Le Cronache di Horkrolov

di Rosemarie Green
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capito 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Era stata una notte come tante altre, serena e quasi monotona e Lara, Nate, Anna e Jonas avevano appena finito di controllare i corridoi della scuola.
I quattro ragazzi avevano tutti 18 anni e quello era il loro ultimo anno alla Scuola Superiore per Combattenti di Horkrolov.
Si conoscevano da anni e erano praticamente cresciuti insieme.
Anna e Jonas erano gemelli. Lei aveva i capelli neri e lunghi che portava spesso raccolti in una treccia, occhi azzurri, fisico alto e slanciato e la sua specialità era il lancio dei coltelli. Suo fratello aveva i suoi stessi capelli, più corti e gli occhi neri come la pece, era un abile spadaccino.
Lara aveva capelli rossi portati corti sulle spalle e gli occhi grigi, per combattere usava un lungo bastone.
Nate era alto e un fascio di muscoli, con arruffati capelli neri e un occhio color nocciola e l'altro azzurro come il cielo estivo. Era abile nel corpo a corpo e possedeva anche la straordinaria capacità di guarire con un solo tocco qualunque ferita, ma a caro prezzo: infatti il suo potere attingeva dalla sua forza vitale, per cui non poteva esercitarlo troppo spesso, a meno che non volesse morire.
Quella notte i quattro amici stavano tornando nelle loro stanze ridendo e scherzando solo come degli adolescenti possono fare, quando, all'improvviso, nell'ala della scuola che avevano appena lasciato, sentirono un forte boato.
Tornarono subito indietro e trovarono le pareti crollate e i corpi dei loro compagni che avevano appena cominciato il loro turno di guardia. Lara, in testa al gruppo, vide una figura incappucciata farsi largo tra fumo e macerie, fluttuando.
«Presto, andiamo a chiamare i professori!» sussurrò la ragazza facendo segno agli altri.
I quattro corsero più veloce che poterono verso l'ufficio del preside Morris, ma arrivarono troppo tardi: la porta era divelta dai cardini. Sconvolti, entrarono nella stanza e ciò che trovarono li lasciò ancor più terrorizzati.
Quello che fino a qualche ora fa era l'ufficio del preside, pulito e ordinato, con il loro professore seduto alla scrivania sempre intento a leggere qualcosa, adesso era nel disordine più totale: la libreria caduta, scrivania rovesciata, macchie di sangue ovunque e nessuna traccia del professor Morris.
Lara rimase addolorata dalla scoperta: orfana, Morris l'aveva cresciuta come se fosse stata figlia sua.
Era come se la ragazza fosse rimasta orfana per la seconda volta perché, con tutto quel sangue, non nutriva alcuna speranza di rivedere vivo il suo tutore.
Cadde in ginocchio sopraffatta.
«Era tutta la mia famiglia. Ora sono sola.» sospirò affranta.
Non pianse. Non ricordava neanche più da quando non versava una lacrima.
Subito i suoi amici le furono accanto.
«Non sarai mai sola, non finché ci saremo noi.» la consolò Anna, abbracciandola.
La rossa annuì grata all'amica.
«Mi dispiace tanto, Lara, ma adesso dobbiamo proprio andare. Dobbiamo scoprire chi ha fatto questo alla nostra scuola e al preside Morris.» disse Nate, pratico come sempre.
«Ha ragione lui» disse Jonas, «cerchiamo un nascondiglio.»
Cercarono di uscire dalla scuola, ma ogni ingresso era controllato...dai loro compagni e professori?
«Guardate!» esclamò Jonas, «quel bastardo ha soggiogato tutti quanti!»
«Cosa possiamo fare?» chiese Anna.
Lara, superato il momento di crollo, era entrata nella fase dell'ira.
«Prima di tutto dobbiamo scoprire chi è e cosa vuole. Ho un piano.»
Il piano di Lara era semplice: lei avrebbe fatto finta di fuggire e Anna e Jonas l'avrebbero catturata, mentre Nate si sarebbe unito al nemico per riuscire a raccogliere qualche informazione.
«No! Non te lo lascerò fare!» esclamò Nate, perdendo la freddezza di poco prima, «è troppo pericoloso! E dopo che Anna e Jon ti portano da lui, cosa avresti intenzione di fare? Cosa pensi che ti farà? L'hai visto anche tu il sangue nell'ufficio del preside! Non te lo permetterò, perché...» perché io ti amo, avrebbe voluto dire il ragazzo, ma si interruppe.
« Perché cosa? Non puoi dirmi cosa fare!» lo rimbeccò Lara.
I due fratelli li osservarono litigare per qualche minuto, poi Anna li interruppe:
«Adesso smettetela! Mi dispiace, Nate, ma sono d'accordo con Lara: è un buon piano, anche se rischioso».
Nate era allibito e ricevette un'occhiata di trionfo da parte di Lara.
«Bene, allora. Tutti ai posti. Cominciamo!»
 ***

Nate si allontanò dagli altri scuotendo la testa.
Non poteva negare di non essere in ansia per i suoi amici, soprattutto per Lara: era così testarda e impulsiva e coraggiosa ...e lui la amava. Sospirò.
Non ricordava esattamente quando e come era successo.
La mattina di quasi un anno prima, l'aveva vista a colazione, tutta assonnata e brontolante, e aveva capito che non sarebbe più riuscito a vivere un solo giorno della sua vita lontano da lei.
Si conoscevano da anni, eppure mai gli era successo di pensare a lei a quel modo.
Gli era entrata dentro all'improvviso, impetuosa, così come era lei, la sua Lara.
E adesso si stava lanciando in questa impresa suicida, accecata dalla rabbia e dal dolore.
Senza accorgersene, Nate aveva trovato il nemico.
Erano tutti nel cortile della scuola: studenti e insegnanti.
Subito, Nate individuò il suo obiettivo: era circondato da una grossa creatura con la coda da serpente al posto delle gambe e la parte superiore del corpo avente sembianze umane.
Il ragazzo pensò subito di imitare l'espressione vuota dei suoi compagni e insegnanti, in modo da far credere all'invasore che anche lui era sotto il suo controllo mentale.
Fece appena in tempo che subito la creatura lo vide, lo raggiunse e lo portò al cospetto del suo padrone, il tutto in meno di 30 secondi.
È velocissimo! Pensò.
«Maestro Mailliw,» la creatura parlava, «ho trovato un altro di quegli odiosi ragazzini.»
«Molto bene, Serpe, mettilo con gli altri. Ora ne mancano solo tre.» disse il nemico.
Per poco Nate non fece saltare la sua copertura per la sorpresa. Non solo quell'orribile creatura era fortissima e velocissima, ma Mailliw sapeva anche il numero esatto degli studenti presenti nella scuola e, come se non bastasse, solo in due erano riusciti a mettere sotto scacco l'intera scuola – piena di guerrieri professionisti e di aspiranti tali – e a neutralizzare il preside.
Adesso Nate era sempre più in ansia per i suoi amici. Sperò con tutto il cuore che il piano di Lara funzionasse.

***
 
«Dovete ferirmi con le vostre lame.» disse Lara appena Nate non fu più a portata d'orecchio.
Avrebbe sicuramente ricominciato a dire cose senza senso. Le piaceva quando si preoccupava per lei, la faceva sentire al sicuro, amata. Lei che faceva di tutto per dimostrare di essere indipendente, di mascherare sempre i suoi sentimenti. Possibile che quel ragazzo fosse riuscito a fare una breccia nel suo muro costruito con tanto impegno? E poi, da qualche tempo, Nate si comportava in modo davvero strano con Lara, e lei non riusciva a capire cosa avesse, anche se, in fondo – non l'avrebbe mai ammesso – le piaceva il nuovo Nate apprensivo solo con lei.
«Ma sei impazzita?!» esclamarono in coro i due fratelli.
«No, perché? Sentite, se vogliamo che il piano funzioni, deve essere tutto il più possibile credibile, se no non riusciremo mai a ingannarlo. Dobbiamo far finta di avere combattuto.»
«È vero, hai ragione.» disse Jonas sospirando, mentre sua sorella non era ancora convinta.
«Dai Anna, è l'unica possibilità che abbiamo. Dammi un coltello: lo faccio io, se tu non vuoi.» disse Lara.
«No, lo faccio io. Scusami se ti faccio male.» ormai Anna era rassegnata.
Dopo tutti e tre si ferirono – Lara fece in modo di essere quella messa peggio, con grande sgomento dei suoi amici – si incamminarono nella stessa direzione che aveva preso Nate qualche ora prima. Arrivarono anche loro nel cortile, e subito la Serpe si accorse di loro.
«Ma chi abbiamo qui? I tre superstiti!» sghignazzò.
«Signore, abbiamo trovato questa che cercava di scappare.» disse Jonas, cercando di apparire convincente.
«Bene, venite con me.» disse la creatura prendendo tra le sue grinfie Lara, che quasi non riusciva a camminare. Vennero portati in una sala attigua dove c'erano anche gli altri ragazzi dell'ultimo anno e, insieme a loro, Nate che cercava con tutte le forze di mascherare le proprie emozioni.
Per un breve momento gli occhi di Nate incontrarono quelli di Lara e fu talmente sollevato di vedere che Mailliw non le aveva fatto nulla che quasi non si accorse che riusciva a stento a camminare e che stava perdendo molto sangue. Appena la Serpe si fu allontanata, si precipitò dai suoi amici.
Lara sembrava su punto di svenire, Anna le aveva poggiato la testa sulle sue ginocchia e cercava di sorreggerla, Jonas faceva in modo di tenerla sveglia.
«Ma cosa è successo? Cosa le avete fatto?» chiese Nate.
«Calma, amico. Si è ferita da sola per essere più credibile.» cercò di rabbonirlo Jonas.
«E voi gliel'avete lasciato fare? Rischia di morire!»
Senza un'altra parola, Nate si avvicinò alla ragazza, le mise le mani sulla fronte e chiuse gli occhi. Subito emanò una luce azzurra che circondò i due. Appena finito, riuscì a vedere la ragazza riprendersi e lui cadde stremato.
«Nate! Cosa hai fatto!» esclamò Lara vedendolo.
«Ma che bel quadretto!» una voce gelida giunse alle spalle dei ragazzi.
Subito Anna e Jonas fecero finta di essere sotto il controllo mentale del Maestro, ma Lara, preoccupata com'era per Nate, non fece in tempo e fu smascherata.
«Quindi tu non sei sotto il mio controllo, ragazzina. E nemmeno il tuo amico. Peccato, stavo pensando di tenerlo comunque per il suo potere, ma a quanto pare non resterà ancora per molto tra noi, vero?» rise e poi continuò:
«Serpe, dì agli insegnanti di radunare fuori questi mocciosi, tranne il ragazzo e la ragazza: non mi servono, li affido a te, fanne quello che vuoi.»
«Sarà fatto, mio Maestro.» ghignò la creatura.

«Scappa, Lara.» sussurrò Nate disperato.
«Non ti lascerò qui a morire.»
«Lara, devo dirti una cosa. Io...»
«Zitto» lo interruppe lei, «me lo dirai quando usciremo da questo pasticcio.»
Sorrise e si preparò al peggio.
Mentre aspettava il loro destino, Lara si chiese cosa dovesse dirle il ragazzo di così importante. Io... io cosa? Le balenò un pensiero, e sorrise. Possibile che anche lui pensava a lei? Comunque non era più importante visto che, molto probabilmente sarebbero morti entrambi nel giro di poco tempo. Lara non aveva ancora visto in azione quel bestione, ma aveva l'impressione che, da solo, sia stato lui a sconfiggere tutti i professori e gli studenti, senza contare il preside, il suo tutore, uno dei più abili combattenti che lei avesse mai conosciuto.
«Ehi» si chinò su Nate. Era debolissimo.
«Ehi» rispose lui con un filo di voce.
«Mi dispiace tanto di averti ridotto così.»
«Non devi scusarti, sapevo a cosa andavo incontro.» disse Nate, sempre più affaticato.
«No, è che ho esagerato. Come sempre. Ero accecata dalla rabbia e dal dolore...» si interruppe guardandosi intorno
«Non c'è nessuno, possiamo scappare!»
«Vai tu, io ti rallenterei soltanto.» disse Nate.
«Non ci pensare nemmeno! Non ti abbandonerò qui!»
Lara lo aiutò ad alzarsi. Erano lenti, ma riuscirono ad allontanarsi abbastanza dalla scuola da considerarsi al sicuro, per il momento.

A qualche chilometro dalla scuola trovarono una piccola grotta nascosta dagli alberi.
Decisero di rimanere lì finché Nate non avesse recuperato le forze.
Nonostante la grotta fosse già nascosta naturalmente, Lara accumulò all'ingresso fronde e foglie per mascherarne ulteriormente l'entrata e poi andò a cercare qualcosa che si potesse mangiare senza accedere il fuoco e acqua.
Nate rimase solo.
Si sentiva in colpa per aver trascinato Lara in quella situazione: se non fosse stato per lui, adesso lei sarebbe già in salvo, molto lontano. Lara tornò dopo alcune ore, quando era ormai calata la notte.
«Ciao, come ti senti, Nate?» chiese Lara.
«Meglio. Allora, cosa c'è là fuori?» chiese il ragazzo.
«Per nostra fortuna nessuno. La prima fonte d'acqua è abbastanza lontana, quindi dovremo razionarla. Invece ci sono radici e frutti in abbondanza proprio qui fuori! Spero solo che quell'essere non venga a cercarci subito...»
«Già, lo spero anch'io...» concluse Nathaniel.










NdA:
Ciao a tutti! Spero che questo mio primo tentativo di storia a capitoli vi piaccia! Siate clementi con me e lasciatemi une recensione, se vi va!
Rose.

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Capitolo 2
*** Capito 2. ***


Passarono i giorni, senza che nessuno dei due facesse riferimento alla cosa che Nate doveva dire a Lara quando pensavano di stare per morire.

Nate stava sempre meglio e, grazie alle cure di Lara, ben presto recuperò le forze.

Una mattina Nate disse:

«Dobbiamo trovare gli altri. Spero che non siano ancora stati scoperti»

Lara annuì.

Raccolsero le loro poche cose e si incamminarono nel bosco, diretti alla città più vicina, senza neanche sospettare di stare per cadere in una trappola.


Accadde al tramonto. Stavano cercando un posto abbastanza riparato per la notte, quando all'improvviso furono attaccati; nonostante i loro sforzi, furono sopraffatti e persero conoscenza.

Si svegliarono, qualche ora dopo, nella stessa grotta che li aveva accolti nei giorni precedenti.

«Buongiorno mocciosi!» ringhiò la Serpe.

«Pensavate di essere in salvo, vero?» rise e continuò:

«Non preoccupatevi, fra poco non avrete più modo di pensare nemmeno a che giorno è oggi!»

«Come hai fatto a trovarci?» chiese Nate.

«Vi ho seguiti e spiati da quando siete fuggiti. Mi sono divertito a farvi credere di essere al sicuro, ma adesso mi stavo annoiando, quindi giocheremo un po' insieme.»

Ghignò e li guardò attentamente per qualche secondo, passando gli occhi dall'uno all'altra.

«Bene, bene. Vedo che il nostro dottorino si è ripreso. Credo proprio che comincerò a giocare con te.» disse ancora la Serpe.

«Ehi mostro! Prendi me al suo posto! Lascialo andare e farò tutto quello che vuoi!» esclamò Lara, disperata.

«NO!» urlò il ragazzo.

La bestia, intanto rideva di loro.

«Non preoccuparti, tesoro. Quando avrò finito con il tuo fidanzatino, sarà il tuo turno.»

Nate non poté fare niente.

Con un colpo di coda la bestia spezzò le corde che lo tenevano legato all'amica. Si guardarono e lui disse alla ragazza, sorridendo tristemente:

«Andrà tutto bene, tranquilla.»

Nate sapeva che ogni suo sforzo sarebbe stato inutile – la Serpe era troppo veloce, non si era nemmeno accorto di essere stato slegato da Lara – ma si mise comunque in posizione di combattimento.

Non lo vide arrivare.

In pochi secondi il mostro si avvicinò repentinamente e lo colpì forte con un pugno nello stomaco.

Lara guardò tutta la scena impotente e, per la prima volta dopo anni, non riuscì a trattenere le lacrime.

«Sapete?» disse il serpente, «credo che passerò alla ragazzina.»

Legò Nate in modo che potesse godersi lo spettacolo e prese Lara.

La ragazza non aveva nessuna intenzione di arrendersi, così lanciò uno dei suoi bastoni e colpì la creatura su una tempia. Non le fece nemmeno il solletico.

Quando stava per attaccare, la Serpe si bloccò con gli occhi spalancati e cadde pesantemente sul polveroso pavimento della grotta.

Una figura si stagliava all'ingresso della caverna e quando si avvicinò i ragazzi videro...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


3.

Una figura si stagliava all'ingresso della caverna e quando si avvicinò i ragazzi videro...
 

«Professor Morris!» esclamò Nate sollevato anche se dolorante.

Lara corse ad abbracciare il suo tutore.

«Sei vivo! Credevo che non ti avrei rivisto mai più!» disse.

«Sto bene, bambina. Ma dobbiamo andare via subito. Quella freccia non lo terrà al tappeto ancora per molto, temo. Ragazzo, sei in grado di cavalcare?» Chiese il preside, rivolgendosi a Nate.

«Sì, Signore!»

«Bene, perché ho solo due cavalli. Io andrò su uno perché sono più pesante di voi.

L'altro è vostro.» disse il professore.

Nate montò a cavallo, poi aiutò Lara a fare lo stesso tendendole la mano.

Cominciarono la cavalcata e la ragazza, dopo qualche tentennamento, strinse le braccia attorno alla vita di lui per reggersi meglio.

«Professore, ci racconti cos'è successo. Abbiamo visto il suo ufficio a soqquadro e tutto quel sangue!» chiese il giovane.

«Chiamami pure Morris, per ora non sarò più il tuo professore, ma un tuo alleato.

Più o meno quando avete sentito quell'esplosione, Mailliw – una sua proiezione , credo – è apparso nel mio ufficio e subito mi ha attaccato. Per fortuna sono stato in grado di difendermi, non era bravo come quello vero: è riuscito solo a farmi qualche graffio poi sono scappato. Mi dispiace avervi lasciati soli. Mi dispiace tanto, Lara. Ma ditemi della scuola, cos'è successo in mia assenza?»

I ragazzi raccontarono tutto ciò che era accaduto loro da quando avevano sentito quell'esplosione.

Il professore scosse la testa.

«Allora la situazione è davvero grave. Bisogna scoprire cosa sta tramando lo stregone e dobbiamo metterci in contatto con Anna e Jonas. Spero stiano bene.

Ma prima, dovete riacquistare le forze.»


 

***


 

Era strano, per Morris, essere lì, in mezzo a un bosco, con due dei suoi studenti migliori. Ma, purtroppo, doveva abituarsi in fretta all'idea. Era vitale, per loro, raggiungere il più velocemente possibile i suoi vecchi amici: loro li avrebbero aiutati di sicuro, o almeno così sperava. Dopo lunghe ricerche era riuscito a scoprire che si nascondevano in una vecchia fortezza abbandonata, protetta con ogni genere di trappole.

Guardò i due ragazzi che chiacchieravano e si sorridevano, e pensò a quanto dovesse essere difficile per loro trovarsi in quella situazione. Così lontani da tutto ciò che finora avevano considerato casa, così lontani dai loro amici, persi chissà dove e a fare cosa.

Quei ragazzi erano cresciuti tantissimo in pochi giorni e Morris non era sicuro se questo fosse un bene oppure no.

Diavolo, avevano 18 solo anni.

Dovevano essere liberi di ridere, fare sciocchezze con gli amici, amarsi…

Sì, anche volersi bene: si vedeva lontano un miglio quello che Lara e Nate provavano l'uno per l'altra, si percepiva dall'aura di felicità che emanavano anche solo a sfiorarsi inconsapevolmente. Eppure nessuno dei due sapeva dell'altro. Morris si ritrovò, suo malgrado, a sorridere dei loro sguardi imbarazzati e del trovarsi così vicini, così puri e ingenui, anche se cambiati irreversibilmente.

«Va bene, ragazzi. Per stanotte ci fermiamo qui.» disse all'improvviso Morris, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

I ragazzi sobbalzarono per la sorpresa e quasi caddero da cavallo.

Smontò prima Nate e aiutò Lara a scendere prendendola per la vita. Gli venne così naturale, che non si accorse nemmeno di averlo fatto, finché Lara non si trovò nel cerchio del suo abbraccio e gli sorrise. «Tutto bene?» disse lei.

«Uhm...certo.» disse lui imbarazzato.


 

***


 

Per Nate, stare con Lara era naturale come respirare.

E ogni volta che gli occhi di lui incontravano quelli di lei, era come ricominciare a vivere ogni volta. Non sapeva cosa avrebbe fatto se le fosse accaduto qualcosa di male.

Perché la amava e ormai non poteva più farne a meno.

Io amo Lara.

Se lo ripeteva nella mente come un mantra.

L'amore, così semplice, ma complicato al tempo stesso.

Sì, perché l'amore ti può rendere l'uomo più forte della terra, ma contemporaneamente, ti porta a scontrarti con le tue debolezze e ad affrontare paure che nemmeno pensavi di possedere. Paura di perderla, di vederla morire proprio lì, davanti ai tuoi occhi, senza poter fare nulla per impedirlo.

La Serpe doveva essersene accorta e questo aveva aumentato il suo macabro divertimento.

Ora doveva stare attento: doveva mascherare i propri sentimenti per Lara per proteggerla; il suo amore non doveva più essere usato come arma contro di lui.

Amore.

Io amo Lara.

Lara.

Il mio amore.

Si ritrovò a sorridere come un ebete ed era talmente immerso nei propri pensieri che non si accorse che Lara lo stava chiamando da un bel po'.

«NATHANIEL THOMAS DOGUM!»

«Ehm, si?» rispose Nate, come se fosse stato sorpreso con le mani nella marmellata.

«Vedi che ora puoi lasciarmi andare.» gli disse Lara.

Il ragazzo era talmente assorto che aveva completamente perso il senso della realtà e non si era reso conto di stare ancora tenendo la ragazza per la vita.

«Scusami, Lar, ero distratto» rispose, lasciando la presa.

«Me n'ero accorta. Comunque, cosa dovevi dirmi quando siamo stati catturati la prima volta?»

«Eh? Non mi ricordo proprio nulla. Forse non era importante. Proprio no. Me lo sarei di certo ricordato, non credi?» rispose lui agitato.

Nate era deciso a non dire nulla alla ragazza per evitare farla soffrire. Doveva sopportare da solo quel peso, per non mettere in pericolo Lara. D'ora in poi si sarebbe comportato solo da amico con lei, decise. Niente eroismi insensati, niente prediche da “fidanzato-isterico-preoccupato”. Non poteva rischiare in nessun modo di perderla.

Mentre pensava a queste cose, Morris e Lara avevano già cominciato a sistemarsi per la notte.

«Nate, cosa fai lì? Avvicinati! Ragazzi, dobbiamo organizzare i turni per questa notte. Non dovrebbero esserci problemi, ma è meglio essere prudenti. Allora, se siete d'accordo, io farò il primo. Fra due ore verrò a svegliare te, Lara. Nate, tu dormi un po' di più perché sembri ancora troppo debole dopo le torture di quel mostro.» disse Morris.

I ragazzi annuirono e, troppo stanchi per fare qualsiasi cosa, continuarono a prepararsi per la notte

 

***

 

Morris, seduto su un masso davanti al fuoco, fissava le fiamme estinguersi poco a poco. Il silenzio era assordante. Tutta la foresta era immersa in un sonno profondo ad eccezione dei gufi e degli altri predatori notturni. All'ex preside era sempre piaciuto fare i turni di guardia durante le missioni: la notte era il suo momento preferito della giornata, quando può accadere qualsiasi cosa, anche l'impossibile. E la situazione in cui era piombata la sua scuola lo sembrava davvero, impossibile.

Mailliw! Avevano studiato insieme da ragazzi, cresciuti come fratelli. Per tutti quegli anni, aveva creduto fosse morto, aveva pianto per lui, aveva sentito la sua mancanza. Cosa gli era successo? Cosa lo aveva spinto ad attaccare la Scuola? E chissà quali altri disastri doveva aver provocato in tutto il regno.

Dovevano assolutamente raggiungere il rifugio e scoprire quale fosse la situazione.

Le due ore di guardia erano passate e Morris, andando a svegliare Lara, si era reso conto che nel sonno i due ragazzi si erano avvicinati e dormivano mano nella mano.

Sospirò.

Non se la sentiva proprio di disturbarli, dopo tutto avevano appena trascorso dei giorni infernali.

Decise che li avrebbe lasciati dormire tranquilli per il resto della notte.


 

***


 

Quando il professore si fu allontanato per il turno di guardia, Lara e Nate si scambiarono un breve sguardo e cominciarono a preparare tutto l’occorrente per dormire.

«E allora, il preside è vivo» esordì Nate.

«Già, è fantastico. Ho di nuovo una famiglia» disse Lara, abbassando lo sguardo.

«Ma che dici, Lar! Non sei mai stata sola! Hai Anna e Jon, sperando siano ancora vivi, e hai anche me che ti vogliamo bene e non ti lasceremmo per niente al mondo.» la consolò Nate con ardore.

Lara sobbalzò e guardò Nate sorpresa.

Lo conosceva da anni, eppure non aveva mai notato quanto fosse coraggioso e altruista. La ragazza non potrà mai dimenticare il mondo in cui ha urlato quel “No!” quando lei si è messa in mezzo per farsi torturare da quel mostro, o di come l’ha consolata anche se sapeva di non avere speranza. Aveva già notato lo strano comportamento di Nate a partire dall’anno precedente, il suo arrossire improvvisamente se lo sorprendeva a fissarla, le premure nei suoi confronti, e poco fa, quando l’ha aiutata a scendere da cavallo e non voleva più lasciarla andare: al solo ripensarci, Lara rabbrividì e arrossì.

«Hai Freddo?» chiese Nate interrompendo i suoi pensieri. «Stai tremando.»

«N-no, sto bene, stavo ripensando a tutto quello che è successo.» rispose Lara.

«Un vero inferno» disse lui.

«Puoi dirlo forte!» rise lei, poi continuò:

«Ascolta, non ti ho ancora ringraziato per tutto quello che hai fatto.»

«Non devi ringraziarmi, avresti fatto lo stesso per me.» rispose Nate sorridendo.

«Però non farlo più! Curarmi tutte quelle ferite fino a quasi svenire! Farti torturare da quel mostro! Ho avuto tanta paura!» disse Lara, dandogli degli amichevoli pugni sul petto.

Lui le bloccò i polsi e replicò:

«E’ tutto a posto, Lara. Stiamo bene entrambi e siamo al sicuro, ora non pensiamoci più. Adesso, però, che ne dici di dormire? Sai com’è, sono quasi morto per salvare quella tua pellaccia!»

Risero e si stesero sui loro giacigli uno accanto all’altra.

Nate si addormentò di colpo, troppo stanco per tutto quello che era successo.

Lara rimase ancora un po’ a ripensare agli avvenimenti dei giorni precedenti. Dopo anni – dalla morte dei suoi genitori – aveva pianto per Nate. Lo guardò e pensò di essere davvero fortunata ad averlo conosciuto quel primo giorno di scuola anni prima, ripensò a tutte le volte in cui si erano aiutati a vicenda e a quanto si sarebbe sentita distrutta se lui fosse morto.

Poco prima di addormentarsi, Lara gli prese la mano: aveva avuto troppa paura di perderlo e aveva bisogno di sentire che lui era lì con lei e che era reale.

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