era appena accaduto. Era grato che
Carol non lo stesse premendo per avere di più in quel momento
perché Daryl si sentiva già abbastanza sopraffatto
dall'enormità di quello che era appena successo. Fu tentato di
chiedere a Carol come si sentiva ma poi ci ripensò, nel caso in
cui non gli fosse piaciuta la risposta. Daryl scansionò invece
la piccola cabina. ''Dov'è la mia balestra?''.
''Oh, mi dispiace'', disse Carol con una punta di ironia. ''Credo che
tra il dovermi liberare dei cavi, uccidere un vagante, strapparti via
alla corrente di un fiume in piena, trascinarti fino a un luogo sicuro
e assicurarmi che tu non entrassi in ipotermia, devo aver dimenticato
di tornare indietro a recuperare la tua balestra''.
Daryl si mise a sedere. ''Scuse accettate'', disse impassibile.
Carol roteò gli occhi prendendolo in giro. ''Non ha intenzione
di alzarsi dal letto per far sapere alle persone a cui teniamo che
stiamo bene, ma per la sua balestra è tutta un'altra storia''.
Daryl si mise in piedi rendendosi conto solo dopo di essere ancora
nudo. Afferrò con un movimento frettoloso la coperta e se la
strinse in vita.
Carol guardò la sua latente modestia con un certo divertimento.
''Ricordi che ho già visto tutti quello che nascondi, vero?''
disse, cercando di trattenere un sorriso. ''Da vicino e in modo molto
personale, in effetti''.
Daryl sapeva di stare arrossendo di nuovo, poteva sentire le sue guance
riscaldarsi dolorosamente. ''Si, beh, non ho intenzione di dare via
libera ogni volta'', disse in tono burbero, cercando di replicare la
sua presa in giro.
Carol rise. ''Non sei quel genere di ragazza, non è così?''.
Daryl si sbrigò ad afferrare i suoi pantaloni, riuscendo a
tirarli su rapidamente prima che la coperta cadesse. ''Si, esatto'', la
provocò a sua volta.
''Beh..'', disse Carol in tono strascicato, rivolgendogli un'occhiata
considerevole seppur ancora divertita. ''E' un vero peccato''.
Il cuore di Daryl perse immediatamente un battito e poi si girò
per vedere il modo in cui Carol lo stava osservando, armeggiando mentre
le sue dita diventate improvvisamente goffe faticavano ad allacciare il
primo bottone dei suoi pantaloni. Non riusciva a smettere di guardarla,
sentendo il desiderio di lei rinnovarsi dentro di lui. Era
normale? Daryl non lo sapeva e francamente, non gli importava.
Guardò verso la porta alle sue spalle e poi di nuovo verso
Carol. ''Credo che la pioggia si stia nuovamente facendo pesante'',
disse in modo sconnesso, cercando di sostenere il suo sguardo. ''Forse
dovremmo stare qui ancora per un po’ ”. Daryl credette di
vedere una scintilla di desiderio negli occhi di Carol in risposta al
suo suggerimento, ma poi i suoi occhi si spalancarono, improvvisamente
si spostarono a fissare qualcosa alle sue spalle e lo sguardo sul suo
viso divenne uno di terrore e quella fu l'ultima cosa che Daryl
riuscì a vedere prima che la sua testa esplodesse di dolore e
tutto diventasse nero . . .
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