Mondi paralleli

di Evans92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 
Jake non voleva piangere. 
Aveva 4 anni ed era grande. E i grandi non piangono. Era quello che gli diceva sempre suo padre, ogni volta che vedeva i suoi grandi occhi celesti gonfiarsi di lacrime. "Jack, fai la femminuccia?" E no, lui non era una femminuccia. 
Milly lo era. E lei frignava di continuo, per qualsiasi cosa. 
Perché Susan le aveva rubato la bambola.
Perché la sua maglietta nuova si era sporcata.
Perché la mamma non le aveva comprato il gelato che voleva lei.
Milly era una femminuccia insopportabile. Non lui. 
No Jack Rivers non piangeva.
Però la tentazione era così forte... Voleva scoppiare a piangere sin da quando Carl, Phil e Rob si erano avvicinati a lui, e quella sensazione era rimasta mentre lo spintonavano e lo prendevano in giro, duramente, gli dicevano che era uno straccione, che suo padre era un fallito, e sua madre una donnaccia. Tutti ne parlavano in città. Tutti sapevano come Viola Rivers si guadagnava i soldi per mantenere la sua famiglia. 
E Jack non capiva. 
Cosa volevano dire?
Lui non capiva eppure voleva piangere lo stesso. Perché faceva male, perché il suo piccolo stomaco di bambino era ancora scosso dai calci e dai pugni.
Stava tornando a casa dall'asilo.
Camminava lentamente lungo il fiume di Castle Hills, un paesino vicino New York, se si sforzava da lì riusciva anche a scorgere qualche grattacielo, peccato che la sua vista fosse troppo appannata dalle lacrime per poter vedere qualsiasi cosa.
Tirò su col nasino e si ripeté "Jack non sarai una femminuccia? No non lo sei. Allora smettila. Smettila Jake."
Ma cavolo faceva così male.. Si fermò a prendere fiato. Il braccino stretto intorno alla vita, la testa bassa e i capelli troppo lunghi e scuri che gli coprivano il viso. 
Una lacrima minacciò di sfuggirgli. Jack si morse il labbro inferiore per bloccarla. Ma quella dispettosa scivolò comunque lungo il viso paffuto.
La voce di suo padre arrivò puntuale come un orologio svizzero.
"Sei una femminuccia del cazzo Jack"
E le lacrime aumentarono, e aumentarono ancora, e ancora e ancora.. E alla fine divennero incontrollabili.
Si chinò fino a far toccare le ginocchia a terra. Si sentiva debole Jack. Aveva deluso suo padre. Non voleva farlo. 
Dei singhiozzi più forti dei suoi arrivarono proprio in quel momento. Sollevò il viso confuso e vide un'ombra alla fine della strada, chinata verso il pendio che portava al fiume. 
La curiosità di sapere chi fosse fu così forte che in un momento dimenticò che stava piangendo, che aveva il petto pieno di lividi e addirittura zittì anche la voce di suo padre! 
Piano fece qualche passo verso verso la piccola figura in lacrime. A qualche metro vide che era un bambino. 
La sua testa bionda gli era famigliare. 
Era Adam Peterson. 
Era nuovo in città, la sua famiglia si era trasferita da poco li, suo padre era un medico. Suo padre li aveva definiti "fottuti snob del cazzo" per questo Jake si era tenuto alla larga da quel bambino col viso troppo delicato.
Ma ora stava piangendo, come lui. E avvicinarsi fu naturale per Jack, quasi scontato. Tirò su col naso e rimase a guardarlo alle spalle, quel suono fece sussultare Adam che si voltò spaventato e quando vide che era lui mormorò con voce tremula
"Tu.. Tu sei Jake"
Jake non gli rispose, si sedette accanto a lui e strappò dei fili d'erba mentre Adam si puliva il naso con la manica del grembiule nuovo.
"Sei una femminuccia?" 
La domanda non gli uscì arrogante o derisoria, ma la sua era una vera curiosità. 
Adam stava piangendo e lo stava facendo senza vergogna. Doveva esserlo.
Adam si accigliò smettendo di piangere. I suoi occhi erano leggermente a mandorla e di un nocciola molto chiaro, assomigliavano al caramello. Jake adorava il caramello. 
"No!" Poi incerto gli chiese "Perché?"
Jake scosse le spalle "Stai piangendo"
Adam sbatte gli occhi e alcune lacrime intrappolate nelle ciglia caddero giù 
"Sono caduto e mi so fatto male"
Jake sorrise
"E per così poco piangi?"
Adam parve offeso 
"Per te sarà poco! Io mi sono fatto male davvero!" 
Jake continuò a ridere e allungò le gambe davanti a se. Erano più lunghe di quelle di Adam. Era soddisfatto. Essere più alto lo faceva sentire più grande.
"E tu?"
"Io cosa?"
"Anche tu stavi piangendo"
Improvvisamente Jake si sentì piccolissimo. Arrossì e distolse lo sguardo abbassandolo sui suoi calzoni logori
"Ma sei scemo? Io non piango"
"Hai gli occhi rossi"
"È la polvere"
Fu il turno di Adam sorridere
"Mi sa che lo scemo sei tu. Se ti sei fatto male piangi. Passerà prima. Me lo ha detto la mamma, e la mamma ha sempre ragione"
"Sei un mammone ecco perché frigni come Milly"
Adam parve confuso
"Chi è Milly?"
"La mia vicina di casa, è una rompiballe. Dice di essere mia moglie"
Adam rise con gli occhi ancora umidi
"Non sembri felice"
"Non voglio una moglie, il matrimonio è una stronzata"
Ripeté le parole di suo padre e Adam ridacchiò ancora
"Dici un sacco di parolacce, la mia mamma dice che.."
Jake rise
"Sei davvero un mammone!"
"Smettila non è vero!"
"Si che è vero! Cos'altro ti dice la tua mamma?"
"Che dovrei buttarti nel fiume!"
Continuarono a ridere e a scherzare e dimenticarono entrambi i loro corpi doloranti.
Quel giorno tornarono a casa un po più tardi ignari di ciò che era appena successo, certi che nulla nelle loro vite fosse cambiato.
Ma il giorno dopo all'asilo Jake ignorò per la prima volta la voce del padre e andò a sedersi vicino a quel bambino con i vestiti curati e i capelli in ordine. 
Il giorno dopo a mensa Adam gli diede parte del suo pranzo, e scoprirono di vedere gli stessi cartoni animati.
Iniziarono a vedersi dopo scuola. Jake scappava di casa e andava a vederli da lui, perché la camera di Adam era più comoda della sua. E poi a casa sua non c'era mai nessuno. 
Conobbe la madre di Adam e iniziò a prendere alla lettera tutto quello che gli diceva, perché era dolce e gli dava sempre un sacco di biscotti al cioccolato, per cui doveva aver ragione per forza.
Adam conobbe suo padre, un giorno che lo venne a prendere fuori dalla scuola, e Jake temette che il suo amico non lo volesse più dopo aver visto quell'uomo dirgli che non valeva nulla davanti a tutti, ma Adam non disse ne fece nulla, e il giorno dopo gli era ancora accanto per parlare di cartoni. 
Quando i bulletti provarono di nuovo a prenderlo a calci non lo lasciò solo e le prese con lui anche se non aveva fatto nulla. 
E un giorno in cui suo padre senza motivo lo picchiò il primo a cui pensò Jake fu Adam e correre da lui gli venne istintivo come quel giorno al fiume quando lo aveva avvicinato. E quel giorno gli scoppiò a piangere davanti senza vergogna, e si lasciò abbracciare e confortare. 
Non gli importava di passare per femminuccia. 
C'era Adam con lui.
Poteva essere semplicemente se stesso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
Jake spinse il ragazzo contro il muro del bagno, un pene stilizzato alle sue spalle lo fece sorridere, e vide il tipo di cui non riusciva neanche a distinguere bene il colore degli occhi umettarsi le labbra.
"Abbiamo 15 minuti esatti, poi la mia pausa finisce, credi di riuscire a farmi venire in tempo?"
La musica della discoteca e il rumore della gente quasi coprì il suono della sua voce roca, ma non se ne preoccupò, perché il ragazzo ghignò, e si chinò davanti al cavallo dei suoi jeans neri che slacciò con prontezza.
Jake sorrise e chiuse gli occhi.
Aveva sentito.
 
"Sei uno stronzo!"
Jake salutò con un cenno della mano il ragazzo e attraversò la pista della discoteca senza fermarsi ad aspettare il ragazzone alto e nerboruto che lo aveva aggredito fuori dal cesso.
Quel posto era chiuso e soffocante, quasi sempre pieno di clienti, ammiccò a due ragazze, e tirò dritto verso l'uscita. Fuori riuscì a prendere una boccata d'aria fresca, se poteva definirsi fresca l'aria di New York certo.
"Mi fai sempre lavorare mezz'ora di più perché tu perdi tempo a scopare!"
Jake alzò gli occhi al cielo e si accese una sigaretta
"Senti Vince, io gli ho detto di sbrigarsi, ma forse non era così esperto come andava blaterando!"
Andò davanti alla fila di persone, che aspettava solo di entrare al Club 99, e iniziò a timbrare i polsi dei minorenni, sorrise a un ragazzino coi brufoli
"Tu torna dalla mamma bello"
Lui lo guardò offeso, ma non provò a ribattere, Jake era diventato alto e piuttosto minaccioso di aspetto, i tatuaggi e l'anello al labbro non aiutavano a farlo sembrare migliore, per questo alla fine aveva deciso che la sua vocazione era quella del buttafuori. 
Lavorava in discoteca, beveva gratis e rimorchiava un sacco.
Il paradiso era lì, tra le strade di Brooklyn per lui.
"Io ho una famiglia da cui tornare ragazzino!"
Jake si trattenne dal precisare che a 23 anni non era più un ragazzino, solo perché Vince era un ex galeotto molto più minaccioso di lui.
Optò per una tecnica diversa. Gli sorrise con fare affascinante, e battè una mano sulla sua spalla
"Lo so e mi dispiace molto, fidati"
Vince scosse la testa e borbottò 
"Sei davvero un coglione" 
Ma sorrise poi gli scroccò una sigaretta e se ne andò.
Jake sospirò.
E anche per quella sera aveva tutte le ossa salve.
Sorrise a una moretta con un corpo niente male e le chiese divertito
"Ho la pausa fra un ora, sicura di essere maggiorenne?"
 
Erano le 5 del mattino quando il rumore del portone svegliò Adam. Si riscosse, e tolse il volume di anatomia generale dal suo petto, poi con una smorfia si mise a sedere.
Cavoli, gli faceva male la testa, buttò il libro alle sue spalle e si prese il capo tra le mani, dei passi gli fecero sollevare lo sguardo ancora assonnato, anche se sapeva già perfettamente chi fosse. Un paio di occhi blu con le pupille dilatate infatti si abbassarono proprio in quel momento per essere alla sua altezza. Bastò la puzza di alcool e sigarette per svegliarlo del tutto.
"Ti ho detto un mucchio di volte di non aspettarmi sveglio idiota"
La sua voce era bassa e ad Adam venne da sorridere. Chi aveva paura di svegliare se li dentro vivevano solo loro due? Jake e le sue solite stranezze.
"Sei egocentrico bellezza, non mi hai tenuto sveglio tu ma il prossimo esame"
Adam parlò ad alta voce e si alzò stiracchiandosi. Jake lo guardò per un po dal basso poi si sollevò a sua volta, lo superava di dieci centimetri abbondanti, e lui non era basso. Quella differenza lo agitava senza motivo. Era un divario fra loro, e ad Adam non piaceva pensare a Jake come qualcosa di inafferrabile, Jake era lì, era suo. 
"Oh be attento amico rischi di divertirti troppo" 
Sarcastico andò in cucina, e lui lo seguì con i piedi scalzi e la pelle d'oca sotto la maglietta leggera. Si sedette sullo sgabello vicino al bancone e incrociando le braccia vi appoggiò la testa, ma senza chiudere gli occhi, quelli li tenne aperti per seguire tutti i movimenti di Jake che si preparava un panino con dei sottaceti.. Ma come cavolo mangiava?
"Non devo divertirmi Jake, devo studiare"
"Non è l'unica cosa che fai?"
"No faccio anche da baby sitter a te ricordi?"
Jake si voltò guardandolo da sopra la spalla ancora coperta dal giubbotto di pelle nera, e un sorrisetto impertinente gli curvò la bocca, Adam sospirò e allungò la schiena
"Come è andata al club?"
"Bene"
"Tutto tranquillo?"
Jake si sedette sul bancone e Adam storse il viso facendolo ridacchiare, e sapeva che non voleva che ci si sedesse sopra perché lo faceva?
"Si ho avuto il turno dei ragazzini, escono alle 10, fanno finta di essere interessanti e poi se ne tornano da mammina strafatti e con la coda fra le gambe"
Adam si accigliò
"Hai detto una cosa orribile lo sai?"
Jake alzò le spalle
"Se ho ancora bisogno io della tata non posso di certo farla ad altri no?" 
Adam decise che era meglio lasciar perdere, si alzò e aprì il frigorifero, proprio accanto all'amico che lo guardò curioso
"Hai trovato lo stesso compagnia?"
Jake sorrise
"Secondo te?"
Adam rise malgrado non approvasse il sesso occasionale del migliore amico. In questo caso non era questione di perbenismo, era affetto. Gli voleva bene, era troppo chiedere che trovasse una brava persona che lo amasse e lo rispettasse come meritava? Dopotutto era bisessuale! Aveva persino il doppio della scelta!
Ripensò al giorno in cui aveva scoperto che l'amico era interessato anche ai ragazzi.
 
Avevano 16 anni, erano nella camera di Adam, seduti sul letto, con i gomiti che si sfioravano e un caldo insopportabile nell'aria. Adam era senza maglietta, Jake in canottiera e boxer. Era normale per loro. Avevano perso pudore secoli prima. 
"E se andassimo in piscina?"
Jake sospirò e voltò la testa verso di lui, con i capelli neri rasati, e il labbro spaccato faceva spavento ma ad Adam non importava, non capiva perché gli altri avessero paura di lui, non conosceva un essere umano più buono di Jack.
"Sei pazzo? Ci sono tua madre e le sue amiche in piscina!"
"E allora? Ti piace mia madre!"
"Ma non la sua amica Kate" 
Adam si sollevò appoggiandosi sui gomiti, e voltandosi verso di lui gli chiese perplesso
"Che ti ha fatto Kate?"
"Mi ha palpeggiato il cazzo"
Adam quasi si strozzò con la sua stessa saliva
"Ma che cazzo dici?"
Jake scoppiò a ridere
"Proprio quello"
Adam divenne rosso in viso e disgustato esclamò 
"Perché non l'hai detto a mia madre? L'avrebbe cacciata! È... Deplorevole!"
Jake rise sollevandosi per avere il viso alla sua stessa altezza
"Ancora con questo vocabolario di merda Adam?"
"Non cambiare discorso! Quando è successo?"
"Al tuo compleanno"
"Cosa?!?!"
"Tu stavi tagliando la torta e la migliore amica di tua madre ha provato a farmi una sega"
"Ommioddio ma è.. Io la denuncio!"
Jake rise poi passò una mano sul collo di Adam e lo avvicinò, appoggiando la fronte contro la sua, sospirò e chiuse gli occhi, Adam invece continuò a guardarlo e con voce bassa gli chiese
"Perché non me l'hai detto?"
Era un po ferito, anche se non voleva ammetterlo. Jake gli diceva tutto, perché nascondergli Kate?
"Mi vergognavo.."
"Tu? Ma mi prendi in giro??" Scherzò con un sorriso e Jake aprì i suoi incredibili occhi celesti puntandoli sui suoi, era così serio improvvisamente che ad Adam passò in un attimo tutta la voglia di ridere e teso gli chiese "cos'è successo Jack"
"Non posso dire nulla a tua madre perché in un certo senso.. Glielo dovevo a Kate un po di svago"
Adam si scostò di poco
"Sto iniziando ad arrabbiarmi, perché dici questo?"
"Perché non credo che suo marito.. Le dia poi così tante attenzioni"
"E tu che cazzo centri? È una maniaca Jake"
Jake sbuffò e per un attimo abbassò lo sguardo, cosa che non accadeva mai, e questo allarmò davvero Adam, che si mise in ginocchio sul letto, e con una mano gli sollevò il viso costringendolo a guardarlo, gli occhi di Jake erano lucidi, stava trattenendo il respiro.
"Parla.."
Jake boccheggiò un po poi disse con voce bassa
"Io scopo con il marito di Kate tutti i giorni Adam"
Quello era stata la prima prova alla loro amicizia.
Il primo vero ostacolo, una bomba che poteva distruggere tutto, e invece erano ancora li, dopo 7 anni, erano ancora loro.
 
"Ti sei addormentato?"
Adam chiuse la porta del frigorifero e si voltò verso Jake con il bruco del latte in mano
"Sei davvero bello lo sai?"
Jake aggrottò perplesso la fronte
"Stai bene Adam?"
L'altro sorride annuendo
"Sto solo dicendo che sei così bello, che potresti avere chi vuoi, perché accontentarti di bagni e sconosciuti?"
Jake alzò gli occhi al cielo e prese il cartone del latte dalle sue mani
"Non ricominciare ti prego"
Adam sospirò e decise di lasciar perdere, almeno per quella volta. Erano anni che facevano quella discussione e sapeva che non era il caso di iniziarla alle 5 del mattino e con un emicrania insopportabile.
"Ok.. Non mischiare l'aceto col latte ti fa male" 
Jake scoppiò a ridere e gli diede un bacio rumoroso sulla guancia
"E tu va a dormire, che domani devi studiare"
Adam gli sorrise e scuotendo la testa si trascinò via.
Non gli diede nemmeno la buonanotte visto che fuori il cielo, era già azzurro.
 
Il campanello fece imprecare tra i denti Jake che afferrò un cuscino e lo usò per coprirsi la testa, ma non bastò a zittire la voce dell'ospite che era stato accolto con tanto entusiasmo da Adam. 
Risatine, parlottii, pentole che sbattevano contro il tavolo.
Irritato Jake scostò le coperte e si alzò, uscì dalla camera in boxer e già ben consapevole di chi avrebbe trovato ad aspettarlo in cucina.
Seduta sulle ginocchia di Adam c'era una ragazza della loro età, tanto bella quanto irritante, con i capelli rossi e il rossetto anni 50 sulla bocca piena. Quando lo vide entrare la sua bella bocca si piegò automaticamente in una smorfia
"Jack per favore copriti!"
Adam sospirò
"Molly per favore"
Già.
Molly.
La sua vicina di casa.
La femminuccia piagnucolosa.
La sua ex moglie.
Ora era la ragazza di Adam, lo era in realtà dalla prima media, con grande suo disappunto, ma lui era innamorato, e allora oltre a doverla sopportare a Castle Hills doveva sorbirsela anche a New York, visto che andava alla stessa università di Adam, solo nella facoltà di giornalismo e non in quella di medicina come il suo coinquilino. 
Quello in passato era stato un problema.
 
"Tu vuoi vivere con lui?!?"
La voce acuta di Molly rischiò di fottergli un timpano, però valeva la pare rimanere, solo per vedere quell'espressione stupidamente ferita e arrabbiata che aveva proprio in quel momento.
Adam sospirò. Sembrava divertirsi meno di lui.
Che sciocco.
"Si, Molly"
Molly spalancò incredula la bocca poi urlò
"Ma lui che ci viene a fare a New York?!? Non va al college! Lui è troppo stupido per il college!"
"Ho trovato già lavoro, e vengo a New York per te amore, perché proprio non riuscirei a fare a meno del tuo corpo e del tuo ardore"
"Jack!"
La voce di rimprovero di Adam lo zittì però un bacio glielo mandò lo stesso a Molly che si voltò furiosa verso il suo ragazzo
"E tu preferiresti vivere con un coglione simile piuttosto che con me?!?"
"Molly non sono pronto per convivere"
"Ma.."
"Jake se ne sarebbe andato in qualsiasi caso da Castle Hills, sono stato io a dirgli di seguirmi, voglio vivere con lui Mol.. Scusami"
Molly lo aveva guardato atterrita, e forse per la prima volta aveva visto davvero in lui una minaccia per il suo rapporto. 
E Jake non era riuscito a trattenere un sorriso soddisfatto.
1 a 0 stronza.
 
"È casa mia se non vuoi vedermi nudo non venirci.. Non mancherai a nessuno"
"Ok ora basta! Non potete andare d'accordo voi due?"
Adam sembrava davvero a disagio allora Jake provò ad alleggerire la tensione. Solo per lui poteva farlo.
"È il divorzio, rovina anche le migliori coppie"
Molly si agitò sulle gambe di Adam che rise scuotendo la testa, mentre lei borbottò piccata 
"Ma va a quel paese"
Jake le sollevò il medio, poi si prese del caffè
"Non svegliatemi più con il vostro stupido tubare da piccioncini o la prossima volta a quel paese ci vai tu a calci in culo"
E senza aspettare una risposta ed evitando di guardare Adam, si trascinò in camera.
La mattina era intrattabile.
 
Jake era disteso sul letto, con lo stereo a tutto volume e il nuovo numero di spiderman in mano, si, ancora ogni tanto si concedeva qualche fumetto, l'unico a saperlo era Adam, di certo a lavoro lo avrebbero distrutto con le prese in giro se lo avessero saputo.
La porta si aprì e proprio il suo migliore amico comprare sull'uscio
"Ho bussato non mi hai sentito"
Jake abbassò la musica e poi tornò alla sua lettura
"È andata via la rompipalle?"
"È la mia ragazza, quando inizierai ad essere gentile con lei?"
"Quando inizierà a starmi simpatica"
"Quando eravamo bambini ti piaceva"
"Mi piaceva anche mangiare la colla, poi sono finito in ospedale e ho smesso"
Adam sospirò pesantemente
"Ok come vuoi io sto andando a lezione"
Jake gli sorrise
"Divertiti a giocare con qualche polmone"
Adam ghignò scuotendo la testa
"In realtà volevo chiederti d'uscire"
Jake rise e un accenno di fossetta gli piegò la guancia
"È un appuntamento Peterson?"
Adam rise con lui
"Vengo a prenderti con la mia decappottabile alle 9 bambina?"
Jake scoppiò a ridere forte e Adam scosse la testa rosso in viso ma divertito
"Hai conquistato così quella piattola?"
"Jack..."
"Ok ok, sei fortunato niente lavoro stanotte sono tutto tuo"
Adam lo guardò per qualche secondo senza dire nulla, e Jake si schiarì la gola voltando pagina senza neanche averla finita di leggere. Era arrossito. 
Maledizione.
"A stasera allora"
Nessun bellezza o dolcezza di presa in giro. 
Adam si chiuse la porta alle spalle e Jake rialzò il volume della musica, ma non riuscì più a concentrarsi sul fumetto o sulla voce di Mick Jegger.
Erano secoli che lui e Adam non uscivano più soli. Pur vivendo insieme avevano due stili di vita così opposti che a volte a stento riuscivano a vedersi.
Jake rimase per un attimo sospeso in quel pensiero e poi sorrise, senza neanche accorgersene.
Improvvisamente non vedeva l'ora che quella sera arrivasse.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2 
 
Adam prese la mira e tirò la freccetta contro il bersaglio, mancandolo ovviamente. Le braccia gli caddero a peso morto lungo i fianchi mentre la risata sguaiata di Jake alle sue spalle gli ricordava che era l'ennesimo fiasco di una vita a quel gioco.
"Perché ti ostini a provare?! Non hai la coordinazione occhio mano Adam!"
Si voltò con una specie di piroetta verso di lui, lo vide piegato sul tavolo, con le braccia gonfie appoggiate sul legno consumato, le dita affondate nel piattino delle noccioline e i tatuaggi in bella vista, sotto le maniche della maglia nera arrotolate.
"Perché non imparerò mai se non provo!"
Jake quasi si strozzò per il ridere
"Sono delle fottute freccette Adam! Se non sai giocare chissenefrega"
Mise una mangiata di noccioline in bocca e un tavolo di ragazze lì vicino a loro lo notarono e iniziarono a parlottare tra loro vivacemente guardandolo, due di loro guardarono anche Adam, che le ignorò ed esclamò
"Prima o poi ti batterò"
"E nel frattempo collezionerai figuracce"
Gli rivolse una smorfia molto infantile, mentre lui si alzava e con il suo passo incredibilmente elegante per essere così grosso raccoglieva le frecce da terra, poi si voltò verso di lui
"Togliti schiappa, ti faccio vedere come si gioca"
Adam alzò gli occhi al cielo, ma si allontanò  di un passo. Stupido egocentrico.
Jake prese la mira e poi tirò la prima freccia che finì incredibilmente vicina al centro. Le ragazze ridacchiarono e questa volta le notò anche lui. Un sorrisetto sghembo gli curvò la bocca.  Adam lo conosceva. Sapeva che la mora dai tratti meridionali aveva attirato la sua attenzione. Era proprio il suo tipo. Sospirò e si sedette con un tonfo sulla sedia.
Addio serata tra amici.
Il centro che fece poi Jake le fece urlacchiare, e ad Adam non restò che finire la birra con un espressione sfinita sul volto. Due ragazze si avvicinarono non c'era la mora, ma faceva poca differenza.
"Sei bravo a giocare"
"Grazie"
La bionda gli sorrise
"Dai anche lezioni?"
Jake si appoggiò con i fianchi al tavolo dando le spalle all'amico
"Dipende.."
"Da cosa?"
"Pagate bene?"
Loro risero l'altro alzò gli occhi al cielo lasciandoli per andare al bancone del bar.
Quel posto era vicino casa, e ci andavano spesso, o per meglio dire, ci andavano ogni volta che uscivano loro due. Cioè sempre meno. 
"Scaricato?"
George il barista, un uomo coi capelli grigi di 50 anni, ormai li conosceva bene, e sapeva quanto lui che Jake aveva la capacità di attirare ragazze e ragazzi come se fosse miele per le api. 
"Così pare"
Si sedette su uno sgabello e si voltò verso il suo amico che ora stava sorridendo per una battuta di una castana piuttosto minuta. Si voltò verso George e scosse la testa per sorridere e dire
"Almeno non finirà a distruggermi a freccette!"
George rise e gli diede una birra
"Lo sai che non dimentica mai una sfida"
"Sono parecchie ragazze, lo terranno impegnate un bel po'"
Lui sorrise scettico e poi si allontanò per raggiungere altri clienti.  Adam si voltò un ultima volta verso il nuovo gruppo, poi si concentrò sulla sua birra.
In realtà era piuttosto infastidito.
Era raro che trovassero un occasione per stare un po' loro due, soli. Di giorno lui doveva dividersi tra lezioni e Molly e le notti Jake lavorava e.. Be.. Scopava. Quindi quando quella sera aveva percepito che sarebbero stati entrambi a casa aveva pensato che sarebbe stato bello poter passare un po di tempo insieme. Gli mancava Jake. Aveva molti amici all'università. Alcuni anche cari, ma nessuno era lui. Con nessuno si sentiva a casa, come quanto era con lui. Ma evidentemente l'altro non aveva le stesse mancanze, visto che ancora una volta scopare era il suo unico pensiero fisso.
Finì la birra, e si sentì pesante da solo. Forse aveva ragione Jack, doveva smetterla di pensare e divertirsi di più. 
"Eccoti! Ti nascondi Ad?"
Adam lo guardò con un mezzo sorriso.
Non gli avrebbe mai fatto capire che era nervoso per via delle ragazze che evidentemente aspettavano il suo ritorno, sapeva che lo avrebbe ferito sapere cosa stava pensando, e Adam sarebbe morto piuttosto che farlo di proposito. 
"Sono fidanzato"
Jake sorrise un po sollevato e gli si sedette accanto
"Non ti ho chiesto di farci qualcosa, puoi offrire loro da bere in modo disinteressato"
Gli fece l'occhiolino e Adam scoppiò a ridere forte, dimenticando tutti i pensieri di pochi istanti prima, scosse la testa, e Jake sorrise, in quel modo tutto suo, che gli illuminava il viso. Era un sorriso raro, che gli aveva visto pochissime volte, e che Jake diceva che usava solo con lui. Parole sue. Adam non ne aveva mai avuto la conferma.
"Non tradirò Molly, la amo Jack"
Per un attimo il sorriso sul suo volto si spense, poi tornò ma sottoforma di ghigno
"A 11 anni sapevi già che era l'amore della tua vita?"
Adam non rispose subito, e per un attimo smise addirittura di respirare, guardò nei suoi occhi celesti, le iridi così bianche da rendere la pupilla ancora più profonda. Da caderci dentro e non uscirne più.
"Non so un cazzo nemmeno ora, ma si, sembra l'amore della mia vita"
Jake parve accusare il colpo, gli prese la birra e se la finì tutto d'un fiato, poi fece una smorfia e gli sorrise
"Qualcuno dovrà consolare tutte quelle fanciulle"
Adam esitò poi sottovoce, come se sperasse di non essere sentito gli chiese
"Non può farlo qualcun altro?"
"Eh?"
Jake sollevò un sopracciglio, e Adam gli afferrò la maglia sulla spalla stringendola tra le dita chiare
"Andiamo via Jake?"
Lui lo guardò e capi, senza il bisogno di una vera spiegazione. E non esitò neanche un secondo a prendere la sua giacca, pagare, e lasciare il gruppo di ragazze, per far felice lui.
 
Camminarono per un po' in silenzio.
Così in silenzio da non sembrare neanche due amici di una vita.
Le mani nelle tasche e le teste basse. Le braccia che ogni tanto si sfioravano e i rumori dei passi diversi che si confondevano, fra le stradine isolate della grande mela.
Era un bel silenzio.
Confortevole.
Jake faceva cose normali, come giocare a freccette o una passeggiata solo con Adam. Ed era bello, per niente noioso.
I suoi amici credevano che Adam fosse uno snob, quelli di Adam che lui fosse un cafone. E non capivano che loro stavano bene in quel limbo tutto loro, in cui anche il silenzio era piacevole.
"Oggi a lezione un ragazzo ha vomitato"
Jake gli sorrise
"Scommetto che è stato faccia di cavallo"
Adam annuì con una risata
"Ha preso in pieno Ashley, stavano uscendo non credo gliela darà più"
"Povero faccia di cavallo"
"Si consolerà nella nuova facoltà, ha mollato"
"Potevo intuirlo"
Adam ghignò
"Il professore Keithon ha detto che sarò un ottimo chirurgo. Non ho la coordinazione occhio mano ma ho la mano molto ferma"
"L'ha detto solo perché non ti ha mai visto tremare quando devi colpire un bersaglio, nessun sano di mente ti darebbe mai un bisturi"
Adam lo colpì scherzosamente con il gomito
"L'ha detto davanti a tutta la classe, faccia di cavallo mi ha fatto un gestaccio prima di andarsene"
"Vuoi che lo uccida per te?"
"Si, grazie"
Jake rise e si sedette su un muretto, si accese la sigaretta e dopo aver dato un tiro buttò lontano il fumo
"Io oggi ho dormito"
"Hai fatto bene, non dormi mai approfittane"
Jake scosse la testa senza riuscire a trattenere un sorrisetto intenerito, Adam lo afferrò per la giacca e si infilò tra le sue gambe che a penzoloni lo circondarono, lui non parve far caso alla posizione piuttosto intima, ma Jake improvvisamente arrossì e senti tutto il profumo dell'amico su di se. Lo guardò ritraendo un po' la testa e si trovò i suoi occhioni nocciola vicini, troppo vicini.  
Oddio erano davvero belli.
Ad Adam non piacevano, a lui piacevano gli occhi chiari di Jake o quelli verde smeraldo di Molly, credeva che i suoi fossero banali. Era la cazzata più grande che Jake avesse mai sentito. 
Nulla era bello come gli occhi da Bambi di Adam.
Nulla.
"Domani andiamo al negozio di fumetti? È un po' che non ci facciamo un giro!"
Jake avrebbe voluto andarci più di ogni altra cosa, ma fu costretto a dirgli
"Domani hai già promesso a Molly di accompagnarla al cinema, ci ha rotto le palle con quel film un secolo."
Adam lo lasciò andare e parve deluso.
Jake continuò a fumare, poi gli passò la sigaretta, Adam sorrise appena e l'accettò. Lui non fumava ma un tiro dalla sigaretta di Jack lo aveva sempre fatto, sin dalla prima volta che a 14 anni, lo aveva beccato a fumare, dopo essersi incavolato come una bestia, gli aveva preso la sigaretta e fatto un tiro "Mal comune mezzo gaudio idiota" e da allora era sempre stato così. Ispirò dal filtro e proprio in quel momento delle voci chiamarono Jake. Adam si scostò per vedere chi fossero, e un sospiro frustrato gli sfuggì quando vide che erano il suo gruppo di amici. Alcuni dipendenti del club e qualche cliente fisso che poi si era unito al giro.
Conoscevano anche Adam, per questo sapevano che non stava rimorchiando qualcuno, ma che si stava annoiando e basta. Lo ignorarono tutti e si avvicinarono all'altro
"Che cazzo fai coglione? È strano vederti lucido"
"Un giro, voi?" 
"Andavamo in discoteca ne hanno aperta una nuova" una ragazza dai capelli rosa, Trisha, gli sorrise con fare furbo "spionaggio industriale"
"Da quando scopi con quell'avvocato si crede anche lei Perry Mason" 
"Ma vaffanculo Chad!"
Jake rise, Adam provò ad allontanarsi dalle sue gambe a disagio, mentre finiva la sigaretta, ma lui con un movimento impercettibile glielo impedì 
"Vieni con noi?"
"Si dai! Che cazzo fai i giri? Giri giri giri e non vedi un cazzo! E poi non è normale che esci e non scopi Jack, non è la tua natura"
Risero tutti, anche Jake che però scosse la testa
"Non stasera"
"È una bella discoteca!"
"Si chiama Black hole, promette bene no?" Chad gli fece l'occhiolino e Jake quasi morì dal ridere, Adam lo guardò un po' sconsolato. Sapeva che voleva andare. Lui era un animale notturno, quel genere di cose erano il suo pane quotidiano, e aveva passato del tempo con lui... Adam sospirò e gli sorrise
"Vai, tranquillo"
Jake lo guardò sorpreso, così come tutto il gruppo di ragazzi tatuati e strani che lo circondavano, e che poi finsero di parlottare fra loro ignorandoli, e lasciandogli un po di privacy.
"Vieni anche tu!"
"Odio la discoteca, e poi domani mattina devo svegliarmi alle 8, ed è già mezzanotte"
"Allora torno a casa!"
"Perché? Vuoi guardarmi dormire Rivers?" Adam rise e Jake sorrise
"Potrebbe essere divertente"
"Non ha senso che rinunci per me va.. Io torno a casa"
"Ti accompagno!"
"Non sono una fanciulla indifesa, posso andare da solo"
"Ma era la nostra serata"
"Siamo usciti no?"
Un senso di vuoto attanagliò la gola di Jake. Lo guardò e quasi si sento soffocare. Era andato tutto storto, ora poteva vederlo anche lui. Perché cavolo era stato con quelle ragazze? Era uno stupido.
"Vengo a casa"
"Jack prima chiamo Molly e poi vado a dormire. Non serve che mi accompagni"
Questa volta il tono di Adam fu più deciso, meno scherzoso, e Jake lo trovò meschino. Aveva usato il suo odio per Molly per allontanarlo.. Bene. Se era ciò che voleva..
"Ok"
Trisha sorrise, era evidente che avevano sentito tutta la conversazione. Adam buttò la sigaretta e si allontanò, mentre lei trillava allegra
"Sei dei nostri?"
"Puoi scommetterci dolcezza, ma spero per voi che questo buco sia spettacolare, e che ne valga la pena o mi vendicherò su Chad!" 
Tutti risero tranne il diretto interessato e Adam. 
"Pervertito!"
Jake si voltò verso l'amico, con il solito ghigno sul volto
"Buonanotte allora"
"Notte"
Adam accennò un sorriso, poi salutò sottovoce gli altri, più per educazione che per altro e poi se ne andò, la serata per lui era finita li. 
 
"Non ti stai divertendo"
Trisha gli si sedette quasi in braccio sui divanetti della discoteca, per farsi sentire, Jake la guardò inespressivo, poi finì il suo drink con un sorso
"Non è granché questo posto"
"Questo posto è fantastico, sei tu che preferivi fare lunghe passeggiate mano nella mano con il tuo fidanzato"
"Non parlare di Adam così" disse tranquillo guardandosi intorno "è un amico"
"Non prendermi in giro Jack, tieni più a lui che a tutti noi messi insieme" 
"È vero" le sorride guardandola di sbieco. Era fottutamente vero. "Ma non è come pensi tu"
"No?"
"No.. Era la nostra serata. Non capisco perché cazzo sono qui"
"E lo sai perché non lo capisci? Perché sei innamorato di quel piccolo ragazzino noioso"
"Adam non è noioso"
Trisha rise
"Oh si che lo è! E non lo vedi perché sei accecato dall'amore, gli vai dietro da quando hai 4 anni, è piuttosto comprensibile"
Jake la guardò ridendo 
"Ha ragione Chad, quell'avvocato ti fa male"
"Ignora pure la realtà bello mio, ma ora perché sei qui a piagnucolare invece che farti succhiare il cazzo come faresti normalmente?" Lo guardò con un sorrisetto vittorioso e si allontanò tra la folla della discoteca. Rimasto solo Jake si accese una sigaretta.
Stronzate.
Lui non era innamorato di Adam. 
Gli voleva bene, lo trovava carino, e odiava la sua ragazza, ma giacchè ne dicesse Adam aveva sempre avuto problemi con Molly, e tutto il resto.. Be era scontato che gli fosse così tanto legato dopo tutto quello che avevano passato insieme.. E bello.. Adam era oggettivamente bello. Potevano vederlo tutti.
Lui non credeva nell'amore. 
C'era il sesso e l'amicizia. 
L'amore era una stupida invenzione per poeti e San Valentino.
Sorrise e si disse che si sarebbe fatto perdonare per quello schifo di serata dal suo amico il giorno dopo. Per ora poteva dedicarsi a passatempi ben più piacevoli, e quel ragazzone giù all'angolo, sembrava proprio ben disposto ad aiutarlo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Adam sospirò pesantemente, mentre con gli occhialetti protettivi e il camice se ne stava chino su quello che era oggettivamente un cuore vivisezionato in 4 parti
"Ehi Adam tutto ok? Non fai altro che lamentarti!"
Luke il suo compagno di laboratorio gli sorrise, mentre sterilizzava i bisturi. Adam rispose senza sollevarsi
"Sono solo stanco"
"Molly ti tiene sveglio tutta la notte?"
Il tono allusivo dell'amico lo fece ridere, mentre scuoteva la testa 
"È colpa di Jake"
Luke smise di ridere e sollevò un sopracciglio
"Che ha fatto questa volta?"
"Nulla" rispose con un'occhiata di rimprovero Adam, poi si tolse i guanti e fece una smorfia guardando il muscolo aperto davanti a lui "è solo un periodo un po' strano"
"Quanto mai con Jake non lo è?"
"Luke..."
"Dico solo la verità, è un combina guai per essere gentili, e ti da sempre un sacco di pensieri"
"Non è vero"
"Lo hanno arrestato due volte nell'ultimo mese!"
"È il suo lavoro! Qualche coglione coi soldi inizia una rissa e lui ci finisce in mezzo! E non l'hanno mai arrestato! È stato richiamato, avvertito, querelato, ma mai arrestato!"
"Oh Be questo fa la differenza!"
Adam scosse la testa.
Luke e Jake non erano mai andati d'accordo, non si detestavano come Molly e l'amico, ma tendevano ad ignorarsi. Luke era un tranquillo ragazzo di buona famiglia coi ricci e gli occhiali sul naso sottile, e aveva paura di Jake che sembrava incarnare tutti i bulli che lo avevano preso in giro dalle elementari al liceo. E Jake era semplicemente geloso del suo nuovo migliore amico del college. 
Era sempre la stessa storia.
I loro gruppi di amici proprio non riuscivano ad accettare l'altro.
"Comunque questo ora non c'entra nulla, Jake non ha fatto niente di male"
Luke ghignò 
"Questa si che è una novità!"
"Luke!"
Adam sbuffò spazientito, e si voltò verso il lavandino, si lavò le mani e poco dopo l'amico con tono più morbido disse
"Mi dispiace, ho esagerato.. Solo che non capisco come fai a stare tranquillo con lui.. Insomma ha un sacco di tatuaggi hai idea di quanto fanno male? Cos'è un masochista?"
Adam scoppiò a ridere e si voltò verso di lui dimenticando già la breve discussione..

"Hai 15 anni! Sei scemo? Non puoi farti un tatuaggio!"
Jake ghignò seduto a cavalcioni sul muretto della piazzetta di Castle Hills, una birra in mano e lo scooter vicino. Erano circondati da altri ragazzi, ma loro due in disparte, come al solito, si facevano i fatti loro.
"Mick l'ha fatto, e lui ne ha 14!"
"Mick è un coglione! Lo dici sempre!"
Jake alzò gli occhi azzurri al cielo, e poi lo guardò serio
"Basta Adam voglio un tatuaggio, ho deciso!"
"E cosa ti faresti? Sentiamo grand'uomo!"
"La tua faccia sulla mia chiappa!"
Malgrado tutto Adam scoppiò a ridere, scosse la testa e gli arrivò una spinta, poi si prese la sua birra e gli si sedette accanto, bevve un lungo sorso e Jake guardò il movimento prima di schiarirsi la gola e dire sottovoce
"Sarebbe strano se mi tatuassi le tue iniziali sul petto?"
Adam arrossì e si voltò verso di lui sorpreso
"Perché vorresti farlo?"
"Sei il mio migliore amico.. Forse un giorno non ci vedremo più.. Non voglio dimenticarti"
"Ma che cazzo dici? Dove vuoi che vada?"
"Al college, sei intelligente, andrai via da questo schifo e mi dimenticherai"
Adam sorrise più dolcemente e gli diede una leggera botta con la spalla contro la sua
"Che romanticone"
Jake sospirò "sono serio Adam"
"Anch'io, è una cazzata."
"Uuuh quante parolacce!"
Adam gli sorrise poi dopo qualche secondo di silenzio esclamò 
"Ti accompagno, ti ho visto svenire alle analisi, un tatuaggio è una follia, però! Me ne farò uno anche io!"
"Tu odi i tatuaggi"
"Sta zitto Jake, so io cosa voglio"

"Anch'io ho un tatuaggio"
"Tu???"
Adam rise e annuì "una j sulla scapola destra"
Luke alzò un sopracciglio
"Una j che casualità!"
"Avevamo 15 anni ed eravamo un po' ubriachi, comunque.." Lo guardò e un sorriso sghembo gli curvò la bocca "ogni volta che si fa un tatuaggio Jake deve fumarsi come minimo tre canne per non svenire, il primo è stata una brutta esperienza, ha vomitato sul tatuatore e ha rischiato seriamente di prendercele, meno male che è svenuto, e visto che era minorenne quel poveraccio era così terrorizzato di finire nei guai che non ci ha fatto neanche pagare, alla fine ci è andata di lusso, perché non avevamo 50$ a testa da dargli"
Luke scoppiò a ridere
"Ma allora perché insiste a farli?"
Adam rise con lui e scosse le spalle 
"Perché è un masochista del cazzo!"

Alla fine si accordò con Luke per andare al cinema con lui, Claire la sua ragazza e Molly. Aveva bisogno di distrarsi e un pomeriggio con gli amici era ciò che gli serviva.
Adam tornò a pranzo a casa con la speranza di trovare Jake. Ma l'appartamento era incredibilmente vuoto. 
Ecco i motivi dei suoi sospiri.
Come sempre quella notte aveva aspettato Jake sveglio, malgrado gli avesse detto di non farlo, e lui non era tornato.
Era preoccupato.
Non frequentava begli ambienti, ok era grosso.. Ma era sempre un ragazzo, solo.. Calmati Adam, non è la prima volta che non torna.. Va tutto bene..
Prese la borsa e la buttò sul divano, poco dopo suonarono al campanello, era Milly. Doveva fare una doccia e prepararsi, ma soprattutto smetterla di preoccuparsi per Jake.

Jake grugnì con un mal di testa da sbronza incredibile, e una mano gli accarezzò la schiena, fermandosi sulla piccola A, che alla fine non aveva più fatto sul petto, ma sulla scapola sinistra, di riflesso alla J di Adam. 
Jake sentì quella piccola carezza sotto la pelle e si sentì un po in colpa.
Odiava non tornare a casa da lui.
Era successo qualche volta, ma raramente, e cercava sempre di avvertirlo.. Ma la sera prima non lo aveva fatto, e di proposito.
Continuava a dirsi che Trisha diceva solo un mucchio di cazzate, che lui non era innamorato di Adam. Che gli voleva bene. Insomma, lui non si era mai innamorato, credeva addirittura che fosse impossibile provare una cosa del genere, ma se ci pensava.. era certo che non fosse quello l'amore.
Eppure aveva continuato a tormentarsi tutta la serata.
Aveva continuato a chiedersi se Adam fosse deluso da lui.
Aveva continuato a pensare a quanto facesse schifo a giocare con le freccette.
E il fatto che non riuscisse a toglierselo dalla testa non era strano.
Perché lui pensava sempre ad Adam.
Era stata una consapevolezza strana dopo 19 anni di amicizia.
Aveva aperto gli occhi e aveva visto come la sua vita ruotasse continuamente intorno a quel ragazzo biondo perbenista e noioso.
E allora non era tornato a casa e non lo aveva chiamato.
Aveva trascorso tutta la notte con Ben, barman del club 99 e suo caro amico, e non aveva pensato ad Adam. 
Aveva provato a liberarsi da quella sensazione di smarrimento che provava ogni volta che non lo aveva vicino a portata d'occhi.
Aveva provato a non chiedersi se lo avesse fatto arrabbiare, se fosse preoccupato, se lo stesse aspettando sveglio..
Ci aveva provato.
E per un po aveva avuto l'illusione che fosse facile ignorarlo.
Ma l'illusione era stata breve, e ora la realtà lo stava sommergendo con tutta la sua potenza distruttiva.. Non poteva liberarsi di lui neanche volendo, e lui non voleva. Cazzo lui aveva bisogno di Adam, non voleva una vita senza di lui. 
Faceva paura anche solo pensarlo.
E ora si sentiva uno stronzo per non averlo chiamato, per quello che aveva pensato. E gli mancava. Forse era ancora sbronzo ma gli mancava così tanto dopo una sola notte che sentiva quasi un dolore fisico. 
Merda.
"Che c'è?"
Jake aprì gli occhi e guardò in quelli neri di Ben, poi sottovoce mormorò 
"Pensavo ad Adam"
Ben era bellissimo. 
Era il barman che nella discoteca attirava più clienti, molti andavano li solo per lui, per i suoi bei tratti da modello, per il sedere incredibile nei jeans neri, per quegli occhi scuri come la notte, e i capelli neri e morbidi. Ben era stupendo, e lo sapeva, ma sapeva altrettanto bene che Jake non voleva lui in quel momento, e così non se la prese gli sorrise e mormorò
"Non è molto carino da dire dopo aver scopato"
Jake gli sorrise
"Scusa"
Ben alzò gli occhi al soffitto e amichevole gli chiese
"È successo qualcosa col tuo ragazzo?"
"Non è il mio ragazzo.."
"E non vorresti che lo fosse?"
Una smorfia contrasse il viso di Jake che si sollevò a sedere
"Hai parlato con Trisha?"
"Oh andiamo, lo pensiamo tutti"
"Fantastico"
"Jake.."
"È il mio migliore amico etero, se lo perdessi per qualche cazzata non me lo perdonerei mai"
Ben sospirò
"Perché dai per scontato che lo perderai?"
"Quale parte della frase migliore amico etero non hai colto?"
"E da quando Jake Rivers si fa così tanti problemi?"
"Adam è diverso"
Ben abbassò per un attimo lo sguardo, Jake sapeva di essere uno stronzo. Ma lui era così. Lui se ne infischiava dei sentimenti degli altri. Di tutti tranne che di Adam. 
"È questo il problema?"
Jake distolse lo sguardo e un gemito carico di frustrazione gli sfuggì dalle labbra 
"Non so neanche qual'è il problema.."
Ed era vero. 
Fottutamente, incredibilmente, terribilmente vero. 
Ben gli prese il viso con la mano e lo costrinse a guardarlo
"Prima fa chiarezza in te stesso, capisci cosa vuoi, e poi agisci di conseguenza, allora qualsiasi cosa accadrà non sarà una cazzata.."
Jake lo guardò.
Pensare di provare qualcosa per lui lo terrorizzava. 
Come poteva addirittura accettarlo?
Ma non lo disse ad alta voce, si limitò a sorridere e a mormorare malizioso
"Ma come sei saggio..."
"Io si, tu sei solo un cafone, e ora per farti perdonare mi devi un pompino!"
Jake rise e lo trascinò con se tra le coperte.
Dopotutto poteva smettere di pensare per altri dieci minuti. 

Era stato un bel pomeriggio.
Adam aveva visto un bel film, e aveva mangiato dell'ottimo cibo italiano con i suoi migliori amici. Aveva cercato di non pensare a Jake e apparentemente ci era anche riuscito.
Però al momento di rientrare in casa si sentì quasi intimorito al pensiero di trovarselo davanti. 
Era arrabbiato per qualcosa? Era nei guai? Cosa doveva pensare? 
Esitò. E quando Molly gli chiese di poter dormire con lui, inventò una scusa e la mandò via. 
Avrebbe aspettato il ritorno di Jake sveglio, e voleva farlo da solo.
Prese un respiro profondo ed entrò nell'appartamento che condivideva con l'amico per anni.
Ancora una volta lo trovò buio e silenzioso, un fremito al cuore gli fece serrare la mascella. Dove diavolo era Jake? Senza neanche rendersene conto i suoi piedi iniziarono a muoversi e lo portarono dritto nella sua stanza.  Aprì la porta con un po di timore, cosa avrebbe trovato ad aspettarlo al suo interno? E soprattutto lui cosa voleva trovarvi? 
Non aspettò delle risposte ed entrò.
I suoi occhi vagarono per la stanza tesi finché non vide che gli abiti che gli per il lavoro spariti sulla sedia dove li teneva di solito.
Tirò un sospiro di sollievo, ma fu breve e incerto. 
Stava bene.
Ma voleva dire che probabilmente lo stava evitando..
Adam guardò la sua stanza in disordine.. Le loro foto sulla parete gialla, il poster di Kurt Cobain di quando era adolescente, i dvd buttati tra le scarpe, il letto mezzo sfatto, che aveva quasi la forma del corpo del suo migliore amico. 
Soprappensiero sfiorò con la punta delle dita il copriletto blu scuro, e un brivido gli attraversò la schiena. Chiuse per un secondo gli occhi. Stava bene era tutto quello che contava. 
Uscì veloce e si chiuse la porta alle spalle con un colpo secco. 
Quella stanza lo faceva sentire diverso.

Jake tornò a casa tardi.
Guardò l'orologio e quando vide che erano quasi le 6 del mattino imprecò sottovoce, e lanciò il giubbotto di pelle contro l'attaccapanni mancandolo, se ne fregò e si avvicinò alle camere, passando vide la porta della stanza di Adam socchiusa. 
Esitò. I suoi piedi si fermarono automaticamente e il suo cuore perse qualche battito. 
Era dentro? Era arrabbiato? Dormiva? 
Si morse indeciso il labbro inferiore, poi appoggiò la mano alla porta e la sospinse, quella si aprì senza fare rumore e Jake vide Adam disteso nel letto ad una piazza e mezza, che gli dava le spalle. Nella penombra non poteva vederlo, ma il solo contorno del suo corpo gli fece rafforzare la presa sulla maniglia della porta. 
Gli era mancato così tanto... Poteva essere solo amicizia tutto quell'affetto?
Lentamente seguì i bisogni del proprio corpo e gli si avvicinò, si distese al suo fianco cercando di fare il minor rumore possibile, e si voltò verso di lui, i suoi capelli gli solleticarono il naso e l'odore di shampoo al cocco lo stordì, mentre chiudeva gli occhi e allungava un braccio per stringerlo a se, e tuffarsi in quel profumo che lo faceva sentire così bene da fare male.
Appoggiò le labbra contro la sua pelle e le dita di Adam si strinsero intorno al suo polso, mentre con il corpo cercava di avvicinarsi il più possibile a lui.
Era sveglio.
Alla fine lo aspettava sempre
"Non farlo più, non sparire Jake.."
La sua voce bassa e dolce gli fece venir voglia di piangere. E gli ricordò quel primo incontro che gli aveva cambiato la vita.
Sospirò piano, lo strinse con forza e contro il suo collo mormorò
"Mi dispiace.."
Erano i battiti del cuore di Adam quelli che sentiva così forte o erano i suoi?
"Mi sei mancato Jack"
Anche lui gli era mancato, ma dirlo era superfluo. 
"Dormi Adam, sono qui.."
E quel posto, che gli apparteneva da sempre, non lo avrebbe abbandonato per nulla al mondo. 
Neanche per se stesso.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Non avevano più parlato di quello che era successo quel giorno.
Non si erano fatti delle domande, non si erano dati delle risposte.
Erano tornati alle loro vite come prima, solo che Jake era diventato molto più irritabile ogni volta che Milly era nei paraggi e Adam aveva preso l'abitudine di aspettare il ritorno di Jake dal lavoro nella sua stanza, costringendolo così in un certo senso a tornare ogni notte.
Erano piccole cose, che loro neanche notavano ma che facevano sentire il loro peso nella vita di tutti i giorni, e che li legavano in maniera ancora più forte. 
Era la semplice paura di perdersi ad unirli, in maniera consapevole o meno, ma era così. 
Quella notte Jake aveva costretto Adam a restare a dormire da lui, e il ragazzo anche se con un certo timore (immotivato) aveva accettato:  aveva troppo sonno per alzarsi e andare nella sua stanza. Così quando il mattino dopo apri gli occhi per andare all'università, trovò il proprio corpo avvolto da quello enorme di Jake.
Non era la prima volta che accadeva, ma quella volta lo sentì davvero.. Invitante. Era caldo e piacevole, il suo respiro era come una ninna nanna e le sue braccia intorno a lui erano protettive.. Comode. Adam chiuse gli occhi e si strinse a lui con la schiena, sentì Jake sospirare nel sonno e un sorriso gli curvò le labbra mentre richiudeva gli occhi. 
Per una volta le lezioni potevano aspettare.

Quando fu Jake a svegliarsi e si trovò abbracciato a un Adam che ancora dormiva all'una del giorno, quasi gli venne un infarto. Sussultò e si staccò abbastanza da mettere qualche centimetro tra il suo pene e il sedere di Adam. Soprattutto. 
Guardò l'amico riposare beato, ignaro del suo cuore che rischiava di sfondare la cassa toracica da un momento all'altro e anche un po del pericolo che aveva appena corso. 
Jake deglutì a fatica e cercò di calmarsi mentre si passava le mani prima sul viso e poi tra i capelli. Buttò un ultimo sguardo ad Adam, guardò i suoi capelli spettinati, le sue guance troppo rosa e le sue labbra socchiuse, i suoi occhi scivolarono sul suo corpo, che in boxer non era affatto esile come poteva sembrare quando era vestito... E... Doveva farsi una doccia. 
Jake si alzò velocemente ed entrò in bagno senza più voltarsi verso di lui. 
Aveva decisamente bisogno di una doccia.

Adam non saltava molte lezioni, per questo quando si svegliò sotto lo sguardo arcigno di Kurt Cobain provò prima una sensazione di smarrimento (dove diavolo si trovava?) e poi sentì un po di sensi di colpa per quel l'impegno all'università che aveva saltato.. Ma il ricordo di come Jake lo aveva abbracciato per convincerlo a rimanere a dormire li servì a farlo sorridere e a convincerlo di aver fatto la scelta giusta...
Tutto ciò finì non appena la voce di Jake rise allegramente dalla cucina. 
Si accigliò sollevandosi. 
Chi c'era di la con lui? 
La voce era femminile ma più ovattata e non riuscì a capire bene di chi fosse. Una sua amica? Anche li? Anche prima delle 11 di sera? 
Irritato Adam si alzò. Mise una maglietta di Jake, una a caso e uscì per vedere chi fosse arrivato a rovinargli anche quel unico momento di pace. 
Bloccò il suo nervosismo quando vide che si trattava di una donna sui 50 anni, alta e sottile, con i capelli biondi corti e un inconfondibile profumo di Chanel addosso.
"Mamma?"
Lei si voltò verso di lui contemporaneamente a Jake che smorzò il suo sorriso e con la fronte aggrottata osservò la sua maglietta nera addosso all'amico, che si sentì improvvisamente davvero in imbarazzo. Anche lei osservò il suo abbigliamento ma non fece commenti, continuò a sorridere e disse
"Non dovresti essere a lezione Adam?"
Adam sospirò e andò a prendersi del caffè 
"Non avevo voglia di alzarmi"
"Adam.."
Prese la sua tazza ed esclamò
"È successo solo una volta! Sta tranquilla" le sorride guardandola "Tu piuttosto, che ci fai qui?" 
Jake disse allegro
"Ha una cotta per me ed è venuta a propormi di scappare alle Maldive" 
Anne Peterson rise scuotendo la testa e anche Adam sorrise.
Sapeva della sorta di venerazione che Jake aveva per i suoi genitori in particolar modo per sua madre, oltretutto corrisposta.. Per cui quel genere di uscite non lo coglievano più di sorpresa.
"Oh Jack scapperei con te anche subito.. Ma ho il compleanno di mio marito da organizzare, a tal proposito volevo assicurarmi che quello screanzato di mio figlio se lo ricordasse e fosse presente" 
Adam sospirò 
"Mamma vi manderò il regalo ma non credo.."
"Jack ovviamente sei invitato anche tu, assicurati che venga"
Jake sorrise
"Signorsì signora"
Anne soddisfatta guardò il figlio che fissava il suo migliore amico sentendosi tradito
"Chiedi anche a Milly se può venire.. Ah e dille di chiamarmi! Devo raccontarle così tante cose!"
Adam si arrese e stanco disse
"Si mamma"
Anne diede un bacio sulla guancia di Jake
"Ora vado! A sabato allora!"
E uscì tirando fuori l'iPhone dalla sua borsetta e chiamando qualche sua amica.
Rimasti soli Adam grugnì e cadde su una sedia
"Sei un traditore"
Jake lo guardò allegro 
"Io non ti capisco, perché non vuoi andare mai? I tuoi sono fantastici!"
"Non mi piace quel genere di feste, tutto qui, tutte quelle domande.. Quel l'attenzione.. Insomma.. Mi mettono una certa ansia.."
"Ci sarò anche io andrà bene.. Tutti saranno troppo presi a sparlare di me per notare te"
Adam rise piano, guardando il suo caffè che era ancora nella tazza, intatto. 
Era davvero felice che Jake sarebbe andato con lui. Ed era soprattutto molto più felice del fatto che la vecchia Kate non fosse più amica di sua madre e lei e suo marito non ci sarebbero stati entrambi.. 
Era davvero troppo possessivo nei confronti di Jake. Ma per lui era inevitabile esserlo.
"Bella maglia"
Adam arrossì guardando in basso quell'indumento decisamente troppo grande per lui e balbettò 
"Be ecco.."
Jake però lo interruppe con una risata e uscì così dalla stanza dicendo
"Sta meglio a te che a me tranquillo"
Adam lo guardò sorpreso, e poi sorrise tra se e se, lusingato.

"Sabato non posso davvero venire amore.."
La voce di Milly era dolce e mortificata, Adam la guardò dispiaciuto mentre Jake dal divano cambiò canale alla TV e disse
"Questo mi distrugge Milly"
Milly si voltò verso di lui ed esclamò nervosa
"Ma tu sempre qui sei?"
Jake rise guardandola
"Sai com'è genio. Ci vivo"
Lei fece per dire qualcosa quando Adam la anticipò
"Non puoi proprio liberarti? Mia madre ci terrebbe molto.."
"Mi dispiace.. Ma sono in ritardo per l'esame e non posso perdere nemmeno un giorno.."
Jake guardò di sottecchi Adam sembrava davvero dispiaciuto. Provò una strana fitta al petto, e distolse lo sguardo irritato. 
"Mi dispiace.. Chiamerò Anne e mi scuserò.."
"Le farà piacere sentirti.."
Milly prese il volto di Adam tra le mani e mormorò 
"Dopo l'esame torneremo a casa io e te te lo prometto.. Scusami.."
Jake strinse un po troppo forte il telecomando. Non gli piaceva. Sentì il proprio cuore pompare il sangue più velocemente. Puntò lo sguardo sullo schermo della TV senza guardarlo.. Non gli piaceva affatto.
"Va bene.. Dai.. Non preoccuparti.."
"Mi farò perdonare.."
Quello era troppo. Spense il televisore e si alzò di scatto 
"Bene. Se questa scena da soap opera è finita io andrei a prepararmi per il lavoro."
Milly sorrise cattiva
"Era ora!"
Adam la ignorò
"Non è troppo presto?"
Jake nemmeno lo guardò
"Non è mai troppo presto per allontanarmi da voi due!"
E andò in camera. Vide sulla sedia la maglia che poche ore prima si era messo Adam, la prese e la buttò con una certa violenza nel cesto dei panni sporchi. 
La osservò per qualche istante, e le parole di Trisha e Ben tornarono a proporglisi dopo che tanto tempo non ci aveva pensato.
No. Non era innamorato di lui.
Impossibile. 
Pochi secondi dopo entrò proprio lui facendolo sussultare, lo guardò basito e poi esclamò 
"Potresti anche bussare!"
"Sei arrabbiato?"
Jake sbuffò dandogli le spalle
"Non dire cazzate"
Adam osservò la sua schiena nuda completamente piena di disegni e per un attimo perse il filo del discorso poi esclamò 
"Perché diavolo sei arrabbiato!"
"Perché odio la tua ragazza! La odio! È una fottuta vipera insopportabile! E non sopporto di trovarmela in casa a sbaciucchiarti come se fosse una specie di santa donna! La odio!"
Urlò voltandosi verso di lui senza controllo, Adam accusò il colpo senza parole e poi rispose alzando la voce
"Questo non ha senso!"
"Bene!"
"Tu hai solo degli stupidi pregiudizi con Milly! Lei non è il male come la vedi tu cazzo!"
"La stai difendendo??"
"Si Jake! Sto difendendo la mia ragazza che scandalo!! E chissà quante stupide vipere insopportabili ti sei scopato tu! Solo non possiamo saperlo, perché non le conosci!"
"Questo che diavolo c'entra ora?"
"Assolutamente nulla! Come non c'entra nulla tutta questa conversazione del cazzo!"
"Troppe parolacce. Attento Adam potresti sembrare coinvolto!"
"Smettila di fare lo stronzo! Ti sei arrabbiato per Milly! Non ha senso!"
"Sei tu che mi sei corso dietro! Volevi sapere la verità? Eccotela! Contento? È ora va a scopare con la tua preziosa ragazza così ti calmi un po!"
"Non mi pare che scopare di continuo servi molto a calmare te!"
"Oh molto maturo, complimenti. Sai dire solo questo?"
"Potresti imparare a conoscerla, invece che attaccarla continuamente!"
"Non vedo l'ora di mettermi lo smalto con lei davvero"
"Visto? Parlare con te è un muro!"
"Perché lei non vede l'ora di conoscermi vero?"
"Lei è molto più ragionevole di te!"
Jake lo guardò ferito, avanzò minaccioso verso di lui, Adam indietreggiò fino a sbattere con la schiena contro il muro, ma non abbassò lo sguardo, e lo mantenne fissò su di lui. 
Jake era davvero vicino. Poteva sentire il suo respiro sul suo viso e il calore del suo corpo sul suo. Adam tremò. Eppure non voleva allontanarsi. Era bello sentirlo così vicino, anche se stavano litigando. Anche se sentiva di poterlo quasi odiare per i suoi difetti. Poi Jake con astio mormorò 
"Allora va a parlare con lei, e non rompermi le scatole" Poi afferrò una maglia a caso e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Solo quando rimase solo Adam ricominciò a respirare.

Il punto di rottura avvenne quella notte, quando Jake si riportò un ragazzo in casa. 
Al club era stato molto indeciso su cosa fare. Aveva preso quello sconosciuto, ci aveva ballato e poi lo aveva baciato. Quando lui gli aveva chiesto di andare via, aveva esitato. Normalmente sarebbe andato a casa sua. Ma quella sera non c'era granché di normale nell'aria, e alla fine con un sorriso strafottente lo aveva condotto al loro appartamento. Ben sapendo cosa sarebbe successo. 
Trovò infatti Adam ad aspettarlo in salotto, e per un attimo esitò, intenerito dall'affetto dell'amico, poi si ricordò che lo aveva paragonato a Milly e andò fino in fondo. 
Sapeva che Adam odiava che si riportasse qualcuno in casa. Era il torto più grande che potesse fargli, e di solito evitava, ma quella notte no. Lui doveva sopportare la sua fantastica fidanzata? E lui doveva sopportare questo.
Quando Adam vide il ragazzo belloccio che era con lui rimase per un secondo senza parole, poi indurì la mascella e disse solo
"Ciao"
L'altro lo guardò e poi a Jake chiese
"E questo chi è?"
"Il mio coinquilino"
Era stato davvero stronzo a definirlo così e si sentì pure in colpa ma il suo volto rimase una maschera di freddezza e con un sorrisetto arrogante sbeffeggiò l'amico che non fece neanche una piega. Sembrava solo troppo scioccato per fare o dire qualsiasi cosa.
"Per un attimo ho creduto che volessi fare una cosa a tre.."
Guardò fin troppo interessato Adam per i gusti di Jake e quest'ultimo si innervosì, ma continuò ad ostentare il suo sorrisetto e disse solo
"Ti piacerebbe.. Ma non questa notte.. Vado a dormire Adam, dovresti farlo anche tu"
E con questo si trascinò in camera quel ragazzo così insopportabile.
Il silenzio del suo migliore amico ancora una volta fu una risposta più che sufficiente.
Si chiuse la porta alle spalle e piano si rese conto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo.
Avevano superato quei limiti che avevano costruito con tanta difficoltà e su cui si sorreggeva la loro amicizia e ora tra loro qualcosa si era spezzato.
Era la prima volta che Jake sentiva su di se la reale paura di perderlo. 
Ed era terrificante.
Ma era anche troppo tardi per tornare indietro, era troppo tardi per tutto.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

"Posso anche andare con la mia auto"
Dopo 4 giorni di assoluto mutismo, quelle furono le prime parole di Adam. E non fu neanche soddisfatto del risultato. Il suo tono non fu abbastanza duro, la sua voce abbastanza decisa, e com'era prevedibile, Jake non lo prese per niente sul serio.
"Sarebbe ridicolo"
Adam lo guardò duramente, e incrociò le braccia seccato
"Non sarebbe più ridicolo fare un viaggio di due ore insieme?"
Jake sospirò. Si era vestito elegantemente per i suoi standard con dei jeans non troppo rovinati e una camicia blu scuro. Era carino. No era fottutamente bellissimo, ma non era necessario che lo sapesse. Adam mantenne un espressione severa e aspettò che parlasse, cosa che fece pochi secondi dopo
"Visto che dobbiamo andare nello stesso posto.. No Adam. Non lo sarebbe" 
Chiuse il portabagagli con dentro le loro borse visto che sarebbero rimasti una notte a dormire a casa dei suoi genitori. 
"Fa come ti pare Jack" fu il suo modo per mandarlo al diavolo e salire sul posto anteriore, quello del passeggero. Pochi secondi dopo Jake si mise alla guida della sua jeep, ma non partì subito, prima gli lanciò un'occhiata di traverso e poi si mise in moto verso quello che si prospettava essere decisamente un lunghissimo week end.

Era piuttosto ovvio che nessuno dei due aveva superato l'accaduto. Nervoso Jake si mosse sul suo sedile, solo che lui voleva far pace ma era bloccato dal orgoglio, mentre Adam sembrava solo incazzato nero per quel ragazzo che si era fatto nella sua camera. Il che era assurdo. Ok poteva offendersi, ma prendersela in quel modo gli sembrava un po eccessivo. Non parlava da giorni. Nel senso che era muto come un pesce. Non lo aveva più aspettato alzato la sera, e aveva frequentato particolarmente l'appartamento della ragazza. Assurdo. Semplicemente assurdo.
Jake spense la radio
"Dovremmo parlarne" 
Adam disse freddo
"Non voglio parlare con te"
"Be io voglio farlo"
"Ah allora se lo vuole il grande Jack, dobbiamo tutti sottometterci al suo volere, vuole che mi inchini vostra grazia?"
Jake strinse i denti cercando di controllarsi
"Straparli"
"Forse, per cui non è meglio star zitti?"
"Te la sei presa così tanto solo perché ho portato quel ragazzo a casa!"
"Solo?!? Hai davvero detto SOLO?!?"
"Si l'ho detto Adam, perché fino a prova contraria, io posso scopare con chi voglio, dove voglio, senza dover rendere conto a nessuno, soprattutto non devo rendere conto a te visto che hai già la tua perfetta ragazza a cui badare!"
"Bene fantastico! Abbiamo parlato! Sei contento Jake? E ora accendi quella maledetta radio!"
"Se vuoi ascoltarla accenditela da solo!"
"È la tua auto!"
"E quella è la mia camera ma a quanto pare non posso portarci chi voglio!"
Adam divenne paonazzo si voltò verso di lui ed esclamò 
"Io non ci porto la mia ragazza li dentro perché so che ti darebbe fastidio! E lo faccio non perché ti devo qualcosa Jack ma per semplice e puro rispetto! Hai idea di quante volte ho litigato con Milly per questa storia? E tu ci hai portato uno stupido sconosciuto che voleva fare una cosa a tre!"
Jack si sentì colpire da quelle parole, strinse il volante in mano e urlò 
"E infatti mi dispiace! Ero offeso e ho esagerato! Più di questo cosa devo dirti?"
"Nulla, per questo voglio star zitto"
"Adam.."
Ma l'amico fu più veloce e riaccese la radio. Jake sospirò e appoggiò la testa contro il sedile. 
Era davvero inutile parlare con lui.

La villa dei Peterson era una delle più belle della cittadina. Era grande, accogliente, con un giardino curato e il portico riverniciato di bianco. Quando arrivarono, poco prima di pranzo, sentirono già il vociare degli ospiti dal retro della casa, ed entrambi improvvisamente sentirono il gran bisogno di restare chiusi in quell'abitacolo. Adam perché odiava essere al centro dell'attenzione, Jake perché odiava esserlo in quanto diverso: quello non era il suo ambiente e mai lo sarebbe stato, per quanto i genitori di Adam fossero gentili con lui. Eppure fu proprio Jake a fare la prima mossa e a scendere dall'auto, aprì il portabagagli e prese il suo zaino con il regalo che aveva preso per il padre di Adam. Poco dopo lo raggiunse anche l'amico che fece lo stesso. Si guardarono per un secondo negli occhi un po intimiditi. Poi il biondo fece per dire qualcosa quando la voce della madre lo precedette.
"Adam.. Jake! Era ora! Credevo non arrivaste più!"
Adam sospirò e si voltò verso di lei
"Non avevamo molte vie di fuga"
"Che sciocco che sei.. Jake caro come stai?"
Jake le rivolse il suo sorriso migliore 
"Pronto per scappare alle Maldive"
Lei rise e lo prese sottobraccio guidandoli dentro
"Adam ti ricordi di tua cugina Bree?"
Adam guardò Anne vagamente sorpreso
"Si.."
"È qui! Come sai era in Italia per un lavoro, ma aveva un periodo di vacanze e ha pensato di passarci a trovare, non è una cara ragazza?"
Adam sospettoso mormorò 
"Molto.."
Anne si voltò eccitata verso Jake
"E tu Jake ti ricordi di Bree? Veniva qui tutte le estati quando eravate piccoli!"
Jake guardò imbarazzato Adam.. E certo che si ricordava di Bree Peterson. 

Avevano 14 anni.
Quell'estate Adam e Jake erano stati sempre insieme approfittando del fatto che Milly fosse partita per il Giappone con la sua famiglia.
Era stato un inizio d'estate splendido. Sempre al mare loro due insieme, Jake aveva dormito ogni notte da lui, e col motorino avevano fatto lunghe gite per tutta la zona, mangiando gelati e hamburger, in quelle avventure adolescenziali che mai avrebbero potuto dimenticare. 
E poi era arrivato agosto e con agosto la notizia dell'arrivo degli zii di Adam, con sua cugina Bree.
Jake era il meno entusiasta della cosa. Probabilmente non avrebbe più potuto passare tutto quel tempo con l'amico e Bree che aveva un anno in più di loro era davvero una cozza.
Ma quando l'aveva vista aveva dovuto ricredersi. Con lo sviluppo la cugina del suo migliore amico era diventata davvero una bella ragazza. Era alta, magra, con i capelli biondo miele e gli occhi verde prato. Prendersi una cotta per lei per Jake era stato naturale come bere dell'acqua se si ha sete. 
Aveva iniziato ad andare a casa di Adam per vederla, aveva iniziato a trascurare l'amico per lei, le aveva persino comprato un braccialetto. Jake poteva quasi dire di amarla. Non faceva altro che parlare di Bree. Di quanto fosse simpatica... Bella... Intelligente.. E Adam davvero non ne poteva più. 
Adam presto aveva iniziato ad odiare quell'estate.
E poi era successo. 
Una sera Jake era andato da lui. Nella sua camera, e si era intrufolato nel suo letto segretamente, Adam gli dava le spalle e per un po fece finta di dormire.
Per la prima volta era incazzato nero con Jake, e la cosa non gli piaceva affatto. Ma cavolo! Prima aveva fatto finta di voler restare a dormire per poter vedere un film con lui, e poi era finito chissà dove con quell'inutile insipida sciacquetta di Bree Peterson. Per cui si. In quel momento Jake non era la sua persona preferita al mondo. 
"Guarda che lo so che sei sveglio"
Ora lo odiava proprio
"Ah si?"
Lo sentì ridere vicino al suo collo e un brivido gli attraversò il corpo, ma non si voltò
"Si, perché ti conosco, e quando dormi davvero me ne accorgo"
Adam si sentì arrossire lievemente, grattò il naso contro la federa del cuscino e sussurrò
"Cosa ci fai qui?"
"Mi mancavi"
"Non ti mancavo mentre pomiciavi con mia cugina nella mia dispensa"
"In realtà un po si"
Malgrado tutto il biondo rise
"Sei un maledetto ruffiano" 
Jake allungò un braccio e lo strinse a se, lo sentì sospirare e Adam si prese il labbro inferiore tra i denti, dopo un secondo d'esitazione si girò e si trovò a pochi millimetri dal naso di Jake. Guardò il contorno del suo corpo nella penombra e passò una mano fra i suoi capelli
"Jake che cosa è successo?"
"Anche tu mi conosci eh?"
"Purtroppo per te si.."
Jake esitò poi con un filo di voce mormorò 
"Ho fatto sesso con Bree"
Adam all'inizio non capì bene. Poi si. E smise di respirare. Letteralmente.
"Sesso... Sesso?"
"Conosci altri modi per farlo?"
Adam si sollevò e lo guardò nel buio con il cuore che batteva fortissimo
"Ma.. Ma... E.."
Era stordito.
Non ci stava capendo nulla.
Sapeva che Jake aveva una cotta per Bree, ma neanche lui aveva ancora pensato di far qualcosa con Milly e lei era la sua ragazza! Insomma.. Adam non sapeva nemmeno che Jake avesse intenzioni così serie con sua cugina e ora.. Ora...
"E ora?"
Jake si tirò a sedere, e alzò le spalle
"Mi è piaciuto.. Insomma.. All'inizio è stato un po.. Strano... Ma poi... Si.. Mi sono divertito.. Ma..."
"Ma?"
"Prometti di volermi bene lo stesso?"
Adam quasi sbuffò
"Questa è una domanda davvero davvero stupida."
Jake sospirò
"Ma ora non provo più nulla per lei.. Appena.. Finito.. Bree mi ha abbracciato e io.. Ho pensato solo che avevo sprecato giorni che potevo passare con te"
Adam si accigliò sorpreso
"Davvero?"
Jake annuì 
"Pensi che io sia una stronzo?"
"Un po.. Si.. Ma sei sincero, e sono felice di questo.. Credo.."
Adam non ci stava capendo nulla. 
Ora si sentiva più leggero, respirava di nuovo regolarmente e non rischiava più l'infarto. 
Eppure il suo migliore amico aveva ingannato sua cugina. Le aveva tolto la verginità (probabilmente) e poi l'aveva abbandonata come se non valeva nulla.. Avrebbe dovuto essere furioso.. Ma non era così.. Adam era sollevato. 
Forse li l'unico stronzo era lui. 
Si tese verso Jake e lo abbracciò, lo strinse forte, e affondò il naso nel suo collo. Jake tremò e poi ricambiò la forza della sua stretta. 
Era sempre stato così fra loro. I loro corpi parlavano prima di tutto il resto.
Era quello il loro legame.
"Troverai qualcuno che amerai davvero.. Vedrai.."
Jake non gli rispose. 
Il giorno dopo lasciò Bree, che in lacrime si deve portare via da sua madre.
E quando Milly tornò dalle vacanze, Adam fece l'amore con lei per la prima volta. Non seppe perché lo fece. Era giovane, incosciente e spaventato. 
Non voleva restare indietro a Jake.
Lui provò tanto.
Lui amava Milly.
Ma ci mise quasi un mese a trovare il coraggio per dirlo a Jake. Che non la prese bene. Non capiva il gesto del suo migliore amico. Odiava l'idea che Milly avesse una parte di Adam che lui non poteva neanche immaginare.
Litigarono. Ancora.
Si cercarono. Ancora.
E insieme superarono anche l'estate dei 14 anni.

Jake si schiarì la gola
"Si... Bree... La ricordo, vagamente"
Il verso scettico di Adam gli fece scoccare un'occhiata fulminea verso il biondo, che caricò il suo borsone in spalla e chiese ad Anne 
"Mamma dove portiamo le nostre cose?"
"Oh in camera tua tesoro"
Jake aggrottò la fronte 
"E io?"
Anne gli sorrise a mo di scusa
"Anche.. Spero che non vi dispiaccia dividere la camera.. Ma.. L'arrivo di Bree è stato improvviso e ho dato a lei la camera degli ospiti! Visto che vivete insieme non credo che vi dispiacerà"
Jake avrebbe voluto scavare una fossa e sotterrarcisi direttamente. Normalmente avrebbe proposto lui ad Anne di dividere la stanza con Adam. Ma non quella volta. Non quando Adam sembrava detestarlo. Non quando lui era così confuso dai suoi sentimenti. 
Jake boccheggiò per un po e quando fece per dire qualcosa Adam lo anticipò
"Certo non c'è problema"
Poi superò tutti e si allontanò, evitò accuratamente il giardino e salì le scale per andare direttamente nella sua stanza. Che avrebbe diviso con Jake. 
Adam scosse la testa. Non c'era mai un limite al peggio.. E Bree. Ora dopo anni doveva risopportare anche la stessa situazione.. Questo lo innervosiva. E parecchio. Ma non voleva farlo notare ai suoi, non voleva farli preoccupare..
Entrò nella camera e per un attimo mille ricordi lo invasero. Guardò tutte le loro foto appese nella stanza e un nodo gli chiuse la gola. 
Gli mancava Jake.. Forse.. Forse avrebbe dovuto.. 
"Posso?"
Adam si riscosse e voltandosi trovò proprio Jake a un soffio dal suo corpo, non indietreggiò. Restò a fissarlo sorpreso, non si era accorto che stava salendo e gli aveva permesso di coglierlo impreparato.. E adesso cosa doveva fare?
Gli occhi celesti di Jake restarono incastrati nei suoi. Poi lo vide mordersi le labbra e lasciar cadere la borsa a terra. Era serio. Tremendamente serio per essere Jake. Adam allarmato si chiese che intenzioni avesse..
"Adam.." 
La voce del ragazzo fu un sussurro che restò ignorato perché Adam per la prima volta da quando conosceva Jake ebbe paura.
Paura del modo in cui reagiva avendolo così vicino. Perché stava tremando. E nessun altro dei suoi amici lo faceva tremare in quel modo con un solo sguardo.
Paura della sua rabbia per tutti quegli amanti che non lo meritavano.
Paura per il dolore che provava ogni volta che lo immaginava con un altro. Nella loro casa.
Fu una nuova consapevolezza, che lo colse all'improvviso, quando, dopo giorni, lo riebbe a pochi centimetri da se. 
Eppure bastò per distruggere tutto.
"Adam!"
Jake alzò la voce ma Adam non ci fece caso.
Non lo sentiva. 
Era troppo terrorizzato per sentire qualsiasi cosa. 
"JAKE!" 
Ok questo lo aveva sentito. 
Adam sussultò e sia lui che Jake si voltarono contemporaneamente verso l'inizio del corridoio dove una bellissima ragazza alta e con l'aspetto di una bionda modella di Victoria's secret avanzava minacciosa verso di loro. 
Jake sbuffò infastidito
"Ciao Bree, scusa ma non è esattamente il momento.."
Lo schiaffo che quella gli arrivò gli mozzò la frase, e fece scattare la sua testa di lato come una molla. Adam trasalì e restò pietrificato dallo schock. Bree sorrise trionfante e scostò una ciocca di capelli biondi dal viso
"Erano 9 anni che volevo farlo"
Poi si voltò e se andò con la stessa rapidità con cui era arrivata. 
Jake si passò una mano sul volto completamente imbambolato, e Adam non resistette e scoppiò a ridere, riuscendo però così a scaricare un po di tensione. 
L'aveva sicuramente sentita anche lui!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Dopo aver riso praticamente in faccia a Jake, Adam era più o meno scappato via e aveva evitato l'amico il più accuratamente possibile, ma anche Jake non aveva più provato a parlare con lui, così avevano insieme concordato tacitamente che avevano entrambi bisogno di un momento di pausa. 
Gli ospiti, il buon cibo e il compleanno del signor Peterson riuscirono ad aiutarli a distrarsi un po, ma qualcosa continuò a preoccuparli entrambi. 
Quel qualcosa era Bree.
Jake era nervoso perché la ragazza lo aveva schiaffeggiato per un errore che aveva commesso 9 anni prima e non lo trovava affatto giusto, oltre che umiliante.
Adam era nervoso perché la ragazza aveva schiaffeggiato l'amico per qualcosa successa 9 anni prima dimostrando di non averlo superato, e per cui di non essergli indifferente. 
Questo li rese tesi fino all'inverosimile fra una chiacchiera e una tartina.
Solo quando fu sera e gli ospiti andarono via si concessero entrambi di tirare un sospiro di sollievo.
Ma fu troppo presto. 
Bree si versò del brandy e chiese al cugino
"Stai ancora con Milly vero?"
Jake seduto sul divano tra Anne e il padre di Adam non riuscì a trattenersi e con uno sbuffo sarcastico disse
"E chi la scolla quella"
Adam s'irrigidì
"Sei pregato di non parlare così della mia ragazza" 
Jake sollevò scettico un sopracciglio e ghignò con quel suo fare strafottente che davvero, mandava Adam fuori di testa.
"Oh scusa, vuoi sfidarmi a duello per il suo onore?"
Adam indurì lo sguardo
"No, vorrei che fossi un po più educato"
Jake non perse il sorrisetto beffardo ma distolse lo sguardo, segno che era stato colpito e affondato dalle sue parole e Adam non provò nessuna soddisfazione in ciò, abbassò gli occhi a sua volta e gli chiese scusa mentalmente. Ma aveva ancora paura. E attaccarlo a quanto pareva era l'unico modo che conosceva per reagire. 
"E voi due vivete insieme?! Non date l'idea di essere due grandi amici"
Le parole di Bree questa volta ferirono Adam. 
Cosa?
Davvero alle persone che li avevano rivisti per la prima volta quel giorno avevano dato l'impressione di non andare d'accordo? Di non essere amici?
Quel l'idea lo atterrò. 
Era arrabbiato con Jake. Ma sicuramente la loro amicizia non era mai stata messa in dubbio. 
"Bree.."
Anne iniziò con fare ammonitore, ma Jake si alzò e senza guardare nessuno disse tra i denti mentre usciva dalla stanza 
"Forse hai ragione"
E quello per Adam fu il colpo di grazia.

Jake sapeva di aver esagerato e si era pentito di ciò che aveva detto esattamente due secondi dopo aver pronunciato quelle parole, eppure non tornò indietro per chiedere scusa ad Adam o per chiarire.
In realtà era piuttosto stanco.
Era stanco di litigare con lui, ma soprattutto era stanco di sentirlo difendere Milly come se fosse una stupida dama medievale che dalla torre aspetta solo di tirargli una scala di capelli. Ci si poteva impiccare con quella treccia per quando gli riguardava.
Per cui entrò nella camera e si buttò sul letto da due piazze che i genitori di Adam avevano gentilmente preparato loro per quel bellissimo week end, da cui sarebbe uscito a pezzi, lo sapeva già. Inutile fingere che le cose sarebbero andate bene. 
Adam lo aveva ignorato per tutta la giornata e lui aveva iniziato a perdere la pazienza. Non solo trovava tutto ciò eccessivo, ma anche profondamente ingiusto! E poi c'era Bree, che lo aveva schiaffeggiato e lui, il suo migliore amico aveva R I S O. Non poteva ripensarci senza provare una profonda vergogna che lo faceva solo innervosire ancora di più. 
Sbuffò e si passò le mani sul viso. 
Voleva solo tornare indietro e riavere il suo Adam, perché al momento sembrava così difficile? Quando provava a parlare con lui gli sembrava di scontrarsi contro un muro. Cosa poteva fare per rimediare?
Proprio in quel momento la porta si aprì e Adam entrò come una furia, se la chiuse alle spalle con un colpo secco e girò perfino la chiare intrappolandolo letteralmente dentro. 
Jake si sollevò appoggiandosi sui gomiti e lo guardò basito
"Cosa stai facendo?"
Adam lo guardò con gli occhi spalancati e le mani che tremavano forte. Jake non ricordava di averlo mai visto in quello stato.
"No! Tu cosa stai facendo!"
Jake si alzò 
"Adam.."
"Davvero pensi di buttarmi via per un litigio? Il primo dopo.. Dopo... Anni!" Non urlava, eppure era peggio. Era quasi un ringhio. 
Jake sospirò cercando di restar calmo
"Ma di cosa diavolo stai parlando?"
"Sei uno stronzo menefreghista! Ecco di cosa sto parlando.. Tu..tu.."
Jake si alzò rapido
"Io cosa?! Sentiamo! Non ci stiamo comportando da amici Adam! Ho solo detto la verità! Gli amici si parlano, ridono insieme e non litigano per queste cazzate!"
"Non sono cazzate! Smettila di dirlo!"
"Per me lo sono Adam! Insomma davvero stai facendo tutte queste tragedie perché insulto Milly? Notizia del ultim'ora: l'ho sempre fatto! E vuoi sapere uno scoop? Anche lei! Per cui davvero non capisco che diavolo vuoi da me!"
"Ti sei scopato un ragazzo nella stanza accanto alla mia! E l'hai fatto per dispetto! Perché era un dispetto! Davvero mi stai chiedendo perché sono arrabbiato!?"
"Ti ho chiesto scusa cos'altro posso fare?"
"Tu non mi hai neanche provato a scusarti seriamente!"
"Perché non credevo fosse così grave!"
"Lo è! Quella è casa nostra Jake, credevo fosse importante per te!"
"È la cosa più importante per me!"
"Non mi sembra"
Jake si passò entrambe le mani fra i capelli spazientito, si guardò intorno e si avvicinò ad Adam 
"Non dirlo neanche per scherzo"
"Non sto affatto scherzando"
I suoi occhi color caramello erano lì, a un centimetro dai suoi, ed erano liquidi. Jake si sentì morire dentro. No, non aveva mai voluto ferire Adam. Proteggerlo era l'unico vero obiettivo della sua vita, vederlo in quel modo lo faceva sentire un fallito più di tutti gli insulti di suo padre messi insieme. 
"Mi dispiace, io.. Ho esagerato. Ero arrabbiato perché tu avevi difeso lei e io.."
"È la mia ragazza."
La voce di Adam fu un sussurro e Jake si sentì il cuore direttamente in gola
"Lo so"
"Ma.. Tu.. Tu sei importante"
Jake deglutì a fatica e sorrise stanco 
"Lo so"
Sollevò una mano e la passò fra i capelli di Adam "Non parliamone più"
Gli sorrise e Adam lentamente annuì. Jake lo superò ed entrò nel bagno lasciandolo solo. 
Ad Adam girò per un istante la testa.
Avrebbe dovuto essere felice. Eppure sapeva la realtà. 
Sapeva che tutto era profondamente sbagliato. 

Erano distesi sul lettone. Le luci spente e i respiri bloccati nel petto. 
Avevano dormito altre volte insieme, spessissimo in realtà, ma per la prima volta la cosa li metteva davvero a disagio. Sentivano il calore del corpo dell'altro, e lo sentivano proprio perché era così lontano. Così irraggiungibile.
Avevano fatto pace giusto? 
E allora perché non riuscivano ancora ad incastrarsi insieme così come avevano sempre fatto?
Adam sbuffò e si sollevò a sedere 
"Jack"
L'altro non rispose subito e quando lo fece fu in un sussurro
"Dimmi"
"Dispiace anche a me."
Jake si sollevò appoggiato sul gomito e rivolto verso di lui
"Non devi.."
"Non avrei dovuto ridere quando Bree ti ha schiaffeggiato"
Jake sorrise abbassando lo sguardo sulla mano di Adam che tormentava la coperta 
"Già non avresti dovuto"
Adam si rilassò un po
"Ma è stato divertente"
"No non è vero!"
"Si!"
Jake rise 
"Quando una ragazza schiaffeggerà te riderò io"
"Sono un gentiluomo non accadrà mai"
"Ne pagherò una vorrà dire"
Adam rise forte e il suono di quella risata fece bene ad entrambi. Jake allungò una mano e la passò sul suo viso. Adam sentì il suo stomaco stringersi e il sangue affluire tutto sulle sue guance.. Si allungò verso di lui e lo abbracciò, affondò il viso nel collo di Jack e sentì il corpo dell'amico irrigidirsi, mentre il suo naso gli accarezzava la pelle e si beava di quel l'odore di casa. 
Di Jake.
"Mi sei mancato"
Jake esitò poi ricambiò la stretta, con una mano fra i suoi capelli biondi, e l'altra sui suoi fianchi, così stretti, così delicati per essere di un ragazzo. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo 
"Anche tu" Adam si staccò ma rimase lo stesso avvinghiato a lui 
"Adesso dormiamo così domani partiamo presto"
Jake annuì e si stese, Adam appoggiò la testa sulla sua spalla ed entrambi chiuderò gli occhi, mentre il moro continuava ad accarezzarlo dandogli un senso di beatitudine che non aveva eguali.
"Ero geloso di Bree"
Jake non aprì gli occhi. Non era una sorpresa, l'aveva sempre saputo anche se non ne avevano mai parlato. 
"Nessuno con cui ho mai scopato è stato più importante di te, per cui non farti venire paranoie inutili"
Adam lo guardò. 
Il suo profilo era rilassato, aveva gli occhi chiusi e aveva detto quelle parole con una sincerità e una naturalezza che scacciarono via in un istante tutti i turbamenti degli ultimi giorni. Adam sorrise e si girò su un fianco, appiccicando tutto il suo corpo a quello di Jake, che trattenne il respiro, aprì gli occhi ma non li voltò verso l'amico. Rimase a fissare teso il soffitto. 
"Tu e Milly siete troppo diversi non posso neanche paragonarvi" 
Jake si umettò le labbra 
"Adam, è la tua ragazza lo capisco"
In realtà no, non lo capiva perché lui non aveva mai provato nulla di simile. Per lui c'era davvero sempre stato solo Adam. 
Era davvero innamorato di lui? 
Girò la testa verso l'amico e i loro nasi si sfiorarono, ma Adam non si tirò indietro, aveva le pupille dilatate e il respiro bloccato in gola, ma non si era allontanato. 
Jake lo guardò nella penombra e il suo respiro accelerò quando si rese conto che si stava mischiando con quello del ragazzo. 
Il resto fu semplice. Quasi scontato.
Piegò la testa e appoggiò le sue labbra direttamente su quelle di Adam. 
Era la prima volta che accadeva fra loro qualcosa di simile. Anche da ubriachi non di erano mai baciati, mai avevano sfiorato quel tipo di intimità. Eppure Jake pensò che si era perso un mondo. Perché le sue labbra erano morbide fresche perfette. E lui si stava eccitando come un ragazzino alla prima cotta. Le saggiò un po, poi si staccò seppur di contro voglia. Riguardò i suoi occhi aspettandosi una nuova lite, e invece Adam lo sorprese. Si sollevò, appoggiò una mano sul cuscino accanto al suo viso e si chinò baciandolo di nuovo. 
Il cuore di Jake rischiò seriamente un infarto, soprattutto quando Adam prese il suo labbro inferiore tra i denti e lo succhiò leggermente. 
Jake gemette roco, e lo afferrò per la maglia del pigiama, schiacciandosi il suo corpo su di se.
E Adam glielo lasciò fare, come si lasciò leccare le labbra e lasciò che la sua lingua gli entrasse dentro e lentamente esplorasse ogni angolo della sua bocca. 
E rispose. 
Prima timidamente, poi con sempre più foga, fino a dettare lui un ritmo quasi disperato.
Jake lo afferrò per i fianchi e se lo sistemò a cavalcioni addosso, e lo sentì.
Tutto ciò non era affatto indifferente ad Adam. Questo lo fece arrossire, cosa che probabilmente in certe occasioni non gli era mai accaduto, ma non si fermò. Non ci pensava neanche. In realtà, in quel momento entrambi non stavano pensando affatto, o avrebbero capito che era meglio fermarsi perché stavano facendo una fottuta cazzata. 
Ma il cervello di Adam si era spento a qual prima bacio casto. Era stato sopraffatto dal piacere di aver trovato un modo per sentire Jake ancora più vicino, ancora più suo. E lo aveva baciato. Perché lo voleva. E non riusciva a pensare ad altro che a lui, e al suo corpo forte, e a quel suo profumo così intenso che lo stava stordendo e lo stava drogando. Letteralmente. 
E Jake non pensava perché lo voleva. Forse da sempre e non se n'era mai accorto. Perché ora il suo bisogno era così acceso che non ricordava di aver mai voluto qualcun altro o qualcos'altro con la stessa potenza, con lo stesso desiderio. 
No, non stavano pensando e andava bene così. 
Jake lo afferrò per i capelli, così lisci e sottili e gli sollevò il viso verso l'alto e gli morse la gola, leccò il suo pomo d'adamo e baciò e succhiò la sua pelle lasciandogli un marchio come non si era mai concesso di fare con nessun altro dei suoi amanti prima d'ora. Ma quello era Adam. Ed era suo. 
Adam parve capirlo e rituffandosi sulle sue labbra mosse timidamente il bacino su quello dell'amico che gemette senza controllo, chiuse gli occhi, lo afferrò e imitò il suo movimento solo con più decisione. Adam sospirò affondò il viso sul suo collo e passò le mani sugli addominali di Jake, che continuò a muoversi facendo impazzire entrambi, ma persero ogni inibizione quando Adam iniziò ad andargli incontro nelle spinte, si baciarono mentre impazzivano entrambi di piacere, si morsero le labbra e gemettero insieme mentre il piacere esplodeva in entrambi in un punto di non ritorno che li mise improvvisamente davanti alla realtà dei fatti. 
Si guardarono negli occhi, con i respiri accelerati e le labbra ancora gonfie. Le guance di Adam divennero improvvisamente di fuoco, mentre Jake si sentì letteralmente sbiancare. Veloce lo scostò da sopra di se e uscì dalla stanza quasi di corsa. Lasciando Adam solo e stordito sul suo letto.
Cosa diavolo era appena successo?

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Jake non era riuscito a chiudere occhio.
Era andato sul divano e aveva provato a dormire li, ma era solo rimasto immobile, con gli occhi fissi nel vuoto, e il cuore che batteva furioso in ogni vena.
Il giorno era arrivato in fretta. E con esso si erano alzati i genitori di Adam che lo avevano guardato sorpresi ma non avevano fatto domande, e Bree che con un risolino irritante aveva detto "la mogliettina ti ha cacciato dal talamo nuziale?" Un dito medio sollevato e via.
Il vero problema era stato Adam.
Quando era uscito lui, con i vestiti puliti e i capelli freschi di doccia, Jake aveva davvero rischiato l'infarto.
Adam lo aveva guardato imbarazzato
"Giorno"
Jake non era riuscito neanche a reggere il suo sguardo. Si era stretto belle spalle, e mentre si incassava nel divano aveva borbottato una risposta sommessa, Adam aveva sospirato ed era andato in cucina.
Jake in quel momento avrebbe voluto solo morire: era riuscito a rovinare l'unica cosa bella della sua vita.

Adam era sotto schock.
E la cosa che più lo sconvolgeva era la paura di perdere Jake, il dolore provato quando lui non era riuscito neanche a guardarlo, piuttosto che il rimorso di aver tradito Milly e aver baciato un ragazzo.
Quel ragazzo è Jake
Adam arrossì mordendosi il labbro inferiore
"Adam tutto ok?"
Adam annuì senza guardare la madre, lei sospirò
"Jack ha dormito sul divano?"
Adam annuì di nuovo, Bree rise appoggiandosi con le anche a un mobile
"Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno"
Adam la guardò teso e per la prima volta ebbe la forza di parlare
"Nulla dividerà mai noi due, per cui smettila"
La sua voce era uscita eccessivamente dura ma non ne era pentito. Al diavolo Bree. Erano anni che voleva mandarla a fanculo.
E improvvisamente Adam iniziò a pensare. A tutte le volte che era stato geloso di Jake. A tutte le volte in cui si erano addormentati abbracciati.
Un brivido gli attraversò la schiena, la testa iniziò a girargli, tutto fu interrotto dall'arrivo della sua principale fonte di confusione in cucina. Adam trasalì e guardò Jake che con addosso una canottiera e i pantaloni di una tuta faceva il suo ingresso in tutta la sua bellezza.
Aveva sempre saputo che fisicamente era perfetto. Glielo aveva anche detto, senza imbarazzi, ridendo e prendendolo un po in giro. Ma ora non aveva affatto voglia di scherzare mentre guardava i suoi muscoli coperti da tatuaggi, la sua pelle tesa, le sue spalle ampie, si sentì arrossire e quando Jake lo guardò, questa volta fu lui a dover distogliere lo sguardo, vide con la coda dell'occhio anche Bree imbarazzarsi e si irritò. Senza un motivo. Semplicemente odiava che Jake avesse quel l'effetto su chiunque.
"Potevi vestirti"
L'altro non si offese e invece sorrise prendendo del caffè
"Amo stare comodo" si voltò verso Bree e con voce calma disse "smettila di dire cazzate"
Adam trattenne male un sorriso. Aveva sentito. Jake prese un biscotto lo mise in bocca e andò verso la sua camera.
Lo seguì prima di rendersene conto cosa stesse facendo, entrò nella sua camera subito dopo il moro, che si voltò a guardarlo vagamente sorpreso, poi si morse un labbro e gli diede le spalle
"10 minuti e ripartiamo ok?"
Adam sentì un brivido attraversargli la schiena, sospirò piano e gli chiese
"Non vai a trovare Viola?"
"No, è già tanto a Natale, basta per tutto il resto dell'anno, e poi questa sera devo andare a lavoro.. Vorrei provare a dormire un po prima"
Adam guardò la sua schiena mentre lui infilava una maglietta
"Potevi restare in camera.."
Lo sentì ridere e questa volta a dover distogliere lo sguardo fu lui
"Davvero Adam? E credi che avrei dormito?"
Il suo sarcasmo lo costrinse a dire
"Ti saresti riposato meglio"
Jake lo guardò improvvisamente arrabbiato
"Vuoi seriamente far finta che non sia successo nulla Adam?! Mi prendi in giro?!"
Adam sentì il sangue affluirgli tutto sulle guance, e indietreggiò di mezzo passo
"Cosa vuoi che faccia? Ormai è successo!"
"Non eravamo ne ubriachi ne drogati e ci siamo baciati! Ma se per te è normale, mi fa piacere"
Lo superò con una lieve spallata, aprì la porta del bagno e Adam gli corse dietro
"No che non è normale! Ma.. Io non lo so ok? Non sono così.. Io.. Non lo so!"
Jake afferrò il tubetto del dentifricio, lo strinse così forte che si sprecò tutto nella sua mano imprecò fra i denti e poi si voltò verso di lui, era così grosso da riempire tutto il suo piccolo bagno
"Cosa non sai?!"
"Se mi è dispiaciuto!"
Urlò Adam messo alle strette. Non appena lo confessò si sentì davvero in imbarazzo. Soprattutto perché Jake lo stava guardando come una specie di alieno a tre teste. Spalancò la bocca e Adam tornò in camera veloce. Aveva sbagliato a parlare. Lui di solito era quello calmo.. riflessivo, ecco cosa accadeva quando si lasciava andare, iniziava solo a sparare mucchi di cazzate. Iniziò a riempire la sua borsa da viaggio, quando Jake tornò in camera.
Rimase ad osservarlo per un po in silenzio, poi con una strana cautela mormorò
"Adam.."
Non gli rispose. Tremava mentre gettava alla rinfusa maglie sue e di Jake, senza alcuna distinzione nel suo zaino, poi improvvisamente una mano tatuata gli afferrò il polso, fermandolo. Era lui, che si era avvicinato. Poteva sentire il suo respiro addosso e no cavolo, non gli dispiaceva affatto.
Adam chiuse gli occhi e prese un respiro profondo poi mormorò
"Io amo Milly"
Sentì il corpo di Jake irrigidirsi, e sollevò gli occhi verso i suoi azzurri
"E ti giuro mai, mai e poi mai ho pensato.. A.. A.. Un ragazzo, non in quel senso.. Ma sei tu, e non posso dire che non mi sia piaciuto.."
Ammise con una punta di vergogna che fece ghignare Jake, quel ghigno che gli incavava la guancia destra in una fossetta che Adam aveva sempre adorato
"Lo avevo notato"
Adam gli arrivò un pugno con la mano libera ma Jake rise e subì il colpo senza problemi, gli fermò anche l'altro polso e si ritrovarono davvero vicini, Adam si prese il labbro inferiore tra i denti, e Jake guardò quel movimento studiandolo, poi serio lo liberò e disse
"Non voglio perderti, sei tutto per me"
Adam non si stupì di quelle parole, era la verità anche per lui, la sua vita poteva sembrare piena, ma lo era solo perché aveva Jake.
"Non accadrà mai"
L'altro sollevò scettico un sopracciglio
"Davvero? Perché io ho voglia di baciarti Adam, e non solo quello, credi che questo non rovinerà tutto?"
Adam aveva il proprio cuore che iniziava a dolere. Abbassò lo sguardo, anche lui voleva baciarlo.. Lo voleva davvero.. Ma.. Perché? Era tutto nuovo per lui.. Era davvero attratto da lui, o stava solo confondendo l'affetto che provava nei suoi confronti? Inoltre non poteva fare questo a Milly.. Soprattutto non per un capriccio.
Chiuse gli occhi e poi con voce il più incolore possibile disse
"Dobbiamo lasciare tutto com'era Jake, forse è meglio dimenticare ogni cosa veramente"
Jake scosse la testa tra se e se, si passò una mano fra i capelli neri, e poi lentamente alzò le spalle
"Già forse è meglio.."
Afferrò la sua borsa e passandogli accanto disse solo
"Ti aspetto di sotto"

Per giorni le cose furono strane tra di loro, poi lentamente tutto tornò alla normalità. Baci, abbracci, erano quelli che si erano scambiati.
Certo, Adam non portava più Milly a casa e Jake neanche pensava di ripetere l'esperienza del ragazzo in camera, però tutto sommato avevano ritrovato una specie di equilibrio tutto loro.
Quel l'equilibrio che andava a farsi benedire, ogni volta che Jake guardava le labbra di Adam, o che Adam faceva un sogno in cui Jake gli faceva cose davvero poco caste.
Era imbarazzante per entrambi, tornare ai tempi dell'adolescenza, per porre rimedio a quei casi.
Adam proprio non riusciva a capire cosa fosse successo. Aveva sempre dormito con Jake, aveva sempre saputo della sua sessualità, eppure il suo corpo non aveva mai reagito in quel modo.. Perché proprio ora? Certo era sempre stato geloso fino ad essere quasi possessivo, ma chi non lo sarebbe stato con uno come Jake? Era così.. Bello e simpatico e forte.. Ecco, quando si ritrovava a pensare quelle cose il suo imbarazzo triplicava, eppure era sempre riuscito a mascherare il tutto e ad essere un buon amico.. Fino a sabato.
Sabato uno dei suoi amici decise che per festeggiare il suo compleanno avrebbero fatto qualcosa di diverso dalla solita degustazione di vini, e perché non un giro di tequila alla discoteca in cui lavorava Jake? Quando quest'ultimo lo aveva visto in fila con la sua schiera di amici perfettini, era scoppiato a ridere così forte, che un gruppo di 16enni erano andati via spaventati.
"Cos'è? Vi siete persi?"
Fu Adam a parlare visto che gli altri erano spaventati quasi quanto i ragazzini
"Vogliamo entrare"
Jake alzò un sopracciglio, guardandolo senza riuscire a trattenere un sorriso
"Per fare cosa, una partita a scarabeo?" Si accese una sigaretta e diede un tiro mentre si stringeva nel giubbotto di pelle divertito "o per un comizio sull'abolizione di questi posti del peccato?"
Si rivolse a Ted uno dei più secchioni e con fare cospiratore sussurrò "attenti qui si balla" poi scoppiò a ridere, e Adam gli arrivò un pugno
"Facci entrare coglione"
"Che parole volgari, sicuri che siete dei tipi raccomandabili? Qui dentro non voglio problemi! Ehi tu, in quelle mentine non ci sarà mica del LSD?"
Adam si rivolse agli altri annoiato
"Entrate pure" tutti obbedirono un po a testa bassa e lui si voltò verso Jake che ancora se la rideva "hai finito?"
"Scherzi? Hai appena reso interessante una serata noiosissima"
"Sei davvero stupido quando fai così"
Jake alzò le spalle
"Di chi è stata l'idea di venire qui? Sicuramente non tua"
"È il compleanno di Robbie e ci offre una bevuta"
"Non è un po troppo normale per voi secchioni?"
"Guarda che beviamo anche noi"
"Vino, o al massimo birra, ma di certo non qui" Jake sorrise "conosco i tuoi amici tesoro.. ma sarà comunque divertente, insomma Ted mi fa fare sempre grosse risate"
Malgrado tutto Adam sorrise
"Smettila, io vado dentro"
Jake annuì
"Ti raggiungo fra un po', ho la pausa"
Adam era davvero felice al pensiero di poter stare un po con lui, ed entrò senza dire nulla.

Era su di giri, e salutò persino gli amici di Jake e si fermò a parlare con Trisha, lei era simpatica dopotutto e riuscì persino a convincerlo a ballare con lei.
Adam era euforico. E tutto perché Jake era lì... Ma soprattutto, non era una novità. Tra loro era sempre stato così solo non se n'era mai accorto. Ora che era un po più consapevole, non faceva altro che aspettare di vederlo arrivare da un momento all'altro, e nel frattempo si divertiva, perché sapeva che quella serata sarebbe stata perfetta perché l'avrebbe trascorsa con il suo migliore amico.
Era assurdo che non l'avesse mai notato prima. Che prima chiamasse amicizia quel l'influenza che il ragazzo aveva sempre avuto su di lui.
Dopo un paio di shot ecco che Jake si buttò sui divanetti con loro, guardò accigliato Trisha e le chiese, mentre passava un braccio alle spalle di Adam
"Tu che ci fai qui?"
"Insegno ai cuccioli come gira il mondo" mandò giù in gola della tequila tutta d'un fiato e Jake sorrise scuotendo la testa divertito, quando incrociò gli occhi liquidi di Adam
"Sei ubriaco"
Lui rise
"Non è assolutamente vero"
Jake rise
"Sei assolutamente ubriaco"
"Non è ass..assolutamente vero"
Risero insieme, e Jake lo abbracciò
"Meno male che sono arrivato io a prendermi cura di te!"
Lo disse per scherzare, ma Adam sorrise e nascose il viso nel suo incavo del collo, mentre sussurrava con voce arrochita dall'alcool e forse da altro
"È maledettamente vero.."
Jake s'irrigidì un po, ma non lo allontanò
"Sono davvero felice che sei qui"
Soffiò contro la sua pelle Adam mentre passava la punta del suo naso sulla linea del suo collo, togliendogli letteralmente il respiro, nessuno ci fece caso, era normale tra loro.
"Ci lavoro"
"Si ma ora sei qui con me"
Jake sorrise, passandogli una mano fra i sottili capelli dorati
"Ne dubitavi?"
"No.."
Adam gli baciò il collo, un bacio bagnato e terribilmente sensuale che questa volta costrinse Jake a spostarlo, mentre Trisha che aveva assistito a tutta la scena sollevava così in alto le sopracciglia che quasi scomparirono nei suoi strani capelli
"Ho bisogno di una birra"
Veloce Jake corse via, poco dopo Trisha lo fermò
"Che cosa diavolo era quello?"
"Nulla" rispose sbrigativo e lei rise
"Mi credi stupida?"
"Beh se devo essere sincero.."
Lo schiaffo che gli arrivò se l'era meritato tutto
"Jake! Voi siete sempre stati.. Affiatati ma.."
"È ubriaco!"
"C'ha provato con te!"
Era sconvolta
"Non è vero! È fidanzato!"
"Certo e io sono vergine!"
Jake la guardò fingendosi stupito
"Davvero?!"
Il secondo schiaffo gli fece più male
"Jake!"
Jake la superò e più deciso disse
"Vado a prendermi una birra!"
"Jack..!"
"È tutto ok, solo non insistere con questa storia" e quando si allontanò tra la folla Trisha non lo seguì.

Adam non ci stava capendo nulla, eppure continuava a ridere e a bere, e stava bene, certo non si sentiva tanto le gambe, ma a cosa servivano quando c'erano quei divanetti così comodi?
Poi dopo un po si ricordò di Jake, dov'era? Perché non tornava? Si alzò e andò a cercarlo, prima di poter riflettere su cosa stesse facendo, o pensare davvero a una frase di senso compiuto.. Cosa impossibile in quel momento visto che nella sua testa c'era solo il suo nome, Jake Jake Jake, un ossessione e doveva trovarlo.
E lo trovò.
Al bancone, che rideva e parlava con quel barman dagli occhi troppo neri e l'aspetto troppo perfetto.
La testa gli girò mentre li guardava.. Erano così belli insieme.. Attiravano gli sguardi di chiunque.. Vide la mano di quello li passare sulla spalla su Jake, con una confidenza che non gli piaceva neanche un po', in una carezza che diceva altro e qualcosa si mosse dentro di lui.
Era fastidioso.
Odiava che qualcun altro potesse toccarlo. Odiava che tutte quelle persone potessero vedere quanto fosse bello, sia dentro che fuori. Perché era Jake. E lui era come il sole. Era impossibile non notarlo, ignorarlo, non ammirarlo.
Ed era suo.
Era il suo sole.
Quel ragazzo si chinò su di lui e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, Jake annuì. Cosa aveva accettato?
Sarebbe stato con lui quella notte?
Adam si mosse prima che potesse dirsi che lui era già fidanzato, e che non avrebbe dovuto importargli. Prima di rendersi conto che era tutto sbagliato era già lì con la mano intorno al braccio di Jake, e il suo petto attaccato alla sua schiena
Jake si voltò sorpreso
"Adam cosa.."
"Balliamo"
Jake scoppiò a ridere
"Dio sei proprio fuori per dire una cosa del genere!"
Adam però rimase serio, guardò quel ragazzo e poi tirò Jake verso di se
"Balliamo.. Ti prego"
Il sorriso sul volto di Jake sparì e confuso si lasciò condurre sulla pista.
Adam allacciò le braccia intorno alle sue spalle, e Jake quasi di riflesso appoggiò le sue mani su quei fianchi che lo mandavano letteralmente fuori di testa.
Quasi non si muovevano.
I loro corpi erano stretti, la testa di Adam era nascosta nel suo collo, i loro respiri erano bloccati nelle bocche serrate.
Il ritmo della musica era scatenato ma a loro non importava.
C'erano solo Adam e Jake in quel momento nell'universo.
Poi Adam sollevò la testa e lo guardò nei suoi occhi troppo azzurri, e senza dire una parola lo baciò.
Un bacio tenero, a fior di labbra che fece tremare Jake come mai era accaduto prima.
Lo amava.
Lo amava davvero.
Era sempre stato solo Adam.
Lo amava da bambino, quando divideva i suoi biscotti con lui.
Lo amava da ragazzo quando correvano in motorino e saltavano la scuola insieme.
Lo amava mentre scopava sconosciuti senza nome né sesso, presi a caso, conosciuti di sera e dimenticati al mattino.
Lo amava mentre attaccava Milly per ogni minima cosa.
Lo amava mentre cercavano la casa in cui vivere insieme.
Lo amava mentre litigavamo, mentre ridevano, mentre vivevano la loro vita.
Lo amava in ogni minuto. In ogni secondo. In ogni istante.
Lo aveva sempre amato.
Non aveva mai cercato altro, perché sapeva di non poter mai avere l'unico che volesse realmente. Poteva fingere che gli andasse bene la loro amicizia prima di ammettere a se stesso i suoi sentimenti. Ma ora... Ora poteva continuare a far finta di nulla?
Adam si strinse a lui e chiuse gli occhi
"Hai davvero un buon profumo Jake. Lo amo lo sai? Amo tutto di te.."
E la risposta fu fin troppo chiara, fin troppo ovvia, fin troppo spaventosa.
Non c'erano mai stati equilibri fra loro.
Non c'era mai stato nulla, di reale fino a quella notte.

Nota dell'autore Salve! Ho pubblicato tutti insieme i capitoli perché li avevo pronti, spero di sapere il vostro parere, un commento o anche una critica costruttiva!! Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8 
 
 
C'era un motivo per cui Adam odiava l'alcool. E lo ricordò il mattino dopo, quando si ritrovò con un mal di testa spaventoso. Grugnì girandosi fra le coperte, completamente sudato e del tutto dolorante, era davvero uno schifo.
Fino a quando non andò a sbattere contro qualcosa. Qualcosa di caldo e morbido. Aprì un occhio, anche se già aveva una mezza idea di chi o cosa avrebbe trovato una volta sveglio del tutto, e non fu deluso.
Ancora completamente vestito al suo fianco, c'era Jake, che dormiva beatamente. Adam sospirò piano e richiuse gli occhi, quella poca luce che entrava dalla finestra era davvero fastidiosa. 
Purtroppo per lui ricordava tutto.
Tutto quello che aveva detto, fatto (aveva davvero ballato con Trisha?!), e anche quel bacio a stampo. Questa volta aveva la scusa dell'alcol, ma si doveva un po di onestà. 
Aveva voluto farlo. 
E voleva ancora. 
Si passò le mani sul viso e gemette per la frustrazione, sentì una risata bassa quasi direttamente nel suo orecchio
"Sei sveglio.."
Adam si voltò e trovò gli occhi chiari di Jake che lo guardavano dolci ma vigili, sembrava teso, ma al tempo stesso a suo agio, era sempre stato così contraddittorio o era lui ad essere particolarmente confuso ultimamente?
"Anche tu"
"È impossibile dormire con te che ti muovi come una foca impazzita" 
Adam rise e Jake sorrise richiudendo gli occhi stringendosi al cuscino
"Hai sorriso finalmente.. Eri pallido da far spavento"
Adam arrossì mentre si tormentava le labbra e Jake senza guardarlo mormorò 
"Eri ubriaco Ad"
Adam sorrise tristemente lo conosceva proprio come le sue tasche.. Era sempre stato così fra loro: bastava uno sguardo per dire cose che a parole era impossibile spiegare. Lo guardò. Era così bello con i capelli spettinati e l'aria stropicciata.. 
Adam si mosse ancora una volta.
Sembrava perdere ogni controllo con Jake. Non gli era mai successo prima, era esaltante e spaventoso al tempo stesso. 
Si tese verso di lui e lo baciò di nuovo, chiudendo gli occhi, assaggiandogli le labbra, piano, con delicatezza, e poi si sollevò. Notò la pelle delle guance di Jake farsi più rossa, ma quando lo guardò e parlò la sua voce era tranquilla
"E questo?"
Adam sorrise 
"Non lo so"
Jake si tirò a sedere, lo afferrò per il dietro del collo e fece scontrare le loro labbra, Adam non esitò. Schiuse la bocca e lasciò che la sua lingua gli affondasse dentro, in maniera poco dignitosa si lasciò andare a un gemito roco, mentre cadeva indietro fra le coperte con Jake addosso, che lo baciava con forza, mordendogli e succhiandogli le labbra, togliendogli anche l'anima. 
Adam passò le mani fra i suoi capelli, e rispose. Dio, se rispose. E non c'erano scuse, ne fidanzate. Erano solo loro due che si baciavano marchiandosi, segnandosi a vicenda. Perché era impossibile anche solo pensare di dimenticare una cosa del genere. Era folle, ma bellissima. Era tutto. Adam scese con la bocca a torturargli il collo, morse, leccò e succhiò un punto, fino a lasciare un segno violaceo, che guardò con una certa soddisfazione. Chiunque avrebbe desiderato Jake nelle prossime ore, avrebbe visto che era suo. Tornò sulle sue labbra, mentre le mani di Jake lo accarezzavano un po ovunque. Cielo, era bravo.. Era bravo davvero. Con un sospiro Jake lo afferrò per le gambe e gliele fece circondare intorno al bacino, Adam obbedì docile mentre l'altro con un movimento fluido si sfilava la maglietta, il biondo arrossì mentre lo ammirava, lo aveva visto altre volte nudo, eppure ciò che provava in qual momento era nuovo ed indescrivibile. Aveva sempre trovato bello Jake ma ora era qualcosa di eccessivo, ora era eccitante. Si allungò verso di lui, e leccò la pelle delle sue spalle, delle sue clavicole e Jake passò le mani sotto la sua maglietta, sentì il suo torace bruciare sotto quel tocco, ricominciarono a muoversi, imitando l'esperienza nella casa dei suoi, ma questa volta entrambi non erano disposti a limitarsi a questo. Fu Adam a fare il primo passo. Sapeva che Jake teneva troppo a lui, per fare qualsiasi cosa senza il suo permesso. Sbottonò i suoi jeans e tirò giù la lampo, sorrise contro la sua bocca, quando sentì il suo respiro accelerare, lo toccò. Non aveva mai toccato un altro ragazzo prima di quel momento, e anche se era solo uno sfiorare attraverso i boxer non provò le sensazioni che si aspettava di provare. 
Niente stranezze o disgusto. 
Sapeva esattamente cosa fare. 
Dove toccarlo, come farlo godere. 
Era Jake.
Farlo stare bene, in tutti i sensi, doveva essere una specie di vocazione per lui. L'amico veloce sbottonò anche i suoi pantaloni, le sue pupille erano dilatate, le labbra gonfie.. Era uno spettacolo.. 
Il suono del campanello ruppe la loro bolla di sapone e li fece sobbalzare entrambi. 
Si guardarono negli occhi, staccando le bocche, ma senza allontanare le mani dai loro corpi, come se fare qualsiasi movimento fosse pericoloso, in quel momento. 
Il campanello suonò ancora, e Jake sospirò pesantemente aiutandolo a stendersi al suo fianco e rotolando di lato, Adam fissò per qualche secondo il soffitto e quando il suono del campanello si ripresentò, anche il mal di testa tornò a pulsare nelle sue tempie, chiuse gli occhi e Jake si alzò 
"Vado io, tu riposati"
Si alzò prima che potesse fermarlo, si sollevò sui gomiti e lo vide uscire dalla camera.
Adam si ributtò sul cuscino, era tutto un casino... Cosa gli passava per la testa ultimamente? Stava per riaddormentarsi quando udì frammenti delle voci di Jake e Milly provenire dal salotto.
Quando realizzò che si trattava davvero della sua fidanzata, si alzò di scatto e corse da loro con il cuore davvero singhiozzante.
Merda e ora?
Erano lì.
Vederli insieme gli provocò quasi un conato di vomito.
Jake era seduto sul bracciolo del divano e Milly era in piedi che lo guardava con le braccia incrociate e la solita aria di rimprovero.
Adam abbassò lo sguardo sconvolto, proprio mentre lei felice diceva
"Sei sveglio! Avete fatto follie ieri?"
Adam non le rispose mentre quasi gli parve di sentire il naturale irrigidirsi del corpo di Jake. 
Milly lo abbracciò e lo bacio sulle labbra, Jake si alzò 
"Vado a farmi una doccia"
Milly gli sorrise
"Importa a qualcuno?"
Jake non le rispose, si passò una mano fra i capelli neri ed entrò nella sua stanza, Milly aggrottò la fronte
"Ma che ha? Stamattina non mi ha neanche insultata!"
Adam si staccò da lei e si morse l'interno della bocca 
"Ti dispiace?"
"No ma è strano.."
Adam alzò le spalle e si sentì davvero una merda. Perché sapeva cosa aveva Jake e non poteva fare niente per lui. Perché si sentiva in colpa verso Milly eppure non poteva fare nulla per non sentirsi un po più  distante del solito.
"Tutto ok?"
No non è tutto ok.
"Ho un po di mal di testa"
Milly rise 
"Te l'ho detto mille volte di non bere.."
Lo abbracciò da dietro
"Non reggi l'alcol"
Adam si morse le labbra e le prese una mano fra le sue. Gli piaceva Milly. Gli piacevano le sue mani piccole e delicate, le sue unghia curate, il suo profumo dolce.. Tutto di lei gli piaceva. Eppure una parte di lui stava pensando a Jake sotto la doccia, e non era indifferente.
Staccò Milly da se e le sorrise
"Scusami, hai ragione.. È che ho un mal di testa allucinante, ti dispiace se ci vediamo domani?" 
Malgrado tutto non poteva stare con lei con quello strato di confusione addosso. Non era ipocrita fino a quel punto. E poi c'era Jake a due passi da lui, e non poteva fargli questo. Anche se non gli erano chiare le intenzioni dell'amico, cosa volesse o non volesse da lui. 
Milly non oppose resistenze e poco dopo se ne andò lasciandogli così la possibilità di ricominciare a respirare. 
Adam si passò entrambe le mani fra i capelli e poi andò a bussare alla porta di Jake che l'aprì poco dopo, scivolando però subito via.
Adam si morse un labbro osservando la sua schiena tatuata e con un filo di voce mormorò 
"È andata via.."
Jake non gli rispose e il suo cuore perse circa un milione di battiti, si mosse nervosamente sul posto e mormorò 
"Mi dispiace. Mi dispiace davvero. Ma.." Lo vide fermarsi, con la testa un po' china in avanti e le spalle rigide. Almeno era ancora disposto ad ascoltarlo. "È tutto nuovo per me. E io.. Jake non so cosa fare" 
Lo sentì sospirare e poi finalmente si decise a voltarsi verso di lui. I suoi occhi erano scuri, la mascella tesa. Era bellissimo. Questa volta il cuore di Adam accelerò. Il sangue affluì alle guance e il respiro accelerò.
Jake gli chiese semplicemente 
"Ora, cosa vorresti fare?"
Adam sgranò gli occhi e trattenne il respiro. Poi le parole gli sfuggirono rapide
"Baciarti"
L'altro si rilassò sorridendogli teneramente 
"Di cosa hai paura?"
Adam rise nervoso
"Di tutto?" Si passò le mani sul viso e mormorò "Di ferirti, di perderti, di essere semplicemente confuso.. Di.. Di.." 
Jake lo interruppe prendendogli il viso tra le mani, come faceva un ragazzone come lui ad essere così.. Delicato? 
"Probabilmente è tutto vero, mi ferirai perché sei solo confuso, ma ti giuro che non mi perderai mai"
Adam quasi si aggrappò alle sue spalle
"Lo dici ora"
"L'ho sempre pensato"
E poi lo baciò. Fu Jake a fare il primo passo questa volta, a sollevargli il viso e ad appoggiare le labbra sulle sue, ma fu Adam a rendere tutto più intenso violandogli le labbra con la lingua, ficcando le unghia nella sua pelle, stringendo i loro corpi in una presa quasi soffocante. Sapeva di comportarsi malissimo con Milly.  Di essere disgustoso. 
Ma come poteva dire di no a tutto questo?
Adam si allontanò di un millimetro dalle sue labbra e con voce impastata sussurrò 
"E tu cosa vuoi?"
Jake rise e lo schiacciò contro la porta della sua camera
"Che domande del cazzo che fai"
E lo baciò ancora, togliendogli il respiro, Adam gemette di frustrazione, mentre le mani salivano ad incastrarsi con i suoi capelli neri, e i sensi si annebbiavano con il suo profumo di doccia appena fatta, tutto continuò finché Jake non gli fece sentire addosso la sua eccitazione, identica a quella di Adam, che arrossì proprio mentre l'altro con voce roca sussurrò
"Mi farai impazzire"
Quella frase lo fece ridere 
"Potrebbe essere il mio scopo"
"Simpatico"
Si baciarono di nuovo, e si spogliarono dei pantaloni della tuta che il moro aveva infilato dopo la doccia e del pigiama che Adam ancora portava, restarono con i boxer addosso, e dopo un attimo erano avvinghiati sul letto, con il biondo sotto a Jake e i corpi che si muovevano in sincrono cercando di darsi un po di soddisfazione. Poi quelle mani grandi scivolarono verso il basso, fino alla stoffa dell'intimo e la bocca iniziò a torturare il collo, e Adam fu certo che ad impazzire sarebbe stato lui. Iniziò a muoversi come una sottospecie di Anguilla, quando le dita di Jake circondarono la sua erezione e la bocca scese ancora fino al suo petto.
Il momento più incredibile fu quando Jake sollevò lo sguardo, con la lingua ancora sulla sua pelle e incrociò direttamente i suoi occhi, bastò a far perdere ad Adam del tutto il controllo di se. Venne con forza, grazie a lui, ma non si fermò, lo afferrò e con un certo sforzo scambiò i ruoli, poi dopo una prese esitazione lo prese in bocca. Jake sussultò sorpreso. Non si aspettava tutta quella sua intraprendenza. Ma Adam evidentemente non stava pensando e non gli importava. Anzi gli piaceva. 
Era Jake. Tutto di lui gli faceva perdere la testa. Ci si impegnò. E anche se non era bravissimo bastò all'altro pensare di chi fosse la bocca che aveva addosso per raggiungere l'apice del piacere. Adam si spostò un istante prima e gli sorride soddisfatto mentre gattonando gli salì a cavalcioni addosso.
Jake aveva gli occhi chiusi e il petto ingrossato. Era uno spettacolo.
"Sono riuscito nel mio intento?"
Jake lo guardò, da sotto le lunghe ciglia scure, poi lo afferrò e lo baciò con forza, con possessione. Non ci fu mai risposta migliore di quella.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9 
 
 
Jake era confuso.
Era la prima volta che gli succedeva una cosa del genere e non sapeva esattamente cosa fare in uno di quei casi.
Non si era fatto problemi quando aveva scoperto una certa passione per il sesso con altri uomini, né quando si era trattato di scegliere cosa fare dopo le superiori. Non ci aveva messo più di 2 minuti a decidere di partire per New York con Adam e di sicuro non si era fatto problemi a fare un lavoro notturno e pericoloso.  
Eppure ora era confuso. 
Si sentiva sospeso, come in bilico su una fune e sapeva che ogni passo sarebbe stata la fine per lui, perché fondamentalmente non sapeva come muoversi.
In parole povere era in una situazione di merda.
Adam era fantastico, ovviamente lo era. Insomma era Adam.
Ogni volta che lo baciava e lo toccava era come essere schiaffati direttamente in paradiso. Ma c'era giusto un piccolo particolare che lo turbava ogni volta che finivano a rotolarsi nel letto, cosa che negli ultimi tempi accadeva spesso: lui era innamorato di quel ragazzo con la testa bionda. Ne era innamorato da far schifo. Tanto che ogni tanto lo guardava con occhi sognanti, lo fissava per ore mentre dormiva e rideva alle sue stupide battute sulla medicina che non avrebbero fatto ridere nessuno, perché francamente Adam non era mai stato una persona divertente. Ma lui continuava a ridere lo stesso e Adam lo guardava con occhi luminosi e lui si sentiva una merda perché lo amava come non aveva mai amato nessuno prima. Letteralmente.
E qui arrivava la sua confusione.
Cos'era lui per il suo migliore amico?
Un esperimento? Un gioco? Un trastullo?
Che Adam non fosse etero etero l'aveva capito dal momento in cui glielo aveva preso in bocca, ma lui cosa rappresentava? Solo un ponte di passaggio?
Per Jake l'amico era l'arrivo.
Lo aveva aspettato per anni. Solo ora che aveva piena coscienza dei suoi sentimenti se ne rendeva conto. Era stato in un angolo a fingersi suo amico e ad aspettarlo, innamorato di ogni suo singolo passo, in attesa che si accorgesse di lui. Ma anche in quel momento Adam non era con lui. Non era nel suo mondo, perché aveva appena iniziato a capire cosa volesse realmente dalla vita, e Jake sentiva di essere solo un mezzo per farglielo capire. 
Era frustrante.
Adam lo voleva, lo cercava e lo portava a toccare un piacere infinito, ma poi i suoi occhi si perdevano, il suo corpo tornava da Milly e lui tornava nel suo angolo ad aspettarlo. Ma se prima poteva farlo perché non ne era cosciente, ora era diverso. Ora era doloroso aspettarlo. 
Aveva paura di tutti quei cambiamenti.
 
Adam aprì gli occhi e si trovò solo nel suo letto, guardò la parte vuota accanto a se e si sollevò di scatto sorpreso. 
Nell'ultimo mese non era mai successo. Dov'era Jake? Si alzò e in pigiama corse nella stanza dell'amico ma la trovò intatta.
Un nodo alla gola gli impedì di respirare bene per qualche secondo, tornò in camera sua e prese il telefono, forse c'era una spiegazione, un'altra oltre a quella che gli era venuta in mente immediatamente. Ma non lo aveva chiamato ne lasciato messaggi. 
Adam si trovò a fissare il vuoto, con il cuore che pulsava forte nelle vene.
Non era pronto a questo.
Come un'automa fece la doccia e si vestì per andare all'università. 
Stava per uscire quando la porta si aprì ed entrò proprio Jake, e il ragazzo prima sentì le farfalle nello stomaco e poi una voglia matta di urlare. Dov'era stato tutta la notte? 
Jake si passò una mano fra i capelli neri e poi gli sorrise ma i suoi occhi scapparono veloci dai suoi, cattivo segno... Si tolse la giacca e con la sua solita voce roca disse
"Sei già sveglio"
Adam abbassò lo sguardo
"Devo andare all'università" 
Jake evitò di dirgli che lo ricordava benissimo e che era tornato a quell'ora sperando di trovarlo già fuori
"Ah si è vero"
Lo superò togliendosi la giacca di pelle "A dopo allora"
Ma Adam non uscì e lo seguì in camera
"Come è andata questa notte?"
Jake si tolse gli stivali e si buttò sul letto poi disse 
"È stata una serata di merda, un gruppo ha dato fastidio, prima ho dovuto prenderli a calci e poi chiamare la polizia, è stato il delirio"
Adam dimenticò per un istante i suoi problemi e gli chiese preoccupato
"Stai bene?"
Jake gli rivolse quel suo sorriso sghembo che gli piaceva tanto
"Non mi vedi? Sto una meraviglia"
Adam rise e gli alzò il medio, poi tornò serio
"Cos'hai fatto dopo il lavoro?"
Jake esitò e si alzò iniziando a spogliarsi
"Nulla perché?"
Adam osservò la sua schiena e con un filo di voce gli chiese 
"Quindi è finita alle 8 del mattino?"
Jake si tolse i pantaloni e disse 
"No certo che no"
"E allora dove sei stato?"
"In giro"
"Da solo?"
Jake sbuffò e si passò entrambe le mani fra i capelli poi finalmente si voltò verso di lui
"Ma cos'è questo? Una specie di scarso interrogatorio? Parla chiaramente Adam!"
Adam non era sicuro di voler parlare chiaramente, perché non era sicuro di voler sentire la risposta. 
Trattenne il respiro per un instante poi lentamente chiese di nuovo 
"Eri da solo?"
Jake lo guardò inarcando le sopracciglia poi sbuffò e tornando a non guardarlo, usando la scusa di voltarsi per prendere la tuta disse, finalmente
"No"
Adam vacillò e per un istante fu felice che lui fosse di spalle e non potesse vederlo
"Eri con Trisha?"
"Con Ben"
Ben.
Ben il bel barista con gli occhi neri. 
Quel Ben.
Prese un respiro profondo, l'aria bruciò quando entrò nei polmoni. Poi prese e uscì dalla stanza, per non far tardi all'università. Ma non stava pensando, non stava ragionando.
Avrebbe solo voluto che Jake per una volta gli avesse mentito.
 
Jake non aveva mentito ad Adam. 
Era stato veramente con Ben dopo il lavoro, solo non a far sesso, ma a parlare tutta la notte di lui.
Dio, si sentiva così patetico.
Si buttò sul letto stanco e passò le mani sul volto provato dalla mancanza di sonno. Sapeva che Adam aveva pensato a male, in fondo glielo aveva detto apposta. E ora si sarebbe volentieri preso a schiaffi da solo, perché non lo avrebbe visto prima delle 2 del pomeriggio e odiava il pensiero che fosse chissà dove con chissà chi e che fosse arrabbiato con lui.
Si stava ancora maledicendo quando poco prima di pranzo, decisamente in anticipo, sentì il portone aprirsi. 
Jake corse all'ingresso e vide Adam che nervoso si toglieva il cappotto lo lanciava sul divano insieme alla borsa con i libri, per poi marciare come una furia verso di lui e dargli una botta sul petto così forte che lo fece sobbalzare 
"Ma cosa.." 
Jake non fece in tempo a finire la frase che con occhi di fuoco Adam esclamò 
"Ti odio!" Si morse il labbro inferiore e poi lo colpì ancora "come puoi tornare a casa, dopo che mi sono preoccupato a morte per te e sbattermi in faccia che sei stato con un altro?" Gli arrivò un'altra spinta e Jake questa volta barcollò mentre lo fissava in silenzio, Adam affannato avanzò verso di lui "Forse per te è normale tutto questo! Ma per me... Come cavolo hai potuto Jake! Se non per... Insomma siamo ancora amici no? Come hai potuto fare questo a un amico! Io.. Io ti odio!" Ormai affaticato le sue frasi non avevano più un filo logico, continuava ad urlare e a colpirlo mentre il suo volto acceso lo fissava con rabbia e tristezza. Era deluso probabilmente, probabilmente voleva una risposta, ma Jake era ancora troppo sconvolto per riuscire a dire una parola. Adam lo guardò e urlando esclamò "Di qualcosa maledizione!" 
Jake preferì agire.
Passò una mano dietro il suo collo e lo attirò a se baciandolo quasi con violenza, Adam s'irrigidì, chiuse gli occhi e strinse nei pugni chiusi la maglietta dei Nirvana dell'altro attirandolo e respingendolo contemporaneamente. Quando Jake si allontanò di mezzo centimetro sussurrò piano
"Ti odio"
Jake fece un mezzo sorriso
"Non è vero"
Adam arrossì ancora di più
"Non essere troppo sicuro di te" 
Jake lo baciò di nuovo, con più dolcezza accarezzando le sue labbra con le proprie, e mormorò 
"Sono solo sicuro di te"
Adam non capì del tutto quella frase, ma decise di lasciar stare, si sollevò sulle punte e ricambiò il bacio, cercando la sua lingua è presto presero fuoco entrambi.
Le mani iniziarono a cercarsi, i respiri ad affannarsi, i corpi a rincorrersi. 
Adam si trovò disteso sul divano e un brivido di pura eccitazione lo scosse nell'intimo. 
Solo con Jake gli capitava di volere così tanto qualcosa. 
Aprì gli occhi e quando trovò quelli dell'altro di solito così azzurri così puri scuriti dall'eccitazione, sentì un brivido attraversargli il corpo come una scarica elettrica, che potente arrivò dritta al cervello, fino a scuoterlo, svegliarlo.
Era Jake, era sempre stato lui. 
Solo con lui era se stesso, solo con lui era vivo. Era sempre stato così, con lui aveva sempre provato esageratamente tutto, la differenza sostanziale era che adesso voleva esprimere quel sentimento baciandolo, divorandolo quasi, perché odiava il pensiero che altri potessero volerlo, averlo o anche solo guardarlo. Ora Jake era davvero suo.
Non seppe mai cosa Jake avesse visto sul suo viso in quell'attimo, quando la sua espressione cambiò e leggermente preoccupato mormorò  
"Adam..."
Adam lo interruppe prima che potesse dire qualsiasi cosa, prima che rompesse quel momento perfetto riportandolo a una realtà fastidiosa, difficile da accettare ora che era così vicino a lui. Lo afferrò per il retro del suo collo e fece scontrare le loro labbra e subito il bacio divenne famelico, qualcosa di incontrollabile, incontenibile, fuoco puro, si guardavano negli occhi, respiravano ognuno dalla bocca dell'altro e le loro pelli sembravano sul punto di prendere fuoco. 
Finirono per toccarsi, cercarsi, mangiarsi, elettrici ed euforici tanto quanto erano spaventati. Spaventati da ciò che provavano, da chi erano, dal mondo che li circondava e dal mondo che custodivano dentro. 
Quando i loro bacini si scontrarono suscitando un attrito piacevole ma nuovo Adam si scostò come bruciato dal suo migliore amico, senza togliere però le mani dai suoi capelli, senza smettere di guardarlo, con il suo odore ancora addosso.
"Cosa sono io per te?"
La domanda gli uscì fuori spontanea senza dargli il tempo di rifletterci, di ragionarci, di capire cosa stava facendo.
Jake spalancò i suoi occhioni color oceano sorpreso, e poi anche lui decise di essere sincero, di non pensarci troppo, di dire la prima cosa che veniva lui in mente.
"Tutto"
Il cuore di Adam perse un battito ma cercò di non darlo troppo a vedere
"Un po generico non trovi?"
Jake ghignò leggermente
"Potresti accantonare per un attimo la tua mente scientifica?"
Adam rise con il volto in fiamme 
"No mi dispiace, devo capire tutto lo sai"
"Cosa c'è da capire? Siamo io e te, mi chiedi cosa sei? L'unica persona davvero importante della mia vita, semplice, ma è sempre stato così."
Adam non rispose subito, perché sapeva che ciò che Jake stava dicendo era la verità. Era sempre stato l'unico punto fermo di quel ragazzino dalla vita così complicata. Molti gli avevano detto che non poteva sobbarcarsi di un peso tanto grande come era Jake, una persona difficile, incasinata per natura, con un trascorso duro per chiunque, ma a lui non era mai importato perché Jake non era mai stato un peso, e il solo pensiero di voltargli le spalle lo uccideva, perché sapere di essere importante per lui, dava alla sua stessa vita un senso. Era sempre stato così, e allora perché solo adesso se ne rendeva pienamente conto? 
"Non mi fai la stessa domanda?"
Jake lo guardò e poi passò le sue lunghe dita fra i capelli, li accarezzò piano, lentamente e poi mormorò 
"Non siamo pronti per la risposta Adam"
Adam tremò un po per il suo tocco, un po per la vicinanza, un po per la paura che quelle parole gli avevano trasmesso.
"Parla per te"
Jake annuì 
"Ok"
Lo baciò piano, assaporandolo, inghiottendo quelle parole che non voleva dire, non voleva sentire, eppure Adam voleva pronunciarle, egoisticamente voleva renderlo partecipe di ogni suo pensiero, così allontanò per una seconda volta le sue labbra e sussurrò
"Sei tutto per me"
Jake cercò i suoi occhi e Adam sorrise vedendo le sue guance imporporarsi
"Un po troppo generico non trovi?"
Adam rise e gli carezzò la pelle del viso
"Allora sarò più specifico, se sei stato con Ben ti ammazzo"
Aveva provato a scherzare ma un fondo di verità si nascondeva dietro a quella battuta detta per giocare un po con lui, per alleggerire la tensione che si era creata fra loro, la curiosità di sapere alla fine era stata più forte di tutto.
Jake baciò la pelle del suo collo, passò le dita sul suo addome sotto la maglietta lo fece gemere tremare, gli fece scoprire un Adam nuovo, diverso con pochi semplici movimenti, e poi dopo pochi minuti che erano sembrati infiniti mormorò 
"Non sono stato con Ben"
Adam avrebbe voluto sospirare di sollievo e invece si sentì solo in colpa.
Perché lui aveva ancora una ragazza.
Perché lui ancora non aveva avuto il coraggio di dare un nome a tutti quei cambiamenti.
Perché lui pretendeva da Jake cose che non aveva alcun diritto di pretendere. 
Guardò quegli occhi azzurri che gli riempivano l'anima e vide che sapeva, probabilmente quello sguardo aveva sempre saputo tutto, era sempre stato un passo avanti a lui, e ora era lì, sofferente perché era pronto ad accettare ogni cosa pur di stargli accanto, anche ciò che era sbagliato anche senza pretendere nulla.
Adam vide tutto ciò, lo comprese per la prima volta e il silenzio fu l'unica risposta.

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