L'Albero delle Fate

di Valerie Leyl Alekxandre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




L'Albero delle Fate

~Prologo~
**°**

La terra sin dalle sue origini è stata popolata da varie creature che succedendosi per Età, periodi di lunghissima durata ed Epoche, alcune vennero cancellate e altre create da eventi apocalittici o misteriosi, dimenticati e cancellati dalla memoria, dallo spazio e dal tempo per mezzo di magia e volontà superiori e sagge, talvolta costrette dal contesto in cui si trovarono a decidere il destino dei viventi. 

Ma da quel che ha sempre ricordato l'uomo, sulla terra da quando quest'ultimo aveva memoria, era a conoscenza dell'esistenza di queste volontà, della magia, ma soprattutto dei Draghi.  

I Draghi erano creature in grado di dominare la magia, unire forza e saggezza, di distinguere il nero e il bianco, il bene e il male, ma soprattutto erano dotati di grande amore e rispetto verso tutto ciò che aveva vita, che sapeva di magico e di buono. Potenti e maestosi, solo pochi erano dotati di grandissime potenzialità, come il mutare il loro aspetto e renderlo somigliante a quello di altri esseri, sì, somigliante, perché un Drago non poteva diventare qualcosa che realmente non era, per questo alcune caratteristiche fisiche non potevano scomparire. 

Ma i Draghi non erano gli unici in grado di usufruire del magnifico potere della magia. 

Solo pochi tra gli uomini venivano scelti dalle volontà superiori per poter portare dentro di sé il dono in grado di renderli delle creature magiche seppur non immuni allo scorrere del tempo come i Draghi. 

Eppure nonostante questo limite, gli uomini non rimpiangevano la propria natura, anzi, erano coloro che tra tutti i viventi vivevano appieno la propria vita, talvolta spensierata e felice e altre volte difficoltosa e cupa, proprio perché il tempo era loro nemico che li faceva crescere e invecchiare di anno in anno fino poi a morire quando i loro corpi si sarebbero troppo indeboliti per poter adempire la propria volontà come da giovani.  

Ed era proprio per questo motivo che i Draghi riponevano in loro grande ammirazione e aspettative nei riguardi del loro futuro. Ciò portò questo popolo immortale a sostenere la vita degli uomini con immensa generosità aiutandoli in ciò che queste creature, dalle piccole dimensioni rispetto a loro, trovavano difficoltà. 

Fu qui che alcuni di questa grande razza decisero di aiutare i piccoli posteri degli uomini, quelli che per sfortunati eventi si erano ritrovati soli, in difficoltà contro le intemperie che riservava per loro la vita. Così l'amore di questi Draghi traboccò quando si affezionarono a questi giovani umani: li allevarono come figli, insegnando loro virtù e dando consigli su come affrontare la vita senza mai andare contro a ciò che dovevano tenere come guida o ideale, e donando loro parte dei loro cuori cedendogli la magia e tutte le responsabilità di cui questi uomini dovevano tener conto. 

Gli umani figli-di-drago impararono la magia, ma ad utilizzarla nel modo corretto come i loro padri avevano insegnato solo in pochi riuscirono, poiché il potere donato da questi a volte era troppo grande per poter esser sostenuto da un umano. 

Tra quei pochi che vi riuscirono, alcuni ne usufruirono per scopi oscuri e malvagi, compiendo azioni che andavano contro tutto ciò che i loro padri gli avevano insegnato. 

E fu così che poco dopo gli umani figli-di-drago cominciarono ad attaccare i loro stessi genitori per poter ottenere poteri maggiori, dominio, e saggezza. 

Addolorati per i torti subiti dai loro figli e per aver messo fine a quelle vite dominate dalla malvagità per poterli contrastare, i Draghi decisero di non crescere più cuccioli d'uomo con il loro dono temendo che un giorno altri brutali episodi come quelli si potessero ripetere.  

In seguito, per paura di cadere nuovamente in tale trappola e diffidenti delle capacità degli uomini di sostenere la loro presenza, i Draghi si allontanarono dalla vita umana creando il primo distacco tra le due realtà. 

Ciò comportò tristezza, delusione e rabbia negli animi di molte persone che nell'andare avanti nel tempo cominciarono a credere che i loro antichi amici fossero diventati creature che provavano ripugnanza verso di loro tanto da averli allontanati. 

Gli uomini cominciarono ad essere diffidenti nei confronti degli immortali, antipatia nacque nei loro cuori fino a trasformarsi in odio con le voci e le leggende che si cominciarono a diffondere tra di loro. 

E così per colpa di un equivoco ormai dimenticato dal tempo, una dolorosa e sanguinosa guerra scoppiò tra le due parti, rendendo partecipe la terra, la quale subì con rammarico le ferite che i suoi stessi figli si infliggevano fra di loro. 

Le morti furono incalcolabili. Sia da una che dall'altra delle due forze, poiché nonostante i Draghi fossero potenti, tra gli uomini vivevano maghi e discendenti degli umani figli-di-drago sopravvissuti all'antico massacro. 

La guerra cessò senza vincitori poiché i Draghi decisero di isolarsi perché troppo sofferenti per le perdite e per quando si ritrovavano a fare strage di quelle creature che avevano ammirato per immemorabile tempo. Crearono con l'aiuto delle volontà superiori un'altra realtà, un mondo apposito per la sopravvivenza della razza Draconiana, un luogo raggiungibile solamente tramite portali magici, invisibili per chi non era in grado di andare oltre alle apparenze. 

Con il passare dei secoli, i Draghi divennero solo leggende incredibili, storie fantastiche a cui ormai solo pochi credevano poiché o ritenevano di averli visti apparire e sparire tra i boschi o a cui credevano a prescindere. 

Dopo moltissimo tempo dalla scomparsa dei Draghi, gli avvistamenti si fecero sempre più frequenti fino a indurre la popolazione a tornare a credere sulla loro esistenza. 

Così i sovrani dei regni che si erano venuti a creare con il corso dei secoli, per propria paura e per tranquillizzare il popolo diedero via alla caccia ai Draghi pensando che sulla terra ne fossero rimasti solo poche centinaia di esemplari. 

I decenni passarono e i continui avvistamenti fecero sorgere nuove leggende le quali narravano del luogo in cui i Draghi si erano rifugiati, di un luogo puro e impregnato di magia, dove si diceva che l'accesso di quel paradiso fossero portali tra cui alcuni dalle sembianze di strani alberi, ed essendo alberi, per poterli utilizzare il Draconiano doveva assumere sembianze umane poiché quelle che possedeva in natura erano troppo colossali per poter passare e raggiungere quella realtà. 

Molti cacciatori intrapresero viaggi spinti dal desiderio di trovare quel luogo tanto bramato, ma nessuno di essi riusciva a ritornare per poter raccontare se alla fin fine quel luogo esisteva realmente. Molte furono le ipotesi da parte della gente riguardo la scomparsa di questi, ma nessuno poteva o aveva il coraggio di accertarsene. 

Altro tempo trascorse nel quale la paura non abbandonò mai le persone, la quale si affievolì di un poco quando la gente cominciò a convivere con la consapevolezza dell'esistenza di un pericolo che andava oltre le loro capacità. 

La situazione rimase tale fino a quando gli ultimi sovrani di uno dei regni appartenenti alla dinastia degli Heartphilia  decisero di bandire la caccia ai Draghi poiché la regina di buon cuore non voleva che delle creature così nobili venissero catturate, torturate o addirittura uccise solo perché tanti le temevano.  

E sarà partendo da questa nuova legge e dall'amore incondizionato che questa regina provava, che il popolo comincerà a cambiare, mettendo da parte la paura e ponendo al suo posto empatia e tolleranza, portando al regno prosperità per i prossimi decenni a venire. 

Inoltre sarà forse grazie all'amore, alla generosità e alla saggezza della regina, che l'ultima Heartphilia, la piccola principessa del regno e figlia della stessa benefattrice dei Draghi, sarà in grado di aprire il proprio cuore e di dare amicizia e fiducia a un Draconiano nonostante fosse già a conoscenza delle cattive voci che circolavano sui Draghi già da tempi immemori. 

**°**

Angolo dell'autrice
Lo so, volete uccidermi. Ho rincominciato daccapo questa long, lo so. Sono pronta alla fossa che mi avrete senz'altro scavato in tutto questo tempo ahah
L'ultima volta (che risale a quasi un anno fa) vi ho lasciato in un punto di stallo, purtroppo però l'ispirazione e le idee in quel periodo sono volate via e solo adesso sono tornate facendomi venire l'illuminazione di riscrivere meglio tutto il pasticcio che ho cominciato a pubblicare 14 mesi fa.
Ma ritorniamo a noi.
Avevo intenzione di riscrivere questa storia già da parecchio tempo, ma solo da poco grazie all'insistenza di un caro amico ho deciso di mettermi all'opera nonostante tutti i miei numerosi impegni mi stiano rubando moltissimo del mio tempo, ed è proprio per questo (per la mancanza di tempo) che aggiornerò ogni due settimane, dato che non ho ancora concluso la revisione dei capitoli e la stesura di quelli nuovi.
Come avrete notato ho spezzato il primo cap, e sarà così anche con gli altri perché ho deciso di aggiungere e togliere parti che potrebbero essere decisive e più chiare per la trama. Tranquilli: nelle parti in più sono inclusi anche i NaLu-Moment! ;)
Spero vi sia piaciuto questo prologo, forse vi ho fatto capire meglio parte dell'antefatto che vi ho scritto per la prima volta sulla storia d'amore di questi due piccioncini ❤
Ringrazio quelli che mi hanno seguito fino ad oggi, spero non molliate tutto per questa mia decisione di ritentare daccapo, sono sicura che non vi deluderò, o almeno, non scriverò obbrobri come all'inizio ahah (non che sia diventata un gran che xD)
Un bacione a tutti e alla prossima c:
Quì Mary

Prossimo aggiornamento: Mercoledì 18 Maggio:)

 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


L'Albero delle Fate
~Capitolo I~
**°**

Nel Regno di Acalypha, quello era un giorno come un altro: il ciel sereno con qualche nuvola bianca che lo cavalcava in solitudine, il caldo primaverile, il frusciare dolce degli alberi sotto la leggera forza del vento e i brevi e armoniosi canti di uccellini, il brusio della gente lungo le strade dei piccoli paesini e della capitale del regno, quest'ultime ravvivate dallo schiamazzo dei bambini che correvano giocosi ancora ignari del lato duro e faticoso della vita. 

Solo una bambina se ne stava seduta dondolando le gambe, lontano dalle strade, senza né ridere né giocare, a osservare la danza dei fiori, attirata dai loro colori e dai loro profumi con lo sguardo e la mente assorta tra i mille e mille pensieri in cui tutti i bambini qualche volta si immergevano in un momento di tristezza. 

A osservarla vigili vi erano due uomini in armatura e armati di lancia che se ne stavano dritti di guardia a una delle sontuose porte dell'enorme palazzo che faceva da dimora alla famiglia reale. 

Lucy sospirò trasformando la sua espressione atona in un broncio che quasi fece intenerire le guardie, le quali si guardarono entrambi confusi dal comportamento lunatico della piccola principessina. 

Questa scese dalla panca saltellando e biascicando un << Mi sto annoiando >> mentre si apprestava a correre con le sue piccole gambette in mezzo al giardino, schivando le aiuole e immergendosi nei piccoli campi di fiore fino a sparire di volta in volta dagli sguardi per nulla preoccupati dei due uomini, nonostante in quel momento avessero il compito di sorvegliarla, dato che la piccola trascorreva quasi tutti i suoi pomeriggi a cercare di scacciare la noia in quel modo. 

Fu così che correndo per i grandi giardini la piccola si diresse verso un'altra delle tante guardie all'interno della proprietà, entusiasta dell'idea che le era appena venuta in mente per potersi divertire un po'. 

<< Ehi! Giochiamo insieme? >> chiese raggiante all'uomo, il quale inizialmente si chinò un poco su di lei per poterla osservare meglio e sospirare dispiaciuto. 

<< Non posso giocare con lei >> le rispose con rammarico << Mi spiace principessa >> 

A quelle parole Lucy mise il broncio stringendo i pugni << Ti prego, ti prego, ti prego! >> chiese subito dopo congiungendo le mani e avvicinandosi ancor di più al suo interlocutore, per poi spalancare gli occhi e sorridere << Giochiamo a nascondino! >> esclamò e senza dargli il tempo controbattere, scappò via ridendo e aprendo le braccia nel tentativo di imitare un uccellino che volava. 

La guardia rimase per un attimo interdetta nell'osservare quella piccola furia bionda correre e sparire tra i fiori nel tentativo di nascondersi dalla sua vista << Principessa Lucy! Non può uscire! >> esclamò lui dopo essersi ripreso cominciando a rincorrerla, ma non fece in tempo a raggiungerla che la perse subito di vista. 

**°**

La piccola si nascose nel giardino Est, quello sempre pieno di fiori dalle tonalità di ogni tipo, di fatto era stato grazie a questo che fu in grado di nascondersi più facilmente tra le piante per non farsi trovare. 

Ma fu quando una farfalla azzurra le si posò sul naso che la bambina si incantò nel vederla battere lentamente le sue maestose e brillanti ali, ma non fece in tempo ad afferrarla che questa si rimise in volo insieme ad altre piccole creature come lei. 

E senza che i soldati se ne accorgessero, la principessa passò le alti siepi che separavano il grande prato dal bosco, intrufolandosi tra i rami e seguendo le piccole colorate passò in uno stretto buco nel cancello causato dalla rottura di una delle solide sbarre corrosa dal tempo. 

Continuò a seguire le farfalle e in poco tempo si ritrovò a camminare per il bosco: quella fu la prima volta che la piccola Lucy si trovava a passeggiare fuori da palazzo, soprattutto senza qualche guardia a farle da balia. 

Contenta ed eccitata dalla situazione, si guardò attorno senza mai distogliere l'attenzione dalle farfalle, esplorando e scoprendo piante e animali che ancora non aveva avuto l'opportunità di vedere sia per la sua giovane età che per le limitazioni che i genitori le avevano imposto. 

In altrettanto poco tempo si ritrovò a passeggiare nei pressi di un lago non molto grande, tra tantissimi salici piangenti, i quali rendevano il luogo speciale, particolare per quanto rendevano quel posto così tranquillo e magico

Si nascose dietro un tronco per poter osservare gli animali rinfrescarsi bevendo e facendosi il bagno nelle acque limpide, ignari della sua presenza e immersi in quella loro atmosfera sicura e quotidiana. 

Vide i cigni nuotare seguiti dai loro piccoli, che tra sguazzate e versi emessi dai loro becchi, piano si allontanavano alla ricerca di cibo e di altrettanta tranquillità solo per loro, mentre alla riva le onde si infrangevano silenziose accarezzando la sabbia e bagnandola a loro volta fin dove riuscivano ad arrivare. 

A quel punto Lucy non poté fare a meno di correre verso il lago perdendo di vista le farfalle. Si tolse le scarpette e scalciandole tra i sassi che limitavano la spiaggia si bagnò i piedini sussultando quando entrò in contatto con l'acqua leggermente fredda. 

Camminò andando fino a dove l'acqua le arrivava al ginocchio e lì notò con stupore che i pesciolini colorati avevano cominciato a nuotarle tra le gambe facendole alle volte il solletico quando questi la sfioravano. Accompagnata da una risata cristallina si mise a correre calpestando l'acqua nel tentativo di togliersi quella sensazione di solletico che le avvolgeva le piccole gambette anche quando ormai i pesci erano scappati dallo spavento. 

Stanca di correre e mezza bagnata decise di camminare lungo la riva quando vide le farfalle nuotare sul pelo dell'acqua e si rattristì nel vederle scomparire quando toccarono quel liquido fresco e trasparente. Di quest'ultime ne rimase solo una: quella azzurra che poco prima si era posata sul suo naso quando ancora si trovavano nei giardini reali.  

Ma non ci volle molto che anche questa la lasciasse: Lucy la vide scomparire quando la farfalla cominciò a volare verso un albero, il più strano tra tutti per la sua grandezza, e la principessa, essendo dotata di una grande e inguaribile curiosità, decise di avvicinarsi anch'ella per poter osservare meglio quella pianta. 

Quando le si fu avvicinata abbastanza, la bambina provò tante sensazioni a lei bizzarre: qualcosa di strano le aveva stretto il cuore in una dolce e piacevole morsa, qualcosa che all'inizio la privò di energia per poi riempirla subito fino a scoppiare, un energia, un allegria, un buon umore che la rendeva carica nelle vicinanze di quell'albero. Respirò a fondo quell'aria strana e sorrise. 

Fu quando si ritrovò sotto i suoi rami che con immenso stupore vide la pianta mutare di colore: assunse un colore quasi argenteo, il quale l'affascinò talmente tanto da farle raggiungere in pochi secondi la grande corteccia, un po' nascosta dal muschio, dall'edera e da qualche cespuglio ai suoi piedi, tra le maestose radici che uscivano e rientravano serpentinate dal terreno. 

Poggiò la mano sul tronco sentendolo appiccicoso, la ritrasse lentamente e notò una polverina argentea colorarle la pelle: ne rimase incuriosita ancor più di prima. Perciò si guardò attorno, fu con occhio più attento che notò la polverina posata quasi ovunque: un po' sull'albero, sui cespugli, sul terreno, sui fiori nelle vicinanze, quasi ovunque tranne che lontano da quella grande pianta. 

Poggiando nuovamente la mano sulla corteccia, la sua attenzione tornò di nuovo lì, incantata ancora una volta da quella piacevole e ambigua consistenza. Dopo di che cominciò a girarvi attorno seguita dalla mano la quale non osò mai staccarsi da lì. 

Sotto le piccole dita affusolate, Lucy sentiva la ruvida corteccia, coperta a chiazze dal muschio leggermente umido, che continuava a solleticarle il palmo e i polpastrelli ogni volta che faceva strisciare la mano su di essa. 

Il girare attorno all'enorme salice le veniva così naturale che inizialmente non si accorse nemmeno di farlo, ma quando si ritrovò nello stesso punto in cui aveva toccato la prima volta il tronco dell'albero, lo sentì ammorbidirsi fino a farle quasi immergere la mano in quell'argento che sembrava ormai fuso anche se fresco. 

Si spaventò subito, tolse la mano di scatto ma non poté fare a meno di riappoggiarla, ancor più curiosa di quella pianta e di quale segreto nascondesse al suo interno. 

Premette quella superficie provando la sensazione di quando ci si immergeva in acqua, anche se non percepiva in essa il solito freddo. 

Divertita decise si spingere un poco più forte per poter varcare l'albero con tutto il corpo, ma prima che potesse cominciare sentì la mano venir presa da qualcosa e tirarla forte. Presa dal panico urlò e cercò di indietreggiare ma non servì a nulla poiché ciò che la stava trascinando era nettamente più forte di lei. 

Cedette e subito attraversò l'albero e nel momento stesso in cui vi entrò si sentì sottosopra, la testa girarle, l'aria mancarle e il terreno sparirle da sotto i piedi, ma tutto ciò non durò che un secondo poiché subito dopo ruzzolò a terra rovinosamente fortunatamente senza farsi tanto male. 

Emise qualche gemito di dolore e si prese la testa fra le mani per massaggiarsela dal dolore e strinse gli occhi per potersi concentrare e fare mente locale. 

<< Ahi che male, che male, che male, che male >> ripeté velocemente la principessina, ma quando sentì qualcuno tossicchiare, alzò di scatto lo sguardo, dipingendo il suo viso di stupore nel vedere chi in quel momento le stava davanti, in piedi con le mani sui fianchi e con uno sguardo sorpreso, divertito e confuso a illuminargli il viso. 

Lucy sorrise nel constatare che quello fosse un bambino all'incirca della sua età, si rallegrò anche se quel piccoletto sembrava avere qualcosa di strano, oltre che i capelli rosa. 

Corrugò la fronte e lo osservò meglio scoprendo solo in quel momento la coda rossa e squamata muoversi dietro il ragazzino, le piccole ali nascoste leggermente dalla schiena e dalla sciarpa bianca, delle piccole corna nere spuntare dai capelli sbarazzini e quegli occhi verdi a mo' di rettile circondati da qualche altra squama rossastra tendente a un rosa scuro. 

Entrambi si guardarono per un attimo negli occhi finché lo stesso bambino non decise di rompere il silenzio. Si grattò la nuca evidentemente incuriosito e stranito << Ma tu chi sei? >> chiese e a quel punto la bambina si fece montare da un'ondata di aspettative e di felicità: non le importava se colui che le si era parato davanti fosse un Drago, non le importava se questo fosse pericoloso o meno, perché Lucy non stava aspettando altro che questo: forse finalmente aveva trovato un amico. 

**°**
 

Angolo dell'autrice
Ed eccomi qui in orario stranamente! Ve lo avevo detto due settimane fa che avrei aggiornato in tempo ;)
Beh per coloro che conoscono già la storia spero che la correzione e l'aggiunta di parti e le modifiche riportate a questa parte della storia vi siano piaciute c: invece per quelli che hanno appena cominciato spero di avervi intrigato almeno un pochino.
Mi scuso per non aver potuto rispondere alle recensioni, ma maggio e la scuola insieme non dovrebbero esistere D: non avete idea (o forse sì) di quante valutazioni ho solamente in tre settimane da questo sabato in poi! Mi sono presa una piccola pausa per poter pubblicare e vi giuro mi stavo quasi dimenticando si farlo ahah lo studio mi ha presa troppo .-.
Da come avete notato la storia procede a rilento, ma tranquilli non sarà noioso (almeno credo) perchè non pubblicherò i cap tali e quali, ma aggiungerò molteplici scene prima di arrivare al punto in cui mi sono interrotta precedentemente ;)
Vorrei ringraziare coloro che stanno già seguendo la mia storia e di averla aggiunta tra i preferiti e le ricordate ❤ e anche quelli che si sono presi la briga di farmi sapere le proprie opinioni, grazie di cuore! Risponderò appena la scuola avrà pietà di me, promesso!
A questo punto... credo vi debba lasciare .-. devo tornare a studiare a memoria due pagine intere del libro de I promessi sposi D: ditemi: come si può?!?
Un bacione a tutti e alla prossima c: (se sopravvivo❤)
Quì Mary

Prossimo aggiornamento: Mercoledì 1 Giugno:)

 

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


L'Albero delle Fate
~Capitolo II~
**°**

<< Ma tu chi sei? >> 

Lucy rimase ammutolita a fissarlo, ancora incredula di chi avesse davanti in quel momento. 

<< Ehii >> il bambino le si avvicinò scuotendole la mano davanti al viso, risvegliandola da quello stato di trance in cui era entrata. In quel momento un radioso sorriso si illuminò sul viso della principessina, che rapida si alzò da terra battendosi le manine sul vestito per poterlo liberare dalla polvere. 

<< Io sono Lucy! >> esclamò poi << Per caso sei stato tu a tirarmi per terra poco fa? >> 

Contagiato dall'allegria della bambina, lui sorrise << Certo! Ho pensato che ti servisse una mano dato che ci stavi mettendo troppo ad entrare >> rispose orgoglioso, soddisfatto della sua azione. Dopo di che si grattò la nuca perplesso << Ma... >> si chinò in avanti per poterla guardare meglio << Come hai fatto far sparire la coda? E le ali e le corna? Non ho mai visto qualcuno che lo sapesse fare! >> 

<< Io non ho fatto sparire un bel niente! Sono una normalissima bambina, e qui quello strano sei tu! >> rispose Lucy puntandogli il dito contro, offesa per il fatto che non l'abbia riconosciuta come tale << Hai tu le ali e tutto il resto! Chi sei? >> chiese subito dopo, tutta febbricitante, entusiasta e impaziente di sapere se davvero quello che aveva davanti fosse davvero un Drago! 

<< Io sono Natsu! >> si presentò il bambino strano chinandosi facendo volteggiare la mano in un a dir poco esagerato saluto da gentiluomo, mostrano così le sue ali dietro la schiena. Lucy ridacchiò perché ne era sicura: Natsu stava cercando di imitare un adulto << Ma allora tu non sei un Drago? >> chiese in seguito il ragazzino raddrizzandosi subito, con lo sguardo stupito puntato sulla sua piccola interlocutrice. 

<< Certo che non lo sono! >> 

<< Davvero? >> chiese un ultima volta prima di darle un'altra occhiata curiosa ricevendo in risposta uno sbuffo spazientito. A quel punto riprese a parlare << Ma se io sono un Drago e tu un Umana... non dovresti scappare via da me? >> 

<< Perché? >> 

<< Non ti faccio paura? >> 

Lucy lo guardò meglio e, a parte quegli strani capelli rosa, nulla di lui sembrava metterle paura, anzi, tutt'altro: il fatto che lui fosse un Drago la intrigava, inoltre il suo aspetto era piacevole: le trasmetteva una certa simpatia. 

<< No, non mi fai paura >> rispose poi sorridendogli, portandosi le manine dietro la schiena congiungendole e cominciando a dondolare sui due piedi. 

Natsu si sentì strano, perplesso: da un lato c'era rimasto male, non metteva paura agli altri, a Lucy non era sembrato spaventoso e ciò lo faceva sentire ancora più piccolo di quanto credeva; però dall'altro gli aveva fatto piacere, Lucy non lo odiava per il suo essere Drago anche se lui stesso non ne capiva il motivo. 

<< Perché non ti metto paura? Non sono terrificate?! >> Natsu le corse incontro cercando di ruggire portando le braccia in alto incurvando le mani e le dita nel tentativo di far sembrare quest'ultime degli artigli. 

Lucy scappò ridendo nascondendosi dietro un albero << No! >> urlò divertita ricorsa dal piccolo draghetto << Mi sembri buono! >> esclamò fermandosi dietro un tronco facendo sporgere solamente il viso oltre questo per poter vedere il ragazzino dall'altra parte. Quest'ultimo si fermò per poterla guardare << A differenza dei Draghi di cui mi raccontano le guardie e la servitù >> 

Il bambino sorrise. 

"Le sembro buono!" 

<< Quanti anni hai? >> il Drago riprese la parola, contento del fatto che se davvero Lucy non aveva paura di lui, allora potevano giocare insieme. 

<< Ho sei anni! Tu? >> rispose lei soffiando la frangetta, spostandola davanti agli occhi per poi tornare a rivolgere il suo sorriso al ragazzino. 

<< Oh, anch'io ne ho sei! >> quest'ultimo esclamò felice cominciando ad agitare la coda allegramente. 

<< Allora possiamo diventare amici? >> Lucy uscì dal suo nascondiglio chinando il capo un po' imbarazzata: era la prima volta che faceva amicizia con qualcuno che non fosse più grande di lei << Sai io non ho amici, mi piacereb... >> 

<< Certo! Vieni a giocare con me! >>  

Natsu la interruppe intuendo subito. Dopo di che la prese per il polso e correndo la portò a visitare i boschi di quel luogo magico senza aspettare una risposta dalla sua nuova compagna di giochi. 

Correndo tra gli alberi, gli occhi della principessina luccicavano nel vedere strane creature volare, animali che sembravano un misto di altri, come le rane con le corna come quelle dei tori, gli scoiattoli con la coda piumata come quelli degli uccellini e tanti altri che, qualche volta, per via del loro aspetto bizzarro Lucy si lasciava andare in qualche risata divertita. 

Ma non solo la fauna era del tutto nuova per gli occhi della bambina, pure l'aria e la vegetazione, il cielo, la terra, tutto le sembrava diverso e più magico di casa sua, di tutto ciò che aveva avuto l'opportunità di conoscere. 

Non bastarono pochi minuti che Lucy sentì annullarsi la presa sulla sua mano facendo così tornare la sua attenzione sul suo nuovo amico: lo vide correre via ridendo. 

<< Ehi! Aspettami! >> urlò cercando di correre più velocemente nel tentativo di raggiungerlo. 

<< Prendimi! >> rise Natsu zigzagando tra gli alberi << Tanto non mi prendi! >>  

E Lucy non se lo fece ripetere: era la prima volta che giocava ad acchiapparella con qualcuno, aveva tentato più volte di giocare con le guardie, ma nulla, loro non ne avevano la minima intenzione. 

Corse, corse ridendo e urlando il nome dell'amico, saltando tra le radici e scalciando le scarpette tra l'erba per poter correre meglio. Non badò al vestito che impigliandosi tra i rami si strappava un poco. 

Natsu girò intorno a un albero cambiando direzione, ma non fu abbastanza attento che inciampò a terra impigliandosi in una delle radici sporgenti dell'albero. 

<< Preso! >> Lucy gli corse incontro e dopo avergli dato uno schiaffetto sulla spalla corse via, giù per la foresta. 

<< Non puoi scappare! >> Natsu si alzò da terra e senza nemmeno guardare se si fosse fatto male, riprese a correre inseguendo la bambina, la quale agile saltava tra i cespugli mentre con le braccia allontanava da sé i rami bassi che mano a mano che andava avanti cercavano di graffiarle il viso e intralciarle la corsa << Ora ti prendo! >> il Drago batté rapidamente le ali e goffamente si alzò in volo con un furbo sorriso in volto. 

Lucy intanto che correva, si accorse subito del fatto che nessuno dietro di lei la stesse rincorrendo. Si fermò per guardare dalla direzione da cui era venuta: vide solo alberi e alberi, intralciati da radici e arbusti, muoversi qualche volta in una lenta e sonnolente danza, ma di Natsu non ne vedeva nemmeno la traccia. 

<< Natsu? >> 

Lo chiamò con tono preoccupato tornando indietro, possibile che fosse scomparso così? Nel nulla da un momento all'altro? 

<< Na...! >> ma non ebbe il tempo di chiamarlo una seconda volta che un urlo proveniente dall'alto la interruppe. Era bastato il tempo per poter alzare lo sguardo al cielo prima che Natsu le atterrasse sopra, facendo ruzzolare entrambi a terra. 

<< Presa! >> urlò il draghetto ridendo, tenendo intrappolata sotto il suo peso la principessa, la quale inizialmente si lasciò andare allo spavento per poi mettersi a ridere e scansare il compagno di giochi. 

<< Stupido! Mi hai fatto paura! >> esclamò Lucy rialzandosi da terra aiutando poi l'amico << Però è stato divertente >> ridacchiò. 

<< Lo so! >> sorrise lui. 

E continuarono così: senza fermarsi quasi mai, a giocare rincorrendosi esplorando nel frattempo nei dintorni senza mai allontanarsi troppo, guidati dalle risate e dalle urla divertite di entrambi. 

Fu in questo modo che arrivarono al tramonto senza accorgersene e solo quando Lucy si sedette un attimo contro la corteccia per potersi riprendere qualche secondo che si ricordò di casa. 

Sgranò gli occhi rattristendosi mentre guardava il Drago sedersi accanto a lei sbuffando: era contrario a quella pausa che aveva chiesto la sua amichetta: lui non era stanco, voleva continuare a giocare. 

<< Cosa c'è? >> chiese stranito Natsu accorgendosi solo poco dopo del morale a terra della bambina. 

<< Devo tornare a casa >> rispose lei facendo una smorfia. 

<< No! Perché? >> 

<< Perché così mamma e papà si arrabbieranno, non sanno nemmeno che sono qui... >> disse guardandolo negli occhi << ….con te >> 

Natsu, scocciato, incrociò le braccia al petto corrugando la fronte per nulla d'accordo << Ma io voglio che rimani qui! Con chi giocherò quando andrai via? >> 

<< Non lo so >> gli rispose << Vorrei rimanere a giocare anch'io qui con te >> aggiunse alzandosi da terra cominciando a girare intorno all'albero magico nello stesso modo in cui aveva fatto qualche ora addietro. 

<< E allora rimani! >> esclamò il draghetto avvicinandosi alla bambina prendendole le mani << Dai andiamo! >> la tirò notando la corteccia dell'albero ammorbidirsi, segno che gli fece intuire subito cosa stesse facendo la sua amica. 

<< Natsu non posso! Sono sicura che anche la tua mamma e il tuo papà si arrabbieranno se non tornerai a casa da loro! >> urlò Lucy cercando di tirarsi indietro dalla presa del Drago, ma questo era palesemente molto più forte di lei. 

A quelle parole il draghetto si fermò guardandola, poi, dopo qualche attimo le lasciò le mani arrendendosi << Ci rivedremo? >> chiese triste facendo nel frattempo un passo indietro, incerto. 

La principessina sorrise ravvivandosi << Domani tornerò qui! Te lo prometto! >> gli disse contenta. Lo abbracciò veloce e dopo essersi riavvicinata all'albero lo salutò cominciando a varcare la grande pianta. 

Natsu la guardò con occhi sorpresi attraversare quell'albero divenuto di colore argento al tocco di lei, tenendo nel frattempo un largo sorriso stampato sul volto. 

Ma fu quando vide la manina sul punto di scomparire oltre il portale che corse incontro alla bambina << Lucy! >> la chiamò e afferrando il pezzo di vestito che stava per sparire, attraversò l'albero e subito di sentì sottosopra, sospeso e soprattutto strano. 

Per un attimo i due si ritrovarono entrambi in quello spazio e lui vide l'oggetto dei suoi pensieri girarsi e guardarlo stranita, ma soprattutto sorpresa di vederlo lì con lei. 

<< Natsu? >> 

Ma il Drago non ebbe il tempo di dare una spiegazione che subito uscirono dall'albero cadendo entrambi a terra cacciando un urlo. 

<< Che male... >> si lamentò lui ritrovandosi addosso la bambina << Lucy sei troppo pesante... >> 

<< Ma smettila! Non sono pesante! >>  

<< E invece sì! >> 

<< No >> 

<< Ti dico di sì! Mi stai soffocando! >>  

A quel punto Lucy si alzò indispettita, arrabbiata e offesa, ma ciò non le impedì di dare una mano all'amico ad alzarsi e, una volta che entrambi si fossero sistemati, si accorsero guardandosi intorno che l'albero da cui erano usciti sembrava illuminare di luce propria nel buio che il Sole si era lasciato alle spalle sparendo oltre l'esteso orizzonte. 

<< Lucy... perché l'albero brilla? >>

**°**

 

Angolo dell'autrice
Tadàààà eccomi! Volevo aggiornare nel pomeriggio, ma mi sono addormentata per la stanchezza... la mia prima vera dormita dopo settimane .-.
Ma va beh dai, spero che il capitolo vi sia piaciuto, perché ho amato modificare questo capitolo scrivendo i dialoghi come avrebbero parlato dei bambini della loro età: ho provato a mettermi nei loro panni ed è stato piacevole tornare infantile per qualche attimo :3 anche se non sono riuscita lo stesso ad arrivare a descrivere fino in fondo il pensiero e i modi del 'bambino'.
Qui abbiamo Natsu e Lucy che si conoscono per la prima volta, nasce fin da subito della simpatia tra di loro e già provano la gioia di giocare con un amico.
A questo punto passiamo a noi :3
Vorrei ringraziare coloro che stanno già seguendo la mia storia e di averla aggiunta tra i preferiti e le ricordate ❤ e anche quelli che si sono presi la briga di farmi sapere le proprie opinioni, grazie di cuore! Risponderò appena la scuola avrà pietà di me, cosa che si sta per realizzare! Venerdì finisco definitivamente di studiare! Beh solo per quest'anno ahah cercherò di ritornare all'attacco su EFP appena mi sarò sistemata con i compiti e lo studio! Perché anche quest'anno ho intenzione di partecipare alla NaLu Week, però!, mi sono imposta di finire prima Non ho un cuore per poterti amare (frutto della NaLu Week 2015) perché se devo essere sincera mi vergogno ad aver ancora in corso questa long dopo quasi un anno...
A questo punto vi lascio, devo studiare per la verifica che ho venerdì, l'ultima D: 
Un bacione a tutti e alla prossima c: (se sopravvivo❤)
Quì Mary

Prossimo aggiornamento: Mercoledì 15 Giugno:)

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


L'Albero delle Fate
~Capitolo III~
**°**

<< Lucy... perché l'albero brilla? >> la domanda di Natsu si perse nell'innaturale silenzio che calò attorno a loro, nemmeno il sibilo del vento o il frusciare delle foglie si sentiva, tutto era muto, come se fosse in ascolto, in attesa per ciò che stava per capitare.

<< Non lo so >> rispose Lucy ammutolendosi quasi subito, incantata fin nel profondo da quello strano e favoloso evento, perché sì, sembrava esser tutto uscito da un libro delle fiabe: le farfalle, l'albero portale, il mondo del Draghi, il suo nuovo e particolare amico e infine l'albero luminoso. Certo, credeva fermamente nella magia, ma non se l'era mai immaginata così bella e... magica.

Era una situazione surreale, fantastica: un albero che brillava nelle profonde oscurità del bosco, il quale ad un tratto aveva perso la sua vitalità, quei pochi animali che erano ancora svegli erano scomparsi nel nulla, e neppure il rumore dell'acqua del lago che si infrangeva sui sassi della spiaggia si udiva più poiché si immobilizzò come se il tempo si fosse fermato.

I due piccoli rimasero a guardare quel salice svegliarsi, sospirare per un alito di vento inesistente piegandosi di un poco sfiorando il terreno con i suoi lunghi rami luminescenti punteggiati di tante piccole foglie, le quali lentamente sembravano muoversi da sole, come se animate all'improvviso da quel finto sospiro di vento.

Dopo di che entrambi videro con espressione stupefatta le foglie aprirsi ognuna in due ali mostrando delle piccole fatine argentate staccarsi dai rami, inizialmente cadendo verso il basso per poi all'improvviso innalzarsi velocemente a battito d'ali, muovendole così rapidamente che sembravano ferme mentre rilasciavano la loro polverina attorno alla grande pianta.

E le fate si innalzarono verso l'alto, staccandosi dal salice per potervi danzare sopra, e i due bambini si allontanarono dal tronco per poter vedere quelle piccole creaturine danzare nell'aria, sotto la luce della luna e delle stelle, come se stessero festeggiando un grande evento che le aveva rese felici, gioiose, e questa giocosità fu contagiosa poiché sia Natsu che Lucy cominciarono a sorridere correndo sotto la cascata di polvere di fata inebriati da quell'atmosfera e dalla vitalità che avevano riportato quelle magiche creature.

<< Guarda Natsu! >> urlò la bambina correndo dopo aver raccolto due pugni di polvere dal suolo rilasciandola durante la corsa creando di conseguenza due fili d'argento svolazzanti per aria che rincorrevano le sue piccole manine << Brillo anch'io! >> aggiunse ridendo quando lanciò quel che rimaneva della polvere che teneva in mano, in alto, facendola cadere su di sé.

Al primo richiamo della principessa, Natsu la guardò correre meravigliandosi di come la bambina ai suoi occhi le sembrava una fata senza ali << Wow >> si lasciò sfuggire quando ella si lanciò addosso la polvere di fata in alto facendola cadere quindi su di lei.

Quest'ultima ridette per l'espressione forse un po' troppo meravigliata del draghetto per poi lasciarsi cadere a terra, alzando una nuvola d'argento quando toccò il suolo e sospirò con occhi luccicanti, stupefatti e sognanti, mentre guardava l'albero ora spoglio ma ancora luminoso, intravedendo oltre i rami quelle fate danzanti.

Natsu la raggiunse quasi totalmente ricoperto dalle corna alla coda di quel colore argenteo e si sdraiò anche lui, mettendosi accanto alla principessina.

<< Che belle che sono >> sussurrò questa in un sorriso.

<< Già >>

E rimasero in quel modo, in silenzio a godersi la pioggia magica prodotta da quelle piccole ali, la grazia di quella danza che mai un essere umano sarebbe riuscito a fare e quel gioco di luci prodotto dalle creature magiche e dall'albero stesso.

A Lucy sembrò quasi di udire una melodia che guidava quello spettacolo, ma era così flebile e bassa che si convinse fosse causata dalla sua immaginazione infantile.

<< Torniamo qui anche domani? >> il Draconiano interruppe il silenzio voltandosi verso la bambina << Voglio tornare qui, voglio guardare ancora le fate >>

La principessa chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro come a volersi riempire di quell'aria magica fin nei polmoni, per poi rispondere << Anch'io voglio tornare >> e si voltò verso di lui sorridendogli.

Il volto di Natsu si illuminò e tutto sorridente tornò a guardare in alto, oltre i rami << Guarda! >> esclamò subito dopo alzandosi da terra indicando un gruppo di fate staccarsi dalla massa e volare in direzione del lago, il quale ancora sembrava fermo: il tempo lo aveva lasciato indietro.

Lucy si alzò subito in piedi e assieme all'amico corsero entrambi seguendo le fate verso il lago fermandosi poi sul lido di sassi a godersi della vista di un nuovo ballo << Cosa vogliono fare? >> chiese lei ma la domanda si perse, non ebbe alcuna risposta, poiché a quelle parole le fate corsero ancor più rapide nell'aria.

Una fra tutte, la prima che raggiunse il lago, volò basso fino a riuscire a sfiorare il pelo dell'acqua rianimando quella distesa ferma e dimenticata dal tempo.

Le onde tornarono ad infrangersi sul lido bagnando i piedini dei due piccoli mentre altre fate sfiorarono il pelo dell'acqua innalzandosi, trascinandosi dietro tentacoli trasparenti mentre si sparpagliavano in tutte le direzioni e subito dopo cominciare a vorticare seguite dai fili d'acqua, come se fossero le loro ombre, e innalzarsi sempre più in alto, sempre di più costringendo i due bambini a sollevare lo sguardo per poter continuare ad ammirarle.

Fu incredibile quella vista, soprattutto quando come una grande esplosione il gruppo di fate si divise in un lampo di luce lanciando le creature argentate in alto, in basso, a destra, a sinistra, in ogni direzione possibile seguite dai loro fili illuminati dalla loro polverina magica.

Natsu e Lucy urlarono cadendo a terra presi alla sprovvista mentre la polvere rincominciò a piovere assieme a tante gocce d'acqua luminose. E a quel punto si guardarono entrambi e ridettero, ridettero come matti per tutta quella felicità che era entrata in loro dopo ciò che era successo. Nessuno dei due sapeva dare nome e motivo per cui quella strana sensazione entrò con quel lampo di luce attraversandoli fin nel loro profondo, nei loro cuori e nelle loro anime riempiendoli fino a scoppiare. Qualcosa sembrava esser entrato in loro rendendoli completi in un modo che fino a quel momento a loro non era possibile nemmeno immaginare.

Ma solo di una cosa erano sicuri: quell'esperienza li aveva legati profondamente, anche se non sapevano fino a quale punto.

Nel frattempo la danza riprese creando giochi d'acqua che coinvolsero anche i due, i quali una volta alzatosi entrambi da terra corsero rincorrendo in acqua le fate e i tentacoli animati fin dove arrivavano, ridendo e giocando in mezzo a quello spettacolo di luci sotto le stelle.

Fu quando entrambi si ritrovarono vicini che il livello del lago si abbassò: le fate si ritrovarono a danzare intorno a loro intrappolandoli nel nuovo gioco d'acqua, il quale a spirale seguiva le piccole verso l'alto lasciando ancora una volta a bocca aperta i due spettatori. Nel frattempo le creature argentate danzando nell'aria si diressero una alla volta verso il salice luminoso raggiungendo le altre sorelle e quando tutte riunirono i propri fili, dalla loro unione ne nacque un bocciolo luminoso.

I bambini rimasero fermi a guardare le giocose fate divenire più serie e attente senza però mai smettere di ballare, e toccare una ad una quella che ormai sia Natsu che Lucy avevano capito fosse una nuova vita.

Una volta che il nuovo bocciolo fu ricoperto dalla polvere di fate, questo scese dalla testa dell'albero fino a giungere davanti al tronco e, richiamati da esso sia per curiosità che da qualcosa a cui loro non sapevano dare un nome, Natsu e Lucy camminarono incerti verso di esso, stretti mano nella mano, avvicinandosi con occhi luccicanti di stupore.

<< Che cos'è? >>

<< Non lo so, ma è bellissimo >> le rispose lui.

Subito dopo una fatina scese su di loro e dopo aver svolazzato intorno ad entrambi si avvicinò alla mano del bambino e tirandola con infinita fatica cercò di alzarla e farla appoggiare su quella magica creazione. Natsu la aiutò un po' timoroso, insicuro, ma allo stesso tempo deciso a scoprire cosa si nascondesse all'interno di quel bocciolo.

La fatina guardò un po' stanca anche la bambina e a quel punto Natsu si voltò verso di lei.

<< Credo che vuole che fai anche tu >> le sussurrò nell'orecchio. A quel sussurro la fatina ridette e Lucy si imbarazzò per non esserci arrivata prima, dopo di che si affrettò a toccare la mano dell'amico e il bocciolo stesso.

<< E adess- oh... >> Lucy sentì calore e qualcosa tremare sotto la sua mano, allora la tolse e dopo aver aspettato che anche il draghetto seguisse il suo gesto, vide il bocciolo colorarsi di mille colori e aprirsi piano scoprendo quei petali che erano ali e un piccolo corpicino, a cui erano attaccate le prime, che si stava svegliando da un sonno.

La nuova fata sbadigliò sonoramente stiracchiandosi piano piano e aprendo le sue ali multicolore mostrandole involontariamente ai due piccoli che la guardavano sbigottiti.

<< Wow! >> esclamò il piccolo Draconiano voltandosi verso la principessina << Come abbiamo fatto?! >> chiese alternando i suoi sguardi prima alla creaturina appena nata e poi all'amica.

Quest'ultima ridette portandosi le mani dietro la schiena << Non ne ho idea >>

<< Ma io voglio rifarlo! >> sbuffò tornando a guardare solo la fata, la quale lo fissava incuriosita, seduta su quel che rimaneva del bocciolo sospeso nell'aria << Mi puoi aiutare? >> chiese poi alla piccola scatenando una risata da parte di Lucy.

<< Lei è quella più confusa tra noi! Guardala! Si è appena svegliata! >> lo rimproverò ridendo dell'innocenza del compagno, il quale offeso si portò le braccia incrociate al petto gonfiando le guance.

<< Ho pensato che magari lo sapeva >> brontolò lui.

Lucy intanto si avvicinò ancor di più alla fatina guardandola contenta << Credo sia appena nata! >> disse gioiosa << È così piccola! Più delle altre >> sussurrò meravigliata << Sai volare? >>

La piccola negò con il capo e Natsu inarcò un sopracciglio << Come no? Hai le ali! >>

Ma la creaturina non sapeva come rispondergli, ancora ignorante in materia.

<< Vuol dire che te lo insegnerò io! >> esclamò il draghetto avvicinandosi rapido << Io sono bravissimo a volare! >> disse gonfiando il petto fiero << Non c'è drago più bravo di me! >> aggiunse puntando il pollice al petto guardando con occhi fiammeggianti la sua interlocutrice.

Quest'ultima si illuminò sul suo volto un sorriso, ma non fece in tempo ad annuire che un gruppo di fate la raggiunse prendendola e portandola in alto, quindi non poté fare altro che salutare con una manina i due bambini mentre s'apprestava a raggiungere le altre sue sorelle.

<< Ehi! Ma non abbiamo finito! >> esclamò Natsu contrariato, ma vedendo la fatina sorridente si calmò un poco salutandola mal volentieri.

<< Ciao! >> salutò Lucy scuotendo in alto la mano << Buona notte! >> augurò prima che le fate tornassero a posarsi sui rami del grande salice e diventare ognuna parte di esso trasformandosi in piccole foglie.

Quella colorata invece trovò un altro luogo in cui nascondersi: oltrepassò il tronco dell'albero luminoso, ponendo fine alla pioggia di polvere di fata. E fu solo in quel modo che il salice piangente smise di piangere polvere cominciando a spegnersi piano piano, come se si stesse addormentando mentre il vento riprese a soffiare delicato, gli animali tornarono ad abitare il bosco e il lago tornò nuovamente a muoversi specchiando la luna e il cielo punteggiato da miriadi di stelle sopra di lui.

Il tempo si era reso conto di aver lasciato indietro quel luogo, quindi ritornò indietro per poterlo raggiungere e accompagnarlo verso il futuro.

**°**

Angolo dell'autrice
Ehilà.
Come promesso eccovi l'aggiornamento di questa storia. Prima che mi possiate picchiare per i dialoghi dei bambini, vi dico che gli errori li ho fatti appositamente xD ho pensato che dei bambini piccoli come loro non sapessero parlare correttamente ahah io ricordo che da piccola sbagliavo specialmente i congiuntivi (ma anche oggi se sono agitata :P).
Comunque, vado di fretta perché voglio provare a finire il quinto capitolo di questa ff, così almeno potrò provare a mettermi sotto con la NaLu Week 2016 e l'ultimo capitolo di Non ho un cuore per poterti amareanche se purtroppo non sto riuscendo a mettere nemmeno due parole in riga.
Va beh, vedrò come cavarmela c:
Passo subito ai ringraziamenti :3
Vorrei ringraziare coloro che stanno già seguendo la mia storia e di averla aggiunta tra i preferiti e le ricordate ❤ e anche quelli che si sono presi la briga di farmi sapere le proprie opinioni, grazie di cuore! Dovrei riuscire a rispondere a qualche recensione uno di questi giorni ;) 
Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento e che quindi i miei sforzi non siano stati vani :3
A questo punto vi lascio, vedo se riesco a combinare qualcosa di buono c: 
Un bacione a tutti e alla prossima c: (se sopravvivo❤)

​Quì Mary

Prossimo aggiornamento: Mercoledì 29 Giugno:)

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


L'Albero delle Fate
~Capitolo IV~
**°**

<< Natsu! Perché sei qui? >> la bambina lo guardò stranita. Ora che l'albero era tornato normale e le fate pure, aveva ripreso coscienza del fatto che lei si trovasse nel suo mondo e Natsu era lì con lei. Quindi subito la domanda le sorse spontanea.
<< Oh vero! Dovevo chiederti una cosa! >>
<< E non potevi aspettare domani? >>
<< Ma è per domani! Non mi hai detto quando ci saremo rivisti >>
Lucy lo fissò per poi abbassare il capo e grattarsi la nuca << Hai ragione >> gli disse << Per te va bene dopo mangiato? Così possiamo giocare tutto il pomeriggio! >>
Il Drago annusò l'aria.  
<< Ti va bene? >> ripeté Lucy, ma lui non sembrò nemmeno sentirla << Natsu? >>  
<< Ci sono tanti strani odori qui! >> commentò ignorandola, cominciando subito ad incamminarsi verso la direzione del lago, attirato da chissà quale profumo.  
<< Cosa? >>  
<< Ci sono tanti profumi che non ho mai sentito! >> si girò verso di lei tutto eccitato << Voglio vedere da dove provengono! >> esclamò prima di cominciare a correre, ma Lucy lo fermò prima che potesse andare via.  
<< No! Non farlo! Se ti allontanerai troppo andrai dove c'è gente! Potrebbero farti male! >> cercò di fermarlo attirando la sua attenzione << I grandi non capiscono! Non vogliono capire! Non mi ascolteranno e non ascolteranno te! Per loro io sono piccola e tu un Drago cattivo, non voglio non vederti più! >> lo guardò sul punto di piangere << Tu sei mio amico, non voglio che tu smetti di esserlo, soprattutto oggi che ti ho appena conosciuto! >>  
E per la seconda volta in un solo giorno, Natsu si fermò a riflettere per qualche attimo, ascoltando quelle parole. Di certo lui non era un bambino che ragionava molto, era più istintivo e solo poche volte gli capitava di doversi sforzare a usare la testa, e ciò accadeva solamente durante i suoi allenamenti giornalieri di caccia.  
<< Va bene >> brontolò poco convinto, fidandosi di lei << Però un giorno vorrei esplorare almeno il bosco! Voglio vedere cosa c'è di diverso, di nuovo qui >>  
<< Certo! >>  
<< Bene! Ora si va a casa >> disse voltandosi << Ciao! >> la salutò cominciando a correre verso l'albero, ma Lucy non fece in tempo ad avvisarlo che il draghetto vi andò a sbatterci contro senza riuscire ad oltrepassarlo.  Cadde quindi a terra molto rumorosamente.  
<< Ahi... che botta >> si lasciò sfuggire con la voce leggermente tremante dal dolore.
Lucy però rise, rise così tanto per la scena divertente che il piccolo Drago si offese tanto.
<< Lucy, sei cattiva >> mormorò quest'ultimo puntando lo sguardo altrove, arrabbiato.
Lei smise quasi subito, corse incontro a lui e gli porse la mano << Scusami... è che sei troppo buffo >>
Lui l'accettò e si alzò in piedi sbuffando ignorandola imbarazzato << Allora? Come faccio a tornare a casa? >> chiese un po' brusco.
<< Ti sei davvero arrabbiato? >> la principessa gli si avvicinò davvero dispiaciuta nel sentire il tono duro dell'amico. Lo fissò allora negli occhi per poter cogliere nel suo sguardo un indizio su come farsi perdonare.
Il Drago però distolse lo sguardo, sentendosi stavolta lui il cattivo per averla tirata per le lunghe con lei facendola pure sentire in colpa per una sciocchezza << No >> sussurrò imbarazzato, forse un po' troppo orgoglioso per poterlo dire con più sicurezza e guardando la bambina negli occhi.
Questa sorrise e voltandosi saltellò verso il tronco canticchiando felice. Cominciò così a girarvici attorno tenendo poggiata la sua manina sul legno del salice e quando si accorse che questo si era ammorbidito, si fermò e si voltò: vide che Natsu aveva preso a guardarla << Ho fatto >> disse e per la seconda volta si sentì un po' triste, non voleva che quella giornata finisse così presto << Allora a domani? >>
Il Drago tornò presto a sorridere << Certo! Ti aspetterò dall'altra parte! >>
<< Non vedo l'ora! >> e con questo Lucy si precipitò verso il bambino e lo abbracciò con tutto cuore, sentendo per la prima volta quanto fosse piacevole il calore di quel draghetto che le ricambiava l'abbraccio anche se un po' imbarazzato. Sorrise al pensiero che forse non era abituato ad abbracciare le femmine: la mamma le aveva raccontato di questo particolare dei piccoli maschietti.
Dopo di che sciolse l'amplesso e si allontanò da lui << Ciao >> sussurrò prima di correre nel bosco per raggiungere il palazzo, non vedendo l'ora di andare a raccontare alla mamma la sua nuova avventura quando questa sarebbe tornata.
Natsu la guardò andarsene via con il sorriso mentre con la mano la salutava, dopo di che fissò il tronco con diffidenza e dopo averlo toccato con un dito ed essersi rassicurato, lo oltrepassò tornandosene finalmente a casa.
Inutile dire quante sgridate si prese Lucy quando riuscì a rintrufolarsi nei giardini, inizialmente fu infatti sorpresa di vedere le guardie correre avanti e indietro per il palazzo alla sua disperata ricerca, soprattutto quando notò le figure dei suoi genitori nei corridoi, evidentemente preoccupati per lei.
Scoprì che verso il tardo pomeriggio uno dei funzionari del palazzo avevano contattato i suoi genitori appunto perché non riuscivano più a trovarla, e questi non ci pensarono due volte prima di fare i bagagli e tornare a casa scusandosi con la famiglia nobile che li stava ospitando per il ballo.
La regina Layla non poté fare a meno di abbracciare preoccupatissima la figlia sotto lo sguardo duro del marito, il quale però non riuscì a nascondere il proprio sollievo nel vedere Lucy integra seppur con gli abiti rovinati.
<< Ma dove sei stata? >> le chiesero mentre la madre le accarezzò i capelli portandole indietro la frangia e scoprirle così la fronte delicata.
In quel momento Lucy si chiese se davvero doveva raccontare quello che era successo ai suoi genitori, dopotutto anche se voleva un gran bene a entrambi, il ragionamento che aveva fatto prima con Natsu le ritornò in mente.
"Mamma è papà sono grandi, non capiranno"
<< Mi sono addormentata tra i fiori >> sussurrò allora schiacciando la punta del suo piedino contro il pavimento tenendosi nel frattempo le mani dietro la schiena con aria colpevole.
E non si sentiva colpevole solo perché li aveva fatti preoccupare, ma anche perché aveva deciso di mentire a loro per la prima volta, anche se era convinta per una causa più che giusta.
Re Jude sospirò posando amorevolmente la sua mano sul piccolo capo della figlia << Ci hai fatto preoccupare tanto, piccola peste >>
A quel punto Lucy, profondamente colpita da quelle parole, si mise a piangere spinta da un moto di dispiacere, e i suoi genitori non poterono far altro che sorridere e far congedare le guardie e i funzionari ordinando di comunicare a coloro che erano ancora impegnati nelle ricerche che la principessa non era mai uscita da palazzo e che ora si trovava con i sovrani.
Dopo di che Layla la prese in braccio e sussurrandole dolci parole nel tentativo di farla smettere, guardò il marito sorridendo << La porto a letto, poi ti raggiungo >> disse dandogli un bacio prima di dirigersi verso le camere della figlia intonando una melodia.
La bambina allora si lasciò cullare dalle braccia esperte e amorevoli della sua mamma inspirando quell'odore che le era mancato in quei giorni in cui i suoi genitori erano via.
<< Mi sei mancata tanto >> sussurrò allora tra i singhiozzi stringendosi al bell'abito della regina ricevendo in cambio un abbraccio più stretto e un dolce bacio sul capo.
 << Anche tu piccola mia >>
**°**
 
Il giorno seguente purtroppo i monarchi dovettero lasciare ancora una volta il palazzo, invitati dai regnanti del regno vicino per poter consolidare la loro alleanza. Di conseguenza dovettero lasciare nuovamente la piccola Lucy nelle mani degli amministratori di palazzo, ritenuta ancora troppo piccola, troppo giovane e inesperta per permettersi di uscire senza aver completato l'educazione e gli insegnamenti basilari degni di una principessa d'alto rango come il suo.
Nonostante ciò, Lucy non si sentì più tanto triste come altre volte, non doveva più sentirsi sola nonostante il dispiacere di non avere sempre i suoi genitori accanto era comunque presente, perché ora aveva trovato un amico, un compagno con cui passare le giornate in allegria senza dover passare il tempo tra la noia e le sfiancanti lezioni che doveva intraprendere. Preferiva stare con Natsu che a palazzo, in mezzo a guardie che non potevano nemmeno parlarle, serve che non facevano altro che ammonirla e insegnanti che le davano la caccia per il castello per completare la sua educazione.
Ora che Lucy aveva trovato un nuovo amico, aspettava tutte le notti con impazienza che arrivasse il giorno seguente: ogni giorno per lei era una nuova scoperta, trovavano sempre qualcosa di diverso da fare e che li tenesse sempre con l'entusiasmo a mille.
Ciò che però più amavano fare insieme era andare ad esplorare i dintorni alla ricerca di animali strani da catturare oppure andare alla ricerca di nascondigli che potevano utilizzare per giocare, e tal volta, in queste occasioni, approfittavano della loro immaginazione per vedersi grandi, adulti: lui il più grande Drago di tutti i tempi, un eroe fortissimo ed imbattibile che tutti i giorni combatteva i cattivi avendo sempre la meglio; e lei la maga compagna di squadra, bellissima e intelligente che trovava sempre un idea in grado di salvarli dalle situazioni più complicate. Di fatto tutti i giorni correvano e volavano, guidati dalle loro risate e dalle loro voci, le quali annunciavano durante l'inseguimento di qualche animale finti incantesimi come se fossero all'inseguimento di un cattivo.
Fu proprio durante uno di questi momenti che all'improvviso un giorno dovettero fermare bruscamente la loro corsa per non cadere tra i sassi della riva di un piccolo fiume.
Inutile dire che Lucy ne rimase così tanto affascinata che addirittura il piccolo Draconiano se ne accorse << Lucy? >> la chiamò allora, incuriosito dal sorriso apertosi sul volto della principessina.
<< È un fiume? >> chiese quest'ultima prendendolo alla sprovvista nel voltarsi di scatto verso di lui sorridendogli eccitata: era la prima volta che ne vedeva uno dal vivo!
<< Sì >> rispose il drago confuso. Era così strano il comportamento della sua amica... cos'aveva di così speciale un fiume per averle scatenato un allegria simile? Non lo capiva << Perché lo chiedi? >>
<< È la prima volta che vedo un fiume! >>
<< Davvero? >>
<< Sì! Te l'ho detto no? Non sono mai uscita da casa mia! >> esclamò lei correndo verso l'acqua e chinarsi su di essa per poterla bere. Rabbrividì sentendo il corso gelato, ma non smise comunque di sorridere contenta. L'acqua era fresca e piacevole da percepire sulla pelle.
<< Oh >> Natsu la guardò e si sentì strano nel vederla lì alla riva a giocare con la corrente e i pesciolini con la stessa allegria che le aveva visto la prima volta quella sera al lago. Sembrava estasiata nel vedere cose nuove, cose che poi per lui erano quotidiane: dopotutto viveva soprattutto tra i boschi dalla mattina alla sera con i compito di allenare i suoi sensi e le sue abilità. Tutto quello che viveva e che esisteva nei boschi era diventato parte della sua quotidianità, nonostante alcune zone gli erano ancora sconosciute e così anche i loro abitanti e ciò che li caratterizzava.
Decise di avvicinarsi a lei e quando le fu quasi accanto il pensiero di aver trovato un'amica particolare, diversa dalla sua gente non solo per l'aspetto, ma anche per ciò che aveva dentro, lo colpì ancora di più della prima volta. A quel punto non poté che considerarsi davvero fortunato: era stato lui ad averla trovata e ad esser diventato suo amico, non qualcun altro e di ciò ne andava davvero fiero.
<< Lucy! >> la chiamò ridendo, e quando lei si voltò lui fu pronto a schizzarle l'acqua addosso per poterla bagnare. Sghignazzò soddisfatto nel sentirla urlare tra le risa e gridare il suo nome mentre gli chiedeva di smetterla. Neppure quando la bambina provò a scappare da lui correndo riuscì a sfuggire dalla furia dell'amico, il quale più forte e veloce di lei fu in grado di catturarla e buttarla in acqua << Ti ho presa! >> si sentì dire lei all'orecchio, bagnata dalla testa ai piedi e seduta tra i sassi e l'acqua ancora intrappolata dall'abbraccio stretto del draghetto.
Ma non ebbe neanche il tempo di muoversi per liberarsi dalla stretta che lui si staccò di colpo alzandosi anch'egli tutto bagnato << Ora tocca a te! >> esclamò lui cominciando a correre e poi lanciarsi dove ormai l'acqua gli impediva di proseguire correndo, prendendo così a nuotare.
Lucy lo seguì mormorando un << Ma così non è giusto! >> contrariata un po' dal fatto che l'avesse colta di sorpresa approfittando del suo momento di gioia e di distrazione. Ma dovette quasi subito fermarsi cominciando ad aver paura della corrente e della profondità del fiume poiché mano a mano che camminava lentamente lungo il fondo del corso, questo diveniva sempre più basso << Natsu! Io non so nuotare! >> lo chiamò spaventata sentendosi trascinare piano piano dalla forza dell'acqua non avendo più un fondale saldo a cui appigliarsi completamente con i suoi piedini.
<< Tanto non ci casco! >> rispose invece il Drago continuando a nuotare, non riuscendo a comprendere il tono realmente sgomento di lei, la quale si rese conto che la corrente la stava trascinando laddove a momenti non sarebbe più riuscita a toccare con i piedi.
<< Natsu! Ti prego! Aiutami! >> continuò ad urlare disperata agitando le piccole braccia per potersi aiutare e cercare di raggiungere la riva più vicina, ma più si muoveva più il fiume la spingeva via.
E in quel momento si sentì davvero impotente: non poteva fare nulla per migliorare la sua situazione, per non parlare del fatto che Natsu non le credeva, che non riusciva a capire il suo spavento e che proprio per questo non voleva aiutarla credendo che quello fosse un modo per vincere il gioco.
Lui non la conosceva ancora abbastanza. La paura l'agitò ancor di più.
<< E perché? >> chiese allora lui voltandosi per poterla vedere ormai rassicurato dalla lontananza dato che non l'udiva più bene come poco prima, ma la consapevolezza che lei non sapesse realmente nuotare arrivò forte solo dopo che la vide scomparire all'istante sotto la prepotenza dell'acqua. E a quel punto il terrore lo colpì talmente forte che non riuscì a trattenersi dall'urlare il suo nome con un angoscia senza fine intrappolata nel cuore << Lucy! >>

**°**

Angolo dell'autrice
Ciao! Eccomi qui con un capitolo fresco fresco:3
Qui ho cominciato finalmente a narrare delle avventure quotidiane dei nostri due piccoli protagonisti, e vediamo che non sono bastati che pochi giorni per cacciarsi nei guai!
La nostra piccola Lucy è in pericolo e Natsu non se n'è accorto subito, povero stupidotto. Vediamo cosa farà per risolvere la situazione!
Abbiamo anche avuto un assaggio delle personalità dei genitori di Lucy, che purtroppo essendo sempre impegnati, la lasciano spesso da sola data la sua età molto giovane :c ma abbiamo lo stesso visto che loro due le vogliono un mondo di bene:3
Mi scuso se non sono riuscita a rispondere alle recensioni, sono stata impegnata con l'ultimo capitolo di Non ho un cuore per poterti amare e la sua pubblicazione, per non parlare della breve vacanza che mi ha lasciato senza internet e pc.
Cercherò di farmi perdonare il prima possibile;)
Ringrazio coloro che hanno letto e aggiunto ai preferiti, ricordate e seguite questa storia! Ringrazio come sempre anche coloro che l'hanno commentata!
Ora vi lascio perché sono alle prese con nuovi capitoli:3
Un bacione gigantesco e alla prossima!
Mary

Prossimo aggiornamento rimandato a Mercoledì 20 Luglio:)

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


L'Albero delle Fate
~Capitolo V~
**°**

Era estenuante, una continua lotta contro la corrente gelata del fiume: ogni tentativo di evitare i massi del letto o di raggiungere la superficie per poter respirare sembrava essere vano e sempre più difficile per quanto i polmoni le bruciassero e le forze mancarle sempre più.

Sembrava un incubo, un incubo in cui non vedeva altro che acqua e sabbia, alghe e massi, bolle d'aria sfuggirle dalla bocca e innalzarsi verso la superficie senza avere la possibilità di contrastare tutto ciò.

Si sentiva sola, Lucy, perduta, senza più speranza, senza più la forza di poter provare ancora una volta ad agitare braccia e gambe nel tentativo di raggiungere l'aria.

Il petto cominciò a farle davvero male, la corrente aveva cominciato già a trascinarla lentamente sempre più in basso, dove la luce sembrava esser bandita dalle profondità, e a quel punto non poté fare a meno che lasciare andare l'aria rimasta, troppo debole per poterla trattenere ancora.

La stanchezza e il desiderio corporeo di respirare acqua la trascinarono a chiudere le palpebre, con la paura di morire così improvvisamente senza aver avuto nemmeno l'opportunità di sgridare Natsu per la sua avventatezza e senza aver avuto neanche il tempo di salutare i suoi amati genitori.

Ci fu però un attimo in cui sentì uno strano calore generato da un abbraccio amorevole, lunghi capelli sfiorarle le guance e una voce stuzzicarle le orecchie senza però riuscire comprenderne le parole. Spinta dalla curiosità, riuscì ad aprire un poco gli occhi per poter scorgerne i capelli confondersi nell'acqua, quasi fossero dello stesso delicato colore, ma quasi subito il buio la sommerse all'istante.

**°**

Lucy non c'era più, non la vedeva più, era scomparsa tra la corrente del fiume ed era tutta colpa sua che non le aveva creduto per paura di perdere ad uno stupido gioco.

<< Lucy! >> urlò chiamandola con tutto il fiato che aveva in gola per poi tuffarsi con il viso in acqua nel tentativo di scorgerne la figura, ma era tanto torbida in quel tratto da non permettergli di vedere a un palmo dal naso.

Urlò nuovamente il suo nome una volta aver preso un'altra rapida boccata d'aria tra gli schizzi della corrente, continuando a nuotare disperato alla ricerca della principessina, avanzando lungo il fiume sperando che questo l'avesse trascinata più avanti.

Si sentiva così dannatamente in colpa che si stava trattenendo dal piangere, lui, Natsu, che mai aveva pianto fin da quando aveva ricordo, lui, il Drago di Fuoco, piccolo impavido e pimpante, non aveva mai sentito un così disperato bisogno di piangere. Eppure non poteva permetterselo, doveva trovare la sua preziosissima amica prima che fosse tardi, perché lui se lo sentiva dentro che troppo tardi non lo era ancora. Di piangere non ce n'era tempo.

Si tuffò ancora una volta, stavolta riuscendo ad andare più in profondità e cercò di ignorare il freddo pungente che mano a mano che provava a scendere, diveniva sempre più insopportabile e doloroso.

A questo punto, a corto d'aria, dovette tornare nuovamente su e solo dopo esser riuscito a prenderne dell'altra scorse poco più avanti qualcosa emergere dalle profondità. Assottigliò gli occhi per poter osservare meglio e solo quando riconobbe il vestitino dell'amica emergere un poco, si fiondò subito nella sua direzione.

Nuotò più veloce che poté, rigenerato da una forza che credeva di aver perduto con la comparsa della stanchezza e in poche bracciate la raggiunse, le prese la mano tirandola a sé sentendola fredda, ma ignorò quel tocco ripetendosi che fosse colpa della temperatura dell'acqua.

L'abbracciò tenendola stretta a sé cominciando ad aiutarsi con le ali per raggiungere la riva, le quali se fino a poco prima le muoveva faticosamente, in quel momento sembravano aver preso vita propria poiché velocissime battevano contro l'acqua spingendolo piano piano verso la sua meta.

<< Lucy! >> la chiamò cercando nel frattempo di svegliarla, perché il quel momento lei stava dormendo vero? << Svegliati! >> urlò ancora, stavolta con la voce rotta mente con i piedi cominciò a toccare il fondo del fiume cominciando a correre nell'acqua in un tentativo disperato di raggiungere il prima possibile quella maledetta terra per poterla poggiare da qualche parte lontana da quel dannato fiume e così riscaldarla << Lucy! Ti prego! >> sussurrò in procinto di piangere quando la posò tra i sassi, le scostò i capelli dal viso e vedendolo pallido dove anche le labbra sembravano aver perso il loro rossore le lacrime non poterono che cominciare a cadere calde precipitandosi sulle guance della piccola principessina.

Tentò allora di scuoterla, ancora non accortosi delle lacrime salate che gli cavalcavano le piccole guance squamose.

Non era mai stato così tanto spaventato. Aveva sempre dovuto cavarsela da solo nei boschi, gli animali che vi vivevano non gli avevano mai incusso paura, nemmeno i pericoli che nascondevano quelle distese di piante e colline, pure la solitudine per lui non era stata spaventevole come gli avevano raccontato i conoscenti. Eppure il pensiero di rimanere da solo senza la sua amica, lo aveva scosso davvero.

La chiamò ancora non vedendo quegli occhi aprirsi e sgridarlo, magari con qualche pugno e schiaffo per esser stato così stupido: si sarebbe fatto picchiare e sgridare da lei tutte le volte che voleva anche senza motivo pur di rivederla pimpante come solo lei era, ma nonostante tutti i tentativi per svegliarla, Lucy non sembrava aver intenzione di svegliarsi, né un accenno, un'espressione infastidita, nemmeno il naturale tossire per esser stata così tanto tempo sott'acqua. Niente.

<< Ho detto di svegliarti! Non scherzare! Se è un modo per farmela pagare, smettila! Non è per niente divertente! >> urlò stringendole le spalle << Lucy! >>

Non vedendo per l'ennesima volta alcuna reazione, il pensiero che fosse morta lo terrorizzò a tal punto da lanciarsi su di lei e abbracciarla il più forte che poteva: non l'avrebbe mai lasciata andare facilmente. Avrebbe prosciugato le sue energie fino all'ultima goccia, avrebbe fatto l'impossibile e tutto ciò che era possibile.

Quasi si stupì di tale disperazione.

Strinse gli occhi e provò a fare ciò che suo padre gli stava cercando di insegnare da tempo: si concentrò sentendo quel corpo così freddo, guardò dentro di sé alla ricerca della parte più nascosta di lui, alla ricerca di quel calore di cui aveva sempre avuto coscienza fosse dentro di lui e lo animasse. Cercò a fondo nel suo cuore cercando quella fiamma che papà chiamava anima, quella fiamma che per lui custodiva il suo essere e ciò che avrebbe potuto aiutarlo a salvare Lucy.

<< Se hai freddo ti scalderò io >> sussurrò tra i singhiozzi, stringendo gli occhi e nascondendo il viso tra i corti capelli della bambina, sentendosi finalmente quel calore uscirgli dal petto e dalle lacrime per poter raggiungere il corpo esile e raffreddato della sua amica. Perché lei non poteva abbandonarlo, lui non voleva esser abbandonato da lei. Era una delle persone più care che aveva e non le avrebbe permesso di andare via da lui. Lucy era sua, e la sua Lucy non era fredda. 

Preda del suo pianto però non si accorse di quanto ormai abbracciasse stretto la sua amica, né di come lei divenne sempre più calda a causa di quell'amplesso, nemmeno di quando prese a tossire in preda alla stretta rovente e micidiale del suo amico, il quale senza rendersene conto la stava costringendo a buttar fuori la poca acqua che aveva ancora nei polmoni.

<< Natsu >> sussurrò cercando di divincolarsi, presa dal panico e dall'imbarazzo quando si accorse di quanto la stava stringendo, ma lui non sembrava udirla.

Lo richiamò ancora, ma sentendo anche quel tentativo vano, la rabbia cominciò a ribollirle dentro soprattutto perché si era ricordata di ciò che era successo poco prima.

<< Natsu! >> urlò assestandogli una gran ginocchiata ai fianchi facendolo rotolare poco più lontano da lei, lo sentì gemere e tirare su il naso << Ma cosa ti è preso! >> esclamò inviperita alzandosi da terra cominciando a camminare furiosa verso il draghetto con l'obbiettivo di prenderlo a sberle.

Il diretto interessato sussurrò un << Ahio >> massaggiandosi il fianco dolente, non capendo cos'era successo, ma sentendo le urla di Lucy riprenderlo si alzò rapidissimo per potersi lanciare di scatto verso la sua preziosa amica.

Gli erano mancati, seppur per pochi minuti, i gesti violenti di quella bambina tanto dolce.

<< Lucy! >> la chiamò abbracciandola e prendendola alla sprovvista: caddero quindi entrambi a terra ottenendo un urlo da parte della bambina per lo spavento, la quale però si mise subito a ridere per la reazione così tanto esagerata del Drago.

<< Ma che fai? >> disse lei ridendo ricambiando quell'insolita manifestazione di affetto.

<< Potevi anche non entrare in acqua >> sussurrò invece l'altro tirando su con il naso, sentendosi strano quando notò le lacrime uscirgli dagli occhi e il moccio litigare con il suo naso per poter uscire: non gli era mai capitato tutto ciò, almeno da quando aveva ricordo.

<< Ma io ti ho detto che non sapevo nuotare, sei che tu non mi hai creduto >> mise il broncio Lucy.

E seppur sapesse che lei aveva ragione, Natsu trovò difficile comunque trovare la forza e il coraggio di chiedere << Scusa >> perché si vergognava di ciò che aveva fatto e nonostante fosse solamente ancora un cucciolo poco cresciuto, aveva capito che ciò che aveva fatto era stato davvero pericoloso, anche senza l'intervento degli adulti.

Allora si alzò da terra grattandosi il capo rivolgendo lo sguardo altrove che negli occhi di Lucy, sentendosi ancora troppo in colpa per ciò che era successo, teso per la paura che la sua amica non accettasse le sue scuse più sincere.

Lucy invece sorrise e si sedette anche lei perché nonostante il pericolo scampato per un pelo, era felice di ciò che era successo: quell'avvenimento aveva fatto capire ad entrambi almeno un poco quanto l'una era importante per l'altro e viceversa.

<< Va bene >>

Una volta chiarito, entrambi si alzarono da terra con l'obbiettivo di riprendere l'esplorazione. Natsu quasi subito, rinvigorito come non mai, scomparve nel sottobosco, mentre Lucy diede un ultimo sguardo a quel fiume ricordandosi di quella strana presenza che sicuramente l'aveva abbracciata quando ancora era sott'acqua. Sapeva che non era stato Natsu: quelle braccia che l'avevano avvolta erano simili a quelle della sua mamma anche se era certa che quel tocco non era come quello della regina, quindi non potevano essere quelle di Natsu, quelle del draghetto erano ancora troppo corte e poi come abbracciava lui non abbracciava nessun'altro.

Sorrise grata e un po' imbarazzata per quell'ultimo pensiero, dopo di che alzò il braccio e scosse la mano in un saluto verso il fiume. A quel gesto vide per un attimo il fondale illuminarsi e poi spegnersi e si rallegrò ancor di più.

<< Grazie! >> esclamò raggiante, contenta che quella donna misteriosa avesse ricambiato il suo saluto. Era anche per il merito di quella persona che poteva ancora essere lì a giocare con quel Drago strampalato.

<< Lucy? >> Natsu ricomparve quasi subito richiamandola incuriosito.

<< Eccomi! >> esclamò la bambina sorridente girandosi verso il suo amico, lo prese per mano e cominciò a correre contenta, trascinandolo tra gli alberi.

<< Perché hai urlato? >> le chiese non capendo ancora l'origine di tanta felicità.

<< È un segreto >> gli rispose lei sorridendogli e facendogli l'occhiolino.

<< Ehi! Lo voglio sapere anch'io! >>

<< Ma così non sarebbe più un segreto! >> urlò di rimando ridendo, lasciando la mano del compagno continuando però a correre << Per punizione dovrai cercarmi a nascondino! >> gli disse riferendosi all'incidente, e lui non poté far altro che sbuffare e arrendersi, sentendo il senso di colpa tornare.

A quel punto smise di correre << Come vuoi tu >> disse e si appoggiò all'albero più vicino << Conto fino a cento e poi ti cerco! >> l'avvisò prima di cominciare, lasciandosi andare ad un sorriso mentre con le dita si toccò il naso: Lucy non sapeva che ormai si era abituato così tanto a sentire il suo profumo che l'avrebbe trovata ovunque si sarebbe nascosta.

"Tanto ti troverò sempre"

**°**

 

Angolo dell'autrice
Ciao! Eccomi qui con un capitolo fresco fresco:3
So di essere in ritardo di più di una settimana rispetto all'aggiornamento programmato, ma dei parenti mi hanno portato giù con loro in vacanza senza preavviso e soprattutto senza internet e pc, quindi non ho potuto pubblicare né scrivere il capitolo (scrivo su OneDrive, quindi necessito di internet-.-').
Sono riuscita a scrivere solo oggi perché ho ospiti in casa per un po' e solo per questo weekend ho tempo libero per dedicarmi alla scrittura.
Avrei anche un sacco di OneShot da pubblicare, di cui una per un Contest a cui purtroppo sono sicura di non riuscire a partecipare... in più sto cercando di continuare Welcome to Neverland, Lucy e una LongFic nuova che avrei intenzione di pubblicare appena scritto quasi tutti i capitoli, ovviamente NaLu.
Passando a questa storia, mi scuso per non aver ancora risposto alle recensioni ma come ho sopracitato il tempo scarseggia...
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ho paura di aver sbagliato qualcosa riguardo Natsu, ma spero comunque che questo capitolo sia meglio del precedente anche se leggermente più corto.
Avviso che non dovrebbe mancare molto allo stacco dall'infanzia dei nostri piccoli personaggi, non ho intenzione di annoiarvi sulla loro vita da piccoli pulcini, ma ci tenevo a 'illustrarvi' come si evolverà il loro rapporto :3
Ringrazio coloro che ancora seguono la storia e che quindi non si sono ancora stancati di me, ringrazio chi ha aggiunto ai preferiti e alle ricordate la storia, mi fa davvero piacere che questa storia stia scatenando un qualche interesse c:
Cercherò di farmi perdonare il prima possibile per questo imprevisto, promesso;)
Un bacione gigantesco e alla prossima!
Mary

Prossimo aggiornamento previsto per Sabato 6 Agosto:)

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


L'Albero delle Fate
~Capitolo VI~
**°**

<< Mamma, mi racconti una storia sui draghi? >> le chiese ormai coperta dalle lenzuola fino al mento e un sorriso stanco stampato sul volto, deformato da un improvviso sbadiglio. 

La regina le sorrise e dopo averle dato un bacio e una carezza sulla fronte, incrociò le braccia scrutando la figlia << Non sei troppo stanca? >> 

<< No >> rispose la piccola facendo un lento cenno della testa tenendo però ancora quel sorriso birichino.  

<< Va bene >> cedette facendole illuminare gli occhietti stanchi e le si sedette accanto cominciando a raccontare di quando, tanto tempo prima, alcuni umani erano chiamati Figli-di-Drago. 

Forse fu in questo modo che Lucy cominciò a coltivare la sua passione più grande: grazie a quelle sere che la madre le dedicava amorevolmente, cercando di colmare quelle sue continue mancanze con i suoi racconti, certa che in quel modo avrebbe reso sua figlia felice quanto lei. 

Ma del resto, come un sogno, tutto svanisce quando il sole risorge per portarla ad un nuovo giorno dove la madre non è più presente al suo risveglio. 
 

<< Mamma? >> le uscì spontaneo chiamarla, svegliata da quel senso di nostalgia che l'attanagliava da diverso tempo ormai: la regina Layla non raccontava più storie della buona notte per farla addormentare. Lucy ormai era diventata grande e il fatto che tutte le sere la madre andasse da lei per questo motivo, era diventato sconveniente secondo il re che oramai non pensava altro che alla rigida educazione della figlia.  

Conscia del fatto che anche chiamandola non sarebbe venuta da lei poiché non l'avrebbe sentita, Lucy si alzò sbuffando ed alzandosi di malavoglia dal letto: tutte le mattine cominciavano così da diversi anni, da quando suo padre aveva deciso di cominciare ad educarla a principessa.  

<< Principesse non si è solo di sangue, ma anche di modi >> prese in giro il padre pronunciando quella frase con tono derisorio << E chi ha mai voluto esserlo >> si disse cominciando a pettinarsi davanti allo specchio guardando negli occhi il suo riflesso. Se per essere una principessa doveva rinunciare a ciò a cui teneva; avrebbe tanto voluto non esserlo, perché tutti quegli impegni che le aveva messo addosso il re non riusciva a sopportarli, e tra tutte, le lezioni di etichetta –a dir poco noiose e che per altro erano quelle più numerose!- non facevano altro che diminuire il tempo che aveva per vedersi con Natsu.  

Un sorriso le spuntò sul viso pensando a quel ragazzino.  

Risollevata poiché quella stessa sera lo avrebbe rincontrato all'Albero delle Fate, si sollevò carica dallo sgabello pronta ad affrontare una nuova e monotona giornata.  

**°** 

Si piegò in due dalla fatica, il fiatone a riempirle la gola e il martellare del cuore a rimbombarle fin nelle orecchie: aveva corso il più velocemente possibile nella buia boscaglia illuminata da una pallida luna e dalla fioca luce delle stelle per poter arrivare al più presto sul luogo dell'incontro.  

Ed ora era lì, sotto gli ampi rami di quell'albero luminoso a recuperare le energie prima di attraversarlo e incontrare Natsu.  

<< Dai che è tardi >>  

Una volta ripresasi si drizzò e cominciò a compiere quello che oramai era diventata la sua routine, per poi attraversare rapida il tronco e finalmente giungere nel mondo dei Draghi.  

<< Natsu? >> lo chiamò incerta, non vedendolo da nessuna parte. Si guardò ancora intorno chiedendosi come mai non ci fosse, dopotutto era lei quella in ritardo essendo arrivata dopo il tramonto.  

"Dove sei?" Si chiese cominciando a camminare lentamente facendo attenzione a dove metteva i piedi, forse anche lui aveva avuto un contrattempo ed ora era in ritardo? Forse i suoi genitori lo avevano intrattenuto per un qualche strano motivo, dopotutto erano adulti e gli adulti erano di per sé strani e complicati da comprendere. Oppure... gli era accaduto qualcosa?  

Scosse la testa a quel pensiero sentendosi stupida per averlo formulato, sicura che non gli fosse successo nulla, dopotutto erano anni che Natsu passava le giornate nella foresta, ormai conosceva quel luogo come i palmi delle sue mani: era impossibile che si fosse cacciato nei guai in quel posto.  

<< Bwua! >> improvvisamente un urlo squarciò il silenzio spaventandola a morte e facendola gridare dalla paura, subito dopo una mano le si posò sulla bocca tappandogliela e un'altra mano la strinse forte immobilizzandola. In un primo momento cercò di dimenarsi con tutte le energie rimastele in corpo, ma quando riconobbe quelle mani, quella presa e quel calore, si fermò di botto e con uno scatto spinse via il suo aggressore dandogli una testata, avendo come risultato un gemito di dolore e il tonfo della caduta di quello stupido.  

Si girò allora furibonda.  

<< Ma che ti salta in mente?! >> gli urlò contro con la furia animarla come non mai, fissando con uno sguardo fiammeggiante la figura del Drago seduto a terra a tenersi la parte ferita con una mano mentre se la rideva.  

Vedendolo ridente e senza avere risposte, Lucy, si offese girandosi ed incamminandosi alla cieca fra gli alberi lasciando indietro l'amico.  

<< Ma è stato divertente! >> rispose lui alzandosi in fretta nel vederla allontanarsi << Ehi Lucy! Dove stai andando? >>  

<< Non sono affari tuoi >> proferì secca continuando a camminare: eh no! Non poteva ogni volta sorprenderla in quel modo! Ma non aveva idea di quanto l'avesse spaventata solo per il fatto di non averlo visto sotto l'albero?! E quello stupido scherzo poi?! No, questa volta non l'avrebbe perdonato facilmente. Nemmeno se si sarebbe messo a pregarla in ginocchio, lo avrebbe fatto patire, e tanto.  

<< Te la sei presa? >> le chiese cercando di stare al suo passo, ma per colpa di quella rabbia che la montava gli era difficile.  

Lucy non rispose, tenne il broncio e continuò per la sua strada, anche se a quel punto non aveva idea di dove stesse andando.  

<< Oi Lu, ti sei davvero arrabbiata? >> non ricevendo risposta a quella domanda si ritrovò a credere che Lucy non volesse più far pace con lui << Lucy, davvero! >> esclamò correndo per poterla sorpassare e fermarla << Mi dispiace! >>  

E nemmeno le scuse riuscirono a fermarla: non lo guardò neanche in faccia, lo sorpassò e continuò a camminare con lo sguardo di chi non aveva nulla a che fare con lui, ma non fece in tempo a voltarsi per vedere la sua reazione che il terreno sparì da sotto i piedi e cadde urlando sentendo intanto le grida di Natsu che la chiamavano preoccupato.  

Emise un gemito di dolore quando finalmente si fermò e solo in quel momento si rese conto di essersi sbucciata le ginocchia e i palmi sentendoli bruciare.  

Cercando di ignorare il dolore si guardò attorno, ma il buio sovrastava ogni cosa, solo uno strano rumore si sentiva riecheggiare per quella che sembrava una caverna.  

<< Lucy! >> il richiamo preoccupato di Natsu la ridestò quasi subito, facendole dimenticare la discussione di poco prima.  

<< Sono qui! >> esclamò di rimando emettendo un altro gemito quando cercò di rialzarsi in piedi, pensando intanto al modo con cui avrebbe nascosto le ferite e l'abito sporco e a brandelli a palazzo. Rimase quindi seduta quando sentì dolerle anche la caviglia, decidendo di non sforzarla e farsi prestare aiuto da Natsu.  

Quest'ultimo arrivò in un baleno scivolando anch'egli, ma attutendo la caduta con le ali, uscendone così indenne e senza caderle addosso.  

<< Ti sei fatta male? >> le chiese infuocando una mano per far luce, e subito la vide in tutta quell'oscurità, con il viso pieno di graffi e sollevato, probabilmente perché la sua presenza l'aveva rassicurata.  

<< Sì, la caviglia >> sussurrò lei alzando un po' la veste ed emettendo un gemito quando dovette distendere le gambe: le ginocchia e i palmi ripresero a bruciare e a pulsare per il gesto.  

Vedendola conciata in quel modo, non ci pensò nemmeno due volte e con prontezza si girò e si inginocchiò dandole le spalle << Sali >>  

<< Cosa? >>  

<< Ti sei fatta male, forse se cammini peggiorerai le cose >> non ricevendo risposta, voltò il capo nella sua direzione sicuro però che lei non lo avrebbe visto << È un modo per farmi perdonare >> sussurrò contrito e imbarazzato << Per lo scherzo di prima intendo >>  

Lucy sorrise ricordandosi del litigio di poco prima poiché sapeva che non sarebbe riuscita a mantenere il broncio a lungo con lui, figuriamoci se poi si comportava in quel modo!   

Così, silenziosa, tastò il buio finché non incontrò la consistenza ruvida delle ali del Drago e facendo scivolare le mani su di esse arrivò alle spalle robuste di Natsu, vi fece passare anche le braccia agganciandosi in questo modo al suo collo appoggiandovi il suo peso. Subito dopo Natsu la prese dietro le ginocchia e si sollevò da terra.  

<< Grazie >> gli sussurrò imbarazzata all'orecchio. Era da parecchio tempo che non la portava sulla schiena, e farlo a distanza di tempo, ormai dodicenne, non si sentiva totalmente a suo agio tra le braccia di un ragazzino.  

<< Tu mi perdoni? >>   

E a quel punto non poté che lasciarsi andare in una risata sentendo in quel tono, in quelle parole, una punta di speranza e di paura, facendole realizzare quanto lui tenesse alla sua amicizia e di quanto fosse ingenuo: perché per Lucy nulla poteva spezzare il loro legame, figuriamoci una stupidaggine del genere.  

<< Sì, ti perdono >> gli disse quasi subito stringendolo ancor di più nella sua morsa, cercando di abbracciarlo più forte che poteva, per fargli capire quanto per lei, lui, fosse importante.  

Natsu saltò sorridendo caricandosela meglio sula schiena sentendosi ancor più pimpante del solito, e con un energia nuova cominciò a vagare nel buio.  

<< Natsu >>  

<< Uhm? >>  

<< Ma ci vedi? >> gli chiese improvvisamente mentre si accoccolava meglio sulla sua schiena, circondata dal calore che emettevano le sue ali.  

<< Certo >>  

La principessa si drizzò di scatto facendo quasi perdere l'equilibrio al Drago.  

<< Ma ora che ti prende?! Così cadia-! >>  

<< Come fai? >> la sua domanda lo interruppe subito.  

<< A fare cosa? >>  

<< A vedere al buio! >> rispose ovvia lei ritornando comoda, permettendogli così di riprendere a camminare.  

<< Papà mi ha insegnato a farlo >>  

<< Oh >> Lucy rimase affascinata ancora una volta dalle capacità di Natsu, di come la magia potesse essere un bene prezioso e utile. Chiuse gli occhi facendo morire lì la chiacchierata immergendo il naso nell'odore di Natsu: selvaggio eppure non troppo forte, ma soprattutto... non lo sapeva nemmeno lei cosa rendeva speciale il suo profumo, sapeva solo che le piaceva davvero tanto.  

Eppure, nonostante volesse un bene dell'anima a Natsu, certe volte non riusciva a non essere un poco invidiosa: lui era un Drago e di conseguenza era dotato di magia, una magia che purtroppo lei non aveva e che mai avrebbe avuto. Lucy desiderava ardentemente essere una maga, ma il Fato aveva altri obbiettivi per lei e quindi era probabile che non fosse destinata ad esserlo. Come lo sapeva? Sin da piccola non era mai riuscita a fare un incantesimo, nemmeno dei più semplici, ci aveva provato con l'aiuto di Natsu, ma nulla sembrò mai davvero funzionare. Perciò un giorno, abbattuta dalle numerose sconfitte, decise di smetterla di provarci. La magia non era parte di lei.  

Ma nonostante questo sapeva nel profondo del suo cuore che non era così.  

**°** 

Cullata dal passo di Natsu, non si rese nemmeno conto di essersi addormentata, perciò rimase sorpresa quando si svegliò su un letto di paglia con quello stesso rumore che l'aveva accolta nella caverna, ma amplificato.  

Si guardò attorno riconoscendo le pareti di quest'ultima e subito le cadde l'occhio sulla figura di Natsu poggiato contro i massi, addormentato anche lui, probabilmente stanco per la camminata che gli aveva fatto fare con lei in groppa. Sì sentì un po' in colpa, ma ne fu comunque grata.  

Si alzò in piedi con l'idea di esplorare: aveva notato un po' di luce entrare poco più avanti, ma subito il dolore alla caviglia tornò anche se con meno intensità. Alzò quindi l'orlo del vestito e la vide fasciata. Sospirò. Avrebbe trovato sicuramente un modo per ringraziarlo a dovere. Magari domani...  

"E pensare che fino a qualche ora fa ero arrabbiata con lui"  

Scosse la testa appoggiandosi contro la parete evitando di svegliare l'amico, cominciando a camminare con l'aiuto di quest'ultima. Fu così che nel giro di qualche minuto si ritrovò il viso e le braccia bagnate da qualche schizzo d'acqua e solo quando giunse all'uscita si rese conto da dove questa venisse. Ecco spiegato l'origine di quel continuo rumore.  

Si lasciò scappare un << Wow >> nel vedere una cascata farle da muro davanti, illuminata dalla luce brillante della luna. Sembrava un sogno per come quell'atmosfera fosse surreale, sotto di sé l'acqua scendeva fino a tuffarsi nel lago, blu come il cielo e cavalcato da tantissime lucciole a riva e tra gli alberi che lo circondavano. Innumerevoli schizzi creavano una specie di nuvola alla base della cascata, lì dove la quiete della distesa d'acqua veniva bruscamente interrotta per poterla alimentare.  

<< Bello vero? >>  

L'improvvisa comparsa di Natsu la spaventò tanto da lasciarsi sfuggire un sospiro strozzato e portarsi una mano sul cuore per poterlo calmare.  

<< Certo che ti spaventi facilmente >> ridacchiò lui stiracchiandosi ed emettendo un sonoro sbadiglio facendola ridere.  

<< Stupido >> gli disse ridacchiando anch'ella ritornando nel frattempo a guardare quella parete d'acqua luminosa e ciò che vi era oltre di essa << E sì, è molto bello >>  

Un dolce sorriso spuntò sui visi di entrambi, costretti dalla meraviglia a non distogliere lo sguardo, affascinati da tale bellezza.  

<< Sapevi già di questo posto? >> gli chiese all'improvviso interrompendo i loro silenzi.  

<< Sì, era un vecchio rifugio che usavo prima di incontrati, ma non sapevo dell'altra entrata. Credo che la terra abbia ceduto sotto il tuo peso >>  

<< Mi reputi grassa? >> gracchiò Lucy voltandosi verso di lui, sul punto di esplodere dalla rabbia: non mancava mai occasione per Natsu nel tirare fuori la questione ''Il peso di Lucy", ogni volta la prendeva in giro fino allo sfinimento! Tutto iniziato da quella volta che gli cadde addosso quando attraversarono l'albero! Le dava davvero fastidio quel comportamento.  

<< No, no >> esclamò l'altro invece rendendosi conto di ciò che aveva detto << Dicevo solo che sarebbe crollato comunque! >> si corresse spaventato, c'era voluta la caduta per rabbonirla e farsi perdonare! Farla arrabbiare nel giro di pochi minuti non era nei suoi piani.  

La principessa sbuffò lasciando perdere, almeno quella volta aveva avuto la decenza di correggersi, cosa che raramente capitava. Quindi si accontentò, anche se non gli aveva ancora fatto pagare  quello scherzo che le aveva buttato via almeno dieci anni di vita. Guardando il lago le venne spontaneo sorridere, colta da un'idea improvvisa.  

<< Natsu >>  

<< Uhm? >>  

<< Ti voglio bene >> gli disse trattenendosi dallo scoppiare dal ridere. Lo vide stranire lo sguardo per qualche attimo, e prima di risponderle Lucy si lanciò verso di lui. Caddero entrambi dalla grotta urlando come due matti finendo quasi subito in acqua sotto il pesante getto della cascata. E quasi all'istante, dopo esser riemersi, la risata di Lucy si espanse mentre questa si appoggiava all'amico per stare a galla, sicura che lui non l'avrebbe più fatta affogare. Gli si abbarbicò addosso -come quando si trovavano a camminare nella caverna- e mentre il Drago scuoteva la testa sconfitto, si diressero a riva.  

<< Te l'ho fatta >> sussurrò ridente lei stringendosi il più possibile, tutta soddisfatta dello scherzo riuscito. Non le capitava spesso di sorprenderlo come lui faceva con lei, per tale motivo ne era contenta. Stavolta ce l'aveva fatta!  

<< Già! >> disse invece il Drago prima di lanciarsi sott'acqua portandosi dietro l'amica e cogliendola di sorpresa << Come io l'ho fatta a te! >> aggiunse ridendo dopo esser riemerso.  

<< Ma così non è giusto! >> rise lei spintonandolo via quando vide che sarebbe stata in grado di camminare sul fondale senza affogare << Così devo trovare un altro modo per fartela pagare! >> aggiunse cominciando a schizzarlo con l'acqua, rincorrendolo quando cominciò a scappare via da lei saltellando in modo buffo per poter andare più veloce. Le risate le uscirono spontanee e rincorrerlo le sembrò troppo per la sua pancia, che ormai dolorante non poteva più sopportare quella situazione divertente.  

Si lanciò così sul bagnasciuga, bagnata dalla testa ai piedi, cominciando a guardare quel cielo che tanto amava quanto era irraggiungibile e nonostante il freddo si sentì felice e più sollevata di come quando aveva cominciato la giornata.  

<< Hai freddo? >> le si avvicinò lui sedendosi accanto a lei, scuotendo la testa per potersi liberare dall'acqua schizzandola quindi addosso all'amica.  

<< Smettila >> ridacchiò questa spingendolo per poi appoggiarsi alla sua spalla, abbandonandosi così a quel suo particolare calore, a quel calore in grado di scaldarle il cuore anche nei momenti più bui << No, ora non più >>  

**°** 

<< Natsu >> lo chiamò voltandosi prima di attraversare l'albero.  

<< Che c'è? >> si girò anch'egli poiché sul punto di spiccare il volo per tornare a casa.  

<< Chi sono i Figli-di-Drago? >> chiese ricordandosi del ricordo di quella mattina. Voleva sapere se anche Natsu era al corrente delle numerose leggende riguardanti questi strani esseri umani. Magari ne sapeva più di lei, dopotutto era un Drago, no?  

A quella domanda improvvisa lo vide irrigidirsi e lo sguardo divenirgli serio, e rimase non poco sorpresa da tale atteggiamento. Non lo aveva mai visto così preoccupato.  

<< Non lo so >> fu la sua risposta, secca e dolorosamente fredda << Non li ho mai sentiti nominare >> aggiunse senza far trapelare nemmeno una punta di curiosità. Di solito quando Lucy tirava fuori qualcosa di nuovo, Natsu rimaneva incuriosito da ciò tanto da volerne scoprire i segreti, ma quella volta non fu così.  

Subito dopo lo vide girarsi in direzione di casa << Buona notte, principessa >> le disse senza nemmeno guardarla, prima di volare via e lasciarla lì nel buio più totale, la luna ormai sparita lasciando solo le stelle nel cielo.  

Improvvisamente si sentì strana, vuota, e si rese conto di aver toccato un argomento che non doveva tirare fuori: Natsu sapeva qualcosa e sicuramente era vincolato dal non poterle dire nulla. Altrimenti non avrebbe reagito in quel modo no? Eppure si sentì profondamente ferita, come se quella risposta in qualche modo l'avesse trafitta e non solo per il tono usato da Natsu, ma anche per qualcos'altro che non si seppe spiegare.  

La tristezza la invase come non mai perché quella non era l'unica cosa che voleva chiedergli. Il giorno dopo sarebbe arrivato il suo compleanno e non voleva passare l'intera serata da sola a quel ballo che nulla aveva di allegro: quello sarebbe stato solo uno dei tanti modi di suo padre per cominciare a farla entrare nell'alta società. La solitudine prese allora il sopravvento e un nuovo vuoto si aprì nel suo cuore lasciandola quasi senza fiato.  

Si voltò verso il salice cercando di trattenere le lacrime. Solo una le sfuggì e non poté fare altro che attraversare quell'albero fatato e tornare nel suo modo, nel suo regno, come se un altro sogno fosse finito una volta tornata a casa, con la comparsa di un nuovo giorno.  

**°** 

 

Angolo dell'autrice
Premetto: mi è stato ritirato il pc fino a ieri per due settimane e ciò mi ha impedito di scrivere e pubblicare. Mi spiace non aver potuto far nulla per la pubblicazione, non è la prima volta che purtroppo pubblico in ritardo. Per questo motivo ho provato a scrivere un capitolo più lungo degli altri e credo che da questo momento in poi i prossimi saranno più o meno di questa lunghezza, poiché la trama comincia a svilupparsi e ci sono troppe cose da scrivere in due pagine.
Per scusarmi vi ho regalato questo capitolo di ben sette pagine tutto puccioso sulla nostra coppia preferita, che purtroppo comincia ad avere problemi in vista.
Spero davvero che la lettura sia stata di vostro gradimento, mi piacerebbe avere un vostro parere a riguardo.
Ringrazio il mio Gabibbo per avermi involontariamente corretto il capitolo ahah volevo solo un tuo parere, non mi aspettavo che lo correggessi. Per questo aspettati un ringraziamento speciale più avanti con una bella sorpresina❤
Ringrazio coloro che hanno recensito, letto e aggiunto ai preferiti, ricordate e seguite questa long. Grazie per esser ancora qui nonostante tutto.
Ho molte cose in programma da scrivere, ma con gli impegni famigliari e la scuola che mi tormenta anche in estate, non so se mi farò viva spesso. Pensavo di cogliere le vacanze come un occasione per potermi sbizzarrire con la NaLu, ma non avevo fatto conto con gli imprevisti.
Spero di non deludervi con i prossimi aggiornamenti.
Un bacione gigantesco e alla prossima!
Mary

Prossimo aggiornamento previsto per Domenica 28 Agosto salvo imprevisti:)

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***


L'Albero delle Fate
~Capitolo VII~
**°**

Silenzio. Così rumoroso, così pieno, così vuoto. Così presente da fargli sembrare che i suoi stessi pensieri stessero urlando costringendolo a doversi muovere nel suo letto pur di interrompere quella cosa divenuta ormai inquietante. Quanto poteva essere fastidioso, il silenzio? Quella volta, Natsu lo scoprì. Scoprì di quanto potesse essere insopportabile e pericoloso poiché solo il silenzio più assoluto lo spingeva a pensare nei momenti di più totale confusione.

Forse non era il silenzio a creargli problemi, ma la testa che dopo quella domanda che gli aveva fatto Lucy lo aveva gettato nel più totale panico. Per la seconda volta Natsu si era ritrovato freddato, congelato, aveva percepito la strana sensazione del gelo insinuarsi fin nelle ossa. E non era quel freddo generato dall'acqua fredda o dalla neve, no, era qualcosa di più viscerale, più intenso e profondo.

<< Chi sono i Figli-di-Drago? >>

Perché gli aveva fatto quella domanda? Perché proprio quella?! Era sicuro che Lucy fosse a conoscenza delle voci che giravano su di loro. Allora perché era venuta a chiedere direttamente a lui? Che volesse... no. Impossibile.

"Ma cosa diavolo pensi?! Natsu! È assurdo! Lo sai anche tu che non ne sarebbe capace, nemmeno di farsi venire in mente un idea simile!"

Non che Lucy fosse ottusa o qualcosa di simile, anzi, tutt'altro, era abbastanza sveglia e intelligente, più di lui ammise, ma credeva impossibile anche solo immaginare lei che...

"Ha sempre voluto diventare una maga." Quel pensiero lo travolse facendolo scattare seduto.

<< No... non fino a questo punto. >>

Quanto gli sembrava strano ritrovarsi a combattere contro i suoi stessi terribili pensieri, soprattutto perché lui non era fatto di riflessioni e roba simile, Natsu era azione, puro istinto. Non stava mica a scervellarsi per i problemi, andava semplicemente dove gli diceva il cuore. Basta. La testa era lì solo per permettergli di vedere, udire e soprattutto mangiare.

Ma non poté fare a meno di riflettere sentendo uno strano turbamento divorargli l'animo: si fidava di Lucy, più di chiunque altro, ma la paura rimaneva comunque annidata lì, nel petto e si sentiva uno schifo anche solo a dubitare di lei. Non lo aveva mai fatto e mai avrebbe pensato di farlo. Lucy era Lucy, la sua principessa un po' manesca ma anche dolce, non poteva tradirlo in quel modo. Ne era certo.

Più di tutto, però, che lo lasciò sconvolto e amareggiato -oltre che quegli assilli- fu il ricordo di un odore particolare e che conosceva bene, il ricordo dell'odore che sentì quella stessa notte subito dopo averla salutata ed essersi allontanato un poco, ma che purtroppo spinto dalla paura, lo ignorò seppur con una sofferenza da fargli mozzare il fiato.

Perché non esisteva cosa più dolorosa di sentire Lucy piangere per colpa sua, vederla in preda alla tristezza, udire i suoi singhiozzi e sentire l'odore delle sue lacrime era veleno per il suo cuore, perciò non poteva sopportarne la vista, se causate da lui.

E di nuovo, con il ricordo, il gelo lo attraversò ancora una volta senza pietà.

**°**

Quel giorno si svegliò più presto delle altre volte nonostante non fosse riuscita a dormire non più di un paio d'ore, tutta colpa delle preoccupazioni e dei pensieri nati dopo quell'incontro che l'aveva turbata come poche volte, non solo per i modi freddi, indifferenti con cui l'amico le si rivolse, ma anche perché non riusciva a capacitarsi del motivo che lo aveva spinto ad avere una reazione simile.

Per tale motivo era rimasta a rigirarsi tra le coperte mentre di volta in volta qualche singhiozzo la coglieva di sorpresa assieme agli accenni di pianto quando il pensiero di lui arrabbiato con lei tornava a tormentarla, soprattutto perché questa volta sembrava qualcosa di così maledettamente serio e la paura di aver fatto qualcosa di irreparabile non faceva altro che preoccuparla come non mai.

Si soffocò con il cuscino cercando si scacciare via quei pensieri, ma gli occhi non accennavano a smettere di pizzicare e la gola di tremarle. Era troppo preoccupata e in pena per poter cercare di svuotare la propria mente e fare ciò che avrebbe dovuto fare in quel fatidico giorno senza il suo aiuto.

"Il mio compleanno..."

Si rannicchiò sconfitta, ormai consapevole che la giornata era cominciata, il giorno che sarebbe dovuto essere il migliore dell'anno sarebbe diventato quello più brutto e solo perché suo padre guardava solo gli interessi del regno e mai, neanche una volta, i suoi.

Neppure la mamma riusciva a fargli cambiare idea sull'argomento, troppo testardo e troppo convinto delle sue idee e del suo pensiero. Lucy doveva esser preparata, correttamente istruita per poterle affidare il Regno, un giorno.

Girandosi ancora una volta, lo sguardo le cadde oltre la vetrata permettendole così di vedere il sole nascere piano, intento a ravvivare il cielo ancora cupo e scuro per colpa della sua precedente assenza.

Pensando al sole, le ritornò di nuovo in mente Natsu.

"Alla fine non mi ha dato nemmeno il tempo di avvisarlo. Cosa dirà quando oggi non mi vedrà?" Si chiese sedendosi mentre una smorfia ancor più triste le si dipinse sul volto. "Può darsi però che dopo stanotte possa anche non presentarsi più all'albero..."

A quel punto si alzò e nonostante fosse troppo presto per i preparativi, si andò ad accomodare davanti la toilette. Prese il pettine e cominciò a pettinarsi perdendosi nel guardare lo specchio senza però non riuscire a vedersi con gli occhi gonfi e circondati da delle leggere occhiaie, con il viso sciupato per la nottataccia e le iridi spente, più scure del solito.

Perché quella domanda lo aveva sconvolto così tanto? Continuava a chiedersi, aveva a che fare con ciò che le leggende dicevano su quelle creature? Non se lo seppe spiegare. Troppe domande e nessuna risposta. Quanto odiava non sapere.

Posò la spazzola e focalizzò la sua attenzione sulla sua immagine riflessa.

<< Forse mi devo scusare. >> Le sfuggì dalle labbra sgranando gli occhi, sorpresa da quel pensiero.

Da quando aveva memoria non ricordava molti momenti di lei che chiedeva scusa a quel draghetto strampalato, anche perché sapeva di essere anche lei testarda e molto orgogliosa, perciò era difficile cavarle di bocca quelle parole.

<< Cascasse il mondo, lo farò. >> Disse, stavolta più decisa lasciandosi sfuggire un sorriso pieno d'aspettativa. Natsu era molto più importante del suo stupido orgoglio e anche se non aveva compreso bene ciò che era accaduto, avrebbe fatto di tutto pur di risistemare le cose.

"Mi farò perdonare."

**°**

<< Che ti prende? >> La voce timida di Wendy lo fece ritornare bruscamente alla realtà facendogli ricordare dove si trovasse.

"Cavolo, non posso distrarmi così!" Si urlò mentalmente scacciando per qualche attimo dalla mente l'immagine di Lucy. Si guardò attorno focalizzando per un attimo l'attenzione sulla sua piccola sorellina in piedi davanti a lui con le mani congiunte dietro la schiena mentre lo guardava con aria preoccupata.

Era piccola, però capiva subito quando c'era qualcosa che non andava, ma Wendy non era l'unica: entrambe le sue sorelle erano difficili da gestire, cioè, non proprio gestire: era proprio difficile nascondere loro qualcosa.

<< Niente. >> Borbottò grattandosi il capo, dannazione, si stava distraendo e non poteva. Quella mattina aveva il compito di insegnare alla sorella minore l'uso della magia e invece di portare al termine l'incarico, con la testa stava volando altrove e la sua sorellina se n'era accorta, naturalmente.

<< Natsu non hai una bella cera. >>Ecco, quando si trattava di salute, lei era la prima a notarlo: aveva già capito fin troppo bene che non aveva dormito quella notte. Sicuramente aveva delle occhiaie così visibili da sembrare uno spaventa passeri.

<< Non è niente. >> Cercò di negare ancora una volta l'evidenza, si chinò a terra per prendere una sacca d'acqua fresca e berla nel tentativo di non farsi sfuggire una qualche espressione che avrebbe potuto incuriosire ancora di più Wendy.

<< Sicuro? >> Gli chiese una volta che lo vide finire di bere, prendere un gran respiro e schiaffeggiarsi il viso con entrambe le mani per potersi svegliare.

<< Certo! >> Le rispose regalandole subito un sorriso energico come a voler avvalorare la cosa. << Pronta? >> Chiese poi, facendola sorridere.

<< Sì! >>

Eppure, nonostante lo sforzo di cercare di essere un buon istruttore, inevitabilmente il suo pensiero, la sua mente, il suo cuore erano rivolti da tutt'altra parte che lì, per sua sorella.

**°**

Sapeva fin troppo bene che quel giorno non sarebbe riuscita a ritagliarsi un minimo di tempo libero per cercare di contattare Natsu.

I preparativi a palazzo erano cominciati da settimane, perciò bene o male tutto ormai era quasi stato completamente ultimato. Eppure nessuno era tranquillo: gli inservienti correvano da una parte all'altra, le cucine erano in subbuglio, guardie che continuavano a disporsi, alcuni in crisi altri meno, i maestri di palazzo che quasi urlavano per le sale nel tentativo di dirigere il meglio possibile tutto l'occorrente necessario per l'allestimento.

E infine c'era lei, rinchiusa in una delle sue camere per ultimare le istruzioni sul ballo che sarebbe avvenuto quella sera: come avrebbe dovuto comportarsi, cosa avrebbe dovuto fare nelle varie fasi della serata, come avrebbe dovuto muoversi tra i vari invitati e cercare di non fare alcuna figuraccia di fronte agli ospiti più importanti.

Per quella sera sarebbe stata la protagonista assoluta, l'immagine del Regno di suo padre, la figlia e principessa perfetta che qualunque sovrano e popolo avrebbero desiderato, tanto da volerla chiedere in sposa per sé o per il proprio erede.

Sì, purtroppo quel giorno rappresentava il giorno in cui avrebbe debuttato nell'alta società, con lo scopo di incuriosire e attrarre Re e Principi rinomati in tutto il mondo conosciuto.

Ma Lucy, questo, ancora non lo poteva sapere.

Il pomeriggio volò nonostante noia e stanchezza la perseguitarono per tutto il tempo in cui fu trattenuta dai suoi istruttori, e soprattutto da suo padre, il quale a pranzo aveva trovato il tempo di ribadirle quanto quel giorno fosse importante per lei, ma soprattutto per lui e il Regno.

Fu solo concluse le preparazioni, che le venne consentito di farsi ritagliare un po' di tempo per sé stessa.

Ne approfittò perciò per riposare qualche minuto: si abbandonò sul suo letto, già tutta pronta, con l'abito indosso, il trucco sul viso e l'acconciatura ora leggermente sfatta per via del tuffo che aveva fatto sul materasso.

Il non aver chiuso occhio per quasi tutta notte e tutti gli impegni avuti quel giorno, l'avevano praticamente distrutta. E pensare che non era ancora finita, ma che ancora tutto doveva iniziare, le fece venire un forte capogiro.

Perciò chiuse gli occhi e si lasciò andare.

Subito il pensiero fisso di Natsu tornò seguito da quel terribile magone sul petto.

Il bussare alla porta di qualcuno, però, la ridestò dal suo dormiveglia.

<< Sono io. >>

La voce di sua madre le arrivò ovattata alle orecchie, ma le bastò questo per potersi alzare di scatto rinvigorita e sorridere come non faceva da molto.

<< Entra pure! >>

La porta si aprì e subito il volto sorridente della regina comparì da oltre la soglia.

<< Tesoro, sei già distrutta prima di cominciare? >> Le disse ridendo chiudendosi la porta alle spalle.

<< Mamma! >> Lucy l'abbracciò quando le si sedette di fianco.

<< Allora: la mia principessa è pronta? >> La regina Layla guardò sua figlia alzare lo sguardo per indirizzarlo verso il suo senza però mai staccarsi da lei.

<< Più o meno. >> Sospirò Lucy lasciandosi sfuggire un fiacco sorriso.

<< Cosa c'è che ti turba? >>

Lucy a quella domanda si staccò da sua madre per tornare a sdraiarsi sul letto, Layla la seguì stendendosi al suo fianco.

<< Non ho avuto un attimo di tregua, oggi. >>

<< Ma c'è dell'altro. >>

<< No... semplicemente non ho dormito bene, e ora sono più stanca del solito. >>

Layla rimase un attimo a fissare il soffitto, in silenzio. Perché la sua Lucy non voleva dirle la causa del suo scompiglio interiore.

<< Vuol dire che farò in modo che tu possa riposarti fino all'inizio del gala di stasera. >>

Lucy si voltò di scatto verso sua madre, con gli occhi sgranati e il viso colto dalla sorpresa.

<< E come? >>

<< Dopotutto sono la regina, e lo sai che dietro a un uomo si nasconde sempre la volontà della sua donna. >> Le rispose facendole un occhiolino dopo essersi rimessa seduta.

<< Grazie mamma. >>

Quella sarebbe stata l'occasione che l'avrebbe aiutata a cercare di contattare Natsu, anche se sapeva, purtroppo, che il tempo regalatole da sua madre fosse troppo poco per poterglielo permettere.

"Anche così, cercherò di fare del mio meglio."

Si abbracciarono di nuovo, e la regina le baciò la fronte.

<< Di niente, piccola mia. >>

**°**

Correva, correva senza fermarsi nonostante il suo pesante abito coperto dal mantello scuro la stesse costringendo a doversi riposare un attimo. Non aveva mai corso con un abito da gala in mezzo alla foresta, ma lo aveva immaginato che sarebbe stato difficoltoso il momento stesso che la servitù glielo aveva fatto indossare.

Si appoggiò a un albero per poter prendere un po' di fiato. Era sudata e stanca come mai prima, e avrebbe così tanto voluto fermarsi e mettersi a dormire sulle sponde del lago. Il fatto quella notte non fosse riuscita a dormire, rendeva la tentazione di farlo così grande che quasi ci sarebbe cascata. Ma il ricordo della serata e soprattutto di Natsu la costrinse a rimboccarsi le maniche e riprendere subito dopo aver scorso l'albero delle fate dritto davanti a sé.

Avvicinandosi poté notare che l'albero si stesse per risvegliare e le venne una grande tristezza al pensiero che quella sera non avrebbe potuto vederlo mentre veniva venerato dalle fate che lo popolavano.

Tremante per la stanchezza, alla fine compì il rito e oltrepassò il portale.

Subito l'aria intrisa di magia la sovrastò ridonandole la carica che aveva disperso nell'estenuante corsa che l'aveva portata lì e per un attimo una sensazione di felicità la riempì facendola sorridere.

Anche se era trascorso un giorno da quando era andata via di lì, le era mancato troppo il luogo in cui ormai stava trascorrendo tutte le giornate.

Una leggera folata d'aria la risvegliò dal torpore di quelle sensazioni e si voltò verso l'albero.

Guardò attentamente tra i rami per scorgere quello migliore dove appendere la lettera indirizzata a Natsu.

A quel punto si tolse il nastro rosso dai capelli, legò la busta e infine con l'altra estremità legò il laccio a un ramo.

Dopo di che prima che il portale si potesse chiudere, infilò un ramo lungo abbastanza nell'albero in modo tale da riuscire a lasciarlo aperto per Natsu, nel caso avesse voluto passarlo senza il suo aiuto.

Si guardò ancora una volta attorno, nella speranza di poterlo scorgere arrivare prima che andasse via, ma più si guardava e più capiva che Natsu non era lì e che probabilmente non era nemmeno intenzionato a tornare da lei.

Con un sospiro tremante si voltò verso il portale, non senza però farsi sfuggire una lacrima di tristezza, per poi andare via e tornare a palazzo prima che il gala potesse iniziare.

**°**

<< Mamma. >> La chiamò prima che potesse lasciare la stanza.

Erano rimaste a parlare per molto tempo dopo che sua madre le aveva assicurato che in qualche modo le avrebbe dato altro tempo prima dell'inizio del gala.

<< Se c'è ancora un po' di tempo, vorrei che mi dicessi di più sui Figli-di-Drago. >> Glielo aveva chiesto così, come se fosse la cosa più naturale al mondo.

Eppure sapeva che non era una cosa da poco. Natsu glielo aveva fatto capire.

E voleva cogliere l'occasione dato che era lì e che probabilmente non avrebbero più avuto per quella sera del tempo da ritagliarsi per parlare tra di loro.

Inoltre era quasi sicura che sua madre sapesse di più di tutto quello che le aveva raccontato quando era più piccola, per questo motivo avrebbe tentato di ricavare più informazioni possibili da sua madre, poiché anche se la biblioteca di suo padre fosse una delle più ricche del Regno, non aveva trovato altro che la favola che sua madre le aveva raccontato, e non delle informazioni che potessero esserle d'aiuto.

Perciò l'ultima speranza che aveva era quella che la regina potesse saperne di più non essendo originaria del Regno di suo padre.

Layla, a quella domanda, si fermò.

<< Come mai questa improvvisa curiosità? >> Sembrava stranamente seria.

<< Qualche notte fa mi è tornata alla memoria la favola che mi avevi raccontato quando ero più piccola. >>

A quel ricordo, la regina sorrise.

<< Quella storia ti aveva emozionata tanto. >> Rivelò a sua figlia prima di sedersi accanto a lei.

<< Questo perché l'avevi raccontata meglio delle solite volte! >> Le confidò Lucy sorridendo anche lei.

<< Forse hai ragione. >> A quella risposta, Lucy rimase colpita da come proruppe fuori una profonda nota di malinconia.

<< Quindi mi racconterai di più su di loro? >>

La regina Layla si voltò verso la principessa prima di annuire.

<< Ma dovrai promettermi che quello che ti dirò non dovrà essere rivelato a nessun altro. >>

<< Perché? >>

<< Perché ciò che ti dirò è un segreto che ho appreso molto, molto tempo fa da mio padre. >>

A quella rivelazione, Lucy si eccitò ancor di più, ma non volle lasciarsi sfuggire alcuna emozione, perché percepiva dentro di lei qualcosa svegliarsi e urlarle che quel che sua madre le stava dicendo fosse qualcosa di così maledettamente serio che non poteva prenderla con leggerezza. Soprattutto perché sentiva che in un qualche modo fosse legato al motivo per cui Natsu aveva reagito in quel modo.

<< Te lo prometto, non ne farò parola con nessuno. >>

<< So che che non lo farai. >> Le sorrise Layla accarezzandole il viso.

E Lucy si sentì all'improvviso così bene che desiderò che quel momento potesse non finire mai.

La donna la guardò dritta negli occhi con tenerezza prima di indurire il suo sguardo con una serietà che raramente la principessa era riuscita a scorgere in lei in quei pochi anni di vita che aveva alle spalle.

<< Lucy. >> La chiamò cercando di confermare anche in sua figlia l'importanza di ciò che stava per dirle.

E lei capì.

<< Starà a te decidere dopo che avrò finito se questa è una favola o qualcosa di vero. >>

**°**

*Angolo dell'autrice

Salve lettori, mi ritrovo di nuovo qui dopo così tanto tempo e mi scuso se ho tardato in questo modo l'aggiornamento di questa storia. Ma come dire, ho dovuto affrontare tante cose in quel periodo e purtroppo ciò aveva fatto risentire questa storia alla comparsa del blocco che ne era seguito.

Spero di essermi fatta perdonare un po' con questo capitolo, dove per la prima volta ho mosso nuovi personaggi in maniera più consapevole.

Ah! Non so se si é capito, ma l'ultima scena (quella in corsivo) non é altro che il seguito della prima scena di Lucy e Layla nella camera della principessa:)

Con questo spero di avervi dato delle risposte alla vostre domande, e nuovi dubbi su che cosa stia succedendo a quei due:)

Alla prossima

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