Banlaine week

di merty_chan11
(/viewuser.php?uid=646071)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Treasure ***
Capitolo 2: *** Day 2: Seven Days ***



Capitolo 1
*** Day 1: Treasure ***


Banlaine week
Day 1: Treasure
 
 
Ban non avrebbe mai immaginato che, al posto di desiderare con ardore l’immortalità, avrebbe invece voluto un altro tipo di tesoro.
Durante il suo lungo viaggio verso la foresta delle fate, aveva tanto fantasticato sull’aspetto della temibile sacra guardiana. Conosceva il potere delle fate. O meglio, ne aveva sentito parlare spesso nel corso della sua breve vita. Molti umani avevano tentato di infiltrarsi nella foresta per rubare i suoi tesori, ma nessuno aveva mai fatto ritorno. Si diceva che il re delle fate fosse inarrestabile, e che avesse un potere che pareva essere giunto dall’inferno stesso. Nonostante, però, il re delle fate fosse assente da tempo immemore, a proteggere la foresta era sopraggiunta un’altra fata, che compensava la mancanza del sovrano. Non era forte quanto lui, ma pur sempre anch’ella lo era.
La sacra guardiana era riuscita a respingere moltissime invasioni nei settecento anni in cui doveva sostituire il suo re. Tutti coloro che riuscivano a sfuggire al suo tempestoso potere, tornavano nel mondo degli umani sconvolti, o addirittura, impazzivano. Ogni volta che si fermava in una qualche locanda, inoltre, tutti quanti lo avvertivano dicendogli che sarebbe stato più saggio non avvicinarsi al mondo delle fate e ai suoi cosiddetti “mostri guardiani.” Questo non faceva che aumentare la curiosità di Ban che, man mano che si avvicinava alla sua meta, era sempre più impaziente.
“Chissà chi sarà questa misteriosa guardiana.” Era questo il suo pensiero fisso prima di dormire. Non aveva mai visto una fata dal vivo. Le aveva potute osservare solamente dai libri che ogni tanto gli capitava di rubare. Aveva deciso di prenderli per essere più preparato qualora si trovasse di fronte a quella creatura spaventosa. Prima di guardare le immagini sulla carta inchiostrata, aveva sempre pensato che la guardiana e il re delle fate fossero una sorta di giganti del mondo delle fate, altrettanto brutali e battaglieri. Ma attraverso le varie informazioni, l’immagine che si era fatto di quegli esseri era radicalmente mutata. In molti sostenevano perfino che la guardiana della fonte fosse alta quando un bambino, e avesse lo stesso viso tenero e paffuto che si ha in quell’età.
E grande era stata, infatti, la sorpresa nel constatare che quelle informazioni possedevano un fondo di verità. La persona che gli si era parata davanti quando aveva tentato di rubare la fonte era alta la metà di lui. Aveva un viso dolce, da bambina, ma nei suoi occhi Ban vi leggeva una serietà che non avrebbe mai trovato in nessun giovane del mondo umano. Per di più, anche le voci riguardanti la sua forza si erano rivelate vere. Elaine, come aveva detto lei stessa di chiamarsi, l’aveva scaraventato dagli apici dell’Albero Sacro semplicemente agitando la mano. E aveva continuato, fino a quando entrambi non ne avevano più avuto abbastanza.
All’inizio del suo viaggio, Ban non avrebbe mai pensato che, la temibile sacra guardiana, in quel momento, fosse accoccolata vicino al suo fianco, con, sul volto, un’espressione di beatitudine tipica di chi finalmente riesce a dormire sogni tranquilli.
Più la osservava, più si rendeva conto di quanto fosse bella. Non era una bellezza abbagliante, come quella di molte donne che aveva conosciuto in passato. Quella della fata la potevi scorgere solo se rimanevi a osservarla per un po’ di tempo, facendo attenzione a ogni minimo particolare. E lui era riuscito a scorgerli tutti. La curva che prendevano le sue labbra quando le arricciava in un sorriso, la luce che si poteva vedere nei suoi occhi dorati quando rideva, la semplicità nei suoi gesti…tutte cose di cui Ban si era accorto. Erano passati soltanto due giorni da quando si era stabilito temporaneamente nella foresta delle fate, eppure pareva che fosse lì da una vita. 
Accarezzò con gentilezza i capelli biondi di Elaine, facendo attenzione a non svegliarla. Non credeva di possedere un cuore tenero, che potesse sciogliersi di fronte a una ragazza addormentata. Era sempre stato convinto che la sua umanità fosse stata spazzata via, e che in lui non rimanessero altro che emozioni poco onorevoli. Invece, passando del tempo con la fata, stava riscoprendo quelle parti di sé stesso che parevano assopite in un’oscurità senza fine.
Ban si distese nell’erba e, dopo qualche secondo, attirò a sé Elaine, in un dolce abbraccio.
Quella strabuzzò gli occhi, non capendo cosa fosse successo.
-B-ban?- domandò con voce assonnata.
-Sh- le rispose lui, abbracciandola più forte -Fa’ silenzio.-
Elaine si accovacciò meglio per stare più comoda, e riprese a dormire, seguita poco dopo da Ban.
Era venuto per rubare un tesoro che gli avrebbe garantito l’immortalità. 
Eppure, non avrebbe mai pensato che potesse trovare un altro tipo di tesoro.
E che quello stesso fosse capace di rapirgli il cuore.









N.d.A.
Buona domenica a tutti! Questa è la prima fanfiction che pubblico sul fandom di Nanatsu no Taizai, non vedevo l'ora di tornare a pubblicare qualcosina!*^* Spero che questa, intanto, vi sia piaciuta, e che vogliate seguire le altre che verranno a seguire!
Ovviamente, dopo la Banlaine week, cercherò di essere più attiva in questo fandom, e pubblicherò altre storie riguardanti soprattutto la Kiane (sono bellissimi, loro non si possono non amare*^*), ma anche la Melizabeth e altri! 
È un vero peccato che ci siano poche storie riguardanti questo splendido manga :( 
Spero comunque che continuerete a leggere!
Grazie a tutti!
Merty

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Day 2: Seven Days ***


Banlaine week
Day 2: Seven Days
 
 

Elaine continuava a fissare le nuvole che si rincorrevano in quella vasta distesa blu che era il cielo. Era terribilmente annoiata, ma ormai sembrava ci avesse fatto l’abitudine. Era in questo modo che si erano ridotte le sue giornate.
Nonostante fossero passati settecento anni, suo fratello non aveva ancora fatto ritorno. Da quando era partito, il suo cuore era sempre stato in subbuglio, costantemente preso in ostaggio da sentimenti quali la paura e la disperazione. Aveva sempre temuto che lui non sarebbe mai tornato indietro. Inizialmente, però, aveva sperato. Quell’emozione non l’aveva mai abbandonata durante il primo periodo della lunga, quanto interminabile, assenza del re delle fate. Sapeva che suo fratello, prima o poi, sarebbe sbucato da un qualche nascondiglio per farle una sorpresa, con a seguito tutte le altre fate che era andato a liberare, incluso il suo migliore amico Helbram. Eppure i giorni passavano, ma di Harlequin non vi era nessuna traccia. E la solitudine si faceva man mano più pesante. 
Nessuno poteva trattenersi troppo a lungo a parlare con lei, chi per un motivo, chi per un altro. Ognuno doveva continuare a svolgere i proprio doveri, tenendo conto anche del fatto che tra questi vi era la protezione della foresta. L’unico suo compito, invece, era quello di tenere al sicuro la fonte della giovinezza. Una vera noia, soprattutto visto che non poteva allontanarsi dall’albero sacro.
Aveva passato tanti giorni e notti lì, nel luogo in cui la fonte alimentava la foresta, senza avere nessuna possibilità di muoversi.
Non poteva più viaggiare, esplorare. Non poteva più conoscere quello che la circondava, perché farlo avrebbe significato lasciare il tesoro incustodito.
Inoltre, le invasioni degli umani era aumentate a dismisura, costringendola a stare ferma al suo posto.
In sintesi, la sua vita era diventata una schifo. Almeno, era così fino al momento in cui, nella foresta delle fate, fece il suo ingresso una persona a dir poco stravagante.
Inizialmente, Elaine, aveva cercato di cacciarlo in tutti modi, ma quel fastidiosissimo umano era baciato dalla dea bendata. O forse, cosa che aveva sconvolto in un primo momento la giovane fata, era addirittura protetto dalla foresta stessa. Dopo aver scambiato con lui qualche parola, si era però resa conto che l’umano aveva un qualcosa che nessun altro possedeva.
Ban, questo era il suo nome, non sembrava condividere le stesse intenzioni ostili di tutti gli esseri  facenti parte della sua razza che avevano tentato di rubare la fonte della giovinezza. La sua vita era stata abbastanza tragica, colma di avvenimenti che avrebbero dovuto spingerlo nelle oscurità più profonde dalle quali non si poteva fare ritorno.
Eppure, in qualche modo, lui aveva sempre provato a risalire in superficie, attratto da una luce che ai suoi occhi era affascinante e lo distraeva da tutto ciò di negativo che vi era nella sua vita.
Ban voleva l’immortalità, non per avere potere o per raggiungere dei primati che nessuno era mai riuscito ad ottenere. Ban voleva l’immortalità perché lui voleva vivere. E voleva farlo fino a quando non avrebbe trovato la felicità che tanto stava cercando.
E fu così che quei sette giorni trascorsi con lui cancellarono tutti i secoli di solitudine. Elaine si ricordò ben presto di cosa volesse dire avere della compagnia, di come si sorridesse e scherzasse. Era sempre stata troppo seria in tutti quegli anni, non si era mai concessa un divertimento. Ma con Ban, tutto era cambiato. Il ragazzo possedeva molti lati nascosti che lei avrebbe voluto scoprire.
Non avrebbe mai pensato che si sarebbe affezionata proprio ad un umano, perfino ad arrivare ad amarlo. L’amore era proprio un emozione strana. Aveva visto diverse fate provare quel sentimento, eppure sembravano allo stesso tempo svogliate, come se non cambiasse nulla. Ma quello che lei provava per Ban, e quello che lui provava per la fata, era un sentimento più acceso, più ardente e più abbagliante di mille fuochi.
Con Ban, niente era mai scontato o noioso. Con la sua presenza, tutto il mondo sembrava aver acquistato nuovi colori.
Era passata una settimana da quando si erano incontrati e si erano innamorati perdutamente l’uno dell’altro. Erano trascorsi sette giorni pieni di gioia, felicità e amore. Emozioni che erano svanite in un lampo, cancellate da un incendio, e divenute cenere.
Ma nonostante la morte, e nonostante la lontananza da lui, Elaine non avrebbe mai dimenticato nulla. Aveva ritrovato la speranza.
La speranza che la vita potesse prendere una piega migliore.
E stavolta, non l’avrebbe persa.









N.d.A.
Buona domenica a tutti! 
Innanzitutto, scusate per l'enorme ritardo, ma tra scuola e problemi di connessione non ho potuto pubblicare gli altri capitoli. So che la Banlaine week ormai è conclusa, ma visto che la raccolta era ormai iniziata, continuerò a inserire i capitoli in questi giorni uwu
Grazie a tutti quelli che hanno letto la storia precedente, e un grazie speciale a Vaniglia Periwinkle che ha lasciato una recensione!
Spero che anche questo capitolo possa piacervi!
Alla prossima
Merty

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3434887